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1501 | |
1801 span> | | Padri Serviti della B.V. delle Grazie. Affittuale Biagio Sanzit (Nomenclatura, f. 56v). |
1809 span> | * | Appartiene al r. demanio. Vi abita l’oste Giuseppe Gennari (Registro delli aloggi, f. 42v). |
1811, giu. 29 span> | * | Vedasi n. 1496. |
1815, giu. 2 span> | * | Relazione del commissario di polizia al podestà, dopo il sopralluogo compiuto da Giuseppe Prisani al locale n. 1501: « Onde conoscere se l’edifizio di tintoria chiesto di erigersi dal sig. Giovanni Tessitore potesse o no essere dannevole al pubblico interesse». Esprime parere favorevole sulla domanda a patto che il petente «faccia in prima effettuare un picciolo lavoro nel camino» (A.S.U., C.N., 186, 3976 Pol. 20). |
1851 span> | ° | Come il n. 1496 (A.O.U., Censimento stabile catastrino). |
1852 span> | * | Proprietà dell’ospedale di Udine (Competenze, II, f. 3v). |
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1502 | |
1801 span> | * | Padri Serviti della B. Vergine delle Grazie. Affittuale Leonardo Piva (Nomenclatura, f. 56v). |
1801-1851 span> | | Vedasi n. 1496. |
1809 span> | * | Appartiene al demanio. Vi abita il muratore Leonardo Piva (Registro delli alloggi, f. 42v). |
1852 span> | * | Proprietà dell’ospedale di Udine (Competenze, II, f. 3v). |
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1503 | |
1801 span> | | Padri Serviti della B.V. delle Grazie (Nomenclatura, f. 56r). |
span> | * | Affittuale Antonio Capellaro, «cargnelo» (ibid.). |
1801-1851 span> | | Vedasi n. 1496. |
1809 span> | * | Appartiene al demanio. Vi abita il cappellaio Antonio Durν (Registro delli aloggi, f. 42v). |
1852 span> | * | Proprietà dell’ospedale di Udine (Competenze, II, f. 3v). |
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1504 | |
1801 span> | | Padri Serviti della B.V. delle Grazie (Nomenclatura, f. 56r). |
span> | * | Affittuale Domenico Piva (ibid.). |
1801-1851 span> | | Vedasi n. 1496. |
1809 span> | * | Appartiene al demanio. Vi abita la levatrice Margherita Piva (Registro delli aloggi, f. 42v). |
1817, sett. 19 span> | * | Il cursore municipale presenta in questa casa ad Antonio Liesc diffida a munirsi di licenza di polizia (A.S.U., C.A. I, 10). |
1852 span> | * | Proprietà dell’ospedale di Udine (Competenze, II, f. 3v). |
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1505 | |
1801 span> | | Padri Serviti della B.V. delle Grazie. Affittuale Nicola Fasano (Nomenclatura, f. 56v). |
1801-1851 span> | | Vedasi n. 1496. |
1809 span> | | Leopoldo Zuccolo pittore1 (Registro delli aloggi, f. 42v). |
span> | * | Vi abita il calzolaio Antonio Fasani (ibid.). |
1832, mar. 22 span> | * | Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al «casolino» Pietro Sburlino, l’avviso municipale n. 1050, diretto ai venditori che ingombrano le strade «con merci di fruii ed oggetti riguardanti la salubrità» (A.S.U., C.A. I, 193). |
1852 span> | * | Proprietà dell’ospedale di Udine (Competenze, II, f. 3v). |
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NOTE span> | 1 | Vedasi anche n. 1506. |
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1506 | |
1801 span> | | Padri Serviti della B.V. delle Grazie. Affittuale Valentino Zuccolo (Nomenclatura, f. 56v). |
1807, nov. 12 span> | * | «È pervenuta in dominio dell reggio demanio la casa dei vicini situata nel borgo di Pracchiuso n. 1506 e 1507 di provenienza dell’avvocato convento della B.V. delle Grazie, consistente in luogo terraneo ad uso di cucina con camera di sopra, altro terreno ad uso di bottega con camerino superiore e altra cucina con tre stanze contigue terrene, con camerino sopra di uno di dette stanze, andito con porta e cameretta sopra, stanza terrena con camera superiore, portichetto e portico grande con altro portico ossia logia, corte con fondo di pura tera a ciel scoperta; porzione di detta casa viene goduta in semplice affitto dal sig. Giacinto Zuccolo . Zuccolo s’obbliga di acquistare la casa » (A.S.U., Antonio Lorio, 10431). |
1808, magg. 12 span> | ° | Il demanio vende a Leopoldo Zuccolo1 le case 1506-1507 per L 2078 (not. Antonio Lorio). |
1809 span> | * | Appartiene al pittore Leopoldo Zuccolo che vi abita con la famiglia (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1852 span> | * | Dorinda Zuccolo (Competenze, II, f. 3v). |
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NOTE span> | 1 | Circa questo pittore: BERGAMINI-TAVANO, Storia dell’arte, 520; ROSSITTI, Dizionario degli incisori friulani, 73-76; S[ACCOMANI], Il ristauro, 36. |
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1507 | |
1801 span> | | Rr. pp. Serviti (Nomenclatura, f. 56r). |
span> | * | Affittuale Pascolo Sburlino (ibid.). |
1807, nov. 12 span> | * | Vedasi n. 1506. |
1808, magg. 2 span> | | Vedasi n. 1506. |
1808, magg. 18 span> | ° | Leopoldo q. Valentino Zuccolo vende il n. 1507 a Pascolo q. G.B. Sborlino per L 2200 (not. Antonio Lorio). |
1809 span> | | Pascolo Sborlini, «casolino», che vi abita (Registro delli aloggi, f. 42v). |
1812, magg. 12 span> | * | « Pascolo del fu G.B. Sborlino cede in patrimonio ecclesiastico al chierico di lui figlio una casa sita nel borgo di Prachiuso al c.n. 1507 ». L’allegata perizia di Vincenzo Moro e Pietro Borghi la indica come «fabrica di muro copperta di coppi, con fondo e cortivo, situata al c.n. 1507, serve di abitazione al sig. Pascolo Sborlino, che tutta unita confina a lev. Leopoldo Zuccolo e Giulio Citarò, mezz. la chiesa delle Grazie , pon. detta chiesa e parte demanio con fabbrica della chiesa di S. Maria Elisabetta ed a tram. detta fabbrica e borgo di Pracchiuso » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10589, 687). |
1852 span> | * | Antonio Nardini e chiesa della B. Vergine delle Grazie (Competenze, II, f. 3v). |
1876 span> | * | Pizzicheria di Luigi Perosa e rivendita di privative delle sorelle Benuzzi (COSMI-AVOGADRO, 110, 111). |
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1507B Oratorio di Santa Elisabetta | |
1811, dic. 14 span> | | Il demanio vende l’oratorio di S. Elisabetta a Silverio Tomaso Agostini per la chiesa delle Grazie, che la adibisce a deposito dei propri arredamenti. Ceduta a terzi ugualmente per deposito, è abbandonata e per usucapione passa di proprietà d’altri (DELL’OSTE, S. Valentino, 52-54). |
1850, mar. 4 span> | * | Alla «spett. congregazione municipale. Il sottoscritto artista pittore, dovendo eseguire una pala d’altare pel duomo di Pirano, per formare il suo studio ottenne a titolo di locazione il magazzino che fiancheggia il santuario della B. Vergine delle Grazie, della cui facciata si esibisce il disegno. Siccome nel predetto magazzino non domina luce sufficiente per uno studio pittorico, cosν il sottoscritto si trova necessitato d’implorare presso questo spettabile congregazione municipale ch’egli conceda di praticare sulla facciata del magazzino suddetto, due aperture della forma e dimensione che viene dimostrata con segnatura nel disegno allegato. Si obbliga poi il sottoscritto di rimettere a locazione finita, il muro e le finestre nello stato in cui attualmente si trovano ad essere, adattandosi anche di depositare a mano della fabbriceria della v. chiesa della B. Vergine delle Grazie, la somma occorrente per tale ricostruzione. Giovanni Pagliarini1» (A.S.U., C.A. I, 487/1850/VI, 1192 Orn. II C, con dis., vistato dal capomastro Giuseppe Presani, che scrive: «Visto il presente disegno, trovo suscettibile a farsi l’opera senza nessun pericolo»). |
1850, apr. 9 span> | * | «All’on. congregazione municipale della r. città d’Udine. Il sottoscritto, non per fare il delatore, ma solo amante del bello e dell’abilimento della città, deve ricordare che rimpetto la propria abitazione nella ex chiesa di S. Elisabetta in fianco alla r. chiesa delle Grazie, vennero aperti due vanni di finestra che al vedersi col complesso della fabrica sembrano due grandi portoni rurali, formanti un cattivissimo assieme. A sν fatto inconveniente havi anche quello di essere compromessa la pubblica sicurezza, perché li esterni oscuri sono impostati cosi bassi, che qualunque passegiero deve incepare in essi. Una cosa sν brutale non può sicuramente permettere la sapiente deputazione d’ornato sotto nessun aspetto. Allo scrivente sorgie il dubio che sia acaduto abuso tratandosse di favorire un celere ritratista che andava offrindossi di ritratare gratis tutti quelli che si avessero prestato a provedere un locale spacioso eguale a quello che rinvenne nell’antidetto locale. E difatti per quello in discorso credassi che si abbia obbligato di rittratare il molto rev. paroco nonché li fabricieri della B. Vergine delle Gracie e ciò per compensare il tenue affitto convenuto. Non potrebbe essere imposibile che si avesse offerto di ritratare anche li membri della commissione e ornato all’oppera assenzienti. A dire il vero ogni uno si vede volentieri ritratatto da valente penello e molte volte, onde il ritratto resti a stupenda memoria dei posteri. Plausibile idea, quando le fisonomie portassero con sé l’impronta veritiera del cuore; ma allora dubito che pochi nutrissero questa vaghezza. Io n’ebbi la singolare offerta nel caso di rinvenimento del locale domandato; la mia modestia me ne astenne dalla assunzione e piϊ anche il pensiero che il mui ritratto chiamerebbe su me la terribile sferza del ridicolo, come per ora l’à suscitata in ciascuno la barocagine dell’eseguito lavoro e che durerebbe eterna ove purtroppo non si avesse insegnato a deplorare qualche disgrazia pel minacianto colocamentea degli oscuri sudetti. Tanto per norma e lume di questa rispetabile municipalità, onde impedire le tante e continue ingiurie scagliate sulla defformità di quell’opera riservandossi di produre una rimostranza od un regolare atto legale sancito dalle persone che ne risentano pericolo. A. Nardini» (A.S.U., C.A. I, 487/VI, 1912, Orn. II C). |
span> | | a ms. minacinte |
1850, apr. 9 span> | * | Il podestà sull’argomento: «Colla unione della posizione relativa al lavoro accordato si passi lo stravagante ricorso del Nardini alla deputazione d’ornato, onde si compiaccia di esaminare di nuovo il lavoro e di offrire ogni occorrente operazione massime sugli oscuri che non sarebbero stati richiesti. Ritornare le carte. Il podestà A. Caimo Dragoni » (ibid.). |
1850, apr. 12 span> | * | La deputazione d’ornato alla congregazione municipale: «Non è meraviglia che i due finestroni compariscano discordanti coll’insieme della facciata, perché lo erano già in senso della domanda, e perché lo divennero maggiormente nella loro esecuzione arbitraria, essendosi costruiti piϊ bassi di m 0,40 e piϊ larghi di m 0,26. Si notano queste misure, malgrado la mancanza della scala metrica, perché la si desume della facciata, ch’è di m 13,28. Che se la scrivente opinò per l’approvazione, non intese con ciò di applaudire alle loro forme, ma di tollerarle in senso della istanza, trattandosi di cosa puramente provvisoria, e pel tempo necessario alla dipintura di una pala d’altare pel duomo di Pirano. Ma cogli arbitri nella esecuzione si aggravò, non v’ha dubbio, la condizione; e se potevasi tollerare quanto fu proposto di principio, noi potrebbesi forse dopo che le circostanze si sono cangiate ed in peggio. Tuttavolta nella provvisorietà sendovi luogo a latitudine di tolleranza, vedrà cotesta congregazione se potrà declinare da una certa serenità; tanto piϊ che merita qualche indulgenza, ed il sito della facciata in ritiro della strada principale, e l’uso artistico a cui si destina il lavoro. Per riguardo poi alle imposte, sembra che non possano nuocere al libero transito di passeggieri; dacché una è chiusa stabilmente e l’altra si muove da un’altezza maggiore di due metri. Del resto va bene che cotesto municipio con esemplare moderazione abbia giudicato soltanto stravagante il ricorso del sig. Antonio Nardini, perché, giudicandolo opera della demenza o della calunnia, correvasi l’obbligo di rifiutarlo negli atti propri, o denunziarlo alla politica autorità. La deputazione d’ornato, Bassi Giambattista» (ibid.). |
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NOTE span> | 1 | Per il pittore Giovanni Pagliarini (che abita al n. 1805): T. BREJC, Slikarstvo od 15. do 19. stoletja na Slovenski obali Topografsko gradivo, 148, 149; DEL PUPPO, Pittori, scultori, 101. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | BIANCHETTI, Su d’un’iscrizione; BONORIS, Santa Maria delle Grazie, 84; CAPODAGLI, Udine illustrata, 28; DE PIERO, Antiche parrocchie, 83; de RENALDIS, Della pittura, 77; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 19, 12. |
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ICONOGRAFIA span> | | GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 13; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 8; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 56. |
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1508 Basilica e convento delle Grazie | |
1040 span> | | Convento dei benedettini cassinesi sotto il titolo dei Ss. Gervasio e Protasio1. |
1349 span> | | Il convento passa ai Celestini2. |
1479 span> | | Passa ai Serviti3. |
1555, sett. 10 span> | * | « Audita supplicatione reverendorum patrum ordinis Servorum, posita fuit pars per deputatos quod sit data auctorithas deputatis considerandi summam impensam faciendam in emendis et deyciendis domunculis oppositis scalam novam fabricandam per dictos fratres et referendi huic consilio. Super qua parte inita fuerunt suffragia et capta fuit pars cum balotis 123, contrariis 17» (Annales, LIV, f. 57r — 57v). |
1567, ag. 10 span> | * | Il consiglio accetta l’offerta delle casette da parte dei fratelli Montona per ricavar lo spazio utile alla costruzione della scalinata (Annales, LVII, f. 86v — 87r). |
1567, nov. 17 span> | * | « Ser Nicolaus et ser Datus fratres filii olim ser Thomæ de Montona pretio ducatorum centum octuaginta quinque, exbursando per ser Ambrosium , camerarium comunis vendiderunt deputatis civitatis Utini publico nomine stipulantibus domum dictorum fratrum muratam ac tegulis coopertam cum curia , positam in viridario comunis cuius ab oriente confinis est strata publica molendini, a meridie et occasu solum viridarii suprascripti et a montibus confinat cum horto dictorum venditorum » (Annales, LVII, f. 106r — 106v). |
[s.d.] span> | °° | Progetto per il prosciugamento dello stagno in Giardino (B.C.U., A.C.A., ms. D.XXII, c.16r). |
1798, mar. 31 span> | * | Il comando militare ordina che il convento delle Grazie, esclusa la chiesa, sia sgomberato, in quanto dovrà servire per «deposito monture» (A.S.U., C.A., 150/167). |
1801 span> | * | Convento dei pp. Serviti della B.V. delle Grazie (Nomenclatura, f. 56v). |
1805, dic. 14 span> | ° | «Udine, nell’ufficio della cancelleria della città, al convento delle Grazie» (not. Andrea del fu Francesco Brunelleschi). |
1806, lugl. 28 span> | | Decreto di soppressione del convento dei Serviti (Bollettino delle leggi del Regno d’Italia, Milano 1806, parte II, 809-820). |
1809 span> | * | Convento dei pp. Serviti (Registro delli aloggi, f. 42v). |
1809, mar. span> | ° | La prefettura aveva sede nel convento delle Grazie. |
1810, dic. 24 span> | * | Il direttore del demanio e diritti uniti del dipartimento di Passariano al podestà di Udine: «Questa municipalità nel 1809 fece ricorso per ottenere le chiese di S. Elisabetta presso le Grazie, di S. Spirito in borgo Aquileia e di S. Croce presso S. Spirito per gli urgenti bisogni di allora di casermaggio. Il co. senatore ministro delle finanze accordò la domanda con questo però che la concessione fosse circoscritta alla durata del puro istantaneo bisogno di casermaggio e che la comune pagar dovesse quel fitto che fosse giudicato conveniente . Quantunque cessato l’istantaneo bisogno d’allora e sur alcuna corrisponsione di fitto, questa municipalità detiene da quelle due de’ locali, cioè quello di S. Croce e di S. Pietro in borgo d’Aquileia ». Il podestà risponde: «È ben vero che questa municipalità fece ricerca delle chiese di S. Pietro di borgo d’Aquileia e quello di S. Croce presso S. Spirito, ma non ebbe però giammai luogo la concessione accordata» (A.S.U., C.N., 79/ XXV Demanio, 6716). |
1811, ott. 14 span> | | «Essendo disponibile dalla cassa di ammortizzazione per la legge di finanza 11 marzo 1810 il locale delle Grazie, fu convento de’ soppressi Serviti, poscia ad uso della prefettura dipartimentale del Passariano, coi fondi aderenti». Giacomo Filippo del fu Filippo Giterau acquista dal demanio l’ex convento dei Serviti nel borgo di Pracchiuso n. 1508 (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10424, 474; allegata descrizione e stima dei locali ad opera di Giuseppe Clocchiati). |
span> | °° | Pianta del Convento (B.C.U., F. p., ms. 1310/30). |
1812 span> | | Nel locale delle Grazie vi era un’osteria “Al castello” (Esercenti). |
1812, ag. 6 span> | * | «Il sig. Gitereau del fu Filippo accorda il piazzale di detto orto all’uso delle fiere e mercati per anni dieci da incominciare colla prossima fiera di S. Lorenzo delli 9 corrente agosto . In caso di soprabondante concorso di animali accorda pure l’uso del cortile nell’interno del di lui locale confinante colla porta del locale medesimo che mette nel borgo di Prachiuso » (A.S.U., C.A. I, 18/XIII, not. Francesco Bertoldi, n. 1069). |
1812, ott. 19 span> | * | Al podestà di Udine «si presenta Giovanni Lustri affinché gli venga rilasciata la licenza di poter esercitare l’arte di cavalarizzo nella corte da dietro del fu convento delle Grazie». Il permesso è concesso, secondo il parere positivo del commissario di polizia (A.S.U., C.N., 184, 5941, Pol. 20). |
1814, dic. 21 span> | * | «Filippo Githareau, proprietario del locale delle Grazie cede per anni uno, che avrà principio il 1 genn. 1815 porzione di detto locale consistente in una cucina, salotto attiguo, stanza era ad uso di refettorio, il tutto a pian terreno, un camerino al di sopra, che guarda sulla corte del pozzo , il tutto per uso di osteria , al sig. Pietro di Giovanni Sedco » (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10574, 925). |
1816, sett. 23 span> | * | «Giuseppe Giacomo Vial, ricevitore alle dichiarazioni delle dogane di Rouen in Francia , a Udine sono tre mesi e mezzo, latore di una licenza della sua amministrazione, ad effetto di mettersi in possesso d’una eredità loro successa della facoltà lasciata dal sig. Filippo Giacomo Gitareau suo cognato , costretto di fermarsi a Udine pari tempo che non gli sia lecito , implora il podestà » di rilasciargli un attestato in merito alla questione pendente (A.S.U., C.N., 187, 2790 Pol. 20). |
1818, febbr. 20 span> | | Il comune sin dalli ag. 1812 aveva stipulato il contratto con gli eredi Gitareaux, proprietari del locale e fondo alle Grazie, nel quale tenevansi le fiere dei bovini; si stabilisce ora di tenerle nel Giardino (A.S.U., C.A. I, 18/XIII, n. 1674, copia). |
1823, sett. 15 span> | | Il consiglio comunale progetta di acquistare da Maria Gitereaux Vial il locale delle Grazie «per la sua riduzione a caserma transenale» (Arch. Comune di Udine, Consiglio dal 1820 al 1826, prot. n. 3732, seduta n. 88). |
1824, genn. 22 span> | | Perizia dell’ing. Valentino Presani sul locale dell’ex convento dei pp. Serviti, insieme col progetto per la trasformazione dello stesso ad uso di caserma per truppe di transito (A.S.U., C.A. I, 89/XII, con diss.). |
1824, genn. 27 span> | * | Il consiglio comunale approva definitivamente l’acquisto del locale delle Grazie «onde disporlo al servizio di caserma transenale per la sua attuale capacità e per ampliarlo in appresso fino alla sua capacità di mille uomini e duecento cavalli » L’atto preliminare, debitamente citato, reca la data 14 seti. 1823 (A.S.U., C.A. I, 89/XIII, Processo verbale della seduta straordinaria del consiglio comunale tenutosi li 27 gennaio 1824). |
1824, nov. 6 span> | * | Il capo del primo quartiere segnala «nel fu convento delle Grazie» la presenza di un pozzo scoperto (A.S.U., C.A. I, 88/IX). |
1826, febbr. 21 span> | | Maria Margherita Caterina, «una dei coeredi del def. fratello Filippo Gitereau» ved. Vial «nativa della città di Menton» vendè al rev. Francesco Alessio «il locale ex convento delle Grazie al c.n. 1508, cioè tanto il fabbricato, quanto gl’inerenti fondi di corti, orto e brolo, ossia braida meno una porzione a tramontana già prima d’ora disposta, coll’istr. 14 sett. 1816 a rogiti del q. Francesco Nussi not. venduta, confina a lev. Piani q. Pietro q. Giovanni , Feruglio Giuseppe e sorelle q. Antonio , Zorattini Francesco q. Nicolò, Zoi Francesco q. Leonardo , Galvani G.B. e fratelli q. Antonio e Strassoldo Leopoldo q. Giuseppe e Fumagalli Giuseppe q. G.B. , a mezz. della Porta nob. Odorico q. Vincenzo , della Porta n. Venturina Orsola , e Caiselli coo. Carlo e Girolamo q. Francesco, a pon. il canale della roggia ed a tram. piazzale avanti la chiesa delle Grazie, per il prezzo di it. L 30000 » (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10634, 4105). |
1826, sett. 14 span> | | Il consiglio comunale delibera di prendere in affitto «i locali del fabbricato della B.V. delle Grazie, per uso delle scuole elementari minori maschili , essendo inservibili per angustia e stato gli attuali in borgo Gemona e nel locale dei Barnabiti» (Arch. del Comune di Udine, Consiglio 1826-1830, Protocollo verbale consiglio comunale, I, C). |
1836, magg. 20 span> | | Testamento di mons. Francesco Alessio parroco delle Grazie. Eredi per metà il santuario delle Grazie e per metà i poveri della parrocchia (Pietro CAPELLANI, Guida della beneficenza, 125-127). |
1837, giu. 21 span> | °° | Presentazione del progetto relativo alla facciata dell’architetto Valentino Presani (A.S.U., C.A. I, 878/1868/IV, 3687 Orn. I, con diss.; A.S.U., C.A. I, 878/1868/IV, 3687 Orn. I, con diss.; A.S.U., C.A. I, 878/1868/IV, 3687 Orn. I, con diss.). |
span> | °° | Il disegno del prospetto è firmato: «Per l’Architetto progettante Valentino Presani Direttore Generale delle Pubbliche Costruzioni della Dalmazia suo zio Giuseppe Presani». |
1852 span> | * | Eredi del fu mons. Francesco Alessio (Competenze, II, f. 3v). |
1901, magg. 29 span> | | «Il consiglio comunale, accogliendo la domanda del reverendo parroco della Beata Vergine delle Grazie in Udine, autorizza la consegna al medesimo delle pietre lavorate che componevano il contorno e le decorazioni della porta d’ingresso al r. istituto tecnico, stata demolita nell’anno 1882, e come le stesse si trovano oggi dν in deposito nel magazzino comunale, e ciò al fine che dette pietre abbiano ad essere impiegate e messe in opera sul lato esterno, prospettante sul vicolo delle Grazie, il tutto senza spesa alcuna a carico del comune ed a condizione che il lavoro sia eseguito entro un anno» (Parti prese... 1903, 95-96). |
1922 span> | | Basilica. |
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NOTE span> | 1 | Senza indicazione di fonte. Nel ms. Faccioli-Joppi in ogni modo si rimanda a: PALADINO, Tesoro di Udine, [5]. |
span> | 2 | Anche questa notizia è priva di citazioni. Cfr. PASCHINI, Storia, II, 265. |
span> | 3 | Probabile fonte è FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 165r . |
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STUDI INEDITI span> | | L’elenco delle fonti mss. è pubblicato in forma ordinata per argomenti da I. Bonoris, che fornisce anche una bibliografia particolareggiata. Per gli argomenti di carattere generale: CIPOLLA, Memorie, f. 70r ; FACCIOLI-JOPPI Chiese, f. 156v — 165v. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | AMASEI, Diarii, 295; La basilica delle Grazie in Udine; Annales...Catastico, I, 5, 24, 56; BEDONT, Gli “ex voto” ; BERGAMINI, Gaspare Negro, 20-22; BERGAMINI-TAVANO, Storia, 337, 395, 409, 434, 438, 515, 533; Bollettino delle leggi del Regno d’Italia, parte I, 280-284; BONORIS, Santa Maria delle Grazie, 146-147; BATTISTELLA, Il giardino, 10, 20, 21-22; BATTISTELLA, Udine, 65, 112-113; BRAGATO, Guida, 83-85; CARACCI, Antichi ospedali, 80; CAVALCASELLE, La pittura, 37, 101, 146, 155, 234-236; CICONI, Udine, 468-470; DELL’OSTE, La basilica delle Grazie; DELL’OSTE, Hortus conclusus, 82, 94, 112-113; DELL’OSTE, Una pagina di storia; DEL PUPPO, Chi dipinse la Madonna; DE PIERO, Antiche parrocchie, 71-73; GALLICI, Sul progetto, 3, 5; GEIGER, Antonio Carneo, 75; GIOSEFFI, Udine, 156; JOPPI, Udine prima del 1425, XI; di MANIAGO, Guida, 42-43; MASSARI, Giorgio Massari, XIX, XXVII, 5, 129; Oreficeria sacra in Friuli, 97, 112; L. PALLADIO degli OLIVI, Memorie udinesi, 28, 46; PALLUCCHINI, La pittura veneziana, 275; Panegirico alla Beatissima Vergine delle Grazie; PARONI-BARBINA, Arte organaria 26, 231-232; Parti prese... 1880, 3, 125; Parti prese...1913, 34; PICCO, Illustrazione; PICCO, Un artista friulano patriota, 235; della PORTA, Toponomastica, 105, 175; Quale la vera effigie; Regolamenti del ministero pel culto, I, 122-136; de RENALDIS, Della pittura, 21, 77, 78, 80; RIZZI, Antonio Carneo, 40; RIZZI, Mostra della pittura veneta del Settecento, 66; RIZZI, Pluralità, 250, 349, 380, 389, 456, 484, 493, 494; RIZZI Storia...Il Seicento, 16; RIZZI, Storia... Il Settecento, 16, 54; ROTA, Cenni, 7-8; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 11-12, 18; 3 (1937), 12-13; Serto poetico offerto a Maria Vergine delle Grazie; SEMENZATO, La scultura veneta, 96, 98; C. SOMEDA de MARCO, Cinque secoli, 86; TONISSI, Parole; Traslazione della miracolosa immagine; VALE, Contributo, 33, 49; VALENTINIS, Udine antica, 17; ZANELLA, La Madonna delle Grazie. |
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ICONOGRAFIA span> | | GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, n. 14; GIRONCOLI- de BAURAIN, Stemma della città, 12; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, 9; MURERO, Udine metropoli, n. 14; RASICOTTI, L’antica e nobilissima città; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 10. |
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1509 | |
1801 span> | | Rev. fraterna di S. Gervasio (Nomenclatura, f. 56v). |
span> | * | Sala del consiglio (ibid.). |
1803, giu. 15 span> | * | Inventario e stima dei mobili che si trovano in casa di G.B. Copis (A.S.U., N., Domenico Cosattini, 10561, I instrom., 63, f. 84v — 87r). |
1807, nov. 10 span> | * | «È pervenuta in dominio del r. demanio la casetta n. 1509, 1510 di provenienza dell’avocata fraterna di Ss. Gervasio e Protasio presentemente inaffittata Carlo q. Natal Bonano s’impegna di acquistare detta casetta » (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10431, 11). |
1808, apr. 1 span> | ° | Il demanio vende a Carlo q. Natale Bonanni la casa al n. 1509-1510 già della fraterna di Ss. Gervasio e Protasio per L 1420 (not. Antonio Lorio). |
1809 span> | * | Appartiene al demanio. «Ora regia prefettura» (Registro delli aloggi, f. 42v — 43r). |
1843, ott. 16 span> | | È di Leonardo Coppitz (A.S.U., C.A. I, 359/1843/IX, 7417 Orn. II C, con dis.). |
span> | °° | Il disegno è firmato dall’ing. Ballini. |
span> | * | Costui, « proprietario della casa al c. n. 1509, costeggiante di lev. della chiesa della B.V. delle Grazie, divisato di aprire una porta in angolo verso il Giardino, demolindo conseguentemente la scaletta esterna ed otturando la esistente porta », chiede l’autorizzazione, ricordando che la demolizione produrrà un «aumento di area all’ingresso di quella contradetta e quindi un utile al comune nonché una miglior visuale». La deputazione d’ornato, propendendo per la concessione, suggerisce di «far trasportare le macerie nella piazza dell’arcivescovado vicino alla sponda della roggia e rimpetto l’orto delegatizio» (ibid.). |
1852 span> | * | Appartiene a Leonardo Copis (Competenze, II, f. 3v). |
1868, nov. 14 span> | * | «I sigg. padre e figlio Coppitz vendono al comune di Udine il viottolo depresso lungo la fronte delle case ai c.n. 1509, 1510 separate da un parapetto di muro della strada pubblica, che dal piazzale della B.V. delle Grazie mette al borgo Pracchiuso, della superficie di m2 60 . I Coppitz si obbligano di colmare il viottolo cedutto a loro spese portandolo al livello del piano circostante . Il corrispettivo della vendita viene determinato nella somma di L 518,70 » (A.S.U., C.A. I, 878/VII, 5214 foglio 32). |
span> | °° | Il disegno allegato, datato 25 maggio 1865, è firmato da «L’Ingeg.re Civile Luigi de Candido». |
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1510 | |
1801 span> | | Ven. fraterna di S. Gervasio (Nomenclatura, f. 56v). |
span> | * | «Casa per li gastaldi» (ibid.). |
1807-1808 span> | | Vedasi n. 1509. |
1852 span> | * | Appartiene a Leonardo Copis (Competenze, II, f. 3v). |
1868, nov. 14 span> | * | Vedasi n. 1509. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | BATTISTELLA, Il giardino, 10. |
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1511 | |
1801 span> | | Co. Daniele Antonini (Nomenclatura, f. 56v). |
span> | * | Affittuale Angelo Righino, oste (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene a Daniele Antonini. Vi abita l’oste Angelo Arighini (Registro delli aloggi, f. 42v). |
1812 span> | | Osteria “Al giardino” (Esercenti). |
span> | * | Gestione di Tomaso Rossi (ibid.). |
1812 span> | | Osteria “Alle nuvole” (Esercenti). |
span> | * | Gestione di Antonio Manfredo (ibid.). |
1812, ott. 8 span> | * | Daniele del fu Alfonso M. Antonini chiede ed ottiene il permesso «di far stabilire e biancheggiare le facciate de’ muri delle due case, che sono situate in Prachiuso al c.n. 1511, che è una ad uso di osteria e l’altra annessa » (A.S.U., C.N., 179/XIX). |
1825, apr. 1 span> | | Il co. Daniele fu Alfonso Antonini vende ad Antonio q. Lorenzo Manfredi, oste, la «casa portante il c.n. 1511 con cortivo, confina a lev. col borgo di Pracchiuso, mezz. con calesella promisqua col sig. Giuseppe Fabrizio, loco del demanio, loco fraterna di S. Maria Elisabetta, pon. parte Fabrizio, e parte ospedale, ed a tram. parte collo ospedale parte col co. Antonini venditore e parte n. 1512. Consiste la premessa casa in due stanze terranee con focolare, due camere in primo solaro e grannaro sotto i coppi, il tutto con sue porte e finestre in ferramenta, lobeale a mezz. del cortivo, coperto di coppi, con tre collone di cotto a sostegno e corte comunica nella calesella promisqua col sig. Fabrizio; stanza in angolo di mezz. a pon. del cortivo, coperta di coppi, ad uso di cantina con finestre e porte; muro che chiude il cortivo a tram. lungo ps 6, alto con fonda eguagliato ps 2 pd 3 per metà coll’anzidetto co. Antonini venditore; altra casa contigua al c.n. 1512 con corticella, confina a lev. col borgo di Prachiuso, mezz. colla premessa casa al c.n. 1511, pon. col co. Daniele Antonini alienante ed a tram. coll’alveo della roia; consiste questa casa in due stanze terranee, due camere in primo solaro e grannaro sotto i coppi, il tutto con sue porte e finestre in ferramenta, cortivetto a pon. con muro di chiusura a tram. sopra la roia, lungo ps 1 pd 1, alto con fonda ps 2 pd 2 1/2 , muro chiusivo a pon. Questa vendita si fa pel prezzo di austr. L 5143 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10605, 3419). |
1825, magg. 6 span> | | È di Antonio Manfredo. Il proprietario inoltra richiesta alla congregazione municipale: «Per evitare un secondo tentativo di agnesione della casa in borgo di Prachiuso del c.n. 1511, ho disposto di alzare il muro di chiusura, che guarda verso la chiesa della Madona » (A.S.U., C.A. I, 100, 1570 Orn. II C, con dis.). |
1825, lugl. 20 span> | * | È di Antonio Manfredo. Vedasi n. 1512. |
span> | * | Il proprietario domanda il permesso di «inalzare il fabbricato della casa di sua ragione, parte serviente ad uso propprio e parte d’affitto, sito sotto li c.n. 1511 e 1512, conterminante al lato di lev. con strada serve di passagio alla chiesa delle Grazie ed a pon. col ponte della roia nel principio del borgo ». L’autorizzazione è concessa ad alcune condizioni, tra le quali quella di sistemare una « cornice eguale a quella eseguita nella casa n. 627 in borgo di Poscolle» (ibid.). |
1838, apr. 5 span> | | È di Antonio Manfredo (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 1670 Pol. Giud. IX D). |
1852 span> | * | Eredi q. Antonio Monfredo (Competenze, II, f. 3v). |
1876 span> | * | Osteria “Alle nuvole” gestita da Alessandro De Biagio (COSMI-AVOGADRO, 106). |
1883 span> | | Osteria “Alle nuvole” (AVOGADRO, 151). |
span> | * | Nell’edificio è ospitato anche il laboratorio del tagliapietra Valentino Martinis1 (AVOGADRO, 156). |
1883-1937 span> | | Osteria “Alle nuvole”. |
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NOTE span> | 1 | Per il tagliapietra Martinis: PICCO, Il grandioso scalone. |
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1512 | |
1801 span> | | Co. Daniele Antonini (Nomenclatura, f. 56v). |
span> | * | Affittuale Francesco Clain (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene a Daniele Antonini. Vi abita il conciapelli Antonio Clain (Registro delli aloggi, f. 42v). |
1825, lugl. 20 span> | | È di Antonio Manfredo, che domanda di alzar i fabbricati 1511-1512 a tre piani (A.S.U., C.A. I, 100/1825/II, 2726 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | Appartiene agli eredi di Antonio Manfredo (Competenze, II, f. 3v). |
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1513 | |
1736, sett. 17 span> | * | «Gl’ill.mi deputati hanno concesso a ser Andrea Mesaglio monaro il pezzo di sito da lui supplicato nel pubblico Giardino, appresso il suo molino, lungo la riva della pubblica roia, contenuto nella pianta, fatta sengare sopra luogo » (A.S.U., C.A., 14/9). |
1766, magg. 2 span> | * | I mugnani Francesco Fabro e Giuseppe Mesaglio ricevono l’ordine di scavare l’alveo delal roggia a monte del loro mulino1 «dal luoco in cui entra la roia presso le pubbliche mura fino all’acquedotto per cui sorte l’acqua del monastero di S. Agostino» (A.S.U., C.A., 1/II, n. 134). |
1801 span> | | Co. Daniele Antonini (Nomenclatura, f. 56v). |
span> | * | Affittuale Antonio Mesaglio, mugnaio (ibid.). |
1807 span> | * | Dalla relazione dell’usciere Mattia Rigatti che, in obbedienza all’invito del 12 giugno 1807, per il n. 1513 segnala: «Antonio Mesaglio di questa comune, molinaro affittuale del co. Danielle Antonini, con corenti n. 4» (A.S.U., C.N., 1/2). |
1809 span> | * | Il mulino appartiene a Daniele Antonini. Vi abita il mugnaio Antonio Mesaglio (Registro delli aloggi, f. 42v). |
1838, apr. 5 span> | | È del co. Gerardo q. Francesco Beretta (A.S.U., C.A. I, 285/1838/VII, 1670 Pol. Giud. IX D, con dis.). |
span> | * | Il proprietario «possiede la fabbrichetta ad uso stalla e porticale con cortivo annesso, posti alle finestre della roia, rimpetto al molino sotto delle Grazie, pure di sua proprietà sotto il c.n. 1513, tutt’unito ha per confini verso lev. e tram. la casa con fondo al c.n. 1511 di proprietà del sig. Monfredo Antonio ed a pon. e parte di mezzodν l’alveo della roia. Stando nel divisamento di alzare alquanto la parte che serve di porticale e di riformare affatto la stalletta coll’aggiunta di nuova fabbrichetta verso il cortile e pure con alzamento », chiede la possibilità di discutere col vicino coi buoni uffici dell’autorità competente. La conciliazione tuttavia non avviene (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 1670 Pol. Giud. IX D, con dis.). |
1844, dic. 19 span> | * | Gerardo Beretta, «proprietario del molino presso il c. n. 1513, desidera di chiudere una porta nel prospetto minore di esso molino, sostituendovi due finestre simmetricamente collocate e di aprire una porta nell’estremità superiore del prospetto maggiore, in luogo della finestra che attualmente vi esiste». Il progetto è giudicato tollerabile (A.S.U., C.A. I, 375/1844/III, 8268 Orn. II C, con firma, del muratore G.B. Madrisotti). |
1852 span> | * | Co. Gerardo Beretta (Competenze, II, f. 3v). |
1868, mar. 9 span> | * | Descrizione sommaria del mulino in vista di un’asta contro i Mesaglio: «Fabbricato diviso in due sezioni, posto nel pubblico Giardino al lato di ponente della chiesa della B. Vergine delle Grazie, diviso in due sezioni, parte ad uso di abitazione e parte ad uso di molino di grano con stalla e finile, foccolo relativo e corte, che confina a lev. con Di Biaggio Bernardo e Teresa, a pon. con strada pubblica ed a tram. con strada pubblica, roiale e Manfredi Giacomo» (“Giornale di Udine”, 3, LVIII, 9 marzo 1868, 4). |
1876 span> | * | Il mulino è gestito dai mugnai Francesco Birri e Rosano Basaldella. In questa casa inoltre ha recapito il negoziante di seta Giovanni Brunich (COSMI-AVOGADRO, 102, 114). |
1883 span> | * | Il mulino è retto da Francesco De Filippo (AVOGADRO, 149). |
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NOTE span> | 1 | L’esistenza di un mulino è documentata in questa zona almeno dal 12 lugl. 1305, anche se al momento attuale non si possiedono elementi per identificare il suo posto preciso: «Henricus q. Suntachi de Utino titulo donationis que dicitur inter vivos dedit Dominico q. Hermanni de Martingiaco, qui moratur Utini, recipienti vice et nomine Francisci de Spilimbercho f. Carneri domos suas de Utino et domos suas de villa Utini, molendinum suum de villa Utini prope S. Gervasium et omnes sues compos, pratos et omne suum aliud territorium tam de pertinentiis Utini quam ubique » (A.S.U., N., Osvaldo Pitta, 5118, vacch. 1305, f. 51v — 52r). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Archivum...Catastico, I, 359; Parti prese...1881, 109-110; Parti prese...1894, 99-100. |
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1514 | |
1644, genn. 11 span> | * | «Perché è necessario far diverse spese, et spese non ordinarie, ma di qualche consideratione nel molino1 di questo hospitale posto appresso la Madonna delle Gratie, al presente condotto a semplice affitto per ser Paolo Benedetto, nelle quali saria il medesimo Paolo tenuto per occasione dell’accomodar il corrente, che ciò può dirsi essergli piϊ che impossibile di poter hora giusto fare, rispetto al stato in cui si ritrova, però non volendo il dovere, che per causa sua l’hospitale riceva alcun danno, constituito il medesimo appresso me cancelliere s’obbligò (quando però gli sigg. rappresentanti il p. loco vogliano con il danaro dell’istesso far accommodar detto molino, mediante il somministrarli quella summa di contanti che sarà necessaria nella predetta accomodatione ) di mantenirlo in bonissimo stato per il corso di anni dodici prossimi, et di tutto punto all’ordine, senza che mai per il corso di questo tempo l’hospitale habbia sentire alcun incommodo, di far alcuna benché minima spesa in quello, sν nel fermo, come nel corrente » (A.S.U., Arch. S. Maria dei Battuti, 5, Secundus instrumentorum, f. 15r — 16v). |
1653, magg, 13 span> | * | «Paulo q. Benedetto Del Zotto di Adegliaco, hora monaro nel molino del p. hospitale grande appresso il cimiterio della Madonna delle Gratie» (A.S.U., Arch. Florio, 100, f. v, not. Pietr’Antonio Bronulesco). |
1656, ag. 24 span> | * | « Francesco Belgrado priore et G.B. Sarmida cameraro hanno locato in ragion di semplice affitto a Pietro Zampa molinaro et a Maddalena sua moglie il molino dell’hospitale medesimo, contiguo alla chiesa di S. Maria delle Gratie, condotto fin hora per Paolo di Benedetto Monaco, in virtϊ di locatione fattali dell’anno 1634 ai 20 di febraro » (A.S.U., Arch. S. Maria dei Battuti, 5, Secundus instrumentorum, f. 65v — 66r). |
1753 span> | | L’ospedale possiede un mulino (n. 1513-1514) proveniente dall’eredità di Giovanni Ottacini per testamento 1560 apr. 23, atti del not. Benvenuto Moretti2 (A.C.U., A.A.O., Cattastico...1753, f. 198v). |
1801 span> | | Pio ospitale maggiore (Nomenclatura, f. 56v). |
span> | * | Affittuale Isidoro Del Bianco, mugnaio (ibid.). |
1807 span> | | Dalla relazione dell’usciere Mattia Rigatti, che, in obbedienza all’invito del 12 giugno 1807, per il n. 1514 segnala: «Francesco Menassi molinaro afituale dell p. ospitale di questa comune, con corenti n. 4» (A.S.U., C.A. 1/2). |
1809 span> | * | «Non vi è che il molino» dell’ospedale (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1832, apr. 15 span> | °° | Pianta della Piazzetta Grazie (A.S.U., C.A. I, 193/I, 1599 Orn. II C, con dis.). |
1835, magg. 19 span> | | Progetto di riatto e restauro del mulino ad opera dell’ing. Osvaldo Del Bianco. Nell’occasione si chiede e si ottiene una porzione di suolo pubblico (A.S.U., C.A. I, 406/1846/II, 2253 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | Mulino dell’ospedale di Udine (Competenze, II, f. 3v). |
1876 span> | | Il mulino è retto da Francesco Birri (AVOGADRO, 149). |
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NOTE span> | 1 | Vedasi nota al n. 1513. |
span> | 2 | Tuttavia nel testamento non si nomina il mulino: 1560, apr. 26. Dal testamento di Niccolò Ottacini: « In omnibus suis bonis mobilibus et statilibus suam hęredem univertalem instituit d. Catharinam eius uxorem ; post vero eius mortem suum heredem universalem instituit ven. fraternitatem S. Marię Misericordiarum Batutorum de Utino » (A.S.U., N., Benvenuto Moretti, 5656, Liber testamentorum incipiens, 1546, 19 dec. et finitus 21 maii 1571, f. 54r — 55r). |
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1515 | |
1801 span> | | Era un molino1 dell’ospedale maggiore unito al 1514 (Nomenclatura, f. 56v). |
span> | * | Affittuale Isidoro Del Bianco, che vi abita (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene all’ospedale. Vi abita il mugnaio Francesco Menacigh (Registro delli aloggi, f. 42v). |
1852 span> | * | Pio ospitale di Udine (Competenze, II, f. 3v). |
1870, lugl. 16 span> | ° | Il n. 1515 viene venduto alla Chiesa delle Grazie (A.O.U., Censimento stabile catastrino). |
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NOTE span> | 1 | Vedasi nota al n. 1513. |
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1516 | |
1495, sett. 18 span> | | Il nob. Giovanni di Zucco chiede al comune 26 passi di terreno in Giardino, volendo edificare una casa1 (Annales, XXXIX, f. 50r). |
1697, giu. 23 span> | | Permuta tra il comune, che cede un pezzo di Giardino, ed il co. Federico di Zucco che cede un pezzo del suo orto (poi case dell’osteria del Nord) per allargare la strada avanti la nuova scalinata delle Grazie (B.C.U, ms. 1358/2). |
1798, magg. 2 span> | | « Giovanni q. Zuanne Toneghello della fortezza di Osoppo ha venduto al sig. Armando Seraffini di Ziracco una casa di una sola stanza terranea con granaretto sopra in cativo stato, posta nelle pertinenze del luogo detto il Giardino , confina a lev. un cortivo e staletta di G.B. Zampa, mezz. eredi nob. Feliciano Agricola, pon. Giardino, ed a tram. Zampa . Al qual effetto lo steso sig. Armando ha esborsata la somma di L 130 » (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, 242, f. 307r — 307v). |
1801 span> | | Eredi q. sig. Feliciano Agricola (Nomenclatura, f. 56v). |
span> | * | «Osteria, stalloni e varie affittanze» (ibid.). |
1809 span> | ° | Il locale al n. 1516 era destinato ad uso della gendarmeria che vi entrò nel marzo e rimase sino al febbraio 1810 (A.M.U., Gendarmeria 1809-1813). |
1809 span> | * | Appartiene a Rizzardo e fratello Agricola. In una parte abita il fabbro Giuseppe Pascoli. L’edificio è inoltre adibito a «caserma di gendarmeria» (Registro delli aloggi, f. 42v). |
1821, apr. 6 span> | * | Nicoletto del fu Feliciano Agricola presenta progetto di riforma della casa n. 1516 e ne ottiene l’approvazione (A.S.U., C.A. I, 53/1821/III, 1541 Orn. II C, con dis.). |
1825, mar. 14 span> | * | «Convenendo alla deputazione di far eseguire il trasporto della terra dalla casa Zucco in Giardino, per sopraporla alla materia solida per la livellazione della medesima, convenne con Andrea e Giovanni fratelli Cremese e Paolo Modotti il trasporto contro il pagamento di austr. L 22 » (A.S.U., C.A. I, 100/1825, I). |
1835 span> | * | Recapito della levatrice Caterina Clochiatti (A.S.U., C.A. I, 237/XII, Elenco del personale sanitario). |
1837, nov. 15 span> | * | Nicolò Agricola chiede ed ottiene di costruire un forno nella casa di sua proprietà al c. n. 1516 (A.S.U., C.A. I, 269/1837/III, 6579 Pol. II, con dis.). |
1843, febbr. 16 span> | * | Nicolò Agricola, possidente, domiciliato in Risano «ha divisato d’aprire una porta sulla facciata di pon. della di lui casa, posta nel pubblico Giardino n. 1516». La deputazione d’ornato giudica il progetto tollerabile (A.S.U., C.A. I, 359/1843/IX, 1514 Orn. II C, con dis., firmato dal capomastro F. Nardini). |
1849, febbr. 11 span> | * | Nell’elenco di pistrinai e venditori di pane del primo quartiere, è segnalato a questo numero Olivo Mondini (A.S.U., C.A. I, 465, 135). |
1852 span> | * | I n. 1516 A e 1516 B appartengono a Nicolò Agricola (Competenze, II, f. 3v). |
1876 span> | | Osteria “All’ancora” (COSMI-AVOGADRO, 105). |
span> | * | È gestita da Domenico Canciani, che tiene anche stallaggio (COSMI-AVOGADRO, 114). Il complesso ospita anche la bottega del tagliapietra Giuseppe Gregorutti (COSMI-AVOGADRO, 96), segnalata anche nel 1883 (AVOGADRO, 156). |
1883 span> | | Osteria “Al Nord” (AVOGADRO, 151). |
span> | * | Gestione di Valentino Gervasi (ibid.). |
1938 span> | | Osteria “Al Nord”. |
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NOTE span> | 1 | La casa dovrebbe essere «pulcra». Si aggiunge però che «nichil fuit deliberatum quum locumtenens et deputati dixerunt velle ire ad videndum et mensurare faciendum locum ». Nel rimanente periodo dell’anno non si trovano altri cenni alla faccenda. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | BATTISTELLA, Il giardino, 14-15; Parti prese...1880, 248, 270. |
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1517 | |
1644, genn. 21 span> | * | «Ser Carlo f. di ser Pietro Mis, callegaro di questa città, e d. Silvia sua moglie, f. del q. ser Benedetto Comin , permuttano a mess. Pietr’Antonio Navarra1 muraro qui in Udine , un pezzo di cortivo con quattro morari ala riva del Giardino, termina con la casetta di detti giugali Missii dai monti, da lev. col Giardino e da pon. col cortivo di mess. Pietr’Antonio, per esso acquistato con certa casetta vicina dalli nob. sigg. G.B. e fratelli q. Floriano Antonini, qual portione hora cessa debba, a differenza del cortivo che si risservano li Mis, separarsi con una linea retta, c’habbi principio in capo la stanza o parte di casa ch’essi qui sotto ricevono in cambio verso il Navarra, e vadi a finire al muro scoperto di detti ser Carlo e moglie congionto al muro dell’horto del nob. Fabritio Zucco, tanto però dicosta dal detto muro, quanto basti a lasciar l’ingresso ad un carro di fieno in capo detto cortivo dalla parte del Giardino, dove possa suo piacere detto ser Carlo tirrar una porta per serrarsi dentro. Perché detto mess. Pietr’Antonio cede a detto ser Carlo e d. Silvia quella particella del suo cortivo che verrà separata nel tirar la linea ed il sito d’una stanza in appresso la loro presente habitatione di larghezza della medesima è di capacità per l’altro verso di passa doi et mezo in circa, cioè fin al confino della nappa, che si ritrovava in detto sito d’una stanza prima che fosse demolita e nel qual sito mess. Pietr’Antonio s’obliga per tutto luglio prossimo tirrar su il muro dalle tre parti rovinate dell’altezza medesima e grossezza, che è la casetta di detti giugali Mis e ricoprirli di coppi con tavole sotto, facendovi un sollaro senza pianellare, cosi che resti una stanza da basso et una di sopra, questa con una fenestra verso il Giardino, e da basso con la nappa da fuogo, tromba e camino, che superi di tre piedi il coperto, una porta sopra la strada e due fenestre, una dalla parte della strada, l’altra del cortivo, con la conditione che mess. Pietr’Antonio possa a sua voglia chiuder cosν di stangacci o d’altro, come di muro, la parte di cortivo qui sopra cessagli, e, chiudendo di muro, possa mess. Carlo dala sua parte nel proprio cortivo tirrar una stanza sola di tre passa per longhezza appogiata al muro divisorio, ma solo di piedi otto d’altezza, il che però non pregiudichi al Navarra rispetto alla proprietà del muro, ch’esso fabricarà ad ogni suo beneplacito. Contentando egli che mess. Carlo e la moglie possano haver il frutto non solo di quest’anno de’ quattro morari essistenti nella portione di cortivo permutata, ma anco l’anno prossimo 1645 le foglie delli cinque o ver sei morari che son sopra il sito proprio del detto Navarra, per esso acquistato dalli sigg. Antonini, quando non dia fornita di tutto punto coi muri però stuccati solamente senza incartare le dette doi stanze per tutto luglio prossimo; ma se anco per tutto aprile non saran fornite, possa ser Carlo haver le foglie delli quattro morari essistenti nel cortivo per lui qui sopra cesso » (A.S.U., N., Bernardino Orgnani, 7321, X instr., f. 14r — 15r). |
1644, lugl. 28 span> | * | «Era occorsa qualche difficoltà circa l’effetto del contratto che si celebrò nelli 21 genn. dell’anno corrente per mano di me notaio fra mess. Pietr’Antonio Navarra, muraro in questa città, da una, e mess. Carlo Mis calligaro e d. Silvia Comina sua consorte dall’altra, seben poi queste parti, con l’occasione del nuovo convenuto, di che si farà qui appresso la nota publica, son aggiustate insieme per il laudo d’esso contratto in ogni sua parte . Hora si dechiarano d’esser in aggiunta dello stesso devenuti a tal conventione, cioè che mess. Pietr’Antonio nel coprir la casetta, che di presente egli fabrica in conformità dell’instrom. 21 genn. pass., debba levar via il coperto della stanza ivi vicina d’essi giugali Mis fin all’altro tempiaro, demolire quello di mezo fin all’altezza del sollaro della casetta nuova e da questa continuare detto sollaro con un ordine medesimo ben tratturado e congionto, cosν che capisca tanto la stanza da basso, c’hora è dricciata dal Navarra per essecutione del suddetto accordo, come pure l’altra delli Mis ivi immediatamente annessa ». Segue una descrizione dettagliata. Il documento precisa anche che le «doi casette» sono «poste ala riva del Giardino» (A.S.U., N., Bernardino Orgnani, 7321, X instr., f. 87r — 88v). |
1758, mar. 30 span> | | Pianta delle case di parte dell’isolato, nella quale si vede, contrassegnata con la lettera C, la proprietà Nimis. Il disegno è opera del pubblico perito Aurelio Manetti (A.S.U., C.A., 14/I, n. 37 , con dis.). |
1782, genn. 18 span> | | « Paolo, Leonardo, Antonio, Giovanni e Giacomo fratelli Nimis possessori di una casa con corticella , situata sopra la riva del Giardino, desiderando quella dividere, l’hanno fatta stimare col mezzo del pubbl. per. Antonio Di Martino, come dall’operazione 16 dic. scaduto e comecché porzione della casa stessa, cioè una stanza o camera sotto li coppi, è sopra una stanza terrena di ragione dello spett. Alessandro Rota di questa città, è stata cessa da piϊ anni a goder a detto Rota per d 40 cosν volendo essi fratelli dividere l’altra rimasta casa fra di loro coll’imputar per sua parte al detto Paolo la stanza cessa come sopra, che fu anco stimata dal detto perito colla rimanente case e corticella L 1144 s 6 p 8 alla quale aggiunti li d 40 fa la summa di L 1398 s 6 p 8, qual summa divisa in 5 tocca per parte L 268 s 9 p 4, sicché detto Paolo viene d’aver di meno L 24 s 7 p 6, delle quali deve essere dai fratelli risarcito con L 6 s 1 p 6 per cadauno. Desiderando pure detti quattro fratelli vender la corticella d’essa casa, quale è rimasta in comune fra essi e mettà del muro che guarda al mezzodν sopra la corticella col permetter anco l’otturazione della porta che passa nella corticella e delle due finestre, una della camera, altra del granaro, onde resti al compratore in libertà, hanno ricercato lo stesso Alessandro Rota che possede la caseta acquistata ad gaudendum dal detto Paolo ed ora passata in dominio d’esso Rota colla carta privata 14 corr. . Li citati Leonardo, Antonio, Giovanni e Giacomo hanno venduto al detto Rota la mentovata corticella colla promiscuità e metà del muro, colla facoltà di far la otturazione delle porte e finestre, e ciò per il capitale di L 130 s 11 » (A.S.U., N., Carlo Muzzenini, 9643, Plico 1782; alleg. stima del 16 dic. 1781, ad opera del pubblico perito Antonio Di Martino). |
1795, magg. 26 span> | | Francesco Rota la vende a Zuanne q. Andrea Nimis per d 240 (A.S.U., N., Girolamo Cosattini, 10391, 82, f. 113r — 114r). |
1801 span> | | Giovanni Nimis (Nomenclatura, f. 56v). |
span> | * | Affittuale G.B. Bilerio, oste (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene al fruttivendolo Giovanni Nimis che vi abita (Registro delli aloggi, f. 42v). |
1833, mar. 1 span> | | Caterina Tomada, «avendo acquistato un pezzo di fondo sull’angolo fra ponente e tramontana del cortivo della casa 1517, all’estremità verso levante della riva Lirutti , ha divisato di erigersi sopra una casetta per propria abitazione ». Inoltra pertanto la domanda col progetto, che viene approvato (A.S.U., C.A. I, 206/1833/I, 785 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | Proprietà di Catterina Nimis. Il n. 1517 A appartiene a Catterina Tomada Colussi. Il n. 1517 B appartiene a Vincenzo Tonisso (Competenze, II, f. 3v). |
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NOTE span> | 1 | Per il Navarra vedasi n. 1595. La moglie è l’ostessa del ponte di borgo d’Isola. Vedasi n. 1421. |
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1518 | |
1758 span> | * | Pianta della casa, ad opera del pubblico perito Aurelio Manetti, con le vicinanze, eseguita-in occasione della richiesta di suolo pubblico da parte di Alessandro Rota1, che nel disegno figura proprietario dell’edificio contrassegnato con la lettera A (A.S.U., C.A., 14/37). |
1798, ag. 1 span> | ° | Francesco Rota concede la casa in enfiteusi a G.B. q. Beltrame Zanussi (not. Armando Serafini)2. |
1799, febbr. 1 span> | * | « Francesco q. Sebastiano Rotta con instrom. 26 magg. 1795 vendette a Zuanne q. Andrea Nimis una caseta con corticella annessa, posta sopra la riva del Giardino , confinante con altra casetta dello stesso Nimis e con altra casa e cortivo di esso Rotta; indi con altro instrom. primo apr. 1798, per atti del sig. Armando Seraffini, nodaro in villa di Ziracco, cesse in emphiteusim a G.B. q. Beltrame Zampi l’altra sua casa sudetta con cortivo, verso l’annuo canone di L 100. Ora, desiderando esso Nimis di unire al proprio acquisto anche il detto emphiteotico , esso Rotta vende al preaccennato mess. Zuanne q. Andrea Nimis l’annuo predetto canone emphiteotico di L 100 » (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, Istr. 1796-1806, 281, f. 352r — 354r). |
1801 span> | | Francesco Rota (Nomenclatura, f. 56v). |
span> | * | «Affittuale Maria Tosa ed altri» (ibid.). |
1809 span> | * | La casa appartiene al mugnaio Pietro Zanussi, che vi abita, e all’agrimensore Osvaldo Colomba, che ha affittato la sua parte allo «scapinante» Giuseppe Toso e al domestico Antonio Zanussio (Registro delli aloggi, f. 42v). |
1812, magg. 31 span> | * | In seguito ad atto oppignorativo del 18 febbr. 1812, asta di una «cucina a pian terreno dal corpo della casa posta sulla piazza del Giardino publico al n. 1518 con ingresso verso la piazza ». Debitrice risulta Caterina Zanussa del fu G.B. per L 17,36 per imposta prediale sui caseggiati per il 1811 (A.S.U., C.N., 81, Processo verb. d’asta con effetto). |
1813, sett. 26 span> | | « Francesco del fu Allessandro Rotta , direttario della casa in questo pubblico Giardino, situata nella parte del Giardino denominata riva del Giardino, consistente in una stanza a pian terreno, in una camera sopra e grannaro, con cortivo e muro di chiusura, coscritta al c.n. 1518, che è il numero medesimo di altra casa confinante, e con cui era questa incorporata, confina a lev. colli eredi del deffunto Giovanni Nimis, mezz. colli eredi del fu sig. Feliciano Agricola parte e parte col sig. Osvaldo Colomba, mediante la detta casetta con cui questa era incorporata, pon. parte colla casetta stessa e parte col detto Giardino, ed a tram. parte con strada pubblica e parte con detti Nimis , detto Rotta cede pel prezzo di L 300 detta casa » ad Antonio del fu Michele Butli (A.S.U., N. , Luigi Bertoldi, 10361, 1413). |
1818, febbr. 26 span> | | Antonio del Butli la vende per L 600 a Vincenzo Tunizzo (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10599, 2244). |
1820, mar. 8 span> | * | Vincenzo Tonizzo chiede di alzare un muro di tre piedi vicino alla sua casa n. 1518. Nella concessione gli viene suggerito di migliorare il coperto sul portone d’ingresso (A.S.U., C.A. I, 35/V). |
1852 span> | * | Proprietà degli eredi del fu Osvaldo Colomba (Competenze, II, f. 3v). |
1855, mar. 1 span> | * | Caterina Sburlini «nella sua casa sita nel pubblico Giardino, avente il n. 1518, dopo compiuto il fabbricato, scoperse nella terraciuola della stessa che l’asfalto di cui è coperta porta significante daneggiamento alla casa ; impetra la concessione di poterle fare il coperto di coppi ». Segue il nulla osta dell’autorità comunale (A.S.U., C.A. II, 66/1855, 1272 Orn. II C, con dis.). |
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NOTE span> | 1 | Per Francesco Rota: BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 144; di CAPORIACCO, Storia dei periti, 87-88. |
span> | 2 | Nel fondo notarile dell’A.S.U., non esistono atti di Armando Serafini, o Seraffini, come cita il documento, qui riportato, del 1 febbr. 1799. |
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1519 | |
1526, ag. 10 span> | * | « Ser Bertrandus q. ser Antonii Zannii de burgo Poscolli Utini vendidit ser Ioanni a Rasmis civi et notario Utini duas domunculas sine sollariis simul contiguas, sitas Utini in burgo Insulę, in androna respondente in curiam ser Ioannis Moysi, iuxta aream dicti ser Ioannis, quę fuit Balzutti ab uno latere, viam andronę a parte ante, et ab aliis partibus domos dicti emptoris et iuxta alios confines dictarum domuncularum precio convento in ducatis quadraginta quinque » (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5453, Prot. istr. 1426-1427, f. 11r — 11v). |
1530, giu. 13 span> | | Supplica del notaio Giovanni de Erasmi per ottenere tanto spazio verso il Giardino da poter costruire i portici alla sua casa nuova su l’angolo fra via Giovanni da Udine e piazza Umberto I: « Habbiando mi da principio de una casa nova sul canton del Zardin in cavo lo muro del viridario del nobile ser Zuan Moise1, lo qual muro recta linea procede fin alla strada nuova, dove è logo amplissimo ». Gli viene concesso con il patto che il portico risulti lungo pd 10 (m 3.40) (Annales, XLVI, f. 260r — 260v). |
1801 span> | | È del monastero di S. Chiara (Nomenclatura, f. 57v). |
span> | * | Abitazione del confessore delle suore del convento stesso (ibid.). |
1809 span> | * | La casa appartiene al convento di S. Chiara. Vi abita il confessore delle suore, sac. Francesco Marcuzzi (Registro delli aloggi, f. 42v). |
1811, magg. 2 span> | | Pietro ed Antonio Calligaris, proprietari della casa d’angolo fra il giardino e il borgo d’Isola al n. 1519, chiedono di poter chiudere con muro «le quattro arcate del porticale» ma il permesso non vien loro concesso: «oggetti di polizia, viste di pubblica sicurezza, collegate alle massime d’ornato, oppongono l’accedimeto alla presente domanda» (A.S.U., C.N., 179/XIX, con dis.). |
1811, magg. 29 span> | | Il demanio vende a Pietro fu Francesco Calligaris la casa 1519 per L 2810 (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10423, 432; alleg. perizia di stima di G. Clocchiati redatta il 28 giugno 1810). |
span> | * | Si tratta della casa destinata un tempo dalle suore di S. Chiara al loro confessore. Confiscata con altri beni in ottemperanza alle leggi del Regno italico, viene poi venduta dal demanio: «Essendo disponibile dalla cassa di ammortizzazione la casa con cortivo ed orto annesso posta nella comune di Udine, borgo d’Isola 1519, di provenienza del monastero di S. Chiara di Udine , Mattio Perosa, direttore demaniale, vende al sig. Pietro del fu Francesco Caligaris, domiciliato in Udine al c.n. 1439 , la casa con cortivo ed orto » (ibid.). |
1815, sett. 13 span> | * | I fratelli Antonio e Pietro del fu Francesco Caligaris, «nella necessità di far restaurare nella loro casa in borgo d’Isola, al c.n. 1519, il portone che dà ingresso alla casa stessa dalla parte del pubblico Giardino, col dover sostituire per maggior solidità agli attuali pilastri di mattoni gli antili di pietra», chiedono l’autorizzazione per i lavori previsti (A.S.U., C.N., 180, 6788 Orn.). |
1819, apr. 6 span> | * | La deputazione d’ornato circa la proposta di «piantare delle chiaviche con rinchiele nel muro latterale lungo la linea che principia dalla casa dei coo. Alfonso e fratelli Antonini e prosegue sino a quella dei Calligaris, per sicurezza e riunione dei cavalli a quella località , trova indispensabile d’invitare l’autorità podestatizia a chiedere alli Antonini ed al co. Artico Andreuzzi di cui spettanza e solo diritto vien fatto credere esser la muraglia in discorso, la rispettiva loro adesione, onde con ciò togliere qualunque oggetto d’opposizione» (A.S.U., C.A. I, 24/XI, 29). |
1852 span> | * | Proprietà di Antonio Caligaris (Competenze, II, f. 3v). |
1938 span> | | È di Giacomo Antonini2. |
1956, giu. 12 span> | * | Vincolata con D.M. del ministro della P.I. |
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NOTE span> | 1 | L’orto dei Moises comprendeva tutto il terreno limitato dalle vie Giovanni da Udine, Gemona, Bartolini, Porta Nuova, Piazza Umberto meno le parti su le vie Gemona, Bartolini e Porta Nuova sulle quali, ab immemorabili, esistevano case. La casa dei Moise era il n. 1541. Dai documenti 1530-1539 si rileva che lungo la via Giovanni da Udine, lato meridionale, esistevano due sole case, quella degli Erasmi e quella di cui parla il documento del 1539 al n. 1532. |
span> | 2 | Aggiunta a matita: «ora Toso: 1951». |
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BIBLIOGRAFIA span> | | BATTISTELLA, Il giardino, 12, 15, 17,18; CORGNALI, La “sepolta viva”, 293-296; della PORTA, Toponomastica, 167. |
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1520 | |
1801 span> | | Consorti Tommasoni (Nomenclatura, f. 57v). |
span> | * | Affittuale Giacomo Ermacora ed altri (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene all’oste Bartolomeo Tomasone. Vi abita il falegname Francesco Tomasone (Registro delli aloggi, f. 42v). |
1811, genn. 26 span> | * | In seguito ad atto oppignorativo del 23 ott. 1810, asta senza esito di «metà della casa» di Sebastiano Tomasone, nel borgo d’Isola, al n. 1520 (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta). |
1823, genn. 18 span> | | Maria q. Bortolo Della Giusta vende a Sebastiano q. Francesco Onofrio una casetta in borgo d’Isola al n. 1520, mappale 950-952, «confina a lev. Pietro Caligaris, mezz. e pon. Vincenzo e fratelli Agricola, tram. Braidotti di Bertiolo e parte strada del borgo d’Isola, qual casa pervenne in essa Maria quale erede di Leonilda Merlini. Questa vendita si fa pel prezzo di it. L 800 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10603, 2980). |
1829, nov. 21 span> | | I consorti Tomadoni vendono a Leonardo Tavosanis la casetta n. 1520 per L 2070 «composta da tre stanze a pian terreno con tre porte d’ingresso sul borgo, con due stanze sopra, una grande ed una picciola, divise da paradana di tavole, con due scalette rustiche per andare in queste due stanze e confina a lev. Pietro ed Antonio fratelli Caiigaris, mezz. Lucietta Folini Bigozzi, pon. la stessa Folini, tram. il borgo d’Isol . Questa vendita si fa pel prezzo di it. L 2070 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10608, 4009). |
1834, apr. 12 span> | * | Leonardo del fu G.B. Tavosanis «ha divisato di riformare la casa di sua ragione n. 1520 in borgo d’Isola». Il 20 genn. 1846 il proprietario viene multato perché all’edificio riformato non è stata applicata la grondaia. L’ 11 febbr. l’ingegnere municipale G.B. Locatelli riferisce che i lavori sono compiuti (A.S.U., C.A. I, 406/1846/II, 1578 Orn. II C, con dis.). |
1834, ag. 29 span> | | « Leonardo q. G.B. Tavosanis vende al nob. Giacomo Caino Dragoni casetta n. 1520 composta da tre stanze a pian terreno con tre porte d’ingresso sul borgo, con due sovraposte stanze con due scalette rustiche per andare in queste due stanze, e confina a lev. Pietro ed Antonio fratelli Caligaris, mezz. Lucietta Folini Bigozzi, pon. la stessa Folini, tram. il borgo . Questa vendita si fa per it. L 2356 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10611, 4648). |
1846 span> | | È di Leonardo q. G.B. Tavosanis (A.S.U., C.A. I, 406/II, 965). |
span> | * | La congregazione municipale lo multa per L 88,27, in quanto egli non ha sistemato nell’edificio la grondaia con i tubi fino a terra. A questo punto il Tavosanis è costretto a provvedervi (A.S.U., C.A. I, 406/II, 965 Orn. II C). |
1852 span> | * | Proprietà del convento di S. Chiara (Competenze, II, f. 3v). |
1867, ott. 10 span> | | Il demanio pone all’asta la «casa civile» n. 1520, già proprietà ecclesiastica (“Giornale di Udine”, 2, CCXLI, 10 ott. 1867, 4). |
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1521 | |
1801 span> | | G.B. Follini (Nomenclatura, f. 57v). |
span> | * | Affittuali i fabbri Antonio Scrosoppi e compagni (ibid.). |
1808 span> | | È di G.B. Follini. «Fabbrichetta di una stanza terranea serve ad uso d’officina da fabro ; confina a lev. Francesco e Lucia iug. Tommasoni, mezz. Artico Andreuzzis, pon. Bortolomeo Moroldi, tram. borgo d’Isola » (A.S.U., Arch. Follini, 5, Asse... 1808, p. 71-72). |
1809 span> | * | Appartiene a Vincenzo e fratelli Follini. Vi abita il fabbro Giuseppe Pascoli: «stanza grande ad uso di officina di fabro» (Registro delli aloggi, f. 42v — 43r). |
1852 span> | * | Lucietta Follini Bigozzi (Competenza, II, f. 4v). |
1861 span> | ° | È di G.B. Iuri. Viene costruita casa di tre piani e soffitta di cinque finestre (Arch. munic., Ornato 1857-1864). |
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1522 | |
1801 span> | | Nob. sig. Bortolomio Moroldi (Nomenclatura, f. 57v). |
span> | * | Affittuale Teresa Standini (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene a Bortolomeo Moroldi. Vi abita il «gua» Giacomo Ermacora (Registro delli aloggi, f. 42v). |
1821, dic. 22 span> | | Dall’asse dell’eredità di Bartolomeo Moroldi : «Una casa di affitto situata nel borgo d’Isola al c.n. 1522, consistente in due stanze e due camerini a pian terreno e camera con due altri camerini in primo sollaro L 700» (A.S.U., Arch. Lovaria, 48, Eredità di B. Moroldi, p. 16). |
1828, magg. 12 span> | | Fabio e Tomaso q. Bartolomeo Moroldi vendono a Sebastiano q. Francesco Onofrio la casa n. 1522, che «confina a lev. Vincenzo e fratelli Follini, mezz. Pietro ed Antonio fratelli Calligaris, pon. Lucia Minerelli, tram. il borgo d’Isola. Questa vendita si fa pel prezzo di austr. L 820 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10607, 3817). |
1852 span> | * | I n. 1522 e 1522 A appartengono agli eredi Onofrio del fu Sebastiano (Competenze, II, f. 4v). |
1863 span> | ° | È di Giovanni Iuri. Viene fabbricata ex novo al posto di una tettoia (A.M., Ornato 1857-1864). |
1938 span> | | Forma una sola casa con il n. 1523. |
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1523 | |
1762, dic. 20 span> | * | « Allessandro Rotta , relattivamente alla facoltà impartitali dalla sign. Appolonia, moglie del sig. Giovanni Antonio Tiran e del sig. Steffano figlio del sig. Ambrogio Piceni, abitanti nella città di Venezia , vende al rev. Pietro Coliti della villa di Montagnaco, ora dimorante in questa città , una casa situata nella contrada chiamata borgo d’Isola, confina a lev. casetta delli Moroldi, mezz. G.B. Merlini, pon. androna consortiva et alle monti strada publica della contrada Et questo fa per il prezzo di d 335 » (A.S.U., N., G.B. Stella, 9142, II istr., f. 63v — 64v). |
1801 span> | | È di *** Braidotto di Bertiolo, speziale (Nomenclatura, f. 57v). |
span> | * | Affittuale il servo del co. Garzolini (ibid.). |
1809 span> | | Francesco Pontelli, cameriere (Registro delli aloggi, f. 42v). |
span> | * | Vi abita il linaiolo Giacomo Monarello (ibid.). |
1823, ott. 15 span> | * | « Antonio Andrea Braidotti vende alli Giacomo e Lucia coniugi Minarelli le porzioni di comproprietà competenti per il proprio acquisto 5 ag. pass. che viene ad essere la porzione Braidotti dal corpo della casa in borgo d’Isola al c.n. 1523; confina a lev. Bortolomio Moroldi o di lui eredi, mezz. eredi della sign. Bonifacia Armelini, pon. la calesella ed altre Agricola e sett. borgo d’Isola . La vendita viene conclusa per il prezzo d’it. L 630 » (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10548, 1984). |
1852 span> | * | Appartiene a Lucia Minarelli (Competenze, II, f. 4v). |
1883 span> | * | Studio del maestro di musica G. Ravaioli (AVOGADRO, 149). |
1938 span> | | È unita alla precedente. |
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1524 | |
1768, lugl. 4 span> | | I deputati della città, sentita la supplica di G.B. Merlino, «annuendo alla medesima, hanno concordemente decretato che, previo l’assenso del nob. sig. Giulio Agricola, che possiede la casa contermine alla calisella che il Merlino ha implorato di poter chiudere con un muro in confine della strada publica nel borgo d’Isola, possa liberamente far eseguire l’opera ricercata in tutto e per tutto come in essa supplica» (Acta, LXXXVI, f. 251v). |
1801 span> | | Benedetto Merlini (Nomenclatura, f. 57v). |
1809 span> | * | Appartiene all’industriante Leonilda Merlini (Registro delli aloggi, f. 42v). |
1823, genn. 18 span> | * | «Maria q. Bortolo Della Giusta, nativa della villa di Azida , vende al sig. Sebastiano q. Francesco Onofrio una casa di muro coperta di coppi con cortivo, sita in questa città nel borgo d’Isola, portante il c.n. 1524 ; confina a lev. Pietro Caligaris, mezz. e pon. nobb. Vincenzo e fratelli Agricola, tram. sigg. Braidotti di Bertiolo e parte strada pubblica del borgo d’Isola per L 800 . Qual casa pervenne in essa Maria Della Giusta come erede della fu Leonilda Merlini, la quale fu erede del q. Benedetto q. G.B. Merlini » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10603, 2980). |
1852 span> | * | Onofrio eredi q. Sebbastiano (Competenze, II, f. 4v). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Archivum... Catastico, I, 364. |
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1525 | |
1717, magg. 18 span> | | «Il co. Ettore di Brazzaco1, esecutivamente alla disposizione testamentaria del q. co. Corrado di Brazzaco suo zio , ha consegnata alli nobili Bernardino, Ferrante e G.B. padre e figliuoli Orgnani2 la casa, corte ed orto nel borgo d’Isola, fu di ragione d’esso sig. Corado, descritta nella stima fatta dalli sigg. Andrea Canciani e Giovanni Giacomo Spinelli, pubblici periti , per il prezzo di ducati settecento e sessanta, lire cinque, soldi dodeci ». Allegata vi è la perizia del 19 aprile 1717: «Stima fatta da noi sottoscritti eletti dalli nobili sigg. Ettore di Brazzaco da una e dalli nobb. sigg. Bernardino e figliuoli Orgnani dall’altra dell’infrascritta casa con stalla, cortivo ed orto, posta nel borgo d’Isola di questa città, di raggione di detto sig. di Brazzaco, che presentemente cede in vendita a detto sig. Orgnano, qual casa, cortivo ed orto confina a lev. parte andronetta e parte li sigg. Venuti di Savorgnano di Torre, mezz. co. Bernardino Andriuzzis, a pon. parte detto conte, parte nob. Nicolò Attimis e parte Andrea Ianzil, ed a tram. parte il borgo d’Isola e parte l’andronetta suddetta » (A.S.U., Arch. Follini, 7/17, Aquisto della casa in borgo d’Isola, fu di raggione della nob. sign. Vittoria q. nob. sig. Bernardino Orgnano, not. Giuseppe Brunaleschi, f. 1r — 7r). |
1744 span> | | «Orgnani Ferrante. Abita una casa da lui fabbricata» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 175). |
1762, magg. 31 span> | | La nob. Vittoria q. nob. Bernardino Orgnani vende per d 4300 a G.B. q. Vincenzo Follini «la casa con stale, cortivo et orto, serve presentemente d’abitazione» nella contrada d’Isola (A.S.U., N., G.B. Stella, 9142, II istr., f. 44r — 45r). |
1768, giu. 13 span> | | «Volendo le parti infrascritte ridurre in pubblico solenne instromento la scrittura di vendita e compra rispettiva della sottoscritta casa, estesa da me notaro il dν 23 maggio decorso , il sig. Giambattista q. Vicenzo Follini vende al nob. Giulio q. Vicenzo Agricola la casa posta in borgo d’Isola colle adiacenti stale, cortivo ed orto, che confina, come nella suddetta scrittura, a lev. parte calesella promiscua fra detta casa ed altra del sig. Giambattista Merlini e parte con la stessa casa Merlini, a mezz. co. Niccolò Andreuccis, a pon. parte detto co. Andreucis, parte il co. Giulio di Strassoldo di Iovaniz e parte casa di Leonardo Di Vit ed a tram. strada pubblica del borgo d’Isola , qual casa è pervenuta in detto Follini mediante acquisto da esso fatto dalla nob. Vittoria q. Bernardino Orgnano con instrom. 31 magg. 1762 in atti dello sp. G.B. Stella notaio duodenario, per d 4300 . E ciò fa per lo prezzo di d 4300 » (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9787, I instrom., f. 98r — 100v). |
1801 span> | | Giulio Agricola (Nomenclatura, f. 57v). |
1809 span> | * | Appartiene a Vincenzo e fratelli Agricola, che vi abitano (Registro delli aloggi, f. 42v). |
1809, ott. 1 span> | * | Stima dell’immobile e dei mobili quivi esistenti, redatta dal pubblico perito G. Clocchiati (B.C.U., ms. vacch. 237, f. 1r - 21v e vacch. 238, f. 1r — 4r). |
1822, lugl. 29 span> | * | « Vincenzo del fu Giulio e Giulia, nata Conti, coniugi Agricola domiciliati in borgo d’Isola al c.n. 1525 » (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10546, 1659). |
1900 span> | | Era del dott. Pari. |
1928 span> | | È della nob. Elodia Caporiacco Orgnani3. |
span> | °° | L’edificio è vincolato con D.M. del 28 lugl. 1981 ai sensi della L. 1089/1939. |
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NOTE span> | 1 | Per la famiglia di Brazzà vedasi n. 703. |
span> | 2 | Per la famiglia Orgnani vedasi n. 948 e 1247. |
span> | 3 | Annotazione seriore d’altra mano nel ms. della Porta: «Erroneamente detto palazzo Caporiacco». |
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BIBLIOGRAFIA span> | | BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 243-245; Genealogia dei signori di Caporiacco; VALENTINIS, Udine antica, 12; ZANNIER, Fotografia in Friuli, 11. |
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1526 | |
1801 span> | | Giulio Agricola (Nomenclatura, f. 57v). |
span> | * | Affittuale Francesco Caligaris (ibid.). |
1809 span> | * | Proprietà di Vincenzo e fratelli Agricola. Vi abita il domestico Giuseppe Cazzutto (Registro delli aloggi, f. 42v). |
1809, ott. 1 span> | * | Nelle divisioni Agricola è citata «una casa posta in borgo d’Isola, marcata col c.n. 1526, tenuta ad affitto da Giuseppe Cassutto; confina lev. casa dominicale in questo al n. 1, pon. sigg. Follini, mezz. sigg. Andreuzzi ed a tram. il borgo» (B.C.U., pubbl. per G. Clocchiati, vacch. 238, f. lr - 7v alleg. stima). |
1825, giu. 24 span> | | È di Vincenzo Agricola, che domanda di riformare la facciata (A.S.U., C.A. I, 100, 2325 Orn. II C). |
1826, sett. 27 span> | °° | Vedasi n. 1527. |
1852 span> | * | Appartiene a Vincenzo Agricola (Competenze, II, f. 4v). |
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1527 | |
1772, sett. 18 span> | * | «Essendo concorso il co. Giulio q. co. Marzio di Strassoldo a secondare le ricerche fatteli per parte e nome del nob. Giulio Agricola e della Barbara n. Bevilacqua, moglie rel. del q. Giuseppe Follini, tuttrice e curatrice de’ figli pupilli perché s’impegni a vendere ai medesimi la sua casa posta in borgo d’Isola fra mezzo le fabbriche d’esso Agricola e di detti pupilli Follini, e volendo le parti, ora che è seguita la stima di detta casa col mezzo del pubbl. per. Francesco Leonarduzzi , passare alla deffinizione del contratto di compra e vendita , il co. Giulio ha venduto al nob. Agricola e alla predetta tutrice l’antedetta casa con due corti e stalla, posta nei confini espressi nella stima . E questa vendita fa pel prezzo di d 1327 s 7 » (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9788, VII istr., 542, f. 1150v — 1151v). |
1779, magg. 31 span> | * | «Udine, nel borgo d’Isola, in casa dell’infrascritta sign. Barbara Bevilacqua, moglie rel. del sig. Giuseppe Follini » (A.S.U., N., Francesco Bertoldi, 9575, Plico 1779). |
1801 span> | | Sign. Barbara Follini (Nomenclatura, f. 57v). |
span> | * | Affittuale Maria Rauta (ibid.). |
1809 span> | * | Proprietà di Giuseppe Follini. Vi abita l’oste Andrea Rigo (Registro delli aloggi, f . 42v). |
1812 span> | | Osteria “Al pavoncino” (Esercenti). |
span> | * | Gestione di Andrea Rigo (ibid.). |
1812, magg. 31 span> | * | In seguito ad atto oppignorativo del 15 febbr., nei confronti di Giuseppe Folin, debitore per L 154,72, asta di una «cucina a pian terreno ad uso di osteria, dal corpo della casa in borgo d’Isola al n. 1527 con ingresso sulla strada» (A.S.U., C.N., 81, Processo verb. d’asta con effetto, n. 18). |
1824, magg. 20 span> | * | Michele De Vit, proprietario della casa n. 1527, vuole cambiare la linea del portoncino, dall’arco al rettangolo. L’ornato respinge il progetto. Il De Vit, ne presenta un secondo in data 26 giugno. Questo viene approvato (A.S.U., C.A. I, 89/X, 1923, Orn. II C, con diss.). |
1824, lugl. 2 span> | | È di Giuseppe Razich (A.S.U., C.A. I, 89/1824/X, 2512 Orn. II C, con dis.). |
span> | * | Si tratta di un progetto di riforma, che viene respinto (ibid.). |
1826, giu. 14 span> | * | « Giuseppe q. Giuseppe Folini vende al comparente Giovanni Biliani una casa coi respetivi suoi fondi e cortivo, situata nel borgo d’Isola, portante il c.n. 1527 ; confina a lev. con li nobili Vincenzo e fratello Agricola, a mezz. con gli eredi Andreuzzis, a pon. con Maria Scala ved. De Vit ed a tram. il borgo d’Isola . La vendita viene fatta per la somma di it. L 3400 » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10311, 2140). |
1826, sett. 27 span> | | È di Giovanni Billiani (A.S.U., C.A. I, 100/1826/II, 3437 Orn. II C, con diss.). |
span> | * | Il proprietario chiede il permesso « di ridure e riformare il prospetto della faciata della casa di sua ragione al c.n. 1527, ora esistente inregolare e fuori di simetria ». Nell’autorizzazione si raccomanda una tinteggiatura «aurora» o «verde chiaro» (ibid.). |
1852 span> | * | Appartiene a Giuseppe Colle (Competenze, II, f. 4v). |
1863 span> | ° | È di Luigi Francesconi. Viene riformata; risulta casa di due piani e soffitta di quattro finestre. Al terreno, quattro porte (Arch. Mun., Atti Ornato 1857-1864). |
1876 span> | | Osteria “All’ancora d’oro” (COSMI-AVOGADRO, 106). |
span> | * | Gestione di Luigi Francesconi (ibid.). |
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1528 | |
1648, lugl. 14 span> | * | «In Udine, in borgo d’Isola, in casa de l’infrascritto sp. Attimis, nella camera di sopra». Il documento precisa che si tratta di Antonio d’Attimis (A.S.U., N., Giacinto Causilico, 7267, Instr. XVIIII, f. 28r). |
1661, ott. 5 span> | | Nella contrada appo il ponte d’Isola nella casa Attimis in una camera sopra l’andronetta verso detto ponte (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 175). |
1707, nov. 24 span> | * | «Fatto in Udine, nella contrada del borgo d’Isola, in casa dell’infrascritto co. Camutio, di ragione Attimis». Il documento precisa che si tratta di Lodovico Camutio (A.S.U., N., Giuseppe Bertoldi, 8442, I instr., f. 11r). |
1748, sett. 13 span> | * | «Udine, in borgo d’Isola; parochia di S. Querino, in casa dell’infrascritta co. Elena Attimis di Strassold . La co. Ellena, sorella et erede del q. co. Giuseppe di Strasold di Invanz , aliena al sig. Vicenzo Folini q. Francesco una portione della sua casa verso ponente sino al muro divisorio della restante casa posta in cantone col suo cortivo et orto fu di ragione di detto co. Mauritio di lei fratelli , fra li confini descritti nella stima fatta da Francesco Leonarduzzi, publ. per., necnon del prezzo di d. 1067 L 3 s 10 » (A.S.U., Arch. Follini 10, Libro di Vincenzo Folin, f. 62r -64r). |
1801 span> | | Barbara Follini (Nomenclatura, f. 57v). |
span> | * | Affittata a G.B. Follini (ibid.). |
1809 span> | * | Proprietà di Giuseppe Follini. Vi abita l’impiegato Vincenzo Canciani (Registro delli aloggi, f. 42v). |
1812, magg. 26 span> | * | In seguito ad atto oppignorativo del 25 febbr., ai danni del debitore Giuseppe Follini, viene posta all’asta «una stanza al primo piano, ad uso di camera ; a lev. strada pubblica, a pon. parimenti» (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 26) |
1826 span> | * | È di De Vit. Vedasi n. 1527. |
1846, mar. 3 span> | * | « Anna Braida vende con titolo di vitalizio alla sign. Maria n. Cicogna, ved. De Vit , le case ed i terreni qui descritti ; casa con corte ed orto posta in borgo d’Aquileia, contrada Zoletti, coscritta colli c.n. 2028, 2029, 2030 ; quarta parte della casa d’abitazione con corte ed orto posta in borgo d’Isola al c.n. 1528 » (A.S.U., N.,Giovanni Giuseppe Clocchiati, 4839, 6533). |
1852 span> | * | Appartiene agli eredi di mons. Antonio De Vit1 (Competenze, II, f. 4v). |
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NOTE span> | 1 | Sull’abate De Vit, maestro di musica: L’istituto musicale “J. Tomadini”, 242. |
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1529 | |
1801 span> | | Orlando Cicogna (Nomenclatura, f. 57v). |
span> | * | Affittuale G.B. Bossi (ibid.). |
1802, genn. 25 span> | | Orlando q. G.B. Cicogna vende a Luigi q. Giuseppe Casari «le case e fabriche tutte con fondi, corte, ingressi situate nel borgo Gemona sopra il ponte d’Isola tenute in presente ad affitto semplice parte dal sig. Pietro Pisenti ad uso di tintoria ; confinano a lev. con androna promiscua, a mezz. coo. Andreucis, a pon. la roia ed a tram. parte G.B. Follini e parte il borgo e piacetta dell’Isola , restando a peso del venditore ogni miglioramento delli affituali, eccetuati li fornelli e cose tutte inservienti ad uso di tintoria; e questa vendita fa il Cicogna per il prezzo di ducati quattromille e cinquecento » (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4806, 244, f. 365v — 367v). |
1809 span> | * | Proprietà del tintore Gioachino Casari. Vi abitano il falegname G.B. Nigris, il domestico Vincenzo Gregoris, il sarto Michele Maurini, il fabbricante di carri Mario Lucardi e il tessitore G.B. Bianchini (Registro delli aloggi, f. 42v). |
1852 span> | * | I n. 1529 e 1529 A, B, C, D appartengono a Domenico Bertoli (Competenze, II, f. 4v). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | PICCO, Industrie friulane. Le tintorie, 337. |
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1530 | |
1758, nov. 25 span> | * | « Laura vedova ed erede del q. Antonio Piccoli , vende alli sigg. G.B. e Giuseppe fratelli q. Vicenzo Follini , una cortisella con muri attorno incorporata nella casa d’abitazione di detta sign. Laura nel borgo d’Isola, qual confina a lev. androna che tende alla casa delli coo. Andreuzzis, mezz. parte le sign. Gioseffa e sorelle Zanutte e parte detta sign. Laura, pon. essa venditrice et alle monti strada publicha del borgo . Et questo fa l’antedetta sign. Laura per il prezzo di d 200 . Patto tra le parti convenuto al caso che detti Follini doveranno far coprir la corte medesima: non debbano apportar minima servitù o pregiudizio alla casa di detta sign. Laura e né meno esser apperto alcun foca né fenestra riguardante la casa e corte che rimane alla sign. Laura. Impartisce di piϊ libertà alli compratori di poter appoggiar li legni del coperto da farsi anco nel muro della casa che rimane ad essa in confin con detta corte, a condizione però che non abbia ad estendersi in altezza se non aldisotto del pergolo del secondo solaro di ragione della venditrice » (A.S.U., N., G.B. Stella, 9142, I instr., 111, f. 95r — 95v). |
1801 span> | | G.B. Follini (Nomenclatura, f. 57v). |
span> | | «Sua stalla» (ibid.). |
1808 span> | * | «N. 5. Fabbrica di muro copperta di coppi, serve ad uso di stalla, con fenile sopra per conto dominicale, situata al n. 1530; confina a lev. calesella chiusa, mezz. e pon. sigg. fratelli Casara ed a tram. borgo d’Isola» (A.S.U., Arch. Follini, 5, Asse...1808, p. 73-76). |
1809 span> | * | Appartiene a Vincenzo e fratello Follini. «Non vi è che la scuderia delli sigg. Follini» (Registro delli aloggi, f. 42v). |
1852 span> | * | Appartiene a Maria Luigia Follini (Competenze, II, f. 4v). |
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1531 | |
1539, febbr. 11 span> | * | Proprietà del not. Giovanni Erasmi. Vedasi n. 1532. |
1801 span> | | Orlando Cicogna (Nomenclatura, f. 57v). |
span> | | «Diversi affittuali interni» (ibid.). |
1802, genn. 25 span> | | Vedasi n. 1529. |
1809 span> | | Gioachino Casari, tintore. «Era ingresso delle cinque casette fra il n. 1529 e 1530» (Registro delli aloggi, f. 42v — 43r). |
1852 span> | * | Appartiene a Giuseppe Casara (Competenze, II, f. 4v). |
1861 span> | ° | È di Antonio Merluzzi (A.M., Ornato 1857-1864). |
1874 span> | | Già dalla numerazione nera l’edificio appare censito insieme con il contiguo n. 1532 (Prospetti di confronto, 33). |
[1937] span> | | Grande portone in pietra. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | PICCO, Industrie friulane. Le tintorie, 337. |
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1532 | |
1539, febbr. 11 span> | | « Nob. d. Iohannes q. Philippi Moyses in emphiteosim concessit provido viro ser Sebastiano fructarolo Utini in Foro novo unam domum muratam, soleratam cupisque cohopertam cum curia postposita, sitam Utini in burgo Insulę prope pontem lapideum a solis ortu iuxta domum egregii ser Iohannis de Herasmis notarii Utini, a meridie iuxta aream prefati d. Johannis livellatoris, ab occasu iuxta rugiam illac labentem et versus montes iuxta viam publicam » (A.S.U., N., Pietro Geronimiano, 5774, Prot. Istr. 1536-1539, f. 217v - 218v). |
1801 span> | | Orlando Cicogna (Nomenclatura, f. 57v). |
span> | * | Affittuale il tintore Pietro Pisenti (ibid.). |
1802, genn. 25 span> | | Vedasi n. 1529. |
1809 span> | | Gioacchino Casari, tintore (Registro delli aloggi, f. 42v). |
1825, apr. 25 span> | * | « Giuseppe Casari — ha cesso con titolo di anticresi alli sigg. Pietro e Catterina coniugi Pauluzzi una camera con cocina annessa nella casa di sua abitazione sitta nel borgo d’Isola coscritta col c.n. 1532, confina a lev. Vincenzo del fu G.B. Follini e parte altra casa di questa ragione, mezz. corte e case pure di questa ragione, pon. la roia ed a tram. il borgo d’Isola , per il prezzo di austr. L 712,55 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10463, 4306). |
1852 span> | * | Proprietà di Giuseppe Casara (Competenze, II, f. 4v). |
1861 span> | ° | È di Antonio Merluzzi. Riforma della facciata (A.M., Ornato 1857-1864). |
1874 span> | * | Censita insieme colla n. 1531 già nella numerazione rossa (Prospetti di confronto, 123). |
1876 span> | * | Macelleria di Luigi Bitussi (COSMI-AVOGADRO, 11). |
span> | | |
BIBLIOGRAFIA span> | | PICCO, Industrie friulane. Le tintorie, 337. |
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1533 | |
1467 span> | | «Maistro Iacum, fiol che fo di Denel sartor de borgo de Glemona, paga per anno de livello per l’anima del Blanch caligar, sora una sua casa che fo del dito Blanch caligar murada e de copi coverta, mituda in Udene, in lo dito borgo sulo canton apresso lo ponte andando in Pratclus, appresso la altra casa del dito Denel sartor, ala terza core la roya e per denanzi è la via pubblica den. LXXXta, compradi per la fradagla segondo che apar in uno publico instrumento per man de ser Ambros nodar, fiol che fo de ser Albert de Chuchagna in millesimo iiijcxxxxviij ind. VIa adν viij de fevrar» (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, 425, Libro rosso, I, f. 37r). |
1789, magg. 11 span> | * | « Tommaso Mattioli ha dato in permuta perpetua a rev. Giuseppe di Montegnacco la casa posta nel borgo di Gemona , che confina a lev. la roia, a mezo dν casa del sig. Antonio Monfredo, a pon. e tram. il borgo di Gemona ; qual casa è stata acquistata dal nob. Tommaso e dal q. Tommaso q. Antonio Mattioli, fu di lui zio, per la massima parte dalle mani del q. Marc’Antonio di Montegnacco, fu padre del rev. d. Giuseppe con istr. 25 sett. 1768; e per il restante delli appartamenti sulla facoltà del sig. Francesco Giorgini li 13 ag. 1764 . E ciò ha fatto il Mattioli collo stesso titolo di permuta accettante n. 10 pezzi di terra d’esso di Montegnaco » (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9975, XIV instr., 1095, f. 1342v — 1344v). |
1801 span> | | Co. Nicolò Cossio «di Codroipo» (Nomenclatura, f. 57v). |
span> | * | Affittuale Onorato Marinelli (ibid.). |
1809 span> | | Giuseppe Feruglio, oste (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1851 span> | ° | È dell’ospitale (Arch. dell’ospedale di Udine, Censimento stabile catastrino). |
1852 span> | * | Proprietà dell’ospedale di Udine (Competenze, II, f. 4v). |
1874 span> | * | Già dalla numerazione rossa la casa è censita insieme con la n. 1534 (Prospetti di confronto, 123). |
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1534 | |
span> | | Questa casa fu di Giovanni da Udine. Una lapide posta dall’Accademia di Udine ricorda il celebre pittore. |
span> | * | Essa sorge sul fondo di due edifici, uno posseduto prima dal padre di Giovanni Francesco Ricamatore e riacquistato dal figlio e un secondo comperato dagli Amasei. |
1424, mar. 23 span> | * | « Ser Iohannes Antonius q. mag. Pasculi de burgo Gle[mone] foro quadraginta sex marcharum soldorum, quod totum pretium ipse ser Iohannes Antonius ibidem contentus [fuit] integre recepisse a mag. Iohanne [...] de Tarcento , [vendidit] mag. Iohanni sartor q. dicti Marchi de Tarcento unam ispius domum muratam [...] cum quodam ponte postposito dicte domui sitam Utini in burgo Glemone extrinseco Porte [...] iuxta unam domum mag. Iacobi cerdonis q. mag. Danielis sartoris ab una parte, iuxta domum mag. Pitoni fabri ab alia, iuxta foyam aquam a parte posteriori et iuxta viam publicam a parte anteriori » (A.S.U., Arch. Lovaria, 46, perg. n. 38, not. Giovanni del fu Giacomo da Udine)1. |
1446, giu. 9 span> | * | « Nicolaus q. Luce de Tricento, Dominicus q. Iacobi de Segnacho et Marcus q. Culautti de Crida de Tricento, pretio marcharum soldorum sexaginta trium, quod totum pretium ipsi fuerunt contenti integre recepisse a mag. Candido fabro filio mag. Bertuli fabri de Ruzolio, Utini in burgo Glemone exteriori habitantis , vendiderunt dicto mag. Candido fabro unam ipsorum domum muratam, soleratam et tegulis copertam , sitam Utini in burgo Glemone exteriori iuxta domum *** heredum q. mag. Pittoni fabri de Utino, iuxta domum mag. Iacobi cerdonis et mag. Danielis sartoris de Utino, iuxta rugiam labentem a parte posteriori et iuxta viam publicam a parte anteriori , solvendo tamen annuatim de livello perpetuali in dicta domo ecclesie S. Petri de Tricento libram olei unam et unam ecclesie S. Petri Martiris de Utino » (A.S.U., Arch. Lovaria, 46, perg. n. 50, not. Antonio di Filippo Fabri). |
1484, mar. 4 span> | * | «Ser Ioannes q. Dominici Masii2 pelliparius de Utino nomine suo et d. Benvenute sue uxoris, hereditario nomine q. mag. Iacobi olim Danielis sartoris eius soceri de Utino, confessus fuit solvere annuatim de livello fraternitati S. Mariæ cerdonum de Utino denarios octuaginta super una domo olim Blanchi cerdonis quæ fuit dicti q. mag. Iacobi sita Utini in burgo Glemonę super angulo prope pontem per quem itur in Pratum Clausum iuxta quandam aliam domum ipsius q. mag. Iacobi iuxta rugiam et iuxta viam publicam » (A.S.U., Confraternita dei Calzolai, 422, Libro alfabetto, f. 15r). |
1534, febbr. 24 span> | * | Circa la domanda3 presentata dal pittore per il restauro della propria casa, il consiglio prende il seguente provvedimento: « Qua supplicatione lecta per me Mattheum cancellarium, domini deputati posuerunt partem quod fiat quantum in ipsa supplicatione continetur non tantum ipsi ser Ioanni supplicanti, verumetiam spectabili artium et iurium doctori domino Gregorio Amaseo Utinensi civi habenti domunculas quasdam contiguas domui dicti ser Ioannis supplicantis. Ita tum quod dessignatio et ordinatio petitarum extensionum fiat et fieri omnino debeat per officium d. septem deputatorum et non aliter nec alio modo. Que quidem pars capta fuit cum ballotis centum sex, una tum contraria ex(e)unte » (Annales, XLVIII, f. 24r). |
1534, febbr. 39 span> | | Il consiglio della città approva il progetto (Annales, XLVIII, f. 26v). |
1536 span> | * | Il pittore Giovanni del Ricamatore registra in un quaderno di note personali: «Ala chiesia di Tarcento olio libra una sopra la mia chasa nova che io abito in borgo di Gemona apreso ala roia» (B.C.U., ms. 1197/7, f. 43r). |
1542, sett. 25 span> | * | «Actum Utini, in burgo Glemone sub porticu domus infrascripti locatoris . Ibique ser Ioannes Recamatoris de Utino iure simplicis affictus locavit mag. Baptistę dicto Nando, barbitonsori Utini unam domum de muro cuppis coopertam, sitam in burgo Glemonę penes alteram domum eiusdem locatoris per eum habitatam, quam idem ser Ioannes emit ad publicum incantum, ut constat manu mea, et hoc pro affictu ducatorum sex in anno his pactis quod per dictum ser Ioannem nec heredes non possint dictum mag. Nandum expellere a dicta domo nisi idem ser Ioannes vel heredes voluerint dictam domum pro habitatione et usu suo et nisi voluerint eam fabricare » (A.S.U., N., Benvenuto Moretti, 5650, f. 311v — 312r). |
span> | | Lo stesso Giovanni da Udine annota l’acquisto della «casa ch’era za di messer Grigorio Amaseio, dela qual casa fu venduta a l’incanto per conto di mess. Tiberio Freschis» creditore della dote della moglie, che era della famiglia degli Amasei (B.C.U., ms. 1195, f. 141r). |
1542, dic. 9 span> | * | « Comparuit ser Ioannes de Reccamatoribus Utinensis civis narrans qualiter emit unam domunculam contiguam domui suę in burgo Glemonę extrinseco ab heredibus q. d. Gregorii Amasei et quomodo alias del 1534 die 24 febr. in maiori civitatis consilio idem q. d. Gregorius obtinuit quod ante ipsam domunculam posset fabricare unum porticum et continuare alios porticus constructos per ipsum d. Ioannem iuxta dessignationem fiendam per deputatos et quia ipse ser Ioannes decrevit si ipsis d. deputatis placebit conficere dictum opus et porticum ipsum ante ipsam domunculam construere continuando alium porticum a se factum cum civitatis bona gratia in alia domo contigua, supplex petiit quod deputati dignentur declarare et permittere ut fiat porticus quandoquidem locus ipse reddetur et commodior. Qui d. deputati quia fuerunt super loco et auctoritate attributa per conciliariam ipsam deliberationem diei 24 febr. 1534, concesserunt dicto ser Ioanni quod possit extendere et construere ipsum porticum ante ipsam domunculam quę fuit q. d. Gregorii Amasei suprascripti et continuare alium porticum factum per ipsum ser Ioannem restringendo ipsum iuxta ordinem stratæ ne fiat ipsa strata arectior nimis et incommodior » (Annales, LI, f. 57v — 58r). |
1542-1543 span> | * | Giovanni da Udine ricostituisce o quanto meno restaura radicalmente la casa acquistata dai fratelli Amasei, attaccata alla propria. A questo scopo vengono utilizzati materiali provenienti da varie località limitrofe: mattoni e pianelle da Risano, Lauzacco e Rizzolo; calce da Rizzolo e da Pagnacco; pietra da Faedis; sabbia da Beivars. Sono implicati nell’impresa lo spaccapietre Martino, il capomastro Fracasso col muratore Francesco, il fabbro ferraio Bernardino e il rivenditore di ferramenta Bulfone (B.C.U., ms. 1195, f. 14r — 23v). |
1801 span> | * | Proprietà del co. Niccoletto Cossio di Codroipo. Affittuale l’oste Giuseppe Ferruglio (Nomenclatura, f. 57v). |
1809 span> | * | Giuseppe Feruglio, oste (Registro delli aloggi, f. 43v). La casa è censita insieme con la n. 1533. |
1812, magg. 29 span> | * | Il commissario di polizia al podestà: «Da confidenziali riservate notizie mi si fa credere che li fornelli e relativi tubbi, che servono a far sortire il fumo dalle fabbriche di tintoria stabilite nel borgo d’Isola, l’una al n. 1533 di Antonio Piasenti e l’altra di Giuseppe Feruglio, detto Buri, al n. 1534, sieno costruiti in modo che possino alcuna volta produrre pericolo d’incendio, oncontrato anco in alcuni d’essi da tempo recente e che dicesi a tempo riparato». La comunicazione viene girata «al sig. Giuseppe Prisani protomurero per le conoscenze relative» (A.S.U., C.N., 184 Pol.). |
1820, lugl. 19 span> | * | Gli eredi del fu Giuseppe Feruglio, detto Buri, domiciliati in borgo di Gemona al n. 1534, chiedono ed ottengono il permesso di restaurare il coperto dell’edificio (A.S.U., C.A. I, 35/V, 1760 Orn. II C). |
1876 span> | * | Tintoria di Luigi Lestuzzi (COSMI-AVOGADRO, Guida, 115). |
1883 span> | * | Tintoria di Luigi Lestuzzi (AVOGADRO, 157). |
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span> | * | A Giovanni da Udine inoltre appartennero altre case e alcuni livelli su fondi nelle vicinanze4: |
span> | * | A) Casa per la sorella Caterina |
[1535] span> | * | Nel 1552 il pittore sostiene di aver acquistato una casa per la sorella «17 anali fa» (B.C.U., ms. 1197, f. 43r). |
[1552, magg. 5]5 span> | * | «Et nota che la casa che io parlo si è quella che abita mia sorella apreso a Zuan Maria dela Scala et apresso a ser leroni libraro6 et la via publica, chome apar per man di ser Pieri Gracian nodaro del sopradetto milesimo, zoè 1552, ali 5 mazo». Nella stessa circostanza il pittore precisa: « Et questa tal casa solamente è deli beni del padre di mia madre, ma deli altri beni materni fumo di sua padre, che si chiamò Candido dele Sele, che ebe un fiolo Valentin che si fece frate dela Vignia et lasò a mia madre et ali soi figli maschi per aviso. Cosν mia sorella non ha parte d’altra roba a ben ch’l non ha niente, si non la casa che io abito apreso a Zuan Antoni Corton7 in borgo di Gemona et aprezo l’altra casa che conperai dati eredi del q. mess. Gregorio Amasei et la roia, dreto ala ditta casa et dinanzi la via publica. Il resto deli beni eran venduti per li nostri vechi, zoè padre et madre et io n’ò recuperati quelli che i’ò potuto aver » (B.C.U., ms. 1195, f. 193r). |
span> | * | A proposito della abitazione della sorella, in altra parte del manoscritto il Ricamatore aggiunge: «una casa che sta mia sorella, che in vita sua voglio che le’ sola goda; la qual casa è mia, ché la rischosi da mastro Iacomo Clabucho per d 50 et mo’ no cavo niente; ma dapoi la vita di mia sorella, ma mio cogniato paga li nivelli che sono da pagar, che sono L 3 l’uno vel circha alla camera di S. Marcho et alli eredi di mess. Gregorio Amaseo et al fabrica del domo » (B.C.U, ms. 1195, f. 6r). Il concetto è ribadito in altro manoscritto autografo in data 1536: «La mia chasa che abita mia sorella paga ogni anno megio duchatto, una parte a ser Grigorio Amaseo dinari 20 et una ala fabricha de chiesia magiore dinari 16 et una ala chorte dinari 16, zoè 15» (B.C.U., ms. 1197, f. 43r). |
span> | * | B) Casa dei fratelli da Ravosa |
1535, febbr. 27 span> | * | «Ioannes q. Pauli Abrahę et Dominicus fornaserius q. Nicolai Dominici, patruelis dicti q. Pauli de Revosa receperunt ex eximio pictore ser Ioanne q. ser Francisci Recamatoris de Utino ducatos decem octo in auro manualiter, pro quibus vigore pacti vendiderunt eidem ser Ioanni unam domum Utini, sitam in burgo Insulę super angulo e regione domus quę fuit q. ser Iacobini de Cominis, nunc hęredum q. ser Panthaleonis de Savorgnano8, iuxta viam andronę domorum Martini de Pooleto, rechtam alias per Bernardum Copes , alias tanti emptam per dictum q. Paulum et prout in instrumento manu ser Ioannis a Rasmis notarii sub die 24 augusti 1514 et omnia iura quę eis competunt ad recuperandum pro aliis ducatis quinque canippam dictę domus de manu hęredum q. Domenegetti caballarii seu alterius eam possidentis » (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5455, Prot. istr. 1535, f. 60r — 61r). |
span> | | La canipa verrà acquistata il 20 marzo successivo da Antonio del fu Giacomo Del Forno di borgo d’Isola. |
1535, mar. 20 span> | * | « Ser Antonius q. mag. Iacobi de Furno, Utini habitans in burgo Insulę tamquam habens ius cessum ab heredibus q. Domenegetti Capelletti de Trivisio, caballarii in Utino, de nonnullis bonis inter quę est quędam canipa alias per dictum q. Domenegettum empta a q. Iacobino olim Costantii de S. Vito iuxta confines de quibus in instrumento manu mei notarii sub die septima decembris 1508, precio ducatorum quinque , quod quidem precium ipse ibidem habuit a ser Ioanne pictore olim ser Francisci Ricamatoris de Utino in auro et monetis usualibus et currentibus ibi numeratis , retrovendidit antedicto ser Ioanni ibidem presenti canipam prędictam eo iure quo ipse ser Antonius eandem canipam a prefatis heredibus dicti q. Domenigetti habuit de anno proximo pręterito manu mei notarii » (A.S.U., Arch. Lovaria, 47, perg. n. 44, not. Giovanni Erasmi). |
1547 span> | * | La casa con canipa, ancora proprietà dei Ricamatori, è abitata da «Viner misetta» (B.C.U., ms. 1195, f. 195r). |
1558 span> | * | Il pittore ha ceduto in affitto a Giovanni di Travana la casetta che si trova accanto a quella del tagliapietra Gerolamo9 (B.C.U., ms. 1195, f. 195r). |
span> | * | C) Casa del vasaio Bernardino |
1538, febbr. 16 span> | * | « Mag. Bernardinus figulus, Utini habitans in burgo Insulę, q. Leonardi de Venchiareto precio ducatorum centum et pisonalium frumenti viginti cum dimidio, quod precium ipse fuit contentus se recepisse ab egregio et peritissimo pictore ser Ioanne q. ser Francisci a Recamatoribus de Utino, vendidit antedicto ser Ioanni unam domum muratam, soleratam et cuppis copertam cum curia et orto postpositis, sitam Utini in contrata Insulę sive dela Cella: a solis ortu iuxta domum dicti emptoris et iuxta domum mag. Pauli pictoris10 et iuxta ortum Andręe prosenecte in Utino q. Ioannis Decani de Venzono et iuxta quandam andronam consortivam, a meridie iuxta viridarium ser Francisci de Moise11, a solis occasu iuxta domum ser Antonii de Furno, a montibus iuxta stratam publicam . Et pro speciali manutentione dicte domus cum curia et orto idem venditor obligavit emptori domum ipsius mag. Bernardini venditoris muratam, soleratam et cuppis copertam, sitam Utini in contrata Insulę sive dela Cella cum terreno postposito iuxta stabulum ser Antonii A Furno, iuxta broilum ser Francisci de Moise, iuxta domum Laurentii cimatoris, iuxta domum et ortum ser Antonii de Furno et iuxta stratam publicam » (A.S.U., N., Giovanni Erasmi, 5413, Prot. istr. 1537-1538, f. 97r - 100v e A.S.U., Arch. Lovaria, 47, perg. 62, not. Giovanni Erasmi). |
1538, febbr. 16 span> | * | Giovanni da Udine da parte sua registra: «Io Giovani de Rachamadore pitore in nel di sopra detto chonperai la chasa di mastro Bernardi(n) bochalaro, zoè la casa che fu della famiglia del decan di Povoleto, apresso ala mia in borgo d’Isula, per precio di duchati cento et formento pesenali vimti et megio che tuto el legname de una aria presso chomposta di paglia et ditta casa chonfina chome apar nel istrumento di ditto notarlo et me l’à da mantinir per li chonfini che sono al presente et me à obligato una chasa dove lui sta, posta pur in ditto borgo apresso ala mia, una chassa de megio ch’è di ser Antoni Del Forno et l’altra di mastro Lorenzo cimator et m’à da darmela voda la caniva» (B.C.U., ms. 1197/7, f. 57r . L’annotazione è ripetuta, ma cassata, al verso dello stesso foglio). |
1538, mar. 15 span> | * | Il muratore Donato, che lavora nella casa di Giovanni da Udine, conduce in affitto una casa del pittore. Nel corso dell’anno vi effettua alcune migliorie, regolarmente conteggiate (B.C.U., ms. 1197/7, f. 60r). La casa si trova in borgo d’Isola (B.C.U., ms. 1195, f. 6r). |
1546, magg. 15 span> | * | «Mastro Ieroni taiapiera12 in tal dν ebe a fitto la mia casa di borgo d’Isola che teneva mastro Donato murator » (B.C.U., ms. 1195, f. 194v). |
1556, magg. 14 span> | * | La casa è ancora del Ricamatore, che cresce di mezzo ducato l’affitto al tagliapietra Gerolamo (B.C.U., ms. 1195, f. 54v). |
1538, apr. 17 span> | * | Ancora di mano di Giovanni da Udine: « Per man di ser Giovanni de Rasmi feci notar che pagai mastro Bernardino bochalaro el resto deli denari che io li era debitori deli cento duchati dela chasa che io chonperai da lui pochi dν sono, zoè ali 16 di febraro. Choll’anno medesimo che io li restava duchati nove a L 6 et s 4 per duchato et li aveva fato uno scritto di mia mano, che à termine fino a pasqua prosima io lo promessi pagar del tuto » (B.C.U., ms. 1197/7, f. 58r). |
span> | * | D) Casa di Paolo pittore doratore |
[1554] span> | * | In borgo d’Isola il pittore Giovanni da Udine risulta proprietario di una «casetta che fu deli eredi di Pavolo indorador, che confina chon il mio horto in borgo d’Isula». Il fondo contiguo a quella comprato dal vasaio Bernardino (D), è citato alcune volte nelle sue note, come affittato a Giovanna, sorella di ser Domenico Longo13, e a Orsola non meglio precisata (B.C.U., ms. 1195, f. 95v, 101v, 126v). |
span> | * | E) Casa degli eredi di Bernardino vasaio |
span> | | Da notizia autografa del pittore, non datata, sappiamo che egli ha comperato anche una casa in borgo d’isola dagli eredi di Bernardino vasaio. Il documento originale, redatto dal not. Giovanni Girardo Baronio, è oggi irreperibile. La casa è affittata per L 27 annue. Per complicazioni legali e amministrative, relative alla gestione dei figli di Bernardino, il luogotenente impone al Ricamatore di cedere l’edificio a tal Minoli di Rizzolo, creditore degli eredi del vasaio (B.C.U., ms. 1197/7, f. 133r). |
span> | * | F) Casa degli eredi Ricamatori |
span> | | Gli eredi dei Ricamatori sono ricordati anche nel secolo successivo. |
1626, ag. 9 span> | | «Exigebant Nicolaus et fratres olim Petri Pauli a Reccamatoribus civis Utini ab hæredibus olim Ioannis Baptiste Rovorei super una domo et horto adherenti sitis Utini in contrata Insulæ terminante a parte anteriori cum strata publica, a posteriori cum horto Faustini Moysessii et fratribus ab uno latere cum via consortiva et ab alio cum domibus eorundem hæredum ut colligi potest ex documento celebrato manu olim Petri Antonii Brunaleschi de anno 1567 ex mense martii et modo exigunt a Petro Factoreto famulo cancellario tamquam cessionario et possessore . Hoc quidem livellum d. Nicolaus renunciavit d. Leonardo Caysello civi et mercatori Utinensi » (A.S.U., Arch. Caiselli, Istrumenti di locazione per Udine e pertinenze, not. Brunallesco Brunallesco). |
1656, magg. 7 span> | * | « Giovanni Lonardo Carlevariis, pittore di Udene14, compratore delle case di ragione di m. Pietro Fattoreti, poste in questa città nel borgo d’Isola ducati vintidue et L 4 » (A.S.U., N., Nicolò Bergamino, 7351, Istrumenti 1656, n. 33). |
span> | °° | L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939. |
span> | | |
NOTE span> | 1 | La segnalazione del fondo di pergamene della famiglia Ricamatori, pervenuto attraverso gli eredi Moroldi nell’Archivio Lovaria, mi è stata fornita dalla dott. Liliana Cargnelutti, che ringrazio. |
span> | 2 | Per gli Amasei, vedasi la bibliografia al n. 383. |
span> | 3 | Pubblicata da F. di MANIAGO, Storia, 252-253. |
span> | 4 | Le notizie sono state raggruppate in base allo studio condotto dalla dott. Cargnelutti sui mss. n. 1195 e 1197 della B.C.U. |
span> | 5 | Per il Battistella la data sarebbe 1533. |
span> | 6 | Verosimilmente trattasi di Gerolamo da Milano: COMELLI, L’arte della stampa, 63. |
span> | 7 | Per il Cortona vedasi n. 1535. |
span> | 8 | Nel Cinquecento i Savorgnan sono proprietari di un ampio fondo corrispondente all’incirca al n. 1425. |
span> | 9 | Gerolamo lapicida del fu Francesco barbiere da Morcote, come si potrebbe dedurre dal documento del 18 marzo 1540 del notaio Giacomo Moroldo (A.S.U., N., 5586, Prot. 1540, f. 35v — 36r), anche se il compilatore del protocollo scrive “da Marcono”. |
span> | 10 | Un Paolo pittore doratore operante a Udine in quel periodo è il figlio di Martino Mioni: JOPPI-BAMPO, Nuovo contributo, 50; QUAI-BERGAMINI, Documenti, IV, 39-40. |
span> | 11 | L’accenno al fondo dei Moisesso richiama un’annotazione autografa di Giovanni da Udine del 1536: «Le mie casette apreso el Zardin pagano in Camera ogni anno dinari *** (B.C.U., ms. 1197/7, f. 43r). Di livelli acquistati dal Ricamatore in borgo d’Isola esistono varie tracce di acquisti dei quali basterà ricordare quello del 17 febbr. 1537 da Gervasio Degani di Povoletto (A.S.U., Arch. Lovaria, 47, perg. n. 55, not. Giovanni Erasmi, e B.C.U., ms. 1197/7, f. 52r), quello del 17 febbr. dello stesso anno da Gerolamo Degani da Povoletto (A.S.U., Arch. Lovaria, 47, perg. n. 56, not. Giovanni Erasmi) e quello del 19 genn. 1538 da Bertrando Degani da Povoletto (A.S.U., Arch. Lovaria, 47, perg. n. 60, not. Giovanni Erasmi). |
span> | 12 | Probabilmente si tratta del Gerolamo di cui alla nota n. 6. |
span> | 13 | Domenico Longo è cavallaro del maresciallo della Patria del Friuli e abita in borgo d’Isola in casa dei fratelli Francesco fornaio e Anna, figli del mugnaio Indro (A.S.U., N., Gabriele Gozzadino, 5817, Istr. 1529-1531, f. 52v). |
span> | 14 | Padre del piϊ celebre Luca: JOPPI, Contributo quarto, 129-130; RIZZI, Udine. Piante e vedute, 46-49; TENTORI, Udine, 341. |
span> | | |
BIBLIOGRAFIA span> | | L’Accademia vuol salvare la casa di Giovanni da Udine; AVOGADRO, Guida, 38; BARTOLINI, Filande in Friuli, 47-55; BATTISTELLA, Giovanni da Udine; BATTISTELLA, Ancora qualche cosa, 253; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI; BERGAMINI, Cronache di artisti friulani, 301; BERGAMINI, Notizie su G.A. Cortona, 4-14; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 246-247; BIASUTTI, Una casa in via Paolo Canciani, 9; BRAGATO, Guida, 87-88; CICONI, Udine, 468; Di un’antica tintoria, 252-254; ERMACORA, Guida, 130-131; FALCIONI, Udine produttrice, 346; KECHLER, Industria serica, 293; KECHLER, Monografia delle filande, 10-11; JOPPI, Contributo terzo, 7, 12; JOPPI, Contributo quarto, 94; di MANIAGO, Guida, 64; di MANIAGO, Storia, 252-253; MARCHETTI, Il Friuli, 290-299; della PORTA, Toponomastica, 69; PICCO, Le tintorie, 337-338; PICCO, L’arte di pittura decorativa in Friuli, 65-66; QUARGNAL, Giovanni da Udine, 26-28; RIZZI, Profilo... Il Quattrocento, 120; ROTA, Cenni, 25; C. SOMEDA de MARCO, Madonnine, 1-2; Tintoria Lestuzzi; VALE, Ricordi di Giovanni Ricamatore; VALENTINIS, Udine antica, 11-12. |
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1535 | |
1552, magg. 5 span> | * | Vedasi n. 1534, A) Casa per la sorella Caterina. |
1606, magg. 9 span> | * | « D. Bernardinus q. Andreæ de Attimis Goritiensis, nomine suo et Hermani eius fratris, vendidit Leonardo Agricolæ notario Utinensi, ementi pro se et Vincentio fratri suo , unum annuum livellum L 2 s 6 1/2 solvi solitum per Ioannem Baptistam Cortonam de Utino1 super domo eius habitationis, sita in burgo Glemonæ iuxta ab uno latere domum Petri Pauli de Ræcamatoribus de Utino et ab alio latere domum Ulyssis Mirthei civis Utinensis » (A.S.U., N., Vittorio Mattioli, 6744, Instr. XX, f. 26r — 27v). |
1801 span> | | Onorato Marinelli (Nomenclatura, f. 57v). |
span> | * | Affittuale Andrea Rossignoli (ibid.). |
1804, magg. 25 span> | * | «Essendo risolto Onorato f. di Gierolamo Marinelli, oriundo di Gemona, ora abbitante nella città di Udine, di vendere la di lui casa, posta nel borgo di Gemona, confinante di parte di tram. col borgo d’Isola, a lev. la roia, mezodν l’infrascritto compratore, pon. il borgo di Gemona, la qual casa con scrittura privata del 10 marzo p.p. aveva convenuto di cederla in affittanza al sig. Giacomo Calice, oriundo di Nimis, ora comorante nella suddetta città, ma che non à hauto il suo effetto , il suddetto Onorato Marinelli vende la suddetta casa al sig. Giuseppe Feruglio q. G.B. detto Buri . E ciò esse parti fanno per il prezzo di d 1100 » (A.S.U., N., G.B. Borghi, 9863, IV instrom., 394, f. 436v — 437v). |
1809 span> | | G.B. Simeoni, oste (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1812 span> | * | Osteria “Al mondo” di Anna Simeone (Esercenti). |
1852 span> | * | Proprietà di G.B. Angeli (Competenze, II, f. 4v). |
1876 span> | * | Bottega del calzolaio Giacomo Fornessa (COSMI-AVOGADRO, 88). |
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NOTE span> | 1 | Discendente del pittore Giovanni Antonio Cortona, vicino di casa di Giovanni da Udine, come lo stesso ricorda nel documento autografo citato al n. 1534, A) Casa per la sorella Caterina, in data 5 magg. 1552. Per il Cortona: BERGAMINI, Notizie su G.A. Cortona, 4-14. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | “L’alchimista”, 6, XXXIX (23 sett. 1855), 312; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 246; JOPPI, Contributo quarto, 26. |
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1536 | |
1773, giu. 22 span> | * | « Francesco q. Valentino Feruglio cede al sig. Antonio q. Vicenzo Tillati, nativo di Ziracco, ora dimorante in questa città, una casa nella contrada detta borgo di Gemona, tenuta presentemente in affitto semplice da casa Tillati e parte da Pietro Formentino, entro li confini che qui s’abbino per espressi » (A.S.U., N., G.B. Stella, 9145, XVII minuta-rio, f. 28r — 28v). |
1777, sett. 26 span> | | Francesco q. Valentino Feruglio vende la casa ad Antonio Tillati (A.S.U., N., G.B. Stella, 9145, XXI istr., f. 56r — 56v). |
1782, giu. 17 span> | | « Antonio q. Vincenzo Tillati ha venduto al sig. Antonio q. Innocente Monfredo una casa nel borgo Gemona che confina a lev. l’alveo della roia, a mezz. Michiele Gervasoni fu Feruglio, a pon. strada ed a tram. Tomaso Mattioli . Questa vendita fa pel pezzo di d 1000 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9973, III instr., 203, f. 249v — 250r). |
1801 span> | | Pietro Pianta (Nomenclatura, f. 57v). |
1809 span> | * | Appartiene a Maria Pianta, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1835, giu. 2 span> | * | Alessandro Pascoli, procuratore di G.B. Cicogna e di Antonio Pianta vende ad Angela Pianta « la terza parte della casa nel borgo di Gemona n. 1536 , a cui confina per intero a lev. l’alveo della roia, mezz. casa e corte del Gervasoni, pon. strada pubblica ed a tram. particolari . La vendita viene fatta pel prezzo di austr. L 500 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10484, 9765). |
1852 span> | * | Appartiene a Giulia Fumolo (Competenze, II, f. 4v). |
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1537 | |
1782, giu. 17 span> | * | Proprietà di Michele Gervasoni, ex Feruglio1. |
1801 span> | | Giovanni e Francesco Gervasoni (Nomenclatura, f. 57v). |
span> | * | Affittuale Zoilo Zilli (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene al negoziante Michele Gervasoni. Vi abita il falegname G.B. Straulini (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1852 span> | * | Proprietà di Giuseppe Gervasoni (Competenze, II, f. 4v). |
1852, sett. 12 span> | * | «Nella parte ufficiale della Gazzetta di Venezia, 1 settembre, leggesi che l’I.R. Ministero del commercio ha accordato ad Anselmo Faleschini tessitore in Udine, borgo Gemona al n. 1537, privilegio di cinque anni per l’invenzione di una macchina per maciullare le canape» (“L’alchimista friulano”, 3, XXXVII, 12 sett. 1852, 299). |
1876 span> | * | Negozio di cereali di L.V. Borghese (COSMI-AVOGADRO, 11). |
1883 span> | * | Tintoria di Pietro Colla (AVOGADRO, 157). |
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NOTE span> | 1 | Vedasi n. 1536. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | FALCIONI, Industrie udinesi, 346. |
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1538 | |
1801 span> | | Innocente Toppani (Nomenclatura, f. 57v). |
1809 span> | * | Appartiene al chirurgo Innocente Toppani, che vi abita con una domestica (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1820, mar. 10 span> | | Innocente Toppani. Vedasi n. 1539. |
1835 span> | * | Abitazione del chirurgo Innocente Toppani. Accanto al nome nel manoscritto è apposta una croce (A.S.U., C.A. I, 237/XII). |
1842, sett. 17 span> | * | G.B. Seitz «dimanda di costruire la facciata in borgo Gemona nella casa n. 1538». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 342/IV, 5983 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | Proprietà di Vendrame e Seitz1 (Competenze, II, f. 4v). |
1853, magg. 31 span> | * | Orsolina Vendrame Seitz e il figlio chiedono il permesso di modificare il pianterreno della casa n. 1538. G.B. Bassi commenta il progetto: «Siccome vuolsi distruggere la finestra alla sinistra del piano terra, aprendo un grande interpilastro e lasciar sussistere l’altra alla destra; cosν, in vista della particolare conformazione della casa, pare che il progetto possa approvarsi a condizione: 1) che la finestra alla destra non abbia in risalto i contorni di pietra, ma che essendo chiusa la di lei imposta, apparisca il finto interpilastro uguale a quello reale della sinistra; 2) che sieno ugualmente tolti i risalti dai contorni della porta di mezzo, alzando il riquadro superiore, perché sia continuato il bugnato dei pilastri; 3) che le bugne a contatto coll’architrave abbiano una sporgenza uguale a quella delle basi, in modo che servano di capitelli e pilastri; 4) che una tinta cenerognola uniforme sia data, non solo alle imposte dell’interpilastro della porta e delle finestre, ma anche al muro del finto interpilastro». Il podestà raccomanda «che si abbia cura di rimettere il numero civico della casa» (A.S.U., C.A. II, 66, 3697 Orn. II C, con dis. firmato da G.B. Rizzani) |
1876 span> | * | Negozio di coloniali e drogheria di G.B. Degani e recapito del noleggiatore di cavalli Valentino Minotto (COSMI-AVOGADRO, 91, 104). |
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NOTE span> | 1 | Il documento in realtà riporta Haiz, che tuttavia è incompatibile con la firma apposta dagli stessi proprietari nella domanda del 31 maggio 1853. |
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1539 | |
1801 span> | | Innocente Toppani (Nomenclatura, f. 57r). |
span> | * | Affittuale tale «Osvaldo ***, servo in casa Antonini» |
1809 span> | * | La casa appartiene al chirurgo Innocente Toppani. Vi abita il domestico Osvaldo Contarini (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1820, mar. 10 span> | | Innocente Toppani, proprietario dell’immobile, «aderente» alla propria abitazione, vorrebbe alzare lo stesso «che consiste in un solo piano senza porticato. Divisato d’acrescere questa casa ad un secondo piano la mettà della stessa verso la strada sino al granaro, sicché l’altezza e dell’altra divenga parallela », presenta il progetto chiedendo il permesso d’intraprendere i lavori. Il 13 aprile viene redatta la risposta del municipio, che trova il disegno difettoso nella simmetria e nell’euritmia. La cornice si sviluppa in altezza solo per 1/26 della fabbrica che deve coronare e manca di qualche modanatura. Si è notata la modifica subita da una finestra a sinistra della porta e si chiede che venga presentato il profilo della cornice «alla grandezza naturale». Il podestà ripete alla lettera le parole dell’ing. Presani che ha redatto la relazione per la deputazione d’ornato (A.S.U., C.A. I, 35/V, 823 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | Proprietà di Vendrame e Seitz1 (Competenze, II, f. 4v). |
1876 span> | * | Drogheria di Ferdinando Fabris e negozio di legname e materiale edilizio di Giuseppe Pecile (COSMI-AVOGADRO, 91, 97). |
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NOTE span> | 1 | Vedasi n. 1538. |
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1540 | |
span> | | Questa casa aveva la facciata sostenuta da modiglioni. Fu riformata nel 1939. |
1801 span> | | Francesco Rovere (Nomenclatura, f. 57v). |
span> | * | Affittuale Natale Paghini (ibid.). |
1808, magg. 11 span> | | « G.B. q. Giuseppe Della Rovere vende a Domenico1 e Vincenzo q. Natale Paghini casa posta nel borgo di Gemona al c.n. 1540, presentemente tenuta in affitto dalli sudetti Paghini, stata assegnata ad esso Della Rovere nelle divisioni 5 luglio 1785 al n. 2, formate dal pubbl. per. Francesco Leonarduzzi, seguite colli rev. Francesco, Pompeo e Antonio di lui fratelli ed il q. Bortolomio fu altro di lui fratello, qual confina a lev. la casa dominicale delli Della Rovere, a mezz. li eredi q. Francesco Menegoni, pon. borgo di Gemona ed a tram. Innocente Toppani, per il prezzo di L 900 » (A.S.U., N., Francesco Girardi, 10616). |
1813, mar. 19 span> | * | Domanda di Natale Paghini alle autorità competenti: « Natale Pagini possidente, domiciliato in questa comune al n. 1540, tiene la porta d’ingresso che confina alla pubblica strada, in pessimo stato, con l’antile di legno logoro per la sua antichità ed è bisognoso d’instantaneo ristauro, poiché minaccia rovina. Ò però determinato di farla riquadrare con sostituirvi delle pietre solide e sussistenti ». Segue l’autorizzazione ai lavori (A.S.U., C.N., 180). |
1828, sett. 4 span> | °° | Vedasi n. 1541. |
1852 span> | * | Appartiene alle sorelle Paghini (Competenze, II, f. 4v). |
1876 span> | * | Bottega del calzolaio Ermenegildo Taboga (COSMI-AVOGADRO, 88). |
1883 span> | * | Fabbrica di pesi e misure di Antonio Nero (AVOGADRO, 153). |
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NOTE span> | 1 | Potrebbe trattarsi dell’omonimo pittore, ricordato dal SACCOMANI (Il ristauro, 35). Vedasi anche BARTOLINI-BERGAMINI-SERENI, Raccontare Udine, 156, 161, 213, 219, 221, 235. |
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1541 | |
span> | | Questo numero comprende due case. Sulla via Gemona si vedono le due facciate differenti. Su la facciata meridionale, un balcone in ferro. |
1484, magg. 26 span> | | Il comune ordina di purgare il canale, che fu fatto fare dal fu luogotenente Giovanni Emo, canale che va dalla casa Moises alla porta di S. Maria per il fossato (Annales, XXXVI, f. 172r). |
1789, giu. 1 span> | | Elisabetta, vedova di Francesco Menegoni, cede in permuta al co. Gasparo q. Antonio Sbruglio «una casa situata nel borgo di Gemona, confina a lev. della Rovere, mezz. piazetta, pon. strada e tram. della Rovere » (A.S.U., N., Antonio Cavassi, 9879, X instr., 597, f. 903v — 906v). |
1801 span> | | Antonio Bernardinis (Nomenclatura, f. 57v). |
span> | * | Affittuale il co. Giorgio Cristianopoli «protomedico» (ibid.). |
1803, apr. 13 span> | * | Ricorso di Angela Menegoni, moglie di Antonio Bernardinis, perché siano riparati due canali pubblici che scorrono vicino alla sua casa: «Nella vecchia cantina a 4 piedi circa di profondità, situata in angolo di mezz. e pon. di detta casa, condotta dal co. Cristianopulo, hanno cominciato si à già tre giorni a concorrere sottorraneamente dalle acque » (A.S.U., C.A., 1/2, 244). |
1809 span> | * | Appartiene ad Antonio Bernardinis. Vi abita il protomedico Giorgio Cristianopulo, il quale, «attesa la sua professione e l’età ottuagenaria, resta esentato da qualunque alloggio» (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1822, lugl. 5 span> | | È di Angela Bernardinis Menegoni (A.S.U., C.A. I, 68/X, 1974 Orn. II C, con dis.). |
span> | * | La proprietaria « volendo uniformarsi alle provvidenze ammesse in argomento dell’ornato esterno , è in determinazione di praticare la riforma della bottega ». Il progetto presentato è stato redatto «dall’architetto Giuliani». La deputazione d’ornato, approva nell’insieme il disegno, ma obietta «la convenienza di cercare che la cornice da eseguirsi offra un qualche ligamento con il restante della fabbrica e segnatamente col piano del pergolo» (ibid.). |
1828, ag. 10 span> | | Angela q. Francesco Menegoni, erede del q. Antonio Bernardinis, vende a Valentino fu Antonio Nigris la casa in borgo Gemona al n. 1541. Confina lev. eredi q. Antonio Caneva, loco Pesenti, loco Rovere, mezz. piazzetta, pon. borgo, tram. Natale q. Giuseppe Paghini e parte Toppani per austr. L 7800 (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10607, 3849). |
1828, sett. 4 span> | | È di Valentino Nigris. Vuole «riformare le due faciate della bottega della casa al c.n. 1541 » (A.S.U., C.A. I, 148/X, 3742 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | Appartiene ad Elisabetta Nigris Peressutti (Competenze, II, f. 4v). |
1876 span> | * | Bottega dei falegnami Giuseppe Govetto e Antonio Zearo (COSMI-AVOGADRO, 93). |
1939 span> | | Minacciando rovina, fu puntellata; quindi la facciata fu arretrata1. |
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NOTE span> | 1 | Sotto il balcone nella lunetta in ferro della porta, stemma con una mano che sostiene per il gambo un giglio a tre fiori. I fiori sono scomparsi (Enrico del Torso). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Archivum...Catastico, I, 333; Parti prese...1866, 245. |
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1542 | |
span> | | Nella chiave dell’arco della porta si vede lo stemma dei Rovere1. |
1744 span> | | «Rovere. Abitavano presso il pozzo della piazzetta Antonini separata dalla sola roja dalla casa Andreucci» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 175). |
1801 span> | | Nob. Carlo Comminetti (Nomenclatura, f. 57v). |
1809 span> | | G.B. e fratelli Della Rovere (Registro delli aloggi, f. 43v). |
span> | * | Vi abita l’oste Giacomo Leonarduzzi (ibid.). |
1810, apr. 28 span> | * | In seguito ad atto oppignorativo del 28 dic. 1809, asta senza esito di una porzione di casa appartenente ad Antonio Rovere, contrassegnata col n. 15462 (A.S.U., C.N., 80, Avviso d’asta). |
1811, magg. 15 span> | | « Don Francesco e don Pompeo e G.B. ed Antonio , figlio del fu Giuseppe Della Rovere , il primo paroco dimorante nella comune di Meretto di Tomba, il secondo paroco nella comune di Povoletto, e gli altri due, dimoranti nella comune di Manzinello, hanno venduto all’ Antonio Pisenti una casa di muro, copperta di coppi, con cortivo, situata nel recinto del borgo di Giemona sulla piazza Antonini, segnata col c.n. 1542, tenuta a semplice affitto dal sig. Giacomo q. Giuseppe Narduzzi in vigor di scrittura del 29 ag. 1801; confina a lev. l’alveo della roia, a mezz. la piazza Antonini, a pon. con casa degli eredi del q. Francesco Menegoni e sig. Natale Pasini ed a tram. con il sig. Innocente Toppano . La vendita viene fatta per la summa di it. L 4124,13 » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10296, 161). |
1811, giu. 27 span> | | Giuseppe fu Paolo Clocchiatti «amministratore dei beni retrodati», vende a Osvaldo fu Francesco Mazzorini la casa n. 1542, già di Francesco e G.B. Rovere, per L 1250. Confina lev. Artico Andriuzzi, pon. casa 1541 (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10326, 560). |
1812 span> | | Osteria “Al pozzo” (Esercenti). |
span> | * | Gestione di Giacomo Narduzzi (ibid.). |
1812, magg. 31 span> | * | In seguito ad atto oppignorativo del 15 febbr., asta di una cucina a pian terreno dal corpo della casa n. 1542, ad uso di osteria, con ingresso sulla strada. Il debitore è G.B. Della Rovere (A.S.U., C.N., 81/Processo verb. d’asta con effetto, n. 28). |
1814, mar. 29 span> | | Antonio fu Pietro Pisenti vende ad Antonio di Giuseppe Caneva per L 6346 «una casa eretta da muri con suoi fondi, al n. 1542, confinante con la roia e con la piazzetta detta del Pozzo» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4812, 242). |
1890-1938 span> | | Osteria “Ai fraris”. |
span> | °° | L’edificio è vincolato con D.M. del 15 apr. 1989 ai sensi della L. 1089/1939. |
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NOTE span> | 1 | Per la famiglia Rovere, vedasi n. 803. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 248; BRAIDOTTI, Udine, 6, 11-12; ERMACORA, Vino all’ombra, 77-78; LEROSE, Nella piazzetta palladiana, 8-9; PICCO, Cosa era Via Gemona; I Piombi, 50-51. |
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1543 | |
[1406] span> | * | Una notizia indiretta dell’esistenza di una casa di appartenenza a Mosé Toscano si ricava da un documento relativo a una casa confinante sulla quale grava un livello a favore della confraternita dei Calzolai: «In burgo intrinseco Glemone. D. Bonna q. Leonardi Chazuli de Utino et Augustinus eius maritus, qui fuit de Papia, habitantes apud Portam intrinsecam Glemone, solvunt annuatim eidem fraternitati in festo purifficacionis s. Marie de Candelis super domo eorum habitacionis, murata et tegolis coperta, sita Utini, iuxta Portam intrinsecam burgi Glemone, iuxta Moysem Tuscum, a parte posteriori labitur roya et per ante est via publica, pro anima olim d. Valantusse, relicte olim Venerii della Porta, fraternitati staria duo et fabarum starium unum, prout constat quodam publico instrumento scripto manu Andree notarii Leonis de Utino in millesimo tricentesimo quinquagesimo tercio, indictione sexta, die octava mensis ianuarii ». La nota è cassata. In calce un’altra mano aggiunge: «Venditum d. Iohanni ser Moysi1 de burgo Glemone» (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, 425 Libro rosso, III, f. 42r). |
1430, mar. 20 span> | * | «In burgo Glemone, in domibus habitationis d. Iohannis Moysi» (A.S.U., N., Francesco Vari, 5188/5, f. 28v). |
1430, sett. 7 span> | * | Il dottore di leggi Giovanni di ser Moisè e il fratello Candido a casa loro «in burgo Glemone, in viridario», fanno redigere l’atto di un loro acquisto di alcuni campi (A.S.U., N., Nicolussio, 5154, Vacch. istr. 1425, f. 38v). |
1558, dic. 22 span> | * | Casa Moises. Inventario dei beni mobili esistenti nell’edificio (A.S.U., Arch. Florio, 134, C. Processo della causa tra Francesco Moises e Susana Belgrada, f. 24v — 29v). |
1576, giu. 7 span> | | Casa Moises. «La casa con tutto il broylo, corte, stalle et area confina con il nob. Floriano Antonini, con il Zardin pubblico, con la roia et con gli heredi del q. Bernardino Madrisio et altri» (A.S.U., Arch. Florio, 134, G. Processus nob. d. Francisci Moyses civis Utinensis cum nob. d. Susanna uxore nob. d. Ascanii de Belgrado in secundis votis et relicta in primis olim alterius nob. d. Francisci Moyses ex altera, occasione ut intus, f. 4r). |
1576, lugl. 11 span> | | Asta di beni Moyses. Lodovico Partistagno si aggiudica la casa Moyses offrendo 2050 ducati (A.S.U., Arch. Florio, 134, C. Processo della causa tra Francesco Moises e Susana Belgrada, f. 8v). |
1757, dic. 30 span> | | Casa Andreuzzi: «Una casa ad uso dominicale posta in questa città nel borgo di Gemona, dirimpetto alla piazzetta del publico pozzo con due appartamenti, uno de’ quali ad uso dominicale e l’altro ad uso di stalla, rimessa e cantina con sollari sopra, il tutto copperto di coppi, due tortivi, brollo ed orto, tutto in un corpo; confina a lev. il publico Giardino di questa città, a mezz. orto, brollo e cortivo de’ coo. Alfonso e nipoti Antonini, a pon. la roia publica ed a tram. parte il sig. Antonio Piccoli Olliverio, parte le sign. Gioseffa e sorelle Zorate, parte l’androna che conduce al borgo d’Isola, distretto parimente del borgo di Gemona, parte il sig. Vincenzo Folini in loco Attimis, parte la co. Ellena di Strasoldo, erede Attimis, parte m. Leonardo Vit uxorio nomine, parte la nob. Vittoria Orgnana, parte li sigg. G.B. Merlini e parte l’orto annesso alle case d’abitatione del rev.mo confessore delle rr. madri di S. Chiara » (A.S.U., N., Gerardo Muzzenini, 9382, Divisioni Andreuzzi, n. 1). |
1801 span> | | Co. Bernardino ed Artico Andreuzzi (Nomenclatura, f. 57v). |
1809 span> | * | La casa appartiene ad Antonio Andreuzzi, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1818, genn. 8 span> | * | Denuncia del commesso d’ornato Giuseppe Presani alla congregazione municipale sul cattivo stato degli archi di vari edifici, tra i quali quelli della casa n. 1543 (A.S.U., C.A. I, 24/XI, Volti e archi della città da sostituirsi: parte com. n. 84). |
1819, genn. 27 span> | * | Giuseppe Presani presenta preventivo di spesa per la sostituzione degli archi di cui alla denuncia dell’8 genn. 1818. La deputazione d’ornato il 17 febbraio successivo esprime la propria approvazione (ibid.). |
1844, mar. 20 span> | * | Girolamo de Brandis alla congregazione municipale: «Determinato avendo il riverito sottoscritto di erigere una fabbrica sul proprio fondo unito al c. n. 1543 nel lato riguardante il pubblico giardino, si fa un dovere di rassegnare in dupplo a questa congregazione municipale il prospetto relativo dimostrante a linee nere lo stato attuale di semplice muro di cinta con ingresso per carri, ed a linee rosse la fabbrica che intende innalzare; e ciò all’oggetto gli venga dalla relativa commissione impartito il placet di metodo ». Il disegno prodotto è firmato da Giuseppe Zandigiacomo. La deputazione d’ornato approva «a condizione: I che il proprietario si assoggeti a porre la soglia degli ingressi in conformità al livello che stabilirà l’ingegnere municipale in relazione al piano di generale sistemazione del Giardino; livello che elevasi di non meno di 0,50 dalla soglia attuale; II che si conservi l’attuale portone circolare; oppure, volendo sostituire il proposto, si regoli analogamente il vicino muro di cinta col demolirlo all’altezza di nuovi pilastri; si opina per la ammissione della domanda » (A.S.U., C.A. I, 390/1845/VI, 1870 Orn. II C, con dis.). |
1844, apr. 16 span> | * | L’ingegnere municipale A. Lavagnolo alla congregazione municipale: «Il capomastro Fioretti, che dirige la fabbrica licenziata a favore del nob. Girolamo de Brandis col decreto municipale 2073, 29 marzo, malgrado la condizione impostagli col medesimo, diede principio alla fabbrica stessa e senza alcuna previa intelligenza piantò la soglia della porta d’ingresso ad un piano che molto differisce da quello in relazione alla generale sistemazione del Giardino deve stabilirsi. Partecipo l’emergente per le opportune istantanee misure di provvedimento » (A.S.U., C.A. I, 390/VI, 2455 Orn. II C). |
1844, apr. 17 span> | * | Verbale redatto nell’ufficio della sezione di polizia presso la congregazione municipale: «In obbedienza all’ossequiata ordinanza municipale n. 2455 del 16 corr., si invitò a quest’ufficio il capomastro Giovanni Fioretti e, comparso, lo si precettò all’immediata desistenza dell’intrapreso lavoro alla casa n. 1543 di proprietà dei fratelli Brandis, giusta l’abbilitazione municipale n. 2077 e perché devio risulta il lavoro alle basi della concessione segnatamente della soglia oposta della porta e ciò senza l’intervento dell’ingegnere municipale a cui sono ingiunte le prescrizioni del lavoro. Cominando in pari al Fioretti a doversi attennere scrupolosamente nell’intrapreso lavoro a tutto ciò che gli verà prescritto dal ridetto ingegnere, sotto cominatoria trasgredindo, d’essergli applicate le penali a suo riguardo. Di tutto ciò si estese il presente verbale, che, letto e chiaramente inteso dal comparente Fioretti, lo firmò per l’integrale esecuzione » (A.S.U., C.A. I, 390/VI). |
1844, magg. 2 span> | * | Girolamo de Brandis alla congregazione municipale; «Per le condizioni impostemi col municipale permesso n. 2077 relativo alla mia nuova fabbrica di fronte al Giardino mi è d’uopo innalzare m 0,60 circa il primo interno della casa stessa in confronto della piazza. Ciò porta un dissesto all’accesso e l’impossibilità di ottenerlo con carri quando non si alzasse di conformità la contigua zona della piazza. Per quanto mi sarà possibile provvederò a questo inconveniente, ma prego la spetabile congregazione a voler disporre che accadendo di portare nel Giardino rudere od altre macerie, queste siano disposte in quella zona». Il podestà in merito a ciò dispone che «siano ivi depositati li ruderi onde eguagliare il piano del viale» (A.S.U., C.A. I, 390/VI, 2794 Orn. II C). |
1844, dic. 7 span> | * | Nota dell’ing. Lavagnolo: «Dal sig. Brandis venne terminata la premessa costruzione in seguito all’assegnamento del piano delle soglie delle porte, conformemente allo stabilito piano di sistemazione generale. Il viale si rialzi disponendovi i ruderi delle fabbriche in costruzione » (A.S.U., C.A. I, 390/VI, 2455 Orn. II C). |
1876 span> | | Recapito dell’ing. Giovanni Clodig (COSMI-AVOGADRO, 97). |
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NOTE span> | 1 | Per la famiglia Moisesso vedasi n. 1428. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | BATTISTELLA, Giovanni da Udine, 528; de BENVENUTI, Iconografia, 58; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 249-250; DEL PUPPO, Pittori, scultori e orafi, 101; FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 175; MAINARDIS, Il palazzo de Brandis; MONTICOLI, Cronaca, 52; S[ACCOMANI], Il ristauro della Loggia, 22. |
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Porta Gemona Interna | |
1359, mar. 14 span> | * | «Super facto Martini de Tricesimo, qui obtulit se ad faciendum aptare turim communis Utini, que est in burgo Glemone in angulo strate que est prope domum Zanni cerdonis, petendo Dei gratia que possit habitare in ipsa turi, diffinitum fuit, quod, si est vel erit vicinus terre Utini, dictus Martinus aptare tunc possit dictam turim et ipsam habitare et usufructuare usque ad beneplacitum consilii et communis terre Utini et quod licitus sit ipsam turim eidem accipere et eam facere evacuare, hoc tum adito quod nulla penitus mencio fiat in nota nunc in instrumento emptionis dicti Martini de cessione alicuius iuris facta per Iohannem Alberti» (Annales, II, f. 210v). |
1487, magg. 21 span> | * | «Ad fossatum burgi Glemone prope Portam de intus» (A.S.U., N., Luigi Cerei, 5348, Sentenze 1483-1506). |
1495, sett. 28 span> | * | « Comparuit mag. Ioannes Franciscus pelliparius Utini habitans de Pulcinico et humiliter supplicavit sibi concedi Portam burgi Glemone interioris pro sua habitatione offerens se aptare facere ipsam Portam et eam tenere reparatam et bene coopertam suis sumptibus et expensis. Quo audito, fuit per ipsam convocationem concessa dicta Porta ipsi mag. Ioanni Francisco ad habitandum in ea ad beneplacitum magn. comunitatis» (Annales, XLI, f. 51r). |
1495, ott. 18 span> | * | «Comparuit in convocatione Ioannes Franciscus pelliparius, cui superiore die concessa fuit turris seu Porta burgi Glemonę interioris, petens declarari quo si ullo unquam tempore expelleretur per nostram comunitatem a dicta turri, quod solvi sibi debeant per ipsam comunitatem melioramenta per ipsum facta in ea. Quo audito sibi responsum fuit quod erat honestum quod quandocumque expelleretur per nostram comunitatem a dicta turri, quod sibi persolvantur melioramenta legittime per ipsum in dicta Porta tunc temporis facta » (Annales, XXXIX, f. 59v). |
1495, nov. 9 span> | * | «Comparuit mag. Ianzilinus pictor, habitans in burgo Glemonę, exponens habuisse unum mandatum parte pręfatorum dominorum quod evacuare debeat turrim burgi Glemonę interioris existentem prope domos habitacionis ipsius Ianzilini alias ipsi Ianzilino per deputatos pręcessores cum certis pactis concessam, et insuper quin quidam pelliparius, qui asserit sibi fuisse dictam turrim concessam, fabricat certa ędificia in ipsa turri »1 (Acta, II, f. 13r). |
1503, apr. 1 span> | * | Vi abita m. Francesco pellicciaio (A.S.U., N., 5344, Testamenti). |
1518, febbr. 18 span> | * | «Mag. Franciscus pelliparius de Pulcinico, Utini habitans , renuntiavit mihi Mattheo Clapici, cancellario magn. comunitatis Utini , Portam interiorem burgi Glemone per multos annos ab eo habitatam ac tentam annuens quod ipsa comunitas de ea investiat quem vult cum conditione tamen quod sibi satisfiant melioramenta facta super ipsa Porta » (Acta, VII, f. 184r). |
1518, febbr. 20 span> | * | « D. Odoricus, mag. Lattus doctor, d. Bartholomęus Brugnus doctor, ser Hieronymus de Fontebono, ser Petrus Arcollonianus, ser Bernardinus de Quadruvio ac ser Laurentius Sachia, deputati magn. comunitatis Utini, viso suprascripto actu manu mei Matthei cancellarii , animadvertentesque probitatem ac fidem erga hanc comunitatem demonstratam per Rochum Garzottum pręconem , concesserunt ad gaudendum et usufructuandum ad beneplacitum eiusdem comunitatis dicto Rocco Garzotto Portam interiorem burgi Glemonę . Promisit idem Roccus quod Portam ipsam commode et honeste habitabit eamque meliorabit et non deteriorabit et pensionem unius paris perdicum annuatim solvet» (Acta, VII, f. 184r — 184v). |
1526, mar. 5 span> | * | Concessione della torre a Giovanni Moisi2: «Deputati posuerunt partem quod Porta civitatis publica burgi interiori Glemonę, contigua domibus dicti Ioannis Moisis, antea annis habitata a Rocco Gazotto precone, concedatur usufructuanda ad beneplacitum comunitatis nostre dicto nob. ser Ioanni » (Annales, XLV, f. 103r). |
1559, nov. 10 span> | * | «Havendo il locotenente nostro dato principio ala fabrica del castello et non vi essendo per la strettezza del presente anno quella commodità del poter havere e far condur la materia per detta fattura , anderà la parte che la materia tutta del torre, over Porton del borgo di Giemona, il qual de già molti anni minaccia certissima ruina et deturpa quella contrada inutilmente incommodando molti, sia applicata ala fabrica del castello; et che a noi deputati sia data authorità di far gittar giϊ esso torre et portar ogni miglior modo et che siano accettate et effettuate le proferte fatte per lo nobil ser Floriano Antonini, il qual promette di donar per la fabrica del castello scudi cinquanta et imprestar al fontego publico per ispatio di due anni d 300 oltre quanto ha promesso di dare a l’habitator del torre, che sono ducatti doi, mentre vive esso habitator, ogni anno overo un torion fornito per l’habitatione di lui et sua famiglia per lo tempo sudetto di sua vita »3 (Annales, LIV, f. 245v — 246r). |
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NOTE span> | 1 | Il documento è registrato da Joppi a proposito del pittore Giovanni Pietro, detto Ianzilino (Contributo quarto, 19). |
span> | 2 | I Moisi sono i proprietari della casa n. 1543. |
span> | 3 | Vedasi BATTISTELLA, Il castello, 44. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | BATTISTELLA, Il castello, 44; DE PIERO-GUALANDRA, Compendio, 22; JOPPI, Contributo quarto, 19, 24; JOPPI, Udine prima del 1425, XI; RODARO, Castello, 44. |
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ICONOGRAFIA span> | | CARLEVARIIS, Tre disegni, L; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città di Udine, B. |
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1544 | |
span> | | Questo numero comprende il palazzo Antonini e la casa attigua sino al vicolo. Anticamente per l’area del palazzo passavano le mura del terzo recinto, gli Antonini acquistarono varie casette e fondi colà esistenti e costruirono il palazzo e la casa attigua. |
1563, mar. 25 span> | * | Notizie indirette su lavori in atto per il palazzo Antonini si ricavano dalla deposizione di Menica, moglie di m. Vincenzo falegname del fu Marco da Medea, nella causa Moises-Belgrado: «Un giorno io vidi che uno, detto Camillo, piccapiera, che soleva lavorare in casa di mess. Floreano Antonino, passò di sopra il muro del brolo e parlava con Valentina», del personale di servizio in casa Moises (A.S.U., Arch. Florio, 134, C. Processo Moysi-Susanna Belgrado, f. 69r). Anche m. Vincenzo falegname, interrogato sullo stesso argomento, afferma: «Io l’ho visto moressar con m. Camillo taipiera, qual stava in casa de mess. Florian Antonino (A.S.U., Arch. Florio, 134, C. Processo Moysi-Susanna Belgrado, f. 69r). |
1744 span> | | «Antonini. Il palazzo venne eretto da Floriano Antonini che passò poi nelli Carrara, quindi nei Soardi, ricomperato con gran esborso di denaro dagli Antonini, quindi da loro ristabilito e con gran ala accresciuto» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 175). |
1787, genn. 23 span> | * | Inventario dei mobili esistenti nell’appartamento di Francesco Antonini deceduto il giorno precedente (A.S.U., N., Ignazio Brunelleschi, 10161, I instr., 32, f. 21r — 23v). |
[s.d.] span> | °° | Disegno di Francesco Sbruglio (Arch. d’Arcano Grattoni). |
1801 span> | | Co. Antonino Antonini. «Casa grande» (Nomenclatura, f. 57v). |
1809 span> | * | Il palazzo appartiene ad Antonino Antonini, che vi abita con la moglie, cinque figli maschi, otto domestici e cinque domestiche. Il palazzo è ritenuto idoneo per un generale di divisione (Registro delli aloggi, f. 43v — 44r). |
1812, ott. 24 span> | * | Antonio Antonini all’autorità comunale: «Le non interrotte pioggie dei passati giorni, avendomi scrostato una picciola porzione del cornicione nella mia casa d’abitazione al c.n. 1544, mi hanno mosso a farmelo nettare. Occorrendo a tal opera un’armatura sulla pubblica strada, egl’è perciò che passo a chiedergliene il permesso». Questo viene concesso (A.S.U., C.N., 179/XIX). |
1816, febbr. 26 span> | * | Il commissario di polizia al podestà: «Fu reso presente a questo commissariato l’inconveniente accaduto nel giorno 24 corrente alle ore 5 pomeridiane che dalla cornice della casa delli coo. Antonini in borgo S. Cristofolo nell’angolo situato a tramontana, a ponente, siasi staccato un pezzo d’intonacatura precipitosamente cadendo sulla sottoposta pubblica strada di molto frequentata, fortunatamente non colpendo alcuno » (A.S.U., C.N., 180, 414 Orn.). |
1821, ag. 31 span> | * | Daniele Antonini, «dovendo intraprendere dei lavori nell’interno della sua abitazione, posta in borgo di S. Cristoforo al c.n. *** che portano qualche alterazione anche all’esterno», presenta progetto. «In esso si comprende il corpo di fabbrica da restaurarsi seguendo colle lettere A B C D e i due laterali. Nel corpo da modificarsi tutti i cangiamenti sono segnati con linee rosse e l’esistente in nero ». La deputazione d’ornato approva, avvertendo «che converrebbe che il marciapiedi dirimpetto alla porta d’ingresso ora d’aprirsi fosse fatto di mattoni in piedi anzi che in pietra, come di presente si vede». Il 27 marzo 1822 all’Antonini si notifica la sospensione dei lavori del marciapiede, non conforme al disegno approvato (A.S.U., C.A. I, 68, 3943 Orn. II C). |
1821, sett. 3 span> | * | Il co. Alfonso Antonini, «dovendo aprire un portone e due finestre laterali nel muro contiguo alla casa n. 1544 », presenta progetto, che viene approvato (A.S.U., C.A. I, 53/III, 4006 Orn. II C, con dis.). |
1824, febbr. 23 span> | * | Francesco Antonini, volendo nella sua casa n. 1544 «allargare una finestra a fior di terra riguardante tramontana, ad oggetto di scaricare nella sottoposta cantina ciò che rendesi necessario ad uso» della famiglia, presenta disegno del progetto, che viene ammesso alle seguenti condizioni: «I: che, tagliando lo stereobato per quanto porta la sola prima fascia, sia l’apertura chiusa con imposta di tavolone larice coperta da lamina di ferro e colorita da una tinta uguale a quello dello stereobato; II: che in quest’imposta non siano risalti d’alcuna sorte per arpioni, né per bandelle, né catenacci e tutto resti in un piano eguale alla fascia di pietra che si propone di tagliare; III: che la ferrata orizzontale sia di bastoni o righette e costrutta a norma dell’art. 11. L. della disciplinare 20 sett. 1821 e talmente solida che non ceda per elasticità sotto il peso dei transitanti» (A.S.U., C.A. I, 89/X, 812 Orn. II C). |
1826, mar. 11 span> | * | Rambaldo Antonini «possessore ed abitante porzioni della casa n. 1544 nel borgo di S. Cristoforo, brama di aprire una porta e sovraporvi una finestra nel lato di detta casa, situato alla calle detta del Mulino nascosto. Unisce il disegno ». Il progetto è approvato alle solite condizioni (A.S.U., C.A. I, 100/1826/II, 927 Orn. II C, con dis.). |
1847, magg. 14 span> | * | La congregazione municipale al co. Francesco Antonini: «Prossima essendo al suo compimento la sistemazione del viale che la Porta Nuova per Giardino mette a S. Chiara, la congregazione vorrebbe cogliere di questa circostanza per credere migliorati i vani dei vari ingressi agli orti aderenti al viale stesso» (A.S.U., C.A. I, 469, 2985 Orn. II C). |
1852 span> | * | La casa è divisa in tre parti: la n. 1544 A I appartiene a Francesco e Daniele Antonini; la n. 1544 A II ad Antonino e Daniele Antonini; la n. 1544 B ad Antonino e Daniele Antonini (Competenze, II, f. 4v). |
1899 span> | | Fu acquistato dalla Banca d’Italia. |
span> | °° | L’edificio è vincolato con D.M. del 14 febbr. 2007 ai sensi del D.Lgs. 42/2004. |
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STUDI INEDITI span> | | CIPOLLA, Memorie, f. 31r; L. PALLADIO degli OLIVI, Cronaca, p. 44-45. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | BALLINI, Udine, 85; Bando et sentenza dell’eccelso Conseglio di Dieci contro Mario et Ottavio fratelli Carrara, 6-7; BATTISTELLA, L’Accademia, 146; BATTISTELLA, Il castello, 44; BATTISTELLA, Il giardino, 19, 24; BATTISTELLA, Udine nel XVI secolo, 120, 201; BERGAMINI, Vino, 98; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 250-259; BERTOTTI-SCAMOZZI, Le fabbriche; BRAGATO, Guida, 60-61, 175; CANDIDO, Cronaca, 23; CEVESE, L’opera del Palladio, 106-107; CICONI, Udine, 321, 466-467; CORGNALI, Un mur dal 1291; CORGNALI, Quistions di atualitat. Parcè che in plazze dal Gran; DAMIANI, Arte... Il Novecento, 223-224, 253; C. E[RMACORA], La sede udinese della Banca d’Italia, 360-368; GIOSEFFI, Udine, 92, 248; G[IUSSANI], Un «a fresco»; di MANIAGO, Guida, 64; di MANIAGO, Storia, 152; di MANZANO, Cenni, 164; MARCHETTI, Il Friuli, 588; MIOTTI, Cenno sulle antiche opere, 25; MORASSI, Lessico, 87; MUTINELLI, Francesco Chiaruttini, 263; MUSONI, Architettura di Andrea Palladio, 6-7; A. PALLADIO, I quattro libri dell’architettura, II, cap. III; L. PALLADIO degli OLIVI-G. CAIMO DRAGONI, Memorie, 17, 32, 37; PICCO, Un distinto pittore decoratore; PICCO, La scultura in Friuli, “Patria del Friuli”, 20 (24 genn. 1881) ; PICCO, Udine il primo gennaio dell’anno...2000; della PORTA, Toponomastica, 12, 96; PUPPI, Andrea Palladio; QUERINI, Nel primo centenario, 69; RIZZI, Pluralità, 307-308, 414, 492, 503; RIZZI, Storia...Il Settecento, 37, 58; ROMA, Dalle nostre filiali; ROTA, Cenni, 25; de RUBEIS, Catalogo, 6 (1938), 16; S[ACCOMANI], Il ristauro, 14, 43, 44, 48; SBUELZ, L’antica e illustre famiglia, 11; TEMANZA, Vita di Andrea Palladio; TENTORI, Architettura e architetti, 317, 396; VALENTINIS, Udine antica, 21; VALLE, Palazzo Antonini; VASARI, Le vite (Descrizione dell’opera di Jacopo Sansovino), VII, 396; VENTURI, Storia... Architettura del Cinquecento, III, 383-385; ZORZI, Le opere pubbliche, 224-227. |
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ICONOGRAFIA span> | | MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, 11. |
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1544 B | |
1407-1408 span> | | «Daniel sartor habitans iuxta Portam Glemonæ solvit annuatim super domo quam erit a Dominico Mandinæ de Utino, murata et tegulis cohoperta, sita in dicto burgo intrinseco, iuxta quandam aliam domum Dominici Mandinæ iuxta domum Ioannis Antonii q. Paschuli de Utino mediante androna qua itur ad roiam et per ante est via publica libras olei tres » (B.C.U., ms. F. XXV, f. 135r). |
1414 span> | | «Dominicus Mandinæ tenetur solvere super suam domum quam emit a Daniele sartore » (ibid.). |
1428 span> | | «Gabriel cerdo filius olim Dominici Mandinæ» (ibid.). |
1463-1464 span> | | «M. Gabriel caligaro di Mandina» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 135v). |
1466 span> | | «Lorenzo dell’impintidor in logo di m. Gabriel caligaro di Mandina» (ibid.). |
1511 span> | | «Eredi di Tomaso mulinaro» (ibid.). |
1513 span> | | «M. Bernardino mulinaro, in logo di m. Tomaso mulinaro, suo suocero» (ibid.). |
1519 span> | | «M. Bernardin molinaro paga sopra la casa della sua abitazion, posta appresso una callisella che va al molino» (ibid.). |
1540 span> | | «M. Zuanne q.m. Bernardino mulinaro » (ibid.). |
1580-1581 span> | | «Bernardino Del Nigris, figliolo del m. Zuanne q. Bernardino monaro al molino delle Roste in borgo di S. Cristoforo » (B.C.U., ms F. XXV, f. 136r). |
1603-1604 span> | | «Eredi del q. m. Bernardino Nigris » (ibid.). |
1643 span> | | «La casa è di presente destrutta dai fondamenti; il sito di essa è posto nel borgo di S. Christoforo, confina a sol levado col molin ascoso, a mezodν con la via del Molino, al sol a monte con altre rovine, et ai monti col sig. Francesco Belgrado» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 135r). |
1751 span> | | «Questa casa rovinò già molti anni ed il sito è ridotto in strada al canton appresso il molino ascoso» (ibid.). |
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1545 | |
1801 span> | | Carlo Zorzi, orefice1 (Nomenclatura, f. 57v). |
1809 span> | * | Appartiene all’orefice Carlo de Zorzi che vi abita. La sua casa è ritenuta idonea ad ospitare un sottotenente (Registro delli aloggi, f. 43v — 44r). |
1813, giu. 27 span> | | Carlo Zorzi chiede ed ottiene «di far sofitare il sottoportico al di fuori della sua casa situata nel borgo di S. Cristoforo al c.n. 1545» (A.S.U., C.N., 180). |
1840, lugl. 24 span> | | Giuseppe fu Antonio de Zorzi vende a Francesco di Saverio Orter, negoziante di ferramenta, le case 1545-1588, confinanti a lev. strada, mezz. eredi Sturolo, pon. e tram. strada, per austr. L 10000 (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4809, Rep. IV, 3004, f. 131r). |
1845 span> | | La facciata era sostenuta da modiglioni. La casa è di Francesco Orter, che la rifabbrica dalle fondamenta, arretrandola di cm 42 (A.S.U., C.A. I, 407/XXXIII; preventivo di spesa dell’ingegnere municipale A. Lavagnolo in data 30 lugl. 1845). |
1850, lugl. 17 span> | * | Il capo del quarto quartiere denuncia al commissario d’ordine pubblico come il cane di un maestro di lingua francese, domiciliato al c.n. 1545 presso Francesco Orter, abbia morso la bimba cinquenne Rosa Petrossi domiciliata al n. 1364 (A.S.U., C.A. I, 485, 803). |
1852 span> | * | Francesco Orter (Competenze, II, f. 4v). |
1876 span> | * | Libreria dei fratelli Tosolini (COSMI-AVOGADRO, 98). |
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NOTE span> | 1 | Per lo Zorzi vedasi anche al n. 748. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | BERGAMINI-GOI, Testimonianze artistiche, 338; [CORGNALI], Sù e jù par Marciatvieri. Tre ciasis e une vitrine, 2; GANZER, Orafi, 357, 360; PICCO, Ricordi popolari. L’antica piazza, 165, 166. |
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1546 | |
1780, sett. 9 span> | | « Zuanne, uno de’ figli ed heredi della Francesca nata Boni, fu moglie del q. Nicolò Cassacco , vende a Francesco figlio q. Giuseppe Sturli della città di Cividale del Friuli, da piϊ anni abitante in questa città, una porzione di casa ad esso toccata nella divisione seguita tra il medesimo ed li di lui fratelli e sorella sino li 10 apr. 1772, posta nel borgo di S. Cristofforo, che confina a lev. altra porzione di casa toccata al sig. Antonio Cassaco di lui fratello, mezodν la casa degli heredi q. Valentino Tuchetto, pon. la piazza del borgo di S. Cristofforo ed alli monti casa delli sigg. Giuseppe e fratelli de Zorzi , dalla sign. Francesca avuta in permuta dalli coo. Antonini con instrumento 27 giugno 1738 in note del q. Bernardino Zeraffino fu notaio di questo collegio; e ciò fa il Zuanne Cassacco per il prezzo di d 750 » (A.S.U., N., Marino Sporeno, 9608, Minutario 1780). |
1801 span> | | Francesco Sturolo (Nomenclatura, f. 57v). |
1809 span> | * | Appartiene al falegname Gaetano Sturolo, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 44r). |
1842, dic. 5 span> | | Caterina Alviano Sturolo e figli Sturolo vendono la casa n. 1546 a Francesco di Saverio Orter di Sappada per L 4300. Confina a lev. eredi di Antonio Cassacco, mezz. eredi Modesto, pon. piazza, ai monti l’acquirente (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/I, 388). |
1844, febbr. 5 span> | | Il piano terra è incluso in un progetto di riforma che riguarda la casa 1558, progetto che dalla deputazione d’ornato non viene approvato in questa parte perché «dovrebbesi demolire l’intiera facciata e ricostruirla in ritiro, perché i piani superiori sporgono sconciamente dall’inferiore in offesa della solidità reale ed apparente; ma il proprietario non vuole per ora prestarsi a una generale riforma» (A.S.U., C.A. I, 390/VI, 930 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | Proprietà di Francesco Orter (Competenze, II, f. 4v). |
1876 span> | * | Nella parte verso via Molin Nascosto, abita il mugnaio Francesco Basaldella (COSMI-AVOGADRO, 102)1. |
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NOTE span> | 1 | Nel ms. è inserito un articoletto anonimo, intitolato La roste dai cialiars, con riproduzione fotografica. Non ne è citata la fonte. |
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1547 | |
1671, ag. 28 span> | * | Proprietà degli eredi Girardis. Vedasi n. 1548. |
1730, apr. 5 span> | ° | *** vende la casa a Valentino q. Giuseppe Modesti1. |
1801 span> | | Don Valentino Modesti (Nomenclatura, f. 58v). |
1809 span> | * | Appartiene al sac. Valentino Modesti (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1822, apr. 5 span> | * | Giovanni Antonio Pascottini, in ottemperanza alla disciplinale 1 sett. 1821, presenta disegno di riforma per la bottega sottoposta alla casa n. 1547 in borgo S. Cristoforo. Il progetto è approvato, con la raccomandazione che venga soffittato il sottoportico corrispondente (A.S.U., C.A. I, 68, 1430 Orn. II C). |
1837, magg. 5 span> | ° | Testamento di pre’ Valentino q. Antonio Modesti. Lascia la casa a Luigi e Carlo q. Biaggio Pascottini2. |
1846, magg. 2 span> | * | Il delegato provinciale autorizza la congregazione municipale ad arretrare la facciata delle case 1547 e 1548 secondo il progetto (A.S.U., C.A. I, 406/XXXIII, 11649/2890 P. IV). L’autorizzazione a procedere da parte dell’ingegnere municipale è del 27 giugno successivo (A.S.U., C.A. I, 406/XXXIII). |
1846, lugl. 24 span> | ° | Luigi e Carlo Pascottini vendono la casa 1547 a Giovanni Maria fu Sante Ferirlo per L 12000 (not. Giacomo Someda). |
1848 span> | ° | E di Giovanni Maria Ferino (A.M., Atti Ornato 1843-51). |
1852 span> | * | Domenico Ferini (Competenze, II, f. 4v). |
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NOTE span> | 1 | La notizia, priva di fonte nel ms. della Porta, probabilmente è desunta dall’atto del 24 luglio 1846 del notaio Someda. |
span> | 2 | Anche questa notizia, priva di fonte nel ms. della Porta, sembra desunta dall’atto Someda. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | PICCO, Ricordi popolari. L’antico piazzale, 166. |
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1548 | |
1671, ag. 28. span> | * | « Le madri rappresentanti il monasterio di S. Bernardino di questa città hanno permutato al co. Bernardino Caisello una casa situata nella contrada di S. Christofforo al rimpetto le case d’habitatione di detto conte, hor male in ordine et vota d’inquilino, ch’ultimamente era habitata da d. Angellica Follegha e sorelle e da Maria Baiulina, per la quale corrispondevano il solito affitto di ducati dodeci annualmente; confina a lev. con casa habitata da mess. Carlo Zorzi Cortellini, cioè dalla parte di dietro, a mezo dν, sive parte di sotto, con sito ove prima era una casa d’esso co. Caisello e dal medesimo demolita, a pon. o parte davanti con strada publica che conduce all’altro borgo contiguo di S. Lucia et a settentrione, over parte di sopra, con casa delli heredi Girardis » (Arch. Caiselli, Locazioni di case in Udine e pertinenze). |
1671, ott. 5 span> | * | «Per la presente scritura di locacione si dichiara qualmente il co. Bernardino Caisello à conceso a ragion di semplice affitto al sottoscritto la sua casa posta nel borgo di San Cristofalo per mezzo la sua propria abitacione, che per avanti era tenuta affitto delle sorelle Faleghe e per mesi sei, cioè di sei mesi in sei mesi, con obligo di pagare di affitto ogni sei mesi ducati otto e con fede della verità sarà la presente sottoscrita dal inquilino, che è il sig. Lombardo del Sole scultore1. Io Lombardo del Sole laudo quanto di sopra» (Arch. Caiselli, Locazioni di case in Udine e pertinenze). |
1801 span> | | Co. Carlo Caiselli (Nomenclatura, f. 58v). |
span> | * | «Affittuale G.B. *** indoratore» (ibid.). |
1805, ott. 4 span> | * | « Il fu co. Bernardino Caiselli lasciò a titolo di legato vitalizio al sig. Giovanni q. Giacomo Roveredo, fu di lui cameriere, una porzione di casa dirimpetto al luoco dominicale di detta famiglia , sotto il c.n. 1548. Oggi, occorrendo alli coo. Carlo e Girolamo fratelli Caiselli di aver in di loro assoluto potere detta porzione di casa ànno comunicato ad esso sig. Giovanni questo loro desiderio; al che esso annuendo , renunzia la porzione di casa » (A.S.U., N., Giovanni G. Clochiatti, 4806, VI istr., 359, f. 534r — 534v). |
1809 span> | * | Proprietà di Carlo e fratelli Caiselli. Vi abita il domestico Bortolo Albrizi (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1846 span> | | È del co. Girolamo Caiselli. Viene tagliata per l’allargamento della strada (A.S.U., C.A. I, 406/XXXIII). |
1852 span> | * | Proprietà del nob. Girolamo Caiselli (Competenze, II, f. 4v). |
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NOTE span> | 1 | Per Lombardo del Sole: JOPPI, Contributo quarto, 130. |
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1549 | |
1789, sett. 12 span> | * | «Il co. Antonio q. Giovanni M. Beretta ha venduto alli sigg. Giacomo e Felice fratelli q. Antonio Picco della fortezza di Palma, abitanti in questa città , una casa d’esso co. Beretta, posta in borgo di S. Cristoforo nella calle che conduce alla Porta nova, che confina a lev. sito promiscuo colli sigg. Fabris ed oltre casa dominicale delli coo. Madrisio, a mezz. casa della sign. Catterina Gregorutti, moglie del sig. Domenico Benvenuti, a pon. borgo di S. Cristoforo e contrada Portanova, ed a tram. coo. fratelli di Toppo . E questa vendita ha fatta pel prezzo di d 1209 L 4 s 4 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9975, XV istr., 1145, f. 1407r - 1408r). |
1801 span> | | Giacomo e Felice Picco, detti Palmarini (Nomenclatura, f. 58v). |
1808, lugl. 8 span> | | Giulia q. Felice Picco vedova Pisenti vende a Giuseppe di Giacomo Picco orefice metà della casa n. 1549 «stata ad essa Giulia assegnata in parte colle divisioni 10 ott. 1806 seguite fra la stessa ed il sig. Giacomo Picco di lei zio ; qual casa confina a lev. la roia del molino nascosto, mezz. parte questa ragione avuta a godere dall’ora q. Lorenzo Mangilli e parte Giuseppe Pezzetta, pon. il borgo di S. Cristoforo ed a tram. li fratelli Caiselli . Questa vendita fa la sign. Giuliana pel prezzo di L 3689,46 it. » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10583, 57). |
1809 span> | * | La casa appartiene al negoziante Giacomo Picco, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 43v). |
span> | | «Nel prospetto della casa Palmarini (nel 1816 Locanda dei Cacciatori) in mezzo a vari oggetti vedesi dipinta l’Adorazione dei pastori e sotto Venere con Amore alato amendue in piedi. Questa pittura, attribuita al Pordenone, fu fatta imbiancare da mons. Francesco Florio» (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 44r; la notizia è riportata dal ms. di Antonio ZURICO Della pittura friulana. Saggio storico, B.C.U., ms. 870/2, p. 7). |
1831, giu. 9 span> | * | Giuseppe Picco vende a Francesco Basaldella « una casa di muro coperta di coppi, posta nel borgo di S. Cristoforo, portante il c.n. 1549 , confina a lev. colla roia, mezz. parte Domenico Minini, qual cessionario degl’eredi del fu Ignazio Mangilli, e parte G.B. De Faccio loco Pezzetta, pon. il borgo di S. Cristoforo ed a tram. il co. Girolamo Caiselli Questa vendita fa pel prezzo di austr. L 4636,80 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10609, 4205). |
1831, lugl. 13 span> | * | « Francesco q. Romano Basaldella , mugnaio, domiciliato fuori la porta di borgo di Gemona , vende alla sign. Eleonora n. co. di Varmo, alle sign. Girolama Comuzzi e Gioseffa Pilosio, di lei figlia , la casa di muro, coperta di coppi, situata nel borgo di S. Cristoforo, portante il c.n. 1549 ; confina a lev. colla roia, mezz. parte Domenico Minini pon. il borgo S. Cristoforo ed a tram. co. Girolamo Caiselli . Questa vendita si fa pel prezzo di austr. L 5028,58 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10609, 4215). |
1845 span> | | È della sign. Elena Varmo Pilosio (A.S.U., C.A. I, 407/XXXIII). |
1847, ag. 4 span> | | «La congregazione municipale ricorda al consiglio l’argomento del ritiro delle case Orter, Pascottini e Caiselli in borgo S. Cristoforo per dare la necessaria sede alla strada regia postale che sarà per costruirsi, sul qual ritiro il consiglio stesso assume le spese . Il ritaglio di queste case presenta ora la necessità di operarlo anco per le altre case appartenenti a Varmo Pilosio Eleonora al n. 1549, De Faccio G.B. al 1550, Menini Giovanni Domenico al 1551 ed Alessandro e fratello Tonutti al 1552 » (Archivio del comune di Udine, Consiglio 1846-1853, Protocollo consiglio comunale della città di Udine, n. 5034, part. III, p. 73-74). |
1848, lugl. 27 span> | * | L’ingegnere municipale G.B. Locatelli alla congregazione municipale: «Innalzo i certificati d’occupazione delle case in borgo S. Cristoforo ai c.n. 1549, 1550, 1551, 1552, in causa del lavoro di ritiro frontale e vi unisco tutti gli atti relativi ai compensi da pagarsi alle rispettive ditte» (A.S.U., C.A. I, 448/IX, 5193 Orn. II C). |
1849, sett. 22 span> | * | «L’appaltatore G.B. Rizzani ha compiti tutti i lavori assunti per il ritiro frontale delle case Pilosio, De Faccio, Menini, in borgo S. Cristoforo». Il prospetto d’asta per il gruppo delle case 1549-1552 era stato presentato il 19 giugno 1847 (A.S.U., C.A. I, 469, 6177 Orn. II C). |
1852 span> | * | Proprietà di Eleonora Varmo Pilosio (Competenze, II, f. 4v). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | [CORGNALI], Sù e jù par Marciatvieri. Tre ciasis e une vitrine; di MANIAGO, Guida, 63; de RENALDIS, Della pittura, 35; de RUBEIS-CORGNALI, Catalogo, 3 (1937), 16. |
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1550 | |
1801 span> | | Giuseppe Pezzetta (Nomenclatura, f. 58v). |
1809 span> | * | Proprietà del barbiere Giuseppe Pezzetta (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1815, giu. 4 span> | * | «Giuseppe ed Anna iug. Pezzetta vendono a corpo alli iug. G.B. ed Anna De Facio una casa situata in Udine, portante il c.n. 1550 , situata nel borgo di S. Cristofolo, composta in piano da sottoportico a pon. e da bottega e sito delle scale con corridore che conduce sino alla roia di lev.. In primo appartamento comprende camera sopra il portico e bottega, andito e scala che conduce al secondo appartamento ed il detto secondo appartamento comprende una camera a pon., che guarda la chiesa di S. Cristofolo con il sito della scala che conduce al granaro, ed il terzo appartamento comprende grannaro appieno da lev. a pon.. Il copperto è parte di coppi tavelado e parte è tollado e nello statto ed essere rovinoso . Confina essa casa in piano verso lev. parte l’arzene ossia strada appresso la roia ed parte con stanza del sig. Giuseppe Picco, detto Palmarin, a mezz. Domenico Menini, a pon. la strada ed a tram. Picco . La vendita viene fatta per it. L 1933,64 » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10302,776). |
1847-1849 span> | | Vedasi n. 1549. |
1852 span> | * | Appartiene a G.B. De Faccio (Competenze, II, f. 4v). |
1928 span> | | Cartoleria Tosolini. |
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1551 | |
span> | * | La casa sin dal 1389 appare gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo, come attestano i rotoli che ne citano i fondamenti. |
1389, apr. 5 span> | | Ser Nicolò notaio q. Gregorio di Udine lascia una marca di livello che gli paga Martino tessitore detto “del Lana”, abitante in borgo Superiore interno di S. Cristoforo «super quamdam domo iuxta quamdam domum hæredum olim Nicolai Machagnati de Utino, in qua ad præsens habitat mag. Jacobus cartarius, iuxta quamdam domum habitatam per Niccoletam olim Zenoni pelliparii uxorem a parte anteriori iuxta viam publicam et a parte posteriori iuxta rugiam » (B.C.U., ms. F.XXV, f. 131r). |
1428 span> | | «Hæredes ser Hieronymi notarii tenentur solvere super una domo, quæ fuit ser Nicolai notarii olim mag. Gregorii, sita Utini in burgo Glemonæ, iuxta *** dictum Imperatorem, iuxta hæredes olim ser Ioannis Billios et per ante est via publica et per post currit rugia » (ibid.). |
1430 span> | | « In burgo Glemonæ interiori hæredes olim ser Ieronimi notarii Candidi tenentur solvere super una domo quæ fuit ser Nicolai notarii olim mag. Gregorii, sita in burgo Glemonæ interiori, iuxta mag. *** berchandarium, vocatum Imperatorem, iuxta mag. *** sartorem et per ante est via publica et a parte posteriori labitur rugia » (B.C.U., ms. F. XXV, f. 132r). |
1441 span> | | « Basilicus cerdo et Mutius filii olim ser Hieronymi notarii » (ibid.). |
1511 span> | | « Agustin poeta et ser Ieronimo de Ieronimis»1 (B.C.U., ms. F. XXV, f. 133r). |
1550 span> | | « Ser Bortolomio Trivilin in logo del q. Ieronimo de Ieronymis » (B.C.U., ms. F. XXV, f. 133v). |
1555 span> | | « Paga ser Bortolomio del Fabro, mercatante di ferro» (ibid.). |
1601 span> | | « Raffael del Ferro» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 134r). |
1633 span> | | Pietro Galateo (ibid.). |
1643 span> | | «La casa è posta nel borgo di S. Christoforo, per mezzo la chiesa, possessa per Pietro Galatheo, tenuta per Felicita Caratta, maestra di scuola; confina a sol levado la roia, a mezodν m. Andrea Peruzzo, a sol a monte la strada et ai monti — Tomasina rel. del q. Girolamo Seraffino colazzaro» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 81-82). |
1670 span> | | «Possedono li rr.pp. di S. Maria delle Gracie la casa ed essi pagano il livello» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 134r). |
1748 span> | | «La casa è possessa al presente da d. Paola Ugoni rel. q. Gioseffo, appar instrum. 1714, 21 genn. nod. Cavalli » (B.C.U., ms. F. XXV, f. 134r). |
1788, apr. 14 span> | * | « Domenico q. Antonio Vattolo ha dato a titolo di permuta al sig. Antonio Ciani la cucina verso la roia in primo appartamento dal corpo della porzione di casa posta in borgo di S. Cristoforo, statali assegnata coll’operazione 21 ag. 1787, prodotta in atti dello sp. Carlo Lorio notaio . E ciò ha fatto perché il sig. Antonio Ciani cede a titolo di permuta allo stesso Domenico la camera in primo solaro sopra la strada del borgo di S. Cristoforo dal corpo della porzione di casa da esso Ciani acquistata dalle mani del Zuanne fratello d’esso, permutante coll’instr. 8 con. in mie note » (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9974, XII instr., 945, f. 1139v — 1140r). |
1801 span> | | Antonio Ciani «agente di ca’ Antonini» (Nomenclatura, f. 58v). |
1809 span> | * | La casa appartiene all’impiegato Pietro Ciani che vi abita (Registro delli aloggi, f. 43r). |
1812, sett. 17 span> | | Pietro fu Antonio Ciani vende a Domenico di Nicolò Menini la casa n. 1551, per L 5710. Confina lev. roia, mezz. Francesco Cernazai, pon. borgo, tram. Giuseppe Pezzetta (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10323, Rep. III, 828, f. 14v). |
1824, apr. 14 span> | | È di Domenico Menini (A.S.U., C.A. I, 89/1824/X, 1364 Orn. II C, con dis.). |
1834 span> | ° | Domenico Menini q. Nicolò, loco Pietro Ciani, loco Ugoni, loco Pietro Galateo, loco Bartolomeo Ferro, paga lb 3 cera per testamento 2 ag. 1423 del q. Girolamo not. Candido, atti not. Giovanni q Giacomo, sopra la casa in borgo S. Cristoforo, n. 1551 (Arch. dell’Ospedale di Udine, Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834). |
1845 span> | | Aveva portici. Vedasi n. 1549 (LAVAGNOLO-GARLATO, Pianta). |
1847-1849 span> | | Vedasi n. 1549. |
1849, giu. 11 span> | * | G. Domenico q. Nicolò Menini protesta presso la congregazione municipale circa le demolizioni operate in base all’operazione 19 giugno 1847. Parla di irregolare conformazione delle stanze ridotte e asserisce che la sua casa è divenuta transito comune e deposito per i lavori in corso nei paraggi. Elenca i danni materiali derivatigli e non manca d’insultare i pubblici uffici per l’operato. In data 18 giugno risponde l’ingegnere municipale: « Se il Menini ha diritto di tutelare la sua proprietà, non ha quello di scrivere degli insulti agli uffizi, agli impiegati ed alle imprese municipali. Data e non concessa la verità delle cose esposte nel reclamo, si possono usare i termini convenienti agli interessi propri e ai riguardi di ognuno » (A.S.U.,CA. I, 469, 3560 Orn. II C). |
1852 span> | * | Proprietà Menini (Competenze, II, f. 4v). |
1938 span> | | Banco del lotto. |
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NOTE span> | 1 | Vedasi n. 1424. |
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1552 | |
1801 span> | | Rev. *** Pascoli (Nomenclatura, f. 58v). |
span> | * | Affittuale Antonio Canetti (ibid.). |
1809 span> | | Paolo Filipponi (Registro delli aloggi, f. 43v). |
span> | * | Inquilino il calzolaio Antonio Canetti (ibid.). |
1810, apr. 27 span> | * | A pregiudizio di *** Filippone, debitore per L 14,87, avviso d’asta di «una camera in primo ordine verso la strada al n. 1552, ritenuto l’ingresso per la bottega» (A.S.U., C.N., 80, Avviso d’asta). |
1812, magg. 26 span> | * | In seguito ad atto oppignorativo del 25 febbr. contro gli eredi di G.B. Filippone, asta di «una stanza ad uso di camera nel borgo S. Cristoforo al n. 1552, a lev. Pietro Ciani, a pon. strada pubblica» (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta). |
1813, lugl. 4 span> | * | Paolo fu G.B. Filippone vende ad Angelo Tonutti «una casa segnata con il c.n. 1552 con sottoportico a pon.; confina a lev. e tram. con casa del sig. Pietro q. Antonio Ciani ed a pon. il borgo di S. Cristoforo ed a mezz. Francesco fu Giuseppe Zernazzai ; la qual casa pervenì nella fam. Filippone per aquisto fatto a titolo di francabile livello dal q. G.B. di lui genitore dalle mani del q. Leonardo Conti con istr. del fu not. Francesco Bertoldi . In cambio Angelo Tonutti cede all’antidetto Paolo Filippone una di lui casa con cortivo ed un moraro situata nel borgo di Villalta n. 990; confina a lev. e mezz. con casa del sig. Antonio q. Pietro Pilosio, a pon. con Giovanni Zugliano ed a tram. il borgo di Villalta» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10299, 441). |
1840, giu. 2 span> | * | Vedasi n. 1553. |
1845 span> | | Aveva portici (LAVAGNOLO-GARLATO, Pianta). |
1847-1849 span> | | Fratelli Tonutti. Vedasi n. 1549. |
1852 span> | * | Appartiene ad Alessandro Tonutti (Competenze, II, f. 4v). |
1876 span> | * | Bottega del tappezziere e sellaio Celeste Tonutti (COSMI-AVOGADRO, 115). |
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1553 | |
1801 span> | | Francesco Cernazai (Nomenclatura, f. 58v). |
span> | * | Affittuale don Angelo Miotti (ibid.). |
1809 span> | * | Proprietà di Francesco Cernazai. Vi abita il barbiere G.B. Bianchi (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1845 span> | | Aveva portici (LAVAGNOLO-GARLATO, Pianta). |
1840, giu. 2 span> | * | Il podestà comunica alla polizia una denuncia pervenuta da G.B. Bianchi del fu Leonardo, da oltre quarant’anni pizzicagnolo e venditore di pane nel borgo di S. Cristoforo al c.n. 1553: «Da pochi giorni lateralmente al porticato della di lui bottega n. 1553 persone ignote si sono arrogate di appostare di tavole di pane in vendita e precisamente sotto li porticati n. 1552 e 1555 e di piϊ le stesse persone stannovi a guisa di sentinelle chiamando a loro tutti quelli che sono diretti per consuetudine alla bottega del Bianchi » (A.S.U., C.A. I, 315/VI, 3082 Orn. II C). |
1847-1849 span> | * | Vedasi n. 1549. |
1852 span> | * | Appartiene ai fratelli Cernazzai (Competenze, II, f. 4v). |
1853, mar. 22 span> | * | Progetto di riforma della casa, inoltrato da Francesco del fu Giuseppe Cernazai (A.S.U., C.A. II, 66, 2073 Orn. II C, dis. firmato dal muratore Valentino Dreussi). |
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1554 | |
1801 span> | | Francesco Fortunato (Nomenclatura, f. 58v). |
span> | * | «Affittuale il fattor di casa Zucchi» (ibid.). |
1809 span> | * | La casa appartiene all’avv. Francesco Fortunato, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1839, sett. 5 span> | | G.B. Fortunato (A.S.U., C.A. I, 299/1839/XX, 4943 Orn. II C, con dis.). |
span> | * | Costui segnala che «la colonna verso tramontana del portico lungo il canale della roggia che va al molino nascosto dal ponte di S. Cristoforo, appartenente alla casa n. 1554 è spiombata in modo da minacciare rovina e di compromettere in un alla privata anche la pubblica sicurezza: vorrebbesi riparare a quest’inconveniente, rimettendo essa colonna a sito opportuno, tantosto che l’asciugamento del canale roiale, nel cui fondo è basata la fondamenta, il permetterà. Come pure vorrebbesi apprire le tre finestre indicate a rosso nel tipo che si unisce». Il progetto è approvato (ibid.). |
span> | °° | Il disegno è firmato da «GBatta Locatelli Ing. Civile». |
1845 span> | | Aveva portici (LAVAGNOLO-GARLATO, Pianta). |
1852 span> | * | Proprietà di G.B. Fortunato (Competenze, II, f. 4v). |
1852, genn. 8 span> | * | G.B. Fortunato chiede di «ridurre la facciata del sottoportico della sua casa al n. 1544», dove vuole aprire altre due porte. Il progetto viene approvato (A.S.U., C.A. II, 66, 172 Orn. II C, con dis.). |
1866, mar. 23 span> | | Il consiglio comunale approva il progetto di allargamento del borgo S. Cristoforo, al ponte di ferro, con la demolizione delle case di Fortunato Chiandetti al n. 1554, Visentini Ferdinando al n. 1555, Filipponi pre’ Carlo n. 1556, e la vendita di area e materiali per ricostruire una sola casa su la linea stabile (Arch. del comune di Udine, Protocollo verbale consiglio comunale della r. città di Udine, n. 2368, part. 4, p. 45-46). |
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1555 | |
1801 span> | | Valentino Urbano (Nomenclatura, f. 58v). |
1809 span> | | Pietro Bovolino, pizzicagnolo (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1822, mar. 6 span> | | Pietro Bovolini (A.S.U., C.A. I, 68, 917 Orn. II C). |
1830, sett. 23 span> | * | « Regina Zorzi Visintini vende al sig. Antonio Visintini la casa in borgo S. Cristofolo al c.n. 1555 col suo fondi di millesimi 690, confina a lev. la roia, mezz. Deganis Carlo e parte la detta roia, pon. strada e tram. eredi del fu Francesco Fortunato, pervenuto esso immobile in proprietà della venditrice in forza delli due contratti privati 25 ott. 1829 di sessione delli direttari Ruggero del fu Bernardino Ruggeri e Giuseppe del fu Pietro Ferro, e 30 lugl. passato di rinuncia del contratto enfiteotico 11 ott. 1754 convenuto col sig. Pietro Bovolini . Il prezzo di essa casa resta convenuto in austr. L 4000 » (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10556, 3480). |
1839, sett. 5 span> | * | Proprietà di Antonio Visentini (A.S.U., C.A. I, 299/XX, 4943 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | Appartiene ad Antonio Visentini (Competenze, II, f. 4v). |
1868, mar. 23 span> | | Vedasi n. 1554. |
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1556 | |
1742, magg. 27 span> | * | «Seguì scrittura sin li 23 ag. p.p. 1741 tra il molto rev. don Antonio Gerardini, abitante in questa città, mansionario del capitolo d’Aquileia da una e Giuseppe Cernazai q. Francesco suo et fratrum nomine , con la quale esso Cernazai cesse a livello francabile al suddetto don Antonio una porzione di casa, sive la casa che per avanti fu condotta dalle q. Benvenuta e Francesca madre e figlie Pisenti per il prezzo di d 400 . Scoperto poi che sull’appartamento di detta casa a tram. sii infisso un livello annuo infrancabile di formento staio uno pagabile al convento di S. Lucia , fu concertata la diminuzione di d 40 . Quindi Raffaele Cernazai per nome suo e degl’altri fratelli cede a livello francabile al molto rev. Antonio Gerardini una casa di muro coperta di coppi, sollerata, con corte, situata nel borgo di S. Cristoforo a dirimpetto il molino sconduto, a risserva però d’una stanza a pie’ piano verso mezo dν, che ha la sua porta propria d’ingresso sopra la strada, come pure altra stanza coperta di coppi solerata, cantina sotto nella corte, sostentata da un pillastro di mattoni con scala e paradana, che s’ascende sopra, inserviente ad uso di detti fratelli per il passato e di presente e che in questo contratto non s’intende inclusa, ma totalmente separata da quella restante concessa a livello francabile al rev. Gerardini; confinano : una a pie’ piano e l’altra sopra la corte con la scala sostenuta come sopra, che detti fratelli si ritengono nella proprietà et a lev. coo. Antonino e fratelli Antonini, mediante muraglia castellana, mezo dν case furono del q. Tomaso Stella, pon. strada, sive transito alle case furono del q. Lonardo Pillinini, ed ai monti le suddette case mediante Biasio Cavassi di Venzone . Et questo per d 360 » (A.S.U., N., Giovanni Domenico Caratto, 8675, Instr., f. 84r — 85v). |
1801 span> | | Sig. Francesco Cernazai (Nomenclatura, f. 58v). |
span> | * | Affittuale Osvaldo Dini (ibid.). |
1809 span> | * | La casa appartiene a Francesco Cernazai. Vi abita il sac. Daniele Dini (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1824 span> | * | « Carlo q. Giacomo Deganis Zuanne q. Antonio Filippone e il chierico Carlo figlio di esso Zuanne assegnano al chierico Carlo Filippone col titolo di patrimonio ecclesiastico una casa coi rispettivi fondi e due sottoportici, uno de’ quali a lev. e l’altro a mezz., con bottega e magazzino in piano, due camere e cocina in primo appartamento, tre camere in secondo appartamento e solaro in terzo appartamento, situata nel borgo S. Cristofolo al c.n. 1556 ; confina a lev. l’alveo della roia, a mezz. il borgo di S. Cristofolo, a pon. e tram. con casa del sig. Pietro q. Costantino Baolini del valore, giusto la opperazione delli pubbl. per. Giovanni Picco e Giuseppe Clochiati , di austr. L 5057,47 » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10309, 1926). |
1831, ag. 27 span> | * | G.B. Cotterli per conto del municipio, in seguito a sopralluogo, conferma lo stato di pericolo della casa «posta alla destra della roia sopracorrente del ponte detto di S. Cristoforo, la quale è di proprietà del sig. Giovanni Filippone» (A.S.U., C.A. I, 182/V, 3730 Orn. II C). |
1852 span> | * | Proprietà di Carlo Filipponi (Competenze, II, f. 4v). |
1866, mar. 23 span> | | Vedasi n. 1554. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | [CORGNALI], Sù e jù par Marciatvieri. Tre ciasis. |
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1557 | |
span> | * | I Caiselli1 possedevano in Portanuova una o piϊ case delle quali esiste una documentazione a partire dal 1668. La lacuna esistente tra il 1707 e il 1801 non permette tuttavia di identificare con certezza i fondi ai quali si riferiscono rispettivamente i dati anteriori e posteriori alla lacuna stessa. |
1668, genn. 4 span> | * | Contratto del co. Bernardino Caiselli: «Il giorno sudetto ò concesso a Zuane et Cattarina Mori la mia casa di Porta Nova, che per avanti stava Iacomo Del Neri hosto, acciò mi spazino il mio vino a L 2 il conzo et la casa di bando e che non ne possino spazzare ad alcuno sino a tanto che noi ne haveremo del nostro et dandoli poi noi facoltà di tiorne d’altri » (Arch. Caiselli, Istrumenti di locazione per Udine e pertinenze). |
1680, genn. 4 span> | * | Autografo di G.B. Caiselli: «Con la presente scrittura di locatione si dichiara come il sig. mio padre ha locato a semplice affitto a mess. Gioseffo Simoniti, cortelino in questa città, la bottega sotto la casa del sig. Antonio Carne2 pittore in borgo di S. Christoforo, qui anco rezutta per il medesimo, cosν convenuti per anno uno da pagarsi di sei in sei mesi lire quindici , che sono in ragione di lire trenta all’anno . Io co. G.B. Caisello » (ibid.). |
1688, ott. 12 span> | * | «Si dichiara con la presente scrittura di locatione come il co. G.B. Caisello, facendo anco a nome del co. Lonardo suo fratello ha concesso a ragion di semplice affitto per anno uno una sua botega posta sotto la casa, che tiene ad affitto il sig. Antonio Carneo, pur di sua ragione, che per avanti la teniva ad affitto ser Antonio Guatolo fabro, a m. Francesco Pleto fabro di questa città, con obligo di corrispondere ogn’anno L 80 » (ibid.). |
1693, genn. 19 span> | * | «Con la presente scrittura di locatione si fa chiaro come li coo. G.B. et Lonardo fratelli Caiselli hanno a ragion di semplice affitto locato per anni nove a Gioseffo Gondolo e a Cassandra sua moglie una loro casa con diverse stanze, poste in borgo di S. Cristofforo, che per avanti le teniva ad affitto il sig. Antonio Carneo pittore et la bottega che teniva ad affitto mistro Giacomo Plet fabro sotto detta casa; et questo per il medesimo prezzo che pagavano detti inquilini, cioè per la casa e stanze duc. 26 et per la bottega soldi quaranta, che tutto fa L 201 s 4 da pagarsi ogn’anno durante detta locatione . Et perché in detta casa desiderano di fare un forno a loro spese, contentano essi conti che lo facino nella stanza terranea verso la roia, con obligo et condicione o non volendo essi stare, o pure li conti lasciarli, siano obligati a disfare il forno et ritornare il salizado tutto nel pristino stato, come anche il salizado della stanza dove si pone il forno e perché nella stanza sopra il forno, dove habitano la madre e sorelle del medesimo Gioseffo, in caso che qui la volessero tenire ad affitto, siano obligati detto Gioseffo et Cassandra a pigliarla per il medesimo affitto che sono L 40 all’anno » (ibid.). |
1707, sett. 25 span> | * | «Con la presente scrittura privata di locatione si dichiara come li coo. G.B. e nipoti Caiselli a ragion di semplice affitto concedono a Antonio Bledich del Chianal di S. Lonardo et a Narda sua moglie, una loro casa posta nel borgo di S. Christoforo, loco detto in Porta Nova , la qual casa ha da servire per far osteria, incominciando il prossimo ottobre 1707, con patto che il conductore sia obbligato a spazzare il vino di detti locatori bonificandoli per suo honorario L 2 per conzo di quanto ne spazzasse di loro ragione et mentre li locatori non havessero piϊ vino di darli , dandoli licenza di provedersi e pigliare dove li pare con obligo di contribuire s 15 per conzo a detti locatori » (ibid.). |
1801 span> | | Coo. Carlo e Girolamo Caiselli (Nomenclatura, f. 58v). |
span> | * | Affittuale Antonio Coviz (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene a Carlo e fratelli Caiselli ed è affittata al pistore Antonio Coviz (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1812, sett. 17 span> | * | «Vendita fatta dal sig. Pietro del fu Antonio Ciani al sig. Domenico del sig. Nicolò Menini di una casa sita in borgo di S. Christophoro al c.n. 1557 e ciò pel prezzo di L 5710,31 » (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10323, Rep. III, 828, f. 14v). |
1824, ott. 28 span> | * | Nell’elenco dei pozzi, compilato dal capoquartiere, viene citato «il pozo del S. Cristoffolo 1557 coperto, con chiave» (A.S.U., C.A. I, 88/IX). |
1845 span> | | È di Luigi e Carlo q. Biaggio Pascottini. Viene tagliata la facciata e ritirata a filo di quella della casa Orter (A.S.U., C.A. I, 407/XXXIII; preventivo di spesa dell’ingegnere municipale A. Lavagnolo in data 30 lugl. 1845). |
1846, magg. 2 span> | * | La i.r. delegazione per la provincia del Friuli alla congregazione municipale di Udine: «Reclamato dai bisogni di comodo e sicuro transito il ritaglio di due case in piazza S. Cristoforo, urgente il provvedimento per impedire il crollo minacciante l’angolo finora puntellato all’una di dette case, provveduta la comune per sopravvenienze attive di mezzi, con cui far fronte alla spesa, ed appianate le differenze coi proprietari nob. Girolamo Caiselli, Luigi e Carlo Pascuttini, la r. delegazione, ritenuto quanto con maggior dettaglio contiene la relazione municipale 19 aprile p.p. letta al consiglio comunale nel dν 21 detto, non potrebbe non accogliere la pressocché unanime deliberazione presa da quel consesso di procedere al rittaglio col conseguente ritiro ad ampiezza della carriera stradale delle due case n. 1547 spettante alla ditta Pascuttini, n. 1548 appartenente al nob. Caiselli, esborsando per compenso alla prima il prezzo di L 1260 ed al secondo quello di L 1816,56» (A.S.U., C.A. I, 407/XXXIII, 2965 Ornati). |
1852 span> | * | Co. Girolamo Caiselli (Competenze, II, f. 4v). |
1852, genn. 7 span> | * | La presidenza del consorzio roiale comunica alla congregazione municipale che «la casa dei co. Caiselli in borgo S. Cristoforo n. 1557 minaccia rovina nella facciata verso il canal roiale sulla stradella del Molin Nascosto. Si prega quindi codesta congregazione municipale a dare disposizioni immediate ed occorrenti a togliere ogni disavventura ». Segue la perizia dell’ingegnere municipale G.B. Locatelli, il quale conferma la gravità della situazione e propone la ricostruzione dell’edificio. Il 29 genn. segue il provvedimento del podestà in tal senso (A.S.U., C.A. I, 527/VIII, 132 Orn. II C). |
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NOTE span> | 1 | La segnalazione dei documenti dell’Archivio Caiselli è ancora una volta dovuta alla gentilezza della dott. Liliana Cargnelutti. |
span> | 2 | Che il Carneo abitasse in S. Cristoforo è dato scontato: BIASUTTI, Note d’archivio, 10; GEIGER, Antonio Carneo, 23; RIZZI, Antonio Carneo, 14, 75. |
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1558 | |
1801 span> | | Carlo Zorzi1 (Nomenclatura, f. 58v). |
span> | * | Affittuale Nicolò Merlini (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene all’orefice Carlo de Zorzi. Vi abita il «ricettore» Francesco De Marzo (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1840, lugl. 24 span> | | Vedasi n. 1545. |
1844, febbr. 5 span> | * | Francesco Orter, «desiderando di riformare la facciata della propria casa, posta al n. 1558 borgo S. Cristofforo», chiede l’autorizzazione per i lavori. La concessione viene rilasciata relativamente alla parte di questa casa, ma non a quella contigua n. 1546 (A.S.U., C.A. I, 390/VI, 930 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Valentino Driussi). |
1844, magg. 23 span> | * | Francesco Orter chiede «di completare la rifforma della sua casa n. 1558 » (A.S.U., C.A. I, 390/1845/VI, 3291 Orn. II C, con dis.). |
1845, apr. 1 span> | * | Disegno per la sistemazione di casa Orter, firmato dal muratore Valentino Driussi. La congregazione municipale approvando concede il permesso per «il provvisorio collocamento del casotto ad uso di bottega durante la ricostruzione della fabbrica. Lo si potrà costruire nel mezzo fra la casa n. 1267 e il pozzo, in modo che restino d’ambi i lati spazi bastanti pel movimento de’ carri » (A.S.U., C.A. I, 407/XXXIII, 1879 Orn. II C). |
1852 span> | * | Francesco Zorzi (Competenze, II, f. 4v). |
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NOTE span> | 1 | Vedasi n. 1545. |
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1559 | |
span> | | Era un mulino, abbattuto nel 1924. |
1528, giu. 30 span> | * | «In capitulo ecclesie B. Marie Maioris collegiate de Utino canonici penes eandem ecclesiam francaverunt et tradiderunt mag. Bernardino q. Stephani Nigri de Monte Regali, molendinario Utini, habitanti in vico S. Christophori , livellum frumenti starii sexdecim ad mensuram Utini super molandino concesso Thome molendinario socero prout de ipsa livellatione patuit publico instrumento in membrana sub anno 1469 die penultimo ianuarii sub signo et nomine q. ser Francisci a Fabris not., cuius molendini hi dicuntur esse confines : Utini, in vico S. Christofori et dicitur “molin de Roste”, super rugia latenti in burgo Glemone a parte superiori rugie est molendinum heredum mag. Iacobi Vassellarii molendinarii et ab inferiori molendinum fraternitatis Batutorum de Utino tentum per Barnabam molendinarium et iuxta domos contiguas dicti francantis ac rostam cerdonum e regione et alios suos plures et veriores confines » (A.S.U., N., Germano Belloni, 5707, Istr. 1528-1538, f. 92r). |
1587, dic. 5 span> | | «Excellens doctor Hieronymus Suardus uti curator q. ser Bernardini a Nigris de Utino pretio duc. 50 vendidit eccellenti doctori Thomæ a Porta q. Maphei dimidiam tertiæ partis unius rotæ molendini eorundem minorum, siti Utini in contrata S. Christofori in loco dicto1 della Rosta, iuxta a parte superiori molendinum excellentis doctoris Iosephi Trenti et ab inferiori aliud molendinum pii hospitalis S. Mariæ a Misericordia de Utino » (B.C.U., ms. 1460, not. Leonardo Agricola, Prot. 1584-1588, f. 131v — 132v). |
1636, giu. 4 span> | * | « G.B. Collogna alienò al sig. Lonardo Caisello un affitto di formento staro uno in spezie sopra la sua parte del molino posto nella contrada di S. Christofforo, detto il molino ascosto » (A.S.U., Arch. Caiselli, Istrumenti acquisti e vendite Udine e pertinenze, not. Bertrando Brunelleschi). |
1668, magg. 10 span> | * | «Il sig. Steffano Madrisio da una et il sig. Carlo Alessandro Collogna dall’altra concordemente presentarono appresso di me nodaro la scrittura dell’aggiustamento seguito fra di loro mediante Giacomo Pistocchia, loro comune amico , volendo concordemente che habbia forza di pubblico instromento» (A.S.U., N., Simone Paderni, 7501, XXV instr., f. 17v). |
span> | | Dal testo non si ricava alcuna allusione al mulino. |
1669, giu. 22 span> | * | « Antonio Madrisio, facendo a nome del sig. Steffano suo padre , in ragion di semplice affitto d’anno in anno reloca a ser Antonio Greba monaro, habitante in questa città , il suo molino posto nel borgo di S. Christoforo, chiamato il molino ascoso di quatro sentimenti cioè due di toffo et due di mole a minuto, con un sborador, nel stato e nel grado, tolto in nota da m. Lonardo Marzona ; et questo per l’affitto annuo di formento st 95, carne porcina lb 200, caponi para due, d’affitto di corte di S. Marco L 18 s 12 et il macinar quel tutto farà bisogno al locatore per uso di sua casa » (A.S.U., N., Simone Paderni, 7501, XXV instr., f. 136r — 137r). |
1746, sett. 4 span> | | «Pressati li coo. Giuseppe e fratelli Madrisii dalla co. Catterina Antonini Pappafava figliuola et erede del co. Daniele Antonini alla francazione di capitali livellari , hanno fatto offerta alli coo. Antonino e Giovanni Alfonso fratelli q. Giovanni Daniele Antonini di un loro molino, posto nel borgo di S. Cristofforo, detto delle Roste, o mollino ascoso, nella casa d’essi coo. fratelli Madrisii pervenuto, come appar da pubblico concordio seguito con la casa Cologna il dν 5 aprile 1668 nelle note del q. Simon Paderno not. , di qui è che gl’antedetti coo. Giuseppe e Giovanni Antonio fratelli Madrisii, facendo per nome anco delli coo. molto rev. Francesco e Da-niello loro fratelli , hanno venduto alli coo. fratelli Antonini il molino di confine con il loro palazzo, per il prezzo risultante dalla stima Glereani di d 1816 » (Francesco del fu Alessandro Brunalleschi, 9194, III instrom., f. 126r — 129r). |
1775, dic. 11 span> | | I Madrisio ricuperano il mulino (Atto privato, come dall’atto notarile del 31 dic. 1822). |
1801 span> | | Co. Francesco e fratelli Madrisio (Nomenclatura, f. 58v). |
span> | * | Affittuale il mugnaio G.B. Danelutto (ibid.). |
[1807] span> | * | In esecuzione dell’invito del 12 giugno 1807, Giovanni Rioli segnala, come abitante in questo edificio, Simeone Celotti, affittuale del mulino (A.S.U., C.A., 1/2). |
[1808] span> | * | Mulino a cinque ruote di proprietà di Lucrezio e fratello Madrisio (A.S.U., C.A., 1/2, 283). |
1809 span> | * | Il mulino appartiene a Lucrezio e fratelli Madrisio. Vi abita il mugnaio Simone Celotti (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1822, dic. 31 span> | | Il co. Lucrezio fu Giuseppe Madrisio vende a Giacomo q. Paolo Noni «il mulino delle Roste, ossia nascosto, portante il c.n. 1559; qual confina a lev. piazzetta di ragione Madrisio oltre la roia, mezz. strada, pon. e tram. coo. fratelli q. Antonio Antonini, ed è il molino stesso pervenuto nella famiglia Madrisio in virtù del concordio seguito colle famiglie Cologna fin dal 5 apr. 1668, consta dalle note del sig. Simon Paderno poscia venduto, colla riserva del patto di recupera, alli coo. Antonino e Giovanni Alfonso fratelli q. Giovanni Daniello Antonini col pubbl. instrom. 1746, 4 sett., appar nei rogiti del not. Francesco Brunelleschi et indi restituito in possesso della famiglia Madrisio, per recupera verificata con scrittura 11 dec. 1775 , atti del not. Francesco Prodoloni ; ed è soggetto esso molino a marca di feudo censuale . Questa vendita viene fatta per il prezzo d’it. L 4800 » (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10632, 3524). |
1852 span> | * | Eredi di Giacomo Noni (Competenze, II, f. 4v). |
1883 span> | | Vi lavora il mugnaio Francesco Basaldella (AVOGADRO, 149). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | JOPPI, Il castello di Moruzzo; della PORTA, Toponomastica, 136-137; C. SOMEDA de MARCO, Udine che scompare ed i filatoi, 262. |
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1560 | |
1774, sett. 19 span> | * | Confinazione operata dal pubbl. per. Nicolò Antonio Codutti su istanza del sindaco di S. Pietro Martire: «Casa posta nell’androna del Molin Squindut possessa di presente dal nob. Leonardo Valentinis, erede Pellarini. Dissero confinar a lev. e tram. col co. Alfonso Antonini, mezodν Eleonora Gerardini e parte l’androna del Molin Squindut et a pon. la roia ; sopra la qual casa paga annualmente il nob. Leonardo Valentinis, erede Pellarini, al convento, di censo perpetuo, in contadi L. 8 » (A.S.U., C.R.S., 783/24, n. IX). |
1801 span> | | Coo. Valentinis di Collalto (Nomenclatura, f. 58v). |
1809 span> | * | Appartiene alla «serva» Maria Danelutti. Vi abita il cameriere Niccolò Merlini (Registro delli aloggi, f. 43v). |
span> | °° | L’edificio è vincolato con D.M. del 14 febbr. 2007 ai sensi del D.Lgs. 42/2004. |
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1561 | |
span> | * | La casa è gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo. Le notizie più antiche sono dedotte dal rotolo settecentesco F. XXV che riporta i fondamenti delle partite: |
1428 span> | | «Ioannes cerdo q. Comucii del Pouul q. Dominici Mattiussii de Martignacco, Utini habitans, tenetur solvere vigore testamenti per dictum Cumucium super una domo murata et tegulis cohoperta sita penes rostam cerdonum de burgo Glemonę, iuxta domum Petri Parvi cerdonis de Porta Caschanani, iuxta Federicum de Savorgnano, iuxta murum castellanum interiorem » (B.C.U., ms. F. XXV, f. 117v). |
1511 span> | | «Li eredi di m. Martin Peverada pagano sopra una casa posta oltre la rosta drio la casa di quelli di Fantulina» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 118r). |
1544 span> | | «Raffael di Belgrado in logo m. Domenego di Lunardo di Martin Peverada » (ibid.). |
1550 span> | | «Bertul q. Zuan Cellotto calligaro in borgo di S. Cristoforo in logo delli eredi del q.m. Domenego Peverada » (ibid.). |
1594 span> | | «Bortolo q. Zuanne Cellotto, calligaro in borgo S. Cristoforo, in luogo delli eredi q. m. Domenego Peverada » (B.C.U., ms. F. XXV, f. 118v). |
1601 span> | | « La detta casa è posta in rovina ed incantata è stata deliberata alla fabrica del duomo per il suo credito, come appar per mano di mens. Vittorio Mattioli 7 sett. 1601, et sono insieme patroni d’essa il convento di S. Lucia ed il sig. Lapro Emiliano » (ibid.). |
1642 span> | | «Bortolomìo q. Zuanne Celotto calliggaro » (ibid.). |
1643 span> | | « Eredi q. ecc. sig. Francesco Paulino » (ibid.). |
1647, 1648 span> | | «Gli eredi q. Francesco Paulini in luogo di ser Bortolomio Celotto » (B.C.U., ms. F. XXV, f. 119r). |
1751 span> | | «Casa in borgo Porta nova, oppur delle Roste, termina dalla parte posteriore col muro castellano, overo coll’orto della casa commoda del sig. Floreano Antonino, possessa dopo dalli sigg. Carrara ed ora dai sigg. Giulio e fratelli Soardi, dalla parte davanti piazzetta, appresso la roia, overo strada, dalla parte superiore col sig. Bertoldo di Cividale e dalla parte inferiore casa delli heredi di Domenego muraro» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 117v). |
1801 span> | | Domenico Panciera, «tornitore» (Nomenclatura, f. 58v). |
1809 span> | | Appartiene al negoziante Giovanni Panciera (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1852 span> | * | Giuseppe Facondo (Competenze, II, f. 4v). |
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1562 | |
span> | | Vedasi n. 1561. |
1801 span> | | Tommaso Stella (Nomenclatura, f. 58v). |
span> | * | Affittuale Anna Castellana (ibid.). |
1804, magg. 5 span> | | « Vittoria Pitoello, moglie di Francesco Poz, erede della sign. Anna n. Coz, fu moglie del sig. L. Valent ha venduto al sig. Giovanni Maria figlio del sig. G.B. Periotti una casa di detta sign. Vittoria in essa pervenuta nella sopracitata eredità, posta dietro il molino nascosto; confina a lev. co. Antonini, mez. eredi Catarossi e Angelo Bianchi di Camino di Codroipo, pon. strada ed alli monti Giovanni Panciera. Questa vendita fa per il prezzo di d 196 » (A.S.U., N., Ignazio Brunelleschi, 10162, IV instr., 510, f. 708v — 710r). |
1809 span> | | Giovanni Maria Periotti, capo muratore1 (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1816, apr. 27 span> | * | «Giovanni M. ed Innocenzia iug. Pariotti vendono alli fratelli G.B., Antonio ed Odorico Politi una casa posta nel borgo di S. Cristoforo n. 1562 descritta nella operazione 4 corr. delli periti Venuti e Picco . Questa cessione si fa pel prezzo di it. L 888,26 ». Nella stima allegata, del 4 apr. 1817, si legge: «Una casa di muri, coperta di coppi, situata nel recinto del borgo di S. Cristoforo n. 1562, composta in piano da una cantina sotterranea, corridore e corticella, camera e due camerini sopra con corridore e scalla, cucina, camera, camerini e corridori con scalla in primo piano, due camere e camerino in secondo piano e suo grannaro sopra; confina a lev. corte delli coo. Antonini, mezz. eredi Ruggeri fu Catarossi, pon. strada pubblica, va al molino sconduto, ed a tram. fabbrica del sig. Antonio Runcaldier » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10598, 2073). |
1852 span> | * | Proprietà di Antonio Politi (Competenze, II, f. 4v). |
1876 span> | * | Caterina Spigoletti vi svolge l’attività di affittaletti (COSMI-AVOGADRO, 65). |
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NOTE span> | 1 | Vedansi n. 745 e 1563. |
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1563 | |
1801 span> | | Orsola Cattarossi (Nomenclatura, f. 58v). |
1809 span> | * | La casa appartiene all’ostessa Giacoma Cattarossi. Vi abita il cappellano G.B. Pastor (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1812 span> | | Osteria “Alla pastorella” (Esercenti). |
span> | * | Gestione di Pietro Plain (ibid.). |
1813, ott. 30 span> | * | Giovanni M. Periotti1 chiede il permesso «di levar una ferata d’una fenestra per formar un rebate in nella casa, asituata in borgo di S. Cristoforo, al c.n. 1563 e questa casa serve ad uso di osteria ». L’autorizzazione è concessa (A.S.U., C.N., 180/XI X). |
1826, ott. 18 span> | | «Comparvero Ruggeri Francesco q. Domenico di professione tapezziere e Domenico del vivente Michiele Zuliani detto Lessani2, mercante ; possessore Francesco Ruggeri, unitamente alle di lui sorelle Orsola, moglie di G.B. Picco di Bordano ed Anna Maria nubile, di una casa situata sotto la parrocchia di S. Cristoforo dirimpetto al molin nascosto, ad uso di osteria, ora abitata dal sig. Luigi Michelini qual affittuario, coscritta sotto il c.n. 1563, fra i confini a lev. l’acquirente Zuliani, mediante casa e transito promiscuo di ragione Bianchi, a mezz. Michiel Zuliani, a pon. contrada ossia piazzale ed a tram. li sigg. Politti loco Periotti, la qual casa è indivisa tra lo stesso Francesco e le sorelle , che lo stesso Francesco aliena la terza parte della casa con relativi fondi a lui spettante al sig. Domenico del vivente Michiele Zuliani detto Lessani . E ciò fa esso Ruggeri per il prezzo di austr. L 1560,15 » (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4815, 1074). |
1831, magg. 25 span> | * | Domenico Giuliani Lessani, proprietario della casa n. 1563, chiede di «trasportar una porta esterna nel sitto ove presentemente trovasi una finestra». Il permesso è accordato (A.S.U., C.A. I, 182/V, 2173 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | Margherita Lessani, proprietaria anche del 1563 A (Competenze, II, f. 4v). |
1883 span> | | Caffè “All’Adriatico” (AVOGADRO, 139). |
span> | * | Gestione di Teresa Cavalieri Dedini (ibid.). |
span> | | |
NOTE span> | 1 | Si tratta del capomastro. Vedansi anche n. 745 e 1562. |
span> | 2 | Per Michele Lessani vedasi n. 1573. |
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1564 | |
1647, giu. 10 span> | | «Stima fatta per me Matthia Cittareo per. pubbl. e di m. Andrea Peruzzo muratore dell’infrascritta casa posta nel borgo di S. Christoforo di ragione del nob. Lonardo Pontone: casa posta in detto borgo, habitata di presente da d. Cristophoro Grassi casarolo, confina a lev. la strada, mezodν il molto rev. Horatio Susanna, a sol a monte et alli monti androna del Molin del pio hospitale maggiore ». Nota a margine di altra mano: «Questa è quella casa vicina al molino nascosto, per andar in Porta nova, delli eredi Pidutti» (A.C.U., A.A.O., Misc. V, f. 8r — 10v, con inventario). |
1649, magg. 7 span> | | « Lonardo Pontano, cittadino et nodaro collegiato di questa città, aliena a mess. Zannone Zeraffino, mercante di grassa di questa città , una casa posta in borgo di S. Christophoro giusto li confini nominati nella stima fatta da Matthia Cittareo, perito di questa città, et Andrea Piruzzo muraro et questo per prezzo di d 600 » (A.S.U., N., Giovanni Lughera, 7232, VI instr., f. 76v — 78r). |
1650, genn. 28 span> | * | «Mess. Andrea Piruzzo muraro promette e solennemente s’obliga a Zenone Cerafino, mercante di grassa di questa città, far le opere e fatture qui sotto descritte nella casa d’esso Zenone, posta nel borgo di S. Christophoro, appresso il molino del pio hospital grande, per esso acquistata dal nob. Lonardo Pontone et quelle dar perfettionate nel termine di giorni 32 p.v. a sue spese, cioè di maestranza, sassi, mattoni, modeoni, calcina e sabione che occorrerà in esse opere, havendo solo da soministrare esso Zenone il legname, chiodi e feramente oltre li matoni vecchi, che s’attrovano in opera et le pietre di cadauna sorte, cosν di scalle come di porte et fenestre et anco li matoni per il pianellato del sollaro sopra la caneva et questo per il prezzo tra esse parti convenuto di ducati ottanta ». Segue l’elenco delle opere da farsi (A.C.U., A.A.O., Misc. V, f. 3r — 4v). |
1653, lugl. 14 span> | | Testamento di Zanone Zeraffini q. Gottardo, mercante. Lasciò erede la madre Lucrezia q. Rocco Vincenti (A.S.U., N., Gaspare Albini, 7085, III instr., f. 133v — 134r). |
1653, sett. 6 span> | * | «Mad. Lugretia rel. del q. Gotardo Ceraffino concede a ser Amadio Pichessino casarollo il sortimento tutto della sua bottega di grassa, item la casa e mobili e magazsino dell’altra casa ivi dirimpetto, nel borgo di S. Christofforo, vicini al ponte, di anni cinque in anni cinque » (A.C.U., A.A.O., Misc. V, f. 38v — 42r, con inventario della bottega). |
1659, ag. 20 span> | * | «Inventario fatto per me not. infrascritto di tutti li mobili et robbe del q. Zenone Cerafino casarol ». Vi è citata anche «una resteliera dipinta di rosso con due schioppi da roda» (A.C.U., A.A.O., Misc. V, f. 23r). |
1667, febbr. 25 span> | | Lucrezia Serafini lascia la casa all’ospedale di Udine (A.C.U., A.A.O., Misc. XI, f. 6r — 6v, copia dal not. Valentino Orgnani). |
1746, dic. 29 span> | | E di Francesca Gondola, quale erede di sua sorella Paolina. Consta di «una stanza terrena con due sollari sopra con fondi annesso verso tramontana ; confina a lev. la contrada che conduce in Porta Nuova, a mezz. casa del rev. Francesco Zoratti, a pon. l’alveo della roia mediante strada o trozzo et a tram. la contrada sudetta». Viene escorporata a favore di Leonardo Pidutti (A.S.U., C.A. I, 406/XXXIV, not. Giovanni Daniele Caratti, copia del cancell. Antonio Torossi). |
1779, magg. 13 span> | | Testamento di Leonardo Pidutti. Eredi Valentino Tomada e Valentina Pidutti coniugi (A.S.U., C.A. I, 406/XXXIV, not. Tomaso Stella). |
1801 span> | | Valentino Tomada (Nomenclatura, f. 58v). |
span> | * | Affittuale Carlo Deganis (ibid.). |
1809 span> | * | La casa appartiene al negoziante Valentino Tomada. Vi abita l’oste Domenico Potente (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1834, magg. 13 span> | | Anna Maria Tomada, moglie di Giovanni Domenico Storelli, vende a Francesco e Nicolò fratelli Braida per austr. L 2900 «la casa con annesso fondo sopra cui sono due gelsi, situata a lev. strada mezz. casa Pittana, pon. roia , tram. strada » (A.S.U., C.A. I, 406/XXXIV, not. Nicolò Zancani). |
1846 span> | | È dei fratelli Braida (ibid.). |
1852 span> | * | Francesco Braida (Competenze, II, f. 4v). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Ripristino di vecchie case. |
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1565 | |
Sec. XVIII fine span> | ° | «Ill.mi sigg. deputati. La fabbrica di pubblica ragione, denominata la Rosta, destinata da provide discipline a servizio delli scorzari per purgar le pelli, si ritrova in presente colle porte atterrate e spogliate da serrature e ferramenta, si dice per opera di persone già carcerate » (Da istanza senza data in Arch. mun., b. 27). |
1801 span> | | Giovanni Marangoni (Nomenclatura, f. 58v). |
span> | * | Affittuale G.B. Borghi (ibid.). |
1809 span> | | Giacomo Pittana, stagnaro (Registro delli aloggi, f. 43v). |
span> | * | Nella casa abitano l’industriante Domenico Gervasoni e l’impiegato Annibale Gemelli (ibid.). |
1812. apr. span> | | Vi aveva sede un postribolo con cinque meretrici (A.S.U., C.A. I, 211/I, 80, p. 2). |
span> | * | Conduttrice del lupanare risulta Elena Sansonio (ibid.). |
span> | | Il postribolo durò sino al principio del sec. XX con il nome di “Casa rossa”. |
1817, mar. 13 span> | * | « Giacomo Pittana ha venduto al march. Tommaso Obbizi due case : una situata in borgo S. Christoforo n. 1565 , la qual confina a lev. colla strada di Porta Nuova, a mezz. li coo. Carlo e Girolamo fratelli Caiselli, a sol a monte l’alveo della roia et a tram. la vedova del sig. Valentino Tomada ; e l’altra posta in borgo di Grazzano » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10449, 1202). |
1821, febbr. 23 span> | | È di Nardino Pestapevere (A.S.U., C.A. I, 53/III, 744 Orn. II C, con dis.). |
span> | * | Il proprietario chiede ed ottiene «di far un rebato dove è una fenestra con fereata» (ibid.). |
1826, ott. 18 span> | * | «Possessore Francesco Ruggeri, unitamente alle sorelle Orsola, moglie di G.B. Picco di Bordano e Anna Maria nubile, di una casa sotto la parrocchia di S. Cristoforo dirimpetto al Molin Nascosto ad uso di osteria, ora abitata dal sig. Luigi Michelini n. 1563, fra i confini a lev. l’acquirente Zuliani mediante casa e transito promiscuo fu di ragione Bianchi, a mezz. Michiel Zuliani, a pon. contrada ossia piazzale ed a tram. li Politti, loco Periotti, cede la terza parte a lui spettante al sig. Domenico del vivente Michele Zuliani, detto Lessani E ciò fa per austr. L 1560,15 » (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4815, 1074). |
1846, mar. 5 span> | * | Teresa e Giacomo Pittana vendono ad Angelo Del Mestre «la porzione loro spettante della casa posta in contrada di Porta Nuova coscritta col c.n. 1565 . Confina a lev. strada pubblica, mezz. l’acquirente in loco fratelli Braida, pon. la pubblica roggia e tram. li sigg. Braida, cioè la prima per un’ottava parte di quella casa ed il secondo per un terzo del rimanente . Il sig. Giacomo vende al detto Del Mestre anche il residuo terzo di detta casa spettante al curatelato Luigi Pittana. Questa vendita viene fatta per il complessivo importo di austr. L 5525 » (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4839, 6538). |
1852 span> | * | Appartiene a Teresa Pitana (Competenze, II, f. 5v). |
1868, apr. 8 span> | * | Avviso d’asta della casa, indetta per il 9 maggio, «su istanza della congregazione delle Anime purganti della chiesa di S. Giacomo di Udine in confronto di Alba Cattaruzzi ved. Del Mestre» (“Giornale di Udine”, 3, LXXXIV, 8 aprile 1868, 4). |
1938 span> | | È di Pietro Montalban, rigattiere. Questa casa deve essere l’antica rosta dei Calzolai. Il piano terreno è di archi sostenuti da colonne. Al primo piano esiste un affresco raffigurante la Madonna. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | BRAIDOTTI, Udine, 6-7; della PORTA, Toponomastica, 136-137; Ripristino delle vecchie case. |
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1566 | |
1791, mar. 10 span> | | G.B. Cicogna vende a Francesco Graffi la porzione a tramontana della casa adibita a locanda in Portanuova. Confina a lev. Portanuova, mezz. Antonio Facile e Antonio Fanconi, loco Caselotti per d 800 (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, II instr., 289, f. 321r — 321v). |
1791, mar. 10 span> | | G.B. q. Giacomo Cicogna vende ad Antonio Facci e Giovanni Zuiano «della villa di Camin di Buri, abitante in questa città», porzione di casa tra l’angolo di lev. e pon. in S. Cristoforo contrada Portanuova, confinante lev. Portanuova, mezz. parte Antonio Facci, parte Antonio Fanconi, loco Caselotti, pon. roia, tram. Francesco Graffi, loco Caiselli. La casa serve da locanda (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, II istr., 290, f. 322r — 322v). |
1791, mar. 21 span> | | G.B. Cicogna vende a Leonardo q. Antonio Cantier, «oriundo di Grions di Torre», una casa in Portanuova ad uso di locanda; «confina a lev. con strada , mezz. con Antonio Facci e parte con Facci e Zuiano fu di questa ragione, a sol a monte con la roia ed alle monti col sig. Francesco Graffi» (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, II istr., 292, f. 323v — 324v). |
1792, mar. 19 span> | * | Tale porzione di casa consiste «in un camerone a pieppiano, camera al disopra e granaro a quella sopraposto» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9976, XX istr., 1482, f. 1912v — 1913v). |
1792, mar. 19 span> | * | «Antonio Facci ha venduto al sig. Giovanni Zuiano la mettà ad esso Facci aspettante delle tre stanze . E questa vendita ha fatta per d 300» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9976, XX istr., 1482, f. 1912v — 1913v). |
1801 span> | | Francesco Graffi (Nomenclatura, f. 58v). |
1802, apr. 4 span> | * | «Giovanni q Giuseppe Zuiano, oriundo della villa di Camin di Buri ha venduto al nob. Ferdinando q. Francesco Forni un’annua pensione livellaria di L 124 sopra la casa di sua abitazione posta in questa città sotto la parochia di S. Cristoforo in contrada di Porta Nova, acquistata a livello francabile dal q. G.B. Cicogna con istrumento 10 maggio 1791 di mano dello sp. Antonio Marchi in solidum con il sig. Antonio Facci, stato poi renunciato al detto Zuiano dal Facci con istr. 19 marzo 1792 di mano Riccardo Paderni » (A.S.U., N., Francesco Girardi, 10616, IV istr., 18, f. 24v — 25r). |
1809 span> | * | Appartiene a Francesco Graffi (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1819, sett. 25 span> | * | « Francesco q. Domenico Graffi vende al sig. Prospero q. Giuseppe Petracco una stanza terranea annessa alla casa di abitazione d’esso Graffi, posta in contrada di Portanova, portante il c.n. 1566; confina la stanza stessa a lev. con casa della sign. Augusta Grafitti fu Graffi, mezz. con detto Petracco, pon. colla roia ed a tram. colla casa di abitazione del Graffi . Questa vendita si fa pel prezzo di it. L 350 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10601, 2519). |
1848, sett. 21 span> | ° | Angelo q. Giacomo Del Mestre vende alla sign. Anna Feruglio De Mezzo la casa n. 1566. Il venditore l’aveva comperata da Francesco e Nicolò Braida con contratto 26 nov. 1840, autenticato dal notaio Riccardo Paderni. I Braida l’avevano acquistata all’asta 1 ott. 1839 contro Domenico e Carlo Graffi. Prezzo L 6700 (not. Giacomo Someda). |
1852 span> | * | Proprietà di Domenico Graffi (Competenze, II, f. 5v). |
1852, sett. 7 span> | * | Elena De Marco Bussinelli, proprietaria della casa in borgo S. Cristoforo n. 1566 «desidererebbe di rendere piϊ regolare la porta che guarda sulla strada e similmente la finestrella che sta di contro a piepiano e perché sopra la porta stessa fosse un’appertura per dar luce all’ingresso ». Il progetto è giudicato «tollerabile» dalla deputazione d’ornato (A.S.U., C.A. II, 66, 6473 Orn. II C, con dis.). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Ripristino di vecchie case. |
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1567 | |
1801 span> | | Antonio Falconi, caffettiere (Nomenclatura, f. 58v). |
1801, dic. 17 span> | | Il rev. Dionisio q. Giacomo Doratti vende a Pietro Micoli, acquirente per Gabriele Andrioli, un forno, muri e fondi già del sig. Antonio Fanconi, situato nella caffetteria del borgo di S. Cristoforo (A.S.U., N., Domenico Cosattini, 10561, I instrom., 22, f. 30r — 31v). |
1809 span> | | G.B. Bertoli (Registro delli aloggi, f. 43v). |
span> | * | Nella casa abita il caffettiere Giovanni Palladini (ibid.). |
1812 span> | | Caffè “All’arco celeste” (Esercenti). |
span> | * | Gestione di Caterina lesse (ibid.). |
1817, sett. 19 span> | * | Il cursore municipale presenta in questa casa a Caterina Palladini diffida a munirsi di licenza di polizia (A.S.U., C.A. I, 10). |
1828, apr. 28 span> | | È di G.B. Di Lenna. Caffè “All’arco celeste” (A.S.U., C.A. I, 148/X, 1600 Orn. II C). |
span> | * | Il proprietario chiede «di poter in via provvisoria riparare all’istantaneo pericolo che sovrasta col permettere di rimettere la trave infracidita, dichiarando di aver prese le misure piϊ energiche per la totale riforma » e reputando quindi inutile costruire nel frattempo la cornice regolamentare. Il permesso gli è concesso, purché la riforma promessa avvenga entro un anno (ibid.). |
1834, magg. 16 span> | * | «Sulla sponda della rogia della parte cosν detta Molino nascosto esiste un marciapiede appartenente al sig. Lena, in corrispondenza alla bottega da caffè dell’Arco Celeste di lui proprietà, che in un punto è talmente rovinoso, da essere di pericolo ai transitanti » (A.S.U., C.A. I, 219/I, 2215 Orn. II C). |
1840, nov. 9 span> | * | G.B. Di Lenna vende ai coniugi Giovanni fu Antonio Lesse e Caterina Palladini « la casa situata nel borgo S. Cristoforo, coscritta col c.n. 1567 , a cui fa coerenza a lev. Comini Giovanni q. Giulio, Comini Maria q. Girolamo e parte Facci sig. Carlo, a mezz. strada del borgo , a pon. la roggia ed a tram. il Facci; qual casa era dalli acquirenti condotta in semplice pigione . Il prezzo della casa viene detterminato nella somma di austr. L 14000» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10497, 13465). |
1852 span> | * | Proprietà di G.B. Di Lena (Competenze, II, f. 5v). |
1876 span> | * | Caffè “All’arco celeste” gestito da Rosa De Colle (COSMI-AVOGADRO, 87). |
1883 span> | | Caffè “All’arco celeste” (AVOGADRO, 139) |
span> | * | Gestione di Carlo Fantoni (ibid.). |
1891, febbr. 28 span> | | Il consiglio comunale approva l’allargamento delle vie Bartolini e Portanuova con l’arretramento delle case n. 9-11 di via Bartolini (Parti prese... 1893, 110). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | CORGNALI, I nostri vecchi caffè, 114; PICCO, Un lavoro di edilizia. |
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1568 | |
1673 span> | ° | Dall’Allibramento della facoltà del sig. Zuane Serafino: Casa confina a levante borgo detto di Portanuova, mezzodν strada pubblica del borgo, a ponente casa di Bernardo Corte, a tramontana casa del Convento delle Grazie. Fazzada a mezzodν sopra il borgo longa ps 4 pd 2 [m 6,63]. Tempiaro a levante sopra l’androna largo ps 6, pd 4 [m 11,79] (Arch. Ospedale di Udine, Misc. 1). |
1801 span> | | Girolamo Comino (Nomenclatura, f. 58v). |
1809 span> | * | Appartiene al calzolaio Girolamo Comino, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1817, lugl. 22 span> | * | Il calzolaio Girolamo Cumini vende al nipote Giovanni «una picola stanza terranea ad uso di bottega di calzolaio, separata d’altra simile di ragione dell’aquistante con paradana di tolle e porzione di stanze in seguito ad uso di magazzino con porzione di copperto , il tutto situato in borgo S. Cristofolo dal corpo del c.n. 1568. Confina a lev. con la contrada detta di Porta Nuova, a mezz. il borgo di S. Cristofolo, a pon. l’aquistante ed a tram. con casa del sig. Giuseppe Sbors . Questa vendita fa per la somma di it. L 513,69 » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10305, 1079). |
1830, mar. 22 span> | * | Giovanni Comino domanda di costruire «uno scolo per l’acqua della scaffa nella strada della calle di via Porta Nuova presso la casa 1568». L’autorizzazione prevede alcune condizioni (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 1166 Orn. II C). |
1852 span> | * | Proprietà di Giovanni Comini (Competenze, II, f. 5v). |
1876 span> | * | Studio del geometra Odorico Bearzi e negozio di mastelli, stacci e spazzole di Francesco Bearzi (COSMI-AVOGADRO, 96,101). |
1833 span> | | Osteria “Al Torinese” (AVOGADRO, 150). |
span> | * | Gestione di Adriana Bront (ibid.). |
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1569 | |
1673 span> | * | Appartiene al convento delle Grazie. Vedasi n. 1568. |
1801 span> | | Giuseppe Bossi (Nomenclatura, f. 58v). |
1809 span> | | Giuseppe Sborz, cursore (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1809, ott. 23 span> | | Giuseppe q. Pietro Sborz vende a Leonardo q. Valentino Tomasini «casa n. 1569 composta in piano da stanza terranea divisa con paradana in due e da due solari sopra; confina a lev. con Portanuova, a mezz. con casa delli rappresentanti il q. Giuseppe Comini, a pon. con case delli G.B. e fratello Bertoli, ed a tram. con casa dell’acquistante . La vendita viene fatta per la summa di it. L 2537,93 » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10295, 54). |
1811, magg. 13 span> | | Leonardo Tomasini vende ad Anna Maddalena Pistocchia, moglie in secondi voti di Giacomo q. Sebastiano Corra e figli di Michele Sbroiavacca, la casa 1569 per L 3013,79. «Confina a lev. il borgo, a mezz. con casa delli rappresentanti il q. Giuseppe Comino, a pon. con casa delli G.B. e fratelli Bertoli, ed a tram. con casa Tomasini » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10296, 160). |
1820, apr. 24 span> | * | Teresa del fu Giacomo ed Anna Madalena n. Pistochia coniugi Corra, moglie del sig. Nicolò di G.B. Pittoni, «vende al sig. Giuseppe Sbroiavacca il giusto carato di propprietà della casa e fondi sita nel borgo di S. Cristofolo al c.n. 1569 per it. L 205 » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10307, 1443). |
1834, ag. 9 span> | | «Giuseppe fu Michele Sbroiavacca vende alla sign. Maria Giulia Boreatti Zai una casa portante i c.n. 1569, 1570 »; confina a lev. Portanuova, mezz. con casa Comino, pon. con casa Bertoli, tram. con casa del sig. Carlo Tomasini. Questa vendita si fa pel prezzo di austr. L 2289,28 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10611, 4646). |
1846, apr. 2 span> | * | Paolo fu Girolamo Zai da Tarcento, chiede ed ottiene di cambiare gli stipiti di una finestra a pian terreno nella casa 1569 «i quali attualmente sono di tavole d’albero» (A.S.U., C.A. I, 406/II, 2238 Orn. II C). |
1852 span> | * | Appartiene a Maria Zai (Competenze, II, f. 5v). |
1856, nov. 16 span> | * | Paolo Giacomo Zai «volendo riattare esternamente una sua casa posta al c. n. 1569 , alterando la prospettiva nel modo che nell’unito tipo apparisce» chiede il permesso per i lavori. Il nulla osta gli viene accordato (A.S.U., C.A. II, 66/1856, 8103 Orn. II C, con dis.). |
1883 span> | * | Vi ha sede la «Società fra i docenti elementari» (AVOGADRO, 134). |
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1570 | |
1801 span> | | Giuseppe Facci (Nomenclatura, f. 58v). |
1804, sett. 10 span> | * | « Giuseppe q. Antonio Facile ha venduta al sig. Giovanni q. Giuseppe Zuiano la casa di propria abitazione situata sotto la parochia di S. Cristoforo; confina a lev. strada publica detta Porta Nova, qual conduce in Giardino, mezz. Giuseppe Sborz, sol a monte e tram. l’acquistante, in esso Facile pervenuta in virtϊ d’acquisto fatto dalle mani del sig. Domenico Goz con istr. 5 ott. 1765 di mano G.B. Stella , per il prezzo di d 1847 L 3 » (A.S.U., N., Francesco Girardi, 10616, 44, f. 57v). |
1808, genn. 25 span> | * | « Acquisto e rispettiva cessione in pagamento, con cui Giovanni q. Giuseppe Quiano, nativo di Camino di Buri, abitante in Udine, cede in pagamento al sig. Maurizio q. G.B. Moretti di Udine una porzione di casa al c.n. 1570 per il prezzo di venete lire tremillecentononantaquattro, soldi tredici, piccoli nove, sono d’Italia L 1634,65 » (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10075, Rep. I, 6, f.1v). |
1809 span> | | Giovanni Zuiani, «recettore» (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1809, ott. 10 span> | | Giovanni q. Giuseppe Zuiano vende a Leonardo q. Valentino Tomasini una casa dal corpo del n. 1570 acquistata dal venditore da Giuseppe q. Antonio Facci «con instr. del 10 sett. 1804 per i rogiti del not. Francesco Girardi ; confina verso lev. con Portanuova, a mezz. con casetta di Pietro Sborz ed parte con casa di G.B. Bertoli, a pon. con casa fu del detto Zuiano ora del sig. Maurizzio Moretti, ed a tram. con casa delli sigg. Leonardo e Giulia Contir» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10295, 51; alleg. stima dei pubbl. per. Pietro Borghi e Giovanni Picco). |
1809, ott. 10 span> | | Maurizio fu G.B. Moretti vende allo stesso porzione del n. 1570 per L 1634. «Confina a lev. con casa fu del sig. Giovanni Zuiano, ora dell’acquirente, a mezz. con casa del sig. G.B. Bertoli in loco Franconi, pon. l’arzene della roia, ed a tram. Leonardo e Giulia iug. Contir, composta in piano essa casa da due divise stanze con porzion di passalizio verso lev. ed in primo appartamento da due camere, porzion di scala e di corridore e da due terzi di copperto sopra . La vendita viene fatta per L 1634,65 » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10295, 52). |
1809, nov. 28 span> | * | In seguito ad atto oppignorativo del 16 ag. 1809, asta senza esito della casa n. 1570 a pregiudizio di Giovanni Zuliano, debitore per L 65,71 (A.S.U., C.N., 80, Asta). |
1811, sett. 29 span> | * | « Lonardo del fu Valentino Tomasini col pubblico instrom. del 10 ott. 1809, scritto dal sig. Osvaldo Colomba not. , ha acquistato dal sig. Giovanni q. Giuseppe Zuiano una casa posta in borgo di S. Cristoforo dal corpo del c.n. 1570 per it. L 4980,02 . Con altro contratto del medesimo giorno per atti del not. Colomba il Tomasini ha comprato dal sig. Maurizio q. G.B. Moretti una porzione di casa dal corpo dell’istesso n. 1570, che detto Moretti aveva acquistato dal predetto Zuiani con instrom. 25 genn. 1808 rogato dal not. Domenico Prodolone . Leonardo q. Valentino Tomasini, negoziante di vino , e Carlo del deffonto G.B. Facci , sarte , mi hanno ricercato di ricevere la presente transazione . Il sig. Tomasini cede al sig. Facci l’acquisto della casa fatto con i due instrom. 10 sett. 1809, situata in questo borgo di S. Cristoforo, contrada detta Portanova, coscritto col c.n. 1520, la quale confina a lev. con strada di Portanova, mezz. parte con casa del sig. Giuseppe Sborz e parte con casa di G.B. Bertoli, pon. con l’arzere della roggia ed a tram. con casa delli sigg. Leonardo e Giulia iug. Cantier » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10587, 502). |
1816, sett. 20 span> | * | Processo verbale per gli accordi necessari al sarto Carlo Facci il quale, «insta il permesso di poter alzare la sua casa di abitazione come dal disegno». Si tratta di conciliare le esigenze con quelle dei vicini G.B. Dolfin al n. 1571, Giuseppe Sbroiavacca orefice a nome di Giuliana Cora del n. 1569 e del nob. Tomaso Fabrizi. Si addiviene all’accordo (A.S.U., C.N., 180, con dis. firmato da G. Presani). |
1832, magg. 9 span> | * | Carlo Facci, proprietario della casa (vedasi anche n. 1635), chiede ed ottiene di procedere al restauro del selciato di pietra logoro «verso la pubblica roggia, relativo alla casa n. 1570» (A.S.U., C.A. I, 193, 1957 Orn. II C). |
1834, ag. 29 span> | | Vedasi n. 1569. |
1852 span> | * | Carlo Facci (Competenze, II, f. 5v). |
1883 span> | * | Istituto convitto femminile diretto da Anna Della Stua (AVOGADRO, 132). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Ripristino di vecchie case. |
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1571 | |
1801 span> | | Leonardo Contieri (Nomenclatura, f. 58v). |
1809 span> | * | Appartiene all’oste Leonardo Cantieri (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1811, ott. 21 span> | * | Contratto d’affitto stilato da Giulia del fu Antonio Vatolo ved. di Leonardo Contier e Nicolò fu Francesco Marcotti, il quale abiterà la casa n. 1571 (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10360, 746; alleg. stato e grado del pubbl. per. Vincenzo Moro in data 15 ott. 1811). |
1813, giu. 11 span> | * | «Domenica Pontello aliena al sig. G.B. Dolfin di lei fratello la quarta parte ad essa spettante dell’eredità dell’ora deff. Giulia n. Vatolo fu moglie del Pontello, poi del deff. G.B. Dolfin madre ; qual parte consiste nella quarta parte dei tre quarti dell’eredità situata al c.n. 1571 ; confina a lev. col sig. Francesco Grassi, mezz. con detta contrada, pon. col sig. Leonardo Tommasini ed a tram. con passalizio comune ed oltre coll’alveo della roia . Questa vendita viene fatta per L 460,50 » (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10361, 1334). |
1818, febbr. 14 span> | * | Vedasi n. 968. |
1819, mar. 23 span> | | È di Prospero Petracco (A.S.U., C.A. I, 18/XI, 1029 Orn. II C, con dis.). |
span> | * | Il progetto di riforma presentato viene approvato dalla deputazione d’ornato, «attesa la circostanza che alla qualità dell’esercizio che il proprietario professa di venditore di liquori, gli è d’uopo sì fatta misura e che non trattasi di fabbrica intera, ma solo di inconcludente riconfigurazione che in ogni guisa va a migliorare quello che era il passato (ibid.). |
1843, magg. 12 span> | | « Prospero del fu Giuseppe Petracco padre impegna col titolo di patrimonio ecclesiastico al don. Luigi di lui figlio una casa situata nel borgo di S. Cristoffolo nella contrada di Portanuova, avente due ingressi , coscritta sotto il c.n. 1571 , eretta da muri, coperta di coppi, consistente in pian terreno con sottoportico, cucina e tinello; in primo piano similmente e spacioso granaro sotto il tetto; a cui fa coerenza a lev. con la contrada di Portanuova, a mezz. con casa del sig. Carlo Facci, a pon. la roia ed a tram. parte questa ragione e parte li eredi della fu Augusta Graffitti ved. Duodo. La suddetta casa fu considerata e stimata dalli pubbl. per. Luigi Novelli e Giuseppe Clocchiatti » (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4831, 4858). |
1852 span> | * | Appartiene a Prospero Petracco (Competenze, II, f. 5v). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Ripristino di vecchie case. |
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1572 | |
1791, mar. 10 span> | | G.B. q. Giacomo Cicogna vende a Francesco q. Domenico Graffi porzione di casa in Portanuova; confina tutta a lev. strada, mezz. parte Facci parte Fanconi loco Caselotti, pon. roia, tram. Graffi loco Caiselli (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, II instr., 289, f. 321r — 321v). |
1796, mar. 4 span> | | Francesco q. Domenico Graffi vende la casa ad Augusta Graffitti «eccettuata la stanza terranea verso la roia, di già separata ed incorporata nella contigua di lui casa d’abitazione ». La parte venduta è la « porzione di casa situata a tram. , consistente in una stanza terranea, due camere di sopra e due sovraposti granari e ciò per il prezzo di d 800 » (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, II istr., 143, f. 199r — 199v). |
1796, apr. 20 span> | * | «Devisato avendo Augusta q. Giovanni Graffiti di questa città di far l’alzamento della casa che con instrom. per atti miei 4 marzo u.s. ha essa acquistata dalle mani del sig. Francesco q. Domenico Graffi e, rendendosi alla stessa per quest’opera necessaria la summa di d 600 , vende al sig. G.B. q. G.B. Cogoli un’annua corrisponsion livellaria di d 24 obbligando in specie la casa predetta » (A.S.U. N., Luigi Bertoldi, 10351, II istr., 150, f. 206r — 207r). |
1801 span> | | Augusta Graffitti (Nomenclatura, f. 58v). |
1809 span> | | Francesco Duodo, impiegato1 (Registro delli aloggi, f. 43v). |
span> | * | Vi abita l’orefice Antonio Passalenti (ibid.). |
1831, giu. 19 span> | * | Augusta ved. Duodo chiede ed ottiene «il permesso di levar il ribato per far una fenestra in detto loco del ribato sul disegno di color roso; è situata la casa in borgo di S. Cristoforo nella contrada che conduce in Porta nuova al c.n. 1572» (A.S.U., C.A. I, 182/V, 2572 Pol. II, con dis.). |
1846, apr. 16 span> | * | « Giacomo Graffitti vende al rev. Luigi Petracco la casa situata in contrada di Porta Nuova n. 1572 , la quale confina a lev. strada pubblica, a mezz. e pon. il compratore don Luigi Petracco, ed a tram. Del Mestre Angelo. Dichiara il venditore che la casa era prima di proprietà da oltre quarant’anni di Augusta Graffitti di lui sorella e moglie del fu Francesco Duodo e poscia è pervenuta in di lui proprietà per successione legittima all’eredità della detta sorella » (A.S.U., G.B. Valentinis, II, 936). |
1852 span> | * | Augusta Duodo (Competenze, II, f. 5v). |
1876 span> | * | Negozio di seta di Francesco Cardina (COSMI-AVOGADRO, 114). |
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NOTE span> | 1 | Per Francesco Duodo: CELOTTI, La massoneria, 88. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Ripristino di vecchie case. |
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1573 | |
1447, giu. 26 span> | | « Magister Peregrinus cerdo Pauline de burgo Aquilegie Utini tanquam camerarius fraternitatis S. Marie cerdonum , iure livelli perpetualis locavit mag. Gabrieli q. Dominici Mandine cerdonis quandam domum que fuit olim mag. Iohannis de Sancto Daniele, muratam, soleratam tegulisque copertam, sitam Utini, in burgo Glemone intrinseco iuxta rostam, cuius hi dicuntur esse confines: ab una parte possidet mag. Iacobus pelliparius filius q. mag. Simphoriani cerdonis de Utino et ab aliis tribus partibus sunt vie publice » (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, 447, perg. n. 88, not. Nicolò da Santa Lucia di Daniele da Torsano). |
1696, giu. 16 span> | | Angelo Liano possedeva ed abitava una «casa posta in Portanova, confina a lev. con li nob. sigg. Soardi, a mezo dν strada publica, a sol a monte casa delli nob. sigg. Agricola et strada che conduce al molino accosto et alle montagne casa di diversi particolari» (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, 423, Instromenti 1468 usque 1764, f. 14r — 15r). |
1801 span> | | Michele Lessano1 (Nomenclatura, f. 58v). |
1809 span> | * | La casa appartiene allo scultore Michele Lessani che vi abita con moglie, due figli e due figlie (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1835 span> | * | Recapito della levatrice Lucia Zimolo (A.S.U., C.A. I, 273/XII, Elenco del personale sanitario). |
1835, dic. 11 span> | °° | Prospetto e pianta della casa n. 1573 (A.S.U., C.A. I, 236/1835/XVI, 6362 Orn. II C, con dis.). |
1844, febbr. 22 span> | * | Michele Giuliani Lessani, «proprietario della casa sita in Porta Nuova al c.n. 1573, ha divisato di ridurre una stanza del pian terreno a bottega di orefice, che ora serve per uso di tagliapietra. A tale oggetto inalza istanza coll’unito disegno ». Quest’ultimo è firmato dal muratore Francesco Agosto. La deputazione d’ornato risponde che «non è assolutamente ammissibile la proposta innovazione; che maggiormente ancora se possibile peggiorerebbe la condizione dell’attuale facciata. Si sentirono in proposito le deduzioni del proprietario; onde tutto al piϊ consigliasi che venghino eseguite due aperture o ribatti in asse preciso coi fori superiori e della larghezza non maggiore di m 1,50. Deve poi prescriversi che la soglia superiore formi ricorrenza con quella dell’aderente finestra, che non si sa il motivo fu obliterata nel tipo. Per questo è da ingiungersi una precisione maggiore nella delineazione del tipo nuovo, che prima di essere autorizzato, sarà bene sottoporlo agli esami della scrivente. Udine, 8 marzo 1844. La deputazione all’ornato». Seguono le firme di Giuseppe Lovaria e G.B. Bassi (A.S.U., C.A. I, 375/III, 1270 Orn. II C, con dis.). |
1844, mar. 23 span> | * | Michele Giuliani Lessani, che si firma Lesani, come del resto nel documento precedente, presenta un nuovo disegno, ancora firmato dal muratore Francesco Agosto. Questa volta la deputazione d’ornato, rappresentata da di Colloredo, Bassi, Sabbatini e Lavagnolo, approva (A.S.U., C.A. I, 375/III, 1987 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | Appartiene a Margherita Lessani (Competenze, II, f. 5v). |
1876 span> | * | Falegnameria di Eugenio Modonutti (COSMI-AVOGADRO, 93). |
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NOTE span> | 1 | Per Michele Lessani, vedasi n. 447. |
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1574 | |
1540 span> | | Un affresco di Bernardino Blaceo1 serbasi a Udine in Porta nuova rappresentante la Vergine con due Apostoli (di MANIAGO, Guida, 65). «Nella contrada di Portanuova sopra la facciata della casa num. 1574, la Vergine in trono coi santi Pietro e Giovanni» è molto guasta. «Sotto vi è l’anno MDXXXX» (di MANIAGO, Storia delle belle arti, 130). |
1801 span> | | Orsola Cattarossi (Nomenclatura, f. 58v). |
span> | * | Affittuale Bianchi di Codroipo (ibid.). |
1809 span> | | Angelo Bianchi (Registro delli aloggi, f. 43v). |
span> | * | Nella casa abita l’ostessa Giacoma Cattarossi (ibid.). |
1812, magg. 26 span> | * | In seguito ad atto oppignorativo del 2 aprile nei confronti di Angelo Bianchi, debitore per L 12,29, asta di «n. 1 bottega di cappellaio al n. 1574, a mezz. Michele Lessani e pon. Antonini» (A.S.U., C.A., 81, Bollettino asta, n. 6). |
1812, magg. 31 span> | * | In seguito ad atto oppignorativo del 16 febbr., nei confronti di Angelo Bianchi, debitore per L 55,19, asta di una «bottega a pian terreno con ingresso sopra la strada dal corpo della casa coscritta al n. 1574 » (A.S.U., C.N., 81, Processo verb. d’asta con effetto, n. 3). |
1826, ag. 14 span> | | Angelo q. Leonardo Bianchi di Codroipo vende a Domenico di Michele Lessani «una casa coi respetivi suoi fondi, composta in piano da sottoportico e porton consortivo per un giusto terzo a questa ragione, gli altri due terzi agli eredi della q. Orsola Cattarossi, tutta l’intiera colona rottonda interna con sua base di pietra e fondi di corticella a drita linea della casa a mezzodν sin alla mittà del muro a tramontana, ora ad uso di stala con seraglio di tolle da fonda sino il copperto, copperto di coppi, confina a lev. con fondi e case della famiglia Antonini, a mezz. la pubblica strada, a pon. parte passalizio consortivo tra questa ragione et gli eredi Cattarossi ed a tram. parte li fratelli Poletti ed parte detta famiglia coo. Antonini; la qual casa e fondi è situata nel recinto del borgo di S. Cristofolo . La vendita viene fatta per la somma d’austr. L 2900 » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10311, 2172). |
1828, mar. 14 span> | | È di Domenico Giuliani Lessani. Domanda di poter riformare la facciata. La casa, aderente all’arco di Portanuova è a tre piani; viene alzata; al piano terreno si aprono tre porte eguali (A.S.U., C.A. I, 148/X, 964 Orn. II C, con dis.). |
span> | * | Il progetto è ammesso purché il Lessani abolisca i gradini esterni «a tenore della disc. 1 sett. 1821», diminuisca proporzionalmente le altezze delle finestre, «per conciliare l’unità nel carattere dell’edifizio e per staccarle dalle fascie rappresentanti li pavimenti», nonché renda piϊ regolare la cornice (A.S.U., C.A. I, 148/X, 964 Orn. II C). |
1845, apr. 30 span> | | « G.B. q. G.B. Pagavini, qual amministratore giudiziale di Giuliani Lessani Domenico di Udine, p. Carlo q. Francesco Filaferro, faciente per la Casa delle derelitte, march. Giuseppe q. Lorenzo Mangilli, qual direttore di questo monte di pietà , e dott. Cesare q. Nicolò Mantica, qual amministratore del monte stesso, Giulio, Giuseppe e G.B. q. Michele Giuliani Lessani, Giuseppe, figlio maggiore di Giulio Giuliani Lessani e Giulio stesso, qual tutore degli altri suoi figli minori Giulia, Irene ed Antonio; Michele, Sante, Elisabetta e Margherita figli di Giuseppe Giuliani Lessani e Maria Perotti, di lui moglie, come pure li cessionari Mattia q. Valentino Lunazzi, Giuseppe Benuzzi, rappresentante la ditta Giuseppe Benuzzi e compagno, e finalmente Pietro q. Angelo Bonini, tutti coeredi della facoltà lasciata da Domenico q. Michele Giuliani Lessani , vendono al sudetto Giuseppe figlio maggiore di Giusto Giuliani Lessani la casa con corticella posta in Portanuova al c.n. 1574 , cuiconfina a lev. nobili Antonini, a mezz. strada pubblica, a pon. i venditori ed a tram. Perioni . Quella casa viene venduta pel prezzo di austr. L 7270 » (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/II, 673). |
1852 span> | * | Appartiene a Margherita Lessani (Competenze, II, f. 5v). |
1876 span> | * | Sartoria di Antonio Merlo (COSMI-AVOGADRO, 112). |
1883 span> | * | Caffè “All’Adriatico” di Teresa Cavalieri Dedini (AVOGADRO, 139). |
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NOTE span> | 1 | Nel secolo successivo troviamo una traccia della presenza di una casa Blaceo in Portanuova: |
span> | * | 1659, giugno 29. « Lo nob. Giulio Cesare Bratzeolo q. Ascanio ha ordinato procuratore Thomaso Bratzeolo suo fratello a poter stipular instrumento di vendita con Floreano Carrara della quarta parte della casa di sua ragione posta nella città di Udine in Portanuova, annessa all’altra casa fu anco di ragione Bratzeola, hora possessa dall’ecc.mi Giulio et fratello Blacei et ciò per il prezo che sarà stabilito » (A.S.U., N., Gaspare Agricola 7730, II instr., f. 161r). |
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STUDI INEDITI span> | | FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 44r. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | BERGAMINI, Per la salvaguardia, 10; Da via Portanuova un esempio; de RENALDIS, Della pittura, 54; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 21; 3 (1937), 16; ZUCCOLO, Memorie e giudizi di pittori friulani, 272. |
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1575 | |
1706, mar. 18 span> | | Il comune concede al co. Antonio e fratelli Antonini un piccolo spazio pubblico perché possano, in quella parte del loro orto che confina con la strada di Portanuova fabbricare una riga di botteghe1. |
1801 span> | | Co. Antonino Antonini (Nomenclatura, f. 59v). |
span> | * | «Affittuale il suo ortolano» (ibid.). |
1809 span> | * | Proprietà di Antonino Antonini. Vi abita l’agricoltore Domenico Missio (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1852 span> | * | Appartiene agli eredi di Rambaldo Antonini (Competenze, II, f. 5v). |
1876 span> | * | Falegnameria di Luigi Peschiutti2 (COSMI-AVOGADRO, 93, 96). |
span> | °° | L’edificio è vincolato con D.M. del 14 febbr. 2007 ai sensi del D.Lgs. 42/2004. |
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NOTE span> | 1 | Senza indicazione di fonte del ms. della Porta. |
span> | 2 | Per questo artigiano: Esposizione, 19. |
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1576 | |
1801 span> | | Co. Antonino Antonini (Nomenclatura, f. 59v). |
span> | * | Affittuale Francesco Pinosio (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene ad Antonino Antonini. Vi abita l’industriante Rosa Pinosio (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1836, magg. 3 span> | * | « Il kav. Ettore Antonini assegna a titolo di patrimonio ecclesiastico al chierico G. B. di Domenico Pletti un fabbricato in contrada detta di Porta Nuova, formante due case d’affitto, marcate con li c.n. 1576, 1577 con orto unito . Confina tutto unito a lev. case di questa ragione ed orto rimanente di proprietà del co. Alfonso Antonini, mezz. la contrada di Porta Nuova, pon. questa ragione ed il co. Francesco Antonini, tram. Andreuzzis, eredi q. co. Artico. Il kav. Ettore Antonini dichiara che tali beni sono in esso pervenuti dall’eredità del fu co. Antonino suo padre » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10612, 4891). |
1852 span> | * | Appartiene ai coo. Antonino e Daniele Antonini (Competenze, II, f. 5v). |
1876 span> | * | Officina del fabbro Francesco Pittaro (COSMI-AVOGADRO, 93). |
span> | °° | L’edificio è vincolato con D.M. del 14 febbr. 2007 ai sensi del D.Lgs. 42/2004. |
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1577 | |
1801 span> | | Co. Antonino Antonini (Nomenclatura, f. 59v). |
span> | * | Affittuale Giuseppe Miutti (ibid.). |
1809 span> | * | Proprietà di Antonino Antonini. Vi abita l’industriante Francesco Salmini (Registro delli aloggi, f. 43v). |
1836, magg. 3 span> | * | Vedasi n. 1576. |
1852 span> | * | Appartiene ai coo. Antonino e Daniele Antonini (Competenze, II, f. 5v). |
1883 span> | | Osteria “Alle tre spade” (AVOGADRO, 152). |
span> | * | Gestione di Luigia Scozziero (ibid.). |
span> | °° | L’edificio è vincolato con D.M. del 14 febbr. 2007 ai sensi del D.Lgs. 42/2004. |
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1578 | |
1801 span> | | Co. Antonino Antonini (Nomenclatura, f. 59v) |
span> | * | Affittuale il dott. Mazzarola (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene ad Antonino Antonini. Vi abita l’orologiaio Valentino Capellaris (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1852 span> | * | Appartiene ai coo. Antonino e Daniele Antonini (Competenze, II, f. 5v). |
span> | °° | L’edificio è vincolato con D.M. del 14 febbr. 2007 ai sensi del D.Lgs. 42/2004. |
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1579 | |
1801 span> | | Co. Antonino Antonini (Nomenclatura, f. 59v). |
span> | * | Affittuale Francesco Gobbessi (ibid.). |
1809 span> | * | Proprietà di Antonino Antonini. Vi abita l’impiegato Francesco Gobessi (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1852 span> | * | Appartiene ai coo. Antonino e Daniele Antonini (Competenze, II, f. 5v). |
1852, febbr. 15 span> | * | Luigi Piccoli, maestro elementare privato, annuncia l’apertura di una scuola elementare privata per «artieri» gratuita, per un numero di allievi non superiore a venticinque (“L’alchimista friulano”, 3, VII, 15 febbr. 1852, 58). |
1883 span> | * | Studio dell’avv. Guglielmo Puppati (AVOGADRO, 138). |
span> | °° | L’edificio è vincolato con D.M. del 14 febbr. 2007 ai sensi del D.Lgs. 42/2004. |
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1580 | |
1801 span> | | Co. Antonino Antonini (Nomenclatura, f. 59v). |
span> | * | Affittuale Leonardo Fogliarini (ibid.). |
1809 span> | * | Proprietà di Antonino Antonini. Vi abita il tagliapietra Leonardo Folgiarini (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1852 span> | * | Appartiene ai coo. Antonino e Daniele Antonini (Competenze, II, f. 5v). |
span> | °° | L’edificio è vincolato con D.M. del 14 febbr. 2007 ai sensi del D.Lgs. 42/2004. |
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1581 | |
1801 span> | | Co. Antonino Antonini (Nomenclatura, f. 59v). |
span> | * | Affittuale G.B. Gervasoni (ibid.). |
1809 span> | * | Proprietà di Antonino Antonini. Vi abita il domestico Giovanni Fabris (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1852 span> | * | Appartiene ai coo. Antonino e Daniele Antonini (Competenze, II, f. 5v). |
span> | °° | L’edificio è vincolato con D.M. del 14 febbr. 2007 ai sensi del D.Lgs. 42/2004. |
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1582 | |
1801 span> | | Co. Antonino Antonini (Nomenclatura, f. 59v). |
span> | * | Affittuale Valentino Savia (ibid.). |
1809 span> | * | Proprietà di Antonino Antonini. Vi abita l’orefice G.B. Savia (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1852 span> | * | Appartiene ai coo. Antonino e Daniele Antonini (Competenze, II, f. 5v). |
span> | °° | L’edificio è vincolato con D.M. del 14 febbr. 2007 ai sensi del D.Lgs. 42/2004. |
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1583 | |
1801 span> | | Co. Antonino Antonini (Nomenclatura, f. 59v). |
span> | * | Affittuale Lodovica Marchesani (ibid.). |
1809 span> | * | Proprietà di Antonino Antonini. Vi abita l’industriante Lodovica Marchesani (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1852 span> | * | Appartiene ai coo. Antonino e Daniele Antonini (Competenze, II, f. 5v). |
span> | °° | L’edificio è vincolato con D.M. del 14 febbr. 2007 ai sensi del D.Lgs. 42/2004. |
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1584 | |
1801 span> | | Pietro Cargnelli (Nomenclatura, f. 59v). |
1809 span> | | Antonino Antonini (Registro delli aloggi, f. 44v). |
span> | * | Vi abita l’impiegato Girolamo Biscontini (ibid.). |
1821, sett. 3 span> | | Alfonso Antonini chiede di aprire un portone e due finestre nel muro contiguo, a destra della casa n. 1584 (A.S.U., C.A. I, 53, 4006 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | Co. Antonino e Daniele Antonini (Competenze, II, f. 5v). |
span> | °° | L’edificio è vincolato con D.M. del 14 febbr. 2007 ai sensi del D.Lgs. 42/2004. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Da via Portanuova un esempio per risanare il centro storico. |
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1585 | |
1799, febbr. 28 span> | | Proprietà Spilimbergo. Vedasi n. 1587. |
1801 span> | | Co. Francesco di Spilimbergo (Nomenclatura, f. 59v). |
span> | | «Affittuale il Balloniere» (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene a Paolo di Spilimbergo. Vi abita il falegname Giuseppe Canciani (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1824, sett. 18 span> | | Il nob. Bernardino e fratelli q. Francesco di Spilimbergo vendono al sig. Giuseppe q. Antonio di Iurizza la casa di Portanuova n. 1585, 1586, 1588, 1589 «confinante a lev. con il bar. Kircher e Giardino, mezz. colla riva del castello, a pon. con Michele e Odorico Follini e Bertolini ed a tram. colla contrada di Portanuova, per it. L 12689» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10462, 4052). |
1852 span> | * | Proprietà degli eredi di Giuseppe Iurizza (Competenze, II, f. 5v). |
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1586 | |
1801 span> | | Co. Francesco di Spilimbergo (Nomenclatura, f. 59v). |
span> | * | Affittuale Bortolomio Del Negro (ibid.). |
1809 span> | * | Proprietà di Paolo di Spilimbergo. Vi abita il filatoiaio Girolamo Pupato (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1821, apr. 13 span> | * | Giuseppe Iurizza, «domiciliato al c.n. 1586, desidera di togliere un angolo rientrante vicino alla porta della sua abitazione, all’oggetto di allontanare un pericoloso nascondiglio, ed un immondezzaio incomodo e indecente. Il lavoro consiste in un muro lasciando vicino alla scala esistente un letamaio per pubblica comodità». Il 4 maggio la deputazione d’ornato esprime parere favorevole in merito, purché il muro sia rettilineo. Segue l’acquisto (A.S.U., C.A. I, 53/III, 1610, 2018, 529 Orn. II C, con dis.). |
1824, sett. 18 span> | | Vedasi n. 1585. |
1831, ott. 28 span> | | È di Giuseppe Iurizza (A.S.U., C.A. I, 182/1831/V, 4638 Pol. Giud. IX D, con dis.). |
span> | * | Il proprietario, desiderando alzare la casa, presentando il progetto, chiede la convocazione dei vicini interessati per una amichevole composizione. Tuttavia l’incontro del 7 gennaio non conduce ai risultati sperati (ibid.). |
1852 span> | * | Appartiene agli eredi di Giuseppe Iuriza (Competenze, II, f. 5v). |
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1587 | |
1543, mar. 2 span> | | G.B. Bratteolo1 domanda che gli siano concessi in larghezza piedi tanti del terreno del giardino appresso il muro delle sue case poste in strada nova, a piedi del monte, quanti sono convenienti perché sopra possa «fabricar un honorevol portego sun collonne di pietra viva, il qual non si extenda verso la detta strada nova niente pizi di quello che si extende verso la detta strada nova niente pizi di quello che si extende verso il Zardino e la radice del Monte, il qual portego, oltre che non sarà in danno et in discontio né del publico né di alcun privato, sarà prima di grande ornamento et bel vedere, poi etiam di grandissimo commodo alle persone che vigniranno alle fiere quale se fano in Zardino, perché li sotto et per le pioze et per il sole si potrano ridur et conservar robbe segondo accaderà et io etiam sopra esso portego mi accomodarò cum una poca di fabrica assai accontia et honorata» (Annales, LI, f. 78v — 79v). |
1593, febbr. 23 span> | * | «Actum Utini domi habitationis sp. d. Bracteoli in viridario publico, in camera superiori» (A.S.U., N., Leonardo Mistruzzi, 6610, Instr. VIII, f. lv). |
1696, ag. 11 span> | | Il comune concede al nob. G.B. Bratteolo di «chiuder in uso di corte il sito di pertiche otto per quadro nel pubblico Giardino, a pie’ del monte, anesso alla casa di sua habitatione con obligo di contribuir ogni anno alla fabbrica del duomo un candelotto di cera» (Annales, XCV, f. 51r — 52r). |
span> | * | Il Bratteolo promette anche un miglioramento dell’aspetto esterno della «muraglia con cantonate e portone in pietra» (ibid.). |
1744 span> | | Bratteolo. La loro abitazione fuori Porta Nuova fu ereditata, col rimanente, dai Fabrici2 (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 175). |
1799. febbr. 28 span> | | « Il nob. Tommaso q. Carlo Fabrici , erede testamentario del q. can. Gabriele Fabrizi , relativamente alla privata scrittura 22 febbr. con. , ha venduto al sig. Antonio figlio del sig. Cristoforo Kircher una casa con orto , pervenuta in proprietà del medesimo per l’eredità del q. mons. Gabriele, posta in questo pubblico Giardino, che confina a lev. lo stesso Giardino, a mezz. il monte di questo castello, a pon. casa del co. Paolo di Spilimbergo ed a tram. strada pubblica della contrada detta di Portanuova . E questa vendita ha fatta pel prezzo di d 4000 fanno L 24800 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9979, XXXIX Instr., 2830, f. 3813r — 3814v). |
1801 span> | | Antonio Chircher (Nomenclatura, f. 59v). |
1809 span> | * | Appartiene ad Antonio Kircher (Registro delli alloggi, f. 44v). |
[s.d.] span> | °° | «A. Casa del sig. Antonio Kircher. B. Corte di esso sig. Kircher. C. Fondi supplicato compresa la rettificazion dell’angolo casa B 5 piedi 1 1/4 quadrati» (A.S.U., C.A., 14/I, n. 100 , con dis.). |
1809 span> | * | «Il fu consiglio maggiore della città con atto 1653, 5 marzo ha permesso a Giacomo Brateolo di chiudere un sottoportico della di lui casa verso l’annuo canone perpetuo di un paio di pernici, valutate sempre per L 3,07 d’Italia. Passò questa casa non si sa con quale titolo né in qual epoca nell’ora estinta famiglia Fabrizi, di cui l’ultimo fu il canonico Gabriele, che pagò sempre lo stesso canone. Il di lui erede Tommaso Fabrizii q. Carlo di Udine ha venduto la casa al sig. Antonio Kircher, figlio del sig. Cristoforo, con instrom. 1799, 28 febbr., notaro rogato il sig. Riccardo Paderno q. Andrea . Nell’atto di concessione, ossia permissione, 1653, 5 marzo non apparisce fatta alcuna ipoteca speciale ma la specialità sta implicita sul fondo svincolato dalla pubblica servitϊ, cui era soggetto prima della chiusura condizionata del sottoportico. Quindi per conservare il diritto stesso d’ipoteca a questa comune il podestà ricerca l’iscrizione del suaccennato annuo canone di pernici para uno equivalente a L 3,07 d’Italia e dell’indicata ipoteca implicita in confronto del sunominato Antonio Kircher, che paga già annualmente il detto canone come attuai possessore della casa e fondo in discorso» (A.S.U., C.A. I, 1/Attività e passività 1808. Elenco per le iscrizioni..., n. 4). |
1843, dic. 22 span> | * | « Anna n. Kircher, moglie del sig. Pietro Antivari, vende al sig. Giacomo del fu Gerolamo Puppatti la casa posta nella contrada di Portanuova, composta di pianterreno, primo e secondo piano con sopraposto granaio, corticella interna e cortile esterno, coscritta col c. n. 1587 , che confina a lev. col pubblico Giardino, a mezz. e pon. con Iurizza sig. Giuseppe ed a tram. con contrada di Portanuova compresi nella vendita anche i filatoi esistenti nel pian terreno di essa casa, gl’armadi ed ogni altra cosa connessa ed attacata alle pareti della casa medesima . Questa vendita viene fatta pel prezzo di austr. L 23700 » (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4832, 5246). |
1852 span> | * | Appartiene a Giacomo Pupatti (Competenze, II, f. 5v). |
1876 span> | * | Recapito del medico chirurgo Giuseppe Baldissera (COSMI-AVOGADRO, 101). |
1930 span> | | È dell’avv. Emilio Driussi. |
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NOTE span> | 1 | Alcuni membri della famiglia sono citati nella storia della cultura cittadina: LIRUTI, Notizie delle vite, IV, 351-353. |
span> | 2 | Sui Fabrizio: LIRUTI, Notizie delle vite, IV, 384-387. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 20; BATTISTELLA, I vecchi teatri udinesi, 116; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 260; Elenco degli alloggi; MIOTTI, Cenno sulle antiche opere difensive, 25; PRAMPERO, Napoleone in Friuli, 63. |
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1588 | |
1801 span> | | Co. Francesco di Spilimbergo (Nomenclatura, f. 59v). |
1809 span> | * | Appartiene a Paolo Spilimbergo (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1810, ott. 19 span> | * | Al commissario di polizia, cui è stato imposto di sloggiare dai Barnabiti, è stata proposta la casa n. 1588, in Portanuova, di proprietà della famiglia Spilimbergo. Tuttavia è «gravoso» l’affitto «che attualmente paga il sig. Giacomo Bianchivi, quale si esibì anco di cederlo in continuazione di locazione». Il podestà risponde che «sarebbe illegale ogni compenso», ma che la casa «verrà ritenuta esente dal carico d’alloggi militari» e che «per quella parte di abitazione che potrà bisognare ad uso di ufficio di polizia» il comune contribuirà con L 250 (A.S.U., C.N., 182, 1731). |
1811, mar. 9 span> | * | Apertura d’asta per «due stanze a pianterreno dal corpo della casa posta al n. 1588, situate a levante della casa verso la strada, confina a lev. Antonio Kircher, pon. Michele Follini, state oppignorate alla dita Spilimbergo Cattarina li 15 genn. 1811 per debito di L 50,72. Fatte dal banditore le debite stride , comparve Fabio Gallici , il quale offri it. lire cinquantauna, né essendosi comparso alcun altro offerente, fu ad esso che il detto prezzo deliberato il controscritto bene stabile » (A.S.U., C.N., 81, Asta). |
1824, sett. 18 span> | | Vedasi n. 1585. |
1852 span> | * | Appartiene agli eredi del fu Giuseppe Iuriza1 (Competenze, II, f. 5v). |
1876 span> | * | Negozio di seta di Giovanni del fu Giacomo Puppatti (COSMI-AVOGADRO, 114). |
span> | °° | L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939. |
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NOTE span> | 1 | Per Giuseppe Jurizza: CELOTTI, La massoneria, 95. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 65; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 261; Circa l’arte del ferro in Friuli, 19. |
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1589 | |
span> | | Nella chiave dell’architrave, anzi sopra: 1659/F.R.L./1839. |
1751, lugl. 20 span> | * | «Misura e stima dell’infrascritta casa, situata in Porta Nova di ragione del nob. Giorgio Antonio q. Francesco Gallici1, quale intende alienare al sig. Michiel Folini ; fatta da me sottoscritto pubblico perito d’accordo delle parti : una casa di muri in due faciate e due tempiari, coperta di copi con corte ed altre fabriche piϊ basse; confina a lev. casa possessa dalli sigg. fratelli della Fornace, mezodν coo. Ettore e Filippo fratelli q. co. G.B. Bartolini, pon. Carlo q. Nicolò Fabrizio ed alle monti strada » (A.S.U., Giovanni Antonio Martinelli, 9416, Filza prodotte, Stima di G.B. Peruzzi). |
1801 span> | | Domenico Follini (Nomenclatura, f. 59v). |
1809 span> | * | La casa appartiene al negoziante Domenico Folini, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1824, sett. 18 span> | | Vedasi n. 1585. |
1830, mar. 5 span> | | Odorico fu Domenico Follini (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 830 Orn. II C, con dis.). |
span> | * | Il proprietario chiede ed ottiene il permesso « di riaprire un forro ad uso di porta del muro di abitazione nel sitto e come lo era in passato, scorgendosi ivi ancora esistenti li esterni antilli di pietra sulla pubblica strada» (ibid.). |
1836, sett. 20 span> | | Caterina fu Domenico Pizzoni, moglie di Andrea Galvagni, vende a Giacomo di Girolamo Puppatti «la casa di muro, coperta di coppi con suo fondi e cortivo, posta in Portanova al c.n. 1589; confina a lev. Giuseppe Iurizza, loco Spilimbergo, mezz. Teresa Dragoni Bartolini, pon. Antonio e Gioseffa Caligaris iug. Scrazzolo, tram. strada di Portanova. Questa vendita si fa pel prezzo di austr. L 13108,57 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10613, 4937). |
1837, nov. 3 span> | | È di Giacomo Puppati, che vi aveva un filatoio di seta2 (A.S.U., C.A. I, 285/1838/VII, 6410 Orn. II C, con dis.). |
1838, mar. 21 span> | °° | Riforma della facciata da parte di Giacomo Puppati (A.S.U., C.A. I, 406/1846/II, 1349 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | Proprietà di Giacomo Pupatti (Competenze, II, f. 5v). |
1859 span> | | È di Giacomo Puppati2. |
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NOTE span> | 1 | Nel ms. della Porta senza indicazione di fonte. Un atto del 28 nov. 1694, rogato da Girolamo Dell’Oste, è stilato in casa di Giovanni Francesco Gallici in Portanuova (A.S.U., N., 7906, VI instr., f. 114r — 115r). |
span> | 2 | Per l’attività del Puppati: KECHLER, Industria serica, 299; PICCO, Ricordi, 132. |
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Porta Nuova | |
span> | | Nel 1515 il luogotenente propone di aprire un portello del muro della terza cinta. Nel 1522 fu acquistato il terreno nell’orto della famiglia Moises e costruita la strada sino in Giardino. Dove fu tagliata la muraglia, in onore del luogotenente Vincenzo Cappello fu costruito un arco che assunse il nome di Porta Nuova. |
1902, ott. 13 span> | | Il consiglio comunale delibera la demolizione dell’arco di Porta Nuova che è trasferito in castello all’ingresso del cortile. |
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STUDI INEDITI span> | | FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 42r. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | DE PIERO-GUALANDRA, Compendio, 22; MIOTTI, Cenno sulle antiche opere, 25; della PORTA, Toponomastica, 166-167; RODARO, Castello, 44; VALENTINIS, Udine antica, 6. |
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ICONOGRAFIA span> | | MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, L. |
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1590 | |
1518, mar. 3 span> | | Si concede a Rizzardo di Fontanabona1 di chiudere un’androna del comune in luogo detto Cortazzis presso la sua casa verso mezzogiorno, verso oriente, verso la sua stalla, a sett. verso tre casette dello stesso (Annales, XLII, f. 167v — 168r). |
1533, apr. 4 span> | | «Comparuit nob. ser. Adriaticus de Fontebono et dixit se velle in via de Cortacis, ad Portam novam, qua itur in Zardinum publicum civitatis, velle claudere certos suos ortos a parte versus dictam viam muro, et quia murus vetus et eius vestigia procedunt distorta in ambitum, ipsum velle producere recta linea ad angulum Porte nove predicte, veterem murum destruendo et novum edificando. Quo loco viso et cognito quod dixerat ser Adriaticus esse verissimum et murum producendo, recta linea, ut predictum est, ellatare viam ipsam et rectam facere ex obliqua per quam quum fiat dictus murus vadentibus subito se offert Porta Nova et Zardinus apertus et latus nec amplius latebit post ambitum muri veteris et, cognito beneficio evidenti, concesserunt » (Acta, XII, f. 145r). |
1560, genn. 3 span> | | Atto steso «in contrata Portę novę» in casa dei figli di Giovanni Fontebono (B.C.U., ms. 1232, perg. XIII, not. Andrea Marmossio). |
1801 span> | | Nob. Tomaso Fabrizio (Nomenclatura, f. 59v). |
1809 span> | * | La casa appartiene a Tommaso Fabrizio, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1818, giu. 16 span> | * | Tommaso Fabrizi vende ai coniugi Antonio Scrazzolo e Gioseffa Calligaris « Una casa in Porta Nuova, n. 1590 con annesse fabriche, cortivo ed orto con promiscuo fondi e portone colli coo. Madrisio, confina a lev. coo. Madrisio, coo. Bertolini e sigg. Follini, mezz. co. Teresa n. Toppo, moglie del nob. Giacomo de Portis di Cividale, pon. strada pubblica di detta androna, ed a tram. contrada Porta Nuova , il tutto per il prezzo di it. L 12400 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10451, 1652). |
1825, lugl. 4 span> | °° | Vedasi n. 1591. |
1830, sett. 3 span> | * | Antonio Scrazzolo «nell’interno della propria casa, posta nella contrada detta di Porta Nuova sotto il c.n. 1590 , ha divisato alcuni lavori, li quali richiedono l’apertura delle due finestre a, b». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 3774 Orn. II C). |
1832, ott. 15 span> | * | Divisione fra Antonio fu Pietro Scrazzolo e la moglie Gioseffa Calligaris. Il complesso «confina a lev. parte eredi Folini e parte a salto eredi del fu Giuseppe Molinari, mezz. parte detti eredi Molinari, ed a salto parte calesela promiscua d’ingresso e parte Vincenzo Tamai, pon. contrada tende alla Porta Nova ed a tram. contrada di Porta Nova». I diversi lotti sono costituiti da: « 1. Porzione della fabbrica alta, che consiste in una cantina sotterranea, sala e camera a mezzo piano, sala e camera in primo piano, grannari e camera in secondo piano . 2. Altra porzione di fabbrica a tram. di detta, che consiste in un sottoportico a pie’ piano, due camere in primo piano e grannaro sotto i coppi . 3. Fabbrica a levante di detta, che comprende il sito delle scale e stanza annessa . 4. Magazzino a tramontana dell’antedetta fabbrica alli n. 2 e 3 e grannaro sotto i coppi . 5. Fabbrica a tram. del cortivo ad uso della filanda . 6. Fabbrica a tramontana di detta, che consiste in due magazini sulla contrada di Porta Nuova con grannari sotto i coppi . 7. Orto a levante di detti magazzini . 8. Fabbrica intermedia a mezz. della fabbrica al n. 1 ed a lev. della piccola corticella, che consiste in un sottoportico a pie’ piano, cucina, camerino e sito di scale in primo piano, camera e sito di scale in secondo piano, grannaretto e sito di scale in terzo piano, con pergoli e corticella . 9. Fabbrica a mezzodν di detta, che consiste in una stanza e magazzino a pian terreno, due camere e sito delle scale in primo piano, camera, cucina e tinello in secondo piano e grannaro sotto i coppi . 10. Corticella a mezz. di detta fabbrica . 11. Fabbrica a mezz. della corticella al n. 8, che consiste in una bottega e corridore d’ingresso a pian terreno, camerino e camera in primo piano e spazzacucina in secondo piano . 12. Cortivo a levante dell’antedette fabbriche. 13. Calesella promiscua d’ingresso a mezzodν di detto cortivo» (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 637, 3422). |
1832, nov. 22 span> | * | In seguito alla divisione dei beni fra Maria Pagnacco e la madre Gioseffa n. Caligaris, moglie in secondi voti di Antonio Scrazzolo, la direzione del negozio di telerie e seta viene confermata a quest’ultimo (ibid.). |
1833, sett. 2 span> | | È di Antonio Scrazzolo. Chiede di aprire due porte a destra della porta principale per scendere nella cantina (A.S.U., C.A. I, 206/I, 4462 Orn. II C, con diss.). |
span> | * | Il permesso viene concesso dopo una correzione suggerita (ibid.). |
1852 span> | * | Proprietà di Antonio Scrazzolo (Competenze, II, f. 5v). |
1855, magg. 30 span> | * | Angela fu Antonio Cedin, maritata a Bortolo Canal, «proprietaria della casa n. 1590 , desidera di utilizzare di dui locali terranei respicienti della strada, per cui le viene di necessità di praticare alcune modificazioni ai vani esterni ». Il permesso è concesso (A.S.U., C.A. II, 66, 3470 Orn. II C, con dis.). |
1876 span> | * | Vi ha negozio di mobili Girolamo Zacum; nella parte censita 1590 B Francesco Feltrino fabbrica nastri e cordoni (COSMI-AVOGADRO, 102, 103). |
1900 span> | | È di Cosattini. |
1938 span> | | Osteria “Alla concordia”. |
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NOTE span> | 1 | Per la famiglia Fontanabona: MICOLI, Cronaca, 51, 70. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | DAMIANI, Arte del Novecento, I, 113-117. |
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1591 | |
1694 span> | | Era dei Madrisio. Vedasi n. 1592. |
1801 span> | | Co. Nicolò di Toppo (Nomenclatura, f. 59v). |
span> | * | Affittuale Leonardo Pestapevere (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene a Marina di Toppo. Vi abita l’oste Leonardo Tomasini (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1812 span> | | Osteria “Alla gallina” (Esercenti). |
span> | * | Gestione di Leonardo Tomasoni (ibid.). |
1825, lugl. 4 span> | | Era del co. Toppo, ora Portis (A.S.U., C.A. I, 100/1825/II, 2530 Orn. II C, con dis.).
Una parte è di Antonio Scrazzolo. Costui inoltra richiesta all’autorità competente per «dare ingresso ad una sua affittanza nell’interno del suo fabbricato n. 1591 , sita essa affittanza dietro la sua bottega , combinandoli l’ingresso sopra la contrada col dimezzare essa bottega ». Il progetto è approvato (ibid.). |
1826, lugl. 15 span> | | Il cav. Giacomo de Portis e la co. Teresa di Toppo coniugi vendono a Vincenzo Tamai la casa n. 1591; « confina a lev. Scrazzolo in luogo Fabrizi, mezz. Molinari in luogo Madrisio, pon. Picco e sett. strada , ora tenuta essa casa ad uso di osteria dall’affittuale semplice Giacomo Collugnati per locazione 18 giugno 1821 . La proprietà di essi beni stabili era di epoca rimota nella famiglia delli coo. di Toppo ed è pervenuta nella nob. Teresa di Toppo de Portis come erede assoluta col testamento 7 ag. 1798 del di essa genitore co. Marzio » (A.S.U., N., Francesco Nussi, .10552, 2690). |
1852 span> | * | Proprietà di Francesco e fratello Braida (Competenze, II, f. 5v). |
1883 span> | | Osteria alla “Cucina economica” (AVOGADRO, 150). |
span> | * | Gestione di Antonio Agnoluzzi (ibid.). |
1938 span> | | Osteria “Alla speranza”. |
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1592 | |
1691, ag. 9 span> | * | «La co. Tadea, moglie del q. co. Ascanio di Colloredo, come tutrice delli suoi figli , ha ad emfiteusi concesso a Liberal Canciano, capellaro in questa città , la casa posta nel borgo di S. Christofforo, descritta nella stima di 20 genaro decorso del sig. Coradino perito . Detto Canciano si è obligato pagar annualmente ducati sette » (A.S.U., N., Giovanni Domenico Vinacese, 7887, XI istr., f. 54v — 57v). |
1694, magg. 29 span> | | Stima del pubblico perito Mattia Cittareo: «Stima dell’infrascritta casa delli nob. Lucrezio e fratelli Gallerii Una casa posta nel borgo di S. Cristoforo, che termina nel principio della calle di Portanova, in tre solleri con suoi muri, soleri, coperto di coppi con la fassada verso levante in pessimo stato, che per necessità bisogna farli una scarpa di muro con legname di pietra dal fondi sin al primo solaro et aggiustar anco il tempiaro verso i monti logorato dalla tramontana, come anco il coperto di coppi, massime la parte verso detta calle drio, essendo marciti due segni sotto e postovi due modeoni per legno con scaffette, che non è sufficiente, ma bisogna aggiungerne due altri per fortificarlo. Confina a lev. l’androna consortiva drio detta casa, che stagna alla casa del nob. Tomaso Fabritio, a mezo dν casa del medesimo Liberal Canciano, a pon. il borgo di S. Cristoforo et parte la calle di Portanova dove termina questa casa, et ai monti casa delli fratelli Madrisii et parte un sito di casa che dice il sig. Gallerio esser di sua raggione, che non si comprende in questa stima e resta suo benefizio Fazzada di muro sopra il borgo et parte sopra detta calle di Portanova, longa ps 5 pd 3 1/2, alta con fonda, compreso il muro basso sotto terra della stanza del fornaro e del magazen, ps 39 pd 4 1/2. Altra fazzada pur di lev. drio il magazen che non arriva all’androna suddetta longa ps 2 pd 1 1/2 alta con fonda ps 3 pd 2 1/2: ps 17 pd 1 ». La stima cita un «secondo sollaro», un «portighetto». Conclude: «poggiolo di legni e tolle è tristo, che non val un petto» (B.C.U., ms. F. XXIV, f. 81r — 89r). |
1694, giu. 4 span> | | Lucrezio q. nob. Daniele Gallerio vende a livello francabile la casa, vincolata al fidecommesso, ordinato dal q. Andrea Giorgino con testamento 5 ag. 1573, al sig. Liberale Canciani, cappellaio (B.C.U., ms. F. XXIV, f. 80r). |
1710, apr. 6 span> | * | «Nel giudizio di subordinatione e nell’alibramento dell’heredità del q. Liberal Canciani capellaro , publicato negli atti dello sp. G.B. Carati nodaro il 30 ag. 1707, essendo stata assegnata alla sign. Antonia Canciani, moglie rei. del medesimo, in pagamento e per conto di credito suo dotale di d 100 s 8 , una casa in borgo di S. Christoforo, confina a lev. con li fratelli Madrisii , a mezodν con gli heredi Bianchi, a pon. con la strada publica et a tram. con li Madrissi (non compresa però una stanza a pie’ piano assegnata al nob. G.B. Bratteolo in pagamento d’un suo capital livellario di d 50 ), hora la detta sign. Canciana ha venduto alli nobili rev.mo Daniele, Martio e Nicolò fratelli Madrisio la casa per prezzo di ducati novecento e sette, lire cinque, soldi quindici e mezzo » (A.S.U., N., Nicolò Aloi, 8109, VII instr., f. 83v — 87v). |
1735 span> | * | La casa è gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo. «Il sig. Daniel Gallerio, in loco di ser Bernardin Gallerio, paga di livello sopra la casa appresso altre al canton, che ha un pozuolo di legno et è per mezzo di una porta bassa di ser Lodovico Madrisio e verso la stradella che va a Portanova, dirimpetto ad una casa di ragione del pio ospitale, ora già speciaria, denari 32, cioè L 1 s 17 p 4. Questa casa fu confinata col cattastico 1643, 1693; pagò ser Carlo Gamba inquilino et hora il Liberal Canciani, ultimamente pagano li nobili Marzio et Nicolò Madrisii, possessori della casa sudetta. Ora pagano li coo. Giuseppe e fratelli Madrisii» (B.C.U., ms. D. 42, f. 21v). |
1789, sett. 12 span> | | Il co. Antonio fu G. Maria vende a Giacomo e Felice q. Antonio Picco «una casa in borgo di S. Cristoforo nella calle che conduce alla Porta Nuova, che confina a lev. sito promiscuo colli sigg. Fabrizi ed oltre casa dominicale Madrisio, a mezz. casa della sign. Catterina Gregorutti, moglie del sig. Domenico Benvenuti, a pon. borgo di S. Cristoforo e contrada Porta Nova, ed a tram. coo. fratelli di Toppo », per d 1209 L 4 s 4 (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9975, XV instr., 1145, f. 1407r — 1408v). |
1801 span> | | Antonio Picco (Nomenclatura, f. 59v). |
1809 span> | * | La casa appartiene al falegname Antonio Picco, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1809, sett. 28 span> | * | In seguito ad atto oppignorativo del 31 ag., a pregiudizio di Antonio Picco, debitore per L 15,90, asta senza esito della casa n. 1592 (A.S.U., C.N., 80, Asta). |
1852 span> | * | Giacomo Picco (Competenze, II, f. 5v). |
1861 span> | ° | È di Giacomo Picco. Viene riformata (A.M., Atti Ornato 1857-1864). |
1876 span> | * | Bottega del calzolaio G.B. Simonetti (COSMI-AVOGADRO, 88). |
1938 span> | | Birreria Gambrino. |
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1593 | |
span> | * | La casa è gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo, come attestano i rotoli delle confinazioni. |
1376 span> | | «Mattiuza mollendinaria pro una domo apud stupam den. xxxij» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 120r). |
1394 span> | | «Matiuza mollendinaria solvit pro una sua domo sita in ruga per quam itur ad peccatrices iuxta stationem ser Niccolussi ser Zani et viam publicam den. xxxij» (ibid.). |
1407 span> | | «Poledrus cerdo de burgo Glemonæ solvit pro quadam sua domo quæ dudum fuit Mattiuzę molendinarie sita in ruga per quam itur ad rostam cerdonum ante macellum » (ibid.). |
1413 span> | | «Lu covent di Sant Pieri Martir si paga soura una casa che fo di Matiuse mulinar in la contrade del burdelo » (B.C.U., ms. F. XXV, f. 120v). |
1430 span> | | Convento di S. Pietro Martire. Buiatto, macellaio (B.C.U., ms. F. XXV, f. 121v). |
1431 span> | | Pietro Ongaro, tessitore (ibid.). |
1511 span> | | M. Mattio, cappellaio (B.C.U., ms. F. XXV, f. 122r). |
1519 span> | | Zuan Paolo, cappellaio1, suo figlio (ibid.). |
1541 span> | | Suoi eredi (ibid). |
1564 span> | | «Zuan Dardol, capellaro, in logo del q. ser Iacomo di Maniago» (ibid.). |
15651602 span> | | Lodovico Gallerio q. Giovanni Daniele (B.C.U., ms. F. XXV, f. 122r — 122v). |
1643, apr. 23 span> | | «Casa sul canton che va in Cortazze , posta nel borgo di S. Christoforo, possessa per il sig. Daniele Galerio, habitata per Giacoma Fabris fornara et per m. Antonio pleraro, confina a sol levado una stradella detta Cortazzis, a mezodν et a sol a monte la strada publica et ai monti il sig. Galerio mediante casa habitata per ser Francesco Genaro» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 82-83). |
1656 span> | | Daniele Gallerio (B.C.U., ms. F. XXV, f. 122v). |
1690 span> | | Daniele Gallerio «in luoco di m. Bernardino Gallerio» (ibid.). |
1693 span> | * | «Pagò ser Gamba inquilino ed ora paga il sig. Liberal Canciano» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 120r). |
1694 span> | | È di Liberal Canciani. Vedasi n. 1592. |
1748-1749 span> | | Co. Giuseppe e fratelli Madrisio (ibid.). |
1801 span> | | Antonio Molinari (Nomenclatura, f. 59v). |
1809 span> | * | La casa appartiene al cappellaio Antonio Moinaro, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1828, ag. 10 span> | * | Ad Antonio Sbainaro necessita «di aprire tre finestre del granaio della propria casa posta in borgo S. Cristoforo al c. n. 1593 e, dovendo cadere le medesime nella facciata guardante metà sulla pubblica strada e metà sulla calle chiusa ivi attigua, ma sempre però invista del pubblico», il proprietario presenta disegno del progetto. La deputazione d’ornato concede il permesso, a condizione che sia «demolito l’attuale verrone in secondo piano» e se ne chiuda la porta d’accesso (A.S.U., C.A. I, 148/X, 3382 Orn. II C, con dis.). |
1828, ott. 9 span> | °° | Progetto di altana (A.S.U., C.A. I, 148/X, 4271 Orn. II C, con dis.) |
1852 span> | * | Appartiene ad Antonio Cainero (Competenze, II, f. 5v). |
1876 span> | * | Orologeria di Adone Fantini (COSMI-AVOGADRO, 105). |
1883 span> | * | Bottega dell’ombrellaio Giovanni Ruffini (AVOGADRO, 105). |
1933, lugl.-ag span> | | Viene rifatto il piano terreno. |
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NOTE span> | 1 | Giovanni Paolo cappellaio figlio di Mattia cappellaio è presente a un atto redatto da Roberto da Latisana il 5 genn. 1508 (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. 1508-1510, f. 11r — 11v). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | JOPPI, Udine prima del 1475, VI. |
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1594 | |
1707, mar. 14 span> | * | «Fatto in Udine, nella contrada di S. Cristofforo, in casa degl’infrascritti Madrisii» (A.S.U., N., Bertrando Brunallesco, 7805, XXII instr., f. 58r). |
1744 span> | | Casa Madrisio, già Fabrizio (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 175). |
1801 span> | | Co. Francesco e fratelli Madrisio «loro abitazione» (Nomenclatura, f. 59v). |
1809 span> | * | Proprietà di Lugrezia Madrisio (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1822, magg. 3 span> | * | Nell’inventario per l’ipoteca sui beni dei fratelli Madrisio: «Nella r. città di Udine, casa marcata dal c.n. 1594 in contrada dei Gigli con suo fondi e cortivo ; confina a lev. coo. Bartolini, mezz. parimenti, pon. strada pubbl. e parte Antonio Strazzolo e sett. lo stesso Strazzolo » (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10546, 1584). |
1823, giu. 28 span> | | Il nob. Alessandro fu Stefano e Lucrezio fu Giuseppe Madrisio vendono a Giuseppe Valentino Molinari «la casa dominicale con corte ed orto n. 1594 la quale confina lev. e mezz. Bartolini pon. strada e parte Antonio Scrazzolo ed a sett. Scrazzolo » per it. L 10000. «Siccome però nella casa stessa, in forza della divisione testamentaria del fu co. Marzio q. Giuseppe Madrisio 15 lugl. 1811 in note del nod. Domenico Cosattini , spetta al sig. Giuseppe Lombardini il diritto di uso di due stanze e di una posta di cavallo nella stalla di detta casa vita sua natural durante , prende impegno esso Alessandro di corrispondere al compratore it. L 10,24 per ogni mese » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10459, 3548). |
1824, apr. 5 span> | | È di Giuseppe Molinari (A.S.U., C.A. I, 89/1824/X, 1817 Orn. II C, con dis.). |
span> | * | Il proprietario chiede il permesso di «aprire una porta e formare un ribato ad uso di bottega». Il progetto viene modificato dalla deputazione d’ornato, che propone l’apertura di un portone gemello rispetto a quello esistente (ibid.). |
1826, febbr. 21 span> | * | « Giuseppe del fu nob. Antonio Lombardini rinuncia alli nobb. Alessandro, Giacomo e Giuseppe q. co. Steffano Madrisio ogni suo diritto di godimento e usufrutto sopra la casa in borgo di S. Cristoforo al c.n. 1594 in vigor dell’enunziato testamento del mons. Marzio can. Madrisio 15 lugl. 1811 » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10310, 2089). |
1844, genn. 4 span> | * | « Giuseppe del fu G.B. del fu Francesco zio e nipote Cosattini vendono al sig. Antonio del fu Girolamo dott. Cosattini, rispettivo loro nipote e cugino, le due terze parti sopra la casa ed orto in contrada S. Cristofolo al c.n. 1594 tra li confini a lev. e mezz. nob. Teresa Bertolini, pon. parte il borgo di S. Cristofolo e parte ingresso promiscuo con Sbainero, eredi del fu Antonio Picco e Scrazzolo , pervenuta in proprietà del fu Giuseppe Molinari per acquisto fatto dalle mani del nob. Alessandro Madrisio mediante contratto in data 28 giugno 1823, atti Paderni » (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4833, 5270). |
1852 span> | * | Proprietà di Antonio Cosattini (Competenze, II, f. 5v). |
1876 span> | * | Studi del geometra Ettore Cosattini e del notaio Valentino Baldissera (COSMI-AVOGADRO, 103, 146), ancora segnalati nel 1883 (AVOGADRO, 146, 150). |
[1937] span> | | Nell’architrave d’una porticina sulla calle Cortazzis sino alcuni anni orsono si vedeva lo stemma Fabrizio. |
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1595 | |
span> | | Questo numero comprende due palazzi: quello piϊ a nord ha un trifora al primo piano ed una bifora al secondo, sopra la quale uno stemma Bartolini; apparteneva anticamente agli Andriotti1, che estendevano la loro proprietà sino alla Porta Nuova. Passò quindi alla fine del secolo XVI ai Partistagno ed ai Pace, quindi, verso il 1590, ai Bartolini2 (B.C.U., ms. F. XXV, f. 356r). |
span> | | L’altro palazzo a sud fu costruito sul posto di vecchie case dei Bertulini. |
1407 span> | | Per un legato fatto nel 1393 da Caterina, serva di Giovanni del q. Vicardo di «Castro Utini» (Andriotti), gli Andriotti pagano alla fabbrica del duomo, sopra tutti i loro beni, due libbre d’olio (B.C.U., ms. F. XXV, f. 356r). |
1441 span> | | «Li eredi di ser Francesch fiol che fo de ser Niculau de Bretulin de Uden paga per anno de livello al nadal sora una sua casa murada e de copi coverta, mituda in Uden, sotto la monte del castello de Uden, apresso una casa de ser Zuan fiol de Vichirat de Castello de Uden, apresso li heredi che fo de ser Martin de Pohona de Uden, apresso la monte del dito castello de Uden e la via pubblica denari ciijor » (A.S.U., Confraternita dei Calzolai, 425, Libro rosso, I, f. 32r, cassato). |
1511 span> | | Ser Zorzi Andriotti, detto di Brazzà, paga (B.C.U., ms. F. XXV, f. 356v). |
1514 span> | | «Paga il magn. cavaglier Pace» (ibid.). |
1580 span> | | Orazio Partistagno q. Agostino, come erede di Giorgio Andriotti paga (ibid.). |
1595 span> | | «Paga G.B. Bartolini, come possessor di detta casa» (ibid.). |
1637 span> | | Paga Gregorio Bartolini (ibid.). |
1641, mar. 5 span> | | Patti fra Gregorio Bartolini e m. Pietro Antonio Navarra3 per la costruzione del palazzo (A.S.U., Arch. Caimo, 51). |
1647 span> | | «Eredi del q. Gregorio Bartolini in luoco del sig. Alessandro Pace, già del sig. Orazio Partistagno» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 356v — 357r). |
1658-1659 span> | | «Li sigg. Filippo ed Ettore q. Gregorio Bertolino pagano sopra la sua casa della sua abitazione». Nel «1570 possedeva e pagava Alessandro Pace» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 357r). |
1687, lugl. 19 span> | * | Fatto in Udine nel borgo di S. Christofforo nella casa delli nobili Filippo e fratello Bartolini» (A.S.U., N., Giovanni Domenico Vinacese, 7887, IX istr., f. 1r). |
1735 span> | * | «Mercà Vechio. Il sig. Filippo Bartolini, erede del q. Gregorio Bartolini in loco del sig. Alessandro Pace e del sig. Oratio Partistagno paga lb 2» (B.C.U., ms. D. 42, f. 53v). |
1801 span> | | Co. Gregorio e fratelli Bartolini (Nomenclatura, f. 59v). |
1809 span> | * | Proprietà di Antonio Bartolini (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1824, apr. 5 span> | °° | Vedasi n. 1594. |
1834 span> | ° | Bartolini, loco Marchesi, loco Simonino Antonio, loco Zuan barbier, loco Pietro Michel barbier, paga ven. L 4 in dipendenza d’istrumento 22 marzo 1373, atti Fantussio q. Giacomo, stipulato con la fraterna di S. Nicolò sopra una casa fu di Zuan barbier (Arch. dell’Ospedale di Udine, Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834). |
span> | ° | Censo garantito da ipoteca sui n. 1595-1596 (forse trattasi di una casetta già esistente fra i n. 1595-1596) (ibid.). |
1838, ag. 28 span> | | Teresa Bartolini chiede di fare la bifora centrale del quarto piano e di sopprimere due bifore gotiche nello stesso (A.S.U., C.A. I, 285/1838/VII, 4822 Orn. II C, con dis.). |
span> | * | La richiesta è accolta. |
1856 span> | | Il palazzo passa in proprietà del comune per testamento della co. Teresa Bartolini (Picco, Scritti vari, 166)4. |
1861, mar. 3 span> | * | Richiesta del podestà all’ingegnere municipale di preparare preventivo di spesa «per ridurre il sottoportico Bartolini abitabile ad uso negozi». In data 10 apr. l’ingegnere trasmette il preventivo che riguarda la costruzione dei soffitti, del pavimento, delle pareti e della scala «per ascendere al giardino» e la sistemazione dei serramenti per porte e finestre. Il 9 magg. lo stesso esprime il parere, sostanzialmente negativo, sulla proposta di affittare il palazzo a Melchior Amadio per persona da dichiararsi. La sua preoccupazione riguarda soprattutto l’uso che potrebbe essere fatto dell’edificio. In questa occasione si viene a sapere che la parte detta riva è già stata affittata. In data 24 maggio l’ingegnere presenta una relazione nella quale segnala i locali dell’edificio che possono essere affittati. Circa le tre stanze adiacenti al salone del primo piano, spiega che due verso la facciata sono «incomplete ed inabitabili» e che la terza «con arcova a sinistra, verso l’interno», è abitabile (A.S.U., C.A. II, 76/1861). |
1864, lugl. 29 span> | | Il consiglio comunale delibera di concentrare nel palazzo Bartolini tutte le istituzioni patrie di scienze, lettere ed arti, trasferendo le scuole femminili elementari maggiori nel locale Antivari (Archivio del comune di Udine, Consiglio 1863-1865. Prot. verb. consiglio comunale della r. città di Udine, n. 5795, IV, particola 4). |
1868, magg. 14 span> | * | Vi ha sede l’«ufficio commissioni dell’Associazione agraria friulana» (“Giornale di Udine”, 3, CXIV, 14 magg. 1868, 4). |
1876, ott. 18 span> | | Il consiglio comunale autorizza la demolizione delle casette attinenti allo stabile Bartolini (Parti prese... 1880, 121). |
span> | °° | L’edificio è vincolato con D.M. del 24 sett. 2010 ai sensi del D.Lgs. 42/2004. |
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NOTE span> | 1 | Per la famiglia Andreotti: LAZZARINI, Della famiglia A ndriotti; di MANZANO, Annali, III, 415-416; MONTICOLI, Cronaca, 16-17; PALLADIO degli OLIVI, Historie, 1, 204. |
span> | 2 | Per le origini della famiglia Bartolini: BATTISTELLA, I Toscani, 246; MONTICOLI, Cronaca, 39. |
span> | 3 | M. Pietro Antonio Navarra è citato in due documenti per una casa in Sottomonte. Il primo risale al 1638, sett. 26: « Gregorius Bertholinus vendidit Petro Antonio Navarre, murario in hac civitate unam domum sitam Utini, in contrata vocata Sotto Monte , que domus terminal a parte anteriori cum via publica, a superiori cum domo mei notarii et fratrum et a reliquis partibus cum domo et monte dicti nob. Bertholini precio ducatorum centum septuaginta trium » (A.S.U., Arch. Caiselli, Istrumenti di acquisto per Udine e pertinenze, not. Bernardino Orgnani). L’altro è del 1654, magg. 15: « Madona Sabada, moglie rel. del q. mess. Pietro Antonio Navara, muraro in questa città ritrovandosi haver una casa in Sottomonte, di muro, coperta di coppo, solerata, malissimo all’ordine di coperti, solari et senza balconi, confina dalla parte anteriore con la via publica dalla parte superiore con la casa del sig. Bernardino Orgnano, nodaro coli. et dalle altre con le case et con la monte, del nob. Bertholino , vendete alli coo. Lonardo et Pietro fratelli Caiselli la suddetta casa et questo per prezzo di ducatti cento e settantatré » (A.S.U., Arch. Caiselli, Istrumenti di acquisto per Udine e pertinenze, not. Francesco Susanna). |
span> | 4 | In realtà il Picco cita la data 1862 come quella del lascito; si tratta invece di quella di apertura. |
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STUDI INEDITI span> | | VISENTINI, Architettura civile, 56-61, 139-146. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | AVOGADRO, Guida, 36, 55-63; La Banca popolare di Udine; BATTISTELLA, Il comune di Udine, 201-203; de BENVENUTI, Iconografia, 31; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 262-265; CHIURLO, Le epigrafi, 56; BRAGATO, Guida, 43-44; COMELLI, Antiquariato librario; COMELLI, La Biblioteca, 26-28; COMELLI, Gli invasori rispettano, 29-31; COMELLI, Passeggiate, 29-30; Elenco degli alloggi; ERMACORA, Guida, 142-144; FORNIZ, Arte poco nota, 9; Inaugurazione del Museo friulano; JOPPI, Biblioteche ed archivi, 246-248; JOPPI, Udine prima del 1425, IV; di MANZANO, Annali, V, 300; di MANZANO, Cenni biografici, 29; PADOAN-URBAN, Catalogo, 85; Parti prese... 1880, 92, 100; PICCO, L’arte di pittura ornamentale, 66; PICCO, Civico museo, 83; PICCO, I funerali di Pietro Zorutti, 3; PICCO, La nostra pinacoteca al Bartolini; PICCO, Il nostro civico museo, 79; PICCO, Ricordi popolari. L’antico piazzale S. Cristoforo, 165; PICCO, La scultura in Friuli; RIZZI, Pluralità, 344, 494-495; de RUBEIS, Catalogo, 6 (1938), 14; SACCAVINO, La Biblioteca, 161-179; S[ACCOMANI], Il ristauro, 20, 29; SERENI, La Biblioteca, 253-281; VALENTINIS, Udine antica, 22. |
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1596 | |
1801 span> | | Co. Gregorio Bartolini (Nomenclatura, f. 59v). |
1809 span> | * | Appartiene ad Antonio Bartolini. Vi abita lo stampatore Pietro Rodati (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1852 span> | * | Proprietà della co. Teresa Bartolini (Competenze, II, f. 5v). |
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1597 | |
1801 span> | | Paolo Silio (Nomenclatura, f. 59v). |
span> | * | Affittuale Antonio Pascolo (ibid.). |
1809 span> | * | La casa appartiene a Paolo Silio. Vi abita il portinaio Antonio Pascoli (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1810, ag. 21 span> | | Paolo q. Giuseppe Sillio vende per L 2220 a Domenico q. Giacomo Visentini la casa n. 1597; confina con la strada e con Bartolini (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10355, Rep. I, 461, f. 46v). |
1813, giu. 2 span> | * | Domenico Visintini chiede di «ristaurare la linda in una sua casetta situata Sottomonte al n. 1597» (A.S.U., C.N., 180). |
1846, sett. 7 span> | ° | Francesco Zuliani vende la casa 1597 per L 6000 a don Carlo Filaferro (not. Giacomo Someda). |
1847, ag. 31 span> | ° | Don Carlo Filaferro la vende a mons. Andrea Tonchia (not. Giacomo Someda). |
1876 span> | * | Bottega del coltellinaio Francesco Pisolini (COSMI-AVOGADRO, 91). |
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1598 | |
1801 span> | | Co. Gregorio e fratelli Bartolini (Nomenclatura, f. 59v). |
span> | * | Affittuale il libraio Domenico Contardo (ibid.). |
1809 span> | | Domenico Contardo, libraio (Registro delli aloggi, f. 44v). |
span> | * | «Magazzini di carta» (ibid.). |
1836, giu. 6 span> | | La co. Teresa Dragoni ved. Bertolini vende a Francesco fu Nicolò Maiola oste «una casetta consistente in una stanza ad uso di magazzino a pian terreno, cucina in primo piano e granaio sotto il tetto, con fondi e corticella a lev., situata nella calle Sottomonte col c.n. 1598 fra le coerenze a lev. Luigi del fu Giovanni Lorio, pon. calle di Sottomonte, mezz. Domenico e fratelli Ongaro ed a tram. Regina e Marietta madre e figlia Visentini; la qual casetta fino ad ora era condotta in affitto dal fu Giovanni Moretti fabro. Questa vendita viene fatta per lo prezzo di ven. L 1800 » (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4820, 1754). |
1852 span> | * | Proprietà di Francesco Maioli (Competenze, II, f. 5v). |
1876 span> | * | Laboratorio del falegname-tornitore Andrea Bonetti1 (COSMI-AVOGADRO, 93, 116). |
span> | | |
NOTE span> | 1 | Per questo artigiano, detto anche «Calzetta»: Esposizione, 14, 62. |
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1599 | |
1801 span> | | Marco Grisoli (Nomenclatura, f. 59v). |
span> | * | Affittuale Antonio Vidis (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene a Marco Grisoli. Vi abita la «lavorante» Caterina Vidis (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1835 span> | * | Recapito della levatrice Paolina Maioli (A.S.U., C.A. I, 237/XII, Elenco del personale sanitario). |
1852 span> | * | Proprietà di Francesco Ongaro (Competenze, II, f. 5v). |
1856, giu. 19 span> | * | Giovanni Corazza, proprietario della casa n. 1599, ne presenta progetto di riforma firmato dall’impresario G.B. Rizzani (A.S.U., C.A. II, 66/1856, 4269 Orn. II C, con dis.). |
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1600 | |
1801 span> | | Valentino Colaveta (Nomenclatura, f. 59v). |
span> | * | Affittuale Domenico Fongarini (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene all’agricoltore Giuseppe Colavetta. Vi abita l’industriante Teresa Tavellio (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1812, magg. 31 span> | * | In seguito ad atto oppignorativo del 18 febbraio 1812 contro gli eredi di Francesco Colavetta, debitore per L 206,57, asta di una «cucina in secondo piano con camerino annesso dal corpo della casa posta Sottomonte al n. 1600 con ingresso da una scala che conduce nelle medesime» (A.S.U., C.N., 81, Processo verb. d’asta con effetto, 10). |
1852 span> | * | Proprietà di Luigi Lorio (Competenze, II, f. 5v). |
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1601 | |
1801 span> | | Pietro Mosca (Nomenclatura, f. 59v). |
1809 span> | | Giuseppe Colavetta, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 44v). |
span> | * | Vi abita l’industriante Chiara Mosca (ibid.). |
1817, lugl. 10 span> | | È di Giovanni Lorio (A.S.U., C.A. I, 10/1817/XIII, 3246 Orn. II C, con dis.). |
span> | * | Il proprietario presenta progetto di riforma della facciata e ottiene l’autorizzazione (ibid.). |
span> | °° | Il disegno è firmato da «Giuseppe Venuti P.co P.to». |
1852 span> | * | Proprietà di Luigi Lorio (Competenze, II, f. 5v). |
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1602 | |
1801 span> | | Valentino Colaveta di Paderno (Nomenclatura, f. 59v). |
span> | * | Affittuale Antonio Tommada (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene all’agricoltore Giuseppe Colavetta. Vi abita il fabbro Giovanni Moretti (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1812, ag. 28 span> | * | In seguito ad atto oppignorativo contro gli eredi di Francesco Colavetta, debitore per L 37,72, asta di «una stanza a pian terreno, serve ad uso di bottega di fabro al n. 1602» (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, p. 12, n. 159). |
1852 span> | * | Proprietà di Luigi Lorio (Competenze, II, f. 5v). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Parti prese... 1913, 121. |
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1603 | |
1801 span> | | Valentino Colaveta (Nomenclatura, f. 60v). |
span> | * | Affittuale Giorgio Zorzutti (ibid.). |
1809 span> | * | Proprietà dell’agricoltore Giuseppe Colavetta. Vi abita la rivendugliola Maddalena Corincigh (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1833, magg. 14 span> | * | Francesco Menesini, procuratore dei pupilli di Giovanni Lorio, espone lagnanze circa l’ordine di sospensione dei lavori per il riatto della «linda» alla casa (A.S.U., C.A. I, 206/I, 2039 Orn. II C). |
1852 span> | * | I n. 1603, 1603 A e B appartengono a Luigi Lorio (Competenze, II, f. 5v). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Parti prese... 1913, 121. |
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1604 | |
1703, apr. 2 span> | * | «Tenendo G.B. Zerbino q. Nicolò una sua casa Sottomonte annessa ad altra del sp. Giovani Lorio1 del sig. Lorio, ambi male all’ordine, che tengono bisogno di riparo, al che fare era insorto tra loro motivo di discrepanza, onde per diversivo a qualunque occasione di lite, ha dichiarato detto sig. Lorio d’acquistare la medesima casa Zerbina nel stato e grado ch’hora s’attrova per il prezzo di ducati 275 , in ordine a che detto sig. Zerbino vende la casa suddetta, confina a lev. case del comprator, mezodν la casa annessa antedetta, a pon. strada pubblica et a tram. il sig. Giacomo Bossio » (A.S.U., N., Gerolamo Dell’Oste, 7907, VIII instr., f. 313v — 314v). |
1727, genn. 17 span> | * | «Udine, in casa dell’infrascritto Lorio, nel suo mezado o stanza terranea verso Mercà vechio». Si tratta di Pietro Lorio, come precisa in altro luogo il documento» (A.S.U., N., G.B. Fabrizio, 8137, Istr. 1724-1729, f. 129r). |
1782, dic. 19 span> | * | « Giovanni q. Niccolò Cassaco ha venduto al sig. Giuseppe figlio del sig. Valentino Molinari una casa posta nella contrada Sottomonte, confinante a lev. colla riva del castello, a mezz. li fratelli Lorio, a pon. detta contrada ed ai monti il rev. Francesco Colaetta , la qual casa fu acquistata dal predetto Giovanni dalle mani del sig. Giuseppe, Claudio e Marzia fratelli e sorella q. Lorio Lorio con instr. 10 Luglio 1779 in note del q. Giuseppe Andrea Pilosio de Zeraffini not. e viene in presente tenuta in affittanza semplice parte dal sig. G.B. Moisetti, parte dalla sign. Lucia rel. q. Urbano Bruneleschi e parte dal sig. Domenico Visentino per la dita Paolo Contardo. Questa vendita ha fatta pel prezzo di d 700» (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9791, XIX, 2539, f. 3463r — 3464r). |
1801 span> | | Domenico e Giuseppe Molinari (Nomenclatura, f. 60v). |
1809 span> | * | Appartiene a Domenico e fratelli Molinari (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1837, apr. 1 span> | | Sebastiano Colautti vende ad Anna Camocini Dainese la «casa n. 1604 che confina a lev. Pietro Campiutti, mezz. Lucia Nassimbeni, pon. la contrada di Sottomonte, ed a tram. li eredi Colaetta. La vendita viene fatta pel prezzo di austr. L 6300 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10488, 10699). |
1851, dic. 17 span> | * | Pietro Dainese, proprietario della casa, chiede ed ottiene di aprire una «porta in asse colla finestra sovrastante» (A.S.U., C.A. II, 66, 8302 Orn. II C). |
1852 span> | * | Appartiene a Pietro Dainese (Competenze, II, f. 5v). |
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NOTE span> | 1 | Giovanni Lorio da diciassette anni è già proprietario di una casa in Sottomonte, come risulta da un atto del 19 lugl. 1686: « Gioseffo Gallici ha venduto et a livello concesso la sua casa posta nella contrada di Sottomonte che era stata data in parte di dote al sig. Andrea Anzil suo cognato, ritornata in potere di detto Gallici per la mancanza della sorella e prole, al sig. Giovanni Lorio, pure di questa città , per la somma di d 540 s 7 giusta la stima del sp. Mattia Cittareo perito, fatta sin l’anno 1682 di 12 gen. per l’occasione della cessione che il Gallici voleva fare di detta casa al sig. Francesco Sporeno . Doppo d’essa stima dal sig. Andrea Ianzil in far alzar la cameretta superiore annessa alla scalla del granaro giusta la poliza data al detto sig. Giovani del 18 lugl. 1682, et questo fa detto Gallici perché detto sig. Lorio le ha esporsato ducati quaranta che furono spesi in far salizar il mezado et altro per benefitio della detta casa » (A.S.U., N., Benedetto Bergamini, 7673, XVIII instr., f. 54v — 56r). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Parti prese... 1913, 121. |
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1605 | |
1770, apr. 20 - 1790, giu. 8 span> | * | «Giuseppe e fratelli Silii q. Paolo pagano ogn’anno d’enphiteusim in virtù di parte presa nel magn. consiglio secreto 1751, 8 apr. per una casa oltre la roia in detto borgo, L 37» (A.C.U., A.A.O., Rottolo livelli 1769, p. 97). |
1801 span> | | Giuseppe Silio (Nomenclatura, f. 60v). |
1809 span> | | Giovanni Nascimbeni, orologiaio1 (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1828, febbr. 27 span> | | Francesco Nassimbeni vende a Lucia Basaldella Nassimbeni «la casa n. 1605 a cui confina da lev. Pietro e Rosa Campiutti, a mezz. Maria Geltruda Poslepi, pon. la contrada di Sottomonte ed a tram. Giuseppe Molinari per L 1500, item li mobili tutti che vi esistono circa per L 200 » (not. Antonio Sartori di Tolmezzo, alleg. ad istr. in A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10312, 2326). |
1837, ag. 25 span> | * | «Fin dal 5 apr. 1831 segui privato contrattò tra Lucia f. del fu Rosano Basaldella ed il sig. Francesco Basaldella, di lei fratello , con cui essa Lucia si confessò debitrice di ven. L 3000 verso il fratello e per tal somma cesse allo stesso Francesco una casa situata nella contrada Sottomonte coscritta col c.n. 1605 , confinante verso lev. con Pietro Campiutti, a mezz. Maria Geltruda Posleppi, a pon. con la contrada Sottomonte ed a tram. gl’eredi del fu Giuseppe Molinari . Innanzi di me notaio , Francesco Basaldella dichiara che per forma del citato privato contratto 5 apr. 1831 non tiene credito di sorte né pretesa ed in conseguenza retrodà alla sign. Lucia la preindicata casa » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10316, 3166). |
1852 span> | * | Appartiene ai fratelli Nasimbeni (Competenze, II, f. 5v). |
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NOTE span> | 1 | Dei Nascimbeni orologiai il Picco cita tre generazioni: Giovanni, Francesco e Giovanni nonché un Carlo: PICCO, Ricordi, 116, 117. L’orologiaio Giovanni Nascimbeni è ricordato ancora in un documento del 31 magg. 1812 (A.S.U., C.N., 175/XVII, 3087). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Parti prese... 1913, 121. |
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1606 | |
1801 span> | | G.B. Pilosio (Nomenclatura, f. 60v). |
1809 span> | | Antonio Bernardis e Francesco Soardi (Registro delli aloggi, f. 44v). |
span> | * | Vi abita il parrucchiere G.B. Pilosio (ibid.). |
1852 span> | * | Appartiene ai del Torso (Competenze, II, f. 5v). |
1876 span> | * | Al n. 1606 botteghe del calzolaio Luigi Croattini e del falegname Antonio Piva; al n. 1606 A fucina del fabbro e meccanico Antonio Gasparini (COSMI-AVOGADRO, 88, 92, 93). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Parti prese... 1913, 121. |
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1607 | |
1801 span> | | Anna Posleppi1, levatrice (Nomenclatura, f. 60v). |
1804, apr. 28 span> | * | Vedasi n. 1608. |
1809 span> | * | La casa appartiene alla levatrice Anna Posleppi. Una parte è abitata dall’impiegato Michele Del Negro (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1827, mar. 25 span> | | Francesca q. Giuseppe Sedeucis eredita la casa da Giulia Posleppi (vedasi atto del 5 ag. 1840). |
1840, ag. 5 span> | | Francesca q. Giuseppe Sedeucis vende a Francesco del fu Giulio del Torso «la casa posta nella calle Sottomonte con suo relativo fondo ed orto, marcata dal c.n. 1607 ; confina a lev. e mezz. Pietro q. Giuseppe Campiutti, pon. la calle Sottomonte ed a tram. eredi q. G.B. Pilosio e Francesco Nassimbeni , pervenuta essa casa in proprietà dell’alienante in forza della testamentaria disposizione 15 marzo 1829 , fatta a di lei favore dalla def. Giulia Posleppi . La casa viene alienata per il prezzo di austr. L 5600 » (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4825, 3031). |
1841, giu. 20 span> | | È di Francesco Del Torso. Nell’agosto 1840 fu demolita e rifatta la facciata (A.S.U., C.A. I, 328/VIII, 3946 Orn. II C). |
1843, giu. 23 span> | | « Il nob. Francesco del fu Giulio del Torso vende al sig. Giorgio Aghina del fu Carlo Bortolomeo una casa nella calle Sottomonte, di nuovo fabbricata, con relativo fondo, corticella ed orto, coscritta col c.n. 1607 fra li confini di lev. e mezz. Vincenzo q. Filippo Mander, a pon. la suddetta calle di Sottomonte ed a tram. il venditore con altra casa e parte Lucia Basaldella maritata Nascimbeni; casa che è composta dei seguenti locali : in pian terreno stanza per uso di cantina o legnera, mezzadino con unito salvarobba e sottoportico d’ingresso; in primo piano cucina con spazzacucina, tinello e stanza attigua; secondo piano, tre camere, camerino, con sue altanette, con cesso e sopraposto pollaio; terzo piano, tre camere e camerino, pergolo esterno verso la corte e superiormente soffitta morta, che abbraccia tutta la casa . Questa vendita fatta viene per il prezzo di austr. L 9000 » (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4831, 4914). |
1845, sett. 26 span> | ° | Giorgio Aghina fu Carlo la vende a Teresa Tomadoni per L 9600 (Atti priv., not. Antonio Cosattini). |
1852 span> | * | Teresa Tomasoni (Competenze, II, f. 6v). |
1876 span> | * | Bottega del calzolaio Francesco Meneghini (COSMI-AVOGADRO, 88). |
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NOTE span> | 1 | La famiglia Posleppi si trova in Sottomonte almeno dal. 1767, ott. 15. «Casa di muro, coperta di coppi, di due solari, con orticello, posta nella contrada Sottomonte, tenuta ad affitto dal sig. Francesco Posleppo, confina a lev. e mezodν orto e casa del rev. Giacomo Buri, pon. la contrada di Sottomonte et a tram. parte Andriana Gandina, parte Carlo Gazzoldi e parte li sigg. Lorii ». L’edificio ospita anche una bottega (A.S.U., N., Francesco Prodolone, 9015, Divisioni Antivari, f. 36v — 44v, 47r). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Parti prese... 1913, 121. |
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1608 | |
1801 span> | | G.B. Tommasi (Nomenclatura, f. 60v). |
span> | * | Affittuale nob. Girolamo Soardi (ibid.). |
1804, apr. 28 span> | * | Vedasi n. 1609. |
1809 span> | | Filippo Mander, cappellaio (Registro delli aloggi, f. 44v). |
span> | * | Vi abita il sellaio Bortolo Parlati (ibid.). |
1840, nov. 9 span> | | Pietro q. Giuseppe Campiutti vende a Vincenzo Mander q. Filippo casa n. 1608, 1609 con orto. Confina lev. Rainis, tram. castello, mezz. Sottomonte, pon. Luigi Lorio e Francesco del Torso (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/I, 50). |
1852 span> | * | Proprietà di Vincenzo Mander (Competenze, II, f. 6v). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Parti prese... 1913, 121. |
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1609 | |
1801 span> | | G.B. Tommasi (Nomenclatura, f. 60v). |
1804, apr. 28 span> | | « Il nob. Girolamo q. Romanello Soardi cede a titolo di perpetuo enfiteusi al sig. Filippo q. Giovanni Mander oriundo da Solimbergo ed ora abitante in questa città , una casa posta nella contrada detta di Sottomonte . Confina a lev. la casa è di ragione degl’eredi del q. Michele Rainis, mezz. la calle detta di Sottomonte, pon. casa fu di ragione Soardi, ora tenuta in enfiteusi dalla sign. Anna Posleppa, tram. la monte di questa ragione. Confini della monte: a lev. casa di pubblica ragione e parte Rainis, mezz. la casa Rainis e parte la casa Cellea , parte casa Soardi tenuta in enfiteusi dal sig. G.B. Pilosio, parte casa del sig. Antonio Bernardinis, parte casa del sig. Giuseppe q. Vincenzo Lorio e parte casa delli fratelli Molinari, pon. monte di Giovanni Lori ed alli monti il castello . E ciò fa per annuo canone di ducati centocinque » (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10566, Prot. instr. 1800-1804, f. 87r — 88r). |
1809 span> | | Filippo Mander (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1840, nov. 9 span> | | Vedasi n. 1608. |
1852 span> | * | Vincenzo Mander (Competenze, II, f. 6v). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Parti prese... 1913, 121. |
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1610 | |
1801 span> | | Can. *** Rainis1 e nipoti (Nomenclatura, f. 60v). |
span> | * | Affittuale Angelo Ficiani (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene a Francesco e fratelli Rainis. Vi abitano il muratore Leonardo Riva e Angela Di Lucca, «indigente» (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1852 span> | * | Appartiene agli eredi di Michele Rainis (Competenze, II, f. 6v). |
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NOTE span> | 1 | Per i Rainis: Archivum...Catastico, I, 290, 291. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Parti prese... 1913, 121. |
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1611 | |
1801 span> | | Can. *** e nipoti Rainis (Nomenclatura, f. 60v). |
span> | * | Affittuale Angelo Natolo (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene a Francesco e fratelli Rainis. Vi abita il linaiolo Angelo Bosco (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1810, nov. 17 span> | * | In seguito ad atto oppignorativo del 27 ag. contro gli eredi di Alvise Duodo, debitori per L 5,20, asta senza esito di «una stanza a pian terreno al n. 1611; confina a lev. fratelli Rainis ed a pon. contrada di Sottomonte» (A.S.U., C.N., 80, Asta). |
1811, mar. 9 span> | * | Asta contro gli stessi eredi, debitori per L 1,69 di una «stanza a pian terreno guardante la riva del castello» (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta). |
1812, magg. 31 span> | * | Dopo atto oppignorativo del 29 febbr., asta di una «stanza a pian terreno dal corpo della casa Sottomonte al n. 1611, serviva ad uso di tinello con ingresso verso la strada» (A.S.U., C.N., 81, Processo verb. d’asta con effetto, 14). |
1813, apr. 24 span> | * | Giacomo di Antonio Visentini vende ad Antonio fu G.B. Rizzani1 e Giuseppe fu Valentino Prisani2 una serie di fabbricati, tra i quali una «cucina in secondo piano con camerino annesso, dal corpo della casa n. 1600 con ingresso da una scala verso la strada» (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10571, 633). |
1852 span> | * | Compresa sotto il n. 1651 (Competenze, II, f. 6v). |
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NOTE span> | 1 | Per Antonio Rizzani: PICCO, Ricordi, 93. |
span> | 2 | Per la famiglia Presani, vedasi n. 444. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Parti prese... 1913, 121. |
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1612 | |
1801 span> | | Domenico Facendi, «chincagliere» (Nomenclatura, f. 60v). |
1809 span> | * | Appartiene al chincagliere Domenico Facendi (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1842, dic. 1 span> | | « Luigi q. Pietro Pelosi, vende per il prezzo di L 27000 austriache la casa situata nel Mercato vecchio coscritta colli c.n. 1642, 1612 alli iug. Comencini » Francesco del fu Cristoforo e Marietta n. Forturato; «qual casa confina a lev. con androna detta di Sottomonte, mezz. con casa del sig. Mander, pon. il Mercatovecchio ed a tram. altra casa del venditore Pelosi » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10505, 15418). |
1842, dic. 7 span> | * | « Luigi q. Pietro Pelosi vende al sig. Vincenzo q. Filippo Mander una stanza a pianterreno, situata al lato di mezz. della casa in Mercatovecchio, coscritta colli c.n. 1612 e 1646 per il prezzo di austr. L 3000 . Quale stanza è della quantità di ps 19 pd 43/4 e ha una finestra con ferrata guardante la strada di Sottomonte sotto la casa dell’acquirente e precisamente quanto manca per completare la stessa casa al c.n. 1647 ; confina al lato di lev. contrada di Sottomonte, pon. con l’acquirente Mander, tram. con la casa dominicale del venditore, allienata alli iug. Comencini, mezz. con il sig. Campiutti . E questo fa il venditore perché l’aquirente ha esborsato la somma delle austr. L 3000 » (A.S.U., N., G.B. Valentinis, I, 139). |
1843, magg. 27 span> | * | Francesco Comencini chiede ed ottiene di aprire una porta «in luogo di due informi finestre». Il 13 luglio l’ing. municipale A. Lavagnolo nel sopralluogo ai lavori riscontra alcuni cambiamenti rispetto al progetto, oltre a una indebita occupazione di suolo pubblico. Da qui si apre una vertenza della cui fine non esiste traccia nel documento (A.S.U., C.A. I, 359/IX, 3689 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Luigi Globba). |
1852 span> | * | Compresa sotto i n. 1645, 1646 (Competenze, II, f. 6v). |
1876 span> | * | Recapito della levatrice Teresa Capellaris (COSMI-AVOGADRO, 98). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Parti prese... 1913, 121. |
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1613 | |
1801 span> | | G.B. Di Girolamo «detto il stivalaro» (Nomenclatura, f. 60v). |
1809 span> | * | Appartiene al calzolaio G.B. De Girolami (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1846, sett. 20 span> | * | Luigi Pelosi presenta progetto di riforma per la casa e ne ottiene l’approvazione, previa modifica della distanza delle finestre tra i piani (A.S.U., C.A. I, 406/1846/II, 6482 Orn. II C, con dis., firmato dal capomastro Giuseppe Salvador). |
1852 span> | * | Proprietà di Luigi Pelosi Facendi (Competenze, II, f. 6v). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Parti prese... 1913, 121. |
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1614 | |
1801 span> | | Tomaso Stella (Nomenclatura, f. 60v). |
span> | * | Affittuale Angelo Martincich (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene a G.B. Stella. Vi abita l’industriante Domenica Martincigh (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1810, genn. 13 span> | * | Stima della casa del fu Tomaso Stella, ad opera di Giuseppe Clocchiati « Sotto Monte. Casa di muri, coperta di coppi con fondi: in sollaro, sotto i coppi, camera e stanza appepiano che unita confina a lev. calle detto Sotto Monte , a pon. Francesco Millocco, a mezz. Pietro Pilosio ed a tram. Lonardo Morandino; avvertesi che la cantina sotterranea è del sig. Morandino » (B.C.U., pubbl. per. Giuseppe Clocchiati, vacchetta ms. priva di segnatura, f. 25v — 27v). |
1852 span> | * | Proprietà del demanio (Competenze, II, f. 6v). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Parti prese... 1913, 121. |
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1615 | |
1801 span> | | Giuseppe Ronzoni (Nomenclatura, f. 60v). |
1809 span> | * | Appartiene al parrucchiere Girolamo Ronzoni. Vi abita lo «scapinante» Bortolo Longo (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1845, mar. 31 span> | ° | Francesco e Nicolò Braida vendono a Rocco q. Rocco Sartoretti la casa n. 1615, 1632 per austr. L 6450 (not. Giacomo Someda). |
1852 span> | * | Proprietà di G.B. Cantarutti (Competenze, II, f. 6v). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Parti prese... 1913, 121. |
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1616 | |
1455, giu. 19 span> | * | «Atto e domanda fatta per il nob. d. Paulo q. Zani del Torso1 nel magn. conseglio di Udine, che essendogli dal detto conseglio stato concesso la riva over colle con la fossa drio la sua casa, già molto tempo posseduto per ser Honofrio de Panzano, per il qual luoco era molestato da alcuni, dicendo loro che la magn. comunità haveva conceduto al detto Paulo il colle et non la fossa, il magn. conseglio dechiarò che detto Paulo debia havere il detto colle et fossa con tutto il terreno spettante al detto colle et fossa; appar per man de ser Antonio Varis nod. cavato dalli libri del conseglio in carta bombasina » (A.S.U., Arch. Mantica, 48, Cattastico delle scritture della casa Torsa, f. 7r). |
1472, sett. 30 span> | | « Honorabiles viri ser Paulus del Torso q. ser Nicolussii de Utino et ser Marquardus q. ser Johannis de Susana de Utino, precio marcarum soldorum viginti quinque , vendiderunt provido viro mag. Christoforo archario unam ipsorum domum muratam, soleratam tegulisque cohopertam, sitam Utini in loco nominato Sub monte, iuxta Franciscum q. mag. Michaelis archarii Blanchi de Utino a duabus partibus, iuxta domum habitationis olim mag. Nicolai seredurarii mediante quadam androna comuni certis domibus, iuxta stratam pubblicam de Submonte » (A.S.U., Arch. Lovaria, 46, perg. Moroldi n. 67, not. Giovanni del fu Giacomo dei Pittori). |
1480-1489 span> | * | «Christofolo marangon, dicto Horgian, paga dii livello a nadalle sopra la caxa dela sua habitazion L 4» (A.S.U., A.A.O., Rottolo de’ denari de livello in Udene, f. 184r). |
1801 span> | | Maddalena Fabris (Nomenclatura, f. 60v). |
1809 span> | | Giorgio Sabus, cocchiere (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1852 span> | * | Giorgio Sabus (Competenze, II, f. 6v). |
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NOTE span> | 1 | Per la famiglia del Torso: ZANUTTO, Collana storica delle famiglie nob. del Friuli. Del Torso. |
span> | 2 | Vedasi n. 1628. |
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1617 | |
1760, febbr. 27 span> | | « Lucia del q. Giovanni Domenico Marizzola , tanto in nome suo che della sign. Anna di lei sorella , vende al rev. Domenico q. G.B. Martinelli una casa posta nella contrada di Merchavechio e Sottomonte, qual tutta confina a lev. strada di Sottomonte, mezodν altra casa di abitazione di dette sorelle Marizzola, pon. strada di Merchavecio et a tram. casa delli sigg. Orgnano ; qual casa pervenne negli autori di dette sorelle coll’instrom. 14 magg. 1705 di mano del sig. Girolamo Dell’Oste fu notaro . Et questo fa per il prezzo di d 970 L 3 s 8 » (A.S.U., N., G.B. Stella, 9142, I istr., 202, f. 171r — 172r). |
1801 span> | | Anna Martinelli (Nomenclatura, f. 60v). |
1809 span> | * | Proprietà della «lavorante» Anna Martinelli (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1837 span> | * | «Giovanna q. G.B. Martinelli1 Del Missier vende al sig. Carlo Annoni dal corpo della casa guarda la contrada detta di Sottomonte al c.n. 1617 cioè la sola camera in primo piano ch’è superiore alla porzione del magazzino e che guarda la corte, attualmente serve per cucina » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10489, 10996). |
1849, febbr. 20 span> | * | « Giovanni e Giovanna coniugi Del Missier , possedendo una casa nella contrada Sottomonte al c.n. 1617 , avente per confini a lev. Rossetti Antonio, pon. Bertuzzi, mezz. Anoni Carlo e tram. contrada Sottomonte, vendono la casa stessa per lo titolo di rendita vitalizia alli loro figli vitalizanti . Per lo stesso titolo vengono dalle dette parti hincinde venduti ed acquistati li pochi mobili . Il complessivo valore viene calcolato in austr. L 3000 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10516, 18914). |
1852 span> | * | I n. 1617 e 1617A appartengono a eredi Giovanni de Masieri (Competenze, II, f. 6v). |
1876 span> | * | Recapito del sensale di vino e coloniali Giovanni Sporeno (COSMI-AVOGADRO, 113). |
span> | | |
NOTE span> | 1 | La vendita avviene in blocco col n. 1629. Vedasi tale numero. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Parti prese... 1913, 121. |
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1618 | |
span> | * | La casa è gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo sin dalla fine del secolo XIV. |
1396, dic. 3 span> | | Benvenuta q. Domenico da Udine lascia alla fabbrica del duomo s 80 sopra la casa di sua abitazione in Sottomonte presso Leonardo q. Ettore Miulita notaio, presso altra sua casa, item una libra d’olio su casa presso altra sua casa e presso Michele ed Andrea arcari (B.C.U., ms. F. XXV, f. 362r). |
1407 span> | | « D. Magdalena Martiruza solvit annuatim super sua domo murata tegulis cohoperta sita sub monte castri iuxta Michaelem et Andream archarios de Foro veteri, iuxta aliam domum quæ fuit olim Benvenutæ venditricis libram olei unam » (ibid.). |
1433 span> | | «Melchior faber Covazuti tenetur solvere super domo quæ fuit Madalenę la Martiruze, quam ipse emit a fraternitate Battutorum cum isto onere, ut continetur manu ser Iacobi not. Quirini in 1432, olei libram 1» (ibid.). |
1435 span> | | « Nicolaus Chrispianus olim Romani Purani de Clauglano tenetur solvere super sua domo super qua solvebat d. Madalena dicta Martiruza quam ispe emit a Melchiore Cavazutti ut continetur manu Iacobi notarti Quirini 1435 olei libram unam» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 362v). |
1466 span> | | «Lorenzo di Nicolò Cristian fu di Roman di Clauglano » (ibid.). |
1513 span> | | «Antonio dell’Orgnan1 sta in Mercà vecchio, in logo del mess. Iacomo suo padre » (ibid.). |
1643 span> | | « Casa in Sottomonte possessa et habitata per Bernardino Orgnano notaro; confina a sol levado la strada , a mezz. Gioseffo Cescone, a sol a monte la casa d’esso Orgnano [1626-1627] verso Mercà vecchio, con la quale dà braccio la presente et ai monti Ferrando Orgnano fratello del sig. Bernardino» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 85). |
1743, giu. 28 span> | * | « La casa è ora delli Orgnani, che confina a lev. la strada pubblica Sotto Monte, a mezz. Gaspare Morizzola, sol a monte altra casa di detti Orgnani verso Mercà vecchio et alle monti li antedetti Orgnani » (B.C.U., F. XXI, f. 74v). |
1751 span> | | Era degli Orgnani (ibid.). |
1801 span> | | Lodovico Orgnani (Nomenclatura, f. 60v). |
span> | * | Affittuali diversi (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene a Lodovico Orgnani. Vi abita il parrucchiere Gabriele Mer (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1821, lugl. 6 span> | * | «Francesco Brunelleschi, procuratore della di lui coniuge Elisabetta n. Orgnani, vende al sig. G. B. Bertuzzi la fabbrica di muro coperta di coppi posta nella contrada Sotto Monte o Mercavecchio alli c.n. 1618 e 1628, consistente in magazzino a levante di altro assegnato al sig. Vettor Orgnani, altro magazzino, caratto d’ingresso e corticella, camere, stanze ed altri luoghi in primo e secondo piano, granaro e sito sotto i coppi e fondi relativo a detta fabrica; confina a lev. il magazzino sudetto assegnato al G.B. Orgnani, mezz. cortivo di Orgnani, pon. altra fabbrica ora di proprietà del Bertuzzi compratore ed a tram. callesella chiusa . La vendita viene fatta verso il prezzo in it. L 4000 » (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10545, 1306). |
1852 span> | * | Proprietà degli eredi di Giuseppe Bertuzzi (Competenze, II, f. 6v). |
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NOTE span> | 1 | A questo personaggio e indirettamente alla sua casa accenna un documento del 16 apr. 1526: «Actum Utini in Foro veteri in appoteca m. Baptistę sartoris de Venzono f. q. mag. Francisci sartoris; press. ipso m. Baptista et Joseph f. mag. Matthei Vincentini cerdonis de burgo Aquilegię Utini . Ibique mag. Iacobus faber q. mag. Ioannis Petri fabri de Aurava habitator Utini in Foro veteri locavit presb. Ioanni de Parentio Utini habitanti unam domum cuppis cohopertam et sine aliquo onere, sitam Utini in contrata de Submonte, ab uno latere iuxta mag. Antonium deauratorem et alio latere iuxta mag. Antonium Orgnani marangonum et iuxta viam publicam ad tempus quinque annorum proxime futurorum pro affictu duorum ducatorum in anno » (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, f. 44r — 44v). Sulla famiglia Orgnani vedansi n. 948 e 1247. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191; Parti prese... 1913, 121. |
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1619 | |
1801 span> | | Lodovico Orgnani1 (Nomenclatura, f. 60v). |
span> | * | Affittuale Giacomo Plain (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene a Lodovico Orgnani. Vi abita l’artigiano Santo De Girolami (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1810, giu. 27 span> | | Lodovico di Vittore Orgnani vende a Daniele di Giovanni Maria Olivo la casa 1619 per L 7613,80. Confina a lev. Sottomonte, mezz. parte casa di carità, parte Orgnani, parte calle che da Mercatovecchio conduce in Sottomonte, pon. parte Casa di Carità, parte Antonio e Paolo fratelli Belgrado, librai, successi a Pietro Borghi, tram. co. Bartolini (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10622, Rep. II, 321, f. 2r). |
1812, magg. 1 span> | | Daniele Olivo vende per L 7613,80, ad Antonio e Paolo q. Tomaso Belgrado la «casa n. 1619 , composta di una stanza, ossia magazzino a pian terreno, di una cuccina, spazzacucina e tre camere con andiotto in primo appartamento e di due camerini ed un camerone, ossia grannaio in secondo appartamento, con piccola corticella » (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10625, 832). |
1832, mar. 22 span> | * | Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa a G.B. Straulino «lavoratore di rimesso», l’avviso municipale n. 1050 diretto ai venditori che ingombrano la strada «con merci di fruti et oggetti riguardanti la salubrità» (A.S.U., C.A. I, 193). |
1852 span> | * | Proprietà degli eredi di Giuseppe Bertuzzi (Competenze, II, f. 6v). |
span> | | |
NOTE span> | 1 | Sulla famiglia Orgnani vedansi n. 948 e 1247. |
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1620 | |
1801 span> | | Co. Gregorio Bartolini (Nomenclatura, f. 60v). |
span> | * | Affittuale Domenico Berini (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene ad Antonio Bartolini. Vi abita il peltraio Domenico Perini (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1852 span> | * | Proprietà degli eredi di Pietro Zilli (Competenze, II, f. 6v). |
1883 span> | | Osteria “Alla piazzetta Bartolini” (AVOGADRO, 152). |
span> | * | Gestione di Domenica Ongaro Padoani (ibid.). |
1931 span> | | Già osteria “All’Americano”, la casa viene demolita. |
span> | | |
BIBLIOGRAFIA span> | | Parti prese... 1913, 121. |
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1621 | |
1801 span> | | Co. Gregorio Bartolini (Nomenclatura, f. 60v). |
span> | * | Affittuale Gioachino Cainero (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene ad Antonio Bartolini. Vi abita il calzolaio G.B. Cainero (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1832, apr. 16 span> | * | La proprietaria Teresa Dragoni Bartolini, nella domanda inoltrata alla congregazione municipale per ottenere il permesso di restauro fa presente che «nella effettuazione di alcune interne riparazioni emerge di dover costruire una finestra in secondo piano della facciata verso la calle. Questa per dovuta regolarità, benché nell’interno non sia punto di comodità, si costruirà a piombo della porta esistente, e si regolarizzeranno di conformità anche le altre due finestre pure esistenti sulla facciata verso la contrada del Giglio. Poi si propone di munire di riquadro di pietra le quattro finestre che ora ne sono prive». La deputazione d’ornato assente, ma aggiunge che è necessario che «la proprietaria convenga l’esecuzione di con simile riforma anche alle finestre della aderente casa parimenti di sua ragione, con la contemporanea costruzione di regolare cornice munita di grondaia con tubi di lato prolungati fino al capitello dei pilastri degl’archi sottoposti, poiché trattasi che la contrada in cui è posta la fabbrica è notabilmente ampliata ed abbellita e quindi sarebbe piϊ rimarchevole e sconveniente la sua ommissione». Tuttavia in data 12 maggio la deputazione scrive alla congregazione municipale che, «interpellata, la co. Bartolini rispose che qualunque fosse per essere il desiderio di secondare le premure non poteva in ora limitarsi a quanto si è fatto chiedere col suo ricorso e che il motivo del proposto lavoro deriva dal grande bisogno di riattamento in cui trovasi quella porzione di casa rimasta per tale oggetto inafittata; che, non essendo lo stesso caso per l’altra ivi contigua, non era in grado di praticare il lavoro in sussistenza dell’affittanza, né di licenziare l’inquilina in caso della medesima; che l’idea di porre gli stipiti di pietra alle due finestre manifesta l’intenzione di un proseguimento quando le circostanze permetteranno ». Del resto la proprietaria sopravviverà di poco (A.S.U., C.A. I, 193, 1618 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | Proprietà della co. Teresa Bartolini (Competenze, II, f. 6v). |
1855, mar. 12 span> | | Testamento della co. Teresa Bartolini: lascito delle case n. 1621 e 1622 «con relative sottoposte botteghe» alla cameriera Luigia Pascoli Peratoner (A.S.U., Arch. Caimo, 109/5). |
1874 span> | * | Forma un numero unico col 1622 (Prospetti di confronto, 124). |
1883 span> | * | Vi abita Giuseppe Peratoner, traduttore dal tedesco (AVOGADRO, 157). |
1931 span> | | Viene demolita. Era dell’istituto Renati, che l’aveva ereditata dall’avv. Geatti. |
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NOTE span> | 1 | Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Parti prese... 1913, 121. |
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1622 | |
1801 span> | | Coo. Gregorio e fratelli Bartolini (Nomenclatura, f. 60v). |
span> | * | Affittuale Francesco Piva (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene ad Antonio Bartolini. Vi abita il lattoniere Francesco Piva (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1832, apr. 16 span> | | Vedasi n. 1621. |
1852 span> | * | Proprietà della co. Teresa Bartolini (Competenze, II, f. 6v). |
1854, ott. 27 span> | * | Angelo Perissini, proprietario della casa n. 1623, informa la congregazione municipale che «in corso di lavoro nella di lui casa in Mercatovecchio poté convenire con la co. Teresa Bertolini che gli cedesse la porzione di stanza terranea fino alla linea perpendicolare del proprio fabbricato al lato di levante e ciò verso l’obbligo di esso Peressini di riformare la facciata di essa stanza secondo il tipo». Il disegno, firmato debitamente dal muratore Giacomo Brida, ci è pervenuto (A.S.U., C.A. II, 66, 7912 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Giacomo Brida). |
1931 span> | * | Vedasi n. 1621. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | ERMACORA, Vino, 100-102; TENTORI, Architettura e architetti, 351. |
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1623 | |
1323 span> | | «Michella rel. olim Leonardi cerdonis solvit de livello cuisdam domus, que olim fuit m. Iacobi fabri site in angulo Mercati veteris Utini iuxta Margarussam et iuxta Victorem berchandarium mediante quadam androna et vias publicas, denarios quadraginta et eciam olei libras duas» (A.S.U., Confraternita dei Calzolai, 425, Libro rosso, II, f. 14v). |
1406 span> | | «Hellarus corthelarius solvit annuatim eidem fraternitati in festo nativitatis Domini de livello domus sue habitationis murate et tegolis coperte site in sumitate Fori veteris, super angulo, iuxta quandam domum mag. Victoris berchandarii, iuxta domum heredum q. mag. Leonardi corthelarii et duplicem viam publicam den. quadraginta et duas libras olei, ut constat publico instrumento scripto manu Osualdi dicti Pitta notarii de Budrio in millesimo CCC°XXIJ° ind. quinta, die ultima mensis februarii». |
span> | | Nota aggiunta in calce: «Venditum fuit comunitati quum amplificaverunt viam in capite Fori veteris sub cameraria m. Georgii de Labroza de Poscolle ut apparet in suo quaterno» (A.S.U., Confraternita dei Calzolai, 425, Libro rosso, III, f. 35v). |
1441 span> | | «La comunitade e Universitade de Udene paga de livello sora una casa che fo de m. Cristoful Sapozis falzar, la qual fo di Heller cortelar, la qual fese ruinar la dita comunitade, posta in cavo de Marchà vechio sulo canton apresso la casa de m. Vitor berchandar, apresso la casa fo delli heredi di m. Lenart cortelar e due vie publice, denari XL, libre de olio ij, segondo che apar in uno publico instrumento scrito per man de ser Osvalt dito Pita nodar de Buri il millesimo IIJcXXIJ ind. quinta adν hultimo de fevrar» (A.S.U., Confraternita dei Calzolai, 425, Libro rosso, I, f. 32r). |
1480-1489 span> | * | All’ospedale di S. Maria della Misericordia «la magnifica comunità paga ad ano de livello per una caxa che fo de m. Denel de Sapazis fauro, la qual fo butada per tera, L 9 s 6» (A.C.U., A.A.O., Rotolo livelli e affitti 1480-1489, f. 193r). |
1521 span> | | «Actum Utini in capite superiori Fori veteris in apotheca drapperia ser Iohannis Antonii de Bertholinis» (B.C.U., ms. 1340, f. 1r). |
1643 span> | | «Alla partita di m. Sebastiano q. Antonio Sacchia1 sopra la casa sul cantone in Mercatovecchio, per mezo il Pinzano dalla banda destra per andare nel borgo di S. Cristoforo ; pagava già mess. Alvise speciale, poi mess. Pietro Tilino intagliatore2, inquilino della casa, hora Elena Tilina ; confina a sol levado Antonio Rigla, a mezz. Defendo Alberghetti, sol a monte e ai monti la strada publica» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 86). |
1668, mar. 27 span> | * | Documento redatto in casa del mercante Francesco Turchetti, «nel borgo del Giglio nella camera di sopra, appresso la cosina » (A.S.U., N., Giulio Bonecco, 7861, I instr., f. 26r). |
1676, ag. 7 span> | * | Testamento del mercante Francesco Turchetto, che «lascia la casa sul canton di Mercà vecchio di sua propria habitatione sotto perpetuo fideicomisso, intendendo che la medesima casa vada usque infinitum di herede in herede maschio sino che ne saranno della discendenza di detto testatore e, non essendo maschi, succedino poi le femine sin che ne saranno e mentre non ne fossero piϊ , che succedino li figliuoli e figliuole discendenti dalli sigg. Giovanni Domenego Zanoglio e Valentina sua consorte » (A.S.U., N., Giulio Bonecco, 7861, IV instr., f. 34r — 36r). |
1705, febbr. 7 span> | * | Perizia di Andrea Coradino: «Stima fra li sigg. G.B. e Cattarina iug. Pizzati e li sigg. Giuseppe e fratello Turchetti, fatta da me sottoscritto pubblico perito, a richiesta delle parti, dell’infrascritte due case, una posta in Mercà vecchio di ragione di detti iug. Pizzati, quale intendono permutar con detti Turchetti, e l’altra casa posta nel borgo di S. Giustina che intendono cedere in permuta». Della casa di Mercato vecchio si dice: «Una casa di muro, coperta di coppi, posta nella contrada di Mercà vecchio ; confina a lev. heredi q. Francesco Girardis, fu del sig. Liberai, mezogiorno casa parte di detti Girardis, parte nob. G.B. e fratello Bertolini e parte Lonardo Natolo et parte, pur a mezogiorno, altra porzione di casa di detti Pizzati et parte, per quello riguarda il granaro di ponente, il detto Natolo, pon. strada di Mercà vecchio et tram. parte detti Turchetti et parte Bertolini». Il Coradino indica il valore dell’edificio in d 573 L 4 s 6 (A.S.U., N., Antonio Martinelli, 8259, filza). |
1735 span> | | «Gioseffo e fratello q. Francesco Turchetto linarolo, alla partita di ser Gioseffo Tilliano intaiador, in loco di ser Alvise speciale, già di ser Sebastiano q. Antonio Sacchia, pagano sopra la casa al canton in capo Mercà vechio della parte di essa per andar in S. Christofforo in contadi L 3 s 3» (B.C.U., ms. D. 42, f. 55v). |
1743, giu. 8 span> | * | « Gioseffo e fratelli q. Francesco Turchetto, linarollo, alla partita di ser Gioseffo Tilliano, intaiador, in loco di ser Alvise speciale, già di Sebastiano q. Antonio Sacchia, pagano sopra la casa al canton in capo Mercà vecchio dalla parte di essa per andar a S. Cristofforo, confinata nel catastico 1643, in contadi L 3 s 3. Dissero i confinatori che la casa soprascritta è ora di Giuseppe Turchetti, confina a lev. il co. G.B. Bartolini mediante casa fu di ragione Rigla, a mezz. casa delli Turchetti, abitata dal sig. Francesco Vittorio barbier, a sol a monte et ai monti la strada publica; la qual casa fa cantone per andar al borgo di S. Cristofforo» (B.C.U., ms. F.XXI, f. 75r — 75v). |
1774, sett. 30 span> | * | Sulla casa ab antiquo grava un censo annuo di L 12 s 8 per il convento di S. Pietro Martire, come si deduce dalla confinazione, operata nella data sopra indicata, dal pubbl. per. Nicolò Codutti. Il Codutti annota: «Casa sittuata in capo Mercavechio, possessa dal sig. G.B. Braida per aquisto da esso fatto dalle mani del sig. Vicenzo Malisano e da esso Malisano acquistata dal rev. Giovanni M. Turcheti di Adorgnano, censiva al convento ; dissero confinar detta casa a lev. con li coo. Bertolini, mezodν col sig. Antonio q. Giacomo Pilosio, pon. strada publica di Mercavechio et a tram. strada publica detta contrada del Giglio, corrispondente in Mercavechio (A.S.U., C.R.S., 783/29, n. XIII). |
1801 span> | | Andrea Turchetti (Nomenclatura, f. 60v). |
span> | * | Affittuale Valentin Tommada (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene ad Andrea Turchetti. Vi abita il negoziante Valentino Tomada (Registro delli aloggi, f. 45v). |
1810. magg. 15 — giu. 3 span> | * | Nell’inventario dei beni del fu Valentino Tomada sono presi in considerazione i generi e i mobili esistenti nella pizzicheria e bottega di grassina a pian terreno (tra cui bilance, stadere, mortai, caldaie, vasellame) nonché nei magazzini, in granaio e in cantina (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10421, 279). |
1822, genn. 29 span> | * | Orazio del fu Andrea Turchetti, domiciliato in Adorgnano «possedendo la casa in Mercà vecchio, contrada del Giglio al c.n. 1623, dovendo eseguire la riforma delle finestre delli locali a pian terreno, ha fatto redigere dal sig. Presani ingegnere» il disegno del progetto (A.S.U., C.A. I, 68, 425 Orn. II C, con dis.). |
1830, ott. 19 span> | | È di Giovanni M. Turchetti. L’edificio è pericolante, tanto che il proprietario, dovendo porvi riparo, pensa di riformare il complesso e presenta un progetto: vuole innalzare la parte piϊ bassa al livello dell’altra. Gli viene concesso (A.S.U., C.A. I, 206/I, 4511 Orn. II C, con dis.). |
1832, febbr. 3 span> | * | Il Turchetti si obbliga a dotare la casa di cornicione e di rinnovare la tinteggiatura dell’esterno. La deputazione d’ornato, esaminandone il progetto, rileva che «la facciata di questa casa manifesta delle fenditure e spostamenti considerevoli». Invita il proprietario alla esecuzione delle opere necessarie ricordando che «la sistemazione già eseguita della contrada vicina coll’atterramento di una parte della casa n. 768, abbellendo quella situazione, fa comparir piϊ sconcia e deforme la casa del sig. Turchetto e piϊ necessario il restauro» (A.S.U., C.A. I, 193/7). |
1840, ott. 14 span> | °° | Vedasi n. 1624. |
1852 span> | * | Andrea Turchetti (Competenze, II, f. 6v). |
1854, mar. 15 - ag. 25 span> | * | Angelo del fu Osvaldo Peressini3 presenta progetto di riforma della bottega sotto il portico e ne ottiene l’approvazione (A.S.U., C.A. II, 66, 1941 e 6016 Orn. II C, con dis.). |
1854, ag. 25 span> | * | Angelo Peressini ottiene il permesso di riformare la parte superiore della casa (A.S.U., C.A. II, 66/1854, 6016 Orn. II C, con dis.). |
span> | °° | Il disegno è firmato da «Brida Giacomo Muratore». |
1876 span> | * | Libreria di Angelo Peressini (COSMI-AVOGADRO, 98), segnalata ancora nel 1883 (AVOGADRO, 147); |
1890 span> | | È dei fratelli Peressini cartolai. |
1939 span> | | Viene demolita. |
span> | | Ricostruita in un unico edificio insieme con i n. 1621 e 1622. |
span> | | |
NOTE span> | 1 | Per i Sacchia vedasi n. 788. |
span> | 2 | JOPPI, Contributo IV, 128-129 e supra n. 108, chiesa del Cristo. |
span> | 3 | Per la cartoleria Peressini: PICCO, Ricordi, 123. |
span> | | |
BIBLIOGRAFIA span> | | BATTISTELLA, Udine nel secolo XV, 60; PICCO, Via Mercatovecchio. Abbellimenti, 364; della PORTA, Udine scomparsa, 44; TENTORI, Architettura e architetti, 351. |
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1624 | |
1801 span> | | Giacomo Pilosio (Nomenclatura, f. 60v). |
1809 span> | * | Appartiene al negoziante Angelo Perissini. Vi abita il sarto Carlo Faci (Registro delli aloggi, f. 45v). |
1833, sett. 26 - 1840, magg. 18 span> | | È dei Turchetti (A.S.U., C.A. I, 315/1840/VI, 3075 Orn. II C, con dis.). |
span> | * | I due documenti consistono nelle richieste rispettivamente di aprire una finestra sul «piccolissimo latto sulla piazzetta della casa Bartolini» e di modificare la facciata della casa che appare unita con la contigua n. 1625. Entrambi i progetti sono approvati (ibid.). |
1840, ott. 14 span> | * | Progetto di riforma delle case n. 1624 e 1625 entrambe di proprietà di Luigi Borghesaleo: «Viene tutto l’interno riformato e dalle nuove distribuzioni viene di conseguenza il bisogno di togliere la deformità dell’ortografia delli attuali fori di porta e delle due angustissime botteghe e passare alla miglior forma e decenza con una sola e vasta bottega illuminata con due finestroni con vano di porta nel mezzo ». Segue l’approvazione (A.S.U., C.A. I, 315/1840/VI, 6515 Orn. II C, con diss.). |
1852 span> | * | Proprietà di Andrea Turchetti (Competenze, II, f. 6v). |
1883 span> | * | Negozio di cappelli di paglia, di V. Campagnolo (AVOGADRO, 141). |
1900 span> | | È la chiesa evangelica2. |
1931 span> | | Demolita. |
span> | | |
NOTE span> | 1 | Nel ms. della Porta è inserito il ritaglio di un articolo di giornale di cui non si citano né testata né numero, dal titolo Udine scomparsa. La chiesa evangelica. Vedasi anche n. 908 A. |
span> | 2 | Sulla chiesa evangelica a Udine: OCCIONI-BONAFFONS, Religioni diverse, 99-101. |
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1625 | |
1801 span> | | Giacomo Pilosio (Nomenclatura, f. 60v). |
span> | * | Affittuale Maddalena *** (ibid.). |
1802, febbr. 19 span> | | Domenico fratelli q. Antonio Pilosio vendono ad Angelo Perissini di S. Daniele una casa in Mercatovecchio «che confina a lev. li coo. Bertolini, mezz. eredi q. Nicolò Alloi, pon. il Mercavechio, ed a tram. eredi Turchetto d’Adorgnano. E questa vendita fanno per il prezzo di L 4300» (A.S.U., N., Girolamo Cosattini, 10391, IV instr., 301, f. 390r — 391v). |
1809 span> | | Angelo Perissini, negoziante (Registro delli aloggi, f. 45v). |
span> | * | Nella casa abita il sarto Carlo Facci1 (ibid.). |
1812, sett. 18 span> | * | «Il negoziante Angelo Perissini, domiciliato al n. 1625, brama riformare le porte e ribatti d’essa casa che guardano sul Mercavechio ». Il permesso gli viene accordato (A.S.U., C.A. I, 179/XIX). |
1833, sett. 26 span> | °° | Vedasi n. 1624. |
1840, ott. 14 span> | | È di Luigi Borghesaleo. Vedasi n. 1624. |
1852 span> | * | Andrea Turchetti (Competenze, II, f. 6v). |
1855, giu. 20 span> | * | Vedasi n. 1626. |
1876 span> | * | Negozio di profumeria, cristalli terraglie e porcellane di Gaetano Toninello (COSMI-AVOGADRO, 92, 111). Recapito di Alessandro Moro, sensale di vino, coloniali e granaglie (COSMI-AVOGADRO, 113, 143), segnalato ancora nel 1883 (AVOGADRO, 143). |
1931 span> | | Demolita. |
span> | | |
NOTE span> | 1 | Per Carlo Facci: PICCO, Ricordi, 126, 132. Vedasi anche il n. 1624. |
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1626 | |
1801 span> | | Benvenuta Aloi1 (Nomenclatura, f. 60v). |
1809 span> | | Antonio Belgrado, libraio (Registro delli aloggi, f. 45v). |
1812, lugl. 29 span> | * | «La ditta Antonio e fratelli Belgrado, negozianti di libri in questa comune, patentati col n. 437, desiderando essi poter esporre di fronte al loro negozio, sotto il portico, nel Mercatovecchio al n. 1626, un banco per la vendita di teraglie , come lo fecero per l’adietro e che lo furono autorizati, si presentano perciò d’avanti a Lei perché si degni d’accordargli la voluta autorizazione» (A.S.U., C.N., 179/XIX). |
1840, ott. 14 span> | °° | Vedasi n. 1624. |
1843, genn. 7 span> | * | Francesco Comencini, «proprietario della casa al c.n. 1626, avendo divisato di modificare il pian terreno, presenta il disegno dell’esterno prospetto insistente sul pubblico sottoportico» e ne ottiene l’approvazione (A.S.U., C.A. I, 359/IX, 388 Orn. II C). |
1852 span> | * | Appartiene agli eredi di Angelo Bertuzzi (Competenze, II, f. 6v). |
1855, giu. 20 span> | | È di Gaetano fu Antonio Toninello (A.S.U., C.A. I, 588/1855/XVIII, 4118 Pol. Giud. IX D, con dis., firmato dal muratore Giovanni Menis). |
span> | * | Il proprietario «col confinante Andrea Turchetti di Adorgnano è convenuto sulla demolizione della facciata e cambiazione del pilastro confinante nel sottoportico al pian terreno; ma il rialzo nella parte superiore alla sua casa non venne assentito. Per questo prega questa magistratura a voler esperire le pratiche del B. 68 del giudiciale regolamento ». L’11 luglio l’ufficio municipale chiamato in causa promuove la composizione amichevole della vertenza (ibid.). |
1855, giu. 22 span> | °° | Vedasi n. 1627. |
1931 span> | | Viene ricostruita. |
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NOTE span> | 1 | Degli Aloi, pure librai, si trova traccia nel secolo precedente, senza però accenno alla proprietà di beni immobili: 1702, febbr. 15. « lo G.B. Leporeo lascio a d. Nicolò Aloii, figliolo del q. Iseppo libraro mio cognato, per una volta tanto d 10 . In resto di tutta la mia pocca facoltà lascio erede il sig. Antonio Aloii mio nipote, figliolo delli q. sigg. Iseppo Aloii e Clorinda mia sorella » (A.S.U., C.R.S., 546, Rot. 360, Istr. e test., f. 259r - 259v). |
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1627 | |
1458, dic. 13 span> | | « Iohannes q. Hieronimi Thadei de Alnico livellavit mag. Cristoforo marangono q. Iacobi de Orgnano, Utini in Foro veteri habitanti, unam domum sitam Utini in Foro veteri post domos dicti mag. Christofori, iuxta ipsum mag. Christoforum, iuxta certam andronam tendentem ad certam domum mag. Nicolai Belloni et iuxta dictam domum mag. Nicolai Belloni mediante certa parva curia » (not. Nicolò del fu Odorico, A.S.U., Arch. Lovaria, 46, perg. Moroldi n. 62). |
1715, genn. 22 span> | | Casa dominicale in Mercàto vecchio del fu Giovanni Natolo: «a levante l’androna di Sottomonte e casa de’ nob. sigg. Orgnani1, a mezodν androna che conduce Sottomonte, a ponente stradda publica et a tramontana» Natolo stesso (B.C.U., ms. GG. VII, f. 51r — 51v). |
1715, magg. 30 span> | * | « Mess. Zuanne2 et d. Margherita iug. Natoli danno alla p. congregazione della Madonna del Suffragio per l’anime del purgatorio un annuo livello di d 10 per il capitale di d 200 esprimendosi con tal dinaro voler affrancar capitali livellari infissi sopra la casa in Mercavecchio, fu del q. mess. Lonardo loro padre e suocero rispettive » (A.S.U., C.R.S., 546, Rot. 390, p. 152r — 153v). |
1800, magg. 24 span> | * | « Benvenuta, rel. q. Nicolò Aloi, dona inter vivos al sig. Pietro Borghi, di lei nipote , casa di sua abitazione, posta nel Mercavechio a di lei disposta dall’ ora q. marito col suo testamento del 23 nov. 1796, atti Domenico Prodolone » (A.S.U., N., Camillo Merluzzi, 9693, Instr. 1799-1801, 1279, f. 855r — 855v). |
1801 span> | | Sign. Benvenuta Aloi (Nomenclatura, f. 60v). |
span> | * | Affittuale Giovanni M. Olivo falegname (ibid.). |
1809 span> | | Proprietà del falegname Giovanni Maria Olivo (Registro delli aloggi, f. 45v). |
1813, sett. 9 span> | * | Il commissario di polizia informa il podestà che la gronda della casa 1627 in Mercatovecchio, di proprietà della Congregazione di carità, abitata da varie famiglie, minaccia rovina (A.S.U., C.N., 185, 1287 Pol.). |
1819, apr. 28 span> | * | «La Congregazione della Carità, amministratrice dell’orfanotrofio della Carità di Udine , vende al sig. G.B. Bertuzzi la porzione di casa posta in Mercà vecchio dal corpo del c.n. 1627 dell’orfanotrofio della Carità, consistente in due luoghi terranei, diritto di promisquità di passaggio per la contermine corticella, camerino in primo suolo sopra porzione dei detti luoghi terranei, in secondo suolo pergolo di tolle, cucina, camerino e pergolo sopra la casa a pon., in terzo suolo due camerini e granaro, il tutto descritto nell’operazione di stima del pubbl. per. Gaetano Pariotti del 17 nov. 1817 . Questa vendita si fa pel prezzo d’it. L 3000 ». Vi è allegata la stima del pubbl. per. Gaetano Pariotti del 17 nov. 1817, nella quale si precisa che «la detta porzione di casa è affittata al sig. Pietro del fu G.B. Borghi per una locazione ad anni nove, scaduta 28 febraro decorso» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10600, 2496). |
1821, dic. 31 span> | | Il falegname Daniele Olivo presenta progetto per riformare «i ribatti della sua bottega sottoposta alla casa di sua abitazione in questo Mercato vecchio al n. 1627» (A.S.U., C.A. I, 53/III, 41 Orn. II C, con dis.). |
1822, febbr. 7 span> | * | La deputazione comunale d’ornato comunica alla congregazione municipale che «il disegno prodotto dal sig. Olivo Daniele per la riforma della bottega n. 1627 è irregolare». A suo giudizio, sarebbe necessario «togliere la piccola porta ed ingrandire il ribatto» nonché soffittare il portico (A.S.U., C.A. I, 68, 581 Orn. II C). |
1852 span> | * | Appartiene a Geltrude Olivo (1627 I) e agli eredi del fu Angelo Bertuzzi (1627 II) (Competenze, II, f. 6v). |
1855, apr. 17 span> | | È di Giuseppe Olivo. Casa di tre piani di tre finestre su tre archi. Un poggiolo con balaustra a colonnine la univa al numero precedente, che apparteneva a Toninello. Vengono soppressi gli archi e sostituiti da piattabande (A.S.U., C.A. I, 588/XVIII, 9767 Orn. II C, con dis.). |
1855, giu. 22 span> | * | Giuseppe Olivo, dopo la presentazione del progetto della sua casa, ha ricevuto il consiglio di riformare il disegno, per «eguagliare tra loro le due spalette intermedie». Prevede di alzare la casa. Poiché per procedere in questo lavoro si rende necessario demolire la facciata e sostituire architravi e colonne, chiede la convocazione del confinante Orgnani per una composizione amichevole. Il 10 luglio ha luogo tale incontro con la stipulazione di un accordo soddisfacente per entrambe le parti (A.S.U., C.A. I, 588/1855/XVIII, 4117 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Eusebio Brida; A.S.U., C.A. I, 588/XVIII, 4687 Pol. Giud. IX D, con dis.). |
1876 span> | * | Profumeria di Alessandro Clain (COSMI-AVOGADRO, 111). |
1930 span> | | Bottega di ottica. |
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NOTE span> | 1 | Vedasi il n. 1628. |
span> | 2 | Una casa di G.B. Natolo è citata nell’inventario della facoltà del defunto Francesco Rubertis il 25 magg. 1750: «Una casa comprata sarrà circa anni tre, che di presente si abita dal sig. G.B. Natolo » (A.S.U., N., Zaccaria Caratti, 9173). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | CORGNALI, Quistions filologjchis. La cjase di Nievo. |
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1628 | |
1637, dic. 4 span> | * | «Domenico Bortolomio Celdrone di Udine, habitante in Venetia , ha venduto al sig. Bernardo Orgnano1 la porzione di sopra della parte posteriore della casa, che fu del q. Daniel padre di detto venditore et qual porzione è stata da esso aquistata da m. Giovanni Ioseffo suo fratello il dν 30 ottobrio passato, come dall’istrumento di mano del compratore , in cui si contiene la stanza di sopra et granaro, che risponde sopra la contrada di Sottomonte et termina dalla parte d’avanti colla detta contrada, dalla parte di dietro col Testo della casa possessa per detto Giovanni Ioseffo fratello del venditore, dalla parte di sopra con le case di detto Orgnano, et dalla parte di sotto con la casa hora possessa per Natale Fabris , per d 90, nel qual precio è stato detratto L 100, che da perito in arte vien stimato doversi spender nella necessaria reparatione della casa in particolare del coperto, che è in diversi lochi mancante in modo che potrebbe rovinare se non si riparasse quanto prima» (A.S.U., N., Giacinto Causilico, 7266, Istr. 1633-1637, sub anno, f. 26r — 26v). |
1778, sett. 13 span> | * | «Ricercato io sottoscritto perito dal nob. Lodovico Orgnani da una ed accordato anche dal sig. Giovanni M. Treu dall’altro, a liquidare li maggioramenti e peggioramenti per esso Treu fatti nella casa situata in Mercà vecchio di ragione di detto Orgnani, attualmente condotta in affitto dalla sign. Anna Misuratti, all’occasione dell’eretione della bottega stessa, dove, esaminato ogni cosa in vista anche delle polize delle spese occorse nell’errezione della bottega antedetta, esibittemi dal Treu, sono venuto a liquidare e stimare come segue: bottega compresa nella casa sudetta con portico annesso: per aver stabilito attorno la colona al di fuori nel portico verso Mercà vecchio e dato bianco » (B.C.U., vacch. per. anon., n. 78, f. 16v — 19v). |
1801 span> | | Nob. Lodovico Orgnani (Nomenclatura, f. 60v). |
span> | * | Affittuale G.B. Treo, «sarte» (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene a Lodovico Orgnani. Vi abita il sarto G.B. Treo (Registro delli aloggi, f. 45v). |
1821, lugl. 6 span> | * | Elisabetta Orgnani vende lo stabile n. 1618-1628 a G. Bertuzzi. Vedasi n. 1618. |
1834, sett. 8 span> | | È di G.B. Vittore q. Lodovico Orgnani. Riforma la facciata che al secondo piano aveva tre finestre ad arco (A.S.U., C.A. I, 219/1834/I, 4444 Orn. II C, con dis.). |
span> | * | La deputazione d’ornato solleva al progetto alcune obiezioni, che però vengono risolte (ibid.). |
1844, giu. 25 span> | * | «Per condiscendere alle brame d’un suo inquilino di una bottega sita in Mercatovecchio al c.n. 1628, che è il sig. Antonio Rossetti venditore di lastre, il nob. Massimiliano Orgnani proprietario , la quale bottega ora tiene il suo ingresso nell’angusto sottoportico della casa , difficoltoso talvolta a ritrovarsi perché interno, ha divisato perciò il locatore di portare l’ingresso sulla strada, vale a dire sotto li portici del Mercatovecchio, riducendo il fenestrone o ribatto in porta ». Il progetto, vagliato e commentato con alcuni suggerimenti, viene approvato (A.S.U., C.A. I, 375/III, 3952 Orn. II C, con dis. firmato dal capomastro Luigi Driussi). |
1852 span> | * | Appartiene a Massimiliano Orgnani (Competenze, II, f. 6v). |
1855, giu. 22 span> | °° | Vedasi n. 1627. |
1876 span> | * | Sartoria di Giuseppe Milanese, calzoleria dei fratelli Ianchi2 , bottega dei cesellatori, argentieri e ottonai Luigi Cantoni e Giuseppe Dominutti (COSMI-AVOGADRO, 88, 90, 108, 112, 142). |
1883 span> | * | Chincaglieria e bigiotteria di Domenico Bertaccini3 (COSMI-AVOGADRO, 142). |
1923 span> | | Gli Orgnani lo vendono al co. Guglielmo de Puppi4 che aveva negozio di macchine da cucire, armi ecc. |
span> | | |
NOTE span> | 1 | Per gli Orgnani vedansi. n. 948, 1247. |
span> | 2 | Per l’attività di questa bottega: Esposizione, 18, 95, 117. |
span> | 3 | Per questo argentiere: FALCIONI, Industrie udinesi, 315. |
span> | 4 | Attivo qui almeno dal 1913: BRAGATO, Guida, 178. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191; della PORTA, Toponomastica, 146. |
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1629 | |
1561, sett. 9 span> | ° | «D. Francesca filia nob. d. Raimundi de Pavona, uxor mag. Francisci de Cominis fabri murari, vendidit ser Iosepho Razo mercatori Utini domum unam ruinosam in Foro veteri iuxta stratam Fori veteris, iuxta viunculam tendentem Sotto Monte, iuxta domos illorum de Bravis mediante quadam cale et iuxta domos heredum q. ser Sebastiani Orgnani et iuxta ***»1 (not. Giovanni Antonio Attio). |
1705, magg. 14 span> | * | « Giovanni Domenico Vicario di Vincenzo , salda la feudalità in vigor di decreto sive licenza hoggi ottenuto da questo ecc.mo regimento , vende al rev. don Francesco Moruzzola, pievano in Butrio , una di lui casa situata nella contrada di Merchà vechio, anessa ad altra d’esso pievano e di lui fratello coi suoi confini nella stima del sig. Andrea Corradino, publico perito . E ciò per lo prezzo di d 722 L 1 s 18 » (A.S.U., N., Girolamo Dell’Oste, 7907, IX instr., f. 167r — 168r). |
1774, sett. 30 span> | * | La casa è gravata di un censo a favore del convento di S. Pietro M. Un’annotazione a margine della pagina riportante la confinazione effettuata nella data sopra scritta, indica l’anno 1582, che potrebbe essere quello iniziale del livello. La confinazione è condotta dal pubblico perito Antonio Codutti: «Casa situata in Mercavechio, possessa dalli sigg. rev. d. Domenico e fratelli Martinelli per acquisto da essi fatto dalle sign. Moruzzule, censiva al convento ; dissero confinar a lev. con l’androna Sottomonte, mezodν Osvaldo q. Zuane Cortelezis, pon. con strada publica di Mercavechio, et a tram. con la nob. Vittoria Orgnana ; sopra la qual casa Domenico e fratelli Martinelli pagano in loco delle sign. Moruzzule al convento d’annuo censo perpetuo in contadi L 12 s 8» (A.S.U., C.R.S., 783/9). |
1801 span> | | Francesco Martinelli (Nomenclatura, f. 60v). |
span> | * | Affittuale Giuseppe Clocchiati (ibid.). |
1809 span> | | Proprietà del sac. G.B. Bianchi (Registro delli aloggi, f. 45v). |
span> | * | Vi abitano l’agente Odoardo Marno e il peltraio Giuseppe Perini (ibid.). |
1822 span> | ° | È di Francesco e sorelle q. Antonio Bernardinis (A.M., 1822, b. 68). |
1837, sett. 5 span> | | Giovanna Martinelli Del Missier e Giovanni Del Missier coniugi vendono a Carlo Annoni la casa 1629 «quale consiste in una fabbrica guarda il Mercatovecchio, composta di bottega a pie’ piano, andito d’ingresso con camere in primo e secondo piano, e suo grannaro in terzo piano, con corticella, scale e due pergolati a tram. di essa corticella in unione al magazzino che si estende sino al Sottomonte; piϊ dal corpo della casa guarda la contrada detta di Sottomonte al c.n. 1617 . Tutte unite esse fabbriche confinano a lev. Sottomonte mezz. parte il demanio e parte Antonio Molari in loco delli eredi Bernardinis, pon. Mercato Vecchio, ed a tram. il nob. Massimiliano Orgnani e parte li eredi del fu G.B. Bertuzzi. Questa vendita viene fatta per austr. L 6387,42 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10489, 10996). |
1846, magg. 1 span> | | Il n. 1629 è di Carlo Annoni2. Vedasi n. 1630. |
1852 span> | * | Proprietà di Carlo Annoni (Competenze, II, f. 6v). |
1876 span> | * | Tipografia e libreria di Carlo Delle Vedove3 (COSMI-AVOGADRO, 98, 115). |
1883 span> | * | Tipografia e libreria di Antonio Cosmi4 (AVOGADRO, 147, 157). |
1910 span> | | È dell’avv. Geatti. Bottega di privative. |
span> | | |
NOTE span> | 1 | Il della Porta cita lo stesso documento anche per la casa n. 1630. |
span> | 2 | Per il negozio di Annoni: PICCO, Negozi che abbelliscono. |
span> | 3 | Circa questa tipografia, che tra l’altro stampò la Guida di Cosmi-Avogadro: OCCIONI BONAFFONS, Libri ed autori, 277. |
span> | 4 | Per la tipografia Cosmi: OCCIONI BONAFFONS, Libri ed autori, 274, 277. |
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1630 | |
1561, sett. 9 span> | * | Vedasi n. 1629. |
1727, mar. 17 span> | * | «Il co. Camillo Gorgo, in nome proprio come del co. Giovanni di lui fratello , ha concesso a livello francabile al sig. G.B. Gandino una casa di muro situata nella contrada chiamata Sottomonte tra li confini espressi nelle due operazioni Capodaglio e Faventini, la prima publicata in atti dello sp. Francesco Carminati nod. sotto li 29 luglio 1729 e la seconda di permuta in mie note de dν 23 marzo 1725 . E ciò per il prezzo di d 281 L 1 » (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8302, XXI instr., f. 18r — 19r). |
1783, genn. 10 span> | * | « Giuseppe q. Giovanni Massarini ha venduto alli sigg. Antonio e fratelli q. Fernand’Antonio Bernardinis di Vissandone una casa, posta nella contrada di Sotto Monte, stata da esso Massarini acquistata dalle mani delle sign. Emilia, Clorinda e Cattarina sorelle, figlie del q. G.B. q. Giacomo Gandino con instrom. 26 genn. 1775 in note dello sp. Francesco Cantone not. , nello stato che risulta dalla locazione di temporanea affittanza del di 11 sett. 1775 da esso fatta al nob. Carlo del Torso . E questa vendita ha fatta pel prezzo di d 350 » (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9791, XIX instrom., 2560, f. 3485v — 3486r). |
1801 span> | | Antonio Bernardinis (Nomenclatura, f. 60v). |
span> | * | Affittuale Stefano Rubini (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene ad Antonio Bernardinis. Vi abita il farmacista Stefano Rubini (Registro delli aloggi, f. 45v). |
1810, ag. 10 span> | | Era la farmacia di Stefano Rubini (A.S.U., C.N., 194, 2996 Sanità). |
1814, mar. 9 span> | * | «Per rinunzia fatta dal sig. Antonio Colles, mercante, domiciliato in Seravalle, subbentrato al sig. Carlo Bastanzi con sua lettera 30 nov. passato all’affittanza 13 ag. 1798, rimase a libera disposizione del sig. Antonio q. Ferdinand’Antonio Bernardinis la porzione di bottega sottoposta alla casa d’esso Bernardinis, sita in Mercatovecchio al n. 1630 . Doveva anche Steffano del fu Andrea Rubini, conduttore della casa in virtù di semplice locazione 18 marzo 1787 e della restante bottega in dipendenza di altra locazione 13 ag. 1798 per parola data al proprietario Bernardinis , rinunciare alle dette ; onde l’intera casa con bottega fosse rimasta a libera disposizione di esso Bernardinis . Mancato poi il Rubini di eseguire il verbale concerto, era il Bernardinis nella determinazione di praticare gli atti permessi dalla legge per avere a libera sua disposizione l’intera di lui casa ; ma, interposta la mediazione di comune amico , Rubini rinunzia alle affittane » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10593, 1215). |
1822, apr. 12 span> | | È di Francesco e sorelle q. Antonio Bernardinis (A.S.U., C.A. I, 68/X, 1527 Orn. II C, con dis., firmato da Michele Giuliani). |
1846, magg. 1 span> | | È di Antonio Molaro. Viene alzata a tre piani. «I fratelli Candotti, proprietari della contermine al lato di mezz. acconsenzienti al rialzo stesso, hanno in conferma firmato il disegno sunnominato. Non cosν quello di tramontana con Carlo Annoni, che negando l’assenso dimostra volersi fare opponente». Pertanto il Molaro chiede la convocazione degli interessati presso l’ufficio competente della congregazione municipale. Il 15 maggio, con qualche difficoltà e ad alcune condizioni, si addiviene alla composizione amichevole della vertenza (A.S.U., C.A. I, 402/II, 2859 Pol. Giud. IX D). |
1852 span> | * | Proprietà di Antonio Molari (Competenze, II, f. 6v). |
1876 span> | * | Studio degli avvocati Enrico Geatti e Giacomo Onofrio (COSMI-AVOGADRO, 85). |
1883 span> | * | Studio dell’avv. Enrico Geatti (AVOGADRO, 138). |
1910 span> | | È dell’avv. Geatti. Bottega di privative. |
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1631 | |
1800, sett. 10 span> | | Il nob. G.B. Coronella vende per d 3400 a Zuanne q. Girolamo Venuti una casa in Mercatovecchio «che confina a lev. Giuseppe Ronzoni, a mezz. strada , a pon. Antonio Bernardinis e Giorgio Abuso ed a tram. Sottomonte , qual casa viene presentemente tenuta in affitto semplice da Mattia e Teresa iug. Simeoni in virtù di privata locazione 3 apr. 1799 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9979, XLI instr., 3064, f. 496r — 497r). |
1801 span> | | Giovanni Venuti (Nomenclatura, f. 61v). |
span> | * | Affittuale Pietro del fu Mattia Pettoelli (ibid.). |
1809 span> | | G.B. Candotti, oste (Registro delli aloggi, f. 45v). |
1835 span> | * | Recapito del chirurgo Bartolomeo Marinelli (A.S.U., C.A. I, 23/XII). |
1840, lugl. 21 span> | | È di Giacomo ed Anna Candotti. Viene alzata a tre piani (A.S.U., C.A. I, 315/VI, 4190 Orn. II C, con dis.). |
span> | * | La richiesta, a nome di Giacomo e Anna Candotti, è inoltrata da Bartolomeo Martinella (ibid.). |
1849 span> | * | Nell’elenco dei pistrinai e venditori di pane e farina, compilato dal capo del primo quartiere, al n. 1631 è segnalato Antonio Zucchero (A.S.U., C.A. I, 465, 135). |
1852 span> | * | Appartiene a Giacomo Candotti (Competenze, II, f. 6v). |
1876 span> | * | Negozio di panni, pannine e stoffe diverse di Giuseppe Basevi (COSMI-AVOGADRO, 109). |
1900 span> | | Bazar Bassani. |
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1632 | |
1800, sett. 10 span> | * | Proprietà Ronzoni. Vedasi n. 1631. |
1801 span> | | Giuseppe Ronzoni (Nomenclatura, f. 61v). |
1809 span> | * | Appartiene al parrucchiere Girolamo Ponzoni (Registro delli aloggi, f. 45v). |
1832, sett. 3 span> | * | Comunicazione della deputazione d’ornato alla congregazione municipale: «Minaccia invero di crollare la gronda della casa n. 1632 e nella impossibilità di poter ivi costruire la regolare cornice e per la esistenza delle finestre prossime alla gronda e per la bassezza della casa si propone che sia per urgenza restaurata la gronda crollata e collo sporto medesimo dell’altra vicina» (A.S.U., C.A. I, 193, 3780 Orn.). |
1845, mar. 31 span> | ° | Francesco e Nicolò Braida vendono a Rocco q. Rocco Sartoretti la casa n. 1615-1632 per austr. L 6450 (not. Giacomo Someda). |
1852, genn. 17 span> | * | Rocco Sartoretti «ha divisato di riformare la facciata della sua bottega sita in Mercato vecchio col c.n. 1632 ». La deputazione d’ornato, tramite G.B. Bassi, approva con alcune modifiche (A.S.U., C.A. II, 66, 433 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Valentino Dreussi). |
1852 span> | * | Proprietà di Gerolamo Ronzoni (Competenze, II, f. 6v). |
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1633 | |
1766, sett. 11 span> | * | « Avendo Pietro q. Giuseppe Granini di questa città con instr. 1763, 26 ag. cesso a goder al rev. Leonardo Miloco una di lui metà di casa di ragione materna, situata in Mercavecchio per il capitale di d 150 ed essendo, per occasione dell’escorporazione praticata da detto reverendo sull’altra metà appartenente al sig. Cristofforo, altro fratello, seguita la stima dell’intero della casa in atti Marc’Antonio Tracanelli notaro e bramando l’antedetto Pietro far l’assoluta vendita di sua metà di detta casa , ha ricercato esso reverendo a farne l’acquisto; alla qual ricerca condiscendendo, esso reverendo cede al rev. Leonardo Miloco la sua metà di casa » (A.S.U., N., Eugenio Sporeno, 9314, XII contratti, f. 56v — 57v). |
1801 span> | | Eredi Milocco (Nomenclatura, f. 61v). |
span> | * | Affittuale Alvise Mensurati (ibid.). |
1809 span> | * | Proprietà di Francesco Miloco. Vi abita l’industriante Caterina Mensurati (Registro delli aloggi, f. 45v). |
1852 span> | * | Appartiene agli eredi di Giacinto Pasqualino (Competenze, II, f. 6v). |
1876 span> | * | Cappellaio Giuseppe Mocenigo (COSMI-AVOGADRO, 33, 89). |
1883 span> | * | Cappellaio Carlo Mocenigo1 (AVOGADRO, 141). |
span> | | |
NOTE span> | 1 | Per la fabbrica di cappelli del Mocenigo: FALCIONI, Industrie udinesi, 329. |
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1634 | |
1801 span> | | Pietro Pilosio, orefice (Nomenclatura, f. 61v). |
1809 span> | * | La casa appartiene a Pietro Pilosio che vi abita. In una parte è ospitato il cocchiere Giacomo Cora (Registro delli aloggi, f. 45v). |
1810, lugl. 17 span> | * | Comunicazione del podestà a Pietro Pilosio: «Udita la riferta del perito d’ufficio, che localmente ha fatto l’esame dell’alzamento della sua casa di abitazione in Mercatovecchio al c.n. 1634, che non ve n’è alcuna che osti all’ornamento , le concedo il permesso di far eseguire il suddetto alzamento con la formazione delle due occorrenti finestre » (A.S.U., C.A. I, 754/VIII, 2751/258). |
1831, ott. 17 span> | * | Carlo Annoni1, proprietario della casa 1634 B verso Sottomonte, chiede ed ottiene di aprire una porta (A.S.U., C.A. I, 182/V, 4586 Orn. II C). |
1832, giu. 14 span> | | È di Carlo Annoni. Casa su due archi di quattro piani di due finestre. Si chiede di poter costruire terrazza (A.S.U., C.A. I, 193, 2565 Orn. II C, con dis. firmato dal capomastro G.B. Degan). |
span> | * | La deputazione d’ornato approva ad alcune condizioni: «ove si seguino nei due pilastrini il basamento ed il cimacio ed il terrazzino non oltrepassi la metà del coperto verso Mercato vecchio» (ibid.). |
1852 span> | * | Appartiene, insieme con il n. 1634 A, a Carlo Annoni (Competenze, II, f. 6v). |
1864, febbr. 5 span> | * | Il presidente del tribunale provinciale chiede alla congregazione municipale l’originale della concessione 17 luglio 1810 (A.S.U., C.A. I., 754/VIII, 926 Pol. II). |
1876 span> | * | Offelleria di Giuseppe Piccoli2 (COSMI-AVOGADRO, 104), segnalata anche nel 1883 (AVOGADRO, 150). |
1883 span> | * | Studio del perito geometra Giuseppe Orettici3 (AVOGADRO, 146). |
span> | | |
NOTE span> | 1 | Per Carlo Annoni: PICCO, Negozi che abbelliscono la città. |
span> | 2 | Per Giuseppe Piccoli: “Il Friuli”, 2, CCLV (Il nov. 1850), 1020. |
span> | 3 | Autore, insieme con G. Zilli, della pianta di Udine del 1880: di CAPORIACCO, Storia dei periti, 147; MARINELLI, Saggio di cartografia, 418; RIZZI, Udine piante e vedute, 198-200; TELLINI, Carta geologico-agraria, 21; TENTORI, Udine: mille anni, 523. |
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1635 | |
1801 span> | | Domenico Dossi (Nomenclatura, f. 61v). |
1807, mar. 20 span> | | «Con scrittura privata 25 maggio 1780, Giulia e Rosa q. Giacomo Dosso rinunciarono alla sign. Elisabetta, loro sorella rel. q. Girolamo Pignatelli, una casa posta in Mercà vecchio al n. 1635, stata dal q. Domenico Dosso , aquistata dal q. Carlo Fabrizio coll’instrom. 6 dec. 1766 in note del sig. Francesco Prodolone . Ora Domenico q. Girolamo Pignatelli vende al sig. Maurizio q. G.B. Moretti la casa, che ora confina a lev. il sig. Moretti aquistante loco Dose, mezz. il Mercavecchio, pon. Pietro Pilosio ed alli monti sig. aquistante . La presente alienazione succede per il prezzo di d 4300 fanno ven. L 26000 » (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10074, Prot. VII, 384, f. 649v — 651r). |
1809 span> | | Maurizio Moretti (Registro delli aloggi, f. 45v). |
span> | * | Vi abita il suonatore Carlo Ianis (ibid.). |
1810, apr. 30 span> | | Maurizio Moretti chiede di alzare la casa 1635 all’altezza della 1636 ed eguagliare le facciate (A.S.U., C.N., 178/XIX, Orn. II C, con dis.). |
span> | * | Il progetto è approvato (ibid.). |
1813, giu. 15 span> | | Enrico Barnaba compera da Maurizio Moretti porzione della casa per L 7838,92; l’altra porzione è di G.B. Facci1 (A.S.U., N., Domenico Cosattini, 10562 Rep., 303, f. 29v). |
1832, magg. 9 span> | * | « Carlo Facci q. G.B. è proprietario delle due botteghe con portico aderente a pian terreno, sottoposte alle case coscritte colli c.n. 1635 e 1636 , ed è pure proprietario dell’altra casa 1573 in Portanuova. All’oggetto di conciliare la propria comodità e quella de’ affittuali con le viste del pubblico ornato, trova di proporre li soggionti lavori pella relativa riforma: riforma in selciato di pietra viva dell’attuai formato di mattoni e sassi aderente al marciapiedi del portico dirimpetto le botteghe n. 1635 e 1636 ». Il permesso viene accordato (A.S.U., C.A. I, 193, 1957 Orn. II C). |
1835 span> | * | Recapito del chirurgo Francesco Arigoni (A.S.U., C.A. I, 237/XII). |
1836, ott. 28 span> | | Enrico Barnaba vende a G.B. Facci la sua parte ossia «quella porzione di casa venduta dal fu Maurizio Moretti coll’istrom. 15 giugno 1813 rogato dal fu Domenico Cosattini not., appartenendo ora l’altra porzione al padre di G.B. compratore; la casa , posta sul Mercatovecchio, coscritta col c.n. 1635, confina verso lev. e mezz. con li rappresentanti la ora deff. Agata Moretti, verso pon. col Mercatovecchio e verso tram. col sig. Carlo Annone; consiste la detta porzione (a) nell’appartamento posto a mezza scala sopra le due botteghe a pian terreno, ora ridotte in una sola, sopra l’andito d’ingresso e sopra locali dietro la bottega stessa, col sito sotto il primo patto della scala che va di sopra, condotto a pigione dal sig. Angelo Rossetti ; (b) nell’intero appartamento superiore al suindicato, composta dalla camera grande sopra il Mercatovecchio con arcova, due camerette a lev. della medesima verso la scala, con l’andito di comunicazione; tutti questi locali sono dal corpo della fabbrica sul Mercatovecchio; dal corpo poi della fabbrica interna sono: (c) il magazzino con sito sovraposto in capo all’andito d’ingresso; (d) il stanzino e l’aderente cucina in primo solaro, avente lumi sopra la corticella, compresi anche questi locali nel detto appartamento tenuto in affitto da Giuseppe Kraus » (A.S.U., Arch. Barnaba, 5, not. Riccardo del fu Antonio Paderni). |
1848, dic. 17 span> | ° | Carlo fu G.B. Facci vende al dott. Gaetano Moretti parte della casa in Mercatovecchio n. 1635-1636. Confina lev. parte stessi numeri, mezz. sottoportico del n. 1636, pon. Mercatovecchio, tram. andito d’ingresso al n. 1635 (not. Antonio Cosattini). |
1852 span> | * | Proprietà di Carlo Facci (Competenze, II, f. 6v). |
1853, nov. 11 span> | * | Appartiene ai Moretti. Vedasi n. 1636, dis.. |
1876 span> | * | Laboratorio dell’ottonaio e lattonaio Luigi Daninotti2 (COSMI-AVOGADRO, 108), segnalato anche nel 1883 (AVOGADRO, 153). |
1883 span> | | Negozio di biancheria di L. Della Torre (AVOGADRO, 147). |
span> | | |
NOTE span> | 1 | Per Carlo Facci: PICCO, Ricordi, 126, 132. |
span> | 2 | Per Luigi Daniotti: FALCIONI, Industrie udinesi, 314. |
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1636 | |
1801 span> | | Nicolò Del Dose1 (Nomenclatura, f. 61v). |
1805, febbr. 26 span> | | « Giacomo ed ecc. Pietro, fratelli, figli del q. Niccolò Del Dose anco per nome dell’ecc. Francesco altro loro fratello, vendono al sig. Maurizio q. G.B. Moretti l’intiera casa dominicale posta in questa città la quale corrisponde a Mercato Vecchio e alla contrada di Sottomonte, e cosν pure le tre case sopra il Mercato vecchio contigue, una di seguito all’altra, alla casa dominicale , le quali tutte case sono descritte nella operazione ed estimo del 20 febbraro cadente fatto dalli pubbl. per. Carlo Iacotti e Prospero Verzegnassi . E tale vendita viene fatta per il prezzo di L 17016,48 » (A.S.U., N., Graziano Cantoni, 10216, XIII instrom., 1677, f. 2649r — 2650v). |
1809 span> | * | Appartiene al possidente Maurizio Moretti che vi abita (Registro delli aloggi, f. 45v). |
1819, febbr. 21 span> | | Maurizio Moretti per L 8467,84 vende «porzione di casa dominicale e cortivo» n. 1636, al nob. Giuseppe q. Francesco Malvolti, ingegnere2 (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10622, VI rep., 2599, f. 21r). |
1832, magg. 9 span> | * | Carlo Facci3 è proprietario di una bottega sotto il portico. Vedasi n. 1635. |
1838 span> | | È del dott. G.B. Moretti (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 2245 Orn. II C). |
span> | * | Il proprietario chiede di ampliare, nel prospetto verso via Sottomonte, «due finestre a livello del suolo danti poca luce ad una stanza terranea». Propone di prendere a modello quelle della cantina contigua di Angelo Bertuzzi. La richiesta è accolta (ibid.). |
1852 span> | * | Proprietà di G.B. Moretti (Competenze, II, f. 6v). |
1853 span> | | M. Mayer vi apre un negozio d’ottica, che più tardi trasporterà in via Manin al n. 1670 (“L’alchimista friulano”, 4, IL, 4 dic. 1853, 380). |
1853, nov. 2 span> | °° | Vedasi n. 1637. |
1854, sett. 22 span> | * | G.B. Moretti inoltra domanda per riformare la casa illustrando il progetto. La deputazione d’ornato tramite A. Scala approva (A.S.U., C.A. II, 66/1854, 7037 Orn. II C, con dis.). |
span> | °° | Il disegno è firmato da «GBatta Locatelli Ingegnere Civile». |
1854, nov. 26 span> | * | Avviso su “L’alchimista friulano”: «Organo nuovo da vendersi avente 17 registri. Chi bramasse farne acquisto potrà rivolgersi al negozio di libri in Udine, Mercatovecchio n. 1636». |
1876 span> | * | Bottega del calzolaio Giovanni Nigris4, magazzino di calce idraulica e cementi di G.B. Moretti5 e farmacia di Angelo Fabris (COSMI-AVOGADRO, 88, 90, 104). |
1883 span> | * | Oltre alla farmacia Fabris, vi ha sede la società di Assicurazioni “La Nation”, rappresentata da Francesco de Tφth (AVOGADRO, 129). |
span> | | |
NOTE span> | 1 | Vedasi anche n. 1637. |
span> | 2 | Per l’ing. Malvolti: BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 267. |
span> | 3 | Per Carlo Facci vedasi n. 1635. |
span> | 4 | Per la calzoleria Nigris: PICCO, Ricordi, 125. |
span> | 5 | Per la fabbrica di oggetti di cemento di G.B. Moretti: FALCIONI, Industrie udinesi, 348; PICCO Ricordi, 149. |
span> | | |
BIBLIOGRAFIA span> | | Elenco degli alloggi. |
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1637 | |
1800, sett. 10 span> | | « Il nob. e rev. don G.B. q. Giuseppe Coronella cessionario del nob. Leonardo Coronella di lui fratello , ha venduto al sig. Zuanne q. Girolamo Venuti una casa fu di ragione di detto Leonardo ed ora d’esso don G.B. , posta in Mercavecchio, che confina a lev. Giuseppe Ronzoni, a mezz. strada di Mercavecchio, a pon. parte Antonio Bernardinis e parte Giorgio Abuso ed a tram. la contrada detta di Sottomonte ; qual casa viene parte presentemente tenuta in affitto semplice da Mattia e Teresa iug. Simeoni in virtù di privata locazione 3 apr. 1799. E questa vendita ha fatto pel prezzo di L 3400 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9979, XLI instr., 3064, f. 4096r — 4097r). |
1801 span> | | Nicolò Del Dose1 (Nomenclatura, f. 61v). |
span> | * | Affittuale Pietro Uberti (ibid.). |
1808, genn. 30 span> | | Registrazione della scrittura privata del 14 sett. 1807: «Giovanni q. Girolamo Venuti ha venduto al sig. G.B. q. Giacomo Chiandotto una casa situata nel recinto di Mercavechio, segnata al n. 1637, in esso Venuti pervenuta in vigor di suo acquisto fatto dalle mani del q. rev. don G.B. Coronella coll’instrum. 1800, 10 sett. rogato di mano del sig. Ricardo Paderni not., qual da levante confina con la calle del Sottomonte, mezz. Giuseppe Ronzoni sive suoi eredi, pon. il Mercavechio ed a tram. parte Antonio Bernardinis e parte Giorgio Abbuso , e questo per lo prezzo di veri. L 26040 che d’Italia fanno L 13324,12; qual casa viene presentemente parte tenuta dallo stesso Chandotto ad uso d’ostaria e parte viene abbitata dallo stesso Venuti » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10583, 23). |
1809 span> | | Maurizio Moretti (Registro delli aloggi, f. 45v). |
span> | * | Vi abita il «chicollataro» Giuseppe Parissante (ibid.). |
1812 span> | | Osteria “Al cavaliere” (Esercenti). |
span> | * | Gestione di Mattia Gros (ibid.). |
1824, ott. 20 span> | | È di Orsolina Cargnelli Cernazai. Casa di due archi, al primo piano, tre finestre; al secondo due (A.S.U., C.A. I, 89/X, 4553 Orn. II C, con dis.). |
span> | * | La proprietaria chiede ed ottiene di «riquadrare in pietra tre finestre» (ibid.). |
1852 span> | * | Proprietà di Orsola Cargnelli Cernazzai (Competenze, II, f. 6v). |
1853, nov. 2 span> | | È di G.B. Moretti. Si applicano balaustri in ferro alle finestre del primo piano (A.S.U., C.A. II, 66/1853, 8091 Orn. II C, con dis.). |
span> | * | Il proprietario si ripromette di alzarla di un piano l’anno successivo. Il progetto è approvato. A. Scala trova le riforme «plausibili» (ibid.). |
span> | °° | Il disegno è firmato da «F. Nardini». |
1857, ag. 9 span> | * | Proprietà di G.B. Moretti. Vedasi n. 1638. |
1867 span> | * | Negozio di articoli di cuoio dei fratelli Cappellari2 (COSMI-AVOGADRO, 84). |
1883 span> | * | Cappellaio Luigi Vatri3 (AVOGADRO, 141). |
span> | | |
NOTE span> | 1 | Al gruppo delle case Del Dose vanno ascritti i seguenti documenti:
* 1763, marzo 4. « Paola e Vittoria, zia e nezza Sporeno, hanno venduto alli Francesco e Nicolò e Pietro fratelli Del Dose una casa con corticella posta in Mercavecchio chiamata dell’osteria, contenuta in stima del perito di monte, tra li suoi confini descritti per L 3866 s 13 » (A.S.U., N., Francesco Prodolone, 8989, Prot. VII, 21, f. 41r — 43r).
* 1763, dic. 11. Giuseppe Sporeno, come procuratore di Paola e Vittoria Sporeno, vende ai fratelli Del Dose «due casette con bottega sotto ambi unite; una al presente condotta ad affitto da Francesco Gargasino e la bottega sotto da Nicolò Maiarone e l’altra della Politi; confinano a lev. mezz. e tram. Del Dose, ed a pon. la contrada di Mercato vecchio» (A.S.U., N., Francesco Prodolone, 8989, Prot. VII, 63, f. 115r — 119v). |
span> | 2 | Sull’attività dei Cappellari come conciapelli: FALCIONI, Industrie udinesi, 350; PICCO, Ricordi popolari, 143. |
span> | 3 | Per Angelo Vatri cappellaio, genero del Mander: PICCO, Ricordi, 125. |
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1638 | |
1801 span> | | Nicolò Del Dose1 (Nomenclatura, f. 61v). |
span> | * | Affittuale Valentino Pecile (ibid.). |
1801, dic. 16 span> | * | Il sac. Valentino Pecile, da Giavons, vi tiene una scuola privata con otto allievi (A.S.U., C.A., 134/52). |
1808 span> | * | «Attesa la francazione, conseguita dalle sign. Paolina e Teresa sorelle q. Antonio Rossi di Padova, delli due terzi del capitale di d 300 dovuto dal sig. Giovanni q. Girolamo Venuti infisso sopra la casa fu Gonelino, indi Coronella, posta in Mercavecchio al c.n. 1638, per forma d’instrumento 1759 , 17 dec., notaio Antonio Martinelli iuniore, aspetta alla sign. Catterina Rossi, moglie del sig. Giacomo Bertelli, altra loro sorella, l’altro terzo del capitale medesimo importante it. L 317,24 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10583, 78). |
1809 span> | | Maurizio Moretti (Registro delli aloggi, f. 45v). |
span> | * | Vi abita il cuoco Angelo Alegretti (ibid.). |
1819, ag. 19 span> | | «Costituiti innanzi di me notaio il sig. Maurizio del fu G.B. Moretti e la sign. Rosa n. Zorzini, ora moglie del sig. Gioacchino Cainero , il Moretti vende alla sign. Rosa Zorzini Cainero una casa sita nella contrada detta Mercavecchio, marcata col c.n. 1638 compresa piccola porzione di fondo al di fuori di essa casa verso sol levante, ove ora è il fornello per la lissiera della casa dominicale del Moretti, a retta linea a confine del tempiaro verso tram. e largo fino al muro della fabbrica del sig. Angelo Bertuzzi, che tutto unito confina a lev. corte dominicale del venditore e casa del sig. Angelo Bertuzzi, mezz. altra casa dello stesso Bertuzzi, pon. la contrada Mercavecchio ed a tram. casa degli eredi del fu Pietro Cargnelli . E la vendita fatta viene pel prezzo di ex ven. ducati 1300 sono ex ven. L 8060, pari ad it. L 4030 » (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10332, 2278). |
1822, febbr. 3 span> | * | Rosa Cainero presenta progetto per la riforma del «rebatto» nella bottega. La deputazione d’ornato commenta e propone modifiche oltre l’aggiunta di «una piccola cornice che dovrà essere sopraposta e alla porta ed al rebatto» (A.S.U., C.A. I, 68, 499 Orn. II C). |
1853, nov. 12 span> | * | Appartiene a G.B. Brisighelli. Vedasi n. 1637. |
1857, ag. 9 span> | | È di G.B. Brisighelli. Casa di un arco di due piani di due finestre; si applicano davanzali in ferro alle finestre del primo piano (A.S.U., C.A. I, 629/VIII, 5839 Pol. Giud. IX D, con dis., firmato da Giuseppe Zandigiacomo). |
span> | * | Il 5 sett. vengono convocati i vicini per l’esperimento conciliatorio, che tuttavia fallisce (A.S.U., C.A. I, 629/VIII, 6347 Pol. Giud. IX D). |
1876 span> | * | Ottico Giacomo De Lorenzi (COSMI-AVOGADRO, 108). |
1883 span> | * | Orologiaio Alessandro Poplan2 (AVOGADRO, 150). |
span> | | |
NOTE span> | 1 | Vedasi n. 1637, nota 1. |
span> | 2 | Per Alessandro Poplan: Elenco ufficiale, 6-7. |
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1639 | |
1801 span> | | Nicolò Del Dose1 (Nomenclatura, f. 61v). |
span> | * | Affittuali Antonio e G.B. Pavono, «perucchieri» (ibid.). |
1809 span> | | Maurizio Moretti (Registro delli aloggi f. 45v). |
span> | * | Vi abita l’orefice Domenico Scrosoppi2 (ibid.). |
1838, sett. 25 span> | * | Proprietà di Angelo di Giuseppe Bertuzzi. Vedasi n. 1640. |
1852 span> | * | Eredi del fu Angelo Bertuzzi (Competenze, II, f. 6v). |
1857, ag. 9 span> | °° | Vedasi n. 1638. |
1876 span> | * | Negozio di abiti e berretti di Gioachino Bertoli (COSMI-AVOGADRO, 84, 86). |
span> | | |
NOTE span> | 1 | Vedasi n. 1637, nota 1. |
span> | 2 | Per Domenico Scrosoppi vedasi n. 750. |
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1640 | |
1772 span> | * | Abitazione di Giovanni Ziracco. Vedasi n. 1641. |
1774 span> | * | La casa appare gravata da un livello a favore del convento di S. Pietro Martire, come attesta la confinazione di Nicolò Codutti: « Casa censiva al convento, possessa di presente dal nob. G.B. q. Giulio Pisenti, tenuta ad affitto dall’ecc. Giovanni Ziraco , dissero confinar a lev. con l’androna Sottomonte, mezodν anticamente confinava con una androna che conduceva da Mercà vechio in detta androna Sottomonte, ed ora casa del sig. Giovanni Porta, pon. merchà vechio et a tram. con casa delli sigg. Francesco e fratelli del Dose . E paga il p. ospitale di questa città di censo perpetuo infisso sopra detta casa al convento di contadi ogn’anno L 14 » (A.S.U., C.R.S., 783/7). |
1801 span> | | Alvise Duodo (Nomenclatura, f. 61v). |
1807, sett. 14 span> | ° | Maurizio Moretti acquista la casa 1640 all’asta in danno di Alvise Duodo1. |
1808, genn. 6 span> | | Giulio, Marino e Fiorendo q. G.B. Pisenti per L 5075,85 vendono a Carlo q. G.B. Facci due botteghe della casa n. 1640 che erano state del q. Alvise Francesco Duodo (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10583, 13). |
1808, mar. 31 span> | | «Acquisto e rispettiva cessione fatto dal sig. Maurizio Moretti dalle mani del sig. Giulio Pesenti della terza parte di una porzione di casa in Mercavecchio al n. 1640 per it. L 1893,45» (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10075, Rep. I, 14, f. 2r). |
1808, giu. 17 span> | | «Istrumento di compra e vendita rispettive con cui il sig. Maurizio Moretti q. G.B. ha acquistato dal sig. Giulio Antonio, Fiorendo Maria Pesenti, ambi di Udine, una terza parte di porzione di casa indivisa tra fratelli Pesenti al n. 1640, per ven. L 4526, sono d’Italia L 2113,86» (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10075, Rep.I, 38, f. 4r). |
1809 span> | * | La casa appartiene a Maurizio Moretti. Vi abita il locandiere Giacomo Bertuzzi (Registro delli aloggi, f. 45v). |
1812 span> | | Osteria “Ai tre amici” (Esercenti). |
span> | * | Gestione di Angelo Bertuzzi, domiciliato nella stessa casa (ibid.). |
1813, mar. 15 span> | | Maurizio fu G.B. Moretti per L 19476 vende ad Angelo di Giuseppe Bertuzzi la casa n. 1640 «di stanze a pian terreno, una con due sottoportici e due ingressi con un passalizio interno con cantina sotterranea e con corte, di altre camere quattro in primo piano e di altre cinque in secondo piano con granaio sopra e due camerini con sofitte relative e con altra fabbrica dirimpetto nella stessa corte, con cui si comunica mediante detto passali-zio, con una stanza a pian terreno e due camerini sopra con altra corticella al vento di levante; confina a lev. colla calle Sotto-monte, mezz. parte Francesca Menini, ved. del fu Sebastiano Sabbadini e parte col sig. Osvaldo Mazzorini, loco Quarta, pon. colla contrada Mercato vecchio e parte col sig. Carlo Facci ed a tram. parte Facci e parte col venditore » (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10361, 1247). |
1818, giu. 14 span> | * | Giuseppe Presani, commesso d’ornato, riferisce alla congregazione municipale di aver «esaminato nella cantina del sig. Angelo Bertuzzi la solidità del volto che sostiene il marciapiede sotto del arcato, appartenente parte al sarte Facci e parte al Bertuzzi» (A.S.U., C.A. I, 18). |
1824, dic. 31 span> | * | «Angelo Bertuzzi , domiciliato in Mercavecchio al c.n. 1640 , aliena alla sign. Orsola Marinigh Pistrello gli effetti mobili, utensili, rami e capi di ottone e di ferro stati alli Pistrello consegnati dal Bertuzzi e ricevuti dalli coniugi Pistrello a titolo di affitto dell’instr. 19 apr. 1821 in mie note » (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10550, 2344). |
1828, sett. 14 span> | * | Relazione dell’ing. Cotterli sull’ispezione compiuta, per conto della congregazione municipale, ai lavori nelle case 1639 e 1640. « Si è recato nella cantina ; al primo entrarsi, vedendo un bosco di puntellature di legname, poté facilmente attribuire al disordine della volta una tale cagione : sconnessa in molti punti , abbassata non solo per quel tratto che sostiene il piano del portico, ma ben anche in tutta l’estensione della cantina ». Segue in data 1 ott., la comunicazione della congregazione municipale alla delegazione provinciale sul fatto (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 3813 Orn. II C). |
1838, sett. 25 span> | | È di Angelo Bertuzzi e Carlo Facci, che vi aveva bottega di sarto (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 5364 Pol. II). |
span> | * | Il Bertuzzi e il Facci hanno convenuto «di concorrere simultaneamente alla ricostruzione del volto della cantina e bottega sottoposta alla casa 1640 per le porzioni rispettivamente spettanti» (ibid.). |
1847 span> | * | «In una stanza di questa casa evvi dipinta a fresco la Sacra Famiglia da incerto autore, della scuola però del Pordenone. In mezzo la B.ma Vergine col Bambino fra le braccia, il quale ha in mano un uccello. Ai lati della Madonna, S. Giuseppe e S. Maria Elisabetta, e appiè due devoti di esso di verso. La Madonna ha un bel carattere, il Bambino è ben disegnato, bella è S. Elisabetta, ed i due ritratti nulla lasciano a desiderare» (ROTA, Cenni, 26-27). |
1850 span> | | Il maestro elementare Giacomo Tomasi ha trasportato il suo domicilio al c.n. 1640, casa «presa da lui in affitto , composta di locali salubri e decenti, di cortile e sottoportico». Il Tommasi «è ora in grado di riaprire il piccolo collegio convitto che già prima del 1851 aveva attivato in altra casa » (“L’alchimista friulano”, 3, XXXIX, 26 sett. 1852, 316. Analogo avviso ne “Il Friuli”, 2, CCXXI, I ott. 1850, 884). |
1852 span> | * | I n. 1640 e 1639 appartengono ad Angelo Bertuzzi, il n. 1640 II a Carlo Facci (Competenze, II, f. 6v). |
1876 span> | | Birreria trattoria e ristorante “Ai tre amici” (COSMI-AVOGADRO, 86, 116). |
span> | * | Gestione di Leonardo Zanchel (ibid.). |
span> | * | Litografia di Enrico Passero2, negozio di biancheria di Giuseppe Basevi e, nella parte verso Sottomonte, bottega del calzolaio Giacomo Vacchiani (COSMI-AVOGADRO, 88, 98). |
1883 span> | | Birreria “Alle tre torri” (AVOGADRO, 139). |
span> | * | Gestione di Antonio Bardella (ibid.). |
span> | | Verso Mercatovecchio, ancora negozio di biancheria di Basevi (AVOGADRO, 139, 147). |
1948 span> | | Trattoria “Al monte”3. |
span> | | |
NOTE span> | 1 | Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte. |
span> | 2 | Per la litografia Passero: COMELLI, L’arte della stampa, 244, 245, 246, 269; FALCIONI, Industrie udinesi, 330-332, 439; PrICCO), Arte e industria; PICCO, Ricordi, 120-121. |
span> | 3 | Nota a margine di altra mano: 1954. Demolita. |
span> | | |
BIBLIOGRAFIA span> | | BRAGATO, Guida, 92, 174; ERMACORA, Vino all’ombra, 92; ROTA, Cenni su alcuni oggetti, 26; VALENTINIS, Udine antica, 5. |
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1641 | |
1655, giu. 13 span> | * | « Francesco Romanetto, cittadino di questa città, e Bortholomio Someda, marangon in Mercà Vecchio, a requisitione di Ioseffo Dell’Oglio si sono costituiti manutentori tanto del capitale di d 300 quanto dei livelli havuti a sette per cento dalla fraterna del Ss.mo Crocifisso. Il sig. Bartholomio Someda obligò alla manutentione la casa di sua habitatione aquistata dal sig. Belgrado per d 2041, come nell’istrum. 18 decembrio 1635 di mano del q. Matthioli nodaro » (A.S.U., C.R.S., 631/1, f. 155v). |
1666, mar. 20 span> | * | I pubbl. per. Valentino Rizzo e Lorenzo Prodolone redigono la «stima della casa che Francesco e fratelli Someda vogliono vendere a Giovanni Prontner». Il documento è corredato da una pianta. L’edificio viene descritto come «casa di muro solerata con suo coperto di coppi, fondi della medesma, due corti, horto et stalla di muro , con suo coperto di coppi, che il tutto confina a lev. con l’ androna Sottomonte, a mezodν casa delli sigg. Pistocchia, a pon. la strada del borgo et ai monti casa fu del sig. Gierolamo Polame acquistata già per detto sig. Prontner et casa fu delli fratelli Spilimberghi fabri. q. mess. G.B., hora del sig. Antonio Piasenti » (A.S.U., N., Cristoforo Orgnani, 7877, filza prodotte). |
1707 span> | * | Eredi di Francesco Sporeno1. Vedasi n. 1642. |
1772, mar. 11 span> | * | Giovanni fu Francesco Quarta vende a Gottardo Venerio « un’annua pensione livellaria di L 223 s 18 alla ragione del cinque per cento , fondata in specie sopra la casa d’attual di lui abitazione posta nella piazza o contrada di Mercà vecchio, con corte ed altra casa interiore, che confina a lev. corte e casa del sig. Sebastiano Sabbadini, pon. il Mercà vecchio, a mezz. *** ed a tram. casa abitata dell’ecc. Giovanni Ziracco » (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9788, VI instrom., 466, f. 1032r — 1034r). |
1801 span> | | Osvaldo Mazzorini (Nomenclatura, f. 61v). |
1809 span> | * | Appartiene a Osvaldo Mazzorini (Registro delli aloggi, f. 45v). |
1812 span> | | Osteria alla “Primavera” (Esercenti). |
span> | * | Gestione di G.B. Candotti (ibid.). |
1839, magg. 1 span> | * | Giacomo Tomaselli «dovendo riformare la porta d’ingresso della casa al n. 1641», presenta progetto, che viene respinto (A.S.U., C.A. I, 299/XX, 2240 Orn. II C, con dis.). |
1843, magg. 11 span> | °° | Vedasi n. 1642. |
1844, magg. 8 span> | °° | Vedasi 1642. |
1846, febbr. 3 span> | | « Anna Calligaris ved. di Osvaldo Mazzorini rimaritata con Ercole Benuzzi, vende per L 19000 a Rocco q. Rocco Sartoretti «una casa eretta da muri e coperta di coppi con corticella in uno, posta sul Mercatovecchio, segnata col c.n. 1641 , cui confina a lev. e mezz. casa del sig. G.B. Cantarutti, fu del sig. Demetrio Mansutti, loco Sabbadini, pon. Mercatovecchio, ed a tram. casa e corte del sig. Angelo Bertuzzi; detta casa componesi al piano terra di un portico soggetto a servitù pubblica, vasta bottega o magazzino e corridoio con scale, indi corticella con cantina; al primo piano in stanze e anditi sovra il portico e magazzino e cucina nel fabbricato al di là della corticella con cantina; al primo piano in stanze e anditi sovra il portico e magazzino e cucina nel fabbricato al di là della corticella; al secondo piano camere e corridoi; al terzo piano granaio e camerini e bastardello superiore. La casa apparteneva fino all’anno 1789 a Daniele Bonfini e la di lui moglie in secondi voti Anna Calligaris Benuzzi . Era tra essi coeredi ormai seguita la divisione coll’atto 26 genn. 1838 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10512, 17751). |
1852 span> | * | Appartiene a Rocco Sartoretti Bonfini (Competenze, II, f. 6v). |
1854, mar. 7 span> | * | Rocco Sartoretti, «nella determinazione di modificare il prospetto della bottega al c.n. 1641», presenta progetto. «Nell’istesso incontro intende di rialzare il marciapiedi esterno di m 0,03, giacché di tanto attualmente è piϊ depressa di quella ai lati». L’autorità approva (A.S.U., C.A. II, 66, 1693 Orn. II C, con dis.). |
1876 span> | * | Proprietà dei cappellai Umech e Grassi2 (COSMI-AVOGADRO, 89). |
span> | | |
NOTE span> | 1 | Per gli Sporeno: P. SOMEDA de MARCO, Notariato, 77; A. SPORENO, L’honorata serie. |
span> | 2 | Sull’attività di questi cappellai: Esposizione, 18, 95, 117. |
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1642 | |
1707 span> | ° | Casa dei sigg. G.B. e Nicolò q. Pietro Michieli in Mercato vecchio con due corticelle e camera sotto terra; confina a lev. Sottomonte, mezz. parte casa del sig. Bartolomeo Moretti, fu Pistocchia, e parte la bottega di essa casa Moretti, acquistata da’ medesimi sigg. Michieli, a pon. strada di Mercato vecchio, alli monti parte casa fu Prontiner, di presente possessa dalla eredi q. Francesco Sporeno, e parte casa e corte dei sigg. G.B. e fratelli Pisenti. Facciata su Mercato vecchio pd 3 ps 3 1/2. Nel granaio due finestre. Poggiolo con 19 colonnette di pietra, tre modeoni e sotto tre piϊ piccoli. In Mercato vecchio, tre colonne di pietra quadre, le esterne a metà con i confinanti, quella verso Moretti è in piϊ pezzi (not. Antonio Martinelli, Allibramento Michieli). |
1714, dic. 18 span> | * | « Giovanni Domenico Vicario à alienato alli figlioli del q. co. Gioseffo M. Groplero di Tropemburgh, habitanti in Gemona , la portion di casa fu Michieli, contenuta nell’escorporatione 27 apr. 1712 fatta col mezzo del sig. Giovanni Tacelli, pubbl. per. , situata in Mercavechio » (A.S.U., N., Antonio Martinelli, 8254, IX instr., f. 257r — 258v). |
1715, magg. 26 span> | * | «Possedono li heredi q. co. Giuseppe M. Groplero di Tropemburgh di Gemona una portion di casa nella contrada di Mercavechio, statali assegnata dalla Giustizia nell’alibramento della facoltà subordinata dalli sigg. G.B. e Nicolò fratelli Michieli di Campolongo, publicato li 9 lugl. 1707 et escorporato dal perito Garbini susseguentemente fatta li 13 luglio 1711 . Qual portion di casa è stata diversi anni inafitata et ora vien condota a semplice affitto dal sig. Carlo Bonamente, inquilino per l’annua contributione di d 40. Hora, rapresentandosi l’occasione al nob. Costantino Percoto, canonico d’Aquileia, zio materno e commissario de’ predetti heredi d’alienarla al sig. Valentino Mainardis per prezzo di d 900 oltre l’obligo che questo assumerà di pagar le spese tutte d’instromento, investitura e laudemio a sua Serenità per esser di ragion feudale , il medesimo , anco come curatore della co. Marina di lui sorella, madre e tutrice degli heredi stessi , ha venduto al sig. Valentino Mainardis non la precitata portion di casa assegnata er escorporata come sopra , ma anco l’altra portione aquistata per nome d’essi heredi dalle mani del sig. Giovanni Domenico Vicario con instr. 18 dic. 1714 di man mia . Et questo fa per lo capitale di d 1200 » (A.S.U., N., Antonio Martinelli, 8254, X instr., f. 109v — 112r). |
1715, giu. 17 span> | * | «Il sig. Pietro Pistori figlio del sig. Andrea ha venduto al sig. Valentino Mainardis la bottega e magazeno annesso incorporato nella casa d’esso Mainardis, ultimamente acquistata dalle mani de’ coo. heredi Groplero di Gemona, confinante da lev. con la corte d’esso Mainardis, a mezodν col portego della casa del medesimo, a pon. con la strada di Mercavechio et alle monti con altra bottega e casa del venditore . Et ciò per lo prezzo di d 300 » (A.S.U., N., Antonio Martinelli, 8254, X instr., f. 123v — 125r). |
1715, ag. 25 span> | * | I rappresentanti della fraterna di S. Nicolò vendono a Valentino Mainardi «la portione di casa fu di raggione Michieli , nella contrada di Mercavecchio, dalla parte di dietro , in pagamento ad essa fraterna per d 466 g 4 di capitale e decorsi mediante allibramento Alberti all’8° loco, seguito sopra la facoltà Michieli » (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8300, IX instr., f. 73r — 74r). |
1729, giu. 22 span> | * | «Udine, in casa dell’infrascritti sigg. Mainardi, nella camera verso Mercà vechio» (A.S.U., N., G.B. Fabrizio, 8137, Istr. 1724-1729, f. 228r). |
1759, sett. 15 span> | | « Francesco Lorio e Giuseppe Marchi, comissari testamentari nominati dal q. sig. Pietro Grisolli nel di lui testamento 30 gennaro p.p. , per conto e nome dei figlioli pupilli del sudetto Grisolli hanno venduto al sig. Mattia Pettoello del q. Giuseppe , negociante di panine la casa fu del q. sig. Valentino Zannetti, posta nel Mercavechio di questa città entro li confini, quale ad esso Grisolli fu in parte assegnata con l’allibramento seguito nella facoltà subordinata del q. Zannetti, pubblicato negli atti dello sp. Brunaleschi notaio sotto li 30 marzo 1751 e parte per esso acquistata dalle mani di altri creditori in detta facoltà . E ciò per il valore con cui fu appreciata essa casa dal sig. Francesco Leonarduzzi pubbl. per., quale formò il sudetto allibramento, di d 3898 s 8 » (A.S.U., N., Giuseppe Antonio Grazia, 8619, XIX instr., 74, f. 79v — 80v). |
1765, apr. 18 span> | | «Il rev. don Michielle Cornacchia, unitamente al sig. Antonio Rizzi, tuttori de’ pupilli Grisolli , vendono al sig. Mattia del sig. Giuseppe Pettoello una casa di ragione di detti pupilli situata in Mercà vecchio, fu del q. Valentino Zanetti, stata in parte assegnata al q. Pietro Grisolli con l’allibramento seguito sopra la facoltà subordinata del detto Zanetti, publicato in atti dello sp. Giuseppe Brunelleschi not. il 30 marzo 1751 e parte per esso acquistata da altri creditori . E ciò fanno li tuttori per il prezzo di ducati tremillenovecentonovantaotto L 118 » (A.S.U., N., Francesco del fu Alessandro Brunalleschi, 9196, XII instrom., f. 89v — 92r). |
1771, sett. 20 span> | | «Con instromento 18 apr. 1765 in note dello sp. Francesco Brunaleschi notaro il sig. Mattia q. Giuseppe Petoello aquistò dalli sig. rev. Michele Cornacchia, vicario curatore di questo duomo ed Antonio Rizzi , tutori de’ figli pupilli del q. Pietro Grisolli , una casa posta in contrada di Mercà vecchio sotto il 20 sett. 1769 con scrittura prodotta in atti dello sp. Antonio Martinelli notaio fu contro il sig. Pettoello per parte del nob. Lodovico Locatelli proposta dimanda pel rilascio della casa come stati di ragione Groplera, la qual molestia notificata da esso Petoello ai curatori de’ predetti pupilli obbligati alla manutenzione per forma del sudetto testamento fu da essi assunto giudizio pel medemo contro il sig. Locatelli, a fronte di cui pende ancora la causa al tribunal di giustizia. Desiderando, nonostante la predetta insorgenza il sig. Sebastiano Sabbadini, figlio del sig. Giovanni Domenico di Pinzano, stabilito da piϊ anni in questa città e causidico in questo foro, di subentrare nel contratto fatto dal sig. Pettoello , si sono a questo effetto le parti costituite personalmente presso me notaro e esso sig. Pettoello1 ha cesso al sig. Sabbadini la premessa casa . E ciò ha fatto perché dal sig. Sabatini sono stati a lui contati d 300 . E perché la casa è di ragion feudale, ma senza carico di censo, benché non sia ciò espresso nell’istromento antecitato, resta dichiarato che abbia a rimanere anche il peso dell’investitura e laudemio a solo conto del sig. Sabbadini » (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9788, VI instrom., 423, f. 904v — 907v). |
1783, magg. 28 span> | * | «II co. Carlo f. del co. Giacomo Savorgnan ha con titolo di permuta rinonciato alli Sebastiano e Francesca nata Manini, iug. Sabadini un pezzo di terra prativo situato nelle pertinenze di Cussignacco . Li Sabadini hanno ceduto una casa posta nell’androna detta di Sotto monte, qual confina a rev. l’androna stessa pon., ed alli monti Giovanni Ziracco ed a mezz. la casa d’abitazione di essi iugali, tenuta in presente a semplice affitto dalli sigg. Pietro e Gioseffa iug. Nicol » (A.S.U., N., Pietro Del Torso, 10151, Prot. 1780-1790, 30, f. 29v — 30v). |
1801 span> | | Sebastiano Sabbadini (Nomenclatura, f. 61v). |
1809 span> | * | La casa appartiene a Sebastiano Sabatini, che vi abita. Nel locale sono ospitati anche l’avvocato Pietro Maniago e il «secondo presidente» Nicolò Pisani (Registro delli aloggi, f. 45v). |
1812, ag. 28 span> | * | In seguito ad atto oppignorativo del 2 maggio 1812, nei confronti di Antonio del fu Pietro Pisenti, esperimento d’asta di «una cucina a pian terreno al n. 1642, a rev. Artico Andreuzzi, a pon. Antonio Bernardis» (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 169). |
1815, mar. 15 span> | ° | Testamento di Sabbadini Sebastiano: lascia la casa alla moglie Francesca Manini. La casa passa a Giovanni Mansutti1. |
1843, genn. 4 span> | | Demetrio Mansutti q. Giovanni vende a G.B. Cantarutti q. Giovanni, per L 24000, la casa 1642 «tenuta presentemente in pigione dal sig. Simone Bearzi». Confina rev. Sottomonte, mezz. eredi di Daniele Trigatti, pon. Mercatovecchio, tram. la sign. Anna moglie di Ercole Benuzzi e Angelo Bertuzzi (A.S.U., N., G.B. Valentinis, I, 157). |
1843, magg. 11 span> | | È di G.B. Cantarutti, che domanda di riformare la facciata. La casa è di due archi a tre piani di due finestre. Al secondo piano, un poggiolo con colonnine in pietra comune con il n. 1643. Il proprietario domanda di ridurla a tre piani:di tre finestre. Il n. 1641 è di Anna Benuzzi, il 1643 di Giulia Trigati (A.S.U., C.A. I, 406/1846/II, 3336 Orn. II C, con dis.; firmato da Giuseppe Zandigiacomo). |
span> | * | La deputazione approva in linea di massima il lavoro, ad esclusione del ballatoio del secondo piano, comune con la casa contigua e asimmetrico. Dal momento tuttavia che i vicini non vi rinunciano, il progetto sarà attuato (ibid.). Il 9 genn. 1846 il Cantarutti viene multato per omissione di sistemazione della grondaia secondo le leggi vigenti. Il 26 aprile successivo l’ing. Lavagnolo può riferire che il lavoro è stato compiuto (ibid.). |
1844, apr. 25 span> | | È di G.B. Cantarutti, che costruisce il portone (A.S.U., C.A. I, 375/III, 2698, con dis.). |
1844, magg. 8 span> | * | G.B. Cantarutti chiede ed ottiene il permesso « di riformare anche le due casette poste in Sotto monte alli c. n. 1642 A e 1642 B (A.S.U., C.A. I, 390/1845/VI, 2928 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | G.B. Cantarutti, proprietario anche dei n. 1642 A, B (Competenze, II, f. 6v). |
1853, magg. 8 span> | * | Avviso su “L’Alchimista friulano”: «Giovanni Riva oriuolajo in Mercatovecchio al n. 1642 annuncia che presentemente tiene nel suo negozio un bellissimo assortimento di orologi, tanto da tavolo di Vienna e di Parigi, quanto da tasca d’argento e d’oro» (“L’alchimista friulano”, 4, XIX, 8 magg. 1853, 152). |
1876 span> | * | Orologiaio Luigi Grossi2 (COSMI-AVOGADRO, 105), ancora segnalato nel 1883 (AVOGADRO, 150). |
1883 span> | * | Cappellai Umech e Grassi (AVOGADRO, 141; vedasi anche n. 1641). Nella parte censita 1642 B, affittaletti Luigi Cargnelutti (AVOGADRO, 147). |
span> | | |
NOTE span> | 1 | Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte. |
span> | 2 | Per Luigi Grossi: PICCO, La torre e l’orologio. |
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1643 | |
1801 span> | | È di *** Romanutti (Nomenclatura, f. 61v). |
span> | * | «Vari affittuali e posta di Venezia» (ibid.). |
1809, giu. 24 span> | | Pietro fu Luca Andrioli1 vende per L 22513,82 a Giorgio fu Serafino Cappellari «una casa posta nel Mercavecchio al c.n. 1643, che confina a lev. porzione di casa già venduta al sig. Evangelista Venturini, mezz. il sig. Filaferro per acquisto da esso fatto dagli eredi q. Pietro Bevilaqua, pon. il Mercavecchio ed alli monti Francesca e Sebastiano iug. Sabatini , con ingresso anco da parte dell’androna Sottomonte e promiscuità di corte » (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10076, 84, filza). |
1809 span> | * | Appartiene a Giorgio Cappellaris. «L’oltrescritta casa in ora è tutta in fabbrica» (Registro delli aloggi, f. 45v — 46r). |
1813 span> | * | Oreficeria di Carlo Vitali (A.S.U., C.N., 175/1813 XVII Miniere, 3171). |
1822 span> | | È di Giorgio Cappellaris. Oreficeria (A.S.U., C.A. I, 68, 924 Orn. II C, con dis.). |
span> | * | Il proprietario presenta progetto di riforma della vetrina e della porta (ibid.). |
1824, nov. 28 span> | | «Giorgio del fu Seraffino Capellaris vende al sig. Daniele Trigati la casa posta Mercavecchio al c.n. 1643 con suo fondi relativo; confina a lev. la seguente porzione infradescritta, mezz. eredi Filaferro fu Bevilacqua, pon. Mercavecchio e sett. gli eredi Francesca e Sebastiano coniugi Sabbadini, acquistata dal Capellaris per vendita fattali dal fu Pietro del fu Luca Andrioli per instrum. 24 giugno 1809 a rogiti del fu Domenico Prodoloni not. , e la porzione di fabbrica annessa, che è la casa in contrada Sottomonte, confina a lev. contrada Sottomonte, mezz. casa delli eredi Filaferro, fu del sig. Pietro Bevilacqua, pon. fabbrica suddescritta e tram. eredi Sebastiano e Francesca coniugi Sabbadini . Nello stato e grado attuale si vendono esse case compresavi la bottega unica di proprietà Capellaris, attigua all’ingresso per la contrada Mercavecchio, ma escluse le altre botteghe in peppiano della casa segnata dal c.n. 1643 e sottoposte alla stessa, guardanti sulla contrada Mercavecchio mediante il portico, per essere di altrui proprietà . Il prezzo è della somma di austr. L 24446,53 » (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10550, 2318). |
1826, ott. 16 span> | | È di Filippo Trigatti (A.S.U., C.A. I, 100/1826, 3654 Orn. II C). |
span> | * | Il Trigatti chiede ed ottiene il permesso «di riformare il prospetto della bottega sotto il portico della casa medesima» (ibid.). |
1843, genn. 4 span> | * | Vedasi n. 1642. |
1843, magg. 11 span> | °° | Vedasi n. 1642. |
1844, magg. 8 span> | °° | Vedasi n. 1642. |
1850 span> | * | Deposito di strumenti ottici di Rosenthal e Weiss (“Il Friuli”, 2, CXC, 21 dic. 1850, 1160). |
1852 span> | * | Appartiene a Pietro Trigatti (Competenze, II, f. 6v). |
1876 span> | * | Offelleria di Luciano Liesch e cappellaio Antonio Zamparutti (COSMI-AVOGADRO, 89, 104). |
1883 span> | * | Bottega di cappelli di Maddalena Bussolino2 (AVOGADRO, 141). |
span> | | |
NOTE span> | 1 | Per Luca Andrioli vedansi n. 112, 690, 701, 788, 914. |
span> | 2 | Falcioni riporta molto piϊ verosimilmente il cognome Busolini (Industrie udinesi, 330). |
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1644 | |
1801 span> | | Pietro Bevilacqua (Nomenclatura, f. 61v). |
1809, febbr. 11 span> | * | Dalla perizia di stima del pubbl. per. G. Clocchiati: «Sulle ricerche della sign. Antonia nata Andrioli, moglie relitta del def. Pietro Bevilaqua, tutrice e curatrice de’ figli minori e pupilli Paolo, Regina e Domenica, necnon de’ sigg. Giovanni, Lucietta, Barbara ed Elisabetta, altri figli in età maggiore, mi sono conferito nella casa, che serve di propria abitazione , situata in Mercatovechio n. 1644, che confina a lev. androna del Soto monte, a mezz. G.B. De Girolamo, a pon. il Mercavechio, ed a tram. Pietro Andrioli fu Romanuti, esaminata la qualità e quantità de’ muri propri e promiscui coperti , ho riconosciuto che ammonta il di lui valore d 3587, sono it. L 11374,474 » (B.C.U., ms. Giuseppe Clochiatti, Pubblici periti, vacch. 223, f. 49v). |
1809 span> | * | Appartiene a Giuseppe Filaferro (Registro delli aloggi, f. 45v). |
1812, apr. 9 span> | | È di Giuseppe Filaferro. Minaccia rovina (A.S.U., C.N., 179/XIX). |
span> | * | Il commesso agli ornati Giuseppe Presani ne redige relazione per la congregazione municipale, la quale il 18 apr. successivo invita il Filaferro a prendere i provvedimenti necessari. Seguono i restauri. Rimangono echi di rimostranze da parte delle autorità preposte circa l’ingombro delle armature (ibid.). |
1814, magg. 22 span> | * | Giovanna Filaferro chiede ed ottiene di aprire una seconda porta accanto a quella della bottega già esistente (A.S.U., C.N., 180, 2939 0/19). |
1876 span> | * | Profumeria di Antonio Gallizia (COSMI-AVOGADRO, 111). |
1900-1938 span> | | È dell’avv. Angelo Feruglio. |
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1645 | |
1769, genn. 23 span> | * | «Con scrittura privata del 3 sett. p.p., seguita tra Bernardina figlia delli q. G.B. e Dorotea iug. Colloredo e moglie del sig. Pietro Bonamonte, ed il nob. Marc’Antonio Nicolò Olivo Del Turco, restò stabilito contrato di vendita delle due case, mobbili ed utensili, il tutto descritto nella citata scrittura, essendo li 19 genn. conseguite le stime delle due case di ragione libera ereditaria di essa signora situate in questa città, una in Merchavechio e l’altra in Grazzano, medianti li periti G.B. Peruzzi, Nicolò Desia ed Aurelio Manetti , da cui apparisce il loro valore in d 2997 L 2 s 6 , essa sign. Bernardina vende al nob. Marc’Antonio Olivo Del Turco le precitate due case per il prezzo di d 2997 L 2 s 6 » (A.S.U., N., Marc’Antonio Tracanelli, 9519, Plico 1754-1772). |
1780, genn. 1 span> | | « Il nob. Marc’Antonio q. Giovanni Domenico Olivo Del Turco, abitante in Aviano, ha venduto a G.B., figlio di Simon q. Girolamo Di Girolamo di S. Daniele , ora abitante in questa città , una casa di ragion feudale, posta in contrada di Mercato vecchio, divisa in tre corpi, uno verso detta contrada di Mercà Vecchio, uno interno, l’altro verso la contrada Sottomonte, con due corticelle, stato il tutto acquistato da esso Marc’Antonio con instrom. 1769, 23 genaro in note del nob. Marc’Antonio Tracanelli , la qual casa insieme unita confina a lev. contrada Sottomonte, mezz. Marzio Tempore ed altro particolare, a pon. la contrada di Mercavecchio ed ai monti Pietro Bevilacqua Questa vendita fa pel prezzo di d 2554 s 7 » (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9790, XVI instrom., 1754, f. 2639v — 2641r). |
1801 span> | | G.B. Di Girolamo «detto il stivalaro» (Nomenclatura, f. 61v). |
span> | * | «Caffè de’ Grigioni» (ibid.). |
1809 span> | | Gaetano Lanza, caffettiere (Registro delli aloggi, f. 45v). |
1811, giu. 4 span> | * | Comunicazione dell’ingegnere Malvolti, capo del corpo r. d’ingegneri d’acque e strade, al podestà di Udine: « Questa mattina trovandomi sul luogo a dare delle relative disposizioni, ho riscontrato che di fronte alla casa n. 1645 volevasi errigere un’armatura. Ricercai con qual permesso e mi si rispose con permesso della commissione agl’ornati. Sembra veramente che tal commissione di cittadini formata piϊ d’ogni altra dovesse aver interesse per corrispondere al di lei desiderio ed a quello di tutti; ed innoltre, trattandosi specialmente d’una strada nazionale, doveva essere quest’offizio avvertito. Dietro a ciò ho già sospesa l’erezione di detta armatura, che però potrà essere fatta trascorso il tempo delle feste» (A.S.U., C.A. I, 179/XIX, 729). |
1812, ag. 17 span> | * | Giuseppe Prisani della commissione d’ornato ritiene che i lavori compiuti nella casa n. 1644 non abbiano effetto, qualora il proprietario della casa n. 1645 non provveda «a prender per mano prontamente senza il minimo ritardo l’imposte dell’arco confinante col Filaferro ». Segue diffida da parte dell’autorità comunale (A.S.U., C.N., 179/XIX). |
1813, lugl. 1 span> | | G.B. Di Girolamo vende a Domenico di Angelo Faccendi per L 14275 la casa 1645 «divisa in tre corpi, una verso la contrada Mercatovecchio, uno interno e l’altro verso la contrada detta Sottomonte, con due vorticelle, stata da esso Di Girolamo acquistata dalle mani dell’ora deffonto Marco Antonio del fu Giovanni Domenico Olivo Del Turco con pubblico istrum. 1 genn. 1780 per atti del def. Giovanni Socrate . Confina a lev. Sottomonte, mezz. Facendi, loco Tenpore, a pon. con Mercatovecchio, ed alle monti col sig. Giuseppe del fu G.B. Filaferro loco Bevilacqua » (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10361, 1350). |
1818, lugl. 3 span> | | È di Domenico Faccendi; domanda di inalzarla a livello della 1646 (A.S.U., C.A. I, 18/II, 2222 Orn. II C, con dis.).
Il Facendi rileva che «il coperto di terrazzo con ringhiera nel nostro clima è di poca sussistenza, infatti à fatto riscontrare il stato dell’impalcatura che sostiene il pavimento di terrazzo, la quale è fracida ; perciò ha deliberato di demolire il terrazzo, costruire il coperto percorendo una retta con la anessa sua casa dominicale, indi inalzare il muro della faciata, aggiungere le finestre e cornice simile a quelle del stilicidio della anessa casa del detto Facendi ». Il permesso gli viene concesso (ibid.). |
1832, ag. 19 span> | | È di Daniele Trigatti (A.S.U., C.A. I, 193, 3593 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Leonardo Riva). |
span> | * | Il proprietario presenta un progetto di riforma, che la deputazione d’ornato trova insufficiente, ma in sostanza approva, date le difficoltà per un cambiamento radicale (ibid.). |
1852 span> | * | Proprietà di Luigi Pilosi (Competenze, II, f. 6v). |
1876 span> | | Nell’edificio sono ospitati i negozi di abiti e berretti di Luigi Bertoli1 e quello di articoli di cuoio dei fratelli Bearzi2, nonché il “Caffè nuovo”3 di Benedetto Parpan (COSMI-AVOGADRO, 84, 86, 87). |
1883 span> | | Vi è ancora segnalato il negozio dei Bearzi (AVOGADRO, 137). |
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NOTE span> | 1 | Per Luigi Bertoli: Esposizione, 18, 96, 117. |
span> | 2 | Per la conceria dei Bearzi: FALCIONI, Industrie udinesi, 351; PICCO, Ricordi, 142. |
span> | 3 | Per il Caffè nuovo, progettato da A. Scala: PICCO, Negozi che abbelliscono; PICCO, Udine vecchia. I principali caffè; VATRI, Il caffè nuovo, 279. |
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1646 | |
1780, genn. 1 span> | * | Appartiene a Marzio Tempore. Vedasi n. 1645. |
1798, sett. 15 span> | | Angelica q. Giuseppe Tempore moglie di Francesco Moretti, vende la sua metà di casa alla sorella Anna (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, Istr. 1796-1806, 262, f. 330v — 331v). |
1798, ott. 1 span> | | Anna q. Giuseppe Tempore vende tutta la casa a Domenico q. Angelo Faccendi per d 2400 (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, Istr. 1796-1806, 269, f. 338v — 340r). |
1801 span> | | Domenico Facendi «chincagliere» (Nomenclatura, f. 61v). |
1809 span> | * | Appartiene al chincagliere Domenico Facendi (Registro delli aloggi, f. 45v). |
1810, mar. 2 span> | * | Evangelista del fu Antonio Venturini «vende al sig. Giorgio Seraffino Cappellari di Udine una casa posta Sottomonte al n. 1646 per L 3172,41» (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10075, Rep. I, 131, f. 10v). |
1815, nov. 27 span> | * | Relazione del commissario di polizia Pompeo Delfino al podestà circa l’incendio scoppiato nella casa, che è proprietà e domicilio di Domenico Facendi (A.S.U., C.N., 186, 8116, Pol. 20). |
1818, lugl. 3 span> | °° | Vedasi n. 1645. |
1842, dic. 1 span> | | Il negoziante Luigi q. Pietro Pelosi vende per L 27000 a Francesco q. Cristoforo e Marietta n. Fortunato iug. Comencini la casa n. 1646, 1612, «qual casa confina a lev. con androna detta di Sottomonte, mezz. con casa del sig. Mander, pon. il Mercavecchio ed a tram. altra casa del Pelosi » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10505, 15418). |
1843, genn. 7 span> | | È di Francesco Comencini (A.S.U., C.A. I, 359/IX, 192 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore G.B. Gerarduzzi). |
span> | * | Il proprietario avanza richiesta per riformare il pian terreno per la bottega (ibid.). |
1852 span> | * | Proprietà di Luigi Pilosi (Competenze, II, f. 6v). |
1876 span> | | Birreria “Alla Concordia” (COSMI-AVOGADRO, 86, 116). |
span> | * | Proprietà di Antonio Bardelli, che vi gestisce anche il ristorante (ibid.). |
span> | * | Nell’edificio è pure ospitato il negozio di cristalli, terraglie e porcellane di Emanuele Hocke (COSMI-AVOGADRO, 92), segnalato anche nel 1883 (AVOGADRO, 143). |
1883 span> | * | Chincaglieria e merceria di Augusto Verza (AVOGADRO, 142). |
span> | | |
BIBLIOGRAFIA span> | | BRAGATO, Guida, 178; PICCO, Negozi che abbelliscono; PICCO, Ricordi, 182; QUARGNOLO, Giardino Grande. |
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1647 | |
1487, genn. 15 span> | | «Actum Utini, in Foro veteri in domo habitationis ser Romanelli» (B.C.U., ms. 1468, not. Bernardino Lovaria, vacch. 1487, f. 32v — 34r). |
1490, magg. 6 span> | | «In Foro veteri sub porticu domus ser Romanelli de Suardis1 a Sale» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. 1490, f. 4r). |
1518, sett. 6 span> | * | « Sp. legum doctor Laurentius de Suardis suo et fratrum nomine affictavit ser Francisco Lipoldo notario Utiniensi unam ipsorum fratrum domum sitam in contratam de Sub monte, nunc tentam et habitatam per eundem ser Franciscum, qui pro dicta domo promisit solvere d. Laurentio et fratribus ducatos septem cum dimidio in anno» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. istr. 1487-1533, f. 42v). |
1645, febbr. 9 span> | * | «Scipione Suardo, a nome anco del mons. Carlo suo fratello, canonico di Udine , vende alli sigg. Melchiore et Giacomo suo nipote Pistochi una parte di staletta posta nella corte di detti Pistochi nella contrada di Sottomonte giusta la stima fatta dal sig. Agostino de Nipoti publico perito et questo per prezzo di d 86 L 4 s 9 » (A.S.U., N., Giovanni Lughera, 7237, VI instr., f. 31v — 32v). |
1649, febbr. 20 span> | * | «Udine, 2 nella contrada di Mercavechio in casa de’ sigg. fratelli Suardi, nella camera di sopra verso la strada, cioè sopra li portici . Carlo e Scipione, fratelli, figli del q. nob. Bonaldo Suardo vendono al magn. Hieronimo Badoer, mercante in questa città , una casa di muro, coperta di coppi, hora habitata dai su-detti fratelli Suardi, nella contrada di Mercavechio et finisce Sottomonte, con tutte le stanze a quellà annesse, il tutto fra li suoi confini ; essendo le parti convenute, conforme alla scrittura 11 decembre passato, che li Suardi possino godere la casa sino al S. Iacomo del mese di luglio 1651, al qual tempo debbano evacuar detta casa ; et il sig. Badoer comprante esborsò alli Suardi ducati trecento » (A.S.U., N., Giacomo Causilico, 7267, Instr. XVIIII, f. 71v — 73v). |
1665, mar. 7 span> | * | « Scipione Soardo del q. Bonaldo vende all’ill.mo Michele co. della Torre e Valsassina e del S.R.I. un annuo livello di ducati sette , spetialmente sopra la casa habitata dal sig. Girolamo Badoaro, mercante, posta nel borgo di Mercavecchio, qual confina a sol levado con contrada detta Sottomonte, a mezo dν con il sig. Lorio Lorio, a sol a monte col borgo et alli monti con li sigg. Francesco e fratelli Santini » (A.S.U., N., Antonio Tarondi, 7622, Istr. 1660-1772, f. 185r — 186r). |
1685, ag. 25 span> | * | «In casa delli sigg. Agostino e Antonio fratelli Badoveri, in una camera di sopra, la prima verso la strada di Mercavecchio» (A.S.U., N., Domenico Cancianini, 7642, Istr. 1685-1686, f. 76r — 78v). |
1739, apr. 18 span> | * | « Polidoro q. Agostino Badoero vende al p. Paolo Celoti3, teologo e consultore in iure della Repubblica di Venezia, per il quale interviene il p. Michiel Picco, sindaco del convento della B. Vergine delle Grazie di questa città , un annuo livello di L 24 s 16 in raggion di 4 per cento per il capitale di d 100 sopra tutti li di lui beni , ma in specie sopra la sua casa posta in Mercavecchio, tenuta ad affitto semplice da Domenico Feruglio, managhinador, e dal sig. G.B. Fongarino4, stampatore, fra i suoi confini che qui s’abbia per espressi » (A.S.U., N., Francesco Lorio, 8710, X instr., f. 37r — 37v). |
1798, giu. 2 span> | * | « Girolamo figlio del nob. Romanello Soardi in affitto emfitteotico concede al sig. G.B. q. Francesco Pilosio, detto Moisetti , una casa posta in contrada di Sottomonte, consistente in due piani , cioè pian terreno e primo appartamento essendo al di sopra di ragione di detto cedente, tenuto in emfitteusim dalla sign. Anna Posleppi; qual casa viene occupata presentemente per affittanza da Paolina Zai; confina a lev. la monte di detto Soardi, mezz. altra casa di detta ragione, tenuta dalla sign. Anna Posleppi, pon. la contrada ed a tram. il Pilosio . E questa cessione fa , perché detto Pilosio s’obbliga di pagare d’annuo canone L 100 » (A.S.U. N., Liberale Girardi, 10345, II instrom., 127, f. 131v — 132r). |
1801 span> | | Nob. Girolamo Soardi (Nomenclatura, f. 61v). |
1803, ag. 26 span> | | « Girolamo q. Romanello de’ Soardi e Teresa n. co. Soardi, di lui moglie , hanno in affitto enfiteotico concesso al sig. Filippo Mander, nativo di Solimbergo ed ora abitante nella città di Venezia , stipulante il rev. Filippo Cristofoli da Sequals, abitante in questa città , una stanza appiepiano con annesso mezzado, posti sotto l’abitazione delli cedenti Soardi in Mercatovecchio, confina a lev. cortivo di detta casa d’abitazione mezz. casa d’abitazione del sig. Leonardo Morandini, pon. Mercatovecchio ed alle monti la casa d’abitazione del sig. Domenico Facendi . E ciò hanno fatto perché all’incontro lo stesso rev. Cristofoli, per nome come sopra, si obbliga di corrispondere anticipatamente d’annuo canone d 115 » (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10566, 73). |
1806, genn. 21 span> | * | « Paolina Zanetti, rei. del q. Giuseppe Cigaina , curatrice del Marco figlio, nonché Nicolò Cancianini curatore di detto pupillo , hanno venduto al sig. Antonio Rossetti di Marano la casa con beni annessi , posta nelle pertinenze del Casino, denominata il Maranuto, descritta nell’istr. 5 ag. 1790 in atti Schiozi , acquistata dal q. Giuseppe Cigaina e dal sig. Giacomo Mazorini dalle mani del sig. G.B. Miliotti di S. Giorgio per L 12000 » (A.S.U., N., Francesco Girardi, 10616, f. 72v — 73r). |
1809 span> | * | Appartiene a Girolamo Soardi (Registro delli aloggi, f. 45v). |
1828, dic. 4 span> | | Marco Cigaina ed Amalia nob. Soardi coniugi vendono per L 11000 a Filippo fu Giovanni Mander la casa n. 1647 «costrutta di muri, coperta di coppi , consistente in un fabbricato sopra Mercatovecchio, ad esclusione della bottega e mezzado contiguo con suo cortivo intermedio, ed altro fabbricato a lev. con pergolati a mezz. sopra volti di cotto, serve di comunicazione, che tutto unito confina a lev. la contrada di Sotto-monte e parte la cantina fu di questa ragione, ora di proprietà del Domenico Facendi, mezz. Pietro Campiutti, pon. parte mezzado del Mander e parte Mercatovecchio, tram. Domenico Facendi . Qual bene immobile divenne proprietà della nob. Amalia Soardi li 12 luglio 1825 » (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10554, 3160). |
1828, dic. 22 span> | | È di Filippo Mander. Casa a tre piani di due finestre. Domanda di rivestire le colonne e di ridurre i due archi a piattabande bugnate (A.S.U., C.A. I, 148/X, 5249 Orn. II C, con dis.). |
1842, lugl. 12 span> | * | Vincenzo Mander presenta progetto per operare «una riduzione piϊ decorosa nel prospetto del negozio posto al c.n. 1647» (A.S.U., C.A. I, 342/IV, 4485 Orn. II C, con dis.). |
1851 span> | * | Appartiene a Vincenzo Mander (Competenze, II, f. 6v). |
1876 span> | * | Vi hanno negozio Pietro Masciadri, il quale, oltre a gestire un cambiovalute, vende articoli di profumeria e chincaglieria, e Filippo Mander5 che vende cappelli. L’edificio ospita anche lo studio dell’avv. Luigi Canciani e l’ambulatorio del medico chirurgo Gabriele Mander (COSMI-AVOGADRO, 85, 88, 90, 101, 111). |
1883 span> | * | È ancora segnalata la presenza dell’avv. Conciani. La cappelleria è di Angelo Vatri5 (AVOGADRO, 138, 141). |
span> | °° | L’edificio è vincolato con D.M. del 09 genn. 1999 ai sensi della L. 1089/1939. |
span> | | |
NOTE span> | 1 | Per la famiglia Soardi: MONTICOLI, Cronaca, 64. Dal documento si ricava che il personaggio appartiene alla famiglia «de Suardis de Tarvisio». |
span> | 2 | L’atto potrebbe riferirsi alla vendita di una parte della casa, data la continuità di testimonianze seguenti a nome dei Soardi. |
span> | 3 | Per il Celotti: PRETO, Celotti Paolo, 466-469. |
span> | 4 | Per il Fongarino: COMELLI, L’arte della stampa, 13, 166; DE GRASSI, Provincialismo, 99, 106. |
span> | 5 | Per la fabbrica di cappelli Mander, poi Vatri: FALCIONI, Industrie udinesi, 329-330; PICCO, Ricordi, 125. |
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1648 | |
1489, nov. 6 span> | * | Casa di Roberto da Latisana: «Actum Utini in Foro veteri sub porticu domus mei notarii subscripti . Quum sit quod mag. Ioannes sartor habitator Utini in Foro veteri f. Bertuli de Farla emerit ad publicum incantum domum quę fuit mag. Francisci fabrilignarii appellati Cechonii q. mag. Michaelis Blanchi arcarii de Utino1, positam Utini in Foro veteri iuxta suos confines precio et foro ducatorum centum quinquaginta, non computatis onoribus sive livellis sibi debitis diversis personis super ipsa domo, quam vendi fecit ser Antonius notarius q. ser Pauli Decani de Utino pro livellis sibi debitis , nunc mag. Franciscus dictus Cechonus confessus fuit se habuisse a mag. Ioanne sartore pro parte suprascripto precii ducatorum centum quinquaginta, ducatos sexaginta tres computatis marchis decem soldorum solutis per mag. Ioannem pro dicto Cechono v. fraternitati S. Marię Cerdonum de Utino pro livellis sibi debitis per Cechonum super dicta domo » (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. istr. 1487-1533, sub anno, f. 46v — 48r). |
1490, apr. 4 span> | * | «Utini, in Foro veteri, in domo mei Ruberti notarii» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, vacch. istr. 1490, f. 9v). |
1490, apr. 30 span> | * | «Utini, in via dicta de Submonte, ante domum mei Ruberti notarii» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Quad. istr. 1490-1491, f. 7v). |
1491, dic. 4 span> | | Il not. Roberto da Latisana vende un livello «super domibus solitę habitationis sitis Utini in Mercati veteris iuxta domum ser Romanelli Soardi, iuxta ser Hieronymum de Tialdis, iuxta stratam de Submonte, et iuxta stratam Mercati veteris » (A.S.U., N., Giacomo del fu Francesco Clapiz, 5350, sub anno, f. 28r — 28v). |
1495, dic. 9 span> | | « Mag. Victor librarius2 Utini in Foro veteri habitans in domo ser Ruberti de Latisana locavit et affictavit dominis deputatis terrę Utini partem domus sue habitationis in qua mag. Augustinus de Hieronimis3 de Utino solebat tenere scolas pro uno anno proximo futuro, pro qua deputati solvere promiserunt de affictu libras quadraginta octo soldorum » (Acta, II, f. 66r). |
1496, febbr. 26 span> | * | «Actum Utini, in Foro veteri, in domibus habitationis mei Ruberti notarii , videlicet super plano podiolo » (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. istr. 1487-1533, sub anno, f. 108r). |
1496, giu. 14 span> | * | «Utini in Foro veteri sub porticum domorum mei Ruberti notarii infrascripti, pręsentibus mag. Leonardo q. Ioannis de Masiis et ser Francisco f. ser Bernardini de Maninis de Utino ac m. Victori librario q. ser Salvatoris de Bergamo, inquilino mei notarii » (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot istr. 1496-1533, sub anno, f. 135r — 136r). |
1497, dic. 1 span> | * | «Actum Utini, in Foro veteri, in appoteca mag. Victoris librarii, pręsentibus ipso mag. Victore q. ser Salvatoris de Bergamo et Martino de Veneciis eius famulo» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. istr. 1496-1533, sub anno, f. 161v). |
1499, genn. 18 span> | * | «Actum Utini in contrata de Sub monte in domo habitationis mei Ruberti notarii infrascripti, videlicet in camera cubiculari» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. istr. 1496-1533, sub anno, f. 167r — 168v). |
1500, febbr. 26 span> | * | «Actum Utini, in Foro veteri, sub porticu domorum mei Ruberti notarii, pręsentibus ser Petro de Gorgo de Vincentia Utini habitante et mag. Victore librario in dicto Foro veteri habitante» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, vacch. istr. 1499-1500, f. 40r). |
1500, mar. 12 span> | * | «Actum Utini, in Foro veteri, in appotecha mag. Victoris librarii, pręsentibus ipso mag. Victore, mag. Antonio cimatore de Brixia Utini habitante» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, vacch. istr. 1499-1500, f. 48r). |
1502, febbr. 23 span> | * | «Actum Utini, in Foro veteri, in appotheca mag. Victoris librarii» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. istr. 1487-1533, sub anno, f. 189v). |
span> | * | La casa appare gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo. |
1511 span> | * | «Ruberto da Latisana not. sta in Merchà vecchio paga de livello per un legato fece ser Antonio facchin padre del q. Simone formento st 1» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 363v). |
1512, mar. 28 span> | * | «Utini, in Foro veteri, sub porticu domus habitationis mei Ruberti notarii» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. istr. 1487-1533, sub anno, f. 22r). |
1514, giu. 2 span> | * | Il notaio stesso proprietario dell’immobile ci fornisce notizia di un secondo inquilino «Actum Utini, in Foro veteri, in appoteca m. Baptistę sartoris de Valvasono inquilini mei notarii» e il 14 dic.: «Actum Utini in Foro veteri in appoteca m. Baptistę sartoris de Valvasono inquilini mei Ruberti notarii» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. istr. 1487-1533, sub anno, f. 5v). |
1520, ag. 9 span> | * | «Actum Utini, in Foro veteri, in appotheca mag. Victoris bibliopolę seu librarii » (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. 1496-1503, sub anno, f. 28v — 29r). |
1525, sett. 5 span> | * | «Actum Utini in contrata de Submonte, in domo habitationis mei Ruberti notarii, videlicet in studio d. Ioannis fili mei infrascripti». Il figlio è citato tra i presenti: si tratta del canonico aquileiese Giovanni da Latisana, dottore in utroque (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot istr. 1487-1533, sub anno, f. 29v). |
1528, febbr. 13 span> | * | «Utini, in Foro veteri ad appotecham ser Victoris bibliopolę, pręsentibus ipso et mag. Antonio q. mag. Michaelis de Padua et bibliopola cum ipso ser Victore laborante» (A.S.U., N., Germano Belloni, 5707, Istr. 1528, f. 30v — 31r). |
1540 span> | * | «Bonaldo Suardo paga de perpetuai livello per una parte della casa fo del soprascritto ser Ruberto Sotto Monte contadi L 8. Ser Lodovico Tealdo paga sopra un’altra parte della casa situada Sotto Monte, fo del soprascritto ser Ruberto L 8» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 364r). |
1572-1573 span> | * | «Andrea de Gabrielis paga la mittà del soprascritto livello perché lui è successo nelle raggioni delli eredi del soprascritto ser Bonaldo Suardo» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 364r). |
1643, apr. 27 span> | | «Alla partita del sig. Lodovico Thealdo, in luogo di Hieronimo Thealdo et gli heredi q. Bonaldo Soardo, in luogo del q. Ruberto di Latisana, per metà, sopra la casa che fu del soprascritto messer Roberto e per avanti di messer Zorzi suo suocero; hora gli heredi Gabrielis in luogo del sudetto Bonaldo la mità, cioè L 8; hora paga la sudetta metà la sign. Giustina Ossi Locatella et l’altra il sig. Onorato Thealdo . La casa è di presente possessa et habitata per la sign. Giustina Ossi Locadella, posta in Mercato vecchio, confina a sol levado con la contrada di Sotto Monte, a mezodν col palagio Thealdo, a sol a monte con la strada di Mercatovecchio et ai monti col sig. Bonaldo Soardo» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 85-86). |
1673-1674 span> | * | «Lodovico e fratello con Onorato loro zio, Tealdo et li eredi Gabriielis, ora a nome dì questi Lorio Lorio, libraro ed inquilino di una parte d’essa casa, pagano di livello L 16» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 364v). |
1743, giu. 28 span> | * | «Dissero i confinadori che la casa è al presente dello sp. ser Pietro Lorio et del co. Giuseppe Tealdi, che confina a lev. strada pubblica detta Sotto Monte, a mezz. il palazzo Tealdi, a sol a monte la strada di Mercà vecchio, et alle monti gl’eredi q. Pollidoro Badoer» (B.C.U., ms. F. XXI, f. 75r). |
1780, genn. 3 span> | * | «Avendo con scrittura privata 19 ag. p.p. stabilito Carlo e Marc’Antonio fratelli q. Pietro Lorio, necnon l’ecc. G.B., altro loro fratello ex parte patris, di cedere in vendita al sig. Carlo q. Francesco Morandini di questa città la casa di loro ragione posta in Mercavecchio per il prezzo di d 2296 L 4 s 7 , a tenor della stima seguita li 26 ag. 1769, prodotta in note del sig. Carlo Muzzenini notaio , tra li confini in quella espressi , Carlo Lorio , per nome anco del rev. Marc’Antonio di lui fratello, necnon come procuratore del suddetto G.B. , vendono al sig. Morandino l’antedetta casa». Nella scrittura privata del 19 ag. 1779 (f. 1724v) si specifica che la casa «viene condotta ad affitto semplice da Liberal Rossi» (A.S.U., N., Francesco Prodolone, 8993, XVIII instr., 1723v — 1725v). |
1801 span> | | Leonardo Morandini (Nomenclatura, f. 61v). |
1809 span> | * | La casa appartiene al negoziante Leonardo Morandini, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 45v). |
1811, lugl. 4 span> | * | Il commissario di polizia di Udine al podestà: «Le innoltro un ricorso prodottomi dal cappellaio Filippo Mander, domiciliato al n. 1848, con il quale fa presente la seguita demolizione o crollo di un pezzo di muraglia situata al vento di ponente della caserma del castello, per la qual apertura vengono gettati dei sassi a pericolo delle persone e case sottoposte » (A.S.U., C.N., 179/XIX, 1362 Orn.). |
1817, ott. 13 span> | | Leonardo del fu Carlo Morandini vende a Giuseppe del fu Pietro Campiutti «una porzione di fabbricha dal corpo del c.n. 1648, composta da un appartamento sopra stanza terranea, rimasta al venditore Morandini, e sotto altri appartamenti supperioni del sig. Campiutti acquistante, contenuta dall’opperazione 19 sett. ultimo decorso, eseguita col mezzo del pubbl. per. Vincenzo Moro ; confina a lev. la contrada detta di Sottomonte, a mezz. casa del sig. Campiutti, a pon. corte del sig. Morandini ed a tram. nob. Girolamo Soardi e per lo prezzo di it. L 1662,97 » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10306, 1107). |
1820, magg. 31 span> | | Leonardo Morandini vende a Giuseppe Campiutti la casa 1648. «Confina a lev. la contrada Sottomonte mediante un magazzino sotterraneo, mezz. Campiutti, pon. Mercatovecchio e sett. Gerolamo Soardi » (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10544, 1104). |
1822, mar. 12 span> | | È di Rosa Deganis Campiutti. La casa poggia su due archi. Le finestre del primo e secondo piano sono ad arco. Viene riformata (A.S.U., C.A. I, 68/X, 1004 Orn. II C, con dis., datato 17 marzo, allegato alla pratica n. 1212). |
1852 span> | * | Pietro Campiutti è proprietario del gruppo di edifici n. 1648-1650 (Competenze, II, f. 6v). |
1874 span> | * | La casa è censita con un numero unico col n. 1649 e 1650. |
1876 span> | * | Nello stabile trovano posto il negozio di mercerie, stoffe e confezioni di Domenico Zompichiatti, la birreria e trattoria “Alla loggia” di Andrea Bischoff e la libreria di Marco Bardusco6 (COSMI-AVOGADRO, 84, 98, 109, 112, 116). |
1883 span> | * | Vi è segnalato ancora il negozio di Zompichiatti, al quale ora si aggiungono quello dell’ottico G. De Lorenzi e la bottiglieria di Dorta e C. (AVOGADRO, 139, 149, 153). |
1886 span> | | Bottiglieria Dorta (DEL PUPPO, Il forastiero a Udine, 446). |
1890-1938 span> | | Bottiglieria Dorta. |
1956, dic. 14 span> | * | La casa è vincolata da decreto del M.P.I. |
span> | | |
NOTE span> | 1 | Si ricordi che la moglie udinese di Gerardo di Fiandra, sposata nel 1497, è Caterina Bianchi detta Cecon (COMELLI, L’arte della stampa, 41). Roberto da Latisana quindi conosce il futuro suocero del tipografo e qualche anno dopo, nella stessa sua casa, ospiterà librai. |
span> | 2 | Roberto da Latisana ne segnala la presenza ad un atto già il 1 dic. 1490 (A.S.U., N., 5341, Istr. 1487-1533, sub anno, f. 75v — 76r): «Mag. Victore libraro Utini in Foro veteri, filio ser Salvatoris de Bergamo». Contemporaneamente a Vittore in Mercatovecchio in un luogo imprecisato tiene bottega anche il libraio Zanetto, come ci tramanda lo stesso notaio. «Actum Utini, in Foro veteri, ante appotecam Zanetti librarii» (A.S.U., N., 5341, Istr. 1487-1533, sub anno, f. 36r — 36v). Che si tratti di Giovanni Lorio (COMELLI, L’arte della stampa, 63)? Per Vittore: BATTISTELLA, I Lombardi, 70; COMELLI, L’arte della stampa, 63; C., Curiosità udinesi. Un antico libraio di Udine, 55; JOPPI, L’arte della stampa. |
span> | 3 | Per Agostino Geronimiano vedasi n. 1424. |
span> | 4 | Bonaldo Soardi è presente ad un atto rogato da Roberto da Latisana sulla pubblica via in Sottomonte il 16 giugno 1511 (A.S.U., N., 5341, Istr. 1487-1533, sub anno, f. 72r). |
span> | 5 | Da non confondersi con l’omonimo tipografo operante alla fine del Cinquecento: COMELLI, L’arte della stampa, 10, 72-74; PASTORELLO, Tipografi, 52. |
span> | 6 | Per Marco Bardusco vedasi n. 638. |
span> | | |
BIBLIOGRAFIA span> | | AVOGADRO, Guida, XIV; BATTISTELLA, I vecchi teatri, 36; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 266-267; BRAGATO, Guida, 175; BUCCO, Il neoclassicismo udinese, 69; BUCCO, La cultura riccatiana, 116; CORGNALI, I nostri vecchi caffè, 112; CORGNALI, Quistions... Sù e jù par Marciatvieri; Di un caffè e di una banca, 83-87; Udine in tuba, 17-26; ERMACORA, Vino all’ombra, 73-74, 86; FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191; MASUTTI, Dalla lista dei clienti, 10; PALLADIO, Memorie, 27; PERUSINI-ANTONINI, Un secolo nella memoria, 17; PICCO, Negozi che abbelliscono la città; PICCO, Lo studio di un nostro distinto artista pittore; PICCO, Il caffè Dorta e la società di commercianti, 362-363; PILOSIO, Aspetti dionisiaci, 322; QUERINI, Nel primo centenario, 68; S[ACCOMANI], Il ristauro, 43; VALENTINIS, Udine antica, 11; VATRI, I caffè di Udine, 106; ZORZI, Le opere pubbliche, 83-84, 88-89. |
|
1649 | |
1491, dic. 4 span> | * | Proprietà di Gerolamo Tealdi1. Vedasi n. 1648. |
1501, febbr. 17 span> | ° | Le case sono di Girolamo Tealdi e, sin dall 1487, affittate a Vincenzo e fratelli di Bergamo. Distrutte da un incendio vengono di nuovo affittate a Vincenzo di Bergamo a condizione che le riedifichi a sue spese (not. Luigi Cerei). |
1504, apr. 11 span> | * | «Actum Utini, ante appotecham draparie fratrum testium infrascriptorum, presentibus ser Vincentio et ser Manfeo fratribus mercatoribus olim ser Donati Bergomensis Utini habitantibus et ser Antonio q. ser Iohannis de Tassis de Bergamo testibus » (A.S.U., N., Matteo Scala, 5326, XXI instr., f. 22r). |
1507, magg. 26 span> | * | «Actum Utini in via de Submonte prope domos Hieronymi de Thealdis» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. istr. 1487-1533, sub anno, f. 30r). |
1512, ott. 20 span> | * | «In contrata de Submonte, prope domum ser Hieronymi de Thealdis» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. istr. 1487-1533, sub anno, f. 9r). |
1512, nov. 13 span> | * | «In Foro veteri sub porticibus domorum Hieronymi de Thealdis» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. istr. 1487-1533, sub anno, f. 14v). |
1513, febbr. 8 span> | * | «Io Mafio della Porta i’ò alivelado la nostra chasa posta in chavo Marchà vigio, la qual fo de ser P. Gorgo, a ser Antonio spiziar de Chordovado de Susana» (A.S.U., Arch. della Porta, 21). |
1530, nov. 3 span> | | Rocco q. Maffio della Porta affitta per un anno a Giovanni Bonaldo, che abita in contrada S. Antonio, una bottega nella casa in Mercatovecchio con scansie, banchi e vasi di pietra per tener olio, per d 9 (A.S.U., N., Gabriel Gozzadino, 5817, Istr. 1529-1531, f. 88r — 88v). |
1569, mar. 3 span> | * | «Il Tealdo è primo cugino di Nicolò Manini et la casa sua è quasi contigua al castello, per mezzo della quale furon assassinati li q. mess. Claudio et q. mess. Livio Colloredi» (A.S.U., Arch. Lovaria, 14, Processo per l’uccisione di Nicolò Partistagno, f. 141v — 142r). |
1571, genn. 16 span> | * | «Actum Utini in Foro vetere sub domibus Thealdis, ad cancellum d. Iacobi Portii civis et notarii Utinensis » (A.S.U., N., Giovanni M. Uccelli, 6076, f. 98v — 99r). |
1586, ag. 12 span> | * | Studio del notaio Leonardo Agricola, (B.C.U., ms. 1460, not. Leonardo Agricola, Prot. istr. 1584-1588, f. 77r -78r). |
1593, apr. 13 span> | ° | «Actum domi nob. ser Hieronimi Thealdi prope palatium huius civitatis» (not. Michele da Latisana). |
1624, giu. 25 span> | * | Studio del notaio Rocco Carminati (A.S.U., N., Rocco Carminati, 7114, V instr., f. 106v). |
1669, ag. 15 span> | * | Bottega di Giacomo Lorio (A.S.U., N., Giulio Bonecco, 7861, II instr., f. 8v). |
1673, febbr. 20 span> | * | «Fatto in Udine, nel studio del sp. sig. Marc’Antonio Tarondo, sotto la casa delli Thealdi» (A.S.U., N., Giulio Bonecco, 7861, III instr., f. 39r). |
1680, lugl. 17 span> | * | Studio del notaio Benedetto Bergamino (A.S.U., N., Benedetto Bergamino, 7673, XVI instr. f. 3v). |
1698, nov. 4 span> | * | Studio del notaio G.B. Caratti: «Fatto in Udine, nel studio del sp. sig. G.B. Carratto, sotto le case Thealdi» (A.S.U., N., Francesco di Andrea Brunalleschi, 8300, I instrom., f. 9r). Il notaio Brunalleschi ne segnala altre volte l’esistenza, almeno fino al 4 marzo 1709 (A.S.U., N., Francesco di Andrea Brunalleschi, IV instrom., f. 11r). |
1724, febbr. 10 span> | * | Studio del notaio G.B. Fabrizio (A.S.U., N., G.B. Fabrizio, 9137, Istr. 1724-1729, f. 16r). |
1731, magg. 21 span> | * | Inventario dei mobili della casa dominicale in Udine lasciata dal fu Gerolamo Tealdi iuniore: «Per la casa dominicale, pretendendo li nobili signori coo. fratelli Thealdi, che per esser di raggion feudale, non soggiacia a conditione delli fideicomissi preacenati, né vedendo io sopra ciò seguito alcun giudicio, perciò non la comprendo nel presente allibramento sino ad altro ordine della giustitia» (A.S.U., N., Francesco Tracanelli, 8529, Allibramento della eredità del q. nob. sig. co. Gerolamo Tealdi iuniore, f. 108v — 112r). |
1738, genn. 16 span> | * | «Fatto in Udine, nello studio del nob. Francesco Tracanelli, sotto le case Tealdi» (A.S.U., N., Bartolomeo Pavona, 9137, I instr., f. 2r — 2v). |
1744 span> | | «Tealdi. Abitano vicino alla pubblica loggia andando in Castello» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191). |
1747, febbr. 23 span> | * | Studio del notaio Francesco Lorio (A.S.U., N., Francesco Lorio, 8712, XXI istr., f. 10r). |
1749, giu. 26 span> | * | Il cronista Cipolla narra che durante un temporale, a suo dire memorabile (vedasi n. 751), un fulmine «diede in certe colone dicono del palazzo Tealdi, che è vicino alla pubblica Loggia» (CIPOLLA, Memorie, B.C.U., ms. 133 fondo Joppi, f. 71r). |
1792, magg. 8 span> | ° | Il co. Girolamo q. Panfilo Antonini (erede Tealdi) affitta al Casino dei nobili di Udine il suo palazzo in Mercatovecchio, per venti anni, rinnovando eguale locazione del 12 febbr. 1772, per L 1240 (not. Andrea Brunelleschi). |
1801 span> | | Eredi del co. Girolamo Antonini2. Casino dei Nobili (Nomenclatura, f. 61v). |
1808 span> | | Passa a Campiutti (B.C.U., Registro anagrafico, ms. 85 fondo Joppi, f. 40r). |
1809 span> | * | La casa appartiene al patrocinatore Giuseppe Campiutti. «Locale detto del Casino» (Registro delli aloggi, f. 45v — 46v). |
1815, giu. 30 span> | | Si accorda al sig. Campiutti di inalzare la casa n. 1649. Al secondo piano vi erano delle finestre molto basse (A.S.U., C.N., 180/1815/III, 4671 Orn. XIX, con dis., dell’ing. Malvolti). |
1816, giu. 7 span> | | Studio del notaio Luigi Bertoldi: «Fatto e pubblicato sulla riva del castello nel mio studio in pian terreno della casa n. 1649, che fa angolo colla contigua contrada di Mercavecchio» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10364, 1862). |
1818, lugl. 8 span> | * | La deputazione d’ornato al podestà: «Incombenzata persona apposta onde levasse a norma dei concertati li n. 5 pedistali di pietra esistenti sulla pubblica strada, rimpetto al locale fu Sbruglio in Mercato Vecchio, ora del sig. Campiutti, non ha potuto la stessa effettuare l’asporto mentre il sig. Campiutti stesso si oppose all’opera, asserendo essere quelli parte pure della proprietà ivi acquistata. Incontrastabile però che i pedestali sucittati sono di appartenenza dell’ora sciolta Società del casino » (A.S.U., C.A. I, 18). |
1822, mar. 12 span> | °° | Vedasi n. 1648. |
1836, apr. 11 span> | | È di Pietro Campiutti. Vedasi prospetto a terreno verso la riva del castello (A.S.U., C.A. I, 254/X, 1851 Orn. II C, dis.). |
1840 span> | | «Verso il 1840, un certo Prezioso apri un caffè sotto il porticato del palazzo Campiutti, un tempo proprietà del co. Antonini. Quel grandioso palazzo ed annessi locali, cioè l’uno che prospetta sulla riva del Castello e l’altro verso Mercatovecchio, sono costruiti su disegno dell’architetto e scultore Michele Zuliani di Udine, autore di varie opere architettoniche e premiato per il progetto della caserma degli invalidi che doveva erigersi in Milano sotto il governo napoleonico» (PICCO, Caffè del Commercio). |
1852 span> | * | Appartiene a Pietro Campiutti (Competenze, II, f. 6v). |
1866 span> | | Caffè Nazionale3. |
1869 span> | ° | È dei frat. Dorta svizzeri. Vedi prospetto verso riva del castello (A.M., Ornato 1865-73). |
1876 span> | | Sede della Banca Popolare Friulana (COSMI-AVOGADRO, 73). |
1876 span> | * | Studio del notaio Francesco Pupatti e recapito del rappresentante e spedizioniere Giacomo Hirschler (COSMI-AVOGADRO, 91). |
1892-1919 span> | | Caffè Dorta. Vedasi n. 1650. |
span> | °° | L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 14 dic. 1956 ai sensi della L. 1089/1939. |
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NOTE span> | 1 | Per la famiglia Tealdi: B.C.U., fondo Joppi, ms. 84, p. 33; MONTICOLI, Cronaca, 42. |
span> | 2 | Si tratta del co. Panciera di Zoppola, come precisa l’aggiunta al testo del Registro anagrafico, f. 40r. |
span> | 3 | Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte. |
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STUDI INEDITI span> | | BUCCO, Il Neoclassicismo, I, 69. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | AVOGADRO, Guida, XIV; BATTISTELLA, I vecchi teatri, 36; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 266-267; BUCCO, La cultura riccatiana, 116; CANDIDO, Cronaca, 27; Di un caffè e di una banca, 83-87; ERMACORA, Vino all’ombra, 73-74; L. PALLADIO degli OLIVI-N. CAIMO DRAGONI, Memorie, 27; PERUSINI ANTONINI, Un secolo nella memoria, 17; PICCO, Il caffè Dorta e la società dei commercianti; PICCO, I principali caffè; PICCO, Lo studio di un nostro distinto artista pittore; PILOSIO, Aspetti dionisiaci, 322; QUERINI, Nel primo centenario, 68; S[ACCOMANI], Il ristauro, 43; VALENTINIS, Udine antica, 11; VATRI-CORGNALI, I caffè di Udine, 106; ZORZI, Le opere pubbliche, 83-84, 88-89. |
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1650 | |
1765, ag. 13 span> | * | «Avendo Danielle q. Battista e Domenico q. Zuanne cugini Zanutti di Rivarotta, erretta senza saputa del co. Giovanni Enrico di Sbruglio una fabrica sopra il muro di chiosura del conte ed avendo con tale fabrica altresν essi Zanutti fatto otturare due fenestre imperiali d’una fabrica del predetto conte, al che essendosi ben giustamente commosso il co. Enrico e ricorso alla giustizia, onde vederli obligati alla demolizione della fabrica et il ripristino d’ogni cosa, al che interpostosi la mediazione di soggetto valevole presso il conte ed essendo accondisceso il medesimo a secondare l’efficacia degl’uffizi fatteli previa la riapertura delle due finestre che erano otturate, detto conte è accondisceso ad accordare la sussistenza della fabbrica medesima verso l’obbligazione infrascritta . Comparso presso me notaio , ser Daniele Zanutti , facendo anco a nome di Domenico suo cugino , si è obbligato di annualmente in perpetuo e nella ragion di livello infrancabile al co. Giovanni Enrico de Sbruglio in gratia della sussistenza della fabbrica erretta sopra fondi incompetente e che recca non lieve soggezione alla casa Sbruglio, alla Ss.ma d’agosto formento pisonali tre, che sii bello, netto, secco e ben crivellato , principiando l’anno 1766 » (A.S.U., N., Francesco del fu Alessandro Brunalleschi, 9196, XII instr., f. 148r -149r). |
1798, dic. 20 span> | * | «Il nob. Rizzardo di Sbruglio , per conto della co. Mariana n. Antonini, moglie rel. del nob. Francesco di lui fratello , ha locato a Antonio f. di Andrea Collotti calligaro, oriundo di Gorizia , una stanza formata da due mezadi a pian terreno delle case della co. Mariana, posti sopra la Riva del castello, verso l’annuo affitto di ducati venti » (A.S.U., N., Ignazio Brunelleschi, 10162, III instr., 344, f. 462r — 462v). |
1801 span> | | Eredi del co. Girolamo Antonini. Locanda “Al leon d’oro” (Nomenclatura, f. 61v). |
1804, genn. 10 span> | * | «Fatto in Udine, nella bottega del sig. Lazzarini al Leon d’oro» (A.S.U., N., Francesco Girardi, 10616, IV instr., 39, f. 51v). |
1808, genn. 12 span> | | Giulio e Girolamo figli di Antonio Panciera di Zoppola e di Armellina di Strassoldo vendono a Giuseppe Campiutti lo stabile posto alle falde della Riva del castello n. 1650, per it. L 31739,96. «Confina a lev. corte promiscua unitamente al portone d’ingresso, mezz. la Riva del castello, pon. Mercatovecchio e alle monti Leonardo del def. Carlo Morandini » (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10324, 22). |
1809 span> | | Rizzardo di Sbruglio (parte) (Registro delli aloggi, f. 45v). |
span> | * | Affittuale il locandiere Tommaso Spezzotti (ibid.). |
1811, mar. 21 span> | | Marianna Antonini Sbruglio vende a Giuseppe fu Pietro Campiutti la casa n. 1650 per L 15862,40. «Confina a lev. coll’androna Sottomonte, mezz. strada che dal castello discende alla strada presso il palazzo della comune, pon. parte con corte promisqua colla casa fu Zoppola ora Campiutti e parte con sito di scale fu Zoppola ora Campiutti ed a tram. parte in peppiano col sig. Leonardo Morandini e parte in primo e secondo appartamento col sig. Soardi » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10586, 392). |
1852 span> | * | Appartiene a Pietro Campiutti (Competenze, II, f. 6v). |
1945, febbr. 20 span> | | Distrutta in parte da una bomba. Fu alzata. |
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1651 | |
1640, giu. 27 span> | * | «In Udine, in la contrada di Mercavecchio, in casa dell’infrascritta signora Anna Franceschinis, in la stancia drio la botegha » (A.S.U., N., Giacomo Causilico, 7266, Instr. XII, f. 17r — 18r). |
1641, giu. 11 span> | | I figli del q. Lorenzo Franceschinis e di Anna Blozzo, guantai, che avevano data a godere al sig. Valentino Orgnani, notaio una casa, posta presso il porton del castello1 per d 250, chiedono di poterla vendere al sig. G.B. Bartoloni, loro cognato, per d 500, con patto di recupera (B.C.U., ms. DD. IV, f. 71r — 71v). |
1641, giu. 11 span> | | I figli del sig. Lorenzo Franceschinis vendono a G.B. Bartoloni fu Francesco, abitante «in Udene, nella bottega del Jesus», la «casa posta al porton di castello, già avuta a godere dalli nobili Frangipane fin l’anno 1613, 31 gennaro, per mano del q. Pietro Fistulario» e quindi acquistata per libera e propria nel 1610, ag. 12, atti del not. Rocco Carminati (ibid.). |
1642, mar. 24 span> | * | «Nella bottega de’ sigg. Franceschini, guantari, cioè nel magazeno di dietro» (B.C.U., ms. DD. IV, f. 72r — 73r). |
1643, lugl. 2 span> | * | «Il sig. G.B. Bortoloni , mediante la cessione fattagli nell’instrom. delli 12 magg. passato dalla nob. Cecilia figlia del q. Placido Varmo, con l’intervento del nob. Antonio Soardo suo consorte, ha rinonciato tutte le ragioni per lui acquistate nel detto instrom. sopra una casa posta nel recinto del castel pretorio alla sinistra dell’ascesa cum onere et onore , perché S.E. ha rimborsato a detto Bortoloni d 150, che egli confessa aver ricevuto in contanti da m. Pietrantonio Navarra in nome del medesimo luogotenente ;» d’altra parte «rinoncia assolutamente in perpetuo ad esso G.B. quella parte di cortile ed orticello col fondi di detta casa che resterà intatto dalla fabbrica della scala nella montada del castello verso mezzogiorno, all’effetto di che S.E. ha fatto l’aquisto di essa casa per render piϊ confacevole l’architettura ed abelir il prospetto del medesimo castello con la demolizione di quella che l’occupava. Perché all’incontro il sig. G.B. contenta che nella fabbrica della scalla possa S.E. pigliar quella parte che del suo orto nel cantone, che occorrerà per ben situarla alla total soddisfazione di S.E., che promette di mantenir ad esso e sucessori la porzion di sito e piana predetti liberi anco ed esenti d’ogni carico e gravezza » (B.C.U., ms. DD. IV, f. 74v — 75v, not. Bernardino Orgnani). |
1658, sett. 28 span> | * | «Fatto in Udine, nel studio del sp. sig. Francesco Sala appresso il portone del castello» (A.S.U., N., Orazio Agricola, 7735, Instr. I, f. 32v). |
1658, dic. 29 span> | * | « Antonio figlio del q. Bernardin Orniano , per nome suo e delli fratelli minori , ha dato al sig. Valentino Orniano, suo zio paterno , tutte le ragioni che hanno sopra le due stanziette terranee o studii situati presso il porton del castello , l’uno di presente tenuto per detto Valentino e l’altro per il sig. Tomaso Saila, già acquistate per instrom. publico per Bernardin loro padre dalle sorelle Frangipane di Castello, sive dal nob. Francesco Savorgnano habitante in Artegna ; e questo perché detto ser Valentino assume in sé l’obbligo contratto per detto Bernardin con esso instromento, che è di corrispondere annualmente a detta sign. Frangipane, sive sig. Savorgnano, ducati quattordici » (A.S.U., N., Paolo Fistulario, 7706, I instr., f. 38v - 39r). |
1690, nov. 24 span> | * | Studio del agt. Antonio Orgnani (A.S.U., N., Antonio Orgnani, 7846, XIX istr., f. 111r). |
1702, nov. 10 span> | * | Vi abita Lia Franceschinis n. Zapetti (A.S.U., N., Girolamo Dell’Oste, 7907, VIII instr., f. 265r — 266v). |
1734, magg. 4 span> | | Rev. G.B. Bartoloni e Francesco q. Antonio vendono la casa a Francesco, pre’ Gregorio e Martino fratelli Rizzi per d 1300. «Detti Bartoloni rilasciano alli Rizzi tutti li mobili esistenti nel mezodo della casa, eccettuato il specchio ; essendo la casa feudale, dovranno li Bortoloni soccomber per l’investitura ed a qualunque spesa che occorresse per tal motivo » (B.C.U., ms. DD. IV, f. 75v — 77r). |
1737, nov. 27 span> | * | «Fatto in Udine, in casa del sig. Francesco Rizzi, appresso il portone del castello» (A.S.U., N., Giovanni Daniele Caratti, 8075, Instr., f. 71r — 71v). |
1801 span> | | Mons. canonico Rainis e nipoti (Nomenclatura, f. 61v). |
1809 span> | * | Appartiene a Francesco e fratello Rainis, che vi abitano (Registro delli aloggi, f. 44v). |
1819, mar. 10 span> | | È di Francesco, Innocenzo e Raffaele q. Michele Rainis (A.S.U., C.A. I, 24/XI, 865 Orn. II C). |
span> | * | I Rainis «per l’interne operazioni fatte nell’orticello annesso alla casa stessa, devono demolire d’un piede e mezzo circa il muro vecchio di loro ragione, che serve di confine e di chiusura al predetto orto dal lato di mezzodν. Questa piccola demolizione si fa, perché l’orto sia piϊ ventilato e solleggiato, e nello stesso tempo per rendere piϊ regolare il muro e coprirlo nella sua sommità onde preservarlo dall’ingiurie del tempo. Con questo muro guarda quella porzione di riva, che conduce al castello subito passato il portone: cosν i sopradetti fratelli prima d’intraprendere questa demolizione hanno creduto di far nota di tal operazione a questa deputazione comunale e nello stesso tempo di fare istanza perché venghi permessa l’operazione medesima assolutamente innocua». Il permesso è accordato (ibid.). |
1850 span> | ° | È di Ferdinando Corradini (A.M., Atti Ornato 1843-1851). |
1852 span> | * | Proprietà degli eredi di Michele Rainis (Competenze, II, f. 6v). |
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NOTE span> | 1 | L’espressione «posta al porton del castello» richiama un atto del 23 sett. 1529: «Utini, in domo nob. ser Danielis de Andriottis penes portonum castri, nunc tenta et habitata per sp. d. capitaneum civitatis Utini » (A.S.U., N., Gabriele Gozzadini, 5817, Istr. 1529-1531, f. 21r). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Archivum... Catastico, 1, 294; BATTISTELLA, Il Casello, 52. |
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1652 | |
1515, febbr. 6 span> | | «Ego Henricus de Valentinis1 doctor livellavi suprascriptum hortum d. Bonaldo de Soardis2 recipienti nomine suo et fratrum» (B.C.U, ms. 2277, Quaedam fragmenta reperta ex familia Valentinorum qui Aquilegienses extiterunt ex scripturis antiquis repertis hic in terra Utini, f. 77r). |
1643, magg. 12 span> | | Il sig. G.B. Bortoloni acquista dal nob. Antonio Soardo e moglie Cecilia q. Placido di Varmo tutte le ragioni ad essi spettanti in forza di contratto d’affittanza 9 nov. 1619 (atti Mario Gozzadini), sopra una casa «nel giron del castello pretorio fatta loro dalla nob. Altabella Frangipana» (B.C.U., ms. DD. IV, f. 73r — 74v). |
1643, lugl. 2 span> | | G.B. Bortoloni cede al luogotenente tutti i suoi diritti acquistati con atto 12 maggio 1649 su la casa già Frangipane «posta nel recinto del castello alla sinistra dell’ascesa» riservandosi «quella parte di cortile ed orticello col fondi di detta casa che resterà intatto dalla fabbrica della scalla nella montada del castello, verso mezzogiorno all’effetto di che S.E. ha fatto l’acquisto di essa casa per render più confacevole l’architettura ed abellir il prospetto del medesimo castello con la demolizione di quella che l’occupava il sig. G.B. contenta che nella fabbrica della scalla possa S.E. pigliar quella parte del suo orto nel cantone, che occorrerà per ben situarla alla total soddisfazione di S.E. » (B.C.U., ms. DD. IV, f. 74v — 77r). |
1705, sett. 16 span> | * | «Fatto in Udine, in casa Bortoloni, appresso il portone del castello» (A.S.U., N., Girolamo Dell’Oste, 7907, VIII instr., f. 195r — 196v). |
1801 span> | | «Casa della città sopra la Riva del castello» (Nomenclatura, f. 61v). |
1809 span> | | Santo Gobetti, portiere (Registro delli aloggi, f. 45v). |
span> | * | Nella casa abita l’industriante Orsola Cumero (ibid.). |
1839, sett. 3 span> | * | « Rosa Manfredi Tonelli cede al sig. Carlo Prucher la di lei casa con fondi, situata presso il pubblico castello, composta di più abitati, con corticella, orto e sottoportico, marcata col c.n. 1652 , a cui fa coerenza a lev. e mezz. via pubblica, pon. Rainis dott. Francesco ed a tram. il dott. Pietro Campiutti . La vendita viene fatta pel prezzo di austr. L 3600 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10493, 12338). |
1848, magg. 17 span> | * | Stato e grado della «casa c. n. 1652, posta a sinistra salendo per la scala maggiore, di proprietà Carlo q. Antonio Prucher». Nella stessa descrizione viene definita «amena abitazione» con giardinetto e, a levante di questo, «porticale coperto a coppi» (B.C.U., F. p., ms. 852 fasc. Schizzi di disegni/V, con schizzo della pianta e misure). |
1849 span> | * | Vedasi n. 1659. |
1852 span> | * | Proprietà dell’erario (Competenze, II, f. 7v). |
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NOTE span> | 1 | L’annotazione è preceduta da una prima notizia priva di data: « Tempore quo inter consortes de Valentinis fuerunt divise domus que erant in Foro veteri. In portione d. Bartolomei avi mei inter cetera obvenit quidam hortus seu quedam pars montis que est posita Utini subtus montem. Confinat impresentiarum ab uno lathere cum d. Romanello de Soardis et cum via publica a parte anteriori. Quem hortum seu partem montis solemus annuatim locare pro libris tribus solidorum» (B.C.U., ms. 2277, Quedam fragmenta reperta ex familia Valentinorum qui Aquilegienses extiterunt ex scripturis antiquis repertis hic in terra Utini, f. 77r). I Valentinis possedevano ab antiquo case in Mercatovecchio. I documenti compulsati però non trasmettono dati sufficienti per identificare i fondi con quelli citati dalle testimonianze cinquecentesche. Per esempio il 13 magg. 1410 il not. Giovanni Missulini roga un atto «in Foro veteri, in camera cubiculari domus Valantini di ser Enrico Valentinis (A.S.U., Giovanni Missulini, 5150, Istr. 1410, f. 21r). Il 30 lugl. 1523 Gerolamo Vanni degli Onesti ne ricorda una torre: «Uno horto fra la casa de nostra habitation e la torre di quelli de Valentinis e la strada de Sottomonte, a noi venduto per ser Zuanne q. ser Artico de Valentini pro precio de ducati trentauno » (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotolo Vanni degli Onesti). Per Enrico de Valentinis: SAMBIN, Gregorio Amaseo, 42. Sulla famiglia Valentinis in generale: Appendice alla stampa della vita della b. Elena da Udine, 7 e anche infra ai n. 1810, 1811 e 1812. |
span> | 2 | Per la famiglia Soardi: MONTICOLI, Cronaca, 64. Vedasi inoltre n. 1647. |
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1653 Castello | |
span> | | Fu costruito dall’architetto Fontana nel 1517 dove sorgeva l’antico castello, distrutto dal terremoto nel 1511. |
1449 span> | | I luogotenenti sono costretti a risiedere in castello. Il primo ad abitarvi fu Fantino III Viaro (PALLADIO degli OLIVI, Historie, II,32). |
1511, mar. 26 span> | * | «Millesimo1 quingentesimo undecimo mercurii vigesima sexta martii hora vigesima cum dimidia, parum tamen antequam signum descendisset in lineam rectam dimidiam, cęlo nubilo, terremotus ingens ab omnibus citra Tiliaventum incolentibus auditus est, quo pars castri Utinensis puteum versus subito corruit oppressis duabus ancillis locumtenentis et prostratis eo momento multis ędificiis in civitate Austrię, Faedis in Fontebono, Glemonę et in aliis plerisque patrię locis. Duravit per spacium Ave Marię et eo minus et ego et vidi et sensi domum meam undique fluctuare in qua tunc eram, ex alto repente descendente ceu armorum fragore. Statim facta fuit hic Utini supplicatio solennis ad placandam Dei iram. Nam apud nos fuit numquam maior terrę tremor nec hominum timor. Utinam non eveniat par aut maius ostentum. Illud vero omitto quod e puteo S. Ioannis recluso ut ventis daretur exitus in centro terrę tumultuantibus extracta fuerunt cadavera duorum marium ut unius fminę; nomina ignorata sunt ob mutatas formas a deturbatione cura quę fuit ut eodem tempore cladis turrianę. A. Bellonus manu propria» (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5448, Prot. Fides et taciturnitas, f. 109v). |
1517, apr. 8 span> | * | Vedasi n. 1664. |
1518 span> | * | Memoria di epigrafe su pietra estratta dalle muraglie del vecchio castello; la pietra, secondo il cronista, era custodita da Anastasio Monticoli (CIPOLLA, Memorie, B.C.U., MS. 133, f. 40r). |
1555, lugl. 31 span> | * | «In castro, ante carceres, sub porticibus» (A.S.U., N., Sabbatino Beltrame, 5858, Istr. 1554-1555, f. 117r). |
1558, magg. 2 span> | * | «Cianus q. Colai Menosii de Zuglano convenit cum nob. Francisco de Francischinis cive Utini , suo et collegarum nomine pręsidentium fabricæ palatii comunis Utini, et promisit ei dare ollas sexdecim calcis bonæ et sufficientis hinc ad dies quindecim hic Utini conductas, in ratione soldorum octo pro singula olla » (A.S.U., N., Mario Albino, 5949, 1558 Instr., f. 41v). |
[1566] span> | * | Le seguenti note del 1566 sono tratte da un fascicoletto ms. autografo di Francesco Florianis, intitolato «Conto deli marangoni, cavapiere 12, tagliapiere per la fabrica del salon del castello (A.S.U., ms. di provenienza ignota, senza attuale segnatura. Numerazione superata: 880)2. |
1566, febbr. 28 span> | * | «Mistro Battista Scandolin, marangon de Udene, et m. Andrea molinaro de Bohemia, habita in Udene, denno haver per sua mercede di haver tolto sopra di sé a far et fabricar il soffitado della salla grande dil magnifico parlamento in castello, nel modo et con le condittioni contenute nel scritto della obligation ripromessa per loro fatti alla presentia del clariss. sig. Francesco Duodo luogotenente della Patria, di mano di mess. Piero Contrino, nodar di cancelleria, adν soprascritto cossi d’accordo in ducati dosento e vinticinque » (A.S.U., ms. Florianis, f. 2v). |
1566, mar. 1 span> | * | «Dieno dar li contrascritti Battista et Andrea per tanti hebbero, ducati cinquanta » (A.S.U., ms. Florianis, f. 3r). Altro contributo agli stessi è registrato il 14 giugno seguente (ibid.). |
1566, mar. 12 span> | * | «Taggiapiere. M. Martin q. m. Zuane Marcon, m. Primo suo fratello, m. Daniel de m. Iacomo Candoto, m. Santonio de m. Antonio Bergamasco de Faedis denno haver per il mercà fatto con il luogotenente de lavorar tutte le piere contenute in la fabricha che hora s’ha da fare per la fazzada dela salla del castello, comprese in essa fazzada, come appar nel scritto de dν soprascritto fatto de man de mess. Hieronimo Fistulario, con li patti et condittione in esse contenute, ducati cento e trenta » (A.S.U., ms. Florianis, f. 6v). Seguono pagamenti registrati il 6 apr., 2 e 31 maggio, 5 e 29 luglio, sempre agli stessi (A.S.U., ms. Florianis, f. 7r). |
1566, apr. 24 span> | * | «Marangon m. Iseppo de Carlo, marangon in Merchà vechio, die haver per sua mercede di haver tolto a tutte sue spese et interesse sopra la porta del salon de castello dalla parte di dentro un pergolo de legname secondo il dessegno, fatto per man di me Francesco Florianis pittor, ducati diese . Il soprascritto die haver per sua mercede di haver tolto à sue spese et interesse la porta grande del detto salon, come appar del tutto de man de mess. Nicolò de Varmo, coadiutor in cancelleria, cossi d’accordo d 20». Entrambe le annotazioni sono cassate (A.S.U., ms. Florianis, f. 7v). Seguono due annotazioni, rispettivamente del 20 aprile e del 17 maggio, per pagamenti allo stesso in relazione al «pergolo» e alla porta (A.S.U., ms. Florianis, f. 8r). |
1566, apr. 25 span> | * | «Locumentenens. Per tenor delle presenti comandamo a m. Francesco di Zani q. m. Odorigo, m. Ottavian de Zani, m. Martin fratello di ditto Francesco, m. Domenego Vinazza et. m. Iacomo di m. Antonio Bergamascho di Faedis cavapiere che, in pena di ducati 50 et tratti tre di corda, non debbano in modo alcuno lavorar né cavar pietre ad alcuna persona fintanto che non habbino finito di cavar le pietre che fanno bisogno per la fabrica del castello » (f.v. inserito nel ms. Florianis). |
1566, magg. 7 span> | * | «Franciscus Duodo Patriæ Fori Iulii locumtenens generalis. Essendo stati delν alcuni carredori per cargar le pietre, che fanno di bisogno per la fabrica del castello, par che non le ritrovano preparate subendo che sono necessitati partirsi senza cargo alcuno. Però per tenor del presente mandato, comandamo a voi m. Francesco di Zanni q. m. Odorico, m. Ottavian di Zanni, m. Martin fratello di detto Francesco, m. Domenigo Vinazza et m. Iacomo de m. Antonio Bergamasco di Faedis cavapietre, che in pena di ducati 50 et tratti 3 di corda, subbito zonto delν quelli carredori che venirano per questo effetto, dobbiatti consignarle carri quatro di pietra, acciò che se possi dar fine all’opra di già incominciata, cossi eseguirete; non dando conto, che poi siano condutte a vostre spese, danni et interesse » (f.v. inserito nel ms. Florianis). |
1566, magg. 16 span> | * | «M. Martin taiapiera, habita in Pracluso all’incontro delle moneghe de S. Chiara, die haver per accordo fatto con il luogotenente per» la fornitura «de quatro pezzi de piere greze de Gradisca per far doi arme et doi epitaphii della qualità et mesura che gli ha dato mess. Francesco de Florianis ducati ondese per chadauno, le qual piere esso m. Martin è obligato far che siano condutte in questa città all’ultimo del presente mese » (A.S.U., ms. Florianis, f. 5v). |
1566, giu. 22 span> | * | «M. Gasparo Toreto de Venetia, habita in Gradisca, die haver per sua mercede de far le doi fenestre che guarda verso la corte con doi ovadi sopra, come appar scritto de man de mess. Piero Contrin de dν soprascritto, d 27 » (A.S.U., ms. Florianis, f. 3v). Seguono pagamenti allo stesso registrati in dieci rate (A.S.U., ms. Florianis, f. 4r). Inoltre, in una carta sciolta, inserita nel quadernetto, sono segnati altri pagamenti a Gasparo Torretto, redatti da Gerolamo Brazzacco per sei voci e di nuovo di mano del Floreanis per la settima e ultima. Non ne è precisato il motivo. |
1567 span> | * | «Si pagano ogn’anno imposizioni per la fabrica del castello di Udine e l’anno passato solamente per la fabrica di una scalla di esso castello L 62» (A.S.U., C.R.S., 287/1, Allegato alla stampa per il canale di Corto. Notifica giurata dell’abbazia 1567, f. 3r). |
1655, ott. span> | * | «Disegno del palazzo del luogotenente d’Udine et inventari della robba portata da ser Nicolò Venier, che al presente si ritrova in detta carica dattami da Carlo Ferri, fu nostro cameriero» (B.C.U, copia mss. fondo Perusini nel museo civico di Udine). |
1678, lugl. 11 span> | * | «Fatto in Udine, in castello, nella casa dell’habitatione del maggior Pietro Craina, in una camera d’abasso verso il giardino a man drita » (A.S.U., N., Giulio Bonecco, 7861, IV instr., f. 40r). |
1725, sett. 10 span> | * | «Udine, in castello, nelle stanze d’habitatione del sig. Zuane Lorenzuto, custode delle priggioni» (A.S.U., N., G.B. Fabrizio, 8137, Istr. 1724-1729, f. 83v). |
1727, nov. 15 span> | * | «Udine, in castello, nelle stanze habitate dal strenuo Giovanni Lorenzuti, capitano delle prigioni» (A.S.U., N., G.B. Fabrizio, 8137, Istr. 1774-1729, f. 163v). |
1752, mar. 4 span> | * | Ordine di pagamento al falegname Giuseppe Del Forno «per mercede di sue opere fatte nel castello del guardiano de’ fuochi notturni» (Annales, CXIII, f. 175v). |
1783, genn. 9 span> | * | Ricevuta di pagamento a Leonardo e fratello Minotti «del borgo di sopra» per aver «condotto botte n. 3 di acqua nella cisterna in castello alle ore tre circa della notte suddetta» (A.S.U., C.A., 1/213). |
1795, mar. 3 span> | * | « L 296 s 9 contate a m. Francesco Piva protomuraro a suo rimborso di tale summa impiegata in ps 68 pd 2 di profilli di pietra del castello » (Annales, CXXVI, f. 27r). |
1797-1819 span> | | Servi a quartiere dei soldati (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 24r). |
1802, apr. 5 span> | * | Nel prospetto preparato da Prospero Verzegnassi sulla capienza dei locali adibiti a caserma, nel castello sono previsti 858 soldati (A.S.U., C.A., 153/115). |
1809 span> | * | «Il castello della comune. Serve ora ad uso di caserma militare e per le carceri civili» (Registri delli aloggi, f. 45v — 46r). |
1818-1848 span> | | Fu adibito a tribunale3. |
1848-1899 span> | | Fu adibito a caserma. |
1848, magg. 17 span> | °° | Vedasi n. 1659. |
1852 span> | * | Appartiene all’erario (Competenze, II, f. 7v). |
1876, ott. 16 span> | | È approvata la proposta di aprire un passaggio pedonale fra la Piazza Vittorio Emanuele ed il Giardino attraverso il colle del castello, con la spesa di L 3722,67 (Parti prese...1880, 254). |
1883, magg. 26 span> | | Convenzione stipulata con l’autorità militare per il passaggio dalla piazza al Giardino (Parti prese...1887, 62). |
1899, genn. 20 span> | | Il consiglio comunale accetta lo schema di convegno proposto dal ministero dell’istruzione pubblica per la cessione del castello al comune di Udine (Parti prese... 1903, 4). |
span> | °° | L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 06 nov. 1970 ai sensi della L. 1089/1939. |
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NOTE span> | 1 | Il passo, inserito nel protocollo dei rogiti dell’anno, segue l’altro scritto De clade Turriana (f. 107r - 109v), ugualmente estraneo al normale contenuto dei rotoli notarili. Va ricordato che il noto disegno dei castelli, al centro del quale si tende a identificare quello di Udine, assume un valore particolare in quanto collocato in relazione al testo seguente. |
span> | 2 | Debbo la segnalazione del ms. alla cortesia della dott. Ivonne Zenarola, direttrice dell’Archivio di Stato. Nel fascicoletto composto di 8 fogli, sono inseriti 3 ff. volanti della stessa mano. Proviene certamente da una miscellanea, recando ancora il n. 880. |
span> | 3 | Senza indicazione di fonte nel ms. della Porta. Sia la notizia del periodo 1818-1848 sia quella del 1848-1849 possono essere desunte dal BATTISTELLA, Il Castello, 68-70. |
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STUDI INEDITI span> | | DRI, Il castello di Udine; FACCIOLI-JOPPI, Chiese, I, f. 13v, 10v — 15r, 24r — 31r; LIBERALE, Topografia urbana, XXX-XXXII, XXXIV. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | ANTONINI, Cenni statistici, 31, 35; Archivum...Catastico, I, 299-302; AVOGADRO, Guida, 53; BASCAPÈ, I sigilli, 84; BATTISTELLA, Il castello; BATTISTELLA, Quisquilie, 151; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 118; BATTISTELLA, I vecchi teatri, 83; BATTISTELLA, Brevi note, 70-72; de BENVENUTI, I castelli friulani, 19-24; de BENVENUTI, Il castello di Udine, 11-15; de BENVENUTI, Il volto di Udine, 333-343; BERGAMINI, Affreschi nei castelli, 44; BERGAMINI, Il pittore Giovanni Battista Grassi; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 268-276; BERTOLLA, Note storiche; BRAGATO, Guida, 1-6, 165; BRAIDOTTI, Tomaso Lippomano; CANDIDO, Cronaca, 20, 25, 27; CAVALCASELLE, La pittura friulana, 106, 115, 116, 154, 213-215; CERGNEU, Cronache, 77; CICONI, Udine, 446-448, 455-456; CHIURLO, Epigrafi, 55, 57, 58, 73; COMELLI, Passeggiate, 93-97; Commissione provinciale... 24 marzo 1932, 206; CORGNALI, Scultura del Seicento, 5-6; D’AGOSTINI, Esecuzioni, 161-166; DAMIANI, Arte... Il Liberty, 67; DEL BASSO, Araldica civica, 287; DEL PUPPO, Un’interpretazione degli affreschi del castello, 321-331; DEL PUPPO, Monumenti cittadini, 202; DEL PUPPO, Un’interpretazione degli affreschi che ornano il salone, 13-28; Emersi durante gli scavi per la centrale; FIOCCO, L’architetto del castello, 194-203; FONTANA, Lettera dell’architetto; FURLAN, Temi profani, 63; FORLATI, Restauri, 55; GIOSEFFI, Udine, 35, 86, 91-92, 106; GIRARDINI, Il castello; GIUST, Castelli, 10; JOPPI, Contributo IV, 10, 128; JOPPI, Udine prima del 1425, IV, V, VI, X, XI, XV; I lavori di restauro del castello; LAZZARINI, Le lapidi; LAZZARINI-DEL PUPPO, Castelli, 39-120; P.S. LEICHT, Una notizia inedita, 125-127; di MANIAGO, Guida, 15-18; di MANIAGO, Storia, 32, 118, 124, 288, 361; di MANZANO, Annali, I, 371, 376; III, 126-127, 310; IV, 110; MIANI, Pittura e scultura, 117; MILIZIA, Memoria, II, 46; MIOTTI, Cenno, 19-29; MIOTTI, Castelli...Gastaldie, 357, 379; MIOTTI, Storia, 258-259; MOR, Profilo giuridico, 17; MUTINELLI, Il gotico, 253; O[STERMANN], Il castello, 65-71; G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historia, II, 139-140; Parti prese... 1880, 77, 83, 103, 254, 263, 269; Parti prese... 1893, 62; Parti prese... 1903, 36, 206; Parti prese... 1906, 102; Parti prese... 1913, 12, 204, 229; PASCHINI, Bertoldo di Merania, 87-90; PASCHINI, Il cardinale Domenico Grimani, 88, 90; PASCHINI, Il patriarca Antonio Caetani; PASCHINI, Raimondo della Torre, 20; PICCO, Il colle e il castello; PICCO, Fabbricazione degli zolfanelli; PICCO, Le fortificazioni del castello; PICCO, Il nostro castello; PICCO, Ricordi popolari, 64, 189; della PORTA, Toponomastica, 45; Promemoria, 93-94; PUTELLI, Sul riscatto, 91-94, 97; QUARINA, Castellieri, 61-62; de RENALDIS, Della pittura friulana, 76, 79; Restauri a Udine, 200; Restauro del Castello, 305-306; RIZZI, La Galleria d’arte antica; RIZZI, Pluralità, 65, 79, 117, 173, 232, 302, 304-309, 350, 471, 478; RIZZI, Profilo...Il Quattrocento, 18, 101-102, 105-107, 112; RIZZI, Tiepolo a Udine, 96; RIZZI, Udine, 58, 64, 74, 75, 84, 149-150, 157, 158, 163, 165, 167, 175, 176, 183, 184, 188, 199, 202, 216; RODARO, Castello; ROTA, Cenni, 14-15; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 12; 2 (1937), 14; 5 (1938), 9; S[ACCOMANI], Il ristauro, 26, 35; SBUELZ, Castello; SBUELZ, Il Guardiafuoco; SCALON, La biblioteca, 35, 37, 38; C. SOMEDA de MARCO, Il Castello, 153-164; C. SOMEDA de MARCO, Il nostro castello, 29-34; C. SOMEDA de MARCO, Il Museo civico; SPECTATOR, Gli spettacoli, 306-309; VALENTINIS, Udine antica, 6, 12-13; VALENTINIS, Cinquecento epigrafi, 20, 24, 26, 27, 41, 42; VENTURI, Storia, XI, I, 335-340; VILLANI, Cronica, LII, cap. 123-124; ZORZI, Le opere pubbliche, 81-84; ZENAROLA PASTORE, Atti, 45, 47. |
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ICONOGRAFIA span> | | CARLEVARIJS, Trittico con vedute prospettiche, A; CORONELLI, Udine, in Repubblica di Venezia in terraferma, f. 39; GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, n. 1; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 1; [LASOR A VAREA], Udine metropoli del Friuli; LEONARDUZZI-ZUCCHI, Castello di Udine, in Lo stato presente di tutti i paesi, XX, 131; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 21; MURERO, Udine metropoli, n. 1; RASICOTTI, L’antica e nobilissima città; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 1. |
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1654 | |
1801 span> | | Dionisio e fratello Doratti (Nomenclatura, f. 61v). |
1809 span> | * | Appartiene al pizzicagnolo Dionisio Dorati. Vi abitano, oltre al proprietario, Giuseppe Sdrugnolo, «indigente», e Florio Zandigiacomo «spazzacamino» (Registro delli aloggi, f. 45v). |
1848, magg. 17 span> | * | Stato e grado della casa fu di Dionisio Doratti. Esiste anche uno schizzo della pianta (B.C.U., F. p., ms. 852 fasc. Schizzi di disegni/I). |
1849 span> | * | Vedasi n. 1659. |
1852 span> | * | Appartiene all’erario anche nella parte censita 1654 A (Competenze, Il, f. 7v). |
1855 span> | | Demolita. |
1874 span> | * | Dal n. 1652 al 1659 le case non appaiono nella numerazione rossa. In quella nuova sono censite sotto un solo numero (Prospetti di confronto, 86). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Archivum... Catastico, I, 289; BATTISTELLA, Il castello, 69; SBUELZ, Castello... Documentazione, 4. |
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1655 | |
1782, giu. 12 span> | | I coo. Filippo, Marco e Francesco figli del fu Ulderico di Prampero vendono a Giovanni del fu Valerio Cattaruzza «una casa posta nel recinto del castello , confina a lev. con corte del castello, mezz. Giacomo Dorati, pon. Dorati ed a tram. corte , per il prezzo di d 450 » (A.S.U., N., Francesco Prodolone, 8994, XXI instr., f. 2010v — 2011r). |
1801 span> | | Giovanni Cattaruzzi (Nomenclatura, f. 61v). |
1809 span> | * | Appartiene al «gua» Giovanni Cataruzzi. Vi abita Maria Meneghini, «indigente» (Registro delli aloggi, f. 45v). |
1816, lugl. 24 span> | | « Zuanne q. Valentino Cattaruzza, venditor di cincaglie », vende a Dionisio q. G.B. Doratti «una casa di muro, coperta di coppi, in cattivo statto, composta in piano da due stanze terranee e sito per l’ingresso nella parte di tram., con solari sopra ed anco sopra tre stanze in piano nella parte di mezzodν, di ragione esse stanze dell’acquistante Doratti, e scala con pergolo esterna al muro di levante, il tutto situato nel recinto del castello, segnata essa casa con il c.n. 1655 ; confina a lev. e tram. con la corte del castello , a mezz. in piano con le accennate stanze del sig. Doratti ed a pon. parte con orto del Doratti e parte con casa della sign. Ludovica n. Doratti, moglie del sig. Angelo Dominicini, e nello stato rovinoso in cui esse fabbriche s’attrovano e dichiarano le parti d’aver d’esse fabbriche e fondi pienissima cognizione . La vendita viene fatta per la somma di it. L 1667,2 » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10304, 958). |
1818, sett. 12 span> | | Dionisio Doratti la vende ai coniugi Giuseppe e Giustina Zorzetti (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10452, 1733). |
1848, lugl. span> | * | L’edificio comprende due parti, una segnalata col n. 1655 e l’altra 1655 B: la prima risulta di proprietà di Domenica del fu Giuseppe Mattiussi, ved. Zorzetti, ed è valutata L 5000 per l’«avvertita vetustà degli articoli che la compongono»; la seconda appartiene ai coniugi Domenico del fu Giuseppe Toso e Giovanna del fu Marco Zannini, valutata L 3500 (B.C.U., ms. 882, Minuta di stima). |
1848, magg. 17 span> | * | Stima e grado della casa (B.C.U., ms. 852, Fabbricati e fondi privati nel castello di Udine. Catasto provvisorio in corso, VIII e IX con schizzo della pianta di casa Toso). |
1849 span> | * | Vedasi n. 1659. |
1855 span> | | Demolita. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | SBUELZ, Castello... Documentazione, 4. |
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1656 | |
1731, ag. 13 span> | * | «A remotione delle difficoltà ch’erano insorte fra la sign. Margarita n. Salvetti, moglie in secondi voti di Girolamo Venerio da una e la sign. Gioseffa, moglie in secondi voti del sig. Giacomo Dorati dall’altra, per occasione delle molestie inferite dal monastero di S. Bernardino sopra la portione superiore della casa posta nel recinto del castello, già assegnata a detta Margarita in dote dal q. Cesare Salvetti di lei padre, ed a remotione all’incontro del pregiudizio notabile che rissentiva l’altra porzione inferiore di detta casa per le sue rapresentanze nella facoltà Salvetti, non solo per esser degradati in pessimo stato i coperti d’essa porzion superiore, ma per esser anco incomodata dagli inquilini, che in essa abitano con necessità d’abbandonare la propria portion inferiore, fu con scrittura, sottoscritta dalle parti e presentata li 27 lugl. pass. , stabilita la cessione ad essa Gioseffa della suddetta porzion superiore di casa con le condizioni e patti ressultanti dalla predetta scrittura da esser in calce del presente registrata. In relazione a ciò, essendo seguita la stima col mezo delli per. Rovore e Verzegnassi, e pubblicata sotto li 4 con., che fa ammontar il prezzo con la detrazione del terzo a d 295 L 2 s 11, et ottenuto susseguentemente detto decreto di permissione della vendita da S.E. logotenente per esser casa feudale , resta a ridur la medema scrittura alla sua effettiva esecuzione . Al quali effetto Margarita alliena all’antedetta Gioseffa la detta porzion di casa . Et questo fa per l’intiero prezzo di d 295 » (B.C.U., ms. DD. IV, f. 81r — 93v, alleg. stima del 1731). |
1737, magg. 7 span> | * | «Fatto in Udine, in castello, nell’orticello» di «Gioseffa n. Pizzati, moglie in primi voti del q. Giacomo Salvetti et ora in secondi voti del sig. Giacomo Dorati» (A.S.U., N., Francesco Lorio, 8710, VIII istr., f. 31r). |
1757, mar. 11 span> | | Stima di due case, nel recinto del castello, della sign. Gioseffa moglie di Giacomo Doratti (n. 1655-1656). «Confina a lev. la piazza del castello, mezz. corte, forno ed orto restante di detta signora Gioseffa, pon. orto del sp. sig. Francesco Lorio, ed a tram. parte orto delli coo. Bertolini e parte calisella corrisponde alla piazza del castello» (B.C.U., ms. DD. IV, f. 102r; la stima f. 102r — 111r, pubbl. per. Francesco Leonarduzzi). |
1801 span> | | Don Dionisio e fratello Doratti (Nomenclatura, f. 61v). |
1809 span> | * | Non è indicato il proprietario (Registro delli aloggi, f. 45v — 46r). |
1848, magg. 17 span> | * | Stima e grado della casa (B.C.U., ms. 852, Fabbricati e fondi privati nel castello di Udine. Catasto provvisorio in corso, X). Esiste anche uno schizzo della pianta (B.C.U., ms. 852, Fabbricati e fondi, IV). |
1848, lugl. span> | | L’edificio, di proprietà di Anna q. Francesco Fortunato, ved. Comencini e rimaritata Comencini, è valutato L 4000 per «remota posizione e poca luce dei locali terreni in onta al buon stato dei materiali» (B.C.U., ms. 882, Minuta di stima). |
1849 span> | * | Vedasi n. 1659. |
1852 span> | * | Appartiene all’erario (Competenze, II, f. 6v). |
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1657 | |
1668, ag. 6 span> | * | «Fatto nella torre del strenuo Iseppo Pachagnella capitano delle prigioni, posta nel recinto del castello di Udine» (A.S.U., N., Antonio Tarondi, Instr. 1760-1772, f. 415v). |
1682, giu. 15 span> | | Investitura a favore della sign. Antonia Anna Maria vedova di Iseppo Paccagnella, già capitano delle prigioni del castello, di una «turisella situata in questo castello, che riguarda verso il monte de’ nob. sigg. Bertolini, qual confina a sol levado con la corte del castello a mezodν con la casa già di raggion Hottelia1, hora di detta investita, a sol a monte con il monte et horto di detti sigg. Bertolini e ai monti con la giacera di questo castello» (B.C.U., ms. C. L, f. 134r — 135v). |
1694, apr. 15 span> | | «Il sig. Angelo Favretti, cerugico vende al strenuo Zuanne Lorenzato, custode delle carceri , una casa di muro, coperta di coppi, solerata d’un palco, situata nella corte del castello , chiamata la Turisella , già del q. strenuo Gioseffo Pacagnella, già custode delle medesime carceri et in lui pervenuta mediante suplica 18 dic. 1659 et suseguente investitura 19 detto et poi passata in detto Angelo mediante donazione fattali dalla q Anna Maria Pacagnella» (B.C.U., ms. C. L, f. 136r — 137r, not. Lorenzo Patrielli). |
1694, lugl. 7 span> | * | Investitura di Giovanni Lorenzato da parte luogotenente Tomaso Querini (B.C.U., ms. C. L, f. 139r — 139v). |
1757, lugl. 21 span> | | La città compera da Ermenegildo Tesini q. Lodovico, abitante in Venezia, per uso dei soldati di fanteria, una casa di ragion feudale che pagava un censo di pernici quattro, detta la Torrisella, posta nel recinto del castello, «confinante da una parte con la monte de’ coo. Bartolini, dall’altra con un sito che fu concesso al q. Zuanne Lorenzato con orto, da altra con la giazzera del castello e finalmente con la sign. Gioseffa Dorati, la qual torrisella con l’allibramento 26 apr. 1735, formato dal q. Raimondo Picco pubbl. per. sopra la facoltà del q. Giovanni Lorenzato, pervenne nella sign. Rosolinda, sorella del suddetto Ermenegildo, moglie di detto Lorenzato, a pagamento di sua dote; nella qual è subentrato lo stesso Ermenegildo in ordine al testamento di Rosolinda, 1742 ott. 13, rogato in atti del sig. Andrea Ballarin, not. di Chiosa » (B.C.U., ms. F. XXIV, f. 203r). |
1801 span> | | Casa pubblica (Nomenclatura, f. 61v). |
1808 span> | * | «Casa in castello detta la Torrata, valutata L 1623,49, inaffittata. In sussistenza della Repubblica Veneta serviva di quartiere ai soldati d’infanteria di guardia, ma lo stato cattivo, in cui si trovava fin d’allora, lo poneva quasi fuori di stato di essere abitata. Le successe vicende ed il tempo la hanno resa ancor più rovinosa, ed è ora inabitata » (A.S.U., C.A. I, 1/Attività e passività 1808. Case e fabbricati, n. 16). |
1809 span> | * | Appartiene alla municipalità di Udine. Vi abita il fabbro Domenico Castellani (Registro delli aloggi, f. 45v). |
1830, magg. 26 span> | * | Giovanni Candussio, «fatto acquisto del fondo della casa 1657 in castello, della quale fu cominciata la demolizione, per essere tutta sfracellata , desidera ridurre parte ad uso corticella cinta di muro con soprapposta banchina di pietra, e di costruire sopra il rimanente una nuova casetta in continuazione ed in linea dell’altra detta del chiavariero, ora divenuta pure sua ragione ». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 168/1830/XIV, 2077 Orn. II C, con dis.). |
1848, magg. 17 span> | * | Stima e grado dell’edificio (B.C.U., ms. 852, Fabbricati e fondi privati nel castello di Udine. Catasto provvisorio in corso, IV, con schizzo della pianta). |
1848, lugl span> | * | «Fabbricato denominato il torrione, marcato col c.n. 1657, proprietà della nob. Teresa q. co. Antonio Dragoni ved. Bertolini » (B.C.U., ms. 882, Minuta di stima, VII). |
1849 span> | * | Vedasi n. 1659. |
1852 span> | * | Proprietà dell’erario (Competenze, II, f. 7v). |
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NOTE span> | 1 | Un atto del 19 genn. 1665 è redatto «in Udene, nelle casette drio il castello, quale furono delli sigg. Otelii» (A.S.U., N., Giulio Bonecco, 7861, I istr., f. 5v). |
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1658 | |
1801 span> | | Sorelle Castelli (Nomenclatura, f. 62v). |
1809 span> | * | La casa appartiene ad Angela e sorelle Castelli, che vi abitano e ospitano la famiglia del sarto Giuseppe Castellani (Registro delli aloggi, f. 45v). |
1836, giu. 8 span> | * | G.B. del fu Cristiano Orgnani chiede il permesso di restaurare con urgenza il coperto della casa in questo castello al n. 1658: «la metà del coperto sta per sfracellarsi ». Il capomastro addetto ai lavori sarà Francesco Presani, detto Quaini. Il permesso è accordato (A.S.U., C.A. I, 254/X, 2979 Orn. II C). |
1848, magg. 17 span> | * | Stato e grado dell’edificio (B.C.U., ms. 852, Fabbricati e fondi privati nel castello di Udine. Catasto provvisorio in corso, VI). |
1848, lugl. span> | * | «Casa con cortile ed orto alli c.n. 1658 e 1658 A e B, proprietà del dott. G.B. Sigismondo q. Cristoforo Orgnani». È valutata L 15000 (A.S.U., ms. 882, Minuta di stima, VI, con schizzo della pianta). |
1849 span> | * | Vedasi n. 1659. |
1852 span> | * | Proprietà dell’erario, compresi i n. 1658 A e B (Competenze, II, f. 7v). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | CLODIG, Dei soci onorari, 144; [CORGNALI], Un mur dal 1291; FORLATI, Restauri, 55-56; PERUSINI, Castelli, case fortificate, 50; Restauri a Udine, 200. |
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Chiesa di San Rocco | |
span> | | Fu costruita nel Sec. XIV e XV. Fu poi adibita a polveriera e demolita nel 18821. |
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NOTE span> | 1 | Ne esiste una minuta di perizia di stima, redatta nel 1848, insieme con gli altri fabbricati del castello (B.C.U., ms. 852, Fabbricati e fondi privati nel castello di Udine. Catasto provvisorio in corso. Profanata chiesa di S. Rocco, con schizzo della pianta e misure relative). Vedasi n. 1659. |
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STUDI INEDITI span> | | FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 152v — 153r; RAIMONDI, Gioia preziosa, 26-29. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | BALDISSERA, Chiesa cattolica, 91; BATTISTELLA, Il castello, 37; CARGNELUTTI, I Savorgnan e la città di Udine, 59-65; CAVALCASELLE, La pittura friulana, 48, 291; CICONI, Udine illustrata, 448; DE PIERO, Antiche parrocchie, 52; G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, 236; PICCO, Le fortificazioni del Castello; MIOTTI, Cenno sulle opere, 26; RIZZI, Udine, 163, 175; de RUBEIS, Catalogo, 4 (1937), 9; TENTORI, Udine, 299; VALENTINIS, Udine antica, 16. |
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ICONOGRAFIA span> | | GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma, n. 3; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 20; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 53. |
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1659 | |
1801 span> | | Ven. fraterna del castello. «Sala del consiglio e casa del nonzolo» (Nomenclatura, f. 69v). |
1809 span> | | Daniele Rubeis (Registro delli aloggi, f. 45v). |
span> | * | Una parte è di proprietà della chiesa di S. Biagio ed è occupata dal calzolaio Antonio Savoia (ibid.). |
1838, lugl. 31 span> | | Marianna Candussio, moglie di G.B. Vidoni, vende a Domenica Basaldella vedova Candussio e a Luigi Minotti suo secondo marito «le due case poste nel cortile di questo castello, cioè: (a) fabbrichetta costrutta di muro, coperta di coppi con relativo fondo e piccola corticella in angolo di lev. e tram. a cui fa coerenza a lev. parte questa ragione e parte cortile del castello, mezz. chiesa del castello, pon. parte strada conduce al cortile del castello e parte casa rimasta a Marianna Candussio Vidoni, ed a tram. parte Candussio Vidoni suddetta e parte cortile del castello , coscritta col c.n. 1659 C, D; (b) altra casa costrutta di muri, coperta di coppi, con relativo fondo, coscritta col c.n. 1659 A e B, a cui confina lev. de Rubeis G.B., mezz. la chiesa del castello, pon. questa ragione alla premessa lettera (a) ed a tram. corte del castello » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10490, 11540). |
1848, magg. 17 span> | * | Stato e grado dell’edificio di proprietà di G.B. Rubeis (B.C.U., F. p., ms. 852 fasc. Schizzi di disegni/V, con schizzo della pianta; B.C.U., F. p., ms. 852 fasc. Schizzi di disegni/VI). |
1848, lugl. span> | * | Le proprietà sono meglio indicate. Una parte è di G.B. Rubeis, della quale è precisato: «Casa con corticella al c. n. 1659, proprietà del sig. G.B. q. Daniele Rubeis. Colla cessione di questa casa si risente discapito manifesto di attiguo fondo ortale di questa proprietà, per coltivare il quale d’ora innanzi devesi accedere pel disagiato colle verso il Giardino e in riflesso il proprietario deve provvedere a sue spese per la formazione di un ingresso». La valutazione è espressa in L 9500 (B.C.U, ms. 882, Minuta di stima, V). Il complesso 1659 A, B, C appartiene ai coniugi Luigi Minotto e Domenica Brusadola. Il suo valore è indicato in L 7000 (B.C.U., ms. 882, Minuta di stima, III).
Una parte del n. 1659 C, una casetta «in buona posizione» stimata L 1600, appartiene a Luigia Botton (B.C.U., ms. 882, Minuta di stima, IV).
Della «casa con cortile ed orto, c. n. 1659 E, F, proprietà della chiesa di S. Maria di castello, è sensibile il degrado del fabbricato a levante ad uso del nonzolo».
Viene stimata L 11000 (B.C.U., ms. 882, Minuta di stima, II). Di tutte queste esistono gli schizzi delle piante con lo stato e grado (B.C.U., ms. 852, Fabbricati e fondi privati nel castello di Udine. Catasto provvisorio in corso). |
1849 span> | | «Tutte le case dal n. 1652 al 1659 furono acquistate dal governo austriaco ed incluse nella cinta fortificata del castello» (Registro anagrafico, f. 40v, chiosa a margine di A. Joppi). |
1852 span> | * | La casa è proprietà dell’erario (Competenze, II, f. 7v). |
1856, apr. 1 span> | * | «Stima di una porzione di fondo ridotto a prato sulla chiesa orientale del colle del castello insistente sopra il pubblico giardino di proprietà del sig. G.B. nob. De Rubeis» (A.S.U., C.A. II, 76, 101). |
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STUDI INEDITI span> | | FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 21r - 23v; del TORSO, Stemmario della confraternita di S. Maria di Castello. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | BATTISTELLA, Il castello, 32, 36, 37; FORLATI, Restauri, 55; RIZZI, La chiesa di S. Maria, la casa della confraternita, 66-92; RIZZI, Udine, 150; RODARO, Castello, 39. |
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1660 Torre dellOrologio | |
1650, genn. 22 span> | * | «In Udene, nel studio di me nodaro, sotto il torre dell’horologio» (A.S.U., N., Benedetto Bergamino, Istr. 1650, f. 19r). |
1699, sett. 26 span> | * | Studio del notaio Bertrando Brunalleschi (A.S.U., N., Bertrando Brunalleschi, 7805, XIX instr., f. 11r). |
1709, mar. 5 span> | * | «Nell’officio alla Sanità, sotto l’horologio pubblico» (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8300, IV instr., f. 12r). |
1710, nov. 25 span> | * | «Udine, nello studio di me nodaro sotto i portici di S. Giovanni» (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8300, V instr., f. 91v). |
1717, mar. 8 span> | * | Si affitta per un anno all’intagliatore Paolo Franceschinis, abitante in Sottomonte, la stanza sotto la scala Gritti, ad uso di bottega «e restano al medesimo consegnate, acciò ne abbia delle medesime buona custodia, due torbiere di ferro con il piede di pietra» (A.S.U., C.A., 3/8). |
1734, giu. 9 span> | * | Studio del notaio Francesco del fu Andrea Brunalleschi (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8302, XXVIII instr., f. 31v). |
1801 span> | | «Stanza sotto la torre dell’orologio pubblico, ora serve per gli uffiziali di guardia» (Nomenclatura, f. 62v). |
1809 span> | * | Sede della Gran Guardia (Registro delli aloggi, f. 46v). |
1814, magg. 5 span> | * | Relazione del commissario di polizia al podestà: «Nella notte dal 4 al 5 maggio , per opera d’ignoti ladri, introdottisi mediante rottura della porta d’ingresso sulla torre dell’orologlio sopraposto alli volti detti di S. Giovanni o della Gran Guardia, derubbarono una lastra di piombo che formava parte di quello di cui è coperto il tetto de’ volti sudetti, che approssimativamente viene calcolato in lb 35 circa di peso. Tutto ciò rilevato dal custode di detta torre, Domenico Medici, fabbro » (A.S.U., C.N., 185, 748). |
1814, magg. 11 span> | * | Perizia di Bernardo Vicario sul furto e i danni relativi «sul coperto al lato di tramontana, ov’esiste il pergoletto di pietra, qual lastra era lunga q 7 larga q 3 1/2» (A.S.U., C.N., 185, 2653 Pol. 20). |
1832, sett. 22 span> | * | La deputazione d’ornato alla congregazione municipale: «Il coperto degli archi di S. Giovanni ora inserviente alla Gran Guardia, si ritrova in cattivo stato, ed è abbisognevole di pronta riparazione. I legni di sostegno s’infracidiscono, la intonacatura dei volti si scrosta e l’acqua va fino a cadere sopra la restrelliera che serve di punto d’appoggio ai fucili dei soldati » (A.S.U., C.N., 193, 149). |
1843, giu. 3 span> | * | «Il pubblico orologio, posto sulla torre di S. Giovanni, presentò tanti disordini nel tempo, nella segnatura e nel battere delle ore, che, attrovandosi in Udine il fabbricatore di orologi Amadio Cappellari di Pesariis, il municipio lo fece esaminare e lo chiamò a produrre un fabbisogno pella radicale sua ricostruzione. Il progetto non soddisfece e venne incaricato l’ingegnere di operare un regolare progetto per tale lavoro, il quale venne anco prodotto determinando la spesa in L 4200 » (A.S.U., C.A. I, 392/VIII, Prot. verb. cons. com.). |
1844, ag. 30 span> | * | «Programa pella costruzione di un nuovo orologio da collocarsi sulla torre di S. Giovanni nella piazza Contarena della r. città di Udine», firmato da A. Lavagnolo (A.S.U., C.A. I, 392/VIII). |
1852 span> | * | Vi è ospitata la Gran Guardia (Competenze, II, f. 7v). |
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STUDI INEDITI span> | | FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 23v — 24r. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | ANTONINI, Cenni statistici, 30; AVOGADRO, Guida, 52-53, 124; BARILLARI, Ex tempietto, 224; BATTISTELLA, La dolorosa e commovente istoria; BATTISTELLA, Speziali e spezierie, 97; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 26, 31, 35, 111, 118, 141, 174-175, 243-244, 246, 278-279; BATTISTELLA, I vecchi teatri, 107-108; BENVENUTI, Iconografia, 29-30; BERGAMINI, Di una lettera, 7-14; BIASUTTI, Note d’archivio, 20; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 277-283; BRAGATO, Guida, 34-35, 165; BRINIS, I omps des oris, 41-43; CANDIDO, Cronaca, 22, 27; CAVALCASELLE, La pittura friulana, 209-210; CHIURLO, Epigrafi, 54, 70; CICONI, Udine, 375-376; 456-457; COLA, Cento anni, 77; CORGNALI, Lo statuto dei cimatori, 87-90; DAMIANI, Arte... Il Liberty, 78, 266; D’Aronco architetto, 224; DEL PUPPO, La nostra bella piazza, 1-2; ERMACORA, Guida, 84-88; FIOCCO, L’architetto del castello, 202; FORATTI, Una piazza, 398-402; FORATTI, Il portico, 84-88; FORMENTINI, L’artigianato, 33; FRENI, Annotazioni, 223; J[OPPI], Descrizione, 124-126; JOPPI, Contributo secondo, 82; JOPPI, Contributo quarto, 102, 126-130; JOPPI, Udine prima del 1425, XII; Loggia di S. Giovanni, 303; di MANIAGO, Guida, 18-21, 22; di MANIAGO, Cenni, 88; MARCHETTI, Il Friuli, 296, 595, 737; MASSARI, Notizie, 80-81; MASUTTI, Gli orefici di via Mercatovecchio, 24; MIANI, Pittura e scultura, 119; MONTENERO, Aurelio Mistruzzi, 10; OCCIONI-BONAFFONS, Illustrazione, 204-205; L’orologio di piazza Contarena, 163-172; Parti prese...1880, 15, 36, 235, 361; Parti prese...1887, 48, 56, 199; Parti prese... 1906, 39; PICCO, Ancora il restauro, 107-108; PICCO, Antichi monumenti, 113-114; PICCO, Cose d’arte; PICCO, Edilizia nella nostra città, 79; PICCO, Giovanni d’Udine ritenuto autore, 18-19; PICCO, Le loggie di S. Giovanni; PICCO, Un monumento ai Friulani, 285-286; PICCO, Un ricordo patrio; PICCO, Ricordi popolari, 64, 71, 109, 185; PICCO, Il tempietto di S. Giovanni ed i morti; PICCO, Il tempietto di S. Giovanni in piazza, 39-40; PICCO, La torre e l’orologio; PLEBANI, L’asilo notturno, 11; della PORTA, Toponomastica, 81; de RENALDIS, Della pittura, 77-78; RIZZI, Storia... Il Seicento, 24; RIZZI, Pluralità, 300-304, 306, 307, 309; RIZZI, Profilo ... Il Quattrocento, 98, 101-108, 112, 120-121; ROTA, Cenni, 16-17; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 16; 4 (1937), 8-9; S[CALA], L’orologio del palazzo di Udine; S[ACCOMANI], Il ristauro, 19; C. SOMEDA DE MARCO, Architetti e lapicidi, 320-322; C. SOMEDA DE MARCO, Scalpellate del Santo, 13; P. SOMEDA DE MARCO, Notariato, 107-110; TONINI, La città di Udine, 131-135; VALENTE, La torre dell’orologio, 10-11; VALENTE, La loggia di S. Giovanni, 18-21; VALENTINIS, Udine antica, 18, 21, 26, 28; VALENTINIS, Cinquanta epigrafi, 23, 30, 39; VARNIER, D’Aronco, 34; VENTURI, Storia, XI, I, 335-350; ZANINI, La difficile nascita dell’orologio, 3. |
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ICONOGRAFIA span> | | CARLEVARIIS, Trittico, R, S, T; GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, n. 30; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 4; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 35; MURERO, Veduta prospettica, 30; RASICOTTI, L’antica e nobilissima città; SCOLARI, Veduta prospettica; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 4. |
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Chiesa di S. Giovanni Battista | |
1365, ott. 26 span> | | Testamento di Francesco Venuto di Nimis. Ordina che sia fabbricata una chiesa dedicata a S. Giovanni Battista, la quale sorse nel 1382. Quando fu costruita la piazza Contarena, la chiesa fu abbattuta e ricostruita piϊ indietro accanto la torre dell’orologio. Fu ridotta a monumento ai caduti in guerra nel 1920. |
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STUDI INEDITI span> | | FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 23r — 23v, 34r; RAIMONDI, Gioia preziosa, p. 57-60. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | AVOGADRO, Guida, 52-53; BARILLARI, Ex tempietto, 224; BATTISTELLA, La dolorosa e commovente istoria; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 26, 31, 35, 111, 118, 141, 174-175, 234-244, 278-279; BATTISTELLA, Le vicende, 23-40; de BENVENUTI, Iconografia, 29-30; BERGAMINI, Di una lettera, 7-14; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 277-283; BIASUTTI, Profilo spirituale, 32-33; BRAGATO, Guida, 34-35; BRAIDOTTI, L’acqua potabile, 39-46, 51-52, 112, 119, 120; BRAIDOTTI, Giovanni Battista Comolli; BRINIS, I omps des oris, 41-43; CAVALCASELLE, La pittura friulana, 209-210; CICONI, Udine, 456-457; DAMIANI, Arte... Il Liberty, 78, 266; DEL PUPPO, Monumenti cittadini, 204-205; DEL PUPPO, La nostra bella piazza, 1-2; DE PIERO, Antiche parrocchie, 43; ERMACORA, Guida, 84-88; FIOCCO, L’architetto del castello, 202; FORATTI, Una piazza, 398-402; FORATTI, Il portico, 84-88; JOPPI, Contributo secondo, 82; JOPPI, Contributo quarto, 126-130; J[OPPI], Descrizione, 124-126; JOPPI, Udine prima del 1425, XII; di MANIAGO, Guida, 18-21, 22; di MANZANO, Cenni, 88; MARCHETTI, Il Friuli, 296, 595, 737; MASSARI, Notizie, 80-81; MIANI, Pittura e scultura, 119; MONTENERO, Aurelio Mistruzzi, 10; L’orologio di piazza Contarena, 163-172; G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, 11, 22, 59-60; La Patria del Friuli, 24; PICCO, Antichi monumenti; P[ICCO], Edilizia nella nostra città; PICCO, Giovanni d’Udine ritenuto autore delle due fontane, 18-19; PICCO, Le loggie di S. Giovanni; PICCO, Un monumento ai friulani; PICCO, Ricordi popolari, 64-71, 109, 185; P[ICCO], Un ricordo patrio; PICCO, Il tempietto di S. Giovanni ed i morti per la Patria; PICCO, Il tempietto di S. Giovanni in piazza; PICCO, La torre e l’orologio; della PORTA, Toponomastica, 254; PROVINI, Florean e Venturin, 89-93; RIZZI, Pluralità, 300-304, 306, 307, 309; RIZZI, Profilo... Il Quattrocento, 98, 101-108, 112, 120-121; RIZZI, Storia... Il Seicento, 24; ROTA, Cenni, 16-17; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 16; 4 (1937), 8-9; S[CALA], L’orologio del palazzo di Udine; S[ACCOMANI], Il ristauro, 19; C. SOMEDA de MARCO, Architetti e lapicidi, 320-322; C. SOMEDA de MARCO, Il duomo, 178; C. SOMEDA de MARCO, I giganti; C. SOMEDA de MARCO, I leoni di piazza Contarena, 281-290; C. S[OMEDA de MARCO], I leoni veneti, 14-15; C. SOMEDA de MARCO, La loggia di S. Giovanni, 33-38; C. S[OMEDA de MARCO], Scalpellate dal Senato, 13; P. SOMEDA de MARCO, Notariato, 92; TENTORI, Udine, 293-294; TONINI, La città di Udine, 131-135; VALENTE, La loggia di S. Giovanni, 18-21; VALENTE, I personaggi, 23-26; VALENTE, La torre dell’orologio, 10-11; VALENTINIS, Cinquanta epigrafi, 23, 30, 39; VALENTINIS, Udine antica, 18, 21, 26, 28; VARNIER, D’Aronco, 34; VENTURI, Storia, XI, 1, 335-350. |
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1661 | |
1801 span> | | Stanza, ora serve di caserma alla Guardia grande (Nomenclatura, f. 62v). |
1809 span> | * | Censita con il n. 1662, è definita la «Gran guardia» (Registro delli aloggi, f. 46v). |
1845, dic. 9 span> | * | «L’esigenza di urgenti restauri al fabbricato comunale dei portici di S. Giovanni ossia del Corpo di guardia e giganti dell’attigua piazzetta occupa il consiglio comunale pella assunzione in preventivo 1846 della spesa di L 5423». I consiglieri all’unanimità approvano il preventivo (Arch. del Comune di Udine, Consiglio dal 1839 al 1845, Protocollo verbale consiglio comunale della r. città di Udine, n. 7900, part. VIII, p. 309). |
1852 span> | * | Vi alloggia la «Gran guardia» (Competenze, II, f. 7v). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Vedasi n. 1660. |
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1662 | |
1801 span> | | Stanza simile1 (Nomenclatura, f. 62v). |
1809 span> | * | La Gran guardia (Registro delli aloggi, f. 46v). |
1852 span> | * | Vi alloggia «la Gran guardia» (Competenze, II, f. 7v). |
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NOTE span> | 1 | Vedasi n. 1661. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Vedasi n. 1660. |
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1663 | |
1736, mar. 12 span> | * | Elenco di pagamenti effettuati dal cameraro del comune per l’erezione della nuova scala dalla loggia di S. Giovanni verso il duomo. Sono citati il tagliapietra m. Leonardo Toffoletto di Cividale, il tagliapietro m. Giacomo Toffoletto di Faedis e il m. Giacomo Prisani (A.S.U., C.A., 93/17). |
1801 span> | | «Archivio pubblico de’ sp. notari» (Nomenclatura, f. 62v). |
1809 span> | * | Regia Camera notarile (Registro delli aloggi, f. 7v). |
1852 span> | * | Ufficio alloggi (Competenze, II, f. 7v). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Vedasi n. 1660. |
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1664 | |
1303, apr. 23 span> | | «Investitio facta Iacobo fratri de Avoz de Utino de modico terre vacue que erat post domum dicti Iacobi, ut continuet domum eiusdem usque ad murum putei de Utino, ita quod teneatur facere unam voltam de muro per quam labi possit et discurrere aqua ad Zardinum d. patriarche» (Thesaurus Ecclesiae Aquileiensis, n. 1108, 326). |
1490, magg. 26 span> | | M. Giovanni Pietro barbiere supplica ed ottiene di poter chiudere il terrenovacuo ovvero corte del pozzo presso la piazza di S. Giovanni, che però dovrà rimanere accessibile (Annales, XXXVIII, f. 4v). |
span> | * | Nella richiesta il barbiere adduce motivi igienici inoppugnabili: «In terreno vacuo, sive in curia prope plateam et circa puteum ponuntur schovatie et multe immunditie, quod est in dedecus magn. comunitatis et in spretum ipsius platee» (ibid.). |
1493, mar. 19 span> | | «Audito eximio et preclaro artim et medicine1 doctore d. Valerio Filittino salariato nostre magn. comunitatis concessa fuit d. Valerio curia putei post eius domos et pro quanto capiunt eius domus, que curia mensurari debeat et super ipsa nichil possit edificari et quod ipse Valerius fieri facere debeat, a parte versus plateam murum merlatum cum una porta in ipso muro per quam possit ingredi ad auriendum et accipiendum de aqua ipsius putei ad beneplacitum comunitatis » (Annales, XXXVIII, f. 131r — 131v). |
1493, giu. 8 span> | * | «Eximius artium et medicinę d. Valerius Filitinus, salariatus comunitatis cui concessa est curia putei de sub monte, notificavit deputatis, quod in dicto puteo non est acqua propter immunditias proiectas in eo per elapsum; et hic intimationem eis fecit ne in futurum sibi possit opponi propter concessionem sibi factam de curia ipsius » (A.S.U., Arch. Caimo, 20/3, f. 3r). |
1495, mar. 18 span> | | Alessandro e Giovanni Francesco q. dott. Francesco Filittini affittano al comune «partem domus, que fuit q. eximii artium et medicine doctoris d. Valerii eorum fratris, pro tenendo scolas gramatice» (Acta, II, f. 28v). |
Secoli XV e XVI span> | | «Nob. ser Alexander et ser Ioannes Franciscus Filitini loco mag. Ioannis Petri barberii solvunt de affictu simplici pro uno orto postposito post ecclesiam S. Ioannis frumenti pisonalia iij» (B.C.U., ms. C. II, f. 124r). |
1505, magg. 21 span> | * | «Mag. Ioannes Petrus Pasculini barberius, habitator Utini super plathea, concessit facultatem ser Alexandro et ser Ioanni Francisco fratribus de Filittinis civibus Utinensibus fabricandi unum stabulum apodiatum muro domus dicti mag. Petri subtus in fenestra eiusdem domus respiciente in curiam domorum eorundem fratrum, cum hoc quod dicti fratres eorum sumptibus debeant facere unam fenestram ferratam huiusmodi licencia dictæ partes remiserunt arbitrio magn. d. Antonii de Savorgnano2 » (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Instr. 1487-1533, sub anno, f. 3r — 4v). |
1505, giu. 12 span> | * | « Mag. Ioannes Petrus Pasculini barberius concessit facultatem ser Alexandro Filittino pro se et ser Ioanne Francisco eiusdem fratre quod dicti fratres possint construere unum stabulum ab equo apodiatum muro domus eiusdem mag. Ioannis Petri usque ad fenestram dicte domus respicientem in curia dictorum fratrum, cum hoc pacto , quod dicti fratres de Filittinis solvere debeant mag. Ioanni Petro dimidiam dicti muri æstimationem faciendam per magistros Danielem de Faganea et Valantinum de Caprileis muratores et marangonos ibidem per eos electos et emendare debeant dictum murum item facere debeant unam fenestram ferratam » (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Instr. 1487-1533, sub anno, f. 4v; segue perizia del 19 giugno con il conestabile di Porta Cividale). |
1507, febbr. 23 span> | * | « Mag. Ioannes Petrus Pasculini barbitonsor habitator Utini super plathea prope ecclesiam S. Ioannis Baptistę, ex urbanitate sua, concessit licentiam ser Alexandro Filittino, petenti pro se et ser Ioanne Francisco eius fratre , fabricandi unum stabulum porchorum in dicto eorum horto appodiatum muro domus habitationis dicti mag. Ioannis respiciente in dictum hortum, quod quidem stabulum fieri debeat in latitudine ad quantitatem unius passus, in altitudine non possit nec debeat excedi et fieri supra murum veterem de pręsenti existentem » (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Instr. 1487-1533, sub anno, f. 23v). |
1511, apr. 2 span> | | Essendo per il terremoto ruinato il castello, si officiano i fratelli Alessandro e Giovanni Francesco Filittini perché vogliano cedere in affitto la loro casa per abitazione del luogotenente, «attento quod locumtenens est privatus eius habitacione ob ruinam castri secutam superioribus diebus propter terremotum nec sit in hac terra aliqua domus magis comoda pro eius habitatione» (Annales, XLI, f. 215r). |
1517, genn. 9 span> | * | « Utini, in domo Philetinorum residentię magnę d. locumtenentis ». Si tratta di Giacomo Cornaro (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5450, Istr. 1516-1517, f. 108v). |
1517, genn. 28 span> | * | «Actum Utini, in domo Philetinorum solitę residentię d. locumtenentis, pręsentibus comite Hieronymo Savorgnano3 et excellenti doctore d. Augustino de Novali Tarvisino, vicario». L’atto riguarda i patti matrimoniali fra il dottor Giacomo Florio4, per la figlia Cassandra, e Pasino di Giovanni Locatelli (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5450, Istr. 1516-1517, f. 122v — 123v). |
1517, mar. 3 span> | * | «Actum Utini, in domo Philetinorum, pręsente habitatione d. locumtenentis, super sala» (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5450, Istr. 1516-1517, f. 144v). |
1517, apr. 8 span> | * | Il luogotenente Giacomo Corner in questa casa stipula il contratto con i fornitori carnici per il legname necessario alla fabbrica del castello (JOPPI, Notariorum, VI, f. 168r). |
1517, giu. 8 span> | * | «Actum Utini in domo habitationis magn. d. locumtenentis , posita apud platheam Utini, quæ fuit olim sp. artium et medicinæ doctoris d. Valerii de Philitinis » (A.S.U., C.R.S., 631/1, f. 18v, not. Giovanni Pace, copia di Marino Sporeno). |
1518, magg. 4 span> | | «Actum Utini in Cortina in ędibus Philetinorum solitę residentię locumtenentis5» (B.C.U., Rotolo di Alvise Belgrado, copia di doc. di Antonio Belloni, ms. 1017, f. 49r - 52v). |
1520, ott. 11 span> | * | Elena Camussina, vedova di Giovanni Francesco Filittini, nel testamento lega a Franceschina figlia naturale del marito e moglie di Schiovetto «una domunculam sitam in contrata S. Bartholomei, videlicet illam in qua de presenti habitat» (A.S.U., Arch. Caimo, 20/5, copia del testamento di Elena Camussina). |
1521, ag. 27 span> | | Elena Camozzini, vedova di Giovanni Francesco Filittini, dona ai nipoti Francesco e Valerio Filittini q. Antonio la casa grande nella quale abita il luogotenente6: «a parte ante iuxta publicam viam tendentem ad Portam S. Antonii, a parte post iuxta muros castri Utini, cum alia domo contigua habitata per iudicem» (A.S.U., Arch. Caimo, 20/5, f. 6r — 8r, copia di Giacomo Porzio dal not. Francesco Portis). |
1522, ott. 22 span> | * | «Actum Utini, in contrata vulgo dicta Curtina, in quadam camera respiciente versus burgum Puscolli domus nobilium de Filitino residentie clarissimi d. locumtenentis7 ». Come precisa il documento, si tratta del luogotenente Antonio Bon (B.C.U., ms. D. XXIX, f. 255r). |
1529, sett. 9 span> | * | Vi abita il dott. Valerio del fu Antonio Filittini (A.S.U., N., Gabriele Gozzadini, 5817, Istr. 1529-1531, f. 15r). |
1529, sett. 10 span> | * | «Actum Utini, in contrata S. Bartholamei, sub porticibus domus illorum de Philitinis, penes apotecam tentam per mag. Baldassium de Baldessariis, cerdonem Utini» (A.S.U., N., Gabriele Gozzadini, 5817, Istr. 1529-1531, f. 19r). |
1531, magg. 9 span> | * | In contrada di S. Bartolomeo, in casa di d. Eufemia Filittini «sub pergola, penes coquinam» (A.S.U., N., Gabriele Gozzadino, 5817, Istr. 1529-1531, f. 158r - 159r). |
1544, mar. 6 span> | * | «Actum Utini, in domibus Phillitinorum habitationis spect. doctoris d. Hieronymi Tretii vicarii8 » (A.S.U., N., Francesco Belgrado, 5737, I istr., f. 180r). |
1544, nov. 18 span> | | Ser Gerolamo Raimondi9 compera la casa dei Filittini in piazza S Giovanni per d 2100 da Eufemia Filittina e dal figlio dei costei, Bertolomeo (B.C.U.,ms. 1293/3 Raimondi, f. 110v). |
1547, genn. 16 span> | * | « Quum sub die decimo septimo martii 1544, manu ser Bertrandi Calderarii notarii Utinensis, sp. doctor d. Valerius Philitinus, tradididisset d. Euphemiæ eius cognatæ relictæ q. Philittini Valerii, portionem domus sitæ Utini, iuxta platheam Contarenam, ex opposito fontis, cum honoribus et oneribus et eadem domina in contracambium permutasset d. Valerio eius sororio bona sua sita in Luseriaco , hinc est quod ibidem prefatæ ambæ partes annullaverunt permutationem . Et denique nunc dicta d. Euphemia relaxavit eidem d. Valerio partem domum et supra videlicet: la corte di piazza con la stalla ed intrada, la bothega che tien m. Zanetto, la camera grande sotto la bothega predicta, la botthega che tegniva m. Fidel con lo mezado hora tenuta per m. Pietro Venetian , la mittà dela monte et horto sopra la piazza et la bothega che tien Simon ebreo con lo mezado» (A.S.U., N., Mario Albino, 5949, Istr. 1547, f. 6r — 8r). |
1550, dic. 2 span> | * | « Valerius Filitinus olim Antonii contentavit quod Bartholomæus Filitinus eius nepos, cui alias anno 1538 die 13 novembris, manu q. tabellionis d. Francisci Portii donavit dimidiam usufructus et emolumenti percipiendi ex duabus domibus datis eidem d. Valerio in permutationem per d. Iosephum de Maninis , possit vendere tam dimidiam usufructus alterius ex dictis duabus domibus, videlicet domus magnæ nunc habitatæ per ipsum d. Iosephum Maninum, quam etiam dimidiam ipsiusmet domus magnae; hoc expresse tamen specificato quod pecuniæ tamen percipiendę per ipsum d. Bartholomæum ex venditione dimidiæ ipsius domus investiri debeant in tot bonis stabilibus, quæ bona subiceant in locum fideicommissi q. Simonis Filitini et esse naturæ et qualitatis ipsius dimidiæ domus subiacentis ipsi fideicommisso » (A.S.U., N., Giovanni Domenico Bitunio, 6072, Prot. istr., f. 4r — 4v). |
1552, febbr. 20. span> | * | « Bartholomeus q. Francisci Philitini civis Utinensis vendidit ser Hieronymo f. ser Marci de Conziano mercatori Utini , unam domum muratam, soleratam, cuppis copertam cum curia ac colle postpositis, sitam Utini in contrata S. Bartholomęi iuxta a solis ortu heredes infrascripti q. d. Manini, a meridie stratam publicam, ab occasu domum ser Gabrielis Alberti de Utino, modo per Hębreos habitatam, et iuxta collem domus magnæ Philitinæ et a montibus murum castri Utini , quae domus modo est habitata per nob. d. Iosephum Maninum civem Utini » (A.S.U., N., Mario Albino, 5949, Istr. 1552, f. 15r — 17r). |
1552, lugl. 23 span> | * | « Ser Thomas q. ser Nicolai Schiavetti de Utino locavit ser Lucæ f. ser Iohannis Mariæ, aromatario Utini , unam eius appothecam cum mezato superiori, sitam Utini in contrata dicta Curtina, super angulo domus magnæ Philitinorum versus fontem, hactenus tentam per ser Petrum Dusa fructarolum , debente ipso conductore solvere singulis annis dicto locatori ducatos novem » (A.S.U., N., Mario Albino, 5949, Istr. 1552, f. 48r). |
1553, genn. 9 span> | * | «Actum Utini in platea S. Ioannis, in apotheca mag. Ioannuti cerdonis subposita domibus mag. Bartholamei de Filitinis » (A.S.U., C.R.S., 631/1, f. 60r — 61r, not. Bartolomeo Blaceo, copia di Marino Sporeno). |
1553, magg. 30 span> | * | «In convocatione placuit legi facere oblationem factam per nob. ser Bartholomaeum Philitinum de quadam quantitate terreni et æstimationem factam per quinque electos ad ęstimationem facientes iuxta tenorem oblationis, quæ est ut infra, videlicet: Essendomi da alcuni sta’ richiesto un pezzo del terreno del mio monte in vendita, son ricorso a V.S. magnifici deputati, sapendo, che è più convenevole ch’io l’offerisca per honesto et conveniente pretio a V. Magnificenza ch’a concederlo ad altri, perch’esse meglio potrano commodarvi in fabriche utile et honorevoli, che lassar che altri fabricassero, massimamente essendo sta’ lassate le forme di fabrica nel muro, come si vede con animo di edificare qualcosa et considerando che per verità vi è terreno del publico appresso la mia monte di là del muro et offerisco del mio terreno passo uno in larghezza, cominciando dal canton dela fenestra dela chiesa di S. Zuane di piazza et mesurando verso il terren publico et muro deli volti dela piazza et in longhezza da essa fenestra fin al pozzo che sono passa otto e mezo pie, deli quali ne sono passa sei manco un pie del mio et passi doi et uno e mezo del terren publico dela corte che già me fu concessa da questa magn. communità; talché ne darei del mio passa 6 manco un pé, nel qual terreno possi la magn. communità fabricar quel che meglio et piϊ honorevole li parerà con authorità di poter far fenestre alte con ferrate et rame di vetro per goder la luce, le quali vedreate non si possino però aprir, et con authorità di poter etiam far un volto sopra il terreno dela corte principiando dal canton dela mia porta grande fin ala muraglia dela mia casa et sopra ditto volto et possino fabricar et far fenestre al modo et ordine sudetto» (Annales, LIII, f. 4r — 4v). |
1554, mar. 9 span> | * | «Ser Bartolomęus olim Francisci de Philitinis vendidit deputatis civitatis Utini , infrascriptam terreni quantitatem postpositam muro publico logię adiacentis et Divi Ioannis et plateę Contarenę versus hortum dicti ser Bartholomęi, videlicet totum id terreni quod est de suo procedendo ab angulo fenestrę templi Divi Ioannis versus particulam illam terreni publici oppositi muro logię predictę quod ex ruina ędium alias per nostram comunitatem emptarum vacuum remansit et versus ipsum murum et procedendo similiter in longitudine a suprascripto angulo fenestrę ecclesię Divi Ioannis recta linea in curia putei et ab ipsa curia usque ad angulum portę quę quantitas terreni in totum est passuum undecim et pedum trium longitudine » (A.S.U., Coll. N. U., 16, XII/4, f. 10r — 12r, not. G.B. Arrigonio, copia di Antonio Corso). |
1560 span> | | «Heredi del q. mess. Valerio Filitin et del q. nepotte die dar sopra le case furono de Domenego delle Colline incluse in la casa granda deli Filitini poste in Cortina L 10» (A.C.U., A.A.O., Rotolo 1560, f. 49v). |
1560 span> | * | Ancora all’ospedale «la magn comunità de Udene paga in logo de m. Valerio Philitin fisico per le case furono de ser Antonio Pictoribus ruinate per far la piazza L 3 s 10» (A.C.U., A.A.O., Rotolo 1560, f. 41v). |
1561, febbr. 25 span> | ° | «Actum Utini in domibus hæredum q. d. Bartholomęi Philittini habitationis exc. d. vicarii» (not. Giovanni Antonio Attio). |
1565, febbr. 7 span> | | «Pro cancelleria Patrię» si concede ai deputati della Patria «tanto spazio di terreno nela corte de’ Filitini, sotto i volti di S. Giovanni, appresso la camera fiscale e la cancelleria de’ criminali , che basti per fare la cancellaria dela Patria con conditione di far essi ale spese dela Patria lastricare il suolo sotto i volti per quanto capirà il terreno davanti ad essa in quel modo che sarà fatto dala città il rimanente avanti la camera e cancellaria de’ criminali predette» (Annales, LVI, f. 131v). |
1570, sett. 6 span> | * | « Catherina uxor relicta q. Valerii Philitini doctoris, locavit ser Antonio Torrono spatario Utini appothecam incorporatam domui Philitinæ sitæ Utini, hactenus tentam per Cæciliam Zacchariam Utini , debente ipso conductore solvere singulis annis de affictu simplici eidem locatrici libras soldorum vigintiquinque » (A.S.U., N., Mario Albino, 5950, Istr. 1570, f. 42r). |
1571, febbr. 3 span> | * | « Catherina uxor relicta q. Valerii Philitini , locavit mag. Francisco q. mag. Radi de Castronovo eam partem domus Philitinorum sitam Utini, quam hactenus eodem iure tenuit Cęcilia Zaccharia Utini, debente ipso conductore solvere singulis annis de affictu simplici eidem locatrici ducatos novem » (A.S.U., N., Mario Albino, 5950, Istr. 1571, f. 5r). |
1575, ag. 30 span> | | Istanza di Elisabetta Filittini per ottenere un indennizzo per il fondo già di sua proprietà occupato per la chiesa di S. Giovanni (B.C.U., ms. C. II, f. 199r). |
1577, giu. 4 span> | | Deposizione della teste Cecchina, vedova del q. Nicolò Schiratti, pratica di casa Filittini: sa che la chiesa fu fabbricata in fondo Filittini, fondo che si diceva essere in passato stato regalato dalla comunità al dottor Valerio Filittino, medico, per le sue benemerenze. Quando fu abbattuta la vecchia chiesa di S. Giovanni, nessun operaio voleva cominciare la demolizione; finalmente un figlio del q. Zuanne Zamoro cominciò a demolirla (B.C.U., ms. C. II, f. 200r). |
1586, magg. 5 span> | | Flaminio de Rubeis10 compera da Alessandro Filittini la casa grande posta in contrada di S. Bortolomeo (A.S.U., Arch. Caimo, 20/3, f. IVr — IVv). |
1586, ott. 31 span> | * | «Ser Augustinus Diana, cerdo Utini, precio ducatorum quindecim , quod recepit ab excellenti Flaminio de Rubeis cive Utinensi , francavit eidem Flaminio livellum annuum L 6 s 10 1/2 sibi debitum super palatio Philitinorum de Utino, nuper per ipsum Flaminium acquisito et super portione eiusdem palatii quæ fuit nob. Antonii Philitini vigore consignationis de livello factæ per q. Spinettum Tursium manu q. Petri Cistarii notarii Utinensis » (B.C.U., ms. 1460, Leonardo Agricola, Prot. 1584-1588, f. 82r — 82v). |
1587, mar. 20 span> | | Ducale che concede ai Filittini di vendere la casa soggetta a fideicommisso (A.S.U., Arch. Caimo, 20/3, f. XIIIr — XIVr). |
1587, magg. 20 span> | * | «Coram Carolo Cornelio locumtenente comparuit Flaminius de Rubeis civis nobilis Utinensis dicens se emisse ab Philitinis domos magnas angulares, sitas Utini in contrata S. Bartholomei ab una parte et ab altera e regione plateę S. Ioannis et fontis, cum curia, horto , confinantes a solis ortu cum domo habitata per ser Ambrosium Pithianum, a meridie cum via publica contratę S. Bartholomęi, ab occasu cum platea S. Ioannis et fonte mediante via publica et a septemtrione cum męnibus et fornicibus castri Utini , cum onere solvendi in annos singulos pensionem s 9 p 8, habita tamen licentia a serenissimo dominio Venetiarum emendi dictas domos nonobstante quocumque fideicommisso cui dictę domus subessent » (A.S.U., Arch. Dragoni, 20/3, f. 13r — 14r, copia dal not. Ottaviano Contrino). |
1596, mar. 10 span> | | Il comune concede a Flaminio de Rubeis di costruire portici sul lato della sua casa verso la piazza che si congiungano con quelli di S. Giovanni (il lavoro non fu mai eseguito) (Annales, LXV, f. 123v). |
span> | * | La domanda inoltrata al consiglio illustra il progetto: «Cosν bella et vaga si rende agli occhi de’ riguardanti la prospettiva di questa nostra piazza di S. Zuane, che quando ella non recasse offesa da quella faccia della mia casa che la riguarda, si potrebbe con fondamento di ragion concludere che niun’ altra d’Italia forse di questa fusse piϊ ornata et riguardevole; et io, che in tutto il tempo di mia vita desiderai sempre di operar cose tali, che recar potessero ala mia cara città ornamento et splendore, come quello che da lei fui sempre sopra ogni altro merito ornato et honorato, mi son posto in animo di voler ridurre alla desiderata perfettione et la mia casa et la piazza . Sarà grandissima spesa per certo, che per aventura trapasserò i due et i tre mille ducati, né io son per riceverne altro utile che di sole due camere, et un granaro, ma l’ornamento et il commodo dela città ha ben da essere di gran stima, dovendo io con pietre vive et forse con marmi di gran prezzo far cosν bella mostra, che ognun ne sia per restar pago e contento. Quale poi habbia ad essere la commodità degl’ill.mi rettori, ispecialmente nei tempi di pioggia, anzi di tutti coloro che ascender vorranno al castello et di piϊ dei mercanti nei tempi delle fiere . È mio disegno di venir tanto in fuori coi portici dela mia casa, che essi si congiungano a drittura con quelli della piazza, sν fattamente che le colonne mie si terminino sopra il publico terreno per sostenere l’edificio et nel resto a me sia fatta gratia de l’aria sola» (Annales, LXV, f. 123v). |
1598, mar. 29 span> | * | «Actum Utini, in contrata fontis publici, prope plathea S. Ioannis in ædibus quæ fuerunt dominorum de Filitinis, nunc excellentis Rubeis, super sala qua convenerant multi amici et consanguinei ad celebrationem infrascriptarum nuptiarum, pręsentibus inter alios rev. d. presb. Iacomo Cossio, curato in ecclesia maiori, d. Ioanne Baptista Cortona11, publico artmetico et cive Utini, nob. d. Hieronymo Pavona et d. Gabriele Fabritio olim d. Lonardi etiam civibus Utini testibus . L’ecc.mo Flaminio Rossi promette che Euridice sua figliola accetterà per suo legittimo sposo et marito l’ecc. ser Berardo Gulioba » (A.S.U., N., Leonardo Mistruzzi, 6610, 1557 istr., f. 21v). |
1616, mar. 26 span> | * | «Primo quartiero, detto di S. Bortolomio, principia ala fontana verso il castello, la casa del nob. G.B. Rubeis dottor et dall’altra parte la casa del nob. ser Gasparo e fratelli Albini et serve di qua e di là di essa contrada, fino al Portone verso il Giardino pubblico della città » (B.C.U., ms. Joppi 377/9, Regolatione de’ quartieri, f. 1r). |
1641, febbr. 21 span> | * | « Giovanni Rinoldo e Paolo Schiavetto , procuratori sostituiti dalla nob. Livia dei Rossi, procuratrice del nob. Flaminio de Rossi cavaglier, suo futuro sposo , concedono al nob. Nicolò Dragoni, dottor di leggi udenese12 , a goder una parte della casa del sig. kavalier, posta, sopra il cantone della contrada di S. Bortolomio, confina a lev. con strada di detta contrada, a mezogiorno con strada e piazza di S. Zuanne verso la fontana, a sol a monte con i volti o portici che vanno in castello mediante l’horto et alli monti con la casa del sig. Martio Fatio di questa città parte e parte con la casa del nob. Gasparo Sabbatino mediante la corte, cioè quella parte di casa e quelle stanze tutte con corte e horto,ch’abitava e teneva per suo uso et della famiglia il kavalier, comprese anco le due stanze che entrano nella casa del sig. Spatio et il mezado grande che hora tiene ad affitto mess. Pietro Boschinetto francese, caligaro; et all’incontro detto ecc.mo sig. Nicolò s’obliga depositare domenica prossima sopra il sacro monte di pietà ducati mille ; e di piϊ esso sig. Dragone s’obbliga far tutta quella spesa che occorrerà in ristorar et accomodar la detta casa di quanto sarà neccessario » (A.S.U., Arch. Caimo, 20/3, f. 1r — 2v). |
1641, mar. 6 - 1643, mar. 20 span> | * | Spese per mattoni, pianelle, calce presso il fornaciaio Nicolò (A.S.U., Arch. Caimo, 20/3, f. 14v — 15v). |
1641, apr. 5 - sett. 5 span> | * | Spese di ferramenta per il restauro: L 1537 (A.S.U., Arch. Caimo, 20/3, f. 11v — 14r). |
1641, apr. 16 — giu. 27 span> | * | Pagamenti al tagliapietra G.B. Gianuzio di Faedis (A.S.U., Arch. Caimo, 20/3, f. 18v). |
1641, giu. 27 span> | * | Pagamento al tagliapietra Domenico di Tarcento «per le due lastre di pietra del pozolo in capo la salla L 72» (A.S.U., Arch. Caimo, 20/3, f. 19r). |
1641, lugl. span> | * | Pagamenti al tagliapietra Girolamo Prodolone e anche a un tagliapietra «forastiero di Medun» (A.S.U., Arch. Caimo, 20/3, f. 20r — 21r). |
1641, lugl. 17 span> | * | «A Michiel salizador in piϊ volte et hoggi saldati per haver salizado li cogoli, la corte et sotto le gronde sul monte » (A.S.U., Arch. Caimo, 20/3, f. 21v). |
1642, magg. 15 span> | * | «Stima fatta da me Antonio Contrino estimator pubblico et Andrea Zinio muraro dell’infrascritte opere et manifatture fatte per m. Sebastiano Riϊ muraro nella casa del nob. et ecc.mo sig. Nicolò Dragon dottor aquistata dal nob. et ecc.mo sig. Nicolò Dragon dottor aquistata dal nob. sig Flaminio Rossi cavagliero». Tra gli ambienti restaurati è citata anche «una cameretta sopra la camera del nob. sig. Antonio Antonino». Il tutto assomma a L 1356 s 16. A queste si aggiunge la spesa di L 820 di falegnameria, stimata il 25 sett. dello stesso anno (A.S.U., Arch. Caimo, 20/3, f. 5r — 7v). |
1642, ag. 7 span> | * | Pagamento di spese al falegname Bastian Torrean (A.S.U., Arch. Caimo, 20/3, f. 19v). |
1668, sett. 10 span> | * | «Stima dell’infrascritta casa posta nel borgo di S. Bortolomio di questa città appresso la fontana, di raggione del nob. sig. Flaminio de Rossi kavalier, qual cede in vendita al nob. Nicolò Dragoni, fatta da me sottoscritto perito . Casa di muro sotto quella dell’habitatione del dott. Dragoni, confina a lev. casa del capitanio Matacoviz et detto Dragoni, a mezodν strada del borgo, a pon. altra casa di questa ragione habitata dal capo Gregorio Murano et a tram. il sudetto Nicolò Dragone». Sono citate anche due botteghe, occupate rispettivamente dal Capellaro e dalla Venuta (A.S.U., Arch. Caimo, 20/3, f. 26v — 29v). |
1708, giu. 30 span> | * | Stima di Andrea Coradino: «Stima per li heredi q. nob. sig. Flaminio de Rossi kavalier fatta da me sottoscritto pubblico perito ricercato dalli nobb. Nicolò et fratelli Dragoni . Una casa posta nel borgo di S. Bortolomio sul canton presso la fontana , con corticella, brolo et horto in riva del castello. Confina a lev. parte nob. Nicolò Calderino et parte co. Fiorendo et nipoti Manini, mezogiorno stradda di detto borgo di S. Bortolomio e pon. strada sive piazzetta presso detta fontana e li volti di S. Zuanne et a tram. pur strada e volti che tendono al castello » (A.S.U., Arch. Caimo, 20/4, f. 8r — 17r, copia not. di Ferrando Orgnani dal not. Nicolò Aloi). |
1709, genn. 16 span> | * | «L’anno 1641, 21 sett. con instr. per man dello sp. Bernardino Orgnano, il q. nob. sig. kav. Flaminio de Rossi, per l’esborso di d 1000 diede a goder al q. nob. Nicolò Dragoni una portione della casa di ragione d’esso Rossi, posta in piazza Contarena tra li confini come in detto instrumento. L’anno 1642, 11 aprile, per mano di detto nodaro, il sig. Dragoni assonse per il Rossi di pagare un’annua pension livellaria di d 21 per il capital di d 300 alla nob. Angelica Filittina (qual pensione doppo è stata anco francata da detto Dragoni), perché all’incontro cesse il Rossi al Dragoni un annuo affitto di d 21, che mess. Pietro Bochinetto era tenuto corrisponderli per alcune stanze sotto la casa già prima data a goder ad esso Dragoni. L’anno 1643, 21 genaro acquistò esso Dragoni dal Rossi altra pension livellaria di L 18 s 12 per capital di d 42 L 4 per mano del suddetto nodaro ed in pagamento li diege il Rossi altro affitto annuo di L 18 s 12 che il Bochinetto pagava per le stanze sotto la casa . L’anno 1645, 2 novembre, per mano del suddetto nodaro approvò il Rossi le spese fatte dal Dragoni in conformità del convenuto nel precitato instrumento 1641 nel ristauro della casa rilevanti la summa di d 954 L 5 s 16, della qual summa il Rossi si costituν debitore per doverne o restituirla in caso che redimesse la casa . Nell’instrumento il Dragoni assonse obligo di corrisponder alla nob. Smiralda di Colloredo un annuo livello di d 14 per capital di d 200 et essiger egli li d 14 da Giulia Pistoia, che era obligata pagarli d’annuo affitto per altre stanze da lei condotte sotto la casa, obbligato al detto livello Colloredo, qual fu poi anco francato da detto Dragoni l’anno 1647, 10 maggio per mano dello sp. Bernardino Orgnano nodaro; e perché esso Dragoni era creditore d’altri d 48 L 5 per precedente sborso fatto al Rossi e per decorsi dovuti alla sign. Colloreda, gl’insitui questo per detta summa un’altra pensione livellaria di L 21 s 4 all’anno, assegnandoli in pagamento altre L 9 s 4 d’affitto annuo che pagava detta Pistoia, et un altro affitto pur annuo di L 12 che pagava mess. Giacomin taconaglio per una bottega parimente sotto la casa . L’anno 1649, 6 dicembre, per mano dello stesso nodaro, essendo state al Dragoni essitte dal sig. Martio Spatio due stanze del corpo della portione di casa data a goder al medesimo dal Rossi con il precitato instrumento 1641, 21 settembre, che importavano d 50 di capitale; et aggiunti a questi altri d 30 per spese fatte come dal detto instrumento et altri d 12 effettivamente sborsati al Rossi, constituν questo e vendé ad esso Dragoni per la summa di d 92 un’annua pensione livellaria di L 40, assegnandoli a riscuoter il pagamento della medesima sopra le rimanenti L 10 dell’annuo affitto che gli pagava mess. G.B. Vide per una casetta in Poscole. Quali tutti sborsi rilevano la summa di d 2639 L 3 s 12; dalla quale defalcando il capitale di d 272 1/2 francato dal Rossi allor che l’anno 1668, 20 settembre cesse al Dragoni quella portion di casa che teneva ad affitto la Pistoia, e defalcati pure d 50 dell’essittione Spatio delle due camere antedette , restano a credito delli Dragoni sopra la casa di loro habitatione d 2317 L 10. Hora volendo gli heredi del q. kav. Flaminio Rossi passare alla vendita di tutta la loro rimanente casa , sino li 30 giugno p.p., fecero seguir la stima della medesima che fu fatta dal sig. Andrea Coradino pubblico perito ; quale rileva d 3202 s 18 . Ma doppo sono insorti nuovi emergenti e la casa è stata posta all’incanto, come nell’editto 3 settembre p.p., a motivo del quale furono accresciuti in piϊ volte . Per lo prezzo dunque di ducati quattro mille duecentodue L 18 il nob. Francesco Rubeis q. Celto , come procuratore de’ prefati heredi q. Giulio Antonio q. G.B., q. Flaminio Rossi , ha venduto alli nobili Nicolò, Ottaviano e Francesco fratelli Dragoni tutto l’intiero corpo della casa di ragion feudal censuale, posta sul canton del borgo di S. Bortolomio in piazza Contarena, appresso la fontana publica, con corto brolo et horto in riva del castello pretorio; confina a lev. parte il nob. Nicolò Calderini, parte li coo. Fiorendo e nipoti Manini, a mezzog. strada di detto borgo, a pon. strada sive piazzetta e li portici di S. Giovanni et a tram. parimenti strada sive portici per i quali s’assende al castello » (A.S.U., N., Nicolò Aloi, 8109, VII instr., f. 4r — 10v). |
1744 span> | | «Dragoni. La loro casa è vicina alla fontana di piazza Contarena, contigua alli portici di S. Giovanni. Dicesi edificata dai Filettini, poi tenuta dai Rubeis, da questi venduta ai Dragoni» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 174). |
1801 span> | | Coo. Antonio e Nicoletto Dragoni (Nomenclatura, f. 62v). |
1809 span> | * | Appartiene a Nicolò Dragoni, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 46v). |
1809, genn. 10 span> | * | La commissione alle visite domiciliari al podestà: «La comunale delegazione si è portata per far visita alla casa Dragoni al c.n. 1664, ma con dispiacere non ha potuto effettuarla per non aver ritrovato alcuno dei padroni della casa stessa in città, ma solo un custode, il quale non aveva le chiavi della casa medesima. Ha però la commissione incaricato quel custode di procurarsi le chiavi di essa casa per il giorno di domani in cui la commissione ritornerà a fare il sopraloco ricercato » (A.S.U., C.N., 116; 220, XXXIII C 5). |
1812, dic. 16 span> | * | Vi è censita una osteria appartenente a Nicolò Dragoni, senza nome (Esercenti). |
1828, dic. 5 span> | * | Denuncia della deputazione d’ornato alla congregazione municipale: «Nella casa del co. Antonio Caimo Dragoni, posta in piazza Contarena, fu apperta una finestra senza la dovuta autorizzazione ». I componenti della commissione non possono tacere: essersi «illegalmente eseguito il lavoro, perché non chiesto ed ottenuto il permesso; non potersi tollerare la finestra, perché la sua forma e la sua posizione, relativamente alle altre vicine, discordano colla esterna regolarità ; essere in particolare disdicente la sconvenienza, perché nel sito piϊ centrico dell’abitato e precisamente nel luogo piϊ decorso e meraviglioso di questa città; esser schernito il proprietario di quel tributo, quantunque tenue, che a vantaggio della città contribuiscono i cittadini che ottengono concessioni per lavori da farsi; sembrare scandalosa la violazione della legge nella persona del nob. Caimo Dragoni, perché come assessore municipale dovrebbe anzi vigilare, onde non nascessero contravvenzioni. Dopo tutto questo, se il municipio volesse lasciar l’opera fatta, quantunque illegale, sconcia e scandalosa, sarebbe desiderio della scrivente deputazione che almeno venissero compensate la sconvenienza, con una contribuzione a vantaggio del pubblico Giardino » (A.S.U., C.A. I, 148/X, 179, Case II, riservata). |
1852 span> | * | Proprietà del co. Giacomo Caimo (Competenze, II, f. 7v). |
1852, mar. 23 span> | * | A Giacomo Caimo Dragoni «occorre far aprire una porta in fianco del portone e sotto una finestra ivi esistente della sua casa all’angolo della piazza S. Giovanni e borgo S. Bortolomio e segnata al c.n. 1664 e precisamente sotto i portici verso il borgo». Il progetto viene approvato (A.S.U., C.A. II, 66, 2166 Orn. II C). |
1876 span> | | Birreria “Cecchini” (COSMI-AVOGADRO, 84). |
1883 span> | | Birreria Venier-Martinis (AVOGADRO, 139). |
1890 span> | | Birreria Puntigam. |
1890-1895 span> | | Proprietà del dott. Spinotti. |
Fine secolo XIX span> | | Fu sede del Circolo dell’Unione. |
1925 span> | | Fu acquistata dalla banca del Credito italiano. |
span> | °° | L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 16 magg. 1951 ai sensi della L. 1089/1939. |
span> | | |
NOTE span> | 1 | Sulla famiglia Filittini: LIRUTI, Notizie delle vite, I, 300-301; MONTICOLI, Cronaca, 43. Per il dottore Francesco vedasi anche P. SOMEDA de MARCO, Notariato, 50. |
span> | 2 | Su Antonio Savorgnan esistono vari studi, da quelli compresi nei trattati di storia locale, alle monografie sull’insurrezione del 1511. In particolare vedansi: L. CARGNELUTTI, Antonio Savorgnan e l’insurrezione del 1511, in I Savorgnan e la Patria del Friuli dal XII al XVIII secolo, 121-125; SALVINI, Antonio Savorgnan. |
span> | 3 | Per Gerolamo Savorgnan: G. SAVORGNAN, Lettere storiche dall’anno 1508 al 1528; LIRUTI, Notizie delle vite, III, 1-24; MICELLI, I Savorgnan e la difesa della Patria, in I Savorgnan e la Patria del Friuli dal XII al XVIII secolo, 135-154. |
span> | 4 | Per Giacomo Florio: V. JOPPI, Alcune notizie sulla vita di Giacomo Florio; G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, II, 164; SAMBIN, Gregorio Amaseo, 41. |
span> | 5 | Lazzaro Mocenigo, in carica dal 7 marzo 1518 al 10 luglio 1519 (JOPPI, B.C.U., ms. Joppi, 404, Fasti, f. 10r). |
span> | 6 | Vincenzo Capello, in carica dal 10 aprile 1521 al 3 giugno 1522 (JOPPI, B.C.U., ms. Joppi, 404, Fasti, f. 10v). |
span> | 7 | Antonio Bon, dal 3 giugno 1522 al 19 ottobre 1523 (JOPPI, B.C.U., ms. Joppi, 404, Fasti, f. 10v). |
span> | 8 | Vicario del luogotenente Vettor Barbarigo dal 21 novembre 1543 al 22 marzo 1545 (JOPPI, B.C.U., ms. Joppi, 404, Fasti, f. 11v). |
span> | 9 | Per la famiglia Raimondi vedasi al n. 392. |
span> | 10 | Per Flaminio de Rubeis, ossia Rossi: LIRUTI, Notizie delle vite, IV, 173; G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, II, 303. |
span> | 11 | Per G.B. Cortona; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 213; DEL BASSO, Manoscritti in scrittura latina, 139-140. |
span> | 12 | Per Nicolò Dragoni, dottore in entrambi i diritti: LIRUTI, Notizie delle vite, III, 451. |
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STUDI INEDITI span> | | CIPOLLA, Memorie, f. 31r. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | AMASEI, Diarii, 252; Archivum...Catastico, I, 323; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 29, 55, 138, 211, 213; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 284-286; BRAGATO, Guida, 57; BRAIDOTTI, L’acqua potabile, 5; di CAPORIACCO, Udine. Appunti, 48; COMELLI, Passeggiate, 52; Elenco dégli alloggi; JOPPI, Stato de’ cinque pozzi, 112; JOPPI, Udine prima del 1425, X; PERUSINI-ANTONINI, Un secolo nella memoria, 41; PICCO, Il pittore decoratore Eugenio Savio; della PORTA, Toponomastica, 121-122, 254-257; di PRAMPERO, Napoleone in Friuli, 62; S[ACCOMANI], Il ristauro, 40, 41, 48; Sappiamo essere stato affidato dalla Ditta Dorta; C. SOMEDA de MARCO, Ottaviano Dragone, 257-263; C. SOMEDA de MARCO, Il duomo, 216; della TORRE, Il salotto della contessa, 1-54; VALENTINIS, Udine antica, 22. |
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1665 | |
1400, dic. 5 span> | | L’ospedale concede la casa a livello perpetuo a Nicolò di Ropretto di Faedis. Atti di Domenico Franculini (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1775, f. 7r). |
span> | | La casa fu di Filippo Alberti. I suoi eredi nel 1557, dic. 9, la cedettero a Nicolò Mistruzzi che nel 1566 la cedette ad Ambrogio Pittiani. Marzio Spazio Pittiani l’anno 1653 la diede in dote alla figlia Isabella Mattacovic, da questa in Francesco Vari per contratto di livello francabile, ricuperata, passò nel 1695 in Nicolò Calderini quindi in Casella e poi in Rizzi nel 1723 (da annotazione anonima e priva di data: A.S.U, Arch. Caimo, 20/6). |
1552, febbr. 20 span> | * | Casa di ser Gabriele Alberti, abitata da Ebrei. Vedasi n. 1666-1667. |
span> | * | Un documento privo di data, redatto per un processo, spiega i vari passaggi: «Il sig. Martio Spato q. Mario , habitante nella fortezza di Palma, come successo nel fideicommisso del q. Ambrosio Pithiano suo bisavo materno , narra che dell’anno 1619, 8 maggio il q. Ambrosio q. Martio Spatio zio paterno del suddetto Martio esponente s’arrogò auttorità di vendere et essitare al q. ecc. G.B. Rubeis una camera sopra il secondo solaro della casa predetta chiamata la camera d’oro contigua, anzi attaccata alla casa del suddetto q. Rubeis per d 50 et come piϊ distintamente consta nell’instromento 1619, 8 magg. rogato negl’atti del q. Zuanne Gozadino , che pur anco d’essa non ne fosse che semplice usufruttuario ad vitam, continuando in sν fatta guisa alla testamentaria dispositione, la quale di presente viene goduta et posseduta dal Dragoni insieme anco con un’altra stanza dietro a quella contigua di ragione del medesimo fideicomisso che è stata indebitamente occupata benché non compresa nel precitato instromento 1619 soggetta al fideicomisso dell’istesso q. Ambrosio Pithiano, devenuto nel medesimo Martio. Il quale fa istanza che il Dragone reo convenuto, come possessore della camera detta d’oro e dell’altra stanza di dietro a quella annessa resti condannato et col mezo della giustitia astretto alla relazzatione delle predette camera et stanza insieme con tutti gli affitti dal giorno della morte del q. Ambrosio Spatio Pithiano , interpellando l’antedetto Dragone a confessare o negare se tiene e possiede la sudetta camera et la stanza hora attaccate alla casa della sua habitatione, fu del Rubeis, confina a lev. con la casa del detto Martio Spatio, tenuta ad affitto dal sig. Recalca suo cognato, a mezogiorno la contrada di S. Bortolomio, a sol a monte la casa Rubeis, hora del medesimo Dragone et alle monti la monte di castello » (A.S.U., Arch. Caimo, 20/6). |
1589 span> | * | Dal testamento di Ambrogio Pittiano: « Io lasso miei eredi universali mad. Giulia, moglie del mess. Thomaso Stella de Portogruario, mad. Isabella, moglie del mess. Martio Spatio gradischano, et li figlioli della q. mad. Marphisa mia figliolla, fu moglie de mess. Zuan Andrea Longis de Gradischa, videlicet Vincentio et Oratio equamente ». Nella seconda e terza parte unite, cioè quella per Isabella e i nipoti figli di Marfisa, è indicata tra l’altro «la casa grande della mia habitatione in la contrada de S. Bortholomio» e il testatore aggiunge la condizione «che Isabella e marito che possederanno la casa grande, oltre il cognome del marito, si chiami Pythiani et cosν Vincenzo et fratello» (A.S.U., Arch. Caimo, 20/6, copia dal not. Aurelio Boezio). |
1691, mar. 30 span> | * | «Udine, in contrada di S. Bartolomeo, in casa del nob. et ecc.mo Francesco Vari » (A.S.U., N., Antonio Orgnani, 7846, XIX instr., f. 148r). |
1703, ag. 25 span> | | «L’anno 1695, primo nov., il nob. Nicolò Calderini fece l’acquisto, mediante contratto verbale con la q. nob. Ellisabetta Spati Mattachovichia con l’intervento del q. Paolo Spatio suo fratello, coll’interposizione del nob. G.B. Bratteolo, della casa di ragione di detta signora situata nella contrada di S. Bortolomio di questa città fra le case delli coo. Manino e fratello Manini e quelle delli heredi q. Nicolò Dragoni, della quale anco per forma di detto contratto hebbe il possesso, et questo per prezzo di ducati settecentocinquanta che in tanta summa fu stimata dal q. Valentin Rizzo pubblico perito al tempo . Hora il nob. Alvise, figliolo et herede del q. Zorzi Mattachovichio , vende con la permissione pubblica, mediante il pagamento fatto del laudemio, all’antedetto sig. Nicolò Calderini la casa suddetta per il prezzo di d 560 L 3 s 10 » (A.S.U., N., Bertrando Brunallesco, 7805, XXI instr., f. 36r — 39r). |
1709, nov. 28 span> | * | « Niccolò Calderini, Marc’Antonio Casella e Polidoro Polidori presentarono presso me not. la scrittura di vendita seguita sotto li 13 con. . L’istesso Niccolò, atteso il pagamento del laudemio fatto dal Casella al sig. David Benaglio, procuratore del n.h. Manin creditor del medismo datio , vende al predetto Marc’Antonio la casa di ragione Calderini descritta nella predetta scrittura per il prezzo di ducati settecentocinquanta » (A.S.U., Arch. Caimo, 20/6, copia del not. Francesco Brunalleschi da atto di Beltrando Brunalleschi). |
1723, genn. 5 span> | * | Dalla stima di Andrea Canciani: «confina a lev. li coo. Oratio e fratelli Manini, mezodν strada pubblica, pon. et a tram. li fratelli Dragoni» (A.S.U., Arch. Caimo, 20/6, f. 4v). |
1723, sett. 4 span> | | La nob. Giulia q. Marcantonio Casella, moglie di Giuseppe Griffoni Merluzzi, vende a G.B. e Sebastiano Rizzi per d 1665 la casa «soggetta a feudo censuale descritta coi suoi confini nella stima 5 genaro p.p. fatta dal sig. Andrea Canciani perito » (A.S.U., Arch. Caimo, 20/6, f. lr — 11v; copia di Gaspare Martinelli dal not. Antonio Martinelli; f. 4v — 11v stima Canciani, copiata dallo stesso Gaspare Martinelli). |
1774 span> | | La casa è del sig. Andrea Paderni, loco Rizzi (A.C.U., A.A.O., Cattastico...1775, f. 7r). |
XIX secolo span> | °° | Vedasi n. 1666-1667. |
1801 span> | * | Appartiene a Riccardo Paderni «seniore», che vi abita (Nomenclatura, f. 62v). |
1809 span> | * | Proprietà del notaio Riccardo Paderni, che vi abita. Una parte ospita Giuseppe e Francesco Mangilli (Registro delli aloggi, f. 46v). |
1814, sett. 26 span> | * | Abitazione del notaio Riccardo del fu Antonio Paderni (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10443, 285). |
1834 span> | ° | Riccardo Paderni fu Antonio, loco Rizzi, loco Nicolò di Ropretto di Faedis, paga ven. L 4 dipendenti da istrumento di locazione 1400, nov. 5, atti Nicolò di Domenico Franculini, ,sopra casa al n. 1665 (A.O.U., Ospitale C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 285-286. |
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1666 | |
XIX secolo span> | °° | Vedasi n. 1666-1667. |
1801 span> | | Co. Alessandro e fratelli e cugini Manin1 (Nomenclatura, f. 62v). |
1809 span> | * | La casa appartiene ad Alessandro e fratelli Manin, che vi abitano (Registro delli aloggi, f. 46v). |
1812 span> | | Osteria “Alla provvidenza” (Esercenti). |
span> | * | L’esercizio è gestito da G.B. Ventrelli (ibid.). |
1814, nov. 28 span> | * | «Il sig. G.B. del fu Pietro Pinzani era di professione suonatore di contrabasso e domiciliava nel borgo di S. Bortolomio in un appartamento al c. n. 1666, mancò ai vivi li 3 corr. nov.». Segue inventario dei mobili, compilato dal rigattiere G.B. di Angelo de Facci, di S. Pietro Martire (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10365, 1623). |
1827, ott. 22 span> | * | « Enrica Manini Zucco ha venduto al di lei fratello nob. Orazio Manini la porzione di fabbriche e fondi dal corpo della casa dominicale sita al c. n. 1666, stata assegnata e toccata in parte d’eredità paterna alla venditrice suddetta colla operazione 7 ott. 1817 , periti Carlo Iacotti e Giuseppe Venuti , qual casa confina a lev. parte nobb. Susana e parte il nob. Giulio Manini, mezz. il borgo di S. Bortolomio, pon. Riccardo Paderni parte e parte eredi Dragoni ed a tram. le mura del castello , per it. L 3424,59 » (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10634). |
1826, dic. 2 span> | * | Pietro del fu Nicolò Biani vende al nob. Orazio fu Alessandro Manin « la porzione di fabbriche e fondi dal corpo della casa dominicale sita nel borgo di S. Bortolomio, coscritta col c. n. 1666, stata assegnata e toccata in parte d’eredità paterna alla nob. Lucietta del fu co. Alessandro Manini, sorella del nob. Orazio coll’operazione 7 ott. 1817 delli pubbl. per. Giovanni Carlo Iacotti e Giuseppe Venuti e nel Biani pervenute in proprietà in vigor del nuziale contratto 10 giugno 1825, seguito tra esso Biani e la nob. Lucietta Manini ; consistente essa porzione di fabbriche e fondi nell’appartamento in secondo piano, che comprende tre camere e camerino, porzione di fondi, porzione del monte ad uso d’orto verso pon. fino all’angolo che fa il primo tirapieno con li muri tutti di recinto e tirapieni cadenti ; la qual casa confina a lev. parte nobb. Susana e parte il nob. Giulio Manin, mezz. il borgo di S. Bortolomio, pon. Riccardo Paderni parte e parte eredi Dragoni ed a tram. le mure del pubblico castello . La vendita viene fatta per il prezzo d’it. L 3531,50 » (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10634, 4282). |
1828, giu. 13 span> | * | Orazio Manini presenta progetto per la riforma di un «ribatto» al n. 1666 e ne ottiene l’approvazione (A.S.U., C.A. I, 148/X, 2478 Orn. II C). |
1832, mar. 22 span> | * | Il capoquartiere riferisce di aver comunicato l’avviso municipale n. 1050, diretto a coloro che ingombrano la sede stradale «con merci di fruti ed oggetti riguardanti la salubrità» all’armaiolo Giuseppe Zanoni e al venditore di legname «d’albeo» Leonardo Pinti, entrambi esercenti al n. 1666 (A.S.U., C.N., 193). |
1832, ott. 31 span> | * | Inventario dei beni mobili di Anna moglie di Giacomo Moretti, oste nell’edificio n. 1666, che è di proprietà di Orazio Manini. Il Moretti con la moglie occupa alcuni locali «la maggior parte dei quali serve per uso di famiglia non solo, ma eziandio d’osteria, che in detta casa esercita» (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 637, 3403). |
1852 span> | * | L’edificio appartiene al co. Orazio Manin (Competenze, II, f. 7v). |
1856, apr. 15 span> | * | A Orazio Manin «per dare separato accesso ai locali in primo piano della casa posta al c. n. 1666 , è d’uopo aprire una porta ». Il permesso è accordato (A.S.U., C.A. II, 66/1856, 2612 Orn. II C, con dis.). |
span> | °° | Il disegno è firmato da «GBatta Rizzani Imp.». |
1876 span> | * | Vi hanno laboratorio il pittore di figura e paesaggio nonché fotografo Giuseppe Malignani2 e gli orefici e gioiellieri G.B. Grassi e Nicolò Santi (COSMI-AVOGADRO, 96, 104, 109). |
1883 span> | * | Studio dell’avvocato Remigio Bertolissi, studio fotografico di Adele Malignani e ancora laboratorio di oreficeria di Grassi e Santi3 (AVOGADRO, 138, 145 150). Alessandro Manin risulta inoltre proprietario dello stallaggio che ha sede nel complesso edilizio (AVOGADRO, 156). |
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NOTE span> | 1 | Per la bibliografia vedasi il complesso schedato come n. 1666-1667. |
span> | 2 | Per Giuseppe Malignani: MARCHETTI, Il Friuli, 831; OSTERMANN, Museo friulano, 216; PARMEGGIANI, Gli stadi, 110-113; ZANNIER, Fotografia in Friuli, 12-14. |
span> | 3 | Per Grassi e Santi: FALCIONI, Udine produttrice, 313-314; GANZER, Orafi, 362; GRASSI, Monografia, 12, 23; PICCO, Negozi di oreficeria; PICCO, Ricordi, 46, 117. |
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1666-1667 | |
span> | * | Il palazzo Manin sorge sull’area almeno tre fondi, uno antico Manin e altri due provenienti rispettivamente dai Filittini, attraverso i Marchetti, e dai Belgrado. Nell’Ottocento il palazzo appare diviso in due parti (n. 1666 e 1667). Dal 1801 pertanto le notizie sono state distinte. |
1341, lugl. 26 span> | | «Investitura Uguotionis q. mag. Manini medici de Cremona habitantis Utini de habitantia sua castri de Utino, cum monte posteriori, cum omnibus iuribus et pertinentiis. Confinia habitantiae et montis a parte prima est Ctonus q. Susini, a secunda est rosta quae vadit in Zardinum, a tertia prefatus mag. Maninus et puteus communis ac Romanus portonarius d. patriarche, a quarta via publica» (B.C.U., mss. Bianchi, 899, XXIX, n. 3004, not. Gubertino da Novate). |
1352, nov. 18 span> | | «Utini in domo olim mag. Manini phisici in qua fit consilium terre Utini» (A.S.U., N., Lorenzo da Cussignacco, 5122, istr. sciolto). |
1394, febbr. 5 span> | | «Actum Utini in burgo Cividati in salla domus habitationis providi viri Nicolai notarii Manini1 de Utino» (A.S.U., N., Ambrogio del fu Alberto, 5123/4, f. 15r). |
[1435] span> | * | La casa è soggetta a livello a favore dell’ospedale di S. Maria della Misericordia: «Heredi de ser Simon Manin paga de livello al nadal sora le case della soa habitacion, poste in lo borgo de Porta de Cividal, apresso le case delli fradelli del dito ser Simon e apresso la monte del Castello, apresso la via publica, marca de soldij» (B.C.U., ms. Collezione ex Ospedale, E, f. 45r). |
1489, sett. 28 span> | * | «Actum Utini in contrata S. Bartholomei, in studio sp. iuris doctoris d. Francisci de Maninis » (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. 1496-1533, sub anno, f. 42v — 44r). |
1502, genn. 23 span> | * | Proprietà Belgrado: «Case poste in Udene, in contrada de S. Bartholomio, che habita m. Gasparo caligaro, cum onere solvendi denari 8 ala camera de Udene del magn. texorero et formento st 1 p 3 a ser Rizardo Sbroiavacha sine pacto franchandi, apreso le caxe de m. Thomaxio de q. ser Zuan de Coloreto, apreso le case de ser Marcho de d. Zanna de Tudeschini ac deli fioli de q. messer Francesco del Filitino et apreso la via publica, le qual case estimasemo cum soi incarzi concorditer valer quanto costoreno a q. ser Zuanne de Belgrado, zoè d 64 . Le qual suprascritte caxe tochorono in parte a mio padre cum his pactis, modis et conditionibus: et primo ch’el no possa né debia far fenestre de alguna sorte in la caxetta posta tra la caxa nova et lo salvaroba per le qual se possa guardar in ditta salvaroba né alzar dita caxa né dar piϊ servitϊ de aqua al dito salvaroba di quello che ha al presente; che li volti deli conduti deli necessarii che sono apreso dita caxa nova et in la caneveta in la aria et in la cortisella dela chusina siano comuni a dita parte de caxa nova et ala parte dela caxa grande et quandocunque fuerit necesse se debiano far chavar comunibus expensis » (B.C.U., ms. 1017, f. 1v). |
1529, nov. 16 span> | * | «Actum Utini, in contrata S. Bartholamei, ante domum nob. d. Iosephi Manini, tentam per d. Chaterinam relictam q. mag. Leonardi Pascolutti sartoris» (A.S.U., N., Gabriele Gozzadino, 5817, Istr. 1529-1531, f. 34v). |
1529, dic. 14 span> | * | «Actum Utini, in contrata S. Bartholamei, in apotheca domus d. Iosephi Manini, tenta ad presens per d. Chaterinam rel. q. mag. Leonardi Pascolutti sartoris» (A.S.U., N., Gabriele Gozzadino, 5817, Istr. 1529-1531, f. 45r). |
1529, nov. 20 span> | * | «Actum Utini, in contrata S. Bartholamei, in apotheca domus Iosephi Manini, tenta per mag. Ioannem de Lit de Fanna, sartorem » (A.S.U., N., Gabriele Gozzadino, 5817, Istr. 1529-1531, f. 36r). |
1532, giu. 6 span> | * | «Actum Utini, in contrata S. Bartholomei, in domibus ser Iosephi Manini civis Utinensis » (A.S.U., N., Francesco Belgrado, 5733, IV instr., f. 54v). |
1522, febbr. 12 span> | * | «Io Alvise in persona ho venduta la casa fo de q. ser Zuanne mio barba de Belgrado, posta in Udene, in contrada de S. Bartholomio apreso la casa de m. Thomaso de Colloreto, a ser Nicolò, fiol de q. ser Philippo de Manin, citadin de Udene, per d 103 contadi dal dito, cum incargo tamen ch’el dito ser Nicolò pagi de livello formento st 1 p 3, cum pacto non franchandi, a ser Rizardo Sbroiavacha et soi heredi et etiam ala camera dela nostra ill.ma Signoria de livello perpetuale denari 8, come apar per man de ser Bernardin de Lovaria, nodaro» (B.C.U., ms. 1017, f. 3v). |
1552, febbr. 20 span> | | Bartolomeo q. Francesco Filittini2 vende per d 900 a Girolamo di Marco Marchetti di Conegliano mercante «unam domum muratam, soleratam cuppis copertam, cum curia ac colle postpositis, sitam Utini in contrata S. Bartholomei iuxta a solis ortu heredes q. d. Manini, a meridie stratam publicam, ab occasu domum ser Gabrielis Alberti de Utino, modo per hebreos habitatam, et iuxta collem domus magnæ Philitinæ et a montibus murum castri Utini» (A.S.U., N., Mario Albino, 1552, f. 15v — 17v). |
1559, nov. 4 span> | * | «Actum Utini, in contrata S. Bartholomei, in appotheca infrascripti d. locatoris, habitata per mag. Ioannem sartorem Utini, presentibus excell. doctore d. Nicolao Pavona et d. Iosepho Manino, ambobus civibus Utinensibus. Ibique d. Ioannes Maninus q. Manini civis Utini, suo et fratris nomine locavit ser Christophoro q. Andree Stella Vincentino, pistori Utini , domum suam cum furno, muratam, soleratam, cuppis copertam, sitam Utini iuxta a parte anteriori viam publicam, a parte posteriori domum locatoris; item unum sollarium situm supra anditum domus habitatam per locatorem , debente ipso conductore solvere singulis annis ducatos viginti » (A.S.U., N., Mario Albino, Istr. 1559, f. 86v). |
1686, dic. 23 span> | * | «Fatto nella contrada di S. Bortolomio nelle case degl’infrascritti coo. Horatio e fratelli Manini» (A.S.U., N., Benedetto Bergamino, 7673, XVIII instr., f. 65r). |
XIX secolo span> | | Vedasi pianta della casa (A.S.U., Archivio Venerio, b. 4, f. 1). |
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NOTE span> | 1 | Per Nicolò Manini: BIANCHI, Indice, n. 5144, 99; PASCHINI, Storia, II, 201, 241. Per la famiglia Manin: BAMSTELLA, I Toscani, 251-252; MONTICOLI, Cronaca, 29; PALLADIO degli OLIVI, Historie, II, 236, 243, 326; TOMMASINI, Illustre serie. |
span> | 2 | Per i Filittini vedasi al n. 1665. All’atto, redatto in borgo d’Isola, in casa del conte Venceslao di Porcia, sono presenti il causidico Lodovico della Valle e il bibliopola Bertolino Lorio. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 286-287; BIANCHI, Indice, n. 5144.99; BRAGATO, Guida, 174; COMELLI, Passeggiate, 51-52; ERMACORA, Vino all’ombra, 92-93; di MANZANO, Annali, IV, 457; Miscellanea artistica, 138; I Piombi, 28; della PORTA, Toponomastica, 74; VALENTINIS, Udine antica, 26. |
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1667 | |
XIX secolo span> | °° | Vedasi n. 1666-1667. |
1801 span> | | Co. Giulio q. Vergendo Manin1 (Nomenclatura, f. 62v). |
span> | * | Nel locale abitano gli affittuali Giovanni Tassis e Sabata Candolino (ibid.). |
1809 span> | * | Proprietà Manin. Vi abitano il parrucchiere Giovanni Latassis, il domestico Antonio Saccavino, il militare Domenico Meneghino e il sellaio Angelo Zanuttini (Registro delli aloggi, f. 46v). |
1818, dic. 28 span> | * | « Il co. Giulio Antonio Manini ha venduto al sig. Pietro Badini una bottega sita nel borgo di S. Bortolomio, sottoposta alla casa dominicale, coscritta col c.n. 1667, che confina lev., pon. e tram. esso co. venditore ed a mezz. il borgo di S. Bortolomio . Il presente s’attrova essa bottega in affitto semplice dal sig. Michele Tavagnutti per il prezzo di it. L 1000 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10452, 1820). |
1819, mar. 22 span> | * | Il co. Giulio Manin vende a Giuseppe del fu Girolamo Fedricis «una stanza terranea ad uso di bottega, tenuta presentemente a semplice affitto da Antonio q. Mattia Feruglio dal corpo della casa n. 1667 ; confina essa stanza a lev. con muro promiscuo ed altra stanza ad uso di botega rimasta al co. Giulio, a mezz. il borgo, a pon. con il portico promiscuo con la stanza suddetta e detto co. Giulio nonché li figli del fu co. Alessandro Manin, ed a tram. con muro divisorio tra detta stanza ed il sito della scala rimasta al conte» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10307, 1337). |
1819, ag. 21 span> | * | «Il co. Giulio Manin a titolo d’affitto concede al sig. Giuseppe Fedricis due stanze terranee situate nel borgo di S. Bortolomio dal corpo del luogo dominicale d’esso co. Giulio n. 1667 , per affitto di annue it. L 165 » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10307, 1381). |
1819, giu. 1 span> | * | «Il co. Giulio Antonio del fu Fiorendo Manini vende al sig. Michele del vivente Agostino Tavagnutti, artefice di torno ed altri lavori, con domicilio in questa città , la bottega sita nel borgo di S. Bortolomio, sottoposta alla casa dominicale del detto co. Manini, portante il c.n. 1667 ; confina essa bottega a lev., pon. e tram. co. Manini, a mezz. col borgo di S. Bortolomio . Questa vendita si fa pel prezzo di it. L 1300 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10601, 2519). |
1819, giu. 27 span> | * | La deputazione d’ornato notifica alla congregazione municipale lo stato rovinoso «della linda della casa del co. Giulio Manin, per ciò che riguarda specialmente la porzione che fa curva al lato dell’osteria detta della Scalla, non essendovi tanta mole nel restante verso la fontana» (A.S.U., C.A. I, 24/XI, 2287 Orn. II C). |
1820, ag. 17 span> | * | Giulio del fu Fiorendo Manin « ha venduto al sig. Giuseppe Fedricis una porzione di casa dominicale situata dal corpo del c.n. 1667 , composta da due stanze terranee esistenti nell’interno e verso il cortivo, aventi lume da fenestre verso tram. e da porta verso pon., con la promiscuità dell’ingresso e regresso nel sottoportico e porton fin alla pubblica strada e con il giusto carato di passalizio . Confinano esse due stanze verso sol levado con altra stanza ad uso di cocina d’esso Manin, a mezz. coridore e sito della scala di esso Manin, a pon. il sottoportico consortivo ed a tram. cortivo della fam. Manin La vendita fa detto Manin per la somma di it. L 1000 » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10307, 1468). |
1822, sett. 6 span> | | Il nob. Giulio Antonio q. Fiorendo Manin vende a Giuseppe q. Girolamo Fedricis due mezzadi a pian terreno della sua casa domenicale al n. 1667, «interni al sotto-portico consortivo con altra famiglia Manin, aventi tre fenestre verso il cortivo a tram. munite di ferrate e delle occorrenti ramate e con una porta verso il sottoportico a pon. ed altra porla a mezz. nel sito della scala che dà comunicazione al mezzado di lev. col dirito di passare pel portello, e sito appresso la scala, onde abbitare nel citato mezzado di lev. e col carato di copperto, ingresso e regresso alla pubblica strada . Confinano essi due mezzadi verso lev. con una stanza ad uso di cocina del venditore, a mezz. parimente , a pon. il sottoportico consortivo ed a tram. cortivo di detta ragione . La vendita viene fatta per L 1700 » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10308, 1687). |
1831, febbr. 23 span> | * | « Giulio Antonio Manin, salva recupera , vende al sig. Giuseppe Presani2 la bottega in borgo S. Bortolomio in peppiano della casa dominicale Manini al c.n. 1667 con fondi di centesimi quattro di pertica , di proprietà e possesso del venditore in forza di recupera esercitata in confronto del sig. Domenico Todeschi in mie note 29 dic. 1829 , n. 861 . Il prezzo resta convenuto in it. L 1600 » (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10557, 3549). |
1836, ag. 27 span> | | Giuseppe Presani inoltra domanda per una modifica «vicin al portone d’ingresso nella facciata della casa al c. n. 1667, borgo di S. Bortolomio». Gli si «rende necessario di ridure il detto rebatto in una porta per entrare nella stanza; disfacendo il parapetto inferiore, ponendo le sue erte di pietra ed il scuro di chiudere ed aprire nella parte interna». Il permesso è accordato (A.S.U., C.A. I, 254/X, 4773 Orn. II C, con dis.). |
1841, genn. 24 span> | * | Giuseppe Presani afferma che «nella casa n. 1667, nel secondo piano, vi è una cucina alla quale occore di porre in opera una scaffa di pietra per uso delli secchi d’acqua e per far lavare i piatti del vito giornaliero. Per tale oggetto è indispensabile di fare un canale incastrato nel muro con tubi per il scollo dell’acqua in una vaschetta sotto terra». Il progetto è approvato con alcune varianti (A.S.U., C.A. I, 328/1841/VIII, 748 Orn. II C, con dis.). |
1849, febbr. 11 span> | * | Nell’elenco di pistrinai e venditori di pane, compilato dal capo del primo quartiere, sono segnalati a questo numero Leonardo Caneva e Luigi Fabruzzi (A.S.U., C.A. I, 465, 135). |
1852 span> | * | Il n. 1667, compresi il n. 1667 A e 1667 B, appartiene a Giuseppe Presani (Competenze, II, f. 7v). |
1876 span> | * | Botteghe dei tappezzieri e sellai Micheloni e Marinato (COSMI-AVOGADRO, 115). |
1883 span> | | Osteria “Al castello” e uno stallo (AVOGADRO, 153, 156). |
span> | * | L’osteria è gestita da G.B. Plasenzotto e lo stallo è di proprietà di Alessandro Manin (ibid.). Nell’edificio è ospitata anche la bottega del venditore di passamaneria Giovanni Feltrin (AVOGADRO, 156). |
1938 span> | | Osteria “All’aquila nera”. |
span> | °° | L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939. |
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NOTE span> | 1 | Per la bibliografia vedasi il complesso schedato come n. 1666-1667. |
span> | 2 | Per la famiglia Presani, vedasi n. 444. |
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1668 | |
1413, sett. 11 span> | | « D. Helias filius q. ser Johannis q. Tomassii de Utino, canonicus Utini, capitulo Utinensi legavit marcham denariorum unam solvendam super domibus solite habitacionis dicti d. Helie sitis Utini in burgo intrinseco Porte Civitatis, quorum domorum hii sunt confines: ab una parte iuxta Maninum notarium q. Nicolai de Cremona iuxta filios et heredes ser Nicolai notarii q. ser Manini de Utino, iuxta ser Franciscum q. ser Martini de Paona heredem ser Odorici de Gabrielis de Cremona et iuxta viam publicam » (A.S.U., N., Domenico prete da Udine, 5142, Istr. e test. 1413-1417, f. 5r — 5v). |
1416, sett. 18 span> | | «Determinatum fuit quod d. Chatarina possit facere ispum voltum super dicta rosta et ipsam rostam aptare ita quod bene stet et nemini noceat sicque etiam possit fieri facere unum hostium per quod exeatur ad dictam rostam» (Annales, XX, f. 311v). |
1454, magg. 9 span> | | Nicolò Raimondo di Udine concede a livello a Giorgio Micoli una casa già di abitazione di sua madre Caterina in borgo inferiore di S. Antonio confinante con li fratelli Pavona da due parti mediante certa rosta, da una parte «iuxta Ioannem de Maninis» e davanti la strada (Arch. Bertoli, 31, copia dal not. Ettore Alfarano). |
1465, lugl. 9 span> | | « Gibertus Straçarolus olim Michaelis draperii, Utini habitans, transtulit ser Candido filio q. ser Tome de Candidis de Utino stipulanti pro se ac nomine ser Iohannis et ser Nicolai suorum fratrum omnia iura que habet super infrascripta domo cum broylo sibi contiguo, virtute certe emptionis per eum facte ad incantum, videlicet a una domo murata, solerata ac tegulis cooperta cum broylo eidem contiguo, sita Utini in contrata ecclesie S. Antonii, iuxta quandam domum presb. Iohannis de S. Antonio, iuxta vias publicas, iuxtam quandam aream *** heredum olim ser Missii, iuxta mag. Danielem Claudum, iuxta *** heredem ser Francisci de Paona » (Matteo del fu Giacomo pellicciaio, A.S.U., Arch. Susanna, 77, perg. n. 25). |
1481, sett. 7 span> | | Giacomina, vedova di Giovanni Antonio Medici, riceve la casa della propria abitazione in conto dote (A.S.U., Arch. Bertoli, 31, Rotolo sec. XVI). |
1481, sett. 11 span> | | Giacomina concede in enfiteusi la casa a Paolo Santonini, confinante con la casa del forno di ser Zuan Manin, con la rosta comunale «labentem a duobus partibus» e davanti la strada (A.S.U., Arch. Bertoli, 31, Rotolo sec. XVI, copia del not. Pilosio de Zeraffini). |
1481, ott. 2 span> | | Paolo Santonini rinuncia la casa ad Antonio ed Odorico fratelli Susanna q. Sebastiano (A.S.U., Arch. Bertoli, 31, Rotolo sec. XVI, copia del not. Pilosio de Zeraffini). |
1488, sett. 20 span> | * | « Alexander Filitinus de Utino q. utriusque iuris doctoris d. Francisci Filitini de Utino, nomine suo et *** fratrum eius , pretio novem ducatorum auri, quod totum pretium ispe ser Alexander habuit a ser Odorico q. ser Sebastiani de Susanis de Utino emente cum pecuniis suis et d. Antonii eius fratris canonici Aquileiensis et Utinensis , retrovendidit ser Odorico de Susanis quoddam perpetuale livellum unius starli frumenti ex livello decem stariorum frumenti debito annuatim per ipsos Antonium et Odoricum fratres de Susanis pro domo eorum habitationis et solvi consueto d. Iacomine relicte q. legum doctoris d. Ioannis Antonii de Medicis de Utino, consignatoque eidem domine super dote ed iuribus suis, emptum per ipsos Alexandrum et fratres de Filitinis ab ispa d. Iacomina eodem pretio cum pacto de revendendo ipsis Antonio et fratri de Susanis, ut assertum fuit contineri instrumentum manu ser Lovisii a Cereis notarii Utinensis sub die vigesima prima novembris 1486 » (Bartolomeo Mastino, A.S.U., Arch. Susanna, 77, perg. n. 42). |
1531, lugl. 6 span> | | Il nob. Girolamo q. Raimondo Pavona ed Antonio suo figlio ricevono una casa in via Cussignacco e cedono in permuta al rev. Girolamo e can. Francesco fratelli Susanna «domum eorum proprię habitationis cum androna sive introitu ad ipsam domum tendentem , sitam in contrata S. Bartholomei, a solis ortu iuxta domum nob. Bernardini q. ser Francisci de Paona, a meridie iuxta viam publicam, ab occasu iuxta domum nob. Nicolai Manini »1 (A.S.U., Arch. Bertoli, 31, copia della perg. Susanna, 222, a mano di Candido Nigris, mansionario del capitolo aquileiese e cancelliere). |
1583, apr. 25 span> | * | «Utini, in contrata S. Bartholamei, domi Odorici et fratrum de Susannis civium Utinensium, in camino» (A.S.U., N., Aurelio Boezio, 6677, Istr. 1582-1583, f. 11r — 11v). |
1585, febbr. 22 span> | * | «Utini, in contrata S. Bartholamei, domi d. Francisci de Susannis canonici Aquileiensis» (A.S.U., N., Aurelio Boezio, Istr. 1584-1585, f. 5r). |
1587, lugl. 26 span> | * | «Comparuit coram clariss. d. Carlo Cornelio locumtenente nob. h. Odoricus de Susanis tam nomine suo quam nob. h. Ioannis Baptistę et rev. d. Fabii canonici Utinensis eius fratrum et exposuit consortes de Susanis possidere domum sitam Utini in contrata S. Bartolomei, que alias antiquitus vocabatur Porta Cividati interioris » (A.S.U., Arch. Bertoli, 31, not. Benvenuto Benvenuti, copia del 3 apr. 1772). |
1592, giu. 27 span> | * | «Avemo impegnato sul sacro monte di pietà per finir la fabrica, cioè quella, che questo anno si vuol finir, non però tutta, una cadena da conzer d’oro con un pomo grande, cinquantasei ordinari e vinti sie piϊ piccoli fanno 85 tutti et anelli novi d’oro, cioè uno smeraldo, due vere di donna, tre corniole, un Agnus dei, una turchina et una vera per d 100 mozzi fanno L 600» (A.S.U., Arch. Bertoli, 31, copia del not. Giuseppe A. Pillosio de Zeraffini in data 15 giugno 1746 da vacchetta Susanna). |
1592 span> | | Si finisce la fabbrica (ibid.). |
1594, apr. 29 span> | * | «Li sigg. Manini nostri vicini mi hanno prestato pianelle 112 restituite adν *** zenaro 1596» (ibid.). |
1596, genn. span> | * | «Li sigg. Manini nostri vicini mi hano prestato pianele 112 restituite adν *** zenaro 1596» (A.S.U., Arch. Bertoli, 31, f.v., copia del not. Giuseppe Pilosio de Zeraffini del 1746). |
1643, apr. 28 span> | | La casa «possessa et habitata per Sebastiano e Paol’Andrea fratelli Susanna, confina a sol levado col sig. Nicolò Simeonibus, a mezodν la contrada, a sol a monte i sigg. co. Alessandro e nipoti Manin, et ai monti il colle del castello» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 101). |
1643, ag. 6 span> | * | «Divisione fatta da me Agostino De Nipoti, pubblico agrimensore , delle infrascritte case *** di ragione delli nobb. Sebbastiano e Paolo Andrea fratelli Susana . Fu data la casa dominicale al sig. Sebastiano. La casa dominicale in questa città dove è l’abitazione di detti signori, posta nel borgo di S. Bortolomio, da me misurata e stimata con ogni diligenza non compreso la monte, perché mi fu detto non esser di questa ragione, qual casa stimo d 2800; una stalla con il solaro et suo coperto di coppi stimo, posta appresso la chiesa nella contrada, d 173 » (A.S.U., Arch. Bertoli, 31, copia del not. Giuseppe A. de Zeraffini in data 16 giugno 1746). |
1660, giu. 5 span> | * | « Odorico Susana per nome anco delli sigg. Sebastiano, Paolo Andrea, padre e zio rispettive , espose posseder una casa posta nella contrada di S. Bortolomio feudale e censuale, della quale il sig. Sebastiano suo padre fu investito l’anno 1622, 18 maggio , insta d’esser investito d’essa casa col censo a quello dovuto ». Segue la notizia dell’investitura nella stessa data (A.S.U., Arch. Bertoli, 31, Susanna, copia del not. B. Benvenuti, p. 19-21). |
1677, sett. 7 span> | | Il co. Lorenzo Simeonibus cede al sig. Odorico nob. Susanna un pezzo di orto in monte; confina a lev. orto Pavona, a mezzodν casa Susanna, pon. orto Manin, «ai monti muro dei volti del castello» (A.S.U., Arch. Bertoli, 31, Susanna, not. Benedetto Bergamino, p. 27-30). |
span> | * | Nella stima, oltre gli estremi dei confini, si accenna anche alla presenza di «sassi per tutto l’orto et tocchi di pietre alla scalla di ponente nell’andar sopra la riva» e a una «scalla di pietra a mezz. serve per andar nell’orto, di gradini 17» (ibid.). |
1690, dic. 2 span> | ° | Antonio e fratelli q. Odorico Susanna concedono a godere per d 613 al nob. Giovanni Giuseppe Vanni degli Onesti la loro casa in borgo S. Bartolomeo (not. Giovanni Leonardo Colonna). |
1695, giu. 26 span> | | Transazione tra i Susanna ed i Simeonibus proprietari della casa contigua «per occasione della callisella annessa alla casa Susana nella contrada di S. Bortolomio confinante con la casa di Zacharia acquistata dalli sigg. conti.» I Simeonibus dovranno chiudere la porta che dalla loro casa conduce nella calle. I Susanna cedono ai Simeonibus la parte della calle verso la strada (Copia di atto privato del not. Francesco Antonio Nicolettis, A.S.U., Arch. Susana, 16, Componimento...Susana...Simeonibus). |
1694, mar. 28 span> | * | « Antonio q. Odorico Susana . per nome delli nob. Giovanni Francesco et Sebastiano di lui fratelli , transferisce alli nob. Giovanni Giuseppe et Alvise fratelli Vanni de Honestis q. Giovanni Francesco tutti li beni che detti Susana possedono in Colli ; et all’incontro li fratelli Honestis cedono al sopra nominato sig. Antonio le case, rimessa di cavali et finile, con cortile, horto, sive monte contigua, posta nella città di Udine et nella contrada di San Bortolomio » (A.S.U., N., Giovanni Leonardo Colonna Strazzolini, 1037, Instrumenti ed atti civili da 21 novembre 1690 a 16 dicembre 1697, f. 118r — 120v). |
1696, sett. 3 span> | * | Stima del perito Giovanni Tacelli per restauri e opere nuove fatte dal muratore Giovanni M. Faiul nella casa di Antonio Susana in borgo S. Bartolomeo, per la somma di L 616 s 10 (A.S.U., Arch. Susana, 19, Componimento... Susana... Simeonibus). |
1702, nov. 15 span> | ° | Villesco. Sebastiano Susanna q. Odorico concede la casa ad gaudendum al sig. Giuseppe Vanni degli Onesti (not. Antonio Finetti). |
1708, ott. 1 span> | * | «Comparvero presso me nodaro il nob. Antonio Susana et Giovanni Zacharia e concordemente presentarono in man mia la scrittura concernente la vendita e compra della casa ». Al foglio sono allegati due documenti, il primo dei quali redatto il 20 sett. 1708: «Il trattato di vendita et compra della casa del sig. Girolamo Zaccaria, posta nel borgo di S. Bortolomeo cioè tra Antonio, Sebastiano et Odorico fratelli, padre e zio respettive, Susanna da una et il sig. Zaccaria dall’altra : resta stabilito che dal sig. Filippo Capodagli, publico ragionato di questa città, sia stimata la casa stessa ». L’altro è la ricevuta del pubbl. per. Filippo Capodagli del 25 sett. 1708: «Ricercato io sottoscritto perito dal nob. Antonio Susana e dal sig. Girolamo Zaccaria a stimare la casa di esso Zaccaria in borgo di S. Bortolomio anessa alla casa de’ Susana. Perciò portatomi sopra loco alla presenza delle parti con la stima Rizzo in mano 20 genaro 1691, con la quale fu acquistata da esso Zaccaria, rilevante d 888 L 10 , stimo valere la medesima d 1350 » (A.S.U., N., Antonio Martinelli, 8259, filza). |
1735 span> | * | Vedasi n. 427. |
1744 span> | | «Susanna. Abitano tra i Manini ed i Pavona» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 174). |
XIX secolo span> | °° | Vedasi n. 1666-1667. |
1801 span> | | Co. Carlo e cugini Susana (Nomenclatura, f. 62v). |
1809 span> | * | L’edificio appartiene a Sebastiano e fratello Susana, che vi abitano. Una parte è affittata al rigattiere Francesco Sacella (Registro delli aloggi, f. 46v). |
1818 span> | °° | Vedasi n. 1669. |
1819, febbr. 21 span> | * | Maurizio del fu G.B. Moretti per L 8467,84 vende a Giuseppe del fu Francesco Malvolti «porzione di casa dominicale, fondi e cortivo , al c.n. 1668» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10622, Rep. VI, 2599). |
1822, apr. 16 span> | * | Il locandiere Angelo del fu Mattia Lanchini è domiciliato «in Udine, borgo S. Bortolomio, all’insegna della Collina, al c.n. 1668» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10546, 1566). |
1824, apr. 27 span> | | Angelo Lanchin, locandiere all’insegna della “Collina” in S. Bartolomeo n. 1668, chiede di cambiare l’insegna, con altra “Alla Croce di Malta”, ché non esiste piϊ a Udine l’albergo con questo titolo (A.S.U., C.A. I, 102/XI, 1503 Orn. II C). |
span> | * | Il permesso gli viene negato perché nel frattempo Antonio Fanzutti, locandiere dell’ex Croce di Malta, avanza diritto di prelazione sull’insegna, avendo intenzione di riaprire l’esercizio in contrada dei Filippini alla casa n. 1849 (ibid.). |
1826, febbr. 5 span> | * | Il testamento di Luigi di G.B. Massini da Brescia, conduttore delle diligenze di Milano, è «fatto nella r. città di Udine , nella locanda all’insegna della Regina d’Inghilterra, esercitata dalla sign. Angela Lanchin» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10551, 2582). |
1832, mar. 22 span> | * | Il capoquartiere riferisce di aver recapitato a questo numero al calzolaio Andrea Chianti l’avviso municipale n. 1050 diretto ai venditori che ingombrano le strade «con merci di fruti e oggetti riguardanti la salubrità» (A.S.U., C.N., 193). |
1837, febbr. 21 span> | ° | Bortolo Susanna vende la metà della casa 1668 a Pietro q. Angelo Bonini2. |
1838, giu. 7 span> | ° | Pietro Bonini la vende a Francesco e Nicolò Braida (not. G.B. Valentinis). |
1844, febbr. 1 span> | * | « Domenico Bortolo Florit vende al sig. Giovanni Pagnutti il di lui negozio di comestibili, situato in borgo di S. Bortolomio, esercibile nella bottega sottoposta alla casa che fa parte del c.n. 1668, cioè li generi ed utensili ivi esistenti, nonché li crediti relativi . La vendita viene fatta pel prezzo di austr. L 2624,89 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10508, 16294). |
1850 span> | | Vi era un albergo “Alla Regina d’Inghilterra”, tenuto da Angelo Lanchini (“Il Friuli”, 2, CLXII, 16 ag. 1850, 728). |
1852 span> | * | Proprietà degli eredi del fu Francesco Braida (Competenze, II, f. 7v). |
1883 span> | | Osteria “All’Angelo”. |
1908, nov. 1 span> | | Viene chiusa l’osteria ai Piombi (G.D., La scomparsa dei Piombi, “Patria del Friuli”, 32, CCLXII, 2 nov. 1908, 2). |
1883 span> | * | Esattoria consorziale per i comuni del distretto di Udine (AVOGADRO, 124). |
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NOTE span> | 1 | La pergamena era già scomparsa dalla raccolta Susanna il 27 apr. 1928, quando il della Porta consultò il volume della raccolta (A.S.U., Arch. Susanna, 78, perg. n. 222) e ne lasciò annotazione a matita sotto il regesto. |
span> | 2 | Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | BATTISTIG, I Piombi; ERMACORA, Vino, 55-57; QUARGNOLO, Caffè, 17. |
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1669 | |
1691 span> | ° | Era dei conti Simeonibus che la vendono a Girolamo Zaccaria. Confina a lev. Pavona, mezz. strada, pon. e sett. Susanna. L’andronetta era comune con i Susanna (not. Benedetto Bergamino, Atti civili). |
1801 span> | | Co. Ruggero Ruggeri e zio di Remanzacco (Nomenclatura, f. 62v). |
span> | * | Affittuale *** Rossi (ibid.). |
1809 span> | * | La casa appartiene a Ruggero e fratelli Ruggeri. Vi abita l’impiegato Francesco Campanilli (Registro delli aloggi, f. 46v). |
1810, nov. 17 span> | * | In seguito ad atto oppignorativo del 13 agosto, processo d’asta senza esito di «una stanza a pian terreno al n. 1669», confinante a lev. con Fabio Asquini, a pon. con Bortolo Susanna. Debitori per L 3,70, risultano Lorenzo Ruggeri e poi Ruggero Ruggeri (A.S.U., C.N., 80, Asta). |
1811, dic. 23 span> | | Era del co. Ruggeri (A.S.U., C.N., I 94/XXXVII, 2677, Sanità). |
span> | * | Il vicino, Bortolo Susana, amministratore della facoltà del fu Carlo Susana, eleva una protesta perché Francesco Campanili, affittuale dei Ruggeri, ammucchia letame nella «calesella senza uscita, a cui corisponde una porta della casa Susana et altra delli sigg. Ruggieri» (ibid.). |
1817, ott. 3 span> | | Giuseppe fu Pietro Ferro di Remanzacco vende a Nicolò fu Giuseppe Borluzzi la porzione spettante al co. Brunone q. Bernardino Ruggeri e da questi già venduta al Ferro, «coll’istrum. 2 sett. 1816 a rogito del not. Francesco Nussi della casa nel borgo di S. Bortolomio al n. 1669; confina a lev. co. Fabio Asquini, mezz. strada pubblica del borgo, pon. coo. Susanna ed a tram. co. Asquini . Questa vendita si fa pel prezzo di it. L 1300 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10598, 2158). |
1817, ott. 31 span> | | Il co. Ruggero q. Bernardino Ruggeri e fratelli vendono a Nicolò Borluzzi «le tre porzioni spettanti per forma delle divisioni tra essi seguite della casa n. 1669 . . Questa vendita si fa pel prezzo di it. L 3441,67» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10598, 2165). |
1818 span> | | È di Nicolò Borluzzi, che domanda autorizzazione di inalzarla e riformarla. La deputazione d’ornato approva il progetto con la condizione «che il portone esistente in confine dei fondi coo. Susana sia riformato in eguaglianza agli altri proposti e che sia abbassato a livello e sovraposto fenestrino» (A.S.U., C.A. I, 18/II, 1475 Orn. II C, con dis.). |
1832, mar. 22 span> | * | Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa a Giovanni Rumis, «petener de carne di manzo», l’avviso municipale n. 1050, diretto ai venditori che ingombrano le strade «con merci di fruti ed oggetti riguardanti la salubrità» (A.S.U., C.A. I, 193). |
1852 span> | * | Appartiene agli eredi di Francesco Braida (Competenze, II, f. 7v). |
1876 span> | * | Oltre allo studio del notaio Raimondo Iurizza, alla fabbrica di berretti e collari ecclesiastici di Francesco Citrani, alla bottega del calzolaio Natale Miani, la casa ospita il noleggiatore di cavalli Luigi Di Zanutto (COSMI-AVOGADRO, 86, 88, 103, 104). |
1883 span> | * | Vi sono ancora segnalati il fabbricatore di berretti e collari per ecclesiastici Francesco Citrani e il notaio Raimondo Iurizza, cui si aggiungono il libraio Raimondo Zorzi e l’avv. Cesare Fornera (AVOGADRO, 138, 147, 150). |
1924 span> | | È dell’avv. Cesare Fornera. Al terzo piano vi è un tabernacolo a fresco del sec. XV (VALENTINIS, Udine antica, 27). |
span> | | |
BIBLIOGRAFIA span> | | del TORSO, Il matrimonio di Zorutti, 140. |
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1670 | |
1394, lugl. 9 span> | | «Investitura Gerardi de Puoch, canipparii Utini, certorum bonorum habitantię sitorum in pertinentiis terrę Utini cum sedimine domus ipsius habitantię sito super monte castri Utini, iuxta quamdam domum d. Tristani de Savorgnano et iuxta quamdam habitantiam Henrici de Paona1 et iuxta viam publicam qua itur a manu dextra ad castrum2 cum monte et territorio postposito pertinente ipsi sedimini, quam habitantiam tenebat Daniel del Ungrispach habitans in Portu Latisanę» (B.C.U., ms. 944/5, f. 2r). |
1529, ott. 4 span> | * | Abitazione dello studente di leggi Nicolò del fu Gabriele Pavona (A.S.U., N., Gabriele Gozzadino, 5817, Istr. 1529-1531, f. 24r). |
1530, ott. 9 span> | * | «Utini, in contrata S. Bartholamei, in studio domus habitationis spect. d. Nicolai Pavonę doctoris, pręsentibus nob. d. Hieronymo q. d. Raymundi de Pavona, cive Utini, et mag. Philippo q. Mauri Orlandini Veneto, cultellario, Utini habitante» (A.S.U., N., Gabriele Gozzadino, 5817, Istr. 1529-1531, f. 79v). |
1570, dic. 29 span> | * | « Excellens gramatices professor d. petrus Milotus3, Utini habitans, locavit nob. d. Ioanni Baptistæ de Susanis civi Utinensi , conducenti pro se et fratribus, montem seu portionem montis sitam supra montem Castri Utini, quam ipse d. Petrus recognoscit ad simplicem affictum ab herede q. legum doctoris d. Nicolai Pavona » (A.S.U., N., Mario Albino, 5950, Istr. 1571, f. 1v). |
1744 span> | | Vi abitavano i Pavona (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 174). |
1772, mar. 19 span> | | «La nob. Catterina , una delle figlie e coeredi del q. Nicolò Paona, ed il not. Andrea Biancone, figlio del q. Verginio e della nob. Sergia nata Paona, altra figlia e coerede del q. Nicolò facendo per essa Sergia e pe’ mons. Nicolò ed Ottaviano fratelli Nicoletti di Cividale, altri coeredi , nonché per Anna, altra figlia coerede rel. del q. Giacomo Gregoris di Pordenone , hanno venduto al co. Fabio q. co. Pietro Asquino4 la casa posta nella contrada di S. Bortolomio con fabbriche interne, picole casette annesse sulla detta contrada, delle quali dissero d’aver facoltà di disporre ; quali fabbriche confinano unittamente a lev. coo. Leonardo e fratelli Mantica in parte e in parte il Giardino verso la Pesa del fieno, o sia strada contigua fin dove s’estende l’esterna adiacenza di que’ fondi, come dissero i venditori, a mezz. strada della contrada di S. Bortolomio e detti coo. Mantica rispetto alla corte interna, a pon. coo. Susanna e coo. Ruggieri ed ai monti il muro del recinto superiore di questo castello e chiesa di S. Rocco . E questa vendita han fatta pel prezzo di d 5000 . Resta ancora dichiarato che siano abbracciate dalla presente compra e vendita tutte le pietre sciolte e sassi che s’attrovano sparsi per le fabbriche e fondi sudetti e che la spesa per l’investitura, che potesse occorrere di qualche porzione de’ fondi antedetti star debba a solo peso del co. Asquino » (A.S.U., N., Giovanni Socrate,, 9788, VI istr., 469, f. 1040r — 1044r). |
1800, giu. 29 span> | * | « Il co. Fabio q. Pietro Asquino , per dare alla co. Margarita di lui figlia, ved. del fu co. Francesco Pascoli, nonché alle altre due coo. di lui figlie, una Maria Elisabetta, ora convitrice nel monastero di S. Maria in Valle nella città di Cividale, e l’altra al secolo Marianna, ora col nome di suor Teresa Margarita religiosa professa nel monastero de’ Sette Dolori di Maria Vergine, detto di S. Valentino di questa città, un vero contrassegno del cordiale paterno amore , dona alla co. Margarita e cosν pure alle altre due contesse di lui figlie , la porzione di casa nel corpo della casa d’abitazione d’esso co. Fabio in questa città, da lui acquistata tutta cadente dalle mani degli eredi Pavona e dal medesimo restaurata, megliorata ed accresciuta di fabbriche e comodi con molta spesa, cioè le tre stanze a pian terreno coll’ingresso sotto il portico, per cui si entra dalla strada della contrada di S. Bortolomio, e sono dalla parte di là attaccate alle case de’ coo. Mantica verso lev., tram. con l’andito che va sino alla scatta grande, il pianterreno che va sotto detta scalla, la piccola corticella annessa, la stanza in capo alla corticella medesima che va ad uscire, a prender lume dalla strada interna per la quale si fanno ascendere e discendere i cavalli, e le altre tre stanze in solaro sopra le tre terranee suddette ed il basso salotto diviso in due camerette sopra il portico d’ingresso e sotto la sala dell’appartamento superiore; item la seconda piana d’orto in riva della casa suddetta, che corrisponde al muro a cui appoggiava una volta la cedriera, onde abbiano un po’ di luogo apperto dove solevarsi alla coltivazione di un po’ di terra, come sono portate dal loro genio . Dette porzioni di casa ed orto abbiano ad essere usufruttuate da dette figlie indivisibili vita naturale durante e solamente alla mancanza dell’ultima superstite abbiano le stesse porzioni di casa ed orto a pasare ne’ coo. figli del conte donante , raccomandando alle stesse figlie a far buona compagnia alla co. Elena consorte . Siccome poi la sola casa nuda non è bastante al bisogno di dette figlie , cosν dona alle stesse li pochi mobili che s’attrovano nei tre mezzadini ed andito nel piccolo appartamento che esso conte abita di giorno , cioè il canapè , il burò, lo scrittoio, li pochi tavolini e careghe e tutti li quadri e quadretti in tella rapresentanti immagini devote del Signore, di Maria Vergine e di Santi, nonché le quatro carte in soaze e vetri che rappresentano delle vedute architettoniche » (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9979, XLI instr., 3025, f. 4053r — 4054v). |
1801 span> | * | La casa appartiene al co. Fabio Asquini che vi abita (Nomenclatura, f. 62v). |
1809 span> | * | Appartiene a Fabio Asquini, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 46v). |
1815, ag. 12 span> | * | Il commissario di polizia al podestà di Udine: «Sul marciapiedi contiguo alla casa n. 1670, abitata dalla nob. fam. Asquini nel borgo S. Bortolomio, fu in oggi costruito un canale aperto, che, traversandolo e raccogliendolo per acquedotto interno l’acque del tetto, le lascia scorrere sulla pubblica strada, ove disperdonsi descendendo al pubblico giardino» (A.S.U., C.N., 180, Ornato, 5786). |
1815, ag. 16 span> | * | Fabio Asquini chiede ed ottiene il permesso di rifare il portone verso il giardino (A.S.U., C.N., 180, Orn. 5876, con dis.). |
1815, ag. 29 span> | * | Il commissario di polizia denuncia al podestà di Udine l’«arbitraria costruzione fatta d’una cuna di pietra sul pubblico selciato dal co. Fabio Asquini per dar sfogo all’acque piovane ed anche immonde della sua casa» e denuncia altresν il pericolo nel quale alcuni giorni prima è incorso «un vecchio religioso forastiere, il quale ivi urtando cadde e per rialzarsi ebbe bisogno della pietosa mano del sig. Antonio Tomadini» (A.S.U., C.N., 180, 6282 Orn.). |
1818 span> | °° | Vedasi n. 1669. |
1826, apr. 28 span> | * | «I possessori della casa n. 1670, hanno divisato di adattare ad uso di bottega le stanze a pian terreno, poste a lev. del portone d’ingresso alla casa suddetta » (A.S.U., C.A. I, 100/1826/II, 1379 Orn. II C, con dis.). |
1832, mar. 22 span> | * | Il capoquartiere riferisce di aver comunicato in questa casa l’avviso municipale n. 1050, diretto ai venditori che ingombrano la sede stradale «con merci di fruti ed oggetti riguardanti la salubrità», al caffettiere Angelo Cedrano e a Caterina Del Fabro, che gestisce un botteghino «di facetti di legna», e al sarto Giuseppe Del Negro (A.S.U., C.A. I, 193). |
1833, magg. 30 span> | * | La deputazione d’ornato comunica alla congregazione municipale che «il marciapiedi della casa Asquini in borgo di S. Bortolomio nel punto di confine con la casa Berluzzi ha una rampa cosi ripida» da costituire serio pericolo per i passanti. Segue il 23 giugno l’intimazione per Vincenzo Asquini perché provveda alle necessarie riparazioni (A.S.U., C.A. I, 206/I, 2384 Orn. II C). |
1852 span> | * | La parte marcata col n. 1670 A appartiene a Francesco Borluzzi, quella col n. 1670 B a Vincenzo Asquini (Competenze, II, f. 7v). |
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NOTE span> | 1 | Per la famiglia Pavona: BATTISTELLA, I Lombardi, 40; MONTICOLI, Cronaca, 16, 20. |
span> | 2 | Vedasi n. 1666, anno 1695. |
span> | 3 | Per Pietro Millotto: LIRUTI, Notizie delle vite, IV, 431; VALENTINELLI, Catalogus, 355. |
span> | 4 | Per Fabio Asquini: ZANON, Lettere a Fabio Asquini, (1762-1769). |
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1671-1672 | |
1492, mar. 29 span> | | «Comparuit spect. legum doctor d. Simon Philitinus et exposuit qualiter in orto prope eius domos quas emit a ser Nicolao Donne Honeste, sitas in Porta Cividati, est factus quidam hiatus et apertura terre, ex eo quod rosta comunis tendens in Zardinum est ibidem rupta et cum de presenti facili et modica impensa possit reparari petiit per deputatos qui determinaverunt quod camerarius comunis dictam rostam de pecuniis comunitatis reparari faciat » (Acta, I, f. 113r). |
1522, genn. 30 span> | | Angelo fruttarolo chiede «li sia concesso uno pezo de publico terreno existente extra portam S. Antonii a latere verso il Zardino et sopra lo collisello vegnendo per passa tre in suso et a canto lo muretto fora de dicta Porta, non tamen extendendosi niente sula strada publica né quella in alcuna parte occupando», volendo in tal luogo costruire una bottega (Annales, XLIV, f. 60v — 61r). |
1522, febbr. 4 span> | | «Magn. dd. deputati posuerunt partem quod idem Angelus possit sub Porta S. Antonii a latere versus Zardinum comunis, non angustando aditum per ipsam Portam, et non se extendendo neque versus domos nobilium de Honestis, neque versus domos quę fuerunt d. Symonis de Filitinis, ędificari facere unam appotecam que protendatur versus collem propinquum Portę versus Zardinum comunis per passus tres. Quę quidem pars capta fuit » (Annales, XLIV, f. 62r). |
1522, magg. 26 span> | | Il nob. Filittino Filittini chiede al comune concessione di terreno fuori la porta di S. Antonio: «lo resto dela ripa o vero collisello existente apresso lo muro castellano fora dela porta de S. Antonio, a parte sinistra dela banda de fora verso lo Zardino, confinante con quello già concesso ad Angelo fruttarolo » (Annales, XLIV, f. 78r — 78v). |
1522, magg. 29 span> | | «Nob. ser Filitinus de Filitinis legum doctor iteratam fecit supplicationem ut comunitas dignaretur sibi concedere collem apud Portam S. Antonii, a latere sinistro, continuando cum fabricatione facienda ab Angelo fructarolo, et non ultra se extendendo, imo restringendo apothecas honorabiles quas facturus est ab alio latere versus os rostę. Idem ser Filitinus offert primum quod supra eodem colle neque nunc neque in futurum fabricabuntur stabula aut alia turpia ędificia, verum enimvero apothecę, et supra eis domus ęque hondabiles ac sint appothecæ et domus ab ipsis nobilibus fratribus de Honestis, ab alia parte vie, fabbricatæ. Item quod si ullo unquam tempore dicti fratres de Honestis legittime demonstrabunt aqueductum pro tintoria ad cloacam illam ad se spectare, ex nunc pro ex tunc item ser Filitinus omnibus suis sumptibus obligavit facere votum de lateribus subtus terram per quem, dum dicti fratres De Honestis volent reedificari facere tintoriam eo in loco defluent acquę ad illam cloacam et demergentur in aliquam magnam foveam similiter a dicto ser Filitino fabricandam et hanc oblationem facit ut cloaca illa obturetur, multum locum illum dehonestans et angustans stratam quę ampliatio, maxime nundinarum tempore pernecessaria est. Si vero non fuerit visum dictis fratribus uti illi cloaca pro tinctoria et deductione aquarum , et legitime demonstrantibus eis aqueductum illum ad se spectare et deducta illa cloaca in stratam publicam et patentem ipse nob. ser Filitinus , si eos non continget fabricari facere voltum de qua supra, offert solvere quotannis perpetuo omnem pensionem que reperiretur debita ab ipsis fratribus de Honestis pro illo loco et cloaca; si vero fabricabitur voltus, non vult solutioni illius pensionis teneri . Quibus supplicatione et oblatione deputati posuerunt partem quod colleis concedatur cum hoc, quod fabricet ad lineam post locum concessum Angelo fructarolo eundo in sguinzo versus rostam et se restringendo pro quanto extenduntur curia et hortus domus suæ » (Annales, XLIV, f. 80v — 81v). |
1538, sett. 13 span> | * | «Mi Iseppo Mannini dette in premutacion a mess. Valerio dottor, fo de ser Antonio Philittin, et ser Bortholomio Philittin suo nepote, le case della mia abitacion in la contrada de S. Bartholamio et l’altra mia casa dell’altra banda della contrada. Et hebbe in permutacion de loro è la casa fo de m. Simon Philittin con li horto et corte, con li patti e modi che se contien in lo instrumento per man de ser Francesco Porcio ». Aggiunta a margine: «Nota come ho lo instrumento publicho in casa circha alla concession de far le botege fora della Porta de S. Antonio a banda sinistra verso lo Zardin» (A.S.U., Arch. Lovaria, 7, Libro di Giuseppe Manin, f. 27r). |
1543, sett. 4 span> | | «Dd. deputati concesserunt quod nob. ser Iosef Maninus, uti successor in iuribus tam q. nob. Fillittini de Fillittinis quam ser Angeli fructaroli, possit fabricare appotecas pulcras et honorabiles sicut promissum et oblatum est, incipiendo ab angulo Portoni S. Antoni, eundo in sguinzo versus rostam et se restringendo pro quanto extenduntur curia et hortus domus quam habitat nob. d. Cattarina Fillittina et quod ędificia supra facienda non sint muro castellano altiora, sed aliquantulum inferiora cum onere annuatim solvendi perdices dd. deputatis civitatis Utini et demum cum omnibus aliis qualitatibus et conditionibus appositis in concessionibus factis tam ser Angelo fructarolo quam nob. ser Fillittino de Filittinis» (Annales, LI, f. 141v). |
1552 span> | | I Manin1 permutano la loro casa vecchia di Udine coi Filittini e vanno ad abitare in quella dei Filittini presso il Giardino (JOPPI, Notariorum, XII, f. 220v). |
1609 span> | * | Andrea Mantica paga al comune un paio di pernici per la torre (B.C.U., ms. P. I, f. 71v). |
1744 span> | | «Mantica. La loro abitazione è vicina al portone di S. Bartolomio pervenuta in loro come eredi di Giuseppe Manin» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 174). |
1796, nov. 30 span> | | Il co. Pietro Mantica, essendo per approfittare della concessione fatta alla sua famiglia, nel 1771, sett. 5, del pubblico terreno di tv 49 fuori il Portone di S. Antonio, domanda di poter erigere il muro in curva come da disegno (A.S.U., C.A., 14/1, 82). |
1796, nov. 30 span> | | Si concede (Acta, XCII, f. 169v - 170r). |
1809 span> | * | Appartiene a Pietro Mantica (Registro delli aloggi, f. 46v). |
1814, ag. 27 span> | * | Inventario dei mobili esistenti nella casa Mantica di borgo S. Bartolomeo. Redattore ne è il notaio Cassacco, su invito della co. Elena Coratti, ved. del co. Pietro Mantica. Vi sono citati anche gli «effetti per uso della chiesetta ossia capella». L’argenteria, ammontante a 456 once, al momento è depositata presso l’orefice e gioielliere Carlo del fu Giuseppe de Zorzi (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10594, 1339). |
1816, nov. 2 span> | * | La famiglia di Francesco Campanili, secondo la dichiarazione da lui fatta alla polizia, abita «una porzione di casa del nob. co. Nicoletto Mantica al c.n. 1671». Gli inquilini «ebbero a esporre sul pergoletto del primo ordine alcuni vasi di fiori e ciò sopra solida e ben ferma tolta ». La polizia tuttavia mette in guardia sul pericolo di crollo. Segue sopralluogo del Presani, in seguito al quale viene concessa l’autorizzazione alla esposizione di detti vasi (A.S.U., C.N., 187, 3418 Pol. 20). |
1820, lugl. 22 span> | | «Nelle divisioni seguite tra la co. Eleonora q. co. Pietro Mantica, moglie del co. Antonio Romano, da una e la co. Luigia, di lui sorella, moglie del co. Francesco Urbano Valentinis Mantica, dall’altra si lasciò indivisa la casa dominicale del padre, posta in borgo di S. Bortolomio al c.n. 1671, per convenire in appresso sulla destinazione della casa redetta . La co. Luigia vende al co. Antonio Romano e co. Eleonora di lei sorella la sua metà indivisa di detta casa per il prezzo di it. L 12000, salvo però il carico della metà del censo perpetuo delle tre pernici, che annualmente devonsi alla comune di Udine, che resta a peso della co. Luigia sudetta . L’istrumento di compra e vendita seguirà al s. Martino prossimo venturo » (A.S.U., Arch. Romano, 2, alleg. all’atto di vendita del 18 apr. 1822). |
1852 span> | * | Appartiene agli eredi di Nicolò Mantica (Competenze, II, f. 7v). |
1876 span> | | Caffè Bastian (COSMI-AVOGADRO, 87). |
span> | * | Gestione di Sebastiano Vanini (ibid.). |
span> | °° | L’edificio è vincolato con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939 (Palazzo Mantica) e con D.M. del 16 lugl. 1980 ai sensi della L. 1089/1939 (affreschi di Palazzo Braida-Chiozzola). |
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NOTE span> | 1 | Nel ms. della Porta si riporta anche la seguente annotazione senza data e senza citazione di fonte: «Il comune concede ai Manin la torre di S. Antonio verso il canone annuo di due pernici». Della notizia però non si è trovata ancora conferma. |
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STUDI INEDITI span> | | L. PALLADIO degli OLIVI, Cronaca, p. 267, 361; della TORRE di VALSASSINA, Vita del pittore Francesco Chiarottini; ZOZZOLI, La cultura artistica, 86-87; ZURICO, Della pittura, 21. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 116; BERGAMINI, La scultura di Carlo da Carona, 23; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 288-293; BRAGATO, Guida, 57; COMELLI, Passeggiate, 51; ERMACORA, Guida, 198; JOPPI, Udine prima del 1425, IV; IOLY ZORATTINI, Insediamenti, 139; di MANIAGO, Storia, 149; di MANZANO, Cenni, 58; MORASSI, Die Malerein, 72; C. MUTINELLI, Francesco Chiaruttini, 284; ORLANDI, Guida, 143; PICCO, L’arte di pittura ornamentale; PICCO, Un distinto pittore decoratore; della PORTA, Toponomastica, 121-122; QUARGNOLO, Giardino grande; de RENALDIS, Della pittura, 97; RIZZI, Pluralità, 471; de RUBEIS, Catalogo, 4 (1937), 9, 6 (1938),16; S[ACCOMANI], Il ristauro, 29, 39, 41; TENTORI, Architettura e architetti, 99; VALENTINIS, Udine antica, 23, 24. |
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1672 | |
1821, magg. 21 span> | | « Luigia q. co. Pietro Mantica, moglie del nob. Francesco Urbano Valentinis Mantica vende, alli nob. Antonio ed Eleonora iug. Romano la mettà spettante ad essa venditrice della casa ad uso dominicale del fu co. Pietro Mantica, posta nel borgo di S. Bortolomio, marcata col c.n. 1672 , composta da portico d’ingresso sul borgo di S. Bortolomeo, promisquo con li nob. Francesco e Niccolò fratelli q. co. Leonardo Mantica, corte promisqua colli stessi, magazino a peppiano con ingresso sulla strada del Giardino, mezzadi cinque, scala, stalla, rimessa in peppiano, camere e sala in primo appartamento, comprensive anche il portico d’ingresso promisquo, camera nella torretta sopra il Porton detto del borgo di S. Bortolomio, camerini in secondo piano e grannaio sopra la stalla e rimessa ed altro nella torrata, tutto unito confina a lev. strada pubblica ed Giardino, mezz. borgo e Porton di S. Bortolomio e casa del sig. Gaspare Naschinetti, pon. detto borgo e fabriche e corte delli sigg. Francesco e Niccolò fratelli Mantica ed a tram. li stessi sigg. Mantica . Questa vendita si fa per prezzo di it. L 12000, salvo però il carico della mettà dell’annuo censo perpetuo di tre pernici, dovuto alla città di Udine, che resta a peso delli iug. Romano » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10602, 2788). |
1822, apr. 18 span> | | Il co. Antonio q. Nicolò Romano ed Eleonora del fu co. Pietro Mantica coniugi vendono a Nicolò fu Bortolomeo Cassacco una casa in via S. Bartolomeo che comprende «portico d’ingresso sul borgo promisquo con li coo. Francesco e Nicolò fratelli q. co. Leonardo Mantica, corte promisqua colli stessi, magazzino, cantina a piepiano con ingresso sulla strada del pubblico giardino, cucina e corticella chiusa di Mura sulla strada del Giardino, mezzadi cinque, scala, stalla e rimessa in peppiano, camere e sala in primo appartamento, comprensive anche il portico d’ingresso promisquo, camera nella toratta sopra il porton detto del borgo di S. Bartolomio, camerini in secondo piano e granaio sopra la stalla e rimessa ed altro nella torrata; tutto unito confina a lev. Giardino, mezz. borgo e Porton di S. Bartolomeo e casa del sig. Gaspare Naschinetti, pon. il borgo e fabbriche e corte delli coo. Mantica, ed a tram. li coo. Mantica . Questa vendita si fa pel prezzo di it. L 24000 » (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10634, 4330). |
1840, ag. 10 span> | * | «Sono comparsi d’innanzi a me notaro il sig. Luigi q. Vincenzo barone Dubsky di Trebomisitz, ciambelano di S.M.I.R.A. e consigliere presso I’i.r. tribunale, residente in questa città, come compratore, dall’una, ed i sigg. Bortolomio, Giuseppe, Giovanni Battista, Margherita e Catterina, ora moglie del sig. Francesco Marcolini, figli del defonto Nicolò Cassacco, agenti pel rispettivo interesse; Lucietta n. Cistermini, ved. di esso Nicolò Cassacco per la quota spettantele in usufrutto sulla sostanza ereditaria maritale; il sig. Giuseppe Cassacco, nella qualità di contutore delli fratelli minorenni Luigi, Lucietta e Mariana q. Nicolò Cassacco ed il sig. Girolamo dott. Finti q. Valentino, avvocato addetto a questo foro nella qualità di procuratore della sign. Antonia del fu Nicolò Cassacco, ora moglie del sig. Antonio Malgrani, attualmente domiciliata in Verona . Li nominati eredi Cassacco confermano la vendita già concertata dal genitore col sig. Luigi bar. Dubsky e, in quanto occorsa, vendono allo stesso la casa posta in Udine, S. Bortolomio, c.n. 1672 ; tutto confina a lev. strada pubblica del Giardino, mezz. borgo di S. Bortolomio e casa dei rapresentanti sig. Gaspare Naschinetti, pon. il detto borgo e fabbriche e corte promiscua col nob. Nicolò q. co. Leonardo Mantica, tram. parte Asquini nob. Vincenzo e parte detto co. Mantica, già di ragione proprietaria del nominato Nicolò q. Bortolomio Cassacco, in esso pervenuta per l’acquisto fatto dalli coo. Antonio q. Nicolò ed Eleonora del fu co. Pietro Mantica, coniugi Romano di Udine , col contratto in forma privata 18 apr. 1822, deposto negl’atti del già not. Francesco Antonio Nicolettis col rogito 3 ott. 1826 n. 4220 per una metà della successione ereditaria di detta co. Eleonora Mantica Romano al proprio genitore e per l’altra metà che dall’acquisto che ne fece con istr. 21 magg. 1821 per atti di detto not. Nicolò Cassacco, dalla di lei sorella co. Luigia, moglie del nob. Francesco Urbano Valentinis Mantica, nella quale pur proveniva dall’eredità del def. genitore co. Pietro Mantica, preconseguita in concorso dell’allora seco lei contraente sorella Eleonora e prima di detto co. Pietro Mantica, in virtϊ dell’assegno riportatone colla divisione convenzionale seguita in concorso delli di lui fratelli coo. Alessandro canonico, Francesco e Nicolò per atto privato 1 decembre 1796. La vendita s’intende convenuta coi diritti acquistati cadenti sopra fondi esterni al Portone di S. Bortolomio e verso il Giardino derivanti dalle concessioni fatte dal municipio di Udine . La vendita si ritiene fatta per lo prezzo di austr. L 50000 » (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4825, 3037). |
1840, dic. 11 span> | | Il consiglio comunale concede agli eredi del fu Nicolò Cassacco di chiuder di muro la rimanente parte di quel fondo che per le concessioni 5 sett. 1771, 3 dic. 1796, 22 marzo 1802 e 17 apr. 1805, verso pagamento di ven. L 300, «venne concesso agli autori del fu co. Pietro Mantica rimpetto alla casa d’abitazione presso il Portone di S. Bortolomio dalla parte del pubblico Giardino» (A.C.U., Consiglio 1839-1845, Protocollo verbale consiglio comunale, n. 7774, VII, p. 115). |
1842, lugl. 25 span> | * | Contratto di affitto triennale di parte della casa n. 1672 per la co. Luigia Nadasdy Brigido, domiciliata in Vienna, erede beneficiaria del fu Luigi bar. Dubischi (A.S.U., N., G.B. Valentinis, Rep. I, f. 6v, n. 67). |
1843 span> | | Vedansi atti relativi al muro esterno verso il Giardino e sovrapposta terrazza (A.S.U, C.A. I, 359/IX). |
span> | * | La documentazione abbraccia il periodo 22 marzo 1802 - 23 febbr. 1843. Vi sono implicati prima i Mantica, quindi i Cassacco, poi il bar. Dubschy e infine Girolamo Finch (ibid.; vedasi anche A.S.U., C.A. I, 315/VI, 3736 Orn. II C). |
1852 span> | * | Appartiene agli eredi di Nicolò Cassacco (Competenze, II, f. 7v). |
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1673 | |
1801 span> | | Co. Nicoletto e fratelli q. Leonardo Mantica (Nomenclatura, f. 62v). |
span> | * | Affittuale l’oste Pietro Monticoli (ibid.). |
1809 span> | * | Proprietà di Nicolò Mantica. Vi abita il fabbro Domenico Fachino (Registro delli aloggi, f. 46v). |
1852 span> | * | Appartiene agli eredi del fu Nicolò Mantica (Competenze, II, f. 7v). |
1876 span> | * | Magazzino di carbone e legna di Giuseppe Zara e laboratorio del pittore - decoratore Andrea Zara1 (COSMI-AVOGADRO, 89, 110). |
1883 span> | * | Vi è ancora segnalato il magazzino di Giuseppe Zara. Andrea Zara è indicato come intagliatore in legno (AVOGADRO, 141, 146). |
span> | | |
NOTE span> | 1 | Per Andrea Zara: BERGAMINI-GOI, Testimonianze artistiche, 340. |
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1674 | |
1522, magg. 29 span> | | Si concede a Bernardino di Pavona, dopo la concessione fatta ai Filittini, «ut possit et valeat, usque ad voltum rostę non procul inde constructę fabricari facere appotecas et ædifitia supra colle comunis dum tantum ędifitia ipsa non sint altiora neque summissiora ędifitiis quę fient ab Angelo fructarolo et ser Filitino» (Annales, XLIV, f. 81v). |
1801 span> | | Co. Fabio Asquini (Nomenclatura, f. 62v). |
span> | * | «Bottega di tagliapietra» (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene a Fabio Asquini. Vi abita il tagliapietra Giacomo Belumasco (Registro delli aloggi, f. 46v). |
1852 span> | * | Proprietà Asquini (Competenze, II, f. 7v). |
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1675 | |
1671, dic. 20 span> | * | I deputati della città di Udine chiedono informazioni al co. Giacomo Caimo sul sistema della pesatura del fieno in Padova. Il Caimo risponde con una Informatione circa il peso dei fieni in Padova accompagnato da un disegno (A.S.U., Arch. Caimo, 68/22). |
1694, giu. 24 span> | * | Pesatore pubblico del fieno è ser Sebastian Bombelli. Garantiscono per lui Leonardo Natolo «marangon» e Domenico Bernardis «linarolo» (B.C.U., ms. 869, 12/334). |
1801 span> | | Pesa pubblica del fieno (Nomenclatura, f. 62v). |
1809 span> | * | «Fabbricato della pesa de’ fieni. Valutato L 8023,94. Non affittato. All’unico oggetto d’impedire le frodi ne’ contratti, nell’anno 1693, con parte della convocazione, ossia del consiglio minore 13 settembre 1671, la deputazione della città fece costruire coll’ecconomico comunale il fabbricato della pesa de’ fieni situata in angolo del pubblico Giardino. Servì sempre all’oggetto della sua situazione e fin dalla sua attivazione, seguita li 13 giugno 1694, in luogo di affitto venne determinata una tassa di centes. 25 per ogni carro di fieno che si pesava e di centes. 5 per ciascun fascio; non evvi in questa percezione alcuna apparenza di dazio, che mai si sarebbe combinato colla libertà prescritta nel 1694 dal fu veneto senato. Ella fu un semplice frutto sul denaro speso dalla città nell’edilizio, compresa la manutenzione e la mercede del pesatore e fu sempre libero a chiunque l’approfittare di questa istituzione. All’attivazione però del dazio consumo, fu tolta alla comune la sua proprietà stabile come i diritti che percepiva su di essa, poiché avvocata alla r. finanza, ella ne dispose assolutamente di essa, come di tutto il machinismo inserviente alla pesa, costruito e mantenuto sempre coi fondi comunali. Convien credere però che la direzione generale del demanio sulle rimostranze fatte nel 1806 e sulla documentata proprietà comunale, abbia riconosciuti i titoli della comune, se nell’aprile 1807 ebbe a commettere la stima del fabbricato; fu fatto in concorso di un perito per parte della finanza e di altro per parte della comune ed assoggettata nel 1807 all’autorità superiore, pendono tuttora su di essa le relative decisioni. Fu calcolato l’importo a L 8023,94 nella perizia verificata li 27 apr. 1807» (A.S.U., C.A. I, 1/Attività e passività 1808. Relazione sulle attività... Case e fabbricati, 20). |
1848 span> | * | «Fabbricato nel pubblico giardino inserviente a pubblica spesa. Decreto dell’i.r. magistrato camerale 14 marzo 1846» (A.S.U., C.A. I, 442/Attività... 1848, 24). |
1852 span> | * | «R. intendenza di finanza per uso pesa» (Competenze, II, f. 7v). |
span> | °° | L’edificio è vincolato con D.M. del 05 ag. 2006 ai sensi del D.Lgs. 42/2004. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Archivum... Catastico, I, 364; BATTISTELLA, Il giardino, 9; BATTISTELLA, I vecchi teatri, 116; GALLICI, Sul progetto di riformare, 3; PLEBANI, L’asilo notturno, 10-11. |
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ICONOGRAFIA span> | | GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma, 10; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città di Udine, 18; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, 55. |
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1676 | |
1489 span> | * | Dal libro di note di Giacomo Florio: «Anno 1489 quo pater meus emit unam tinctoriam Utini cum domibus et cum stuffa coherenti in burgo S. Antonii precio duc. 230 ad publicum incantum Venetiis contra ser Nicolaum d. Honeste, prout constat instrumento manu d. Dominici de Groppis Utini notarii, quod est penes me publicatum » (A.S.U., Arch. Florio, 291/1, f. 3v, cassato). |
1491, dic. 7 span> | * | Ancora Giacomo Florio: «Suprascriptas domum et tinctoriam revendidi ego propter pactum de retrovendendo ser Iacobo d. Honeste filio ser Nicolai, ut constat publico instrumento manu ser Francisci Bonamici notarii » (ibid., cassato). |
1495, ag. 4 span> | | Si approva una permuta con la quale il comune cede un pezzo di terreno in Giardino a Nicolò di Donna Onesta, ricevendo in cambio altro pezzo di terreno necessario a rettificare la strada che conduce al monastero dei frati di S. Maria dei Servi (Annales, IL, f. 42v). |
1512, febbr. 6 span> | * | Dal rotolo dei fratelli Onesti: «Memoria come d. Lena e d. Cortesa, sorelle e fiole che fo ollim q. ser Nicolai de d. Honesta, nostre cusine, ne hanno fatta una donation irevocabile inter vivos dele case dela tentoria poste apresso lo Zardin con le rason del lavadore de’ pagni ispectante a ditta casa, con incargo de pagar d 24 de livello a ser Nicolò q. ser Philippo de Manin, come apar per man ollim q. ser Lorenzo de Lovaria sub 1439 a dν 7 decembrio e con incardoa de d 5 vel circa de livello ala camera di S. Marco et con obligation de satisfar a d. Lucretia, che fo de ser Iacomo, fradello de ditte donatrice e moglier de ser Ieronimo del Torso, tutto quello che ditta d. Lucretia se ritroverà esser creditrice sopra ditte case. Dele quale ditte donatrice se hanno reservato lo usufrutto ad vitam ipsarum, per lo qual usufrutto noi semo acordati a pagargni ogni anno ducati tre ad vitam earum ut sufra: contentando loro che noi al presente habiamo lo posesso de esse case, corno apar per man de ser Hieronymo de Hieronymis adν 6 fevraro 1512. La posession dela qual casa noi havemo tolta dν ditto in persona de ditto notaro. Nota che benché in ditto instrumento appare anteditta d. Lucretia esser solamente creditrice sopra ditte case, in da poi ho ritrovato lei haver la proprietà de parte de quelle, come apar instrumento dela recompra de esse case, fatta in Venetia de l’anno 1491, adν 7 decembrio per man de ser Francesco Bonamigo nodaro q. ser Nicolao. Et ideo noi pagemo etiam per mità solamente di livelli anteditti e la mità solamente deli ducati tre per lo usufrutto. Item nota che ditte case foreno posesso per d. Morosa et per ser Iacomo suo fiolo , videlicet la tentoria per mità pro indiviso e cussν la corte, una canevetta sul canton verso Zardin per ser Iacomo et l’altra caneva apresso quella per d. Morosa, item do camere sul canton verso la porta ser Iacomo, et lo resto tutto dela casa possedeva d. Morosa et cussν fo continuado piϊ de anni XX» (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi et fratrum de Honestis, f. 26r). |
span> | | a ms. incardo |
1512, febbr. 11 span> | * | Dall’inventario dei beni della madre e dei fratelli di Lucrezia, figlia di Giacomo di Donna Onesta, moglie di Gerolamo del Torso: «La mità dele case dela tentoria fora dela Porta di S. Antonio, pagando de livello a ser Nicolò de Manin L 12 per anno con pacto de francare» (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5459, Testamenti 1505-1535, f. 81r — 82r). |
1512, ag. 28 span> | * | «Nota che per esser morta d. Lena anteditta, ala qual Dio perdoni, el ne resta a pagar a d. Cortesia solum la quarta parte deli ducati 3 de l’usufrutto, videlicet ducato uno e mezo» (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi et fratrum de Honestis, f. 26r). |
1512 span> | * | «Ser Bernardin ditto de Budua ac d. Vegnuda sua moglier denno pagar de fitto semplice per la parte dela casa della tentoria, posta apresso lo Zardin, videlicet tanto quanto è a pepian con un pezo di corte verso ser Hieronymo Stella, Nicolò Leteral, la qual parte dela casa noi possedemo pro indiviso con d. Lucretia fiola che fo de ser Iacomo de d. Honesta, moglie de ser Hieronymo del Torso . Nota che ditta casa fo habitada per soldati che alozavano in questa terra per spatio de circa do et per quelli fo quasi penitus ruinada et ideo non fo cavato alcuna utilità da quella» (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotolo Vanni degli Onesti, f. 125r). |
1513 span> | * | «Valentin de Domenego, portoniero, habita in Porta de Cividal, paga di fitto semplice per la fossa posta in Zardin a l’incontro dela mia casa dela tentoria, videlicet per lo ledame se cava da quella, formento staro uno e mezo a l’anno e galline 2» (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotolo Vanni degli Onesti, f. 128r). |
1516, mar. 3 span> | * | In seguito a una vertenza giudiziaria, sollevata da Gerolamo del Torso, marito di Lucrezia, figlia di ser Giacomo, per avanzare diritti su parte della casa e soprattutto impedire l’erezione di nuovi edifici, la famiglia Onesti ottiene dal luogotenente e dalla comunità i permessi dei quali il rotolo Vanni degli Onesti trasmette notizia: «Ne concedevano che poi podessimo butar fora lo muro dela fabrica che noi femmo apresso ditta casa verso lo Zardin et a posser andar de longo a squara verso la casa o vero corte de ser Hieroni Stella et pigliar de esso Zardin tanto quanto se drizarà per la squara et cussν continuar tanto quanto piglia la nostra corte. E da poi adν primo aprile seguente fu posto in scriptura ditta concession de mandato de ditti logotenente et deputati per se Mathio Clapiz cancelliero del comun » (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotolo Vanni degli Onesti, f. 77r). |
1528, genn. 10 span> | * | «Nota ch’el fo litigado per certi confini de ditte case e per la obturation de alcune fenestre contro la fiola che fo de ser Hieronymo Stella, moglier de ser Ferando d’Atimis et fo speso molti denari et fu fatta sententia in favor nostro per li iudici de’ confini 10 zenaro 1528» (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotolo Vanni degli Onesti, f. 99r). |
1530, sett. 27 span> | * | «Lo logotenente fece una dechiaration ch’el liberava noi fradelli de uno livello che per noi se pagava in camera phiscal de L 5 s 12 a l’anno, in contracambio dela fossa che noi havessimo apresso ditte case, la qual lui dellivrò che fusse obturata, apar in cancellaria de 5 maggio per man de ser Thomaso Pase » (ibid.). |
1531, febbr. 13 span> | * | Raffaele degli Onesti abita «in Zardino, in domo habitationis proprie» (A.S.U., N., Gabriele Gozzadino, 5817, Istr. 1529-1531, f. 111r — 112r). |
1532, lugl. 22 span> | * | «Toccò ditta casa nele division fatte a 22 luio 1532 per man de ser Francesco Porcio una parte a Raphael e una parte a Francesco» degli Onesti (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotolo Vanni degli Onesti, f. 99r). |
1539, dic. 10 span> | * | Ancora nel rotolo degli Onesti: «La fossa che è apresso la porta, dove se soleva mandar l’aqua del lavador dela tento-ria, fo alias concessa a ser Nicolò Bomben mio auctor per lo logotenente adν 10 dic. 1539 con auctorità di cavarla et lavorare ad beneplacitum, per man de mess. Gregorio Sarasin cancilliero» (Arch. Florio, 288, Rotolo Vanni degli Onesti, f. 77r). |
1710, genn. 24 span> | * | « In Udine, in casa dei nobili Galatei1, fuori del Porton di S. Antonio» (A.S.U., N., Nicolò Aloi, 8109, VII instr., f. 68r). |
1759 span> | ° | La casa era della famiglia Galateo (B.C.U., ms. 997). |
1781, apr. 1 span> | | Tommaso q. Giovanni Melin, «oriondo delle Bocche di Cattaro in Dalmazia», cede al fratello Alessandro la sua quota di comproprietà della casa in Giardino confinante «a lev. con la co. Teresa Attimis, a mezz. case della p. opera di Carità ed a pon. e tram. il Giardino » (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, I instr., 88, f. 135r — 136r). |
1801 span> | | Alessandro Milini (Nomenclatura, f. 62v). |
1809 span> | * | L’edificio appartiene a Tommaso Milini. Vi abita l’ostessa Francesca Milini (Registro delli aloggi, f. 46v). |
1811, mar. 21 span> | ° | Tomaso fu Alessandro Millini lascia in testamento la casa alla moglie Gioseffa Placereani (not. Francesco Antonio Nicolettis). |
1812 span> | | Osteria “Al pavone” (Esercenti). |
span> | * | Gestione di Francesca Millini (ibid.). |
1823, genn. 13 span> | | Gioseffa Placereani vende a Giacomo fu Giovanni Calice per it. L 3050 la casa 1676. «Confina a lev. Giacomo Visentini, mezz. casa dell’orfanotrofio di Carità, pon. strada , sett. Giardino» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10547, 1782). |
1837, sett. 3 span> | * | Il direttore della Casa di Carità presenta progetto per «prolungare il fabricato dello stabilimento con tre case ad uso di artieri» e ne ottiene l’approvazione (A.S.U., C.A. I, 269/III, 5317 Orn. II C). |
1839, febbr. 18 span> | | «Catterina Calice Fadini vende al sig. Osvaldo Antonio de Toni la casa posta nel Giardino marcata col c. n. 1676 , fra i confini a lev., mezz. e tram. coll’acquirente de Toni ed a pon. la strada va in Giardino . Il prezzo della vendita viene fissato nella somma di austr. L 4200 » (A.S.U., N.. Riccardo del fu Antonio Paderni, 10492, 11937). |
1846, nov. 24 span> | * | Vedasi n. 16802. |
1852 span> | * | Proprietà di Osvaldo De Toni (Competenze, II, f. 7v). |
1870 span> | * | La casa fu ricostruita. Era di Cappellani. |
1876 span> | * | Ambulatorio del medico Giacomo Cappellani, segnalato ancora nel 1883 (COSMI-AVOGADRO, 101; AVOGADRO, 148). |
1918, clic. 12 span> | | È distrutta da un incendio. Verrà riedificata e riformata. |
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NOTE span> | 1 | V. della Forza citava di questa famiglia la ricca biblioteca. |
span> | 2 | Per la bibliografia relativa alla casa oggi esistente in sito, vedasi n. 1680 A. |
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span> | °° | Vedasi nota di chiusura della casa n.1809.. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | BATTISTELLA, Il giardino, 18, 24, 25; BIANCHI, Indice, 102, n. 3103; DAMIANI, Provino Valle, 103; ERMACORA, Provino Valle, 363; GALLICI, Sul progetto, 3; Parti prese... 1887, 188; PICCO, I nostri giardini; PICCO, Ricordi, 133; della PORTA, Toponomastica, 242. |
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1677 | |
1801 span> | | Era della pia Casa della Carità (Nomenclatura, f. 61v). |
span> | * | Affittuale Pietro Pellegrini (ibid). |
1809 span> | * | Appartiene al «pio loco della Carità». Vi abita il domestico Pietro Pellegrini (Registro delli aloggi, f. 46v). |
1819, apr. 27 span> | | La deputazione d’ornato riferisce alla congregazione municipale che «la ferrata che dà lume alla cantina della casa della Congregazione di Carità n. 1677 trovasi in tale pessimo stato che abbisogna di un pronto riparo a sicurezza dei transitanti» (A.S.U., C.A. I, 24/XI). |
1832, mar. 22 span> | * | Il capoquartiere Domenico Di Giusto, in merito alla disposizione municipale n. 1050 riguardante i venditori che ingombrano la strada con merci di vario tipo, a questo numero civico segnala il sellaio Michaele Fontana e il «pitore» Andrea Zara (A.S.U., C.A. I, 193, Relazione di capoartiere). |
1838, apr. 19 span> | * | Asta dell’edificio n. 1677, 1678 e 1679 appartenente alla Casa della Carità. Il maggiore offerente è Osvaldo Antonio De Toni (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10491, 11809). |
1838, dic. 21 span> | | La Casa della Carità vende a Osvaldo Antonio De Toni il fabbricato n. 1677-1678-1679 per L 11805 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10491, 11809). |
1852 span> | * | Proprietà di Osvaldo De Toni (Competenze, II, f. 7v). |
1874 span> | * | «Case demolite» (Prospetti di confronto, 125). |
span> | | |
BIBLIOGRAFIA span> | | Vedasi n. 1676. |
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1678 | |
1801 span> | | Pia Casa della Carità (Nomenclatura, f. 62v). |
span> | * | Affittuale G.B. Straolini (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene alla Casa della Carità. Vi abita il domestico Pietro Pellegrini (Registro delli aloggi, f. 46v). |
1838, dic. 21 span> | * | Venduta ad Antonio De Toni. Vedasi n. 1677. |
1852 span> | * | Osvaldo De Toni (Competenze, II, f. 7v). |
1870 span> | | È di Cappellani1. |
1874 span> | * | «Case demolite» (Prospetti di confronto, 125). |
span> | | |
NOTE span> | 1 | Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte. |
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1679 | |
1801 span> | | Pia Casa della Carità (Nomenclatura, f. 62v). |
span> | * | Affittuale Domenico Coalonga «varutter» (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene alla Casa della Carità. Vi abita il guantaio Domenico Degano (Registro delli aloggi, f. 46v). |
1825, magg. 31 span> | * | Il direttore della Casa di Carità chiede ed ottiene di aprire una porta nella casa (A.S.U., C.A. I, 100, 1943 Orn. II C). |
1838, dic. 1 span> | * | Vendita ufficiale della casa a Osvaldo Antonio de Toni per L 11805 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10491, 11809). |
1852 span> | * | Proprietà di Osvaldo de Toni (Competenze, II, f. 7v). |
1870 span> | * | È dei Cappellani1. |
1874 span> | * | «Case demolite» (Prospetti di confronto, 125). |
span> | | Vedasi n. 1677. |
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NOTE span> | 1 | Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte. |
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1680 | |
span> | | Questo numero comprendeva anche tutte le casette ad oriente verso il vicolo Porta. |
span> | * | Pure il fondo su cui oggi sorge la casa Cappellani fa parte del complesso di edifici censiti sotto il n. 1680. Dell’insieme oggi mantiene l’aspetto voluto dagli Attimis solo la parte centrale dominicale. |
1504, febbr. 6 span> | | « Cum nob. ser Hieronymus Stelle de Verona, vicecollateralis S. Marci, Utini habitans, intenderet ędificari et ellevari facere muros domus suę Utini in Zardino positę, constitutus ibi dictus ser Hieronymus ex una, et mag. Bartholomęus, dictus Botho de Caprileis, murator, Utini habitans ex altera, ad hanc conventionem et pacta devenerunt: primo quod dictus mag. Botho teneatur et debeat destrui facere muros veteres super quibus nihil est de novo ędificatum, tendentes versus Zardinum et versus domum ser Nicolai de donna Onesta» (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5448, Istr. 1502-1506, f. 9r — 10r). |
1512 span> | * | Vedasi casa n. 1676. |
1519 span> | * | Dall’inventario dei beni del fu Gerolamo Stella: «La casa in Zardin dela habitation del q. d. Hieronymo con corte, horto, scatta, paga ogn’anno a S. Marco ducati cinque» (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5459, Test. 1505-1535, f. 154r — l55r). |
1744 span> | | «Attimis. Abitano tra il Giardino e il seminario patriarcale, l’abitazione loro fu modificata, od almeno ridotta in forma migliore da Enrico di Attimis» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 174). |
1767, lugl. 16 span> | * | Pianta di Alessandro Rota, relativa alla richiesta di Nicolò Attems di acquistare dal comune un appezzamento di fondo comunale contiguo all’orto della sua casa (B.C.U., A.C.A., ms. QQQ.XXXVI, c.111r). |
1801 span> | | Co. Enrico q. Alfonso d’Attimis (Nomenclatura, f. 62v). |
1802, apr. 3 span> | °° | Pianta del Giardino Pubblico (A.S.U., C.A., 14/I, n. 100 a , con dis.). |
1809, febbr. 4 span> | * | La commissione alle visite domiciliari riferisce al podestà di Udine di aver effettuato il sopralluogo presso la casa di Enrico Attimis al c. n. 1680 e di aver trovato «ostacolo per parte del medesimo sig. Attimis nel rifiutarsi alla designazione del compettente di lui alloggio militare, che la comune era per attribuire al medesimo, aducendo in asserzione di avere un decreto del podestà di esecuzione da qualunque per lui alloggio militare, stante di aver concesso con titolo gratuito due mezzadi appiepiano al commissario di polizia per uso del di lui ufficio nella casa contigua occupata in presente dal commissario medesimo » (A.S.U., C.N., 116, 516). |
1809 span> | * | L’edificio appartiene a Enrico d’Attimis, che vi abita. Una parte è occupata dal commissario di polizia Pompeo Delfini: «Per decreto del podestà il sig. Attimis è esentato dall’alloggio di sua compettenza, avendo cesso gratuitamente due stanze in pianterreno per l’ufficio del commissariato di polizia» (Registro delli aloggi, f. 46v — 47r). |
1810, mar. 20 span> | * | Escomio di Gian Enrico d’Attimis al commissario di polizia P. Dolfin, al quale ha concesso la casa a partire dal 12 marzo 1808. Per la fine di giugno la casa dovrà essere libera. Il 14 giugno il podestà di Udine in alternativa propone al direttore dipartimentale del demanio il locale dei Barnabiti. L’indicazione è giudicata valida (A.S.U., C.N., 182). |
1810, apr. 4 span> | * | Giovanni Enrico d’Attimis presenta un progetto di restauri per la casa di sua proprietà. Vorrebbe alzare il muro sopra la porta centrale e chiudere le due finestre all’estrema destra del pianterreno (A.S.U., C.N., 178 Orn.). |
1812, magg. 26 span> | * | In seguito ad atto oppignorativo del 16 marzo 1812, asta di «una stanza a pian terreno ad uso di scuderia in Giardino al n. 1680, a lev. la ricevitoria comunale, a pon. casa» di Enrico d’Attimis, debitore per L 76,06 (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 29). |
1812, ag. 28 span> | * | In seguito ad atto oppignorativo del 19 maggio, asta di «una bottega di calzolaio al n. 1680, condotta in affitto da Giuseppe Colussi, a mezz. Melina Tommaso, a tram. questa ragione». Debitore risulta Enrico Attimis per L 81,10 (A.S.U., C.N., 81, Verb. Asta). |
1812, nov. 30 span> | * | «Inventario delli mobbili tutti di ragione del sig. Gian Enrico del fu sig. Alfonso d’Attimis esistenti nelle case di sua proprietà . E primo nella casa in Udine tenuta in affitto dal sig. Alberto Pezzi» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10591, 965). |
1813, apr. 17 span> | | Giovanni Enrico fu Alfonso d’Attimis vende a Giacomo di Antonio Vicentini una casa in Giardino al n. 1680 «con cortivo, orto e fabriche adiacenti, confina a lev. e tram. il detto Giardino, a mezz. strada pubblica, a pon. case di ragione dell’orfanotrofio della Carità; e vende pure le due botteghe ivi attigue dalla porta di pon. sottoposte a case di altrui ragione, affittate presentemente al Colussi ed al Marcotto» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10591, 965). |
1824 span> | | La casa è di Giacomo Visentini (A.S.U., C.A.I, 89/X Orn. II C, 4735 con dis.). |
span> | * | Il proprietario presenta progetto di riforma dell’esterno e ne ottiene l’approvazione (ibid.). |
1824, mar. 3 span> | * | «Dovendo la congregazione municipale rinvenire locale per servire d’alloggio al sig. generale bar. Schnaider, ed avendo essa trovata nel sig. Giacomo Visentini la concorrenza a pigionare per uso d’alloggio di generale porzione della propria casa sita nel pubblico Giardino al c.n. 1680, con la prestazione delle mobilie occorrenti all’uso, come altresν una parte egualmente mobigliata per alloggio dell’aiutante, la congregazione municipale deviene con il sig. Giacomo Visintini alla locazione ». Segue la descrizione dei locali (A.S.U., C.A. I, 88/1). |
1827, ott. 18 span> | | Fabio fu Pietro Antonio di Maniago acquista all’asta la casa n. 16801. |
1830, genn. 31 span> | | Fabio di Maniago «per sé e come procuratore del fratello Nicolò» vende ad Osvaldo Antonio fu Giacomo De Toni la casa n. 1680 per L 29000. Confina a lev. e sett. il Giardino, pon. Casa di Carità, mezz. Casa di Carità e strada lungo il Canale (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10556, 3388). |
1830, mar. 24 span> | * | Osvaldo de Toni chiede ed ottiene di operare alcune modifiche nell’edificio n. 1680 di sua proprietà (A.S.U., C.A. I, 168/1830/XIV, 1158 Orn. II C, con dis.). |
1831, ott. 8 span> | * | Antonio de Toni, proprietario della casa, chiede il permesso di rivestire con urgenza, mediante «uno strato di argilla, il muro verso il giardino esternamente fino alla profondità della fonda del muro stesso» (A.S.U., C.A. I, 182/V, 4432 Orn. II C). |
1834, apr. 20 span> | * | Disegno firmato da Giuseppe Mariotti. A tergo è redatto un permesso di costruzione (A.S.U., C.A. I, 406/1846/II Orn. II C, con dis.). |
1844, genn. 10 span> | * | Il gestore di un «cosmorama» alla congregazione municipale, «ottenuto il permesso di codesto commissariato supperiore di polizia per tratenersi in questa r. città per quindici giorni e desiderando in questo fratempo di esponere in questo pubblico Giardino appreso la casa del sig. Osvaldo de Tonni un casoto per far vedere un cosmorama, fa riverente istanza implorando che si degni di accordargli quella porzione di posto che crederà opportuno per tale esposizione verso quella tenua tassa che crederà codesta autorità ». L’ingegnere municipale A. Lavagnolo in data 11 gennaio annota a tergo: «Delimitato il sito rimpetto la casa del sig. Osvaldo de Toni » (A.S.U., C.A. I, 375/III). |
1846, febbr. 4 span> | * | Impegno di Osvald’Antonio de Toni di eseguire le opere ingiunte nel monitorio penale del 20 gennaio (A.S.U., C.A. I, 402/II). |
1846, mar. 8 span> | * | Giuseppe Flutioux scrive all’autorità competente che, «venendo della Italia e passando per questa r. città con la sua compagnia, desidera di fermarsi alcuni giorni qui, per poter far vedere il suo teatro pitorico e mechanico . Prega, avendo già il permesso di permanenza dalla i.r. polizia per 15 giorni, di ottenere il permesso di fare vedere il suo teatro davanti ai publici giardini, essendo questa piaza più vicina alla città ». Il podestà commenta indirizzando la pratica all’ingegnere municipale: «Fino da ieri il petente collocò il suo casotto e lo eresse in prossimità alla fabbrica de Toni; è inutile quindi che il sottoscritto oggi si occupi del tracciato voluto » (A.S.U., C.A. I, 406/II, 1664 Giard. II C). |
1846, magg. 9 span> | * | L’ingegnere municipale G.B. Locatelli riferisce che il de Toni ha eseguito i lavori prescrittigli (A.S.U., C.A. I, 406/II). |
1846, nov. 24 span> | * | Progetto di costruzione del complesso de Toni (A.S.U., C.A. I, 406/II, 7771 Orn. II C, con dis., firmato dal capomastro Giuseppe Mariotti). |
1853, dic. 21 span> | * | È accolta la domanda di «cessione di fondo al sig. Osvaldo de Toni a compenso arrecatogli dalla sistemazione stradale di S. Bortolomio. Si tratta di m2 41 circa, coi quali il de Toni potrà «rettificare le sue case» (Arch. del Comune di Udine, Consiglio 1846-1853, n. 9433, VII). |
1876 span> | * | Nella parte censita 1680 A (attuale casa Cappellani), studio l’avvocato Giuseppe Malisani; nella parte segnalata soltanto col n. 1680, rispettivamente ai n. 20 e 21 della piazza del Giardino, esistono gli studi degli avvocati Antonio Salimbeni e G.B. Billia (COSMI-AVOGADRO, 85). |
1883 span> | * | Al n. 1680 A studi degli avv. Giovanni Comelli e Antonio Measso (AVOGADRO, 138). |
1890 span> | | La casa n. 1680 è del cap. Giulio Marcotti. |
span> | °° | L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939. |
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NOTE span> | 1 | Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte. |
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STUDI INEDITI span> | | CASANOVA, Il Liberty, 102. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Archivum ...Catastico, I, 363; BATTISTELLA, Il giardino, 18, 19, 24, 25; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 294-297; C[IONINI] V[ISANI], Chilone Vincenzo, 257-258; L. DAMIANI, Arte... Il Liberty, 103; L. DAMIANI, Provino Valle; 103; P. DAMIANI, Giuseppe Bernardino Bison, 49; ERMACORA, Provino Valle, 363; GALLICI, Sul progetto, 3; LUCIANI, Dizionario, 132; MARCHETTI, Il Friuli. Uomini e tempi, 571-576; F. MUTINELLI, Annali urbani, 692-694; R. PALLUCCHINI, La pittura veneziana del Settecento, 175; Parti prese... 1887, 188; Per la fedelissima città, 67-68; PICCO, I nostri giardini; PICCO, Ricordi, 139; FIERI, Napoleone, 420; PIPERATA, Giuseppe Bernardino Bison, 32; della PORTA, Toponomastica, 242; di PRAMPERO, Napoleone in Friuli, 62; de RENALDIS, Della pittura, 136; RIZZI, Venetische Malerei, 64; VALENTINIS, Udine antica, 12. |
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1681 | |
1793, magg. 25 span> | * | Vedasi pianta di Antonio Bernardinis con parte del fondo della casa di Giacomo Freddo (B.C.U., ms. 997). |
1794, ag. 7 span> | * | Giacomo Freddi chiede ed ottiene parte di fondo presso la casa (A.S.U., C.A., 14/I, 81). |
1801 span> | | Giacomo Freddi (Nomenclatura, f. 63v). |
1803, dic. 24 span> | | «Giacomo q. Giovanni Franzoia di Asolo1, dimorante in questa città , tanto per sé, quanto per conto della sign. Anna, rei. del q. Giacomo Freddi, e Marzia di lei figlia, moglie dello stesso Giacinto , vende al sig. Francesco figlio del sig. Ludovico Armelini una casa dell’eredità di detto q. Giacomo Freddi, posta nel Giardino, confina a lev. con la roia, a mezz. con molino delli coo. Gorgo, a pon. e tram. con fondi pubblico chiamato il Giardino . Questa vendita fa pel prezzo di d 4200 , fanno L 26040 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10578, III instrom., 192, f. 227v — 228v). |
1809 span> | | Francesco e fratello Armellini, pistori (Registro delli aloggi, f. 46v). |
1809 span> | * | «Eredi di Giacomo Freddi. La fu deputazione della città con atto 1736, 17 sett. nel t. CXXIV degli Atti a c. 80t ha concesso ad Andrea Mesaglio di Udine un pezzo di terreno nel Giardino della comune, il quale trovasi incorporato nella casa da lui colà eretta, verso l’annuo canone perpetuo di pernici para uno, considerate sempre del valore di L 3,07 d’Italia. La stessa casa coll’indicato terreno e coll’obligo di tal canone passò non si sa con qual titolo né in qual epoca, nel q. Giacomo Freddi di Udine, dalli di lui eredi usufruttuari Anna sua moglie, Marzia sua figlia e Giacinto Franzoia, marito di essa Marzia, facendo egli anche come amministratore dei propri figli eredi in proprietà del medesimo q. Giacomo Freddi, è stato il tutto venduto al sig. Francesco Armellini figlio del sig. Lodovico di Udine con instrom. 1803, 24 dec. di mano del sig. Nicolò Cassacco pubbl. not. . Perciò dallo stesso Francesco Armellini si paga annualmente alla comune il canone perpetuo di L 3,07 d’Italia» (Asti., C.A. I, 1/Attività e passività 1808. Elenco per le iscrizioni, n. 9). |
1852 span> | * | Proprietà degli eredi di Francesco Armellini (Competenze, II, f. 7v). |
1876 span> | | Birreria “Al Giardino” (COSMI-AVOGADRO, 86). |
span> | * | Gestione di Giovanni Venier (ibid.). |
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NOTE span> | 1 | Di questo personaggio si trova una traccia dieci anni piϊ tardi per l’impianto di una vetreria in un luogo imprecisato di via Pracchiuso: 1813, dic. 2. « Sono comparsi innanzi me nottaro Giovanni del fu Nicolò Goggio negoziante ed il sig. Giacomo del fu Giovanni Franzoia, pure negoziante , tra’ quali viene stabilita una società intorno ad una fabrica di vetri . La società avrà luogo, in quanto al locale, nella fabrica già da qualche tempo erreta dal Franzoia , posta nel borgo di Prachiuso Il lavoro della fornace sarà ristretto a sole lastre per ora » (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10362, 1450). Per il Franzoi vedasi ancne n. 452. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | DAMIANI, Arte... Il Liberty, 224; GALLICI, Sul progetto, 5; IL GIROVAGO, La società anonima G. Maffioli, 373-382. |
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1682 | |
1542, sett. 10 span> | | Si concede a Girolamo Del Torso e Piero Percotto poco terreno in Giardino per ampliare il loro mulino «appresso le stuffe» (Annales, LI, f. 32v — 33r). |
1709, apr. 15 span> | * | Al testamento del co. Giuseppe della Porta è presente «ser Giacomo Roiato q. G.B., molinaro al molin Gorgo nel Giardin pubblico di questa città» (A.S.U., N.. Nicolò Aloi, 8109, VII instr., f. 48v — 49r). |
1709, dic. 29 span> | * | A un atto notarile, redatto in casa Ottelio, è presente «ser Antonio di ser Pietro Viribi da Vergnaco, hora monaro in questa città nel molin detto delle stue» (A.S.U., N., Nicolò Aloi, 8109, VII instr., f. 44r). |
1713 span> | * | «Il co. Camillo Gorgo, in nome suo come del nob. Giovanni di lui fratello ha concesso ad affitto semplice per anni cinque il molino di raggione Gorghi di correnti n. 4 situato nel publico giardino, detto delle Stue, tenuto attualmente da mess. Giacomo Roiatto per l’ annuo affitto ch’era solito corrispondersi dal Roiatto , cioè formento st. 54, persutti di peso lb 30 para 1, capponi para 1 » (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8300, VII instr., f. 130v — 131v). |
1758, mar. 1 span> | * | «Commettiamo al Fasiollo mollinaro al mollino presso la casa delli coo. Ottelio, et a tutti quelli e quali, che in pena di L 25 asportar non debbano il lezzo che presentemente esiste sopra la riva della roia, cioè dal ponte del convento de’ Servi di Maria Addolorata al molino stesso » (A.S.U., C.A., 1/106). |
XVIII secolo span> | °° | Mulino Gorgo e zona circostante (A.S.U., Archivio della Porta, b. 12). |
1759 span> | °° | Mulino Gorgo e fondi di palazzo Antonini (A.S.U., Archivio della Porta, b. 12). |
1785 span> | °° | Mulino dell’ospedale della Misericordia (A.S.V., Provveditori sopra beni inculti, disegni Treviso-Friuli, Rot. 430, mazzo 23, dis. 14). |
1793, magg. 25 span> | * | Pianta di Antonio Bernardinis con rappresentazione della zona (B.C.U., ms. 977). |
1794 span> | | Il mulino si chiamava «mulino delle stue» (A.S.U., C.A., 14/I, 81). |
1801 span> | | Co. Giovanni Gorgo (Nomenclatura, f. 63v). |
1807 span> | * | Dalla relazione dell’usciere Mattia Rigatti in esecuzione dell’invito del 12 giugno 1807: «N. 1682. Giuseppe Del Bianco molinaro di questa comune, afituale del co. Giovanni Gorgo di questa comune con corenti n. 4» (A.S.U., C.A., 1/2). |
1809 span> | * | Appartiene a Giovanni Gorgo. Vi abita il mugnaio Giuseppe Del Bianco (Registro delli aloggi, f. 46v). |
1844, giu. 18 span> | * | «Le nobb. Virginia Mattioli Florio e Anna Giulia Mattioli Caimo Dragoni vendono al sig. Francesco Basaldella il fabbricato di muro coperto a coppi a uso di molino, a quattro correnti, situato nel locale detto molino in Giardino a cui fa coerenza a lev. e mezz. l’alveo della roia, pon. e tram. strada pubblica che guarda il pubblico giardino . La vendita viene fatta pel prezzo di austr. L 9800 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10508, 16583). |
1852 span> | * | Proprietà di Pietro Mattioli (Competenze, II, f. 7v). |
1883 span> | * | Mugnaio è Girolamo Quirini (AVOGADRO, 149). |
1883 span> | | Vi era una birreria dietro il mulino (AVOGADRO, 139). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | BATTISTELLA, Il giardino, 15; JOPPI, Udine prima del 1425, XXI; della PORTA, Toponomastica, 143; TENTORI, Architettura, 405. |
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1683 | |
1555, nov. 14 span> | | « Deliberatum fuit quod fabricetur pons lateritius iuxta domum magn. d. Andree Delphini patritii Veneti» (Annales, LIV, 58r). |
1556, giu. 15 span> | ° | Il nob. Andrea Dolfin del Banco, patrizio veneto, domanda di poter «dal canto del muro del suo palazzo verso l’orto del nob. messer Ottavio di Tarcento1 tirar un arco alto et largo quanto sia comodo per ogni carro e standersi col muro verso il detto orto quanto è l’altro, e l’altro canton che piega in fuori dalla banda del nob. Hieronimo Mardero, verso l’acqua, e far i merletti so- pra tutto quanto muretto et arco, come sono dall’altra parte acciò che di qua e di là del palazzo le porte et i muretti et i merli vi corrispondono» (Annales). |
1616, mar. 26 span> | | «La contratta, che va da Prachiuso verso la stuffa et Porta del Bon, et viene sino alla chiesa di S. Antonio et case degli sigg. Honestis et ed Attimis et finisce alla casa del sig. Giovanni Martin Bonecco et il molino a quella vicino» (B.C.U., ms. Joppi 377/9, Regolatione de’ quartieri dela città di Udine). |
[1655] span> | | «Case al follo habitate dal Bonecho et parte delli Cargnelli». Descrizione della casa con cenno all’esistenza anche di una colombaia sulla roggia (A.S.U., Arch. Caiselli, Allibramento Bonecco, n. 3, p. 9-20). |
1656, lugl. 5 span> | * | « Essendo convenuto il nob. Paolo, figlio del nob. sig. Giovanni Maria Bonecco, a nome proprio e dei fratelli, col nob. Alvise Ottelio del nob. Camillo di darli goder per ducati 1500 una loro casa posta nel Giardino di questa città con obligo a tal conto di pagar annualmente fino alla francatione in ragione di 7 per cento alcuni livelli che pagano detti fratelli, cioè uno per lo capitale di d 300 et un altro per d 100 al monasterio di S. Chiara, item agli eredi q. Giorgio Franceschinis uno per d 300, di sodisfar alla nob. Helena Ianis sorella et herede testamentaria del q. Galleotto Bellone il credito, che ha con li medesimi sigg. Bonecchi per li meglioramenti da lui fatti nella sudetta casa et per li denari a lui prestati, come asserisce detta signora, sanano in tutta summa d 400 , l’antedetto Paolo et con lui anco il sig. Antonio suo fratello da una e il sig. Alvise dall’altra presentarono lo scritto dei 19 giugno con la procura che in alcune parti regola e diversifica il medesimo contratto ». Di seguito è trascritto l’accordo del 19 giugno 1656, col quale Paolo del q. Giovanni Martino Bonecco «cede a goder al nob. Alvise Ottelio q. Camillo la casa di detti sigg. fratelli Bonecchi posta nel giardino di questa città con corti, horto a quella annessi , qual confina da un canto con l’androna o calle che va dal Giardino verso la contrada di S. Antonio, dall’altra e dalle parti di dietro con li nob. fratelli Ettorei e dalla parte d’avanti con la roia. Et questo con li patti che qui sotto saranno espressi : esso sig. Paolo promette di far acconciar i veri in tutte le finestre di detta casa, ove altre volte sono stati, e particolarmente di farli metter nella finestra del gabinetto presso il mezado grande et nell’altro mezado dirimpetto al detto grande; inoltre s’obliga far accomodar i scuri delle finestre et parti d’essa casa in tutti i luochi ove tengono il bisogno » (A.S.U., N., Andrea Brunalleschi, 7549, Istr. 1655-1657, f. 347r — 351r). |
1657, dic. 13 span> | | «Li 19 del mese di giugno 1656 segui contratto tra il nob. Paolo Bonecco et il nob. Alvise Ottelio . Facendo bisogno ad esso sig. Paolo per i suoi affari di qualche altra summa di danaro, et desiderando anco di haver a goder la casa hora da lui habitata, confinante col nob. Enrico Attimis et col nob. Gallatheo nell’istesso Giardino, che già fu delli nob. Honestis, et hora è in dispositione di detto ecc. Ottelio sono convenuti come segue , cioè che il detto ecc.mo sig. Alvise debba dar ad esso sig. Paolo ducati 200 compresi in questa summa ducati cinquanta che per avanti ha ricevuto parimente in contadi esso Bonecco ; inoltre detto sig. Alvise concede ad esso sig. Paolo la sudetta sua casa Honestis confinante coll’ecc.mo Gallatheo, sν che possa quella goder per tutto il tempo che durerà il presente contratto con obligo però di tenerla in acconcio a tutte sue spese et conservarla nello stato in cui si trova . Item havendo esso sig. Alvise rapresentato il bisogno di far in esa casa una scalla di legno, che ascenda dalla cucina alla camera di sopra, per schivar lo incomodo dell’altra stalla assai lontana, il detto sig. Paolo ha concesso di far detta scalla con obligo di tenir conto distinto e con suo giuramento della spesa » (Andrea del fu Brunellesco Brunalleschi, 7549, Istr. 1655-1657, f. 351r — 352v). |
1667, ag. 10 span> | * | Fatto in Udene, in casa del nob. Paulo Bonecco, in Giardino, fuori del Porton di S. Bortolomio» (A.S.U., N., Giulio Bonecco, 7861, I instr., f. 20r). |
1717, mar. 20 span> | * | I deputati della città hanno ordinato «a m. Andrea Zinio, muraro, la riedificazione del muretto parte dirocato e parte in pericolo di dirocare sula sponda della roia alla parte del pubblico Giardino in faccia la casa Ottelia per il corso di ps 17 » (A.S.U., C.A., 1/14). |
1744 span> | | «Ottelio. La loro casa è contigua al cortile del seminario patriarcale da quella parte che riguarda il pubblico Giardino» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 174). |
1750, sett. 12 span> | | Perizia e descrizione della casa del fu Alvise Ottelio (A.S.U., N., Vincenzo Bertoldi, 8596, Allibramento Ottelio). Nella parte riguardante i mobili, è compreso anche l’inventario della biblioteca2 (f. 33r — 50r). |
XVIII secolo span> | °° | Vedasi n. 1682. |
1759 span> | °° | Vedasi n. 1682. |
1772 span> | | È venduta al seminario (Il seminario di Udine, 188-193). |
1801 span> | * | La casa appartiene al seminario arcivescovile. È affittata al nob. Bortolomeo Moroldi (Nomenclatura, f. 63v). |
1809 span> | * | Proprietà del seminario arcivescovile. Vi abita Bartolomeo Moroldi (Registro delli aloggi, f. 46v — 47r). |
1852 span> | * | Succursale del seminario arcivescovile (Competenze, II, f. 7v). |
1940 span> | | Istituto musicale (L’istituto musicale, 242-245). (Su vicolo Porta) Asilo Notturno fondato nel 1894. |
span> | °° | L’edificio è vincolato con D.M. del 05 ag. 2006 ai sensi del D.Lgs. 42/2004. |
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NOTE span> | 1 | Braida Porta. |
span> | 2 | Il rilevante numero dei volumi e il tipo delle opere, molte delle quali di carattere giuridico, trovano una spiegazione nel fatto che la famiglia Ottelio vanta una tradizione di studi nel campo: i giureconsulti Marc’Antonio (1548-1628) e Luigi (1630-1708) insegnarono all’università di Padova. Per Marc’Antonio Ottelio: P.S. LEICHT, Corrispondenti friulani di Galileo Galilei; LIRUTI, Notizie delle vite, IV, 452; di MANZANO, Cenni biografici, 144-145; MARTELLOZZO FORIN, Annibale Buzzacarini, 133; G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, II, 285. Inoltre al momento della stesura dall’allibramento vive Lodovico, morto nel 1773, per il quale vedansi di MANZANO, Cenni biografici, 145 e ZANON, Lettere, a c. di L. CARGNELUTTI, 403-404. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Gli affreschi nelle ville venete, 223; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 298-300; CAVALCASELLE, La pittura friulana; COMELLI, Passeggiate, 57-59; ERMACORA, Guida, 122; GOI, Di alcuni pittori; 69; GOI, Iconografia dell’organo; L’istituto musicale, 242-245; P.S. LEICHT, Corrispondenti friulani di Galileo Galilei; di MANIAGO, Storia, 259; PARONI-BARBINA, Arte organaria, 229-230; Parti prese...1893, 194; PEZZE, Vicende storiche; PICCO, L’arte ornamentale a ferro battuto in Friuli, 19-20; RICCI, L’istituto musicale; RIZZI, Storia... Seicento, 19; Il Seminario di Udine, 188-193; C. SOMEDA de MARCO, Il duomo, 151; VALENTINIS, Udine antica, 10. |
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1684 | |
span> | | L’attuale tribunale sorge su l’area di parecchie case dell’ospitale di S. Antonio, dei Rinoldi, degli Ugolini, Ettorei, della Porta, Ottelio, che furono riunite e ridotte a seminario. |
span> | * | Su una parte del fondo gravò ab antiquo un livello a favore della fabbrica del duomo, come risulta da documenti settecenteschi che riportano gli estremi dei fondamenti. Si tratta di «aria et viridario» che si trasmettono attraverso i seguenti possessori: |
1407 span> | | Gabriele del fu Leonardo di Toppo (A.S.U., C.A., 89/20, partita 34). |
1440 span> | | Chiara vedova di ser Brussio di Toppo (ibid.). |
1443 span> | | Allegranza di Brussio (ibid.). |
1511 span> | | Eredi del fu Niccolò Soldoneri (ibid.). |
1519 span> | | «Ser Zuanne q. ser Soldaniero de Soldanieri » (ibid.). |
1525 span> | | «Ser Bortolamio q. ser Iusto de Zulian de Trieste» (ibid.). |
1529, ag. 21 span> | * | In contrada di S. Antonio abita e tiene studio Bertrando Ettoreo (A.S.U., N., Gabriele Gozzadino, 5817, Istr. 1529-1531, f. 12r). |
1530 span> | | «Rinoldo Rinoldi compera dai cugini la loro parte di casa confinante avanti strada pubblica, dietro li Ugolini e con l’androna consortiva verso la roja». Nel 1597 questa casa è detta «prope ac ante ecclesiam ac logiam S.ti Antoni» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 174). |
1546-1547 span> | * | Inventario dei beni di Giuseppe Ettoreo. Il 29 dic. 1547 viene redatto quello dei libri (A.S.U., N., Giacomo Moroldi, 5633). |
1555 span> | | «Mess. Iacomo Zorzi di Attimis , in luogo delli eredi del q. Brunoro di Colloredo del q. Tomaso » (A.S.U., C.A., 89/20, partita 34). |
1580 span> | | «Mess. Alvise q. Francesco Ottelio » (ibid.). |
1584, dic. 24 span> | * | « Iniecta fuit mentio de clericorum quod in vim sacri concilii Tridentini rev. mus nuntius ac visitator apostolicus instituere in hac urbe cogitavit et permultis non solum honorificum sed etiam valde uti si hoc opus fore videretur iis pręsertim qui filiolos habent litterarum studiis erudiendos: suaderentque propterea ut hęc magnifica communitas optimo huic consilio et alacri animo faveret et adiuvaret etiam quo ad eius fieri potest. Quare placuit antedictis magn. dominis deputatis hanc partem proponere: Facendo pensiero l’ill.mo mons. visitator apostolico d’instituire in questa città un seminario di pretini iusta la dispositione del sacro concilio di Trento; et considerandosi che da questa fattura oltre l’honorevolezza publica et ornamento dela città può riuscire commodo et utilità non poca a molte private famiglie di essa: pertanto si mette parte che del denaro del sacro Monte dela pietà dare al presente per una volta sola si debbano ducati quattrocento in aiuto dela fabrica et adattamento del luogo, ove si ha a constituire et collocare il seminario predetto, da dover poi essere redintegrati ad esso Monte del ritratto del bagattino che sopra esso si ha a fare. Quę pars quum super ea complura dicta fuissent, capta fuit suffragiis omnibus exceptis quatuor, quę contraria fuerunt» (Annales, LXI, f. 217v — 218r). |
1599, mar. 31 span> | | «In contrata S. Antonii, in camino domus habitationis infrascriptorum fratrum Hectoreorum . Nobiles d. Iosephus et Franciscus fratres Hectorei q. nob. d. Hieronymi civis Utini vendiderunt nob. doct. d. Thomæ a Porta q. Maphei domos de muro et cuppis cum suis soliis et curia ac area adherenti, sitas in contrata S. Antonii, nunc habitatas per hęredes q. d. Antonii Marosticæ iuxta ab oriente pium hospitale S. Antonii de Utino, a meridie stratam publicam, ab occidente domum Rinoldam, nunc seminarium ill.mi et rev.mi d. patriarchę , et a montibus iuxta broylum ipsorum dominorum fratrum venditorum et hoc precio ducatorum mille et tercentum videlicet duc. 1300 » (A.S.U., N., 6610, 1597 instr., f. 42v — 43r). |
1630 span> | | Camillo e fratello Ottelio del fu Alvise. «Ora paga il rev. seminario, come possessore al presente delli soprascritti beni» (A.S.U., C.A., 89/20, partita 34). |
1643, apr. 14 span> | * | Dalle confinazioni per la fabbrica del duomo: «Alla partita dell’ecc. sig. Camillo et fratello Ottelii del q. sig. Alvise, sopra un’aria et horto nella contrada de S. Antonio, hora paga il seminario possessore di detti beni; dissero i confinatori che l’aria et horto sono di presente possessi per il seminario; confina a sol levado col detto seminario et dalle altre parti colla strada e colla roia» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 52). |
1735 span> | | «Il ven. seminario d’Aquileia, in loco delli ecc.mi sigg. Camillo e fratelli Ottelii q. ser Alvise pagan di livello sopra una casa fu area et orto nella detta contrada fra le case di detto seminario et la roia e nel suo sito di presente, per detto seminario fu accresciuta la sua fabricca sin alla roia, che sono in fazzada presso il patriarcato e fenestre, per la lunghezza n. 6, olio lb 2» (B.C.U., ms. D. 42, f. 52v). |
1744 span> | | «Ettorei. La loro casa si incontra passato il seminario patriarcale di rincontro ad un fianco della chiesa di S. Antonio (casa Ettoreo)» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 174). Questa casa aveva la facciata dipinta dal Grassi (de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 16). |
1773, genn. 5 span> | * | «Concorso l’ecc.mo senato alle sovrane ducali 10 gennaro 1770 m.v. in autentica forma a me notaro esibite ad accordare a questo seminario arcivescovile la facoltà di acquistare tre case con fondi immediatamente contigue al seminario medesimo, due delle quali del nob. Andrea q. Virghinio Bianconi di questa città, ha lo stesso nob. Andrea assunto l’obbligo di cedere allo stesso seminario le due case in lui pervenute in vigore d’acquisto fatto dalle mani della co. Aurelia rel. del co. Alvise Ottelio e delli coo. Lodovico e Tommaso di lei figli con privata scrittura 15 febbr. 1767 . Volendo ora lo stesso nob. Andrea adiempiere formalmente l’impegno ha dato al seminario, per esso stipulante mons. Niccolò Niccoletti primicerio di questo metropolitano capitolo ed attuai rettore del seminario , le due case coi rispettivi loro cortili ed orti di antica ragione de’ coo. Ottelio e l’altra fu di ragione Ettorea, entrambe poste in questa città e confinanti da due parti con strade pubbliche e dall’altre due colla roia e col seminario predetto . E questa cessione fa pel prezzo di d 9000 » (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9788, VII istr., 568, f. 1179v — 1181r). |
1774 span> | * | Sui fondamenti di una proprietà appartenente alla facoltà di S. Antonio abate: «Il diritto e la facoltà di poter perpetuamente nominare e presentare al seminario arcivescovile un scolaro allunno quale deve essere in conformità delle sue regole e dal seminario stesso mantenuto senza prettendere cosa alcuna , questo ius fu dal seminario cesso alla confraternità in conto di prezzo della casa della fraterna era contigua al seminario, appar instrumento 1771, 29 apr. in atto del sig. Francesco Lorio nod. ; la casa è stata incorporata nella rimodernazione ed ampliazione che si fa del v. seminario. La casa era antichissima ragione della fraterna denominata ospitale e ciò si prova coll’instr. 1484, 23 apr., nod. Antonio q. Paulo Decano di Udine in libro d’instrumenti segnato A, c. 61, col quale la fraterna per acquisto ampliò il fondo di detta casa. La casa in altri tempi era stata venduta al seminario e fu dalla confraternità reccuperata coll’esborso di d 703 s 17 con instr. 1718, 17 ag., nod. Francesco Lorio in libro d’instrumenti segnato B, c. 9. Fu affittata al seminario stesso con locazione 1767, 24 nov. e grado 26 nov. in Libro d’instrumenti segnato B» (A.C.U., A.A.O., Cattastico...1775, f. 169r). |
1780, ag. 7 span> | * | Il rettore del seminario domanda di estrarre «due once d’acqua» dalla roggia in Giardino «con piccolo canaletto sopra li pilastri dil pietra nell’alveo idella roia in Giardino fuori dei correnti ed al di sopra del molino delli coo. Gorgo per essere rimessa nell’alveo predetto al di sotto del molino, a norma di quanto restò pattuito de’ dν 3 marzo p.p. in note dello sp. Giovanni Socrate fra mons. rettore da una e li coo. Gorgo per il loro particolare interesse » (A.S.U., C.A., 1/11, n. 174). |
1800, dic. 1 span> | * | L’arcivescovo di Udine chiede l’appoggio delle deputazioni unite perché cessi l’occupazione militare nel seminario (A.S.U., C.A., 152/155). |
1808 span> | ° | Il seminario è occupato dall’autorità militare, ridotto ad ospedale militare quindi a caserma1. |
1809 span> | * | Seminario arcivescovile, «ora ospital militare» (Registro delli aloggi, f. 46v — 47r). |
1811, mar. 9 span> | * | In seguito ad atto oppignorativo del 16 febbr. 1811, asta senza esito di tre stanze a pian terreno verso ponente. Debitore risulta l’ospedale militare per L 161,39 (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta). |
1849 span> | ° | L’autorità militare occupa il castello e cede in cambio, per uso di tribunale, il locale dell’ex seminario2. |
1852 span> | * | Caserma (Competenze, II, f. 7v). |
1872, genn. 18 span> | * | «Capitolato d’appalto per l’esecuzione dei lavori di adattamento e riatto nel palazzo in piazza Ricasoli sulla corsia di borgo Treppo ad uso delle magistrature giudiziarie, cioè il r. tribunale civile e correzionale e r. pretura del primo e secondo mandamento». Pezza C (A.S.U., C.A. II, 73). |
1872, ott. 18 span> | °° | Prospetti e sezione fabbricato (A.S.U., C.A. II, 73/Tribunale). |
span> | °° | L’edificio è vincolato con D.M. del 05 ag. 2006 ai sensi del D.Lgs. 42/2004. |
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NOTE span> | 1 | Senza indicazione di fonte nel ms. della Porta. |
span> | 2 | Senza indicazione di fonte nel ms. della Porta. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 116, 120; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 301-302; BERTOLLA, La biblioteca del seminario; BLASIG, Monografia sopra S. Bernardino, 9-71; B[LASIG], Ss. Redentore, 8; BONELLI, Bonaldo Stringher, 3; CICONI, Udine, 470; di MANIAGO, Guida, 62; MISANI, Istituti scolastici, 262-263; MORASSI, A complete catalogue; Il nuovo seminario arcivescovile; A. PALLUCCHINI, L’opera completa di Giambattista Tiepolo, 99; Parti prese... 1880, 177-178; POJANI, Il Seminario; RIZZI, Mostra della pittura veneta del Settecento, 184-187; RIZZI, Profilo... Il Settecento, 21; SCALON, La biblioteca, 282; Il Seminario di Udine; C. SOMEDA de MARCO, Di alcune opere, 180-183; P. SOMEDA de MARCO, Una giornata, 131-138; S. TAVANO-A. e G. BERGAMINI, Cormòns, 86-91; VALENTINIS, Udine antica, 10. |
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ICONOGRAFIA span> | | GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, n. 10; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 9; LEONARDUZZI-ZUCCHI, Seminario; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 16; MORO-DEL PEDRO, Veduta della piazza arcivescovile di Udine; MURERO, Udine metropoli, n. 10; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 8; Veduta della piazza arcivescovile (ed. Remondini). |
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1685 | |
1682, apr. 6 span> | | «Dovendo Giovanni Giuseppe, Ridolfo, Girolamo et Alessandro fratelli, figlioli del q. Federico Attimis, dare la dote alla nob. Tranquila, loro sorella, maritata nel nob. Fabritio Cordovato, et far aquisto dei lochi confinanti con li loro di Ramuscello chiamati il Bando , hanno deliberato di vendere la casa dominicale in questa città et che mai quasi loro habitano in tutto il tempo dell’anno, et horto con le casette degl’hortolani ad essa contigue et havendo in contrato di farlo con il co. Giovanni Giuseppe dalla Porta, che ha la sua habitatione vicina alle dette case et horto, il nob. Giovanni Giuseppe, uno di detti fratelli Attimis, tanto per nome suo quanto come procuratore del nob. Ridolfo , vende al co. Giovanni Giuseppe della Porta , stipulante per nome suo et del rev. co. G.B. canonico suo fratello, che hora si ritrova alla sua ressidenza in Aquileia, la loro casa dominicale, posta nella contrada di S. Antonio, overo di Treppo, presso il monastero delle Dimesse, confina a lev. il convento della Madonna delle Gratie, mezodi strada , a sol a monte strada et roia et alle montagne il convento, misurata e stimata dalli sigg. G.B. Grandi, eletto dalli sigg. Attimis, et Lorenzo Prodolone, nominato dal sig. Porta, publici periti di questa città ; item l’horto grande et casette adesso unite per l’habitatione degl’hortolani, che per tempo hanno lavorato et lo lavorano per cui pagano annualmente d 80 ; il prezzo d’essi beni tutti rileva ducati tremilleottantaquatro, soldi cinque » (A.S.U., N., Benedetto Bergamino, 7673, XVI instr., f. 61r — 64r). |
1799 span> | * | Dalle divisioni della Porta del 1799: «Casa serve ad uso di osteria, posta dirimpeto al luoco dominicale, tenuta ad affitto da Francesco Lucis; confina a lev. piazzetta promiscua con li coo. Antonio e Panfilo fratelli della Porta, mezz. borgo di S. Antonio, pon. androna del Seminario ed a tram. brollo delli coo. Panfilo ed Antonio della Porta » (A.S.U., Arch. della Porta, 23, Divisioni...1799, f. 8v — 12v). |
1801 span> | | Co. Giuseppe e fratelli q. co. Vincenzo della Porta (Nomenclatura, f. 63v). |
1809 span> | ° | Appartiene a Odorico della Porta. Vi abita l’oste Francesco Lucis (Registro delli aloggi, f. 46v). |
1810, sett. 7 span> | * | «Io Francesco Luci oste, domiciliato in Udine al n. 1685, aderisco alla domanda fattami dal sig. Odorico del fu sig. Vincenzo della Porta anche come amministratore del fu G.B. suo fratello contro di me con citazione del giorno undici corrente e rinuncia alla lite con quella introdotta e diretta a far dichiarare buono e valido il sequestro 4 sett. corrente» (A.S.U., Arch. della Porta, 23, fasc. Osteria ed altre casette di Udine, f.v.). |
1812 span> | | Osteria “Ai due uccelli” (Esercenti). |
span> | * | Gestione di Francesco Lucis (ibid.). |
1816 span> | ° | Per divisione tocca a Ulderico q. Vincenzo della Porta, che per testamento 1860 la lasciò alla nipote Giulia della Porta de Rubeis1. |
1825, genn. 23 span> | * | Il falegname Giovanni Giacot firma una «polizza di opere fatte per conto del co. Odorico Porta in una casa di sua ragione al n. 1685 per ordine del sig. Giovanni Businelli» (A.S.U., Arch. della Porta, 23, Udine. Casetta dell’osteria, f. v.). |
1827, ott. 22 span> | * | Polizza di spese del muratore Francesco Quaino per la casetta n. 1685 (A.S.U., Arch. della Porta, 23, Udine. Casetta dell’osteria, f.v.). |
1852 span> | * | Proprietà di Odorico della Porta (Competenze, II, f. 7v). |
1862, ag. 26 span> | * | Giovanni Fabello, proprietario della casa 1685 «che tiene per uso di osteria», chiede di costruire due nuovi gradini di accesso alla porta, indispensabili in seguito al lastricamento del marciapiedi. Il permesso tuttavia non gli viene concesso: si tratterebbe di un ingombro (A.S.U., C.A. I, 754/VIII, 6500 Orn. IX, con dis.). |
1876 span> | * | Osteria “Alla buona vite”, gestita da Anna Tubello (COSMI-AVOGADRO, 107). |
1883 span> | | Osteria “Alla buona vite” (AVOGADRO, 152). |
span> | * | Gestione di Anna Tubelli Barcella (ibid.). |
1934 span> | | Fu riformata la facciata su via Treppo. Sopra la porta vi era una Madonna con Bambino del sec. XVII. |
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NOTE span> | 1 | Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | BRAGATO, Guida, 94; ERMACORA, Guida, 213; ERMACORA, Vino, 96-97; Parti prese...1913, 78-79. |
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1686 | |
1549, mar. 16 span> | ° | «Actum Utini, in contrata S. Antonii, in domo habitationis d. Floreni q. d. Gregorii de Attems» (not. Pietro Geronimiano). |
1682 span> | | Il co. Giuseppe della Porta compera da Giovanni Giuseppe, Rodolfo, Girolamo e Alessandro d’Attimis la casa e la braida degli Attimis (Vedasi n. 1685). |
1801 span> | | Leonardo Prisani, muratore (Nomenclatura, f. 63v). |
span> | * | Affittuale Francesco Sassella (ibid.). |
1814, genn. 11 span> | * | Nell’Elenco dei pistori, quali tengono depositi di farine presso di loro, è segnalato Domenico Guatti, abitante in questa casa (A.S.U., C.A., 185, 72 Pol.). |
1815, apr. 23 span> | * | I coniugi Marpillero sono proprietari della casa lasciata loro da Vincenzo della Porta con testamento del 4 maggio 1808 (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10430, 1025). |
1820, mar. 4 span> | | G.B. q. Francesco e Caterina iugali Marpillero vendono al collegio delle Dimesse la casa 1686 « con cortivo ed orto, confina il tutto a lev. cogl’eredi del fu Giulio Duodo, mezz. strada pubblica, pon. fondi ed orto delli coo. fratelli della Porta ed a tram. parimenti . Questa vendita si fa pel prezzo di L 4700 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10601, 2589). |
1839, apr. 29 span> | * | R. Rinoldi, superiora delle Dimesse, chiede ed ottiene il permesso di riformare la casa (A.S.U., C.A. I, 299/1839/XX, 2156 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | Proprietà delle Dimesse (Competenze, II, f. 7v). |
1876 span> | * | Studio dell’ing. Augusto Merluzzi e, nella parte marcata 1686 B, fabbrica di velluti e manifatture di seta di Domenico Raiser (COSMI-AVOGADRO, 97, 116). |
1883 span> | * | Vi è ancora segnalata la fabbrica del Raiser (AVOGADRO, 157). |
1930 span> | | Viene abbattuto il fabbricato verso ponente, costruito dalle Dimesse, dove aveva sede la fabbrica di velluti Raiser ed al suo posto, viene eretta la nuova casa delle Dimesse. |
1932 span> | | Le Dimesse vendono la vecchia casa Attimis al sig. Piovesan, che la rivende al dott. Antonio Cavarzerani, chirurgo, che la fece abbattere nel febbr. 1933 per prolungare la sua casa. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | ERMACORA, Setaioli, 110; Esposizione, 80, 81, 116; FALCIONI, Industrie udinesi, 326-327; KECHLER, Monografia delle filande, 23; PICCO, Ricordi, 136-137. |
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1687 | |
1801 span> | | Domenico q. Mattia Pettoello1 (Nomenclatura, f. 63v). |
span> | * | Affittuale Giulio Duodo (ibid.). |
1809 span> | | Giulio Duodo, agrimensore (Registro delli aloggi, f. 46v). |
1814. genn. 11 span> | * | L’Elenco dei pistori quali tengono depositi di farine presso di loro segnala in questa casa la presenza di Mattia Gros (A.S.U., C.N., 185, 72 Pol.) |
1824, lugl. 22 span> | | Rosa Deganis ved. Campiutti vende le case 1687, 1688 a Vincenzo fu Giuseppe Francesconi (atto privato citato nel contratto del 14 marzo 1825). |
1825, mar. 14 span> | | Vincenzo Francesconi vende le due case 1687 e 1688 a Giulio Barazza per L 4500. Il complesso «confina a lev. fabbricato del sig. Nicolò Cassina ed orto della sign. Anna e figli Petoelli, mezz. contrada di Treppo, pon. con il collegio delle Dimmesse in luogo Marpillero e tram. con li nobb. Caiselli . Il prezzo di vendita viene convenuto in it. L 4500 » (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10550, 2402). |
1852 span> | * | Proprietà di Giacomo Scala (Competenze, II, f. 7v). |
1858 span> | * | Carlo Romani vi gestisce una filanda per seta con dodici fornelli (A.S.U., C.A. I, 684/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 44). |
1876 span> | * | Giovanni Scala, negoziante di seta (COSMI-AVOGADRO, 114). |
span> | | |
NOTE span> | 1 | Il nome di Mattia Pettoello e del pubblico perito Giulio Duodo sono accostati in un doc. del 7 marzo 1803 a proposito di una vendita di filatoio in via Treppo: « Il co. Antonino q. co. Alfonso kav. Antonini ha venduto all’ecc. G.B. q. Daniele Cargnelli di Travesio, abitante in questa città , le fabbriche con fondi cortivo e fillatori poste in borgo di Treppo state assegnate ad esso Antonini al 7° loco dell’allibramento 14 genn. p.p. formato dal pubbl. per. Giulio Duodo seguito sopra la facoltà subordinata del q. Mattia Pettoello . Questo vendita ha fatta pel prezzo di d 2323 L 3 s 12 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, Prot. XLV, 3404, f. 4485r — 4486v).
Per la fabbrica del Pettoello: Archivum... Catastico, I, 73, 348. |
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1688 | |
1801 span> | | Domenico Pettoello1 (Nomenclatura, f. 63v). |
span> | * | Affittuale Francesco Fortunati (ibid.). |
1809 span> | | Giulio Duodo, agrimensore (Registro delli aloggi, f. 46v). |
1809, dic. 11 span> | * | Giulio Duodo implora il grazioso permesso di «aprire nella facciata sopra la strada una fenestrella alta un metro, larga otto decimetri» (A.S.U., C.N., 178/XIX, Strade e fabbricati). |
1824, lugl. 22 e 1825, mar. 14 span> | | Vedasi n. 1687. |
1838, giu. 10 span> | | Era dei pupilli Barraza; bottega di fabbro (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 3010 Orn. II C). |
span> | * | Antonio Rossetti chiede ed ottiene di aprirsi una terza finestra. Il permesso è concesso, «ove sia continuata la cornice superiore» (ibid.). |
1852 span> | * | Appartiene a Giacomo Scala (Competenze, II, f. 7v). |
1852, nov. 18 span> | * | Giulia ved. Dordolo, rimaritata in G.B. Boltim, desidera «nella sua casa sita al c.n. 1688 costruire in luogo d’una finestra una porta e viceverse ». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. II, 66, 8188 Orn. II C, con dis.). |
span> | | |
NOTE span> | 1 | Per Domenico Pettoello: Archivum... Catastico, I, 332. |
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1689 | |
1801 span> | | Domenico q. Mattia Pettoelli (Nomenclatura, f. 63v). |
1803, magg. 8 span> | * | « Bernardino q. Mattio Pettoello ha venduto alli coo. Carlo e Girolamo fratelli Caiselli le fabbriche e fondi posti nel borgo di Treppo , assegnati ad esso Bernardino come rappresentante lo sp. ufficio della subordinazione sopra la facoltà esposta del sig. Domenico Pettoelli di lui fratello, con decreto 26 nov. 1801, al primo loco dell’allibramento 14 genn. 1803, formato dal pubbl. per. Giulio Duodo » (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLVI istr., f. 4517v — 4518v). |
1804, giu. 26 span> | | I coo. Girolamo e Carlo Caiselli vendono a Nicolò Cassina «le fabbriche con fondi poste nel borgo di Treppo , state assegnate al sig. Bernardino q. Mattia Pettoello come rappresentante lo sp. ufficio della subordinazione sopra la facoltà esposta del nunc q. Domenico Pettoello fu di lui fratello con decreto 26 nov. 1801 al primo loco dell’allibramento 14 genn. 1803 formato dal pubbl. per. Giulio Duodo ; item le fabbriche con fondi, porzione di cortivo e caratto del muro chiusorio e portone dà ingresso alla braida, il tutto stato separato unitamente ad altri beni per conto dello stesso Bernardino, ed indi tutte suddette fabbriche con fondi sono state da essi coo. fratelli Caiselli acquistate dalle mani del sig. Bernardino Pettoello con instr. 8 magg. 1803 in note di me not. . E questa alienazione fa il co. Girolamo Caiselli anche per nome del co. Carlo fratello, pel prezzo risultante dal precitato allibramento di d 2606 L 4 s 2 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLVII instr., 3554, f. 4641v — 4642v). |
1809 span> | * | L’edificio appartiene a Carlo e fratello Caiselli. Vi abitano il filatoiaio Nicolò Cassina e il pistore Valentino Lazzaro (Registro delli aloggi, f. 46v). |
1814, genn. 11 span> | * | Nell’Elenco dei pistori, quali tengono farine presso di loro è segnalato in questa casa Nicolò Casina (A.S.U., C.A., 185, 72 Pol.). |
1824, lugl. 15 span> | | Nicolò fu Giuseppe Cassina vende a Pier Luigi q. Antonio Gaspari domiciliato a Fraforeano la casa 1689 per it. L 4000. Confina a lev. e sett. Anna Pettoello Mattiussi, mezz. strada, e pon. eredi del fu Giuseppe Campiutti (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10549, 2214). |
1825, mar. 14 span> | | È di Nicolò Cassina. Vedasi n. 1687 e in data 23 apr. 1825 il n. 1690. |
1835, apr. 13 span> | | Pietro Luigi Gaspari di Latisana vende a Pietro Antonio Dordolo la casa 1689. «Questa vendita viene fatta pel prezzo di austr. L 6857,14» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10484, 9682). |
1835, lugl. 31 span> | * | Pietro Dordolo chiede il permesso di sistemare una finestra del pian terreno alla misura e al livello delle altre. Il permesso gli è accordato (A.S.U., C.A. I, 236/XVI, 3646 Orn. II C, con dis.). |
1837, giu. 6 span> | * | Antonio Avoni presenta progetto per costruire una cornice alla casa 1689 B e ne ottiene l’approvazione (A.S.U., C.A. I, 269/III, 3157 Orn. II C, con dis.). |
1839, magg. 4 span> | * | Antonio Avon chiede ed ottiene di «costruire una terrazzetta al fianco sinistro della sua casa 1689 B » (A.S.U., C.A. I, 299/XX, 2276 Orn. II C). |
1846, dic. 1 span> | * | Antonio di Antonio Rossi chiede di riformare la propria casa in borgo di Treppo al n. 1689 A, D , «fra li confini a lev. del fu Antonio Avoni, mezz. borgo di Treppo, pon. eredi Dordolo e tram. essi Dordolo e corte di questa ragione, ed avendo già convenuto e transato con li stessi per i lavori da farsi , produce due disegni » (A.S.U., C.A. I, 406/1846/II, 7918 Orn. II C, con dis., firmato dal capomastro Giuseppe Presani). |
1852 span> | * | Il complesso è diviso tra gli eredi di Pietro Antonio Dordolo, Antonio Rossi e degli eredi di Antonio Avoni (Competenze, II, f. 8v). |
1868, nov. 20 span> | * | Filippo Paleri, «avendo divisato di riformare la casa di propria ragione sita in borgo Treppo al c. n. 1689, si onora di rassegnare il disegno » firmato dal capomastro Eusebio Brida (A.S.U., C.A. I, 878/1868/IV, 11540 Orn. I, con diss.). |
1876 span> | * | Nell’edificio ha recapito il sensale di seta e bozzoli Luigi Paleri e vende seta Enrico Paleri. Nella parte censita 1689 B lavora il materassaio Luigi Spizzamiglio (COSMI-AVOGADRO, 101, 113, 114). |
1883 span> | | Osteria “Alla vittoria” (AVOGADRO, 152). |
span> | * | Gestione di Anna Occhialini Collavigh (ibid.). |
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BIBLIOGRAFIA span> | | VATRI, I caffè di Udine, 108. |
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1690 | |
1801 span> | | Domenico fu Mattia Pettoello1 (Nomenclatura, f. 63v). |
span> | * | Affittuale Antonio Chircher (ibid.). |
1809 span> | | Domenico Mattiussi, impiegato (Registro delli aloggi, f. 46v). |
span> | * | In una parte dell’edificio abitano anche il domestico Giuseppe Cignoli e il sensale G.B. Stampetta (ibid.). |
1812 span> | | Osteria alla Colomba Rossa (Esercenti). |
span> | * | Gestione di Angelo Barbetto (ibid.). |
1814, genn. 11 span> | * | Nell’Elenco di pistori, quali tengono depositi di farine presso di loro, è segnalato in questa casa Pietro Gros (A.S.U., C.N., 185, 72 Pol.). |
1825, apr. 23 span> | * | Anna Pettoello Mattiuzzi, «avendo fatto eseguire nell’interno della sua casa alcune operazioni di riduzione e sistemazione », chiede ed ottiene di sistemare anche tre finestre «e nel tempo stesso combinare con l’esistente finestra del sig. Nicolò Cassina quella regolarità ricercata e voluta dall’arte» (A.S.U., C.A. I, 100/1825/II, 1404 Orn. II C, con dis.). |
1825, magg. 12 span> | | « Francesco Pasini cede in pagamento alli sigg. Girolamo ed Antonio fratelli Venerio una casetta sita nel borgo di Treppo di una stanza a pian terreno, che s’interna sopra la porzione di fabbrica a mezz. e grannaro sotto i coppi della restante fabrica a mezz., il tutto tenuto ad affitto da Teresa n. Stocco, ved. del q. G.B. Ciserie alla casa n. 1691 e porzione del 1690; unito confina a lev. col borgo , mezz. ora officina da fabro tenuta da G.B. Variolo con stanza sopra restante al sig. Pasini, pon. eredi Pettoello ed a tram. Giuseppe Fabris ; quali immobili, che stanno detagliatamente descritti nella operazione del pubbl. per. G. Carlo Iacotti, 2 apr. prossimo decorso, vengono cessi alli Venerio . Questa cessione si fa pel prezzo di austr. lire milleduecentoventiquattro » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10605, 3447). |
1825, sett. 20 span> | | Anna q. G.B. Cavalli, ved. Pettoello, moglie di Giovanni Domenico q. Giuseppe Mattiussi, vende a Girolamo ed Antonio Venerio porzioni di fabbriche con fondi al n. 1690 per L 1396 (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10605, 3481). |
1827, apr. 2 span> | * | Maddalena Miotti chiede ed ottiene il permesso di «aprire un foro di porta in un muro che circonda il suo cortile» della casa 1690 (A.S.U., C.A. I, 148/X, 1235 Orn. II C). |
1828, febbr. 22 span> | * | «Anna Cavalli Mattiuzzi ed il sig. Giovanni Domenico Mattiuzzi suo marito vendono al sig. Antonio Venerio la porzione di fabrica con fondi di cortivo sita nel borgo di Treppo sotto il c.n. 1690 ; confina a lev. sigg. Venerio con le fabriche e fondi da essi acquistati col motivato istr. 12 magg. 1826, mezz. con cortivo restante alli Mattiuzzi, pon. parimente, tram. fabrica delli Mattiuzzi e parte fabrica del sig. Pasini . Qual vendita si fa pel prezzo di austr. L 2000 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10607, 3783). |
1828, magg. 19 span> | | È di Girolamo e Antonio Venerio (A.S.U., C.A. I, 148/X, 2001 Orn. II C, con dis.). |
span> | * | I proprietari presentano progetto di riforma del portone e ne ottengono l’approvazione (ibid.). |
1831, febbr. 15 span> | * | Antonio Avone, proprietario della casa 1690 «ha progettato di formaro una porta e una balconata attualmente esistenti sulla facciata riducendo questi due fori in due balconi ».Il permesso gli viene accordato (A.S.U., C.A. I, 182/V, 597 Orn. II C, con dis.). |
1831, sett. 30 span> | * | La deputazione d’ornato propone di aprire una cisterna «in prossimità del convento delle Rosarie e rimpetto al muro fra le case n. 1690 e 1691» (A.S.U., C.A. I, 182/V, 3879). |
1832, mar. 22 span> | * | Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al fabbro G.B. Variolo l’avviso municipale n. 1050, diretto ai venditori che ingombrano la strada «con merci di fruti et oggetti riguardanti la salubrità» (A.S.U., C.A. I, 193). |
1852 span> | * | I n. 1690 e 1690 A appartengono ad Antonio Venerio (Competenze, II, f. 8v). |
1858 span> | * | Agata Zilli Cremese vi gestisce una filanda per seta con un fornello (A.S.U., C.A. I, b. 658/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 45). |
1876 span> | * | Teresa Cremese vende liquori e commestibili diversi. Domenico Cremese vi gesti-ce un noleggio di cavalli (COSMI-AVOGADRO, 99, 104). |
span> | | |
NOTE span> | 1 | Vedasi n. 1689. |
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1691 | |
1801 span> | | Domenico q. Mattia Pettoello1 (Nomenclatura, f. 63v). |
span> | * | Affittuale Nicolò Albanese (ibid.). |
1809 span> | | Giovanni Cortolezzi (Registro delli aloggi, f. 46v). |
span> | * | Nella casa abita il pistore Giuseppe Vignola (ibid.). |
1810, febbr. 8 span> | | Giovanni e G.B. fu Osvaldo Cortellezzis vendono la casa 1691 per L 1300 ad Antonio q. Bernardino Pasini (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10323, Rep. I, 253, f. 42r). |
1826, magg. 12 span> | * | « Anna Cavalli ed il sig. Domenico Mattiuzzi suo marito vendono alli sigg. Girolamo ed Antonio fratelli Venerio una casa composta da una stanza terranea e camera sopra, con fondi e cortivo annesso, sita nel borgo di Treppo, ossia porzione di fabrica con fondi ed annesso cortivo a tram. del fondo venduto dalli iug. Mattiuzzi alli sigg. Venerio col pubblico instr. 20 sett. 1825 a rogito di me not. n. 5263 ed a tram. del cortivo rimasto alli Mattiuzzi, il tutto sotto il c.n. 1691 e confina a lev. Giuseppe Fabris e sigg. Venerio con le realità fondiarie da essi acquistate col 20 sett. 1825, mezz. Venerio mediante le dette realità fondiarie e fabrica e corte Mattiuzzi pon. con corte e casa restante alli Mattiuzzi, tram. col sig. Giuseppe Fabris . Li Mattiuzzi vendono , salvo il diritto di recupero , il sottoportico, fabrica e fondi relativo contermini verso tram. alla porzione di fabrica con fondi cortivo allienati alli Venerio come al principio art. I . La vendita si fa pel prezzo di austr. L 1168,70 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10606, 3543). |
1852 span> | * | Proprietà di Antonio Venerio (Competenze, II, f. 8v). |
1945, febbr. 20 span> | | Distrutta da una bomba. |
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NOTE span> | 1 | Vedasi n. 1689. |
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1692 | |
1801 span> | | Domenico Pettoello (Nomenclatura, f. 63v). |
span> | * | Affittuale Pietro Aloi (ibid.). |
1809 span> | | Giuseppe Fabris, fabbro (Registro delli aloggi, f. 46v). |
span> | * | Affittuale il sensale Giacomo Mangilli (ibid.). |
1821, giu. 11 span> | | È di Giuseppe Fabris (A.S.U., C.A. I, 53/1821/III, 2608 Orn. II C, con dis.). |
span> | * | Il proprietario chiede ed ottiene il permesso di riformare la facciata della casa (ibid.). |
1832, mar. 22 span> | * | Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al fabbro Giuseppe Fabris l’avviso municipale n. 1050, diretto ai venditori che ingombrano la strada «con merci di fruti ed oggetti riguardanti la salubrità» (A.S.U., C.A. I, 193). |
1852 span> | * | Proprietà degli eredi di Giuseppe Fabris (Competenze, II, f. 8v). |
1853, magg. 25 span> | * | M. Lucia De Giorgio, a nome delle suore delle Derelitte, che «sono proprietarie di porzione del piano terra della casa n. 1692, appartenendo in comunione ad altri i piani superiori», in forma che dette suore sono «necessitate per ragione di proprietà divisionaria di riformare lo stato attuale col sostituire al ribatto a sin. una porta d’ingresso alla di loro proprietà che forma accompagnamento all’altra esistente a destra». Il permesso viene concesso «malgrado l’inesattezza del disegno», come annota la deputazione d’ornato (A.S.U., C.A. II, 66, 3562 Orn. II C, con dis.). |
1876 span> | * | Sartoria di Caterina Fabris (COSMI-AVOGADRO, 112). |
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1693 | |
1801 span> | | Domenico Pettoello (Nomenclatura, f. 63v). |
span> | * | Affittuale Pietro Gos (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene al fabbro Giuseppe Fabris. Vi abita il sensale Giacomo Mangilli (Registro delli aloggi, f. 46v). |
1852 span> | * | Proprietà degli eredi di Giuseppe Fabris (Competenze, II, f. 8v). |
1876 span> | * | Fucina del fabbro Pasquale Terzi (COSMI-AVOGADRO, 92). |
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1694 | |
1801 span> | | Domenico Pettoello (Nomenclatura, f. 63v). |
span> | * | Affittuale Anna Rossetti (ibid.). |
1807, sett. 11 span> | * | « Il rev. Sebbastiano q. Domenico Zuccolo di Orzano ha venduto al sig. Giuseppe figlio emancipato del sig. Antonio Fabrizio una casa con picolo cortivo situata nel borgo di Treppo al c.n. 1694 pervenuta in virtϊ d’instr. 11 maggio 1804 di mano del sig. Ricardo Paderni , per il prezzo di d 310 sono it. L 951,13» (A.S.U., N., Francesco Girardi, 10616, 84). |
1809 span> | * | Appartiene al sellaio Giuseppe Fabrizio. Vi abita il domestico Bernardo Vicario (Registro delli aloggi, f. 46v). |
1814, genn. 11 span> | * | Nell’Elenco dei pistori, quali tengono depositi di farine presso di loro in questa casa è segnalato Giacomo Della Savia (A.S.U., C.N., 185, 72 Pol.). |
1828, ott. 24 span> | * | Giuseppe Fabris, proprietario della casa, chiede di «levare la piccola finestra e sostituire un rebatto». Il progetto viene approvato con modifiche (A.S.U., C.A. I, 148/X, 4467 Orn. II C). |
1852 span> | * | Leonardo Copis (Competenze, II, f. 8v). |
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1695 | |
1801 span> | | Domenico Pettoello (Nomenclatura, f. 63v). |
span> | * | Affittuale Valentino Lucca (ibid.). |
1808, ag. 5 span> | * | « Il rev. Sebbastiano q. Giovanni Domenico Zuccolo d’Orzano ha venduto al sig. Giuseppe del fu Antonio Fabrizio il capitale livellario di d 327 L 4 s 14 , ipotecando a manutenzione della vendita due casette poste nel borgo di Treppo al c.n. 1695 e 1696, quali confinano a lev. il borgo di Treppo, mezz. parte detto Fabrizio acquistante e parte li eredi del q. Pietro Petoello, pon. detti eredi Petoello ed a tram. parte Antonio Sibel e parte casa di questa comune, detto Quartieretto» (A.S.U., N., Francesco Girardi, 10616). |
1809 span> | | Don Sebastiano Zuccolo (Registro delli aloggi, f. 46v). |
span> | * | Vi abita l’industriante Maria Passero (ibid.). |
1827 span> | * | Francesco Pasini a favore del fratello Bernardino «conferma il diritto di proprietà in conformità della assegnazione per realità stabili : due casette in borgo di Treppo alli n. 1695 e 1696» (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 635, 1811). |
1832, febbr. 6 span> | | Bernardino Pasini cede in pagamento a Bernardino del fu Antonio Pilosio le case n. 1695-1696 (A.S.U., N., Giovanni Carlo Iacotti, 78, Istr., 128, alleg. stima e pianta dei periti Giovanni Carlo Iacotti e Benedetto Kiussi). |
1843, mar. 7 span> | | Antonio de Pilosio vende a Leonardo Di Marco «due casette erette da muri e coperte di coppi col relativo fondi e cortile». La 1695 interna confina lev. Venerio, mezz. Venerio, pon. Pettoello, tram. Mangilli. La casa 1696 confina «a lev. il borgo di Treppo, mezz. e pon. portico e fondi restante al Pasini, e a tram. Mangilli» (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/I, 440). |
1852 span> | * | Proprietà di Antonio Pilosio (Competenze, II, f. 8v). |
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1696 | |
1801 span> | | Domenico fu Mattia Pettoello (Nomenclatura, f. 63v). |
span> | * | Affittuale Bartolomeo Cassina (ibid.). |
1808, ag. 5 span> | * | Proprietà del sac. Sebastiano Zuccolo. Vedasi n. 1695. |
1809 span> | | Don Sebastiano Zuccolo (Registro delli aloggi, f. 46v). |
span> | * | Vi abita l’agricoltore Domenico Basandelotto (ibid.). |
1852 span> | * | Proprietà di Antonio Pilosio (Competenze, II, f. 8v). |
1853, sett. 27 span> | * | Leonardo de Marco, muratore, chiede il permesso «di far alcune variazioni alla facciata della casa n. 1696». Andrea Scala, incaricato di ispezione, ne redige relazione, giudicando «plausibili le riforme» (A.S.U., C.A. II, 66/1853, 7177 Orn. II C, con dis.). |
[1938] span> | | Al primo piano, tra le finestre, l’Annunciazione. |
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1697 | |
1801 span> | | Domenico Pettoello (Nomenclatura, f. 63v). |
span> | * | Affittuale Domenico Coelli (ibid.). |
1804, magg. 5 span> | * | « Giovanni figlio del sig. Osvaldo Cortolezzis ha venduto a Antonio q. Andrea Quelli una casa con adiacenze, posta nel borgo di Treppo, stata per conto dello stesso Osvaldo escorporata al sig. Bernardino, uno dei figli del q. Mattia Pettoello, con operazione 26 marzo 1802 dal pubbl. per. Giovanni Iacotti ; qual casa veniva da esso abitata al tempo della escorporazione e viene anche presentemente condotta in affitto semplice dallo stesso . E questa vendita fa il detto Cortolezzis per il prezzo di d 400 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLVII instr., 3539, f. 4625v — 4626v). |
1809 span> | | Antonio Guelli, domestico (Registro delli aloggi, f. 46v). |
1837, giu. 26 span> | | Don Antonio Marzolla vende a Valentino Iuretigh la casa 1697 «con cortivo annesso», per L 1742,85 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10488, 10850). |
1852 span> | * | Proprietà di Valentino Iuretigh (Competenze, II, f. 8v). |
1856, febbr. 7 span> | * | Giuseppe Iuretigh presenta progetto per riformare e alzare la casa e ne ottiene l’approvazione (A.S.U., C.A. II, 66/1856, 899 Orn. II C, con dis.). |
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1698 | |
1729, lugl. 18 span> | | Si delibera di acquistare per il quartiere di fanteria «case furono di ragion Valnegra, ora di ser Ioachin Del Forno, di d. Paola Citta ed altri compossessori » (Annales, CVI, 31v — 32v). |
1729, ag. 26 span> | | Gioacchino Del Forno, Paola ved. Citta e figli vendono per d 1600 le case già Valnegra per uso di quartiere di fanteria (Annales, CVI, f. 34r — 37r). |
1801 span> | | «Quartiere fu de’ soldati ex veneti» (Nomenclatura, f. 63v). |
1809 span> | | Genio militare (Registro delli aloggi, f. 46v). |
1809 span> | * | Relazione di Francesco Moretti al podestà: «Il Quartiereto. La casa è segnata al c.n. 1698 ed ha li seguenti locali. Fabbrica alta verso il borgo; granaio o sia soffitta; in primo appartamento; due camere, una saletta ed un attrio; in piano: due mezzadi ed un sotto-portico d’ingresso. Fabbrica seguente verso mezzodν: granaio o sia soffitta; in primo appartamento: due camere, una delle quali ad uso di coccina; in piano: due mezzadi. Fabrichetta a mezodν del cortivo: due granai o soffitta; in piano: una stanza. A pon. del cortivo: un solaro apperto a due lati con copperto sostenuto da pilastri di cotto. Fabbrica a tram. del cortivo: soffitta ad uso di fenile; in piano: stanza ad uso di scudaria» (A.S.U., C.A. I, 1, f. 4v — 5r). |
1852 span> | * | Proprietà delle Rosarie (Competenze, II, f. 8v). |
1876 span> | * | Fabbrica di carrozze di Domenico Settimini1 (COSMI-AVOGADRO, 90), segnalata anche nel 1883 (AVOGADRO, 141). |
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NOTE span> | 1 | Sull’attività del Settimini: FALCIONI, Industrie udinesi, 316, 320. |
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BIBLIOGRAFIA span> | | Archivum... Catastico, I, 25, 26; BONORIS, Santa Maria delle Grazie, 58, 141; PICCO, Ricordi, 109. |
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1699 | |
1801 span> | | Rr. mm. delle Convertite (Nomenclatura, f. 63v). |
span> | * | Affittuale Leonardo Bertoli (ibid.). |
1801, giu. 26 span> | | La casa delle Convertite vende per d 290 a Giuseppe Del Bianco una casa in borgo Treppo ereditata da Gioseffa Zorutti; consta «di una stanza terranea, camera e granaro sopra, tenuta presentemente in affitto da Leonardo Bertoli; confina a lev. borgo di Treppo, a mezz. e pon. quartiero pubblico ed a tram. Gottardo e cugini Venerio » (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLIII instr., 3166, f. 4215v — 4216v). |
1809 span> | | Giuseppe Fachino, «servente» (Registro delli aloggi, f. 47v). |
span> | * | Vi abita il bavellino Michele Galvani (ibid.). |
1852 span> | * | Proprietà di Verginia Del Bianco (Competenze, II, f. 8v). |
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1700 | |
1801 span> | | Gottardo e nipoti Venerio (Nomenclatura, f. 63v). |
span> | * | Affittuale Anna Tommadini (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene a Gerolamo e fratello Venerio. Vi abita l’industriante Anna Rossetti (Registro delli aloggi, f. 47v). |
1836, magg. 19 span> | * | I fratelli Girolamo e Antonio Venerio «sono divisati a dare una miglior forma al prospetto sulla strada della loro casa nel borgo di Treppo al c. n. 1700 regolarizzando la porta e finestre, riducendo a cornice la linda e pavimentando di quadrelli di pietra il marciapiedi». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 254/X, 2584 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | Proprietà dei fratelli Venerio (Competenze, II, f. 8v). |