1683, genn. 12 |
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G.B. Zamparo chiede il permesso di costruire un edificio da orsoglio alla bolognese. Disegno di Giuseppe Cuman (A.S.V., 418/13,12; catast. 453v; foto 352, neg. 3711). |
1683, dic. 2 |
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Altro disegno di formato minore dello stesso Cuman (A.S.V., 430/23, 16; foto 529, neg. 3862). |
1748 |
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Fabbrica con cortivo annesso, detta edificio, fu Zamparo, ora Desia, unita alla casa dominicale, confina lev. parte casa dominicale, parte casa del nob. Valentinis, parte casa di Elena Modotti, parte casa di Antonio Regatto ed altre in seguito, a mezz. con orto di Domenico Zanetti, pon. strada delle mura, a tram. parte detta strada parte con casa di Valentino Cappello (Not. Francesco Tracanelli, Allibramento Desia). |
1758 |
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Casa nel borgo di Grazzano fu Zamparo, a lev. strada del borgo, mezz. casa e corte del sig. Domenico Zanetti, pon. corte dell’edificio fu Zamparo ora Desia, tram. casa del nob. Valentinis. Facciata sopra il borgo piedi 34 (m 11.56). Finestrone di tre finestre sopra il borgo (ibid.). |
1801 |
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Benedetto Tassis (Nomenclatura, f. 14v). |
1809 |
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Appartiene a Dorotea e sorelle Tassis (Registro delli aloggi, f. 11v). |
1828, apr. 4 |
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Lorenzo Palladini (A.S.U., C.A. I, 148/X, 1536 Orn. II, dis.). |
1835 |
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Vi abita il “medico fisico” Lorenzo Paladini (A.S.U., C.A. I, 237/XII). |
1849, ott. 10 |
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I creditori di Lorenzo Palladini e di Benedetto Tassis vendono ad Angelo de Rosmini per L 33000 « la casa con suo fondo e col fabbricato aderente con fornelli da seta e col fabricato interno, con filatoi da seta e col cortile aderente e con tutti gli istrumenti ed attrezzi sul luogo come relativi e servienti ai fornelli ed ai filatoi, marcata quella casa col c. n. 372 , fra i confini a lev. Carolina Fontanini Marcotti, Facci Fortunato e Trieb Antonio, a mezz. il borgo Grazzano mediante fondamenta aderente al roiale, a pon. il canonico G.B. Pisolini ed a tram. strada interna delle mura. Quella casa viene vendutta col diritto anche all’uso d’un filo d’acqua che dalla roggia nel borgo Grazzano mette nel cortile uscendo poscia nella fossa esterna alle mura della città . Il prezzo della compravendita viene stabilito nella somma di austr. L 33000 » (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/IV, 1664). |
1849, nov. 1 |
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È di Angelo de Rosmini. Casa con setifizi unita al n. 373 (A.S.U., C.A. I, 487/VI, 7261 Orn. II C). |
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«Sarebbe divisamento del proprietario di unire e ridurre sotto uniforme sistema la fronte dei fabbricati di entrambe case respicienti a mezzodν la borgata di Grazzano se non vi ostasse la posizione attuale della casetta n. 373 che giace in ritiro dall’altra n. 372 . Fa istanza a codesto Municipio perché gli sia concesso di avanzare il muro della casetta n. 373 ». Il progetto ottiene l’approvazione (ibid.). |
1852 |
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Insieme con la casa n. 373, appartiene ad Angelo Rosmini (Competenze, I, f. 11v). |
1853, sett. 18 |
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Domenica verso le ore 3 si sviluppa un incendio nella filanda Ongaro. Il proprietario della filanda, Francesco Ongaro1, ringrazia i soccorritori occasionali e in particolare le «attigue i.r. guardie di finanza che unite al loro capo accorsero volonterose prestando coraggiosamente mano e consiglio instancabili finché ogni timore cessò» (“L’annotatore friulano”, 1, VII, 21 sett. 1853). |
1856, lugl. 2 |
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Progetto di sistemazione della facciata (A.S.U., C.A. II, 66, 4598 Orn. II C, dis.). |
1858 |
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Filanda per seta gestita da Orazio d’Arcano e C. (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 7). |
1864, dic. 19 |
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Lo stabile appartiene a «Ongaro, fu Copsovich o la Banca Nazionale». Il tipo di alloggio viene giudicato adatto all’abitazione di un colonnello o di un maggiore (A.S.U., C.A. I, 755, Prospetto degli alloggi dell’i.r. ufficialità di guarnigione consegnati all’impresa Turi Giovanni, come dal protocollo 19 dic. 1964 e successivi). |
1900 |
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Filanda. |
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NOTE |
1 |
Per Francesco Ongaro proprietario di setifici, vedansi anche i n. 369 e 370. |
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STUDI INEDITI |
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CIPOLLA, Memorie, f. 9r. |
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BIBLIOGRAFIA |
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GRI, Introduzione, 19; KECHLER, Industria serica in Friuli, 293, 295, 298; KECHLER, Monografia, 11, 18, 26; Per la fedelissima città d’Udine, 54; PICCO, Ricordi, 132; ZAMBELLI, Il nuovo opifizio, 253-255; ZANON, Lettere a Fabio Asquini, 61, 179. |