Consiglio dei Distretti Notarili Riuniti di Udine e Tolmezzo
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Università degli Studi di Udine
Memorie su le antiche case di Udine di Giovanni Battista della Porta: un archivio aperto per la conoscenza della città storica
progetto di ricerca a cura di Anna Frangipane dall’edizione a stampa curata da Vittoria Masutti, 1984-1987
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  * La casa sin dal 1333 risulta gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo, come attestano i rotoli che ne citano i fondamenti.
    Nel 1333 era di Pietro fabbro (B.C.U., ms. F. XXV, f. 280r).
1342   Di «Toni marascalch» (ibid.).
1407   Di Nicolò q. Domenico di Cerneglons e Domenica detta Biancuzza (B.C.U., ms. F. XXV, f. 280r).
1511   Di Benedetto fabbro di Buri (B.C.U., ms. F. XXV, f. 280v).
    Nel 1515, atti Antonio Belloni, è venduta a Francesco Partistagno (ibid.).
1519   Eredi del sig. Dionisio di Toppo (ibid.).
1642   «Passa nei sigg. Egregis et vedesi essere questa. È dalli medesimi rimodernata con facciata e balconatte di pietra coll’arma Egregis sopra il fenestron della calla» (A.S.U., C.A., 89/20, partita 3).
1643   «La casa — è di presente possessa per gli on. Guglielmo e fratelli Egregiis mercanti in questa città, habitata per il sig. Paolo Merlo; confina a sol levado con la strada del borgo, a mezzodν i sigg. Flaminio e fratelli Strassoldi, a sol a monte la strada consortiva delle Roste ed ai monti il sig. Antonio Maria Toppo» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 33-34).
1730, magg. 23   Descrizione della casa degli eredi del q. nob. Antonio Egregis; confina a lev. borgo, mezz. co. Nicolò di Strassoldo, pon. androna, tram. nob. e rev. Baldissera di Toppo (A.S.U., N., Francesco Tracanelli, 8541, Allibramento della facoltà del q. sig. Antonio de Egregis).
1743   «Li sigg. Francesco e fratello Partistagni1 q. sig. Gioseffo successi alli qq. sigg. Lodovico e Francesco suo fratello, in loco del sig. Gioseffo Partistagno e già del sig. Dionisio di Toppo e di Benedetto fabro di Buri pagano di livello, sopra la casa ora possessa dalli sigg. Egregis e dalli stessi incorporata alla sua, oglio lb 2. Dissero i confinatori che l’oltrescritta casa è presentemente di ragione e abitata dalli nobb. ser Giulio e fratelli de’ Egregis, che confina a levante con il borgo d’Aquileia, a mezzodν il nob. ser co. Federico di Strassoldo, a sol a monte con la contrada detta delle Roste, et alli monti con li nobb. sigg. Cristofforo et Augusto padre e figliuolo Conti che hanno acquistato la casa fu delli sigg. di Toppo» (B.C.U., ms. F. XXI, f. 1v -2r).
1744 * «Egregis. Questi hanno la casa che s’incontra subito passati i Conti» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 190).
1750   È di Giulio e fratelli Egregis (A.S.U., C.A., 89/20, partita 3).
1765, dic. 3   «Col presente privato scritto — si — concreta — la vendita et acquisto respective della casa grande — situata nel borgo d’Aquileia — de’ nobb. — rev.mo mons. Carlo canonico e Bartolomio zio e nipote degl’Eggreggis venditori da una e li nobb. — Catterina, nata Paderni, rel. q. nob. — Steffano Sabbadini e sigg. Giuseppe, Giambattista e fratelli Sabbatini2 di lei figlioli compratori dall’ altra nell’infrascritto modo, cioè: I che la sud(det)ta casa grande, composta di cortivo, stalla, appartamento familiare a tram. in confin colli nobb. — Conti, compreso l’orto a mezo dν e sue addiacenze, abbia da esser misurata e stimata col mezo di due periti publici da elegersi uno per parte con la detrazione del quarto solamente rispetto alle fabriche; II che l’annessa cocina a mezo dν d’essa casa grande, con stanza di sopra e solaretto pur di raggione di detti sigg. degli Eggregii non abbia ad esser inclusa nella stima, ma risservata ai medesimi — venditori per loro comodo, unitamente ad altra casetta più bassa anco di loro raggione —» (A.S.U., N., Francesco Cantone, 9760, II instr., f. 29r — 30v).
1766, febbr. 18 * Supplica degli Egregis al luogotenente: «Tra l’altre case e fondi furono Partistagno acquistati l’anno 1633 con instr. 15 sett. di detto anno e successivo 17 genn. di mano del fu — Francesco Brunaleschi nodaro, per li auttori di noi can. Carlo e Bortolomio zio e nipoti degli Egreggii —, dalle mani delli qq. — coo. Giulio, Antonio, Ottaviano e Ludovico fratelli Manini situate nel borgo di Aquileia di questa città, tutte all’ora atterrate e ridotte in una fabrica signorile, rittrovandosi essere due casette feudali, una obbligata alla partita di Domenico Baretto con l’annuo censo in affitto di corte di L 3 s 3 confinante da tre parti con altre casette di questa raggione e dall’ altra parte strada publica —, confinante a lev. con la strada pub(lica), a mezzo dν con il — co. Soldonerio Strassoldo e dall’altre due parti con l’altra casa di sopra descritta, con il censo annuo di contadi L 1 s 1, qual censo restò anco affrancato in vigor del publico indulto da nostri auttori l’anno 1664, 13 magg., come raccogliesi tale feudalità dall’investitura Partistagno 1587, 6 ag., registrata nel catastico Falcidio per borgo d’Aquileia; ora desiderando noi di far la vendita dell’intiera — fabrica con tutte le sue addiacenze alli nobb. sigg. Giuseppe e fratelli Sabbatini, supplichiamo — l’E. V. per la permissione e licenza dovuta, come prescrive la parte dell’ecc.mo senato 1635, 14 agosto in rapporto alle suddette piccole casette feudali di valor di d 700 circa —» (A.S.U., N., Francesco Cantone, 9760, II instr., f. 30v - 31v).
1766, febbr. 28 * «Con scrittura privata 3 dec. 1765 restò stabilito e concluso il contratto di vendita della casa grande familiare a tramontana, situata nel borgo d’Aquileia di questa città, di raggione de’ nobb. sigg. mons. Carlo canonico e Bortolomio zio e nipote degl’Egreggii con la nob. — Catterina n. Paderni rel. del q. nob. — Stefano e nobb. Giuseppe e fratelli Sabbatini di loro figlioli, e tra l’altre condizioni — espresse fu convenuto che volendo detti — degl’Egreggii privarsi anco del familiare e casetta bassa verso mezo giorno, avessero in ogni tempo ad esser prefferiti a giusto prezzo li sigg. Sabbatini medesimi —. Costituiti presso me nodaro — li —nobb. Carlo canonico e Bortolomio — degli Egreggii — in relazione al decreto ultimamente ottenuto dall’ill. mo et ecc.mo — luogotenente di permissione e licenza della presente vendita in raporto a porzione del fondi su cui erano anticamente due piccole casette di raggion feudale —, vendono — alli nobb. Sabbatini — le già dette case con sue addiacenze —. E questo — fano per il prezzo — di d 698 L 4 s 12 —» (A.S.U., N., Francesco Cantone, 9760, II instr., f. 25v - 29r).
1766, giu. 28 ° Il nob. Giuseppe q. Stefano Sabbadini e fr. vendono un livello sopra la casa da essi acquistata dalli nob. Carlo e Bartolomeo zio e nipote Egregis con istrumento 18 febbr. 1766, atti Francesco Cantoni.
1801   È del co. Stefano Sabbadini (Nomenclatura, f. 2v).
1809 * Appartiene a Stefano Sabbatini (Registro delli aloggi, f. 2v).
1811, mar. 9 * Asta di stanza a pianterreno per cucina. Debitore Giacomo Antonelli per L 61,94 (A.S.U., C.N., 81).
1852 * Appartiene alla co. Cecilia Sabbadini (Competenze, I, f. 1v).
1920 * Nota di del Torso sul ms. della Porta: «Dove abito io colla mia famiglia».
  °° L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939.
     
NOTE 1 Per la famiglia Partistagno: MONTICOLI, Cronaca, 31, 78.
  2 Per la famiglia Sabbadini: COLLINI, La nobile famiglia Sabbadini; Pia Opera dell’Istituto Sabbadini; G.B. MASUTTI, Storia, 112-114; ZOTTI, Pozzuolo.
     
BIBLIOGRAFIA   BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 80-81; Elenco degli alloggi; ERMACORA, Guida, 200; [POJANI], Memorie storiche della parrocchiale di via Aquileia, 46; G. di PRAMPERO, Napoleone in Friuli, 61; de RUBEIS, Catalogo, 6 (1938), 14.