Consiglio dei Distretti Notarili Riuniti di Udine e Tolmezzo
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Università degli Studi di Udine
Memorie su le antiche case di Udine di Giovanni Battista della Porta: un archivio aperto per la conoscenza della città storica
progetto di ricerca a cura di Anna Frangipane dall’edizione a stampa curata da Vittoria Masutti, 1984-1987
Chiesa di S. Barbara
    Il luogo dove sorgeva la chiesa di S. Barbara, e tutta la attuale piazza XX Settembre, erano occupati da case dei signori della Torre.
1511, febbr. 27   La plebe udinese, aizzata da Antonio di Savorgnan assalí, saccheggiò ed incendiò le case dei signori della Torre accusati d’essere fautori dei Tedeschi accampati presso la città.
1540   Girolamo della Torre ricostruisce il palazzo.
1580 circa   I della Torre vendono il palazzo ad Antonio di Martino Marchesi, mercante di origine tedesca che aveva negozio di ferramenta in Mercatovecchio all’insegna del “Gesú”.
    I Marchesi ridussero il palazzo in bella forma ed innalzarono la chiesetta dedicata a S. Martino.
1612   Morto il figlio di Antonio, senza figli maschi, il palazzo toccò a Caterina, unica figlia, moglie di Giulio della Torre.
1717   Lucio della Torre è condannato a morte con sentenza 19 luglio, il palazzo confiscato ed abbattuto, meno la chiesa.
1717, ag. 27   La statua d’Ercole, che ornava il cortile del palazzo, è trasportata in Piazza Contarena (Florean).
1717, sett. 2   È trasportata la statua di Caco (Venturin).
    Gli orti e il giardino furono venduti ai Savorgnan della Bandiera poi ereditati dai Toppo, l’area del palazzo ridotta a piazza detta del Fisco, dove il 16 nov. fu eretta la colonna d’infamia con la scritta: «Lucio della Torre / bandito dall’Eccelso / Conseglio de’ X / per gravissime colpe / di lesa Maestà».
    La chiesa, già spogliata dei quadri e delle campane venduti dal co. Lucio, fu concessa al corpo dei bombardieri, che la dedicarono a S. Barbara.
1797   Sciolto il corpo dei bombardieri, la chiesa fu spogliata della facciata in pietra e ridotta a privata abitazione.
1799, apr. 18   L’intendenza di finanza di Venezia riconosce la proprietà nel co. Lucio Sigismondo della Torre del fondo detto piazza del Fisco e della chiesa di Santa Barbara, come da sentenza 26 genn. 1799 a favore del co. della Torre contro la fraterna di S. Barbara1.
1799, lugl. 28   Il municipio fa demolire la colonna d’infamia e la piazza è adibita a mercato di polli, pesci e carni.
1812, magg. 13   Rizzardo, mons. Enrico canonico, Antonio e Raimondo fratelli della Torre figli del defunto Lucio vendono, per it. L 12000, a Giuseppe q. Francesco Antiveri «l’intiero fondo fu palazzo — della Torre con fabbrica sopra dalla parte di mezzodì — composta da un locale fu chiesa — di S. Barbara con due fabbricati laterali —. Confina — a lev. con gli eredi di Toppo, mezz. con la contrada — dell’Ospitale, pon. con la contrada Strazzamantello, ed a sett. con — Antonio del fu — Pietro Pilosio» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10589, 662).
1815, ag. 4   Istanza di Giuseppe Antiveri per poter ridurre ad abitazione la chiesa di S. Barbara2 (A.S.U., C.N., 180, Orn., 4376; il disegno, citato dal documento, non è allegato).
1835, ott. 2 °° Richiesta per l’apertura di una porta di Pietro A. qm Giuseppe (A.S.U., C.A. I, 236/1835/XVI, 5004 Orn. II C, con dis.). Il disegno è firmato da «floretti giovani muratore».
1864   Gli Antiveri vendono la piazza ai fratelli Angeli.
1868   I fratelli Angeli vendono il fondo al Municipio, che lo adibisce a mercato dei grani.
     
NOTE 1 Il ms. della Porta cita come fonte un vol. 95/111 degli Acta, inesistente.
  2 Anche nell’Arch. della Porta, 12, Palazzo Torrioni, esiste un preventivo, redatto da Luca Andreoli, per la trasformazione della chiesa in un’abitazione privata.
     
STUDI INEDITI   CILLO, Le confraternite, 60; FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 37, 43; RAIMONDI, Gioia preziosa, p. 1.
     
BIBLIOGRAFIA   GANZER, Orafi, 357-358; JOPPI, Descrizione del palazzo Marchesi, 124-126; di MANIAGO, Guida, 59; Parti prese ... 1880, 50; PICCO, La antica piazza del Fisco; PICCO, Gli orefici; RIZZI, Storia... Il Seicento, 36, 83; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 10, 16; 3 (1937), 13; 4 (1937), 8.
     
ICONOGRAFIA   MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 51.