Consiglio dei Distretti Notarili Riuniti di Udine e Tolmezzo
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Università degli Studi di Udine
Memorie su le antiche case di Udine di Giovanni Battista della Porta: un archivio aperto per la conoscenza della città storica
progetto di ricerca a cura di Anna Frangipane dall’edizione a stampa curata da Vittoria Masutti, 1984-1987
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  ° Casa Amigoni in piazza del Duomo. Nel sec. XVI era degli Strassoldo. Su la facciata vi era la seguente iscrizione: «Chi non se mesura non dura» (B.C.U., ms. 403)1.
1638, mar. 13 * «Col presente scritto da esser poi ridotto di mano di publico notaro in forma d’instromento —, l’ill.mo — cav. Girolamo Strasoldo iure liberi — vende all’ill.mo — Francesco Mantica una casa in Udine, posta presso il duomo —, al presente habitata dal suddetto — Mantica, per prezzo — di — d 3500 —. Il — sig. Mantica — cede — al suddetto — Strasoldo una casa — nel borgo di Prachiuso — habitata dal sig. Mathia Brattiolo per prezzo — di d 1000 —» (A.S.U., N., Antonio Mattioli, 7150).
    All’istr. è allegata una polizza di spese del 30 ag. 1635, redatta da Agostino de Nepoti pubblico agrimensore per importanti restauri dovuti a m. Sebastiano De Riu, per la parte di muratura, e a Bortolomeo Picco per la sua opera di tagliapietra, nonché per materiali da costruzione di vario tipo nelle botteghe della città (ibid.).
    Era di Cossio, fu ceduta in permuta ai Meriani (vedansi n. 74, 75). Divisa fra i fratelli Antonio, Gerolamo ed Ottavio Meriani, i due primi vendettero la loro parte a G.B. Agostinis con atto 15 sett. 1672. Ottavio permutò la sua parte con la sign. Mantica Frangipane con istr. 17 aprile 1673. Essa signora la vendette poi a Carlo Mantica (A.S.U., Arch. della Porta, 3, Carte Cossio/Casa Cossio in Udine).
    Comprendeva anche l’area della chiesa.
  * Le notizie sono desunte in modo indiretto da una carta del processo Meriano - Cossio, nella quale il dottore di leggi Bernardino di Rio esamina i fatti ed esprime il suo parere in merito. Tra l’altro egli scrive: «— Considero pur in fatto che l’anno 1651, primo febbr. seguí contratto di permuta tra li — coo. Andrea e Daniele da una e li nobb. — Nicolò e Mario fratelli Meriani dall’altra. Quelli diedero a questi la loro casa in Udine in contrada di S. Maria Maddalena per stima del perito Contrino, di duc. 1767 oltre la detratione del terzo e dell’ottavo del prezzo — et questi a quelli diedero un terreno nella villa di Sacudello —. Doppo detta permuta sono successi piú fatti, cioè che tra fratelli Meriani sian seguite divisioni, che la casa havuta in permuta sia stata divisa, coll’esser parte toccata alli sigg. Gerolamo e Antonio, quali essendo a Venetia, la vendetero al sig. G.B. Agostinis nell’ instr. 15 sett. 1672 — et parte — al sig. Ottavio, che esso lui cesse la sua portione in permuta alla sign. Mantica Frangipana con instr. di 17 apr. 1673 —. E parimente che, essendo creditor il — co. Daniel Cosso da’ Meriani per molestia patita sopra i beni di Sacudello alla summa di L 438 s 17, s’era convertito contro li Meriani per la relevatione et haveva fatto seguir incanti sopra parte di detta casa, datali in permuta, cioè sopra la parte assegnata al sign. Ottavio, et permuttata con la sign. Mantica et da lei poi data al sig. Carlo Mantica; ond’è convenuto al sig. Carlo — pagar al — co. Daniele le — L 438 s 17 —. Succede anco in fatto che, seben la casa era toccata la maggior parte alli sigg. Gerolamo et Antonio et da essi venduta all’Agostinis, ad ogni modo li sigg. Marc’Antonio et Aquilio altri fratelli l’havevan venduta l’anno 1671 al sig. Francesco Paderni, il quale, molestato dall’Agostinis comprator dei veri patroni, fu sforzato relassargliela, come resulta dall’instr. 24 lugl. 1614 —. Doppo havendo l’Agostinis penetrato che la casa cessali da Meriani era sogetta a fideicomissi de’ sigg. Cossi, sicome infatti fu sottoposta da Zuane Cosso nel — testamento di 22 febr. 1531, nel quale la chiamò per sua propria, mentre in essa anco fece — suo testamento —, ha preteso contro — Marc’ Antonio Meriano, herede de’ fratelli venditori, di discioglier il contratto di compra et il sig. Meriano ha preteso esso lui contro li heredi — Cossi la dissolutione della permuta 1651, con la scrittura 2 magg. 1676 —. Han poi li figli del — co. Daniele gettato la scrittura di 22 giugno 1679 — con la quale per loro parte assentono alla dissolutione della permuta, purché le cose passino al pari e ritornino nel primitivo stato; ma al sig. Meriano non è stato l’animo di ritornar la casa — a riguardo della vendita di par te della stessa che da medesimo fu fatta alla sign. Frangipana, che hora è tenuta dal sig. Carlo Mantica, ove ha fatto fabricar parte del teatro —» (ibid.).
1687, giu. 23   Stima della casa che i Mantica vendono ai sigg. Antonio e Bernardino Amigoni: «— a levante — borgo di S. Maria Maddalena, a mezzodì case Meriane, a pon. corticella restante al sig. Mantica verso li sigg. Meriani e teatro et ai monti piazza del Duomo —».
    «Fazzada» a lev. sopra il borgo ps 16 pd 3 1/4 (m 29).
    «Fazzada» ai monti ps 22 pd 4 3/4 (m 39). (A.S.U., Arch. Mantica, XXVII, f. 516r - 536r).
  * La perizia, firmata da Simon Rizzo, è corredata anche da uno schizzo della pianta. Il complesso si articola in: una «casa grande sopra il borgo», la cui sala ha una «balconata sopra il borgo in quattro parti, con colone 5 di pietra di Medun, con balle e capitelli sfogiati, lavorate tre d’esse parti e l’altre due, da due bande —, modeoni 5 sotto lavorati a cartella»; un «appartamento della scala maestra verso la piazza»; un «appartamento del tinello»; un «appartamento della cucina»; una «corte sporca del letame, orticello fra muri cascati — col portico sopra il borgo e muro sopra il borgo dei portici con due volti ps 2 pd 3 1/2»; una «corte grande» con «pozzo o cisterna profondo ps 2 pd 1/2 con vera sopra tonda di pietra buona canellada; tellaro o anello di pietra rotta e due pozzetti, con coppe di pietra; una «corticella del polame arente il teatro verso la piaza del duomo»; e una «stalla dei porci». Nel cortile intorno al pozzo e nei portici è segnalato un «modonato in cortello» e in alcuni punti il «cogolado» (ibid.).
1709, apr. 9 * «Inventario delli mobbilli utensili che restano fuori di quello levati nel camerino, consegnati detti mobbili che restano fuori al sig. Pietro Albergheti di Venetia, quello vi sottoscriverà alla presente, havendo al medesimo dato anco chiavi in un mazzo numero vinti due, et la chiave d’ ingresso di detto teatro —» (B.C.U., ms. 2456).
    Vi sono elencati anche i posti a sedere: «scagni nel piano del teatro n. 88, tra li quali sono 27 senza pozzo e parte col pozzo rotto» (ibid., f. 1r).
1733, apr. 20   Il co. Pier Francesco Amigoni affitta alla compagnia dei 44 gentiluomini, «— ad uso di loro divertimento, per anni 6 —, l’ appartamento delle case di sua abitazione posto verso la contrada S. Maria Maddalena, cioè la sala con le quattro camere annesse, li due mezzadi e sottoscalle e con li mobili esistenti e con l’uso che sarà commune della scalla di pietra e cosi delli due portoni sula strada — com’anco dei sottoportici e dell’acqua del pozzo —, e ciò per l’annuo affitto — di d 130 —» (A.S.U., N., Francesco fu Andrea Brunalleschi, 8302, XXVII instr., f. 30v - 31v).
1744   La casa Amigoni è «a sinistra degli Asquini, fa angolo colla piazza del Duomo ed è contigua al teatro; questa casa era prima dei Mantica» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191).
1754, apr. 3 ° Carlo e Federico Mantica vendono il teatro confinante con la casa Amigoni al card. Daniele Delfino (Not. Carlo Bonisoli).
1755, mar. 26 * Dall’inventario, redatto dal pubblico perito G.B. Glereani, del teatro e delle case acquistati dal card. Delfino: «Il teatro in questa città confinante da lev. con la casa delli nobb. — Amigoni — e — corte della casa dell’ osteria del nob. — di Prampero, da pon. e da tram. strade —. Muri grezzi in quattro lati —; coperto di coppi tavellato con legname d’albero e cordoni inestati, che minaccia rovina massime in la parte a pavion, essendo marziti li bordonali —; portoncino d’ingresso a volto in pietra a bugne e scuro —; il fondi del teatro — di ps 161 —». Complessivamente la perizia valuta il complesso per d 1240 L 5 s 14 (B.C.U., ms. 1328/Il testamento... e teatro).
1801   Co. G.B. e fratelli Amigoni (Nomenclatura, f. 3v).
1852 * La casa appartiene a M. Teresa Amigoni (Competenze, I, f. 2v).
1876 * Locanda “Al Milanopulo” gestita da Giovanni Milanopulo (COSMI-AVOGADRO, 100).
1881   «Ultima posseditrice fu una monaca Amigoni delle Dimesse, i cui eredi vendettero la stessa casa alla Banca Popolare di Udine (Nota di V. Joppi in copia della Cronaca di L. PALLADIO degli OLIVI, B.C.U., ms. 74 Joppi, p. 32).
1883   Osteria “Al Milanopulo” (AVOGADRO, 152).
1925   Vi aveva sede la Banca di Sconto.
  °° L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 26 sett. 1950 ai sensi della L. 1089/1939.
     
NOTE 1 Il ms. oggi corrispondente a questo numero non contiene tale notizia.
     
STUDI INEDITI   CIPOLLA, Memorie, f. 13r; FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 62r - 63r; L. PALLADIO degli OLIVI, Cronaca, p. 246-247.
     
BIBLIOGRAFIA   BATTISTELLA, I Lombardi, 77; BATTISTELLA, Udine nel secolo XV, 135; BATTISTELLA, I vecchi teatri, 104-105, 110; L. PALLADIO degli OLIVI-CAIMO DRAGONI, Memorie, 27, 36; della PORTA, Toponomastica, 206; SCOVACRICCHI, Piccola tormentata, 37; SCOVACRICCHI, Il teatro a Udine, 34; VALENTINIS, Udine antica, 11.
     
ICONOGRAFIA   GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 46; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 39; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 36.