1756 |
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«Nel 1756 Giacomo Cicogna, nel fondo di sua ragione (ora case Casara e Ballico in Rauscedo) dove esisteva il gioco della Racchetta1, eresse un teatro con due ordini di palchetti, capace di 300 persone. In questo teatro, detto della Racchetta, si recitò sino alla fine del secolo XVIII» (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 485r). |
1788, lugl. 18 |
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G.B. q. Giacomo Cicogna vende al rev. don Girolamo di Giuseppe Casani pievano di S. Stefano per d 2700 «l’intero stabile denominato della Rachetta in contrada Rauscedo cioè la Rachetta2, con fabbrica annessa a levante, di antica ragione del venditore, la fabbrica nuova sulla riva a mezzo dν della sudetta, li fondi acquistati dal co. Ettore Savorgnano, figlio del co. Giacomo, in parte permutati col. sig. Giuseppe Casari, ed altri acquistati dalli consorti Balis, emphiteotecari di detto conte, non che la fabbrichetta al vento di levante nelli scorsi giorni erretta sopra fondi e fabbriche della chiesa di S. Maria la Longa. E comeché G.B. Cicogna risentiva un grave danno nella fabbrica annessa alla Racchetta al vento di levante dell’umidità cagionata dalla caduta dell’acque, ed atteso un condotto che esisteva nell’annessa muraglia di ragione della casa della ven. chiesa di S. Maria La Longa per cui fu in necessità di eccitare al conveniente riparo li dirrettori e rappresentanti la chiesa stessa con l’atto legale del 27 febbraio p.p., rilasciato da me notaro, e che in seguito a reciproca soddisfazione dalle parti seguν la transazione del 6 marzo 1788 per mano di Giuseppe Narduzzi nodaro così esso Cicogna ha intrapreso la fabbrichetta che attualmente si sta facendo dal sig. Luca Andreoli capomastro, piantata sopra li fondi e fabbriche di S. Maria medesima. E però esso rev.mo Casari si assume l’impegno di pagare Luca Andreoli dell’ intiero valore di quanto va creditore fino al giorno d’oggi per sunnominato oggetto, compresa anche l’interna scala e paradana fatta dallo stesso Andreoli per oggetti di comunicazione » (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, Istr. II, 211, f. 255r - 257r). |
1801 |
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Gioacchino e fratelli Casara (Nomenclatura, f. 3v). |
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Affittuale Giovanni Domenico Sutti (ibid.). |
1809 |
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Appartiene a Gioacchino Casari ed è abitata dall’agente Domenico Zuzzi (Registro delli aloggi, f. 3v). |
1852 |
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La casa appartiene a Teresa Casara (Competenze, I, f. 2v). |
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NOTE |
1 |
Il nome è presente in una proprietà Savorgnan dei paraggi: vedasi n. 63. |
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2 |
N. 59 e 64. |
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STUDI INEDITI |
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FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 485; L. PALLADIO degli OLIVI, Cronaca, p. 93-94, 247-249. |
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BIBLIOGRAFIA |
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BATTISTELLA, I vecchi teatri, 112-113; di MANIAGO, Guida, 61; L. PALLADIO degli OLIVI-CAIMO DRAGONI, Memorie, 36-37; della PORTA, Toponomastica, 206; SCOVACRICCHI, Piccola tormentata storia, 37; C. SOMEDA de MARCO, Udine che scompare e i filatoi, 265-269. |
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ICONOGRAFIA |
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GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 49. |