Consiglio dei Distretti Notarili Riuniti di Udine e Tolmezzo
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Università degli Studi di Udine
Memorie su le antiche case di Udine di Giovanni Battista della Porta: un archivio aperto per la conoscenza della città storica
progetto di ricerca a cura di Anna Frangipane dall’edizione a stampa curata da Vittoria Masutti, 1984-1987
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    Era dei Meriani; la cedettero ai Cossio in cambio della loro (n. 76).
1640, dic. 28 * Supplica di Antonio Meriano al consiglio della città: «Ill.mi sigg. deputati sigg. col.mi, sono quattr’anni ch’io feci fabricare in questa città la Rachetta, che con sodisfattione di molti gentil’huomini at altri degni sogetti ha servito et serve loro per honorato essercitio et trattenimento, et acciò questa non mancasse di quelle commodità c’hanno nelle città grandi per ristorar la stanchezza causata a giocatori dall’agitatione e dal moto, procurai che ’l rachettiero havesse pronti pretiosi liquori cioè malvasie della Canea, moscati del Pellacchi et altri et l’anno presente li ho fatto havere vino pregiatissimo di Prossecco» (B.C.U., ms. R. XVI, f. 349r — 349v).
1668, mar. 23 * «Fatto in Udine, nelle case del nob. — Carlo Mantica, cioè nella Rachetta, apresso il domo di questa città» (A.S.U., N., Giulio Bonecco, 7861, II instr., f. 3r).
1742, giu. 9   Il co. Nicolò Cossio vende al co. Giuseppe Asquini per d 1500 «una loro casa mal all’ordine e rovinosa, situata — in contrada S. Maria Maddalena ed un sito di casa contiguo con muri dirocati e scoperti, sopra del qual — nella parte interiore fu fatto un pezzo di coperto da possessori d’allora —. Trovandosi la casa — presentemente in cattiva constituzione — attesoché sono cadute le stalle, dirocato in parte il muro della corte, aperto un tempiaro, pontellate le stanze, ruinosi li pavimenti per lo marcimento de’ travi che hanno cominciato a piegare, e quasi tutta senza vetri; onde detti — Cossii fecero — istanza al — vicario di portarsi sopra luoco e rilevare lo stato della casa stessa e decretare l’alienazione — per d 1500 —, non potendo detti — conti far seguire lo ristauro —. Il — vicario, portatosi sopra luoco, veduta la casa — parte alta parte bassa di diversa archittettura — concesse l’ attorità — d’alienare la casa —» (A.S.U., N., Vittore Orgnani, 8951, Notificazioni II, 291).
1744   «Giuseppe Asquini comperò nel 1742 dai Cossio la casa entro il portone d’Aquileia situata tra li Amigoni e quella che fu dei Carleschi poi dei Vittori di faccia alli Bianconi, ed incominciò a restaurarla e ridurla in miglior forma» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191).
1770, magg. 26 * Dalle vendite dell’ospedale di S. Maria della Misericordia: «— Co. Alfonso Asquini in loco del — co. Tomaso Cossio giurisdicente di Codroipo, sive di lui nome donna Antonia Beltrame e l’inquilini pro tempore della casa di sua ragione». Le registrazioni dei pagamenti sono segnalate fino al 20 apr. 1790 (A.C.U., A.A.O., Rottolo livelli 1769, p. 161).
1801   È dei coo. Pietro e Giuseppe Asquini (Nomenclatura, f. 3v).
1809 * Appartiene a Pietro e fratelli Asquini (Registro delli aloggi, f. 3v).
1821, magg. 16 * Il co. Pietro Asquini chiede il permesso di trasformare due finestre di una stanza del pian terreno, adibita a bottega (A.S.U., C.A. I, 53/III, 2181 Orn. II C, con dis.).
1828, magg. 31 * Vertenza fra Giuseppe Asquini e il vicino Antonio Fabro, proprietario della casa n. 67, a causa di una riforma progettata dall’Asquini e respinta dal Fabro (A.S.U., C.A. I, 148/X, 2253 Orn. II C).
1828, lugl. 1 * Giuseppe Asquini presenta progetto di riforma della parte interna, chiedendo l’assenso del vicino Giacomo Plaino, detto Bergamino (A.S.U., C.A. I, 148/X, Pol. Giud. IX D, con dis.).
1828, ag. 5 * Il Plaino nega il permesso (ibid.).
1830, magg. 15 * Alfonso Asquini chiede di alzare il fabbricato della stalla e di aprire una finestra (A.S.U., C.A. I, 148/X, 2253 Pol. Giud. IX D, con dis.).
1832   È di Alfonso Asquini (A.S.U., C.A. I, 193, 8/162/4320 e seguenti Orn. XIX, con diss.).
  * La pratica si svolge laboriosamente da marzo a ottobre fra varie difficoltà (ibid.).
1840, giu. 1   Alfonso Asquini vende al march. Francesco Mangilli la casa «che confina a lev. strada, mezzodì Marcotti, pon. eredi fu Giacomo Plaino, ed a tram. erede Amigoni» per austr. L 37000 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10496, 13031).
    Gli Asquini vendettero la casa al march. Francesco Mangilli marito di Gabriela di Varmo che, sua erede, lasciò la casa ai nipoti G.B. di Varmo e Vincenzo Canciani al quale rimase.
1901   Nel 1901 fu comperata dal dott. Urbano Capsoni.
    Dietro questa casa ed ad essa unita, sulla via di Francesco d’Assisi esisteva l’ osteria detta di «Bergamin» poi «Al pellegrino» dove si raccoglievano i patriotti nel 1848 (C. K[ECKLER], “Pagine friulane”, 3, VI, 13 lugl. 1890, 90).
  °° L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 26 sett. 1950 ai sensi della L. 1089/1939.
     
BIBLIOGRAFIA   GIOSEFFI, Udine, 247; RIZZI, Pluralità, 476.