Consiglio dei Distretti Notarili Riuniti di Udine e Tolmezzo
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Università degli Studi di Udine
Memorie su le antiche case di Udine di Giovanni Battista della Porta: un archivio aperto per la conoscenza della città storica
progetto di ricerca a cura di Anna Frangipane dall’edizione a stampa curata da Vittoria Masutti, 1984-1987
TESTO INTEGRALE
Memorie su le antiche case di Udine: parte II (da 1701 a 1900)
1701 Istituto Tomadini
1801 Domenico Pettoello (Nomenclatura, f. 63v).
 *Affittuale Raffaele Bassi (ibid.).
1809 Co. Girolamo Caiselli (Registro delli aloggi, f. 47v).
 *Nella casa abita l’agricoltore Raffaele Bassi (ibid.).
1852*Casa inabitabile (Competenze, II, f. 8v).
1862, mar. 1°I coo. Caiselli vendono all’istituto Tomadini i n. 1701, 1703, 1704, 1705 (not. Giovanni Someda).
1874*Con la numerazione rossa l’edificio è censito come corpo unico coi n. 1706 e 1707 (Prospetti, 126).
Chiesa del Tomadini
  dedicata a S. Girolamo Giustiniani e San Giuseppe Calasanzio. Ricostruita nel 1891.
   
BIBLIOGRAFIA “L’alchimista friulano”, 5, XXXV (27 ag. 1854), 280; BALDISSERA, Chiesa cattolica, 87, 92; BELLINA-DONATO, Il Tomadini; BIASUTTI, Padre Luigi Scrosoppi, 89; BRAGATO, Guida, 81; CAPELLANI, Guida alla beneficenza, 105-110; COSMI-AVOGADRO, Guida, 72; DE PIERO, Antihe parrocchie, 84-87; D.P., Orphano tu eris, 264-275; C. E[RMACORA], Un costruttore, 243; GIUSSANI, Degli istituti di beneficenza, 94-98; MISANI, Istituti scolastici, 257, 264-265; P[ICCO], La festa scolastica; PICCO, Laboratorio all’Istituto Tomadini; PICCO, Scuole di disegno, 24; della PORTA, La pena di morte, 212; della PORTA, Toponomastica, 26-27; Statuto organico dell’ospizio.
1702
1801 Rr. mm. delle Convertite (Nomenclatura, f. 63v).
 *Affittuale Angelo Tosolini (ibid.).
1809 Giovanni Tosolini, falegname (Registro delli aloggi, f. 47v).
1831, febbr. 24*Disegno per il progetto di riforma (A.S.U., C.A. I, 182/V, 210 Orn. II C).
1832, sett. 17*Domenico Palla vende a Nicolò Picco «la casetta — situata — nel borgo di Treppo — n. 1702 —, la qual casetta è composta in piano da una stanza e sito della scala con tre solari sopra —; confina a lev. il — borgo — di Trepo ed agli tre venti di mezzodì, pon. e tram. con li nobb. — kav. Carlo e Girolamo fratelli Caiselli — q. — co. Francesco, e nello stato attuale rovinoso —. La — vendita viene — fatta — per — ven. — L 1800 eguali ad austr. — L 1028,57 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10314, 2735).
1852*Appartiene ai fratelli Mangilli (Competenze, II, f. 8v).
1862, mar. 1°Caterina fu Osvaldo Tosoni vende all’istituto Tomadini la casa 1702-1703 (not. Giacomo Someda).
   
BIBLIOGRAFIA Vedasi n. 1701.
1703
1801 Domenico Pettoello (Nomenclatura, f. 63v).
 *Affittuale Giacomo Cella (ibid.).
1803, magg. 10.*«— Giovanni, figlio del sig. Osvaldo q. — Giovanni Cortolezzis —, procuratore di detto Osvaldo —, ha venduto — alli — coo. Carlo e Girolamo fratelli Caiselli — le tre case con fondi ed orto poste — in borgo di Treppo, dal corpo di quelle fatte ad esso — Cortolezzis escorporare al sig. Bernardino q. Mattia Pettoello, con escorporazione 26 marzo 1802 del pubbl. per. — Giovanni Carlo Iacotti —: una al n. 8 di detta escorporazione, tenuta in affitto da — Giacomo ed Osvaldo fratelli Cella in forza di locazione 12 giugno 1802; altra al n. 10 —, affittata parte a — Leonardo Bertoli con locazione 19 maggio 1802, parte a — Francesco Indri con locazione primo giugno 1802 e parte a — iug. Passeri con locazione 21 magg. — 1800 —. Questa — vendita ha fatto — per — d 1048 L 5 della casa al n. 8, di d 793 L 3 s 13 della casa al n. 9 e di d 1284 L 5 s 7 della casa al n. 10 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLVI instr., 3438, f. 4520v — 4522v).
1809 Co. Girolamo Caiselli (Registro delli aloggi, f. 47v).
 *Vi abitano i tessitori Giovanni e fratelli Cella (ibid.).
1852*Proprietà di Carlo Caiselli (Competenze, II, f. 8v).
1862, mar. 1 Vedasi n. 1701, 1702.
   
BIBLIOGRAFIA Vedasi chiesa dell’istituto.
1704
1801 Domenico Pettoello (Nomenclatura, f. 63v).
 *Affittuale G.B. Brusutti (ibid.).
1803, magg. 10*Vedasi n. 1703.
1809 Co. Girolamo Caiselli (Registro delli aloggi, f. 47v).
 *Vi abita il sarto Leonardo Bertoli (ibid.).
1852*Appartiene ai fratelli Caiselli (Competenze, II, f. 8v).
1862, mar. 1 Vedasi n. 1701.
   
BIBLIOGRAFIA Vedasi chiesa dell’istituto.
1705
1801 Domenico fu Mattia Pettoello (Nomenclatura, f. 63v).
 *Affittuale Francesco Indri (ibid.).
1803, magg. 10*Vedasi n. 1703.
1809 Co. Girolamo Caiselli (Registro delli aloggi, f. 47v).
1852*Appartiene ai fratelli Caiselli (Competenze, II, f. 8v).
1854, giu. 20*Gerolamo Caiselli presenta progetto con il disegno «di un nuovo portone che — desidera aprire nel muro di cinta posto fra le due base ai c.n. 1705 e 1706 in borgo Treppo». La deputazione d’ornato approva (A.S.U., C.A. II, 66, 4291 Orn. II C, con dis. firmato da Valentino Dreussi).
1862, mar. 1 Vedasi n. 1701.
   
BIBLIOGRAFIA Vedasi chiesa dell’istituto.
1706
1801 Luigi del fu Francesco Bertoldi (Nomenclatura, f. 63v).
 *Affittuale Santo Gabinelli (ibid.).
1809 Co. Leopoldo di Strassoldo (Registro delli aloggi, f. 47v — 48r).
 *Nella casa abitano il notaio Luigi e fratello Bertoldi (ibid.).
1814, apr. 2*In seguito ad atto oppignorativo del 20 febbr., per morosità nel pagamento della quarta rata d’imposta prediale del 1813 (L 15,05), asta di una stanza al pianterreno a pregiudizio di Leopoldo del fu Giuseppe Strassoldo (A.S.U., C.N., 81, Avviso d’asta).
1836 Fondazione dell’istituto Tomadini.
1852*Appartiene agli eredi di Antonio Scarpa (Competenze, II, f. 8v).
1854, giu. 20*Vedasi n. 1705.
1852, dic. 6 Vedasi n. 1707.
1874*L’edificio è censito come corpo unico coi n. 1701 e 1707 (Prospetti, 126).
   
BIBLIOGRAFIA Vedasi chiesa dell’istituto.
1707
1801 Luigi fu Francesco Bertoldi (Nomenclatura, f. 63v).
1809 Co. Leopoldo di Strassoldo (Registro delli aloggi, f. 47v).
1812, magg. 26*In seguito ad atto oppignorativo del 9 marzo, asta di «una stanza a pianterreno al n. 1707; a lev. — Girolamo Caiselli, a tram. Leonardo Roi». Debitore, per L 18,18, è Leopoldo di Strassoldo (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, 8).
1812, ag. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 14 maggio, asta di «una stanza a pianterreno al n. 1707, a mezz. sigg. Caiselli, tram. Galvani Antonio» (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, 178).
1852*Eredi di Antonio Scarpa (Competenze, II, f. 8v).
1852, lugl. 18°°Vedasi n. 1708.
1852, dic. 6 Bernardina Gerlin Scarpa vende all’Orfanotrofio Tomadini i n. 1706-1707 (Notizia avuta da mons. Giuseppe Vale).
1874*L’edificio è censito come corpo unico ai n. 1701 e 1706 (Prospetti, 126).
   
BIBLIOGRAFIA Vedasi chiesa dell’istituto.
1708
1801 Pietro Galvani di Campeglio (Nomenclatura, f. 63v).
 *Affittuale G.B. Boncompagno (ibid.).
1809*Proprietà del sac. G.B. Galvani. Vi abita l’agricoltore Giuseppe Boncompagno. Una parte è di Leonardo Zai (Registro delli aloggi, f. 47v).
1812, ag. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 14 magg., asta di «una stanza a pian terreno al n. 1708, a merid. Leopoldo Strasoldo, a tram. Leonardo Zai». Debitore, per L 7,59, è Antonio Galvani (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, 157).
1837, lugl. 3*A Francesco Zai «per nuovi usi interni, occore — di aprire una porta ed una finestra ad uso di ribatto nella propria casa — n. 1708». La deputazione d’ornato approva con alcune modifiche (A.S.U., C.A. I, 269/III, 3796 Orn. II C, con dis.).
1852*I n. 1708, 1708 A, B, C, sono proprietà di G.B. Galvani q. Pietro (Competenze, II, f. 8v).
1852, lugl. 18*G.B. Galvani «ha divisato — di ridurre il prospetto del piano terra della propria casa, sita in borgo di Treppo alli c. n. 1708 e 1709». Il progetto è giudicato «tollerabile» (A.S.U., C.A. II, 66/1853, 4999 Orn. II C, con diss.).
 °°Il disegno è firmato da «Ant. Nussi».
1853, lugl. 5*Vedasi n. 1709.
1709
1801 Leonardo Zoi (Nomenclatura, f. 64v).
 *Affittuale Paolo Bevilacqua (ibid.).
1809*Censita insieme con il n. 1710, la casa appartiene al «ricettore» Lenardo Zoi, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 47v).
1832*Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al calzolaio Giuseppe Magrino l’avviso municipale n. 1050, diretto ai venditori che ingombrano la strada «con merci di fruti et oggetti riguardanti la salubrità» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene a G.B. q. Pietro Galvani (Competenze, II, f. 8v).
1852, lugl. 18°°Vedasi n. 1708.
1853, lugl. 5*G.B. Galvani, proprietario delle case 1708 e 1709, chiede ed ottiene il permesso «di procedere nella sistemazione» del complesso, alzandolo di un piano e completandone il prospetto sul borgo (A.S.U., C.A. II, 66/1853, 4633 Orn. II C, con diss.).
1937 Orfanotrofio Tomadini.
1710
1801 Leonardo Zoi (Nomenclatura, f. 64v).
1809*Vedasi n. 1709.
1847, apr. 14°È di Valentino e Giuseppe fu Francesco Zoi; viene venduta all’asta e deliberata all’ospedale di Udine1.
1847, lugl. 16°L’ospedale la vende per L 8000 a Giovanni Esposito di Villa d’Adda di Bergamo (not. Giacomo Someda).
1852*Proprietà di Giovanni Esposto (Competenze, II, f. 8v).
   
NOTE1Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte.
1711
1801 Gottardo e nipoti Venerio (Nomenclatura, f. 64v).
 *Affittuali Andrea Coecul e Andrianna Vida (ibid.).
1809*L’edificio appartiene a Girolamo e Francesco Venerio. Vi abitano l’«indigente» Andrea Occorn e il «bavellino» Bortolo Sfacciadon (Registro delli aloggi, f. 47v).
1850, lugl. 13 La congregazione municipale, in risposta alla richiesta della delegazione provinciale sul numero e la ubicazione dei locali destinati alla guarnigione militare in Udine «prima degli sconvolgimenti politici del marzo 1848», indica tra gli altri il n. 1711 (A.S.U., C.A. I, 490/III, 3990/3927).
1852*I fratelli Venerio sono proprietari del 1711 e del n. 1711 A (Competenze, II, f. 8v).
1712
1801 Antonio Feruglio (Nomenclatura, f. 64v).
 *Affittuale Lucia Malisana (ibid.).
1809*La casa appartiene ad Elena Feruglio. Vi abita l’agricoltore Pietro Malisana (Registro delli aloggi, f. 47v).
1827, mar. 31*Divisioni Feruglio ad opera di Osvaldo Colomba. A Giuseppe Feruglio vengono tra l’altro assegnate «tre stanze in borgo di Treppo — formanti parte delli c.n. 1712, 1713» (B.C.U., ms. 2254).
1852*Proprietà dei fratelli Venerio (Competenze, II, f. 8v).
1713
1801 Antonio Feruglio (Nomenclatura, f. 64v).
1809 Girolamo Venerio (Registro delli aloggi, f. 47v).
 *L’edificio appartiene a quattro gruppi di proprietari: la parte di Girolamo e fratello Venerio è abitata dalla lavandaia Innocente Lollara; quella del falegname Antonio Di Laura è occupata, oltre che dal medesimo, dalla lavandaia Elisabetta Bevilaqua; quella dell’incannatrice Anna Toso è abitata dalla stessa proprietaria, dal cordellaio Giacomo Grisone e dall’agricoltore Giovanni Zanor; nell’ultima, di Elena e sorella Feruglio, si trovano come inquilini il muratore Michele Zamparo, il cappellaio Giacomo Magrino e il linaiolo Giacomo Di Niccolò (ibid.).
1810, genn. 29 «Anna n. Toso —, moglie in primi voti del q. Giuseppe Zilli —, ha — venduto — alli — fratelli» Girolamo e Antonio «q. Francesco Venerio — la casa — posta — nel borgo di Prachiuso al c.n. 17041; confina a lev. parte — Antonio Basina in loco della fratterna de’ Caligari, parte — Elena Feruglio, erede Del Forno, e cortivo, ossia ingresso promisquo, mezz. li detti — Venerio, pon. eredi del q. Sebbastiano Gobetti e li stessi — Venerio ed a tram. Antonio Tosolino ed il r. demanio —; qual casa è pervenuta in — Anna Toso, — legataria del prenominato — Giuseppe Zilli padre del primo marito, in virtϊ del testamento di 15 — sett. 1798 not. Ignazio Brunelleschi —, e — metà per acquisto da essa fatto dalle mani di Santa, moglie rel. — del q. Giuseppe Zilli come da privata carta del — 18 lugl. 1799 —. Questa — vendita ha fatta — per — it. — L 1903,50 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10585, 202).
1811, mar. 9*In seguito ad atto oppignorativo del 16 febbr., asta senza esito di una camera al primo piano a pregiudizio di Antonio Di Laura (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta).
1814, ag. 6 Lucietta De Laura, moglie di Nicolò fu Giacomo Bettini, vende a Giuseppe di Domenico Pevarini «una casa con cortivo e lotto promiscuo, compresa anche la pergola di vitti —, sita — nel principio della contrada di Treppo — n. 1713» per L 793,103. «Confina a lev. le sorelle Gobessi, a mezz. Francesco Zoi, a pon. e tram. — Venerio» (A.S.U., N., Domenico Micheloni, 10328, 1311).
1815, sett. 21 Girolamo ed Antonio Venerio del fu Francesco vendono ad Angelo ed Elena q. Sebastiano Gobetti una casa in Pracchiuso, n. 1713, confinante lev. parte Antonio Basina in loco fraterna dei Calligheri, parte Elena Feruglio, erede Del Forno, e cortivo o ingresso promiscuo, mezz. Venerio, pon. stessi Gobessi e Venerio, tram. Antonio Tosolini e demanio. I Venerio avevano acquistata questa casa dalla sign. Anna Toso con istr. 29 genn. 1810, atti Cassacco, nel quale per errore era stata indicata con il n. 1704 (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10582, Rep. IV, 1741, f. 18r).
1815, dic. 20*«— Giuseppe Gobetti — ha — venduto — alle sorelle Angela ed Elena — Gobetti — una stanza di muro coperta di coppi chiamata il magazzino, posta nel borgo di Treppo, formante parte della casa coscritta col c.n. 1713, corrispondente all’orto delle — sorelle compratrici —, che — col pubblico istr. 17 giugno 1761, a rogiti del sig. Gerardo Muzzanini — fu del comun loro autore acquistato dalle mani delli sigg. Girolamo q. — Francesco e Gottardo e Francesco che fu — Simone, zio e nipote Venerio —» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10628, 1807).
1823, dic. 1*«Elena del fu Sebastiano Gobetti, moglie del sig. G.B. Sacchi — dona alla sorella — Angiola Gobetti — l’usufrutto dei beni infrascritti e la proprietà dei beni stabili: — metà — casa in — borgo — Pracchiuso al c.n. 1713; confina a lev. — Perissini Giuseppe, mezz. parimenti —, pon. il premesso — e sett. il numero seguente —; metà — della casa in Udine, borgo suddetto al c.n. 1714 —, confina a lev. — Feruglio Giuseppe e sorelle del fu Antonio, mezz. e pon. colli premessi numeri e sett. — Tosolini Giuseppe —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10549, 2046).
1832, mar. 22*Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa a Pietro Urbanis, «gombrante di grosa intorno le mura», l’avviso municipale n. 1050 diretto ai venditori che ingombrano la via «con merci di fruti et oggetti riguardanti la salubrità» (A.S.U., C.A. I, 193).
1836, mar. 18 Bernardina q. Giuseppe Cignola, moglie di Domenico Pietro di Giovanni Antonio Piccoli, vende a Girolamo ed Antonio Venerio la casa n. 1713 E «che confina a lev. parte casa delli — Venerio — n. 1714, mediante la scala promiscua — e parte col detto borgo di Treppo, mediante l’ingresso pel sottoportico, il quale è promiscuo con essi —Venerio, con la sign. Orsola Feruglio Armelini —, col sig. G.B. Sacchi, loco Gobetti sign. Angela ed Elena, sorelle q. Sebbastiano, e col sig. Giuseppe Peverini, a mezz. con corte promiscua tra li vari particolari suddetti, pon. col — sig. G.B. Sacchi, loco Gobetti —, loco — Anna Zilli, tram. con Gabaglio — Antonio q. Giuseppe, loco r. demanio, loco fraternità de’ Calzolari. La detta casa è composta da una cucina a pian terreno, di una stanza in primo ed altra in secondo appartamento, tutte tre aventi luce dalla detta corte promiscua, e l’una all’altra regolarmente sovrapposte, con scala che le fiancheggia e dà ad esse accesso dalla parte di levante, la qual scala però è di ragione promiscua tra questa casa e l’altra della sign. Orsola Feruglio Armelini —. Il fondo della casa ora venduta — è di friulani ps 9 pd 4, compresa anche porzione di promiscuità di corte, oltre a quello occupato dalla scala promiscua —, che è di passi cinque, ed a quello del sottoportico pel passaggio dalla corte alla strada, promiscuo questo con tutti li — vari particolari. Questa casa è pervenuta nella sign. Bernardina Cignola — per acquisto da essa fatto dalle mani dell’ora defunto — Giuseppe Francesco q. Antonio Feruglio — con contratto vitalizio 15 apr. 1835 —; era antecedentemente di proprietà della fam. Fe-ruglio ed il — sig. Giuseppe Feruglio — ne divenne — padrone in forza delle divisioni 7 genn. 1827, — fra esso Giuseppe e le di lui sorelle —. Questa vendita — si fa pel prezzo — di austr. L — 1000 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10612, 4866).
1852*Fratelli Venerio, proprietari anche dei n. 1713 A,B,D,E. Il n. 1713 C appartiene a Giuseppe Pevarini (Competenze, II, f. 8v).
   
NOTE1Per errore dal notaio attribuita al 1704, ma in realtà del 1713, come avverte il docum. del 21 sett. 1896.
1714
1801 Gottardo e nipoti Venerio (Nomenclatura, f. 64v).
 *Affittuale Domenico Angeli (ibid.).
1809*La casa appartiene a Girolamo e fratello Venerio. Vi abita il ciabattino Domenico Angeli (Registro delli aloggi, f. 47v).
1839, apr. 14*Girolamo e Antonio Venerio, «disposti a modificare il prospetto della loro casetta in borgo Pracchiuso al c.n. 1714», ne presentano disegno con la riforma, che viene approvata (A.S.U., C.A. I, 299/XX, 1888 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene ai fratelli Venerio (Competenze, II, f. 8v).
1874*La casa è censita insieme col n. 1715 (Prospetti di confronto, 126).
1715
1801 Ven. Fraterna dei Calzolai (Nomenclatura, f. 64v).
 *Affittuale Antonio Dutiz (ibid.).
1809 È del demanio (Registro delli aloggi, f. 47v).
1811, genn. 28 «Il — direttore demaniale — vende — al sig. Antonio Zanetti — casa — n. 1715 — per L 2563,188» (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10425, 416, con perizia di stima redatta dall’ing. P. Bianchi il 25 genn. 1810).
1811, apr. 8 Antonio Zanetti dichiara di aver acquistato la casa per Giovanni Bacina (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10425, 418).
1811, apr. 8 Giovanni Bacina permuta la casa n. 1715 con Vittorio Michelini, che gli dà una «casa senza civico numero — nel borgo d’Aquileia» (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10425, 419).
1811, ag. 14 Luigi Michellini, «smerciante vino al minuto», vende ad Andrea Sporeno la «casa — situata — nel borgo — di Prachiuso, segnata col c.n. 1715 —; confina a lev. con la contrada detta di Treppo, a mezz. con casa — delli sigg. Girolamo e fratelli Venerio, a pon. ed a tram. la casa — del r. demanio —. La — vendita — viene — fatta per la somma di it. — L 2149,05 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10296, 180).
1813, lugl. 13 Antonio q. Bernardino Pasini per L 1230 vende la casa n. 1715 a Tomaso q. Giovanni Rinoldi (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10323, Rep. III, 1057, f. 37v).
1825, lugl. 10 Francesco fu Antonio Pasini vende la casa, per L 1800, a Giacomo e Caterina Clocchiatti (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4815, 1028).
1852*Proprietà degli eredi di Giuseppe Borghese (Competenze, II, f. 8v).
1874*Censita insieme con la n. 1714 (Prospetti di confronto, 126).
1874, apr. 11 Avviso di concorso alla farmacia nuovamente istituita (“Giornale di Udine”, 9, LXXXVI, 11 apr. 1874, 2).
1876 Farmacia “Alle Grazie” (COSMI-AVOGADRO, 94).
1883 Farmacia Tomadoni “Alle Grazie” (AVOGADRO, 144).
 *Proprietà di Giuseppe Tomadoni (ibid.).
1716
1801 Co. G.B. Pascoli di Castions (Nomenclatura, f. 64v).
 *Affittuale Carlo Stella (ibid.).
1842, giu. 24*Vedasi n. 1484.
1846, genn. 30 È di Giuseppe Giuliani, detto Lessani (A.S.U., C.A. I, 402/II, 765 Orn. II C).
1852*Appartiene a Giovanni Celotti e Giuseppe Lessani (Competenze, II, f. 8v).
1717
1801 Co. Sebastiano Susana (Nomenclatura, f. 64v).
 *Affittuale Francesca Blasona (ibid.).
1809*L’edificio appartiene a Sebastiano Susana. Vi abita il fabbro Angelo Cremese (Registro delli aloggi, f. 47v).
1837, febbr. 21°Bortolo Susanna vende la metà della casa 1717 a Pietro fu Angelo Bonini1.
1838, giu. 7°Il Bonini la cede a Francesco e Nicolò Braida2.
1847, mar. 5°Gli eredi di Francesco Susanna vendono l’altra metà della casa a Francesco e Nicolò Braida (not. G.B. Valentinis).
1852*Appartiene a Giacomo Rossi (Competenze, II, f. 8v).
   
NOTE1Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte.
 2Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte.
1718
1801 Caterina Molinaris (Nomenclatura, f. 64v).
 *Affittuale Giuseppe Scrosoppi (ibid.).
1809*Proprietà di Caterina Capellaris. Affittuale lo «scapinante» Pasqualino Varutti (Registro delli aloggi, f. 47v).
1852*Appartiene a Nicolò Braida (Competenze, II, f. 8v).
1938 Casa con portone ad arco.
1719
1801 Leonardo Zoi (Nomenclatura, f. 64v).
 *Affittuale Giuseppe Scrosoppi (ibid.).
1809*Appartiene al filatoiaio Leonardo Zoi. Vi abita la lavandaia Teresa Zen (Registro delli aloggi, f. 47v).
1812 Osteria “Vino dilettanti” (Esercenti).
 *Gestione di Antonio Beltramini (ibid.).
1852*Proprietà degli eredi di Angelo Tion (Competenze, II, f. 8v).
1876*Laboratorio del carpentiere Luigi Molaro (COSMI-AVOGADRO, 89).
1720
1801 Rr. pp. delle Grazie (Nomenclatura, f. 64v).
 *Affittuale Giacomo Bilumasco (ibid.).
1809*L’edificio appartiene al demanio. Vi abita il tagliapietra Giacomo Bellumasco (Registro delli aloggi, f. 47v).
1809, ag. 9 Girolamo fu G.B. Cosattini si impegna acquistare la casa del q. r. demanio (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10431).
1810, apr. 28 Il demanio vende a Girolamo q. G.B. Cosattini «casa con orto da vicini, situata in contrada di Treppo, — marcata col c.n. 1720 di provenienza del convento di S. Maria delle Grazie» (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10421, 274, alleg. perizia dell’ing. Bianchi).
1810, magg. 8 Girolamo Cosattini dichiara d’aver acquistato la casa per Giovanni Bacina (A.S.U., N., Simone Minciotti, 4302, 287).
1813, dic. 3 Giovanni Bacina vende per L 2000 a Amadio di Mattia Soster «la casa — n. 1720 — che — confina a lev. con orto del sig. Scrosoppi, mezz. con orto e casa di Meneghin, pon. strada pubblica del borgo di Treppo ed a tram. parte casa del Zoi e parte del sig. Antonio Scala» (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10429, 898).
1816, dic. 18 Amadio Soster vende la casa ad Antonio fu Francesco Filaferro (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10629, 2017).
1840, ott. 9 Giuseppe fu G.B. Borghese vende per austr. L 4650 ad Andrea fu Angelo Tonutti «una casa con annesso cortivo ed orto — coscritta col c.n. 1720 — coerrenziata a lev. con orto del sig. Scrosoppi, a mezz. con orto e casa della sign. Meneghini, ora di lei eredi, a pon. strada pubblica, ed alli monti parte colla casa Zoi e parte con corte della casa degli eredi del fu Antonio Scalla» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10497, 13392).
1852*Proprietà di Antonio Picco (Competenze, II, f. 8v).
1721
1801 Eredi del nob. Feliciano Agricola (Nomenclatura, f. 64v).
 *Affittuale Angelo Meneghini (ibid.).
1809 Angelo Meneghini, falegname (Registro delli aloggi, f. 47v).
 *Nella casa abita il domestico G.B. Nascimbeni (ibid.).
1833, giu. 24 Caterina e figli Meneghini vendono la casa n. 1721 a Giovanni Castellani per austr. L 2800 (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 638, 3586).
1852*Appartiene a Santa Castellani (Competenze, II, f. 8v).
1722
1801 Anna Pontelli (Nomenclatura, f. 64v).
1809 Giacomo Mangilli, sensale (Registro delli aloggi, f. 47v).
 *Affittuale il domestico Giuseppe Negrini (ibid.).
1814, mar. 28*«Giacomo Cernoa — vende — al — G.B. Tami una di lui casa composta di una stanza terranea, camera sopra con soffitto, posta — in — borgo di Treppo al c.n. 1722, confina a lev. con Angelo Minighini detto Goggio, ed a pon. con la strada del borgo. Questa vendita viene fatta per prezzo — di — it. — L 281 —» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10362, 1498).
1825, ott. 10 G.B. q. Antonio Tami vende la casa n. 1722 per austr. L 574,71 a Caterina q. Giacomo Bon, ved. di Mattia Cornelio (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10464, 4613).
1852*Appartiene a Caterina Cornelia (Competenze, II, f. 8v).
1723
1801 Lucia Del Forno (Nomenclatura, f. 64v).
1809 Francesco Scrosoppi, falegname (Registro delli aloggi, f. 47v).
 *Affittuale lo «scapinante» Giovanni Candolfi (ibid.).
1852*Appartiene agli eredi di Nicolò Scrosoppi (Competenze, II, f. 8v).
1876*Rivendita di liquori e commestibili diversi, gestita da Luigia Brucchiana (COSMI-AVOGADRO, 99).
1724
1801 Antonio Scrosoppi (Nomenclatura, f. 64v).
1809*Appartiene all’industriante Elena Scrosoppi. Vi abitano il linaiolo Francesco Braidotti e il conciapelli Pietro Zanor (Registro delli aloggi, f. 47v).
1852*Appartiene agli eredi di Nicolò Scrosoppi (Competenze, II, f. 8v).
1858*Filanda per seta con un fornello, gestita da Anna Scrosoppi (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 46).
1725
1801 Leonardo Vicario1 (Nomenclatura, f. 64v).
1809*Proprietà del falegname Bernardo Vicario (Registro delli aloggi, f. 47v).
1852*Appartiene agli eredi di Nicolò Scrosoppi (Competenze, II, f. 8v).
   
NOTE1Il della Porta vi acclude con dubbio una notizia tratta dal not. Osvaldo Colomba, del 6 marzo 1797, circa la vendita di una casa tra Pietro Meneghini e Michele e Anna Bassi. È difficile accettare questo dato, tenendo ferma l’attestazione del ms. del 1801 che lo studioso stesso riporta.
1726
1801 Lucia Del Forno (Nomenclatura, f. 64v).
1809*Proprietà della «lavorante» Lucia Del Forno, che vi abita con tre inquilini: il falegname Carlo Gobessi, il pittore Sante Zuccolo1 e il muratore Paolo Onico (Registro delli aloggi, f. 47v).
1828, febbr. 7*A Pietro Candotti, «divenuto proprietario d’una casa marcata col c. n. 1726 in contrada di Treppo», occorre operare alcuni cambiamenti nella facciata, anche per la sistemazione di una bottega a pian terreno e per la collocazione delle finestre in asse. Il progetto viene approvato a condizione che «sia demolita quella parte di muro vecchio che sporge fuori dalla linea del muro nuovo costrutto al portone limitrofo, affinché sia conservata la linea retta in tutta l’esistenza delle case 1726, 1727 —» (A.S.U., C.A. I, 148/X, 505 Orn. II C, con dis.).
1828, apr.14 Vincenzo q. Giovanni Giovanizio di Spalato, uno degli eredi di Lucia Lessi, vende a Valentino e Giuseppe Scrosoppi parte dei n. 1726, 1727, «consistente in casetta sopra il borgo, di una stanza terranea con camera sopra, che si estende superiormente al porticale consortivo sostenuto da colonne di pietra, ed uno stallotto fino al roiello d’acqua, confina tutto — verso lev. il roiello —, a mezz. li — fratelli Prisani, a pon. parte gli stessi Prisani e parte il borgo suddetto ed a tram. portico e cortivo promiscuo e parte orto fu di questa ragione, toccato in parte alla sign. Elena Scrosoppi madre delli — acquistanti, del valor tutto — di austr. L 1298,86 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10312, 2330).
1834°Anna Lessi Scrosoppi e Giuseppe Giovanuzzo, loco Lucia Del Forno, loco Del Forno, loco Antonio Rimaro, loco Pietro q. Gregorio Calligaro, loco Goffredo q. Martino Rota, paga ven. L 16 in dipendenza di istrumento di enfiteusi 6 giugno 1535, atti Francesco Porzio sopra una casa in Pracchiuso di proprietà antica dell’ospitale (A.O.U., Ospitale C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834).
1852*Appartiene agli eredi di Nicolò Scrosoppi. Il n. 1726 A appartiene a Catterina Candotti (Competenze, II, f. 8v).
   
NOTE1Per il pittore Sante Zuccolo: BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 148, 197, 372, 385; PICCO, L’arte di pittura ornamentale in Friuli, 69; PICCO, Di un nostro amico artista, 249; PICCO, Sulla riunione dei pittori decoratori; S[ACCOMANI], Il ristauro, 40.
1727
1801 Lucia Del Forno (Nomenclatura, f. 64v).
1809*Proprietà di Lucia Del Forno; affittuale il muratore Paolo Onico (Registro delli aloggi, f. 47v).
1828, febbr. 7*Vedasi n. 1726.
1843, magg. 5*Valentino Scrosoppi chiede di ricostruire la facciata della casa. Il 20 magg. l’ingegnere municipale A. Lavagnolo denuncia che la ricostruzione della casa avviene oltre la linea antica, ove la casa si unisce al n. 1728 di Giuseppe Presani. Da parte sua la deputazione comunale d’ornato dichiara «tollerabile» il fatto, in quanto mancano disposizioni precise in proposito (A.S.U., C.A. I, 375/III, 3186 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Valentino Driussi).
1852*Appartiene agli eredi di Antonio Scrosoppi (Competenze, II, f. 8v).
1728
1801 Ven. fraterna di S. Gervaso (Nomenclatura, f. 64v).
 *Affittuale Elisabetta Bidina (ibid.).
1807, dic. 3*Asta delle case 1728 e 1729, di provenienza della fraterna dei Ss. Gervasio e Protasio, distinta in due abitazioni, una condotta da G.B. Scrosoppi l’altra da Elisabetta Bidinost. Il complesso è assegnato a Giuseppe Prisani (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10431, 19).
1809 Giuseppe Presani, capomuratore (Registro delli aloggi, f. 47v).
1852*Appartiene a Giuseppe Presani (Competenze, II, f. 8v).
1729
1801 Ven. fraterna di S. Gervaso (Nomenclatura, f. 64v).
 *Affittuale Anna Scrosoppi (ibid.).
1807, dic. 3*Acquistata all’asta da Giuseppe Prisani. Vedasi n. 1728.
1808, apr. 22 Vedasi n. 1728.
1809 Giuseppe Presani (Registro delli aloggi, f. 47v).
 *Affittuale il macellaio G.B. Scrosoppi (ibid.).
1852*Appartiene a Giuseppe Presani (Competenze, II, f. 8v).
1730
1801 Leonardo Della Mora (Nomenclatura, f. 64v).
1809 Giuseppe Prisani (Registro delli aloggi, f. 47v).
1852*Appartiene a Gioseffa della Mora (Competenze, II, f. 8v).
1731
1801 Leonardo Prisani, «capomastro muratore, sua abitazione» (Nomenclatura, f. 64v).
1809*Appartiene al capomuratore Giuseppe Prisani1 (Registro delli aloggi, f. 47v).
1845, magg. 13*Divisione della casa e fondo annesso fra Giuseppe del fu Valentino Presani e Valentino, Giuseppe, Antonia e Teresa del fu Leonardo del fu Valentino Presani (A.S.U., N., G.B. Valentinis, II, 678, con tre dis. di piante).
1852*Proprietà di Giuseppe Presani ed eredi di Leonardo Presani (Competenze, II, f. 8v).
   
NOTE1Per la famiglia Presani, vedasi anche n. 444.
1732
1801 Pietro Bisutti (Nomenclatura, f. 64v).
 *Affittuale G.B. Piutti (ibid.).
1809*Appartiene al capomuratore Pietro Bisutti. Vi abita il muratore Leonardo Prisani (Registro delli aloggi, f. 48v).
1851, mar. 20 Teresa Gubano ved. Bisutti in Tonini vende per L 1428 a Giuseppe Presani la casa 1732 ereditata dal marito Pietro Bisutti; «la qual casa è composta di una cucina a pian terreno, in tre piccole parti divisa, e di una camera in primo piano; confina a lev. col compratore, a mezz. colla Casa di Carità delle Rosarie, a pon. colla strada pubblica, a tram. col detto compratore —» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/V, 2008).
1852*Appartiene a Giuseppe Presani (Competenze, II, f. 8v).
1733
1801 Pia Casa della Carità (Nomenclatura, f. 64v).
 *Affittuale G.B. Giusto (ibid.).
1809*Appartiene al «pio loco della Carità». Vi sono ospitati il fabbro Leonardo Di Sabata e l’agricoltore Antonio Giusto (Registro delli aloggi, f. 48v).
1852*Proprietà del convento delle Rosarie (Competenze, II, f. 9v).
1734
1801 Pia Casa della Carità (Nomenclatura, f. 64v).
 *Affittuale Bortolo Zearo (ibid.).
1809*«P. loco della Carità». Affittuale l’agricoltore Bortolo Lestani (Registro delli aloggi, f. 48v).
1852*Proprietà del convento delle Rosarie (Competenze, II, f. 9v).
1735
1801 Pia Casa della Carità (Nomenclatura, f. 64v).
 *Affittuale Leonardo Berton (ibid.).
1809*Appartiene al «pio loco della Carità». Vi abita l’agricoltore Francesco Pocaro (Registro delli aloggi, f. 48v).
1852*Convento delle Rosarie (Competenze, II, f. 9v).
1883 Vi ebbe sede un giardino d’infanzia.
 *Direzione di Giuseppina Battagini1 (AVOGADRO, 131).
   
NOTE1Per l’attività della Battagini: G. BATTAGINI, Giornale di un giardino d’infanzia, Firenze 1882; G. BATTAGINI, Lezioni pratiche di nomenclatura oggettiva ad uso dei giardini di infanzia e delle scuole elementari inferiori, Verona 1882; G. BATTAGINI, Lezioni teorico-pratiche di insegnamento frobeliano per l’educazione infantile tenute da..., Milano 1895.
   
BIBLIOGRAFIA MISANI, Istituti scolastici, 257.
1735-1736 Scuola infantile di Caritΰ
  Stato della scuola infantile di Carità in Udine, sul fine del primo anno (1838) di sua esistenza, esposti dall’ispettore PIETRO BENEDETTI, Udine, Vendrame 1839.
1736 Casa della Caritΰ «F. Renati»
1726, dic. 11*«Udine, nel loco di spirituale retiro delle consorelle del Rosario, situato nel borgo di Treppo nell’ingresso di esso loco» (A.S.U., N., G.B. Fabrizio, 8137, Istr. 1724-1729, f. 115v).
1761, genn. 2*Pianta di Alessandro Rota: «Disegno del sito di pubblica raggione che s’estende verso ponente lungo le case ed orto delle signore chiamate del Rosario, e verso levante del rio d’acqua estratto dalla roia a beneficio commune nel borgo di Treppo di questa magn. città —:
  DD case delle signore del Rosario;
  EE corte e fondi di detta ragione;
  F orto parimenti delle medesime» (B.C.U., A.C.A., ms. ZZ.XXI, cc.48v-49r).
1764 «Una casa posta in questa città in Treppo appresso il roiuzzo, ora le consorelle dette le Rosarie, investite li 9 sett. 1752 della suddetta casa» (A.S.U., Arch. Susanna, 55, Udine 1764. Copia della nuova investitura generale de’ sigg. Susani, partita di Beltrame Susana, f. 1r).
1801 Pia Casa della Carità e monastero (Nomenclatura, f. 64v).
1809*«Locale della Carità» (Registro delli aloggi, f. 48v).
1833, apr. 3*Il direttore della Pia casa di Carità presenta alla congregazione municipale di Udine un progetto di ampliamento dell’edificio. La deputazione d’ornato solleva in merito molte eccezioni. Tuttavia, in considerazione del fatto che si tratta di istituto povero di mezzi, si limita a suggerire: «In luogo di volgere la cornice nell’angolo e di fare il coperto a padiglione, è necessario di lasciare la prima tagliata verticalmente nell’angolo e di far il secondo a due pendenti, seguendo l’andamento dell’esistente. Ritiensi poi che la finestra da costruirsi disti dall’ultima quanto questa dalla penultima. Sembrerebbe desiderabile che, in luogo di prolungar la fabbrica per una finestra, la si prolungasse per due, dacché oltre discemare sempre più la differenza di lunghezza fra un’ala e l’altra, darebbe luogo alla interna costruzione di stanze comode e regolari, il che pare che non si ottenga con un prolungamento così corto e meschino» (A.S.U., C.A. I, 206/1833/I, 1336 Orn. II C, con dis.).
1837, sett. 6°°Riforma della facciata (A.S.U., C.A. I, 269/1837/III, 5317 Orn. II C, con dis.).
1852*Convento delle Rosarie, proprietarie anche del 1736 A e 1736 B (Competenze, II, f. 9v).
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 09 mar. 2007 ai sensi del D.Lgs. 42/2004.
Chiesa delle Rosarie
  Dedicata al SS. Nome di Maria1, fondata 22 giugno 1762.
   
NOTE1Nella mappa del 1838 è dedicata alla B. Vergine della Misericordia.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPP1, Chiese, f. 171r — 172r.
   
BIBLIOGRAFIA Archivum...Catastico, I, 282-287, 334, 377-379; AVOGADRO, Guida, 130-144; BALDISSERA, Chiesa cattolica, 92; BRAGATO, Guida, 80; CAPPELLANI, Guida alla beneficenza, 99-105; CICONI, Udine, 470; Cose urbane, 411; Deliberazioni della commissione, 8, 13, 18-19, 21-23, 40, 50-52; DE PIERO, Antiche parrocchie, 84-105; Memoria dell’istituto Renati, 5-8; MISANI, Istituti scolastici, 265, 266-267; MUNER, Una nobile tradizione, 179-195; MUNER, Le suore Rosarie, 93; L. PALLADIO degli OLIVI-CAIMO DRAGONI, Memorie udinesi, 44; PARONI-BARBINA, Arte organaria, 150-151; de RENALDIS, Della pittura, 92.
   
ICONOGRAFIA MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 14.
1737
1801 Francesco Gobbessi (Nomenclatura, f. 64v).
1807, nov. 15*«— Francesco q. Carlo Gobessi — ha venduto — al sig. Luigi q. G.B. Comeli — una portion di fabbrica coperta di coppi, componente una bottega in piano con camera sopra, un andito con scalla di tolle in due rami, una stanza incompleta per uso di cucina con focolare e legni murati per far il sollaro, ma senza veruna tolla e muri in tre lati verso pon. di detta cucina, disposti per far una stanza, con portione di cortivo ed orto, come dalli termini lapidei che lo chiudono, il tutto — in contra’ di Treppo, segnata col n. 1737, che confina a lev. — Paolo q. — G.B. della Torre, mezz. strada — che conduce alla rosta di Prachiuso, pon. fabbrica, cortivo ed orto rimanente al venditore ed alli monti orto parimente che rimane al medesimo —. E questo — fa esso Cobesso per il prezzo — di ven. L 4511 s 5 —» (A.S.U., N., Giacomo Bertolini, 3643, 1268).
1809 Luigi Comelli negoziante (Registro delli aloggi, f. 48v).
 *Altro proprietario risulta il falegname Francesco Gobessi, che abita nella casa stessa. Nella parte di proprietà Comelli è ospitato il sac. Antonio Fiorini (ibid.).
1826, giu. 6 Carlo Gobessi ed Antonia, nata Poliselli, coniugi, cedono in permuta al march. Benedetto Mangilli «la casa — con adiacenze di cortivo ed orto —, senza numero, confina a lev. sig. Comelli, mezz. Strada pubblica, pon. orto della pia Casa della Carità e tram. il detto Comelli —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10606, 3557).
1827, lugl. 27 Il march. Benedetto Mangilli vende per L 4766,86 alla Casa di Carità «una casa con adiacenze di cortivo ed orto sita — nel borgo detto del Bersaglio senza numero di coscrizione; confina a lev. — Comelli, mezz. strada pubblica, pon. orto del detto istituto della Carità, tram. — Comelli —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10607, 3705).
1840, magg. 5°I figli del q. Luigi Comelli vendono ad Angela fu G. Piani Rosaria la casa n. 1737 per L 3600 (not. G.B. Valentinis).
1852*Appartiene al convento delle Rosarie (Competenze, II, f. 9v).
1738
1801 G.B. della Torre (Nomenclatura, f. 65v).
 *Affittuale Tommaso Facchino (ibid.).
1809*Proprietà di Paolo del Torre. Vi abita il «carrer» Tommaso Fachino (Registro delli aloggi, f. 48v).
1842, dic. 1*Vincenzo del fu Paolo della Torre vende a G.B. del fu Giovanni Ciriani alcuni edifici tra i quali il n. 1738. Vedasi n. 1468.
1852*Appartiene agli eredi di G.B. Ciriani (Competenze, II, f. 9v).
1739
1801 G.B. della Torre (Nomenclatura, f. 65v).
 *Affittuale Mattia Cremese (ibid.).
1809*Proprietà di Paolo della Torre. Vi abita il sarto Luigi Variola (Registro delli aloggi, f. 48v).
1842, dic. 1*Vincenzo del fu Paolo della Torre, vende a G.B. del fu Giovanni Ciriani alcuni edifici, tra i quali il n. 1739. Vedasi n. 1468.
1852*Appartiene agli eredi di G.B. Ciriani (Competenze, II, f. 9v).
1740
1801 G.B. della Torre (Nomenclatura, f. 65v).
1809*Proprietà di Paolo della Torre (Registro delli aloggi, f. 48v).
1842, dic. 1*Vincenzo della Torre vende a G.B. Ciriani alcuni edifici, tra i quali il n. 1740. Vedasi n. 1468.
1852*Appartiene agli eredi di G.B. Ciriani (Competenze, II, f. 9v).
1741
1801 G.B. della Torre (Nomenclatura, f. 65v).
 *Affittuale Domenico Gabbini (ibid.).
1809*Proprietà di Paolo della Torre. Vi abita il domestico Angelo Barbetti (Registro delli aloggi, f. 48v).
1842, dic. 1*Vincenzo della Torre vende a G.B. Ciriani alcuni edifici, tra i quali il n. 1741. Vedasi n. 1468.
1852*Appartiene agli eredi di G.B. Ciriani (Competenze, II, f. 9v).
1742
1801 Gottardo e nipoti Venerio (Nomenclatura, f. 65v).
 *Affittuale Rosa Pavona (ibid.).
1809*Proprietà di Gerolamo e fratello Venerio. Inquilini il facchino Antonio Pesante e gli agricoltori Giacomo Rizzi e Valentino Riga (Registro delli aloggi, f. 48v).
1810, magg. 10*«— Antonio q. Giovanni M. e Anna del viv. Domenico q. Giacomo Lodolo iug. Pesanti — impegnano di vendere nella loro osteria corrente nella casa — Venerio — nel borgo di Prachiuso al c.n. 1742, condotta presentemente in semplice affitto dalli stessi Pesante, tutto il vino di ragione — Venerio, verso il compenso di it. — L 2,56 — per — conzo —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10585, 249).
1812, dic. Osteria “All’albero fiorito” (Esercenti).
 *Gestione di Claudio Lutron (ibid.).
1844, genn. 20*Antonio Venerio chiede il permesso «d’ingrandire una finestra» nella sua casa al c.n. 1742. La deputazione ritiene il progetto «tollerabile» (A.S.U., C.A. I, 375/III, 507 Orn. II C, con dis. firmato dall’ingegnere civile G. Braidotti).
1844, magg. 29*Antonio Venerio chiede ed ottiene di spostare una porta nel muro di chiusura del fondo verso levante (A.S.U., C.A. I, 375/III, 3285 Orn. II C).
1852*Appartiene ad Antonio Venerio (Competenze, II, f. 9v).
1853*Vedasi n. 1462.
1876*Nella parte censita 1742 A, laboratorio dell’ottonaio e lattonaio Giovanni Marigo (COSMI-AVOGADRO, 108, 125).
1743
1747, mar. 26*Pianta della zona a sud del Bersaglio, compilata da Alessandro Rota per la concessione del terrapieno a sud del Bersaglio stesso a Francesco Girardis (A.S.U., C.A., 14/I, n. 21 , con dis.).
1782, mar. 11*«Disegno visuale ma con le misure precise del sito e fondi che implora il sig. Tiberio Majeroni1 a questo ill.mo publico per unirlo ad altro che otene già qualche anno, fatto da me sottoscritto di comando dall’ill.mi sigg. deputati di questa magn. città.
  A: sito e fondi che otene già pochi anni detto sig. Majaroni.
  B: sito e fondi implora presentemente della misura e quantità espressa con numeri che forma la quantità superficiale di ps 402.
  C: sito e fondi conceduto dal magn. maggior consiglio già 20 anni dall’onor. università e comune del borgo di Pracchiuso per ergere una fabbrica con corte per uso delle loro unioni e vicinie; appar disegno nella cancelleria di comun» (B.C.U., A.C.A., ms. X.LXXXVI, c.106r, disegno di Alessandro Rota; B.C.U., A.C.A., ms. X.LXXXVI, c.105v).
1794, magg. 20 Il rev. Pietro q. Tiberio Majeroni cede al fratello Paolo la sua parte di comproprietà su la casa dominicale e fondi detti «Il Bersaglio» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, Prot. 1794-1796, 67, f. 113r — 114v).
1801 Antonio Maieroni (Nomenclatura, f. 65v).
 *Affittuale Domenico Vida (ibid.).
1801, sett. 1 Paolo Maieroni vende a Pietro q. Giacomo Venuti il suo stabile detto il Bersaglio per d 6500 (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, 369, f. 430v — 433r).
1809*«Il fu consiglio maggiore della città con atto 1782, 7 aprile nel t. LXXIII degli Annali a c. 179 t. ha concesso al q. — Tiberio Maieroni un terreno di ps 462 nel borgo di Treppo in confine dei fondi della sua casa verso la porta di Pracchiuso, per l’annuo canone perpetuo di pernici para uno, sempre considerato del valore di L 3,07 d’Italia e coll’offerto impegno di erigervi sopra, entro il termine di anni dieci, tre case coperte di coppi a maggior ornamento e decoro della città. Quel terreno con la casa suddetta e sue adiacenze passò con titolo ereditario nelli sigg. Pietro e Paolo fratelli Maieroni, figli del detto q. Tiberio, che continuarono a pagare il medesimo annuo canone perpetuo. Pagasi ora dal sig. Pietro Venuti q. Giacomo negoziante e possidente, domiciliato in Udine, attuale possessore della casa e fondi suddetti, per vendita a lui fatta dal sig. Paolo Maieroni con instrom. primo sett. 1801 di mano del sig. Luigi Bertoldi pubblico notaro in questa comune (A.S.U., C.A, 1/Attività e passività 1808. Elenco per le iscrizioni, 22).
1809 «La fu deputazione della città con atto 1778, 14 settembre, nel tomo LXXXIX degli Atti a c. 211, ha concesso al q. sig. Tiberio Maieroni d’Udine un pezzo di fondo contiguo alla dì luì casa nel borgo di Treppo, con li morari in quello esistenti per cingerlo di muri, verso l’annuo canone perpetuo di pernici para uno, considerate sempre del valore di L 3,07 d’Italia. Quel fondo passò nelli sigg. Pietro e Paolo suoi figli ed eredi, che continuarono a pagare il suddetto annuo canone perpetuo. Pagasi ora dal sig. Pietro Venuti q. Giacomo, negoziante e possidente, domiciliato in Udine, attuai possessore della casa e fondo suddetti per vendita a lui fatta dal sig. Paolo Maieroni q. Tiberio con istrom. primo seti. 1801, di mano del sig. Luigi Bertoldi pubblico notaro in questa comune» (A.S.U., C.A., 1 /Attività e passività 1808. Elenco per le iscrizioni, 21).
1819, magg. 20*Pietro del fu Giacomo Venuti, proprietario delle case n. 1743 e 1744, è inserito nell’elenco dei possessori di fondi confinanti con le pubbliche mura, compilato dal Bernardinis nel rilievo a lui commissionato (A.S.U., C.A. I, 24/X).
1844, magg. 15*Luigi Andrea Delfino chiede «di far eseguire nella di lui casa — in contrada del Bersaglio al c.n. 1743» alcune riforme, che vengono approvate (A.S.U., C.A. I, 375/III, 3069 Orn. II C, con dis. firmato dal capomastro Mattia Bulfone.
1852*Appartiene a Paolina Delfin Giupponi (Competenze, II, f. 9v).
1876*Laboratorio del tessitore Giovanni Marzona (COSMI-AVOGADRO, 115).
1883*Laboratorio della tessitrice a telaio Anna Marzona (AVOGADRO, 157).
   
NOTE1Per Tiberio Majeroni: di CAPORIACCO, Storia dei periti, 57.
   
BIBLIOGRAFIA di MANZANO, Annali, VI, 109; della PORTA, Toponomastica, 20-21.
   
ICONOGRAFIA GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, 37; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, 18; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 65; MURERO, Veduta prospettica, n. 37; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, 57.
1744
1801 Antonio Maieroni (Nomenclatura, f. 65v).
 *Affittuale Francesco Biasutti (ibid.).
1809 Pietro Venuti (Registro delli aloggi, f. 48v).
1811, giu. 16*«Colla privata scrittura — 29 marzo anno corr., — Francesco del q. Giovanni Morelli — acquistò dal sig. amministratore de’ beni retrodati del circondario di questa comune — una casa sita — nel borgo di Prachiuso al c.n. 1744, che confina a lev. le mura della comune di Udine, mezz. il brolo — del sig. Pietro Venuti, pon. strada publica ed alle monti orto — del detto — Venuti, stata oppignorata, retrodata al dipartimento e — subastata dalla amministrazione predetta a pregiudizio della dita Venuti q. Pietro —. Ritenuto l’art. primo delle — private scritture 29 marzo p.p. —, Giuseppe Clocchiatti — amministratore — vende all’anzidetto — Francesco Morelli — una casa — nel borgo di Prachiuso al c.n. 1744, circoscritta dalli confini precisati —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10326, 554).
1836, apr. 7*Luigi Andrea Delfino chiede ed ottiene di aprire un portone «nel muro della di lui braida contigua alla calle detta del Bersaglio — n. 1744» (A.S.U., C.A. I, 245/X, 1803 Orn. II C).
1852*Appartiene a Paolina Delfin Giupponi (Competenze, II, f. 9v).
1868 Vi ha sede l’istituto convitto De Paola, diretto da Giuseppe De Paola (“Giornale di Udine”, 3, CCLVI, 27 ott. 1868, 3).
1876*Laboratorio dei tessitori a telaio Maria Adami e Antonio Florit (COSMI-AVOGADRO, 115), segnalato anche nel 1883 (AVOGADRO, 157).
1745
1801 Rr. mm. delle Convertite (Nomenclatura, f. 65v).
 *Affittuale Pascolo Iusto (ibid.).
1809 Giovanni Battista Mascobio (Registro delli aloggi, f. 48v).
 *Vi abitano gli agricoltori G.B. Lodolo, Giuseppe Morandini, Giacomo Berletto e gli industrianti Vincenzo Quaietto e Santa Contarina (ibid.).
1819, magg. 20*Pianta della zona ad opera del Bernardinis, che inserisce il fondo nel lotto n. 3, ove include i n. 1745, 1746, 1747 e 1748 (A.S.U., C.A. I, 24/X).
1820, magg. 8 Nicolò q. Andrea Gattei vende a Domenico q. Angelo Faccendi due casette unite n. 1745, 1746, cortile e orto, confina a lev. eredi di Pietro Venuti, mezz. eredi di Pietro Mantica, tram. strada (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10454, 2224).
1852*Appartiene a Luigi Pelosi (Competenze, II, f. 9v).
1746
1801 Rr. mm. delle Convertite (Nomenclatura, f. 65v).
 *Affittuale Angela Prisani (ibid.).
1809 Giovanni Mascobio (Registro delli aloggi, f. 48v).
 *Inquilino l’industriante Vincenzo Quaietta (ibid.).
1819, magg. 20*Vedasi n. 1745.
1842, apr. 18*Luigi Pelosi, «proprietario della casa n. 1746», chiede ed ottiene il permesso di riformare la facciata, anche se con alcune modifiche da parte della deputazione d’ornato (A.S.U., C.A. I, 342/IV, 2411 Orn. II C).
1852*Appartiene a Luigi Pelosi (Competenze, II, f. 9v).
1747
1801 Rr. mm. delle Convertite (Nomenclatura, f. 65v).
  «Affittata a vari affittuali interni» (ibid.).
1809 Giovanni Mascobio (Registro delli aloggi, f. 48v).
 *Inquilini l’industriante Santa Contarina e gli agricoltori Giuseppe Morandini e Giacomo Berletto (ibid.).
1817, sett. 19*Il cursore municipale riferisce di aver presentato in questa casa a Giacomo Della Savia diffida a munirsi di licenza di polizia (A.S.U., C.A. I, 10).
1819, magg. 20*Vedasi n. 1745.
1843, ag. 30°Domenica Cornelio Kerni ed Antonio Kerni vendono la casa 1747, per L 1028, a Luigi Pelosi (not. Antonio Cosattini, atto privato).
1844, mar. 5*Luigi Pelosi, «proprietario delle due casette — in contrada del Bersaglio — n. 1747, 1748» presenta progetto per riunirle in un solo fabbricato. La deputazione d’ornato lo trova ammissibile. Il collaudo avviene il 7 dic. 1844 (A.S.U., C.A. I, 375/1844/III, 1496 Orn. II C, con dis., firmato dall’ing. Ballini).
1852*Il n. 1747 A appartiene a Girolamo Bressiani, il n. 1747 B a Catterina Sostero, il n. 1747 C ad Antonio Carli (Competenze, II, f. 9v).
1748
1801 Rr. mm. delle Convertite (Nomenclatura, f. 65v).
 *Affittuale Lucia Cristalda (ibid.).
1809 Giovanni Mascobio (Registro delli aloggi, f. 48v).
 *Inquilino il facchino Antonio Tomadini (ibid.).
1816, lugl. 31*«Giovanni, Giuseppe e Rosa fratelli e sorella q. Giacomo Rutter — vendono al — sig. Nicoletto Gattei li rispettivi lor caratteri di eredità realizzabili sopra la — casa marcata dal c.n. 1748, orticello e corte — per il — valore — di it. L 671 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10447, 969).
1819, magg. 20*Vedasi n. 1745.
1844, mar. 5*Vedasi n. 1747.
1852*Proprietà di Luigi Pelosi (Competenze, II, f. 9v).
1876*Bottega del calzolaio Antonio Mazzoli (COSMI-AVOGADRO, 88).
1749
1801 Rr. mm. delle Convertite (Nomenclatura, f. 65v).
 *Affittuale Anna Blasona (ibid.).
1809 Giovanni Mascobio (Registro delli aloggi, f. 48v).
 *Inquilino l’indigente Angelo Caut (ibid.).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, tra i possessori di fondi confinanti con le pubbliche mura al n. 4 per le case n. 1749, 1750 e 1751 sono indicati Michele e Maria Sostero e Giovanni del fu Giuseppe Ruttero (A.S.U., C.A. I, 24/X).
1843, giu. 23*«— Antonia n. Lodolo, moglie del sig. Giacomo di Giuseppe Ruter tanto per sé, che come procuratrice — del — marito —, vende al — sig. Leonardo Caneva — una casetta con suoi fondi, sita in — borgo di Treppo, faciente parte — del fabbricato fu di questa ragione, marcata col c.n. 1749 —, composta di cucina, camerino soffittato, con pavimento di tavole —, di una stanza annessa, serve ad uso di stalletta, il tutto a pian terreno, nonché di una — corticella promiscua e fra li confini alle parti — noti —. La — vendita — viene fatta — pel prezzo — di austr. — L 900 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10506, 15865).
1852*Appartiene a Leonardo Caneva, proprietario anche del n. 1749 A (Competenze, II, f. 9v).
1750
1801 Rr. mm. delle Convertite (Nomenclatura, f. 65v).
 *Affittuale Anna Armellina (ibid.).
1809 Giuseppe Rutaro, oste (Registro delli aloggi, f. 48v).
 *Nella casa abitano i domestici Niccolò Fachino e Giovanni Mercante (ibid.).
1812 Osteria “Ai due fratelli” (Esercenti).
 *Gestione di Giuseppe Rutar (ibid.).
1819, magg. 20*Vedasi n. 1749.
1852*Appartiene a Leonardo Caneva. I n. 1750 B, C, D sono proprietà degli eredi di Girolamo Bresciani (Competenze, II, f. 9v).
1751
1801 Rr. mm. delle Convertite (Nomenclatura, f. 65v).
 *Affittuale Maddalena Blasona (ibid.).
1809 Giuseppe Rutaro, oste (Registro delli aloggi, f. 48v).
 *Inquilini il filatoiaio G.B. Rinaldis e l’indigente Anna Biasona (ibid.).
1819, magg. 20*Vedasi n. 1749.
1852*Appartiene agli eredi di Girolamo Bresciani, proprietario anche del n. 1751 A (Competenze, II, f. 9v).
1852, lugl. 26*Andrea Uanetto «ha divisato di riformare la sua casa sita in borgo Bersaglio al n. 1751»: allinea in asse le finestre e la porta a destra, chiude quella di sin. La deputazione d’ornato approva «essendovi miglioramento» (A.S.U., C.A. II, 66/1852, 5219 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Cirillo Geatti).
1752
1801 Rr. madri delle Convertite (Nomenclatura, f. 65v).
 *Affittuale Valentino Scalabrino (ibid.).
1809 Co. Pietro Mantica (Registro delli aloggi, f. 48v).
 *Affittuale l’agricoltore G.B. Scanio (ibid.).
1811, dic. 27*«— Pietro del fu — Leonardo Mantica — cede — in patrimonio ecclesiastico al chierico Agostino del viv. Francesco Casi — la casa di libera ragione di esso — Mantica con fondi, cortivo ed orto annesso, posta — nel borgo di Treppo, coscritta alli n. 1752, 1753, condotta presentemente in affitto semplice da G.B. q. Pietro Ascanio, del valore di it. — L 3806,89 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10588, 545).
1821, ott. 9*Relazione del commissario di polizia: «Nella casa — n. 1752, borgo di Treppo, di proprietà delli — eredi del fu — Pietro Mantica, serve di domicilio a G.B. Ascanio agricoltore e sua famiglia, un muro, che chiude la corticella, sulla quale è posta la porta d’ingresso, minaccia la piϊ eminente rovina e il totale rovesciamento sulla pubblica strada, che mette a quella detta di Bersaglio —». La deputazione d’ornato suggerisce la demolizione del muro (A.S.U., C.A. I, 53/III, 3638 e 4989 Orn. II C).
1852*Appartiene a Luigi Pelosi (Competenze, II, f. 9v).
   
BIBLIOGRAFIA BRAGATO, Guida, 165; Parti prese... 1898, 134-135; Parti prese... 1903, 12-13; Parti prese... 1906, 145.
1753
1801 Rr. mm. delle Convertite (Nomenclatura, f. 65v).
  Affittuale Teresa Zenzoni (ibid.).
1809 Co. Pietro Mantica (Registro delli aloggi, f. 48v).
1811, dic. 27*Vedasi n. 1752.
1821, giu. 20 Luigia fu co. Pietro Mantica, moglie di Urbano Valentinis, vende a Domenico Faccendi case 1753 «con fondo, cortivo ed orto» per L 2500. «Tutto unito confina a lev. — Pietro Venuti fu Maieroni, mezz. — Pietro e Andrea q. Rafaele Barsi e casa delle Convertite, pon. borgo di Treppo, ed a tram. parte strada, parte — bar. Girolamo Bresciani, Giuseppe Rumis ed il — sig. Faccendi» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10602, 2808).
1831, apr. 27*Il capo quartiere denuncia lo stato pericolante del muro dell’orto Faccendi confinante con il cortile della casa n. 1753 (A.S.U., C.A. I, 193, 1768 Orn. II C).
1847, apr. 19*Luigi Pelosi inoltra richiesta intesa ad ottenere «il permesso pella riforma di una casetta di sua ragione portante il c.n. 1753 in borgo di Treppo». Il permesso è accordato (A.S.U., C.A. II, 65 bis/1851, 2449 Orn. II C, con dis. firmato dal capomastro Giuseppe Salvador).
1852*Appartiene a Luigi Pelosi (Competenze, II, f. 9v).
1858*Filanda per seta con due fornelli, gestita da Maria Bruni (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 47).
   
BIBLIOGRAFIA Vedasi n. 1752.
1754
1801 Raffaele Bassi (Nomenclatura, f. 65v).
 *Affittuale Domenico Lodolo (ibid.).
1809*Raffaele Bassi è comproprietario della casa insieme con le Convertite. L’edificio è affittato al falegname Domenico Lodolo, al «careghetta» Santo Sansone e all’industriante Domenica Cattassa (Registro delli aloggi, f. 48v).
1819, magg. 20*Il convento delle Convertite è indicato nel rilievo Bernardinis come proprietario della casa e dei fondi annessi confinanti con le pubbliche mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 5).
1852*Proprietà delle Convertite; Andrea Bassi possiede il n. 1754 A (Competenze, II, f. 9v).
1876*Nella parte censita 1754, fucina del fabbro Andrea Zilli; nella parte indicata 1754 B, fabbrica di pettini di Pietro Rumis (COSMI-AVOGADRO, 92, 109).
1755
1801 Raffaele Bassi (Nomenclatura, f. 65v).
 *Affittuale Teresa Piai (ibid.).
1809*Proprietà di Raffaele Bassi. Inquilino il calzolaio Giovanni Piai (Registro delli aloggi, f. 48v).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bemardinis, Raffaele q. Pietro Bassi, proprietario delle case n. 1755, 1756 e 1757, è elencato al sesto posto nell’elenco dei possessori di fondi confinanti con le pubbliche mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 6).
1852*Appartiene ad Andrea Bassi (Competenze, II, f. 9v).
1756
1801 Raffaele Bassi (Nomenclatura, f. 65v).
 *Affittuale Francesco Quaino (ibid.).
1809*Proprietà di Raffaele Bassi. Inquilino il muratore Francesco Prisani (Registro delli aloggi, f. 48v).
1819, magg. 20*Vedasi n. 1755.
1850, apr. 20 Paolo, e Vettore del fu Paolo Marpillero e Antonia Castellani Marpillero vendono a Lorenzo del fu Francesco Pellegrini la casa n. 1756, per L 1500 (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/V, 2064).
1852*Appartiene a Teresa Marpillero (Competenze, II, f. 9v).
1757
1801 Raffaele Bassi (Nomenclatura, f. 65v).
 *Affittuale Giuseppe Del Negro (ibid.).
1809*Proprietà di Raffaele Bassi. Inquilino il sensale Giuseppe Del Negro (Registro delli aloggi, f. 48v).
1819, magg. 20*Vedasi n. 1755.
1852*Appartiene a Teresa Marpillero (Competenze, II, f. 9v).
1876*Imprenditori e fornitori Rocher e Favier (COSMI-AVOGADRO, 96).
   
BIBLIOGRAFIA “L’alchimista”, 6, XVI, 20 apr. 1856, 64.
1758
1801 Rr. mm. delle Convertite (Nomenclatura, f. 65v).
 *«Affittuale un cocchiere di mons. l’arcivescovo» (ibid.).
1809*Proprietà delle Convertite. Affittuale il sensale Pietro Rubini (Registro delli aloggi, f. 48v).
1819, magg. 20*Pietro del fu Domenico Badini è indicato col n. 7 nel rilievo Bernardinis come possessore della casa n. 1758 e dei fondi confinanti con le pubbliche mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 7).
1836, giu. 3*Costituzione di patrimonio ecclesiastico da parte di Pietro del fu Domenico Badini al figlio chierico Luigi Gottardo, al quale il padre assegna una «— fabbrica di muri coperta di coppi, situata — nel borgo — di Treppo — n. 1758 —, composta in piano da una stanza ad uso di cucina, tinello e sito di scale, due camere e curridore in primo appartamento e due altri camerini e solaro in secondo appartamento, coperta di coppi tavelado, lobiale esterno alla facciata di levante, cantina, stalletta de’ suini e suo cortivo ed orto; il tutto unito confina a lev. — il — borgo di Treppo ed a tram. casa e fondi furono di — Bassi —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10315, 3072; allegata stima di Giovanni Picco e Carlo Cressa in data 20 magg. 1836).
1852*Appartiene a Pietro Badini (Competenze, II, f. 9v).
1759
1801 Coo. Manin «di Passareano» (Nomenclatura, f. 65v).
 *Affittuale Carlo Zilli (ibid.).
1809*Appartiene ai Manin. Vi abita l’agricoltore Carlo Zilli (Registro delli aloggi, f. 48v).
1819, magg. 20*Nel rilievo della zona, ad opera del Bernardinis, la zona delle case 1759 e 1760, intestata a G.B. q. Giuseppe Conti, è elencata al n. 8 (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 8).
1823, febbr. 1 G.B. Tadio, detto Principutti, vende a Giuseppe fu Carlo Zilli una casa in Treppo n. 1759 per L 900 (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 633, 640).
1852*Appartiene a Giuseppe Zilli (Competenze, II, f. 9v).
1760
1801 Coo. Manin di Passariano (Nomenclatura, f. 65v).
 *Affittuale Antonio del fu Mattia Zilli (ibid.).
1809*Proprietà Manin. Inquilino il facchino Antonio Zilli (Registro delli aloggi, f. 48v).
1819, magg. 20*Vedasi n. 1759.
1824, mar. 24°°Vedasi n. 1761.
1826, mar. 1*Compravendita fra G.B. Taddio, detto Principutti, venditore, e Pietro del fu Domenico Badini acquirente, per L 747,12: si tratta della casa n. 1760 con cortile ed orto (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10465, 4872).
1826, apr. 16 È di Pietro Badino. Viene alzata a due piani oltre il terreno (A.S.U., C.A. I, 100/1826. Ornati II. Case e fabbricati, 1242 Orn. II C).
1842, giu. 26*«— Pietro Badini — cede a pagamento del — suo debito di — austr. L 9467,66 — alli — G.B. e Giorgio fratelli Cella — una casa — con cortivo ed orto situata nel borgo di Treppo alli c.n. 1760, 1760 A, 1760 B e 1760 C —, a cui confina a lev. — Vida G.B. e Valentino q. Antonio proprietari e Vida Domenica ved. q. Antonio usufruttuara; a mezz. — Iuretigh — Collavigh Giovanna di Giovanni, a pon. strada pubblica ed a tram. Zilli Giuseppe q. Carlo con altra porzione del n. 1104 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10503, 15046).
1852*Appartiene a Pietro Badini, proprietario anche dei n. 1760 A, 1760 B, 1760 C (Competenze, II, f. 9v).
1761
1801 Alessandro Mini (Nomenclatura, f. 65v).
 *Affittuale Caterina Blasona (ibid.).
1809 Bartolomeo Moroldi (Registro delli aloggi, f. 48v).
 *Inquilini l’industriante Rosa Mauro e lo «scapinante» Giuseppe Fontana (ibid.).
1812, magg. 31*In seguito ad atto oppignorativo del 15 febbr., processo verbale d’asta con effetto di una «cucina a pian terreno dal corpo della casa in borgo di Treppo al n. 1761 con ingresso verso la corte». Debitore, per L 16,69, è Rosa Mauro (A.S.U., C.N., 81/Processo verb. d’asta con effetto, 25).
1819, magg. 20*Nel rilievo della zona, ad opera del Bernardinis, è segnalato per questa casa Bortolomio del fu Fabio Moroldi, con fondi confinanti con le pubbliche mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 9).
1824, mar. 24 È di Giovanni Oretiz. È inalzata (A.S.U., C.A. I, 89/1824/X, 1114 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Giovanni Oretigh (Competenze, II, f. 9v).
1762
1801 Alessandro Millini (Nomenclatura, f. 65v).
 *Affittuale Antonio Mauro (ibid.).
1809*L’edificio appartiene all’oste Tommaso Milini. Vi abita l’agricoltore Pietro Mauro (Registro delli aloggi, f. 48v).
1821, nov. 4 Gioseffa del fu Antonio Placereani ved. di Tommaso Milini vende a Giovanni e Valentino fu Marino Iuretigh «del canal di Grivò, da diversi anni domiciliati in questa — città» la casa 1762, confinante a lev. e tram. Antonio Vida, mezz. strada, pon. fratelli Iuretigh, casa che essa aveva ereditata dal marito (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10457, 2781).
1824, mar. 24°°Vedasi n. 1761.
1843, ag. 12*Pietro Mario chiede «il permesso di fare un alzamento al di sopra della linea verde ed al dissotto d’aprire una porta ed una finestra in borgo di Treppo, contrada di Sbrisai, al c.n. 1762 e confinante» soltanto «colla strada della androna stessa». Il progetto viene respinto, «trattandosi di nuova costruzione, anziché di riforme —, perché mancante di ogni regolarità tanto nella forma e posizione de’ vani, quanto nella cornice. Udine, 18 ag. 1843» (A.S.U., C.A. II, 65 bis/1843, 5813 Orn. II C).
1843, sett. 1*Il proprietario inoltra una nuova domanda con progetto che viene accettato (ibid.).
1852*Giuseppe Zilli (Competenze, II, f. 9v).
1858, lugl. 3*Relazione dell’ingegnere municipale G.B. Locatelli sul nuovo progetto presentato da Marco Mauro per l’ampliamento della casa in borgo Treppo chiuso al c.n. 1762: il parere in merito è favorevole (A.S.U., C.A. II, 76/1858 VIII, 224).
1763
1801 Francesco Girardis (Nomenclatura, f. 65v).
  Affittuale Antonio Vidis (ibid.).
1809 Antonio Vida, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 48v).
1809*«La fu deputazione della città, con atto 1747, 26 marzo, nel t. LXXXII degli Atti a c. 126, ha concesso al q. — Francesco Girardi di Udine ps 906 di terreno nel borgo di Treppo, che confina a 1ev. con le mura della città ed a pon. con orti della famiglia Manin di Venezia, verso l’annuo canone perpetuo di libbre due cera bianca, considerata sempre del valore di L 2,05 d’Italia. Ora pagasi da Antonio, Giuseppe e Valentino fratelli Vida q. G.B., abitanti nel borgo di Treppo, per locazione perpetua ad essi fatta dal detto q. — Francesco Girardi con instrom. primo sett. 1777, di mano del q. — Giuseppe Andrea Pilosio de Zeraffini —» (A.S.U., C.A. I, 1/Attività e passività 1808, n. 12).
1817, genn. 13*«— Valentino Vida — vende alli — G.B. e Valentino Vida, di lui nipoti, — il ius di transito per il sottoportico —; vende — la camera eretta sopra il portico — e restante corticella, compreso il muro di chiosura al lato di lev.; qual corte e portico confina a lev. con fondi ad uso d’orto — del — venditore Vida, pon. la strada pubblica ed a tram. con casa e corte del — fratello Antonio e di essi G.B. e Valentino fratelli acquistanti —» (A.S.U., N., alleg. all’atto di Francesco Nicolettis, 10633, 3906).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Antonio q. Battista Vida, del n. 1763, è citato come possessore di fondi confinanti con le pubbliche mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 11).
1852*Appartiene a G.B. Vida, proprietario anche del n. 1763 A (Competenze, II, f. 9v).
1764
1801 Francesco Girardis (Nomenclatura, f. 65v).
 *Affittuale Valentino Vidis (ibid.).
1809 Giuseppe Vida, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 48v).
1816, sett. 25*«— Giuseppe q. G.B. Vida — aliena — a pagamento d’un capitale mutuario che ha verso li fratelli Cremesi — una di lui porzione di fabbrica eretta da muri, coperta di coppi, consistente in portione di stanza appiepiano, giusti li confini d’accordo posti — e sollaro sopra per intiero, con caratto di fondi ingressi e regressi —, qual casa è marcata col c.n. 1764 nel borgo di Treppo —. Il prezzo — resta — convenuto nella summa di it. — L 527 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4814, 481).
1852*Appartiene a Carlo Vida (Competenze, II, f. 9v).
* Porta Bon
 °°Apparteneva al V recinto, «una delle porte della città già esistente, sino al 1438, nella via Trento. La strada campestre che da essa s’inoltrava nei campi verso Laipacco conserva ancora il suo nome» (della PORTA, Toponomastica, 24).
1361, ott. 15*«— Proposuit Federichus Otacini dicens quod in Porta Boni non est portonerius, quod ponatur portonerius» (Annales, III, f. 90r).
1553, genn. 28*«Dd. deputati concesserunt unum turrisinum Iacobo q. Ioannis de Belvedere — ubi — erat Porta Boni, cum onere solvendi par unum perdicum —» (Acta, XVIII, f. 38v).
   
BIBLIOGRAFIA JOPPI, Udine prima del 1425, XI; della PORTA, Toponomastica, 24; RIZZI, Udine, 61.
   
ICONOGRAFIA [F. BERTELLI], Città d’Udine; [P. BERTELLI], Città d’Udine; CADORIN, Udine città; RASICOTTI, L’antica e nobilissima città d’Udine.
1765
1801 Raffaele Bassi (Nomenclatura, f. 65v).
 *Affittuale Giorgio Ludman (ibid.).
1809*Proprietà di Raffaele Bassi. Inquilino l’agricoltore Giorgio Lutman (Registro delli aloggi, f. 49v).
1819, magg. 19*Nel rilievo Bernardinis, Raffaele del fu Pietro Bassi, come proprietario delle case n. 1765-1769, è citato tra i possessori di fondi confinanti con le pubbliche mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 14).
1831, magg. 23*Andrea q. Raffaele Bassi, domiciliato in borgo Treppo n. 1765, chiede, alla congregazione municipale di convocare Pietro Pelosi, amministratore della Casa delle Convertite, per addivenire a un accordo circa il muro di cinta che il Bassi va costruendo in confine col convento. Segue il 1 ag. verbale con le parti interessate, che, non essendo pervenute a compromesso, sostengono che adiranno al foro civile (A.S.U., C.A. I, 182/V, 2135 Pol. Giud. IX d, con dis.).
1852*Appartiene ad Andrea Bassi (Competenze, II, f. 9v).
1868*Trattative di vendita dello stabile, orto e prato della ditta Andrea del fu Raffaele Bassi, in borgo Treppo (A.S.U., C.A. I, 915/I).
1868, dic. 25*Rilievo dell’ingegnere municipale G.B. Locatelli (A.S.U., C.A. I, 915/I).
1909, magg. 10 Si ratifica la deliberazione della giunta della demolizione delle casette della Braida Bassi (Parti prese...1913, 147).
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese...1913, 35, 49, 141, 151.
1766
1801 Raffaele Bassi (Nomenclatura, f. 66v).
 *Affittuale Giovanni Medico (ibid.).
1809*La casa appartiene a Raffaele Bassi, proprietario del blocco n. 1765-1779. Vi abita il falegname Pietro Aloi (Registro delli aloggi, f. 49v).
1852*Appartiene ad Andrea Bassi (Competenze, II, f. 9v).
1858*Filanda per seta con due fornelli gestita da Antonia Venturini Roncoroni (A.S.U., C.A. I, 658/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 48).
1868*Vedasi n. 1765.
1767
1801 Raffaele Bassi (Nomenclatura, f. 66v).
 *Affittuale Giorgio Niderle (ibid.).
1809*Proprietà di Raffaele Bassi. Inquilino il fabbro Giacomo Vicario (Registro delli aloggi, f. 49v).
1852*Appartiene a Pietro Bassi (Competenze, II, f. 9v).
1868*Vedasi n. 1765.
1768
1801 Raffaele Bassi (Nomenclatura, f. 66v).
 *Affittuale Giacomo Canciani.
1809*Proprietà di Raffaele Bassi. Inquilino il «carrer» Giovanni Colugnati (Registro delli aloggi, f. 49v).
1852*Appartiene agli eredi del fu Pietro Schiavetti (Competenze, II, f. 9v).
1769
1801 Raffaele Bassi (Nomenclatura, f. 66v).
 *Affittuale Giuseppe Filipputi (ibid.).
1809*L’edificio appartiene a Raffaele Bassi, proprietario del blocco 1765-1779. Vi abita il domestico Giuseppe Filiputti (Registro delli aloggi, f. 49v).
1825, magg. 20 Pietro Bassi cede, «con una braida annessa, riddotta porzione ad uso di orto, che tutto unito confina a lev. parte casette di questa ragione, parte borgo di Treppo e parte il di lui fratello q. Andrea Rossi, mezz. casa delle Convertite, pon. parte la detta casa delle Convertite, parte sig. Girolamo Duodo — loco — demanio, fu convento delle Cappuccine, e parte il collegio delle — Dimesse ed a tram. il detto sig. Andrea Bassi —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10333, 2728).
1835, sett. 10 Giovanni Morelli de Rossi del fu Andrea, erede dello zio rev. Giuseppe Rossi, vende a Margherita e Faustina del fu Raffaele Bassi la casa n. 1769 «con una braida annessa, ridotta porzione ad uso di orto, che tutto confina a lev. — casette di questa ragione, parte borgo di Treppo e parte — Andrea Bassi, mezz. casa delle Convertite, pon. parte la detta casa delle Convertite, parte — eredi Duodo, ora convento de’ pp. Capuccini, e parte — Dimesse, ed a tram. — Andrea Bassi» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10612, 4803).
1852*Appartiene agli eredi di Pietro Schiavetti (Competenze, II, f. 9v).
   
STUDI INEDITI L. PALLADIO degli OLIVI, Cronaca, p. 30.
   
BIBLIOGRAFIA Memorie francescane, 360; Parti prese... 1880, 29; VALENTINIS, Udine antica, 16.
1770
1801 Raffaele Bassi (Nomenclatura, f. 66v).
 *Affittuale G.B. Coppa (ibid.).
1809*L’edificio appartiene a Raffaele Bassi, proprietario del blocco 1765-1779. Vi abita l’industriante Antonio Padoana (Registro delli aloggi, f. 49v).
1832, mar. 22*Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al falegname Pietro Iachop l’avviso municipale n. 1050 diretto ai venditori che ingombrano la strada «con merci di fruti et oggetti riguardanti la salubrità» (A.S.U., C.A. I, 193).
1843, lugl. 5 Angelo q. Giovanni Bonatti e Giovanni Rumis vendono a Pietro Schiavetti la casa con corticella n. 1770, già acquistata all’asta 13 ag. 1835 contro Pietro Bassi. Prezzo L 1450 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10506, 15873).
1852*Appartiene agli eredi di Pietro Schiavetti (Competenze, II, f. 9v).
1858*Filanda per seta con due fornelli gestita da Domenica Zilli Schiavetti (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 49).
1771
1801 Raffaele Bassi (Nomenclatura, f. 66v).
 *Affittuale Domenico Padoano (ibid.).
1809*Proprietà di Raffaele Bassi. Inquilino l’agricoltore G.B. Venuti (Registro delli aloggi, f. 49v).
1852*Appartiene a Maria Teresa Marpillero (Competenze, II, f. 10v).
1772
1801 Raffaele Bassi (Nomenclatura, f. 66v).
 *Affittuale Bernardino Cracogna (ibid.).
1809*Proprietà di Raffaele Bassi. Inquilino l’industriante Fabio Tracogna (Registro delli aloggi, f. 49v).
1852*Appartiene a Maria Teresa Marpillero (Competenze, II, f. 10v).
1773
1801 Raffaele Bassi (Nomenclatura, f. 66v).
 *Affittuale Anna Plaina (ibid.).
1809*Proprietà di Raffaele Bassi. Inquilino il domestico Antonio Borino (Registro delli aloggi, f. 49v).
1852*Appartiene ad Andrea Bassi (Competenze, II, f. 10v).
1774
1801 Raffaele Bassi (Nomenclatura, f. 66v).
 *Affittuale Francesco Badino (ibid.).
1809*Proprietà di Raffaele Bassi. Inquilina l’indigente Lucia Molaro (Registro delli aloggi, f. 49v).
1852*Appartiene ad Andrea Bassi (Competenze, II, f. 10v).
1775
1801 Raffaele Bassi (Nomenclatura, f. 66v).
 *Affittuale Luigi Di Marco (ibid.).
1809*Proprietà di Raffaele Bassi. Inquilino l’agricoltore Luigi De Marco (Registro delli aloggi, f. 49v).
1852*Appartiene ad Andrea Bassi (Competenze, II, f. 10v).
1776
1801 Raffaele Bassi (Nomenclatura, f. 66v).
 *Affittuale Pietro Fabris (ibid.).
1809*Proprietà di Raffaele Bassi. Inquilino il fabbro Stefano Ochialino (Registro delli aloggi, f. 49v).
1852*Appartiene ad Andrea Bassi (Competenze, II, f. 10v).
1777
1801 Raffaele Bassi (Nomenclatura, f. 66v).
 *Affittuale Francesco Dreati (ibid.).
1809*Proprietà di Raffaele Bassi. Inquilino il calzolaio Giuseppe Colauti (Registro delli aloggi, f. 49v).
1852*Appartiene ad Andrea Bassi (Competenze, II, f. 10v).
1778
1801 Raffaele Bassi (Nomenclatura, f. 66v).
 *Affittuale Antonio Fabro (ibid.).
1809*Proprietà di Raffaele Bassi. Inquilino il facchino G.B. Fantini (Registro delli aloggi, f. 49v).
1852*Appartiene ad Andrea Bassi (Competenze, II, f. 10v).
1779
1801 Raffaele Bassi (Nomenclatura, f. 66v).
 *Affittuale Giuseppe Borghese (ibid.).
1809*Proprietà di Raffaele Bassi. Inquilino l’agricoltore Domenico Giusto (Registro delli aloggi, f. 49v).
1813, lugl. 5*G.B. e Antonio Pavona chiedono ed ottengono il permesso di «effettuare delle riparazioni nella casa — in borgo di Ronchi al c.n. 1779; consistono queste nel rialzamento della casa medesima, ma senza cangiare l’aspetto della stessa, riducendo soltanto una finestra, attualmente di figura ovale, in figura quadra» (A.S.U., C.N., 180).
1852*Appartiene ad Andrea Bassi (Competenze, II, f. 10v).
1780
1801 Rr. mm. delle Dimesse (Nomenclatura, f. 66v).
 *Affittuale Natale Miani (ibid.).
1809 Natale Miani agricoltore (Registro delli aloggi, f. 49v).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Natale del fu Giovanni Miani, proprietario della casa n. 1780, è indicato come uno dei possessori di fondi confinanti con le pubbliche mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 17).
1852*Appartiene al collegio delle Dimesse (Competenze, II, f. 10v).
1781
1801 Lorenzo Zuliano (Nomenclatura, f. 66v).
 *Affittuale Lucia Malisana (ibid.).
1809*Proprietà di Lorenzo Zuliani. Inquilino il fabbro Domenico Malisani (Registro delli aloggi, f. 49v).
1814, febbr. 20 Caterina Serafini in Zuliani vende a Giacomo q. G.B. Simonutti, per d 539, «una casa di sua ragione ereditaria, posta in — borgo di Treppo, coscritta col n. 1781 —, la qual confina a lev. androna detta di Treppo —, mezz. — altra casa di questa — ragione — n. 1782, et a pon. e tram. parimenti ed oltre ai fondi ad essa — pertinenti — confina a mezz. — Miano ed a pon. e tram. con altra casa e fondi — della — venditrice, coscritta col n. 1782 —; la — venditrice vende — al Simonutti — anche una porzione — del cortivo dell’altra casa n. 1782 nell’angolo verso ponente, finitimo con la casa che si vende ed in confine col — Miano —, a condizione però che l’acquirente chiuda questa porzione di fondo con un muro vivo che lo separi dal restante cortivo —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10442, 140).
1825, ag. 8 «Nell’ufficio della deputazione comunale d’ornato. Comparso in seguito ad avviso — Giacomo Squarsul e fatto allo stesso conoscere come il disegno da esso prodotto alla congregazione municipale per licenza lavori nella facciata della sua casa, sita nel borgo di Treppo al c.n. 1781, abbisogna di alcune emende per ottenere il licenziamento, però istruito pienamente della cosa, — s’impegna di eseguire — il — tipo a norma delle riforme praticate dalla deputazione e tracciate nel tipo stesso — a lapis —» (A.S.U., C.A. I, 100, 2928 Orn. II C).
1852.*Appartiene agli eredi di Paolo Sgobino (Competenze, II, f. 10v).
1945, febbr. 20 Distrutta da bomba.
1782
1801 Giulia Serafini (Nomenclatura, f. 66v).
1809 Lorenzo Zuliani (Registro delli aloggi, f . 49v).
 *Inquilino l’agricoltore Giacomo Scanio (ibid.).
1814, febbr. 20*Vedasi n. 1781.
1814, magg. 9 Lorenzo q. Paolo Zuliani vende per L 1427,58 a Giovanni Del Bianco «una casetta di muro copperta di coppi, composta da una stanza terranea e solaro sopra con casette interne pur copperte di coppi, corticella ed orticello, il tutto unito — portante il c.n. 1782 —; confina a lev. il borgo — di Treppo, a mezz. casa fu di detta ragione e fondi di corte di ps 1 — possesso da Giacomo q. G.B. Simonutti et parte Natale Miano, a pon. orto delle — Dimesse ed a tram. — Giovanni Seraffini —. La — vendita viene — fatta per la summa — di it. — L 1427,58 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10300, 558).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, G.B. q. Giuseppe Del Bianco e Francesco Sgobini sono indicati come possessori di fondi confinanti con le pubbliche mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 18).
1826, ott. 17*«— G.B. Del Bianco ha — concesso — in perpetuo a titolo d’enfiteusi al — d. Giacomo Simonetti — una casa — d’esso Del Bianco, di muro, coperta di coppi, con altre fabbriche interne parimenti coperte di coppi, fondi, cortivo ed orto uniti, il tutto sito in — borgo di Treppo — n. 1782 —; confina a lev. borgo di Treppo, mezz. — Giacomo Simonutti e Natale Miani, pon. braida del colleggio delle — Dimesse ed a tram. — Giovanni Seraffini —. La cessione — a titolo d’enfiteusi — viene fatta — verso l’annua contribuzione — d’austr. — L 82,75 —» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10634, 4233).
1852*Appartiene agli eredi di Paolo Sgobino (Competenze, II, f. 10v).
1858*Filanda per seta con due fornelli gestita da Antonia Simonetti Della Rossa (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 50).
1783
1801 G.B. Serafini (Nomenclatura, f. 66v).
 *Affittuale Maria Batistona (ibid.).
1809*Proprietà di Giovanni Serafini. Inquilino il muratore Francesco Mondini (Registro delli aloggi, f. 49v).
1829, dic. 20*«— Chiara Serafini Ruter — ha venduto — al — Valentino Iuretigh — una casa sita in questa città — nella contrada — di Treppo, portante il c.n. 1783 — cui confina a lev. la detta contrada di Treppo, mezz. Giacomo Simonutti, pon. e tram. Giovanni Serafini —. Questa — vendita viene fatta — per il prezzo — di austr. L 287,356 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10474, 7098).
1830, genn. 3.*«— Giovanni Seraffini — ha — venduto al — Valentino Iuretig — una casa sita — nella contrada — di Treppo —, porzione del n. 1783 —, cui confina a lev. la detta contrada —, mezz. casa di questa ragione, ora dell’acquirente, pon. ed a tram. detto — Seraffini —. Questa — vendita viene fatta — per L 400 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10474, 7100).
1852*I n. 1783 e 1783 A appartengono agli eredi di Valentino Oretigh (Competenze, II, f. 10v).
1876*Falegnameria di Vincenzo Visentini (COSMI-AVOGADRO, 93).
1784
1801 G.B. Serafini (Nomenclatura, f. 66v).
 *Affittuale Lucia Aviana (ibid.).
1809*Proprietà di Giovanni Serafini. Inquilino il sensale G.B. Visentini (Registro delli aloggi, f. 49v).
1852.*Giuseppe Colavich, proprietario anche del 1784 A (Competenze, II, f. 10v).
1945, febbr. 20 Distrutta da una bomba.
1785
1801 G.B. Serafini (Nomenclatura, f. 66v).
1809*Proprietà di Giovanni Serafini. Vi abita la «rivendicola» Elena Volpi (Registro delli aloggi, f. 49v).
1852*Appartiene a Giuseppe Colavich (Competenze, II, f. 10v).
1945, febbr. 20 Distrutta da una bomba.
1786
1801 G.B. Serafini con vari affittuali (Nomenclatura, f. 66v).
1809*Proprietà di Giovanni Serafini. Inquilino il «pettinaro» Andrea Perco (Registro delli aloggi, f. 49v).
1812, mar. 28*Giovanni del fu Seraffino Seraffini cede ad Antonio del fu Pietro Pilosio «una casa sita — nel borgo di Treppo, coscritta n. 1786 —, confina a lev. con fabriche e cortivo che rimane al medesimo — Seraffini, pon. con Michele Vida, agricoltore, ed a tram. con strada pubblica del — borgo. Qual casa consiste: in un grannaro e due camerini sotto i coppi, finestre con vetriate nelli camerini, porte con suoi seramenti, suoli di legni e tolle, tre camere e cusina in primo solaro con vetriate e scuri nelle finestre, porte con suoi seramenti e suolo di legni, tolle; tre camere e saletta in secondo solaro con finestre invetriate e scuri, porte con suoi seramenti e suolo di legni, tolle; tre mezzadi, cucina e sottoportico appiepiano con sue finestre, scuri e porte con suoi seramenti, pavimento di terrazzo e cogoli; cortivetto a mezzodν di essa casa, stalla a pon. di detto cortivo, coperta di coppi, fenile e porta con suoi seramenti; grippia di due poste con pavimento di cogoli —; staletto di suini con polinaro coperto di coppi a lev. di detta stalla con porta e suoi seramenti —. Questa cessione — fa — pel prezzo — di it. — L 6575,50 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10588, 620).
1845, ag. 7 Caterina Simonetti Pilosio vende a Domenico Biancuzzi le case 1786 (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/II, 954).
1852*Proprietà di Alessandro Biancuzzi (Competenze, II, f. 10v).
1945, febbr. 20 Distrutta da una bomba.
1787
1801 Michele Vida (Nomenclatura, f. 66v).
1809*Proprietà di Michele Vida. Vi abitano il vetturino Paolo Minotto, l’agricoltore G.B. Misani, il domestico Francesco Budini e il fabbro Leonardo Colussi (Registro delli aloggi, f. 49v).
1810, magg. 12 È di Michele Vida (A.S.U., C.N., 178/XIX, con dis.).
 *Il proprietario chiede il permesso di terminare la costruzione iniziata (ibid.).
1812, magg. 31*In seguito ad atto oppignorativo del 24 febbr., a pregiudizio del debitore Giuseppe Feruglio, detto Buri, asta di una «cucina a pian terreno, con ingresso verso la strada, dal corpo della casa posta in borgo di Treppo al n. 3/1787» (A.S.U., C.N., 81/Processo verb. d’asta con effetto, n. 17).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Giuseppe q. G.B. Feruglio, detto Buri, della casa n. 1787, è inserito tra i possessori di fondi confinanti con le pubbliche mura. Allo stesso numero di casa è citato anche Michele del fu Canciano Vida (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 20 e 21).
1839, magg. 17*Mario Vida Lodolo chiede di aprire una porta d’ingresso al suo cortile nel borgo di Treppo al n. 1787 (A.S.U., C.A. I, 299/1839/XX, 2529 Orn. II C, con diss., firmato da Simone Periotti).
  Nella stessa data G.B. Vida, proprietario di un’altra parte dell’edificio, presenta progetto per trasformare la casa, chiudendo il sottoportico e aprendo nuove finestre con una trasformazione radicale della facciata. Ne ottiene l’approvazione (A.S.U., C.A. I, 299/XX, 2529 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a G.B. Vida fu Michele, proprietario anche del n. 1787 I. I n. 1787 II, A, B, C, D, E, F e G appartengono al Vida e agli eredi di Giovanni Marpillero (Competenze, II, f. 10v).
1853, giu. 28*Luigi Marpillero «divisato avendo — di riformare la casa di sua ragione, situata — nel borgo Treppo, marcata col c. n. 1787 —», presenta disegno, con la precisazione che «il confinante G.B. Vida assente al proposto rialzo». Il progetto appare «plausibile» alla deputazione d’ornato (A.S.U., C.A. II, 66/1853, 4436 Orn. II C, con dis.).
1945, febbr. 20 Distrutta da bomba.
1788
1801 Rr. mm. Dimesse (Nomenclatura, f. 66v).
 *Affittuale G.B. Veruzzo (ibid.).
1809*Proprietà delle Dimesse. Inquilino il sarto G.B. Vorussi (Registro delli aloggi, f. 49v).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, il monastero delle Ritirate sotto il titolo delle Dimesse, proprietarie delle case 1788-1797, è citato fra coloro che possiedono fondi confinanti con le pubbliche mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 22 e 23).
1853, giu. 28°°Vedasi n. 1787.
1852*Appartiene al collegio delle suore Dimesse (Competenze, II, f. 10v).
1789
1801 Rr. mm. Dimesse (Nomenclatura, f. 66v).
 *Affittuale Giovanni Riva (ibid.).
1809*Proprietà delle Dimesse. Vi abita il negoziante G.B. Stampetta (Registro delli aloggi, f. 49v).
1824, lugl. 15*Le Dimesse chiedono ed ottengono il permesso di trasformare «in rebatto la finestra a pian terreno» (A.S.U., C.A. I, 89/X).
1832, mar. 22*Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al falegname Pietro Pravisano l’avviso municipale n. 1050 diretto ai venditori che ingombrano la strada «con merci di fruti et oggetti riguardanti la salubrità» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene al collegio delle Dimesse (Competenze, II, f. 10v).
1853*La superiora delle Dimesse presenta progetto di riforma della casetta e ne ottiene l’approvazione da A. Scala per la deputazione d’ornato (A.S.U., C.A. II, 66, 7666 Orn. II C, con dis.).
1790
1801 Rr. mm. Dimesse (Nomenclatura, f. 66v).
 *Affittuale G.B. Ciani (ibid.).
1809*Proprietà delle Dimesse. Inquilini gli agricoltori Vincenzo Ciani e Domenico De Grazia (Registro delli aloggi, f. 49v).
1825, lugl. 21*«Il convento delle Dimesse — possiede in borgo di Treppo la casetta con cortivo marcata col c.n. 1790. Ha divisato di fare dei lavori nella casa stessa e di ridurre abitazione anche il cortivo». Nella domanda si fa cenno ad un disegno, non pervenuto. È rimasto il commento della deputazione d’ornato, diretto alla superiora del convento: «la bella fabbrica fino all’anno scorso fatta da lei riatare e quella che si è prefissa attualmente di far erigere meritano di essere decorate pure da un portone, il quale abbia una qualche relazione colle medesime poiché disdicevol cosa sarebbe che quello non dovesse essere pure rimodernato —» (A.S.U., C.A. I, 100, 3359/Orn. II C).
1852*Appartiene al collegio delle Dimesse (Competenze, II, f. 10v).
1883 Vi è lo stallaggio di Luigi Pravisani (AVOGARO, 156)1.
1938 Vi è lo stallaggio dei Pravisani, detti Magnai.
[1938] Nella chiave dell’arco del portone: GM 1741.
   
NOTE1La guida COSMI-AVOGADRO segnala nel 1876 uno stallaggio e un noleggio di cavalli al n. 23 di via Treppo, corrispondente alla numerazione nera civica 1791: il gestore si chiamerebbe Luigi Previsani. Sorge il dubbio che si tratti della stessa persona indicata poi dall’Avogadro, ossia del Pravisani, i cui discendenti nel 1938 dal della Porta sono ricordati ancora come stalleggiatori.
1791
1801 Rr. mm. Dimesse (Nomenclatura, f. 66v).
 *Affittuale Pietro Leonarduzzi (ibid.).
1809*Proprietà delle Dimesse. Inquilino il domestico Pietro Leonarduzzi (Registro delli aloggi, f. 49v).
1824, ag. 15 I n. 1791-1792 sono di Francesco Casarsa. Le case vengono riformate (A.S.U., C.A. I, 89/X, 3336 Orn. II C).
1832, mar. 22*Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al fabbro Francesco Berletto l’avviso municipale n. 1050 diretto ai venditori che ingombrano la strada «con merci di fruti et oggetti riguardanti la salubrità» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene alle Dimesse, proprietarie anche del n. 1791 A (Competenze, II, f. 10v).
1852*Filanda per seta con due fornelli gestita da Regina Comino (A.S.U., C.A. II, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 51).
1876*Fucina del fabbro ferraio Giacomo Berletti. Nell’edificio è ospitato anche il magazzino per la vendita di carbone e legna di Orazio Nascivera (COSMI-AVOGADRO, 89, 92).
1792
1801 Rr. mm. Dimesse (Nomenclatura, f. 66v).
 *Affittuale Pietro Morelli (ibid.).
1809*Proprietà delle Dimesse. Inquilino il falegname Pietro Morelli (Registro delli aloggi, f. 49v).
1824, ag. 15 Vedasi n. 1791.
1852*Appartiene alle Dimesse (Competenze, II, f. 10v).
1876*Recapito della levatrice Felicita Previsani Toniutti (COSMI-AVOGADRO, 98).
1793
1801 Rr. mm. Dimesse (Nomenclatura, f. 66v).
 *Affittuale G.B. Di Grazia (ibid.).
1809*Proprietà delle Dimesse. Inquilino il pizzicagnolo Giacomo Della Savia (Registro delli aloggi, f. 49v).
1817, sett. 19*Il cursore municipale riferisce di aver presentato in questa casa a Giacomo Della Savia diffida a munirsi di licenza di polizia (A.S.U., C.A. I, 10).
1824, ag. 15 È di Giacomo della Savia (A.S.U., C.A. I, 89/X, 3336 Orn. II C).
 *La proprietà, la quale si estende al n. 1794, è citata a proposito dellé riforme proposte dal vicino per le case n. 1791 e 1792, che nell’intento dello stesso dovrebbero uniformarsi a quelle del Della Savia (ibid.).
1832, mar. 22*Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al «casolino» G.B. Romanello l’avviso municipale n. 1050 diretto ai negozianti che ingombrano la strada «con merci di fruti et oggetti riguardanti la salubrità» (A.S.U., C.A. I, 193).
1849, febbr. 11*Nell’elenco dei pistrinai e venditori di pane e farina, compilato dal capo del primo quartiere, al n. 1793 è segnalato G.B. Romanelli (A.S.U., C.A. I, 465, 135).
1852*Appartiene al collegio delle Dimesse (Competenze, II, f. 10v).
1876*Rivendita di liquori e commestibili diversi gestita da G.B. Romanelli (COSMI-AVOGADRO, 99).
1794
1801 Rr. mm. Dimesse (Nomenclatura, f. 66v).
 *Affittuale Giacomo Della Savia (ibid.).
1809*Proprietà delle Dimesse. Inquilino Giacomo della Savia (Registro delli aloggi, f. 49v).
1820, dic. 11 Vi abita Giorgio Della Savia (A.S.U., C.A. I, 35/V, 5438 Orn. II C).
 *L’inquilino chiede ed ottiene il permesso di «riformare la facciata della di lui casa posta — in borgo di Treppo al — n. 1794, per rendere abitabile una stanza a pianterreno, che nel passato era condotta ad uso di casolino, ed in luogo della porta e rebatto — ha volontà di fare due finestre con ferriata —» (ibid.).
1824, ag. 15*Vedasi n. 1793.
1852*Appartiene al collegio delle Dimesse (Competenze, II, f. 10v).
1795
1801 Rr. mm. Dimesse (Nomenclatura, f. 66v).
 *Affittuale Mattia Rigo (ibid.).
1809*Proprietà delle Dimesse. Inquilino il domestico Mattia Rigo (Registro delli aloggi, f. 46v).
1832, mar. 22*Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al falegname Francesco Lodolo l’avviso municipale n. 1050, diretto a coloro che ingombrano la strada «con merci di fruti et oggetti riguardanti la salubrità» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene al collegio delle Dimesse (Competenze, II, f. 10v).
1796
1801 Rr. mm. Dimesse (Nomenclatura, f. 67v).
 *Affittuale Elisabetta Cattaruzzi (ibid.).
1809*Proprietà delle Dimesse. Inquilino il pistore Luigi Bevilaqua (Registro delli aloggi, f. 49v).
1852*Appartiene al collegio delle Dimesse (Competenze, II, f. 10v).
1876*Falegnameria di Francesco Minotti (COSMI-AVOGADRO, 93).
1797
1801 Rr. mm. Dimesse (Nomenclatura, f. 67v).
 *Affittuale Simone Scalabrino (ibid.).
1809*Proprietà delle Dimesse. Inquilino il ciabattino Simone Scalabrini (Registro delli aloggi, f. 49v).
1837, lugl. 17*La superiora delle Dimesse presenta un progetto di riforma per una casetta del convento sita al n. 1797 e ne ottiene l’approvazione (A.S.U., C.A. I, 269/III, 4239 Orn. II C).
1852*Appartiene alle Dimesse (Competenze, II, f. 10v).
1876*Falegnameria di Luigi Billiani e laboratorio del tornitore Giuseppe Venturini (COSMI-AVOGADRO, 93, 116).
1798 Collegio delle Dimesse
  Il fondo sul quale sorge il collegio delle Dimesse fu dei Corbelli, dei Pavona nel 1484, dei Filittini 1491, degli Attimis, dei Marchesi, del patriarca nel 1588, di della Porta nel 1599.
1413, genn. 15 Ser Francesco q. Martino Pavona per 180 marche di denari compera da Giovanni Guberto Gubertini «case, area e braida andando alla porta Cividale» (ZOPPI, Notariorum, XVII, f. 78v).
1489, mar. 19 Paga Giacomo di Montegnacco (B.C.U., ms. F. XXV, f. 344r).
1491, sett. 15 «— Quum sit quod alias in 1489 spect. legum doctor Simon q. spect. iuris utriusque doctoris d. Francisci de Phylitinis de Utino — dedisset comissionem mag. Girardo spiciario q. mag. Petri de Parma habitatori Utini quod emere deberet a spect. d. Benedicto de Corbellis — quasdam domos noncupatas del bochalar, sitas Utini in contrata porte S. Antonii — expendendo pro ipsis domibus usque ad summam ducatorum 50 vel circa — et deinde ipsas domos locavit nob. ser Nicolao d. Honeste —, nunc vero dictus mag. Girardus — cessit antedicto d. Simoni — omne ius — quod — habet — in domibus suprascriptis —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, sub anno, f. 70v — 71r). L’orto delle Dimesse pagava un censo al duomo.
1519 «Zuanne q. Filippo Zamoro», affittuale dell’orto per atto 1489, marzo 19, «d’un orto zà tenne ser Iacomo di Montegnà» (ibid.).
1550 Pagava «Zuan Maria de Lucca speciaro in capo Mercavecchio, logo gli eredi del q. mess. Zuan Zamoro q. mess. Filippo barbiero» (ibid.).
1563, apr. 24*«— D. Helisabet relicta q. — Bartholomei Philitini — locavit — ser Martino de Marchesis, marzario Utini, — domos de muro solleratis, cuppis copertas, cum corte et viridario sitas in contrata S. Antonii, hactenus tentas per — Florenum de Attempso —» (A.S.U., N., Mario Albino, 5949, Istr. 1563, f. 36r — 37r).
1564 Paga ser Florin d’Attimis (ibid.).
1565 Paga «ser Martin del Iesù overo de’ Marchesi, marzaro » (ibid.).
1599, nov. 23 «Avendo l’anno presente sotto li 31 marzo il nob. — Tommaso della Porta, dottor di legge, comprato in nome suo e delli — reverendi suoi zii e fratelli dalli — Ettorei una casa posta per mezzo la chiesa di S. Antonio, confinante a sol levado con l’ospitale di detta chiesa, alli monti il giardino delli — venditori, a mezzogiorno la stradda pubblica ed a sol a monte le case del seminario d’Aquileia furon delli fratelli Rinoldi, per prezzo di d 1300 — fu fra loro convenuto — di alzar il muro divisorio; ora, avendo mons. — patriarca comprate per nome del seminario successo dal nob. — Antonio Marchesi le case poste in detta contrada di S. Antonio ed orti a loro contigui, confinante a sol levado le case di esso — venditore comprate del — nob. — Francesco Pavona, alle montagne la strada pubblica, a mezzogiorno la casa ed orto del nob. sig. Bernardin Lovaria, ora tenuta ed abitata dalli eredi del q. ser Vincenzo Purcitaro, a sol a monte va in Porta de Ronchi, per prezzo di d 1417 —, e conoscendo sua signoria ill.ma che all’errezione effettuale del Seminario non solamente la casa delli sudetti — Porta comprata le torna comoda, ma che è necessaria per non esser la presente abastanza capaci per li — alunni —, e però, avendola fatta ricercare ad essi — Porta con offerta — e permutazione la casa sudetta comprata — dal sig. Marchesi —; il sig. Tommaso, zii e fratelli — contentano di fare la permutazione della casa —; all’incontro li — intervanienti per detto Seminario — permutano — ogni e qualunque ragione — per occasione della compra ed instrumento con esso — Marchesi celebrato di dette case ed orti —» (A.S.U., Arch. della Porta, 23, Causa delle Dimesse. 1758).
1602 «Mons. Ieronimo della Porta, in loco di mess. Antonio Marchese paga ogni anno d’affitto semplice sopra un orto, che teniva già mess. Zuanne Zaver barbiero, contadi L 6 s 4» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 344v).
1655, apr. 30*A cura dei pubbl. per. Agostino de Nipoti e Antonio Contrino: «Stima dell’infrascritta casa di ragione del — co. Olderico della Porta, che intende dar e vender alle sign. Nicolosa e Cesarea Rovere: una casa posta — nella contrada di S. Antonio, confina a lev. braida del — co. Francesco Pavona, a mezz. il nob. — G. Bellone, a pon. ed a tram. strada —» (A.S.U., Arch. della Porta, 23, Causa colle Dimesse. 1758).
1655, magg. 29 Il co. Ulderico della Porta vende la casa alle sign. Nicolosa e Cesarea Rovere, fondatrici delle Dimesse: «— Essendo seguita li 30 del passato la stima della casa de’ — coo. della Porta, che vendono alle nobili signore Rovori, come nel scritto fra le parti stipulato fino li 2 corr., e scendendo questa a ducati quattromillequattrocentouno l’ecc.mo — co. Olderico della Porta con la participattione et consenso de’ — suoi fratelli et nipote — volendo per quanto può cooperare ad un’opera cosi buona e pia, ha detratto — dalla predetta stima ducati 800 et inoltre pur pura et semplice elemosina li ha lasciato per l’anima sua ducati cinquecento secondo la sua intentione —; onde — detto sig. Porta — vende — la casa sudetta — con le condittioni, patti et modi in quello contenuti alle — nobili — Rovori —» (A.S.U., N., Francesco Susana, 7261, XV instr., f. 39v — 40r).
1658 Rr. sign. Dimesse (ibid.).
1760, ag. 10*«— Ser Giacomo q. Francesco Gobesso — vende — al — collegio delle — Dimesse di questa città — la mettà del muro divisorio della casa, cortivo et orto — con la braida fu di ragione Pavona, ora del — collegio; e questo — fa per il prezzo — di d 96 —» (A.S.U., N., G.B. Stella, 9142, I istr., 219, f. 185v — 186r).
1801*Convento delle Dimesse (Nomenclatura, f. 67v).
1809*«Il monastero delle Dimesse» (Registro delli aloggi, f. 49v).
   
BIBLIOGRAFIA BERTOLLA, Le Dimesse; BRAGATO, Guida, 80; Breve ragguaglio della vita della cont. M. Serafina Arcoloniani; CAVALCASELLE, La pittura, 232; DE PIERO, Antiche parrocchie, 88-89; DE PIERO, I borghi, 335; FLORIO, Discorsi alle sacri Vergini; GALLICI, Quando Marianna Spangaro; GEIGER, Antonio Carneo, 86; MASSARI, Giorgio Massari, XIX, XXVII, XXVIII, 12, 17; Poetici componimenti per la co. Teresa di Polcenigo e Fanna; ROTA, Cenni, 6; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 19; 3 (1937), 10; La sacra benda virginea; VALENTINIS, Udine antica, 16.
   
ICONOGRAFIA GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 11; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 15; MURERO, Udine metropoli, n. 23; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 9.
Chiesa delle Dimesse
  Chiesa delle Dimesse o della Immacolata Concezione, fondata nel 1669.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, 138r — 138v.
   
BIBLIOGRAFIA BALDISSERA, Chiesa cattolica, 91; BERTOLLA, Le Dimesse; BRAGATO, Guida, 80; CAVALCASELLE, La pittura, 232; DE PIERO, Antiche parrocchie, 88-89; GEIGER, Antonio Carneo, 86; MASSARI, Giorgio Massari, XIX, XXVII, XXVIII, 12, 17; de RENALDIS, Della pittura, 83; ROTA, Cenni, 6; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937); 19; 3 (1937), 10; TENTORI, Udine, 302; VALENTINIS, Udine antica, 16.
1799
1424°Inventario dell’eredità de q. Giovanni q. Enrico di Montegnacco: «Domus cum curia, area et orto postpositis, sita in Villa Freda Utini iuxta Petrum nominatum Mazol, iuxta heredes olim providi ser Nicolai Baldane, iuxta ecclesiam S. Antonii et viam publicam» (not. Nicolussio).
1525, mar. 23 Gerolamo di Montegnacco chiede al comune una piccola porzione di terreno per fabbricare la sua casa:
1525, mar. 23 «— Ser Hieronumus de Montegnaco Utinensis civis proposuit magnam et honorabilem domum fabricare in pertinentiis burgi Praticlusi in viridario suo, sita non procul a domibus patriarchatus aquileiensis — et cuperet dirigere faciem domus rectam accipiendo certam et minimam partem soli comunis si — comunitati liberet. Ideo — deputati posuerunt partem quod — demandetur nob. — Bertrando Hectoreo qui post visum locum ipsum referet» (Annales, XLV, f. 49v).
1590, apr.17 «Per il presente scritto — confeso io Ioseffo Montagnacco, detto del Pozzo, haver receutto a puro inprestido da l’ecc. sig. Tomaso della Porta ducatti n. cento — quali ho pilgiati per dare a mess. Zuan Batista Gastaldis de Prodolono a ciò con questi procuri aiutarsi del suo bando, quali ducati cento mi hobligo restituire a ogni suo beneplacito al — sig. Tomaso hovero a chi presenterà il presente scritto, contentando che non restituendoli posi lui cosν per ragion di questi come delli altri insistere nela cassa da lui al presente habitata né mai da quella eser caciato fin tanto che non li serano restituiti li — denari —. Io Ioseffo di man propria» (A.S.U., Arch. della Porta, 23, fasc. carte diverse sciolte).
1590, giu.°Tomaso della Porta acquista da Giuseppe di Montegnacco, detto del Pozzo, la casa con patto di recupera (not. Leonardo Fullonio, doc. citato nell’atto di Aurelio Boezio del 30 luglio 1591).
1591, lugl. 30 Giuseppe di Montegnacco rinuncia al patto di recupera (not. Aurelio Boezio, A.S.U., Arch. della Porta, 23, Contratti).
1649, apr. 14 «Alla partita del rev. mons. Girolamo della Porta, in luogo de mess. Antonio Marchese d’affitto semplice sopra un horto, che già teneva mess. Zuanne barbiero, hora paga l’ecc.mo — G.B. della Porta, overo l’ecc. — Olderico suo figliuolo, dissero i confinatori — che l’horto — è di presente possesso per l’ecc. — Porta suddetto, tenuto per Paola moglie di Pietro Colloreto, posto nel borgo di Porta di Ronco, confina a sol leva-do col rivolo, a mezz. col Gonellino, a sol a monte colla strada publica et ai monti col detto ecc. Porta» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 49).
1650, dic. 27°Ulderico della Porta vende la casa con patto di recupera al nob. Giacomo Venzoni (not. Nicolò Bergamino).
1655, maggio 29°Il nob. dott. Ulderico della Porta recupera la casa (not. Nicolò Bergamino)1.
1687, lugl. 9*Sentenza del luogotenente Francesco Benzon: «Ci viene rappresentato dal — co. Giovanni Giuseppe della Porta come sino li 18 aprile passato — convenne con m. G.B. e nipoti Prodoloni, tagliapietra di questa città, per l’opera di quattro colonne con altre pietre a sostegno di ridur a coperto una sua terrazza che minaccia rovina, per il che anco li esborsò nell’istesso giorno ed alcuni doppo dinaro di comprar e pagare la ditta pietra sino alla somma di L 32. La quale condotta in parte, invece di lavorarla per detta opera, sia anco stata ridotta dalli — Prodoloni ad altr’uso —. Onde detto — conte resta esposto e deluso con suo danno notabile, pericolo evidente del crollo di detta terrazza e due murari che tiene a sue spese e salario preparati e condotti per il medesimo ogetto. Però, non dovendosi tollerare forme cosν dannose e fraudolente — commetto alli detti — G.B. e nipoti Prodoloni che nel termine di giorni quindici debbano havere fatte e somministrate all’opera dette quattro colonne almeno con loro basi per sostegno di porre a coperto ed assicurare essa terrazza, riserbandoli a tempo seguente di fare le lastre e ciò in pena di ducati cento —» (A.S.U., Arch. della Porta, 23, f.v.).
1690, giu. 27*Stima dei pubbl. per. Polidoro Faventini e Mattia Tolazzi «delle opere fatte alli — G.B. padre e Antonio figliolo Chucchiani per l’accomodamento et acrescimento d’una cisterna nel pallazzo del — co. Giovanni Giuseppe della Porta» (A.S.U., Arch. della Porta, 21, f.v.).
1692 Giulio Quaglio dipinge, «nella cappella storie varie; nelle due loggie, storie e mitologie» (MANIAGO, Storia, 260-261).
1692, dic. 22*Rogito redatto «nel palazzo» del co. Tomaso della Porta (A.S.U., N., Giovanni Domenico Vinacese, 7887, XIII, f. 31r).
1722, lugl. 2*«Avendo la — nob. Laura della Porta rassegnato per l’alloggio di uno degl’ill.mi et ecc.mi — sindaci inquisitori di terraferma che si ritrovanno presentemente di ressidenza in questa città, il suo palazzo nella contrada del Patriarcato; doppo esser stato al medesimo effetto sortito nello stato e grado descritto dallo sp. ser Filippo Capodaglio ragionato di comun e con forniture e mobili descritti nell’inventario, — ne segui il — 27 magg. p.p. l’effettiva consegna —, gl’ill.mi — deputati della città — hanno accordato ad essa nob. signora — una corrisponsione di ducati cento e quaranta al mese per l’affitto del palazzo e per l’uso delle forniture e mobili» (Acta, LXXV, f. 247v — 248r).
1744, ag. 13 La casa viene divisa tra i due fratelli Giuseppe e Vincenzo q. Marcantonio della Porta (A.S.U., Arch. della Porta, 23, Divisioni 1744, f. 5r — 5v).
1778, giu. 6 «Con il presente privato scritto di locazione —, io Giovanni Vincenzo q. co. Antonio della Porta — loco — in ragione d’affitto semplice e parte in promiscuità concedo per anni dodici — una porzione della mia casa dominicale esistente qui in Udine, consistente tal comodo — nell’appartamento nobile in primo solaro, che contiene sala, con numero cinque camere e galleria, ed a pie’ piano li mezzadi che prima conduceva il — co. della Torre, e di piϊ alto mezzado verso la corte ad uso di tinello, stala, fenille, legnara e rimessa che è contigua alla stala ed è dirimpetto al cortivo; ed inoltre, in ius promiscuo con l’intera predetta mia casa, il sottoportico di detto pie’ piano cortivo e pozzo, al — co. Fabricio d’Attimis —» (A.S.U., Arch. della Porta, 23, fasc. carte diverse sciolte).
1782, ag. 26 «In corso dell’affittanza 6 giugno 1778, da me fatta al q. co. Fabrizio d’Attimis, che ebbe il suo principio il dν primo sett. dell’anno stesso, e durar deve per anni dodeci —, io Gian Vicenzo q. co. Antonio della Porta unisco in presente ed aggiungo alla predetta locazione per li anni otto avvenire tutta l’altra casa contigua alla casa grande, che io aveva a mia disposizione ed uso, riserbandomi per mio conto solamente li due mezzadini che hano l’ingresso al primo piano della scalla grande ed il mezzado a pie’ piano presso il mezzado che ora serve di tinello, il tutto affittando al nob. e rev. mons. co. Ermano d’Attimis, fratello del defonto co. Fabrizio —» (A.S.U., Arch. della Porta, 23, fasc. carte diverse sciolte).
1790, sett. 1 Rinnovo del contratto d’affitto col co. Ermano d’Attimis (ibid.).
1793, dic. 16*I pubbl. per. Francesco Duodo e Carlo Iacotti operano una revisione particolareggiata delle divisioni del 1744 (A.S.U., Arch. della Porta, 23, Revisione delle divisioni 1744 ovvero stima 16 dicembre 1793).
1797, febbr. 20*Inventario dei mobili esistenti nella casa dominicale udinese del co. Giovanni Vincenzo del fu Marc’Antonio della Porta (A.S.U., Arch. della Porta, 23, Inventario della facoltà in mobili lasciata dal q. nob. sig. co. Giovanni Vincenzo q. Marc’Antonio della Porta, f. 1r — 8v).
1799*I periti Vincenzo Moro e Carlo Iacotti pubblicano il documento di divisione dei figli del defunto co. Vincenzo della Porta, con la descrizione e stima particolareggiata del palazzo, e dei fondi annessi sia liberi sia soggetti a fideicommisso con la piazzetta e la braida che è divisa a metà coi coo. Panfilo e Antonio della Porta (A.S.U., Arch. della Porta, 23, Asse della facoltà e divisioni tra li figli del q. nob. sig. co. Vincenzo della Porta. 1799 e Misure delli beni fondi in divisioni 1799).
1809*Appartiene a Giuseppe della Porta. Vi abita l’industriante Anna Picina (Registro delli aloggi, f. 49v).
1810, apr. 2*Ispezione in casa di Panfilo della Porta per verificare la solidità del palco. Non si precisa per quale motivo questo sia stato allestito, ma solo che è collaudato per cento sedie (A.S.U., C.N., 182, 12006, Pol. 20).
1812, febbr. 28.*«— Concordati — Giuseppe del fu — Vincenzo della Porta di vendere a — Odorico e G.B. della Porta di lui fratelli di acquistare la casa posta — al c.n. 1799 con porzione di piazzetta e di brolo dirimpetto alla casa stessa, il tutto stato assegnato in parte al detto — Giuseppe colle divisioni primo ott. — 1799 — delli pubbl. periti — Carlo lacotti e Vincenzo Moro —, il predetto — Giuseppe — cede — alli — Odorico e G.B. di lui fratelli la casa sita — al c.n. 1799, con uniti fondi, confina a lev. con androna delle Dimesse, a mezz. col sig. Panfilo della Porta, pon. con fondi del palazzo arcivescovile ed a sett. con strada pubblica — nonché la porzione di piazzetta e porzione di brolo dirimpetto per la quantità di tv 900 circa — il tutto — per la summa — di ducati 4237 L 3 s 16 —» (A.S.U., Arch. della Porta, 23/Contratti, not. Bartolomeo Cassacco).
1815, nov. 13 Per testamento di Michele q. Panfilo della Porta, la parte di casa di Giuseppe passa alla madre Orsola Venturini (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10364, 1793).
1824, febbr. 25*Dal testamento del rev. Vincenzo del fu Giorgio Miotti, professore del liceo, risulta che questo ecclesiastico tiene in affitto una porzione dell’orto della Porta (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10549, 2101).
1824, lugl. 27*«Nel desiderio — di ricostruire come per l’addietro esisteva il coperto della fabbrica familiare contermine alla loro casa dominicale sita in questa città al c.n. 1799, stato dirupato dall’incendio accaduto anni or sono». Odorico e consorti «della Porta» presentano progetto. Segue il sopralluogo della deputazione d’ornato, la quale in seguito denuncia il pericolo di sgretolamento del «muro del lato conterminante alla calle delle Dimesse». I proprietari s’impegnano a operare le riparazioni necessarie. La deputazione approva, a condizione che «sia stabilito e biancheggiato il totale prospetto della casa; che sia, lungo la linea del fabbricato, fatta apporre una linea percorribile di quadrelli di pietra per servire di marciapiedi a pubblico comodo» (A.S.U., C.A. I, 89/X).
1829, apr. 22*«Fatalmente avvenuto nell’anno 1802 un incendio nel fabbricato verso l’androna delle Dimesse in angolo di levante e mezzodν, forma parte del palazzo dominicale al c.n. 1799, parte di ragione della sign. Orsola della Porta, rappresentante il marito ora q. Panfilo, ed il cognato Antonio della Porta, ambi figli del fu Giuseppe, e parte di specialità de’ sigg. G.B. e Odorico figli del fu Vincenzo della Porta, furono essi compossessori obbligati da questa congregazione municipale di rimettere il fabbricato stesso ciò combinando anche il riparo de’ crollanti muri. Ed avendo la sign. Orsola riedificata l’intiera fabbrica con proprio suo dinaro, in conseguenza sta a carico per carato la spesa ai sudetti eredi del fu Vincenzo e ciò per i carati che gli risguardano, devengono perciò al seguente accordo: — Odorico e G.B. — della Porta — cedono — ad essa — Orsola ogni loro diritto sul fondo promiscuo sopra cui venne riedificata in parte la suddetta fabbrica in angolo dell’androna delle — Dimesse —, nonché sui muri rimasti dopo detto incendio, meno — il fondo riferibile al pozzo per la larghezza dell’arcata di ponte sino al chiudimento del pozzo stesso, quale fondo chiuso restar dovrà promiscuo — ed escluso pure il sottoportico che serve di transito da un cortile all’altro, che restar deve promiscuo —» (A.S.U., Arch. della Porta, 23, Contratti).
1830, mar. 27*Orsola della Porta «nel prospetto della propria casa verso la calle delle Dimesse al n. 1799 desidera — di aprire le due porte e la finestra segnate a rosso». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 168/1830/XIV, 1194 Orn. II C, con dis.).
1831, giu. 22 Orsola Venturini della Porta lascia il suo patrimonio ai tre parroci delle Grazie di Udine, di Percoto e di San Pietro degli Schiavi (A.S.U., Arch. della Porta, 23, Contratti).
1845, giu. 9 Per transazione in lite, la parte già di Orsola Venturini passa ai figli di G.B. q. Vincenzo della Porta (A.S.U., Arch. della Porta, 23, Contratti).
1847, magg. 26*Il pubbl. perito Vincenzo Barnaba e G.B. Cotterle compila la descrizione e stima della casa di G.B. della Porta (A.S.U., Arch. della Porta, 23).
1849, genn. 8*Il capo del primo quartiere al commissario comunale d’ordine: «— Antonio fu Giovanni Sternn, oriundo di Lubiana, dimorante in questa città, era di condizione cocchiere presso — Pietro dott. Campiutti, mancò ai vivi quest’oggi circa le ore 4 — pomeridiane — in ettà di anni 56 circa, a causa d’una percossa sive calcio riportato da un cavallo del sig. Campiutti alla parte sinistra del petto, e ciò in una stanza terranea ad uso di stalla della casa nob. G.B. della Porta, sita nel borgo Treppo al c.n. 1799 —» (A.S.U., C.A. I, 465, 26).
1851, genn. 22 Vi aveva sede una istituzione per l’istruzione privata legale, tenuta in quattro corsi dai sigg. dott. Mattia Missio, dr. Andrea Ovio, dott. G.B. Faelli e dott. Giacinto Pellatis (“Il Friuli”, 3, XVII, 22 genn. 1851, 4).
1852*La parte marcata 1799 A appartiene agli eredi della fu Orsola della Porta, quella 1799 II a G.B. della Porta (Competenze, II, f. 10v).
1864°La parte di G.B. figlio di Vincenzo passa per acquisto ai fratelli Antonio e Giacomo Picco.
1866, apr. 12 I figli di G.B. q. Vincenzo vendono la loro parte al co. Giuseppe di Colloredo (A.S.U., Arch. della Porta, 23, Contratti, not. Giacomo Someda).
1875, magg. 13 Il co. Giuseppe di Colloredo cede la parte di casa alla figlia Laura, moglie di Adolfo q. G.B. della Porta (A.S.U., Arch. della Porta, 23, Contratti, not. Giacomo Someda).
1876 Osteria “All’Aquila bianca” (COSMI-AVOGADRO, 106).
 *Gestione di Giuseppe De Luca (ibid.).
1932°B. q. Adolfo cede la parte di casa all’ing. Paolo Masieri.
1937°L’ing. Paolo Masieri acquista l’altra parte degli eredi Picco.
  Nella chiave dell’arco del portone grande del cortile si vede lo stemma della Porta.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 18 nov. 1954 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1La fonte citata dal Frangipane (Da chi furono possedute, 174), che accanto al notaio Bergamino utilizza il not. Francesco Susanna e fornisce notizie piϊ dettagliate sui passaggi intermedi.
   
BIBLIOGRAFIA BALLINI, Udine; BATTISTELLA, I Lombardi, 75; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 303-309; COLA, Cento anni, 56; COMELLI, Passeggiate, 81; ERMACORA, Guida, 117; di MANIAGO, Guida, 65; MARINI, Giulio Quaglio, 160-162; Parti prese...1913, 78-79; della PORTA, Toponomastica, 11, 79, 166, 199-200; Ritornano alla luce i dipinti del Quaglio; RIZZI, Mostra della pittura veneta del Seicento, 77; RIZZI, Pluralità, 344, 384; ROTA, Cenni, 25; TRINKO, Notizie, 12-13; VALENTINIS, Udine antica, 23.
1800
1793, magg. 16*«Scoperta di fuoco nella casetta dell’ortolano, dietro il recinto del palazzo arcivescovile» (A. della FORZA, Cronaca, p. 105).
1801 Mensa arcivescovile (Nomenclatura, f. 67v).
 *Casa dell’ortolano dell’arcivescovo (ibid.).
1809*Proprietà dell’arcivescovo. Vi abita l’ortolano Giuseppe Cremese (Registro delli aloggi, f. 50v).
1818, giu. 27*Il commesso d’ornato Giuseppe Presani denuncia che «la casa n. 1800, rimpetto alla caserma del seminario —, si trova ad avere il destro, che sbocca con il suo canalle in una vasca, la quale non è riparata in quei modi cui richiamano le regole di sanità pubblica. La detta vasca è situata in una piccola corticella con il latto al muro della strada e scoperta intieramente —». Il Presani sottolinea gli inconvenienti che ne derivano in tempo di pioggia. La deputazione d’ornato conviene con lui e suggerisce l’erezione di un muro di protezione (A.S.U., C.A. I, 18, 2143, San. XI e 2282 Orn. II C).
1843, nov. 14*Il vescovo E. Lodi chiede il permesso di «aprire una porta nella sua casa — n. 1800 A». La deputazione d’ornato commenta: «Siccome l’opera è già eseguita, cosν cessa per parte della scrivente ogni esame ulteriore» (A.S.U., C.A. I, 359/IX, 8339 Orn. II C, con dis. firmato dal capomastro Giovanni Candotto).
1852*Appartiene all’arcivescovado (Competenze, II, f. 10v).
1929 La casa dell’ortolano dell’arcivescovo fu demolita nel 1929. La nuova sede dell’azione cattolica, cominciata nel 1929, fu inaugurata il 6 luglio 1930.
Chiesa di S. Antonio
  Presso alcune casette dove si erano stabiliti i monaci di S. Antonio per assistere gli appestati, Ciotto degli Abati fiorentino volle fabbricare la chiesa per i monaci spedalieri di S. Antonio di Vienna, in Francia. La prima pietra fu posta il 24 ott. 1354 dal patriarca Nicolò che benedisse il cimitero. Cessati i monaci, la chiesa fu unita alla mensa patriarcale. Fu ampliata e trasformata dal patriarca Dionisio Delfino. La facciata è del Massari (1733). Sino al 1866 nel giorno di S. Antonio assisteva alla messa il corpo dei pompieri (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 85r - 89r).
   
STUDI INEDITI L. PALLADIO degli OLIVI, Memorie, 16; RAIMONDI, Gioia preziosa, f. 44v — 46v.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 107, 127; BELGRADO, Elogio funebre; Capitoli della ven. congregazione de’ rr. sacerdoti; CARACCI, Antichi ospedali, 86; CICONI, Udine, 462, 463; Constitutiones primae; Constitutiones synodales; [CORGNALI], In zir par Udin. La fazzade di Sant’Antoni, 2; [CORGNALI], In zir par Udin. Iustizie; DE PIERO, Antiche parrocchie, 48; ERMACORA, Guida, 113; A. della FORZA, Diario, 45; GIOSEFFI, Udine, 156; GIUSSANI, Degli istituti di beneficenza, 14; JOPPI, Udine prima del 1425, XII, XIV; PALLADIO degli OLIVI-CAIMO DRAGONI, Cronache udinesi, 19; SCALON, La biblioteca, 34; Statuto della congregazione dei sacerdoti; TENTORI, Udine, 291; VALENTINIS, Udine antica, 16.
   
ICONOGRAFIA GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, n. 9; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma, n. 8; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 17; MORO-DEL PEDRO, Veduta della piazza arcivescovile di Udine; MURERO, Udine metropoli, n. 9; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 7.
1801
  Il palazzo patriarcale fu ridotto nello stato attuale dopo il 1600, come si vede dalla stampa del 1661 “Udine metropoli del Friuli”, utilizzando fabbricati piϊ antichi; infatti una delle sale ha il soffitto decorato da Giovanni da Udine.
1464*«— Lo priore de Santo Antonio de Udene paga ogn’ano de fito perpetuale alla fradaglia de Sant Gervasio et Protasio de Udene marca de dinari d’Aguliea sopra una certa chasa murada, coverta de copo et una aria e postposita de pagla coverta, che se contine mettuda in Udene apreso ser Missum de Remanzacho, apreso la glesia de Sant’Antonio mediante via, apreso ser Missium de Remanzacho, apreso Matiuso Pizul Pani e apreso l’ospedale de Santo Antonio de Udene e apreso la via publicha; foreno lasade per Blasuto, meso dela corte del patriarchiado, fiolo che fuo Matiusso de Utine, prout patet per man de ser Lorenzo nodaro, fiolo che fuo Marzuto de Cusignà in M°IIIc octuagessimo secundo, inditione quinta, die XVIJ mense de avosto —» (B.C.U., ms. 1324, f. 8v).
1552, genn. 18*«Actum Utini, sub logia ex opposito ecclesiæ S. Antonii» (A.S.U., N., Mario Albino, 5949, Prot. 1552, f. 5r).
1600 circa Il patriarca costruisce il palazzo patriarcale (PALLADIO, Historie, II, 236).
1648, mar. 16 Si concede poco terreno pubblico a mons. patriarca che «ha deliberato — di restaurare e d’abbellire insieme quel muro che dall’angolo del suo palagio s’estende per la strada publica e s’unisce con quello del cimitero della chiesa di S. Antonio» (Annales, LXXVIII, f. 210v — 211r; dis. del suolo pubblico concesso: B.C.U., ms. D. XII, f. 36).
1759°°Vedasi n. 1682.
1783, giu. 7*Polizza di pagamento di operai addetti allo spianamento della piazza antistante il palazzo (B.C.U., C.A., 307/77).
1809*«Arcivescovado» (Registro delli aloggi, f. 50v).
1814, mar. 9*«Inventario e stima di tutti li mobbili, effetti, generi ed animali di ragione della felice memoria di mons. Baldassare Rasponi, fu arcivescovo di Udine, e ritrovati alla sua mancanza a’ vivi qui in Udine ed in Rosazzo, importanti appieno le riportate stime it. L 32774,676» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10622, Rep. IV, 1325, f. 4r).
1862°Si costruisce quel fabbricato che aveva la facciata su la via Treppo, dietro la chiesa di S. Antonio, per uso dell’amministrazione dei beni ecclesiastici, che fu, in parte, abbattuto nel 1929 (A.C., Atti Ornato 1857-1864).
   
STUDI INEDITI B.C.U., ms. 398 Joppi; FACCIOLI-JOPPI, Chiese, 63v - 85.
   
BIBLIOGRAFIA “L’alchimista friulano”, 4, VI (30 gennaio 1853), 40; ANTONINI, Cenni statistici, 35; AVOGADRO, Guida, 40; BASSI, Architettura, 210-211; BATTISTELLA, Quisquilie, 169; BERGAMINI, Vino, 102-103; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 310-329; BERGAMINI-TAVANO, Storia, 395, 418, 419; BIANCHI, Indice, 129, n. 4023; BIASUTTI, Guida turistico-artistica; BIASUTTI, I libri “de’ scossi e spesi”, 19, 20; BIASUTTI, Storia e guida; BRAGATO, Guida, 75-77; CARACCI, Antichi ospedali, 86; CAVALCASELLE, La pittura, 154, 234, 254; CICONI, Udine, 463-464; COMELLI, Le biblioteche del Friuli, 221-222; COMELLI, Passeggiate, 67-70; COMELLI, La stampa a Udine, 81; Commissione provinciale per la conservazione dei monumenti, 205; CORGNALI, In zir par Udin. La fazzade di Sant’Antoni; DE BIASIO, Le biblioteche e gli archivi dell’Arcivescovado, 472-474; DEL PUPPO, Udine artistica, 212-213; DE PIERO, Antiche parrocchie, 48-49; DE PIERO, I borghi, 322-323; ERMACORA, Guida, 106-112; GIOSEFFI, Udine, 104, 154, 156, 168, 170-172, 173, 174, 246, 247; JOPPI, Biblioteche ed archivi, 250; JOPPI, Udine prima del 1425, XII, XIV; MADRISIO, Orazione all’ill.mo e rev. mons. Luigi Delfino; di MANIAGO, Storia, 117, 118; di MANIAGO, Guida, 37-40; MASSARI, Giorgio Massari, XIX, XX, 5, 7, 62, 63, 67, 89, 121; MAZZATINTI, Inventari dei manoscritti, III; MUNER, La chiesa di S. Antonio; PICCO, L’arte della scultura in legno; PICCO, Della statuaria decorativa; PICCO, Di un nostro amico artista, 249-250; POJANI, Il seminario, 9; della PORTA, Toponomastica, 146; RIZZI, Gli affreschi trecenteschi, 1-5; RIZZI, Pluralità, 287, 334, 351, 387, 388, 390, 407-408, 414, 416, 420, 426; RIZZI, Profilo...Il Quattrocento, 140; ROTA, Cenni, 12-14; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 12, 15; 5 (1938), 11; SABBADINI, Al signor Domenico Pletti; S[ACCOMANI], Il ristauro, 13; SALOMONI, Delle rime; SCALON, La Biblioteca arcivescovile; SEMENZATO, La scultura veneta, 131, 136; C. SOMEDA de MARCO, Le pregevoli sculture; TENTORI, Architettura, 316; VALE, La Biblioteca Arcivescovile, 78-81; VALENTINIS, Udine antica, 14, 21.
   
ICONOGRAFIA GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, n. 5; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 7; LEONARDUZZI-ZUCCHI, 1. Seminario e 2. palagio arcivescovile; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 17; MORO-DEL PEDRO, Veduta della piazza arcivescovile di Udine; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 6.
1802
1801 Santo Gobbetti, «famolo della città» (Nomenclatura, f. 67v).
1805, mar. 16 Santo q. Andrea Gobbetti — vende a Bernardino Pontelli, per ven. L 18600 «una casa con corte e sue adiacenze — posta in vicinanza alla roia dirimpetto al pallazzo arcivescovile, che confina a lev. e mezz. strada pubblica, a pon. — coo. Valentinis ed alle monti con casa degl’eredi q. — Francesco Boccalletti —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10320, IV instr., 254, f. 368r — 371r).
1809*Proprietà del medico fisico Bernardo Pontelli. Inquilina Giulia di Montegnacco (Registro delli aloggi, f. 50v).
1812, ott. 1 Francesco fu Antonio Pontelli vende la casa 1802 per L 6344,82 a Girolamo q. Antonio Biscontini. Confina lev. e mezz. strada, pon. Molteno, tram. Pontelli (A.S.U., N., Daniele Micheloni, Rep. II, 841, f. 16r).
1825, nov. 18 Girolamo Biscontini di Belluno vende per L 7126,44, a Francesco fu Antonio Pasini «la casa — n. 1802 con suo fondi e cortivetto, in angolo della contrada detta via Nuova Lovaria, con facciata di essa casa dirimpeto il vescovile palazzo; confina a lev. e mezz. strada —, pon. — Giuseppe Presani, loco Ortolani, loco Molteno, e tram. — Francesco e figli Girardis, in loco Pontelli» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10551, 2554).
1826, ott. 5 È di Francesco q. Antonio Pasini, che domanda di riformare il prospetto su via Lovaria (A.S.U., C.A. I, 100/1826/II, 3534 Orn. II C, con dis.).
1852, lugl. 23*Proprietà di Antonio Pasini, che sottoscrive il permesso di riforma della confinante Benvenuta Camucio Girardi. Vedasi n. 1803.
1852*Anna Pasini (Competenze, II, f. 10v).
1876 Noleggio di cavalli di G.B. Belgrado (COSMI-AVOGADRO, 104).
1910 Viene costruito il Palazzo della Banca Cattolica.
   
BIBLIOGRAFIA BRAGATO, Guida, 175; DAMIANI, Arte del Novecento... Il Liberty, 86; D’Aronco architetto, 178-179; MILANESE BORTOLOTTI, L’architettura Liberty, 195-196; della PORTA, Toponomastica, 165; TENTORI, Architettura e architetti, 346; Udine cento anni, 22.
1803
1757, ag. 24 «Il molto rev. — G.B. Zuppelli — et il sig. Antonio Del Pedro1 q. Francesco di questa città, onde impiegare l’infrascritta summa nell’acquisto che essino sono per fare della stamparia Fongarini2 parimenti di questa città —, vendono — al nob. — G.B. q. — Lorenzo Mangilli — un’annua corrisponsion livellaria di d 25 — per il capitale di d 500 —, in ragion cioè di cinque per cento — sopra li beni in genere — e particolarmente sopra una casa di ragione di esso molto rev. Zuppelli, posta dirimpetto al patriarcato, che confina a lev. la strada verso la roia, a mezz. ser Andrea Gobbetto, a sol a monte li — coo. Valentinis e Clementini et alle monti li Cornacchia e Grassi —; item sopra una altra casa di ragione del sig. Del Pedro che serve di sua abitazione nella contrada del Duomo, che confina a lev. la strada pubblica, a mezz. il sig. Tavellio, a sol a monte strada pubblica denominata Bellona et alle monti il sig. Gallici —» (A.S.U., N., Francesco del fu Alessandro Brunalleschi, VIII instr., f. 104v — 107r).
1801 Bernardino Pontelli, medico3 (Nomenclatura, f. 67v).
1805, apr. 1 Valentina Pascuttini ved. Boccaletti vende a Bernardino Pontelli la casa n. 1803. Confina lev. strada, mezz. Pontelli fu Gobbetti, pon. Valentinis, tram. Felicita ved. di Daniele Venier (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10320, IV Instr., 257, f. 373r — 387r, alleg. stima dell’8 marzo 1805).
1809*La casa appartiene al medico fisico Bernardo Pontelli, che vi abita con una domestica (Registro delli aloggi, f. 50v).
1852*Proprietà di Liberale Girardis (Competenze, II, f. 10v).
1852, lugl. 23*Benvenuta Camucio Girardi chiede ed ottiene il permesso «di praticare alcune riforme alla casa di sua proprietà coscritta al c. n. 1803». La casa viene alzata di un piano e la soffitta viene trasformata in un appartamento di abitazione (A.S.U., C.A. II, 66/1852, 5113 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Silvestro Bosa).
  Nei primi armi del secolo l’avv. Giuseppe Caisutti demolisce la casa e fabbrica l’attuale.
   
NOTE1Per Antonio del Pedro: COMELLI, L’arte della stampa, 166, 168; DE GRASSI, Provincialismo, 100; I tesori della civica Biblioteca, 71-72.
 2Per la stamperia Fongarino: COMELLI, L’arte della stampa, 13, 166; DE GRASSI, Provincialismo, 99; I tesori della civica Biblioteca, 71.
 3Per Bernardino Pontelli: A. della FORZA, Diario, 185-186; 247-248.
   
BIBLIOGRAFIA della PORTA, Toponomastica, 165.
1804
1801 Felicita Venier (Nomenclatura, f. 67v). Giuseppe Dedini1.
1809*Proprietà di Felicita Venier (Registro delli aloggi, f. 50v).
1812, febbr. 12 Felicita Zuppelli Venier vende al sig. G.B. del fu Giacomo Nigris la casa 1804 «dirimpetto alla piazza dell’Arcivescovado» per L 4768,92. Confina lev. strada, mezz. Francesco Pontelli, pon. fratelli Molteno, loco Valentinis, tram. parte Naschinetti parte Chiarei2 (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10323, Rep. II, 654, f. 50r).
1852, lugl. 23*Proprietà di Giuseppe Nigris, che sottoscrive il progetto di trasformazione della casa appartenente alla confinante Benvenuta Camucio Girardi. Vedasi n. 1803.
1852*Appartiene a Giuseppe Nigris (Competenze, II, f. 10v).
   
NOTE1Senza indicazione di fonte in della Porta.
 2Il riscontro è operato in base al repertorio, in quanto gli atti di questo anno sono perduti.
   
BIBLIOGRAFIA della PORTA, Toponomastica, 165.
1805
1801 Osvaldo Chiaroi (Nomenclatura, f. 67v).
 *Affittuale il fabbro Domenico Facchini (ibid.).
1809*Proprietà di Alvise Chiaroi. Inquilino il fabbro Antonio Fabris (Registro delli aloggi, f. 50v).
1811, ag. 13*«Vendita fatta dalli sigg. Alvise, Giuseppe e Francesco q. Osvaldo Chiaroi ad Antonio q. Zuanne Fabris di Udine di casetta in questa comune al n. 1805 per L 1744,81» (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10075, Rep. I, 226, f. 16r).
1832, mar. 22*Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al fabbro Antonio Fabris l’avviso municipale n. 1050, diretto a coloro che ingombrano la strada «con merci di fruti et oggetti riguardanti la salubrità» (A.S.U., C.A. I, 193).
1835*Recapito del chirurgo Francesco Pelizzo (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1852.*Fratelli Fabris del fu Antonio (Competenze, II, f. 10v).
1853, nov. 9 È di Pietro Fabris (A.S.U., C.A. I, 569/XI, 8299 Orn. II C, con dis., firmato da Valentino Dreussi).
 *Il proprietario chiede il permesso «di erigere sopra il coperto di questa — casa una terrazza scoperta». La deputazione d’ornato, per mezzo di A. Scala, approva il progetto e raccomanda l’intonacatura e imbiancatura della facciata (ibid.).
1855*Domicilio del pittore Giovanni Pagliarini1 (A.S.U., C.A. I, 487/VI).
   
NOTE1Vedasi n. 1507 B (oratorio di S. Elisabetta).
   
BIBLIOGRAFIA della PORTA, Toponomastica, 165.
1806
1801 Osvaldo Chiaroi «con vari affittuali» (Nomenclatura, f. 67v).
1809*Proprietà di Alvise Chiaroi. Inquilino l’oste Giuseppe Russi (Registro delli aloggi, f. 50v).
1812 Osteria “Al giglio” (Esercenti).
 *Gestione di Antonio Iesse (ibid.).
1832*Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al «casolino» Giovanni Sfacendone e al lattonaio Pietro Rivo l’avviso municipale n. 1050, diretto a coloro che ingombrano la strada «con merci di fruti et oggetti riguardanti la salubrità» (A.S.U., C.A. I, 193).
1837, sett. 13*Cesare Masini «nella corticella della casa n. 1806 ha determinato — di erigere un fornelo per distilazione di aquevite». Dal verbale della commissione agli incendi si deduce che la casa appartiene al Chiaroi. Il progetto prevede un camino che dai tecnici chiamati in causa viene giudicato troppo basso e un coperto ritenuto pericoloso per gli incendi. Vengono pertanto suggerite alcune modifiche (A.S.U., C.A. I, 269/III, 5434 Pol. II con dis.).
1844, magg. 2 Alvise Chiaroi cede in pagamento a Luigi Gabrici «la casa di sua abitazione posta — fuori dell’ex portone di S. Bortolomio — al c.n. 1806 —, cui confina a lev. strada pubblica, mezz. — Giuseppe Fabris, pon. — Luigi Bertuzzi, tram. strada pubblica, col relativo suo fondi e cortivo —» (not. G. del fu Paolo Clochiatti, in A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10511, 17308).
1845, lugl. 15 Luigi q. Giacomo Gabrici vende a Felice q. Fabio Federici la casa 1806, per L 9000. «Confina a lev. con la strada — e oltre la roggia, a pon. Bertuzzi G.B., a tram. la strada che dal borgo di S. Bortolommio conduce al — Giardino — ed al ponte sulla roggia, a mezz. eredi q. Antonio — Fabris —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10511, 17307).
1846, febbr. 4°Felice Federicis di Rive d’Arcano vende a Luigi Fabris la casa 1806 per L 10000 (not. Giacomo Someda).
1846 sett. 7°Mons. Luigi Fabris vende a Francesco q. Francesco Zuliani casa 1806 per L 12000 (not. Giacomo Someda).
1852*Appartiene a Francesco Zuliani (Competenze, II, f. 10v).
1876*Falegnameria di Francesco Zuliani e pizziccheria di Domenico Petrei (COSMI-AVOGADRO, 93, 110).
1932 Caffè “Piazza Patriarcato”.
   
BIBLIOGRAFIA della PORTA, Toponomastica, 165.
1807 Porta S. Antonio e casa Valentinis
  Vedasi anche il n. 1672.
1402, magg. 16*Galiotto Andriotti, procuratore della comunità udinese, riferisce al consiglio cittadino: «Pontes burgi de Cividato iuxta ecclesiam S. Antonii et burgi S. Lazeri sunt adeo vuasti, quod cito ruinabuntur nisi provideatur et turris porte Cividati extrinseca incipit pluere» (Annales, XIV, f. 327r).
1444, lugl. 7°«Super propositis per Iohannem habitantem supra Porta Civitatis intrinseca dicentem qualiter scale et poyolis minantur, instantem provideri quod camerarius cum consilio reficiat cum levioribus expensis quibus fieri potest»1.
1517, sett. 22 «Ad postulationem — legum doctoris d. Enrici de Vallentinis2, spect. dd. convocati eidem d. Enrico — Portam interiorem S. Antonii, iam pridem patri suo per magn. comunitatem — concessam, reconcesserunt habitandam et gaudendam ad beneplacitum — comunitatis nostrę, cum hoc quod debeat tenere dictam Portam bene copertam atque reparatam — et solvere annuatim d. deputatis debito tempore unum par perdicum iuxta formam partis nunc captę» (Annales, XLII, f. 138r; cfr. inoltre B.C.U., ms. 2277, f. 117r).
1517, giu. 25*«— Spect. — septem deputati civitatis Utini — intelligentes quod Porta interior civitatis, quę dicitur S. Antonii, concessa alias, ut asseritur, per comunitatem nostram ad eius beneplacitum nob. ser Martino de Vallentinis civi Utini, est male in ordine minaturque ruinam nisi reparetur et aptetur, — vocari ad se fecerunt — legum doctorem d. Enricum de Vallentinis f. — ser Martini, cui — mandaverunt — quod infra terminum duorum mensium — debeat Portam ipsam S. Antonii reparasse taliter quod sit habitabilis nec ruat, aliter quod, lapso ipso duorum mensium termino, ipsi dd. deputati providebunt concedendo alteri ipsam Portam» (Acta, VII, f. 119r).
1532, sett. 30*«Penes Portonum S. Antonii — congregati pistores Utini pro faciendis in eorum fraternitate novis officialibus» procedono alle elezioni di rito (A.S.U., N., Francesco Belgrado, 5733, Istr. 1530-1532, f. 62v).
1552*«Information Colloreda. — Il sig. Niccolò Corbelli alienò al sig. Mattio Colloredo la casa in contrada S. Maria Madalena con colle appresso, compreso nono che teniva Zuanne sartor, confinante con la porta di S. Antonio —. Nel 1560 poi esso sig. Mattio Colloredo diede in dote alla — co. Francesca figlia del co. G.B. Porzia, sua nezza, maritata nel sig. Curtio Colloredo, la suddetta casa et colle; ma perché in questo contratto si dice che la casa confinante con Zucco, Luisini, strada e gorgo, si è hora tralasciato di copiare l’instromento di tal contratto, ma solo si accenna acciò si comprenda in qual modo è subentrato il sig. Curtio» (B.C.U., ms. C. 19, N. 39. Città con co. Corbello, f. 19r).
1587, lugl. 28*Con l’investitura Nicolò Corbelli riceve «domum cum curia et colle Utini, sitam in burgo Aquileiensi instrinseco, cuius confines erant olim apud murum castellanum et olim Antonii Verdici, nunc vero apud murum castellanum, rugiam, Portonum Aquileię et portonum S. Antonii —, cum onere solvendi curię S. Marci piperis libras duas —» (not. Francesco Forni, B.C.U., ms. C. 19, N. 39. Città con co. Corbello, f. 10r — 11v).
1589, giu. 10*Per la moglie Costanza Corbelli, Giacomo del fu Bernardo Valvason riceve l’investitura della stessa casa (not. Gaspare Vatrio, B.C.U., ms. C. 19, N. 39. Città con co. Corbello, f. 12r — 13r).
1610*Gerolamo Valentinis paga al comune di Udine un paio di pernici «sopra il tore». Andrea Mantica ne paga due (B.C.U., ms. P. I, f. 76v).
1610, magg. 22*Investitura di Nicolò e fratelli di Valvasone. Si tratta di «una casa et colle posta in Udine, nel borgo d’Aquileia intriseco, confinava già appresso il muro castellano et Antonio di Verdice, hora veramente appresso il muro castellan, la roia, il Porton d’Aquileia et il Porton di S. Antonio» (not. cancelliere Bernardino Buiatto, B.C.U., ms. C. 19, N. 39. Città con co. Corbello, f. 13v — 14v).
1677*Investitura del co. Francesco Corbelli Valvasone per la stessa casa (not. Francesco Forni, B.C.U., ms. C. 19, N. 39. Città con co. Corbello, f. 16v — 17r).
1691, magg. 8 Il co. Alessandro Mantica pagava pernici due per la torre di S. Antonio in luogo del q. Gerolamo Valentinis (A.S.U., C.A., 3/1, n. 5).
1691, ag. 21*«— L’ill.mo — co. Francesco Corubello Valvasone kavalier — cede — al sig. Antonio Grassi — tutte le ragioni — che — ha — sopra la riva e muri fuori del Porton della contrada di S. Bortolomio di questa città da un cappo all’altro, cioè, della muraglia di detto Porton sino all’altra muraglia del ponte transitorio al patriarcato, necnon il sitto tutto con le vestigie fondamenti delle già demolite muraglie, fuori che la strada transitoria, quale doverà sempre restar apperta a comodo di carrozze e carri d’ogni sorte, del che tutto esso sig. conte ne è assoluto patrone anco d’appogiar per ogni suo comodo sopra li muri d’essa Riva, per il qual comodo il — conte s’impegna di far ottenir dal publico a detto Grassi la licenza e decretto —» (A.S.U., C.R.S., 602/2, f. 186r — 187r, not. Teseo Sala).
1691, ag. 27 «Disegnando il — co. — kavalier Giovanni Francesco Corbelli far fabbricar una bottega fuori dél Porton di S. Antonio, dalla parte verso mezzogiorno nel sito del colle ivi annesso, — fece instanza ai — deputati che gli concedessero di poterla appoggiare alla muraglia del detto Portone e di poter nella medesima aprirvi la porta per l’ingresso alla stessa bottega e le solite finestre per l’esposizione delle merci —». Fu concesso (Acta, LXVII, f. 78r — 78v).
1691, sett. 28 Il sig. Antonio Grassi, successore del kav. Corbelli in tutte le azioni ad esso «spettanti sopra la riva fuori del Porton della contrada — di S. Bartolomio — da un capo all’altro, cioè dalla muraglia di detto Porton sino alla muraglia — della strada nuova che guida al Patriarcato» domanda di poter restaurare il muro pubblico «e di ridurlo ad un’eguale altezza con l’ultima portione verso la — strada nuova», dovendo qui inalzare una fabbrica (B.C.U., ms. C. 19, N. 39. Città con co. Corbello e con Grassi, f. 43v — 44r).
1693, sett. 17*Conclusione della vertenza fra la città di Udine e i sigg. Corbello e Grassi: «Il — colle contenzioso sia lasciato al suddetto — Antonio Grassi, con obligo di corrisponder ogni anno alla — città di publico censo il giorno della domenica delle Palme un candellotto di cera bianca di libre quattro di peso; et che questo resti annualmente applicato alla — chiesa delle monache Capuccine di questa città. Dovendo però il Grassi, nel far il muro di chiusura dello stesso colle acciò la strada commoda a passeggieri, contenersi in questo modo: cioè dal muro laterale del porton di S. Antonio, al quale sta appoggiata la casa del Grassi doverà tirar un muro longo passa quatordeci a drittura verso il ponte sula strada del seminario, ergendolo sopra le fondamenta del muro vecchio che ivi si ritrovano e congiongendolo in angolo col muro di prospetto d’essa casa Grassi senza punto dilatarsi dal medesimo. A piedi del colle sula strada lungo la roia doverà fabricar altro muro, che congiongendosi in angolo col muro premesso da fabricarsi sule fondamenta del muro vecchio, camini a retta linea verso strada nuova e termini sula medesima: in distanza del ponte passa cinque, che tanto doverà restar ivi largo il tramite: intendendosi lasciato come sopra al Grassi il sito compreso dentro dei detti muri con l’obligo del censo su detto e non altro né in altro modo —» (B.C.U., ms. C. 19, N. 39. Città con co. Corbello e con Grassi, f. 47r -47v).
1701, mar. 16 I deputati concedono al sig. Antonio Grassi di «abbassar un piede la muraglia pubblica in capo al suo orto, della parte di strada nuova al ponte del Patriarcato [Via Lovaria] acciò l’orto stesso possa goder meglio il beneficio del sole» (Acta, LXX, f. 106r).
1801*Appartiene a Luigi Gobbi (Nomenclatura, f. 67v).
1809 Gaspare Naschinetti, ragionato (Registro delli aloggi, f. 56v).
1812, dic. “Caffè al Giardino” (Esercenti).
 *Gestione di G.B. Tomasi (ibid.).
1813, ag. 9°Intimazione fatta al sig. Domenico Grassi di provvedersi della necessaria autorizzazione in occasione della fabbrica che sta innalzando «nella casa contigua al portone di S. Bortolomio che mette in quella della vecchia dogana» (Atti Ornato 1819-1816).
1826, febbr. 10*«A contatto del parastadi esterno del Portone detto del borgo di S. Bortolomio evvi una — botteghetta la di cui facciata, oltre ad essere irregolare, è anche indecente. Desideroso — di toglier tale irregolarità», Luigi Bertuzzi, che ne è il proprietario, «implora la congregazione ‹municipale› a volergliene accordare il permesso —». Col permesso non vengono risparmiate le raccomandazioni: «li scuri della porta e finestre saranno costrutti in guisa da aprirsi internamente e saranno muniti d’una tinta ad oglio non proscritta dalla disciplina 1 sett. 1821» (A.S.U., C.A. I, 100/1826. Case e fabbricati, 501 Orn. II C).
1827, mar. 7*Comunicazione dell’i.r. consigliere attuale di governo e delegato regio per la provincia del Friuli alla congregazione municipale: «Conviene assolutamente che le carte riguardanti la gestione economica della rappresentanza provinciale sostenuta dall’anno 1798 al 1805 dalle nobili deputazioni unite della città e Patria, che però non sono di grande volume e che esistono ora nell’abitazione del sig. Naschinetti, siano riposte nell’archivio comunale —». Vi è allegato l’inventario di 345 volumi (A.S.U., C.A. I, 135/XI, 330 P.P.).
1827, mar. 18*Comunicazione del cancelliere Giovanni Torre alla congregazione municipale: «Portato a termine l’inventario delle carte attinenti alle ex nobili deputazioni unite Patria e Città, ch’erano esistenti presso il sig. Giovanni Gaspare Naschinetti, e tutte queste anco trasportate con la possibile regolarità nell’Archivio comunale a senso della delegazione ingiontami con l’attergata ordinanza municipale 8 marzo corr. n. 876, mi faccio dovere di rassegnare l’inventario suddetto debitamente sottoscritto, tanto dal consegnante che dal ricevente, a codesta congregazione, instando che da essa me ne venghi accusato ricevimento in prova della prestata integrale esecuzione all’incumbenza come sopra demandatami —». Alleg. l’inventario degli atti «che erano esistenti presso il già loro ragionato Giovanni Gaspare Naschinetti al c.n. 1807» (A.S.U., C.A. I, 135/XI).
1832, mar. 22*Il capoquartiere riferisce di aver recapitato presso il portone del borgo S. Bortolomio alla Basana, detta «Pignatina», fruttivendola, l’avviso municipale n. 1050 diretto ai venditori che ingombrano la sede stradale «con merci di fruti ed oggetti riguardanti la salubrità» (A.S.U., C.N., 193).
1852*Appartiene a Rosa Braida Bertuzzi (Competenze, II, f. 10v).
1866, nov. 14*In occasione della venuta in Udine del re Vittorio Emanuele II, sulla torre di S. Bartolomeo, dalla parte di Via Manin, il pittore Giuseppe Gorgaccini3 dipinse l’architettura di un arco trionfale, negli spazi dei pilastri laterali gli stemmi dei capiluoghi di distretto del Friuli e sotto il cornicione la seguente epigrafe dell’avv. Giuseppe Putelli:
  «Custodi al varco
  finora aperto all’armi straniere
  stanno i petti friulani
  dietro ad essi
  l’Italia una».
  Sul prospetto verso il Giardino, la stessa architettura con gli stemmi di Trento, Gorizia, Trieste, Istria; sopra l’arco, lo stemma di Roma con la scritta «L’Italia è fatta ma non compiuta». Questi dipinti furono cancellati nel 1884 (R. SBUELZ, Iscrizioni patriotiche, 89).
1876*Bottega del calzolaio Giacomo Pavan e studio dell’ing. Carlo Braida (COSMI-AVOGADRO, 88, 97).
1883*Oltre allo studio dell’ing. Braida, vi ha sede la Riunione Adriatica di Sicurtà (COSMI-AVOGADRO, 97, 128).
 °°La torre è vincolata dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Nel ms. della Porta vengono citati come fonti gli Annales, che tuttavia alla data indicata non riportano questa notizia (Annales, XXVIII, f. 59r).
 2Per la famiglia Valentinis: Appendice alla stampa della vita della b. Elena Valentinis, 7; JOPPI, Udine prima del 1425, IX; MONTICOLI, Cronaca, 26.
 3Per il pittore Gargacini o Gorgaccini: BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 266; CORGNALI, I nostri vecchi caffè, 111; Elenco ufficiale... 1883, 22; PICCO, Ricordi, 93; S[ACCOMANI], Il ristauro, 40.
   
BIBLIOGRAFIA Archivum...Catastico , I, 335; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 330; CICONI, Udine, 462; COMELLI, Passeggiate, 49; DE PIERO, Compendio, 24; JOPPI, Udine prima del 1425, XVII; IOLY ZORATTINI, Insediamenti, 139; LOSCHI, Udine, 68; MANZANO, Cent’anni, 6; MIOTTI, Analisi delle tecniche murarie castellane, 319; MIOTTI, Cenno sulle antiche opere, 26; MIOTTI, Impostazione, 122; MONTICOLI, Cronaca, 44, 69, 78; NICOLETTI KΦNIG, Contributo allo studio, 140; della PORTA, Toponomastica, 121, 157, 158, 165; RIZZI, Udine, 14-19; VALENTINIS, Udine antica, 27; L.Z., Una storia di torri, 324-325.
   
ICONOGRAFIA MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, Q.
1808
1518, mar. 15 «La convocation della terra d’Udene me concesse ch’io potesse butar uno volto et far una porta del muro dela mia corte ala porta de Cividal, mihi concessa ut supra adν 22 septembrio et questo per assegurar la porta, stando imperhò la scala che va su la porta dove la sta» (B.C.U., ms. 2277, Marco Valentinis, Quaderni, f. 117r).
1693, sett. 13 Virginia figlia di Nicolò Valentinis e moglie di Geremia Simeonibus1 e sorella vendono a Giuseppe Gallici fu Marcantonio la casa in borgo S. Bortolomio «con i pochi meglioramenti fatti dall’ecc. sig. Francesco della Chiave inquilino»; l’edificio confina a levante con la calle che porta nella casa degli eredi di Bartolomeo Valentinis, mezzogiorno corte detta Valentinis ponente eredi q. Coriolano Valentinis, ai monti strada pubblica «nelli quali confini sono comprese la parte della casa bassa annessa con l’altra ove si fa stalla» (A.S.U., N., Domenico Vinacese, 7887, XIII istr., f. 61r — 11r).
1694, ag. 23*«Fatto in Udene, nella contrada di S. Bortolamio in un mezado del clar.mo sig. Giuseppe Gallici, cancelliere della Patria» (A.S.U., N., Girolamo Dell’Oste, 7906 VI instr., f. 100v — 102v).
1703, ag. 20 Giuseppe Gallici vende a Giuseppe Vanni degli Onesti2 «la casa con casetta annessa e corte in contrada di S. Bartolamio — ch’acquistò — per ducati 2100 dalli nobb. — Goi, Simeonibus et Lovaria. Confina a levante — Antonio Grassi mediante stradella di mezo di ca’ Valentinis, mezo dν corte Valentinis, a pon. case dominicali Valentinis et a tram. strada — della contrada —. E ciò per lo prezzo — di ducati — 1866 coll’obbligo al venditore di pagar col proprio il laudemio e di francare di L 30 o piϊ che si paga sopra la medesima in corte di S. Marco sive al nob. — co. Ludovico Manino — nelle ragioni pubbliche —» (A.S.U., N., Girolamo Dell’Oste, 7907, VIII instr., f. 349v — 347r).
1801 Co. Francesco Valentinis (Nomenclatura, f. 67v).
 *Affittuali Vienna e Pietro Dionisio (ibid.).
1809*L’edificio appartiene a Francesco Valentinis. Vi abitano l’agente Antonio Vienna e il portinaio Giuseppe Sponchia (Registro delli aloggi, f. 50v).
1811, nov. 5°Francesco q. Domenico Valentinis rinuncia al diritta di recupera su la casa già data a godere al sig. Francesco q. Giovanni Domenico Grassi con istr. 1797, nov. 29, atti Francesco Bertoldi, posta in S. Bartolomio dietro le case Onesti (casetta posteriore) (not. Luigi Pertoldi).
1825, dic. 15 Francesco del fu Domenico Grassi vende, con patto di recupera, a Caterina del fu Giuseppe Mattiuzzi una «porzione della casa — nella contrada — di S. Bortolomio — n. 1808, consistente essa porzione —, in ora abitata dalla — sign. Mattiuzzi compratrice —, in una cucina a pian terreno e tinello contiguo con cameretta superiore alla cucina stessa, il tutto confina a lev. strada consortiva, sive piazzetta del pozzo, mezz. e pon. la residua casa del — Grassi, tram. — Osvaldo Mazzorini, loco Armellini —. Questa vendita — si fa pel prezzo — di it. L 459,77 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10605, 3498).
1831, genn. 7 «— Domenico del fu Francesco Grassi — vende al rev. Francesco q. Giuseppe Bertuzzi — una casetta ossia porzione della casa — posta — nella — contrada di S. Bortolomio portante il c.n. 1808 —, consistente essa casa, che in ora è abitata dalla sign. Catterina del fu — Giuseppe Mattiussi con titolo di semplice affittanza, in una cucina a pianterreno e cameretta sopra la cucina; «il tutto confina a levante strada consortiva sive piazzetta del Pozzo, mezz. e pon. la residua casa del — sig. Grassi —, tramontana Osvaldo Mazzorini loco Armellini —. Questa vendita si fa — pel prezzo — di — austr. L 580» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10609, 4142).
1852*Domenico Grassi (Competenze, II, f. 10v).
1863, lugl. 25 Elisabetta del fu Domenico Grassi ved. Taffoni, abitante in Riva Valentinis borgo S. Bortolomio al c.n. 2394 rosso, chiede un’ispezione per i danni a lei derivati alle fondamenta dai lavori intrapresi dalla famiglia Braida, tra dic. del ‘62 e genn. ‘63. Secondo lei, la casa è diventata inabitabile (A.S.U., C.A. I, 754/VIII, 4904 Orn. II C).
1890 La casa sul borgo è del dott. Mander.
   
 °°Su cortese indicazione di Liliana Cargnelutti, si segnala che i documenti delle case nn. 1808 e 1809 talora si intersecano causa l’incertezza sulla numerazione del fabbricato d’angolo compreso tra il borgo e la salita di S. Bartolomeo.
   
NOTE1Per Geremia Simeonibus: BAJARDI, Il servizio medico, 128; LIRUTI, Notizie, I, 369-371; P. SOMEDA de MARCO, Medici, 35-36.
 2Per i Vanni degli Onesti: BATTISTELLA, I Toscani, 255; JOPPI, Udine prima del 1425, VIII.
1809
1443 M. Giovanni tintore q. Stefano di Ferrara, nonno di Giovanni da Udine, abitava fuori la porta Gorghi ed «supra policino S. Antonii» (JOPPI, Notariorum, XIV, f. 168r, not. Melchiorre Della Siega da Belgrado).
1489 «Pater meus emit unam tinctoriam Utini cum domibus et cum stuffa coherenti in burgo S. Antonii precio ducatorum 230 ad publicum incantum Venetiis contra ser Nicolaum d. Honeste, prout constat manu d. Dominici de Groppis Venetiarum notarii» (A.S.U., Arch. Florio, Giacomo Florio, Libro note, f. 3v).
1491, dic. 7 «Suprascriptam domum et tinctoriam revendidi ego — ser Iacobo Honeste filio ser Nicolai, ut constat publico instrumento manu ser Francisci Bonamici notarii —» (A.S.U., Arch. Florio, Giacomo Florio, Libro note, f. 3v).
1495, ag. 12*«— Comparuit sp. legum doct. d. Iacobus Florius dicens se habere certas domos sitas in burgo S. Antonii iuxta ser Nicolaum d. Honestę et iuxta Zardinum — in quibus domibus alias erant balnea sive stuffę, quas quidem domus tendentes ad ruinam, ipse d. Iacobus, pro voluntate sua et pro honore huius civitatis intendit reparare et eas de novo ędificare pro habitacione sua, sed, quia dictę domus habent parum terrenum pro habilitate et commoditate ipsarum, petiit et supplicavit — sibi tantum terreni ex zardino ibidem contiguo concedi quantum capiunt dictę suę domus cum earum territorio. Qua — peticione intellecta —, determinatum fuit quod — eidem — tantum terreni Zardini — prope existentis concedatur pro commodo dictarum domorum —, hac tamen — condictione, quod dictus d. Iacobus nec eius hęredes ullo unquam tempore possint in dictis — domibus facere stuffas sive balnea nec tenere publicas meretrices —» (Annales, XXXIX, f. 44r).
1513, dic. 2*«— Nob. iuvenis ser Franciscus q. Ioannis de Honestis de Utino — locavit — Valentino q. Dominici portonarii de Prato Cluso Utini ibidem pręsenti et conducenti pro se et Ioanne ac Antonio fratribus, quandam cloacham sitam in Zardino Utini ex opposito domorum dictorum fratrum de Honestis, solvendo de affictu in festo S. Iacobi starium unum frumenti cum dimidio ad mensuram Utini —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. istr. 1487-1533, sub anno, f. 47v).
1726, lugl. 9*La casa di Giulio Vanni è situata nel borgo di S. Bartolomeo (A.S.U., N., G.B. Fabrizio, 8137, Istr. 1724-1729, f. 105r).
1727, sett. 1*«Fatto in Udine nelle case Valentinis hora habitate per l’infrascritto sig. Vani» Giulio del fu Francesco (A.S.U., N., G.B. Fabrizio, 8137, Istr. 1724-1729, f. 153v).
1744*«Vanni degli Onesti. La loro casa è contigua a quella dei Valentinis che abitano in faccia ai Pavona —. Fu prima dei Strassoldo» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 174).
1798 «Casa Onesti nel borgo di S. Bartolomeo. Tutta la facciata della casa è dipinta a fresco da Gio Batta Grassi, ma quasi affatto smarrita» (de RUBEIS, Catalogo, V (1938), 11-12).
1801 Natale e nipoti Vanni degli Onesti «con diversi affittuali» (Nomenclatura, f. 67v).
1809*Proprietà di Natale Onestis. Inquilino il falegname Francesco Manotti (Registro delli aloggi, f. 50v).
1811, genn. 17 «— Nicolò e Giovanni fratelli Onesti — vendono — al — sig. Francesco e Pietro Armelini — le due case — ambe coscritte col c.n. 1809, le quali unite confinano a lev. contradella conduce nelle case furono de’ sigg. Valentinis, mezz. parte — Francesco Graffi loco — Francesco Valentinis e parte piazzetta detta Valentinis, pon. — Andrea del fu Antonio Valentinis, ed alli monti strada —. Quest’assoluta — vendita — viene fatta per il prezzo — d’it. L 15350,37 —» (A.S.U., N., Luigi Delfino, 10619, 74).
1814, genn. 10*Canciano Lavariolo chiede il permesso di «aprire una piccola bottega di vender farina al minuto in borgo S. Bortolomio al c.n. 1809 per anno 1814» (A.S.U., C.N., 185, 206 Pol.).
1814, genn. 11*Nell’Elenco dei pistori, quali tengono depositi di farine presso di loro a questo numero è citato Francesco Armellini (A.S.U., C.N., 185, 72 Pol.).
1815, genn. 14*Francesco Armelino chiede ed ottiene il permesso di restaurare la casa. Durante i lavori, essendo insorti problemi coi muri e col coperto, egli ritiene opportuno alzare l’edificio d’un piano. In aprile viene anche cambiata la linea del portone d’ingresso (A.S.U., C.N., 180/1815/III, 305 Orn. XIX, con diss.).
1835, febbr. 5*Osvaldo Mazzorini chiede, senza per altro ottenerlo, il permesso di aprire una porta per usare una stanza sotterranea della casa (A.S.U., C.A. I, 236/XVI, 584 Orn. II C, con dis.).
1839, magg. 25*Domanda inoltrata al podestà: «— Francesco e Nicolò fratelli Braida, volendo demolire e rifabbricare una parte della casa in contrada S. Bortolomio al c. n. 1809 in confine colli sigg. Daniele Bonfini e co. Andrea Valentinis, a senso del par. 68 del giudiziario regolamento, si rivolgono a codesta autorità per ottenere la relativa approvazione». La deputazione d’ornato propone alcune modifiche (A.S.U., C.A. I, 299/1839/XX, 2697 Orn. II C, con diss., firmato dal capomastro F. Nardini;A.S.U., C.A. I, 299/1839/XX, 2697 Orn. II C, con diss.).
1852*Proprietà di Maddalena Mazorini Bonfini. Il n. 1809 A appartiene a eredi fu Francesco Braida (Competenze, II, f. 11v).
1853, ott. 20*Nicolò Braida inoltra domanda per «riformare il prospetto di parte della sua casa sita in borgo di S. Bortolomio al c. n. 1809 —». La proposta è accolta solo in parte (A.S.U., C.A. II, 66/1853, 8557 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da «F. Nardini».
1876*Nella parte dell’edificio censito 1809 A, falegnameria di Francesco Rizzi, segnalata anche nel 1883. Nel complesso ha sede anche lo studio del geometra Giacomo Marangoni (COSMI-AVOGADRO, 93, 96, 144).
1932 Trattoria all’ “Antica Braida”.
   
 °°Su cortese indicazione di Liliana Cargnelutti, si segnala che i documenti fino al 1513 sono da riferirsi alla casa n. 1676 e che i documenti delle case nn. 1808 e 1809 talora si intersecano causa l’incertezza sulla numerazione del fabbricato d’angolo compreso tra il borgo e la salita di S. Bartolomeo.
   
BIBLIOGRAFIA Epigrafi murarie, 29, n. 66; Palazzo Caratti offerto per la casa della cultura; della PORTA, Toponomastica, 165; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 16.
1810-1811-1812
 *Del fondo, rimasto unito per secoli, solo nell’Ottocento si possono distinguere varie proprietà.
1388, febbr. 13 «Actum in burgo intrinseco S. Antonii in broiulo egregii — viri — d. Azolini militis et legum doctoris q. d. Gubertini De Gubertinis1 —» (not. Francesco del fu Nicolusso da Udine, B.C.U., ms. 1231, Pergam. friul., III).
1424, genn. 5*«Fuit facta livellatio per d. Ioannem Gubertum de Gubertinis, tanquam tutorem Helenę pupillę filie et heredis q. Seraffini Birtulini de Utino ex deliberatione consilii cuiusdam areę cum horto sito Utini in contrata S. Antonii — iusta aream et viridarium q. ser Christophori de Bomben et iusta viam publicam —. Et hęc livellatio fuit facta mag. Nicolao sartori q. Honofri de Apulia, solvendo annuatim de livello dictę Helenę —. Cui Helenę dictus d. Ioannes Gubertus ex post in pupillari ętate decedenti vigore substitutionis pupillaris sucessit —. Evenit d. Bartolomeo avo meo2 in primis divisionibus, quo tempore d. Nicolaus d. Honestę solvebat» (B.C.U., Quędam fragmenta, ms. 2277, f. 81r).
1429, magg. 23 «In borgo di porta di Cividale interno, avanti la casa di ser Giovanni Guberto q. cav. dott. Agostino de Gubertinis, abitata dal — luogotenente della Patria del Friuli» (JOPPI, Notariorum, VI, f. 19r, dal not. Giovanni del fu Tommaso di Udine).
1429, magg. 27 Testamento di Giovanni Guberto q. cav. dott. Azzolino de Gubertinis. Istituisce eredi Federico, Cristoforo, Valentino e Daniele del fu Valentino de Valentinis (B.C.U., ms. 2277, Quędam fragmenta, copia dal not. Antonio del fu Mattiusso, f. 114v).
1429, giu. 22°«In Porta Cividati intrinseca, in lozia inferiori domorum solite habitationis et loco sui soliti iudicii et audientie infrascripti d. locumtenentis3» (not. Giovanni q. Nicolò q. Giovanni di Montegnacco).
1444, mar. 19°«Actum Utini in Porta S. Antonii intrinseca, sub lobiali domus habitationis magn. d. locumtenentis» (not. Pittorio Valerio).
1452, ag. 31*«Actum Utini in Porta Civitatis seu S. Antonii intrinseco, super podiolo domorum solite habitationis — ser Ioannis Guberti de Utino» (A.C.U., Liber privilegiorum, f. 209r).
1457, apr. 7 Divisioni tra i Valentinis dell’eredità del q. Giovanni Guberto Gubertini. Si divide anche la casa che confinava con gli Zucco (B.C.U., Quędam fragmenta, ms. 2277, not. Lorenzo del fu Domenico da Lovaria, f. 211r — 218v).
1457*Parte toccata a Cristoforo del fu Valentino Valentinis nella divisione dei beni di Giovanni Guberto Gubertini: «— Medietas domus magne — olim ser Ioannis Guberti site Utini in Porta Cividati, videlicet versus domum et viridarium habitationis dicti olim ser Ioannis Guberti cum una cisterna, horto et stabulo contiguis dicte domui usque ad confines descriptis in particula tangente infrascripto ser Bartolomeo». A ser Daniele cessionario di ser Valentino Valentinis tocca: «Medietas domus habitationis olim ser Ioannis Guberti cum broilo». A ser Bartolomeo: «Medietas domus magne site in Porta Cividatis, incipiendo a muro chamini eundo recta linea per transversum logie tantum quantum est larga; et ab inde incipiendo a quinta columna dicte lozie computata columna stallę eundo recta linea per transversum curiarum usque ad angulum domus stabuli equorum iusta ortum cum stabulo usque ad certum murum situm per transversum stabulum ultra portam magnam dicti stabuli. Et quod dictus murus sit communis inter dictum ser Christophorum et — ser Bortolomeum, cum hoc quod dictus ser Bartolomeus facere debeat trapartitam dicte logie de muro usque ad primum solium omnibus suis sumptibus —» (B.C.U., Quedam fragmenta, ms. 2277, f. 213r, 215r, 216v, 218r).
1472, luglio 16 «Actum Utini in contrata S. Bartolomei in domibus habitationis —» di Martino del fu Bartolomeo Valentinis (not. Francesco del fu Bartolomeo da Maniago, B.C.U., ms. 1232, Perg. III).
1494, ag. 31*«Actum Utini in domibus heredum q. ser Danielis de Valentinis — habitatis per infrascriptum d. Simonem, videlicet in stupa sive studio — d. Simonis «Fillitini» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. I, f. 89r — 90v).
1495, apr. 28*«Actum Utini in domibus filiorum et hęredum q. nob. ser Danielis Valantini, videlicet super salla» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. istr. 1487-1533, sub anno, f. 109r).
1506, febbr. 28*I quattro figli, eredi di Daniele Valentinis si dividono la casa di borgo S. Bartolomeo, con vari ambienti, sale, salette, granari, cantine, cortili, dei quali uno «grande», altri caratterizzati dalla presenza del forno e della cisterna, orto, stalle. Unica confinante citata è la famiglia Zucco (B.C.U., ms. 2277, f. 229r — 235r).
1524, lugl. 30 Il nob. Girolamo q. Martino Valentinis affitta al comune le case di sua abitazione nonché le case adiacenti «conductas ab eo per nob. ser Nicolaum de Zucco — sitis Utini in contrata S. Bartholomei iuxta, a parte ante, vias publicas, a latere et parte post iuxta domos d. Cattarinę de Valentinis et a parte superiori iuxta domos nob. ser Antonii de Vallentinis et hoc pro habitatione rev.mi patriarchae» (Annales, XLV, f. 9v).
1540, nov. 20 «Actum Utini in contrata S. Bartolomei in domibus dominorum de Valentinis, nunc habitatis per — d. vicarium scilicet in quodam anteriori thalamo coram spectabili et excellenti d. Petro Trambathino Patavino doctore et honorando vicario clarissimi d. locumtenentis» (B.C.U., ms. 1232, Perg. VIII, not. Gabriele Gozzadino).
1598, mar. 31*«Actum Utini in contrata S. Bortholamei domi nobilium dominorum de Valentinis habitatæ nunc per infrascriptam d. testatricem et maritum, videlicet in studio versus hortum —». La testatrice è Eugenia figlia di Simone di Attimis, moglie di Ludovico Uccellis (A.S.U., N., Leonardo Mistruzzi, 6610, 1597 instr., f. 22r).
1599, magg. 24*«Actum Utini in contrata S. Bartholomęi, in camino terreno — dd. de Valentinis, prope domum meæ habitationis» (A.S.U., N., Leonardo Mistruzzi, 6610, 1597 instr., f. 46v).
1599, ag. 19*«Actum in contrata S. Bartholomei super ripa prope portonum domi nobilium dominorum de Valentinis habitatę per eximium Fortiam, videlicet in anditu superiori» (A.S.U., N., Leonardo Mistruzzi, 6610, 1599, II instr., f. 4v).
1639, lugl. 18*«In Udine, in la contrada di S. Bartholomeo, in casa del nob. — Nicolò Valentinis —, nel suo camino da baso —» (A.S.U., N., Giacinto Causilico, 7266, Liber instr. XI, f. 43r).
1883 Birreria gestita da Antonio Codutti Liva (AVOGADRO, 139).
1906 La casa viene demolita dal proprietario Contarini. Il portone con lo stemma Gubertini è trasportato in museo.
1910 L’architetto Gilberti costruisce l’attuale palazzo.
1933, nov. La Cassa di Risparmio compera all’asta la casa in seguito al fallimento Contarini.
1934, mar. 19*Il consiglio dell’istituto di credito autorizza le spese per il restauro dell’edificio.
1940 Sede della Banca del lavoro.
   
NOTE1Per la famiglia Gubertini: JOPPI, Udine prima del 1425, VIII; MONTICOLI, Cronaca, 25-26.
 2Si tratta di Bartolomeo Valentinis. Per la famiglia Valentinis: Appendice alla stampa della vita della b. Elena Valentinis, 7; JOPPI, Udine prima del 1425, IX; MONTICOLI, Cronaca, 26.
 3Già nel 1421 il luogotenente Gianfrancesco Capodilista risulta abitare nel borgo della porta di S. Antonio, anche se non si può affermare che si tratti della stessa casa (A.S.U., N., Giovanni di Tommaso da Clauiano, 5150, vacch. istr. 1420, f. 23v , rogito del 22 aprile 1421).
   
 °°Su cortese indicazione di Liliana Cargnelutti, si segnala che, fino alla fine del ‘600, del fondo faceva parte anche il fabbricato d’angolo compreso tra il borgo e la salita di S. Bartolomeo.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 44.
   
BIBLIOGRAFIA Appendice alla stampa della vita della b. Elena Valentinis; BIASUTTI, Profilo spirituale, 32; BRAGATO, Guida, 37; CASANOVA, Il Liberty, ill. 56; CORGNALI, Udine scomparsa. Case Gubertini-Valentinis, 16; DAMIANI, Arte del Novecento... Il Liberty, 95, 97; DEL PUPPO, Vecchie case, 48; FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 174; JOPPI, Udine prima del 1425, XVII; MIOTTI, Cenni sulle antiche opere, 26; MONTICOLI, Cronaca, 25-26; della PORTA, Toponomastica, 121-122; QUARGNOLO, L’Ambrosio della Bertini al varietà; QUARGNOLO, Vecchi cinema, 11-13; de RENALDIS, Della pittura, 53; de RUBEIS, Catalogo, 5 (1938), 15; TENTORI, Architettura e architetti, 349; Udine cento anni, 20.
   
ICONOGRAFIA MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, Terzo recinto.
1810
 *Vedasi n. 1810-1811-1812.
1810*I coo. Valentinis di Monfalcone sono proprietari della casa n. 1810, affittata a diverse persone (Nomenclatura, f. 67v).
1809*Appartiene a Daniele Valentinis e all’avv. Giacinto Pasini, che vi abita; inquilini del Valentinis sono i falegnami Cristoforo Marsili, Giacomo Zucco e Francesco Boita; le parti occupate dal Marsili e dallo Zucco «servono di bottega di falegname» (Registro delli aloggi, f. 50v).
1832, mar. 22*Il capoquartiere riferisce di aver recapitato nella casa n. 1810 al falegname Antonio Gabaglio l’avviso municipale n. 1810, diretto a coloro che ingombrano la strada «con merci di fruti ed oggetti riguardanti la salubrità»; nella casa n. 1811 lo stesso capoquartiere compie la medesima operazione nei riguardi del parrucchiere Francesco Sardelone (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Proprietà degli eredi di Francesco Braida (Competenze, II, f. 11v).
1811
 *Vedasi n. 1810-1811-1812.
1801*Giacomo Candido Valentinis, detto Maraflon, è proprietario della casa n. 1811, occupata da diversi affittuali (Nomenclatura, f. 67v).
1809*La casa appartiene ai Valentinis. Vi abitano le sorelle Zorzi, industrianti. «Le due stanze a pieppiano servono ad uso di bottega» (Registro degli aloggi, f. 50v — 51r).
1849, mar. 30*Pianta del piano nobile della casa n. 1811, con i nomi indicanti la funzione delle singole stanze. È firmata dall’ing. Lavagnolo. Vi è allegata una richiesta a Teresa Conti ved. Valentinis, da parte dell’ingegnere municipale, per rimborso delle spese (L 11,25) sostenute «in causa dell’assunzione dello stato e grado della casa — all’occasione che fu affittata per alloggi militari al comune di Udine nel 1849». Segue lo stato e grado con numerazione degli ambienti riferita alla pianta, con l’aggiunta di stalla, rimessa e fienile. L’insieme appare raccolto in fascicolo in occasione della riforma operata nell’edificio nel 1860 (A.S.U., C.A. II, 76/1860, con diss. firmati da Lavagnolo).
1852*Proprietà di Andrea Valentinis (Competenze, II, f. 11v).
1812
 *Vedasi n. 1810-1811-1812.
1801*Proprietà del co. Andrea del fu Antonio Valentinis (Nomenclatura, f. 67v).
1804, genn. 16*«— Il — co. Daniele q. co. Marco Valentinis — ha cesso — al — co. Andrea Valentinis, di lui cugino, — una — rimessa — vicino al portone di esso — co. Andrea — pel prezzo di d 300 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10433, Prot. III, 276, f. 290v — 291r).
1809*La casa appartiene ad Andrea Valentinis, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 50v).
1852*Appartiene ad Andrea Valentinis (Competenze, II, f. 11v).
1813
1801 Co. Nicolò Valentinis (Nomenclatura, f. 67v).
 *Affittuale il carrettiere Tommaso Facchino (ibid.).
1809*Proprietà di Andrea Valentinis. Inquilino il «carer» Tomaso Fachini (Registro delli aloggi, f. 50v).
1810, genn. 9*«Vendita fatta dal sig. Francesco q. Domenico Valentinis e Tommaso q. Francesco Fachin di Udine di fabriche e fondi in Udine al n. 1813 per L 1330,58» (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10075, Rep. I, 111, f. 9v).
1810, apr. 18.*«Vendita fatta dal sig. G.B. q. Niccolò Valentinis al sig. Tommaso q. Francesco Facchino di Udine, di fabbriche in questa comune al n. 1813 per L 1330,59» (A.S.U., N., Domenico Prodolone, I, 131, f. 11v).
1822, apr. 16 Co. Andrea Valentinis (A.S.U., C.A. I, 81/1823/X, 1593 Orn. II C, con dis.).
 *Nella proprietà Valentinis è compresa una bottega posseduta da Antonio del fu Pietro Pilosio, il quale inoltra una richiesta per riformare porta e imposte della stessa secondo la disciplinare 1 sett. 1821. Il progetto, esaminato dal commesso d’ornato G. Presani, che ne redige una particolareggiata relazione, viene criticato, soprattutto perché le nuove aperture indeboliscono la facciata, che parrebbe lesionata con fenditure insanabili. La deputazione d’ornato a questo aggiunge parere negativo sulla parte estetica, che non armonizza con il resto dell’edificio. Resasi inutile ogni composizione con gli interessati, si affida a Valentino Presani l’incarico di una ulteriore accurata perizia; da questa, consegnata il 6 marzo, emerge una situazione non allarmante; undici giorni dopo la deputazione d’ornato esprime parere favorevole sul progetto (ibid.).
1832*Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al pittore Giuseppe Pontone e al «carero» G.B. Fachini l’avviso municipale n. 1050 diretto a coloro che ingombrano la sede stradale «con merci di fruti ed oggetti riguardanti la salubrità» (A.S.U., C.A. I, 193).
1844, mar. 23 Antonio de Pilosio vende per L 7000 a Francesco fu Francesco Piani la casa n. 1813 confinante «a lev. e tram. gli eredi del fu — Andrea Valentinis, mezz. — piazzale promiscuo, pon. strada — detta del Zucco —, quale fabbrica consiste in una bottega verso tram., e soffitta morta sotto la casa — dei — Valentinis e la porzione di mezz. consiste in un’altra bottega con solaro sopra di questa ragione dall’alto al basso e suo magazzino al di dietro; il quale fabbricato è divenuto di — de Pilosio in virtù di acquisto alla terza subasta del 5 giugno 1819 — a pregiudizio di Maria Padovani ved. del q. Tommaso Fachin —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10508, 16393).
1845, febbr. 18 È di Francesco Piani (A.S.U., C.A. I, 390/1845/VI, 1038 Orn. II C, con dis., firmato dal capomastro F. Nardini).
 *Il proprietario presenta un progetto di riforma (ibid.).
1847, mar. 12*Francesco Piani, proprietario «della fabbrichetta annessa alla casa coscritta al c. n. 1813» dice che l’edificio «è senza vani di finestra ed il proprietario, avendo di usare di esso piano per altri usi che non servi per l’addietro, gli fa d’uopo di aprire due finestre». È allegato il disegno con pianta, firmato dal muratore Valentino Driussi. La deputazione annota che «la finestra alla sin. è arbitrariamente aperta —. Il proprietario — dichiarò di chiuderla e di aprire unitamente l’altra alla destra la quale cade in asse delle sovrastanti». Il permesso è accordato (A.S.U., C.A. II, 65 bis/1843, 1532 Orn. II C).
1849, sett. 20 Francesco Piani vende, per austr. L 14000, al co. Antonio fu Andrea Valentinis «casa situata — nella contrada dei Filippini, marcata col c. n. 1813, in parte sottoposta ed in parte coerente alla casa — del nob. — acquistante, che consiste in una stanza terranea con soffitta morta superiore, giacente sotto il primo piano della casa del detto — acquistante, in una stanza presentemente ad uso di cucina con attiguo locale ad uso di salvarobba e camera sovrapposta coperta di tegole, con superiore altana in costruzione di legni e tavole ed in una cantina sotterranea con magazzino superiore retroposto a detta stanza ad uso di cucina, fra i confini a pon. la contrada de’ Filippini, a mezz. transito consortivo ed agli altri lati lo stesso — acquistante —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10517, 19128).
1852*Appartiene a Giuseppe del fu Valentino Baldissera (Competenze, II, f. 11v).
1876*Bottega del maniscalco Valentino Marangoni (COSMI-AVOGADRO, 100).
1934 È della Cassa di Risparmio. Viene abbattuta.
1814
1801 Nicolò Valentinis. «Sua abitazione» (Nomenclatura, f. 67v).
1809*Proprietà dei pupilli del fu Nicolò Valentinis. Inquilini l’usciere G.B. Pizzamiglio, il ricettore Domenico Tassini e il falegname Giuseppe Zorzi (Registro delli aloggi, f. 50v).
1809, ott. 31*«— Francesco Valentinis ha — venduto al — sig. Giovanni Picco — la stanza terranea — posta nella casa coscritta col n. 1814 — e questa — vendita — fa — per il prezzo — di L — 204,66 —» (A.S.U., N., Domenico Cosattini, 10563, 57).
1810, giu. 30 G.B. Urbano e Cecilia minori q. Nicolò Valentinis mettono all’asta volontaria la casa 1814 per L 17607. Confina a lev. Gaspare Naschinetti, Felicita Venier, Bernardo Pontelli, mezz. calle Lovaria, Raffaele Bassi ed Antonio Natolo, pon. contrada Zucco, tram. casa 1813 degli stessi Valentinis, Andrea Valentinis, Onesti, Francesco Valentinis. Non fu aggiudicata (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, Rep. II, n. 324, f. 2v).
1810, lugl. 19 Gli stessi la vendono per L 14275,844 a Domenico, G.B. ed Antonio q. Carlo Molteno (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10622, Rep. II, n. 333, f. 4r).
1815, mar. 7*«Bernardo — del def. G.B. Fumagalli, nel mentre dichiara che col pubblico — istr. del — 26 ag. 1812, per atti del not. — Luigi Bertoldi —, di aver ricevuto a livello francabile dal sig. Picco una stanza terranea, fu di ragione del sig. Francesco del fu Giovanni Domenico Valentinis —, sottoposta ad una casa di tal ragione —, situata in — borgo di S. Bortolomio al n. 1814, qual casa presentemente apartiene al sig. Francesco Grassi, per il prezzo di it. L 600, — trasferisce il sig. Fumagalli nel sig. Picco il — possesso di detta stanza». Dal contesto del documento si ricava che il nome del Picco è Bernardino (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10444, 457).
1835*Prima di questa data, vi aveva recapito il medico fisico G.B. Ciani (A.S.U., C.A. I, 235/XII).
1852*I n. 1814 A, B, C appartengono agli eredi del fu Leonardo Presani (Competenze, II, f. 11v).
   
BIBLIOGRAFIA BENEDETTI, Stato della scuola, 43.
1815
1801 Antonio Natolo (Nomenclatura, f. 67v).
1809*Appartiene ad Antonio Natolo, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 50v).
1812, dic. 18*Bettola gestita da Teodora Fabris (Esercenti).
1832, febbr. 11 Angela Clignoni Pascoletti vende a Francesco Michis la casa 1815. «Confina a lev. e mezz. con casa — del sig. Leopoldo Brovedani in loco della famiglia Bassi, a pon. strada —, ed a tram. — piazzetta —. La — casa — pervenne in proprietà della — Clignoni Pascoletti in vigor della convenzione giudiziale seguita — li 8 giugno p.p. 1831 — tra essa sign. Angela ed il sig. Antonio Natolo e G.B. di lui figlio —. La vendita — è fatta — per — austr. — L 2372,66 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10313, 2673).
1848°È di Nicolò e Francesco Braida (A.M., Ornato 1843-51).
1851, ag. 23*«Francesco Braida, anche per il fratello Nicolò, desiderando di fare un qualche ristauro e migliorare in parte la visuale con regolarizzare la distribuzione delle finestre che guardano sopra il piazzale detto di Valentinis in una porzione di casa di loro ragione, sita — nella contrada dei Filippini al c.n. 1816, domandano alla congregazione municipale il relativo permesso» (A.S.U., C.A. II, 65 bis/1851, 5703 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore G.B. Gerarduzzi).
1852*Francesco Braida, poi i figli (Competenze, II, f. 11v).
1868°È di Marco Bardusco1.
1871°È di Marco Bardusco, che riforma la facciata (A.M., 1865-73, Atti Ornato).
1876*L’edificio ospita il laboratorio del verniciatore e pittore di carrozze Luigi Coccolo e lo studio degli avv. G.B. Antonini e Luigi Carlo Schiavi (COSMI-AVOGADRO, 85, 116).
   
NOTE1Senza citazione di fonte nel ms. della Porta. Ma vedasi anche n. 1816.
1816
1795, dic. 31°Don Urbano e Nicolò fratelli Valentinis vendono a Raffaele e fratelli Bassi fabbricato confinante col luogo domenicale Valentinis per L 1904 (not. Francesco Girardi).
1801 Raffaele Bassi (Nomenclatura, f. 67).
 *Affittuale Pietro del fu Antonio Pilosio, che la utilizza per granaio (ibid.).
1809*Proprietà di Raffaele Bassi. Inquilino il vetturino Francesco Pinzani (Registro delli aloggi, f. 51v).
1823, dic. 28 Pietro fu Raffaele Bassi vende a Leopoldo fu Martino Padovan la parte a lui toccata nella contrada dei Filippini 6, «consistente in due stanze terranee grandi ad uso di stalle per cavalli, fenili e due grannari sopra, con altra fabbrichetta sulla strada, composta da un portone d’ingresso e due camere superiori e suo cortivo, il tutto coscritto al c.n. 1816 ed abitata da — Francesco Pinzani, compresa anco una porzione di corticella verso lev., quale è condotta in affitto dal sig. — Giuseppe Prisani e per esso dal sig. Luigi Pinzani, tenendo i grannari il sig. Daniele de Campo affittuale con fondi della fabbrica stessa, corte ed altra corticella od orticello occupato dal sig. Luigi Pinzani —; tutto insieme confina a lev. fabbrica fu Valentinis, ora del sig. Giovanni Ortolani, mezz. — Bassi — Antonio, pon. contrada — e — Nattolo e parte fondo promiscuo ed a tram. fondi promiscuo —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10549, 2061).
1847, lugl. 28°°Vedasi n. 1817.
1852*Appartiene a Francesco e figli Braida (Competenze, II, f. 11v).
1876*Laboratorio di Marco Bardusco1, intagliatore in legno e fabbricatore di liste per cornici dorate (COSMI-AVOGADRO, 98, 148), segnalato anche nel 1883 (AVOGADRO, 146, 148).
1938 Ora è incorporata nella 1815.
   
NOTE1Per il Bardusco: COMELLI, L’arte della stampa, 220-262; Esposizione artistico-industriale, 15, 19, 20, 21, 76, 100, 107-108, 116, 117; FALCIONI, Industrie udinesi, 316-317; PICCO, Di un nostro amico artista, 249-250; S[ACCOMANI], Il ristauro, 51.
1817
1770, magg. 8 È dei Belgrado (B.C.U., ms. B. LXVII, f. 2r).
 *Si tratta di una mappa della zona a cura di Alessandro Rota: vi sono segnate a nord le proprietà Monaco, Belgrado, Lugara, Marangoni e Lovaria (ibid.).
1784, ott. 8 «— La — co. Virginia — q. — co. Coriolano Bortolussi — vende alli sigg. Giacomo e Nicolò fratelli Bassi q. — Giuseppe — il fondo ortivo — chiuso da muri nella contrada Zucca —, non compresa però la casetta a quello unita e pezzetto di fondi annesso —, per — d 1100 —» (A.S.U., N., Antonio Cavassi, 9878, VII instr., 411, f. 608r — 609r).
1801*Proprietà di Raffaele Bassi. Vi sono ospitati l’ufficio delle finanze e G.B. Zamboni (Nomenclatura, f. 67v).
1809*Proprietà di Raffaele Bassi. Inquilini l’agrimensore Pietro Borghi e Mario Pozzi (Registro degli aloggi, f. 50v).
1847, lugl. 28 È di Andrea q. Raffaele Bassi. Dovrà servire per uso dell’ufficio dell’i.r. commissariato superiore di polizia per la provincia del Friuli (A.S.U., C.A. I, 422/1847/IV, 4753 Orn. II C, con dis., firmato dal capomastro Francesco Agosto).
 *Il proprietario chiede e ovviamente ottiene il permesso di modificare un portoncino appunto per il commissariato (ibid.).
1852*I n. 1817 e 1817 A e B appartengono al dott. Andrea Bassi (Competenze, II, f. 11v).
1876*Fabbrica di manifattura di Luigi Spezzotti1 (COSMI-AVOGADRO, 100).
1883 Vi è uno stallaggio (AVOGADRO, 156).
 *Si trova nella parte dello stabile censito 1817 A ed è gestito da Francesco Della Barba (ibid.). Nella parte dell’edificio che era un tempo marcato 1817, studio dell’avv. Vincenzo Casasola (AVOGADRO, 138).
   
NOTE1Per l’attività di Luigi Spezzotti: de BENVENUTI, Luigi Spezzotti, 79-84; Elenco ufficiale degli espositori, 13; Esposizione artistico-industriale, 88,117; FALCIONI, Industrie udinesi, 322-323, 345; PICCO, Ricordi, 140.
   
BIBLIOGRAFIA BIASUTTI, Padre Luigi, 69; MIOTTI, Cenno sulle antiche opere, 26; Parti prese... 1880, 70.
1818
1608, mar. 21 «Decretum fuit — uti sarciatur murus ędium habitationis nob. ser Francisci Freschi de Cucanea in calle Zucchiorum quę ex aperitione vię novę ducentis ad palatium patriarchale atque ex suffossione telluris ad radices ipsarum ędium, emotis fundamentis, dicuntur videri ex aliqua parte velle vitium facere» (Annales, LXVIII, f. 79v).
1676°Stima della casa che gli nob. sigg. co. Giovanni Antonio e fratelli d’Arcano intendono vendere al nob. ed ecc. sig. Giovanni Francesco e Marcantonio fratelli Boreatti (not. Francesco Carminati, Allibramenti).
1689, dic. 29 Lidiarte di Zucco cede un livello «che paga il noli — Thebaldo Beltrame, herede del — nob. sig. Giovanni Carlo Boreatto, sopra la casa posta in questa città in contrada Zucha, detta del Pozzo» (A.S.U., N., Antonio Orgnani, 7846, XIX instr., f. 69v — 70r).
1744 «Beltrami Ottaviano abita la casa prossima al ponte che di rimpetto si vede alla porta del palazzo patriarcale, ereditata dai Boreati» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 174).
1770, magg. 8.*Proprietà dei coo. Beltrame. Vedasi mappa di Alessandro Rota (B.C.U., ms. B. LXVII, f. 2r).
1801*Proprietà del co. Teobaldo Beltrame (Nomenclatura, f. 67v).
1809 Vi era l’ufficio del giudice di pace (Registro delli aloggi, f. 50v — 51r).
 *L’edificio appartiene a Teobaldo Beltrame. Parte è affittata al sac. Giacomo Rampini (ibid.).
1811, dic. 3*Su istanza dell’armaiolo Francesco Di Lucia, abitante in borgo S. Bortolomio, marito di Giovanna Rampini, viene redatto l’inventario dei mobili del defunto sac. G.B. Rampini, zio della sign. Giovanna. Se ne occupano il rigattiere Bortolo del fu Francesco Coletti, l’orefice Pietro del fu Giacomo Pico e il maestro di musica Giacomo del fu Francesco De Vit. La presenza di quest’ultimo è giustificata dall’esistenza di alcuni strumenti musicali, tra i quali «un cembalo piccolo» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10360, 782).
1824, ott. 21 In questa casa esiste un pozzo (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
1852*Appartiene ai fratelli Beltrame, proprietari anche del n. 1818 A (Competenze, II, f. 11v).
1852, sett. 1*Giovanni Ciconi Beltrame avverte l’autorità competente che «nel prospetto della casa — n. 1818 guardante sulla contrada dei Filippini, si ha da aprire un vanno di porta in sostituzione di una finestra». La deputazione d’ornato giudica il progetto «tollerabile» (A.S.U., C.A. I, 66, 6334 Orn. II C, con dis. firmato dal capomastro Giuseppe Del Bianco).
1921, apr. 22 Si inizia la demolizione della casa, che la co. Vittoria Ciconi Beltrame, moglie del co. Daniele Florio, ha venduto alla amministrazione provinciale.
   
BIBLIOGRAFIA MIOTTI, Cenno sulle antiche opere, 26.
   
ICONOGRAFIA MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, Terzo recinto.
1819
1343, nov. 3 Investitura della casa ai sigg. di Zucco1.
1346, ott. 28 «Investitura d. patriarchæ Aquileiensis in personam d. Nicolussii q. d. Federici Varbiti de Utino — de colle suo, qui protenditur a Porta Aquileiæ usque ad Portam Cividatis Utini, posito infra murum dictę terrę et foveam ispius terræ, quem habeat, ut asserebat, ab Ecclesia Aquileiensi solvendo annuatim iure livelli perpetui ipsi Ecclesię libras 2 piperis» (B.C.U., ms. C. 19, N. 39. Città con co. Corbello, f. 19v).
1519, sett. 18*«Actum Utini — in contrata Furnorum, in domo habitationis — testatricis, in camera ubi iacebat —. Andriana — q. — Iacobi de Zuccho — testamentum fecit —» (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5459, Test. 1505-1535, f. 159v — 160r).
1583, dic. 3 Testamento di Nicolò Corbelli q. Tomaso, che lascia d 5000 all’unica figlia Costanza. Erede universale il primogenito maschio che nascerà da essa Costanza, coll’obbligo di assumere il cognome Corbelli, «lasciato in tutto il cognome della famiglia sua» (B.C.U., ms. C. 19, N. 39. Città con co. Corbello, f. 6v — 9v).
1612, magg. 22 Il luogotenente investe degli stessi beni il nob. Nicolò q. Giacomo Valvason Maniago e fratelli (B.C.U., ms. C. 19, N. 39. Città con co. Corbello, f. 13v — 14v).
1695, lugl. 23 «Il — co. Girolamo q. — Lidiarta di Zucco e Cucagna, in nome proprio e del — co. Pamfilo suo fratello —, vende — la loro casa —, situata nella contrada Zucha, dietro S. Maria Maddalena, condotta sinhora a semplice affitto dalli — coo. Andrea e figli Maioli, la quale sta descritta coi suoi confini nella perticatione e stima del sig. Lorenzo Prodolone publ. per., pubblicata il 19 del corr. e stimata in ducati duemilasettecentotrentaquattro L 12 s 12 1/2 —»2 (A.S.U., N., Girolamo Dell’Oste, 7906, VI instr., f. 193r — 196r).
1700, febbr. 10*Giovanni M. Beretta abita in contrada Zucco (A.S.U., N., Girolamo Dell’Oste, 7907, VIII instr., f. 25v — 27r).
1740, apr. Alfonso e fratelli Belgrado comperano la casa di Matteo e Tommaso del fu Giuseppe Gallici per d 5500 (A.S.U., Notifiche, 131, f. 192r).
1801*Appartiene al co. Giacomo Belgrado (Nomenclatura, f. 65v).
1809*La casa appartiene a Giacomo Belgrado, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 50v).
1837, magg. 29°°Riforma di facciata con sopraelevazione (A.S.U., C.A. I, 269/1837/III, 2949 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Giuseppe Salvador).
1852*Proprietà dei fratelli Belgrado, eredi del fu Alfonso (Competenze, II, f. 11v).
1856, giu. 20°°Vedasi n. 1820.
Secolo XX I figli del nob. dott. Marco Colombatti, eredi Belgrado, vendono la casa.
   
NOTE1Nel ms. della Porta senza indicazione di fonte.
 2Nel ms. della Porta sono riportati anche i confini, che tuttavia non sono descritti nell’istrumento: «Confina a lev. riva dei padri di S. Filippo Neri, mezz. detti padri, pon. strada pubblica della contrada detta di S. Maria Maddalena, tram. casa e cortivo delli nob. sigg. Boreatti, ora dei sigg. Beltrame di S. Daniele».
   
BIBLIOGRAFIA A. della FORZA, Diario, 50-51.
1820 Convento dei Filippini
1552, dic. 30 Nicolò q. Tomaso Corbelli vende a Matteo di Colloredo q. Teseo per d 1400 «quandam eius domum cum horto et parte collis post muros castellanos et intra quę est sita, in contrata S. Mariæ Magdalenæ, quę domus confinat cum eius horto, cum horto nob. d. Hieronimi de Zucco et a parte anteriori ipsius domus cum via publica. Collis vero confinat cum colle rev. d. Hieronimi Luvisini civis Utinensis cum Porta S. Antonii et cum alveo rugiæ» (B.C.U., ms. C. 19, N. 39. Udine. Città con co. Corbello e con Grassi per occasione del cole fuori del Porton di S. Antonio, f. 21r — 23r).
1560 Marzio di Colloredo dà in dote alla nipote Francesca di G.B. di Porcia, sposa a Curzio di Colloredo, la casa acquistata dai Corbelli (B.C.U., ms. C. 19, N. 39. Udine. Città con co. Corbello e con Grassi per occasione del cole fuori del Porton di S. Antonio, f. 19r).
1583, giu. «Gli eletti della comunità di Udine sopra le fabriche volsero far un ponte sulla roia per mezzo il vescovado per poter mandar a levar pietra, che si trova sulla riva della nostra casa di Udine et essendosi opposto mons. Chiavorià, che sta, al presente in detta nostra casa, mi scrissero li deputati della terra scusando l’haver voluto mandar senza haver parlato meco prima, ma pretendendo che le muraglie fossero pubbliche et in conseguenza di potersi valer della pietra ch’era delle ruine di dette muraglie. Io gli risposi — che — pretendendo che la pietra fosse da conservarsi alla reparatione della muraglia caduta, la qual fattura io speravo che il publico fosse per fare, sarei però venuto a Udene et mi sarei consigliato ciò che portasse il dovere et cosν andato a Udene, trovai che erano già stati rimossi da questa opinione e mi disse l’ecc. mess. Flaminio Rubeis, che era uno de’ deputati, che non mi accadeva haver altro pensiero sopra ciò. Et cosν non fu altro, ma a buon fine ho fatto la presente memoria, sicome anco conservo la lettera da loro scrittami in questo proposito, acciò che venendo mai simil occasione si possa saper quello che hora è occorso et nota che il Chiavorià gettò il ponte giϊ per l’aqua» (B.C.U., ms. C. 19, N. 39. Udine. Città con co. Corbello e con Grassi per occasione del cole fuori del Porton di S. Antonio, copia dal Colloredo, f. 31r — 31v).
1608, mar. 3*Supplica ai deputati della città: «L’ill.mo sig. Curtio Colloredo prega le VV. SS. ill.me che diano ordine che per lo taglio fatto del suo colle con la strada che dal patriarchato va al domo di questa — città, siano erreti li muri che restano a farsi, cosν per sicurezza della sua casa, come per decoro publico, et per essecutione del tratamento et promesse a lui fatte —». La proposta viene vagliata e alla fine si decide «che a spese publiche otturata sia con muraglia l’apertura fatta nel colle» (Annales, LXVIII, f. 83r).
1662, lugl. 16 Si concede ai pp. Filippini, che hanno acquistata la casa Colloredo, di abbattere «la muraglia castellana — compresa dentro il sito delle case Collorede dal cantone del turrione verso la riva Colloreda fin all’horto di s.e. Zucco», onde possano giungere col recinto sino alla roggia (Annales, LXXXIII, f. 119r — 119v).
1685, mar. 15*«Fatto in Udine, nella contrada di S. Maria Maddalena, nelle case della congregaziohe delli — preti della congregazione di S. Filippo Nerio» (A.S.U., N., Domenico Cancianini, 7642, Prot. 1685-1686, f. 26r).
1809*Convento dei pp. Filippini (Registro delli aloggi, f. 50v).
1810, apr. 25 Decreto di soppressione dei Filippini (Bollettino delle leggi del regno d’Italia, decreto n. 77, p. 264-267).
1811, magg. 13*I volumi residui della biblioteca1 dei Filippini vengono venduti dal demanio a G.B. Marini (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10423, 425).
1811 R. prefettura (Giacomo PERUSINI, Pianta, n. 48).
1825, magg. 16*«— Sulla domanda del sig. Antonio Morassi per alzamento d’un altro appartamento della casa al n. 1820, per uso di locanda all’insegna dell’Europa, nulla osta —» (A.S.U., C.A. I, 100/I, Provvidenze generali).
1845 I.r. delegazione (LAVAGNOLO-GARLATO, Pianta).
1852*R. delegazione provinciale (Competenze, II, f. 11v).
1853, magg. 14*P. Carlo Filaferro, rettore della chiesa di S. Maria Maddalena, «in forza della convenzione 8 gennaro 1846 n. 468/55, seguita con questa i.r. Delegazione, di allargare la strada rimpetto all’ingresso del palazzo delegatizio nella contrada dei Filippini, col togliere l’angolo tagliente della fabbrica annessa alla suddetta chiesa e sostituirvi un nuovo circolare», presenta il progetto, che viene approvato (A.S.U., C.A. I, 66, 3315 Orn. II C, con dis. firmato dal capomastro Eusebio Brida).
1856, giu. 20°°Pratica edilizia per riforma di facciata (A.S.U., C.A. II, 66/1856, 4029 Orn. II C, con dis., firmato da Osvaldo Cappellari).
1866, nov. 22°°«Planimetria rappresentante l’orto unito al fabbricato di residenza del Commissariato del re» (A.S.U., Archivio Deputazione Provinciale, 913/II).
1866-1938 R. prefettura.
1876*L’edificio ospita anche un noleggio di cavalli, gestito da Giuseppe Roviglio (COSMI-AVOGADRO, 104).
1883*Oltre alla amministrazione provinciale e alla prefettura, vi ha sede anche la camera di commercio (AVOGADRO, 118, 124).
   
NOTE1Tracce di acquisti e di amministrazione della biblioteca si rilevano nei mss. A.S.U., C.R.S., 662/6, 662/7, 662/14 che si riferiscono al periodo 1749-1772.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 101r — 106v, 213r.
   
BIBLIOGRAFIA BALDISSERA, Istituzioni religiose, 93; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 108-109; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 354-356; BIASUTTI, I libri “de scossi e spesi”, 19-20; BIASUTTI, Padre Luigi Scrosoppi, 28-29, 103, 204-207; CAVALCASELLE, La pittura friulana, 242-244, 261-262, 296; CICONI, Udine, 462, 465; CARACCI, Antichi ospedali, 84-85; L. DAMIANI, Arte...II Liberty, 107-111; C. E[RMACORA], Un costruttore: Tiziano Tonini, 242-244; ERMACORA, Guida, 105; M., Udine che si rinnova, 187-381; di MANIAGO, Guida, 36-37; MEASSO, Udine amministrativa, 405; MIANI, Pittura e scultura, 117-118; MIOTTI, Cenno sulle antiche opere, 26; MISANI, Istituti scolastici, 270, 271-272; Parti prese...1880, 29, 147-148, 149, 159, 166; Parti prese...1913, 26, 69, 75, 230, 233, 246, 363; PICCO, Ricordi popolari, 76; della PORTA, Toponomastica, 181; La questione del palazzo delle Poste; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 20; C. SOMEDA de MARCO, Il museo civico, 57; C. SOMEDA de MARCO, Il duomo, 136; TENTORI, Architettura, 61-62; VALENTE, Le fonderie, 10; VALENTINIS, Udine antica, 11.
   
ICONOGRAFIA GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, n. 33; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 51; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città di Udine, n. 40; MURERO, Veduta prospettica, n. 33; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 37.
1821
 *La casa appare gravata da un livello a favore della confraternita dei Calzolai.
1392*«— Belonus q. ser Iohanini de Orbitis de Utino solvit annuatim in nativitate Domini vel octo diebus post, supra quibusdam domibus ipsius Beloni cum omnibus suis pertinentiis, sitis in contrata S. Marie Magdalene de Utino, iuxta ser Gregorium Archolonianum de Utino et eius nepotes et iuxta murum castelanum interiorem terre Utini et iuxta nobilem militem d. Simonem de Coloreto et viam publicam, secundum quod continetur publico instrumento scripto manu predicti Ambrosii notarii in millesimo IIIcLXXXXVIIII° ind. vija die XXVIIIIa decembris, marcham denariorum unam» (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, 425, Libro rosso, II, f. 2v).
1406*«Bellonus q. ser Iohannis de Orbittis de Utino solvit annuatim in festo nativitatis Domini eidem fraternitati super quibusdam domibus ipsius Belloni cum suis pertinentiis, muratis et tegolis copertis, sitis post ecclesiam S. Marie Magdalene iuxta ser Gregorium Archolonianum et suos nepotes de Utino, iuxta d. Simonem de Colloreto, iuxta murum interiorem terre Utini et viam publicam, marcham denariorum unam, emptam per fraternitatem ab eodem ut constat publico instrumento manu ser Ambrosii notarii q. Alberti de Cuchanea in M°CCC°LXXX° ind. septima die XX° nono decembris» (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, 425, Libro Rosso, III, f. 6v).
1441 «Li heredi di ser Belon fiol che fo de ser Zuan delli Orbitti paga per anno de livello — sora une sue case mitude dredo la glesia di S. Maria Madalena apresso ser Grior Archolonean e li soii nevodi da Uden, apresso ser Simon de Coloret, apresso lo muro dentro della terra de Uden e la via pubblica marche de den. j comprada per la fradaglia del dito ser Belon segondo che apar in uno pubblico instrumento scrito per man di ser Ambros nodar che fo de ser Albert de Chuchagna in millesimo IIJc LXXXXta ind. septima adν XXVIIIJor de mayo» (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, 425, Libro Rosso, I, f. 2r).
1709, genn. 3*«Fatto in Udine, in casa dell’infrascritto — co. de Pace, in contrada di S. Maria Maddalena» (A.S.U., N., Nicolò Aloi, 8109, VII instr., f. 1r).
1744 Della Pace. «Abitano una casa posta in fianco alla chiesa di S. Maria Maddalena e contigua all’abitazione dei P.P. di S. Filippo Neri» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 190).
1801*Proprietà del co. Carlo M. della Pace, che vi abita. Affittuale co. G.B. Freschi (Nomenclatura, f. 68v).
1808, nov. 26*«Nella vendita fatta da mons. canonico del fu — Carlo Maria Pace, consigliere ripartimentale del Passariano, al sig. Godofredo Emanuele baron d’Andriani Verburg c.r. ciambellano e cavalliere gerosolimitano col contratto di — 23 luglio p.p., si comprende anche la porzione di casa dominicale con adiacenze, posta — al c.n. 1821, fu — di detto ora q. — Carlo M. Pace ad esso mons. Carlo spettante, nonché la terza parte di facoltà del q. — Giacomo Pace di lui fratello, nello stesso mons. Carlo pervenuta per la morte del medesimo — Giacomo e per cui in virtϊ di privata convenzione del — 20 lugl. — 1805 —, Giuseppe Pace, altro fratello è tenuto a corrispondere allo stesso canonico annui fiorini — 275 alemani. Desiderando il prefato — Godofredo Emanuele d’Andriani di alienare queste proprietà, ne ha fatto n’offerta al — sig. Giuseppe Pace —. Godofredo Emanuele baron d’Andriani Verburg di Vienna — ha — venduto — al — sig. Giuseppe q. — Carlo M. Pace — le sopraindicate — porzione di casa dominicale, situata — al c.n. 1821 e terza parte di facoltà dell’ora q. — Giacomo Pace, fratello di detto monsignore Carlo —. Questa — vendita — ha fatta — pel — prezzo — di fiorini — 5700 alle mani, che computati a lire una e centesimi dieci — d’Italia —, fanno it. — L 6270 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10583, 80).
1809*Proprietà di Giuseppe e Bernardo della Pace. Vi abita Paolina Montanari (Registro delli aloggi, f. 50v).
1852*Appartiene ai fratelli della Pace (Competenze, II, f. 11v).
1876 Vi era la scuola elementare di Luigi Caselotti (COSMI-AVOGADRO, 65).
1883*La scuola è gestita dalle sorelle Caselotti (AVOGADRO, 132).
1914, apr. 29 Il consiglio comunale delibera di acquistare dal co. de Pace il terreno per il prolungamento di via Prefettura sino in via Cavallotti, e di eseguire il lavoro (Parti prese... 1914, 26-27).
1948 Trattoria “Al Chianti” .
  Nella chiave del portone si vedono tracce di uno stemma Pace e la data 1651.
   
BIBLIOGRAFIA MIOTTI, Cenno sulle antiche opere, 26; MONTICOLI, Cronaca, 16, 17; Parti prese...1880, 29, 147-148, 159, 166; Parti prese...1913, 298; della PORTA, Toponomastica, 194; della PORTA, Udine scomparsa, “Avanti cul brun” 18 (1951), 44.
1822
1716 Era di Leporeo e Del Garbo (vedasi n. 1851).
1801 Co. Carl’Antonio Arcoloniani (Nomenclatura, f. 68v).
 *Affittuale il suo cocchiere Valentino (ibid.).
1809*Proprietà di Antonio Arcoloniani. Inquilino il domestico Felice Giusto (Registro delli aloggi, f. 50v).
1831, ott. 7.*G.B. Biansensoti, «desiderando — dì praticare alcuni lavori nella casa di sua abbitazione in contrada delli Filipini al — n. 1822 e n. 1823, accompagna il disegno —», che la deputazione d’ornato non approva (A.S.U, C.A. I, 182/V, 4407 Orn. II C).
1852*Appartiene al co. Francesco Codroipo (Competenze, II, f. 11v).
1823
1574, nov. 9 «Actum Utini in contrata nob. dd. de Zucho, in studio domus habitationis propriæ emptoris» d. Georgii de Franceschinis1 q. nob. d. Francisci civis Utini (Arch. Prampero, Carte Franceschinis, Istrumenti Franceschinis, 1545-1634, copia del not. Francesco Petrinello da atto di Francesco Fabri).
1593, sett. 13 «Actum Utini, in contrata dominorum de Zucho domi habitationis excellentis d. Georgii de Franceschinis in quodam camino terraneo —» (A.S.U., N., Leonardo Mistruzzi, 6610, Instr. VIII, f. 17v).
1657, lugl. 12 «Il nob. Filippo Franceschini fu del nob. — Nicolò, erede del q. nob. et rev.mo — Luigi Franceschinis canonicho di Aquileia, et il nob. — Ernesto — del già nob. — Tomaso Franceschinis habitante in Gemona — hanno venduto — al sig. Liberai Ghirardi, è merchante udinese —, una casa di commun ragione delli — Filipo e Tomaso, posta — nella contrada di S. Bortolomio, dove solevano habitar altre volte li prenominati — Pier Luigi et Gregorio fratelli Franceschinis, descrita nella stima fatta dallo sp. — Antonio Contrino, publicho perito —» (Arch. di Prampero, 2, Istrumenti e processi famiglia Franceschinis della Villa/1639-1865).
1710, mar. 23*«Stima della casa di ragione Franceschinis, situata nella contrada de’ sigg. coo. Zucco, fatta dal sig. Andrea Canciani pubbl. per., che importa la summa di d 2182 L 1 s 2» (Arch. di Prampero, Istrumenti, 3, 3/1687-1710, Instrumenti Franceschinis, Udine).
1710, apr. 2 Udine, in casa della testatrice Elisabetta, nata a Trento, moglie relitta del nob. Nicolò Franceschinis, in contrada di S. Maria Maddalena (not. Antonio Martinelli, Arch. di Prampero, Istrumenti, 3, 3/1687-1710, Instrumenti Franceschinis, f.v.).
1710, magg. 3*Ad opera di Antonio della Forza e Giacomo Antonini, inventario dei mobili esistenti nella casa del fu Filippo Franceschinis. Vengono anche elencati i libri esistenti «nel studiollo» (A.S.U., Antonio Martinelli, 8259, filza).
1713, ag. 31 Tranquilia Franceschinis Prampero e Zenobia, sorelle, vendono a Giovanni Francesco Masotti la loro casa dominicale di ragione Franceschinis, posta in contrada Zucca, che confina a lev. con la contrada, a mezz. e pon. con i nob. Bianconi, a tram. con il nob. co. Orazio di Zucco (Arch. di Prampero, Instrumenti, 3, 3/1687-1710, Instrumenti Franceschinis, Udine).
1744 Masotti. «Hanno casa di rimpetto ai pp. Filippini e mons. vicario generale Belgrado; questa casa appartenne prima ai Franceschinis» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191).
1793, magg. 18*«— Francesco e Antonio fratelli — q. — G.B. de Masotti, abitanti in villa di Pozzoi —, anche per conto — del — sig. Giuseppe de Masotto, altro di loro fratello —, relativamente alla privata scrittura 1 luglio p.p. —, hanno venduto — alli — G.B., p. Antonio e p. Giuseppe Fabris — di Dignano — le porzioni di fabbrica situate in questa città nella contrada detta di Zucco o dei Filippini, state separate l’anno 1756 alli nunc q.q. — rev. p. Andrea e mons. Luca fratelli de Masotti e descritte nella privata stima 13 luglio — del pubbl. per. — Antonio Bernardinis —. E questa — vendita hanno fatta — pel — prezzo di d 1500 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9976, XXIII instr., 1725, f. 2294v — 2297r).
1801*Appartiene a G.B. Fabris di Dignano. È abitata da vari affittuali e una parte è adibita a “casarma” (Nomenclatura, f. 68v).
1809*Appartiene a Pietro Fabris. Vi abita il locandiere Gottardo Franchi (Registro delli aloggi, f. 50v).
1812 Osteria “Ai cannoni” (Esercenti).
 *Gestione di Caterina Franchi (ibid.).
1821, giu. 13 È di Giuseppe Fabris. Le finestre del primo piano sono ad arco (A.S.U., C.A. I, 53/1821/III, 2628 Orn. II C, con dis., firmato da Giuseppe M. Periotti).
 *Il proprietario presenta progetto per la riforma del pianterreno. La deputazione d’ornato approva (ibid.).
1835*Recapito del chirurgo Antonio Trombini (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1841, ag. 11 È di Giuseppe Fabris. Vedasi n. 1824.
1852*Appartiene a Giuseppe Fabris (Competenze, II, f. 11v).
1855, giu. 17*Avviso: «Entro la ventura settimana alla “Trattoria dei cannoni” il sig. Brunfaut terrà un’esposizione di oggetti di vetro filato in varie guise e colori» (“L’alchimista”, 9, 17 giugno 1855).
1938 È di Luigi Spezzotti2. Nella chiave del portone, stemma con croce sul calvario, sole, luna, cometa.
   
NOTE1Al dott. Giorgio Monticoli il 7 giugno 1582 Anastasio Monticoli vende un livello di L 60 s 18 sopra una casa murata nella Cortina (Arch. Prampero, Carte Franceschinis, Istrumenti e processi famiglia Franceschinis della Villa, fasc. istr. 1352-1710, Investiture documenti Franceschinis 1601-1710, f. 19v). Per la famiglia Franceschinis: MONTICOLI, Cronaca, 74-75.
 2Per Luigi Spezzotti, vedasi anche n. 1817.
   
BIBLIOGRAFIA Banca del Friuli; de BENVENUTI, Luigi Spezzotti, 79-84; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 330-332; BRAGATO, Guida, 57; COLA, Luigi Spezzotti, 879-883; Elenco degli alloggi; VALENTINIS, Udine antica, 11.
1824
1392 «Bertrandus de Mels Utini habitans et Timporina eius uxor solvunt in nativitate Domini de livello sue domus site in burgo interiori Aquilegie Utini, iuxta Leonardum sartorem qui fuit de Vilalta et iuxta ipsum Bertrandum et iuxta terrenum domus abbatis Rosacensis et iuxta viam publicam olei libras duas» (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, 425, Libro rosso, II, f. 1v).
1406 «Nobilis viri ser Iohannes de Çucho solvere tenetur annuatim, prout solvebat olim Beltrandus de Mels, super domo sue habitationis murata et tegolis coperta, sita in — burgo intrinseco Aquilegie, iuxta domum habitationis mag. Leonardi sartoris, qui fuit de Vilalta, iuxta alliam domum dicti q. Beltrandi, iuxta domum et terrenum abbatie Rosacensis et viam publicam, libras olei duas dicte fraternitati1 in festo nativitatis Domini» (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, 425, Libro rosso, III, f. 4v).
1441 «Li heredi che fo del nobil homo ser Zuan de Zuch sono ategnudi de pagar, per ansegondo che pagava Beltram de Mels, sora la casa dela sua habitacion murada e de copi coverta, mituda in lo dito borgo dentro, apresso la casa della habitacion de m. Lenart sartor che fo de Vilalta, apresso una altra casa del dito Beltram, apresso la casa del terren della abadia de Rosazis e la via pubblica libre de olio ij —» (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, 425, Libro rosso, I, f. 2r).
1801*Co. Carlo e fratelli di Zucco (Nomenclatura, f. 68v).
1811, sett. 16 Antonio q. Claudio di Zucco domiciliato a Cividale e fratello Francesco, domiciliato a Crauglio, vendono al sig. Alessandro q. Ferigo Baldi, avvocato, la casa in contrade dei Filippini al n. 1824, «esclusa — la camera ora abitata da Osvaldo Florido, posta in angolo di ponente ed incorporata con altre fabbriche restanti ad essi — Zucco; — confina a lev. colla — contrada, mezodν con case furono Masotti, pon. colla sudetta camera Zucco abitata dal — Florido — e parte Menardinis e Pinzani, ed a tram. con — Marangoni —. Questa — vendita — viene — fatta — per il — prezzo — di L 12689,64 —» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10360, 704).
1825, genn. 5 Antonio Fanzutti intende aprire locanda al n. 1824 con l’insegna “Alla Croce di Malta” (A.S.U., C.A. I, 100/II, 137 Orn. II C).
 *La notizia è ricavata dalla comunicazione della deputazione d’ornato in data 16 luglio 1825, quando viene fatto presente che il gestore non ha adattato convenientemente il portone per il transito delle carrozze. In seguito a ciò, il 21 lugl. il Fanzutti inoltra una domanda per sistemare il portone (A.S.U., C.A. I, 100/II, 2755 Orn. II C).
  Il 29 lugl., «chiamato il sig. Antonio Fanciutti, il quale si era obbligato di costruire il portone di pietra», la deputazione d’ornato lo impegna a «rimetter tante lastre di pietra, le quali andranno a fare accompagnamento dei pilastri» (ibid.).
1836, sett. 5*Processo verbale contro G.B. Fanzutti, d’anni settanta, locandiere e fabbricante di birra. Secondo l’indagine depositata presso la pretura urbana, costui «deve demolire la canna del forno e serbatoio d’acqua ed altrimenti togliere il pericolo d’incendio». Il Fanzutti, in data 1 ottobre 1835, aveva presentato disegno del progetto con le modifiche. Il 3 ott. l’ispezione della commissione agli incendi ha approvato ad alcune condizioni. Il 31 ott., secondo il processo verbale nella sezione sanità della congregazione municipale, Giacomo Marangoni, proprietario dell’edificio contiguo, n. 1825, protesta per il fornello costruito dal Fanzutti. A suo dire, il manufatto «si immette nella camera del focolaio, per cui va a rendersi inservibile una delle migliori camere» della propria casa. In seguito alla protesta, la congregazione municipale detta alcune condizioni per l’approvazione del progetto, come si legge in data 5 nov. 1835 (A.S.U., C.A. I, 269/III, 4990 Pol. II, con dis. firmato da A. Lavagnolo).
1841, ag. 11 È di Angela Romano Cicogna. Domanda di alzarla. Vedasi prospetto vecchio (A.S.U., C.A. I, 328/1841/VIII, 5110 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Romano Cicogna (Competenze, II, f. 11v).
1864, magg. 3 È del dott. Angelo Tami (A.S.U., C.A. I, 754/1864/VIII, 3053 Orn. IX C, con dis.).
 °°Il disegno fa riferimento alla “numerazione rossa” con il n. 2418 ed è firmato da «Brida Eusebio Capo mastro Muratore».
 *La deputazione d’ornato rileva che «il sig. Tami, senza presentare altra domanda, si è permesso di riformare anche il pian terreno di quella casa, ed anche in modo forse non troppo consentaneo alle discipline ornamentali. È in vero da farsi meraviglia che chi, come il sig. Tami, ha occupato altre volte il segio di assessore municipale, disconosca cosi le leggi vigenti. La deputazione non si trova disposta a tollerare simili abusi e quindi si rivolge energicamente a questo municipio perché richiami il sig. Tami» (ibid.).
1883*Manifatture e tessuti di Luigi Spezzotti (AVOGADRO, 148).
1938 Luigi Spezzotti. La casa fu ridotta all’orribile stato attuale nel 1912.
   
NOTE1Fraterna dei Calzolai.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Il giardino, 15; DAMIANI, Arte... Il Liberty, 92-93; della PORTA, Toponomastica, 181, 182; TENTORI, Architettura, 359.
1825
1525, ott. 20*«— D. Perina, obtenta licentia —, vendidit — ser Ioanni Mariæ stipulanti — nomine suo et fratris —, domum sitam — in burgo Aquileiæ interioris ex opposito ecclesiæ maioris, iuxta domos ipsorum fratrum, iuxta vias publicas a duabus partibus et iuxta curiam sive hortum abbatis Rosacensis — et hoc precio — ducatorum ducentorum quadraginta —» (A.S.U., Arch. Lovaria, 54, perg., not. G.B. Decio).
1560*La casa è gravata da un livello a favore dell’ospedale di S. Maria della Misericordia: «Heredi del q. Paulo de Sanctis, over sua moier in logo del q. ser Nicolò Passarin die dar — sopra la casa fu de pre’ Andrea del fornador in la androna deli Forni dentro del Porton de borgo de Aquileia — L 2 s 6 p 4» (A.C.U., A.A.O., Rotolo di danari d’affitti et livelli 1560, f. 52v).
1565, lugl. 9*«Cum sit quod usque de anno 1550 sive 1551 — Camilla et Alcenia sorores filiæ q. d. Pauli de Sanctis ed d. Perinæ iugalium, cives Utinenses, interposuissent oppositionem a decreto interposito alias usque de anno 1525 per — tunc vicarium et vicesgerentem — Augustini a Mula — locumtenentis — cum causa cognitione cuidem venditioni de una domo dotali eiusdem d. Perinæ, sita — in contrata Furnorum, vendita per ipsam — Perinam et — Paulum — q. — Ioannis Mariæ ex doctore d. Bartholomeo Lovaria — ex causis expressis in dicto decreto — et causa ipsa fuisset remissa ad — consilium dominorum de XXV — Venetiarum —, modo — d. Camilla, uxor in secundis votis — Ioannis — Antonii Corvina, civis Utinensis —, et — Petrus Raymundus — nomine — Bartholomei Lovaria — devenerunt ad infrascriptam transactionem: quia — d. Camilla — se removit ab oppositione per ipsam interpositam —, affirmans contasse quod — d. Bartholomęus posset demoliri domum ipsam et ipsam de novo pro libito suo fabricare —, et contra idem d. Petrus — dedit — talleros argenteos decem octo —» (A.S.U., N., Mario Albino, 5949, Istr. 1565, f. 54v — 55r).
1624, genn. 8*I nob. Brandimante e fratelli Lovaria vendono al nob. Francesco Milliana una casa posta in Udine dietro la casa dei venditori sull’angolo della contrada allora chiamata «delli sigg. Zucchi — confinante a lev. strada, mezzodν case Zucco, pon. Lovaria, ai monti androna» (A.S.U., N., Rocco Carminati, 7114, V instr., f. 89r — 91v).
1639, mar. 14*«In Udine, in la contrada Zucha, in casa dei — signori Milliana, nel studio da basso —» (A.S.U., N., Giacinto Causilico, Instr. XI, f. 26r).
1640, sett. 2*«In Udine, nella contrada Zucha, in casa del nob. et ecc.mo sig. Benedetto et fratelli Milliana, nel studio» (A.S.U., N., Giacomo Causilico, 7266, Instr. XII, f. 27v).
1739, mar. 18 Faustina Milliana, moglie di Girolamo Brandis, vende la casa a Leonardo q. Vincenzo Stainero (A.S.U., N., Francesco Lorio, 8710, X istr., f. 24r — 25v).
1761, apr. 23 «Giovanni Lunardo Stainero q. Vicenzo — à — venduto — alli sigg. G.B. e fratelli q. Arcangelo Marangoni — la casa posta nella contrada di Zucco sive dei pp. Filippini di questa città, confina a lev. con la strada —, a mezo dν con la casa fu di ragione Zucco, ora abitata dal — sig. Antonio bar. Bresciani, a pon. con la casa dei — fratelli Lovaria ed ai monti con la strada —, per il prezzo — di d 4200 —» (A.S.U., N., Giuseppe Marchi, 9270, Minut. II, f. 10v — 13v).
1770, magg. 8*Appartiene ai Marangoni. Vedasi al n. 1826 la mappa di Alessandro Rota.
1801 G.B. Marangoni (Nomenclatura, f. 68v).
1809*Proprietà di G.B. Marangoni (Registro delli aloggi, f. 50v).
1809, febbr. 6*«— G.B. del def. Arcangelo Marangoni — ippoteca la propria casa dominicale posta in questa comune al c. n. 1825 nella contrada detta de’ Filippini, che confina lev. strada pubblica di detta contrada, mezz. con casa del sig. Antonio di Zucco, a pon. li — Lovaria, ed alli monti strada — detta via nuova Lovaria —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10324, 161).
1841, ag. 11°°Vedasi n. 1824.
1852*Appartiene ai fratelli Marangoni, figli del fu Giacomo (Competenze, II, f. 11v).
1867°È di Giovanni Manzoni. Riforma della facciata (A.M., Ornato 1865-73).
  In seguito viene acquistata dalla Camera di Commercio. Vedasi n. 1843.
   
BIBLIOGRAFIA BRAGATO, Guida, 165; “Giornale di Udine”, 2, I (2 genn. 1867), 4; [LONDERO], Angelo Sello maestro, 27; L. PALLADIO degli OLIVI, Memorie udinesi, 17; ROTA, Cenni su alcuni oggetti, 20; VALENTINIS, I nuovi uffici, 326-336.
1826
1380, sett. 24 «— Actum Utini in una camera superiori domus — Georgii de Tortis decani Aquilegensis1 — patriarchatus et d.d. Marquardi — patriarche in spiritualibus vicarii generalis, que quidem domus fuit q. presb. Ioseph olim plebani — S. Odorici de Agello —. D. Georgius vicarius — sententiavit — defalcandos fore — denarios — de una marcha cum dimidia — Aquilegensis nove monete legata capitulo ecclesie maioris S. Marie de Utino — per ipsum presb. Ioseph super domibus ollim ipsius presb. Ioseph sitis Utini in burgo Aquilegie inter hos confines: ab una parte est ortus d. Pauli de Gubertinis mediante via publica, ab alia est domus d. abbatis Rosacensis mediante via publica; a tercia est domus parva q. dicti presb. Ioseph legata Catharine ancille sue ad ipsius Catharine vitam et furnus olim Nicolai et a quarta est ortus Nicolai dicti Nepos —» (A.C.U., Liber privilegiorum, testamentorum et aliorum instrumentorum, f. 137r — 139v, not. Giacomo q. Bamone de Golze da Colonia).
1501 I Belgrado2 possedevano le case poste in Udine «appreso la caza de mess. Thomaso de Colloreto, a ser Nicolao fiol de q. ser Philippo de Manin, citadin de Udene, per ducati 103» vendute da Alvise (B.C.U., ms. 1017, Rotolo Belgrado, f. 3v).
Sec. XVI «Ser Marcus de Tudeschinis3 super domibus suae habitationis sitae in contrata S. Bartolomei iuxta ipsam ecclesiam et iuxta domum D. Thomae de Colloreto quae fuit illorum de Michulis» (A.S.U., Arch. Lovaria, 28, p. 215).
1540, apr. 28 Il nob. Tomaso q. Girolamo Candido4 vende al nob. Francesco de Susanis q. Odorico5 «stabulum unum seu domunculam — sitam Utini in androna S. Bartholomei — prope ecclesiam S. Bartholomei ac domum nob. d. Brunori de Coloreto et viam publicam — pretio — ducatorum sexaginta — et portionem omnem suam superiorem domus angularis habitationis alias a d. Leonardo de Tudeschinis sitam in vico S. Bartholomei supra partem aliam inferiorem nob. viri — Brunori de Coloreto, infra ecclesiam S. Bartholomei, viam publicam et domos eiusdem — Brunori — pretio ducatorum centum quadraginta» (A.S.U., N., Germano Belloni, 5708, II instr., f. 90r).
1643 «La casa — è posta nella contrada Zucca sul cantone, a mano manca, andando al Patriarcato, possessa et habitata per il sig. Nicolò Simeonibus6 , confina a sol levado et a mezz. la strada pubblica, a sol a monte i sigg. Lovaria et ai monti i sigg. Strasoldi habitata per li sigg. Giacinto e fratelli Trei» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 97).
1680*«Fatto in Udine, nella contrada di S. Maria Madalena, nelle case d’habitatione degl’infrascritti — coo. de Simionibus» (A.S.U., N., Benedetto Bergamino, 7673, XVI instr., f. 9r).
1687, mar. 9*«Fatto in Udine, nella contrada di S. Maria Madalena, nelle case d’habitatione degl’infrascritti — coo. de Simionibus» (A.S.U., N., Benedetto Bergamino, 7673, XVIII instr., f. 83r).
1695, mar. 14 «Il nob. — Antonio Susana — anco a nome — del nob. Sebastiano suo fratello — ha — venduto — al sig. Giacomo Socrate — due stanze, una terranea et l’altra in solaro — contigue, all’altra portione di detti sigg. Susana e della casa d’habitatione del — sig. Socrate» col patto di poter ricuperare le due stanze se al Socrate venissero tolte per ragion di recupera le sue case che «furono di ragione Colloreda» (A.S.U., N., Teseo Sala, 8029, Istr. 1695, f. 32r — 32v).
1695, ag. 19°«Vendettero li nob. sig. Susanna al sig. Giacomo Socrate li 14 marzo p.p. una porzione della casetta contigua alle case Collorede, ora d’abitazione del detto sig. Socrate ed attaccata alla chiesa di S. Bartolomeo, che serviva di rimessa di carozze e fenile a detti sigg. Susanna. Avendo considerato li detti sigg. Susanna riuscita di poco comodo la rimasta porzione, vendono anche questa alla chiesa et a quella di ragione Colloredo ora di sua abitazione» (not. Girolamo Dell’Oste).
1721 Descrizione e stima della casa Bartolucci (not. Francesco Traccanelli, Allibramento Bartolucci).
1735 «Li sigg. coo. Lorenzo e Benedetto q. sig. co. Nicolò de Simeonibus, in loco del sig. Gerolamo q. sig. Giacomo Simeonibus, per la casa che va in Patriarcato, benché dal detto sig. co. Nicolò sia cessa al q. ecc.mo sig. Gerolamo Bartolucci che la riformò, e di presente venghi possessa dal sig. Bartolucci di lui figliolo —, pagano oglio lb 1. Ora paga il sig. co. Coriolano Bortoluzzi» (B.C.U., ms. D, Duomo e capitolo, 42, Libro del nob. G.B. Pavona cameraro della v. fabrica del Duomo 1734-1735, f. 61v).
1744 Bartolucci. «Avevano casa in questa contrada7 ceduta per qualche anno a godere ad Orazio Belgrado dal quale era tenuto nel 1744» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191).
1768, mar. 21*«Il — co. Coriolano q. — co. Bartoluccio Bartolucci di questa città — ha — venduto — alli nob. — Giuseppe e fratelli de Belgrado q. — Orazio —, la casa — goduta in presente in dipendenza alla — scrittura dai detti — fratelli de Belgrado, posta nella contrada — di S. Maria Madalena, con le annesse fabbriche di stala e rimessa e cortile, quale confina a lev. colla — contrada e mezz. con altra contrada che passa dall’arcivescovado alla cattedrale del duomo, a pon. parte con corticella delli — Saghiggi della Lughera e parte con fabbriche del — co. Alessandro Monaco ed a tram. con orto dello stesso co. Monaco —; item un orto posto oltre la contrada di S. Maria Madalena — dirimpetto alla casa medesima, con stanza terranea unita ad uso dell’ortolano, contenuto pure nella citata scrittura ad gaudendum, che confina a 1ev. e tram. con fondi e fabbriche de’ — coo. Valentinis, a mezz. con contrada che dall’arcivescovado conduce al duomo ed a pon. parte con la contrada detta di S. Maria Maddalena e parte con casetta e fondo di — Francesco Lessano, fu di ragione Quarta —. E ciò — fa esso — co. Coriolano per il prezzo — di d 4750 —, risultante dalla stima 30 genn. p.p., formata dal pubbl. per. — Aurelio Manetti —» (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9787, I instrom., f. 74r — 75v).
1770, magg. 8*Pianta di Alessandro Rota relativa alla richiesta avanzata dai Belgrado per l’acquisto di un appezzamento di fondo comunale contiguo alla loro casa. Vi si comprendono anche parti della casa n. 1842 dei Lugara, n. 1825 dei Marangoni e n. 1843 dei Lovaria (B.C.U., A.C.A., ms. B.LXVII, c.2r).
1801 Co. Orazio Belgrado (Nomenclatura, f. 68v).
1809*Proprietà di Orazio Belgrado che vi abita. «Qui v’è l’ufficio del registro» (Registro delli aloggi, f. 50v — 51r).
1828, nov. È di Orazio Belgrado (A.S.U., C.A. I, 148/X, 4799 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario «vorrebbe — aprire un portoncino ed un portone dipendentemente a nuovi scompartimenti fatti nell’interno». La deputazione d’ornato respinge il progetto «visto che i carri obliquamente non passerebbero» (ibid.).
1849, genn. 2*In questa casa è colto da morte repentina il ventitreenne Mattia del fu Nicolò Perosa (A.S.U., C.A. I, 465, 3).
1852*Proprietà di Osvaldo Perosa (Competenze, II, f. 11v).
1883 Sede della Banca di Udine (AVOGADRO, 126).
[1937] Sopra la trifora centrale si vede uno stemma Belgrado.
1938 È della Banca del Friuli.
   
NOTE1Sul decano aquileiese: SCALON, Necrologium Aquileiense, 67, 204, 431.
 2Sulla famiglia Belgrado: MONTICOLI, Cronaca, 51, 52, 84.
 3Sulla famiglia Todeschini: MONTICOLI, Cronaca, 27.
 4Sulla famiglia Candido vedasi n. 395.
 5Per la famiglia Susanna vedasi n. 1835.
 6Che i Simeonibus abitassero nella contrada degli Zucco è comprovato anche da altre due testimonianze, che per altro non si possono attribuire con certezza alla casa n. 1826:
  * 1529, genn. 26. «Actum Utini, in vico S. Marię Magdalenę, in ędibus sp. doctoris d. Iacobi de Simeonibus —» (A.S.U., N., Germano Belloni, 5707, Istr. 1528-1529, f. 107v — 108v).
  * 1569, marzo 19. «Actum Utini, in contrata nobilium de Zucco, in ędibus hęredum — d. Iacobi de Simionibus —» (A.S.U., N., Giovanni M. Uccelli, 6076, f. 3v).
 7Via dei Filippini.
1827
  Questo numero comprende l’ex chiesa di San Bartolomeo, che fu dei Valentinis, e l’attigua casa che ha una fronte su via Manin ed uno su via Prefettura. Anticamente dovevano esistere piϊ case al posto dell’attuale alle quali si riferiscono i seguenti documenti:
1441 Appartiene alla fraterna dei Calzolai: «Ser Lenart di ser Augustin de Cramariis, habitante in borgo de Agulea dentro, paga per anno de livello al nadal sora una sua casa della sua habitacion cum corte —, murada, solerada e de copi coverta, mituda in Udene, in borgo de Agulea dentro, appresso la casa delli heredi de ser Nichulau nodar Filitin, apresso la casa delli heredi di ser Zuan de Sussana, apresso la casa di ser Iacuz de Michul nodaro, apresso la casa de d. Lisabeta, muglir che fo de Zuan de Vilalta, e le vie publice —, marche de soldi j, comprada per la dita fradagla segondo che apar in uno publico instrumento facto per man de ser Iacuz nodar di ser Quarin nodar in millesimo iiijc xliij indicion sexta adν hultimo di setembre» (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, 425, Libro rosso, I, f. 3v).
  Un’annotazione priva di data, di altra mano, in calce, avverte: «La dita casa è stata venduta cum illo onere a mess. Albano de Candidis cavaliero, come appar instrumento manu de ser Antonio Beton nodaro sotto ***, la copia del qual instrumento è appreso la fraternita» (ibid.).
1452, ag. 24*Testimonianza di Enrico Valentinis: «In die S. Bartolomei fuit consecrata ditta eclesia per quendam episcopum de Sisio et ibi tunc temporis in altare fuerunt collocatę reliquię s. Bartolomei, s. Laurentii, s. Donati, s. Sisti et Innocentium et unius alii Sancti de cuius nomine non constat» (B.C.U., ms. 2277, Quædam fragmenta, f. 203r).
1452, ag. 31 «— Ioannes Gubertus de Gubertis1 cum anno proxime decurso de novo edificaverit et construi fecerit quandam eclesiam sub vocabulo Sancti Bartolomei quam capellam — dotavit cum tribus stariis frumenti, tribus congiis vini, libris sollidorum octo —» (ibid.).
1452, ott. 24*«Capellanus eclesie S. Bartolomei tunc temporis existens recusabat velle pulsari facere Ave Maria in — eclesia S. Bartolomei; ubi in contradictorio iudicio ante capitulum fuit declaratum quod dictus capellanus foret obligatus eam pulsari facere et aperiri et claudi fieri dictam eclesiam suis sumptibus. Notatum manu ser Iohannis de Lovaria» (ibid.).
1490, giu. 20 Il nob. Nicolò Donna Onesta2 nomina procuratore il nob. Odorico Susanna perché si presenti all’ufficio dei consoli dei Mercanti di Venezia ad offrire il prezzo di una casa «cooperte cuppis cum orto postposito in contrata S. Antonii», già di sua proprietà, statagli venduta all’asta, ch’egli intende ricuperare, la quale paga L 8 di livello al capitolo e L 7 alla scuola dei Battuti (not. Giovani di San Foca, A.S.U., Arch. Susanna, 77, perg. n. 71).
1491, apr. 12 Pietro Corbelli ha vinto nei giorni precedenti una lite contro il curatore dell’eredità del q. maestro ‹Iacopo della Degagna› (not. Bernardino Merlatto, A.S.U., Arch. Susanna, 77, perg. n. 40).
1491, apr.13 Il Corbelli chiede la vendita all’asta di case poste in contrada di S. Bartolomeo «iuxta domum nob. Ser Doymi de Coloreto quæ fuit illorum de Michulis. schinis — et iuxta viam publicam» (A.S.U., Arch. Susanna, 77, perg. n. 40).
1491, magg. 14 Le case sono deliberate a Simone de Filittini (ibid.).
1491, ag. 31 Simone de Filittini vende le case a Odorico Susanna (ibid.).
[1500 ?]*«Livellum unius ducati quod annuatim in festo nativitatis Domini solvit ser Marcus de Tudischinis super domibus suæ habitationis sitis in contrata S. Bartholomei iuxta ipsam ecclesiam et iuxta domum d. Thomæ de Coloreto quæ fuit illorum de Michulis. Fuit acceptum in permutationem a ser Hieronymo q. d. Leonardi Mocenini per d. Ioannem de Candidis iuris doctorem q. d. Nicolai pro uno ducatto de livello quod eidem d. Ioanni solvebant hęredes q. Petri Brunaleschi» (A.S.U., Arch. Lovaria, 38, f. 215r).
1506, apr. 29*«Ioannes de Candidis iuris doctor emit livellum — a ser Hieronimo Mocenino —» (ibid.).
s.d. «Magnificus eques d. Albanus de Candidis loco ser Leonardi de Tudischinis alias dicti de Cramariis tenetur solvere super domibus alias proprie habitationis dicti ser Leonardi, sitis utini apud ecclesiam S. Bartholomei, marcham unam soldorum» (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, 422, Libro alfabetto, f. 12v).
1801*Graziano e Bernardino Cantoni (Nomenclatura, f. 68v).
1809*Proprietà di Graziano e fratello Cantoni, che vi abitano (Registro delli aloggi, f. 50v).
[1810]*Richiesta inoltrata al podestà di Udine, presumibilmente in data 1810, di utilizzare l’ambiente dell’ex-chiesa per una mostra: «Luigi Caiani, pittore e scultore in cera, pagherebbe la bontà Sua di accordarle licenza di esporre il suo cabinetto di cera, giacché dal sig. commissario di polizia ha ottenuto il permesso, che rassegna» (A.S.U., C.N., 182).
1813, genn. 5.*«— G.B. Armellini di Udine, compratore —; Andrea, faciente anco per — Nicolò, Antonio e Giuseppe, Francesco, — G.B. ed Urbano e — Daniele faciente anco per — Antonio, tutti consorti Valentinis, venditori —. Li — consorti Valentinis vendono al sig. Armellini il locale della sopressa chiesa di San Bortolomio — per L 1903,45» (A.S.U., N., Domenico Cosattini, 10562, Rep. 255, f. 27v).
1813, mar. 25 Istanza di G.B. Armellini per poter costruire una casa al posto della profanata chiesa di S. Bartolomeo (A.S.U., C.N., 180/1813/I, 1306 Orn. XIX, con dis., del pubbl. per. G. Clocchiati).
1815, febbr. 8*Il notaio Graziano Cantoni roga nella sua abitazione in borgo S. Bartolomeo al n. 1827 (A.S.U., N., Graziano Cantoni, 10234, 557).
1836, lugl. 30 «Graziano e Teresa, n. Tullio —, erede del def. marito — Bernardino Cantoni —, vendono — alli — iug. ‹Giuseppe e Paolina › Zuccaro — la casa di — abitazione di detti — Cantoni — situata — nel borgo di S. Bortolomio —, la qual casa consiste in un’alla di fabbricato sul detto borgo — attiguo alla casa de’ iug. Morassi, composta, dal pian terreno, con suo ingresso —, grande camera in primo piano e granaro sotto il tetto, ed in un’altra alla di fabbricato attiguo per familiare, ossia casa di abitazione sulla contrada che mette alli Filippini —, avente relazione immediata con la prima sul borgo, consistente in pian terreno con diverse stanze e sottoportico, in primo piano cucina, tinello, camerino e camera da letto e camere, in secondo piano e granaro o soffitta sotto il tetto, scale —, corte —, sotto il c.n. 1827 —; a cui tutto fa coerenza a lev. strada, ossia calle detta dei Filippini, e parte la casa del sig. G.B. Armelini, a mezz. e pon. li sigg. Antonio e Tonina iug. Morassi ed a tram. parte la strada, ossia borgo di S. Bortolomio e parte — detti — Morassi —. La vendita — viene fatta — per — austr. — L 17000» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4820, 1763).
1836, ag. 23*I coniugi Giuseppe e Paolina Zucchero chiedono ed ottengono il permesso di «ridure in altra forma il prospetto della facciata della casa — n. 1827 e ciò per oggetto della propria professione» (A.S.U., C.A. I, 254/X, 4680 Orn. II C, con dis., firmato da Giuseppe Presani).
 *Si tratta di una nuova richiesta degli Zucchero all’autorità competente: vorrebbero alzare e rimodernare la facciata della casa: «nella calle a tram. corrisponde al borgo S. Bortolomeo, a pon. conterminante con casa — del sig. G.B. Armelini al c. n. 1827 A» (ibid.).
1836, ott. 6 Parte è di G.B. Armellini (A.S.U., C.A. I, 254/X, 5638 Orn. II C, con dis.).
 *Giuseppe Zucchero, desiderando «d’inalzare e riformare la faciata della casa di sua ragione situata — sotto il c. n. 18254 sopra la calle a tramontana, corrisponde al borgo di S. Bortolomio a ponente, attualmente esistente come nel qui unito tipo —, ottenuto l’asenso dal confinante sig. G.B. Armelini», chiede licenza per «eseguire li divisati lavori prima scadenza dell’attuale favorevole stagione». La deputazione d’ornato esprime in merito parere favorevole (ibid.).
1842, sett. 29 G.B. Armellini denuncia due facchini di Antonio Morassi, «locandiere nella contrada di S. Bortolomio», che gli hanno rovinato il marciapiede appena restaurato da lui (A.S.U., C.A. I, 342/IV, 6255 Orn. II C).
1844, mar. 20*«— Giuseppe e Paolina iug. Zuccaro — in affitto semplice concedono al — sig. Bortolo Martini — li sottodescritti locali nel corpo della casa — situata in borgo S. Bortolomio coscritta sotto il c.n. 1827 e sono: la bottega al pian terreno ad uso di offeleria, una stanza attigua con forno, altra per la conserva delle farine ed altro pure per la fabbrica dei busulai, paste, pane ed altro con suo forno, una camera in secondo piano, verso la calle della Delegazione, ossia de’ Filippini, fornita di mobili occorrenti, ed un camerino in terzo piano con un letto fornito —. La presente affittanza — à avuto il — principio sotto il — 17 corr. per anni cinque —. Per l’annuo affitto il conduttore si obbliga di pagare alli — locatari annue austr. L 800 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4833, 5426; alleg. inventario degli utènsili e dei mobili, nonché la perizia di stima del locale).
1845, febbr. 25*«— Paolina Zaro Zuccaro — vende — al sig. Bortolo q. Bortolo Martini — una casa per intiero con cortivo, relativi fondi ed adiacenze tutte, situata — nel borgo di S. Bortolomio, coscritta col c.n. 1827 —, avente due ingressi, uno sul — borgo con bottega ed altro nella calle — dei Filippini; confina a lev. — calle dei Filippini, e parte la casa del — G.B. Armelini, a mezz. e pon. — Antonio Morassi ed a tram. parte strada — di S. Bortolomio e parte il suddetto Morassi Questa — vendita — fatta viene — per — austr. L 30000 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4840, 7070).
1847, febbr. 25 Giuseppe Zuccaro vende per L 30000 a Bortolo fu Bortolo Martini, la casa 1827 confinante a lev. calle dei Filippini, a mezz. e pon. Antonio Morassi, tram. parte borgo S. Bortolomio parte Morassi (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4840, 7070).
1849, febbr. 11*Il capo del primo quartiere, elencando i nominativi di pistrinai e venditori di pane e farina, segnala a questo numero Bortolo Martini (A.S.U., C.A. I, 465, 135).
1852*Bortolo Martini. Il n. 1827 A appartiene agli eredi di G.B. Armelini (Competenze, II, f. 11v).
   
NOTE1Vedasi n. 1810 - 1811 - 1812.
 2Per la famiglia dei Vanni, detti anche degli Onesti o di Donna Onesta, vedansi i n. 1676 e 1808.
 3Casa n. 1828.
 4Il proprietario sbaglia il numero. Nel disegno allegato invece è correttamente riportato 1827.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 114r — 113v; RAIMONDI, Gioia preziosa, p. 60.
   
BIBLIOGRAFIA CORGNALI, Udine scomparsa, 52; della PORTA, Toponomastica, 121; de RUBEIS, Catalogo, 6 (1938), 16.
   
ICONOGRAFIA GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 59; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 36; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 48.
1828
1484, febbr. 6 «Actum Utini, in contrata S. Antonii in domibus habitationis — ser Nicolai de Michulis» (A.S.U., N., Simone Lovaria, 5252, f. 27v).
1532, genn. 4.*«— Cum sit quod — ad instantiam — ser Camilli q. ser Camilli Zamori notarii Utinensis ad publicum incantum vendita fuisset domus ipsius ser Camilli murata, sollerata, tegulis cohoperta, Utini sita in contrata Cortina iuxta viam publicam, iuxta ser Leonardum de Thodeschinis, iuxta Dominicum presbiterum Antonii Zamori et iuxta ser Simonem Bevilaquam, et nunc — idem ser Camillus — vendidit — d. Brunoro q. — Thome doctoris de Colloreto civis Utinensis1 — domum suprascriptam —» (A.S.U., N., Francesco Belgrado, 5733, f. 35v — 38r).
1534, giu. 18. Brunoro di Colloredo q. Tomaso vende a Giovanni Maria aromatario q. Luca orefice, una casa in Cortina «muratam, solleratam cuppisque copertam —, tentam — per Marcum ?breum, iuxta viam publicam, iuxta domum d. presb. Antonii Zamori sororii eiusdem emptoris, iuxta domum ser Leonardi Thodeschini —, alias de anno 1532, die — quarta ianuarii, — emptam a ser Camillo Zamoro — precio ducatorum ducentorum et quadraginta L 2 s 10 —» (B.C.U., ms. 1232, perg. VIII, not. Francesco del fu Giacomo da Belgrado).
1534, lugl. 23 «Actum Utini in contrata Divi Bartholomei, in domo d. Brunori q. — Thome de Colloreto doctoris» (B.C.U., ms. 1232, Perg. vol. VIII, not. Francesco del fu Giacomo da Belgrado).
1543, apr. 23*«— Cum sit quod alias, videlicet sub 1537 die vj novembris q. nob. d. Marcus de Susana et nob. d. Antonius de Valantinis, uti procuratores rev. d. Beltrandi de Susanis canonici Aquileie, vendidissent magn. d. Brunoro de Colloreto q. eximii iuris utriusque doctoris d. Thome de Colloreto quamdam curiam et partem unius stabuli videlicet tantum quantum capit ipsa curia, que curia et pars stabuli sita est Utini in loco dicto Curtina vulgo dictus burgus Aquileie interior, confinans cum domo et alia parte stabuli dicti d. Beltrandi, cum heredibus olim sp. d. Ioannis de Candidis civis Utini et cum ipso d. Brunoro emptore — precio et foro ducatorum viginti —, ut latius constat instrumento notato manu — ser Mathei Clapicei notarii Utinensis, nunc vero — pretendens rev. d. Beltrandus — redimere dicta bona, hinc est quod — d. Ioannes, frater dicti d. Brunori et ser Burthulussius, — uti procuratores — ipsius d. Brunori —, precio et foro ducatorum viginti — necnon librarum soldorum triginta trium pro melioramentis per ipsum d. Brunorum factis in loco de quo supra —, revendiderunt — iuris utriusque doctori d. Marquardo q. d. Christophori de Susanis — dictam curiam et partem stabuli de quibus supra —» (B.C.U., ms. 1236, I perg. Susanna, not. Bartolomeo Venerio).
1631, ag. 24.*«Actum Utini in contrata S. Bartholomei domi — habitationis — Servilii — Treo2» (A.S.U., N., Antonio Mattioli, 7149, Instr. vig. ort., f. 82v — 83r).
1704, genn. 30 Il co. G.B. di Colloredo q. co. Camillo vende a Giacomo Socrate «la casa alta e bassa da dietro in contrada di S. Bartolomio che conduce lo stesso sig. Giacomo ad gaudendum con esborso fatto di duc. 500 — risultanti da due contratti, l’uno 7 lugl. 1689 di mano del q. — Adriano Sporeno nod., l’altro di 30 ag. 1693 rogato per — G.B. Cavalli nod. —, e ciò fa per lo prezzo di d 765 —» (A.S.U., N., Girolamo Dell’Oste, 7907, VIIII Instr., f. 8v — 10r).
1791, sett. 23°Testamento di Alessandro Treo. Lascia la casa a Pietro Petreio (not. Riccardo del fu Andrea Paderni).
1801 Co. Elena Treo, ved. del nob. Alessandro (Nomenclatura, f. 68v).
1809*Proprietà di Elena Treo. Vi abita il vetturino Giacomo Candido (Registro delli aloggi, f. 50v).
1812 Osteria “Alla corona ancipite” (Esercenti).
 *Gestione di Pietro Iercovig (ibid.).
1812 Osteria “Ai dilettanti” (Esercenti).
 *Gestione di Osvaldo Padoano (ibid.).
1812, genn. 5*Si concede a Candido Maraffoni il permesso di organizzare in questa casa una festa da ballo privata (A.S.U., C.N., 189/Pol.).
1815, ott. 19. Girolamo fu Pietro Petreio vende ad Aurelia Lombardini ved. Foramiti per L 12000 la casa 1828. Confina lev. Cantoni mezz. eredi Domenico Prodolone e G.B. Stringari, ai monti strada (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10628).
1821, genn. 30. Antonio e Giuseppe fu G.B. Foramiti vendono per L 13000 ad Antonio fu Giuseppe Morassi, locandiere, la casa n. 1828 «tenuta ad affitto ad uso di locanda dalli sigg. Giacomo ed Anna iug. Candotto. Il tutto confina a lev. — Cantoni, mezz. eredi — Prodolone, pon. — Papafava, — Stringari ed altri, ed a tram. strada» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10545, 1203).
1822, mar. 28 È di Antonio Morassi, che domanda di allargare il portone (A.S.U., C.A. I, 68/X, 1118 Orn. II C, con dis.).
 *La deputazione d’ornato, esprimendo parere favorevole, aggiunge: «Rendesi necessario che la facciata della casa stessa venghi intonaccata e costrutto esternamente il selciato di pietra» (ibid.).
1822, sett. 14 Antonio Morassi, «divisando fare — alcune opere nuove», presenta progetto. I vicini Cantoni sollevano però alcune difficoltà, che paiono non appianarsi (A.S.U., C.A. I, 68/X).
1824, genn. 7 È di Antonio Morassi. Albergo “All’Europa” (A.S.U., C.A. I, 89/X, 84 Orn. II C).
 *Il proprietario chiede ed ottiene di chiudere un portoncino per ricavare un nuovo tinello (ibid.).
1825, magg. 13 Antonio di Giuseppe Morassi domanda di alzarla di un piano (A.S.U., C.A. I, 100/1825/II, 1669 Orn. II C, con dis.).
 *Il permesso è accordato (ibid.).
1828, ott. 18*Antonio Morassi dichiara ufficialmente la moglie Antonia comproprietaria di metà della casa «ad uso di locanda, detta “dell’Europa” sita — al c.n. 1828» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10622, Rep. IX, 5027, f. 6r).
1836, ott. 6°°Vedasi n. 1827.
1846, lugl. 4 È. di Antonio Morassi. Locanda “All’Europa” (A.S.U., C.A. I, 406/II, 4524 Pol. Giud. IX D, con dis.).
 *L’albergatore chiede il permesso «di aumentare qualche locale — coll’erigere una porzione di fabbricato in continuazione al vecchio casamento, confinante verso levante con la casa al c.n. 1829 di proprietà delli sigg. Giuseppe e Paolina — coniugi Zucchero —» (ibid.). Tuttavia, nonostante gli incontri del 4 lugl. e del 9 sett. presso l’ufficio competente della congregazione municipale, non si addiviene al necessario accordo coi vicini (ibid.).
1849, sett. 13 Teresa Francesco Morassi Calligaris vende ad Antonio Fasser3 parte della casa (su via della Prefettura), «ad uso di attuai albergo all’insegna dell’Europa, — porzione di fabbricato — serve attualmente per uso di stallone — il tutto conterminante alla contrada di levante che conduce alla r. Delegazione, porzione di cortile —, porzione di fabbricato di civile costruzione e d’ineguale altezza con altra fabrichetta piϊ sporta verso la parte di ponente, in contatto all’orto restante alla venditrice a questo vento —. Questa vendita viene fatta — pel — prezzo di austr. —L 15800 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10517, 19155).
1849, sett. 21 La stessa vende altra parte della casa a Francesco Piani (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10517, 19129).
1850, ag. 19°Teresa Francesca Morassi Calligaris vende la casa 1828 per L 25000, a G.B. della Rovere. Confina lev. Martina Bortolo loco Cantoni e Zucchero, mezz. restante parte di questa casa venduta a Fasser, pon. Papafava e Stringari, tram. borgo S. Bortolomio (not. Giacomo Someda).
1851, magg. 28*«Angelo Cedran, caffettiere all’insegna dell’Europa in questo borgo S. Bortolomio al c.n. 1828, abbisogna ed ha perciò stabilito di esporre lungo la facciata della di lui bottega una tenda mobile la quale deve venir sostenuta da quatro colonnette di legno pure mobili, che devono essere collocate oltre lo marciapiede della casa —». Il permesso è accordato (A.S.U., C.A. II, 65 bis/1851, 3290 Orn. II C).
1852*Casa della famiglia della Rovere (Competenze, II, f. 11v).
1852, ott. 3 Albergo “All’Europa” (“L’alchimista friulano”, 3, XL, 3 ott. 1852, 324).
 *Il 28 sett. vi è sceso il maresciallo Radetzky (ibid.).
1876*Caffè “Cavour” dei fratelli Rizzi e locanda “All’angelo” di Giuseppe Pittini (COSMI-AVOGADRO, 93, 100).
1883 Caffè “Cavour” (AVOGADRO, 139).
 *La gestione è dei fratelli Rizzi (ibid.). Nell’edificio esistono anche il forno e la pasticceria dei fratelli Pittini, nonché lo studio dell’avv. Francesco della Rovere e la bottega del tappezziere e sellaio Luigi Raiser (AVOGADRO, 138, 145, 150, 156).
1934 Fu spostato il portone. Locanda “Manin”.
   
NOTE1Tommaso di Colloredo abita nella contrada di S. Bartolomeo, come sappiamo da un atto del 3 giugno 1530 (A.S.U., N., Gabriele Gozzadino, 5817, Istr. 1529-1531, f. 68r). Per la famiglia Colloredo: ANTONINI, I baroni di Waldsee; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 125-128; di CROLLALANZA, Memorie; MONTICOLI, Cronaca, 35, 48; OCCIONI-BONAFFONS, Sulla famiglia di Colloredo, 35-48. Sulla proprietà dei Colloredo sulla casa: FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 174.
 2Per Servilio Treo: P. SOMEDA de MARCO, Notariato, 69.
 3Per il Fasser: “Giornale di Udine”, 3, XXXVI (4 e 5 febbr. 1968), 3; PARMEGGIANI, Gli stadi, 74; PICCO, Antonio Fasser; PICCO, Ricordi, 105, 110.
1829
1431 «Capitulum tenetur solvere super una domo sita in Porta S. Antonii, a parte anteriori sita iuxta su Iacobum Manini, in qua est depictus unus S. Christophorus a parte anteriori, olei libras 2» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 404r).
[1608?] «D. Lucrezio Treo dottor1 paga de livello L 199 s 13 — sopra la casa de sua habitation dipenta, posta nella contrada de S. Bortholomio a dirimpetto delle case de’ sigg. Manini, da una banda confina mess. Zuane Gozadin, dall’altra le case di sigg. Colloredi» (A.S.U., A.A.O., Thesaurum pecuniarum, f. 147r).
1793, magg. 8 Bernardino Corrado vende a G.B. Stringari «una casa — con — corticella, stalla — posta nel borgo di S. Bortolomio — qual da lev. confina con — Allessandro Treu, mezz. parte — Treu et parte Francesco Mazzolenis Molteno, pon. G.B. e fratelli — Cortolezzis ed a tram. — borgo. — E ciò —per — d 1880 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, III istr., 226, f. 372r — 374r).
1801 G.B. Stringari (Nomenclatura, f. 68v).
 *Affittuale Giacomo Sasso (ibid.).
1809*Proprietà dell’impiegato G.B. Stringari. Vi è ospitato l’armaiolo Francesco De Lucia (Registro delli aloggi, f. 50v).
1818, ag. 6 Valentino e fratelli Stringari (A.S.U., C.A. I, 18/II).
 *La deputazione d’ornato, rivolgendosi a Valentino e fratelli Stringari «osserva — che nella loro casa — n. 1829 si eseguiscono dei lavori sul coperto — senza licenza —». In particolare si riferisce alla gronda, costruita «in contravvenzione alle prescrizioni d’ornato che esigono invece la cornice su tutti i fabbricati che hanno la facciata tendente sulla pubblica strada» (A.S.U., C.A. I, 18/II).
1826, giu. 7*Giuseppe Presani comunica alla deputazione d’ornato che gli si rende necessario operare un cambiamento al progetto presentato per la riforma della facciata: dovrà abbassare le finestre del terzo piano di m 0,33. Il permesso è concesso (A.S.U., C.A. I, 100, 1852 Orn. II C).
1832, mar. 22*Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al sarto Luigi Della Torre l’avviso municipale n. 1050 diretto a coloro che ingombrano la sede stradale «con merci di fruti ed oggetti riguardanti la salubrità» (A.S.U., C.A. I, 193).
1835*Recapito del chirurgo Francesco Sporeno (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1835, genn. 15*Viene inoltrata richiesta per Bartolomeo Stringari, di aprire due finestre al posto delle «ellittiche sconcie — in linea d’ornato» che erano state tempo addietro otturate. Il permesso viene rilasciato (A.S.U., C.A. I, 236/XVI, 234 Orn. II C, con dis.).
1852*Bortolo Stringari (Competenze, II, f. 11v).
1876*Fabbrica di pesi e misure di Alessandro Bonetti (COSMI-AVOGADRO, 109).
1883*Studio degli avvocati Ugo Bernardis e Francesco di Caporiacco (AVOGADRO, 138).
1938 Albergo Manin. Calzoleria Voltan.
   
NOTE1Sui personaggi notevoli della famiglia Treo: LIRUTI, Notizie delle vite, IV, 183-189.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 43r.
1830
1795, sett. 26 Giovanni q. Domenico Cortelezzis vende alla co. Venilia Valentinis ved. di Francesco Genuzio per d 3000 una casa in via S. Bortolomio (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, II istr., 126, f. 182v — 184v).
1801 Nob. Venilia Genuzio (Nomenclatura, f. 68v).
1809*Proprietà di Antonio Genuzio (Registro delli aloggi, f. 50v).
1825, apr. 22 È di Antonio Genuzio. Ha un bel portone bugnato. Viene inalzata (A.S.U., C.A. I, 100/1825/II, 1365 Orn. II C, con dis.).
1825, magg. 2*A completamento dei lavori in atto nell’edificio, la deputazione d’ornato ritiene necessaria una lastricatura della strada in pietra davanti all’edificio (A.S.U., C.A. I, 100/1825, 1, Provvidenze generali).
1832, mar. 22*Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al sarto Giovanni Marcusci l’avviso municipale n. 1050 diretto a coloro che ingombrano la strada «con merci di fruti ed oggetti riguardanti la salubrità» (A.S.U., C.A. I, 193),
1852*Appartiene ad Antonio Genusio (Competenze, II, f. 11v).
1861°È di Giuseppe Ermacora, che sopprime il portone (A.M., Ornato 1857-64).
1831
1772, ag. 13*Proprietà degli eredi Molteno. Vedasi n. 1832.
1801 Domenico e fratelli Molteno (Nomenclatura, f. 68v).
 *Affittuale la co. Marianna Piccoli (ibid.).
1809 «Presentemente in fabbrica» (Registro delli aloggi, f. 50v).
 *Proprietà di Domenico e fratelli Molteno, negozianti (ibid.).
1814*«— Domenico del fu Carlo Molteno, possidente e commerciante —, faciente anche pel di lui fratello — Antonio —, concede a titolo di semplice affittanza al — co. Giovanni Freschi — una casa — sita — nel borgo di S. Bortolomio coscritta al c.n. 1831 —. L’annuo affitto — resta stabilito — in due — antecipazioni semestrali con L 300 per cadauna» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10328, 1370).
1825 Antonio Molteno (A.S.U., C.A. I, 100/II, Orn. II C).
 *Il proprietario chiede, senza per altro ottenerlo, il permesso di riformare il pianterreno (ibid.).
1853, lugl. 1*Francesco Miculossi presenta progetto per «far costruire nella facciata di detta casa superiormente alla porta e finestra a rebatto della bottega» una cornice di legno (A.S.U., C.A. II, 66, 4523 Orn. II C, con dis.).
1876*Offelleria di Pittini e Viezzi (COSMI-AVOGADRO, 104).
1832
  Al posto delle case 1832-1833-1834 dovevano esistere in antico piϊ casette, demolite poi per la costruzione degli edifici attuali. È impossibile assegnare con certezza a ciascuna di queste tre case i documenti seguenti. Notisi che le case 1833-1834 furono entrambe dei Filittini e dei Candido.
1392 «In burgo interiori Aquilegie Utini. Philippus scarparius q. Augustini de Flagonea, Utini habitans, solvit — fraternitati S. Marie cerdonum de Utino de livello cuiusdam domus murate et tegulis coperte, que fuit q. Vide uxoris — q. Zanissii de Utino, site in sumitate portichuum berchandariorum burgi Aquilegie Utini iuxta domos que olim fuerunt Petri bercandarii a duabus partibus sive ab uno latere et a parte posteriori, et iuxta vias publicas, den. octuaginta» (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, 425, Libro Rosso, II, f 1r).
1406 «Dominicus scarparius pro domo Philippi scarparii q. Augustini, qui fuit de Flagonea, solvit annuatim fraternitati S. Marie cerdonum de Utino — de livello unius domus murate et tegolis coperte site Utini in burgo interiori porte Aquilegie in sumitate porticum bercandariorum iuxta domum Nicolai filii ser Christophori de Bonbenis de Utino ab uno latere et a parte posteriori et iuxta duplicem viam publicam denarios monete aquilegensis — octuaginta, ut constat publico instrumento scripto et relevato manu Leonardi notarii olim Petri Thealdi de Utino ex notis olim ser Ambrosii notarii q. ser Alberti de Cuchanea Utini habitatoris. Item prefatus ser Nicolaus solvit annuatim eidem fraternitati den. decem legatos per dictum q. Philippum eius patrem super predicta sua domo — ut — constat quodam publico testamenti instrumento scripto manu Francisci notarii q. Nicolussi de Utino in MCC°LXXXXVII° ind. quinta die XVIII° octobris» (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, 425, Libro Rosso, III, f. 6r — 6v).
1441 «— Ser Nichulan de Bomben paga per ano ala — fradagla delli caligari de S. maria delli Caligari — per una casa murada e de copi coperta, la quale fo di Philipo scarpar, fiol de Augustin che fo de Flaugnà, mituda in Uden in borgo dentro della porta de Agulea in cavo delli portigi delli Berchandari, appresso la casa di ser Nichulau de Bomben de un lado e ala altra parte de dredo e appresso due vie pubblice, den. LXXXta, segondo che apar in un pubblico instrumento per man de ser Lenart nodar fiol che fo de ser Pieri Thialt de Uden —» (ibid.).
1616, mar. 26 «Primo quartiero, detto di S. Bortolomio, principia ala fontana verso il castello, la casa del nob. et ecc. G.B. Rubeis — et dall’altra parte la casa del sig. nob. ser Gasparo e fratelli Albini» (B.C.U., ms. Joppi 377, Regolatione de’ quartieri de la città di Udine con la nominatione de’ signori centurioni et ciò in virtϊ di parte presa nella molto illustre convocatione sotto il dν 26 marzo 1616. Quartieri dentro de’ portoni n. 8. divisi et assegnati come qui sotto appare, f. 1r).
1621, mar. 12 Si concede al nob. G.B. Fantolina di sostituire colonne di pietra alle esistenti in legno nelle sue «case riposte a dirimpetto il vaso dela fonte publica che s’attrova ala piazza Contarena». Nella supplica: «Quella parte della mia casa posta nella contrata del duomo, che è dirimpetto ala piazza Contarena, minaccia ruina quando non si proveda, perché certe punte di legno sono state soposte, pare che non bastino al bisogno, onde ho deliberato di mettere colone di pietra in luoco di detti legni —» (Annales, LXXII, f. 11v — 12r).
1664, apr. 30*«Udene, nella contrada di S. Bortolomio, in casa delli sigg. Francesco e fratelli Ghirardi» (A.S.U., Arch. Caimo, 4, Processo Caymi-Caratti, f. 35r, not. Valentino Orgnani).
1703*Proprietà di Liberale e fratelli Girardi. Vedasi n. 1833.
1734, febbr. 7 «— Lodovico q. — Nicolò Saella — ha — alienato al sig. Giuseppe q. — Pietro Basso — una bottega del borgo di S. Bortolomio sotto l’abitazione Girardi, assegnata nell’allibramento della facoltà subordinata del q. Liberale Girardi. — E questo ha fatto — detto — Lodovico, perché all’incontro il — sig. Giuseppe compratore — li esborsò il capitale di d 200 —» (A.S.U., N., Alessandro Brunelleschi, 8195, IX istr., f. 26v — 27r).
1765, febbr. 14*«Fatto in Udine nella contrada presso la fontana del pubblico pallazo, in casa degl’infrascritti sigg. fratelli Ghirardi» (A.S.U., N., Francesco Lorio, 8714, XLII istr., 60, f. 57r — 58r).
1772, ag. 13*«— Francesco, — p. Sebastiano e Giovanni Giuseppe fratelli q. — Liberai Gherardi —, in nome anco del rev. — Carlo altro loro fratello —, cedono — ai — coo. — mons. Francesco e Daniele fratelli q. co. Sebastiano Florio — la casa già abitata da essi — Gherardi, cioè tanto la porzione della medesima che ora viene a semplice affitto detenuta dal rev. — Michele Cornacchia, quanto l’altra porzione — tenuta dal marangone Oliva —, con le tre sottoposte botteghe e cantine e cosν l’altra casetta annessa tenuta — a semplice affitto da — Giacomo Clignone con bottega —; qual corpo di fabbriche e fondi adiacenti confina a lev. parte case e corte delli — eredi Molteno e parte casa delli — Zaccaria e fratelli Caratti, a mezz. detti — Caratti, a pon. strada pubblica tendente al duomo ed a tram. — la contrada di S. Bortolomio e parte Casa delli eredi Molteno —. E questa vendita — fanno — pel — prezzo di d 4500 —» (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9788, VII instrom., 529, f. 1131r — 1133r).
1772, sett. 27 «Pietro q. — G.B. Someda per dimostrare il di lui piacere che li — coo. rev.mo mons. Francesco e Daniele fratelli Florio possano ridurre a perfezione l’assunta loro fabbrica» cede ai coo. Florio le case che furono di Francesco e fratelli Ghirardi acquistate dai coo. Florio con istr. 13 ag. 1772 «coll’oggetto di effettuare la presente permuta», confinanti a lev. case e corte Molteno e parte Zaccaria Caratti, mezzodν Caratti, pon. strada, tram. contrada detta S. Bortolomio e parte Molteno; «per patto — essere dai — coo. consegnate al — Someda perfettamente restaurate in ogni parte dove è necessità — a giudizio di persona perita in arte e rese ancora fra se stesse uniformi coll’eguagliare le due colonne e le fenestre della casetta formante parte di esse case, condotta ad affitto dal fenestraro Clignone; alle altre colonne e fenestre delle restanti adiacenti case — entro il termine di mesi tre — col mezzo del sig. Luca Andreoli, capo mistro muraro destinato ad eseguirli per parte de’ — coo. Florio —. Compiute — dette restaurazioni, avrà luoco la reale reciproca consegna delle case —, cosicché per tutta l’ottava della pasqua di resurezione del futuro anno 1773 resti realmente effettuata la — permuta. — Con dichiarazione che, essendo parte delle case cedute dai — Florio di ragion feudale, abbia l’ecc. Someda a prendere l’investitura senza alcun aggravio per conto del laudemio già soddisfatto ad — oggetto» (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9788, VII instrom., 549, f. 1156r — 1157r).
1801 Domenico Someda (Nomenclatura, f. 68v).
1809*Proprietà di Domenico e fratelli So-meda (Registro delli aloggi, f. 50v).
1825, genn. 26*Segnalazione della commissione d’ornato alla congregazione municipale sullo stato pericolante della gronda della casa di Giuseppe Someda (A.S.U., C.A. I, 100/II).
1832, mar. 22*Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al calzolaio Pietro Badini l’avviso municipale n. 1050 diretto a coloro che ingombrano le strade «con merci di fruti ed oggetti riguardanti la salubrità» (A.S.U., C.N., 193).
1832, apr. 8*Francesco Michele, sarto «alla Fontana al c.n. 1832» chiede il permesso di «esporre il banco serviente per li giovani di bottega sotto il portico infra due colonne al luogo solito». Il 26 apr. gli viene notificata la concessione del permesso; però il banco non dovrà oltrepassare la larghezza di un metro né estendersi oltre a due terzi dell’arco (A.S.U., C.A. I, 193, Comunicazioni della deputazione d’ornato alla congregazione municipale).
1844, lugl. 22*Giuseppe Someda «desiderando — di riformare il pianterreno della facciata della di lui casa sita — al c.n. 1832» inoltra domanda (A.S.U., C.A. I, 375/III, 4700 Orn. II C con dis.).
1847, genn. 2*A Giacomo Someda «necessita di riformare la bottega della di lui casa al c.n. 1832, faciente angolo colla contrada del duomo e S. Bortolomio —». Alla domanda, inoltrata senza data, viene dato parere favorevole con comunicazione del 2 genn. (A.S.U., C.A. I, 422, 8600 Orn. II C).
1852*Appartiene al dott. Giacomo Someda (Competenze, II, f. 11v).
1876*Nella parte prospiciente la contrada del duomo la casa ospita la libreria di Giuseppe Zaffoni (COSMI-AVOGADRO, 98, 150).
1883*Vi ha studio il notaio Giacomo Someda, proprietario dello stabile. La libreria appartiene a Giuseppe Coloricchio (AVOGADRO, 147, 150).
1934 La casa è dei Someda. Da Francesco Cotterli, gestore del bar omonimo, vengono fatti al piano terreno i rivestimenti in marmo rosso.
   
NOTE1Il della Porta attribuisce a questa casa anche un doc. del 27 marzo 1706 (B.C.U., ms. Joppi 377, Regolatione de’ quartieri, f. 1r), con la notizia relativa alla pittura della facciata della casa Zanolli, che ospita la posta della città. Tale notizia è stata soppressa nell’edizione, perché riferibile alla casa n. 446.
   
BIBLIOGRAFIA Archivum...Catastico, I, 335; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 175; CORGNALI, Udine in tuba, 25; Elenco degli alloggi; della PORTA, Toponomastica, 20, 74.
1833
1421, magg. 20°Nicolò Manin1 vende a Nicolò Filittini case in Udine in borgo Aquileia interno (not. Antonio q. Mattiusso).
1457, magg. 5 «Actum Utini in burgo Aquilegie intrinseco, in camino inferiori domus habitationis sapientis et egregii utriusque iuris doctoris d. Francisci de Filitinis2 —» (B.C.U., ms. 1340, f. 37v — 38r, copia dal not. Matteo del fu Giacomo pellicciaio).
1616, mar. 26*Nella indicazione dei confini del quartiere del duomo è citata «la casa de’ signori Meriano, habitata già dal q. Alvise Fenicino Ciroico, tralasciando l’altre ivi vicine verso il cantone de’ sigg. Albini» (B.C.U., ms. Joppi, 377/9, Regolatione de’ quartieri, f. 1r).
1626, ott. 10 «— Nicolò Savorgnano, per far cosa gratta a mons. — vesc. Caymo et — Pompeio, fratelli —, ha concesso alli predetti — Caymi — a goder — la casa — posta — nella contrada del duomo, fu dei — Franchiepani, appresso li suoi confini — hora habitata per — Alvise — collaterale; — et questo — all’incontro — ha esborsato — ducati seicento». Dall’unita stima si rileva che la facciata era lunga passi nove (m 15,32) con undici finestre e poggiolo di pietra con ringhiera in ferro (A.S.U., Arch. Caimo, 10, rogito di Francesco Treo, copia del not. Benedetto Bergamino; alleg. stima del pubbl. per. Antonio Contrino).
1631, magg. 17*«Actum Utini in contrata — del domo, domi habitationis — rev.mi — Eusebii Caimi —» (A.S.U., N., Antonio Mattioli, 7146, XXVIII instr., f. 53r — 53v).
1635*«— Lorenzo Zamparo acquistò dalla sign. Cattarina Fenicini di Venetia — una casa — nella contrada del Duomo —» (A.S.U., Arch. Caimo, 4, Processo Caymi-Caratti, f. 8r).
1669, nov. 25 Giovanni Domenico Zamparo concede a godere ai fratelli rev. Zaccaria e G.B. Caratti «una — casa posta nella contrada del Duomo — con cortisela, confinante a sol levado con corte della casa d’habitatione di detti sigg. Zampari, a mezodν con la casa medesima, a sol a monte la contrada — et alli monti casa delli sigg. Francesco e Zuane fratelli Ghirardi» (not. Valentino Orgnani, A.S.U., Arch. Caimo, 4, Processo Caymi-Caratti, f. 5r — 7v).
1672, dic. 17*«— Lorenzo Zamparo e — Giovanni Domenico suo figliolo — vendono al sig. G.B. Zamparo loro cugino e nepote respettive ex fratre la casa d’habitatione di detti — Lorenzo e figliolo, posta nella contrada del Duomo —» (not. Beltrame Brunelleschi, A.S.U., Arch. Caimo, 4, Processo Caymi-Caratti, f. 11r — 21r).
1685, genn. 1*Giovanni Domenico Zamparo del fu Lorenzo vende a G.B. Caratti «la casa altre volte data a godere al medesimo» (A.S.U., Arch. Caimo, 4, Processo Caymi-Caratti, regesto allegato agli atti).
1703, sett. 12 Il co. Vincenzo Caimo e fratelli vendono al sig. G.B. Caratti3 una casa di tre piani con corticella posta in contrada del Duomo; confina a levante Caratti, mezz. stessi Caratti, sol a monte strada pubblica, ai monti Liberale e fratelli Girardi (A.S.U., N., G. Giuseppe Tracanelli, 7899, IIII instr., f. 27v — 30r).
1774, ag. 16*«— Francesca, figlia ed erede del q. — G.B. Mazzolenis, rel. q. — Carlo Molteno — ha — a livello francabile concesso al sig. Antonio q. — G.B. Tomadone di Pozzoi — una casa posta — nella contrada del Duomo, descritta nella stima 15 giugno 1753 fatta dal sig. G.B. Peruzzi, pubblico perito4, confinante a lev. con cortisella di — detta signora, a mezz. colli — coo. Papafava, a pon. con strada — ed alli monti con me notaro — e ciò per il prezzo — di d 2772 L 2 s 6 —, eccettuato il valore della stalla con fondi che restar devono con detta stalla in libero dominio di essa signora —» (A.S.U., N., Zaccaria Caratti, 9173, XI instrom., 168, f. 125v — 126v).
1801 Domenico e fratelli Molteno (Nomenclatura, f. 68v).
 *Affittuale la co. Teresa Folli (ibid.).
1809 Proprietà del negoziante Domenico Molteno. Vi abita la possidente Marianna Piccoli (Registro delli aloggi, f. 51v).
1849, magg. 8 Vi era una trattoria. «Resta avvertito che nella contrada del Duomo al civico n. 1833 ha avuto luogo una nuova apertura d’esercizio ad uso di trattoria» (“Il Friuli”, 1, LVII, 8 magg. 1849, 228).
1850 Vi era una fabbrica di carte da giuoco di Giuseppe Gasparoni (“Il Friuli”, 2, XXXI, 7 febbr. 1850).
1850, dic. 11*«Casa d’affittare in contrada del Duomo al civico n. 1833 in Udine». L’avviso è ripetuto anche il giorno successivo (“Il Friuli”, 2, CCLXXXI, 1850, 1124, 1128).
1852*Antonio Molteno, proprietario anche del n. 1833 A (Competenze, II, f. 11v).
1876 Osteria “Alla Fontana” (COSMI-AVOGADRO, 105).
 *Gestione di Francesco Cecchini (ibid.).
1890°Ingegner Heimann.
1934 Fu modificato il piano terreno e ridotto a negozio anche il sottoportico.
   
NOTE1Per i Manin vedasi n. 947.
 2Per i Filittini vedasi n. 1664.
 3Per i Caratti vedasi n. 723.
 4Per G.B. Peruzzi: di CAPORIACCO, Storia dei periti, 60.
1834
1443 «Ser Lenart di ser Agustin di Cramariis — paga sora una sua casa della sua habitacion cum corte — murada solerada e de copi covata mituda in borgo de Agulea dentro, apresso la casa delli heredi di ser Nichulau nodar Filitin, apresso la casa delli heredi di ser Zuan di Sussans, apresso la casa di ser Iacum di Michul nodar, apresso la casa de donna Lisabeta muglir che fo de Zuan de Vilalta e le vie publice — marcha de soldi j comprada per la dita fradagla segondo che apar in uno — instrumento scrito per man de ser Iacum nodar di ser Quarin nodar in millesimo IIIJcXLIIJ indicione sexta adν hultimo di setembre» (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, 425, Libro rosso, I, f. 3v). «La dita casa è stata venduta cum illo onere a mess. Albano de Candidis1, cavalier» (not. Antonio Belloni, ibid.).
1500 «Domus contigua domibus habitationis d. Nicolai de Candidis, in qua in 1500 pręsenti habitat ser Hieronymus Muzaninus, iuxta etiam — andronam etc., fuit empta a presbytero Iacobo de Senis, mansionario ecclesię maioris Utini ac capellano capelæ S. Odorici situatæ in dicta ecclesia maiori, per d. Nicolaum q. d. Thomæ de Candidis precio marcharum octuaginta solvendo de livello cameræ fiscali denarios quattuor, sicut aparet instrumento ser Francisci a Fabris notarii anno — 1475 die 18 martii cum quibus marchis octuaginta dictus cappellanus emit a ser Marguardo de Susanna marchas quattuor de livello super domibus habitationis suæ sitis in Cortina, iuxta domos illorum de Monticulis, iuxta domum supradictam mediante androna ac iuxta viam publicam —» (A.S.U., Arch. Lovaria, 38, f. 10r).
[Sec. XVI, principio] «Domus vero habitationis Nicolai de Candidis sita Utini in contrata Curtinae prope ecclesiam maiorem iuxta suprascriptam domum ab una parte iuxta domum d. Francesci Filitini ab alia, iuxta curiam domorum ser Marci de Tudeschinis a parte posteriori et viam publicam a parte anteriori, quæ est — d. Rosanæ filiæ et heredis q. d. Ioannis de Filitinis et uxoris d. Nicolai de Candidis. Fuit empta in pluribus vicibus sive particulis et primo fuit empta per ser Nicolaum q. ser Francisci Filitini a Beltrando q. Raspergli de Utino una domus ipsius Beltrandi et habitationis dicti ser Nicolai Filitini sita Utini in burgo Aquileiae intrinseco iuxta Valentinum notarium de Camino, iuxta heredes Bartolomei Raspergli fratris dicti Bertrandi, iuxta Manfredum bercandarium a parte posteriori, iuxta viam publicam pretio sexaginta trium marcharum denariorum, ut apparet instrumento ser Aloisii ser Iacobi aurificis de Montegnacho notarii sive in notis ser Ioannis Francisci eius fratris de anno 1399 die 29. ianuarii —» (A.S.U., Arch. Lovaria, 38, Famiglia Candido, f. 5r)2.
1558, apr. 20 «— D. Lodovicus de Candidis — iure — simplicis affictus — locavit — pro annis novem — d. Iulio Lorio3 de Utino — unam — domum sitam — in vico Aquileiæ interiori in Cortina ex opposito ecclesiæ maioris iuxta a septemtrione aliam domum dicti — locatoris habitatam per — Aloysiam de Candidis, iuxta viam publicam, iuxta callem sive andronam consortivam, iuxta curiam — Francisci de Colloreto —, excepto — solario sive granario dictæ domus versus domum — habitatam per — d. Aloysiam, quod — granarium idem — locator in re reservavit — et hoc quia — d. Iulius conductor — promisit — solvere — annuatim — in quolibet primo die — iulii — ducatos viginti unum —» (not. Antonio Nicoletti, copia, A.S.U., Arch. Lovaria, 2, Processo Candidi-Lorio, f. 2r — 3r).
1562, apr. 1*«Quoniam d. Iulius et ser Camillus fratres, bibliopolæ Utini, intendunt migrare e domo per eos hactenus conducta a — Ludovico de Candidis et modo per eum, ut dicitur, vendita — d. deputatis sive — conservatoribus sacri Montis et quia conveniens est quod ipsis fratribus ante recessum fiat satis de ducatis centum per eos — locatori exbursatis et ad usufructuandum concessis durante locatione ac etiam de melioramentis per eos in dicta domo ac eius reparatione factis, quapropter ad eorum instantiam — intimetur — conservatoribus necnon antelato — Ludovico, — quod dicti fratres non intendunt continuare in conductione ipsius domus et ideo in termino tridui debeant — numerare ipsis fratribus Loriis dictos ducatos centum —» (A.S.U., Arch. Lovaria, 2, Processo Candidi -Lorio, f. 3r — 3v).
1563, mar. 26*«Ser Iulius Lorius civis Utinensis, suo nomine faciens et — ser Camilli eius fratris —, sublocavit — rev. — Aloysio f. — Iacobi Georgii de Valvasono canonico Utinensi — domum muratam, soleratam per se modo habitatam, sitam — in contrata maioris ecclesiæ — quam idem ser Iulius recognovit ad annos novem a — Ludovico de Candidis —, et hoc per annos quatuor —» (not. Giovanni Pietro Roseo, copia, A.S.U., Arch. Lovaria, 2, Processo Candidi-Lorio, f. 4r — 5r).
1566, giu. 8*«Ser Iulius Lorius, librarius Utini, suo et fratris nomine —, sublocavit d. Ludovico Martelli, humanarum litterarum professori et civi Utinensi — per annum unum — domum per ipsos heredes alias conductam a — Luodovico de Candidis, sitam Utini, una cum apotheca nunc habitata per mag. Fabium cimatorem —, cum facultate reparandi coopertum ipsius domus et hoc precio — ducatorum viginti unius —» (not. Mario Albino, copia, A.S.U., Arch. Lovaria, 2, Processo Candidi-Lorio, f. 5v).
1567, sett. 13*«— Margaritta, uxor — capitanei — Ludovici de Candelis —, nomine — mariti — locavit — humanarum litterarum professori — Ludovico Martello4 — unam domum — Ludovici Candidi sitam — in contrata ecclesiæ maioris, etiam — antea per ipsum tentam —, quia promisit solvere de simplici affictu ducatos viginti octo in anno —» (Biagio Sauroniano, copia, A.S.U., Arch. Lovaria, 2, Processo Candidi-Lorio, f. 11v — 12r).
1567, ott. 31*«— Ludovicus Martelli civis Utini — locavit — Franciscæ, uxori relictæ q. mag. Fabii cimatoris Utini —, apothecam suppositam domui habitationis dicti d. Ludovici, per ipsum conductam ad affictum a — Ludovico Candido —» (not. Francesco Lucio, copia, A.S.U., Arch. Lovaria, 2, Processo Candidi-Lorio, f. 12v — 13r).
1650, ott. 20 Testamento di Ottavia Candido, che lascia la casa all’ospitale (A.C.U., A.A.O., Libro memorie per li livelli, n. 347, p. 259).
1653, febbr. 5°Lorenzo Zamparo acquista [dall’Ospedale] la casa per d 1000 (Andrea Brunelleschi).
1685, lugl. La casa è di G.B. e fratelli Caratti (A.C.U., A.A.O., Libro memorie per li livelli, n. 347, p. 260-261).
1686-1691*A tre riprese (26 genn. 1686, 21 magg. 1686 e 17 giugno 1691) i Caratti francano il livello a favore dell’ospedale maggiore della città, onere già esistente al tempo di Lorenzo Zamparo (A.C.U., A.A.O., Libro memorie per li livelli, n. 347, p. 259-261).
1721, ag. 15*«Intendendo le parti infrascritte — di ridurr in publica forma le cose convenute nel chirografo 16 giugno 1720 —, Antonio Torossi, essercitando la facoltà impartitali dal — rev. Giovanni Paolo unico figliolo ed erede del q. — Girolamo Dall’Hoste ha venduto — al co. Lodovico Camucio — le case — situate — nella contrada del duomo, confinano a lev. calisella tendente alle case degli eredi q. — Mario della Forza, mezo giorno strada publica, pon. — G.B. Carratti et ai monti — Lugrezio Treo —; item li mobili tutti descritti nell’inventario —. La premessa vendita — fa — per il prezzo — di d 3200 —» (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8301, XV instr., f. 55v — 57r).
1748 La co. Caterina Papafava comperò dai co. Camucio la casa per d 4500 (C. CAIMO, Memorie, ms. A.S.U., Archivio Caimo, 106/5, f. 11).
1801 Co. Arpalice Papafava (Nomenclatura, f. 68v).
1809*L’edificio appartiene ai Papafava. Vi abitano Elisabetta Boiani, Francesco Cosattini e il segretario Francesco Robustelli (Registro delli aloggi, f. 51v).
1852*Appartiene ai fratelli Papafava insieme con il n. 1834 A e 1835 (Competenze, II, f. 11v).
  Da i Papafava passò nei figli del co. Petro di Colloredo vedovo di una Papafava.
1854, sett. 14*Il co. Pietro Colloredo, proprietario della casa 1834 in contrada del Duomo, «desiderando di subaffittare porzione del suo locale — a certo — Tommaso Bricito, caffettiere in Udine, gli è necessario di eseguire — dei lavori» per i quali chiede ed ottiene il nulla osta (A.S.U., C.A. II, 66, 6759 Orn. II C, con dis.).
1854, dic. 2*Per la co. Giustina Papafava Colloredo, proprietaria della casa, l’agente Francesco Ciani chiede il permesso «di fare delle modificazioni al pian terreno della sua casa in contrada del Duomo al c. n. 1834». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. II, 66/1854, 8838 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da «Francesco Gabassi Imprenditore».
1855, mar. 31*Il caffettiere Tommaso Bricito «chiede permesso di apporre un padiglione di tela con quattro stanti di legname infissi in basi di vivo, che siano col loro piano al livello del selciato attuale, esternamente alla propria Bottega, per valersene ogni anno da Primavera a tutto il mese di Ottobre». L’ingegnere municipale G.B. Locatelli dà la concessione «ad imitazione di altre accordate da vari anni ai caffè Corazza, Commercianti, Commercio, Della Pace e alla casa e all’ex-Albergo all’Europa» (A.S.U., C.A. II, 66/1855, 2044 Orn. II C, con dis.).
1883 Caffè “Pietro Zorutti” di Alessandro Bidossi (AVOGADRO, 139).
   
NOTE1Per i Candido, vedasi n. 427.
 2Cito la paginazione della rubrica.
 3Per Camillo, Giovanni e Giulio Lorio: BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 221; COMELLI, L’arte della stampa, 10, 63, 71, 72, 73, 74, 76; JOPPI, L’arte della stampa, 8-9, 13, 19-21; per la famiglia Lorio vedasi anche n. 1649.
 4Per Lodovico Martello: LIRUTI, Notizie delle vite, IV, 423.
   
BIBLIOGRAFIA Archivum...Catastico, I, 57; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 333-334; CAPODAGLI, Udine, 58; A. della FORZA, Diario, 84, 176; L. PALLADIO degli OLIVI-CAIMO DRAGONI, Memorie, 26; Stampa contro fratelli Camuccio, Zamparo al laudo.
1835
  Oggi esiste una sola casa risultante dall’unione delle due case 1835, 1836, che furono dei Susanna.
1382°Paga un livello sulla casa «Odoricus not. q. Andree»1.
1400 «Iohannes q. Odorici Susanę notarii solvit annuatim super domibus suę solitę habitationis sitis in burgo interiori Portę Aquilegię — ab una parte iuxta presb. Petrum Covassii canonicum Utinensem mediante quadam androna2, a duabus partibus iuxta dictum d. Iohannem pro domibus quę olim fuerunt d. Nicolai Homo canonici Utinensis, ab alia iuxta viam publicam, marcham denariorum j» (A.S.U., Arch. Susanna, 61, Copie... Antonio Susana, f. 9v — 10r).
1435 «Hęredes q. — Ioannis de Susana — solvunt de livello super domibus sitis in dicto burgo iuxta hęredes olim d. Petri Covassi canonici Utinensis, mediante quadam androna, ab aliis duabus partibus iuxta ipsos hęredes et viam publicam, marcham denariorum unam; idem solvit de livello super domibus sitis in ipso burgo, quę fuerunt olim ser Nicolaii Homo, iuxta Ioannem de Monticulis a duabus partibus, iuxta suprascriptos hęredes, a duabus partibus iuxta infrascriptum presbiterum Michelem a duabus partibus et iuxta andronam et viam publicam, marchas denariorum 4» (A.S.U., Arch. Susanna, 61, Copie... Antonio Susana).
1532 «Ser Erasmus q. ser Francisci de Susanis solvit de livello super domibus suę habitationis sitis in dicto loco iuxta hęredes olim d. Joannis de Candidis, mediante androna» (A.S.U., Arch. Susanna, 61, Copie... Antonio Susana, f. 16v — 17r).
1565, nov. 27*«— Rev. d. Antonius filius — doct. d. Marquardi de Susanis —, modo Patavii meritissimi vicarii —, locavit — ser Mathiæ sociorum de S. Martino supra Valvasone —, unam domum de muro soleratam, cuppis copertam cum curia, sitam Utini in contrata vocata “Drio del domo”, videlicet in angiportu illorum de Susanis et de Candidis, hactenus tentam per nob. Paganum de Susanis civem Utini —, debente ipso conductore solvere singulis annis eidem d. locatori — de affictu simplici ducatos viginti duos —» (A.S.U., N., Mario Albino, Istr. 1565, f. 69r).
1643*Dell’edificio risultano comproprietarie le signore Someda: «Lucia, moglie di ser Pietro Dottori, Zanetta ed Andriana sorelle, per investitura 1643, 19 febbr.» (A.S.U., Arch. Susanna, 29, Processo...Zerbini...Susana, f. 100v — 101v).
1690, febbr. 10*Investitura di G.B. Someda, che paga di frumento st 1 p 1 e L 3 s 10 in denaro (A.S.U., Arch. Susanna, 29, Processo...Zerbini...Susana, f. 110r).
1702, giu. 30*Ancora un’investitura per «Tomaso Someda q. Raffael, figlio della medesima Andriana» (ibid.).
1703, genn. 11*Investitura del mercante Andrea del fu Giovanni Spaetti, al posto dei Someda (ibid.).
1710, genn. 15*Beatrice del fu Giovanni Spaetti, moglie di Tommaso Someda, risulta proprietaria di «una casa, posta — nella contrada del Duomo, copperta di coppi — con tre sollari», confinante a lev. «parte con casa Brigolla, pon. strada publica et a tram. l’androna Sforza» (A.S.U., N., Eugenio Sporeno, 9328, Allibramento Someda, stima del pubbl. per. Benedetto Bergamino).
1719, sett. 1*Investitura di Andrea Spaetti per una parte della casa (A.S.U., Arch. Susanna, 29, Processo...Zerbini...Susana, f. 110r).
1759 Giacomo Spaetti di Andrea domanda l’investitura di una porzione della casa feudale che fu di Tommaso Someda, a lui pervenuta a saldo di un credito nella subordinazione Someda. La casa intera confina «a sol levado — Fabio e fratelli Sforza, a mezzodν eredi Andrea Bando detto Brigol, a sol a monte strada ed alli monti un’andronetta che porta alla casa dei sigg. Sforza e parte gli eredi q. Girolamo Dell’Oste»3 (A.S.U., Arch. Susanna, 61, copia investitura Spaetti).
1764 A tergo della copia del documento d’investitura del 1759, si legge: «1764. Fondamenti cavati in castello della porzione della casa qual paga affito di corte attinente alle case Susane oltre quella possessa per il sig. Zerbino — ut intus, il tutto pervenuto in mano Spaetti» (ibid.).
1764 «Fra gl’altri stabili formavano la facoltà del q. — Giovani olim — Odorico Susana testator 16 ag. 1431 v’era una casa posta nel borgo Aquileia interiore — in oggi possessa è dalli — Francesco Zerbini, e Giacomo Spaetti» (A.S.U., Arch. Susanna, 61, Processo...1767, f. 16v).
1801 Pietro Andrioli (Nomenclatura, f. 68v).
 *Affittuale il sarto Pietro Trevisan (ibid.).
1809*«Questo numero non esiste, perché unito al 1837» (Registro delli aloggi, f. 51v — 52r).
1852*Proprietà dei fratelli Papafava (Competenze, II, f. 11v).
1854, dic. 5 In contrada del Duomo tra la casa dei coniugi Colloredo Papafava4 e le case dei sigg. Dolce ai n. 1836-1837 esisteva una calle chiusa al lato di levante ed aperta dalla parte del duomo. Fu accordato al Dolce di chiuderla con nota 15 ott. 1812, n. 5841, mediante un cancello di cui avevano le chiavi soltanto i Papafava ed i Dolce; ora i Colloredo aprono il portone cosν che l’accesso è libero a tutti (A.S.U., C.A. I, 569/XI, 8906 Orn. II C).
 *Vi è implicato anche l’affittuale dei di Colloredo, il caffettiere Tommaso Bricito. I Dolce lo convocano in pretura per gli accordi (ibid.).
   
NOTE1Odorico Susanna. Senza indicazione di fonte nel ms. della Porta. Per Odorico Susanna: BIANCHI, Indice, n. 4853, 153; n. 5697, 181 e per questo e altri personaggi della famiglia; BIASUTTI, Mille anni, 43; LIRUTI, Notizie, I, 297-300, IV, 174-178; P. SOMEDA de MARCO, Medici, 44-46; Thesaurus Ecclesiae Aquileiensis, a c. di G. BIANCHI.
 2Vedasi casa n. 1834.
 3Quale fosse la casa del not. Gerolamo dell’Oste non appare facile dedurre dai documenti conosciuti. Egli rogò moltissimi atti in una casa che definiva situata «presso il duomo», come in quello del 3 genn. 1695 (A.S.U., N., Girolamo Dell’Oste, 7906, VI Instr., f. 124r — 125v).
 4Per i legami di parentela Colloredo Mels-Papafava: BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 333-334.
1836
1801 G.B. Sabbatini di Torsa (Nomenclatura, f. 68v).
1804, lugl. 27 G.B. Sabbadini cede in permuta al co. Giacomo Savorgnan la casa in contrada del Duomo1, confinante «a lev. e mezzodν — Giuseppe Campiutti, pon. contrada —, tram. — coo. Papafava di Padova» (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10566, 109; allegata descrizione e stima del capomastro Simon Piriotti in data 4 giugno 1804).
1804, ag. 25 Il co. Giacomo q. Ettore Savorgnan vende a G.B. q. Daniele Fabris la casa avuta in permuta dal Sabbadini (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10566, 119; alleg. stima dei pubbl. per. Pietr’Antonio Burco e G. Carlo Iacotti).
1809*L’edificio appartiene a G.B. Sabbatini. Vi abitano i giudici Alpago e Alegri (Registro delli aloggi, f. 51v).
1813, magg. 13 «G.B. — Sabbadini vende ad Alberto q. Domenico Pezzi la casa n. 1836 «di quattro piani; confina a lev. e mezz. — Antonio Dolce in luogo del sig. Campiutti, a pon. la contrada del duomo, a tramontana li sigg. Papafava. Lo stesso Sabbadini vende — al detto — Pezzi — tutta la mobbiglia — che esiste attualmente in detta casa —» (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10571, 640).
1814, apr. 8 In seguito ad atto oppignorativo del 28 marzo, a pregiudizio di Antonio Antivari, debitori di L 1,88 per mora di pagamento della quarta rata dell’imposta prediale 1813, avviso d’asta di una stanza al primo piano dal corpo della casa n. 1836 (A.S.U., C.N., 81).
1852 Appartiene ai fratelli Dolce (Competenze, II, f. 11v).
1854, dic. 5*Vedasi n. 1835.
1876*I fratelli Dorta vi gestiscono il caffè “Corazza”2. Nello stesso stabile Francesco Dolce vende «strumenti di fisica e musica» (COSMI-AVOGADRO, 114, 153).
1883*La ditta Stampetta e Riva vende pianoforti (AVOGADRO, 153).
1938*La casa è unita al n. 1835.
   
NOTE1Vedasi n. 416.
 2Vedasi anche n. 444.
1837
1403 «— D. Iohanes q. ser Odorici Susanę solvit — super domibus olim heredum q. Iacobi de Fagedis — sitis in burgo Aquilegię, a duabus partibus iuxta dictum ser Iohanem —, ab alia iuxta Andream de Monticulis et heredes q. Laurentii Arpucii et iuxta viam publicam — denarios monete aquilegiensis marchas den. 3 —. Notandum est quod d. — Nicolaus notarius q. ser Iacobi de Fagedis vendidit d. — presb. Iacobo de Amaro canonico Utinensi prędictas domos — quibus domibus pręfatus d. — Iacobus cessit omne ius quod habebat supra dicta domo Ioanni notarii q. Andrę Susanę ut patet manu Thomasini notarii Nicolettę — 1404 — 16a ianuarii —» (A.S.U., Arch. Susanna, 29, Processo...Susana...Zerbini, f. 19v — 20v).
1609, apr. 4 Girolamo Susanna affitta a Marco Antonio Sanctis la casa «sitam Utini in contrata vocata del Domo, ad pręsens habitatam per filios q. d. Prosperi Boreati, confinat ab ortu solis cum domo nob. d. Marquardi Susanę, cum meridie domibus nob. d. Cresi Monticuli, ab occasu stratta et a montibus cum domo nob. d. Erasmi Susanę» (A.S.U, Arch. Susanna, 61, Processo...1767, f. 3r — 4v). Questa casa era in mezzo a due altre case Susanna [n. 1836].
1609, apr. 4 La casa confina «ab ortu solis cum domo nob. d. Marquardi Susanę, a meridie domibus nob. Cresi Monticuli, ab occasu stratta —, et a montibus cum domo — Erasmi Susanę» (A.S.U., Arch. Susanna, 29, Processo...Susana...Zerbini, f. 72r — 72v).
1709, lugl. Stima del pubbl. per. Andrea Canciani «d’una casa di muro copperta di coppi di raggione della sign. Orsolina Vanda che s’intende livellarla a d. Pietro Cisotto —: una casa di muro copperta di coppi, con tre sollari dell’appartamento verso la contrada del Duomo ed altro appartamento verso l’andronetta va nella casa delli nobb. sigg. Forza. Tutta unita confina a lev. casa e cortivo delli nobb. — Fabio e fratelli Forza, mezodν nobili — Zuanne e fratelli Monticoli, pon. strada pubblica ed a tram. il sig. Tomaso Someda e parte andronetta va nella casa Forza» (A.S.U., Arch. Susanna, 29, Processo...Susana...Zerbini, f. 78v — 90v).
1715, sett. 8 Orsola q. Giacomo Vando vende «la casa d’habitatione d’essa — Orsolina, posta — in contrada del duomo, confinante a lev. con gl’heredi q. — Mario della Forza parte et parte con li nobb. — Monticoli, a mezz. con li stessi — Monticoli, a pon. con la contrada del duomo et alle monti parte con la contrada Sforza et parte con il sig. Tomaso Someda — e per lo prezzo — di ducati settecento e vinti —» (A.S.U., N., Antonio Martinelli, 8254, X instr., f. 177r — 178r).
1715, sett. 8 Stima della casa ad opera del pubbl. per. Andrea Canciani (A.S.U., Arch. Susanna, 29, Processo...Susana...Zerbini, f. 78v — 90v).
1792, mar. 19 G.B. q. Domenico Zerbini vende a Giuseppe q. Pietro Campiutti la casa in contrada del Duomo che confina a lev. Antonio della Forza e Luca Andreoli, a mezz. Giacomo e Nicolò Bassi, a pon. strada ed a tram. Andrea Levis, per d 1000 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 9976, 1484, f. 1915r — 1916r).
1801 Giuseppe Campiutti (Nomenclatura, f. 68v).
1809 Qui è l’ufficio dipartimentale della Diretta (Registro delli aloggi, f. 51v — 52r).
 *Appartiene a Giuseppe Campiutti. Vi abitano i «ricettori dipartimentali» Alberto Pezzi e *** Vicentini (ibid.).
1811, magg. 31*Inventario dei mobili e delle carte lasciati dal def. Stefano di Prospero Miotti da Venezia, domiciliato al n. 1837, «ricevitore della diretta» per Udine e di alcuni altri comuni (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10359, 622).
1812, magg. 20°Giuseppe fu Pietro Campiutti vende ad Antonio di Angelo Dolce la sua casa n. 1837 per L 20000, confinante a lev. contrada mezzodν e ponente eredi fu Domenico Prodolone a tram. calle senza uscita (not. Luigi Bertoldi).
1852*Fratelli Dolce (Competenze, II, f. 11v).
1854, dic. 5*Vedasi n. 1835.
1876*Banco del lotto n. 65, gestito da Pietro Gasparotti (COSMI-AVOGADRO, 86).
1938 Sull’architrave della porta si vede scudo del sec. XIV con stemma scalpellato. Cartoleria Flaibani.
  Vedansi n. 1835-1836.
1838
1730, ag. 30 «Udine, in contrada del Duomo, ‹in casa› già Monticoli, dei — sigg. Ianisi» (A.S.U., N., Francesco Brunelleschi, 8302, XXIII Instr., f. 68r).
1734, giu. 9°Guido Monticoli vende la casa a Giuseppe Bassi (not. Bonaventura Bernardinis).
1744 Clementini. «Posseggono la casa che fu già di Leonardo Monticoli dietro il duomo» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191).
1801 Raffaele Bassi. «Sua abitazione e bottega» (Nomenclatura, f. 68v).
1809*Proprietà del negoziante Raffaele Bassi che vi abita (Registro delli aloggi, f. 51v).
1823*«— Pietro del fu — Raffaele Bassi, possidente e negoziante —, domiciliato in — contrada del duomo al c.n. 1838 —, vende al sig. Leopoldo Provedan — la casa dominicale in Udine appresso il duomo, portante il c.n. 1838 —, composta in piano da bottega e magazzino ad uso anco di scrittoio e da altro mezzado a tram. di essa bottega e scrittorio, in cui vi è anco la scalla che conduce nella cantina sotterranea, e cantina suddetta con sua finestra a pon., corridore con suo portello d’ingresso, e scalla che ascende in primo appartamento, camera, tinello, scrittoio e cucina con sporto sopra il portico della casa Prodolone e suo corridore in primo appartamento, scalla che ascende in secondo appartamento con sei — camerini e retré pure con sporto sopra cortivo Prodoloni, granari superiori, scalle e coperto, li muri di tramontana essendo per mità cogli eredi del fu — Antonio Dolce, mezz. in piano vi è per mità col sottoportico Prodoloni e superiormente al vento stesso per mità colla nob. famiglia Concina e li restanti muri tanto a lev. che a pon. sono tutti — del — Bassi venditore; la qual — casa — confina a lev. — Elisabetta ved. del fu — Domenico Prodoloni, a mezz. parte ingresso di esa — Prodoloni e parte — famiglia Concina, a pon. la — strada ed a tram. gli eredi del sig. Antonio Dolce —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10549, 2061).
1852*Sorelle Bassi (Competenze, II, f. 11v).
1876*Trattoria “Al pellegrino”, gestita da Ferdinando Peressutti (COSMI-AVOGADRO, 116).
1883 Trattoria “Al pellegrino” (AVOGADRO, 139, 157).
 *Gestione di Francesco De Bona (ibid.).
1938 Questo numero forma una casa sola con in seguente 1839.
1839
1680, ag. 24*Vendita a Giuseppe Tracanelli da parte dei Monticoli: «— Nicolò, Creso, Zuanne et Guido fratelli e nipoti Monticoli anco in nome del sig. Andrea loro fratello —, cedono — a godere — la loro casa posta nella contrada del Duomo — insieme con la stanza annessa al portico della medesima, che per detti — Monticoli è stata sin hora goduta, valendosi di quella per cantina, qual tutta casa confina a lev. parte — li — Monticoli e parte — l’ecc. Francesco q. Virghinio Forza, a mezz. strada publica, a sol a monte ser Andrea Bigollo — et alle monti con corte delli stessi — Monticoli —. Et perché per comodo d’esso — Trachanelli vi è neccessario aggiustar un mezado nella stanza annessa al portigo verso sol a monte, come pure per render habitabile la stanza o camera nel primo solaro confinante col Bigallo che guarda verso la corte della casa d’essi — Monticoli —, restò stabilito — che possa il medesimo — Trachanelli far nella stanza annessa al portigo una fenestra grande e spaciosa sotto il portigo guardante verso la strada con feriata e veriata, a fine si veda a sufficienza lucido il mezado, che deve farsi; la porta che è di presente in detta stanza verso la strada sia otturata; in luoco di battudo a terra o pianellado sia fatto un solaretto di traviselli e tolle, il suo soffittado di tolle et una porta d’ingresso sotto il portigo; a mezo la stanza sia fatta una paradana di tolle smaltada, chedivida il mezado dall’altra stanza che deve cavarsi dal corpo di tutta essa stanza, nella quale verso la corte sia otturata la porta, et si possi far una fenestra con ferriata, dovendosi al di fuori far una cassa di tolle, che servi la servitϊ della vista alla casa delli predetti — Monticoli, in modo però che non leghi la luce alla stanza, et per ingresso nella medesima stanza possi farsi una porta, scive slargar quella che di presente è sotto il portigo; nella camera poi di sopra possa il sig. Trachanelli far otturar la porta di tolle, che guarda nella corte di essi signori, et far far una fenestra piϊ vicina al solaro sia possibile spaciosa in quanto alla longhezza quanto possi portar lume sufficiente alla medesima con ferrata e vetriata; la spesa delle quali opere debbano esser distintamente in polizza espresse di volta in volta che si faranno, et presentate preso me nodaro a perpetua memoria, accioché in caso di recupera della detta casa, debbano intieramente esser pagate al sig. Trachanelli insieme col capitale delli ducati quattrocento; qual recupera possi esser fatta dal — Monticoli ad ogni loro piacere, ma non — prima d’anni quattro —; patto anco stipulato fra le parti — che, volendo li — Monticoli vender la casa stessa di man fuori, siino in obbligo offerirla al sig. Trachanelli et profferirlo a cadaun altro per il prezzo medesimo che potessero havere da altro soggetto; et in caso di recupera siino in obligo detti signori avisar mesi sei avanti il medesimo sig. Giuseppe —. Et perché la casa e particolarmente il copperto tiene bisogno d’aggiustarsi, perciò fu pattuito che possa il sig. Trachanelli fare nella stessa quelli meglioramenti che saranno utili — e — da esser pagati — secondo la resultanza della stima d’esser fatta in caso di recupera —; quanto al copperto, siano in obligo li — Monticoli di farlo aggiustar in buona forma a loro spese, e, non lo facendo in termine di mesi due, possa detto — Trachanelli a spese di detti signori farlo aggiustare —» (A.S.U., N., Bertrando Brunalleschì, 7803, V instr., f. 85r — 88r).
1738, dic. 17 Guido Monticoli vende la casa al nob. Lonardo Clementini «per lo prezzo — di ducati milletrecento» (A.S.U., N., Bernardino Zeraffini, 8220, LVIII instr., f. 7v — 8r).
1744*Vedasi n. 1838.
1747, dic. 1*«Fatto in Udine, nella contrada del Duomo, nel mezzado del nob. — Leonardo Clementini» (A.S.U., N., Francesco Lorio, 8712, XXI istr., f. 92r — 94r).
1801 Pietro Andrioli (Nomenclatura, f. 68v); poi Giuseppe Prisani (Registro anagrafico, f. 44v).
1809 Proprietà di Domenico Prodoloni (Registro delli aloggi, f. 51v).
1828, magg. 1 Leopoldo Brovedan, volendo migliorare una sua fabbrica in contrada dei Filippini al n. 1839, che serviva di magazzino, presenta progetto (A.S.U., C.A. I, 148/X, 1664 Orn. II C, con dis., firmato dall’ing. Domenico Boni).
 *La commissione d’ornato, commentando il disegno, raccomanda che lo sporto dei poggioli di ferro del primo piano non oltrepassi i cm 15 (ibid.).
1831 Antonio Fanzutti vi trasporta la fabbrica di birra che aveva in borgo d’Isola al n. 1425 (A.S.U., C.A. I, 182/IV).
 *La deputazione comunale di sanità, dopo l’ispezione, esprimendo alla congregazione municipale parere favorevole in merito, precisa che le «operazioni da eseguirsi — non consistono se non nella decozione dell’orzo e del fardello, ritirando il fabbricatore d’altro paese l’orzo di già fermentato e torrefatto; perciò tranne un poco di vappore acqueo, che per l’ampiezza del locale deve prontamente svanire, niun odore né incommodo può risultare —» (ibid.).
1835, giu. 22 Giuseppe Bertuzzi vende per L 17503,42 ad Antonio Morassi la casa n. 1839 con «stale, stalone, cantine, cortivo» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4820, 1641).
1852*Francesco Piani, proprietario anche del n. 1839 A. Il n. 1839 B appartiene ad Antonio Fasser1 (Competenze, II, f. 11v).
1876 Birreria “Alle tre corone” (COSMI-AVOGADRO, 86).
 *Gestione di Francesco Piani (ibid.).
  Trattoria e ristorante “Al Pellegrino”, gestita da Ferdinando Peressutti (COSMI-AVOGADRO, 116).
1883 Birreria di Luigi Piani.
 *Libreria di A. Toffoli. La trattoria “Al Pellegrino” è ora gestita da Francesco Bona (AVOGADRO, 139, 147, 157).
1948 Trattoria “Ai Provinciali”.
   
NOTE1Per Antonio Fasser: Elenco ufficiale, 5, 22.
1840
1512, lugl. 28*«— Rev. d. Ricardus de Strasoldo1 — q. — Odorici, canonicus Aquileiensis —, testamentum — fecit —. Actum Utini e regione campanilis ecclesię maioris in domo q. d. Francisci Strasoldi —» (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5454, Test. 1505-1535, f. 98r — 98v).
1585, ag. 16 «— Iosephus q. — Ascanii ex — consortibus Strasoldi — constituit procuratorem suum — Ascanium eius filium — expresse — ad — affictandam domum eius propriæ habitationis hic Utini — d. Lauræ in secundis votis q. — Odorici Raynoldi — et ab eadem domina accipiendum ducatos 500 ad livellum —. Actum Utini in domo prædicta sita e regione ecclesiæ maioris Utinensis —, in sala ipsius domus, præsentibus ser Vincentio pictore Utini filio mag. Iohannis fabri lignarii et ser Iosepho de Ragonea — gestore prędicti d. Iosephi —» (not. Leonardo Agricola, B.C.U., ms. 1460, Istr. 1584-1588, f. 38v — 39r).
1633, dic. 16 Il nob. «Camillo Gorgo cede all ‘ecc.mo Forza la casa che fu già di Ascanio Strassoldo, posta nel borgo del Duomo, [altra volta] posseduta dalla sign. Virginia Maniaca» e successivamente da altri, attualmente affittata a Flaminio Contardis, per d 500, come furono esborsati da essa sign. Virginia al sig. Strassoldo, successivamente la casa era stata di Marcello Rubeis che l’aveva ceduta a Girolamo e fratelli Belloni (Arch. Frangipane, ms. 1510, A).
1643, apr. 28*Appartiene a Virginio della Forza2. Vedasi n. 1841.
1722, ag. 9 La casa del nob. Francesco Romano era contigua al palazzo Monaco. Vedasi n. 1841.
1725, giu. 18*«Fatto in Udine in casa del nob. — Virghinio della Forza, situata in contrada del Duomo nell’apartamento interiore» (A.S.U., N., G.B. Fabrizio, 8137, Istr. 1724-1729, f. 74r).
1744 «della Forza. La loro casa è dietro al duomo fra i Clementini ed i Monaco» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191).
1782 Era dei della Forza3.
1801 Eredi Antonio della Forza (Nomenclatura, f. 68v).
1801, ag. 11 «Pervenuta nella — co. Paolina n. della Forza, rel. del — co. Vincenzo di Pers, in vigor di testamento — del q. — Antonio della Forza di lei padre con titolo di proprietà, la casa era di abitazione dello stesso nob. — Antonio, posta — di facciata a questa — cattedrale — alla parte del coro —, la co. Paolina — vende al — co. Niccolò de Concina — la casa antedetta, avente il suo ingresso sulla contrada del duomo ed uscita nell’altra contrada ora delle r. Finanze, confina a lev. q. Francesco Mantica, pon. contrada stessa, a mezz. — coo. Francesco e fratelli q. Francesco Mantica, pon. contrada del duomo, tram. eredi Bassi ed eredi Andrioli —, per il prezzo di d 6400 —» (A.S.U., N., Francesco Girardi, 10616, IV instr., f. 8v — 9v).
1809*Proprietà di Nicolò Concina, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 51v).
1816, nov. 25 Comunicazione della congregazione municipale ai fratelli Concina: «Le grade di ferro sottoposte alla di loro casa n. 1840 offrono ai transitanti continuo pericolo di caduta e specialmente nel caso non difficile d’un improvviso gelo —» (A.S.U., C.N., 187, 3786 Pol. 20).
1834, febbr. 27*Giuseppe del fu Dionisio Fabris, «avendo divisato di apprire una bottega alla sin. della sua casa in contrada S. Maria Maddalena al c.n. 1840», presenta progetto, che viene approvato (A.S.U., C.A. I, 219/I, 806 Orn. II C con dis.).
1852*Appartiene, insieme con la parte censita 1840 A, a Pietro Concina (Competenze, II, f. 11v).
1938 Attualmente è di Pietro Cantoni4, cartolaio e tipografo. Nel cortile esiste una vera di pozzo del sec. XIV.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 18 nov. 1954 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Per la famiglia Strassoldo: V. JOPPI, Alcuni documenti antichi sulla nobile famiglia di Strassoldo.
 2Per Virginio della FORZA: di MANZANO, Cenni biografici, 95; VALENTINELLI, Catalogus, 14 e 15, n. 32 e n. 37.
 3Nel ms. della Porta senza indicazione di fonte.
 4Per la tipografia Cantoni: FALCIONI, Udine produttrice, 333; OCCIONI BONAFFONS, Udine intellettuale, 274, 277.
   
BIBLIOGRAFIA Un architetto udinese; de BENVENUTI, Le epigrafi, 375; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 334-335; BUCCO, La cultura “riccatiana”, 116; BUCCO, Il neoclassicismo, 70; CONCINA, Cenni storici; Elenco degli alloggi; FAEL, Alberto Mazzucato, 271-282; A. della FORZA, Diario, 28; GIOSEFFI, Udine, 232; LIRUTI, Notizie, IV, 181; P[ICCO], Il prospetto di buona architettura, 42; PICCO, Ricordi popolari, 64; S[ACCOMANI], Il ristauro, 46, 47; SBUELZ, Iscrizioni patriotiche, 5; VALENTINIS, Udine antica, 25.
1841
1360, ag. 9 L’ospedale concede la casa a livello (A.S.U., A.A.O., Cattastico...1753, f. 313v).
1392 «Antonius berchandarius q. Driussii sartoris de Utino solvit in nativitate Domini de livello unius domus que fuit dicti q. sui patris, site in burgo interiori Aquilegie iuxta *** heredes q. Nicolaii notarii dela Dona et iuxta *** heredes olim Petri notarii de Locha, qui olim Utini habitabat1, et iuxta viam publicam denarios sexdecim. Modoa solvit Valentinus notarius de Camino» (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, 425, Libro rosso, II, f. 1v).
  a Aggiunta di altra mano nello spazio sopra l’annotazione.
1406 «Iohannes q. Antonii Driussii sartoris de Utino habitans in Castro Porpeti solvit annuatim de livello — super quodam sua domo murata et tegolis coperta sita Utini post eclesiam maiorem, iuxta domum q. ser Nicolai dela Dona, iuxta domum heredum q. Allexandri notarii de Utino, viam publicam et suos veriores confines, denarios sexdecim legatos per q. mag. Girardum scarparium qui fuit de Bononia, ut constat instrumento manu Andree Leonis de Utino in millesimo tricentesimo quadragesimo secundo — die prima augusti» (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, 425, Libro rosso, III, f. 4r).
[s.d.] «Mo paga dona Margarita muglir che fo di ser Zuan delli Vari»2 (ibid.).
1441 «— Dona Margareta muglir chi fo di ser Zuan delli Vari» (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, 425, Libro rosso, I, f. 1v).
1505, mar. 5 «— Ser Petrus notarius q. ser Ioannis notarii a Varis —, precio ducatorum quinquaginta ibidem sibi datorum — per nob. d. Odoricum q. d. Doimi de Castello — franchavit — eidem d. Odorico — frumenti staria quinque ex undecim sibi annuatim solvi debitis — per dictum d. Odoricum super certis eiusdem ser Petri domibus, sitis post ecclesiam S. Marię Maioris de Utino, iuxta dictum d. Odoricum eidem d. Odorico venditis, prout continetur manu mei notarii in 1487, — die 23 augusti —» (B.C.U., ms. 1468 fondo principale, not. Bernardino Lovaria, vacch. 1505, f. 54v — 55v).
1522, mar. 15 «Actum Utini in domibus — fratrum de Castello3 videlicet in prima camera respiciente versus ecclesiam maiorem» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. 1496-1533, sub anno, f. 10r).
1557, dic. 5°Actum Utini in contrata ecclesiae maioris in domibus nob. d. Alovisii de Castello (not. Leonardo Pontoni).
1557 «Aloisio Frangipane di Castello, curatore di Nicolò suo nipote, vende a Lodovico q. Aurelio di Strassoldo una casa appartenente al detto pupillo con due corti ed un orto, situata in Cortina, cioè dietro la chiesa maggiore, confinante a levante con Aloisio Frangipane di Castello, a mezzogiorno colla strada pubblica, a ponente colla casa di Ascanio Strassoldo, a tramontana coll’androna dei signori di Zucco» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191).
1569, febbr. 9*Deposizione di Lucina, figlia del professore di grammatica Benvenuto Serninio: «— Io era in casa del sig. Francescho Strassoldo il giorno in questione in compagnia di mad. Strassolda sua figlia et sentendo rumor essendo in salla andai alla fenestra con l’altre di casa et vidi quei che si davano con le arme per mezo la casa di mad. Minerva de Simeonibus et vidi da uno esser ferito sulla testa mess. Livio Partistagno et mess. Nicolò, che è morto cascato in terra innanci la porta delli sigg. Arcoloniani —» (A.S.U., Arch. Lovaria, 14, Processo per l’uccisione di Nicolò Partistagno, f. 77r — 77v).
1574°I curatori di Pietro Frangipane vendono la casa in Udine in borgo Aquileia a G.B. Strassoldo per d 12004.
1643, apr. 28 Casa dei fu Giacomo e Giulio q. Ludovico Strassoldo in luogo di Nicolò e fratelli di Castello, comperate nel 1557, «ora Horazio et fratello Strasoldi del q. — Giulio et — come inquilini — Giacinto et fratelli Trei; dissero i confinatori — che la casa — confina a sol levado strada publica, a mezodν i sigg. Lovaria, mediante la casa tenuta per il rev. pre’ Plutarco Sporeno curato et il sig. Nicolò Simeonibus —, a sol a monte la contrada et ai monti — Virginio della Forza dottor e cavalier —» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 97-98).
1719, mar. 5 Gli eredi del co. Giulio Antonio di Strassoldo vendono ai coo. Guglielmo e Vincenzo Monaco5 la casa in contrada del Duomo per d 5523 L 2 s 7 (A.S.U., N., Giuseppe Bertoldi, 8442, II instr., f. 81v — 82r).
1722, ag. 9*«Per l’alloggio dell’ill.mo — inquisitor Mocenigo nel palazzo Monaco, essendo stato necessario d’aggionger prima due stalle e poi anco tre mezzadi della casa ivi contigua del nob. ser Francesco Romano, ed avendo questo rassegnato a tal effetto prontamente il tutto, gl’ill.mi — deputati delle città — hanno per detti mezzadi e stalle — con le loro forniture che in essi si trovano e per l’uso insieme della corte e del sottoportico d’essa casa Romana accordato al soprascritto nob. ser Francesco Romano — una corresponsione di d 50 per tutto il tempo che continuerà in questa città la ressidenza dell’ecc.mo sindacato —» (Acta, LXXV, f. 248v — 249r).
1744 Monaco. «Abitano la casa che fu di Giulio Strassoldo da lui ristorata ed abbellita di stucchi ed altri ornamenti» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191).
1782, lugl. 12 «In relazione alla privata scrittura 6 maggio p.p. — fra il co. Guglielmo q. co. Alessandro Monaco — venditore da una ed il sig. Niccolò q. Giuseppe Bossi — acquistante per nome da dichiararsi dall’altra —, dichiarata sotto il — 31 dello stesso magg. da detto — Bossi — a nome delli — coo. Francesco e Niccolò fratelli q. co. Francesco Mantica —, essendo stata formata dalli pubbl. per. — Aurelio Moretti e Francesco Leonarduzzi, coll’opinione anche nelli capi discordi del sig. Antonio Bernardinis pure pubbl. per., la stima della casa —, il — co. Guglielmo Monaco — ha — venduto — alli — coo. Francesco e Niccolò fratelli Mantica — il luoco dominicale — posto nella contrada detta del Duomo —, con fabbriche interne, corte ed orto, confina tutto unito a lev. la contrada Zucco, a mezz. parte li — coo. Giuseppe e fratelli Belgrado e parte il rev. Pietro Saghiggi della Lughera, a pon. la contrada detta del Duomo, ed a tram. il nob. — Antonio della Forza q. Virginioitem il palco — dello stesso — co. Monaco nel teatro di questa città —, proscenio in primo ordine —. Questa — vendita — fa — per quello che riguarda il loco dominicale — pel prezzo — di d 8810 L 2 s 1 e per quello che concerne il palco — di d 652 s 19» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9973, III istr., 207, f. 258r — 262v).
1801 Co. Francesco e fratelli Mantica (Nomenclatura, f. 68v).
1809*L’edificio appartiene a Francesco Mantica, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 51v).
1820, febbr. 16°Carlo q. Francesco Mantica e Marianna Freschi vedova di Francesco Mantica vendono metà della casa a Francesco Urbano Valentinis Mantica, figlio adottivo del co. Francesco Mantica6.
1824, febbr. 23*Urbano Valentinis Mantica chiede il permesso di «aprire provvisoriamente una porta in una stanza a pianterreno della casa di sua abitazione al c.n. 1841 dalla parte del sottoportico nella contrada di S. Maria Maddalena». Gli viene concesso quanto richiesto, purché egli alzi il foro alla linea delle finestre (A.S.U., C.A. I, 89/X, 764 Orn. II C, con dis.).
1843, nov. 28*Urbano Valentinis Mantica chiede il permesso di «aprire nella sua casa — n. 1841 —, al lato di pon., una porta in rottura di muro, per maggior sicurezza e comodo della casa stessa». Il progetto è giudicato «tollerabile» dalla commissione d’ornato (A.S.U., C.A. I, 375/III, 8616 Orn. II C).
1852*Appartiene ai Valentinis Mantica (Competenze, II, f. 11v).
1853, giu. 6*Urbano Valentinis Mantica presenta progetto per «aprire due botteghe sotto il portico della casa —». Il disegno è approvato (A.S.U., C.A. II, 66, 3891 Orn. II C con dis., firmato da Valentino Dreussi).
1865°I coo. Manin comperano la casa Mantica7.
1876*Laboratori del falegname Antonio Mauro e dei tappezzieri e sellai Moro e Grassi (COSMI-AVOGADRO, 93, 115), presenti anche nel 1883 (AVOGADRO, 144, 156).
1900°I coo. Manin vendono a D’Odorico8.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Per questo notaio: Atti della cancelleria, 197.
 2Per la famiglia Vari: LIRUTI, Notizie delle vite, IV, 509-510; V. MASUTTI, Incontri udinesi, 113-128; MONTICOLI, Cronaca, 47.
 3Nicolò e Doimo del fu ser Odorico, come in altro luogo chiarisce il documento citato. Per la famiglia Castello: MONTICOLI, Cronaca, 57; FRANGIPANE, Genealogia dei Frangipane.
 4Nel ms. della Porta senza indicazione di fonte. Per gli Strassoldo, oltre a BERGAMINI-SERENI, vedasi MONTICOLI, Cronaca, 27-28.
 5Per i Monaco: L. PALLADIO, Cronaca, f. 148v ; per
 6Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte.
 7Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte.
 8Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte.
   
STUDI INEDITI A. della FORZA, Memorie, B.C.U., ms. Ioppi, 638, f. 28v.
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI, Vino, 87; BREGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 336-347; BRAGATO, Guida, 51-52; CICONI, Udine, 465; COMELLI, Passeggiate, 46; ERMACORA, Guida, 104; FAEL, Una famiglia friulana, 20-22; A. della FORZA, Diario, 145-146; GIOSEFFI, Udine, 154; MANZANO, Cent’anni; MARINI, Giulio Quaglio, 157-161; PICCO, Il grandioso fabbricato; PIERI, Napoleone e il dominio napoleonico, 86; di PRAMPERO, Napoleone in Friuli, 62; RIZZI, Antonio Carneo, 82, 83, 85, 89; RIZZI, Storia...Il Seicento, 19, 77; RIZZI, Pluralità, 345, 380, 384; ROTA, Cenni, 20; de RUBEIS, Catalogo, 6 (1928), 13; Settantacinque anni di vita; TRINKO, Notizie, 11-12; VALENTINIS, Udine antica, 23.
1842
  Nella pianta Lavagnolo questa casa porta erroneamente il n. 1843.
1406, nov. 13*«In burgo Aquilegensi intrinseco, super sala domorum habitationis olim ser Leonardi Seros de Sancto Daniele» (A.S.U., N., Giovanni del fu Tommaso, 5150, vacch. istr. 1406-1407, f. 17v).
1407, magg. 12°Odorico, abitante in Gemona, q. ser Nicolò di S. Daniele, Nicolò q. Zani e Nicolò q. Rodolfo consenguinei, nipoti di Odorico, anche a nome di Paolo fratelli di Nicolò q. Rodolfo vendono a Pietro q. Nicolò, detto Passerino1, di Udine «duas domos contiguas — sitas Utini in burgo intrinsecho porte Aquilegiae qui fuerunt olim ser Leonardi dicti Seros de Sancto Daniele quarum domum hii dicuntur esse confines; a duabus partibus sunt domus cum curia habitationis dicti q. Leonardi, a tertia et quarta sunt viae publicae» (Archivio Lovaria, not. Gabriele q. Tomaso).
  All’esterno della pergamena: «Istrumento delle case fatte a volto, per mezzo del duomo, comprate da ser Beltrame de Passerin per mi Zuane de Colloredo2 cum pacto che quelli de Castello, che hanno le altre case, non possono fabbricar in corte».
1509 Giovanni q. Francesco di Colloredo «abitava in faccia la collegiata nelle case già Passerino» che lasciò a Giacomo suo nipote q. Antonio di Colloredo (dal not. Bernardino Lovaria, JOPPI, Notariorum, IX, f. 123v).
1534, sett. 26 «— Quom super domo quę fuit ser Petri Passarini de Utino quomque subsequenter d. Perine eius neptis, uxoris ser Pauli filii ser Alovisii de Sanctis, ac modo perventa ad manus — iuris utriusque doctoris d. Bartholomei Lovarię civis Utini —, sita in contrata S. Marię Magdalenę — iuxta ędes antiquas aliorum fratrum, vias publicas et alios confines, tenerentur ipsi d. Bartholomeus et frater solvere nob. d. Magdalenę uxori — Iacobi Philippi de Missetinis doctori et filię q. ser Danielis de Caporiaco tanquam hęredi q. ser Philippi de Caporiaco, fratris ipsius domine —, staria duo frumenti de livello —, ut de huiusmodi livellaria pensione debita super ipsa domo — constare assertum est manu — ser Bartholomei a Cavagnera notarii Utinensis, hinc ideo — d. Magdalena — francavit — prefato — d. Bartholomeo Lovarię — prędictum livellum —» (A.S.U., Arch. Lovaria, 54, perg., not. Gabriele Gozadino).
1544, lugl. 18 Il nob. Giuseppe di Colloredo q. Giacomo vende a Bartolomeo Lovaria q. Bernardino3 «unam — domum — sitam in vico Templi maioris seu Divæ Mariæ Magdalenæ, cui a parte anteriori et a latere inferiori cohærent viæ publicæ a parte superiori domus d. Doymi di Castello, a parte — posteriori cohæret chors eorundem dominorum; quam — domum nunc detinet — d. Hieronymus Bertolinus, decanus — capituli Utinensis, pretio — convento in ducatis sexcentum quadraginta quinque —» (A.S.U., Arch. Lovaria, 54, perg., not. Gabriele Gozzadino).
1556, ag. 12*«Actum Utini, in burgo Aquileiæ intrinseco, in domibus — habitationis infrascripti — locatoris —. Ubi — doctor d. Bartholomeus Lovaria, — locavit — legum doctori d. Marquardo Susana — unam eius domum muratam, soleratam, cuppis copertam, cum corte postposita, sitam Utini in dicto burgo, usque modo teneri solitam et habitari per — ser Iohannem Petrum Roseum causidicum Utini —, debente ipso d. Marquardo solvere singulis annis de affictu simplici — ducatos decem octo» (A.S.U., N., Mario Albino, Istr. 1556, f. 55v — 56r).
1561, sett. 2*Vedasi n. 1843.
1566, lugl. 15*«— Excellens legum doctor d. Bartholomeus Lovaria — locavit nob. d. Tursio de Tursis nobili Utinensi — unam domum muratam, soleratam, cupis copertam, sitam Utini, contiguam domui — habitationis — locatoris —, debente ipso conductore solvere singulis annis de affictu simplici — ducatos viginti octo —» (A.S.U., N., Mario Albino, 5950, Istr. 1566, f. 27r).
1661, sett. 25 Brandimante Lovaria vende a Carlo Causilico notaio «la casa chiamata dei volti, posta — drio il duomo entro li seguenti confini: da una parte l’androna — qual porta in patriarcato e casa abitata da Lei sig. Lovaria; dalla parte d’inani strada —; dalla parte di sopra — Stassoldi, è dietro sigg. Bortoluzzi fu Simeonibus» per d 800 (A.S.U., Arch. Lovaria, 23, Colto...Brandimante Lovaria, f. 10v).
1687, lugl. 27*«Fatto in Udine, nella contrada del Duomo, in casa degl’infrascritti sigg. Causilici» (A.S.U., N., Giovanni Domenico Vinacese, 7887, 18, f. 7r).
1770, magg. 8°°Vedasi il n. 1826.
1801 Co. Carlo e nipoti Lovaria (Nomenclatura, f. 68v).
 *Affittuali le sign. Saghizzi «poi Modesti, indi Pari» (Registro anagrafico, f. 44v).
1809 Sorelle Sachiggi (Registro delli aloggi, f. 51v).
1816, giu. 28°L’abate Antonio fu G.B. Lovaria vende a Giacomo fu G.B. Modesti4 la casa 1842 per L 19800. Confina lev. Orazio Belgrado, mezz. contrada, pon. strada, tram. co. Francesco Mantica (not. Francesco Nicolettis).
1816, ag. 11*Giacomo Modesto chiede ed ottiene il permesso di «aprire una bottega nella propria casa coscritta col c.n. 1842 — e dovendosi ciò eseguire si rende necessaria la fabbricazione di due ribatti ed apertura di una porta». La commissione d’ornato raccomanda che «porta e — ribatti siano ad aprirsi internamente» (A.S.U., C.N., 180, 2099 Orn.).
1819, ag. 20 e 27*Comunicazione della deputazione d’ornato alla congregazione municipale: «L’esercente pizzicagnolo Modesto Giacomo, con sua supplica 26 maggio p.p. — chiese licenza di praticare alcuni lavori nella casa di sua ragione al — n. 1842 consistenti nella riforma di due porte ed una finestra —. Ora — la deputazione ha dovuto osservare che la ferrata apposta alla finestra in vicinanza alla porta d’ingresso è talmente in fuori da lasciar ragionevolmente temere che i transitanti massime — di notte vi possino urtar dentro —». Segue il verbale del commissario di polizia, nel quale si precisa che Giacomo Modesto è «salsamentario o pizzicagnolo con bottega in prospetto alla chiesa catedrale — ivi domiciliato al c.n. 1842» (A.S.U., C.A. I, 24/XI, 3227 Orn. II C).
1820 Giacomo Modesti domanda di poter «ridurre i vani delle finestre di forma rettangolare, mentre esistono superiormente circolare, e nel percorrere delle linee orizzontali sotto il piano delle finestre medesime —». La deputazione d’ornato approva le innovazioni giudicandole motivate e suggerisce «di ridurre il pergola del secondo piano alla foggia disegnata nel tipo marcato n. 1, per non vedere in diversa maniera una parte di detta fabbrica affatto staccata dal rimanente, ciocché sarebbe in qualche modo disdicevole alla decorazione». Il disegno non è pervenuto (A.S.U., C.A. I, 35/V, 2576 Orn. II C, con dis.).
1849, febbr. 2*Nell’elenco dei pistrinai venditori di pane e farina, compilato dal capo del secondo quartiere, è segnalato a questo numero Francesco Sporeno (A.S.U., C.A. I, 465, 142).
1852*Appartiene a Giacomo Modesti (Competenze, II, f. 11v).
1856, febbr. 12*Antonio Fasser5 «per variate disposizioni interne nella casa — in contrada dei Filippini al c. n. 1842, ove tiene officina il fabbro ferraio, gli è d’uopo ridurre a porte le due finestre laterali al piano terra senza variazioni di assi e di ricorrenze —». Segue l’autorizzazione per i lavori (A.S.U., C.A. II, 66/1856, 1015 Orn. II C, con dis., firmato dal capomastro Giuseppe Salvador).
1876*Sartoria di Santina Bertuzzi (COSMI-AVOGADRO, 112).
1883 Farmacia “Alla Fenice risorta” di Bosero e Sandri (AVOGADRO, 144).
[1938] Casa dipinta. Stemma Colloredo. Monogramma di S. Bernardino. Restaurata nel 1935.
 *La facciata è vincolata con D.M. 15 ott. 1851 ai sensi della legge 1 giugno 1939, n. 1089.
   
NOTE1Probabilmente trattasi dello stesso Passerini che tiene il banco di cambio in Mercatovecchio: vedasi sopra Argomento introduttivo, XIII.
 2Per la famiglia di Colloredo vedansi i n. 701, 948, 2042-2043.
 3Bartolomeo Lovaria il 31 maggio 1565 liquida una polizza di spese a due lapicidi. Il documento tuttavia non precisa la destinazione di tali opere: «— Mag. Sanstianus (?) et mag. Gabriel ambo lapicidæ Utini — manifestum fecerunt se fuisse piene satisfactos ab excell. doct. d. Bartholomeo Lovaria civi Utinensi de omnibus contentis in policia mihi per partes exhibita tenoris infrascripti —; A) fenestre grande suazate n. XI L 48 s 10 l’una —; B) fenestre piccole suazade n. 7 a L 16 — l’una —; C) fenestre grande schiette n. 8 a L 26 — l’una —; D) fenestre piccole n. 4 a L 9 s 2 l’una —; E) fenestre busade n. 4 a L 9 s 2 l’una —; F) pietra pd 5 1/2 a s 14 —» (A.S.U., N., Mario Albino, 5949, Istr. 1565, f. 46v — 47r). Il Colto di Brandimante Lovaria al n. 23 precisa inoltre che «la corticella adiacente alla casa detta “dei volti” — fu acquistata dal q. sig. Panfilo» (A.S.U., Arch. Lovaria, 23, Colto...Brandimante Lovaria, f. 10r, n. 23).
 4La notizia dell’acquisto è riportata anche in una scrittura privata del 30 maggio 1813, autografa del Modesti, esistente nell’Arch. Lovaria, 27/Lovaria. Case in Udine.
 5Sull’attività del Fasser: Elenco ufficiale, 5; Esposizione artistico-industriale, 13, 14, 19, 49, 50, 60, 62, 115, 116, 117; FALCIONI, Industrie udinesi, 303-304; KECHLER, Monografia delle filande, 30; PICCO, Lavoro artistico in ferro battuto; PICCO, Ricordi popolari, 105, 110. Nel 1876 la sua officina è segnalata in via della Prefettura, 5 (COSMI-AVOGADRO, 92).
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 83v — 84.
   
BIBLIOGRAFIA ASQUINI, Farmacia Asquini; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 318; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 348-349; COMELLI, Passeggiate, 46; L. DAMIANI, Arte...II Liberty, 117; DEL PUPPO, Vecchie case in Udine, 50; ERMACORA, Guida, 104; ERMACORA, Provino Valle, 370; FRANGIPANE, Notizie e genealogia; S.M., Dal pioniere Bosero; MICHELUTTI, La “dolce” pubblicità, 19; Parti prese...1880, 306; Parti prese..., 1913, 231; PEDRAZZINI, La farmacia italiana; Per li sig. eredi Paderno; PICCO, Mobili artistici; della PORTA, Toponomastica, 115-116; C. SOMEDA de MARCO, Il campanile del duomo, 89; VALENTE, Udine via Lovaria, 17; VALENTINIS, Udine antica, 8.
1843
1346, ag. 23°Ermacora della Torre1 rinuncia in mano del patriarca Bertrando «cuidam domui et uni orto dicti — d. Ermacore ipsi domui immediate coherenti sitis Utini in contrata S. Mariae Virginis Maioris ecclesiae capituli Utinensis cuius domus et horti hii dicuntur esse confines: ab uno latere, versus orientem est ortus Sigardi hospitis de Utino qui fuit de Glemona —; a secundo latere versus meridiem sunt domus Facii —; a tertio latere versus occidentem est via publica; a quarto latere, versus semptemtrionem, est etiam via publica. Quam quidem domum Hermacoras habebat et tenebat, iure livelli, ab ecclesia Aquilegensi solvendo annuatim — d. patriarche sex denarios novos Aquilegenses». Dopo questa rinunzia il patriarcha ne investe l’abate di Rosazzo2 (not. Gubertino da Novate, Arch. Lovaria, 14).
 °L’abate di Rosazzo permuta la casa con i Lovaria3 (Archivio Lovaria).
1517, dic. 3°«Actum in contrata S. Mariae Magdalenae in domo mei notarii» (Giovanni M. Lovaria).
1561, sett. 2 Si concede a Bartolomeo Lovaria di unire con un volto all’altezza del secondo piano le sue due case d’angolo in via S. Maria Maddalena (Annales, LV, f. 59r — 60r).
 *La richiesta del Lovaria, precisa lo stato di fatto e l’intenzione del proprietario: «Non è alcune di V.V. S.S. che non sappia et conosca che fra l’altre cose che sono honorevoli nela città vi sono le fabriche commode, che si fanno ne’ luoghi honorati e piϊ frequentati. Di qui viene che havendo io Bortolomio Lovaria — due mie case angulari in questa — città nella contrada di S. Maria Maddalena, over drio lo domo, le quali sono divise et intermediate solamente da una stretta androna, ciascuna delle quali da per sé stando cosν divise e disunite, non sono cosν honorevoli ala città come si ricercarebbe ala detta contrada, la quale è una dele piϊ celebri e piϊ frequenti di questo loco et a me con la mia famiglia molto incommode per esse tutte e due da per sé piccole e malagevoli ala mia famiglia; le quali, poi, quando fossero unite e congionte l’una con l’altra mediante una acconcia fabrica —, sarebbono honorevoli ala contrada et per conseguente a tutta la città, utili e molti et a me et ala famiglia mia, la quale ala giornata mi cresce —. Supplico — che mi vogliate conceder — di poter adimpir questo mio ardente desiderio di unir et congionger una con l’altra dette due mie case, dandomi licentia di poter far anco solaro et coperto sopra la detta androna dalo secondo solaro di dette mie due case in su, loqual solaro sarà alto da terra piedi n. 17 lassando libera et aperta com’è al presente detta androna dalo sudetto solaro in giϊ —» (ibid.).
1693, sett. 13*«Fatto in Udine, nella contrada del Duomo, in casa Lovaria» (A.S.U., N., Giovanni Domenico Vinacese, 7887 , XIII istr., f. 6v).
1713*Locazioni del convento di S. Nicolò: «In Udine, nela contrada di S. Maria Maddalena, sotto i portici, su l’angolo presso le case dei — Lovaria —. Furono presenti il nob. Brandimarte Lovaria e ser Brunetto boccalaro del borgo di Aquileia» (A.S.U., C.R.S., 768/10).
1744*«Lovaria. Abitano la casa che guarda la piazza che si apre tra il duomo e il teatro» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191).
1747, mar. 7*«Fatto in Udine, nella contrada presso il duomo, in casa dell’infrascritto nob. sig. Lovaria» Bernardo (A.S.U., N., Francesco Lorio, 8712, XXI instr., f. 16r).
1770, magg. 8*Vedasi mappa di Alessandro Rota al n. 1826.
1801*Abitazione del co. Carlo Lovaria e dei fratelli e dei nipoti dello stesso (Nomenclatura, f. 68v).
1809*Proprietà di Carl’Antonio Lovaria, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 51v).
1818, genn. 8*Il commesso d’ornato Giuseppe Presani, comunicando alla congregazione municipale i risultati della sua ispezione agli archi della contrada di S. Maria Maddalena, segnala lo stato pericolante di quelli al n. 1433 di proprietà del co. Lovaria (A.S.U., C.A. I, 24/XI, Volti e archi della città da sostituirsi, n. 84).
1822, magg. 2.*Antonio Lovaria chiede «di ampliare una finestra e costruire una da nuovo nel corpo del fabbricato guardante la cale Lovaria —». Il progetto è approvato: «se non migliora, non deturpa nemmeno il complesso irregolarissimo di quella facciata» (A.S.U., C.A. I, 68, 1874 Orn. II C, con dis.).
1824, lugl. 24*Giuseppe Lovaria, proprietario dell’edificio, «ha divisato di prestarsi alla rifinitura del prospetto — riferente sulla calle Lovaria giusta il tipo che dimette in duplo, proseguindo in tal guisa li lavori incoati fin dall’anno 1822 —, dando così una forma regolare alla totalità del prospetto —». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 89/X, 2873 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Giuseppe Lovaria (Competenze, II, f. 11v).
1876*Bottega dell’intagliatore in legno e doratore Francesco Querini4 (COSMI-AVOGADRO, 92), segnalata anche nel 1883 (AVOGADRO, 143). In quest’ultimo anno è indicata a questo numero la bottega dei calzolai Valoppi e Bianchi (AVOGADRO, 140).
   
NOTE1Per il della Torre: ZENAROLA PASTORE, Atti della cancelleria, 157.
 2Alla proprietà dell’abbazia di Rosazzo accennano documenti posteriori privi di data: «La casa posta nella città di Udine, presso la casa dominicale dell’abbacia di Rosazzis, entro li suoi confini, fu acquistata per permuta dal q. nob. sig. Bortolamio Lovaria, mediante averli cesso in concambio tutti li beni posti nel territorio di Ceneda e Trevisana, fuorché la portione di casa dominicale posta in Ceneda —» (A.S.U., Arch. Lovaria, 23, Colto... Brandimante Lovaria, n. 22, f. 9v — 10r).
 3Per la famiglia Lovaria: FRANGIPANE-di PRAMPERO, Notizie e genealogica della nobile famiglia Lovaria.
 4Per Francesco Querini: Esposizione artistico-industriale, 19; PICCO, L’arte della scultura in legno in Friuli, 250-251; PICCO, Belle arti, 10; S[ACCOMANI], Il ristauro, 50.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 318; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 350-351; MONTICOLI, Cronaca, 54; PASCHINI, L’abbazia di Rosazzo, 93-97; della PORTA, Toponomastica, 115-116; C. SOMEDA de MARCO, Il campanile del duomo, 89; VALENTE, Udine, via Lovaria, 17.
1844
1801 Co. Claudio e fratelli Zucco1 (Nomenclatura, f. 68v).
 *Affittuale Giuseppe Del Bianco (ibid.).
1809*L’edificio appartiene ad Antonio Zucco. Vi abita l’orefice Bortolo Sarti (Registro delli aloggi, f. 51v).
1818, genn. 8*Il commesso d’ornato Giuseppe Presani, comunicando alla congregazione municipale i risultati della sua ispezione agli archi della contrada di S. Maria Maddalena, segnala lo stato pericolante di quelli al n. 1844 del co. Claudio Zucco (A.S.U., C.A. I, 24/XI, Volti e archi della città da sostituirsi, n. 84)
1822, apr. 17*Claudio di Zucco chiede ed ottiene il permesso di «rimodernare il sottoportico sottoposto alla casa di sua raggione — al — n. 1844 — ora esistente come nel — dissegno» che allega (A.S.U., C.A. I, 68, 1811 Orn. II C, con dis.)
1830, giu. 19°È del co. Claudio di Zucco. Casa su due archi. Al primo e secondo piano vi sono due bifore per piano gotiche lobate, cornicione gotico. Fra le bifore si vede una canna di camino sporgente. Al terzo piano due finestre quadrate. La casa minaccia di crollare1.
1830, sett. 1 Leone fu Anselmo Luzzatti vende a Pietro del fu Camillo Montico, «accordatore di strumenti musicali», per L 5000 la casa n. 1844, che «confina a lev. eredi del fu Alessandro Balbi, mezz. sigg. De Vit, pon. strada — e tram. il nob. — Giuseppe Lovaria, di proprietà — del — Luzzatti — in dipendenza del contratto di vendita fattali dal nob. — Claudio del — co. Francesco di Zucco per scrittura 19 giugno pass., certificate le firme dal sig. Riccardo Paderni not. —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10556, 3465).
1831, genn. 14 È di Pietro Montico. Viene riformata (A.S.U., C.A. I, 182/V, 226 Orn. II C, con dis.).
1831, apr. 21*Verbale della convocazione del proprietario e del confinante De Vit, convocati per il restauro della casa. Le parti addivengono al seguente accordo: «Addossato alla — colonna attuale, il — Montico farà costruire il suo pilastro di vivo —. Nascendo in questo modo una diminuzione della facciata, i vani corrispondenti degli interpilastri e finestre saranno disposti ed avvicinati di un poco verso la casa 1843, onde le spallette delle estremità siano eguali. Le finestre dovranno essere diminuite un poco nella larghezza, perché le loro imposte non abbiano, stando aperte, ad urtarsi fra loro; in corrispondenza dovranno essere anco diminuite nell’altezza —» (A.S.U., C.A. I, 182/1831/V, 1568 Orn. II C, con dis.).
1852*Pietro Montico2 (Competenze, II, f. 11v).
1883 Nella parte della casa che si affaccia verso via della Prefettura, Paolo Germano Bressano vi gestisce una rivendita di liquori e commestibili diversi (AVOGADRO, 147).
1938 Bottega del salumaio Sbuelz.
   
NOTE1Per la famiglia Zucco, vedasi n. 1810.
 2Un omonimo è segnalato in borgo S. Lucia nel 1807 come fabbricatore di strumenti musicali (A.S.U., C.N., 27, Quinternetto di scossa 1807 per il contributo arti e commercio, n. 337).
1845
1569, febbr. 16 Deposizione di Lucrezia del fu Giacomo Zucco: «Io era in casa della sign. Tranquilla mia sorella, moglie de mess. Odorico di Freschi, la qual casa è vicina a quella di mess. Bernardo Lovaria, una casa sola tra mezo —» (A.S.U., Arch. Lovaria, 14, Processo per l’uccisione di Nicolò Partistagno, f. 73r — 73v).
1644, lugl. 14°Ascanio di Zucco vende al nob. Camillo Locatelli una casa in via S. Maria Maddalena per d 11251.
1704, apr. 26*Abitazione di Pietro Paolo Locatelli (vedasi n. 1846).
1734, giu. 12*Nella contrada del Duomo abita Pietro Paolo Locatelli (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunallesco, 8302, XXVII instr., f. 27v).
1801 Giacomo Narduzzi (Nomenclatura, f. 69v).
1809*Appartiene all’impiegato Giacomo Narduzzi (Registro delli aloggi, f. 51v).
1809, sett. 13 Angelo di Dionisio Molinari acquista all’asta la casa del sig. Narduzzi n. 1845 per persona da dichiarare (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10568, 97).
  La persona è il sig. pre’ Giacomo Zenarola.
1810, lugl. 14 Lo Zenarola la vende a Evangelista q. Antonio Venturini detto Ballerin (A.S.U., N., Francesco Antonio Nicolettis, 10622, 330, Repert. II, f. 3v).
1818, genn. 8*Il commesso d’ornato Giuseppe Presani, comunicando alla congregazione municipale i risultati della sua ispezione agli archi della contrada di S. Maria Maddalena, segnala lo stato pericolante di quelli al n. 1845 di proprietà di Evangelista Venturini (A.S.U., C.A. I, 24/XI, Volti e archi della città da sostituirsi, n. 84).
1820, ag. 16 Venturini la vende a Filippo fu Giuseppe Cecini (atto privato, vedasi atto del 21 dic. 1821).
1821, dic. 21 «— Filippo del fu Giuseppe Cecini, sarte di professione —, colla marca — di feudo censuale per — ven. s 7 1/2, — quotannis pagabili dal mansionario pro tempore della capellania di S. Giovanni del campanile del duomo di Udine —, vende alla — co. Laura Coletti Susanna — la — casa di tre piani con corte e — orticello, posta — al n. 1845 —, allibrata al — nome del — Cecini — per acquisto fatto dalle mani del sig. Evangelista q. Antonio Venturini detto Ballerin colla — carta 16 ag. 1820 —. Questa — allienazione — ha fatta — per il prezzo — di it. — L 3994 —» (A.S.U., N., Graziano Cantoni, 10235, 776).
1827, apr. 21 La co. Laura Coletti, moglie di Sebastiano Susana, «vende — al — rev. — Giacomo De — Vit — casa — n. 1845 — per L 3900». Confina lev. e tram. sigg. Zucco2, mezzodν rev. Giuseppe Pinzani, pon. strada (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10468, 5512).
1852*Appartiene a Giacomo De Vit (Competenze, II, f. 11v).
1856, magg. 9*Sistemazione delle portefinestre coi balconcini, al primo piano (A.S.U., C.A. II, 66/1856, 3223 Orn. II C, con dis.).
1883*Studio dell’avv. Giuseppe Girardini3 (AVOGADRO, 138).
1915 È dell’on. avv. Giuseppe Girardini.
   
NOTE1Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte.
 2Per la famiglia Zucco, vedasi n. 1810.
 3Per Giuseppe Girardini: MARCHETTI, Il Friuli, 973; TESSITORI, Storia, 59 e passim; ZANFAGNINI, I fratelli Giuseppe ed Emilio Girardini, 339-343.
   
BIBLIOGRAFIA Archivum...Catastico, I, 31.
1846
1704, apr. 26*«— Patrizio figlio del sig. Giovanni Porta, — per nome del — padre —, ha — venduto — al nob. — Gaspare Tibertis et alla sign. Maddalena Panizzola, sua moglie, — una — di detto — Porta casa, posta — nella contrada di S. Maria Maddalena, confina a lev. il — co. Orazio di Zucco, mezodν — Giovanni Domenego e fratelli Moretti, a pon. strada — et ai monti — li nobili — Pietro Paolo et fratelli Locatelli, — per il prezzo — di d 300 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Tracanelli, 7899, IV istr., f. 40r — 41r).
1783, genn. 3 Descrizione e stima dell’edificio ad opera del pubbl. per. Ambrogio Di Ambrogio di Castions di Strada: «Casa dominicale — sittuata — nella contrada di S. Maria Madalena dietro il duomo con suo fondo e sedime; confina a lev. col — co. Enrico di Zucco, mediante casa tenuta ad affitto dalli nobili — Lombardini, a mezz. parte parimenti e parte colli sigg. rev. — Pietro e fratelli Menardinis, a pon. con detta contrada ed a tram. con casa di questa raggione tenuta ad affitto da m. Pio Vuainetti». Nell’«appartamento di mezzo o sia secondo» è segnalato un «camerino detto la capella» (A.S.U., N., Francesco Prodolone, 9017, Asse...Narduzzi, f. 3r — 14r). Il perito descrive anche la «casa annessa alla dominicale tenuta ad affitto da m. Pio Vuainetti — sittuata nella contrada di S. Maria Madalena — dietro il duomo con suo fondo e corticella, confina a lev. con — sigg. Lombardini, a mezz. con casa dominicale di questa ragione, a pon. con detta contrada ed a tram. col — co. Enrico di Zucco —» (A.S.U., N., Francesco Prodolone, 9017, Asse...Narduzzi, f. 14v — 18v).
1790, mar. 4*«— Giacomo e Francesco fratelli q. — Andrea Narduzzi — vendono — alli sigg. — Giuseppe e Francesco fratelli q. Carlo Pinzani — la casa d’abitazione d’essi — Narduzzi posta nella contrada di S. Maria Maddalena dietro il duomo, con cortivo e adiacenze, confina a lev. casa del — co. Giovanni di Zucco, abitata presentemente dal nob. — Masaro, mezz. parte con casa di Zucco e parte rev. Pietro e fratelli Menardinis, pon. detta contrada e a tram. detta casa — del sig. Antonio Narduzzi —, stata essa casa assegnata alli venditori — nelle divisioni — fatte dal sig. Ambroggio D’Ambroggio pubbl. per. il — 7 genn. 1783 —; e ciò — fanno per il prezzo — di d 2700 —» (A.S.U., N., Francesco Prodolone, 8994, XXII instr., f. 2442r — 2446r).
1801 Don Giuseppe e fratelli Pinzani (Nomenclatura, f. 69v).
1809*Appartiene al sac. Giuseppe Pinzani. Vi abita il trattore Alexi Oxidié (Registro delli aloggi, f. 51v).
1826, sett. 26 Giuseppe Pinzani (A.S.U., C.A. I, 100/1826, 3448 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario «addimanda di poter ribassare il ribatto di una sua bottega situata sotto i portici a dritta del portone d’ingresso — per indi ridurlo all’uso di bottegone, facendo in parti tempo convenevolmente ridurlo a termine con colorirne a oglio a finta pietra li contorni del medesimo». Il permesso è concesso (ibid.).
1833, sett. 9 Giuseppe q. Francesco Pinzani vende la casa 1846 a Giacomo q. G.B. Del Zan. «Confina a lev. casa e fondi — delli — fratelli Fabris di Dignano, a mezz. eredi del fu — Bortolomio Menardinis, a pon. la contrada — di S. Maria Maddalena ed a tram. una casa del rev. — Giacomo De Vit —. La — vendita viene — fatta — per la somma — di austr. — L 14000 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10314, 2819).
1834, apr. 13 È di Giacomo Del Zan che domanda di poter riformare la facciata (A.S.U., C.A. I, 254/X, 1610 Orn. II C, con dis., firmato dal capomastro G.B. Degan).
1836, ag. 3 Giacomo Del Zan vende la casa 1846 per austr. L 18000 ad Antonio q. G.B. Tami. Confina lev. casa e fondi del nob. Balbi di Venezia, mezz. Balbi e Menardinis, pon. strada, tram. casa abitata dal rev. Giacomo De Vit1.
1838, lugl. 5 Antonio fu G.B. Tami chiede ed ottiene di alzare di un piano la casa in Via S. Maria Maddalena al n. 1846 (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 3551 Orn. II C, con dis. firmato da Giuseppe Salvador).
1847, mar. 24°°Vedasi n. 1847.
1847, apr. 30*«— Luigi e Maria fratello e sorella Pascoli — vendono — al sig. Antonio Tami — la bottega con annesso camerino, sottoposta alla casa — di esso — Tami, sita — nella contrada di S. Maria Madalena, coscritta al c. n. 1846 —, tra li confini a lev. Mattiussi dott. Bonaventura di Francesco, mezz. borgo di S. Maria Madalena, pon. e tram. il compratore —. La — vendita — viene fatta per il prezzo — convenuto — in austr. L 2550 —» (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/5, 1394).
1852*Appartiene ad Antonio Tami, proprietario anche del n. 1846 II (Competenze, II, f. 12v).
1853, giu. 8*Antonio Tami chiede ed ottiene, con alcuni consigli da parte dello Scala, l’autorizzazione per «riquadrare con nuova pietra, per rottura dell’esistente, il portone d’ingresso e la porta e rebatto della di lui casa» (A.S.U., C.A. II, 66, 3970 Orn. II C, con dis.).
1856, magg. 9 Felice Girardini desidera «di praticare una piccola riduzione nella facciata della casa di sua ragione sita in questa città, contrada S. Maria Maddalena — n. 1846, consistente — nell’ingrandimento di due finestre del primo piano nell’opportuna applicazione di pergoletti colla sporgenza di cm 20 in riquadro piano e relativi modiglioni di pietra —». L’autorità competente rilascia il nulla osta (A.S.U., C.A. II, 66, 3223 Orn. II C).
1876 Vendita di privative gestita da Elisabetta Dronin (COSMI-AVOGADRO, 111).
1883 Oltre all’ambulatorio del medico-chirurgo Giuseppe Baldissera, la casa ospita la bottega del fornaio Andrea Marchiol (AVOGADRO, 145, 148).
   
NOTE1Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte.
1847
1737, mar. 16 Giovanni Francesco, Alessandro q. Patrizio Porta vendono a Bonaventura Menardinis q Bortolomeo una casa in contrada di S. Maria Maddalena per d 475 (not. Antonio Martinelli, v. doc. seguente).
1737, mar. 16*«Bonaventura Menardinis q. — Bortolomio — ha — venduto al — co. Francesco Beretta q. — Giovanni Maria — un’ anua responsione livellaria di L 77 s 10 —; specialmente obligò la casa — in contrada di S. Maria Madalena della ragione delli sigg. Giovanni e fratelli Porta q. Patritio» (A.S.U., N., Antonio Martinelli, 8264, filza).
1801 Bartolomeo Menardinis (Nomenclatura, f. 69v).
1809*L’edificio appartiene all’impiegato Bortolo Menardinis (Registro delli aloggi, f. 51v).
1831, genn. 19 È di Anna Menardis Mattiussi (A.S.U., C.A. I, 182/V, 252 Orn. II C, con dis.).
 *La proprietaria presenta progetto per modificare l’ingresso della casa. Il disegno è approvato (ibid.).
1847, mar. 24 È del dott. Bonaventura di Francesco Mattiussi, «rev. cancelliere patriarcale in Aviano». Il fondo confina a lev. con cortile, a mezz. G.B. Brisighelli a tram. Tami. Casa di un arco, tre piani di due finestre (A.S.U., C.A. I, 422/1847/IV, 2164 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da «Gerarduzzi Gio:Batta muratore».
 *Il proprietario presenta domanda per «atterare e rifabbricare la propria casa» (ibid.).
1849 Bonaventura Mattiussi riforma il progetto della casa: il portico risulta di due intercolunni (A.S.U., C.A. I, 469/III, 3789 Orn. II C, con dis.).
 *Avendo eseguito modifiche senza la preventiva autorizzazione, il proprietario viene multato (ibid.).
1852*Appartiene a Menardinis Mattiuzzi (Competenze, II, f. 12v).
1883*Studio dell’avv. Alessandro Delfino (AVOGADRO, 138).
1938 Bottega di tabaccaio.
1848
1794, sett. 28 Giacomo q. G.B. Moretti vende per d 1957 a Giuseppe fu Mattia Brisighelli «una casa con fondi e corticella — posta in — contrada di S. Maria Madalena, serviva prima d’ora di loro abitazione, che confina a lev. — Andrea Bianconi, a mezz. parimenti, a pon. la contrada — ed a tram. — Bortolomio Menardinis» (A.S.U., N., Antonio del fu Andrea Paderni, 9977, XXVIII instr., 2049, f. 2785r — 2786r).
1801 Giuseppe Brisighelli, calzolaio (Nomenclatura, f. 69v).
1809*Proprietà del calzolaio Giuseppe Brisighelli (Registro delli aloggi, f. 51v).
1818, sett. 23*«G.B. e Giuseppe — figli del def. — Giuseppe Brisighello — cedono — alla sign. Teresa loro madre le due porzioni della casa paterna, con corticella e fondo annessi che compettono ad essi in qualità di — eredi —, testamento 26 nov. 1811 — atti del sig. Antonio Niccolettis, per il — prezzo di it. L 2480 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10452, 1737).
1847, mar. 24°°Vedasi n. 1847.
1852*Appartiene ai consorti Brisighelli (Competenze, II, f. 12v).
1883 Osteria “Ai tre re” (AVOGADRO, 151).
 *Gestione di Anselmo Mariutti (ibid.).
1938 Pasticceria Carli.
1849
  Questo numero comprende una piccola casa su via Vittorio Veneto, la vecchia casa Tinghi1 ed altra casa su via della Prefettura.
1392*«In — burgo interiori Aquilegie. — Nicolaus ser Tingi de Senis solvit in nativitate Domini post mortem d. Gnese q. Muyuli de Utino pro eius legato de livello unius domus cum suis pertinenciis site in dicto burgo iuxta presb. Leonardum dictum Zonder de Utino et iuxta Dominicum Traçat peliparium de Utino et iuxta dictum Nicolaum ser Tingi a parte posteriori et iuxta viam publicam denarios quadraginta» (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, 425, Libro rosso, II, f. 2v). Nello stesso ms si aggiunge: «Li heredi de ser Nicholò de Thingo che fo de Siena, paga per anno de livello al nadal sora una sua casa cun lo terren dredo, posta ali che li tene li soii cavalli, murada e de copi coverta, mituda in lo dito borgo de Agulea dentro, apresso la casa del dito ser Nicholò, apresso pre Lenart Zonder e apresso Domeni pilizar Strazat de Uden e apresso la via publica, denari XL compradi per dona Gnis Muiulin de Nichulus Lazara e de Indri so fiol, dela qual la fradagla à rason e accion, secondo che apar della compra e cession in doii publici instrumenti scriti per man de ser Ambros nodar fiol che fo de ser Albert de Chuchagna, uno comprado in millesimo iijcLXXXXij ind. XV adν vj de mayo de l’altro la cession in lo dito millesimo e indition adν XV de maiio» (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, 425, Libro rosso, I, f. 3r).
1537 «Actum Utini in burgo Aquilegiae interiori in camino terreno d. emptoris», Tussio Tinghi (A.S.U., N., Benvenuto Moretti, 5648, Istr. 1535-1538, f. 279v). Il Pordenone, «per farsi amici i signori Tinghi che contavansi allora fra le piϊ onorevoli famiglie, colori la facciata del loro palazzo con bassirilievi, statue e divinità» (di MANIAGO, Storia, 72).
1569, mar. 3*«— Le case de Nicolò et Latantio Tinghi et di Bernardo Lovaria sono poste sulla — strada del borgo di Aquileia di dentro, ove fu essequito l’assassinamento» di Nicolò Partistagno (A.S.U., Arch. Lovaria, 14, Processo per l’uccisione di Nicolò Partistagno, f. 141v).
1609, febbr. 7*«Stima fatta per me Fabricio Staynero, publico stimador et agrimensor — delli — beni — delli heredi del q. — Letantio Tingo —. Beni inUdine. Et prima la casa in Udine della habitatione di essi — heredi posta — nella contrada del Duomo —». Il portico della facciata è sostenuto da colonne di pietra, tre delle quali a base quadrata e una circolare. Nella parte posteriore la casa si prolunga verso la contrada di Zucco con altri corpi (A.S.U., Arch. della Porta, 21, 1609. Stima delli beni del q. sig. Latantio Tingo, f. 1r — 4v).
1727, febbr. 21*Sotto i portici Bianconi viene ucciso il conte Francesco di Nicolò d’Arcano (M.A. di MONTEGNACCO, Note storiche, B.C.U., ms. 638 Joppi, f. 15r — 15v).
1744 «Bianconi. La loro casa è posta entro il portone di Aquileia, già edificata dai Tinghi di Belmonte da Siena, vedesi l’arma dei Tinghi incisa sulla porta e su di una colonna del portico, — essa casa è contigua a quella dei Simeonibus, abitata — dai Deciani» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191).
1795, mar. 3 Il nob. Andrea Biancone vende al Comune la intiera casa domenicale nella contrada di S.a Maria Maddalena per d 12000 (A. della FORZA, Diario, 232).
1801 Locanda alla Croce di Malta2(Nomenclatura, f. 69v).
1808*«Questo fabbricato, serve ad uso di locanda, è affittato li 16 ag. 1804, ma conta il suo principio li primo giugno 1804, per un quinquennio che scaderà li 31 magg. 1809. Paga il locatario semestralmente L 555,175. Questa corrisponsione portò un aumento alla cassa comunale in confronto dell’affittanza antecedente 13 marzo 1799, in forza della quale non pagava che annuali L 951,722. La situazione della casa è nel centro della comune e fra le migliori. La qualità del locale, gli usi di cui è capace, aggiunti alla felice sua ubicazione potrebbero render facile l’alienazione ed un qualche aumento di prezzo sopra quello valutato —. La comune ha acquistato con instrom. 3 marzo 1795 del sig. Andrea Bianconi la casa suddetta —» (A.S.U., C.A. I, 1/Attività e passività 1808, Relazione sulle attività delle comuni... Case e fabbricati, n. 10).
1809*Appartiene alla municipalità. Vi abita il locandiere Antonio Fanzutti (Registro delli aloggi, f. 51v).
1809*Descrizione della casa da parte di Francesco Moretti: «La casa è segnata al c.n. 1849 —. Li locali della medessima consistono nel fabbricato verso la contrada di S. Madalena o sia del Duomo, sono tre granai ed un picciolo. In primo appartamento sotto li granai: quattro camere a latere della sala; sala da cui si sono estrati due camerini verso la contrada. In primo appartamento sopra il piano: sala; due camere a mezz.,ed altre due a tram. della sala stessa; due camere picciole seguenti verso tram. nelle contigue due fabrichette e sopra queste due soffitte. In piano: sottoportico d’ingresso; due mezzadi a mezz., ed altri due a tram. del medesimo; sottoportico; altro mezzado oscuro seguente a tram. verso la seguente fabbrica familiare ed un salvaroba oscuro pur a tram. verso la contrada; una piciola cantina sotteranea sotto il mezado verso il cortivo. Nel fabbricato interno a tram. del primo cortivo: tre camere in solaro; in piano: una stanza ad uso di cocina. Nel fabbricato verso la contrada de’ Filippini a lev. del secondo cortivo: soffitta ad uso di fenile; in piano: tutto questo piano ad uso di scuderia e piciola fabbrichetta ad uso di rimesse» (A.S.U., C.A. I, 1, Relazione di Francesco Moretti al podestà, f. 4r — 4v).
1812 Albergo alla Croce di Malta (Esercenti).
 *Gestione di Alberto Franzutti (ibid.).
1817, sett. 19*Il cursore municipale riferisce di aver presentato ad Antonio Fanzutti diffida a munirsi di licenza di polizia (A.S.U., C.A. I, 10).
1824, magg. 5 Antonio Fanzutti, fu locandiere alla Croce di Malta, intende riaprire locanda alla stessa insegna. Il commissario di polizia propone di non accordare questa insegna se non a chi aprirà un albergo decente, come lo era quello nella casa 1849, fu proprietà comunale (A.S.U., C.A. I, 102/XI).
1825, genn. 5*In seduta straordinaria la deputazione d’ornato, nonostante le riserve del commissario di polizia, sostiene che «il locale è più che decente» per conservare il privilegio dell’antica insegna (A.S.U., C.A. I, 102/XI). 1834, febbr. 27. Giuseppe Fabris domanda di poter innalzare una casa con sovrapposta terrazza (A.S.U., C.A. I, 219/I, 805 Orn. II C con dis.).
 *Il documento parla di un’intenzione «di far eseguire l’innalzamento dela fabbrichetta alla destra della — casa — formante parte della medesima, sita in contrada S. Maria Maddalena al c.n. 1849». Il progetto è approvato (ibid.).
1834, febbr. 17 Giuseppe Fabris presenta un’altra domanda per «alzare la fabbrica ora ad uso di fenile nella contrada dei Filippini, riducendola in una casa d’abitazione e parte all’uso presente, che tutto forma parte della — casa in contrada S. Maria Madalena al — n. 1849» (A.S.U., C.A. I, 254/X, 804 Orn. II C, con dis.).
1852*Insieme con la n. 1849 A appartiene a Giuseppe Fabris (Competenze, II, f. 12v).
1853, apr. 15*Maria Antivari Fabris desidera «di aprire una porta e due finestre nel muro alla dritta del portico d’ingresso della propria casa — n. 1849, onde dar ingresso e luce a due stanze che serviranno per uso bottega —». Il progetto è approvato. Non manca la raccomandazione di prammatica: «Gli stipiti e riquadri siano costruiti regolarmente in pietra viva» (A.S.U., C.A. II, 66, 2626 Orn. II C, con dis.)
1853, sett. 6*Richiesta di Giovanni Comoretto di Buia: «Avendo avuto il sottoscritto in affitto dalla sign. Maria Antivari Fabris una stanza per uso di bottega ed altre unite che formano parte della di lei casa — al c. n. 1849, e dovendo lo stesso servirsi di quelle stanze per uso di esercizio di offeliere, gli si vede indispensabile — la costruzione di un piccolo forno». La domanda, trasmessa anche al commissario agli incendi, è accolta favorevolmente (A.S.U., C.A. II, 66/1853, 6689 Orn. II C, con dis., firmato dal capomastro Valentino Dreussi).
1876*Studio degli avvocati Giuseppe Putelli e Alessandro Delfino; ambulatorio del veterinario Francesco Rizzani (COSMI-AVOGADRO, 85, 102).
1883*Vi è ancora segnalato lo studio dell’avvocato Putelli (AVOGADRO, 138).
1939 Negozio Bisutti.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 02 febbr. 1955 ai sensi della L. 1089/1939.
1974°°Disegno di ricostruzione delle pitture della facciata (COHEN, Pordenone’s …facade, 444-457).
   
NOTE1Per la famiglia Tinghi: BATTISTELLA, I Toscani, 255, 268; JOPPI, Udine prima del 1425, VIII; MONTICOLI, Cronaca, 32.
 21801, lugl. 23-24. Vi erano in Udine le seguenti locande: I categoria: Croce di Malta, Nave, Leon d’Oro; Il categoria: Cavallino, Leon bianco, Tre re, Due colombe, Regina di Moscovia, La stella, La speranza, La Campana (Arch. mun. 1801, luglio). Di questa notizia, riferita da della Porta, non si è trovata traccia. In ogni modo tali locali sono citati dalla Nomenclatura.
   
BIBLIOGRAFIA Gli affreschi del Pordenone; Annunciazione con scaldabagno; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 352-353; BRAGATO, Guida, 52; CAVALCASELLE, La pittura friulana, 69, 138, 229; CICONI, Udine, 465; COHEN, The Drawings; COHEN, Pordenone’s painted facade, 444-457; CORGNALI, Quistions di lenghe e di storie. La ciase Tinghi; L. DAMIANI, Il Pordenone, 11-12; ERMACORA, Guida, 105; FIOCCO, Il Pordenone, 89-90; A. della FORZA, Diario, 232; FURLAN, Proposte, 76-80; FURLAN, Riemerge il Pordenone, 3; FURLAN, Temi profani, 51-62; GIOSEFFI, Udine, 106; GOI-METZ, Amalteiana, 5-46; di MANIAGO, Guida, 62-63; di MANIAGO, Storia, 72-73, 198-199; MONTICOLI, Cronaca, 32; PERUSINI, Un affresco udinese, 36; della PORTA, Teppisti udinesi, 219-228; de RENALDIS, Della pittura friulana, 51-52, 60; RIZZI, Profilo... Il Quattrocento, 111; RIDOLFI, Le maraviglie, 118-119; ROTA, Cenni, 20-22; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 16; 5 (1938), 12; TENTORI, Architettura, 317; VALENTINIS, Udine antica, 8; VASARI, Le vite, IV, 380.
1850
1516, dic. 28.°Testamento del notaio Matteo Scala, che lascia erede la moglie Maria alla quale sostituisce la confraternita del Crocefisso (not. Francesco Fabris).
1528, lugl. 2.°Testamento del notaio Antonio Barbato q. Nicolò de Clericis di Forni. Lascia usufruttuaria la moglie Maria ed erede la confraternita del Crocifisso col patto che alla morte della moglie non possa affittare la sua casa se non ad un notaio di Udine (not. Serafino Bugato).
1556, ag. 27°Testamento di Maria Snaider q. Nicolò, vedova di Matteo Scala e di Antonio Barbato. Eredi i sigg. Roseo (not. Giacomo Moroldi).
1556, dic. 30*«— Egr. ser Ioannes Petrus Roseus civis Utini — ad annos quinque — locavit m. Antonio f. mag. Mathei textoris sartori Utini — unam portionem domus quæ alias habitata fuit per d. Mariam La Longa, partem sive inferiorem cum curia postposita, cum coquina desuper canipam, sitam Utini in contrata S. Mariæ Magdalenæ, a latere inferiori confinat cum domibus dd. de Tingo, a latere superiori cum domo quæ fuit ser Hieronymi Machassii modo dicti locatoris, a parte curiæ dicti locatoris —, debente ipso conductore solvere — singulis annis de semestre in semestrem ducatos sex in anno —» (A.S.U., N., Mario Albino, 5949, Istr. 1557, f. 1r).
1557, ag. 2.°La casa, già di Matteo Scala, fu concessa in enfiteusi a Francesco Maramano, notaio, per d 17 1/2 annui (not. Giovanni Domenico Bitunio)1.
1563, nov. 10. Ippolito Maramano cede la casa al not. Giovanni Pietro Roseo (A.S.U., N., Mario Albino, 9550, istr. 1563, f. 74v — 76r).
1581.°Gli eredi Roseo cedono la casa a Lodovico Citino2.
1587, ag. 25°Il canonico co. Giovanni Francesco di Prampero prende in affitto per d 50 annui una casa di Panfilo e G.B. Strassoldo «sitam in contrata S.M. Magdalene iuxta domum nob. Lactantii Tinghi et domum nunc habitatam per Lodovicum Chischitinum causidicum» (Arch. Prampero, Istr. liber I, 56-57).
1600, sett. 17°Giovanni Paolo q. Lodovico Citinio rinuncia alla casa e la confraternita la accorda al dott. Francesco Sforza3.
1620, nov. 26.°La nob. Marietta vedova del q. dott. Cristoforo Rossi cede ai frati di S. Filippo Neri la casa che il sig. Cristoforo Rossi aveva ricevuta con contratto verbale dal rev. Sporeno4.
1639, giu. 11*«In contrada di S. Maria Madalena, nel studio dell’ecc.mo Rossi —» (A.S.U., N., Giacinto Causilico, 7266, Lib. instr. XI, f. 38r).
1640, nov. 3*«Nella contrada di S. Maria Madalena in casa del nob. et ecc.mo sig. Cristofforo Rossi, nella salla di sopra» (A.S.U., N., Giacinto Causilico, 7266, Lib. instr. XII, f. 37r — 37v).
1643°Stima della casa che gli eredi del q. Gasparo Strassoldo vendono ai coo. Caiselli5 in via S. Maria Maddalena confina a lev. sigg. Bianconi, mezz. con fraterna Ss.mo Sacramento, sol a monte strada pubblica, ai monti sigg. Bianconi. Facciata lunga ps 6 pd 1 (m 10,55) (B.C.U., Case Caiselli).
1655, ag. 4 I coo. Caiselli vendono al sig. Tomaso Rossi la casa Strassoldo in borgo S. Maria Maddalena «possessa per detto — Rossi, compreso anche il speso fatto in accomodar detta casa, qual confina a lev. — case possesse dalli — religiosi dell’ordine di S. Filippo Nerio, sol a monte il corso del borgo et alle monti il nob. — Gioseffo Biancone —» (Arch. Caiselli, Istrumenti acquisti e vendite beni immobili, Udine e pertinenze, not. Gaspare Agricola, copia del not. Cancianino).
1655, ag. 4 «— Il — co. Bernardino Caisello a nome di — coo. Lonardo et Pietro suoi padre et zio respetive, — cede — al sig. Tomaso — tutte le raggioni et accioni — che detti — coo. Caiselli hanno — sopra la casa Strasolda posta in borgo di S. Maria Maddalena, possessa per detto — Rossi, compreso anco il speso fatto in accomodar detta casa, qual confina a lev. — case possesse dalli — religiosi dell’ordine di S. Filippo Nerio, sol a monte il corso del borgo et alle monti il nob. — Gioseffo Bianconi. Et questo ha fatto detto — conte — perché — il — detto Tomaso sopra detta casa, in virtϊ — di cessione fattali dal nob. — Giovanni Francesco Prampero, ha — assunto — l’obbligo di pagar ogn’anno al pio hospital grande formento st 4 — sopra la medesima casa —; di — esborsar alli — Caiselli — d 950 —» (A.S.U., Arch. Caiselli, 716, Udine. Istrumenti S. Maria Maddalena (contrada), not. Gaspare Agricola, copia di Giuseppe Brunelleschi).
1655, ag. 5 Il nob. Tomaso Rossi fu Cristoforo vende al sig. Nicolò Simeonibus la casa nella contrada di S. Maria Maddalena, posta fra le case Bianconi e quelle della congregazione di S. Filippo Neri, casa che l’anno 1628 ott. 14 in atti di Pietro Fistulario era stata data a godere al nob. sig. Cristoforo dai nob. sigg. di Prampero (A.S.U., N., Andrea Brunalleschi, 7549, Istr. 1655-1657, f. 380v).
1709*«Fatto in Udine, in casa dell’infrascritto — co. Benedetto de Simionibus, in contrada di S. Maria Maddalena» (A.S.U., N., Nicolò Aloi, 8109, VII instr., f. 28v).
1744 La casa è dei coo. Simeonibus, abitata dai Deciani (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191).
  Alla estinzione dei Simeonibus la casa passò in eredità ai Deciani, che la cedettero ai Daneluzzi, ricevendo in cambio il palazzo Daneluzzi in borgo Aquileia (n. 25).
1753*Dal catasto dell’ospedale tra le proprietà del borgo di Aquileia risulta «un orto tenuto ad affitto perpetuo dalli sigg. Deciani, eredi q. nob. — Nicolò Simeonibus per l’annuo censo di formento st 4, qual è di ragione de l’esposti —» (A.S.U., A.A.O., Cattastico... 1753, f. 225v).
1779, ag. 20 «— Il nob. Deciani q. Giovanni Francesco Deciani — vende — al — co. Alessandro q. — co. Antonio Daneluzzi — casa — che confina a lev. nob. — Andrea Biancone e parte — preti dell’Oratorio, mezz. chiesa sive oratorio de’ medesimi —, pon. strada — ed alle monti nob. Andrea Bianconi — e questo per — il prezzo — di d 4000 —» (A.S.U., N., Antonio Cavassi, 9878, IV instr., 240, f. 355r — 356r).
1801 Co. Alessandro Daneluzzi (Nomenclatura, f. 69v).
1809*L’edificio appartiene a Marco Daneluzzi (Registro delli aloggi, f. 51v).
1812, magg. 31*In seguito ad atto oppignorativo del 26 febbr., asta di «una stanza terranea ad uso di bottega da fabbro, con ingresso verso il sottoportico della strada, dal corpo della casa al n. 1850 in contrada di S. Maria Maddalena». Debitore è Marco Daneluzzi per L 243,50 (A.S.U., C.N., 81/Processo verb. d’asta con effetto, n. 12).
1812, giu. 5 Giuseppe q. Angelo Padovani vende a Francesco e Nicolò Braida la casa «e case interne — situate — nella contrada — S. Maria Maddalena segnata con il n. — 1850. Confina verso lev. casa e fondi ad uso di locanda detta Croce di Malta di ragione della comune di Udine e parte con il locale e chiesa fu de’ soppressi pp. Filippini, a mezz. il predetto locale e chiesa —, a pon. strada — ed a tram. la sudetta locanda — fu Bianchi; — la qual casa e fondi pervenν nel — venditore in vigor di suo aquisto — al pubblico incanto nella giornata — 4 giugno corr. per le note del sig. Luigi Bertoldi not. —. La vendita viene — fatta per la somma — di it. — L 11000 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10297, 274).
1842, genn. 26 «— Francesco e Nicolò fratelli q. G.B. Braida — vendono — al rev. p. Carlo Filaferro una casa con aderente cortile, situata in questa r. città — inscritta al c.n. 1850, che confina a lev. parte — Giuseppe Fabris e locali un tempo dei rr. pp. Filippini, mezz. chiesa ed oratorio dei — Filippini, pon. strada —, tram. — Giuseppe Fabris, accettando esso rev. p. Carlo — quell’immobile all’oggetto di farlo servire per abitazione ed uso dei — Filippini subitoché ne verrà legalmente approvato l’istituto —. La — vendita viene stipulata — per lo prezzo di austr. L 28000 —» (A.S.U., N., Andrea Bassi, 10638, 262).
1852*Appartiene al sac. Carlo Filaferro (Competenze, II, f. 12v).
1867 Soppressi nuovamente i Filippini, casa e la chiesa vengono cedute al comune dal demanio (Parti prese... 1880, 29, 35).
1876*Botteghe del lattonaio Olimpio Ceschiutti6 e del verniciatore di carrozze Angelo Scher7 (COSMI-AVOGADRO, 108, 158).
   
NOTE1Ne esiste citazione imprecisa nell’atto del 10 nov. 1563 del notaio Mario Albino.
 2Senza citazione di fonte nel ms. della Porta.
 3Senza citazione di fonte nel ms. della Porta.
 4Senza citazione di fonte nel ms. della Porta. Per Cristoforo de Rossi: LIRUTI, Notizie delle vite, IV, 173.
 5Un’annotazione anonima e priva di data, esistente nell’Archivio Caiselli informa: «Il sig. Gaspere Strasoldo già haveva et possedeva nella città d’Udine una casa posta nella contrada di S. Maria Madalena et egli la diede et concesse a godere all’ecc.mo sig. M. Antonio Pranpero ricevendo dal medesimo sopra detta casa d 1150 doppo di detto sig. Pranpero li suoi heredi diedero nell’istesso modo detta casa all’ecc.mo sig. Cristofolo Rossi et egli esborsò alli — heredi Pranperi il denaro che — M. Antonio loro autore haveva datto a godere cioè d 1150. Doppo la morte di detto — Strasoldo, il quale haveva ritenuto in sé un carico di st 4 di formento che si pagavano ogn’anno sopra detta casa al p. hospitale di questa città et un altro di soldi undeci p 8 che si pagavano pur ogn’anno alla camera fiscale, diedero et renunciarono l’anno 1642 al — co. Lonardo Caisello quelle ragioni che li erano avanzate et restate sopra detta casa per prezo di d 950 oltre li sudetti doi incarichi. L’anno 1646 il — co. Lonardo francò il sudetto incarico di s 11 p 8 dovuto alla — camera come ne francò nell’istesso tempo diversi altri dovuti sopra altri beni alla medesima» (A.S.U., Arch. Caiselli, 71/6, Udine. Istrumenti, S. Maria Maddalena).
 6Per Olimpio Ceschiutti: PICCO, Ricordi, 106.
 7Per Angelo Scher: PICCO, Ricordi, 123.
Chiesa di S. Maria Maddalena
  All’angolo della via Prefettura sorgeva una chiesa dedicata a S. Maria Maddalena, unita all’ospedale degli Esposti, che aveva sede in casette poste tra la chiesa e il n. 1850. Di ciò si ha notizia sino dal 1309. Si trova che questa chiesa ed ospedale nel 1329 erano soggetti alla giurisdizione del comune, che ne amministrava i beni. Nel 1331 è detta S. Maria dell’ospedale della plebe di Udine ed anche S. Maria del comune di Udine nel 1340. Il comune governò l’ospitale sino al 1452, anno nel quale l’amministrazione passò al Collegio dei notari, che la tennero sino al 1584, quando, non potendo sopportarne le spese, la ricedettero alla città che l’affidò all’ospitale di S. Maria dei Battuti. Dopo il 1584, la chiesa fu abbandonata e serviva ai giochi dei fanciulli. Nel 1643 i confratelli laici della Congregazione dell’Oratorio di S. Filippo Neri, che avevano sede nella chiesa del Crocefisso, comperarono dall’ospedale chiesa e casette annesse con contratto 22 agosto 1643 atti nel not. *** ed andarono ad abitarle in comune. La confraternita laica fu eretta in Congregazione dell’Oratorio di S. Filippo Neri con ducali 7 giugno 1650. Con contratto i giugno 1662 il conte Giuseppe de Pace, preposito della Congregazione, comperò dai coo. Camillo, Ermes e Curzio di Colloredo la loro casa (n. 1820) e vi stabili la sede dei padri. Nell’aprile del 1701 si atterrarono le casette su via Vittorio Veneto. Il 7 maggio fu posta la prima pietra dell’oratorio dell’Assunzione, dove la prima messa fu celebrata il 15 agosto 1702. La vecchia chiesa di S. Maria Maddalena fu riformata e ne fu posta la prima pietra il 24 aprile 1709, sopprimendo il portico che prima esisteva su la via. Il convento fu soppresso nel 1810. Piϊ tardi i pp. Filippini per concessione sovrana avevano potuto ritornare in Udine, senza però riavere i loro beni, e comperarono per loro abitazione la casa Daneluzzi (n. 1850). Nel 1856 fu costruita la nuova facciata della chiesa con elargizioni private, specialmente della co. Lucia Beretta Puppì. Soppressi di nuovo i Filippini nel 1866, tutti i loro locali furono dallo stato donati al comune. La chiesa divenne palestra di ginnastica, l’oratorio dell’Assunzione scuola di scherma, la casa (1850) scuola di musica, sede della Società dei Reduci e del comitato della Croce Rossa. Tutto ciò fu abbattuto nel 1921 per costruire il nuovo palazzo della Posta.
1606-1607*Copia di polizza per spese di fabbrica nella chiesa di S. Maria Maddalena: «Per tanti spesi sotto la cameraria di mess. Francesco Togna dell’anno 1606 et 1607. 1607, adν 15 genaro: per tanti spesi in far alcuni telari ed accomodar nella giesia di S. Maria Maddalena, dati a m. Cozut marangon L 10» (A.S.U., Coll. N.U., 16, XII/2, Processo contro... preti dell’Oratorio, f. 31v).
1613, giu. 22*Copia di polizza prodotta in processo: «Contadi a mess. Zuane Vangelusso, marangone, per sua mercede di aver menato per mano il coperto della chiesa di S. Maria Madalena, la cuala sacrestia parte dela casa che abita il Cison, et accomodato il campanil, mutado un filaro et tolle del tutto, fu stimado per il sig. Fabricio Stainero e mess. Zuan Battista Piruzzo in L 54» (A.S.U., Coll. N.U., 16, XII/2, f. 33r).
1643, ag. 23*«— Ottavio Del Merlo priore, — G.B. Capodagli cameraro, Fabio Forza, — Giacomo Antonini, Camillo Gorgo e G.B. Daneluzzi, proveditori — in nome del p. hospital maggiore di questa città —, hanno concesso a — Giovanni Francesco Romanetti superiori —, Carlo Soardo e Sebastian Gorgo, coadiutori della congregatione dell’oratorio di S. Filippo Neri —, a libero uso la chiesa di S. Maria Maddalena nella contrada del duomo di questa città, propria di detto hospitale, et di piϊ a ragion di semplice affitto per anni tre continoi le case annesse alla medesima chiesa col cortivo et horto parimente di ragione di esso p. loco, da principiarsi nel giorno che alli conduttori saranno consegnate le chiavi delle medesime case —, perché all’incontro i sudetti conduttori promisero — ogni anno durante la presente locatione corrisponder d’affitto — al sudetto — hospitale ducati disdotto —, con conditione che, finito il — trienio, non possano esser escomeati, se non con espressa parte del conseglio segretto —» (A.S.U., Ospedale S. Maria dei Battuti, 4, Liber instrumentorum pii hospitalis maioris Utini a die 25 ian. 1643 usque 9 aug. 1653, f. 9r — 10r).
1716, lugl. 18*Nel processo contro i preti dell’Oratorio, il collegio dei notai sostiene «non esser vero che la fabrica dell’oratorio sia statta eretta in sito annesso e contiguo alla chiesa vechia demolita; come spiega l’interpellatione, ben esser vero che l’oratorio fu eretto e benedetto prima della demolitione della chiesa vecchia, come consta dalle carte prodotte al tempo delle risposte già date» (A.S.U., Coll. N.U., 16, XII/2, f. 63r).
1737, magg. 15*Accordi col pittore Pietro Burri per la commissione della pala d’altare dedicata a S. Giovanni Evangelista (A.S.U., Coll. N.U., 16, 12/7, f. 36r — 37r, con uno schizzo).
1856, genn. 7*Il sac. Pietro Benedetti, rettore della chiesa di S. Maria Maddalena, «ottenuto avendo da persona benefatrice l’importo pressoché occorrente per formare una modica decorazione alla facciata della — chiesa di S. Maria Maddalena —, un tempo dell’ex convento dei rr. pp. Filippini, e tramando l’intrapprendere tale lavoro —, si fa pregio di rassegnare a questa congregazione municipale il disegno tanto in prospetto che in pianta». Il progetto è firmato da Giuseppe Zandigiacomo. Per la deputazione d’ornato A. Scala rileva: «La scrivente sarebbe del parere di ommettere tutte la pattere e fori circolari, perché non molto in carattere con lo stile della chiesa, e stimerebbe più ragionevole il portare la trabeazione intermedia del prospetto in relazione col coperto delle navate laterali della chiesa anziché attenerla alla ricorrenza del vicino oratorio» (A.S.U., C.A. II, 66/1856, 154 Orn. II C, con dis.).
1868, sett. 15*Luigi Pletti1 compila e trasmettere l’elenco dei quadri esistenti nella chiesa di S. Maria Maddalena e ne indica la destinazione: 1) biblioteca del palazzo Bartolini; 2) cimitero di S. Vito. Presso quest’ultimo potrà trovare spazio un grande armadio ornato con due statue antropomorfe, sei angeli e due vasi (A.S.U., C.A. I, 879/XV).
   
NOTE1Per Luigi Pletti: BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 113, 349, 396; BERGAMINI-TAVANO, Storia, 530; DONAZZOLO CRISTANTE, Contributo a Luigi Pletti, 213-228; PICCO, Ricordi, 44.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 101r — 102v; RAIMONDI, Gioia preziosa, f. 63v — 64r.
   
BIBLIOGRAFIA BALDISSERA, Chiesa cattolica, 89, 93, 95; BERGAMIN-SERENI, Tra case e palazzi, 354-356; BIASUTTI, Padre Luigi Scrosoppi, 31, 37, 49, 67, 69, 79, 149, 163, 179, 184, 191, 193, 196-197, 199, 210, 212, 292, 480; BRAIDOTTI, L’ospitale dei lebbrosi 18-19; P.P. CARACCI, Antichi ospedali, 84; CAVALCASELLE, La pittura friulana, 140, 142, 243, 244, 261, 262, 296; CICONI, Udine, 462; CODARIN, Per una storia dell’assistenza agli esposti a Udine, 59-72; DAMIANI, Arte... Il liberty, 107-111; DE PIERO, Antiche parrocchie, 46-47; ERMACORA, Guida, 105; Esercizio per la buona morte, che si pratica nella chiesa di S. Maria Maddalena in Udine; GIOSEFFI, Udine, 27; LICCARO, Funebre elogio del p. Carlo Filaferro; MANTICA, L’ospizio provinciale degli esposti e delle partorienti di Udine; MANTICA, Udine benefica e previdente, 405; Manuale pei devoti che frequentano la chiesa di S. Maria Maddalena (succursale) in Udine; MIANI, Pittura e scultura, 117-188; MISANI, Istituti scolastici, 249, 270; Parti prese... 1880, 29, 147-148, 159, 166, 197; Parti prese... 1913, 26, 69, 75, 230, 233, 246, 363; Pia associazione in onore del Cuore immacolato; PENNATO, Sull’assistenza degli esposti; RENALDIS, Della pittura, 86, 93, 95; de RUBEIS, Catalogo, II (1937), 8, III (1937) 9; V (1938) 8; P. SOMEDA de MARCO, Notariato, 92; SPEZZOTTI, Gli Esposti; TENTORI, Architettura, 61-62; TENTORI, Udine, 292-293.
   
ICONOGRAFIA GAZOLDI-COSTANTINO-RUFFONI, Udine metropoli, n. 33; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 50; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 40; MURERO, Udine metropoli, n. 33; SPINELLI DALLA VIA, Novissima pianta, n. 37.
1851
 *Fin dal secolo XV, come si deduce dai fondamenti riportati nei registri dei livelli, la casa appare gravata da un livello a favore della fraterna dei Calzolai.
1443 «Donation di d. Helena relitta q. ser Pietro della Donna» alla confraternita, in atti di Giacomo q. Querino, «la qual casa a d. Helena fu donata per — Piero suo marito», atti Nicolusso q. Michele Scarparo de Speronariis (A.S.U., C.R.S.., Arch. Confraternita dei Calzolai, Rot. 458, f. 70r).
1594 «Heredi de m. Iosepho fornaro in logo del q. m. Simon Thodesco pagano — sopra la casa della sua habitation sul canton per mezzo la giesia de S. Maria Maddalena una marca di soldi. Sopra una casa posta in borgo d’Aquileia dentro, appresso la casa di ser Antonio Lombardo dalla parte di sopra e davanti» (ibid.).
1667, giu. 30*«— Federico Buiato e Pietro Della Ricca, consiglieri del — collegio de’ — nodari di questa città — a livello infrancabile e perpetuo renonciano al — rev. — Valentinis Zamparo — la casa di muro, coperta di coppi con pocca corticella, posta — nel borgo d’Aquileia di dentro, della capella iuspatronato di detto — collegio, qual confina a sol levado con case di ragione de sigg. Steffano et fratelli Sacchi, a mezo dν parte con li detti et parte con li eredi Luisini, a sol a monte col borgo et alle monti carte con case del — capitolo della catedrale di questa città et parte sig. Niccolò Leporeo —. Mons. Zamparo — promette — annualmente pagare — alli — capellani che per tempo saranno di detto — colleggio ducati diecidotto —» (A.S.U., Coll. N.U., 16, 12/7, f. 22r — 23r, not. Marc’Antonio Tarondi de Pictorei, copia di Francesco Tracanelli).
1712, apr. 7*«Si fa chiaro con la presente locatione qual habbi forza come se fatta fusse di publico notaro, come io Camillo Arcoloniani — affitto — al sig. Francesco Stefanutti et Anzola sua consorte, hora abitanti in Udine, una mia casa posta — nella contrada di S. Maria Madalena sul canton d’essa cale, tenuta di presente dal sig. Pietro Antonio Corso —, et ciò per anni tre —» (A.S.U., Coll. N.U., 16, XII/4, copia prodotta per il processo Collegio dei Notai-Filippini, f. 40r — 41r).
1714, lugl. 6*«Con la presente privata scrittura di locatione —, si dichiara come le sign. Orsola et Livia figliole del q. Giovanni Domenico Zamparo —, come eredi testamentarie del — rev. Valentino Zamparo, loro zio ex parte patris, — locano — al nob. et rev. — G.B. Sporeno — una casa di loro raggione legatali per d 200 dal predetto q. rev. — Valentino, come appar instrumento dal dν 13 giugno 1667, fatto col magn. collegio delli — nodari di questa città —, obbligando esse — sorelle tenir in acconcio a sue — spese la casa —, situata nel borgo d’Aquileia entro il portone, al presente abitata dal medesimo reverendo —» (A.S.U., Coll. N.U., 16, XII/4, f. 41r — 43r, not. Girolamo Pavona, copia di Giovanni Antonio Corso).
1716 La casa d’angolo era degli Arcoloniani, seguivano le case Del Garbo, Leporio, Pace (A.S.U., Coll. N.U., 16, XII/4 e XII/7).
1743, ag. 1*«Col presente contratto di locazione — la sign. Orsola, figliola del q. — Domenico Zamparo, facendo a nome delle sign. Lucia e Catterina di lei sorelle, eredi del q. rev. — Valentino Zamparo —, locano — alla sign. Adriana Corsi la loro casa situata in borgo di S. Maria Maddalena, confina a lev. con casa del rev. Maschili fu Leporia, a mezo dν ca’ Frangipani, a pon. strada pubblica et alli monti il — capitolo di questa città et ciò per anni tre — et — per l’affitto — di d 30 — d’esser corrisposti nel seguente modo —: d 18 al — rev. — Gabriele Fabrizio capellano attuale delli — nodali del collegio di questa città, d 12 alla sign. Orsola —; ma perché la — casa ha bisogno di — restauro, contenta detta — signora — che a sconto della parte dell’affitto — possa — detta — conduttrice far fare li miglioramenti necessari nella medesima casa —» (A.S.U., Coll. N.U., 16, XII/7, f. 38r).
1801 Co. Carlo Arcoloniani (Nomenclatura, f. 69v).
 *Affittuale l’oste Antonio Bravo (ibid.).
1809*L’edificio appartiene ad Antonio Arcoloniani. Vi abita l’oste Tommaso Ondervolt (Registro delli aloggi, f. 51v).
1812 Osteria “Alla cortesia” (Esercenti).
 *Gestione di Giovanni Circo (ibid.).
1817, sett. 19*Il cursore municipale riferisce di aver recapitato in questa casa a Domenico Boffini diffida a munirsi di licenza di polizia (A.S.U., C.A. I, 10).
1827, magg. 21 È di Lucia Arcoloniani Codroipo (A.S.U., C.A. I, 135/XV, 2033 Orn. II C).
 *La proprietaria chiede ed ottiene il permesso di «costruire sotto il stilicidio della casa di sua ragione — in — calle delli Filippini, un trombino al piano della strada di lume alla sotteranea cantina» (ibid.).
1842, ago. 24°°Vedasi n. 1852.
1849, febbr. 2*Nell’elenco dei pistrinai, venditori di pane e faria, compilato dal capo del secondo quartiere, è segnalato a questo numero G.B. Plasenzotti (A.S.U., C.A. I, 465, 142).
1852*Appartiene a Francesco Codroipo (Competenze, II, f. 12v).
1833 Osteria “Alla bell’aria” (AVOGADRO, 152)1.
 *Gestione di Giovanni Venier (ibid.).
Inizio del secolo XX Tipografia di Domenico Del Bianco2.
1966, nov. 15*Vincolato dal M.P.I. il prospetto su Via Vittorio Veneto.
   
 1I Prospetti di confronto, p. 58, indicano tuttavia che il n. 42 di via della Posta, cui allude l’Avogadro, corrispondono al numero nero 1852.
 2Per Domenico Del Bianco: COMELLI, L’arte della stampa, 220; Domenico Del Bianco. Memorie; SPESSOT, Vecchie riviste friulane, 59-60.
   
BIBLIOGRAFIA DEL BIANCO, Caterina Pico, 20; COMELLI, L’arte della stampa, 250, 262, 269, 270; Domenico Del Bianco, 16; Il piccone mette alla luce l’antico vallo.
1852
1762. genn. 28 Antonio Pilosio q. Valentino vende al nob. et ecc. Giovanni Fortunato Bianchini casa nella contrada di S. Maria Maddalena, confinante lev. e mezzogiorno casa della Commissaria Masolini fu Leporea, pon. contrada, tram. casa Arcoloniani e parte calisella dei pp. di S. Filippo.
  Questa casa era stata dei sigg. Carlo dei Pisenti, eredi Carbo, che nel 1752 apr. 4 la vendettero a Francesco Trento canonico1, il qual la cedette a Pilosio con atto privato 1761, maggio 30 (B.C.U., Arch. Pilosio, XI, f. 90).
1782, giu. 27*«— Il — co. Niccolò q. — co. G.B. Romano —, procuratore instituito dal nob. — Ottaviano q. — Michiele Niccoletto — di Cividale —, ha — venduto — alla — co. Zanetta, moglie rel. del q. — co. Alessandro Monaco —, la casa posta — nella contrada di S. Maria Madalena con adiacenti fabbriche e due corticelle, confinante unitamente a lev. e mezz. con case del co. Carlo M. de Pace, a pon. la — contrada ed ai monti parte strada che tende alla casa di questa congregazione dell’oratorio e parte casa del — co. Carlo Arcoloniani —; la qual casa con sue adiacenze fu acquistata dal — q. — mons. Niccolò Niccoletti dalle mani dell’ora q. Giovanni Fortunato Bianchini con instr. 16 nov. 1776 in note di me not. —. E questa — alienazione ha fatta — per il prezzo di d 3000 —» (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9791, XVIII instrom., 2404, f. 3351v — 3353r).
1801 Co. Guglielmo Monaco (Nomenclatura, f. 69v).
1804, febbr. 17 Don Nicolò, Marco e Nicolò Cancianini acquistano dal co. Guglielmo Monaco per d 4500 la casa «con cortivi — pervenuta nel medesimo in vigor del testamento — della — co. Giovanna madre —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, XLVII istr., 3516, f. 4601v — 4602v).
1809*Proprietà di Marco e Francesco Cancianini (Registro delli aloggi, f. 51v).
1836, mar. 17°°Vedasi n. 1853.
1842, ag. 24 È di B. Cancianini (A.S.U., C.A. I, 342/1842/IV, 5449 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da «il Capo Mastro F.co Nardini».
 *Il proprietario chiede di modificare il portone, il cui progetto viene giudicato «tollerabile» dalla deputazione d’ornato (ibid.).
1852*Appartiene a Bernardo Canciani (Competenze, II, f. 12v).
1857, ott.*Relazione dell’ingegnere municipale G.B. Locatelli alla congregazione municipale, sulla casa n. 1852 di proprietà del minore Marco del dott. Bernardo Cancianini: «la casa — è di vecchia costruzione, male distribuita internamente, di struttura in parte grossolana. È però conservata in buon stato di manutenzione» (A.S.U., C.A. II, 76, 390).
1883 Caffè “Alla posta” (AVOGADRO, 139).
  * Gestione di Giuseppe Pascolini (ibid.).
   
NOTE1Per Francesco Trento: A. della FORZA, Diario, 176; di MANZANO, Cenni biografici, 210.
   
BIBLIOGRAFIA A. della FORZA, Diario, 169; VATRI, I caffè di Udine, 21.
1853
1801 Co. Carlo della Pace. «Abita il figlio co. Giuseppe» (Nomenclatura, f. 69v).
1809*Proprietà di Giuseppe della Pace (Registro delli aloggi, f. 51v).
1809, nov. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 24 ag. a pregiudizio di Rodolfo Olivo, asta della casa n. 1853 (A.S.U., C.N., 80, Asta).
1811, dic. 21*«Aquisto fatto dal sig. Domenico q. Giuseppe Scrosoppi dal q. Giuseppe q. Carlo della Pace di Udine, d’una casa posta in questa comune al n. 1853 per il prezzo di L 10361,8» (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10075, Rep. I, 258, f. 18r).
1812, nov. 30*Domenico Scrosoppi chiede ed ottiene «il permesso di cavare due antili di portone e porta di bottega e ribatto anesso nella casa — al c.n. 1853» di sua abitazione (A.S.U., C.N., 180/XIX).
1836, mar. 17 È di Luigi fu G.B. Arrigoni, che riduce ad abitazione una stalla su via della Prefettura (A.S.U., C.A. I, 254/X, 1470 Orn. II C, con diss.).
 °°Il disegno è firmato «Io Salvador Giuseppe Muratore».
1852*Proprietà di Francesco Arrigoni. Il n. 1853 A appartiene agli eredi di Luigi Arrigoni (Competenze, II, f. 12v).
1876*Rivendita di liquori e commestibili diversi di Antonio Piva (COSMI-AVOGADRO, 99) che è segnalata ancora sotto lo stesso proprietario nel 1883 (AVOGADRO, 147).
   
BIBLIOGRAFIA BIASUTTI, Padre Luigi, 32-33.
1854
1801 Capitolo del duomo (Nomenclatura, f. 69v).
 *Affittuale Giuseppe Colimbrain (ibid.).
1809*Proprietà del capitolo metropolitano. Inquilina l’industriante Marianna Colimprain (Registro delli aloggi, f. 51v).
1835, apr. 23*Domicilio di Bernardina del fu Giuseppe Cignola (B.C.U., ms. 2254).
1852*Appartiene al capitolo del duomo di Udine (Competenze, II, f. 12v).
1853, genn. 21*Il canonico G.B. Pisolini, a nome del capitolo del duomo, chiede «di riformare la finestra nella bottega della casa segnata col c.n. 1854». Il progetto è giudicato «tollerabile» (A.S.U., C.A. II, 66, 515 Orn. II C, con dis.).
1876*Rivendita di liquori e commestibili diversi di Domenica Cantoni (COSMI-AVOGADRO, 99), segnalata anche nel 1883 (AVOGADRO, 147).
1855
1502, magg. 30 «— Actum — in contrata S. Marię Magdalenę in calle Furnatoribus —. D. Francischina de Luisinis, relicta q. nob. ser Ricardi de Sbruglio —, locavit — presbitero Bartholomeo de Dona Honesta, mansionario ecclesię S. Marię Maioris de Utino —, unam domum soleratam et cuppis coopertam —, sitam a sinistra manu iuxta Portam burgi Aquileię interioris, iuxta domum cappellani ecclesiæ S. Marię Magdalenę et iuxta viam publicam a parte anteriori —» (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5448, Istr. 1502-1506, f. 20r, sub anno).
1635°Orazio Sacchia, ritiratosi in Udine dopo aver militato, compera una casa in Udine in contrada di S. Maria Maddalena di ragione del sig. Vincenzo Longis confinante con i nob. Pace e da drio con la roia, con corte, orto che dal sig. Vincenzo Longis era stata acquistata dagli eredi Luisini (not. Ottaviano Contrino).
1745°È di Orsola Zamparo, erede del marito Zuane Dolce (not. Francesco Tracanelli).
1801 Giovanni Olivo (Nomenclatura, f. 69v).
1809*Appartiene al linaiolo Giovanni Olivo (Registro delli aloggi, f. 51v).
1852*Proprietà di Giuseppe Zen (Competenze, II, f. 12v).
1861°È di Maria ved. Plaino. Viene alzata a tre piani (A.M., Ornato 1857-1864).
1883*Libraio Carlo Marigo (AVOGADRO, 147).
1934, genn. Fu levata la colonna di mezzo in muratura.
1856
1569, giu. 1*«— Iacet Utini in contrata nobilium de Zucco quędam particula terræ, nunc vacuæ vetustis muraleis tantum circumdata, quæ olim fuit stabulum — fratrum de Susannis et hos habet confines: ab una parte est stabulum nobilium de Tingis, ab alia via publica, a tertia hortus ecclesiarum Divæ Mariæ Magdalenæ et a quarta hortus — d. Hieronymi de Luisinis; quæ quidem particula terræ iam annis quatuor in circa — fuit ipsi d. Hieronymo cessa — per rev. d. Odoricum canonicum Aquileiensem et nobilem d. Baptistam fratres filios q. — Francisci de Susanis, cum onere solvendi annuatim exactori introytivo S. Mariæ Magdalenæ libras octo soldorum —; igitur hinc est ut — ad cautelam per instrumentum publicum evidenter appareat, — personaliter constituti — pręfati — Odoricus et Ioannes Baptista de Susannis — suo et — Fabii — fratris nomine —, renuntiaverunt — d. Hieronymo de Luisinis — antedictam particulam terræ — cum muraleis —» (A.S.U., N., Giovanni Maria Uccelli, Prot. 1569-1575, 6076, f. 20r — 21v).
1604, mar. 7 I nob. Luisini1 godevano la torre interna di borgo Aquileia contigua alle loro case: «Intellecta — fuit scriptura exhibita per excellentem d. Ricardum Luisinum2 doctorem et nob. ser Bartholomeum eius fratris filium tenoris infradescripti et cunctis suffragiis, uno excepto, terminatum: ut eodem iure, quo ipsi hactenus et illorum maiores prius tenuerunt turrim, sive portonum interius burgi Aquileię, contiguum et adnexum domibus illorum habitationis, eisdem concedatur infima ea dictę turris mansio, hoc est a solo prima, quę libera fuerit a scalarum et rebatti positione et pariete asseritis divisa et seiuncta ab illo loco per quem dabitur ascensus ad horologium et mansiones superiores, cetera vero turris pars universa permaneat ad usum et commoditatem predicti horologii. Ea conditione audita, ut ipsi Luisini et eorum successores, in recognitionem, superioritatis magnificę comunitatis nostrę, teneantur continuare solutionem annui census eidem communitati perdicum paris unius» (Annales, LXVII, f. 76v).
1607, mar. 10 I Luisini ricordando la recente «misera» caduta della torre di S. Pietro martire «ne l’androna che mena in Mercà vecchio» fracassando una casa con la morte di una donna maritata gestante, chiedono sia restaurata la torre di borgo Aquileia che pende sulla loro casa e minaccia rovina tanto piϊ dopo che «fu alzata — assai piϊ di quello che era prima per cagion del’horologio che dapoi fu messo, senza arpare essa torre altramente —» (Annales, LXVIII, f. 12v).
1668, ag. 29*«Fatto in Udene, nella contrada di S. Maria Madalena in casa dell’infrascritto — co. Pace». Si tratta del co. Carlo (A.S.U., N., Giulio Bonecco, 7861, I instr., f. 34v).
1745, sett. 21 «Per forma del testamento della — nob. — Elena Frangipani3 del — 10 nov. 1725 nelle note del q. — G.B. Magrino, notaio in Tarcento, è pervenuta nelli — altari della B. Vergine detta di Reggio e di S. Michele Arcangelo — la proprietà della casa — Luisina, posta nella contrada — di S. Maria Maddalena, anticamente borgo d’Aquileia interiore, coerente alla torre pubblica sopra il ponte che sbocca nel borgo d’Aquileia esteriore —, della quale — è semplice enfiteuta la nob. — Cassandra, relitta del q. nob. — Ortensio Frangipani. Lo stato rovinoso in cui si trova la detta casa ha obbligato il — capitolo di questa città, a cui spetta la direzione dell’altare della B. Vergine di Reggio ed il — march. Pompeo Frangipani al quale spetta la direzione dell’altare di S. Michele —, a pensare seriamente — alla riparazione della casa stessa —; ed essendosi offerto di ceder — le ragioni competenti al — sig. Giacomo q. Pietro Venier —, hanno deliberato di passar alla vendita —. Per esecuzione di che — il — rev.mo — G.B. Sabbatini, canonico destinato dal — capitolo come direttore del suddetto altare della Madonna di Reggio —, facendo anco in nome del co. — Federico Frangipani, procuratore del — march. Pompeo Frangipani iuspatronante dell’altro altare —, ha — venduto — al — sig. d. Giacomo q. Pietro Venier — la — sopradetta casa —» (A.S.U., N., Francesco Tracanelli, 8497, LXXVI instr., 2732).
1752, mar. 4 Vedasi Porta Aquileia interna.
1755, apr. 20*Disegno di Francesco Leonarduzzi (B.C.U., A.C.A., ms. AA.I, c.159v).
1793, dic. 23 Il co. comm. Carlo Maria de Pace vende a Giuseppe del fu Tommaso Bertoli «la casa situata appresso la torre sive portone del borgo d’Aquileia interiore — per esso — de Pace acquistata dalli creditori del q. sig. Pietro Zai con scrittura 8 maggio 1771, descritta nella stima formata dalli sigg. Francesco Zambani e Giuseppe Clochiatti pubbl. — per. —. E questa vendita — fa — per il prezzo — di d 2433 L 5 s 16 1/2 —» (A.S.U., N., Antonio Cavassi, 9879/5, XII istr., n. 765, f. 1173v — 1174v).
1801 Giuseppe Bertoli (Nomenclatura, f. 69v).
1809*L’edificio appartiene al falegname Giuseppe Bertoli (Registro delli aloggi, f. 51v).
1822, lugl. 30*Francesco Bertoli vende alla sorella Teresa «la porzione a lui stata assegnata della casa sita — nel borgo di S. Maria Madalena — n. 1850 — con fondi, cortivo ed orticello colle divisioni formate dalli pubbl. per. — Pietro Borghi e Francesco Pascoli li 11 genn. 1822 —; confina a lev. essa casa colli — coo. della Pace — e roia pubblica e parte questa ragione con fabriche furono Todaro, pon. — la fabrica pubblica del porton d’Acquileia e — il detto borgo ed a tram. li eredi Ridolfi —, per il prezzo — di it. L 400 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10567, 3057).
1834, magg. 22*«In seguito ai lavori di demolizione della torre di Porta Aquileia, si è messa in pericolo la casa Bertoli «levando colla demolizione l’arco interno innestato nella facciata di quella casa, mancherebbe alla base il necessario sostegno alla facciata stessa, che trovasi anche in grave disordine, quanto perché un muro intermedio divisorio è sostenuto internamente dal secondo piano al colmo da un arco che poggia appunto e combaccia in linea retta col muro della torre ed ha anzi in questo l’unico sostegno, per modo che, levata la torre, necessariamente l’arco sostenente quel muro divisorio dovrebbe schiacciarsi sotto il peso del soprastante suo peso, venendogli a mancare dal lato della torre l’appoggio —» (A.S.U., C.A. I, 219/VIII, 2290 Pol. II).
1852*Proprietà di Domenico Bertoli. Il n. 1856 A appartiene a Teresa Bertoli Visentini (Competenze, II, f. 12v).
1868, sett. 12.*Comunicazione dell’amministrazione comunale a Teresa Bertoli Visentini: «Lo stato di deperimento in cui si attrova la cornice della casa in contrada S. Maria Maddalena al c.n. 1856 di proprietà di codesta ditta addimanda un provvedimento immediato». Si concedono 20 giorni per porvi riparo (A.S.U., C.A. I, 878/IV, 9400).
1876*Botteghe del calzolaio Antonio Sclippa e dell’orologiaio Ferdinando Paletti (COSMI-AVOGADRO, 88, 105).
1883*Vi è ancora segnalata la bottega di Antonio Sclippa (AVOGADRO, 140).
   
NOTE1Sui Luisini: LIRUTI, Notizie delle vite, II, 133-161; MONTICOLI, Cronaca, 63; P. SOMEDA de MARCO, Medici, 64-66, 68-69.
 2Per Riccardo Luisini: LIRUTI, Notizie delle vite, II, 153-156.
 3Per i Frangipane: L. FRANGIPANE, Genealogia dei Frangipane.
   
BIBLIOGRAFIA Casa da vendere, “L’alchimista friulano”, 3, XXXI (1 ag. 1852), 253; MIOTTI, Cenno sulle antiche opere, 26.
Porta Aquileia Interna
1359, sett. 13*«Deliberatum fuit quod dentur due marche et novem denarii mag. Iacobo marangono, quas habere debeat a comuni pro complimento laborerii Porte Aquilegie intrinsece» (Annales, II, f. 248v).
1402, nov. 6*Vedasi Porta Grazzano.
1487, mar. 11*«Ad — instantiam ser Bartholomei de Lovisinis civis nostri concessa fuit — sibi licentia — faciendi fieri super muro castellano comunis, qui tendit ex domo sua nova versus Portam interiorem burgi Aquileie, unum parapetum de modonis ut transire possit super dictum murum ex sua domo nova ad aliam suam domum contiguam dicte Porte. Concessa etiam fuit dicto ser Bartholomeo ipsa Porta interior burgi Aquileie ad utendum ea ad beneplacitum comunitatis, attento quod dictus ser Bartholomeus se obligavit tenere ipsam — bene copertam sive teneri facere suis propriis expensis —» (Annales, XXXVII, f. 11r).
1497, nov. 6*«Fuit deliberatum quod admoneatur ser Franciscus de Luvisinis ad aptari et reparari faciendum Portam interiorem burgi Aquilegie, ut necessarium est et conveniens; quod si non fecerit, auferatur sibi dicta Porta et eius usus» (Annales, XXXIX, f. 134v).
1518, febbr. 4*Investitura degli eredi del fu Francesco Luisini per il Portone interno di Aquileia (Acta, VII, f. 183).
1518, lugl. 7*«Audita humili petitione et instantia ser Bertrandi Ianisi de Tulmetio, nomine heredum ser Bartholomei de Luvisinis, — d. convocati — approbarunt — decretum — factum q. ser Bartholomeo de Luvisinis — deccurentes quod heredes dicti ser Bartholomei possint fabricare prout in dicto decreto continetur duratura huiusmodi concessione ad beneplacitum comunitatis nostre. Et decretum autem convocationis sequitur et est de 1483, indictione prima, 7 novembris» (Annales, XLIII, f. 2v — 3r).
1524, dic. 20*Al consiglio cittadino Melchiorre Stainero sottolinea l’urgenza della riparazione del ponte: «Dixit unam partem pontis — nisi reparetur et cito brevi ruituram» (Annales, XLV, f. 33v).
1558, apr. 13 Si delibera di costruire un orologio alla torre di Porta Aquileia (Annales, LIV, f. 177r).
1569, febbr. 16*Deposizione del testimone Giovanni Angelo del fu Cristoforo De Zuanis, mantovano, domestico di Giuseppe Strassoldo: «Io era all’hora — sora sentato sopra li muri del Porton de Acquileia et sentei il rimore et perciò levandomi mi feci in mezo la strada et vidi gente con spade —» (A.S.U., Arch. Lovaria, 14, Processo per l’uccisione di Nicolò Partistagno, f. 94r).
1574, sett. 17*«Audito excellenti iureconsulto d. Octaviano Luvisino, suppliciter petente ut, postquam iam absolutum et consumatum est opus aptationis turris publicę ad portonum burgi Aquileię ex decreto huius — convocationis, confetta in ea et fabricata testudine lateritia loco veteris contignationis, quę prius in suprema eius parte existebat, iubere dignentur ut modicum, quod adhuc reliquum est, perficiatur: id est aperire fenestram, deiectis lapidibus quibus obstructa fuit, ut aliquid luminis in mansionem admittatur; item scalas erigere, quę si cochlides fuerint, quia maxime et loci angustię et alias factis foraminibus accomodabuntur —. Ex auctoritate — convocationis iniunctum est d. Ioanni Paulo deputato et ser Iacobo Comino — ut eant in rem pręsentem et, inspecto loco, siquidem iis ita opos esse videatur, curent et scalas componi et fenestras etiam aperiri —» (Annales, LVIII, f. 296v).
1604, mar. 7*Vedasi n. 1856.
1655, dic. 7*«E perché dagl’ill.mi — deputati precessori è stato fatto fabricare un pergolo di pietra in Venetia per riporlo sula torre interiore del borgo d’Aquileia verso il medesimo borgo, in uso dell’ecc.mo rettore e del magistrato publico della città nello spettacolo de’ palii, conforme alla deliberatione presa nell’ill.ma convocatione a 21 di maggio decorso; in che vi è occorsa per publico decoro maggior spesa di quella, che all’hora fu divisata, tuttoché con ogni maggior vantaggio publico si siano i medesimi sigg. deputati precessori applicati, parve agl’ill. — deputati presenti di metter l’infrascritta parte: che sia — data facoltà all’officio di noi deputati di supplir alle spese necessarie per la ripositione del pergolo di pietra sulla torre interiore del borgo d’Aquileia verso il medesimo borgo, conforme all’accordato fato da’ sigg. deputati nostri precessori; et accioché la publica mente sie essequita, espressa nella — deliberatione di 21 di maggio passato, di aprir cioè un altro simil pergolo di pietra su l’istessa torre verso la contrada del Duomo, all’effetto pur dello spettacolo de’ palii et in uso come di sopra; sia unitamente preso che il medesimo officio nostro habbia facoltà di far fabricare e di far riporre nel posto preaccennato il detto pergolo —» (Annales, LXXXI, f. 58v — 59v).
1700, mar. 23*«Ritrovandosi la torre interiore del borgo d’Aquileia, sula qual sta collocato uno dei due orologi publici, sfera in diverse parti, e minacciando qualche rovina —, anderà parte che sia dato facoltà al magistrato nostro e degl’ill.mi — deputati successori di farla restaurare et assicurar in avenire dai danni che le vengono inferti dalle pioggie —» (Annales, XCVI, f. 101v).
1726, sett. 15*«— Sia approvata la spesa di lire millecinquantatré, soldi diecisette e mezzo occorsa nella rinovazione del coperto della torre interiore del borgo d’Aquileia, che si ritrovava con il legname quasi del tutto infracidito ed in pericolo perciò di diroccare —». Seguono gli estremi delle polizze pagate per L 701 s 11 1/2 al muratore Presan, a Giacomo Mauro per la calce, a Giuseppe Sporeno per legname e ferramenta, al fabbro Franzolino per fatture, al monte di pietà, al tagliapietra Prodolone (Annales, CV, f 61r).
1752, mar. 4*«Estinta la famiglia — Luisini, alla quale con parte di questa ill.ma convocazione 7 marzo 1604 fu concesso l’uso della stanza sopra il Portone interiore del borgo d’Aquileia, e rimasta da molti anni al godimento la nob. — Cassandra Frangipani, ora riddotta nell’età ottuagenaria, con pubblico atto 19 febraro decorso ha quella renonziata a disposizione di questo — publico. Poiché però il publico orologio sovraposto alla detta stanza ‹ha› estremo bisogno d’esser rinovato, e perché inserva con magiore esateza e durata, è necessario l’impiego anco della stanza stessa, premessi perciò li necessari esami, proponiamo concordemente che sia accettata da questa — convocazione la sudetta renunzia con le condizioni ivi espresse, resti impartita facoltà a noi et agl’ill.mi successori nostri far eseguire la rinovatione dell’orologio con le disposizioni che fussero piϊ conferenti della stanza medesima» (Annales, CXIII, f. 176v — 177r).
1758, sett. 14*Lettera di Pietro Zai ai deputati della città. «Da che fu per ordine di questo — publico otturata la porta che dalla mia casa dava comunicazione colla stanza in sollaro del pubblico orologgio al portone interiore del borgo d’Aquileia, come godevano li possessori della casa stessa, questa è stata sempre esposta, o ad incendi o ad altre insolenze per fatto di chi ad arbitrio si è servito o si serve della stanza medesima A quiete per tanto di mia povera famiglia supplico umilmente V.S. Ill.me a permettermi che io possa riaprire la porta antedetta, ed avere l’uso della stanza sempre soggetta alle disposizioni di quest’ill.ma città, senza però minima ingerenza o pregiudizio della cassa che rinchiude li pesi dell’orologgio, pronto io a far rimetter la Porta per cui il custode abbia libero l’addito alli sudetti pesi, e pronto altresν ad assoggettarmi all’annua contribuzione di pernice una in riflesso alla benigna permissione. Grazie. Pietro Zai» (A.S.U., C.A., 3/54).
1758, sett. 14*«Gl’ill.mi — deputati —, sentita la — supplicatione di ser Pietro Zai, possessore della casa fu Lovisini, con le dichiarazioni et offerte che in essa si legono, hanno — permesso al supplicante che possa riaprir la porta che dava communicazione con la prima stanza del publico orologio al Portone del borgo di Aquileia —, sempre però rimanendo a publica disposizione la stanza stessa, e coll’obbligo di pernice una all’anno —» (Acta, LXXXIV, f. 188r).
1783, ag. 27*Anna Maria Quarente chiede una diminuzione dell’affitto che paga al comune per la torre e una dilazione nel pagamento di quello arretrato (A.S.U., C.A., 3, n. 77).
1791, genn. 14*Nicolò Quarente rinunzia allo «stanzino» che insieme con la moglie ha in affitto nel torrione (A.S.U., C.A., 3, n. 89).
1791, genn. 19*I deputati della città «hanno concesso ad affitto — per anni tre — per l’annuo affitto di L 12 a ser Vicenzo q. Battista Pievano, abitante nel borgo di Mezzo —, la stanza formata di tolle sotto il Portone interno del borgo d’Aquileia — ch’era prima tenuto — dalla — q. — Maria Quarente, in ordine alla locazione 27 ag. 1783 —» (Acta, XCII, f. 2v).
1809*«Ora pagasi da Giuseppe Bertoli q. Tommaso falegname domiciliato in Udine, come acquirente dell’accennata casa e del godimento della detta stanza dietro instrom. d’acquisto 1793, 22 decembre negli atti del sig. Antonio Cavassi —» (A.S.U., C.A. I, 1/Attività e passività. 1808. Elenco per le iscrizioni, n. 18).
1811, giu. 3*Relazione di Osvaldo Plazzotta al podestà: «In riscontro del pregiato Suo n. 3337 del dν 30 maggio p.p. le dico che sono stato a esaminare l’orologio del portone del borgo d’Aquileia, ed io ho esaminato il tutto che manca diversi pezzi di far da nuovo per rinovarli e la spesa è di L 120 it. senza però il di fuori». Una perizia di Bartolini e Pasini, in data 26 maggio, suggeriva di fare due quadranti «da nuovo ad uso europeo doppio di 12 in 12 ore» (A.S.U., C.N., 179/XIX).
1815, ott. 31*Il perito d’ufficio Bernardo Vicario al podestà circa l’orologio della torre del portone interno del borgo d’Aquileia, nel quale «mancano tre fusti di ferro con n. 6 piccole ruote condutrici, le due corone delle spere ed un rocchello non che il compartitore delle ore. Medici m. Domenico, che prima lo reggeva, deve rispondere per questi capi che mancano —» (A.S.U., C.A. I, 186, 7626 Pol. 20).
1831, ott. 5*La deputazione d’ornato sollecita la congregazione municipale alla demolizione della torre (A.S.U., C.A. I, 182/V Orn. II C).
1834, mar. 15*G.B. Cotterli, faciente funzione d’ingegnere municipale, trasmette alla deputazione comunale d’ornato l’incartamento relativo al progetto di demolizione del Portone d’Aquileia (A.S.U., C.A. I, 219/1).
1834, magg. 2*Domenico Bertoli, Domenico Scrosoppi, Teresa Bertoli, Francesco Bertoli e Giacomo Del Zan ricorrono alla delegazione provinciale: «— Essendo ancora dellusi del buon esito di vari ricorsi fatti a questa inclita dellegazione e temendo giornalmente d’essere sommersi fra le rovine della pericolante torre del Porton Acquileia, umilmente di nuovo implorano acciò si compiaccia con tutta solecitudine ordinare quanto Ella giudicherà piϊ approposito per la sicurezza delli confinanti sottoscritti, nonché per la sicurezza delli passegieri —» (A.S.U., C.A. I, 219/VIII, 9992/2145).
1834, magg. 3*L’ingegnere capo dell’ufficio provinciale delle pubbliche costruzioni alla delegazione provinciale in seguito all’ispezione alla porta interna d’Aquileia: «— È di fatto che sussistono giusti motivi di timore di rovina. Le due muraglie nel fianco a mezzodν e nella fronte interna a sera gravitano sopra arcate gotiche sostenute da debole pilastro di vecchi mattoni crepolato verso l’imposta con delle fenditure nelle arcate stesse, specialmente in quella di fianco, ove si sono anche staccate delle pietre di mattone dell’archivolta. La muraglia esterna a mattina appoggia sopra a pilastri ed arcata di pietra viva formanti il portone, ove non scorgesi difetto sensibile, ma nella parte superiore essendovi un pesante pergolo di pietra con notabile sporto, attesa la mala costruzione con ripezzi della muraglia stessa, questa torre trovasi del tutto spaccata e sfiancata con istrappiombo. Quella a tramontana in confine con altre case, a cui è anche unita la torre per l’uso, è perforata, ripezzata, con notabili peli e fenditure secondanti il difetto della muraglia esterna, le quali furono anche stuccate e sonsi di poi maggiormente aperte. Le impalcature, poi, scalette e pareti di legname sono fracide, rotte e cadenti. Il riparo che potrebbe proporsi, volendo conservare la torre al solo oggetto d’impedire la rovina, sarebbe quello di levare la vecchia e fracida parete e scala sotto all’arcata che sostiene la muraglia di fianco a mezzodν e sostituirvi solido e ben fondato muro immorsato a ripiani sotto all’arcata, rinforzando anche il pilastro di sostegno e sopprimendo la picciola portina laterale, col sostituire ivi pure ripieno di solido muro, ciocché servirebbe ad assicurare la torre da questa parte. Alla muraglia esterna verso il borgo d’Acquileia sarebbe da levare il pesante pergolo di pietra, sostituendo un semplice regolone, indi levare le parti sfiancate della muraglia stessa e rimetterle col fare gli occorrenti ripezzi anche all’interno verso la casa Bertoli. Sarebbe infine da rifare le impalcature ammarcite, anzi al primo piano potrebbe aver luogo un volto a crocciera formante cielo all’interno del portone. Con ciò sarebbe tolto il pericolo e si conserverebbe la vecchia torre. Se però si considera che questa non serve a nulla, e che impedisce che ivi possa essere regolata la strada col togliere una rapida pendenza all’incontro del bel borgo d’Aquileia, miglior consiglio crede il sottoscritto esser quello di devenire alla demolizione col regolare decentemente le facciate delle case laterali —» (A.S.U., C.A. I, 219/VIII, 10101/2156).
1834, magg. 5*La delegazione provinciale ordina al municipio di Udine di «provvedere radicalmente a togliere ogni lontano pericolo di rovina» (ibid.).
1834, magg. 9*L’ing. G.B. Cotterli presenta alla congregazione municipale il preventivo per la demolizione del portone ordinatagli (A.S.U., C.A. I, 219/VIII, 2106 Pol. II).
1834, giu. 20*Avviso di vendita all’asta da parte della congregazione municipale «dei materiali di cotto, sassi, pietre, ferramenta e legnami proceduti dalla parte demolita del Portone d’Aquileia» (A.S.U., C.A. I, 219/VIII, 2803).
1834, giu. 28 Si fanno conoscere al consiglio comunale i motivi che obbligarono alla demolizione del portone d’Aquileia (Arch. del Comune di Udine, Protocollo verbale consiglio comunale, Consiglio 1831-1835, n. 3000, VI, p. 140-141).
1834, sett. 13 In seguito alla demolizione del portone d’Aquileia, il consiglio comunale delibera la sistemazione della località e l’ampliamento della strada (Arch. del Comune di Udine, Protocollo verbale consiglio comunale, Consiglio 1831-1835, IV, p. 165-166). V. Panarie 1934 p. 291.
   
BIBLIOGRAFIA Archivum...Catastico, I, 338, 339, 341, 360; BATTISTELLA, La dolorosa e commovente istoria, 29, 30, 31, 32, 37, 39; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 40, 115; DE PIERO-GUALANDRA, Compendio, 20; A. della FORZA, Diario, 85, 160; JOPPI, Udine prima del 1425, XI; MIOTTI, Cenni sulle antiche opere, 26; della PORTA, Toponomastica, 7, 116, 171; RIZZI, Udine, 59.
   
ICONOGRAFIA CARLEVARIIS, Tre disegni, M; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, R.
1857
1801 Bortolo Pravisani (Nomenclatura, f. 69v).
1809*La casa appartiene al rivendugliolo Bortolo Pravisani (Registro delli aloggi, f. 51v).
1818, ag. 6 Domenica Codaro ved. Pravisano vende per L 1319,10 a Giuseppe fu Tomaso Bertoli una casetta posta «fra il portone ed il ponte tende al borgo d’Aquileia — al c.n. 1857; confina a lev. — Giuseppe Bertoli, mezz. sorelle Codaro — pon. il borgo — ed a tram. — Bertoli» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10331, 2933; alleg. descrizione e stima del pubbl. per. Vincenzo Moro, da cui sono estratti i dati relativi ai confini).
1824, febbr. 6*Verbale di convocazione della deputazione comunale d’ornato: il Bertoli, chiamato perché non ha presentato la sagoma della cornice da costruire sulla facciata della casa, promette di provvedervi entro luglio (A.S.U., C.A. I, 89/X, 30).
1852*Proprietà di Francesco Bertoli (Competenze, II, f. 12v).
1858
1801 Ilario Petruzzini (Nomenclatura, f. 69v).
1809 Giulio Lessani1, orefice (Registro delli aloggi, f. 51v).
1819, sett. 12*I coniugi Ilario Petrosino ed Anna Codero vendono a Giuseppe Bertoli «la porzione di casetta a pon. e mezz. sita — presso il portone del borgo d’Aquileia, coscritta al c.n. 1858 —, pervenuta — in detta Codero Petrosino dietro le divisioni seguite con — Francesca di lei sorella, ora defunta, fu moglie di — Giulio Giuliani mediante il — per. — Francesco Moro, e consistente in botteghino appiepiano, cameretta al di sopra e relativo sovraposto sollaretto bastardo, promiscuità d’ingresso e della scalla —. La — vendita — fatta viene pel prezzo — di ex ven. L — 970 pari ad it. — L 485 —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10332, 2283).
1831, mar. 17*Giacomo Del Zan presenta progetto per «riformare la casa di sua ragione posta sopracorrente del ponte del borgo di Aquileia sulla destra sponda della roia. Siccome la casa — è angustissima —, bramerebbe di ampliarla verso la roia occupando una parte del parapetto di detto ponte». Il progetto viene però respinto (A.S.U., C.A. I, 182/V, 1065 Orn. II C, con dis.).
1831, apr. 19*Nuovo progetto presentato da Giacomo del Zan (A.S.U., C.A. I, 193, 1671 Orn. II C, con dis. firmato dal capomastro G.B. Degan). Il 30 apr. il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 193, 1793 Orn. II C).
1832, apr. 19°°Il proprietario chiede ed ottiene il permesso di alzare l’edificio di un piano (A.S.U., C.A. I, 193/I, 1671 Orn. II C, con dis.). Il disegno è firmato da «Gio:Batta Degan Cappo Murajo».
1832, giu. 16 È di Giacomo Del Zan (A.S.U., C.A. I, 193, 2537 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Giacomo Del Zan (Competenze, II, f. 12v).
1966 Abbattuta e rifatta.
   
NOTE1Sulla famiglia Giuliani Lessani vedasi A.S.U., C.A. I, 402/4 Orn. II C, 765: n. 447 e 1573.
1859
  Antonini. Il palazzo di questa famiglia in piazza dell’Arcivescovado fu fatto dal co. Prospero nel sec. XVIII (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 174).
1545, mar. 16 «Actum Utini in vico Divi Bernardini in domibus — nob. d. testatoris» Antonio Antonini del fu — Bernardino da Venzone (B.C.U., ms. 1232, Perg. IX, not. Gabriele Gozzadino).
1623, apr. 30*«Actum Utini, in contrata S. Bernardini in domibus — d. Antonini». L’Antonini è Alessandro (A.S.U., N., Rocco Carminati, 7114, V instr., f. 26r).
1689, ag. 3*«Udine, in contrada di S. Bernardino in casa dei nobili sigg. coo. Prospero e fratello Antonini» (A.S.U., N., Antonio Orgnani, 7846, XIX instr., f. 60r).
1720, giu. 20*Stima del palazzo ad opera del pubbl. per. Andrea Cantiani per conto dei fratelli Antonio e Girolamo del fu Prospero Antonini: «un pallazzo posto in questa città in loco detto appresso il Patriarcato. Confina a lev. horto patriarcale, mezz. l’ecc. sig. G.B. Zanoglio, pon. strada publica et a tram. il palazo patriarcale». La facciata verso la strada misura pd 22 ps 4 3/4. È fornita di «belveder sopra la cornice». Sopra il balcone in mezzo campeggia l’«arma della casa» (A.S.U., N., Sebastiano Colombina, 7929, filza prodotte).
1759°°Vedasi n. 1682.
1801 Co. Antonio e fratelli Antonini (Nomenclatura, f. 69v).
1809 «Palazzo imperiale e reale» (Registro delli aloggi, f. 51v).
 *Appartiene ad Ascanio Antonini, che vi abita (ibid.).
1822, magg. 29*La bar. Margherita Belgrado Antonini «all’interno ala destra o barchessa del proprio palazzo, posto — nel così detto Patriarcato, al c. n. 1859, brama di fare una piccola aggiunta in continuazione della stessa ala verso levante, conservando la forma ed altezza della parte esistente, facendo uguali in grossezza i muri, costruindo infine in continuazione dell’attuale il coperto e com’esso piovente verso levante sul fondo Antonini. In quest’aggiunta si ricaveranno tre piccole stanze, l’una sovraposta all’altra, analoghe a quelle che in continuazione nell’ala medesima esistono. A tal oggetto occorre di rialzare, pel breve tratto compreso da detta aggiunta, il muro Antonini in confine nel nob. sig. Carlo Zanolli. In quel muro non si praticheranno fori di sorta, ma tutti gli occorrenti verranno aperti negli altri muri, come lo è dell’ala presente ed il coperto pioverà — sul fondo Antonini. Nell’unito disegno si vede in pianta lo stato attuale e quello che risulta dalla occorrente aggiunta; ed in alzato: I) lo spaccato della barchessa a contatto del muro Antonini in confine Zanolli e però il prospetto di esso muro con tutto il necessario rialzo quale effettivamente sarà dopo compita la fabbrica, se lo si guardasse dalla parte Antonini; col piovere del coperto verso lev. sul fondo Antonini; senza focolario alcuno per evitare i pericoli d’incendio e senza qualsiasi altro lavoro per non indebolir mai quel muro; II) il prospetto del muro esterno attuale di levante della barchessa avanti a cui trattasi di fare l’aggiunta; III) l’aspetto che presenterà nel cortile Zanolli il muro Antonini, dopo ultimata l’occorrente fabbrica, senza fori di sorta — e col coperto piovente in levante sul fondo Antonini. Non portando però la nuova — fabbrica pregiudizio alle ragioni del solo vicino sig. Zanolli, né contenendo cose che possono essere contrarie alla sicurezza di esso vicino o della ricorrente, egli è perciò di essa domanda; previo ascolto del sig. Carlo Zanolli, di essere ascolto del sig. Carlo Zanolli, di essere autorizzata a poter tosto eseguire la — fabbrica nel modo risultante dall’unito disegno» (A.S.U., C.A. I, 68/X, 2237 Pol. Giud. IX D, con dis.).
1846, magg. 9*La co. Margherita Antonini Belgrado chiede «di aprire un poco di finestra nel muro di cinta della casa n. 1859 sulla piazza del Vescovato». La deputazione d’ornato, analizzando minutamente il progetto, rileva che «l’aprire una finestra a destra del portone senza le corrispondenti alla sinistra e l’aprirla alla sommità del muro di cinta sono sconvenienze che non si possono tollerare». Conclude che «per soddisfare — il bisogno di luce dello stanzino che si vuol illuminare, basterà derivarla dal coperto, il che si può ottenere con molta facilità ed economia» (A.S.U., C.A. I, 402/II, 3133 Orn. II C, con dis.).
1846, magg. 26*La co. Margherita Antonini di Belgrado, «dama della croce stellata», riconosce ragionevole l’obiezione, tuttavia ricorda che, avendo «già maturato divisamento di erigere contigua al proprio palazzo un’ala di edificio identica a quella addossata al muro vescovile, il proposto foro non riesce più isolato, ma principio di maggiore e completa riforma. Produce perciò nuovi disegni in cui il nuovo prospetto vi è rappresentato per intiero —». La deputazione d’ornato rileva che «il proposto lavoro non è gran fatto simmetrico, ma essendo euritmico sembra poter tollerarsi. Per l’insistenza di aprire per ora la vagheggiata finestra, la manifestazione di eseguire tutta l’opera rimanente senza determinare il tempo, fa sorgere il dubbio che questa manifestazione servi d’orpello al primo desiderio e che possa rimaner per lungo tempo la finestra isolata e mal collocata. Gioverebbe quindi prescrivere il compimento del lavoro entro il periodo di uno o due anni». La decisione ultima spetta al podestà Caimo Dragoni che si erge a mediatore: «Per dichiarazione dell’instante il lavoro non si eseguisce, ma invece insisterebbesi sull’apertura della finestra della prima domanda. Non potendosi questa accordare, il sig. co. podestà, intervenuto sul luogo coll’ingegnere municipale, ha suggerito e convenuto colla co. proprietaria, che si apra una semplice mezzaluna sul frontale triangolare superiore al cimacio del muro e che questo si munisca di ferrata e filiata a filo muro verso l’esterno» (A.S.U., C.A. I, 402/II, 3524 Orn. II C, con dis.).
1852 Appartiene alla co. Margherita Belgrado (Competenze, II, f. 12v).
1874, apr. 4 Notizie su i restauri del palazzo (G., Il restauro del palazzo provinciale, “Giornale di Udine”, 9, LXXXI, 4 apr. 1874).
1891 Viene acquistato dalla provincia1.
   
NOTE1Il ms. della Porta cita in seguito come proprietaria la famiglia Iesse, senza per altro indicare date né fonti. In ogni modo nel 1886 la Illustrazione del Comune di Udine la indica come proprietà della famiglia Tellini.
   
BIBLIOGRAFIA D. ANTONINI, Genealogia; AVOGADRO, Guida, 41; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 355-372; BRAGATO, Notizie sulla famiglia Antonini del Friuli; BERGAMINI, Vino, 90; di CAPORIACCO, 1866, 222-223; CICONI, Udine, 250, 470; COMELLI, Passeggiate, 77-78; DAMIANI, Arte...II Liberty, 263, 269; DEL PUPPO, Udine artistica, 213; E[RMACORA], Il palazzo della Provincia, 297-302; ERMACORA, Guida, 112-116; Famiglie friulane. Antonini, 73-90; A. della FORZA, Diario, 119-120; GANZER, Brevi note; GIOSEFFI, Udine, 154, 166; JOPPI, Contributo quarto, 88-91; di MANIAGO, Guida, 65; di MANIAGO, Storia, 261-262; MARIN, Il re in Friuli, 257-264; MARINI, Giulio Quaglio, 164-168; MICELLI, La Provincia di Udine e il decentramento amministrativo (1866-1955) ; II palazzo della Provincia; PICCO, L’arte di pittura decorativa in Friuli, 67; P[ICCO], Il grandioso fabbricato; PICCO, L’arte di pittura, 67; PICCO, Sulla riunione dei pittori-decoratori; PIERI Napoleone, 88, 115, 160, 240, 272, 276, 277, 295, 311; POJANI, Memorie storiche della parrocchiale di via Aquileia, 46-47; RIZZI, Il palazzo della Provincia; RIZZI, Un palazzo vivo, 37-141; RIZZI, Pluralità, 344, 384; RIZZI, Storia... Il Seicento, 78; ROTA, Cenni, 23-24; de RUBEIS, Catalogo, 6 (1938), 13; S[ACCOMANI], Il ristauro, 14; SBUELZ, L’antica e illustre famiglia, 11; del TORSO, Cenni storici della famiglia dei conti Antonini; TRINKO, Notizie, 16-19; VALENTINIS, Udine antica, 22.
1860
1495, nov. 20 «— Rev. d. Sylvester de Sanctis canonicus Utinensis nolens videri ingratus adversus — ser Alovisium eius nepotem f. q. d. Catherinæ nepotis suæ de beneficiis — collatis, qui vere hactenus fuit et de pręsenti est sibi obsequentissimus obędiens et fidelis et in infirmitatibus quas sæpius etiam gravissimas passus est —, decrevit ei omnino dimidium domus habitationis suæ dare —, quam — domum — fabricavit — d. Sylvester in contrata S. Antonii in terra Utini, super terreno empto ab heredibus illorum de Baldana, cuius hii sunt confines: ab una parte via comunis, ab alia Marcus d. Zannæ sive de Tudeschinis, ab alia¨ fratres et heredes q. eximii artium et medicinæ doctoris d. mag. Valerii de Filitinis possident; quam quidem domum — d. Sylvester construxit concurrenti — opera, impensa ac industria — ser Alovisii ex pecuniis acquisitis diversimode intuitu et industriæ personæ suæ —: licet enim emptio dicti terreni — fuerit facta per d. Catherinam —, d. Sylvester — construxit — adiuvante ipso ser Alovisio —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. 1487-1533, f. 121v — 122v).
1496, genn. 5 Donazione dell’altra metà (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. 1487-1533, sub anno, f. 125r -125v).
1531, apr. 18 «Actum Utini in contrata monasteri S. Bernardini de Observantia in domo habitationis infrascripti ser Alovisii testatoris, videlicet in camera superiori respiciente versus gurgitem —. Ibique — ser Alovisius de Sanctis de Verona civis Utinensis — testamentum — facere procuravit —. Legavit rev. d. Marco Antonio canonico Utinensi et ser Francisco fratribus et filiis legitimis — ipsius testatoris — omnes — domos — ad pręsens affictatas ser Ludovico de Simeonibus civi Utinensi — cum omnibus curiis et horto contiguis, comprehensa in ipso legato etiam quadam domo noviter constructa expensis — d. Marci Antonii filli sui in fundo — testatoris, vedelicet in una — ex dictis curiis —; quę domus — cum dictis curiis et horto sunt sitę et sita — in Utino intra contratam S. Antonii et contratam S. Bernardini, iuxta domos filiorum et heredum q. ser Rocchi Blanconi civis Utini a latere versus ecclesiam S. Antonii et a parte posteriori versus dictum monasterium S. Bernardini iuxta domos et hortos ad pręsens ser Ruberti de Cominis de Latisana — notarii —1 et a parte anteriori iuxta viam publicam —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. 1487-1533, sub anno, f. 31r).
1660, mar. 13 Il nob. sig. Pietro Oliva affitta al comune, per alloggio del medico fisico Alessandro Languidis, 2«la casa posta nella contrada Patriarchato appresso le case Antonini, verso San Bernardino e questo per anni due» (Acta, LI, f. 191v — 192r).
1687, dic. 6*«Si dichiara, col tenor della presente scrittura, come io Mattia Oliva di Udine, — loco — per titolo di semplice affitto all’ill.mo — co. Alfonso Antonini — la mia casa dominicale posta — nella contrada di S. Bernardino, con orto annesso —, fin qui tenuta ad affitto dai nobili — fratelli Languidis, medici fisici di questa città —, ad aver, goder e tener sotto titolo di affittanza — per anni cinque prossimi venturi, da principiarsi il giorno d’oggi —. E ciò per annuo affitto di ducati settanta —» (Arch. di Prampero, Documenti Prampero sec. XVII, collocaz. provvis. senza segnatura).
1688*Margherita Prampero chiede ed ottiene dal protonotario apostolico Antonio Rossi, agente per il patriarca, di appoggiare al muro confinante coll’horto patriarcale una stalla (ibid.).
1688*Ricevuta di Antonio Vassellaris3 di L 300 «a bon conto della fabrica che si ha da far per la stalla et rimessa delle carrozze» (ibid.).
1688 Casa di Mattia Oliva già affittata ai Languidis ed ora ai Prampero (Arch. Prampero, Documenti Prampero, 1655-1669).
1691, lugl. 20 In una controversia tra Maria Margherita Prampero e il protonotario Rossi a proposito della fabbrica della stalla intrapresa dalla contessa, si comunica che la medesima «deve partire dalla casa» perché questa è «venduta all’ecc.mo sig. Zanoglio» (Arch. Prampero, Documenti Prampero 1655-1669).
1691, ag. 21*«Noi sette deputati della città di Udine commettiamo ai decani di Grazzano e Cisis che in pena di L 25 debbano oggi alle ore 19 mandar un carro a levar qui a palazzo quei mobili che li saranno consegnati dal governator de’ medesimi e condurli alla casa Oliva in contrada di S. Bernardino che deve servir d’alloggio all’ill.mo ed ecc.mo sig. provveditor alla sanità Mocenigo» (Acta, LXVI I, f. 77v — 78r).
1801*Nob. Carlo e fratelli Zanoli (Nomenclatura, f. 69v).
1809*L’edificio appartiene a Carlo e fratelli Zanolli, che vi abitano (Registro delli aloggi, f. 51v).
1824, febbr. 4*Carlo Zanolli chiede di aprire una porta nel muro di cinta nell’orto attiguo nella sua casa n. 1860 in contrada dei Missionari (A.S.U., C.A. I, 89/X, 503 Orn. II C, con dis.).
1852*Proprietà di Carlo Zanolli (Competenze, II, f. 12v).
   
NOTE1Il notaio Roberto da Latisana dal 22 nov. 1484 cita una propria casa situata nelle pertinenze, «in burgo Aquilegiæ» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Quat. abr. 1480-1485, f. 67r — 68r); il 10 marzo 1531 chiaramente dice «in contrata monasterii S. Bernardini in domo habitationis mei Ruberti notarii, videlicet in scriptorio meo». Sul notaio Roberto da Latisana: LIRUTI, Notizie delle vite, I, 299-300; MASUTTI, Dalla lista dei clienti; P. SOMEDA de MARCO, Notariato, 65. Vedasi anche casa n. 1648.
 2Per i medici Languidis: BAJARDI, Il servizio medico, 126, 130.
 3Al nome di Vassellaris esistono varie altre ricevute di spese, tra le quali una sicuramente attribuibile a questa casa: «Per far accomodar cavedoni, palle et altro per la casa Languidis L 1 s 14» (Arch. di Prampero, Documenti Prampero, 1665-1669).
1861 Casa dei padri della Missione
1749, dic. 11*«— Il nob. — Giulio Pisenti1 — procuratore delli sigg. Francesco de fratello q. G.B. Rossi, espose esser in trattato detti — Rossi di vender due casette poste nella contrada di San Bernardino — di ragion feudale censuale; et sapendo non poter allienarsi tal natura di beni senza la publica permissione, come dispone la parte 1635, 14 ag., supplican — S.V. che si degni concederli facoltà di fare tale allienazione e di poter passar alla stipulazione dell’instrumento e prenderà la dovuta investitura —. L’ill.mo — luogotenente, letta la soprascritta istanza —, ha concesso al supplicante la licenza di poter passar alla stipulazione dell’instrumento —» (B.C.U., ms. 1328, Quaderno, f. 1r).
1749, dic. 15*«Il nob. — Giulio — Pisenti —, come procuratore delli sigg. Francesco e — Giuseppe fratelli Rossi —, vende — al nob. e rev.mo — Giovanni Domenico q. — G.B. Zanolli — due case di detti — Rossi con cortivi due et orti due, poste — in contrada di S. Bernardino, la prima delle quali confina con la casa d’habitazione ed orto del nob. Zanolli acquistante e l’altra è quella coerente —. E ciò — fa detto — Pisenti —, perché — dall’antenominato Giovanni Domenico furono — numerati — d 1160 —, assumendosi l’antenominato — rev.mo — Giovanni Domenico — l’obligo di pagar — il dazio del laudemio per quanto fosse di ragione; quali case sono obligate in affitto di corte a prender a tutte le sue spese l’investitura e di pagar annualmente l’affitto medesimo all’ecc.ma casa Manini di L 10 all’anno2 —» (A.S.U., N., Pietro Lorio, II instr., f. 118r — 119r).
1750, genn. 31 Lettera dei deputati ad Andrea Memmo, con la quale dimostrano il loro gradimento all’idea del patriarca di fondare una casa dei Missionari presso il palazzo patriarcale (B.C.U., ms. 1328, Quaderno).
1750, apr. 20 Il cardinale Daniele Delfino viene investito di due casette acquistate con istr. 15 dic. 1749; d’una era stato investito il q. Antonio q. Andrea Rossi nel 1687 genn. 31, dell’altra i sigg. Francesco e Giuseppe q. G.B. Rossi nel 1721, dic. 11. La prima è posta «nella contrada di S. Bernardino con corte ed orto; confina a sol levado con l’horto e corte delli figli q. nob. — Enrico Valentinis, hora — Emilia e sorelle Valentinis, a mezodν casa e horto fu delli nob. — Bitussi poi delli heredi q. G.B. Rossi —, ponente strada pubblica et a tramontana le case furono di ragione del q. — Pietro Oliva, hora delli nob. — G. Domenico e nepoti Zanolli —. La seconda è annessa alla precedente; confina a levante orto Valentinis, mezzodν strada, sol a monte eredi q. Antonio Raimondi, ai monti casa soprascritta (B.C.U., ms. 1328, Quaderno..., f. 1v — 2r).
1751, apr. 3 Il patriarca Daniele Delfino cede al convento delle Missioni le due case ed «un pezzo d’orto con casette coerenti alle suddette — fu delli — coo. Girolamo, rev. d. Lodovico, Gianenrico e Francesco fratelli q. — co. Ettore Carlo — di Maniacco — acquistate — con istr. di man mia del — 30 apr. 1750» (A.S.U., N., Pietro Lorio, 8838, II instr., f. 145r — 147r).
1751 (?)*«Disegno topografico che dimostra la situazione ove fu eretta la casa detta Missione di Udine nell’anno del Signore 1751» (B.C.U., ms. 1310).
1754, sett. 16*I pp. della congregazione dei Missionari insieme con alcune famiglie del borgo d’Aquileia, chiedono di poter derivare un filo d’acqua dal ruscello che scorre da porta Pracchiuso e attraverso l’orto delle Cappuccine (A.S.U., C.A., 1/II, n. 83).
1755, apr. 25 Il doge concede che le casette acquistate possano servire all’uso determinato (B.C.U., ms. 1328).
1756, genn. 25 I Missionari giungono ad Udine (ibid.).
1801*Convento dei pp. Missionari (Nomenclatura, f. 12v).
1809 «Parte di questo convento è ad uso caserma militare» (Registro delli aloggi, f. 51v — 52r).
1810, apr. 25 Decreto di soppressione dei Missionari (Bollettino delle leggi del Regno d’Italia, decreto n. 77, 264-267). Tutto il locale viene ridotto a caserma.
1810, giu. 6*«Proprietà, azioni, diritti e crediti di qualunque natura» della Casa della Missione sono devoluti alla cassa del demanio (A.S.U., C.N., 79).
1811, mar. 6 La Casa degli ex Missionari serviva di caserma della Guardia Nazionale. Il commissario di polizia informa il podestà di Udine: «Nella casa degli ex Missionari, che ora serve ad uso di caserma della guardia nazionale —, trovasi in stato d’imminente crollo la linda del coperto, che sovrasta sulla pubblica strada, venendo pericoloso a’ passeggieri il transito». Il podestà il 9 marzo scrive sull’argomento al direttore del demanio (A.S.U., C.N., 179/XIX).
1811, magg. 13*Il demanio vende i resti della biblioteca del convento (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10423, 425).
1824, febbr. 25*Vedasi n. 1799.
1837, lugl. 31*«Il — delegato provinciale — per conto dell’i. r. commissione di alienazione de’ beni e realità dello stato nelle provincie venete —, vende — all’i.r. comando militare, che per l’amministrazione militare acquista —, la — casa — situata — sulla contrada — dei Missionari, ossia adiacente alla caserma detta dei Missionari, coscritta col c.n. 1861, eretta da muri, coperta di coppi, consistente in due piedi di fabbricato, uno sulla contrada e l’altro attiguo sull’orto, con corte ed orto annesso ad uso d’erbaggi ortalicii, rinserato da muri con viti a spaliera, che tutto unito — confina a lev. contrada — delle Capucine e parte — Domenica Candussio ved. Brusadola mediante casa fu di questa ragione, a mezz. parte — Domenica Candussio ved. Brusadola e parte contrada — delle Capucine e parte il sig. ing. Malacarni con casa fu di questa ragione, a pon. la contrada dei Missionari e la caserma ed a tram. detta caserma ed il sig. Zanolli —, per il prezzo di austr. L 4200 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4821, 1965).
1841, febbr. 22*«Accondiscesa la grazia dell’eccelso i.r. comando generale militare ad accordare in vendita all’ill.mo e rev.mo mons. Emmanuele Lodi, vescovo di Udine, kavaliere, commendatore di seconda classe dell’ordine austriaco della corona di ferro, una porzione di fondo del corpo del locale situato in Udine, denominato la caserma ai Missionari, giusta la di lui domanda 14 dicembre 1839 e successiva dichiarazione e proposizione 22 giugno 1840 n. 19490 e determinata già l’estensione del fondo da cedersi e rispettivamente acquistarsi, come pure fissato il prezzo relativo e le condizioni del contratto, a cui tutto aderivano la suprema decisione di data Vienna 14 novembre 1840, n. 3155, e relativa dell’i.r. comando generale di data Verona 30 detto novembre, n. 6814, e ne seguiva l’accettazione presa e riconoscente dell’ill.mo e rev.mo mons. vescovo —, manifestata nella sua dichiarazione 21 dicembre p.p., n. 533, relativa alla precedente 28 luglio n. 19357, — commissione —, agente per l’interesse del r. erario militare —, vende — all’ill.mo e rev.mo mons. vescovo di Udine — una porzione di fondo dal corpo dell’antico locale dei Missionari ed attualmente addetto alla i.r. caserma sotto tal nome in Udine. Il prezzo — è determinato in austr. — L 272,46 —. E ritenuto a carico — dell’acquirente la tacitazione della subaffittuale del fondo contrattato, Grazia Tommasini Basana —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4826, 3373).
1841, mar. 2*«L’i.r. commissione della r. intendenza delle caserme in Udine, col contratto 26 dic. 1838 ha cesso in affitto — al sig. Sante fu Giovanni Moschini, possidente e negoziante in Udine —, una casetta eretta di muri e staleta con attiguo orto, detto la caserma de’ Missionari, con li vegettabili in esso orto esistenti —. Trovando il — Moschini di suo interesse il privarsi di quell’affittanza, e mons. Emmanuele Lodi — disposto ad accettare la cessione —, il — Moschini renuncia l’affittanza —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4826, 3402).
1852*Caserma Missionari (Competenze, II, f. 12v).
   
NOTE1Per la famiglia Pisenti e i rapporti coi Manin: L. PALLADIO degli OLIVI, Cronaca, p. 211.
 2Nel ms. della Porta viene riportata la seguente notizia, che non corrisponde all’atto Lorio sopra citato: 1749, dic. 15. Francesco e Giuseppe fratelli Rossi vendono al patriarca «due case — con cortivi due et orti due, poste — in — contrada di S. Bernardino, la prima delle quali confina con la casa — del nob. Zanolli — e l’altra a quella coerente —» (B.C.U., ms. 1328, not. Pietro Lorio).
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 138r, f. 219r; M.A. di MONTEGNACCO, Note storiche, f. 21r.
   
BIBLIOGRAFIA Archivum...Catastico , 1, 56, 57, 287, 325-326; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 138; BIASUTTI, Padre Luigi, 173-174; DE PIERO, Antiche parrocchie, 68; L. PALLADIO degli OLIVI-CAIMO DRAGONI, Memorie, 30, 36; della PORTA, Toponomastica, 134; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 19; 3 (1937), 10.
   
ICONOGRAFIA MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 41.
1862
  Vedasi n. 1861.
  Nella pianta Lavagnolo non porta numero, mentre il n. 1862 è assegnato a parte del n. 1861.
1755, mar. 26*Stima del pubblico perito G.B. Glereani per le casa acquistate dal cardinal Delfino: «Un principio di casa dominicale sive con fianco della medesima posto in questa città erretto nell’angolo che guarda la v. chiesa di S. Bernardino con cortivo ed ortagla lavorati i solchi ad uso di campo con casetta colonicha nell’angolo opposto, confina tutto da tre latti colle pubbliche strade e dal quarto latto verso li monti colle case ed orto dei — pp. delle Missioni contigue al brolo dell’arcivescovado —». Dall’inventario allegato si deduce che la seconda è una modesta casa colonica (B.C.U., ms. 1328/Il testamento).
1801*Appartiene al convento dei pp. Missionari. Affittuale Tommaso Orca (Nomenclatura, f. 69v).
1809*Proprietà dei pp. Missionari. Inquilino l’impiegato Tommaso Orca (Registro delli aloggi, f. 51v).
1835, apr. 30 Il Governo vende a Francesco Malacarne, ingegnere, per L 3000, «la — casa — in contrada de’ Missionari al — c.n. 1862 — erretta da muri, coperta a coppi, avente corticella, tre stanze al pian terreno e sito delle scale, camerini a mezza scala, camera in primo piano e grannari sotto il tetto, fra li confini a lev. e tram. orto di questa ragione fu della stessa provenienza, mezz. strada che mette nel borgo de’ Ronchi ed a pon. contrada detta dei Missionari —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4820, 1622).
1839, mar. 20 Bartolomeo Malacarne vende la casa al vescovo di Udine Emanuele Lodi (vedasi infra).
1839, ag. 22*Richiesta del vescovo Emanuele Lodi al podestà: «Divisato di ristaurare e ridurre in miglior forma la casa acquistata dal sig. Francesco Malacarne n. 1862 B, mi onoro di rassegnare a codesta deputazione comunale d’ornato i due prospetti dimostranti l’ideato lavoro per la loro gentile e sollecita adesione onde non perdere il vantaggio della stagione» (A.S.U., C.A. I, 299/1839/XX, 4675 Orn. II C, con dis.).
1841, magg. 15 Il vescovo di Udine vende per L 10500 al nob. Alessandro del Torso «— una casa composta di tre stanze in piano, tre in secondo ed altre tre in terzo piano con corti-cella —; confina a lev. il r. errario militare ed il qui sotto indicato orticello, a tram. collo stesso orticello a mezz. e pon. colla strada —, che esso — vescovo acquistò dal sig. Francesco del fu Bartolomeo Malacarne con contratto 20 marzo 1839 rogato dal not. — Paolo Cominioli —, un orticello attiguo alla casa —. Il prezzo viene — determinato in austr. L 10500 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10499, 14000).
1846, sett. 8*Alessandro del Torso «desidera costruire sulla facciata del muro di cinta del fondo e casa al c. n. 1862 in contrada degli ex pp. Missionari un portone invece dell’attuale deforme» e presenta progetto, che induce la deputazione d’ornato a sollevare alcune obiezioni e a provocare un sopralluogo dell’ingegnere municipale G.B. Locatelli (A.S.U., C.A. I, 422/1847/IV, 6276 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da «Osvaldo del Bianco».
1852*Proprietà di «Alessandro Torsi» (Competenze, II, f. 12v).
1863
1547, lugl. 1°La nob. Faustina, ved. dello spett. Bartolomeo di Maniago, cede a Raimondo de Raimondis «domus, areas, hortum et broylum contiguos sitos Utini in contrata S. Bernardini iuxta stratas publicas a tribus partibus, domos et hortum rev. d. Marii de Latisana1, canonici aquileiesi» (not. Lipoldo Francesco).
1549, apr. 12 I fratelli Raimondo e Pietro Raimondi, volendo erigere dalle fondamenta una grande fabbrica «in quel logo dishabitato — poco lontano dal monasterio di S. Bernardino» domandano ed ottengono un piccolo spazio comunale «per squadrare iustamente essa fabrica tirando la linea et far la cantonada iusta»2(Annales, LII, f. 147v — 148r).
1550, dic. 22 «Nota como adν 22 dicembre 1550 io Raymondo de Raymondi ho comprato da mess. Francesco Moyses fu del q. mess. Zuane un pezzo de broylo, posto in Udene in la contrata de Porta de Roncho, per pretio de duc. 200 —, qual — lui havé da mi in permutation per un suo maso posto in pertinentie di S. Maria La Longa —» (B.C.U., ms. 1293/4, Rotolo Raimondi, f. 18r).
1552, magg. 28 Si delibera di elevare il muro di cinta del monastero di S. Bernardino per impedire la vista nel medesimo dalle finestre della casa fabbricata presso il monastero da Raimondo Raimondi (Annales, LII, f. 253r — 253v).
1594 «Ser Raymondo in logo delli heredi q. mess. Bartholomio de Maniago dottor et de ser Zuane fratelli, paga de livello ogni anno a nadal danari n. 90 cioè L 5 s 8 — sopra una casa murata posta in borgo d’Aquileia dentro, apresso ser Cristophoro de Bombeni de Fiorenza, habitante in Udine, da dui bande e da l’altre dui bande con la via pubblica» (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, 458, Catastico 1594, f. 66r).
1744 «Raimondi. La loro casa nel 1744 è molto ben principiata, forma un angolo sulla piazza della chiesa di S. Bernardino» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 192).
1755, mar. 26 Perizia delle case co’ loro orti che il patriarca è per acquistare: «Un principio di casa dominicale sive un fianco della medesima posta in questa città erretto nell’angolo che guarda la — chiesa di S. Bernardino, con cortivo ed ortagla lavorati i solchi ad uso di campo con casetta colonica nell’angolo opposto, confina tutto da tre latti colle pubbliche strade e dal quarto latto verso li monti colle case ed orto dei pp. delle Missioni contigue al brolo dell’arcivescovado —» (B.C.U., ms. 1328/Il testamento).
1801 Rr. pp. Missionari (Nomenclatura, f. 69v).
 *Affittuale Antonio Gabai (ibid.).
1809*Appartiene ai pp. Missionari. Affittuali Antonio Gabai e Vincenzo Cainero (Registro delli aloggi, f. 51v).
1809, ott. 23*Stato e grado del complesso ad opera di G. Clochiatti, che fa riferimento a quello da lui rilegato con Iognoli il 22 marzo precedente (B.C.U., ms. Pubbl. periti, vacch. 235, f. 23v — 24r).
1810 circa L’orto detto la caserma dei Missonari è detto «Orto delle sorelle Valentinis, poi coo. Maniaghi» e «orto dei signori Raimondi, poi dei signori Bianconi ed ora de fratelli del Torso» (B.C.U., ms. 1310 Disegno topografico).
1833, apr. 23*Giovanni Candussio, «divenuto proprietario — della casa n. 1863 in borgo Ronchi, desidera di fare nelli prospetti esterni le piccole modificazioni mostrate —». La deputazione d’ornato, approvando il progetto, rileva che tuttavia sarebbe preferibile collocare in asse la finestra e la porta del piano inferiore (A.S.U., C.A. I, 206/1833/I, 1610 Orn. II C, con dis.).
1835, apr. 30 «— Andrea Trento, — delegato provinciale —, vende — alla sign. Brusadola Candussio la — casa — situata — in contrada de’ Missionari — n. 1863 — erretta da mura, coperta a coppi, composta di piϊ stanze terranee e solari superiori, fra li confini a lev. e mezz. contrada de’ Missionari e Cappuccini, pon. e tram. orto di questa ragione» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4820, 1621).
1847, nov. 16°Domenica Brusadola ved. Candussi in Minotti vende la casa 1863 per L 3857 a G.B. fu Adamo Manganotti (not. Giacomo Someda).
1852*Proprietà di G.B. Manganotti (Competenze, II, f. 12v).
   
NOTE1Fondo poi dei Missionari.
 2Lo stesso Raimondo Raimondi in data 14 nov. 1549 affitta una casa «posta in la contrada di Santo Bernardin in Udine apresso mons. Ascolano» e un’altra casa «posta in detta contrada verso il broylo» nonché il «broylo» (B.C.U., ms. 1293/4, Rotolo Raimondi, f. 10r). Per la famiglia Raimondi: MONTICOLI, Cronaca, 41.
1864
1722, genn. 30*«— Olderico e Giovanni fratelli della Porta q. — Giovanni — hanno — venduto — alli sigg. Francesco e Zuanne padre e figlio Fosconi da Venetia, habitanti in questa città —, la casa con corte ed orto situata nel borgo di Porta di Ronco, descritta — nella stima delli sigg. Andrea Canciani e Filippo Capodagli periti —. E questo fanno li sigg. della Porta per lo prezzo — della stima — che è di d 893 L 5 s 17 —» (A.S.U., Arch. della Porta, 23, fasc. Udine. Casa di via Ronchi, oggi asilo).
1774*«Inventario della faccoltà del q. sig. Giovanni Fusconi compilato dalli sigg. commissari deputati G.B. de Giuliani giudice e Mario Capuano assistente, in presenza del nob. sig. Antonio de Baiardi esecutore testamentario ed il nob. — Adamo de Burlo curatore de’ pupulli». Eredi risultano la moglie Anna, «usufruttuaria senza resa di conto», e i figli Regina maritata Baiardi, di trent’anni, Saverio di ventidue anni, Marianna di vent’anni e Giuseppe di quattordici anni (ibid.)
1789, dic. 15 «— Saverio Fusconi — ha venduto — al co. Giovanni Vincenzo della Porta1 — una casa — con cortivi ed orto posta — nella contrada che tende in borgo di Ronchi, detta delle Dimesse, che confina a lev. strada pubblica della contrada, a mezz. casa delle Missioni loco Valentinis, a pon. — orto arcivescovile ed a tram. — co. della Porta —. Questa — vendita — fa — pel — prezzo di d 1500 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9975, XV instr., 1168, f. 1442v — 1444r).
1801 Co. Giuseppe e fratelli della Porta (Nomenclatura, f. 69v).
 *Affittuale Domenico Novello (ibid.).
1809*Proprietà di Ardemia della Porta. Affittuale l’agricoltore Mattia Cremese (Registro delli aloggi, f. 51v).
1811, ott. 16*«Colla presente privata scrittura di semplice locazione —, io Odorico Porta, per nome anco del mio fratello G.B. loco — per anni cinque — a mess. Giacomo Scanio q. Pietro — una casa con corticella ed orto, posta nell’androna delle Dimesse — alli c.n. 1864 e 1865, descritto tutto nel Libro divisioni 1799 a c. 83 al n. 141, e ciò verso l’annuo — affitto di lire quatrocento e venti venete, sono d’Italia lire duecentoquindici —» (A.S.U., Arch. della Porta, 23, fasc. Osteria ed altre casette di Udine).
1834, apr. 10 «— Elena Mantica dalla Portavende — alla — nob. — Maria Felicita Freschi — della casa delle — Dimesse — una casetta posta — nella calle delle Dimesse marcate coi n. 1864, 1865 con adiacenze, cortile ed orto ed uso del ruscello d’acqua che serve e passa internamente, il tutto nello stato e grado in cui presentemente si trova, meno i due fornelli e coperto relativo che sono di ragione dell’inquilino — Giovanni Businelli e meno li miglioramenti dell’orto di ragione dell’affittuale stesso della casa —; confina verso lev. strada pubblica, verso mezz. fondi ora del r. demanio, un tempo dei rr.pp. della Missione, verso pon. fondi annesso al palazzo vescovile, verso tram. eredi del fu co. Panfilo — dalla Porta, — acquistato — dalle mani del — co. Odorico dalla Porta con contratto 14 ag. 1833 ne’ rogiti — di — Francesco Nussi, n. 4505 —. Questa vendita — si fa per — il prezzo — di austr. L 6102 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10482, 9202).
1842, ag. 2*La superiora delle Dimesse chiede «di fare una piccola riforma ad una sua casa — nell’androna detta delle Dimesse al c.n. 1864 — A». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 342/IV, 4790 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Giovanni Fioretti).
1852*I n. 1864, 1864 A e 1864 B sono proprietà del collegio delle Dimesse (Competenze, II, f. 12v).
1940 Asilo infantile dell’Immacolata fondato nel 1838 da don Pietro Benedetti. Vedasi il n. 107.
   
NOTE1Annotazione priva di data di mano dello stesso conte: «Ill.mi sigg. deputati —, fatto da me Giovanni Vicenzo q. Marcantonio della Porta già anni fa l’aquisto della casa Fusconi esistente nella calle divisoria le case di mia abitazione col colleggio delle — Dimesse, rendendomisi neccessaria l’aqua occorrente per l’orto annesso alla sopra aquistata casa, mi presento ad V.S. ill.me perché si degnino permettermi l’estrazione dalla fontana che tengono nel proprio orto delle — Dimesse —» (A.S.U., Arch. della Porta, 23, Casa in via Ronchi, oggi asilo).
   
BIBLIOGRAFIA Allocuzione alle educatrici; I benefattori dei bambini raccolti...1851; I benefattori dei bambini ricoverati...1855; I benefattori dei bambini accolti...1857; I benefattori dei bambini accolti...1858; BENEDETTI, Stato della scuola infantile; BIASUTTI, Padre Luigi, 87, 102, 124, 145, 146, 192, 216, 281-285, 286, 288, 311, 355, 360, 381, 409, 448, 470, 502; Delle infermiere infantili da istituirsi presso agli asili di carità; PELLICO, La scuola infantile; PIRONA, Stato dell’asilo infantile; PICCO, Cenni storici sull’asilo; Relazioni e proposte sull’asili; Uno sguardo agli asili; Visibili angeli custodi; ZAMBELLI, Alle educatrici dell’asilo; ZAMBELLI, Breve storia dell’asilo.
1865
1801 Co. Giuseppe e fratelli della Porta (Nomenclatura, f. 69v).
 *Affittuale Domenico Castellano (ibid.).
1809*Proprietà di Ardemia della Porta. Affittuale l’agricoltore Mattia Cremese (Registro delli aloggi, f. 51v).
1824, dic. 4*Odorico dalla Porta chiede ed ottiene il permesso di aprire una finestrella nella casa «da lui appigionata» n. 1865 in calle delle Dimesse, «per rendere salubre uno stanzino di cui essi si servono ad uso di dormire» (A.S.U., C.A. I, 89/10, 4499 Orn. II C).
1852*Appartiene al collegio delle Dimesse (Competenze, II, f. 12v).
1866
1801 Co. Giuseppe e fratelli della Porta (Nomenclatura, f. 69v).
 *Affittuale G.B. Volpi (ibid.).
1809*Proprietà di Panfilo della Porta. Affittuali l’ortolana Anna Cremese, il falegname Francesco Cicutti e il cursore Francesco Casi (Registro delli aloggi, f. 51v).
1852*I n. 1866 e 1866 A appartengono a Valentino Gregorutto; il n. 1866 B è proprietà degli eredi di Orsola della Porta (Competenze, II, f. 12v).
1876*Nella parte marcata 1866 A, bottega del cordaio Lazzaro Lavaroni e fucina del fabbro Angelo Berletti (COSMI-AVOGADRO, 91, 92).
1867
1801 Paola Florenzis (Nomenclatura, f. 69v).
1809 È delle Convertite (Registro delli aloggi, f. 51v).
 *Inquilino Girolamo Antonini (ibid.).
1849, mar. 17*Vi abita Angelo Carpani (A.S.U., C.A. I, 465, 7640, IX, 1867).
1852*Proprietà della Casa di Carità (Competenze, II, f. 12v).
1868 Casa delle Derelitte ora Istituto della Provvidenza
  Istituto della Provvidenza o delle Derelitte con la chiesetta di San Gaetano da Thiene fondata dai padri Carlo Filaferro e Luigi Scrosoppi nel 1834.
1643 Il luogo occupato dall’istituto delle Derelitte era del Gonellino (B.C.U., ms. F. XXV, f . 344r).
1801*Appartiene a Paola Florenzis. Affittuale uno staffiere dell’arcivescovo (ibid.).
1814, apr. 2*In seguito ad atto oppignorativo del 28 febbr. 1814, avviso d’asta per mora nel pagamento della quarta rata dell’imposta prediale per il 1813: «una stanza a pian terreno dal corpo della casa situata in borgo Ronchi al n. 1868, serviva ad uso di cucina, abitata presentemente da Paolo Manin» (A.S.U., C.N., 81).
1833, ott. 31 L’istituto delle Convertite vende a don Carlo Filaferro la casa fu Florencis «con cortivo ed orto» al n. 1868, confina lev. Dimesse, mezz. eredi Pavona pon. strada, tram. a Dimesse. «Questa vendita — si fa pel prezzo — di austr. — L 4606 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10611, 4549).
1852*Casa di Carità (Competenze, II, f. 12v).
1853, giu. 8*Carlo Filaferro, direttore dell’istituto, chiede ed ottiene il permesso «di aprire un portoncino nel muro di cinta — di rincontro all’altro di mezzo della p. Casa, approfittando di alcune pietre esistenti e relative ad un vecchio portone —». Gli è inoltre concesso di abbassare il muro di cinta di un metro per tutta la sua lunghezza (A.S.U., C.A. II, 66, 3975 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Eusebio Brida).
1858*La Casa ospita una filanda per seta con tre fornelli, regolarmente censita dal comune (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 52).
   
BIBLIOGRAFIA BALDISSERA, Istituzioni religiose, 91; B[LASICH] F., Il padre L. Scrosoppi, 9; BIASUTTI, Come padre Luigi Scrosoppi; BIASUTTI, La spiritualità delle suore della Provvidenza; CAPELLANI, Guida della beneficenza, 177-180, 205; COLOMBARA, Un apostolo di carità; La congregazione delle suore della Provvidenza; COSMI-AVOGADRO, Guida, 64; DE PIERO, Antiche parrocchie, 67; GIUSSANI, Degli istituti di beneficenza, 102-105; LICCARO, Funebre elogio del padre Carlo Filaferro; MANTICA, Istituzioni di previdenza, 386; MISANI, Istituti scolastici, 257, 265, 266; dell’ONGARO, Casa delle Derelitte in Udine; OSTERMANN, Museo friulano, 221; Parti prese... 1894, 34; Regolamento per la privata casa delle Derelitte; Uno sguardo agli asili, 213-215; ROTA, Cenni, 5-6; TINTI, Parole in elogio; TINTI, Memorie del padre Luigi Scrosoppi.
1869
1801 Giuseppe Missio (Nomenclatura, f. 70v).
 *Affittuale Bernardo Vicario (ibid.).
1809 Antonio Pavona (Registro delli aloggi, f. 51v).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, G.B. q. Giuseppe Pavona e Anna q. Antonio, moglie di Giuseppe Picco, figurano come possessori dei fondi 1869-1870 confinanti con le pubbliche mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 25).
1852*Eredi di Giuseppe Picco (Competenze, II, f. 12v).
1870
1801 Giuseppe Missio (Nomenclatura, f. 70v).
1804, dic. 19 Giovanni di G.B. Marangoni vende a Orsola Spazzali Gervasoni «casa con cortivo ed orto — in — borgo de’ Ronchi fu — delli Domenico ed Anna iug. Comello confina a lev. fondi — Spilimbergo, a mezz. — il fondi stesso e — coo. Trento, a pon. strada — et a tram. co. Girolamo Antonini in loco di questa — casa delle Convertite rappresentante Florencis —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10578, IV instr., 262, f. 306r — 309r).
1808, sett. 20 Orsola Spazzali, moglie di Domenico Gervasoni ed il marito vendono a Giovanni di G.B. Marangoni porzione della casa in borgo Ronchi al n. 1870. Il Marangoni è già proprietario della rimanente casa che tutta «confina a lev. Valentino Cremese emfiteuta Spilimbergo, mezzodν — Cremese e — Trento, pon. androna —, tram. — Convertite» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10583, 75).
1808, ott. 7*«— Giovanni fu del sig. G.B. Marangoni — ha venduto — alli — sigg. Antonio e G.B. — q. — Giuseppe Pavona — la casa con due lobeali, cortivo ed orto — di esso — Giovanni venditore, situata — nella calle che dal borgo de’ Ronchi tende alla piazza delli sigg. Porta presso il seminario, coscritta col c.n. 1870 e confina a lev. Valentino Cremese enfiteuta Spilimbergo, a mezz. lo stesso Cremese e parte sigg. Trento, a pon. androna suddetta ed a tram. — casa delle Convertite —; qual casa è pervenuta in detto — Marangoni in virtϊ de’ di lui titoli che — vengono alli — Pavona — consegnati —. E questa — vendita ha fatta — pel — prezzo di L 8790 it. —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10583, 75).
1809 Antonio Pavona (Registro delli aloggi, f. 51v).
1852*Proprietà degli eredi di Giuseppe Picco (Competenze, II, f. 12v).
1871
1801 Valentino Cremese (Nomenclatura, f. 70v).
 *Sotto questo numero è censita anche una casa interna (ibid.).
1809 Paolo di Spilimbergo (Registro delli aloggi, f. 51v).
 *Affittuale l’agricoltore Valentino Cremese (ibid.).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Domenica del fu Valentino Cremese del n. 1871 è inserita nell’elenco dei possessori dei fondi confinanti con le pubbliche mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 28).
1842, ag. 30*Nell’inventario per le divisioni Cremese: «N. 1. Porzione di casa composta di due fabbricati, sittuata — in borgo di Ronchi, che fa parte del c.n. 1871 —, con relativi fondi e cortile ampio, cui confina a lev. Cremese Francesco con fabbricato, mezz. cortile promiscuo tra essi fratelli Francesco e Domenico Cremese, pon. Cremese Domenico con cortile e fabbricato per uso di aia ed a tram. orto delli stessi fratelli Francesco e Domenico Cremese» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10504, 15292).
1852*Il 1871 A appartiene a Francesco Cremese, il 1871 B a Domenico Gremese (Competenze, II, f. 12v).
1876*Sartoria di Paolina Venier (COSMI-AVOGADRO, 112).
1872
1801 Co. Francesco e fratello Trento (Nomenclatura, f. 70v).
 *Affittuale Giovanni Fontana (ibid.).
1809*Proprietà di Antonio Trento. Inquilino il mendicante G.B. Toso (Registro delli aloggi, f. 51v).
1852*Appartiene agli eredi di Giuseppe Picco (Competenze, II, f. 12v).
1873
1789, apr. 27 «— Il — co. Francesco q. G.B. Cassini1 — salvo l’annuo agrario perpetuo di libbre due di oglio infisso a credito della — fabbrica del duomo —, vende — la di lui casa di abitazione alta e bassa con stalla, rimessa, fondi ed orticello con la casetta bensν separata, ma confinante a detto orticello, ora affittata al Rubini —, situata in Porta di Ronco, il tutto apparente e tra li confini descritti nelle stime primo dec. 1788, formate dal pubbl. per. — Francesco Moretti —, al — co. Francesco Camucio q. co. Lodovico — per il prezzo — stabilito in d 4750 —. E perché il fondo di sudetta casa ed orto e la maggior parte della casa stessa si crede trovarsi soggetta al fideicommisso ordinato dal q. — co. Francesco Cassini avo di detto — co. venditore, al qual fideicommisso non si trova alcun altro de’ viventi chiamato, ma termina in esso — co. venditore, quando manchi prole mascolina cosν resta per patto espresso — che passando esso a qualche matrimonio ed avesse prole mascolina capace di succedere dopo di lui al fideicommisso, in tal caso possa — il — co. Camucio — obbligarlo — allo storno del presente instrumento di vendita —. Avendo esso — co. Cassini un orto murato dirimpetto alla venduta casa confinante col monastero di S. Bernardino, ora conceduto con titolo di pegno a godere a — Giuseppe Bertoli, marangone, per dieci anni circa, come altresν una casa presso detto orto affittata al — co. Giulio di Fiorendo Manini —, si obbliga — esso — co. Cassini — di preferire in grazia del presente contratto esso — co. Camucio — a qualunque altro si sia nello contratti di vendita, di pegno e di locazione —» (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, II instr., 239, f. 277v — 278v).
1792, dic. 6*«Il — co. Francesco q. co. G.B. Cassini —, incontrando le — ricerche del nob. — Girolamo q. — G.B. Pavona ampiamente discende ad acordare che possa esso nob. — Pavona aprire un portone capace a ricevere un carro o una carrozza nell’identico sito ove esiste un portoncino con due scuri che dà ingresso lateralmente nella casa del — Pavona, posta borgo de’ Ronchi, annesso esso portoncino ad altra casa di detto — conte, ora tenuta ad affitto dal — co. Carlo Camuzio, al quale portoncino si giunge mediante il passaggio sopra la piazza, che esiste dirimpetto alla facciata della casa possessa dal co. Camuccio, la qual piazza è di proprietà e ragione del — co. Cassini —, accordando che abbia per la piazza stessa il solo transito con dirritto di far asportare le colonelle che esistono presso la casa sudetta e che impediscono l’ingresso nel portone, escluso qualunque altro dirritto di fabbriche e altra immaginabile cosa che pregiudicar possa al possedimento e diritto del sunnominato — conte. E qui — il nob. — Girolamo Pavona, pieno di riconoscenza pel favore ricevuto, ha sborsato lire centodieci in — monete d’argento —» (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, II instr., 336, f. 354r — 354v).
1801*Co. Carlo Camucio (Nomenclatura, f. 70v).
1809*Proprietà di Carlo Camucio, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 51v).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Carlo e fratelli del fu Francesco Camuzio sono inseriti sull’elenco dei possessori di fondi confinanti con le pubbliche mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 29).
1852*Proprietà delle sorelle Camucio (Competenze, II, f. 12v).
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 24 sett. 1973 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Per la famiglia Cassini: MARCHETTI, Il Friuli, 952.
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 373-375; BRAGATO, Guida, 79; ERMACORA, Guida, 116; Il giardino da salvare; MARCHETTI, Il Friuli, 952; Requiem per un giardino; RIZZI, Storia... Il Seicento, 19; Si vuole distruggere il giardino del Torso; VALENTINIS, Udine antica, 9-10.
1874 Convento delle Cappuccine poi dei Cappuccini
1618, ag. 22 Si nomina una commissione, presieduta dal nob. dott. Tomaso della Porta, che studi il modo di fondare un monastero di Cappuccine e raccolga sottoscrizioni (Annales, LXXI, f. 60r — 61v).
1619, genn. 25 Il dott. Tomaso della Porta riferisce che il luogo piϊ adatto sarebbero «le case in Prachiuso dele figliuole del q. nob. — Fabio Della Rovere». Il consiglio approva la scelta (Annales, LXXI, f. 89r — 90v).
1619, apr. 19*Licenza del senato per la costruzione del convento delle Cappuccine (A.S.U., C.R.S., 602/2, copia della ducale, f. 9r — 9v).
1619, apr. 29 Si accetta l’offerta di Paola e sorelle del fu Fabio Rovere delle loro case per l’erigendo monastero delle Cappuccine (Annales, LXXI, f. 119r — 120r).
1685, lugl. 13 «— Gioseffo Stainero et — Francesco Castelli suo genero — vendono alle sign. Marietta Comina Pilosia et compagne — casa posta — in borgo de’ Ronchi con horto appresso, confina a sol levado col nob. — Francesco Pavona, a mezo dν — sign. Marietta e Compagne, a sol a monte la strada del borgo et a tram. ***» (A.S.U., C.R.S., 602/2, f. 89r — 90v).
1687, apr. 30 I coo. G.B. e Leonardo Caiselli1 vendono alle Cappuccine una casa in borgo Ronchi per d 493 (A.S.U., C.R.S., 602/2, not. Teseo Sala, f. 104r — 104v).
1687, magg. 2 Biagio Vibano nativo di Lavariano del Torre vende per d 223 alle Cappuccine una casa in borgo Ronchi, ex proprietà Cristi «descritta nella stima di Lorenzo Prodolone». Nella stima allegata all’atto di vendita, si precisa: «Casa di muro, coperta di coppi, solerata; confina a lev. braida del nob. — Francesco Pavona, a mezo dν casa et horto di detto pio loco, fu di ragione Stainera, a pon. strada del borgo et a tram. — coo. Caiselli —». La casa al momento è abitata da Mattia Pavonieti e dalla moglie di costui, Lucrezia Cristi (A.S.U., C.R.S., 602/2, f. 112r — 115v).
1688, febbr. 12*Copia di una supplica inviata al «serenissimo prencipe»: «Sin l’anno 1619 donò la S.V. gratioso rescritto con permissione di poter erigere un monasterio di capucine in borgo di Prachiuso; ma havendo voluto li sigg. castellani della Patria costruire il nob. quartiere equestre per servitio di V.S., le case destinate per il monastero servirono per la sopraddetta fabrica militare; doppodiché molti accidenti insorti non han permesso godere il beneficio della benigna concessione. In questi ultimi tempi persona divota, bramando veder adempita la licenza predetta di far il monastero concesso, consacrò alcune sue case in borgo di Porta Ronco, che erano lupanari infami e fu eretto il monastero predetto, in cui s’attrovano raccolte molte donzelle con l’habito di Capucine; e perché nella ducale 19 apr. 1619 — si vede esser stato diversificato il luoco da Prachiuso a borgo di Porta di Ronco, luogo remoto, supplicano esser povere Capucine con profonda humiliatione la permissione di continuare ne’ sacri chiostri eretti in questo luoco —» (A.S.U., C.R.S., 602/2, f. 124r).
1689, ag. 29*Come curatore di Vicenza, Lucia e Giovanna figlie dei q. Pietro e Caterina Nadalini, G.B. Rossi vende alle Cappuccine «una casa — situata in porta di Ronco et anessa al monastero principiato da dette madri —, della quale — tengono bisogno per dilatare il sito della fabrica che sono per costruire —. Et ciò per il prezzo che ressulterà dalla stima da farsi per pubblico perito —» (A.S.U., C.R.S., 602/2, not. Girolamo Dell’Oste, f. 148r — 149r).
1689 Furono eretti il monastero e la chiesa delle Cappuccine (A.S.U., C.R.S., 602/2, ducale del 19 marzo 1689).
1690, magg. 26 Si concedono alle Cappuccine pietre e una inferriata «ultimamente levata dall’officio di — astante», per la fabbrica della loro chiesa in borgo ROnchi (Annales, XCIII, f. 26r — 26v).
1692, magg. 26 Il nob. Francesco Pavona vende al monastero delle Cappuccine una casa ed un pezzo di braida per d 951. Dalla stima di Lorenzo Prodolone allegata all’atto: «Casa di muro, coperta di coppi, area o stalla coperta di paglia con cortivo et horto et pezzo di braida anessa, posta nel borgo di Porta di Ronco —, confina a lev. nob. — Andrea e fratelli Trenti, a mezo dν detti — Trenti e — Valentino Michiluti muradore, a pon. — Antonio Rosato, — Paolo Piz, — Francesco Cassino, horto delle Convertite et horto — delle Capuccine — et strada —, a tram. resto di detta braida Pavona e — pre’ Antonio et — Carlo fratelli Cobessi —» (A.S.U., C.R.S., 602/2, not. Giovanni Lorio, f. 195r — 199v).
1702, giu. 2*«— Giuseppe e Simon fratelli Masolini q. Girolamo di Grions del Torre — vendono — alle — madri Capucine — una casa d’essi Masolini situata in — contrada di Porta di Ronco — con corticella descritta — nella perticazione e stima di Lorenzo Prodolone —. E ciò per lo prezzo di d 91 L 1 s 16 —». La stima presenta una «casa di muro, coperta di coppi, con corticella, confina a lev. strada pubblica del borgo, a mezz. — Michiel di Campolongo in loco delle sign. — Billia, a pon. — Francesco Cossio et a tram. Giuseppe Degan —» (A.S.U., C.R.S., 602/2, not. Gerolamo Dell’Oste, copia di Antonio Martinelli, allegata la stima Prodolone, f. 333r — 336v).
1703, lugl. 24*Accordo tra Cappuccine e Convertite per la costruzione delle muraglie di confine (A.S.U., C.R.S., 602/2, f. 344r — 344v).
Secc. XVIII Pianta anonima del «capitolo e sagrestia» delle Cappuccine (A.S.U., C.R.S., 602/2, f. 426v — 427r).
1709, apr. 19*Particula del testamento del co. Giovanni Giuseppe della Porta: «Ho fabricato la chiesa delle molto rr. madri capucine per mia devozione — et avendo in questi giorni spedita commissione in Venezia per una lampada d’argento d’oncie cento, voglio che, subito gionta, dal mio erede sia offerta in detta chiesa, acciò abbia a sempre conservarsi in onore di Dio e della Madonna e, dotandola per la dovuta illuminazione, le assegno un capitai di ducati cento —» (A.S.U., C.R.S., 599, Libro primo, f.v.).
1738, genn. 28*Accordo Cappuccine — Michieli: «Premendo alli nob. — Leonardo e nipoti Michielli nell’eretione della novella fabbrica, che sono per fare nel borgo di Ronchi in sito contiguo ad una casetta di ragione delle — Capuccine, abitata dal di loro ortolano, di poggiare sopra il muro della casa stessa e di alzarlo quanto verrà ad essere l’altezza della suddetta novella fabbrica, già mesi sono che fecero supplica alla — badessa perché si compiacesse ciò a loro concedere. Prese ella le debite informazioni del danno che il suo monastero quindi potrebbe risentire —, ha benignamente annuito, sol — a queste due conditioni: primo che il muro — alzato resti promiscuo, su cui occorrendo esse pure — possano a loro piacimento alzare — il muro —; secondo che detti signori sieno tenuti a ristorare il pregiuditio che patir potesse detto muro delle Capucine da basso pel ruscelletto che si dovrà far correre vicino sν che bagni lo stesso —» (A.S.U., C.R.S., 602/2, f. 413r).
1750, ag. 31*«Colla presente privata scrittura si dichiara qualmente li — coo. G.B. e fratelli Cassini, acconsentendo alle premure delle — Cappuccine —, accordano — ampia facoltà alle dette — che a loro beneplacito possano dirimpetto all’alveo del ruscelletto, che corre nel cortile delli — coo. Cassini, introdurlo nel loro monistero e possano di quello servirsi ad ogni loro commodo —» (A.S.U., C.R.S., 602/2, f. 446r — 446v).
1751, lugl. 3*Progetto per nuova sistemazione e deviazione del corso del ruscello che ha pregiudicato la stabilità di un muro (A.S.U., C.R.S., 602/2, f. 448r — 448v; in calce schizzo del progetto).
1784, febbr. 28*«Disegno dimostrante la pianta del muro di chiosura a levante dell’orto del ven. monastero delle rr. mm. Capucine di questa città» ad opera del pubbl. per. Francesco Moretti (A.S.U., C.R.S., 599/5).
1801 Convento e chiesa delle Cappuccine (Nomenclatura, f. 70v).
1809*Monastero delle Cappuccine (Registro delli aloggi, f. 51v).
1810, apr. 25 Decreto di soppressione delle Cappuccine (Bollettino delle leggi del Regno d’Italia, decr. n. 77, p. 264-267).
1811, dic. 13°Il demanio vende a Giacomo di Osvaldo Bianchini e Carlo di Marc’Antonio Balbi il convento delle Cappuccine per L 10164 (not. Antonio Lorio).
1812, apr. 27 Giacomo Bianchini e Carlo Balbi si dividono i locali acquistati (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10580, 498).
1812, dic. 15 Carlo Balbi vende ad Antonio fu Tommaso Scalfarotto la sua parte di locali per L 7800 (A.S.U., Domenico Micheloni, 10323, Rep. III, 893, f. 21r).
1814, mar. 31*Antonio Scalfarotto rivende la proprietà a Bernardino Beretta (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10327, 1213).
1815, ag. 16 Giacomo Bianchini vende la sua parte a Girolamo Tosolini, ossia la sua casa dominicale n. 1874, e quattro case delle quali tre interne, metà del «cortivo e del pozzo — e — li vasi d’agrumi, attrezzi d’agricoltura e porzione mobiliare di casa» per it. L 12500 (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10329, 1591).
1815, sett. 28 Girolamo fu Agostino Tosolini vende per L 14400 a G.B. fu Giovanni Facini le fabbriche acquistate da Bianchini, «promiscuità d’ingresso, orto, mittà del cortivo e del pozzo —, legni secchi di sostegno e servizio per uso degli erbaggi esistenti nell’orto —, li vasi d’agrumi et attrezzi d’agricoltura attinenti all’orto — il tutto pervenuto in esso — Tosolini — dipendentemente dal pubblico instrumento 16 ag. p.p. —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10329, 163).
1822, nov. 21°Bernardino Beretta cede in permuta la sua parte a Francesco di Giacomo Tullio (not. Francesco Nussi).
1824, ott. 2*Il capoquartiere segnala l’esistenza di un pozzo scoperto: «in casa delle Capusine in borgho di Ronchi l’è un pozzo di Girolamo Tosulino e del sig. Francesco Tulio di sua proprietà al — n. 1874» (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
1828, nov. 21 Francesco Tullio vende per L 7500 i suoi fabbricati al n. 1874 a Marco fu Antonio Alessi, confinanti lev. e mezz. Girolamo Tosolini, pon. via, tram. co. Camucio (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10622, Rep. IX, 5034, f. 7r).
1829, genn. 17 Girolamo Tosolini, detto Duodo vende per L 10000 a Marco Alessi la casa 1874 C con orto e metà del cortivo del pozzo e braida, tutto formante la sua porzione dell’ex convento delle Cappuccine (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10622, Rep. IX, 5049, f. 10r — 10v).
1830, genn. 29*Marco Alessi, Domenico Olivati e Giuseppe Mucchiutti, «desiderando — di fare una modificazione nel progetto della casa — n. 1874, fu convenuto delle mm. Cappuccine», presentano progetto che viene approvato (A.S.U., C.A. I, 168/1830/XIV, 394 Orn. II C, con dis.).
1831 Il locale delle Cappuccine viene acquistato per i frati Francescani cappuccini che ritornano a stabilirsi in Udine (della PORTA, Toponomastica, 41).
1852*Convento dei Cappuccini (Competenze, II, f. 12v).
   
NOTE1I Caiselli possedevano una casa in borgo Ronchi almeno dal I ott. 1657, come si deduce da un istrumento di locazione: «Con la presente scrittura — di locatione si dichiara qualmente li — coo. Caiselli ano dato — a ragion di semplice affito per ani tre — una casa con corte, orto serato de novo — in borgo de porta di Ronco con stalla coperta di copo et trapartida di tole et obligo di far far sopra esa — un solaro di tole semplice, a Menia molle relita del q. Domeni Gonella che abitava a Laipà, con obligo di pagare di sei mesi in sei mesi — ducati desnove et para una caponi —» (A.S.U., Archivio Caiselli, Istrumenti di locazione per Udine e pertinenze).
Chiesa delle Cappuccine e di S. Maria di Loreto
  Oggi non piϊ esistente, era stata eretta dal co. Giuseppe della Porta nel 1706.
1733, magg. 29 Il comune dona alle mm. Cappuccine per fare il piedestallo della croce «l’antico vaso di pietra» esistente inutile nella piazza Contarena, che serviva per l’antenna del pubblico stendardo (Annales, CVII, f. 87v — 88r).
  Su una porta interna della chiesa era scolpito: “Deiparae Virginis titulo de Laureto. In devotionis signum templum hoc erexit/Et mansione perpetua dotavit/comes Ioseph a Porta. MDCCVI. In terra: D.O.M. Iohannes Ioseph comes a Porta/Et Elena uxor nata comitissa Mantica/Qui simul per lustra quasi decem/In pace et amore viventes quievere/Hic/Post vitam mortalem simul quidem/Requiescunt in spe/Mundo satis, Deo semper” (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 135v).
Chiesa dei Cappuccini - S. Maria della Neve
  Edificata nel 1830. Nella Mappa del 1838 è chiamata “di S. Francesco delle Stimate”.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 135r — 136v; Dell’origine, stato ed essere della p. Casa del soccorso delle convertite d’Udine, B.C.U., ms. CXLII, f. 88r — 115v.
   
BIBLIOGRAFIA Archivum...Catastico, I, 325, 330; BIASUTTI, Padre Luigi, 73; CAVALCASELLE, La pittura, 231-232, 269; DE PIERO, Antiche parrocchie, 63-64; DE PIERO, I borghi, 310-311; ERMACORA, Guida, 116; L’ordine serafico dei rr. pp. Cappuccini; Per la fedelissima città d’Udine, 60-62; della PORTA, Toponomastica, 41; Professando i sagri voli; RIZZI, Mostra del Bombelli, 154-157; RIZZI, Pluralità, 356; RIZZI, Storia...Il Seicento, 37, 48, 52, 86; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 9, 13; 3 (1937), 10, 14; VALENTINIS, Udine antica, 16.
   
ICONOGRAFIA GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 55; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 42; MURERO, Udine metropoli, n. 17; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 40.
1875 Casa delle Convertite ora Istituto Micesio
  L’istituto delle Convertite fu fondato dal filippino padre Giovanni Micesio ed ebbe sede da principio in via Rauscedo, ma nel 1682 fu trasferito in via Ronchi.
1801 Rr.mm. delle Convertite (o Istituto Micesio) (Nomenclatura, f. 70v).
1809*Sede delle Convertite (Registro delli aloggi, f. 51v).
1811, ott. 16*Il direttore del demanio e diritti uniti chiede al podestà di Udine notizie «per appoggiare la conservazione della casa delle Convertite». Gli si risponde che deleghi persona di fiducia per compulsare i due volumi di documenti relativi all’istituzione, i quali si trovano nell’archivio comunale. Il 21 ottobre la delega è conferita a Ermenegildo Pichissini (A.S.U., C.A. I, O, Polizia).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis è inserito l’istituto delle Convertite come possessore di fondi confinanti con le pubbliche mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 31).
1824, ott. 21*Il capoquartiere vi segnala l’esistenza di un pozzo scoperto (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
1845, ag. 5*L’amministrazione delle Convertite di Udine, citando l’autorizzazione ottenuta per il restauro e la sistemazione dei locali dell’istituto, chiede di occupare una piccola porzione dello spazio comunale adiacente e domanda l’ispezione dell’ing. Lavagnolo, «affinché si presti a riconoscere sul luogo la convenienza di tale domanda». Il podestà chiede il disegno, che viene inoltrato il 21 agosto con la firma dell’ing. Lavagnolo. La deputazione d’ornato giudica commendevole il progetto (A.S.U., C.A. I, 390/1845/VI, 4791 Amm. Com. VI ...., con dis.).
1852*Pia Casa delle Convertite (Competenze, II, f. 12v).
Chiesa delle Convertite o della Visitazione di Maria Vergine e S. Maria Maddalena
  Fu costruita nel 1713 ed allora dedicata alla “B. Vergine del Soccorso”.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 136v.
   
BIBLIOGRAFIA BALDISSERA, Chiesa cattolica, 92; BIASUTTI, Padre Luigi, 42, 54, 78, 476; BRAGATO, Guida, 79; CAPELLANI, Guida alla beneficenza, 114-117, 185, 199, 205; COSMI-AVOGADRO, Guida, 64; Deliberazioni della commissione, 8, 18-19, 40, 42, 46, 61, 62; DE PIERO, Antiche parrocchie, 66-67; GIUSSANI, Degli istituti di beneficenza, 105-109; di MANIAGO, Guida, 56; MISANI, Istituti scolastici, 257, 265, 266; Per la fedelissima città d’Udine, 60-62; PICCO, Un lavoro di scoltura in legno, 324-325; [POJANI], Memorie... di via Aquileia, 38-39; della PORTA, Toponomastica, 133; Regolamento disciplinare economico della casa delle Convertite d’Udine; Regole ed istruzioni per la pia casa delle Convertite d’Udine; RIZZI, Pluralità, 352; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 8-9; 3 (1937), 9-10, 14; Statuto organico dell’istituto Micesio; TENTORI, Udine, 303-304; TOLLER, Casa del Soccorso; VALENTINIS, Udine antica, 16.
   
ICONOGRAFIA GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 56; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 43; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 60.
1876
1801 Istituto delle Convertite; «abita il loro confessore» (Nomenclatura, f. 70v).
1809*Proprietà del monastero delle Convertite. Inquilino il confessore, sac. Giacomo Carlutti (Registro delli aloggi, f. 52v).
1809, nov. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 7 ag., asta senza esito della casa valutata L 892,05 (A.S.U., C.N., 80, Asta).
1852*Appartiene alla p. Casa delle Convertite (Competenze, II, f. 12v).
1945 Distrutta da una bomba.
1877
1801 Istituto delle Convertite (Nomenclatura, f. 70v).
 *Vi abitano tre affittuali (ibid.).
1809*Monastero delle Convertite. Inquilini l’indigente Francesca Murello, il carrozziere Giorgio Scorenzio e l’agente G.B. D’Odorico (Registro delli aloggi, f. 52v).
1832, apr. 3*Il can. Giuseppe Gallici, direttore dell’istituto, chiede il permesso di aprire due vani. La deputazione d’ornato approva «a condizione però che la finestra destra comparisca effettivamente a foggia di porta, cosicché tutte tre compariscano della medesima altezza e larghezza uguale» (A.S.U., C.A. I, 193, 1391 Orn. II C, con dis. firmato da Osvaldo Del Bianco).
1852*Compresi i n. 1877 A e B, l’edificio appartiene alla p. Casa delle Convertite (Competenze, II, f. 12v).
1945 Distrutta da una bomba.
1878
1774*Confinazione del pubbl. per. Nicolò Antonio Codutti su incarico del sindaco del convento di S. Pietro Martire, p. Giusto Fontanini: «Casa, corte, ed orto posta in questa città, in borgo di Ronchi, censivo al suddetto v. convento». La fonte aggiunge: «Disse detto Zamparo confinar a lev. con orto delle Convertite, mezz. parte casa delle suddette Convertite, fu di ragione Michelutto e parte altra casa di ragione di detto Antonio Zamparo, fu di ragione di — Marietta Becari, pon. strada publica del borgo o sia Porta di Ronchi ed a tram. con case ed orto di ragione delle Convertite —» (A.S.U., C.R.S., 783/15).
1801 Giacomo Del Dose (Nomenclatura, f. 70v).
 *Affittuale Giovanni Zamparo (ibid.).
1809*Proprietà di Pietro Cargnelli e Giacomo Del Dose. Inquilino Giovanni Zamparo, calzolaio (Registro delli aloggi, f. 52v).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, G.B. Cargneli, della casa n. 1878, è citato tra i possessori di fondi confinanti con le pubbliche mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 33).
1852*Appartiene a Francesco Zilli e fratelli (Competenze, II, f. 12v).
1879
1801 Istituto delle Convertite (Nomenclatura, f. 70v).
 *È abitata da diversi affittuali (ibid.).
1809*Proprietà del monastero delle Convertite. Inquilini Antonio e fratello Nastasino e l’agente Michiele Michielino (Registro delli aloggi, f. 52v).
1852*Compresi i n. 1879 A D, proprietà della p. Casa delle Convertite (Competenze, II, f. 12v).
1876*Laboratorio del carpentiere Pietro Colami (COSMI-AVOGADRO, 89).
1880
1801 Istituto delle Convertite (Nomenclatura, f. 70v).
 *Affittuale Valentino Mosero
1809*Appartiene alla Casa delle Convertite. Vi abita il bavellino Valentino Masero (Registro delli aloggi, f. 52v).
1836, dic. 17*Carlo Mulinis vende ad Antonio Mulinis «— una stanza terranea — situata — nel borgo di Ronchi sottoposta ad una camera — portante parte del c.n. 1888 —, confina lev. corte promiscua con li consorti Mulinis, a mezz. — Santo Moschini in loco Michelutti, a pon. il borgo dei Ronchi ed a tram. sottoportico d’ingresso con li consorti Mulinis —, del valor, come da stima del pubbl. per. — Giovanni Picco —, di austr. L 373,16 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10316, 3108).
1852*Proprietà della p. Casa delle Convertite (Competenze, II, f. 12v).
1906 Demolita per l’apertura della Via Alfieri.
   
BIBLIOGRAFIA della PORTA, Toponomastica, 11.
1881
1801 Istituto delle Convertite (Nomenclatura, f. 70v).
 *Affittuale Giannina Vidona (ibid.).
1809*Proprietà del monastero delle Convertite. Inquilino l’ortolano G.B. Clochiatti (Registro delli aloggi, f. 52v).
1810, genn. 10 Vincenzo ed Angelo q. Domenico Franz vendono la casa 1881 per L 790 a Domenico fu Francesco Rizzi. «Confina a lev. e mezz. Cremese deto di Nina, a pon. Francesco Cremese, detto Coroner, ed a tram. il borgo di Mezzo» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4810, 25).
1817, mar. 23 Domenico Rizzi vende la casa n. 1881, per L 800, a Francesco del fu Paolo Cremese detto Coronar (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4814, 496).
1852 Appartiene alla p. Casa delle Convertite (Competenze, II, f. 12v).
1906 Demolita per l’apertura della Via Alfieri.
   
BIBLIOGRAFIA della PORTA, Toponomastica, 11.
1882
  Casa antica con bifora.
1801, mar. 18°G.B. de Braida1 vende la casa a Domenico Perissinotti per d 1296 (not. Mario Cancianini).
1801 Domenico Perissotti (Nomenclatura, f. 70v).
1803, ott. 20 Domenico Perissotti concede la casa in permuta a Santo e Francesco Viezzeri ricevendo in cambio altra casa in borgo Ronchi. Vedasi n. 1898 (A.S.U., N., Francesco Girardi, 10616, IV istr., 37, f. 49r — 49v).
1806, sett. 23*Stima di una parte della casa, ad opera del pubbl. per. G.B. Massarini. L’edificio è delineato come «caseta di muro, coperta di copi, con fondi di cortivo anesso e transito d’ingresso per la presente caseta e fondi; qual confina a lev. il transito sopra la strada publica ed il cortivo, e casa con fondi della casa e transito d’ingresso delli — iug. Peresotti, mezodν con cortivo di Antonio q. Giusto Pontone, pon. corticella e casa delli — sigg. Santo e Francesco padre e figlio Vieceri ed a tram. con fondi di — Domenico Sgobaro, erede q. Francesco Del Zan —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10440, 15).
1809 Francesco Viezzeri, sarto (Registro delli aloggi, f. 52v).
1818, ag. 14*«— Francesco del fu Santo Viezzeri — vende — al — sig. Natale Romano — una casa di muro, coperta di coppi, posta — nel borgo de’ Ronchi, coscritta col c.n. 1882 — con inerente fondi ed unita corticella —, pervenuta in permuta in forza del pubblico instromento 28 ott. 1803 — tra li stessi e li sigg. Domenico ed Anna iug. Peressotti — a rogiti di — Francesco Girardi, qual casa e corticella confina a lev. ed alle monti collo stabilimento della secolare Casa delle Convertite, a pon. colla — strada del — borgo ed a mezz. col sac. don Girolamo Verzegnassi e dissero essere la detta casa parte abitata dal sig. Viezzeri venditore e parte condotta ad affitto dalla sign. Elena n. Placeo moglie del sig. Giuseppe Visentini, e dalla — Teresa Sclauzzero —. Quest’assoluta — vendita — fatta viene per il prezzo — d’it. — L 2800 —» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10630, 2393).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Natale del fu Giovanni Romano della casa n. 1882 è inserito tra i possessori di fondi confinanti con le pubbliche mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 34).
1852*Proprietà di Angelo Romano (Competenze, II, f. 12v).
   
NOTE1I Braida acquistano beni in zona fin dal 24 dic. 1792, come risulta dal rogito seguente «Con la presente privata scrittura — Lorenzo q. Dionisio Ruggeri — vende una casetta — al nob. G.B. q. Giuseppe de Braida d’Oleis, posta — nel centro della casa di ragione del sig. de Braida nel borgo detto d’Aronco — per d 150 — della qual casetta riscuote di semplice affitto attualmente d 10 dalli sigg. Giuseppe e Gioseffa iug. Masutti —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, 509, f. 458r — 459v).
1883
1801 Girolamo Verzegnassi (Nomenclatura, f. 70v).
1809*Proprietà di Girolamo Verzegnassi. Inquilino la «lavoratrice» Rosa Frena (Registro delli aloggi, f. 52v).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Girolamo del fu Valentino Verzegnassi della casa n. 1883 è citato tra i possessori di fondi confinanti con le pubbliche mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 35).
1852*Appartiene a Girolamo Verzegnassi (Competenze, II, f. 12v).
1876*Bottega del tessitore Daniele Rossi (COSMI-AVOGADRO, 115).
1884
1801 Pietro Pilosio (Nomenclatura, f. 70v).
1809*L’edificio appartiene a Pietro Pilosio. Vi abita l’agricoltore G.B. Crastin (Registro delli aloggi, f. 52v).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Pietro del fu Giuseppe Pilosio, della casa n. 1884, è citato tra i possessori di fondi confinanti con le pubbliche mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 36).
1839, nov. 1 «Elisabetta, figlia del fu Pietro Pilosio, — moglie del sig. Giuseppe Kraus, nativa di Udine ed ora domiciliata in Venezia — vende — al — Vincenzo Lodolo — la casa — statali costituita in dote — col contratto nuziale 23 marzo 1831 —, situata nella — città di Udine con relativi fondi di cortivo ed orto, sita nel borgo di Ronchi, coscritta al c.n. 1884 —, che confina a lev. con fondi della — Casa delle Convertite, a mezz. con diversi particolari, a pon. strada pubblica ed a tram. rev. — Girolamo Verzegnassi —. Questa vendita — viene fatta — per lo prezzo — di austr. — L 2100 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4825, 2624).
1852*Proprietà di Vincenzo Lodolo (Competenze, II, f. 13v).
1854, mar. 21*Antonio Modonutti presenta progetto per «far eseguire un alzamento alle proprie case marcate — ai nn. 1884 e 1885». Gli viene concesso il nulla osta (A.S.U., C.A. II, 66/1854, 2075 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Giuseppe Puppo).
1885
1801 Antonio Modonutti (Nomenclatura, f. 70v).
 *Affittuale G.B. Modonutti (ibid.).
1809*Proprietà di Antonio Modonutto. Inquilino il «nonzolo» G.B. Modonutto (Registro delli aloggi, f. 52v).
1819, magg. 20*Antonio del fu Battista Modonutto è citato nel rilievo Bernardinis tra i possessori di fondi confinanti con le pubbliche mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 38).
1849, febbr. 2*Nell’elenco dei pistrinai e venditori di pane e farina, compilato dal capo del secondo quartiere, al n. 1885 è segnalata Rosa Modonutti (A.S.U., C.A. I, 465, 142).
1852*Appartiene a Rosa Modonutti (Competenze, II, f. 13v).
1854, mar. 21*Vedasi n. 1884.
1876*Rivendita di liquori e commestibili diversi di Marianna De Marco (COSMI-AVOGADRO, 99).
1883 Osteria “Alla Porta Ronchi” (AVOGADRO, 151).
 *Gestione di Carlo Carrara (ibid.).
1886
1801 Valentino del fu Domenico Cremese (Nomenclatura, f. 70v).
 *Nella parte interna affittuali Francesco Lodolo e Vincenzo Cremese (ibid.).
1809*La proprietà è divisa in quattro parti: il n. 1809 A appartiene a Domenico Cremese, con gli inquilini Valentino Coradino e Valentino Cremese, agricoltori; i n. 1809 B, C, D sono del falegname Vincenzo Clemente, che ha come affittuale l’agricoltore Giuseppe Missio e l’industriante Teresa Tinghiuta (Registro delli aloggi, f. 52v).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis sono citati tra i possessori di fondi confinanti con le pubbliche mura Vicenzo Meniutti, Valentino del fu Pietro Cremese e Domenico del fu Valentino Cremese, tutti della casa n. 1886 (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 38, 39, 40 e 41).
1824, ott. 9*Il capo del secondo quartiere denuncia lo stato di pericolo della casa n. 1886. Segue il sopralluogo con perizia relativa del commesso d’ornato Giuseppe Presani (A.S.U., C.A. I, 89/X).
1826, mar. 1*Esito di un sopralluogo ad opera di Carlo Matiussi: «La casa segnata n. 1886 non è la casa che si vorrebbe atterrata, essendo questa sul borgo de’ Ronchi, ma è una casa interna, contigua alla sudetta, la quale è isolata da tre lati» crepati da «forti fenditure —» (A.S.U., C.A. I, 100/1826, Case II, 17).
1847, ag. 20*Nell’istr. di divisione della facoltà Cremese l’edificio è delineato come «casa — retta da muri, coperta a coppi con fondi, cui confina a lev. Zoratti Michele, mezz. fondi promiscuo, pon. strada del borgo ed a tram. Modonutti Antonio». Vi è allegato l’inventario (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 15504, 15292).
1852*Proprietà dei fratelli Gremese. I n. 1886 A,B,C sono proprietà di Pietro Clemente (Competenze, II, f. 13v).
1876*Nella parte censita col solo n. 1886, fucina del fabbro Giovanni Durissini (COSMI-AVOGADRO, 92), in quella marcata 1886 E, bottega del coltellinaio Valentino Cattarossi (COSMI-AVOGADRO, 91, 92).
1887
1801 Simone Urbanich (Nomenclatura, f. 70v).
1809*Proprietà del domestico Simone Urbanis. Inquilino il cappellaio Francesco Vittor (Registro delli aloggi, f. 52v).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Simone del fu Tommaso Urbanigh della casa n. 1887 è citato tra i possessori di fondi confinanti con le pubbliche mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 43 e 44).
1846, dic. 7*«— Maria Colussi Urbancigh — vende al — sig. Giacomo q. G.B. Nonino — una casetta con metà della — corticella annessa, faciente parte del corpo della casa al lato di lev., situata — nel borgo Ronchi, faciente parte del c.n. 1887 —, composta di una stanza a piano terra, camera e granaretto sopra, cui confina a lev. con fondo di Pietro Clemente, mezz. con Carlo e consorti Molinis, pon. con restante casa ora del compratore Nonino, ed a tram. — fondi di cortivo ora promiscuità del portone posto sulla strada. Questa vendita si fa — pel — prezzo di austr. L 675 —» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, II, 1057).
1852*Compresi i n. 1887 A,B, proprietà di Giuseppe Urbanis (Competenze, II, f. 13v).
1876*Al n. 1887 abitazione dell’affittaletti Anna Folla; al n. 1887 A bottega del cordaio Francesco Cerotto (COSMI-AVOGADRO, 85, 91).
1888
1801 Antonio e fratelli Molinis (Nomenclatura, f. 70v).
1805, genn. 23*«— Rosa, una delle figlie ed eredi del q. Tommaso Molinis di — borgo de’ Ronchi —, ha — venduto — a — Antonio q. G.B. — Molinis di detto borgo — la fabbrica descritta al n. 1 delle divisioni 11 magg. 1802 del pubbl. per. — Giacomo Bertolini assegnata in parte ad essa —. E questa — vendita ha fatto — pel — prezzo di L 1051 s 12 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLII instr., 3598, f. 4689v — 4690r).
1809*Proprietà degli agricoltori Domenico Antonio Molinis e Santo Molinis (Registro delli aloggi, f. 52v).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Pietro del fu Innocente Michelutti della casa n. 1888 è citato tra i possessori di fondi confinanti con le pubbliche mura; ugualmente sono elencati Antonio, Domenico e Carlo Molinis (A.S.U., C.A. I, 24/X, 45, 46, 47, 48, 49, 50, 51).
1836, ott. 4 I fratelli Giuseppe, Andrea e Domenica del fu Pietro Michelutti vendono la casa 1888 per L 900 a Santo Moschini (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10487, 10414).
1852*Il n. 1888 A è di Maria Molinis, il 1888 C di G.B. Molinis, i 1888 B e D di Carlo Molinis, il 1888 E di Domenico Michelutti Crainz (Competenze, II, f. 13v).
1876*Laboratorio del materassaio Eugenio Clochiatti (COSMI-AVOGADRO, 101).
1889
1801 Caterina Molinis (Nomenclatura, f. 70v).
1809 Proprietà di Pietro Michelutti, falegname, Osvaldo Minisino, guardia di finanza e Giacomo Lavarone; inquilina l’incannatrice Maria Damiana (Registro delli aloggi, f. 52v).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis è citato il «monastero delle Convertite» come possessore di fondi confinanti con le pubbliche mura e aderenti alla casa n. 1889 (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 58).
1835, lugl. 8 Le Dimesse vendono a Pietro e Caterina Pravisani «una casa costrutta di muri, coperta di coppi, situata — al c.n. 1889 — con fondi di cortivo ed orto, — a cui confina a lev. mura della città, mezz. — Lavaroni, pon. — corte promiscua in di strada ed a tram. — Broili Osvaldo —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10485, 9817).
1852*Domenico Minisini (Competenze, II, f. 13v).
1890
1801 Giacomo Lavaron, G.B. Mosolo e Dimesse (Nomenclatura, f. 70v).
1809*Proprietà di Giacomo Lavarone, G.B. Mosolo e del monastero delle Dimesse. Inquilini il tessitore Nicolò Minino e gli industrianti Amadio Nanin e Valentino Quargnasso (Registro delli aloggi, f. 53v).
1819, magg. 20*Giacomo del fu Simone Lavaroni, proprietario della casa n. 1890, è indicato nel rilievo Bernardinis come possessore di fondi confinanti con le pubbliche mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 59).
1834, febbr. 20*«Il — vicedelegato, in nome — dell’i. r. commissione d’alienazione de’ beni dello stato nelle dominie venete —, vende — a — Lavaron — una casa in borgo de’ Ronchi —, eretta da muro, coperta di coppi con fondi e corticella». Dall’inventario annesso: «Qual casa con corti e corticella promisqua è situata nell’estremità del borgo dei Ronchi in Udine al c. n. 1890 e consiste in sottoportico d’ingresso promisquo, due stanze attigue e cucina in piano, due camere e due graneri in primo piano ed un granareto sopra di una d’esse camere, il tutto in malstato» (A.S.U., N., G.G. Clochiatti, 4818, 1489).
1852*Il n. 1890 A appartiene a Giuseppe Lavarone, il 1890 B a Osvaldo Broili, il 1890 C a Pietro Mugnassi (Competenze, II, f. 13v).
1852, apr. 12°°Progetto di nuova casa sul fondo Lavaroni (A.S.U., C.A. II, 66/1852, 2616 Orn. II C, con dis.). Il disegno è firmato «Brida Eusebio».
1858*Gioseffa Lavaroni gestisce una filanda per seta con due fornelli (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 53).
1876*Nella parte marcata solo col n. 1890, trovano posto i laboratori del materassaio Antonio Vida e della tessitrice Giovanna Piutti; in quella censita 1890 B è ospitata la bottega del calzolaio Domenico Minissini (COSMI-AVOGADRO, 88, 101, 115).
1891
1801 Pietro Bros (Nomenclatura, f. 70v).
 *Affittuale Antonio Bidini (ibid.).
1809*Appartiene all’agricoltore Pietro Ambrosio. Inquilino l’industriante Michiele Franzoli (Registro delli aloggi, f. 52v).
1818, ott. 7*«— Carlo e Maria iug. Del Gobbo — vendono — al — sig. Santo Lavagnolo — due porzioni di casa di muro copperte a coppi portanti lo stesso c.n. 1891, poste — nel borgo — de’ Ronchi —; confinano a lev. — le pubbliche mura della città, mezz. ser G.B. Mollaro, pon. il publico borgo — ed a tram. ser Giacomo Lavarone —. La — vendita — fatta viene — pel prezzo — d’it. —L 600 —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10331, 2139).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Maria Del Gobbo n. D’Ambrogio, proprietaria dello stabile, è citata fra i possessori di fondi confinanti con le pubbliche mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 60).
1828, mar. 20*Maria Del Gobbo chiede ed ottiene il permesso «di erigere una stalla e fenile» e «di demolire una porta di — muro di chiusura — crolante» (A.S.U., C.A. I, 148/X, 1057 Orn. II C, con dis.).
1841, giu. 18*Pietro Dominissini chiede «di aprire un portone nella sua casa posta nel borgo di Ronchi — n. 1891». La deputazione d’ornato induce il petente a «trasportare in asse del nuovo portone da costruirsi la sopra esistente finestra con la misura dell’attuale» (A.S.U., C.A. I, 328/VIII, 3911 Orn. II C, con dis.).
1845, ott. 3*Segnalazione del capoquartiere: «— Certa Maria D’Ambroggio, moglie a Pietro Dominissini, abitante — al — n. 1891, si permise — di far costruire una fabrichetta, i muri e le trave del coperto sono di già appoggiate alle mura serve di recinto a questa r. città». Segue, in data 10 ott., la relazione dell’ingegnere municipale A. Lavagnolo con disegno e dimensioni. Il 12 dic. l’intendenza di finanza concede il nulla osta per la costruzione. In data 25 dic. l’ing. Lavagnolo suggerisce alla congregazione municipale di precettare la D’Ambrogio circa le finestre, che danno sulle mura e che creano problemi (A.S.U., C.A. I, 406/II, 6326 Orn. II C, con dis. firmato da G.B. Cotterli).
1845, dic. 12*«— Carlo q. Valentino Toncigh e Lucia q. Pietro D’Ambrogio, marito e moglie —, vendono — al sunnominato Andrea q. Mattia Fusari — porzione di due case — al c.n. 1891 — composte di due stanze a pianterreno due camere in primo piano e di granaio al coperto di coppi e tavelle, avente corticelle a levante, che — il tutto confina a lev. mura della città, mezz. Molaro Francesco, detto Pistum, con coperto di coppi sul muro divisorio, essendo il coperto — dei venditori, a pon. parte corte promiscua e parte una stanza di questa ragione ed a tram. Maria D’Ambrogio Dominicini sorella della venditrice —. Le suddette porzioni di casa — si vendono — per il prezzo — di austr. L 2000 —» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, II, 808).
1846, genn. 2 È di Pietro Dominissini; viene rifatta ed ingrandita a tre piani di tre finestre (A.S.U., C.A. I, 406/1846/II, 25 Orn. II C, con dis., firmato da G.B. Cotterli).
 *La deputazione d’ornato fa ridurre le misure del portone e suggerisce alcune modifiche (ibid.).
1850, lugl. 16*«Supplica urgente di Pietro fu Giacomo Cecovi, scrittore privato in Udine, borgo Ronchi al c.n. 1891, contro Amalia Maiola di Udine, abita Sottomonte al c.n. 1599, implorante provvedimento e tranquillità del matrimonio del supplicante —» (A.S.U., C.A. I, 485, 15092, IX, 4450).
1852*I n. 1891 A e B appartengono a Maria del Gobbo Dominecini, il 1891 C a Orsola d’Ambrogio, il 1891 D a Lucia Toncih (Competenze, II, f. 13v).
1852, apr. 12 e 27*Gioseffa Lavaroni, proprietaria della casa n. 1890, vuole erigere una casetta sul suo fondo. Ricevuto il consenso dei proprietari interni, la Lavaroni ottiene la licenza di costruzione (A.S.U., C.A. II, 66, 2616 e 3210 Orn. II C).
1858*Maria Del Gobbo Dominissini vi gestisce una filanda per seta con sei fornelli (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 54).
1876*Laboratorio del cordaio Francesco Ballico (COSMI-AVOGADRO, 91).
1892
1801*G.B. Mollaro (Nomenclatura, f. 70v).
1809*Proprietà dell’agricoltore G.B. Molaro (Registro delli aloggi, f. 52v).
1819*Nel rilievo Bernardinis viene indicato il demanio come possessore di fondi confinanti con le pubbliche mura e con la casa 1892 (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 61).
1852*Appartiene ad Antonio Croatto (Competenze, II, f. 13v).
Porta Ronchi
  Sotto l’arco, su la parete interna sinistra in uscita vi era una Madonna dipinta con la scritta: “Fermati o passeger/Il capo inchina/E saluta del ciel/La gran regina».
1481, lugl. 15*I deputati del consiglio della città inviano a Venezia ambasciatori perché la «ducal signoria se degni ordinar a sublevacion de questo fidelissimo populo, el qual pro maiori parte vive de agricultura, le tre porte, dele qual una, cioè quella de Roncho è obturata, et doe, cioè quella de S. Lazaro et quella de Cusignà sono ferrate, siano aperte, in modo che le se possan uxare maximamente per color che hanno grandissima nezessità mantiner l’agricultura». Nel contempo supplicano «che le porte, le qual al presente se adoperano, non siano ferrate avanti hora una e meza di notte et siano aperte hore doe avanti el levar del sol; perché altramente l’agricultura de questa fidelissima terra a forzo serà arbandonata et per sequens le proprie habitatione» (B.C.U., ms. 869, 12/297-298).
1767, giu. 30°°Mura e orti fra Porta Ronchi e Porta Aquileia (B.C.U., A.C.A., ms. QQQ.XXXVI, c.118r).
1809*Custode della porta è Giovannella Sacile (Registro delli aloggi, f. 52v).
1819, magg. 20*Francesco Bernardinis presenta la Topografia delle muraglie urbane della r. città di Udine tra le porte Aquileia, Ronchi e Pracchiuso, rilevata inesivamente ad ord. della r. congregazione municipale di Udine n. 964, 18 marzo 1819, scala 1.2000 (A.S.U., C.A. I, 24/X, 1802 Finanza X a, con dis.).
1838*Preventivo di spesa di L 111,03 per riparazioni non precisate alla torre di Porta Ronchi (A.S.U., C.A. I, 282, Passività... 1838).
1848*«Torre porta Ronchi con fondo di cortivo interno ed esterno aderente». È affittata ad eredi di G.B. Plaino dal 10 ag. 1842; scadenza del contratto: 31 luglio 1851 (A.S.U., C.A. I, 442/Attività... 1848, Fitti di case, fondi e spazi, n. 25).
1849, ag. 29*Preventivo di spesa per la costruzione di un riparo di legno e risistemazione d’un tratto di barricata per le guardie di finanza (A.S.U., C.A. II, 65).
1850, febbr. 5*Supplica di Anna Plaino alla congregazione municipale: «La sottoscritta Anna Plaino, non avendo potuto nel termine accordato da questa congregazione municipale dimettersi dal locale Porta Ronchi, attesa l’intemperie dei tempi, e per non essere in libertà fino a 15 febbr. p.v. il locale che anderà ad abitare, perciò chiede che voglia accordargli altri giorni 15 onde dimettersi delli locali tutti componenti la torre a Porta Ronchi, con questo però, che abbia la congregazione municipale contemporaneamente allo slogio pagargli la ratta di tempo di mesi 6 giorni 15 per affitto supplito a tutto agosto p.v., nella ragione di L 100 annue, nonché la restituzione del deposito di L 100 fatto all’atto della deliberata affittanza» (A.S.U., C.A. I, 490/I).
1850, mar. 10*La congregazione municipale alla r. delegazione provinciale: «Come annunziavasi col rapporto 31 ott. 1849, n. 7221, il municipio diffidava l’affittuale della torre e Porta Ronchi, Maria Plaino Meneghini, a dover sloggiare entro il termine fissato dagli art. 14 e 15 del capitolato d’appalto, onde cedere quella torre alla r. finanza per abitazione delle proprie guardie. Quantunque niuna pretesa potesse accampare l’affittuale assoggettatosi alle disposizioni del capitolato, pure a malincuore si adattava alla prescrizione, ciocché era ben presumibile dopo che ben oltre cinquanta anni quella famiglia Plaino avea dimora nella torre stessa e nella quale non solo, ma piϊ nei due fondi ortivi annessi fece dei miglioramenti che niun diritto le danno a compenso, perché fatti senza la dipendenza e l’assenso municipale. Prima però di sloggiare, ciò che avvenne nel dν 22 febbr. p.p., ed anzi in seguito ad interpellazione fatta lettera municipale n. 7221, 31 ott. 1849, l’affittuale Plaino Meneghini e per essa il proprio marito Francesco Meneghini, dichiarò di esser contento di tenere in affitto i fondi ortivi erano annessi alla torre e che alla r. finanza non si consegnano, per l’annuo canone di L 22 stabilite dall’ingegnere municipale e domandò anzi in via di grazia di averli per un nuovo novennio al prezzo stesso onde poter godere almeno in parte il frutto del capitale impiegato dai suoi autori nei molti miglioramenti praticati, e per i quali non può attendersi in diritto qualsiasi compenso. L’affittanza in corso spira al 31 luglio 1851 ed il municipio opinerebbe d’accordare la domanda in vista di tutti i premessi titoli d’obbedienza —» (A.S.U., C.A. I, 490/I).
1865*Chiusura della porta urbana. I lavori relativi all’argine vengono affidati ad Angelo Arrighi e quelle di muratura e falegnameria a Luigi Peschiutti (A.S.U., C.A. II, 65).
1866, magg. 18 Ratifica delle spese incontrate per la riapertura della Porta Ronchi fatta in seguito ad istanza di vari cittadini, presentata fino dal 1864 (A.S.U., Protocollo verbale consiglio comunale, n. 4123, Comun. IV, XX, p. 85).
1869, nov. 3*Pratica dell’ingegnere municipale relativa a liquidazione di spesa per lavori eseguiti dal capomastro Claudio Galliussi (A.S.U., C.A. II, 65, n. 935-V).
1872-1873*Lavori di restauro in tutti i piani dell’edificio (A.S.U., C.A. II, 65, fasc. 116).
1907, magg. 17 Il consiglio comunale autorizza la demolizione della torre di Porta Ronchi (Parti prese... 1913, 27).
 *Il provvedimento prevede anche la costruzione di una garitta daziaria (ibid.).
1907, sett. 27*I lavori di demolizione sono affidati al capomastro Lino Vendramini (Parti prese... 1913, 38).
1910 Viene demolita la Porta Ronchi.
   
BIBLIOGRAFIA DE PIERO, Compendio, 28; JOPPI, Udine prima del 1425, XI; Parti prese... 1913, 18; PILOSIO, Itinerari udinesi, 8 (1941), 120; della PORTA, Toponomastica, 24; RIZZI, Udine, 61, 161, 186, 192.
   
ICONOGRAFIA [F. BERTELLI], Città d’Udine; [P. BERTELLI], Pianta prospettica; CADORIN, Udine città; [CORONELLI], Udine; GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città; LASOR A VAREA, Udine metropoli; MAJERONI-LEONARDUZZI , Città d’Udine; RASICOTTI, L’antica e nobilissima città d’Udine; SCOLARI, Veduta prospettica; [SCOTO], Udine metropoli; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta.
1893
1801 Giovanni Cottaro (Nomenclatura, f. 70v).
1809*Proprietà dell’agricoltore Giovanni Cotterli (Registro delli aloggi, f. 52v).
1826, ott. 30*Il capoquartiere segnala all’autorità municipale il crollo parziale di una muraglia al c.n. 1893 (A.S.U., C.A. I, 123/X, 3815 Orn. II C).
1831, magg. 12*Filippo Cotterli, detto Cucchini, proprietario di un fondo cinto di muro al n. 1893, vuole erigervi un piccolo fabbricato, del quale presenta progetto e ne ottiene approvazione (A.S.U., C.A. I, 182/1831/V, 2037 Orn. II C, con dis.).
1847, febbr. 23*Antonio Cotarli chiede ed ottiene il permesso di ampliare all’interno due finestre (A.S.U., C.A. I, 422, 117 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Francesco Salvador).
1851, giu. 4*«Nella porzione verso tram. della incendiata tettoria di paglia, appartenente alla casa segnata col c.n. 1898 B, posta nel borgo de’ Ronchi, — Ronco Angelo col consenso della — moglie Antonia n. Cotterli, ha divisato di erigere una fabbrica, come dimostra a linee rosse nel disegno —» (A.S.U., 65/bis 1851, 3712 Orn. II C, con dis.).
1852*Il n. 1893 A appartiene a Giuseppe Cotterli, il 1893 B a Maria Cotterli, il 1893 C a Giovanni Cotterli (Competenze, II, f. 13v).
1876*Nell’edificio sono ospitati due laboratori di cordai, rispettivamente di Domenico Cremese e di Leonardo Forte, nonché la fucina del fabbro Paolo Coterli (COSMI-AVOGADRO, 91, 92).
1945 La parte marcata 1893 A è distrutta da una bomba.
1894
1801 Francesco Ballis (Nomenclatura, f. 70v).
1809 Andrea Marchioli, domestico (Registro delli aloggi, f. 52v).
1852*Proprietà di Francesco Marchiol (Competenze, II, f. 13v).
1895
1801 Francesco del fu Giovanni M. Ballis (Nomenclatura, f. 71v).
 *Proprietà dell’agricoltore Giovanni Maria Ballis (Registro delli aloggi, f. 52v).
1812, ag. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 15 maggio, a pregiudizio di Giuseppe Baltico, debitore per L 3,38, asta di «una cucina a pian terreno dal corpo della casa al n. 1895, a lev. Andrea Marchiol, tram. Francesco Ballico» (A.S.U., C.N., 81, Processo verb. d’asta).
1814, apr. 2*In seguito ad atto oppignorativo del 19 maggio, esperimento d’asta a pregiudizio di Giovanni Maria del fu Francesco Ballico, debitore per L 11,50. Viene posta all’asta «una stanza al primo piano — serviente ad uso di cucina» (A.S.U., C.N., 81, Avviso d’asta per mora pagamento IV rata imposta prediale 1813).
1814, apr. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 19 maggio 1813, a pregiudizio di Giovanni M. Ballico, debitore per L 9,77, corrispondente all’importo della quarta rata dell’imposta prediale 1813, asta di una camera al primo piano della casa n. 1895 (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4812, 290).
1852*Appartiene a Giovanni Maria Ballico (Competenze, II, f. 13v).
1896
1801 Feliciano Ballis (Nomenclatura, f. 71v).
1809*Proprietà dell’agricoltore Francesco Ballis (Registro delli aloggi, f. 52v).
1852*Appartiene a Maria Ballico Venanzio (Competenze, II, f. 13v).
1897
1786, giu. 22*«— Innocente ed Antonio fratelli q. Benedetto Michelutti — e — Antonia di loro sorella, moglie di — G.B. Senti, detto Toffolo, — hanno — venduto — a — Antonio q. Giusto Di Giusto — la porzione delle fabbriche situate in borgo de Ronchi con cortivo ed orto annesso, pervenute in essi Michelutti nella eredità del q. — Domenico q. Giuseppe Marano testator 5 ag. 1749 per atti dello sp. — Pietro Antivari —. La qual porzione — ha per confine verso lev. il borgo di Ronchi, a mezz. le fabbriche di — Francesco f. di Pasqua Ballis e parte orto di — Valentino Vicario, a pon. lo stesso Vicario e parte gli eredi del q. Giuseppe Cremese ed a tram. parte Francesco Del Zan e parte la porzione delle ristanti fabbriche, cortivo ed orto del sig. Biasio Michelutti coerede. Questa vendita viene fatta — pel — prezzo di d 460 s 4» (A.S.U., N., Graziano Cantoni, 10212, I instrom., 47, f. 48v — 50v).
1801 Antonio Giusto (Nomenclatura, f. 71v).
1809*Proprietà dell’agricoltore Antonio Giusto (Registro delli aloggi, f. 52v).
1852*Appartiene a Francesco Di Giusto (Competenze, II, f. 13v).
1876*Falegnameria del carpentiere Luigi Bressan (COSMI-AVOGADRO, 89).
1898
1801 Valentino Floreanini (Nomenclatura, f. 71v).
 *Affittuale Francesco Facchino (ibid.).
1803, ag. 26 Anna Michelutti Cremese vende a Francesco di Santo Viezzeri «una casa di muro coperta di coppi con cortivo ed orto, posta — nel borgo de’ Ronchi, confina a lev. stradda —, a mezz. casa ed orto di Antonio Giusto, pon. orto di — Niccolò Cremese, ed a tram. casa ed orto di Domenico Sgobaro —» (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10566, Prot. 1800-1804, f. 69v — 70v).
1803, ott. 20 Santo Viezzeri concede in permuta la casa n. 1898 a Domenico ed Anna Peressotti. Vedasi n. 1882 (A.S.U., N., Francesco Girardi, 10616, Prot. IV, 37, f. 49r — 49v).
1809 Domenico Peressotti, «industriante» (Registro delli aloggi, f. 52v).
1852*Appartiene a G.B. Colaone, proprietario anche del n. 1898 A (Competenze, II, f. 13v).
1876*Sartoria di Felicita Fabris (COSMI-AVOGADRO, 112).
1899
1801 Valentino Floreanini (Nomenclatura, f. 71v).
 *Affittuale Domenico Veneziano (ibid.).
1809 Antonio Clemente, sarto (Registro delli aloggi, f. 52v).
 *Inquilini gli industrianti Antonio Tomada e Antonio Nadalutto (ibid.).
1833, sett. 9 G.B. fu Antonio Clemente vende a G.B. di Pietro Spizzo per L 1860 «una casa eretta da muri, coperta a coppi, situata in — borgo de’ Ronchi sotto il c.n. 1899 — con fondi di cortile ed orto, che si estende a pon. di detta casa e corte —, la quale ha per confine a lev. il cortile, in parte promiscuo a questa proprietà cogli eredi di Peressotti Domenico q. Antonio, indi porticato d’ingresso che va fino alla pubblica strada del borgo de’ Ronchi —, a mezz. Antonio Di Giusto q. Giusto, a pon. e tram. Del Zan Domenico q. G.B.. Inoltre vende il Clemente — li diritti di transito — sopra il cortile attiguo e porticale a lev., il tutto finor possedevasi dal venditore —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4817, 1437).
1900
1801 Domenico Del Zan (Nomenclatura, f. 71v).
1835*Vi abita il capoquartiere G.B. Del Zan (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1845, ag. 6*«G.B. e Santa q. — Domenico fratello e sorella Del Zan — hanno stipulato quanto nei seguenti articoli si raccoglie. I. — Santa Del Zan Querino — cede — al fratello — G.B. — ogni diritto ed azione di proprietà sulla — casa grande posta — sul borgo Ronchi cadente al c.n. 1900, con suoi fondi di cortivo ed orto e impianti tutti sopra esistenti —. II. All’incontro — G.B. — rinuncia alla — sorella — la — casetta e fondi interna, costrutta di muri, coperta a coppi con corticella a levante —, posta nell’angolo verso mezz. e pon. dell’orto —, la qual consiste in una stanza terranea ad uso di cucina ed una stanza ad uso camera nel piano superiore, il di cui ingresso e regresso — ha — la stessa proprietaria condividente — per il borgo Ronchi pel portone portico promiscuo —, per il cortivo promiscuo al c.n. 1901, indi per il viale, ossia stradone dell’orto ad uso fabbrica cordami di ragione degli eredi fu Lazzaro Lavaroni e poscia trasversalmente per l’orto di ragione Marcon Luigi e parte per quello fu di questa ragione, ora in proprietà di esso condividente fratello — ed il tutto, come è pure tracciato dall’apposita operazione di stima all’uopo fatta seguire li 14 genn. 1841 dal per. G.B. Cotterli, casetta e fondi che confina a lev. Spizzo G.B. q. Pietro, a mezz. G.B. q. Andrea Cremese, a pon. Giuseppe e Nicolò fratelli q. — Andrea Cremese ed a tram. — G.B. Del Zan —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 10511, 17410).
1852*Il 1900 e il 1900 A appartengono a Santa Del Zan Quirini (Competenze, II, f. 13v).
1876*Bottega del cordaio Giuseppe Marconi (COSMI-AVOGADRO, 91).
   
NOTE1A una persona omonima si riferisce il seguente documento del 17 genn. 1767: «Misura e stima dell’infrascritta porzione di casa situata nel borgo di Mezzo — di ser Domenico Del Zan, avanzatali dalla escorporazione 18 apr. 1763 seguita mediante il sig. — Gaspare Guerra perito sull’istanza del q. nob. — Albano Rinoldi, fatta da me sottoscritto perito sulle ricerche del nob. — Zuanne Rinoldi». La stima è firmata dal pubbl. per. Nicolò Comuzzi (A.S.U., N., Marc’Antonio Tracanelli, 9519, Plico istr.).