|
* |
Vedasi n. 107. |
|
|
È la sede dell’antico ospedale. |
1394, dic. 20 |
° |
«In contrata S. Francisci in domo solite congregationis fraternitatis Battutorum de Utino» (Not. Ambrogio del fu Alberto). |
1405, magg. 14 |
|
«Actur Utini in burgo S. Francisci, in nova domo congregationis infrascripte fraternitatis Dominicus Tamburlinus speciarius q. Odorici — de Colloreto Montis Abani prior et Dominicus a Fornace q. Cordivadi de Porta Chusignaci — camerarius hospitalis — S. Marie de la Misericordia et fraternitatis Batutorum de Utino —, considerantes — urgentem necessitatem pecuniarum et quam plura debita quibus dieta fraternitas multis modis est onerata in satisfaciendo — certa lignamina, calcem, lateres, tegulas et allia quam plura laboreria habita circha constructionem et edifficationem dicte nove et magne domus modo fatte et noviter fabbricate in qua confratres convocari et denudari debent secundum eorum laudabilem consuetudinem, hodie — precio — triginta quinque marcharum soldorum, quod totum precium — fuerunt — confessi — se recepisse — ab honesto — presbitero Thoma q. Odorici qui fuit de Castilutto officiante in villa de Chiopris vendiderunt eidem — presb. Thome — quendam censum — sex stariorum frumenti ad mensuram mercati comunis terre Utini — solvendum per priorem et camerarium dicte fraternitatis qui pro tempore fuerint in festo nativitatis Domini —» (A.C.U., A.A.O., Misc. CXII, perg. n. 6, not. Quarino del fu Odorico). |
1410, dic. 15 |
° |
«In nova domo hospitalis de la Misericordia et fraternitatis Battutorum» (Not. Antonio q. Filippo Fabris). |
1558, lugl. 3 |
|
L’ospedale ottiene un sussidio di d 50 per la costruzione di una cisterna in quella parte dell’ospitale che intende ridurre ad uso degli esposti ed orfani (La vera della cisterna oggi trovasi in piazza XX Settembre) (Annales, LIV, f. 186v - 187v). |
1562, mar. 12 |
° |
Actum Utini super sacro Monte pietatis sito in ospitali S. Mariae a Misericordia (Not. Giovanni Antonio Attio). |
1617, nov. 15 |
* |
«In Udine, nel pio hospital grande, cioè nel loco chiamato Le Coltrine» (A.S.U., Arch. S. Maria dei Battuti, Liber instrumentorum... 1653, f. 73r). |
1745, giu. 30 |
* |
«Compita la nostra fabrica dell’infermeria degl’uomini di questo pio ospitale, s’andrebbe approssimando il tempo di rimettere li poveri infermi nella fabrica stessa, se non se le opponesse grave ostacolo alla sanità di tale infermaria, l’infelice positura del cimiterio dirimpetto alla medesima, quale inalzato a dismisura dalli fracidumi de’ sepolti cadaveri, tramanda fettenti esalazioni, che producono pessimi effetti nell’aria, pregiudicar devono alla salute di tutto il vicinato. Sono ben molti anni che li rr. pp. Conventuali van facendo di tratto in tratto ricorsi e pressanti preghiere a chi governa questo pio loco, come noi siamo di presente al caso, onde essere sollevati da tale pur troppo evidente pericolo col trasporto di simili matterie, da cui trovansi oppressi e notabilmente danneggiati non meno nella salute che nelle fondamenta della loro chiesa. Per quanto s’abbia da noi sinceramente pensato al rimedio non meno che da predecessori nostri, non ci è per anco riuscito il rinvenirlo per mancanza del sitto addattato, ove riponere simili matterie. In tale stato di cose per indennità nostra e dovuti riguardi di salute, non sappiamo a chi altro riccorrer, che alla auttorità di VV.SS. ill.me, onde loro degnino con la loro provida maturità e vigilanza riparare il male che sovrasta ed a quei maggiori pericoli, che da qualunque dilazione derivar potrebbero, e provedere altresí il pio luoco di tal necessario sito, onde potere a sue spese esimersi da sí gelosa emergenza —. Li governatori del pio ospitale maggiore. Tratta dai registri della cancelleria dell’offizio della Sanità d’Udine li 30 giugno 1745 —» (A.S.U., C.R.S., 778, Rotolo Udine. Pio ospitale maggiore. Colto XXXII, f. 16r - 16v). |
[1745] |
* |
È già un tempo che i religiosi minori conventuali di S. Francesco d’Udine, non potendo piú reggere al gravissimo incommodo, che reca loro il cemeterio, ove si seppelliscono i poveri del vicino spedale, avanzarono i loro rispettosi ricorsi al — priore del medesimo, acciò che venisse all’opportuno provedimento. Rappresentarono non potersi oramai piú soffrire il cattivo odore, che tramanda specialmente nei mesi d’estate e alloracché domina il vento scilocco. Sono scorsi pila di dugent’anni che non si è fatto lo spurgo. Il numero dei morti ogn’anno va crescendo e in oggi supera per due terzi del numero di quei che ivi si seppellivano nei secoli passati. Talvolta i cadaveri sono cosí puzzolenti, che il sacerdote è costretto far loro l’esequie dopo che sono sotterrati e il popolo, il quale è in chiesa per ascoltar l’orazione, per il fetore se ne parte. Al dominare di alcuni venti si è qualche volta dal cimiterio sollevata certa nebbia cattiva, la quale per la porta ha penetrato in chiesa, per cui non si è potuto continuare l’ufiziatura. Con una semplice occhiata si osserva il danno che ne risente il muro del coro, ove le sedie ogni dí di piú rimangono sepolte all’alzarsi la terra del cimitero. Ai quali verissimi inconvenienti riflettendo, il ven spedale incominciò a dimostrar di voler trovare il compenso. Fu trattato e discorso che avrebbe comprato dal convento l’orto contiguo al cimiterio, detto della sagristia, ove sarebbe stata scavata una gran buca, per sotterrare le ossa e spurgare il medesimo cimitero. Non ebbe effetto il discorso, perché l’ecc. protomedico di quel tempo pose in vista il pericolo d’infezione movendo l’ossa puzzolenti di un cimitero situato in mezzo alla città. I padri medesimi furono illuminati dal padre inquisitore, che per essere attaccato col suo orto all’orto sudetto, è condannato a sentire il puzzo continuo, mentre questo accrescimento di cimitero unito al vecchio tende solo a liberare lo spedale dalla spesa che occorrerebbe per comprare altro sito, ma non già a togliere i gravosissimi e publici incommodi i quali esser dovevano la sola mira e intenzione dell’ opportuno provvedimento. Si sarebbe provato lo stesso cattivo odore nei mesi d’estate e quando domina lo scilocco; incommodo che più d’ogn’altro chiama i riflessi trattandosi d’un cimitero situato in mezzo alla città; assai angusto al numero dei cadaveri, che si sotterrano; cadaveri per lo più stomachevoli e mezzo fracidi appena morti; né si può stare sicuri che il pizzicamorto faccia sempre la buca profonda e con la terra gli ricuopra a dovere. E finalmente la chiesa di S. Francesco non resta sollevata dal puzzo, dall’incommodo e dal vedere il popolo andarsene, quando si portano i morti. Attese le languide istanze dei padri e la premura dei priori di scansare la spesa durante il priorato non è stata fatta finora alcuna deliberazione. Ma perché cresce il bisogno, è ormai tempo, che dai signori alla Sanità si faccia un decreto, per cui sia inibito il seppellire in svenire nel vecchio sudetto cimitero, dal quale decreto sarà dato impulso a chi s’aspetta di trovare altro luogo e scansare i riferiti gravosissimi incommodi» (A.S.U., C.R.S., 778, Udine. Pio Ospital Maggiore. Colto XXXII, f. 1r - 2r). |
1745, giu. 30 - 1748, ag. 31 |
* |
«Avendo da piú secoli questo v. convento di S. Francesco de minori conventuali concesso a codesto pio ospedale un sito ben vasto nel proprio recinto, a uso di cemeterio, in cui è stata e viene tuttora datta sepoltura ecclesiastica a quei fedeli i quali, accolti in codesto pio logo a titolo di carità, sono in esso logo passati ad altra vita, altro compenso ed emolumento non ebbe il convento per detta concessione e per l’accompagnamento alla sepoltura. Lo che si è fatto e si fa da uno di quei padri se non in ragione di s 6 per ciaschedun cadavere a cui si è data sepoltura» (A.S.U., C.R.S., 778, Rot. Udine. Pio Ospitai Maggiore. Colto XXXII, f. 17r - 17v). |
1748, ag. 31 |
* |
«Gli infrascritti — governatori del pio ospitale maggiore di questa città, desiderosi di levare alla chiesa del — convento di S. Francesco di Dentro il pregiudicio, che alle mura del coro proviene dal cimiterio ad uso d’esso pio loco eccessivamente ricolmo e per rendere piú salutare l’aria per gli infermi che giacciono nella nova infermeria, ed altresì più agevole la tumulazione de’ cadaveri proposta a — pp. del v. convento di S. Francesco la soggionta maniera di rendere appagate le vicendevoli è stata con pienezza di voti accolta con positiva deliberazione del convento medesimo e al beneplacito del — padre provinciale — resta con la presente scrittura convenuto: |
|
|
I: per abbassare il pieno del cimitero all’antico sito, rendendosi necessario il trasporto della terra, possano li — governatori, previa la licenza di chi s’aspetta, nell’orto annesso alla sagristia in conveniente distanza da muri che lo circondano fare un gran fosso, in cui far gettare, con voltura del muro d’esso cimiterio, la terra tutta, che le occupa più del dovere, risservate però le ossa nel detto cimitero per essere sepelite in altro fosso, che ivi sarà fatto a tal fine, non intendendosi essi magn. sigg. governatori che il pio loco acquisti sopra il sito dell’ orto stesso ius o diriti alcuno; |
|
|
II: la terra che dall’escavazione sarà tratta per una porta da aprirsi provisionalmente nel muro confinante con la Rovina Savorgnana, sarà trasportata ove sarà di piacere de’ — padri, salvo quella che doverà risservarsi per coprire la superficie del sito. |
|
|
III: A preservazione del muro del coro, et acciò mai in alcun tempo abbiano a sepelirsi cadaveri sotto il muro stesso, li — governatori faranno eriger un picciol muro coperto di coppi in congrua distanza dalle mura suddette indicante non doversi oltrepassare nelle tumulazioni; |
|
|
IV: Tutte le spese — sino al ripristino del sito — saranno fatte dal pio ospitale. |
|
|
V: In dimostrazione di gratitudine delle condiscendenze del convento — li — governatori esborseranno al convento — lire quatrocento in contanti entro il ventuno settembre» (A.S.U., C.R.S., 778, Rot. Udine. Pio Ospitai Maggiore, Colto XXXIII, f. 18r - 19r). |
1809 |
* |
Una parte ospita come inquilino l’industriante Antonio Mer (Registro delli aloggi, f. 4v). |
|
|
Vi ebbe sede l’ospedale fino al 1833. |
1835, ag. 10 |
* |
Giuseppe Antivari chiede il permesso d’ampliare tre finestre «nel locale del vecchio ospitale verso la contrada di tal nome» (A.S.U., C.A. I, 236/XVI, 3821, con dis. firmato dal muratore Agostino Trentino). |
1835, sett. 12 |
* |
Per Giuseppe Antivari, il procuratore Francesco Cassutti chiede di «adattare agli usi occorrenti il fabbricato dell’ospitale condotto in affitto». Si tratta di «ventilare e dar maggior luce al magazzino in pian terreno, sulla strada del Cristo, rimpetto la chiesa dell’ospitale —». La deputazione respinge il progetto, che prevede l’apertura di quattro nuove finestre, adducendo il motivo dalla «ineguaglianza conseguente per il primo piano» (A.S.U., C.A. I, 236/XVI, 4542 Orn. II C). |
1835, ott. 10 |
|
L’ospedale affitta per dodici anni alla ditta Antivari il fabbricato che serví ad uso ospitale degli infermi e degli esposti sino a tutto l’estate 1834 (B.C.U., ms. 852, Affittanza, not. Riccardo Paderni, istr. 9932; alleg. stato e grado di G.B. De Nardo). |
1851, magg. 21 |
° |
L’ospedale vende il fabbricato al comune. |
1852 |
* |
Appartiene all’ospedale (Competenze, I, f. 3v). |
1856, nov. 15 |
|
Caserma dell’ospital vecchio (Archivio del comune di Udine, Consiglio dal 1854 al 1862, Protocollo verb. consiglio comun. della r. città di Udine, n. 8101, particola IV p. 95). |
|
* |
L’ospedale ha posto in vendita la «casa che serviva di abitazione al direttore e che trovasi annessa alla caserma comunale dell’ospedale vecchio». La proposta è accolta dal comune (ibid.). |
1868, genn. 20 |
* |
Relazione dell’ing. municip. G.B. Locatelli al municipio: «Il magazzino che serviva di deposito ai venditori di pesce nel fabbricato ospitale vecchio sulla contrada dello stesso nome è stato riconsegnato al comune e la chiave trovasi presso questo ufficio tecnico» (A.S.U., C.A. II, 76, Consegne, riconsegne, stime, 42/VIII). |
1869, mar. 22 |
* |
L’ing. municipale G.B. Locatelli esprime parere sfavorevole per una nuova «affittanza del magazzino dell’ospitale vecchio, altra volta occupato dai pescivendoli ed ora richiesto da Bugno Nicolò» (A.S.U., C.A. II, 76, Consegne, riconsegne, stime, 42/ VIII). |
Sec. XIX |
|
Vi ebbero sede le scuole elementari maschili, la corte d’assise, la caserma dei pompieri (Parti prese... 1898, 267). |
1904, genn. 15 |
|
È approvata la proprietà di spesa per i lavori di riduzione del fabbricato in via dell’ospitale, ora ad uso scuole femminili elementari, per uso della r. scuola normale (Parti prese... 1906, 41). |
|
°° |
L’edificio è vincolato con D.M. del 17 nov. 2005 ai sensi del D.Lgs. 42/2004. |
|
|
|
STUDI INEDITI |
|
CILLO, Le confraternite dei laici, 44-53, 151-163; FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 98r - 100v; A. della FORZA, Memorie, f. 27r, 28r; RAIMONDI, Gioia preziosa, p. 71-76. |
|
|
|
BIBLIOGRAFIA |
|
BENEDETTI, Stato della scuola infantile, 8, 40; BRAGATO, Guida, 166; Capitoli riguardanti l’infermeria; CARACCI, Antichi ospedali, 86-90; CAVALCASELLE, La pittura, 256-258; CICONI, Udine, 464-465; La cooperativa combattenti di Udine, 147-149; CORGNALI, Cenni storici riguardanti l’ospedale; [CORGNALI], Questions di lenghe e di storie. Il poz di piazze de Blave; CORGNALI, Testi friulani, 145-152; Deliberazione della commissione, 7, 8, 16-17, 26-27, 39, 43, 46, 61, 62; FABRIS, Ancora sui manoscritti; FABRIS, Statuti, 48-50; GIUSSANI, Degli istituti, 14-222; JOPPI, La confraternita di S. Spirito dei Battuti; JOPPI, Contributo IV, 83-84; JOPPI, Testi inediti; JOPPI, Udine prima del 1425, XXVII; LAMMA, I Flagellanti in Friuli, 65-68; G. F. PALLADIO, Historie, 1, 245; Parti prese... 1880, 243, 267; Parti prese... 1913, 113-114, 157; Piano che rende al necessario provvedimento; Preci che in tutti li mercordí; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 16; 4 (1937), 8; Raccolta di regole e discipline; Recupero in via Odorico; de RENALDIS, Della pittura, 76-77, 80; Restauro di affreschi; Stampa fratelli Gabrieli; Sull’operato nelle sale chirurgiche. |
|
|
|
ICONOGRAFIA |
|
GAZOLDI-COSATINO, Prospetto, n. 7; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 44; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 52; MURERO, Udine metropoli, n. 7; RASICOTTI, Veduta prospettica; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 34. |