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La casa sin dal 1333 risulta gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo, come attestano i rotoli che ne citano i fondamenti. |
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Nel 1333 era di Pietro fabbro (B.C.U., ms. F. XXV, f. 280r). |
1342 |
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Di «Toni marascalch» (ibid.). |
1407 |
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Di Nicolò q. Domenico di Cerneglons e Domenica detta Biancuzza (B.C.U., ms. F. XXV, f. 280r). |
1511 |
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Di Benedetto fabbro di Buri (B.C.U., ms. F. XXV, f. 280v). |
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Nel 1515, atti Antonio Belloni, è venduta a Francesco Partistagno (ibid.). |
1519 |
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Eredi del sig. Dionisio di Toppo (ibid.). |
1642 |
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«Passa nei sigg. Egregis et vedesi essere questa. È dalli medesimi rimodernata con facciata e balconatte di pietra coll’arma Egregis sopra il fenestron della calla» (A.S.U., C.A., 89/20, partita 3). |
1643 |
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«La casa è di presente possessa per gli on. Guglielmo e fratelli Egregiis mercanti in questa città, habitata per il sig. Paolo Merlo; confina a sol levado con la strada del borgo, a mezzodν i sigg. Flaminio e fratelli Strassoldi, a sol a monte la strada consortiva delle Roste ed ai monti il sig. Antonio Maria Toppo» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 33-34). |
1730, magg. 23 |
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Descrizione della casa degli eredi del q. nob. Antonio Egregis; confina a lev. borgo, mezz. co. Nicolò di Strassoldo, pon. androna, tram. nob. e rev. Baldissera di Toppo (A.S.U., N., Francesco Tracanelli, 8541, Allibramento della facoltà del q. sig. Antonio de Egregis). |
1743 |
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«Li sigg. Francesco e fratello Partistagni1 q. sig. Gioseffo successi alli qq. sigg. Lodovico e Francesco suo fratello, in loco del sig. Gioseffo Partistagno e già del sig. Dionisio di Toppo e di Benedetto fabro di Buri pagano di livello, sopra la casa ora possessa dalli sigg. Egregis e dalli stessi incorporata alla sua, oglio lb 2. Dissero i confinatori che l’oltrescritta casa è presentemente di ragione e abitata dalli nobb. ser Giulio e fratelli de’ Egregis, che confina a levante con il borgo d’Aquileia, a mezzodν il nob. ser co. Federico di Strassoldo, a sol a monte con la contrada detta delle Roste, et alli monti con li nobb. sigg. Cristofforo et Augusto padre e figliuolo Conti che hanno acquistato la casa fu delli sigg. di Toppo» (B.C.U., ms. F. XXI, f. 1v -2r). |
1744 |
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«Egregis. Questi hanno la casa che s’incontra subito passati i Conti» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 190). |
1750 |
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È di Giulio e fratelli Egregis (A.S.U., C.A., 89/20, partita 3). |
1765, dic. 3 |
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«Col presente privato scritto si concreta la vendita et acquisto respective della casa grande situata nel borgo d’Aquileia de’ nobb. rev.mo mons. Carlo canonico e Bartolomio zio e nipote degl’Eggreggis venditori da una e li nobb. Catterina, nata Paderni, rel. q. nob. Steffano Sabbadini e sigg. Giuseppe, Giambattista e fratelli Sabbatini2 di lei figlioli compratori dall’ altra nell’infrascritto modo, cioè: I che la sud(det)ta casa grande, composta di cortivo, stalla, appartamento familiare a tram. in confin colli nobb. Conti, compreso l’orto a mezo dν e sue addiacenze, abbia da esser misurata e stimata col mezo di due periti publici da elegersi uno per parte con la detrazione del quarto solamente rispetto alle fabriche; II che l’annessa cocina a mezo dν d’essa casa grande, con stanza di sopra e solaretto pur di raggione di detti sigg. degli Eggregii non abbia ad esser inclusa nella stima, ma risservata ai medesimi venditori per loro comodo, unitamente ad altra casetta più bassa anco di loro raggione » (A.S.U., N., Francesco Cantone, 9760, II instr., f. 29r — 30v). |
1766, febbr. 18 |
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Supplica degli Egregis al luogotenente: «Tra l’altre case e fondi furono Partistagno acquistati l’anno 1633 con instr. 15 sett. di detto anno e successivo 17 genn. di mano del fu Francesco Brunaleschi nodaro, per li auttori di noi can. Carlo e Bortolomio zio e nipoti degli Egreggii , dalle mani delli qq. coo. Giulio, Antonio, Ottaviano e Ludovico fratelli Manini situate nel borgo di Aquileia di questa città, tutte all’ora atterrate e ridotte in una fabrica signorile, rittrovandosi essere due casette feudali, una obbligata alla partita di Domenico Baretto con l’annuo censo in affitto di corte di L 3 s 3 confinante da tre parti con altre casette di questa raggione e dall’ altra parte strada publica , confinante a lev. con la strada pub(lica), a mezzo dν con il co. Soldonerio Strassoldo e dall’altre due parti con l’altra casa di sopra descritta, con il censo annuo di contadi L 1 s 1, qual censo restò anco affrancato in vigor del publico indulto da nostri auttori l’anno 1664, 13 magg., come raccogliesi tale feudalità dall’investitura Partistagno 1587, 6 ag., registrata nel catastico Falcidio per borgo d’Aquileia; ora desiderando noi di far la vendita dell’intiera fabrica con tutte le sue addiacenze alli nobb. sigg. Giuseppe e fratelli Sabbatini, supplichiamo l’E. V. per la permissione e licenza dovuta, come prescrive la parte dell’ecc.mo senato 1635, 14 agosto in rapporto alle suddette piccole casette feudali di valor di d 700 circa » (A.S.U., N., Francesco Cantone, 9760, II instr., f. 30v - 31v). |
1766, febbr. 28 |
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«Con scrittura privata 3 dec. 1765 restò stabilito e concluso il contratto di vendita della casa grande familiare a tramontana, situata nel borgo d’Aquileia di questa città, di raggione de’ nobb. sigg. mons. Carlo canonico e Bortolomio zio e nipote degl’Egreggii con la nob. Catterina n. Paderni rel. del q. nob. Stefano e nobb. Giuseppe e fratelli Sabbatini di loro figlioli, e tra l’altre condizioni espresse fu convenuto che volendo detti degl’Egreggii privarsi anco del familiare e casetta bassa verso mezo giorno, avessero in ogni tempo ad esser prefferiti a giusto prezzo li sigg. Sabbatini medesimi . Costituiti presso me nodaro li nobb. Carlo canonico e Bortolomio degli Egreggii in relazione al decreto ultimamente ottenuto dall’ill. mo et ecc.mo luogotenente di permissione e licenza della presente vendita in raporto a porzione del fondi su cui erano anticamente due piccole casette di raggion feudale , vendono alli nobb. Sabbatini le già dette case con sue addiacenze . E questo fano per il prezzo di d 698 L 4 s 12 » (A.S.U., N., Francesco Cantone, 9760, II instr., f. 25v - 29r). |
1766, giu. 28 |
° |
Il nob. Giuseppe q. Stefano Sabbadini e fr. vendono un livello sopra la casa da essi acquistata dalli nob. Carlo e Bartolomeo zio e nipote Egregis con istrumento 18 febbr. 1766, atti Francesco Cantoni. |
1801 |
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È del co. Stefano Sabbadini (Nomenclatura, f. 2v). |
1809 |
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Appartiene a Stefano Sabbatini (Registro delli aloggi, f. 2v). |
1811, mar. 9 |
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Asta di stanza a pianterreno per cucina. Debitore Giacomo Antonelli per L 61,94 (A.S.U., C.N., 81). |
1852 |
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Appartiene alla co. Cecilia Sabbadini (Competenze, I, f. 1v). |
1920 |
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Nota di del Torso sul ms. della Porta: «Dove abito io colla mia famiglia». |
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°° |
L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939. |
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NOTE |
1 |
Per la famiglia Partistagno: MONTICOLI, Cronaca, 31, 78. |
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2 |
Per la famiglia Sabbadini: COLLINI, La nobile famiglia Sabbadini; Pia Opera dell’Istituto Sabbadini; G.B. MASUTTI, Storia, 112-114; ZOTTI, Pozzuolo. |
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BIBLIOGRAFIA |
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BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 80-81; Elenco degli alloggi; ERMACORA, Guida, 200; [POJANI], Memorie storiche della parrocchiale di via Aquileia, 46; G. di PRAMPERO, Napoleone in Friuli, 61; de RUBEIS, Catalogo, 6 (1938), 14. |