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Dalla pianta dello Spinelli e dal prospetto del Gironcoli si vede che lo spazio occupato dall’attuale casa Kechler era sgombro. |
1679, mar. 6 |
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«Gl’ill.mi deputati , udita la istanza di ser Gioseffo Forni calegaro, figliuolo di Santo Forni bolgetta publico, et intesa la concessione fatta l’anno 1667 li 22 di lugl. al q. m. Carlo Miso et figliuoli Zavatini del commodo della stancietta di ragion pubblica aderente al Portone interiore del borgo di Grazzano, hanno concessa la medesima al predetto Forni conducente la stessa con le medesime conditioni et oblighi espressi nel decreto dell’antefata concessione 1667, ivi lettagli, e per il medesimo annuo censo di pernici paro uno , assumendosi detto conduttor obligo espresso che li eredi del m. Carlo Misso pretendessero qualche cosa per asserti loro meglioramenti, di pagarli o di aggiustarsi » (Acta, LXI, f. 18v — 19r). |
1695, giu. 3 |
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La casa Kechler, nella parte verso via Grazzano, era dei Pontini: « Gerolamo Pontini q. Antonio ha venduto al co. Sigismondo Lucio della Torre Popaite un pezzo di sito posto nella contrada di Strazzamantello in questa città dirimpetto al palazzo d’esso conte, con sopra una stalla e fenile, acquistato il tutto da detto Pontini con instr. 5 dic. 1647, a mano del sig. Paolo Fistullario nod., dal q. nob. Attilio Calderini . Et ha parimenti dato esso Pontini al co. della Torre altro pezzo di sito di là dal muro dell’antico recinto della città, detto muro castellano, qual doverà separarli dal rimanente della cassa Pontini con muro che sarrà fatto fabricar dal co. della Torre a retta linea del muro d’essa casa Pontini verso li monti; onde tutto ciò che di ragion Pontini resterà di qua del muro stesso di fabricarsi, s’intenderà acquisto del co. della Torre, obligandosi però questi a dar transito alla casa Pontini d’andar alla roia per il medesimo sito da lui acquistato » (A.S.U., N., Nicolò Aloi, 8108, IV instr., f. 116r — 118r). |
1697, ag. 10 |
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Disegno di Pietro Briante, che copia da analogo del padre redatto l’11 giugno 1695: planimetria del complesso di edifici grosso modo corrispondenti ai n. 393 e 394 (B.C.U., Arch. Torriani, 77). |
1706, magg. 17 |
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Il co. Francesco Tacelli, tutore dei minori q. Sigismondo della Torre, cede a censo perpetuo enfiteutico a Iseppo Vezzi «un pezzetto di terra sive orto nudo et pascolo, posto in questa città dietro la piazetta dirimpeto al loro palazzo ed entro il muro di chiusura, che venirà erretto sopra detta piazzetta per parte di detti puppilli, confinante a lev. con detta piazzetta, a mezo dν con Eustachio e nipoti Colletti, a pon. la roggia, et ai monti col nob. Filippo Caimo » (A.S.U., Arch. Caimo, 18/1). |
1776, ag. 29 |
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Si concede ai fratelli Antivari il permesso di ampliare la loro casa con l’occupazione di fondo pubblico fino all’angolo della torre in borgo Poscolle (A.S.U., C.A. I, 14/1, 63). |
1783, dic. 14 |
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«Nelle divisioni del dν 6 magg. 1780 del pubbl. per. Antonio Bernardinis tra li sigg. Valentino e Giuseppe fratelli q. Francesco Antivari, fu stimata la casa di loro abitazione posta sulla piazza del Fisco per il valore di d 9409 L 1 s 7, dalli quali fu separato l’importare di d 302 L 2 s 8 al nome del sig. Giuseppe per miglioramenti da esso fatti, restando il valore della casa in d 9106 L 5 s 3 da dividersi per mettà fu fin d’allora cessa dal sig. Valentino al sig. Giuseppe una porzione per il valore di d 1698 L 4 s 17 , rimanendo per anco Valentino possessore di porzione di casa per l’importare di d 2854 L 3 s 18 e convenuti di passare all’allienazione pure di quella , Valentino ha venduto al sig. Giuseppe predetto la porzione di casa sopra enunciata per il prezzo di d 2854 L 3 s 18 » (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10073, I instr., 31, f. 43v — 44v). |
1792 |
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La casa appare gravata da un livello a favore del convento di S. Francesco di dentro, che riscuote un censo annuo di L 4 s 13 1/2 sopra una casa abitata da Giuseppe del fu Francesco Antivari, situata in Strazzamantello, «in confine della porta interiore del borgo di Grazzano ». Ne sono ricordati anche i fondamenti: «Nel 1705 il sig. Giacomo Pontini paga per questa di livello L 4 s 13 1/2 . Fu possessa questa casa dal nob. Giovanni Gorgo, e poi la comprarono le Citelle coll’obbligo di pagare questo livello, come appar instr. 1629, sett. 19, not. G. Fabrizio ; di poi pagava il Romanello e poi il Pontini Hora è possessa dal sig. Iseppo Vezzi . Paga l’Antivari linaiuolo». (A.S.U., C.R.S., 696, Cattastico... 1792, p. 130-131). |
1798 |
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Nella citazione dei fondamenti su cui poggia l’esazione del livello da parte del convento di S. Francesco di dentro, si precisa che si tratta di una «donazione di d. Margarussa q. Steffano Moll del dν 16 giugno 1360 » e che la casa è «stata venduta alli Antivari dal n. h. Francesco Vezzi nel 1722, ». I pagamenti al convento sono registrati regolarmente fino al 16 giugno 1806 (A.S.U., C.R.S., 696, S. Francesco di dentro. Rottolo ... 1798, part. 28). |
1801 |
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Giuseppe Antivari (Nomenclatura, f. 15v). |
1807, nov. 30 |
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Vi abita Nicolò Zancan da Travesio, che viene ricordato nel processo verbale di alcuni immobili all’asta (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10431, proc. verb. n. 17). |
1809 |
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Appartiene al negoziante Giuseppe Antiveri (Registro delli aloggi, f. 12v). |
1809 |
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«La fu deputazione della città di Udine con suo atto 1667, 22 lugl. ha concesso a Carlo Misso una stanzietta aderente al portone interiore del borgo di Grazzano di Udine, verso l’obbligo dell’annua corresponsione alla comune di Udine di pernici para uno, considerate sempre del valore di L 3,07 d’Italia. Questa stanzietta col medesimo annuo canone fece li seguenti passaggi. Per l’atto della deputazione, 1679, 6 marzo, nel t. LXI dei suoi atti, a c. 18, passò in Giuseppe Forni. Per atto della medesima deputazione, 1702, 19 nov., nel t. LXX dei suoi atti, a c. 265, passò in Giuseppe Vezzi. Per annotazione fatta sotto la partita Vezzi nel libro di scossa dell’anno 1749, presso la comune, trovasi passata nel q. Valentino Antiveri. Ora la stanzietta, di cui sopra, è possessa dal sig. Giuseppe Antiveri q. Francesco, che paga anche oggidν alla comune di Udine il suddetto canone di pernici para uno, ossia di L 3,07 d’Italia » (A.S.U., C.A. I, 1, Attività e passività, n. 6). |
1813, ag. 18 |
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Giuseppe Antivari chiede il permesso di restaurare il portone d’ingresso alla sua casa n. 394 (A.S.U., C.N., 180 Orn.). |
1816, ag. 31 |
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«Istanza di Giuseppe q. Francesco Antivari domiciliato al c. n. 394, con cui implora una copia autentica della delibera fatta dal consiglio comunale nella seduta 14 magg. 1814 a di lui favore del fondi detto Piazza del Fisco ». L’Antivari precisa che il fondo è stato da lui «acquistato dalla famiglia coo. della Torre con istr. 13 magg. 1812 in atti del not. Nicolò Cassacco » e aggiunge che «tal delibera fu sancita dalla prefettura di Passariano con sua ordinanza n. 13894 del 6 ag. 1814 » (A.S.U., C.N., 180, Orn.). |
1821, ott. 6 |
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A Pietro Antivari, «determinato di riativare nella casa di propria abitatione l’antica purga fili, atteso in ora la sua maggiore estensione, si rende indispensabile di ridure la casa stessa alla parte di tramontana uniforme al disegno » presentato. La deputazione d’ornato, esaminata la richiesta, chiede spiegazioni sull’uso che il proprietario intende farne. In data 12 ott. l’Antivari precisa che una parte (A) è destinata ad abitazione degli operai e l’altra (B) al «lavatoio di filli». Il 15 ott. la deputazione esprime in merito parere favorevole (A.S.U., C.A. I, 53/111, 4585, 4661 e 4777 Orn. II C, con dis.). |
1822, apr. 10 |
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Pietro Antivari presenta progetto di riforma «delli ribatti esistenti nella di lui bottega di telerie sulla piazza del Fisco». Il permesso è concesso a patto che «li ribatti e la porta siano tenuti al medesimo livello; che sia eseguito il soffitto non solo per quanto corrisponde la bottega, ma anche per il restante portico, riattando per quanto occorre il selciato; che debba presentare il disegno delle altre due botteghe, una ad uso di vendita di stoffe e l’altra di cordami, onde di queste pure si possi ordinarne la rimodernazione» (A.S.U., C.A. I, 29/XI, 1419 Orn. II C). |
1824 |
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Schizzo della planimetria (B.C.U., Vacchette 16, Prime note n.11, 1824). |
1824, ott. 25 |
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È di Pietro Antiveri ( A.S.U., C.A. I, 88/IX ) |
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Il capoquartiere segnala l’esistenza di un pozzo scoperto nella casa (ibid.). |
1832 |
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Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato l’avviso n. 1050 per la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» al venditore di lino Giuseppe Antiveri, che vende anche pelli (A.S.U., C.A. I, 193). |
1832, apr. 19 |
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Assenso del vicino Luigi Andrea Delfino al progetto di costruzione di Pietro Antivari con le condizioni relative (A.S.U., .N., 193, 1683 Orn. II C). |
1832, apr. 29 |
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La deputazione d’ornato alla congregazione municipale: « La scrivente deputazione esaminò diligentemente il progetto della casa che desidera di erigere il sig. Pietro Antivari al c.n. 394 e rappresenta ora: I: esser regolare il prospetto esterno della nuova fabbrica, e convenientemente armonico nel suo insieme; II: non essere plausibile la sporgenza del fabbricato sulla pubblica strada e nella parte inferiore, non per l’occupazione del fondo pubblico, dacché il fondo medesimo resta sempre soggetto alla pubblica serviti ed è anzi migliorato per la costruzione del portico, bensν per difetto dell’angolo stradale che si rende piϊ rimarcabile colla sporgenza; III: formarsi un angolo ottuso delle due linee di case Antivari e Delfin, il che non offre un gradevole aspetto. Trattandosi però che il portico che si propone comprende molta superficie d’esclusiva proprietà del sig. Antivari e che viene assoggettata alla pubblica servitù, che molta pure ne viene affatto abbandonata a vantaggio della strada, che di pochissima utilità è il fondo comunale che viene occupato dal portico medesimo e che una qualche sporgenza offre in iscorcio il prospetto esterno della fabbrica anche nel vicino quadrivio di San Tommaso, la deputazione opina: a) che il principio della fabbrica non isporga se non che dieci centimetri dalla continuazione delle linee della casa Delfin n. 395; b) che il corpo di mezzo isporga trenta centimetri dalla linea del nuovo fabbricato; c) che il fine della fabbrica non isporga che soli m 1,79 dal muro attuale della vecchia casa Antivari al punto dell’ultimo pilastro, cioè 50 cm all’infuori del pilastro medesimo; d) che sia demolita una parte della fabbrica vecchia adiacente, in modo che il muro da ricostruirsi sia in continuazione del muro interno del nuovo porticato; e) che questa demolizione segua subito che sarà resa abitabile la nuova fabbrica, cioè fin due anni all’incirca; f) che sia sistemato regolarmente il marciapiedi fra il portico e l’angolo da demolirsi; g) che il pavimento del portico sia tenuto a livello di quello della casa Delfin; h) che sieno posti i tubi fino a terra conducenti le acque piovane del tetto; i) che sieno fatti trasportare cento carta di macerie o ghiaia nel pubblico Giardino. Ora si consideri che la sporgenza di 0,50 non occupa il fondo pubblico che per un solo metro quadrato all’incirca, quindi l’assoluta cessione di una parte del vecchio portico e della casa adiacente costituisce la perdita di circa nove metri quadri; che avvi qualche miglioramento stradale colla demolizione di una parte della fabbrica vecchia; e che si toglie l’angustia sconcissima dell’ingresso al porticato, la scrivente deputazione ha fiducia che la modificazione proposta e segnata a linee azzurre nella pianta C, concilii i riguardi dovuti alla pubblica e privata convenienza » (A.S.U., C.A. I, 193, Atti della deputazione d’ornato per la congregazione municipale). |
1833 |
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Pietro Antiveri costruisce il palazzo su disegno dell’arch. Giuseppe Iappelli (A. MICOLI, La casa nuova del sig. Pietro Antivari, B.C.U., ms. 191). Vedansi prospetti (A.S.U., C.A. I, 269/III, 4972 Strade IV, con la firma del capomastro Pietro Salvador). |
1837, mar. 27 |
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Comunicazione della deputazione d’ornato alla congregazione municipale: «Con la ordinanza n. 1551 delli 5 maggio 1834, nell’accordare al sig. Antiveri il permesso di costruire la sua nuova fabbrica sulla piazza del Fisco, estesa per articoli alla lettera D, trovasi dichiarato che subito dopo resasi abitabile, cioè fra due anni, sarà demolita la parte della vecchia fabbrica adiacente, in modo che il muro da ricostruirsi sia in continuazione del muro interno del nuovo porticato, come in linea azzurra è mostrato in pianta C. Invece di due anni, sono quasi due anni decorsi senza che ancora sia stato eseguito il patto e condizione accettata; e pure in base della citata ordinanza verificò la costruzione del nuovo suo fabbricato, del che è a ritenersi che debba pure dar corso dell’assentito patto condizionale . Il sig. Antiveri venga richiamato ». Il podestà invita la deputazione d’ornato a prendere contatti col proprietario chiamato in causa. Il 16 aprile la deputazione d’ornato scrive: «Nello stato in cui trovasi l’affare, sembra alla scrivente non essere il caso di procedere ad ulteriori trattative, perché verrebbesi in certo modo ad infirmare alla lettera D il patto costituente la prima concessione, nel suo complesso accettata dal sig. Antiveri e che null’altro vi abbisogni in presente che un precetto municipale che lo richiami all’esecuzione dell’assuntosi obbligo » (A.S.U., C.A. I, 269/III, 1561 Orn. II C). |
1837, sett. 1 |
°° |
«Prospetto della nuova Fabrica da erigersi» (A.S.U., C.A. I, 269/1837/III, s. n. Orn. II C, con diss.), firmato da «Pietro Salvador Cozzio Murero». |
1869, genn. 27 |
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Il proprietario Kechler «desidera di fare una piccola riforma nella facciata di una sua casa sita in borgo Grazzano al c. n. 394 nero » e ne presenta disegno (A.S.U., C.A. I, 915/IX). |
1876 |
* |
Tre negozianti di cereali risultano attivi nell’edificio: Anna Cremese, Angelo Novelli e Giovanni Pirolino. Accanto a questi Armando Berlinghieri vende polveri e materie esplosive e Daniele Roi gestisce il suo laboratorio di conciapelli (COSMI-AVOGADRO, 84, 90, 111). |
1883 |
* |
Vi sono segnalati il negozio di seta di Carlo Kechler1, e quelli di pellami di Giuseppe De Paoli e ancora quello di Daniele Roi2 (AVOGADRO, 137, 156). |
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°° |
L’edificio è vincolato con D.M. del 16 ott. 2008 ai sensi del D.Lgs. 42/2004. |
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NOTE |
1 |
Per l’attività dei Kechler: FALCIONI, Industrie, 327. |
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2 |
Per l’attività di Giuseppe De Paoli e di Daniele Roi: FALCIONI, Industrie, 351. |
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STUDI INEDITI |
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BUCCO, Il neoclassicismo, I, 1-18. |
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BIBLIOGRAFIA |
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BARTOLINI, Filande, 82-88; de BENVENUTI, Iconografia, 58; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 117-120; BERGAMINI-TAVANO, Storia, 491-492; BRAGATO, Guida, 55; BRUSATIN, Illuminismo, 119-121; COMELLI, Passeggiate, 103-107; M. DEL BIANCO, L’architetto Giuseppe Iappelli, 12-17; ERMACORA, Guida, 184; GIOSEFFI, Udine, 233,234; KECHLER, Monografia, 29; LAZZARINI-DEL PUPPO, Castelli friulani, 170-181; MANZANO, Cent’anni; MANZANO, Cenni, 117; Parti prese... 1887, 65, 66; PICCO, Alcuni cenni biografici; PICCO, La antica piazza del Fisco; PICCO, Un distinto pittore decoratore; PICCO, Via Cavour; QUARGNOLO, L’Astra; QUARGNOLO, Vecchi cinema, 37-39; RIZZI, Pluralità, 482; ROTA, Cenni, 30; S[ACCOMANI], Il ristauro, ,40 41; della PORTA, Toponomastica, 248; VALENTE, Udine: gli affluenti, 10; VALENTE, La vergogna, 11; VALENTINIS, Udine antica, 24. |