Consiglio dei Distretti Notarili Riuniti di Udine e Tolmezzo
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Università degli Studi di Udine
Memorie su le antiche case di Udine di Giovanni Battista della Porta: un archivio aperto per la conoscenza della città storica
progetto di ricerca a cura di Anna Frangipane dall’edizione a stampa curata da Vittoria Masutti, 1984-1987
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1801   Giuseppe Mattiussi1(Nomenclatura, f. 7v).
1809 * Appartiene a Francesco Mattiussi. È affittata all’oste Leonardo Di Maria (Registro delli aloggi, f. 5v).
1812   Osteria “Al buon pastore” (Esercenti).
1816, apr. 3   Orazio Turchetti chiede di alzare di due piani la casa (A.S.U., C.N., 180/1816/IV, 1108 Orn. XIX, con diss.).
  * «A levante riguarda sulla — piazza, a mezzodì è congiunta con case della sign. Lucia Spezzotti Maurovigh, a pon. riguarda sopra la corticella di esso Turchetti, ed a tram. è congiunta alle case delli rev. d. Andrea e Giuseppe fratelli q. Antonio Crico» (ibid.).
1840, nov. 18   Andrea e il sac. Tommaso, fu Orazio Turchetti, Maria, Francesco ed Andrea q. Giovanni Maria Teresa, Caterina e il rev. Giuseppe q. Andrea Turchetti vendono a Sante di Michele Peressini casa n. 160 per L 8200. I Turchetti avevano acquistata la casa da Francesco Mattiussi li 14 marzo 1813 in atti Cossutti Ciali (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10497, 13483).
1841   È di Sante Perissini (A.S.U., C.A. I, 328/ VIII, 5844 Orn. II C).
1841, lugl. 25   Rosa fu Orazio Turchetti vende a Sante di Michele Peressini la casa n. 160 per L 8200.
    Si annulla il contratto 18 nov. 1840 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10500, 14204).
1841, sett. 7 * Sante Peressini chiede ed ottiene il permesso di «ampliare e ridurre» le finestre del pian terreno della casa (A.S.U., C.A. I, 328/ VIII, 5844 Orn. II C, con dis.).
1876 * Vi abita il fabbro ferraio Francesco Tambozzo (COSMI-AVOGADRO, 92).
1945, febbr. 20   Distrutta da una bomba aerea.
     
NOTE 1 Un Lorenzo Mattiusso, nelle confinazioni della fabbrica del duomo del 5 marzo 1643, risulta possedere in quella zona una casa che «confina a levante la strada publica, a mezodí mons. Calligaris canonico d’Aquileia, ed a sol a monte et ai monti il predetto ser Lorenzo» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 21).