Consiglio dei Distretti Notarili Riuniti di Udine e Tolmezzo
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Università degli Studi di Udine
Memorie su le antiche case di Udine di Giovanni Battista della Porta: un archivio aperto per la conoscenza della città storica
progetto di ricerca a cura di Anna Frangipane dall’edizione a stampa curata da Vittoria Masutti, 1984-1987
TESTO INTEGRALE
Memorie su le antiche case di Udine: parte II (da 1901 a 2100)
1901
1801 Giuseppe Sgobaro (Nomenclatura, f. 71v).
1809 Giacomo Del Zan (Registro delli aloggi, f. 52v).
1852*Il 1901 e il 1901 B appartengono a Luigi Marcon (Competenze, II, f. 13v).
1902
1801 Domenico Del Zan (Nomenclatura, f. 71v).
1809 Domenica Pantanali, lavandaia (Registro delli aloggi, f. 52v).
 *Inquilino l’industriante Lazzaro Del Gobbo (ibid.).
1828, ag. 6*Giovanni Pantanali, proprietario della casa, presenta progetto di modifica, che viene approvato (A.S.U., C.A. I, 148/X, 3315 Orn. II C, con dis.).
1852*Giovanni Pantanali è proprietario del 1902, Giacomo Sostero del 1902 A (Competenze, II, f. 13v).
1876*Vi esercitano il mestiere di cordaio Luigi Cremese e Pietro di Natale Lavaroni (COSMI-AVOGADRO, 91).
1903
1801 Giacomo Pontoni (Nomenclatura, f. 71v).
1804, febbr. 20 Angelo del fu G.B. Ponton «vende un pezzo d’orto posto — nel borgo di Mezzo, annesso alla casa di sua abbitazione, confina a lev. orto di questa raggione, mezodì eredi del q. Bortolomio Ponton, pon. l’infrascritto compratore ed a tram. G.B. Plaino —, di quantità di ps 36 sino al figaro — a mess. G.B. q. Francesco Plaino —. E ciò esse parti fanno — colla mediazione di mess. Antonio q. Michel Roiato in L 600 —» (A.S.U., N., G.B. Borghi, 9863, IV instrom., 389, f. 434r).
1809*Proprietà del fabbro Angelo Pontone (Registro delli aloggi, f. 52v).
1809, nov. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 7 sett., asta della casa 1903 B a pregiudizio di Giacomo Pontone, debitore insolvente per L 5,98 (A.S.U., C.N., 80, Asta).
1822, ott. 11*Angelo Pontoni, «desiderando di rimodernare la di lui casa, posta nel borgo di Ronchi al n. 1903», presenta progetto (A.S.U., C.A. I, 68, 4468 Orn. II C, con dis.).
1829, mar. 20 Angelo Pontoni vende a Cristoforo di Tomaso Masetti, con patto di recupera la «casa n. 1903 coi rispettivi suoi fondi, cortivo ed orto —; confina a lev. il borgo de’ Ronchi, a mezz. Zuanne q. Giuseppe Pantanali e — Giacomo Soster, a pon. Soster nella rappresentanza di Domenico Pontone, ed a tram. Antonio Carlini, — Luca Calligaris e — Maria n. Micone ved. Cremese —; e questo per — L 1028,57 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10312, 2416).
1830, lugl. 16*Giacomo Sostero presenta progetto di riforma che viene accolto (A.S.U., C.A. I, 168/1830/XIV, 3317 Orn. II C, con dis.).
1830, sett. 6*Giacomo Sostero cambia progetto perché quello già approvato non risulta comodo all’interno. Ne ottiene l’approvazione (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 3632 Orn. II C, con dis.).
1831, giu. 16 Cristoforo Masetti vende per ven. L 1711 s 5 a Giacomo di G.B. Nonino casa n. 1903, confinante a lev. con il borgo dei Ronchi, a mezz. Giovanni e Giuseppe Pantanali, Zuane e Giacomo Soster, a pon. Soster loco Pontoni, ed a tram. Carlini, Calligaris e Cremese (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10313, 2621).
1836, ott. 22*Giacomo Nonino, proprietario delle case n. 1903 e 1904 «ha divisato di effettuare nell’esterno prospetto — la riforma dimostrata» che investe, unificandoli, entrambi gli edifici (A.S.U., C.A. I, 254/X, 5912 Orn. II C, con dis.).
1849, febbr. 2*Nell’elenco dei pistrinai, venditori di pane e farina, compilato dal capo del secondo quartiere, è segnalato a questo numero Giacomo Nonino (A.S.U., C.A. I, 465, 142).
1852*Appartiene a Giacomo Nonino (Competenze, II, f. 13v).
1876*Rivendita di liquori di Giacomo Nonino (COSMI-AVOGADRO, 99).
1904
1801 Nicolò Miconi (Nomenclatura, f. 71v).
 *Affittuale Angelo Pontoni (ibid.).
1809 Mattia Cremese, falegname (Registro delli aloggi, f. 52v).
 *Inquilina l’industriante Giacoma Pontona (ibid.).
1833, apr. 28 Domenica Cremese e G.B. Bolzicco, coniugi, vendono a Valentino di Nicolò Zamparutti la casa 1904 «ereta da muri, coperta di coppi, consistente in una stanza al pian terreno, camera e granaro sopraposti, con fondi e corticella —. Confina a lev. il borgo d’Aronco, a mezz. — Giacomo Nonino, loco Ponton, pon. Orazio de’ Belgrado ed a tram. casa delli figli ed eredi di Mattia Cremese e Belgrado —. La qual casa è pervenuta nella venditrice per vitalizio fatto con Marietta Micona Cremese di lei madre, come da contratto 20 ott. 1832, riconosciute le firme dal not. Paderni —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4817, 1405).
1836, ott. 22*Vedasi n. 1903.
1852*Appartiene a Giacomo Nonino (Competenze, II, f. 13v).
1905
1801 Nicolò Miconi (Nomenclatura, f. 71r).
1805, giu. 5*«— Il — co. Orazio Belgrado — di Udine — ha — allienato — alli sigg. Matia e Marieta Miconi iug. Cremesi — una fabbricheta e due porzioni di fabbriche — situate in borgo d’Aronco — assegnate a detto — co. Belgrado nella facoltà subordinata del q. Nicolò Micone —. E questo — fa — per il prezzo di d 200 —». Nella stima si specifica: «n. 3. Una caseta a pon. della descritta, di muri, coperta di coppi con fondi, che confina a lev. la casetta al n. 2, a mezz. la corticella, a pon. casa — di — Giuseppe Pontone ed a tram. androna —, tenuta ad affitto da Nicolò e Mariana iug. Ubervol» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4806, VI instr., 355, f. 525r — 529r).
1809 Mattia Cremese, falegname (Registro delli aloggi, f. 52v).
1812 Osteria “Al gattopardo” (Esercenti).
 *Gestione di Mattia Gramese (ibid.).
1823, nov. 13*Richiesta del capo del secondo quartiere G.B. Del Zuan alla congregazione municipale: «Dovendo dietro giornalieri reclami di questi cittadini domiciliati nel borgo di Mezzo e di Ronchi riportare a codesta congregazione facendogli conoscere essere indispensabile di apprendere n. 2 fanali di notte nella contrada che conduce al borgo di Mezzo, cosν detta Zoletti, nella crocera al n. 2006 casa Molinis e l’altro al n. 1905, cosν detta “cale longa del Cane”, quindi, per oviare ogni inconveniente e garantire i transitanti che colà passano —, supplica — per l’esaurimento» (A.S.U., C.A. I, 81/X, 4351 Pol. II).
1832, ott. 4 Marietta Cremese e figli vendono al barone Orazio Belgrado, per L 3560, «una casa composta di piϊ stanze in due piedi di fabricato, — situata — nel borgo di Ronchi, faciente parte del c.n. 1905 —; quale confina a lev. parte col borgo di Ronchi e parte restante casa di questa ragione, mezz. parimenti casa di questa ragione e parte — Marietta Miconi venditrice e parte Pontoni, a pon. Carlini Antonio ed a tram. parte la cale che mette in borgo di Mezzo e parte casette furono di questa ragione —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4817, 1356).
1833, apr. 19 La co. Margherita Antonini Belgrado vende a Lucia e Domenico Pugnali, per L 800, «una casetta eretta da muri, coperta di coppi, consistente in due stanze al pian terreno e due camere sopra, con corticella annessa, deritto d’ingresso e regresso per un sottoportico e corte a lev. di ragione della — venditrice; qual casetta, fondi e corte — fa parte del c.n. 1905 e confina a lev. con altra casa — della q. Marietta n. Miconi ved. Cremese e parte con corte di questa ragione, mediante muro di cinta compreso per quanto porta la corticella, a mezz. detta Marietta Miconi Cremese e parte Pontoni, a pon. Carlini Antoni ed a tram. Caligaris Lucca mediante spaltada di stangazzi divisoria la corticella e quella casetta, fa parte del n. 1159 del cattastro di Udine —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4817, 1397).
1833, nov. 11 Domenica Cremese Bolzicco e Antonia Cotola Iacolutti vendono a Teresa Bros, vedova Plaino, per austr. L 1028, la casa 1905, «ereta da muri, coperta di coppi, consistente in due stanze al piano terreno, camere sopra e granaro sopraposto, con fondi e — corticella per quanto porta li stilicido» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4818, 1453).
1833, nov. 14 Teresa ved. di Domenico Plain, domiciliata al n. 1905, «ha divisato di sostituire alle finestre di muro — quelle di pietra —». Il capomastro addetto ai lavori sarà Angelo Monaco. Il lavoro viene approvato con la condizione che «il portoncino sia alzato a livello del portone» (A.S.U., C.A. I, 206/I, 5171, Orn. II C, con dis.).
1852*È di Teresa Mondini Plaino, proprietaria anche del n. 1905 A; il 1905 B appartiene a Domenico Pugnali (Competenze, II, f. 13v).
1906
1801 Nicolò Miconi (Nomenclatura, f. 71v).
1805, giu. 5*«— Il — co. Orazio Belgrado — ha — allineato alli sigg. Matia e Marieta Miconi iug. Cremesi una fabbrichetta e due porzioni di fabbriche poste — in borgo d’Aronco — state assegnate al — co. Belgrado nella facoltà subordinata del q. Nicolò Micone — alla partita d’allibramento 4 marzo 1802 — e questo — fa — per il prezzo di d 200 —». All’atto è allegata la stima con l’inventario della casa «coperta di coppi, con fondi che confina a lev. la casetta al n. 2 ‹dell’inventario›, a mezz. la corticella, a pon. casa — di — Giuseppe Pontone ed a tram. androna tenuta ad affitto da Nicolò e Marianna iug. Ubervolt» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4806, VI instrom., 355, f. 525r — 529r).
1809 Mattia Cremese, falegname (Registro delli aloggi, f. 53v).
 *Inquilino il domestico Nicolò Sara (ibid.).
1812, ag. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 12 maggio, a pregiudizio di Maria Gremese, debitrice per L 20,63, asta di «una cucina a pian terreno al n. 1906, a pon. Luisa Calligaris, a lev. casa di questa ragione, ritenuto l’ingresso» (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 164).
1831, sett. 23 Maria ved. del fu Mattia Cremese e figli vendono a Francesco Pulito Padoan, per L 800 «una casetta eretta da muri, coperta di coppi, composta di due affittanze, consistente in due stanze al pian terreno e sollari superiori, — situate nel borgo d’Aronco coscritta sotto il c.n. 1906, — con pocca corticella —, confina a lev. con casa di questa ragione, pon. Calligaris Lucca, a tram. androna che conduce in borgo di Mezzo ed a mezz. corte di questa ragione —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4817, 1295).
1852*Appartiene a G.B. Padoano (Competenze, II, f. 13v).
1907
1801 Giuseppe Pontoni (Nomenclatura, f. 71v).
1809 Luca Calligaris, domestico (Registro delli aloggi, f. 53v).
1810, genn. 18 Giuseppe q. Domenico Pontone vende per L 700 a Luca q. Antonio Calligaris «una casetta di muro copperta di coppi con corticella a mezz. e murazzi scopperti, ove fu con piccola arra il tutto d’antica sua ragione — fra i n. 1907-1908; — confina a lev. — con casetta — n. 1907 ed — corticella delli — Cremese, a mezz. passalizio di — Cremese ed parte — Luigi q. Giacomo Pasini, a pon. — Pasini, ed a tram. l’androna che conduce al borgo — di Mezzo —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10295, 70)1.
1810, ag. 18*Denuncia della deputazione d’ornato al podestà di Udine per il «muro discoperto di ragione del sig. Giuseppe Pontone, esistente nella calle lunga, che da borgo de’ Ronchi conduce al borgo di Mezzo, in seguito al n. 1907, qual muro è molto fuori di piombo e dirocato» (A.S.U., C.N., 178/XIX Orn.).
1852*Appartiene a Luca Calligaris, proprietario anche del 1907 A (Competenze, II, f. 13v).
   
NOTE1Esiste un atto di compravendita del 16 magg. 1802 tra un figlio di Domenico Pontone e Luca Calligaris, «abitante da vari anni questa città, al servizio della — casa Deciani»; si tratta di una casetta in borgo de’ Ronchi per la descrizione della quale si fa riferimento a una stima di Bernardo Vicario (A.S.U., N., Giovanni Lorio, 10117, Prot. III, 170, f. 257v — 259r).
1908
1799, febbr. 16 «Nicolò q. Giovanni Micone — ha — venduto — alla sign. Rosa Vianelli, relitta del q. — Giacomo Pasini —, casa con corticella ed orto — nel borgo di Porta di Ronco nella contrada che conduce — al borgo di Mezzo; confina a lev. — Pontoni, — a mezz. fondi rimasto ad uso di transito a benefizio delle case situate a lev., a pon. parte — Giuseppe Pontone e parte Rio ed oltre — Micone ed a tram. contrada che conduce dalla Porta di Ronco al borgo — di Mezzo —. E questa vendita — ha fatta — pel prezzo di L 2173,18 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9979, XXXIX istr., f. 3810r — 3810v).
1801 Luigi Vianelli (Nomenclatura, f. 71v).
1809 Appartiene a Giuseppe Pontoni e al negoziante Luigi Pasini (Registro delli aloggi, f. 53v).
 *Nella parte del Pontoni abita l’industriante Marco Pippa e in quella del Pasini il falegname Francesco Cargnelutti (ibid.).
1812, apr. Vi era un postribolo (A.S.U., C.N., 211/I, 80, p. 5).
 *Gestione di Anna Dossi, con due meretrici (ibid.).
1825. lugl. 5 È di Antonio Carluti. Si tratta di casetta posta «traversalmente». Il proprietario inoltra domanda per rifomarla (A.S.U., C.A. I, 100, 3120 Orn. II C, con dis.).
1833, nov. 10 Antonio e Marietta Carlini, coniugi, vendono a Giuseppe q. Francesco Sbors per austr. L 3085,71 «casa costruita di muri nuovi e vecchi, coperta di coppi, con fondi di cortivo ed orto annessi coll’utilità di un ramo d’acqua sempre perenne, situata — nella — androna Longa che dal borgo Ronchi mette al borgo di Mezzo, coscritta col c.n. 1908 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10482, 9001).
1852*Appartiene agli eredi Hers, proprietari anche dei n. 1908 A e B (Competenze, II, f. 13v).
1909
1801 Antonio Michelutti (Nomenclatura, n. 71v).
1807, nov. 10*Il sig. Carlo q. Natale Bonanno si obbliga di acquistare dal r. demanio le case n. 1909-1910 già della fraterna dei Ss. Gervasio e Protasio (not. Antonio Lorio, Contratti dem.).
1809°Francesco Moretti, agrimensore (Registro delli aloggi, f. 53v)
 *Inquilini gli industrianti Francesco Simeoni e Giuseppe Vida (ibid.).
1852*Appartiene a Maria Giovanna Prodolutti, proprietaria anche dei n. 1909 A, B, C (Competenze, II, f. 13v).
1945 Distrutta da una bomba.
1910
1801 Francesco Moretti (Nomenclatura, f. 71v).
1809*Proprietà dell’agrimensore Francesco Moretti (Registro delli aloggi, f. 53v).
1837, dic. 17*«Con pubblico instr. di compravendita 17 apr. 1835 a rogiti del not. — Giovanni Zancani — il sig. Francesco — q. Natale Brovedani vendette — a — Martino del fu Sebastiano Del Bianco la terza parte del fabbricato ad uso dominicale situato in questa — città —, avendosi il venditore — riservato — il patto di recupera — nel — termine di anni tre. — Per effetto di verificare la — recupera —, Cecilia n. Stel. ved. di detto — Martino Del Bianco, Antonia Del Bianco maritata Codutti, Pietro e Marianna fratelli Del Bianco, — retrocedono al — sig. Francesco Brovedani — la terza parte del fabbricato, serve ad uso dominicale, posto in — borgo de’ Ronchi — n. 1910 —, composto di piϊ abitati e di tre piani, con la terza parte del cortivo ed orto chiuso di muro, era estraibile al vento di mezzodν, a cui confina a lev. il — borgo, mezz. parte li eredi della fu — Lucietta Moretti e parte la calle detta de’ Ronchi, pon. particolari diversi ed a tram. parimenti —. La — retrocessione viene fatta — verso la — somma di ven. L 2626 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10489, 11127).
1852*Appartiene a Francesco Brovedani (Competenze, II, f. 13v).
1876*Falegnameria di Antonio Piccini e noleggio di cavalli di G.B. Fracasso (COSMI-AVOGADRO, 93, 104).
1911
1778, giu. 27 I coo. mons. G.B. e Daniele Sarmede vendono a G.B. D’Odorico q. Andrea casa con corticella ed orto in borgo Ronchi, «il tutto confina a lev. — borgo, mezz. — Giacomo Moretti, pon. — monastero di S. Bernardino, a tram. — Giacomo Roiatto, ad essi — venduta — dalli sigg. rev. — Giuseppe e nipoti Orca con istr. 24 giugno 1774, — e questo per — d 648 L 5 s 13 1/2» (A.S.U., N., Antonio Cavassi, 9878, IV instr., 204, f. 304v — 306r).
1801 G.B. Cremese (Nomenclatura, f. 71v).
1809 G.B. D’Odorico, agente (Registro delli alloggi, f. 53v).
1847, lugl. 19*«— Maria, Catterina ed Andrea D’Odorico — vendono al sig. Giusto Politi — li cinque sesti di proprietà ch’essi — hanno sopra la casa — n . — 1911 con annessa corte ed orto —. Il prezzo — viene fissato in austr. L 6910,54 —» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/III, 1181).
1852, sett. 28 È di Andrea D’Odorico1 (A.S.U., C.A. I, 100/II Case e fabbricati, 3715 Orn. II C).
 *Il proprietario, che abita la casa, chiede ed ottiene di riformare il pian terreno (ibid.).
1852*Appartiene ad Andrea d’Odorico (Competenze, II, f. 13v)
1876*Laboratorio del cordaio Antonio Giusto (COSMI-AVOGADRO, 91).
   
NOTE1Per l’attività dell’orefice Andrea Odorico: PICCO, Negozi di oreficerie, 3; PICCO, Ricordi, 117.
1912
1801 Domenico Roiatti (Nomenclatura, f. 71v).
1809*Proprietà dell’agricoltore Domenico Roiatto (Registro delli aloggi, f. 53v).
1842, lugl. 11*Giovanni del fu Domenico Roiatti, proprietario della casa, chiede ed ottiene il permesso di riformare l’edificio (A.S.U., C.A. I, 342/1842/IV, 4284 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da «Osvaldo del Bianco».
1852*Appartiene ad Anna Roiatti (Competenze, II, f. 13v).
1913
1801 Francesco Mosolo (Nomenclatura, f. 71v).
1809*Proprietà del falegname Francesco Mosolo. Inquilina l’industriante Teresa Gravigi (Registro delli aloggi, f. 53v).
1815, lugl. 25*Il rev. G.B. Mosolo domanda di riformare la facciata della sua casa verso il borgo. Il progetto subisce alcune modifiche in sede della commissione d’ornato (A.S.U., C.N., 180, 6281 Orn., con dis.).
1820, lugl. 9 È di Osvaldo Broili; si costruisce un portone bugnato (A.S.U., C.A. I, 35/V, 2639 Orn. II C).
1833, lugl. 6*«— Osvaldo q. Pietro Broili e Teresa n. Mosolo di lui moglie — si costituiscono fideiussori e garanti a favore — del civico ospedale e della Casa degli esposti —, assoggettano a speciale ipoteca — casa parte per abitazione padronale e parte d’affitto con cortile ed orto, situata nel borgo di Ronchi alli c.n. 1913 e 1914 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10611, 4517).
1852*Appartiene a Osvaldo Broili (Competenze, II, f. 13v).
1876*Studio dei geometri Agostino e Nicolò Broili (COSMI-AVOGADRO, 96).
1883*Studio dell’ing. Giuseppe Broili1 (AVOGADRO, 146).
  Rimodernata.
   
NOTE1Per il Broili: MARINELLI, Aria e suolo, 28.
1914
1801 Francesco Mosolo (Nomenclatura, f. 71v).
1809*Proprietà di Francesco Mosolo. Inquilino il possidente Giacomo Lorio (Registro delli aloggi, f. 53v).
1833, lugl. 6*Vedasi n. 1913.
1952*Appartiene ad Osvaldo Broili (Competenze, II, f. 13v).
  Rimodernata insieme con la casa n. 1913 nella prima metà di questo secolo.
1915
1778, ag. 25*«Nominato io sottoscritto perito, con intimazione 25 ag. passato, per parte e nome di d. G.B. D’Odorico e contro li eredi del q. d. Bernardino Vicario a liquidare li miglioramenti e peggioramenti esistenti nella casa di ragione di essi eredi Vicario, situata in borgo di Ronchi di questa città, la quale fu affittata con locatione 28 genn. 1759 dal — q. Bernardino al rev. — Santo Cudella e da questo con locazione di sua mano 18 febraro 1771 subaffittata a — Catterina rel. q. Andrea D’Odorico; conferittomi pertanto in oggi al termine cadente — nell’antedetta casa, dove, presa in esame la citata locazione 1759 col grado a quella unito, con che le ricepute delli impianti riconsignati, avute anco le opportune informazioni da Battista Franzolino, fu affittuale precedente dalla predetta casa, e da Simon Ciano, ortolano, uomini ad hoc introdotti dal — D Odorico —, sono venuto — a stimare come segue». Segue la stima, che comprende anche l’orto (B.C.U., Pubblici periti, vacch. n. 79, f. 35v — 39r).
1790, sett. 20 Antonio q. Bernardino Vicario vende a Pietro Rosa e Barbara Gallici, coniugi, una casa in borgo Ronchi (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, I istr., 19, f. 18r — 18v).
1801 Pietro Rosa (Nomenclatura, f. 71v).
1809*Proprietà dell’industriante Pietro Rosa (Registro delli aloggi, f. 53v).
1811, ott. 10 «Vendita delli sigg. Pietro e Barbara iug. Rosa, Lucrezia e Giuseppe iug. Zilli al sig. Bernardo Fumagalli di — Udine di porzione di casa in Udine al n. 1915 per L 1500» (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10075, Rep. I, 240, f. 17r).
1813, febbr. 23*«Bernardo Fumagalli — vende — al — sig. Giuseppe Gottardi — una porzione di casa con cortivo ed orto e promiscue comodità — dell’acqua, sita — nel borgo di Ronchi, coscritta col c.n. 1915 — pervenuto — in esso — Fumagalli per vendita fattale dalli sigg. Pietro del fu Paolo e Barbara iug. Rosa col pubbl. instrom. 10 ott. 1811 a rogito del — not. — Domenico Prodolone —; qual porzione di casa confina a lev. strada pubblica, mezz. il sac. — G.B. e fratelli Mosoli, pon. Giuseppe Scaravetto, emfiteuta delli — Venerio ed a tram. parte lo stesso Scaravetto e parte restante casa delli — iug. Rosa. — La vendita — fatta viene pel prezzo — di L 4280 —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10327, 1128).
1832, genn. 20 Rosanna Zilli di Giuseppe vende a G.B. Pagavini casa in borgo Ronchi n. 1915, «che confina a lev. — borgo de’ Ronchi, mezz. Gottardi Giuseppe —, pon. e tram. Gerolamo ed Antonio fratelli Venerio —; questa — vendita — si fa pel prezzo — di austr. — L 1150» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10609, 4299).
1842, sett. 24 Gioseffa fu Giuseppe Gottardis Baldissera vende alla sign. Eleonora di Nicolò Rainis Borghese la casa n. 1915, già acquistata da Giuseppe Gottardis «col pubbl. instrum. 23 ott. 1813, atti Micheloni», da Giuseppe e Bernardo Fumagalli. Prezzo L 4825,41 (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4829, 4466).
1846, ott. 14*Giuseppe Borghese, «avendo divisato — di dare compimento colla stabilitura ed imbiancatura al prospetto esterno di porzione della sua casa sita — al c.n. 1915, vorrebbe in pari tempo costruire la cornice». La deputazione d’ornato esprime parere favorevole in merito (A.S.U., C.A. I, 406/1846/II, 6946 Orn. II C, con diss., di Valentino Driussi).
1852*Appartiene a Giuseppe Baldassare, proprietario anche dei n. 1915 A e B (Competenze, II, f. 13v).
1856, ott. 5*Giuseppe Borghese chiede ed ottiene il permesso di operare alcune modifiche nella facciata della casa 1915 B (A.S.U., C.A. I, 66, 7096 Orn. II C, con dis. firmato dal capomastro Giuseppe Del Bianco).
1916
 *A partire dal 1407 la casa risulta gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo, come attestano i rotoli che ne citano i fondamenti:
1407 Giuliana ved. di Domenico sarto, ovvero Francesco suo figlio (B.C.U., ms. F. XXV, f. 319r).
1418 Antonio del fu Mattiusso1 e Nicolò Malnevot da Pradamano (ibid.).
1446 Tomaso figlio di Nicolò Malnevot (B.C.U., ms. F. XXV, f. 320r).
1511 Nicolò Decano di Pradamano, genero di Tomaso (ibid.)
1550 Not. Antonio Meriano (B.C.U., ms. F. XXV, f. 320v).
1643 «— Dissero confinatori — che la casa — è di presente possessa ed abitata per — Scipione Gardellino, posta in Porta di Ronco, confina a sol levado col borgo, a mezo dν coll’istesso — Scipione, a sol a monte col monasterio di S. Bernardino ed ai monti coll’ecc. — Giovanni Antonio Toratto —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 319r).
1681 «La casa è possessa dal — co. ‹Giovanni della› Porta mediante Leonardo Tamburo inquilino» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 320v).
1743. febbr. 4*Dalle confinazioni operate sulle case soggette a livello per la fabbrica del duomo: «La — casa, di ragione dell’on. ser Girolamo Venerio, abitata da — Anna rel. q. Paolo Geatto, — confina a lev. la strada pubblica del borgo di porta de’ Ronchi, a mezz. casa — di ser Giuseppe Ongaro, abitata da Zuanne Stanino, portator di biave, a sol a monte il v. monastero di S. Bernardino et ali monti casa — del sig. Giorgio Toratto, tenuta ad affitto da Giacomo Pampolano q. Valentino —» (A.S.U., C.A. I, 89/20, partita n. 20).
1801 Giuseppe Scaravetto (Nomenclatura, f. 71v).
 *Affittuale Francesco Gori (ibid.).
1809 Girolamo e fratelli Venerio (Registro delli aloggi, f. 53v)
 *Inquilino l’industriante Giuseppe Scaravet (ibid.).
1809, nov. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 5 sett., a pregiudizio di Antonio Scarsello, debitore insolvente per L 23,88, asta senza esito della casa (A.S.U., C.N., 80, Asta).
1828, ag. 8*Girolamo e Antonio Venerio domandano di aprire una finestra nella loro casa al n. 1916, cui intendono anche applicare il cornicione. Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 148/X, 3332 Orn. II C, con dis.).
1832, apr. 2*Girolamo e Antonio Venerio presentano progetto di riforma per la casetta. La deputazione d’ornato rileva in proposito che «l’intera distribuzione della casa — toglie la possibilità di aprire due finestre nel mezzo dei piani superiori che ci vorrebbero per la medietà» e che «la piccolissima elevazione del secondo piano non può ammettere la costruzione della cornice senza l’alzamento del coperto. Questi ostacoli riescono tanto più potenti, in quanto che la casa è di poca considerazione. Tuttavolta, siccome la linda non viene toccata menomamente e siccome avvi realmente nella prospettata riforma un semplice miglioramento, la scrivente propone la di lei ammissibilità» alle solite condizioni (A.S.U., C.A. I, 193, 1374 Orn. II C, con dis., firmato da Leonardo Piva).
1852*Proprietà di Antonio Venerio (Competenze, II, f. 14v).
1876*Il fornaio Pietro Bertuzzi vi gestisce una rivendita di liquori. Vi abita il maestro di canto e pianoforte Antonio Traversari (COSMI-AVOGADRO, 99, 103, 120).
  Rimodernata nella prima metà di questo secolo.
   
NOTE1Questo personaggio dapprima nelle note per il 1420 e il 1440, viene citato dal documento come «Antonius q. Missutti» poi per il 1441 si dice: «domus quae fuerunt Antonii Mattiussi» e da quel momento sempre Mattiussi.
1917
1643*Proprietà di Giovanni Antonio Toratto. Vedasi n. 1916.
1743*Appartiene a Giorgio Toratto. Vedasi n. 1916.
1801 *** Torrato di Tarcento (Nomenclatura f. 71v).
1809*Proprietà di Antonio Torati. Inquilino il calzolaio Antonio Modonutto (Registro delli aloggi, f. 53v).
1816, ott. 29*«— Giuseppe e Zuanne fratelli q. Valentino Del Bianco agricoltore — rinunziano — alli sigg. Antonio e Pietro q. Bernardino Zucchiatti — una fabrica di muro, coperta di coppi, composta da tre stanze comprese nella casa posta in — borgo di Mezzo al c.n. 1917; qual fabrica con aderente porzione di cortivoconfina a lev. con l’orto del seminario, fu del sopresso monastero di S. Bernardino, mezz. con cortivo promisquo fra Santo Cremese e Giuseppe fratelli q. Andrea Cremese, pon. li stessi Cremese, ingresso sino al borgo e casa della congregazione di Carità, rappresentante lo stabilimento — delle Convertite, ed a tram. Cecilia Antoni —. Questa cessione — si fa pel prezzo — di it. — L 693,174 — (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10598, 2002).
1852*Appartiene a Luigi Michelese (Competenze, II, f. 14v).
1853, magg. 18°°Vedasi n. 1918.
1918
 *Le case 1918 e 1919 sono citate nella descrizione dei confini della casa n. 1920. Delle due la prima a comparire è la n. 1918, mentre la seconda compare solo nel 1743.
1643 Era delle sorelle Billia. Vedasi n. 1920.
1795, apr. I Michieli di Campolongo hanno casa anche in Udine presso le madri Cappuccine (A. della FORZA, Diario, 232).
1801 Co. Carlo Michieli e fratelli di Campolongo (Nomenclatura, f. 71v).
1809*La casa appartiene a Carlo Michieli. Vi abitano la lavandaia Sabbata Narduzzi, il gastaldo Francesco Rizzi e Francesco Maseri (Registro delli aloggi, f. 53v).
1812 Osteria “Alla Bianca” (Esercenti).
 *Gestione di Francesco Rizzi (ibid.).
1813, giu. 18*Francesco Rizzi, domiciliato al c. n. 1918, chiede il permesso di «ingrandire una porta» (A.S.U., C.N., 180).
1814, dic. 18 «Il — co. Luigi del fu co. Antonio Michieli di Campolongo per sé — e come procuratore del — co. abate — Vincenzo di lui fratello —, vende — al — sig. Cristofolo Masetti — una casa — di detti — coo. Michieli sita — nel borgo di Ronchi — n. 1918 e con suoi fondi, cioè cortivo, orto, stalla e rimessa; il tutto — confina a lev. il — borgo de’ Ronchi, mezz. restante casa delli — coo. venditori e parte il sig. Antonio Toratti, pon. parte il sig. Giacomo Modesti e parte mons. Luigi can. Pavona ed a tram. il fu — monastero di S. Bernardino, ora rappresentato da questo — seminario —, pel prezzo — di it. L 8000 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10433, 355).
1852*È di Francesco Michieli. Il n. 1918 A appartiene a Cristoforo Masetti (Competenze, II, f. 14v).
1853, magg. 18*Antonio Rieppi, «avendo divisato — di riformare la sua casa sitta in — borgo Ronchi, marcata al c. n. 1918, si pregia rassegnare i tipi in duplo formati dal confinante Michelesio». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. II, 66/1853, 3382 Orn. II C, con dis., firmato da F. Nardini).
1883*Studio del geometra Nicolò Broili (AVOGADRO, 146).
1938 Convitto Sacro Cuore.
1945 Distrutta da una bomba.
   
BIBLIOGRAFIA Per la fedelissima città, 60-62.
1919
1743*L’edificio1 è citato nella descrizione dei confini della casa n. 1920, dove viene ricordato come proprietà delle Cappuccine, abitata da Battista Modinuzzo, ortolano delle stesse (B.C.U., ms. F. XXI, f. 9v — 10r).
1801 Rr. mm. Cappuccine (Nomenclatura, f. 71v).
 *«Abita il loro confessore» (ibid.).
1809*Proprietà del monastero delle Cappuccine. Inquilino il confessore delle stesse (Registro delli aloggi, f. 54v).
1811, magg. 31 Il demanio vende a Fabio Tavellio2, orefice, la casa di abitazione del confessore del monastero delle Cappuccine, n. 1919, per L 1257. Confina a lev. borgo Ronchi, mezz. Michieli di Campolongo, pon. Pavona, tram. canonico Luigi Pavona (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10423, 435).
1811, ag. 20 Fabio Tavellio la vende a Giacomo Modesti per L 1709. Era stato delle Cappuccine (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10296, 181).
1828, magg. 7 Giacomo — fu G.B. Modesti la vende per L 3000 alla co. Enrica q. Alessandro Manin, moglie del q. Enrico di Zucco. Confina a lev. borgo, mezz. Cristoforo Masetti, pon. e tram. rev. canonico Luigi Pavona (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10634).
1852*Appartiene a Enrico di Zucco (Competenze, II, f. 14v).
   
NOTE1Nel ms. della Porta è inserita anche una notizia del 1643 che l’autore ripete per la casa n. 1920, dove trova più opportuna collocazione in rapporto alle notizie precedenti e posteriori.
 2Per questo orefice, vedasi n. 783.
1920
 *A partire dal 1407 la casa appare gravata da un livello a favore della cattedrale udinese, come attestano i rotoli della fabbriceria che ne citano i fondamenti:
1407 «Marcus et Dominicus fratres filii q. Pascholi de Tavagnacco habitantes in Porta Ronzi solvunt — super una domo murata et tegulis cohoperta, sita in dicto burgo iuxta Sabadinum del Cleri, iuxta Pirizollam et viam publicam — libras duas olei —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 314r).
1466 «Zuan caligaro — q. Marco murador» (ibid.).
1511 «Zuan Antonio Morisut, in loco d’Antonio Drin di Lauzacco, paga — olio lb 2» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 314r — 314v).
1555 «Domenico di Zuan Antonio Morisuto paga — oio lb 2» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 314v).
1593 «Ora paga Agostin Venerutto — barbiere» (ibid.).
1603 Ottaviano Venerutto q. Agostino (ibid.).
1624 «Paga di presente Zuan Maria Misino osto in Porta di Ronco, possessor di detta casa» (ibid.).
1643 «La casa è di — Giovanni Maria Misulino, posta in Villafredda, confina a sol levado col borgo, a mezo dν colle sign. Billie, a sol a monte col monastero di S. Bernardino ed ai monti coi sigg. Frattina» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 314r).
1690 «M. Leonardo Del Frate, muraro», quale erede della moglie Maria Masulina1 (B.C.U., ms. F. XXV, f. 315r).
1703 Francesco Cassino (ibid.).
1743 «La casa — è — del — can. Paolo Locatelli rifformata da l’altro — can. Paolo Locatelli zio, qual confina a lev. — borgo, a mezzodν parte con casa Billia, ora — del sig. Leonardo e nipoti Michieli e parte con case delle rr. Capucine, abitata al presente da Battista Medinuzzo, ortolano di dette rr.mm., sol a monte il — monastero di S. Bernardino et alle monti piazzetta ridota dalli sigg. Cassini colla distruzione di muri che esistevano dirimpetto all’abitazione stessa —» (A.S.U., C.A., 89/20, partita 19).
1784, apr. 25*«— Il — co. — Giuseppe di Montegnaco — ha — a livello francabile concesso — alli sigg. — Giuseppe e Nicolò fratelli Chiarotini di Codroipo — una casa — di muri coperta di copi — con sitto, corte ed orto, situata — nel borgo de Ronchi dirimpetto al — monastero delle — mm. Capuccine, acquistata dal — co. di Montegnacco con instr. 2 ott. 1777 —, appar per mano del sig. Gregorio Mincioti not. — in Goriz, dalli nobb. — Francesco e fratelli q. Carlo Locatelli — di S. Daniele — e questo per il — prezzo — di d 9500 — » (A.S.U., N., G.B. Peruzzi, 8922, VI instr., 149, f. 182v — 185v). Vi è allegata una nota di spesa di restauro redatta da G.B. Pedoni per il co. Giuseppe di Montegnacco (f. 183v — 184v). A questa si aggiunge, ad opera di Giuseppe di Montegnacco, una «nota dei mobili comprati dall’ill.ma sign. Elisabetta rel. q. nob. sig. G.B. Brancaleoni e che esistono nella mia casa in borgo di Ronco in questa città» riportante la data del 24 aprile 1784 (f. 184v — 185r). Segue, in data 16 sett. 1778, l’«inventario de’ mobbili — del — rev.mo co. don Giuseppe di Montegnaco che restano in custodia del nob. — Giovanni Brancaleoni di questa città —» (f. 185r — 185v).
1801 Mons. canonico Luigi q. Girolamo Pavona (Nomenclatura, f. 71v).
1809*Proprietà del canonico mons. Luigi Pavona. Inquilina l’industriante Orsola Zillio (Registro delli aloggi, f. 53v).
1852*Appartiene ai fratelli Zambelli (Competenze, II, f. 14v).
1876*Ambulatorio del veterinario Giuseppe Albenga (COSMI-AVOGADRO, 102).
   
NOTE1Una proprietà Masolini di fronte al convento delle Cappuccine è attestata ancora il 2 giugno 1702: «— Giuseppe e Simon — Masolini q. Girolamo di Grions del Torre — vendono — una casa — situata in — contrada di Porta di Roncho dirimpeto questo monasterio, con corticella, descritta coi suoi confini nella perticatione e stima del sig. Lorenzo Prodolone pubbl. per. —. E ciò per lo prezzo di d 91 L I s 16 —» (A.S.U., N., Girolamo Dell’Oste, 7907, VIII instr., f. 232v — 233v).
1921
1799, lugl. 11°I coo. Francesco e G.B. Cassini vendono la casa ai coo. Camucio1.
1801 Coo. Carlo e fratelli Camucio (Nomenclatura, f. 71v).
 *Affittuale certo Giovanni Battista, «cuoco dell’arcivescovo» (ibid.).
1809*L’edificio appartiene a Carlo Camucio. Vi abita il cuoco Francesco Casati (Registro delli aloggi, f. 53v).
1841, ag. 14 Laura Cristina ed Elisabetta del fu co. Carlo Camucio vendono al seminario le case 1921-1922 per L 12521,72. Confinano a lev. eredi Pavona e nob. Zucchi, mezz. il — seminario, pon. piazzetta del seminario ed a tram. strada pubblica conduce al borgo di Ronchi (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10500, 14274).
1852*Proprietà dell’arcivescovo di Udine (Competenze, II, f. 14v).
1868, lugl. 23 Il demanio mette all’asta i n. 1920, 1921, 1922 al mapp. n. 2164, sul piazzale dei Cappuccini già del seminario (“Giornale di Udine”, 3, CLXI, 23 lugl. 1868, 4).
1883*Vi abita il calligrafo Carlo Ferro (AVOGADRO, 139).
  Rimodernata nella prima metà di questo secolo.
   
NOTE1Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte.
   
BIBLIOGRAFIA DAMIANI, Arte... Il Liberty, 214; Per la fedelissima città, 60-62.
1922
1801 Co. Carlo e fratelli Camucio (Nomenclatura, f. 71v).
 *Affittuale Francesco Cargneluti (ibid.).
1809*L’edificio appartiene a Carlo Camucio (Registro delli aloggi, f. 53v).
1852*Proprietà dell’arcivescovo d’Udine (Competenze, II, f. 14v).
Chiesa di S. Bernardino
  Costruita insieme al monastero.
1667, ag. 29*«Gl’ill.mi sigg. Antonio Marchettani, co. Horatio Manino, Marc’Antonio Stainero et Pietro Bertholi de’ sette sigg. deputati della città di Udine — hanno — a nome di questa — città — per nove anni p.v. — in ragion di semplice affitto locato — al co. Giovanni Francesco Corbello kavalier — accettante — a nome delle — monache — di S. Bernardino — la casetta e l’horticello contiguo — appresso la chiesa del — monasterio —» (A.S.U., C.R.S., 572, plico istr.).
1759, sett. 22*Pianta del pavimento della chiesa di S. Bernardino (B.C.U., A.C.A., ms. NN.XI, c.166v f. 66).
1826°°Pianta di Valentino Presani (M.C.U., sch. 869).
1945, febbr. 20 La chiesa ed il seminario sono colpiti da bombe.
1950 Il seminario viene in parte riformato e la chiesa restaurata.
  Su l’angolo di via di Mezzo esiste un tabernacolo.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 131v — 133v RAIMONDI, Gioia preziosa, p. 17-19.
   
BIBLIOGRAFIA BALDISSERA, Chiesa cattolica, 91; BRUSSICH, Contributo, 30-31; CAVALCASELLE, La pittura, 231; DE PIERO, Antiche parrocchie, 64; ERMACORA, Guida, 116; di MANIAGO, Guida, 41; Monografia sopra S. Bernardino, 9-71; PALLADIO degli OLIVI-CAIMO DRAGONI, Cronache, 24; [POJANI], Memorie...Aquileia, 36-37; de RENALDIS, Della pittura, 78, 80; RIZZI, Gli affreschi trecenteschi, 1-5;RIZZI, Profilo...Dalla preistoria, 68; RIZZI, Storia...Il Seicento, 60; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 9; 3 (1937), 10; Il Seminario di Udine, 404-418; TENTORI, Udine, 299-300; VALE, Contributo, 62-63; VALENTINIS, Udine antica, 18.
   
ICONOGRAFIA GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, n. 19; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 54; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 44; MURERO, Udine metropoli, n. 19; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 39.
1923 Monastero di San Bernardino poi Seminario arcivescovile
1517, febbr. 18 Testamento di Giacomo Rainerotti. Dispone che, in caso di morte del figlio ed erede Giovanni, nelle sue case sia fondato un monastero di S. Bernardino: «— de-beat — in loco habitationis dicti testatoris construi unum monasterium monialium observantium sub titulo — S. Bernardini ordinis S. Francisci, in quo monasterio debeant tot collocari et teneri puellę cives — de Utino, natę honesto et civili loco, quot vivere et sustentari commode possint cum introitibus et bonis dicti testatoris —. Actum — in pertinentia burgi Aquileię versus Portam Ronchi, in camera domus habitationis dicti testatoris —» (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5459, Testamenta 1505-1535, f. 135v — 136r).
1520, febbr. 24*«— Legum doctor d. Franciscus de Maninis —, tanquam tutor Ioannis pupilli, nepotis sui ex sorore, uti filii et hęredis q. nob. ser Iacomini de Raynarottis de Utino, in exequutionem sententię latę per — iudicium d. capitanei terrę Utini — in favorem infrascriptę d. Cecilię et contra pręfatum pupillum — pro ducatis trecentis et quinquaginta debitis d. Cecilię, uxori nob. ser Nicolai de Toppo —, tradidit — ser Nicolao de Toppo — quendam affictum ducatorum decem septem cum dimidio, solvi debitum — per Leonardum de Toppo, inquilinum domorum habitationis dicti q. ser Iacomini, sitarum Utini in Porta Ronchi, et colonum braydę contiguę et coherentis eisdem domibus —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. istr. 1487-1533, sub anno, f. 24r — 24v).
1521°Muore Giovanni Rainerotti1.
1521, nov. 14 Il comune compera da Valentino del fu Andrea da Los per il monastero di S. Bernardino «unam domum muratam, soleratam cuppisque coopertam cum curia et horto contiguis, sitam Utini in Villa Frigida, iuxta nob. ser Iacobinum Raynirotum —, iuxta ortum heredum q. d. Ioannis Francisci Filitini de Utino, iuxta viam publicam, ac iuxta dicte curie domus —» (Annales, XLIV, f. 44r — 45r).
1522 Fondazione del monastero di S. Bernardino nelle case furono dei Rainerotti.
1525, nov. 6°Prendono possesso del monastero undici monache di S. Chiara di Venezia, francescane Osservanti.
1801*Monastero di S. Bernardino (Nomenclatura, f. 71v).
1808, ag. 28 Il governo concede al seminario i locali dell’ex monastero di S. Domenico (vedasi n. 692).
1809*Convento di S. Bernardino (Registro delli aloggi, f. 53v).
1809*Dalla Relazione sulle attività della comune di Udine derivanti sopra capitali di case e campi, capitali, livelli e canoni e diritti diversi redata per corredo del quadro attività, n. 1: «È una piccola casetta con adiacenze di fondi ad uso d’orto e cortivi, che serve d’abitazione. È affittata nel 1760 con locazione 4 lugl., rinovativa d’altra delli 29 ag. 1667, al monastero di S. Bernardino. L’affitto annuale per italiche L 14,84. Eguale era quello anteriore alla renovativa 1760. L’affittanza dovea esser operativa per un novennio incominciando li 9 giugno 1760 e compito li 8 giugno 1760. Intendendosi questa riconfermata d’anno in anno, finirà li 8 giugno 1809. Rinnovandosi la locazione o al detto monastero o a qualche altro concorrente per via d’asta, può presumersi un aumento d’affitto. La sua situazione è lontana dal centro ed in luogo rimoto; difficile quindi si considera la vendita per l’importo a cui fu valutata. Altro motivo concorre a difficoltarla ed è la servitϊ a cui sono soggetti li fondi per il transito su di essi per recarsi al monastero ed alla sua chiesa. Aggiungasi che per viste di polizia e di religione a nessun meglio potrebbero convenire li accennati terreni e casa, quanto al monastero medesimo, per cui servono attualmente». Il complesso viene valutato L 7260, 24 (A.S.U., C.A. I, 1/Attività e passività...Case e fabbricati, n. 1).
1810, apr. 25 Decreto di soppressione del monastero (Bollettino delle leggi del Regno d’Italia, n. 77, p. 264-267).
1819, giu. 6*Tra le proprietà delle «corporazioni» devolute alla r. cassa di ammortizzazione è citata anche quella del convento di S. Bernardino (A.S.U., C.N., 79/XXV, Demanio).
1811, giu. 26 L’arcivescovo cede in permuta al demanio il monastero di S. Domenico, ricevendo in cambio il monastero di S. Bernardino, per uso del seminario (vedasi n. 692).
1824, ott. 21*Il capo del secondo quartiere vi segnala l’esistenza di un pozzo scoperto (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
1830-1834 Il vescovo Emanuele Lodi riduce le fabbriche dell’ex monastero.
1837, ag. 28*Comunicazione della deputazione comunale d’ornato alla congregazione municipale: «Fintantoché la costruzione del nuovo seminario limitavasi alla parte interna, la presente non era obbligata ad esercitare le mansioni del proprio istituto, — ma ora che li lavori esterni vanno a gran passi avanzando —» si sente in dovere di muovere le critiche e lamentare la mancanza di presentazione preventiva del progetto.
  Chiamato in causa, il 1 sett. il vescovo E. Lodi risponde alla congregazione municipale: «— Mi ritengo dispensato dall’esibire alla commissione d’ornato li dissegni di quella porzione di fabbrica del seminario che riesce sulla pubblica via e ciò perché furono già visti ed approvati dagli aulici dicasteri, da S.A.I. l’arciduca viceré, dall’eccelso governo e dalla r. delegazione provinciale. Il presentare — alla — commissione — gli anzidetti dissegni sarebbe — lo stesso, che assoggettare a giudizio di un tribunale di prima istanza ciò che fosse di già decretato dall’appello —. Finalmente — è giunta troppo tardi —» (A.S.U., C.A. I, 269/III, 5112 Orn. II C).
1852*Seminario d’Udine (Competenze, II, f. 14v).
1866, ott. 8 Relazione dell’ingegnere municipale G.B. Locatelli sul sopralluogo. Vi è allegato il preventivo della spesa per il restauro, redatto in data 19 nov. 1866 (A.S.U., C.A. II, 76/Compensi al seminario vescovile per l’occupazione militare).
1866, ott. 8 L’ingegnere municipale alla giunta municipale della città di Udine: «Dovendosi per urgenza occupare per la r. truppa lo stabilimento seminario arcivescovile in contrada dei Missionari e borgo di Mezzo, alli c.n. 1923, 1923 A, si è quest’oggi trasferito sopra luogo il sottoscritto ingegnere municipale per ordine vocale del municipio, onde col concorso del vice rettore sig. Antonio sac. Antivari ricevere in consegna lo stabilimento suddetto. La consegna si riferisce ai locali tutti, meno la chiesa coi cori, l’ala aderente serve per biblioteca, i fabbricati a levante per cantina, legnaia e granai e l’orto —». Segue la descrizione (A.S.U., C.A. II, 76, 1056/XI).
   
NOTE1Senza indicazione di fonte nel ms. della Porta. Si può ragionevolmente supporre che le notizie riportate dal della Porta senza citazione di fonte siano desunte dalle numerose opere sulla storia del seminario arcivescovile e dai mss. B.C.U. 1328 e 1329.
   
STUDI INEDITI Dell’origine, fondazione, assistenza, tutela, provvidenza e governo temporale del monastero delle rr. monache di S. Bernardino della magnifica città di Udine commissario rappresentante la persona del nob. q. Giacomino Rainerotti fondator del medesimo, B.A.U., ms. 367; FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 132r — 133v; RAIMONDI, Gioia preziosa, p. 17-19.
   
BIBLIOGRAFIA AMASEI, Diarii, 295; AVOGADRO, Guida, 131; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 257; BIASUTTI, Padre Luigi, 24, 47-48, 93, 147, 161; BRAGATO, Guida, 78; BRUSSICH, Contributo, 30-31; CAVALCASELLE, La pittura, 231; CICONI, Udine illustrata, 470; COLA, Cento anni, 56; L. DAMIANI, Arte... Il Novecento, 257; DE PIERO, Antiche parrocchie, 64; ERMACORA, Guida, 116; JOPPI, Biblioteche ed archivi, 245-246; di MANIAGO, Guida, 41; MISANI, Istituti scolastici, 262, 263; Monografia sopra S. Bernardino, 9-71; PALLADIO degli OLIVI-CAIMO DRAGONI, Cronache, 24; PASCHINI, Eresia e riforma cattolica; Per la fedelissima città, 62; [POJANI], Memorie storiche della parrocchiale di via Aquileia, 36-37; POJANI, Il seminario; Programma del ginnasio... 1854; Programma del ginnasio... 1855; Regolamento disciplinare; RIZZI, Gli affreschi trecenteschi, 1-5; RIZZI, Profilo... Dalla preistoria, 68; RIZZI, Storia... Il Seicento, 60; de RUBEIS, Catalogo, 3 (1937), 10; Il seminario di Udine. Cenni storici pubblicati nel terzo centenario della fondazione; TENTORI, Udine, 299-300; VALENTINIS, Udine antica, 18.
   
ICONOGRAFIA GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 54; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 44; MURERO, Udine metropoli, n. 19; RASICOTT1, Veduta prospettica; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 39.
1924
1801 Rr. mm. di S. Bernardino (Nomenclatura, f. 72v).
 *Vi abita Giuseppe Pianta, ortolano del convento (ibid.).
1809*Proprietà del monastero di S. Bernardino. Inquilini l’ortolano Giuseppe Pianta e Bortolo Tommasone (Registro delli aloggi, f. 54v).
1829, genn. 29*«— Mons. Emmanuele Lodi vescovo di Udine —, fece chiamare me notaio — e m’incaricò a stendere il presente rogito in vigor del quale il medesimo — mons. Lodi, in presenza delli testimoni —, dichiara e stipula a termini degli articoli seguenti:
  1. Produce — mons. — vescovo Lodi, perché abbiano sempre ad essere custoditi tra le mie notarili matrici i documenti e titolo di acquisto della casa e fondi in Udine al c.n. 1924 —, contrada dei pp. Missionari, attigua al seminario vescovile nel recinto del fu monastero di S. Bernardino, fu di ragione della congregazione municipale della r. città d’Udine, e confina a lev. la ven. chiesa e locale del fu monastero di S. Bernardino con finestre e porte in servitù passiva e servitϊ di stillicidi, mezz. fabbrica — del detto seminario con porte e finestre in servitù in parte di muri di cinta lasciati, pon. e tram. strada e piazza, i quali titoli e documenti — consistono nelli segueni inserti:
  A) contratto deffinitivo 19 dic. 1828 —;
  B) processo verbale di asta e delibera 20. nov. 1827 —;
  C) relazione di stima n. 2267, 4 sett. 1826 dell’ing. — Clocchiatti —;
  D) nota della congregazione municipale di Udine 31 ott. 1828, n. 4485 con appiedi copia dell’approvativo decreto dell’eccelso i. r. governo di Venezia, 4 ott. stesso, n. 36756/4676 —.
  2. Lo stesso — vescovo — dichiara di aver fatto l’acquisto di essa casa e fondi constante dalli depositi documenti A, B, C, D — per conto — di questo — vescovile seminario d’Udine, cui appartiene in conseguenza ogni diritto di proprietà —.
  3. Parimenti dichiara — mons. Lodi — di essere stato rimborsato per conto del seminario vescovile — completamente sν delle austr. — L 2285 del prezzo di acquisto, il di cui pagamento consta da lui fatto le bollette di cassa comunale n. 470 del dν 21. nov. 1827 e n. 733 del 3. dic. 1828 —.
  4. Di conseguenza — il — vescovo di Udine — autorizza il — rettore attuale — rev. G.B. Spangaro a far intavolare ed iscrivere per conto del seminario vescovile ad ogni competente r. offizio il presente atto e cosν pure a far seguire la censuaria voltura —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10554, 3182 con allegati).
1925
1801 Giuseppe Pontone (Nomenclatura, f. 72v).
1809 Antonino Antonini, possidente (Registro delli aloggi, f. 53v).
 *Inquilino l’agricoltore Antonio Pontone (ibid.).
1852*Proprietà di Antonio Pontoni (Competenze, II, f. 14v).
1856, apr. 17*«Pietro Pascoli, proprietario della casetta in borgo di Mezzo al — n. 1925, è nel divisamento di demolirla totalmente per passare alla costruzione di una fabbrica —. Per togliere la bruttura che fa l’angolo rientrante fra la proprietà — e la casa del confinante Cremese G.B., egli proporrebbe di condurre una retta dall’angolo stesso fino al muro del seminario arcivescovile —». In sostanza chiede di utilizzare un piccolo tratto di fondo stradale. La congregazione municipale tuttavia non glielo concede, perché «in questo sito la strada non abbonda in larghezza e per l’allineamento delle case e toglimento della sporgenza al n. 1926 sarà poi opportuno di obbligare il proprietario ad allinearsi in ritiro quando domanderà la riforma» (A.S.U., C.A. II, 66/1856, 2641 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Pietro Bossi; parere dell’ing. G.B. Locatelli).
1876*Falegnameria di Francesco Pascoli (COSMI-AVOGADRO, 93).
1926
1801 Nicolò Cremese e Francesco Fusaro (Nomenclatura, f. 72v).
1852*Proprietà degli agricoltori Giuseppe e fratelli Cremese. Inquilino l’agricoltore Giuseppe Fusaro (Registro delli aloggi, f. 54v).
1852*Appartiene a G.B. Gramese (Competenze, II, f. 14v).
1856, apr. 17*Vedasi n. 1925.
1938 I n. 1926-1927-1928 oggi formano una casa sola.
1927
1801 Domenico Cremese (Nomenclatura, f. 72v).
1807, ag. 17 Giuseppe «carer» e Giovanni agricoltore q. Valentino Del Bianco vendono a Giuseppe q. Andrea Cremese «una caseta costruta di muri, coperta di coppi, con suo fondi —, situata in borgo di Mezzo —, che confina a lev. li venditori Del Bianco, a mezz. Pietro Cuchino di Caprileis, a pon. il borgo di Mezzo ed a tram. l’acquirente —. E questo — fanno — per il pezzo — di — venete L 1883 s 12 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4806, 379).
1809 Giuseppe e fratelli Zucchini, agricoltori (Registro delli aloggi, f. 53v).
 *Nell’edificio abitano il macellaio Antonio Toffolo, l’agricoltore Giuseppe Cremese, il calderaio Pietro Pelegrini e il sarto Domenico Comelli (ibid.).
1823, dic. 11 «Domenico del fu Andrea Cremese — cede — al — dott. ‹G.B. q. Alessandro› Mazzaroli — una casetta — nel borgo di Mezzo, eretta da muri, coperta di coppi, con fondi e cortivo — n. 1927, consistente in una cucina al piano, camera sopra, e grannaro sotto i coppi, era tenuta ad affitto da Nicolò Susino, fra li confini a lev. Del Bianco, mezz. e tram. questa ragione ed a pon. il borgo. Il prezzo — resta — stabilito — nella somma di it. L 900 pari ad austr. L 1034,48 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clocchiati, 4815, 950).
1827, lugl. 10 G.B. Mazzaroli vende la casa n. 1827 per L 1034,48 ad Angela ved. del fu G.B. Clochiatti (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 635, 1801).
1831, magg. 21 Santo q. Antonio Iacolutti vende a Angela Foschiani Clochiatti casa n. 1927 per austr. L. 1142.85 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10477, 7783).
1852*L’edificio è diviso tra diversi proprietari: Domenico Chicchio: 1927, 1927 A I; Pia casa delle Convertite: 1927 A; Giuseppe Clocchiatti: 1927 B e C; Giuseppe e Nicolò Gremese: 1927 D (Competenze, II, f. 14v).
1876*Bottega del calzolaio Angelo Livotti (COSMI-AVOGADRO, 88).
1938*Vedasi n. 1926.
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese... 1913, 49.
1928
1801 Pietro Cucchini (Nomenclatura, f. 72v).
 *Affittuale Francesco Battaino (ibid.).
1809*Proprietà del mugnaio Pietro Cucigni. Inquilino il calzolaio Valentino Danelone (Registro delli aloggi, f. 53v).
1825, ag. 23 Anna ved. di Giorgio Cucchini e figli vendono a Rosa Del Frate, moglie di G.B. Spezzotti, la casa 1928 «con cortivo ed orticello» per austr. L 560. «Confina a lev. — il seminario vescovile —, mezz. Domenico q. Antonio Cuchino, pon. il borgo di Mezzo ed a tram. casa degl’eredi — Domenico Cremese, detto Slapagni —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10464, 4529).
1852*Appartiene a Rosa Spezzotti (Competenze, II, f. 14v).
1876*Laboratorio del tornitore Luigi Lodolo (COSMI-AVOGADRO, 116).
1938*Vedasi n. 1927.
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese... 1913, 49.
1929
1801 Pietro Cucchini (Nomenclatura, f. 72v).
 *Affittuale Francesco Lodolo (ibid.).
1809*Proprietà di Pietro Cucigni. Inquilino l’agricoltore Francesco Lodolo (Registro delli aloggi, f. 53v).
1852*Appartiene ai fratelli Cucchini (Competenze, II, f. 14v).
1876*Falegnameria di Valentino Blasoni (COSMI-AVOGADRO, 93).
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese... 1913, 49.
1930
1801 Giuseppe Calligaris (Nomenclatura, f. 72v).
1809 Proprietà degli eredi di Nicolò Valentinis, possidenti (Registro delli aloggi, f. 53v).
 *Inquilino l’agricoltore Giuseppe Calegaris (ibid.).
1830, lugl. 2*Giuseppe Calligaris «precettato — alla sospensione dei lavori nella propria casa d’abitazione — n. 1930 borgo di Mezzo —, consistenti nell’erezione d’un camino e chiusura di metà della porta d’ingresso, stantecché ritrovasi di eccedente larghezza, implora — di poter ultimare li lavori —» (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 3242 Orn. II C, con dis.).
1852*Luigi Calligaris, proprietario anche del n. 1930 I; Teresa Chieu, proprietaria del n. 1930 II (Competenze, II, f. 14v).
1931
1801 Co. Tomaso Mattioli (Nomenclatura, f. 72v).
 *Affittuale Antonio Frossi (ibid.).
1809*Proprietà di Tommaso Mattioli. Nella casa abita il facchino Antonio Fros (Registro delli aloggi, f. 53v).
1845, lugl. 10°Nicolò fu Feliciano Agricola vende al seminario due casette n. 1931-1932 per austr. L 3600 (not. Giacomo Someda).
1852*Alessandro Mattioli (Competenze, II, f. 14v).
1868, lugl. 8°Il demanio «per effetto delle leggi 7 luglio 1866, n. 3036 e 30 agosto 1867, n. 3848» mette all’asta la casa n. 1931 (“Giornale di Udine”, 3, CLXI, 8 lugl. 1868, 4).
1876*Laboratorio del cordaio Antonio Leonardo (COSMI-AVOGADRO, 91).
1938 Casa antica di due piani di tre finestre. Portone ad arco schiacciato.
1932
1801 Co. Tomaso Mattipli (Nomenclatura, f. 72v).
 *Affittuale Menega Franzolini (ibid.).
1809*L’edificio appartiene a Tommaso Mattioli. Vi abitano l’industriante Mattia Comelli e il ciabattino Giuseppe Venturini (Registro delli aloggi, f. 53v).
1831, febbr. 5*Comunicazione del commissario agli incendi indirizzata alla congregazione municipale: «Verso le ore 4 antimeridiane di quest’oggi, in borgo di Mezzo, nella casa coscritta al n. 1932, di proprietà del nob. Vittorio Mattioli ed abitata da Domenica Messaglio, di condizione villica, scopiò un incendio in una stanza in primo piano» adibita a fienile (A.S.U., C.A. I, 182/III, 2 Incendi).
1845, lugl. 10 Vedasi n. 1931.
1852*Proprietà di Alessandro Mattioli (Competenze, II, f. 14v).
1906 Fu in parte abbattuta per l’apertura della via Alfieri.
1933
1801 Co. Girolamo Codroipo (Nomenclatura, f. 72v).
 *Affittuale Domenico Omenetti (ibid.).
1809 Domenico Cosant, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 53v).
1852*Proprietà di Domenico Omenetto (Competenze, II, f. 14v).
1934
1801 Co. Girolamo Codroipo (Nomenclatura, f. 72v).
 *Affittuale Lorenzo Borghese (ibid.).
1809 Antonio Borghese, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 53v).
1830, magg. 11*G.B. Marchiol, «proprietario della casa sotto il c.n. 1934, posta nella calle Longa fra il borgo di Mezzo e quello di Ronchi» chiede ed ottiene di rialzare una parte della casa, impegnandosi a completare in seguito il lavoro anche per l’altra parte (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 1867 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a G.B. Marchiol (Competenze, II, f. 14v).
1935
1801 Rosa Berina (Nomenclatura, f. 72v).
1809 Antonio Cremese, fabbro (Registro delli aloggi, f. 53v).
 *Inquilino l’agricoltore Giuseppe Blasigh (ibid.).
1852*Rosa Gabaglio, proprietaria del n. 1935. Giovanni Plaino, proprietario del n. 1935 A (Competenze, II, f. 14v).
1936
1801 G.B. Nonini da Cerneglons (Nomenclatura, f. 72v).
 *Affittuale Antonio Lodolo (ibid.).
1809 Antonio Lodolo, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 53v).
1852*Proprietà di Paolo Lodolo (Competenze, II, f. 14v).
1853, sett. 3*Paolo Lodolo chiede ed ottiene il permesso di riformare la facciata della sua casa in angolo fra contrada «detta Lunga» e il borgo di Mezzo (A.S.U., C.A. II, 66/1853, 6629 Orn. II C, con dis., firmato da Comuzzi).
1855, mar. 20*Antonio Lodolo presenta progetto di riforma della facciata e di costruzione di una parte nuova. La deputazione d’ornato, approvando, raccomanda che il cornicione comprenda l’intera fabbrica (A.S.U., C.A. II, 66/1855, 1741 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Valentino Dreussi).
1890 Era un postribolo.
1937
1801 Co. Antonio Beretta (Nomenclatura, f. 72v).
 *Affittuale Elisabetta Plevano (ibid.).
1809 Giovanni Pievano, fabbro (Registro delli aloggi, f. 53v).
1852*Appartiene a Paolo Lodolo (Competenze, II, f. 14v).
1938 Casa a due piani di due finestre. Al secondo piano, un ballatoio in legno su tutta la larghezza della facciata.
1938
1801 Rosa Berina (Nomenclatura, f. 72v).
1809 Antonio Castellani, calzolaio (Registro delli aloggi, f. 53v).
1852*Proprietà di Carlo Pinosio (Competenze, II, f. 14v).
1939
1801 Nob. Giovanni Rinoldi (Nomenclatura, f. 72v).
 *Affittuale Lorenzo Pontoni (ibid.).
1809 Lorenzo Pontone, calzolaio (Registro delli aloggi, f. 54v).
 *Inquilino il pittore Giuseppe Pontone (ibid.).
1841, giu. 9*Dalle divisioni Pontoni per l’eredità del defunto Giuseppe del fu Giovanni Pontoni: 1. Casa in borgo di Mezzo interna al c.n. 1939 «con andito d’ingresso e corticella promiscui, confina a lev. orto di Occhialini Carlo, pon. Catterina ved. Lorenzo Pontoni ed a tram. detto Occhialini —. Componesi da muro intertempiale a lev. e pon. e da facciata di muro a mezz. e tram., promiscua questa col confinante, e consta di piano terra, che comprende cucina e sito di scala; di primo piano, che comprende stanza da letto e sito di scala e pergolo sotto la linda di ponente. Sotto il coperto di coppi tavallato sopra ossatura di legname vi è il granaio —» (A.S.U., N., Andrea Bassi, 10638, 14).
1852*Il n. 1939 I appartiene a Caterina Pontone, il n. 1939 II a Giuseppe Pontone (Competenze, II, f. 14v).
1876*Rivendita di liquori e commestibili diversi di Anna Casarsa (COSMI-AVOGADRO, 99).
1940
1801 Giacomo Pontoni (Nomenclatura, f. 72v).
1809 Vincenzo e fratello Agricola (Registro delli aloggi, f. 54v).
1852*Appartiene a Domenico Pontone (Competenze, II, f. 14v).
1941
1801 Co. Girolamo Codroipo1 (Nomenclatura, f. 72v).
 *Affittuale Canciano Lavaroni (ibid.).
1809 Canciano Lavaroni, domestico (Registro delli aloggi, f. 54v).
1852*Proprietà di Giovanni Molinis (Competenze, II, f. 14v).
   
NOTE1A questo numero o a quello successivo si potrebbero riferire le notizie relative a una casa in borgo di Mezzo, gravata da un livello, almeno a partire dal sec. XV, a favore del convento di S. Pietro Martire, come attestano i documenti settecenteschi che ne citano le origini: «Qual casa confinava sin l’anno 1476 da una parte Nicolò Zan Angelo, altra parte Nicolò Franzolino di Pavia, d’altra Bernardo Venerio Bertogna ed altra parte strada publica». Per il periodo piϊ antico le notizie si susseguono incerte e frammentarie relativamente alla casa «quam nobis dimiserat d. Vignudizza q. Francisci notarii et solvit omni anno super illam de livello trium librarum et solidorum quinque; confines sunt iuxta Bernardum Venerium Bertogna et iuxta viam publicam». Fino al 1596 paga Daniele «purcitar». Da questo momento esistono alcune notizie sui successivi pagatori (A.S.U., C.R.S., 783/12).
  1597. I coo. Manin (ibid.).
  1692. Gabriele Conti (ibid.).
  1730. Gabriele Conti (ibid.).
  1732. «Fu riconfinata — per esser passata nelle mani del sig. Cudela. Confines sunt a levante Iacobus Borghese, mezz. Variente e fratelli Agricola et iuxta viam publicam borgo di Mezzo» (ibid.).
  1733. «Paga il sig. Giacomo Cudela di Spilimbergo come possessore della casa istessa» (ibid.).
  1774, sett. 9. «Ora presente confina a lev. con orto possesso da detto Borghese, tenuto ad affitto enfiteotico stato comesso di casa Gudella, mezz. case e corte possesse da ser Mattia q. Nicolò Cremese, statogli presentemente concesso ad affitto enphiteotico dal — Gudella pon. corte ed una casa e sottoportico coperto di coppi, stato eretto in confine della strada publica detta borgo di Mezzo dopo l’anno — 1476 ed a tram. casa con corte possesse da ser Zuane Pontone, sopra della quale paga annualmente di censi e livelli alli — coo. Agricola ed alli nob. — Rinoldi —» (ibid.).
  1778. «Ora pagano gli sigg. Codroippi abitanti in Flambrus» (ibid.).
1942
1801 Co. Girolamo Codroipo (Nomenclatura, f. 72v).
 *Affittuale G.B. Moclaro (ibid.).
1809 Anna Borghese, industriante, e Mattia Cremese, falegname (Registro delli aloggi, f. 54v).
 *Inquilini il tintore Domenico Del Negro, la rivendugliola Rosa Zanutti e gl’industrianti Biagio Driulino e Martina Molara (ibid.).
1852*Appartiene a Giuseppe Michelutti (Competenze, II, f. 14v).
1943
1801 Mattia Cremese (Nomenclatura, f. 72v).
1809*L’edificio appartiene al falegname Giuseppe Cremese. Vi abita l’industriante Martina Molara (Registro delli aloggi, f. 54v).
1831, mar. 8 Marietta, ved. del fu Mattia Cremese, Nicolò, Giovanni ed Anna suoi figli — vendono a — Giuseppe e Nicolò del fu Andrea Cremese «una casa eretta da muri, coperta di coppi, composta di due stanze terranee e sollari sopra, con fondi e corte, — situata in borgo di Mezzo, coscritta sotto il c.n. 1943 —, che tutto unito confina a lev. Spizzoti G.B., a mezz. li acquirenti mediante fabbrica, a pon. parte li stessi e Spizzotti ed a tram. il suddetto Spizzotti—. Il prezzo — della casa — resta — convenuto nella summa di locali L 1200, pari ad austr. L 685,73» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4816, 1265).
1838, apr. 10 G.B. Spezzotti vende a Giuseppe Michelutto per L 571,43 «una casetta — situata — nel borgo — di Mezzo, portante il c.n. 1943 —, con cortivo ed orto, composta essa casa in piano da una stanza ad uso di cucina e suo solaro sopra, coperta di coppi, carrato di promiscuità della corte a pon. e promiscuità d’ingresso simile alla — corte» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10316, 3201).
1852*Appartiene a Giuseppe e Nicolò Gremese, proprietari anche del n. 1943 A (Competenze, II, f. 14v).
1876*Nella parte marcata 1943 A, laboratorio del cordaio Giuseppe Lodolo (COSMI-AVOGADRO, 91).
1944
1801 Nicolò Gremese (Nomenclatura, f. 72v).
1809*Proprietà dell’agricoltore Nicolò Cremese (Registro delli aloggi, f. 54v).
1852*Appartiene a Giuseppe e Nicolò Gremese (Competenze, II, f. 14v).
1945
1801 Sabata Vicario (Nomenclatura, f. 72v).
1809*Proprietà della tessitrice Sabbata Vicario e di Nicolò Cremese. Inquilina la tessitrice Anna Cavaliera (Registro delli aloggi, f. 54v).
1852*Appartiene a Francesco Vicario (Competenze, II, f. 14v).
1946
1801 Pietro Vicario (Nomenclatura, f. 72v).
1803, genn. 28*«Con istr. 8 ott. 1801 per atti miei, — Nicolò q. Giuseppe e Giuseppe — fratelli q. Andrea zio e nipoti Cremesi del borgo di Mezzo —, hanno acquistato dalla sign. Maria Pilosio de Zeraffini, ora co. Asquini, un affitto enfiteotico pagabile da Pietro q. Valentino ed Antonio q. Francesco e nipoti Vicari —. Oggi — Pietro q. Valentino Vicario — posesore della metà de’ fondi e fabriche abraciate in detta locazione —, ha — cesso — a d. Nicolò, Giuseppe e fratelli zio e nipoti Cremesi —, una casetta consistente in una stanza appiepiano e sollaro sopra, necnon un sollaro sopra una stanza a pian terreno —, con fondi, parte di cortivo ed una piccola porzione d’orto in confin del roiuzzo ed a mezz. dell’orto di detti Cremesi — ch’esso Vicario — cesse alli — Cremesi con li tre instrumenti — 15 genn. 1796, — 17 dic. 1800 e 4 febbr. 1802 — per L 1292 s 2 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4806, V instr., 280, f. 412v — 414r).
1809 Nicolò Cremese, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 54v).
 *Inquilini il domestico Giovanni Presano e tre industrianti (ibid.).
1852*Domenico Gremese, proprietario del n. 1946 A; G.B Gremese, proprietario del n. 1946 B; fratelli Molinis, proprietari del n. 1946 C (Competenze, II, f. 14v).
1947
1801 Sabata Vicario (Nomenclatura, f. 72v).
 *Affittuale Pietro Nastasino (ibid.).
1809 Nicolò Cremese, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 54v).
 *Inquilino Antonio Vicario (ibid.).
1852*Proprietà di Francesco Vicario (Competenze, II, f. 14v).
1948
1801 Mattia Barbasso (Nomenclatura, f. 72v).
1809 Sabata Vicario, tessitrice (Registro delli aloggi, f. 54v).
 *Inquilino l’industriante Mattia Barba (ibid.).
1852*Proprietà di Francesco Vicario (Competenze, II, f. 14v).
1949
1801 Lorenzo Pontoni (Nomenclatura, f. 72v).
 *Affittuale Caterina Venuti (ibid.).
1809*Proprietà di Domenico Pontone, fabbro (Registro delli aloggi, f. 54v).
1852*Appartiene ad Anna Pontone (Competenze, II, f. 14v).
1950
1801 Giacomo Pontoni (Nomenclatura, f. 72v).
 *Affittuale Paola Mora (ibid.).
1809*Proprietà di Giacomo Pontone. Inquilino il linaiolo Giovanni Palla (Registro delli aloggi, f. 54v).
1830, mar. 4*«— Angelo Giuseppe Selva — ha venduto — al qui presente Carlo Roiatti — dal corpo della casa coscritta al c. n. 1950 — la fabbrica ad uso di aria e fenile, descritta nelle divisioni seguite tra esso acquirente Roiatti, la — sorella Gioseffa e li figli — del fu Angelo, altro fratello, li 24 magg. 1824 n. 9901 —; dal corpo del sottoportico descritto in asse come sopra al n. 8 per un sesto; dal corpo del cortivo — come sopra al n. 14 per un sesto; dal corpo dell’orto — come sopra al n. 15 di ps 149 al vento di tramontana per una sesta parte —. Questa — vendita viene fatta — da Carlo Roiatti per il prezzo — di austr. L 400 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10475, 7180).
1852*Appartiene a Valentino Gremese (Competenze, II, f. 14v).
1951
1801 Sabata Vicario (Nomenclatura, f. 72v).
 *Affittuale G.B. Adamo (ibid.).
1809*La casa appartiene al tessitore Antonio Vicario. Vi abita il tessitore G.B. Adamo (Registro delli aloggi, f. 54v).
1822, mar. 2 I coniugi Francesco ed Anna Vicario vendono a Girolamo fu Brunetta per it. L 300 la casetta n. 1951 confinante a lev. strada, mezz. «cortivo» pon. Giovanni Tonini, tram. Giacomo fu Giovanni Pontoni (A.S.U., N. Daniele Micheloni, 10333, 2511).
1835, mar. 23°°Vedasi n. 1952.
1852*Proprietà di Francesco Vicario (Competenze, II, f. 14v).
1876*Laboratorio del cordaio Valentino Cremese (COSMI-AVOGADRO, 91).
1952
1799, genn. 13 G.B. «Gioacchino, Luigi, rev. Girolamo ed Antonio q. Giuseppe Casari — vendono ad Antonio q. Valentino Rosso «una casa — in borgo di Mezzo —, tenuta ad affitto presentemente dal detto acquirente, parte da Antonio Rutin e parte Zuanne Franzolin, che confina a lev. — Zuanne Vicario e G.B. Cremese, a mezz. Girolamo Ronca enfiteuta di questa ragione e parte altra casa di questa regione, a pon. il borgo di Mezzo ed a tram. Zuanne Vicario —. E questo fa per — d 800» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4806, III istr., 168, f. 266r — 267r).
1801 Antonio Michele (Nomenclatura, f. 72v).
1809 L’edificio appartiene parte a Santo Casarsa, che l’ha affittata in parte a Valentino Rossi, e parte all’industriante Antonio Rossi che vi abita (Registro delli aloggi, f. 54v).
1817, ott. 28 Valentino ed Anna del fu Antonio Rossi cedono la casa in pagamento a Giovanna fu Bortolo Brusadini (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10450, 1412).
1821, febbr. 19 Giovanna Brusadini vende a Giovanni fu Giuseppe Tonini la casa 1952 per L 1200. «Confina a lev. Giuseppe Cremese e Girolamo Ronchi, mezz. Girolamo Ronchi ed Antonio Vicario ora defunti, a pon. Giuseppe Cremese, ed a tram. il — borgo» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10455, 2488).
1835, mar. 23*Giovanni Tonini, proprietario della casa n. 1952, «attigua a quella della sua abitazione» presenta progetto di rialzo della casa e riforma della facciata verso il borgo. La deputazione d’ornato approva (A.S.U., C.A. I, 236/1835/XVI, 1271 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da «A. Lavagnolo Ing. Civile».
1852*Proprietà di Giuseppe e Nicolò Tonini (Competenze, II, f. 14v).
1953
1799, genn. 15 G.B., Gioachino, Luigi, revv. Girolamo ed Antonio q. Giuseppe Casara vendono a Girolama nata Molinis ved. Ronco «una casetta — in borgo di Mezzo tenuta di presente in affitto da Giuseppe Spezzotto, che confina a lev. e mezz. la acquirente con casa che ha ad affitto enfiteotica de’ — venditori, a pon. — il borgo di Mezzo ed a tram. — Antonio Rosso con casa fu di questa ragione —, con fondi e — corticella —. E questo ha fatto — per il prezzo — di d 280—» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4806, III istr., 169, f. 267v — 268r).
1801 Girolamo Ronco (Nomenclatura, f. 72v).
1809 Giovanni Tonini, macellaio (Registro delli aloggi, f. 54v).
1835, mar. 23°°Vedasi n. 1952.
1842, magg. 28*Giuseppe Tonini chiede ed ottiene il permesso della «riapertura in via provvisoria di due porte nella propria casa — in borgo di Mezzo — ai n. 1953, 1954» (A.S.U., C.A. I, 342/IV, 3223 Orn. II C, con dis. firmato dal capomastro F. Narduzzi).
1852*Proprietà di Giuseppe e Nicolò Tonini (Competenze, II, f. 14v).
1954
1801 Girolamo Ronco (Nomenclatura, f. 73v).
1809 Giovanni Tonin, macellaio (Registro delli aloggi, f. 54v).
1842, magg. 28*Vedasi n. 1953.
1852*Proprietà di Giuseppe e Nicolò Tonini (Competenze, II, f. 14v).
1955
1801 G.B. Borghese (Nomenclatura, f. 73v).
1809*Proprietà dell’impiegato Giacomo Borghese (Registro delli aloggi, f. 54v).
1821, mar. 7*«— Bernardino e Francesco fratelli Pasini — hanno venduto al — Domenico Ronco — una casa — situata in — borgo di Mezzo, coscritta col c.n. 1955 — con le sue adiacenze di cortivo ed orto entro li suoi confini —; qual casa venne in proprietà di — defunto sig. Antonio Pasini per cessione a pagamento fattagli dal — Giacomo q. G.B. Borghese con privata carta 23 febbr. 1819, munita di autenticità da me notaio —, per il prezzo — di it. L 2015 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10456, 2516).
1824, apr. 1 È di Francesco Vicario (A.S.U., C.A. I, 89/X, 1173 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario chiede ed ottiene di «ampliare una finestra della stanza al pian terreno» (ibid.).
1852*Il n. 1955 appartiene a Domenico Ronco; il 1955 A a Giuseppe e Nicolò Tonini (Competenze, II, f. 15v).
1956
1801 G.B. Mauro (Nomenclatura, f. 73v).
1809*Proprietà del sarto G.B. Mauro (Registro delli aloggi, f. 54v).
1833, ott. 19*Pietro Mandolini presenta progetto per riforme nella propria casa. La deputazione d’ornato accetta; «vorrebbe soltanto che lo scalin da apporsi al portoncno d’ingresso fosse con la parte inferiore a livello del soiaro che sarà posto al contiguo portone abbassando internamente il terreno che in quel punto eccede di troppo rendendolo eguale a quello della vicina stanza, e che la materia da estrarsi fosse impiegata a rialzo della strada nella quantità occorrente» (A.S.U., C.A. I, 206/1, 4820 Orn. II C, con dis. firmato dal capomastro G.B. Degan).
1850 apr. 20*Uno dei ventisette individui morti a Venezia durante l’assedio è Natale Castroncini di borgo di Mezzo, abitante al n. 1956 (A.S.U., C.A. I, 485, 207).
1852*Appartiene a Pietro Castronitto (Competenze, II, f. 15v).
1876*Nella casa ha recapito la levatrice Elisabetta Mulloni e vi tengono laboratorio il cordaio G.B. Lodolo e negozio di pizzicagnolo e salsamentario Raimondo Folla (COSMI-AVOGADRO, 91, 98, 110).
1957
1801 Francesco Ballico (Nomenclatura, f. 73v).
1809*Appartiene all’agricoltore Francesco Ballis (Registro delli aloggi, f. 54v).
1852*Del n. 1957 I è proprietario Pietro Baltico, gli eredi di Giovanni Ballico lo sono del 1957 II (Competenze, II, f. 15v).
1958
1801 Domenico Roiatti (Nomenclatura, f. 73v).
1809*Proprietà dell’agricoltore Domenico Roiatti (Registro delli aloggi, f. 54v).
1852*Il n. 1958 I appartiene a Teresa Roiatti, il 1958 II a Domenica e Bortolo Roiatti (Competenze, II, f. 15v).
1876 Osteria “Alla frasca” (COSMI-AVOGADRO, 106).
 *Gestione di Angelo Gobbo (ibid.).
1959
1801 Antonio Roiatti (Nomenclatura, f. 73v).
1809*Appartiene all’agricoltore Giuseppe Roiatti. Inquilini l’industriante G.B. Turco e il vetturino Michele Roiatto (Registro delli aloggi, f. 54v).
1809, nov. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 28 ag., a pregiudizio di Antonio Roiatti, debitore insolvente per L 11,10, asta senza esito della casa (A.S.U., C.N., 80, Asta).
1810, nov. 20 e 22*Giuseppe Presani ispeziona per conto della polizia la casa n. 1959, dove Domenico Roiato si permette di «abbrustolire animali suini nel sottoportico di sua abitazione, con pericolo di promuovere incendio». L’abuso dovrà cessare (A.S.U., C.N., 182 Pol.).
1852*Antonio Roiatti è proprietario del n. 1959 A; Domenico e Bortolo Roiatti lo sono del n. 1959 B (Competenze, II, f. 15v).
1863, nov. 11*Leonardo Gelmi «desidera d’imprendere alcuni lavori di riforma al prospetto della sua casa situata in borgo di Mezzo al n. 1959 B —». Gli viene concesso il permesso (A.S.U., C.A. I, 754/VIII, 8220 Orn. II C, con dis. firmato da Eusebio Brida).
1864, genn. 21*La congregazione municipale infligge una multa a Leonardo Gelmi che ha iniziato i lavori nella propria casa prima di aver ricevuto la necessaria autorizzazione, rilasciata l’11 nov. 1863 (A.S.U., C.A. I, 754/VIII, 240).
1945 Distrutta da una bomba.
1960
1801 Angelo Pontoni (Nomenclatura, f. 73v).
1803, lugl. 18*«— Mess. Angelo q. G.B. Ponton — vende una porzione d’orto con il muro di chiusura d’esso orto, il muro è di altezza di ps 1 pd 2/4 della casa di sua abbitazione, cioè della faciata verso lev. sopra li coppi del compratore, a condicione che l’infrascritto compratore, all’ocasione che alzarà la sua casa sopra il — muro e che otturarà due fenestre, abbia debito di fare a tutte sue spese una fenestra verso mezz. —, il tutto apparente dalla stima del — 15 corente fatta da per. — Giovanni Borghi —. E ciò esse parti fanno giusto all’importar della — stima di — L 513 s 5 —». Nella stima si precisa: «Una porzion d’orto — nel borgo di Mezzo, confina a lev. il venditore, mezodν eredi del q. Bortolomio Ponton, pon. muro divisorio, che separa il cortivo dell’orto ed a tram. il — compratore —» (A.S.U., N., G.B. Borghi, 9863, IV instrom., 384, f. 430v — 431r).
1809*Proprietà di Angelo Pontone, G.B. Plaino e Giovanna Pontona (Registro delli aloggi, f. 54v).
1831, apr. 15*Antonio Torossi, possidente domiciliato a Trivignano, chiede il permesso di erigere un nuovo fabbricato (A.S.U., C.A. I, 182/1831/V, 1695 Orn. II C, con dis.).
1852*Francesco Plaino possiede i n. 1960 A e B; Catterina Casarsa il n. 1960 C; Antonio Torossi il n. 1960 D (Competenze, II, f. 15v).
1945 Distrutta da una bomba.
1961
1799, apr. 22*«— Il — co. Filippo Florio ed il sig. Pietro Pilosio —, governatori delle Convertite di questa città —, hanno — venduto — a — Valentino Padoano — una casa con corticella posta — in — borgo de’ Ronchi —, pervenuta — per l’eredità della — q. — Gioseffa Zorutti, che confina a lev. strada pubblica del borgo —, a mezz. Simon a pon. parte detto Zilli e parte Antonio Cremese ed a tram. lo stesso Cremese —. E questa — vendita — fanno — per — L 2480 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9979, XXXIX istr., f. 3836v — 3838r).
1801 Valentino Padoani (Nomenclatura, f. 73v).
1809 Giacomo Moretti (Registro delli aloggi, f. 54v).
 *Inquilina l’incannatrice Teresa Cremese (ibid.).
1832, sett. 20*Angelo Pulito chiede il permesso di «munire di muro vivo la sponda del roiello che passa di fronte alla propria casa, posta in contrada Bertaldia al c.n. 1961 A». La licenza viene accordata a patto che il muro sia spostato di un metro parallelo a questo, accosto al ruscello, in quanto «la strada pubblica è di troppo ristretta e si toglierebbe cosν l’adito ad un successivo abbisognevole allargamento» (A.S.U., C.N., 193, 4052 Orn. II C, con pianta).
1852*Il n. 1961 appartiene a Pietro Colloricchio, il n. 1961 A a Francesco Polito (Competenze, II, f. 15v).
1945 Distrutta da una bomba.
1962
1801 Antonio Cremese (Nomenclatura, f. 73v).
1809*Proprietà dell’agricoltore Antonio Cremese (Registro delli aloggi, f. 54v).
1852*Appartiene a Valentino del fu Antonio Gremese (Competenze, II, f. 15v).
1945 Distrutta da una bomba.
1963
1801 Elena Fusaria (Nomenclatura, f. 73v).
 *Affittuale Domenico Passon (ibid.).
1809*Proprietà dell’industriante Andrea Fusaro. Inquilini gli industrianti Giuseppe Cremese e Domenico Passon (Registro delli aloggi, f. 54v).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Andrea del fu Mattia Fusari, proprietario delle case n. 1963 e 1964, è citato tra i possessori di fondi confinanti con le pubbliche mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 63 e 64).
1849, febbr. 12*Nell’elenco dei pistrinai, venditori di pane e farina, compilato dal capo del secondo quartiere, a questo numero è segnalato Angelo Zaninotti (A.S.U., C.A. I, 465, 142).
1852*Appartiene ad Andrea Fusaro (Competenze, II, f. 15v).
1883 Osteria “All’aquila bianca” (AVOGADRO, 151).
 *Gestione di Giuseppe De Luca (ibid.).
1964
1801 Elena Fusaria (Nomenclatura, f. 73v).
 *Affittuale G.B. Terzamonte (ibid.).
1809*Proprietà dell’industriante Andrea Fusaro. Inquilino l’agricoltore Giuseppe Zuliani (Registro delli aloggi, f. 54v).
1819, magg. 20*Vedasi n. 1963.
1852*Appartiene ad Andrea Fusaro (Competenze, II, f. 15v).
1965
1801 Giuseppe Colugnati (Nomenclatura, f. 73v).
1809*L’edificio appartiene a Margherita Colugnati, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 54v).
1813, dic. 3 Margherita nata Fusaro, ved. Colugnato, vende a Valentino fu G.B. Fornasieri la casa 1965. Confina lev. Andrea Fusaro, mezz. Luigi Pasini, pon. borgo, tram. borgo (A.S.U., N., Domenico Cosattino, 10562, Rep., 318, f. 30v).
1818, ott. 1 Valentino Fornasari vende per L 625 a Santo fu Girolamo Giovagnolo «una casa — con cortivo, posta — appresso la porta de’ Ronchi in contrada detta Bertaldia, marcata col c.n. 1965, consistente in una stanza a pie’ piano — che confina a lev. Andrea Fusani, mezz. eredi del fu Luigi Pasini, pon. ed alle monti il borgo detto de’ Ronchi —, pervenuta — in base dell’acquisto da esso fatto col publico istr. 3 dic. 1813 a rogito del — not. — Domenico Cosattini —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10331, 2137).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, G.B. Centa, Simone del fu Antonio Vittor, Valentino Fornasari e Valentino del fu Bernardo Floreanini, della casa n. 1965, sono citati tra i possessori di fondi confinanti con le pubbliche mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 65).
1852*Proprietà delle sorelle Giovagnolo (Competenze, II, f. 15v).
1876*Rivendita di liquori e commestibili deversi di Elisabetta Viezzi (COSMI-AVOGADRO, 99).
1945 Distrutta da bomba.
1966
1801 Elena Fusaria (Nomenclatura, f. 73v).
 *Affittuale Giuseppe Fosca (ibid.).
1809 Giovanni Picco (Registro delli aloggi, f. 54v).
 *Inquilini il fabbro Antonio Pauluzzo e la lavorante Caterina Ballis (Registro delli aloggi, f. 54v).
1810, lugl. 18 Giovanni q. Domenico Fusaro vende a Giovanni q. Bernardino Picco «due casette — contigue — al n. 1966, — quella — a lev. confina — colli eredi del q. Francesco Negro, mezz. — detti eredi e — venditore, pon. l’altra — casetta ed a tram. strada pubblica —. Questa vendita viene fatta per — il prezzo di L 51,17 —» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10358, 442).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Domenico Simonetti con la figlia Marianna e Nicolò di Paolo Taboga, proprietari della casa n. 1966, sono citati tra i possessori di fondi confinanti con le pubbliche mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 66).
1852*Fratelli Picco (Competenze, II, f. 15v).
1945 Distrutta da una bomba.
1967
1801 Giovanni Fusaro (Nomenclatura, f. 73v).
1808, ag. 21*«Chiamandosi — debitore Giovanni q. Domenico Fusaro, di professione agricoltore, domiciliato — al c.n. 1967 —, verso — Felice q. — Domenico Chiassutti di professione scrivano —, domiciliato — al c.n. 1399 —, in summa di L 255,84 —, ha dato all’antidetto — Felice — Chiassutto — la — stanza ad uso di cucina — dal corpo della di lui casa — al c.n. 1967, confina a lev. — Margherita rel. del q. Pietro Fusaro, mezz. e pon. detta ragione rimasta al venditore e passalizio consortivo ed a tram. — Giovanni Picco, fu — di ragione del venditore —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10295, 14).
1809 Luigi Pasini, negoziante, Giovanni Fusari, agricoltore, e Lucia Fusaro (Registro delli aloggi, f. 54v).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Luigi del fu Giacomo Pasini e Lucia del fu Giacomo Fusari, della casa n. 1967, sono citati tra i possessori di fondi confinanti con le pubbliche mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 69 e 71).
1823, febbr. 16*Domenico del fu Pietro Fusaro cede a Valentino Perissutti «— la porzione di fabbrica con fondi annessi posta in contrada Bertaldia —, parte della casa al c.n. 1967 —, la qual porzione di fabbrica e fondi consistono in una stanza terranea ad uso di cucina, in altra stanza superiore, in un lobeale a pon. del cortivo, in un muro di chiusura, in una porzione di cortivo e in una mittà dell’orto ivi annesso —, il tutto assegnato ad esso Fusaro — nella divisione 12 ag. 1819, seguita fra lui ed altri coeredi di Giovanni Fusaro». In cambio il Perissutti fornirà tela della fabbrica di Resiutta (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10577, 1454).
1852*Il n. 1967 A appartiene a Orsola Vianello, il n. 1967 B ad Anna Fusaro q. Giovanni, il n. 1967 C ad Andrea Fusaro, il n. 1967 D a Domenico Fusaro (Competenze, II, f. 15v).
1945 Distrutta da una bomba.
1968
1801 Santo Fusaro (Nomenclatura, f. 73v).
1809*Appartiene a Rosa Fusaro (Registro delli aloggi, f. 55v).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Domenico del fu Pietro Fusari della casa 1968 è citato tra i possessori di fondi confinanti con le pubbliche mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 67).
1852*Proprietà di Antonio Fusaro (Competenze, II, f. 15v).
1945 Distrutta da una bomba.
1969
1801 Andrea Fusaro (Nomenclatura, f. 73v).
1801, magg. 28*«— Il rev. — Andrea q. Pietro Fusari — ha — venduto — a Zuanne q. Domenico Fusari, di lui nipote, — una casa posta — sotto la parochia di S. Pietro nella contrada detta Bertaldia che conduce alla Porta de’ Ronchi, tenuta presentemente a semplice affitto da — Giuseppe e Dorottea iug. Foschia, con poca corte, confina a lev. Francesco, detto Magri, a mezz. l’acquistante Fusari, a sol a monte il medesimo ed a tram. la — contrada —. E questa vendita fa — pel — prezzo di d 50 —» (A.S.U., N., Liberale Girardi, 10345, II instrom., 166, f. 171r — 171v).
1801, ag. 3*«— Andrea q. Pietro Fusari — ha — venduto — a — Zuanne figlio del q. Domenico Fusari fu suo fratello — una stalletta ad uso di animali suini, formata di muro, coperta di coppi con piccola corticella davanti, posta ed appartenente e non compresa nella casa abbitata per semplice affittanza dal sig. Giuseppe — Foschia, di ragione del rev. acquistante, fra li confini descritti nell’istrumento di man mia 28 magg. 1801. E questa — vendita — ha fatta — per il — prezzo di d 25 —» (A.S.U., N., Liberale Girardi, 10345, II instrom., 169, f. 174r — 174v).
1809*Appartiene ad Andrea Fusaro. Affittuale l’industriante Giuseppe Festini (Registro delli aloggi, f. 55v).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Andrea del fu Mattia Fusari, proprietario delle case 1969, 1970, è citato tra i possessori di fondi confinanti le mura urbane (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 73).
1852*Proprietà di Antonio Fusaro (Competenze, II, f. 15v).
1945 Distrutta da una bomba.
1970
1801 Andrea Fusaro (Nomenclatura, f. 73v).
1809*Vedasi n. 1969.
1852*Appartiene a Antonio Fusaro, proprietario anche del n. 1970 A (Competenze, II, f. 15v).
1945 Distrutta da una bomba.
1971
1801 Nicolò Biani (Nomenclatura, f. 73v).
 *Affittuale Elena Novello (ibid.).
1809*Proprietà di Pietro Biani. Affittuali Giovanni Cremese ed Elena Franzolina (Registro delli aloggi, f. 55v).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Pietro del fu Nicolò Biani, proprietario della casa n. 1971, è citato tra i possessori di fondi confinanti con le mura urbane (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 75).
1852*Rosa Bianchi Zuzzi (Competenze, II, f. 15v).
1945 Distrutta da una bomba.
1972
1801 Pietro Cremese «con quattro affittuali» (Nomenclatura, f. 73v).
1803, genn. 7*«— Antonio q. Pietro Cremese del borgo di Mezzo di questa città — vede a — Pietro q. Valentino — Cremese del borgo medesimo — una stanza a pie’ piano ed orto con impianti entro, il tutto posto in detto borgo di Mezzo, confina a lev. parte li sigg. — Niccolò e fratello Biani e parte — Zuanne q. Domenico Fusari e parte con le mura della città, a mezz. Giuseppe Cremese q. Antonio e detto compratore, a sol a monte Pietro q. Giacomo Bros ed a tram. Zuanne q. Giacomo — Cremese —. E questa — vendita ha fatto esso — Cremese per il prezzo — di d 200 —» (A.S.U., N., Antonio Cavassi, XIX, 1157).
1809*Proprietà dell’agricoltore Pietro Cremese. Affittuali gli industrianti Giovanni Nanino e Angelo Cremese (Registro delli aloggi, f. 55v).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Giovanni e Giuseppe del fu Domenico Cremese della casa n. 1972 sono citati tra i possessori di fondi confinanti con le mura urbane (A.S.U. C.A. I, 24/X, n. 77).
1852*Appartiene a tre persone: il sac. G.B. Gremese, proprietario anche del n. 1972 A; Andrea Gremese, proprietario del 1972 B I; Giuseppe Gremese, proprietario del 1972 B II (Competenze, II, f. 14v).
1945 Distrutta da una bomba.
1973
1801 Pietro Cremese «con due affittuali» (Nomenclatura, f. 73v).
1801, dic. 21 Valentino q. Andrea Cremese cede la casa a Sebastiano q. Giuseppe Girardi (atto privato, allegato al contratto del 10 nov. 1807).
1807, nov. 10 «Sebastiano q. — Giuseppe Girardi — ha — venduto — a Pietro q. Valentino Cremese delli casali fuori la Porta d’Aquileia — la porzione di casa — situata in — borgo di Mezzo, marcata col n. 1973, che ad esso — col privato contrato — 21 dec. — 1806 fu cessa in pagamento da — Valentino q. Andrea Cremese per l’importar di ven. — L 567 s 1, che fano d’Italia — L 290,14 —» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10356, 1).
1809*L’edificio appartiene a Pietro Cremese. Vi abita l’industriante Giuseppe Del Negro (Registro delli aloggi, f. 55v).
1814, ag. 17 I consorti Cremese vendono a Valentino ed Antonio di Giuseppe Cremese per L 1600 la casa n. 1973 «con corte avanti ed altra dietro, fondi ed orto — confinante a lev. con le pubbliche mura, a mezz. con li acquirenti mediante siepe viva —, a pon. parte Zuanne e fratelli Cremesi a linea e parte con transito — colle fabbriche — delli — Zuanne e fratelli Cremese —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4812, 282).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Valentino del fu Giuseppe Cremese della casa n. 1973 e 1974, è citato nell’elenco dei possessori di fondi confinanti con le mura urbane (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 78 e 79).
1852*Appartiene ad Antonio Gremese (Competenze, II, f. 15v).
1945 Distrutta da bomba.
1974
1801 Giuseppe Cremese (Nomenclatura, f. 73v).
1809*Proprietà di Giuseppe Cremese (Registro delli aloggi, f. 55v).
1852*Appartiene a Valentino Gremese (Competenze, II, f. 15v).
1876*Laboratorio del cordaio G.B. Susini (COSMI-AVOGADRO, 91).
1945 Distrutta da una bomba.
1975
1801 Giovanni Cremese (Nomenclatura, f. 73v).
1809*Proprietà dell’agricoltore Valentino Cremese. Affittuale l’industriante Giovanni Cremese (Registro delli aloggi, f. 55v).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Giacomo del fu Domenico Molinis della casa n. 1975 è citato tra i possessori di fondi confinanti con le mura urbane (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 80).
1852*Appartiene ai fratelli Molinis (Competenze, II, f. 15v).
1945 Distrutta da una bomba.
1976
1782, mar. 17*«Girolamo q. — Giulio Colletti — ha — a titolo di perpetuo enfiteotico affitto locato a — Giuseppe e Pietro fratelli q. Giacomo D’Ambrosio detto Brosuto di questa città — la casa — d’esso nob. — Coletti posta in — borgo di Mezzo con adiacenze, cortivo ed orto, tenuta in presente ad affitto parte di suddetti fratelli e parte da — Antonio Carlino; la qual casa s’intende col presente — instrom. concessa in enfiteusi — col — grado — risultante dalla nota soggionta alla locazione 31 magg. 1741, che esiste anche presso i suddetti fratelli. E questa cessione — ha fatta — perché dai premessi fratelli gli sono stati — sborsati zecchini ventiotto venete — e perché gli stessi — si sono obbligati — di contribuire annualmente — in contadi L 156 —» (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9791, XVIII instrom., f. 3262v — 3263r).
1801 Pietro Ambrosio (Nomenclatura, f. 73v).
1809*Proprietà dell’agricoltore Pietro Ambrosio (Registro delli aloggi, f. 55v).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Pietro del fu Giacomo D’Ambrogio della casa n. 1976 è citato tra i possessori di fondi confinanti con le mura urbane (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 81).
1831, magg. 10*Orsola Brosa chiede ed ottiene il permesso di aprire una porta nella sua casa in Bertaldia al n. 1976 (A.S.U., C.A. I, 182/1831/V, 1872 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene ad Orsola D’Ambroggio, proprietaria anche del n. 1852 A (Competenze, II, f. 15v).
1876*Nella parte indicata col n. 1976 A, laboratorio del cordaio Giuseppe Simeoni (COSMI-AVOGADRO, 91).
1938 Su questa casa è dipinto un Crocifisso con le tre Marie.
1945 Distrutta da una bomba.
1977
1801 Giacomo Ambrosio (Nomenclatura, f. 73v).
1809*Appartiene a Giacomo Ambrosio (Registro delli aloggi, f. 55v).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Pietro D’Ambrogio della casa n. 1977 è citato fra i possessori di fondi confinanti con le mura urbane (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 82).
1852*Proprietà dei fratelli D’Ambroggio. Il n. 1977 A appartiene a Giacomo D’Ambroggio; il 1977 B a Lucia D’Ambroggio; il 1977 C a Pietro D’Ambroggio (Competenze, II, f. 15v).
1876*Nella parte segnata 1977, noleggio di cavalli di Valentino Carlini; in quella marcata n. 1977 A e B, laboratorio del cordaio Giacomo D’Ambrogio (COSMI-AVOGADRO, 91, 104).
1978
1801 Coo. fratelli Tartagna (Nomenclatura, f. 73v).
 *Affittuale Giacomo Franzolini (ibid.).
1809 Convertite, Andrea Bors e r. demanio (Registro delli aloggi, f. 55v).
 *Affittuali il garzatore Domenico Pravisano e l’industriante Valentino Casarsa (ibid.).
1810, febbr. 14*Giulio Micelli di Bicinicco vende ai coniugi Andrea e Maria Bassi di Udine una casa in Udine al c.n. 1978 per L 2270,96 (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10075, Rep. I, 125, f. 10r).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Andrea q. Domenico Bassi, proprietario, della casa n. 1978, è citato tra i possessori di fondi confinanti con le mura urbane. Allo stesso numero è ricordato per lo stesso motivo anche il «monastero delle ritirate sotto il titolo delle Dimesse» (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 83 e 84).
1821, giu. 1*Giuseppe Cudicini nella casa di sua proprietà n. 1978 chiede ed ottiene il permesso di trasformare una finestra della facciata in una porta (A.S.U., C.A. I, 53/III, 2410 Orn. II C, con dis.).
1852*Pia Casa delle Convertite (Competenze, II, f. 15v).
1876*Pizzicheria di Giuseppe Simeoni (COSMI-AVOGADRO, 110).
1979
1801 Coo. fratelli Tartagna (Nomenclatura, f. 73v).
1801, sett. 4 «Avendo — G.B. q. Antonio Cremese di questo borgo di Mezzo acquistato, con istr. 5 sett. 1781 di mano del — sig. Camillo Merluzzi, a livello francabile una fabrica situata pure in questo borgo di Mezzo dalla — famiglia Tartagna verso l’obbligo di corrispondere di prò L 79 s 18 per lo capitale di L 1797 s 6; avendo lo stesso Cremese cessa la metà di detta casa verso sol a monte, confinante la casa ed orto — di Francesco Coronaro a — Leonardo Bernardo di lui genero con privata scrittura 17 p.p. —; desiderando lo stesso Bernardo di lui genero di riavere l’altra mettà di detta casa —, G.B. Cremese — ha — venduto — al sudetto Leonardo Bernardo di lui genero — l’altra metà di casa verso ponente, risserrata colla citata scrittura 17 marzo — pel capitale di d 153 —» (A.S.U., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9973, Instr. II, n. 139, f. 170v — 171v).
1809*Proprietà di Ottavio e fratelli Tartagna. Affittuale Leonardo Di Bernardo (Registro delli aloggi, f. 55v).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Bernardo Di Bernardo proprietario della casa 1979, 1980 è citato tra i possessori di fondi confinanti con le muraglie urbane (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 85).
1837, mar. 17 Maria Mingolo Bossi e fratelli vendono per L 2950 a Girolamo e Antonio Venerio casa in Bertaldia già n. 1978, ora 1979, «con cortivo ed orto e tutto unito confina a lev. — Convertite e parte D’Ambroggio Pietro e Giacomo, mezz. Mattia Manin, pon. — Cremese detto Coronaro e parte Di Bernardo, livellario Tartagna, tram. parte — Bertaldia e parte — Convertite —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10613, 5014).
1850*Filanda di seta con due fornelli, gestita da Angelo Del Gobbo (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 145).
1852*Appartiene ad Antonio Venerio (Competenze, II, f. 15v).
1858*Filanda per seta con due fornelli, gestita da Angelo Del Gobbo (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 56).
1980
1801 Coo. fratelli Tartagna (Nomenclatura, f. 73v).
  Affittuale Stefano Ninino (ibid.).
1809*L’edificio appartiene a Ottaviano e fratelli Tartagna. Vi abita il falegname Antonio Cocolo (Registro delli aloggi, f. 55v).
1837, nov. 21°Leonardo q. Francesco Di Bernardin vende la casa 1980 a Francesco di Antonio Lodolo (atto privato, not. Osvaldo Colomba).
1841, genn. 21°Giacomo Nonino, oste, vende la casa 1980 per L 725 ad Antonio q. Paolo Visentini (not. Antonio Cosattini).
1852*Il n. 1980 I appartiene a Leonardo Di Bernardo; il 1980 II a Francesco Lodolo (Competenze, II, f. 15v).
1981
1801 Angelo Cinquantini (Nomenclatura, f. 73v).
 *Affittuale Leonardo Bernardo (ibid.).
1809 Angelo Franz, scalettiere (Registro delli aloggi, f. 55v).
 *Inquilina la «rivendicola» Paola Gridella (ibid.).
1813, magg. 9*Domenico del fu Francesco Rizzo chiede licenza di «stabilire un muro della — casa situato verso levante» (A.S.U., C.N., 180).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Giacomo del fu Domenico Molinis e Vincenzo del fu Nicolò Clemente, della casa n. 1981, sono citati tra i possessori di fondi confinanti con le mura urbane (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 42 e 86).
1844, magg. 17*«— Francesco del fu Giuseppe Cremese assoggetta, a termini del 1234 del vigente codice civile universale, a favore della propria moglie Pasqua di Giacomo Cita —: 1) casa d’abitazione sita — nel borgo di Mezzo, coscritta al c.n. 1981 —; 2) casa d’abitazione — con cortile ed orto coscritta alli c.n. 1992, 1983 —» (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/II, 678).
1852*Proprietà di Giuseppe e fratelli Cremese (Competenze, II, f. 15v).
1982
1777, lugl. 6*«— Marietta Durigona — vende — a — Paulo Cremese — la casa di muro coperta di coppi, posta — nel borgo di Mezzo, in contrada Bertaldia, fra li confini spiegati nella stima 22 decorso fatta — dalli sigg. Domenico Cosedani e Luca Andreoli —, per il prezzo — di d 140 —» (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, Istr. I, 52, f. 102v — 103v).
1801 Paolo Cremese, (Nomenclatura, f. 73v).
 *Affittuale l’agricoltore Francesco Cremese (ibid.).
1818, ag. 30*La casa «è chiusa sulla strada da un portone con piccolo coperto sopra per diffenderla dalla pioggia». Leonardo Di Bernardo, proprietario della casa, chiede il permesso di fabbricare sopra il portone per ottenerne vani di abitazione. La deputazione d’ornato approva, anche se l’edificio avrà solo la «linda», visto che mal potrebbe «un povero agricoltore» sopportare la spesa di un cornicione (A.S.U., C.A. I, 18/II, 3224 Orn. II C, con dis.).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Francesco del fu Paolo Cremese, proprietario delle case 1982 e 1983, è citato tra i possessori di fondi confinanti con le mura urbane (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 87).
1852*Proprietà di Giuseppe Cremese e fratelli (Competenze, II, f. 15v).
1983
1801 Francesco Cremese (Nomenclatura, f. 74v).
 *Affittuale Valentino Braidotti (ibid.).
1809 Daniele Antonini, possidente (Registro delli aloggi, f. 55v).
1819, magg. 20*Vedasi n. 1982.
1844, magg. 17*Vedasi n. 1981.
1852*Appartiene a Giuseppe e fratelli Cremese (Competenze, II, f. 15v).
1984
1801 Nicolò Cassacco (Nomenclatura, f. 74v).
 *Affittuale Giovanni Pantaleone (ibid.).
1805, ag. 16 La nob. Pisana Poli ved. Contarini vende a Francesco del fu Paolo Cremese casetta n. 1984 «composta da una stanza terranea e solari due sopra, copperta di coppi con corticella a mezz. —, confina a lev. e mezzodν l’acquistante, pon. con casa — della nob. della Chiave ed a tram. strada — e ciò per lo prezzo — di d 200» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, V istr., 505, f. 452r — 454r).
1809 Giovanni Pantaleone, scalettiere (Registro delli aloggi, f. 55v).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Giovanni del fu Giuseppe Pantaleone della casa n. 1984 è citato tra i possessori di fondi confinanti con le mura urbane (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 88).
1852*Appartiene ad Anna Maria Pantaleoni (Competenze, II, f. 15v).
1985
1705, giu. 3*«Il nob. Giovanni Francesco Bittussi q. — Marco — a nome proprio, quanto come procuratore delli — sigg. Maria et Allessandro suoi madre e fratello —, ha — cesso — ad gaudendum — alli nob. — rev. Sebastiano, canonico di questa città, et Ottelio fratelli Rimini — la loro casa grande posta in questa città in borgo d’Aquileia, loco detto Bertaldia, con corti due et horticelo, non compresi li mezadini e camerini uniti a detta casa grande verso la stradda e verso sol a monte, né meno la casa nova; confina essa casa grande a lev. con case dell’heredi q. nob. sig. Celso Trento, mezo dν horto grande delli — Bittussi, sol a monte con le — case nove, camerini e mezadini, et alle monti stradda publica —, per il prezzo di d 1000 —» (A.S.U., N., 7899, G. Giuseppe Tracanelli, IV istr., f. 68v — 70v).
1717, mar. 22*«La nob. — Maria rel. q. — nob. — Marco Bettuzzi — con li nobb. — Francesco ed Alessandro di lei figli, mediante il — co. — Pollidoro Pollidori —, cede — a goder — alli nob. — Angelo e Catherina iug. Colona — una casa — con corte nella contrada — Bertaldia appresso la — chiesa di S. Pietro — del borgo — d’Aquileia —; confina a lev. con casa — Treo, a mezo dν orti di ragione Betussi, a sol a monte altra casa Bettussi et alli monti strada publica —» (A.S.U., N., Rocco Carminati, 8074, VII istr., f. 140v — 142v).
1739, giu. 6 Marco, Federico e Giulia q. nob. Antonio Colonna dividono la casa in borgo d’Aquileia in contrada della Bertaldia (B.C.U., ms. CC. III, f. 130r — 130v).
1801 Ecc. sig. *** della Chiave. «Affittuali diversi» (Nomenclatura, f. 74v).
1809*Proprietà di Carlo della Chiave. Inquilino il cursore G.B. Plaino (Registro delli aloggi, f. 55v).
1812, apr. 7 Francesco Degani domanda di poter dar festini da ballo nella casa n. 1985 «in tutti li giorni festivi delli mesi d’aprile, maggio e giugno dopo terminate le funzioni ecclesiastiche». Questa casa era detta «palazzat» (A.S.U., C.N., 184 Pol.).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Bernardino di Antonio Pasino e Carlo coi fratelli del fu Francesco della Chiave, proprietari della casa n. 1985 sono citati tra i possessori di fondi confinanti con le mura urbane (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 89).
1843, genn. 23*La deputazione d’ornato respinge il progetto di apertura di una porta nella casa n. 1985, perché il disegno prodotto non è chiaro (A.S.U., C.A. I, 219/I).
1843, ott. 24*«— Bernardino q. Antonio Pasini — vende — alli — Francesco e Nicolò fratelli Braida q. G.B. — case poste — in contrada Bertaldia con corte, orto — n. 1985» insieme con altri immobili (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10507, 16090).
1852*Appartiene agli eredi del fu Francesco Braida (Competenze, II, f. 16v).
1938 Casa già signorile, antica, a due piani. Al primo piano, quattro finestre e trifora.
1945 La parte orientale è distrutta da una bomba.
   
BIBLIOGRAFIA Archivum...Catastico, 1, 30; Domenico Del Bianco, 7.
1986
1742, lugl. 18 I «governatori della p. congregazione del Suffragio per le anime del purgatorio, eretta nella — chiesa — di S. Giacomo —, hanno — venduto — a — Antonio q. Daniel Polame — una casa, fu di ragione dell’eredità del q. nob. e rev. d. Polidoro Polidori, in essa pia congregazione pervenuta in eriger del di lui testamento — et escorporata contro li rappresentanti — Marco Pettoello per d 330 L 2 s 12, come da operazione Rota pubblicata ne’ miei atti li 7 aprile —» (A.S.U., N., Luca Aborta, 8599, filza, 182).
1755, dic. 6 «— Il nob. — G.B. q. — Lorenzo Mangilli — ha — a livello francabile concesso al — co. Girardo q. — Germanico Freschi — una porzione di casa copperta di coppi, cioè due mezadi a pie’ piano, al primo appartamento cucina con camerone et camera ivi annessa, due sollari di sopra et l’ingresso del sottoportico, conduce nella casa habitata dal sig. Antonio Polami in loco della v. fratterna delle Anime del purgatorio —, il tutto posto nella contrada di Bertaldia del borgo d’Aquileia, qual confina a lev. la casa fu Bittussi, ora habitata dalla — co. Freschi, madre del — co. aquistante, et parte — coo. Sarmeda, a pon. detti — coo. Sarmeda et a tram. la detta contrada —. Quale fu assegnata al detto — Mangilli — nel fisco di Marco Petuello et portione fu dal medesimo aquistata — l’anno 1735. Et questo fa — esso — sig. Benedetto — per il prezzo — di d 280 —» (A.S.U., N., G.B. Stocco, 555, Instr. 1755, f. 6r — 7r).
1772, ag. 1 «— Il — co. Gerardo Freschi — di Cucagna — cede» a G.B. de Rubeis la casa situata nella contrada di Bertaldia, «stata da lui acquistata dal q. — G.B. Mangili con instr. 6 dic. 1755, nod. — G.B. Stocco —» (A.S.U., N., Antonio Cavassi, 9878, I instr., 55, f. 72r — 74r).
1777, mar. 9°Antonio q. Domenico Polame la vende al nob. Bartolomeo Egregis (atto privato).
1777, sett. 9°Bartolomeo Egregis la vende a Giulio Cautero (not. Marco Tracanelli).
1784, genn. 6 Giulio Cautero la vende al nob. G.B. q. Bartolomeo de Rubeis (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, Istr. I, 167, f. 149v — 151r).
1788*Dal catastico della congregazione della Madonna del Suffragio per le anime del Purgatorio: «Per forma della parte della p. secreta 25 apr. 1742, in libro B, c. 173, fu venduta per questa p. congregazione la porzione della casa di ragione dell’eredità Polidori, escorporata agli eredi del q. — Mattio Pettoello, situata nella contrada Bertaldia di questa città, a — Antonio q. Daniel Polame, per cui paga il primo genn. di cadaun anno d’annale pro’ L 58, oltre ai debiti tempi l’agravo sopra essa casa — alla cappella Valentinis, come d’instr. 18 lugl. 1742 per atti — Luca Aborta —. Ora paga — G.B. q. Bortolomio de Rubeis di questa città» (B.C.U., ms. 1257, p. 68).
1801 Nob. G.B. de Rubeis (Nomenclatura, f. 74v).
1809*L’edificio appartiene a G.B. Rubeis, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 55v).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, G.B. q. Giacomo de Rubeis è citato tra i possessori di fondi confinanti con le mura urbane (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 90).
1831, dic. 10 Sebastiano de Rubeis costruisce1 casa di tre finestre (A.S.U., C.A. I, 193, 5474 Orn. II C, con dis.).
1832, apr. 2 È di Filippo De Rubeis2, che costruisce casa dove era un muro di cinta (A.S.U., C.A. I, 193/I, 1505 Orn. II C, con dis., firmato dal capomastro G.B. Degan).
 *L’approvazione da parte della deputazione d’ornato è accompagnata da una relazione particolareggiata indirizzata alla congregazione municipale in data 13 aprile: «Sempre inutili e sempre vani riuscirono i tentativi della scrivente per evitare l’angusta calle fra la nuova casa da costruirsi dal sig. Filippo de Rubeis e quella esistente dei sigg. Franzolini. E credevasi almeno che si potesse nascondere agli occhi del pubblico colla costruzione di un muro (come dal presentato disegno in CC) dacché i Franzolini medesimi avevano in massa dato l’assenso. Ed a tanto maggior ragione credevasi in quanto che s’indusse il sig. Rubeis a costruir la sua fabbrica col lato piϊ lungo verso la strada, ciò che porta un vantaggio ai Franzolini. Ma ora il si nega ostinatamente; né potendo ottenerlo colle pratiche di privata conciliazione né sembrando poterli obbligare per forza di legge, conviene tollerare siffatto disordine. Duole alla scrivente che mentre si reputano sconcissime alcune piccole calli di questa natura ch’ebbero luogo anticamente in questa città e che in vari siti (come a cagione di esempio fra la casa dei nobili Camuzio ed il nuovo convento dei Capuccini) furono tolte almeno in apparenza vere e reali deformità, non si possa ora evitarle ora che le discipline d’ornato imbrigliano i capricciosi edificatori e rettificano i loro progetti. Del resto, essendo la fabbrica che si produsse sufficientemente regolare, la scrivente opina per la sua approvazione alle condizioni che sia presentata la sagoma della cornice, che siano posti i tubi fino a terra, conducenti le acque piovane dei tetti e che siano fatti trasportare nel pubblico giardino trenta carri di macerie di ghiaia. Ciò serve per obbedire all’ordinanza municipale n. 1505 del 9 corr. che si ritorna con disegni». Seguono le firme di S. Sabbadini, G.B. Bassi e Fabris (A.S.U., C.N., 193, 1641 Orn. II C).
1843, genn. 11 Daniele Filippo q. G.B. de Rubeis vende al nob. Antonio q. Eusebio Caimo Dragoni la «casa di abitazione con cortile promiscuo ed orto — in contrada Bertaldia — n. 1986 —, confina a lev. Pasini Bernardino e Del Bianco G.B., mezz. Mattia Manin, pon. Cristofoli Luigi ed a tram. strada, pervenuti in proprietà degli alienanti per eredità del padre, dal quale venne acquistata col contratto 8 ag. 1771, atti Cavassi Antonio, dalle mani del co. Gerardo Freschi; casa — in borgo di Mezzo contrada Bertaldia, in mappa del n. 1296 — compresi i fondi e corte con porzione in essa ad uso di orto e tutto unito confina a levante Franzolini, mezz. contrada Bertaldia, pon. G.B. Plaino detto Bergamino, loco Simeoni, ed a tram. Roiatti Pietr’Antonio, pervenuta in proprietà — di venditori per contratto 15 magg. 1826 col co. Antonio Beretta —» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, I, 161).
1852*Proprietà del co. Antonio Caimo (Competenze, II, f. 16v).
1945 Distrutta da una bomba.
   
NOTE1In realtà il progetto è respinto dalla commissione d’ornato, la quale rileva «essere sconveniente a l’edificazione di una nuova casa col lato minore verso la strada, quando avoi la possibilità e la comodità di disporla diversamente; piϊ sconveniente d’assai la sua edificazione in tale prossimità alla casa n. 1989 che offrirebbe alla vista del pubblico una calle lunga e angusta. E siccome furono inutili i tentativi fatti per persuadere ad appoggiare la nuova casa alla vecchia e per indurre alla sua edificazione nel mezzo del muro A e col lato maggiore verso la strada, cosi si ritornano queste carte col voto negativo alla domanda». Firmano S. Sabbatini, G. Lovaria e G.B. Bassi (A.S.U., C.A. I, 193, 5470 Orn.).
 2Per Filippo de Rubeis: CORGNALI, Il pittore Gio. Battista de Rubeis, 2(1937), 5.
   
BIBLIOGRAFIA Archivum... Catastico, I, 73.
1987
1702, nov. 28*«— Giovanni Domenico Sarmeda — vende — al sig. Andrea Spaietti — una casa in Porta di Roncho, cioè in borgo di Mezo, con corte et orto, acquistata, come disse, dal q. Pietro Prontner di questa città; confina a lev. — Giacomo Liva, mezo dν il fondi e muri sogiunti, a pon. strada — ed a tram. nobili Bettussi; item — vende, previa la licenza ottenuta da questo ecc.mo regimento —, un fondi con muri contigui in stato rovinoso e cadenti, furono tenuti da questa magnifica fiscal camera alla partita di Zuanne della Tesia et, in ordine a edito 18 ag. 1689 corso contro gl’eredi q. Zuan Lunardo Del Pin di Porta di Roncho et altri pretendenti —, fu con istrum. di 10 febr. 1690, di mano del q. — Francesco Forni nodaro ai feudi, investito della medesima detto — Sarmeda —. E ciò — fa per il prezzo — di d 280 —» (A.S.U., N., Girolamo Dell’Oste, 7907, VIII instr., f. 281r — 283r).
1753*Sulla casa grava un livello a favore dell’ospedale di S. Maria della Misericordia, come risulta dalle annotazioni del catasto dell’epoca citata relative alla zona di Porta Ronchi: «Li — coo. G.B. e fratelli Sarmeda, alla partita corr. in Rottolo generale de’ livelli, c. 80, a nome di Bernardin tessaro, pagano perpetuamente a nadal contadi L 2 s 5 — sopra una casa che fu di Daniel Monaco, instrumentata da Giacomo Quarin nod., come nel Rottolo di pergamene copperto di tollele rosse, c. 88, di che niente parla il Porzio nel precedente Rottolo, c. 95. Subordinata la facoltà Prontiner, l’ospitale ha conseguito solamente il capitale per le sudette L 2 s 5, come meglio negl’atti del sig. Gulielmo Bonecco nodaro —» (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1753, f. 308v).
1801 Giuseppe Del Bianco (Nomenclatura, f. 74v).
1809 Nob. Girolamo d’Attimis (Registro delli aloggi, f. 55v).
 *Inquilini gli agricoltori Giovanni e fratello Del Bianco (ibid.).
1810, magg. 12*In seguito ad atto oppignorativo del 7 ag. 1809, asta senza esito della casa n. 1987 di proprietà di Giuseppe Del Bianco, detto Luchin (A.S.U., C.N., 80 Asta).
1812, magg. 31*In seguito ad atto oppignorativo del 16 febbr., a pregiudizio di Giuseppe del fu Valentino Del Bianco, asta di una «cucina a pian terreno dal corpo della casa — n. 1987 e questa con ingresso verso la corte» (A.S.U., C.N., 81/Processo verb. d’asta con effetto, 4).
1813, apr. 24*Giacomo Visentini vende ad Antonio Rizzani e Giuseppe Prisani una «cucina a pian terreno con ingresso verso la corte, dal corpo della casa in borgo di Mezzo in contrada Bertaldia al n. 1987» (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10571, 633).
1815, dic. 7*«G.B. del fu Pietro Gennari — vende a corpo — alli — sigg. Giuseppe e Maria iug. Danielis — una casa copperta di coppi composta in pian da una stanza terranea, da tre camere in primo appartamento e da grannaro sopra con il ius dell’ingresso e regresso per il cortile e portone a tram. tendente alla pubblica strada, cortivo a mezz. ed orto in seguito —, il tutto nella contrada — Bertaldia — dal corpo del c.n. 1987 —, a lev. parte con casa rimasta a Giuseppe q. Valentino Del Bianco, parte eredi q. — Francesco Della Chiave ed parte con orto della famiglia D’Ambrosio, a mezz. le pubbliche mura della città, a pon. — Pietro Bearzi in loco Stainero ed a tram. parte con corte di — Giuseppe Del Bianco e case e parte passalizio consortivo di questa ragione, conduce al borgo, parte con li — eredi della Chiave ed parte — con Francesco Cremese —. La — vendita viene — fatta — per ven. L 3600 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10303, 867).
1834°Giuseppe q. Valentino Presani, Maddalena Rizzani q. Antonio e figli e Mattia Manin d’ignoti, loco Daniele Sarmeda, loco Prontner eredi, loco curato di S. Pietro e G.B. Baldasso, loco Bernardin Tessaro, loco eredi Bartolomio monego, loco Domenico q. Zuane del Muini, pagano venete L 2 s 3 sopra una casa già dell’ospedale allivellata a Zuane del Muini sita in Borgo di Mezzo (Arch. Osped. di Udine, Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834).
1847, sett. 13°Angelo Plaino vende alla sign. Santina Bertuzzi Tosolini la casa n. 1987, 1988 per austr. L 3500 (not. Giacomo Someda).
1852*Fratelli del Bianco proprietari dei n. 1987 e 1987 A. Il n. 1987 B appartiene a Mattia Manin (Competenze, II, f. 16v).
1876*Laboratorio del cordaio Francesco Cremese (COSMI-AVOGADRO, 91).
1945 Distrutta da una bomba.
   
BIBLIOGRAFIA Domenico Del Bianco, 7.
1988
1801 Co. Gasparo di Sbruglio (Nomenclatura, f. 74v).
1809*Appartiene a Gaspare Sbruglio (Registro delli aloggi, f. 55v).
1816, magg. 2 La co. Vittoria Liruti, vedova del co. Gasparo Sbruglio, vende a Girolamo fu Antonio Borgobello una «casa in — borgo — di Mezzo — al — n. 1988 — acquistata dalle mani delle sign. Maddalena, Giacoma e Catterina sorelle ed eredi del — defunto co. Gasparo Sbruglio con privata scrittura 27 apr. p. p.»; confina a lev. Giuseppe Del Bianco, mezz. Pietro Bearzi, pon. strada, tram. sig. Rubeis (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10364, 1849).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Girolamo del fu Antonio Barcobello, proprietario della casa n. 1988, è citato tra i possessori di fondi confinanti con le mura urbane (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 94).
1824, apr.3 «— Giacomo Barcobello — vende — al sig. Francesco Mansutti — una casa di muro, coperta di coppi, sita nel recinto di — borgo d’Acquileia in contrada detta di Bertaldia, coscritta col c.n. 1988, con sottoportico d’ingresso e corticella contigua ed annessa all’altra casa n. 1987, — che confina a lev. famiglia de Rubeis, mezz. consorti Del Bianco, pon. — Pietro Bearzi ed a tram. la contrada Bertaldia —. La — vendita — viene fatta — per il prezzo — d’it. L 2700 —» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10633, 4784).
1847, sett. 13 Vedasi n. 1987.
1852*Proprietà di Giuseppe Tosolini (Competenze, II, f. 16v).
1989 A
1753*«Gioseffo Franzolino a partita corrispondente in Rottolo generale de’ livelli, c. 79t, al nome di Pietro Fust paga di livello perpetuo a nadal oglio lb 2 sopra la casa che fu di Pietro de Chiamin, posta in Bertaldia, venduta dalla fratterna con il carico di detto oglio lb 2 nell’anno 1439, 5 ag., nod. ser Giacomo de Quarin» (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1753, f. 309v).
1801 Vincenzo Franzolini (Nomenclatura, f. 74v).
1809*Proprietà di Vincenzo Franzolini, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 55v).
1834°Franzolini Vincenzo e fratelli, loco Barbotto Mattia, loco Angelo Muzzano, loco Pietro Fust, loco eredi Iusto porcitaro, loco Pellegrin pittor, loco eredi Zorzi Martin monaro, loco Pietro de Chiamin, pagano it. L 2 sopra una casa in Bertaldia già dell’ospedale concessa a livello a Pietro de Ciamin con istr. 1439, ag. 5, atti Girolamo di Quirino (Arch. osp. di Udine, Ospitale C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834).
1842, ott. 17*«— All’occasione delle divisioni seguite nel — 15 ott. corr. fra li fratelli Vincenzo, Giovanni e Pietro q. Angelo Franzolini e li pre’ Giuseppe, Angelo, Giovanni, Antonio, figli di Vincenzo, quali coeredi del fu pre’ Giuseppe Franzolini, rilevossi che il fabbricato comune fra essi, situato — al c.n. 1989 è indivisibile pella sua irregolarità ed è perciò che fu, nelle divisioni —, diviso il valore in L 9600 e che a Vincenzo — assegnossi — il quoto — di L 1920 —. Avendo — p. Giuseppe, figlio di — Vincenzo, ora parroco della B. Vergine delle Grazie in Udine, acquistata nel contratto —, seguito nel 26 genn. 1840 — otto trentesime parti della casa stessa —, trovò — Vincenzo conveniente di offrirgli le — sei trentesime parti che a lui appartengono —. Vincenzo Franzolini cede — al rev. — Giuseppe di lui figlio — il quotto di fabbriche e relativi fondi di cortivo ed orto dal corpo della casa dominicale posta — nella contrada di Bertaldia, — sotto il c.n. 1989 — consistente in piϊ stanze al pian terreno, camere superiori e granai, stalle e fenili, con fondi, che tutta unita — confina a lev. Del Gobbo Santo, a mezz. contrada di Bertaldia, a pon. sigg. de Rubeis e parte Antonio Fusari ed a tram. Giacomo Chiarandino —. Questa — vendita viene fatta — per la summa — di austr. — L 2000 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4830, 4508).
1852*Proprietario del n. 1889 A è Vincenzo Franzolini (Competenze, II, f. 16v).
1858*Filanda per seta con dodici fornelli, gestita da Maria Mestroni D’Ambrogio (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, n. 55).
1883*Fabbrica di sedie di Mattia Falzari1 (AVOGADRO, 156).
1945 Distrutta da bomba.
   
NOTE1Per il Falzari: FALCIONI, Industrie udinesi, 318.
1989 B
  Questa casa non comparisce nella mappa del 1838.
1843, genn. 11 Daniele Filippo q. G.B. de Rubeis «per sé e qual procuratore — del di lui fratello Sebastiano, ora dimorante in Roma», vende al nob. Antonio q. Eusebio Caimo Dragoni una «casa di abitazione con cortile promiscuo ed orto» in Bertaldia, confinante lev. Franzolini, mezz. contrada Bertaldia, pon. G.B. Plaino, detto Bergamino, loco Simeoni, ed a tram. Roiatti Pietro Antonio, «pervenuta in proprietà — dei venditori per virtϊ dei contratti 15 magg. 1829, stipulato con Simeoni Francesco, e 31 magg. 1829, stipulato con Cremona» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/I, 161).
1868, magg. 23 Il demanio pone all’asta il n. 1989, già della chiesa di S. Michele di Segnacco (“Giornale di Udine”, 3, CLXXXV, 23 magg. 1868, 4); seguono ulteriori offerte, il 5 ag. (“Giornale di Udine”,3, CLXXXV, 5 ag. 1868, 3-4) e quella del 28 ag. (“Giornale di Udine”, 3, CCV, 28 ag. 1868, 4).
   
BIBLIOGRAFIA Archivum... Catastico, I, 57.
1990
1801 Angelo Cinquantini (Nomenclatura, f. 74v).
1809 Angelo e Vincenzo Franz, scalettieri (Registro delli aloggi, f. 55v).
1811, apr. 9*Vi abita Antonio Malzarini, caffettiere in borgo Aquileia (A.S.U., C.N., 183, 2339 Pol. 20).
1829, febbr. 20*Vincenzo del fu Domenico Franz vende a Sebastiano Bosco «una casa — con ingresso promiscuo e porzione di corticella, sita — nel recinto del borgo d’Aquileia, nella contrada — Bertaldia, portante il c. n. 1990 —; confina a lev. il borgo — di Mezzo, a mezz. la contrada Bertaldia, a pon. i figli del sig. Angelo Franz ed a tram. eredi del fu Carlo Gobbo e Santo Fantini in loco di Paolo Gobbo —. La — vendita viene — fatta — per la summa — di austr. — L 1145 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10312, 2412).
1852*Proprietà di Sabbata Bosco (Competenze, II, f. 16v).
1853, nov. 9*Angelo Bosco chiede il permesso di aprire una finestra ed una porta nella facciata per un vano «ad uso di bottega». A. Scala firma la licenza (A.S.U., C.A. I, 66, 8300 Orn. II C, con dis. firmato da Angelo Colaone).
1853, nov. 22*Angelo Bosco presenta progetto per alzare una parte della casa. La deputazione d’ornato approva (A.S.U., C.A. II, 66/1853, 8635 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Angelo Colaone).
1855, genn. 3*G.B. Cotterli è incaricato dal proprietario Leonardo Forte di presentare progetto «della riduzione ad uso di separata abitazione di una parte della casa in Bertaldia — n. 1990 B» ed ottiene l’approvazione (A.S.U., C.A. II, 66/1855, 49 Orn. II C, con dis., firmato da G.B. Cotterli).
1876*Nell’edificio hanno sede due botteghe di cordai; al n. 1990 quella di Giovanni Mattiuzzi, al 1990 B quella di Francesco Mattiuzzi (COSMI-AVOGADRO, 91).
1991
1778, dic. 31 Il nob. Giovanni q. Tomaso Rinoldi vende a Pietro q. Giovanni Cremese, detto Berino, due casette in borgo di Mezzo «coperte di coppi, con pezzettino di corticella, che si frapone — pervenute in esso — Rinoldi parte mediante escorporazione 20 giugno 1770, formata dal sig. Giuseppe Matiussi pubbl. per., e pubblicata li 3 luglio di detto anno in atti del sig. Marc’Antonio Tracanelli —, e parte con l’operazione 9 dicembre corr. del sig. Nicolò Comuzzi, pubbl. per., oggi prodotta in atti miei civili —, e ciò per il prezzo — di d 191 L 6 s 2 —» (A.S.U., N., Antonio Cavassi, 9878, VI instr., 214, f. 317v — 318v).
1801 Pietro Berini (Nomenclatura, f. 74v).
 *Affittuale Valentino Sgobaro (ibid.).
1809 Pietro Cremese, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 55v).
 *Nell’edificio abita l’industriante Valentino Sgobaro (ibid.).
1852*Proprietà di Santo Fantini (Competenze, II, f. 16v).
1876*Rivendita di liquori e commestibili diversi, gestita da Luigi Zanini (COSMI-AVOGADRO, 99).
1992
1801 Co. Antonio Beretta (Nomenclatura, f. 74v).
1809 Giuseppe Del Gobbo, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 55v).
1843, magg. 14 Giuseppe, Anna e Maddalena q. Paolo Del Gobbo vendono al nob. Antonio Caimo Dragoni per austr. L 3402 la casa 1992, «la qual casa è composta di due fabbricati eretti da muro e coperti a coppi, l’uno respiciente la borgata ed inserviente ad abitato, — il quale consta in cucina e stalla al piano terra, due camere e luogo delle scale nel primo piano e granaio superiore, e l’altro all’ovest del cortile per aia e fenile, e il cortile e l’orto sono cinti da muro, ed in angolo di nordest del cortile evvi una tettoia sotto cui esistevi il forno —» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/I, 206).
1845, giu. 9 Antonio Caimo Dragoni la vende a Santo q. Domenico Fantini per L 3400 (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4837, 6192).
1852*Proprietà degli eredi di Paolo Del Gobbo. Il n. 1992 A appartiene agli eredi di Carlo Del Gobbo (Competenze, II, f. 16v).
1853, magg. 23*Da «Santo Fantini, proprietario della casa situata — nel borgo detto di Mezzo al c.n. 1992, fu ideato di erigere una fabbrica nella corte addetta alla citata casa, lungo il muro di cinta che guarda il — borgo —». La licenza è subordinata al restringimento del portone, la cui larghezza alla deputazione d’ornato appare eccessiva (A.S.U., C.A. II, 66, 3514 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Giuseppe Feruglio).
1876*Laboratorio del cordaio Angelo Lodolo (COSMI-AVOGADRO, 91).
1938 Sulla facciata della casa a questo numero aderente al n. 1991 si vedono le tracce di un affresco raffigurante l’Annunciazione.
1945 Distrutta da una bomba.
1993
1801 Carlo e fratelli Manenti (Nomenclatura, f. 74v).
 *Affittuale Domenico Zuliano (ibid.).
1809*Proprietà di Andrea e fratelli Manenti. Affittuale l’agricoltore Giacomo Giuliano (Registro delli aloggi, f. 55v).
1833, giu. 25 «Tommaso e Giacoma Vidoni coniugi Pretner e — Tommaso uti procuratore della — Santa Vidoni Pellis di lui cognata —, vendono — al — Santo Del Gobbo — una casa con cortivo ed orto sita in — borgo di Mezzo n. 1993 —, confina a lev. il borgo di Mezzo, mezz. Paolo Del Gobbo, pon. fratelli Franzolini ed a tram. Giuseppe Roiatti, —. Questa vendita — viene fatta — per il prezzo — di — austr. L 3085,71 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10481, 8804).
1840, nov. 27*Vi abita Santo Del Gobbo, come risulta dal disegno per la riforma della casa n. 1994 A (A.S.U., C.A. I, 315/VI, 7438 Orn. II C).
1852*Appartiene a Santo Del Gobbo (Competenze, II, f. 16v).
1854, febbr. 10*Pietro Del Gobbo chiede ed ottiene il permesso di alzare di due piani un fabbricato esistente nella sua proprietà al n. 1993 (A.S.U., C.A. II, 66, 1086 Orn. II C, con dis. firmato dal capomastro Giuseppe Feruglio).
1938 Oggi il numero è diviso in due case.
1994
1801 Eredi del q. Antonio Roiatti con altro proprietario interno, Giacomo Chiarandini (Nomenclatura, f. 74v).
1804, ag. 2*«— Giuseppe q. Antonio Roiati — vende — una porzione di fondi di cortivo in longhezza di ps 10 pd 1, larghezza proporzionato ps 4 pd 1, con la metà del muro verso mezodν con li — fratelli Manenti ps 4 pd 4, che li toca di metà, senza fonda esso muro e n. 4 morari in esso fondi, il tutto posto — nel borgo di Mezzo, annesso alla sua casa d’abitazione fu Del Gobbo, che essi fondi confinano a lev. cortivo, rimasto di questa raggione, mezodν li — fratelli Manenti, mezodν li fratelli Franzolini ed a tram. l’infrascritto compratore —, a mens. Giacomo q. Francesco Chiarandino —. E ciò esse parti fanno —, accordati in tutto per tutto in L 410 —» (A.S.U., N., G.B. Borghi, 9863, IV instrom., 396, f. 439v — 440r).
1809*Proprietà degli agricoltori Giacomo Chiarandino e Giuseppe Roiatto. Vi abita il «villico» G.B. Turco con sette figli maschi (Registro delli aloggi, f. 55v).
1809, nov. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 26 ag., asta senza esito della casa n. 1994 appartenente a Giuseppe Roiatto, debitore per L 3,86 (A.S.U., C.N., 80, Asta).
1840, nov. 27*Maria Taboga presenta progetto per la riforma della facciata della sua casa al n. 1994 A al pianterreno, dove intende sistemare un affittuale, e ne ottiene l’approvazione (A.S.U., C.A. I, 351/VI, 7438 Orn. II C, con dis. firmato da Simone Periotti).
1852*Il n. 1994 I appartiene a Carlo Taboga, il 1994 II a Giuseppe Roiatti, il 1994 A, B a Girolama Chiarandis Vidusso (Competenze, II, f. 16v).
1876*Rivendita di liquori e commestibili diversi gestita da Raimondo Folla (COSMI-AVOGADRO, 99).
Prima metà del secolo XX Abbattuta insieme i n. 1995-1996 per la costruzione di un’unica casa moderna.
1995
1801 Giacomo Chiarandini (Nomenclatura, f. 74v).
1809*La casa appartiene all’agricoltore Giacomo Chiarandini, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 55v).
1812, mar. 24*«Dal processo verbale del s.m. d’alloggio di r. gendarmeria a la sua superiore autorità, l’invenzione ed assicurazione effettuata oggi sul Mercato vechio di due animali suini vaganti in contravenzione a veglianti regolamenti, prodottosi finalmente il recupero degl’animali stessi, certa donna Anna Maria di Giacomo Chiarandino, abitante in borgo di Mezzo al n. 1995 e venditrice d’aglio con baracca in piazza di S. Giacomo, professò la proprietà degl’animali stessi —» (A.S.U., C.N., 184 Pol.).
1828, genn. 17*«Giacomo Chiarandino ha — venduto — alla — sign. Maddalena Lazzarone Trivilino — una porzione della casa — di detto Chiarandino sita nel borgo di Mezzo — n. 1995 —, consistente — in due stanze a pian terreno, in primo piano camera e granaro superiore con coperto di coppi tavellato confina essa — a lev. borgo di Mezzo, a mezzodν con restante di questa ragione, a pon. con case pure di questa ragione ed a tram. col rimanente del — n. 1995 —» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10634, 4425).
1828, genn. 25*Maddalena Trevillini, dopo le divisioni del locale, «chiede di aprire una porta per avere l’ingresso nella parte toccata». Si tratta in sostanza di trasformare il vano di una finestra in quello di una porta. La deputazione d’ornato approva, «attesa la situazione rimota» (A.S.U., C.A. I, 148/X, 342 Orn. II C, con dis.).
1828, genn. 27*«Giacomo del fu Lorenzo Chiarandino — vende — alla — sign. Maddalena Lazzarone Trivilino — una porzione della casa — sita nel borgo di Mezzo —, marcata col c.n. 1995, consistente — in due stanze a pian terreno, in primo piano camera e granaro superiore con coperto di coppi tavellado —, che confina — a lev. col borgo di Mezzo, a mezz. con restante di questa ragione, a pon. con casa pure di questa ragione ed a tram. col rimanente del — n. 1995 —; vende pure il Chiarandino — una porzione di — cortivo esterno ai lati di pon. e mezz. del — fabbricato per la lunghezza di — m 1, larghezza m 1,60, che è in angolo attuale della casa —. La porzione di casa — viene alienata — per il prezzo — di d 377 di L 6 —» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10634, 4425).
1832, magg. 10*«— Giacomo q. Lorenzo Chiarandino agricoltore — vende — al — Mattia Vidusso — una casa costrutta di muri, coperta di coppi, con inerente fondi di cortivo ed orto, sita — nel — borgo di Mezzo, marcata col c.n. 1995 —, che confina a lev. il — borgo di Mezzo, mezz. i rappresentanti Manenti, pon. Franzolini Vincenzo e fratelli ed a tram. fratelli Plaino —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10313, 2695).
1834, febbr. 9 Maria Lazzarone ved. Trivilino vende ad Angela Pascoletti Martinis la casa n. 1995 per austr. L 1611 (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 638, 3742).
1850, genn. 19°Angela Pascoletti Martinis la vende a Giovanni Bertoli per L 1371 (not. Giacomo Someda).
1850*Filanda di seta con due fornelli, di Gerolama Chiarandini (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 46).
1852*Proprietà di Girolama Chiarandino Vidusso. Il n. 1995 A appartiene ad Angela Martinis (Competenze, II, f. 16v).
1996
1801 Giovanni De Lorenzo (Nomenclatura, f. 74v).
1809*Proprietà di Giovanni De Lorenzi (Registro delli aloggi, f. 55v).
1809, nov. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 6 sett., asta senza esito della casa n. 1996 di proprietà di Giovanni De Lorenzi, debitore per L 13,21 (A.S.U., C.N., 80, Asta).
1842, dic. 10 «Valentino q. G.B. Fornasari — vende — al — sig. Giovanni di Maria Ioch detto Cudicini — casa con suoi fondi e corticella costrutta di muri coperta a coppi, coscritta al c.n. 1996 — a cui fa coerenza a lev. il — borgo di Mezzo, a mezz. e pon. Mattia Vidusso, loco Chiarandini, ed a tram. li eredi delli furono Giuseppe ed Antonio fratelli Plaino detti Moro —. La vendita viene fatta — pel prezzo — di ex d 690 — che fanno picc. ven. L 4140 — pari ad austr. L 2365,70 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10505, 15436).
1852*Appartiene a Valentino Fornasari (Competenze, II, f. 16v).
1997
1801 Giuseppe Plaino (Nomenclatura, f. 74v).
1809*Proprietà dell’agricoltore Giuseppe Plaino (Registro delli aloggi, f. 55v).
1852*Appartiene ad Antonio e fratelli Plaino (Competenze, II, f. 16v).
1998
1801 Co. Antonio e fratello Dragoni (Nomenclatura, f. 74v).
 *Affittuale Andrea Del Gobbo (ibid.).
1809 Andrea Del Gobbo, agricoltore1 (Registro delli aloggi, f. 55v).
1838, lugl. 31*«Col privato contratto seguito in Udine li 26 febbr. 1832 —, seguito fra Andrea del fu Francesco Del Gobbo padre e Giuseppe — Del Gobbo figlio —, con cui — Andrea — renunciò all’accennato di lui figlio ogni diritto — sopra la di lui casa d’abitazione — situata — in borgo di Mezzo, coscritta col c.n. 1998 —, Giuseppe e Santo fratelli figli del — vivente Andrea Del Gobbo —, agricoltori —, vendono — alle — Sabbata e Giulia Corgnale Del Gobbo — l’accennata casa — situata — nel borgo di Mezzo, portante il c.n. 1998 —, confina a lev. il — borgo — di Mezzo, a mezz. Antonio Plaino, detto Moro, a pon. ed a tram. — Sabbata e Giulia — Del Gobbo —. La — vendita viene — fatta — per la somma — di austr. L 3257,14 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10316, 3216).
1852*Appartiene a Sabata del Gobbo (Competenze, II, f. 16v).
   
NOTE1Un documento del 25 ag. 1831 vede protagonista costui nella transazione di una casa non numerata: «Lazzaro q. Francesco Del Gobbo — cede — a titolo di vitalizia rendita — al predetto Andrea Del Gobbo — la di lui metta di casa — posta — in borgho — di Mezzo — n. *** — tra li confini a lev. eredi — Giuseppe Plaino, mezz. particolari diversi, pon. Sabbata e Cecilia sorelle Del Gobbo ed alle monti il — borgho —. La — vendita — viene fatta — per austr. L 800 —».
1999
1801 G.B. Palma (Nomenclatura, f. 74v).
1809 Giovanni Maria Beretta; G.B. Palma (Registro delli aloggi, f. 55v).
1819, febbr. 18*«G.B. Palma — vende a corpo — alle — donne Sabbata e Giulia cognate Del Gobbo — una porzione di casa composta da pocha stanza terranea con camera e solaro sopra copperto di coppi, porzione d’ara, porzioneta di cortivo e pocha porzion d’orto, il tutto situato — nel borgo — di Mezzo — parte del n. 1225 —. Confina — verso lev. il — borgo, a mezz. Andrea q. Francesco Del Gobbo ed a tram. nob. fam. Beretta —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10307, 1331).
1838, apr. 10 È di Sabbata Del Gobbo. Fu alzata e furono riformati i vani (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 1762 Orn. II C, con dis.).
 *La riforma coinvolge anche la casa n. 2000 (ibid.).
1852*Sabata del Gobbo (Competenze, II, f. 16v).
2000
 *A partire dal 1407 la casa risulta gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo, come attestano i catasti che ne citano i fondamenti e riportano gli estremi delle confinazioni:
1407-1418 «Ioannes q. Martini de Camino, seu ser Antonius Mussii de burgo Aquilegiæ — solvunt annuatim fabricæ ecclesiæ maioris Utini, super una domo murata et tegulis cohoperta, sita in Utino in Porta Ronzi, quæ fuit olim Lazari, murata et tegulis cohoperta, iuxta ipsum Antonium, iuxta Nicolaum et Danielem Marzutti et viam publicam, libras olei tres —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 322r).
1419*«Martinus de Camino nepos Ioannis Martini super una sua domo murata et tegulis cohoperta — olei libras iij» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 322v).
1428 «Nicolaus q. Dominici de Cerneglons tenetur solvere super una sua domo murata et cuppis cohoperta, pro qua solvebat olim Martinus de Camino nepos ser Ioannis Martini de ipsa villa» (ibid.).
1444*«Mattheus frater Nicolai q. Dominici de Cerneglono tenetur solvere super una domo quę fuit Martini decani nepotis Ioannis decani» (ibid.).
1511 «Bernardo di Camino sta a Cerneglons, in loco de Zuan de Mattio di Domenego di Cerneglons paga» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 323r).
1519*«Bernardo — fiolo ed erede d’un altro Bernardo di Cerneglons paga — sopra una casa fo di Martin degan — con una corte drio, al presente abitada per lo armentaro de ditto borgo, appresso una casa della giesia di Buri et de drio appresso uno orto de mess. Zuan Francesco Sbrojavacca doctore1 et appresso una casa di Bastian Faidutto, la qual casa obbligada è all’incontro della casa di m. Lonardo Piero Paulo —» (ibid.).
1580 «Il fratte di Cerneglons in logo di Bernardo paga — sopra una casa che fo di Marcon degano, posta all’incontro de m. Bernardino de Piero Paulo, la qual casa ha una corte dentro che confina con una casa della chiesa di Buri ed appresso m. Bastian Faidut, caligaro —» (ibid.).
1595*«Ora paga m. Ieronimo Baratino, caligaro in detto borgo» (ibid.).
1630*«Ora li sigg. Giacomo e fratelli Coronella» (ibid.).
1637 «Li sigg. Gioseffo e fratello Coronella pagano» (ibid.).
1643, mar. 9 «Hora pagano i sigg. Giacomo et fratelli Coronella, possessori della casa —, habitata per Domenico Del Toso Baldasso, posta in borgo di Mezo, confina a sol levado col borgo, a mezodν coll’ecc.mo Giovanni Antonino Torratto, a sol a monte col sig. Teseo Arcoloniano et ai monti pure» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 43).
1743, febbr. 4 «— La — casa è — del — co. Francesco Beretta q. Bernardino, abitata presentemente da ser Andrea De Lorenzi, confina a lev. con la strada del borgo di Mezzo, a mezzo dν con casa fu Torratto, ora del — co. Francesco Beretta q. Bernardino, abitata da d. Lugrezia Muzzana, a sol a monte con casa et orto del nob. — Carlo Arcoloniani abitata da Niccolò Blasone et alle monti con le medesime case Arcoloniani» (B.C.U., ms. F. XXI, f. 12r — 12v).
1801 Co. cav. Antonio Beretta (Nomenclatura, f. 74v).
 *Affittuale Domenico Del Gobbo (ibid.).
1809 Giovanni Maria Beretta; G.B. Palma (Registro delli aloggi, f. 55v).
1852*Proprietà di Sabata Del Gobbo (Competenze, II, f. 16v).
1938 Vi è sulla facciata una gran nicchia ovale con imagine sacra.
1945 Distrutta da bomba.
   
NOTE1Per Giovanni Francesco Sbroiavacca: SAMBIN, Gregorio Amaseo, 26-27.
2001
1801 Co. Antonio Beretta (Nomenclatura, f. 74v).
 *Affittuale Domenico Putto (ibid.).
1809*Proprietà di Giovanni Maria Beretta. Affittuale l’agricoltore Domenico Putto (Registro delli aloggi, f. 55v).
1814, ag. 31 Il co. Giovanni Maria Beretta vende a Domenica, nata Molinis, ved. di Giuseppe Mesaglio, «molinaro fuori la porta d’Aquileia», casa al n. 2001 per L 1586, 20, «confina a lev. il — borgo di Mezzo, mezz. Domenico e Pietro — Del Gobbo, enfiteuta Beretta, pon. Zuane Blason enfiteuta Caiselli, ed a tram. parte — Blason — e parte G.B. Geatto, enfiteuta Dragoni —; qual casetta con adiacenze fu acquistata dall’ora q. co. Giovanni M. Beretta, avo del — co. venditore, dalle mani delli nobb. — fratelli Coronella con instrumento 5 marzo 1688, not. Girolamo dell’Oste, poscia accresciuta, come in rotolo della famiglia Beretta F B 1785 a c. 95, pervenuta nel co. Giovanni M. alienante con le divisioni 9 lugl. 1804, seguite col mezzo delli pubbl. per. — Antonio Bernardinis e Giovanni Carlo Iacotti fra esso — e li figli del q. co. Francesco Beretta suoi nipoti —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10594, 1344).
1818, febbr. 18*«— Paolo q. Giuseppe Giaiotto — vende — a — Giacomo Biasone — n. 3 stanze composte, una delle quali senza solari, — copperte di coppi —, parte del c.n. 2002, con porzion di cortivo e porzion di transito d’ingresso fin alla — strada, situato — nel borgo — di Mezzo. Confina a lev., mezz. e pon. con li fratelli acquistanti ed a tram. Domenico q. Giacomo Molinis —. La — vendita — viene — fatta — per la somma di — it. — L 1110 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10306, 1151).
1822, febbr. 22*Francesco Mesaglio vende ad Antonio Mattiussi «una casa composta di due fabriche, fondo, cortivo ed orto, situata in — borgo di Mezzo al c.n. 2001, confina a lev. borgo di Mezzo, mezz. Domenico e Pietro q. Giuseppe Del Gobbo, sive li loro eredi enfiteoticari Beretta, pon. Zuanne Blason, enfiteoticario Caiselli, ed a tram. detto Blasone e G.B. Geatto, enfiteoticario Dragoni —, pervenuta essa casa in detto Mesaglio — colle divisioni seguite tra esso — e Domenica n. Mo-lini ved. del fu Giuseppe Mesaglio q. Valentino di lui cognato — li 15 nov. 1819 — per il prezzo — di it. L 1515 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10457, 2869).
1852*Appartiene ad Anna Mattiussi (Competenze, II, f. 16v).
1945 Distrutta da bomba.
2002
1801 Co. Antonio e fratello Dragoni (Nomenclatura, f. 74v).
 *Affittuali Blasone e Giaiotto (ibid.).
1809*Proprietà di Nicolò Dragoni. Inquilino l’industriante G.B. Giaiotto (Registro delli aloggi, f. 55v).
1818, febbr. 18*«— Paolo q. Giuseppe Giaiotto — vende — all’antedetto Giacomo Blasone — n. 3 stanze composte, una delle quali senza solari e le altre due con un solaro sopra, copperte di coppi, portanti parte del c.n. 2002, con porzion di cortivo e porzion di transito d’ingresso fin alla — strada, situato — nel borgo detto di Mezzo, confina a lev., mezz. e pon. con li fratelli aquistanti ed a tram. Domenico q. Giacomo Molinis —. La presente — vendita — viene — fatta — per la somma — di it. — L 1110 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10306, 1151).
1825, dic. 31*«Paola e Teresa sorelle q. G.B. Giaiotto di Udine, proprietarie delle case n. 2002 ed orto in borgo di Mezzo —, onde introdursi nell’orto medesimo direttamente dalla pubblica via senza dover sempre passare pella casa e cortile aderenti, vorrebbero aprire una porta nel muro di cinta al lato di pon. communicante coll’annessavi contrada, detta del Pozzo» (A.S.U., C.A. I, 100/II Case e fabbricati, con dis.).
1852*Appartiene ad Antonio Castronutto. Il n. 2002 A è proprietà degli eredi del q. Giuseppe Castronutto (Competenze, II, f. 16v).
1945 Distrutta da bomba.
2003
1801 Co. Antonio Dragoni (Nomenclatura, f. 74v).
 *Affittuale Lucia Braidotta (ibid.).
1809*Proprietà di Nicolò Dragoni. Inquilino l’industriante G.B. Blasone (Registro delli aloggi, f. 55v).
1831, febbr. 25*Progetto di riforma della casa (A.S.U., C.A. I, 182/1831/V, 728 Orn. II C, con dis.).
1850, mar. 26°°Vedasi n. 2004.
1852*Appartiene a Giovanni Blasone (Competenze, II, f. 16v).
2004
1801 Domenico Gos (Nomenclatura, f. 74v).
1809 Domenico Molinis, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 55v).
 *La casa è in parte affittata al pistore Valentino Cisilino (ibid.).
1825, ott. 14*«Ricorso di Giacomo Molinis, detto Cos, con cui addimanda la licenza di poter erigere un fabbricato ad uso di stallone ed altro sopra sul proprio fondo, sotto il c. n. 2004, situato — sopra la calle del Pozzo fra il borgo di Aquileia e il borgo di Mezzo, ora esistente con muro di cinta chiuso, come nel — tipo marcato a nero —». Il Molinis presenta il disegno dell’edificio progettato a linee rosse. La deputazione d’ornato, approvandolo in linea di massima, raccomanda che le cornici di porte e finestre, siano «almeno segnati con una tinta a finta pietra» e prescrive la costruzione di un marciapiedi di ciottoli chiuso da profili di pietra» (A.S.U., C.A. I, 100, 3902 Orn. II C).
1841, lugl. 31 Pietro q. Bortolo Barazza compera all’asta la «casa con fabbricati aderenti e cortile ad uso dominicale» n. 2004 degli eredi di Giacomo Molinis (A.S.U., N., Andrea Bassi, 10638, 74).
1841, ag. 27*Progetto di riforma della parte bassa della casa presentato da Pietro Barazza (A.S.U., C.A. I, 328/1841/VIII, 5600 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Giuseppe Salvador).
1845, apr. 30 Antonio Rossetti, erede di Pietro Barazza, vende a Giuseppe del fu Giacomo Del Negro «fabbricato con ingresso e portone sulla contrada di Mezzo, consistente in sottoportico, cucina a sinistra con focolaio in sporgenza, sopra a questa due stanzini ed altre due sotto i coppi, cortile, fabbricato a pon., composto di stallone con due ingressi a portone, l’uno dei quali verso la calle detta del Pozzo —; piccolo fabbricato a sin. —, consiste in due stanze terranee nelle quali si entra dal comune cortile, ed altre due superiori; casetta con ingresso della cale del Pozzo che si comprende di cucina, piccolo cortile, indi superiormente due camerini; a cui tutto unito confina a lev. la contrada detta di Mezzo, mezz. parte fratelli Blasoni e parte Mandolini, detto Crostolin, pon. calle detta del Pozzo ed a tram. Molinis Francesco. Tale vendita viene fatta — per — austr. — L 7000 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4837, 6142).
1850, mar. 26*Commento dell’autorità competente a una pratica non pervenutaci: «Non può ammettersi assolutamente l’atto conciliativo in confronto del proprietario della casa n. 2003 ove si vogli riformare la casa n. 2004, il cui progetto è stato dalla deputazione d’ornato compiutamente approvato. Vi si incarica quindi di produrre la regolare domanda —». In data 19 apr. Giovanni del fu Giacomo Del Negro inoltra il progetto, il disegno del quale non è pervenuto. Il 21 aprile la congregazione municipale autorizza all’innalzamento della casa (A.S.U., C.A. I, 487/1850/VI, 1615 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da «Valentino Dreussi muratore».
1852*Appartiene a Giuseppe del Negro (Competenze, II, f. 16v).
2005
1801 Giuseppe Gos (Nomenclatura, f. 74v).
1809 Giuseppe Molinis, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 55v).
1850, mar. 26°°Vedasi n. 2004.
1852*Appartiene a Giuseppe d’Ambroggio (Competenze, II, f. 16v).
1858*Filanda per seta con due fornelli gestita da Giuseppe Cantarutti (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 59).
1876*Laboratorio del cordaio Giuseppe Cantarutti (COSMI-AVOGADRO, 91).
2006
1801 Domenico Molinis (Nomenclatura, f. 74v).
1809*Proprietà dell’agricoltore Domenico Molinis (Registro delli aloggi, f. 55v).
1836, sett. 3*La casa appartiene a Gioseffa Molinis. Vedasi n. 2007, dis. (A.S.U., C.A. I, 254/X, 4973 Orn. II C).
1852*Sorelle Molinis (Competenze, II, f. 16v).
1938 Sulla facciata verso via di Mezzo si vede nicchia rettangolare con immagine sacra.
2007
1765, ag. 6*Nella pianta tracciata da Alessandro Rota per la richiesta di acquisto di un piccolo appezzamento di fondo pubblico all’angolo dell’attuale via Zoletti e della via del Pozzo, sul fondo corrispondente al n. 2007 sorge un capannone coperto di paglia di proprietà di Giuseppe Molinis (B.C.U., A.C.A., ms. QQQ.XXXVI, c.115r).
1801 Domenico Molinis (Nomenclatura, f. 74v).
1809*Proprietà di Anna Molinis. Inquilino il muratore Giovanni Chiavone (Registro delli aloggi, f. 55v).
1821, sett. 25 Francesco Molinis vende la casa 2007 per L 1717 a Giovanni Zamparo (A.S.U. N., Giovanni Zancani, 633, 781).
1835, lugl. 17 Sebastiano Antonutti vende la casa 2007 per L 2850 a Giovanni Filipigh (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 10485, 9836).
1836, sett. 3*Filippo Filippigh «adimanda la licenza di trasportare una finestra ad uso di rebatte di bottega nella faciata a tram. della casa di sua ragione, situata — sotto il c.n. 2007, forma angolo tra le calle mette al borgo di Mezzo a lev. e calle detta del Pozzo a pon. nel recinto del borgo d’Aquileia attualmente esistente —» (A.S.U., C.A. I, 254/X, 4973 Orn. II C, con dis.).
1837, mar. 9 Giovanni Filippigh vende per L 2442 a Francesco Michis la «casa coi — suoi fondi e cortivo, composta — in piano da una stanza ad uso di cucina e da bottega annessa, sottoportico con tre camere sopra e suo granaro pur sopra, altra casa interna composta da una stanza ad uso di magazzino con solaro sopra —: confina a lev. gl’eredi del fu Domenico Mulinis, a mezz. Francesco Mulinis, a pon. e tram. contrada — del Pozzo —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10316, 3152).
1837, giu. 1 Giovanni Filippigh ricupera la casa e la rivende a Valentino fu Giuseppe Sostero (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10316, 3152).
1846, mar. 23 È di Francesco Mulina. Casa di due piani, di otto finestre (A.S.U., C.A. I, 406/II, 2401 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore G.B. Pegoraro).
1852*Appartiene a Valentino Sostero. I n. 2007 A e B appartengono a Francesco Molinis (Competenze, II, f. 16v).
1948 Osteria “Al Portogruaro”.
   
BIBLIOGRAFIA QUARGNOLO, Dalla stazione in via Aquileia.
2008
1801 Paola Galiz (Nomenclatura, f. 74v).
1809 Pietro Ballico, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 56v).
1840, lugl. 30 È di Mattia Manini. Riforma la facciata che risulta di piani due finestre quattro (A.S.U., C.A. I, 402/II, 4416 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Giovanni Moretti).
 *Mattia Manini chiede il permesso di «riformare la propria casa al — c.n. 2008 nella contrada detta del Pozzo». La deputazione d’ornato modifica il progetto. Il 20 genn. 1846 il proprietario sarà multato per la mancata costruzione del cornicione e della grondaia. Ciò indurrà lo stesso a completare l’opera entro il 3 febbr. (ibid.).
1843, ag. 11*La deputazione d’ornato esprime parere negativo circa la richiesta di Mattia Manini di costruire «un locale annesso al c.n. 2008 — nella contrada del Pozzo». Le ragioni addotte sono indicate nella disuguale distanza delle finestre dagli angoli, nelle sproporzioni fra le altezze dei piani e nello «sconcio contatto della cornice, colle finestre del secondo piano» (A.S.U., C.A. I, 359/IX, 5801 Orn. II C, con dis.).
1850, ag. 3*Vi abita il linaiolo Giovanni Peressinotti (A.S.U., C.A. I, 485, 979).
1852*Appartiene a Mattia Manini (Competenze, II, f. 16v).
1876*L’edificio ospita la fucina di Giuseppe Spiz e il laboratorio del mastellaio e bottaio Bartolomeo Pizzi (COSMI-AVOGADRO, 92, 93, 101).
2009
1801 Paola Galiz (Nomenclatura, f. 74v).
 *Affittuale Maria Rossa (ibid.).
1809 Pietro Ballico, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 56v).
 *Inquilino l’industriante Giacomo Beato (ibid.).
1831, ag. 20*Le sorelle Anna e Maria Del Calice vendono ad Antonio Pettoello con patto di recupera «due casette poste — nella calle detta del Pozzo, segnate colli c.n. 2008 e 2009, con cortivo ed orto ed impianti — esistenti —. La — vendita viene fatta — a corpo — per — austr. L 1106,27 —» (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 637, 2975).
1836, nov. 9 Anna Gallici ved. Dossi vende a Domenico Rizzi la casetta n. 2009, per austr. L 900. «— Confina a lev. con altra casa — Rizzi, a mezz. similmente —, a pon. la contrada del Pozzo ed a tram. altra casetta e fondi di — Maria Gallici, sorella della — venditrice» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10316, 3102).
1852*Appartiene a Domenico Rizzi (Competenze, II, f. 16v).
2010
1792, ag. 23 I coo. Sebastiano e Filippo Florio per d 600 L 4 s 14 vendono a Pietro q. Giovanni Calice di Tarcento «una casa — posta — nella contrada detta la Bariglaria, con cortivo ed orto con impianti, che — confina a lev. — don Giuseppe e fratelli Franzolini, a mezz. Giuseppe Silvestro, a pon. strada — Bariglaria ed a tram. parte Zuanne Biason, parte Domenico Mattana e parte Giacomo Chiarandini» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9976, XX instr., 1569, f. 2050v — 2050r).
1801 Menega Tommasona (Nomenclatura, f. 74v).
1809 Pietro Ballico, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 56v).
 *Nella casa abita il domestico Luigi Gonellino (ibid.).
1817, mar. 14*I coniugi Domenica e Antonio Iop vendono a Francesco Rizzo la «casetta ereta da muri, coperta di coppi, con fondi e corte di ps 24 pd 3 sotto il c.n. 210 e fra li confini alle parti noti, con pezzo di orto di pertiche 93 ivi atiguo — fra li confini alle parti cogniti — situatto — nella calle — del Pozzo —. Il prezzo — resta — convenuto nella summa d’it. — L 765,20 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti 4814, 493).
1831, febbr. 12*Domenico del fu Francesco Rizzi, «proprietario — d’una porzione di casetta al — n. 2010 nella contrada del Pozzo», chiede alla congregazione municipale: «essendo la stanza che serve di cucina col sollo lume che si ritrae dalla porta d’ingresso, cosν per necessità» di aprire una finestra. Il progetto viene accettato, purché si abbassi detta finestra al livello della porta (A.S.U., C.A. I, 182/V, 534 Orn. II C).
1850*Filanda di seta con due fornelli, gestita da Domenico Rizzi (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 147).
1852*Appartiene a Domenico Rizzi (Competenze, II, f. 16v).
2011
1801 Paolo Silvestro (Nomenclatura, f. 75v).
1809*Proprietà dell’industriante Lucia Silvestra. Inquilino l’industriante Tommaso Mossente (Registro delli aloggi, f. 56v).
1852*Appartiene a Paolo Silvestro Ellero (Competenze, II, f. 16v).
1945 Distrutta da una bomba.
2012
1801 Giuseppe Silvestro (Nomenclatura, f. 75v).
1809*Proprietà dell’industriante Lucia Silvestra (Registro delli aloggi, f. 56v).
1824, ott. 21*Nell’elenco compilato dal capo del secondo quartiere, al n. 2012 «in casa del sig. Ventura Giuseppe, l’è un pozzo — coperto» e munito di serratura con chiave (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
1852*Appartiene a Paolo Silvestro Ellero (Competenze, II, f. 16v).
2013
1801 Giuseppe Pantanali (Nomenclatura, f. 75v).
1806, magg. 23*«— Francesco q. G.B. Del Zan, oriundo di questa città, ora dimorante in Gorizia —, ha venduto — a Giuseppe q. Tomaso Pantanali — la porzione di fabbriche, fondi di cortivo e muri stati assegnati ad esso — al n. 14 colle divisioni 29 sett. 1803 seguite colli di lui fratelli mediante il perito — Giacomo Bertolini, partitamente descritto nel — numero, il quale comprende anche altro fondo ed orto presentemente già renunciato allo stesso Pantanali —. E questa vendita — fa — per il prezzo — di L 2076,7 —» (A.S.U., N., Graziano Cantoni, 10216, XIII instrom., 1724, f. 2698v — 2699v).
1809 Francesco Lodolo, ortolano (Registro delli aloggi, f. 56v).
 *Inquilino il falegname Pietro Spiz (ibid.).
1852*Proprietà di Domenico Lodolo. Il n. 2013 A appartiene a eredi fu Antonio Lodolo (Competenze, II, f. 16v).
1876*Nella parte indicata con il n. 2013 A ha recapito il sensale di vino e coloniali Uberto Sporeno (COSMI-AVOGADRO, 113).
1938 Casa antica. Portone con arco schiacciato.
1945 Distrutta da incendio durante un bombardamento aereo.
2014
1801 Gottardo e nipoti Venerio (Nomenclatura, f. 75v).
 *Affittuale Paolo Roiatti (ibid.).
1809*Proprietà di Girolamo e fratello Venerio. Affittuali gli agricoltori Pietro Antonio e Domenico Roiatto (Registro delli aloggi, f. 56v).
1852*Appartiene a Giacomo e fratelli Plaino. I n. 2014 A e 2014 B appartengono a Pietro Antonio Roiatti (Competenze, II, f. 16v).
1945 Distrutta da incendio durante un bombardamento aereo.
2015
1801 Figlie del q. Domenico Medici (Nomenclatura, f. 75v).
 *Affittuale Maddalena Micheluti (ibid.).
1809*Proprietà di Lucia Medici. Inquilina l’industriante Maddalena Michelutti (Registro delli aloggi, f. 56v).
1852*Appartiene a Giovanni Cancis (Competenze, II, f. 16v).
1945 Distrutta da bomba.
2016
1801 Domenico e fratelli Molteno (Nomenclatura, f. 75v).
 *Affittuale Giacomo Fadoni (ibid.).
1809 Pietro Monticolo, industriante (Registro delli aloggi, f. 56v).
1852*Proprietà di Antonio Monteno (Competenze, II, f. 16v).
1945 Distrutta da bomba.
2017
1801 Sorelle Saghizzi (Nomenclatura, f. 75v).
 *Affittuale Giovanni Del Bianco (ibid.).
1809 Appartiene a Teresa Brandolini (Registro delli aloggi, f. 56v).
1852*Proprietà di Teresa Brandolini (Competenze, II, f. 16v).
1945 Distrutta da bomba.
2018
1801 Sorelle Saghizzi (Nomenclatura, f. 75v).
 *Affittuale Antonio Valentinuzzi (ibid.).
1809 G.B. Faccio, negoziante (Registro delli aloggi, f. 56v).
 *Inquilina Caterina Pantanali (ibid.)
1852*Appartiene a G.B. Faccio (Competenze, II, f. 17v).
1945 Distrutta da bomba.
2019
1801 Don Francesco Bonati (Nomenclatura, f. 75v).
1803, mar. 7 Vedasi n. 2079.
1809 Giuseppe Piatti, negoziante (Registro delli aloggi, f. 56v).
 *Inquilino il domestico Paolo Doro (ibid.).
1852*Appartiene ad Antonio Plati (Competenze, II, f. 17v).
2020
1705 Dall’allibramento Forni compilato dal perito Andrea Cantiani: «Una casa di muro, copperta di coppi, con corte et horto; tutto unito confina a lev. il nob. — Antonio Collona, mezz. — Carlo Lorio sive — Arcangelo Cassacco, pon. strada — dell’androna — et a tram. il pio ospitai maggiore di questa città», Il muro della facciata è lungo ps 4 pd 3 (m 7,82) (A.S.U., N., Francesco Sala, 8438, Allibramento Forni, f. 3r — 4r, con descrizione e stima).
1801 Eredi del nob. Artico Casella (Nomenclatura, f. 75v).
 *Affittuale Giacomo, carrozziere di ca’ Conti (ibid.).
1809 Lodovico Peleatti (Registro delli aloggi, f. 56v).
 *Nella casa abita l’industriante Giacomo Ratis (ibid.).
1815, febbr. 16.*Dall’inventario dei beni di Caterina Casella; «— Casa sita — in borgo d’Aquileia, nella contrada chiamata Bariglaria, con orticello, al c.n. 2020, affittata a Giacomo Rates per — L 121» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10302, 711).
1841, lugl. 28 Federico, Claudio e Nicolò di Zucco e consorti vendono al nob. Nicolò di Zucco fu Francesco «le case con cortile ed orto» n. 2020, 2076, 2077, 2078 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10500, 14211).
 *Le case provengono dall’eredità di Caterina Casella ved. di Lodovico Peleatti (ibid.).
1852*Appartiene a Nicolò Zucchi (Competenze, II, f. 17v).
1876*Recapito del vetturale pubblico e noleggiatore di cavalli Giacinto Serafini (COSMI-AVOGADRO, 104, 159).
2021
1801 Eredi del nob. Artico Casella (Nomenclatura, f. 75v).
 *Affittuale Giuseppe Colautto (ibid.).
1809 G.B. Gennari (Registro delli aloggi, f. 57v).
1852*«Inabitata, riportata al n. 2075» (Competenze, II, f. 17v).
2022
1801 Nicolò Biani (Nomenclatura, f. 75v).
 *Affittuale Teresa Romanella (ibid.).
1809*Proprietà di Antonio Biani. Inquilino il fabbro Leonardo Driusso (Registro delli aloggi, f. 56v).
1819, giu. 18*«— Antonio Biani — vende — ed immette — nell’associato dominio — li — sigg. Pietro, Catterina ed Anna Biani, di lui nipoti ex fratre —; casa dominicale, serve di sua abitazione, posta — nel borgo — d’Aquileia —, segnata col c. n. 2073, che confina a lev. parte contrada Bariglaria o sia del Pozzo e parte — case di sua ragione, mezz. le case suddette e parte — G.B. Gennari, pon. strada — del detto borgho, tram. parte casa di questa ragione e parte — Francesco Maseri; una casetta di muro — coscritta — al c. n. 2074, con corticella interna, confina a — lev. con lobia e cortivo di questa ragione, mezz. con fondi e casa del sig. G.B. Gennari, pon. con lo stesso — borgo ed a tram. con l’altra casa dominicale —; una casetta di muro, coperta di coppi, posta in contrada Bariglaria o sia del Pozzo, coscritta col c. n. 2023, confina a lev. la detta contrada, mezz. la soprascritta casa, pon. ed alli monti con cortivo e fabrica dominicale soprascritti; altra casetta in detta contrada segnata col c. n. 2022, confina a lev. la detta contrada, mezz. fondi e casa del sig. G.B. Gennari, pon. fondi della casa dominicale ed alli monti con la sopra descritta casetta —» (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 632, 556).
1825, genn. 13*A Bernardino del fu Francesco Beretta «rendesi necessario l’appertura di un portone, o rastrello che mostra, della casa dominicale — sita — al c. n. 2022 alla contrada detta dei Missionari e precisamente di fronte al portone che esiste nel borgo Aquileia in retta linea». La deputazione d’ornato è d’accordo sul progetto e nel contempo raccomanda di «intonacare il totale prospetto del muro di cinta del suo orto verso li Missionari» (A.S.U., C.A. I, 100/II Case e fabbricati, 11).
1852*Appartiene a Catterina Biani (Competenze, II, f. 17v).
1938 Casa vecchia a un piano di cinque finestre.
1945 Distrutta da bomba.
2023
1801 Nicolò Biani (Nomenclatura, f. 75v).
 *Affittuale «il servo del sig. Raimondo Bassi» (ibid.).
1809*Proprietà di Antonio Biani. Inquilino il domestico Mattia Braidotti (Registro delli aloggi, f. 56v).
1819, giu. 18*Vedasi il n. 2022.
1852*Proprietà di Anna Biani (Competenze, II, f. 17v).
2024
1801 Ven. chiesa di Lauzacco (Nomenclatura, f. 75v).
 *Affittuale Pietro Mattiussi (ibid.).
1809*Proprietà della chiesa di Lauzacco. Affittuale l’agricoltore Pietro Mattiussi (Registro delli aloggi, f. 56v).
1843, sett. 28 Si approva la spesa per acquisto di fondo facente parte dell’orto di proprietà della chiesa di Lauzacco per rettificare la calle del Pozzo tra le case n. 2034, 2066 (Arch. del Comune di Udine, Consiglio dal 1839 al 1845, Prot. verb. del cons. com., n. 732, part. VI).
1852*Appartiene alla chiesa di Lauzzacco (Competenze, II, f. 17v).
1867, nov. 5 Il demanio mette all’asta la casa in Via Zoletti n. 2024 (“Giornale di Udine”, 2, CCLXIV, 5 nov. 1867, 4).
1876*Falegnameria di Maria Floreanin (COSMI-AVOGADRO, 93).
1945 Distrutta da un incendio durante un bombardamento.
2025
1710, dic. 21 I nob. Perabò vendono a Zuanne Del Frate, detto Masolino, una «casa — di muro coperta di coppi, confina a lev. casa della chiesa di Lauzacco, mezo dν — co. Girolamo di Savorgnano, pon. eredi del — sig. Tristan della Torre di Prademano et ai monti la — androna del Manenti —, per il prezzo — di ducati trecento —» (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8300, V instr., f. 107r — 108v).
 *Evidentemente nella vendita non è compreso tutto il complesso, come si può dedurre da un successivo contratto.
1780, nov. 19 Giovanni q. Antonio Tomadini vende a perpetua enfiteusi a Zuane e Domenica Susini una casa nell’androna detta del Manente, «che confina a lev. — la — chiesa di Lauzacco, a mezz. G.B. della Torre, e pon. parimenti et a tram. strada —» (A.S.U., N., Pietro del Torso, 10151, Prot. 1780-1790, 2, f. 1r — 1v).
1801 Giovanni Tommadini (Nomenclatura, f. 75v).
1807, apr. 29 «— Barbara, figlia — del q. — Alessandro e della q. — Catterina Foschiani iugali Brunelleschi, assistita anco dal sig. Ignazio — Bertolini di lei marito —, ha — venduto — al sig. G.B., figlio — del sig. Ascanio Stampetta la casa di sua abitazione con fabbriche di muri, coperta di coppi, due corticelle ed orto, che tutto unito confina a lev. parte la — chiesa di Lauzacco e parte l’infrascritta casa di questa ragione, pon. parte casa di questa ragione e parte il sig. Valentino Floreanino ed a tram. l’ecc. — Girolamo q. — G.B. della Torre —; item altra casetta a lev. della soprascritta, con orticello, che tutto unito confina a lev. androna del borgo di Mezzo, mezz. — Vincenzo Camauli, pon. una delle — corticelle ed a tram. la suddetta casa d’abitazione —; più altra casetta a mezz. della casa d’abitazione sopracitata, che confina a lev. una delle corticelle suddette, mezz. — Camauli, pon. — Floreanino ed a tram. la sopr’enunziata casa d’abitazione —, il tutto situato — in borgo d’Aquileia nell’androna detta del Cin —. E tutto questo ha fatto — essa sign. Barbara — per il prezzo — di d 2200 —» (A.S.U., N., Giacomo Bertolini, 3643, 1255).
1809*La casa è unita alla n. 2026. Appartiene a Giovanni Tomadini. Vi abita il domestico Felice Devesseri (Registro delli aloggi, f. 56v).
1835*Recapito della levatrice Teresa Canducio (A.S.U., C.A. I, 237/XII, Elenco del personale sanitario).
1852*Fratelli Tomadini (Competenze, II, f. 17v).
1945 Distrutta da un incendio durante un’incursione aerea.
2026
1713, giu. 8 Francesco Perabò vende a Zuane Fabris q. Osvaldo la casa nel borgo di Aquileia nell’androna chiamata del Manente, ora abitata da Zuane Masolini, detto Del Frate (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8300, VII instr., f. 109v — 113r).
1801 Giovanni Tommadini (Nomenclatura, f. 75v).
 *Affittuale Girolamo Fedricis (ibid.).
1809*Proprietà del negoziante Giovanni Tomadini. Inquilino il domestico Felice Devesseri (Registro delli aloggi, f. 56v).
1835*Recapito della levatrice Grazia Pletti (A.S.U., C.A. I, 237/XII, Elenco del personale sanitario).
1852*Appartiene ai fratelli Tomadini (Competenze, II, f. 17v).
2027
1801 Giovanni Tommadini (Nomenclatura, f. 75v).
 *Affittuale Domenico Sovrano (ibid.).
1809*Proprietà di Giovanni Tomadini. Inquilino il cameriere G.B. Tomasone (Registro delli aloggi, f. 56v).
1852*Appartiene ai fratelli Tomadini (Competenze, II, f. 17v).
1874*La casa è censita insieme con quella n. 2061 A di via Aquileia (Prospetti di confronto, 133).
1876*Bottega del calzolaio Angelo Stipano (COSMI-AVOGADRO, 88).
2028
1801 Domenico Zoletti (Nomenclatura, f. 75v).
 *Affittuale Pasqua Missio (ibid.).
1809*Proprietà di Domenico Zoletti. Inquilina l’industriante Pasqua Missio (Registro delli aloggi, f. 56v).
1846, mar. 3*«— Anna Braida — vende — con titolo di vitalizio alla — sign. Maria n. Cicogna ved. De Vit — casa con corte ed orto posta in borgo Aquileia, contrada Zoletti, coscritta colli c.n. 2028, 2029, 2030 —» (A.S.U., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4839, 6533).
1852*Appartiene agli eredi De Vit (Competenze, II, f. 17v).
1876*Nell’edificio sono ospitate l’officina del fabbro Giorgio Luccardi e la rivendita di liquori e commestibili diversi di Teresa Susini (COSMI-AVOGADRO, 92, 99).
1945 Distrutta da una bomba.
   
BIBLIOGRAFIA della PORTA, Toponomastica, 261-262; della PORTA, Udine che scompare, “Sot la nape”, 1 (1950), 10.
2029
1801 Domenico Zoletti (Nomenclatura, f. 75v).
 *Affittuale Giuseppe Moelaro (ibid.).
1809*Proprietà di Domenico Zoletti. Inquilino il «carrer» Giuseppe Molaro (Registro delli aloggi, f. 56v).
1846, mar. 3*Vedasi n. 2028.
1852*Appartiene agli eredi De Vit (Competenze, II, f. 17v).
1945 Distrutta da una bomba.
   
BIBLIOGRAFIA della PORTA, Toponomastica, 261-262; della PORTA, Udine che scompare, “Sot la nape”, 1 (1950), 10.
2030
1801 Domenico Zoletti (Nomenclatura, f. 75v).
 *Affittuale G.B. Zuliani (ibid.).
1809*Proprietà di Domenico Zoletti. Inquilino l’agricoltore G.B. Zuliani (Registro delli aloggi, f. 56v).
1810, febbr. 21*«— Antonio q. Carlo Placeo e Felice q. Angelo De Messieri, compagni per una parte, e Paolo De Paoli, per l’altra parte, sono divvenuti alla liquidazione de’ loro conti — riguardanti l’azienda dell’osteria che esso De Paoli aveva da qualche tempo intrapresa a far correre in una casa in — borgo di Mezzo n. 2030 col suo proprio nome, per esser provveduta del vino occorrente da essi — compagni —» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10358, 376).
1842, sett. 1*Domenico Lodolo, proprietario delle case 2030 A e 2031 A, chiede «di rifare radicalmente il crollante muro di cinta delle medesime guardante verso la contrada detta Soletti. Ma, bramando di rettificarlo e di sostituire al rientrante portone una porta sulla linea retta del muro stesso», presenta progetto. L’autorizzazione gli viene concessa (A.S.U., C.A. I, 342/IV, 5654 Orn. II C, con dis.).
1846. mar. 3*Vedasi n. 2028.
1852*Proprietà degli eredi De Vit. Il n. 2030 A appartiene agli eredi Gremese (Competenze, II, f. 17v).
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese... 1880, 372; della PORTA, Udine che scompare, “Sot la nape” 1 (1950), 10.
2031
1801 Nicolò Cassacco (Nomenclatura, f. 75v).
 *Affittuale Anna Cremese (ibid.).
1809 Carlo Cremese, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 56v).
1814, ag. 16*«— G.B. Cremese — ha venduto all’antidetto Carlo Cremese, di lui fratello —, la porzione di casa — copperta di coppi, composta da una stanza terranea, camera e granaro sopra, porzione di cortivo e muri scopperti coi respetivi fondi ove fu arra, porzione di porton d’ingresso e porzione d’orto con muri di chiusura ed impianti sopra i fondi d’esso orto, cioè due morari a frutto ed altri due detti picoli ed un figaro, il tutto posto — nel borgo — di Mezzo — parte del c.n. 2031 —. Confinano essa casa, cortivo e muri scopperti — verso lev. con il — borgo di Mezzo, a mezz. androna —, a pon. altra androna chiamata dei Cani ed a tram. l’acquistante Carlo Cremese ed il pezzo d’orto, confina a lev. e tram. con Giorgio Cremese, a mezz. detto Giorgio Cremese, a pon. l’androna — dei Cani ed a tram. con orto — dell’acquistante —. La — vendita — viene — fatta per — L 1440,68 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10301, 605).
1832, lugl. 24 Sul muro verso la via vi è una nicchia con un Crocefisso (A.S.U., C.A. I, 193, 3163 Orn. II C, con dis.).
 *Il disegno è prodotto da Andrea Zilli, proprietario della casa, che chiede di costruire nel cortile della stessa un edificio ad uso «di officina di fabro»; gli occorre inoltre di trasformare la facciata della casa 2031 per aprirvi una porta e sistemarvi «un ribatto» (ibid.).
1852*Lodolo Domenico, proprietario anche del n. 2031 A, del quale risulterebbero comproprietari eredi di Carlo Gremese (Competenze, II, f. 17v).
1869, genn. 9*Autorizzazione firmata dall’ing. Domenico Beltrame, per la riforma del pianterreno nella casa n. 2031 di Caterina Lodolo Grassi. «Contemporaneamente si va a dare le disposizioni opportune perché sia levata di colà la fontana e trasferita in altro punto» (A.S.U., C.A. I, 878/IV, 10596, con dis.).
1876 Osteria “Al Rizzardo” (COSMI-AVOGADRO, 106).
 *Gestione di Rizzardo Grassi (ibid.).
 *Nella parte censita come 2031 A Giuseppe Livotti vende liquori e commestibili diversi (COSMI-AVOGADRO, 99).
2032
1801 Giuseppe Cremese (Nomenclatura, f. 75v).
1809*Proprietà dell’agricoltore Giuseppe Gremese (Registro delli aloggi, f. 56v).
1852*Gli edifici censiti 2032 e 2032 A appartengono a Giorgio Gremese ed eredi non meglio precisati (Competenze, II, f. 17v).
2033
1801 Giovanni Cremese (Nomenclatura, f. 75v).
1809*Proprietà dell’agricoltore Giovanni Cremese (Registro delli aloggi, f. 56v).
1852*Appartiene a Giacomo Roiatti (Competenze, II, f. 17v).
2034
1801 Domenico Comello (Nomenclatura, f. 75v).
 *Affittuale Anna Meduna (ibid.).
1809 Giovanni Cremese, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 56v).
 *Affittuale l’industriante Anna Crepura (ibid.).
1852*Appartiene a Giacomo Roiatti (Competenze, II, f. 17v).
1854, febbr. 3*Giuseppe Roiatti «ha divisato di riformare la facciata della di lui casa posta — in borgo di Mezzo marcata col c.n. 2034 —». La deputazione d’ornato, rappresentata da A. Scala, esprime parere favorevole circa il progetto (A.S.U., C.A. II, 66/1854, 899 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da «Giuseppe nares Murero».
2035
1801 Lorenzo Pascoli (Nomenclatura, f. 75v).
1809*Proprietà del «carrer» Lorenzo Pascolo (Registro delli aloggi, f. 56v).
1816, apr. 29*Proprietà di Lorenzo Pascolo. Vedasi n. 2036.
1852*Appartiene a Lorenzo Pascoli (Competenze, II, f. 17v).
1854, febbr. 3*Appartiene a Pietro Pascoli (A.S.U., C.A. I, 66, 899 Orn. II C, dis.).
1858*Filanda per seta con un fornello, gestita da Giulia Ciani (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 57).
1876*Falegnameria di Angelo Ruter (COSMI-AVOGADRO, 93).
2036
1801 Valentina Sandolino (Nomenclatura, f. 75v).
1809 Valentino Linz, «scodellaio» (Registro delli aloggi, f. 56v).
 *Affittuale l’industriante Anna Bonitti (ibid.).
1812, magg. 31*In seguito ad atto oppignorativo del 19 febbr., contro Valentina Santolina, debitrice per L 7,39, asta di una «cucina a pian terreno dal corpo della casa n. 2036, con ingresso verso la strada» (A.S.U., C.N., 81/Processo verb. d’asta con effetto, n. 29).
1812, ag. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 12 magg., contro Valentina Santolina, debitrice per L 2,89, asta di «una cucina a pian terreno al n. 2036, a mezz. Lorenzo Pascoli, a tram. Angelo Cantone» (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 174).
1816, apr. 29*Francesca, figlia di Giacomo Gozzo, ved. di Giacomo Degan, e le figlie Maria, Santa e Rosa vendono a Sebastiano Cantone «una stanza terranea dal corpo dell’intiera casa situata — nel recinto del borgo di Mezzo col c.n. 2036 —, qual confina a lev. con il borgo di Mezzo, a mezz. con casa — di Lorenzo q. Simon Pascolo, a pon. ed a tram. con l’acquistante — Cantone ed è sottoposta — a camera supperiore — d’esso — Cantone. — La — vendita viene fatta — per la somma di it. — L 168,88 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10304, 922).
1852*Appartiene a Domenico Cantone (Competenze, II, f. 17v).
1874*Le case n. 2036 e 2037 risultano unite sotto un solo numero (Prospetti di confronto, 133).
1876*Laboratori del carpentiere Luigi Livotti e del falegname Antonio Lodolo (COSMI-AVOGADRO, 89, 93).
2037
1801 Giacomo, scodellaio (Nomenclatura, f. 75v).
1809 Giacomo Geatti, scodellaio (Registro delli aloggi, f. 56v).
 *Affittuale l’industriante G.B. Plaino (ibid.).
1810, ag. 11*Giacomo del fu Simone Rizzi, tramite il procuratore Floreano Colomba, vende a Sebastiano del fu Domenico Cantone «una di lui casa coperta di coppi, situata nel borgo di Mezzo — n. 2037, per il prezzo — di it. L 1546,2 —» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10622, Rep. II, 342, f. 6r).
1816, apr. 29*Proprietà di Sebastiano Cantone. Vedasi n. 2036.
1828, apr. 1*La casa dei Cantone è affittata ai coniugi G.B. Plaino e Caterina Iaculuta. I coniugi Domenico Plaino e Valentina Disnan allo stesso numero risultano affittuali di una casetta appartenente pure ai Cantone. Una stanza è affittata a Domenico Canciani (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4826, 3243, Asse facoltà Cantone, p. 3).
1852*Appartiene a Domenico Cantone (Competenze, II, f. 17v).
2038
1801 Lorenzo Cora (Nomenclatura, f. 75v).
 *Affittuale G.B. Cainero (ibid.).
1809 Carlo Zorzi, orefice1 (Registro delli aloggi, f. 56v).
 *Affittuale il calzolaio G.B. Cainero (ibid.).
1852*Appartiene ad Antonio De Zorzi (Competenze, II, f. 17v).
   
NOTE1L’orefice ha bottega in Scunariis al n. 748.
2039
1801 Mons. Nicolò e nipoti Buiatti (Nomenclatura, f. 75v).
 *Affittuale Francesco Pantanali (ibid.).
1809*L’edificio appartiene al sac. mons. Nicolò Buiatti. Vi abita l’agricoltore Francesco Pantanali (Registro delli aloggi, f. 56v).
1841, ag. 2 «— Giuseppe del fu Domenico Foschia — ha — venduto — al — presente Giovanni Stipani — una casetta coperta di coppi, con cortivo, situata — nel — borgo di — Mezzo, composta da una stanza a piepiano ad uso di cucina e con due camere superiori, confina a lev. il — borgo di Mezzo, mezz. altra casa di questa ragione, pon. sig. Giovanni Morelli de Rossi ed a tram. — coo. Fabio e fratelli di Colloredo —. Questa — vendita viene fatta — per il prezzo di L 770 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10500, 14235).
1852*Appartiene a Giuseppe Fosca, proprietario anche del n. 2039 A (Competenze, II, f. 17v).
1876*Falegnameria di Gabriele Olivotto (COSMI-AVOGADRO, 93).
2040
1800, lugl. 2 Casa del fu co. Giulio q. Antonio di Sbroiavacca. «Casa dominicale con suo fondi, cortivo ed orto, che confina a lev. strada pubblica tende al borgo d’Aronco, o sia piazeta, a mezz. androna che tende al borgo di Mezzo, pon. orto delli — coo. D’Arcano ed a tram. androna che va in borgo di Aquileia» (A.S.U., N., Graziano Cantoni, 10231, Allibramento Sbroiavacca, f. 2v — 15r).
1801 Co. Elisabetta Sbroiavacca (Nomenclatura, f. 76v)1.
1809 Paolo Rota (Registro delli aloggi, f. 56v).
 *Affittuale l’«industriante» Elisabetta Sbroevacca (ibid.).
1824, ott. 25 «— Il — kav. Ridolfo del fu — Girolamo co. di Colloredo nella propria specialità e qual procuratore delli fratelli — march. Fabio, Nicolò e Ferdinando coo. di Colloredo —, vende — alli — co. Bernardino Beretta e sig. Giuseppe Ventura — la intiera isoletta di fabbricati, case e fondi su cui sono erette, cortivi ed orto o brollo, colli muri di cinta, di ragione indivisa delli coo. fratelli di Colloredo — in — borgo Aquileia alli c. n. 2040, 2041, 2042 e 2043, con tutto ciò che si comprende di stabile appartenenza nei beni venduti —, tra i confini a lev. strada che dalla piazza vescovile tende al borgo di Ronchi, mezz. stradella trasversale, pon. borgo Acquileia e tram. acqua roia mediante strada, in mappa censuaria di Udine al n. 1240, della quantità complessiva — di censuarie — pt 9,631, — divenuto il suddescritto stabile di proprietà di Colloredo in vigore del titolo di acquisto 3 dic. 1790 a rogiti del sig. Antonio Cavassi — notaio —. La vendita — si conviene ripartitamente tra gli acquirenti per le porzioni — qui indicate come segue: per il — co. Bernardino Beretta — la casa al c. n. 2043 in — borgo Aquileia ora tenuta dal sig. Giuseppe Persch a semplice pigione, con suo fondi, posta in angolo di mezz. e pon. di esso stabile —, l’annessa fabbrica di mezzo n. 2042, avente la facciata sul primo cortivo d’ingresso dalla parte del borgo d’Acquileia, compresovi il cortivo stesso con porzione dell’altro cortivo retroposto alla fabbrica di mezzo, sino al confine di tram. in linea retta del muro che serra l’altro fabbricato dell’acquirente — Ventura, cioè sino al muro di esso fabbricato e sino a quello che prosegue, fatto erigere in questo anno dalli compratori fino al muro dell’orto, parte del quale cortivo fu del co. Beretta fatta ridurre in orto, ed inoltre la porzione dell’orto ultimo a lev. e mezz. in linea retta al vento di tram. seguente il muro divisorio del cortivo e della porzione riddotta in orto, compresa la fabbrica e cortivetto esistente in angolo di lev. e mezz. di esso orto, nonché la fabbrichetta della liscivera esistente in cortivo e tutto ciò che si comprende sino all’indicato termine di lev. e che rimane dal corpo di esso stabile dietro la seguente porzione di acquisto del — Ventura, della superficie — di pt 5,196 —, estimo L 4936,43; ed al sig. Giuseppe Ventura — si vendono — il fabbricato verso tram. sopra la strada attigua — col cortivo ed ingresso a detto fabbricato verso il borgo di Aquileia, cortivo con pozzo, cisterna e cortivo a lev. di esso fabbricato verso tram. sopra la strada, fabbrica della scuderia, rimessa con porzione presentemente ad uso di osteria, porzione di orto aderente sino al confine di mezz. su linea retta del muro che serra esso fabbricato a quel vento sul cortivo rimanente di acquisto del co. Beretta ed in linea retta progressiva il nuovo muro fatto erigere questo anno dagli acquistanti sino al termine dell’orto verso lev. sopra la strada, compresi li fondi relativi a detti fabbricati, che sono alli c .n. 2040 e 2041, le cui porzioni di fondi, di cortivi e di orto, hanno la quantità complessiva di pt — 4,435 coll’estimo d’it. — L 3576,17 —. Il prezzo dell’intiero stabile si conviene in it. L — 48500, fanno austr. L 55747,13 —». Nel contratto il Beretta e il Ventura precisano alcuni obblighi reciproci riferentisi alla conservazione dei fabbricati, che tra l’altro «non potranno alzarsi oltre quanto si attrovano presentemente i fabbricati rispettivi, che è quello del sig. Ventura e quello del co. Beretta, riguardo soltanto al maschio, ch’è la casa marcata da c. n. 2042 —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, b. 10550, n. 2303, con pianta tracciata dal pubbl. per. Giovanni Carlo Iacotti).
1840, sett. 15 «Il — co. Giuseppe q. Paolo Rotta — per sé e pel — fratello co. Lodovico —, il co. Francesco q. Girolamo di Codroipo per sé e qual procuratore delle — figlie Lucia e Teresa —, comproprietari della casa — n. 2040 —, vendono — la casa con cortile ed orto — nella contrada detta del Seminario o dei pp. Missionari — n. 2040 —. La casa apparteneva un tempo al co. Giulio Sbroiavacca, dopo la morte del quale passò per successione ereditaria alle di lui zie co. Marianna Sbroiavacca, ora moglie del co. Domenico Rota, e co. Seraffina Sbroiavacca, ora moglie del co. Leonardo di Codroipo. Morendo la prima, divenne — erede il di lei figlio co. Paolo Rota e mancando a’ vivi anco questo, pervenne l’eredità nei di lui figli coo. Giuseppe e Lodovico Rota —. La co. Serafina poi, con — testamento 6 apr. 1816, istituν erede della metà del suo patrimonio il — nipote co. Francesco di Codroipo, lasciando l’altra metà al — figlio co. Girolamo di Codroipo —. In conseguenza della morte del co. Girolamo — e del di lui testamento 26 sett. 1838 la parte che ad esso spettava va a devolversi — al co. Francesco e all’altra in quattro porzioni eguali tra esso e le nob. Galici Colloredo e sorelle Berette —. La — vendita viene fatta — per il prezzo — di austr. L 8000 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10497, 13318).
1852*Proprietà di Giuseppe Clochiatti (Competenze, II, f. 17v).
1852, genn. 26*Giuseppe del fu G.B. Clochiatti «ha divisato di aprire un vano di porta in luogho d’una finestra ed ingrandire la vicina ad uso d’un ribatto per poter servirsene ad uso d’una bottega commerciale, alla facciata della casa posta in contrada dei Missionari al c.n. 2040 —». Il progetto inoltrato viene approvato (A.S.U., C.A. II, 66, 641 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Silvestro Bosa).
1868, sett. 21*L’ingegnere municipale consegna in affitto a G.B. Della Bianca il complesso. Dell’operazione viene redatto un «protocollo verbale di consegna delle case con corte ed orticello site in contrada de’ Missionari al c.n. 2040 —» (A.S.U., C.A. II, 76, con stime e relazione sul sopralluogo).
1876 Osteria “Allo stemma di Savoia” (COSMI-AVOGADRO, 106).
 *Gestione di Domenica Fant (ibid.).
1883*Vi hanno sede il nuovo Club Filodrammatico e la bottega del calzolaio Antonio Bianchi (AVOGADRO, 135, 140).
   
NOTE1Per la famiglia Sbroiavacca: MONTICOLI, Cronaca, 53; PERESSINI, La diocesi di Concordia; SBROJAVACCA, Cenni storici sulla famiglia; ZOTTI, Il castello e i signori di Sbrojavacca.
2041
1801 March. Girolamo Colloredo (Nomenclatura, f. 76v).
 *Vi «abita il suo ortolano» (ibid.).
1809*Proprietà del co. Girolamo di Colloredo. Inquilino l’ortolano Giuseppe Colugnato (Registro delli aloggi, f. 56v).
1812, sett. 11 Istanza di Girolamo Colloredo di poter chiudere un portone che «dal di lui orto mette nella pubblica strada di rimpetto alla casa dei ex pp. delle Missioni e cosi pure di far otturare n. 4 fenestrelle nella casetta contigua al portone medesimo, aventi il prospetto sulla strada stessa». Gli viene concesso (A.S.U., C.N., 179/XIX).
1824, ott. 25 Vedasi n. 2040.
1852*Co. Bernardo Beretta del fu Francesco (Competenze, II, f. 17v).
1855, mar. 14*Richiesta di autorizzazione, da parte di Maria Candolfi Maiochi, per riformare «la di lei casa posta — in contrada dei pp. Missionari al c. n. 2041». La deputazione d’ornato rilascia il permesso (A.S.U., C.A. II, 66/1855, 1592 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Valentino Dreussi).
1876*Nella parte indicata col n. 2041 A, studio dell’avv. Augusto Ballico. Al n. 2041 B ha sede lo studio del geometra Pietro Antonio Zuccolo (COSMI-AVOGADRO, 85, 146).
1883 Osteria “Ai missionari” (AVOGADRO, 151).
 *Gestione di Giuseppe Gabai (ibid.).
2042
[1938] Questo numero comprende due case, il n. 2042, ora Pontoni, ed il n. 2042 A, ora Rubini. Nei documenti più antichi è compreso anche il n. 2043, oggi Sartoretti.
 *Una parte del fondo appare gravata da un livello a favore dell’ospedale maggiore della città.
1337, ott. 9*Legato istituito da Pietro detto Grop (A.S.U., C.A., 89/20, fasc. 1).
1341*Paga Orsola nel borgo d’Aquileia (ibid.).
1404-1428*Paga il macellaio Pietro Pesant (ibid.).
1408*Al Pesant subentra Nicolò della Mamola, che paga per una «aria coperta di paglia con corte, posta in cantone appresso la roia, mediante la strada» (ibid.).
1420, genn. 2 «— Iohannes q. Asiyutti, Utini in — burgo exteriori Porte Aquilegie habitans, qui fuit de Perseryano de Lauzacho, precio — octo marcharum soldorum, quod totum — ipse fuit contentus — se habuisse — a mag. Nicolao cerdone, qui dicitur dela Mamula q. Stephani, qui fuit de Fagedis, Utini in dicto burgo exteriori Aquilegiie habitante —, vendidit eidem mag. Nicolao cerdoni quoddam livellum — medie marche denariorum monete veteris Aquilegensis —, solvende — super duobus domibus ipsius Iohannis venditoris quattuor hostiorum super frontera sive via publica, muratis, soleratis et tegolis copertis —, sitis Utini in dicto burgo exteriori Porte Aquilegie in quadam androna qui dicitur Strecta post domum et stacionem Iohannis fabri de ipso burgo, quarum duarum domorum hii per dictum venditorem asserti fuerunt esse confines: a latere superiori et a parte posteriori possidet d. Lenarda filia q. ser Sironi notarii de ipso burgo et uxor ser Antonii de Çeglacho, ab inferiori possidet Andreas de Cerneglono et per ante est via publica —» (A.C.U., A.A.O., Misc. XLIII, perg. n. 148, not. Quarino del fu m. Odorico).
1421, ag. 22 «— Mag. Dominicus cerdo q. Millani de burgo exteriori Porte Aquilegie Utini, precio — septuaginta trium marcharum soldorum monete Aquilegensis modo in patria usitate, quod totum precium ipse fuit contentus — se habuisse — a mag. Nicolao cerdone dela Mamula q. ser Stephani qui fuit de Fagedis, Utini in dicto burgo — habitante —, iure livelli perpetuali — vendidit — eidem mag. Nicolao — unam suam domum que fuit olim Petri Pesant de ipso burgo per eundem — Nicolaum emptorem de presenti habitatam cum curia et terreno postposito in latitudine per tantum spacium quantum dicta domus est larga in parte posteriori, murata, solerata et tegolis copertam —, sitam Utini in burgo exteriori Porte Aquilegie, a manu sinistra exeundo, cuius domus hii dicuntur esse confines: a parte superiori est una alia domus anguli dicti Petri Pesant, murata, paleis coperta cum tecto adherenti dominii predicte vendite, a latere inferiori possidet ser Nicolaus q. Iohannis Iorii de Cerneglono, a parte posteriori est arya et terrenum Alovisii q. Dominici Pethesaii de Utino et per ante est magna stratta et via publica — burgi —, cum pacto inter ipsos contrahentes specialiter habito —, videlicet quod dictus Petrus Pesant et quilibet — possidebit dictam — domum — possit laborare trabes, ionas et allia ligna affigere et ponere in muro et templo muri dicte domus — a terra — usque ad colmum — sine aliquo — precio dando eidem mag. Nicolao —» (A.C.U., A.A.O., Misc. XLIII, perg. n. 152, not. Quarino del fu Odorico).
1422, nov. 18 «— Blasius q. — artium et medicine doctoris mag. Lazari de Utino, precio — septuaginta marcharum solidorum usualis monete Patrie Fori Iulii, quod totum precium ipse fuit — contentus — recepisse a — mag. Nicolao cerdone, dicto dela Mamola, q. Stephani dicti Scarpulini de Fagedis, Utini, in burgo Aquilegie extrinseco habitante —, vendidit — supradicto mag. Nicolao cerdoni dela Mamula — quandam aream de muro cuppis coopertam cum orto sive terreno postposito —, sitam Utini in burgo Aquilegie extrinseco, cuius aree cum terreno seu orto postposito hii dicuntur esse confines: ab una parte iuxta Petrum Pesant becharium, ab alia iuxta ipsum mag. Nicolaum q. Iohannis Iorii de Cerneglono, ab alia iuxta mag. Antonium cerdonem q. Iohanutti sartoris dicti Rang de dicto burgo, ab alia iuxta viam publicam, videlicet versus rugiam seu foveam comunis Utini —» (A.C.U., A.A.O., Misc. XLIII, perg. n. 174, not. Giacomo del fu Micolo).
1427, giu. 20 «— Iulianus q. Petri Pesant de Utino, precio — triginta duarum marcharum soldorum Aquilegyensis monete et unius ducati, quod totum precium ipse fuit contentus — se habuisse — ab honorabili — ser Nicolao q. Iohannis Iori de Cerneglono, Utini, in burgo Aquilegiensi extrinseco habitante, — iure livelli perpetualis — vendidit eidem ser Nicolao — unam aream muratam palleisque copertam cum curia et stabulis palleisque copertis contiguis, sitam — in burgo Aquilegie extrinseco in angulo iuxta mag. Nicolaum cerdonem dela Mamula et iuxta vias publicas a duabus partibus» (A.C.U., A.A.O., Misc. XLIII, perg. n. 177, not. Bertrando del fu Francesco Piuttini).
1468 Dall’inventario dei beni di m. Antonio Della Mamula; «Domus habitationis olim mag. Antonii dela Mamula cum areis, curiis et orto contiguis, sitam Utini in burgo Aquilegię super angulo; cuius domus — hii sunt confines: ab una parte iuxta ser Franciscum de Cerneglono, iuxta mag. Danielem Ragni cerdonem, iuxta broilum d. Nicolai de Spilimbergo et iuxta vias publicas ab una parte et a parte anteriori» (A.C.U., A.A.O., Misc. XLIII, f. 48r).
1476, genn. 7 Il nob. Tomaso di Colloredo compera da Daniel Ragno una casa (A.S.U., C.R.S., Arch. Confraternita dei Calzolai, Rot. 458, f. 73r; not. citato Bartolomeo da Latisana).
1494, apr. 22°«Doctor Franciscus de Filitinis, procurator di Catarinæ suę uxoris, allivellavit doctori Iacobo q. Odorici de Castello quasdam domos cum curia et orto sitas Utini in burgo Aquilegiæ exteriori iuxta domos ser Andreę de Spilimbergo, iuxta stratam tendentem per prope gurgitem a latere superiori, iuxta viam burgi Aquilegiæ a parte anteriori» (not. Pietro Vari).
1494, dic. 16°«Cum alias spect. iuris doctor d. Simon q. spect. iuris utriusque doctoris d. Francisci de Philittinis livellasset spect. legum doctori — d. Iacobo q. nobilis d. Odorici de Castello quasdam suas et uxoris domos sitas Utini in burgo Aquilegiæ inferiori, ab una parte iuxta gurgitem mediante strata pubblica ab alia parte iuxta domos ser Andreę q. doctoris Nicolai de Spilimbergo, a parte anteriori iuxta viam publicam et a parte posteriori iuxta prefatum ser Andream, per ducatos 20 cum pacto francandi —, nunc vero prefatus — d. Simon liberavit predicto d. Iacobo unum de predictis 20 ducatis — et hoc pretio 20 ducatorum» (not. Roberto da Latisana).
1506, ag. 21 Si concede un pezzo di terreno sull’angolo fra la via Aquileia ed i Gorghi al dottor Giacomo di Castello che sta per fabbricare una casa. Confinava il fondo con gli Spilimbergo: «— Per magn. d. Antonium Savorgnanum expositum fuit quod — doctor d. Iacobus de Castello coram — deputatis terre Utini supplicavit quod in fabrtica domus sue, que de proximo hedificatur, est extra Portam burgi Aquilegie, velit sibi concedere quod in angulo versus viam possit hedificare aliquantulum super terreno comuni — et ibidem audito ser Andrea de Spilimbergo se gravante quia, si ipse d. Iacobus fabricavit super via sibi a parte anteriori, sicut dixit, occuparet et occultaret domum suam —, eapropter — Antonius Savorgnanus posuit partem quod complaceatur ipsi d. Iacobo, attento quod nemini fit damnum nec iniuria et nulla sit deformatio vie, cum hoc tamen, quod dictus d. Iacobus primo et antequam procedat ad fabricandum domum suam fieri faciat murus ser Andree recta linea cum suo omnibus suis expensis in profunditate, in latitudine, amplitudine et altitudine sicut nunc est murus ipsius ser Andree; item quod — deputati terre Utini eidem d. Iacobo confirmare debeant terrenum quod petit a parte vie anterioris burgi Aquilegie et a latere versus gurgitem prout ipsis — deputatis convenire videbitur; que pars per — convocationem, nemine penitus discrepante, capta fuit» (Annales, XLI, f. 51r).
1524, mar. 4 Ser Gerolamo del Torso, erede degli Spilimbergo nel 1511, «rogatus — ut aliquo honesto ac convenienti pretio venderet partem broili et viridarii sito versus Portam burgi Roncorum iuxta stratas publicas a quatuor partibus et e regione horti ser Alovisii de Sanctis et heredum q. ser Ioannis Francisci Filitini —, ut mediante hac parte terreni et broili emenda — latior et amplior via fiat tendens ad monasterium monialium ab Observantia, fabricari ceptum in loco ac domibus q. nob. ser Iacobini Raynirotti, non procul inde distantibus —», vende il terreno richiesto per d 131 (Annales, XLIV, f. 189v — 190v).
1558, sett. 10°«Nob. d. Cristophorus olim nob. Odorici ex consortibus Castelli vendidit nob. d. Cristophoro ex consortibus Prampergi domum sitam Utini penes gurgites sive rugiam vici Aquileiae iuxta heredes qui olim fuerunt mag. d. Nicolai ex consortibus Valvasoni ac domos et hortum dominorum Iacobi et Barnardi fratrum q. — d. Hippoliti Valvasoni a Maniaco, pretio ducatorum 1000» (not. G.B. Arrigoni)1.
1571, genn. 16 Tomaso e Lodovico fratelli q. Cristoforo di Prampero vendono al nob. Bernardo del q. dott. Hippolito di Valvason Maniago mezza casa in borgo Aquileia, confinante con la casa di detto Bernardo «circa gurgites iuxta rugiam illac labentem» (A.S.U., N., Giovanni M. Uccelli, 6076, f. 98v — 99r).
1594 «Li figlioli et heredi q. nob. sig. Bernardo Valvasone, in loco del sig. Torso de Torsi, in loco del q. mess. Andrea de Spilimbergo e piϊ avanti in loco del q. mistro Daniel Ragno, pagano — L 4 sopra le case che furono del sig. Thomaso di Colloredo et già del sig. Hieronimo Torso, poste in Udine in borgo di Aquileia de fuora, murate, solerate et coverte de coppi, apresso le case delli heredi del sig. Hyppolito de Valvason, apresso una certa androna, dalla parte d’avanti apresso la via publica» (A.S.U., C.R.S., Arch. Confraternita dei Calzolai, Rot. 478, f. 73v).
1643, mar. 9 In borgo di Ronco. «La casa, possessa et habitata per li — coo. Valvasoni, confina d’ogn’intorno colla strada publica» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 42).
1673, ag. 16*«Fatto in Udene, in borgo d’Aquilea, nella casa del — co. Francesco Valvasone Corbello, kavalier —» (A.S.U., N., Giulio Bonecco, 7861, III instr., f. 22r).
1744 «Valvason Maniago. Abitano nel palagio che passato il ponte di Aquileja subito s’incontra a sinistra» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 190).
1759°L’angolo fra la via Missionari e Gorghi era dei Valvason (B.C.U., ms. 997).
1773 In questa casa «si conserva un buon ritratto del cardinale Colloredo fatto di mano del celebre Carlo Maratta — in Roma» (de RUBEIS, Catalogo, 6 (1938), 137.
1782, dic. 29*Descrizione e stima del palazzo a cura del pubbl. per. Alvise Francesco Duodo: «Maschio, con soffitto di tolle con riquadri antichi valutato L 274 s 11, fabbrica sui Gorghi, scuderie e rimesse, casetta dell’ortolano, casa affittata al sig. Vicenzutti». La stima complessiva è di d 24964 L 2 s 11 (A.S.U., Arch. Florio, 107, Asse della facoltà cum honere et honore lasciata dal q. sig. co. Pietro Valvason Corbello di Maniago, f. 224v - 239v).
1782*Relazione anonima sul palazzo intitolata “Spiegazione della fabbrica nel dissegno visuale segnata”. Il disegno non esiste nel fascicolo. A proposito della sala, il perito scrive: «La sala è dipinta dal Fossati». Sull’arredamento commenta tra l’altro: «Vi sono alcuni armadi buoni ammucchiati ne’ muri e così alcuni quadri e una bella credenza nel tinello che ha un buon camino». Accenna anche a un «fornimento di damasco giallo esistente in una camera nobile sulla sala» (A.S.U., Arch. Venerio, 9, Palazzi di Udine).
1783, giu. Il co. Pietro Valvason di Maniago mori lasciando eredi i coo. Florio, Arcoloniani e Riccati, nipoti ex sororibus, i quali vendettero per d 21000 il palazzo in borgo Aquileia, in faccia ai Missionari, ai marchesi Colloredo (A. della FORZA, Diario, 150).
1790, dic. 3*«Il — march. kav. Girolamo co. di Colloredo — esibì a me Antonio Cavassi — la scrittura originale del dν 15 ott. 1782, con la quale fu venduto dalli — coo. Carl’Antonio e fratelli Arcoloniani, coo. Sebastiano e fratelli Fiorii e co. Giacomo Ricatti, tutti eredi del q. co. Pietro kav. Valvasone di Maniaco, il pallazzo e sue adiacenze in questa città fu di ragione di detto — co. Valvasone —». Segue copia della scrittura del 15 ott. 1782, dalla quale risulta che l’acquirente è il march. Girolamo di Colloredo, che acquista per il prezzo di d 21000. Nel contratto si precisa pure che «accorda esso sig. marchese un congruo tempo tanto per il libero uso della casa alla — co. Lodovica relitta Valvason, come al sig. Steffano Germano, agente generale dell’eredità Valvason, come altresν alli sigg. eredi l’uso delli granari e cantine» (A.S.U., N., Antonio Cavassi, 9879, X instr., 650, f. 989v — 991v).
XVIII secolo Pianta del palazzo (A.S.U., Archivio Venerio, b. 4, f. 1).
1801 March. Girolamo di Colloredo (Nomenclatura, f. 76v).
1809*Proprietà di Girolamo di Colloredo, che abita nel palazzo con sette domestici e quattro domestiche (Registro delli aloggi, f. 56v).
1815, ag. 15*Girolamo Colloredo e figli chiedono di «— riattare il muro, che cinge la proprietà di loro abitazione — al c.n. 2042 e specialmente quella parte che guarda la fu casa dei rr. pp. delle Missioni e in pari tempo di allontanare dalle proprie mura quella terra — attualmente ammonticchiata presso alle medesime — ora d’ingrombro al transitante —» (A.S.U., C.N., 180, 5866 Orn. II C).
1822, magg. 9*«Il — co. Bernardino del fu co. Francesco Beretta domiciliato — al c. n. 2042 —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10546, 1587).
1824, genn. 10 Bernardino q. Francesco Beretta, avendo comperato dai coo. Colloredo «metà della loro isola che comprende case, corti e orti, posta in borgo di Aquileia» domanda di poter fare la cancellata sul davanti. La deputazione d’ornato suggerisce «che nel corpo del fabbricato siano marcate le linee del parapetto del primo piano e la linea orizzontale tra il primo e il secondo» (A.S.U., C.A. I, 89/1824/X, 181 Orn. II C, con dis.).
1824, ott. 25*Vedasi n. 2040.
1839 Nel palazzo Valvason Maniago ora Colloredo eranvi pitture di Giovanni da Udine (MANIAGO, Guida, 63).
1843, ag. 5*Lorenzo Ventura, proprietario della casa n. 2042, presenta progetto per «innalzare due finestre ed aprirne due altre nel piano terreno», progetto che la deputazione d’ornato giudica «tollerabile» (A.S.U., C.A. I, 359/IX, 5757 Orn. II C).
1844, mar. 18 È di Lorenzo Ventura. Si costruisce il cancello su la via Aquileia (A.S.U., C.A. I, 375/1844/III, 1835 Orn. II C, con dis., firmato dal capomastro Leonardo Di Marco). Il proprietario «— desidera di sostituire al muro attuale di cinta tre cancelli di ferro in corrispondenza di quelli della casa vicina per riguardo alle altezze —. Desidera anche di aprire una porta con cancello di ferro nel muro dell’orto della casa medesima verso la contrada dei Missionari, la quale sarebbe in asse di uno dei cancelli della facciata nel borgo di Aquileia». Il progetto viene valutato «tollerabile» dalla deputazione d’ornato (ibid.).
1852*Il n. 2042 appartiene ai fratelli Ventura, il 2042 A insieme col n. 2043 a Bernardo Beretta (Competenze, II, f. 17v).
1852, mar. 20*Segnalazione del sorvegliante L. Borghi alla congregazione municipale: «Francesco Comuzzi detiene il magazzino di materiali di fabbrica nella contrada dei Gorghi al c. n. 2042. Avviene spesso che per spegnere la calce del suo magazzino, egli colloca una gora di tavole sorretta da cavaletti attraverso la strada, per cui questa in tal guisa rimane per molte ore lateralmente barricata a danno dei transitanti —». L’8 apr. il podestà notifica che «essendo vietate dalle vigenti descipline tali abusive occupazioni ed ingombri», pena multa, «si diffida il detto — Francesco Comuzzi a non permettersi ulteriormente di applicare la detta gorra» (A.S.U., C.A. II, 66, 2092 Pol.).
1852, dic. 29*Francesco Comuzzi, incaricato da Lorenzo Ventura, «desidera eseguir varie riforme nei locali e muri interni — in contrada dei Gorghi di ragione del sig. Lorenzo Ventura come — unito tipo fig. A,B,C: A) balaustro con pilastri e banchina di pietra viva da erigersi al muro di chiusura che fa angolo lungo li gorghi e contrada dei Missionari; B) apertura d’un vano di portoncino nello spezore dello stesso muro lungo li gorghi con bugnato di pietra viva; C) riforma della caseta lungo li stessi Gorghi». Il permesso viene accordato (A.S.U., C.A. II, 66, Orn. II C, 9084).
1853, nov. 3*Lorenzo Ventura «ha divisato di innalzare una parte della casa posta in contrada dei Gorghi facente parte del c.n. 2042». La deputazione d’ornato approva il progetto, a condizione «che la soglia superiore della finestra venisse staccata dalla cornice» (A.S.U., C.A. II, 66, 8150 Orn. II).
1856, ag. 22*Teresa co. di Colloredo Beretta e Amelia co. Beretta in Codelli cedono in pagamento la loro parte del complesso edilizio a Maddalena Moro ved. Marangoni (Arch. Rubini, not. G.B. Valentinis).
1857, apr. 29*«— Maddalena Moro ved. Marangoni e Ragozza, col contratto 22 agosto 1856, autenticato per l’originalità e verità delle firme da me notaio, acquistò e ricevette in pagamento dalle — co. Teresa n. Colloredo ved. del co. Bernardino Beretta ed Amalia fu Bernardino Beretta di lei figlia, quest’ultima maritata Codelli, la casa con cortivo ed orto situata — sul borgo Aquileia, descritta nella mappa di città ai n. 2186 —; nel passato mese di aprile si presentò l’occasione di alienare la casa stessa al sig. Pietro del fu Domenico Rubini qui domiciliato, che ne trattò l’acquisto col mezzo della — madre sign. Teresa n. Fabris ved. Rubini. Ed essendosi le dette parti pienamente combinate, devengono ora — alla stipulazione del — formale contratto di compra vendita —. Maddalena Moro ved. Marangoni e Ragozza vende — al sig. Pietro q. Domenico Rubini — la casa, cortile ed orto superiormente indicata —. Il prezzo — viene — confermato nella somma di austr. L 44000 —» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 11, 4267).
1862, lugl. 16*L’ingegnere municipale alla congregazione municipale: «Sembra conveniente di accordare il rettifilo proposto dal sig. Antonio Berghinz per la nuova fabbrica che sta per erigere lungo la strada dei Gorghi all’anagrafico n. 2769» rosso (A.S.U., C.A. II, 76/VIII 1862, 308).
1863, nov. 28*L’ingegnere municipale invia alla congregazione municipale lo «stato e grado della casa in contrada dei Gorghi al c.n. 2042 di proprietà del sig. Antonio Berghinz». L’edificio è indicato come un alloggio disponibile per gli ufficiali di guarnigione o di transito per Udine. La congregazione municipale ne prende ad affitto due stanze ad uso di tinello, una cucina, spazzacucina, sei stanze in primo piano e stanzino, cortile promiscuo e stalla (A.S.U., C.A. II, 76/VIII, 1863, 8591).
1865, genn. 25*Antonio Berghinz «ha divisato di fare una riforma al muro di chiusura lungo la contrada dei Gorghi facente parte della casa n. 2042 nero —». La deputazione d’ornato respinge il progetto: «A norma delle vigenti leggi d’ornato il nuovo disegno dovrà venire redatto col mezzo d’un architetto e non altrimenti». Il nuovo «comprenda anche i cancelli, avvertendo che sarebbe utile di abbassare alquanto i due muretti laterali nell’ingresso». Il 22 aprile: «Compiuto il lavoro da oltre otto mesi e passati per così in giudicato con tacito assentimento del municipio, non credesi né utile né conveniente il chiamare a giustificazione il sig. Berghinz —» (A.S.U., C.A. I, 780, 645 Orn. IX).
1876 Birreria di Francesco Cecchini, su via Gorghi (COSMI-AVOGADRO, 86). Nell’edificio sono ospitati gli studi dell’ing. Andrea Scala (al n. 2042 B), del fotografo Giulio De Rubeis (al n. 2042 B) e al 2042 D dell’avvocato Augusto Berghinz (COSMI-AVOGADRO, 85, 96, 97).
1883 Albergo “Alla città di Trieste” di Francesco Cecchini (fabbricato su la via Gorghi) (AVOGADRO, 137).
 *Vi è ancora segnalato lo studio dell’ing. Scala; al 2042 D ha inoltre sede la tipografia della “Patria del Friuli” (AVOGADRO, 146, 157).
1938 La casa 2042 fu poi di Zamparo, ora Pontoni; la 2042 A dai Ventura passò ai Rubini.
 °°(La casa 2042 A, come dall’atto in data 1857, viene acquistata dai Rubini da Maddalena Moro e non dai Ventura).
 °°L’edificio corrispondente al c.n. 2042 è vincolato con D.M. del 18 nov. 1954 ai sensi della L. 1089/1939 (Palazzo Pontoni, solo per le cancellate, il portone e le statue del muro di cinta), con con D.M. del 24 sett. 2009 ai sensi del D.Lgs. 42/2004 (Palazzo Pontoni).
 °°L’edificio corrispondente al c.n. 2042 A è vincolato con D.M. del 25 ott. 1973 ai sensi della L. 1089/1939 (Palazzo Rubini).
   
NOTE1L’atto, che non è stato rintracciato, è citato nel documento del 16 genn. 1571 di Giovanni M. Uccelli.
   
STUDI INEDITI ZURICO, Della pittura,21.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 76, 228; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 376-382; BONI, Su la pittura, XXI-XXV; BRAGATO, Guida, 71; CAPODAGLI, Udine, 357; CICONI, Udine, 470; COMELLI, Passeggiate, 25; Elenco degli alloggi; FURLAN, Il fregio di Giovanni da Udine, 76-77; GIOSEFFI, Udine, 247; de JESO, Com’era, 67; di MANIAGO, Storia, 116, 242; MARI, Il trionfo sui barbari, 7; MONTINI-AVERINI, Palazzo Baldassini, 48; MUTINELLI, Francesco Chiaruttini, 284; PICCO, L’arte di pittura ornamentale, 66-67; PICCO, Della statuaria decorativa, 3; [POJANI], Memoria...d’Aquileia, 46; di PRAMPERO, Napoleone in Friuli, 61; QUARGNOLO, Il Cecchini, piccolo tempio del varietà; QUARGNOLO, Cecchini: rivelò il western; de RENALDIS, Della pittura (1796), 86, 135; RIZZI, Pluralità, 349; RIZZI, Storia... Il Seicento, 26-27; de RUBEIS, Catalogo, 6 (1938), 13; S[ACCOMANI], Il ristauro, 39; SAVINI, Antonio Savorgnano, 269; C. SOMEDA de MARCO, I giganti, 248; Stampa Arcoloniani, Florio, Riccati contro i Strasoldo e Sbrojavacca per l’eredità Valvason-Maniago; Stampa Strasoldo e Sbrojavacca contro gli Arcoloniani, Florio e Riccati per l’eredità Valvasone-Maniago; STRASSOLDO, Cronaca, 48; ZANUTTO, Del Torso, 11-114.
2043
XVIII secolo°°Vedasi n. 2042.
1743 «— La casa — presentemente viene abitata dall’ecc. — Simon e fratelli Vicenzutti ed è di ragione del n. — co. Francesco Corbello Valvasone di Maniacco, la quale confina a 1ev. con l’orto del predetto — Valvasone, mezodν con l’androna detta di S. Ermacora, a sol a monte con la strada del borgo d’Aquileia et alli monti con la corte del palazzo del predetto co. — Valvasoni» (B.C.U., ms. F. XXI, f. 1v).
1801 Nob. sig. Domenico Vicenzutti (Nomenclatura, f. 76v).
1809*Appartiene a Girolamo di Colloredo. Inquilino Alessandro di Brazzà (Registro delli aloggi, f. 56v).
1824, ott. 25 Vedasi n. 2040.
1852*Proprietà di Bernardo Beretta (Competenze, II, f. 17v).
1883 Osteria “Alla Rosa” (AVOGADRO, 152).
 *Gestione di Giuseppe Nardi (ibid.).
[s.d.]°°Vedi n. 2042.
   
BIBLIOGRAFIA Elenco degli alloggi.
2044
 *Una copia1 del 21 aprile 1758 del notaio Francesco Prodolone, riportante un atto del not. Simone del fu Giovanni di Lovaria, i cui rogiti sono andati perduti, si riferisce a divisioni in questa zona fra due sorelle maritate rispettivamente a un Colloredo e a uno Sbroiavacca.
1464, ag. 30*«Actum Utini in burgo Aquileiæ extrinseco in curia domorum infrascriptarum olim mag. Augustini de burgo Aquileiæ, press. ibidem — mag. viro q. mag. Ioannis Antonii de Cramis de Glemona, mag. Ioanne filio nob. — Francisci de Colloreto Utini habitante, Ioanne sartore q. Iacobi de Bratiulo, Utini in burgo Aquileiæ habitante, et Thomasio dicto Timas caballario q. Stephani de Cavodristria Utini habitante, testibus ad hęc vocatis specialiter —. Ibique — Magdalena et Verra sorores et filiæ q. — Augustini de burgo Aquileia Utini, videlicet dicta — Magdalena cum voluntate et consensu — Ludovici olim — Federici de Colloreto sui mariti — ex una et — Verra cum — voluntate et consensu — Rizardi q. — Machoris de Sbrogliavacca sui mariti ex alia, volentes — venire ad divisionem domorum et domuncularum, curiarum ac broili olim habitationis dicti — Augustini, sitarum Utini in burgo Aquilegiæ exterius, iuxta dictarum domorum, domuncularum, curiarum, ac broili suos confines, — devenerunt ad divisionem prædictarum domorum et omnia suarum pertinentiarum —. Et primo pervenit et tetigit in parte præfatę Magdalenæ domus nova cum curia tota, cisterna ac viridario toto cum aria existenti in dicto broilo, — sita a latere superiori versus domum q. Ioannis Prędemani cum omnibus et singulis dictæ domus parvæ ac tota curia cum cisterna et viridariis et arę — usque in vias publicas. Domus vero magna, videlicet altior, sita a latere inferiori versus domum habitationis Iacobi Maxe sartoris et terrenum seu domum q. — Francisci da Fontanellis cum certis domunculis et curia, sitas post dictas domunculas iuxta terrenum domorum dicti q. —Francisci de Fontanellis — et pervenit in partem — Verræ — cum portionibus, sive logia sita sub dicta domo magna ac etiam coquina, debeant ac possint pluere versus cisternam seu super terreno existenti penes spongiam cisternæ prout nunc solent pluere. Ita hoc pacto, quod debeat fieri unus murus in logia dictæ domus, videlicet sub podiolo, qui murus habeat dividere domum magnam prędictam a domo parva prędicta usque ad columnam lapideam porticus recta linea dividendo, remanendo tamen columna a latere domus ipsius — Magdalenæ. Item quod debeat fieri una clausura cum muro claudendo — porticum domus magnæ et coquinæ a terreno cisternæ et curiæ supradictæ perventæ ipsi — Magdalenæ. Et dictus murus — fiat — prout — murus columnarum, sumptibus — Verræ, et quod ferratæ sive fenestræ — in dicto muro fiendo, debeant fieri altiores — et ferratæ ideo cum catheratis ferreis. Item quod hostium per quod intratur ad curiam perventam — Verræ, remaneat ipsi — Verræ cum hoc quod — Verra fieri facere unum murum a columna ultima sub coquina usque tantum quantum capit dictum hostium et dictum murum et terrenum quantum capit a columna prędicta ad hostium prędictum debeat cooperare cum tecto a muro coquinæ usque ad murum fiendum inclusive. Item quod a casu quo — Magdalena domum suam velet levare et altiorem fieri facere, quod possit — laborare — super muro domus magnæ perventæ ipsi dominæ Verrę absque ulla solutione. Item — inter — partes conventum fuit quod, quia — Augustinus ipsarum dominarum pater, in suo testamento ordinavit — quod, si qua prędictarum eius filiarum decederet — sine filiis et hęredibus, altera supervivens et suique hęredes succedere deberent, quia eas sibi invicem instituit, quod si casu dictæ substitutionis occureret, — quod ille, qui seu illa, quæ deberet, restituere partem dictarum domorum — alteri parti — vel suis hęredibus —» (A.S.U., Arch. Bertoli, 23, Titoli e acquisti della nota A, n. 2).
1488, ag. 8*«— Artium et medicinę doctor d. — Nicolaus de Soldoneriis de Utino — livellavit — ser Rizardo2 q. — Machoris Sbroiavacha in burgo Aquileię — habitanti, — quasdam eius domos muratas, solleratas, cupisque coopertas, cum curia, horto et stabulis contiguis et postpositis —, sitas Utini in burgo Aquileię extrinseco, quarum — asseruit esse confines: a parte superiori iuxta domos — habitationis — ser Rizardi conductoris, a parte inferiori iuxta certam domunculam hęredum — Ioannis Blazutti de Budrio, a parte post iuxta curiam — conductoris et iuxta hortum nob. d. Magdalenę cognatę ipsius conductoris et iuxta hortum — conductoris, et a parte ante iuxta viam publicam et a latere iuxta certam andronam et dictarum domorum cum curia, horto et stabulis earum ulteriores — confines —» (A.S.U., Arch. Bertoli, 23, Titoli e acquisti della nota A, copia anonima dal not. Simone Lovaria).
1492, mar. 15 Udine. «Allivelatio facta nobilibus iuvenibus ser Hermagorę et ser Hieronimo fratribus filiis — ser Rizzardi de Sbroiavacca, stipulantibus — vice et nomine dicti ser Rizzardi, per Ioanninam q. Ioannis de Lauzaco cum consensu — mag. Augustini cerdonis q. mag. Nicolaii habitantibus Utini in burgo Aquileę exteriori, de una ipsius Ioannine domo murata, solerata et cuppis cooperta, sita Utini in burgo Aquileę exteriori, ab una parte iuxta domum Bernardi de Cerneglono, sive eius uxore, a secunda — iuxta eredes q. Ciani Aulini, a parte posteriori iuxta d. Magdalenam de Colloretto sive ser Federicum et fratres eius filios et a parte anteriori iuxta viam publicam» (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, not. Giovanni Francesco Filittini, copia del not. Giulio Regio).
1496, nov. 22*«Mag. Leonardus cerdo q. Dominici de Muzana habitans Utini in burgo Aquilegię inferiori, precio et foro decem ducatorum —, quod totum precium dictus Leonardus — habuit — in prompta pecunia, videlicet partim in vienariis et partim in bona moneta argentea veneta — a mag. Dominico eius filio, — vendidit — pręfato Dominico eius filio — unam domum muratam, soleratam et cuppis cohopertam cum curia sibi contigua et coherente, sitam Utini in burgo Aquilegię inferiori, videlicet in certa androna per quam itur ad Portam Ronchi, iuxta viam dictę andronæ, iuxta nob. ser Rizardum de Sbroiavacca, iuxta domum dicti emptoris —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. 1496-1533, sub anno, f. 143v — 144r).
1499, lugl. 29*«— Heuritius q. — Ioannis de Colloretto, Utini habitans, pretio — decem ducatorum auri, quod — manifestus fuit — recepisse a — Federico q. — Lodovici de Colloreto —, vendidit — eidem — Federico — unum eius hortum situm in Utino iuxta domum habitationis ipsius — Heuritii venditoris, incipiendo ab angulo canipæ domus —venditoris versus canipam et domum ipsius venditoris, iuxta hortum ipsius emptoris et fratrum, alias per ipsos fratres emptam a — Heuritio, a septentrione iuxta hortum — Petri Candoni, qui hortus modo regitur per Dominicum del Muran de Utino —» (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, Partite estratte da’ rottoli delli nobili sigg. coo. Francesco e fratelli del nob. sig. co. Giulio di Sbroiavacca, riguardanti li affitti che si scodevano da questa famiglia per le case furono di loro ragione in Udene nel borgo d’Aquileia, not. Pietro Vari, copia del not. Francesco Prodolone).
1517, genn. 29*«Utini, in burgo Aquileię super sala domus — fratrum de Sbroiavaccha». Si tratta del dottore Giovanni Francesco3 e del sacerdote Pietro, come si precisa nel documento (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5450, Istr. 1516-1517, f. 124r).
1527, febbr. 11*«Ser Sanctus de Brixia hospes Utini in burgo Aquileię q. ser Seraphini titulo venditionis — cessit Ioanni q Philippi dicto Prędemani — unam domum seu omnia iura — quę habet — in una domo cum curia postposita — sita in burgo Aquileię iuxta domos et hortum Antonio Cini, domos hęredum q. Laurentii de Cassaco, viam et domum dicti Ioannis —, cum onere annuatim super ea solvendi ad — festum S. Marię de mense augusti frumenti staria tria de livello francabili — fraternitati S. Marię de Castro Utini, starium unum — Marinę de Cassinis — et unum filio q. ser Federici de Colloreto —, quam domum cum sua curia — ser Sanctus dicebat se hodie acquisisse pro ducatis decem a Ioanne Antonio q. Simonis Francolini de Pavia, manu ser Gieronii de Pictoribus notarii —» (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5453, Istr. 1426-1427, f. 111r — 111v).
1528, genn. 6*«Io Zuan Francesco di Sbroiavaca dottor affittai iure affictus simplicis a Zuan di Chiascà, nominado Zenere, la mia casetta cum l’aria et lo orto, exceptuado lo broilo, cioè la parte prativa, la qual risservo a mi, cun tutta la herba e fruttami, remagnando al ditto Zenere solum dalla palada de schiandazi in là verso la detta casetta e aria; et questo per L 18 all’anno —» (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, Partite estratte, f. 2r).
1528, febbr. 26*«— Marcus, capellanus — altaris S. Hermagorę —, permutavit — mag. Ioanni del Muzan — livellum librarum trium, soldorum quinque cum dimidio — quod sibi debebantur annuatim super domo que fuit deli Gottachii per eundem mag. Ioannem emptam a mag. Francisco Brixiensi, muratore in burgo Aquilegię —, super domo angulari habitationis eiusdem mag. Ioannis iuxta domum ser Francisci de Sbroiavacha, andronam et viam —» (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5443, Istr. 1528, f. 49r — 49v).
1530, nov. 1*«M. Mauro sartor di Bassano, overo di Tarvisio, paga d’affictu simplice per la mia casa, che mi vendé m. Nicolò del Muzan, posta — in borgo d’Aquilea, appresso l’androna che va a S. Bernardin e appresso alle mie altre case, ducati diese —. Lo aquisto della detta casa è notado per man del q. mess. Zuan d’Erasmis not. in Udene, adν 8 ag. 1530» (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, Partite estratte, f. 2r).
1553*«Mistro Pasqualin, barbiero, ne paga de vitto per la nostra casa sul canton de sotto nui d 12» (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, Partite estratte, f. 2v). Registrazione ripetuta per il 1554 (ibid.).
1563, nov. 25-1564, nov. 24*«M. Zorzi, sartor, del q. m. Lonardo, sartor, paga di affitto per la nostra casa in borgo d’Aquilea, qual mi vendette mess. Mario di Colloredo, altre volte tenuta ad affitto per li figlioli del q. mess. Daniel di Melso, scominciando lo anno adν 25 nov. 1563 et finisce adν 24 detto 1564, pagando el fitto avanti tratto di sei mesi in sei mesi d 3 all’anno —» (ibid.).
1564, ag. 12*«M. Battista q. Zuan, certo4, de Spilimbergo, in borgo d’Aquilea, paga di fitto semplice per la nostra casa sul canton, qual noi comprassimo da mess. Mario di Colloredo, carte per man del Cestariis adν 12 ag. 1564 — L 31 —» (A.S.U., Arch. Bertoldi, 19, Partite estratte, f. 3r). Registrazioni di pagamenti fino al 13 ott. 1574 (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, Partite estratte, f. 6v).
1565, mar. 31-1566, mar. 30*«Mess. Hieronimo Flumineo di Cividal, mansionario e canonico del — capitolo d’Aquilea, ne paga d’affitto semplice per le nostre case, qual è nel borgo d’Aquilea, appresso la nostra bassa che noi habitemo e appresso la nostra casa tegnuda ad affitto per Vincenzo sartor et appresso la nostra casa tegnuta ad affitto per la tento-ressa ducati 14 —» (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, Partite estratte, f. 4v).
1565, ott. 20 -1565, nov. 24*Una casa è ancora affittata a m. Zorzi (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, Partite estratte, f. 2v — 3r).
1566-1567 «Andrea del q. Odorico Lamfrich di Forgaria, sartor, di mess. Iacomo di Valvason, in logo di Zorzi sartor paga di fitto semplice per la nostra casa in borgo d’Aquilea, qual mi vendete mess. Mario di Colloredo —» (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, Partite estratte, f. 4r).
1566, genn. 17*«Polonia fiola del q. Zuan di Spilimbergo, osto in Porta d’Aquilea, moier di Battista Pristin, fameio di madona Albarosa del Cosso, paga d’affitto per quella parte del camin appresso la nostra casa grande, la qual parte è appresso la nostra corticella delle galline —» (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, Partite estratte, f. 4v — 5r). Registrazioni di pagamenti fino al 1577 (f. 8v).
1567, apr. 15-1569, apr. 26*«Simon q. Luca Del Forno d’Udene, pescador, — è obligato a coserne il pan per casa mia, sigurtà et principal m. Andrea Mazorara fornaro de l’hospedal — L 74» (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, Partite estratte, f. 5r).
1568, ag. 23*«M. Battista caligaro del q. Zulian di Pordenon paga di fitto per la casa appresso la nostra abitazion, qual comprassimo da mess. Mario Colloretto, all’anno d 4» (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, Partite estratte, f. 4v). Registrazioni di pagamenti fino al 1576 (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, Partite estratte, f. 8r).
1571, febbr. 1*«Mess. Domenigo Fontanin, pistor in borgo d’Aquilea, mi paga di fitto per la casa sul mio canton dell’androna di sotto le mie case, con el forno novo, come consta per man de — Francesco a Fabris notaro —L 74 s 8» (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, Partite estratte, f. 5r).
  «Et è obligado coser tutto il pan per uso di casa nostra» (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, Partite estratte, f. 6r).
1571, sett. 15*«Mess. Valentin di Melso paga di semplice affitto di sei mesi in sei mesi per la nostra casa in borgo d’Aquilea sul canton dell’androna di sopra, con patto di non far letame in la androna — L 37 s 4». Registrazioni fino al 1576 (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, Partite estratte, f. 8r).
1571, ott. 14*D. Betta rel. q. Leonardo stimador paga di fitto semplice per il camin che tenivano quelli di Lauzaco — L 12 s 8» (A.SU., Arch. Bertoli, 19, Partite estratte, f. 6r).
1576, giu. 3 «M. Zuan Battista Orlandino, servitor del rev. mons. Mario Sbroiavacca5 nostro, paga di semplice affitto per la nostra casa, qual prima teniva m. Vicenzo Sartor — L 31. Mess. Lonardo Griffo di Cerneglons paga di semplice affitto di mesi 6 in mesi n. 6 per la casa che abita qui, in borgo d’Aquilea, sul canton dell’androna di sotto, con il forno novo, come appare per man di mess. Iacomo Venerio, nodaro d’Udine — L 74 s 8 con obligazion speciale di cocer tutto il pan di casa nostra» (A.S.U.. Arch. Bertoli, 19, Partite estratte, f. 7v).
1577, febbr. 4-1578, febbr. 4*«M. Iacomo, tessaro di sede, e d. Francesca sua moier — pagano di fitto semplice per la casa in borgo d’Aquilea, che già stava — mons. Mario Sbroiavaca , con tutte le stanzie — ducati dodese» (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, Partite estratte, f. 8v).
1577, apr. 1*«Iosefo di Valentin Foschian de Adeglià, al presente abita — nell’androna detta del Meriano, pagava d’affitto ogni anno per l’orto verso S. Bernardin, che tenivamo noi in casa —» (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, Partite estratte, f. 8v).
1604, genn. 5-1613, genn. 3*«D. Camilla, fornara, paga di semplice affitto per la casa et forno in borgo d’Aquilea d 13 ed è obligata cuocer il pan di casa senza alcuna mercede» (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, Partite estratte, f. 9r).
1612*«Daniel ortolan paga per il nostro orto in capo il nostro giardin ogn’anno d’affitto L 30» (ibid.).
1612, ag. 16*«M. Zuan Piero collazar paga d’affitto per la nostra casetta in borgo d’Aquilea, dove stava Filippo, d 6 —. Nota come Zampiero contrascritto ha pagato l’affitto sino al mese di luio del 1614 et tutto fu speso in accomodarli la casa» (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, Partite estratte, f. 10v).
1612-1613*«Eredi di m. Pascolo murador pagan d’affitto per la nostra casa dove stanno in borgo d’Aquilea appresso la fornara L 36». Registrazioni di pagamenti fino all’ 11 dic. 1614 (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, Partite estratte, f. 9r — 10r)
1613*«Nota5 che del ‘13 usci della casa d. Camilla controscritta et saldò li affitti non pagati» (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, Partite estratte, f. 10r).
1613, febbr. 7*«Ricevei dalla Menega ortolana, a bon conto della controscritta partita, contadi L 18 et nota che li ho donati tutti li fitti non pagati per tutto il 1612 con obligo che il suo putto risponda messa per tutto il 1613» (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, Partite estratte, f. 9v).
1613-1614*«Eredi di Daniel ortolan pagano d’affitto per l’orto grande in capo al nostro giardin contadi L 30» (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, Partite estratte, f. 10v).
1613-1614*«La comadre di borgo d’Aquilea paga d’affitto per la casa nostra di borgo d’Aquilea, nella quale stava il Pilosio et poscia l’Albertis, contadi L 100» (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, Partite estratte, f. 10v).
1622, giu. 18*Stima di G.B. Stainero di un «pezzo di horto posto — nell’androna di S. Hermacora, possesso al presente per ser Daniel hortolano, lo qual è della v. fraternità di S. Francesco nel domo, lo qual dano et vendono al — sig. G.B. Sbroiavacca —» (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, 1622. 1627. Stime delle case in borgo d’Aquileia).
1622, dic. 31*«Stima fatta per me Fabricio Staynero pubblico stimador et agrimensor — delli melioramenti fatti per ser Daniel hortolano sopra un pezzo d’horto posto in Udene nella androna de S. Hermacore, la qual è dell’ill.mo — G.B. Sbroiavaca —: et prima una casetta coperta di paglia, sotto la quale è muro, sopra l’horto —» (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, 1555, 1556, 1623, 1627. Stime di miglioramenti pagati agl’affittuali delle case nel borgo d’Aquileia, f.v.).
1623, mar. 31*«— Beltrandus Gabrielis — vendidit — legum doctori d. Ioanni Baptiste Sbroiavache — una petiam horti positam — in androna S. Ermacore, iuxta confines —in estimatione — Fabritii Stayneri —» (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, not. Francesco Susana; alleg. stima Stainero).
1627, nov. 18*Stima di Agostino de Nipoti delle case Sbroiavacca in borgo di Aquileia.
  1) «Casa habitata per mess. Gasparo Forni casarollo»;
  2) «casa habitata per il cordonaro ivi contigua per muro sopra la strada»;
  3) «casa habitata per il Leporeo»;
  4) «casa habitata per il Rodaro»;
  5) «casette nel cortivo grande»;
  6) «area appresso la stalla»;
  7) «stalla»;
  8) «casa contigua alli muri discopperti»;
  9) «casa de l’hortolano» (A.S.U., Arch. Bertoli, 19).
1636, mar. 2*«— Giulio q. — G.B. di Sbroiavacha7 — ha — venduto — al — sig. Alfonso Arcano — le case grandi del detto — Giulio di presente da lui habitate, posti — nel borgo d’Aquileia con le corti, stalle, horto, casa dell’hortolano, muri discoperti et altre comodità ad esse case spettanti —, confinano dalla parte di sotto parte con l’androna che conduce a S. Bernardino et parte con case basse del medesimo — Giulio venditor, tenute già per mad. Aurelia Ongara, dalla parte di sopra con detta androna che va S. Bernardino e con la chiesa di S. Hermacora, dalla parte davanti con il borgo di Aquileia et dalla parte di dietro con corte d’altra casa del detto — Giulio, posta nella contrada di S. Bernardino —. Et questo per prezio di ducati quatro mille et settecento —» (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, Instrumenti con li sigg. Arcani delle case in Udine nel borgo d’Aquileia, not. Antonio Mattioli, copia del not. Antonio Tami).
1636, giu. 13*«Il sig. — Giulio di Sbroiavacca vende altre quatro casete contigue alla casa grande già venduta allo stesso sig. Arcano per il capitale di d 850 —» (A.S.U., Arch. Bertoli, 19. 1583. Chiesa di S. Ermacora e vendita di case, f. 4r).
1704*Divisioni con l’inventario dei beni mobili assegnati al co. Nicolò d’Arcano per la casa di Udine (Arch. Grattoni d’Arcano, fascicolo adespoto della divisione ad opera di Faventini, f. 5r — 5v).
1801 Coo. Alfonso ed Antonio d’Arcano (Nomenclatura, f. 76v).
1809*Appartiene ad Alfonso d’Arcano che vi abita. In una parte del complesso sono ospitati l’ortolano Antonio Lodolo e il possidente Giacomo Cavassi (Registro delli aloggi, f. 56v).
1811, apr. 28*«Luogo dominicale di Alfonso di G.B. d’Arcano in borgo d’Aquileia, n. 2044, in una stanza — a pian terreno, avente la porta d’ingresso nel sottoportico, serve per uso di scrittoio (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10623, 482).
1819 Eredi Pantaleoni (Registro anagrafico, III).
1822, magg. 3*«Certificato di copia di particella di divisioni seguite li 19 dicembre 1820 mediante li pubbl. per. — Giovanni Carlo Iacotti e Antonio De Giorgio sopra la facoltà lasciata dalla def. — Anna Maria Susini, vedova del fu — Alfonso q. G.B. Botta —». Vi è ricordata «la sesta parte della casa in borgo d’Aquileia al c. n. 2044» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10457, 2921).
1824, ott. 21 È di Lucia Susini (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
 *Il capo del secondo quartiere segnala in questa casa la presenza di un pozzo scoperto (ibid.).
1825°È acquistata dai fratelli Braida.
1827, sett. 25 La casa viene completamente riformata e rifatta dai sigg. Braida per uso di raffineria di zucchero (A.S.U., C.A. I, 135/XV, 3839 Orn. II C, con diss. e Archivio d’Arcano Grattoni).
1827, nov. 8*La deputazione d’ornato muove alcune osservazioni al progetto presentato per l’adattamento dei locali alla raffineria:
  «a) non trovasi conveniente applicato il corpo di mezzo nella parte inferiore, perché non lega col rimanente, né pel carattere né per la continuazione delle linee;
  b) non sembra plausibile la decorazione che si vorrebbe dare al corpo di mezzo coll’arco o cogli intercolunni, perché tanto nel primo che nel secondo caso, dovendosi segnare verticalmente lo sporto anche nell’ultimo piano, risulterebbe la medietà straordinariamente stretta in confronto dell’altezza;
  c) trovasi che le finestre del piano nobile hanno la proporzione de’ vani un po’ stretta relativamente all’insieme dell’esterno prospetto e mancano di fregio e cornice».
  Propone però di segnare il portore senza le bugne e lo sporto, sostituire una superiore decorazione con una finestra, ridurre l’altezza dei vani delle finestre del piano nobile. Allega un esempio di fregio e cornice. Il Braida presenta un nuovo progetto, che la deputazione giudica preferibile al primo. «La sola modificazione che ritiene per suo avviso necessaria si è l’aggiunta della cornice alle finestre del piano nobile, giusta quanto è marcato nel tipo. Sarebbe eziandio desiderabile che il bugnato fosse di pietra viva e ciò che tornerebbe di maggior lustro a questa nuova fabbrica, tanto più che la deputazione am(mise) delle facilitazioni nell’esame del progetto, trattandosi d’uno stabilimento d’industria» (A.S.U., C.A. I, 135/XV, 4439 Orn. II C).
1829, nov. 28*«Francesco Braida del fu Giovanni Battista —, in cauzione della i.r. — finanza per le tasse doganali — riguardo alle farine zuccheri da introdursi in Udine per uso — della raffineria privileggiata di essa dita Braida e C. —, costituisce — in ipoteca il di lui stabile in Udine, borgo di Acquileia, composto di case e fabbricati, la maggior parte di nuovo eretti ed inservienti all’uso della raffineria stessa alli c.n. 2044 e 2045 con suo fondi, cortivo ed orto della quantità complessiva di censuarie pertiche quattro, centesimi settanta, millesimi quattro —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10556, 3352).
1830, ag. 4*Francesco Braida «è determinato di demolire una parte del muro di cinta della corte verso tram. nella casa ad uso di raffineria di zuccheri nella calle che dal borgo di Aquileia mete in borgo dei Ronchi, per riedifficare il muro con un piccolo fabricato —». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 168/1830/XIV, 3286 Orn. II C, con dis.).
1832, apr. 27*Francesco Braida e C. presentano progetto per il restauro del fabbricato ad uso raffineria di zucchero e ne ottengono l’approvazione (A.S.U., C.A. I, 193, 1759).
1834, mar. 9*«La congregazione municipale della r. città di Udine, viste le divisioni 1 ottobre 1807, ed assegnazioni 13 giugno 1814 tra li nobb. furono Alfonso ed Antonio fratelli q. G.B. d’Arcano, ritenuta la notorietà del fatto, certifica che fino all’epoca del contratto 13 novembre 1827, le porzioni di fabbriche e fondi alli c.n. 2044, 2045 e circoscritte dai numeri di mappa 1241 di pertiche 1,558 e n. 1242 di cent. 10, furono per ben oltre un trentennio in pacifico possesso prima della fraterna d’Arcano e successivamente del fu nob. sig. Antonio q. G.B. d’Arcano. Per il che viene rilasciata la presente dichiarazione della dita Francesco Braida e Compagni, attuali possessori di detti fondi in seguito a domanda 4 corr.» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10560, allegato all’atto di prenotazione dei diritti doganali n. 4194).
1838, nov. 30*Francesco Braida chiede il permesso di «eseguire varie modificazioni nella sua casa posta in borgo Acquileia nella rafineria dei zucheri». La deputazione d’ornato, esaminati i disegni fa sapere che, oltre al prospetto sulla contrada, vuole anche «l’alzato di fianco, dacché per la prossimità al borgo d’Aquileia, si rende — visibile più ancora del prospetto —» (A.S.U., C.A. I, 328/1841/VIII, 6937 Orn. II C, con dis.).
1852*Raffineria di zucchero (Competenze, II, f. 17v).
1865, ott. 23 Il consiglio comunale delibera l’acquisto del locale Braida ex raffineria ad uso caserma (Parti prese... 1880, 12).
1886, mar. 23*Riattamento, ad uso di caserma, di una casa dell’ex raffineria Braida. Si accenna al progetto ideato dall’ufficio tecnico comunale nonché al costo dell’affitto annuale pagato alla casa di ricovero per l’uso di acquartieramento militare. Si invita quindi ad approvare il progetto. Il consiglio effettivamente approva (Arch. del comune di Udine, Prot. verb. cons. com. della r. città d’Udine, n. 2368, part. 5, p. 46-47).
1872, apr. 24 Il consiglio comunale approva la proposta di cedere la raffineria allo stato, ricevendo in cambio i locali del tribunale e di San Domenico (Parti prese... 1880, 144).
1873*Piante e pratiche diverse relative al fabbricato (A.S.U., C.A. II, 116).
1876*Nella parte marcata 2044 ha sede la falegnameria di Luigi Bonani; in quella indicata 2044 A, la falegnameria di Luigi Castellani e l’officina del fabbro Giuseppe Roiatti (COSMI-AVOGADRO, 92, 93).
1938 Caserma del 2° Fanteria.
   
NOTE1Il documento è stato gentilmente segnalato dalla dott. Ivonne Pastore Zenarola.
 2Per Rizzardo Sbroiavacca: SAMBIN, Gregorio Amaseo, 27.
 3Per Giovanni Francesco Sbroiavacca vedasi n. 2042.
 4per cerdo.
 5Per Mario Sbroiavacca: LIRUTI, Notizie delle vite, IV, 498.
 6Vedasi supra 1604, genn. 5.
 7Per Giulio Sbroiavacca: LIRUTI, Notizie delle vite, IV, 497; di MANZANO; Cenni, 187-188.
Chiesa di S. Ermacora
  La cappella dei Ss. Ermacora e Fortunato fu eretta dagli Sbroiavacca nel 1583.
1583, ott. 6*«Memoria del rev. sig. d. Nicolò vescovo. Avendo il magn. et rev. mons. Gaspare, fu dell’ecc. dottor di leggi — Giulio Sbroiavacca — d’Udine, canonico d’Aquileia, et nell’una et nell’altra lege dottor, fondata una capella — nel borgo d’Aquileia appresso la sua casa per nome suo e delli — suoi fratelli — G.B. dottor, Gasparo1, canonico di Cividal de Friuli, Gian Daniele e Mario, et quella doppo l’averla accomodata delle cose convenienti et necessarie, havvendola fatta consecrar la prima domenica — di luglio p.p., che fu li 3 del mese, da mons. — Paolo Bisantio, vescovo di Cattharo sufraganeo et vicario di mons. — patriarcha d’Aquileia, e volendo a quella proveder d’un perpetuo capellano, si compiaque — della persona mia et cosν me l’assignò con obligo di celebrar in essa ogni giorno di festa et ogni mercordν et veneri di ciascuna settimana. Et m’assignò pretio d’intrata da essermi ogn’anno a suo — tempi da casa sua responduto, cioè formento st 5, vino conzi 6, di contadi d 7, val L 43 s 8. Et cos] nel suddetto giorno — incominciai ad officiar in quella (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, 1583. Chiesa di S. Ermacora e vendita case, f. 2r).
1593, sett. 6 «Il nob. Giovanni Nicolò d’Arcano, vicario generale del patriarcato d’Aquileia, concede al dott. Giovanni Daniele q. Giulio di Sbroiavacca di — seppellire i morti della famiglia nella chiesa de’ Ss. Ermacora e Fortunato, eretta nel 1583 —» (JOPPI, Notariorum, VII, f. 169v).
1638, magg. 9 «— Giulio — Sbroiavacha —ha cesso — al — sig. Alfonso Arcano — il ius — che — ha d’elleger capellano nella — chiesa di S. Hermacora — annessa alle case grandi già — d’esso — Sbroiavacha — con l’annuo obligo però dovuto a — capellano di formento stara cinque, vino conzi sei et contadi ducati trentadue, ducati otto per illuminar essa chiesa et stipendio del monaco et di mantenir essa chiesa di paramenti ed altre cose necessarie per celebrar la s. messa —» (A.S.U., Arch. Bertoli, 19, Istrumenti con li sigg. Arcani delle case in Udine nel borgo d’Aquileia, not. Antonio Mattioli, copia del not. Antonio Tami).
Sec. XVII «Inventario delle robbe che si trovano nella sacristia et chiesa di S. Hermacora delli — Sbroiavacca lasciate nella renuntia di Giovanni Antonio Ventura loro chierico per le messe, fatto per il rev. don Antonio Moscatello et notato da me pre’ Paulo Ventura» (A.S.U., Arch. Bertoli, 19).
1836°La chiesa di S. Ermacora è chiusa al culto. L’altare fu demolito nel 1864 e trasportato ad Arcano.
1875 Viene chiusa la porta della chiesa (JOPPI, Notariorum, VII, f. 169v). «La chiesa dal 1850 in poi era sempre chiusa. La manifattura del zucchero l’aveva resa umida e — rendeva quel particolare odore della melassa dello zucchero. La sua capacità corrispondeva a quella di salotto o grande stanza. Alta non piϊ di quattro metri circa —» (ibid.).
1951, ott. 15*Vincolato dal M.P.I.
   
 1Per G.B. Sbroiavacca: LIRUTI, Notizie delle vite, IV, 498.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 115r — 115v; RAIMONDI, Gioia preziosa, 25-26.
   
BIBLIOGRAFIA AVOGADRO, Guida, 32; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 257; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 383-384; di CAPORIACCO, Udine. Appunti, 111-112; CICONI, Udine, 471; FALCIONI, Industrie udinesi, 350; L’incendio di questa mattina nella caserma; MIOTTI, Castelli... Gastaldie, 42; PARMEGGIANI, Gli stadi, 27; Parti prese... 1880, 34, 49, 81, 113, 182-183; PICCO, Ricordi popolari, 94, 147-148; [POJANI], Memorie... di via Aquileia, 37-38; della PORTA, Udine che scompare, 10; della PORTA, Toponomastica, 8; Provincia del Friuli... negli anni 1853-1856, 68-70; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 19; 3 (1937), 9; TENTORI, Udine, 302.
   
ICONOGRAFIA GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, 52; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, 45; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, 56.
2045
1766, mar. 9*«— Francesco q. Domenico Tomadis di S. Maria La Longa — ha — venduto — al — co. Francesco d’Arcano — le case e corti situate in borgo d’Acquileia —presso le case Arcane, giusto li suoi confini alle parti ben note — e ciò per il prezzo — di d 2194 L 4 s 13 —» (A.S.U., N., Eugenio Sporeno, 9314, XII contratti, 25, f. 17v — 18r).
1801 Coo. Alfonso e Antonio d’Arcano (Nomenclatura, f. 76v).
1809*Proprietà di Alfonso d’Arcano. Inquilino Giacomo Cavassi (Registro delli aloggi, f. 56v).
1829, nov. 28*Vedasi n. 2044.
1834, mar. 9*Vedasi n. 2044.
1850*Filanda di seta con quattro fornelli, gestita dal nob. Biagio d’Arcano (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta attive nel 1850 nel Comune di Udine, n. 148).
1852*Appartiene ai nob. fratelli d’Arcano (Competenze, II, f. 17v).
2046
1801 Co. Alfonso d’Arcano1 (Nomenclatura, f. 76v).
1809*L’edificio appartiene ad Antonio d’Arcano, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 56v).
1834, apr. 21*Orazio d’Arcano chiede che «gli sia accordato nel luogo di propria abitazione al n. 2046, 2047, di riaprire un foro di finestra che diviene anche necessario per regolarità». Il permesso gli viene accordato (A.S.U., C.A. I, 219/I, 1769 Orn. II C, con dis.).
1852*L’edificio appartiene ai fratelli d’Arcano (Competenze, II, f. 17v).
   
NOTE1Vedasi n. 2044.
2047
1801 Coo. Alfonso e Antonio d’Arcano1 (Nomenclatura, f. 74v).
1809*L’edificio appartiene ad Antonio d’Arcano. Vi abita l’orologiaio Giovanni Domenico Zamparo2 (Registro delli aloggi, f. 56v).
1852*Appartiene ai nob. fratelli d’Arcano (Competenze, II, f. 17v).
   
NOTE1Vedasi n. 2044.
 2Nella prima metà dell’Ottocento è ricordato un Domenico Zamparo bandaio e ottonaio (PICCO, Ricordi, 119). Nel Quinternetto di scossa 1807 per il contributo arti e commerzio, (A.S.U., C.N., 27) è citato solo l’orologiaio G.B. Zamparo di Pracchiuso al n. 1494.
2048
  Questa casa, oggi divisa in due, fu di Nicolussio de Vidot, poi degli eredi di mess. Agostin di Lauzacco; fu venduta nel 1516, nov. 6 (Atti Antonio Belloni), ad Asquino q. Antonio di Colloredo che nel 1660 i suoi discendenti vendettero a mess. Antonio Tarondi; fu poi recuperata dai Colloredo (A.S.U., C.A., 89/20).
 *Con certezza a partire dal 1511 la casa appare gravata di un livello a favore della cattedrale udinese, come attestano i rotoli della fabbriceria che ne citano i fondamenti;
1511*«Augustin del Lauzach paga de livello — sopra una casa, fo di Niccolusso di Vidot, oglio lb 2» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 296v).
1519*«Ser Asquin q. ser Antonio de Colloreto1, in logo de m. Bastian q. m. Agostino zenero de m. Zuan de Lauzacco, caligaro, paga de livello — sopra una casa, — comprada per ser Asquin detto dalli eredi del detto m. Augustin con questo incargo adν 6 nov. 1516 per man di ser Antonio Bellon not., oio libre do —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 296v).
1564*«Eredi del q. mess. Asquin de Colloredo pagano de livello — oglio lb 2» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 296v).
1593*«Ora paga la sign. Doralice di Colloredo2» (B.C.U, ms. F. XXV, f. 296v).
1607*«Paga ora il sig. Panfilo di Colloredo» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 296v).
1624, 1625*«Di presente paga la sign. Elisabetta Colloreda» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 296v).
1660*«Ora paga il sig. Marc’Antonio Tarondo» (B.C.U, ms. F. XXV, f. 297r).
1703*«Li nob. sigg. Giuseppe e fratelli Tarondi q. sig. Marc’Antonio pagano ogn’anno di livello sopra una casa fu di raggione Colloreda, oglio lb 2» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 297r).
1735 «La sign. Elisabetta Colloreda, in logo del sig. Panfilo, già del sig. Asquino Colloredo e prima di Sebastian d’Agostin di Lauzzacco, paga di livello sopra una casa fu di Nicolò di Zuanne Vidotto — olio lb 2. Detta casa Colloreda è dipinta a scachi; pagano li sigg. Giuseppe e fratelli Tarondi, come possessori di detta casa» (A.S.U., C.A., 89/20, partita 6).
1743, febbr. 4 «— Di presente viene condotta ad affitto dal bar. Antonio e fratelli Bressani, di ragione del — co. Filippo Colloredo q. Cesare —; confina a lev. con strada — del borgo di Mezzo, a mezodν con casa dell’egr. — Domenico e Zuanne fratelli Manenti, a sol a monte con il borgo di Aquileia et alle monti con l’androna tendente al — monastero di S. Bernardino» (B.C.U., ms. F. XXI, f. 3r — 3v).
1750*«Il sig. Filippo q. Cesare di Colloredo, possessore della detta casa dipinta, fu Tarondi, — paga de livello oglio lb 2» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 297r).
1768, apr. 9*«Il — co. Cesare q. — Filippo di Colloredo — aliena al — co. Coriolano q. — Bartoluccio Bartolucci — una casa con cortivo ed orto — posta in questa città nel borgo d’Aquileia, che confina a lev. strada del borgo di Mezzo, a mezz. eredi q. — Zuanne Manenti, a pon. strada del borgo — d’Aquileia ed a tram. strada che corrisponde dal borgo — d’Aquileia al borgo di Mezzo —. E ciò pel — prezzo — di d 2143 L 3 —» (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9787, I instrom., f. 79v — 80v).
1795, mar. 26 La co. Virginia q. Coriolano Bartolussi vende al nob. Vincenzo q. Leonardo Stainero «la di lei casa d’abitazione in borgo d’Aquileia con corte, orto ed adiacenze acquistata con instr. 18 giu. 1773,» not. —Francesco Brunaleschi, dalli — coo. Cesare e fratelli di Colloredo —», confinante a lev. contrada che va in borgo di Mezzo, mezz. Manenti, pon. borgo Aquileia, tram. contrada va a S. Bernardino (A.S.U., N., Antonio Cavassi, 9879, XIII instr., 813, f. 1237v — 1238v; 9956, filza prodotte).
1795, apr. 27*Dalla misura e stima della casa a cura dei periti Giovanni Carlo Iacotti e Francesco Moretti: «Confina a lev. contrada dà in borgo di Mezzo, mezz. — ecc. Andrea e fratelli Manenti, pon. il borgo di Aquileia ed a tram. contrada va a S. Bernardino» (A.S.U., N., Antonio Cavassi, 9956, Filza prodotte).
1801 Nob. Vincenzo Stainero (Nomenclatura, f. 76v). «Ora inaffittata» (ibid.).
1804, genn. 3 Il nob. Vincenzo Stainero vende al sig. Francesco Bruni, detto Stabernao, la casa in borgo Aquileia, fu Bartolucci (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10578, III instrom., 193, f. 228v — 229v).
1809 Francesco Brun, oste (Registro delli aloggi, f. 56v).
1812 Osteria “Alla Fortuna” (Esercenti).
 *Gestione degli eredi di Francesco Brun (ibid.).
1828, febbr. 11 La parte a settentrione è di Giovanni Bonanni (A.S.U., C.A. I, 148/X, 550 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario chiede ed ottiene di riformare il prospetto (ibid.).
1850, magg. 9 Francesco q. Giovanni Bonanni vende la casa n. 2048, per L 2000, ad Antonio fu Michele Romanelli (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/V, 2076).
1851 G.B. Zerbini, divenuto proprietario della porzione di casa al n. 2048 contigua alla sua al n. 2049, ne riforma la facciata. Risulta casa con tre porte a pianterreno e tre finestre corrispondenti nei piani superiori (A.S.U., C.A. II, 65 bis/1851, 3558 Orn. II C).
1852*Appartiene a Giovanni Bonani, proprietario anche del n. 2048 A (Competenze, II, f. 17v).
1853, genn. 25*Luigi Bonano inoltra domanda per sistemazione della casa «nella contrada cosν detta Stabernao che conduce al seminario». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. II, 66, 601 Orn. II C).
1876*Nella parte indicata 2048 E, falegnameria di Luigi Bonanni3 (COSMI-AVOGADRO, 93), segnalata anche nel 1883 (AVOGADRO, 144).
1883*Nella parte marcata 2048 C, studio dell’ing. Antonio Ballini (AVOGADRO, 146).
1945 La parte interna a sud incendiata durante un’incursione aerea.
1950 Abbattuta e rifatta.
   
NOTE1Per la famiglia di Colloredo vedansi n. 426 e 1828.
 2Il 17 febbr. 1594 Mario di Colloredo affitta una casa in borgo Aquileia esterno a G.B. di Strassoldo, vicino di casa (A.S.U., N., Matteo Paulitti, 6861, II instr., f. 3r — 5r).
 3Sulla famiglia dei Bonanni intagliatori e doratori: PICCO, Lavori artistici eseguiti di recente nella chiesa dell’Istituto Renati, 3; PICCO, Lavori d’intaglio, 100; PICCO, Ricordi, 122.
   
BIBLIOGRAFIA della PORTA, Toponomastica, 224; della PORTA, Udine che scompare, 10.
2049
1710, lugl. 6*Un atto notarile viene rogato in casa di Andrea del fu Giovanni Manenti in borgo Aquileia (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8300, V instr., f. 60r).
1744 «La discendenza di Ulisse di Colloredo e di Rosa di Brazzacco avevano casa di faccia alli Egregis ove più tardi Gio. Batta Manenti eresse una nuova fabbrica a destra della quale abitava un altro ramo Colloredo di Fagagna1, cioè quello di Giovanni marito di Smeralda di Brazzacco» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 190).
1801 Carlo e fratelli Manenti (Nomenclatura, f. 76v).
1809*Proprietà di Andrea Manenti (Registro delli aloggi, f. 56v).
1827, dic. 28 È di G.B. Zerbini. Chiede di completare la facciata dalla parte meridionale. V. Prospetto antico (A.S.U., C.A. I, 148/X, 5012 Orn. II C, con dis.).
1830, ag. 23*G.B. Zerbini, «proprietario di una casa — al c. n. 2049, domanda di — aprire una porta in rottura del muro che chiude l’orto annesso a detta casa dalla parte del borgo di Mezzo, dichiarando di far porre gli stipiti di pietra e di far dipingere la porta ad olio di lino». La deputazione d’ornato approva il progetto (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 3092 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a G.B. Zerbini (Competenze, II, f. 17v).
1883*Litografia di Enrico Passero2 e studio dell’ing. Adolfo Graalovitz (AVOGADRO, 146, 148).
1890 È di Pietro Del Giudice, detto “Pieri lari”. Nel cortile ha sede lo stab. litografico di Enrico Passero, genero del proprietario.
1938 È della sign. Luisa Del Giudice, ved. Passero, moglie del gen. Rocchis.
1945 La parte interna a sud est fu distrutta da un incendio durante un’incursione aerea.
   
NOTE1Casa n. 2048.
 2Per la litografia tipografia Passero: BRAGATO, Guida, 71; COMELLI, L’arte della stampa, 244, 245, 246, 269; FALCIONI, Industrie udinesi, 330-331; VALENTINIS, Guida, 85.
   
BIBLIOGRAFIA BIASUTTI, Note d’archivio, 17; [POJANI], Memorie... d’Aquileia, 46; VALENTINIS, Udine antica, 23.
2050
1623, ag. 29°Lodovico Manin vende a Francesco di Partistagno una gran casa con casette annesse, che i Manin avevano acquistato dai Partistagno, posta in Borgo Aquileia entro i confini nominati nella stima 1614 dal perito Fabrizio Stainero (not. Calderini Flaminio?).
1720, lugl. 17*«Il — co. Baldassare di Partistagno — ha dato in pagamento — al — nob. — Francesco Perabò — una — casa di muro coperta di coppi, con corticella annessa, situata — nel borgo d’Aquileia, condotta ad affitto semplice da — Valentino Cisorgna, sarto, per la quale paga d’annuo affitto — L 104, confinante a sol levado con la casa dominicale d’esso — co. di Partistagno, mezogiorno — pre’ Francesco Bragolino, pon. strada pubblica di detto borgo ed ai monti altra — di detto — conte casa, tenuta per — Domenico Zolletto —. La presente alienazione — ha fatto — per il prezzo — di L 1939 s 5 —» (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8301, XIII instr., f. 29r — 30v).
1744 «Partistagno. Hanno casa a man sinistra, circa a mezzo borgo molto ben incominciata ma non mai terminata» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 190).
1795, apr. L’ex casa Partistagno in borgo Aquileia fu comperata dal co. Giovanni Gorgo in occasione delle sue nozze con «una tedesca nobile del suo paese, sorella della co. Michieli» (A. della FORZA, Diario, 232-233).
1801 Co Rizzardo e fratelli Sbruglio (Nomenclatura, f. 76v).
1807, dic. 30*All’apertura del testamento del canonico mons. Giuseppe di Sbruglio risulta che nella facoltà del medesimo un terzo della casa n. 2050 spetta a Francesco, un altro terzo a Rizzardo e l’ultimo terzo a mons. Giuseppe di Sbruglio, fratelli, figli del q. Francesco (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10583, 24).
1809*La casa appartiene a Rizzardo di Sbruglio, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 57v).
1821, sett. 6*Rizzardo Sbruglio, «determinato — di far biancheggiare la facciata della casa di sua abitazione — n. 2050, borgo Acquileia, non che di conformare in luogo dell’attuale linda una corrispondente cornice», presenta disegno col profilo della cornice stessa. La deputazione d’ornato approva (A.S.U., C.A. I, 53/III, 4069 Orn. II C, con dis.).
1834, apr. 3*Francesco di Sbruglio chiede il permesso di «abbattere la soglia del portone di sua casa — al c.n. 2050 — dirimpetto al sig. Dessenibus, come pure il marciapiede —». La deputazione d’ornato dissente sull’abbassamento del marciapiedi, che risulterebbe «di pubblico incomodo» e di pericolo, visto che gli altri non si adeguerebbero al tratto degli Sbruglio. In particolare per la casa del vicino Zerbini, ciò sarebbe d’incomodo (A.S.U., C.A. I, 219/I, 1406 Orn. II C, con dis.).
1852*Proprietà del co. Francesco Sbruglio (Competenze, II, f. 17v).
1938 È della co. Linda Sbruglio Salvo.
   
BIBLIOGRAFIA Elenco degli alloggi; della PORTA, Udine scomparsa, 135-138; S[ACCOMANI], Il ristauro, 38.
2051
  Il palazzo Colloredo sorge su l’area di varie casette abbattute per la sua costruzione. Giacomo Trento (1659-1751) sposò Zenobia del fu Quinto Miliana che portò in dote la casa di borgo Aquileia1 (B.C.U., ms. Arch. Del Torso, Genealogia Trento, tav. IV).
1560, dic. 28*«Actum Utini, in vico Aquileię, in studio meo» (A.S.U., N., Pietro Cistaris, 5955, Instr. 1560, f. 1r).
1664, ag. 14*«Il nob. — G.B. figliuolo del nob. — Evandro Trento —, per nome di — suo padre —, ha dato ad affitto per anni tre — al — sig. Candiano figliuolo del q. — Giacomo Simeonio — di questa città — una sua casa posta nel borgo di Aquileia attaccata a quella di habitatione di esso — Trento —» (A.S.U., N., Gaspare Agricola, 7730, IV instr., f. 158r — 158v).
1709, lugl. 22*«— Fatto in Udine, in casa dell’infrascritto nob. — Giacomo Trento nel borgo d’Aquileia —» (A.S.U., N., Nicolò Aloi, 8109, VII instr., f. 34v).
1744 «Evandro Trento aveva casa a sinistra passati i Partistagno» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 190).
1753*La casa è soggetta a livello a favore dell’ospedale di S. Maria della Misericordia, come si ricava dal registro del 1753: «Il nob. — Giacomo Trento, ora li di lui eredi pagano di livello, in luogo di mess. Girolamo Antonin, in luogo di ser Pietro Cestaro, — per formento antico p 3 L 3 s 3; item pagano di livello in luoco di mess. Tomaso Colloredo a nadal L 4, specialmente sopra una casa che fu d’Antonio d’Orlando e questa dell’eredità di Zorzi de Marcuz lasciata nell’anno 1454, 23 marzo, nod. Zuan de Lovaria, in Libro general de’ livelli, c. 5 e c. 83 —» (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1753, f. 281v).
1801 Coo. Francesco ed Antonio Trento (Nomenclatura, f. 76v).
1809*Appartiene ad Antonio Trento, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 57v).
1825 È di Antonio Trento (A.S.U., C.A. I, 100/II Case e fabbricati). Il proprietario chiede ed ottiene il permesso «di praticare una riforma generale al prospetto — e l’apertura di una porta che al proprio uso si rende necessaria» (ibid.).
1830 circa*Acquistata dal march. di Colloredo «che vi eresse il palazzo odierno» (B.C.U., ms. Arch. del Torso, Genealogia Trento, tav. IV).
1834°Trento nob. Antonio q. Giacomo q. Pietro, loco Trento, loco Zuan Muzzan, loco Giacomo Cavaz marangon, loco Maiiner lanaro, loco Giacomo Missau, paga L 98 s 1 p 8 in dipendenza al legato di Francesco di Cerneglons con testamento 12 marzo 1470, atti Giovanni Giorgio Prampero, sopra una casa in Udine in borgo Aquileia, fu di Pietro gastaldo. Le L 8 in dipendenza di testamento 30 dic. 1454 di d. Maria Massarut, atti Nicolò Sordo (Arch. Osp., Rotolo C1 1834).
1834°Nob. Antonio q. Giacomo Trento q. Pietro, loco Trento, loco Antonio Antonini, paga L 353 e L 4 in luogo di m. Girolamo Antonini, in luogo di Pietro Cestaro, in luogo di Gian Giacomo di Rigo calderario, in luogo di Tomaso di Colloredo, sopra una casa in borgo Aquileia fu di Antonio d’Orlando, pervenuta nell’ospitale col testamento di Giorgio di Marcuz, 23 marzo 1454, atti Giovanni Lovaria (ibid.).
1834, mar. 8 Fabio e Filippo di Colloredo domandano di poter completare la facciata (A.S.U., C.A. I, 219/1834/I, 974 Orn. II C, con dis.).
 *La deputazione d’ornato approva.
 °°Il disegno è firmato da «Gio:Batta Degan Cappo Muratore».
1835*È indicata come il recapito del «medico fisico» G.B. Mazzaroli (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1852*Appartiene ai fratelli di Colloredo (Competenze, II, f. 17v).
1938 La casa, che comprende anche il n. 2052, è di Lia de Chantal, vedova ed erede di Emanuele di Colloredo, moglie di *** Roberti di Castelvero, nipote di Costanza Roberti, vedova del march. Paolo di Colloredo.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 24 giu. 1972 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Vedasi anche PALLADIO degli OLIVI-CAIMO DRAGONI, Memorie, 17 e per i Trento supra il n. 34.
   
BIBLIOGRAFIA AVOGADRO, Guida, 31; BALLERIO, Architettura minore, 6; BALLINI, Udine, 126-129; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 386-387; BRAGATO, Guida, 71; Elenco degli alloggi; ERMACORA, Guida, 200; La marchesa Costanza di Colloredo Mels; FIERI, Napoleone e il dominio napoleonico, 88; [POJANI], Memorie... di via Aquileia, 46.
2052
  Questa casa forma la parte meridionale del numero precedente.
 *A partire dal 1332 la casa risulta gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo, come attestano i rotoli che ne citano i fondamenti e i passaggi del lascito.
1332, mar. 15 Testamento di Giovanni Coii, che lascia lb 4, pagate dagli eredi. Fonti citate: rotoli 1341, 1342, 1343, 1344 (A.S.U., C.A., 89/20, part. 5).
1407 Mingarda, moglie di Corrado di Pers, e figli, eredi di Giovanni Coii. Fonte citata: rotolo 1407, c. 12 (ibid.).
1428 Nicolò fornasier «per aquisto fatto da questa magnifica comunità col carico stesso, appar istr. di mano di Zuanne nod. de Clauian». Fonte citata: rotolo 1428, c. 56 (ibid.).
1452 Elena figlia di Nicolò, moglie di Domenico Seccamerende1. Fonte citata: rotolo 1452, c. 17 (ibid.).
1460 Giovanni Schiavolino2. Fonte citata: Rotolo 1460, c. 20 (ibid.).
1534 Sac. Leonardo da S. Vito e fratello. Fonte citata: Rotolo 1460, c. 46 (ibid.).
1550 Giacomo di Partistagno. Fonte citata: Rotolo 1550, c. 29 segg. (ibid.).
1640 Alfonso di Spilimbergo. Fonte citata: Rotolo 1640, c. 50 segg. (ibid.).
1643, mar. 9 Confinazione operata dal Boreatto per conto della fabbrica del duomo: «La casa è posta nel borgo d’Aquileia, possessa per — Alfonso Spilimbergo, habitata di presente per — Tomaso Manzano sarto; confina a sol levado col sig. Evandro Trento, a mezodν col sig. Lodovico Partistagno, a sol a monte col borgo et ai monti Pietro e fratello Trenti —» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 34).
1703, magg. 16*«Il — co. Francesco di Partistagno — in nome proprio e del co. Baldisare di lui fratello, — vendono — al — sig. Francesco Muzzanino q. Girardo, hora cancelliere nell’ecc. generalato di Palma —, le tre casette unite in borgo d’Aquileia, confinano a lev. et alli monti case di detto — Muzzanino e fratelli, mezz. case Partistagne et a pon. la strada del borgo —». L’acquirente si assume l’onere del censo dovuto annualmente alla cattedrale ed altri livelli precisati nell’istrumento (A.S.U., N., Girolamo Dell’Oste, 7907, VIII instr., f. 323v — 324v).
1715 Il can. Giacomo Muzzenino Fonte citata: Rotolo 1715, c. 21 (A.S.U., C.A., 89/20, part. 5).
1743, febbr. 4 «Le — case — presentemente — abitate dal sig. Antonio Muzzanini q Carlo, quali confinano a lev. con l’orto delli nobb. ser Evandro e fratelli Trenti, a mezz. con casa del nob. q. Baldissera di Partistagno, a sol a monte con la strada publica del borgo d’Aquileia, et alle monti — con la casa et orto delli — Trenti» (B.C.U., ms. F. XXI, f. 2v — 3r).
1778, magg. 22 La parte meridionale della casa Colloredo era dei sigg. rev. Sebastiano e nipoti Girardis (Arch. Morelli de Rossi, Misura e stima ad opera del pubbl. per. Aurelio Manetti, copia).
 *Il testo precisa: «— Piccola casetta sopra il borgo pubblico —, confinante a lev. e tram. con case e fondi di questa ragione, a mezz. con casa del — co. Partistagno ed a pon. col — borgo». (ibid.).
1780, mar. 1*Proprietà degli eredi del fu Francesco Ghirardi (planimetria allegata alla stima operata su istanza di Ignazio Mangilli per il palazzo Partistagno. Vedasi n. 2053).
1795, genn. 16 I nobili Francesco e Liberale fratelli Girardis cedono in permuta al co. Andrea Trento la loro «casa dominicale in borgo d’Aquileia con corte, orti e case annesse» in cambio della casa Trento in via Aquileia (A.S.U., N., Antonio Cavassi, 9879, XIII istr., 800, f. 1121v — 1123v).
1801 Coo. Francesco e Antonio Trento (Nomenclatura, f. 75v).
 *Affittuali i nob. Settimini (ibid.). Vedasi n. 2051.
1809*Proprietà di Antonio Trento. Vi abitano l’impiegato Giuseppe Canciani e il sarto Giacomo Ciani (Registro delli aloggi, f. 57v).
1832, giu. 30*Antonio del fu co. Andrea Trento vende ai fratelli coo. march. Fabio, cav. Filippo e don Nicola di Gerolamo di Colloredo «il luoco dominicale d’esso — Trento, posto — nel borgo d’Acquileia alli c.n. 2051, 2052 — con fabbricato sopra il borgo ed interno, parte ad uso di propria abitazione e parte d’affitto, con fondi, cortivi ed orto, tutto unito confina a lev. strada del borgo di mezzo, mezz. parte contradella detta dei Cani e parte il medico Mazzarolla, fu Gorgo, pon. il borgo d’Acquileia ed a tram. li — coo. di Sbruglio —. La — vendita — viene fatta — per il prezzo — di — ex ven. L 102920 —» (A.S.U., N., Giovanni Carlo Iacotti, 78, 129).
1852*Proprietà dei fratelli Colloredo (Competenze, II, f. 17v).
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Vedasi CORGNALI, Seciemerindis, 13.
 2In un ms. databile fra il 1506 e il 1511 riportante l’elenco delle case per la sistemazione dei cavalli appartenuti alle truppe di Bartolomeo d’Alviano, si ricorda «una casa de maistro Andrea Schiavolino in borgo di Aquilegia —. Fo consignata a mess. Costantin Paliologo per cavalli 8» (A.S.U., Archivio Spilimbergo, 67, 1513. Rotolo dele intrae, f. 3r).
   
BIBLIOGRAFIA Vedasi n. 2051.
2053
1780, mar. 1*Su istanza di Ignazio Mangilli vengono «misurate e stimate in conto d’avviso le case dominicali con fondi, cortivo ed orto situate nel borgo d’Aquileia — di ragione del — co. Giuseppe di Partistagno1, le quali — vengono attualmente possesse dal — sig. Mangilli». La parte meridionale del complesso che si affaccia sulla strada è costituito da una «casa annessa alla sudetta di ragione del — co. di Partistagno, attualmente condotta in affitto da Francesco Fanton —». Il perito aggiunge che «la stima quanto alle case dominicali si è fatta secondo il stato in cui s’attrovavano al tempo che di essa fu preso il grado dal per. Borghi li 27 ag. 1777». Planimetria allegata (Arch. Morelli de Rossi, LXVII/67).
1781, giu. 1 «Fin dal mese di marzo 1780 con verbale impegno tra il — co. Giuseppe q. — Baldissera di Partistagno da una e il nob. — Ignazio q. G.B. Mangilli dall’altra — col quale restò stabilito che detto — co. Giuseppe avesse a vendere a detto Mangilli — non solo la casa dominicale — di esso — co. di Partistagno, situata — nel borgo d’Aquileia, la quale con privata scrittura 27 lugl. 1777 — fu da esso — co. Partistagno cessa a godere a detto nob. — Mangilli, ma la casa pure annessa alla — dominicale, era tenuta in affitto semplice dalli iugali Sivilotti —; e perché la — casa dominicale fu con decreto della giustizia surogata e obbligata alla manutenzione del capitale di d 2139, soggetto al fideicomisso ordinato dalla q. nob. suor Maria Celeste di Partistagno, fu monaca in S.Spirito, il quale capitale era prima assicurato sopra beni — della famiglia Partistagno situati in pertinenze di Persereano di Lauzacco, ora possessi dalli — coo. Florio, s’obbligò fin d’allora esso co. Giuseppe di Partistagno a garantia — di detto — Mangilli d’investire equivalente capitale —; ed essendo stata ammessa finora da detto — conte l’investita sudetta, fu — convenuto che esso — conte avesse — tanta summa dal corpo dell’importar della vendita delle suddette case —. Ha il sig. Ignazio Mangilli — fatto seguire — il primo marzo p.p. col mezzo del sig. Domenico Coledani pubblico perito — la misura e stima della casa dominicale — che esso — co. Partistagno ha impegnato di vendere a detto — Mangilli — e — esso — conte ha acquistato con instrumento odierno di man mia dal sig. Uldarico Moro la casa situata in questa città al prezzo di stima —. Quindi il — co. Baldissera di Partistagno — ha — venduto — a detto — nob. — Ignazio Mangilli le due case di sua ragione situate — nel borgo d’Aquileia —» (A.S.U., N., Camillo Merluzzi, 9692, Istr. 1777-1781, 251, f. 191v — 193r).
1793, ott. 1 «Ridotta a compimento la stima delle fabbriche e fondi dal pubbl. per. Giovanni Carlo Iacotti in borgo d’Aquileia che furono vendute con la carta privata 19 sett. spirato — dal sig. Ignazio q. G.B. Mangilli al — co. Giovanni q — co. Francesco Gorgo —, le parti — hanno — convenuto — quanto segue —: — Ignazio q. G.B. Mangilli — ha — venduto al — co. Giovanni q. co. Francesco Gorgo — le fabbriche e fondi tutti in borgo d’Aquileia, furono di ragion Partistagno, descritte nella — stima — del sig. Giovanni Carlo Iacotti —; e ciò — fa detto Mangilli per il prezzo di ducati sette mille e venti due e soldi sei —» (A.S.U., N., Francesco Bertoldi, 9576, Minutari d’instrom.).
1801 Co. Giovanni Gorgo (Nomenclatura, f. 76v).
1809, mar. 26 Giovanni q. Francesco Gorgo vende a G.B. q. Alessandro Mazzarolli2, medico, «una casa — in — borgo d’Aquileia — al n. 2053, presentemente abitata dal — Gorgo medesimo, consistente in un corpo principale di fabbrica interna, che si estende fin sopra il detto borgo, con cortivo ed orto —; in una piccola casetta contigua, avente la porta d’ingresso nel sottoportico e in una stalla con cameretta annessa. — Confina a lev. androna pubblica, mezz. orto e fabbrica dei sigg. Tullio fu Lorio, sol a monte casa — Paglietti fu Clemente ed altre tre case di ragione Gorgo — colli n. 2054, 2055, una tenuta in affitto dal Monari e l’altra dal Zilli e la terza dal sig. Giovanni Zamparo e parte strada pubblica, a tram. fabbriche ed orto dei sigg. Trento. Il sig. Gorgo vende pure al — Mazzarolli — li seguenti effetti esistenti nella casa: dodici — poltroncine, due — suffà, tre — tavolini, una — ciocca ed una — specchiera, il tutto esistente nella camera nobile; la tendina della finestra e dell’arcova, sei — careghini compagni e due — poltroncine esistenti nell’appartamento a mezza scala; la specchiera ed il cantonale che si attrovano nel tinello, altra specchiera che esiste nella camera da letto e finalmente gl’armadii del guardarobba —. Questa vendita è fatta per il — prezzo — d’it. — L 22206,867» (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10568, 66).
1809*L’edificio appartiene al medico G.B. Mazzarolli, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 57v).
1822°°Riforma di facciata (A.S.U., C.A. I, 68/X, 2053 Orn. II C, con dis.).
1838, mar. 12 Eugenio q. G.B. Mazzarolli vende a Giovanni Morelli de Rossi fu Andrea la casa n. 2053 e 2053 A, confinante a lev. parte Carlo Cremese, parte Lorenzo Pascolo e Sebastiano Cantoni, mezz. parte nob. Pietro Mattioli, parte nob. Agnese Zuberti ved. Tullio, parte frat. Paglietti, pon. borgo di Aquileia e parte Paglietti, tram. Colloredo, per L 33000 (atto privato con certificato di firme del not. Riccardo del fu Antonio Paderni, 10489, 11280).
1852*L’edificio appartiene a Giovanni Morelli de Rossi, proprietario anche del n. 2053 A (Competenze, II, f. 17v).
1862°La casa è di Giovanni Morelli de Rossi, il quale presenta progetto di riforma dei n. 2053-2053 A col completamento della facciata1 (A.M., Ornato 1857-1864).
1883*Negozio di seta dei fratelli Morelli de Rossi (AVOGADRO, 156).
   
NOTE1Per la famiglia Partistagno vedansi il n. 393 e MIOTTI, Castelli, III, 331-338, ZAHN, Studi friulani, 50, 57, 66, 73, 75.
 2Per G.B. Mazzarolli: P. SOMEDA de MARCO, Medici, 156-157, 160.
 3La pratica è scomparsa. È rimasto un disegno sciolto in una cartella contenente documenti del 1822 (A.S.U., C.A. I, 68/X Ornato).
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 387-389; COMELLI, Passeggiate, 25; Elenco degli alloggi; ERMACORA, Guida, 200; KECHLER, Industria serica, 299; A. della FORZA, Diario, 232-233; F[ORT]E, Archi puteali, 9-13; Per il signor Francesco di Prampero; PICCO, L’arte ornamentale, 20; PICCO, Un distinto pittore decoratore morto a Trieste, 2; [POJANI], Memorie... di via Aquileia, 46; de RUBEIS, Catalogo, 6 (1938), 14, 160; S[ACCOMANI], Il ristauro, 41.
2054
1801 Co. Giovanni Gorgo (Nomenclatura, f. 76v).
 *Affittuale Antonio Paglietti (ibid.).
1809 G.B. Mazzaroli, medico (Registro delli aloggi, f. 57v).
 *Inquilino l’impiegato Zoilo Zilli (ibid.).
1842, genn. 25*«— Virginia Mattioli Florio e Giulia Mattioli Caimo Dragoni — vendono — al sig. Giovanni Morelli de Rossi — due case poste — in borgo d’Acquileia, coscritte l’una col c.n. 2054 lett. B e l’altro col n. 2055 —, le quali unite confinano a lev. e tram. coll’acquirente sig. Morelli de Rossi, pon. col borgo d’Acquileia, a mezz. con li eredi del q. Francesco Paglietti, in esse venditrici pervenute di ragione ereditaria paterna del fu nob. — Pietro Mattioli —. La vendita viene fatta — per il prezzo — di austr. — L 10300 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4828, 4106).
1852*Appartiene a Giovanni Morelli de Rossi, proprietario anche del n. 2054 A. Il n. 2054 B appartiene a Pietro Mattioli (Competenze, II, f. 17v).
1876*Nell’edificio è ospitato lo studio dell’ing. Ciriaco Tonutti e ha recapito Ernesto Momo. Vi tiene inoltre stallaggio Pietro Casasola (COSMI-AVOGADRO, 96, 97, 114).
1883*Vi ha studio la maestra di musica Lucia Carlini Fiappo (AVOGADRO, 149).
1938 È unita alla precedente.
   
BIBLIOGRAFIA Vedasi n. 2053.
2055
1801 Co. Giovanni Gorgo (Nomenclatura, f. 76v).
 *Affittata (ibid.).
1809*Appartiene al medico G.B. Mazzarolli. Inquilino il parrucchiere Giovanni Zamparo (Registro delli aloggi, f. 57v).
1810, sett. 25*Come procuratore del co. Giovanni Gorgo, Giovanni Cipriani vende al barbiere Giovanni del fu Francesco Zamparo «una casa posta — nel borgo — di Aquileia — n. 2055, composta da un andito e da una stanza a pian terreno e da inerente — corti-cella, di una camera e cucina in primo appartamento, di altra camera e camerino in secondo appartamento e di grannaro superiore —; confina a lev. — Francesco Paglietti mediante casa, a mezz. lo stesso, a sol a monte il borgo, a tram. — Giovanni Gorgo mediante casa. Questa vendita viene fata — per — L 1855,17 —» (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10569, 223).
1852*Appartiene a Pietro Mattioli (Competenze, II, f. 17v).
1876*Laboratorio del tappezziere e sellaio Giuseppe Del Torre (AVOGADRO, 156).
2056
1801 Antonio Clemente (Nomenclatura, f. 76v).
1805. ag. 30 «— Antonio q. G.B. e G.B. padre e figlio Clemente — hanno — venduto — a Francesco q. Antonio Paglietti — una casa con corticella —, situata in — borgo d’Acquileia, che confina a lev. — co. Giovanni Gorgo e parte — Giovanni Lorio, a mezz. — Lorio, a pon. la strada del borgo ed a tram. il — co. Gorgo —; qual casa con corticella — fu da — Antonio Clemente acquistata dalle mani del — q. rev. — Zuanne q. Andrea Fusaro e viene presentemente tenuta in affitto semplice dalla nob. — Agnesina Zuberti Tulio —. Questa — vendita hanno fatto — pel — prezzo di d 2350 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLVIII instr., 3651, f. 4768v — 4769r).
1809*La casa appartiene al fabbricatore di carri Francesco Paglietti, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 57v).
1831, ott. 17*Francesco Paglietti, «desiderando — di praticare alcuni lavori nella casa di sua abbitacione in borgo Aquileia al c. n. 2056», presenta progetto, che viene approvato a patto che le finestre del primo piano siano in asse con quelle del pianterreno e che quelle del pianterreno siano equidistanti rispetto alle porte (A.S.U., C.A. I, 182/V, 4587 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Francesco Periotti).
1852*Proprietà di Francesco Tulio (Competenze, II, f. 17v).
1876*Studio dell’ing. Giuseppe Braidotti (COSMI-AVOGADRO, 97).
2057
1761 Gasparo Vattolo vende la casa a Giovanni q. Francesco Lorio (atto privato, prodotto in data 24 sett. 1775 presso Riccardo del fu Andrea Paderni).
1772, giu. 3 Giovanni Lorio la vende al co. Carlo Daneluzzi (scrittura privata, vedasi atto del 1784, lugl. 2, infra).
1784, lugl. 2*«Il co. Carlo q. — co. Antonio Daneluzzi — vende — allo spett. — Francesco q. — Giovanni Lorio — la casa serve di presente abitazione d’esso Daneluzzi in borgo d’Acquileia con corte, stalla, rimessa ed orto, stata acquistata dalle mani del medesimo — Lorio con scrittura privata 3 luglio 1772 —. Questa — vendita ha fatta — pel prezzo — di — d 3750 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9973, V instr., 371, f. 454v — 455v).
1784, sett. 15 Carlo Daneluzzi la retrovende a Giovanni Lorio (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9973, V instr., 371, f. 453r — 454v).
1801 Fratelli Lorio (Nomenclatura, f. 76v).
 *Affittuale co. Girolamo Codroipo (ibid.).
1805, ott. 6 Giovanni q. Francesco Lorio vende ad Agnese Zuberti, moglie di Giacomo Tullio, la casa n. 2057, per d 8000 (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10578, IV instr., 338, f. 393r — 395v). In questa casa ha sede l’ufficio alloggi militari.
1809*Proprietà di Zuberto Tullio (Registro delli aloggi, f. 57v).
1820, magg. 19*La deputazione d’ornato denuncia alla congregazione municipale che «la cornice della casa Tulio sig. Francesco al c.n. 2057 — è talmente in stato rovinoso e minaciante assoluto crolo, che compromesa da ciò vedesi la pubblica sicurezza de’ transitanti —». Segue provvedimento della congregazione municipale con l’avviso al proprietario (A.S.U., C.A. I, 35/V, 1765 Orn. II C).
1852*Appartiene a Francesco Tullio (Competenze, II, f. 17v).
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese... 1907, 25, 26.
2058
1788, febbr. 12 Antonio q. Giovanni Dolce vende a Giovanni q Bernardino Picco «una casa con cortivo posta nel borgo Aquileia, tenuta ad affitto semplice da — Antonio — di Orazio Daglietti, confina a lev. sigg. Zoletti, mezz. — fratelli Lorio, sol a monte parimenti ed alle monti strada pubblica del borgo —, e questo pel — prezzo — di d 600 —» (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, II istr., 185, f. 229v — 230v).
1801 Giovanni Picco (Nomenclatura, f. 76v).
1809*Proprietà di Giovanni Picco, casolino (Registro delli aloggi, f. 57v).
1841, lugl. 2 È di Giuseppe Savio, prima era di Carlo Tabaia (A.S.U., C.A. I, 328/VI, 4164 Orn. II C).
 *Il Savio scrive alla congregazione municipale che «alla porta rebatto e due finestre applicò egli soltanto le pietre che in parte mancavano e perciò, non essendovi novità di vani, ignorava che fosse di ricorrere agli Ornati. Per tale applicazione, essendo stato richiamato —, supplica di essere — esonerato» dalla multa «proponendo in espiazione di far la cornice come sarà disegnato dai Ornati». La proposta è accettata (ibid.).
1846, genn. 27*Nell’intento di render indipendente la bottega esistente nell’edificio, il Savio chiede il permesso di aprire una porta. Questo gli viene concesso «a condizione che la nuova porta sia uguale alla vecchia vicina e che sia posta il piϊ che si possa in asse della sovrastante finestra» (A.S.U., C.A. I, 402/II, 682 Orn. II C, con dis. firmato dal capomastro Giuseppe Salvador).
1852*Appartiene a Giuseppe Savio (Competenze, II, f. 17v).
1883*Magazzino per la vendita di carbone e legna da fuoco, di Regina Spizzo Ortali (AVOGADRO, 141).
1945 Distrutta da una bomba.
2059
1801 Domenico Zoletti (Nomenclatura, f. 76v).
1809*Proprietà di Domenico Zolletti. Inquilino Bortolo Colletti (Registro delli aloggi, f. 57v).
1835*Recapito della levatrice Marianna Perissinotti Crainz (A.S.U., C.A. I, 237/XII, Elenco del personale sanitario).
1842, mar. 30 È di Maria Crassi Ioppi (A.S.U., C.A. I, 342/IV, 1840 Orn. II C, con dis. firmato da Giuseppe Salvador).
 *La proprietaria chiede ed ottiene, benché con modifiche da parte della commissione d’ornato, di riformare la porta e la finestra del pian terreno (ibid.).
1852*Appartiene a Luigi Ioppo (Competenze, II, f. 18v).
1883*Falegnameria di Giovanni Castellani (AVOGADRO, 144).
1945 Distrutta da una bomba.
   
BIBLIOGRAFIA de RUBEIS, Catalogo, 6 (1938), 15-16.
2060
1801 Domenico Zoletti (Nomenclatura, f. 76v).
1804, lugl. 21 Domenico q. G.B. Zoletti concede a godere al nob. co. Giacomo q. co. Carlo della Pace la casa n. 2060 confinante da tre parti con lo Zoletti, a pon. il borgo (A.S.U., N., Antonio Cassacco, 10578, III instrom., 232, f. 273v — 275r).
1809 Proprietà di Caterina Della Fomera (Registro delli aloggi, f. 57v).
1825, nov. 13 È di Giuseppe Della Fornera (A.S.U., C.A. I, 100, 3700 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario chiede che gli venga accordato il permesso di ingrandire una finestra del pian terreno, munita di inferriata. Nel documento la casa viene definita «Marcotta», ma «di proprietà ed abitata dal — Della Fornera» (ibid.).
1839, apr. 15*«— Giuseppe Della Fornera — vende al — sig. Giuseppe Savio — la casa con fondi, corticella e fabrichetta interna guarda la corte d’esso Savio, — situata in borgo Acquileia — sotto il n. 2060 — tra i confini a lev. e mezz. casa e corte di detto — Savio, a pon. il borgo d’Acquileia ed a tram. li eredi del sig. Martino Crasti. Il prezzo — della casa — resta — stabilito — in austr. — L 5400 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10615, 5371).
1839, sett. 30*Giuseppe Savio presenta progetto per riformare i prospetti della propria casa ai n. 2060 e 2061 e ne ottiene l’approvazione (A.S.U., C.A. I, 299/1839/XX, 5575 Orn. II C, con dis.).
1849, lugl. 5°Giuseppe Clocchiatti vende a Francesco e Nicolò Braida la casa 2060, per L 5000 (not. Giacomo Someda).
1852*Appartiene a Sebbastiano Girardis (Competenze, II, f. 18v).
1855, genn. 15*Orsola Spizzamiglio Girardi, «avendo determinato di alzare la casa al c. n. 2060 ed avendo ottenuto il consenso dei confinanti ai lati della medesima», presenta il progetto, che viene approvato (A.S.U., C.A. II, 66/1855, 312 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Silvestro Bosa).
1876*Emilia Malacrida vi gestisce una rivendita di liquori e privative (COSMI-AVOGADRO, 99, 111).
1883*Bottega del calzolaio Angelo Stefano (AVOGADRO, 140).
1945 Distrutta da una bomba.
2061
1801 Domenico Zoletti, sua abitazione (Nomenclatura, f. 76v).
1809 Rosa Savio (Registro delli aloggi, f. 57v).
1828, ag. 16 È di Giuseppe Savio. Casa di un solo piano, con portone in pietra bugnato. Domanda di alzarla a due piani (A.S.U., C.A. I, 148/X, 3478 Orn. II C, con dis.).
1831, febbr. 3 È di Giuseppe Savio (A.S.U., C.A. I, 182/1831/V, 434 Orn. II C, con dis.).
 *Si tratta della richiesta del permesso per aprire una porta in luogo di una finestra. Il progetto è accettato; tuttavia la deputazione d’ornato invita a una riforma generale della facciata (ibid.).
1838, apr. 1*Giuseppe Savio presenta progetto per «alzare la rimanente porzione di fabbrica verso la contrada che dal borgo Acquileia mette nel borgo di Mezzo sotto il c.n. 2061 di cui erasi riservato nella sua istanza — del 18 ag. 1828». La deputazione approva con alcune modifiche. Il 20 genn. 1846 il proprietario subirà una multa per la mancata applicazione del cornicione e della grondaia. Un’ultima notizia della vicenda si registra il 19 dic. dello stesso anno, quando l’ingegnere municipale, in seguito al sopralluogo, riferisce che i lavori imposti sono stati eseguiti (A.S.U., C.A. I, 402/II, 1567 Orn. II C, con dis.).
1839, sett. 30*Vedasi n. 2060.
1849, febbr. 2*Nell’elenco dei pistrinai, venditori di pane e farina, compilato dal capo del secondo quartiere, a questo numero è segnalato Giuseppe Savia (A.S.U., C.A. I, 465, 142).
1852*Giuseppe Savia (Competenze, II, f. 17v).
1853, giu. 27*L’edificio appartiene a Giuseppe Savio che lo abita insieme con i nipoti. Pertanto la casa «esige per le spettanze rispettive delle riforme interne ed esterne». Presenta a tale scopo un progetto di riforma, che viene approvato (A.S.U., C.A. II, 66/1853, 4408 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Silvestro Bosa).
1854, febbr. 13*«Per le divisioni, seguite tra — Giuseppe Savio ed i nipoti — Malacrida e Savio, della casa in borgo Aquileia al n. 2061, non può aver luogo la riforma esterna che proponevasi dal detto — Giuseppe Savio, che si congiunge col n. 2027 verso la contrada Zoletti, e la parte di tramontana alli — nipoti sotto il n. 2061 —. Dovendo per tale motivo li — medesimi trasportare il loro negozio di salsamentaria nella parte propria di casa, gli è perciò necessaria la riforma esterna delle tre aperture di porte e finestrone al pian terreno, col ridurle a fillo muro ed a piombo sotto le tre finestre soprastanti —». La domanda, che viene accettata, reca le firme di Ottavio Malacrida e Caterina Savio Malacrida (A.S.U., C.A. II, 66, 1160 Orn. II C).
1854, magg. 22*Giuseppe Savio, «seguendo la riforma approvata da questo municipio li 28 febbr. 1854 — al prospetto della porzione di casa n. 2061 in borgo Aquileia, divisa colli sigg. Ottavio e Caterina Malacrida trova di fare pur egli due porte in corrispondenza nella seguente sua porzione di casa sul borgo, onde possa servirgli d’ingresso e l’altra per uso di scrittoio e bottega». Anche questo progetto viene approvato (A.S.U., C.A. II, 66, 3516 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Silvestro Bosa).
1867°È di Giuseppe Savio. Riforma la facciata (A.M., Orn. 1865-73).
1876*Pizzicheria di Pietro D’Orlandi. Nella parte marcata 2061 A, bottega del calzolaio Angelo Stipano (COSMI-AVOGADRO, 88, 110).
1883*Recapito del sensale di granaglie Domenico Vicario (AVOGADRO, 143).
1945 Distrutta da una bomba.
1950 Ricostruita ed allargato il vicolo.
   
BIBLIOGRAFIA della PORTA, Toponomastica, 261-262; de RUBEIS, Catalogo, 6 (1938), 15-16.
2062
 *La casa risulta gravata da un antico livello a favore della fabbrica del duomo.
1441*«— Hæredes mag. Michaelis corearii dicti Sbittavueli tenentur solvere super dicta domo sita Utini in burgo Aquilegiæ, cuius hi sunt confines: ab una parte iuxta ipsos hæredes, ab alia vero iuxta vias publicas —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 312r).
1511*«Zuanne di Zorzi Sbittavueli paga di livello — oio lb 2» (B.C.U., ms. F XXV, f. 312v).
1519*«Pascolo fo di Percut, come erede overo gubernatore delli eredi di Zuan di Zorzi Sbittavoli, paga di livello — oio libre do sopra la casa della propria abitazione con corte ed aria drio, posta in ditto borgo appresso m. Agnolo di Felletis caligaro et appresso m. Francesco De Cin muraro, l’androna e la via publica» (ibid.).
1543*«Sotto la partita si fa memoria: m. Marco di Pordenon muraro e m. Iosefo di Andrea Schiavo caligaro pagano lo soprascritto oglio» (ibid.).
1593 e 1594*«Ora paga mess. Zuanne Bonecco ed il rev. mons. Aurelio Macagnati (che si denomina poscia Raimondi)» (ibid.).
1601 e 1602*«Ora paga ser Zuanne Bonecco et ser Zuanne Domenico Bozzetto» (ibid.).
1643*«Questo casa è posta sul canton in faccia del sig. Nicolò Manenti ed è possessa parte per il sig. Giacomo Fabris della Meduna et parte per d. Lucia Bozzetta» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 313r).
1643*«Confina a sol levado col sig. Deffendo Bonecco, a mezodν col sig. G.B. Pers, a sol a monte col borgo d’Aquileia ed ai monti coll’androna che va in Porta di Ronco» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 312r).
1670-1671*«È inquilino il sig. Ieronimo Gottardo. Nota che di presente parte della casa è possessa da — Cristano della Torre di Predemano et l’altra dal sig. Fedrigo Busatto» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 313r).
1710, sett. 6*«In Udine, in casa dei — coo. della Torre nel borgo d’Aquileia». L’atto riguarda la co. Claudia, moglie di Gerolamo del fu Carlo della Torre (A.S.U., N., Nicolò Aloi, 8109, VII instr., f. 98r).
1743*«La casa — è di ragione — del sig. Vicenzo del Torre di Prademano, che confina a lev. casa di ser Zuanne Fabris, capo degli uffiziali, a mezz. casa — di ser Giorgio Tonino, sol a monte il borgo d’Aquileia et alle monti l’androna tendente in borgo di Mezzo» (B.C.U., ms. F. XXI, f. 9v).
1801 G.B. della Torre (Nomenclatura, f. 76v).
1809*L’edificio appartiene a Girolamo del Torre che vi abita (Registro delli aloggi, f. 57v).
1834°Antonio della Torre, loco della Torre, loco Domenico Ferro, loco heredi Bonecho, loco Giuseppe Calligaro, loco eredi di Zuan Zorzi, paga ven. L 2 (Arch. dell’Ospedale di Udine, Ospitale C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834).
1837 Prospetto della casa (A.S.U., C.A. I, 269/1837/III Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da «domenico deluisa murero».
1839, nov. 28 Vincenzo fu Paolo della Torre vende a Gottardo fu Pietro Bearzi la casa n. 2062-2063, «formanti un sol corpo, nonché li relativi fondi, tortivi ed orto ora ridotto in altro cortivo, similmente stalla con sopra fenile ed altri fabbricati», per L 18500. Confina lev. Tomadini e chiesa di Lauzacco, mezz. Valentino Fornasari, pon. borgo, tram. contrada (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10494, 12530).
1841, mar. 30 È di Gottardo Bearzi. Domanda di unire parte della casa n. 2063 per ridurre il portone in mezzo la facciata (A.S.U., C.A. I, 328/1841/VIII, 2256 Orn. II C, con dis.).
 *Il progetto prevede varie trasformazioni, permesse solo in parte dall’autorità competente (ibid.).
1850*Filanda di seta con sedici fornelli, gestita da Gottardo Bearzi (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 149).
1852*Appartiene a Gottardo Bearzi (Competenze, II, f. 18v).
1870°È di Angela Sabbadini Bearzi. Si eseguisce il lavoro progettato nel 1841 (A.M., Atti Ornato 1865-1873).
1938 È del co. Carlo Manin.
  Vedasi anche il n. 82.
   
BIBLIOGRAFIA PICCO, Ricordi, 132.
2063
1769, lugl. 13*«Li nob. — Alessandro et Carlo fratelli Daneluzi — q. co. Antonio — alienano — al sig. G.B. della Torre q. Vicenzo — una casa di muro coperta di coppi, situata in borgo d’Aquileia, quale presentemente viene condota in affitto semplice da ser Angelo Macorigh ad uso d’osteria, — che fu aquistata dal q. — co. Antonio, loro genitore, con instrom. 19 giugno 1764, nod. — Eugenio Sporeno, dalli — rev. Giovanni e Pietro fratelli Tonini q. Giorgio per — d 460, qual confina lev. eredi di — Zuane Fabris, sive eredi del q. — Antonio Tomadini mercante, mezodν eredi di — Pietro Tosi, sol a monte borgo, tram. — aquistante —» (A.S.U., N., Marc’Antonio Tracanelli, 9519, Plico istr. e testamenti 1754-1772).
1801 G.B. della Torre. Affittuale don Pietro Petrei di Palma (Nomenclatura, f. 76v).
1809*Proprietà di Girolamo del Torre. Inquilino il sac. Luigi Petrei (Registro delli aloggi, f. 57v).
1839, nov. 28*Vedasi n. 2062.
1841, mar. 30 Vedasi n. 2062.
1852*Proprietà di Gottardo Bearzi (Competenze, II, f. 18v).
1876*Banco del lotto, al momento «vacante» (COSMI-AVOGADRO, 86).
2064
1801 G.B. Cattarossi (Nomenclatura, f. 76v).
1801, sett. 3 G.B. Cattarossi vende a Bernardo Iacob una casetta «consistente in un sottoportico, cucina, legnera con una camera sopra la detta cucina, una terazza ed un camerino sopra, posta nel borgo d’Aquileia — qua] confina a lev. le sign. Foschiani, pon. il — venditore, tram. G.B. della Torre, ed a mezzogiorno strada», per d 600 (A.S.U., N., Domenico Cosattini, 10561, I instrom., 19, f. 27v — 28v).
1802, ott. 22 «— Bernardo q. Nicolò Iacob — ha — venduto al sig. Domenico f. di Stefano Biasutti — una casetta posta — nel borgo d’Aquileia —, stata da detto Iacob acquistata con instr. di man mia del dν 3 sett. 1803 dal sig. G.B. Cattarossi —. E questa — vendita — fa — per il prezzo di d 600 —» (A.S.U., N., Domenico Cosattini, 10561, I instrom., 44, f. 58r — 58v).
1805, nov. 20 G.B. q. Giuseppe Cattarossi vende a Valentino q. G.B. Fornasari da Bottenicco, «la casa di propria abitazione — posta — nel borgo d’Aquileia — n. 2064, quale confina a lev. col sig. Valentino Floreanino, mezz. Francesco Verzino, detto Tedeschi, a pon. e tram. col sig. G.B. della Torre. E questo — fa — per il prezzo di L 16000 —» (A.S.U., N., Domenico Cosattini, 10561, II instrom., 103, f. 148r — 149v).
1809 Valentino Fornasari (Registro delli aloggi, f. 57v).
1824, febbr. 13 È di Valentino Fornasari (A.S.U., C.A. I, 89/X, 41).
 *Verbale di convocazione del proprietario della casa, presso l’ufficio competente della congregazione municipale. Si tratta di una omissione nell’esecuzione di lavori autorizzati: in contravvenzione alle disposizioni vigenti, il Fornasari non ha munito il cornicione della grondaia dei condotti sino a terra (ibid.).
1852*Appartiene a Valentino Fornasari (Competenze, II, f. 18v).
1876*Rivendita di liquori e commestibili diversi di Francesco Bresciani (COSMI-AVOGADRO, 99).
1883*Bottega del calzolaio Francesco Simoni (AVOGADRO, 140).
   
BIBLIOGRAFIA TITE, [CORGNALI], La ciase dal prof. Manzin, 2.
2065
1801 *** Verlizzi, soprannominati Tedeschi (Nomenclatura, f. 76v).
 *Affittuale G.B. Trevisano (ibid.).
1809*Casa di Francesco Verlizzi. Vi abita il sarto G.B. Tavasonis (Registro delli aloggi, f. 57v).
1811, magg. 9 Giovanni del fu Bartolomeo Bacina vende ad Amadio del fu Mattia Soster «una casa con orto, situata — nel recinto del borgo — d’Acquileia, senza il numero civico. Il tutto confina a lev. con strada che tende al borgo di Mezzo, a mezz. con fondi — del sig. Vincenzo Camauli, a pon. con corticella che star deve promiscua tra detto — aquistante ed il sig. Luiggi q. Vittorio Michellini, ed a tram. con case — del detto — Michellini —. La qual casa — pervenν nell’antidetto — Bacina — per — permuta da — lui fatta col — sig. Luigi q. Vitorio Michelini — con instr. del giorno — 8 apr. — 1811 —, consta negli atti del sig. Antonio — del fu Carlo Lorio notaio —. La — vendita viene — fatta — per la summa — di it. — L 3172,41 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10296, 158).
1819, nov. 18 Amadio del fu Mattia Soster vende per L 4173,41 a Francesco Putti casa «con cortivo ed orto» ai n. 2065, 2066, confinante «a lev. con strada tende al borgo di Mezzo, mezz. con fondi — del fu Vicenzo Camauli, pon. corticella promiscua ed alle monti — Luigi Michellini» (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 632, 616).
1848, febbr. 5 Giuseppe fu Valentino Braidotti vende per austr. L 1400 ad Antonio fu Antonio Carrera «una casetta di muro coperta di coppi, — attinente alla demarcazione del c.n. 2065 —. E nell’interno della calisetta denominata La Lobia, marcata col n. 6, la casetta stessa composta da una stanza terranea in piano, camera sopraposta e sopraposto solaro sotto il coperto, con corticella — di ps — 16 pd 2 e mezzo —; il tutto confina a lev. con gli eredi del fu G.B. Centa, — avente la metà del muro a detto lato, mezz. fondi e fabbriche del venditore Braidotti, avente per esso la metà del muro a quel vento, pon. restante corticella attinente all’infrascritta casa 2067, fu di — Luigi e Maria Pascoli ed a tram. la calesella suddetta in promiscuità con altri particolari per l’ingresso — fino alla strada — del borgo di Acquileia —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10515, 18592).
1852*Appartiene a Francesco Verlizzi (Competenze, II, f. 18v).
2066
1758, apr. 23 «— Giulio Savorgnano, governatore della fortezza d’Osoppo — , a titolo di livello concede al — Leonardo Virili — la casetta — situata tra i confini descritti nella stima del — sig. Vidoni perito, da lui fatta il 20 marzo p.p. —. E ciò per il prezzo risultante — in d 178 L 5 s 15 p 8 —». La perizia allegata precisa che si tratta di «casa di muro, coperta di coppi — posta in borgo d’Aquileia in un’androna chiamata della Lobia, confina a lev. eredi q. — Valentino Foschiano, mezz. la strada in detta androna, pon. il — co. Celso di Prampero et alle monti li sudetti eredi» (B.C.U., ms. 1447, III, not. Pietro Alessio, copia di G.B. Roldi; alleg. stima del pubbl. per. Amadio Vidoni).
1759, febbr. 15 Il rev. Sebastiano Clementi del q. Antonio da Tarcento vende «a livello francabile» a Simone del fu Tommaso Di Pascolo la «casa di muri, coperta di copi —, descritta nella stimma — fatta dal — per. Zai —» (A.S.U., N., G.B. Peruzzi, 8922, IV instr., 22, f. 34r — 36r; stima Zai, f. 35r — 36r).
1796, genn. 2 Lorenzo q. Simone Di Pascolo vende a Valentino q. Bernardino Floreanino una casa in borgo Aquileia «nella contrada detta Lobbia» acquistata «dalle mani dell’ora q. — Sebastiano Clemente Clementi q. Antonio di Tarcento con instrom. 15 febbr. 1759, not. — G.B. Peruzzi —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9978, XXXII instr., 2278, f. 3111v — 3112v).
1801, mar. 6 «— Antonio q. Valentino Di Cecco — ha — in pagamento — trasferito al — sig. Valentino q. Bernardino Floreanino — una casetta di muro, composta da una stanza terranea e sollari sopra con picola corticella —, posta in città d’Udine, nel borgo d’Acquileia e — confina da lev. fratelli Tedeschi, detti Versins, di Prademano mediante fabrica sopra sottoportico promiscuo con altri particolari e questo per lo prezzo — di L 1635 (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, IV istr., 342, f. 445r — 445v).
1801, sett. 3 G.B. Cattarossi vende a Bernardo q. Nicolò Iacob «una casetta consistente in un sottoportico, cucina, corticella, legnera, con una camera sopra la detta cucina, una terrazza ed un camerino sopra, — situata nel borgo d’Aquileia —, quale confina a lev. le sign. Foschiane, pon. il — venditore, tram. — G.B. della Torre ed a mezzog. strada —» (A.S.U., N., Domenico Cosattini, 10561, I instrom., 19, f. 27v — 28v).
1802, ott. 22 Bernardo Iacob vende la stessa casa a Domenico di Stefano Biasatti (A.S.U., N., Domenico Cosattini, 10561, I instrom., 44, f. 58r — 58v).
1807, apr. 29 Barbara, figlia di Alessandro Brunelleschi e di Caterina Foschiani, vende tre casette in borgo d’Aquileia nell’androna detta del Cin, a G.B. q. Ascanio Stampetta (A.S.U., N., Giacomo Bertolini, 3640, Rep., n. 1255, 51).
1808, nov. 11 G.B. Stampetta vende le tre casette per L 6557,166 a Luigi fu Vittorio Michelini (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10324, 126).
1809 Antonio Maiaroni parrucchiere, Valentino Floreanino oste, Luigi Michelini (Registro delli aloggi, f. 57v).
1812 Vi era un postribolo al n. 2066/4 (A.S.U., C.A., 211/1, 80, p. 3).
 *Gestione di P. Sostero, con cinque meretrici (ibid.).
1812, ag. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 15 maggio, asta di «una cucina a pian terreno al n. 2066, a pon. Simone Vittor, a lev. Amadio Sostero». Debitore, per L 14,68, è G.B. Stampetta (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 180).
1812, ott. 9°G.B. Centa acquista all’asta la casa n. 2066 B1.
1814, giu. 11*I coniugi Simone e Teresa Floreanin vendono a Valentino Fornasari «— la mettà del muro della casa — Vittor in confin dell’acquirente —, in angolo di lev. e mezz. fino alla sua somità con il carato di fondi dallo stesso occupato — ps 3 pd 3 3/4 —. Il prezzo — resta — convenuto nella summa d’it. L — 35 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4812, 269).
1814, giu. 12 Giuseppina Sostero conduceva un lupanare nella casa n. 2066. Si ordina la chiusura della calle del Marano che da borgo Aquileia conduce al lupanare, mediante un portone in legno. Si entrava anche da via del Pozzo (A.S.U., C.N., 187/Pol. XX).
1816, genn. 7*Giuseppina Sostero chiede al podestà il permesso di aprire una porta sul borgo di Aquileia nella propria casa n. 2066, porta «stata chiusa sopra ricorso del sig. Fornasari per ordine della di Lei autorità, essendo stato considerato come pubblico lupanaro. Cessando ora questo per le superiori disposizioni e dovendo la ricevente far altro uso del suo locale —» inoltra la richiesta, che viene accolta (A.S.U., C.N., 187, 8752 Pol. XX).
1817, lugl. 28 Bernardino fu Valentino Floreanini vende a Valentino Braidotti una casetta al n. 2066 nell’interno della callisella al n. 6, «composta di una stanza terranea in piano, camera sopraposta e sopraposto solaro sotto il coperto, con corticella al vento di ponente, che tutto — confina a lev. con casa del sig. G.B. Centa mezz. fondi e fabbricato dell’acquirente —, pon. restante corticella atinenti all’infrascritta casa — n. 2067 — del venditore ed a tram. la calesella —». Prezzo L 550 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10450, 1306).
[1832]*Alla congregazione municipale «il capoquartiere partecipa che nel borgo di Acquileia — manca diversi quadrati del marciapiedi — sotto il n. 2066 di ragione di tre consorti, cioè del sig. G.B. Centa e di Bacina sig. Giovanni e di Braidotti Giuseppe —» (A.S.U., C.A. I, 193, 490).
1847, lugl. 17 Teresa Centa Bosma e Marietta Centa Filaferro vendono ad Alfredo Riva la casa n. 2066 B «con cortili ed orto — composta di due stanze terranee, quattro camere in secondo e terzo piano e soffitta sopra, corticella con staletta ed altra corticella, orto e tettoia —, il tutto confina a lev. orto della — chiesa di Lauzacco, a mezz. strada consortiva dell’androna detta del Cin e parte fondo e fabbricati di Paulini Michele, pon. Vendramina Giustina e tram. Bearzi sig. Gottardo —. Il prezzo — della — vendita — viene — stabilito — in austr. L 3000 —» (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/III, 1467).
1848, nov. 9 Giustina del fu Simon Vittore vende ad Antonio del fu Michele Romanello la casa n. 2066 A per L 600 con patto di recupera. Confina lev. Sturolo, mezz. Pascoli, pon. Valentino Bearzi, tram. Alfredo Rivali (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/IV, 1657).
1848, dic. 29 Vi era un postribolo condotto da Paola, detta Paolotta (A.S.U., C.A. I, 465, 9148).
1852*Il n. 2066 A appartiene a Simone Vittor, il 2066 B a eredi G.B. Centa, il 2066 C a Michele Paolini, il 2066 D a eredi G.B. Centa, il 2066 E a Giuseppe Braidotti (Competenze, II, f. 18v).
1858*Filanda per seta con due fornelli, gestita da Antonio Carrera (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 58).
1876*Studio del pittore di figura e paesaggio Fausto Antonioli2.
   
NOTE1Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte.
 2Per Fausto Antonioli: BRAGATO, Guida, 68; Esposizione artistico-industriale, 21, 117; PICCO, Ricordi, 74.
2067
1801 Antonio Ciccutti (Nomenclatura, f. 77v).
1809 Valentino Floreanini, oste (Registro delli aloggi, f. 57v).
 *Inquilini l’industriante Eleonora Zuliani e l’armaiolo Girolamo Zanone (ibid.).
1838, mar. 20*Accordi fra Giovanni del fu Andrea Pascolo, padre dei proprietari ancora minori, e il confinante Francesco Tedeschi per l’innalzamento della casa 2067 (A.S.U., C.A. I, 285/1838/VII, 1363 Orn. II C, con diss.).
1852*Eredi Braidotti Pascoli (Competenze, II, f. 18v).
1876*Bottega del calzolaio Francesco Bolletti (COSMI-AVOGADRO, 88).
1883 Osteria “Al cervo” (AVOGADRO, 151).
 *Gestione di Daniele Greggio (ibid.).
2068
1801 Anzola Clignoni (Nomenclatura, f. 77v).
 *Affittuale Vicenzo Camauli (ibid.).
1809*Appartiene all’«agente» Giacomo Clignone. Inquilino il calzolaio Vincenzo Camauli (Registro delli aloggi, f. 57v).
1852*Proprietà di Giuseppe Braidotti (Competenze, II, f. 18v).
2069
1801 Comune di S. Pietro e Lodovico Mosolo (Nomenclatura, f. 77v).
1809*Proprietà della chiesa del Carmine e del falegname Francesco Mosolo. Inquilino il falegname Valentino Braidotti (Registro delli aloggi, f. 57v).
1809, sett. 16*«In conformità dell’aviso del dν — 1 sett. — delli — fabricieri della — parochial chiesa della B.V. del Carmini e S. Pietro del borgo d’Aquileia —, è stata posta all’asta per il corso di ani sette una stanza — di detta parochial chiesa, che un tempo serviva per l’unione del consiglio, posta in esso borgo d’Aquileia al c.n. 2069 —. È rimasta detta stanza al sig. Casari come maggior offerente —». Si tratta di G.B. Casari del n. 44 (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10623, 169).
1852*Il n. 2069 I appartiene a Francesco Mosolo, il 2069 II alla fabbriceria della B.V. del Carmini (Competenze, II, f. 18v).
1876 Vi aveva sede una scuola elementare femminile di Luigia Fantini Budini (COSMI-AVOGADRO, 65).
 *Nell’edificio inoltre era ospitata la rivendita di liquori e commestibili diversi di Valentino Merlino (COSMI-AVOGADRO, 99).
2070
1801 Antonio Sindico (Nomenclatura, f. 77v).
1803, mar. 30 Antonia Meduni, ved. Sinico, vende una casa in borgo Aquileia a Francesco Maseri (not. Riccardo Paderni, A.S.U., Notifiche, Città XXXII, p. 27).
1809 Francesco Maseri (Registro delli aloggi, f. 57v).
 *Nella casa abita Maddalena Settimini (ibid.).
1827, sett. 10*La casa di Francesco Maseri «al c.n. 2070, con linda costrutta di tavole e soprapposti coppi —, resta logora dalle acque piovane, insussistente ed in pericolo di caduta a differenza delle contigue linde, costrutte di tavelle, delli vicini e confinanti caseggiati da un lato con relazione e legamento colla — linda». Il proprietario, «per prevenire il totale disfacimento e caduta della medesima, con eventuale maggior danno e colla intenzione ad altro tempo in concorso della fabbricieria della — chiesa del Carmini —, proprietaria dell’altra casa in confine con legatura di linda, di ridurre e conformare secondo la congruità dell’ornato l’opera, domanda alla congregazione municipale il permesso di riatare —». La deputazione d’ornato, pur ammettendo che «il sig. Francesco Mazeri, soggetto distinto per i suoi talenti, occupa anche uno dei primi posti fra li cittadini di buon gusto e benemeriti all’ornato pubblico, avendo molto contribuito con la bella fabbrica della sua casa di borgo di S. Tommaso», ritiene tuttavia che «esso non sia dissimile da qualsiasi cittadino» e come tale quindi dovrà applicare la cornice (A.S.U., C.A. I, 135/XV).
1844, febbr. 27 È di G.B. Toppo (A.S.U., C.A. I, 375/III Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Valentino Dreussi).
 *Il proprietario chiede «di aprire una fenestrella sopra la porta d’ingresso». La deputazione d’ornato subordina l’approvazione alla modifica della finestra contigua secondo il disegno tracciato (ibid.).
1852*Appartiene al dott. Francesco Maseri, detto Girolamo (Competenze, II, f. 18v).
1876*Laboratorio del pittore decoratore Girolamo Calossetti (COSMI-AVOGADRO, 110).
1945 Distrutta da una bomba.
2071
1801 Giacomo Antonelli (Nomenclatura, f. 77v).
 *Affittuale Francesco Chetz (ibid.).
1808, ott. 10 Giacomo Antonelli vende a Marianna e Maddalena madre e figlia Celonovigh «una casetta costrutta di muri, coperta di coppi, con sollaro, camera e cucina in primo piano e stanza terranea con fondi e corticella — situata in borgo Aquileia — n. 2071 che confina a lev. e tram. — Francesco Mazzeri, a mezz. Biani ed a pon. il borgo —. Il prezzo — resta — di it. — L 1268,96 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4810, 7).
1809 Maddalena Schiavona, industriante (Registro delli aloggi, f. 57v).
 *Inquilino il fruttaiolo Pietro Rosignoli (ibid.).
1813, lugl. 31 Maddalena fu Pietro Celonovigh vende per L 1332,40 a Girolamo fu Angelo Del Torre «una casetta costrutta di muri, coperta di coppi con sollaro, camera e cucina in primo piano, stanza terranea con fondi e corticella —, situata in borgo Aquileia — n. 2071, che confina a lev. e tram. sig. Francesco Mazzeri, a mezz. sigg. Biani ed a pon. il borgo d’Acquileia —. Il prezzo — resta — convenuto — nella summa di it. — L 1332,40 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4811, 195).
1841, genn. 8 Girolamo Del Torre la vende per L 3857 a Canciano e Maria Pascoli (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10498, 13623).
1852*Proprietà di Francesco Maseri, detto Girolamo (Competenze, II, f. 18v).
1945 Distrutta da una bomba.
2072
1801 Nicolò Biani (Nomenclatura, f. 77v).
1809*Appartiene a Pietro Biani (Registro delli aloggi, f. 57v).
1837, giu. 2 È di Anna, vedova di Pietro Spangaro. Casa ad un piano e soffitta; due finestre, con cornice (A.S.U., C.A. I, 269/1837/III, 3409 Orn. II C, con dis.).
 *La proprietaria presenta progetto di riforma che viene approvato (ibid.).
1842, mar. 22 È di Giacomo Del Zan (A.S.U., C.A. I, 342/IV, 1667 Orn. II C, con dis. firmato da Giuseppe Salvador).
 *Il proprietario chiede ed ottiene il permesso di riformare l’edificio (ibid.).
1852*Appartiene a Giacomo Del Zan (Competenze, II, f. 18v).
1876*Recapito del commissionario e spedizioniere Francesco Parisi (COSMI-AVOGADRO, 91).
1945 La parte 2072 A è devastata da una bomba.
2073
1801 Nicolò Biani (Nomenclatura, f. 77v).
1809*Appartiene a Nicolò Biani (Registro delli aloggi, f. 57v).
1819, giu. 18*Vedasi n. 2022.
1824, sett. È di Pietro Biani. Sopra la porta vi è un balcone con balaustra in ferro, a sinistra del quale tre finestre (A.S.U., C.A. I, 89/X, 3835 Orn. II C, con dis.).
 *Il Biani chiede il permesso di aprire una porta sulla strada. La deputazione d’ornato, benché contraria alla soluzione asimmetrica dell’insieme, esprime parere favorevole, perché la configurazione interna non permette altra scelta (ibid.).
1832*Il capoquartiere segnala alla congregazione municipale la mancanza di «diversi quadrati del marciapiedi» nel tratto fra il n. 2073 e 2074 dei fratelli Pietro e Caterina Biani (A.S.U., C.A. I, 193, 490).
1844, magg. 23*Pietro De Chiara, proprietario della casa «in borgo d’Aquileia al c.n. 2073, ha divisatto di riformare la finestra esterna che guarda la pubblica strada». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 375/III, 3177 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Valentino Driussi).
1848, dic. 20 È di Giuseppe Salvador (A.S.U., C.A. I, 469, 9032 Orn. II C, con dis.).
 *Costui, «per intraprendere la riforma della fabbrica della faciata del locale al c.n. 2073 A, fa istanza —» all’autorità competente. La deputazione d’ornato conclude che «la proposta di riforma, tendente ad una miglior regolarizzazione del prospetto della casa, è ammissibile» (ibid.).
1852*Proprietà di Anna Biani. Il n. 2073 A appartiene a Jacob (Competenze, II, f. 18v).
1876*Rivendita di liquori e commestibili diversi di Anna Glicksberg (COSMI-AVOGADRO, 99).
2074
1774, sett. 9*La casa è gravata da un livello a favore del convento di S. Pietro Martire, come risulta dalla confinazione operata dal pubblico perito Nicolò Codutti su istanza del p. Giusto Fontanini: «Casa, corte ed orto censiva al — convento, posta nel borgo d’Aquileia di questa città possessa di presente dal sig. Nicolò Biani —. Dissero confinar detta casa, corte ed orto — a lev. strada publica detta Bariglaria o dei Cani, mezodν casa e corte dei sigg. Casella, pon. strada publica del borgo d’Aquileia e parte corticella delli — coo. Tritonio et a tram. parte casa e detta corticella di detti Tritonio et parte orto — delli rr. padri del Carmini —. E paga detto — Biani sopra detta casa, corte ed orto — di censo perpetuo — L 1 s 5 p 8» (A.S.U., C.R.S., 783/30).
1801 Nicolò Biani (Nomenclatura, f. 77v).
 *Affittuale Giacoma Vidona (ibid.).
1803°Vi abitava il nob. Giulio Egregis (Archivio Municipale, Registro Guardia Nazionale).
1809*La casa appartiene al sac. Antonio Biani. Vi abita la lavandaia Anna Sartora (Registro delli aloggi, f. 57v).
1825, genn. 2*Caterina Biani presenta «il rettificato disegno evidente a dimostrare il lavoro di riduzione della propria casa a piano terra —. Nella riduzione —, oltre di pensare al proprio comodo alzando la travata — ed abbassando le finestre — e trasportando la porta — alla metà delle dette due finestre — rende più conveniente la facciata esterna —». La deputazione d’ornato approva l’abbassamento delle finestre. Circa la porta, raccomanda di attenersi alle proporzioni e alle dimensioni di quella dell’attiguo n. 2073 (A.S.U., C.A. I, 100/1825/II, 12 Orn. II C, con dis.).
1832*Vedasi n. 2073.
1852*Appartiene a Catterina Biani (Competenze, II, f. 18v).
1853, dic. 1*Anna di Zucco «ha divisato di apprire due vani di porte in luogo di due finestre alla facciata della sua casa posta in questa città in borgo Aquileia al c. n. 2074». La riforma viene giudicata “opportuna” dall’ing. A. Scala, che firma per la deputazione d’ornato (A.S.U., C.A. II, 66, 8843 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Valentino Dreussi).
1865°È di Giovanni Sbuelz e Giuseppe Passalenti. Casa di un piano di due finestre. Viene inalzata a tre piani (A.M., Atti Ornato 1865-73).
1876 Osteria “All’arrivo della ferrovia pontebbana” (COSMI-AVOGADRO, 105).
 *Gestione di Giuseppe Colavitti (ibid.).
1883 Osteria “Al Magazzeno” (AVOGADRO, 150).
 *Gestione di Domenico Anderloni (ibid.).
2075
1711, apr. 13*«— Udine, nel borgo d’Aquileia, nelle case — Pianese —. Catterina Bonecca di lui zia —, ha venduto — al — co. Ettore Pianese — casa con corticella, posta nel borgo suddetto — fra li confini descritti nella stima 11 giugno 1710 fatta dal sig. Giovanni Giacomo Spinelli —, per il prezzo — di ducati duecento trentasette e soldi sie —» (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8300, VI instr., f. 19v — 22v; alleg. stima dello Spinelli).
 *Dalla stima Spinelli: «— Casa posta nel borgo d’Aquileia, in faccia della chiesa della B.V. del Carmini, di ragione del nob. — Pietro Clementini, qual confina a lev. e mezodν il sig. Arcangelo Cassacco, a pon. il borgo d’Aquileia ed a tram. casa d’habitatione del prefato sig. conte —» (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8300, VI instr., stima Spinelli, f. 20v).
1727, sett. 12*«Fatto in Udine, in casa — del — co. Pianese, situata nel borgo d’Aquileia, in prospetto alla — chiesa del Carmini, in salla —» (A.S.U., N., G.B. Fabrizio, 8137, Istr. 1724-1729, f. 159r).
1738°Casa del q. co. Ettore Pianese, stalla e rimessa nel borgo d’Aquileia dirimpetto la chiesa dei rr. pp. Carmelitani, confinanti lev. strada Bariglaria, mezz. Federico Bertoli, pon. borgo, tram. Pietro Biani. Vi era un balcone sul borgo (not. Francesco Tracanelli, Allibramento Pianese).
1762*«Casa dominicale in borgo Aquileia con osteria annessa verso mezz. e casa in androna Bariglaria con pezzetto d’orto dirimpetto di là di detta androna. Confinano dette case a lev. detta androna, pon. strada pubblica del borgo, ai monti — Nicolò Biani, a mezz. — Federico Bertoli, acquistata dalli — coo. Giuseppe Pianese comorante in Gorizia per li nobb. — Antonio e Giulio fratelli Casella q. Artico con instrom. 17 sett. 1762, not. — Francesco Prodolone —, per prezzo di d 3545 L 3 s 16, compresi gli aggravi sopra la medesima infissi —» (Arch. Morelli de Rossi, Cattastico... Casella, f. 6v — 7r).
1765, apr. 21*«Furono per me Artico Casella, a nome di detti sigg. — Antonio e Giulio fratelli Casella, mio padre e zio rispettive, francati d 300, come da atto di deposito di detto giorno in atti del — sig. Prodolone. Dette case furono immediate restaurate e sarà stato speso in tutto più di ducati mille» (Arch. Morelli de Rossi, Cattastico... Casella, f. 7r).
1774, sett. 9*Proprietà Casella. Vedasi n. 2074.
1782°Luogo domenicale (Casella) nel borgo di Aquileia, confina a lev. contrada detta Bariglaria e casa, mezzodν stessa casa, pon. borgo di Aquileia, tram. fratelli Biani (B.C.U., Arch. Barnaba, Proc. Civili, Divisioni Casella).
1792, sett. 13 G.B. q. Federico Bertoli e Vittoria ved. del detto Federico vendono alla nob. Carolina di Zucco Casella «una casa — in borgo Aquileia con corte ed altra casetta dietro corrispondente sopra la contrada detta Bariglaria, che tutto confina a lev. strada pubblica della contrada suddetta, a mezz. casa delli sigg. Domenico e Pietro fratelli Pettoello, a pon. strada pubblica del borgo d’Acquileia ed a tram. parte la casa infrascritta e parte il nob. — Artico Casella —; quali case sono state acquistate dal nunc q. Federico Bertoli dalle mani delli curatori testamentari del q. rev. d. Giuseppe Cervignano con instrom. 17 magg. 1706, not. il q. — Bernardino della Rovere; item altra casa situata pure nel borgo d’Acquileia —, che confina a lev. e mezz. la casa sopradescritta ed a tram. il predetto — Artico Casella —; qual casa è stata acquistata dallo stesso q. — Federico Bertoli dalle mani dell’ora q. — Nicolò e fratelli Madrisio con instrom. 1714, 17 ag. in note del q. — Sebastiano Colombina, fu not. di questo collegio —. E questa — vendita — fanno li suddetti signori madre — e figlio — Bertoli pel — prezzo di d 1300 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9976, XXI instr., 1580, f. 2067r — 2068v).
1801 Sac. Girolamo Casella (Nomenclatura, f. 77v). Poi co. Peleatti di Portogruaro (Registro anagrafico, f. 50r).
1809 G.B. Gennari (Registro delli aloggi, f. 57v).
 *In una parte dell’edificio abita Girolamo Codroipo (ibid.).
1825, genn. 2°°Vedasi n. 2074.
1852*Proprietà dei fratelli Gennari (Competenze, II, f. 18v).
1945 Distrutta da una bomba.
2076
1705 Casa Forni. «Casa di muro, copperta di coppi, posta nel borgo d’Aquileia; confina a lev. l’androna Bariglaria, mezz. casa della nob. — Catterina Bonecha et altri particolari, pon. — borgo, ed a tram. casa della — chiesa di S. Cecilia di Predemano». La facciata è lunga m 14,28. Vi è un balcone con parapetto in ferro “a sfogliame”. Nell’inventario dei mobili è citata una «camera fornita di razzi dipinti» (A.S.U., N., Teseo Sala, 8438, Civili, Allibramento Forni, f. 8r — 15v; stima dei mobili f. 22v — 24v).
1801 Eredi q. nob. Artico Casella (Nomenclatura, f. 77v).
1809 Lodovico Pelleatti (Registro delli aloggi, f. 57v).
 *Nella casa abita Domenico Zoletti (ibid.).
1815, febbr. 16*Inventario di mobili, libri ed altro di Caterina Casella, esistenti nella «casa in borgo d’Aquileia, coscritta con il n. 2076, con suo cortivo, il tutto affittato al sig. Giorgio di Capporiacco per it. lire — 300» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10302, 711).
1832*Alla congregazione municipale «il capoquartiere partecipa che nel borgo di Acquileia manca diversi quadrati del marciapiedi — sotto il n. 2076 e 2077 di ragione del sig. Peleatti Pietro —» (A.S.U., C.A. I, 193, 490).
1833, ag. 27 È di Carolina Peleatti Casella. Casa di due piani, di due finestre; al secondo piano, tra le finestre, vi è un balcone con ringhiera in ferro (A.S.U., C.A. I, 206/1833/I, 4026 Orn. II C, con dis.).
 *Teresa Percoto «desidera — di sostituire a due finestre, che ora sono di muro, due finestre di pietra nella casa — al n. 2076 di ragione della sign. Carolina Peleati Casella, da lei tenuta a pigione —» (ibid.).
1840, sett. 7 È dei coo. Nicolò e Francesco di Zucco (A.S.U., C.A. I, 315/VI, 5704 Orn. II C, con dis.).
 *I proprietari chiedono ed ottengono di rendere regolare una finestra (ibid.).
1841, lugl. 28 Federico, Claudio e Nicolò di Zucco vendono al nob. Nicolò di Zucco fu Francesco la case n. 2020, 2076, 2077, 2078 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10500, 14211).
1846, giu. 7 È di Nicolò di Zucco. È di tre piani (A.S.U., C.A. I, 406/II, 3350 Orn. II C, con dis. firmato dal capomastro Giuseppe Bernardis).
 *Il proprietario chiede il permesso di «togliere il pericolo del crollante pergolo esistente». Il progetto viene approvato purché contemporaneamente si costruisca il cornicione e si applichi la grondaia. Tuttavia il 9 genn. 1846 lo Zucco sarà multato per la mancata esecuzione dei lavori prescritti (ibid.).
1852*Proprietà di Nicolò Zucchi (Competenze, II, f. 18v).
1945 Incendiata durante un’incursione aerea.
2077
1706, magg. 17 I curatori dell’eredità del q. rev. Giuseppe Cirvignano1 vendono a Federico Bertoli «la casa che fu di — habitatione del medesimo, posta nel borgo d’Aquileia dirimpetto la — chiesa del Carmini, et altra casetta a quella contigua, posta nell’androna Bariglaria et da lui acquistate sino li 5 dic. 1659 dal q. sig. Francesco Merlo, come appar instromento per mano del q. — Francesco Salla nodaro —» (A.S.U., N., Bernardino Della Rovere, 8192, II instr., f. 24v - 26r).
1792, sett. 13 G.B. q. Federico Bertoli e Vittoria, ved. del medesimo Federico vendono alla nob. Carolina di Zucco, moglie del nob. Artico Casella, una casa posta in borgo Aquileia con corte ed altra casetta dietro «corrispondente sopra la contrada Bariglaria», confinante lev. strada detta Bariglaria, mezz. casa Pettoello, pon. borgo, tram. Casella (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9976, XXI instr., 1580, f. 2067r — 2069v).
1801 Eredi q. Artico Casella (Nomenclatura, f. 77v).
 *Affittuale Antonio Manganotto (ibid.).
1809 Lodovico Peleatti, possidente (Registro delli aloggi, f. 57v).
 *Nella casa abita il calzolaio Antonio Manganotti (ibid.).
1832*Vedasi n. 2076.
1835*Recapito del medico chirurgo dott. Antonio Plati (A.S.U., C.A. I, 253/XII).
1841, lugl. 28 Vedasi n. 2076.
1852*Proprietà di Nicolò Zucchi (Competenze, II, f. 18v).
1873°È di Augusto Cecchini. Casa di due piani di due finestre. Si innalza a tre piani (A.M., Ornato 1865-1873).
1876*Nella parte contrassegnata dal n. 2077 A, sartoria di Cesare Lagna e rivendita di liquori e commestibili diversi di Francesco Calligaris (COSMI-AVOGADRO, 99, 112).
1883 Caffè “Dante” (AVOGADRO, 139).
 *Gestione di Caterina Vannini Mattioli (ibid.). Nella parte marcata 2077 A, bottega dell’orologiaio Giovanni Poletti (AVOGADRO, 150).
1945 Incendiata durante un’incursione aerea.
   
NOTE1Secondo il testamento del 17 febbr. 1685.
2078
1801 Eredi q. Artico Casella (Nomenclatura, f. 77v).
 *Affittuale Giuseppe Da Monte (ibid.).
1809*Proprietà di Cecilia Casella. Vi abita il pittore Giovanni Dominissini (Registro delli aloggi, f. 57v).
1815, lugl. 4 «La — co. Carolina, nata co. di Zucco, moglie del decesso Artico Casella, vende a Pietro Antonio Colavicchio la casa in borgo Aquileia per L 4917,23» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4813, 376).
1824, ott. 21 È di Pietro Coloricchio e *** Pelleati (A.S.U., 88/IX).
 *Il capoquartiere vi segnala l’esistenza di un pozzo scoperto (ibid.).
1833, sett. 17 Vi è un’osteria “Alla Carrozza” condotta da Giovanni e Rosa Zandigiacomo. L’esercizio il 26 sett. viene fatto chiudere in data 26 sett. per liti fra i due coniugi (A.S.U., C.A. I, 206/II, 4393, Pol. II C).
1841, lugl. 28 Vedasi n. 2076.
1844, sett. 20*Francesco Comuzzi «desiderando di riformare due vani di piano e finestra in pian terreno alla facciata della propria — casa posta in borgo Aquileia al c. n. 2078, —» presenta progetto (A.S.U., C.A. I, 390/VI, 6282, con dis. firmato dal muratore Leonardo Di Marco).
1850, mar. 22 È di Francesco Comuzzi. Casa di due piani a due finestre viene alzata a tre piani. Confina con Antonio Pleti e co. Nicolò di Zucco (A.S.U., C.A. I, 487/1850/VI, 1335 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Giuseppe Barbetti).
1852*I n. 2078 e 2078 A appartengono a Francesco Comuzzi (Competenze, II, f. 18v).
1876*Recapito dell’imprenditore e fornitore Francesco Comuzzi (COSMI-AVOGADRO, 96).
1883*Recapito del commissionario e spedizioniere S. Baldissera Modesti (AVOGADRO, 142).
1945 Incendiata durante un’incursione aerea.
2079
1801 Rev. don Francesco Bonatti (Nomenclatura, f. 77v).
1803, mar. 7 Domenico q. Giuseppe Pettoello per d 2000 vende a Giuseppe Maria q. G.B. Plati la casa n. 2079, 2019; confina lev. androna, mezz. fraterna di Lauzacco, pon. borgo, tram. eredi di Artico Casella (A.S.U., N., Girolamo Cosattini, 10391, V instr., 336, f . 431v — 432v).
1809 Giuseppe Plati, negoziante (Registro delli aloggi, f. 57v).
1810, apr. 28*Inventario dei beni del fu Giuseppe M. del fu G.B. Plati, che era negoziante casolino» in borgo Aquileia al n. 2079. La parte relativa al negozio è situata dai «negozianti casolini» Melchior del fu Bonaventura Contini del borgo di S. Pietro Martire e Giuseppe del fu G.B. Del Zotto di Mercatovecchio (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10358, 403).
1823, magg. 9*Gli eredi di Giuseppe Plati, rappresentanti la madre Cecilia, chiedono il permesso di cambiare il legno della gronda alla loro casa n. 2079 in borgo Aquileia, «nella circostanza — che la casa — non è suscetibile della cornice senza la chiusura delle finestre del granaro od alzamento del coperto, ciò che non è combinabile colle circostanze economiche de’ proprietari». La domanda rimane senza seguito (A.S.U., C.A. I, 81/X, 1672 Orn. II C).
1832*Il capoquartiere informa la congregazione municipale che «sotto il n. 2079 di ragione della sign. Piatti Cecilia» il marciapiedi «manca di diversi quadrati» (A.S.U., C.A. I, 193, 490).
1834, ag. 12*Antonio Plati, proprietario della casa n. 2079, vuole cambiate gli stipiti delle finestre del secondo piano, che al momento sono di mattoni, con soglia e architrave di pietra. Nel contempo desidera mettere in asse e rendere regolari le finestre del secondo piano. Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 219/1834/I, 3940 Orn. II C, con dis., firmato dal capomastro G.B. Degan).
1852*Appartiene al dott. Antonio Piatti (Competenze, II, f. 18v).
1876*Recapito del medico chirurgo Antonio Plati (COSMI-AVOGADRO, 101), segnalato anche nel 1883 (AVOGADRO, 148).
1945 Incendiata durante un’incursione aerea.
2080
1801 Chiesa di Lauzacco (Nomenclatura, f. 77v).
 *Affittuale Domenico Serafini (ibid.).
1809*Proprietà della chiesa di Lauzacco. Affittuale l’oste Domenico Seraffini (Registro delli aloggi, f. 57v).
1812 Osteria “Alli due sposi” (Esercenti).
 *Gestione di G.B. Zopetti (ibid.).
1817, dic. 24*«— Pietro q. Bernardino Zuchiatti —, possidente, domiciliato nella comune di Lauzzacco —, qual fabbriciere della — chiesa di S. Agata della comune stessa —, loca in affitto semplice — al — Pasquale Marini — la — casa portante il c.n. 2080, sita nel — borgo di Acquileia, consistente in peppiano stanza con focolaro, andito, corticella ed oltre camerino e stalla per due cavalli con ingresso a lev. ed a pon., in primo appartamento un camerone ed andito con focolare; in secondo appartamento una camera ed un camerino con sovraposto grannaro e sopra le stelle vi è il fenile, il tutto fra li confini ben noti al Marini —. E ciò — fa il — fabbriciere perché l’anzidetto Marini promette — di pagare — d’annuo affitto it. L 166 —». Nel documento si precisa che il Marini è un oste (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10599, 2193).
1852*Appartiene alla chiesa di Lauzacco (Competenze, II, f. 18v).
1867, nov. 5 Il demanio mette all’asta la casa n. 2080 (“Giornale di Udine”, 2, CCLXVI, 5 nov. 1867, 4).
1869°È di Giuseppe Olivotti. Viene innalzata a due piani (A.M., Ornato 1857-1864).
1876*Rivendita di liquori e commestibili diversi di Giovanni Battistigh e pizzicheria di Giovanni Battistigh (COSMI-AVOGADRO, 99 e 110).
1945 Incendiata durante un’incursione aerea.
2081
1498°Pre’ Giuseppe q. Antonio De Credis vende alla chiesa di SS. Agata e Agnese di Lauzacco «quoddam ortulum situm in pertinentiis burgi Aquilegiae, videlicet in loco nominato “in vie gnove”, iuxta domum eiusdem ecclesiae, a parte superiori, iuxta terrenum vacuum et domum ruinatam hęredum Nicolai Pauloni de Tissano, iuxta hortum hęredum del Zungel et iuxta stratam publicam» che egli aveva comperato da Nicolò q. Bertone di Lauzacco «manu ser Bernardini Lovaria notarii» (not. Simone Lovaria).
1673, mar. 20 «— Essendo fatto patrone il nob. — Girolamo Savorgnano della mità della casa di borgo d’Aquilea — delli — pre’ Gioseffo et G.B. Persi —, e bramando il nob. — Lonardo Rovere cederli anco l’altra mità a lui aspettante —, esso — Lonardo — permuta al nob. — Girolamo q. — Aquilio Savorgnano —, ivi presente la nob. — Bianca sua madre accettante, la mità di casa posta nel borgo d’Aquilea, giusto li confini descritti nella stima fatta dal — sig. Lorenzo Prodolone, pubbl. per. dalla Giustizia deputato —» (A.S.U., N., Giulio Bonecco, 7861, III instr., 16r — 16v).
1801 Pietro Fontana (Nomenclatura, f. 77v).
1809*La casa appartiene a Pietro Fontana, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 57v).
1852*Proprietà dei fratelli Fontana (Competenze, II, f. 18v).
1945 Incendiata durante un’incursione aerea.
2082
1801 Giacomo Pasqualino (Nomenclatura, f. 77v).
 *Affittuale G.B. Missio (ibid.).
1804, ott. 3*«— Giacomo q. Domenico Pasqualino e — Rosa — di lui moglie — hanno venduto — a — Giacomo q. Zuanne Gabai del borgo di Prachiuso — un annuo livello — di lire novanta nella ragione del 6% — per il prezzo — di L 1500 —. Il capitale e li pro — vengono — dalli iugali assicurati — in specie sopra una casa posta nel borgo di Aquileia confina a lev. casa — dell’ecc. — Giacomo Medici, mezz. borgo d’Aquileia, a sol a monte la casa del sig. Pietro Fontana ed a tram. casa — dei sigg. Molteno, la qual casa fu con testamento 2 giugno 1762, per atti del q. — Francesco Lorio, dal q. rev. Girolamo q. Domenico Toreno lasciata in eredità alla suddetta Rosa Pasqualini di lui figlia —» (Arch. Morelli de Rossi, 105, not. Giovanni Bertoldi).
1809 G.B. Cattarossi, oste (Registro delli aloggi, f. 57v).
 *In una parte abita l’oste Bortolo Pizzutti (ibid.).
1812 Osteria “Al buon augurio” (Esercenti).
 *Gestione di G.B. Missio (ibid.).
1827, ag. 6*«— G.B. e Catterina iug. Missio — cedono — in pagamento — al co. Gorgo1 — li soggionti mobili ed utensili servienti per uso della loro osteria nella casa qui in Udine, borgo d’Aquileia, segnata col c.n. 2082, stati stimati col mezzo del perito in arte — G.B. Cudicini —». Segue l’elenco (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 635, 1827).
1830, dic. 23 Caterina ved. Missio ed Angela in Pontelli, furono Giacomo Pasqualini, vendono al rev. Giuseppe Rossi «una casa di muro, coperta di coppi, sita — nel borgo d’Aquileia, portante il c.n. 2082 —; confina a lev. — Antonio Molteno, mezz. Domenico Medici, pon. il — borgo d’Aquileia, tram. — Pietro Fontana —. Questa vendita — si fa pel prezzo di austr. L 2700 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10609, 4136).
1830*«Colla — privata di scrittura di semplice locazione — il — rev. — Giuseppe del fu Antonio Rossi — loca alla sign. Catterina Pasqualino del fu Giacomo ved. — del fu G.B. Missio di Udine — una casa ad uso di osteria, situata in borgo d’Acquileia, coscritto col c.n. 2082 — coll’estimo di L 360, che confina a lev. — Antonio Molteno, mezz. Domenico Medico, pon. il borgo di Aquileia ed a tram. — Pietro Fontana —» (Arch. Morelli de Rossi, 105, f.v.).
1852*Proprietà di Giovanni Morelli de Rossi (Competenze, II, f. 17v).
1858°Al primo piano eranvi due finestre gotiche (A.M., Ornato 1857-1864).
1945 Incendiata durante un’incursione aerea.
   
NOTE1Camillo, come precisa altra parte dell’atto.
2083
1801 Giacomo q. Domenico Medici (Nomenclatura, f. 77v).
 *Affittuale Antonio Vittor (ibid.).
1809*Appartiene al chirurgo Giacomo Medici. Inquilino il fabbro Antonio Vittore (Registro delli aloggi, f. 57v).
1809, genn. 29 Giacomo fu Domenico Medici1 vende a Zuanne di Antonio Vittore per L 1665, «casa di muri, coperta di coppi con fondi —, situata — in borgo Aquileia — al c.n. 2083 —; confina a lev. Molteno, a mezz. le figlie del q. Domenico Medici, a pon. il borgo d’Aquileia ed a tram. Giacomo Pasqualino. Il prezzo resta — di it. L — 1665,50 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4810, 9).
1824, nov. 13 Giacomo di Domenico Medici, chirurgo, per L 1000 vende a Domenico q. G.B. Medici suo nipote la casa n. 2083 «con fondi e corticella unita —, che confina a lev. — Antonio Molteno, mezz. Domenico Medici, pon. il — borgo, ed a tram. casa abitata da Cattaruzzi — G.B. —» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10633, 3889).
1828, febbr. 1*«— Giuseppe Mesaglio — vende al — sig. Giacomo Molinis — una casa di muri con fondi e corticella unita, posta — nel borgo d’Acquileia, segnata col c.n. 2083 — tra li confini a lev. famiglia Monteno, mezz. Medici Domenico, pon. il — borgo ed alli monti — G.B. Cattaruzzi —. La — vendita viene fatta — per il — prezzo — di austr. — L 2372 —» (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 635, 1950).
1828, ag. 16 È di Giacomo Molinis (A.S.U., C.A. I, 148/X, 3525 Orn. II C, con dis.).
 *«La casa al c.n. 2083 in borgo Aquileia serviva prima d’ora al pian terreno per uso di bottega di fabbro. In oggi occorre di ridurre il detto pian terreno ad uso di propria abitazione ed a tale oggetto occorre di cambiar forma, — invece di un rebatto, ridurre una finestra —». Giacomo Mollinis presenta disegno, che la deputazione d’ornato approva, purché le finestre dei piani cadano in asse (ibid.).
1852*Andrea Pellegrini (Competenze, II, f. 18v).
1883 Osteria “Al baccaro” (AVOGADRO, 152).
 *Gestione di Marco Provvisionato (ibid.).
1945 Incendiata durante un’incursione aerea.
   
NOTE1Per il dott. Giacomo Medici: BAJARDI, Il servizio medico, 128, 138.
2084
1801 Giacomo q. Domenico Medici (Nomenclatura, f. 77v).
 *Affittuale Sebastiano Tommadoni (ibid.).
1809*Proprietà di Lucia e sorelle Medici. Inquilino il barbiere Giovanni Tomadini (Registro delli aloggi, f. 57v).
1852*Appartiene ad Antonio Venerio (Competenze, II, f. 18v).
1876 Osteria “Magazzino al bresciano” (COSMI-AVOGADRO, 105).
 *Gestione di Domenico Anderloni (ibid.).
2085
1801 Gottardo e nipoti Venerio (Nomenclatura, f. 77v).
 *Affittuale Maria Iuri (ibid.).
1809*Proprietà dell’oste Mattia Simeone. Inquilino l’oste Luigi Michelini (Registro delli aloggi, f. 57v).
1850, lugl. 5*Denuncia del capo del secondo quartiere all’i.r. commissario d’ordine pubblico: dalla finestra del terzo piano dell’edificio 2085 A è caduta ed è morta Maria, di due anni, figlia di Vincenzo a Teresa D’Agostino (A.S.U., C.A. I, 485, 749).
1852*Appartiene ad Antonio Venerio (Competenze, II, f. 18v).
1945 Distrutta da una bomba.
2086
1788, apr. 6 «Pietro q. — Antonio Marchettani — ha — venduto — a — Giacomo q. Michiele Roiatto di — borgo di Ronchi — una casa — posta in borgo d’Acquileia, che confina a lev. strada — detta androna del Pozzo, a mezz. — altra casa — d’esso — Marchettani, a pon. strada — del borgo d’Acquileia ed a tram. sigg. Gottardo e cugini Venerio —. E questa — vendita ha fatta — il — nob. — Marchettani pel — prezzo di d 310 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9974, XII instr., 940, f. 1133v — 1134v).
1795, ag. 28 «Domenico q. Giacomo Roiatti di questa città, unitamente a — Domenica di lui madre —, ut — curatrice di Michiele di lei figlio minore, suscetto col — q. Giacomo di lei marito —, cedono — al sig. Pietro q. — Giuseppe Venier — una casa — di essi — Roiatti, posta nel borgo d’Aquileia, che con instromento 6 apr. 1788 per atti dello sp. — Riccardo Paderni not. — fu dal — Roiatti di loro padre acquistata a titolo di livello francabile dal nob. — Pietro Marchettani per il capitale di ducati 310 —. E ciò — fanno li — Roiatti — perché il sig. Pietro Venier — ha assunto in sé il capitale livellario di duc. 310 —» (A.S.U., N., Ignazio Brunelleschi, II instrom., 214, f. 279r — 280r).
1801 Pietro Venier (Nomenclatura, f. 77v).
1801, sett.8 Pietro Venier vende a Teresa Simeoni casa in borgo Aquileia «— composta in pian terreno da una stanza terranea divisa in due, con sollaro in primo appartamento e sollaro sopra in secondo appartamento, con una camera anco sopra casa e solaro di ragione di Nicolò Nigris e — sollaro in terzo appartamento tanto sopra l’intiera casa di questa ragione, che sopra la casa di — detto Nigris —, confina a lev. con l’androna chiamata Bariglaria, mezz. — Nicolò Nigris pon. il — borgo d’Acquileia ed a tram. con casa de’ sigg. Gottardo e nipoti Venerio —, per lo prezzo — di d 2600 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, III instr., 367, f. 461v — 462r).
1809 Mattia Simeone, oste (Registro delli aloggi, f. 57v).
 *Nella casa abita l’oste Luigi Michelini (ibid.).
1812 Osteria “All’Umiltà” (Esercenti).
 *Gestione di Teresa Simeoni (ibid.).
1815, genn. 3*Teresa del fu Angelo Pontone, moglie separata di Francesco Cipelli, vende ai coniugi Giacomo e Andriana Venturini «una casa — situata — nel borgo d’Aquileia, segnata con il c.n. 2086 —. Li — iugali Venturini si obbligano — di pagare d’annuo affitto — it. — L 317,24 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10301, 683).
1836, sett. 27 Teresa Dominissini Florida vende a Girolamo e Antonio Venerio la casa n. 2086 da essa ereditata, confinante lev. contrada del Pozzo, mezzodν Antonio q. Giuseppe Simeoni loco Marchettani e parte — Grattoni enfiteuta di Pace, pon. borgo, tram. fratelli Venerio. «Essa casa è composta di due stanze a pian terreno, altre due in primo appartamento con locale intermedio pel passaggio alle scale, in secondo appartamento di una stanza a levante, due camerini a pon., uno dei quali, sovraposto alla casa del — Simeoni, corridoio intermedio ad essi camerini, e locale che dà l’accesso alle scale frapposto alla camera e ad uno dei camerini e corridoio suddetti; in terzo appartamento granaio, parte del quale è al vento di levante, diviso in due stanze, con semplici pareti di tavole, il qual granaio sovrasta a tutta la casa presente ed a quella del — Simeoni —. Questa vendita — si fa — pel prezzo — di austr. L 4500 — (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10613, 4940).
1852*Appartiene ad Antonio Venerio (Competenze, II, f. 18v).
1876*Caffè di Teresa Toffoloni (COSMI-AVOGADRO, 87), segnalato anche nel 1883 (AVOGADRO, 139).
1945 Distrutta da una bomba.
2087
1792, genn. 3 Pietro q. nob. Antonio Marchettani vende a Nicolò q. Nicolò Nigris da Ampezzo una casa in borgo Aquileia «consistente in una stanza terranea, una camera ed una cucina in primo solaro, ed altra stanza in secondo solaro, sopra la quale avvi un granaro fu di ragione — Marchettani, dalle mani del quale è stato acquistato da — Giacomo Roiatti, a cui incombe il mantenimento del coperto; questa casa — confina a lev. androna detta di S. Pietro, a mezz. — co. Carlo di Pace, a pon. — borgo — ed a tram. — Roiatti —. Questa vendita ha fatta — pel — prezzo di d 270 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9976, XIX instr., 1447, f. 1860v — 1861v).
1801 Nicolò Nigris (Nomenclatura, f. 77v).
1809*La casa appartiene al barbiere Nicolò Nigris, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 58v).
1823, dic. 19 Antonio Marchettani q. Pietro compera all’asta la casa n. 2087, contro l’eredità del q. Nicolò Nigris (vedasi procura per l’acquisto allegata all’atto del 5 genn. 1824).
1824, genn. 5 Antonio Marchettani vende la casa ad Angelo e Caterina coniugi Simeoni per it. L 1500 (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 634, 1210).
1849, febbr. 2*Nell’elenco dei pistrinai, venditori di pane e farina, compilato dal capo del secondo quartiere, al n. 2087 è segnalato Giuseppe Simeoni (A.S.U., C.A. I, 465, 142).
1852*Proprietà di Giuseppe Simeoni (Competenze, II, f. 18v).
1876*Pizzicheria di Angelo Simeoni (COSMI-AVOGADRO, 110).
1945 Distrutta da una bomba.
2088
1801 Co. Carlo M. della Pace (Nomenclatura, f. 77v).
 *Affittuale Antonio Tommada (ibid.).
1809*Proprietà di Giuseppe della Pace. Inquilino il fabbro Antonio Tomadini (Registro delli aloggi, f. 58v).
1824, giu. 12 È di Tomada Antonio. Domanda di sostenere la facciata verso via del Pozzo con una scarpata come quella della casa vicina (A.S.U., C.A. I, 89/X, 2258 Orn. II C, con dis.).
1834, genn. 15*Francesco Grattoni chiede di riformare la casa, aprendo vetrine per un negozio al pian terreno, trasformando la linea delle finestre dall’arco al rettangolo ed elevandola di un piano. La deputazione d’ornato approva (A.S.U., C.A. I, 406/1846/II, 208 Orn. II C, con dis., firmato dal capomastro G.B. Degan).
 *In data 30 aprile la congregazione municipale ingiunge al Grattoni di far eseguire grondaie e tubi fino a terra, entro il termine di 30 giorni. Il 20 genn. 1846 gli eredi di Francesco Grattoni vengono multati per la mancata esecuzione dei lavori previsti dalla legge. In una relazione del 19 dic. dello stesso anno l’ingegnere municipale G.B. Locatelli potrà riferire che il lavoro è stato compiuto1 (ibid.).
1849, febbr. 2*Nell’elenco dei pistrinai, venditori di pane e farina, compilato dal capo del secondo quartiere, è segnalata a questo numero Pasqua Grattoni (A.S.U., C.A. I, 465, 142).
1852*Appartiene a Pasqua Grattoni (Competenze, II, f. 18v).
1876*Pizzicheria di Pasqua Grattoni (COSMI-AVOGADRO, 110).
1883*Bottega del calzolaio Antonio Dossi (AVOGADRO, 140).
1945 Distrutta da una bomba.
   
NOTE1Nel ms. della Porta la notizia della riforma è riportata in data 1846: «È di Francesco Grattoni. Casa di due piani di due finestre, tutte quante romaniche, risulta casa a tre piani».
2089
1766, ag. 20*Pianta di Alessandro Rota relativa alla casa e all’angolo fra «Borgo d’Aquileia» e «Contrada Bariglaria». La planimetria appare eseguita in occasione della richiesta, da parte dei Manenti, di occupare un piccolo spazio di fondo pubblico da utilizzarsi per uno sporto di camino (B.C.U., A.C.A., ms. QQQ.XXXVI, c.108r).
1801 Carlo e fratelli Manenti (Nomenclatura, f. 77v).
1809*La casa appartiene ad Andrea e fratelli Manenti. Vi abita l’ostessa Orsola Mossenta (Registro delli aloggi, f. 58v).
1812 Osteria “al Cacciatore” (Esercenti).
 *Gestione di Orsola Mossenta (ibid.).
  Osteria “Al Cervo” (Esercenti).
 *Gestione di Paolo Deganis (ibid.).
1830, mar. 14 Francesco q. Marino Sporeno vende a Girolamo q. Agostino Tosolini la metà della casa n. 2089 (atto privato, citato nel rogito del 15 nov. 1831 di Osvaldo Colomba).
1831, nov. 15 Lo Sporeno vende al Tosolini l’altra metà, «qual casa confina — a lev. la contrada — del Pozzo, a mezz. — piazza, a pon. il borgo d’Aquileia ed a tram. eredi del co. Giuseppe de Pace» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10313, 2658).
1832, giu. 16 È di Giuliano Tosolini. Casa a due piani di due finestre. Le finestre del primo piano sono ad arco. Sulla facciata una lapide dedicata a *** (A.S.U., C.N., 193, 2517 Orn. II C, con dis. firmato dal capomastro G.B. Degan).
 *Il disegno della facciata è richiesto dal lavoro per il quale il Tosolini domanda licenza: si tratta di una finestra da aprire a livello del marciapiedi davanti alla porta. Il permesso viene concesso, purché la inferriata sia apposta «giusta il prescritto dell’articolo II, lett. h della disciplina municipale, 1 sett. 1821» (ibid.).
1839, lugl. 5 Girolamo Tosolini vende ad Antonio Trivellini la casa 2089 per austr. L 3428,57 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10493, 12196).
1848, genn. 18 Antonio fu Valentino Trivellini vende a Domenico e Giovanni De Marco la casa 2089. Confina a tram. con Francesco Graton (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10515, 18577).
1851, genn. 4°Domenico e Giovanni De Marco vendono ad Antonio e Domenico Serravalle la casa 2089, per austr. L 4500 (not. Giacomo Someda).
1852*Appartiene ad Antonio Grattoni (Competenze, II, f. 18v).
1876 Osteria “al Carniel” (COSMI-AVOGADRO, 106).
 *Gestione di Giacomo Iopp (ibid.).
1932 È del farmacista G.B. Solero. Viene abbattuta e rifatta.
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese... 1880, 306.
2090
1778, ag. 8*Divisioni Simeoni. Al n. 1 «Fabbriche costrutte di muro, coperte di coppi con aria e stalla coperta di paglia, cortivo ed orto, situate nel borgo di Aquileia di questa città sopra la piazzetta detta di S. Pietro; che confinano a lev. ser Angelo Franzolino, a mezz. parte strada pubblica e parte la piazzetta di S. Pietro —, ed a pon. parte l’androna, detta Bariglaria, e parte — Gottardo Venerio, con sedime condotto in enfiteusi da Michiel Roiatto, ed a tram. parimenti —» (B.C.U., ms. Pubblici periti, 79, f. 1v).
1786, ag. 18 Giuseppe ed Angelo q. Tomaso Simeone vendono per d 741 ad Antonio q. Simone Cerni porzione di casa in borgo Aquileia, confinante lev. venditori, mezz. piazzetta di S. Pietro, pon. borgo, tram. Venerio (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, I instr., 126, f. 169r — 170r).
1790, sett. 29*«— Giuseppe ed Angelo — figli del q. Tommaso Simeone del borgo di Acquileia — vendono — una — casa di muro in quattro lati, coperta di coppi, consistente in una stanza terranea ad uso di cucina con camera sopra, divisa da trammezzera di tavole e solaro pur sopra, il tutto posto in questa città nel — borgo — di Acquileia, la quale confina a lev. con cortivo — delli venditori — e — con Giuseppe Simeone loro zio, mezz. la piazza avanti la chiesa di S. Pietro, pon. casa del sig. Antonio Cerna, fu di questa ragione, ed a tram. cortivo — delli venditori —, al sig. Antonio q. Simone Cerna — e ciò pel — prezzo — di L 1120 —» (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, II instr., 285, f. 318v — 319v).
1801 Antonio Biel (Nomenclatura, f. 77v).
 *Affittuale Antonio Gonellino (ibid.).
1803, mar. 11 Antonio q. Simone Cerna vende a Leopoldo q. Marzio Verizio «— una casetta di muri, coperta di coppi, con fondi, che confina a lev. Angelo e consorti Simeoni, a mezz. piazza detta di S. Pietro, a pon. la seguente casetta ed a tram. — Simeoni —» e «— altra casetta in seguito — verso pon. che confina a lev. con la descritta fabbrichetta, a mezz. la piazza di S. Pietro, a pon. l’androna ed a tram. Paolo Roiato —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4806, V instr., 287, f. 422r — 425r).
1804, genn. 7 Leopoldo Verizzo vende a livello francabile le case 2090-2091 a G.B. Tedeschi (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, Istr. 1796-1806, 477, f. 519r — 519v).
1805, ag. 14 G.B. Tedeschi rivende le due case a Leopoldo Verizzo, che le vende ad Angelo q. Dionisio Cremona per d 1000. Il Verizzo le aveva acquistate da Antonio Cerne che le aveva comperate dai fratelli Simeoni con istr. 1790, sett. 29, atti Antonio Marchi (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, Istr. 1796-1806, 531, f. 555r — 555v).
1809 Angelo Cremona, usciere (Registro delli aloggi, f. 58v).
1852 Appartiene a Gioseffa Petruzzi (Competenze, II, f. 18v).
1945 Distrutta da una bomba.
2091
1801 Antonio Biel (Nomenclatura, f. 77v).
 *Affittuale Anna Calzutti (ibid.).
1804, genn. 7 Vedasi n. 2091.
1809 Angelo Cremona, usciere (Registro delli aloggi, f. 58v).
 *Inquilino il portiere Giuseppe Defestin (ibid.).
1852*Appartiene a Gioseffa Petruzzi (Competenze, II, f. 18v).
1860°È di Antonio Petruzzi. Casa a un piano con due finestre gotiche. Viene riformata; risulta casa a un piano di quattro finestre (A.M. Ornato 1857-64).
1945 Distrutta da una bomba.
2092
1801 Consorti Simeoni (Nomenclatura, f. 78v).
1809*Proprietà dell’industriante Antonio e fratelli Simeoni (Registro delli aloggi, f. 58v).
1812 Osteria “I tre mori” (Esercenti).
1821, ott. 19*Il capoquartiere denuncia il pericolo di imminente crollo del muro di cinta del cortile presso la casa n. 2092. In seguito a ciò, Francesco del fu Giuseppe Simeoni viene precettato per la ricostruzione (A.S.U., C.A. I, 53/III).
1838, sett. 20*«Francesco del fu Giuseppe e Gioseffa n. Roiatti coniugi Simeoni — vendono al sig. G.B. del fu Giacomo Plaino a) porzione della casa — n. 2092 —, cioè la porzione tutta che a lev. guarda l’orto attiguo e precisamente la quantità di fondo misurata al lato del cortivo a mezz. per ps 3 pd 1/2, una stanza a pianterreno confina coll’orto, una stanza ad uso di camera sopra detta, porzione di granaro sopra —; confina — a lev., mezzog., pon. e tram. questa ragione; b) orto attiguo alla porzione —, meno il piccolo andito sottoposto al stillicidio della porzione di casa a tram. —. Questa vendita — viene fatta pel — prezzo di austr. L 2300 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni; atto allegato alla vendita successiva rogata da Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4826, 3254, alleg. il dis. della pianta).
1840, dic. 28*«G.B. q. Giacomo Plaino vende — alle proprie figlie Pasqua, moglie di Francesco Grattoni, ed Anna, moglie di Francesco Minighini —: a) porzione della casa — n. 2092 — che — guarda l’orto attiguo; b) orto attiguo —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4826, 3254).
1849, dic. 24°Giovanni e Giuseppe Pantarotto vendono la casa 2092 a Pietro Antonio Roiatti (not. Giacomo Someda).
1850, lugl. 19 È di Pietro Roiatti (A.S.U., C.A. I, 487/1850/VI, 4128 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Giovanni Floretti).
 *Il Roiatti chiede ed ottiene di erigere «— un’abitazione — a ridosso del muro di cinta prospiciente sul borgo —» (ibid.).
1852*Proprietà di Gioseffa Petruzzi; il n. 2092 A appartiene a Francesco Simeoni, il 2092 B a Pietro Zuliani, il 2092 C a G.B. Plaini (Competenze, II, f. 18v).
1868, mar. 21*Su istanza di Pietro Del Giudice contro Francesco Plaino Arrigoni, Adelaida Plaino Scala, Teresa Plaino Volpe, Francesco Meneghini e Pasqua Plaino Grattoni, esperimento d’asta, previsto per i giorni 4, 11 e 23 maggio, di «casa con cortile, fu orto, aderente, situato in Udine nella contrada Bertaldia al c.n. 2092 D —; confina a lev. G.B. Lirutti, a mezz. contrada Bertaldia, a pon. parte Zuliani Pietro e parte Roiatti Domenico» (“Giornale di Udine”, 3, LXIX, 21 marzo 1868, 4).
2093
1801 Nob. Vincenzo Stainero (Nomenclatura, f. 78v).
 *Affittuale Domenico Plaino (ibid.).
1801, giu. 7°«Fabisogno per il riattamento della casa di ragione della nobile famiglia Stainero che servir deve per uso di caserma de’ cannonieri» (Arch. Munic., 1801 giugno).
1807, nov. 30 Il «nob. Vincenzo q. Giovanni Leonardo e Leonardo ed Alessandro padre e figli Stainero vendono — alli sigg. Pietro ed Antonio fratelli q. Simone Bearzi, oriundi di Oltris in Cargna, un sedime con fabriche coperte di coppi e parte di paglia, fondo, cortivo ed orto situato nel borgo di Mezzo — al c.n. 2093, tenuto ad affitto semplice da Simone e Domenico fratelli Plaino, nonché nove corpi di terra —. Questa — vendita hanno fatto — pel — prezzo — di ducati milleseicentoventiquattro lire cinque soldi due —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10583, 7).
1809 Pietro e fratelli Bearzi (Registro delli aloggi, f. 58v).
 *Nella casa abita l’agricoltore Domenico Plaino (ibid.).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Pietro del fu Simone Bearzi della casa n. 2093 è citato tra i possessori di fondi confinanti con le mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 95).
1832, dic. 9 I figli del q. Pietro Bearzi vendono per austr. L 8200 a Giovanni ed Angelo di Simone Plaino la «casa — n. 2093, composta di piϊ abitati, con innerenti fondi di cortivo ed orto — tra li confini a lev. parte — Francesco Mansutti, parte erredi q. Vallentino Del Bianco e parte Mattia Manin e mezz. fondi addetti alle pubbliche mura della città, pon. parte — fraterna di S. Nicolò, parte Tulio — Francesco, parte erredi q. Domenico Tomasoni e parte il — demanio ed alli monti il — borgo —. La — vendita viene fatta — per — austr. — L 8200 —» (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 637, 3443).
1833, genn. 7*Giovanni Plaino produce disegno nell’intento di «ridurre porzione di faciata della casa di sua ragione situata — nel principio della calle Bertaldia, recinto del borgo d’Aquileia —, n. 2093 —». Il permesso gli viene concesso (A.S.U., C.A. I, 206/1833/I, 117 Orn. II C, con dis.).
1844, ag. 14 È di Angelo Plaino. Casa a due piani di cinque finestre piϊ a destra una trifora (A.S.U., C.A. I, 406/1846/II, 5401 Orn. II C, con diss., firmati da Valentino Driussi).
 *Il proprietario inoltra un progetto di riforma che viene giudicato «tollerabile» dalla deputazione d’ornato. Un secondo progetto, presentato il 9 settembre, prevede la trasformazione del portone del muro di cinta. Tuttavia il 19 dic. 1846 l’ingegnere municipale G.B. Locatelli redige una relazione dalla quale risulta che «le opere precettate ed a cui il Plaino si è obbligato, non sono ancora eseguite» (ibid.). Il 1846 è l’anno nel quale si assegnano multe per la mancata costruzione di cornicioni e grondaie (ibid.).
1852*Il n. 2093 appartiene ai fratelli Plaino; il n. 2093 A ad Angelo Plaino (Competenze, II, f. 18v).
2094
1801 Fraterna del Ss.mo Sacramento (Nomenclatura, f. 78v).
 *Affittuale Bortolo Tommasone (ibid.).
1809 Bortolo Tomasone, sarto (Registro delli aloggi, f. 58v).
 *Vi abita la guardia di finanza Giovanni Zoccolo (ibid.).
1819*Bortolo e fratelli del fu Domenico Tommasoni, proprietari del n. 2094, nel rilievo Bernardinis sono citati tra i possessori di fondi confinanti con le mura urbane (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 96).
1833, genn. 7°°Vedasi n. 2093.
1852*Proprietà di Maria Tomasoni. Il n. 2094 A appartiene a Giacomo Tomasoni (Competenze, II, f. 19v).
1876*Al n. 2094, bottega del calzolaio Angelo Dossi; al n. 2094 B, pizzicheria di Giovanna Tosolini (COSMI-AVOGADRO, 88, 110).
1945 Distrutta da una bomba.
Chiesa di S. Pietro
1278 Prima menzione della chiesa di S. Pietro1 (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 213r).
1348, magg. 2 Consacrazione della chiesa.
1810 La sede parrocchiale è trasportata al Carmine. La chiesa, incamerata dal demanio, servì poi di magazzino militare.
1848 È incendiata da una bomba austriaca durante l’assedio di Udine.
1945 Distrutta da una bomba.
   
NOTE1Nella prima stesura il della Porta presenta la chiesa nei seguenti termini: «Con decreto 18 dic. 1807 e succ. 1808, le parrocchie furono ridotte a cinque. Il governo austriaco ripristinò le otto parrocchie. La parrocchia di S. Pietro fu trasportata ai Carmini nel 1814 e la chiesa di S. Pietro ridotta a magazzino militare. Nel 21 apr. 1848 fu incendiata da una bomba austriaca». L’autore cita come fonte JOPPI-[FACCIOLI], Chiese.
   
STUDI INEDITI CICONI, Memorie sulla chiesa di S. Pietro in borgo Aquileia, B.C.U., ms. 521 CIPOLLA, Memorie, f. 73r FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 115v — 116r, 212r, 215r; RAIMONDI, Gioia preziosa, f. 67v.
   
BIBLIOGRAFIA BALDISSERA, Istituzioni religiose, 90; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 116; BRAGATO, Guida, 73; CARLINI, Storia nostra, 8-11; CAVALCASELLE, La pittura, 59-60, 292; DE PIERO, Antiche parrocchie, 61, 62; DE PIERO, I borghi, 294; JOPPI, Udine prima del 1425, III; di MANIAGO, Guida, 56; [POJANI], Memorie... di via Aquileia, 7-12; della PORTA, Udine che scompare, 10; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 19; 3 (1937), 8, 14.
   
ICONOGRAFIA GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, n. 26; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 57; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 64; MURERO, Udine metropoli, n. 26; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 41.
2095
1377, magg. 20 «Livellatio nob. d. Simonis de Prampergo mag. Francisco cerdoni q. Candidi —» (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, 458, f. 79r — 80v).
1405, lugl. 31 «Testamento de Candussio calligaro che tassò detti beni al pio hospitale —» (ibid.).
1469, lugl. 9 «Concession del pio hospital [dei Calligari] a Zuan de Gregorio, purcitaro —» (ibid.).
1594 «Li heredi di Francesco de Zuan q. Gregorio, purcitaro, pagano di affitto semplice ogni anno —, sopra le case poste in Udine, in borgo di Aquileia apresso la Porta ed il bayarzo contiguo de campi doi in circa et sono di muro, solerate —, coperte di coppi, tenute per mess. Francesco Mula nodaro, Piero et Zanin Mula et mess. Hieronimo q. ser Zuan Mula, con horto drio, confina verso li monti con la giesa de San Piero de Berthaldia, a sol levado con mess. M. Antonio q. mess. Valentin Staynero, a mezo dν li muri della città, a sol a monte con la via publica» (ibid.).
1646, sett. 5 «La casa — fu concessa a livello francabile a mess. Zorzi Madaguzzi albanese e Lucrezia Ongara iugali, come appar instromento di mano di mess. Nicolò Bergamino not. e cancelliere —» (ibid.).
1801 Canonica del parroco di S. Pietro (Nomenclatura, f. 78v).
1809*L’edificio appartiene alla chiesa di S. Pietro e del Carmine. Vi abita il parroco (Registro delli aloggi, f. 58r).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, la chiesa di S. Pietro è citata tra i possessori di fondi confinanti con le mura urbane (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 97).
1836, sett. 15 Il demanio vende a pre’ G.B. Pizzamiglio per L 1500 «la — casa con fondi e corticella — n. 2095 —, eretta da muri, coperta di coppi, composta di stanze terranee e solari superiori, fra li confini a lev. col cimitero della profanata chiesa di S. Pietro, a mezz. Cargnelutti Antonio q. Giorgio di Tricesimo, e parte Tullio, a pon. la piazzetta detta di S. Pietro ed a tram. la chiesa di S. Pietro e cimitero —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4820, 1789).
1852*Appartiene a G.B. Spizzamiglio (Competenze, II, f. 19v).
1876*Pizzicheria e rivendita di liquori e commestibili diversi gestite rispettivamente da Giovanna e Antonio Podrecca (COSMI-AVOGADRO, 99, 110).
2096
1801 Giorgio Cargneluto di Tricesimo (Nomenclatura, f. 78v).
 *Affittuale il parroco di S. Pietro (ibid.).
1809*Proprietà di Giorgio Cargnelutti. Inquilino il parroco di S. Pietro (Registro delli aloggi, f. 58v).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Giorgio Cargnelutto, proprietario della casa n. 2096, è citato tra i possessori di fondi confinanti con le mura urbane (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 98).
1852*Appartiene a Giorgio Cargnelutti (Competenze, II, f. 19v).
1876*Negozio di tele gregge e colorate, lino, canape e cordami, gestito da Leonardo Tami (COSMI-AVOGADRO, 115).
2097
1801 Giacomo Tullio (Nomenclatura, f. 78v).
 *Affittata (ibid.).
1809*La casa è divisa fra due proprietari. La parte di Agnese Tullio è abitata dal fabbro Antonio Minissutti, dal calzolaio Giorgio Bonesco e dall’ortolano Pietro Venier; quella del macellaio Pietro Pignolo è abitata dal domestico Giacomo Miani (Registro delli aloggi, f. 58v).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Pietro Orlando della casa n. 2097 è citato tra i possessori di fondi confinanti con le mura urbane (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 99).
1852*Appartiene a Francesco Tullio (Competenze, II, f. 19v).
2098
1801 Ven. fraterna dei Calzolai (Nomenclatura, f. 78v).
 *Affittuali G.B. Predemano e G.B. Moro (ibid.).
1809 Demanio (Registro delli aloggi, f. 58v).
 *Nella casa abita il domestico Giacomo Caligaro (ibid.).
1810, mar. 13 Era del r. demanio, come il n. 2099, già della confraternita dei Calzolai. «Casa con orto da vicini —, marcata colli n. 2098 e 2099 —, condotti con titolo di semplice affitto in tre separate porzioni da tre particolari —. L’ora def. — G.B. del fu G.B. Beltrame, col favore del decreto — 17 genn. 17 marzo e — 28 seti. — 1807 insinuò — domanda — diretta ad acquistare a trattativa la — proprietà —. In seguito il — direttore dipartimentale del demanio invitò — il — Beltrame a comparire — per le trattative di regola —. Il Beltrame — dichiarò di non poter accedere all’acquisto, perché la casa al n. 2098 era stata dopo l’opzione in parte guastata da un incendio occorso all’occasione dell’ultimo passaggio dei Russi e perché alli beni eransi aggiunti nelle stime altri tre pezzi di terra —. Il direttore dipartimentale del demanio — invitò — Giacomo del fu G.B. Moretti, consulente della sign. Margherita n. Galvani rel. del — decesso — G.B. Beltrame — a recarsi in quest’uffizio per conciliare la cosa —. In pendenza delle trattative —, G.B. del fu Domenico Balico — offri l’aumento di un due percento sull’acquisto —. Il Balico — dichiarò — di acquistare, per — nome o nomi da dichiarare, li detti casa, orto e due pezzi di terra per il prezzo — d’it. L 3532,58 —, oltre l’aumento del 4 % —» (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10431).
1810, ag. 21 Il demanio vende a G.B. del fu Domenico Ballico le case n. 2098-2099 già della confraternita dei Calzolai (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10421, 318; allegate descrizione e stima della casa e orto ad opera dell’ing. Paolo Bianchi).
1810, ag. 22*G.B. Balico dichiara di aver effettuato l’acquisto per conto di Margherita Galvani e pupillo Beltrame e trasferisce agli stessi la proprietà acquistata il 21 ag. (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10422, 333).
1813, genn. 14*«Margherita n. Galvani ved. del fu — G.B. Beltrame di Caminetto di Buri, divenuta proprietaria del — locale — marcato con li c.n. 2098 e 2099, avendo divisato — di slargare una porta in piano e di rompere il muro per fare una fenestra pur al pian —». Il permesso viene concesso (A.S.U., C.N., 180/XIX).
1818, febbr. 20 «— Margherita ved. Beltrame —, tutrice del — figlio Giacomo, suscetto col def. G.B. — Beltrame, unitamente al — consulente — Giacomo Moretti — vendono a corpo — all’antecitato G.B. Ballico — la casa — portante li c.n. 2098 e 2099 con cortivo ed orto, il tuto unito situato — nel recinto del borgo — d’Aquileia, confinante a lev. e mezz. con le — mura della città, a pon. il borgo antecitato ed a tram. — Francesco Tulio —. La — vendita viene — fatta — per la somma — di it. — L 3806,88 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10306, 1152).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Francesco e fratelli del fu Giacomo Tullio sono citati tra i possessori di fondi confinanti con le mura urbane (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 100).
1820, magg. 9*«L’ing. Valentino Presani retrocede il progetto Ballico colle relative osservazioni». Il disegno non è pervenuto. Il Presani lo commenta nei particolari (A.S.U., C.A. I, 35/V, n. 23).
1821°È di G.B. Ballico (A.M., 1821, b. 53).
1821, giu. 8*G.B. Ballico inoltra progetto per sistemare «nel modo più economico la facciata situata in fondo borgo Aquileia — n. 2098 —». La deputazione d’ornato accorda il permesso, anche se l’insieme appare assimmetrico, in quanto «un muro interno impedisce di poter collocare la porta in mezzo». Inoltre raccomanda di sostituire ai mattoni la pietra nelle «erte» (A.S.U., C.A. I, 53/1821/III, 2572 Orn. II C, con dis.).
1828, nov. 25 G.B. Ballico vende a Giacomo Molinis q. Valentino per L 7510 la casa 2098-2099, confinante lev. e tram. Francesco Tullio, mezz. mura, pon. piazza del borgo di S. Pietro (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10622, Rep. IX, 5036, f. 7v).
1830, apr. 28 Giacomo Molinis oste vende ad Antonio ed Orsola Fabro, osti, le case 2098-2099 per L 7510. Confina lev. e tram. Francesco di Giacomo Tullio, mezz. mura, pon. piazza (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10313, 2514).
1840, dic. 6 Caterina Del Fabro vende a Pietro Garibaldi «la porzione di casa ad essa — spettante quale erede del def. Antonio Del Fabro —, dal corpo della casa sita — alli c.n. 2098 e 2099 —. La vendita — viene fatta — per il prezzo — di austr. L 2000 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4826, 3227).
1852*Proprietà di Sebastiano Girardis (Competenze, II, f. 19v).
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese... 1903, 69.
2099
1801 Ven. fraterna dei Calzolai (Nomenclatura, f. 78v).
 *Affittuale Filippo Urbano (ibid.).
1809 Demanio (Registro delli aloggi, f. 58v).
 *Inquilino l’agricoltore Giuseppe Pontone (ibid.).
1810, mar. 13 Vedasi n. 2098.
1812, magg. 26*In seguito ad atto oppignorativo del 14 marzo, esperimento d’asta di «una stanza a pianterreno al n. 2099, confina a levante col debitore, a pon. le mura della città» (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 1).
1814, magg. 26*In seguito ad atto oppignorativo del 28 aprile, asta di una cucina al pianterreno di proprietà di Galvani Beltrame (A.S.U., C.N., 81, Avviso d’asta per pagamento imposta prediale, IV rata 1813).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, G.B. del fu Domenico Balico è citato nell’elenco dei possessori di fondi confinanti con le mura urbane (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 101).
1828, nov. 25*Vedasi n. 2098.
1852*Proprietà di Sebbastiano Girardis (Competenze, II, f. 19v).
1876 Osteria “Al Piemontese” (COSMI-AVOGADRO, 105).
 *Gestione di Giovanni Albertinali (ibid.).
1883 Osteria “Alla torre” (AVOGADRO, 151).
 *Gestione di Francesco Callegari (ibid.).
 *Recapito del negoziante di cavalli Domenico Pepe (AVOGADRO, 141).
2100 Porta Aquileia esterna
1797, giu. 30 Vedasi Porta Ronchi, tra la casa 1892 e la casa 1893.
1801 Giuseppe Lanz, custode della Porta (Nomenclatura, f. 78v).
1809*Vi abita un «sott’ispettore di finanza» (Registro delli aloggi, f. 58v).
1819, magg. 20°°Francesco Bernardinis presenta la Topografia delle muraglie urbane della r. città di Udine tra le porte Aquileia, Ronchi e Pracchiuso, rilevata inesivamente ad ord. della r. congregazione municipale di Udine n. 964, 18 marzo 1819, scala 1.2000. Vedasi Porta Ronchi, tra la casa n. 1892 e la casa n. 1893
1820, ott. 23*La deputazione d’ornato alla congregazione municipale: «Per adempiere al cenno importato dall’ossequiato decreto di cotesta congregazione municipale n. 3451 —, questa deputazione in concorso dell’ing. Valentino Presani, si è recata sopra luogo alla Porta Aquileia, onde riconoscere se convenga o no la costruzione della proposta nuova stanza di uso di quella ricettoria. Praticati — i convenienti esami, le accade di assoggettare che, istituita pel miglioramento simetrico dei fabbricati frontezzanti le strade, non può approvare il progetto presentato per la dilatazione della ricettoria stessa. L’aggiunta che si propone non ha in se medesima alcun merito nella parte di decorazione e piϊ s’allontana interamente dal carattere del vecchio fabbricato a cui s’intende addossare e non conserva alcun legamento con le linee di questo. La sua posizione devesi considerare come la migliore di quel borgo ed è punto tanto interessante, anziché abbellirlo, si anderebbe a deformarlo con nuove bruttezze» (A.S.U., C.A. I, 35/V, 60).
1827, nov. 10*La deputazione eleva accese proteste, in quanto il comune, con avviso 12 ott. p.p., n. 4044, ha messo in vendita i torrioni delle porte di Aquileia, Grazzano e Poscolle (A.S.U., C.A. I, 135/XV, 165 Case II).
1838*Preventivo di spesa di L 22,17 per riparazioni alla porta, senza specifica (A.S.U., C.A. I, 282, Passività... 1838, n. 128).
1838*Il comune affitta la torre a Girolamo Vicario per L 92 annue. Scadenza all’11 nov. 1845 (A.S.U., C.A. I, 282, Attività... 1838).
1848*La torre con l’orticello aderente è affittata a Teresa Chiandussi. Il contratto decorre dal 25 ag. 1846 e scadrà il 30 giugno 1855 (A.S.U., C.A. I, 442, Attività... 1848, Fitti di case, fondi e spazi, n. 26).
1852*È giudicata «inservibile» (Competenze, II, f. 20r).
1938 Torre di Porta Aquileia.
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 30 mar. 2007 ai sensi del D.Lgs. 42/2004.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, 42v, 116r.
   
BIBLIOGRAFIA Ancora nulla deciso; A Porta Aquileia nel 1848; BATTISTELLA, Udine nel periodo napoleonico, 65-79; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 244; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 390-391; CHIURLO, Epigrafi, 67; CICONI, Udine, 471; COMELLI, L’arte della stampa, 71, 76; COMELLI, Passeggiate, 24; D’AGOSTINI, Ricordi militari, II, 48-57; MIOTTI, Castelli... gastaldie, 371-372; MIOTTI, Storia ed evoluzione, 140; L. PALLADIO degli OLIVI-CAIMO DRAGONI, Memorie, 39; PICCO, Arte; PICCO, Le bazzecole storiche della torre; PICCO, La demolizione della torre; Parti prese... 1887, 51, 97; Parti prese... 1898; 56; PIERI, Napoleone, 141; PILOSIO, Cronaca, 70; della PORTA, Toponomastica, 7-8; della PORTA, Udine scomparsa, 44; SERAFINI, Dalla torre di Porta Aquileia; SIBILLE-SIZIA, Storia segreta, 11-18; [del TORSO], Perché distruggere il nostro patrimonio? ; VALENTE, Sfida i tempi, 18; Verranno abbattuti due archi.
   
ICONOGRAFIA F. BERTELLI, Città d’Udine; P. BERTELLI, Città d’Udine; CADORIN, Udine città; CORONELLI, Udine; GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma; LASOR A VAREA, Udine metropoli; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine; MURERO, Udine metropoli; SCOLARI, Udine; SCOTO, Udine metropoli; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta; RASICOTTI, L’antica e nobilissima città d’Udine.