Consiglio dei Distretti Notarili Riuniti di Udine e Tolmezzo
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Università degli Studi di Udine
Memorie su le antiche case di Udine di Giovanni Battista della Porta: un archivio aperto per la conoscenza della città storica
progetto di ricerca a cura di Anna Frangipane dall’edizione a stampa curata da Vittoria Masutti, 1984-1987
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    Il patriarca Ottobono (1302-1315) diede licenza a Filippo Savorgnan, preposito di S. Stefano d’Aquileia, di erigere questa cappella o chiesa di fronte alla sua casa (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 113v).
    La chiesa sorgeva all’angolo fra le vie Savorgnan e Calzolai.
1353, nov. 8 ° «Otussius q. d. Vuicardi et Vuicardus q. Zanutti nepos ipsius Utussii — pretio sexaginta marcharum den. Aq. monete vendiderunt nob. viro d. Francisco q. nob. militis d. Federici de Savorgnano — unam eorum domum sitam Utini in contrata S. Francisci cuius hii sunt confines: ab una parte possidet Utussius predictus, a secunda ecclesia S. Stephani a tertia et quarta sunt vie publice» (B.C.U., Perg., not. Uricio q. Nicolò).
1488, magg. 9 * «Actum Utini in contrata S. Stephani apud domos habitationis sp. d. Tristani et fratrum de Savorgnano» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. 1487-1533, I, f. 19v).
1548, lugl. 28 * «In contrata magn. — Savorgnanorum in domo ecclesiæ S. Stephani de Utino, habitata per infrascriptum testatorem, adherente ecclesiæ prædictæ in camino terraneo ubi iacebat languens infrascriptus testator —. Ibique — ser Dominicus Diana q. ser Georgii aurifex Utini — testamentum — fecit —» (A.S.U., N., Mario Albino, 5950, Testamenti).
1677 * «Habbiamo anco vicino al nostro pallazzo la chiesa di S. Stefano, iuspatronato della famiglia nostra —, in cui si costituiscono quattro cappellani et l’entrate assegnatili dai nostri maggiori, nella elezione dei quali noi habbiamo la mità dei voti di tutta la famiglia —» (A.S.U., Arch. Savorgnan 13/75, Rot. 1677, f. 8v).
1704, giu. 30 * Disegno di Giacomo Spinelli con la Rovina e le proprietà contigue dei Savorgnan (A.S.U., C.A. I, 235/I , con dis.).
1719, dic. 5   A. CANTIANI, pubbl. per., Pianta della ven. chiesa di San Steffano con sue adiacenze del capellano sig. don Valentino Romanello come pure il sfitto della Rovina Savorgnana. Disegno (A.S.U., C.A. I, 235/I , con dis.).
1801   Chiesa di S. Stefano (Nomenclatura, f. 4v).
    Nella casa annessa abita Marcantonio Lorio (ibid.).
1809 * Appartiene alla mansioneria di S. Stefano. Nella casa annessa abita il sac. Carl’Antonio Lorio (Registro delli aloggi, f. 4v).
1810, genn. 19   Antonio di Cristoforo Moro vende a Prospero q. Giacomo Verzegnassi «la chiesa, un tempo detta di S. Steffano, sagrestia, casa del nonzolo, corticella del sito delle campane e piccolo fondo ed orto, abitate dal sig. — Marc’ Antonio Lorio e cosν pure il magazino verso la contrada detta di Rauscedo, tenuta in affitto semplice dalli sigg. Domenico e fratelli q. Carlo Molteno — tutto compreso confina a lev. androna detta di Rauscedo, a mezz. parte la detta porzione di magazino venduti alli — Venerio, parte orto e case — dal detto Moro alienate alli stessi —Venerio —, a pon. strada pubblica detta contrada Savorgnana ed oltre piazza detta Rovina Savorgnana, ora di — Moro, ed a tram. androna di S. Steffano —. Questa vendita — viene fatta pel prezzo — di ital. — L 7455,16 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10584, 194).
1814, ag. 31   La casa del sig. Prospero Verzegnassi era chiesa di S. Stefano (A.S.U., C.A. I, 235/I, disegno di Bernardo Vicario).
1835, dic. 12   La nob. Elena Verzegnassi e Bernardino della Chiave coniugi vendono ad Angela nata Scala moglie di Luigi Duodo ingegnere una casa «situata sulla piazza della Ghiaccera — con stalla aderente, che comprende andito, cucina, tre stanze e stalla a pian terreno, andito e due camere al piano superiore; altro fabbricato sulla contrada Rauscedo — che comprende cantina e officina da fabbro con aderente fondo a tram. della cantina; orto intermedio alle — fabbriche con corticella, muro di chiusura a tramontana —. Li suddetti fabbricati e fondi — hanno per confine a lev. contrada di Rauscedo, a mezz. sigg. Gerolamo ed Antonio fratelli Venerio, estendendosi l’immobile contrattato fino al muro di confine cogli stessi — Venerio; a pon. parte piazza della Ghiaccera e parte corticella — della sign. Catterina Verzegnassi, estendendosi l’immobile fino al muro che chiude a lev. detta corticella; ed a tram. all’estremità di lev., verso la contrada Rauscedo, sottoportico — del sig. Giacomo Verzegnassi, estendendosi l’immobile — fino al muro che chiude a mezz. il sottoportico stesso, indi sul lato med. di tram. progredendo verso pon. cortile — del — Verzegnassi diviso dall’orto che è compresso dalla compra vendita, mediante un muro a sassi e calce con banchina di vivo —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10485, 10014).
1836, giu. 6 * Angela Scala Duodo chiede ed ottiene di «riformare la bassa fabbrica col poco di muro di cinta che possiede verso la contrada Rauscedo —, intesa coi — confinanti Venerio a mezz., Verzegnassi a tram. —» (A.S.U., C.A. I, 254/X, 2941 Orn. II C, con dis.).
1837, genn. 5 * Caterina Verzegnassi «ha divisato di riaprire una porta nel punto A — del — muro K — nel sito ove — scorgonsi le vestigia d’una porta antica fra le due case X e Z» (A.S.U., C.A. I, 269/III, 96 Orn. II C, con dis.).
1837, genn. 21   Il n. 83 B era di Angela Scala Duodo. Si fabbrica la casa (A.S.U., C.A. I, 269/1837/III, 422 Pol. Giud. IX D, con diss.).
1843, nov. 26 * Angela Scala Duodo, in ottemperanza al regolamento 2 genn. 1837, chiede all’autorità municipale il collaudo per i lavori «di muratura, coperto, solai ed altro nella fabbrica — sulla piazza della Ghiaccera, ora mercato della Legna, al c. n. 83» e vi allega una dichiarazione del capomastro F. Nardini sulle opere effettuate (A.S.U., C.A. I, 375/III, 8793 Orn. II C).
1853, lugl. 9 * Angela Scala Duodo «desiderando — di rialzare e riformare la casa di propria ragione situata — in angolo della piazza della Ghiacciera o della Legna, con la contrada dei Calzolai, sotto il c.n. 83 —, rassegna — il — tipo —» (A.S.U., C.A. II, 66, 4765 Orn. II C, con dis.).
Sec. XIX   Fu sede della Banca d’Italia.
1900   È di G.B. Duodo.
1945, mar. 7   Fu distrutta da un incendio durante un’incursione aerea.
     
STUDI INEDITI   RAIMONDI, Gioia preziosa, p. 13r — 15r.
     
BIBLIOGRAFIA   Le antiche vicende della chiesa di S. Stefano, 3; BIANCHI, Indice, 129; BIASUTTI, La parrocchiale di S. Giacomo, 25; CICONI, Udine, 201-202; CORGNALI, L’ospedale civile; Elenco degli alloggi; JOPPI, Udine prima del 1425, XII; di MANZANO, Annali, IV, 6-7, 366; G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, I, 429; della PORTA, La cappella di Santo Stefano, 13; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 21; 5 (1938), 8; SALARIS, Una famiglia, 26; VOLLO, I Savorgnani.
     
ICONOGRAFIA   GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 45; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 48; RASICOTTI, L’antica e nobilissima città; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 35.