Consiglio dei Distretti Notarili Riuniti di Udine e Tolmezzo
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Università degli Studi di Udine
Memorie su le antiche case di Udine di Giovanni Battista della Porta: un archivio aperto per la conoscenza della città storica
progetto di ricerca a cura di Anna Frangipane dall’edizione a stampa curata da Vittoria Masutti, 1984-1987
TESTO INTEGRALE
Memorie su le antiche case di Udine: parte II (da 1501 a 1700)
1501
1801 Padri Serviti della B.V. delle Grazie. Affittuale Biagio Sanzit (Nomenclatura, f. 56v).
1809*Appartiene al r. demanio. Vi abita l’oste Giuseppe Gennari (Registro delli aloggi, f. 42v).
1811, giu. 29*Vedasi n. 1496.
1815, giu. 2*Relazione del commissario di polizia al podestà, dopo il sopralluogo compiuto da Giuseppe Prisani al locale n. 1501: «— Onde conoscere se l’edifizio di tintoria chiesto di erigersi dal sig. Giovanni Tessitore potesse o no essere dannevole al pubblico interesse». Esprime parere favorevole sulla domanda a patto che il petente «faccia in prima effettuare un picciolo lavoro nel camino» (A.S.U., C.N., 186, 3976 Pol. 20).
1851°Come il n. 1496 (A.O.U., Censimento stabile catastrino).
1852*Proprietà dell’ospedale di Udine (Competenze, II, f. 3v).
1502
1801*Padri Serviti della B. Vergine delle Grazie. Affittuale Leonardo Piva (Nomenclatura, f. 56v).
1801-1851 Vedasi n. 1496.
1809*Appartiene al demanio. Vi abita il muratore Leonardo Piva (Registro delli alloggi, f. 42v).
1852*Proprietà dell’ospedale di Udine (Competenze, II, f. 3v).
1503
1801 Padri Serviti della B.V. delle Grazie (Nomenclatura, f. 56r).
 *Affittuale Antonio Capellaro, «cargnelo» (ibid.).
1801-1851 Vedasi n. 1496.
1809*Appartiene al demanio. Vi abita il cappellaio Antonio Durν (Registro delli aloggi, f. 42v).
1852*Proprietà dell’ospedale di Udine (Competenze, II, f. 3v).
1504
1801 Padri Serviti della B.V. delle Grazie (Nomenclatura, f. 56r).
 *Affittuale Domenico Piva (ibid.).
1801-1851 Vedasi n. 1496.
1809*Appartiene al demanio. Vi abita la levatrice Margherita Piva (Registro delli aloggi, f. 42v).
1817, sett. 19*Il cursore municipale presenta in questa casa ad Antonio Liesc diffida a munirsi di licenza di polizia (A.S.U., C.A. I, 10).
1852*Proprietà dell’ospedale di Udine (Competenze, II, f. 3v).
1505
1801 Padri Serviti della B.V. delle Grazie. Affittuale Nicola Fasano (Nomenclatura, f. 56v).
1801-1851 Vedasi n. 1496.
1809 Leopoldo Zuccolo pittore1 (Registro delli aloggi, f. 42v).
 *Vi abita il calzolaio Antonio Fasani (ibid.).
1832, mar. 22*Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al «casolino» Pietro Sburlino, l’avviso municipale n. 1050, diretto ai venditori che ingombrano le strade «con merci di fruii ed oggetti riguardanti la salubrità» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Proprietà dell’ospedale di Udine (Competenze, II, f. 3v).
   
NOTE1Vedasi anche n. 1506.
1506
1801 Padri Serviti della B.V. delle Grazie. Affittuale Valentino Zuccolo (Nomenclatura, f. 56v).
1807, nov. 12*«È pervenuta in — dominio dell reggio demanio la casa dei vicini situata nel borgo di Pracchiuso — n. 1506 e 1507 di provenienza dell’avvocato convento della B.V. delle Grazie, consistente in luogo terraneo ad uso di cucina con camera di sopra, altro terreno ad uso di bottega con camerino superiore e altra cucina con tre stanze contigue terrene, con camerino sopra di uno di dette stanze, andito con porta e cameretta sopra, stanza terrena con camera superiore, portichetto e portico grande con altro portico ossia logia, corte con fondo di pura tera a ciel scoperta; porzione di detta casa viene goduta in semplice affitto dal sig. Giacinto Zuccolo —. Zuccolo s’obbliga — di acquistare la — casa —» (A.S.U., Antonio Lorio, 10431).
1808, magg. 12°Il demanio vende a Leopoldo Zuccolo1 le case 1506-1507 per L 2078 (not. Antonio Lorio).
1809*Appartiene al pittore Leopoldo Zuccolo che vi abita con la famiglia (Registro delli aloggi, f. 43v).
1852*Dorinda Zuccolo (Competenze, II, f. 3v).
   
NOTE1Circa questo pittore: BERGAMINI-TAVANO, Storia dell’arte, 520; ROSSITTI, Dizionario degli incisori friulani, 73-76; S[ACCOMANI], Il ristauro, 36.
1507
1801 Rr. pp. Serviti (Nomenclatura, f. 56r).
 *Affittuale Pascolo Sburlino (ibid.).
1807, nov. 12*Vedasi n. 1506.
1808, magg. 2 Vedasi n. 1506.
1808, magg. 18°Leopoldo q. Valentino Zuccolo vende il n. 1507 a Pascolo q. G.B. Sborlino per L 2200 (not. Antonio Lorio).
1809 Pascolo Sborlini, «casolino», che vi abita (Registro delli aloggi, f. 42v).
1812, magg. 12*«— Pascolo del fu G.B. Sborlino — cede — in patrimonio ecclesiastico al chierico — di lui figlio — una casa sita — nel borgo di Prachiuso al c.n. 1507 —». L’allegata perizia di Vincenzo Moro e Pietro Borghi la indica come «fabrica di muro copperta di coppi, con fondo e cortivo, situata al c.n. 1507, serve di abitazione al sig. Pascolo Sborlino, che tutta unita confina a lev. — Leopoldo Zuccolo e — Giulio Citarò, mezz. la chiesa delle Grazie —, pon. detta — chiesa e parte — demanio con fabbrica della chiesa di S. Maria Elisabetta ed a tram. — detta fabbrica e borgo di Pracchiuso —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10589, 687).
1852*Antonio Nardini e chiesa della B. Vergine delle Grazie (Competenze, II, f. 3v).
1876*Pizzicheria di Luigi Perosa e rivendita di privative delle sorelle Benuzzi (COSMI-AVOGADRO, 110, 111).
1507B Oratorio di Santa Elisabetta
1811, dic. 14 Il demanio vende l’oratorio di S. Elisabetta a Silverio Tomaso Agostini per la chiesa delle Grazie, che la adibisce a deposito dei propri arredamenti. Ceduta a terzi ugualmente per deposito, è abbandonata e per usucapione passa di proprietà d’altri (DELL’OSTE, S. Valentino, 52-54).
1850, mar. 4*Alla «spett. congregazione municipale. Il sottoscritto artista pittore, dovendo eseguire una pala d’altare pel duomo di Pirano, per formare il suo studio ottenne a titolo di locazione il magazzino che fiancheggia il santuario della B. Vergine delle Grazie, della cui facciata si esibisce il disegno. Siccome nel predetto magazzino non domina luce sufficiente per uno studio pittorico, cosν il sottoscritto si trova necessitato d’implorare presso questo spettabile congregazione municipale ch’egli conceda di praticare sulla facciata del magazzino suddetto, due aperture della forma e dimensione che viene dimostrata con segnatura nel disegno allegato. Si obbliga poi il sottoscritto di rimettere a locazione finita, il muro e le finestre nello stato in cui attualmente si trovano ad essere, adattandosi anche di depositare a mano della fabbriceria della v. chiesa della B. Vergine delle Grazie, la somma occorrente per tale ricostruzione. Giovanni Pagliarini1» (A.S.U., C.A. I, 487/1850/VI, 1192 Orn. II C, con dis., vistato dal capomastro Giuseppe Presani, che scrive: «Visto il presente disegno, trovo suscettibile a farsi l’opera senza nessun pericolo»).
1850, apr. 9*«All’on. congregazione municipale della r. città d’Udine. Il sottoscritto, non per fare il delatore, ma solo amante del bello e dell’abilimento della città, deve ricordare che rimpetto la propria abitazione nella ex chiesa di S. Elisabetta in fianco alla r. chiesa delle Grazie, vennero aperti due vanni di finestra che al vedersi col complesso della fabrica sembrano due grandi portoni rurali, formanti un cattivissimo assieme. A sν fatto inconveniente havi anche quello di essere compromessa la pubblica sicurezza, perché li esterni oscuri sono impostati cosi bassi, che qualunque passegiero deve incepare in essi. Una cosa sν brutale non può sicuramente permettere la sapiente deputazione d’ornato sotto nessun aspetto. Allo scrivente sorgie il dubio che sia acaduto abuso tratandosse di favorire un celere ritratista che andava offrindossi di ritratare gratis tutti quelli che si avessero prestato a provedere un locale spacioso eguale a quello che rinvenne nell’antidetto locale. E difatti per quello in discorso credassi che si abbia obbligato di rittratare il molto rev. paroco nonché li fabricieri della B. Vergine delle Gracie e ciò per compensare il tenue affitto convenuto. Non potrebbe essere imposibile che si avesse offerto di ritratare anche li membri della commissione e ornato all’oppera assenzienti. A dire il vero ogni uno si vede volentieri ritratatto da valente penello e molte volte, onde il ritratto resti a stupenda memoria dei posteri. Plausibile idea, quando le fisonomie portassero con sé l’impronta veritiera del cuore; ma allora dubito che pochi nutrissero questa vaghezza. Io n’ebbi la singolare offerta nel caso di rinvenimento del locale domandato; la mia modestia me ne astenne dalla assunzione e piϊ anche il pensiero che il mui ritratto chiamerebbe su me la terribile sferza del ridicolo, come per ora l’à suscitata in ciascuno la barocagine dell’eseguito lavoro e che durerebbe eterna ove purtroppo non si avesse insegnato a deplorare qualche disgrazia pel minacianto colocamentea degli oscuri sudetti. Tanto per norma e lume di questa rispetabile municipalità, onde impedire le tante e continue ingiurie scagliate sulla defformità di quell’opera riservandossi di produre una rimostranza od un regolare atto legale sancito dalle persone che ne risentano pericolo. A. Nardini» (A.S.U., C.A. I, 487/VI, 1912, Orn. II C).
  a ms. minacinte
1850, apr. 9*Il podestà sull’argomento: «Colla unione della posizione relativa al lavoro accordato si passi lo stravagante ricorso del Nardini alla deputazione d’ornato, onde si compiaccia di esaminare di nuovo il lavoro e di offrire ogni occorrente operazione massime sugli oscuri che non sarebbero stati richiesti. Ritornare le carte. Il podestà A. Caimo Dragoni —» (ibid.).
1850, apr. 12*La deputazione d’ornato alla congregazione municipale: «Non è meraviglia che i due finestroni compariscano discordanti coll’insieme della facciata, perché lo erano già in senso della domanda, e perché lo divennero maggiormente nella loro esecuzione arbitraria, essendosi costruiti piϊ bassi di m 0,40 e piϊ larghi di m 0,26. Si notano queste misure, malgrado la mancanza della scala metrica, perché la si desume della facciata, ch’è di m 13,28. Che se la scrivente opinò per l’approvazione, non intese con ciò di applaudire alle loro forme, ma di tollerarle in senso della istanza, trattandosi di cosa puramente provvisoria, e pel tempo necessario alla dipintura di una pala d’altare pel duomo di Pirano. Ma cogli arbitri nella esecuzione si aggravò, non v’ha dubbio, la condizione; e se potevasi tollerare quanto fu proposto di principio, noi potrebbesi forse dopo che le circostanze si sono cangiate ed in peggio. Tuttavolta nella provvisorietà sendovi luogo a latitudine di tolleranza, vedrà cotesta congregazione se potrà declinare da una certa serenità; tanto piϊ che merita qualche indulgenza, ed il sito della facciata in ritiro della strada principale, e l’uso artistico a cui si destina il lavoro. Per riguardo poi alle imposte, sembra che non possano nuocere al libero transito di passeggieri; dacché una è chiusa stabilmente e l’altra si muove da un’altezza maggiore di due metri. Del resto va bene che cotesto municipio con esemplare moderazione abbia giudicato soltanto stravagante il ricorso del sig. Antonio Nardini, perché, giudicandolo opera della demenza o della calunnia, correvasi l’obbligo di rifiutarlo negli atti propri, o denunziarlo alla politica autorità. La deputazione d’ornato, Bassi Giambattista» (ibid.).
   
NOTE1Per il pittore Giovanni Pagliarini (che abita al n. 1805): T. BREJC, Slikarstvo od 15. do 19. stoletja na Slovenski obali Topografsko gradivo, 148, 149; DEL PUPPO, Pittori, scultori, 101.
   
BIBLIOGRAFIA BIANCHETTI, Su d’un’iscrizione; BONORIS, Santa Maria delle Grazie, 84; CAPODAGLI, Udine illustrata, 28; DE PIERO, Antiche parrocchie, 83; de RENALDIS, Della pittura, 77; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 19, 12.
   
ICONOGRAFIA GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 13; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 8; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 56.
1508 Basilica e convento delle Grazie
1040 Convento dei benedettini cassinesi sotto il titolo dei Ss. Gervasio e Protasio1.
1349 Il convento passa ai Celestini2.
1479 Passa ai Serviti3.
1555, sett. 10*«— Audita supplicatione reverendorum patrum ordinis Servorum, posita fuit pars per — deputatos quod sit data auctorithas — deputatis considerandi summam impensam faciendam in emendis et deyciendis domunculis oppositis scalam novam fabricandam per dictos — fratres et referendi huic — consilio. Super qua parte inita fuerunt suffragia et capta fuit pars cum balotis 123, contrariis 17» (Annales, LIV, f. 57r — 57v).
1567, ag. 10*Il consiglio accetta l’offerta delle casette da parte dei fratelli Montona per ricavar lo spazio utile alla costruzione della scalinata (Annales, LVII, f. 86v — 87r).
1567, nov. 17*«— Ser Nicolaus et ser Datus fratres filii olim ser Thomæ de Montona — pretio — ducatorum centum octuaginta quinque, exbursando — per ser Ambrosium —, camerarium comunis — vendiderunt — deputatis civitatis Utini publico nomine stipulantibus domum dictorum fratrum muratam ac tegulis coopertam cum curia —, positam in viridario comunis cuius ab oriente confinis est strata publica molendini, a meridie et occasu solum viridarii suprascripti et a montibus confinat cum horto dictorum venditorum —» (Annales, LVII, f. 106r — 106v).
[s.d.]°°Progetto per il prosciugamento dello stagno in Giardino (B.C.U., A.C.A., ms. D.XXII, c.16r).
1798, mar. 31*Il comando militare ordina che il convento delle Grazie, esclusa la chiesa, sia sgomberato, in quanto dovrà servire per «deposito monture» (A.S.U., C.A., 150/167).
1801*Convento dei pp. Serviti della B.V. delle Grazie (Nomenclatura, f. 56v).
1805, dic. 14°«Udine, nell’ufficio della cancelleria della città, al convento delle Grazie» (not. Andrea del fu Francesco Brunelleschi).
1806, lugl. 28 Decreto di soppressione del convento dei Serviti (Bollettino delle leggi del Regno d’Italia, Milano 1806, parte II, 809-820).
1809*Convento dei pp. Serviti (Registro delli aloggi, f. 42v).
1809, mar.°La prefettura aveva sede nel convento delle Grazie.
1810, dic. 24*Il direttore del demanio e diritti uniti del dipartimento di Passariano al podestà di Udine: «Questa municipalità nel 1809 fece ricorso per ottenere le chiese di S. Elisabetta presso le Grazie, di S. Spirito in borgo Aquileia e di S. Croce presso S. Spirito per gli urgenti bisogni di allora di casermaggio. — Il — co. senatore ministro delle finanze accordò la domanda con questo però che la concessione fosse circoscritta alla durata del puro istantaneo bisogno di casermaggio e che la comune pagar dovesse quel fitto che fosse giudicato conveniente —. Quantunque cessato l’istantaneo bisogno d’allora e sur alcuna corrisponsione di fitto, questa municipalità detiene da quelle — due de’ locali, cioè quello di S. Croce e di S. Pietro in borgo d’Aquileia —». Il podestà risponde: «È ben vero — che questa municipalità fece ricerca delle chiese di S. Pietro di borgo d’Aquileia e quello di S. Croce presso S. Spirito, ma non ebbe però giammai luogo la concessione accordata» (A.S.U., C.N., 79/ XXV Demanio, 6716).
1811, ott. 14 «Essendo disponibile dalla cassa di ammortizzazione per la legge di finanza 11 — marzo 1810 — il locale delle Grazie, fu convento de’ soppressi Serviti, poscia ad uso della prefettura dipartimentale del Passariano, coi fondi aderenti». Giacomo Filippo del fu Filippo Giterau acquista dal demanio l’ex convento dei Serviti nel borgo di Pracchiuso n. 1508 (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10424, 474; allegata descrizione e stima dei locali ad opera di Giuseppe Clocchiati).
 °°Pianta del Convento (B.C.U., F. p., ms. 1310/30).
1812 Nel locale delle Grazie vi era un’osteria “Al castello” (Esercenti).
1812, ag. 6*«Il sig. Gitereau — del fu Filippo accorda il piazzale di detto orto all’uso delle fiere e mercati per anni dieci da incominciare colla prossima fiera di S. Lorenzo delli — 9 corrente agosto —. In caso di soprabondante concorso di animali accorda pure l’uso del cortile nell’interno del di lui locale confinante colla porta del locale medesimo che mette nel borgo di Prachiuso —» (A.S.U., C.A. I, 18/XIII, not. Francesco Bertoldi, n. 1069).
1812, ott. 19*Al podestà di Udine «si presenta — Giovanni Lustri affinché gli venga rilasciata la licenza di poter esercitare l’arte di cavalarizzo nella corte da dietro del fu convento delle Grazie». Il permesso è concesso, secondo il parere positivo del commissario di polizia (A.S.U., C.N., 184, 5941, Pol. 20).
1814, dic. 21*«Filippo Githareau, proprietario del locale delle Grazie — cede per anni uno, che avrà principio il 1 genn. 1815 — porzione di detto locale consistente in una cucina, salotto attiguo, stanza era ad uso di refettorio, il tutto a pian terreno, un camerino al di sopra, che guarda sulla corte del pozzo —, il tutto per uso di osteria —, al sig. Pietro di Giovanni Sedco —» (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10574, 925).
1816, sett. 23*«Giuseppe Giacomo Vial, ricevitore alle dichiarazioni delle dogane di Rouen in Francia —, a Udine sono tre mesi e mezzo, latore di una licenza della sua amministrazione, ad effetto di mettersi in possesso d’una eredità loro successa della facoltà lasciata dal sig. Filippo Giacomo Gitareau suo cognato —, costretto di fermarsi a Udine pari tempo che non gli sia lecito —, implora il — podestà —» di rilasciargli un attestato in merito alla questione pendente (A.S.U., C.N., 187, 2790 Pol. 20).
1818, febbr. 20 Il comune sin dalli ag. 1812 aveva stipulato il contratto con gli eredi Gitareaux, proprietari del locale e fondo alle Grazie, nel quale tenevansi le fiere dei bovini; si stabilisce ora di tenerle nel Giardino (A.S.U., C.A. I, 18/XIII, n. 1674, copia).
1823, sett. 15 Il consiglio comunale progetta di acquistare da Maria Gitereaux Vial il locale delle Grazie «per la sua riduzione a caserma transenale» (Arch. Comune di Udine, Consiglio dal 1820 al 1826, prot. n. 3732, seduta n. 88).
1824, genn. 22 Perizia dell’ing. Valentino Presani sul locale dell’ex convento dei pp. Serviti, insieme col progetto per la trasformazione dello stesso ad uso di caserma per truppe di transito (A.S.U., C.A. I, 89/XII, con diss.).
1824, genn. 27*Il consiglio comunale approva definitivamente l’acquisto del locale delle Grazie «onde disporlo al servizio di caserma transenale per la sua attuale capacità e per ampliarlo in appresso fino alla sua capacità di mille uomini e duecento cavalli —» L’atto preliminare, debitamente citato, reca la data 14 seti. 1823 (A.S.U., C.A. I, 89/XIII, Processo verbale della seduta straordinaria del consiglio comunale tenutosi li 27 gennaio 1824).
1824, nov. 6*Il capo del primo quartiere segnala «nel fu convento delle Grazie» la presenza di un pozzo scoperto (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
1826, febbr. 21 Maria Margherita Caterina, «una dei coeredi del def. — fratello Filippo Gitereau» ved. Vial «nativa della città di Menton» vendè al rev. Francesco Alessio «il locale ex convento delle Grazie — al c.n. 1508, cioè tanto il fabbricato, quanto gl’inerenti fondi di corti, orto e brolo, ossia braida — meno una porzione a tramontana già prima d’ora disposta, coll’istr. 14 sett. 1816 a rogiti del q. Francesco Nussi not. — venduta, confina a lev. Piani q. Pietro q. Giovanni —, Feruglio — Giuseppe e sorelle q. Antonio —, Zorattini Francesco q. Nicolò, Zoi Francesco q. Leonardo —, Galvani G.B. e fratelli q. Antonio — e Strassoldo Leopoldo q. Giuseppe e Fumagalli Giuseppe q. G.B. —, a mezz. della Porta nob. — Odorico q. Vincenzo —, della Porta n. Venturina — Orsola —, e Caiselli — coo. Carlo e Girolamo q. Francesco, a pon. il canale della roggia ed a tram. piazzale avanti la chiesa delle Grazie, — per il prezzo di it. L 30000 —» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10634, 4105).
1826, sett. 14 Il consiglio comunale delibera di prendere in affitto «i locali del fabbricato della B.V. delle Grazie, per uso delle scuole elementari minori maschili —, essendo inservibili per angustia e stato gli attuali in borgo Gemona e nel locale dei Barnabiti» (Arch. del Comune di Udine, Consiglio 1826-1830, Protocollo verbale consiglio comunale, I, C).
1836, magg. 20 Testamento di mons. Francesco Alessio parroco delle Grazie. Eredi per metà il santuario delle Grazie e per metà i poveri della parrocchia (Pietro CAPELLANI, Guida della beneficenza, 125-127).
1837, giu. 21°°Presentazione del progetto relativo alla facciata dell’architetto Valentino Presani (A.S.U., C.A. I, 878/1868/IV, 3687 Orn. I, con diss.; A.S.U., C.A. I, 878/1868/IV, 3687 Orn. I, con diss.; A.S.U., C.A. I, 878/1868/IV, 3687 Orn. I, con diss.).
 °°Il disegno del prospetto è firmato: «Per l’Architetto progettante Valentino — Presani Direttore Generale delle Pubbliche Costruzioni della Dalmazia suo zio Giuseppe Presani».
1852*Eredi del fu mons. Francesco Alessio (Competenze, II, f. 3v).
1901, magg. 29 «Il consiglio comunale, accogliendo la domanda del reverendo parroco della Beata Vergine delle Grazie in Udine, autorizza la consegna al medesimo delle pietre lavorate che componevano il contorno e le decorazioni della porta d’ingresso al r. istituto tecnico, stata demolita nell’anno 1882, e come le stesse si trovano oggi dν in deposito nel magazzino comunale, e ciò al fine che dette pietre abbiano ad essere impiegate e messe in opera sul lato esterno, prospettante sul vicolo delle Grazie, il tutto senza spesa alcuna a carico del comune ed a condizione che il lavoro sia eseguito entro un anno» (Parti prese... 1903, 95-96).
1922 Basilica.
   
NOTE1Senza indicazione di fonte. Nel ms. Faccioli-Joppi in ogni modo si rimanda a: PALADINO, Tesoro di Udine, [5].
 2Anche questa notizia è priva di citazioni. Cfr. PASCHINI, Storia, II, 265.
 3Probabile fonte è FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 165r .
   
STUDI INEDITI L’elenco delle fonti mss. è pubblicato in forma ordinata per argomenti da I. Bonoris, che fornisce anche una bibliografia particolareggiata. Per gli argomenti di carattere generale: CIPOLLA, Memorie, f. 70r ; FACCIOLI-JOPPI Chiese, f. 156v — 165v.
   
BIBLIOGRAFIA AMASEI, Diarii, 295; La basilica delle Grazie in Udine; Annales...Catastico, I, 5, 24, 56; BEDONT, Gli “ex voto” ; BERGAMINI, Gaspare Negro, 20-22; BERGAMINI-TAVANO, Storia, 337, 395, 409, 434, 438, 515, 533; Bollettino delle leggi del Regno d’Italia, parte I, 280-284; BONORIS, Santa Maria delle Grazie, 146-147; BATTISTELLA, Il giardino, 10, 20, 21-22; BATTISTELLA, Udine, 65, 112-113; BRAGATO, Guida, 83-85; CARACCI, Antichi ospedali, 80; CAVALCASELLE, La pittura, 37, 101, 146, 155, 234-236; CICONI, Udine, 468-470; DELL’OSTE, La basilica delle Grazie; DELL’OSTE, Hortus conclusus, 82, 94, 112-113; DELL’OSTE, Una pagina di storia; DEL PUPPO, Chi dipinse la Madonna; DE PIERO, Antiche parrocchie, 71-73; GALLICI, Sul progetto, 3, 5; GEIGER, Antonio Carneo, 75; GIOSEFFI, Udine, 156; JOPPI, Udine prima del 1425, XI; di MANIAGO, Guida, 42-43; MASSARI, Giorgio Massari, XIX, XXVII, 5, 129; Oreficeria sacra in Friuli, 97, 112; L. PALLADIO degli OLIVI, Memorie udinesi, 28, 46; PALLUCCHINI, La pittura veneziana, 275; Panegirico alla Beatissima Vergine delle Grazie; PARONI-BARBINA, Arte organaria„ 26, 231-232; Parti prese... 1880, 3, 125; Parti prese...1913, 34; PICCO, Illustrazione; PICCO, Un artista friulano patriota, 235; della PORTA, Toponomastica, 105, 175; Quale la vera effigie; Regolamenti del ministero pel culto, I, 122-136; de RENALDIS, Della pittura, 21, 77, 78, 80; RIZZI, Antonio Carneo, 40; RIZZI, Mostra della pittura veneta del Settecento, 66; RIZZI, Pluralità, 250, 349, 380, 389, 456, 484, 493, 494; RIZZI Storia...Il Seicento, 16; RIZZI, Storia... Il Settecento, 16, 54; ROTA, Cenni, 7-8; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 11-12, 18; 3 (1937), 12-13; Serto poetico offerto a Maria Vergine delle Grazie; SEMENZATO, La scultura veneta, 96, 98; C. SOMEDA de MARCO, Cinque secoli, 86; TONISSI, Parole; Traslazione della miracolosa immagine; VALE, Contributo, 33, 49; VALENTINIS, Udine antica, 17; ZANELLA, La Madonna delle Grazie.
   
ICONOGRAFIA GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, n. 14; GIRONCOLI- de BAURAIN, Stemma della città, 12; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, 9; MURERO, Udine metropoli, n. 14; RASICOTTI, L’antica e nobilissima città; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 10.
1509
1801 Rev. fraterna di S. Gervasio (Nomenclatura, f. 56v).
 *Sala del consiglio (ibid.).
1803, giu. 15*Inventario e stima dei mobili che si trovano in casa di G.B. Copis (A.S.U., N., Domenico Cosattini, 10561, I instrom., 63, f. 84v — 87r).
1807, nov. 10*«È pervenuta in — dominio del r. demanio la casetta — n. 1509, 1510 di provenienza dell’avocata fraterna di Ss. Gervasio e Protasio presentemente inaffittata Carlo q. Natal Bonano s’impegna — di acquistare — detta casetta —» (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10431, 11).
1808, apr. 1°Il demanio vende a Carlo q. Natale Bonanni la casa al n. 1509-1510 già della fraterna di Ss. Gervasio e Protasio per L 1420 (not. Antonio Lorio).
1809*Appartiene al demanio. «Ora regia prefettura» (Registro delli aloggi, f. 42v — 43r).
1843, ott. 16 È di Leonardo Coppitz (A.S.U., C.A. I, 359/1843/IX, 7417 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato dall’ing. Ballini.
 *Costui, «— proprietario della casa al c. n. 1509, costeggiante di lev. della chiesa della B.V. delle Grazie, — divisato di aprire una porta in angolo verso il Giardino, demolindo conseguentemente la scaletta esterna ed otturando la esistente porta —», chiede l’autorizzazione, ricordando che la demolizione produrrà un «aumento di area all’ingresso di quella contradetta e quindi un utile al comune nonché una miglior visuale». La deputazione d’ornato, propendendo per la concessione, suggerisce di «far trasportare le macerie nella piazza dell’arcivescovado vicino alla sponda della roggia e rimpetto l’orto delegatizio» (ibid.).
1852*Appartiene a Leonardo Copis (Competenze, II, f. 3v).
1868, nov. 14*«I sigg. padre e figlio Coppitz — vendono al comune di Udine — il viottolo depresso lungo la fronte delle case ai c.n. 1509, 1510 separate da un parapetto di muro della strada pubblica, che dal piazzale della B.V. delle Grazie — mette al borgo Pracchiuso, della superficie di m2 60 —. I — Coppitz si obbligano di colmare il viottolo — cedutto a loro spese — portandolo al livello del piano circostante —. Il corrispettivo della vendita — viene determinato — nella somma — di L 518,70 —» (A.S.U., C.A. I, 878/VII, 5214 foglio 32).
 °°Il disegno allegato, datato 25 maggio 1865, è firmato da «L’Ingeg.re Civile Luigi de Candido».
1510
1801 Ven. fraterna di S. Gervasio (Nomenclatura, f. 56v).
 *«Casa per li gastaldi» (ibid.).
1807-1808 Vedasi n. 1509.
1852*Appartiene a Leonardo Copis (Competenze, II, f. 3v).
1868, nov. 14*Vedasi n. 1509.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Il giardino, 10.
1511
1801 Co. Daniele Antonini (Nomenclatura, f. 56v).
 *Affittuale Angelo Righino, oste (ibid.).
1809*Appartiene a Daniele Antonini. Vi abita l’oste Angelo Arighini (Registro delli aloggi, f. 42v).
1812 Osteria “Al giardino” (Esercenti).
 *Gestione di Tomaso Rossi (ibid.).
1812 Osteria “Alle nuvole” (Esercenti).
 *Gestione di Antonio Manfredo (ibid.).
1812, ott. 8*Daniele del fu Alfonso M. Antonini chiede ed ottiene il permesso «di far stabilire e biancheggiare le facciate de’ muri delle — due case, che sono situate in Prachiuso al c.n. 1511, che è una ad uso di osteria e l’altra annessa —» (A.S.U., C.N., 179/XIX).
1825, apr. 1 Il co. Daniele fu Alfonso Antonini vende ad Antonio q. Lorenzo Manfredi, oste, la «casa portante il c.n. 1511 con cortivo, confina a lev. col borgo di Pracchiuso, mezz. con calesella promisqua col sig. Giuseppe Fabrizio, loco del — demanio, loco fraterna di S. Maria Elisabetta, pon. parte — Fabrizio, e parte — ospedale, ed a tram. parte collo ospedale — parte col — co. Antonini venditore e parte — n. 1512. Consiste la premessa casa in due stanze terranee con focolare, due camere in primo solaro e grannaro sotto i coppi, il tutto con sue porte e finestre in ferramenta, lobeale a mezz. del cortivo, coperto di coppi, con tre collone di cotto a sostegno e corte comunica nella calesella promisqua col sig. Fabrizio; stanza in angolo di mezz. a pon. del cortivo, coperta di coppi, ad uso di cantina con finestre e porte; muro che chiude il cortivo a tram. lungo ps 6, alto con fonda eguagliato — ps 2 pd 3 per metà coll’anzidetto co. Antonini venditore; altra casa contigua — al c.n. 1512 con corticella, confina a lev. col — borgo di Prachiuso, mezz. colla premessa casa al c.n. 1511, pon. col — co. Daniele Antonini alienante ed a tram. coll’alveo della roia; consiste questa casa in due stanze terranee, due camere in primo solaro e grannaro sotto i coppi, il tutto con sue porte e finestre in ferramenta, cortivetto a pon. con muro di chiusura a tram. sopra la roia, lungo ps 1 pd 1, alto con fonda — ps 2 pd 2 1/2 —, muro chiusivo a pon. Questa — vendita — si fa pel prezzo — di austr. — L 5143 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10605, 3419).
1825, magg. 6 È di Antonio Manfredo. Il proprietario inoltra richiesta alla congregazione municipale: «Per evitare un secondo tentativo di agnesione della casa in borgo di Prachiuso del c.n. 1511, ho disposto di alzare il muro di chiusura, che guarda verso la chiesa della Madona —» (A.S.U., C.A. I, 100, 1570 Orn. II C, con dis.).
1825, lugl. 20*È di Antonio Manfredo. Vedasi n. 1512.
 *Il proprietario domanda il permesso di «inalzare il fabbricato della casa di sua ragione, parte serviente ad uso propprio e parte d’affitto, sito — sotto li c.n. 1511 e 1512, conterminante al lato di lev. con strada serve di passagio alla — chiesa delle Grazie ed a pon. col ponte della — roia nel principio del — borgo —». L’autorizzazione è concessa ad alcune condizioni, tra le quali quella di sistemare una «— cornice eguale a quella eseguita nella casa n. 627 in borgo di Poscolle» (ibid.).
1838, apr. 5 È di Antonio Manfredo (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 1670 Pol. Giud. IX D).
1852*Eredi q. Antonio Monfredo (Competenze, II, f. 3v).
1876*Osteria “Alle nuvole” gestita da Alessandro De Biagio (COSMI-AVOGADRO, 106).
1883 Osteria “Alle nuvole” (AVOGADRO, 151).
 *Nell’edificio è ospitato anche il laboratorio del tagliapietra Valentino Martinis1 (AVOGADRO, 156).
1883-1937 Osteria “Alle nuvole”.
   
NOTE1Per il tagliapietra Martinis: PICCO, Il grandioso scalone.
1512
1801 Co. Daniele Antonini (Nomenclatura, f. 56v).
 *Affittuale Francesco Clain (ibid.).
1809*Appartiene a Daniele Antonini. Vi abita il conciapelli Antonio Clain (Registro delli aloggi, f. 42v).
1825, lugl. 20 È di Antonio Manfredo, che domanda di alzar i fabbricati 1511-1512 a tre piani (A.S.U., C.A. I, 100/1825/II, 2726 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene agli eredi di Antonio Manfredo (Competenze, II, f. 3v).
1513
1736, sett. 17*«Gl’ill.mi — deputati — hanno — concesso a ser Andrea Mesaglio monaro il pezzo di sito da lui supplicato nel pubblico Giardino, appresso il suo molino, lungo la riva della pubblica roia, contenuto nella pianta, fatta sengare sopra luogo —» (A.S.U., C.A., 14/9).
1766, magg. 2*I mugnani Francesco Fabro e Giuseppe Mesaglio ricevono l’ordine di scavare l’alveo delal roggia a monte del loro mulino1 «dal luoco in cui entra la roia presso le pubbliche mura fino all’acquedotto per cui sorte l’acqua del monastero di S. Agostino» (A.S.U., C.A., 1/II, n. 134).
1801 Co. Daniele Antonini (Nomenclatura, f. 56v).
 *Affittuale Antonio Mesaglio, mugnaio (ibid.).
1807*Dalla relazione dell’usciere Mattia Rigatti che, in obbedienza all’invito del 12 giugno 1807, per il n. 1513 segnala: «Antonio Mesaglio di questa comune, molinaro affittuale del — co. Danielle Antonini, con corenti n. 4» (A.S.U., C.N., 1/2).
1809*Il mulino appartiene a Daniele Antonini. Vi abita il mugnaio Antonio Mesaglio (Registro delli aloggi, f. 42v).
1838, apr. 5 È del co. Gerardo q. Francesco Beretta (A.S.U., C.A. I, 285/1838/VII, 1670 Pol. Giud. IX D, con dis.).
 *Il proprietario «possiede — la fabbrichetta ad uso stalla e porticale con cortivo annesso, posti alle finestre della roia, rimpetto al molino sotto delle Grazie, pure di sua proprietà sotto il c.n. 1513, tutt’unito ha per confini verso lev. e tram. la casa con fondo al c.n. 1511 di proprietà del sig. Monfredo Antonio ed a pon. e parte di mezzodν l’alveo della roia. Stando nel divisamento di alzare alquanto la parte che serve di porticale e di riformare affatto la stalletta coll’aggiunta di nuova fabbrichetta verso il cortile e pure con alzamento —», chiede la possibilità di discutere col vicino coi buoni uffici dell’autorità competente. La conciliazione tuttavia non avviene (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 1670 Pol. Giud. IX D, con dis.).
1844, dic. 19*Gerardo Beretta, «proprietario del molino — presso il c. n. 1513, desidera di chiudere una porta nel prospetto minore di esso molino, sostituendovi due finestre simmetricamente collocate e di aprire una porta nell’estremità superiore del prospetto maggiore, in luogo della finestra che attualmente vi esiste». Il progetto è giudicato tollerabile (A.S.U., C.A. I, 375/1844/III, 8268 Orn. II C, con firma, del muratore G.B. Madrisotti).
1852*Co. Gerardo Beretta (Competenze, II, f. 3v).
1868, mar. 9*Descrizione sommaria del mulino in vista di un’asta contro i Mesaglio: «Fabbricato diviso in due sezioni, posto — nel pubblico Giardino al lato di ponente della — chiesa della B. Vergine delle Grazie, diviso in due sezioni, parte ad uso di abitazione e parte ad uso di molino di grano con stalla e finile, foccolo relativo e corte, che confina a lev. con Di Biaggio Bernardo e Teresa, a pon. con strada pubblica ed a tram. con strada pubblica, roiale e Manfredi Giacomo» (“Giornale di Udine”, 3, LVIII, 9 marzo 1868, 4).
1876*Il mulino è gestito dai mugnai Francesco Birri e Rosano Basaldella. In questa casa inoltre ha recapito il negoziante di seta Giovanni Brunich (COSMI-AVOGADRO, 102, 114).
1883*Il mulino è retto da Francesco De Filippo (AVOGADRO, 149).
   
NOTE1L’esistenza di un mulino è documentata in questa zona almeno dal 12 lugl. 1305, anche se al momento attuale non si possiedono elementi per identificare il suo posto preciso: «Henricus q. Suntachi de Utino — titulo donationis que dicitur inter vivos — dedit Dominico — q. Hermanni de Martingiaco, qui moratur Utini, recipienti vice et nomine Francisci de Spilimbercho f. Carneri domos suas de Utino et domos suas de villa Utini, molendinum suum de villa Utini prope S. Gervasium et omnes sues compos, pratos et omne suum aliud territorium tam de pertinentiis Utini quam ubique —» (A.S.U., N., Osvaldo Pitta, 5118, vacch. 1305, f. 51v — 52r).
   
BIBLIOGRAFIA Archivum...Catastico, I, 359; Parti prese...1881, 109-110; Parti prese...1894, 99-100.
1514
1644, genn. 11*«Perché è necessario far diverse spese, et spese non ordinarie, ma di qualche consideratione nel molino1 — di questo — hospitale posto — appresso la Madonna — delle Gratie, al presente condotto a semplice affitto per ser Paolo Benedetto, nelle quali — saria — il medesimo — Paolo tenuto per occasione dell’accomodar il corrente, che ciò può dirsi essergli piϊ che impossibile di poter hora giusto fare, rispetto al stato in cui si ritrova, però non volendo il dovere, che per causa sua l’hospitale riceva alcun danno, constituito il medesimo appresso me cancelliere — s’obbligò (quando però gli — sigg. rappresentanti il p. loco vogliano con il danaro dell’istesso far accommodar detto molino, mediante il — somministrarli quella summa di contanti che sarà necessaria nella predetta accomodatione —) — di mantenirlo in bonissimo stato per il corso di anni dodici prossimi, et di tutto punto all’ordine, senza che mai per il corso di questo tempo l’hospitale habbia sentire alcun incommodo, di far alcuna benché minima spesa in quello, sν nel fermo, come nel corrente —» (A.S.U., Arch. S. Maria dei Battuti, 5, Secundus instrumentorum, f. 15r — 16v).
1653, magg, 13*«Paulo q. Benedetto Del Zotto di Adegliaco, hora monaro — nel molino del p. hospitale grande appresso il cimiterio della Madonna delle Gratie» (A.S.U., Arch. Florio, 100, f. v, not. Pietr’Antonio Bronulesco).
1656, ag. 24*«— Francesco Belgrado priore et — G.B. Sarmida cameraro — hanno — locato — in ragion di semplice affitto a Pietro Zampa molinaro et a Maddalena sua moglie — il molino dell’hospitale medesimo, contiguo alla chiesa di S. Maria delle Gratie, condotto fin hora per Paolo di Benedetto Monaco, in virtϊ di locatione fattali dell’anno 1634 ai 20 di febraro —» (A.S.U., Arch. S. Maria dei Battuti, 5, Secundus instrumentorum, f. 65v — 66r).
1753 L’ospedale possiede un mulino (n. 1513-1514) proveniente dall’eredità di Giovanni Ottacini per testamento 1560 apr. 23, atti del not. Benvenuto Moretti2 (A.C.U., A.A.O., Cattastico...1753, f. 198v).
1801 Pio ospitale maggiore (Nomenclatura, f. 56v).
 *Affittuale Isidoro Del Bianco, mugnaio (ibid.).
1807 Dalla relazione dell’usciere Mattia Rigatti, che, in obbedienza all’invito del 12 giugno 1807, per il n. 1514 segnala: «Francesco Menassi molinaro afituale dell p. ospitale di questa comune, con corenti n. 4» (A.S.U., C.A. 1/2).
1809*«Non vi è che il molino» dell’ospedale (Registro delli aloggi, f. 43v).
1832, apr. 15°°Pianta della Piazzetta Grazie (A.S.U., C.A. I, 193/I, 1599 Orn. II C, con dis.).
1835, magg. 19 Progetto di riatto e restauro del mulino ad opera dell’ing. Osvaldo Del Bianco. Nell’occasione si chiede e si ottiene una porzione di suolo pubblico (A.S.U., C.A. I, 406/1846/II, 2253 Orn. II C, con dis.).
1852*Mulino dell’ospedale di Udine (Competenze, II, f. 3v).
1876 Il mulino è retto da Francesco Birri (AVOGADRO, 149).
   
NOTE1Vedasi nota al n. 1513.
 2Tuttavia nel testamento non si nomina il mulino: 1560, apr. 26. Dal testamento di Niccolò Ottacini: «— In omnibus — suis bonis mobilibus et statilibus — suam hęredem univertalem instituit — d. Catharinam eius uxorem —; post vero eius mortem — suum heredem universalem instituit — ven. fraternitatem S. Marię Misericordiarum Batutorum de Utino —» (A.S.U., N., Benvenuto Moretti, 5656, Liber testamentorum incipiens, 1546, 19 dec. et finitus 21 maii 1571, f. 54r — 55r).
1515
1801 Era un molino1 dell’ospedale maggiore unito al 1514 (Nomenclatura, f. 56v).
 *Affittuale Isidoro Del Bianco, che vi abita (ibid.).
1809*Appartiene all’ospedale. Vi abita il mugnaio Francesco Menacigh (Registro delli aloggi, f. 42v).
1852*Pio ospitale di Udine (Competenze, II, f. 3v).
1870, lugl. 16°Il n. 1515 viene venduto alla Chiesa delle Grazie (A.O.U., Censimento stabile catastrino).
   
NOTE1Vedasi nota al n. 1513.
1516
1495, sett. 18 Il nob. Giovanni di Zucco chiede al comune 26 passi di terreno in Giardino, volendo edificare una casa1 (Annales, XXXIX, f. 50r).
1697, giu. 23 Permuta tra il comune, che cede un pezzo di Giardino, ed il co. Federico di Zucco che cede un pezzo del suo orto (poi case dell’osteria del Nord) per allargare la strada avanti la nuova scalinata delle Grazie (B.C.U, ms. 1358/2).
1798, magg. 2 «— Giovanni q. Zuanne Toneghello della fortezza di Osoppo — ha — venduto — al sig. Armando Seraffini di Ziracco — una — casa di una sola stanza terranea con granaretto sopra in cativo stato, posta — nelle pertinenze del luogo detto il Giardino —, confina a lev. un cortivo e staletta di G.B. Zampa, mezz. eredi nob. — Feliciano Agricola, pon. — Giardino, ed a tram. —Zampa —. Al qual effetto — lo steso sig. Armando ha esborsata la somma di L 130 —» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, 242, f. 307r — 307v).
1801 Eredi q. sig. Feliciano Agricola (Nomenclatura, f. 56v).
 *«Osteria, stalloni e varie affittanze» (ibid.).
1809°Il locale al n. 1516 era destinato ad uso della gendarmeria che vi entrò nel marzo e rimase sino al febbraio 1810 (A.M.U., Gendarmeria 1809-1813).
1809*Appartiene a Rizzardo e fratello Agricola. In una parte abita il fabbro Giuseppe Pascoli. L’edificio è inoltre adibito a «caserma di gendarmeria» (Registro delli aloggi, f. 42v).
1821, apr. 6*Nicoletto del fu Feliciano Agricola presenta progetto di riforma della casa n. 1516 e ne ottiene l’approvazione (A.S.U., C.A. I, 53/1821/III, 1541 Orn. II C, con dis.).
1825, mar. 14*«Convenendo alla deputazione di far eseguire il trasporto della terra dalla casa Zucco in Giardino, per sopraporla alla materia solida per la livellazione della medesima, convenne con Andrea e Giovanni fratelli Cremese e Paolo Modotti il trasporto contro il pagamento di austr. L 22 —» (A.S.U., C.A. I, 100/1825, I).
1835*Recapito della levatrice Caterina Clochiatti (A.S.U., C.A. I, 237/XII, Elenco del personale sanitario).
1837, nov. 15*Nicolò Agricola chiede ed ottiene di costruire un forno nella casa di sua proprietà al c. n. 1516 (A.S.U., C.A. I, 269/1837/III, 6579 Pol. II, con dis.).
1843, febbr. 16*Nicolò Agricola, possidente, domiciliato in Risano «ha divisato d’aprire una porta sulla facciata di pon. della di lui casa, posta nel pubblico Giardino — n. 1516». La deputazione d’ornato giudica il progetto tollerabile (A.S.U., C.A. I, 359/1843/IX, 1514 Orn. II C, con dis., firmato dal capomastro F. Nardini).
1849, febbr. 11*Nell’elenco di pistrinai e venditori di pane del primo quartiere, è segnalato a questo numero Olivo Mondini (A.S.U., C.A. I, 465, 135).
1852*I n. 1516 A e 1516 B appartengono a Nicolò Agricola (Competenze, II, f. 3v).
1876 Osteria “All’ancora” (COSMI-AVOGADRO, 105).
 *È gestita da Domenico Canciani, che tiene anche stallaggio (COSMI-AVOGADRO, 114). Il complesso ospita anche la bottega del tagliapietra Giuseppe Gregorutti (COSMI-AVOGADRO, 96), segnalata anche nel 1883 (AVOGADRO, 156).
1883 Osteria “Al Nord” (AVOGADRO, 151).
 *Gestione di Valentino Gervasi (ibid.).
1938 Osteria “Al Nord”.
   
NOTE1La casa dovrebbe essere «pulcra». Si aggiunge però che «nichil fuit deliberatum quum — locumtenens et — deputati — dixerunt velle ire ad videndum et mensurare faciendum locum —». Nel rimanente periodo dell’anno non si trovano altri cenni alla faccenda.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Il giardino, 14-15; Parti prese...1880, 248, 270.
1517
1644, genn. 21*«Ser Carlo f. di ser Pietro Mis, callegaro di questa città, e d. Silvia sua moglie, f. del q. ser Benedetto Comin —, permuttano a mess. Pietr’Antonio Navarra1 muraro qui in Udine —, un pezzo di cortivo con quattro morari ala riva del Giardino, termina con la casetta di detti giugali Missii dai monti, da lev. col Giardino e da pon. col cortivo di — mess. Pietr’Antonio, per esso acquistato con certa casetta vicina dalli nob. sigg. G.B. e fratelli q. — Floriano Antonini, qual portione hora cessa debba, a differenza del cortivo che si risservano li — Mis, separarsi con una linea retta, c’habbi principio in capo la stanza o parte di casa ch’essi qui sotto ricevono in cambio verso il Navarra, e vadi a finire al muro scoperto di detti ser Carlo e moglie congionto al muro dell’horto del nob. Fabritio Zucco, tanto però dicosta dal detto muro, quanto basti a lasciar l’ingresso ad un carro di fieno in capo — detto cortivo dalla parte del Giardino, dove possa suo piacere detto ser Carlo tirrar una porta per serrarsi dentro. Perché detto mess. Pietr’Antonio — cede — a detto ser Carlo e d. Silvia — quella particella del suo cortivo che verrà separata nel tirar la linea ed il sito d’una stanza in appresso la loro presente habitatione di larghezza della medesima è di capacità per l’altro verso di passa doi et mezo in circa, cioè fin al confino della nappa, che si ritrovava in detto sito d’una stanza prima che fosse demolita e nel qual sito — mess. Pietr’Antonio s’obliga per tutto luglio prossimo tirrar su il muro dalle tre parti rovinate dell’altezza medesima e grossezza, che è la casetta di detti giugali Mis e ricoprirli di coppi con tavole sotto, facendovi un sollaro senza pianellare, cosi che resti una stanza da basso et una di sopra, questa con una fenestra verso il Giardino, e da basso con la nappa da fuogo, tromba e camino, che superi di tre piedi il coperto, una porta sopra la strada e due fenestre, una dalla parte della strada, l’altra del cortivo, con la conditione che mess. Pietr’Antonio possa a sua voglia chiuder cosν di stangacci o d’altro, come di muro, la parte di cortivo qui sopra cessagli, e, chiudendo di muro, possa mess. Carlo dala sua parte nel proprio cortivo tirrar una stanza sola di tre passa per longhezza appogiata al muro divisorio, ma solo di piedi otto d’altezza, il che però non pregiudichi al Navarra rispetto alla proprietà del muro, ch’esso fabricarà ad ogni suo beneplacito. Contentando egli che mess. Carlo e la moglie possano haver il frutto non solo di quest’anno de’ quattro morari essistenti nella portione di cortivo permutata, ma anco l’anno prossimo 1645 le foglie delli cinque o ver sei morari che son sopra il sito proprio del detto Navarra, per esso acquistato dalli sigg. Antonini, quando non dia fornita di tutto punto coi muri però stuccati solamente senza incartare le dette doi stanze per tutto luglio prossimo; ma se anco per tutto aprile non saran fornite, possa ser Carlo haver le foglie delli quattro morari essistenti nel cortivo per lui qui sopra cesso —» (A.S.U., N., Bernardino Orgnani, 7321, X instr., f. 14r — 15r).
1644, lugl. 28*«Era occorsa qualche difficoltà circa l’effetto del contratto che si celebrò nelli 21 genn. dell’anno corrente per mano di me notaio fra mess. Pietr’Antonio Navarra, muraro in questa città, da una, e mess. Carlo Mis calligaro e d. Silvia Comina sua consorte dall’altra, seben poi queste parti, con l’occasione del nuovo convenuto, di che si farà qui appresso la nota publica, son aggiustate insieme per il laudo d’esso contratto in ogni sua parte —. Hora — si dechiarano d’esser in aggiunta dello stesso devenuti a tal conventione, cioè che mess. Pietr’Antonio nel coprir la casetta, che di presente egli fabrica in conformità dell’instrom. 21 genn. pass., debba levar via il coperto della stanza ivi vicina d’essi giugali Mis fin all’altro tempiaro, demolire quello di mezo fin all’altezza del sollaro della casetta nuova e da questa continuare detto sollaro con un ordine medesimo ben tratturado e congionto, cosν che capisca tanto la stanza da basso, c’hora è dricciata dal Navarra per essecutione del suddetto accordo, come pure l’altra — delli Mis ivi immediatamente annessa —». Segue una descrizione dettagliata. Il documento precisa anche che le «doi casette» sono «poste ala riva del Giardino» (A.S.U., N., Bernardino Orgnani, 7321, X instr., f. 87r — 88v).
1758, mar. 30 Pianta delle case di parte dell’isolato, nella quale si vede, contrassegnata con la lettera C, la proprietà Nimis. Il disegno è opera del pubblico perito Aurelio Manetti (A.S.U., C.A., 14/I, n. 37 , con dis.).
1782, genn. 18 «— Paolo, Leonardo, Antonio, Giovanni e Giacomo fratelli Nimis possessori di una casa con corticella —, situata — sopra la riva del Giardino, desiderando quella dividere, l’hanno fatta stimare col mezzo del pubbl. per. Antonio Di Martino, come dall’operazione 16 dic. scaduto — e comecché porzione della casa stessa, cioè una stanza o camera sotto li coppi, è sopra una stanza terrena di ragione dello spett. — Alessandro Rota di questa città, è stata cessa da piϊ anni a goder a detto — Rota — per d 40 — cosν volendo — essi — fratelli dividere l’altra rimasta casa fra di loro coll’imputar per sua parte al detto Paolo la stanza cessa come sopra, che fu anco stimata dal detto perito — colla rimanente case e corticella — L 1144 s 6 p 8 alla quale aggiunti li d 40 — fa la summa di L 1398 s 6 p 8, qual summa divisa in 5 tocca per parte L 268 s 9 p 4, sicché detto — Paolo — viene d’aver di meno L 24 s 7 p 6, delle quali deve essere dai fratelli risarcito — con L 6 s 1 p 6 per cadauno. Desiderando pure detti quattro fratelli — vender la corticella d’essa casa, quale è rimasta in comune fra essi — e mettà del muro che guarda al mezzodν sopra la corticella col permetter anco l’otturazione della porta che passa nella corticella e delle due finestre, una della camera, altra del granaro, onde resti al compratore in libertà, — hanno ricercato lo stesso — Alessandro Rota — che possede la caseta acquistata ad gaudendum dal detto Paolo ed ora passata in — dominio d’esso — Rota colla carta privata 14 corr. —. Li citati — Leonardo, Antonio, Giovanni e Giacomo — hanno venduto — al detto Rota — la mentovata corticella colla promiscuità e metà del muro, colla facoltà di far la otturazione delle porte e finestre, e ciò per il capitale — di L 130 s 11 —» (A.S.U., N., Carlo Muzzenini, 9643, Plico 1782; alleg. stima del 16 dic. 1781, ad opera del pubblico perito Antonio Di Martino).
1795, magg. 26 Francesco Rota la vende a Zuanne q. Andrea Nimis per d 240 (A.S.U., N., Girolamo Cosattini, 10391, 82, f. 113r — 114r).
1801 Giovanni Nimis (Nomenclatura, f. 56v).
 *Affittuale G.B. Bilerio, oste (ibid.).
1809*Appartiene al fruttivendolo Giovanni Nimis che vi abita (Registro delli aloggi, f. 42v).
1833, mar. 1 Caterina Tomada, «avendo acquistato un pezzo di fondo sull’angolo fra ponente e tramontana del cortivo della casa 1517, — all’estremità verso levante della riva Lirutti —, ha divisato di erigersi sopra una casetta per propria abitazione —». Inoltra pertanto la domanda col progetto, che viene approvato (A.S.U., C.A. I, 206/1833/I, 785 Orn. II C, con dis.).
1852*Proprietà di Catterina Nimis. Il n. 1517 A appartiene a Catterina Tomada Colussi. Il n. 1517 B appartiene a Vincenzo Tonisso (Competenze, II, f. 3v).
   
NOTE1Per il Navarra vedasi n. 1595. La moglie è l’ostessa del ponte di borgo d’Isola. Vedasi n. 1421.
1518
1758*Pianta della casa, ad opera del pubblico perito Aurelio Manetti, con le vicinanze, eseguita-in occasione della richiesta di suolo pubblico da parte di Alessandro Rota1, che nel disegno figura proprietario dell’edificio contrassegnato con la lettera A (A.S.U., C.A., 14/37).
1798, ag. 1°Francesco Rota concede la casa in enfiteusi a G.B. q. Beltrame Zanussi (not. Armando Serafini)2.
1799, febbr. 1*«— Francesco q. Sebastiano Rotta — con instrom. 26 magg. 1795 vendette a — Zuanne q. Andrea Nimis — una caseta con corticella annessa, posta sopra la riva del Giardino —, confinante con altra casetta dello stesso Nimis e con altra casa e cortivo di esso — Rotta; indi con altro instrom. primo apr. 1798, per atti del sig. Armando Seraffini, nodaro in villa di Ziracco, cesse in emphiteusim a — G.B. q. Beltrame Zampi l’altra sua casa sudetta con cortivo, verso l’annuo canone di L 100. Ora, desiderando esso Nimis di unire al — proprio acquisto anche il detto emphiteotico —, esso Rotta — vende — al preaccennato mess. Zuanne q. Andrea Nimis l’annuo predetto canone emphiteotico di L 100 —» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, Istr. 1796-1806, 281, f. 352r — 354r).
1801 Francesco Rota (Nomenclatura, f. 56v).
 *«Affittuale Maria Tosa ed altri» (ibid.).
1809*La casa appartiene al mugnaio Pietro Zanussi, che vi abita, e all’agrimensore Osvaldo Colomba, che ha affittato la sua parte allo «scapinante» Giuseppe Toso e al domestico Antonio Zanussio (Registro delli aloggi, f. 42v).
1812, magg. 31*In seguito ad atto oppignorativo del 18 febbr. 1812, asta di una «cucina a pian terreno dal corpo della casa posta sulla piazza del Giardino publico al n. 1518 con ingresso verso la piazza —». Debitrice risulta Caterina Zanussa del fu G.B. per L 17,36 per imposta prediale sui caseggiati per il 1811 (A.S.U., C.N., 81, Processo verb. d’asta con effetto).
1813, sett. 26 «— Francesco del fu Allessandro Rotta —, direttario della casa in questo pubblico Giardino, situata nella parte del Giardino — denominata riva del Giardino, consistente in una stanza a pian terreno, in una camera sopra e grannaro, con cortivo e muro di chiusura, coscritta — al c.n. 1518, che è il numero medesimo di altra casa confinante, e con cui era questa incorporata, confina a lev. colli eredi del deffunto Giovanni Nimis, mezz. colli eredi del fu sig. Feliciano Agricola parte e parte col sig. Osvaldo Colomba, mediante la detta casetta con cui questa era incorporata, pon. parte colla casetta stessa e parte col detto Giardino, ed a tram. parte con strada pubblica e parte con detti Nimis —, detto — Rotta — cede — pel — prezzo di —L 300 — detta casa —» ad Antonio del fu Michele Butli (A.S.U., N. , Luigi Bertoldi, 10361, 1413).
1818, febbr. 26 Antonio del Butli la vende per L 600 a Vincenzo Tunizzo (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10599, 2244).
1820, mar. 8*Vincenzo Tonizzo chiede di alzare un muro di tre piedi vicino alla sua casa n. 1518. Nella concessione gli viene suggerito di migliorare il coperto sul portone d’ingresso (A.S.U., C.A. I, 35/V).
1852*Proprietà degli eredi del fu Osvaldo Colomba (Competenze, II, f. 3v).
1855, mar. 1*Caterina Sburlini «nella sua casa sita nel pubblico Giardino, avente il — n. 1518, dopo compiuto il fabbricato, scoperse nella terraciuola della stessa che l’asfalto di cui è coperta porta significante daneggiamento alla casa —; impetra — la concessione di poterle fare il coperto di coppi —». Segue il nulla osta dell’autorità comunale (A.S.U., C.A. II, 66/1855, 1272 Orn. II C, con dis.).
   
NOTE1Per Francesco Rota: BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 144; di CAPORIACCO, Storia dei periti, 87-88.
 2Nel fondo notarile dell’A.S.U., non esistono atti di Armando Serafini, o Seraffini, come cita il documento, qui riportato, del 1 febbr. 1799.
1519
1526, ag. 10*«— Ser Bertrandus q. ser Antonii Zannii de burgo Poscolli Utini — vendidit — ser Ioanni a Rasmis civi et notario Utini — duas domunculas sine sollariis simul contiguas, sitas Utini in burgo Insulę, in androna respondente in curiam ser Ioannis Moysi, iuxta aream dicti ser Ioannis, quę fuit Balzutti ab uno latere, viam andronę a parte ante, et ab aliis partibus domos dicti emptoris et iuxta alios confines dictarum domuncularum — precio convento in ducatis quadraginta quinque —» (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5453, Prot. istr. 1426-1427, f. 11r — 11v).
1530, giu. 13 Supplica del notaio Giovanni de Erasmi per ottenere tanto spazio verso il Giardino da poter costruire i portici alla sua casa nuova su l’angolo fra via Giovanni da Udine e piazza Umberto I: «— Habbiando mi da principio de una casa nova sul canton del Zardin in cavo lo muro del viridario del nobile ser Zuan Moise1, lo qual muro recta linea procede fin alla strada nuova, dove è logo amplissimo —». Gli viene concesso con il patto che il portico risulti lungo pd 10 (m 3.40) (Annales, XLVI, f. 260r — 260v).
1801 È del monastero di S. Chiara (Nomenclatura, f. 57v).
 *Abitazione del confessore delle suore del convento stesso (ibid.).
1809*La casa appartiene al convento di S. Chiara. Vi abita il confessore delle suore, sac. Francesco Marcuzzi (Registro delli aloggi, f. 42v).
1811, magg. 2 Pietro ed Antonio Calligaris, proprietari della casa d’angolo fra il giardino e il borgo d’Isola al n. 1519, chiedono di poter chiudere con muro «le quattro arcate del porticale» ma il permesso non vien loro concesso: «oggetti di polizia, viste di pubblica sicurezza, collegate alle massime d’ornato, oppongono l’accedimeto alla presente domanda» (A.S.U., C.N., 179/XIX, con dis.).
1811, magg. 29 Il demanio vende a Pietro fu Francesco Calligaris la casa 1519 per L 2810 (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10423, 432; alleg. perizia di stima di G. Clocchiati redatta il 28 giugno 1810).
 *Si tratta della casa destinata un tempo dalle suore di S. Chiara al loro confessore. Confiscata con altri beni in ottemperanza alle leggi del Regno italico, viene poi venduta dal demanio: «Essendo disponibile dalla cassa di ammortizzazione la casa con cortivo ed orto annesso posta nella comune di Udine, borgo d’Isola — 1519, di provenienza del monastero di S. Chiara di Udine — , Mattio Perosa, direttore demaniale, — vende — al sig. Pietro del fu Francesco Caligaris, domiciliato in Udine — al c.n. 1439 —, la casa con cortivo ed orto —» (ibid.).
1815, sett. 13*I fratelli Antonio e Pietro del fu Francesco Caligaris, «nella necessità di far restaurare nella loro casa in borgo d’Isola, al c.n. 1519, il portone che dà ingresso alla casa stessa dalla parte del pubblico Giardino, col dover sostituire per maggior solidità agli attuali pilastri di mattoni gli antili di pietra», chiedono l’autorizzazione per i lavori previsti (A.S.U., C.N., 180, 6788 Orn.).
1819, apr. 6*La deputazione d’ornato circa la proposta di «piantare delle chiaviche con rinchiele nel muro latterale lungo la linea che principia dalla casa dei — coo. Alfonso e fratelli Antonini e prosegue sino a quella dei Calligaris, per sicurezza e riunione dei cavalli a quella località —, trova indispensabile — d’invitare l’autorità podestatizia a — chiedere alli — Antonini — ed al — co. Artico Andreuzzi di cui spettanza e solo diritto vien fatto credere esser la muraglia in discorso, la rispettiva loro adesione, onde con ciò togliere qualunque oggetto d’opposizione» (A.S.U., C.A. I, 24/XI, 29).
1852*Proprietà di Antonio Caligaris (Competenze, II, f. 3v).
1938 È di Giacomo Antonini2.
1956, giu. 12*Vincolata con D.M. del ministro della P.I.
   
NOTE1L’orto dei Moises comprendeva tutto il terreno limitato dalle vie Giovanni da Udine, Gemona, Bartolini, Porta Nuova, Piazza Umberto meno le parti su le vie Gemona, Bartolini e Porta Nuova sulle quali, ab immemorabili, esistevano case. La casa dei Moise era il n. 1541. Dai documenti 1530-1539 si rileva che lungo la via Giovanni da Udine, lato meridionale, esistevano due sole case, quella degli Erasmi e quella di cui parla il documento del 1539 al n. 1532.
 2Aggiunta a matita: «ora Toso: 1951».
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Il giardino, 12, 15, 17,18; CORGNALI, La “sepolta viva”, 293-296; della PORTA, Toponomastica, 167.
1520
1801 Consorti Tommasoni (Nomenclatura, f. 57v).
 *Affittuale Giacomo Ermacora ed altri (ibid.).
1809*Appartiene all’oste Bartolomeo Tomasone. Vi abita il falegname Francesco Tomasone (Registro delli aloggi, f. 42v).
1811, genn. 26*In seguito ad atto oppignorativo del 23 ott. 1810, asta senza esito di «metà della casa» di Sebastiano Tomasone, nel borgo d’Isola, al n. 1520 (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta).
1823, genn. 18 Maria q. Bortolo Della Giusta vende a Sebastiano q. Francesco Onofrio una casetta in borgo d’Isola al n. 1520, mappale 950-952, «confina a lev. — Pietro Caligaris, mezz. e pon. — Vincenzo e fratelli Agricola, tram. — Braidotti di Bertiolo e parte strada del borgo d’Isola, qual casa pervenne in essa Maria quale erede di Leonilda Merlini. Questa — vendita — si fa pel prezzo — di it. L 800 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10603, 2980).
1829, nov. 21 I consorti Tomadoni vendono a Leonardo Tavosanis la casetta n. 1520 per L 2070 «composta — da tre stanze a pian terreno con tre porte d’ingresso sul borgo, con due stanze sopra, una grande ed una picciola, divise da paradana di tavole, con due scalette rustiche per andare in queste due stanze e confina a lev. — Pietro ed Antonio fratelli Caiigaris, mezz. — Lucietta Folini Bigozzi, pon. la stessa Folini, tram. il borgo d’Isol —. Questa — vendita — si fa — pel prezzo — di it. — L 2070 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10608, 4009).
1834, apr. 12*Leonardo del fu G.B. Tavosanis «ha divisato di riformare la casa di sua ragione — n. 1520 in borgo d’Isola». Il 20 genn. 1846 il proprietario viene multato perché all’edificio riformato non è stata applicata la grondaia. L’ 11 febbr. l’ingegnere municipale G.B. Locatelli riferisce che i lavori sono compiuti (A.S.U., C.A. I, 406/1846/II, 1578 Orn. II C, con dis.).
1834, ag. 29 «— Leonardo q. G.B. Tavosanis — vende — al — nob. — Giacomo Caino Dragoni — casetta — n. 1520 — composta — da tre stanze a pian terreno con tre porte d’ingresso sul borgo, con due sovraposte stanze con due scalette rustiche per andare in queste due stanze, e confina a lev. — Pietro ed Antonio fratelli Caligaris, mezz. — Lucietta Folini Bigozzi, pon. la stessa — Folini, tram. il borgo —. Questa vendita — si fa — per it. L 2356 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10611, 4648).
1846 È di Leonardo q. G.B. Tavosanis (A.S.U., C.A. I, 406/II, 965).
 *La congregazione municipale lo multa per L 88,27, in quanto egli non ha sistemato nell’edificio la grondaia con i tubi fino a terra. A questo punto il Tavosanis è costretto a provvedervi (A.S.U., C.A. I, 406/II, 965 Orn. II C).
1852*Proprietà del convento di S. Chiara (Competenze, II, f. 3v).
1867, ott. 10 Il demanio pone all’asta la «casa civile» n. 1520, già proprietà ecclesiastica (“Giornale di Udine”, 2, CCXLI, 10 ott. 1867, 4).
1521
1801 G.B. Follini (Nomenclatura, f. 57v).
 *Affittuali i fabbri Antonio Scrosoppi e compagni (ibid.).
1808 È di G.B. Follini. «Fabbrichetta di una stanza terranea serve ad uso d’officina da fabro —; confina a lev. Francesco e Lucia iug. Tommasoni, mezz. Artico Andreuzzis, pon. — Bortolomeo Moroldi, tram. borgo d’Isola —» (A.S.U., Arch. Follini, 5, Asse... 1808, p. 71-72).
1809*Appartiene a Vincenzo e fratelli Follini. Vi abita il fabbro Giuseppe Pascoli: «stanza grande ad uso di officina di fabro» (Registro delli aloggi, f. 42v — 43r).
1852*Lucietta Follini Bigozzi (Competenza, II, f. 4v).
1861°È di G.B. Iuri. Viene costruita casa di tre piani e soffitta di cinque finestre (Arch. munic., Ornato 1857-1864).
1522
1801 Nob. sig. Bortolomio Moroldi (Nomenclatura, f. 57v).
 *Affittuale Teresa Standini (ibid.).
1809*Appartiene a Bortolomeo Moroldi. Vi abita il «gua» Giacomo Ermacora (Registro delli aloggi, f. 42v).
1821, dic. 22 Dall’asse dell’eredità di Bartolomeo Moroldi : «Una casa di affitto situata nel borgo d’Isola al c.n. 1522, consistente in due stanze e due camerini a pian terreno e camera con due altri camerini in primo sollaro — L 700» (A.S.U., Arch. Lovaria, 48, Eredità di B. Moroldi, p. 16).
1828, magg. 12 Fabio e Tomaso q. Bartolomeo Moroldi vendono a Sebastiano q. Francesco Onofrio la casa n. 1522, che «confina a lev. — Vincenzo e fratelli Follini, mezz. —Pietro ed Antonio fratelli — Calligaris, pon. Lucia Minerelli, tram. — il borgo d’Isola. Questa — vendita — si fa — pel prezzo — di austr. — L 820 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10607, 3817).
1852*I n. 1522 e 1522 A appartengono agli eredi Onofrio del fu Sebastiano (Competenze, II, f. 4v).
1863°È di Giovanni Iuri. Viene fabbricata ex novo al posto di una tettoia (A.M., Ornato 1857-1864).
1938 Forma una sola casa con il n. 1523.
1523
1762, dic. 20*«— Allessandro Rotta —, relattivamente alla facoltà impartitali dalla sign. Appolonia, moglie del sig. Giovanni Antonio Tiran e del sig. Steffano figlio del sig. Ambrogio Piceni, abitanti nella città di Venezia —, vende — al rev. Pietro Coliti della villa di Montagnaco, ora dimorante in questa città —, una casa situata — nella contrada chiamata borgo d’Isola, confina a lev. casetta delli — Moroldi, mezz. — G.B. Merlini, pon. androna consortiva et alle monti strada publica della contrada Et questo — fa — per il prezzo — di d 335 —» (A.S.U., N., G.B. Stella, 9142, II istr., f. 63v — 64v).
1801 È di *** Braidotto di Bertiolo, speziale (Nomenclatura, f. 57v).
 *Affittuale il servo del co. Garzolini (ibid.).
1809 Francesco Pontelli, cameriere (Registro delli aloggi, f. 42v).
 *Vi abita il linaiolo Giacomo Monarello (ibid.).
1823, ott. 15*«— Antonio Andrea Braidotti — vende — alli — Giacomo e Lucia coniugi Minarelli — le porzioni — di comproprietà — competenti per il proprio acquisto 5 ag. pass. — che viene ad essere — la porzione — Braidotti dal corpo della casa in — borgo d’Isola al c.n. 1523; confina a lev. — Bortolomio Moroldi o di lui eredi, mezz. eredi della — sign. Bonifacia Armelini, pon. la calesella ed altre — Agricola e sett. borgo d’Isola —. La —vendita viene conclusa per il — prezzo d’it. — L 630 —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10548, 1984).
1852*Appartiene a Lucia Minarelli (Competenze, II, f. 4v).
1883*Studio del maestro di musica G. Ravaioli (AVOGADRO, 149).
1938 È unita alla precedente.
1524
1768, lugl. 4 I deputati della città, sentita la supplica di G.B. Merlino, «annuendo alla medesima, hanno concordemente — decretato che, previo l’assenso del nob. sig. Giulio Agricola, che possiede la casa contermine alla calisella che il Merlino ha implorato di poter chiudere con un muro in confine della strada publica nel borgo d’Isola, possa liberamente far eseguire l’opera ricercata in tutto e per tutto come in essa supplica» (Acta, LXXXVI, f. 251v).
1801 Benedetto Merlini (Nomenclatura, f. 57v).
1809*Appartiene all’industriante Leonilda Merlini (Registro delli aloggi, f. 42v).
1823, genn. 18*«Maria q. Bortolo Della Giusta, nativa della villa di Azida —, vende — al sig. Sebastiano q. Francesco Onofrio — una casa di muro coperta di coppi con cortivo, sita in questa città nel borgo d’Isola, portante il c.n. 1524 —; confina a lev. — Pietro Caligaris, mezz. e pon. nobb. — Vincenzo e fratelli Agricola, tram. sigg. Braidotti di Bertiolo e parte strada pubblica del borgo d’Isola per — L 800 —. Qual casa pervenne in essa — Maria Della Giusta come erede della fu — Leonilda Merlini, la quale fu erede del q. — Benedetto q. G.B. Merlini —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10603, 2980).
1852*Onofrio eredi q. Sebbastiano (Competenze, II, f. 4v).
   
BIBLIOGRAFIA Archivum... Catastico, I, 364.
1525
1717, magg. 18 «Il — co. Ettore di Brazzaco1, esecutivamente alla disposizione testamentaria del q. — co. Corrado di Brazzaco suo zio —, ha — consegnata alli nobili — Bernardino, Ferrante e G.B. padre e figliuoli Orgnani2 — la casa, corte ed orto — nel borgo d’Isola, fu di ragione d’esso sig. Corado, descritta nella stima fatta dalli sigg. Andrea Canciani e Giovanni Giacomo Spinelli, pubblici periti —, per il prezzo — di ducati settecento e sessanta, lire cinque, soldi dodeci —». Allegata vi è la perizia del 19 aprile 1717: «Stima fatta da noi sottoscritti eletti dalli nobili sigg. Ettore — di Brazzaco da una e dalli nobb. sigg. Bernardino e figliuoli Orgnani dall’altra dell’infrascritta casa con stalla, cortivo ed orto, posta nel borgo d’Isola di questa città, di raggione di detto sig. di Brazzaco, che presentemente cede in vendita a detto sig. Orgnano, qual casa, cortivo ed orto confina a lev. parte andronetta e parte li sigg. Venuti di Savorgnano di Torre, mezz. — co. Bernardino Andriuzzis, a pon. parte detto — conte, parte nob. — Nicolò Attimis e parte — Andrea Ianzil, ed a tram. parte il borgo d’Isola e parte l’andronetta suddetta —» (A.S.U., Arch. Follini, 7/17, Aquisto della casa in borgo d’Isola, fu di raggione della nob. sign. Vittoria q. nob. sig. Bernardino Orgnano, not. Giuseppe Brunaleschi, f. 1r — 7r).
1744 «Orgnani Ferrante. Abita una casa da lui fabbricata» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 175).
1762, magg. 31 La nob. Vittoria q. nob. Bernardino Orgnani vende per d 4300 a G.B. q. Vincenzo Follini «la casa con stale, cortivo et orto, serve presentemente d’abitazione» nella contrada d’Isola (A.S.U., N., G.B. Stella, 9142, II istr., f. 44r — 45r).
1768, giu. 13 «Volendo le parti infrascritte ridurre in pubblico solenne instromento la scrittura di vendita e compra rispettiva della sottoscritta casa, estesa da me notaro il dν 23 maggio decorso —, il sig. Giambattista q. —Vicenzo Follini — vende — al nob. — Giulio q. — Vicenzo Agricola — la casa — posta in borgo d’Isola colle adiacenti stale, cortivo ed orto, che confina, come nella suddetta scrittura, a lev. parte calesella promiscua fra detta casa ed altra del sig. Giambattista Merlini e parte con la stessa casa Merlini, a mezz. — co. Niccolò Andreuccis, a pon. parte detto — co. Andreucis, parte il — co. Giulio di Strassoldo di Iovaniz e parte casa di — Leonardo Di Vit ed a tram. strada pubblica del borgo d’Isola —, qual casa — è pervenuta in detto — Follini — mediante acquisto da esso fatto dalla nob. — Vittoria q. — Bernardino Orgnano — con instrom. 31 magg. 1762 in atti dello sp. — G.B. Stella notaio duodenario, per d 4300 —. E ciò — fa — per lo — prezzo di d 4300 —» (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9787, I instrom., f. 98r — 100v).
1801 Giulio Agricola (Nomenclatura, f. 57v).
1809*Appartiene a Vincenzo e fratelli Agricola, che vi abitano (Registro delli aloggi, f. 42v).
1809, ott. 1*Stima dell’immobile e dei mobili quivi esistenti, redatta dal pubblico perito G. Clocchiati (B.C.U., ms. vacch. 237, f. 1r - 21v e vacch. 238, f. 1r — 4r).
1822, lugl. 29*«— Vincenzo del fu Giulio e Giulia, nata Conti, coniugi Agricola — domiciliati in — borgo d’Isola al c.n. 1525 —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10546, 1659).
1900 Era del dott. Pari.
1928 È della nob. Elodia Caporiacco Orgnani3.
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 28 lugl. 1981 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Per la famiglia di Brazzà vedasi n. 703.
 2Per la famiglia Orgnani vedasi n. 948 e 1247.
 3Annotazione seriore d’altra mano nel ms. della Porta: «Erroneamente detto palazzo Caporiacco».
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 243-245; Genealogia dei signori di Caporiacco; VALENTINIS, Udine antica, 12; ZANNIER, Fotografia in Friuli, 11.
1526
1801 Giulio Agricola (Nomenclatura, f. 57v).
 *Affittuale Francesco Caligaris (ibid.).
1809*Proprietà di Vincenzo e fratelli Agricola. Vi abita il domestico Giuseppe Cazzutto (Registro delli aloggi, f. 42v).
1809, ott. 1*Nelle divisioni Agricola è citata «una casa posta — in borgo d’Isola, marcata col c.n. 1526, tenuta ad affitto da Giuseppe Cassutto; confina lev. casa dominicale in questo al n. 1, pon. sigg. Follini, mezz. sigg. Andreuzzi ed a tram. il borgo» (B.C.U., pubbl. per G. Clocchiati, vacch. 238, f. lr - 7v alleg. stima).
1825, giu. 24 È di Vincenzo Agricola, che domanda di riformare la facciata (A.S.U., C.A. I, 100, 2325 Orn. II C).
1826, sett. 27°°Vedasi n. 1527.
1852*Appartiene a Vincenzo Agricola (Competenze, II, f. 4v).
1527
1772, sett. 18*«Essendo concorso il — co. Giulio q. — co. Marzio di Strassoldo a secondare le ricerche fatteli per parte e nome del nob. — Giulio Agricola e della — Barbara n. Bevilacqua, moglie rel. del q. — Giuseppe Follini, tuttrice e curatrice de’ figli pupilli — perché s’impegni a vendere — ai medesimi la sua casa posta in — borgo d’Isola fra mezzo le fabbriche — d’esso — Agricola e di detti pupilli Follini, e volendo le parti, ora che è seguita la stima di detta casa col mezzo del pubbl. per. — Francesco Leonarduzzi —, passare alla deffinizione del — contratto di compra e vendita —, il — co. Giulio — ha — venduto — al — nob. — Agricola e alla predetta tutrice — l’antedetta casa con due corti e stalla, posta nei confini espressi nella — stima —. E questa vendita — fa — pel prezzo di d 1327 s 7 —» (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9788, VII istr., 542, f. 1150v — 1151v).
1779, magg. 31*«Udine, nel borgo d’Isola, in casa dell’infrascritta sign. — Barbara Bevilacqua, moglie rel. del — sig. Giuseppe Follini —» (A.S.U., N., Francesco Bertoldi, 9575, Plico 1779).
1801 Sign. Barbara Follini (Nomenclatura, f. 57v).
 *Affittuale Maria Rauta (ibid.).
1809*Proprietà di Giuseppe Follini. Vi abita l’oste Andrea Rigo (Registro delli aloggi, f . 42v).
1812 Osteria “Al pavoncino” (Esercenti).
 *Gestione di Andrea Rigo (ibid.).
1812, magg. 31*In seguito ad atto oppignorativo del 15 febbr., nei confronti di Giuseppe Folin, debitore per L 154,72, asta di una «cucina a pian terreno ad uso di osteria, dal corpo della casa in borgo d’Isola al n. 1527 con ingresso sulla strada» (A.S.U., C.N., 81, Processo verb. d’asta con effetto, n. 18).
1824, magg. 20*Michele De Vit, proprietario della casa n. 1527, vuole cambiare la linea del portoncino, dall’arco al rettangolo. L’ornato respinge il progetto. Il De Vit, ne presenta un secondo in data 26 giugno. Questo viene approvato (A.S.U., C.A. I, 89/X, 1923, Orn. II C, con diss.).
1824, lugl. 2 È di Giuseppe Razich (A.S.U., C.A. I, 89/1824/X, 2512 Orn. II C, con dis.).
 *Si tratta di un progetto di riforma, che viene respinto (ibid.).
1826, giu. 14*«— Giuseppe q. — Giuseppe Folini — vende — al — comparente Giovanni Biliani — una casa coi respetivi suoi fondi e cortivo, situata nel borgo — d’Isola, portante il c.n. 1527 —; confina a lev. con li nobili — Vincenzo e fratello Agricola, a mezz. con gli eredi Andreuzzis, a pon. con — Maria Scala ved. De Vit ed a tram. il borgo d’Isola —. La — vendita viene — fatta — per la somma — di it. — L 3400 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10311, 2140).
1826, sett. 27 È di Giovanni Billiani (A.S.U., C.A. I, 100/1826/II, 3437 Orn. II C, con diss.).
 *Il proprietario chiede il permesso «— di ridure e riformare il prospetto della faciata della casa di sua ragione — al c.n. 1527, ora esistente inregolare e fuori di simetria —». Nell’autorizzazione si raccomanda una tinteggiatura «aurora» o «verde chiaro» (ibid.).
1852*Appartiene a Giuseppe Colle (Competenze, II, f. 4v).
1863°È di Luigi Francesconi. Viene riformata; risulta casa di due piani e soffitta di quattro finestre. Al terreno, quattro porte (Arch. Mun., Atti Ornato 1857-1864).
1876 Osteria “All’ancora d’oro” (COSMI-AVOGADRO, 106).
 *Gestione di Luigi Francesconi (ibid.).
1528
1648, lugl. 14*«In Udine, in borgo d’Isola, in casa de l’infrascritto sp. Attimis, nella camera di sopra». Il documento precisa che si tratta di Antonio d’Attimis (A.S.U., N., Giacinto Causilico, 7267, Instr. XVIIII, f. 28r).
1661, ott. 5 Nella contrada appo il ponte d’Isola — nella casa Attimis in una camera sopra l’andronetta verso detto ponte (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 175).
1707, nov. 24*«Fatto in Udine, nella contrada del borgo d’Isola, in casa dell’infrascritto — co. Camutio, di ragione Attimis». Il documento precisa che si tratta di Lodovico Camutio (A.S.U., N., Giuseppe Bertoldi, 8442, I instr., f. 11r).
1748, sett. 13*«Udine, in borgo d’Isola; parochia di S. Querino, in casa dell’infrascritta — co. Elena Attimis di Strassold —. La — co. Ellena, sorella et erede del q. — co. Giuseppe di Strasold di Invanz —, aliena al sig. Vicenzo Folini q. Francesco — una portione della sua casa verso ponente sino al muro divisorio della restante casa posta in cantone col suo cortivo et orto fu di ragione di detto — co. Mauritio di lei fratelli —, fra li confini descritti nella stima fatta — da — Francesco Leonarduzzi, publ. per., necnon del prezzo — di d. 1067 L 3 s 10 —» (A.S.U., Arch. Follini 10, Libro di Vincenzo Folin, f. 62r -64r).
1801 Barbara Follini (Nomenclatura, f. 57v).
 *Affittata a G.B. Follini (ibid.).
1809*Proprietà di Giuseppe Follini. Vi abita l’impiegato Vincenzo Canciani (Registro delli aloggi, f. 42v).
1812, magg. 26*In seguito ad atto oppignorativo del 25 febbr., ai danni del debitore Giuseppe Follini, viene posta all’asta «una stanza al primo piano, ad uso di camera —; a lev. strada pubblica, a pon. parimenti» (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 26)
1826*È di De Vit. Vedasi n. 1527.
1846, mar. 3*«— Anna Braida — vende — con titolo di vitalizio alla — sign. Maria n. Cicogna, ved. De Vit —, le case ed i terreni qui — descritti —; — casa con corte ed orto posta in borgo d’Aquileia, contrada Zoletti, coscritta colli c.n. 2028, 2029, 2030 —; quarta parte della casa d’abitazione con corte ed orto posta in borgo d’Isola al c.n. 1528 —» (A.S.U., N.,Giovanni Giuseppe Clocchiati, 4839, 6533).
1852*Appartiene agli eredi di mons. Antonio De Vit1 (Competenze, II, f. 4v).
   
NOTE1Sull’abate De Vit, maestro di musica: L’istituto musicale “J. Tomadini”, 242.
1529
1801 Orlando Cicogna (Nomenclatura, f. 57v).
 *Affittuale G.B. Bossi (ibid.).
1802, genn. 25 Orlando q. G.B. Cicogna vende a Luigi q. Giuseppe Casari «le case e fabriche tutte con fondi, corte, ingressi — situate nel borgo Gemona sopra il ponte d’Isola tenute in presente ad affitto semplice parte dal sig. Pietro Pisenti ad uso di tintoria —; confinano a lev. con androna promiscua, a mezz. — coo. Andreucis, a pon. la roia — ed a tram. parte — G.B. Follini e parte il borgo e piacetta dell’Isola —, restando a peso del venditore ogni — miglioramento delli affituali, eccetuati li fornelli e cose tutte inservienti ad uso di tintoria; e questa — vendita — fa il — Cicogna — per il prezzo — di ducati quattromille e cinquecento —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4806, 244, f. 365v — 367v).
1809*Proprietà del tintore Gioachino Casari. Vi abitano il falegname G.B. Nigris, il domestico Vincenzo Gregoris, il sarto Michele Maurini, il fabbricante di carri Mario Lucardi e il tessitore G.B. Bianchini (Registro delli aloggi, f. 42v).
1852*I n. 1529 e 1529 A, B, C, D appartengono a Domenico Bertoli (Competenze, II, f. 4v).
   
BIBLIOGRAFIA PICCO, Industrie friulane. Le tintorie, 337.
1530
1758, nov. 25*«— Laura vedova — ed erede — del q. — Antonio Piccoli —, vende alli sigg. G.B. e Giuseppe fratelli q. — Vicenzo Follini —, una cortisella con muri attorno incorporata nella casa d’abitazione di detta sign. Laura — nel borgo d’Isola, qual confina a lev. androna che tende alla casa delli — coo. Andreuzzis, mezz. parte le sign. Gioseffa e sorelle Zanutte e parte detta sign. Laura, pon. essa — venditrice et alle monti strada publicha del borgo —. Et questo — fa l’antedetta sign. Laura per il prezzo — di d 200 —. Patto tra le parti — convenuto al caso che detti — Follini doveranno far coprir la corte medesima: non debbano apportar minima servitù o pregiudizio alla casa di detta sign. Laura e né meno esser apperto alcun foca né fenestra riguardante la casa e corte che rimane alla sign. Laura. Impartisce di piϊ libertà alli — compratori di poter appoggiar li legni del coperto da farsi anco nel muro della casa che rimane ad essa — in confin con detta corte, a condizione però che non abbia ad estendersi in altezza se non aldisotto del pergolo del secondo solaro di ragione della — venditrice —» (A.S.U., N., G.B. Stella, 9142, I instr., 111, f. 95r — 95v).
1801 G.B. Follini (Nomenclatura, f. 57v).
  «Sua stalla» (ibid.).
1808*«N. 5. Fabbrica di muro copperta di coppi, serve ad uso di stalla, con fenile sopra per conto dominicale, situata — al n. 1530; confina a lev. calesella chiusa, mezz. e pon. sigg. fratelli Casara ed a tram. borgo d’Isola» (A.S.U., Arch. Follini, 5, Asse...1808, p. 73-76).
1809*Appartiene a Vincenzo e fratello Follini. «Non vi è che la scuderia delli sigg. Follini» (Registro delli aloggi, f. 42v).
1852*Appartiene a Maria Luigia Follini (Competenze, II, f. 4v).
1531
1539, febbr. 11*Proprietà del not. Giovanni Erasmi. Vedasi n. 1532.
1801 Orlando Cicogna (Nomenclatura, f. 57v).
  «Diversi affittuali interni» (ibid.).
1802, genn. 25 Vedasi n. 1529.
1809 Gioachino Casari, tintore. «Era ingresso delle cinque casette fra il n. 1529 e 1530» (Registro delli aloggi, f. 42v — 43r).
1852*Appartiene a Giuseppe Casara (Competenze, II, f. 4v).
1861°È di Antonio Merluzzi (A.M., Ornato 1857-1864).
1874 Già dalla numerazione nera l’edificio appare censito insieme con il contiguo n. 1532 (Prospetti di confronto, 33).
[1937] Grande portone in pietra.
   
BIBLIOGRAFIA PICCO, Industrie friulane. Le tintorie, 337.
1532
1539, febbr. 11 «— Nob. d. Iohannes q. — Philippi Moyses — in emphiteosim concessit provido viro ser Sebastiano fructarolo Utini in Foro novo — unam — domum muratam, soleratam cupisque cohopertam cum curia postposita, sitam Utini in burgo Insulę prope pontem lapideum a solis ortu iuxta domum egregii — ser Iohannis de Herasmis notarii Utini, a meridie iuxta aream prefati d. Johannis livellatoris, ab occasu iuxta rugiam illac labentem et versus montes iuxta viam publicam —» (A.S.U., N., Pietro Geronimiano, 5774, Prot. Istr. 1536-1539, f. 217v - 218v).
1801 Orlando Cicogna (Nomenclatura, f. 57v).
 *Affittuale il tintore Pietro Pisenti (ibid.).
1802, genn. 25 Vedasi n. 1529.
1809 Gioacchino Casari, tintore (Registro delli aloggi, f. 42v).
1825, apr. 25*«— Giuseppe Casari — ha — cesso — con titolo di anticresi — alli sigg. Pietro e Catterina coniugi Pauluzzi — una camera con cocina annessa — nella casa di sua abitazione sitta — nel borgo d’Isola coscritta col c.n. 1532, confina a lev. — Vincenzo del fu G.B. Follini e parte altra casa di questa ragione, mezz. corte e case pure di questa ragione, pon. la roia ed a tram. il borgo d’Isola —, per il prezzo — di austr. L 712,55 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10463, 4306).
1852*Proprietà di Giuseppe Casara (Competenze, II, f. 4v).
1861°È di Antonio Merluzzi. Riforma della facciata (A.M., Ornato 1857-1864).
1874*Censita insieme colla n. 1531 già nella numerazione rossa (Prospetti di confronto, 123).
1876*Macelleria di Luigi Bitussi (COSMI-AVOGADRO, 11).
   
BIBLIOGRAFIA PICCO, Industrie friulane. Le tintorie, 337.
1533
1467 «Maistro Iacum, fiol che fo di Denel sartor de borgo de Glemona, paga per anno de livello — per l’anima del Blanch caligar, sora una sua casa che fo del dito Blanch caligar murada e de copi coverta, mituda in Udene, in lo dito borgo sulo canton apresso lo ponte andando in Pratclus, appresso la altra casa del dito Denel sartor, ala terza core la roya e per denanzi è la via pubblica den. LXXXta, compradi per la fradagla segondo che apar in uno publico instrumento per man de ser Ambros nodar, fiol che fo de ser Albert de Chuchagna in millesimo iiijcxxxxviij ind. VIa adν viij de fevrar» (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, 425, Libro rosso, I, f. 37r).
1789, magg. 11*«— Tommaso Mattioli — ha dato in permuta perpetua — a — rev. — Giuseppe di Montegnacco — la casa — posta nel borgo di Gemona —, che confina a lev. la roia, a mezo dν casa del sig. Antonio Monfredo, a pon. e tram. il borgo di Gemona —; qual casa è stata acquistata dal — nob. — Tommaso e dal — q. — Tommaso q. Antonio Mattioli, fu di lui zio, per la massima parte dalle mani del — q. — Marc’Antonio di Montegnacco, fu padre del — rev. d. Giuseppe con istr. 25 sett. 1768; e per il restante delli appartamenti — sulla facoltà del sig. Francesco Giorgini li 13 ag. 1764 —. E ciò ha fatto il — Mattioli — collo stesso titolo di permuta — accettante — n. 10 pezzi di terra — d’esso di Montegnaco —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9975, XIV instr., 1095, f. 1342v — 1344v).
1801 Co. Nicolò Cossio «di Codroipo» (Nomenclatura, f. 57v).
 *Affittuale Onorato Marinelli (ibid.).
1809 Giuseppe Feruglio, oste (Registro delli aloggi, f. 43v).
1851°È dell’ospitale (Arch. dell’ospedale di Udine, Censimento stabile catastrino).
1852*Proprietà dell’ospedale di Udine (Competenze, II, f. 4v).
1874*Già dalla numerazione rossa la casa è censita insieme con la n. 1534 (Prospetti di confronto, 123).
1534
  Questa casa fu di Giovanni da Udine. Una lapide posta dall’Accademia di Udine ricorda il celebre pittore.
 *Essa sorge sul fondo di due edifici, uno posseduto prima dal padre di Giovanni Francesco Ricamatore e riacquistato dal figlio e un secondo comperato dagli Amasei.
1424, mar. 23*«— Ser Iohannes Antonius q. mag. Pasculi de burgo Gle[mone] — foro quadraginta sex marcharum soldorum, quod totum pretium — ipse ser Iohannes Antonius — ibidem contentus — [fuit] integre recepisse — a mag. Iohanne [...] de Tarcento —, [vendidit] mag. Iohanni sartor q. dicti Marchi de Tarcento — unam ispius — domum muratam [...] cum quodam ponte postposito dicte domui sitam Utini in burgo Glemone extrinseco Porte [...] iuxta unam domum mag. Iacobi cerdonis q. mag. Danielis sartoris ab una parte, iuxta domum mag. Pitoni fabri ab alia, iuxta foyam aquam a parte posteriori et iuxta viam publicam a parte anteriori —» (A.S.U., Arch. Lovaria, 46, perg. n. 38, not. Giovanni del fu Giacomo da Udine)1.
1446, giu. 9*«— Nicolaus q. Luce de Tricento, Dominicus q. Iacobi de Segnacho et Marcus q. Culautti de Crida de Tricento, pretio — marcharum soldorum sexaginta trium, quod totum pretium ipsi fuerunt contenti — integre recepisse — a mag. Candido fabro filio mag. Bertuli fabri de Ruzolio, Utini in burgo Glemone exteriori habitantis —, vendiderunt — dicto mag. Candido fabro — unam ipsorum domum muratam, soleratam et tegulis copertam —, sitam Utini in burgo Glemone exteriori iuxta domum *** heredum q. mag. Pittoni fabri de Utino, iuxta domum mag. Iacobi cerdonis et mag. Danielis sartoris de Utino, iuxta rugiam labentem a parte posteriori et iuxta viam publicam a parte anteriori —, solvendo tamen annuatim de livello perpetuali in — dicta domo ecclesie S. Petri de Tricento libram olei unam et unam ecclesie S. Petri Martiris de Utino —» (A.S.U., Arch. Lovaria, 46, perg. n. 50, not. Antonio di Filippo Fabri).
1484, mar. 4*«Ser Ioannes q. Dominici Masii2 pelliparius de Utino nomine suo et d. Benvenute sue uxoris, hereditario nomine q. mag. Iacobi olim Danielis sartoris eius soceri de Utino, confessus fuit solvere annuatim de livello — fraternitati S. Mariæ cerdonum de Utino denarios octuaginta super una domo olim Blanchi cerdonis quæ fuit dicti q. mag. Iacobi sita Utini in burgo Glemonę super angulo prope pontem per quem itur in Pratum Clausum iuxta quandam aliam domum ipsius q. mag. Iacobi iuxta rugiam et iuxta viam publicam —» (A.S.U., Confraternita dei Calzolai, 422, Libro alfabetto, f. 15r).
1534, febbr. 24*Circa la domanda3 presentata dal pittore per il restauro della propria casa, il consiglio prende il seguente provvedimento: «— Qua supplicatione lecta per me Mattheum cancellarium, domini deputati posuerunt partem quod fiat quantum in ipsa supplicatione continetur — non tantum ipsi ser Ioanni supplicanti, verumetiam spectabili artium et iurium doctori domino Gregorio Amaseo Utinensi civi habenti domunculas quasdam contiguas domui dicti ser Ioannis supplicantis. Ita tum quod dessignatio et ordinatio petitarum extensionum fiat et fieri omnino debeat per officium d. septem deputatorum et non aliter nec alio modo. Que quidem pars — capta fuit cum ballotis centum sex, una tum contraria ex(e)unte —» (Annales, XLVIII, f. 24r).
1534, febbr. 39 Il consiglio della città approva il progetto (Annales, XLVIII, f. 26v).
1536*Il pittore Giovanni del Ricamatore registra in un quaderno di note personali: «Ala chiesia di Tarcento olio libra una sopra la mia chasa nova che io abito in borgo di Gemona apreso ala roia» (B.C.U., ms. 1197/7, f. 43r).
1542, sett. 25*«Actum Utini, in burgo Glemone sub porticu domus infrascripti locatoris —. Ibique ser Ioannes Recamatoris de Utino — iure simplicis affictus — locavit mag. Baptistę dicto Nando, barbitonsori Utini — unam — domum de muro cuppis coopertam, sitam in burgo Glemonę penes alteram domum eiusdem locatoris per eum habitatam, quam idem ser Ioannes emit ad publicum incantum, ut constat manu mea, et hoc pro affictu ducatorum sex — in anno — his pactis — quod per dictum ser Ioannem nec heredes non possint dictum mag. Nandum — expellere a dicta domo — nisi idem ser Ioannes vel heredes voluerint dictam domum pro habitatione et usu suo et nisi voluerint eam fabricare —» (A.S.U., N., Benvenuto Moretti, 5650, f. 311v — 312r).
  Lo stesso Giovanni da Udine annota l’acquisto della «casa ch’era za di messer Grigorio Amaseio, dela qual casa fu venduta a l’incanto per conto di mess. Tiberio Freschis» creditore della dote della moglie, che era della famiglia degli Amasei (B.C.U., ms. 1195, f. 141r).
1542, dic. 9*«— Comparuit — ser Ioannes de Reccamatoribus Utinensis civis narrans qualiter emit unam domunculam contiguam domui suę in burgo Glemonę extrinseco ab heredibus q. d. Gregorii Amasei — et quomodo alias del 1534 die 24 febr. — in — maiori civitatis consilio idem q. d. Gregorius obtinuit quod ante ipsam domunculam posset fabricare unum porticum et continuare alios porticus constructos per ipsum d. Ioannem iuxta — dessignationem fiendam per deputatos — et quia ipse ser Ioannes decrevit si ipsis — d. deputatis placebit conficere dictum opus et porticum ipsum ante ipsam domunculam construere continuando alium porticum a se factum cum civitatis bona gratia in alia domo contigua, supplex petiit quod — deputati — dignentur declarare et permittere ut fiat porticus — quandoquidem locus ipse reddetur — et commodior. Qui d. deputati quia fuerunt super loco et auctoritate attributa per conciliariam ipsam deliberationem diei 24 febr. 1534, concesserunt dicto ser Ioanni quod possit extendere et construere ipsum porticum ante ipsam domunculam quę fuit q. d. Gregorii Amasei suprascripti et continuare alium porticum factum per ipsum ser Ioannem restringendo — ipsum iuxta ordinem stratæ ne fiat ipsa strata arectior nimis et incommodior —» (Annales, LI, f. 57v — 58r).
1542-1543*Giovanni da Udine ricostituisce o quanto meno restaura radicalmente la casa acquistata dai fratelli Amasei, attaccata alla propria. A questo scopo vengono utilizzati materiali provenienti da varie località limitrofe: mattoni e pianelle da Risano, Lauzacco e Rizzolo; calce da Rizzolo e da Pagnacco; pietra da Faedis; sabbia da Beivars. Sono implicati nell’impresa lo spaccapietre Martino, il capomastro Fracasso col muratore Francesco, il fabbro ferraio Bernardino e il rivenditore di ferramenta Bulfone (B.C.U., ms. 1195, f. 14r — 23v).
1801*Proprietà del co. Niccoletto Cossio di Codroipo. Affittuale l’oste Giuseppe Ferruglio (Nomenclatura, f. 57v).
1809*Giuseppe Feruglio, oste (Registro delli aloggi, f. 43v). La casa è censita insieme con la n. 1533.
1812, magg. 29*Il commissario di polizia al podestà: «Da confidenziali riservate notizie mi si fa credere che li fornelli e relativi tubbi, che servono a far sortire il fumo dalle fabbriche di tintoria stabilite nel borgo d’Isola, l’una al n. 1533 di Antonio Piasenti e l’altra di Giuseppe Feruglio, detto Buri, al n. 1534, sieno costruiti in modo che possino alcuna volta produrre pericolo d’incendio, oncontrato anco in alcuni d’essi da tempo recente e che dicesi a tempo riparato». La comunicazione viene girata «al sig. Giuseppe Prisani protomurero per le conoscenze relative» (A.S.U., C.N., 184 Pol.).
1820, lugl. 19*Gli eredi del fu Giuseppe Feruglio, detto Buri, domiciliati in borgo di Gemona al n. 1534, chiedono ed ottengono il permesso di restaurare il coperto dell’edificio (A.S.U., C.A. I, 35/V, 1760 Orn. II C).
1876*Tintoria di Luigi Lestuzzi (COSMI-AVOGADRO, Guida, 115).
1883*Tintoria di Luigi Lestuzzi (AVOGADRO, 157).
   
 *A Giovanni da Udine inoltre appartennero altre case e alcuni livelli su fondi nelle vicinanze4:
 *A) Casa per la sorella Caterina
[1535]*Nel 1552 il pittore sostiene di aver acquistato una casa per la sorella «17 anali fa» (B.C.U., ms. 1197, f. 43r).
[1552, magg. 5]5*«Et nota che la casa che io parlo si è quella che abita mia sorella apreso a Zuan Maria dela Scala et apresso a ser leroni libraro6 et la via publica, chome apar per man di ser Pieri Gracian nodaro del sopradetto milesimo, zoè 1552, ali 5 mazo». Nella stessa circostanza il pittore precisa: «— Et questa tal casa solamente è deli beni del padre di mia madre, ma deli altri beni materni fumo di sua padre, che si chiamò Candido dele Sele, che ebe un fiolo Valentin che si fece frate dela Vignia et lasò a mia madre et ali soi figli maschi per aviso. Cosν mia sorella non ha parte d’altra roba a ben ch’l non ha niente, si non la casa che io abito apreso a Zuan Antoni Corton7 in borgo di Gemona et aprezo l’altra casa che conperai dati eredi del q. mess. Gregorio Amasei et la roia, dreto ala ditta casa et dinanzi la via publica. Il resto deli beni eran venduti per li nostri vechi, zoè padre et madre et io n’ò recuperati quelli che i’ò potuto aver —» (B.C.U., ms. 1195, f. 193r).
 *A proposito della abitazione della sorella, in altra parte del manoscritto il Ricamatore aggiunge: «una casa che sta mia sorella, che in vita sua voglio che le’ sola goda; la qual casa è mia, ché la rischosi da mastro Iacomo Clabucho per d 50 et mo’ no cavo niente; ma dapoi la vita di mia sorella, ma mio cogniato paga li nivelli che sono da pagar, che sono L 3 l’uno vel circha alla camera di S. Marcho et alli eredi di mess. Gregorio Amaseo et al fabrica del domo —» (B.C.U, ms. 1195, f. 6r). Il concetto è ribadito in altro manoscritto autografo in data 1536: «La mia chasa che abita mia sorella paga ogni anno megio duchatto, una parte a ser Grigorio Amaseo dinari 20 et una ala fabricha de chiesia magiore dinari 16 et una ala chorte dinari 16, zoè 15» (B.C.U., ms. 1197, f. 43r).
 *B) Casa dei fratelli da Ravosa
1535, febbr. 27*«Ioannes q. Pauli Abrahę et Dominicus fornaserius q. Nicolai Dominici, patruelis dicti q. Pauli de Revosa — receperunt ex eximio pictore ser Ioanne q. ser Francisci Recamatoris de Utino ducatos decem octo — in auro manualiter, pro quibus — vigore pacti — vendiderunt — eidem ser Ioanni — unam domum Utini, sitam in burgo Insulę super angulo e regione domus quę fuit q. ser Iacobini de Cominis, nunc hęredum q. ser Panthaleonis de Savorgnano8, iuxta viam andronę domorum Martini de Pooleto, rechtam alias per Bernardum Copes —, alias tanti emptam per dictum q. Paulum et prout in instrumento manu — ser Ioannis a Rasmis notarii sub die 24 augusti 1514 et omnia iura —quę eis competunt — ad recuperandum pro aliis ducatis quinque canippam dictę domus de manu hęredum q. Domenegetti caballarii seu alterius eam possidentis —» (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5455, Prot. istr. 1535, f. 60r — 61r).
  La canipa verrà acquistata il 20 marzo successivo da Antonio del fu Giacomo Del Forno di borgo d’Isola.
1535, mar. 20*«— Ser Antonius q. mag. Iacobi de Furno, Utini habitans in burgo Insulę tamquam habens ius cessum ab heredibus q. Domenegetti Capelletti de Trivisio, caballarii in Utino, de nonnullis bonis inter quę est quędam canipa alias per dictum q. Domenegettum empta a q. Iacobino olim Costantii de S. Vito iuxta confines de quibus in instrumento manu mei notarii sub die septima decembris 1508, precio — ducatorum quinque —, quod quidem precium ipse ibidem habuit — a ser Ioanne pictore olim ser Francisci Ricamatoris de Utino in auro et monetis usualibus et currentibus ibi numeratis —, retrovendidit antedicto ser Ioanni ibidem presenti — canipam prędictam eo iure quo ipse ser Antonius eandem canipam a prefatis heredibus dicti q. Domenigetti habuit de anno proximo pręterito manu mei notarii —» (A.S.U., Arch. Lovaria, 47, perg. n. 44, not. Giovanni Erasmi).
1547*La casa con canipa, ancora proprietà dei Ricamatori, è abitata da «Viner misetta» (B.C.U., ms. 1195, f. 195r).
1558*Il pittore ha ceduto in affitto a Giovanni di Travana la casetta che si trova accanto a quella del tagliapietra Gerolamo9 (B.C.U., ms. 1195, f. 195r).
 *C) Casa del vasaio Bernardino
1538, febbr. 16*«— Mag. Bernardinus figulus, Utini habitans in burgo Insulę, q. Leonardi de Venchiareto precio — ducatorum centum et pisonalium frumenti viginti cum dimidio, — quod precium ipse fuit contentus — se — recepisse ab egregio et peritissimo pictore ser Ioanne q. ser Francisci a Recamatoribus de Utino, — vendidit — antedicto ser Ioanni — unam domum muratam, soleratam et cuppis copertam cum curia et orto postpositis, sitam Utini in contrata Insulę sive dela Cella: a solis ortu iuxta domum dicti emptoris et iuxta domum mag. Pauli pictoris10 et iuxta ortum Andręe prosenecte in Utino q. Ioannis Decani de Venzono et iuxta quandam andronam consortivam, a meridie iuxta viridarium ser Francisci de Moise11, a solis occasu iuxta domum ser Antonii de Furno, a montibus iuxta stratam publicam —. Et pro speciali manutentione dicte domus cum curia et orto — idem venditor — obligavit — emptori — domum — ipsius mag. Bernardini venditoris muratam, soleratam et cuppis copertam, sitam Utini in contrata Insulę sive dela Cella — cum terreno postposito iuxta stabulum ser Antonii A Furno, iuxta broilum ser Francisci de Moise, iuxta domum Laurentii cimatoris, iuxta domum et ortum ser Antonii de Furno et iuxta stratam publicam —» (A.S.U., N., Giovanni Erasmi, 5413, Prot. istr. 1537-1538, f. 97r - 100v e A.S.U., Arch. Lovaria, 47, perg. 62, not. Giovanni Erasmi).
1538, febbr. 16*Giovanni da Udine da parte sua registra: «Io Giovani de Rachamadore pitore in nel di sopra detto chonperai la chasa di mastro Bernardi(n) bochalaro, zoè la casa che fu della famiglia del decan di Povoleto, apresso ala mia in borgo d’Isula, per precio di duchati cento et formento pesenali vimti et megio che tuto el legname de una aria presso chomposta di paglia et ditta casa chonfina chome apar nel istrumento di ditto notarlo et me l’à da mantinir per li chonfini che sono al presente et me à obligato una chasa dove lui sta, posta pur in ditto borgo apresso ala mia, una chassa de megio ch’è di ser Antoni Del Forno et l’altra di mastro Lorenzo cimator et m’à da darmela voda la caniva» (B.C.U., ms. 1197/7, f. 57r . L’annotazione è ripetuta, ma cassata, al verso dello stesso foglio).
1538, mar. 15*Il muratore Donato, che lavora nella casa di Giovanni da Udine, conduce in affitto una casa del pittore. Nel corso dell’anno vi effettua alcune migliorie, regolarmente conteggiate (B.C.U., ms. 1197/7, f. 60r). La casa si trova in borgo d’Isola (B.C.U., ms. 1195, f. 6r).
1546, magg. 15*«Mastro Ieroni taiapiera12 in tal dν ebe a fitto la mia casa di borgo d’Isola che teneva mastro Donato murator —» (B.C.U., ms. 1195, f. 194v).
1556, magg. 14*La casa è ancora del Ricamatore, che cresce di mezzo ducato l’affitto al tagliapietra Gerolamo (B.C.U., ms. 1195, f. 54v).
1538, apr. 17*Ancora di mano di Giovanni da Udine: «— Per man di ser Giovanni de Rasmi feci notar che pagai mastro Bernardino bochalaro el resto deli denari che io li era debitori deli cento duchati dela chasa che io chonperai da lui pochi dν sono, zoè ali 16 di febraro. Choll’anno medesimo che io li restava duchati nove a L 6 et s 4 per duchato et li aveva fato uno scritto di mia mano, che à termine fino a pasqua prosima io lo promessi pagar del tuto —» (B.C.U., ms. 1197/7, f. 58r).
 *D) Casa di Paolo pittore doratore
[1554]*In borgo d’Isola il pittore Giovanni da Udine risulta proprietario di una «casetta che fu deli eredi di Pavolo indorador, che confina chon il mio horto in borgo d’Isula». Il fondo contiguo a quella comprato dal vasaio Bernardino (D), è citato alcune volte nelle sue note, come affittato a Giovanna, sorella di ser Domenico Longo13, e a Orsola non meglio precisata (B.C.U., ms. 1195, f. 95v, 101v, 126v).
 *E) Casa degli eredi di Bernardino vasaio
  Da notizia autografa del pittore, non datata, sappiamo che egli ha comperato anche una casa in borgo d’isola dagli eredi di Bernardino vasaio. Il documento originale, redatto dal not. Giovanni Girardo Baronio, è oggi irreperibile. La casa è affittata per L 27 annue. Per complicazioni legali e amministrative, relative alla gestione dei figli di Bernardino, il luogotenente impone al Ricamatore di cedere l’edificio a tal Minoli di Rizzolo, creditore degli eredi del vasaio (B.C.U., ms. 1197/7, f. 133r).
 *F) Casa degli eredi Ricamatori
  Gli eredi dei Ricamatori sono ricordati anche nel secolo successivo.
1626, ag. 9 «Exigebant — Nicolaus et fratres — olim — Petri Pauli a Reccamatoribus civis Utini ab hæredibus olim — Ioannis Baptiste Rovorei — super una domo et horto adherenti sitis Utini in contrata Insulæ terminante a parte anteriori cum strata publica, a posteriori cum horto — Faustini Moysessii et fratribus ab uno latere cum via consortiva et ab alio cum domibus eorundem hæredum — ut colligi potest ex documento celebrato manu — olim Petri Antonii Brunaleschi — de anno 1567 ex mense martii et modo exigunt a — Petro Factoreto famulo cancellario — tamquam cessionario et possessore —. Hoc quidem livellum — d. Nicolaus — renunciavit d. Leonardo Caysello civi et mercatori Utinensi —» (A.S.U., Arch. Caiselli, Istrumenti di locazione per Udine e pertinenze, not. Brunallesco Brunallesco).
1656, magg. 7*«— Giovanni Lonardo Carlevariis, pittore di Udene14, compratore delle case di ragione di m. Pietro Fattoreti, poste in questa città nel borgo d’Isola — ducati vintidue et L 4 —» (A.S.U., N., Nicolò Bergamino, 7351, Istrumenti 1656, n. 33).
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1La segnalazione del fondo di pergamene della famiglia Ricamatori, pervenuto attraverso gli eredi Moroldi nell’Archivio Lovaria, mi è stata fornita dalla dott. Liliana Cargnelutti, che ringrazio.
 2Per gli Amasei, vedasi la bibliografia al n. 383.
 3Pubblicata da F. di MANIAGO, Storia, 252-253.
 4Le notizie sono state raggruppate in base allo studio condotto dalla dott. Cargnelutti sui mss. n. 1195 e 1197 della B.C.U.
 5Per il Battistella la data sarebbe 1533.
 6Verosimilmente trattasi di Gerolamo da Milano: COMELLI, L’arte della stampa, 63.
 7Per il Cortona vedasi n. 1535.
 8Nel Cinquecento i Savorgnan sono proprietari di un ampio fondo corrispondente all’incirca al n. 1425.
 9Gerolamo lapicida del fu Francesco barbiere da Morcote, come si potrebbe dedurre dal documento del 18 marzo 1540 del notaio Giacomo Moroldo (A.S.U., N., 5586, Prot. 1540, f. 35v — 36r), anche se il compilatore del protocollo scrive “da Marcono”.
 10Un Paolo pittore doratore operante a Udine in quel periodo è il figlio di Martino Mioni: JOPPI-BAMPO, Nuovo contributo, 50; QUAI-BERGAMINI, Documenti, IV, 39-40.
 11L’accenno al fondo dei Moisesso richiama un’annotazione autografa di Giovanni da Udine del 1536: «Le mie casette apreso el Zardin pagano in Camera ogni anno dinari *** (B.C.U., ms. 1197/7, f. 43r). Di livelli acquistati dal Ricamatore in borgo d’Isola esistono varie tracce di acquisti dei quali basterà ricordare quello del 17 febbr. 1537 da Gervasio Degani di Povoletto (A.S.U., Arch. Lovaria, 47, perg. n. 55, not. Giovanni Erasmi, e B.C.U., ms. 1197/7, f. 52r), quello del 17 febbr. dello stesso anno da Gerolamo Degani da Povoletto (A.S.U., Arch. Lovaria, 47, perg. n. 56, not. Giovanni Erasmi) e quello del 19 genn. 1538 da Bertrando Degani da Povoletto (A.S.U., Arch. Lovaria, 47, perg. n. 60, not. Giovanni Erasmi).
 12Probabilmente si tratta del Gerolamo di cui alla nota n. 6.
 13Domenico Longo è cavallaro del maresciallo della Patria del Friuli e abita in borgo d’Isola in casa dei fratelli Francesco fornaio e Anna, figli del mugnaio Indro (A.S.U., N., Gabriele Gozzadino, 5817, Istr. 1529-1531, f. 52v).
 14Padre del piϊ celebre Luca: JOPPI, Contributo quarto, 129-130; RIZZI, Udine. Piante e vedute, 46-49; TENTORI, Udine, 341.
   
BIBLIOGRAFIA L’Accademia vuol salvare la casa di Giovanni da Udine; AVOGADRO, Guida, 38; BARTOLINI, Filande in Friuli, 47-55; BATTISTELLA, Giovanni da Udine; BATTISTELLA, Ancora qualche cosa, 253; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI; BERGAMINI, Cronache di artisti friulani, 301; BERGAMINI, Notizie su G.A. Cortona, 4-14; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 246-247; BIASUTTI, Una casa in via Paolo Canciani, 9; BRAGATO, Guida, 87-88; CICONI, Udine, 468; Di un’antica tintoria, 252-254; ERMACORA, Guida, 130-131; FALCIONI, Udine produttrice, 346; KECHLER, Industria serica, 293; KECHLER, Monografia delle filande, 10-11; JOPPI, Contributo terzo, 7, 12; JOPPI, Contributo quarto, 94; di MANIAGO, Guida, 64; di MANIAGO, Storia, 252-253; MARCHETTI, Il Friuli, 290-299; della PORTA, Toponomastica, 69; PICCO, Le tintorie, 337-338; PICCO, L’arte di pittura decorativa in Friuli, 65-66; QUARGNAL, Giovanni da Udine, 26-28; RIZZI, Profilo... Il Quattrocento, 120; ROTA, Cenni, 25; C. SOMEDA de MARCO, Madonnine, 1-2; Tintoria Lestuzzi; VALE, Ricordi di Giovanni Ricamatore; VALENTINIS, Udine antica, 11-12.
1535
1552, magg. 5*Vedasi n. 1534, A) Casa per la sorella Caterina.
1606, magg. 9*«— D. Bernardinus q. — Andreæ de Attimis Goritiensis, nomine suo et — Hermani eius fratris, — vendidit — Leonardo Agricolæ notario Utinensi, ementi — pro se et — Vincentio fratri suo —, unum annuum livellum L 2 s 6 1/2 solvi solitum per —Ioannem Baptistam Cortonam de Utino1 super domo eius habitationis, sita in burgo Glemonæ iuxta ab uno latere domum — Petri Pauli de Ræcamatoribus de Utino et ab alio latere domum — Ulyssis Mirthei civis Utinensis —» (A.S.U., N., Vittorio Mattioli, 6744, Instr. XX, f. 26r — 27v).
1801 Onorato Marinelli (Nomenclatura, f. 57v).
 *Affittuale Andrea Rossignoli (ibid.).
1804, magg. 25*«Essendo risolto — Onorato f. di — Gierolamo Marinelli, oriundo di Gemona, ora abbitante nella città di Udine, di vendere la di lui casa, posta nel borgo di Gemona, confinante di parte di tram. col borgo d’Isola, a lev. la roia, mezodν l’infrascritto compratore, pon. il borgo di Gemona, la qual casa con scrittura privata del — 10 marzo p.p. aveva convenuto di cederla in affittanza al sig. Giacomo Calice, oriundo di Nimis, ora comorante nella suddetta città, ma che non à hauto il suo effetto —, il suddetto Onorato Marinelli — vende la suddetta casa — al sig. Giuseppe Feruglio q. G.B. detto Buri —. E ciò esse parti fanno — per il prezzo — di d 1100 —» (A.S.U., N., G.B. Borghi, 9863, IV instrom., 394, f. 436v — 437v).
1809 G.B. Simeoni, oste (Registro delli aloggi, f. 43v).
1812*Osteria “Al mondo” di Anna Simeone (Esercenti).
1852*Proprietà di G.B. Angeli (Competenze, II, f. 4v).
1876*Bottega del calzolaio Giacomo Fornessa (COSMI-AVOGADRO, 88).
   
NOTE1Discendente del pittore Giovanni Antonio Cortona, vicino di casa di Giovanni da Udine, come lo stesso ricorda nel documento autografo citato al n. 1534, A) Casa per la sorella Caterina, in data 5 magg. 1552. Per il Cortona: BERGAMINI, Notizie su G.A. Cortona, 4-14.
   
BIBLIOGRAFIA “L’alchimista”, 6, XXXIX (23 sett. 1855), 312; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 246; JOPPI, Contributo quarto, 26.
1536
1773, giu. 22*«— Francesco q. Valentino Feruglio — cede — al sig. Antonio q. Vicenzo Tillati, nativo — di Ziracco, ora dimorante in questa città, — una casa — nella contrada detta borgo di Gemona, tenuta presentemente in affitto semplice — da casa Tillati e parte da — Pietro Formentino, entro li — confini che qui s’abbino per espressi —» (A.S.U., N., G.B. Stella, 9145, XVII minuta-rio, f. 28r — 28v).
1777, sett. 26 Francesco q. Valentino Feruglio vende la casa ad Antonio Tillati (A.S.U., N., G.B. Stella, 9145, XXI istr., f. 56r — 56v).
1782, giu. 17 «— Antonio q. Vincenzo Tillati — ha — venduto — al sig. Antonio q. Innocente Monfredo — una casa — nel borgo Gemona — che confina a lev. l’alveo della roia, a mezz. — Michiele Gervasoni fu Feruglio, a pon. strada ed a tram. — Tomaso Mattioli —. Questa — vendita — fa — pel pezzo — di d 1000 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9973, III instr., 203, f. 249v — 250r).
1801 Pietro Pianta (Nomenclatura, f. 57v).
1809*Appartiene a Maria Pianta, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 43v).
1835, giu. 2*Alessandro Pascoli, procuratore di G.B. Cicogna e di Antonio Pianta vende ad Angela Pianta «— la — terza parte della casa — nel borgo di Gemona — n. 1536 —, a cui confina per intero a lev. l’alveo della roia, mezz. casa e corte del — Gervasoni, pon. strada pubblica ed a tram. particolari —. La — vendita — viene fatta — pel prezzo — di austr. — L 500 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10484, 9765).
1852*Appartiene a Giulia Fumolo (Competenze, II, f. 4v).
1537
1782, giu. 17*Proprietà di Michele Gervasoni, ex Feruglio1.
1801 Giovanni e Francesco Gervasoni (Nomenclatura, f. 57v).
 *Affittuale Zoilo Zilli (ibid.).
1809*Appartiene al negoziante Michele Gervasoni. Vi abita il falegname G.B. Straulini (Registro delli aloggi, f. 43v).
1852*Proprietà di Giuseppe Gervasoni (Competenze, II, f. 4v).
1852, sett. 12*«Nella parte ufficiale della Gazzetta di Venezia, 1 settembre, leggesi che l’I.R. Ministero del commercio ha accordato ad Anselmo Faleschini tessitore in Udine, borgo Gemona al n. 1537, privilegio di cinque anni per l’invenzione di una macchina per maciullare le canape» (“L’alchimista friulano”, 3, XXXVII, 12 sett. 1852, 299).
1876*Negozio di cereali di L.V. Borghese (COSMI-AVOGADRO, 11).
1883*Tintoria di Pietro Colla (AVOGADRO, 157).
   
NOTE1Vedasi n. 1536.
   
BIBLIOGRAFIA FALCIONI, Industrie udinesi, 346.
1538
1801 Innocente Toppani (Nomenclatura, f. 57v).
1809*Appartiene al chirurgo Innocente Toppani, che vi abita con una domestica (Registro delli aloggi, f. 43v).
1820, mar. 10 Innocente Toppani. Vedasi n. 1539.
1835*Abitazione del chirurgo Innocente Toppani. Accanto al nome nel manoscritto è apposta una croce (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1842, sett. 17*G.B. Seitz «dimanda di costruire la facciata in borgo Gemona nella casa — n. 1538». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 342/IV, 5983 Orn. II C, con dis.).
1852*Proprietà di Vendrame e Seitz1 (Competenze, II, f. 4v).
1853, magg. 31*Orsolina Vendrame Seitz e il figlio chiedono il permesso di modificare il pianterreno della casa n. 1538. G.B. Bassi commenta il progetto: «Siccome vuolsi distruggere la finestra alla sinistra del piano terra, aprendo un grande interpilastro e lasciar sussistere l’altra alla destra; cosν, in vista della particolare conformazione della casa, pare che il progetto possa approvarsi a condizione: 1) che la finestra alla destra non abbia in risalto i contorni di pietra, ma che essendo chiusa la di lei imposta, apparisca il finto interpilastro uguale a quello reale della sinistra; 2) che sieno ugualmente tolti i risalti dai contorni della porta di mezzo, alzando il riquadro superiore, perché sia continuato il bugnato dei pilastri; 3) che le bugne a contatto coll’architrave abbiano una sporgenza uguale a quella delle basi, in modo che servano di capitelli e pilastri; 4) che una tinta cenerognola uniforme sia data, non solo alle imposte dell’interpilastro della porta e delle finestre, ma anche al muro del finto interpilastro». Il podestà raccomanda «che si abbia cura di rimettere il numero civico della casa» (A.S.U., C.A. II, 66, 3697 Orn. II C, con dis. firmato da G.B. Rizzani)
1876*Negozio di coloniali e drogheria di G.B. Degani e recapito del noleggiatore di cavalli Valentino Minotto (COSMI-AVOGADRO, 91, 104).
   
NOTE1Il documento in realtà riporta Haiz, che tuttavia è incompatibile con la firma apposta dagli stessi proprietari nella domanda del 31 maggio 1853.
1539
1801 Innocente Toppani (Nomenclatura, f. 57r).
 *Affittuale tale «Osvaldo ***, servo in casa Antonini»
1809*La casa appartiene al chirurgo Innocente Toppani. Vi abita il domestico Osvaldo Contarini (Registro delli aloggi, f. 43v).
1820, mar. 10 Innocente Toppani, proprietario dell’immobile, «aderente» alla propria abitazione, vorrebbe alzare lo stesso «che consiste in un solo piano senza porticato. Divisato d’acrescere questa casa ad un secondo piano la mettà della stessa verso la strada sino al granaro, sicché l’altezza e dell’altra divenga parallela —», presenta il progetto chiedendo il permesso d’intraprendere i lavori. Il 13 aprile viene redatta la risposta del municipio, che trova il disegno difettoso nella simmetria e nell’euritmia. La cornice si sviluppa in altezza solo per 1/26 della fabbrica che deve coronare e manca di qualche modanatura. Si è notata la modifica subita da una finestra a sinistra della porta e si chiede che venga presentato il profilo della cornice «alla grandezza naturale». Il podestà ripete alla lettera le parole dell’ing. Presani che ha redatto la relazione per la deputazione d’ornato (A.S.U., C.A. I, 35/V, 823 Orn. II C, con dis.).
1852*Proprietà di Vendrame e Seitz1 (Competenze, II, f. 4v).
1876*Drogheria di Ferdinando Fabris e negozio di legname e materiale edilizio di Giuseppe Pecile (COSMI-AVOGADRO, 91, 97).
   
NOTE1Vedasi n. 1538.
1540
  Questa casa aveva la facciata sostenuta da modiglioni. Fu riformata nel 1939.
1801 Francesco Rovere (Nomenclatura, f. 57v).
 *Affittuale Natale Paghini (ibid.).
1808, magg. 11 «— G.B. q. Giuseppe Della Rovere vende a Domenico1 e Vincenzo — q. Natale Paghini — casa posta nel borgo di Gemona al c.n. 1540, presentemente tenuta in affitto dalli sudetti — Paghini, stata assegnata ad esso — Della Rovere nelle divisioni 5 luglio 1785 al n. 2, formate dal pubbl. per. — Francesco Leonarduzzi, seguite colli — rev. — Francesco, Pompeo e Antonio di lui fratelli ed il q. — Bortolomio fu altro di lui fratello, qual confina a lev. la casa dominicale — delli — Della Rovere, a mezz. li eredi q. Francesco Menegoni, pon. borgo di Gemona ed a tram. — Innocente Toppani, — per il prezzo — di L 900 —» (A.S.U., N., Francesco Girardi, 10616).
1813, mar. 19*Domanda di Natale Paghini alle autorità competenti: «— Natale Pagini possidente, domiciliato in questa comune al n. 1540, tiene la porta d’ingresso che confina alla pubblica strada, in pessimo stato, con l’antile di legno logoro per la sua antichità ed è bisognoso d’instantaneo ristauro, poiché minaccia rovina. Ò però determinato di farla riquadrare con sostituirvi delle pietre solide e sussistenti —». Segue l’autorizzazione ai lavori (A.S.U., C.N., 180).
1828, sett. 4°°Vedasi n. 1541.
1852*Appartiene alle sorelle Paghini (Competenze, II, f. 4v).
1876*Bottega del calzolaio Ermenegildo Taboga (COSMI-AVOGADRO, 88).
1883*Fabbrica di pesi e misure di Antonio Nero (AVOGADRO, 153).
   
NOTE1Potrebbe trattarsi dell’omonimo pittore, ricordato dal SACCOMANI (Il ristauro, 35). Vedasi anche BARTOLINI-BERGAMINI-SERENI, Raccontare Udine, 156, 161, 213, 219, 221, 235.
1541
  Questo numero comprende due case. Sulla via Gemona si vedono le due facciate differenti. Su la facciata meridionale, un balcone in ferro.
1484, magg. 26 Il comune ordina di purgare il canale, che fu fatto fare dal fu luogotenente Giovanni Emo, canale che va dalla casa Moises alla porta di S. Maria per il fossato (Annales, XXXVI, f. 172r).
1789, giu. 1 Elisabetta, vedova di Francesco Menegoni, cede in permuta al co. Gasparo q. Antonio Sbruglio «una casa — situata — nel — borgo di Gemona, confina a lev. — della Rovere, mezz. piazetta, pon. strada — e tram. — della Rovere —» (A.S.U., N., Antonio Cavassi, 9879, X instr., 597, f. 903v — 906v).
1801 Antonio Bernardinis (Nomenclatura, f. 57v).
 *Affittuale il co. Giorgio Cristianopoli «protomedico» (ibid.).
1803, apr. 13*Ricorso di Angela Menegoni, moglie di Antonio Bernardinis, perché siano riparati due canali pubblici che scorrono vicino alla sua casa: «Nella vecchia cantina a 4 piedi circa di profondità, situata in angolo di mezz. e pon. di detta casa, condotta dal co. Cristianopulo, hanno cominciato si à già tre giorni a concorrere sottorraneamente dalle acque —» (A.S.U., C.A., 1/2, 244).
1809*Appartiene ad Antonio Bernardinis. Vi abita il protomedico Giorgio Cristianopulo, il quale, «attesa la sua professione e l’età ottuagenaria, resta esentato da qualunque alloggio» (Registro delli aloggi, f. 43v).
1822, lugl. 5 È di Angela Bernardinis Menegoni (A.S.U., C.A. I, 68/X, 1974 Orn. II C, con dis.).
 *La proprietaria «— volendo uniformarsi alle provvidenze ammesse in argomento dell’ornato esterno —, è in determinazione di praticare la riforma della bottega —». Il progetto presentato è stato redatto «dall’architetto Giuliani». La deputazione d’ornato, approva nell’insieme il disegno, ma obietta «la convenienza di cercare che la cornice da eseguirsi offra un qualche ligamento con il restante della fabbrica e segnatamente col piano del pergolo» (ibid.).
1828, ag. 10 Angela q. Francesco Menegoni, erede del q. Antonio Bernardinis, vende a Valentino fu Antonio Nigris la casa in borgo Gemona al n. 1541. Confina lev. eredi q. Antonio Caneva, loco Pesenti, loco Rovere, mezz. piazzetta, pon. borgo, tram. Natale q. Giuseppe Paghini e parte Toppani per austr. L 7800 (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10607, 3849).
1828, sett. 4 È di Valentino Nigris. Vuole «riformare le due faciate della bottega della casa — al c.n. 1541 —» (A.S.U., C.A. I, 148/X, 3742 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene ad Elisabetta Nigris Peressutti (Competenze, II, f. 4v).
1876*Bottega dei falegnami Giuseppe Govetto e Antonio Zearo (COSMI-AVOGADRO, 93).
1939 Minacciando rovina, fu puntellata; quindi la facciata fu arretrata1.
   
NOTE1Sotto il balcone nella lunetta in ferro della porta, stemma con una mano che sostiene per il gambo un giglio a tre fiori. I fiori sono scomparsi (Enrico del Torso).
   
BIBLIOGRAFIA Archivum...Catastico, I, 333; Parti prese...1866, 245.
1542
  Nella chiave dell’arco della porta si vede lo stemma dei Rovere1.
1744 «Rovere. Abitavano presso il pozzo della piazzetta Antonini separata dalla sola roja dalla casa Andreucci» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 175).
1801 Nob. Carlo Comminetti (Nomenclatura, f. 57v).
1809 G.B. e fratelli Della Rovere (Registro delli aloggi, f. 43v).
 *Vi abita l’oste Giacomo Leonarduzzi (ibid.).
1810, apr. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 28 dic. 1809, asta senza esito di una porzione di casa appartenente ad Antonio Rovere, contrassegnata col n. 15462 (A.S.U., C.N., 80, Avviso d’asta).
1811, magg. 15 «— Don Francesco e don Pompeo e — G.B. ed Antonio —, figlio del fu — Giuseppe Della Rovere —, il primo paroco dimorante nella comune di Meretto di Tomba, il secondo — paroco — nella comune di Povoletto, e gli altri due, dimoranti nella comune di Manzinello, — hanno — venduto — all’ — Antonio Pisenti — una casa di muro, copperta di coppi, con cortivo, situata — nel recinto del borgo di Giemona sulla piazza Antonini, segnata col c.n. 1542, tenuta a semplice affitto dal sig. Giacomo q. Giuseppe Narduzzi in vigor di scrittura del — 29 ag. — 1801; confina a lev. l’alveo della roia, a mezz. la piazza — Antonini, a pon. con casa degli eredi del q. Francesco Menegoni e sig. Natale Pasini ed a tram. con il sig. Innocente Toppano —. La — vendita viene — fatta per la summa — di it. — L 4124,13 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10296, 161).
1811, giu. 27 Giuseppe fu Paolo Clocchiatti «amministratore dei beni retrodati», vende a Osvaldo fu Francesco Mazzorini la casa n. 1542, già di Francesco e G.B. Rovere, per L 1250. Confina lev. Artico Andriuzzi, pon. casa 1541 (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10326, 560).
1812 Osteria “Al pozzo” (Esercenti).
 *Gestione di Giacomo Narduzzi (ibid.).
1812, magg. 31*In seguito ad atto oppignorativo del 15 febbr., asta di una cucina a pian terreno dal corpo della casa n. 1542, ad uso di osteria, con ingresso sulla strada. Il debitore è G.B. Della Rovere (A.S.U., C.N., 81/Processo verb. d’asta con effetto, n. 28).
1814, mar. 29 Antonio fu Pietro Pisenti vende ad Antonio di Giuseppe Caneva per L 6346 «una casa eretta da muri con suoi fondi, al n. 1542, confinante con la roia e con la piazzetta detta del Pozzo» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4812, 242).
1890-1938 Osteria “Ai fraris”.
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 15 apr. 1989 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Per la famiglia Rovere, vedasi n. 803.
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 248; BRAIDOTTI, Udine, 6, 11-12; ERMACORA, Vino all’ombra, 77-78; LEROSE, Nella piazzetta palladiana, 8-9; PICCO, Cosa era Via Gemona; I Piombi, 50-51.
1543
[1406]*Una notizia indiretta dell’esistenza di una casa di appartenenza a Mosé Toscano si ricava da un documento relativo a una casa confinante sulla quale grava un livello a favore della confraternita dei Calzolai: «In burgo intrinseco Glemone. D. Bonna q. Leonardi Chazuli de Utino et Augustinus eius maritus, qui fuit de Papia, habitantes apud Portam intrinsecam Glemone, solvunt annuatim eidem fraternitati in festo purifficacionis s. Marie de Candelis super domo eorum habitacionis, murata et tegolis coperta, sita Utini, iuxta Portam intrinsecam burgi Glemone, iuxta Moysem Tuscum, a parte posteriori labitur roya et per ante est via publica, pro anima olim d. Valantusse, relicte olim Venerii della Porta, fraternitati staria duo et fabarum starium unum, prout constat quodam publico instrumento scripto manu Andree notarii Leonis de Utino in millesimo tricentesimo quinquagesimo tercio, indictione sexta, die octava mensis ianuarii —». La nota è cassata. In calce un’altra mano aggiunge: «Venditum d. Iohanni ser Moysi1 de burgo Glemone» (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, 425 Libro rosso, III, f. 42r).
1430, mar. 20*«In burgo Glemone, in domibus habitationis — d. Iohannis Moysi» (A.S.U., N., Francesco Vari, 5188/5, f. 28v).
1430, sett. 7*Il dottore di leggi Giovanni di ser Moisè e il fratello Candido a casa loro «in burgo Glemone, in viridario», fanno redigere l’atto di un loro acquisto di alcuni campi (A.S.U., N., Nicolussio, 5154, Vacch. istr. 1425, f. 38v).
1558, dic. 22*Casa Moises. Inventario dei beni mobili esistenti nell’edificio (A.S.U., Arch. Florio, 134, C. Processo della causa tra Francesco Moises e Susana Belgrada, f. 24v — 29v).
1576, giu. 7 Casa Moises. «La casa — con tutto il broylo, corte, stalle et area — confina con il nob. — Floriano Antonini, con il Zardin pubblico, con la roia et con gli heredi del q. — Bernardino Madrisio et altri» (A.S.U., Arch. Florio, 134, G. Processus nob. d. Francisci Moyses civis Utinensis cum nob. d. Susanna uxore nob. d. Ascanii de Belgrado in secundis votis et relicta in primis olim alterius nob. d. Francisci Moyses ex altera, occasione ut intus, f. 4r).
1576, lugl. 11 Asta di beni Moyses. Lodovico Partistagno si aggiudica la casa Moyses offrendo 2050 ducati (A.S.U., Arch. Florio, 134, C. Processo della causa tra Francesco Moises e Susana Belgrada, f. 8v).
1757, dic. 30 Casa Andreuzzi: «Una casa ad uso dominicale posta in questa città nel borgo di Gemona, dirimpetto alla piazzetta del publico pozzo con due appartamenti, uno de’ quali — ad uso dominicale e l’altro ad uso di stalla, rimessa e cantina con sollari sopra, il tutto copperto di coppi, due tortivi, brollo ed orto, tutto in un corpo; confina a lev. il publico Giardino di questa città, a mezz. orto, brollo e cortivo de’ — coo. Alfonso e nipoti Antonini, a pon. la roia publica ed a tram. parte il sig. Antonio Piccoli Olliverio, parte le sign. Gioseffa e sorelle Zorate, parte l’androna che conduce al borgo d’Isola, distretto parimente del borgo di Gemona, parte il sig. Vincenzo Folini in loco Attimis, parte la — co. Ellena di Strasoldo, erede Attimis, parte m. Leonardo Vit uxorio nomine, parte la nob. — Vittoria Orgnana, parte li sigg. G.B. Merlini e parte l’orto annesso alle case d’abitatione del rev.mo confessore delle rr. madri di S. Chiara —» (A.S.U., N., Gerardo Muzzenini, 9382, Divisioni Andreuzzi, n. 1).
1801 Co. Bernardino ed Artico Andreuzzi (Nomenclatura, f. 57v).
1809*La casa appartiene ad Antonio Andreuzzi, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 43v).
1818, genn. 8*Denuncia del commesso d’ornato Giuseppe Presani alla congregazione municipale sul cattivo stato degli archi di vari edifici, tra i quali quelli della casa n. 1543 (A.S.U., C.A. I, 24/XI, Volti e archi della città da sostituirsi: parte com. n. 84).
1819, genn. 27*Giuseppe Presani presenta preventivo di spesa per la sostituzione degli archi di cui alla denuncia dell’8 genn. 1818. La deputazione d’ornato il 17 febbraio successivo esprime la propria approvazione (ibid.).
1844, mar. 20*Girolamo de Brandis alla congregazione municipale: «Determinato avendo il riverito sottoscritto di erigere una fabbrica sul proprio fondo unito al c. n. 1543 nel lato riguardante il pubblico giardino, si fa un dovere di rassegnare in dupplo a questa congregazione municipale il prospetto relativo dimostrante a linee nere lo stato attuale di semplice muro di cinta con ingresso per carri, ed a linee rosse la fabbrica che intende innalzare; e ciò all’oggetto gli venga dalla relativa commissione impartito il placet di metodo —». Il disegno prodotto è firmato da Giuseppe Zandigiacomo. La deputazione d’ornato approva «a condizione: I che il proprietario si assoggeti a porre la soglia degli ingressi in conformità al livello che stabilirà l’ingegnere municipale in relazione al piano di generale sistemazione del Giardino; livello che elevasi di non meno di 0,50 dalla soglia attuale; II che si conservi l’attuale portone circolare; oppure, volendo sostituire il proposto, si regoli analogamente il vicino muro di cinta col demolirlo all’altezza di nuovi pilastri; si opina per la ammissione della domanda —» (A.S.U., C.A. I, 390/1845/VI, 1870 Orn. II C, con dis.).
1844, apr. 16*L’ingegnere municipale A. Lavagnolo alla congregazione municipale: «Il capomastro Fioretti, che dirige la fabbrica licenziata a favore del nob. — Girolamo de Brandis col decreto municipale 2073, 29 marzo, malgrado la condizione impostagli col medesimo, diede principio alla fabbrica stessa e senza alcuna previa intelligenza piantò la soglia della porta d’ingresso ad un piano che molto differisce da quello in relazione alla generale sistemazione del Giardino deve stabilirsi. Partecipo l’emergente per le opportune istantanee misure di provvedimento —» (A.S.U., C.A. I, 390/VI, 2455 Orn. II C).
1844, apr. 17*Verbale redatto nell’ufficio della sezione di polizia presso la congregazione municipale: «In obbedienza all’ossequiata ordinanza municipale n. 2455 del 16 corr., si invitò a quest’ufficio il capomastro Giovanni Fioretti e, comparso, lo si precettò all’immediata desistenza dell’intrapreso lavoro alla casa n. 1543 di proprietà dei — fratelli Brandis, giusta l’abbilitazione municipale n. 2077 e perché devio risulta il lavoro alle basi della concessione segnatamente della soglia oposta della porta e ciò senza l’intervento dell’ingegnere municipale a cui sono ingiunte le prescrizioni del lavoro. Cominando in pari al Fioretti a doversi attennere scrupolosamente nell’intrapreso lavoro a tutto ciò che gli verà prescritto dal ridetto ingegnere, sotto cominatoria trasgredindo, d’essergli applicate le penali a suo riguardo. Di tutto ciò si estese il presente — verbale, che, letto e chiaramente inteso dal comparente Fioretti, lo firmò per l’integrale esecuzione —» (A.S.U., C.A. I, 390/VI).
1844, magg. 2*Girolamo de Brandis alla congregazione municipale; «Per le condizioni impostemi col municipale permesso n. 2077 relativo alla mia nuova fabbrica di fronte al Giardino mi è d’uopo innalzare m 0,60 circa il primo interno della casa stessa in confronto della piazza. Ciò porta un dissesto all’accesso e l’impossibilità di ottenerlo con carri quando non si alzasse di conformità la contigua zona della piazza. Per quanto mi sarà possibile provvederò a questo inconveniente, ma prego la spetabile congregazione a voler disporre che accadendo di portare nel Giardino rudere od altre macerie, queste siano disposte in quella zona». Il podestà in merito a ciò dispone che «siano ivi depositati li ruderi onde eguagliare il piano del viale» (A.S.U., C.A. I, 390/VI, 2794 Orn. II C).
1844, dic. 7*Nota dell’ing. Lavagnolo: «Dal sig. Brandis venne terminata la premessa costruzione in seguito all’assegnamento del piano delle soglie delle porte, conformemente allo stabilito piano di sistemazione generale. Il viale si rialzi disponendovi i ruderi delle fabbriche in costruzione —» (A.S.U., C.A. I, 390/VI, 2455 Orn. II C).
1876 Recapito dell’ing. Giovanni Clodig (COSMI-AVOGADRO, 97).
   
NOTE1Per la famiglia Moisesso vedasi n. 1428.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Giovanni da Udine, 528; de BENVENUTI, Iconografia, 58; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 249-250; DEL PUPPO, Pittori, scultori e orafi, 101; FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 175; MAINARDIS, Il palazzo de Brandis; MONTICOLI, Cronaca, 52; S[ACCOMANI], Il ristauro della Loggia, 22.
Porta Gemona Interna
1359, mar. 14*«Super facto Martini de Tricesimo, qui obtulit se ad faciendum aptare turim communis Utini, que est in burgo Glemone in angulo strate que est prope domum Zanni cerdonis, petendo Dei gratia que possit habitare in ipsa turi, diffinitum fuit, quod, si est vel erit vicinus terre Utini, dictus Martinus aptare tunc possit dictam turim et ipsam habitare et usufructuare usque ad beneplacitum consilii et communis terre Utini et quod — licitus sit ipsam turim eidem accipere et eam facere evacuare, hoc tum adito quod nulla penitus mencio fiat in nota nunc in instrumento emptionis dicti Martini de cessione alicuius iuris facta per Iohannem Alberti» (Annales, II, f. 210v).
1487, magg. 21*«Ad fossatum burgi Glemone prope Portam de intus» (A.S.U., N., Luigi Cerei, 5348, Sentenze 1483-1506).
1495, sett. 28*«— Comparuit mag. Ioannes Franciscus pelliparius Utini habitans de Pulcinico et humiliter supplicavit sibi concedi Portam burgi Glemone interioris pro sua habitatione offerens se aptare facere ipsam Portam et eam tenere reparatam et bene coopertam suis sumptibus et expensis. Quo audito, fuit per ipsam — convocationem concessa dicta Porta ipsi mag. Ioanni Francisco ad habitandum in ea ad beneplacitum magn. comunitatis» (Annales, XLI, f. 51r).
1495, ott. 18*«Comparuit — in — convocatione Ioannes Franciscus pelliparius, cui superiore die — concessa fuit turris seu Porta burgi Glemonę interioris, petens declarari quo si ullo unquam tempore expelleretur per nostram comunitatem a dicta turri, quod solvi sibi debeant per ipsam comunitatem melioramenta per ipsum facta in ea. Quo audito sibi responsum fuit quod erat honestum quod quandocumque expelleretur per nostram comunitatem a dicta turri, quod sibi persolvantur melioramenta legittime per ipsum in dicta Porta tunc temporis facta —» (Annales, XXXIX, f. 59v).
1495, nov. 9*«Comparuit mag. Ianzilinus pictor, habitans in burgo Glemonę, exponens habuisse unum mandatum parte pręfatorum dominorum quod evacuare debeat — turrim burgi Glemonę interioris existentem prope domos habitacionis ipsius Ianzilini alias ipsi Ianzilino per — deputatos pręcessores — cum certis pactis concessam, et insuper quin quidam pelliparius, qui asserit sibi fuisse dictam turrim concessam, fabricat certa ędificia in ipsa turri —»1 (Acta, II, f. 13r).
1503, apr. 1*Vi abita m. Francesco pellicciaio (A.S.U., N., 5344, Testamenti).
1518, febbr. 18*«Mag. Franciscus pelliparius de Pulcinico, Utini habitans —, renuntiavit — mihi Mattheo Clapici, cancellario magn. comunitatis Utini —, Portam interiorem burgi Glemone per multos annos ab eo habitatam ac tentam annuens — quod ipsa — comunitas de ea investiat quem vult cum conditione tamen quod sibi satisfiant melioramenta facta super ipsa Porta —» (Acta, VII, f. 184r).
1518, febbr. 20*«— D. Odoricus, mag. Lattus doctor, d. Bartholomęus Brugnus doctor, ser Hieronymus de Fontebono, ser Petrus Arcollonianus, ser Bernardinus de Quadruvio ac ser Laurentius Sachia, — deputati magn. comunitatis Utini, viso suprascripto actu — manu mei Matthei cancellarii —, animadvertentesque — probitatem ac fidem erga hanc — comunitatem demonstratam per Rochum Garzottum pręconem —, concesserunt ad gaudendum et usufructuandum ad beneplacitum eiusdem comunitatis dicto Rocco Garzotto — Portam interiorem burgi Glemonę —. Promisit — idem Roccus quod Portam ipsam commode et honeste habitabit eamque meliorabit et non deteriorabit et pensionem unius paris perdicum annuatim solvet» (Acta, VII, f. 184r — 184v).
1526, mar. 5*Concessione della torre a Giovanni Moisi2: «Deputati — posuerunt partem quod Porta civitatis publica burgi interiori Glemonę, contigua domibus dicti — Ioannis Moisis, antea annis habitata a Rocco Gazotto precone, concedatur — usufructuanda ad beneplacitum — comunitatis nostre dicto nob. ser Ioanni —» (Annales, XLV, f. 103r).
1559, nov. 10*«Havendo il — locotenente nostro — dato principio ala fabrica del castello — et non vi essendo per la strettezza del presente anno quella commodità del poter havere e far condur la materia per detta fattura —, anderà la parte che la materia tutta del torre, over Porton del borgo di Giemona, il qual de già molti anni minaccia certissima ruina et deturpa quella contrada inutilmente incommodando molti, sia — applicata ala fabrica del castello; et che a noi — deputati sia data authorità di far gittar giϊ esso torre et portar ogni miglior modo — et che siano accettate et effettuate le proferte fatte per lo nobil — ser Floriano Antonini, il qual promette di donar per la fabrica del castello scudi cinquanta et imprestar al fontego publico per ispatio di due anni d 300 oltre quanto ha promesso di dare a l’habitator del torre, che sono ducatti doi, mentre vive esso habitator, ogni anno overo un torion fornito per l’habitatione di lui et sua famiglia per lo tempo sudetto di sua vita —»3 (Annales, LIV, f. 245v — 246r).
   
NOTE1Il documento è registrato da Joppi a proposito del pittore Giovanni Pietro, detto Ianzilino (Contributo quarto, 19).
 2I Moisi sono i proprietari della casa n. 1543.
 3Vedasi BATTISTELLA, Il castello, 44.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Il castello, 44; DE PIERO-GUALANDRA, Compendio, 22; JOPPI, Contributo quarto, 19, 24; JOPPI, Udine prima del 1425, XI; RODARO, Castello, 44.
   
ICONOGRAFIA CARLEVARIIS, Tre disegni, L; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città di Udine, B.
1544
  Questo numero comprende il palazzo Antonini e la casa attigua sino al vicolo. Anticamente per l’area del palazzo passavano le mura del terzo recinto, gli Antonini acquistarono varie casette e fondi colà esistenti e costruirono il palazzo e la casa attigua.
1563, mar. 25*Notizie indirette su lavori in atto per il palazzo Antonini si ricavano dalla deposizione di Menica, moglie di m. Vincenzo falegname del fu Marco da Medea, nella causa Moises-Belgrado: «Un giorno — io vidi che uno, detto Camillo, piccapiera, che soleva lavorare in casa di mess. Floreano Antonino, passò di sopra il muro del brolo e parlava con — Valentina», del personale di servizio in casa Moises (A.S.U., Arch. Florio, 134, C. Processo Moysi-Susanna Belgrado, f. 69r). Anche m. Vincenzo falegname, interrogato sullo stesso argomento, afferma: «Io l’ho visto moressar con m. Camillo taipiera, qual stava in casa de mess. Florian Antonino (A.S.U., Arch. Florio, 134, C. Processo Moysi-Susanna Belgrado, f. 69r).
1744 «Antonini. Il palazzo venne eretto da Floriano Antonini che passò poi nelli Carrara, quindi nei Soardi, ricomperato con gran esborso di denaro dagli Antonini, quindi da loro ristabilito e con gran ala accresciuto» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 175).
1787, genn. 23*Inventario dei mobili esistenti nell’appartamento di Francesco Antonini deceduto il giorno precedente (A.S.U., N., Ignazio Brunelleschi, 10161, I instr., 32, f. 21r — 23v).
[s.d.]°°Disegno di Francesco Sbruglio (Arch. d’Arcano Grattoni).
1801 Co. Antonino Antonini. «Casa grande» (Nomenclatura, f. 57v).
1809*Il palazzo appartiene ad Antonino Antonini, che vi abita con la moglie, cinque figli maschi, otto domestici e cinque domestiche. Il palazzo è ritenuto idoneo per un generale di divisione (Registro delli aloggi, f. 43v — 44r).
1812, ott. 24*Antonio Antonini all’autorità comunale: «Le non interrotte pioggie dei passati giorni, avendomi scrostato una picciola porzione del cornicione nella mia casa d’abitazione al c.n. 1544, mi hanno mosso a farmelo nettare. Occorrendo a tal opera un’armatura sulla pubblica strada, egl’è perciò che passo a chiedergliene il permesso». Questo viene concesso (A.S.U., C.N., 179/XIX).
1816, febbr. 26*Il commissario di polizia al podestà: «Fu reso presente a questo commissariato l’inconveniente accaduto nel giorno 24 corrente alle ore 5 pomeridiane che dalla cornice della casa delli — coo. Antonini in borgo S. Cristofolo nell’angolo situato a tramontana, a ponente, siasi staccato un pezzo d’intonacatura precipitosamente cadendo sulla sottoposta pubblica strada di molto frequentata, fortunatamente non colpendo alcuno —» (A.S.U., C.N., 180, 414 Orn.).
1821, ag. 31*Daniele Antonini, «dovendo — intraprendere dei lavori nell’interno della sua abitazione, posta in borgo di S. Cristoforo al c.n. *** che portano qualche alterazione anche all’esterno», presenta progetto. «In esso si comprende il corpo di fabbrica da restaurarsi seguendo colle lettere A B C D e i due laterali. Nel corpo da modificarsi tutti i cangiamenti sono segnati con linee rosse e l’esistente in nero —». La deputazione d’ornato approva, avvertendo «che converrebbe che il marciapiedi dirimpetto alla porta d’ingresso ora d’aprirsi fosse fatto di mattoni in piedi anzi che in pietra, come di presente si vede». Il 27 marzo 1822 all’Antonini si notifica la sospensione dei lavori del marciapiede, non conforme al disegno approvato (A.S.U., C.A. I, 68, 3943 Orn. II C).
1821, sett. 3*Il co. Alfonso Antonini, «dovendo aprire un portone e due finestre laterali nel muro contiguo alla casa n. 1544 —», presenta progetto, che viene approvato (A.S.U., C.A. I, 53/III, 4006 Orn. II C, con dis.).
1824, febbr. 23*Francesco Antonini, volendo nella sua casa n. 1544 «allargare una finestra a fior di terra riguardante tramontana, ad oggetto di scaricare nella sottoposta cantina ciò che rendesi necessario ad uso» della famiglia, presenta disegno del progetto, che viene ammesso alle seguenti condizioni: «I: che, tagliando lo stereobato per quanto porta la sola prima fascia, sia l’apertura chiusa con imposta di tavolone larice coperta da lamina di ferro e colorita da una tinta uguale a quello dello stereobato; II: che in quest’imposta non siano risalti d’alcuna sorte per arpioni, né per bandelle, né catenacci e tutto resti in un piano eguale alla fascia di pietra che si propone di tagliare; III: che la ferrata orizzontale sia di bastoni o righette e costrutta a norma dell’art. 11. L. della disciplinare 20 sett. 1821 e talmente solida che non ceda per elasticità sotto il peso dei transitanti» (A.S.U., C.A. I, 89/X, 812 Orn. II C).
1826, mar. 11*Rambaldo Antonini «possessore ed abitante porzioni della casa n. 1544 nel borgo di S. Cristoforo, brama di aprire una porta e sovraporvi una finestra nel lato di detta casa, situato alla calle detta del Mulino nascosto. Unisce il disegno —». Il progetto è approvato alle solite condizioni (A.S.U., C.A. I, 100/1826/II, 927 Orn. II C, con dis.).
1847, magg. 14*La congregazione municipale al co. Francesco Antonini: «Prossima essendo al suo compimento la sistemazione del viale che la Porta Nuova per Giardino mette a S. Chiara, la congregazione vorrebbe cogliere di questa circostanza per credere migliorati i vani dei vari ingressi agli orti aderenti al viale stesso» (A.S.U., C.A. I, 469, 2985 Orn. II C).
1852*La casa è divisa in tre parti: la n. 1544 A I appartiene a Francesco e Daniele Antonini; la n. 1544 A II ad Antonino e Daniele Antonini; la n. 1544 B ad Antonino e Daniele Antonini (Competenze, II, f. 4v).
1899 Fu acquistato dalla Banca d’Italia.
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 14 febbr. 2007 ai sensi del D.Lgs. 42/2004.
   
STUDI INEDITI CIPOLLA, Memorie, f. 31r; L. PALLADIO degli OLIVI, Cronaca, p. 44-45.
   
BIBLIOGRAFIA BALLINI, Udine, 85; Bando et sentenza dell’eccelso Conseglio di Dieci contro Mario et Ottavio fratelli Carrara, 6-7; BATTISTELLA, L’Accademia, 146; BATTISTELLA, Il castello, 44; BATTISTELLA, Il giardino, 19, 24; BATTISTELLA, Udine nel XVI secolo, 120, 201; BERGAMINI, Vino, 98; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 250-259; BERTOTTI-SCAMOZZI, Le fabbriche; BRAGATO, Guida, 60-61, 175; CANDIDO, Cronaca, 23; CEVESE, L’opera del Palladio, 106-107; CICONI, Udine, 321, 466-467; CORGNALI, Un mur dal 1291; CORGNALI, Quistions di atualitat. Parcè che in plazze dal Gran; DAMIANI, Arte... Il Novecento, 223-224, 253; C. E[RMACORA], La sede udinese della Banca d’Italia, 360-368; GIOSEFFI, Udine, 92, 248; G[IUSSANI], Un «a fresco»; di MANIAGO, Guida, 64; di MANIAGO, Storia, 152; di MANZANO, Cenni, 164; MARCHETTI, Il Friuli, 588; MIOTTI, Cenno sulle antiche opere, 25; MORASSI, Lessico, 87; MUTINELLI, Francesco Chiaruttini, 263; MUSONI, Architettura di Andrea Palladio, 6-7; A. PALLADIO, I quattro libri dell’architettura, II, cap. III; L. PALLADIO degli OLIVI-G. CAIMO DRAGONI, Memorie, 17, 32, 37; PICCO, Un distinto pittore decoratore; PICCO, La scultura in Friuli, “Patria del Friuli”, 20 (24 genn. 1881) ; PICCO, Udine il primo gennaio dell’anno...2000; della PORTA, Toponomastica, 12, 96; PUPPI, Andrea Palladio; QUERINI, Nel primo centenario, 69; RIZZI, Pluralità, 307-308, 414, 492, 503; RIZZI, Storia...Il Settecento, 37, 58; ROMA, Dalle nostre filiali; ROTA, Cenni, 25; de RUBEIS, Catalogo, 6 (1938), 16; S[ACCOMANI], Il ristauro, 14, 43, 44, 48; SBUELZ, L’antica e illustre famiglia, 11; TEMANZA, Vita di Andrea Palladio; TENTORI, Architettura e architetti, 317, 396; VALENTINIS, Udine antica, 21; VALLE, Palazzo Antonini; VASARI, Le vite (Descrizione dell’opera di Jacopo Sansovino), VII, 396; VENTURI, Storia... Architettura del Cinquecento, III, 383-385; ZORZI, Le opere pubbliche, 224-227.
   
ICONOGRAFIA MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, 11.
1544 B
1407-1408 «Daniel sartor habitans iuxta Portam Glemonæ solvit annuatim super domo quam erit a Dominico Mandinæ de Utino, murata et tegulis cohoperta, sita in dicto burgo intrinseco, iuxta quandam aliam domum Dominici Mandinæ iuxta domum Ioannis Antonii q. Paschuli de Utino mediante androna qua itur ad roiam et per ante est via publica libras olei tres —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 135r).
1414 «Dominicus Mandinæ tenetur solvere super — suam domum quam emit a — Daniele sartore —» (ibid.).
1428 «Gabriel cerdo filius olim Dominici Mandinæ» (ibid.).
1463-1464 «M. Gabriel caligaro di Mandina» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 135v).
1466 «Lorenzo dell’impintidor in logo di m. Gabriel caligaro di Mandina» (ibid.).
1511 «Eredi di Tomaso mulinaro» (ibid.).
1513 «M. Bernardino mulinaro, in logo di m. Tomaso mulinaro, suo suocero» (ibid.).
1519 «M. Bernardin molinaro — paga sopra la casa della sua abitazion, posta appresso una callisella che va al molino» (ibid.).
1540 «M. Zuanne q.m. Bernardino mulinaro —» (ibid.).
1580-1581 «Bernardino Del Nigris, figliolo del m. Zuanne q. Bernardino monaro al molino delle Roste in borgo di S. Cristoforo —» (B.C.U., ms F. XXV, f. 136r).
1603-1604 «Eredi del q. m. Bernardino Nigris —» (ibid.).
1643 «La casa — è di presente destrutta dai fondamenti; il sito di essa è posto nel borgo di S. Christoforo, confina a sol levado col molin ascoso, a mezodν con la via del Molino, al sol a monte con altre rovine, et ai monti col sig. Francesco Belgrado» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 135r).
1751 «Questa casa rovinò già molti anni ed il sito è ridotto in strada al canton appresso il molino ascoso» (ibid.).
1545
1801 Carlo Zorzi, orefice1 (Nomenclatura, f. 57v).
1809*Appartiene all’orefice Carlo de Zorzi che vi abita. La sua casa è ritenuta idonea ad ospitare un sottotenente (Registro delli aloggi, f. 43v — 44r).
1813, giu. 27 Carlo Zorzi chiede ed ottiene «di far sofitare il sottoportico al di fuori della sua casa situata nel borgo di S. Cristoforo al c.n. 1545» (A.S.U., C.N., 180).
1840, lugl. 24 Giuseppe fu Antonio de Zorzi vende a Francesco di Saverio Orter, negoziante di ferramenta, le case 1545-1588, confinanti a lev. strada, mezz. eredi Sturolo, pon. e tram. strada, per austr. L 10000 (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4809, Rep. IV, 3004, f. 131r).
1845 La facciata era sostenuta da modiglioni. La casa è di Francesco Orter, che la rifabbrica dalle fondamenta, arretrandola di cm 42 (A.S.U., C.A. I, 407/XXXIII; preventivo di spesa dell’ingegnere municipale A. Lavagnolo in data 30 lugl. 1845).
1850, lugl. 17*Il capo del quarto quartiere denuncia al commissario d’ordine pubblico come il cane di un maestro di lingua francese, domiciliato al c.n. 1545 presso Francesco Orter, abbia morso la bimba cinquenne Rosa Petrossi domiciliata al n. 1364 (A.S.U., C.A. I, 485, 803).
1852*Francesco Orter (Competenze, II, f. 4v).
1876*Libreria dei fratelli Tosolini (COSMI-AVOGADRO, 98).
   
NOTE1Per lo Zorzi vedasi anche al n. 748.
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI-GOI, Testimonianze artistiche, 338; [CORGNALI], Sù e jù par Marciatvieri. Tre ciasis e une vitrine, 2; GANZER, Orafi, 357, 360; PICCO, Ricordi popolari. L’antica piazza, 165, 166.
1546
1780, sett. 9 «— Zuanne, uno de’ figli ed heredi della — Francesca nata Boni, fu moglie del q. — Nicolò Cassacco —, vende — a — Francesco figlio q. — Giuseppe Sturli della città di Cividale del Friuli, da piϊ anni abitante in questa città, — una porzione di casa ad esso — toccata nella divisione seguita tra il medesimo ed li — di lui fratelli e sorella sino li 10 apr. 1772, posta — nel borgo di S. Cristofforo, che confina a lev. altra porzione di casa toccata al sig. Antonio Cassaco di lui fratello, mezodν la casa degli heredi q. — Valentino Tuchetto, pon. la piazza del borgo di S. Cristofforo ed alli monti casa delli sigg. Giuseppe e fratelli de Zorzi —, dalla — sign. Francesca avuta in permuta dalli — coo. Antonini con instrumento 27 giugno 1738 in note del — q. — Bernardino Zeraffino fu notaio di questo collegio; e ciò — fa il — Zuanne Cassacco per il prezzo — di d 750 —» (A.S.U., N., Marino Sporeno, 9608, Minutario 1780).
1801 Francesco Sturolo (Nomenclatura, f. 57v).
1809*Appartiene al falegname Gaetano Sturolo, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 44r).
1842, dic. 5 Caterina Alviano Sturolo e figli Sturolo vendono la casa n. 1546 a Francesco di Saverio Orter di Sappada per L 4300. Confina a lev. eredi di Antonio Cassacco, mezz. eredi Modesto, pon. piazza, ai monti l’acquirente (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/I, 388).
1844, febbr. 5 Il piano terra è incluso in un progetto di riforma che riguarda la casa 1558, progetto che dalla deputazione d’ornato non viene approvato in questa parte perché «dovrebbesi demolire l’intiera facciata e ricostruirla in ritiro, perché i piani superiori sporgono sconciamente dall’inferiore in offesa della solidità reale ed apparente; ma il proprietario non vuole per ora prestarsi a una generale riforma» (A.S.U., C.A. I, 390/VI, 930 Orn. II C, con dis.).
1852*Proprietà di Francesco Orter (Competenze, II, f. 4v).
1876*Nella parte verso via Molin Nascosto, abita il mugnaio Francesco Basaldella (COSMI-AVOGADRO, 102)1.
   
NOTE1Nel ms. è inserito un articoletto anonimo, intitolato La roste dai cialiars, con riproduzione fotografica. Non ne è citata la fonte.
1547
1671, ag. 28*Proprietà degli eredi Girardis. Vedasi n. 1548.
1730, apr. 5°*** vende la casa a Valentino q. Giuseppe Modesti1.
1801 Don Valentino Modesti (Nomenclatura, f. 58v).
1809*Appartiene al sac. Valentino Modesti (Registro delli aloggi, f. 43v).
1822, apr. 5*Giovanni Antonio Pascottini, in ottemperanza alla disciplinale 1 sett. 1821, presenta disegno di riforma per la bottega sottoposta alla casa n. 1547 in borgo S. Cristoforo. Il progetto è approvato, con la raccomandazione che venga soffittato il sottoportico corrispondente (A.S.U., C.A. I, 68, 1430 Orn. II C).
1837, magg. 5°Testamento di pre’ Valentino q. Antonio Modesti. Lascia la casa a Luigi e Carlo q. Biaggio Pascottini2.
1846, magg. 2*Il delegato provinciale autorizza la congregazione municipale ad arretrare la facciata delle case 1547 e 1548 secondo il progetto (A.S.U., C.A. I, 406/XXXIII, 11649/2890 P. IV). L’autorizzazione a procedere da parte dell’ingegnere municipale è del 27 giugno successivo (A.S.U., C.A. I, 406/XXXIII).
1846, lugl. 24°Luigi e Carlo Pascottini vendono la casa 1547 a Giovanni Maria fu Sante Ferirlo per L 12000 (not. Giacomo Someda).
1848°E di Giovanni Maria Ferino (A.M., Atti Ornato 1843-51).
1852*Domenico Ferini (Competenze, II, f. 4v).
   
NOTE1La notizia, priva di fonte nel ms. della Porta, probabilmente è desunta dall’atto del 24 luglio 1846 del notaio Someda.
 2Anche questa notizia, priva di fonte nel ms. della Porta, sembra desunta dall’atto Someda.
   
BIBLIOGRAFIA PICCO, Ricordi popolari. L’antico piazzale, 166.
1548
1671, ag. 28.*«— Le — madri — rappresentanti il — monasterio di S. Bernardino di questa città — hanno — permutato al — co. Bernardino Caisello — una casa — situata — nella contrada di S. Christofforo al rimpetto le case d’habitatione di detto conte, hor male in ordine et vota d’inquilino, ch’ultimamente era habitata da d. Angellica Follegha e sorelle e da Maria Baiulina, per la quale corrispondevano il solito affitto di ducati dodeci annualmente; confina a lev. con casa habitata da mess. Carlo Zorzi Cortellini, cioè dalla parte di dietro, a mezo dν, sive parte di sotto, con sito ove prima era una casa — d’esso — co. Caisello e dal medesimo demolita, a pon. o parte davanti con strada publica che conduce all’altro borgo contiguo di S. Lucia et a settentrione, over parte di sopra, con casa delli — heredi Girardis —» (Arch. Caiselli, Locazioni di case in Udine e pertinenze).
1671, ott. 5*«Per la presente scritura di locacione si dichiara qualmente il — co. Bernardino Caisello à conceso a ragion di semplice affitto al sottoscritto la sua casa posta nel borgo di San Cristofalo per mezzo la sua propria abitacione, che per avanti era tenuta affitto delle sorelle Faleghe e per mesi sei, cioè di sei mesi in sei mesi, con obligo di pagare di affitto ogni sei mesi ducati otto — e con fede della verità sarà la presente sottoscrita dal inquilino, che è il sig. Lombardo del Sole scultore1. Io Lombardo del Sole laudo quanto di sopra» (Arch. Caiselli, Locazioni di case in Udine e pertinenze).
1801 Co. Carlo Caiselli (Nomenclatura, f. 58v).
 *«Affittuale G.B. *** indoratore» (ibid.).
1805, ott. 4*«— Il fu — co. Bernardino Caiselli lasciò a titolo di legato vitalizio al sig. Giovanni q. Giacomo Roveredo, fu di lui cameriere, una porzione di casa dirimpetto al luoco dominicale di detta — famiglia —, sotto il c.n. 1548. — Oggi, occorrendo alli — coo. Carlo e Girolamo fratelli Caiselli — di aver in di loro assoluto potere detta porzione di casa — ànno — comunicato ad esso sig. Giovanni questo loro desiderio; al che esso annuendo —, renunzia la — porzione di casa —» (A.S.U., N., Giovanni G. Clochiatti, 4806, VI istr., 359, f. 534r — 534v).
1809*Proprietà di Carlo e fratelli Caiselli. Vi abita il domestico Bortolo Albrizi (Registro delli aloggi, f. 43v).
1846 È del co. Girolamo Caiselli. Viene tagliata per l’allargamento della strada (A.S.U., C.A. I, 406/XXXIII).
1852*Proprietà del nob. Girolamo Caiselli (Competenze, II, f. 4v).
   
NOTE1Per Lombardo del Sole: JOPPI, Contributo quarto, 130.
1549
1789, sett. 12*«Il — co. Antonio q. — Giovanni M. Beretta — ha — venduto alli sigg. Giacomo e Felice fratelli q. Antonio Picco della fortezza di Palma, abitanti in questa città —, una casa — d’esso — co. Beretta, posta in — borgo di S. Cristoforo nella calle che conduce alla Porta nova, che confina a lev. sito promiscuo colli — sigg. Fabris ed oltre casa dominicale delli — coo. Madrisio, a mezz. casa della sign. Catterina Gregorutti, moglie del sig. Domenico Benvenuti, a pon. borgo di S. Cristoforo e contrada Portanova, ed a tram. — coo. fratelli di Toppo —. E questa — vendita ha fatta — pel — prezzo di d 1209 L 4 s 4 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9975, XV istr., 1145, f. 1407r - 1408r).
1801 Giacomo e Felice Picco, detti Palmarini (Nomenclatura, f. 58v).
1808, lugl. 8 Giulia — q. Felice Picco — vedova Pisenti vende a Giuseppe di Giacomo Picco orefice metà della casa n. 1549 «stata ad essa — Giulia assegnata in parte colle divisioni 10 ott. 1806 — seguite fra la stessa — ed il — sig. Giacomo Picco di lei zio —; qual casa confina a lev. la roia del molino nascosto, mezz. parte questa ragione avuta a godere dall’ora q. — Lorenzo Mangilli e parte — Giuseppe Pezzetta, pon. il borgo di S. Cristoforo ed a tram. li — fratelli Caiselli —. Questa vendita — fa la — sign. Giuliana pel prezzo — di L 3689,46 it. —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10583, 57).
1809*La casa appartiene al negoziante Giacomo Picco, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 43v).
  «Nel prospetto della casa — Palmarini (nel 1816 Locanda dei Cacciatori) in mezzo a vari oggetti vedesi dipinta l’Adorazione dei pastori e sotto Venere con Amore alato amendue in piedi. Questa pittura, attribuita al Pordenone, fu fatta imbiancare da mons. Francesco Florio» (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 44r; la notizia è riportata dal ms. di Antonio ZURICO Della pittura friulana. Saggio storico, B.C.U., ms. 870/2, p. 7).
1831, giu. 9*Giuseppe Picco vende a Francesco Basaldella «— una casa di muro coperta di coppi, posta — nel borgo di S. Cristoforo, portante il c.n. 1549 —, confina a lev. colla — roia, mezz. parte — Domenico Minini, qual cessionario degl’eredi del fu — Ignazio Mangilli, e parte — G.B. De Faccio loco Pezzetta, pon. — il — borgo — di S. Cristoforo ed a tram. il — co. Girolamo Caiselli Questa vendita — fa pel prezzo — di austr. L 4636,80 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10609, 4205).
1831, lugl. 13*«— Francesco q. Romano Basaldella —, mugnaio, domiciliato fuori la porta di — borgo di Gemona —, vende — alla sign. Eleonora n. co. di Varmo, alle sign. Girolama Comuzzi — e Gioseffa Pilosio, di lei figlia —, la casa di muro, coperta di coppi, situata — nel borgo — di S. Cristoforo, portante il c.n. 1549 —; confina a lev. colla — roia, mezz. parte — Domenico Minini pon. il — borgo S. Cristoforo ed a tram. — co. Girolamo Caiselli —. Questa vendita — si fa pel prezzo — di — austr. L 5028,58 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10609, 4215).
1845 È della sign. Elena Varmo Pilosio (A.S.U., C.A. I, 407/XXXIII).
1847, ag. 4 «La congregazione municipale ricorda al consiglio l’argomento del ritiro delle case Orter, Pascottini e Caiselli in borgo S. Cristoforo per dare la necessaria sede alla strada regia postale che sarà per costruirsi, — sul qual ritiro il consiglio stesso assume le spese —. Il ritaglio di queste case presenta ora la necessità di operarlo anco per le altre case appartenenti a Varmo Pilosio Eleonora al n. 1549, De Faccio G.B. al 1550, Menini Giovanni Domenico al 1551 ed Alessandro e fratello Tonutti al 1552 —» (Archivio del comune di Udine, Consiglio 1846-1853, Protocollo consiglio comunale della città di Udine, n. 5034, part. III, p. 73-74).
1848, lugl. 27*L’ingegnere municipale G.B. Locatelli alla congregazione municipale: «Innalzo i certificati d’occupazione delle case in borgo S. Cristoforo ai c.n. 1549, 1550, 1551, 1552, in causa del lavoro di ritiro frontale e vi unisco tutti gli atti relativi ai compensi da pagarsi alle rispettive ditte» (A.S.U., C.A. I, 448/IX, 5193 Orn. II C).
1849, sett. 22*«L’appaltatore G.B. Rizzani ha compiti tutti i lavori assunti per il ritiro frontale delle case Pilosio, De Faccio, Menini, in borgo S. Cristoforo». Il prospetto d’asta per il gruppo delle case 1549-1552 era stato presentato il 19 giugno 1847 (A.S.U., C.A. I, 469, 6177 Orn. II C).
1852*Proprietà di Eleonora Varmo Pilosio (Competenze, II, f. 4v).
   
BIBLIOGRAFIA [CORGNALI], Sù e jù par Marciatvieri. Tre ciasis e une vitrine; di MANIAGO, Guida, 63; de RENALDIS, Della pittura, 35; de RUBEIS-CORGNALI, Catalogo, 3 (1937), 16.
1550
1801 Giuseppe Pezzetta (Nomenclatura, f. 58v).
1809*Proprietà del barbiere Giuseppe Pezzetta (Registro delli aloggi, f. 43v).
1815, giu. 4*«Giuseppe — ed Anna — iug. Pezzetta — vendono a corpo — alli iug. G.B. ed Anna De Facio — una casa — situata in Udine, portante il c.n. 1550 —, situata nel borgo di S. Cristofolo, composta in piano da sottoportico a pon. e da bottega e sito delle scale con corridore che conduce sino alla roia di lev.. In primo appartamento comprende camera sopra il portico e bottega, andito e scala che conduce al secondo appartamento ed il detto secondo appartamento comprende una camera a pon., che guarda la chiesa di S. Cristofolo con il sito della scala che conduce al granaro, ed il terzo appartamento comprende grannaro appieno da lev. a pon.. Il copperto — è parte di coppi tavelado e parte è tollado e nello statto ed essere rovinoso —. Confina essa casa in piano verso lev. — parte l’arzene ossia strada appresso la roia ed parte con stanza del sig. Giuseppe Picco, detto Palmarin, a mezz. Domenico Menini, a pon. la strada ed a tram. — Picco —. La — vendita viene — fatta per — it. L 1933,64 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10302,776).
1847-1849 Vedasi n. 1549.
1852*Appartiene a G.B. De Faccio (Competenze, II, f. 4v).
1928 Cartoleria Tosolini.
1551
 *La casa sin dal 1389 appare gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo, come attestano i rotoli che ne citano i fondamenti.
1389, apr. 5 Ser Nicolò notaio q. Gregorio di Udine lascia una marca di livello che gli paga Martino tessitore detto “del Lana”, abitante in borgo Superiore interno di S. Cristoforo «super quamdam domo — iuxta quamdam domum hæredum olim Nicolai Machagnati de Utino, in qua ad præsens habitat mag. Jacobus cartarius, iuxta quamdam domum habitatam — per Niccoletam — olim Zenoni ‹pelliparii› uxorem a parte anteriori iuxta viam publicam et a parte posteriori iuxta rugiam —» (B.C.U., ms. F.XXV, f. 131r).
1428 «Hæredes ser Hieronymi notarii tenentur solvere super una domo, quæ fuit ser Nicolai notarii olim mag. Gregorii, sita Utini in burgo Glemonæ, iuxta *** dictum Imperatorem, iuxta hæredes olim ser Ioannis Billios et per ante est via publica et per post currit rugia —» (ibid.).
1430 «— In burgo Glemonæ interiori hæredes olim ser Ieronimi notarii Candidi tenentur solvere super una domo quæ fuit ser Nicolai notarii olim mag. Gregorii, sita in burgo Glemonæ interiori, iuxta mag. *** berchandarium, vocatum Imperatorem, iuxta mag. *** sartorem et per ante est via publica et a parte posteriori labitur rugia —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 132r).
1441 «— Basilicus cerdo et Mutius filii olim ser Hieronymi notarii —» (ibid.).
1511 «— Agustin poeta et ser Ieronimo de Ieronimis»1 (B.C.U., ms. F. XXV, f. 133r).
1550 «— Ser Bortolomio Trivilin in logo del q. — Ieronimo de Ieronymis —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 133v).
1555 «— Paga ser Bortolomio del Fabro, mercatante di ferro» (ibid.).
1601 «— Raffael del Ferro» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 134r).
1633 Pietro Galateo (ibid.).
1643 «La casa — è posta nel borgo di S. Christoforo, per mezzo la chiesa, possessa per — Pietro Galatheo, tenuta per — Felicita Caratta, maestra di scuola; confina a sol levado la roia, a mezodν m. Andrea Peruzzo, a sol a monte la strada — et ai monti — Tomasina rel. del q. Girolamo Seraffino colazzaro» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 81-82).
1670 «Possedono li rr.pp. di S. Maria delle Gracie la casa ed essi pagano il livello» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 134r).
1748 «La casa è possessa al presente da d. Paola Ugoni rel. q. Gioseffo, appar instrum. 1714, 21 genn. nod. — Cavalli —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 134r).
1788, apr. 14*«— Domenico q. Antonio Vattolo — ha — dato — a titolo di permuta — al — sig. Antonio Ciani — la cucina verso la roia in primo appartamento dal corpo della porzione di casa — posta in — borgo di S. Cristoforo, statali assegnata coll’operazione 21 ag. 1787, prodotta — in atti dello sp. — Carlo Lorio notaio —. E ciò ha fatto — perché — il — sig. Antonio Ciani — cede — a titolo di permuta — allo stesso — Domenico la camera in primo solaro sopra la strada — del borgo di S. Cristoforo dal corpo della porzione di casa da esso — Ciani acquistata dalle mani del — Zuanne fratello d’esso, permutante coll’instr. 8 con. in mie note —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9974, XII instr., 945, f. 1139v — 1140r).
1801 Antonio Ciani «agente di ca’ Antonini» (Nomenclatura, f. 58v).
1809*La casa appartiene all’impiegato Pietro Ciani che vi abita (Registro delli aloggi, f. 43r).
1812, sett. 17 Pietro fu Antonio Ciani vende a Domenico di Nicolò Menini la casa n. 1551, per L 5710. Confina lev. roia, mezz. Francesco Cernazai, pon. borgo, tram. Giuseppe Pezzetta (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10323, Rep. III, 828, f. 14v).
1824, apr. 14 È di Domenico Menini (A.S.U., C.A. I, 89/1824/X, 1364 Orn. II C, con dis.).
1834°Domenico Menini q. Nicolò, loco Pietro Ciani, loco Ugoni, loco Pietro Galateo, loco Bartolomeo Ferro, paga lb 3 cera per testamento 2 ag. 1423 del q. Girolamo not. Candido, atti not. Giovanni q Giacomo, sopra la casa in borgo S. Cristoforo, n. 1551 (Arch. dell’Ospedale di Udine, Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834).
1845 Aveva portici. Vedasi n. 1549 (LAVAGNOLO-GARLATO, Pianta).
1847-1849 Vedasi n. 1549.
1849, giu. 11*G. Domenico q. Nicolò Menini protesta presso la congregazione municipale circa le demolizioni operate in base all’operazione 19 giugno 1847. Parla di irregolare conformazione delle stanze ridotte e asserisce che la sua casa è divenuta transito comune e deposito per i lavori in corso nei paraggi. Elenca i danni materiali derivatigli e non manca d’insultare i pubblici uffici per l’operato. In data 18 giugno risponde l’ingegnere municipale: «— Se il Menini ha diritto di tutelare la sua proprietà, non ha quello di scrivere degli insulti agli uffizi, agli impiegati ed alle imprese municipali. Data e non concessa la verità delle cose esposte nel reclamo, si possono usare i termini convenienti agli interessi propri e ai riguardi di ognuno —» (A.S.U.,CA. I, 469, 3560 Orn. II C).
1852*Proprietà Menini (Competenze, II, f. 4v).
1938 Banco del lotto.
   
NOTE1Vedasi n. 1424.
1552
1801 Rev. *** Pascoli (Nomenclatura, f. 58v).
 *Affittuale Antonio Canetti (ibid.).
1809 Paolo Filipponi (Registro delli aloggi, f. 43v).
 *Inquilino il calzolaio Antonio Canetti (ibid.).
1810, apr. 27*A pregiudizio di *** Filippone, debitore per L 14,87, avviso d’asta di «una camera in primo ordine verso la strada al n. 1552, ritenuto l’ingresso per la bottega» (A.S.U., C.N., 80, Avviso d’asta).
1812, magg. 26*In seguito ad atto oppignorativo del 25 febbr. contro gli eredi di G.B. Filippone, asta di «una stanza ad uso di camera nel borgo S. Cristoforo al n. 1552, a lev. Pietro Ciani, a pon. strada pubblica» (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta).
1813, lugl. 4*Paolo fu G.B. Filippone — vende ad Angelo Tonutti «una casa — segnata con il c.n. — 1552 con sottoportico a pon.; confina a lev. e tram. con casa — del sig. Pietro q. Antonio Ciani ed a pon. il — borgo di S. Cristoforo ed a mezz. — Francesco — fu — Giuseppe Zernazzai —; la qual casa pervenì — nella fam. — Filippone per aquisto — fatto a titolo di francabile livello dal q. G.B. di lui genitore dalle mani del q. — Leonardo Conti — con istr. — del fu not. — Francesco Bertoldi —. In cambio — Angelo Tonutti cede — all’antidetto Paolo Filippone una di lui casa con cortivo ed un moraro situata — nel borgo — di Villalta — n. — 990; confina a lev. e mezz. con casa — del sig. Antonio q. — Pietro Pilosio, a pon. — con — Giovanni Zugliano ed a tram. il — borgo di Villalta» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10299, 441).
1840, giu. 2*Vedasi n. 1553.
1845 Aveva portici (LAVAGNOLO-GARLATO, Pianta).
1847-1849 Fratelli Tonutti. Vedasi n. 1549.
1852*Appartiene ad Alessandro Tonutti (Competenze, II, f. 4v).
1876*Bottega del tappezziere e sellaio Celeste Tonutti (COSMI-AVOGADRO, 115).
1553
1801 Francesco Cernazai (Nomenclatura, f. 58v).
 *Affittuale don Angelo Miotti (ibid.).
1809*Proprietà di Francesco Cernazai. Vi abita il barbiere G.B. Bianchi (Registro delli aloggi, f. 43v).
1845 Aveva portici (LAVAGNOLO-GARLATO, Pianta).
1840, giu. 2*Il podestà comunica alla polizia una denuncia pervenuta da G.B. Bianchi del fu Leonardo, da oltre quarant’anni pizzicagnolo e venditore di pane nel borgo di S. Cristoforo al c.n. 1553: «Da pochi giorni lateralmente al porticato della di lui bottega — n. 1553 persone — ‹ignote› si sono arrogate di appostare di tavole di pane in vendita e precisamente sotto li porticati n. 1552 e 1555 e di piϊ le stesse persone stannovi a guisa di sentinelle chiamando a loro tutti quelli che sono diretti per consuetudine alla bottega del Bianchi —» (A.S.U., C.A. I, 315/VI, 3082 Orn. II C).
1847-1849*Vedasi n. 1549.
1852*Appartiene ai fratelli Cernazzai (Competenze, II, f. 4v).
1853, mar. 22*Progetto di riforma della casa, inoltrato da Francesco del fu Giuseppe Cernazai (A.S.U., C.A. II, 66, 2073 Orn. II C, dis. firmato dal muratore Valentino Dreussi).
1554
1801 Francesco Fortunato (Nomenclatura, f. 58v).
 *«Affittuale il fattor di casa Zucchi» (ibid.).
1809*La casa appartiene all’avv. Francesco Fortunato, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 43v).
1839, sett. 5 G.B. Fortunato (A.S.U., C.A. I, 299/1839/XX, 4943 Orn. II C, con dis.).
 *Costui segnala che «la colonna verso tramontana del portico lungo il canale della roggia che va al molino nascosto dal ponte di S. Cristoforo, appartenente alla casa n. 1554 — è spiombata in modo da minacciare rovina e di compromettere in un alla privata anche la pubblica sicurezza: vorrebbesi riparare a quest’inconveniente, rimettendo essa colonna a sito opportuno, tantosto che l’asciugamento del canale roiale, nel cui fondo è basata la fondamenta, il permetterà. Come pure vorrebbesi apprire le tre finestre indicate a rosso nel tipo che — si unisce». Il progetto è approvato (ibid.).
 °°Il disegno è firmato da «GBatta Locatelli Ing. Civile».
1845 Aveva portici (LAVAGNOLO-GARLATO, Pianta).
1852*Proprietà di G.B. Fortunato (Competenze, II, f. 4v).
1852, genn. 8*G.B. Fortunato chiede di «ridurre la facciata del sottoportico della sua casa — al n. 1544», dove vuole aprire altre due porte. Il progetto viene approvato (A.S.U., C.A. II, 66, 172 Orn. II C, con dis.).
1866, mar. 23 Il consiglio comunale approva il progetto di allargamento del borgo S. Cristoforo, al ponte di ferro, con la demolizione delle case di Fortunato Chiandetti al n. 1554, Visentini Ferdinando al n. 1555, Filipponi pre’ Carlo n. 1556, e la vendita di area e materiali per ricostruire una sola casa su la linea stabile (Arch. del comune di Udine, Protocollo verbale consiglio comunale della r. città di Udine, n. 2368, part. 4, p. 45-46).
1555
1801 Valentino Urbano (Nomenclatura, f. 58v).
1809 Pietro Bovolino, pizzicagnolo (Registro delli aloggi, f. 43v).
1822, mar. 6 Pietro Bovolini (A.S.U., C.A. I, 68, 917 Orn. II C).
1830, sett. 23*«— Regina Zorzi Visintini vende al sig. Antonio Visintini — la casa in — borgo S. Cristofolo al c.n. 1555 col suo fondi di millesimi — 690, confina a lev. la roia, mezz. Deganis Carlo e parte la detta roia, pon. strada — e tram. eredi del fu Francesco Fortunato, pervenuto esso — immobile in — proprietà della venditrice — in forza delli due contratti privati 25 ott. 1829 di sessione — delli direttari — Ruggero del fu Bernardino Ruggeri e Giuseppe del fu Pietro Ferro, e 30 lugl. passato di rinuncia — del contratto enfiteotico 11 ott. 1754 convenuto col sig. Pietro Bovolini —. Il prezzo di essa casa — resta convenuto — in austr. — L 4000 —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10556, 3480).
1839, sett. 5*Proprietà di Antonio Visentini (A.S.U., C.A. I, 299/XX, 4943 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene ad Antonio Visentini (Competenze, II, f. 4v).
1868, mar. 23 Vedasi n. 1554.
1556
1742, magg. 27*«Seguì scrittura sin li 23 ag. p.p. 1741 tra il molto rev. — don Antonio Gerardini, abitante in questa città, mansionario del — capitolo d’Aquileia da una e — Giuseppe Cernazai q. Francesco suo et fratrum nomine —, con la quale esso — Cernazai cesse a livello francabile al suddetto — don Antonio una porzione di casa, sive la casa che per avanti fu condotta dalle q. — Benvenuta e Francesca madre e figlie Pisenti per il prezzo di d 400 —. Scoperto poi che sull’appartamento di detta casa a tram. sii infisso — un livello annuo infrancabile di formento staio uno pagabile — al — convento di S. Lucia —, fu concertata — la diminuzione di d 40 —. Quindi — Raffaele Cernazai — per nome suo e degl’altri fratelli — cede a livello francabile — al — molto rev. — Antonio Gerardini —una — casa di muro coperta di coppi, sollerata, con corte, situata — nel borgo di S. Cristoforo a dirimpetto il molino sconduto, a risserva però d’una stanza a pie’ piano verso mezo dν, che ha la sua porta propria d’ingresso sopra la strada, come pure altra stanza coperta di coppi solerata, cantina sotto nella corte, sostentata da un pillastro di mattoni con scala e paradana, che s’ascende sopra, inserviente ad uso di detti fratelli per il passato e di presente e che in questo contratto non s’intende inclusa, ma totalmente separata da quella restante concessa a livello francabile al — rev. Gerardini; confinano —: una a pie’ piano e l’altra sopra la corte con la scala sostenuta come sopra, che detti — fratelli si ritengono — nella proprietà — et — a lev. — coo. Antonino e fratelli Antonini, mediante muraglia castellana, mezo dν case furono — del q. — Tomaso Stella, pon. strada, sive transito alle case furono del q. — Lonardo Pillinini, ed ai monti le suddette case mediante Biasio Cavassi di Venzone —. Et questo per — d 360 —» (A.S.U., N., Giovanni Domenico Caratto, 8675, Instr., f. 84r — 85v).
1801 Sig. Francesco Cernazai (Nomenclatura, f. 58v).
 *Affittuale Osvaldo Dini (ibid.).
1809*La casa appartiene a Francesco Cernazai. Vi abita il sac. Daniele Dini (Registro delli aloggi, f. 43v).
1824*«— Carlo q. Giacomo Deganis Zuanne q. Antonio Filippone e — il chierico — Carlo figlio di esso Zuanne — assegnano al — chierico — Carlo Filippone col titolo — di patrimonio ecclesiastico — una casa coi rispettivi fondi e due sottoportici, uno de’ quali a lev. e l’altro a mezz., con bottega e magazzino in piano, due camere e cocina in primo appartamento, tre camere in secondo appartamento e solaro — in terzo appartamento, situata — nel borgo S. Cristofolo al c.n. 1556 —; confina a lev. l’alveo della roia, a mezz. il — borgo di S. Cristofolo, a pon. e tram. con casa del sig. Pietro q. Costantino Baolini — del valore, giusto la — opperazione delli pubbl. per. — Giovanni Picco e Giuseppe Clochiati —, di austr. L 5057,47 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10309, 1926).
1831, ag. 27*G.B. Cotterli per conto del municipio, in seguito a sopralluogo, conferma lo stato di pericolo della casa «posta alla destra della roia sopracorrente del ponte detto di S. Cristoforo, la quale è di proprietà del sig. Giovanni Filippone» (A.S.U., C.A. I, 182/V, 3730 Orn. II C).
1852*Proprietà di Carlo Filipponi (Competenze, II, f. 4v).
1866, mar. 23 Vedasi n. 1554.
   
BIBLIOGRAFIA [CORGNALI], Sù e jù par Marciatvieri. Tre ciasis.
1557
 *I Caiselli1 possedevano in Portanuova una o piϊ case delle quali esiste una documentazione a partire dal 1668. La lacuna esistente tra il 1707 e il 1801 non permette tuttavia di identificare con certezza i fondi ai quali si riferiscono rispettivamente i dati anteriori e posteriori alla lacuna stessa.
1668, genn. 4*Contratto del co. Bernardino Caiselli: «Il giorno sudetto ò concesso a Zuane et Cattarina Mori la mia casa di Porta Nova, che per avanti stava Iacomo Del Neri hosto, acciò mi spazino il mio vino a L 2 — il conzo et la casa di bando e che non ne possino spazzare ad alcuno sino a tanto che noi ne haveremo del nostro et dandoli poi noi facoltà di tiorne d’altri —» (Arch. Caiselli, Istrumenti di locazione per Udine e pertinenze).
1680, genn. 4*Autografo di G.B. Caiselli: «Con la presente scrittura di locatione si dichiara come il sig. mio padre ha — locato a semplice affitto a mess. Gioseffo Simoniti, cortelino in questa città, la bottega sotto la casa del sig. Antonio Carne2 pittore in borgo di S. Christoforo, qui anco rezutta per il medesimo, cosν convenuti per anno uno da pagarsi di sei in sei mesi lire quindici —, che sono in ragione di lire trenta all’anno —. Io co. G.B. Caisello —» (ibid.).
1688, ott. 12*«Si dichiara con la presente scrittura di locatione come il — co. G.B. Caisello, facendo anco a nome del — co. Lonardo suo fratello — ha — concesso — a ragion di semplice affitto — per anno uno una sua botega posta sotto — la casa, che tiene ad affitto il sig. Antonio Carneo, pur di sua ragione, che per avanti la teniva ad affitto ser Antonio Guatolo fabro, a m. Francesco Pleto fabro di questa città, con obligo di corrispondere ogn’anno — L 80 —» (ibid.).
1693, genn. 19*«Con la presente scrittura di locatione si fa chiaro come li — coo. G.B. et Lonardo fratelli Caiselli hanno — a ragion di semplice affitto locato per anni nove a —Gioseffo Gondolo e a — Cassandra sua moglie una loro casa con diverse stanze, poste in borgo di S. Cristofforo, che per avanti le teniva ad affitto il sig. Antonio Carneo pittore et la bottega che teniva ad affitto mistro Giacomo Plet fabro sotto detta casa; et questo per il medesimo prezzo che pagavano detti inquilini, cioè per la casa e stanze duc. 26 — et per la bottega soldi quaranta, che tutto fa L 201 s 4 da pagarsi ogn’anno durante detta locatione —. Et perché in detta casa desiderano di fare un forno a loro spese, contentano essi — conti che lo facino nella stanza terranea verso la roia, con obligo et condicione o non volendo essi stare, o pure li — conti lasciarli, siano obligati a disfare il forno et ritornare il salizado tutto nel pristino stato, come anche il salizado della stanza dove si pone il forno e perché nella stanza sopra il forno, dove habitano la madre e sorelle del medesimo Gioseffo, in caso che qui — la volessero tenire ad affitto, siano obligati detto Gioseffo et — Cassandra — a pigliarla per il medesimo affitto che sono L 40 all’anno —» (ibid.).
1707, sett. 25*«Con la presente scrittura privata di locatione si dichiara come — li coo. G.B. e nipoti Caiselli — a ragion di semplice affitto concedono — a — Antonio Bledich del Chianal di S. Lonardo et a — Narda sua moglie, una loro casa posta nel borgo di S. Christoforo, loco detto in Porta Nova —, la qual casa ha da servire per far osteria, incominciando il prossimo ottobre 1707, con patto — che il conductore sia obbligato a spazzare il vino di detti — locatori bonificandoli per suo honorario L 2 per conzo di quanto ne spazzasse di loro ragione et mentre li — locatori non havessero piϊ vino di darli —, dandoli licenza di provedersi e pigliare dove li pare con obligo — di — contribuire — s 15 per conzo a detti — locatori —» (ibid.).
1801 Coo. Carlo e Girolamo Caiselli (Nomenclatura, f. 58v).
 *Affittuale Antonio Coviz (ibid.).
1809*Appartiene a Carlo e fratelli Caiselli ed è affittata al pistore Antonio Coviz (Registro delli aloggi, f. 43v).
1812, sett. 17*«Vendita fatta dal sig. Pietro del fu Antonio Ciani al sig. Domenico del — sig. Nicolò Menini — di una casa sita in — borgo di S. Christophoro al c.n. 1557 e ciò pel prezzo — di L — 5710,31 —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10323, Rep. III, 828, f. 14v).
1824, ott. 28*Nell’elenco dei pozzi, compilato dal capoquartiere, viene citato «il pozo del S. Cristoffolo 1557 coperto, con chiave» (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
1845 È di Luigi e Carlo q. Biaggio Pascottini. Viene tagliata la facciata e ritirata a filo di quella della casa Orter (A.S.U., C.A. I, 407/XXXIII; preventivo di spesa dell’ingegnere municipale A. Lavagnolo in data 30 lugl. 1845).
1846, magg. 2*La i.r. delegazione per la provincia del Friuli alla congregazione municipale di Udine: «Reclamato dai bisogni di comodo e sicuro transito il ritaglio di due case in piazza S. Cristoforo, urgente il provvedimento per impedire il crollo minacciante l’angolo finora puntellato all’una di dette case, provveduta la comune per sopravvenienze attive di mezzi, con cui far fronte alla spesa, ed appianate le differenze coi proprietari nob. Girolamo Caiselli, Luigi e Carlo Pascuttini, la r. delegazione, ritenuto quanto con maggior dettaglio contiene la relazione municipale 19 aprile p.p. letta al consiglio comunale nel dν 21 detto, non potrebbe non accogliere la pressocché unanime deliberazione presa da quel consesso di procedere al rittaglio col conseguente ritiro ad ampiezza della carriera stradale delle due case n. 1547 spettante alla ditta Pascuttini, n. 1548 appartenente al nob. Caiselli, esborsando per compenso alla prima il prezzo di L 1260 ed al secondo quello di L 1816,56» (A.S.U., C.A. I, 407/XXXIII, 2965 Ornati).
1852*Co. Girolamo Caiselli (Competenze, II, f. 4v).
1852, genn. 7*La presidenza del consorzio roiale comunica alla congregazione municipale che «la casa — dei co. Caiselli in borgo S. Cristoforo — n. 1557 minaccia rovina nella facciata verso il canal roiale sulla stradella — del Molin Nascosto. Si prega quindi codesta congregazione municipale a dare disposizioni immediate ed occorrenti a togliere ogni disavventura —». Segue la perizia dell’ingegnere municipale G.B. Locatelli, il quale conferma la gravità della situazione e propone la ricostruzione dell’edificio. Il 29 genn. segue il provvedimento del podestà in tal senso (A.S.U., C.A. I, 527/VIII, 132 Orn. II C).
   
NOTE1La segnalazione dei documenti dell’Archivio Caiselli è ancora una volta dovuta alla gentilezza della dott. Liliana Cargnelutti.
 2Che il Carneo abitasse in S. Cristoforo è dato scontato: BIASUTTI, Note d’archivio, 10; GEIGER, Antonio Carneo, 23; RIZZI, Antonio Carneo, 14, 75.
1558
1801 Carlo Zorzi1 (Nomenclatura, f. 58v).
 *Affittuale Nicolò Merlini (ibid.).
1809*Appartiene all’orefice Carlo de Zorzi. Vi abita il «ricettore» Francesco De Marzo (Registro delli aloggi, f. 43v).
1840, lugl. 24 Vedasi n. 1545.
1844, febbr. 5*Francesco Orter, «desiderando di riformare la facciata della — propria — casa, posta — al — n. 1558 borgo S. Cristofforo», chiede l’autorizzazione per i lavori. La concessione viene rilasciata relativamente alla parte di questa casa, ma non a quella contigua n. 1546 (A.S.U., C.A. I, 390/VI, 930 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Valentino Driussi).
1844, magg. 23*Francesco Orter chiede «di completare la rifforma della sua casa n. 1558 —» (A.S.U., C.A. I, 390/1845/VI, 3291 Orn. II C, con dis.).
1845, apr. 1*Disegno per la sistemazione di casa Orter, firmato dal muratore Valentino Driussi. La congregazione municipale approvando concede il permesso per «il provvisorio collocamento del casotto ad uso di bottega durante la ricostruzione della fabbrica. Lo si potrà costruire nel mezzo fra la casa n. 1267 e il pozzo, in modo che restino d’ambi i lati spazi bastanti pel movimento de’ carri —» (A.S.U., C.A. I, 407/XXXIII, 1879 Orn. II C).
1852*Francesco Zorzi (Competenze, II, f. 4v).
   
NOTE1Vedasi n. 1545.
1559
  Era un mulino, abbattuto nel 1924.
1528, giu. 30*«In capitulo ecclesie B. Marie Maioris collegiate de Utino — canonici — penes eandem ecclesiam — francaverunt et tradiderunt mag. Bernardino q. Stephani Nigri de Monte Regali, molendinario Utini, habitanti in vico S. Christophori —, livellum — frumenti starii sexdecim ad mensuram Utini — super molandino — concesso Thome molendinario socero — prout de ipsa livellatione — patuit publico instrumento in membrana sub anno 1469 die — penultimo ianuarii sub signo et nomine q. ser Francisci a Fabris not., cuius molendini — hi dicuntur esse confines —: Utini, in vico S. Christofori et dicitur “molin de Roste”, super rugia latenti in burgo Glemone a parte superiori rugie est molendinum heredum mag. Iacobi Vassellarii molendinarii et ab inferiori molendinum fraternitatis Batutorum de Utino tentum per Barnabam molendinarium et iuxta domos contiguas dicti francantis ac rostam cerdonum e regione et alios suos plures et veriores confines —» (A.S.U., N., Germano Belloni, 5707, Istr. 1528-1538, f. 92r).
1587, dic. 5 «Excellens — doctor Hieronymus Suardus — uti curator q. ser Bernardini a Nigris de Utino pretio duc. 50 — vendidit — eccellenti — doctori — Thomæ a Porta q. — Maphei — dimidiam tertiæ partis unius rotæ molendini eorundem minorum, siti Utini in contrata S. Christofori in loco dicto1 della Rosta, iuxta a parte superiori molendinum excellentis doctoris — Iosephi Trenti — et ab inferiori aliud molendinum pii hospitalis S. Mariæ a Misericordia de Utino —» (B.C.U., ms. 1460, not. Leonardo Agricola, Prot. 1584-1588, f. 131v — 132v).
1636, giu. 4*«— G.B. Collogna — alienò al — sig. Lonardo Caisello — un affitto — di formento staro uno — in spezie sopra la sua parte del molino posto — nella contrada di S. Christofforo, detto il molino ascosto —» (A.S.U., Arch. Caiselli, Istrumenti acquisti e vendite Udine e pertinenze, not. Bertrando Brunelleschi).
1668, magg. 10*«Il sig. Steffano Madrisio da una et il sig. Carlo Alessandro Collogna dall’altra — concordemente presentarono appresso di me nodaro la scrittura dell’aggiustamento seguito fra di loro mediante — Giacomo Pistocchia, loro comune amico —, volendo concordemente che habbia forza di pubblico instromento» (A.S.U., N., Simone Paderni, 7501, XXV instr., f. 17v).
  Dal testo non si ricava alcuna allusione al mulino.
1669, giu. 22*«— Antonio Madrisio, facendo a nome del — sig. Steffano suo padre —, in ragion di semplice affitto — d’anno in anno — reloca — a ser Antonio Greba monaro, habitante in questa città —, il suo molino posto — nel borgo di S. Christoforo, chiamato il molino ascoso di quatro sentimenti cioè due di toffo et due di mole a minuto, con un sborador, nel stato e nel grado, tolto in nota da m. Lonardo Marzona —; et questo per l’affitto annuo di formento — st 95, carne porcina lb 200, caponi para due, d’affitto di corte di S. Marco L 18 s 12 et il macinar — quel tutto farà bisogno al — locatore per uso di sua casa —» (A.S.U., N., Simone Paderni, 7501, XXV instr., f. 136r — 137r).
1746, sett. 4 «Pressati li — coo. Giuseppe e fratelli Madrisii dalla — co. Catterina Antonini Pappafava figliuola et erede del — co. Daniele Antonini alla francazione di capitali livellari —, hanno — fatto offerta alli — coo. Antonino e Giovanni Alfonso fratelli q. — Giovanni Daniele Antonini di un loro molino, posto — nel borgo di S. Cristofforo, detto delle Roste, o mollino ascoso, nella casa d’essi — coo. fratelli Madrisii pervenuto, come appar da pubblico concordio seguito con la casa Cologna il dν 5 aprile 1668 nelle note del q. — Simon Paderno not. —, di qui è che gl’antedetti — coo. Giuseppe e Giovanni Antonio fratelli Madrisii, facendo per nome anco delli — coo. molto rev. Francesco e Da-niello loro fratelli —, hanno — venduto — alli — coo. fratelli Antonini — il molino di confine con il loro palazzo, per il prezzo — risultante dalla stima Glereani di d 1816 —» (Francesco del fu Alessandro Brunalleschi, 9194, III instrom., f. 126r — 129r).
1775, dic. 11 I Madrisio ricuperano il mulino (Atto privato, come dall’atto notarile del 31 dic. 1822).
1801 Co. Francesco e fratelli Madrisio (Nomenclatura, f. 58v).
 *Affittuale il mugnaio G.B. Danelutto (ibid.).
[1807]*In esecuzione dell’invito del 12 giugno 1807, Giovanni Rioli segnala, come abitante in questo edificio, Simeone Celotti, affittuale del mulino (A.S.U., C.A., 1/2).
[1808]*Mulino a cinque ruote di proprietà di Lucrezio e fratello Madrisio (A.S.U., C.A., 1/2, 283).
1809*Il mulino appartiene a Lucrezio e fratelli Madrisio. Vi abita il mugnaio Simone Celotti (Registro delli aloggi, f. 43v).
1822, dic. 31 Il co. Lucrezio fu Giuseppe Madrisio vende a Giacomo q. Paolo Noni «il mulino delle Roste, ossia nascosto, portante il c.n. 1559; qual — confina a lev. piazzetta di ragione Madrisio oltre la roia, mezz. strada, pon. e tram. — coo. fratelli q. — Antonio Antonini, ed è il molino stesso pervenuto nella famiglia — Madrisio in virtù del concordio seguito colle famiglie Cologna fin dal 5 apr. 1668, consta dalle note del — sig. Simon Paderno poscia venduto, colla riserva del patto di recupera, alli — coo. Antonino e Giovanni Alfonso fratelli q. — Giovanni Daniello Antonini col pubbl. instrom. 1746, 4 sett., appar nei rogiti del — not. — Francesco Brunelleschi et indi restituito in possesso della — famiglia Madrisio, per recupera verificata con scrittura — 11 — dec. 1775 —, atti del — not. Francesco Prodoloni —; ed è soggetto esso molino a marca di feudo censuale —. Questa — vendita — viene — fatta — per il prezzo — d’it. — L 4800 —» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10632, 3524).
1852*Eredi di Giacomo Noni (Competenze, II, f. 4v).
1883 Vi lavora il mugnaio Francesco Basaldella (AVOGADRO, 149).
   
BIBLIOGRAFIA JOPPI, Il castello di Moruzzo; della PORTA, Toponomastica, 136-137; C. SOMEDA de MARCO, Udine che scompare ed i filatoi, 262.
1560
1774, sett. 19*Confinazione operata dal pubbl. per. Nicolò Antonio Codutti su istanza del sindaco di S. Pietro Martire: «Casa posta — nell’androna — del Molin Squindut possessa di presente dal nob. — Leonardo Valentinis, erede Pellarini. — Dissero — confinar a lev. e tram. col — co. Alfonso Antonini, mezodν — Eleonora Gerardini e parte l’androna — del Molin Squindut et a pon. la roia —; sopra la qual casa paga annualmente il — nob. — Leonardo Valentinis, erede Pellarini, al — convento, di censo perpetuo, in contadi — L. 8 —» (A.S.U., C.R.S., 783/24, n. IX).
1801 Coo. Valentinis di Collalto (Nomenclatura, f. 58v).
1809*Appartiene alla «serva» Maria Danelutti. Vi abita il cameriere Niccolò Merlini (Registro delli aloggi, f. 43v).
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 14 febbr. 2007 ai sensi del D.Lgs. 42/2004.
1561
 *La casa è gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo. Le notizie più antiche sono dedotte dal rotolo settecentesco F. XXV che riporta i fondamenti delle partite:
1428 «Ioannes cerdo q. Comucii del Pouul q. Dominici Mattiussii de Martignacco, Utini habitans, tenetur solvere vigore testamenti per dictum Cumucium — super una domo murata et tegulis cohoperta sita — penes rostam cerdonum de burgo Glemonę, iuxta domum Petri Parvi cerdonis de Porta Caschanani, iuxta Federicum de Savorgnano, iuxta murum castellanum interiorem —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 117v).
1511 «Li eredi di m. Martin Peverada — pagano — sopra una casa posta oltre la rosta drio la casa di quelli di Fantulina» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 118r).
1544 «Raffael di Belgrado in logo m. Domenego di Lunardo di Martin Peverada —» (ibid.).
1550 «Bertul q. Zuan Cellotto calligaro in borgo di S. Cristoforo in logo delli eredi del q.m. Domenego Peverada —» (ibid.).
1594 «Bortolo q. Zuanne Cellotto, calligaro in borgo S. Cristoforo, in luogo delli eredi q. m. Domenego Peverada —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 118v).
1601 «— La detta casa è posta in rovina ed incantata è stata deliberata alla fabrica ‹del duomo› per il suo credito, come appar per mano di mens. Vittorio Mattioli 7 sett. 1601, et sono insieme patroni d’essa — il convento di S. Lucia ed il sig. Lapro Emiliano —» (ibid.).
1642 «Bortolomìo q. Zuanne Celotto calliggaro —» (ibid.).
1643 «— Eredi q. ecc. sig. Francesco Paulino —» (ibid.).
1647, 1648 «Gli eredi q. — Francesco Paulini in luogo di ser Bortolomio Celotto —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 119r).
1751 «Casa in — borgo — Porta nova, oppur delle Roste, termina dalla parte posteriore col muro castellano, overo coll’orto della casa commoda del sig. Floreano Antonino, possessa dopo dalli sigg. Carrara ed ora dai sigg. Giulio e fratelli Soardi, dalla parte davanti piazzetta, appresso la roia, overo strada, dalla parte superiore col sig. Bertoldo di Cividale e dalla parte inferiore casa delli heredi di Domenego muraro» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 117v).
1801 Domenico Panciera, «tornitore» (Nomenclatura, f. 58v).
1809 Appartiene al negoziante Giovanni Panciera (Registro delli aloggi, f. 43v).
1852*Giuseppe Facondo (Competenze, II, f. 4v).
1562
  Vedasi n. 1561.
1801 Tommaso Stella (Nomenclatura, f. 58v).
 *Affittuale Anna Castellana (ibid.).
1804, magg. 5 «— Vittoria Pitoello, moglie di — Francesco Poz, — erede — della sign. Anna n. Coz, fu moglie del sig. L. Valent ha — venduto — al sig. Giovanni Maria figlio — del sig. G.B. Periotti — una casa di — detta sign. Vittoria in essa pervenuta nella sopracitata eredità, posta — dietro — il molino nascosto; confina a lev. co. Antonini, mez. eredi Catarossi e — Angelo Bianchi di Camino di Codroipo, pon. strada — ed alli monti Giovanni Panciera. Questa vendita — fa — per il prezzo — di d 196 —» (A.S.U., N., Ignazio Brunelleschi, 10162, IV instr., 510, f. 708v — 710r).
1809 Giovanni Maria Periotti, capo muratore1 (Registro delli aloggi, f. 43v).
1816, apr. 27*«Giovanni M. ed Innocenzia iug. Pariotti — vendono — alli — fratelli ‹G.B., Antonio ed Odorico› Politi — una casa posta — nel borgo di S. Cristoforo — n. 1562 descritta — nella operazione 4 corr. delli — periti Venuti e Picco —. Questa cessione si fa — pel prezzo di it. — L 888,26 —». Nella stima allegata, del 4 apr. 1817, si legge: «Una casa di muri, coperta di coppi, situata — nel recinto — del borgo di S. Cristoforo — n. 1562, composta in piano da una cantina sotterranea, corridore e corticella, camera e due camerini sopra con corridore e scalla, cucina, camera, camerini e corridori con scalla in primo piano, due camere e camerino in secondo piano e suo grannaro sopra; confina a lev. corte delli — coo. Antonini, mezz. eredi Ruggeri fu Catarossi, pon. strada pubblica, va al molino sconduto, ed a tram. fabbrica — del sig. Antonio Runcaldier —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10598, 2073).
1852*Proprietà di Antonio Politi (Competenze, II, f. 4v).
1876*Caterina Spigoletti vi svolge l’attività di affittaletti (COSMI-AVOGADRO, 65).
   
NOTE1Vedansi n. 745 e 1563.
1563
1801 Orsola Cattarossi (Nomenclatura, f. 58v).
1809*La casa appartiene all’ostessa Giacoma Cattarossi. Vi abita il cappellano G.B. Pastor (Registro delli aloggi, f. 43v).
1812 Osteria “Alla pastorella” (Esercenti).
 *Gestione di Pietro Plain (ibid.).
1813, ott. 30*Giovanni M. Periotti1 chiede il permesso «di levar una ferata d’una fenestra per formar un rebate in nella casa, asituata in borgo di S. Cristoforo, al c.n. 1563 e questa casa serve ad uso di osteria —». L’autorizzazione è concessa (A.S.U., C.N., 180/XI X).
1826, ott. 18 «Comparvero — Ruggeri Francesco q. Domenico di professione tapezziere — e Domenico del vivente Michiele Zuliani detto Lessani2, mercante —; possessore — Francesco Ruggeri, unitamente alle di lui sorelle Orsola, moglie di G.B. Picco di Bordano ed Anna Maria nubile, di una casa — situata — sotto la parrocchia di S. Cristoforo dirimpetto al molin nascosto, ad uso di osteria, ora abitata dal sig. Luigi Michelini qual affittuario, coscritta sotto il c.n. 1563, fra i confini a lev. l’acquirente Zuliani, mediante casa e transito promiscuo di ragione Bianchi, a mezz. Michiel Zuliani, a pon. contrada ossia piazzale ed a tram. li sigg. Politti loco Periotti, la qual casa è indivisa tra lo stesso Francesco e le — sorelle — , che lo stesso Francesco — aliena la terza parte della casa con relativi fondi a lui spettante — al sig. Domenico del vivente Michiele Zuliani detto Lessani —. E ciò — fa esso Ruggeri per il prezzo — di austr. L 1560,15 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4815, 1074).
1831, magg. 25*Domenico Giuliani Lessani, proprietario della casa n. 1563, chiede di «trasportar una porta esterna nel sitto ove presentemente trovasi una finestra». Il permesso è accordato (A.S.U., C.A. I, 182/V, 2173 Orn. II C, con dis.).
1852*Margherita Lessani, proprietaria anche del 1563 A (Competenze, II, f. 4v).
1883 Caffè “All’Adriatico” (AVOGADRO, 139).
 *Gestione di Teresa Cavalieri Dedini (ibid.).
   
NOTE1Si tratta del capomastro. Vedansi anche n. 745 e 1562.
 2Per Michele Lessani vedasi n. 1573.
1564
1647, giu. 10 «Stima fatta per me Matthia Cittareo per. pubbl. e di m. Andrea Peruzzo muratore dell’infrascritta casa posta nel borgo di S. Christoforo di ragione del nob. Lonardo Pontone: — casa posta in detto borgo, habitata di presente da d. Cristophoro Grassi casarolo, confina a lev. la strada, mezodν il — molto rev. Horatio Susanna, a sol a monte et alli monti androna del Molin del pio hospitale maggiore —». Nota a margine di altra mano: «Questa è quella casa vicina al molino nascosto, per andar in Porta nova, delli eredi Pidutti» (A.C.U., A.A.O., Misc. V, f. 8r — 10v, con inventario).
1649, magg. 7 «— Lonardo Pontano, cittadino et nodaro collegiato di questa città, — aliena a mess. Zannone Zeraffino, mercante di grassa di questa città —, una casa posta in borgo di S. Christophoro — giusto li confini nominati nella stima fatta da — Matthia Cittareo, perito di questa città, et — Andrea Piruzzo muraro et questo per prezzo di d 600 —» (A.S.U., N., Giovanni Lughera, 7232, VI instr., f. 76v — 78r).
1650, genn. 28*«Mess. Andrea Piruzzo muraro promette e solennemente s’obliga a — Zenone Cerafino, mercante di grassa di questa città, — far le opere e fatture — qui sotto descritte nella casa d’esso — Zenone, posta nel borgo di S. Christophoro, appresso il molino del pio hospital grande, per esso acquistata dal nob. Lonardo Pontone et quelle dar perfettionate nel termine di giorni 32 p.v. a sue spese, cioè di maestranza, sassi, mattoni, modeoni, calcina e sabione che occorrerà in esse opere, havendo solo da soministrare esso — Zenone il legname, chiodi e feramente oltre li matoni vecchi, che s’attrovano in opera et le pietre di cadauna sorte, cosν di scalle come di porte et fenestre et anco li matoni per il pianellato del sollaro sopra la caneva et questo per il prezzo tra esse parti convenuto di ducati ottanta —». Segue l’elenco delle opere da farsi (A.C.U., A.A.O., Misc. V, f. 3r — 4v).
1653, lugl. 14 Testamento di Zanone Zeraffini q. Gottardo, mercante. Lasciò erede la madre Lucrezia q. Rocco Vincenti (A.S.U., N., Gaspare Albini, 7085, III instr., f. 133v — 134r).
1653, sett. 6*«Mad. Lugretia rel. del q. Gotardo Ceraffino — concede — a ser Amadio Pichessino casarollo il sortimento tutto della sua bottega di grassa, item la casa e mobili e magazsino dell’altra casa ivi dirimpetto, — nel borgo di S. Christofforo, vicini al ponte, di anni cinque in anni cinque —» (A.C.U., A.A.O., Misc. V, f. 38v — 42r, con inventario della bottega).
1659, ag. 20*«Inventario fatto per me not. infrascritto di tutti li mobili et robbe — del q. Zenone Cerafino casarol —». Vi è citata anche «una resteliera dipinta di rosso con due schioppi da roda» (A.C.U., A.A.O., Misc. V, f. 23r).
1667, febbr. 25 Lucrezia Serafini lascia la casa all’ospedale di Udine (A.C.U., A.A.O., Misc. XI, f. 6r — 6v, copia dal not. Valentino Orgnani).
1746, dic. 29 E di Francesca Gondola, quale erede di sua sorella Paolina. Consta di «una stanza terrena con due sollari sopra — con — fondi — annesso verso tramontana —; confina a lev. la contrada che conduce in Porta Nuova, a mezz. casa — del rev. — Francesco Zoratti, a pon. l’alveo della roia — mediante strada o trozzo — et a tram. la contrada sudetta». Viene escorporata a favore di Leonardo Pidutti (A.S.U., C.A. I, 406/XXXIV, not. Giovanni Daniele Caratti, copia del cancell. Antonio Torossi).
1779, magg. 13 Testamento di Leonardo Pidutti. Eredi Valentino Tomada e Valentina Pidutti coniugi (A.S.U., C.A. I, 406/XXXIV, not. Tomaso Stella).
1801 Valentino Tomada (Nomenclatura, f. 58v).
 *Affittuale Carlo Deganis (ibid.).
1809*La casa appartiene al negoziante Valentino Tomada. Vi abita l’oste Domenico Potente (Registro delli aloggi, f. 43v).
1834, magg. 13 Anna Maria Tomada, moglie di Giovanni Domenico Storelli, vende a Francesco e Nicolò fratelli Braida per austr. L 2900 «la casa con annesso fondo sopra cui sono due gelsi, — situata — a lev. strada — mezz. casa Pittana, pon. roia —, tram. strada —» (A.S.U., C.A. I, 406/XXXIV, not. Nicolò Zancani).
1846 È dei fratelli Braida (ibid.).
1852*Francesco Braida (Competenze, II, f. 4v).
   
BIBLIOGRAFIA Ripristino di vecchie case.
1565
Sec. XVIII fine°«Ill.mi sigg. deputati. La fabbrica di pubblica ragione, denominata la Rosta, destinata da provide discipline a servizio delli scorzari per purgar le pelli, si ritrova in presente colle porte atterrate e spogliate da serrature e ferramenta, si dice per opera di persone già carcerate —» (Da istanza senza data in Arch. mun., b. 27).
1801 Giovanni Marangoni (Nomenclatura, f. 58v).
 *Affittuale G.B. Borghi (ibid.).
1809 Giacomo Pittana, stagnaro (Registro delli aloggi, f. 43v).
 *Nella casa abitano l’industriante Domenico Gervasoni e l’impiegato Annibale Gemelli (ibid.).
1812. apr. Vi aveva sede un postribolo con cinque meretrici (A.S.U., C.A. I, 211/I, 80, p. 2).
 *Conduttrice del lupanare risulta Elena Sansonio (ibid.).
  Il postribolo durò sino al principio del sec. XX con il nome di “Casa rossa”.
1817, mar. 13*«— Giacomo Pittana ha — venduto — al — march. Tommaso Obbizi due case —: una — situata in borgo S. Christoforo — n. 1565 —, la qual confina a lev. colla strada — di Porta Nuova, a mezz. li coo. Carlo e Girolamo fratelli Caiselli, a sol a monte l’alveo della roia et a tram. la — vedova del sig. Valentino Tomada —; e l’altra — posta in borgo di Grazzano —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10449, 1202).
1821, febbr. 23 È di Nardino Pestapevere (A.S.U., C.A. I, 53/III, 744 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario chiede ed ottiene «di far un rebato dove è una fenestra con fereata» (ibid.).
1826, ott. 18*«Possessore Francesco Ruggeri, unitamente alle — sorelle Orsola, moglie di G.B. Picco di Bordano e Anna Maria nubile, di una casa — sotto la parrocchia di S. Cristoforo dirimpetto al Molin Nascosto ad uso di osteria, ora abitata dal sig. Luigi Michelini — n. 1563, fra i confini a lev. l’acquirente Zuliani mediante casa e transito promiscuo fu di ragione Bianchi, a mezz. Michiel Zuliani, a pon. contrada ossia piazzale ed a tram. li — Politti, loco Periotti, — cede la terza parte a lui spettante — al sig. Domenico del vivente Michele Zuliani, detto Lessani E ciò — fa — per — austr. L 1560,15 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4815, 1074).
1846, mar. 5*Teresa e Giacomo Pittana vendono ad Angelo Del Mestre «la porzione loro spettante della casa — posta — in contrada di Porta Nuova coscritta col c.n. 1565 —. Confina a lev. strada pubblica, mezz. l’acquirente in loco fratelli Braida, pon. la pubblica roggia e tram. li sigg. Braida, cioè la prima per un’ottava parte di quella casa ed il secondo per un terzo del rimanente —. Il sig. Giacomo — vende — al detto — Del Mestre anche il residuo terzo di detta casa spettante al curatelato Luigi Pittana. Questa vendita viene fatta — per il complessivo importo di austr. L — 5525 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4839, 6538).
1852*Appartiene a Teresa Pitana (Competenze, II, f. 5v).
1868, apr. 8*Avviso d’asta della casa, indetta per il 9 maggio, «su istanza della congregazione delle Anime purganti della chiesa di S. Giacomo di Udine in confronto di Alba Cattaruzzi ved. Del Mestre» (“Giornale di Udine”, 3, LXXXIV, 8 aprile 1868, 4).
1938 È di Pietro Montalban, rigattiere. Questa casa deve essere l’antica rosta dei Calzolai. Il piano terreno è di archi sostenuti da colonne. Al primo piano esiste un affresco raffigurante la Madonna.
   
BIBLIOGRAFIA BRAIDOTTI, Udine, 6-7; della PORTA, Toponomastica, 136-137; Ripristino delle vecchie case.
1566
1791, mar. 10 G.B. Cicogna vende a Francesco Graffi la porzione a tramontana della casa adibita a locanda in Portanuova. Confina a lev. Portanuova, mezz. Antonio Facile e Antonio Fanconi, loco Caselotti per d 800 (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, II instr., 289, f. 321r — 321v).
1791, mar. 10 G.B. q. Giacomo Cicogna vende ad Antonio Facci e Giovanni Zuiano «della villa di Camin di Buri, abitante — in questa città», porzione di casa tra l’angolo di lev. e pon. in S. Cristoforo contrada Portanuova, confinante lev. Portanuova, mezz. parte Antonio Facci, parte Antonio Fanconi, loco Caselotti, pon. roia, tram. Francesco Graffi, loco Caiselli. La casa serve da locanda (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, II istr., 290, f. 322r — 322v).
1791, mar. 21 G.B. Cicogna vende a Leonardo q. Antonio Cantier, «oriundo di Grions di Torre», una casa in Portanuova ad uso di locanda; «confina a lev. con — strada —, mezz. con Antonio Facci — e parte con Facci e Zuiano fu di questa ragione, a sol a monte con la roia ed alle monti col sig. Francesco Graffi» (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, II istr., 292, f. 323v — 324v).
1792, mar. 19*Tale porzione di casa consiste «in un camerone a pieppiano, camera al disopra e granaro a quella sopraposto» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9976, XX istr., 1482, f. 1912v — 1913v).
1792, mar. 19*«Antonio Facci — ha — venduto al — sig. Giovanni Zuiano — la mettà ad esso — Facci aspettante delle tre stanze —. E questa — vendita ha fatta — per — d 300» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9976, XX istr., 1482, f. 1912v — 1913v).
1801 Francesco Graffi (Nomenclatura, f. 58v).
1802, apr. 4*«Giovanni q Giuseppe Zuiano, oriundo della villa di Camin di Buri ha venduto — al nob. — Ferdinando q. Francesco Forni — un’annua pensione livellaria di L 124 — sopra la casa di sua abitazione posta in questa città sotto la parochia di S. Cristoforo in contrada di Porta Nova, acquistata a livello francabile dal q. G.B. Cicogna con istrumento 10 maggio 1791 di mano dello sp. — Antonio Marchi in solidum con il sig. Antonio Facci, stato poi — renunciato al detto Zuiano dal Facci con istr. 19 marzo 1792 di mano — Riccardo Paderni —» (A.S.U., N., Francesco Girardi, 10616, IV istr., 18, f. 24v — 25r).
1809*Appartiene a Francesco Graffi (Registro delli aloggi, f. 43v).
1819, sett. 25*«— Francesco q. Domenico Graffi — vende — al sig. Prospero q. Giuseppe Petracco — una stanza terranea annessa alla casa di abitazione d’esso Graffi, posta — in contrada di Portanova, portante il c.n. 1566; confina la stanza stessa a lev. con casa della sign. Augusta Grafitti fu Graffi, mezz. con detto — Petracco, pon. colla — roia ed a tram. colla casa di abitazione — del Graffi —. Questa — vendita si fa pel prezzo — di it. — L 350 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10601, 2519).
1848, sett. 21°Angelo q. Giacomo Del Mestre vende alla sign. Anna Feruglio De Mezzo la casa n. 1566. Il venditore l’aveva comperata da Francesco e Nicolò Braida con contratto 26 nov. 1840, autenticato dal notaio Riccardo Paderni. I Braida l’avevano acquistata all’asta 1 ott. 1839 contro Domenico e Carlo Graffi. Prezzo L 6700 (not. Giacomo Someda).
1852*Proprietà di Domenico Graffi (Competenze, II, f. 5v).
1852, sett. 7*Elena De Marco Bussinelli, proprietaria della casa in borgo S. Cristoforo n. 1566 «desidererebbe di rendere piϊ regolare la porta che guarda sulla strada e similmente la finestrella che sta di contro a piepiano e perché sopra la porta stessa fosse un’appertura per dar luce all’ingresso —». Il progetto è giudicato «tollerabile» dalla deputazione d’ornato (A.S.U., C.A. II, 66, 6473 Orn. II C, con dis.).
   
BIBLIOGRAFIA Ripristino di vecchie case.
1567
1801 Antonio Falconi, caffettiere (Nomenclatura, f. 58v).
1801, dic. 17 Il rev. Dionisio q. Giacomo Doratti vende a Pietro Micoli, acquirente per Gabriele Andrioli, un forno, muri e fondi già del sig. Antonio Fanconi, situato nella caffetteria del borgo di S. Cristoforo (A.S.U., N., Domenico Cosattini, 10561, I instrom., 22, f. 30r — 31v).
1809 G.B. Bertoli (Registro delli aloggi, f. 43v).
 *Nella casa abita il caffettiere Giovanni Palladini (ibid.).
1812 Caffè “All’arco celeste” (Esercenti).
 *Gestione di Caterina lesse (ibid.).
1817, sett. 19*Il cursore municipale presenta in questa casa a Caterina Palladini diffida a munirsi di licenza di polizia (A.S.U., C.A. I, 10).
1828, apr. 28 È di G.B. Di Lenna. Caffè “All’arco celeste” (A.S.U., C.A. I, 148/X, 1600 Orn. II C).
 *Il proprietario chiede «di poter in via provvisoria riparare all’istantaneo pericolo che sovrasta col permettere di — rimettere la trave infracidita, dichiarando di aver prese le misure piϊ energiche per la totale riforma —» e reputando quindi inutile costruire nel frattempo la cornice regolamentare. Il permesso gli è concesso, purché la riforma promessa avvenga entro un anno (ibid.).
1834, magg. 16*«Sulla sponda della rogia della parte cosν detta Molino nascosto esiste un marciapiede appartenente al sig. Lena, in corrispondenza alla bottega da caffè dell’Arco Celeste di lui proprietà, che in un punto è talmente rovinoso, da essere di pericolo ai transitanti —» (A.S.U., C.A. I, 219/I, 2215 Orn. II C).
1840, nov. 9*G.B. Di Lenna vende ai coniugi Giovanni fu Antonio Lesse e Caterina Palladini «— la casa — situata — nel borgo S. Cristoforo, coscritta col c.n. 1567 —, a cui fa coerenza a lev. Comini Giovanni q. Giulio, Comini Maria q. Girolamo e parte Facci sig. Carlo, a mezz. strada — del borgo —, a pon. la roggia ed a tram. il — Facci; qual casa era dalli — acquirenti condotta in semplice pigione —. Il prezzo — della — casa viene — detterminato — nella somma di austr. — L 14000» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10497, 13465).
1852*Proprietà di G.B. Di Lena (Competenze, II, f. 5v).
1876*Caffè “All’arco celeste” gestito da Rosa De Colle (COSMI-AVOGADRO, 87).
1883 Caffè “All’arco celeste” (AVOGADRO, 139)
 *Gestione di Carlo Fantoni (ibid.).
1891, febbr. 28 Il consiglio comunale approva l’allargamento delle vie Bartolini e Portanuova con l’arretramento delle case n. 9-11 di via Bartolini (Parti prese... 1893, 110).
   
BIBLIOGRAFIA CORGNALI, I nostri vecchi caffè, 114; PICCO, Un lavoro di edilizia.
1568
1673°Dall’Allibramento della facoltà del sig. Zuane Serafino: Casa confina a levante borgo detto di Portanuova, mezzodν strada pubblica del borgo, a ponente casa di Bernardo Corte, a tramontana casa del Convento delle Grazie. Fazzada a mezzodν sopra il borgo longa ps 4 pd 2 [m 6,63]. Tempiaro a levante sopra l’androna largo ps 6, pd 4 [m 11,79] (Arch. Ospedale di Udine, Misc. 1).
1801 Girolamo Comino (Nomenclatura, f. 58v).
1809*Appartiene al calzolaio Girolamo Comino, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 43v).
1817, lugl. 22*Il calzolaio Girolamo Cumini vende al nipote Giovanni «una picola stanza terranea ad uso di bottega di calzolaio, separata d’altra simile di ragione dell’aquistante con paradana di tolle e porzione di stanze in seguito ad uso di magazzino con porzione di copperto —, il tutto — situato in — borgo S. Cristofolo dal corpo del c.n. 1568. Confina a lev. con la contrada detta di Porta Nuova, a mezz. il — borgo di S. Cristofolo, a pon. l’aquistante ed a tram. con casa — del sig. Giuseppe Sbors —. Questa — vendita fa —per la somma — di it. L — 513,69 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10305, 1079).
1830, mar. 22*Giovanni Comino domanda di costruire «uno scolo per l’acqua della scaffa nella strada della calle di via Porta Nuova presso la casa 1568». L’autorizzazione prevede alcune condizioni (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 1166 Orn. II C).
1852*Proprietà di Giovanni Comini (Competenze, II, f. 5v).
1876*Studio del geometra Odorico Bearzi e negozio di mastelli, stacci e spazzole di Francesco Bearzi (COSMI-AVOGADRO, 96,101).
1833 Osteria “Al Torinese” (AVOGADRO, 150).
 *Gestione di Adriana Bront (ibid.).
1569
1673*Appartiene al convento delle Grazie. Vedasi n. 1568.
1801 Giuseppe Bossi (Nomenclatura, f. 58v).
1809 Giuseppe Sborz, cursore (Registro delli aloggi, f. 43v).
1809, ott. 23 Giuseppe q. Pietro Sborz — vende a Leonardo q. Valentino Tomasini «casa — n. 1569 composta in piano da stanza terranea divisa con paradana in due e da due solari sopra; confina a lev. con — Portanuova, a mezz. con casa delli rappresentanti il q. Giuseppe Comini, a pon. con case delli — G.B. e fratello — Bertoli, ed a tram. con casa — dell’acquistante —. La — vendita — viene fatta — per la — summa — di it. — L 2537,93 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10295, 54).
1811, magg. 13 Leonardo Tomasini vende ad Anna Maddalena Pistocchia, moglie in secondi voti di Giacomo q. Sebastiano Corra e figli di Michele Sbroiavacca, la casa 1569 per L 3013,79. «Confina a lev. il — borgo, — a mezz. con casa delli rappresentanti il q. Giuseppe Comino, a pon. con casa — delli — G.B. e fratelli — Bertoli, ed a tram. con casa — Tomasini —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10296, 160).
1820, apr. 24*Teresa del fu Giacomo ed Anna Madalena n. Pistochia coniugi Corra, moglie del sig. Nicolò di G.B. Pittoni, «vende — al — sig. Giuseppe Sbroiavacca — il giusto carato di propprietà della — casa e fondi sita — nel borgo di S. Cristofolo al c.n. 1569 — per — it. — L 205 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10307, 1443).
1834, ag. 9 «Giuseppe — fu Michele Sbroiavacca — vende alla — sign. Maria Giulia Boreatti Zai — una casa — portante i c.n. 1569, 1570 »; confina a lev. — Portanuova, mezz. con casa — Comino, pon. con casa — Bertoli, tram. con casa del sig. Carlo Tomasini. Questa vendita — si fa pel prezzo — di austr. — L 2289,28 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10611, 4646).
1846, apr. 2*Paolo fu Girolamo Zai da Tarcento, chiede ed ottiene di cambiare gli stipiti di una finestra a pian terreno nella casa 1569 «i quali attualmente sono di tavole d’albero» (A.S.U., C.A. I, 406/II, 2238 Orn. II C).
1852*Appartiene a Maria Zai (Competenze, II, f. 5v).
1856, nov. 16*Paolo Giacomo Zai «volendo — riattare esternamente una sua casa posta — al c. n. 1569 —, alterando la prospettiva nel modo che nell’unito tipo apparisce» chiede il permesso per i lavori. Il nulla osta gli viene accordato (A.S.U., C.A. II, 66/1856, 8103 Orn. II C, con dis.).
1883*Vi ha sede la «Società fra i docenti elementari» (AVOGADRO, 134).
1570
1801 Giuseppe Facci (Nomenclatura, f. 58v).
1804, sett. 10*«— Giuseppe q. Antonio Facile — ha — venduta — al sig. Giovanni q. Giuseppe Zuiano — la casa di propria abitazione situata sotto la parochia di S. Cristoforo; confina a lev. strada publica detta Porta Nova, qual conduce in Giardino, mezz. — Giuseppe Sborz, sol a monte e tram. l’acquistante, in esso — Facile pervenuta in virtϊ d’acquisto fatto dalle mani del sig. Domenico Goz con istr. 5 ott. 1765 di mano — G.B. Stella —, per il prezzo — di d 1847 L 3 —» (A.S.U., N., Francesco Girardi, 10616, 44, f. 57v).
1808, genn. 25*«— Acquisto e rispettiva cessione in pagamento, con cui — Giovanni q. Giuseppe Quiano, nativo di Camino di Buri, abitante in Udine, cede in pagamento al sig. Maurizio q. G.B. Moretti di Udine una porzione di casa — al c.n. 1570 per il prezzo di venete lire tremillecentononantaquattro, soldi tredici, piccoli nove, sono d’Italia L 1634,65 —» (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10075, Rep. I, 6, f.1v).
1809 Giovanni Zuiani, «recettore» (Registro delli aloggi, f. 43v).
1809, ott. 10 Giovanni q. Giuseppe Zuiano vende a Leonardo q. Valentino Tomasini una casa dal corpo del n. 1570 acquistata dal venditore da Giuseppe q. Antonio Facci «con instr. del — 10 sett. 1804 — per i rogiti del not. — Francesco Girardi —; confina — verso lev. con — Portanuova, a mezz. — con casetta di — Pietro Sborz ed parte con casa di — G.B. Bertoli, a pon. con casa fu — del detto Zuiano ora — del sig. Maurizzio — Moretti, ed a tram. con casa delli sigg. Leonardo e Giulia — Contir» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10295, 51; alleg. stima dei pubbl. per. Pietro Borghi e Giovanni Picco).
1809, ott. 10 Maurizio fu G.B. Moretti vende allo stesso porzione del n. 1570 per L 1634. «Confina a lev. con casa fu del sig. Giovanni Zuiano, ora — dell’acquirente, a mezz. con casa del sig. G.B. — Bertoli in loco Franconi, pon. l’arzene della roia, ed a tram. — Leonardo e Giulia iug. Contir, composta in piano essa casa da due divise stanze con porzion di passalizio verso lev. ed in primo appartamento da due camere, porzion di scala e di corridore e da due terzi di copperto sopra —. La — vendita viene fatta — per — L 1634,65 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10295, 52).
1809, nov. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 16 ag. 1809, asta senza esito della casa n. 1570 a pregiudizio di Giovanni Zuliano, debitore per L 65,71 (A.S.U., C.N., 80, Asta).
1811, sett. 29*«— Lonardo del fu Valentino Tomasini col pubblico instrom. del 10 ott. — 1809, scritto dal sig. Osvaldo Colomba not. —, ha acquistato dal sig. Giovanni q. Giuseppe Zuiano una casa posta in — borgo di S. Cristoforo dal corpo del c.n. 1570 per — it. — L 4980,02 —. Con altro contratto del medesimo giorno per atti del — not. Colomba — il — Tomasini ha comprato dal sig. Maurizio q. — G.B. Moretti — una porzione di casa dal corpo dell’istesso n. 1570, che detto Moretti aveva acquistato dal predetto — Zuiani con instrom. — 25 genn. — 1808 rogato dal not. — Domenico Prodolone —. Leonardo q. Valentino Tomasini, negoziante di vino —, e Carlo del deffonto G.B. Facci —, sarte —, mi hanno ricercato di ricevere — la presente transazione —. Il — sig. Tomasini cede — al — sig. Facci — l’acquisto della casa fatto con i due — instrom. 10 sett. 1809, situata in questo borgo di S. Cristoforo, contrada detta Portanova, coscritto col c.n. 1520, la quale confina a lev. con strada — di Portanova, mezz. parte con casa del sig. Giuseppe Sborz e parte con casa di — G.B. Bertoli, pon. con l’arzere della roggia ed a tram. con casa delli sigg. Leonardo e Giulia iug. Cantier —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10587, 502).
1816, sett. 20*Processo verbale per gli accordi necessari al sarto Carlo Facci il quale, «insta il permesso di poter alzare la sua casa di abitazione — come dal disegno». Si tratta di conciliare le esigenze con quelle dei vicini G.B. Dolfin al n. 1571, Giuseppe Sbroiavacca orefice — a nome di Giuliana Cora del n. 1569 e del nob. Tomaso Fabrizi. Si addiviene all’accordo (A.S.U., C.N., 180, con dis. firmato da G. Presani).
1832, magg. 9*Carlo Facci, proprietario della casa (vedasi anche n. 1635), chiede ed ottiene di procedere al restauro del selciato di pietra logoro «verso la pubblica roggia, relativo alla casa n. 1570» (A.S.U., C.A. I, 193, 1957 Orn. II C).
1834, ag. 29 Vedasi n. 1569.
1852*Carlo Facci (Competenze, II, f. 5v).
1883*Istituto convitto femminile diretto da Anna Della Stua (AVOGADRO, 132).
   
BIBLIOGRAFIA Ripristino di vecchie case.
1571
1801 Leonardo Contieri (Nomenclatura, f. 58v).
1809*Appartiene all’oste Leonardo Cantieri (Registro delli aloggi, f. 43v).
1811, ott. 21*Contratto d’affitto stilato da Giulia del fu Antonio Vatolo ved. di Leonardo Contier e Nicolò fu Francesco Marcotti, il quale abiterà la casa n. 1571 (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10360, 746; alleg. stato e grado del pubbl. per. Vincenzo Moro in data 15 ott. 1811).
1813, giu. 11*«Domenica Pontello — aliena — al — sig. G.B. Dolfin di lei fratello la quarta parte ad essa spettante — dell’eredità dell’ora deff. — Giulia n. Vatolo fu moglie del — Pontello, poi del deff. G.B. Dolfin — madre —; qual parte consiste — nella quarta parte dei tre quarti dell’eredità — situata — al c.n. 1571 —; confina a lev. col sig. Francesco Grassi, mezz. con detta contrada, pon. col sig. Leonardo Tommasini ed a tram. con passalizio comune ed oltre coll’alveo della roia —. Questa vendita — viene fatta — per L 460,50 —» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10361, 1334).
1818, febbr. 14*Vedasi n. 968.
1819, mar. 23 È di Prospero Petracco (A.S.U., C.A. I, 18/XI, 1029 Orn. II C, con dis.).
 *Il progetto di riforma presentato viene approvato dalla deputazione d’ornato, «attesa la circostanza che alla qualità dell’esercizio che ‹il proprietario› professa di venditore di liquori, gli è d’uopo sì fatta misura e che non trattasi di fabbrica intera, ma solo di inconcludente riconfigurazione che in ogni guisa va a migliorare quello che era il passato (ibid.).
1843, magg. 12 «— Prospero del fu Giuseppe Petracco padre — impegna col titolo di patrimonio ecclesiastico al — don. Luigi di lui figlio — una casa — situata nel borgo di S. Cristoffolo nella contrada di Portanuova, avente due ingressi —, coscritta sotto il c.n. 1571 —, eretta da muri, coperta di coppi, consistente in pian terreno con sottoportico, cucina e tinello; in primo piano similmente e spacioso granaro sotto il tetto; a cui — fa coerenza a lev. con la contrada di Portanuova, a mezz. con casa del sig. Carlo Facci, a pon. la — roia ed a tram. parte questa ragione e parte li eredi della fu Augusta Graffitti ved. Duodo. La suddetta casa fu considerata e stimata dalli pubbl. per. — Luigi Novelli e Giuseppe Clocchiatti —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4831, 4858).
1852*Appartiene a Prospero Petracco (Competenze, II, f. 5v).
   
BIBLIOGRAFIA Ripristino di vecchie case.
1572
1791, mar. 10 G.B. q. Giacomo Cicogna vende a Francesco q. Domenico Graffi porzione di casa in Portanuova; confina tutta a lev. strada, mezz. parte Facci parte Fanconi loco Caselotti, pon. roia, tram. Graffi loco Caiselli (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, II instr., 289, f. 321r — 321v).
1796, mar. 4 Francesco q. Domenico Graffi vende la casa ad Augusta Graffitti «eccettuata la stanza terranea verso la roia, di già separata ed incorporata nella contigua di lui casa d’abitazione —». La parte venduta è la «— porzione di casa situata a tram. —, consistente in una stanza terranea, due camere di sopra e due sovraposti granari e ciò per il prezzo — di d 800 —» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, II istr., 143, f. 199r — 199v).
1796, apr. 20*«Devisato avendo — Augusta q. Giovanni Graffiti di questa città — di far l’alzamento della casa che con instrom. per atti miei 4 marzo u.s. ha essa acquistata dalle mani del sig. Francesco q. Domenico Graffi — e, rendendosi alla stessa per quest’opera necessaria la summa di d 600 —, vende — al sig. G.B. q. — G.B. Cogoli — un’annua corrisponsion livellaria di d 24 — obbligando — in specie la casa predetta —» (A.S.U. N., Luigi Bertoldi, 10351, II istr., 150, f. 206r — 207r).
1801 Augusta Graffitti (Nomenclatura, f. 58v).
1809 Francesco Duodo, impiegato1 (Registro delli aloggi, f. 43v).
 *Vi abita l’orefice Antonio Passalenti (ibid.).
1831, giu. 19*Augusta ved. Duodo chiede ed ottiene «il permesso di levar il ribato per far una fenestra in detto loco del ribato — sul disegno di color roso; è situata la casa in borgo di S. Cristoforo nella contrada che conduce in Porta nuova al c.n. 1572» (A.S.U., C.A. I, 182/V, 2572 Pol. II, con dis.).
1846, apr. 16*«— Giacomo Graffitti — vende al — rev. — Luigi Petracco — la casa situata — in contrada di Porta Nuova — n. 1572 —, la quale confina a lev. strada pubblica, a mezz. e pon. il compratore don Luigi Petracco, ed a tram. Del Mestre Angelo. Dichiara il venditore che la casa — era prima di proprietà da oltre quarant’anni di Augusta Graffitti di lui sorella e moglie del fu Francesco Duodo e poscia è pervenuta in di lui proprietà per successione legittima all’eredità della detta — sorella —» (A.S.U., G.B. Valentinis, II, 936).
1852*Augusta Duodo (Competenze, II, f. 5v).
1876*Negozio di seta di Francesco Cardina (COSMI-AVOGADRO, 114).
   
NOTE1Per Francesco Duodo: CELOTTI, La massoneria, 88.
   
BIBLIOGRAFIA Ripristino di vecchie case.
1573
1447, giu. 26 «— Magister Peregrinus cerdo Pauline de burgo Aquilegie Utini tanquam camerarius — fraternitatis S. Marie cerdonum —, iure livelli perpetualis locavit — mag. Gabrieli q. Dominici Mandine cerdonis — quandam domum — que fuit olim mag. Iohannis de Sancto Daniele, muratam, soleratam tegulisque copertam, sitam Utini, in burgo Glemone intrinseco iuxta rostam, cuius hi dicuntur esse confines: ab una parte possidet mag. Iacobus pelliparius filius q. mag. Simphoriani cerdonis de Utino et ab aliis tribus partibus sunt vie publice —» (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, 447, perg. n. 88, not. Nicolò da Santa Lucia di Daniele da Torsano).
1696, giu. 16 Angelo Liano possedeva ed abitava una «casa posta in Portanova, confina a lev. con li nob. sigg. Soardi, a mezo dν strada publica, a sol a monte casa delli nob. sigg. Agricola et strada che conduce al molino accosto et alle montagne casa di diversi particolari» (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, 423, Instromenti 1468 usque 1764, f. 14r — 15r).
1801 Michele Lessano1 (Nomenclatura, f. 58v).
1809*La casa appartiene allo scultore Michele Lessani che vi abita con moglie, due figli e due figlie (Registro delli aloggi, f. 43v).
1835*Recapito della levatrice Lucia Zimolo (A.S.U., C.A. I, 273/XII, Elenco del personale sanitario).
1835, dic. 11°°Prospetto e pianta della casa n. 1573 (A.S.U., C.A. I, 236/1835/XVI, 6362 Orn. II C, con dis.).
1844, febbr. 22*Michele Giuliani Lessani, «proprietario della casa sita in Porta Nuova al c.n. 1573, ha divisato di ridurre una stanza del pian terreno a bottega di orefice, che ora serve per uso di tagliapietra. A tale oggetto inalza — istanza coll’unito disegno —». Quest’ultimo è firmato dal muratore Francesco Agosto. La deputazione d’ornato risponde che «non è assolutamente ammissibile la proposta innovazione; che maggiormente ancora se possibile peggiorerebbe la condizione dell’attuale facciata. Si sentirono in proposito le deduzioni del proprietario; onde tutto al piϊ consigliasi che venghino eseguite due aperture o ribatti in asse preciso coi fori superiori e della larghezza non maggiore di m 1,50. Deve poi prescriversi che la soglia superiore formi ricorrenza con quella dell’aderente finestra, che non si sa il motivo fu obliterata nel tipo. Per questo è da ingiungersi una precisione maggiore nella delineazione del tipo nuovo, che prima di essere autorizzato, sarà bene sottoporlo agli esami della scrivente. Udine, 8 marzo 1844. La deputazione all’ornato». Seguono le firme di Giuseppe Lovaria e G.B. Bassi (A.S.U., C.A. I, 375/III, 1270 Orn. II C, con dis.).
1844, mar. 23*Michele Giuliani Lessani, che si firma Lesani, come del resto nel documento precedente, presenta un nuovo disegno, ancora firmato dal muratore Francesco Agosto. Questa volta la deputazione d’ornato, rappresentata da di Colloredo, Bassi, Sabbatini e Lavagnolo, approva (A.S.U., C.A. I, 375/III, 1987 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Margherita Lessani (Competenze, II, f. 5v).
1876*Falegnameria di Eugenio Modonutti (COSMI-AVOGADRO, 93).
   
NOTE1Per Michele Lessani, vedasi n. 447.
1574
1540 Un affresco di Bernardino Blaceo1 serbasi a Udine in Porta nuova rappresentante la Vergine con due Apostoli (di MANIAGO, Guida, 65). «Nella contrada di Portanuova sopra la facciata della casa num. 1574, la Vergine in trono coi santi Pietro e Giovanni» è molto guasta. «Sotto vi è l’anno MDXXXX» (di MANIAGO, Storia delle belle arti, 130).
1801 Orsola Cattarossi (Nomenclatura, f. 58v).
 *Affittuale Bianchi di Codroipo (ibid.).
1809 Angelo Bianchi (Registro delli aloggi, f. 43v).
 *Nella casa abita l’ostessa Giacoma Cattarossi (ibid.).
1812, magg. 26*In seguito ad atto oppignorativo del 2 aprile nei confronti di Angelo Bianchi, debitore per L 12,29, asta di «n. 1 bottega di cappellaio al n. 1574, a mezz. —Michele Lessani e pon. — Antonini» (A.S.U., C.A., 81, Bollettino asta, n. 6).
1812, magg. 31*In seguito ad atto oppignorativo del 16 febbr., nei confronti di Angelo Bianchi, debitore per L 55,19, asta di una «bottega a pian terreno con ingresso sopra la strada dal corpo della casa coscritta al n. 1574 —» (A.S.U., C.N., 81, Processo verb. d’asta con effetto, n. 3).
1826, ag. 14 Angelo q. Leonardo Bianchi di Codroipo vende a Domenico di Michele Lessani «una casa coi respetivi suoi fondi, composta in piano da sottoportico e porton consortivo per un giusto terzo a questa ragione, gli altri due terzi agli eredi della q. — Orsola Cattarossi, tutta l’intiera colona rottonda interna con sua base di pietra e fondi di corticella a drita linea della casa a mezzodν — sin alla mittà del muro a tramontana, ora ad uso di stala con seraglio di tolle da fonda sino il copperto, copperto di coppi, confina a lev. con fondi e case della — famiglia Antonini, a mezz. la pubblica strada, a pon. parte passalizio consortivo tra questa ragione et gli eredi Cattarossi ed a tram. parte li — fratelli Poletti ed parte detta — famiglia coo. Antonini; la qual casa e fondi è situata — nel recinto del borgo di S. Cristofolo —. La — vendita viene — fatta — per la somma — d’austr. — L 2900 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10311, 2172).
1828, mar. 14 È di Domenico Giuliani Lessani. Domanda di poter riformare la facciata. La casa, aderente all’arco di Portanuova è a tre piani; viene alzata; al piano terreno si aprono tre porte eguali (A.S.U., C.A. I, 148/X, 964 Orn. II C, con dis.).
 *Il progetto è ammesso purché il Lessani abolisca i gradini esterni «a tenore della disc. 1 sett. 1821», diminuisca proporzionalmente le altezze delle finestre, «per conciliare l’unità nel carattere dell’edifizio e per staccarle dalle fascie rappresentanti li pavimenti», nonché renda piϊ regolare la cornice (A.S.U., C.A. I, 148/X, 964 Orn. II C).
1845, apr. 30 «— G.B. q. G.B. Pagavini, qual amministratore giudiziale di Giuliani Lessani Domenico di Udine, p. Carlo q. Francesco Filaferro, faciente per la Casa delle derelitte, — march. Giuseppe q. Lorenzo Mangilli, qual direttore di questo — monte di pietà —, e dott. Cesare q. Nicolò Mantica, qual amministratore del monte stesso, Giulio, Giuseppe e G.B. q. Michele Giuliani Lessani, Giuseppe, figlio maggiore di Giulio Giuliani Lessani e Giulio stesso, qual tutore degli altri suoi figli minori Giulia, Irene ed Antonio; Michele, Sante, Elisabetta e Margherita figli di Giuseppe Giuliani Lessani e Maria Perotti, di lui moglie, come pure li cessionari Mattia q. Valentino Lunazzi, Giuseppe Benuzzi, rappresentante la ditta Giuseppe Benuzzi e compagno, e finalmente Pietro q. Angelo Bonini, tutti coeredi della facoltà lasciata da Domenico q. Michele Giuliani Lessani —, vendono — al sudetto Giuseppe figlio maggiore di Giusto Giuliani Lessani — la casa con corticella posta — in Portanuova al c.n. 1574 —, cuiconfina a lev. nobili Antonini, a mezz. strada pubblica, a pon. i venditori ed a tram. Perioni —. Quella casa viene venduta — pel prezzo di austr. — L 7270 —» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/II, 673).
1852*Appartiene a Margherita Lessani (Competenze, II, f. 5v).
1876*Sartoria di Antonio Merlo (COSMI-AVOGADRO, 112).
1883*Caffè “All’Adriatico” di Teresa Cavalieri Dedini (AVOGADRO, 139).
   
NOTE1Nel secolo successivo troviamo una traccia della presenza di una casa Blaceo in Portanuova:
 *1659, giugno 29. «— Lo nob. — Giulio Cesare Bratzeolo q. — Ascanio — ha ordinato — procuratore — Thomaso Bratzeolo suo fratello — a poter stipular instrumento di vendita con — Floreano Carrara della quarta parte della casa di sua ragione posta nella — città di Udine in Portanuova, annessa all’altra casa fu anco di ragione Bratzeola, hora possessa dall’ecc.mi — Giulio et fratello Blacei et ciò per il prezo — che — sarà stabilito —» (A.S.U., N., Gaspare Agricola 7730, II instr., f. 161r).
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 44r.
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI, Per la salvaguardia, 10; Da via Portanuova un esempio; de RENALDIS, Della pittura, 54; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 21; 3 (1937), 16; ZUCCOLO, Memorie e giudizi di pittori friulani, 272.
1575
1706, mar. 18 Il comune concede al co. Antonio e fratelli Antonini un piccolo spazio pubblico perché possano, in quella parte del loro orto che confina con la strada di Portanuova fabbricare una riga di botteghe1.
1801 Co. Antonino Antonini (Nomenclatura, f. 59v).
 *«Affittuale il suo ortolano» (ibid.).
1809*Proprietà di Antonino Antonini. Vi abita l’agricoltore Domenico Missio (Registro delli aloggi, f. 43v).
1852*Appartiene agli eredi di Rambaldo Antonini (Competenze, II, f. 5v).
1876*Falegnameria di Luigi Peschiutti2 (COSMI-AVOGADRO, 93, 96).
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 14 febbr. 2007 ai sensi del D.Lgs. 42/2004.
   
NOTE1Senza indicazione di fonte del ms. della Porta.
 2Per questo artigiano: Esposizione, 19.
1576
1801 Co. Antonino Antonini (Nomenclatura, f. 59v).
 *Affittuale Francesco Pinosio (ibid.).
1809*Appartiene ad Antonino Antonini. Vi abita l’industriante Rosa Pinosio (Registro delli aloggi, f. 43v).
1836, magg. 3*«— Il — kav. Ettore Antonini — assegna a titolo di patrimonio ecclesiastico al — chierico G. B. di Domenico Pletti — un fabbricato — in contrada detta di Porta Nuova, formante due case d’affitto, marcate con li c.n. 1576, 1577 con orto unito —. Confina tutto unito a lev. case di questa ragione ed orto rimanente di proprietà del — co. Alfonso Antonini, mezz. la contrada di —Porta Nuova, pon. questa ragione ed il — co. Francesco Antonini, tram. Andreuzzis, eredi q. co. Artico. Il — kav. Ettore Antonini dichiara — che tali beni — sono — in esso pervenuti dall’eredità del fu co. Antonino suo padre —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10612, 4891).
1852*Appartiene ai coo. Antonino e Daniele Antonini (Competenze, II, f. 5v).
1876*Officina del fabbro Francesco Pittaro (COSMI-AVOGADRO, 93).
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 14 febbr. 2007 ai sensi del D.Lgs. 42/2004.
1577
1801 Co. Antonino Antonini (Nomenclatura, f. 59v).
 *Affittuale Giuseppe Miutti (ibid.).
1809*Proprietà di Antonino Antonini. Vi abita l’industriante Francesco Salmini (Registro delli aloggi, f. 43v).
1836, magg. 3*Vedasi n. 1576.
1852*Appartiene ai coo. Antonino e Daniele Antonini (Competenze, II, f. 5v).
1883 Osteria “Alle tre spade” (AVOGADRO, 152).
 *Gestione di Luigia Scozziero (ibid.).
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 14 febbr. 2007 ai sensi del D.Lgs. 42/2004.
1578
1801 Co. Antonino Antonini (Nomenclatura, f. 59v)
 *Affittuale il dott. Mazzarola (ibid.).
1809*Appartiene ad Antonino Antonini. Vi abita l’orologiaio Valentino Capellaris (Registro delli aloggi, f. 44v).
1852*Appartiene ai coo. Antonino e Daniele Antonini (Competenze, II, f. 5v).
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 14 febbr. 2007 ai sensi del D.Lgs. 42/2004.
1579
1801 Co. Antonino Antonini (Nomenclatura, f. 59v).
 *Affittuale Francesco Gobbessi (ibid.).
1809*Proprietà di Antonino Antonini. Vi abita l’impiegato Francesco Gobessi (Registro delli aloggi, f. 44v).
1852*Appartiene ai coo. Antonino e Daniele Antonini (Competenze, II, f. 5v).
1852, febbr. 15*Luigi Piccoli, maestro elementare privato, annuncia l’apertura di una scuola elementare privata per «artieri» gratuita, per un numero di allievi non superiore a venticinque (“L’alchimista friulano”, 3, VII, 15 febbr. 1852, 58).
1883*Studio dell’avv. Guglielmo Puppati (AVOGADRO, 138).
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 14 febbr. 2007 ai sensi del D.Lgs. 42/2004.
1580
1801 Co. Antonino Antonini (Nomenclatura, f. 59v).
 *Affittuale Leonardo Fogliarini (ibid.).
1809*Proprietà di Antonino Antonini. Vi abita il tagliapietra Leonardo Folgiarini (Registro delli aloggi, f. 44v).
1852*Appartiene ai coo. Antonino e Daniele Antonini (Competenze, II, f. 5v).
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 14 febbr. 2007 ai sensi del D.Lgs. 42/2004.
1581
1801 Co. Antonino Antonini (Nomenclatura, f. 59v).
 *Affittuale G.B. Gervasoni (ibid.).
1809*Proprietà di Antonino Antonini. Vi abita il domestico Giovanni Fabris (Registro delli aloggi, f. 44v).
1852*Appartiene ai coo. Antonino e Daniele Antonini (Competenze, II, f. 5v).
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 14 febbr. 2007 ai sensi del D.Lgs. 42/2004.
1582
1801 Co. Antonino Antonini (Nomenclatura, f. 59v).
 *Affittuale Valentino Savia (ibid.).
1809*Proprietà di Antonino Antonini. Vi abita l’orefice G.B. Savia (Registro delli aloggi, f. 44v).
1852*Appartiene ai coo. Antonino e Daniele Antonini (Competenze, II, f. 5v).
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 14 febbr. 2007 ai sensi del D.Lgs. 42/2004.
1583
1801 Co. Antonino Antonini (Nomenclatura, f. 59v).
 *Affittuale Lodovica Marchesani (ibid.).
1809*Proprietà di Antonino Antonini. Vi abita l’industriante Lodovica Marchesani (Registro delli aloggi, f. 44v).
1852*Appartiene ai coo. Antonino e Daniele Antonini (Competenze, II, f. 5v).
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 14 febbr. 2007 ai sensi del D.Lgs. 42/2004.
1584
1801 Pietro Cargnelli (Nomenclatura, f. 59v).
1809 Antonino Antonini (Registro delli aloggi, f. 44v).
 *Vi abita l’impiegato Girolamo Biscontini (ibid.).
1821, sett. 3 Alfonso Antonini chiede di aprire un portone e due finestre nel muro contiguo, a destra della casa n. 1584 (A.S.U., C.A. I, 53, 4006 Orn. II C, con dis.).
1852*Co. Antonino e Daniele Antonini (Competenze, II, f. 5v).
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 14 febbr. 2007 ai sensi del D.Lgs. 42/2004.
   
BIBLIOGRAFIA Da via Portanuova un esempio per risanare il centro storico.
1585
1799, febbr. 28 Proprietà Spilimbergo. Vedasi n. 1587.
1801 Co. Francesco di Spilimbergo (Nomenclatura, f. 59v).
  «Affittuale il Balloniere» (ibid.).
1809*Appartiene a Paolo di Spilimbergo. Vi abita il falegname Giuseppe Canciani (Registro delli aloggi, f. 44v).
1824, sett. 18 Il nob. Bernardino e fratelli q. Francesco di Spilimbergo vendono al sig. Giuseppe q. Antonio di Iurizza la casa di Portanuova n. 1585, 1586, 1588, 1589 «confinante — a lev. con il bar. Kircher e — Giardino, mezz. colla riva del castello, a pon. con Michele e Odorico Follini e Bertolini ed a tram. colla contrada di Portanuova, per — it. L 12689» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10462, 4052).
1852*Proprietà degli eredi di Giuseppe Iurizza (Competenze, II, f. 5v).
1586
1801 Co. Francesco di Spilimbergo (Nomenclatura, f. 59v).
 *Affittuale Bortolomio Del Negro (ibid.).
1809*Proprietà di Paolo di Spilimbergo. Vi abita il filatoiaio Girolamo Pupato (Registro delli aloggi, f. 44v).
1821, apr. 13*Giuseppe Iurizza, «domiciliato — al c.n. 1586, desidera di togliere un angolo rientrante vicino alla porta della sua abitazione, all’oggetto di allontanare un pericoloso nascondiglio, ed un immondezzaio incomodo e indecente. Il lavoro — consiste in un muro — lasciando vicino alla scala esistente un letamaio per pubblica comodità». Il 4 maggio la deputazione d’ornato esprime parere favorevole in merito, purché il muro sia rettilineo. Segue l’acquisto (A.S.U., C.A. I, 53/III, 1610, 2018, 529 Orn. II C, con dis.).
1824, sett. 18 Vedasi n. 1585.
1831, ott. 28 È di Giuseppe Iurizza (A.S.U., C.A. I, 182/1831/V, 4638 Pol. Giud. IX D, con dis.).
 *Il proprietario, desiderando alzare la casa, presentando il progetto, chiede la convocazione dei vicini interessati per una amichevole composizione. Tuttavia l’incontro del 7 gennaio non conduce ai risultati sperati (ibid.).
1852*Appartiene agli eredi di Giuseppe Iuriza (Competenze, II, f. 5v).
1587
1543, mar. 2 G.B. Bratteolo1 domanda che gli siano concessi in larghezza piedi tanti del terreno del giardino appresso il muro delle sue case poste in strada nova, a piedi del monte, quanti sono convenienti perché sopra possa «fabricar un honorevol portego sun collonne di pietra viva, il qual non si extenda verso la detta strada nova niente pizi di quello che si extende verso la detta strada nova niente pizi di quello che si extende verso il Zardino e la radice del Monte, il qual portego, oltre che non sarà in danno et in discontio né del publico né di alcun privato, sarà prima di grande ornamento et bel vedere, poi etiam — di grandissimo commodo alle persone che vigniranno alle fiere quale se fano in Zardino, perché li sotto et per le pioze et per il sole si potrano ridur et conservar robbe segondo accaderà et io etiam sopra esso portego mi accomodarò cum una poca di fabrica assai accontia et honorata» (Annales, LI, f. 78v — 79v).
1593, febbr. 23*«Actum Utini domi habitationis sp. d. Bracteoli in viridario publico, in camera superiori» (A.S.U., N., Leonardo Mistruzzi, 6610, Instr. VIII, f. lv).
1696, ag. 11 Il comune concede al nob. G.B. Bratteolo di «chiuder in uso di corte il sito di pertiche otto per quadro nel pubblico Giardino, a pie’ del monte, anesso alla casa di sua habitatione con obligo di contribuir ogni anno alla fabbrica del duomo un candelotto di cera» (Annales, XCV, f. 51r — 52r).
 *Il Bratteolo promette anche un miglioramento dell’aspetto esterno della «muraglia con cantonate e portone in pietra» (ibid.).
1744 Bratteolo. La loro abitazione fuori Porta Nuova fu ereditata, col rimanente, dai Fabrici2 (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 175).
1799. febbr. 28 «— Il nob. — Tommaso q. — Carlo Fabrici —, erede testamentario del q. — can. Gabriele Fabrizi —, relativamente alla privata scrittura 22 febbr. con. —, ha — venduto — al sig. Antonio figlio del sig. Cristoforo Kircher — una casa con orto —, pervenuta in — proprietà del medesimo per l’eredità del — q. mons. Gabriele, posta in questo pubblico Giardino, che confina a lev. lo stesso — Giardino, a mezz. il monte di questo castello, a pon. casa del — co. Paolo di Spilimbergo ed a tram. strada pubblica della contrada detta di Portanuova —. E questa — vendita ha fatta — pel prezzo — di d 4000 — fanno L 24800 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9979, XXXIX Instr., 2830, f. 3813r — 3814v).
1801 Antonio Chircher (Nomenclatura, f. 59v).
1809*Appartiene ad Antonio Kircher (Registro delli alloggi, f. 44v).
[s.d.]°°«A. Casa del sig. Antonio Kircher. B. Corte di esso sig. Kircher. C. Fondi supplicato compresa la rettificazion dell’angolo casa B 5 piedi 1 1/4 quadrati» (A.S.U., C.A., 14/I, n. 100 , con dis.).
1809*«Il fu consiglio maggiore della città con atto 1653, 5 marzo — ha permesso a Giacomo Brateolo di chiudere un sottoportico della di lui casa — verso l’annuo canone perpetuo di un paio di pernici, valutate sempre per L 3,07 d’Italia. Passò questa casa non si sa con quale titolo né in qual epoca nell’ora estinta famiglia Fabrizi, di cui l’ultimo fu il canonico Gabriele, che pagò sempre lo stesso canone. Il di lui erede — Tommaso — Fabrizii q. Carlo di Udine ha venduto la — casa al sig. Antonio Kircher, figlio del sig. Cristoforo, con instrom. 1799, 28 febbr., notaro rogato il sig. Riccardo Paderno q. Andrea —. Nell’atto di concessione, ossia permissione, 1653, 5 marzo non apparisce fatta alcuna ipoteca speciale — ma la specialità sta implicita sul fondo svincolato dalla pubblica servitϊ, cui era soggetto prima della chiusura condizionata del — sottoportico. Quindi per conservare il diritto stesso d’ipoteca a questa comune il — podestà — ricerca l’iscrizione del suaccennato annuo canone di pernici para uno equivalente a L 3,07 d’Italia e dell’indicata ipoteca implicita in confronto del sunominato — Antonio Kircher, che paga già annualmente il detto canone come attuai possessore della casa e fondo in discorso» (A.S.U., C.A. I, 1/Attività e passività 1808. Elenco per le iscrizioni..., n. 4).
1843, dic. 22*«— Anna n. Kircher, moglie del sig. Pietro Antivari, — vende — al — sig. Giacomo del fu Gerolamo Puppatti — la — casa — posta — nella contrada di Portanuova, composta di pianterreno, primo e secondo piano con sopraposto granaio, corticella interna e cortile esterno, coscritta col c. n. 1587 —, che confina a lev. col pubblico Giardino, a mezz. e pon. con Iurizza sig. Giuseppe ed a tram. con contrada — di Portanuova compresi nella — vendita anche i filatoi esistenti nel pian terreno di essa casa, gl’armadi ed ogni altra cosa connessa ed attacata alle pareti della casa medesima —. Questa — vendita — viene fatta — pel prezzo — di austr. L 23700 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4832, 5246).
1852*Appartiene a Giacomo Pupatti (Competenze, II, f. 5v).
1876*Recapito del medico chirurgo Giuseppe Baldissera (COSMI-AVOGADRO, 101).
1930 È dell’avv. Emilio Driussi.
   
NOTE1Alcuni membri della famiglia sono citati nella storia della cultura cittadina: LIRUTI, Notizie delle vite, IV, 351-353.
 2Sui Fabrizio: LIRUTI, Notizie delle vite, IV, 384-387.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 20; BATTISTELLA, I vecchi teatri udinesi, 116; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 260; Elenco degli alloggi; MIOTTI, Cenno sulle antiche opere difensive, 25; PRAMPERO, Napoleone in Friuli, 63.
1588
1801 Co. Francesco di Spilimbergo (Nomenclatura, f. 59v).
1809*Appartiene a Paolo Spilimbergo (Registro delli aloggi, f. 44v).
1810, ott. 19*Al commissario di polizia, cui è stato imposto di sloggiare dai Barnabiti, è stata proposta la casa n. 1588, in Portanuova, di proprietà della famiglia Spilimbergo. Tuttavia è «gravoso» l’affitto «che attualmente paga il sig. Giacomo Bianchivi, quale si esibì anco di cederlo in continuazione di locazione». Il podestà risponde che «sarebbe illegale ogni compenso», ma che la casa «verrà ritenuta esente dal carico d’alloggi militari» e che «per quella parte di abitazione che potrà bisognare ad uso di ufficio di polizia» il comune contribuirà con L 250 (A.S.U., C.N., 182, 1731).
1811, mar. 9*Apertura d’asta per «due stanze a pianterreno dal corpo della casa posta — al n. 1588, situate — a levante della casa verso la strada, confina a lev. — Antonio Kircher, pon. — Michele Follini, state oppignorate alla dita Spilimbergo Cattarina li 15 genn. 1811 per debito — di L 50,72. Fatte dal banditore le debite stride — , comparve — Fabio Gallici —, il quale offri it. lire cinquantauna, né essendosi comparso alcun altro offerente, fu ad esso che il detto prezzo deliberato il controscritto bene stabile —» (A.S.U., C.N., 81, Asta).
1824, sett. 18 Vedasi n. 1585.
1852*Appartiene agli eredi del fu Giuseppe Iuriza1 (Competenze, II, f. 5v).
1876*Negozio di seta di Giovanni del fu Giacomo Puppatti (COSMI-AVOGADRO, 114).
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Per Giuseppe Jurizza: CELOTTI, La massoneria, 95.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 65; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 261; Circa l’arte del ferro in Friuli, 19.
1589
  Nella chiave dell’architrave, anzi sopra: 1659/F.R.L./1839.
1751, lugl. 20*«Misura e stima dell’infrascritta casa, situata — in Porta Nova di ragione del nob. — Giorgio Antonio q. Francesco Gallici1, quale intende alienare al sig. Michiel Folini —; fatta da me sottoscritto pubblico perito d’accordo delle parti —: una casa di muri in due faciate e due tempiari, coperta di copi con corte ed altre fabriche piϊ basse; confina a lev. casa possessa dalli sigg. fratelli della Fornace, mezodν — coo. Ettore e Filippo fratelli q. — co. G.B. Bartolini, pon. — Carlo q. Nicolò Fabrizio ed alle monti strada —» (A.S.U., Giovanni Antonio Martinelli, 9416, Filza prodotte, Stima di G.B. Peruzzi).
1801 Domenico Follini (Nomenclatura, f. 59v).
1809*La casa appartiene al negoziante Domenico Folini, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 44v).
1824, sett. 18 Vedasi n. 1585.
1830, mar. 5 Odorico fu Domenico Follini (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 830 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario chiede ed ottiene il permesso « di riaprire un forro ad uso di porta del muro di abitazione nel sitto e come lo era in passato, scorgendosi ivi ancora esistenti li esterni antilli di pietra sulla pubblica strada» (ibid.).
1836, sett. 20 Caterina fu Domenico Pizzoni, moglie di Andrea Galvagni, vende a Giacomo di Girolamo Puppatti «la casa di muro, coperta di coppi con suo fondi e cortivo, posta — in Portanova al c.n. 1589; confina a lev. — Giuseppe Iurizza, loco Spilimbergo, mezz. — Teresa Dragoni Bartolini, pon. Antonio e Gioseffa Caligaris iug. Scrazzolo, tram. strada — di Portanova. — Questa vendita — si fa pel prezzo — di austr. — L 13108,57 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10613, 4937).
1837, nov. 3 È di Giacomo Puppati, che vi aveva un filatoio di seta2 (A.S.U., C.A. I, 285/1838/VII, 6410 Orn. II C, con dis.).
1838, mar. 21°°Riforma della facciata da parte di Giacomo Puppati (A.S.U., C.A. I, 406/1846/II, 1349 Orn. II C, con dis.).
1852*Proprietà di Giacomo Pupatti (Competenze, II, f. 5v).
1859 È di Giacomo Puppati2.
   
NOTE1Nel ms. della Porta senza indicazione di fonte. Un atto del 28 nov. 1694, rogato da Girolamo Dell’Oste, è stilato in casa di Giovanni Francesco Gallici in Portanuova (A.S.U., N., 7906, VI instr., f. 114r — 115r).
 2Per l’attività del Puppati: KECHLER, Industria serica, 299; PICCO, Ricordi, 132.
Porta Nuova
  Nel 1515 il luogotenente propone di aprire un portello del muro della terza cinta. Nel 1522 fu acquistato il terreno nell’orto della famiglia Moises e costruita la strada sino in Giardino. Dove fu tagliata la muraglia, in onore del luogotenente Vincenzo Cappello fu costruito un arco che assunse il nome di Porta Nuova.
1902, ott. 13 Il consiglio comunale delibera la demolizione dell’arco di Porta Nuova che è trasferito in castello all’ingresso del cortile.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 42r.
   
BIBLIOGRAFIA DE PIERO-GUALANDRA, Compendio, 22; MIOTTI, Cenno sulle antiche opere, 25; della PORTA, Toponomastica, 166-167; RODARO, Castello, 44; VALENTINIS, Udine antica, 6.
   
ICONOGRAFIA MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, L.
1590
1518, mar. 3 Si concede a Rizzardo di Fontanabona1 di chiudere un’androna del comune in luogo detto Cortazzis presso la sua casa verso mezzogiorno, verso oriente, verso la sua stalla, a sett. verso tre casette dello stesso (Annales, XLII, f. 167v — 168r).
1533, apr. 4 «Comparuit nob. ser. Adriaticus de Fontebono et dixit se velle in via de Cortacis, ad Portam novam, qua itur in Zardinum publicum civitatis, velle claudere certos suos ortos a parte versus dictam viam muro, et quia murus vetus et eius vestigia procedunt distorta in ambitum, ipsum velle — producere recta linea ad angulum Porte nove predicte, veterem murum destruendo et novum edificando. — Quo loco viso et cognito quod dixerat ser Adriaticus esse verissimum et murum producendo, recta linea, ut predictum est, ellatare viam ipsam et rectam facere ex obliqua per quam quum fiat dictus murus vadentibus subito se offert Porta Nova et Zardinus apertus et latus nec amplius latebit post ambitum muri veteris et, cognito beneficio evidenti, concesserunt —» (Acta, XII, f. 145r).
1560, genn. 3 Atto steso «in contrata Portę novę» in casa dei figli di Giovanni Fontebono (B.C.U., ms. 1232, perg. XIII, not. Andrea Marmossio).
1801 Nob. Tomaso Fabrizio (Nomenclatura, f. 59v).
1809*La casa appartiene a Tommaso Fabrizio, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 44v).
1818, giu. 16*Tommaso Fabrizi vende ai coniugi Antonio Scrazzolo e Gioseffa Calligaris «— Una casa — in Porta — Nuova, —n. 1590 con annesse fabriche, cortivo ed orto con promiscuo fondi e portone colli — coo. Madrisio, confina a lev. — coo. Madrisio, coo. Bertolini e sigg. Follini, mezz. — co. Teresa n. Toppo, moglie del nob. — Giacomo de Portis di Cividale, pon. strada pubblica di detta androna, ed a tram. contrada Porta Nuova —, il tutto — per il prezzo di it. L 12400 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10451, 1652).
1825, lugl. 4°°Vedasi n. 1591.
1830, sett. 3*Antonio Scrazzolo «nell’interno della propria casa, posta nella contrada detta di Porta Nuova sotto il c.n. 1590 —, ha divisato alcuni lavori, li quali richiedono l’apertura delle due finestre a, b». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 3774 Orn. II C).
1832, ott. 15*Divisione fra Antonio fu Pietro Scrazzolo e la moglie Gioseffa Calligaris. Il complesso «confina a lev. parte eredi Folini e parte a salto eredi del fu — Giuseppe Molinari, mezz. parte detti eredi Molinari, ed a salto parte calesela promiscua d’ingresso e parte — Vincenzo Tamai, pon. contrada tende alla Porta Nova ed a tram. contrada di Porta Nova». I diversi lotti sono costituiti da: «— 1. Porzione della fabbrica alta, che consiste in una cantina sotterranea, sala e camera a mezzo piano, sala e camera in primo piano, grannari e camera in secondo piano —. 2. Altra porzione di fabbrica a tram. di detta, che consiste in un sottoportico a pie’ piano, due camere in primo piano e grannaro sotto i coppi —. 3. Fabbrica a levante di detta, che comprende il sito delle scale e stanza annessa —. 4. Magazzino a tramontana dell’antedetta fabbrica alli n. 2 e 3 e grannaro sotto i coppi —. 5. Fabbrica a tram. del cortivo ad uso della filanda —. 6. Fabbrica a tramontana di detta, che consiste in due magazini sulla contrada di Porta Nuova con grannari sotto i coppi —. 7. Orto a levante di detti magazzini —. 8. Fabbrica intermedia a mezz. della fabbrica al n. 1 ed a lev. della piccola corticella, che consiste in un sottoportico a pie’ piano, cucina, camerino e sito di scale in primo piano, camera e sito di scale in secondo piano, grannaretto e sito di scale in terzo piano, con pergoli e corticella —. 9. Fabbrica a mezzodν di detta, che consiste in una stanza e magazzino a pian terreno, due camere e sito delle scale in primo piano, camera, cucina e tinello in secondo piano e grannaro sotto i coppi —. 10. Corticella a mezz. di detta fabbrica —. 11. Fabbrica a mezz. della corticella al n. 8, che consiste in una bottega e corridore d’ingresso a pian terreno, camerino e camera in primo piano e spazzacucina in secondo piano —. 12. Cortivo a levante dell’antedette fabbriche. 13. Calesella promiscua d’ingresso a mezzodν di detto cortivo» (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 637, 3422).
1832, nov. 22*In seguito alla divisione dei beni fra Maria Pagnacco e la madre Gioseffa n. Caligaris, moglie in secondi voti di Antonio Scrazzolo, la direzione del negozio di telerie e seta viene confermata a quest’ultimo (ibid.).
1833, sett. 2 È di Antonio Scrazzolo. Chiede di aprire due porte a destra della porta principale per scendere nella cantina (A.S.U., C.A. I, 206/I, 4462 Orn. II C, con diss.).
 *Il permesso viene concesso dopo una correzione suggerita (ibid.).
1852*Proprietà di Antonio Scrazzolo (Competenze, II, f. 5v).
1855, magg. 30*Angela fu Antonio Cedin, maritata a Bortolo Canal, «proprietaria della casa — n. 1590 —, desidera di utilizzare di dui locali terranei respicienti della strada, per cui le viene di necessità di praticare alcune modificazioni ai vani esterni —». Il permesso è concesso (A.S.U., C.A. II, 66, 3470 Orn. II C, con dis.).
1876*Vi ha negozio di mobili Girolamo Zacum; nella parte censita 1590 B Francesco Feltrino fabbrica nastri e cordoni (COSMI-AVOGADRO, 102, 103).
1900 È di Cosattini.
1938 Osteria “Alla concordia”.
   
NOTE1Per la famiglia Fontanabona: MICOLI, Cronaca, 51, 70.
   
BIBLIOGRAFIA DAMIANI, Arte del Novecento, I, 113-117.
1591
1694 Era dei Madrisio. Vedasi n. 1592.
1801 Co. Nicolò di Toppo (Nomenclatura, f. 59v).
 *Affittuale Leonardo Pestapevere (ibid.).
1809*Appartiene a Marina di Toppo. Vi abita l’oste Leonardo Tomasini (Registro delli aloggi, f. 44v).
1812 Osteria “Alla gallina” (Esercenti).
 *Gestione di Leonardo Tomasoni (ibid.).
1825, lugl. 4 Era del co. Toppo, ora Portis (A.S.U., C.A. I, 100/1825/II, 2530 Orn. II C, con dis.). Una parte è di Antonio Scrazzolo. Costui inoltra richiesta all’autorità competente per «dare ingresso ad una sua affittanza nell’interno del suo fabbricato — n. 1591 —, sita essa affittanza dietro la sua bottega —, combinandoli l’ingresso sopra la — contrada col dimezzare essa bottega —». Il progetto è approvato (ibid.).
1826, lugl. 15 Il cav. Giacomo de Portis e la co. Teresa di Toppo coniugi vendono a Vincenzo Tamai la casa n. 1591; «— confina a lev. — Scrazzolo in luogo Fabrizi, mezz. —Molinari in luogo Madrisio, pon. Picco e sett. strada —, ora tenuta essa casa — ad uso di osteria dall’affittuale semplice Giacomo Collugnati per locazione 18 giugno 1821 —. La proprietà di essi beni stabili era di epoca rimota nella — famiglia delli coo. di Toppo ed è pervenuta nella nob. Teresa di Toppo de Portis — come erede assoluta — col testamento 7 ag. 1798 del di essa genitore co. Marzio —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, .10552, 2690).
1852*Proprietà di Francesco e fratello Braida (Competenze, II, f. 5v).
1883 Osteria alla “Cucina economica” (AVOGADRO, 150).
 *Gestione di Antonio Agnoluzzi (ibid.).
1938 Osteria “Alla speranza”.
1592
1691, ag. 9*«La — co. Tadea, moglie del q. — co. Ascanio di Colloredo, — come tutrice — delli — suoi figli —, ha — ad emfiteusi — concesso a — Liberal Canciano, capellaro in questa città —, la casa posta nel borgo di S. Christofforo, descritta nella stima di 20 genaro decorso del sig. Coradino perito —. Detto Canciano si è obligato pagar — annualmente — ducati sette —» (A.S.U., N., Giovanni Domenico Vinacese, 7887, XI istr., f. 54v — 57v).
1694, magg. 29 Stima del pubblico perito Mattia Cittareo: «Stima dell’infrascritta casa delli nob. — Lucrezio e fratelli Gallerii Una casa posta nel borgo di S. Cristoforo, che termina nel principio della calle di Portanova, in tre solleri con suoi muri, soleri, coperto di coppi con la fassada verso levante in pessimo stato, che per necessità bisogna farli una scarpa di muro con legname di pietra dal fondi sin al primo solaro et aggiustar anco il tempiaro verso i monti logorato dalla tramontana, come anco il coperto di coppi, massime la parte verso detta calle drio, essendo marciti due segni sotto e postovi due modeoni per legno con scaffette, che non è sufficiente, ma bisogna aggiungerne due altri per fortificarlo. Confina a lev. l’androna consortiva drio detta casa, che stagna alla casa del nob. — Tomaso Fabritio, a mezo dν casa del medesimo — Liberal Canciano, a pon. il borgo di S. Cristoforo et parte la calle di Portanova dove termina questa casa, et ai monti casa delli — fratelli Madrisii et parte un sito di casa che dice il sig. Gallerio esser di sua raggione, che non si comprende in questa stima e resta suo benefizio Fazzada di muro sopra il borgo et parte sopra detta calle di Portanova, longa ps 5 pd 3 1/2, alta con fonda, compreso il muro basso sotto terra della stanza del fornaro e del magazen, ps 39 pd 4 1/2. Altra fazzada pur di lev. drio il magazen che non arriva all’androna suddetta longa ps 2 pd 1 1/2 alta con fonda ps 3 pd 2 1/2: ps 17 pd 1 —». La stima cita un «secondo sollaro», un «portighetto». Conclude: «poggiolo di legni e tolle è tristo, che non val un petto» (B.C.U., ms. F. XXIV, f. 81r — 89r).
1694, giu. 4 Lucrezio q. nob. Daniele Gallerio vende a livello francabile la casa, vincolata al fidecommesso, ordinato dal q. Andrea Giorgino con testamento 5 ag. 1573, al sig. Liberale Canciani, cappellaio (B.C.U., ms. F. XXIV, f. 80r).
1710, apr. 6*«Nel giudizio di subordinatione e nell’alibramento dell’heredità del q. — Liberal Canciani capellaro —, publicato negli atti dello sp. — G.B. Carati nodaro il —30 ag. 1707, essendo stata assegnata alla sign. Antonia Canciani, moglie rei. del medesimo, in pagamento e per conto di credito suo dotale di d 100 — s 8 —, una casa in borgo di S. Christoforo, confina a lev. con li — fratelli Madrisii —, a mezodν con gli heredi Bianchi, a pon. con la strada publica et a tram. con li — Madrissi — (non compresa però una stanza a pie’ piano — assegnata al nob. — G.B. Bratteolo in pagamento d’un suo capital livellario di d 50 —), hora la detta sign. Canciana — ha — venduto alli nobili — rev.mo Daniele, Martio e Nicolò fratelli Madrisio — la — casa — per prezzo — di ducati novecento e sette, lire cinque, soldi quindici e mezzo —» (A.S.U., N., Nicolò Aloi, 8109, VII instr., f. 83v — 87v).
1735*La casa è gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo. «Il sig. Daniel Gallerio, in loco di ser Bernardin Gallerio, paga di livello sopra la casa appresso altre al canton, che ha un pozuolo di legno et è per mezzo di una porta bassa di ser Lodovico Madrisio e verso la stradella che va a Portanova, dirimpetto ad una casa di ragione del pio ospitale, ora già speciaria, denari 32, cioè L 1 s 17 p 4. Questa casa fu confinata col cattastico 1643, 1693; pagò ser Carlo Gamba inquilino et hora il Liberal Canciani, ultimamente pagano li nobili — Marzio et Nicolò Madrisii, possessori della casa sudetta. Ora pagano li — coo. Giuseppe e fratelli Madrisii» (B.C.U., ms. D. 42, f. 21v).
1789, sett. 12 Il co. Antonio fu G. Maria vende a Giacomo e Felice q. Antonio Picco «una casa — in borgo di S. Cristoforo nella calle che conduce alla Porta Nuova, che confina a lev. sito promiscuo colli — sigg. Fabrizi ed oltre casa dominicale — Madrisio, a mezz. casa della sign. Catterina Gregorutti, moglie del sig. Domenico Benvenuti, a pon. borgo di S. Cristoforo e contrada Porta Nova, ed a tram. — coo. fratelli di Toppo —», per d 1209 L 4 s 4 (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9975, XV instr., 1145, f. 1407r — 1408v).
1801 Antonio Picco (Nomenclatura, f. 59v).
1809*La casa appartiene al falegname Antonio Picco, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 44v).
1809, sett. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 31 ag., a pregiudizio di Antonio Picco, debitore per L 15,90, asta senza esito della casa n. 1592 (A.S.U., C.N., 80, Asta).
1852*Giacomo Picco (Competenze, II, f. 5v).
1861°È di Giacomo Picco. Viene riformata (A.M., Atti Ornato 1857-1864).
1876*Bottega del calzolaio G.B. Simonetti (COSMI-AVOGADRO, 88).
1938 Birreria Gambrino.
1593
 *La casa è gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo, come attestano i rotoli delle confinazioni.
1376 «Mattiuza mollendinaria pro una domo apud stupam den. xxxij» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 120r).
1394 «Matiuza mollendinaria solvit pro una sua domo sita in ruga per quam itur ad peccatrices iuxta stationem ser Niccolussi ser Zani et viam publicam den. xxxij» (ibid.).
1407 «Poledrus cerdo de burgo Glemonæ solvit pro quadam sua domo quæ dudum fuit Mattiuzę molendinarie sita in ruga per quam itur ad rostam cerdonum ante macellum —» (ibid.).
1413 «Lu covent di Sant Pieri Martir si paga soura una casa che fo di Matiuse mulinar in la contrade del burdelo —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 120v).
1430 Convento di S. Pietro Martire. Buiatto, macellaio (B.C.U., ms. F. XXV, f. 121v).
1431 Pietro Ongaro, tessitore (ibid.).
1511 M. Mattio, cappellaio (B.C.U., ms. F. XXV, f. 122r).
1519 Zuan Paolo, cappellaio1, suo figlio (ibid.).
1541 Suoi eredi (ibid).
1564 «Zuan Dardol, capellaro, in logo del q. ser Iacomo di Maniago» (ibid.).
1565—1602 Lodovico Gallerio q. Giovanni Daniele (B.C.U., ms. F. XXV, f. 122r — 122v).
1643, apr. 23 «Casa sul canton che va in Cortazze —, posta nel borgo di S. Christoforo, possessa per il sig. Daniele Galerio, habitata per — Giacoma Fabris fornara — et — per m. Antonio pleraro, confina a sol levado una stradella detta Cortazzis, a mezodν et a sol a monte la strada publica et ai monti il — sig. Galerio mediante casa habitata per ser Francesco Genaro» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 82-83).
1656 Daniele Gallerio (B.C.U., ms. F. XXV, f. 122v).
1690 Daniele Gallerio «in luoco di m. Bernardino Gallerio» (ibid.).
1693*«Pagò ser Gamba inquilino ed ora paga il sig. Liberal Canciano» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 120r).
1694 È di Liberal Canciani. Vedasi n. 1592.
1748-1749 Co. Giuseppe e fratelli Madrisio (ibid.).
1801 Antonio Molinari (Nomenclatura, f. 59v).
1809*La casa appartiene al cappellaio Antonio Moinaro, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 44v).
1828, ag. 10*Ad Antonio Sbainaro necessita «di aprire tre finestre del granaio della propria casa posta in borgo S. Cristoforo al c. n. 1593 e, dovendo cadere le medesime nella facciata guardante metà sulla pubblica strada e metà sulla calle chiusa ivi attigua, ma sempre però invista del pubblico», il proprietario presenta disegno del progetto. La deputazione d’ornato concede il permesso, a condizione che sia «demolito l’attuale verrone in secondo piano» e se ne chiuda la porta d’accesso (A.S.U., C.A. I, 148/X, 3382 Orn. II C, con dis.).
1828, ott. 9°°Progetto di altana (A.S.U., C.A. I, 148/X, 4271 Orn. II C, con dis.)
1852*Appartiene ad Antonio Cainero (Competenze, II, f. 5v).
1876*Orologeria di Adone Fantini (COSMI-AVOGADRO, 105).
1883*Bottega dell’ombrellaio Giovanni Ruffini (AVOGADRO, 105).
1933, lugl.-ag Viene rifatto il piano terreno.
   
NOTE1Giovanni Paolo cappellaio figlio di Mattia cappellaio è presente a un atto redatto da Roberto da Latisana il 5 genn. 1508 (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. 1508-1510, f. 11r — 11v).
   
BIBLIOGRAFIA JOPPI, Udine prima del 1475, VI.
1594
1707, mar. 14*«Fatto in Udine, nella contrada di S. Cristofforo, in casa degl’infrascritti — Madrisii» (A.S.U., N., Bertrando Brunallesco, 7805, XXII instr., f. 58r).
1744 Casa Madrisio, già Fabrizio (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 175).
1801 Co. Francesco e fratelli Madrisio «loro abitazione» (Nomenclatura, f. 59v).
1809*Proprietà di Lugrezia Madrisio (Registro delli aloggi, f. 44v).
1822, magg. 3*Nell’inventario per l’ipoteca sui beni dei fratelli Madrisio: «Nella r. città di Udine, casa marcata dal c.n. 1594 in contrada dei Gigli con suo fondi e cortivo —; confina a lev. — coo. — Bartolini, mezz. parimenti, pon. strada pubbl. e parte — Antonio Strazzolo e sett. lo stesso — Strazzolo —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10546, 1584).
1823, giu. 28 Il nob. Alessandro fu Stefano e Lucrezio fu Giuseppe Madrisio vendono a Giuseppe Valentino Molinari «la casa dominicale con corte ed orto — n. 1594 — la quale confina lev. e mezz. Bartolini — pon. strada — e parte Antonio Scrazzolo ed a sett. Scrazzolo —» per it. L 10000. «Siccome però nella casa stessa, in forza della divisione testamentaria del fu — co. Marzio q. Giuseppe Madrisio 15 lugl. 1811 — in note del nod. —Domenico Cosattini —, spetta al sig. Giuseppe Lombardini il diritto di uso di due stanze e di una posta di cavallo nella stalla di detta casa vita sua natural durante —, prende impegno — esso — Alessandro — di corrispondere al — compratore it. L 10,24 per ogni mese —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10459, 3548).
1824, apr. 5 È di Giuseppe Molinari (A.S.U., C.A. I, 89/1824/X, 1817 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario chiede il permesso di «aprire una porta e formare un ribato ad uso di bottega». Il progetto viene modificato dalla deputazione d’ornato, che propone l’apertura di un portone gemello rispetto a quello esistente (ibid.).
1826, febbr. 21*«— Giuseppe del fu nob. — Antonio Lombardini — rinuncia alli — nobb. — Alessandro, Giacomo e Giuseppe q. — co. Steffano Madrisio — ogni suo diritto di godimento e usufrutto — sopra la — casa — in borgo di S. Cristoforo al c.n. 1594 in vigor dell’enunziato testamento del — mons. Marzio can. Madrisio 15 lugl. 1811 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10310, 2089).
1844, genn. 4*«— Giuseppe del fu G.B. del fu Francesco zio e nipote Cosattini — vendono al — sig. Antonio del fu Girolamo dott. Cosattini, rispettivo loro nipote e cugino, — le due terze parti — sopra la casa ed orto in — contrada S. Cristofolo al c.n. 1594 — tra li confini a lev. e mezz. nob. — Teresa Bertolini, pon. parte il borgo di S. Cristofolo e parte ingresso promiscuo con Sbainero, eredi del fu Antonio Picco e Scrazzolo —, pervenuta in proprietà del fu — Giuseppe Molinari per acquisto fatto dalle mani del nob. Alessandro Madrisio — mediante — contratto in data 28 giugno 1823, atti Paderni —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4833, 5270).
1852*Proprietà di Antonio Cosattini (Competenze, II, f. 5v).
1876*Studi del geometra Ettore Cosattini e del notaio Valentino Baldissera (COSMI-AVOGADRO, 103, 146), ancora segnalati nel 1883 (AVOGADRO, 146, 150).
[1937] Nell’architrave d’una porticina sulla calle Cortazzis sino alcuni anni orsono si vedeva lo stemma Fabrizio.
1595
  Questo numero comprende due palazzi: quello piϊ a nord ha un trifora al primo piano ed una bifora al secondo, sopra la quale uno stemma Bartolini; apparteneva anticamente agli Andriotti1, che estendevano la loro proprietà sino alla Porta Nuova. Passò quindi alla fine del secolo XVI ai Partistagno ed ai Pace, quindi, verso il 1590, ai Bartolini2 (B.C.U., ms. F. XXV, f. 356r).
  L’altro palazzo a sud fu costruito sul posto di vecchie case dei Bertulini.
1407 Per un legato fatto nel 1393 da Caterina, serva di Giovanni del q. Vicardo di «Castro Utini» (Andriotti), gli Andriotti pagano alla fabbrica del duomo, sopra tutti i loro beni, due libbre d’olio (B.C.U., ms. F. XXV, f. 356r).
1441 «Li eredi di ser Francesch fiol che fo de ser Niculau de Bretulin de Uden paga per anno de livello al nadal sora una sua casa murada e de copi coverta, mituda in Uden, sotto la monte del castello de Uden, apresso una casa de ser Zuan fiol de Vichirat de Castello de Uden, apresso li heredi che fo de ser Martin de Pohona de Uden, apresso la monte del dito castello de Uden e la via pub‹bli›ca denari ciijor —» (A.S.U., Confraternita dei Calzolai, 425, Libro rosso, I, f. 32r, cassato).
1511 Ser Zorzi Andriotti, detto di Brazzà, paga (B.C.U., ms. F. XXV, f. 356v).
1514 «Paga il magn. cavaglier Pace» (ibid.).
1580 Orazio Partistagno q. Agostino, come erede di Giorgio Andriotti paga (ibid.).
1595 «Paga G.B. Bartolini, come possessor di detta casa» (ibid.).
1637 Paga Gregorio Bartolini (ibid.).
1641, mar. 5 Patti fra Gregorio Bartolini e m. Pietro Antonio Navarra3 per la costruzione del palazzo (A.S.U., Arch. Caimo, 51).
1647 «Eredi del q. — Gregorio Bartolini in luoco del sig. Alessandro Pace, già del sig. Orazio Partistagno» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 356v — 357r).
1658-1659 «Li sigg. Filippo ed Ettore — q. Gregorio Bertolino pagano sopra la sua casa della sua abitazione». Nel «1570 possedeva e pagava — Alessandro Pace» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 357r).
1687, lugl. 19*Fatto in Udine nel borgo di S. Christofforo nella casa delli nobili — Filippo e fratello Bartolini» (A.S.U., N., Giovanni Domenico Vinacese, 7887, IX istr., f. 1r).
1735*«Mercà Vechio. Il sig. Filippo Bartolini, erede del q. — Gregorio Bartolini in loco del sig. Alessandro Pace e del sig. Oratio Partistagno paga lb 2» (B.C.U., ms. D. 42, f. 53v).
1801 Co. Gregorio e fratelli Bartolini (Nomenclatura, f. 59v).
1809*Proprietà di Antonio Bartolini (Registro delli aloggi, f. 44v).
1824, apr. 5°°Vedasi n. 1594.
1834°Bartolini, loco Marchesi, loco Simonino Antonio, loco Zuan barbier, loco Pietro Michel barbier, paga ven. L 4 in dipendenza d’istrumento 22 marzo 1373, atti Fantussio q. Giacomo, stipulato con la fraterna di S. Nicolò sopra una casa fu di Zuan barbier (Arch. dell’Ospedale di Udine, Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834).
 °Censo garantito da ipoteca sui n. 1595-1596 (forse trattasi di una casetta già esistente fra i n. 1595-1596) (ibid.).
1838, ag. 28 Teresa Bartolini chiede di fare la bifora centrale del quarto piano e di sopprimere due bifore gotiche nello stesso (A.S.U., C.A. I, 285/1838/VII, 4822 Orn. II C, con dis.).
 *La richiesta è accolta.
1856 Il palazzo passa in proprietà del comune per testamento della co. Teresa Bartolini (Picco, Scritti vari, 166)4.
1861, mar. 3*Richiesta del podestà all’ingegnere municipale di preparare preventivo di spesa «per ridurre il sottoportico Bartolini abitabile ad uso negozi». In data 10 apr. l’ingegnere trasmette il preventivo che riguarda la costruzione dei soffitti, del pavimento, delle pareti e della scala «per ascendere al giardino» e la sistemazione dei serramenti per porte e finestre. Il 9 magg. lo stesso esprime il parere, sostanzialmente negativo, sulla proposta di affittare il palazzo a Melchior Amadio per persona da dichiararsi. La sua preoccupazione riguarda soprattutto l’uso che potrebbe essere fatto dell’edificio. In questa occasione si viene a sapere che la parte detta riva è già stata affittata. In data 24 maggio l’ingegnere presenta una relazione nella quale segnala i locali dell’edificio che possono essere affittati. Circa le tre stanze adiacenti al salone del primo piano, spiega che due verso la facciata sono «incomplete ed inabitabili» e che la terza «con arcova a sinistra, verso l’interno», è abitabile (A.S.U., C.A. II, 76/1861).
1864, lugl. 29 Il consiglio comunale delibera di concentrare nel palazzo Bartolini tutte le istituzioni patrie di scienze, lettere ed arti, trasferendo le scuole femminili elementari maggiori nel locale Antivari (Archivio del comune di Udine, Consiglio 1863-1865. Prot. verb. consiglio comunale della r. città di Udine, n. 5795, IV, particola 4).
1868, magg. 14*Vi ha sede l’«ufficio commissioni dell’Associazione agraria friulana» (“Giornale di Udine”, 3, CXIV, 14 magg. 1868, 4).
1876, ott. 18 Il consiglio comunale autorizza la demolizione delle casette attinenti allo stabile Bartolini (Parti prese... 1880, 121).
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 24 sett. 2010 ai sensi del D.Lgs. 42/2004.
   
NOTE1Per la famiglia Andreotti: LAZZARINI, Della famiglia A ndriotti; di MANZANO, Annali, III, 415-416; MONTICOLI, Cronaca, 16-17; PALLADIO degli OLIVI, Historie, 1, 204.
 2Per le origini della famiglia Bartolini: BATTISTELLA, I Toscani, 246; MONTICOLI, Cronaca, 39.
 3M. Pietro Antonio Navarra è citato in due documenti per una casa in Sottomonte. Il primo risale al 1638, sett. 26: «— Gregorius Bertholinus — vendidit — Petro Antonio Navarre, murario in hac civitate unam domum sitam Utini, in contrata vocata Sotto Monte —, que domus terminal a parte anteriori cum via publica, a superiori cum domo mei notarii et fratrum et a reliquis partibus cum domo et monte dicti nob. Bertholini precio — ducatorum centum septuaginta trium —» (A.S.U., Arch. Caiselli, Istrumenti di acquisto per Udine e pertinenze, not. Bernardino Orgnani). L’altro è del 1654, magg. 15: «— Madona Sabada, moglie rel. del q. mess. Pietro Antonio Navara, muraro in questa città — ritrovandosi haver una casa — in — Sottomonte, di muro, coperta di coppo, solerata, malissimo all’ordine di coperti, solari et senza balconi, confina dalla parte anteriore con la via publica dalla parte superiore con la casa del — sig. Bernardino Orgnano, nodaro coli. — et dalle altre con le case et con la monte, del nob. — Bertholino —, vendete — alli — coo. Lonardo et Pietro fratelli Caiselli — la suddetta casa — et questo per prezzo di ducatti cento e settantatré —» (A.S.U., Arch. Caiselli, Istrumenti di acquisto per Udine e pertinenze, not. Francesco Susanna).
 4In realtà il Picco cita la data 1862 come quella del lascito; si tratta invece di quella di apertura.
   
STUDI INEDITI VISENTINI, Architettura civile, 56-61, 139-146.
   
BIBLIOGRAFIA AVOGADRO, Guida, 36, 55-63; La Banca popolare di Udine; BATTISTELLA, Il comune di Udine, 201-203; de BENVENUTI, Iconografia, 31; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 262-265; CHIURLO, Le epigrafi, 56; BRAGATO, Guida, 43-44; COMELLI, Antiquariato librario; COMELLI, La Biblioteca, 26-28; COMELLI, Gli invasori rispettano, 29-31; COMELLI, Passeggiate, 29-30; Elenco degli alloggi; ERMACORA, Guida, 142-144; FORNIZ, Arte poco nota, 9; Inaugurazione del Museo friulano; JOPPI, Biblioteche ed archivi, 246-248; JOPPI, Udine prima del 1425, IV; di MANZANO, Annali, V, 300; di MANZANO, Cenni biografici, 29; PADOAN-URBAN, Catalogo, 85; Parti prese... 1880, 92, 100; PICCO, L’arte di pittura ornamentale, 66; PICCO, Civico museo, 83; PICCO, I funerali di Pietro Zorutti, 3; PICCO, La nostra pinacoteca al Bartolini; PICCO, Il nostro civico museo, 79; PICCO, Ricordi popolari. L’antico piazzale S. Cristoforo, 165; PICCO, La scultura in Friuli; RIZZI, Pluralità, 344, 494-495; de RUBEIS, Catalogo, 6 (1938), 14; SACCAVINO, La Biblioteca, 161-179; S[ACCOMANI], Il ristauro, 20, 29; SERENI, La Biblioteca, 253-281; VALENTINIS, Udine antica, 22.
1596
1801 Co. Gregorio Bartolini (Nomenclatura, f. 59v).
1809*Appartiene ad Antonio Bartolini. Vi abita lo stampatore Pietro Rodati (Registro delli aloggi, f. 44v).
1852*Proprietà della co. Teresa Bartolini (Competenze, II, f. 5v).
1597
1801 Paolo Silio (Nomenclatura, f. 59v).
 *Affittuale Antonio Pascolo (ibid.).
1809*La casa appartiene a Paolo Silio. Vi abita il portinaio Antonio Pascoli (Registro delli aloggi, f. 44v).
1810, ag. 21 Paolo q. Giuseppe Sillio vende per L 2220 a Domenico q. Giacomo Visentini la casa n. 1597; confina con la strada e con Bartolini (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10355, Rep. I, 461, f. 46v).
1813, giu. 2*Domenico Visintini chiede di «ristaurare la linda in una sua casetta situata Sottomonte al n. 1597» (A.S.U., C.N., 180).
1846, sett. 7°Francesco Zuliani vende la casa 1597 per L 6000 a don Carlo Filaferro (not. Giacomo Someda).
1847, ag. 31°Don Carlo Filaferro la vende a mons. Andrea Tonchia (not. Giacomo Someda).
1876*Bottega del coltellinaio Francesco Pisolini (COSMI-AVOGADRO, 91).
1598
1801 Co. Gregorio e fratelli Bartolini (Nomenclatura, f. 59v).
 *Affittuale il libraio Domenico Contardo (ibid.).
1809 Domenico Contardo, libraio (Registro delli aloggi, f. 44v).
 *«Magazzini di carta» (ibid.).
1836, giu. 6 La co. Teresa Dragoni ved. Bertolini vende a Francesco fu Nicolò Maiola oste «una casetta — consistente in una stanza ad uso di magazzino a pian terreno, cucina in primo piano e granaio sotto il tetto, con fondi e corticella a lev., situata — nella calle — Sottomonte — col c.n. 1598 — fra le coerenze a lev. — Luigi del fu Giovanni Lorio, pon. calle di Sottomonte, mezz. Domenico e fratelli Ongaro ed a tram. Regina e Marietta madre e figlia Visentini; la qual casetta fino ad ora era condotta in affitto dal fu Giovanni Moretti fabro. Questa vendita — viene fatta — per lo prezzo — di ven. L 1800 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4820, 1754).
1852*Proprietà di Francesco Maioli (Competenze, II, f. 5v).
1876*Laboratorio del falegname-tornitore Andrea Bonetti1 (COSMI-AVOGADRO, 93, 116).
   
NOTE1Per questo artigiano, detto anche «Calzetta»: Esposizione, 14, 62.
1599
1801 Marco Grisoli (Nomenclatura, f. 59v).
 *Affittuale Antonio Vidis (ibid.).
1809*Appartiene a Marco Grisoli. Vi abita la «lavorante» Caterina Vidis (Registro delli aloggi, f. 44v).
1835*Recapito della levatrice Paolina Maioli (A.S.U., C.A. I, 237/XII, Elenco del personale sanitario).
1852*Proprietà di Francesco Ongaro (Competenze, II, f. 5v).
1856, giu. 19*Giovanni Corazza, proprietario della casa n. 1599, ne presenta progetto di riforma firmato dall’impresario G.B. Rizzani (A.S.U., C.A. II, 66/1856, 4269 Orn. II C, con dis.).
1600
1801 Valentino Colaveta (Nomenclatura, f. 59v).
 *Affittuale Domenico Fongarini (ibid.).
1809*Appartiene all’agricoltore Giuseppe Colavetta. Vi abita l’industriante Teresa Tavellio (Registro delli aloggi, f. 44v).
1812, magg. 31*In seguito ad atto oppignorativo del 18 febbraio 1812 contro gli eredi di Francesco Colavetta, debitore per L 206,57, asta di una «cucina in secondo piano con camerino annesso dal corpo della casa posta Sottomonte al n. 1600 con ingresso da una scala che conduce nelle medesime» (A.S.U., C.N., 81, Processo verb. d’asta con effetto, 10).
1852*Proprietà di Luigi Lorio (Competenze, II, f. 5v).
1601
1801 Pietro Mosca (Nomenclatura, f. 59v).
1809 Giuseppe Colavetta, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 44v).
 *Vi abita l’industriante Chiara Mosca (ibid.).
1817, lugl. 10 È di Giovanni Lorio (A.S.U., C.A. I, 10/1817/XIII, 3246 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario presenta progetto di riforma della facciata e ottiene l’autorizzazione (ibid.).
 °°Il disegno è firmato da «Giuseppe Venuti P.co P.to».
1852*Proprietà di Luigi Lorio (Competenze, II, f. 5v).
1602
1801 Valentino Colaveta di Paderno (Nomenclatura, f. 59v).
 *Affittuale Antonio Tommada (ibid.).
1809*Appartiene all’agricoltore Giuseppe Colavetta. Vi abita il fabbro Giovanni Moretti (Registro delli aloggi, f. 44v).
1812, ag. 28*In seguito ad atto oppignorativo contro gli eredi di Francesco Colavetta, debitore per L 37,72, asta di «una stanza a pian terreno, serve ad uso di bottega di fabro al n. 1602» (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, p. 12, n. 159).
1852*Proprietà di Luigi Lorio (Competenze, II, f. 5v).
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese... 1913, 121.
1603
1801 Valentino Colaveta (Nomenclatura, f. 60v).
 *Affittuale Giorgio Zorzutti (ibid.).
1809*Proprietà dell’agricoltore Giuseppe Colavetta. Vi abita la rivendugliola Maddalena Corincigh (Registro delli aloggi, f. 44v).
1833, magg. 14*Francesco Menesini, procuratore dei pupilli di Giovanni Lorio, espone lagnanze circa l’ordine di sospensione dei lavori per il riatto della «linda» alla casa (A.S.U., C.A. I, 206/I, 2039 Orn. II C).
1852*I n. 1603, 1603 A e B appartengono a Luigi Lorio (Competenze, II, f. 5v).
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese... 1913, 121.
1604
1703, apr. 2*«Tenendo — G.B. Zerbino q. Nicolò una sua casa Sottomonte annessa ad altra del sp. Giovani Lorio1 del sig. Lorio, ambi male all’ordine, che tengono bisogno di riparo, al che fare era insorto tra loro — motivo di discrepanza, onde per diversivo a qualunque occasione di lite, ha dichiarato detto sig. Lorio — d’acquistare la medesima casa Zerbina nel stato e grado ch’hora s’attrova per il prezzo — di ducati 275 —, in ordine a che detto sig. Zerbino — vende — la casa suddetta, confina a lev. case del comprator, mezodν la casa annessa antedetta, a pon. strada pubblica et a tram. il sig. Giacomo Bossio —» (A.S.U., N., Gerolamo Dell’Oste, 7907, VIII instr., f. 313v — 314v).
1727, genn. 17*«Udine, in casa dell’infrascritto — Lorio, nel suo mezado o stanza terranea verso Mercà vechio». Si tratta di Pietro Lorio, come precisa in altro luogo il documento» (A.S.U., N., G.B. Fabrizio, 8137, Istr. 1724-1729, f. 129r).
1782, dic. 19*«— Giovanni q. — Niccolò Cassaco — ha — venduto — al sig. Giuseppe figlio del sig. Valentino Molinari — una casa posta — nella contrada — Sottomonte, confinante a lev. colla riva del castello, a mezz. li — fratelli Lorio, a pon. detta contrada ed ai monti il rev. — Francesco Colaetta —, la qual casa fu acquistata dal predetto Giovanni dalle mani del sig. Giuseppe, Claudio e Marzia fratelli e sorella q. — Lorio Lorio con instr. 10 Luglio 1779 in note del q. — Giuseppe Andrea Pilosio de Zeraffini not. — e viene in presente tenuta in affittanza semplice parte dal sig. G.B. Moisetti, parte dalla sign. Lucia rel. q. — Urbano Bruneleschi e parte dal sig. Domenico Visentino per la dita Paolo Contardo. — Questa — vendita — ha fatta — pel — prezzo di d 700» (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9791, XIX, 2539, f. 3463r — 3464r).
1801 Domenico e Giuseppe Molinari (Nomenclatura, f. 60v).
1809*Appartiene a Domenico e fratelli Molinari (Registro delli aloggi, f. 44v).
1837, apr. 1 Sebastiano Colautti vende ad Anna Camocini Dainese la «casa — n. 1604 — che confina a lev. — Pietro Campiutti, mezz. — Lucia Nassimbeni, pon. la contrada di Sottomonte, ed a tram. li eredi Colaetta. La — vendita viene fatta — pel prezzo — di austr. L — 6300 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10488, 10699).
1851, dic. 17*Pietro Dainese, proprietario della casa, chiede ed ottiene di aprire una «porta in asse colla finestra sovrastante» (A.S.U., C.A. II, 66, 8302 Orn. II C).
1852*Appartiene a Pietro Dainese (Competenze, II, f. 5v).
   
NOTE1Giovanni Lorio da diciassette anni è già proprietario di una casa in Sottomonte, come risulta da un atto del 19 lugl. 1686: «— Gioseffo Gallici — ha — venduto et a livello concesso la sua casa posta nella contrada di Sottomonte che era stata data in parte di dote al sig. Andrea Anzil suo cognato, ritornata in potere di detto — Gallici per la mancanza della sorella e prole, al — sig. Giovanni Lorio, pure di questa città —, per la somma di d 540 s 7 — giusta la stima del sp. — Mattia Cittareo perito, fatta sin l’anno 1682 di 12 gen. per l’occasione della cessione che il Gallici voleva fare di detta casa al sig. Francesco Sporeno —. Doppo d’essa stima dal sig. Andrea Ianzil in far alzar la cameretta superiore annessa alla scalla del granaro giusta la poliza data al detto sig. Giovani del — 18 lugl. 1682, et questo — fa — detto — Gallici perché detto sig. Lorio le ha — esporsato ducati quaranta — che furono spesi in far salizar il mezado et altro per benefitio della detta casa —» (A.S.U., N., Benedetto Bergamini, 7673, XVIII instr., f. 54v — 56r).
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese... 1913, 121.
1605
1770, apr. 20 - 1790, giu. 8*«Giuseppe e fratelli Silii q. Paolo pagano ogn’anno d’enphiteusim in virtù di parte presa nel magn. consiglio secreto 1751, 8 apr. per una casa oltre la roia in detto borgo, L 37» (A.C.U., A.A.O., Rottolo livelli 1769, p. 97).
1801 Giuseppe Silio (Nomenclatura, f. 60v).
1809 Giovanni Nascimbeni, orologiaio1 (Registro delli aloggi, f. 44v).
1828, febbr. 27 Francesco Nassimbeni vende a Lucia Basaldella Nassimbeni «la casa n. 1605 — a cui confina da lev. — Pietro e Rosa Campiutti, a mezz. — Maria Geltruda Poslepi, pon. la contrada — di Sottomonte ed a tram. — Giuseppe Molinari — per L 1500, item li mobili tutti che vi esistono circa per L 200 —» (not. Antonio Sartori di Tolmezzo, alleg. ad istr. in A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10312, 2326).
1837, ag. 25*«Fin dal — 5 apr. 1831 segui privato contrattò tra — Lucia f. del fu — Rosano Basaldella ed il sig. Francesco — Basaldella, di lei fratello —, con cui essa — Lucia si confessò debitrice di ven. L 3000 verso il — fratello — e per tal somma cesse — allo stesso — Francesco una — casa — situata — nella contrada — Sottomonte coscritta col c.n. 1605 —, confinante — verso lev. con — Pietro Campiutti, a mezz. — Maria Geltruda Posleppi, a pon. con la contrada Sottomonte ed a tram. gl’eredi del fu Giuseppe Molinari —. Innanzi di me notaio —, Francesco Basaldella dichiara che per forma del citato privato contratto 5 apr. 1831 non tiene credito di sorte né pretesa — ed in conseguenza — retrodà alla — sign. Lucia la preindicata casa —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10316, 3166).
1852*Appartiene ai fratelli Nasimbeni (Competenze, II, f. 5v).
   
NOTE1Dei Nascimbeni orologiai il Picco cita tre generazioni: Giovanni, Francesco e Giovanni nonché un Carlo: PICCO, Ricordi, 116, 117. L’orologiaio Giovanni Nascimbeni è ricordato ancora in un documento del 31 magg. 1812 (A.S.U., C.N., 175/XVII, 3087).
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese... 1913, 121.
1606
1801 G.B. Pilosio (Nomenclatura, f. 60v).
1809 Antonio Bernardis e Francesco Soardi (Registro delli aloggi, f. 44v).
 *Vi abita il parrucchiere G.B. Pilosio (ibid.).
1852*Appartiene ai del Torso (Competenze, II, f. 5v).
1876*Al n. 1606 botteghe del calzolaio Luigi Croattini e del falegname Antonio Piva; al n. 1606 A fucina del fabbro e meccanico Antonio Gasparini (COSMI-AVOGADRO, 88, 92, 93).
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese... 1913, 121.
1607
1801 Anna Posleppi1, levatrice (Nomenclatura, f. 60v).
1804, apr. 28*Vedasi n. 1608.
1809*La casa appartiene alla levatrice Anna Posleppi. Una parte è abitata dall’impiegato Michele Del Negro (Registro delli aloggi, f. 44v).
1827, mar. 25 Francesca q. Giuseppe Sedeucis eredita la casa da Giulia Posleppi (vedasi atto del 5 ag. 1840).
1840, ag. 5 Francesca q. Giuseppe Sedeucis vende a Francesco del fu Giulio del Torso «la casa posta — nella calle Sottomonte con suo relativo fondo ed orto, marcata dal c.n. 1607 —; confina a lev. e mezz. — Pietro q. Giuseppe Campiutti, pon. la — calle Sottomonte ed a tram. eredi q. G.B. Pilosio e — Francesco Nassimbeni —, pervenuta essa casa in proprietà dell’alienante in forza della testamentaria disposizione 15 marzo 1829 —, fatta a di lei favore dalla def. Giulia Posleppi —. La — casa — viene — alienata — per il prezzo — di austr. L 5600 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4825, 3031).
1841, giu. 20 È di Francesco Del Torso. Nell’agosto 1840 fu demolita e rifatta la facciata (A.S.U., C.A. I, 328/VIII, 3946 Orn. II C).
1843, giu. 23 «— Il nob. — Francesco del fu Giulio del Torso — vende — al sig. Giorgio Aghina del fu Carlo Bortolomeo una casa — nella calle Sottomonte, di nuovo fabbricata, con relativo fondo, corticella ed orto, coscritta col c.n. 1607 — fra li confini di lev. e mezz. — Vincenzo q. Filippo Mander, a pon. la suddetta calle di Sottomonte ed a tram. il — venditore con altra casa e parte — Lucia Basaldella maritata Nascimbeni; casa che è composta dei seguenti locali —: in pian terreno stanza per uso di cantina o legnera, mezzadino con unito salvarobba e sottoportico d’ingresso; in primo piano cucina con — spazzacucina, tinello e stanza attigua; secondo piano, tre camere, camerino, con sue altanette, con cesso e sopraposto pollaio; terzo piano, tre camere e camerino, pergolo esterno verso la corte e superiormente soffitta morta, che abbraccia tutta la casa —. Questa — vendita — fatta viene per il prezzo — di austr. —L — 9000 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4831, 4914).
1845, sett. 26°Giorgio Aghina fu Carlo la vende a Teresa Tomadoni per L 9600 (Atti priv., not. Antonio Cosattini).
1852*Teresa Tomasoni (Competenze, II, f. 6v).
1876*Bottega del calzolaio Francesco Meneghini (COSMI-AVOGADRO, 88).
   
NOTE1La famiglia Posleppi si trova in Sottomonte almeno dal. 1767, ott. 15. «Casa di muro, coperta di coppi, di due solari, con orticello, posta — nella contrada — Sottomonte, tenuta ad affitto dal sig. Francesco Posleppo, confina a lev. e mezodν orto e casa del rev. — Giacomo Buri, pon. la contrada di Sottomonte et a tram. parte — Andriana Gandina, parte — Carlo Gazzoldi e parte li sigg. Lorii —». L’edificio ospita anche una bottega (A.S.U., N., Francesco Prodolone, 9015, Divisioni Antivari, f. 36v — 44v, 47r).
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese... 1913, 121.
1608
1801 G.B. Tommasi (Nomenclatura, f. 60v).
 *Affittuale nob. Girolamo Soardi (ibid.).
1804, apr. 28*Vedasi n. 1609.
1809 Filippo Mander, cappellaio (Registro delli aloggi, f. 44v).
 *Vi abita il sellaio Bortolo Parlati (ibid.).
1840, nov. 9 Pietro q. Giuseppe Campiutti vende a Vincenzo Mander q. Filippo casa n. 1608, 1609 con orto. Confina lev. Rainis, tram. castello, mezz. Sottomonte, pon. Luigi Lorio e Francesco del Torso (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/I, 50).
1852*Proprietà di Vincenzo Mander (Competenze, II, f. 6v).
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese... 1913, 121.
1609
1801 G.B. Tommasi (Nomenclatura, f. 60v).
1804, apr. 28 «— Il nob. — Girolamo q. — Romanello Soardi — cede — a titolo di perpetuo enfiteusi — al sig. Filippo q. Giovanni Mander oriundo da Solimbergo ed ora abitante in questa città —, una casa — posta nella contrada detta di Sottomonte —. Confina a lev. la casa — è di ragione degl’eredi del q. — Michele Rainis, mezz. la calle detta di Sottomonte, pon. casa fu di ragione Soardi, ora tenuta in enfiteusi dalla sign. Anna Posleppa, tram. la monte di questa ragione. Confini della monte: — a lev. casa di pubblica ragione — e parte — Rainis, mezz. — la casa — Rainis e parte la casa Cellea —, parte casa — Soardi tenuta in enfiteusi dal sig. G.B. Pilosio, parte casa — del sig. Antonio Bernardinis, parte casa del sig. Giuseppe q. Vincenzo Lorio e parte casa — delli fratelli Molinari, pon. monte di — Giovanni Lori ed alli monti il — castello —. E ciò fa — per — annuo canone — di ducati centocinque —» (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10566, Prot. instr. 1800-1804, f. 87r — 88r).
1809 Filippo Mander (Registro delli aloggi, f. 44v).
1840, nov. 9 Vedasi n. 1608.
1852*Vincenzo Mander (Competenze, II, f. 6v).
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese... 1913, 121.
1610
1801 Can. *** Rainis1 e nipoti (Nomenclatura, f. 60v).
 *Affittuale Angelo Ficiani (ibid.).
1809*Appartiene a Francesco e fratelli Rainis. Vi abitano il muratore Leonardo Riva e Angela Di Lucca, «indigente» (Registro delli aloggi, f. 44v).
1852*Appartiene agli eredi di Michele Rainis (Competenze, II, f. 6v).
   
NOTE1Per i Rainis: Archivum...Catastico, I, 290, 291.
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese... 1913, 121.
1611
1801 Can. *** e nipoti Rainis (Nomenclatura, f. 60v).
 *Affittuale Angelo Natolo (ibid.).
1809*Appartiene a Francesco e fratelli Rainis. Vi abita il linaiolo Angelo Bosco (Registro delli aloggi, f. 44v).
1810, nov. 17*In seguito ad atto oppignorativo del 27 ag. contro gli eredi di Alvise Duodo, debitori per L 5,20, asta senza esito di «una stanza a pian terreno al n. 1611; confina a lev. — fratelli Rainis ed a pon. contrada di Sottomonte» (A.S.U., C.N., 80, Asta).
1811, mar. 9*Asta contro gli stessi eredi, debitori per L 1,69 di una «stanza a pian terreno guardante la riva del castello» (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta).
1812, magg. 31*Dopo atto oppignorativo del 29 febbr., asta di una «stanza a pian terreno dal corpo della casa Sottomonte al n. 1611, serviva ad uso di tinello con ingresso verso la strada» (A.S.U., C.N., 81, Processo verb. d’asta con effetto, 14).
1813, apr. 24*Giacomo di Antonio Visentini vende ad Antonio fu G.B. Rizzani1 e Giuseppe fu Valentino Prisani2 una serie di fabbricati, tra i quali una «cucina in secondo piano con camerino annesso, dal corpo della casa — n. 1600 con ingresso da una scala verso la strada» (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10571, 633).
1852*Compresa sotto il n. 1651 (Competenze, II, f. 6v).
   
NOTE1Per Antonio Rizzani: PICCO, Ricordi, 93.
 2Per la famiglia Presani, vedasi n. 444.
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese... 1913, 121.
1612
1801 Domenico Facendi, «chincagliere» (Nomenclatura, f. 60v).
1809*Appartiene al chincagliere Domenico Facendi (Registro delli aloggi, f. 44v).
1842, dic. 1 «— Luigi q. Pietro Pelosi, — vende — per il — prezzo — di — L 27000 austriache — la — casa — situata nel Mercato vecchio — coscritta colli c.n. 1642, 1612 —alli — iug. Comencini —» Francesco del fu Cristoforo e Marietta n. Forturato; «qual casa confina a lev. con androna detta di Sottomonte, mezz. con casa del sig. Mander, pon. — il Mercatovecchio ed a tram. altra casa del venditore — Pelosi —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10505, 15418).
1842, dic. 7*«— Luigi q. Pietro Pelosi — vende — al sig. Vincenzo q. Filippo Mander — una stanza a pianterreno, situata al lato di mezz. della casa — in Mercatovecchio, coscritta colli c.n. — 1612 e — 1646 — per il — prezzo di austr. — L 3000 —. Quale stanza è della quantità di ps — 19 pd 43/4 — e ha una finestra con ferrata guardante la strada di Sottomonte sotto la casa dell’acquirente e precisamente quanto manca per completare la stessa casa al c.n. — 1647 —; confina al lato di lev. contrada di Sottomonte, pon. con l’acquirente — Mander, tram. con la casa dominicale del venditore, allienata alli — iug. Comencini, mezz. con il sig. Campiutti —. E questo fa — il venditore — perché — l’aquirente ha — esborsato la somma delle austr. — L 3000 —» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, I, 139).
1843, magg. 27*Francesco Comencini chiede ed ottiene di aprire una porta «in luogo di due informi finestre». Il 13 luglio l’ing. municipale A. Lavagnolo nel sopralluogo ai lavori riscontra alcuni cambiamenti rispetto al progetto, oltre a una indebita occupazione di suolo pubblico. Da qui si apre una vertenza della cui fine non esiste traccia nel documento (A.S.U., C.A. I, 359/IX, 3689 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Luigi Globba).
1852*Compresa sotto i n. 1645, 1646 (Competenze, II, f. 6v).
1876*Recapito della levatrice Teresa Capellaris (COSMI-AVOGADRO, 98).
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese... 1913, 121.
1613
1801 G.B. Di Girolamo «detto il stivalaro» (Nomenclatura, f. 60v).
1809*Appartiene al calzolaio G.B. De Girolami (Registro delli aloggi, f. 44v).
1846, sett. 20*Luigi Pelosi presenta progetto di riforma per la casa e ne ottiene l’approvazione, previa modifica della distanza delle finestre tra i piani (A.S.U., C.A. I, 406/1846/II, 6482 Orn. II C, con dis., firmato dal capomastro Giuseppe Salvador).
1852*Proprietà di Luigi Pelosi Facendi (Competenze, II, f. 6v).
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese... 1913, 121.
1614
1801 Tomaso Stella (Nomenclatura, f. 60v).
 *Affittuale Angelo Martincich (ibid.).
1809*Appartiene a G.B. Stella. Vi abita l’industriante Domenica Martincigh (Registro delli aloggi, f. 44v).
1810, genn. 13*Stima della casa del fu Tomaso Stella, ad opera di Giuseppe Clocchiati «— Sotto Monte. Casa di muri, coperta di coppi con fondi: in sollaro, sotto i coppi, camera e stanza appepiano che unita confina a lev. calle detto Sotto Monte —, a pon. Francesco Millocco, a mezz. — Pietro Pilosio ed a tram. — Lonardo Morandino; avvertesi che la cantina sotterranea è — del sig. Morandino —» (B.C.U., pubbl. per. Giuseppe Clocchiati, vacchetta ms. priva di segnatura, f. 25v — 27v).
1852*Proprietà del demanio (Competenze, II, f. 6v).
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese... 1913, 121.
1615
1801 Giuseppe Ronzoni (Nomenclatura, f. 60v).
1809*Appartiene al parrucchiere Girolamo Ronzoni. Vi abita lo «scapinante» Bortolo Longo (Registro delli aloggi, f. 44v).
1845, mar. 31°Francesco e Nicolò Braida vendono a Rocco q. Rocco Sartoretti la casa n. 1615, 1632 per austr. L 6450 (not. Giacomo Someda).
1852*Proprietà di G.B. Cantarutti (Competenze, II, f. 6v).
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese... 1913, 121.
1616
1455, giu. 19*«Atto e domanda fatta per il nob. d. Paulo q. — Zani del Torso1 nel magn. conseglio di Udine, che essendogli dal detto conseglio stato concesso la riva over colle con la fossa drio la sua casa, già molto tempo posseduto per ser Honofrio de Panzano, per il qual luoco era molestato da alcuni, dicendo loro che la magn. comunità haveva conceduto al detto Paulo il colle et non la fossa, il magn. conseglio dechiarò che detto — Paulo debia havere il detto colle et fossa con tutto il terreno spettante al detto colle et fossa; appar per man de ser Antonio Varis nod. cavato dalli libri del conseglio in carta bombasina —» (A.S.U., Arch. Mantica, 48, Cattastico delle scritture della casa Torsa, f. 7r).
1472, sett. 30 «— Honorabiles viri ser Paulus del Torso q. ser Nicolussii de Utino et ser Marquardus q. ser Johannis de Susana de Utino, — precio — marcarum soldorum viginti quinque —, vendiderunt — provido viro mag. Christoforo archario — unam ipsorum domum muratam, soleratam tegulisque cohopertam, sitam Utini in loco nominato Sub monte, iuxta Franciscum q. mag. Michaelis archarii Blanchi de Utino a duabus partibus, iuxta domum habitationis olim mag. Nicolai seredurarii mediante quadam androna comuni certis domibus, iuxta stratam pubblicam de Submonte —» (A.S.U., Arch. Lovaria, 46, perg. Moroldi n. 67, not. Giovanni del fu Giacomo dei Pittori).
1480-1489*«Christofolo marangon, dicto Horgian, paga dii livello a nadalle sopra la caxa dela sua habitazion L 4» (A.S.U., A.A.O., Rottolo de’ denari de livello in Udene, f. 184r).
1801 Maddalena Fabris (Nomenclatura, f. 60v).
1809 Giorgio Sabus, cocchiere (Registro delli aloggi, f. 44v).
1852*Giorgio Sabus (Competenze, II, f. 6v).
   
NOTE1Per la famiglia del Torso: ZANUTTO, Collana storica delle famiglie nob. del Friuli. Del Torso.
 2Vedasi n. 1628.
1617
1760, febbr. 27 «— Lucia del q. — Giovanni Domenico Marizzola —, tanto in nome suo che della sign. Anna di lei sorella —, vende — al rev. — Domenico q. — G.B. Martinelli — una casa posta — nella contrada di Merchavechio e Sottomonte, qual tutta confina a lev. strada di Sottomonte, mezodν altra casa di abitazione di dette — sorelle Marizzola, pon. strada di Merchavecio et a tram. casa delli — sigg. Orgnano —; qual casa pervenne negli autori di dette — sorelle coll’instrom. 14 magg. 1705 di mano del — sig. Girolamo Dell’Oste fu notaro —. Et questo — fa — per il prezzo — di d 970 L 3 s 8 —» (A.S.U., N., G.B. Stella, 9142, I istr., 202, f. 171r — 172r).
1801 Anna Martinelli (Nomenclatura, f. 60v).
1809*Proprietà della «lavorante» Anna Martinelli (Registro delli aloggi, f. 44v).
1837*«Giovanna q. G.B. Martinelli1 — Del Missier — vende — al — sig. Carlo Annoni — dal corpo della casa — guarda la contrada detta di Sottomonte al c.n. 1617 — cioè la sola camera in primo piano ch’è superiore alla porzione del magazzino — e che guarda la corte, attualmente serve per cucina —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10489, 10996).
1849, febbr. 20*«— Giovanni e Giovanna coniugi Del Missier —, possedendo — una casa — nella contrada Sottomonte al c.n. 1617 —, avente per confini a lev. Rossetti Antonio, pon. Bertuzzi, mezz. Anoni Carlo e tram. contrada Sottomonte, — vendono — la casa stessa per lo titolo — di rendita vitalizia alli — loro figli vitalizanti —. Per lo stesso titolo vengono — dalle dette parti hincinde — venduti ed acquistati li — pochi mobili —. Il complessivo valore — viene — calcolato in austr. L 3000 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10516, 18914).
1852*I n. 1617 e 1617A appartengono a eredi Giovanni de Masieri (Competenze, II, f. 6v).
1876*Recapito del sensale di vino e coloniali Giovanni Sporeno (COSMI-AVOGADRO, 113).
   
NOTE1La vendita avviene in blocco col n. 1629. Vedasi tale numero.
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese... 1913, 121.
1618
 *La casa è gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo sin dalla fine del secolo XIV.
1396, dic. 3 Benvenuta q. Domenico da Udine lascia alla fabbrica del duomo s 80 sopra la casa di sua abitazione in Sottomonte presso Leonardo q. Ettore Miulita notaio, presso altra sua casa, item una libra d’olio su casa presso altra sua casa e presso Michele ed Andrea arcari (B.C.U., ms. F. XXV, f. 362r).
1407 «— D. Magdalena Martiruza solvit annuatim super — sua domo murata tegulis cohoperta sita sub monte castri — iuxta Michaelem et Andream archarios de Foro veteri, iuxta aliam domum quæ fuit olim Benvenutæ venditricis — libram olei unam —» (ibid.).
1433 «Melchior faber Covazuti tenetur solvere super — domo — quæ fuit Madalenę la Martiruze, quam ipse emit a fraternitate Battutorum cum isto onere, ut continetur manu ser Iacobi not. Quirini in 1432, — olei libram 1» (ibid.).
1435 «— Nicolaus Chrispianus — olim Romani Purani de Clauglano tenetur solvere super — sua domo — super qua solvebat d. Madalena dicta Martiruza quam ispe emit a Melchiore Cavazutti ut continetur manu — Iacobi notarti Quirini — 1435 — olei libram unam» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 362v).
1466 «Lorenzo — di Nicolò Cristian fu di Roman di Clauglano —» (ibid.).
1513 «Antonio dell’Orgnan1 sta in Mercà vecchio, in logo del — mess. Iacomo suo padre —» (ibid.).
1643 «— Casa in Sottomonte possessa et habitata per — Bernardino Orgnano notaro; confina a sol levado la strada —, a mezz. Gioseffo Cescone, a sol a monte la casa d’esso — Orgnano [1626-1627] verso Mercà vecchio, con la quale dà braccio la presente et ai monti Ferrando Orgnano fratello del sig. Bernardino» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 85).
1743, giu. 28*«— La — casa è ora — delli — Orgnani, che confina a lev. la strada pubblica Sotto Monte, a mezz. — Gaspare Morizzola, sol a monte altra casa di detti Orgnani verso Mercà vecchio et alle monti li antedetti — Orgnani —» (B.C.U., F. XXI, f. 74v).
1751 Era degli Orgnani (ibid.).
1801 Lodovico Orgnani (Nomenclatura, f. 60v).
 *Affittuali diversi (ibid.).
1809*Appartiene a Lodovico Orgnani. Vi abita il parrucchiere Gabriele Mer (Registro delli aloggi, f. 44v).
1821, lugl. 6*«Francesco Brunelleschi, — procuratore della di lui coniuge — Elisabetta n. Orgnani, — vende — al sig. G. B. Bertuzzi — la fabbrica di muro coperta di coppi posta — nella contrada Sotto Monte o Mercavecchio alli c.n. 1618 e 1628, consistente in magazzino a levante di altro assegnato al sig. Vettor Orgnani, altro magazzino, caratto d’ingresso e corticella, camere, stanze ed altri luoghi in primo e secondo piano, granaro e sito sotto i coppi e fondi relativo a detta fabrica; confina a lev. il magazzino sudetto — assegnato al — G.B. Orgnani, mezz. cortivo di — Orgnani, pon. altra fabbrica ora di proprietà del — Bertuzzi compratore ed a tram. callesella chiusa —. La vendita — viene fatta —verso il prezzo — in it. — L 4000 —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10545, 1306).
1852*Proprietà degli eredi di Giuseppe Bertuzzi (Competenze, II, f. 6v).
   
NOTE1A questo personaggio e indirettamente alla sua casa accenna un documento del 16 apr. 1526: «Actum Utini in Foro veteri in appoteca m. Baptistę sartoris de Venzono f. q. mag. Francisci sartoris; press. ipso m. Baptista et Joseph f. mag. Matthei Vincentini cerdonis de burgo Aquilegię Utini —. Ibique mag. Iacobus faber q. mag. Ioannis Petri fabri de Aurava habitator Utini in Foro veteri — locavit — presb. Ioanni de Parentio Utini habitanti — unam domum cuppis cohopertam et sine aliquo onere, sitam Utini in contrata de Submonte, ab uno latere iuxta mag. Antonium deauratorem et alio latere iuxta mag. Antonium Orgnani marangonum et iuxta viam publicam ad tempus — quinque annorum proxime futurorum — pro affictu duorum ducatorum in anno —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, f. 44r — 44v). Sulla famiglia Orgnani vedansi n. 948 e 1247.
   
BIBLIOGRAFIA FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191; Parti prese... 1913, 121.
1619
1801 Lodovico Orgnani1 (Nomenclatura, f. 60v).
 *Affittuale Giacomo Plain (ibid.).
1809*Appartiene a Lodovico Orgnani. Vi abita l’artigiano Santo De Girolami (Registro delli aloggi, f. 44v).
1810, giu. 27 Lodovico di Vittore Orgnani vende a Daniele di Giovanni Maria Olivo la casa 1619 per L 7613,80. Confina a lev. Sottomonte, mezz. parte casa di carità, parte Orgnani, parte calle che da Mercatovecchio conduce in Sottomonte, pon. parte Casa di Carità, parte Antonio e Paolo fratelli Belgrado, librai, successi a Pietro Borghi, tram. co. Bartolini (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10622, Rep. II, 321, f. 2r).
1812, magg. 1 Daniele Olivo vende per L 7613,80, ad Antonio e Paolo q. Tomaso Belgrado la «casa — n. 1619 —, composta di una stanza, ossia magazzino a pian terreno, di una cuccina, spazzacucina e tre — camere con andiotto in primo appartamento e di due — camerini ed un camerone, ossia grannaio in secondo appartamento, con piccola corticella —» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10625, 832).
1832, mar. 22*Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa a G.B. Straulino «lavoratore di rimesso», l’avviso municipale n. 1050 diretto ai venditori che ingombrano la strada «con merci di fruti et oggetti riguardanti la salubrità» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Proprietà degli eredi di Giuseppe Bertuzzi (Competenze, II, f. 6v).
   
NOTE1Sulla famiglia Orgnani vedansi n. 948 e 1247.
1620
1801 Co. Gregorio Bartolini (Nomenclatura, f. 60v).
 *Affittuale Domenico Berini (ibid.).
1809*Appartiene ad Antonio Bartolini. Vi abita il peltraio Domenico Perini (Registro delli aloggi, f. 44v).
1852*Proprietà degli eredi di Pietro Zilli (Competenze, II, f. 6v).
1883 Osteria “Alla piazzetta Bartolini” (AVOGADRO, 152).
 *Gestione di Domenica Ongaro Padoani (ibid.).
1931 Già osteria “All’Americano”, la casa viene demolita.
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese... 1913, 121.
1621
1801 Co. Gregorio Bartolini (Nomenclatura, f. 60v).
 *Affittuale Gioachino Cainero (ibid.).
1809*Appartiene ad Antonio Bartolini. Vi abita il calzolaio G.B. Cainero (Registro delli aloggi, f. 44v).
1832, apr. 16*La proprietaria Teresa Dragoni Bartolini, nella domanda inoltrata alla congregazione municipale per ottenere il permesso di restauro fa presente che «nella effettuazione di alcune interne riparazioni — emerge di dover costruire una finestra in secondo piano della facciata verso la calle. Questa per dovuta regolarità, benché nell’interno non sia punto di comodità, si costruirà a piombo della porta esistente, e si regolarizzeranno di conformità anche le altre due finestre pure esistenti sulla facciata verso la contrada del Giglio. Poi si propone di munire di riquadro di pietra le quattro finestre che ora ne sono prive». La deputazione d’ornato assente, ma aggiunge che è necessario che «la proprietaria convenga l’esecuzione di con simile riforma anche alle finestre della aderente casa parimenti di sua ragione, con la contemporanea costruzione di regolare cornice munita di grondaia con tubi di lato prolungati fino al capitello dei pilastri degl’archi sottoposti, poiché trattasi che la contrada in cui è posta la fabbrica è notabilmente ampliata ed abbellita e quindi sarebbe piϊ rimarchevole e sconveniente la sua ommissione». Tuttavia in data 12 maggio la deputazione scrive alla congregazione municipale che, «interpellata, la co. Bartolini rispose che qualunque fosse per essere il desiderio di secondare le premure — non poteva in ora limitarsi a quanto si è fatto chiedere col suo ricorso e che il motivo del proposto lavoro deriva dal grande bisogno di riattamento in cui trovasi quella porzione di casa rimasta per tale oggetto inafittata; che, non essendo lo stesso caso per l’altra ivi contigua, non era in grado di praticare il lavoro in sussistenza dell’affittanza, né di licenziare l’inquilina in caso della medesima; che l’idea di porre gli stipiti di pietra alle due finestre manifesta l’intenzione di un proseguimento quando le circostanze — permetteranno —». Del resto la proprietaria sopravviverà di poco (A.S.U., C.A. I, 193, 1618 Orn. II C, con dis.).
1852*Proprietà della co. Teresa Bartolini (Competenze, II, f. 6v).
1855, mar. 12 Testamento della co. Teresa Bartolini: lascito delle case n. 1621 e 1622 «con relative sottoposte botteghe» alla cameriera Luigia Pascoli Peratoner (A.S.U., Arch. Caimo, 109/5).
1874*Forma un numero unico col 1622 (Prospetti di confronto, 124).
1883*Vi abita Giuseppe Peratoner, traduttore dal tedesco (AVOGADRO, 157).
1931 Viene demolita. Era dell’istituto Renati, che l’aveva ereditata dall’avv. Geatti.
   
NOTE1Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte.
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese... 1913, 121.
1622
1801 Coo. Gregorio e fratelli Bartolini (Nomenclatura, f. 60v).
 *Affittuale Francesco Piva (ibid.).
1809*Appartiene ad Antonio Bartolini. Vi abita il lattoniere Francesco Piva (Registro delli aloggi, f. 44v).
1832, apr. 16 Vedasi n. 1621.
1852*Proprietà della co. Teresa Bartolini (Competenze, II, f. 6v).
1854, ott. 27*Angelo Perissini, proprietario della casa n. 1623, informa la congregazione municipale che «in corso di lavoro nella di lui casa in Mercatovecchio — poté convenire con la — co. Teresa Bertolini che gli cedesse la porzione di stanza terranea fino alla linea perpendicolare del proprio fabbricato al lato di levante e ciò verso l’obbligo di esso Peressini di riformare la facciata di essa stanza secondo il tipo». Il disegno, firmato debitamente dal muratore Giacomo Brida, ci è pervenuto (A.S.U., C.A. II, 66, 7912 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Giacomo Brida).
1931*Vedasi n. 1621.
   
BIBLIOGRAFIA ERMACORA, Vino, 100-102; TENTORI, Architettura e architetti, 351.
1623
1323 «Michella rel. olim Leonardi cerdonis solvit de livello cuisdam domus, que olim fuit m. Iacobi fabri site in angulo Mercati veteris Utini iuxta Margarussam et iuxta Victorem berchandarium — mediante quadam androna et vias publicas, denarios quadraginta et eciam olei libras duas» (A.S.U., Confraternita dei Calzolai, 425, Libro rosso, II, f. 14v).
1406 «Hellarus corthelarius solvit annuatim eidem fraternitati in festo nativitatis Domini de livello domus sue habitationis murate et tegolis coperte site in sumitate Fori veteris, super angulo, iuxta quandam domum mag. Victoris berchandarii, iuxta domum heredum q. mag. Leonardi corthelarii et duplicem viam publicam den. quadraginta et duas libras olei, ut constat publico instrumento scripto manu Osualdi dicti Pitta notarii de Budrio in millesimo CCC°XXIJ° ind. quinta, die ultima mensis februarii».
  Nota aggiunta in calce: «Venditum fuit comunitati quum amplificaverunt viam in capite Fori veteris sub cameraria m. Georgii de Labroza de Poscolle ut apparet in suo quaterno» (A.S.U., Confraternita dei Calzolai, 425, Libro rosso, III, f. 35v).
1441 «La comunitade e Universitade de Udene paga de livello sora una casa che fo de m. Cristoful Sapozis falzar, la qual fo di Heller cortelar, la qual fese ruinar la dita comunitade, posta in cavo de Marchà vechio sulo canton apresso la casa de m. Vitor berchandar, apresso la casa fo delli heredi di m. Lenart cortelar e due vie publice, denari XL, libre de olio ij, segondo che apar in uno publico instrumento scrito per man de ser Osvalt dito Pita nodar de Buri il millesimo IIJcXXIJ ind. quinta adν hultimo de fevrar» (A.S.U., Confraternita dei Calzolai, 425, Libro rosso, I, f. 32r).
1480-1489*All’ospedale di S. Maria della Misericordia «la magnifica comunità paga ad ano de livello per una caxa che fo de m. Denel de Sapazis fauro, la qual fo butada per tera, L 9 s 6» (A.C.U., A.A.O., Rotolo livelli e affitti 1480-1489, f. 193r).
1521 «Actum Utini in capite superiori Fori veteris in apotheca drapperia ser Iohannis Antonii de Bertholinis» (B.C.U., ms. 1340, f. 1r).
1643 «Alla partita di — m. Sebastiano q. — Antonio Sacchia1 sopra la casa sul cantone in Mercatovecchio, per mezo il Pinzano dalla banda destra per andare nel borgo di S. Cristoforo —; pagava già mess. Alvise speciale, poi mess. Pietro Tilino intagliatore2, inquilino della casa, hora Elena Tilina —; confina a sol levado — Antonio Rigla, a mezz. — Defendo Alberghetti, sol a monte e ai monti la strada publica» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 86).
1668, mar. 27*Documento redatto in casa del mercante Francesco Turchetti, «nel borgo del Giglio — nella camera di sopra, appresso la cosina —» (A.S.U., N., Giulio Bonecco, 7861, I instr., f. 26r).
1676, ag. 7*Testamento del mercante Francesco Turchetto, che «lascia la casa sul canton di Mercà vecchio di sua propria habitatione sotto perpetuo fideicomisso, intendendo che la medesima casa vada usque infinitum di herede in herede maschio sino che ne saranno della discendenza di detto — testatore e, non essendo maschi, succedino poi le femine sin che ne saranno e mentre non ne fossero piϊ —, che succedino li figliuoli e figliuole discendenti dalli sigg. — Giovanni Domenego Zanoglio e Valentina sua consorte —» (A.S.U., N., Giulio Bonecco, 7861, IV instr., f. 34r — 36r).
1705, febbr. 7*Perizia di Andrea Coradino: «Stima fra li sigg. G.B. e Cattarina iug. Pizzati — e li sigg. Giuseppe e fratello Turchetti, fatta da me sottoscritto pubblico perito, a richiesta delle parti, dell’infrascritte due case, una posta in Mercà vecchio di ragione di detti — iug. Pizzati, quale intendono — permutar con detti — Turchetti, e l’altra casa posta nel borgo di S. Giustina — che intendono cedere — in permuta». Della casa di Mercato vecchio si dice: «Una casa di muro, coperta di coppi, posta nella contrada di Mercà vecchio —; confina a lev. heredi q. — Francesco Girardis, fu del sig. Liberai, mezogiorno casa parte — di detti Girardis, parte nob. — G.B. e fratello Bertolini e parte — Lonardo Natolo et parte, pur a mezogiorno, altra porzione di casa di detti — Pizzati et parte, per quello riguarda il granaro di ponente, il detto Natolo, pon. strada di Mercà vecchio et tram. parte detti Turchetti et parte — Bertolini». Il Coradino indica il valore dell’edificio in d 573 L 4 s 6 (A.S.U., N., Antonio Martinelli, 8259, filza).
1735 «Gioseffo e fratello q. — Francesco Turchetto linarolo, alla partita di ser Gioseffo Tilliano intaiador, in loco di ser Alvise speciale, già di ser Sebastiano q. Antonio Sacchia, pagano sopra la casa al canton in capo Mercà vechio della parte di essa per andar in S. Christofforo in contadi L 3 s 3» (B.C.U., ms. D. 42, f. 55v).
1743, giu. 8*«— Gioseffo e fratelli q. — Francesco Turchetto, linarollo, alla partita di ser Gioseffo Tilliano, intaiador, in loco di ser Alvise speciale, già di — Sebastiano q. Antonio Sacchia, pagano sopra la casa al canton in capo Mercà vecchio dalla parte di essa per andar a S. Cristofforo, confinata nel catastico 1643, in contadi L 3 s 3. Dissero i confinatori che la casa soprascritta è ora di — Giuseppe Turchetti, confina a lev. il — co. G.B. Bartolini mediante casa fu di ragione Rigla, a mezz. casa delli — Turchetti, abitata dal sig. Francesco Vittorio barbier, a sol a monte et ai monti la strada publica; la qual casa fa cantone per andar al borgo di S. Cristofforo» (B.C.U., ms. F.XXI, f. 75r — 75v).
1774, sett. 30*Sulla casa ab antiquo grava un censo annuo di L 12 s 8 per il convento di S. Pietro Martire, come si deduce dalla confinazione, operata nella data sopra indicata, dal pubbl. per. Nicolò Codutti. Il Codutti annota: «Casa sittuata — in capo Mercavechio, possessa dal sig. G.B. Braida per aquisto da esso fatto dalle mani del sig. Vicenzo Malisano e da esso — Malisano acquistata dal rev. — Giovanni M. Turcheti di Adorgnano, censiva al — convento —; dissero — confinar detta casa a lev. con li — coo. Bertolini, mezodν col sig. Antonio q. Giacomo Pilosio, pon. strada publica di Mercavechio et a tram. strada publica detta contrada del Giglio, corrispondente in Mercavechio — (A.S.U., C.R.S., 783/29, n. XIII).
1801 Andrea Turchetti (Nomenclatura, f. 60v).
 *Affittuale Valentin Tommada (ibid.).
1809*Appartiene ad Andrea Turchetti. Vi abita il negoziante Valentino Tomada (Registro delli aloggi, f. 45v).
1810. magg. 15 — giu. 3*Nell’inventario dei beni del fu Valentino Tomada sono presi in considerazione i generi e i mobili esistenti nella pizzicheria e bottega di grassina a pian terreno (tra cui bilance, stadere, mortai, caldaie, vasellame) nonché nei magazzini, in granaio e in cantina (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10421, 279).
1822, genn. 29*Orazio del fu Andrea Turchetti, domiciliato in Adorgnano «possedendo la casa in Mercà vecchio, contrada del Giglio al c.n. 1623, dovendo eseguire la riforma delle finestre delli locali a pian terreno, — ha fatto redigere dal sig. Presani ingegnere» il disegno del progetto (A.S.U., C.A. I, 68, 425 Orn. II C, con dis.).
1830, ott. 19 È di Giovanni M. Turchetti. L’edificio è pericolante, tanto che il proprietario, dovendo porvi riparo, pensa di riformare il complesso e presenta un progetto: vuole innalzare la parte piϊ bassa al livello dell’altra. Gli viene concesso (A.S.U., C.A. I, 206/I, 4511 Orn. II C, con dis.).
1832, febbr. 3*Il Turchetti si obbliga a dotare la casa di cornicione e di rinnovare la tinteggiatura dell’esterno. La deputazione d’ornato, esaminandone il progetto, rileva che «la facciata di questa casa manifesta delle fenditure e spostamenti considerevoli». Invita il proprietario alla esecuzione delle opere necessarie ricordando che «la sistemazione già eseguita della contrada vicina coll’atterramento di una parte della casa n. 768, abbellendo quella situazione, fa comparir piϊ sconcia e deforme la casa del sig. Turchetto e piϊ necessario il restauro» (A.S.U., C.A. I, 193/7).
1840, ott. 14°°Vedasi n. 1624.
1852*Andrea Turchetti (Competenze, II, f. 6v).
1854, mar. 15 - ag. 25*Angelo del fu Osvaldo Peressini3 presenta progetto di riforma della bottega sotto il portico e ne ottiene l’approvazione (A.S.U., C.A. II, 66, 1941 e 6016 Orn. II C, con dis.).
1854, ag. 25*Angelo Peressini ottiene il permesso di riformare la parte superiore della casa (A.S.U., C.A. II, 66/1854, 6016 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da «Brida Giacomo Muratore».
1876*Libreria di Angelo Peressini (COSMI-AVOGADRO, 98), segnalata ancora nel 1883 (AVOGADRO, 147);
1890 È dei fratelli Peressini cartolai.
1939 Viene demolita.
  Ricostruita in un unico edificio insieme con i n. 1621 e 1622.
   
NOTE1Per i Sacchia vedasi n. 788.
 2JOPPI, Contributo IV, 128-129 e supra n. 108, chiesa del Cristo.
 3Per la cartoleria Peressini: PICCO, Ricordi, 123.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Udine nel secolo XV, 60; PICCO, Via Mercatovecchio. Abbellimenti, 364; della PORTA, Udine scomparsa, 44; TENTORI, Architettura e architetti, 351.
1624
1801 Giacomo Pilosio (Nomenclatura, f. 60v).
1809*Appartiene al negoziante Angelo Perissini. Vi abita il sarto Carlo Faci (Registro delli aloggi, f. 45v).
1833, sett. 26 - 1840, magg. 18 È dei Turchetti (A.S.U., C.A. I, 315/1840/VI, 3075 Orn. II C, con dis.).
 *I due documenti consistono nelle richieste rispettivamente di aprire una finestra sul «piccolissimo latto sulla piazzetta della casa Bartolini» e di modificare la facciata della casa che appare unita con la contigua n. 1625. Entrambi i progetti sono approvati (ibid.).
1840, ott. 14*Progetto di riforma delle case n. 1624 e 1625 entrambe di proprietà di Luigi Borghesaleo: «Viene tutto l’interno — riformato e dalle nuove distribuzioni viene di conseguenza il bisogno di togliere la deformità dell’ortografia delli attuali fori di porta e delle due angustissime botteghe e passare alla miglior forma e decenza con una sola e vasta bottega illuminata con due finestroni con vano di porta nel mezzo —». Segue l’approvazione (A.S.U., C.A. I, 315/1840/VI, 6515 Orn. II C, con diss.).
1852*Proprietà di Andrea Turchetti (Competenze, II, f. 6v).
1883*Negozio di cappelli di paglia, di V. Campagnolo (AVOGADRO, 141).
1900 È la chiesa evangelica2.
1931 Demolita.
   
NOTE1Nel ms. della Porta è inserito il ritaglio di un articolo di giornale di cui non si citano né testata né numero, dal titolo Udine scomparsa. La chiesa evangelica. Vedasi anche n. 908 A.
 2Sulla chiesa evangelica a Udine: OCCIONI-BONAFFONS, Religioni diverse, 99-101.
1625
1801 Giacomo Pilosio (Nomenclatura, f. 60v).
 *Affittuale Maddalena *** (ibid.).
1802, febbr. 19 Domenico fratelli q. Antonio Pilosio vendono ad Angelo Perissini di S. Daniele una casa in Mercatovecchio «che confina a lev. li coo. Bertolini, mezz. eredi q. — Nicolò Alloi, pon. il Mercavechio, ed a tram. eredi Turchetto d’Adorgnano. E questa vendita fanno per il prezzo di L 4300» (A.S.U., N., Girolamo Cosattini, 10391, IV instr., 301, f. 390r — 391v).
1809 Angelo Perissini, negoziante (Registro delli aloggi, f. 45v).
 *Nella casa abita il sarto Carlo Facci1 (ibid.).
1812, sett. 18*«Il negoziante Angelo Perissini, domiciliato — al n. 1625, brama riformare le porte e ribatti d’essa casa che guardano sul Mercavechio —». Il permesso gli viene accordato (A.S.U., C.A. I, 179/XIX).
1833, sett. 26°°Vedasi n. 1624.
1840, ott. 14 È di Luigi Borghesaleo. Vedasi n. 1624.
1852*Andrea Turchetti (Competenze, II, f. 6v).
1855, giu. 20*Vedasi n. 1626.
1876*Negozio di profumeria, cristalli terraglie e porcellane di Gaetano Toninello (COSMI-AVOGADRO, 92, 111). Recapito di Alessandro Moro, sensale di vino, coloniali e granaglie (COSMI-AVOGADRO, 113, 143), segnalato ancora nel 1883 (AVOGADRO, 143).
1931 Demolita.
   
NOTE1Per Carlo Facci: PICCO, Ricordi, 126, 132. Vedasi anche il n. 1624.
1626
1801 Benvenuta Aloi1 (Nomenclatura, f. 60v).
1809 Antonio Belgrado, libraio (Registro delli aloggi, f. 45v).
1812, lugl. 29*«La ditta Antonio e fratelli Belgrado, negozianti di libri in questa comune, patentati col n. 437, desiderando essi poter esporre di fronte al loro negozio, sotto il portico, nel Mercatovecchio al n. 1626, un banco per la vendita di teraglie —, come lo fecero per l’adietro e che lo furono autorizati, si presentano perciò d’avanti a Lei perché si degni d’accordargli la voluta autorizazione» (A.S.U., C.N., 179/XIX).
1840, ott. 14°°Vedasi n. 1624.
1843, genn. 7*Francesco Comencini, «proprietario della casa — al c.n. 1626, avendo divisato di modificare il pian terreno, presenta il disegno — dell’esterno prospetto insistente sul pubblico sottoportico» e ne ottiene l’approvazione (A.S.U., C.A. I, 359/IX, 388 Orn. II C).
1852*Appartiene agli eredi di Angelo Bertuzzi (Competenze, II, f. 6v).
1855, giu. 20 È di Gaetano fu Antonio Toninello (A.S.U., C.A. I, 588/1855/XVIII, 4118 Pol. Giud. IX D, con dis., firmato dal muratore Giovanni Menis).
 *Il proprietario «col confinante — Andrea Turchetti di Adorgnano è convenuto sulla demolizione della facciata e cambiazione del pilastro confinante nel sottoportico al pian terreno; ma il rialzo nella parte superiore alla sua casa non venne assentito. Per questo — prega questa magistratura a voler esperire le pratiche del B. 68 del giudiciale regolamento —». L’11 luglio l’ufficio municipale chiamato in causa promuove la composizione amichevole della vertenza (ibid.).
1855, giu. 22°°Vedasi n. 1627.
1931 Viene ricostruita.
   
NOTE1Degli Aloi, pure librai, si trova traccia nel secolo precedente, senza però accenno alla proprietà di beni immobili: 1702, febbr. 15. «— lo G.B. Leporeo — lascio a d. Nicolò Aloii, figliolo del q. Iseppo libraro mio cognato, per una volta tanto d 10 —. In resto di tutta la mia pocca facoltà — lascio — erede — il sig. Antonio Aloii mio nipote, figliolo delli q. sigg. Iseppo Aloii e Clorinda mia sorella —» (A.S.U., C.R.S., 546, Rot. 360, Istr. e test., f. 259r - 259v).
1627
1458, dic. 13 «— Iohannes q. Hieronimi Thadei de Alnico — livellavit — mag. Cristoforo marangono q. Iacobi de Orgnano, Utini in Foro veteri habitanti, — unam domum sitam Utini in Foro veteri post domos dicti mag. Christofori, iuxta ipsum mag. Christoforum, iuxta certam andronam tendentem ad certam domum mag. Nicolai Belloni et iuxta dictam domum mag. Nicolai Belloni mediante certa parva curia —» (not. Nicolò del fu Odorico, A.S.U., Arch. Lovaria, 46, perg. Moroldi n. 62).
1715, genn. 22 Casa dominicale in Mercàto vecchio del fu Giovanni Natolo: «a levante l’androna di Sottomonte e casa de’ nob. sigg. Orgnani1, a mezodν androna che conduce Sottomonte, a ponente stradda publica et a tramontana» Natolo stesso (B.C.U., ms. GG. VII, f. 51r — 51v).
1715, magg. 30*«— Mess. Zuanne2 et d. Margherita iug. Natoli — danno alla p. congregazione della Madonna — del Suffragio per l’anime del purgatorio — un annuo livello di d 10 per il capitale di d 200 — esprimendosi con tal dinaro voler affrancar — capitali livellari infissi sopra la casa in Mercavecchio, fu — del q. mess. Lonardo loro padre e suocero rispettive —» (A.S.U., C.R.S., 546, Rot. 390, p. 152r — 153v).
1800, magg. 24*«— Benvenuta, rel. q. — Nicolò Aloi, — dona inter vivos — al sig. Pietro Borghi, di lei nipote —, casa di sua abitazione, posta — nel Mercavechio a di lei disposta dall’ — ora q. — marito — col suo testamento del — 23 nov. 1796, atti — Domenico Prodolone —» (A.S.U., N., Camillo Merluzzi, 9693, Instr. 1799-1801, 1279, f. 855r — 855v).
1801 Sign. Benvenuta Aloi (Nomenclatura, f. 60v).
 *Affittuale Giovanni M. Olivo falegname (ibid.).
1809 Proprietà del falegname Giovanni Maria Olivo (Registro delli aloggi, f. 45v).
1813, sett. 9*Il commissario di polizia informa il podestà che la gronda della casa 1627 in Mercatovecchio, di proprietà della Congregazione di carità, abitata da varie famiglie, minaccia rovina (A.S.U., C.N., 185, 1287 Pol.).
1819, apr. 28*«La Congregazione della Carità, amministratrice dell’orfanotrofio — della Carità — di Udine —, vende — al — sig. G.B. Bertuzzi — la porzione di casa posta in Mercà vecchio dal corpo del c.n. 1627 — dell’orfanotrofio della Carità, consistente in due luoghi terranei, diritto di promisquità di passaggio per la contermine corticella, camerino in primo suolo sopra porzione dei detti luoghi terranei, in secondo suolo pergolo di tolle, cucina, camerino e pergolo sopra la casa a pon., in terzo suolo due camerini e granaro, il tutto — descritto nell’operazione di stima del pubbl. per. — Gaetano Pariotti del — 17 nov. 1817 —. Questa — vendita — si fa pel prezzo — d’it. — L 3000 —». Vi è allegata la stima del pubbl. per. Gaetano Pariotti del 17 nov. 1817, nella quale si precisa che «la detta porzione di casa è affittata al sig. Pietro del fu — G.B. Borghi per una locazione ad anni nove, scaduta 28 febraro decorso» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10600, 2496).
1821, dic. 31 Il falegname Daniele Olivo presenta progetto per riformare «i ribatti della sua bottega sottoposta alla casa di sua abitazione in questo Mercato vecchio al — n. 1627» (A.S.U., C.A. I, 53/III, 41 Orn. II C, con dis.).
1822, febbr. 7*La deputazione comunale d’ornato comunica alla congregazione municipale che «il disegno prodotto dal sig. Olivo Daniele per la riforma della bottega n. 1627 è irregolare». A suo giudizio, sarebbe necessario «togliere la piccola porta ed ingrandire il ribatto» nonché soffittare il portico (A.S.U., C.A. I, 68, 581 Orn. II C).
1852*Appartiene a Geltrude Olivo (1627 I) e agli eredi del fu Angelo Bertuzzi (1627 II) (Competenze, II, f. 6v).
1855, apr. 17 È di Giuseppe Olivo. Casa di tre piani di tre finestre su tre archi. Un poggiolo con balaustra a colonnine la univa al numero precedente, che apparteneva a Toninello. Vengono soppressi gli archi e sostituiti da piattabande (A.S.U., C.A. I, 588/XVIII, 9767 Orn. II C, con dis.).
1855, giu. 22*Giuseppe Olivo, dopo la presentazione del progetto della sua casa, ha ricevuto il consiglio di riformare il disegno, per «eguagliare tra loro le due spalette intermedie». Prevede di alzare la casa. Poiché per procedere in questo lavoro si rende necessario demolire la facciata e sostituire architravi e colonne, chiede la convocazione del confinante Orgnani per una composizione amichevole. Il 10 luglio ha luogo tale incontro con la stipulazione di un accordo soddisfacente per entrambe le parti (A.S.U., C.A. I, 588/1855/XVIII, 4117 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Eusebio Brida; A.S.U., C.A. I, 588/XVIII, 4687 Pol. Giud. IX D, con dis.).
1876*Profumeria di Alessandro Clain (COSMI-AVOGADRO, 111).
1930 Bottega di ottica.
   
NOTE1Vedasi il n. 1628.
 2Una casa di G.B. Natolo è citata nell’inventario della facoltà del defunto Francesco Rubertis il 25 magg. 1750: «Una casa comprata sarrà circa anni tre, che di presente si abita dal sig. G.B. Natolo —» (A.S.U., N., Zaccaria Caratti, 9173).
   
BIBLIOGRAFIA CORGNALI, Quistions filologjchis. La cjase di Nievo.
1628
1637, dic. 4*«Domenico Bortolomio Celdrone di Udine, habitante in Venetia —, ha venduto — al — sig. Bernardo Orgnano1 — la porzione di sopra della parte posteriore della casa, che fu del q. Daniel padre di detto venditore et qual porzione è stata da esso aquistata da m. Giovanni Ioseffo suo fratello il dν 30 ottobrio passato, come dall’istrumento di mano del — compratore —, in cui si contiene la stanza di sopra et granaro, che risponde sopra la contrada di Sottomonte et termina dalla parte d’avanti colla detta contrada, dalla parte di dietro col Testo della casa possessa per detto — Giovanni Ioseffo fratello del venditore, dalla parte di sopra con le case di detto — Orgnano, et dalla parte di sotto con la casa — hora possessa per — Natale Fabris —, per —d 90, nel qual precio — è stato detratto L 100, che da perito in arte vien stimato doversi spender nella necessaria reparatione della casa — in particolare del coperto, che è in diversi lochi mancante — in modo che potrebbe rovinare se non si riparasse quanto prima» (A.S.U., N., Giacinto Causilico, 7266, Istr. 1633-1637, sub anno, f. 26r — 26v).
1778, sett. 13*«Ricercato io sottoscritto perito dal nob. — Lodovico Orgnani da una ed accordato anche dal sig. Giovanni M. Treu dall’altro, a liquidare li maggioramenti e peggioramenti per esso — Treu fatti nella casa situata in Mercà vecchio — di ragione di detto — Orgnani, attualmente condotta in affitto dalla sign. Anna Misuratti, all’occasione dell’eretione della bottega stessa, dove, esaminato — ogni cosa in vista anche delle polize delle spese occorse nell’errezione della bottega antedetta, esibittemi dal — Treu, sono venuto a liquidare e stimare come segue: bottega compresa nella casa sudetta con portico annesso: — per aver stabilito attorno la colona al di fuori nel portico verso Mercà vecchio e dato bianco —» (B.C.U., vacch. per. anon., n. 78, f. 16v — 19v).
1801 Nob. Lodovico Orgnani (Nomenclatura, f. 60v).
 *Affittuale G.B. Treo, «sarte» (ibid.).
1809*Appartiene a Lodovico Orgnani. Vi abita il sarto G.B. Treo (Registro delli aloggi, f. 45v).
1821, lugl. 6*Elisabetta Orgnani vende lo stabile n. 1618-1628 a G. Bertuzzi. Vedasi n. 1618.
1834, sett. 8 È di G.B. Vittore q. Lodovico Orgnani. Riforma la facciata che al secondo piano aveva tre finestre ad arco (A.S.U., C.A. I, 219/1834/I, 4444 Orn. II C, con dis.).
 *La deputazione d’ornato solleva al progetto alcune obiezioni, che però vengono risolte (ibid.).
1844, giu. 25*«Per condiscendere alle brame d’un suo inquilino di una bottega sita in Mercatovecchio — al c.n. 1628, che è il sig. Antonio Rossetti venditore di lastre, il nob. Massimiliano Orgnani — proprietario —, la quale bottega ora tiene il suo ingresso nell’angusto — sottoportico della casa —, difficoltoso talvolta a ritrovarsi perché interno, ha divisato perciò il locatore di portare l’ingresso sulla strada, vale a dire sotto li portici del Mercatovecchio, riducendo il fenestrone o ribatto in porta —». Il progetto, vagliato e commentato con alcuni suggerimenti, viene approvato (A.S.U., C.A. I, 375/III, 3952 Orn. II C, con dis. firmato dal capomastro Luigi Driussi).
1852*Appartiene a Massimiliano Orgnani (Competenze, II, f. 6v).
1855, giu. 22°°Vedasi n. 1627.
1876*Sartoria di Giuseppe Milanese, calzoleria dei fratelli Ianchi2 , bottega dei cesellatori, argentieri e ottonai Luigi Cantoni e Giuseppe Dominutti (COSMI-AVOGADRO, 88, 90, 108, 112, 142).
1883*Chincaglieria e bigiotteria di Domenico Bertaccini3 (COSMI-AVOGADRO, 142).
1923 Gli Orgnani lo vendono al co. Guglielmo de Puppi4 che aveva negozio di macchine da cucire, armi ecc.
   
NOTE1Per gli Orgnani vedansi. n. 948, 1247.
 2Per l’attività di questa bottega: Esposizione, 18, 95, 117.
 3Per questo argentiere: FALCIONI, Industrie udinesi, 315.
 4Attivo qui almeno dal 1913: BRAGATO, Guida, 178.
   
BIBLIOGRAFIA FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191; della PORTA, Toponomastica, 146.
1629
1561, sett. 9°«D. Francesca filia nob. d. Raimundi de Pavona, uxor mag. Francisci de Cominis fabri murari, vendidit ser Iosepho Razo mercatori Utini domum unam ruinosam in Foro veteri iuxta stratam Fori veteris, iuxta viunculam tendentem Sotto Monte, iuxta domos illorum de Bravis mediante quadam cale et iuxta domos heredum q. ser Sebastiani Orgnani et iuxta ***»1 (not. Giovanni Antonio Attio).
1705, magg. 14*«— Giovanni Domenico Vicario di — Vincenzo —, salda la feudalità — in vigor di decreto sive licenza hoggi ottenuto da questo ecc.mo regimento —, vende — al — rev. — don Francesco Moruzzola, pievano in — Butrio —, una di lui casa — situata nella contrada di Merchà vechio, anessa ad altra d’esso pievano e — di lui fratello — coi suoi confini nella stima del sig. Andrea Corradino, publico perito —. E ciò per lo prezzo — di d 722 L 1 s 18 —» (A.S.U., N., Girolamo Dell’Oste, 7907, IX instr., f. 167r — 168r).
1774, sett. 30*La casa è gravata di un censo a favore del convento di S. Pietro M. Un’annotazione a margine della pagina riportante la confinazione effettuata nella data sopra scritta, indica l’anno 1582, che potrebbe essere quello iniziale del livello. La confinazione è condotta dal pubblico perito Antonio Codutti: «Casa situata — in Mercavechio, possessa dalli sigg. rev. d. Domenico e fratelli Martinelli — per acquisto da essi fatto dalle sign. Moruzzule, censiva al — convento —; dissero confinar a lev. con l’androna Sottomonte, mezodν — Osvaldo q. Zuane Cortelezis, pon. con strada publica di Mercavechio, et a tram. con la nob. — Vittoria Orgnana —; sopra la qual casa — Domenico e fratelli Martinelli pagano in loco delle sign. Moruzzule al — convento d’annuo censo perpetuo in contadi — L 12 s 8» (A.S.U., C.R.S., 783/9).
1801 Francesco Martinelli (Nomenclatura, f. 60v).
 *Affittuale Giuseppe Clocchiati (ibid.).
1809 Proprietà del sac. G.B. Bianchi (Registro delli aloggi, f. 45v).
 *Vi abitano l’agente Odoardo Marno e il peltraio Giuseppe Perini (ibid.).
1822°È di Francesco e sorelle q. Antonio Bernardinis (A.M., 1822, b. 68).
1837, sett. 5 Giovanna Martinelli Del Missier e Giovanni Del Missier coniugi vendono a Carlo Annoni la casa 1629 «quale consiste in una fabbrica guarda il Mercatovecchio, composta di bottega a pie’ piano, andito d’ingresso con camere in primo e secondo piano, e suo grannaro in terzo piano, con corticella, scale e due pergolati a tram. di essa corticella in unione al magazzino che si estende sino al Sottomonte; piϊ dal corpo della casa — guarda la contrada detta di Sottomonte al c.n. 1617 —. Tutte unite esse fabbriche — confinano a lev. — Sottomonte — mezz. parte il demanio e parte — Antonio Molari in loco delli eredi Bernardinis, pon. — Mercato Vecchio, ed a tram. il nob. Massimiliano Orgnani e parte li eredi del fu — G.B. Bertuzzi. Questa — vendita viene fatta — per — austr. L 6387,42 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10489, 10996).
1846, magg. 1 Il n. 1629 è di Carlo Annoni2. Vedasi n. 1630.
1852*Proprietà di Carlo Annoni (Competenze, II, f. 6v).
1876*Tipografia e libreria di Carlo Delle Vedove3 (COSMI-AVOGADRO, 98, 115).
1883*Tipografia e libreria di Antonio Cosmi4 (AVOGADRO, 147, 157).
1910 È dell’avv. Geatti. Bottega di privative.
   
NOTE1Il della Porta cita lo stesso documento anche per la casa n. 1630.
 2Per il negozio di Annoni: PICCO, Negozi che abbelliscono.
 3Circa questa tipografia, che tra l’altro stampò la Guida di Cosmi-Avogadro: OCCIONI BONAFFONS, Libri ed autori, 277.
 4Per la tipografia Cosmi: OCCIONI BONAFFONS, Libri ed autori, 274, 277.
1630
1561, sett. 9*Vedasi n. 1629.
1727, mar. 17*«Il — co. Camillo Gorgo, — in nome proprio come — del — co. Giovanni di lui fratello —, ha — concesso — a livello francabile al sig. G.B. Gandino — una — casa di muro situata — nella contrada chiamata Sottomonte — tra li confini espressi nelle due operazioni Capodaglio e Faventini, la prima publicata in atti dello sp. — Francesco Carminati nod. — sotto li 29 luglio 1729 — e la seconda di permuta in mie note de dν 23 marzo 1725 —. E ciò per il — prezzo — di d 281 L 1 —» (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8302, XXI instr., f. 18r — 19r).
1783, genn. 10*«— Giuseppe q. Giovanni Massarini — ha venduto — alli sigg. — Antonio e fratelli q. — Fernand’Antonio Bernardinis di Vissandone — una casa, posta — nella contrada — di Sotto Monte, stata da esso — Massarini acquistata dalle mani delle sign. Emilia, Clorinda e Cattarina sorelle, figlie del q. — G.B. q. Giacomo Gandino con instrom. 26 genn. 1775 in note dello sp. — Francesco Cantone not. —, nello stato — che — risulta dalla locazione di temporanea affittanza del di 11 sett. 1775 da esso fatta al nob. — Carlo del Torso —. E questa — vendita ha fatta — pel — prezzo — di d 350 —» (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9791, XIX instrom., 2560, f. 3485v — 3486r).
1801 Antonio Bernardinis (Nomenclatura, f. 60v).
 *Affittuale Stefano Rubini (ibid.).
1809*Appartiene ad Antonio Bernardinis. Vi abita il farmacista Stefano Rubini (Registro delli aloggi, f. 45v).
1810, ag. 10 Era la farmacia di Stefano Rubini (A.S.U., C.N., 194, 2996 Sanità).
1814, mar. 9*«Per rinunzia fatta dal sig. Antonio Colles, mercante, domiciliato in Seravalle, subbentrato al sig. Carlo Bastanzi con sua lettera 30 nov. passato all’affittanza 13 ag. 1798, rimase a libera disposizione del sig. Antonio q. Ferdinand’Antonio Bernardinis — la porzione di bottega sottoposta alla casa — d’esso — Bernardinis, sita in — Mercatovecchio al n. 1630 —. Doveva anche — Steffano del fu Andrea Rubini, conduttore della casa in virtù di semplice locazione 18 marzo 1787 — e della restante bottega in dipendenza di altra locazione 13 ag. 1798 per parola data al proprietario — Bernardinis —, rinunciare alle dette —; onde l’intera casa — con bottega fosse rimasta a libera disposizione di esso —Bernardinis —. Mancato poi — il — Rubini di eseguire il verbale concerto, era il — Bernardinis nella determinazione di praticare gli atti permessi dalla legge per avere a libera sua disposizione l’intera di lui casa —; ma, interposta la mediazione di comune amico —, Rubini rinunzia alle — affittane —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10593, 1215).
1822, apr. 12 È di Francesco e sorelle q. Antonio Bernardinis (A.S.U., C.A. I, 68/X, 1527 Orn. II C, con dis., firmato da Michele Giuliani).
1846, magg. 1 È di Antonio Molaro. Viene alzata a tre piani. «I — fratelli Candotti, proprietari della contermine al lato di mezz. acconsenzienti al rialzo stesso, hanno in conferma firmato il disegno sunnominato. Non cosν quello di tramontana con Carlo Annoni, che negando l’assenso dimostra volersi fare opponente». Pertanto il Molaro chiede la convocazione degli interessati presso l’ufficio competente della congregazione municipale. Il 15 maggio, con qualche difficoltà e ad alcune condizioni, si addiviene alla composizione amichevole della vertenza (A.S.U., C.A. I, 402/II, 2859 Pol. Giud. IX D).
1852*Proprietà di Antonio Molari (Competenze, II, f. 6v).
1876*Studio degli avvocati Enrico Geatti e Giacomo Onofrio (COSMI-AVOGADRO, 85).
1883*Studio dell’avv. Enrico Geatti (AVOGADRO, 138).
1910 È dell’avv. Geatti. Bottega di privative.
1631
1800, sett. 10 Il nob. G.B. Coronella vende per d 3400 a Zuanne q. Girolamo Venuti una casa in Mercatovecchio «che confina a lev. — Giuseppe Ronzoni, a mezz. — strada —, a pon. — Antonio Bernardinis e — Giorgio Abuso ed a tram. — Sottomonte —, qual casa — viene presentemente tenuta in affitto semplice — da Mattia e Teresa iug. Simeoni in virtù di privata locazione 3 apr. 1799 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9979, XLI instr., 3064, f. 496r — 497r).
1801 Giovanni Venuti (Nomenclatura, f. 61v).
 *Affittuale Pietro del fu Mattia Pettoelli (ibid.).
1809 G.B. Candotti, oste (Registro delli aloggi, f. 45v).
1835*Recapito del chirurgo Bartolomeo Marinelli (A.S.U., C.A. I, 23/XII).
1840, lugl. 21 È di Giacomo ed Anna Candotti. Viene alzata a tre piani (A.S.U., C.A. I, 315/VI, 4190 Orn. II C, con dis.).
 *La richiesta, a nome di Giacomo e Anna Candotti, è inoltrata da Bartolomeo Martinella (ibid.).
1849*Nell’elenco dei pistrinai e venditori di pane e farina, compilato dal capo del primo quartiere, al n. 1631 è segnalato Antonio Zucchero (A.S.U., C.A. I, 465, 135).
1852*Appartiene a Giacomo Candotti (Competenze, II, f. 6v).
1876*Negozio di panni, pannine e stoffe diverse di Giuseppe Basevi (COSMI-AVOGADRO, 109).
1900 Bazar Bassani.
1632
1800, sett. 10*Proprietà Ronzoni. Vedasi n. 1631.
1801 Giuseppe Ronzoni (Nomenclatura, f. 61v).
1809*Appartiene al parrucchiere Girolamo Ponzoni (Registro delli aloggi, f. 45v).
1832, sett. 3*Comunicazione della deputazione d’ornato alla congregazione municipale: «Minaccia invero di crollare la gronda della casa n. 1632 e nella impossibilità di poter ivi costruire la regolare cornice e per la esistenza delle finestre prossime alla gronda e per la bassezza della casa si propone che sia per urgenza restaurata la gronda crollata e collo sporto medesimo dell’altra vicina» (A.S.U., C.A. I, 193, 3780 Orn.).
1845, mar. 31°Francesco e Nicolò Braida vendono a Rocco q. Rocco Sartoretti la casa n. 1615-1632 per austr. L 6450 (not. Giacomo Someda).
1852, genn. 17*Rocco Sartoretti «ha divisato di riformare la facciata della sua bottega sita — in Mercato vecchio col c.n. 1632 —». La deputazione d’ornato, tramite G.B. Bassi, approva con alcune modifiche (A.S.U., C.A. II, 66, 433 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Valentino Dreussi).
1852*Proprietà di Gerolamo Ronzoni (Competenze, II, f. 6v).
1633
1766, sett. 11*«— Avendo — Pietro q. Giuseppe Granini di questa città con instr. 1763, 26 ag. cesso a goder al rev. — Leonardo Miloco una di lui metà di casa di ragione materna, situata in Mercavecchio — per — il capitale di d 150 — ed essendo, per occasione dell’escorporazione praticata da detto reverendo sull’altra metà appartenente al sig. Cristofforo, altro fratello, seguita la stima dell’intero della casa — in atti — Marc’Antonio Tracanelli notaro — e bramando l’antedetto — Pietro far l’assoluta vendita di sua metà di detta casa —, ha ricercato esso reverendo a farne l’acquisto; alla qual ricerca condiscendendo, esso reverendo — cede — al — rev. — Leonardo Miloco la sua metà di casa —» (A.S.U., N., Eugenio Sporeno, 9314, XII contratti, f. 56v — 57v).
1801 Eredi Milocco (Nomenclatura, f. 61v).
 *Affittuale Alvise Mensurati (ibid.).
1809*Proprietà di Francesco Miloco. Vi abita l’industriante Caterina Mensurati (Registro delli aloggi, f. 45v).
1852*Appartiene agli eredi di Giacinto Pasqualino (Competenze, II, f. 6v).
1876*Cappellaio Giuseppe Mocenigo (COSMI-AVOGADRO, 33, 89).
1883*Cappellaio Carlo Mocenigo1 (AVOGADRO, 141).
   
NOTE1Per la fabbrica di cappelli del Mocenigo: FALCIONI, Industrie udinesi, 329.
1634
1801 Pietro Pilosio, orefice (Nomenclatura, f. 61v).
1809*La casa appartiene a Pietro Pilosio che vi abita. In una parte è ospitato il cocchiere Giacomo Cora (Registro delli aloggi, f. 45v).
1810, lugl. 17*Comunicazione del podestà a Pietro Pilosio: «Udita la riferta del — perito d’ufficio, che localmente ha fatto l’esame dell’alzamento della sua casa di abitazione in Mercatovecchio al c.n. 1634, che non ve n’è alcuna che osti all’ornamento —, le concedo il permesso di far eseguire il suddetto alzamento con la formazione delle due occorrenti finestre —» (A.S.U., C.A. I, 754/VIII, 2751/258).
1831, ott. 17*Carlo Annoni1, proprietario della casa 1634 B verso Sottomonte, chiede ed ottiene di aprire una porta (A.S.U., C.A. I, 182/V, 4586 Orn. II C).
1832, giu. 14 È di Carlo Annoni. Casa su due archi di quattro piani di due finestre. Si chiede di poter costruire terrazza (A.S.U., C.A. I, 193, 2565 Orn. II C, con dis. firmato dal capomastro G.B. Degan).
 *La deputazione d’ornato approva ad alcune condizioni: «ove si seguino nei due pilastrini il basamento ed il cimacio ed il terrazzino non oltrepassi la metà del coperto verso Mercato vecchio» (ibid.).
1852*Appartiene, insieme con il n. 1634 A, a Carlo Annoni (Competenze, II, f. 6v).
1864, febbr. 5*Il presidente del tribunale provinciale chiede alla congregazione municipale l’originale della concessione 17 luglio 1810 (A.S.U., C.A. I., 754/VIII, 926 Pol. II).
1876*Offelleria di Giuseppe Piccoli2 (COSMI-AVOGADRO, 104), segnalata anche nel 1883 (AVOGADRO, 150).
1883*Studio del perito geometra Giuseppe Orettici3 (AVOGADRO, 146).
   
NOTE1Per Carlo Annoni: PICCO, Negozi che abbelliscono la città.
 2Per Giuseppe Piccoli: “Il Friuli”, 2, CCLV (Il nov. 1850), 1020.
 3Autore, insieme con G. Zilli, della pianta di Udine del 1880: di CAPORIACCO, Storia dei periti, 147; MARINELLI, Saggio di cartografia, 418; RIZZI, Udine piante e vedute, 198-200; TELLINI, Carta geologico-agraria, 21; TENTORI, Udine: mille anni, 523.
1635
1801 Domenico Dossi (Nomenclatura, f. 61v).
1807, mar. 20 «Con scrittura privata 25 — maggio — 1780, — Giulia e Rosa — q. Giacomo Dosso — rinunciarono alla sign. Elisabetta, loro sorella — rel. q. — Girolamo Pignatelli, una casa — posta in Mercà vecchio al n. 1635, stata dal q. Domenico Dosso —, aquistata dal — q. — Carlo Fabrizio coll’instrom. 6 dec. 1766 in note del — sig. Francesco Prodolone —. Ora — Domenico q. — Girolamo Pignatelli — vende al sig. Maurizio q. — G.B. Moretti — la — casa, che ora confina a lev. — il sig. Moretti aquistante loco Dose, mezz. il Mercavecchio, pon. — Pietro Pilosio ed alli monti sig. aquistante —. La presente alienazione succede per il prezzo — di d 4300 — fanno ven. — L 26000 —» (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10074, Prot. VII, 384, f. 649v — 651r).
1809 Maurizio Moretti (Registro delli aloggi, f. 45v).
 *Vi abita il suonatore Carlo Ianis (ibid.).
1810, apr. 30 Maurizio Moretti chiede di alzare la casa 1635 all’altezza della 1636 ed eguagliare le facciate (A.S.U., C.N., 178/XIX, Orn. II C, con dis.).
 *Il progetto è approvato (ibid.).
1813, giu. 15 Enrico Barnaba compera da Maurizio Moretti porzione della casa per L 7838,92; l’altra porzione è di G.B. Facci1 (A.S.U., N., Domenico Cosattini, 10562 Rep., 303, f. 29v).
1832, magg. 9*«— Carlo Facci q. G.B. è proprietario delle due botteghe con portico aderente a pian terreno, sottoposte alle case coscritte colli c.n. 1635 e 1636 —, ed è pure proprietario dell’altra casa 1573 in Portanuova. All’oggetto di conciliare la propria comodità e quella de’ affittuali con le viste del pubblico ornato, trova — di proporre — li — soggionti lavori pella relativa riforma: — riforma in selciato di pietra viva dell’attuai formato di mattoni e sassi aderente al marciapiedi del portico dirimpetto le botteghe n. 1635 e 1636 —». Il permesso viene accordato (A.S.U., C.A. I, 193, 1957 Orn. II C).
1835*Recapito del chirurgo Francesco Arigoni (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1836, ott. 28 Enrico Barnaba vende a G.B. Facci la sua parte ossia «quella porzione di casa venduta dal fu — Maurizio Moretti coll’istrom. 15 giugno 1813 rogato dal fu — Domenico Cosattini not., appartenendo ora l’altra porzione — al padre di — G.B. compratore; — la casa —, posta sul Mercatovecchio, coscritta col c.n. 1635, confina verso lev. e mezz. con li rappresentanti la ora deff. — Agata Moretti, verso pon. col Mercatovecchio e verso tram. col sig. Carlo Annone; consiste la detta porzione — (a) nell’appartamento posto a mezza scala sopra le due botteghe a pian terreno, ora ridotte in una sola, sopra l’andito d’ingresso e sopra locali dietro la bottega stessa, col sito sotto il primo patto della scala che va di sopra, condotto a pigione dal sig. Angelo Rossetti —; (b) nell’intero appartamento superiore al suindicato, composta dalla camera grande sopra il Mercatovecchio con arcova, due camerette a lev. della medesima verso la scala, con l’andito di comunicazione; tutti questi locali sono dal corpo della fabbrica sul Mercatovecchio; dal corpo poi della fabbrica interna sono: (c) il magazzino con sito sovraposto in capo all’andito d’ingresso; (d) il stanzino e l’aderente cucina in primo solaro, avente lumi sopra la corticella, compresi anche questi locali nel detto appartamento tenuto in affitto da Giuseppe — Kraus —» (A.S.U., Arch. Barnaba, 5, not. Riccardo del fu Antonio Paderni).
1848, dic. 17°Carlo fu G.B. Facci vende al dott. Gaetano Moretti parte della casa in Mercatovecchio n. 1635-1636. Confina lev. parte stessi numeri, mezz. sottoportico del n. 1636, pon. Mercatovecchio, tram. andito d’ingresso al n. 1635 (not. Antonio Cosattini).
1852*Proprietà di Carlo Facci (Competenze, II, f. 6v).
1853, nov. 11*Appartiene ai Moretti. Vedasi n. 1636, dis..
1876*Laboratorio dell’ottonaio e lattonaio Luigi Daninotti2 (COSMI-AVOGADRO, 108), segnalato anche nel 1883 (AVOGADRO, 153).
1883 Negozio di biancheria di L. Della Torre (AVOGADRO, 147).
   
NOTE1Per Carlo Facci: PICCO, Ricordi, 126, 132.
 2Per Luigi Daniotti: FALCIONI, Industrie udinesi, 314.
1636
1801 Nicolò Del Dose1 (Nomenclatura, f. 61v).
1805, febbr. 26 «— Giacomo ed ecc. Pietro, fratelli, figli del q. — Niccolò Del Dose — anco per nome dell’ecc. — Francesco altro loro fratello, — vendono — al sig. Maurizio q. G.B. Moretti — l’intiera casa dominicale — posta in questa città la quale corrisponde a Mercato Vecchio e alla contrada di Sottomonte, e cosν pure le tre case sopra il Mercato vecchio contigue, una di seguito all’altra, alla — casa dominicale —, le quali tutte case sono — descritte nella operazione ed estimo del — 20 febbraro cadente fatto dalli pubbl. per. — Carlo Iacotti e — Prospero Verzegnassi —. E tale vendita viene fatta — per il prezzo di L 17016,48 —» (A.S.U., N., Graziano Cantoni, 10216, XIII instrom., 1677, f. 2649r — 2650v).
1809*Appartiene al possidente Maurizio Moretti che vi abita (Registro delli aloggi, f. 45v).
1819, febbr. 21 Maurizio Moretti per L 8467,84 vende «porzione di casa dominicale — e cortivo» n. 1636, al nob. Giuseppe q. Francesco Malvolti, ingegnere2 (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10622, VI rep., 2599, f. 21r).
1832, magg. 9*Carlo Facci3 è proprietario di una bottega sotto il portico. Vedasi n. 1635.
1838 È del dott. G.B. Moretti (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 2245 Orn. II C).
 *Il proprietario chiede di ampliare, nel prospetto verso via Sottomonte, «due finestre a livello del suolo danti poca luce ad una stanza terranea». Propone di prendere a modello quelle della cantina contigua di Angelo Bertuzzi. La richiesta è accolta (ibid.).
1852*Proprietà di G.B. Moretti (Competenze, II, f. 6v).
1853 M. Mayer vi apre un negozio d’ottica, che più tardi trasporterà in via Manin al n. 1670 (“L’alchimista friulano”, 4, IL, 4 dic. 1853, 380).
1853, nov. 2°°Vedasi n. 1637.
1854, sett. 22*G.B. Moretti inoltra domanda per riformare la casa illustrando il progetto. La deputazione d’ornato tramite A. Scala approva (A.S.U., C.A. II, 66/1854, 7037 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da «GBatta Locatelli Ingegnere Civile».
1854, nov. 26*Avviso su “L’alchimista friulano”: «Organo nuovo da vendersi avente 17 registri. Chi bramasse farne acquisto potrà rivolgersi al negozio di libri in Udine, Mercatovecchio n. 1636».
1876*Bottega del calzolaio Giovanni Nigris4, magazzino di calce idraulica e cementi di G.B. Moretti5 e farmacia di Angelo Fabris (COSMI-AVOGADRO, 88, 90, 104).
1883*Oltre alla farmacia Fabris, vi ha sede la società di Assicurazioni “La Nation”, rappresentata da Francesco de Tφth (AVOGADRO, 129).
   
NOTE1Vedasi anche n. 1637.
 2Per l’ing. Malvolti: BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 267.
 3Per Carlo Facci vedasi n. 1635.
 4Per la calzoleria Nigris: PICCO, Ricordi, 125.
 5Per la fabbrica di oggetti di cemento di G.B. Moretti: FALCIONI, Industrie udinesi, 348; PICCO Ricordi, 149.
   
BIBLIOGRAFIA Elenco degli alloggi.
1637
1800, sett. 10 «— Il nob. e rev. — don G.B. q. — Giuseppe Coronella cessionario del nob. — Leonardo Coronella di lui fratello —, ha — venduto al sig. Zuanne q. Girolamo Venuti — una casa fu di ragione di detto — Leonardo ed ora d’esso — don G.B. —, posta in — Mercavecchio, che confina a lev. Giuseppe Ronzoni, a mezz. strada — di Mercavecchio, a pon. parte — Antonio Bernardinis e parte — Giorgio Abuso ed a tram. la contrada detta di Sottomonte —; qual casa — viene parte presentemente tenuta in affitto semplice da — Mattia e Teresa iug. Simeoni in virtù di privata locazione 3 apr. 1799. E questa — vendita ha fatto — pel — prezzo di L 3400 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9979, XLI instr., 3064, f. 4096r — 4097r).
1801 Nicolò Del Dose1 (Nomenclatura, f. 61v).
 *Affittuale Pietro Uberti (ibid.).
1808, genn. 30 Registrazione della scrittura privata del 14 sett. 1807: «Giovanni q. Girolamo Venuti — ha — venduto — al sig. G.B. q. Giacomo Chiandotto — una casa — situata nel recinto di — Mercavechio, segnata al n. 1637, in esso Venuti pervenuta in vigor di suo acquisto fatto dalle mani del q. rev. — don G.B. Coronella coll’instrum. 1800, 10 sett. rogato di mano del sig. Ricardo Paderni not., qual da levante confina con la calle del Sottomonte, mezz. — Giuseppe Ronzoni sive suoi eredi, pon. il — Mercavechio ed a tram. parte — Antonio Bernardinis e parte — Giorgio Abbuso —, e questo per lo prezzo — di veri. L 26040 che d’Italia fanno L 13324,12; qual casa viene presentemente parte tenuta dallo stesso Chandotto ad uso d’ostaria e parte viene abbitata dallo stesso — Venuti —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10583, 23).
1809 Maurizio Moretti (Registro delli aloggi, f. 45v).
 *Vi abita il «chicollataro» Giuseppe Parissante (ibid.).
1812 Osteria “Al cavaliere” (Esercenti).
 *Gestione di Mattia Gros (ibid.).
1824, ott. 20 È di Orsolina Cargnelli Cernazai. Casa di due archi, al primo piano, tre finestre; al secondo due (A.S.U., C.A. I, 89/X, 4553 Orn. II C, con dis.).
 *La proprietaria chiede ed ottiene di «riquadrare in pietra tre finestre» (ibid.).
1852*Proprietà di Orsola Cargnelli Cernazzai (Competenze, II, f. 6v).
1853, nov. 2 È di G.B. Moretti. Si applicano balaustri in ferro alle finestre del primo piano (A.S.U., C.A. II, 66/1853, 8091 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario si ripromette di alzarla di un piano l’anno successivo. Il progetto è approvato. A. Scala trova le riforme «plausibili» (ibid.).
 °°Il disegno è firmato da «F. Nardini».
1857, ag. 9*Proprietà di G.B. Moretti. Vedasi n. 1638.
1867*Negozio di articoli di cuoio dei fratelli Cappellari2 (COSMI-AVOGADRO, 84).
1883*Cappellaio Luigi Vatri3 (AVOGADRO, 141).
   
NOTE1Al gruppo delle case Del Dose vanno ascritti i seguenti documenti: * 1763, marzo 4. «— Paola e Vittoria, zia e nezza Sporeno, — hanno venduto — alli — Francesco e Nicolò e — Pietro fratelli Del Dose — una casa con corticella — posta in Mercavecchio — chiamata dell’osteria, contenuta in — stima del perito di monte, tra li suoi confini descritti — per — L 3866 s 13 —» (A.S.U., N., Francesco Prodolone, 8989, Prot. VII, 21, f. 41r — 43r). * 1763, dic. 11. Giuseppe Sporeno, come procuratore di Paola e Vittoria Sporeno, vende ai fratelli Del Dose «due casette con bottega sotto ambi unite; una al presente condotta ad affitto da — Francesco Gargasino e la bottega sotto da — Nicolò Maiarone e l’altra della — Politi; confinano a lev. mezz. e tram. — Del Dose, ed a pon. la contrada di Mercato vecchio» (A.S.U., N., Francesco Prodolone, 8989, Prot. VII, 63, f. 115r — 119v).
 2Sull’attività dei Cappellari come conciapelli: FALCIONI, Industrie udinesi, 350; PICCO, Ricordi popolari, 143.
 3Per Angelo Vatri cappellaio, genero del Mander: PICCO, Ricordi, 125.
1638
1801 Nicolò Del Dose1 (Nomenclatura, f. 61v).
 *Affittuale Valentino Pecile (ibid.).
1801, dic. 16*Il sac. Valentino Pecile, da Giavons, vi tiene una scuola privata con otto allievi (A.S.U., C.A., 134/52).
1808*«Attesa la francazione, conseguita dalle sign. Paolina e Teresa sorelle — q. — Antonio Rossi di Padova, delli due terzi del capitale di d 300 dovuto dal sig. Giovanni q. Girolamo Venuti — infisso sopra la casa fu Gonelino, indi Coronella, posta in — Mercavecchio al c.n. 1638, per forma d’instrumento — 1759 —, 17 dec., notaio — Antonio Martinelli iuniore, aspetta alla sign. Catterina Rossi, moglie del sig. Giacomo Bertelli, altra loro sorella, l’altro terzo del capitale medesimo importante it. — L 317,24 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10583, 78).
1809 Maurizio Moretti (Registro delli aloggi, f. 45v).
 *Vi abita il cuoco Angelo Alegretti (ibid.).
1819, ag. 19 «Costituiti — innanzi di me — notaio — il sig. Maurizio del fu — G.B. Moretti — e la sign. Rosa n. Zorzini, ora moglie del sig. Gioacchino Cainero —, il — Moretti — vende — alla — sign. Rosa Zorzini Cainero — una casa — sita — nella contrada detta Mercavecchio, marcata col c.n. 1638 — compresa piccola porzione di fondo al di fuori di essa casa verso sol levante, ove ora è il fornello per la lissiera della casa dominicale del — Moretti, a retta linea a confine del tempiaro verso tram. e largo fino al muro della fabbrica del sig. Angelo Bertuzzi, che tutto — unito confina a lev. corte dominicale del venditore — e casa del sig. Angelo Bertuzzi, mezz. altra casa dello stesso — Bertuzzi, pon. la contrada — Mercavecchio ed a tram. casa — degli eredi del fu — Pietro Cargnelli —. E la —vendita — fatta viene pel prezzo — di ex ven. ducati — 1300 — sono ex ven. — L 8060, pari ad it. — L 4030 —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10332, 2278).
1822, febbr. 3*Rosa Cainero presenta progetto per la riforma del «rebatto» nella bottega. La deputazione d’ornato commenta e propone modifiche oltre l’aggiunta di «una piccola cornice che dovrà essere sopraposta e alla porta ed al rebatto» (A.S.U., C.A. I, 68, 499 Orn. II C).
1853, nov. 12*Appartiene a G.B. Brisighelli. Vedasi n. 1637.
1857, ag. 9 È di G.B. Brisighelli. Casa di un arco di due piani di due finestre; si applicano davanzali in ferro alle finestre del primo piano (A.S.U., C.A. I, 629/VIII, 5839 Pol. Giud. IX D, con dis., firmato da Giuseppe Zandigiacomo).
 *Il 5 sett. vengono convocati i vicini per l’esperimento conciliatorio, che tuttavia fallisce (A.S.U., C.A. I, 629/VIII, 6347 Pol. Giud. IX D).
1876*Ottico Giacomo De Lorenzi (COSMI-AVOGADRO, 108).
1883*Orologiaio Alessandro Poplan2 (AVOGADRO, 150).
   
NOTE1Vedasi n. 1637, nota 1.
 2Per Alessandro Poplan: Elenco ufficiale, 6-7.
1639
1801 Nicolò Del Dose1 (Nomenclatura, f. 61v).
 *Affittuali Antonio e G.B. Pavono, «perucchieri» (ibid.).
1809 Maurizio Moretti (Registro delli aloggi f. 45v).
 *Vi abita l’orefice Domenico Scrosoppi2 (ibid.).
1838, sett. 25*Proprietà di Angelo di Giuseppe Bertuzzi. Vedasi n. 1640.
1852*Eredi del fu Angelo Bertuzzi (Competenze, II, f. 6v).
1857, ag. 9°°Vedasi n. 1638.
1876*Negozio di abiti e berretti di Gioachino Bertoli (COSMI-AVOGADRO, 84, 86).
   
NOTE1Vedasi n. 1637, nota 1.
 2Per Domenico Scrosoppi vedasi n. 750.
1640
1772*Abitazione di Giovanni Ziracco. Vedasi n. 1641.
1774*La casa appare gravata da un livello a favore del convento di S. Pietro Martire, come attesta la confinazione di Nicolò Codutti: «— Casa — censiva al — convento, possessa di presente dal nob. — G.B. q. — Giulio Pisenti, tenuta ad affitto dall’ecc. — Giovanni Ziraco —, dissero confinar a lev. con l’androna Sottomonte, mezodν anticamente confinava con una androna che conduceva da Mercà vechio in detta androna Sottomonte, ed ora casa — del sig. Giovanni Porta, pon. merchà vechio et a tram. con casa delli sigg. Francesco e fratelli del Dose —. E paga il p. ospitale di questa città di censo perpetuo infisso sopra detta casa al — convento di contadi ogn’anno — L 14 —» (A.S.U., C.R.S., 783/7).
1801 Alvise Duodo (Nomenclatura, f. 61v).
1807, sett. 14°Maurizio Moretti acquista la casa 1640 all’asta in danno di Alvise Duodo1.
1808, genn. 6 Giulio, Marino e Fiorendo q. G.B. Pisenti per L 5075,85 vendono a Carlo q. G.B. Facci due botteghe della casa n. 1640 che erano state del q. Alvise Francesco Duodo (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10583, 13).
1808, mar. 31 «Acquisto e rispettiva cessione fatto dal sig. Maurizio Moretti dalle mani del sig. Giulio Pesenti — della terza parte di una porzione di casa in Mercavecchio al n. 1640 per it. L 1893,45» (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10075, Rep. I, 14, f. 2r).
1808, giu. 17 «Istrumento di compra e vendita rispettive con cui il sig. Maurizio Moretti q. G.B. ha acquistato dal sig. Giulio Antonio, Fiorendo Maria Pesenti, ambi di Udine, una terza parte di porzione di casa indivisa tra fratelli Pesenti — al n. 1640, per ven. L 4526, sono d’Italia L 2113,86» (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10075, Rep.I, 38, f. 4r).
1809*La casa appartiene a Maurizio Moretti. Vi abita il locandiere Giacomo Bertuzzi (Registro delli aloggi, f. 45v).
1812 Osteria “Ai tre amici” (Esercenti).
 *Gestione di Angelo Bertuzzi, domiciliato nella stessa casa (ibid.).
1813, mar. 15 Maurizio fu G.B. Moretti per L 19476 vende ad Angelo di Giuseppe Bertuzzi la casa n. 1640 «di stanze a pian terreno, una con due sottoportici e due ingressi con un passalizio interno con cantina sotterranea e con corte, di altre camere quattro in primo piano e di altre cinque in secondo piano con granaio sopra e due camerini con sofitte relative e con altra fabbrica dirimpetto nella stessa corte, con cui si comunica mediante detto passali-zio, con una stanza a pian terreno e due camerini sopra con altra corticella al vento di levante; confina — a lev. colla calle — Sotto-monte, mezz. parte Francesca Menini, ved. del fu Sebastiano Sabbadini e parte col sig. Osvaldo Mazzorini, loco Quarta, pon. colla — contrada Mercato vecchio e parte col sig. Carlo Facci ed a tram. parte — Facci e parte col venditore —» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10361, 1247).
1818, giu. 14*Giuseppe Presani, commesso d’ornato, riferisce alla congregazione municipale di aver «esaminato nella cantina del sig. Angelo Bertuzzi la solidità del volto che sostiene il marciapiede — sotto del arcato, appartenente parte al sarte Facci e parte al — Bertuzzi» (A.S.U., C.A. I, 18).
1824, dic. 31*«Angelo Bertuzzi —, domiciliato in — Mercavecchio al c.n. 1640 —, aliena — alla sign. Orsola Marinigh Pistrello — gli effetti mobili, utensili, rami e capi di ottone e di ferro stati alli — Pistrello — consegnati dal — Bertuzzi — e ricevuti dalli — coniugi Pistrello a titolo di affitto — dell’instr. — 19 apr. 1821 in mie note —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10550, 2344).
1828, sett. 14*Relazione dell’ing. Cotterli sull’ispezione compiuta, per conto della congregazione municipale, ai lavori nelle case 1639 e 1640. «— Si è recato nella — cantina —; al primo entrarsi, vedendo un bosco di puntellature di legname, poté facilmente attribuire al disordine della volta una tale cagione —: sconnessa in molti punti —, abbassata non solo per quel tratto che sostiene il piano del portico, ma ben anche in tutta l’estensione della cantina —». Segue in data 1 ott., la comunicazione della congregazione municipale alla delegazione provinciale sul fatto (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 3813 Orn. II C).
1838, sett. 25 È di Angelo Bertuzzi e Carlo Facci, che vi aveva bottega di sarto (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 5364 Pol. II).
 *Il Bertuzzi e il Facci hanno convenuto «di concorrere simultaneamente alla ricostruzione del volto della cantina e bottega sottoposta alla casa 1640 — per le porzioni rispettivamente spettanti» (ibid.).
1847*«In una stanza di questa casa evvi dipinta a fresco la Sacra Famiglia da incerto autore, della scuola però del Pordenone. In mezzo la B.ma Vergine col Bambino fra le braccia, il quale ha in mano un uccello. Ai lati della Madonna, S. Giuseppe e S. Maria Elisabetta, e appiè due devoti di esso di verso. La Madonna ha un bel carattere, il Bambino è ben disegnato, bella è S. Elisabetta, ed i due ritratti nulla lasciano a desiderare» (ROTA, Cenni, 26-27).
1850 Il maestro elementare Giacomo Tomasi ha trasportato il suo domicilio al c.n. 1640, casa «presa da lui in affitto —, composta di locali salubri e decenti, di cortile e sottoportico». Il Tommasi «è ora in grado di riaprire il piccolo collegio convitto che già prima del 1851 aveva — attivato in altra casa —» (“L’alchimista friulano”, 3, XXXIX, 26 sett. 1852, 316. Analogo avviso ne “Il Friuli”, 2, CCXXI, I ott. 1850, 884).
1852*I n. 1640 e 1639 appartengono ad Angelo Bertuzzi, il n. 1640 II a Carlo Facci (Competenze, II, f. 6v).
1876 Birreria trattoria e ristorante “Ai tre amici” (COSMI-AVOGADRO, 86, 116).
 *Gestione di Leonardo Zanchel (ibid.).
 *Litografia di Enrico Passero2, negozio di biancheria di Giuseppe Basevi e, nella parte verso Sottomonte, bottega del calzolaio Giacomo Vacchiani (COSMI-AVOGADRO, 88, 98).
1883 Birreria “Alle tre torri” (AVOGADRO, 139).
 *Gestione di Antonio Bardella (ibid.).
  Verso Mercatovecchio, ancora negozio di biancheria di Basevi (AVOGADRO, 139, 147).
1948 Trattoria “Al monte”3.
   
NOTE1Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte.
 2Per la litografia Passero: COMELLI, L’arte della stampa, 244, 245, 246, 269; FALCIONI, Industrie udinesi, 330-332, 439; PrICCO), Arte e industria; PICCO, Ricordi, 120-121.
 3Nota a margine di altra mano: 1954. Demolita.
   
BIBLIOGRAFIA BRAGATO, Guida, 92, 174; ERMACORA, Vino all’ombra, 92; ROTA, Cenni su alcuni oggetti, 26; VALENTINIS, Udine antica, 5.
1641
1655, giu. 13*«— Francesco Romanetto, cittadino di questa città, e — Bortholomio Someda, marangon in Mercà Vecchio, a requisitione di — Ioseffo Dell’Oglio — si sono costituiti — manutentori tanto del capitale — di d 300 quanto dei livelli — havuti — a sette per cento dalla — fraterna del Ss.mo Crocifisso. — Il sig. Bartholomio Someda obligò alla manutentione — la casa di sua habitatione aquistata dal sig. Belgrado per d 2041, come nell’istrum. 18 decembrio 1635 di mano del q. Matthioli nodaro —» (A.S.U., C.R.S., 631/1, f. 155v).
1666, mar. 20*I pubbl. per. Valentino Rizzo e Lorenzo Prodolone redigono la «stima della casa che Francesco e fratelli Someda vogliono vendere a Giovanni Prontner». Il documento è corredato da una pianta. L’edificio viene descritto come «casa di muro solerata con suo coperto di coppi, fondi della medesma, due corti, horto et stalla di muro —, con suo coperto di coppi, che il tutto confina a lev. con l’ androna Sottomonte, a mezodν casa delli sigg. Pistocchia, a pon. la strada del borgo — et ai monti casa fu del — sig. Gierolamo Polame acquistata già per detto sig. Prontner et casa fu delli fratelli Spilimberghi fabri. q. mess. G.B., hora del sig. Antonio Piasenti —» (A.S.U., N., Cristoforo Orgnani, 7877, filza prodotte).
1707*Eredi di Francesco Sporeno1. Vedasi n. 1642.
1772, mar. 11*Giovanni fu Francesco Quarta vende a Gottardo Venerio «— un’annua pensione livellaria di L 223 s 18 alla ragione del cinque per cento —, fondata — in specie sopra la casa d’attual di lui abitazione posta — nella piazza o contrada di Mercà vecchio, con corte ed altra casa interiore, che confina a lev. corte e casa del sig. Sebastiano Sabbadini, pon. il Mercà vecchio, a mezz. *** ed a tram. casa abitata dell’ecc. — Giovanni Ziracco —» (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9788, VI instrom., 466, f. 1032r — 1034r).
1801 Osvaldo Mazzorini (Nomenclatura, f. 61v).
1809*Appartiene a Osvaldo Mazzorini (Registro delli aloggi, f. 45v).
1812 Osteria alla “Primavera” (Esercenti).
 *Gestione di G.B. Candotti (ibid.).
1839, magg. 1*Giacomo Tomaselli «dovendo — riformare la porta d’ingresso della casa — al n. 1641», presenta progetto, che viene respinto (A.S.U., C.A. I, 299/XX, 2240 Orn. II C, con dis.).
1843, magg. 11°°Vedasi n. 1642.
1844, magg. 8°°Vedasi 1642.
1846, febbr. 3 «— Anna — Calligaris ved. di Osvaldo Mazzorini rimaritata con Ercole Benuzzi, — vende — per L 19000 a Rocco q. Rocco Sartoretti «una casa eretta da muri e coperta di coppi con corticella in uno, posta — sul Mercatovecchio, segnata col c.n. 1641 —, cui confina a lev. e mezz. casa del sig. G.B. Cantarutti, fu del sig. Demetrio Mansutti, loco Sabbadini, pon. Mercatovecchio, ed a tram. casa e corte del sig. Angelo Bertuzzi; detta casa componesi al piano terra di un portico soggetto a servitù pubblica, vasta bottega o magazzino e corridoio con scale, indi corticella con cantina; al primo piano in stanze e anditi sovra il portico e magazzino e cucina nel fabbricato al di là della corticella con cantina; al primo piano in stanze e anditi sovra il portico e magazzino e cucina nel fabbricato al di là della corticella; al secondo piano camere e corridoi; al terzo piano granaio e camerini e bastardello superiore. La — casa apparteneva fino all’anno 1789 a Daniele Bonfini e la di lui moglie in secondi voti — Anna Calligaris Benuzzi —. Era tra essi coeredi ormai seguita la divisione — coll’atto 26 genn. 1838 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10512, 17751).
1852*Appartiene a Rocco Sartoretti Bonfini (Competenze, II, f. 6v).
1854, mar. 7*Rocco Sartoretti, «nella determinazione di modificare il prospetto della bottega — al c.n. 1641», presenta progetto. «Nell’istesso incontro intende di rialzare il marciapiedi esterno di m 0,03, giacché di tanto attualmente è piϊ depressa di quella ai lati». L’autorità approva (A.S.U., C.A. II, 66, 1693 Orn. II C, con dis.).
1876*Proprietà dei cappellai Umech e Grassi2 (COSMI-AVOGADRO, 89).
   
NOTE1Per gli Sporeno: P. SOMEDA de MARCO, Notariato, 77; A. SPORENO, L’honorata serie.
 2Sull’attività di questi cappellai: Esposizione, 18, 95, 117.
1642
1707°Casa dei sigg. G.B. e Nicolò q. Pietro Michieli in Mercato vecchio con due corticelle e camera sotto terra; confina a lev. Sottomonte, mezz. parte casa del sig. Bartolomeo Moretti, fu Pistocchia, e parte la bottega di essa casa Moretti, acquistata da’ medesimi sigg. Michieli, a pon. strada di Mercato vecchio, alli monti parte casa fu Prontiner, di presente possessa dalla eredi q. Francesco Sporeno, e parte casa e corte dei sigg. G.B. e fratelli Pisenti. Facciata su Mercato vecchio pd 3 ps 3 1/2. Nel granaio due finestre. Poggiolo con 19 colonnette di pietra, tre modeoni e sotto tre piϊ piccoli. In Mercato vecchio, tre colonne di pietra quadre, le esterne a metà con i confinanti, quella verso Moretti è in piϊ pezzi (not. Antonio Martinelli, Allibramento Michieli).
1714, dic. 18*«— Giovanni Domenico Vicario — à alienato alli figlioli del q. — co. Gioseffo M. Groplero di Tropemburgh, habitanti in Gemona —, la portion di casa fu Michieli, contenuta nell’escorporatione 27 apr. 1712 fatta col mezzo del sig. Giovanni Tacelli, pubbl. per. —, situata in Mercavechio —» (A.S.U., N., Antonio Martinelli, 8254, IX instr., f. 257r — 258v).
1715, magg. 26*«Possedono li heredi q. — co. Giuseppe M. Groplero di Tropemburgh di Gemona una portion di casa — nella contrada di Mercavechio, statali assegnata dalla Giustizia nell’alibramento della facoltà subordinata dalli sigg. G.B. e Nicolò fratelli Michieli di Campolongo, publicato li 9 lugl. 1707 et escorporato dal perito Garbini susseguentemente fatta li 13 luglio 1711 —. Qual portion di casa è stata diversi anni inafitata et ora vien condota a semplice affitto dal sig. Carlo Bonamente, inquilino per l’annua contributione di d 40. Hora, rapresentandosi l’occasione al nob. — Costantino Percoto, canonico d’Aquileia, zio materno e commissario de’ predetti heredi d’alienarla al sig. Valentino Mainardis per prezzo di d 900 oltre l’obligo che questo assumerà di pagar le spese tutte d’instromento, investitura e laudemio a sua Serenità per esser di ragion feudale —, il medesimo —, anco come curatore — della — co. Marina di lui sorella, madre e tutrice degli heredi stessi —, ha venduto — al sig. Valentino Mainardis — non la precitata portion di casa assegnata er escorporata come sopra —, ma anco l’altra portione aquistata per nome d’essi heredi dalle mani del sig. Giovanni Domenico Vicario con instr. 18 dic. 1714 di man mia —. Et questo fa per lo capitale — di d 1200 —» (A.S.U., N., Antonio Martinelli, 8254, X instr., f. 109v — 112r).
1715, giu. 17*«Il sig. Pietro Pistori figlio del sig. Andrea — ha — venduto — al sig. Valentino Mainardis — la bottega e magazeno annesso — incorporato nella casa d’esso — Mainardis, ultimamente acquistata dalle mani de’ — coo. heredi Groplero di Gemona, confinante da lev. con la corte d’esso — Mainardis, a mezodν col portego della casa del medesimo, a pon. con la strada di Mercavechio et alle monti con altra bottega e casa del — venditore —. Et ciò per lo prezzo — di — d 300 —» (A.S.U., N., Antonio Martinelli, 8254, X instr., f. 123v — 125r).
1715, ag. 25*I rappresentanti della fraterna di S. Nicolò vendono a Valentino Mainardi «la portione di casa fu di raggione Michieli —, nella contrada di Mercavecchio, dalla parte di dietro —, in pagamento ad essa fraterna per d 466 g 4 di capitale e decorsi mediante allibramento Alberti all’8° loco, seguito sopra la facoltà Michieli —» (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8300, IX instr., f. 73r — 74r).
1729, giu. 22*«Udine, in casa dell’infrascritti sigg. Mainardi, nella camera verso Mercà vechio» (A.S.U., N., G.B. Fabrizio, 8137, Istr. 1724-1729, f. 228r).
1759, sett. 15 «— Francesco Lorio e Giuseppe Marchi, comissari testamentari nominati dal q. sig. Pietro Grisolli nel di lui testamento 30 gennaro p.p. —, per conto e nome dei figlioli pupilli del sudetto — Grisolli — hanno — venduto — al sig. Mattia Pettoello del q. Giuseppe —, negociante di panine la casa fu del q. sig. Valentino Zannetti, posta nel Mercavechio di questa città entro li confini, quale ad esso — Grisolli fu in parte assegnata con l’allibramento seguito nella facoltà subordinata del — q. Zannetti, pubblicato negli atti dello sp. — Brunaleschi notaio — sotto li 30 marzo 1751 e parte per esso acquistata dalle mani di altri creditori in detta facoltà —. E ciò per il valore — con cui fu appreciata essa casa dal sig. Francesco Leonarduzzi pubbl. per., quale formò il sudetto allibramento, di d 3898 s 8 —» (A.S.U., N., Giuseppe Antonio Grazia, 8619, XIX instr., 74, f. 79v — 80v).
1765, apr. 18 «Il — rev. — don Michielle Cornacchia, unitamente al sig. Antonio Rizzi, tuttori — de’ pupilli Grisolli —, vendono — al sig. Mattia del sig. Giuseppe Pettoello — una casa di ragione di detti pupilli — situata in Mercà vecchio, fu del q. — Valentino Zanetti, stata in parte assegnata al q. Pietro Grisolli con l’allibramento seguito sopra la facoltà subordinata del detto — Zanetti, publicato in atti dello sp. — Giuseppe Brunelleschi not. — il — 30 marzo 1751 e parte per esso acquistata da altri creditori —. E ciò — fanno li — tuttori — per il prezzo — di ducati tremillenovecentonovantaotto L 118 —» (A.S.U., N., Francesco del fu Alessandro Brunalleschi, 9196, XII instrom., f. 89v — 92r).
1771, sett. 20 «Con instromento 18 apr. 1765 in note dello sp. — Francesco Brunaleschi notaro — il sig. Mattia q. Giuseppe Petoello — aquistò dalli sig. — rev. — Michele Cornacchia, — vicario curatore di questo duomo ed Antonio Rizzi —, tutori — de’ figli pupilli del q. — Pietro Grisolli —, una casa posta in — contrada di Mercà vecchio — sotto il — 20 sett. 1769 con scrittura prodotta in atti dello sp. — Antonio Martinelli notaio — fu contro il sig. Pettoello — per parte del nob. — Lodovico Locatelli proposta dimanda pel rilascio della casa — come stati di ragione Groplera, la qual molestia notificata da esso — Petoello ai curatori de’ predetti pupilli obbligati alla manutenzione per forma del sudetto testamento fu da essi assunto giudizio pel medemo contro il sig. Locatelli, a fronte di cui pende ancora la causa al tribunal di giustizia. — Desiderando, nonostante la predetta insorgenza il sig. Sebastiano Sabbadini, figlio del sig. Giovanni Domenico di Pinzano, stabilito da piϊ anni in questa città e causidico in questo foro, di subentrare nel contratto — fatto dal — sig. Pettoello —, si sono a questo effetto le parti — costituite personalmente presso me notaro e — esso sig. Pettoello1 — ha — cesso — al — sig. Sabbadini — la premessa casa — . E ciò ha fatto — perché dal — sig. Sabatini sono stati a lui contati — d 300 —. E perché la casa — è di ragion feudale, ma senza carico di censo, benché non sia ciò espresso nell’istromento antecitato, resta dichiarato che — abbia a rimanere anche il peso dell’investitura e laudemio a solo conto del sig. Sabbadini —» (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9788, VI instrom., 423, f. 904v — 907v).
1783, magg. 28*«II — co. Carlo f. del — co. Giacomo Savorgnan — ha — con titolo di permuta — rinonciato alli — Sebastiano e Francesca nata Manini, iug. Sabadini — un — pezzo di terra prativo — situato nelle pertinenze — di Cussignacco —. Li — Sabadini — hanno ceduto — una casa — posta — nell’androna detta di Sotto monte, qual confina a rev. l’androna stessa — pon., ed alli monti — Giovanni Ziracco ed a mezz. la casa d’abitazione di essi — iugali, tenuta in presente a semplice affitto dalli sigg. Pietro e Gioseffa iug. Nicol —» (A.S.U., N., Pietro Del Torso, 10151, Prot. 1780-1790, 30, f. 29v — 30v).
1801 Sebastiano Sabbadini (Nomenclatura, f. 61v).
1809*La casa appartiene a Sebastiano Sabatini, che vi abita. Nel locale sono ospitati anche l’avvocato Pietro Maniago e il «secondo presidente» Nicolò Pisani (Registro delli aloggi, f. 45v).
1812, ag. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 2 maggio 1812, nei confronti di Antonio del fu Pietro Pisenti, esperimento d’asta di «una cucina a pian terreno al n. 1642, a rev. Artico Andreuzzi, a pon. Antonio Bernardis» (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 169).
1815, mar. 15°Testamento di Sabbadini Sebastiano: lascia la casa alla moglie Francesca Manini. La casa passa a Giovanni Mansutti1.
1843, genn. 4 Demetrio Mansutti q. Giovanni vende a G.B. Cantarutti q. Giovanni, per L 24000, la casa 1642 «tenuta presentemente in pigione dal sig. Simone Bearzi». Confina rev. Sottomonte, mezz. eredi di Daniele Trigatti, pon. Mercatovecchio, tram. la sign. Anna moglie di Ercole Benuzzi e Angelo Bertuzzi (A.S.U., N., G.B. Valentinis, I, 157).
1843, magg. 11 È di G.B. Cantarutti, che domanda di riformare la facciata. La casa è di due archi a tre piani di due finestre. Al secondo piano, un poggiolo con colonnine in pietra comune con il n. 1643. Il proprietario domanda di ridurla a tre piani:di tre finestre. Il n. 1641 è di Anna Benuzzi, il 1643 di Giulia Trigati (A.S.U., C.A. I, 406/1846/II, 3336 Orn. II C, con dis.; firmato da Giuseppe Zandigiacomo).
 *La deputazione approva in linea di massima il lavoro, ad esclusione del ballatoio del secondo piano, comune con la casa contigua e asimmetrico. Dal momento tuttavia che i vicini non vi rinunciano, il progetto sarà attuato (ibid.). Il 9 genn. 1846 il Cantarutti viene multato per omissione di sistemazione della grondaia secondo le leggi vigenti. Il 26 aprile successivo l’ing. Lavagnolo può riferire che il lavoro è stato compiuto (ibid.).
1844, apr. 25 È di G.B. Cantarutti, che costruisce il portone (A.S.U., C.A. I, 375/III, 2698, con dis.).
1844, magg. 8*G.B. Cantarutti chiede ed ottiene il permesso «— di riformare anche le due casette poste in — Sotto monte alli c. n. 1642 A e 1642 B (A.S.U., C.A. I, 390/1845/VI, 2928 Orn. II C, con dis.).
1852*G.B. Cantarutti, proprietario anche dei n. 1642 A, B (Competenze, II, f. 6v).
1853, magg. 8*Avviso su “L’Alchimista friulano”: «Giovanni Riva oriuolajo in Mercatovecchio al n. 1642 annuncia che presentemente tiene nel suo negozio un bellissimo assortimento di orologi, tanto da tavolo di Vienna e di Parigi, quanto da tasca d’argento e d’oro» (“L’alchimista friulano”, 4, XIX, 8 magg. 1853, 152).
1876*Orologiaio Luigi Grossi2 (COSMI-AVOGADRO, 105), ancora segnalato nel 1883 (AVOGADRO, 150).
1883*Cappellai Umech e Grassi (AVOGADRO, 141; vedasi anche n. 1641). Nella parte censita 1642 B, affittaletti Luigi Cargnelutti (AVOGADRO, 147).
   
NOTE1Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte.
 2Per Luigi Grossi: PICCO, La torre e l’orologio.
1643
1801 È di *** Romanutti (Nomenclatura, f. 61v).
 *«Vari affittuali e posta di Venezia» (ibid.).
1809, giu. 24 Pietro fu Luca Andrioli1 vende per L 22513,82 a Giorgio fu Serafino Cappellari «una casa posta — nel Mercavecchio al c.n. 1643, che confina a lev. porzione di — casa già venduta al sig. — Evangelista Venturini, mezz. il sig. Filaferro per acquisto da esso fatto dagli eredi q. — Pietro Bevilaqua, pon. il Mercavecchio ed alli monti — Francesca e Sebastiano iug. Sabatini —, con ingresso anco da parte dell’androna — Sottomonte e promiscuità di corte —» (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10076, 84, filza).
1809*Appartiene a Giorgio Cappellaris. «L’oltrescritta casa in ora è tutta in fabbrica» (Registro delli aloggi, f. 45v — 46r).
1813*Oreficeria di Carlo Vitali (A.S.U., C.N., 175/1813 XVII Miniere, 3171).
1822 È di Giorgio Cappellaris. Oreficeria (A.S.U., C.A. I, 68, 924 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario presenta progetto di riforma della vetrina e della porta (ibid.).
1824, nov. 28 «Giorgio del fu — Seraffino Capellaris — vende — al sig. Daniele Trigati — la casa posta — Mercavecchio al c.n. 1643 con suo fondi relativo; confina a lev. la seguente porzione infradescritta, mezz. — eredi Filaferro fu — Bevilacqua, pon. Mercavecchio e sett. gli eredi — Francesca e Sebastiano coniugi Sabbadini, acquistata dal — Capellaris per vendita fattali dal fu — Pietro del fu Luca Andrioli per instrum. 24 giugno 1809 a rogiti del fu — Domenico Prodoloni not. —, e la porzione di fabbrica annessa, che è la casa in — contrada Sottomonte, confina a lev. contrada Sottomonte, mezz. casa delli — eredi — Filaferro, fu del sig. Pietro Bevilacqua, pon. fabbrica suddescritta e tram. eredi — Sebastiano e Francesca coniugi Sabbadini —. Nello stato e grado attuale si vendono esse case — compresavi la bottega unica di proprietà Capellaris, attigua all’ingresso per la contrada — Mercavecchio, ma escluse le altre botteghe in peppiano della casa segnata dal c.n. 1643 e sottoposte alla stessa, guardanti sulla contrada — Mercavecchio mediante il portico, per essere di altrui proprietà —. Il prezzo — è della somma — di austr. — L 24446,53 —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10550, 2318).
1826, ott. 16 È di Filippo Trigatti (A.S.U., C.A. I, 100/1826, 3654 Orn. II C).
 *Il Trigatti chiede ed ottiene il permesso «di riformare il prospetto della bottega sotto il portico della casa medesima» (ibid.).
1843, genn. 4*Vedasi n. 1642.
1843, magg. 11°°Vedasi n. 1642.
1844, magg. 8°°Vedasi n. 1642.
1850*Deposito di strumenti ottici di Rosenthal e Weiss (“Il Friuli”, 2, CXC, 21 dic. 1850, 1160).
1852*Appartiene a Pietro Trigatti (Competenze, II, f. 6v).
1876*Offelleria di Luciano Liesch e cappellaio Antonio Zamparutti (COSMI-AVOGADRO, 89, 104).
1883*Bottega di cappelli di Maddalena Bussolino2 (AVOGADRO, 141).
   
NOTE1Per Luca Andrioli vedansi n. 112, 690, 701, 788, 914.
 2Falcioni riporta molto piϊ verosimilmente il cognome Busolini (Industrie udinesi, 330).
1644
1801 Pietro Bevilacqua (Nomenclatura, f. 61v).
1809, febbr. 11*Dalla perizia di stima del pubbl. per. G. Clocchiati: «Sulle ricerche della sign. Antonia nata Andrioli, moglie relitta del def. — Pietro Bevilaqua, tutrice e curatrice — de’ figli minori e pupilli Paolo, Regina e Domenica, necnon de’ sigg. Giovanni, Lucietta, Barbara ed Elisabetta, altri figli in età maggiore, mi sono conferito nella casa, che serve di propria abitazione —, situata — in Mercatovechio — n. 1644, che confina a lev. androna del Soto monte, a mezz. — G.B. De Girolamo, a pon. il Mercavechio, ed a tram. — Pietro Andrioli fu Romanuti, esaminata — la qualità e quantità de’ muri propri e promiscui coperti —, ho riconosciuto che ammonta il di lui valore — d 3587, sono it. L 11374,474 —» (B.C.U., ms. Giuseppe Clochiatti, Pubblici periti, vacch. 223, f. 49v).
1809*Appartiene a Giuseppe Filaferro (Registro delli aloggi, f. 45v).
1812, apr. 9 È di Giuseppe Filaferro. Minaccia rovina (A.S.U., C.N., 179/XIX).
 *Il commesso agli ornati Giuseppe Presani ne redige relazione per la congregazione municipale, la quale il 18 apr. successivo invita il Filaferro a prendere i provvedimenti necessari. Seguono i restauri. Rimangono echi di rimostranze da parte delle autorità preposte circa l’ingombro delle armature (ibid.).
1814, magg. 22*Giovanna Filaferro chiede ed ottiene di aprire una seconda porta accanto a quella della bottega già esistente (A.S.U., C.N., 180, 2939 0/19).
1876*Profumeria di Antonio Gallizia (COSMI-AVOGADRO, 111).
1900-1938 È dell’avv. Angelo Feruglio.
1645
1769, genn. 23*«Con scrittura privata del — 3 sett. p.p., seguita tra — Bernardina figlia delli q. — G.B. e Dorotea iug. Colloredo e moglie del sig. Pietro Bonamonte, ed il nob. — Marc’Antonio Nicolò Olivo Del Turco, restò stabilito contrato di vendita — delle due case, mobbili ed utensili, il tutto descritto nella citata scrittura, — essendo li 19 genn. conseguite le stime delle due case di ragione libera ereditaria di essa signora — situate in questa città, una in Merchavechio e l’altra in Grazzano, medianti li — periti G.B. Peruzzi, Nicolò Desia ed Aurelio Manetti —, da cui apparisce il loro valore in d 2997 L 2 s 6 —, essa sign. Bernardina — vende — al nob. — Marc’Antonio Olivo Del Turco — le precitate due case — per il prezzo — di d 2997 L 2 s 6 —» (A.S.U., N., Marc’Antonio Tracanelli, 9519, Plico 1754-1772).
1780, genn. 1 «— Il nob. — Marc’Antonio q. — Giovanni Domenico Olivo Del Turco, abitante in Aviano, — ha — venduto — a — G.B., figlio di — Simon q. Girolamo Di Girolamo — di S. Daniele —, ora abitante in questa città —, una casa di ragion feudale, posta in — contrada di Mercato vecchio, divisa in tre corpi, uno verso detta contrada di Mercà Vecchio, uno interno, l’altro verso la contrada — Sottomonte, con due corticelle, stato il tutto acquistato da esso — Marc’Antonio con instrom. 1769, 23 genaro in note del nob. — Marc’Antonio Tracanelli —, la qual casa insieme unita confina a lev. contrada — Sottomonte, mezz. — Marzio Tempore ed altro particolare, a pon. la contrada di Mercavecchio ed ai monti — Pietro Bevilacqua — Questa — vendita — fa — pel — prezzo di d 2554 s 7 —» (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9790, XVI instrom., 1754, f. 2639v — 2641r).
1801 G.B. Di Girolamo «detto il stivalaro» (Nomenclatura, f. 61v).
 *«Caffè de’ Grigioni» (ibid.).
1809 Gaetano Lanza, caffettiere (Registro delli aloggi, f. 45v).
1811, giu. 4*Comunicazione dell’ingegnere Malvolti, capo del corpo r. d’ingegneri d’acque e strade, al podestà di Udine: «— Questa mattina trovandomi — sul luogo a dare delle relative disposizioni, ho riscontrato che di fronte alla casa n. 1645 volevasi errigere un’armatura. Ricercai con qual permesso e mi si rispose con permesso della commissione agl’ornati. Sembra veramente che tal commissione di cittadini formata piϊ d’ogni altra dovesse aver interesse per corrispondere al di lei desiderio ed a quello di tutti; ed innoltre, trattandosi specialmente d’una strada nazionale, doveva essere quest’offizio avvertito. Dietro a ciò ho già sospesa l’erezione di detta armatura, che però potrà essere fatta trascorso il tempo delle feste» (A.S.U., C.A. I, 179/XIX, 729).
1812, ag. 17*Giuseppe Prisani della commissione d’ornato ritiene che i lavori compiuti nella casa n. 1644 non abbiano effetto, qualora il proprietario della casa n. 1645 non provveda «a prender per mano prontamente senza il minimo ritardo l’imposte dell’arco confinante col Filaferro —». Segue diffida da parte dell’autorità comunale (A.S.U., C.N., 179/XIX).
1813, lugl. 1 G.B. Di Girolamo vende a Domenico di Angelo Faccendi per L 14275 la casa 1645 «divisa in tre corpi, una verso la contrada Mercatovecchio, uno interno e l’altro verso la contrada detta Sottomonte, con due vorticelle, stata da esso Di Girolamo acquistata dalle mani dell’ora deffonto — Marco Antonio del fu Giovanni Domenico Olivo Del Turco — con pubblico istrum. — 1 genn. 1780 per atti del — def. Giovanni Socrate —. Confina a lev. — Sottomonte, mezz. — Facendi, loco Tenpore, a pon. con Mercatovecchio, ed alle monti col sig. Giuseppe del fu G.B. Filaferro loco Bevilacqua —» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10361, 1350).
1818, lugl. 3 È di Domenico Faccendi; domanda di inalzarla a livello della 1646 (A.S.U., C.A. I, 18/II, 2222 Orn. II C, con dis.). Il Facendi rileva che «il coperto — di terrazzo con ringhiera — nel nostro clima è di poca sussistenza, infatti — à fatto riscontrare il stato dell’impalcatura che sostiene il pavimento di terrazzo, la quale è fracida —; perciò ha deliberato di demolire il terrazzo, costruire il coperto percorendo una retta con la anessa sua casa dominicale, indi inalzare il muro della faciata, aggiungere le finestre e cornice simile a quelle del stilicidio della anessa casa del detto — Facendi —». Il permesso gli viene concesso (ibid.).
1832, ag. 19 È di Daniele Trigatti (A.S.U., C.A. I, 193, 3593 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Leonardo Riva).
 *Il proprietario presenta un progetto di riforma, che la deputazione d’ornato trova insufficiente, ma in sostanza approva, date le difficoltà per un cambiamento radicale (ibid.).
1852*Proprietà di Luigi Pilosi (Competenze, II, f. 6v).
1876 Nell’edificio sono ospitati i negozi di abiti e berretti di Luigi Bertoli1 e quello di articoli di cuoio dei fratelli Bearzi2, nonché il “Caffè nuovo”3 di Benedetto Parpan (COSMI-AVOGADRO, 84, 86, 87).
1883 Vi è ancora segnalato il negozio dei Bearzi (AVOGADRO, 137).
   
NOTE1Per Luigi Bertoli: Esposizione, 18, 96, 117.
 2Per la conceria dei Bearzi: FALCIONI, Industrie udinesi, 351; PICCO, Ricordi, 142.
 3Per il Caffè nuovo, progettato da A. Scala: PICCO, Negozi che abbelliscono; PICCO, Udine vecchia. I principali caffè; VATRI, Il caffè nuovo, 279.
1646
1780, genn. 1*Appartiene a Marzio Tempore. Vedasi n. 1645.
1798, sett. 15 Angelica q. Giuseppe Tempore moglie di Francesco Moretti, vende la sua metà di casa alla sorella Anna (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, Istr. 1796-1806, 262, f. 330v — 331v).
1798, ott. 1 Anna q. Giuseppe Tempore vende tutta la casa a Domenico q. Angelo Faccendi per d 2400 (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, Istr. 1796-1806, 269, f. 338v — 340r).
1801 Domenico Facendi «chincagliere» (Nomenclatura, f. 61v).
1809*Appartiene al chincagliere Domenico Facendi (Registro delli aloggi, f. 45v).
1810, mar. 2*Evangelista del fu Antonio Venturini «vende al sig. Giorgio Seraffino Cappellari di Udine una casa posta Sottomonte al n. 1646 per L 3172,41» (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10075, Rep. I, 131, f. 10v).
1815, nov. 27*Relazione del commissario di polizia Pompeo Delfino al podestà circa l’incendio scoppiato nella casa, che è proprietà e domicilio di Domenico Facendi (A.S.U., C.N., 186, 8116, Pol. 20).
1818, lugl. 3°°Vedasi n. 1645.
1842, dic. 1 Il negoziante Luigi q. Pietro Pelosi vende per L 27000 a Francesco q. Cristoforo e Marietta n. Fortunato iug. Comencini la casa n. 1646, 1612, «qual casa confina a lev. con androna detta di Sottomonte, mezz. con casa del sig. Mander, pon. il Mercavecchio ed a tram. altra casa del — Pelosi —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10505, 15418).
1843, genn. 7 È di Francesco Comencini (A.S.U., C.A. I, 359/IX, 192 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore G.B. Gerarduzzi).
 *Il proprietario avanza richiesta per riformare il pian terreno per la bottega (ibid.).
1852*Proprietà di Luigi Pilosi (Competenze, II, f. 6v).
1876 Birreria “Alla Concordia” (COSMI-AVOGADRO, 86, 116).
 *Proprietà di Antonio Bardelli, che vi gestisce anche il ristorante (ibid.).
 *Nell’edificio è pure ospitato il negozio di cristalli, terraglie e porcellane di Emanuele Hocke (COSMI-AVOGADRO, 92), segnalato anche nel 1883 (AVOGADRO, 143).
1883*Chincaglieria e merceria di Augusto Verza (AVOGADRO, 142).
   
BIBLIOGRAFIA BRAGATO, Guida, 178; PICCO, Negozi che abbelliscono; PICCO, Ricordi, 182; QUARGNOLO, Giardino Grande.
1647
1487, genn. 15 «Actum Utini, in Foro veteri in domo habitationis — ser Romanelli» (B.C.U., ms. 1468, not. Bernardino Lovaria, vacch. 1487, f. 32v — 34r).
1490, magg. 6 «In Foro veteri sub porticu domus ser Romanelli de Suardis1 a Sale» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. 1490, f. 4r).
1518, sett. 6*«— Sp. legum doctor Laurentius de Suardis suo et fratrum nomine — affictavit ser Francisco Lipoldo notario Utiniensi — unam ipsorum fratrum domum sitam in contratam de Sub monte, nunc tentam et habitatam per eundem ser Franciscum, qui pro dicta domo promisit — solvere — d. Laurentio — et fratribus ducatos septem cum dimidio in anno» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. istr. 1487-1533, f. 42v).
1645, febbr. 9*«Scipione Suardo, — a nome anco del — mons. Carlo suo fratello, canonico di Udine —, vende — alli — sigg. Melchiore et — Giacomo suo nipote Pistochi — una — parte di staletta posta nella corte di detti — Pistochi nella contrada di Sottomonte giusta la stima fatta dal — sig. Agostino de Nipoti publico perito — et questo per prezzo di d 86 L 4 s 9 —» (A.S.U., N., Giovanni Lughera, 7237, VI instr., f. 31v — 32v).
1649, febbr. 20*«Udine, 2 nella contrada di Mercavechio in casa de’ — sigg. fratelli Suardi, nella camera di sopra verso la strada, cioè sopra li portici —. Carlo e Scipione, — fratelli, figli del q. nob. — Bonaldo Suardo vendono al — magn. — Hieronimo Badoer, mercante in questa città —, una — casa di muro, coperta di coppi, — hora habitata dai su-detti — fratelli Suardi, — nella contrada di Mercavechio et finisce Sottomonte, con tutte le stanze a quellà annesse, il tutto fra li suoi confini —; essendo le parti convenute, conforme alla — scrittura 11 decembre passato, che li — Suardi — possino godere la casa sino al S. Iacomo del mese di luglio 1651, al qual tempo debbano — evacuar detta casa —; et il — sig. Badoer comprante esborsò alli — Suardi ducati trecento —» (A.S.U., N., Giacomo Causilico, 7267, Instr. XVIIII, f. 71v — 73v).
1665, mar. 7*«— Scipione Soardo del q. — Bonaldo — vende — all’ill.mo — Michele co. della Torre e Valsassina e del S.R.I. — un annuo livello — di ducati sette —, spetialmente sopra la casa habitata dal sig. Girolamo Badoaro, mercante, posta — nel borgo di Mercavecchio, qual confina a sol levado con contrada detta Sottomonte, a mezo dν con il sig. Lorio Lorio, a sol a monte col borgo et alli monti con li sigg. Francesco e fratelli Santini —» (A.S.U., N., Antonio Tarondi, 7622, Istr. 1660-1772, f. 185r — 186r).
1685, ag. 25*«In casa delli sigg. Agostino e Antonio fratelli Badoveri, in una camera di sopra, la prima verso la strada di Mercavecchio» (A.S.U., N., Domenico Cancianini, 7642, Istr. 1685-1686, f. 76r — 78v).
1739, apr. 18*«— Polidoro q. — Agostino Badoero — vende — al p. — Paolo Celoti3, teologo e consultore in iure della — Repubblica di Venezia, per il quale interviene il — p. Michiel Picco, sindaco del — convento della B. Vergine delle Grazie di questa città —, un annuo livello — di L 24 s 16 in raggion di 4 per cento per il capitale di d 100 — sopra tutti li di lui beni —, ma in specie sopra la sua casa posta in Mercavecchio, tenuta ad affitto semplice da Domenico Feruglio, managhinador, e dal sig. G.B. Fongarino4, stampatore, fra i suoi confini che qui s’abbia per espressi —» (A.S.U., N., Francesco Lorio, 8710, X instr., f. 37r — 37v).
1798, giu. 2*«— Girolamo figlio — del nob. — Romanello Soardi — in affitto emfitteotico — concede al sig. G.B. q. Francesco Pilosio, detto Moisetti —, una casa posta in — contrada di Sottomonte, consistente in due piani —, cioè pian terreno e primo appartamento essendo al di sopra di ragione di detto — cedente, tenuto in emfitteusim dalla sign. Anna Posleppi; qual casa viene occupata presentemente per — affittanza da — Paolina Zai; confina a lev. la monte — di detto — Soardi, mezz. altra casa di detta ragione, tenuta dalla sign. Anna Posleppi, pon. la contrada ed a tram. il — Pilosio —. E questa cessione fa —, perché — detto Pilosio s’obbliga — di pagare d’annuo canone L 100 —» (A.S.U. N., Liberale Girardi, 10345, II instrom., 127, f. 131v — 132r).
1801 Nob. Girolamo Soardi (Nomenclatura, f. 61v).
1803, ag. 26 «— Girolamo q. — Romanello de’ Soardi e — Teresa n. co. Soardi, di lui moglie —, hanno — in affitto enfiteotico concesso — al sig. Filippo Mander, nativo di Solimbergo ed ora abitante nella città di Venezia —, stipulante il rev. Filippo Cristofoli da Sequals, — abitante in questa città —, una stanza appiepiano con annesso mezzado, posti sotto l’abitazione delli cedenti — Soardi in — Mercatovecchio, confina a lev. cortivo di detta casa d’abitazione mezz. casa d’abitazione del sig. Leonardo Morandini, pon. — Mercatovecchio ed alle monti la casa d’abitazione del sig. Domenico Facendi —. E ciò — hanno fatto — perché all’incontro lo stesso rev. Cristofoli, per nome — come sopra, si obbliga di corrispondere anticipatamente d’annuo canone — d 115 —» (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10566, 73).
1806, genn. 21*«— Paolina Zanetti, rei. del q. — Giuseppe Cigaina —, curatrice — del — Marco — figlio, nonché Nicolò Cancianini curatore di detto pupillo —, hanno — venduto — al sig. Antonio Rossetti di Marano — la casa con beni annessi —, posta nelle pertinenze del Casino, denominata il Maranuto, descritta nell’istr. 5 ag. 1790 in atti Schiozi —, acquistata dal q. Giuseppe Cigaina e dal sig. Giacomo Mazorini dalle mani del sig. G.B. Miliotti di S. Giorgio — per L 12000 —» (A.S.U., N., Francesco Girardi, 10616, f. 72v — 73r).
1809*Appartiene a Girolamo Soardi (Registro delli aloggi, f. 45v).
1828, dic. 4 Marco Cigaina ed Amalia nob. Soardi coniugi vendono per L 11000 a Filippo fu Giovanni Mander la casa n. 1647 «costrutta di muri, coperta di coppi —, consistente in un fabbricato sopra Mercatovecchio, ad esclusione della bottega e mezzado contiguo con suo cortivo intermedio, ed altro fabbricato a lev. con pergolati a mezz. sopra volti di cotto, serve di comunicazione, che tutto unito confina a lev. la contrada — di Sotto-monte e parte la cantina fu di questa ragione, ora di proprietà del — Domenico Facendi, mezz. — Pietro Campiutti, pon. parte mezzado del — Mander e parte Mercatovecchio, tram. — Domenico Facendi —. Qual bene immobile divenne proprietà della nob. Amalia Soardi li 12 luglio 1825 —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10554, 3160).
1828, dic. 22 È di Filippo Mander. Casa a tre piani di due finestre. Domanda di rivestire le colonne e di ridurre i due archi a piattabande bugnate (A.S.U., C.A. I, 148/X, 5249 Orn. II C, con dis.).
1842, lugl. 12*Vincenzo Mander presenta progetto per operare «una riduzione piϊ decorosa nel prospetto del negozio posto — al c.n. 1647» (A.S.U., C.A. I, 342/IV, 4485 Orn. II C, con dis.).
1851*Appartiene a Vincenzo Mander (Competenze, II, f. 6v).
1876*Vi hanno negozio Pietro Masciadri, il quale, oltre a gestire un cambiovalute, vende articoli di profumeria e chincaglieria, e Filippo Mander5 che vende cappelli. L’edificio ospita anche lo studio dell’avv. Luigi Canciani e l’ambulatorio del medico chirurgo Gabriele Mander (COSMI-AVOGADRO, 85, 88, 90, 101, 111).
1883*È ancora segnalata la presenza dell’avv. Conciani. La cappelleria è di Angelo Vatri5 (AVOGADRO, 138, 141).
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 09 genn. 1999 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Per la famiglia Soardi: MONTICOLI, Cronaca, 64. Dal documento si ricava che il personaggio appartiene alla famiglia «de Suardis de Tarvisio».
 2L’atto potrebbe riferirsi alla vendita di una parte della casa, data la continuità di testimonianze seguenti a nome dei Soardi.
 3Per il Celotti: PRETO, Celotti Paolo, 466-469.
 4Per il Fongarino: COMELLI, L’arte della stampa, 13, 166; DE GRASSI, Provincialismo, 99, 106.
 5Per la fabbrica di cappelli Mander, poi Vatri: FALCIONI, Industrie udinesi, 329-330; PICCO, Ricordi, 125.
1648
1489, nov. 6*Casa di Roberto da Latisana: «Actum Utini in Foro veteri sub porticu domus mei notarii subscripti —. Quum sit quod — mag. Ioannes sartor habitator Utini in Foro veteri f. Bertuli de Farla emerit ad publicum incantum domum quę fuit mag. Francisci fabrilignarii appellati Cechonii q. mag. Michaelis Blanchi arcarii de Utino1, positam Utini in Foro veteri iuxta suos confines precio et foro ducatorum centum quinquaginta, non computatis onoribus sive livellis sibi debitis diversis personis super ipsa domo, quam vendi fecit — ser Antonius notarius q. ser Pauli Decani de Utino pro livellis sibi debitis —, nunc — mag. Franciscus dictus Cechonus — confessus — fuit se habuisse — a — mag. Ioanne sartore — pro parte suprascripto precii ducatorum centum quinquaginta, ducatos sexaginta tres computatis marchis decem soldorum solutis — per — mag. Ioannem pro dicto Cechono v. fraternitati S. Marię Cerdonum de Utino pro livellis sibi debitis — per — Cechonum super dicta domo —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. istr. 1487-1533, sub anno, f. 46v — 48r).
1490, apr. 4*«Utini, in Foro veteri, in domo mei Ruberti notarii» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, vacch. istr. 1490, f. 9v).
1490, apr. 30*«Utini, in via dicta de Submonte, ante domum mei Ruberti notarii» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Quad. istr. 1490-1491, f. 7v).
1491, dic. 4 Il not. Roberto da Latisana vende un livello «super domibus solitę habitationis — sitis Utini in Mercati veteris iuxta domum ser Romanelli Soardi, iuxta ser Hieronymum de Tialdis, iuxta stratam de Submonte, et iuxta stratam — Mercati veteris —» (A.S.U., N., Giacomo del fu Francesco Clapiz, 5350, sub anno, f. 28r — 28v).
1495, dic. 9 «— Mag. Victor librarius2 Utini in Foro veteri habitans in domo ser Ruberti de Latisana locavit et affictavit — dominis deputatis terrę Utini — partem domus sue habitationis in qua mag. Augustinus de Hieronimis3 de Utino solebat tenere scolas pro uno anno proximo futuro, pro qua — deputati solvere promiserunt de affictu libras quadraginta octo soldorum —» (Acta, II, f. 66r).
1496, febbr. 26*«Actum Utini, in Foro veteri, in domibus habitationis mei Ruberti notarii —, videlicet super plano podiolo —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. istr. 1487-1533, sub anno, f. 108r).
1496, giu. 14*«Utini in Foro veteri sub porticum domorum mei Ruberti notarii infrascripti, pręsentibus mag. Leonardo q. Ioannis de Masiis et ser Francisco f. ser Bernardini de Maninis de Utino ac m. Victori librario q. ser Salvatoris de Bergamo, inquilino mei notarii —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot istr. 1496-1533, sub anno, f. 135r — 136r).
1497, dic. 1*«Actum Utini, in Foro veteri, in appoteca mag. Victoris librarii, pręsentibus ipso mag. Victore q. ser Salvatoris de Bergamo et Martino de Veneciis eius famulo» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. istr. 1496-1533, sub anno, f. 161v).
1499, genn. 18*«Actum Utini in contrata de Sub monte in domo habitationis mei Ruberti notarii infrascripti, videlicet in camera cubiculari» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. istr. 1496-1533, sub anno, f. 167r — 168v).
1500, febbr. 26*«Actum Utini, in Foro veteri, sub porticu domorum mei Ruberti notarii, pręsentibus ser Petro de Gorgo de Vincentia Utini habitante et mag. Victore librario in dicto Foro veteri habitante» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, vacch. istr. 1499-1500, f. 40r).
1500, mar. 12*«Actum Utini, in Foro veteri, in appotecha mag. Victoris librarii, pręsentibus ipso mag. Victore, mag. Antonio cimatore de Brixia Utini habitante» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, vacch. istr. 1499-1500, f. 48r).
1502, febbr. 23*«Actum Utini, in Foro veteri, in appotheca mag. Victoris librarii» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. istr. 1487-1533, sub anno, f. 189v).
 *La casa appare gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo.
1511*«Ruberto da Latisana not. sta in Merchà vecchio paga de livello — per un legato fece ser Antonio facchin padre del q. Simone — formento st 1» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 363v).
1512, mar. 28*«Utini, in Foro veteri, sub porticu domus habitationis mei Ruberti notarii» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. istr. 1487-1533, sub anno, f. 22r).
1514, giu. 2*Il notaio stesso proprietario dell’immobile ci fornisce notizia di un secondo inquilino «Actum Utini, in Foro veteri, in appoteca m. Baptistę sartoris de Valvasono inquilini mei notarii» e il 14 dic.: «Actum Utini in Foro veteri in appoteca m. Baptistę sartoris de Valvasono inquilini mei Ruberti notarii» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. istr. 1487-1533, sub anno, f. 5v).
1520, ag. 9*«Actum Utini, in Foro veteri, in appotheca mag. Victoris bibliopolę seu librarii —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. 1496-1503, sub anno, f. 28v — 29r).
1525, sett. 5*«Actum Utini in contrata de Submonte, in domo habitationis mei Ruberti notarii, videlicet in studio d. Ioannis fili mei infrascripti». Il figlio è citato tra i presenti: si tratta del canonico aquileiese Giovanni da Latisana, dottore in utroque (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot istr. 1487-1533, sub anno, f. 29v).
1528, febbr. 13*«Utini, in Foro veteri ad appotecham ser Victoris bibliopolę, pręsentibus ipso et mag. Antonio q. mag. Michaelis de Padua et bibliopola cum ipso ser Victore laborante» (A.S.U., N., Germano Belloni, 5707, Istr. 1528, f. 30v — 31r).
1540*«Bonaldo Suardo paga de perpetuai livello — per una parte della casa fo del soprascritto ser Ruberto Sotto Monte — contadi L 8. Ser Lodovico Tealdo paga — sopra un’altra parte della casa situada Sotto Monte, fo del soprascritto ser Ruberto — L 8» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 364r).
1572-1573*«Andrea de Gabrielis paga la mittà del soprascritto livello — perché lui è successo nelle raggioni delli eredi del soprascritto ser Bonaldo Suardo» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 364r).
1643, apr. 27 «Alla partita del sig. Lodovico Thealdo, in luogo di Hieronimo Thealdo et gli heredi q. — Bonaldo Soardo, in luogo del q. — Ruberto di Latisana, per metà, sopra la casa che fu del soprascritto messer Roberto e per avanti di messer Zorzi suo suocero; hora gli heredi Gabrielis — in luogo del sudetto — Bonaldo la mità, cioè L 8; hora paga la sudetta metà la sign. Giustina Ossi Locatella et l’altra il sig. Onorato Thealdo —. La casa è di presente possessa et habitata per la sign. Giustina Ossi Locadella, posta in Mercato vecchio, confina a sol levado con la contrada di Sotto Monte, a mezodν col palagio Thealdo, a sol a monte con la strada di Mercatovecchio et ai monti col sig. Bonaldo Soardo» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 85-86).
1673-1674*«Lodovico e fratello con — Onorato loro zio, Tealdo et li eredi Gabriielis, ora a nome dì questi — Lorio Lorio, libraro ed inquilino di una parte d’essa casa, pagano di livello — L 16» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 364v).
1743, giu. 28*«Dissero i confinadori che la — casa è al presente — dello sp. ser Pietro Lorio et del — co. Giuseppe Tealdi, che confina a lev. strada pubblica detta Sotto Monte, a mezz. il palazzo Tealdi, a sol a monte la strada di Mercà vecchio, et alle monti gl’eredi q. — Pollidoro Badoer» (B.C.U., ms. F. XXI, f. 75r).
1780, genn. 3*«Avendo con scrittura privata 19 ag. p.p. stabilito — Carlo e Marc’Antonio fratelli q. — Pietro Lorio, necnon l’ecc. — G.B., altro loro fratello ex parte patris, di cedere in vendita al sig. Carlo q. Francesco Morandini di questa città la casa di loro ragione posta in Mercavecchio — per il prezzo — di d 2296 L 4 s 7 —, a tenor della stima seguita li 26 ag. 1769, prodotta in note del sig. Carlo Muzzenini notaio —, tra li confini in quella espressi —, Carlo Lorio —, per nome anco del rev. Marc’Antonio di lui fratello, necnon come procuratore del suddetto — G.B. —, vendono — al sig. Morandino — l’antedetta casa». Nella scrittura privata del 19 ag. 1779 (f. 1724v) si specifica che la casa «viene condotta ad affitto semplice da Liberal Rossi» (A.S.U., N., Francesco Prodolone, 8993, XVIII instr., 1723v — 1725v).
1801 Leonardo Morandini (Nomenclatura, f. 61v).
1809*La casa appartiene al negoziante Leonardo Morandini, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 45v).
1811, lugl. 4*Il commissario di polizia di Udine al podestà: «Le innoltro — un ricorso prodottomi dal cappellaio Filippo Mander, domiciliato al n. 1848, con il quale fa presente la seguita demolizione o crollo di un pezzo di muraglia situata al vento di ponente della caserma del castello, per la qual apertura vengono gettati dei sassi a pericolo delle persone e case sottoposte —» (A.S.U., C.N., 179/XIX, 1362 Orn.).
1817, ott. 13 Leonardo del fu Carlo Morandini vende a Giuseppe del fu Pietro Campiutti «una porzione di fabbricha — dal corpo del c.n. 1648, composta da un appartamento sopra stanza terranea, rimasta al — venditore Morandini, e sotto altri appartamenti supperioni — del sig. Campiutti acquistante, contenuta — dall’opperazione — 19 sett. ultimo decorso, eseguita — col mezzo del pubbl. per. — Vincenzo Moro —; confina a lev. la contrada detta di Sottomonte, a mezz. casa del sig. Campiutti, a pon. corte del sig. Morandini ed a tram. nob. — Girolamo Soardi — e per lo prezzo — di it. — L 1662,97 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10306, 1107).
1820, magg. 31 Leonardo Morandini vende a Giuseppe Campiutti la casa 1648. «Confina a lev. la contrada — Sottomonte mediante un magazzino sotterraneo, mezz. — Campiutti, pon. — Mercatovecchio e sett. — Gerolamo Soardi —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10544, 1104).
1822, mar. 12 È di Rosa Deganis Campiutti. La casa poggia su due archi. Le finestre del primo e secondo piano sono ad arco. Viene riformata (A.S.U., C.A. I, 68/X, 1004 Orn. II C, con dis., datato 17 marzo, allegato alla pratica n. 1212).
1852*Pietro Campiutti è proprietario del gruppo di edifici n. 1648-1650 (Competenze, II, f. 6v).
1874*La casa è censita con un numero unico col n. 1649 e 1650.
1876*Nello stabile trovano posto il negozio di mercerie, stoffe e confezioni di Domenico Zompichiatti, la birreria e trattoria “Alla loggia” di Andrea Bischoff e la libreria di Marco Bardusco6 (COSMI-AVOGADRO, 84, 98, 109, 112, 116).
1883*Vi è segnalato ancora il negozio di Zompichiatti, al quale ora si aggiungono quello dell’ottico G. De Lorenzi e la bottiglieria di Dorta e C. (AVOGADRO, 139, 149, 153).
1886 Bottiglieria Dorta (DEL PUPPO, Il forastiero a Udine, 446).
1890-1938 Bottiglieria Dorta.
1956, dic. 14*La casa è vincolata da decreto del M.P.I.
   
NOTE1Si ricordi che la moglie udinese di Gerardo di Fiandra, sposata nel 1497, è Caterina Bianchi detta Cecon (COMELLI, L’arte della stampa, 41). Roberto da Latisana quindi conosce il futuro suocero del tipografo e qualche anno dopo, nella stessa sua casa, ospiterà librai.
 2Roberto da Latisana ne segnala la presenza ad un atto già il 1 dic. 1490 (A.S.U., N., 5341, Istr. 1487-1533, sub anno, f. 75v — 76r): «Mag. Victore libraro Utini in Foro veteri, filio ser Salvatoris de Bergamo». Contemporaneamente a Vittore in Mercatovecchio in un luogo imprecisato tiene bottega anche il libraio Zanetto, come ci tramanda lo stesso notaio. «Actum Utini, in Foro veteri, ante appotecam Zanetti librarii» (A.S.U., N., 5341, Istr. 1487-1533, sub anno, f. 36r — 36v). Che si tratti di Giovanni Lorio (COMELLI, L’arte della stampa, 63)? Per Vittore: BATTISTELLA, I Lombardi, 70; COMELLI, L’arte della stampa, 63; C., Curiosità udinesi. Un antico libraio di Udine, 55; JOPPI, L’arte della stampa.
 3Per Agostino Geronimiano vedasi n. 1424.
 4Bonaldo Soardi è presente ad un atto rogato da Roberto da Latisana sulla pubblica via in Sottomonte il 16 giugno 1511 (A.S.U., N., 5341, Istr. 1487-1533, sub anno, f. 72r).
 5Da non confondersi con l’omonimo tipografo operante alla fine del Cinquecento: COMELLI, L’arte della stampa, 10, 72-74; PASTORELLO, Tipografi, 52.
 6Per Marco Bardusco vedasi n. 638.
   
BIBLIOGRAFIA AVOGADRO, Guida, XIV; BATTISTELLA, I vecchi teatri, 36; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 266-267; BRAGATO, Guida, 175; BUCCO, Il neoclassicismo udinese, 69; BUCCO, La cultura riccatiana, 116; CORGNALI, I nostri vecchi caffè, 112; CORGNALI, Quistions... Sù e jù par Marciatvieri; Di un caffè e di una banca, 83-87; Udine in tuba, 17-26; ERMACORA, Vino all’ombra, 73-74, 86; FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191; MASUTTI, Dalla lista dei clienti, 10; PALLADIO, Memorie, 27; PERUSINI-ANTONINI, Un secolo nella memoria, 17; PICCO, Negozi che abbelliscono la città; PICCO, Lo studio di un nostro distinto artista pittore; PICCO, Il caffè Dorta e la società di commercianti, 362-363; PILOSIO, Aspetti dionisiaci, 322; QUERINI, Nel primo centenario, 68; S[ACCOMANI], Il ristauro, 43; VALENTINIS, Udine antica, 11; VATRI, I caffè di Udine, 106; ZORZI, Le opere pubbliche, 83-84, 88-89.
1649
1491, dic. 4*Proprietà di Gerolamo Tealdi1. Vedasi n. 1648.
1501, febbr. 17°Le case sono di Girolamo Tealdi e, sin dall 1487, affittate a Vincenzo e fratelli di Bergamo. Distrutte da un incendio vengono di nuovo affittate a Vincenzo di Bergamo a condizione che le riedifichi a sue spese (not. Luigi Cerei).
1504, apr. 11*«Actum Utini, ante appotecham draparie fratrum testium infrascriptorum, presentibus — ser Vincentio et ser Manfeo fratribus mercatoribus olim ser Donati Bergomensis Utini habitantibus et ser Antonio q. ser Iohannis de Tassis de Bergamo testibus —» (A.S.U., N., Matteo Scala, 5326, XXI instr., f. 22r).
1507, magg. 26*«Actum Utini in via de Submonte prope domos Hieronymi de Thealdis» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. istr. 1487-1533, sub anno, f. 30r).
1512, ott. 20*«In contrata de Submonte, prope domum ser Hieronymi de Thealdis» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. istr. 1487-1533, sub anno, f. 9r).
1512, nov. 13*«In Foro veteri sub porticibus domorum Hieronymi de Thealdis» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. istr. 1487-1533, sub anno, f. 14v).
1513, febbr. 8*«Io Mafio della Porta i’ò alivelado la nostra chasa posta in chavo Marchà vigio, la qual fo de ser P. Gorgo, a ser Antonio spiziar de Chordovado de Susana» (A.S.U., Arch. della Porta, 21).
1530, nov. 3 Rocco q. Maffio della Porta affitta per un anno a Giovanni Bonaldo, che abita in contrada S. Antonio, una bottega nella casa in Mercatovecchio con scansie, banchi e vasi di pietra per tener olio, per d 9 (A.S.U., N., Gabriel Gozzadino, 5817, Istr. 1529-1531, f. 88r — 88v).
1569, mar. 3*«Il Tealdo è primo cugino di Nicolò Manini et la casa sua è quasi contigua al castello, per mezzo della quale furon assassinati li q. mess. Claudio et q. mess. Livio Colloredi» (A.S.U., Arch. Lovaria, 14, Processo per l’uccisione di Nicolò Partistagno, f. 141v — 142r).
1571, genn. 16*«Actum Utini in Foro vetere sub domibus Thealdis, ad cancellum d. Iacobi Portii civis et notarii Utinensis —» (A.S.U., N., Giovanni M. Uccelli, 6076, f. 98v — 99r).
1586, ag. 12*Studio del notaio Leonardo Agricola, (B.C.U., ms. 1460, not. Leonardo Agricola, Prot. istr. 1584-1588, f. 77r -78r).
1593, apr. 13°«Actum domi nob. ser Hieronimi Thealdi prope palatium huius civitatis» (not. Michele da Latisana).
1624, giu. 25*Studio del notaio Rocco Carminati (A.S.U., N., Rocco Carminati, 7114, V instr., f. 106v).
1669, ag. 15*Bottega di Giacomo Lorio (A.S.U., N., Giulio Bonecco, 7861, II instr., f. 8v).
1673, febbr. 20*«Fatto in Udine, nel studio del sp. sig. Marc’Antonio Tarondo, sotto la casa delli — Thealdi» (A.S.U., N., Giulio Bonecco, 7861, III instr., f. 39r).
1680, lugl. 17*Studio del notaio Benedetto Bergamino (A.S.U., N., Benedetto Bergamino, 7673, XVI instr. f. 3v).
1698, nov. 4*Studio del notaio G.B. Caratti: «Fatto in Udine, nel studio del sp. sig. G.B. Carratto, sotto le case Thealdi» (A.S.U., N., Francesco di Andrea Brunalleschi, 8300, I instrom., f. 9r). Il notaio Brunalleschi ne segnala altre volte l’esistenza, almeno fino al 4 marzo 1709 (A.S.U., N., Francesco di Andrea Brunalleschi, IV instrom., f. 11r).
1724, febbr. 10*Studio del notaio G.B. Fabrizio (A.S.U., N., G.B. Fabrizio, 9137, Istr. 1724-1729, f. 16r).
1731, magg. 21*Inventario dei mobili della casa dominicale in Udine lasciata dal fu Gerolamo Tealdi iuniore: «Per la casa dominicale, pretendendo li nobili signori coo. fratelli Thealdi, che per esser di raggion feudale, non soggiacia a conditione delli fideicomissi preacenati, né vedendo io sopra ciò seguito alcun giudicio, perciò non la comprendo nel presente allibramento sino ad altro ordine della giustitia» (A.S.U., N., Francesco Tracanelli, 8529, Allibramento della eredità del q. nob. sig. co. Gerolamo Tealdi iuniore, f. 108v — 112r).
1738, genn. 16*«Fatto in Udine, nello studio del nob. — Francesco Tracanelli, sotto le case Tealdi» (A.S.U., N., Bartolomeo Pavona, 9137, I instr., f. 2r — 2v).
1744 «Tealdi. Abitano vicino alla pubblica loggia andando in Castello» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191).
1747, febbr. 23*Studio del notaio Francesco Lorio (A.S.U., N., Francesco Lorio, 8712, XXI istr., f. 10r).
1749, giu. 26*Il cronista Cipolla narra che durante un temporale, a suo dire memorabile (vedasi n. 751), un fulmine «diede in certe colone dicono del palazzo Tealdi, che è vicino alla pubblica Loggia» (CIPOLLA, Memorie, B.C.U., ms. 133 fondo Joppi, f. 71r).
1792, magg. 8°Il co. Girolamo q. Panfilo Antonini (erede Tealdi) affitta al Casino dei nobili di Udine il suo palazzo in Mercatovecchio, per venti anni, rinnovando eguale locazione del 12 febbr. 1772, per L 1240 (not. Andrea Brunelleschi).
1801 Eredi del co. Girolamo Antonini2. Casino dei Nobili (Nomenclatura, f. 61v).
1808 Passa a Campiutti (B.C.U., Registro anagrafico, ms. 85 fondo Joppi, f. 40r).
1809*La casa appartiene al patrocinatore Giuseppe Campiutti. «Locale detto del Casino» (Registro delli aloggi, f. 45v — 46v).
1815, giu. 30 Si accorda al sig. Campiutti di inalzare la casa n. 1649. Al secondo piano vi erano delle finestre molto basse (A.S.U., C.N., 180/1815/III, 4671 Orn. XIX, con dis., dell’ing. Malvolti).
1816, giu. 7 Studio del notaio Luigi Bertoldi: «Fatto e pubblicato sulla riva del castello nel mio studio in pian terreno della casa n. 1649, che fa angolo colla contigua contrada di Mercavecchio» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10364, 1862).
1818, lugl. 8*La deputazione d’ornato al podestà: «Incombenzata persona apposta onde levasse a norma dei concertati li n. 5 pedistali di pietra esistenti sulla pubblica strada, rimpetto al locale fu Sbruglio in Mercato Vecchio, ora del sig. Campiutti, non ha potuto la stessa effettuare l’asporto mentre il sig. Campiutti stesso si oppose all’opera, asserendo essere quelli parte pure della proprietà ivi acquistata. Incontrastabile però che i pedestali sucittati sono di appartenenza dell’ora sciolta Società del casino —» (A.S.U., C.A. I, 18).
1822, mar. 12°°Vedasi n. 1648.
1836, apr. 11 È di Pietro Campiutti. Vedasi prospetto a terreno verso la riva del castello (A.S.U., C.A. I, 254/X, 1851 Orn. II C, dis.).
1840 «Verso il 1840, un certo Prezioso apri un caffè sotto il porticato del palazzo Campiutti, un tempo proprietà del co. Antonini. Quel grandioso palazzo ed annessi locali, cioè l’uno che prospetta sulla riva del Castello e l’altro verso Mercatovecchio, sono costruiti su disegno dell’architetto e scultore Michele Zuliani di Udine, autore di varie opere architettoniche e premiato per il progetto della caserma degli invalidi che doveva erigersi in Milano sotto il governo napoleonico» (PICCO, Caffè del Commercio).
1852*Appartiene a Pietro Campiutti (Competenze, II, f. 6v).
1866 Caffè Nazionale3.
1869°È dei frat. Dorta svizzeri. Vedi prospetto verso riva del castello (A.M., Ornato 1865-73).
1876 Sede della Banca Popolare Friulana (COSMI-AVOGADRO, 73).
1876*Studio del notaio Francesco Pupatti e recapito del rappresentante e spedizioniere Giacomo Hirschler (COSMI-AVOGADRO, 91).
1892-1919 Caffè Dorta. Vedasi n. 1650.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 14 dic. 1956 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Per la famiglia Tealdi: B.C.U., fondo Joppi, ms. 84, p. 33; MONTICOLI, Cronaca, 42.
 2Si tratta del co. Panciera di Zoppola, come precisa l’aggiunta al testo del Registro anagrafico, f. 40r.
 3Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte.
   
STUDI INEDITI BUCCO, Il Neoclassicismo, I, 69.
   
BIBLIOGRAFIA AVOGADRO, Guida, XIV; BATTISTELLA, I vecchi teatri, 36; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 266-267; BUCCO, La cultura riccatiana, 116; CANDIDO, Cronaca, 27; Di un caffè e di una banca, 83-87; ERMACORA, Vino all’ombra, 73-74; L. PALLADIO degli OLIVI-N. CAIMO DRAGONI, Memorie, 27; PERUSINI ANTONINI, Un secolo nella memoria, 17; PICCO, Il caffè Dorta e la società dei commercianti; PICCO, I principali caffè; PICCO, Lo studio di un nostro distinto artista pittore; PILOSIO, Aspetti dionisiaci, 322; QUERINI, Nel primo centenario, 68; S[ACCOMANI], Il ristauro, 43; VALENTINIS, Udine antica, 11; VATRI-CORGNALI, I caffè di Udine, 106; ZORZI, Le opere pubbliche, 83-84, 88-89.
1650
1765, ag. 13*«Avendo — Danielle q. Battista e — Domenico q. Zuanne cugini Zanutti — di Rivarotta, erretta senza saputa del — co. Giovanni Enrico di Sbruglio una fabrica sopra il muro di chiosura — del — conte ed avendo con tale fabrica altresν essi Zanutti fatto otturare due fenestre imperiali d’una fabrica del predetto — conte, al che essendosi ben giustamente commosso il — co. Enrico e ricorso alla giustizia, onde vederli obligati alla demolizione della fabrica et il ripristino d’ogni cosa, al che interpostosi la mediazione di soggetto valevole presso il — conte ed essendo accondisceso il medesimo a secondare l’efficacia degl’uffizi fatteli previa la riapertura delle — due finestre che erano otturate, detto — conte è accondisceso ad accordare la sussistenza della fabbrica medesima verso l’obbligazione infrascritta —. Comparso presso me notaio —, ser Daniele Zanutti —, facendo anco a nome — di — Domenico suo cugino —, si è obbligato di annualmente in perpetuo e nella ragion di livello infrancabile al — co. Giovanni Enrico de Sbruglio — in gratia della sussistenza della fabbrica — erretta sopra fondi incompetente e che recca non lieve soggezione alla casa — Sbruglio, alla Ss.ma d’agosto — formento pisonali tre, che sii bello, netto, secco e ben crivellato —, principiando — l’anno — 1766 —» (A.S.U., N., Francesco del fu Alessandro Brunalleschi, 9196, XII instr., f. 148r -149r).
1798, dic. 20*«Il nob. — Rizzardo di Sbruglio —, per conto della — co. Mariana n. Antonini, moglie rel. del — nob. — Francesco di lui fratello —, ha locato a — Antonio f. di — Andrea Collotti — calligaro, oriundo — di Gorizia —, una stanza formata da due mezadi a pian terreno delle case — della — co. Mariana, posti sopra la Riva del castello, verso l’annuo affitto — di ducati venti —» (A.S.U., N., Ignazio Brunelleschi, 10162, III instr., 344, f. 462r — 462v).
1801 Eredi del co. Girolamo Antonini. Locanda “Al leon d’oro” (Nomenclatura, f. 61v).
1804, genn. 10*«Fatto in Udine, nella bottega del sig. Lazzarini al Leon d’oro» (A.S.U., N., Francesco Girardi, 10616, IV instr., 39, f. 51v).
1808, genn. 12 Giulio e Girolamo figli di Antonio Panciera di Zoppola e di Armellina di Strassoldo vendono a Giuseppe Campiutti lo stabile posto alle falde della Riva del castello n. 1650, per it. L 31739,96. «Confina a lev. corte promiscua unitamente al portone d’ingresso, mezz. la Riva del castello, pon. — Mercatovecchio e alle monti — Leonardo del def. Carlo Morandini —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10324, 22).
1809 Rizzardo di Sbruglio (parte) (Registro delli aloggi, f. 45v).
 *Affittuale il locandiere Tommaso Spezzotti (ibid.).
1811, mar. 21 Marianna Antonini Sbruglio vende a Giuseppe fu Pietro Campiutti la casa n. 1650 per L 15862,40. «Confina a lev. coll’androna — Sottomonte, mezz. strada — che dal castello discende alla strada presso il palazzo della comune, pon. parte con corte promisqua colla casa fu Zoppola ora — Campiutti e parte con sito di scale fu — Zoppola ora Campiutti ed a tram. parte in peppiano col sig. Leonardo Morandini e parte in primo e secondo appartamento col sig. Soardi —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10586, 392).
1852*Appartiene a Pietro Campiutti (Competenze, II, f. 6v).
1945, febbr. 20 Distrutta in parte da una bomba. Fu alzata.
1651
1640, giu. 27*«In Udine, in la contrada di Mercavecchio, in casa dell’infrascritta signora Anna Franceschinis, in la stancia drio la botegha —» (A.S.U., N., Giacomo Causilico, 7266, Instr. XII, f. 17r — 18r).
1641, giu. 11 I figli del q. Lorenzo Franceschinis e di Anna Blozzo, guantai, che avevano data a godere al sig. Valentino Orgnani, notaio una casa, posta presso il porton del castello1 per d 250, chiedono di poterla vendere al sig. G.B. Bartoloni, loro cognato, per d 500, con patto di recupera (B.C.U., ms. DD. IV, f. 71r — 71v).
1641, giu. 11 I figli del sig. Lorenzo Franceschinis vendono a G.B. Bartoloni fu Francesco, abitante «in Udene, nella bottega del Jesus», la «casa posta al porton di castello, già avuta a godere dalli nobili — Frangipane fin l’anno 1613, 31 gennaro, per mano del q. Pietro Fistulario» e quindi acquistata per libera e propria nel 1610, ag. 12, atti del not. Rocco Carminati (ibid.).
1642, mar. 24*«Nella bottega de’ sigg. Franceschini, guantari, cioè nel magazeno di dietro» (B.C.U., ms. DD. IV, f. 72r — 73r).
1643, lugl. 2*«Il sig. G.B. Bortoloni —, mediante la cessione fattagli nell’instrom. delli 12 magg. passato dalla nob. — Cecilia figlia del q. — Placido Varmo, con l’intervento del nob. — Antonio Soardo suo consorte, ha — rinonciato tutte le ragioni — per lui — acquistate nel detto instrom. sopra una casa posta nel recinto del castel pretorio alla sinistra dell’ascesa cum onere et onore —, perché S.E. ha rimborsato a detto — Bortoloni d 150, che egli confessa aver ricevuto in contanti da m. Pietrantonio Navarra in nome del medesimo — luogotenente —;» d’altra parte «rinoncia assolutamente in perpetuo ad esso — G.B. — quella parte di cortile ed orticello col fondi di detta casa che resterà intatto dalla fabbrica della scala nella montada del castello verso mezzogiorno, all’effetto di che S.E. ha fatto l’aquisto di essa casa per render piϊ confacevole l’architettura ed abelir il prospetto del medesimo castello con la demolizione di quella che l’occupava. Perché all’incontro il sig. G.B. contenta che nella fabbrica della scalla possa S.E. pigliar quella parte che del suo orto nel cantone, che occorrerà per ben situarla alla total soddisfazione di S.E., che promette — di mantenir ad esso e sucessori — la porzion di sito e piana predetti liberi anco ed esenti d’ogni carico e gravezza —» (B.C.U., ms. DD. IV, f. 74v — 75v, not. Bernardino Orgnani).
1658, sett. 28*«Fatto in Udine, nel studio del sp. sig. Francesco Sala — appresso il portone del castello» (A.S.U., N., Orazio Agricola, 7735, Instr. I, f. 32v).
1658, dic. 29*«— Antonio figlio del q. — Bernardin Orniano —, per nome suo e delli — fratelli minori —, ha — dato — al sig. Valentino Orniano, suo zio paterno —, tutte le ragioni che hanno sopra le due stanziette terranee o studii situati presso il porton del castello —, l’uno di presente tenuto per detto Valentino e l’altro per il sig. — Tomaso Saila, già acquistate per instrom. publico per — Bernardin loro padre dalle — sorelle Frangipane di Castello, sive dal nob. — Francesco Savorgnano habitante in Artegna —; e questo perché detto ser Valentino assume in sé l’obbligo contratto per detto — Bernardin con esso instromento, che è di corrispondere — annualmente — a detta sign. Frangipane, sive sig. Savorgnano, ducati quattordici —» (A.S.U., N., Paolo Fistulario, 7706, I instr., f. 38v - 39r).
1690, nov. 24*Studio del agt. Antonio Orgnani (A.S.U., N., Antonio Orgnani, 7846, XIX istr., f. 111r).
1702, nov. 10*Vi abita Lia Franceschinis n. Zapetti (A.S.U., N., Girolamo Dell’Oste, 7907, VIII instr., f. 265r — 266v).
1734, magg. 4 Rev. G.B. Bartoloni e Francesco q. Antonio vendono la casa a Francesco, pre’ Gregorio e Martino fratelli Rizzi per d 1300. «Detti Bartoloni rilasciano alli Rizzi tutti li mobili esistenti nel mezodo della — casa, eccettuato il specchio —; essendo la casa — feudale, dovranno li — Bortoloni soccomber per l’investitura ed a qualunque spesa che occorresse per tal motivo —» (B.C.U., ms. DD. IV, f. 75v — 77r).
1737, nov. 27*«Fatto in Udine, in casa del sig. Francesco Rizzi, appresso il portone del castello» (A.S.U., N., Giovanni Daniele Caratti, 8075, Instr., f. 71r — 71v).
1801 Mons. canonico Rainis e nipoti (Nomenclatura, f. 61v).
1809*Appartiene a Francesco e fratello Rainis, che vi abitano (Registro delli aloggi, f. 44v).
1819, mar. 10 È di Francesco, Innocenzo e Raffaele q. Michele Rainis (A.S.U., C.A. I, 24/XI, 865 Orn. II C).
 *I Rainis «per l’interne operazioni fatte nell’orticello annesso alla casa stessa, devono demolire d’un piede e mezzo circa il muro vecchio di loro ragione, che serve di confine e di chiusura al predetto orto dal lato di mezzodν. Questa piccola demolizione si fa, perché l’orto sia piϊ ventilato e solleggiato, e nello stesso tempo per rendere piϊ regolare il muro e coprirlo nella sua sommità onde preservarlo dall’ingiurie del tempo. Con questo muro guarda quella porzione di riva, che conduce al castello subito passato il portone: cosν i sopradetti fratelli prima d’intraprendere questa demolizione — hanno creduto di far nota di tal operazione a questa — deputazione comunale e nello stesso tempo di fare — istanza perché venghi permessa l’operazione medesima assolutamente innocua». Il permesso è accordato (ibid.).
1850°È di Ferdinando Corradini (A.M., Atti Ornato 1843-1851).
1852*Proprietà degli eredi di Michele Rainis (Competenze, II, f. 6v).
   
NOTE1L’espressione «posta al porton del castello» richiama un atto del 23 sett. 1529: «Utini, in domo nob. ser Danielis de Andriottis penes portonum castri, nunc tenta et habitata per sp. d. capitaneum civitatis Utini —» (A.S.U., N., Gabriele Gozzadini, 5817, Istr. 1529-1531, f. 21r).
   
BIBLIOGRAFIA Archivum... Catastico, 1, 294; BATTISTELLA, Il Casello, 52.
1652
1515, febbr. 6 «Ego Henricus de Valentinis1 doctor livellavi suprascriptum hortum d. Bonaldo de Soardis2 recipienti nomine suo et fratrum» (B.C.U, ms. 2277, Quaedam fragmenta reperta ex familia Valentinorum qui Aquilegienses extiterunt ex scripturis antiquis repertis hic in terra Utini, f. 77r).
1643, magg. 12 Il sig. G.B. Bortoloni acquista dal nob. Antonio Soardo e moglie Cecilia q. Placido di Varmo tutte le ragioni ad essi spettanti in forza di contratto d’affittanza 9 nov. 1619 (atti Mario Gozzadini), sopra una casa «nel giron del castello pretorio — fatta loro dalla nob. Altabella Frangipana» (B.C.U., ms. DD. IV, f. 73r — 74v).
1643, lugl. 2 G.B. Bortoloni cede al luogotenente tutti i suoi diritti acquistati con atto 12 maggio 1649 su la casa già Frangipane «posta nel recinto del castello — alla sinistra dell’ascesa» riservandosi «quella — parte di cortile ed orticello col fondi di detta casa che resterà intatto dalla fabbrica della scalla nella montada del castello, verso mezzogiorno all’effetto di che S.E. ha fatto l’acquisto di essa casa per render più confacevole l’architettura ed abellir il prospetto del medesimo castello con la demolizione di quella che l’occupava — il sig. G.B. contenta che nella fabbrica della scalla possa S.E. pigliar quella parte del suo orto nel cantone, che occorrerà per ben situarla alla total soddisfazione di S.E. —» (B.C.U., ms. DD. IV, f. 74v — 77r).
1705, sett. 16*«Fatto in Udine, in casa Bortoloni, appresso il portone del castello» (A.S.U., N., Girolamo Dell’Oste, 7907, VIII instr., f. 195r — 196v).
1801 «Casa della città sopra la Riva del castello» (Nomenclatura, f. 61v).
1809 Santo Gobetti, portiere (Registro delli aloggi, f. 45v).
 *Nella casa abita l’industriante Orsola Cumero (ibid.).
1839, sett. 3*«— Rosa Manfredi Tonelli — cede — al — sig. Carlo Prucher — la di lei casa con fondi, situata — presso il pubblico castello, composta di più abitati, con corticella, orto e sottoportico, marcata col c.n. 1652 —, a cui fa coerenza a lev. e mezz. via pubblica, pon. Rainis dott. Francesco ed a tram. il — dott. Pietro Campiutti —. La — vendita — viene fatta — pel prezzo — di austr. L 3600 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10493, 12338).
1848, magg. 17*Stato e grado della «casa c. n. 1652, posta a sinistra salendo per la scala maggiore, di proprietà Carlo q. Antonio Prucher». Nella stessa descrizione viene definita «amena abitazione» con giardinetto e, a levante di questo, «porticale coperto a coppi» (B.C.U., F. p., ms. 852 fasc. Schizzi di disegni/V, con schizzo della pianta e misure).
1849*Vedasi n. 1659.
1852*Proprietà dell’erario (Competenze, II, f. 7v).
   
NOTE1L’annotazione è preceduta da una prima notizia priva di data: «— Tempore quo inter consortes de Valentinis fuerunt divise domus que erant in Foro veteri. In portione d. Bartolomei avi mei inter cetera obvenit quidam hortus seu quedam pars montis que est posita Utini subtus montem. Confinat impresentiarum ab uno lathere cum d. Romanello de Soardis et cum via publica a parte anteriori. Quem hortum seu partem montis solemus annuatim locare pro libris tribus solidorum» (B.C.U., ms. 2277, Quedam fragmenta reperta ex familia Valentinorum qui Aquilegienses extiterunt ex scripturis antiquis repertis hic in terra Utini, f. 77r). I Valentinis possedevano ab antiquo case in Mercatovecchio. I documenti compulsati però non trasmettono dati sufficienti per identificare i fondi con quelli citati dalle testimonianze cinquecentesche. Per esempio il 13 magg. 1410 il not. Giovanni Missulini roga un atto «in Foro veteri, in camera cubiculari domus — Valantini — di ser Enrico Valentinis (A.S.U., Giovanni Missulini, 5150, Istr. 1410, f. 21r). Il 30 lugl. 1523 Gerolamo Vanni degli Onesti ne ricorda una torre: «Uno horto fra la casa de nostra habitation e la torre di quelli de Valentinis e la strada de Sottomonte, a noi venduto per ser Zuanne q. ser Artico de Valentini pro precio de ducati trentauno —» (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotolo Vanni degli Onesti). Per Enrico de Valentinis: SAMBIN, Gregorio Amaseo, 42. Sulla famiglia Valentinis in generale: Appendice alla stampa della vita della b. Elena da Udine, 7 e anche infra ai n. 1810, 1811 e 1812.
 2Per la famiglia Soardi: MONTICOLI, Cronaca, 64. Vedasi inoltre n. 1647.
1653 Castello
  Fu costruito dall’architetto Fontana nel 1517 dove sorgeva l’antico castello, distrutto dal terremoto nel 1511.
1449 I luogotenenti sono costretti a risiedere in castello. Il primo ad abitarvi fu Fantino III Viaro (PALLADIO degli OLIVI, Historie, II,32).
1511, mar. 26*«Millesimo1 quingentesimo undecimo mercurii vigesima sexta martii hora vigesima cum dimidia, parum tamen antequam signum descendisset in lineam rectam dimidiam, cęlo nubilo, terremotus ingens ab omnibus citra Tiliaventum incolentibus auditus est, quo pars castri Utinensis puteum versus subito corruit oppressis duabus ancillis locumtenentis et prostratis eo momento multis ędificiis in civitate Austrię, Faedis in Fontebono, Glemonę et in aliis plerisque patrię locis. Duravit per spacium Ave Marię et eo minus et ego et vidi et sensi domum meam undique fluctuare in qua tunc eram, ex alto repente descendente ceu armorum fragore. Statim facta fuit hic Utini supplicatio solennis ad placandam Dei iram. Nam apud nos fuit numquam maior terrę tremor nec hominum timor. Utinam non eveniat par aut maius ostentum. Illud vero omitto quod e puteo S. Ioannis recluso ut ventis daretur exitus in centro terrę tumultuantibus extracta fuerunt cadavera duorum marium ut unius fœminę; nomina ignorata sunt ob mutatas formas a deturbatione cura quę fuit ut eodem tempore cladis turrianę. A. Bellonus manu propria» (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5448, Prot. Fides et taciturnitas, f. 109v).
1517, apr. 8*Vedasi n. 1664.
1518*Memoria di epigrafe su pietra estratta dalle muraglie del vecchio castello; la pietra, secondo il cronista, era custodita da Anastasio Monticoli (CIPOLLA, Memorie, B.C.U., MS. 133, f. 40r).
1555, lugl. 31*«In castro, ante carceres, sub porticibus» (A.S.U., N., Sabbatino Beltrame, 5858, Istr. 1554-1555, f. 117r).
1558, magg. 2*«Cianus q. Colai Menosii de Zuglano convenit cum nob. — Francisco de Francischinis cive Utini —, suo et collegarum nomine pręsidentium fabricæ palatii comunis Utini, et promisit ei dare ollas sexdecim calcis bonæ et sufficientis hinc ad dies quindecim — hic Utini conductas, in ratione soldorum octo pro singula olla —» (A.S.U., N., Mario Albino, 5949, 1558 Instr., f. 41v).
[1566]*Le seguenti note del 1566 sono tratte da un fascicoletto ms. autografo di Francesco Florianis, intitolato «Conto deli marangoni, cavapiere 12, tagliapiere per la fabrica del salon del castello (A.S.U., ms. di provenienza ignota, senza attuale segnatura. Numerazione superata: 880)2.
1566, febbr. 28*«Mistro Battista Scandolin, marangon de Udene, et m. Andrea molinaro de Bohemia, habita in Udene, denno haver per sua mercede di haver tolto sopra di sé a far et fabricar il soffitado della salla grande dil magnifico parlamento in castello, nel modo et con le condittioni contenute nel scritto della obligation ripromessa per loro fatti alla presentia del clariss. sig. Francesco Duodo — luogotenente della Patria, di mano di mess. Piero Contrino, nodar di cancelleria, adν soprascritto cossi d’accordo in ducati dosento e vinticinque —» (A.S.U., ms. Florianis, f. 2v).
1566, mar. 1*«Dieno dar li contrascritti Battista et Andrea per tanti hebbero, — ducati cinquanta —» (A.S.U., ms. Florianis, f. 3r). Altro contributo agli stessi è registrato il 14 giugno seguente (ibid.).
1566, mar. 12*«Taggiapiere. M. Martin q. m. Zuane Marcon, m. Primo suo fratello, m. Daniel de m. Iacomo Candoto, m. Santonio de m. Antonio Bergamasco de Faedis denno haver per il mercà fatto con il — luogotenente de lavorar tutte le piere contenute in la fabricha che hora s’ha da fare per la fazzada dela salla del castello, comprese in essa fazzada, come appar nel scritto de dν soprascritto fatto de man de mess. Hieronimo Fistulario, con li patti et condittione in esse contenute, ducati cento e trenta —» (A.S.U., ms. Florianis, f. 6v). Seguono pagamenti registrati il 6 apr., 2 e 31 maggio, 5 e 29 luglio, sempre agli stessi (A.S.U., ms. Florianis, f. 7r).
1566, apr. 24*«Marangon m. Iseppo de Carlo, marangon in Merchà vechio, die haver per sua mercede di haver tolto a tutte sue spese et interesse sopra la porta del salon de castello dalla parte di dentro un pergolo de legname secondo il dessegno, fatto per man di me Francesco Florianis pittor, ducati diese —. Il soprascritto die haver per sua mercede di haver tolto à sue spese et interesse la porta grande del detto salon, come appar del tutto de man de mess. Nicolò de Varmo, coadiutor in cancelleria, cossi d’accordo d 20». Entrambe le annotazioni sono cassate (A.S.U., ms. Florianis, f. 7v). Seguono due annotazioni, rispettivamente del 20 aprile e del 17 maggio, per pagamenti allo stesso in relazione al «pergolo» e alla porta (A.S.U., ms. Florianis, f. 8r).
1566, apr. 25*«Locumentenens. Per tenor delle presenti comandamo a m. Francesco di Zani q. m. Odorigo, m. Ottavian de Zani, m. Martin fratello di ditto Francesco, m. Domenego Vinazza et. m. Iacomo di m. Antonio Bergamascho di Faedis cavapiere che, in pena di ducati 50 et tratti tre di corda, non debbano in modo alcuno lavorar né cavar pietre ad alcuna persona fintanto che non habbino finito di cavar le pietre che fanno bisogno per la fabrica del castello —» (f.v. inserito nel ms. Florianis).
1566, magg. 7*«Franciscus Duodo Patriæ Fori Iulii locumtenens generalis. Essendo stati delν alcuni carredori per cargar le pietre, che fanno di bisogno per la fabrica del castello, par che non le ritrovano preparate subendo che sono necessitati partirsi senza cargo alcuno. Però per tenor del presente mandato, — comandamo a voi m. Francesco di Zanni q. m. Odorico, m. Ottavian di Zanni, m. Martin fratello di detto Francesco, m. Domenigo Vinazza et m. Iacomo de m. Antonio Bergamasco di Faedis cavapietre, che in pena di ducati 50 et tratti 3 di corda, subbito zonto delν quelli carredori che venirano per questo effetto, dobbiatti consignarle carri quatro di pietra, acciò che se possi dar fine all’opra di già incominciata, cossi eseguirete; non dando conto, che poi siano condutte a vostre spese, danni et interesse —» (f.v. inserito nel ms. Florianis).
1566, magg. 16*«M. Martin taiapiera, habita in Pracluso all’incontro delle moneghe de S. Chiara, die haver per accordo fatto con il — luogotenente per» la fornitura «de quatro pezzi de piere greze de Gradisca per far doi arme et doi epitaphii della qualità et mesura che gli ha dato mess. Francesco de Florianis ducati ondese — per chadauno, le qual piere esso m. Martin è obligato far che siano condutte in questa città all’ultimo del presente mese —» (A.S.U., ms. Florianis, f. 5v).
1566, giu. 22*«M. Gasparo Toreto de Venetia, habita in Gradisca, die haver per sua mercede de far le doi fenestre che guarda verso la corte con doi ovadi sopra, come appar scritto de man de mess. Piero Contrin de dν soprascritto, d 27 —» (A.S.U., ms. Florianis, f. 3v). Seguono pagamenti allo stesso registrati in dieci rate (A.S.U., ms. Florianis, f. 4r). Inoltre, in una carta sciolta, inserita nel quadernetto, sono segnati altri pagamenti a Gasparo Torretto, redatti da Gerolamo Brazzacco per sei voci e di nuovo di mano del Floreanis per la settima e ultima. Non ne è precisato il motivo.
1567*«Si pagano ogn’anno imposizioni per la fabrica del castello di Udine e l’anno passato solamente per la fabrica di una scalla di esso castello L 62» (A.S.U., C.R.S., 287/1, Allegato alla stampa per il canale di Corto. Notifica giurata dell’abbazia 1567, f. 3r).
1655, ott.*«Disegno del palazzo del luogotenente d’Udine et inventari della robba portata da ser Nicolò Venier, che al presente si ritrova in detta carica dattami da Carlo Ferri, fu nostro cameriero» (B.C.U, copia mss. fondo Perusini nel museo civico di Udine).
1678, lugl. 11*«Fatto in Udine, in castello, nella casa dell’habitatione del — maggior Pietro Craina, in una camera d’abasso verso il giardino a man drita —» (A.S.U., N., Giulio Bonecco, 7861, IV instr., f. 40r).
1725, sett. 10*«Udine, in castello, nelle stanze d’habitatione del sig. Zuane Lorenzuto, custode delle priggioni» (A.S.U., N., G.B. Fabrizio, 8137, Istr. 1724-1729, f. 83v).
1727, nov. 15*«Udine, in castello, nelle stanze habitate dal strenuo Giovanni Lorenzuti, capitano delle prigioni» (A.S.U., N., G.B. Fabrizio, 8137, Istr. 1774-1729, f. 163v).
1752, mar. 4*Ordine di pagamento al — falegname Giuseppe Del Forno «per mercede di sue opere fatte nel castello del guardiano de’ fuochi notturni» (Annales, CXIII, f. 175v).
1783, genn. 9*Ricevuta di pagamento a Leonardo e fratello Minotti «del borgo di sopra» per aver «condotto botte n. 3 di acqua nella cisterna in castello alle ore tre circa della notte suddetta» (A.S.U., C.A., 1/213).
1795, mar. 3*«— L 296 s 9 contate a m. Francesco Piva protomuraro a suo rimborso di tale summa impiegata in ps 68 pd 2 di profilli di pietra del castello —» (Annales, CXXVI, f. 27r).
1797-1819 Servi a quartiere dei soldati (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 24r).
1802, apr. 5*Nel prospetto preparato da Prospero Verzegnassi sulla capienza dei locali adibiti a caserma, nel castello sono previsti 858 soldati (A.S.U., C.A., 153/115).
1809*«Il castello della comune. Serve ora ad uso di caserma militare e per le carceri civili» (Registri delli aloggi, f. 45v — 46r).
1818-1848 Fu adibito a tribunale3.
1848-1899 Fu adibito a caserma.
1848, magg. 17°°Vedasi n. 1659.
1852*Appartiene all’erario (Competenze, II, f. 7v).
1876, ott. 16 È approvata la proposta di aprire un passaggio pedonale fra la Piazza Vittorio Emanuele ed il Giardino attraverso il colle del castello, con la spesa di L 3722,67 (Parti prese...1880, 254).
1883, magg. 26 Convenzione stipulata con l’autorità militare per il passaggio dalla piazza al Giardino (Parti prese...1887, 62).
1899, genn. 20 Il consiglio comunale accetta lo schema di convegno proposto dal ministero dell’istruzione pubblica per la cessione del castello al comune di Udine (Parti prese... 1903, 4).
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 06 nov. 1970 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Il passo, inserito nel protocollo dei rogiti dell’anno, segue l’altro scritto De clade Turriana (f. 107r - 109v), ugualmente estraneo al normale contenuto dei rotoli notarili. Va ricordato che il noto disegno dei castelli, al centro del quale si tende a identificare quello di Udine, assume un valore particolare in quanto collocato in relazione al testo seguente.
 2Debbo la segnalazione del ms. alla cortesia della dott. Ivonne Zenarola, direttrice dell’Archivio di Stato. Nel fascicoletto composto di 8 fogli, sono inseriti 3 ff. volanti della stessa mano. Proviene certamente da una miscellanea, recando ancora il n. 880.
 3Senza indicazione di fonte nel ms. della Porta. Sia la notizia del periodo 1818-1848 sia quella del 1848-1849 possono essere desunte dal BATTISTELLA, Il Castello, 68-70.
   
STUDI INEDITI DRI, Il castello di Udine; FACCIOLI-JOPPI, Chiese, I, f. 13v, 10v — 15r, 24r — 31r; LIBERALE, Topografia urbana, XXX-XXXII, XXXIV.
   
BIBLIOGRAFIA ANTONINI, Cenni statistici, 31, 35; Archivum...Catastico, I, 299-302; AVOGADRO, Guida, 53; BASCAPÈ, I sigilli, 84; BATTISTELLA, Il castello; BATTISTELLA, Quisquilie, 151; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 118; BATTISTELLA, I vecchi teatri, 83; BATTISTELLA, Brevi note, 70-72; de BENVENUTI, I castelli friulani, 19-24; de BENVENUTI, Il castello di Udine, 11-15; de BENVENUTI, Il volto di Udine, 333-343; BERGAMINI, Affreschi nei castelli, 44; BERGAMINI, Il pittore Giovanni Battista Grassi; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 268-276; BERTOLLA, Note storiche; BRAGATO, Guida, 1-6, 165; BRAIDOTTI, Tomaso Lippomano; CANDIDO, Cronaca, 20, 25, 27; CAVALCASELLE, La pittura friulana, 106, 115, 116, 154, 213-215; CERGNEU, Cronache, 77; CICONI, Udine, 446-448, 455-456; CHIURLO, Epigrafi, 55, 57, 58, 73; COMELLI, Passeggiate, 93-97; Commissione provinciale... 24 marzo 1932, 206; CORGNALI, Scultura del Seicento, 5-6; D’AGOSTINI, Esecuzioni, 161-166; DAMIANI, Arte... Il Liberty, 67; DEL BASSO, Araldica civica, 287; DEL PUPPO, Un’interpretazione degli affreschi del castello, 321-331; DEL PUPPO, Monumenti cittadini, 202; DEL PUPPO, Un’interpretazione degli affreschi che ornano il salone, 13-28; Emersi durante gli scavi per la centrale; FIOCCO, L’architetto del castello, 194-203; FONTANA, Lettera dell’architetto; FURLAN, Temi profani, 63; FORLATI, Restauri, 55; GIOSEFFI, Udine, 35, 86, 91-92, 106; GIRARDINI, Il castello; GIUST, Castelli, 10; JOPPI, Contributo IV, 10, 128; JOPPI, Udine prima del 1425, IV, V, VI, X, XI, XV; I lavori di restauro del castello; LAZZARINI, Le lapidi; LAZZARINI-DEL PUPPO, Castelli, 39-120; P.S. LEICHT, Una notizia inedita, 125-127; di MANIAGO, Guida, 15-18; di MANIAGO, Storia, 32, 118, 124, 288, 361; di MANZANO, Annali, I, 371, 376; III, 126-127, 310; IV, 110; MIANI, Pittura e scultura, 117; MILIZIA, Memoria, II, 46; MIOTTI, Cenno, 19-29; MIOTTI, Castelli...Gastaldie, 357, 379; MIOTTI, Storia, 258-259; MOR, Profilo giuridico, 17; MUTINELLI, Il gotico, 253; O[STERMANN], Il castello, 65-71; G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historia, II, 139-140; Parti prese... 1880, 77, 83, 103, 254, 263, 269; Parti prese... 1893, 62; Parti prese... 1903, 36, 206; Parti prese... 1906, 102; Parti prese... 1913, 12, 204, 229; PASCHINI, Bertoldo di Merania, 87-90; PASCHINI, Il cardinale Domenico Grimani, 88, 90; PASCHINI, Il patriarca Antonio Caetani; PASCHINI, Raimondo della Torre, 20; PICCO, Il colle e il castello; PICCO, Fabbricazione degli zolfanelli; PICCO, Le fortificazioni del castello; PICCO, Il nostro castello; PICCO, Ricordi popolari, 64, 189; della PORTA, Toponomastica, 45; Promemoria, 93-94; PUTELLI, Sul riscatto, 91-94, 97; QUARINA, Castellieri, 61-62; de RENALDIS, Della pittura friulana, 76, 79; Restauri a Udine, 200; Restauro del Castello, 305-306; RIZZI, La Galleria d’arte antica; RIZZI, Pluralità, 65, 79, 117, 173, 232, 302, 304-309, 350, 471, 478; RIZZI, Profilo...Il Quattrocento, 18, 101-102, 105-107, 112; RIZZI, Tiepolo a Udine, 96; RIZZI, Udine, 58, 64, 74, 75, 84, 149-150, 157, 158, 163, 165, 167, 175, 176, 183, 184, 188, 199, 202, 216; RODARO, Castello; ROTA, Cenni, 14-15; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 12; 2 (1937), 14; 5 (1938), 9; S[ACCOMANI], Il ristauro, 26, 35; SBUELZ, Castello; SBUELZ, Il Guardiafuoco; SCALON, La biblioteca, 35, 37, 38; C. SOMEDA de MARCO, Il Castello, 153-164; C. SOMEDA de MARCO, Il nostro castello, 29-34; C. SOMEDA de MARCO, Il Museo civico; SPECTATOR, Gli spettacoli, 306-309; VALENTINIS, Udine antica, 6, 12-13; VALENTINIS, Cinquecento epigrafi, 20, 24, 26, 27, 41, 42; VENTURI, Storia, XI, I, 335-340; VILLANI, Cronica, LII, cap. 123-124; ZORZI, Le opere pubbliche, 81-84; ZENAROLA PASTORE, Atti, 45, 47.
   
ICONOGRAFIA CARLEVARIJS, Trittico con vedute prospettiche, A; CORONELLI, Udine, in Repubblica di Venezia in terraferma, f. 39; GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, n. 1; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 1; [LASOR A VAREA], Udine metropoli del Friuli; LEONARDUZZI-ZUCCHI, Castello di Udine, in Lo stato presente di tutti i paesi, XX, 131; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 21; MURERO, Udine metropoli, n. 1; RASICOTTI, L’antica e nobilissima città; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 1.
1654
1801 Dionisio e fratello Doratti (Nomenclatura, f. 61v).
1809*Appartiene al pizzicagnolo Dionisio Dorati. Vi abitano, oltre al proprietario, Giuseppe Sdrugnolo, «indigente», e Florio Zandigiacomo «spazzacamino» (Registro delli aloggi, f. 45v).
1848, magg. 17*Stato e grado della casa fu di Dionisio Doratti. Esiste anche uno schizzo della pianta (B.C.U., F. p., ms. 852 fasc. Schizzi di disegni/I).
1849*Vedasi n. 1659.
1852*Appartiene all’erario anche nella parte censita 1654 A (Competenze, Il, f. 7v).
1855 Demolita.
1874*Dal n. 1652 al 1659 le case non appaiono nella numerazione rossa. In quella nuova sono censite sotto un solo numero (Prospetti di confronto, 86).
   
BIBLIOGRAFIA Archivum... Catastico, I, 289; BATTISTELLA, Il castello, 69; SBUELZ, Castello... Documentazione, 4.
1655
1782, giu. 12 I coo. Filippo, Marco e Francesco figli del fu Ulderico di Prampero vendono a Giovanni del fu Valerio Cattaruzza «una casa — posta nel recinto del castello —, confina a lev. con corte del castello, mezz. — Giacomo Dorati, pon. — Dorati ed a tram. corte —, per il prezzo — di d 450 —» (A.S.U., N., Francesco Prodolone, 8994, XXI instr., f. 2010v — 2011r).
1801 Giovanni Cattaruzzi (Nomenclatura, f. 61v).
1809*Appartiene al «gua» Giovanni Cataruzzi. Vi abita Maria Meneghini, «indigente» (Registro delli aloggi, f. 45v).
1816, lugl. 24 «— Zuanne q. Valentino Cattaruzza, venditor di cincaglie —», vende a Dionisio q. G.B. Doratti «una casa di muro, coperta di coppi, in cattivo statto, composta in piano da due stanze terranee e sito per l’ingresso nella parte di tram., con solari sopra ed anco sopra tre stanze in piano nella parte di mezzodν, di ragione esse stanze dell’acquistante — Doratti, e scala con pergolo esterna al muro di levante, il tutto — situato — nel recinto del — castello, segnata essa casa con il c.n. 1655 —; confina a lev. e tram. con la corte del — castello —, a mezz. in piano con le accennate stanze — del sig. — Doratti ed a pon. parte con orto del — Doratti e parte con casa — della sign. Ludovica n. Doratti, moglie del sig. Angelo Dominicini, e nello stato rovinoso in cui esse fabbriche s’attrovano e dichiarano le parti d’aver d’esse fabbriche e fondi pienissima cognizione —. La — vendita viene — fatta — per la somma — di it. L 1667,2 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10304, 958).
1818, sett. 12 Dionisio Doratti la vende ai coniugi Giuseppe e Giustina Zorzetti (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10452, 1733).
1848, lugl.*L’edificio comprende due parti, una segnalata col n. 1655 e l’altra 1655 B: la prima risulta di proprietà di Domenica del fu Giuseppe Mattiussi, ved. Zorzetti, ed è valutata L 5000 per l’«avvertita vetustà degli articoli che la compongono»; la seconda appartiene ai coniugi Domenico del fu Giuseppe Toso e Giovanna del fu Marco Zannini, valutata L 3500 (B.C.U., ms. 882, Minuta di stima).
1848, magg. 17*Stima e grado della casa (B.C.U., ms. 852, Fabbricati e fondi privati nel castello di Udine. Catasto provvisorio in corso, VIII e IX con schizzo della pianta di casa Toso).
1849*Vedasi n. 1659.
1855 Demolita.
   
BIBLIOGRAFIA SBUELZ, Castello... Documentazione, 4.
1656
1731, ag. 13*«A remotione delle difficoltà ch’erano insorte fra la sign. Margarita n. Salvetti, moglie in secondi voti di — Girolamo Venerio da una e la sign. Gioseffa, moglie in secondi voti del sig. Giacomo Dorati dall’altra, per occasione delle molestie inferite dal — monastero di S. Bernardino — sopra la portione superiore della casa posta nel recinto del castello, già assegnata a detta — Margarita in dote dal q. — Cesare Salvetti di lei padre, ed a remotione all’incontro del pregiudizio notabile che rissentiva l’altra porzione inferiore di detta casa — per le sue rapresentanze nella facoltà Salvetti, non solo per esser degradati in pessimo stato i coperti d’essa porzion superiore, ma per esser anco incomodata dagli inquilini, che in essa abitano con necessità d’abbandonare la propria portion inferiore, fu con scrittura, sottoscritta dalle parti e presentata li 27 lugl. pass. —, stabilita la cessione ad essa — Gioseffa della suddetta porzion superiore di casa con le condizioni e patti ressultanti dalla predetta scrittura da esser in calce del presente registrata. In relazione a ciò, essendo seguita la stima — col mezo delli per. Rovore e Verzegnassi,— e pubblicata sotto li 4 con., che fa ammontar il prezzo con la detrazione del terzo a d 295 L 2 s 11, et ottenuto susseguentemente detto decreto di permissione della vendita da S.E. logotenente per esser casa feudale —, resta a ridur la medema scrittura alla sua effettiva esecuzione —. Al quali effetto — Margarita — alliena all’antedetta — Gioseffa — la — detta porzion di casa —. Et questo — fa — per l’intiero prezzo — di d 295 —» (B.C.U., ms. DD. IV, f. 81r — 93v, alleg. stima del 1731).
1737, magg. 7*«Fatto in Udine, in castello, nell’orticello» di «Gioseffa n. Pizzati, moglie in primi voti del q. — Giacomo Salvetti et ora in secondi voti del sig. Giacomo Dorati» (A.S.U., N., Francesco Lorio, 8710, VIII istr., f. 31r).
1757, mar. 11 Stima di due case, nel recinto del castello, della sign. Gioseffa moglie di Giacomo Doratti (n. 1655-1656). «Confina a lev. la piazza del castello, mezz. corte, forno ed orto restante di detta signora Gioseffa, pon. orto del sp. sig. Francesco Lorio, ed a tram. parte orto delli — coo. Bertolini e parte calisella corrisponde alla piazza del castello» (B.C.U., ms. DD. IV, f. 102r; la stima f. 102r — 111r, pubbl. per. Francesco Leonarduzzi).
1801 Don Dionisio e fratello Doratti (Nomenclatura, f. 61v).
1809*Non è indicato il proprietario (Registro delli aloggi, f. 45v — 46r).
1848, magg. 17*Stima e grado della casa (B.C.U., ms. 852, Fabbricati e fondi privati nel castello di Udine. Catasto provvisorio in corso, X). Esiste anche uno schizzo della pianta (B.C.U., ms. 852, Fabbricati e fondi, IV).
1848, lugl. L’edificio, di proprietà di Anna q. Francesco Fortunato, ved. Comencini e rimaritata Comencini, è valutato L 4000 per «remota posizione e poca luce dei locali terreni in onta al buon stato dei materiali» (B.C.U., ms. 882, Minuta di stima).
1849*Vedasi n. 1659.
1852*Appartiene all’erario (Competenze, II, f. 6v).
1657
1668, ag. 6*«Fatto nella torre del strenuo Iseppo Pachagnella capitano delle prigioni, posta nel recinto del castello di Udine» (A.S.U., N., Antonio Tarondi, Instr. 1760-1772, f. 415v).
1682, giu. 15 Investitura a favore della sign. Antonia Anna Maria vedova di Iseppo Paccagnella, già capitano delle prigioni del castello, di una «turisella situata in questo castello, che riguarda verso il monte de’ nob. sigg. — Bertolini, qual confina a sol levado con la corte del castello a mezodν con la casa già di raggion Hottelia1, hora di detta investita, a sol a monte con il monte et horto di detti sigg. Bertolini e ai monti con la giacera di questo castello» (B.C.U., ms. C. L, f. 134r — 135v).
1694, apr. 15 «Il sig. Angelo Favretti, cerugico — vende — al strenuo Zuanne Lorenzato, custode delle carceri —, una casa di muro, coperta di coppi, solerata d’un palco, situata nella corte del castello —, chiamata la Turisella —, già del q. strenuo Gioseffo Pacagnella, già custode delle medesime carceri et in lui pervenuta mediante suplica 18 dic. 1659 et suseguente investitura 19 detto et poi passata in detto — Angelo mediante donazione — fattali dalla q — Anna Maria Pacagnella» (B.C.U., ms. C. L, f. 136r — 137r, not. Lorenzo Patrielli).
1694, lugl. 7*Investitura di Giovanni Lorenzato da parte luogotenente Tomaso Querini (B.C.U., ms. C. L, f. 139r — 139v).
1757, lugl. 21 La città compera da Ermenegildo Tesini q. Lodovico, abitante in Venezia, per uso dei soldati di fanteria, una casa di ragion feudale che pagava un censo di pernici quattro, detta la Torrisella, posta nel recinto del castello, «confinante da una parte con la monte de’ — coo. Bartolini, dall’altra con un sito che fu concesso al q. Zuanne Lorenzato — con orto, da altra con la giazzera del castello e finalmente con la sign. Gioseffa Dorati, la qual torrisella con l’allibramento 26 apr. 1735, formato dal q. — Raimondo Picco pubbl. per. sopra la facoltà del q. Giovanni Lorenzato, pervenne nella sign. — Rosolinda, sorella del suddetto — Ermenegildo, moglie di detto Lorenzato, a pagamento di sua dote; nella qual — è subentrato lo stesso Ermenegildo in ordine al testamento di — Rosolinda, 1742 ott. 13, rogato in atti del sig. Andrea Ballarin, not. di Chiosa —» (B.C.U., ms. F. XXIV, f. 203r).
1801 Casa pubblica (Nomenclatura, f. 61v).
1808*«Casa in castello detta la Torrata, valutata L 1623,49, inaffittata. In sussistenza della Repubblica Veneta serviva di quartiere ai soldati d’infanteria di guardia, ma lo stato cattivo, in cui si trovava fin d’allora, lo poneva quasi fuori di stato di essere abitata. Le successe vicende ed il tempo la hanno resa ancor più rovinosa, ed è ora inabitata —» (A.S.U., C.A. I, 1/Attività e passività 1808. Case e fabbricati, n. 16).
1809*Appartiene alla municipalità di Udine. Vi abita il fabbro Domenico Castellani (Registro delli aloggi, f. 45v).
1830, magg. 26*Giovanni Candussio, «fatto acquisto — del fondo della casa 1657 in castello, della quale fu cominciata la demolizione, per essere tutta sfracellata —, desidera — ridurre parte ad uso corticella cinta di muro con soprapposta banchina di pietra, e di costruire sopra il rimanente una nuova casetta in continuazione ed in linea dell’altra detta del chiavariero, ora divenuta pure sua ragione —». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 168/1830/XIV, 2077 Orn. II C, con dis.).
1848, magg. 17*Stima e grado dell’edificio (B.C.U., ms. 852, Fabbricati e fondi privati nel castello di Udine. Catasto provvisorio in corso, IV, con schizzo della pianta).
1848, lugl*«Fabbricato denominato il torrione, marcato col c.n. 1657, proprietà della nob. Teresa q. co. Antonio Dragoni ved. Bertolini —» (B.C.U., ms. 882, Minuta di stima, VII).
1849*Vedasi n. 1659.
1852*Proprietà dell’erario (Competenze, II, f. 7v).
   
NOTE1Un atto del 19 genn. 1665 è redatto «in Udene, nelle casette drio il castello, quale furono delli sigg. Otelii» (A.S.U., N., Giulio Bonecco, 7861, I istr., f. 5v).
1658
1801 Sorelle Castelli (Nomenclatura, f. 62v).
1809*La casa appartiene ad Angela e sorelle Castelli, che vi abitano e ospitano la famiglia del sarto Giuseppe Castellani (Registro delli aloggi, f. 45v).
1836, giu. 8*G.B. del fu Cristiano Orgnani chiede il permesso di restaurare con urgenza il coperto della casa in questo castello al n. 1658: «la metà del — coperto sta per sfracellarsi —». Il capomastro addetto ai lavori sarà Francesco Presani, detto Quaini. Il permesso è accordato (A.S.U., C.A. I, 254/X, 2979 Orn. II C).
1848, magg. 17*Stato e grado dell’edificio (B.C.U., ms. 852, Fabbricati e fondi privati nel castello di Udine. Catasto provvisorio in corso, VI).
1848, lugl.*«Casa con cortile ed orto alli c.n. 1658 e 1658 A e B, proprietà del dott. G.B. Sigismondo q. Cristoforo Orgnani». È valutata L 15000 (A.S.U., ms. 882, Minuta di stima, VI, con schizzo della pianta).
1849*Vedasi n. 1659.
1852*Proprietà dell’erario, compresi i n. 1658 A e B (Competenze, II, f. 7v).
   
BIBLIOGRAFIA CLODIG, Dei soci onorari, 144; [CORGNALI], Un mur dal 1291; FORLATI, Restauri, 55-56; PERUSINI, Castelli, case fortificate, 50; Restauri a Udine, 200.
Chiesa di San Rocco
  Fu costruita nel Sec. XIV e XV. Fu poi adibita a polveriera e demolita nel 18821.
   
NOTE1Ne esiste una minuta di perizia di stima, redatta nel 1848, insieme con gli altri fabbricati del castello (B.C.U., ms. 852, Fabbricati e fondi privati nel castello di Udine. Catasto provvisorio in corso. Profanata chiesa di S. Rocco, con schizzo della pianta e misure relative). Vedasi n. 1659.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 152v — 153r; RAIMONDI, Gioia preziosa, 26-29.
   
BIBLIOGRAFIA BALDISSERA, Chiesa cattolica, 91; BATTISTELLA, Il castello, 37; CARGNELUTTI, I Savorgnan e la città di Udine, 59-65; CAVALCASELLE, La pittura friulana, 48, 291; CICONI, Udine illustrata, 448; DE PIERO, Antiche parrocchie, 52; G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, 236; PICCO, Le fortificazioni del Castello; MIOTTI, Cenno sulle opere, 26; RIZZI, Udine, 163, 175; de RUBEIS, Catalogo, 4 (1937), 9; TENTORI, Udine, 299; VALENTINIS, Udine antica, 16.
   
ICONOGRAFIA GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma, n. 3; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 20; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 53.
1659
1801 Ven. fraterna del castello. «Sala del consiglio e casa del nonzolo» (Nomenclatura, f. 69v).
1809 Daniele Rubeis (Registro delli aloggi, f. 45v).
 *Una parte è di proprietà della chiesa di S. Biagio ed è occupata dal calzolaio Antonio Savoia (ibid.).
1838, lugl. 31 Marianna Candussio, moglie di G.B. Vidoni, vende a Domenica Basaldella vedova Candussio e a Luigi Minotti suo secondo marito «le due case poste nel cortile di questo castello, cioè: (a) fabbrichetta costrutta di muro, coperta di coppi con relativo fondo e piccola corticella in angolo di lev. e tram. a cui fa coerenza a lev. parte questa ragione — e parte cortile del castello, mezz. — chiesa del castello, pon. parte strada conduce al cortile del castello e parte casa rimasta a Marianna Candussio Vidoni, ed a tram. parte Candussio Vidoni suddetta e parte cortile del castello —, coscritta col c.n. 1659 C, D; (b) altra casa costrutta di muri, coperta di coppi, con relativo fondo, coscritta col c.n. 1659 A e B, a cui confina lev. de Rubeis G.B., mezz. la — chiesa del castello, pon. questa ragione alla premessa lettera (a) ed a tram. corte del castello —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10490, 11540).
1848, magg. 17*Stato e grado dell’edificio di proprietà di G.B. Rubeis (B.C.U., F. p., ms. 852 fasc. Schizzi di disegni/V, con schizzo della pianta; B.C.U., F. p., ms. 852 fasc. Schizzi di disegni/VI).
1848, lugl.*Le proprietà sono meglio indicate. Una parte è di G.B. Rubeis, della quale è precisato: «Casa con corticella al c. n. 1659, proprietà del sig. G.B. q. Daniele Rubeis. — Colla cessione di questa casa si risente discapito manifesto di attiguo fondo ortale di questa proprietà, per coltivare il quale d’ora innanzi devesi accedere pel disagiato colle verso il Giardino e in riflesso — il proprietario deve provvedere a sue spese per la formazione di un ingresso». La valutazione è espressa in L 9500 (B.C.U, ms. 882, Minuta di stima, V). Il complesso 1659 A, B, C appartiene ai coniugi Luigi Minotto e Domenica Brusadola. Il suo valore è indicato in L 7000 (B.C.U., ms. 882, Minuta di stima, III). Una parte del n. 1659 C, una casetta «in buona posizione» stimata L 1600, appartiene a Luigia Botton (B.C.U., ms. 882, Minuta di stima, IV). Della «casa con cortile ed orto, c. n. 1659 E, F, proprietà della — chiesa di S. Maria di castello, è sensibile il degrado del fabbricato a levante ad uso del nonzolo». Viene stimata L 11000 (B.C.U., ms. 882, Minuta di stima, II). Di tutte queste esistono gli schizzi delle piante con lo stato e grado (B.C.U., ms. 852, Fabbricati e fondi privati nel castello di Udine. Catasto provvisorio in corso).
1849 «Tutte le case dal n. 1652 al 1659 furono acquistate dal governo austriaco ed incluse nella cinta fortificata del castello» (Registro anagrafico, f. 40v, chiosa a margine di A. Joppi).
1852*La casa è proprietà dell’erario (Competenze, II, f. 7v).
1856, apr. 1*«Stima di una porzione di fondo ridotto a prato sulla chiesa orientale del colle del castello — insistente sopra il pubblico giardino di proprietà del sig. G.B. nob. De Rubeis» (A.S.U., C.A. II, 76, 101).
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 21r - 23v; del TORSO, Stemmario della confraternita di S. Maria di Castello.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Il castello, 32, 36, 37; FORLATI, Restauri, 55; RIZZI, La chiesa di S. Maria, la casa della confraternita, 66-92; RIZZI, Udine, 150; RODARO, Castello, 39.
1660 Torre dell’Orologio
1650, genn. 22*«In Udene, nel studio di me nodaro, sotto il torre dell’horologio» (A.S.U., N., Benedetto Bergamino, Istr. 1650, f. 19r).
1699, sett. 26*Studio del notaio Bertrando Brunalleschi (A.S.U., N., Bertrando Brunalleschi, 7805, XIX instr., f. 11r).
1709, mar. 5*«Nell’officio alla Sanità, sotto l’horologio pubblico» (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8300, IV instr., f. 12r).
1710, nov. 25*«Udine, nello studio di me nodaro sotto i portici di S. Giovanni» (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8300, V instr., f. 91v).
1717, mar. 8*Si affitta per un anno all’intagliatore Paolo Franceschinis, abitante in Sottomonte, la stanza sotto la scala Gritti, ad uso di bottega «e restano al medesimo consegnate, acciò ne abbia delle medesime buona custodia, due torbiere di ferro con il piede di pietra» (A.S.U., C.A., 3/8).
1734, giu. 9*Studio del notaio Francesco del fu Andrea Brunalleschi (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8302, XXVIII instr., f. 31v).
1801 «Stanza sotto la torre dell’orologio pubblico, ora serve per gli uffiziali di guardia» (Nomenclatura, f. 62v).
1809*Sede della Gran Guardia (Registro delli aloggi, f. 46v).
1814, magg. 5*Relazione del commissario di polizia al podestà: «Nella notte dal 4 al 5 maggio —, per opera d’ignoti ladri, introdottisi mediante rottura della porta d’ingresso sulla torre dell’orologlio sopraposto alli volti detti di S. Giovanni o della Gran Guardia, derubbarono una lastra di piombo che formava parte di quello di cui è coperto il tetto de’ volti sudetti, che approssimativamente viene calcolato in lb 35 circa di peso. Tutto ciò rilevato dal custode di detta torre, Domenico Medici, fabbro —» (A.S.U., C.N., 185, 748).
1814, magg. 11*Perizia di Bernardo Vicario sul furto e i danni relativi «sul coperto al lato di tramontana, ov’esiste il pergoletto di pietra, qual lastra era lunga q 7 larga q 3 1/2» (A.S.U., C.N., 185, 2653 Pol. 20).
1832, sett. 22*La deputazione d’ornato alla congregazione municipale: «Il coperto degli archi di S. Giovanni — ora inserviente alla Gran Guardia, si ritrova in cattivo stato, ed è abbisognevole di pronta riparazione. — I legni di sostegno s’infracidiscono, la intonacatura dei volti si scrosta e l’acqua va fino a cadere sopra la restrelliera che serve di punto d’appoggio ai fucili dei soldati —» (A.S.U., C.N., 193, 149).
1843, giu. 3*«Il pubblico orologio, posto sulla torre di S. Giovanni, presentò tanti disordini nel tempo, nella segnatura e nel battere delle ore, che, attrovandosi in Udine il fabbricatore di orologi Amadio Cappellari di Pesariis, il municipio lo fece esaminare e lo chiamò a produrre un fabbisogno pella radicale sua ricostruzione. Il progetto non soddisfece e venne incaricato l’ingegnere di operare un regolare progetto per tale lavoro, il quale venne anco prodotto determinando la spesa in L 4200 —» (A.S.U., C.A. I, 392/VIII, Prot. verb. cons. com.).
1844, ag. 30*«Programa pella costruzione di un nuovo orologio da collocarsi sulla torre di S. Giovanni nella piazza Contarena della r. città di Udine», firmato da A. Lavagnolo (A.S.U., C.A. I, 392/VIII).
1852*Vi è ospitata la Gran Guardia (Competenze, II, f. 7v).
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 23v — 24r.
   
BIBLIOGRAFIA ANTONINI, Cenni statistici, 30; AVOGADRO, Guida, 52-53, 124; BARILLARI, Ex tempietto, 224; BATTISTELLA, La dolorosa e commovente istoria; BATTISTELLA, Speziali e spezierie, 97; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 26, 31, 35, 111, 118, 141, 174-175, 243-244, 246, 278-279; BATTISTELLA, I vecchi teatri, 107-108; BENVENUTI, Iconografia, 29-30; BERGAMINI, Di una lettera, 7-14; BIASUTTI, Note d’archivio, 20; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 277-283; BRAGATO, Guida, 34-35, 165; BRINIS, I omps des oris, 41-43; CANDIDO, Cronaca, 22, 27; CAVALCASELLE, La pittura friulana, 209-210; CHIURLO, Epigrafi, 54, 70; CICONI, Udine, 375-376; 456-457; COLA, Cento anni, 77; CORGNALI, Lo statuto dei cimatori, 87-90; DAMIANI, Arte... Il Liberty, 78, 266; D’Aronco architetto, 224; DEL PUPPO, La nostra bella piazza, 1-2; ERMACORA, Guida, 84-88; FIOCCO, L’architetto del castello, 202; FORATTI, Una piazza, 398-402; FORATTI, Il portico, 84-88; FORMENTINI, L’artigianato, 33; FRENI, Annotazioni, 223; J[OPPI], Descrizione, 124-126; JOPPI, Contributo secondo, 82; JOPPI, Contributo quarto, 102, 126-130; JOPPI, Udine prima del 1425, XII; Loggia di S. Giovanni, 303; di MANIAGO, Guida, 18-21, 22; di MANIAGO, Cenni, 88; MARCHETTI, Il Friuli, 296, 595, 737; MASSARI, Notizie, 80-81; MASUTTI, Gli orefici di via Mercatovecchio, 24; MIANI, Pittura e scultura, 119; MONTENERO, Aurelio Mistruzzi, 10; OCCIONI-BONAFFONS, Illustrazione, 204-205; L’orologio di piazza Contarena, 163-172; Parti prese...1880, 15, 36, 235, 361; Parti prese...1887, 48, 56, 199; Parti prese... 1906, 39; PICCO, Ancora il restauro, 107-108; PICCO, Antichi monumenti, 113-114; PICCO, Cose d’arte; PICCO, Edilizia nella nostra città, 79; PICCO, Giovanni d’Udine ritenuto autore, 18-19; PICCO, Le loggie di S. Giovanni; PICCO, Un monumento ai Friulani, 285-286; PICCO, Un ricordo patrio; PICCO, Ricordi popolari, 64, 71, 109, 185; PICCO, Il tempietto di S. Giovanni ed i morti; PICCO, Il tempietto di S. Giovanni in piazza, 39-40; PICCO, La torre e l’orologio; PLEBANI, L’asilo notturno, 11; della PORTA, Toponomastica, 81; de RENALDIS, Della pittura, 77-78; RIZZI, Storia... Il Seicento, 24; RIZZI, Pluralità, 300-304, 306, 307, 309; RIZZI, Profilo ... Il Quattrocento, 98, 101-108, 112, 120-121; ROTA, Cenni, 16-17; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 16; 4 (1937), 8-9; S[CALA], L’orologio del palazzo di Udine; S[ACCOMANI], Il ristauro, 19; C. SOMEDA DE MARCO, Architetti e lapicidi, 320-322; C. SOMEDA DE MARCO, Scalpellate del Santo, 13; P. SOMEDA DE MARCO, Notariato, 107-110; TONINI, La città di Udine, 131-135; VALENTE, La torre dell’orologio, 10-11; VALENTE, La loggia di S. Giovanni, 18-21; VALENTINIS, Udine antica, 18, 21, 26, 28; VALENTINIS, Cinquanta epigrafi, 23, 30, 39; VARNIER, D’Aronco, 34; VENTURI, Storia, XI, I, 335-350; ZANINI, La difficile nascita dell’orologio, 3.
   
ICONOGRAFIA CARLEVARIIS, Trittico, R, S, T; GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, n. 30; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 4; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 35; MURERO, Veduta prospettica, 30; RASICOTTI, L’antica e nobilissima città; SCOLARI, Veduta prospettica; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 4.
Chiesa di S. Giovanni Battista
1365, ott. 26 Testamento di Francesco Venuto di Nimis. Ordina che sia fabbricata una chiesa dedicata a S. Giovanni Battista, la quale sorse nel 1382. Quando fu costruita la piazza Contarena, la chiesa fu abbattuta e ricostruita piϊ indietro accanto la torre dell’orologio. Fu ridotta a monumento ai caduti in guerra nel 1920.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 23r — 23v, 34r; RAIMONDI, Gioia preziosa, p. 57-60.
   
BIBLIOGRAFIA AVOGADRO, Guida, 52-53; BARILLARI, Ex tempietto, 224; BATTISTELLA, La dolorosa e commovente istoria; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 26, 31, 35, 111, 118, 141, 174-175, 234-244, 278-279; BATTISTELLA, Le vicende, 23-40; de BENVENUTI, Iconografia, 29-30; BERGAMINI, Di una lettera, 7-14; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 277-283; BIASUTTI, Profilo spirituale, 32-33; BRAGATO, Guida, 34-35; BRAIDOTTI, L’acqua potabile, 39-46, 51-52, 112, 119, 120; BRAIDOTTI, Giovanni Battista Comolli; BRINIS, I omps des oris, 41-43; CAVALCASELLE, La pittura friulana, 209-210; CICONI, Udine, 456-457; DAMIANI, Arte... Il Liberty, 78, 266; DEL PUPPO, Monumenti cittadini, 204-205; DEL PUPPO, La nostra bella piazza, 1-2; DE PIERO, Antiche parrocchie, 43; ERMACORA, Guida, 84-88; FIOCCO, L’architetto del castello, 202; FORATTI, Una piazza, 398-402; FORATTI, Il portico, 84-88; JOPPI, Contributo secondo, 82; JOPPI, Contributo quarto, 126-130; J[OPPI], Descrizione, 124-126; JOPPI, Udine prima del 1425, XII; di MANIAGO, Guida, 18-21, 22; di MANZANO, Cenni, 88; MARCHETTI, Il Friuli, 296, 595, 737; MASSARI, Notizie, 80-81; MIANI, Pittura e scultura, 119; MONTENERO, Aurelio Mistruzzi, 10; L’orologio di piazza Contarena, 163-172; G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, 11, 22, 59-60; La Patria del Friuli, 24; PICCO, Antichi monumenti; P[ICCO], Edilizia nella nostra città; PICCO, Giovanni d’Udine ritenuto autore delle due fontane, 18-19; PICCO, Le loggie di S. Giovanni; PICCO, Un monumento ai friulani; PICCO, Ricordi popolari, 64-71, 109, 185; P[ICCO], Un ricordo patrio; PICCO, Il tempietto di S. Giovanni ed i morti per la Patria; PICCO, Il tempietto di S. Giovanni in piazza; PICCO, La torre e l’orologio; della PORTA, Toponomastica, 254; PROVINI, Florean e Venturin, 89-93; RIZZI, Pluralità, 300-304, 306, 307, 309; RIZZI, Profilo... Il Quattrocento, 98, 101-108, 112, 120-121; RIZZI, Storia... Il Seicento, 24; ROTA, Cenni, 16-17; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 16; 4 (1937), 8-9; S[CALA], L’orologio del palazzo di Udine; S[ACCOMANI], Il ristauro, 19; C. SOMEDA de MARCO, Architetti e lapicidi, 320-322; C. SOMEDA de MARCO, Il duomo, 178; C. SOMEDA de MARCO, I giganti; C. SOMEDA de MARCO, I leoni di piazza Contarena, 281-290; C. S[OMEDA de MARCO], I leoni veneti, 14-15; C. SOMEDA de MARCO, La loggia di S. Giovanni, 33-38; C. S[OMEDA de MARCO], Scalpellate dal Senato, 13; P. SOMEDA de MARCO, Notariato, 92; TENTORI, Udine, 293-294; TONINI, La città di Udine, 131-135; VALENTE, La loggia di S. Giovanni, 18-21; VALENTE, I personaggi, 23-26; VALENTE, La torre dell’orologio, 10-11; VALENTINIS, Cinquanta epigrafi, 23, 30, 39; VALENTINIS, Udine antica, 18, 21, 26, 28; VARNIER, D’Aronco, 34; VENTURI, Storia, XI, 1, 335-350.
1661
1801 Stanza, ora serve di caserma alla Guardia grande (Nomenclatura, f. 62v).
1809*Censita con il n. 1662, è definita la «Gran guardia» (Registro delli aloggi, f. 46v).
1845, dic. 9*«L’esigenza di urgenti restauri al fabbricato comunale dei portici di S. Giovanni ossia del Corpo di guardia e giganti dell’attigua piazzetta — occupa il consiglio comunale pella assunzione in preventivo 1846 della spesa di L 5423». I consiglieri all’unanimità approvano il preventivo (Arch. del Comune di Udine, Consiglio dal 1839 al 1845, Protocollo verbale consiglio comunale della r. città di Udine, n. 7900, part. VIII, p. 309).
1852*Vi alloggia la «Gran guardia» (Competenze, II, f. 7v).
   
BIBLIOGRAFIA Vedasi n. 1660.
1662
1801 Stanza simile1 (Nomenclatura, f. 62v).
1809*La Gran guardia (Registro delli aloggi, f. 46v).
1852*Vi alloggia «la Gran guardia» (Competenze, II, f. 7v).
   
NOTE1Vedasi n. 1661.
   
BIBLIOGRAFIA Vedasi n. 1660.
1663
1736, mar. 12*Elenco di pagamenti effettuati dal cameraro del comune per l’erezione della nuova scala dalla loggia di S. Giovanni verso il duomo. Sono citati il tagliapietra m. Leonardo Toffoletto di Cividale, il tagliapietro m. Giacomo Toffoletto di Faedis e il m. Giacomo Prisani (A.S.U., C.A., 93/17).
1801 «Archivio pubblico de’ sp. notari» (Nomenclatura, f. 62v).
1809*Regia Camera notarile (Registro delli aloggi, f. 7v).
1852*Ufficio alloggi (Competenze, II, f. 7v).
   
BIBLIOGRAFIA Vedasi n. 1660.
1664
1303, apr. 23 «Investitio facta Iacobo fratri de Avoz de Utino de modico terre vacue que erat post domum dicti Iacobi, ut continuet domum eiusdem usque ad murum putei de Utino, ita quod teneatur facere unam voltam de muro per quam labi possit et discurrere aqua ad Zardinum d. patriarche» (Thesaurus Ecclesiae Aquileiensis, n. 1108, 326).
1490, magg. 26 M. Giovanni Pietro barbiere supplica ed ottiene di poter chiudere il terrenovacuo ovvero corte del pozzo presso la piazza di S. Giovanni, che però dovrà rimanere accessibile (Annales, XXXVIII, f. 4v).
 *Nella richiesta il barbiere adduce motivi igienici inoppugnabili: «In terreno vacuo, sive in curia prope plateam et circa puteum ponuntur schovatie et multe immunditie, quod est in dedecus magn. comunitatis et in spretum ipsius platee» (ibid.).
1493, mar. 19 «Audito eximio et preclaro artim et medicine1 doctore d. — Valerio Filittino salariato nostre magn. comunitatis — concessa fuit — d.— Valerio — curia putei post eius domos et pro quanto capiunt eius domus, que curia mensurari debeat et super ipsa nichil possit edificari et quod ipse — Valerius fieri facere debeat, a parte versus plateam murum merlatum cum una porta in ipso muro per quam possit ingredi ad auriendum et accipiendum de aqua ipsius putei ad beneplacitum comunitatis —» (Annales, XXXVIII, f. 131r — 131v).
1493, giu. 8*«Eximius artium et medicinę d. — Valerius Filitinus, salariatus — comunitatis cui concessa est curia putei de sub monte, notificavit — deputatis, quod in dicto puteo non est acqua propter immunditias proiectas in eo per elapsum; et hic intimationem eis fecit ne in futurum sibi possit opponi propter concessionem sibi factam de curia ipsius —» (A.S.U., Arch. Caimo, 20/3, f. 3r).
1495, mar. 18 Alessandro e Giovanni Francesco q. dott. Francesco Filittini affittano al comune «partem domus, que fuit q. eximii artium et medicine doctoris d. — Valerii eorum fratris, pro tenendo scolas gramatice» (Acta, II, f. 28v).
Secoli XV e XVI «Nob. ser Alexander et ser Ioannes Franciscus Filitini loco mag. Ioannis Petri barberii solvunt de affictu simplici pro uno orto postposito post ecclesiam S. Ioannis — frumenti — pisonalia iij» (B.C.U., ms. C. II, f. 124r).
1505, magg. 21*«Mag. Ioannes Petrus Pasculini barberius, habitator Utini super plathea, concessit facultatem — ser Alexandro et ser Ioanni Francisco fratribus de Filittinis civibus Utinensibus — fabricandi unum stabulum apodiatum muro domus dicti mag. Petri subtus in fenestra eiusdem domus respiciente in curiam domorum eorundem fratrum, cum hoc quod dicti fratres eorum sumptibus debeant facere unam fenestram ferratam huiusmodi licencia dictæ partes remiserunt arbitrio magn. d. Antonii de Savorgnano2 —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Instr. 1487-1533, sub anno, f. 3r — 4v).
1505, giu. 12*«— Mag. Ioannes Petrus Pasculini barberius concessit facultatem — ser Alexandro Filittino — pro se et ser Ioanne Francisco eiusdem fratre quod dicti fratres possint — construere unum stabulum ab equo apodiatum muro domus eiusdem mag. Ioannis Petri usque ad fenestram dicte domus respicientem in curia dictorum fratrum, cum hoc pacto —, quod dicti fratres de Filittinis solvere debeant — mag. Ioanni Petro dimidiam dicti muri æstimationem faciendam per magistros Danielem de Faganea et Valantinum de Caprileis muratores et marangonos ibidem per eos electos — et — emendare debeant dictum murum — item — facere debeant unam fenestram ferratam —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Instr. 1487-1533, sub anno, f. 4v; segue perizia del 19 giugno con il conestabile di Porta Cividale).
1507, febbr. 23*«— Mag. Ioannes Petrus Pasculini barbitonsor habitator Utini super plathea prope ecclesiam S. Ioannis Baptistę, ex urbanitate sua, concessit licentiam — ser Alexandro Filittino, — petenti — pro se et ser Ioanne Francisco eius fratre —, fabricandi unum stabulum porchorum in dicto eorum horto appodiatum muro domus habitationis dicti mag. Ioannis respiciente in dictum hortum, quod quidem stabulum fieri debeat in latitudine ad quantitatem unius passus, in altitudine non possit nec debeat excedi et fieri — supra murum veterem de pręsenti existentem —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Instr. 1487-1533, sub anno, f. 23v).
1511, apr. 2 Essendo per il terremoto ruinato il castello, si officiano i fratelli Alessandro e Giovanni Francesco Filittini perché vogliano cedere in affitto la loro casa per abitazione del luogotenente, «attento quod — locumtenens est privatus eius habitacione ob ruinam castri secutam superioribus diebus propter terremotum nec sit in hac terra aliqua domus magis comoda pro eius habitatione» (Annales, XLI, f. 215r).
1517, genn. 9*«— Utini, in domo Philetinorum residentię magnę d. locumtenentis —». Si tratta di Giacomo Cornaro (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5450, Istr. 1516-1517, f. 108v).
1517, genn. 28*«Actum Utini, in domo Philetinorum solitę residentię — d. locumtenentis, pręsentibus — comite — Hieronymo Savorgnano3 et excellenti doctore d. Augustino de Novali Tarvisino, vicario». L’atto riguarda i patti matrimoniali fra il dottor Giacomo Florio4, per la figlia Cassandra, e Pasino di Giovanni Locatelli (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5450, Istr. 1516-1517, f. 122v — 123v).
1517, mar. 3*«Actum Utini, in domo Philetinorum, pręsente habitatione d. locumtenentis, super sala» (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5450, Istr. 1516-1517, f. 144v).
1517, apr. 8*Il luogotenente Giacomo Corner in questa casa stipula il contratto con i fornitori carnici per il legname necessario alla fabbrica del castello (JOPPI, Notariorum, VI, f. 168r).
1517, giu. 8*«Actum Utini in domo habitationis magn. d. locumtenentis —, posita apud platheam Utini, quæ fuit olim sp. artium et medicinæ doctoris d. Valerii de Philitinis —» (A.S.U., C.R.S., 631/1, f. 18v, not. Giovanni Pace, copia di Marino Sporeno).
1518, magg. 4 «Actum Utini in Cortina in ędibus Philetinorum solitę residentię — locumtenentis5» (B.C.U., Rotolo di Alvise Belgrado, copia di doc. di Antonio Belloni, ms. 1017, f. 49r - 52v).
1520, ott. 11*Elena Camussina, vedova di Giovanni Francesco Filittini, nel testamento lega a Franceschina figlia naturale del marito e moglie di Schiovetto «una domunculam sitam in contrata S. Bartholomei, videlicet illam in qua de presenti habitat» (A.S.U., Arch. Caimo, 20/5, copia del testamento di Elena Camussina).
1521, ag. 27 Elena Camozzini, vedova di Giovanni Francesco Filittini, dona ai nipoti Francesco e Valerio Filittini q. Antonio la casa grande nella quale abita il luogotenente6: «a parte ante iuxta publicam viam tendentem ad Portam S. Antonii, a parte post iuxta muros castri Utini, cum alia domo contigua habitata per iudicem» (A.S.U., Arch. Caimo, 20/5, f. 6r — 8r, copia di Giacomo Porzio dal not. Francesco Portis).
1522, ott. 22*«Actum Utini, in contrata vulgo dicta Curtina, in quadam camera respiciente versus burgum Puscolli domus nobilium de Filitino residentie clarissimi d. locumtenentis7 —». Come precisa il documento, si tratta del luogotenente Antonio Bon (B.C.U., ms. D. XXIX, f. 255r).
1529, sett. 9*Vi abita il dott. Valerio del fu Antonio Filittini (A.S.U., N., Gabriele Gozzadini, 5817, Istr. 1529-1531, f. 15r).
1529, sett. 10*«Actum Utini, in contrata S. Bartholamei, sub porticibus domus illorum de Philitinis, penes apotecam tentam per mag. Baldassium de Baldessariis, cerdonem Utini» (A.S.U., N., Gabriele Gozzadini, 5817, Istr. 1529-1531, f. 19r).
1531, magg. 9*In contrada di S. Bartolomeo, in casa di d. Eufemia Filittini «sub pergola, penes coquinam» (A.S.U., N., Gabriele Gozzadino, 5817, Istr. 1529-1531, f. 158r - 159r).
1544, mar. 6*«Actum Utini, in domibus Phillitinorum habitationis spect. doctoris d. Hieronymi Tretii vicarii8 —» (A.S.U., N., Francesco Belgrado, 5737, I istr., f. 180r).
1544, nov. 18 Ser Gerolamo Raimondi9 compera la casa dei Filittini in piazza S Giovanni per d 2100 da Eufemia Filittina e dal figlio dei costei, Bertolomeo (B.C.U.,ms. 1293/3 Raimondi, f. 110v).
1547, genn. 16*«— Quum sub die decimo septimo martii 1544, manu ser Bertrandi Calderarii notarii Utinensis, sp. — doctor d. Valerius Philitinus, tradididisset — d. Euphemiæ eius cognatæ relictæ q. — Philittini — Valerii, portionem domus sitæ Utini, iuxta platheam Contarenam, ex opposito fontis, cum honoribus et oneribus et eadem domina in contracambium permutasset — d. Valerio eius sororio bona sua sita in Luseriaco —, hinc est quod ibidem prefatæ ambæ partes — annullaverunt permutationem —. Et denique nunc dicta d. Euphemia — relaxavit eidem d. Valerio — partem domum et supra — videlicet: la corte di piazza con la stalla ed intrada, la bothega che tien m. Zanetto, la camera grande sotto la bothega predicta, la botthega che tegniva m. Fidel con lo mezado hora tenuta per m. Pietro Venetian —, la mittà dela monte et horto sopra la piazza et la bothega che tien Simon — ebreo con lo mezado» (A.S.U., N., Mario Albino, 5949, Istr. 1547, f. 6r — 8r).
1550, dic. 2*«— Valerius Filitinus olim — Antonii — contentavit quod — Bartholomæus Filitinus eius nepos, cui alias anno 1538 die 13 novembris, manu — q. tabellionis d. Francisci Portii donavit — dimidiam usufructus et emolumenti percipiendi ex duabus domibus datis eidem d. Valerio in permutationem per — d. Iosephum de Maninis —, possit — vendere — tam dimidiam usufructus alterius ex dictis duabus domibus, videlicet domus magnæ nunc habitatæ per ipsum d. Iosephum Maninum, quam etiam dimidiam ipsiusmet domus magnae; hoc expresse tamen specificato — quod — pecuniæ tamen percipiendę per ipsum d. Bartholomæum ex venditione dimidiæ ipsius domus — investiri debeant in tot bonis stabilibus, quæ bona subiceant — in locum fideicommissi q. — Simonis Filitini et esse naturæ et qualitatis ipsius dimidiæ domus subiacentis ipsi fideicommisso —» (A.S.U., N., Giovanni Domenico Bitunio, 6072, Prot. istr., f. 4r — 4v).
1552, febbr. 20.*«— Bartholomeus q. — Francisci Philitini civis Utinensis — vendidit — ser Hieronymo f. ser Marci de Conziano mercatori Utini —, unam domum muratam, soleratam, cuppis copertam cum curia ac colle postpositis, sitam Utini in contrata S. Bartholomęi iuxta a solis ortu heredes infrascripti q. d. Manini, a meridie stratam publicam, ab occasu domum ser Gabrielis Alberti de Utino, modo per Hębreos habitatam, et iuxta collem domus magnæ Philitinæ et a montibus murum castri Utini —, quae domus modo est habitata per nob. d. Iosephum Maninum civem Utini —» (A.S.U., N., Mario Albino, 5949, Istr. 1552, f. 15r — 17r).
1552, lugl. 23*«— Ser Thomas q. ser Nicolai Schiavetti de Utino — locavit ser Lucæ f. ser Iohannis Mariæ, aromatario Utini —, unam eius appothecam cum mezato superiori, sitam Utini in contrata dicta Curtina, super angulo domus magnæ Philitinorum versus fontem, hactenus tentam per ser Petrum Dusa fructarolum —, debente ipso conductore solvere singulis annis dicto locatori — ducatos novem —» (A.S.U., N., Mario Albino, 5949, Istr. 1552, f. 48r).
1553, genn. 9*«Actum Utini in platea S. Ioannis, in apotheca mag. Ioannuti cerdonis subposita domibus mag. Bartholamei de Filitinis —» (A.S.U., C.R.S., 631/1, f. 60r — 61r, not. Bartolomeo Blaceo, copia di Marino Sporeno).
1553, magg. 30*«In — convocatione placuit legi facere oblationem factam per nob. ser Bartholomaeum Philitinum de quadam quantitate terreni et æstimationem factam per quinque electos ad ęstimationem facientes iuxta tenorem oblationis, quæ est ut infra, videlicet: — Essendomi da alcuni sta’ richiesto un pezzo del terreno del mio monte in vendita, son ricorso a V.S. magnifici deputati, sapendo, che è più convenevole ch’io l’offerisca per honesto et conveniente pretio a V. Magnificenza ch’a concederlo ad altri, perch’esse meglio potrano commodarvi in fabriche utile et honorevoli, che lassar che altri fabricassero, massimamente essendo sta’ lassate le forme di fabrica nel muro, come si vede con animo di edificare qualcosa et considerando che per verità vi è terreno del publico appresso la mia monte di là del muro — et — offerisco — del mio terreno passo uno in larghezza, cominciando dal canton dela fenestra dela chiesa di S. Zuane di piazza et mesurando verso il terren publico et muro deli volti dela piazza et in longhezza da essa fenestra fin al pozzo che sono passa otto e mezo pie, deli quali ne sono passa sei manco un pie del mio et passi doi et uno e mezo del terren publico dela corte che già me fu concessa da questa magn. communità; talché ne darei del mio passa 6 manco un pé, nel qual terreno possi la magn. communità fabricar quel che meglio et piϊ honorevole li parerà con authorità di poter far fenestre alte con ferrate et rame di vetro per goder la luce, le quali vedreate non si possino però aprir, et con authorità di poter etiam far un volto sopra il terreno dela corte principiando dal canton dela mia porta grande fin ala muraglia dela mia casa et sopra ditto volto et possino fabricar et far fenestre al modo et ordine sudetto» (Annales, LIII, f. 4r — 4v).
1554, mar. 9*«Ser Bartolomęus olim — Francisci de Philitinis — vendidit — deputatis civitatis Utini —, infrascriptam terreni quantitatem postpositam muro publico logię adiacentis et Divi Ioannis et plateę Contarenę versus hortum dicti ser Bartholomęi, videlicet totum id terreni quod est de suo procedendo ab angulo fenestrę templi Divi Ioannis versus particulam illam terreni publici oppositi muro logię predictę quod ex ruina ędium alias per nostram comunitatem emptarum vacuum remansit et versus ipsum murum et procedendo similiter in longitudine a suprascripto angulo fenestrę ecclesię Divi Ioannis recta linea in curia putei et ab ipsa curia usque ad angulum portę — quę — quantitas terreni in totum est passuum undecim et pedum trium longitudine —» (A.S.U., Coll. N. U., 16, XII/4, f. 10r — 12r, not. G.B. Arrigonio, copia di Antonio Corso).
1560 «Heredi del q. mess. Valerio Filitin et del q. nepotte die dar — sopra le case furono de Domenego delle Colline incluse in la casa granda deli Filitini poste in Cortina — L 10» (A.C.U., A.A.O., Rotolo 1560, f. 49v).
1560*Ancora all’ospedale «la magn comunità de Udene — paga in logo de m. Valerio Philitin fisico per le case furono de ser Antonio Pictoribus ruinate per far la piazza L 3 s 10» (A.C.U., A.A.O., Rotolo 1560, f. 41v).
1561, febbr. 25°«Actum Utini in domibus hæredum q. d. Bartholomęi Philittini habitationis exc. — d. vicarii» (not. Giovanni Antonio Attio).
1565, febbr. 7 «Pro cancelleria Patrię» si concede ai deputati della Patria «tanto spazio di terreno nela corte de’ Filitini, sotto i volti di — S. Giovanni, appresso la camera fiscale e la cancelleria de’ criminali —, che basti per fare la cancellaria dela Patria — con conditione — di far essi ale spese dela Patria lastricare il suolo sotto i volti per quanto capirà il terreno davanti ad essa — in quel modo che sarà fatto dala città il rimanente avanti la camera e cancellaria de’ criminali predette» (Annales, LVI, f. 131v).
1570, sett. 6*«— Catherina uxor relicta q. — Valerii Philitini doctoris, — locavit ser Antonio Torrono spatario Utini — appothecam incorporatam domui Philitinæ sitæ Utini, hactenus tentam per — Cæciliam Zacchariam Utini —, debente ipso conductore solvere singulis annis de affictu simplici eidem locatrici libras soldorum vigintiquinque —» (A.S.U., N., Mario Albino, 5950, Istr. 1570, f. 42r).
1571, febbr. 3*«— Catherina uxor relicta q. — Valerii Philitini —, locavit mag. Francisco q. mag. Radi de Castronovo — eam partem domus Philitinorum sitam Utini, quam hactenus eodem iure tenuit — Cęcilia Zaccharia Utini, debente ipso conductore solvere singulis annis de affictu simplici eidem locatrici ducatos novem —» (A.S.U., N., Mario Albino, 5950, Istr. 1571, f. 5r).
1575, ag. 30 Istanza di Elisabetta Filittini per ottenere un indennizzo per il fondo già di sua proprietà occupato per la chiesa di S. Giovanni (B.C.U., ms. C. II, f. 199r).
1577, giu. 4 Deposizione della teste Cecchina, vedova del q. Nicolò Schiratti, pratica di casa Filittini: sa che la chiesa fu fabbricata in fondo Filittini, fondo che si diceva essere in passato stato regalato dalla comunità al dottor Valerio Filittino, medico, per le sue benemerenze. Quando fu abbattuta la vecchia chiesa di S. Giovanni, nessun operaio voleva cominciare la demolizione; finalmente un figlio del q. Zuanne Zamoro cominciò a demolirla (B.C.U., ms. C. II, f. 200r).
1586, magg. 5 Flaminio de Rubeis10 compera da Alessandro Filittini la casa grande posta in contrada di S. Bortolomeo (A.S.U., Arch. Caimo, 20/3, f. IVr — IVv).
1586, ott. 31*«Ser Augustinus Diana, cerdo Utini, precio ducatorum quindecim —, quod — recepit — ab — excellenti — Flaminio de Rubeis cive — Utinensi —, francavit eidem — Flaminio — livellum annuum L 6 s 10 1/2 sibi debitum — super palatio Philitinorum de Utino, nuper per ipsum — Flaminium acquisito et super portione eiusdem palatii quæ fuit nob. — Antonii Philitini vigore consignationis — de — livello — factæ per q. — Spinettum Tursium manu q. Petri Cistarii notarii Utinensis —» (B.C.U., ms. 1460, Leonardo Agricola, Prot. 1584-1588, f. 82r — 82v).
1587, mar. 20 Ducale che concede ai Filittini di vendere la casa soggetta a fideicommisso (A.S.U., Arch. Caimo, 20/3, f. XIIIr — XIVr).
1587, magg. 20*«Coram — Carolo Cornelio — locumtenente — comparuit — Flaminius de Rubeis civis nobilis Utinensis dicens — se — emisse ab — Philitinis domos magnas angulares, sitas Utini in contrata S. Bartholomei ab una parte et ab altera e regione plateę S. Ioannis et fontis, cum curia, horto —, confinantes a solis ortu cum domo habitata per ser Ambrosium Pithianum, a meridie cum via publica contratę S. Bartholomęi, ab occasu cum platea S. Ioannis et fonte mediante via publica et a septemtrione cum męnibus et fornicibus castri Utini —, cum onere solvendi in annos singulos — pensionem s 9 p 8, habita tamen licentia a serenissimo dominio Venetiarum — emendi dictas domos nonobstante quocumque fideicommisso cui dictę domus subessent —» (A.S.U., Arch. Dragoni, 20/3, f. 13r — 14r, copia dal not. Ottaviano Contrino).
1596, mar. 10 Il comune concede a Flaminio de Rubeis di costruire portici sul lato della sua casa verso la piazza che si congiungano con quelli di S. Giovanni (il lavoro non fu mai eseguito) (Annales, LXV, f. 123v).
 *La domanda inoltrata al consiglio illustra il progetto: «Cosν bella et vaga si rende agli occhi de’ riguardanti la prospettiva di questa nostra piazza di S. Zuane, che quando ella non recasse offesa da quella faccia della mia casa che la riguarda, si potrebbe con fondamento di ragion concludere che niun’ altra d’Italia forse di questa fusse piϊ ornata et riguardevole; et io, che in tutto il tempo di mia vita desiderai sempre di operar cose tali, che recar potessero ala mia cara città ornamento et splendore, come quello che da lei fui sempre sopra ogni altro merito ornato et honorato, mi son posto in animo — di voler ridurre alla desiderata perfettione et la mia casa et la piazza —. Sarà grandissima spesa per certo, che per aventura trapasserò i due et i tre mille ducati, né io son per riceverne altro utile che di sole due camere, et un granaro, ma l’ornamento et il commodo dela città ha ben da essere di gran stima, dovendo io con pietre vive et forse con marmi di gran prezzo far cosν bella mostra, che ognun ne sia per restar pago e contento. Quale poi habbia ad essere la commodità degl’ill.mi rettori, ispecialmente nei tempi di pioggia, anzi di tutti coloro che ascender vorranno al castello et di piϊ dei mercanti nei tempi delle fiere —. È mio disegno di venir tanto in fuori coi portici dela mia casa, che essi si congiungano a drittura con quelli della piazza, sν fattamente che le colonne mie si terminino sopra il publico terreno per sostenere l’edificio et nel resto a me sia fatta gratia de l’aria sola» (Annales, LXV, f. 123v).
1598, mar. 29*«Actum Utini, in contrata fontis publici, prope plathea S. Ioannis in ædibus quæ fuerunt dominorum de Filitinis, nunc — excellentis Rubeis, super sala qua convenerant multi amici et consanguinei ad celebrationem infrascriptarum nuptiarum, pręsentibus inter alios rev. d. presb. Iacomo Cossio, curato in ecclesia maiori, d. Ioanne Baptista Cortona11, publico artmetico et cive Utini, nob. d. Hieronymo Pavona et d. Gabriele Fabritio olim d. Lonardi etiam civibus Utini testibus —. L’ecc.mo — Flaminio Rossi promette che — Euridice sua figliola accetterà per suo legittimo sposo et marito — l’ecc. ser Berardo Gulioba —» (A.S.U., N., Leonardo Mistruzzi, 6610, 1557 istr., f. 21v).
1616, mar. 26*«Primo quartiero, detto di S. Bortolomio, principia ala fontana verso il castello, la casa del nob. — G.B. Rubeis dottor et dall’altra parte la casa del nob. ser Gasparo e fratelli Albini et serve di qua e di là di essa contrada, fino al Portone verso il Giardino pubblico della città —» (B.C.U., ms. Joppi 377/9, Regolatione de’ quartieri, f. 1r).
1641, febbr. 21*«— Giovanni Rinoldo e Paolo Schiavetto —, procuratori sostituiti dalla nob. — Livia dei Rossi, procuratrice — del nob. — Flaminio de Rossi cavaglier, suo futuro sposo —, concedono — al nob. Nicolò Dragoni, dottor di leggi udenese12 —, a goder — una parte della casa del — sig. kavalier, posta, sopra il cantone della contrada di S. Bortolomio, confina a lev. con strada — di detta contrada, a mezogiorno con strada e piazza di S. Zuanne verso la fontana, a sol a monte con i volti o portici che vanno in castello mediante l’horto et alli monti con la casa del sig. Martio Fatio di questa città parte e parte con la casa del nob. Gasparo Sabbatino mediante la corte, cioè quella parte di casa e quelle stanze tutte con corte e horto,ch’abitava e teneva per suo uso et della famiglia il — kavalier, comprese anco le due stanze che entrano nella casa del sig. Spatio et il mezado grande che hora tiene ad affitto mess. Pietro Boschinetto francese, caligaro; et all’incontro detto ecc.mo sig. Nicolò s’obliga depositare domenica prossima sopra il sacro monte di pietà — ducati mille —; e di piϊ esso sig. Dragone s’obbliga far tutta quella spesa che occorrerà in ristorar et accomodar la detta casa di quanto sarà neccessario —» (A.S.U., Arch. Caimo, 20/3, f. 1r — 2v).
1641, mar. 6 - 1643, mar. 20*Spese per mattoni, pianelle, calce presso il fornaciaio Nicolò (A.S.U., Arch. Caimo, 20/3, f. 14v — 15v).
1641, apr. 5 - sett. 5*Spese di ferramenta per il restauro: L 1537 (A.S.U., Arch. Caimo, 20/3, f. 11v — 14r).
1641, apr. 16 — giu. 27*Pagamenti al tagliapietra G.B. Gianuzio di Faedis (A.S.U., Arch. Caimo, 20/3, f. 18v).
1641, giu. 27*Pagamento al tagliapietra Domenico di Tarcento «per le due lastre di pietra del pozolo in capo la salla L 72» (A.S.U., Arch. Caimo, 20/3, f. 19r).
1641, lugl.*Pagamenti al tagliapietra Girolamo Prodolone e anche a un tagliapietra «forastiero di Medun» (A.S.U., Arch. Caimo, 20/3, f. 20r — 21r).
1641, lugl. 17*«A Michiel salizador in piϊ volte et hoggi saldati per haver salizado li cogoli, la corte et sotto le gronde sul monte —» (A.S.U., Arch. Caimo, 20/3, f. 21v).
1642, magg. 15*«Stima fatta da me Antonio Contrino estimator pubblico et Andrea Zinio muraro dell’infrascritte opere et manifatture fatte per m. Sebastiano Riϊ muraro nella casa del nob. et ecc.mo sig. Nicolò Dragon dottor aquistata dal nob. et ecc.mo sig. Nicolò Dragon dottor aquistata dal nob. sig Flaminio Rossi cavagliero». Tra gli ambienti restaurati è citata anche «una cameretta sopra la camera del nob. sig. Antonio Antonino». Il tutto assomma a L 1356 s 16. A queste si aggiunge la spesa di L 820 di falegnameria, stimata il 25 sett. dello stesso anno (A.S.U., Arch. Caimo, 20/3, f. 5r — 7v).
1642, ag. 7*Pagamento di spese al falegname Bastian Torrean (A.S.U., Arch. Caimo, 20/3, f. 19v).
1668, sett. 10*«Stima dell’infrascritta casa posta nel borgo di S. Bortolomio di questa città appresso la fontana, di raggione del nob. sig. Flaminio de Rossi kavalier, qual cede in vendita al nob. — Nicolò Dragoni, fatta da me sottoscritto perito —. Casa di muro sotto quella dell’habitatione del — dott. Dragoni, confina a lev. casa del capitanio Matacoviz et detto — Dragoni, a mezodν strada — del borgo, a pon. altra casa di questa ragione habitata dal capo Gregorio Murano et a tram. il sudetto — Nicolò Dragone». Sono citate anche due botteghe, occupate rispettivamente dal Capellaro e dalla Venuta (A.S.U., Arch. Caimo, 20/3, f. 26v — 29v).
1708, giu. 30*Stima di Andrea Coradino: «Stima per li heredi q. nob. sig. Flaminio de Rossi kavalier fatta da me sottoscritto pubblico perito ricercato dalli nobb. — Nicolò et fratelli Dragoni —. Una casa posta — nel borgo di S. Bortolomio sul canton presso la fontana —, con corticella, brolo et horto in riva del castello. Confina a lev. parte nob. — Nicolò Calderino et parte — co. Fiorendo et nipoti Manini, mezogiorno stradda — di detto borgo di S. Bortolomio e pon. strada sive piazzetta presso detta fontana e li volti di S. Zuanne et a tram. pur strada e volti che tendono al castello —» (A.S.U., Arch. Caimo, 20/4, f. 8r — 17r, copia not. di Ferrando Orgnani dal not. Nicolò Aloi).
1709, genn. 16*«L’anno 1641, 21 sett. con instr. per man dello sp. — Bernardino Orgnano, il q. nob. sig. kav. Flaminio de Rossi, per l’esborso di d 1000 diede a goder al q. nob. — Nicolò Dragoni una portione della casa di ragione d’esso — Rossi, posta in piazza Contarena tra li confini come in detto instrumento. L’anno 1642, 11 aprile, per mano di detto nodaro, il sig. Dragoni assonse per il — Rossi di pagare un’annua pension livellaria di d 21 per il capital di d 300 alla nob. — Angelica Filittina (qual pensione doppo è stata anco francata da detto — Dragoni), perché all’incontro cesse il — Rossi al — Dragoni un annuo affitto di d 21, che mess. Pietro Bochinetto era tenuto corrisponderli per alcune stanze sotto la — casa già prima data a goder ad esso — Dragoni. L’anno 1643, 21 genaro acquistò esso — Dragoni dal — Rossi altra pension livellaria di L 18 s 12 per capital di d 42 L 4 per mano del suddetto nodaro ed in pagamento li diege il — Rossi altro affitto annuo di L 18 s 12 che il — Bochinetto pagava per le stanze sotto la casa —. L’anno 1645, 2 novembre, per mano del suddetto nodaro approvò il — Rossi le spese fatte dal — Dragoni in conformità del convenuto nel precitato instrumento 1641 nel ristauro della casa — rilevanti la summa di d 954 L 5 s 16, della qual summa il — Rossi si costituν debitore — per doverne o restituirla in caso che redimesse la casa —. Nell’instrumento — il — Dragoni assonse obligo di corrisponder alla nob. — Smiralda di Colloredo un annuo livello di d 14 per capital di d 200 et essiger egli li d 14 da — Giulia Pistoia, che era obligata pagarli d’annuo affitto per altre stanze da lei condotte sotto la — casa, obbligato al detto livello Colloredo, qual fu poi anco francato da detto — Dragoni l’anno 1647, 10 maggio per mano dello sp. — Bernardino Orgnano nodaro; e perché esso — Dragoni era creditore d’altri d 48 L 5 per precedente sborso fatto al — Rossi e per decorsi dovuti alla sign. Colloreda, gl’insitui questo per detta summa un’altra pensione livellaria di L 21 s 4 all’anno, assegnandoli in pagamento altre L 9 s 4 d’affitto annuo che pagava detta Pistoia, et un altro affitto pur annuo di L 12 che pagava mess. Giacomin taconaglio per una bottega parimente sotto la casa —. L’anno 1649, 6 dicembre, per mano dello stesso nodaro, essendo state al — Dragoni essitte dal sig. Martio Spatio due stanze del corpo della portione di casa data a goder al medesimo dal — Rossi con il precitato instrumento 1641, 21 settembre, che importavano d 50 di capitale; et aggiunti a questi altri d 30 per spese fatte come dal detto instrumento et altri d 12 effettivamente sborsati al — Rossi, constituν questo e vendé ad esso — Dragoni per la summa di d 92 un’annua pensione livellaria di L 40, assegnandoli a riscuoter il pagamento della medesima sopra le rimanenti L 10 dell’annuo affitto che gli pagava mess. G.B. Vide per una casetta in Poscole. Quali tutti sborsi — rilevano la summa di d 2639 L 3 s 12; dalla quale defalcando il capitale di d 272 1/2 francato dal — Rossi allor che l’anno 1668, 20 settembre cesse — al — Dragoni — quella portion di casa che teneva ad affitto la Pistoia, e defalcati pure d 50 dell’essittione Spatio delle due camere antedette —, restano a credito delli — Dragoni sopra la casa di loro habitatione d 2317 L 10. Hora volendo gli heredi del q. — kav. Flaminio Rossi passare alla vendita — di tutta la loro rimanente casa —, sino li 30 giugno p.p., fecero seguir la stima della medesima che fu fatta dal sig. Andrea Coradino pubblico perito —; quale rileva — d 3202 s 18 —. Ma — doppo sono insorti nuovi emergenti e — la casa è stata posta all’incanto, come nell’editto 3 settembre p.p., a motivo del quale furono accresciuti in piϊ volte —. Per lo — prezzo dunque di ducati quattro mille duecentodue L 18 il nob. — Francesco Rubeis q. — Celto —, come procuratore de’ prefati heredi q. — Giulio Antonio q. — G.B., q. — Flaminio Rossi —, ha venduto — alli nobili — Nicolò, Ottaviano e Francesco fratelli Dragoni — tutto l’intiero corpo della — casa di ragion feudal censuale, posta — sul canton del borgo di S. Bortolomio in piazza Contarena, appresso la fontana publica, con corto brolo et horto in riva del castello pretorio; confina a lev. parte il nob. — Nicolò Calderini, parte li — coo. Fiorendo e nipoti Manini, a mezzog. strada — di detto borgo, a pon. strada sive piazzetta — e li portici di S. Giovanni et a tram. parimenti strada sive portici — per i quali s’assende al castello —» (A.S.U., N., Nicolò Aloi, 8109, VII instr., f. 4r — 10v).
1744 «Dragoni. La loro casa è vicina alla fontana di piazza Contarena, contigua alli portici di S. Giovanni. Dicesi edificata dai Filettini, poi tenuta dai Rubeis, da questi venduta ai Dragoni» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 174).
1801 Coo. Antonio e Nicoletto Dragoni (Nomenclatura, f. 62v).
1809*Appartiene a Nicolò Dragoni, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 46v).
1809, genn. 10*La commissione alle visite domiciliari al podestà: «La comunale delegazione si è portata per far visita alla casa Dragoni al c.n. 1664, ma con dispiacere non ha potuto effettuarla per non aver ritrovato alcuno dei padroni della casa stessa in città, ma solo un custode, il quale non aveva le chiavi della casa medesima. Ha però la commissione incaricato quel custode di procurarsi le chiavi di essa casa per il giorno di domani in cui la commissione ritornerà a fare il sopraloco ricercato —» (A.S.U., C.N., 116; 220, XXXIII C 5).
1812, dic. 16*Vi è censita una osteria appartenente a Nicolò Dragoni, senza nome (Esercenti).
1828, dic. 5*Denuncia della deputazione d’ornato alla congregazione municipale: «Nella casa — del — co. Antonio Caimo Dragoni, posta in — piazza Contarena, fu apperta una finestra senza la dovuta autorizzazione —». I componenti della commissione non possono tacere: essersi «illegalmente eseguito il lavoro, perché non chiesto ed ottenuto il permesso; non potersi tollerare la finestra, perché la sua forma e la sua posizione, relativamente alle altre vicine, discordano colla esterna regolarità —; essere in particolare disdicente la sconvenienza, perché nel sito piϊ centrico dell’abitato e precisamente nel luogo piϊ decorso e meraviglioso di questa città; — esser schernito il proprietario di quel tributo, quantunque tenue, che a vantaggio della città contribuiscono i cittadini che ottengono concessioni per lavori da farsi; — sembrare scandalosa la violazione della legge nella persona del nob. Caimo Dragoni, perché come assessore municipale dovrebbe anzi vigilare, onde non nascessero contravvenzioni. Dopo tutto questo, se il municipio volesse lasciar l’opera fatta, quantunque illegale, sconcia e scandalosa, sarebbe desiderio della scrivente deputazione che almeno venissero compensate la sconvenienza, con una contribuzione a vantaggio del pubblico Giardino —» (A.S.U., C.A. I, 148/X, 179, Case II, riservata).
1852*Proprietà del co. Giacomo Caimo (Competenze, II, f. 7v).
1852, mar. 23*A Giacomo Caimo Dragoni «occorre — far aprire una porta in fianco del portone e sotto una finestra ivi esistente della sua casa all’angolo della piazza S. Giovanni e borgo S. Bortolomio e segnata al c.n. 1664 e precisamente sotto i portici verso il borgo». Il progetto viene approvato (A.S.U., C.A. II, 66, 2166 Orn. II C).
1876 Birreria “Cecchini” (COSMI-AVOGADRO, 84).
1883 Birreria Venier-Martinis (AVOGADRO, 139).
1890 Birreria Puntigam.
1890-1895 Proprietà del dott. Spinotti.
Fine secolo XIX Fu sede del Circolo dell’Unione.
1925 Fu acquistata dalla banca del Credito italiano.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 16 magg. 1951 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Sulla famiglia Filittini: LIRUTI, Notizie delle vite, I, 300-301; MONTICOLI, Cronaca, 43. Per il dottore Francesco vedasi anche P. SOMEDA de MARCO, Notariato, 50.
 2Su Antonio Savorgnan esistono vari studi, da quelli compresi nei trattati di storia locale, alle monografie sull’insurrezione del 1511. In particolare vedansi: L. CARGNELUTTI, Antonio Savorgnan e l’insurrezione del 1511, in I Savorgnan e la Patria del Friuli dal XII al XVIII secolo, 121-125; SALVINI, Antonio Savorgnan.
 3Per Gerolamo Savorgnan: G. SAVORGNAN, Lettere storiche dall’anno 1508 al 1528; LIRUTI, Notizie delle vite, III, 1-24; MICELLI, I Savorgnan e la difesa della Patria, in I Savorgnan e la Patria del Friuli dal XII al XVIII secolo, 135-154.
 4Per Giacomo Florio: V. JOPPI, Alcune notizie sulla vita di Giacomo Florio; G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, II, 164; SAMBIN, Gregorio Amaseo, 41.
 5Lazzaro Mocenigo, in carica dal 7 marzo 1518 al 10 luglio 1519 (JOPPI, B.C.U., ms. Joppi, 404, Fasti, f. 10r).
 6Vincenzo Capello, in carica dal 10 aprile 1521 al 3 giugno 1522 (JOPPI, B.C.U., ms. Joppi, 404, Fasti, f. 10v).
 7Antonio Bon, dal 3 giugno 1522 al 19 ottobre 1523 (JOPPI, B.C.U., ms. Joppi, 404, Fasti, f. 10v).
 8Vicario del luogotenente Vettor Barbarigo dal 21 novembre 1543 al 22 marzo 1545 (JOPPI, B.C.U., ms. Joppi, 404, Fasti, f. 11v).
 9Per la famiglia Raimondi vedasi al n. 392.
 10Per Flaminio de Rubeis, ossia Rossi: LIRUTI, Notizie delle vite, IV, 173; G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, II, 303.
 11Per G.B. Cortona; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 213; DEL BASSO, Manoscritti in scrittura latina, 139-140.
 12Per Nicolò Dragoni, dottore in entrambi i diritti: LIRUTI, Notizie delle vite, III, 451.
   
STUDI INEDITI CIPOLLA, Memorie, f. 31r.
   
BIBLIOGRAFIA AMASEI, Diarii, 252; Archivum...Catastico, I, 323; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 29, 55, 138, 211, 213; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 284-286; BRAGATO, Guida, 57; BRAIDOTTI, L’acqua potabile, 5; di CAPORIACCO, Udine. Appunti, 48; COMELLI, Passeggiate, 52; Elenco dégli alloggi; JOPPI, Stato de’ cinque pozzi, 112; JOPPI, Udine prima del 1425, X; PERUSINI-ANTONINI, Un secolo nella memoria, 41; PICCO, Il pittore decoratore Eugenio Savio; della PORTA, Toponomastica, 121-122, 254-257; di PRAMPERO, Napoleone in Friuli, 62; S[ACCOMANI], Il ristauro, 40, 41, 48; Sappiamo essere stato affidato dalla Ditta Dorta; C. SOMEDA de MARCO, Ottaviano Dragone, 257-263; C. SOMEDA de MARCO, Il duomo, 216; della TORRE, Il salotto della contessa, 1-54; VALENTINIS, Udine antica, 22.
1665
1400, dic. 5 L’ospedale concede la casa a livello perpetuo a Nicolò di Ropretto di Faedis. Atti di Domenico Franculini (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1775, f. 7r).
  La casa fu di Filippo Alberti. I suoi eredi nel 1557, dic. 9, la cedettero a Nicolò Mistruzzi che nel 1566 la cedette ad Ambrogio Pittiani. Marzio Spazio Pittiani l’anno 1653 la diede in dote alla figlia Isabella Mattacovic, da questa in Francesco Vari per contratto di livello francabile, ricuperata, passò nel 1695 in Nicolò Calderini quindi in Casella e poi in Rizzi nel 1723 (da annotazione anonima e priva di data: A.S.U, Arch. Caimo, 20/6).
1552, febbr. 20*Casa di ser Gabriele Alberti, abitata da Ebrei. Vedasi n. 1666-1667.
 *Un documento privo di data, redatto per un processo, spiega i vari passaggi: «Il sig. Martio Spato q. — Mario —, habitante nella fortezza di Palma, come successo nel fideicommisso del q. — Ambrosio Pithiano suo bisavo materno —, narra che dell’anno 1619, 8 maggio il q. — Ambrosio q. — Martio Spatio zio paterno del suddetto — Martio esponente s’arrogò auttorità di vendere et essitare al q. — ecc. — G.B. Rubeis — una camera sopra il secondo solaro della casa predetta chiamata la camera d’oro contigua, anzi attaccata alla casa del suddetto q. — Rubeis per d 50 et come piϊ distintamente consta nell’instromento — 1619, 8 magg. rogato negl’atti del q. — Zuanne Gozadino —, che pur anco — d’essa non ne fosse che semplice usufruttuario ad vitam, continuando in sν fatta guisa alla — testamentaria dispositione, la quale di presente viene goduta et posseduta dal — Dragoni insieme anco con un’altra stanza dietro a quella contigua di ragione del medesimo fideicomisso che è stata indebitamente — occupata — benché non compresa nel — precitato instromento 1619 — soggetta al — fideicomisso dell’istesso q. — Ambrosio Pithiano, devenuto nel medesimo — Martio. Il quale —fa — istanza che il — Dragone reo convenuto, come possessore della — camera detta d’oro e dell’altra stanza di dietro a quella annessa — resti condannato et col mezo della giustitia astretto — alla relazzatione delle predette camera et stanza insieme con tutti gli affitti dal giorno della morte del — q. — Ambrosio Spatio Pithiano —, interpellando l’antedetto — Dragone a confessare o negare se tiene e possiede la sudetta camera — et la stanza — hora — attaccate alla casa della sua habitatione, fu del — Rubeis, confina a lev. con la casa del detto — Martio Spatio, tenuta ad affitto dal sig. Recalca suo cognato, a mezogiorno la contrada di S. Bortolomio, a sol a monte la casa Rubeis, hora del medesimo — Dragone et alle monti la monte di castello —» (A.S.U., Arch. Caimo, 20/6).
1589*Dal testamento di Ambrogio Pittiano: «— Io lasso miei eredi universali — mad. Giulia, moglie del — mess. Thomaso Stella de Portogruario, mad. Isabella, moglie del — mess. Martio Spatio gradischano, et li figlioli della q. mad. Marphisa mia figliolla, fu moglie de mess. Zuan Andrea Longis de Gradischa, videlicet Vincentio et Oratio equamente —». Nella seconda e terza parte unite, cioè quella per Isabella e i nipoti figli di Marfisa, è indicata tra l’altro «la casa grande della mia habitatione in la contrada de S. Bortholomio» e il testatore aggiunge la condizione «che Isabella e marito che possederanno la casa grande, oltre il cognome del marito, si chiami Pythiani et cosν Vincenzo et fratello» (A.S.U., Arch. Caimo, 20/6, copia dal not. Aurelio Boezio).
1691, mar. 30*«Udine, in contrada di S. Bartolomeo, in casa del nob. et ecc.mo — Francesco Vari —» (A.S.U., N., Antonio Orgnani, 7846, XIX instr., f. 148r).
1703, ag. 25 «L’anno 1695, primo nov., il nob. — Nicolò Calderini fece l’acquisto, mediante contratto verbale con la q. nob. — Ellisabetta Spati Mattachovichia con l’intervento del q. — Paolo Spatio suo fratello, coll’interposizione del nob. — G.B. Bratteolo, della casa di ragione di detta signora situata nella contrada di S. Bortolomio di questa città fra le case delli — coo. Manino e fratello Manini e quelle delli heredi q. — Nicolò Dragoni, della quale anco per forma di detto contratto hebbe il possesso, et questo per prezzo di ducati settecentocinquanta — che in tanta summa fu stimata dal q. — Valentin Rizzo pubblico perito al tempo —. Hora il nob. — Alvise, figliolo et herede del q. — Zorzi Mattachovichio —, vende con la permissione pubblica, mediante il pagamento — fatto del laudemio, all’antedetto sig. Nicolò Calderini — la casa suddetta per il prezzo — di d 560 L 3 s 10 —» (A.S.U., N., Bertrando Brunallesco, 7805, XXI instr., f. 36r — 39r).
1709, nov. 28*«— Niccolò Calderini, Marc’Antonio Casella e — Polidoro Polidori — presentarono presso me not. la scrittura di vendita — seguita sotto li 13 con. —. L’istesso — Niccolò, atteso il pagamento del laudemio fatto dal — Casella al sig. David Benaglio, procuratore del n.h. Manin creditor del medismo datio —, vende al predetto — Marc’Antonio — la casa di ragione — Calderini descritta nella predetta scrittura — per il prezzo — di ducati settecentocinquanta —» (A.S.U., Arch. Caimo, 20/6, copia del not. Francesco Brunalleschi da atto di Beltrando Brunalleschi).
1723, genn. 5*Dalla stima di Andrea Canciani: «confina a lev. li — coo. Oratio e fratelli Manini, mezodν strada pubblica, pon. et a tram. li — fratelli Dragoni» (A.S.U., Arch. Caimo, 20/6, f. 4v).
1723, sett. 4 La nob. Giulia q. Marcantonio Casella, moglie di Giuseppe Griffoni Merluzzi, vende a G.B. e Sebastiano Rizzi per d 1665 la casa «soggetta a feudo censuale descritta coi suoi confini nella stima 5 genaro p.p. fatta dal sig. Andrea Canciani perito —» (A.S.U., Arch. Caimo, 20/6, f. lr — 11v; copia di Gaspare Martinelli dal not. Antonio Martinelli; f. 4v — 11v stima Canciani, copiata dallo stesso Gaspare Martinelli).
1774 La casa è del sig. Andrea Paderni, loco Rizzi (A.C.U., A.A.O., Cattastico...1775, f. 7r).
XIX secolo°°Vedasi n. 1666-1667.
1801*Appartiene a Riccardo Paderni «seniore», che vi abita (Nomenclatura, f. 62v).
1809*Proprietà del notaio Riccardo Paderni, che vi abita. Una parte ospita Giuseppe e Francesco Mangilli (Registro delli aloggi, f. 46v).
1814, sett. 26*Abitazione del notaio Riccardo del fu Antonio Paderni (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10443, 285).
1834°Riccardo Paderni fu Antonio, loco Rizzi, loco Nicolò di Ropretto di Faedis, paga ven. L 4 dipendenti da istrumento di locazione 1400, nov. 5, atti Nicolò di Domenico Franculini, ,sopra casa al n. 1665 (A.O.U., Ospitale C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834).
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 285-286.
1666
XIX secolo°°Vedasi n. 1666-1667.
1801 Co. Alessandro e fratelli e cugini Manin1 (Nomenclatura, f. 62v).
1809*La casa appartiene ad Alessandro e fratelli Manin, che vi abitano (Registro delli aloggi, f. 46v).
1812 Osteria “Alla provvidenza” (Esercenti).
 *L’esercizio è gestito da G.B. Ventrelli (ibid.).
1814, nov. 28*«Il sig. G.B. del fu Pietro Pinzani era di professione suonatore di contrabasso e domiciliava — nel borgo di S. Bortolomio in un appartamento al c. n. 1666, mancò ai vivi — li 3 corr. nov.». Segue inventario dei mobili, compilato dal rigattiere G.B. di Angelo de Facci, di S. Pietro Martire (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10365, 1623).
1827, ott. 22*«— Enrica Manini Zucco ha — venduto — al — di lei fratello nob. — Orazio Manini — la porzione di fabbriche e fondi dal corpo della casa dominicale sita — al c. n. 1666, stata assegnata e toccata in parte d’eredità paterna alla venditrice suddetta — colla operazione 7 ott. 1817 —, periti Carlo Iacotti e Giuseppe Venuti —, qual casa — confina a lev. parte nobb. — Susana e parte il nob. — Giulio Manini, mezz. il — borgo — di S. Bortolomio, pon. — Riccardo Paderni parte e parte eredi Dragoni ed a tram. le mura del castello —, per it. L 3424,59 —» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10634).
1826, dic. 2*Pietro del fu Nicolò Biani vende al nob. Orazio fu Alessandro Manin «— la porzione di fabbriche e fondi dal corpo della casa dominicale sita — nel borgo di S. Bortolomio, coscritta col c. n. 1666, stata assegnata e toccata in parte d’eredità paterna alla nob. — Lucietta del fu — co. Alessandro Manini, sorella del nob. — Orazio — coll’operazione 7 ott. 1817 delli pubbl. per. — Giovanni Carlo Iacotti e Giuseppe Venuti — e nel — Biani pervenute in proprietà in vigor del nuziale contratto 10 giugno 1825, seguito tra esso — Biani e la — nob. — Lucietta Manini —; consistente essa porzione di fabbriche e fondi nell’appartamento — in secondo piano, che comprende tre camere e camerino, porzione di fondi, porzione del monte ad uso d’orto verso pon. fino all’angolo che fa il primo tirapieno con li muri tutti di recinto e tirapieni cadenti —; la qual casa — confina a lev. parte nobb. — Susana e parte il nob. — Giulio Manin, mezz. il — borgo — di S. Bortolomio, pon. — Riccardo Paderni parte e parte eredi Dragoni ed a tram. le mure del pubblico castello —. La — vendita — viene fatta — per il prezzo — d’it. — L 3531,50 —» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10634, 4282).
1828, giu. 13*Orazio Manini presenta progetto per la riforma di un «ribatto» al n. 1666 e ne ottiene l’approvazione (A.S.U., C.A. I, 148/X, 2478 Orn. II C).
1832, mar. 22*Il capoquartiere riferisce di aver comunicato l’avviso municipale n. 1050, diretto a coloro che ingombrano la sede stradale «con merci di fruti ed oggetti riguardanti la salubrità» all’armaiolo Giuseppe Zanoni e al venditore di legname «d’albeo» Leonardo Pinti, entrambi esercenti al n. 1666 (A.S.U., C.N., 193).
1832, ott. 31*Inventario dei beni mobili di Anna moglie di Giacomo Moretti, oste nell’edificio n. 1666, che è di proprietà di Orazio Manini. Il Moretti con la moglie occupa alcuni locali «la maggior parte dei quali serve per uso di famiglia non solo, ma eziandio d’osteria, che in detta casa esercita» (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 637, 3403).
1852*L’edificio appartiene al co. Orazio Manin (Competenze, II, f. 7v).
1856, apr. 15*A Orazio Manin «per dare separato accesso ai locali in primo piano della casa — posta — al c. n. 1666 —, è d’uopo aprire una porta —». Il permesso è accordato (A.S.U., C.A. II, 66/1856, 2612 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da «GBatta Rizzani Imp.».
1876*Vi hanno laboratorio il pittore di figura e paesaggio nonché fotografo Giuseppe Malignani2 e gli orefici e gioiellieri G.B. Grassi e Nicolò Santi (COSMI-AVOGADRO, 96, 104, 109).
1883*Studio dell’avvocato Remigio Bertolissi, studio fotografico di Adele Malignani e ancora laboratorio di oreficeria di Grassi e Santi3 (AVOGADRO, 138, 145 150). Alessandro Manin risulta inoltre proprietario dello stallaggio che ha sede nel complesso edilizio (AVOGADRO, 156).
   
NOTE1Per la bibliografia vedasi il complesso schedato come n. 1666-1667.
 2Per Giuseppe Malignani: MARCHETTI, Il Friuli, 831; OSTERMANN, Museo friulano, 216; PARMEGGIANI, Gli stadi, 110-113; ZANNIER, Fotografia in Friuli, 12-14.
 3Per Grassi e Santi: FALCIONI, Udine produttrice, 313-314; GANZER, Orafi, 362; GRASSI, Monografia, 12, 23; PICCO, Negozi di oreficeria; PICCO, Ricordi, 46, 117.
1666-1667
 *Il palazzo Manin sorge sull’area almeno tre fondi, uno antico Manin e altri due provenienti rispettivamente dai Filittini, attraverso i Marchetti, e dai Belgrado. Nell’Ottocento il palazzo appare diviso in due parti (n. 1666 e 1667). Dal 1801 pertanto le notizie sono state distinte.
1341, lugl. 26 «Investitura Uguotionis q. mag. Manini medici de Cremona habitantis Utini de habitantia sua castri de Utino, cum monte posteriori, cum omnibus iuribus et pertinentiis. Confinia habitantiae et montis a parte prima est Ctonus q. Susini, a secunda est rosta quae vadit in Zardinum, a tertia prefatus mag. Maninus et puteus communis ac Romanus portonarius d. patriarche, a quarta via publica» (B.C.U., mss. Bianchi, 899, XXIX, n. 3004, not. Gubertino da Novate).
1352, nov. 18 «Utini in domo olim mag. Manini phisici in qua fit consilium terre Utini» (A.S.U., N., Lorenzo da Cussignacco, 5122, istr. sciolto).
1394, febbr. 5 «Actum Utini in burgo Cividati in salla domus habitationis providi viri Nicolai notarii Manini1 de Utino» (A.S.U., N., Ambrogio del fu Alberto, 5123/4, f. 15r).
[1435]*La casa è soggetta a livello a favore dell’ospedale di S. Maria della Misericordia: «Heredi de ser Simon Manin paga de livello al nadal sora le case della soa habitacion, poste in lo borgo de Porta de Cividal, apresso le case delli fradelli del dito ser Simon e apresso la monte del Castello, apresso la via publica, marca de soldij» (B.C.U., ms. Collezione ex Ospedale, E, f. 45r).
1489, sett. 28*«Actum Utini in contrata S. Bartholomei, in studio sp. iuris doctoris d. Francisci de Maninis —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. 1496-1533, sub anno, f. 42v — 44r).
1502, genn. 23*Proprietà Belgrado: «Case poste in Udene, in contrada de S. Bartholomio, che habita m. Gasparo caligaro, cum onere solvendi denari 8 ala camera de Udene del magn. texorero et formento st 1 p 3 a ser Rizardo Sbroiavacha sine pacto franchandi, apreso le caxe de m. Thomaxio de q. ser Zuan de Coloreto, apreso le case de ser Marcho de d. Zanna de Tudeschini ac deli fioli de q. messer Francesco del Filitino et apreso la via publica, le qual case estimasemo cum soi incarzi concorditer valer quanto costoreno a q. ser Zuanne de Belgrado, zoè d 64 —. Le qual suprascritte caxe tochorono in parte a mio padre — cum his pactis, modis et conditionibus: et primo ch’el no possa né debia far fenestre de alguna sorte in la caxetta posta tra la caxa nova et lo salvaroba per le qual se possa guardar in ditta salvaroba né alzar dita caxa né dar piϊ servitϊ de aqua al dito salvaroba di quello che ha al presente; che li volti deli conduti deli necessarii che sono apreso dita caxa nova et in la caneveta in la aria et in la cortisella dela chusina siano comuni a dita parte de caxa nova et ala parte dela caxa grande et quandocunque fuerit necesse se debiano far chavar comunibus expensis —» (B.C.U., ms. 1017, f. 1v).
1529, nov. 16*«Actum Utini, in contrata S. Bartholamei, ante domum nob. d. Iosephi Manini, tentam per d. Chaterinam relictam q. mag. Leonardi Pascolutti sartoris» (A.S.U., N., Gabriele Gozzadino, 5817, Istr. 1529-1531, f. 34v).
1529, dic. 14*«Actum Utini, in contrata S. Bartholamei, in apotheca domus — d. Iosephi Manini, tenta ad presens per d. Chaterinam rel. q. mag. Leonardi Pascolutti sartoris» (A.S.U., N., Gabriele Gozzadino, 5817, Istr. 1529-1531, f. 45r).
1529, nov. 20*«Actum Utini, in contrata S. Bartholamei, in apotheca domus — Iosephi Manini, tenta per mag. Ioannem de Lit de Fanna, sartorem —» (A.S.U., N., Gabriele Gozzadino, 5817, Istr. 1529-1531, f. 36r).
1532, giu. 6*«Actum Utini, in contrata S. Bartholomei, in domibus — ser Iosephi Manini civis Utinensis —» (A.S.U., N., Francesco Belgrado, 5733, IV instr., f. 54v).
1522, febbr. 12*«Io Alvise in persona — ho venduta la casa fo de q. ser Zuanne mio barba de Belgrado, posta in Udene, in contrada de S. Bartholomio apreso la casa de m. Thomaso de Colloreto, a ser Nicolò, fiol de q. ser Philippo de Manin, citadin de Udene, per d 103 contadi dal dito, cum incargo tamen ch’el dito ser Nicolò pagi de livello formento st 1 p 3, cum pacto non franchandi, a ser Rizardo Sbroiavacha et soi heredi et etiam ala camera dela nostra ill.ma Signoria de livello perpetuale denari 8, come apar per man de ser Bernardin de Lovaria, nodaro» (B.C.U., ms. 1017, f. 3v).
1552, febbr. 20 Bartolomeo q. Francesco Filittini2 vende per d 900 a Girolamo di Marco Marchetti di Conegliano mercante «unam domum muratam, soleratam cuppis copertam, cum curia ac colle postpositis, sitam Utini in contrata S. Bartholomei iuxta a solis ortu heredes — q. d. Manini, a meridie stratam publicam, ab occasu domum ser Gabrielis Alberti de Utino, modo per hebreos habitatam, et iuxta collem domus magnæ Philitinæ et a montibus murum castri Utini» (A.S.U., N., Mario Albino, 1552, f. 15v — 17v).
1559, nov. 4*«Actum Utini, in contrata S. Bartholomei, in appotheca infrascripti d. locatoris, habitata per mag. Ioannem sartorem Utini, presentibus excell. doctore d. Nicolao Pavona et — d. Iosepho Manino, ambobus civibus Utinensibus. Ibique — d. Ioannes Maninus q. — Manini civis Utini, suo et fratris nomine locavit ser Christophoro q. Andree Stella Vincentino, pistori Utini —, domum suam cum furno, muratam, soleratam, cuppis copertam, sitam Utini iuxta a parte anteriori viam publicam, a parte posteriori domum — locatoris; item unum sollarium situm supra anditum domus habitatam per — locatorem —, debente ipso conductore solvere singulis annis — ducatos viginti —» (A.S.U., N., Mario Albino, Istr. 1559, f. 86v).
1686, dic. 23*«Fatto — nella contrada di S. Bortolomio nelle case degl’infrascritti — coo. Horatio e fratelli Manini» (A.S.U., N., Benedetto Bergamino, 7673, XVIII instr., f. 65r).
XIX secolo Vedasi pianta della casa (A.S.U., Archivio Venerio, b. 4, f. 1).
   
NOTE1Per Nicolò Manini: BIANCHI, Indice, n. 5144, 99; PASCHINI, Storia, II, 201, 241. Per la famiglia Manin: BAMSTELLA, I Toscani, 251-252; MONTICOLI, Cronaca, 29; PALLADIO degli OLIVI, Historie, II, 236, 243, 326; TOMMASINI, Illustre serie.
 2Per i Filittini vedasi al n. 1665. All’atto, redatto in borgo d’Isola, in casa del conte Venceslao di Porcia, sono presenti il causidico Lodovico della Valle e il bibliopola Bertolino Lorio.
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 286-287; BIANCHI, Indice, n. 5144.99; BRAGATO, Guida, 174; COMELLI, Passeggiate, 51-52; ERMACORA, Vino all’ombra, 92-93; di MANZANO, Annali, IV, 457; Miscellanea artistica, 138; I Piombi, 28; della PORTA, Toponomastica, 74; VALENTINIS, Udine antica, 26.
1667
XIX secolo°°Vedasi n. 1666-1667.
1801 Co. Giulio q. Vergendo Manin1 (Nomenclatura, f. 62v).
 *Nel locale abitano gli affittuali Giovanni Tassis e Sabata Candolino (ibid.).
1809*Proprietà Manin. Vi abitano il parrucchiere Giovanni Latassis, il domestico Antonio Saccavino, il militare Domenico Meneghino e il sellaio Angelo Zanuttini (Registro delli aloggi, f. 46v).
1818, dic. 28*«— Il co. Giulio Antonio Manini — ha venduto — al sig. Pietro Badini — una bottega sita — nel borgo di S. Bortolomio, sottoposta alla casa dominicale, coscritta col c.n. 1667, che confina lev., pon. e tram. esso — co. venditore ed a mezz. il borgo di S. Bortolomio —. Il presente s’attrova — essa bottega — in affitto semplice dal sig. Michele Tavagnutti — per il — prezzo — di it. L 1000 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10452, 1820).
1819, mar. 22*Il co. Giulio Manin vende a Giuseppe del fu Girolamo Fedricis «una stanza terranea ad uso di bottega, tenuta presentemente a semplice affitto da Antonio q. Mattia Feruglio dal corpo della casa n. 1667 —; confina essa stanza a lev. con muro promiscuo — ed altra stanza ad uso di botega rimasta al — co. Giulio, a mezz. il — borgo, a pon. con il portico promiscuo con la stanza suddetta e detto co. Giulio nonché li figli del fu — co. Alessandro Manin, ed a tram. con muro divisorio tra detta — stanza ed il sito della scala rimasta al — conte» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10307, 1337).
1819, ag. 21*«Il co. Giulio Manin — a titolo d’affitto concede al sig. Giuseppe Fedricis — due stanze terranee — situate — nel borgo — di S. Bortolomio dal corpo del luogo dominicale d’esso co. Giulio — n. 1667 —, per affitto di annue it. — L 165 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10307, 1381).
1819, giu. 1*«Il — co. Giulio Antonio del fu Fiorendo Manini — vende — al sig. Michele del vivente — Agostino Tavagnutti, artefice di torno ed altri lavori, con domicilio in questa — città —, la bottega sita — nel borgo di S. Bortolomio, sottoposta alla casa dominicale del detto — co. Manini, portante il c.n. 1667 —; confina essa bottega a lev., pon. e tram. — co. Manini, a mezz. col — borgo di S. Bortolomio —. Questa — vendita — si fa pel prezzo — di it. — L 1300 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10601, 2519).
1819, giu. 27*La deputazione d’ornato notifica alla congregazione municipale lo stato rovinoso «della linda della casa del co. Giulio Manin, per ciò che riguarda specialmente la porzione che fa curva al lato dell’osteria detta della Scalla, non essendovi tanta mole nel restante verso la fontana» (A.S.U., C.A. I, 24/XI, 2287 Orn. II C).
1820, ag. 17*Giulio del fu Fiorendo Manin «— ha venduto al — sig. Giuseppe Fedricis — una porzione di casa dominicale — situata — dal corpo del c.n. 1667 —, composta da due stanze terranee esistenti nell’interno e verso il cortivo, aventi lume da fenestre verso tram. e da porta verso pon., con la promiscuità dell’ingresso e regresso nel sottoportico e porton fin alla pubblica strada e con il giusto carato di passalizio —. Confinano esse due stanze verso sol levado con altra stanza ad uso di cocina d’esso — Manin, a mezz. coridore e sito della scala di esso — Manin, a pon. il sottoportico consortivo ed a tram. cortivo della fam. Manin La — vendita — fa — detto Manin per la somma — di it. — L 1000 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10307, 1468).
1822, sett. 6 Il nob. Giulio Antonio q. Fiorendo Manin vende a Giuseppe q. Girolamo Fedricis due mezzadi a pian terreno della sua casa domenicale al n. 1667, «interni al sotto-portico consortivo con altra famiglia Manin, aventi tre fenestre verso il cortivo a tram. munite di ferrate e delle occorrenti ramate e con una porta verso il sottoportico a pon. ed altra porla a mezz. nel sito della scala che dà comunicazione al mezzado di lev. col dirito di passare pel portello, e sito appresso — la scala, onde abbitare nel citato mezzado di lev. e col carato di copperto, ingresso e regresso alla pubblica strada —. Confinano essi due mezzadi — verso lev. con una stanza ad uso di cocina — del — venditore, a mezz. parimente —, a pon. il sottoportico consortivo ed a tram. cortivo di detta ragione —. La — vendita viene — fatta — per — L 1700 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10308, 1687).
1831, febbr. 23*«— Giulio Antonio Manin, salva recupera —, vende al sig. Giuseppe Presani2 — la bottega in — borgo S. Bortolomio in peppiano della casa dominicale Manini al c.n. 1667 con fondi di centesimi quattro di pertica —, di proprietà e possesso del venditore — in forza di recupera esercitata in confronto del sig. Domenico Todeschi in mie note 29 dic. 1829 —, n. 861 —. Il prezzo — resta convenuto — in it. — L 1600 —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10557, 3549).
1836, ag. 27 Giuseppe Presani inoltra domanda per una modifica «vicin al portone d’ingresso nella facciata della casa al c. n. 1667, borgo di S. Bortolomio». Gli si «rende necessario — di ridure il detto rebatto in una porta per entrare nella stanza; disfacendo il parapetto inferiore, ponendo le sue erte di pietra ed il scuro di chiudere ed aprire nella parte interna». Il permesso è accordato (A.S.U., C.A. I, 254/X, 4773 Orn. II C, con dis.).
1841, genn. 24*Giuseppe Presani afferma che «nella casa — n. 1667, nel secondo piano, vi è una cucina alla quale occore di porre in opera una scaffa di pietra per uso delli secchi d’acqua e per far lavare i piatti del vito giornaliero. Per tale oggetto è indispensabile di fare un canale incastrato nel muro con tubi per il scollo dell’acqua in una vaschetta sotto terra». Il progetto è approvato con alcune varianti (A.S.U., C.A. I, 328/1841/VIII, 748 Orn. II C, con dis.).
1849, febbr. 11*Nell’elenco di pistrinai e venditori di pane, compilato dal capo del primo quartiere, sono segnalati a questo numero Leonardo Caneva e Luigi Fabruzzi (A.S.U., C.A. I, 465, 135).
1852*Il n. 1667, compresi il n. 1667 A e 1667 B, appartiene a Giuseppe Presani (Competenze, II, f. 7v).
1876*Botteghe dei tappezzieri e sellai Micheloni e Marinato (COSMI-AVOGADRO, 115).
1883 Osteria “Al castello” e uno stallo (AVOGADRO, 153, 156).
 *L’osteria è gestita da G.B. Plasenzotto e lo stallo è di proprietà di Alessandro Manin (ibid.). Nell’edificio è ospitata anche la bottega del venditore di passamaneria Giovanni Feltrin (AVOGADRO, 156).
1938 Osteria “All’aquila nera”.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Per la bibliografia vedasi il complesso schedato come n. 1666-1667.
 2Per la famiglia Presani, vedasi n. 444.
1668
1413, sett. 11 «— D. Helias filius q. ser Johannis q. Tomassii de Utino, canonicus Utini, — capitulo Utinensi — legavit — marcham denariorum unam solvendam — super domibus solite habitacionis dicti d. Helie — sitis Utini in burgo intrinseco Porte Civitatis, quorum domorum hii — sunt confines: ab una parte iuxta Maninum notarium q. Nicolai de Cremona iuxta filios et heredes ser Nicolai notarii q. ser Manini de Utino, iuxta ser Franciscum q. ser Martini de Paona heredem ser Odorici de Gabrielis de Cremona — et iuxta viam publicam —» (A.S.U., N., Domenico prete da Udine, 5142, Istr. e test. 1413-1417, f. 5r — 5v).
1416, sett. 18 «Determinatum fuit quod — d. Chatarina possit facere ispum voltum super dicta rosta et ipsam rostam aptare ita quod bene stet et nemini noceat sicque etiam possit fieri facere unum hostium per quod exeatur ad dictam rostam» (Annales, XX, f. 311v).
1454, magg. 9 Nicolò Raimondo di Udine concede a livello a Giorgio Micoli una casa già di abitazione di sua madre Caterina in borgo inferiore di S. Antonio confinante con li fratelli Pavona da due parti mediante certa rosta, da una parte «iuxta Ioannem de Maninis» e davanti la strada (Arch. Bertoli, 31, copia dal not. Ettore Alfarano).
1465, lugl. 9 «— Gibertus Straçarolus olim Michaelis draperii, Utini habitans, — transtulit — ser Candido filio q. — ser Tome de Candidis de Utino — stipulanti — pro se — ac — nomine — ser Iohannis et ser Nicolai suorum fratrum — omnia iura — que — habet — super infrascripta domo cum broylo sibi contiguo, virtute certe emptionis per eum facte ad incantum, videlicet a una domo murata, solerata ac tegulis cooperta cum broylo eidem contiguo, sita Utini in contrata ecclesie S. Antonii, iuxta quandam domum presb. Iohannis de S. Antonio, iuxta vias publicas, iuxtam quandam aream *** heredum olim ser Missii, iuxta mag. Danielem Claudum, iuxta *** heredem ser Francisci de Paona —» (Matteo del fu Giacomo pellicciaio, A.S.U., Arch. Susanna, 77, perg. n. 25).
1481, sett. 7 Giacomina, vedova di Giovanni Antonio Medici, riceve la casa della propria abitazione in conto dote (A.S.U., Arch. Bertoli, 31, Rotolo sec. XVI).
1481, sett. 11 Giacomina concede in enfiteusi la casa a Paolo Santonini, confinante con la casa del forno di ser Zuan Manin, con la rosta comunale «labentem a duobus partibus» e davanti la strada (A.S.U., Arch. Bertoli, 31, Rotolo sec. XVI, copia del not. Pilosio de Zeraffini).
1481, ott. 2 Paolo Santonini rinuncia la casa ad Antonio ed Odorico fratelli Susanna q. Sebastiano (A.S.U., Arch. Bertoli, 31, Rotolo sec. XVI, copia del not. Pilosio de Zeraffini).
1488, sett. 20*«— Alexander Filitinus de Utino — q. — utriusque iuris doctoris d. Francisci Filitini de Utino, nomine suo et *** fratrum eius —, pretio — novem ducatorum auri, quod totum pretium ispe ser Alexander — habuit — a ser Odorico q. — ser Sebastiani de Susanis de Utino — emente cum pecuniis suis et — d. Antonii eius fratris canonici Aquileiensis et Utinensis —, retrovendidit — ser Odorico de Susanis — quoddam perpetuale livellum unius starli frumenti ex livello decem stariorum frumenti debito annuatim per ipsos — Antonium et — Odoricum fratres de Susanis pro domo eorum habitationis et solvi consueto d. Iacomine relicte q. — legum doctoris d. Ioannis Antonii de Medicis de Utino, consignatoque eidem domine — super dote ed iuribus suis, emptum — per ipsos — Alexandrum et fratres de Filitinis ab ispa d. Iacomina eodem pretio — cum — pacto de revendendo — ipsis — Antonio et fratri de Susanis, ut assertum fuit contineri instrumentum manu ser Lovisii a Cereis notarii Utinensis sub die vigesima prima novembris 1486 —» (Bartolomeo Mastino, A.S.U., Arch. Susanna, 77, perg. n. 42).
1531, lugl. 6 Il nob. Girolamo q. Raimondo Pavona ed Antonio suo figlio ricevono una casa in via Cussignacco e cedono in permuta al rev. Girolamo e can. Francesco fratelli Susanna «domum — eorum proprię habitationis cum androna sive introitu ad ipsam domum tendentem —, sitam in — contrata S. Bartholomei, a solis ortu iuxta domum nob. — Bernardini — q. ser Francisci de Paona, a meridie iuxta viam publicam, ab occasu iuxta domum nob. Nicolai Manini —»1 (A.S.U., Arch. Bertoli, 31, copia della perg. Susanna, 222, a mano di Candido Nigris, mansionario del capitolo aquileiese e cancelliere).
1583, apr. 25*«Utini, in contrata S. Bartholamei, domi — Odorici et fratrum de Susannis civium Utinensium, in camino» (A.S.U., N., Aurelio Boezio, 6677, Istr. 1582-1583, f. 11r — 11v).
1585, febbr. 22*«Utini, in contrata S. Bartholamei, domi — d. Francisci de Susannis canonici Aquileiensis» (A.S.U., N., Aurelio Boezio, Istr. 1584-1585, f. 5r).
1587, lugl. 26*«Comparuit coram clariss. d. Carlo Cornelio — locumtenente — nob. h. Odoricus de Susanis tam nomine suo quam nob. h. — Ioannis Baptistę et rev. d. — Fabii canonici Utinensis eius fratrum et exposuit — consortes de Susanis — possidere — domum sitam Utini in contrata S. Bartolomei, que alias antiquitus vocabatur Porta Cividati interioris —» (A.S.U., Arch. Bertoli, 31, not. Benvenuto Benvenuti, copia del 3 apr. 1772).
1592, giu. 27*«Avemo impegnato sul sacro monte di pietà per finir la fabrica, cioè quella, che questo anno si vuol finir, non però tutta, una cadena da conzer d’oro con un pomo grande, cinquantasei ordinari e vinti sie piϊ piccoli fanno 85 tutti et anelli novi d’oro, cioè uno smeraldo, due vere di donna, tre corniole, un Agnus dei, una turchina et una vera per d 100 mozzi fanno L 600» (A.S.U., Arch. Bertoli, 31, copia del not. Giuseppe A. Pillosio de Zeraffini in data 15 giugno 1746 da vacchetta Susanna).
1592 Si finisce la fabbrica (ibid.).
1594, apr. 29*«Li sigg. Manini nostri vicini mi hanno prestato pianelle 112 restituite adν *** zenaro 1596» (ibid.).
1596, genn.*«Li sigg. Manini nostri vicini mi hano prestato pianele 112 restituite adν *** zenaro 1596» (A.S.U., Arch. Bertoli, 31, f.v., copia del not. Giuseppe Pilosio de Zeraffini del 1746).
1643, apr. 28 La casa «possessa et habitata per — Sebastiano e Paol’Andrea fratelli Susanna, confina a sol levado col sig. Nicolò Simeonibus, a mezodν la contrada, a sol a monte i sigg. co. Alessandro e nipoti Manin, et ai monti il colle del castello» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 101).
1643, ag. 6*«Divisione fatta da me Agostino De Nipoti, pubblico agrimensore —, delle infrascritte case *** di ragione delli nobb. — Sebbastiano e Paolo Andrea fratelli Susana —. Fu data la casa dominicale al sig. Sebastiano. La casa dominicale in questa città dove è l’abitazione di detti signori, posta nel borgo di S. Bortolomio, da me misurata e stimata con ogni diligenza — non compreso la monte, perché mi fu detto non esser di questa ragione, qual casa stimo d 2800; una stalla con il solaro et suo coperto di coppi stimo, posta appresso la chiesa nella contrada, d 173 —» (A.S.U., Arch. Bertoli, 31, copia del not. Giuseppe A. de Zeraffini in data 16 giugno 1746).
1660, giu. 5*«— Odorico Susana — per nome anco delli sigg. Sebastiano, Paolo Andrea, padre e zio rispettive —, espose posseder una casa posta — nella contrada di S. Bortolomio feudale e censuale, della quale il — sig. Sebastiano suo padre fu investito l’anno 1622, 18 maggio —, insta — d’esser investito d’essa casa col censo a quello dovuto —». Segue la notizia dell’investitura nella stessa data (A.S.U., Arch. Bertoli, 31, Susanna, copia del not. B. Benvenuti, p. 19-21).
1677, sett. 7 Il co. Lorenzo Simeonibus cede al sig. Odorico nob. Susanna un pezzo di orto in monte; confina a lev. orto Pavona, a mezzodν casa Susanna, pon. orto Manin, «ai monti muro dei volti del castello» (A.S.U., Arch. Bertoli, 31, Susanna, not. Benedetto Bergamino, p. 27-30).
 *Nella stima, oltre gli estremi dei confini, si accenna anche alla presenza di «sassi per tutto l’orto et tocchi di pietre alla scalla di ponente nell’andar sopra la riva» e a una «scalla di pietra a mezz. serve per andar nell’orto, di gradini 17» (ibid.).
1690, dic. 2°Antonio e fratelli q. Odorico Susanna concedono a godere per d 613 al nob. Giovanni Giuseppe Vanni degli Onesti la loro casa in borgo S. Bartolomeo (not. Giovanni Leonardo Colonna).
1695, giu. 26 Transazione tra i Susanna ed i Simeonibus proprietari della casa contigua «per occasione della callisella annessa alla casa Susana nella contrada di S. Bortolomio confinante con la casa di — Zacharia acquistata dalli — sigg. conti.» I Simeonibus dovranno chiudere la porta che dalla loro casa conduce nella calle. I Susanna cedono ai Simeonibus la parte della calle verso la strada (Copia di atto privato del not. Francesco Antonio Nicolettis, A.S.U., Arch. Susana, 16, Componimento...Susana...Simeonibus).
1694, mar. 28*«— Antonio q. — Odorico Susana —. per nome — delli nob. — Giovanni Francesco et Sebastiano di lui fratelli —, transferisce — alli nob. — Giovanni Giuseppe et Alvise fratelli Vanni de Honestis q. — Giovanni Francesco — tutti li beni — che detti — Susana — possedono in Colli —; et all’incontro li — fratelli Honestis — cedono — al sopra nominato sig. Antonio — le case, rimessa di cavali et finile, con cortile, horto, sive monte contigua, posta nella città di Udine et nella contrada di San Bortolomio —» (A.S.U., N., Giovanni Leonardo Colonna Strazzolini, 1037, Instrumenti ed atti civili da 21 novembre 1690 a 16 dicembre 1697, f. 118r — 120v).
1696, sett. 3*Stima del perito Giovanni Tacelli per restauri e opere nuove fatte dal muratore Giovanni M. Faiul nella casa di Antonio Susana in borgo S. Bartolomeo, per la somma di L 616 s 10 (A.S.U., Arch. Susana, 19, Componimento... Susana... Simeonibus).
1702, nov. 15°Villesco. Sebastiano Susanna q. Odorico concede la casa ad gaudendum al sig. Giuseppe Vanni degli Onesti (not. Antonio Finetti).
1708, ott. 1*«Comparvero presso me nodaro il nob. — Antonio Susana — et — Giovanni Zacharia — e concordemente presentarono in man mia la scrittura concernente la vendita e compra — della casa —». Al foglio sono allegati due documenti, il primo dei quali redatto il 20 sett. 1708: «Il trattato di vendita et compra della casa — del sig. Girolamo Zaccaria, posta nel borgo di S. Bortolomeo cioè tra — Antonio, Sebastiano et Odorico fratelli, padre e zio respettive, Susanna da una et — il — sig. Zaccaria dall’altra —: resta stabilito che dal sig. Filippo Capodagli, publico ragionato di questa città, sia stimata la casa stessa —». L’altro è la ricevuta del pubbl. per. Filippo Capodagli del 25 sett. 1708: «Ricercato io sottoscritto perito dal nob. — Antonio Susana — e dal sig. Girolamo Zaccaria — a stimare la casa di esso — Zaccaria in borgo di S. Bortolomio — anessa alla casa de’ Susana. Perciò portatomi sopra loco alla presenza delle parti con la stima Rizzo in mano 20 genaro 1691, con la quale fu acquistata da esso — Zaccaria, rilevante — d 888 L 10 —, stimo valere la medesima — d 1350 —» (A.S.U., N., Antonio Martinelli, 8259, filza).
1735*Vedasi n. 427.
1744 «Susanna. Abitano tra i Manini ed i Pavona» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 174).
XIX secolo°°Vedasi n. 1666-1667.
1801 Co. Carlo e cugini Susana (Nomenclatura, f. 62v).
1809*L’edificio appartiene a Sebastiano e fratello Susana, che vi abitano. Una parte è affittata al rigattiere Francesco Sacella (Registro delli aloggi, f. 46v).
1818°°Vedasi n. 1669.
1819, febbr. 21*Maurizio del fu G.B. Moretti per L 8467,84 vende a Giuseppe del fu Francesco Malvolti «porzione di casa dominicale, fondi e cortivo —, al c.n. 1668» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10622, Rep. VI, 2599).
1822, apr. 16*Il locandiere Angelo del fu Mattia Lanchini è domiciliato «in Udine, borgo S. Bortolomio, all’insegna della Collina, al c.n. 1668» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10546, 1566).
1824, apr. 27 Angelo Lanchin, locandiere all’insegna della “Collina” in S. Bartolomeo n. 1668, chiede di cambiare l’insegna, con altra “Alla Croce di Malta”, ché non esiste piϊ a Udine l’albergo con questo titolo (A.S.U., C.A. I, 102/XI, 1503 Orn. II C).
 *Il permesso gli viene negato perché nel frattempo Antonio Fanzutti, locandiere dell’ex Croce di Malta, avanza diritto di prelazione sull’insegna, avendo intenzione di riaprire l’esercizio in contrada dei Filippini alla casa n. 1849 (ibid.).
1826, febbr. 5*Il testamento di Luigi di G.B. Massini da Brescia, conduttore delle diligenze di Milano, è «fatto nella r. città di Udine —, nella locanda all’insegna della Regina d’Inghilterra, esercitata dalla sign. Angela Lanchin» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10551, 2582).
1832, mar. 22*Il capoquartiere riferisce di aver recapitato a questo numero al calzolaio Andrea Chianti l’avviso municipale n. 1050 diretto ai venditori che ingombrano le strade «con merci di fruti e oggetti riguardanti la salubrità» (A.S.U., C.N., 193).
1837, febbr. 21°Bortolo Susanna vende la metà della casa 1668 a Pietro q. Angelo Bonini2.
1838, giu. 7°Pietro Bonini la vende a Francesco e Nicolò Braida (not. G.B. Valentinis).
1844, febbr. 1*«— Domenico Bortolo Florit — vende al — sig. Giovanni Pagnutti — il di lui negozio di comestibili, situato in — borgo di S. Bortolomio, esercibile nella bottega sottoposta alla casa che fa parte del c.n. 1668, cioè li generi ed utensili ivi esistenti, nonché li crediti relativi —. La — vendita viene fatta — pel prezzo — di austr. — L 2624,89 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10508, 16294).
1850 Vi era un albergo “Alla Regina d’Inghilterra”, tenuto da Angelo Lanchini (“Il Friuli”, 2, CLXII, 16 ag. 1850, 728).
1852*Proprietà degli eredi del fu Francesco Braida (Competenze, II, f. 7v).
1883 Osteria “All’Angelo”.
1908, nov. 1 Viene chiusa l’osteria ai Piombi (G.D., La scomparsa dei Piombi, “Patria del Friuli”, 32, CCLXII, 2 nov. 1908, 2).
1883*Esattoria consorziale per i comuni del distretto di Udine (AVOGADRO, 124).
   
NOTE1La pergamena era già scomparsa dalla raccolta Susanna il 27 apr. 1928, quando il della Porta consultò il volume della raccolta (A.S.U., Arch. Susanna, 78, perg. n. 222) e ne lasciò annotazione a matita sotto il regesto.
 2Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTIG, I Piombi; ERMACORA, Vino, 55-57; QUARGNOLO, Caffè, 17.
1669
1691°Era dei conti Simeonibus che la vendono a Girolamo Zaccaria. Confina a lev. Pavona, mezz. strada, pon. e sett. Susanna. L’andronetta era comune con i Susanna (not. Benedetto Bergamino, Atti civili).
1801 Co. Ruggero Ruggeri e zio di Remanzacco (Nomenclatura, f. 62v).
 *Affittuale *** Rossi (ibid.).
1809*La casa appartiene a Ruggero e fratelli Ruggeri. Vi abita l’impiegato Francesco Campanilli (Registro delli aloggi, f. 46v).
1810, nov. 17*In seguito ad atto oppignorativo del 13 agosto, processo d’asta senza esito di «una stanza a pian terreno al n. 1669», confinante a lev. con Fabio Asquini, a pon. con Bortolo Susanna. Debitori per L 3,70, risultano Lorenzo Ruggeri e poi Ruggero Ruggeri (A.S.U., C.N., 80, Asta).
1811, dic. 23 Era del co. Ruggeri (A.S.U., C.N., I 94/XXXVII, 2677, Sanità).
 *Il vicino, Bortolo Susana, amministratore della facoltà del fu Carlo Susana, eleva una protesta perché Francesco Campanili, affittuale dei Ruggeri, ammucchia letame nella «calesella senza uscita, a cui corisponde una porta della casa Susana et altra delli sigg. Ruggieri» (ibid.).
1817, ott. 3 Giuseppe fu Pietro Ferro di Remanzacco vende a Nicolò fu Giuseppe Borluzzi la porzione spettante al co. Brunone q. Bernardino Ruggeri e da questi già venduta al Ferro, «coll’istrum. 2 sett. 1816 a rogito del not. — Francesco Nussi — della casa — nel borgo di S. Bortolomio al n. 1669; confina a lev. — co. Fabio Asquini, mezz. strada pubblica del borgo, pon. coo. Susanna ed a tram. co. Asquini —. Questa — vendita — si fa — pel prezzo — di it. — L 1300 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10598, 2158).
1817, ott. 31 Il co. Ruggero q. Bernardino Ruggeri e fratelli vendono a Nicolò Borluzzi «le tre porzioni spettanti per forma delle divisioni — tra essi seguite della casa — n. 1669 . —. Questa — vendita si fa pel prezzo — di it. — L 3441,67» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10598, 2165).
1818 È di Nicolò Borluzzi, che domanda autorizzazione di inalzarla e riformarla. La deputazione d’ornato approva il progetto con la condizione «che il portone esistente in confine dei fondi coo. Susana sia riformato in eguaglianza agli altri proposti e che sia abbassato a livello e sovraposto fenestrino» (A.S.U., C.A. I, 18/II, 1475 Orn. II C, con dis.).
1832, mar. 22*Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa a Giovanni Rumis, «petener de carne di manzo», l’avviso municipale n. 1050, diretto ai venditori che ingombrano le strade «con merci di fruti ed oggetti riguardanti la salubrità» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene agli eredi di Francesco Braida (Competenze, II, f. 7v).
1876*Oltre allo studio del notaio Raimondo Iurizza, alla fabbrica di berretti e collari ecclesiastici di Francesco Citrani, alla bottega del calzolaio Natale Miani, la casa ospita il noleggiatore di cavalli Luigi Di Zanutto (COSMI-AVOGADRO, 86, 88, 103, 104).
1883*Vi sono ancora segnalati il fabbricatore di berretti e collari per ecclesiastici Francesco Citrani e il notaio Raimondo Iurizza, cui si aggiungono il libraio Raimondo Zorzi e l’avv. Cesare Fornera (AVOGADRO, 138, 147, 150).
1924 È dell’avv. Cesare Fornera. Al terzo piano vi è un tabernacolo a fresco del sec. XV (VALENTINIS, Udine antica, 27).
   
BIBLIOGRAFIA del TORSO, Il matrimonio di Zorutti, 140.
1670
1394, lugl. 9 «Investitura Gerardi de Puoch, canipparii Utini, certorum bonorum habitantię sitorum in pertinentiis terrę Utini cum sedimine domus ipsius habitantię sito super monte castri Utini, iuxta quamdam domum d. Tristani de Savorgnano et iuxta quamdam habitantiam Henrici de Paona1 et iuxta viam publicam qua itur a manu dextra ad castrum2 cum monte et territorio postposito pertinente ipsi sedimini, quam habitantiam — tenebat Daniel del Ungrispach habitans in Portu Latisanę» (B.C.U., ms. 944/5, f. 2r).
1529, ott. 4*Abitazione dello studente di leggi Nicolò del fu Gabriele Pavona (A.S.U., N., Gabriele Gozzadino, 5817, Istr. 1529-1531, f. 24r).
1530, ott. 9*«Utini, in contrata S. Bartholamei, in studio domus habitationis — spect. d. Nicolai Pavonę doctoris, pręsentibus nob. d. Hieronymo q. d. Raymundi de Pavona, cive Utini, et mag. Philippo q. Mauri Orlandini Veneto, cultellario, Utini habitante» (A.S.U., N., Gabriele Gozzadino, 5817, Istr. 1529-1531, f. 79v).
1570, dic. 29*«— Excellens gramatices professor d. petrus Milotus3, Utini habitans, — locavit nob. d. Ioanni Baptistæ de Susanis civi Utinensi —, conducenti pro se et fratribus, montem seu portionem montis sitam supra montem Castri Utini, quam ipse d. Petrus recognoscit ad simplicem affictum ab herede q. — legum doctoris d. Nicolai Pavona —» (A.S.U., N., Mario Albino, 5950, Istr. 1571, f. 1v).
1744 Vi abitavano i Pavona (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 174).
1772, mar. 19 «La nob. Catterina —, una delle figlie e coeredi del q. — Nicolò Paona, ed il not. — Andrea Biancone, figlio del q. — Verginio e della nob. — Sergia nata Paona, altra figlia e coerede del q. — Nicolò facendo per essa Sergia e pe’ — mons. Nicolò ed Ottaviano fratelli Nicoletti di Cividale, altri coeredi —, nonché per — Anna, altra figlia coerede — rel. del q. — Giacomo Gregoris di Pordenone —, hanno — venduto — al — co. Fabio q. — co. Pietro Asquino4 — la casa posta — nella contrada di S. Bortolomio — con fabbriche interne, picole casette annesse sulla detta contrada, delle quali — dissero d’aver facoltà di disporre —; quali fabbriche — confinano unittamente a lev. — coo. Leonardo e fratelli Mantica in parte e in parte il — Giardino verso la Pesa del fieno, o sia strada contigua fin dove s’estende l’esterna adiacenza di que’ fondi, come dissero i venditori, a mezz. strada — della contrada di S. Bortolomio e detti — coo. Mantica rispetto alla corte interna, a pon. — coo. Susanna e coo. Ruggieri ed ai monti il muro del recinto superiore di questo castello e — chiesa di S. Rocco —. E questa vendita — han fatta — pel — prezzo — di d 5000 —. Resta ancora dichiarato che siano — abbracciate dalla presente compra e vendita — tutte le pietre sciolte e sassi che s’attrovano sparsi per le fabbriche e fondi sudetti e che la spesa per l’investitura, che potesse occorrere di qualche porzione de’ fondi antedetti star debba a solo peso del — co. Asquino —» (A.S.U., N., Giovanni Socrate,, 9788, VI istr., 469, f. 1040r — 1044r).
1800, giu. 29*«— Il — co. Fabio q. Pietro Asquino —, per dare alla — co. Margarita di lui figlia, ved. del fu — co. Francesco Pascoli, nonché alle altre due — coo. di lui figlie, una Maria Elisabetta, ora convitrice nel — monastero di S. Maria in Valle nella città di Cividale, e — l’altra al secolo Marianna, ora col nome di suor Teresa Margarita religiosa professa nel — monastero de’ Sette Dolori di Maria Vergine, detto di S. Valentino di questa città, un vero contrassegno del cordiale paterno amore —, dona alla — co. Margarita e cosν pure alle altre due — contesse di lui figlie —, la porzione di casa nel corpo della casa d’abitazione d’esso — co. Fabio in questa città, da lui acquistata tutta cadente dalle mani degli eredi Pavona e dal medesimo restaurata, megliorata ed accresciuta di fabbriche e comodi con molta spesa, cioè le tre stanze a pian terreno coll’ingresso sotto il portico, per cui si entra dalla strada della contrada di S. Bortolomio, e sono dalla parte di là attaccate alle case de’ coo. Mantica verso lev., tram. con l’andito che va sino alla scatta grande, il pianterreno che va sotto detta scalla, la piccola corticella annessa, la stanza in capo alla corticella medesima che va ad uscire, a prender lume dalla strada interna per la quale si fanno ascendere e discendere i cavalli, e le altre tre stanze in solaro sopra le tre terranee suddette ed il basso salotto diviso in due camerette sopra il portico d’ingresso e sotto la sala dell’appartamento superiore; item la seconda piana d’orto in riva della casa suddetta, che corrisponde al muro a cui appoggiava una volta la cedriera, onde abbiano un po’ di luogo apperto dove solevarsi alla coltivazione di un po’ di terra, come sono portate dal loro genio —. Dette porzioni di casa ed orto abbiano ad essere usufruttuate da dette — figlie — indivisibili vita naturale durante — e solamente alla mancanza dell’ultima superstite — abbiano le stesse porzioni di casa ed orto a pasare ne’ — coo. figli — del — conte donante —, raccomandando alle stesse — figlie — a far buona compagnia alla — co. Elena consorte —. Siccome poi la sola casa nuda non è bastante al bisogno di dette — figlie —, cosν — dona — alle stesse — li — pochi mobili che s’attrovano — nei tre mezzadini ed andito nel piccolo appartamento che esso — conte — abita di giorno —, cioè il canapè —, il — burò, lo scrittoio, li pochi tavolini e careghe e tutti li quadri e quadretti in tella rapresentanti immagini devote del Signore, di Maria Vergine e di Santi, nonché le quatro carte in soaze e vetri che rappresentano delle vedute architettoniche —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9979, XLI instr., 3025, f. 4053r — 4054v).
1801*La casa appartiene al co. Fabio Asquini che vi abita (Nomenclatura, f. 62v).
1809*Appartiene a Fabio Asquini, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 46v).
1815, ag. 12*Il commissario di polizia al podestà di Udine: «Sul marciapiedi contiguo alla casa n. 1670, abitata dalla nob. fam. Asquini nel borgo S. Bortolomio, fu in oggi costruito un canale aperto, che, traversandolo e raccogliendolo per acquedotto interno l’acque del tetto, le lascia scorrere sulla pubblica strada, ove disperdonsi descendendo al pubblico giardino» (A.S.U., C.N., 180, Ornato, 5786).
1815, ag. 16*Fabio Asquini chiede ed ottiene il permesso di rifare il portone verso il giardino (A.S.U., C.N., 180, Orn. 5876, con dis.).
1815, ag. 29*Il commissario di polizia denuncia al podestà di Udine l’«arbitraria costruzione fatta d’una cuna di pietra sul pubblico selciato dal — co. Fabio Asquini per dar sfogo all’acque piovane ed anche immonde della sua casa» e denuncia altresν il pericolo nel quale alcuni giorni prima è incorso «un vecchio religioso forastiere, il quale ivi urtando cadde e per rialzarsi ebbe bisogno della pietosa mano del sig. Antonio Tomadini» (A.S.U., C.N., 180, 6282 Orn.).
1818°°Vedasi n. 1669.
1826, apr. 28*«I — possessori della casa — n. 1670, hanno divisato di adattare ad uso di bottega le stanze a pian terreno, poste a lev. del portone d’ingresso alla casa suddetta —» (A.S.U., C.A. I, 100/1826/II, 1379 Orn. II C, con dis.).
1832, mar. 22*Il capoquartiere riferisce di aver comunicato in questa casa l’avviso municipale n. 1050, diretto ai venditori che ingombrano la sede stradale «con merci di fruti ed oggetti riguardanti la salubrità», al caffettiere Angelo Cedrano e a Caterina Del Fabro, che gestisce un botteghino «di facetti di legna», e al sarto Giuseppe Del Negro (A.S.U., C.A. I, 193).
1833, magg. 30*La deputazione d’ornato comunica alla congregazione municipale che «il marciapiedi della casa Asquini in borgo di S. Bortolomio nel punto di confine con la casa Berluzzi ha una rampa cosi ripida» da costituire serio pericolo per i passanti. Segue il 23 giugno l’intimazione per Vincenzo Asquini perché provveda alle necessarie riparazioni (A.S.U., C.A. I, 206/I, 2384 Orn. II C).
1852*La parte marcata col n. 1670 A appartiene a Francesco Borluzzi, quella col n. 1670 B a Vincenzo Asquini (Competenze, II, f. 7v).
   
NOTE1Per la famiglia Pavona: BATTISTELLA, I Lombardi, 40; MONTICOLI, Cronaca, 16, 20.
 2Vedasi n. 1666, anno 1695.
 3Per Pietro Millotto: LIRUTI, Notizie delle vite, IV, 431; VALENTINELLI, Catalogus, 355.
 4Per Fabio Asquini: ZANON, Lettere a Fabio Asquini, (1762-1769).
1671-1672
1492, mar. 29 «Comparuit spect. legum doctor d. — Simon Philitinus et exposuit qualiter in orto prope eius domos quas emit a ser Nicolao Donne Honeste, sitas in Porta Cividati, est factus quidam hiatus et apertura terre, ex eo quod rosta comunis tendens in Zardinum est ibidem rupta et cum de presenti facili et modica impensa possit reparari petiit —per — deputatos — qui — determinaverunt quod camerarius comunis dictam rostam de pecuniis comunitatis reparari faciat —» (Acta, I, f. 113r).
1522, genn. 30 Angelo fruttarolo chiede «li sia concesso uno pezo de publico terreno — existente extra portam S. Antonii a latere verso il Zardino et sopra lo collisello vegnendo per passa tre in suso et a canto lo muretto fora de dicta Porta, non tamen extendendosi niente sula strada publica né quella in alcuna parte occupando», volendo in tal luogo costruire una bottega (Annales, XLIV, f. 60v — 61r).
1522, febbr. 4 «Magn. dd. deputati posuerunt partem quod idem Angelus possit sub Porta S. Antonii a latere versus Zardinum comunis, non angustando aditum per ipsam Portam, et non se extendendo — neque versus domos nobilium de Honestis, neque versus domos quę fuerunt — d. Symonis de Filitinis, ędificari facere unam appotecam que protendatur versus collem propinquum Portę versus Zardinum comunis — per passus tres. Quę quidem pars capta fuit —» (Annales, XLIV, f. 62r).
1522, magg. 26 Il nob. Filittino Filittini chiede al comune concessione di terreno fuori la porta di S. Antonio: «lo resto dela ripa o vero collisello existente apresso lo muro castellano fora dela porta de S. Antonio, a parte sinistra dela banda de fora verso lo Zardino, confinante con quello già concesso ad Angelo fruttarolo —» (Annales, XLIV, f. 78r — 78v).
1522, magg. 29 «Nob. ser Filitinus de Filitinis — legum doctor — iteratam fecit supplicationem ut — comunitas — dignaretur sibi concedere collem apud Portam S. Antonii, a latere sinistro, continuando cum fabricatione facienda ab Angelo fructarolo, et non ultra se extendendo, imo restringendo apothecas honorabiles quas facturus est ab alio latere versus os rostę. — Idem ser Filitinus offert — primum quod supra eodem colle neque nunc neque in futurum fabricabuntur stabula aut alia turpia ędificia, verum enimvero apothecę, et supra eis domus ęque hondabiles ac sint appothecæ et domus ab ipsis nobilibus fratribus de Honestis, ab alia parte vie, fabbricatæ. Item quod si ullo unquam tempore dicti fratres de Honestis legittime demonstrabunt aqueductum pro tintoria ad cloacam illam ad se spectare, ex nunc pro ex tunc item ser Filitinus omnibus suis sumptibus obligavit facere votum de lateribus subtus terram per quem, dum dicti fratres De Honestis — volent reedificari facere tintoriam eo in loco defluent acquę ad illam cloacam et demergentur in aliquam magnam foveam similiter a dicto ser Filitino fabricandam — et hanc oblationem facit ut cloaca illa obturetur, multum locum illum dehonestans et angustans stratam quę ampliatio, maxime nundinarum tempore pernecessaria est. Si vero non fuerit visum dictis fratribus uti illi cloaca pro tinctoria et deductione aquarum —, et legitime demonstrantibus eis aqueductum illum ad se spectare et deducta illa cloaca in stratam publicam et patentem ipse nob. ser Filitinus —, si eos non continget fabricari facere voltum de qua supra, offert solvere quotannis perpetuo omnem pensionem que reperiretur debita ab ipsis fratribus de Honestis pro illo loco et cloaca; si vero fabricabitur voltus, non vult solutioni illius pensionis teneri —. Quibus supplicatione et oblatione — deputati posuerunt partem quod colleis — concedatur — cum hoc, quod fabricet ad lineam post locum — concessum Angelo fructarolo eundo in sguinzo versus rostam et se restringendo pro quanto extenduntur curia et hortus domus suæ —» (Annales, XLIV, f. 80v — 81v).
1538, sett. 13*«Mi Iseppo Mannini dette in premutacion a mess. Valerio dottor, fo de ser Antonio Philittin, et ser Bortholomio Philittin suo nepote, le case della mia abitacion in la contrada de S. Bartholamio et l’altra mia casa dell’altra banda della contrada. Et hebbe in permutacion de loro è la casa fo de m. Simon Philittin con li horto et corte, con li patti e modi che se contien in lo instrumento per man de ser Francesco Porcio —». Aggiunta a margine: «Nota come ho lo instrumento publicho in casa circha alla concession de far le botege fora della Porta de S. Antonio a banda sinistra verso lo Zardin» (A.S.U., Arch. Lovaria, 7, Libro di Giuseppe Manin, f. 27r).
1543, sett. 4 «Dd. deputati — concesserunt quod nob. ser Iosef Maninus, uti successor in iuribus — tam q. nob. Fillittini de Fillittinis quam ser Angeli fructaroli, possit fabricare appotecas pulcras et honorabiles sicut promissum et oblatum est, incipiendo ab angulo Portoni S. Antoni, eundo in sguinzo versus rostam et se restringendo pro quanto extenduntur curia et hortus domus quam habitat nob. d. Cattarina Fillittina et quod ędificia supra facienda non sint muro castellano altiora, sed aliquantulum inferiora cum onere annuatim solvendi perdices dd. deputatis civitatis Utini — et demum cum omnibus aliis qualitatibus et conditionibus appositis in concessionibus factis tam — ser Angelo fructarolo quam nob. ser Fillittino de Filittinis» (Annales, LI, f. 141v).
1552 I Manin1 permutano la loro casa vecchia di Udine coi Filittini e vanno ad abitare in quella dei Filittini presso il Giardino (JOPPI, Notariorum, XII, f. 220v).
1609*Andrea Mantica paga al comune un paio di pernici per la torre (B.C.U., ms. P. I, f. 71v).
1744 «Mantica. La loro abitazione è vicina al portone di S. Bartolomio pervenuta in loro come eredi di Giuseppe Manin» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 174).
1796, nov. 30 Il co. Pietro Mantica, essendo per approfittare della concessione fatta alla sua famiglia, nel 1771, sett. 5, del pubblico terreno di tv 49 fuori il Portone di S. Antonio, domanda di poter erigere il muro in curva come da disegno (A.S.U., C.A., 14/1, 82).
1796, nov. 30 Si concede (Acta, XCII, f. 169v - 170r).
1809*Appartiene a Pietro Mantica (Registro delli aloggi, f. 46v).
1814, ag. 27*Inventario dei mobili esistenti nella casa Mantica di borgo S. Bartolomeo. Redattore ne è il notaio Cassacco, su invito della co. Elena Coratti, ved. del co. Pietro Mantica. Vi sono citati anche gli «effetti per uso della chiesetta ossia capella». L’argenteria, ammontante a 456 once, al momento è depositata presso l’orefice e gioielliere Carlo del fu Giuseppe de Zorzi (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10594, 1339).
1816, nov. 2*La famiglia di Francesco Campanili, secondo la dichiarazione da lui fatta alla polizia, abita «una porzione di casa del nob. — co. Nicoletto Mantica — al c.n. 1671». Gli inquilini «ebbero a esporre sul pergoletto del primo ordine alcuni vasi di fiori e ciò sopra solida e ben ferma tolta —». La polizia tuttavia mette in guardia sul pericolo di crollo. Segue sopralluogo del Presani, in seguito al quale viene concessa l’autorizzazione alla esposizione di detti vasi (A.S.U., C.N., 187, 3418 Pol. 20).
1820, lugl. 22 «Nelle divisioni seguite tra la — co. Eleonora q. — co. Pietro Mantica, moglie del co. Antonio Romano, da una e la co. Luigia, di lui sorella, moglie del — co. Francesco Urbano Valentinis Mantica, dall’altra — si lasciò indivisa la casa dominicale — del — padre, posta in — borgo di S. Bortolomio al c.n. 1671, per convenire in appresso sulla destinazione della casa redetta —. La co. Luigia vende — al co. Antonio Romano e co. Eleonora di lei sorella la sua metà indivisa di detta casa per il — prezzo di it. L 12000, salvo però il carico della metà del censo perpetuo delle tre pernici, che annualmente devonsi alla comune di Udine, che resta a peso della co. Luigia sudetta —. L’istrumento di compra e vendita seguirà — al s. Martino prossimo venturo —» (A.S.U., Arch. Romano, 2, alleg. all’atto di vendita del 18 apr. 1822).
1852*Appartiene agli eredi di Nicolò Mantica (Competenze, II, f. 7v).
1876 Caffè Bastian (COSMI-AVOGADRO, 87).
 *Gestione di Sebastiano Vanini (ibid.).
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939 (Palazzo Mantica) e con D.M. del 16 lugl. 1980 ai sensi della L. 1089/1939 (affreschi di Palazzo Braida-Chiozzola).
   
NOTE1Nel ms. della Porta si riporta anche la seguente annotazione senza data e senza citazione di fonte: «Il comune concede ai Manin la torre di S. Antonio verso il canone annuo di due pernici». Della notizia però non si è trovata ancora conferma.
   
STUDI INEDITI L. PALLADIO degli OLIVI, Cronaca, p. 267, 361; della TORRE di VALSASSINA, Vita del pittore Francesco Chiarottini; ZOZZOLI, La cultura artistica, 86-87; ZURICO, Della pittura, 21.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 116; BERGAMINI, La scultura di Carlo da Carona, 23; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 288-293; BRAGATO, Guida, 57; COMELLI, Passeggiate, 51; ERMACORA, Guida, 198; JOPPI, Udine prima del 1425, IV; IOLY ZORATTINI, Insediamenti, 139; di MANIAGO, Storia, 149; di MANZANO, Cenni, 58; MORASSI, Die Malerein, 72; C. MUTINELLI, Francesco Chiaruttini, 284; ORLANDI, Guida, 143; PICCO, L’arte di pittura ornamentale; PICCO, Un distinto pittore decoratore; della PORTA, Toponomastica, 121-122; QUARGNOLO, Giardino grande; de RENALDIS, Della pittura, 97; RIZZI, Pluralità, 471; de RUBEIS, Catalogo, 4 (1937), 9, 6 (1938),16; S[ACCOMANI], Il ristauro, 29, 39, 41; TENTORI, Architettura e architetti, 99; VALENTINIS, Udine antica, 23, 24.
1672
1821, magg. 21 «— Luigia q. co. Pietro Mantica, moglie del nob. — Francesco Urbano Valentinis Mantica — vende, — alli — nob. — Antonio ed Eleonora iug. Romano — la mettà spettante ad essa — venditrice della casa — ad uso dominicale del fu — co. Pietro Mantica, posta — nel borgo — di S. Bortolomio, marcata col c.n. 1672 —, composta — da portico d’ingresso sul borgo di S. Bortolomeo, promisquo con li nob. — Francesco e Niccolò fratelli q. co. Leonardo Mantica, corte promisqua colli stessi, magazino a peppiano con ingresso sulla strada del Giardino, mezzadi cinque, scala, stalla, rimessa in peppiano, camere e sala in primo appartamento, comprensive anche il portico d’ingresso promisquo, camera nella torretta sopra il Porton detto del borgo di S. Bortolomio, camerini in secondo piano e grannaio sopra la stalla e rimessa ed altro nella torrata, tutto unito confina a lev. strada pubblica ed Giardino, mezz. borgo e Porton di S. Bortolomio e casa del sig. Gaspare Naschinetti, pon. detto borgo e fabriche e corte delli sigg. Francesco e Niccolò fratelli Mantica ed a tram. li stessi sigg. Mantica —. Questa — vendita — si fa per prezzo — di it. — L 12000, salvo però il carico della mettà dell’annuo censo perpetuo di tre pernici, dovuto alla città di Udine, che resta a peso delli — iug. Romano —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10602, 2788).
1822, apr. 18 Il co. Antonio q. Nicolò Romano ed Eleonora del fu co. Pietro Mantica coniugi vendono a Nicolò fu Bortolomeo Cassacco una casa in via S. Bartolomeo che comprende «portico d’ingresso sul borgo — promisquo con li — coo. Francesco e Nicolò fratelli q. co. Leonardo Mantica, corte promisqua colli stessi, magazzino, cantina a piepiano con ingresso sulla strada del pubblico giardino, cucina e corticella chiusa di Mura sulla — strada del Giardino, mezzadi cinque, scala, stalla e rimessa in peppiano, camere e sala in primo appartamento, comprensive anche il portico d’ingresso promisquo, camera nella toratta sopra il porton detto del borgo di S. Bartolomio, camerini in secondo piano e granaio sopra la stalla e rimessa ed altro nella torrata; tutto unito confina a lev. Giardino, mezz. borgo e Porton di S. Bartolomeo e casa — del sig. Gaspare Naschinetti, pon. il borgo — e fabbriche e corte delli coo. — Mantica, ed a tram. li — coo. Mantica —. Questa vendita — si fa pel prezzo — di — it. — L 24000 —» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10634, 4330).
1840, ag. 10*«Sono comparsi — d’innanzi a me notaro — il sig. Luigi q. Vincenzo barone Dubsky di Trebomisitz, ciambelano — di S.M.I.R.A. e consigliere presso I’i.r. tribunale, residente in questa città, come compratore, dall’una, ed i sigg. — Bortolomio, Giuseppe, Giovanni Battista, Margherita e Catterina, ora moglie del sig. Francesco Marcolini, figli — del defonto — Nicolò Cassacco, agenti pel rispettivo interesse; Lucietta n. Cistermini, ved. di esso Nicolò Cassacco — per la quota spettantele in usufrutto sulla sostanza ereditaria maritale; il sig. Giuseppe Cassacco, nella qualità di contutore — delli fratelli minorenni Luigi, Lucietta e Mariana q. Nicolò Cassacco ed il sig. Girolamo dott. Finti q. Valentino, avvocato addetto a questo foro nella qualità di procuratore della sign. Antonia del fu Nicolò Cassacco, ora moglie del sig. Antonio Malgrani, — attualmente domiciliata in Verona —. Li nominati eredi — Cassacco — confermano la vendita già concertata dal — genitore — col sig. Luigi bar. Dubsky e, in quanto occorsa, vendono allo stesso la casa — posta in Udine, S. Bortolomio, c.n. 1672 —; tutto confina a lev. strada pubblica del Giardino, mezz. borgo di S. Bortolomio e casa dei rapresentanti sig. Gaspare Naschinetti, pon. il detto borgo e fabbriche e corte promiscua col nob. — Nicolò q. co. Leonardo Mantica, tram. parte Asquini nob. Vincenzo e parte detto co. Mantica, già di ragione proprietaria del nominato Nicolò q. Bortolomio Cassacco, in esso pervenuta per l’acquisto fatto dalli — coo. Antonio q. Nicolò ed Eleonora del fu co. Pietro Mantica, coniugi Romano di Udine —, col contratto in forma privata 18 apr. 1822, deposto negl’atti del già not. — Francesco Antonio Nicolettis col rogito 3 ott. 1826 n. 4220 — per una metà della successione ereditaria di detta co. Eleonora Mantica Romano al proprio genitore e per l’altra metà che dall’acquisto che ne fece con istr. 21 magg. 1821 per atti di detto not. Nicolò Cassacco, dalla di lei sorella co. Luigia, moglie del nob. — Francesco Urbano Valentinis Mantica, nella quale pur proveniva dall’eredità del def. genitore co. Pietro Mantica, preconseguita in concorso dell’allora seco lei contraente sorella Eleonora e — prima — di detto co. Pietro — Mantica, in virtϊ dell’assegno riportatone colla divisione convenzionale seguita in concorso delli di lui fratelli coo. Alessandro canonico, Francesco e Nicolò per atto privato 1 decembre 1796. — La vendita — s’intende convenuta — coi diritti — acquistati — cadenti sopra fondi esterni al Portone — di S. Bortolomio — e verso il — Giardino — derivanti dalle concessioni fatte dal municipio di Udine —. La vendita — si ritiene fatta — per lo prezzo — di austr. — L 50000 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4825, 3037).
1840, dic. 11 Il consiglio comunale concede agli eredi del fu Nicolò Cassacco di chiuder di muro la rimanente parte di quel fondo che per le concessioni 5 sett. 1771, 3 dic. 1796, 22 marzo 1802 e 17 apr. 1805, verso pagamento di ven. L 300, «venne concesso agli autori del fu co. Pietro Mantica — rimpetto alla casa d’abitazione presso il Portone di S. Bortolomio dalla parte del pubblico Giardino» (A.C.U., Consiglio 1839-1845, Protocollo verbale consiglio comunale, n. 7774, VII, p. 115).
1842, lugl. 25*Contratto di affitto triennale di parte della casa n. 1672 per la co. Luigia Nadasdy Brigido, domiciliata in Vienna, erede beneficiaria del fu Luigi bar. Dubischi (A.S.U., N., G.B. Valentinis, Rep. I, f. 6v, n. 67).
1843 Vedansi atti relativi al muro esterno verso il Giardino e sovrapposta terrazza (A.S.U, C.A. I, 359/IX).
 *La documentazione abbraccia il periodo 22 marzo 1802 - 23 febbr. 1843. Vi sono implicati prima i Mantica, quindi i Cassacco, poi il bar. Dubschy e infine Girolamo Finch (ibid.; vedasi anche A.S.U., C.A. I, 315/VI, 3736 Orn. II C).
1852*Appartiene agli eredi di Nicolò Cassacco (Competenze, II, f. 7v).
1673
1801 Co. Nicoletto e fratelli q. Leonardo Mantica (Nomenclatura, f. 62v).
 *Affittuale l’oste Pietro Monticoli (ibid.).
1809*Proprietà di Nicolò Mantica. Vi abita il fabbro Domenico Fachino (Registro delli aloggi, f. 46v).
1852*Appartiene agli eredi del fu Nicolò Mantica (Competenze, II, f. 7v).
1876*Magazzino di carbone e legna di Giuseppe Zara e laboratorio del pittore - decoratore Andrea Zara1 (COSMI-AVOGADRO, 89, 110).
1883*Vi è ancora segnalato il magazzino di Giuseppe Zara. Andrea Zara è indicato come intagliatore in legno (AVOGADRO, 141, 146).
   
NOTE1Per Andrea Zara: BERGAMINI-GOI, Testimonianze artistiche, 340.
1674
1522, magg. 29 Si concede a Bernardino di Pavona, dopo la concessione fatta ai Filittini, «ut — possit et valeat, usque ad voltum rostę non procul inde constructę fabricari facere appotecas et ædifitia supra colle comunis dum tantum ędifitia ipsa non sint altiora neque summissiora ędifitiis quę fient ab Angelo fructarolo et ser Filitino» (Annales, XLIV, f. 81v).
1801 Co. Fabio Asquini (Nomenclatura, f. 62v).
 *«Bottega di tagliapietra» (ibid.).
1809*Appartiene a Fabio Asquini. Vi abita il tagliapietra Giacomo Belumasco (Registro delli aloggi, f. 46v).
1852*Proprietà Asquini (Competenze, II, f. 7v).
1675
1671, dic. 20*I deputati della città di Udine chiedono informazioni al co. Giacomo Caimo sul sistema della pesatura del fieno in Padova. Il Caimo risponde con una Informatione circa il peso dei fieni in Padova accompagnato da un disegno (A.S.U., Arch. Caimo, 68/22).
1694, giu. 24*Pesatore pubblico del fieno è ser Sebastian Bombelli. Garantiscono per lui Leonardo Natolo «marangon» e Domenico Bernardis «linarolo» (B.C.U., ms. 869, 12/334).
1801 Pesa pubblica del fieno (Nomenclatura, f. 62v).
1809*«Fabbricato della pesa de’ fieni. Valutato L 8023,94. Non affittato. All’unico oggetto d’impedire le frodi ne’ contratti, nell’anno 1693, con parte della convocazione, ossia del consiglio minore 13 settembre 1671, la deputazione della città fece costruire coll’ecconomico comunale il fabbricato della pesa de’ fieni situata in angolo del pubblico Giardino. Servì sempre all’oggetto della sua situazione e fin dalla sua attivazione, seguita li 13 giugno 1694, in luogo di affitto venne determinata una tassa di centes. 25 per ogni carro di fieno che si pesava e di centes. 5 per ciascun fascio; non evvi in questa percezione alcuna apparenza di dazio, che mai si sarebbe combinato colla libertà prescritta nel 1694 dal fu veneto senato. Ella fu un semplice frutto sul denaro speso dalla città nell’edilizio, compresa la manutenzione e la mercede del pesatore e fu sempre libero a chiunque l’approfittare di questa istituzione. All’attivazione però del dazio consumo, fu tolta alla comune la sua proprietà stabile come i diritti che percepiva su di essa, poiché avvocata alla r. finanza, ella ne dispose assolutamente di essa, come di tutto il machinismo inserviente alla pesa, costruito e mantenuto sempre coi fondi comunali. Convien credere però che la direzione generale del demanio sulle rimostranze fatte nel 1806 e sulla documentata proprietà comunale, abbia riconosciuti i titoli della comune, se nell’aprile 1807 ebbe a commettere la stima del fabbricato; fu fatto in concorso di un perito per parte della finanza e di altro per parte della comune ed assoggettata nel 1807 all’autorità superiore, pendono tuttora su di essa le relative decisioni. Fu calcolato l’importo a L 8023,94 nella perizia verificata li 27 apr. 1807» (A.S.U., C.A. I, 1/Attività e passività 1808. Relazione sulle attività... Case e fabbricati, 20).
1848*«Fabbricato nel pubblico giardino inserviente a pubblica spesa. Decreto dell’i.r. magistrato camerale 14 marzo 1846» (A.S.U., C.A. I, 442/Attività... 1848, 24).
1852*«R. intendenza di finanza per uso pesa» (Competenze, II, f. 7v).
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 05 ag. 2006 ai sensi del D.Lgs. 42/2004.
   
BIBLIOGRAFIA Archivum... Catastico, I, 364; BATTISTELLA, Il giardino, 9; BATTISTELLA, I vecchi teatri, 116; GALLICI, Sul progetto di riformare, 3; PLEBANI, L’asilo notturno, 10-11.
   
ICONOGRAFIA GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma, 10; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città di Udine, 18; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, 55.
1676
1489*Dal libro di note di Giacomo Florio: «Anno 1489 quo pater meus emit unam tinctoriam Utini cum domibus et cum stuffa coherenti in burgo S. Antonii precio duc. 230 ad publicum incantum Venetiis contra ser Nicolaum d. Honeste, prout constat instrumento manu d. Dominici de Groppis Utini notarii, quod est penes me publicatum —» (A.S.U., Arch. Florio, 291/1, f. 3v, cassato).
1491, dic. 7*Ancora Giacomo Florio: «Suprascriptas domum et tinctoriam revendidi ego propter pactum de retrovendendo ser Iacobo d. Honeste filio ser Nicolai, ut constat publico instrumento manu ser Francisci Bonamici notarii —» (ibid., cassato).
1495, ag. 4 Si approva una permuta con la quale il comune cede un pezzo di terreno in Giardino a Nicolò di Donna Onesta, ricevendo in cambio altro pezzo di terreno necessario a rettificare la strada che conduce al monastero dei frati di S. Maria dei Servi (Annales, IL, f. 42v).
1512, febbr. 6*Dal rotolo dei fratelli Onesti: «Memoria come d. Lena e d. Cortesa, sorelle e fiole che fo ollim q. ser Nicolai de d. Honesta, nostre cusine, ne hanno fatta una donation irevocabile inter vivos dele case dela tentoria poste apresso lo Zardin con le rason del lavadore de’ pagni ispectante a ditta casa, con incargo de pagar d 24 de livello a ser Nicolò q. ser Philippo de Manin, come apar per man ollim q. ser Lorenzo de Lovaria sub 1439 a dν 7 decembrio e con incardoa de d 5 vel circa de livello ala camera di S. Marco et con obligation de satisfar a d. Lucretia, che fo de ser Iacomo, fradello de ditte donatrice e moglier de ser Ieronimo del Torso, tutto quello che ditta d. Lucretia se ritroverà esser creditrice sopra ditte case. Dele quale ditte donatrice se hanno reservato lo usufrutto ad vitam ipsarum, per lo qual usufrutto noi semo acordati a pagargni ogni anno ducati tre ad vitam earum ut sufra: contentando loro che noi al presente habiamo lo posesso de esse case, corno apar per man de ser Hieronymo de Hieronymis adν 6 fevraro 1512. La posession dela qual casa noi havemo tolta dν ditto in persona de ditto notaro. Nota che benché in ditto instrumento appare anteditta d. Lucretia esser solamente creditrice sopra ditte case, in da poi ho ritrovato lei haver la proprietà de parte de quelle, come apar instrumento dela recompra de esse case, fatta in Venetia de l’anno 1491, adν 7 decembrio per man de ser Francesco Bonamigo nodaro q. ser Nicolao. Et ideo noi pagemo etiam per mità solamente di livelli anteditti e la mità solamente deli ducati tre per lo usufrutto. Item nota che ditte case foreno posesso per d. Morosa et per ser Iacomo suo fiolo —, videlicet la tentoria per mità pro indiviso e cussν la corte, una canevetta sul canton verso Zardin per ser Iacomo et l’altra caneva apresso quella per d. Morosa, item do camere sul canton verso la porta ser Iacomo, et lo resto tutto dela casa possedeva d. Morosa et cussν fo continuado piϊ de anni XX» (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi et fratrum de Honestis, f. 26r).
  a ms. incardo
1512, febbr. 11*Dall’inventario dei beni della madre e dei fratelli di Lucrezia, figlia di Giacomo di Donna Onesta, moglie di Gerolamo del Torso: «La mità dele case dela tentoria fora dela Porta di S. Antonio, pagando de livello a ser Nicolò de Manin — L 12 per anno con pacto de francare» (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5459, Testamenti 1505-1535, f. 81r — 82r).
1512, ag. 28*«Nota che per esser morta d. Lena anteditta, ala qual Dio perdoni, el ne resta a pagar a d. Cortesia solum la quarta parte deli ducati 3 de l’usufrutto, videlicet ducato uno e mezo» (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi et fratrum de Honestis, f. 26r).
1512*«Ser Bernardin ditto de Budua ac d. Vegnuda sua moglier — denno pagar de fitto semplice per la parte dela casa della tentoria, posta apresso lo Zardin, videlicet tanto quanto è a pepian con un pezo di corte verso ser Hieronymo Stella, Nicolò Leteral, la qual parte dela casa noi possedemo pro indiviso con d. Lucretia fiola che fo de ser Iacomo de d. Honesta, moglie de ser Hieronymo del Torso —. Nota che ditta casa fo habitada per soldati che alozavano in questa terra per spatio de circa do et per quelli fo quasi penitus ruinada et ideo non fo cavato alcuna utilità da quella» (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotolo Vanni degli Onesti, f. 125r).
1513*«Valentin de Domenego, portoniero, habita in Porta de Cividal, paga di fitto semplice per la fossa posta in Zardin a l’incontro dela mia casa dela tentoria, videlicet per lo ledame se cava da quella, formento staro uno e mezo a l’anno e galline — 2» (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotolo Vanni degli Onesti, f. 128r).
1516, mar. 3*In seguito a una vertenza giudiziaria, sollevata da Gerolamo del Torso, marito di Lucrezia, figlia di ser Giacomo, per avanzare diritti su parte della casa e soprattutto impedire l’erezione di nuovi edifici, la famiglia Onesti ottiene dal luogotenente e dalla comunità i permessi dei quali il rotolo Vanni degli Onesti trasmette notizia: «Ne concedevano che poi podessimo butar fora lo muro dela fabrica che noi femmo apresso ditta casa verso lo Zardin et a posser andar de longo a squara verso la casa o vero corte de ser Hieroni Stella et pigliar de esso Zardin tanto quanto se drizarà per la squara et cussν continuar tanto quanto piglia la nostra corte. E da poi adν primo aprile seguente fu posto in scriptura ditta concession de mandato de ditti — logotenente et — deputati per se Mathio Clapiz cancelliero del comun —» (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotolo Vanni degli Onesti, f. 77r).
1528, genn. 10*«Nota ch’el fo litigado per certi confini de ditte case e per la obturation de alcune fenestre contro la fiola che fo de ser Hieronymo Stella, moglier de ser Ferando d’Atimis et fo speso molti denari — et fu fatta sententia in favor nostro per li iudici de’ confini 10 zenaro 1528» (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotolo Vanni degli Onesti, f. 99r).
1530, sett. 27*«Lo — logotenente — fece una dechiaration ch’el liberava noi fradelli de uno livello che per noi se pagava in camera phiscal de L 5 s 12 a l’anno, in contracambio dela fossa che noi havessimo apresso ditte case, la qual lui dellivrò che fusse obturata, apar in cancellaria de 5 maggio per man de ser Thomaso Pase —» (ibid.).
1531, febbr. 13*Raffaele degli Onesti abita «in Zardino, in domo habitationis proprie» (A.S.U., N., Gabriele Gozzadino, 5817, Istr. 1529-1531, f. 111r — 112r).
1532, lugl. 22*«Toccò ditta casa nele division fatte a 22 luio 1532 per man de ser Francesco Porcio una parte a Raphael e una parte a Francesco» degli Onesti (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotolo Vanni degli Onesti, f. 99r).
1539, dic. 10*Ancora nel rotolo degli Onesti: «La fossa che è apresso la porta, dove se soleva mandar l’aqua del lavador dela tento-ria, fo alias concessa a ser Nicolò Bomben mio auctor per lo logotenente adν 10 dic. 1539 con auctorità di cavarla et lavorare ad beneplacitum, per man de mess. Gregorio Sarasin cancilliero» (Arch. Florio, 288, Rotolo Vanni degli Onesti, f. 77r).
1710, genn. 24*«— In Udine, in casa dei — nobili — Galatei1, fuori del Porton di S. Antonio» (A.S.U., N., Nicolò Aloi, 8109, VII instr., f. 68r).
1759°La casa era della famiglia Galateo (B.C.U., ms. 997).
1781, apr. 1 Tommaso q. Giovanni Melin, «oriondo delle Bocche di Cattaro in Dalmazia», cede al fratello Alessandro la sua quota di comproprietà della casa in Giardino confinante «a lev. con la — co. Teresa — Attimis, a mezz. case della p. opera di Carità ed a pon. e tram. il — Giardino —» (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, I instr., 88, f. 135r — 136r).
1801 Alessandro Milini (Nomenclatura, f. 62v).
1809*L’edificio appartiene a Tommaso Milini. Vi abita l’ostessa Francesca Milini (Registro delli aloggi, f. 46v).
1811, mar. 21°Tomaso fu Alessandro Millini lascia in testamento la casa alla moglie Gioseffa Placereani (not. Francesco Antonio Nicolettis).
1812 Osteria “Al pavone” (Esercenti).
 *Gestione di Francesca Millini (ibid.).
1823, genn. 13 Gioseffa Placereani vende a Giacomo fu Giovanni Calice per it. L 3050 la casa 1676. «Confina — a lev. — Giacomo Visentini, mezz. casa dell’orfanotrofio di Carità, — pon. strada —, sett. — Giardino» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10547, 1782).
1837, sett. 3*Il direttore della Casa di Carità presenta progetto per «prolungare il fabricato dello stabilimento con tre case ad uso di artieri» e ne ottiene l’approvazione (A.S.U., C.A. I, 269/III, 5317 Orn. II C).
1839, febbr. 18 «Catterina Calice Fadini — vende — al — sig. Osvaldo Antonio de Toni — la casa — posta nel — Giardino — marcata col c. n. 1676 —, fra i confini a lev., mezz. e tram. coll’acquirente de Toni ed a pon. la strada va in Giardino —. Il prezzo della — vendita viene — fissato — nella somma di austr. — L 4200 —» (A.S.U., N.. Riccardo del fu Antonio Paderni, 10492, 11937).
1846, nov. 24*Vedasi n. 16802.
1852*Proprietà di Osvaldo De Toni (Competenze, II, f. 7v).
1870*La casa fu ricostruita. Era di Cappellani.
1876*Ambulatorio del medico Giacomo Cappellani, segnalato ancora nel 1883 (COSMI-AVOGADRO, 101; AVOGADRO, 148).
1918, clic. 12 È distrutta da un incendio. Verrà riedificata e riformata.
   
NOTE1V. della Forza citava di questa famiglia la ricca biblioteca.
 2Per la bibliografia relativa alla casa oggi esistente in sito, vedasi n. 1680 A.
   
 °°Vedasi nota di chiusura della casa n.1809..
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Il giardino, 18, 24, 25; BIANCHI, Indice, 102, n. 3103; DAMIANI, Provino Valle, 103; ERMACORA, Provino Valle, 363; GALLICI, Sul progetto, 3; Parti prese... 1887, 188; PICCO, I nostri giardini; PICCO, Ricordi, 133; della PORTA, Toponomastica, 242.
1677
1801 Era della pia Casa della Carità (Nomenclatura, f. 61v).
 *Affittuale Pietro Pellegrini (ibid).
1809*Appartiene al «pio loco della Carità». Vi abita il domestico Pietro Pellegrini (Registro delli aloggi, f. 46v).
1819, apr. 27 La deputazione d’ornato riferisce alla congregazione municipale che «la ferrata che dà lume alla cantina — della casa — della Congregazione di Carità — n. 1677 — trovasi in tale pessimo stato che abbisogna di un pronto riparo a sicurezza dei transitanti» (A.S.U., C.A. I, 24/XI).
1832, mar. 22*Il capoquartiere Domenico Di Giusto, in merito alla disposizione municipale n. 1050 riguardante i venditori che ingombrano la strada con merci di vario tipo, a questo numero civico segnala il sellaio Michaele Fontana e il «pitore» Andrea Zara (A.S.U., C.A. I, 193, Relazione di capoartiere).
1838, apr. 19*Asta dell’edificio n. 1677, 1678 e 1679 appartenente alla Casa della Carità. Il maggiore offerente è Osvaldo Antonio De Toni (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10491, 11809).
1838, dic. 21 La Casa della Carità vende a Osvaldo Antonio De Toni il fabbricato n. 1677-1678-1679 per L 11805 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10491, 11809).
1852*Proprietà di Osvaldo De Toni (Competenze, II, f. 7v).
1874*«Case demolite» (Prospetti di confronto, 125).
   
BIBLIOGRAFIA Vedasi n. 1676.
1678
1801 Pia Casa della Carità (Nomenclatura, f. 62v).
 *Affittuale G.B. Straolini (ibid.).
1809*Appartiene alla Casa della Carità. Vi abita il domestico Pietro Pellegrini (Registro delli aloggi, f. 46v).
1838, dic. 21*Venduta ad Antonio De Toni. Vedasi n. 1677.
1852*Osvaldo De Toni (Competenze, II, f. 7v).
1870 È di Cappellani1.
1874*«Case demolite» (Prospetti di confronto, 125).
   
NOTE1Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte.
1679
1801 Pia Casa della Carità (Nomenclatura, f. 62v).
 *Affittuale Domenico Coalonga «varutter» (ibid.).
1809*Appartiene alla Casa della Carità. Vi abita il guantaio Domenico Degano (Registro delli aloggi, f. 46v).
1825, magg. 31*Il direttore della Casa di Carità chiede ed ottiene di aprire una porta nella casa (A.S.U., C.A. I, 100, 1943 Orn. II C).
1838, dic. 1*Vendita ufficiale della casa a Osvaldo Antonio de Toni per L 11805 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10491, 11809).
1852*Proprietà di Osvaldo de Toni (Competenze, II, f. 7v).
1870*È dei Cappellani1.
1874*«Case demolite» (Prospetti di confronto, 125).
  Vedasi n. 1677.
   
NOTE1Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte.
1680
  Questo numero comprendeva anche tutte le casette ad oriente verso il vicolo Porta.
 *Pure il fondo su cui oggi sorge la casa Cappellani fa parte del complesso di edifici censiti sotto il n. 1680. Dell’insieme oggi mantiene l’aspetto voluto dagli Attimis solo la parte centrale dominicale.
1504, febbr. 6 «— Cum nob. — ser Hieronymus Stelle de Verona, vicecollateralis S. Marci, Utini habitans, intenderet ędificari et ellevari facere muros domus suę Utini in Zardino positę, — constitutus ibi dictus ser Hieronymus ex una, et mag. Bartholomęus, dictus Botho de Caprileis, murator, Utini habitans ex altera, ad hanc conventionem et pacta devenerunt: primo quod dictus mag. Botho teneatur et debeat destrui facere muros veteres super quibus nihil est de novo ędificatum, tendentes versus Zardinum et versus domum ser Nicolai de donna Onesta» (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5448, Istr. 1502-1506, f. 9r — 10r).
1512*Vedasi casa n. 1676.
1519*Dall’inventario dei beni del fu Gerolamo Stella: «La casa in Zardin dela habitation del — q. d. Hieronymo con corte, horto, scatta, paga ogn’anno a S. Marco ducati cinque» (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5459, Test. 1505-1535, f. 154r — l55r).
1744 «Attimis. Abitano tra il Giardino e il seminario patriarcale, l’abitazione loro fu modificata, od almeno ridotta in forma migliore da Enrico di Attimis» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 174).
1767, lugl. 16*Pianta di Alessandro Rota, relativa alla richiesta di Nicolò Attems di acquistare dal comune un appezzamento di fondo comunale contiguo all’orto della sua casa (B.C.U., A.C.A., ms. QQQ.XXXVI, c.111r).
1801 Co. Enrico q. Alfonso d’Attimis (Nomenclatura, f. 62v).
1802, apr. 3°°Pianta del Giardino Pubblico (A.S.U., C.A., 14/I, n. 100 a , con dis.).
1809, febbr. 4*La commissione alle visite domiciliari riferisce al podestà di Udine di aver effettuato il sopralluogo presso la casa di Enrico Attimis al c. n. 1680 e di aver trovato «ostacolo per parte del medesimo sig. Attimis nel rifiutarsi alla designazione del compettente di lui alloggio militare, che la comune era per attribuire al medesimo, aducendo in asserzione di avere un decreto del — podestà di esecuzione da qualunque per lui alloggio militare, stante di aver concesso con titolo gratuito due mezzadi appiepiano al — commissario di polizia per uso del di lui ufficio nella casa contigua occupata in presente dal — commissario medesimo —» (A.S.U., C.N., 116, 516).
1809*L’edificio appartiene a Enrico d’Attimis, che vi abita. Una parte è occupata dal commissario di polizia Pompeo Delfini: «Per decreto del — podestà il sig. Attimis è esentato dall’alloggio di sua compettenza, avendo cesso gratuitamente due stanze in pianterreno per l’ufficio del commissariato di polizia» (Registro delli aloggi, f. 46v — 47r).
1810, mar. 20*Escomio di Gian Enrico d’Attimis al commissario di polizia P. Dolfin, al quale ha concesso la casa a partire dal 12 marzo 1808. Per la fine di giugno la casa dovrà essere libera. Il 14 giugno il podestà di Udine in alternativa propone al direttore dipartimentale del demanio il locale dei Barnabiti. L’indicazione è giudicata valida (A.S.U., C.N., 182).
1810, apr. 4*Giovanni Enrico d’Attimis presenta un progetto di restauri per la casa di sua proprietà. Vorrebbe alzare il muro sopra la porta centrale e chiudere le due finestre all’estrema destra del pianterreno (A.S.U., C.N., 178 Orn.).
1812, magg. 26*In seguito ad atto oppignorativo del 16 marzo 1812, asta di «una stanza a pian terreno ad uso di scuderia in Giardino al n. 1680, a lev. la ricevitoria comunale, a pon. casa» di Enrico d’Attimis, debitore per L 76,06 (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 29).
1812, ag. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 19 maggio, asta di «una bottega di calzolaio al n. 1680, condotta in affitto da Giuseppe Colussi, a mezz. Melina Tommaso, a tram. questa ragione». Debitore risulta Enrico Attimis per L 81,10 (A.S.U., C.N., 81, Verb. Asta).
1812, nov. 30*«Inventario delli mobbili tutti di ragione del sig. Gian Enrico del fu sig. Alfonso d’Attimis esistenti nelle — case di sua proprietà —. E primo nella casa in Udine — tenuta in affitto dal sig. Alberto Pezzi» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10591, 965).
1813, apr. 17 Giovanni Enrico fu Alfonso d’Attimis vende a Giacomo di Antonio Vicentini una casa in Giardino al n. 1680 «con cortivo, orto e fabriche adiacenti, confina a lev. e tram. il detto Giardino, a mezz. strada pubblica, a pon. case di ragione dell’orfanotrofio della Carità; e vende pure le due botteghe ivi attigue dalla porta di pon. sottoposte a case di altrui ragione, affittate presentemente al Colussi ed al Marcotto» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10591, 965).
1824 La casa è di Giacomo Visentini (A.S.U., C.A.I, 89/X Orn. II C, 4735 con dis.).
 *Il proprietario presenta progetto di riforma dell’esterno e ne ottiene l’approvazione (ibid.).
1824, mar. 3*«Dovendo la congregazione municipale rinvenire locale per servire d’alloggio al sig. generale bar. Schnaider, ed avendo essa trovata nel sig. Giacomo Visentini la concorrenza a pigionare per uso d’alloggio di generale porzione della propria casa sita nel pubblico Giardino al c.n. 1680, con la prestazione delle mobilie occorrenti all’uso, come altresν una parte egualmente mobigliata per alloggio dell’aiutante, la congregazione municipale deviene con il sig. Giacomo Visintini alla — locazione —». Segue la descrizione dei locali (A.S.U., C.A. I, 88/1).
1827, ott. 18 Fabio fu Pietro Antonio di Maniago acquista all’asta la casa n. 16801.
1830, genn. 31 Fabio di Maniago «per sé e come procuratore del — fratello — Nicolò» vende ad Osvaldo Antonio fu Giacomo De Toni la casa n. 1680 per L 29000. Confina a lev. e sett. il Giardino, pon. Casa di Carità, mezz. Casa di Carità e strada lungo il Canale (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10556, 3388).
1830, mar. 24*Osvaldo de Toni chiede ed ottiene di operare alcune modifiche nell’edificio n. 1680 di sua proprietà (A.S.U., C.A. I, 168/1830/XIV, 1158 Orn. II C, con dis.).
1831, ott. 8*Antonio de Toni, proprietario della casa, chiede il permesso di rivestire con urgenza, mediante «uno strato di argilla, il muro verso il giardino esternamente fino alla profondità della fonda del muro stesso» (A.S.U., C.A. I, 182/V, 4432 Orn. II C).
1834, apr. 20*Disegno firmato da Giuseppe Mariotti. A tergo è redatto un permesso di costruzione (A.S.U., C.A. I, 406/1846/II Orn. II C, con dis.).
1844, genn. 10*Il gestore di un «cosmorama» alla congregazione municipale, «ottenuto — il permesso di codesto — commissariato supperiore di polizia per tratenersi in questa r. città per quindici giorni e desiderando in questo fratempo di esponere in questo pubblico Giardino appreso la casa del sig. Osvaldo de Tonni un casoto per far vedere un cosmorama, — fa riverente istanza — implorando che si degni di accordargli quella porzione di posto che crederà opportuno per tale esposizione verso quella tenua tassa che crederà codesta autorità —». L’ingegnere municipale A. Lavagnolo in data 11 gennaio annota a tergo: «Delimitato il sito rimpetto la casa del sig. Osvaldo de Toni —» (A.S.U., C.A. I, 375/III).
1846, febbr. 4*Impegno di Osvald’Antonio de Toni di eseguire le opere ingiunte nel monitorio penale del 20 gennaio (A.S.U., C.A. I, 402/II).
1846, mar. 8*Giuseppe Flutioux scrive all’autorità competente che, «venendo della Italia e passando per questa r. città con la sua compagnia, desidera di fermarsi alcuni giorni qui, per poter far vedere il suo teatro pitorico e mechanico —. Prega, — avendo già il permesso di permanenza dalla i.r. polizia per 15 giorni, di ottenere il permesso di fare vedere il suo teatro davanti ai publici giardini, essendo questa piaza più vicina alla città —». Il podestà commenta indirizzando la pratica all’ingegnere municipale: «Fino da ieri il petente collocò il suo casotto e lo eresse in prossimità alla fabbrica de Toni; è inutile quindi che il sottoscritto oggi si occupi del tracciato voluto —» (A.S.U., C.A. I, 406/II, 1664 Giard. II C).
1846, magg. 9*L’ingegnere municipale G.B. Locatelli riferisce che il de Toni ha eseguito i lavori prescrittigli (A.S.U., C.A. I, 406/II).
1846, nov. 24*Progetto di costruzione del complesso de Toni (A.S.U., C.A. I, 406/II, 7771 Orn. II C, con dis., firmato dal capomastro Giuseppe Mariotti).
1853, dic. 21*È accolta la domanda di «cessione di fondo al sig. Osvaldo de Toni a compenso arrecatogli dalla sistemazione stradale di S. Bortolomio. Si tratta di m2 41 circa, coi quali il de Toni potrà «rettificare le sue case» (Arch. del Comune di Udine, Consiglio 1846-1853, n. 9433, VII).
1876*Nella parte censita 1680 A (attuale casa Cappellani), studio l’avvocato Giuseppe Malisani; nella parte segnalata soltanto col n. 1680, rispettivamente ai n. 20 e 21 della piazza del Giardino, esistono gli studi degli avvocati Antonio Salimbeni e G.B. Billia (COSMI-AVOGADRO, 85).
1883*Al n. 1680 A studi degli avv. Giovanni Comelli e Antonio Measso (AVOGADRO, 138).
1890 La casa n. 1680 è del cap. Giulio Marcotti.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte.
   
STUDI INEDITI CASANOVA, Il Liberty, 102.
   
BIBLIOGRAFIA Archivum ...Catastico, I, 363; BATTISTELLA, Il giardino, 18, 19, 24, 25; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 294-297; C[IONINI] V[ISANI], Chilone Vincenzo, 257-258; L. DAMIANI, Arte... Il Liberty, 103; L. DAMIANI, Provino Valle; 103; P. DAMIANI, Giuseppe Bernardino Bison, 49; ERMACORA, Provino Valle, 363; GALLICI, Sul progetto, 3; LUCIANI, Dizionario, 132; MARCHETTI, Il Friuli. Uomini e tempi, 571-576; F. MUTINELLI, Annali urbani, 692-694; R. PALLUCCHINI, La pittura veneziana del Settecento, 175; Parti prese... 1887, 188; Per la fedelissima città, 67-68; PICCO, I nostri giardini; PICCO, Ricordi, 139; FIERI, Napoleone, 420; PIPERATA, Giuseppe Bernardino Bison, 32; della PORTA, Toponomastica, 242; di PRAMPERO, Napoleone in Friuli, 62; de RENALDIS, Della pittura, 136; RIZZI, Venetische Malerei, 64; VALENTINIS, Udine antica, 12.
1681
1793, magg. 25*Vedasi pianta di Antonio Bernardinis con parte del fondo della casa di Giacomo Freddo (B.C.U., ms. 997).
1794, ag. 7*Giacomo Freddi chiede ed ottiene parte di fondo presso la casa (A.S.U., C.A., 14/I, 81).
1801 Giacomo Freddi (Nomenclatura, f. 63v).
1803, dic. 24 «Giacomo q. — Giovanni Franzoia di Asolo1, dimorante in questa città —, tanto per sé, quanto per conto — della sign. Anna, rei. del q. — Giacomo Freddi, e Marzia di lei figlia, moglie dello stesso — Giacinto —, vende — al sig. Francesco figlio del sig. Ludovico Armelini — una casa — dell’eredità di detto q. — Giacomo Freddi, posta nel — Giardino, confina a lev. con la — roia, a mezz. con molino delli — coo. Gorgo, a pon. e tram. — con fondi pubblico chiamato il Giardino —. Questa — vendita — fa — pel — prezzo — di d 4200 —, fanno L 26040 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10578, III instrom., 192, f. 227v — 228v).
1809 Francesco e fratello Armellini, pistori (Registro delli aloggi, f. 46v).
1809*«Eredi di Giacomo Freddi. La fu deputazione della città con atto 1736, 17 sett. nel t. CXXIV degli Atti a c. 80t ha concesso ad Andrea Mesaglio di Udine un pezzo di terreno nel Giardino della comune, il quale trovasi incorporato nella casa da lui colà eretta, verso l’annuo canone perpetuo di pernici para uno, considerate sempre del valore di L 3,07 d’Italia. La stessa casa coll’indicato terreno e coll’obligo di tal canone passò non si sa con qual titolo né in qual epoca, nel q. — Giacomo Freddi di Udine, dalli di lui eredi usufruttuari Anna sua moglie, Marzia sua figlia e Giacinto Franzoia, marito di essa Marzia, facendo egli anche come amministratore dei propri figli eredi in proprietà del medesimo q. Giacomo Freddi, è stato il tutto — venduto al sig. Francesco Armellini figlio del sig. Lodovico di Udine con instrom. 1803, 24 dec. di mano del sig. Nicolò Cassacco pubbl. not. —. Perciò dallo stesso — Francesco Armellini si paga annualmente alla comune il — canone perpetuo di L 3,07 d’Italia» (Asti., C.A. I, 1/Attività e passività 1808. Elenco per le iscrizioni, n. 9).
1852*Proprietà degli eredi di Francesco Armellini (Competenze, II, f. 7v).
1876 Birreria “Al Giardino” (COSMI-AVOGADRO, 86).
 *Gestione di Giovanni Venier (ibid.).
   
NOTE1Di questo personaggio si trova una traccia dieci anni piϊ tardi per l’impianto di una vetreria in un luogo imprecisato di via Pracchiuso: 1813, dic. 2. «— Sono comparsi — innanzi me nottaro — Giovanni del fu Nicolò Goggio negoziante — ed il sig. Giacomo del fu Giovanni Franzoia, pure negoziante —, tra’ quali viene stabilita una società intorno ad una fabrica di vetri —. La — società avrà luogo, in quanto al locale, nella fabrica già da qualche tempo erreta dal — Franzoia —, posta nel borgo di Prachiuso Il lavoro della fornace sarà ristretto a sole lastre per ora —» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10362, 1450). Per il Franzoi vedasi ancne n. 452.
   
BIBLIOGRAFIA DAMIANI, Arte... Il Liberty, 224; GALLICI, Sul progetto, 5; IL GIROVAGO, La società anonima G. Maffioli, 373-382.
1682
1542, sett. 10 Si concede a Girolamo Del Torso e Piero Percotto poco terreno in Giardino per ampliare il loro mulino «appresso le stuffe» (Annales, LI, f. 32v — 33r).
1709, apr. 15*Al testamento del co. Giuseppe della Porta è presente «ser Giacomo Roiato q. G.B., molinaro al molin Gorgo nel Giardin pubblico di questa città» (A.S.U., N.. Nicolò Aloi, 8109, VII instr., f. 48v — 49r).
1709, dic. 29*A un atto notarile, redatto in casa Ottelio, è presente «ser Antonio di ser Pietro Viribi da Vergnaco, hora monaro in questa città nel molin detto delle stue» (A.S.U., N., Nicolò Aloi, 8109, VII instr., f. 44r).
1713*«Il — co. Camillo Gorgo, — in nome suo come del nob. — Giovanni di lui fratello — ha concesso — ad affitto semplice — per anni cinque — il molino di raggione — Gorghi di correnti n. 4 situato — nel publico giardino, detto delle Stue, tenuto attualmente da mess. Giacomo Roiatto — per l’ — annuo affitto ch’era solito corrispondersi dal — Roiatto —, cioè — formento — st. 54, persutti di peso lb 30 — para 1, capponi para 1 —» (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8300, VII instr., f. 130v — 131v).
1758, mar. 1*«Commettiamo al Fasiollo mollinaro al mollino presso la casa delli coo. Ottelio, et a tutti quelli e quali, che in pena di L 25 asportar non debbano il lezzo che presentemente esiste sopra la riva della roia, cioè dal ponte del — convento de’ Servi di Maria Addolorata al molino stesso —» (A.S.U., C.A., 1/106).
XVIII secolo°°Mulino Gorgo e zona circostante (A.S.U., Archivio della Porta, b. 12).
1759°°Mulino Gorgo e fondi di palazzo Antonini (A.S.U., Archivio della Porta, b. 12).
1785°°Mulino dell’ospedale della Misericordia (A.S.V., Provveditori sopra beni inculti, disegni Treviso-Friuli, Rot. 430, mazzo 23, dis. 14).
1793, magg. 25*Pianta di Antonio Bernardinis con rappresentazione della zona (B.C.U., ms. 977).
1794 Il mulino si chiamava «mulino delle stue» (A.S.U., C.A., 14/I, 81).
1801 Co. Giovanni Gorgo (Nomenclatura, f. 63v).
1807*Dalla relazione dell’usciere Mattia Rigatti in esecuzione dell’invito del 12 giugno 1807: «N. 1682. Giuseppe Del Bianco molinaro di questa comune, afituale del — co. Giovanni Gorgo di questa comune con corenti n. 4» (A.S.U., C.A., 1/2).
1809*Appartiene a Giovanni Gorgo. Vi abita il mugnaio Giuseppe Del Bianco (Registro delli aloggi, f. 46v).
1844, giu. 18*«Le — nobb. — Virginia Mattioli Florio e Anna Giulia Mattioli Caimo Dragoni — vendono al — sig. Francesco Basaldella — il fabbricato di muro coperto a coppi a uso di molino, a quattro correnti, situato — nel locale detto molino in Giardino — a cui fa coerenza a lev. e mezz. l’alveo della roia, pon. e tram. strada pubblica che guarda il pubblico giardino —. La — vendita viene fatta — pel prezzo — di austr. — L 9800 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10508, 16583).
1852*Proprietà di Pietro Mattioli (Competenze, II, f. 7v).
1883*Mugnaio è Girolamo Quirini (AVOGADRO, 149).
1883 Vi era una birreria dietro il mulino (AVOGADRO, 139).
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Il giardino, 15; JOPPI, Udine prima del 1425, XXI; della PORTA, Toponomastica, 143; TENTORI, Architettura, 405.
1683
1555, nov. 14 «— Deliberatum fuit — quod — fabricetur pons lateritius iuxta domum magn. d. Andree Delphini patritii Veneti» (Annales, LIV, 58r).
1556, giu. 15°Il nob. Andrea Dolfin del Banco, patrizio veneto, domanda di poter «dal canto del muro del suo palazzo verso l’orto del nob. messer Ottavio di Tarcento1 tirar un arco alto et largo quanto sia comodo per ogni carro e standersi col muro verso il detto orto — quanto è l’altro, e l’altro canton che piega in fuori dalla banda del nob. Hieronimo Mardero, verso l’acqua, e far i merletti so- pra tutto quanto muretto et arco, come sono dall’altra parte acciò che di qua e di là del palazzo le porte et i muretti et i merli vi corrispondono» (Annales).
1616, mar. 26 «La contratta, che va da Prachiuso verso la stuffa et Porta del Bon, et viene sino alla chiesa di S. Antonio et case degli sigg. Honestis et ed Attimis et finisce alla casa del sig. Giovanni Martin Bonecco et il molino a quella vicino» (B.C.U., ms. Joppi 377/9, Regolatione de’ quartieri dela città di Udine).
[1655] «Case al follo habitate dal — Bonecho et parte delli Cargnelli». Descrizione della casa con cenno all’esistenza anche di una colombaia sulla roggia (A.S.U., Arch. Caiselli, Allibramento Bonecco, n. 3, p. 9-20).
1656, lugl. 5*«— Essendo convenuto il nob. — Paolo, figlio del nob. sig. Giovanni Maria Bonecco, a nome proprio e dei — fratelli, col nob. — Alvise Ottelio del nob. — Camillo — di darli goder per ducati 1500 una loro casa posta nel Giardino di questa città con obligo a tal conto di pagar annualmente fino alla francatione in ragione di 7 per cento alcuni livelli che pagano detti fratelli, cioè uno per lo capitale di d 300 et un altro per d 100 al monasterio di S. Chiara, item agli eredi q. — Giorgio Franceschinis uno per d 300, di sodisfar alla nob. — Helena Ianis sorella et herede testamentaria del q. — Galleotto Bellone il credito, che ha con li medesimi sigg. Bonecchi per li meglioramenti da lui fatti nella sudetta casa et per li denari a lui prestati, come asserisce detta signora, sanano in tutta summa d 400 —, l’antedetto Paolo et con lui anco il sig. Antonio suo fratello — da una e il sig. Alvise — dall’altra — presentarono lo scritto — dei 19 giugno con — la procura che in alcune parti regola — e diversifica il medesimo contratto —». Di seguito è trascritto l’accordo del 19 giugno 1656, col quale Paolo del q. Giovanni Martino Bonecco «cede — a goder al nob. — Alvise Ottelio q. — Camillo — la casa di detti sigg. fratelli Bonecchi posta nel giardino di questa città con corti, horto a quella annessi —, qual confina da un canto con l’androna o calle che va dal Giardino verso la contrada di S. Antonio, dall’altra e dalle parti di dietro con li nob. — fratelli Ettorei e dalla parte d’avanti con la roia. Et questo con li patti — che qui sotto saranno — espressi —: esso sig. Paolo promette — di far acconciar — i veri in tutte le finestre di detta casa, ove altre volte sono stati, e particolarmente di farli metter nella finestra del gabinetto presso il mezado grande et nell’altro mezado dirimpetto al detto grande; inoltre — s’obliga far accomodar i scuri delle finestre et parti d’essa casa in tutti i luochi ove tengono il bisogno —» (A.S.U., N., Andrea Brunalleschi, 7549, Istr. 1655-1657, f. 347r — 351r).
1657, dic. 13 «Li 19 del mese di giugno 1656 segui contratto tra il nob. — Paolo Bonecco — et il nob. — Alvise Ottelio —. Facendo bisogno ad esso sig. Paolo per i suoi affari di qualche altra summa di danaro, et desiderando anco di haver a goder la casa hora da lui habitata, confinante col nob. — Enrico Attimis et col nob. — Gallatheo nell’istesso Giardino, che già fu delli nob. — Honestis, et hora è in dispositione di detto ecc. — Ottelio sono convenuti come segue —, cioè che il detto ecc.mo sig. Alvise debba dar — ad esso sig. Paolo — ducati 200 — compresi in questa summa ducati cinquanta che per avanti ha ricevuto parimente in contadi esso — Bonecco —; inoltre detto sig. Alvise — concede ad esso sig. Paolo — la — sudetta sua casa Honestis confinante coll’ecc.mo — Gallatheo, sν che possa quella goder per tutto il tempo che durerà il presente contratto con obligo però di tenerla in acconcio a tutte sue spese et conservarla nello stato in cui si trova —. Item havendo esso sig. Alvise rapresentato il bisogno di far in esa casa una scalla di legno, che ascenda dalla cucina alla camera di sopra, per schivar lo incomodo dell’altra stalla assai lontana, il detto sig. Paolo ha concesso — di far detta scalla con obligo di tenir conto distinto e con suo giuramento della spesa —» (Andrea del fu Brunellesco Brunalleschi, 7549, Istr. 1655-1657, f. 351r — 352v).
1667, ag. 10*Fatto in Udene, in casa del nob. — Paulo Bonecco, in Giardino, fuori del Porton di S. Bortolomio» (A.S.U., N., Giulio Bonecco, 7861, I instr., f. 20r).
1717, mar. 20*I deputati della città hanno ordinato «a m. Andrea Zinio, muraro, la riedificazione del muretto parte dirocato e parte in pericolo di dirocare sula sponda della roia alla parte del pubblico Giardino in faccia la casa Ottelia per il corso di ps 17 —» (A.S.U., C.A., 1/14).
1744 «Ottelio. La loro casa è contigua al cortile del seminario patriarcale da quella parte che riguarda il pubblico Giardino» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 174).
1750, sett. 12 Perizia e descrizione della casa del fu Alvise Ottelio (A.S.U., N., Vincenzo Bertoldi, 8596, Allibramento Ottelio). Nella parte riguardante i mobili, è compreso anche l’inventario della biblioteca2 (f. 33r — 50r).
XVIII secolo°°Vedasi n. 1682.
1759°°Vedasi n. 1682.
1772 È venduta al seminario (Il seminario di Udine, 188-193).
1801*La casa appartiene al seminario arcivescovile. È affittata al nob. Bortolomeo Moroldi (Nomenclatura, f. 63v).
1809*Proprietà del seminario arcivescovile. Vi abita Bartolomeo Moroldi (Registro delli aloggi, f. 46v — 47r).
1852*Succursale del seminario arcivescovile (Competenze, II, f. 7v).
1940 Istituto musicale (L’istituto musicale, 242-245). (Su vicolo Porta) Asilo Notturno fondato nel 1894.
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 05 ag. 2006 ai sensi del D.Lgs. 42/2004.
   
NOTE1Braida Porta.
 2Il rilevante numero dei volumi e il tipo delle opere, molte delle quali di carattere giuridico, trovano una spiegazione nel fatto che la famiglia Ottelio vanta una tradizione di studi nel campo: i giureconsulti Marc’Antonio (1548-1628) e Luigi (1630-1708) insegnarono all’università di Padova. Per Marc’Antonio Ottelio: P.S. LEICHT, Corrispondenti friulani di Galileo Galilei; LIRUTI, Notizie delle vite, IV, 452; di MANZANO, Cenni biografici, 144-145; MARTELLOZZO FORIN, Annibale Buzzacarini, 133; G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, II, 285. Inoltre al momento della stesura dall’allibramento vive Lodovico, morto nel 1773, per il quale vedansi di MANZANO, Cenni biografici, 145 e ZANON, Lettere, a c. di L. CARGNELUTTI, 403-404.
   
BIBLIOGRAFIA Gli affreschi nelle ville venete, 223; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 298-300; CAVALCASELLE, La pittura friulana; COMELLI, Passeggiate, 57-59; ERMACORA, Guida, 122; GOI, Di alcuni pittori; 69; GOI, Iconografia dell’organo; L’istituto musicale, 242-245; P.S. LEICHT, Corrispondenti friulani di Galileo Galilei; di MANIAGO, Storia, 259; PARONI-BARBINA, Arte organaria, 229-230; Parti prese...1893, 194; PEZZE, Vicende storiche; PICCO, L’arte ornamentale a ferro battuto in Friuli, 19-20; RICCI, L’istituto musicale; RIZZI, Storia... Seicento, 19; Il Seminario di Udine, 188-193; C. SOMEDA de MARCO, Il duomo, 151; VALENTINIS, Udine antica, 10.
1684
  L’attuale tribunale sorge su l’area di parecchie case dell’ospitale di S. Antonio, dei Rinoldi, degli Ugolini, Ettorei, della Porta, Ottelio, che furono riunite e ridotte a seminario.
 *Su una parte del fondo gravò ab antiquo un livello a favore della fabbrica del duomo, come risulta da documenti settecenteschi che riportano gli estremi dei fondamenti. Si tratta di «aria et viridario» che si trasmettono attraverso i seguenti possessori:
1407 Gabriele del fu Leonardo di Toppo (A.S.U., C.A., 89/20, partita 34).
1440 Chiara vedova di ser Brussio di Toppo (ibid.).
1443 Allegranza di Brussio (ibid.).
1511 Eredi del fu Niccolò Soldoneri (ibid.).
1519 «Ser Zuanne q. ser Soldaniero de Soldanieri » (ibid.).
1525 «Ser Bortolamio q. ser Iusto de Zulian de Trieste» (ibid.).
1529, ag. 21*In contrada di S. Antonio abita e tiene studio Bertrando Ettoreo (A.S.U., N., Gabriele Gozzadino, 5817, Istr. 1529-1531, f. 12r).
1530 «Rinoldo Rinoldi compera dai cugini la loro parte di casa confinante avanti strada pubblica, dietro li Ugolini e con l’androna consortiva verso la roja». Nel 1597 questa casa è detta «prope ac ante ecclesiam ac logiam S.ti Antoni» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 174).
1546-1547*Inventario dei beni di Giuseppe Ettoreo. Il 29 dic. 1547 viene redatto quello dei libri (A.S.U., N., Giacomo Moroldi, 5633).
1555 «Mess. Iacomo Zorzi di Attimis —, in luogo delli eredi del q. — Brunoro di Colloredo del q. — Tomaso —» (A.S.U., C.A., 89/20, partita 34).
1580 «Mess. Alvise q. — Francesco Ottelio —» (ibid.).
1584, dic. 24*«— Iniecta fuit mentio de clericorum quod in vim sacri concilii Tridentini rev. mus nuntius ac visitator apostolicus instituere in hac urbe cogitavit et permultis non solum honorificum sed etiam valde uti si hoc opus fore videretur iis pręsertim qui filiolos habent litterarum studiis erudiendos: suaderentque propterea ut hęc magnifica communitas optimo huic consilio et alacri animo faveret et adiuvaret etiam quo ad eius fieri potest. Quare placuit antedictis magn. dominis deputatis hanc partem proponere: Facendo pensiero l’ill.mo mons. visitator apostolico d’instituire in questa città un seminario di pretini iusta la dispositione del sacro concilio di Trento; et considerandosi che da questa fattura oltre l’honorevolezza publica et ornamento dela città può riuscire commodo et utilità non poca a molte private famiglie di essa: pertanto si mette parte che del denaro del sacro Monte dela pietà dare al presente per una volta sola si debbano ducati quattrocento in aiuto dela fabrica et adattamento del luogo, ove si ha a constituire et collocare il seminario predetto, da dover poi essere redintegrati ad esso Monte del ritratto del bagattino che sopra esso si ha a fare. Quę pars quum super ea complura dicta fuissent, capta fuit suffragiis omnibus exceptis quatuor, quę contraria fuerunt» (Annales, LXI, f. 217v — 218r).
1599, mar. 31 «In contrata S. Antonii, in camino domus habitationis infrascriptorum — fratrum Hectoreorum —. — Nobiles d. Iosephus et Franciscus fratres Hectorei q. nob. d. Hieronymi civis Utini — vendiderunt — nob. — doct. d. Thomæ a Porta q. — Maphei — domos de muro et cuppis cum suis soliis et curia ac area adherenti, sitas in contrata S. Antonii, nunc habitatas per hęredes q. d. Antonii Marosticæ iuxta ab oriente pium hospitale S. Antonii de Utino, a meridie stratam publicam, ab occidente domum Rinoldam, nunc seminarium ill.mi et rev.mi d. patriarchę —, et a montibus iuxta broylum ipsorum dominorum fratrum venditorum — et hoc precio — ducatorum mille et tercentum — videlicet duc. 1300 —» (A.S.U., N., 6610, 1597 instr., f. 42v — 43r).
1630 Camillo e fratello Ottelio del fu Alvise. «Ora paga il rev. seminario, come possessore al presente delli soprascritti beni» (A.S.U., C.A., 89/20, partita 34).
1643, apr. 14*Dalle confinazioni per la fabbrica del duomo: «Alla partita dell’ecc. sig. Camillo et fratello Ottelii del q. sig. Alvise, sopra un’aria et horto nella contrada de S. Antonio, hora paga il — seminario possessore di detti beni; dissero i confinatori — che l’aria et horto — sono di presente possessi per il — seminario; confina a sol levado col detto seminario et dalle altre parti colla strada e colla roia» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 52).
1735 «Il ven. seminario d’Aquileia, in loco delli ecc.mi sigg. Camillo e fratelli Ottelii q. ser Alvise pagan di livello sopra una casa fu area et orto nella detta contrada fra le case di detto seminario et la roia — e nel suo sito di presente, per detto seminario fu accresciuta la sua fabricca sin alla roia, che sono in fazzada presso il patriarcato e fenestre, per la lunghezza n. 6, olio lb 2» (B.C.U., ms. D. 42, f. 52v).
1744 «Ettorei. La loro casa si incontra passato il seminario patriarcale di rincontro ad un fianco della chiesa di S. Antonio (casa Ettoreo)» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 174). Questa casa aveva la facciata dipinta dal Grassi (de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 16).
1773, genn. 5*«Concorso l’ecc.mo senato alle sovrane ducali 10 gennaro 1770 m.v. in autentica forma a me notaro esibite — ad accordare a questo — seminario arcivescovile la facoltà di — acquistare tre case con fondi immediatamente contigue al seminario medesimo, due delle quali — del nob. — Andrea q. — Virghinio Bianconi di questa città, ha — lo stesso nob. — Andrea assunto l’obbligo — di cedere — allo stesso — seminario le due case — in lui pervenute in vigore d’acquisto fatto dalle mani della — co. Aurelia rel. del — co. Alvise Ottelio e delli — coo. Lodovico e Tommaso di lei figli con privata scrittura 15 febbr. 1767 —. Volendo — ora lo stesso nob. — Andrea adiempiere formalmente l’impegno — ha dato — al — seminario, per esso — stipulante — mons. Niccolò Niccoletti primicerio di questo — metropolitano capitolo ed attuai rettore del seminario —, le — due case coi rispettivi loro cortili ed orti — di antica ragione de’ — coo. Ottelio e l’altra fu di ragione Ettorea, entrambe poste in questa città e confinanti da due parti con strade pubbliche e dall’altre due colla roia e col seminario predetto —. E questa cessione — fa — pel — prezzo di d 9000 —» (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9788, VII istr., 568, f. 1179v — 1181r).
1774*Sui fondamenti di una proprietà appartenente alla facoltà di S. Antonio abate: «Il diritto e la facoltà di poter perpetuamente nominare e presentare al — seminario arcivescovile un scolaro allunno quale deve essere in conformità delle sue regole — e — dal seminario stesso mantenuto senza prettendere cosa alcuna —, questo ius fu dal — seminario cesso alla confraternità in conto di prezzo della casa — della fraterna era contigua al seminario, appar instrumento 1771, 29 apr. in atto del — sig. Francesco Lorio nod. —; la casa è stata incorporata nella rimodernazione ed ampliazione che si fa del v. seminario. La casa era antichissima ragione della fraterna denominata ospitale e ciò si prova coll’instr. 1484, 23 apr., nod. Antonio q. Paulo Decano di Udine in libro d’instrumenti segnato A, c. 61, col quale la fraterna per acquisto ampliò il fondo di detta casa. La casa in altri tempi era stata venduta al — seminario e fu dalla confraternità reccuperata coll’esborso di d 703 s 17 con instr. 1718, 17 ag., nod. — Francesco Lorio in libro d’instrumenti segnato B, c. 9. Fu affittata al — seminario stesso con locazione 1767, 24 nov. e grado 26 nov. in Libro d’instrumenti segnato B» (A.C.U., A.A.O., Cattastico...1775, f. 169r).
1780, ag. 7*Il rettore del seminario domanda di estrarre «due once d’acqua» dalla roggia in Giardino «con piccolo canaletto sopra li pilastri dil pietra nell’alveo idella roia in Giardino fuori dei correnti ed al di sopra del molino delli — coo. Gorgo per essere rimessa nell’alveo predetto al di sotto del molino, a norma di quanto restò pattuito de’ dν 3 marzo p.p. in note dello sp. — Giovanni Socrate fra — mons. rettore da una e li coo. Gorgo per il loro particolare interesse —» (A.S.U., C.A., 1/11, n. 174).
1800, dic. 1*L’arcivescovo di Udine chiede l’appoggio delle deputazioni unite perché cessi l’occupazione militare nel seminario (A.S.U., C.A., 152/155).
1808°Il seminario è occupato dall’autorità militare, ridotto ad ospedale militare quindi a caserma1.
1809*Seminario arcivescovile, «ora ospital militare» (Registro delli aloggi, f. 46v — 47r).
1811, mar. 9*In seguito ad atto oppignorativo del 16 febbr. 1811, asta senza esito di tre stanze a pian terreno verso ponente. Debitore risulta l’ospedale militare per L 161,39 (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta).
1849°L’autorità militare occupa il castello e cede in cambio, per uso di tribunale, il locale dell’ex seminario2.
1852*Caserma (Competenze, II, f. 7v).
1872, genn. 18*«Capitolato d’appalto per l’esecuzione dei lavori di adattamento e riatto nel palazzo in piazza Ricasoli sulla corsia di borgo Treppo ad uso delle magistrature giudiziarie, cioè il r. tribunale civile e correzionale e r. pretura del primo e secondo mandamento». Pezza C (A.S.U., C.A. II, 73).
1872, ott. 18°°Prospetti e sezione fabbricato (A.S.U., C.A. II, 73/Tribunale).
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 05 ag. 2006 ai sensi del D.Lgs. 42/2004.
   
NOTE1Senza indicazione di fonte nel ms. della Porta.
 2Senza indicazione di fonte nel ms. della Porta.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 116, 120; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 301-302; BERTOLLA, La biblioteca del seminario; BLASIG, Monografia sopra S. Bernardino, 9-71; B[LASIG], Ss. Redentore, 8; BONELLI, Bonaldo Stringher, 3; CICONI, Udine, 470; di MANIAGO, Guida, 62; MISANI, Istituti scolastici, 262-263; MORASSI, A complete catalogue; Il nuovo seminario arcivescovile; A. PALLUCCHINI, L’opera completa di Giambattista Tiepolo, 99; Parti prese... 1880, 177-178; POJANI, Il Seminario; RIZZI, Mostra della pittura veneta del Settecento, 184-187; RIZZI, Profilo... Il Settecento, 21; SCALON, La biblioteca, 282; Il Seminario di Udine; C. SOMEDA de MARCO, Di alcune opere, 180-183; P. SOMEDA de MARCO, Una giornata, 131-138; S. TAVANO-A. e G. BERGAMINI, Cormòns, 86-91; VALENTINIS, Udine antica, 10.
   
ICONOGRAFIA GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, n. 10; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 9; LEONARDUZZI-ZUCCHI, Seminario; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 16; MORO-DEL PEDRO, Veduta della piazza arcivescovile di Udine; MURERO, Udine metropoli, n. 10; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 8; Veduta della piazza arcivescovile (ed. Remondini).
1685
1682, apr. 6 «Dovendo — Giovanni Giuseppe, Ridolfo, Girolamo et Alessandro fratelli, figlioli del q. — Federico Attimis, dare la dote alla nob. — Tranquila, loro sorella, maritata nel nob. — Fabritio Cordovato, et far aquisto dei lochi confinanti con li loro di Ramuscello chiamati il Bando —, hanno — deliberato di vendere — la casa dominicale — in questa città et che mai quasi loro habitano in tutto il tempo dell’anno, et horto con le casette degl’hortolani ad essa contigue et havendo in contrato di farlo con il — co. Giovanni Giuseppe dalla Porta, che ha la sua habitatione vicina alle dette case et horto, — il nob. — Giovanni Giuseppe, uno di detti — fratelli Attimis, tanto per nome suo quanto come procuratore del nob. — Ridolfo —, vende — al — co. Giovanni Giuseppe della Porta —, stipulante per nome suo et del — rev. — co. G.B. canonico suo fratello, che hora si ritrova alla sua ressidenza in Aquileia, la — loro casa dominicale, posta — nella contrada — di S. Antonio, overo di Treppo, presso il monastero delle Dimesse, confina a lev. il — convento della Madonna delle Gratie, mezodi strada —, a sol a monte strada — et roia et alle montagne il — convento, misurata e stimata dalli sigg. G.B. Grandi, eletto dalli sigg. Attimis, et Lorenzo Prodolone, nominato dal sig. Porta, publici periti di questa città —; item l’horto grande et casette adesso unite per l’habitatione degl’hortolani, che per tempo hanno lavorato et lo lavorano per cui pagano annualmente d 80 —; il prezzo — d’essi beni tutti — rileva — ducati tremilleottantaquatro, soldi cinque —» (A.S.U., N., Benedetto Bergamino, 7673, XVI instr., f. 61r — 64r).
1799*Dalle divisioni della Porta del 1799: «Casa serve ad uso di osteria, posta — dirimpeto al luoco dominicale, tenuta ad affitto da — Francesco Lucis; confina a lev. piazzetta — promiscua con li — coo. Antonio e Panfilo fratelli della Porta, mezz. borgo di S. Antonio, pon. androna del Seminario ed a tram. brollo delli coo. Panfilo ed Antonio della Porta —» (A.S.U., Arch. della Porta, 23, Divisioni...1799, f. 8v — 12v).
1801 Co. Giuseppe e fratelli q. co. Vincenzo della Porta (Nomenclatura, f. 63v).
1809°Appartiene a Odorico della Porta. Vi abita l’oste Francesco Lucis (Registro delli aloggi, f. 46v).
1810, sett. 7*«Io Francesco Luci oste, domiciliato in Udine al n. 1685, aderisco alla domanda fattami dal sig. Odorico del fu sig. Vincenzo della Porta anche come amministratore del fu — G.B. suo fratello contro di me con citazione del giorno undici corrente e rinuncia alla lite con quella introdotta e diretta a far dichiarare buono e valido il sequestro 4 sett. corrente» (A.S.U., Arch. della Porta, 23, fasc. Osteria ed altre casette di Udine, f.v.).
1812 Osteria “Ai due uccelli” (Esercenti).
 *Gestione di Francesco Lucis (ibid.).
1816°Per divisione tocca a Ulderico q. Vincenzo della Porta, che per testamento 1860 la lasciò alla nipote Giulia della Porta de Rubeis1.
1825, genn. 23*Il falegname Giovanni Giacot firma una «polizza di opere fatte — per conto del — co. Odorico Porta in una casa di sua ragione al n. 1685 per ordine del sig. Giovanni Businelli» (A.S.U., Arch. della Porta, 23, Udine. Casetta dell’osteria, f. v.).
1827, ott. 22*Polizza di spese del muratore Francesco Quaino per la casetta n. 1685 (A.S.U., Arch. della Porta, 23, Udine. Casetta dell’osteria, f.v.).
1852*Proprietà di Odorico della Porta (Competenze, II, f. 7v).
1862, ag. 26*Giovanni Fabello, proprietario della casa 1685 «che tiene per uso di osteria», chiede di costruire due nuovi gradini di accesso alla porta, indispensabili in seguito al lastricamento del marciapiedi. Il permesso tuttavia non gli viene concesso: si tratterebbe di un ingombro (A.S.U., C.A. I, 754/VIII, 6500 Orn. IX, con dis.).
1876*Osteria “Alla buona vite”, gestita da Anna Tubello (COSMI-AVOGADRO, 107).
1883 Osteria “Alla buona vite” (AVOGADRO, 152).
 *Gestione di Anna Tubelli Barcella (ibid.).
1934 Fu riformata la facciata su via Treppo. Sopra la porta vi era una Madonna con Bambino del sec. XVII.
   
NOTE1Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte.
   
BIBLIOGRAFIA BRAGATO, Guida, 94; ERMACORA, Guida, 213; ERMACORA, Vino, 96-97; Parti prese...1913, 78-79.
1686
1549, mar. 16°«Actum Utini, in contrata S. Antonii, in domo habitationis d. Floreni q. d. Gregorii de Attems» (not. Pietro Geronimiano).
1682 Il co. Giuseppe della Porta compera da Giovanni Giuseppe, Rodolfo, Girolamo e Alessandro d’Attimis la casa e la braida degli Attimis (Vedasi n. 1685).
1801 Leonardo Prisani, muratore (Nomenclatura, f. 63v).
 *Affittuale Francesco Sassella (ibid.).
1814, genn. 11*Nell’Elenco dei pistori, quali tengono depositi di farine presso di loro, è segnalato Domenico Guatti, abitante in questa casa (A.S.U., C.A., 185, 72 Pol.).
1815, apr. 23*I coniugi Marpillero sono proprietari della casa lasciata loro da Vincenzo della Porta con testamento del 4 maggio 1808 (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10430, 1025).
1820, mar. 4 G.B. q. Francesco e Caterina iugali Marpillero vendono al collegio delle Dimesse la casa 1686 «— con cortivo ed orto, confina il tutto a lev. cogl’eredi del fu Giulio Duodo, mezz. strada pubblica, pon. fondi ed orto delli — coo. fratelli della Porta ed a tram. parimenti —. Questa — vendita si fa pel prezzo — di L 4700 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10601, 2589).
1839, apr. 29*R. Rinoldi, superiora delle Dimesse, chiede ed ottiene il permesso di riformare la casa (A.S.U., C.A. I, 299/1839/XX, 2156 Orn. II C, con dis.).
1852*Proprietà delle Dimesse (Competenze, II, f. 7v).
1876*Studio dell’ing. Augusto Merluzzi e, nella parte marcata 1686 B, fabbrica di velluti e manifatture di seta di Domenico Raiser (COSMI-AVOGADRO, 97, 116).
1883*Vi è ancora segnalata la fabbrica del Raiser (AVOGADRO, 157).
1930 Viene abbattuto il fabbricato verso ponente, costruito dalle Dimesse, dove aveva sede la fabbrica di velluti Raiser ed al suo posto, viene eretta la nuova casa delle Dimesse.
1932 Le Dimesse vendono la vecchia casa Attimis al sig. Piovesan, che la rivende al dott. Antonio Cavarzerani, chirurgo, che la fece abbattere nel febbr. 1933 per prolungare la sua casa.
   
BIBLIOGRAFIA ERMACORA, Setaioli, 110; Esposizione, 80, 81, 116; FALCIONI, Industrie udinesi, 326-327; KECHLER, Monografia delle filande, 23; PICCO, Ricordi, 136-137.
1687
1801 Domenico q. Mattia Pettoello1 (Nomenclatura, f. 63v).
 *Affittuale Giulio Duodo (ibid.).
1809 Giulio Duodo, agrimensore (Registro delli aloggi, f. 46v).
1814. genn. 11*L’Elenco dei pistori quali tengono depositi di farine presso di loro segnala in questa casa la presenza di Mattia Gros (A.S.U., C.N., 185, 72 Pol.)
1824, lugl. 22 Rosa Deganis ved. Campiutti vende le case 1687, 1688 a Vincenzo fu Giuseppe Francesconi (atto privato citato nel contratto del 14 marzo 1825).
1825, mar. 14 Vincenzo Francesconi vende le due case 1687 e 1688 a Giulio Barazza per L 4500. Il complesso «confina a lev. fabbricato del sig. Nicolò Cassina ed orto della sign. Anna e figli Petoelli, mezz. contrada — di Treppo, pon. con il collegio delle — Dimmesse in luogo Marpillero e tram. con li nobb. — Caiselli —. Il — prezzo — di vendita — viene convenuto — in it. — L 4500 —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10550, 2402).
1852*Proprietà di Giacomo Scala (Competenze, II, f. 7v).
1858*Carlo Romani vi gestisce una filanda per seta con dodici fornelli (A.S.U., C.A. I, 684/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 44).
1876*Giovanni Scala, negoziante di seta (COSMI-AVOGADRO, 114).
   
NOTE1Il nome di Mattia Pettoello e del pubblico perito Giulio Duodo sono accostati in un doc. del 7 marzo 1803 a proposito di una vendita di filatoio in via Treppo: «— Il — co. Antonino q. co. Alfonso kav. Antonini — ha — venduto — all’ecc. — G.B. — q. Daniele Cargnelli di Travesio, abitante in questa città —, le fabbriche con fondi — cortivo e fillatori poste in — borgo di Treppo state assegnate ad esso Antonini al 7° loco dell’allibramento 14 genn. p.p. formato dal pubbl. per. — Giulio Duodo — seguito sopra la facoltà subordinata del — q. Mattia Pettoello —. Questo vendita ha fatta — pel — prezzo — di d 2323 L 3 s 12 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, Prot. XLV, 3404, f. 4485r — 4486v). Per la fabbrica del Pettoello: Archivum... Catastico, I, 73, 348.
1688
1801 Domenico Pettoello1 (Nomenclatura, f. 63v).
 *Affittuale Francesco Fortunati (ibid.).
1809 Giulio Duodo, agrimensore (Registro delli aloggi, f. 46v).
1809, dic. 11*Giulio Duodo implora il grazioso permesso di «aprire nella facciata sopra la strada una fenestrella alta un metro, larga otto decimetri» (A.S.U., C.N., 178/XIX, Strade e fabbricati).
1824, lugl. 22 e 1825, mar. 14 Vedasi n. 1687.
1838, giu. 10 Era dei pupilli Barraza; bottega di fabbro (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 3010 Orn. II C).
 *Antonio Rossetti chiede ed ottiene di aprirsi una terza finestra. Il permesso è concesso, «ove sia continuata la cornice superiore» (ibid.).
1852*Appartiene a Giacomo Scala (Competenze, II, f. 7v).
1852, nov. 18*Giulia ved. Dordolo, rimaritata in G.B. Boltim, desidera «nella sua casa sita — al c.n. 1688 costruire in luogo d’una finestra una porta e viceverse —». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. II, 66, 8188 Orn. II C, con dis.).
   
NOTE1Per Domenico Pettoello: Archivum... Catastico, I, 332.
1689
1801 Domenico q. Mattia Pettoelli (Nomenclatura, f. 63v).
1803, magg. 8*«— Bernardino q. Mattio Pettoello — ha — venduto — alli — coo. Carlo e Girolamo fratelli Caiselli — le fabbriche e fondi posti nel borgo di Treppo —, assegnati ad esso — Bernardino come rappresentante lo sp. ufficio della subordinazione sopra la facoltà esposta del sig. Domenico Pettoelli di lui fratello, con decreto 26 nov. 1801, al primo loco dell’allibramento 14 genn. 1803, formato dal pubbl. per. — Giulio Duodo —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLVI istr., f. 4517v — 4518v).
1804, giu. 26 I coo. Girolamo e Carlo Caiselli vendono a Nicolò Cassina «le fabbriche con fondi poste nel borgo di Treppo —, state assegnate al sig. Bernardino q. Mattia Pettoello come rappresentante lo sp. ufficio della subordinazione sopra la facoltà esposta del nunc q. — Domenico Pettoello fu di lui fratello con decreto 26 nov. 1801 al primo loco dell’allibramento 14 genn. 1803 formato dal pubbl. per. — Giulio Duodo —; item le fabbriche con fondi, porzione di cortivo e caratto del muro chiusorio e portone dà ingresso alla braida, il tutto stato separato unitamente ad altri beni per conto dello stesso — Bernardino, — ed indi tutte suddette fabbriche con fondi sono state da essi — coo. fratelli Caiselli acquistate — dalle mani del — sig. Bernardino Pettoello con instr. 8 magg. 1803 in note di me not. —. E questa alienazione — fa il — co. Girolamo Caiselli anche per nome del — co. Carlo — fratello, pel prezzo risultante dal precitato allibramento — di d 2606 L 4 s 2 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLVII instr., 3554, f. 4641v — 4642v).
1809*L’edificio appartiene a Carlo e fratello Caiselli. Vi abitano il filatoiaio Nicolò Cassina e il pistore Valentino Lazzaro (Registro delli aloggi, f. 46v).
1814, genn. 11*Nell’Elenco dei pistori, quali tengono farine presso di loro è segnalato in questa casa Nicolò Casina (A.S.U., C.A., 185, 72 Pol.).
1824, lugl. 15 Nicolò fu Giuseppe Cassina vende a Pier Luigi q. Antonio Gaspari domiciliato a Fraforeano la casa 1689 per it. L 4000. Confina a lev. e sett. Anna Pettoello Mattiussi, mezz. strada, e pon. eredi del fu Giuseppe Campiutti (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10549, 2214).
1825, mar. 14 È di Nicolò Cassina. Vedasi n. 1687 e in data 23 apr. 1825 il n. 1690.
1835, apr. 13 Pietro Luigi Gaspari di Latisana vende a Pietro Antonio Dordolo la casa 1689. «Questa vendita — viene fatta — pel prezzo — di — austr. L 6857,14» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10484, 9682).
1835, lugl. 31*Pietro Dordolo chiede il permesso di sistemare una finestra del pian terreno alla misura e al livello delle altre. Il permesso gli è accordato (A.S.U., C.A. I, 236/XVI, 3646 Orn. II C, con dis.).
1837, giu. 6*Antonio Avoni presenta progetto per costruire una cornice alla casa 1689 B e ne ottiene l’approvazione (A.S.U., C.A. I, 269/III, 3157 Orn. II C, con dis.).
1839, magg. 4*Antonio Avon chiede ed ottiene di «costruire una terrazzetta al fianco sinistro della sua casa 1689 B —» (A.S.U., C.A. I, 299/XX, 2276 Orn. II C).
1846, dic. 1*Antonio di Antonio Rossi chiede di riformare la propria casa in borgo di Treppo al — n. 1689 A, D —, «fra li confini a lev. del fu Antonio Avoni, mezz. borgo di Treppo, pon. eredi Dordolo e tram. essi Dordolo e corte di questa ragione, ed avendo già convenuto e transato con li stessi — per i lavori da farsi —, produce due — disegni —» (A.S.U., C.A. I, 406/1846/II, 7918 Orn. II C, con dis., firmato dal capomastro Giuseppe Presani).
1852*Il complesso è diviso tra gli eredi di Pietro Antonio Dordolo, Antonio Rossi e degli eredi di Antonio Avoni (Competenze, II, f. 8v).
1868, nov. 20*Filippo Paleri, «avendo divisato — di riformare la casa di propria ragione sita in borgo Treppo al c. n. 1689, si onora di rassegnare il disegno —» firmato dal capomastro Eusebio Brida (A.S.U., C.A. I, 878/1868/IV, 11540 Orn. I, con diss.).
1876*Nell’edificio ha recapito il sensale di seta e bozzoli Luigi Paleri e vende seta Enrico Paleri. Nella parte censita 1689 B lavora il materassaio Luigi Spizzamiglio (COSMI-AVOGADRO, 101, 113, 114).
1883 Osteria “Alla vittoria” (AVOGADRO, 152).
 *Gestione di Anna Occhialini Collavigh (ibid.).
   
BIBLIOGRAFIA VATRI, I caffè di Udine, 108.
1690
1801 Domenico fu Mattia Pettoello1 (Nomenclatura, f. 63v).
 *Affittuale Antonio Chircher (ibid.).
1809 Domenico Mattiussi, impiegato (Registro delli aloggi, f. 46v).
 *In una parte dell’edificio abitano anche il domestico Giuseppe Cignoli e il sensale G.B. Stampetta (ibid.).
1812 Osteria alla Colomba Rossa (Esercenti).
 *Gestione di Angelo Barbetto (ibid.).
1814, genn. 11*Nell’Elenco di pistori, quali tengono depositi di farine presso di loro, è segnalato in questa casa Pietro Gros (A.S.U., C.N., 185, 72 Pol.).
1825, apr. 23*Anna Pettoello Mattiuzzi, «avendo fatto eseguire nell’interno della sua casa alcune operazioni di riduzione e sistemazione —», chiede ed ottiene di sistemare anche tre finestre «e nel tempo stesso combinare con l’esistente finestra — del sig. Nicolò Cassina quella regolarità ricercata e voluta dall’arte» (A.S.U., C.A. I, 100/1825/II, 1404 Orn. II C, con dis.).
1825, magg. 12 «— Francesco Pasini — cede — in pagamento alli — sigg. Girolamo ed Antonio fratelli Venerio una casetta sita — nel borgo di Treppo di una stanza a pian terreno, che s’interna sopra la porzione di fabbrica a mezz. e grannaro sotto i coppi della restante fabrica a mezz., il tutto tenuto ad affitto da Teresa n. Stocco, ved. del q. G.B. Ciserie alla casa n. 1691 e porzione del 1690; unito confina a lev. col borgo —, mezz. ora officina da fabro tenuta da G.B. Variolo con stanza sopra restante al sig. Pasini, pon. eredi Pettoello ed a tram. Giuseppe Fabris —; quali immobili, che stanno detagliatamente descritti nella operazione del pubbl. per. — G. Carlo Iacotti, 2 apr. prossimo decorso, —vengono cessi alli Venerio —. Questa cessione si fa — pel prezzo — di austr. lire milleduecentoventiquattro —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10605, 3447).
1825, sett. 20 Anna q. G.B. Cavalli, ved. Pettoello, moglie di Giovanni Domenico q. Giuseppe Mattiussi, vende a Girolamo ed Antonio Venerio porzioni di fabbriche con fondi al n. 1690 per L 1396 (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10605, 3481).
1827, apr. 2*Maddalena Miotti chiede ed ottiene il permesso di «aprire un foro di porta in un muro che circonda il suo cortile» della casa 1690 (A.S.U., C.A. I, 148/X, 1235 Orn. II C).
1828, febbr. 22*«Anna Cavalli Mattiuzzi ed il — sig. Giovanni Domenico Mattiuzzi suo marito — vendono — al — sig. Antonio Venerio — la porzione di fabrica con fondi di cortivo sita — nel borgo di Treppo sotto il c.n. 1690 —; confina a lev. sigg. Venerio — con le fabriche e fondi da essi acquistati col motivato istr. 12 magg. 1826, mezz. con cortivo restante alli — Mattiuzzi, pon. parimente, tram. fabrica delli — Mattiuzzi — e parte fabrica del sig. Pasini —. Qual vendita — si fa — pel prezzo — di austr. — L 2000 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10607, 3783).
1828, magg. 19 È di Girolamo e Antonio Venerio (A.S.U., C.A. I, 148/X, 2001 Orn. II C, con dis.).
 *I proprietari presentano progetto di riforma del portone e ne ottengono l’approvazione (ibid.).
1831, febbr. 15*Antonio Avone, proprietario della casa 1690 «ha progettato di formaro una porta e una balconata attualmente esistenti sulla facciata — riducendo questi due fori in due balconi —».Il permesso gli viene accordato (A.S.U., C.A. I, 182/V, 597 Orn. II C, con dis.).
1831, sett. 30*La deputazione d’ornato propone di aprire una cisterna «in prossimità del convento delle Rosarie e rimpetto al muro fra le case n. 1690 e 1691» (A.S.U., C.A. I, 182/V, 3879).
1832, mar. 22*Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al fabbro G.B. Variolo l’avviso municipale n. 1050, diretto ai venditori che ingombrano la strada «con merci di fruti et oggetti riguardanti la salubrità» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*I n. 1690 e 1690 A appartengono ad Antonio Venerio (Competenze, II, f. 8v).
1858*Agata Zilli Cremese vi gestisce una filanda per seta con un fornello (A.S.U., C.A. I, b. 658/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 45).
1876*Teresa Cremese vende liquori e commestibili diversi. Domenico Cremese vi gesti-ce un noleggio di cavalli (COSMI-AVOGADRO, 99, 104).
   
NOTE1Vedasi n. 1689.
1691
1801 Domenico q. Mattia Pettoello1 (Nomenclatura, f. 63v).
 *Affittuale Nicolò Albanese (ibid.).
1809 Giovanni Cortolezzi (Registro delli aloggi, f. 46v).
 *Nella casa abita il pistore Giuseppe Vignola (ibid.).
1810, febbr. 8 Giovanni e G.B. fu Osvaldo Cortellezzis vendono la casa 1691 per L 1300 ad Antonio q. Bernardino Pasini (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10323, Rep. I, 253, f. 42r).
1826, magg. 12*«— Anna Cavalli — ed il sig. Domenico Mattiuzzi suo marito — vendono — alli — sigg. Girolamo ed Antonio fratelli Venerio — una casa composta da una stanza terranea e camera sopra, con fondi e cortivo annesso, sita — nel borgo di Treppo, ossia porzione di fabrica con fondi ed annesso cortivo a tram. del fondo venduto dalli — iug. Mattiuzzi — alli — sigg. Venerio col pubblico instr. 20 sett. 1825 a rogito di me not. — n. 5263 — ed a tram. del cortivo rimasto alli — Mattiuzzi, il tutto sotto il c.n. 1691 — e confina a lev. — Giuseppe Fabris e — sigg. Venerio con le realità fondiarie da essi acquistate col — 20 sett. 1825, mezz. — Venerio mediante le dette realità fondiarie e — fabrica e corte — Mattiuzzi pon. con corte e casa restante alli Mattiuzzi, tram. col — sig. Giuseppe Fabris —. Li — Mattiuzzi — vendono —, salvo il diritto di recupero —, il sottoportico, fabrica e fondi relativo contermini verso tram. alla porzione di fabrica con fondi cortivo allienati alli — Venerio come al principio art. I —. La — vendita — si fa — pel prezzo di austr. L 1168,70 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10606, 3543).
1852*Proprietà di Antonio Venerio (Competenze, II, f. 8v).
1945, febbr. 20 Distrutta da una bomba.
   
NOTE1Vedasi n. 1689.
1692
1801 Domenico Pettoello (Nomenclatura, f. 63v).
 *Affittuale Pietro Aloi (ibid.).
1809 Giuseppe Fabris, fabbro (Registro delli aloggi, f. 46v).
 *Affittuale il sensale Giacomo Mangilli (ibid.).
1821, giu. 11 È di Giuseppe Fabris (A.S.U., C.A. I, 53/1821/III, 2608 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario chiede ed ottiene il permesso di riformare la facciata della casa (ibid.).
1832, mar. 22*Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al fabbro Giuseppe Fabris l’avviso municipale n. 1050, diretto ai venditori che ingombrano la strada «con merci di fruti ed oggetti riguardanti la salubrità» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Proprietà degli eredi di Giuseppe Fabris (Competenze, II, f. 8v).
1853, magg. 25*M. Lucia De Giorgio, a nome delle suore delle Derelitte, che «sono proprietarie di porzione del piano terra della casa — n. 1692, appartenendo in comunione ad altri i piani superiori», in forma che dette suore sono «necessitate per ragione di proprietà divisionaria di riformare lo stato attuale col sostituire al ribatto a sin. una porta d’ingresso alla di loro proprietà che forma accompagnamento all’altra esistente a destra». Il permesso viene concesso «malgrado l’inesattezza del disegno», come annota la deputazione d’ornato (A.S.U., C.A. II, 66, 3562 Orn. II C, con dis.).
1876*Sartoria di Caterina Fabris (COSMI-AVOGADRO, 112).
1693
1801 Domenico Pettoello (Nomenclatura, f. 63v).
 *Affittuale Pietro Gos (ibid.).
1809*Appartiene al fabbro Giuseppe Fabris. Vi abita il sensale Giacomo Mangilli (Registro delli aloggi, f. 46v).
1852*Proprietà degli eredi di Giuseppe Fabris (Competenze, II, f. 8v).
1876*Fucina del fabbro Pasquale Terzi (COSMI-AVOGADRO, 92).
1694
1801 Domenico Pettoello (Nomenclatura, f. 63v).
 *Affittuale Anna Rossetti (ibid.).
1807, sett. 11*«— Il rev. — Sebbastiano q. Domenico Zuccolo di Orzano — ha — venduto — al sig. Giuseppe figlio emancipato del sig. Antonio Fabrizio — una casa con picolo cortivo — situata nel borgo di Treppo — al c.n. 1694 — pervenuta in virtϊ d’instr. — 11 maggio 1804 di mano del sig. Ricardo Paderni —, per il prezzo — di d 310 — sono it. L 951,13» (A.S.U., N., Francesco Girardi, 10616, 84).
1809*Appartiene al sellaio Giuseppe Fabrizio. Vi abita il domestico Bernardo Vicario (Registro delli aloggi, f. 46v).
1814, genn. 11*Nell’Elenco dei pistori, quali tengono depositi di farine presso di loro in questa casa è segnalato Giacomo Della Savia (A.S.U., C.N., 185, 72 Pol.).
1828, ott. 24*Giuseppe Fabris, proprietario della casa, chiede di «levare la piccola finestra — e sostituire un rebatto». Il progetto viene approvato con modifiche (A.S.U., C.A. I, 148/X, 4467 Orn. II C).
1852*Leonardo Copis (Competenze, II, f. 8v).
1695
1801 Domenico Pettoello (Nomenclatura, f. 63v).
 *Affittuale Valentino Lucca (ibid.).
1808, ag. 5*«— Il rev. — Sebbastiano q. Giovanni Domenico Zuccolo — d’Orzano — ha venduto — al sig. Giuseppe del fu Antonio Fabrizio — il capitale livellario di — d 327 L 4 s 14 —, ipotecando — a manutenzione della — vendita — due casette poste — nel borgo di Treppo al c.n. 1695 e 1696, quali confinano a lev. il borgo di Treppo, mezz. parte detto — Fabrizio acquistante e parte li eredi del q. Pietro Petoello, pon. detti eredi Petoello ed a tram. parte Antonio Sibel e parte casa di questa comune, detto Quartieretto» (A.S.U., N., Francesco Girardi, 10616).
1809 Don Sebastiano Zuccolo (Registro delli aloggi, f. 46v).
 *Vi abita l’industriante Maria Passero (ibid.).
1827*Francesco Pasini a favore del fratello Bernardino «conferma — il diritto di proprietà — in conformità della — assegnazione — per realità stabili —: due casette in borgo di Treppo alli n. 1695 e 1696» (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 635, 1811).
1832, febbr. 6 Bernardino Pasini cede in pagamento a Bernardino del fu Antonio Pilosio le case n. 1695-1696 (A.S.U., N., Giovanni Carlo Iacotti, 78, Istr., 128, alleg. stima e pianta dei periti Giovanni Carlo Iacotti e Benedetto Kiussi).
1843, mar. 7 Antonio de Pilosio vende a Leonardo Di Marco «due casette erette da muri e coperte di coppi col relativo fondi e cortile». La 1695 interna confina lev. Venerio, mezz. Venerio, pon. Pettoello, tram. Mangilli. La casa 1696 confina «a lev. il borgo di Treppo, mezz. e pon. portico e fondi restante al — Pasini, e a tram. — Mangilli» (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/I, 440).
1852*Proprietà di Antonio Pilosio (Competenze, II, f. 8v).
1696
1801 Domenico fu Mattia Pettoello (Nomenclatura, f. 63v).
 *Affittuale Bartolomeo Cassina (ibid.).
1808, ag. 5*Proprietà del sac. Sebastiano Zuccolo. Vedasi n. 1695.
1809 Don Sebastiano Zuccolo (Registro delli aloggi, f. 46v).
 *Vi abita l’agricoltore Domenico Basandelotto (ibid.).
1852*Proprietà di Antonio Pilosio (Competenze, II, f. 8v).
1853, sett. 27*Leonardo de Marco, muratore, chiede il permesso «di far alcune variazioni alla facciata della casa — n. 1696». Andrea Scala, incaricato di ispezione, ne redige relazione, giudicando «plausibili le riforme» (A.S.U., C.A. II, 66/1853, 7177 Orn. II C, con dis.).
[1938] Al primo piano, tra le finestre, l’Annunciazione.
1697
1801 Domenico Pettoello (Nomenclatura, f. 63v).
 *Affittuale Domenico Coelli (ibid.).
1804, magg. 5*«— Giovanni figlio del sig. Osvaldo — Cortolezzis — ha — venduto —a — Antonio q. Andrea Quelli — una casa con adiacenze, posta nel borgo di Treppo, stata per conto dello stesso — Osvaldo escorporata al sig. Bernardino, uno dei figli — del — q. Mattia Pettoello, con operazione 26 marzo 1802 dal pubbl. per. — Giovanni Iacotti —; qual casa veniva da esso abitata al tempo della — escorporazione e viene anche presentemente — condotta in affitto semplice dallo stesso —. E questa — vendita — fa il detto — Cortolezzis — per il prezzo di d 400 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLVII instr., 3539, f. 4625v — 4626v).
1809 Antonio Guelli, domestico (Registro delli aloggi, f. 46v).
1837, giu. 26 Don Antonio Marzolla vende a Valentino Iuretigh la casa 1697 «con cortivo annesso», per L 1742,85 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10488, 10850).
1852*Proprietà di Valentino Iuretigh (Competenze, II, f. 8v).
1856, febbr. 7*Giuseppe Iuretigh presenta progetto per riformare e alzare la casa e ne ottiene l’approvazione (A.S.U., C.A. II, 66/1856, 899 Orn. II C, con dis.).
1698
1729, lugl. 18 Si delibera di acquistare per il quartiere di fanteria «case furono di ragion Valnegra, ora di ser Ioachin Del Forno, di d. Paola Citta ed altri compossessori —» (Annales, CVI, 31v — 32v).
1729, ag. 26 Gioacchino Del Forno, Paola ved. Citta e figli vendono per d 1600 le case già Valnegra per uso di quartiere di fanteria (Annales, CVI, f. 34r — 37r).
1801 «Quartiere fu de’ soldati ex veneti» (Nomenclatura, f. 63v).
1809 Genio militare (Registro delli aloggi, f. 46v).
1809*Relazione di Francesco Moretti al podestà: «Il Quartiereto. La casa è segnata al c.n. 1698 ed ha li seguenti locali. Fabbrica alta verso il borgo; granaio o sia soffitta; in primo appartamento; due camere, una saletta ed un attrio; in piano: due mezzadi ed un sotto-portico d’ingresso. Fabbrica seguente verso mezzodν: granaio o sia soffitta; in primo appartamento: due camere, una delle quali ad uso di coccina; in piano: due mezzadi. Fabrichetta a mezodν del cortivo: due granai o soffitta; in piano: una stanza. A pon. del cortivo: un solaro apperto a due lati con copperto sostenuto da pilastri di cotto. Fabbrica a tram. del cortivo: soffitta ad uso di fenile; in piano: stanza ad uso di scudaria» (A.S.U., C.A. I, 1, f. 4v — 5r).
1852*Proprietà delle Rosarie (Competenze, II, f. 8v).
1876*Fabbrica di carrozze di Domenico Settimini1 (COSMI-AVOGADRO, 90), segnalata anche nel 1883 (AVOGADRO, 141).
   
NOTE1Sull’attività del Settimini: FALCIONI, Industrie udinesi, 316, 320.
   
BIBLIOGRAFIA Archivum... Catastico, I, 25, 26; BONORIS, Santa Maria delle Grazie, 58, 141; PICCO, Ricordi, 109.
1699
1801 Rr. mm. delle Convertite (Nomenclatura, f. 63v).
 *Affittuale Leonardo Bertoli (ibid.).
1801, giu. 26 La casa delle Convertite vende per d 290 a Giuseppe Del Bianco una casa in borgo Treppo ereditata da Gioseffa Zorutti; consta «di una stanza terranea, camera e granaro sopra, tenuta presentemente in affitto — da — Leonardo Bertoli; — confina a lev. — borgo di Treppo, a mezz. e pon. quartiero pubblico ed a tram. — Gottardo e cugini Venerio —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLIII instr., 3166, f. 4215v — 4216v).
1809 Giuseppe Fachino, «servente» (Registro delli aloggi, f. 47v).
 *Vi abita il bavellino Michele Galvani (ibid.).
1852*Proprietà di Verginia Del Bianco (Competenze, II, f. 8v).
1700
1801 Gottardo e nipoti Venerio (Nomenclatura, f. 63v).
 *Affittuale Anna Tommadini (ibid.).
1809*Appartiene a Gerolamo e fratello Venerio. Vi abita l’industriante Anna Rossetti (Registro delli aloggi, f. 47v).
1836, magg. 19*I fratelli Girolamo e Antonio Venerio «sono divisati — a dare una miglior forma al prospetto sulla strada della loro casa nel borgo di Treppo al c. n. 1700 regolarizzando la porta e finestre, riducendo a cornice la linda e pavimentando di quadrelli di pietra il marciapiedi». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 254/X, 2584 Orn. II C, con dis.).
1852*Proprietà dei fratelli Venerio (Competenze, II, f. 8v).