Consiglio dei Distretti Notarili Riuniti di Udine e Tolmezzo
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Università degli Studi di Udine
Memorie su le antiche case di Udine di Giovanni Battista della Porta: un archivio aperto per la conoscenza della città storica
progetto di ricerca a cura di Anna Frangipane dall’edizione a stampa curata da Vittoria Masutti, 1984-1987
112 e Chiesa di S. Lorenzo Giustiniani e collegio dei Barnabiti
    Questo numero comprende tutti i fabbricati dell’antico convento dei Barnabiti, poi ginnasio liceo, che era stato costruito su l’area di parecchie case. Si noti che la via Pischiutta continuava sino alle mura del terzo recinto.
1522, dic. 15   «Il nob. Brancaleone Pieri de’ Mazzinghi di Firenze abitante in Udine in Grazzano vende al nob. Bernardino Codroipo, a nome di suo genero ser Battistino Corso, una sua mezza casa in Udine, in Grazzano, fuori della — porta interna» che aveva comperata da Giovanni Soldonieri. L’altra metà era di G.B. q. Gabriele Soldonieri. «Confina la casa venduta colla strada, colle mura del borgo, colla carbonaria della città e col gorgo e con casa del dott. Giovanni Soldonieri» (JOPPI, Notariorum, IX, 102v).
1526, apr. 5   «Udine, in contrada del Culo Cornato in lo studio del d.r Guberto Gubertini» (Not. Francesco Leale, della PORTA, Toponomastica, 163)1.
1541, mar. 30   Il cav. Giovanni de Soldonieri, Nicolò Raimondi vendono al dott. Francesco Graziano «unum — viridarium cum una domo super eo ac quibusdam domunculis in ruyna existentibus et area cum stabulis, colle et curiis, sitis Utini in Grazano interiori, iuxta a solis ortu domos heredum q. — Guberti de Gubertis, a meridie viridarium et montem seu collem q. — phisici d. Leonardi de Gubertis, ab occasu iuxta gurgitem Grazani et a montibus domos d. Baptistini Cursii et ser Bonfilii» (A.S.U., N., Benvenuto Moretti, 5640, Istr. 1538-1541, f. 602v - 603v).
1637, nov. 29   Il nob. Fulvio Griffoni vende a Bernardo q. Francesco Marni una casa: «— Nob. d. Fulvius Griphonus — vendidit d. Bernardo q. — Francisci Marno de Venetiis unam — domum cuppis coopertam, sitam — Utini in contrata S. Francisci interioris, cum curia, horto ac turri confinantem ab una parte cum via publica et curia nunc conducta per d. Valentinum Longum, ab alia parte partim cum muraleis horti adhærentis curiæ predictæ, tentæ per pręfatum d. Longum, partimque cum aqua vocata li Gorghi et a solis occasu cum magn. dd. Freschis —, precio — ducatorum sexcentorum duodecim —» (A.S.U., N., Ottaviano Contrino, 6833, Instr. 1636-1638, f. 68r - 69r).
1643, ag. 21   «Bernardo q. Francesco Marno di Venezia manganaro — vende — al sig. Nicolò Moro q. Girolamo — di S. Daniele habitante in questa città — le case, corte et horto nella contrada di S. Francesco — acquistate per — d 612 dal sig. Fulvio Griffoni nell’instrom. di 29 nov. 1635 — di mano di Ottaviano Contrini nod. —, l’horto vendutoli, come appar dalle note del medesimo, nelli 3 genn. 1639 et 8 febbr. 1642 dal nob. — Giovanni Daniel Fresco et dalla nob. — Laura sua sorella — et finalmente l’edificio del mangano per il sig. Bernardo introdotto in dette case —» (B.C.U., ms. S. XIII, f. 42r - 44r, not. Bernardino Orgnani).
  * «Il q. nob. sig. Francesco Gratiano mio padre vendete una casa posta nel Borgo di S. Francesco di dentro — agli authori del nob. — sig. Antonio Griffone, tutto che fosse soggetta a strettissimo fidecomisso ordinato l’anno 1569, 14 apr., dal q. nob. — sig. Francesco Gratiano mio bissavo et detto sig. Antonio l’ha venduta ad uno di Venetia che invece di questo li sigg. Mori sono hora possessori —. Lugretia Gratiana Cantona2» (B.C.U., ms. S. XIII, f. 15r - 15v).
1679, apr. 16   Carlo Rimini3 offre per uso delle scuole pubbliche le sue case «a capo della contrada dietro alla chiesa del pio Croceffisso — ove già soleva habitare il q. — Valentin Longo, famoso precettore di grammatica, spazioso sito che col cortivo e colle adiacenze si estende fino alle acque del gorgo verso Grazzano e si uniscono alle case del mangano mediante la strada consortiva di ponente; a levante coll’horto del convento di S. Francesco e alli monti con una casetta d’altra ragione, ma si congiungono anco, mediante una cortesella del corpo delle stesse mie ragioni, per la quale dalle medesime si passa alla suddetta chiesa del Ss.mo Crocefisso. Io le acquistai dalle signore Laura e Felicita Costantine di Venezia e vi ho poscia fatti diversi miglioramenti, tuttavia piú al servitio publico che ai miei propri vantaggi —» (Annales, LXXXIX, f. 95r - 95v).
1679, magg. 14 * All’offerta Rimini si aggiunge quella di Moro «per il ricovero de’ rr. pp. Barnabiti eletti all’assistenza delle pubbliche scuole —». Nel complesso degli edifici si comprende anche il mangano, acquistato da «Bernardo Marno di Gorizia» per d 1000. I proprietari sostengono di avervi apportato miglioramenti non inclusi nella somma d’acquisto (Annales, LXXXIX, f. 102r - 104r).
1679, magg. 24   La città acquista dal sig. Carlo Rimini, per uso delle scuole dei Barnabiti, le case di cui sopra «— dietro alla chiesa del pio Cruccifisso et queste col sito e cortivo e colle adiacenze, che si estendono a mezzogiorno fino all’acque pubbliche del gorgo verso Grazzano, che si uniscono alle case del mangano, mediante la strada consortiva di pon. e lev. col orto del — convento di S. Francesco dentro et alli monti con una casetta d’altra ragione, ma si congiungono pur anco da questa parte verso i monti con la — chiesa del pio Crucifisso mediante una corticella di ragione — Rimini, per le quali si passa alla — chiesa, acquistate dalle sign. — Costantine di Venetia — il tutto per il prezzo — di ducati milleduecento —» (Annales, LXXXIX, f. 104r -106v).
1679, magg. 26   Antonio, Bartolomeo e Carlo fratelli q. Nicolò Moro vendono alla città la casa di loro abitazione «con la corte, cortivo et orto contigui e coi miglioramenti specificati nella stima dell’egr. Faventini —, eccettuati — i miglioramenti — per l’edificio del mangano riservato coi miglioramenti alli sudetti fratelli, posta essa casa in capo alla contrada del — Crocefisso, dirimpetto alle case Rimini. — La casa confina a lev. con le case già Rimini hora publiche —, mediante la strada consortiva, a mezo dí col cortivo grande di questa ragione, pon. l’orto infrascritto et alli monti colla portione della corte spettante alla medesima casa» (Annales, LXXXIX, f. 107r - 109v).
1683, giu. 9   Accordo tra il comune e Gasparo Tomasovich tagliapietra per la costruzione del portone di pietra, che deve chiudere le scuole dei Barnabiti in calle del Ss.mo Crocefisso, «della forma che apparisce nel dissegno fatto da m. Francesco Maiarone» (Acta, LXV, f. 101v —102v).
1683, giu. 9 * Disegno di Nicolò Maierone con la legenda: «Disegno del portone che deve costruirsi alle scuole publiche nella contrada del Ss.mo Crocefisso, sopra di cui s’è stabilito dagli ill.mi sigg. deputati il contratto con Gasparo Tomasovich tagliapietra il 9 giugno 1683» (B.C.U., ms. D. XXIV).
1699, ag. 31   Essendo state aperte l’anno 1679 le pubbliche scuole, affidate ai Barnabiti, e mancando una chiesa dove gli scolari possano attendere alle loro devozioni, il consiglio propone di chiedere il permesso di erigere una chiesa a S. Lorenzo Giustiniani presso le pubbliche scuole (Annales, XCVI, f. 46v - 47v).
1700, genn. 9   Ducale che accorda il permesso.
  * Silvestro Valier concede di fabbricare la chiesa «vicina alle — scuole, da dedicarsi al — gran Santo, quando però la città — sarrà in stato di contribuire la necessaria spesa come resta dichiarato nella parte presa dal loro conseglio de 31 ag. passato implorando per tal effetto il sito nel borgo detto Grizzano, contiguo alle scuole stesse —» (Annales, XCVI, f. 80v - 81r).
1710, mar. 15   Il consiglio nomina tre persone per le trattative con i pp. Barnabiti per la fondazione di un collegio (Annales, IC, f. 169r - 171r).
1721, sett. 17 * Rilievo del pubbl. per. Filippo Capodagli. La legenda fornisce i dati essenziali. «Disegno del sito acordato e prescritto sopra loco dagl’ill.mi sigg. deputati della città li giorni passati ai molto rr. pp. maestri Barnabiti interiore ed esteriore al loco delle publiche scolle di questa città coll’autorità impartita al loro ill.mo magistrato dal magn. maggior consiglio con suo decreto 3 corr., fatto da me sottoscritto perito e ragionato publico della città d’Udine —» (B.C.U., ms. D. XXIV).
1731-1733 * Nel 1731 sono indicate varie donazioni, tra le quali le piú consistenti quelle di pre’ Pizzoni, di Giacomo Linussi da Tolmezzo e di Paolo Cignani, nonché del mercante Crachetta, per un totale di L 2704. Segue l’elenco dei donatori del periodo 1732-1733, sotto il rettorato di Gianguglielmo de Egregis, per la somma complessiva di L 2328 s 11 (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 1v - 2v)4.
1731, apr. 29 * Il collegio dei Barnabiti paga L 79 a m. Francesco Toffoletto per «cantoni» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 4r).
1731, magg. 10 * Per il collegio dei Barnabiti si pagano «a m. Giuseppe Ziracco fornasaro di Villafredda per carra 10 calzina, a L 19 il carro, L 190» (ibid.).
1731, magg. 28 * Il collegio dei Barnabiti paga L 20 a Francesco Torretti, che «soggiorna in Gorizia» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 14v, parte II).
    Il contabile annota quindi: «per regali, fatti, in piú volte, di rosoglio e polastri al sig. G.B. Faventini per lavoro attorno i dissegni del collegio, L 16 s 10» (ibid.).
1732, ag. 4 - 1735, magg. 25 * L’amministratore elenca somme di «denaro con cui si cominciò la fabbrica del collegio a mezzo dí con otto archi».
  * Viene liquidato Giuseppe Ziracco per pianelle di pietra Bernadia; i «bandoni» sono pagati ad Antonio Zanoni; il materiale di cotto al fornaciaio Antonio Sandrino (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 3r).
1732, ag. 4 * «Dinari della fabrica del collegio, spesi da Gianguglielmo de Egregis rettore, per far li fossi delle fondamenta larghe dieci passi in facciata e longhe ps 45, compresi un angolo della chiesa —: L 38 s 7» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 5r).
* 1732, ag. [dopo il 21]   «Per sei giornate delle sei cappelle della settimana seguente del viglietto in filza fatto da m. Luca Andreoli L 72.
    Per l’assistenza del sig. capo Luca Andreoli L 132» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 13r - 13v).
1732, ott. 30 * «Per condotti a L 37 il miaro — dalla fornace — di Rubignas L 400» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 14v).
1732, ott. 30 * «Per finestre n. 15 del primo piano, di pietra piacentina d’Attimis, Faellis e Tarcento, in ragione di L 2 s 5 il piede, val ciascuna L 45: L 675;
    per altre dette n. 11 dell’istessa manifattura, di pietra piacentina di Cividale, pure del primo piano, a L 2 s 10 il piede, per ciascuna L 50: L 550;
    per li due finestroni della scala L 265; per due portoncini di pietra piacentina d’Attimis, una in fine al corridoro e l’ altra verso il cortile quadrato: L 136;
    per otto porte di pietra Bernadia, a L 2 s 12 il piede, per ciascuna L 38 s 9: L 307 s 4;
    per quatro antili di pietra Bernadia per finestre: L 26;
    per due soiari di pietra piacentina contati a Vicenzo Toffoletto, — L 25» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 15r).
1732, ott. 30 - 1733, nov. 9 * In questo periodo vengono registrati parecchi pagamenti senza indicazioni precise di data. «Per cavare le fondamenta di cinque pilastri, che servire dovevano per case del teatro — sopra la piazza Antonini, avanti la chiesa — L 42» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 16v).
1732, ott. 30 - 1733, nov. * «Al Bergagna scalpellino» (A.S.U., C. R. S. , 567/1, f. 17v).
1732, ott. 30 - 1733 nov. * «Per due para di presciuti donati al sig. architeto Massari il quale fece il disegno della facciata: L 64 s 17» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 18r).
1732 * «Dal — capomastro Luca Andreoli furono stimati li fondamenti di un pilastro della nuova chiesa da esso lui gettati, L 60 —; resta da stimare il muro alzato dalli fondamenti che servir deve metà per il collegio e metà per la chiesa» (ibid.).
1734, febbr. * «Per saldo di tre finestre di pietra piacentina di Cividale da Nardo Toffoluto: L 220; — marmorino, per caparra a Giacomo Simonuto di Faelis: L 5» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 19r).
1734, mar. * «Al m. Francesco Andreoli per la bucca de’ commodi: L 35» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 19v).
1734, apr. * «Al legnamaro per sue fature: L 1 s 4; — al capomastro Bressano che riconobbe li legni al Tagliamento: L 3 s 10» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 20r).
1734, apr. * Serie di pagamenti al «capomistro sig. Francesco Andreoli: alli 4 apr., L 56 per il disegno del muro di recinto —; 11 apr. allo stesso L 63; 28 apr. allo stesso L 70 —. In questo giorno si terminarono tutti li muri sino alla prima travatura, L 211» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 20r).
1734 * «Ambrosia Brunaleschi lasciò, per la fabrica della chiesa, ducati duecento, con obligo che intanto si dassero a pro’ e poi in detta fabrica s’impiegasse il capitale con i frutti —» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 21r).
1734, magg. * «Pietra al Blumasco, come al giornale di conto, del portoncino del cantone superiore: L 10» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 20v).
1734, magg. * «Mattoni. — Al Sicco fornasaro per saldo di mattoni doppi n. 2650: L 132 s 10; per altri 1800, a conto: L 10» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 21r).
1734, magg. * «A m. Nardo Toffoleto per 6 finestre, avendo avuto a conto L 11, come in aprile: L 285.
    Al Blumasco, per saldo del portoncino in fine del candone superiore: L 63» (ibid.).
1734, magg. 10 * «Polizza per opere fatte da m. G.B. Minotto fabro, abitante in Grazano, nella fabbrica del braccio del collegio a mezo giorno» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 24v).
1734, ag. * Allo scalpellino m. Antonio Blumasco «nel mettersi in opera la scalla e parecchie altre fatture di impiombar cardini ed altro — L 25» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 32v).
1736, apr. 24 * «Stima fata da me Francesco Andreoli capomastro di detta fabbrica di un pezzo di muro, che divide il corridore e la chiesa, che metà deve servire per il collegio e metà per la chiesa delli pp. — Barnabiti —» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 21r).
1739   «Per pagati al sig. Giuseppe Angeli per legnami, tavole, ferro e chiodi — L 434» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 34r).
1739   «Per tavole 300 da far i solari di oncie undeci, dodici e tredici, avute dal sig. Giuseppe Federicis di Rive d’Arcano a s 18 1/2, cosi d’accordo L 277 s 10» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 34r).
1740, giu. 18 * «— Porta di pietra Bernadia — coi suoi dadi, da porsi in opera nel corridorio terrazzo in faccia della salla L 40» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 35r).
1740, giu. 18 * «Per opere nel far rinnovare la tromba del pozzo: L 48» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 34v).
    «Per forme cinque, che devono servire per fare i mattoni da comporre il cornicione della fabbrica, conforme al disegno, da me procurato in Bologna: L 8» (ibid.).
1739-1740, febbr. 13 * «Per pagati al capomastro sig. Francesco Andreoli dai due maggio 1739 sino li 13 febbr. — L 1254» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 34r).
1740, giu. 18 * «Finestre tre di pietra piacentina da m. Giacopo q. G.B. Toffoletto di Tarcento, a L 45 cadauna: L 135 —» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 35r).
1741, ott. 3 * «Si cominciò a gittar le fondamenta del muro dietro alla chiesa, che servir dee per il corridore che dovrà dar braccio all’altro capo di fabbrica per le scuole e frattanto, fatto che sia il corridore stesso, servirà per andare — in chiesa» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 37r).
1741, ott. 8 * «Contati a m. Giuseppe Borassuto per ordine del sig. Francesco Andreoli L 48» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 37r).
1743, febbr. 19 * «Si ripigliò l’opera per il proseguimento della fabbrica verso la piazza a 19 febbr. 1743 e in primo luogo si fece il muro divisorio tra la camera a fianco della scalla e la saletta» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 38v).
1743, apr. * «Coppi n. 9200 dal sig. Giangiacopo de Sicco a ragione di L 55 per ciascun miaro, comprese le condotte, sendo cresciuti di prezzo i materiali per la scarsezza delle legne: L 506» (ibid.).
1743, apr. * «Altri mattoni doppii avuti dal rev. don Giovanni Bernardis di Iplis n. 700, in ragione di L 55 — compresa la condotta, L 38 s 10» (ibid.).
1743, apr. * «Marmorino lb 200 a ragione di L 32 s 10 — alla bottega Foramiti» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 39r).
1743, dopo il 10 ott. * «Portoncino d’ingresso alla porteria verso la piazza fatto da m. Francesco Cocalino, detto Manzelli, veneziano: L 600» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 39v).
1743, ott. 7 * «Si ripigliò l’opara nella fabbrica ai 7 di ottobre e in primo luogo si cominciò a riempire le fondamenta scavate verso la piazza nello stesso anno 1743» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 40v).
1744, mar. 4 * «Pollizza pagata il dí 4 marzo 1744 alla moglie di m. Battista Minotto, morto in detto giorno, mediante m. Antonio Alessio, disse per fare i funerali al medesimo: L 72 s 17» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 40v).
1748, giu. 6 * «Per un cariaggio di pietre marmi neri de Tarcento per il pavimento del coridore: L 3 s 10» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 49v).
1748, giu. 6 * «A Nicolò degl’Antonini per tolle di noce, a conto: L 3 s 10» (ibid.).
1748, sett. * «Al m. Giuseppe Camoro per la fattura delle porte delle camere n. 6 di noce, a conto di L 274: L 106» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 50r).
1749, giu. 2   Copia. «Conto d’avviso sopra le fatture fatte dal capom. Andreoli nella fabbrica del collegio de’ — Barnabiti —». L’elenco è firmato da G.B. Faventini pubblico ingegnere a Udine (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 51v).
1749, giu. 6 * «A Nicolò degli Antonini per saldo contadi per nogara L 12» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 51r).
1750 * «Al m. Pietro Scio murer per piú fatture: L40» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 58r).
1755, nov. 4 * «Pagate per lastra di vetro alla bottega che fu del Morelli: L 40» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 64v).
1765 * «Stabilita da pp. Barnabiti con la città d’Udine la massima di mettere due collegi di convittori, uno di nobili e l’ altro di cittadini, e passata nel consiglio la parte di essa erezione, fu d’uopo pensare al luogo dove avessero ad abitare i secondi e loro fu da’ padri medesimi ceduta ad tempus la metà della loro abitazione a pian terreno; a fine poi di liberarsene al più presto che fosse possibile di sí fatta soggezione, i padri vennero in deliberazione di proseguire la loro fabrica, onde in essa porre a suo tempo i collegi, e siccome non v’era denaro in cassa di sorta alcuna, così sulle dovute licenze si presero mille ducati a livello francabile dalla commissione Uccellis al tre per cento, con patto di francatione cento per anno —» (A.S.U., C.R.S., 567/1, parte IV, f. 65v).
1765 * Pagamenti al tagliapietra Giuseppe Toffoletto «per sue fatture nella soffitta della congregazione de’ nobili, dove hanno ad abitare i collegiali» (A.S.U., C.R.S., 567/1, parte IV, f. 66r).
1768, lugl. 7 * «Pagate al vetraio per segare le palancole L 5» (A.S.U., C.R.S., 567/1, parte IV, f. 84r).
1769, febbr. 9 * «Per tante al marangone Scrosob: L 69» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 91r).
1769, ag. 16 * «Pagate per lastre, piombo e stagno, che ha servito per il collegio, al negozio del sig. Lorenzo Rosetti: L 190» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 93r).
1772, nov. 20 * «Pagate a Santo Presano tagliapietra per varie sue opere ridotte dal sig. Luca a L 5» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 103r).
[1731-1772] * Tra la coperta e i fogli cuciti del ms. 567/1 esiste una polizza di «spese fatte per il portone e rastello» senza data. Vi sono registrati tra l’altro i seguenti pagamenti: «ad Antonio Coccolo falegname L 174; a Pietro Peressoni fabro L 70; al sig. Luca Andreoli capomastro L 66; a Giuseppe Toffoletto per il portone di pietra L 105; per cantoni squarzati L 12 s 13; —; a Francesco Cobessi vetraio L 27 —; al sig. Giovanni Mattiuzzi tagliapietra L 6 s 15 —».
    Stranamente vi si trova anche segnalata la spesa di L 10 s 17 «per dazio e porto di piccolito a Milano» e altre L 48 «per la compera dello stesso piccolito».
    Ancora a «Giovanni Mattiussi» per altri lavori anche «per la camerata dei grandi L 30».
1801   «Collegio de’ nobili de’ pp. Barnabiti» (Nomenclatura, f. 5v).
1808 * «Locale de’ Barnabiti calcolato per L 49743,98. Serve al colleggio de’ Barnabiti e scuole, inaffittato». Fondamenti: «con convenzione 20 aprile 1730 stabiliti li rr. Barnabiti in questa comune in qualità di religione non però mendicante ed appoggiata ad essi la direzione delle scuole pubbliche, istituite fin nel 1679 e dirrette susseguentemente dai pp. Barnabiti chiamati dalla comune, vennero loro consegnate le scuole, case, chiesa, siti murali e siti tutti adiacenti alle medesime, in allora in uso de’ pp. maestri. Nel caso solo in cui li rr. pp. Barnabiti mancassero nell’esecuzione di qualche parte della convenzione, li locali suddetti dovrebbero essere restituiti alla città con tutte le fabbriche che venissero errette sopra quel fondo senza verun rimborso della congregazione, che sarebbe pure obbligata a rilasciare alla città tutti i capitali a censo che fossero stati acquistati colla metà delle stabilite contribuzioni scolastiche. La qualità della convenzione osservata commendabilmente dai Barnabiti, l’oggetto troppo interessante della pubblica istruzione tanto a cuore dell’augusto nostro sovrano non possano a meno di ricercare le cure di questa municipalità per la preservazione di un istituto sì utile di questi fondi, ritenuto il caso della loro alienabilità nel solo frangente in cui non dovessero sussistere le scuole, che anzi a maggior vantaggio della comune e dei dipartimenti dovrebbero essere aumentate, incoraggiando in esse li attuali benemeriti direttori» (A.S.U., C., 1/Attività e passività 1808. Relazione sulle attività, n. 18).
1809 * Convento e collegio dei Barnabiti (Registro delli aloggi, f. 4v).
1809 * Relazione di Francesco Moretti al podestà: «Alla decima domanda che riguarda il locale de’ Barnabiti, si risponde che li locali ceduti ai pp. Barnabiti pel uso delle scuole, parte per essere disgiunti uno dall’altro e parte per l’ineguaglianza de’ fabbricati e differenti altezze di copperti, sono divisi in sette fabbricati; che un altro fabbricato fu ellevato dalli stessi Barnabiti che complementa un maggior fabbricato serviente unito alli sigg. colleggiati convitori; che tutti questi fabbricati sono sittuati nel recinto cosí detto de’ pp. Barnabiti in capo alla contrada detta del Ss.mo Crocifisso ed uniti sono segnati al c.n. 112 —» (A.S.U., C.A. I, 1, f. 5v - 7r; vedasi Appendice).
1810, apr. 25   Decreto di soppressione del convento dei Barnabiti (Bollettino delle leggi del Regno d’Italia, decr. n. 77, p. 264-267).
1810, lugl. 17 * Il r. commissario di polizia P. Dolfin al podestà di Udine: «In esecuzione alle superiori Sue prescrizioni, col giorno di domani 18 corr. il mio ufficio sarà trasportato dal locale situato nel pubblico giardino al locale contiguo al colleggio degl’ ex pp. Barnabiti —» (A.S.U., C.N., 182, 1117).
1810, ott. 5 * Il prefetto ingiunge al podestà che si ordini al commissario di polizia di sgombrare dal locale degli ex Barnabiti che «è stato dal governo destinato ad uso di liceo»5 (A.S.U., C.N., 182, 21389).
1811, magg. 13 * «Con processo verbale — questa direzione dipartimentale del demanio deliberò al sig. G.B. del fu Lorenzo Marini, domiciliato in Udine, i libri e scaffali di provenienza delle corporazione soppresse —. Avendo il — Marini effettuato il pagamento in cassa del demanio finanza di ital. L — 333,86, — il — direttor del demanio — ingiunse di devenire alla stipulazione del finale contratto —. Il — direttore — vende al sig. Marini — i libri di provenienza delle biblioteche de’ Serviti di Gradisca, de’ Dominicani di Cormons, di Aiello, di Cividale, nonché de’ Cappuccini, Filippini, Bernabiti e Missionari in Udine rimasti disponibili in questa direzione, dopo la scelta già fatta per la r. biblioteca di Brera e per i relativi licei apparenti dai relativi cattaloghi, nonché i scaffali addetti attualmente ad esse biblioteche, meno però per quello de’ Filippini; e tale vendita ha fatta — il — direttore — per — it. — L 2103,15 —» (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10423, 425).
  °° Pianta del soppresso collegio dei Barnabiti (B.C.U., F. p., ms. 1310/34).
1811, dic. 4 * Si chiede all’autorità municipale il permesso di demolire gli «otto archi che si trovano eretti sopra una parte della muraglia che divide l’orto botanico dalla strada verso il fu monastero di S. Spirito». La concessione è rilasciata in data 17 apr. 1812 (A.S.U., C.N., 179/XIX).
1826, febbr. 10 * «Il podestà fa conoscere al consiglio, con il verbale 9 dic. 1825, n. 4477, essere stato costretto a prendere un partito per la preservazione dei altari esistenti nella profanata chiesa dei Barnabiti, come essi siano dati in deposito a mons. vescovo, il quale offre al comune di acquistarli per il peritale prezzo di L 600 e di commutarli con la costruzione di un altare addattato all’uso ed alla chiesa del cimitero comunale» (Arch. del comune di Udine, Verbale della seduta del consiglio comunale della r. città di Udine, prot. n. 686, seduta n. 200, p. 264-265).
1827, lugl. 28 * Gabriele Pecile alla deputazione d’ornato: «Sta in cognizione della deputazione comunale d’ornato che sia stato ordinato ed eseguito dall’ing. sig. Presani un progetto di riforma e compimento locale de’ Barnabiti anche per l’unione del liceo, ma non consta ad essa in quale stato si attrovi il progetto medesimo. Qualora fosse ancora pendente e non fosse abortito, renderebbesi ad esso necessaria la conoscenza del progetto medesimo, onde conoscere la conciliabilità o meno del progetto maggiore Savoia, che, nel caso di non attendibilità del primo, sarebbe desiderabile che fosse accolto, risultando evidente il vantaggio che deriverebbe all’ornato pubblico» (A.S.U., C.A. I, 359/IX, 3033 Orn. II C). Seguono, in data 29 lugl. e 3 ag., le pratiche relative con i commenti della deputazione d’ornato (ibid.).
1828, magg. 1 * «La congregazione municipale fa conoscere al consiglio il decreto governativo 9.sett. 1827 n. 33373/3993 I riguardante il fitto per li locali servienti ad uso del r. liceo e ginnasio comunale e refusione delle spese per loro manutenzione fatte dal r. tesoro e colla dimissione della perizia di fitto e di valore della fabbrica a tali usi servienti —. Il presidente osserva che il comune ha in sé la proprietà del locale ove sono stabiliti e liceo e ginnasio, che costantemente il consiglio si diresse alla conservazione e rivendicazione di tale proprietà in confronto della incompetente avvocazione alla cassa d’ammortizzazione, in forza de’ titoli stati insinuati all’autorità amministrativa e propone che il consiglio ritenga et per principio di ogni deliberazione nell’argomento portato dal decreto governativo 9 sett. 1827, essere il comune il proprietario del fabbricato serviente al r. liceo ed al ginnasio comunale — venne ammessa la proposizione con voti 25 in favore e contrari nessuno» (Arch. del comune di Udine, Consiglio dal 1826 al 1830, prot. verb. consiglio comunale della r. città di Udine, n. 1674, part. I).
1838   È adibito al r. liceo (Pianta di Udine in Piante della città, n. 28).
1842, ag. 12 * P. Pietro Benedetti, ispettore dell’asilo infantile, alla congregazione municipale: «Accordato per uso dell’asilo infantile di carità quel fondo contiguo alla chiesa di s. Francesco in sostituzione dell’altro già rilasciato nell’interno del civico ospitale, trovasi —» l’ispettore stesso « — nella necessità di aprire due porte nella contrada dell’ospitale: una di accesso alla cucina, l’altra al fondo accordato —» (A.S.U., C.A. I, 342/1V, 5105 Orn. II C, con dis.).
1845   È adibito al r. liceo (LAVAGNOLO-GARLATO, Pianta).
1852 * Appartiene al comune di Udine (Competenze, I, f. 3v).
1858, mar. 3 * Relazione dell’ingegnere municipale alla congregazione municipale con la «descrizione dello stato e grado dei locali formanti parte del ginnasio di Udine, cessi dal comune in affitto al rev. d. Pietro Benedetti per l’istituto infantile» (A.S.U., C.A. II, 76, 139).
1879, ott. 30 * L’ingegnere d’ufficio L. Bernardinis presenta un preventivo di spesa per manutenzione e rinnovamento dei locali del r. liceo (A.S.U., C.A. I, 24/ II). Queste case furono demolite nel 1902 e la lapide già esistente sul piano della casa verso Via Pischiutta fu trasportata nell’atrio del nuovo ginnasio -liceo in Piazza Umberto.6
     
NOTE 1 In realtà negli atti oggi esistenti in A.S.U., non se ne è trovato alcuno di Francesco Leale che in tale data riporti questa notizia.
  2 Alla fine il documento precisa che nel complesso esiste anche una torre (B.C.U., ms., S. XIII, f. 43r).
  3 Da un’annotazione del 24 ag. 1747 si viene a sapere che il Rimini aveva acquistato la casa il 20 giugno 1674 dalle sorelle Laura e Felicita Costantini di Venezia con rogito del nob. Ascanio Scarella (B.C.U., ms. D. XLII, f. 203r).
  4 Poiché si tratta di fascicoli e carte scritti in tempi diversi e riuniti evidentemente in un secondo momento, la numerazione esistente non rispetta la successione reale dei fogli. Nel corso del presente lavoro viene citata per praticità la numerazione ricostruita secondo la attuale condizione del ms..
  5 Vedasi n. 1439.
  6 Oggi I maggio.
     
STUDI INEDITI   CIPOLLA, Memorie, f. 12v; FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 202r - 202v, 214r - 214v; LOVARIA, Informazione onde intendere; L. PALLADIO degli OLIVI, Memorie, p. 18-20; 257-259; 263-265.
     
BIBLIOGRAFIA   Ambasceria della Grecia letterata; AVOGADRO, Guida, 34; BALDISSERA, Chiesa cattolica, 93; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 228; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 97-98; BUCCO, La cultura “riccatiana”, 104-105; Campidoglio; Capitoli dei deputati della città; di CAPORIACCO, Storia dei periti pubblici, 140-141; CICONI, Illustrazione, 46; COLA, Cento anni, 28, 46-47, 115; La congregazione dei chierici regolari di S. Paolo, 253; COSTANTINI, Scuole udinesi, 46-50; DE PIERO, Antiche parrocchie, 120; FORTE, Le scuole pubbliche, 33-46; FRANCESCHINIS, Proposizioni; di MANZANO, Cenni biografici, 168-169; MARCHETTI, Le chiese della parrocchia, 29; MARCHETTI, Il Friuli, 593-599; MICHELUTTI, L’istruzione pubblica; MICHELUTTI, Scuole e precettori, 419; MISANI, Brevi cenni, 24-25; PALLADIO degli OLIVI-CAIMO DRAGONI, Memorie, 16, 33; Parti prese... 1880, 204, 206, 220, 286; PASSONE, La biblioteca; PASSONE, Note storiche; d[ella] P[ORTA], Udine scomparsa, 171-172; PICCO, Un nostro amico che non è più, 214; PICCO, Il palazzo degli studi e l’architetto Valentino Presani, 221-222; PICCO, Ricordi popolari, 71; della PORTA, Toponomastica, 162-163; Preci quotidiane; PRESANI, La necropoli udinese; Proposizioni e problemi; de RENALDIS, Della pittura, 82, 93; RIZZI, Pluralità, 484; de RUBEIS, Catalogo, 4 (1937), 5; S[ACCOMANI], Il ristauro, 22; SCALON, La biblioteca, 267, 268, 278; Le scuole dei Barnabiti nel IV centenario, 125-128; TENTORI, Architettura, 317; Vedute che più non si vedono, 30.
     
ICONOGRAFIA   CECCHINI, Piazza dei Barnabiti; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 40; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 55; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 31.