1347, mar. 1 |
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« Franciscus de Utino canonicus ecclesie civitatis Aquilegensis diocesis legavit ecclesie maiori Utiniensi medietatem domorum suarum magnarum sitarum in Utino in quibus moratur dominus episcopus Concordiensis » (A.C.U., Acta Capituli, Liber privilegiorum, testamentorum et aliorum instrumentorum. A primo, A secondo, f. 39r - 39v, not. Pietro da Cividale). |
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La casa risulta gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo, come attestano i rotoli che ne citano i fondamenti. |
1519 |
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«Rev. mo mons. episcopo de Concordia paga de livello in partite tre den. X, sopra una caxa fo de un Vida X sopra una caxa fo di Tomat di Sotselva oio lire do et sopra una caxa fo del mutto di Predaman , le qual tutte caxe sono in la contrada de Rausete, mess. Filippo Missittin doctor abita » (B.C.U., ms. F. XXV, f. 408v). |
1564 |
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«Ecc. mess. Zuan Antonio Falcidio » (ibid.). |
1593 |
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Massimiliano Montegnacco (ibid.). |
1602 |
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Agostino Partistagno (ibid.). |
1643 |
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« La casa è posta nella contrada di Rausetto, possessa per la sign. Arcoloniana rel. del q. Agostino Partistagno, confina a sol levado la contrada del Duomo, a mezodν la contrada Rausetto e a sol a monte l’androna detta già di Boros, ora della Rachetta, ed a monti il sig. Teseo Arcoloniano» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 409r). |
1643, apr. 28 |
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La confinazione Boreatto precisa che «paga il sig. Lodovico Partistagno per donatione fattagli dal sig. Giovanni Partistagno» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 98-99). |
1655 |
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Ora è possessa dalli sigg. Percotti (B.C.U., ms. F. XXV, f. 409r). |
1660 |
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«Ora è possessa dal sig. Daniel Frattina» (ibid.). |
1703 |
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«La camera della contadinanza» (ibid.). |
1751 |
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Camera della contadinanza (B.C.U., ms. F. XXV, f. 407r). |
1801 |
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Camera della contadinanza e tribunal d’appello (Nomenclatura, f. 3v). |
1809 |
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Al secondo piano due stanze erano adibite ad ufficio delle ipoteche (Registro delli aloggi, f. 3v - 4r). |
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Appartiene al r. demanio. Vi abita come inquilino il “bolzer” Antonio Boffi (ibid.). |
1810, nov. 28 |
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Era stato l’ufficio di coscrizione nel locale della già contadinanza (A.S.U., C.N., 79/XXV, 5116, Demanio 25). |
1822, febbr. 1 |
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L’imprenditore Giuseppe Prisani alla congregazione municipale: «Per la partecipazione fatta dalla direzione del demanio a questa congregazione municipale di fare qualche cambiamento nel locale detto della contadinanza, destinato per li uffici della posta, ed eccitato di questa congregazione municipale, il sottoscritto come appaltatore delli lavori a produrre il disegno relativo di ciò ch’è preparato a fare, accompagno presentemente in duplo li qui uniti due disegni simili con la proposizione di abbassare il salizo di pietra il più che sia possibile quello sotto il portico, cominciando per m 2 su quello delli coo. Berretta e fino alla contrada Rauscedo, e questo a causa che la strada è troppo basa e la rampata alli portoni è troppo ardita per l’ingresso delli vetture . Alli pilastri che sostengono la fabbrica per quanto si abbassa il salizo si formerà un semplice contorno di pietra con piccolo rilievo rappresentante un dado . Altra opera nella contrada di dietro, ch’è denominata del Teatro Vecchio, si à d’ingrandire due finestre al pian terren, simili alle alte ed al medesimo livello, come è dimostrato nelli disegni C.D ». La deputazione d’ornato, approvando il progetto, raccomanda in particolare la costruzione del cornicione e l’applicazione della grondaia fino a terra: «il lavoro, oltre che è prescritto per tutti li fabbricati della città, si rende indispensabile per il comodo anco delle vetture e di chi concorrere dovrà all’offizio postale, che in una strada piuttosto angusta resterebbe esposto all’acqua cadente della linda » (A.S.U., C.A. I, 68, 460, Orn. II C, con dis.). |
1824, ott. 18 |
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La direzione provinciale delle i.r. poste «all’oggetto di poter introdurre nel locale di propria residenza le carrozze delle diligenze erariali prossime ad attivarsi, e per adattare una stanza ad uso d’ ufficio presso il porticale esterno, deve ampliare in lunghezza i due portoni d’ ingresso ed aprire tre finestre . Innoltre deve collocare internamente nel portico principale una cassetta per uso d’impostazione di lettere che avrà l’orificio esterno in stipiti di pietra. Quindi ha fatto essa delineare l’esterna facciata del pian terreno » (A.S.U., C.A. I, 89/X, 4296 Orn. II C, con dis.). |
1928 |
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Ufficio postale e telegrafico. Viene abbattuto (G.d.P., La casa della contadinanza e un soggiorno udinese del Petrarca, “Patria del Friuli” del 4 maggio 1928). |
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BIBLIOGRAFIA |
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d’ADDA, Armi antiche, 16-17; Atti della commissione, 307-308; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 86; ELLERO, Storia dei Friulani, 87-88; Restauri a Udine, 200; RIZZI, La villa dell’ultimo doge, 37; C. SOMEDA de MARCO, L’armeria del Castello, 203-206; C. SOMEDA de MARCO, Il museo civico, 32-49; C. SOMEDA de MARCO, Udine scomparsa, 96-97; STEFANUTTI, Udine e la contadinanza, 111-117; Uno storico fabbricato che scompare; VALENTE, Due case, 8-9. |