Consiglio dei Distretti Notarili Riuniti di Udine e Tolmezzo
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Università degli Studi di Udine
Memorie su le antiche case di Udine di Giovanni Battista della Porta: un archivio aperto per la conoscenza della città storica
progetto di ricerca a cura di Anna Frangipane dall’edizione a stampa curata da Vittoria Masutti, 1984-1987
TESTO INTEGRALE
Memorie su le antiche case di Udine: parte II (da 1101 a 1300)
1101
1744 Cominetti. «Abitavano una casa presso la cisterna, poi presero soggiorno in Alnico» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 176).
1765, febbr. 28*Stima della casa di Vincenzo Cominetti ad opera del pubbl. per. Valentino Ceschiutti: «Una casa di muro coperta di coppi — situata — nel borgo di S. Lucia di ragione del nob. — Vincenzo Cominetti, qual confina di lev. con casa del nob. Francesco Brunaleschi, mezodν strada publica del borgo, pon. con casa — del — co. Ascanio Picoli et a tram. parte con detto conte et parte l’andronetta detta Spagnuola» (A.S.U., N., Marc’Antonio Tracanelli, 9519, Plico 1754-1772).
1790, mar. 3*«— Bonaventura q. — Bernardo Ruggieri — ha — venduto — al sig. Vincenzo Ruggieri1, di lui fratello —, l’intiera porzione della casa dominicale situata in —borgo di S. Lucia, stata ad esso — Bonaventura assegnata colle divisioni 6 sett. 1787, seguite co’ di lui fratelli —. E questa — allienazione — fa — pel prezzo di d 436 L 5 s 4 —» (A.S.U., N., Graziano Cantoni, 10212, III instrom., 307, f. 438r — 439r).
1800, lugl. 3 «— Vincenzo q. Bernardo Ruggeri — ha venduto —, in ordine alla privata scrittura 4 giugno decorso —, al — sig. Carlo q. nob. — Vincenzo Cominetti — la casa d’abitazione d’esso — Ruggeri con cortivo ed orto, posta — nel borgo del Ss.mo Redentore o di S. Lucia, che confina a lev. — il borgo, a mezz. e pon. li — coo. Francesco e fratelli q. co. Ulderico di Prampero ed a tram. parte — coo. mons. Alfonso e fratello Franceschinis e parte — Antonio Feruglio, fu pure Franceschinis —. E questa — vendita ha fatta —pel prezzo — di d 6500 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9979, XLI instr., 3029, f. 4058v — 4059v).
1801 Abitazione del nob. Carlo Cominetti (Nomenclatura, f. 41v), poi Someda de Marco (Registro anagrafico, f. 26r).
1809*Appartiene a Francesco di Prampero. Vi abita l’agricoltore Valentino Terencigh (Registro delli aloggi, f. 30v).
1852*Appartiene ad Alessandro Cominetti (Competenze, I, f. 29v).
1852, febbr. 27*Alessandro Antonio Cominetti diede il permesso «di allargare il portone della propria casa». La deputazione d’ornato dà l’assenso purché non ecceda i m 2,40 e «si tenga poi tanto alto, quanto permette il soffitto del portico» (A.S.U., C.A. II, 66, 1424 Orn. II C, con dis.).
1867, nov. 26*Su istanza di Giacomo Morelli, amministratore di Federico ed Emilia Buiatti, editto per esperimento d’asta nei giorni 5, 12 e 19 dic.: «casa con corte, sita — nel borgo del Ss.mo Redentore — n. 1101» (“Giornale di Udine”, 2, CCLXXXII, 26 nov. 1867, 4).
   
NOTE1Vincenzo Ruggieri il 27 sett. 1788 aveva acquistato anche la parte del fratello Bernardo: «— Bernardo Ruggieri — ha venduto — al sig. Vincenzo di lui fratello — la di lui casa dominicale situata in — borgo di S. Lucia, stattagli assegnata colle divisioni 6 sett. 1787, seguite anche tra gli altri loro fratelli col mezzo del pubbl. per. — Francesco Leonarduzzi e prodotte in atti miei li 23 del mese stesso —. Questa — allienazione ha fatta — pel prezzo — di d 436 L 5 s 4 —» (A.S.U., N., Graziano Cantoni, 10212, II instrom., 171, f. 225v - 226v).
1102
1801 Francesco Armellini (Nomenclatura, f. 41v).
 *Affittuale Orsola Del Tor (ibid.).
1805, mar. 23 Francesco di Lodovico Armellini ed Orsola Feruglio coniugi vendono a Giuseppe q. Tomaso Cornelio la casa n. 1102, che era stata loro consegnata in conto dote, per d 1200 (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, 519, f. 545v — 546v).
1809*Appartiene al medico fisico Giuseppe Cornelio (Registro delli aloggi, f. 30v).
1810*Recapito del medico Giuseppe Cornelio (A.S.U., C.N., 194, 2996, Sanità 37).
1851, apr. 30°Vittoria Cornelio vende per L 7350 a Giorgio Lerner la casa n. 1102, confinante lev. nob. Cominetti, mezz. e pon. Fabrizio, tram. strada (not. Antonio Cosattini).
1852*Appartiene a Giorgio Lerner (Competenze, I, f. 29v).
1103
 °«I Franceschinis avevano casa di fronte alla chiesa del Redentore. Lavinia, ultima di questa famiglia, sposò il co. Alessandro Piovene, Porto di Vicenza» (Raccolta Frangipane, Varietà friulane, I, p. 125).
1737, lugl. 25*Federico e fratelli Franceschinis abitano in borgo S. Lucia (A.S.U., N., Giovanni Domenico Caratti, 8675, f. 69r — 70r).
1744 Franceschinis. «La loro casa fu già dei Tubia, indi dei Porcari1, detti Tubia, loro eredi ed è posta di rimpetto alla nuova chiesa del Redentore» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 176).
1790, ag. 27*Dall’«asse di facoltà e divisioni tra li nobili sigg. coo. Federico, dott. Alfonso, Bernardino e Tomaso fratelli q. co. Marzio Franceschinis»: «n. 23. Fabbrica dominicale con due cortivi ed una corticella, confina a levante borgo del Ss. mo Redentore, mezz. parte questa ragione — e parte sigg. Vincenzo e fratelli Ruggeri, pon. orto di questa ragione ed a tram. fabbriche di questa ragione —». Esiste anche una «stalla de’ cavalli — e a tram. una fabbrica condotta dall’ortolano Bastian Bosco» (A.S.U., N., Francesco Prodolone, 9018, Asse... Franceschinis, p. 78-100, 106-108, 109-113, 114-115).
1801 Abitazione del co. Tomaso e fratelli Franceschinis (Nomenclatura, f. 41v).
1808, dic. 17 Bernardino di Marzio Franceschinis vende al rev. G.B. q. G.B. Baietti «porzione di casa dominicale sita — nel borgo del — Redentore» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10324, 134).
1809*Appartiene a Tommaso Franceschinis (Registro delli aloggi, f. 30v).
1811, lugl. 23 Mons. Alfonso canonico e Tomaso Franceschinis q. Marzio vendono per L 15000 a Francesco Parisi fu Francesco e Francesco fu Antonio Marini «la casa dominicale con casa intermedia — posta — nel borgo — di S. Lucia — portante il n. 1103 e 1104 con cortivi ed orto, compresi li muri che li cingono —; confina il tutto a lev. strada — del — borgo, mezz. parte abitata dal sig. Cornelio, parte sig. Carlo Cominetti e parte — Francesco e fratelli di Prampero, pon. — Soardi, loco Attimis, ed a tram. casa delli sigg. — Tullio, ora abitata dal sig. — Pietro Tadeo —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10587, 463).
1815, magg. 30*«— Francesco del deffunto — Antonio Marini —, facendo erigere una fabbrica sopra un muro promiscuo —, tra un fondo annesso alla di lui casa di abitazione, posta in — borgo — di S. Lucia — n. 1103, 1104, ed un fabbricato contermine dalla parte di lev. di ragione del — sig. Cominetti, qual fabbrica — viene ad innalzarsi al di sopra del coperto del fabbricato del — Cominetti, cosν lo stesso Cominetti — accorda che esso — Marini portar possa la linda, ossia stillicidio, dal coperto della nuova fabbrica al vento di lev. sopra il coperto del fabbricato di esso — Cominetti, con patto — che per tutta l’estensione di essa linda abbia ad essere apposta una gronda di lata —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10596, 1618).
1817, ott. 1 Teresa nata Parisi ved. Marini, erede del figlio Francesco q. Antonio Marini, «avendo — risolto di trasferirsi in Roveredo di Trento —, sua patria —», vende a Tomaso q. Carlo Fabrizi «le due case portanti li c.n. 1103 e 1104 con cortivo ed orto, compresi i muri che li cingono —». Prezzo L 24000 (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10598, 2158).
1852*Appartiene a Carlo Fabrizio (Competenze, I, f. 29v).
   
NOTE1Nella zona i Franceschinis avevano acquistato altre proprietà ex-Porcari, come quella venduta loro in borgo Villalta dai fratelli Cudella di Spilimbergo il 24 dic. 1756 (A.S.U., N., Francesco del fu Alessandro Brunalleschi, 9195, VII instr., f. 209r — 209v)
1104
1524, febbr. 16 La dote di Maddalena q. Tomaso del Torso, moglie di Andrea di Savorgnano, è pagata con una casa in Udine in borgo S. Lucia vicino alla casa Cavriotti: «— Ser Ioannes — q. — Thomę Tursii de Utino necnon Ser Seraphinus Bugattus, uti curator — ser Iacobi eiusdem ser Ioannis fratris minoris — ex causa — solutionis dotis, pro qua urgebantur a — ser Andrea de Ucellis de Savorgnano filio — d. Panthaleonis eorum sororio —, vendiderunt — uti bona minus damnosa — ser Andreę — domum unam sitam Utini in burgo S. Lucię tentam et habitatam partim per Scissium piscatorem, partim per ser Ioannem Bernardini, pro qua Scissius libras vigintiquatuor soldos sexdecim et ser Ioannes libras sexdecim solvunt annuatim de simplici affictu, a parte superiori iuxta domum Cavuriglottorum, ab inferiori iuxta domum anteriorem del Cusian, a parte posteriori iuxta hortum Fusariorum, ab ante viam publicam —» (B.C.U., ms. 1232, Perg. VI, Antonio Bellone).
 *Il documento non riporta il nome della donna, che invece è scritto da Ioppi nel regesto. 1790, ag. 27. Dall’asse di facoltà e divisioni tra i coo. Federico dott. Alfonso, Bernardino e Tomaso fratelli del fu Marzio Franceschinis al n. 24: «Fabbrica situata a tram. del n. 23 confina a lev. borgo del Ss.mo Redentore, mezz. fabbrica dominicale al n. 23, pon. — orto al n. 25, tram. sig. Tullio —». Un’annotazione a margine precisa: «Pervenuto nel q. nob. sig. Tommaso Franceschinis per aquisto 22 genaro 1680, nod. sig. Luca Ponton, dalla v. confraternita della Ss.ma Concezione unitamente ad altra porzione di fondi e muri incorporati al n. 25. Nell’appepiano c’è una bottega condotta da Giulia Mittri» (A.S.U., N., Francesco Prodolone, 9018, Asse... Franceschinis, p. 101-113).
1801 Co. Tomaso e fratelli Franceschinis (Nomenclatura, f. 41v).
 *Affittuale Giovanni Gri (ibid.)
1808 dic. 17 Vedasi n. 1103.
1809*Appartiene a Tommaso Franceschinis. Vi abita l’agricoltore Giovanni Gri (Registro delli aloggi, f. 30v).
1811, lugl. 23*Vedasi il n. 1103.
1852*Appartiene a Carlo Fabrizio (Competenze, I, f. 29v).
1876*Recapito del capomastro Paolo Nazzi (COSMI-AVOGADRO, 89).
1105
1524, febbr. 16*Proprietà Cavriotti. Vedasi n. 1104.
1633, ag. 28 Supplica di Odorico Cavriotto, abitante una casa dei suoi antenati, «posta nel capo del borgo di S. Lucia» da lui «accresciuta et rifformata». Ha comprata una casa dirimpetto alla sua1, che «confina con una stradella — publica che conduce verso le mura della città, la qual stradella sν come per le sole persone fu introdotta, cosν da molti anni in qua anco alle persone è disusata, vedendosi tutta ingombrata di spini ed altre piante che impediscono il libero passaggio per quella, la quale perciò si può dir che sia un ricetto di immondizie et un luogo accomandato alla fraude et alle insidie. Aggiungasi che d’indi a poco, verso la porta di Villalta, vi è un’altra via’ che tende alle medesime mura, la quale ordinariamente è frequentata dalli carri et dalle persone senza alcun impedimento»; chiede gli sia concessa fino alle mura verso pagamento del censo annuo di un paio di pernici (Annales, LXXIV, f. 184r — 184v).
1744 «Brisa di Toppo abitava nella casa che fu dei Cavriotti contigua ai Franceschinis in borgo S. Lucia» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 176).
1801 Giacomo Tullio (Nomenclatura, f. 41v).
 *Vi abita il suo ortolano (ibid.).
1808*Sebastiano Petri paga con it. L 3,07 l’antico censo della famiglia Cavriotti alla comunità (A.S.U., C.A. I, 1/Attività e passività - 1808, n. 25).
1809*Appartiene a Giacomo Tullio. Vi abita Pietro Tadeo (Registro delli aloggi, f. 30v).
1824 Tadeo *** detto Pietro. Il capoquartiere vi segnala l’esistenza di un pozzo, senza coperchio (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
1841, ag. 26*«— Bernardino q. Antonio Pasini — vende — alli — Valentino e Domenica iug. Pesante — una casa, situata in — borgo del Ss.mo Redentore, costrutta di muri, coperta di coppi, con varie stanze terranee e superiori, con sopraposti granai, con cortivo ed orto cinto di muro e relative adiacenze —, il tutto coscritto col c.n. 1105 — fra i confini di lev. il borgo, ossia la piazzetta del Ss.mo Redentore, mezz. nobili sigg. Fabrizio, a pon. il sig. Giovanni Franchi, loco Andreoli, et a tram. il borgo di Villalta —, possesso dallo stesso — Pasini — in base alli contratti di vendita fattagli dal sig. Giacomo q. Francesco Tullio di Magredis 23 apr. e 7 magg. 1816, rogati dal not. — Antonio Colaone —. Questa — vendita — fatta viene per il prezzo — di austr. L 9300 —» (A.S.U., N., Andrea Bassi, 10638, 112).
1841, dic. 3*Valentino Pesante chiede il permezzo di «ricostruire — il portone e il portoncino di propria abitazione n. 1105 A, B, C» (A.S.U., C.A. I, 328/VIII, 7538 Orn. II C, con dis.).
1852*I n. 1105, 1105 A, 1105 B e 1105 C appartengono a Valentino Pesante (Competenze, I, f. 30v).
   
NOTE1Casa n. 1007.
 2Vicolo Sutti.
1106
1801 Nob. Romanello Soardi1 (Nomenclatura, f. 41v).
 *Affittuale Orsola Gri (ibid.).
1801, giu. 24*«— Il nob. — Girolamo Soardi, anco come cessionario del nob. — Romanello di lui padre —, ha — ad affitto emfiteotico concesso al sig. Pietro q. — Luca Andreoli2 — l’intiera fabrica posta in borgo di Villalta — con cortivo ed orto, o sia brollo, tutto unito confina a lev. il nob. — Giacomo Tullio, mezz. coo. fratelli Franceschinis e parte Antonio — fu del nob. co. d’Attimis di Cordovado, pon. co. Beretta ed a tram. borgo di Villalta; parte della qual fabrica serve di presente per — uso d’abitazione di detto nob. — Romanello, cioè la salla, due camere, la cantina a piè piano con sottoportico e l’altra porzione di fabrica con cortivo ed orto è tenuta di presente in affitto —da — Orsola rei. q. Francesco Gri e Pietr’Antonio Della Rossa, detto Mistruzzo, di lei genero —. E ciò — fa detto — Soardi perché esso — Andreoli — s’obbliga annualmente di — corrispondere — di canone emfiteotico altre L 217 —» (A.S.U., N., Camillo Merluzzi, 9693, Instr. 1801, 1362, f. 904r — 904v).
1809 Pietro Andreoli, negoziante (Registro delli aloggi, f. 30v).
 *Vi abita l’agricoltore Mattia Feruglio (ibid.).
1837, dic. 8 Giuseppe fu Pietro Andreoli vende ai fratelli Antonio, Francesco e Giacomo q. Valentino Citta «una casa — con — corte ed orto — nel borgo di Villalta sotto li c.n. 1106 e 1107 —. Confina a lev. Fabrizi, mezz. fratelli Cela, pon. co. Antonio — Beretta, tram. il borgo di Villalta —. Questa vendita — si fa pel prezzo — di austr. L 6600 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10614, 5135).
1850*Grazia Citta vi gestisce una filanda di seta con due fornelli (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 93).
1852*Appartiene ad Antonio Citta (Competenze, I, f. 30v).
1858*Filanda per seta con quattro fornelli, gestita da Grazia Cita (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 26).
   
NOTE1I Soardi risultano proprietari di una casa in borgo Villalta almeno dal 27 giugno 1515: «D. Lucia relicta q. ser Romanelli de Suardis et ser Bonaldus eius filius, tanquam gubernatores domus —, affictaverunt ser Marco Antonio de Ferrariis de Caravagio — ad tempus — quinque annorum — unam domum cum area et broilo — sitam Utini in contrata portę Villaltę —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. istr. 1487-1533, sub anno, f. 40r — 40v). Per i Soardi vedasi n. 1107.
 2Per gli Andreoli vedasi n. 233.
1107
1633, ag. 28 Vedasi n. 1105.
1744 Vedasi n. 1105.
1801 Nob. Romanello Soardi1 (Nomenclatura, f. 41v).
1809 Pietro Andreoli (Registro delli aloggi, f. 30v).
 *Vi abita il vetturino Paolo Bobici (ibid.)
1824, ott. 28*La casa è segnalata dal capo del quarto quartiere tra quelle fornite di pozzi (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
1852*Appartiene a Giacomo Citta (Competenze, I, f. 30v).
1883 Osteria “Alla buona speranza” (AVOGADRO, 151).
 *Gestione di Valentino Cita2 (ibid.).
1937 Casa a un piano di quattro finestre e trifora.
   
NOTE1Per la famiglia Soardi: MONTICOLI, Cronaca, 64 e infra n. 1647 e 1652.
 2Il della Porta assegna a questo numero anche l’osteria “Al pavone” di Via Villalta , 94 (casa n. 1015).
1108
1801 Daniele Saltarini (Nomenclatura, f. 41v).
1809*Appartiene all’agricoltore Marco Saltarini, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 30v).
1817, mar. 12 Fu alzata (A.S.U., C.A. I, 18/II, 763 Orn. II C, con dis.).
 *La richiesta del permesso era firmata da Pietro Saltarini (ibid.).
1824, apr. 18*«Il rev. — Leonardo Saltarini — domiciliato — al c. n. 1108 implora — il permesso di fare un innalzamento ed un’appertura in un pezzo di muro largo passi tre circa di sua casa verso la strada. E questa consisterà in un portoncino ed una fenestra a pie’ piano, in due fenestre al secondo piano ed in altre due piciole al terzo» (A.S.U., C.A. I, 180, 2111 Orn. II C).
1824, ott. 6 È di Domenico e Pietro Saltarini Modotto (A.S.U., C.A. I, 89/1824/X, 4167 Orn. II C, con dis.).
 *I proprietari chiedono ed ottengono il permesso di aprire una porta e una finestra (ibid.).
1826, genn. 31 Domenico Saltarino vende a Francesco q. Antonio Zorzo casa parte del n. 1108, «confina a lev. con casa — del rev. — d. Leonardo Saltarino e cosν per anco a mezzog., a pon. Pietro q. Marco Saltarino ed a tram. il borgo di Villalta» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10310, 2076).
1852*Appartiene a diversi proprietari: il n. 1108 al sac. Leonardo Saltarini, il n. 1108 B a Giuseppe Cacito; il n. 1108 C a Pietro Saltarini; il n. 1108 D a Giuseppe Saltarini; il n. 1108 E a Francesco Zorzi (Competenze, I, f. 30v).
1876*Nella parte marcata 1108 A, bottega del calzolaio G. B. Querincigc (COSMI-AVOGADRO, 88).
  Era una sola casa con il n. 1109. Sulla facciata vi è una Madonna.
1109
1801 Francesco Saltarini (Nomenclatura, f. 41v).
1809*Appartiene all’agricoltore Francesco Saltarini, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 30v).
1852*Appartiene a Leonardo Saltarini (Competenze, I, f. 30v).
1110
1801 Antonio Feruglio (Nomenclatura, f. 41v).
 *Affittuale Sabbata Dominissina (ibid.).
1809.*Appartiene a Elena Feruglio. Vi abita l’agricoltore Antonio Marcuzzo (Registro delli aloggi, f. 30v).
1817, ag. 16*I figli del fu Antonio Feruglio vendono a Leonardo q. Zuane Saltarini la casa n. 1110 «coi respettivi fondi, cortivo ed orto —. Confina a lev. li acquistanti, a mezz. coo. Beretta, a pon. Antonio e Giacomo Zorzi ed altri particolari ed a tram. il — borgo di Villalta —. La — vendita — viene — fatta — per — it. — L 2030 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10305, 1085).
1852*Appartiene a Leonardo Saltarini (Competenze, I, f. 30v).
1111
1801 G.B. Ceschiutti (Nomenclatura, f. 41v).
1809, dic. 29 G.B. q. Valentino Ceschiutti vende a Giovanni q. Pietro, mercante di seta, ed Antonio Baldissera, padre e figlio, «una casa composta da una stanza terranea, ad uso di cocina, con camera e grannaro sopra verso il borgo, sottoportico e stanza in seguito con solari sopra verso la strada che conduce attorno le mura della comune, stalletta per i suini interna al cortivo, il tutto copperto di coppi, cadente e di legni frazzidi, corte e — orticello, il tutto unito di ragione anticha — d’esso Ceschiutti, situato — nel borgo di Villalta, appresso la Porta d’esso borgo, dal corpo del n. 1111. Confina verso lev. ed a tram. con casa e fondi di — Pietro e Federico fratelli q. Valentino Zorzi, a mezz. il — borgo di Villalta, a pon. — la strada che conduce attorno le — mure —. La — vendita viene fatta — per la — summa di it. — L 1739,71 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10295, 67).
1809 È del co. Panfilo della Porta (Registro delli aloggi, f. 30v).
 *Vi abita l’industriante G.B. Cescutti (ibid.).
1812 Osteria “Al merlo” (Esercenti).
 *Gestione di Lucia Gos (ibid.).
1813, lugl. 4 «Giovanni — ed Antonio padre e figlio Baldissera — vendono a corpo — alli iug. — Minotto — una casa con corticella e piccolo orto — n. 1111 —; confina a lev. con — G.B. — Ceschiutti et parte Pietro e Federico — Zorzi, a mezz. il — borgo di Villalta, a pon. ed a tram. con la strada che conduce attorno le — mura —. La vendita viene — fatta — per — it. — L 3172,40 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10299, 442).
1816, giu. 29 Anna Cruciatto ved. Ceschiutti e figli vendono a G.B. e Paola coniugi Minotto una casa in borgo Villalta «appresso la Porta segnata col c. n. 1111 a cui di lev. confina — Girolamo Cossatini a mezz. il borgo di Villalta, a pon. ed a tram. con case, e cortivo ed orto degli acquistanti —. La — vendita — viene fatta — per lo prezzo — di — L 1975,70 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10304, 946, alleg. misura e stima del pubbl. per. Pietro Borghi del 15 ag. 1815).
1838, apr. 6*«— Paola n. Gozzi, ved. del q. G.B. Minotto, — Anna, f. del q. Pietro Valussi, ved. del q. Giacomo Minotto —, in qualità di erede di Antonio — Minotto di lei figlio, Angelo q. — G.B. Minotto — vendono a corpo — alli — Mattia ed Agnese iug. Prattina — una porzione di casa, composta in piano da una stanza ad uso di cucina e sottoportico ed altra stanza annessa, con due solari sopra, coperta di coppi e — corticella segnata da palificata di stangazzi con muro di recinto, posta in — borgo di Villalta, segnata col c.n. 1111 A —; confina a lev. con casa e fondi — da cedersi al sig. Pietro del fu Valentino Bianchi, e parte Pietro Zorzi, a mezz. il —borgo di Villalta, a pon. con strada che conduce attorno le mura della città ed a tram. similmente —. La — vendita — viene — fatta — per la somma — di austr. — L 2100 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10316, 3197).
1852*Appartiene a Pietro Bianchi. La parte censita 1111 A è di Mattia Prattina (Competenze, I, f. 30v).
1858*Filanda per seta gestita da Domenica Bianchi (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 27).
1876*Caffè gestito da Giovanni Barbetti (COSMI-AVOGADRO, 87).
1883*Filanda di R. Modotti Saltarini e caffè “All’epoca”, gestito da Gaetano della Torre (AVOGADRO, 139, 145).
1924 «Casa antica, in via Superiore n. 69, presso porta Villalta, propr. Anna Tinone in Mega. Nell’interno fregio a secco con emblemi e nomi di camerari e priori e date del sec. XVII» (VALENTINIS, Udine antica, 10).
1937 Casa di due piani. Sulla facciata, una Madonna seduta col Bambino.
1112
1801 Ven. fraterna dei Ss. Vito e Modesto1 (Nomenclatura, f. 41v).
 *Affittuale G.B. Feruglio (ibid.).
1809 È del demanio (Registro delli aloggi, f. 30v).
 *Vi abita l’industriante Rosa Dominuti (ibid.).
1809, ag. 9*Vedasi n. 1113.
1810, apr. 28*Vedasi n. 1113.
1831, lugl. 24*«— Antonio Cosattini — vende al — comparente Leonardo Bertossi una casa — coi — fondi, picolo cortivo ed orticello, contenuto — in mappa di Udine al n. 739 —, situato — alli c.n. 1112 e 1113. Confinano a lev. e tram. con casa e fondi — delli — Pietro e Federico fratelli — del fu Valentino Zorzi, a mezz. il borgo di Villalta, ed a pon. gli eredi e rappresentanti il q. G.B. Minotto, — per — austr. — L 2285,72» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10313, 2631).
1852*Appartiene a Leonardo Bertossi (Competenze, I, f. 30v).
1876*Fucina del fabbro ferraio Francesco Chiandetti (COSMI-AVOGADRO, 92).
   
NOTE1La fraterna risulta proprietaria di una casa nella zona almeno dal 10 sett. 1664, quando G.B. Peloso in un atto notarile impegna «la sua casa d’habitatione con corte et horto, posta appresso la porta di Villalta, qual confina a sol levado con casa della — fraterna di S. Vido, a mezo dν con il borgo, a sol a monte et alli monti strada publica attorno le mura» (A.S.U., N., Antonio Tarondi, Istr. 1660-1672, f. 134v — 135r).
1113
1801 Ven. fraterna dei Ss. Vito e Modesto (Nomenclatura, f. 42v).
 *Affittuale Pietro Novello (ibid.).
1809*Appartiene al r. demanio. Vi abita Maria Serafini, «indigente» (Registro delli aloggi, f. 30v).
1809, ag. 9*«Sono pervenute in assoluto possesso del r. demanio n. — 3 case, la prima con picciol orto, situata nel borgo di Villalta in vicinanza della porta di detto borgo, parrocchia del Ss.mo Redentore — di questa comune, marcata colli c.n. 1112 e 1113, di provenienza della fraterna dei Ss. Vito e Modesto di detta Comune, la seconda con orto situata — in contrada di Treppo — n. 1720, di provenienza del convento di S. Maria delle Grazie di Udine e la terza situata nel comune di S. Daniello —. Girolamo del fu G.B. Cosatini domiciliato al c.n. 1093, ha insinuato la sua domanda —, per l’acquisto — per il nome che dichiarerà, delle — tre case —. G.B. Cosattini — convenne col — secretario faciente funzioni di direttore — di acquistare le — 3 case ed orti per — L — 2381, 15 —» (A.S.U., N., Antonio Lorio, 1431).
1810, apr. 28 Il demanio vende a Girolamo di G.B. Cosattini le case n. 1112 - 1113, già della fraterna dei Ss. Vito e Modesto (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10421, 27).
1831, lugl. 24*Vedasi n. 1112.
1831, ag. 20 È di Leonardo Bertossi. Al primo piano, fra le due finestre, vedesi un’immagine (A.S.U., C.A. I, 182/1831/V, 3618 Orn. II C, con dis., firmato dal pubbl. per. Simone Periotti).
 *Il proprietario presenta progetto di riforma della casa e ne ottiene l’approvazione (ibid.).
1852*Appartiene a Leonardo Bertossi (Competenze, I, f. 30v).
1114
1801 Pietro Zorzi (Nomenclatura, f. 42v).
 *Affittuale Menega Dominutti (ibid.).
1809*Appartiene all’agricoltore Pietro Zorzi. Vi abita l’industriante Domenico Dominuti (Registro delli aloggi, f. 30v).
1831, ag. 20°°Vedasi n. 1113.
1843, febbr. 9*Contratto di permuta tra i fratelli Pietro e Federico del fu Valentino Zorzi: in cambio della casa n. 977, Pietro riceve la n. 1019 e «la casa d’affitto in borgo Villalta alli c.n. 1114 e 1115 con corte ed orto» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10505, 15580).
1852*Appartiene a Pietro Zorzi (Competenze, I, f. 30v).
1937*Vedasi n. 1115.
1115
1753*Sulla casa grava ab antiquo un livello a favore dell’ospedale maggiore della città: «Il nob. — Alessandro Palladio — paga perpetuamente a nadal s 18 p 4. Questo livello è fondato sopra la casa donata alla fratterna da Florean tessedor, come nel rottolo di tolelle rosse c. 66» (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1753, f. 304v).
1801 Menega Cargnela (Nomenclatura, f. 42v).
 *Affittuale Pasqua Fantina (ibid.).
1809 È di Pietro Zorzi, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 30v).
 *Vi abita l’ortolano Paolo Rizzi (ibid.).
1834°Pietro Zorzi, loco nob. Alessandro Palladio, loco Carlo Zilli, loco Leonardo Baldassariis, loco G.B. di Tricesimo, loco della Marcolla e di Zorzi del Mus, paga ven. s 18 p 4 in dipendenza dell’istr. di livello 2 genn. 1469 sopra una casa sita in Udine, borgo Villalta, in loco detto presso il forno, sul cantone delle strade conducono fuori la porta Villalta, livello donato all’ospedale dal q. Floreano tessitore. Casa posta in borgo Villalta ai n.i 114-115 (1114-1115), Mapp. 740 (A.O.U., Ospitale, C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834).
1852*Appartiene a Pietro Zorzi (Competenze, I, f. 30v).
1937 I n. 1114, 1115 costituiscono oggi una sola casa moderna di due piani di tre finestre; al primo piano, un poggiolo in ferro.
1116
1801 Antonio Feruglio (Nomenclatura, f. 42v).
 *Affittuale Ruggero Ventura (ibid.).
1809*Appartiene alle sorelle Feruglio. Vi abita l’agricoltore Francesco Piutti (Registro delli aloggi, f. 30v).
1852*Proprietà Feruglio (Competenze, I, f. 30v).
1117
1801 Vincenzo Moro (Nomenclatura, f. 42v).
 *Affittuale Giuseppe Fabris (ibid.).
1809*Appartiene al perito Vincenzo Moro. Vi abita il rivendugliolo Lorenzo Colussi (Registro delli aloggi, f. 30v).
1825, apr. 12*Angelo Bertuzzi «— nella casa di sua ragione situata — sotto il c.n. 1017 in borgo di Villalta —» chiede ed ottiene di «— ridurre e formare un rebate dove è ora una fenestra-» (A.S.U., C.A. I, 100, con dis.).
1852*Appartiene a Giuseppe Moro q. G.B. (Competenze, I, f. 30v).
1118
1801 Vincenzo Moro (Nomenclatura, f. 42v).
 *Affittuale Nicola Moro (ibid.).
1809*Appartiene al perito Vincenzo Moro. Vi abita Maria Candotti, «indigente» (Registro delli aloggi, f. 30v).
1852*Appartiene a Giuseppe q. G.B. Moro (Competenze, I, f. 30v).
1119
1801 Co. Tomaso Mattioli (Nomenclatura, f. 42v).
 *Affittuale Giacomo Miani (ibid.).
1809*Appartiene a Tommaso Mattioli. Vi abita l’industriante Giacomo Miani (Registro delli aloggi, f. 30v).
1821, lugl. 18 È del co. Vittorio Mattioli. Viene riformata la facciata (A.S.U., C.A. I, 53/1821/III, 3362 Orn. II C, con diss., firmato dal pubbl. per. Simon Periotti).
1852*Appartiene ad Alessandro Mattioli (Competenze, I, f. 30v).
1876*Osteria “Alle pietre” gestita da Rosa Fantolini (COSMI-AVOGADRO, 151).
1883 Osteria “Alle pietre” (AVOGADRO, 151).
 *Ancora gestione di Rosa Fantolini (ibid.).
1937 Osteria “Alle pietre”.
1120
1801 Domenico Coccolo (Nomenclatura, f. 42v).
 *Affittuale Francesco Valussi (ibid.).
1809*Appartiene all’agricoltore Domenico Cocolo (Registro delli aloggi, f. 30v).
1815, febbr. 9 Domenico q. G.B. Coccolo ed Antonio di Giacomo Del Giudice vendono a Paolo e Lorenzo Calligaro una casa in borgo Villalta al n. 1120, «composta da due solari sopra il portico, da cucina con due solari sopra, interna al cortivo, e da stalla con fenile, il tutto copperto di coppi, cortivo ed orto con impianti —. Confina a lev. con Nicola Orlando, a mezz. il — borgo —, a pon. con — Vincenzo e nipoti Moro — ed a tram. con la strada che gira attorno le — mura —. La — vendita viene — fatta — per — L 3208,40 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10302, 709).
1817, mar. 7 Paolo Caligaro «nativo di Lozzo in Cadore, di condizione gua, dimorante — in — Udine —, per sé — e qual rappresentante del — genitore e di Lorenzo — di lui frattello —, vende a corpo — alli — Zuanne e Domenico padre e figlio Gri — le fabbriche tutte interne al cortivo, composte da stanza terranea ad uso di cocina, con due solari sopra, scala e pergolo al di fuori verso il cortivo, porton d’ingresso con la massima parte del sottoportico, cortivo con impianti, stale interne fra l’orto e cortivo, il tutto coperto di coppi, orto con li muri di chiusura — nel borgo di Villalta — parte del c.n. 1120 —. La — vendita — viene — fatta — per — L 951,72 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10305, 1023).
1819, magg. 20*Nel rilievo Bernardinis, Francesco q. Domenico Frate del n. 1120 è citato tra i possessori di fondi confinanti con le pubbliche mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 27).
1824, genn. 24*Il capoquartiere Giuseppe Pilosio denuncia un’apertura arbitraria di porta al n. 1120 «drio le mure della città, vicino alla porta di Villalta e quella di S. Lazzaro» (A.S.U., C.A. I, 89/10 Orn. II C).
1844, dic. 8 I figli del fu Paolo Calligaro vendono a Giovanni Lucca porzione di casa in borgo Villalta n. 1120, confinante tutta a lev. Giovanni Orlando, pon. Francesco Moro, tram. strada di circonvallazione, per L 916 (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/II, 759).
1852*I numeri 1120 A e B appartengono ad Alessandro Mattioli; i numeri 1120 C, D, E appartengono a Paolo Calligaris (Competenze, I, f. 30v).
1121
1801 G.B. Zamparutti (Nomenclatura, f. 42v).
 *Affittuale G.B. Fabris (ibid.).
1809*Appartiene a Tommaso e fratelli Franceschinis. Vi abita il facchino G.B. Fabris (Registro delli aloggi, f. 30v).
1810, febbr. 14*Mons. Alfonso e Tommaso fratelli del fu Marzio Franceschinis vendono ad Antonio Del Giudice tre casette ai n. 1121, 1122, 1123, per L 1450 (A.S.U., N., Domenico Prodolone, Rep. I, 124, f. 10r).
1821, magg. 10 Domenico e Maria q. Antonio Del Giudice vendono la casa ai sigg. Franceschinis (Atto privato, notizia desunta dal rogito del 24 febbr. 1823).
1823, febbr. 24 Mons. canonico Alfonso q. co. Marzio Franceschinis vende ad Antonio q. Francesco Cantoni detto Cribolo per L 275 «una casetta con suoi fondi di cortivo — n. 1121 —, composta a pian terreno di una stanza con sovraposta camera —» (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 633, 952).
1852*Proprietà di Antonio Cantoni (Competenze, I, f. 30v).
1883 Caffè “Alla Pace” (AVOGADRO, 139).
   
BIBLIOGRAFIA CORGNALI, I nostri vecchi caffè, 112; “Il Friuli”, 2, CCXXXVII, 19 ott. 1850, 948.
1122
1801 G.B. Zamparutti (Nomenclatura, f. 42v).
 *Affittuale Francesco Filipponi.
1809*Appartiene a Tommaso e fratelli Franceschinis. Vi abita il muratore Antonio Magrini (Registro delli aloggi, f. 30v).
1810, febbr. 14*Vedasi n. 1121.
1831, dic. 8*Enrica Zorzi, proprietaria della casa n. 1122 in borgo Villalta, chiede ed ottiene di riformare l’edificio (A.S.U., C.A. I, 182/V, 5183 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore G.B. Quaino).
1852*Appartiene a Giuseppe del fu Carlo Zorzi (Competenze, I, f. 30v).
1123
1801 G.B. Zamparutti (Nomenclatura, f. 42v).
 *Affittuale Michele Paolini (ibid.).
1809*Appartiene a Tommaso e fratelli Franceschinis. Vi abita Michele Paolino, «indigente» (Registro delli aloggi, f. 30v).
1810, febbr. 14*Vedasi n. 1121.
1834, nov. 1*Mariana Corrada, «proprietaria d’una — caseta sita — al c.n. 1123 in borgo Villalta», chiede et ottiene di riformare la facciata dell’edificio (A.S.U., C.A. I, 219/I, 423 Orn. II C, con dis. firmato dal pubbl. per. Simone Periotti).
1852*Appartiene a Marianna Nadalutti (Competenze, I, f. 30v).
1124
1801 Co. Tomaso e fratelli Franceschinis (Nomenclatura, f. 42v).
 *Affittuale Nicola Orlando (ibid.).
1809*Appartiene a Tommaso e fratelli Franceschinis. Vi abita l’agricoltore Nicola Orlando (Registro delli aloggi, f. 30v).
1821, ag. 5 È di Giovanni di Nicola Orlando (A.S.U., C.A. I, 53/1821/III, 3581 Orn. II C, con dis.).
 *Gli è necessario d’intraprendere «la ripparazione dell’arco di motoni del porton d’ingresso e muro sovraposto leso minaciante prossima rovina della casa — e in tale occasione d’inalzare pd 1 il fabbricato sovraposto a detto portone ora esistente». La risposta del 10 agosto motiva la concessione con le seguenti parole: «La qualità della casa n. 1124 —, o meglio dire del tugurio in cui esser deve ricostrutto il portone d’ingresso, perché effettivamente crolante, non esige alcun riguardo d’ornato né per la situazione in cui si trova né per la suscettibilità negativa a conseguirlo —» (ibid.).
1825, nov. 24*«— Nicola q. Zuanne e Zuanne padre e figlio Orlando agricoltori — vendono al — Michele Sutto, detto Sivilino, — una casa — interna al cortivo dominicale d’essi Orlando nel borgo di Villalta, portante parte del c.n. 1124, con unito cortivetto e piccolo orticello in seguito alla casa stessa, composta essa casa da due stanze terranee e da due solari sopra, porzione di sottoportico e con il dirito del portone e del passalizio per il detto sottoportico e restante cortivo delli — Orlando e per quanto si estende in longhezza detta casa, corte ed orticello a senso dei termini visuali di pietra già posti per confine e però confina a lev. la citatta casa, corticella ed orticello con — Anna nata Pesant Saltarino, a mezz. gli eredi del q. — Tommaso Stella e pubblico borgo di Villalta col transito consortivo ed a tram. con fondi — Orlando —. La — vendita vien — fatta — per la somma di ven. — L 1700 eguali a valuta nuova austr. L 977,01 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10310, 2059).
1825, nov. 25*«— Michele q. Nicola Sutto — vende a titolo di livello francabile al — comparente Domenico Saltarino — una casa di due stanze terranee, con due solari sopra, copperta di coppi, tavellado, con sue necessarie porte e fenestre, — con corticella e — orticello unito verso tramontana —, con promiscuità di portoni d’ingresso, sottoportico e cortivo; il tutto unito nel recinto del borgo di Villalta dal c.n. 1124 — confina a lev. — Anna nata Pesant ved. del q. Marco Saltarino, a mezz. gli eredi del q. — Tommaso Stella e borgo di Villalta col transito consortivo, a pon. — transito consortivo per il cortivo rimasto a Nicola e figli Orlando ed a tram. detti Orlando —. La — vendita viene — fatta — per la somma — di it. — L 900 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10310, 2061).
1852*I n. 1124 A, E appartengono a Giuseppe Travaini, il n. 1124 B a Giovanni Orlando, il n. 1124 C a Giacomo Gri, il n. 1124 D a Domenico Modotto detto Saltarini (Competenze, I, f. 30v).
1854, sett. 11*Pietro Mauro chiede ed ottiene di «inalzare una picolla casa in borgho Vilalta scrita col c. n. 1124» (A.S.U., C.A. II, 66/1854, 6686 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Luigi Rizzi).
1858 Filanda per seta con due fornelli, gestita da Rosa Comini Fantolini (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 28).
1125
1801 Francesco Stella (Nomenclatura, f. 42v).
 *Affittuale Caterina Boni (ibid.).
1809*Appartiene a G.B. Stella. Vi abita il suonatore Girolamo Ginosio (Registro delli aloggi, f. 30v).
1809, giu. 30*Divisione Stella-Manenti a cura del pubblico perito G. Clochiatti: «— Anna Maria n. Manenti, relita q. — Tomaso Stella deve avere per forma della carta dottale 17 febbr. 1770, atti Marino Sporeno, la somma di d 3200 pari ad it. L 10151,71. A pagamento si separa quanto segue: — casa posta — in borgo di Villalta — n. 1125, tenuta ad affitto dalli eredi q. Antonio Bonis, con locazione 13 nov. 1797, consistente in una stanza appepiano, due camere sopra e granaro e confina a lev. Marco e fratelli Modotti detti Saltarini, mezz. il borgo, a pon. e tram. Orlando Nicola detto Stramon — e paga ven. L 135 equivalenti it. L 69,77 —» (B.C.U., ms. pubbl. per. Giuseppe Clocchiati, vacch. 221, f. 13v — 14v).
1852*Appartiene ad Anna Deganis (Competenze, I, f. 30v).
1876*Domenico Colautti vi commercia in liquori e commestibili diversi (COSMI-AVOGADRO, 99).
1937 Casa di due piani di due finestre; al primo, una Madonna moderna.
1126
1801 Vincenzo Moro (Nomenclatura, f. 42v).
 *Affittuale Antonio Della Rossa (ibid.).
1809*Appartiene al perito Vincenzo Moro. Vi abita l’agricoltore Mario Saltarino (Registro delli aloggi, f. 30v).
1852*Il n. 1126 A appartiene a Lucia Sutti, il n. 1126 B ad Antonio Modotti (Competenze, I, f. 30v).
1127
1801 Caterina Brasconi (Nomenclatura, f. 42v).
1809*Appartiene all’agricoltore Tommaso Brasconi (Registro delli aloggi, f. 30v).
1852*Appartiene a Tommaso Brascon (Competenze, I, f. 30v).
1128
1801 Sac. Pietro Fabris (Nomenclatura, f. 42v).
 *Affittuale Giovanni Dario (ibid.).
1803, giu. 7*«— Il rev. — Pietro Fabris — di Rivolto — vende una casa con cortivo ed orto, posto il tutto — nel borgo di Villalta, tenuta ad affitto del sig. Illario Chircar e nel stato e grado che la casa — s’atrovava nell’anno 1785, all’ocasione della fitanza —; il tutto confina a lev. eredi del q. Giuseppe Traghetto e parte Nicolò Cividino, mezodν il borgo, pon. il sig. Vincenzo e fratelli Moro, condota ad affitto emfiteotico da Marco Saltarino ed a tram. il — Cividino —, a — G.B. q. Giuseppe Danelut, monaro nella città di Udine —. E ciò esse parti fanno — per il prezzo di d 925 —» (A.S.U., N., G.B. Borghi, 9863, IV instrom., 382, f. 428r — 429r).
1809*La casa appartiene a Valentino Fabris. Vi abita il «bavellino» G.B. Danelutto (Registro delli aloggi, f. 30v).
1811, sett. 15*«G.B. q. Giuseppe Danelutto — vende all’antedetto Nicola Sutto — una — casetta composta da una stanza terranea e sollaro sopra, copperta di coppi, situata —nel borgo — di Villalta nell’interno del cortivo dal corpo del c. n. 1128 — con un pezzetto d’orto unito, situato a tram. della casetta — ed il tutto confina a lev. parte con gli eredi Sutto ed parte con cortivo — dell’acquistante, a mezz. parte — il passalizio con il — borgo di Villalta, a pon. con — Anna nata Pesante ved. del q. Marco Saltarino ed a tram. con orto — dell’acquistante Sutto —. La — vendita viene — fatta per la somma — di it. — L 713,79 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10296, 187).
1812, magg. 26*In seguito ad atto oppignorativo del 26 febbr., asta di «una camera al n. 1128, a lev. Valentino Tosolino, a pon. stessa ragione». Debitore è G.B. del fu Tomaso Cornelio, per L 5,82 (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 2).
1813, lugl. 18*G.B. Danelutti vende a Michele Sutto casa in borgo Villalta dal corpo n. 1128 per L 2220, «confinante a lev. e tram. con case e orto di — Sutto, mezz. il borgo — ed a pon. — Anna n. Pesante ved. Saltarini enfitteuta Moro —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10299, 449).
1852*I n. 1128 A, B, C appartengono a Michiele del fu Nicolò Sutto (Competenze, I, f. 30v).
1937 Casa di due piani di due finestre e portone in pietra; il n. 1128 è ancora visibile.
1129
1801 Giacomo Brusadini (Nomenclatura, f. 42v).
 *Affittuale Menega Zampis (ibid.).
1809 È di Francesco Traghetti, linaiolo (Registro delli aloggi, f. 30v).
 *Vi abita il facchino Angelo Zampis (ibid.).
1815, magg. 17 Francesco q. Giuseppe Traghetti vende a Michele q. Nicolò Sutto «una casetta — composta in piano da una picola stanza e da solaro sopra copperta di coppi in statto rovinoso e portante il c.n. 1129. — Confina a lev., pon. e tram. — Sutto ed a mezz. il borgo —. Tale vendita — fa il Traghetto — per it. L 266,13 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10302, 766).
1852*Proprietario Michiele del fu Nicolò Sutto (Competenze, I, f. 30v).
1130
1801 Co. Livio e fratelli Colossis (Nomenclatura, f. 42v).
 *Affittuale Anna Quaina (ibid.).
1809 Francesco Nicola, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 30v).
1814, febbr. 14*Paola del fu Nicola Sutto in Citta «confessa d’aver in conto di sua parte — ricevuto li mobbili tutti per di lei uso descritti nella — operazione Picco n. 8, importanti — L 110,10, piϊ dal corpo delle fabbriche descritte nella citatta operazione Picco al n. 1 ed al c. n. 1130, cioè una stanza terranea con solaro sopra copperta di coppi, confinante a lev. e tram. con le restanti case di detta ragione, a mezz. la strada ed a pon. Francesco q. Giuseppe Tarletto, di valore — it. — L 525 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10300, 532).
1818, giu. 21*Paola del fu Nicola Sutto, vende al fratello Michele Sutto «— una casetta di muro coperta di coppi, composta da una stanza terranea e solaro sopra, situata in Udine, nel borgo di Villalta — al n. 1130. Confina a lev. e tram. con l’acquistante, a mezz. il — borgo di Villalta ed a pon. eredi Tarletto. La qual casetta pervenne in potere della venditrice sull’eredità paterna in forza dell’istr. 14 febbr. 1814 —. Tale vendita viene — fatta per — it. — L 525 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10306, 1195).
1827, apr. 12*Disegno di riforma della casa appartenente a Michele Sutti (A.S.U., C.A. I, 406/1846/II, 1315 Orn. II C, con diss.).
1834, magg. 30*Michele Sutti chiede di «ridurre — la porzione di casa di sua ragione — n. 1130 sopra il borgo Villalta —». La deputazione d’ornato lo invita a riformare anche la n. 1131, dove non ha rispettato il progetto.
  Michele Sutto, in data 7 luglio, presenta un progetto di sistemazione per le due case. Ne ottiene l’approvazione, con alcune modifiche (A.S.U., C.A. I, 402/II, 2819 Orn. II C e 3541 Orn. II C, con dis.).
1876*Laboratorio del tornitore Angelo Filiputti (COSMI-AVOGADRO, 116).
[1937] Due case portano il n. 1130: una unita al 1129, l’altra sull’angolo della calle.
1131
1801 Sign. Zitelle (Nomenclatura, f. 42v).
 *Affittuale Nicola Sutti (ibid.).
1809 Nicolò Sutto, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 30v).
1834, lugl. 7*Vedasi n. 1130.
1852*Appartiene a Michiele fu Nicolò Sutto (Competenze, I, f. 30v).
1132
1801 Sign. Zitelle (Nomenclatura, f. 42v).
 *Affittuale Pietro Zilli (ibid.).
1809 G.B. Cividin, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 30v).
 *Vi abita l’industriante Pietro Zilli (ibid.).
1821, dic. 24*«— Sabbata, figlia — del q. Pietro Sutto — ha venduto — al — comparente Michelle Sutto di lei cugino — a corpo — una porzione di casa sita in questa città con una porzione di cortivo in ordine ai termini di pietra posti per confine chiamato nell’androna de’ Sutti —, cioè camera e solaro sopra copperto di coppi esistente sopra la stanza segnata col c.n. 1132 di — G.B. q. Francesco Sutto e relativo pergoletto che dà la comunicazione dalla seguente casa alla cittata camera piϊ la stanza terranea ad uso di cocina di essa Sabbata — con suo solaro sopra, pure coperta di coppi e muri chiusori del cortivetto, cioè a lev. e pon., assieme con tutto il portone d’ingresso e suo scuro a lev. portante il c.n. 1133 —. Confina a lev. parte l’androna e parte G.B. Sutto — ed a tram. cortivo restante alla — cedente; le quali fabbriche e fondi assieme con li rimasti fondi di cortivo, orto e arra sono per equivocho intestati alla ditta Macor Giuseppe —. Tale vendita —viene — fatta — per it. — L 900 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10308, 1608).
1852*Appartiene a Luigi Rotta (Competenze, I, f. 30v).
1133
1801 Sign. Zitelle (Nomenclatura, f. 42v).
 *Affittuale Valentina Sutti (ibid.).
1809 Gitàeppe Trangoni, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 30v).
1821, dic. 24 Sabata q. Pietro Sutto vende per L 948 a Nicolò Sutto porzione di casa al n. 1132, confinante lev. parte androna, parte G.B. Sutto, mezz. e pon. Michele Sutto acquirente, tram. cortile della sign. Sabata Sutto (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10308, 1608).
1852*Appartiene, insieme con il n. 1113 I, a Michiele Sutto del fu Nicolò (Competenze, I, f. 30v).
1134
1801 Sign. Zitelle (Nomenclatura, f. 42v).
 *Affittuale G.B. Sutti (ibid.).
1809 G.B. Sutto, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 30v).
1837, mar. 21*Poiché Anna del fu Francesco Bidussi manca «di beni propri onde costituire a se stessa una dotte, — G.B. Sutti — dona alla stessa Anna, sua futura sposa, la metà della di lui facoltà che consiste in una casa con cortivo ed orto sita — nella calle detta del Sutti al c. n. 1134 —; tutta unita confina a lev. Sabbata Sutti, mezz. Sabbata e Michele Sutti, pon. strada delle mura della città, tram. calle detta del Sutti —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10613, 5016).
1837, mar. 23*G.B. Sutto, «avendo l’orto annesso alla casa di sua ragione — n. 1134, conterminante a tram. colla strada detta del Sutti, che dal borgo Villalta a lev. mette nella strada delle mura della città a pon., qual orto attualmente è cinto con la sola porzione di muro vecchio principiato — ha divisato di continuare il principiato muro —»; chiede pertanto al comune m2 5,91 e ne cederebbe in cambio m2 8,12. La deputazione d’ornato modifica i confini (A.S.U., C.A. I, 269/III, con dis.).
1852*Appartiene a G.B. Sutto (Competenze, I, f. 30v).
1135
1801 Sac. Domenico Sutto (Nomenclatura, f. 42v).
1809*Appartiene all’agricoltore Domenico Sutto (Registro delli aloggi, f. 30v).
1815, ag. 24 Giacomo e Pietro fratelli Sutto vendono a Dionisio q. G.B. Doretti la casa n. 1135, confinante a lev. rappresentanti di Vincenzo Virgilio, mezz. Rosanna Sutto ved. Cantoni, pon. androna Sutti, tram. orto di Dionisio Doretti (A.S.U., N., Osvaldo Colomba 10303, 818).
1852*Appartiene a Marco Danielis (Competenze, I, f. 30v).
   
BIBLIOGRAFIA della PORTA, Toponomastica, 228.
1136
1801 G.B. Cantoni (Nomenclatura, f. 42v).
1809*Appartiene all’agricoltore G.B. Cantone (Registro delli aloggi, f. 30v).
1852*Appartiene a Giovanni Cantoni (Competenze, I, f. 30v).
1137
1801 Nob. Giovanni Rinoldi1 (Nomenclatura, f. 42v).
1809*Appartiene a Giovanni Rinoldi. Vi abita l’impiegato Francesco Zampari (Registro delli aloggi, f. 30v).
1813, nov. 17 Tommaso q. Giovanni Rinoldi vende per L 614 a Vincenzo q. Valentino Tunissi «una casetta di muro - posta nel borgo di Villalta al c.n. 1137»; confina lev. Giacomo Marcolina, mezz. strada, pon. androna Sutti, tram. eredi del q. Francesco Beretta (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10593, 1143).
1818, magg. 13 Vincenzo Tunisso la vende ai coo. Bernardino, Antonio e Gerardo q. Francesco Beretta (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10599, 2283).
1852*Appartiene a Rosa Picca (Competenze, I, f. 30v).
   
NOTE1Il ms. 305/15, f. 63v aggiunge che la casa è affittata, senza per altro precisare a chi.
1138
1801 Pietro Marcolini (Nomenclatura, f. 42v).
 *Affittuale Antonio Zampari (ibid.).
1809 È di Giacoma Toscano, incannatrice (Registro delli aloggi, f. 30v).
 *Vi abita il calzolaio Giacomo Alvera (ibid.).
1820, sett. 10 Giacoma Toscano la vende alla sorella Anna Toscano, moglie di Giorgio Cigoi (atto privato, registrato da Riccardo del fu Antonio Paderni e citato nell’atto riportato infra).
1820, dic. 31 Anna Toscano Cigoi vende a Michele fu Nicolò Sutto la casa 1138 per L 800. «Confina a lev. — Beretta e — Pietro Andreoli, mezz., pon. e tram. — coo. Beretta» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10455, 2433).
1852*Appartiene a Michiele Sutto (Competenze, I, f. 30v).
1139
1801 Co. Antonio Beretta (Nomenclatura, f. 42v).
 *Affittuale Antonio Pletti (ibid.).
1809*Appartiene ad Amalia Beretta. Vi abita l’industriante Pietro Antonio Della Rossa (Registro delli aloggi, f. 31v).
1825, ag. 8 Antonio e Gerardo q. Francesco Beretta vendono ad Alessandro q. Francesco Boezio «una casa — coperta di coppi, con portico, cortivo ed orto, sittuata — nel borgo di Villalta, coscritta colli c.n. 1139 e 1141 —; confina a lev. Mattia Acurna fu Pilletti e fratelli q. Giovanni Tomadini, mezz. borgo di Villalta, Michiele Suto e il nob. Bernardino Beretta, fratello di detti — venditori, pon. detto Suto ed androna va alle murra della città detta delli Sutti e a tram. Rosana Sutti Cantoni — per — it. L 2100 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10464, 4464).
1852*Appartiene ad Alessandro Boesso (Competenze, I, f. 30v).
1140
1801 Paolo Braidotti (Nomenclatura, f. 42v).
1809*Appartiene al negoziante Francesco Braidotti. Vi abita il facchino Francesco Barbiano (Registro delli aloggi, f. 31v).
1812, ott. 14 «— Francesco del fu G.B. ed Anna q. Nicola Lirussi iug. Braidotti — vendono — alli sigg. don Francesco prete, Giuseppe ed Antonio fratelli Tomadini del fu — Giovanni, possidenti con domicilio in questa stessa comune di Udine1 —, una casa situata — nel borgo di Villalta al c.n. 1140 —, confina a lev. Angelo e Nicola Virgilio, mezz. strada — del borgo di Villalta, pon. li figli pupilli del fu — Francesco Beretta ed a sett. cortivo promisquo colli detti Virgilio, Andrea Molinaro e consorti —. Questa vendita — si fa pel prezzo — di it. lire — 1000 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10590, 808).
1825, ag. 8*Vedasi n. 1139.
1852*Appartiene ai fratelli Tomadini (Competenze, I, f. 30v).
1856, lugl. 18*Il commissariato agli incendi alla congregazione municipale della r. città di Udine: «Son poche notti che nel borgo S. Lazzaro — si manifestò un incendio in una casa aderente alla fabbrica di cereria del sig. Tomadini. Per buona sorte dei vicini venne domato il fuoco nel primo suo sviluppo e di lieve conseguenza fu per la casa stessa. In questa occasione però si ebbe motivo di conoscere un bisogno al quale la congregazione municipale non lascierà certo intentato mezzo per soddisfarlo. Trattasi che in questo borgo non si ha che poca acqua dai due pozzi comunali aperti ad uso di pubblico, per cui occorrerebbe in simili frangenti ricorrere al canal della roggia in borgo Gemona per averla, con grande perdita di tempo per la grande distanza e quindi con assai poco profitto. A toglier tale inconveniente, che può compromettere le sostanze e la vita di molti, converrebbe in caso d’incendio nel borgo di S. Lazzaro, che venisse aperta quella Porta che da tanto tempo l’i.r. finanza tien chiusa, onde attinger l’acqua nella fossa —» (A.S.U., C.A. I, 843).
   
NOTE1Per i Tomadini vedasi n. 818.
   
BIBLIOGRAFIA FALCIONI, Industrie udinesi, 352.
1141
1801 Co. Antonio Beretta (Nomenclatura, f. 43v).
 *Affittuale Andrea Dos (ibid.).
1809*Appartiene a Giovanni Maria Beretta. Vi abita l’industriante Andrea Dossi (Registro delli aloggi, f. 31v).
1825, ag. 8 Vedasi n. 1139.
1852*Appartiene ad Alessandro Boesso (Competenze, I, f. 30v).
1937 Casa di un piano di cinque finestre.
1142
1801 Paolo Zilli (Nomenclatura, f. 43v).
1809 È di Mattia Occorn, negoziante (Registro delli aloggi, f. 31v).
1852*Appartiene a Nicolò Clemente (Competenze, I, f. 30v).
1143
1801 Andrea Tosolini (Nomenclatura, f. 43v).
1809*Appartiene all’agricoltore Andrea Tosolino (Registro delli aloggi, f. 31v).
1833, sett. 19 Andrea q. Leonardo Tosolini vende a Lucia ved. Belligoi la «casetta n. 1143; il tutto confina a lev. gli eredi — Virgilio, a mezz. parte passalizio consortivo — e parte Giuseppe Plet, a pon. la figlia di Paola n. Zilli Ugor ed a tram. consorti Sutti e Virgilio —. La — vendita viene — fatta — per — austr. L 1107 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10314, 2821).
1852*Appartiene ad Abramo Stefanutti (Competenze, I, f. 30v).
1144
1801 Giuseppe Pletti (Nomenclatura, f. 43v).
1809*Appartiene all’agricoltore Giuseppe Pletti (Registro delli aloggi, f 31v).
1812, ag. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 21 maggio, asta di «una cucina a pian terreno al n. 1144, a tram. Tosolino Andrea, a mezz. questa ragione, ritenuto l’ingresso». Debitore è Giuseppe Pletti, per L 10,43 (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 170).
1852*Appartiene a Caterina Feruglio (Competenze, I, f. 30v).
1145
1801 Angelo Virgilio (Nomenclatura, f. 43v).
1809*Appartiene agli agricoltori Nicola e fratelli e cugini Virgili (Registro delli aloggi, f. 31v).
1827, giu. 21*«— Isidoro Virgilio — vende — al — Giovanni Padovano — casa di abitazione attuale delli — Isidoro del fu Paolo — e Paolo figlio Virgilio, posta in — borgo Villalta al c.n. 1145 con suo fondi, cortivo ed orto — al n. 769; confina a lev. Galiussi G.B. del fu Sebbastiano, mezz. Virgilio Niccolò ed Angelo del fu Vincenzo ed Isidoro del fu Paolo mediante corte comune, pon. Tosolini Andrea del fu Leonardo ed alli monti Tosolini medesimo e Virgilio Niccolò del fu Vincenzo —» (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 635, 1782).
1827, giu. 21*«— Marco Danielis — retrocede al — predetto Isidoro Virgilio — una casa in — borgo di Villalta segnata col n. 1145 con suo fondi di cortivo ed orto in mappa al n. 769 —» (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 635, 1783).
1828, ott. 23*«— Giovanni Padovani —vende — al sig. Zaccaria Palma — casa di abitazione delli — Isidoro del fu Carlo — e Paolo figlio Virgilio, posta in — borgo Villalta al c.n. 1145 con suo fondi, cortivo ed orto —; confina a lev. Galiussi G.B. del fu Sebbastiano, mezz. Virgilio Nicollò, Angelo del fu Vincenzo ed Isidoro del fu Paolo mediante corte comune, pon. Tosolini Andrea — ed alli monti Tosolini suddetto e Virgilio Nicollò. del fu Vincenzo —» (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 635, 2214).
1828, ott. 31 È di Teresa Vergilio, vedova di Giuseppe d’Odorico (A.S.U., C.A. I, 148/X, 4586 Orn. II C, con dis.).
 *Si tratta di un progetto di riforma della casa (ibid.).
1832, apr. 1*«— Teresa — del q. Nicola Vergilio — vende a corpo — alli — fratelli Valentino e Giovanni Toniutti — una casa — in — lei — pervenuta per l’eredità paterna, composta da una stanza terranea col solaro sopra ed altra camera esistente sopra il portico d’ingresso d’altri Vergilio verso lev., il tutto coperto di coppi e sua corticella, il tutto unito confina a lev. una casa e fondi — al n. 770 fu di — Franceschinis e parte cortivo di — Angelo e consorti Vergilio, a mezz. il — borgo di Villalta, a pon. stradella consortiva ed a tram. con casa ad uso di stalla e cortivo di —Angelo Vergilio, la qual casa è situata — nel borgo di Villalta al c.n. 1145 —. La — vendita viene — fatta — per — ven. — L 1900 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10313, 2639).
1852*Il complesso è diviso tra vari proprietari: il n. 1145 A appartiene ai fratelli Toninutti, il n. 1145 B a Luigi Virgilli e il n. 1145 C a Vincenzo Virgilli (Competenze, I, f. 31v).
1859, apr. 9*L’ingegnere municipale G.B. Locatelli formula per la congregazione municipale una stima della casa n. 1145 incendiata. Era di proprietà di Pietro Bonini (A.S.U., C.A. II, 76, 114).
1883*Bottega del calzolaio Eugenio Bigotti (AVOGADRO, 140).
1146
1801 Co. Tomaso e fratelli Franceschinis (Nomenclatura, f. 43v).
 *Affittuale Osvaldo Morelli (ibid.).
1809*Appartiene ai fratelli Franceschinis. Vi abita il cocchiere Osvaldo Morelli (Registro delli aloggi, f. 31v).
1852*Il 1146 I appartiene a Francesco Barbiani, il 1146 II a Maria Fabris (Competenze, I, f. 31v).
1937 Comprende due case: una di due piani di due finestre; l’altra di due piani di due finestre al primo piano e tre al secondo. Sopra il portone si vede una nicchia dove forse anticamente esisteva qualche immagine.
1147
1801 Vicenzo Moro (Nomenclatura, f. 43v).
 *Affittuale Nicola Magrino (ibid.).
1809*Appartiene al perito Vincenzo Moro. Vi abita il muratore Nicola Magrino (Registro delli aloggi, f. 31v).
1852*Appartiene a Giuseppe del fu G.B. Moro(Competenze, I, f. 31v).
1148
1801 Beltrame Suberli (Nomenclatura, f. 43v).
1809 G.B. Galliussi, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 31v).
 *Vi abita l’industriante Anna Scrosoppi (ibid.).
1828, ott. 20*Teresa n. Vergilio ved. del fu Giuseppe D’Odorico «— costreta a riparare una caseta bassa d’affitto di sua ragione, situata — in borgo di Villalta, minaciante rovina, conterminante con altra casa, pure di sua ragione sotto lo stesso n. 1148, ed in pari tempo di ridurla in eguale altezza e riformarla —, addimanda licenza —» (A.S.U., C.A. I, 148/X, 4546 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene ad Antonio q. G.B. Galliussi (Competenze, I, f. 31v).
1149
1714, dic. 27*«Ser Zuanne q. altro Zuanne Bulgatto — habitante nel borgo di Villalta — ha — con titolo di goder concesso a ser Giacomo Michelutto q. Michele di S. Margarita — una stanza a pie’ piano, di muro, coperta di coppi, situata nel — borgo di Villalta, con cortivo, ove sono altre case — dello stesso Bulgatto, che confina a lev., mezzog. e tram. detto ser Zuanne et a pon. ser Vincenzo Virgilio mediante un forno et una cucina —. Et perché detta stanza tiene bisogno d’una scaffa, s’obbligò — ser Zuanne quanto prima di fare a proprie spese —»1 (A.S.U., N., Francesco Brunalleschi, 8300, IX instr., f. 4r — 4v).
1753*La casa appare gravata di un livello a favore dell’ospedale: «— Zuanna Buligata paga di livello francabile — ogn’anno, li 5 marzo, L 17 s 7 sopra una casa che fu escorporata a Lonardo Ceschiutto — fin nell’anno 1693, la qual casa poi fu venduta a livello francabile a Zuanne Buligat con instr. 5 marzo 1703 —, nod. Carminato cancelliere —» (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1753, f. 315v).
1801 Agostino Tassini (Nomenclatura, f. 43v).
 *Affittuale suo cognato (ibid.).
1809 G.B. Galliussi (Registro delli aloggi, f. 31v).
1834°«Galliussi G.B., loco Buligato Pierina, loco Buligato Zuane, originario contribuente, paga ven. L 11 s 2 p 6 sopra una casa in borgo Villalta stata escorporata su istanza dell’ospitale a Leonardo Ceschiutto» (A.O.U., Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834).
1852*Appartiene ad Antonio del fu G.B. Galliussi (Competenze, I, f. 31v).
   
NOTE1Il documento evidentemente si riferisce alle case n. 1148 e 1149.
1150
1801 Vicenzo Moro (Nomenclatura, f. 43v).
 *Affittuale Domenico Gobbo (ibid.).
1809*Appartiene al perito Vincenzo Moro. Vi abita l’agricoltore Domenico Gobbo detto Papin (Registro delli aloggi, f. 31v).
1852*Appartiene a Giuseppe q. G.B. Moro (Competenze, I, f. 31v).
1151
1801 Michele Del Negro (Nomenclatura, f. 43v).
1809*Appartiene alle sorelle Del Negro, industrianti. Comprende «stanze piccolissime» (Registro delli aloggi, f. 31v — 32r).
1824, ott. 28 Giovanni Del Negro (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
 *Il capo del quarto quartiere segnala che nella casa esiste un pozzo scoperto (ibid.).
1828, lugl. 1*Appartiene a Giovanni Del Negro. Vedasi n. 1152, dis.
1833, giu. 18 I figli del fu Michele Del Negro e Simone q. Odorico Bearzi in nome delle figlie avute con Regina Del Negro vendono alla sign. Maria Valussi Fabris «— le due casette di muro coperte di coppi, poste — nel borgo di Villalta n. 1151. Confinano a lev. eredi Pletti e Della Chiara, mezz. strada —, pon. Barbeano e Virgili, ed a tram. eredi del fu Vincenzo Moro —. Il prezzo — viene — determinato in austr. — L 2480 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10611, 4509).
1852*Appartiene a Maria Fabris (Competenze, I, f. 31v).
1937 Casa a tre piani di quattro finestre, rimodernata.
1152
1801 Antonio Pletti (Nomenclatura, f. 43v).
1809*Appartiene al facchino Antonio Pletti, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 31v).
1828, lugl. 1 È di Nicolò Pletti, che domanda di poterla riformare (A.S.U., C.A. I, 148/X, 2777 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Domenico De Petri (Competenze, I, f. 31v).
1153
1801 Francesco Pletti (Nomenclatura, f. 43v).
1809*Appartiene all’industriante Angela Pletti. Vi abita l’industriante Angela Vicario (Registro delli aloggi, f. 31v).
1828, lugl. 1*Appartiene ad Angela Pletti. Vedasi n. 1152, dis.
1852*Appartiene ad eredi Pletti (Competenze, I, f. 31v).
1154
1801 Sebastiano Petri (Nomenclatura, f. 43v).
1809*Appartiene all’agricoltore Sebastiano Petri (Registro delli aloggi, f. 31v).
1852*Proprietà di Domenico Petri e così il 1154 II (Competenze, I, f. 31v).
1856, lugl. 7*Giovanni Petri, acquistato l’orto annesso al cortile della casa n. 1154, chiede il permesso di aprire «una porta nel muro d’uscita che circonda quel fondo ortivo e dietro le mura di questa città» (A.S.U., C.A. II, 66, 4727 Orn. II C, con dis.).
1155
1801 Co. Trifone Bisanti1 (Nomenclatura, f. 43v).
 *Affittuale Giuseppe Dominissini (ibid.).
1809*Appartiene a Trifone Bisanti. Vi abita il «bavellino» Giuseppe Dominissini (Registro delli aloggi, f. 31v).
1841, giu. 26 «Giuseppe q. G.B. Tami vende — al sig. — Giuseppe fu Domenico Degan — quattro casette — situate — nel borgo di Villalta — n. 1155, 1156, 1157 e 1158 —, quali confinano a lev. sigg. Moro, mezz.il borgo di Villalta, pon. Petti detti di Chiara ed a tram. detti — Moro —, che il venditore dichiara essere in lui pervenute coi rispettivi —fondi in forza del contratto d’acquisto fatto dalle mani delli sigg. Gallibert di Venezia li 15 apr. 1831, — not. — Agostino Augeri — . Tale vendita — viene fatta — per — austr. L — 4000 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10500, 14089).
1852*Appartiene ad Antonio Tami (Competenze, I, f. 31v).
   
NOTE1Per Trifone Bisanti: A. della FORZA, Diario, 242.
1156
1801 Co. Trifone Bisanti1 (Nomenclatura, f. 43v).
 *Affittuale Pietro Valuschi (ibid.).
1809*Appartiene a Trifone Bisanti. Vi abita il domestico Pietro Valussi (Registro delli aloggi, f. 31v).
1841, giu. 26 Vedasi n. 1155.
1852*Appartiene ad Antonio Tami (Competenze, I, f. 31v).
1876*Falegnameria di Luigi Dominisini2 (COSMI-AVOGADRO, 93), segnalata ancora nel 1883 (AVOGADRO, 144).
   
NOTE1Vedasi n. 1155.
 2Nel COSMI-AVOGADRO è chiamato Dominicini, nelI’AVOGADRO Dominisini.
1157
1801 Co. Trifone Bisanti1 (Nomenclatura, f. 43v).
 *Affittuale Paolo Ricci.
1809*Appartiene a Trifone Bisanti. Vi abita il domestico Francesco Montina (Registro delli aloggi, f. 31v).
1841, giu. 26 Vedasi n. 1155.
1852*Appartiene ad Antonio Tami (Competenze, I, f. 31v)
   
NOTE1Vedasi n. 1155.
1158
1801 Co. Trifone Bisanti1 (Nomenclatura, f. 43v).
 *Affittuale Domenico Ferruglio (ibid.).
1809*Appartiene a Trifone Bisanti. Vi abita l’industriante Domenico Feruglio (Registro delli aloggi, f. 31v).
1841, giu. 26*Vedasi n. 1155.
1852*di Antonio Tami (Competenze, I, f. 31v).
   
NOTE1Vedasi n. 1155.
1159
1801 Nob. Giuseppe di Montegnacco (Nomenclatura, f. 43v).
 *Affittuale Francesco Pilosio (ibid.).
1809*Appartiene a Giorgio di Caporiacco. Vi abita l’agricoltore Francesco Pilosio (Registro delli aloggi, f. 31v).
1835*Vi abita il capo quartiere Giuseppe Pilosio (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1852*È di Antonio Tami (Competenze, I, f. 31v).
1160
 °Sin dalla fine del sec. XVI era di Montegnacco. La casa attuale fu costruita nel 1730. Nel 1805, febbr. 22, Felicita Montegnacco Caporiacco vendette la casa a G.B. q. Francesco Tami (Not. Ottavio Fabrizio1). Nel 1839, ott. 2, atti Clochiatti2, G.B. Livio e Margherita Tami vendono la casa al sig. Cristoforo q. G.B. Berghinz (Raccolta Frangipane, VII, 447).
1669, lugl. 26*«Segui scrittura — sotto li 14 genaro 1666, fra il nob. — Vicenzo Montegnacco3 di questa città da una et ser Nicolò Rizzo, figliuolo del q. ser Hieronimo del borgo di S. Lazaro, dall’altra, nella quale il detto Rizzo promisse — vendere al — sig. Montegnacco la sua casa, posta nella contrada di S. Lazaro, anessa all’altra di propria habitatione del stesso sig. Montegnaco —. Quindi è che, volendo le parti sudette esseguir quel tanto è stato in quella convenuto, il predetto ser Nicolò Rizzo — vende — al — nob. — Vicenzo — la casa in quella nominata et fra li confini espressi nella stima dell’istesa fatta dal — sig. Matthia Cittereo, pubblico perito in questa città, li 30 genaro 1666, publicata li 6 marzo seguente per me — nodaro —, per il prezzo di ducati quattrocentotrentanove L 4 s 13 di L 6 s 4 per ducato —, dal qual prezzo prima s’ha da detraer il carico che si paga in affitto di corte di S. Marco L 5 s 10, importa il suo capitale L 30, il laudemio pagato et altri danari sborsati al predetto Rizzo —» (A.S.U., C.R.S., 546, Rot. 390, Istr. e test., f. 66r , copia da Leonardo Pontoni).
1700, ag. 8*«Fatto in Udine, nel borgo di S. Lucia, in casa degl’infrascritti sigg. Montegnaci —». Si tratta di Gerolamo e Fabrizio, come precisa il rogito 1160 (A.S.U., N., Bertrando Brunalleschi, 7805, XIX instr., f. 69r).
1743, febbr. 16*«Udine, nel borgo di S. Lucia, nell’abitazione del nob. — Girolamo di Montegnaco —» (A.S.U., N., Francesco Tracanelli, 9194, II instrom., f. 56r).
1744 Montegnacco. «La loro casa è situata in capo al borgo con una facciata sul borgo S. Lazzaro» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 176).
1801*Abitazione del nob. Giuseppe di Montegnacco (Nomenclatura, f. 43v).
1809*Appartiene a G.B. Tami. Una parte è abitata dal giudice di corte Giacinto Borgo (Registro delli aloggi, f. 31v).
1815, apr. 27*Inventario dei mobili del defunto Francesco Tami, abitante nella casa n. 1160 in borgo S. Lazzaro (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4813, 355).
1824, ott. 28*Nella casa esiste un pozzo, come segnala il capo del quarto quartiere (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
1839, ott. 2 «Fra li sigg. Livio q. G.B. Tami, possidente, domiciliato in Udine, tanto per sé che qual procuratore delli sigg. Teresa, moglie del sig. Luigi dott. Donati, Ferdinando, sargente militare, ed Antonio, pittore di professione, fratelli e sorella Donati, figli del sig. Angelo e della fu Maria n. Tami coniugi, tutti domiciliati in Parma, per mandato generale 24 ag. 1839, rogato dal not. in Parma dott. Ferdinando Passerini, colà registrato il giorno stesso al n. 2241, — e la sign. Margherita q. G.B. Tami, moglie del sig. Valentino dott. Presani, domiciliata in Trieste, da una parte e dall’altra il sig. Cristoforo q. G.B. Berghinz, negoziante, filatoiaro, domiciliato in questa città, — convengono a termini degli articoli seguenti: — Il sig. Livio Tami, tanto in sua specialità che qual mandatario delli di lui nipoti sunominati —, nonché la sign. Margherita Tami Presani —, vendono — al sig. Berghinz — la casa di essi, — venditori, posta in Udine nel borgo del Ss.mo Redentore, con unita fabbrica d’abitazione posteriormente eretta e sita al lato di pon. del maschio, il tutto abbracciato dal c.n. 1160 ed altre due casette annesse al lato di tramontana di detto maschio, portanti il c.n. 1161, con li due cortivi ed orto pure unito, ed il tutto compreso in mappa dal n. 782; confina insieme a lev. parte fabbrica e corticella della facoltà oberata di Giovanni Baldissera ed in maggior parte il borgo del Ss.mo Redentore e borgo Villalta, pon. cortivo ed orto di Vincenzo Moro, tram. facoltà — oberata di Baldissera Questa vendita à luogo per il — prezzo di austr. L 26000 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4825, 2602).
1849, lugl. 10*Cristoforo Berghinz, proprietario della casa n. 1160, «ha divisato di fare una finestra nella facciata di muro della sua casa di Udine». La deputazione d’ornato lo convoca per indurlo a modificare il progetto e nega l’autorizzazione ai lavori, a meno che egli non si adatti alla soluzione proposta dalla deputazione stessa (A.S.U., C.A. I, 469, 4047 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Valentino Dreussi).
1852*Appartiene a Cristoforo Berghinz (Competenze, I, f. 31v).
1855, giu. 24*Cristoforo Berghinz, chiede ed ottiene il permesso «d’aprire una porta ad uso di cariaggi nel muro che sta sulla contrada di Villalta» (A.S.U., C.A. II, 66/1855, 4177 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Valentino Dreussi).
1876*Recapito del negoziante di seta Giuseppe Berghinz (COSMI-AVOGADRO, 114).
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 15 lugl. 1975 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1L’atto non è stato rintracciato negli atti del notaio esistenti in A.S.U..
 2Vedasi infra alla data ricordata.
 3Per la famiglia di Montegnacco: CANCIANINI, Cenni sulla famiglia di Montegnacco; JOPPI, Udine prima del 1425, IX; MONTICOLI, Cronaca, 43; NOACCO, Albero genealogico della nob. famiglia di Montegnacco; PASCHINI Un’attestazione di italianità, 193-198; Vedasi anche supra al n. 791.
   
STUDI INEDITI L. PALLADIO degli OLIVI, Cronaca, p. 360-361.
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 220-221; BRAGATO, Guida, 90; COMELLI, Passeggiate, 156; ERMACORA, Guida, 132; PICCO Ricordi, 132; della PORTA, Toponomastica, 227.
1161
1801 Nob. Giuseppe Di Montegnacco (Nomenclatura, f. 43v).
 *Affittata a Filippo Miconi (ibid.).
1809*Appartiene a G.B. Tami. Vi abitano l’industriante Giuseppe Magrino e la «casolina» Lucia Barbetti (Registro delli aloggi, f. 31v).
1852*La parte censita 1161 A appartiene a Cristoforo Berghinz (Competenze, I, f. 31v).
[1937] Una parte di questa casa fu unita al n. 1160. Rimane casa di due piani di tre finestre.
1162
1774, febbr. 23°°Pianta di Alessandro Rota relativa ai fondi 1162, 1163 e 1164 (B.C.U., A.C.A., ms. B.LXVII, c.5r).
1801 Giovanni Baldissera (Nomenclatura, f. 43v).
1809*Appartiene al pistore Pietro Baldissera. Vi abitano due famiglie di pistori (Registro delli aloggi, f. 31v).
1813, apr. 8*Antonio Baldissera chiede «di rimodernare la facciata della casa di sua ragione inscritta col n. 1162» (A.S.U., C.N., 180/1813/I, 1527 Orn. XIX, con dis.).
1835*Vi abita la levatrice Domenica Baldissera (A.S.U., C.A. I, 237/XII, Elenco del personale sanitario).
1852*È di Cristoforo Berghinz, proprietario anche del n. 1162 A (Competenze, I, f. 31v).
1937 Casa di due piani di quattro finestre. Sulla facciata, una Madonna entro cornice di stucco.
1163
1774, febbr. 23°°Vedasi n. 1162.
1801 Giovanni Rioli (Nomenclatura, f. 43v).
 *Affittuale Maddalena Donda (ibid.).
1809*Appartiene all’oste Giovanni Riolo. Vi abita il pistore Domenico Nidi (Registro delli aloggi, f. 31v).
1812, dic. 13 Giovanni q. Sebastiano Rioli vende a Giovanni e Antonio Baldissera la «casetta — 1163 — e corticella, confinante verso sol lev. con il — borgo, a mezz. e tram. con case delli acquistanti — ed a pon. con Pietro — Pletti —. La — vendita viene — fatta — per — L 1656,20 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10298, 340).
1852*È di Cristoforo Berghinz (Competenze, I, f. 31v).
1164
1774, febbr. 23°°Vedasi n. 1162.
1801 Leonardo Marzona di Gemona (Nomenclatura, f. 43v).
 *Affittuale Giovanni Baldissera (ibid.).
1809*Appartiene al pistore Pietro Baldissera. Vi abitano anche gli industrianti Francesco Rinaldi e Maria Batella (Registro delli aloggi, f. 31v).
1812 Osteria “Ai due gemelli” (Esercenti).
 *Esercente Francesco Filipon (ibid.).
1814, sett. 15 Giovanni q. Pietro Baldissera vende a G.B. q. Tomaso la casa «ad uso di osteria posta in capo al borgo — del Ss.mo Redentore segnata con c.n. 1164, composta in piano da stanza verso il borgo e da altra stanza in seguito ad uso di cocina e tinello, con corticella e solari sopra et altre camere e solaro sopra esistente a tram., e sopra il portico d’ingresso tra questa ragione e Pietro nipoti Pletti; confina a lev. il — borgo, a mezz. con la casa — 1163 del — Baldissera, in loco del sig. Giovanni Rioli, a pon. Pietro e Nicolò Pletti ed a tram. Giuseppe Cooz q. Valentino —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10301, 620).
1852*È di G.B. Buiatti, proprietario anche del n. 116 A (Competenze, I, f. 31v).
1883*Bottega del tappezziere e sellaio Antonio Bertuzzi (AVOGADRO, 156).
1165
1734, apr. 4 Testamento di Bernardo q. Pietro Bravo, il quale lascia la casa a Francesco e Pietro q. Protasio Pinzani1 (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8302, XXVIII instr., f. 19v — 20r).
1757, nov°La casa viene ceduta in enfiteusi al sig. Antonio Plet (Nota Carlo Grazia).
1757, dic. 22 Francesco e Pietro Pinzani vendono a Giacomo q. Pasquale Cicogna l’affitto enfiteutico che percepiscono sopra «— una casa con suo cortivo et orto, il tutto posto — nel borgo di S. Lazzaro dirimpetto alla loggia, al di dietro della casa dominicale del nob. — Marcantonio di Montegnaco, che confina a lev. Domenico Pisolino e mezz., parte il — di Montegnaco et in parte — Bernardino Gobbesso, a sol a monte l’orto del — di Montignaco et alle monti ser Valentino e Francesco cugini Coz —» (A.S.U., N., Francesco del fu Alessandro Brunalleschi, 9195, VIII instrom., f. 115v — 117r).
1801 Orlando Cicogna (Nomenclatura, f. 43v).
 *Affittuale Antonio Pletti (ibid.).
1809*Appartiene ai facchini Antonio e Pietro Pletti (Registro delli aloggi, f. 31v).
1823, ag. 18 Giustina Feruglio, moglie di Angelo Pletti, vende a Caterina Tonin, moglie di Tomaso Pletti la «— casetta di muro copperta di coppi sopra degorenti, serviente ad uso di stalla, cortivetto a pon. e stalotto suino a mezz. di essa corticella, col corrispondente carato di transito per fondi restanti alle famiglie Plet fin al — borgo —» al c.n. 1165, per it. L 325. Il tutto confina a lev. con G.B. Buiatti, loco Baldissera, a mezz. Tami, a pon. casa della venditrice, ed a tram. passalizio consortivo (A.S.U., N, Osvaldo Colomba, 10309, 1785).
1824, giu. 16*Appartiene a Lucia Baldissera. Vedasi n. 1166, dis.
1852*È degli eredi del fu Tommaso Pletti, proprietario anche del numero 1165 A; il n. 1165 B è di Luigi Borghi (Competenze, I, f. 31v).
   
NOTE1In realtà il testamento parla di «figlioli e figliole nati e che nasceranno dalla sign. Catterina di lui sorella e dal Protasio iug. Pinzani».
1166
1801 Giuseppe Cozzi (Nomenclatura, f. 43v).
1809*Una parte è dell’agricoltore Giuseppe Coz, dove abita anche il «cordellaro» Antonio Borgo, e l’altra parte, del fabbro G.B. Picini, è abitata dall’industriante Sebastiano Gallo (Registro delli aloggi, f. 31v).
1824, giu. 16 È di Giuseppe q. Valentino Coz (A.S.U., C.A. I, 89/X, con dis.).
 *Il proprietario, facendo presente che la sua casa minaccia rovina, chiede ed ottiene il permesso di ricostruirla (ibid.).
1824, dic. 18*«— Giuseppe q. Valentino Cooz — vende — al — sig. Sebbastiano Cantone — una porzione di casa, composta di due stanze terranee e con due solari sopra, copperta di coppi in cativo stato, con seraglio di muro formante uno stalotto e sito delle imondizie a pon. con pergolo di travi e tolle sopra per quanto s’estende in larghezza la casa stessa, — con la promiscuità del porton d’ingresso e sottoportico a mezz. fin alla corticella di ponente, la mittà della scala che si ascende — al primo appartamento, assieme con la mittà del pergolo fin a tanto che s’introduce nel restante — pergolo, tutto di questa ragione, comprendendosi — li fondi tutti perpendicolarmente occupati dal copperto della casa sudetta e sue linde da lev. a pon. e rapporto al muro di mezz. appresso al portico viene da fondi fin al primo solaro a comprendersi appieno nel contratto presente ed il resto di esso muro di mezz. s’intende per mittà con la porzione di casa che — rimane al venditore, e col dirito d’una fenestra al muro di tramontana alla stanza terranea di pon. e col ius a dirito pure all’aquistante ed eredi e rappresentanti di poter apprire una fenestra ne’ due muri di pon., guardando questa nella corte che gli rimane al venditore, onde dar luce alla stanza di pon.; il tutto situato— nel borgo di S. Lazzaro dal corpo del c.n. 1166 —. La — vendita viene — fatta — per la somma di — L 1390,80 —» (A.S.U., N. , Osvaldo Colomba, 10309, 1943).
1828, apr. 1*La casa, di proprietà Cantone, è affittata ad Anna ved. di Nicolò Precello, ai coniugi Gioseffo e Maria Scubla e a Gioseffo fu Pietro Andrea Magrino (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4826, 3243, Asse della facoltà Cantone).
1852*Il 1166 e il 1166 A e B appartengono a Cantoni e Cozzi; il 1166 B è dei fratelli Cozzi (Competenze, I, f. 31v).
1876*Le parti A e B sono occupate dai noleggiatori di cavalli Domenico Sutto e Antonio Belgrado (COSMI-AVOGADRO, 104).
1833*Bottega di stacci, spazzole e gabbie di Antonio Belgrado (AVOGADRO, 156).
1167
1801 Giulia Zampari (Nomenclatura, f. 43v).
1809*Appartiene al pistore G.B. Zamparo, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 31v).
1824, giu. 16 È di Giulia Zamparo (A.S.U., C.A. I, 89/X, 2322 Orn. II C, con dis.).
1826, ag. 12°°Vedasi n. 1168.
1852*È di Luigi Zamparo (Competenze, I, f. 31v).
1168
1801 Pietro Mauro (Nomenclatura, f. 43v).
 *Affittuale Giacomo D’Odorico (ibid.).
1809*Appartiene al falegname Giacomo Mauri. Vi abita anche l’impiegato Antonio Salmi (Registro delli aloggi, f. 31v).
1826, ag. 12 È di Giacomo Mauro (A.S.U., C.A. I, 100/1826/II, 2864 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario presenta progetto di riforma, che viene accettato (ibid.).
1834, genn. 7*«— Giacomo Vincenzo e Lucia n. Baldissera iug. Mauro — si obbligano di pagare — austr. L 1105,18 a — Ettore kav. Antonini — sotto l’ipoteca speciale — d’una — casa — con piccolo cortivo situata — nel borgo — di S. Lazzaro, composta da due stanze terrane e solari sopra, coperta di coppi, n. — 1168 e parte — 1169, il tutto unito confina a lev. il — borgo di S. Lazzaro, a mezz. Luigi q. G.B. Zamparo, Giulia di lui madre, a pon. — G.B. Bortolomio fratelli Cantoni ed a tram. eredi del q. Giovanni Andrigo —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10314, 2837).
1852*È di Giovanni Tuzzi (Competenze, I, f. 31v).
1169
  Prima del soppresso convento degli Agostiniani, poi di Marco Contarini, acquistata dal Fisco, passa quindi al nob. Marco Contarini, che la vende a Giovanni Franceschinis e Benedetto Tassis1 (Notizie desunte dall’atto citato infra del 5 marzo 1788).
1788, mar. 5 Giovanni Franceschini e Benedetto Tassis cedono in permuta a Michele Picco «una casetta con cucina a pieppiano e camera sopra —, situata — in borgo di Villalta, tenuta ad affitto semplice da Antonio D’Indri; confina da tre parti con esso affittuale e dal quarto con la strada —» (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, II instrom., 191, f. 235r - 236r).
1788, mar. 6 Michele Picco la vende ad Antonio q. Silvestro D’Indri per d 110 (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, II instrom., 193, f. 237r - 237v).
1794, mar. 6 Giovanni Francescotti la vende ad Antonio Tadio «— oriundo di villa di Cargna, ora abitante in questa città —» (A.S.U., N., Marino Sporeno, 9610, Minutario instrom. 1794).
1801 Michele Indri, detto Tochiet, «con case interne delli seguenti proprietari:» Giuseppe Follini, affittuale Natal Colesetti; nob. Giulio Agricola, affittuale Pietro Sgobino; Vicenzo Moro, affittuale Giuseppe Pletti; G.B. Principuti, affittuale Francesco Tonini (Nomenclatura, f. 44v).
1801, magg. 23*«— Antonio q. Silvestro Indri — ha venduto a — Lorenzo, Michiele, Giacomo e Giovanni Pietro fratelli q. G.B. Macutano, oriundi della villa di Cavasso in Cargna —, un’area coperta di coppi con l’unita porzione di cortivo al vento di lev. di ps 30 pd 1/2, il tutto posto — nell’interno della casa e sedime d’abitazione del suddetto Indri — nel borgo di Vilalta, qual casa e cortivo ha per confine a sol lev. restante corte di esso Indri, mezz. eredi Goz, pon. strada pubblica delle mura circondarie di questa città ed a tram. eredi q. Giuseppe Moro — e con gl’impianti di un emolaro, di un pie’ di vite e di un salice esistenti in detta porzione di cortivo —. E questa — allienazione — fa — per il prezzo di L 2495 s 4 —» (A.S.U., N., Graziano Cantoni, XII instr., 10216, 1517, f. 2403r - 2404r).
1802, dic. 10 G.B. q. Antonio Tadio, detto Principutti, vende «alli — rev. don Antonio, G.B. e Vicenzo fratelli Moro — una casetta che da lev. e in tutti i lati confina con il Moro, stata acquistata dal q. Antonio Tadio, padre del venditore, dalle mani del sig. Giovanni Francescotti con instr. 6 marzo 1794 —» (A.S.U., N, Osvaldo Colomba, 10291, IV instr., 410, f. 489r - 489v).
1809 Una parte è proprietà di Giuseppe Indri. Vi abitano gl’industrianti Lorenzo Soiaro e Giuseppe Sartoretti nonché il tornitore G.B. Pascoli; un’altra parte appartiene al sac. Lazzaro Cantone, dove abita il meccanico Pietro Scubino; una terza parte, di G.B. Moro, è occupata dall’agricoltore Agostino Tomadino, dal lavorante Giuseppe Cogoi e dall’industriante Giuseppe Pletti (Registro delli aloggi, f. 31v).
1812 Osteria “Al ponte rosso” (Esercenti).
 *Esercente Teresa Colosetti (ibid.).
1823, mar. 2 «— Teresa Plet ved. Collossetti — vende — verso la propria cognata —Elena Egregis Plet — la casa con pezzettino di cortivo posta in Udine, borgo S. Lazzaro internamente delle fabbriche — n. 1169 col suo relativo fondi e promiscuanza di corte comune —; confina a lev. eredi del fu co. Antonino Antonini, pon. — Bortolomio Cantone e sett. figlio Vicenzo Moro; qual casa e fondi furono da essa Teresa acquistati coll’istr. 16 giugno 1799 a rogiti del — Marco Cancianini — per vendita fattale dal sig. Giuseppe del fu altro Giuseppe Follini, presentemente abitata dalla venditrice medesima. La vendita — viene stipulata — per — L 671,03 —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10547, 1828).
1826, ag. 12 È di Giuseppe Tocchietti. Vedasi n. 1168.
1834, genn. 7*Vedasi n. 1168.
1835, dic. 10*«— Giovanni Turri — vende — all’accennato Michele Indri — una fabbrica vecchia interna al cortivo Indri coperta di coppi, serviente ad uso di stalla ed area con fenile sopra, corticella e promisquità di passalizio, muri chiusori ed il porton e portello; il tutto unito confina a lev. con li — eredi del fu nob. — Giuseppe Lirutti, a mezz. ed a tram. l’acquistante ed a pon. fondi consorti-vi ad uso di strada ed oltre gl’eredi del q. Domenico Scozier —. La — vendita viene — fatta — per — ven. L 690 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10315, 3027).
1842, mar. 5*«— Giovanni Celotti vende — al sig. Giovanni Pontoni — una casa con corte comune sita — nel borgo di S. Lazzaro al c.n. 1169 —; confina a lev. — Giovanni Follini, pon. e tram. — Giuseppe Moro, mezz. corte promiscua, qual immobile è pervenuto nel — Celotti per contratto 24 lugl. 1841 approvato dal — tribunale di Udine —. Questa vendita si fa per il prezzo — di austr. L 720 —» (A.S.U., N., Andrea Bassi, 10638, 287).
1852*Il 1169 A e B è proprietà dei fratelli Moro; il 1169 C appartiene a Bortolomeo Cantoni; il 1169 D è degli eredi Celotti; il 1169 E è di Giovanni Turri (Competenze, I, f. 31v).
1883*Recapito del vetturale pubblico Valentino Belgrado e, nella parte marcata 1169 B, del sensale di alcoolici Luigi Rossetti (AVOGADRO, 156, 159).
1937 Casa di due piani di due finestre, antica. Il sottoportico ha le travi a vista.
   
NOTE1Per Tassis e Franceschinis, vedasi n. 372.
1170
1801 Co. Antonino Antonini (Nomenclatura, f. 44v).
 *Affittuale Pietro Dario (ibid.).
1809*Appartiene ad Antonino Antonini. Vi abita l’industriante Giuseppe Princis (Registro delli aloggi, f. 31v).
1852*E degli eredi Antonini (Competenze, I, f. 31v).
1876*Rivendita di liquori e commestibili diversi di Anna Quargnassi (COSMI-AVOGADRO, 99).
1171
1790, magg. 6.*«— Sebastiano q. Mattia Bertone di Rizzolo e — Andrea q. — Giuseppe Cremese di — borgo di Mezzo — hanno — venduto al — co. Giacomo q. — Eusebio Caimo ed alli — coo. Artico e Bernardo fratelli q. co. Nicolò Andreuzzi — la porzione ad essi — assegnata nella casa posta — nel borgo di S. Lazaro coll’allibramento 13 genn. p.p. del pubbl. per. — Osvaldo Colomba — susseguito — sopra la facoltà subordinata di — Pietro e Antonio fratelli q. Vincenzo Sutto detto Sivilini di detto borgo S. Lazaro. E — questa vendita hanno fatta — pel prezzo — di d 50 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9975, XVI istr,, 1229, f. 1528v - 1529v).
1801 Co. Giacomo Caimo (Nomenclatura, f. 44v).
 *Affittuale Vicenzo Nedich (ibid.).
1809*Appartiene a G.B. Moro. Vi abita l’industriante Giuseppe Rudine (Registro delli aloggi, f. 31v).
1852*È dei fratelli Moro (Competenze, I, f. 31v).
1856*Già con la numerazione rossa, la casa appare unita con la n. 1172 (Prospetti di confronto, 114).
1876*Studio del geometra Antonio Moro (COSMI-AVOGADRO, 96).
1172
1801 Sac. Vincenzo Moro, parroco di S. Giacomo (Nomenclatura, f. 44v).
1809*Appartiene all’agricoltore G.B. Moro (Registro delli aloggi, f. 31v).
1824, dic. 28 È di Vincenzo Moro. Vi è un pozzo (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
1850*Filanda di seta con un fornello, di Francesco Moro (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta attive nel comune di Udine, n. 150/4).
1852*È dei fratelli Moro (Competenze, I, f. 31v).
1856*Con la numerazione rossa la casa appare unita con la n. 1171 (Prospetti di confronto 114).
1937 E unita al 1171. Sulla facciata un Crocefisso del sec. XVI.
   
BIBLIOGRAFIA Borgo S. Lazzaro: il crocifisso; C’è anche un affresco.
1173
1767, mar. 24*«— Ser Tommaso di Cornellio abitante — nel borgo di S. Lazzaro, avendo li giorni passati esposto agl’ill.mi sigg. deputati il suo desiderio che è di chiudere con muro verso le pubbliche mure della città un suo pezzo di terra contiguo alla casa di sua abitazione et con tal mezzo renderlo immune dai deturbamenti che con frequenza in ogni tempo dell’anno veniva di rissentire, sopra di che avendo — Marzio Franceschinis, — uno de’ — deputati, fatto il sopralucco —, i deputati — hanno concordemente decretato che il detto di Cornellio possa intraprendere l’o-pere del divisato muro —» (A.S.U., C.A., 14/51).
1801 Domenico e fratelli Cornelio (Nomenclatura, f. 44v).
 *Affittuale Domenica Flamia (ibid.).
1805, giu. 5*Dall’asse della facoltà di G.B. Cornelio: 1 «— Una casa posta — nel borgo di S. Lazzaro, tenuta in affitto da —Domenico Paccichetti. Confina a lev. il borgo suddetto, mezz. fratelli q. Giacomo Moro, pon. ed a tram. il luogo dominicale delli fratelli Cornelii, ora parte possessa dal sig. Zuanne Baldissera —». Al n. 2: «— Camera nova sopra il porton d’ingresso della casa dominicale delli fratelli — Cornelio» (A.S.U., N., Francesco Girardi, 10616, Asse di facoltà di d. G.B. Cornelio fatto l’anno 1805, f. 1r — 3r).
1809 Appartiene al negoziante Giovanni Baldissera. Vi abita il linaiolo Gasparo Trabaldi (Registro delli aloggi, f. 31v).
1815, febbr. 1*«Angelo figlio del q. Tomaso Cornelio — vende — all’anzidetto — Giuseppe Cornelio — fratello — una porzione di casa la quale in piano ha servito sino in presente ad uso di arra —, a tram. del cortivo dal corpo del c.n. 1173 —. Confina a lev. la restante casa rimasta al cedente Angelo Cornelio, a mezz. con cortivo promiscuo —, a pon. — Giovanni Baldissera ed a tram. — don Lazzaro e fratelli nipoti Cantoni e con il ius di transito per il cortivo e porton d’ingresso — per — L 660 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10302, 706).
1827, ag. 22 Giovanni Rioli q. Sebastiano vende a Teresa q. Antono Cossio la casetta n. 1173 «con — carato di corticella, carato del cortivo e portico d’ingresso, situata — in borgo S. Lazzaro, portante parte del c.n. 1173 —; confina a lev. case — degli eredi Patrielli, furono Baldissera, a mezz. — Giuseppe Moro, a pon. — Pietro Ribano con case furono — Baldissera ed a tram. cortivo promiscuo —; la qual casetta, unitamente ad altre case, pervenivano in proprietà del — Rioli riportate in pagamento per li di lui speziali titoli sulla facoltà subordinata delli sigg. Giovanni ed Antonio padre e figlio Baldissera di Udine in relazione alla sentenza graduatoria 18 genn. 1825, seguita presso questo i.r. tribunale —. La — vendita viene — fatta — per la somma — di — austr. L 542,85 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10311, 2268).
1852*È dei fratelli Moro (Competenze, I, f. 31v).
1174
1801 Domenico e fratelli Cornelio (Nomenclatura, f. 44v).
1809*La proprietà appare frazionata: una parte è dell’agricoltore Angelo Cornelio, che vi abita; una del negoziante Giovanni Baldissera, che l’ha affittata all’industriante Giovanni Mattioli, al domestico Angelo Mistruzzi e al fruttaiolo Pietro Rossi; una parte è del sac. Domenico Cornelio, che l’ha affittata all’agricoltore Leonardo Zilli; una parte infine, di Giovanni Cornelio, è abitata dall’impiegato Giuseppe Marchetti, dal lavorante Antonio Colussi, dal domestico Girolamo Borghi e dal macellaio Giuseppe Cividello (Registro delli aloggi, f. 32v).
1812, magg. 26*In seguito ad atto oppignorativo del 9 marzo, contro il debitore Angelo del fu Tommaso Cornelio, viene messa all’asta «una cucina a pian terreno al n. 1174, a pon. sig. Domenico Cornelio, a lev. G.B. Cornelio» (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 22).
1812, magg. 31*In seguito ad atto oppignorativo del 18 febbr., viene posta all’asta una «stanza a pian terreno dal corpo della casa — n. 1174, serve ad uso di camera con ingresso verso l’orto dei consorti Cornelis». Debitore è Domenico Cornelio q. Tomaso, per L 15,11 (A.S.U., C.N., 81, Processo verb. d’asta con effetto, n. 7). Sempre in questa data, in seguito ad atto oppignorativo della medesima data, contro lo stesso debitore Cornelio, per L 32,92, è messa all’asta una «stanza che serve ad uso di stalla» nell’edificio n. 1174 (ibid., n. 9).
1812, ag. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 9 maggio, asta di «una stanza a pian terreno ad uso di cucina al n. 1174 a lev. G.B. Cornelio, pon. Giovanni Baldissera». Il debitore, per L 6,19, è Angelo del fu Tommaso Cornelio (A.S.U., C.N., 81, Asta). Un’altra «stanza a pian terreno al n. 1174 a lev. Giuseppe Maria Cornelio, a pon. Angelo Cornelio» è posta in asta per un debito non precisato di Tommaso Cornelio (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 158).
1813, apr. 24*Giacomo Visentini vende ad Antonio del fu G.B. Rizzani e Giuseppe del fu Valentino Prisani una «stanza a pian terreno ad uso di area con ingresso verso la strada, contigua ad altra stanza ad uso di stalla in borgo di S. Lazzaro dal corpo della casa 1174» (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10571, 633).
1814, apr. 2*In seguito ad atti oppignorativi del 31 maggio 1813 e del 31 dic. 1813, per debito di L 59,24 e di L 66,26, vengono messe all’asta in un lotto due stanze a pian terreno e in un secondo lotto un’altra stanza a pian terreno «ad uso di camera» (A.S.U., C.N., 81, Avviso d’asta per mora pagamento imposta prediale, IV rata 1813).
1837, ag. 18*Carlo Giacomelli e Andrea Tomadini «possessori — di una casa ed orto coscritti al — n. 1174 —, determinarono di costruire nell’orto un edifizio. In questo lato per la lunghezza di m 36,30 c’è un muro divisorio promiscuo coi — fratelli — G.B. e Giovanni M. Cantoni — ed in continuazione avvene un altro lungo m 10,85 di — G.E. Tosolini —, a cui succede una casa del medesimo Tosolini — lunga m 13,60. In tutta questa lunghezza dee costruirsi la nuova fabbrica —». Pregano pertanto di invitare i confinanti per gli accordi. Ne segue il processo verbale, in seguito al quale le parti addivengono ad amichevole composizione (A.S.U., C.A. I, 269/III, 4927 Pol. Giud./IX D, con dis.).
1852*Appartiene ai fratelli Moro, proprietari anche del n. 1174 A. Il 1174 B è di G.B. Prodoloni, il 1174 C di Maria Rioli, il 1174 D ed E di Antonio Baldissera, il 1174 F di Giacomelli Tomadini, fabbrica di cereria, il 1174 G di Marietta Bioli, il 1174 H-I, I di Giacomelli Tomadini, il 1174 I, II di Tommaso Cornelio e del sac. Indri, il 1174 I, IV del dott. Francesco Forni (Competenze, I, f. 32v).
1876*Nella parte censita 1174 B abita Pietro Piutti, sensale di seta e gallette; in quella 1174 E ha recapito l’imprenditore Santo De Faccio; infine in quella 1174 F Carlo Giacomelli ha una fabbrica di candele di cera (COSMI-AVOGADRO, 89, 96, 113).
1883*Il vetturale pubblico Giacomo Macor ha recapito nella parte marcata 1174 C (AVOGADRO, 159).
   
BIBLIOGRAFIA FALCIONI, Industrie udinesi, 352.
1175
1801 G.B. Cornelio (Nomenclatura, f. 44v).
1805, giu. 5*Dall’asse di facoltà Cornelio: «N.3. Una casa contenuta in una stanza teranea serve per cocina con camera sopra e granaro; il tutto confina a lev. il borgo, mezz. fondi serve per transito della casa dominicale, pon. cortivo del fratello Angelo ed a tram. casa di questa raggione —; segnato per uso militare col n. 1175». Segue l’inventario con la stima (A.S.U., N., Francesco Girardi, 10616, Asse di facoltà Cornelio, f. 4v — 7r).
1809*Appartiene all’agricoltore G.B. Cornelio. Vi abitano il linaiolo Giovanni Bressani e l’industriante Giuseppe Biani (Registro delli aloggi, f. 32v).
1812, ag. 28*In seguito ad atto oppignorativo dell’8 maggio, asta di una stanza, per il debito di L 5,65 di G.B. del fu Tommaso Cornelio (A.S.U., C.N., 81, Asta).
1818, apr. 8 Fu inalzata (A.S.U., C.A. I, 18/II, 1118 Orn. II C, con dis.).
 °°Firmato dal pubblico perito Osvaldo Colomba.
 *Antonio Tosolino, proprietario della casa al n. 1175 «conterminante ad altra casetta unita di sua raggione simile coscritta col n. 1176 —» chiese ed ottenne di «ridurle uguali in altezza e rimodernarle». Il progetto fu approvato. (ibid.).
1834, mar. 3*Antonio Cornelio «per esigenze della propria famiglia ha divisato — di alzare d’un piano la casa di sua abitazione posta nel borgo di S. Lazzaro sotto il c.n. 1175» (A.S.U., C.A. I, 219/I, 870 Orn. II C, con dis.).
1852*È di Antonio Cornelio (Competenze, I, f. 32v).
1876*Recapito del sensale di seta e gallette Giovanni Busetti (COSMI-AVOGADRO, 113).
1937 Casa rimodernata.
1176
1801 Valentino Tosolino (Nomenclatura, f. 44v).
1809*Appartiene al negoziante Valentino Tosolino (Registro delli aloggi, f. 32v).
1818, apr. 8*Vedasi n. 1175.
1839, ag. 29*Appartiene a Valentino Tosolino. Vedasi n. 1177.
1852*È di Gioseffa Tosolini. Il n. 1176 A è di Valentino Tosolini (Competenze, I, f. 32v).
1937 Casa a due piani di quattro finestre.
1177
1801 Valentino Cantoni (Nomenclatura, f. 44v).
1809*Appartiene all’agricoltore G.B. Cantone, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 32v).
1822, febbr. 25*Giovanni M. Cantoni chiede ed ottiene di «gualinare un portone della facciata» (A.S.U., C.A. I, 53/III, 4364 Orn. II C).
1839, ag. 29*I fratelli Giovanni M. e sac. G.B. Cantoni chiedono di riformare la facciata della casa di loro proprietà in borgo S. Lazzaro n. 1177 e 1178. Il progetto è approvato dalla deputazione d’ornato, la quale nella relazione alla congregazione municipale precisa che la casa è destinata «ad uso di agricoltori». Il 20 gennaio 1846 Giovanni M. Cantoni è multato per non aver costruito le grondaie secondo le disposizioni della legge. L’11 febbr. il lavoro è compiuto (A.S.U., C.A. I, 406/1846/II, 4813 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da «Simone Periotti P.o P.o Ing.e».
1852*È di Giovanni Maria Cantoni (Competenze, I, f. 32v).
  Nella chiave dell’arco «G.M.C. 1837»1.
   
NOTE1Potrebbero essere le iniziali di Giovanni Maria Cantoni del doc. del 1822
1178
1801 Valentino Cantone (Nomenclatura, f. 44v).
 *Affittuale Domenico Mieli (ibid.).
1809*Appartiene all’agricoltore G.B. Cantone. Vi abita il taglialegna Domenico Feruglio (Registro delli aloggi, f. 32v).
1824, ott. 28*Il capo del quarto quartiere vi segnala la presenza di un pozzo (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
1839, ag. 29*Vedasi n. 1177.
1852*È di Giovanni Maria Cantoni (Competenze, I, f. 32v).
1179
1801 G.B. Straolini (Nomenclatura, f. 44v).
 *Affittuale Francesco Indri (ibid.).
1809*Appartiene al falegname G.B. Straulino. Antonio Pletti vi gestisce un’osteria (Registro delli aloggi, f. 32v — 33r).
1812 Osteria “Al gallo nero” (Esercenti).
 *Gestione di Antonio Pletti (ibid.).
1839, ag. 29 Vedasi n. 1177.
1852*È di G.B. Stradolini (Competenze, I, f. 32v).
1874*La casa è unita con la n. 1180 (Prospetti di confronto, 114).
1876 Osteria “Al forte d’Osoppo” (COSMI-AVOGADRO, 106).
 *Gestione di Domenico Galanda, che ha anche una pizzicheria (ibid., 110).
1180
1801 G.B. Straolini (Nomenclatura, f. 44v).
 *Affittuale Giuseppe Colussi (ibid.).
1809*Appartiene al falegname G.B. Straulino. Vi abita il falegname Pietro Blasone (Registro delli aloggi, f. 32v).
1852*È di G.B. Stradolini (Competenze, I, f. 32v).
1876*La casa è unita con la n. 1180 (Prospetti di confronto, 114).
1181
1801 Giuseppe Indri (Nomenclatura, f. 44v).
1809*Appartiene all’agricoltore Giuseppe Indri, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 32v).
1812, ag. 28*In seguito ad atto oppignorativo dell’8 magg., asta di «una cucina al primo piano al n.1181». Debitore è Giuseppe Indri, per L 4,07 (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 165).
1837, ott. 22*I fratelli Bortolomio e sac. G.B. Cantoni chiedono ed ottengono di alzare «— la casa di loro ragione — n. 1181 in borgo S. Lazzaro —». Il 20 gennaio 1846 verranno multati per non avere in questa occasione costruito la cornice con la grondaia e i tubi fino a terra secondo i regolamenti (A.S.U., C.A. I, 406/II, 7179 Orn. II C).
1852*È di Giovanni Maria Cantoni (Competenze, I, f. 32v).
1182
1801 G.B. Padovano (Nomenclatura, f. 44v).
1809*Appartiene al sac. Lazzaro Cantone. Vi abita il sarto Giovanni Di Giulio (Registro delli aloggi, f. 32v).
1852*È di Giovanni Maria Cantoni, proprietario anche del n. 1182 A (Competenze, I, f. 32v).
1183
1801 G.B. Tosolino (Nomenclatura, f. 44v).
1809*Appartiene all’agricoltore G.B. Tosolino (Registro delli aloggi, f. 32v).
1852*È di Giovanni Maria Cantoni (Competenze, I, f. 32v).
1184
1801 Pasqua Cite (Nomenclatura, f. 44v).
1809*Appartiene a Pasqua Cudignella. Vi abitano il facchino Sebastiano Sclibino e il fabbricatore di candele Francesco Peretti (Registro delli aloggi, f. 32v).
1852*È di G.B. Tosolini (Competenze, f. 32v).
1185
1801 G.B. Tosolino (Nomenclatura, f. 44v).
 *Affittuale Giovanni M. Spicogna (ibid.).
1809*Appartiene al facchino G.B. Tosolini. Vi abitano il lavorante Nicolò Scagnetti e l’industriante Francesco Turri (Registro delli aloggi, f. 32v).
1852*È di G.B. Tosolini (Competenze, I, f. 32v).
1186
1801 Sebastiano Cantone (Nomenclatura, f. 44v).
 *Affittuale G.B. Pletti (ibid.).
1809*Appartiene al perito Sebastiano Cantone. Vi abitano l’agricoltore G.B. Pletti e il tagliapietra Martino Ioppo (Registro delli aloggi, f. 32v).
1824, mar. 13 «— Sebastiano q. Domenico Cantone vende a G.B. Tosolini e alla moglie di costui Maria Citta, le fabbriche interne al cortivo appresso il sedime di — Citta, situate — nel recinto del borgo di S. Lazzaro, composte in piano da due stanze e da due solari soppra copperte di coppi, con altra piccola fabbrichetta ad uso di arra a mezz., copperta di pagla, ma — questa senza ingresso —, a mezz. stalotto copperto di coppi, cortivo, orti ed impianti, il tutto unito portante — il c.n. 1186 — meno — il copperto di paglia fatto per uso degli animali bovini, perché di ragione di Santo di Antonio Chiopris, affittuale —» Confina a lev. Domenico e fratelli Magrini e Andrea Minotto ed altri, mezz. parte Cantoni parte acquirente, pon. acquirente, tram. parte Magrini parte strada delle mura (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10309, 1850).
1852*È di G.B. Tosolini (Competenze, I, f. 32v).
1187
1801 Sebastiano Cantoni (Nomenclatura, f. 44v).
 *Affittuale Francesco Marangone (ibid.).
1809*Appartiene al perito Sebastiano Cantone. Vi abita il ciabattino Francesco Marangone (Registro delli aloggi, f. 32v).
1811, lugl. 31*«— Sebastiano Cantone — consegna a titolo di patrimonio eclesiastico all’antidetto comparente — Antonio Vicenzo di lui figlio — li beni tutti e casa di ragione proprietaria d’esso — Sebbastiano situato — in questa comune —: casa di muro copperta di coppi di tre appartamenti, situata — nel borgo — di S. Lazzaro — n. 1187; confina a lev. con altra casa di detta ragione, a mezz. con transito consortivo con piϊ particolari, a pon. cortivo di detta ragione ed a tram. parte con casa di detta ragione ed parte con casa — di Leonardo ed Andrea q. Giacomo Barbetto —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10296, 176).
1823, nov. 26*«— Sebbastiano q. Domenico Cantone — padre, — a titolo di patrimonio ecclesiastico, consegna al — sig. don Giovanni chierico di lui figlio — le fabbriche, cioè casa di una stanza terranea con due solari sopra, copperta di coppi, tavellado, con cortivo cinto di muro, situata — nel recinto del borgo di S. Lazzaro, portante il c.n. 1187 —coll’estimo — di L 50,80; confina a lev. con casa restante al — costituente Cantone ed Andrea e nipoti Barbetti, a mezz. passalizio consortivo con questa ragione ed altri, a pon. parte questa restante ragione ed parte — Maria Tusolina, ed a tram. parte detta ragione et parte Andrea e nipoti Barbetti —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10309, 1815; alleg. stima a cura dei pubbl. per. Giovanni Picco e Giacomo Bertolini).
1852*Appartiene al parroco Cantoni (Competenze, I, f. 32v).
1188
1801 Sebastiano Cantone (Nomenclatura, f. 44v).
 *Affittuale Antonio Chiopris (ibid.).
1809*Appartiene al perito Sebastiano Cantone. Vi abita il chincagliere Antonio Chiopris (Registro delli aloggi, f. 32v).
1828, apr. 1*Citata nell’asse della facoltà Cantone, appare affittata a Francesco Rizzo (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4826, 3243).
1852*È del parroco Cantoni (Competenze, I, f. 32v).
1189
1801 Giovanni Magrino (Nomenclatura, f. 44v).
1809*Appartiene al facchino Giuseppe Magrino, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 32v).
1821, sett. 18*Antonio del fu Giuseppe Magrino chiede ed ottiene di aprire una porta sulla strada (A.S.U., C.A. I, 53/III, 4263 Orn. C, con dis. firmato dal muratore Giuseppe Barbetti).
1835*Recapito della levatrice Aurora Baldissera (A.S.U., C.A. I, 237/XII, Elenco del personale sanitario).
1852*È degli eredi de Petri. Il n. 1189 A è di Antonio Magrini (Competenze, I, f. 32v).
1190
1801 Leonardo Barbetto (Nomenclatura, f. 44v).
1852*È di Andrea Barbetti, proprietario anche dei numeri 1190 A e B (Competenze, I, f. 32v).
1876*Nell’edificio è ospitata la fucina del fabbro ferraio Nicolò Pravisani (COSMI-AVOGADRO, 92).
1937 Casa di due piani di quattro finestre. Le finestre sono tutte ad arco.
1191
1801 Gioacchino Variolo (Nomenclatura, f. 44v).
1809*Appartiene in parte agli artigiani Nicolò ed Antonio Varul e in parte agli artigiani G.B. e Giuseppe Varul (Registro delli aloggi, f. 32v).
1812, magg. 26*In seguito ad atto oppignorativo del 9 marzo, asta di «una stanza a pian terreno usata per cucina —». Il debitore, per L 3,49, è Nicolò Variolo (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 3).
1812, magg. 31*In seguito ad atto oppignorativo del 18 febbr., asta di una «cucina a pian terreno con ingresso dal sottoportico e corte verso la strada —». Debitore risulta, per L 4,22, Nicolò Variolo (A.S.U., C.N., 81, Processo verb. d’asta con effetto, n. 32).
1812, ag. 28*Ancora contro Nicolò Variolo, dopo atto oppignorativo dell’8 maggio, asta di «una cucina a pian terreno» per un debito di L 2,87 (A.S.U., C.N, 81, Bollettino asta, n. 183).
1814, apr. 2*Asta di «una stanza al secondo piano al n. 1191, confina a lev. G.B. Variolo». Non sono riportati il nome del debitore, l’importo del debito né gli estremi dell’atto oppignorativo (A.S.U., C.N., 81, Avviso d’asta per mora pagamento prediale 1813, IV rata).
1821, apr. 14 G.B. q. Giachino Variolo fabbro vende a Sebastiano Cantoni la casa n. 1191 «composta da una stanza terranea ad uso di fabro ed altra stanza dietro a ponente, con sottoportico a mezzodν, il tutto da fondi al colmo, e stanza interna ad uso d’arra a pon. del cortivo, stalotto per i suini e cortivo, il tutto situato in Udine nel borgo di S. Lazzaro, portante la casa il c.n. 1191e li fondi sono contenuti nel n. 818 di mappa di Udine. Confina a lev. il — borgo, a mezz. Andrea e nipoti Barbetti, a pon. — Sebbastiano Cantone aquistante ed a tram. Giacomo q. Andrea Minotto ed parte anco con una picola stanza e solaro sopra — degli eredi del q. Nicolò Variolo —. La preindicata dacione — viene dal Variolo fatta — per la somma di it. L 1967,04 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10308,1522).
1832, giu. 16 G.B. Variolo vende a Zuane Filippigh casa 1191 per austr. L 285,71 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10479, 8305).
1852*Il n. 1191 A è di G.B. Tosolini; il 1191 B è del rev. parroco Cantoni; il 1191 C è del parroco Cantoni (Competenze, I, f. 32v).
1192
1801 Andrea Minotto (Nomenclatura, f. 44v).
1809*Appartiene al falegname Giacomo Minotto, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 32v).
1852*È di Giacomo Minotti (Competenze, I, f. 32v).
1876*Recapito del sensale di granaglie, vino e coloniali, Luigi Rossetti (COSMI-AVOGADRO, 113).
1883 Osteria “Alla porta di S. Lazzaro” (AVOGADRO, 151).
 *Gestione di Ortensia Cantarutti (ibid.).
1937 Casa di due piani di tre finestre al primo e due al secondo.
1193
1779, nov. 18*«— Domenico Molteno — vende — a — Giuseppe q. G.B. Minotto —la porzione di casa ad essi — Molteno stata assegnata nella subordinazione del q. Giacomo Padovano coll’allibramento pubblicato li 23 gennaro 1776 in atti dello sp. — Carlo Grazia not. collegiato, separata coll’operazione 23 maggio susseguente in atti come sopra —; e ciò — fa — per il prezzo risultante dalla detta sepparazione di d 73 L 5 s 4 1/2 —». Nella stima del pubblico perito, del 22 magg. 1776, si precisa: «una casa di muro nuova situata — nel borgo di S. Lazaro poco distante dalla Porta publica di detto borgo, fu di ragione del q. Gioseffo Padoano, debitore al — sig. Molteno —, che per il suo debito — separa in detta casa la cocina appieppiano, sopra la strada, che confina a lev. strada publica, mezz. con casa fu — dell’antedetto Padoano, pon. con casa suddetta et a tram. con corte — di ser Gioseffo Magrino —» (A.S.U., N., Marino Sporeno, 9608, Minutario... 1774, alleg. stima del pubbl. per. Valentino Ceschiutti).
1801 Andrea Minotto (Nomenclatura, f. 44v).
1809*Appartiene all’agricoltore Lazzaro Minotto. Vi abita l’agricoltore Nicola Piccotto (Registro delli aloggi, f. 32v).
1852*È di Giacomo Minotti (Competenze, I, f. 32v).
1194
1801 Giuseppe Magrino (Nomenclatura, f. 44v).
1809*Appartiene all’agricoltore Giuseppe Magrino, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 32v).
1839, mar. 22*«— Giuseppe Fabrizio colla privata carta seguita tra — lui e — Giuseppe Roiatto — il 12 — febbraro 1833, — legalizzate le firme dal fu — not. Giovanni Zancani, acquistò una porzione di casa coi rispettivi — fondi, situata in questa r. città dalle mani del preindicato Giuseppe Roiatto, portante il c.n. 1194 — ed avendo il venditore Roiatto riservato il diritto di recupera —, lo stesso Giuseppe Roiatti — ha qui — esborsate austr. L 1136,54 —. Ciò stante l’accennato Giuseppe Fabrizio — retrodà — all’accennato — Giuseppe Fabrizio l’accennata casa —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10316, 3252).
1852*Appartiene agli eredi Magrini e a Giovanni Del Fabro (Competenze, I, f. 32v).
1937 Casa di quattro piani di due finestre, rimodernata.
1195
1801 Domenico Magrino (Nomenclatura, f. 45v).
1809*Appartiene all’agricoltore Domenico Magrino, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 32v).
1839, lugl. 5*«— Sabata e Maria sorelle Magrini — vendono — alla — sign. Anna Tosolini — le — due stanze al pianterreno della casa — nel borgo di S. Lazzaro con pezzettino di corte annessa, coscritta essa casa al c.n. 1195 —. Questa vendita — viene fatta — pel prezzo — di ex ven. L 1910 — corrispondenti ad austr. L 1091,41 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10493, 12197).
1852*È di Giuseppe Tosolini (Competenze, I, f. 32v).
1876*Laboratorio del carpentiere Domenico Tosolini (COSMI-AVOGADRO, 89)
1937 Casa di due piani di cinque finestre. Portone in pietra. Nella chiave «1799 — 28 M.G.».
Porta S. Lazzaro
1355, genn. 7 Vedasi Porta Villalta
1370, genn. 4*«Super propositis per decanum burgi superioris offerentem pro vicinis extrinsecis ad faciendum turrim porte S. Lazeri, lapides savalonum et manoales et petentem selarium garavayte» (Annales, V, f. 22r).
1376, nov. 10 «Super propositis per Iohannem Manfredi de reaptando turrim ruynatam de Porta S. Lazari» (Annales, VI, f. 95r).
1379, mar. 15 «Super propositis per Detalmum suplicantem deputari penes se duas sufficientes personas ad exercendum et laborandum ut turis porte S. Lazari ellevetur et hedifficetur» (Annales, VI, f. 195r).
1643*Spese di restauro per le quali viene pagato m. G.B. D’Adamo (A.S.U., C.A., 93/7, n. 32, f. 6v).
1809*Nella torre abita il custode Pietro Bausero (Registro delli aloggi, f. 32v).
1848*La torre di Porta S. Lazzaro è affittata a Natale Merluzzi. Il contratto decorre dall’8 sett. 1846 e scadrà di 31 lugl. 1855 (A.S.U., C.A. I, 422/Attività... 1848, capit. Fitti di case, fondi e spazi, n. 28).
1862, lugl. 9*La delegazione provinciale alla congregazione municipale: «L’i.r. comando generale, giusta nota 2 corr. —, dichiarò nulla ostare alla riapertura della Porta di S. Lazzaro; riservasi però il comando di stazione di disporre in ogni tempo l’immediata chiusura senza intervento d’altri ogni qualvolta le circostanze richiedessero siffatta misura. Avendo anche l’autorità finanziaria acconsentito a tale riapertura, come consterà a codesto municipio dalla nota — 7 corr., s’incarica codesta congregazione municipale a disporre perché venga senz’altro riaperta detta porta —» (A.S.U., C.A. I, 843, 5171).
1873, mar. 22*L’ingegnere municipale G.B. Locatelli alle autorità municipali di Udine: «Onde assicurare gli oggetti dei cholerosi che ora si trasportano nella caserma comunale ex raffineria1, alla torre urbana di Porta S. Lazzaro è necessario ed urgente far applicare due catenacci verticali ed una nuova e robusta ferratura alla porta d’ingresso, riattare la vecchia, applicare il ferratoppa e far ripassare le altre ferrature alle porte delle camere» (A.S.U., C.A. II, 65, 306 — V sez. tecn.).
1881, giu. 5 Disegno di F. Beretta (Il Ledra, 2).
1884, ott. 21-22°°Progetto di riduzione o barriera daziaria (A.S.U., C.A. II, 65/IV/Porta San Lazzaro , con dis.).
1885, magg. 12 Il consiglio comunale approva il progetto dei lavori per la riduzione a barriera della Porta S. Lazzaro (Parti prese... 1885, 125).
1940, aprile La torre viene abbattuta.
   
NOTE1Vedasi n. 2044.
   
BIBLIOGRAFIA BRAGATO, Guida, 89; di CAPORIACCO, Udine, 120; CICONI, Udine, 49, 225; CORGNALI, Udine prima del 1425, XI; CORGNALI, Udine scomparsa, “Avanti cul brun!” 16 (1949), 50-51; DE PIERO-GUALANDRA, Compendio, 28 JOPPI, Udine prima del 1425, XI; MIOTTI, Cenno sulle antiche opere, 26; Parti prese... 1887, 182; della PORTA, Toponomastica, 140; RIZZI Udine, 61, 157, 161, 186, 192; VALE, Udine invasa, 65; VALENTINIS, Udine antica, 27.
   
ICONOGRAFIA [F. BERTELLI], Città d’Udine; [P. BERTELLI], Città d’Udine; CADORIN, Udine città; [CORONELLI], Udine; GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città; [LASOR A VAREA], Udine metropoli; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine; MURERO, Udine metropoli; RASICOTTI, L’antica e nobilissima città; SCOLARI, L’antica e nobilissima città; [SCOTO], Udine metropoli; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta.
1196
1801 Domenico Scozzier (Nomenclatura, f. 45v).
1809*Appartiene all’agricoltore Domenico Scocier (Registro delli aloggi, f. 32v).
1812, genn. 10*Domenico Scociero chiede il permesso di costruire un camino «nella casa di sua abitazione» al n. 1196 (A.S.U., C.N., 184, 323 Pol./20).
1852*Con il 1196 A e B, appartiene a Valentino Scoziero (Competenze, I, f. 32v).
1937 Casa di due porte, quattro finestre.
1197
1801 Domenico Scozzier (Nomenclatura, f. 45v).
 *Affittuale Pascolo Canton.
1809*Appartiene all’agricoltore Domenico Scocier. Vi abita il taglialegna Pascolo Cantone (Registro delli aloggi, f. 32v).
1852*È di Giovanni Del Fabro (Competenze, I, f. 32v).
1937 Casa di quattro piani di due finestre.
1198
1799, apr. 4 G.B. di Francesco Cantoni cede in permuta a Leonardo Moro «una casetta di muri, copperta di coppi con due solari, stanza terranea e sottoportico d’ingresso, stalla sive arra, cortivo ed orto, il tutto posto in borgo S. Lazaro, confina da lev. — Michiele e nipoti Indri, mezz. cortivo, orto e case — del sig. G.B. Cortolezis, pon. il — borgo di S. Lazaro ed a tram. li fratelli Scozier —» (A.S.U., N., Camillo Merluzzi, 9693, Instr. 1799 -1801, 1197, f. 812r - 813r).
1801 Leonardo Moro (Nomenclatura, f. 45v).
1803, sett. 20 «— Leonardo figlio — di Giuseppe Moro detto Baldisar — ha — venduto ad Antonio q. Francesco Plet — una casa con cortivo e muri ove fu un’arra, il tutto in capo al borgo — di S. Lazzaro —. Qual da lev. confina con l’orto fu di questa ragione, venduto alli — Scozier coll’istr. 16 maggio 1801, atti — V. Codutti —, mezz. G.B. Cortolezis, pon. — borgo ed a tram. — Scozier —, e questo per — d 643 L 1 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, Prot. V, 439, f. 403v - 404r).
1804, apr. 5 Antonio q. Francesco Plet vende la casa 1198 a Susanna Bettini, ved. Rioli (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, V Instr., 462, f. 422v - 423v).
1809*Appartiene all’industriante Susanna Bettini (Registro delli aloggi, f. 32v).
1812, genn. 7 Susanna Bettini «ved. del deffonto — Sebbastiano Rioli fu arromatario in questa commune» per L 1613,35 vende all’agricoltore Domenico del fu Valentino Scociero la casa n. 1198, che «confina attualmente a lev. e tram. col compratore Scociero, a mezz. con casa e cortivo di Antonio q. Tommaso Barbetto, fu di ragion Cortelezzis, ed a pon. colla stradda maestra del — borgo» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10360, 816).
1825, apr. 9 Angela De Marco ved. Scozziero vende a Francesco di Giacomo Bon, per it. L 1392, «una casa composta da una stanza in piano ad uso di cocina con due camere sopra in primo appartamento e grannaro sopra, il tutto copperto di coppi con cortivo ed orticello, il tutto unito situato — nel borgo — di S. Lazzaro, portante il c.n. 1198 —; confina a lev. e tram. con casa e fondi rimasti allo Scozziero, a mezz. — Pascoletti in loco Barbetti ed a pon. il — borgo di S. Lazzaro —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10310, 1980).
1852*È di Francesco Bon (Competenze, I, f. 32v).
1937 Casa di due piani di due finestre.
1199
1757, genn. 16°Il co. Daniele di Caporiacco vende la casa a G.B. Cortolezzis1.
1801 G.B. Cortolezzis (Nomenclatura, f. 45v).
 *Affittuale Paolo Sdrochia e G.B. Scrosoppo (ibid.).
1806, mar. 31 G.B. Cortolezzis vende ad Antonio Barbetti «le due case — con cortivo ed orto — confinanti a sol levado con li cugini Indri, a mezz. con orto e case — Pascoletti, pon. il borgo —, tram. parte — Susanna rel. — Sebastiano Rioli e parte li Scocieri —. E questo per — d 850 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, V istr., 522, f. 473r — 474v).
1809 È di Antonio Barbetti, pistore (Registro delli aloggi, f. 32v).
 *Vi abita l’agricoltore Domenico Buttazzone (ibid.).
1827, magg. 12°È di Francesco Pascoletti. Venduta all’asta ed acquistata da Giuseppe Fabrizio2.
1827, lugl. 7°Giuseppe Fabrizio la vende ad Antonio Pilosio (atto privato).
1827, sett. 27 È di Antonio fu Pietro Pilosio (A.S.U., Arch. Pilosio, XVIII, f. 6r — 6v).
1843, lugl. 12°Antonio Pilosio q. Pietro vende ad Angelo di Antonio Nicola la casa 1199 con casetta interna, confinante lev. Indri, mezz. Ribano, pon. strada, tram. Bon (not. Antonio Cosattini).
1843, lugl. 27 «Angelo — Nicola — vende al sig. Antonio — fu Girolamo dott. Cosattini — casa sul borgo composta di n. tre piani, oltre il pian terreno, corticella con tre fornelli ad uso di filanda di seta, altra casetta interna serve ad uso di stalla con sovrapposto fenile e finalmente l’orticello annesso, tutto compreso — tra li confini a lev. — Michele Indri, mezz. — Pietro Ribano, pon. strada del borgo e tram. Francesco Bon —; quale casa ed orto viene attualmente condotta con affitto semplice dal sig. Giovanni Turri. Il prezzo — della vendita — è di austr. L 3800 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4832, 4969).
1852*Con i numeri 1199 A e B è di proprietà di Antonio Pilosio (Competenze, I, f. 32v).
1937 Casa di tre piani di due finestre.
   
NOTE1Nel ms. senza indicazione di fonte.
 2Nel ms. della Porta senza indicazione di fonte.
1200
1801 Giovanni Pascoletti (Nomenclatura, f. 45v).
1809*Appartiene al sac. Giovanni Pascoletti. Vi abitano l’agricoltore Pietro Mettus, il fabbricatore di candele Domenico Pacas e l’industriante Vincenzo Sutto (Registro delli aloggi, f. 32v).
1852*I n. 1220, 1200 A e B, appartengono a Pietro Ribano (Competenze, I, f. 32v).
1858*Filanda per seta con’due fornelli gestita da Rosa Querincigh (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 40).
1937 Casa di due piani di due finestre; sottoportico.
1201
1801 Giovanni Pascoletti (Nomenclatura, f. 45v).
1809*Appartiene al sac. Giovanni Pascoletti. Vi abita l’industriante Pietro Turri (Registro delli aloggi, f. 32v).
1852*Appartiene a Pietro Ribano (Competenze, I, f. 32v).
1937 Casa rimodernata di due piani di tre finestre.
1202
1801 Domenico Zorzi (Nomenclatura, f. 45v).
1809*Appartiene all’agente G.B. Zorzul, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 32v).
1828, mar. 1*G.B. q. Domenico Zorzi, chiede ed ottiene il permesso di alzare di un piano la propria casa (A.S.U., C.A. I, 148/X, 810 Orn. II C, con dis.).
1852*È di G.B. Zorzi (Competenze, I, f. 32v).
1937 Casa di tre piani di due finestre. Sulla facciata immagine sacra ovale.
1203
1801 Giacomo Cremona (Nomenclatura, f. 45v).
 *Affittuale Giuseppe Levani (ibid.).
1806, apr. 30*«— Giacomo q. — Dionisio Cremona — ha — venduto — a Natale q. Valentino Bon del borgo di S. Lazzaro — una casa — d’esso — Cremona situata nel borgo sudetto di S. Lazzaro, segnata — 1203, con una stanza terranea e tre solari sopra; confina da lev. Giacomo Comin in loco Cantone, mezz. con il sottoportico, tra detto Comino e — Francesco — Cantone, pon. il — borgo di S. Lazzaro ed a tram. con case — di — Dom. Zorzo —. E questo per lo prezzo — di d 570 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, V istr., 526, f. 484r — 485v).
1809 E di Natale Bon, agricoltore (Registro delli aloggi f. 32v).
 *Vi abita il calzolaio Antonio Belisac (ibid.).
1852*È degli eredi del fu Natale Bon (Competenze, I, f. 32v).
1937 Casa di tre piani di due finestre.
1204
1801 Giacomo Comino (Nomenclatura, f. 45v).
1809*Appartiene agli agricoltori Valentino e Francesco Cantone (Registro delli aloggi, f. 33v).
1815, ag. 23*Giacomo Comin con le figlie Paola e Teresa vende a Valentino del fu Francesco Cantone «una casa composta di due stanze terranee, una delle quali ad uso di stalla, copperta di coppi, con porzioneta di cortivo a tram. — dell’ingresso e con arra copperta di paglia e con porzione di cortivo a pon. di essa arra, il tutto — dal corpo della casa n. 1204. Confina a lev., pon. e tram. Valentino e fratelli Cantoni, — ed a mezz. parte li detti — ed parte — don Lazzaro fratelli e nipoti Cantoni — per — L 1374,82 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10303, 813).
1835*Recapito della levatrice Caterina Mestruzzi (A.S.U., C.A. I, 237/XII, Elenco del personale sanitario).
1844, nov. 13 Francesco ed Antonia q. Giuseppe Fabris vendono a G.B. fu Natale Bon per L 800 «casa costrutta di muri, coperta di coppi — sotto il c.n. 1204 — che confina a lev. e mezz. li rappresentanti il fu Valentino Cantoni, pon. il — borgo — e parte li fratelli Bon ed a tram. altri consorti Bon —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10509, 16855).
1852*Il n. 1204 e 1204 A sono proprietà degli eredi del q. Natale Bon; i n. 1204 B, H di Antonio Cantone; i n. 1204 C, D, E di Giovanni Cantone; il n. 1204 F di Giacomo fu Valentino Cantone (Competenze, I, f. 32v).
1937 Casa di un piano di una finestra, sottoportico.
1205
1801 Francesco Cantone (Nomenclatura, f. 45v).
1809*Appartiene agli agricoltori Valentino e fratelli Cantone (Registro delli aloggi, f. 33v).
1815, ag. 23*Vedasi n. 1204.
1844, nov. 13*Vedasi n. 1204.
1851°Era dell’ospedale (A.O.U., Censimento stabile catastrino).
1852*Proprietà dell’ospitale civile di Udine (Competenze, I, f. 32v).
1937 Casa di due piani di due finestre.
1206
1801 Giacomo Corgnassi «con altri proprietari interni» (Nomenclatura, f. 45v).
1809*Appartiene all’agricoltore Giacomo Corgnassi, che vi abita, e al sac. Lazzaro Cantone, che conta quattro inquilini: il filatoiaio G.B. Feruglio, l’agricoltore Santo Sinico, il facchino Giacomo Durigo e l’agricoltore Antonio Sialino (Registro delli aloggi, f. 33v).
1841. nov. 9°Francesco Corgnassi vende a Giovanni Tuzzi la casetta n. 1206 (Atto privato, not. Antonio Cosattini).
1852*Compreso il 1206 A, è di Francesco Quargnassi (Competenze, I, f. 33v). I n. 1206 B, C, D sono di Giovanni Maria Cantoni (Competenze, I, f. 33v).
1876*Laboratorio del carpentiere Giacomo Quargnassi (COSMI-AVOGADRO, 89).
1937 Casa di due piani di quattro finestre; sottoportico.
1207
1801 Sebastiano Moro (Nomenclatura, f. 45v).
1809*Appartiene all’agricoltore Sebastiano Moro, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 33v).
1811, magg. 27 «— Sebastiano q. Valentino Moro — scodellaro — renunzia» a don Lazzaro e G.B. q. Giacomo Cantoni, pre’ G.B. e Bartolomeo q. Valentino Cantoni, per L 434,33, «una casetta — situata — nel recinto del borgo di S. Lazzaro copperta di coppi, composta da una stanza in piano e solaro sopra, in cativo statto —, segnata con il c.n. 1207; confina verso lev. con casa — di Giacomo Marangoni, a mezz. i figli del q. G.B. Cornellio, a pon. il borgo di S. Lazzaro ed a tram. Giacomo Quargnasso —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10296, 163).
1852*È di Giovanni Maria Cantoni (Competenze, I, f. 33v).
1937 Casa di due piani di due finestre.
1208
1801 Giovanni Cornelio (Nomenclatura, f. 45v).
1809 Giovanni Baldissera (Registro delli aloggi, f. 33v).
 *Vi abita la rivendugliola Anna Di Cesco (ibid.).
1814, sett. 15 Giovanni q Pietro Baldissera vende a G.B. q. Tomaso Buiatti la «casetta d’una stanza terranea con due solari sopra, situata nel recinto del borgo di S. Lazzaro, segnata con il c.n. 1208, confina a lev. — Sebbastiano q. Domenico Cantone, a mezz. e tram. con casa — delli sigg. don Lazzaro e G.B. fratelli q. Giacomo e nipoti Cantoni ed a pon. il — borgo — e questo per lo prezzo — d’it. — L 2609,79 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10301, 620).
1852*Appartiene a G.B. Buiatti (Competenze, I, f. 33v).
1937 Casa di piani due di finestre una.
1209
1801 Giuseppe D’Odorico (Nomenclatura, f. 45v).
 *All’interno esistono altre casette (ibid.).
1809*Appartiene agli agricoltori Giuseppe Durigo e Giacomo Marangoni, che vi abitano; una parte del Durigo è occupata dal facchino Daniele Ciriano (Registro delli aloggi, f. 33v).
1841, lugl. 7*I fratelli G.B. e Angelo Minotti chiedono ed ottengono di riformare una «— porzione di casa di loro ragione posta sopra il borgo di S. Lazzaro — n. 1209 A» (A.S.U., C.A. I., 328/VIII, 5421 Orn. II C, con dis.).
1852*I numeri 1209 e 1209 A sono di Sebastiano Cantone. Il n. 1209 B è di Teresa Durì. Il numero 1209 C è di Antonio Cantone (Competenze, I, f. 33v).
1874*La parte marcata 1209 D appare staccata dalle altre A,B,C (Prospetti di confronto, 115).
1937 Casa unica con il 1210. Sottoportico. Nell’interno del cortile, fabbricato al n. rosso 1552 e scritta sul muro: «Io Giusepe Dorico fesi questo luoco. Adν 11 magio 1800».
1210
1801 Antonio Variolo «con casa interna» (Nomenclatura, f. 45v).
1809*Appartiene al sac. Lazzaro Cantone. Vi abita l’industriante Andriana Biasutti (Registro delli aloggi, f. 33v).
1852*È di Giovanni Maria Cantone (Competenze, I, f. 33v).
1937 Casa unita alla precedente, di due piani di due finestre.
1211
1801 Sac. Lazzaro Cantoni (Nomenclatura, f. 45v).
 *All’interno vi sono altre case appartenenti a Domenico Mariolo, Serafino Cantone e G.B. Moro (ibid.).
1809*Appartiene in parte al sac. Lazzaro Cantone, dove abitano gli agricoltori Canciano Foschiano, Simone Baietti, Valentino Barbetti, Francesco Clocchiati, Nicolò Chiavotto e in parte a Domenico Vacui, che vi abita, e al perito Sebastiano Cantone, dove abita l’agricoltore Francesco Rizzi, al detto sac. Lazzaro Cantone ancora una parte, che abita il portiere di finanza Valentino Donato, all’agricoltore G.B. Moro un’altra abitata dall’industriante Giuseppe Pitacco, e infine ancora una parte al sac. Lazzaro Cantone, in cui abita il lavorante Giacomo Rizzi (Registro delli aloggi, f. 33v).
1852*Le parti A, B, C, D, E, F, K, sono proprietà di Giovanni M. Cantone, G, H di Domenico Variolo, I di Domenico Cantone, L di Giuseppe Moro (Competenze, I, f. 33v).
1876*Nella parte marcata 1211 A, recapito dei sensali di cavalli Pasquale e Pietro Degani, in quella n. 1211 B del sensale di granaglie Domenico Vicario e in quello 1211 L del sensale di granaglie Antonio Barbetti (COSMI-AVOGADRO, 113).
1883*Nella parte segnata 1211 E, recapito della levatrice Maddalena Olivo Sala Cornoldi (AVOGADRO, 146).
1937 Casa con sottoportico unita al 1212.
1212
1801 Francesco Cantoni (Nomenclatura, f. 45v).
 *Affittuale Valentino Bon (ibid.).
1809*Appartiene al sac. Lazzaro Cantone. Vi abita l’agricoltore Natale Bon (Registro delli aloggi, f. 33v).
1852*E di Giovanni M. Cantone (Competenze, I, f. 33v).
1858*Filanda per seta, con quattro fornelli, gestita da Rosa Marangoni (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 29).
1876*Fucina del fabbro ferraio Antonio Berletti (COSMI-AVOGADRO, 92).
1883*Recapito del vetturale pubblico Angelo Pittana (AVOGADRO, 159).
1213
1801 G.B. Moro (Nomenclatura, f. 45v).
 *Affittuale Giovanni Di Giulio (ibid.).
1809*Appartiene all’agricoltore G.B. Moro. Vi abita il filatoiaio G.B. Zorzo (Registro delli aloggi, f. 33v).
1830, febbr. 1°°Vedasi n. 1214.
1852 È di Giuseppe Moro (Competenze, I, f. 33v).
1937 Casa di un piano, due finestre.
1214
1801 Andrea Minotto (Nomenclatura, f. 45v).
1809*Appartiene all’agricoltore G.B. Minotto, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 33v).
1830, febbr. 1*G.B. Minotti, detto Civibin, chiede ed ottiene il permesso di alzare e riformare le case n. 1214 e 1215 (A.S.U., C.A. I, 168/1830/XIV, 448 Orn. II C, con dis.).
1833, nov. 16*Lazzaro Minotti consegna al figlio sac. Giacomo, «— che — riceve a titolo — di patrimonio ecclesiastico —, una casa situata — nel borgo di S. Lazzaro, portante parte del c. n. 1214 —, composta da una fabbrica alta a tram. della corte con quattro stanze in piano, due camere e camerone in primo piano e grannaro sopra, coperta di coppi, area a lev. del cortivo, ed a pon. dell’orto, con fienile sopra, pur coperto di coppi, e lobiale annesso nell’orto, coperto di coppi, sostenuto da muro, corte, sottoportico e porton d’ingresso promiscuo e suo orto a lev. dell’area, cinto di muro a lev. e tram.; il tutto unito confina a lev. Pietro Antonio Magrino, a mezz. G.B. Minotti, a pon. il borgo di S. Lazzaro, mediante l’ingresso consortivo del portone ed il sig. Giuseppe Moro e d. — G.B. e Gian M. Cantoni, — Sebastiano Cantoni, eredi del fu Domenico Gos ed — eredi del fu Gian Maria Indri —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10314, 2831).
1852*È di Lazzaro Minotti (Competenze, I, f. 33v).
1937 Casa con sottoportico unita alla 1215. Nella chiave dell’arco «A.M. 1808».
1215
1801 Andrea Minotto (Nomenclatura, f. 45v).
1809*Appartiene all’agricoltore G.B. Minotto. Vi abita l’industriante Pasqua Bona (Registro delli aloggi, f. 33v).
1830, febbr. 1°°Vedasi n. 1214.
1852*Appartiene a G.B. Minotti (Competenze, I, f. 33v).
1937 Casa unita alla precedente; insieme di due piani, tre finestre.
1216
1801 Vincenzo Moro (Nomenclatura, f. 45v).
1809*Appartiene al perito Vincenzo Moro. Vi abita l’agricoltore Domenico Piuti (Registro delli aloggi, f. 33v).
1830, febbr. 1°°Vedasi n. 1214.
1830, mar. 4*Giuseppe Selva vende a Carlo Roiatti «— dal corpo della casa — n. 1958 — la fabbrica ad uso di aria e fenile descritta in asse delle divisioni seguite tra esso acquirente Carlo Roiatti, la di lui sorella Gioseffa e li figli — del fu Angelo, altro fratello, li 24 maggio 1824 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10475, 7180).
1852*Appartiene a Giuseppe Moro (Competenze, I, f. 33v).
1937 Casa di due piani, due finestre.
1217
1801 Sac. Lazzaro Cantoni (Nomenclatura, f. 45v).
 *Affittuale Domenico Pravisan (ibid.).
1809*Appartiene al sac. Lazzaro Cantone. Vi abita il facchino G.B. Blasone (Registro delli aloggi, f. 33v).
1852*È di Giovanni M. Cantoni (Competenze, I, f. 33v).
1876*Noleggio di cavalli gestito da Domenico Tosolini (COSMI-AVOGADRO, 104).
1937 Casa di due piani con due finestre. Sulla facciata, una Madonna con Bambino e due Santi, del sec. XVI.
1218
1801 Case interne delli seguenti proprietari, cioè Minotto Andrea, affittuale Mattia Fabris; Basandella Rosano, affittuale G.B. Ferruglio; e Canton Girolamo (Nomenclatura, f. 45v).
1809*Tre risultano i proprietari del complesso edilizio: la prima parte appartiene al sac. Lazzaro Cantone, nella quale abita il pistore G.B. Colussi; una seconda all’agricoltore G.B. Minotto, dove è ospitato il taglialegna Mattia Fabris; una terza al mugnaio Rosano Basaldella, dove sono censiti come inquilini il facchino Giovanni Pletti, il tessitore Pietro Donato, il macellaio G.B. Cantone, l’agricoltore Bortolo Masutti e il tornitore Francesco Giusto (Registro delli aloggi, f. 33v).
1817, sett. 28*«— Francesco Bassaldella — a livello francabile concede al sudetto Pietro Colugnasi — le seguenti case e fondi — con cortivo, orto e muri chiusorii, il tutto situato — nel recinto del borgo di S. Lazzaro con promiscuità d’ingresso e regresso fin al — borgo, — portanti essi fabbriche il c.n. 1218, cioè porzione di esso numero e sono la casetta di un solaro e stanza terranea a mezz. dell’ingresso abbitatta da Tommaso Vicario con li respetivi fondi e con fondi al di fuori a pon. ad uso di lettamaio uniti ps 9 pd 4; altra casa che separa il primo cortivo dal secondo abbitatta da Pietro e fratelli Donati Cargneli con unito sottoportico e stanza a mezzo non abbitatta e solaro sopra da fondi al colmo; altra fabrica pure in seguito a lev., composta da stanza terranea e da due solari sopra, pure da fondi al colmo, con unito cortivo ed orto, muri chiusori anco promiscui coi confinanti —. Confina a lev. con l’androna senza uscita che conduce alla casa degli eredi del q. Giuseppe Andrea Magrino e sigg. Venerio, a mezz. fondi e fabbriche di — Minotti, a pon. fondi e fabbriche rimasti al sig. Bassaldella e transito consortivo con questa ragione ed a tram. G.B. q. Andrea Minotto, detti Zerbini —. La vendita viene — fatta — per la somma — di it. — L 3680 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10306, 1104).
1828, ott. 9°°Vedasi 1219.
1852*I numeri 1218 e 1218 A appartengono a Giovanni Maria Cantoni, i n. 1218 B e 1218 C appartengono a Francesco Basaldella (Competenze, I, f. 33v).
1876*Recapito del vetturale pubblico Luigi Iseppi (AVOGADRO, 159).
1937 Casa di due piani di una finestra con sottoportico.
1219
1801 G.B. Minotto (Nomenclatura, f. 45v).
1809*Appartiene all’agricoltore G.B. Minotto (Registro delli aloggi, f. 33v).
1817, genn. 13 G.B. q. Giuseppe Minotti vende al sac. Lazzaro e nipote Gian Maria Cantoni «una porzione di casa, da fonda al colmo, composta da stanza terranea e da due solari sopra, copperta di coppi, con corticella arente, il tutto unito dal corpo del c. n. 1219 —, situato in borgo di S. Lazzaro, aspetta a questa porzione 1/3 dell’estimo intero —, il tutto abbraziato dalla — opperazione Picco —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10304, 997).
1817, febbr. 1 I Cantoni la vendono ai Pletti (Atto privato stilato dal not. Osvaldo Colomba, citato nel rogito del 22 giugno 1826).
1826, giu. 22 «— Zuanne q. Pietro Pletti e Grazia q. G.B. Minotti iug. Pletti — vendono alli comparenti Domenico e Domenica iug. Corrazzoni — casetta — composta in piano da una stanza ad uso di cocina, da due camere in primo appartamento e da solaro ad uso di grannaro sopra coperto di coppi, portante parte del c. n. 1219, con due corticelle verso lev., fra i termini di pietra posti per confine —, che tutto unito confina a lev. e mezz. con casetta e fondi — degli eredi del q. G.B. Minotto, a pon. il — borgo di S. Lazzaro, ed a tram. — Francesco Bassaldella —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10311, 2144, alleg. stima di Giovanni Picco per i Pletti e di Simone Periotti per Domenico Corrazzoni).
1828, lugl. 20*Il capo del quarto quartiere denuncia alla congregazione municipale che nella casa n. 1219, di proprietà di Giovanni q. Pietro Pleti e di Maria ved. di Giuseppe Minotti, è caduta parte della gronda e che la restante costituisce pericolo per i passanti (A.S.U., C.A. I, 81/X, 2827 Orn. II C).
1828, ott. 9*Domenico Corrazzoni presenta progetto di riforma della casa e ottiene l’autorizzazione per i lavori (A.S.U., C.A. I, 182/1831/V, 4301 Orn. II C, con dis.).
1841, ag. 7*G.B., Antonio ed Angelo del fu Valentino Minotto presentano un progetto di modifica del prospetto dell’edificio n. 1219 A di loro proprietà (A.S.U., C.A. I, 328/1841/VIII, 5421 Orn. II C, con dis.).
1845, giu. 1*Antonio Corrazzoni, proprietario dell’edificio n. 1219, chiede di riformare il medesimo e ne ottiene il permesso (A.S.U., C.A. I, 406/1846/II, 3177 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Silvestro Bosa). Il 9 gennaio 1846 il proprietario è multato per aver «innalzato di un piano oltre quelli del disegno licenziato» e per altri particolari inerenti la grondaia. Seguono, in data 17 genn., le spiegazioni del Corazzoni sulle ragioni del suo operato. Il 28 aprile l’ing. Lavagnolo nell’ispezione rileva che la grondaia è stata sistemata secondo i dettami della legge (ibid.).
1852*I n. 1219 e 1219 A sono di proprietà di Corazzoni e Ludovisi (Competenze, I, f. 33v).
1855, apr. 9*«Teresa Busti Ludovisi possiede una casa — coscritta col c. n. 1219 porzione ed in mappa al n. 187 b. Abbisognando alla stessa in presente di fare delle innovazioni nella facciata respiciente sulla via pubblica» presenta il progetto, che viene approvato (A.S.U., C.A. II, 66/1855, 2250 Orn. II C, con dis.).
1937 Vedasi n. 1223.
1220
1801 Valentino Minotto (Nomenclatura, f. 45v).
1809*Appartiene a Elisabetta Minotto, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 33v).
1841, ag. 7°°Vedasi n. 1219.
1852*Appartiene a Giovanni Tuzzi (Competenze, I, f. 33v).
1937 Vedasi n. 1223.
1221
1801 Consorti Minotti (Nomenclatura, f. 46v).
1809*La parte dell’agricoltore Angelo Minotto è abitata dall’agricoltore Domenico Cantone, quella di Marianna Minotto dalla proprietaria stessa e dall’industriante G.B. Tosolini (Registro delli aloggi, f. 33v).
1828, febbr. 28 Vedasi n. 1222.
1852*Il n. 1221 e il 1221 A sono degli iugali De Marchi, il 1221 B di G.B. Gremese, il 1221 C di Lucia Minotti, i n. 1221 D, E di Catterina Minotti, il n. 1221 F di Giuseppe Grinovero, i n. 1221 H, I degli eredi del q. Francesco Minotti (Competenze, I, f. 33v).
1876*Recapito del sensale di granaglie Angelo Feruglio (COSMI-AVOGADRO, 113).
1937 Vedasi n. 1223.
1222
1801 Vincenzo Sutti (Nomenclatura, f. 46v).
 *Affittuale Nicola Flumiani (ibid.).
1809*Appartiene all’agricoltore Vincenzo Sutto. Vi abita il calzolaio Nicola Flumiani (Registro delli aloggi, f. 33v).
1812, magg. 31*In seguito ad atto oppignorativo del 14 febbr. nei confronti di Vincenzo del fu Pietro Sutto, debitore per L 12,19, asta di una «cucina a pian terreno della casa posta — al n. — 1222 con ingresso verso il borgo» (A.S.U., C.N., 81, Processo verb. d’asta con effetto, n. 30).
1812, ag. 28*Ancora contro Vincenzo Sutto, debitore per L 4,63, asta di una cucina a pian terreno. L’atto oppignorativo è dell’8 maggio (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 176).
1814, febbr. 3 Vincenzo del fu Pietro Sut vende a Domenico di Giuseppe Pletti casa n. 1222 per L 877,018. «Confina a lev. e mezz. eredi del fu Domenico Bortolotto, pon. il — borgo, ed a tram. — Minotti —» (A.S.U., Antonio Lorio, 10429, 905).
 *Domenico Pletti chiede il permesso di ingrandire una finestra a pianterreno (A.S.U., C.N., 180, 8642 Orn. II C).
1828, febbr. 28*Domenico Pletti chiede ed ottiene di riformare la facciata al pian terreno (A.S.U., C.A. I, 148/X, 776 Orn. II C, con dis.).
1852*È di Lucia Borghese (Competenze, I, f. 33v).
1937 Vedasi n. 1223.
1223
1801 Eredi del nob. Francesco Asquini (Nomenclatura, f. 46v).
 *Affittuale Antonio Sutti (ibid.).
1809*Appartiene ad Antonia Sutto, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 33v).
1812, ag. 28*In seguito ad atto oppignorativo dell’8 maggio 1812, asta di «una cucina al n. 1228 a pian terreno». Debitore, per L 2,92, è Antonio del fu Pietro Sutto (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 177).
1814, apr. 2*Contro Vincenzo del fu Pietro Sutti, asta della casa, che risulta composta di una stanza per uso di cucina ed un’altra ad uso di camera. L’atto oppignorativo porta la data 3 marzo 1814 (A.S.U., C.N., 81, Avviso d’asta per morosità di imposta prediale, IV rata 1813).
1826, giu. 21°°Vedasi n. 1224.
1826 È di Angelo Bertuzzi. Vedasi n. 1222 (A.S.U., C.A. I, 148/X, 776 Orn. II C, con dis.).
1828, febbr. 28°°Vedasi n. 1222.
1852*È degli eredi di Angelo Bertimi (Competenze, I, f. 33v).
1937 Unita ai n. 1219, 1220, 1221, 1222. Oggi costituisce una sola casa di tre piani di nove finestre.
1224
1801 Eredi del nob. Francesco Asquini (Nomenclatura, f. 46v).
 *Quattro affittuali interni (ibid.).
1809 È di G.B. e Domenico Bortolotti (Registro delli aloggi, f. 34v).
 *Nella proprietà di G.B. abitano il falegname Natale Colussi e l’agricoltore Giuseppe Giusto; in quella di Domenico, l’industriante Antonio Marangoni e il calzolaio Felice Zanetti (ibid.).
1811, mar. 20 L’agricoltore G.B. del fu Domenico Bortolotto vende a Domenico di Giuseppe Pletti, impiegato al demanio, «una di lui casa, posta in — borgo di S. Lazzaro, coscritta al c.n. 1224 e composta di tre stanze a pian terreno e di un solaro superiore; vende pure allo stesso Pletti — il cortivo ed orto inerenti —; confina a lev. parte Signorelli e parte Rioli, a mezz. eredi del fu — Francesco Asquini, a sol a monte ed a tram. la famiglia Minotti —. Questa vendita viene fatta — per il — prezzo di — L 1228,029 —» (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10569, 283).
1815, sett. 17*. Domenico Pletti è domiciliato in questa casa (A.S.U., C.A., 180, 8642 Orn. C).
1815, ott. 30 «— G.B. Picino — vende al — sig. Domenico Pletti — una casa coperta di coppi, posta — nel borgo — di S. Lazzaro, coscritta con parte del c. n. 1224, composta a pian terreno d’una stanza di tutta larghezza e lunghezza della casa stessa, prima ad uso di bottega di fabro, in primo piano una cucina ed una camera — a cui confina a lev. Bortolo Picco, mezz. il borgo dei Cappucini, pon. il borgo di S. Lazaro ed alle monti parte Domenico Pletti acquistante e parte Domenico Pacassi —. La — vendita viene fatta — per il prezzo — d’it. — L 1028,88 —» (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 631, 213).
1819, magg. 1 G.B. Pletti vende a Bortolo Picco «la porzione di casa vecchia e porzione di casa nuova con fondo di cortivo ed orto, stata separata — nel corpo della casa — al c.n. 1224 dal pubbl. per. — Gaetano Pariotti colla di lui operazione primo ott. 1818 —». Dalla stima Pariotti si precisa che si tratta di «porzione di casa — ove attualmente esiste il filatoio». Questo si trova a pianterreno della fabbrica nuova. Nel cortile, sotto una tettoia, sono segnalati «tre fornelli di cotto per la filanda di seta, con sue caldiere di rame e tromba di cotto», valutati L 75 l’uno (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10600, 2498).
1823, genn. 3*«— Bortolo del fu Pietro Picco — cede — al di lui nipote — Domenico Pletti — la porzione di casa vecchia e porzione di casa nuova con fondi di cortivo ed orto stata separata per conto di G.B. Pletti fratello di Domenico, dal corpo della casa sita in — borgo S. Lazzaro al c. n. 1224, ed acquistata dal — Picco in vigor d’instr. 1 maggio 1819 a rogiti del sig. Nicolò Cassacco —; confina detta porzione di casa, cortivo ed orto a lev. Francesco q. Filippo Cecini, mezz. —Giovanni Picolo, G.B. Colusso e Bortolo Pico, pon. borgo S. Lazzaro, Menega Sutto e restanti fabbriche di Domenico Pletti e settentr. — consorti Minotti —. Prezzo —L 1320,79—» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10547, 1774).
1825, giu. 4 È di Domenico Pletti (A.S.U., C.A. I, 100/1825/II, 1965 Orn. II C, con dis.).
 *Domenico Pletti «ha ben inteso da molte voci pubblicamente, invece di fare il borgo di Gemona, che hanno di fare la pubblica strada per la via della porta del borgo S. Lazzaro, e subito si ha dato la cura di ristaurare e rimodernare una porzione di casa, di sua ragione situata in questo comune di Udine sopra il borgo de’ Cappuccini con la faciata che forma cantonata col borgo detto di S. Lazzaro sotto il c. n. 1224 —. Addimanda il permesso di eseguire tale riforma —» (ibid.).
1826, giu. 21 È di Domenico Pletti. Domanda di riformare il portone facendolo a bugne (A.S.U., C.A. I, 100/1826/II, 2030 Orn. II C, con dis.).
 *Chiede inoltre «d’innalzare sopra esso ingresso un piccolo fabbricato —» (ibid.).
1830, ag. 23*Bernardo Andreuzzi vuole «— ridurre la faciata della casa di sua ragione situata — sopra la contrada de’ Capucini, forma angolo col borgo S. Lazzaro, sotto il c.n. 1224 —» (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 3604 Orn. II C, con dis.).
1833, sett. 17 È di Giacomo Gabaglio. Domanda di aprire due finestre a terreno verso borgo S. Lazzaro (A.S.U., C.A. I, 206/I, 4397 Orn. II C, con dis.).
1852*Il n. 1224 è da comprendersi nel n. 1357 (Competenze, I, f. 33v).
1876*Falegnameria di Antonio Gobbo (AVOGADRO, 144).
1937 Casa a due piani, due finestre.
1225
1801 Diodato Periotti (Nomenclatura, f. 46v).
 *Affittuale Pietro Ceschi (ibid.).
1809*Appartiene al tagliapietra Diodato Periotti1. Vi abita il pizzicagnolo Girolamo Maioli (Registro delli aloggi, f. 34v).
1812, ag. 18*Diodato Periotti chiede licenza di riattare il coperto (A.S.U., C.N., 179/XIX).
1852*Appartiene a Margheritta Periotti Zilli (Competenze, I, f. 33v).
1876*Pizzicheria di Antonio Tonini (COSMI-AVOGADRO, 110).
1937 Casa di due piani, tre finestre. Rimodernata.
   
NOTE1Per Diodato (Adeodato) Periotti: BERGAMINI-TAVANO, Storia, 422. Sulle famiglie Periotti vedansi i n. 745 e 1562.
1226
1801 Orlando Cicogna (Nomenclatura f. 46v).
 *Affittuale Francesca Fabris (ibid.).
1804, dic. 12 Il n. h. Antonio Zen di Venezia vende a Giuseppe q. Tomaso Cornelio case n. 1226, 1227, per d 370 (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10074, IV instrom., 332, f. 569r — 571r).
1809 Deodato Periotti, tagliapietra (Registro delli aloggi, f. 34v).
1852*Appartiene a Margherita Periotti Zilli (Competenze, I, f. 33v).
1856, apr. 2*Margherita Periotti Zilli, quale «proprietaria della casa al c. n. 1226, 1227» chiede l’autorizzazione per operarvi riforme al piano inferiore (A.S.U., C.A. II, 66/1856, 2271 Orn. II C, con dis., firmato dall’impresario G.B. Rizzani).
1876*Bottega del calzolaio Giuseppe Angeli e sartoria di Mattia Pitacco (COSMI-AVOGADRO, 88, 112).
1937 Unita al n. 1227, casa di due piani, quattro finestre.
1227
1791, sett. 22 «— Francesco di ser Antonio Grillo del borgo di Villalta — vende — alli sigg. Diodato ed Antonio padre e figlio Pariotti1 di questa città — una casa posta nel borgo di S. Lucia —, pervenuta in esso Grillo in vigor d’eredità della q. — Francesca Caldiraris di lui amia; e ciò — fa per il prezzo stesso resultante dalla stima — fatta il — 26 genn. p.p. dal sig. Niccolò Desia pubbl. per., che è di L 1794 s 9 —» (A.S.U., N., Francesco Prodolone, 8994, XXII instr., f. 2513v — 2514r).
1801, giu. 2*«— Antonio q. Zuanne e Francesco, padre e figlio Grillo di — borgo di Villalta — hanno — venduto — al sig. Diodato q. Antonio Periotti — una casa di muro, coperta di coppi, con granaretto, camera sotto e cucina al piano, situata in — borgo di S. Lazzaro, che confina a lev. e mezz. — Francesco Buri, enfiteuta del nob. — Giacomo Tullio, pon. — Filippo Micossi ed alle monti — David Feruglio, enfiteuta dello sp. — Tommaso Stella —. Questa — vendita — ha fatta — per il prezzo — di d 152 L 5 s 17 —» (A.S.U., N., Graziano Cantoni, XII instr. 10216, 1519, f. 1406v — 1407v).
1801 Diodato Periotti, Tommaso Stella e Francesco Grillo (Nomenclatura, f. 46v).
1804, dic. 12*Vedasi n. 1226.
1809*Una parte è del tagliapietra Diodato Pariotti, dove abitano la sarta Vittoria Comini e l’industriante Giovanni Zoratto, e una parte di G.B. Stella, nella quale abita la rivendugliola Andriana Feruglio (Registro delli aloggi, f. 34v).
1818, mar. 3*Giovanna f. del fu Francesco Martinelli ved. di Antonio Periotti, e i figli Deodato ed Elena vendono a Filippo Micossi «una casetta composta in piano da stanza terranea e da due solaretti sopra copperta di coppi, interna al cortivo portante parte del c.n. 1227, con il ius — d’ingresso — pel cortivo, sottoportico e porton fin al — borgo —. Confina a lev. e mezz. con gli eredi — q. — Francesco Feruglio, a pon. — li suddetti iugali ed il — borgo per quanto riguarda la promiscuità, ed a tram. corte promiscua, casa restante alli — Periotti ed Andriana ved. del q. Daniele Feruglio —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10306, 1156).
1846, mar. 11 Elena fu Antonio Periotti, ved. Tonini, per austr. L 800 vende a Caterina q. Matteo n. Cecovigh la casa n. 1227 (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4839, 6544).
1852*I n. 1227 e 1227 A sono di Elena Tonini; il n. 1227 B è di Giuseppe Moro detto Bello; il n. 1227 C è di Felicita Colliti (Competenze, I, f. 33v).
1856, apr. 2*Progetto di riforma insieme con la casa contigua. Vedasi n. 1226.
1937 Unita al n. 1226.
   
 1Vedasi n. 1251.
1228
1801 Filippo Micossi (Nomenclatura, f. 46v).
1801, dic. 16*«In ordine ai riveriti comandi di queste magn. nobili deputazioni unite di questa città e patria, necnon per comando del i.r. governo generale di Venezia, riferisco io sottoscritto d’essermi conferito in quest’oggi nelli qui sottoscritti borghi per le scuole private ed ivi aver intimato, presentato e consegnato mandatto alli qui sotonominati precettori nelle proprie loro mani in fede —: al rev. don p. Silvestro di Leonardo Viessi, nativo della villa di Salt, abitante nel borgo di S. Luccia al n. 1228 —. Pascolo cursore» (A.S.U., C.A., 134/52).
1809*Appartiene al «casolino» Filippo Micossi che vi abita (Registro delli aloggi, f. 34v).
1852*Appartiene a Felicita Colliti (Competenze, I, f. 33v).
1937 Casa rimodernata di tre piani, di tre finestre.
1229
1801 Tommaso Stella (Nomenclatura, f. 46v).
 *Affittuale Francesco Ferruglio (ibid.).
1809*Appartiene a G.B. Stella. Vi abita Francesco Feruglio (Registro delli aloggi, f. 34v).
1822, apr. 12 «— Augusta Filippone, Laura Allessio e Giustina Pletti, nate Feruglio, sorelle, coeredi del def. padre Francesco Feruglio —, vendono — verso — Francesco Filippone — la casa situata in — borgo del Ss.mo Redentore, al c.n. 1229, con suo relativo fondi —, confina a lev. la famiglia Colossis, mezz. Francesco Pittaro e Valentino Tosolino, pon. la strada — e Periotti —. La — vendita — viene fatta per il prezzo — d’it. — L 2100 —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10546, 1557).
1841, magg. 10*«Luigi Filippone — vende — al sig. Angelo Pletti — tutta la quota di faccoltà ad esso — compettente nelle rispettive rappresentanze tanto del — padre — def. Francesco —, quanto — della madre Augusta n. Feruglio — nonché della casa in Udine posta — in borgo del Ss.mo Redentore, coscritta sotto il c.n. 1229 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4827, 4026).
1841, dic. 14 «— Angelo fu Pietro Pletti, tanto come cessionario di Luigi del fu Francesco Filippone, in virtϊ al privato contratto 10 maggio 1841 —, quanto come tutore di G.B., Giuseppe e Pietro, figli — del fu Francesco Filippone —, nonché — G.B. del fu Francesco Feruglio, cessionario di Anna del fu Francesco Filippone, come dal privato contratto 14 ott. 1841 —, vendono — alla sign. Giovanna n. Urbanis ved. in primi voti del fu G.B. Minotti ed ora moglie di Giovanni Turri casa coi suoi fondi posta — sotto il c.n. 1229 —; confina a lev. eredi Collosis, mezz. — Natale Romano e Vallentino Tosolino, pon. strada pubblica, ed a tram. Giuseppe Moro —. La — vendita viene fatta — per — austr. —L 4793 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4827, 4026).
1845, febbr. 19 Giovanni Turri vende la casa n. 1229 per L 4000 a Domenica fu Tomaso Barbetti ved. Baldissera, levatrice (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4836, 6011).
1848, ag. 24*I fratelli Eustachio, Tommaso e Paolina Baldissera, tramite procuratore, vendono le rispettive quote della casa al fratello Giovanni (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10516, 18751).
1852*È di Giovanni Baldissera (Competenze, I, f. 33v).
1876*Recapito della levatrice Aurora Baldissera (COSMI-AVOGADRO, 98).
1230
1801 Nob. Giuseppe di Montegnacco «con due case interne affittate a Giuseppe Del Negro e Giuseppe Pontello» (Nomenclatura, f. 46v).
1809 È di Giorgio di Caporiacco.
 *Vi abitano i calzolai Giuseppe Scrosoppi e Giuseppe Del Negro, il «filzaro» G.B. Candotto e il domestico Francesco Batelli (Registro delli aloggi, f. 34v).
1813, ag. 17 Felicita q. Girolamo di Montegnacco, moglie di Giorgio di Caporiacco, vende a Mattia q. G.B. Magrini una casa interna «con fondi di cortivo» del corpo dei n. 1230, 1231, 1232 (A.S.U., N., Valentino Ciani, 657, 765).
1813, sett. 1 Mattia q. G.B. Magrino «smerziante vino al minuto» vende a Francesco q. Domenico Pitaro «una casa — interna al cortivo dal corpo delli c.n. — 1230, 1231, 1232 con porzion di cortivo —, il tutto statto aquistato dal — venditore dalle mani della sign. Felicita f. del deff. — Girolamo di Montegnacco, moglie del sig. Giorgio q. Francesco di Caporiacco — con istr. — 17 ag. — 1813 —. Confina essa casa e cortivo verso lev. e mezz. con il — Pitaro aquistante, a pon. parte con le restanti case basse rimaste al Magrini — ed parte con restante cortivo pur di — Magrino ed parte — con transito che rimane promiscuo tra — Magrino e Pitaro, ed a tram. con — Francesco Feruglio q. G.B. e nello stato rovinoso e cadente in cui essa casa s’attrova —. La — vendita viene — fatta per la somma — di it. — L 1903,52 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10299, 473).
1814, sett. 11 Mattia q. G.B. Magrino vende ad Antonio ed Anna n. Pesante, coniugi Tosolini, «le fabbriche e fondi — dal corpo delli c.n. 1230 e 1231 ed il 1232, rimaste in seno del venditore doppo la vendita da esso fatta al — Pitaro; — le quali case — confinano a lev. con case e fondi acquistati dal — Pitaro, a mezz. parte — Pitaro in loco Varmo ed parte con case — delli — fratelli Caiselli, a pon. il — borgo, ed a tram. con cortivo ossia transito consortivo con il — Pitaro ed oltre — Francesco Feruglio —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10301, 617).
1816, sett. 3*Francesco Pittaro alla congregazione municipale: «Francesco Pittaro, venditor di carni al minuto, al c.n. 1230, espone che questa congregazione municipale ha adesso ordinato di traslocare la vendita delle carni nel locale delle pubbliche beccarie, quando da quattro anni circa esercita la vendita in una bottega in questo Mercato vecchio. E però reputando mancante di dirito la congregazione suddetta di obbligare il ricorrente a tale traslocazione, s’implora che questa superior autorità sia ad esso ordinato di lasciare il ricorrente nel suo libero esercizio nel posto dov’è nel possesso di esercitare». Risposta della congregazione: «Si ritorna al petente con l’avvertenza al decreto 15587 diffidandosi a dover esser concentrato nel posto da esso assunto nelle pubbliche beccarie per il giorno 14 corrente settembre» (A.S.U., C.N., 180, 2629 Orn.).
1852*I n. 1230, 1230 A e 1230 B sono di Natale Bonani (Competenze, I, f. 33v).
1231
1801 Nob. Giuseppe di Montegnacco (Nomenclatura, f. 46v).
 *Affittuale Valentino Zambano (ibid.).
1809*Appartiene a Giorgio di Caporiacco. Vi abita il ciabattino Domenico Fabris (Registro delli aloggi, f. 34v).
1815, mar. 1*Valentino Cosato chiede di riformare tanto l’interno quanto l’esterno delle case n. 1231 e 1232 (A.S.U., C.N., 180 Orn., con dis.).
1824, febbr. 2*Valentino Tosolini chiede ed ottiene il permesso di sistemare una cornice di legno pitturata «all’altezza del primo pavimento» delle case n. 1231 e 1232. Dal disegno allegato risulta che al primo piano esiste un «quadro di pittura» (A.S.U., C.A. I, 89/X, 462 Orn. II C).
1852*È di Gioseffa Tosolino (Competenze, I, f. 33v).
1874*Con la numerazione rossa la casa è censita con un numero unico (1599) insieme con la contigua n. 1232 (Prospetti di confronto, 116).
1876*Pizzicheria e generi di privativa di Giuseppe Tosolini (COSMI-AVOGADRO, 110, 111).
1937 Sulla facciata, una Madonna.
  Vedasi n. 1230.
1232
1801 Nob. Giuseppe di Montegnacco (Nomenclatura, f. 46v).
 *Affittuale Fabio Roldo (ibid.).
1809*Appartiene a Giorgio di Caporiacco. Vi abita la tessitrice Maria Maura (Registro delli aloggi, f. 34v).
1815, mar. 1 Le case 1231, 1232 appartengono a Valentino Cosato (A.S.U., C.N., 180 Orn., con dis.).
1824, febbr. 2 I n. 1231, 1232 sono di Valentino Tosolini (A.S.U., C.A. I, 89/X, 462 Orn. II C).
1852*Proprietà di Gioseffa Tosolini (Competenze, I, f. 33v).
  Vedasi n. 1230.
1233
1801 Co. Carlo e Girolamo Caiselli (Nomenclatura, f. 46v).
 *Affittuale Mattia Magrino (ibid.).
1809*Giorgio di Caporiacco (Registro delli aloggi, f. 34v).
 *Vi abita l’oste Mattia Magrino (ibid.).
1812 Osteria “La bozza” (Esercenti).
 *Gestione di Mattia Magrino (ibid.).
1845, apr. 17 Il co. Girolamo Caiselli vende a Domenico fu Pietro Rubini la casa n. 1233 per L 3600 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10510, 17138).
1852*È di Teresa Rubini (Competenze, I, f. 33v).
1853, lugl. 2*A Teresa Fabris ved. Rubini «è d’uopo — modificare il pianterreno di una casa — al c.n. 1233 —». L’ingegnere municipale A. Scala giudica «applausibili le riforme» (A.S.U., C.A. II, 66, 4549 Orn. II C).
1876 Osteria “Ai due leoni” (COSMI-AVOGADRO, 107).
 *Gestione di Angela Minotti (ibid.).
1234
1744 «Rubeis. Stavano prima in borgo S. Bartolomio nella casa posseduta dai Dragoni, poi ebbero la casa che si incontra subito passata la chiesa del Redentore; nel 1744 già da più anni tenevano la loro residenza in Tarcento» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 176).
1744 Varmo1. «Abitano la casa che si vede appena passata la nuova chiesa del Redentore, la quale prima fu dei Reggi poi dei Fistulari quindi dal dott. Boreati venduta ai Varmo» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 176).
1801 Co. Mainardo di Varmo (Nomenclatura, f. 46v).
1809, lugl. 10 Antonio e fratello G.B. q. Mainardo di Varmo vendono a Francesco q. Domenico Pitaro «una casa di muri — con cortivo, stanza ad uso di stalla e di rimessa pur copperta di coppi e solari sopra ed orto serviva di dominicale a detti fratelli di Varmo, il tutto posto — al c.n. 1234. Confina verso sol levado con orto — delli sigg. Livio e fratelli Colossis, a mezz. con fondi della — chiesa del — Redentore —, a pon. con il pubblico borgo ed a tram. parte con case — delli sigg. Girolamo e Giuseppe Feruglio in loco Tullio —. La vendita — viene fatta — per la summa di it. — L 8248,26 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10295, 31).
1809*Appartiene a Francesco Pittaro, che vi abita. «Darà l’alloggio destinato» a un tenente, «quando avrà restaurata la casa» (Registro delli aloggi, f. 34v — 35r).
1810, sett. 5*Perizia del commesso municipale Giuseppe Prisani: «Nella casa in borgo del Redentore al n. 1234 del sig. Francesco Pittaro, si lavora a demolire la linda del coperto verso pon., per tornarla a fare in altro modo —, avendo il medemo rifformato tutta la facciata con cambiamento del portone, e finestra, e sempre senza il dovuto assenzo, partecipo a Lei sig. cav. Podestà la denuncia —» (A.S.U., C.N., 178 Orn.).
1815, sett. 21*Domanda di Francesco Pittaro alla congregazione municipale: «Divisato avendo io sottoscritto di ridurre in bottega il mezzado della mia casa d’abitazione posta — al c. n. 1234, per far ciò si rende necessario di costruire una porta d’ingresso sulla pubblica strada verso pon. nel sito, ove esiste una delle due fenestre di detto mezzado dell’altezza di piedi sei, e sopra essa porta una piccola fenestra per dar lume ed aria alla bottega —» (A.S.U., C.N., 180/1815/III, 6810 Orn. XIX, con dis., firmato dal capomurero Luca Zanin).
1823, genn. 8°Francesco Pittaro vende ad Antonio fu Stefano Liani per L 3710 la casa n. 1234, con patto di recupera. Confina lev. nob. Livio Colossis, mezz. chiesa del Redentore mediante cimitero, sett. Caiselli, pon. borgo2.
1825, genn. 1*«— Osvaldo Mazzolini procuratore del — sig. Antonio Liani — retrocede — al sig. Francesco del fu Domenico Pittaro — la casa in borgo del Ss.mo Redentore al c.n. 1234 —; confina a lev. il n. 638 di mappa con orto di Colossis — Livio e fratelli q. Pietro, mezz. chiesa del Ss.mo Redentore, mediante il cimitero e sett. il n. 646 casa e corti Caiselli kav. Carlo del fu Francesco e pon. borgo del Ss.mo Redentore, che è tutto ciò fu venduto dal — Pittaro al — Liani coll’instr. — in mie note 8 gennaro 1823 —. Questa — retrocessione — viene stipulata per il prezzo — d’it. — L 3710 —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10550, 2345).
1836, giu. 7*Natale Bonanno chiede ed ottiene il permesso «di riformare la casa al c. n. 1234» (A.S.U., C.A. I, 254/X, 2967 Orn. II C, con diss.).
1847°È di Natale Bonanni. Viene inalzata. Risulta di due piani di sei finestre e soffitta (A.M., Atti Ornato, 1843-1851).
1852*È di Natale Bonano (Competenze, I, f. 33v).
1858*Filanda per seta con 34 fornelli gestita da Angelo Bonano (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 30).
   
NOTE1Per la famiglia di Varmo: MONTICOLI, Cronaca, 50; TORUSSI, Memorie storiche.
 2Nel ms. della Porta senza indicazione di fonte.
Chiesa del Redentore
  Costruita nel 1783. Consacrata nel 1788.
1831, apr. 6*I fabbricieri Bortolo Braida e Vittorio Mattioli firmano la richiesta dei parrocchiani «d’erigere una cappella per collocare l’altare di S. Nicola, essendo l’attuale cappella incapace di contenerlo non avendo che il solo nicchio di mezzo muro» (A.S.U., C.A. I, 182/1831/V, 1298 Orn. II C, con dis.).
1831, magg. 9*A conclusione della vertenza tra la deputazione d’ornato e i fabbricieri della chiesa, chiamati nell’ufficio della prima, costoro «dichiararono che grati alla defferenzia in essi riposta col lasciarli nella facoltà di scegliere o la prossecuzione o la sospensione de’ lavori incoati per costruzione capella in quella chiesa, comunque convinti delle ragion loro addotte dalla deputazione per fargli conoscere in linea d’arte la sconvenienza del lavoro e della preferibilità del partito proposto del prolungamento della chiesa, pure si trovano nella necessità di prescegliere il partito del compimento della cappella, atteso il desiderio universale manifestato nella popolazione di vedere ultimato questo già incominciato lavoro e togliere cosν la sinistra impressione ed il malumore in essa derivato dallo stato di sua sospensione e negato permesso. Aggiungono che tanto più devono adottare questo partito poiché secondando in questo momento il desiderio della popolazione, possono essi da questa circostanza cogliere partito per disporla all’adattazione del progetto della deputazione, di pensare cioè al neccessario prolungamento della chiesa con il toglimento dell’attuale provvisorio lavoro. Dietro questa dichiarazione domandano pertanto la relativa abilitazione, non che la restituzione degli atti, onde poter regolarmente procedere nel lavoro, che per garanzia della solidità e pubblica sicurezza e per l’esatta osservanza di regolamenti d’ornato venne anzi appoggiato alla direzione del commesso d’ornato e capomastro sig. Giuseppe Presani». Il documento è firmato dal fabbriciere Vittorio Mattioli, dal parroco Valentino Paiani, dal «rappresentante i divoti» G.B. Cantoni, da Giuseppe Mangilli, G.B. Bassi, Gabriele Pecile e dal direttore dei lavori Giuseppe Presani (A.S.U., C.A. I, 182/V).
1833, magg. 7*Alla congregazione municipale la commissione incaricata dell’esecuzione dei lavori nella chiesa del Redentore: «Essendosi deliberato di prolungare la chiesa parrocchiale del Ss.mo Redentore seguendo l’architettura esistente, e di ornare l’esterno della facciata con un ordine analogo all’interno, occupando per questo progetto parte dello spazio che è fra l’attuale facciata e la carriera stradale, la fabbricieria e la commissione scriventi presentano — il disegno —» (A.S.U., C.A. I, 206/1833/I, 1981 Orn. II C, con dis., firmato da Giuseppe Presani «architetto»).
1833, magg. 14*La congregazione municipale approva il progetto a condizione «che la porta sia un poco più larga e proporzionatamente piϊ alta, per cui dovrassi diminuire la larghezza degli intercoloni laterali, riducendoli n. due moduli anziché n. due ed un quarto; che li gredini siano un poco piϊ larghi, riducendoli a metri 6,40 anziché n. metri 6,30, modificazione facilmente eseguibile (A.S.U., C.A. I, 206/1, 2029).
1835*Pratiche relative all’ampliamento della chiesa (A.S.U., C.A. I, 254/X).
1839, sett. 26*Il parroco Giovanni Cantoni alla congregazione municipale: «Richiamata dalla decenza e dal decoro dovuto al tempio ora riformato del Ss.mo Redentore la sostituzione di un altare di marmo all’attuale esistente in legno, il sottoscritto parroco per quelle viste che in qualche parte potessero riflettere il pubblico ornato civico, ha creduto di sottopore il disegno del nuovo altare da erigersi in marmo alle ispezioni della commissione d’ornato —» (A.S.U., C.A. I, 299/1839/XX, 5416 Orn. II C, con dis.).
   
BIBLIOGRAFIA BALDISSERA, Chiesa cattolica, 86, 89; BIASUTTI, Note d’archivio, 19; B[LASICH], Ss. Redentore e S. Quirino; CICONI, Udine, 467-468; DE PIERO, Antiche parrocchie, 91-93; Divoto esercizio cc. con alcune preci; Divoto triduo a S. Andrea Avellino; GIOSEFFI, Udine, 232, 234; Manuale dei devoti della b. Vergine della Consolazione; PALLADIO degli OLIVI-CAIMO DRAGONI, Memorie udinesi, 16; PARONI-BARBINA, Arte organaria, 235; PICCINI, Primizie devote; Regolamento disciplinare e sommario delle indulgenze; de RUBEIS, Catalogo; SACCOMANI, Il ristauro, 11; SCHIEO, Giambattista Bassi, 85-86; TENTORI, Udine, 304; VALE, Contributo, 55, 61, 63; VALENTINIS, Udine antica, 15.
   
ICONOGRAFIA MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 4.
1235
1801 Fraterna del Ss.mo Redentore (Nomenclatura, f. 46v).
 *Affittuale Diego Grassi (ibid.).
1809*Appartiene alla chiesa del Redentore. Vi abita il fabbro Diego Grassi (Registro delli aloggi, f. 34v).
1814, apr. 2*In seguito ad atto oppignorativo del 19 febbr. 1814, avviso d’asta di «una casa con due stanze, una a pian terreno ad uso di bottega e solaro sopra al n. 1235, tenuta in affitto da Grassi Diego fabro». Debitrice è la confraternita del Redentore per L 59,33 (A.S.U., C.N., 81, Avviso d’asta per mora pagamento imposta prediale, IV rata 1813).
1852*Proprietà della chiesa del Redentore (Competenze, I, f. 34v).
1937 Casa unita al n. 1236.
1236
1801 Fraterna del Ss.mo Redentore (Nomenclatura, f. 46v).
 *Vi abita il sagrestano (ibid.).
1809*Appartiene alla chiesa del Redentore. Vi abita il sagrestano (Registro delli aloggi, f. 34v).
1812, ag. 9*Il capomastro Gianmaria Periotti chiede ed ottiene il permesso di restaurare il coperto della casa n. 1236, abitazione del sagrestano del Redentore (A.S.U., C.N., 179/XIX).
1814, apr. 2*In seguito ad atto oppignorativo del 25 luglio 1813, avviso d’asta di «una stanza al primo piano ad uso di cucina situata — al n. 1236, abitata presentemente da Bonitti G.B.». Debitore, per L 14,55, è Guglielmo Monaco (A.S.U., C.N., 81, Avviso d’asta per mora pagamento imposta prediale, IV rata 1813).
1852*Appartiene alla chiesa del Redentore (Competenze, I, f. 34v).
1937 Unita alla precedente.
1237
1801 Giovanni Tavellio (Nomenclatura, f. 46v).
1809 Pietro Pussigh è proprietario dell’appartamento dove abita l’industriante Francesco Comino (Registro delli aloggi, f. 34v).
 *L’appartamento superiore appartiene all’industriante Valentino Tavellio, che vi abita (ibid.).
1813, lugl. 27 Caterina Pussigh Pilosio vende a Valentino Perubini la casetta n. 1237 «— composta da una stanza terranea ed un solaro sopra, cioè in primo appartamento —, essendo il secondo appartamento, cioè il copperto, di appartenenza della — chiesa del — Redentore; confina essa casetta e corte verso lev. e tram. con casa — della chiesa del — Redentore a mezz. con casa — de’ figli — del fu — Antonio Antonini detti di Ceresetto ed a pon. col pubblico borgo —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10299, 455).
1831, febbr. 12*Valentino di G.B. Perubini vende a Lorenzo q. Marcantonio De Girolai la «casetta — n. 1237; confina a lev. e tram. con fondi e casa — della — chiesa del — Redentore, a mezz. gli eredi e rappresentanti il fu Antonio Giavit con il n. 1238 ed a pon. borgo —. La vendita — fa — per L 800, fanno fiorini 600 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10313, 2584).
1850, dic. 21*Teresa De Girolami chiede di apportare alcune modifiche alla facciata della casa al n. 1237. Vorrebbe «cambiare il soziaro della porta d’ingresso; rialzare la finestra al medesimo livello della porta». La deputazione d’ornato giudica il progetto tollerabile (A.S.U., C.A. II, 65/bis 1851, 8959 Orn. II C, con dis. firmato da Giuseppe Presani).
1852*Appartiene a Valentino De Girolamo (Competenze, I, f. 34v).
1937 Casa di due piani di due finestre. Rimodernata.
1238
1801 Co. Antonino Antonini di Cereseto (Nomenclatura, f. 46v).
 *Affittuale Antonio Giavit (ibid.).
1809*Appartiene a Teresa Antonini (Registro delli aloggi, f. 34v).
1825, febbr. 22 Rodolfo e Germanico q. Antonio Antonini vendono a Diamante Ferrari ved. Giavit la casa 1238. «Confina al lev. — Dominissini, a mezz. con casa — della — acquistante, a pon. il — borgo ed a tram, con casa del sig. Giacomo Federicis portante il c.n. 1237 —. La — vendita viene — fatta — per la somma — di it. — L 1724,14 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10310, 1953).
1852*È di Michiele Zanetti (Competenze, I, f. 34v).
1874*È censita unita con la n. 1238 (Prospetti di confronto, 116).
1937 Casa di due piani di due finestre. Era tutta una casa con il n. 1239.
1239
1801 Antonio q. Pietro Giavit (Nomenclatura, f. 46v).
1804, apr. 29*«Possedono G.B. q. Antonio e Giuseppe q. altro Giuseppe, zio e nipote Struzzi, del Canal di S. Pietro della villa di Tarcento, una casa fu — di Pietro Santolino, posta — nel borgo di S. Lucia, stata ad esso Santolino, detto Omenetto, escorporata con l’operazione 18 lugl. 1771, prodotta in note del — sig. Zaccaria Caratti fu notaro — per conto di Giuseppe q. Antonio Struzzo, fratello e padre dei suddetti; qual casa fu, con privata scrittura 15 ag. 1772, cessa in affitto enfiteotico al nunc q. — Pietro di Francesco Giavitto, verso l’annuo canone di d 14 —. G.B. e Giuseppe, zio e nipote. Struzzi —, in affitto enfiteotico concedono al — sig. Antonio q. Pietro Giavito — la precitata casa —, verso l’annuo perpetuo canone di d 14 —» (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10074, 319, f. 545r — 546r).
1809*Appartiene all’oste Antonio Giavitto1 (Registro delli aloggi, f. 34v).
1825, ag. 27°°Vedasi n. 1240.
1852*Appartiene a Michiele Zanetti (Competenze, I, f. 34v).
1856, nov. 27*Il parroco del Redentore, sac. Giovanni Cantoni, presenta progetto di riforma della casa n. 1239 e ne ottiene l’approvazione (A.S.U., C.A. II, 66, 6924 Orn. II C).
1874*Vedasi n. 1238.
1876*Falegnameria di Leonardo Feruglio (COSMI-AVOGADRO, 93).
1937 Casa di due piani di due finestre. Era tutta una casa col 1238.
   
NOTE1Sembrerebbe unita colla n. 1238 di Teresa Antonini, in quanto il compilatore del registro le collega con una graffa.
1240
1796, magg. 2 Ignazio Ermacora vende due casette al co. Daniele di Fabio Asquini (Atto privato citato da Osvaldo Colomba nell’atto seguente).
1800, genn. 20 Il co. Daniele Asquini vende ad Antonio Pasini una casa «in borgo S. Lucia, condotta a titolo di semplice affittanza dalli sigg. Marco e Maria iug. Barbetti, con corticella a lev., composta da una stanza terranea e sollari sopra, come pure il sottoportico, escluso — le due camere in primo appartamento — sopra esso sottoportico, le quali riconoscono in affitto essi Barbetti — del rev. — Ermagora —; confina il tuto a lev. con cortivo di Pietro e fratelli Dominissini [1241], mezz. case del pio ospital maggiore —[1242-1243], pon. il — borgo di S. Lucia ed a tram. — Pietro Ghiavit [1239] —; item altra casa interna — con cortivo —, confina a lev. con case del — monastero di S. Lucia, mezz. con case degli eredi della q. Lucia Fabrizio, pon. parte ingresso di questa ragione — e parte casa di Antonio Barbetto, ed a tram. con corticella del p. ospital. E ciò per lo prezzo — di d 958 L 3 s 10 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, IV instr., 313, f. 431v — 432v).
1800, ag. 26 Antonio Pasini vende a Marco Barbetti una casetta in borgo S. Lucia, «confina da lev. con corticella di — Dominissini, mezz. case del p. ospitale —, pon. il — borgo ed a tram. con case e corticella di — Antonio q. Pietro Giavit —. E questo per lo prezzo — di d 900 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, IV instr., 329, f. 438v — 439r).
1801 Maria Barbetta (Nomenclatura, f. 46v).
1809*Appartiene al falegname Marco Barbetti, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 34v).
1825, ag. 27*Il sac. Valentino Gregoris, «divisato avendo d’inalzare la casa di sua ragione situata — al c. n. 1240 — ed in pari tempo di riformare la facciata ora esistente —» presenta progetto, che viene approvato (A.S.U., C.A. I, 100/1825/II, 3343 Orn. II C, con dis.).
1825, sett. 12*Relazione della deputazione comunale d’ornato. «— Trovato necessario per le viste di polizia, sicurezza e decenza pubblica di disporre la chiusura del sottoportico aperta riferente alla casa n. 1240 —, che dà accesso ai fondi e case interne e convenendo quindi conciliare la cosa di concerto con li proprietari de’ fondi aderenti interessati nell’accesso l’ingresso per detto sottoportico, la deputazione fino dal — 5 corr. fece circolare apposito invito alli medesimi — all’ufficio in questo giorno. Comparsi — don Valentino Gregoris, Francesco q. Francesco Forte, la sign. Diamante Giavitti, Dominissini — risposero che essendo convenuto della necessità e convenienza del lavoro proposto addivenivano ad impegnarsi al lavoro —» (A.S.U., C.A. I, 100/Ornato, 194).
1830, ag. 17*«— Giacomo e Giuseppe fratelli Peres — hanno — venduto — al — rev. Valentino Gregoris — due camere esistenti sopra un sottoportico del rev. Gregoris, unite ad una casa — che porta il — c.n. 1240; quelle — camere confinano a lev. con il sig. Biaggio del fu Giuseppe Pecile, con Innocente e fratello q. Dominicini e Francesco Forte q. —Francesco, mezz. il pio ospitai maggiore —, pon. — borgo del — Redentore ed a tram. casa — del rev. — Gregoris — per il prezzo di ex ven. L 700 pari ad austr. L 400 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10475, 7397).
1839, febbr. 3 Pietro, Giuseppe e Rosa q. Giovanni Gregoris e Andriano, Pietro, Giovanni, Lorenzo ed Andriana Pagnutti, eredi di pre’ Valentino Gregoris, vendono a Giuseppe e Lucia Maroè la casa n. 1240. «Confina a lev. cortivo del sig. Biaggio Pecile, mezz. casa di questo — ospitale, pon. la strada —, ed a tram. — Michele Zanutti —. Questa vendita viene fatta — per — austr. — L 4000 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10492, 11914).
1852*È di Giuseppe Maroè (Competenze, I, f. 34v).
1858, apr. 18*Angelo Sassella «proprietario della casa — ai c. n. 1240, 1241» presenta un progetto di riforma che non viene accettato (A.S.U., C.A. I, 649/X, 3433 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Valentino Dreussi).
1241
1781, apr. 2*«— Evangelista q. — Antonio Cosmi di Rivignano —, tanto per sé, quanto come procuratore del sig. Pietro Cosmi q. —Ottavio di lui zio paterno ‹ha› — venduto —a Pietro q. Giuseppe Dominisini di — borgo di S. Lucia — due stanze terranee con loro fondi e locale sopra colonne, il tutto posto — nel borgo di S. Lucia, fra i confini espressi nella stima di esse stanze e lobeale, fatta dal pubbl. per. — Francesco Leonarduzzi —. E questa — alienazione ha fatta — per il prezzo — di d 143 L 4 s 1 —» (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9791, XVII instrom., 2091, f. 3028r — 3028v).
1801 Pietro Dominissini (Nomenclatura, f. 46v).
1809*La proprietà dell’immobile è divisa tra gli agricoltori Giovanni e Innocente Dominissini e il parrucchiere Francesco Forte, che vi abitano (Registro delli aloggi, f. 34v).
1825, ag. 27 Sino al 1825 era una casetta di due piani, una finestra. I n. 1240 (che era stato degli eredi Ermacora) e 1241 sono del rev. Valentino Gregoris. Vengono fusi in una stessa casa. Vedasi n. 1240.
1828, magg. 21 Giovanni Mantoani vende a Domenico Cantoni la casa n. 1241 per austr. L 775,86. «Confina a lev. mons. canonico Agostino Collossis, mezz. casa ed orto inscritti al numero del rev. p. Seraffino Dominissini —, a pon. corte consortiva e tram. — chiesa del — Redentore —, ch’è tutto il bene immobile compreso nel contratto di acquisto Mantoani e vendita Domissini 25 nov. 1826 —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10554, 3053).
1831, mar. 17*«— Innocente del fu Pietro e Pietro, padre e figlio Dominissini, — hanno venduto — al — sig. Biaggio Pecile — una porzione di casa situata — nel borgo del — Redentore faciente parte del c. n. 1241, consistente in due stanze terranee, una serve di cucina, e l’altra di camera, con stalla di animali suini ed altra di animali bovini, con lobia coperta di coppi serviente ad uso di arrea e sottoportico promiscuo cogli eredi Forte e col detto — Pecile, rappresentante G.B. q. Giovanni Dominissini, e con cortivo —, confina a lev. col brollo del fu monastero di S. Lucia, ora — demanio, mezz. orto del corpo medesimo, fu di ragione del detto G.B. Dominissini ora — Pecile, pon. cortivo — fu — di Giuseppe — Dominissini, ora — Pecile, ed a tram. con orto — Pecile, fu — del defonto rev. — Serafino Dominissini —, per il prezzo — di austr. L 1652 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10477, 7695).
1852*I n. 1241 e 1241 A, B, C appartengono a Biagio Pecile, il 1241 D è di Francesco Forte (Competenze, I, f. 34v).
1858, apr. 18*Vedasi n. 1240.
1937 Nella chiave del portone: «1830».
1242
1801 È dell’ospitale (Nomenclatura, f. 46v).
 *Affittuale Alvise Del Maschio (ibid.).
1809*Appartiene all’ospedale. Vi abita l’industriante Orsola Del Maschio (Registro delli aloggi, f. 34v).
1825, ag. 27°°Vedasi n. 1240.
1847, magg. 2°È venduta a Paolo Colugnatti (A.O.U., Primo ospitale).
1852*È dell’ospedale di Udine (Competenze, I, f. 34v).
  Vedasi n. 1243.
1243
1801 Ospitale di Udine (Nomenclatura, f. 46v).
 *«Affittuale Francesco Casi, capo degli uffiziali della città» (ibid.).
1809*Appartiene all’ospedale. Vi abita l’industriante Caterina Casotti (Registro delli aloggi, f. 34v).
1833, febbr. 13°°Vedasi n. 1244.
1847, magg. 2°È venduta a Colugnatti Paolo (A.O.U., I, Ospitale).
1852*È dell’ospedale di Udine (Competenze, I, f. 34v).
1937 È una casa rimodernata che comprende i n. 1242, 1243.
1244
1784, sett. 7 I coo. Florio vendono ad Antonio Barbetti q. Giuseppe «— una casa — nel borgo di S. Lucia — con corticella; confina a lev. Pietro e fratelli Dominissini [1241], mezz. — Osvaldo Rinaldis, pon. il borgo —, ed a tram. il p. ospitai — maggiore [1242] — per — L 1109 s 10 —» (A.S.U., N., Antonio Cavassi, 9878, VII instr., 407, f. 602v — 603v).
1801 È di Antonio Barbetti (Nomenclatura, f. 46v).
1809*Appartiene al negoziante Antonio Barbetti. Vi abita il sarto Valentino Zambani (Registro delli aloggi, f. 34v).
1820, lugl. 16 È di Francesco Barbetti (A.S.U., C.A. I, 35/1820/V, 2318 Orn. II C, con dis.).
 *Relazione del commesso d’ornato Giuseppe Presani sul progetto di restauro presentato dal proprietario (ibid.).
1831, mar. 24 Francesco fu Antonio Barbetti vende all’ecc. Felice fu Carlo Corazi «due casette contigue, una delle quali con corticella, poste — nel borgo detto di S. Lucia — n. 1244 e 1245 —, tra li confini a lev. erredi q. Antonio Zuglian, mezz. transito comune, pon. il pubblico borgo ed alli monti — Dominissini —. La — vendita viene fatta — per — austr. L 2514,28 —» (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 637, 2880).
1833, febbr. 13°°Vedasi n. 1244.
1845, nov. 21 Gli eredi di Pietro Barazza vendono la casa a Elena Comelli Rombolotto (Atto priv. citato nell’atto del 31 dic. 1845 del not. Riccardo del fu Antonio Paderni. Vedasi infra).
1845, dic. 31 Elena Comelli Rombolotto vende la casa 1244 ad Antonio fu Bernardo Del Colle (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10512, 17690).
1852*Proprietà di Pietro Barazza (Competenze I, f. 34v).
1937 È una casupola di un piano di una finestra.
1245
1801 Antonio Barbetti (Nomenclatura, f. 46v)
 *Affittuale Luca Macis (ibid.).
1809*Appartiene al negoziante Antonio Barbetti. Vi abita il cocchiere Luca Macis (Registro delli aloggi, f. 34v).
1820, lugl. 9*Francesco Barbetti, proprietario della casetta 1244, domanda di riformare la facciata della stessa. Il progetto è approvato con le solite raccomandazioni sulla simmetria e sulla necessità di seguire i regolamenti relativi alle grondaie e al cornicione (A.S.U., C.A. I, 35/V, 2718 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Francesco Periotti).
1831, mar. 24 Vedasi n. 1244.
1833, febbr. 13 È del fisico Felice Caraccio (A.S.U., C.A. I, 206/1833/I, 705 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Francesco Periotti).
 *Progetto per modifiche nella facciata. Viene accordato il permesso solo per il pianterreno (ibid.).
1850, mar. 14°Francesco q. Antonio Barbetti vende a Caterina lesse Palladini la casa 1245, per L 1850 (Atto privato, not. Antonio Cosattini).
1852*È di Felice Carraccio (Competenze, I, f. 34v).
1937 Casetta di un piano di una finestra.
1246
1783, sett. 17 Il nob. Marzio Franceschinis vende la casa a Lucia ved. del nob. Giovanni Fabrizi (Atto privato, citato dal not. Riccardo del fu Andrea Paderni nell’atto del 20 sett. Vedasi infra).
1783, sett. 20 Lucia Fabrizi la vende a Mattia Zamparo (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9973, V instr., 284, f. 347v — 348v).
1801 Mattia Zamparo (Nomenclatura, f. 47v).
 *Affittuale Lorenzo Nesman. Altra casa interna di proprietà di Antonio e fratello Pasini, affittata a Maddalena Corintich (ibid.).
1802, mar. 17 Antonio Pasini vende a Giuseppe Cornelio una casa in borgo S. Lucia, «— composta da due stanze terranee, quattro camere e piccolo granaro sopra, corticella e promiscuità d’ingresso, confina a lev. con casa — del — monastero di S. Lucia, mezz. eredi q. — Lucia Fabrizio, pon. parte passalizio consortivo — e pubblico borgo e parte — Zamparo e — Antonio Barbetto, ed a tram. con casa del p. ospital maggiore —, il tutto per — d 450 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, IV instr., 387, f. 475v — 476r).
1809*Appartiene in parte al cocchiere Lorenzo Nesman e parte allo «scrittore» Antonio Zuliani (Registro delli aloggi, f. 34v).
1833, febbr. 13°°Vedasi n. 1244.
1839, apr. 30*Appartiene a Luigi Zamparo. Vedasi n. 1247.
1843*Luigi Zamparo. Vedasi n. 1247, dis.
1852*Il n. 1246 I appartiene a Custina Zugliani, il n. 1246 II appartiene a Luigi Zamparo (Competenze, I, f. 34v).
1937 Unita al n. 1247.
1247
1779, mar. 29°I fratelli q. Carlo Locatelli di S. Daniele vendono la casa a Mattia Zamparo (Not. Francesco Prodolone).
1783, sett. 20 Mattia Zamparo cede in permuta a Lucia ved. Fabrizi la casa già Locatelli. «— Confina a lev. monastero S. Lucia, a mezz., pon. e tram. con fondi — della nob. — Fabricii —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, IV instr., 284, f. 347v — 348v).
1801 Eredi della sign. Lucia Fabrizio (Nomenclatura, f. 47v). Affittuale il nob. Lodovico Orgnani1. Altre case interne di proprietà del convento di S. Lucia, affittate ad Andrea Melchiori e a Barbetti non meglio precisato (ibid.).
1802, sett. 28*«Con scrittura privata 20 luglio prossimo decorso — Michielle e Giuseppe fratelli q. Antonio Venturini di Azzida vendettero — al nob. — Luodovico Orgnani la casa di loro ragione, posta in borgo di S. Lucia di questa città, in essi pervenuta per eredità della q. nob. — Lucia Fabrizio e toccata in parte fratterna colla divisione 12 mazo 1799 —. Michele q. Antonio Venturini —, facendo tanto in sua specialità, quanto per nome — dell’antedetto di lui fratello — Giuseppe —, transferisce in detto nob. — Lodovico Orgnani — la casa con corte, orto ed altre adiacenze —. E questa — vendita — fa — per il prezzo di d 2552 L 16 —» (A.S.U., N., Antonio Cavassi, 9880, XIX istr., 1149, f. 1871r — 1874r).
1809 Lodovico Orgnani e r. finanza (Registro delli aloggi, f. 34v).
 *Una parte è abitata dalla famiglia Orgnani; quella della finanza è occupata dal domestico Giuseppe Soiaro e dal portiere della finanza Francesco Grassi (ibid.).
1839, apr. 30 La nob. Vittoria Orgnani vende ad Angela de Toni per L 12200 «casa, fondo, cortile ed orto ubicati nel borgo del — Redentore — n. 1247 —. Confinano a lev. e mezzog. col fabbricato del — demanio e finanza, proveniente dal soppresso monastero di S. Lucia, a pon. colla pubblica strada ed a tram. — col sig. Luigi del fu G.B. Zamparo e colla sign. Maria Zuliani maritata — Fabricio. L’orto — confina a lev. mezz. e pon. col —demanio ed alli monti col sig. Biaggio Pecile —. Proprietà in essa derivata per titolo ereditario in vigore delle divisioni 15 nov. 1817 —, facoltà — del genitore Ludovico Orgnani —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10492, 12060).
1843, febbr. 16 e 26; magg. 6; dic. 11 È di Angela Vendrame De Toni. Viene unita al n. 1246, alzata e sono regolate le finestre (A.S.U., C.A. I, 359/1843/IX, 3266 Pol. Giud. IX D, con dis., firmato da Osvaldo del Bianco; A.S.U., C.A. I, 359/1843/IX, 1580 Orn. II C, con diss., firmato da Osvaldo del Bianco).
1846, dic. 28*«— Lorenzo Palladini — rinuncia al sig. Matteo Franceschini — l’esercizio della — sua casa commerciale di spedizione, fin da tempo remoto qui in Udine, condotta dalla cessata ditta “Moschini e Chiaruzzi” ed ultimamente da esso Palladini —. Il sig. Palladini cede pure al — Franceschini — l’ufficio di spedizione — eretto ed attivato — in borgo S. Lucia in casa De Toni, coscritta al c.n. 1247 con tutti i mobili ed utensili con l’attivo ed il passivo —» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/11, 1058).
1852*Appartiene ad Antonio de Toni (Competenze, I, f. 34v).
1854, apr. 16*Agenzia di spedizione (“L’alchimista friulano”, 5, XVI, 16 apr. 1854, 128).
1937 Unita alla precedente forma una casa di due piani di quattro finestre e balcone con parapetto in ferro.
   
NOTE1Per la famiglia Orgnani: BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 207-209; del TORSO, Albero genealogico della famiglia Orgnani; vedasi inoltre supra il n. 948.
1248
1744 «Madrisio Antonio. Dimora in faccia all’androna dello Spagnuolo» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 176).
1801 Madri di S. Lucia (Nomenclatura, f. 47v).
 *Affittuale G.B. Tami (ibid.).
1809 R. finanza (Registro delli aloggi, f. 34v).
 *Vi abita l’impiegato Giuseppe Solmi (ibid.).
1852*Finanza (Competenze, I, f. 34v).
1937 Casa di due piani di cinque finestre. Al primo piano la finestra centrale è ad arco.
1249
1801 Madri di S. Lucia (Nomenclatura, f. 47v).
 *Vi abitano il gastaldo e il sagrestano del convento (ibid.).
1809 È della r. finanza (Registro delli aloggi, f. 34v).
 *«Casetta demolita, porton d’ingresso della finanza» (ibid.).
1849, giu. 11*Denuncia della deputazione d’ornato alla congregazione municipale. «Presso la r. finanza si sta costruendo una casa senza li prescritti superiori decreti». Il 15 giugno l’intendenza di finanza scrive alla congregazione municipale: «Dietro il parere dell’ufficio delle pubbliche costruzioni, si dovette demolire il vecchio arco che dà ingresso al cortile anzidetto e per tal modo facilitare il corso dei pesanti e voluminosi carichi alla dogana diretti. Si trasmette — l’unito disegno che mostra il prospetto del nuovo portone respicente sulla strada del borgo del Redentore —». Il podestà A. Caimo Dragoni in data 20 giugno comunica che il progetto è approvato dalla deputazione d’ornato. Il 7 luglio l’ingegnere municipale informa la congregazione municipale che «l’i.r. intendenza di finanza ha demolito il muro di cinta e portone al c.n. 1249 che dà ingresso al cortile della dogana. Ora rimargina i muri corrispondenti alle case adiacenti n. 1248 e 1250. In seguito a quel lavoro pare che debba ricostruirsi il vano d’ingresso —» (A.S.U., C.A. I, 469, 3366 Orn. II C, con dis.).
1852*Intendenza di finanza (Competenze, I, f. 34v).
1250
  Vedasi n. 1252.
1801 Madri di S. Lucia (Nomenclatura, f. 47v).
 *Affittuale Andrea Bausaro (ibid.).
1809*Appartiene alla r. finanza. Vi abita il custode Carlo Ferro (Registro delli aloggi, f. 34v).
1852*Finanza (Competenze, I, f. 34v).
1251
  Vedasi n. 1252.
1801 Mm. di S. Lucia (Nomenclatura, f. 47v).
 *Affittuale Diodato Pirriotti1 (ibid.).
1809*Appartiene alla r. finanza. Vi abita l’impiegato di finanza Luigi Leich (Registro delli aloggi, f. 34v).
1852*Finanza (Competenze, I, f. 34v).
   
NOTE1Per la famiglia Periotti vedasi ai n. 1226 e 1227.
1252 Convento di S. Lucia
  Fondata nel 1367 da Lucia Benvenuta ed Orsola q. Giovanni de Mulargis, comprendeva anche il chiostro dei frati Agostiniani, detti Eremitani. Soppresso nel 1768 il convento, questo fu occupato dalle Francescane di S. Nicolò che vi rimasero sino alla soppressione napoleonica. Chiesa e convento furono allora adibiti ad uffici della finanza.
1730, sett. 15*«— Bortolomio, figlio del q. — Francesco Bruni —, ha — alienato al —p. — regente —, per l’antedetto — convento di S. Lucia —, l’orto — contiguo ad esso convento e sue camere con i suoi muri —, che lo circondano —. E questo — fa — per — L 667 s 10 —» (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8302, XXIIII instr., f. 73v — 75v).
1760, nov. 23*«Il rev. — fu Antonio Fabrizio, religioso dell’ordine di S. Agostino nel monasterio di S. Lucia di questa città, uno delli ultimi due superstiti di questo ramo di famiglia, mori il giorno d’oggi qui in Udine in ettà di anni 66 circa. Fu sempre dedito ad accumular soldi e lassia gran summa co’ quali li padri fabricano un bello et sontuoso convento» (L. PALLADIO degli OLIVI, Cronaca, B.C.U., ms. 642, p. 113).
1768, apr. 1*«Nota di quanto io, Angelo Cantone, ho condotto per occasione della fabrica nella casa dei rr.pp. del — convento di S. Lucia di questa città, cioè materiali miei propri, e carezzi, qual casa mi fu concessa nel 1767 in affitto e fu terminata essa fabrica nel 1768, e ciò per la promessa fattami dai rr.pp. di bonificarmi ogni cosa: — sassi considerati in tassa (ivi da me condotti e stati da me comprati) da m. G.B. Quaino di questa città e da m. G.B. Moro di S. Maria La Longa, ambi mureri, che li posero in opera, dico, considerati da essi due uomini, del valor di L 90; item sabione carri n. 45, considerati da detti mureri in ragione di L 2 l’uno, che fu il loro valore L 90; lavori fatti da me, come sopra, di legnami di ragione di detti rr.pp., perché dai medesimi comprati e questi per Udine fatti n. 8 a L 1, il carro val L 8 —» (A.S.U., C.R.S., 768/1g, Affittanza... Cantoni).
1775, apr. 21*La priora del convento di S. Nicolò, suor Teresa Sbruglio, domanda di far derivare dell’acqua, secondo il decreto del senato del 29 magg. 1773, dalla roggia nel convento di S. Lucia (ex Eremitani), da loro acquistato. Spiega che sino ad ora «si sono intraprese spese grandiose onde riddurre il convento stesso ad uso di monache, quale in presente è reso abbitabile» (A.S.U., C.R.S., b. 768 1m).
1776, genn. 22*«Nel v. monastero di S. Lucia, alle grade. — Introdotte dalli — pp. Eremitani di S. Agostino del sopresso convento di S. Lucia di questa città nella loro fu chiesa tra l’anno diverse funzioni, tra le quali l’esposizione la sera in tutta la quadragesima sino al sabbato dell’ulivo del augustissimo sacramento, la celebrazione di un — settenario ad onore del glorioso S. Nicolò da Tolentino e della — novena del — natale, dando in cadauna sera la benedizione al popolo, divozioni che mossero la — pietà del q. — co. Giovanni Alfonso Antonini ad aggiutarli —, avendo acquistato — le rr. madri dell’ordine di S. Chiara — prima di S. Nicolò, ora di S. Lucia, il — sopresso convento, attese le molte spese da esse fatte nell’acquisto e fabrica del monastero et apparati di chiesa, non erano al casso esse madri di continuare l’esercizio di tali — funzioni, se la — casa Antonini non fosse concorsa a farle —: desiderando il — co. Antonino del q. — Alfonso Antonini, nipote del — q. — Giovanni Alfonso, che in quella chiesa di S. Lucia venghino ogn’anno immancabilmente praticate tali — funzioni, è venuto in deliberazione di esborsare al — monastero — il capitale di d 930 p 2 —» (A.S.U., C.R.S., 786/1g, Affittanza... Cantoni).
1801 Mm. di S. Lucia (Nomenclatura, f. 47v).
1806, lugl. 28 Decreto che sopprime il convento di S. Lucia. Le monache vengono riunite a quelle di S. Chiara. Il convento comprendeva i n. 1249, 1250, 1251, 1252 e la chiesa (Bollettino delle leggi del Regno d’Italia, parte II, tab. B, 815).
1809*«Locale delle r. finanze e dogane» (Registro delli aloggi, f. 34v).
1813, dic. 30*«Nella sera di ieri alle ore 8 nel locale di residenza dell’intendenza di finanza —, borgo del Redentore, 1252 — si è sviluppato un incendio —». Tra le persone distintesi nell’opera di estinzione sono citati per primi l’ispettore agli incendi Giuseppe Presani e il «sottodirettore» Giovanni M. Periotti (A.S.U., C.N., 185, 1679 Pol.).
1824, ott. 28*Il capo del quarto quartiere segnala l’esistenza di una cisterna nella casa n. 1252, abitata da Bruna Bortolomio (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
1828, giu. 18*«— Giuseppe del fu Valentino Presani assume e si obbliga all’esecuzione dei lavori di costruzione e di riduzzione da farsi nei locali dell’attuale r. casa provinciale di finanza e demanio in questa città di Udine, nella contrada di S. Lucia al c.n. 1252 —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10554, 3070).
 *Vedasi anche n. 1334.
1836, apr. 25*Comunicazione dell’ufficio provinciale delle pubbliche costruzioni alla commissione d’ornato: «L’appaltatore Presani Giuseppe, che ha assunto il lavoro di riduzione dell’attuale corpo di guardia del locale dell’i.r. intendenza ad uso dell’ufficio di liquidazione, è per temere che il chiudimento di quattro finestre respicienti sul borgo e l’apertura di una nuova siano astati in codesta lodevole commissione dell’ornato. Per toglierlo quindi da questo dubbio pregiasi lo scrivente di far conoscere alla stessa il relativo tipo che unisce1 in cui rilevasi che si tratta di chiudere delle vecchie aperture sostituendone altre in armonia con quelle esistente alla parte opposta della porta a pian terreno per poi poter fare lo stesso nel piano superiore quando accadrà di porvi mano col pendente progetto di regolazione dell’ufficio della r. intendenza di finanza —» (A.S.U., C.A. I, 254/X, 2097 Orn. II C).
1852, sett. 10*Progetto di sistemazione del locale della finanza ad opera dell’ing. Antonio Vicentino (A.S.U., C.A. II, 66/1852, 6570 Orn. II C, con dis.).
 °°Visto dell’«I.R. Ingegnere in Capo L. Duodo».
1937 Intendenza di finanza.
  L’edificio è vincolato dal M.P.I. col decreto n. 611 del 5 sett. 1959.
   
NOTE1Non pervenuto.
Chiesa di S. Lucia
  Fu eretta nel 1367 insieme al chiostro dei frati Agostiniani, detti Eremitani. Soppresso il convento nel 1772, questo fu occupato dalle Francescane di S. Nicolò che vi rimasero sino alla soppressione napoleonica. Chiesa e convento furono adibiti ad uffici della finanza.
1815, ago. 7°°Vedasi n. 1253.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 140v — 142v; RAIMONDI, Gioia preziosa, p. 46-48.
   
BIBLIOGRAFIA AVON, Il restauro di palazzo Antonini, 35-42; BALDISERA, Chiesa cattolica, 93-94; BERGAMINI, Il pordenonismo, 39-40; BIASUTTI, Note d’archivio, 22; B[LASIG], Ss. Redentone, 6-14; CAVALCASELLE, La pittura, 106-289; DE PIERO, Antiche parrocchie, 91-96; FORLATI, Restauri, 56; A. della FORZA, Diario, 105, 114-115; Gratie e suffragi concessi dalla santità de’ sommi pontefici alla compagnia della B. V. della Consolazione et de’ Centuriati, eretti nella chiesa di S. Lucia d’Udine; di MANIAGO, Guida, 53-54; di MANIAGO, Storia, 369; Memorie francescane, 360; PARONI-BARBINA, Arte organaria, 23, 26; PIERI, Napoleone, 270-271; DE RENALDIS, Della pittura, 23, 54, 55, 77, 82, 92; RIZZI, Contributo, 13-14; RIZZI, Pluralità, 274; RIZZI, Storia... Il Seicento, 69; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 11, 20; 3 (1937), 15; TENTORI, Udine, 295; VALE, Contributo, 16-17, 49, 96-97.
   
ICONOGRAFIA [CORONELLI], Udine; GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, n. 15; GIRONCOLI - de BAURAIN, Stemma, n. 25; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 4; MURERO, Udine metropoli, n. 15; RASICOTTI, L’antica e nobilissima; SCOLARI, L’antica e nobilissima; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 19.
1253
1711, nov. 21*«— Giovanni Paolo Rosa, facendo tanto in nome proprio, quanto come rappresentante la signora di lui madre —, ha — ad affitto semplice locato per anni quattro — alli sigg. — rev. — Lorenzo Francesco et Odorico fratelli Zampari — la stanza sotto le case d’habitatione de’ medesimi — Rosa nel borgo di S. Lucia — con l’uso delli due banchi e scanzie in quella esistenti necnon il magazeno verso la corte annesso a detta stanza e con l’uso non solo della porta sula strada che le dà l’ingresso, ma di quella anco che esce nell’andito occorrendo di servirsi per dar l’ingresso alle merci che intendessero —. E ciò per l’affitto annuo — di ducati vintisette —» (A.S.U., N., Francesco Brunalleschi, 8300, VI instr., f. 80v — 87r).
1713, ag. 31 Casa Ronchi e Rosa. «Una casa d’habitatione — posta in questa città nel borgo di S. Lucia appresso la chiesa con diversi appartamenti, confina a lev. il — convento di S. Lucia, mezz. il nob. — Daniel e nepotti Fabritii, pon. stradda publicha di detto borgo et a tram. la — chiesa di S. Lucia —». Vi era una bottega di spezieria. Facciata lunga ps 5 pd 2 1/2 più ps 4 pd 3, ossia m 17,17 (A.S.U., N., Francesco Carminati, 7984 Allibramento Ronchi e Rosa).
1716, ag. 6*«Udine, in borgo di S. Lucia, nella speciaria sotto le case di raggione Rosa, dove — Giovanni Paolo Rosa — in nome — del nob. — Francesco Capriles di lui cognato, commorante nella Tisana —, ha — concesso — a semplice affitto — per anni nove — al sig. Giovanni Domenico Tami —; stipulante — in nome — del — rev. — Pietro dei Colli, di lui figliastro, habitante in Venezia —, la stanza a piè piano sotto le case soprascritte, ove — si fa negozio di speciaria, assieme con i due magazzini e mezado annessi e coll’uso del sottoportico di dette case per il necessario servizio di detto negozio — e ciò per l’annuo affitto di ducati vintiquattro —» (A.S.U., N., Francesco Brunelleschi, 8301, X instr., f. 56v — 57r).
1801, ag. 13°Pietro Andrea Barnaba denuncia d’aver comperato da Antonio Chircher valeghino una casa in borgo di S. Lucia per L 3685 (B.C.U., Notificazioni).
1801 Andrea Barnaba (Nomenclatura, f. 47v).
 *Affittuale lo speziale Perubini (ibid.).
1808, mar. 16*Spezieria di Valentino Perubini, oriundo di Fanna (A.S.U., C.N., 194, 2996, Sanità 37).
1809*Appartiene a Girolamo Barnaba. Vi abita il farmacista Valentino Perubini (Registro delli aloggi, f. 35v).
1810, ag. 10 Valentino Perubini di Fanna, farmacista in borgo S. Lucia al n. 1253 (A.S.U., C.N., 194/ Sanità XXXVII. 1810, Elenco degli esercenti attualmente la medicina, la chirurgia, la farmacia nel circondario di Udine coll’indicazione delle variazioni successe nel giorno 16 marzo 1808 fin oggi 10 agosto 1810).
1815, ago. 7*«Disegno delle fabbriche di pre’ Girolamo Barnaba, poste in borgo S. Lucia» (A.S.U., C.N., 180/1815/III, 5648 Orn. XIX, con dis., firmato dal perito Francesco Pascoli).
1816, nov. 29*La deputazione d’ornato denuncia alla congregazione municipale che «nella casa del sig. Perubini si è apperto un gattolo per scolo delle acque», opera «contraria al pubblico decoro e — pericolosa al transitante» (A.S.U., C.N., 180 Orn.).
1819, sett. 10 Pietro Andrea fu Nicolò Barnaba vende, con patto di recupera, a Giulia del fu Daniele De Giorgio, moglie di Girolamo fu G.B. Giupponi, la casa con bottega n. 1253, «condotta in affitto semplice dal sig. Valentino Perubini, con l’altra bottega ivi annessa, affittata alla sign. Orsola Poccar —; confina a lev. con Casa del — venditore, coscritta col c.n. 1254, a mezz. con strada — del borgo, a pon. con la dogana, già chiesa di S. Lucia, ed alli monti col — venditore —. Questa — vendita — viene — fatta pel — prezzo d’it. — L 3905,94 —» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10631, 2730).
1823, sett. 14*«Giulia — De Zorzi Giupponi retrocede al — sig. Pietro Andrea Barnaba — la casa —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10309, 1798).
1824, magg. 2*Valentino Perubini inoltra richiesta di riforma della bottega. Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 89/X).
1835 Farmacia Valentino Perubini, poi Lorenzo Gerolami, poi Giovanni Milani originario di Sesto (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1852*Proprietà degli eredi de Girolami (Competenze, I, f. 34v).
1876*Falegnameria di Antonio Badini e fabbrica di oli medicinali di Giacomo Comessatti (COSMI-AVOGADRO, 93, 104).
1883 Giacomo Comessatti. Farmacia “S. Lucia”1 (AVOGADRO, 144).
1937 Vedasi n. 1254.
   
NOTE1Per la farmacia del Comessatti: Esposizione, 12, 32, 115; FALCIONI, Industrie udinesi, 340-341.
1254
1758, genn. 11 Pierandrea Barnaba in pagamento dei d 1100 promessi in dote alla figlia Laura, promessa sposa di Francesco Valughino, «ha dato, — le fabriche, case, fondi e corte descritte nella stima giurata fatta dal sig. G.B. Peruzzi publ. per. li due corr. —». È allegata la stima. «Fu concordata l’esclusione delle pietre di porte corrispondenti alla stalla e l’inclusione per sola mità de’ muri e finestre a mezz. e tram. verso la bottega nel sottoportico di là de’ cogoli e cosν di sola mità della porzione di corte fuori della stangazzada». La stima è effettuata il 25 sett. 1757 e viene trascritta di seguito all’atto (f. 132r — 139v). «Casa di muro coperta di coppi in due facciate e due tempiari, corticella e sottoportico; confina a lev. l’antidetto sig. Barnaba, mezz. publ. strada del borgo di S. Lucia, pon. — chiesa di S. Lucia ed alle monti il rev. — Valentino Scarpello —». Al pian terreno sono segnalati una «bottega di spezziaria», e un «laboratorio serve alla specciaria», dove è ricordata anche una «scaffa di pietra di paragon fregata entro e fuori» (A.S.U., N., Francesco del fu Alessandro Brunalleschi, 9195, VIII instrom., f. 127r — 139v).
1801 Andrea Barnaba, abitazione (Nomenclatura, f. 47v).
1809*Appartiene a Pietr’Andrea Barnaba, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 34v).
1852*È degli eredi de Girolami (Competenze, I, f. 34v).
1937 I n. 1253, 1254 formano una unica casa di due piani di nove finestre con bifora. Appartengono ai sigg. Comessatti, farmacisti.
1255
1801 Giusto Bigozzi (Nomenclatura, f. 47v).
1809*Appartiene al possidente Giusto Bigozzi; una parte è abitata dal lavorante Bernardo Rubini (Registro delli aloggi, f. 34v).
1812 Osteria “Alla dogana” (Esercenti).
 *Gestione di Antonio Caneva (ibid.).
1852*Proprietà degli eredi del fu Giusto Bigozzi (Competenze, I, f. 34v).
1855, genn. 24*Maria Scala Bigozzi chiede ed ottiene l’autorizzazione di riformare il pian terreno (A.S.U., C.A. II, 66, 534 Orn. II C, con dis. firmato da Giuseppe Del Bianco).
1876*Rivendita di liquori e commestibili diversi di Agata Mazzoleni (COSMI-AVOGADRO, 99).
1937 Casa di due piani, cinque finestre.
1256
1751*Francesco e fratelli Colussi. Vedasi n. 1257.
1784, ag. 7 Gemona. I coo. Nicolò e G.B. q. Francesco Colussi vendono «al — mons. can. — Claudio Voraio, primicerio della metropolitana d’Udene, — la casa — in — borgo S. Lucia, fu aquistata dalli coo. Cilosio con instromento 1747, 2 dic., per atti del fu — Giuseppe Grazia —. E ciò — per il prezzo — in d 2050 —» (A.S.U., N., Rodolfo Barnaba, 418, Istr. 1784-1789, 669, f. 401r — 402r).
1801 Nob. Mario Voraio (Nomenclatura, f. 47v).
 *Affittuale Girolamo Biscontini (ibid.).
1809*Appartiene a Roberto Voraio, che vi abita. Una parte è occupata dalla sarta Margherita De Carli (Registro delli aloggi, f. 35v).
1852*Appartiene agli eredi de Girolami (Competenze, I, f. 34v).
1937 Casa di due piani, quattro finestre e trifora al primo cinque finestre al secondo. È di Maria Caratti Celotti.
1257
1558, ag. 19 Giovanni q. Pietro Gomboso, calligaro, compera da Bastian q. Antonio Zampa la sua porzione delle case (A.S.U., Confraternita Calzolai, Prot. 458, f. 122r).
1594 «Hieronymo Marquardo paga — d’affitto — sopra la casa che fu di ser Zuan della Gombosa — L 62. Hora è affittada a simplice affitto a ser Bortholo Merlo —. Casa posta in Udene, in borgo di S. Lucia murada, solerada, coverta de coppi, con corte et area drio, confina — de sol levado con le case del q. ser Venturin drapiero, a mezo dν la via publica, a sol a monte case de ser Zuan Baldassariis calligaro, alli monti li sigg. Antonini» (ibid.).
1568, dic. 12 Giovanni Gomboso lasciò i suoi beni alla confraternita dei Calzolai, tra cui una casa in borgo S. Lucia (A.S.U., Confraternita Calzolai, Prot. 458, f. 122v).
1695, ag. 8 «Il nob. — G.B. Fistullario tanto in nome proprio, quanto come procuratore del nob. — Giovanni Girolamo, di lui padre —, vende — alli rev.mo Giovanni Florio, canonico d’Aquileia, e fratelli Callisi, nobbili di Tolmezzo, qui presente il rev. — Callise Callise —, una — casa con corte et stalle, posta — nel borgo di S. Lucia, li muri della quale, cioè le facciate verso pon. et lev., tutte di questa ragione, tempiaro a mezodν per quello riguarda la casa alta e per mittà et il muro divisorio e quello della stalla, tutto di questa raggione, l’altro tempiaro alli monti e divisorio, tutto per mittà; e confina a sol levado, l’ecc. — Vittorio e fratelli Seccante, mezodν — fratterna della Ss.ma Anonciata dei Calligari di questa città —, sol a monte strada — del borgo, et alli monti detti — Seccante —, et ciò per il — prezzo — di d 400» (A.S.U., N., G.B. Cavalli, 8051, VI instr., f. 5r — 6r).
1696, magg. 20*«Fatto in Udene, nel borgo di S. Luccia, in casa dell’infrascritto sig. Callisi». Il Calice presente è Giovanni Florio, che rappresenta i fratelli (A.S.U., N., G.B. Cavalli, 8051, VI instr., f. 29v).
1700, mar. 7 «— II — rev. — don Calice Calice —, facendo per nome suo — e del rev. — Giovanni Florio, canonico d’Aquileia, suo fratello, e degl’altri fratelli —, vende — all’ecc. — Vittorio Sechante — una — casa con corte et stalle, posta — in questo borgo, per essi acquistata dalli — nob. — Giovanni Girolamo e figlioli Fistularii, con instrom. di 8 ag. 1695 in atti dello sp. — G.B. Cavalli —, li muri della quale, cioè le facciate verso mezo dν e tram., tutte di questa raggione, tempiaro a pon., quello riguarda la casa alta et il muro divisorio della parte di detto — Sechante — sino alle stalle per mittà, et quello di esse stalle, et il divisorio dalla parte di lev., tutto di questa raggione, e l’altro tempiaro pur a lev. per quello riguarda la casa alta divisorio per mittà, tutto confina a lev. con la —fraterna della Ss.ma Annontiata de’ Calligari di questa città —, a mezodν con la strada — del borgo, a pon. con detti — sig. Vittorio e fratelli et alle monti parimente —; et ciò per il — prezzo — di d 400, prezzo della loro compra, et d 230 L 3 di meglioramenti da essi —fratelli fatti nella casa —» (A.S.U., N., Bertrando Brunalleschi, 7805, XIX instr., f. 40r — 43r).
1704, magg. 7*«Udine, in borgo di S. Lucia, in un mezado delle case dell’ecc. — Vittorio Secanti» (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8300, III instr., f. 14v).
1709, lugl. 5 La confraternita dei Calzolai vende ad Antonio q. Apollonio Bergagnino di Porpetto a «livello parte infrancabile e parte francabile — la casa — situata nel borgo di S. Lucia, che ultimamente era condotta a semplice affitto da d. Agata e — Pietro fratelli Della Maestra, detti Beacci —, presso li confini descritti nella stima di quella fatta il —14 giugno dal sig. Andrea Corradino perito —, per il prezzo — di d 386 —. Il Bergagnino — si costituν pagare annuo affitto — ad essa — fraterna — di lire centodisnove soldi tredici —» (A.S.U., Confraternita dei Calzolai, 459, Catastico Gallafà, f. 108v — 109v).
 *Sotto la stessa data un diverso documento della fraterna precisa che si tratta della cessione «ad affitto parte infrancabile e parte francabile» e che la casa «ultimamente era condotta a semplice affitto da Angela e — Pietro e fratelli Della Martina detti Deani presso li confini descritti nella stima — fatta il — 14 giugno dal sig. Andrea Corradino perito». La stima allegata precisa: «una casa di muro, copperta di coppi, con corticella, posta — nel borgo di S. Lucia, confina a lev. parte coo. Pompeo e fratelli Caimi, già — coo. Antonini e parte nob. — Girolamo Franceschinis, mezogiorno strada publica del borgo, pon. li — eredi Vittorio e fratelli Seccante e tram. detti — coo. Caimi, tenuta ad affitto da — Pietro Bravo —» (A.S.U., Confraternita Calzolai, 453, f. 23r — 27r).
1718, ag. 2 La casa passa a Pomponio e al sac. don Sebastiano fratelli Secanti1 (A.S.U., Confraternita dei Calzolai, 459, Catastico Gallafà, f. 109v — 110r).
1751*La casa è gravata di un livello a favore della fabbrica del duomo, per la quale vengono indicati i confini: «— Dissero i confinatori che l’antedetta casa viene al presente abitata dall’ecc. sig. Giacomo Seccanti parte di ragione di detto sig. Seccante, e parte delli — coo. — Antonini q. co. Ascanio, che confina a lev. l’orto del palazzo Antonini abitato dal co. — Eusebio Caimo, a mezz. casa — del — Seccanti, a sol a monte il borgo di S. Lucia, et alle monti casa delli — coo. Francesco e fratelli Collussi dell’Ospedaletto, fu di ragione Celosia —» (B.C.U., ms. F. XXI, f. 36r).
1765, giu. 1*«Udine, nel borgo di S. Lucia nel mezzado dell’abitazione dell’infrascritto — sig. Seccanti». Si tratta di Giacomo del fu Pomponio, come precisa l’atto (A.S.U., N., Francesco del fu Alessandro Brunalleschi, 9196, XII instrom., f. 104r).
1782, nov. 24*Registrazione delle reconfinazioni operate il 15 nob. 1781: «una casa posta in borgo di S. Lucia, come nel libro Galafà c. 108, paga l’ecc. sig. dott. Secante di contadi L 73 s 3; confina a sol levado il sig. dott. Cosatini, a mezodν strada publica, a sol a monte et alle monti l’ecc. sig. — Secante. Paga il signor dottor suddetto ed abita la sign. Anna Boschetti» (A.S.U., Confraternita dei Calzolai, 434, Reconfinazioni 1750 usque 1781, f. 92r).
1801 Nicoletto e Vittorio Secante (Nomenclatura, f. 47v).
1804, genn. 6 Il nob. Vittorio Secanti vende al co. Carlo q. Prospero Antonini casa con corte ed orto ai n. 1257, 1258 per d 5888 L 4, «che tutta confina a lev. — co. Antonio — Antonini e — G.B. Cosattini, a mezz. il borgo —, pon. — nob. Voraio fu Colussi e — monastero di S. Lucia ed a tram. — monastero —; qual casa — fu — assegnata al suddetto — colle divisioni 5 ag. 1803 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, XLVI instr., 3502, f. 4584v — 4585v).
1809*Appartiene a Carlo Antonini. Vi abitano il locandiere Massimiliano Albertini e l’impiegato Giacomo Tedeschi (Registro delli aloggi, f. 35v).
1810, genn. 28 Carlo q. Prospero Antonini vende parte della casa 1257 al march. Tomaso fu Carlo Obizzi (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10075, Repertorio I, 118, f. 9v).
1810, mar. 16 Carlo fu Prospero Antonini vende per L 13641,36 a Tomaso Obizzi la casetta 1257 interna, confina a lev. eredi di Antonio Antonini, mezz. parte Carlo Antonini parte Antonio Miutti, pon. Obizzi, tram. eredi Antonini (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10585, 223).
1817, mar. 4 Tomaso Obizzi vende al sig. Bortolo Prane «la casa — posta — nel borgo di S. Lucia, marcata col c.n. 1257, con fabriche interne, fondi, cortivi, orto e diritto di un canale d’acqua, proveniente dalla — roia in solidarietà colla r. finanza e colli coo. Antonini, detti di Ceresetto —; confina a lev. r. finanza con orto, mezz. coo. Rodolfo e fratelli q. co. Antonino Antonini ed il — co. Carlo Antonini, pon. lo stesso co. Carlo ed il borgo di S. Lucia ed a tram. nob. — Mario e fratello Voraio di Venzone —. Questa — vendita — si fa per il prezzo — di it. — L 14000 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10598, 2050).
1818, genn. 28 E di Bortolo Prane. Fu fatto il portone in pietra (A.S.U., C.A. I, 18/II, 356 Orn. II C, con dis.).
 *Si tratta di riforma radicale, come appare dal disegno (ibid.).
1835*Recapito del medico fisico Giuseppe Dobsch (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1852*È di Bortolo Prane (Competenze, I, f. 34v).
  Vedasi n. 1258.
   
NOTE1Sulla famiglia dei Secante vedasi n. 1421.
1258
1801 Nicoletto e Vittorio Secante (Nomenclatura, f. 47v).
 *Affittuale Domenico Missio (ibid.).
1804, genn. 6 Il co. Carlo q. Prospero Antonini acquista da Vittorio q. Giacomo Secanti «una casa con corte ed orto — situata in borgo S. Lucia» ai n. 1257 e 1258, per L 37500 (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLV instr., f. 4584v — 4586r).
1809*Appartiene a Carlo Antonini. Vi abitano l’orologiaio Osvaldo Piazzotta, il domestico Pietro Marigo, il bottaio Antonio Cernoia (Registro delli aloggi, f. 35v).
1820, ag. 13 - 1826, mar. 7 La facciata della casa 1258 poggia su modiglioni di pietra così bassi che i passanti vi battono la testa. La facciata è crollante (A.S.U., C.A. I, 100/1826 Ornati II).
1821, magg. 28 «— Carlo del fu Prospero Antonini — vende — al sig. Bortolo del fu Francesco Prane, negoziante — la casa — n. 1258 — condotta in affitto semplice da Antonio Cernoia, — acquistata dai Socrate con istr. 1804 genn. 61 insieme all’altra n. 1257 ora del sig. Prane, confinante «a lev. — Prane, mezz. — Vincenzo Canciani, loco Cosattini, pon. il borgo — di S. Lucia, ed a tram. — Prane». Prezzo it. L 2300 (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10602, 2792).
1852*È di Bortolo Prane (Competenze, I, f. 34v).
1858*Filanda per seta con 12 fornelli, gestita da Francesco Verzegnassi (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 31).
1937 Unita al n. 1257, forma una sola casa di piani tre, di sei finestre.
   
NOTE1Vedasi n. 1257.
1259
1801 G.B. Cosattini, abitazione (Nomenclatura, f. 47v; Registro anagrafico, f. 29v).
1807, sett. 2 Giuseppe e fratelli Cosattini q. G.B. vendono a Giuseppe Miutti casa in borgo S. Lucia, confinante a lev. G.B. Cargnelli, mezz. strada, pon. Carlo Antonini, ed a tram. eredi di Antonio Antonini. Prezzo ven. L 12400 (A.S.U., N., Marco Cancianini, 10413, 49).
1809 Antonio Miutti, parrucchiere (Registro delli aloggi, f. 35v).
1813, magg. 7 Antonio Miutti di Giuseppe vende a Giuseppe Cosattini fu G.B. la casa n. 1259; confina lev. G.B. Cargnelli, mezz. borgo, pon. Tommaso Obici, tram. eredi q. Antonio Antonini. Prezzo L 5265,557 (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10571, 638).
1820, lugl. 9 Giuseppe Cosattini vende la casa n. 1259 a Vincenzo Canciani. Confina lev. la vedova di G.B. Cargnelli, mezz. strada, pon. Carlo Antonini a tram. Prane Bartolomeo (Atto privato, citato nell’atto del 29 ag. 1822 del not. Giovanni Bertoldi; vedasi infra).
1820, ag. 7 È di Vincenzo Canciani (A.S.U., C.A. I, 53/1821/III, 3114 Orn. II C, con diss.; A.S.U., C.A. I, 53/1821/III, 3114 Orn. II C, con diss.).
 *Rilievi della deputazione d’ornato sul progetto di riforma della casa dominicale dei Canciani. I suggerimenti tuttavia non vengono accolti. Il proprietario si assoggetta alle proposte della deputazione d’ornato (ibid.).
1822, ag. 29 Vincenzo fu Canciano Canciani vende a Bartolomeo Prane la casa n. 1259. «— Confina a lev. la vedova — Cargnelli, a mezz. strada, a pon. e tram. — Prane —. Vende — tutta la pietra lavorata ad uso della facciata di detta casa e la calce che ora trovansi collocate nella casa predetta —. La casa — viene venduta — per L 7000 —» (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10577, 1410).
1834, sett. 30*Giuseppe Presani è l’incaricato delle riforme di casa Prane. Il suo progetto non è accettato (A.S.U., C.A. I, 219/1834/I, 4836 Orn. II C, con dis.).
1834, dic. 4 È di Bortolo Prane. Il proprietario domanda di riformare le finestre, quattro per piano, che sono ad arco (A.S.U., C.A. I, 219/I, 5943 Orn. II C).
 *Il progetto è approvato (ibid.).
1852*È di Bortolo Prane (Competenze, I, f. 34v).
1883*Bottega dell’orafo e gioielliere Carlo Scialini1 (AVOGADRO, 150).
   
NOTE1Per la bottega Scialino: PICCO, La torre e l’orologio.
1260
1801 Giuseppe Martinis, abitazione (Nomenclatura, f. 47v).
1807, nov. 7*«Il rev. sig. — Marco q. Giacomo Martinis — tanto come proprietario di una quarta parte de l’infrascritta casa, quanto come erede usufruttario dell’ora deffonto — Giuseppe — Martinis, fu di lui fratello —, ed anche — procuratore della sig.na Anna Giulia di lui sorella, vedova del q. — Giacomo Tosoni, una delle coeredi proprietarie —, ed il sig. G.B. figlio — del sig. Orlando q. G.B. Cicogna, altro coerede proprietario —, allienano all’ecc. — G.B. q. Daniele Cargnelli — una casa posta in — borgo di S. Lucia, contrassegnata col n. militare 1260, che serviva d’abitazione alli — fratelli Martinis —, composta di tre piani, d’interni fabbricati e di cortivo, e fondi fino alli stilicidi e che nel suo complesso ha per confine a sol levado e mezz. la famiglia Antonini di Cereseto, pon. strada pubblica del borgo ed a tram. gli eredi del q. — G.B. Cosattini. Tale — vendita — fanno per il prezzo — di lire locali ossia ex venete ventiquattromilleottocento, che corrispondono a lire italiane dodicimilleseicentoottantanove, centesimi sessantaquattro (A.S.U., N., Graziano Cantoni, 10216, XII instrom., 1739, f. 2725r — 2729r).
1809 G.B. Cargnelli (Registro delli aloggi, f. 35v).
1852*Appartiene ad Annetta Cossio (Competenze, I, f. 34v).
1856, mar. 31*Daniele Cossio «dovendo praticare l’allargamento del portico nella casa di propria ragione — al c. n. 1260, è necessitato alla riforma di alcuni vani della facciata». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. II, 66/1856, 2238 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Silvestro Bosa).
1937 Casa di due piani, cinque finestre. Portone in pietra del sec. XVI.
1261
1801 Co. Adriano Antonini (Nomenclatura, f. 47v).
 *Affittuale Giacomo Flumiani (ibid.).
1809*Appartiene a Teresa Antonini. Vi abita il calzolaio Giacomo Flumiani (Registro delli aloggi, f. 35v).
1830, magg. 10*È ancora affittata al calzolaio Giacomo Flumiani. Vedasi n. 1277.
1850*Vi abitano G.B. Ciutti e Anna Pavani (A.S.U., C.A. I, 485, 1059).
1876*Recapito della levatrice Elisa Broili e bottega del calzolaio Pietro Pizzoni (COSMI-AVOGADRO, 88).
1937 Casetta medioevale di porte due, finestre due, restaurata nel 1932.
1951*Vincolata dalla Soprintendenza ai monumenti e alle gallerie del Friuli Venezia Giulia decreto n. 479.
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 221; ERMACORA, Guida, 138; FORLATI, Restauri, 56; La guida di Chino Ermacora, 334; Restaurata la casetta di via Mazzini; VALENTINIS, Udine antica, 8.
1262
  Questa casa occupa il posto di almeno due case antiche di cui i documenti:
1394 «Franciscus cerdo de Solar q. Iohannis de Martignacho Utini habitans, solvit annuatim — super quodam sedimine domorum vacuo cum terreno posteriori cum suis pertinenciis murato et partim tegulis coperto sito in burgo interiori Vilalte, iuxta Petrum Henrici de Colareto Utini habitante ab alio latere et iuxta murum castelanum interiorem terre Utini ab alio latere et iuxta Nicolusium pelliparium a parte posteriori et viam publicam ab anteriori parte secundum quod continetur manu — Ambrosii notarii Utini habitantis sub millesimo iijc lxxxxiiij° indictione vija die xxviiija decembris marcham denariorum unam» (A.S.U., Confraternita dei Calzolai, Libro Rosso, II, f. 17v).
1406 «Mag. Franciscus cerdo de Solario q. Iohannis qui fuit de Martignacho Utini habitans apud portam que itur ad Sanctam Luciam, solvit annuatim eidem fraternitati de livello — super una domo sibi per fraternitatem anivellata, murata et tegolis coperta, cum curia et suis pertinenciis sita Utini et conexa eidem Porte Sancte Lucie, iuxta domum Iacobi q. Petri Pulchardi qui fuit de Colloreto, a parte posteriori possidet Nicolussius pellizarius iuxta murum interius terre Utini et viam publicam, marcham denariorum unam prout de ipsa allivellacione constat quodam publico instrumento scripto manu q. Ambrosii notarii q. Alberti de Cuchanea in m° ccc° lxxxx° indictione vija die xxviiij° decembris (A.S.U., Confraternita dei Calzolai, Libro Rosso, II, f. 44r).
1414 «Nicolaus — q. Antonii muratoris Portę S. Lazari tenetur super domo suæ habitationis quam emit a Iacobo Clapiz pellipario olei libr. ij» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 116r).
1420 «Niccolaus cerdo — q. mag. Antonii muratoris —» (ibid.)
1428 «Philippus cerdo q. Nicolai cerdonis» (ibid.)
1441 Stiefin Bochalar paga «per anno de livello — sora una casa murada et de copi coverta, cun la corte e cun le sue pertinenze la qual fo in prima alivellada per la fradagla a m. Francescho caligar de Solar fiol che fo de Zuan de Martignà, mituda in Uden e contigninsi ala Porta de Sancta Lucia dentro apresso la casa de Iacum fiol de Pieri Picart che fo de Coloret ala parte de dredo posset Nichulus pilizar apresso lo muro dentro della terra da Uden ella via pubblica marche de den. j» (A.S.U., Confraternita dei Calzolai, Libro Rosso, f. 36v).
1460 «Filippo caligar detto Fisuler sopra la casa della sua abitazion mettuda appresso Ieronimo che fo di ser Zuan Guanelle nod. —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 116r).
1466 «Martin Peverade fornador» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 116v).
1511 «Sopra una casa appresso li eredi di Zuan Daniel» (ibid.).
1519 «Domenego et Lunardo di Martin Peverada — sopra una casa di appresso li eredi di Zuan Vanel» (ibid.).
1542 «Domenego di Lunardo de Martin Peverada» (ibid.).
1544 «Rafael di Belgrado» (ibid.).
1555 «Mens. Bernardino Tunin e mess. Ieronimo Bertulino — sopra una casa fu delli Vanetti» (ibid.).
1593 «Clar.mo ser Girolamo Zen» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 117r).
1643 «Casa — posta nel borgo di porta di S. Maria dentro, possessa — per gli ill.mi sigg. Zeni nobili veneti, tenuta per l’ecc.mo sig. Giacomo Giorgio Attimis; confina a sol levado coi sigg. Antonini mediante tenute per Girolamo Magrino hoste, detto Faccioletto, a mezodν il sig. Christoforo Legale, a sol a monte la strada pubblica, et ai monti colla piazzetta Antonina, overo col sito, in cui fu già una beccarietta appresso il portone di S. Lucia» (A.S.U., C.A., 87/3, 77).
1744 «La casa del n.h. Zen era di rimpetto ai Florio» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 175).
[1751] «Girolamo Zen — in loco di Girolamo Bartolin, già di Domenico Peverada, paga — in virtù d’istromento 24 nov. 1546, sopra casa entro il Porton del borgo di S. Cristoforo alla destra nell’andar a S. Lucia, ora abitata dal sig. Gioseffo Gallici, oglio lb 2» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 116r).
1801 Eredi q. Girolamo Mantica (Nomenclatura, f. 47v).
1801, sett. 5*«— Francesco q. Giuseppe Zilli, legatario per testamento 25 magg. 1799 dal fu co. Girolamo Mantica ed in relazione alla privata scrittura 19 ag. 1801 —, vende — al sig. Francesco Pittaro — una — casa — nel borgo di S. Cristoforo in lui pervenuta per l’anzidetto testamento — nello stato e grado che verrà preso dal pubbl. per. — G.B. Borghi —. La alienazione — viene fatta perché all’incontro — Francesco Pittaro — assume a proprio carico l’annuo canone di d 50 — infisso sopra la casa stessa pagabile al n.h. Zen di Venezia — e perché — Pittaro si chiama debitore per prezzo — della casa — di ducati duemilla —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLIII instr., 3202, f. 4261v — 4262v).
1804, magg. 3 Antonio Zen fu Sebastiano concede in affitto enfiteotico «al sig. Giacomo Brusadini — una casa posta — nel borgo di S. Cristoforo, ch’era concessa in affitto al nunc — G.B. Cicogna ed indi alli sigg. Orlando e Giacomo di lui figli —. E questa affittanza — fa — per l’annuo canone di L 347 s 4 —» (A.S.U., N., Antonio Cavassi, 9880, XX istr., 1216, f 1959r — 1960v).
1804, giu. 19 «— Giacomo q. — Bortolo Brussadini — vende — al sig. Carlo — del sig. Natale Bonano — l’utile perpetuo dominio della casa posta — nel borgo di S. Cristoforo, che col — instr. 3 maggio decorso, rogato dallo sp. — Antonio Cavassi not. —, è stata concessa in affitto enfiteotico dal — n.h. Zen allo stesso — Brusadini —. E questa cessione — fa — perché il — Bonanni ha — esborsato — d 500 —, sono L 3100 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10578, III instrom., 224, f. 263r — 264r).
1808, ag. 26 Francesco q. Domenico Pittaro vende per L 34896,51 a Gaetano q. Francesco Clabassi «nativo della comune di Gradisca di Sedegliano, ora cassiero di questa r. cassa dipartimentale —» la casa al c.n. 1262, «con tutti li miglioramenti ed aumenti di fabbrica, compresa quella da’ fondamenti da esso — Pittaro fatta erigere fra il — borgo e piacetta —» (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10076, Filza, 48).
1808, ag. 28*«Istromento di vendita e rispettiva compra con cui — Francesco di Domenico Pittaro, nativo di S. Martino di Valvasone, abitante in Udine, vende al sig. Gaetano q. Francesco Clabassi di Gradisca di Sedegliano, ora abitante in questa comune, una casa posta — nel borgo di S. Cristoforo al c.n. 1262, per il prezzo di L 34896,51» (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10075, Rep. I, 48, f. 4v).
1809*Appartiene a Giacomo Clabassi. Una parte è affittata all’impiegato Pietro Tomadone (Registro delli aloggi, f. 35v).
1809, dic. 12 Gaetano Clabassi cede in permuta1 ai fratelli Carlo, Eusebio e canonico Giovanni figli del fu Giacomo Caimo, «la casa — serviente in presente per proppria — abbitazione con cortivo, stalla e casetta ad uso di magazzino —, situata — nel borgo — di S. Cristofforo —, segnata con il c.n. 1262; confina a lev. con casa — degli eredi q. — Antonio Antonino q. — Andriano e parte con li sigg. Mattioli, a mezz. parte gli eredi del q. — Giacomo Brussadin, in loco Cestaris, enfiteuta Zen, ed parte con casa — degli eredi q. — Leonardo Valentinis, pon. il — borgo ed a tram. con fondi ad uso di piazzetta —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10295, 63).
1810, giu. 4 Carlo, Eusebio e Giovanni fu Giacomo Caimo per L 22206 vendono a G.B. Bertuzzi q. Stefano la casa n. 1262 «da essi attualmente abitata con cortivo, stata ed annessa casetta bassa —; confina a lev. con casa — delli eredi del q. — Antonio — del fu Andriano Antonini — e — colli — Matioli, a mezz. — colli eredi del q. — Giacomo Brusadini loco Cestaris emphiteuta — e — colli eredi del q. — Leonardo Valentinis, a pon. colla pubblica strada del borgo ed a tram. con fondo ad uso di piazetta —» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10358, 426).
[1820]2 «Casa fu Mantica ora Clabassi» (B.C.U., ms. 869/K, f. 368r — 369v).
1839 «La casa dei Bertuzzi dove ti ferma lo sguardo una interna porta scolpita nei buoni tempi d’un lavorio semplicissimo» (di MANIAGO, Guida, 65).
1852*È del dott. Luigi Bertuzzi (Competenze, I, f. 34v).
1873°È di Francesco Bertuzzi. Si ingrandiscono le cinque finestre del terzo piano che erano quadrate (A.M.U., Atti Ornato, 1865-1873).
1876*Recapito dei sensali di seta e bozzoli Giovanni e Luigi Bertuzzi (COSMI-AVOGADRO, 113).
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 02 nov. 1993 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Vedasi n. 705.
 2In realtà il ms. non reca alcuna data.
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 159; [CORGNALI], Un mur dal 1291; ZENAROLA PASTORE, Atti della cancelleria, 61.
1263
1643*Casa di Cristoforo Leali. Vedasi n. 1262.
1744 Leali «Avevano la casa contigua a quella del n.u. Zen abitata nel 1744 da Germanico Mantica» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 175).
1801 Co. Mainardo Valentinis (Nomenclatura, f. 47v).
 *Affittuale Maria Bombiza (ibid.).
1809*Appartiene ad Angelo Grotto (Registro delli aloggi, f. 35v).
1812, lugl. 22*Relazione del commissario di polizia: «La mattina del — 19 corr. alle ore tre e mezzo circa si è scoperto un incendio nella bottega — in borgo S. Cristoforo aperta dal carraro Pietro Iacotti, detto Padoan per suo mestiere. Essa è composta d’una sola stanza terrena e contenevansi in essa matteriali di legname relativi a detta arte, effetti appartenenti a vetture —, utensili e strumenti di sua pretensione —. La proprietà delle medesima appartiene al sig. Gasparo Naschinetti, di cui è propria la casa contigua — n. 1264, abitata dalla famiglia Pers. La casa sopraposta a detta bottega è segnata col n. 1263, di proprietà ed uso della famiglia Grotto». Vi mori un mendicante ricoverato, Giuseppe Calligaris, d’anni 701 (A.S.U., C.N., 184/Polizia).
1814, giu. 6 La casa 1263 in borgo di S. Cristoforo era di Angelo Grotto ed Elena Valentinis coniugi (A.S.U., C.N., 180, 3190).
 *I Valentinis chiedono ed ottengono di «aprire due finestre ai due lati della porta d’ingresso che guarda il pubblico borgo e l’oggetto dell’appertura di queste due finestre si è per dar una conveniente ventilazione al sottoportico, il qual senza di ciò ha mantenuto e mantiene un’aria corrotta e puzzolente, che giunge perfino ad incomodare le stanze di abitazione superiori» (ibid.).
1814, ott. 15°°Vedasi n. 1264.
1830 La casa era di Angelo Grotto, aveva una parte del piano terreno a portici, le colonne erano rotte in seguito all’incendio avvenuto anni prima nella bottega (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 3550, Pol. Giud. IX D).
1830, dic. 17 È di Luigi de Rio. Vedasi n. 1264.
1852*Appartiene a Luigi de Rio (Competenze, I, f. 34v).
   
NOTE1La notizia, riportata dal della Porta per la casa n. 1264, è stata spostata a questo numero.
1264
1791, ott. 21*«— Volendo — Antonio Benvenuto q. — M. Antonio Angieri, dopo aver già decentemente proveduto al collocamento delle — uniche due figlie, provedere ancora a se stesso coll’assicurarsi per sempre un onesto vitalizio sopra l’intiera sua facoltà, — ha — rinunziato — al sig. Gian Gaspare q. — Vicenzo Naschinetti di questa città, cioè mobili, stabili, crediti, azzioni e ragioni — e specialmente la casa di sua abitazione nello stato e grado in cui di presente s’attrova, posta — in borgo di S. Cristoforo tra li suoi confini —» (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, II instr., 312, f. 339r — 339v).
1801 È di Gasparo Naschinetti (Nomenclatura, f. 47v).
 *Affittuale Chiara Pavona (ibid.).
1809 Appartiene all’impiegato Gasparo Naschinetti. Vi abita il pasticciere Giuseppe Pers (Registro delli aloggi, f. 35v).
1812, lugl. 19 Proprietà di Gaspare Naschinetti, abitata dalla famiglia Pers. Danneggiata da un incendio. Vedasi n. 1263.
1814, ott. 15 «Sin dall’anno 1814 era stata decisa la demolizione de portici delle case 1264, 1265, 1266» (A.S.U., C.A. I, 168/1830/XIV, 3550 Pol. Giud. IX D, con diss.).
 °°Disegno firmato da «Antonio Bernardinis Perito Ing. ».
1826, ott. 6*Il co. Francesco q. Ulderico di Prampero, «proprietario — in forza del decreto di delibera 15 lugl. 1820, n. 5435 e dell’altra 8 ag.», vende al sac. Angelo Cucchini le case n. 1264, 1269 per austr. L 6321 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10474, 7046).
1830, giu. 7 Il consiglio comunale accorda ai sigg. Zorzi e Cucchino, proprietari delle case 1264, 1265, 1266, di chiudere i portici senza uscita esistenti sotto le loro case (Prot. verb. consiglio comunale della r. città di Udine, n. 1352, part. IV).
1830 È di Angelo Cucchini. Ha il portico con due archi, al primo piano una trifora. (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 3162 Pol. Giud. IX D).
1830, dic. 17 - 1831, genn. 4 Angelo Cucchini domanda di poter ridurre la facciata (A.S.U., C.A. I, 182/V, 5301 Pol. Giud. IX D, con dis.).
  Il processo verbale del 4 genn. 1831 col vicino Luigi de Rio di Artegna non ha tuttavia esito positivo (ibid.).
1835*Vi abita il medico fisico Giuseppe Cucchini (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1852*È del dott. Giuseppe Cucchini (Competenze, I, f. 34v).
1856, apr. 1*Progetto di riforma del prospetto. Lo stabile appartiene a Daniele Cossio (A.S.U., C.A. II, 66, 2238 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Silvestro Bosa).
1948 Trattoria “Alla Montagna”.
1265
1801, mar. 6 Graziano e Bernardino q. Francesco Cantoni, secondo i preliminari redatti in forma privata il 4 sett. 1800, cedono la casa in permuta a Sebastiano q. Giuseppe Girardis (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLII instr., 3132, f. 4168r — 4170r).
1801 È del nob. Sebastiano Girardis (Nomenclatura, f. 47v).
1805, sett. 2 Sebastiano Girardis vende a Francesco q. Giuseppe de Zorzi la casa già Cantoni. Confina lev. de Zorzi fu Pace, mezz. de Zorzi, pon. strada, tram. Gaspare Naschinetti, loco Ruggeri. Prezzo d 1900 o L 11780 (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10578, IV instr., 323, f. 377v — 378r).
1809*Appartiene a Francesco e fratelli Zorzi. Vi abita l’industriante Maddalena Zorzutti. Nelle “Osservazioni” il redattore del Registro annota: «Stante la notoria gravosa infermità dell’inquillina d’aversi de’ riguardi» (Registro delli aloggi, f. 35v — 36r).
1814, ott. 15°°Vedasi n. 1264.
1830 È di Francesco q. Giuseppe De Zorzi (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, con dis.).
 *Richiesta del proprietario al podestà: «Gli inconvenienti che accadono particolarmente nelle notti oscure, sotto li portici delle case — coscritte n. 1265, 1266, contigue all’altra — del sig. Gaspare Naschinetti, composta di quattro sottoportici senza sofito, — n. 1264, annessa pure all’altra casa del sig. Angelo Grotto — n. 1263, ha determinato il medesimo — a farne la chiusura, sempreché venghi permesso dalla autorità —» (ibid.).
1852*Proprietà degli eredi Giuseppe Zorzi (Competenze, I, f. 34v).
1937 È unita al n. 1266.
1266
1647, genn. 1*«Stima fatta da me Andrea Peruzo di una casa, posta nella contrada di S. Cristofolo con li suoi confini. La detta casa è di ragione di — Andriana del q. — Giovanni Domenego Martignacco, detto Primavera. La detta casa la dà a livello a m. Lonardo Falcone, muraro in Udine —. Fazada da lev. confina con la strada publica fin tutto il primo solaro —» (A.S.U., Arch. Caiselli, Processi. Coppia de l’instromento della casa per mezzo la nostra casa della nostra abitacione nel borgo di S. Cristofolo).
1649, apr. 1 Andriana, figlia di Domenico di Martignacco, detto Primavera, «cognominata cosν anco dal padre Martignaco, habitante hora in Venetia a S. Maria Formosa al Mondo nuovo», vende al co. Filippo fu Francesco Manin «due case insieme incorporate di ragione paterna in stato di maniera pericoloso, che se con prestezza non si provede, corrono rischio di breve in breve ridursi in rovina, rispetto che nel di dentro si sono marcite le travi, consumati in gran parte i solari et anco può dirsi tutto il coperto ridotto al maggior segno di una restauratione necessaria per il riparo et conservatione insieme delle medessime, che in diversissime parti ricercano gl’opportuni remedii, ma con spesa di modo grave et considerabile, che pur non haver il commodo do poter ciò fare, le ha convenuto et le convienne di lasciarle miseramente perire, non ha-vendo, per tutte le diligenze possibili prattiche et preghiere usate fin hora con diversi, potuto ottenere ad interesse alcuna somma di denaro per impiegarlo in cosν fatta urgenza —». Tali case confinano «a sol levado con la strada pubblica che conduce al borgo di Gemona, a mezz. la piazzetta medessima del pozzo, a sol a monte con la strada pubblica verso il borgo di S. Lucia et alli monti, cioè dalla parte di dietro, con diverse case particolari —» (A.S.U., Arch. Caiselli, Processo di d. Andriana Primavera con il — co. Filippo Manin, not. Andrea Brunelleschi).
1661, magg. 31*«Con la presente scrittura si dichiara qualmente il — co. Lonardo Caisello ha concertata una permuta con d. Andriana Primavera et con mess. Rafaello Fantino, suo figliolo, insieme et in solidum, cioè che detta madre et figliolo unitamente dano le loro case, che hanno una contigua all’altra nel borgo di S. Christoforo appresso il pozzo, al — co. Caisello, conforme alla stima del q. — Calegaris, ma — con la dettratione solamente del quarto. All’incontro il — co. Caisello li darà in permuta una sua casa con portion di cortivo et orto sopra la Riva del Giardino —. Et perché le case di — d. Andriana e figliolo saranno di maggior valore di quella del — conte, doveransi prima detraere li tre capitali di livelli che le tre case di borgo S. Christoforo pagano, cioè al — domo —, al — convento di S. Lucia — et — al — sig. Federico d’Attimis —» (A.S.U., Arch. Caiselli, Coppia dela sentenza del convenuto della casa fu dona Andriana Primavera et figliolo).
1801 Francesco de Zorzi (Nomenclatura, f. 47v).
1809*Appartiene a Francesco e fratelli Zorzi, che vi abitano. È censita insieme con la casa n. 1267 (Registro delli aloggi, f. 35v).
1814, ott. 15°°Vedasi n. 1264.
1830 È di Francesco fu Giuseppe de Zorzi. Vedasi n. 1265.
1852*Appartiene al dott. Antonio Zorzi (Competenze, I, f. 34v).
1883 Albergo “Al cappello” di Carlo Prucher (AVOGADRO, 138).
1267
1649 Vedasi n. 1266.
1801 È di Antonio de Zorzi (Nomenclatura, f. 47v).
1809*È censita insieme con il n. 1266. Appartiene a Francesco e fratelli Zorzi che vi abitano (Registro delli aloggi, f. 34v).
1852*Appartiene al dott. Antonio Zorzi (Competenze, I, f. 34v).
1854, giu. 6*Antonio de Zorzi, «desiderando di trasformare una stanza del peppiano della sua casa sita in borgo S. Cristoforo, marcata col c.n. 1267, in bottega, innalza a codesta on. congregazione municipale il tipo». Il nulla osta è firmato dall’ing. Scala (A.S.U., C.A. I, 569/XI, 4041 Orn. II C, con dis.).
1876*Laboratorio dei fratelli Mondini, ottonai e lattonai1 (COSMI-AVOGADRO, 108), segnalato ancora nel 1883 (AVOGADRO, 153).
   
NOTE1Per l’attività dei Mondini: CORGNALI, I nostri vecchi caffè, 111; Esposizione, 14, 116, 118; PICCO, L’arte ornamentale, 20; PICCO, Ricordi, 106, 119.
1268
1801 Co. Antonino Antonini (Nomenclatura, f. 47v).
 *Affittuale Antonio Grisoni (ibid.).
1803. nov. 25 Il co. Carlo Maria Pace vende a Francesco q. Giuseppe de Zorzi «una casa con corticella» nel borgo di S. Cristoforo, confinante lev. strada, mezz. parte Antonini e parte de Zorzi, pon. parte de Zorzi parte Girardis, tram. casa fu Ruggeri ora Naschinetti e Bertoldi (A.S.U., N., Antonio Cavassi, 9880, XX istr., 1194, f. 1931r — 1932v).
1809*Appartiene a Francesco e fratelli Zorzi. Vi abita la rivendugliola Teresa Grisoni (Registro delli aloggi, f. 35v).
1815, magg. 16*«Grisoni Maddalena, domiciliata — al n. 1268 — ricorre — affinché gli venga rilasciato il permesso onde poter demolire il muro per poter introdur fuori il fumo di un fornello nell’esercizio di filanda di setta —». La deputazione d’ornato rileva: «Il caliginoso fumo derivante dall’esercizio della filanda d’un fornello, questo certamente non può essere tolerato dai riguardi d’ornato, la di cui risultanza diverebbe anche d’indecenza e d’incomodo. Se poi s’interdisse di formare un asporto di muro sul vivo esterno della fabbrica, onde condurre il fumo al di sopra del coperto della casa, questo toglierebbe certamente all’ornato —» (A.S.U., C.N., 180, 3350 0/19).
1816, dic. 4 Francesco de Zorzi vende a Giovanni q. Mattio Brugnich una casa in borgo S. Cristoforo «con stanza terranea annessa —; confina tutto unito a lev. con strada —, mezz. col sig. Antonio de Zorzi fratello del — venditore, pon. collo stesso —, tram. con casa — Naschinetti —. Questa — vendita si fa pel prezzo — di it. — L 4441,37 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10598, 2020).
1840, mar. 7*Giovanni Brunich chiede ed ottiene di «ridurre l’alzato di una sua casa respiciente il borgo di S. Cristoforo — n. 1268, rialzando la porzione a tram., facendo correre sotto la linda una cornice di cantinelle lunghesso la medesima, portando le finestre a giuste distanze fra loro e munindole di riquadro di pietra ed aprindo le due porte e rebatti in piano terra» (A.S.U., C.A. I, 315/1840/VI, 1337 Orn. II C, con dis.).
1841, lugl. 20 Giovanni Brunich vende ad Anna Grisoni, sua sorellastra, la casa n. 1268, confinante lev. strada, mezz. eredi di Antonio de Zorzi, pon. Francesco de Zorzi, tram. Angelo Cucchini (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/I, 156).
1845, febbr. 7 Anna del, fu G.B. Grisoni, moglie di Luigi Brisighelli, vende la casa 1268 a Maria Rizzani Brunich (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/II, 807).
1852*È di Giovanni Bruni (Competenze, I, f. 34v).
1883*Bottega del cappellaio Antonio Pagnutti (AVOGADRO, 141).
1269
1801 Luigi Gobbi (Nomenclatura, f. 47v).
 *Affittuale Chiara Pavona (ibid.).
1809 È di Gasparo Naschinetti (Registro delli aloggi, f. 35v).
1813, giu. 28*Relazione di Giuseppe Presani sul sopralluogo al forno dell’offelliere Pietro Zucchero nella casa n. 1269. Il vicino, falegname Giuseppe Clochiatti, avanza le proprie lamentele. Si rendono necessarie alcune modifiche al progetto iniziale (A.S.U., C.N., 185/Pol.).
1829 Vedasi n. 1264.
1852*Appartiene al dott. Giuseppe Cucchini (Competenze, I, f. 34v).
1853, ott. 13*Antonio Doretti, «divenuto proprietario della casa — n. 1269, è costretto a ricostruire il portone della medesima, perché, strapiombando, si dovette rivestirne di legname il riquadro di pietra. Per l’interna maggior comodità poi desidera di traslocarlo e di riformare intieramente la parte terranea del prospetto della casa —» L’ingegnere municipale A. Scala giudica «plausibili» le riforme (A.S.U., C.A. II, 66, 7585 Orn. II C).
1270
1801 Leonardo Cargneluti (Nomenclatura, f. 47v).
 *Affittuale Paolo Onico (ibid.).
1802, mar. 21 «Costituiti — presso me notaio — il rev. — Valentino q. Antonio Modesti venditore — e Giuseppe q. Antonio Clochiati compratore —, il — rev. — Valentino Modesti — vende una di lui casa, posta — nel borgo di S. Christofolo, tenuta dal medemo ad affitto enfiteotico dal n. h. Zen, per cui paga annuo di canone L 80 —; qual casa presentemente vien condotta ad affitto da — Leonardo Cargneluti per pagarsi de’ miglioramenti da lui fatti in essa casa, consistente essa casa in botega a piepiano, porta e fenestrone, portello, scalla di legni e tolle, appartamento sopra e solaro, costruita da muro, coperta di coppi, il tutto confina a lev. il borgo di S. Christofolo, mezz. e pon. casa del sig. Antonio Ruggieri, ed a tram. casa fu Zen, tenuta da — Stefano Ianis —. E ciò esse parti fanno — per il prezzo — convenuto — in — d 1100 sono L 6820 —» (A.S.U., N., G.B. Borghi, 9863, IV instrom., 366, f. 419r — 420v).
1809*Appartiene al falegname Giuseppe Clochiati, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 35v).
1812, dic. 18*Giuseppe Clochiati vi gestisce un’osteria (Esercenti).
1831, dic. 7 Giuseppe fu Antonio Clochiatti vende per L 3600 al rev. don G.B. Del Moro, la casa n. 1270, confinante a lev. borgo, mezz. il sac. Angelo Cucchini, pon. Cucchini e Carlo Bonan, tram. detto Bonan (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10557, 3689).
1834, giu. 21 È del dott. G.B. del Moro di Sutrio. Domanda di poterla alzare a tre piani di tre finestre per piano (A.S.U., C.A. I, 219/1834/I, 3063 Orn. II C, con dis., firmato dal capomastro Giuseppe Presani).
 *Il progetto viene approvato (ibid.).
1852*E di Giuseppe Moro (Competenze, I, f. 34v).
1883*Officina dell’ottonaio e lattonaio Vittorio Brisighelli e bottega dell’orologiaio Luigi Rota (AVOGADRO, 150, 153).
1271
1801 Orlando Cicogna (Nomenclatura, f. 48v).
 *Affittuale Emilia Ianis (ibid.).
1809 È di Carlo Bonani, negoziante (Registro delli aloggi, f. 35v).
 *Una parte ospita il filatoiaio Giacomo Zuliani (ibid.).
1814, sett. 25 Antonio Zen di Venezia vende a Carlo q. Natale Bonanni «— il diretto dominio» sopra la casa 1271, per la quale il Bonanni pagava annuo canone di L 98, per istrumento 3 maggio 1804, atti Antonio Cavassi (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10595, 1365).
1838, apr. 30 È di Nicolò Clain. Casa di quattro piani di tre finestre (A.S.U., C.A. I, 285/1838/VII, 2128 Orn. II C, con dis., firmato da Valentino Driussi).
 *Il proprietario chiede ed ottiene di «riattare la facciata e costruire la cornice alla casa» (ibid.).
1843, lugl. 4*Nicolò Clain chiede il permesso di modificare porte e finestre. Il progetto è giudicato tollerabile (A.S.U., C.A. I, 359/IX, 4643 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Valentino Driussi).
1852*Appartiene a Nicoletto Clain (Competenze, I, f. 34v).
1272
1801 Orlando Cicogna (Nomenclatura, f. 48v).
 *Affittuale Francesca Cestaris (ibid.).
1809 È di Carlo Bonanni, negoziante1 (Registro delli aloggi, f. 35v).
1843, lugl. 28 Luigi fu Pietro Pilosi, «— pe’ suoi titoli successo nelle rappresentanze del fu — Domenico q. Angelo Facendi — nonché come cessionario dei diritti delle — sorelle e nipoti —, vende — al — sig. Luigi fu G.B. Cipriani — una casa — posta — in — borgo S. Cristoforo, iscritta colli c.n. 1272, 1273 —tra i confini a lev. strada pubblica postale, a mezz. e pon. case e fondi — di diversi particolari, tram. altra casa e fondi di altri particolari — e contemplata dai pubblici instrumenti 17 ag. 1807 a rogiti del not. Giuseppe del fu Liberai Girardi —. Questa compravendita — viene fatta — pel — prezzo di austr. L 11000 —» (A.S.U., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4832, 4971).
1852*È di Luigi Cipriani (Competenze, I, f. 34v).
1861, sett. 4*Parere favorevole del municipio sulla permuta di fondo comunale per la ricostruzione della casa n. 1272 di proprietà di Luigi Tarussio (A.S.U., C.A. II, 76/1861, 383).
1937 Casa di due piani e quattro finestre; al terzo finestre rotonde.
   
NOTE1Censita insieme con la n. 1271.
1273
1801*Appartiene a Orlando Cicogna; vi abita Giuseppe Cestaris (Nomenclatura, f. 48v).
1809 Giuseppe Corte, locandiere1 (Registro delli aloggi, f. 35v).
 *Vi abitano il caffettiere Giacomo Battigelli e l’industriante Marianna Sbroiavacca (ibid.).
1843 Vedasi n. 1272.
   
NOTE1Vedasi n. 1275.
1274
1801 Co. Tomaso Mattioli (Nomenclatura, f. 48v).
 *Affittuale Domenico Sabbatini (ibid.).
1809*Appartiene a Tommaso Mattioli. Vi abita il «manghinatore» Domenico Sabbatini (Registro delli aloggi, f. 35v).
1852*Appartiene a Pietro Mattioli (Competenze, I, f. 34v).
1876*Negozio di crusca e farina di Francesco Dose, laboratori del materassaio Giovanni Foschia e del pittore decoratore Antonio Tubello1 (COSMI-AVOGADRO, 92, 101, 110).
1937 La facciata è sostenuta da modiglioni.
   
NOTE1Per il Tubello: PICCO, Ricordi, 127.
   
BIBLIOGRAFIA Il centro storico cambia volto; Giù la casa instabile; Rudere abbattuto; C. SOMEDA de MARCO, Udine che scompare, 260; Via Gemona domani aperta?
1275
1801 È del co. Adriano Antonini (Nomenclatura, f. 48v).
 *Affittuale Giacomo Brusadini (ibid.).
1809*Appartiene a Teresa Antonini. Vi abita il locandiere Giuseppe Corte.
1812 Vi era una locanda ai “Tre re” ed un caffè “alla Nave” (Esercenti).
 *La prima era gestita da Giuseppe Corte (ibid.).
1817, sett. 10 Locanda di Giuseppe Corte (B.C.U., ms. 2027, Colto di memoriali per esenzioni di alogio. Risposte dei medesimi, atribuzioni di alogio, affittanza presa fuori di casa di alogio, con carte relative in tale proposito, f. v.).
1837, febbr. 7*Progetto di riforma della casa inoltrato da Giuseppe Cernazai (A.S.U., C.A. I, 269/1837/III, 663 Orn. II C, con dis.; A.S.U., C.A. I, 269/1837/III, 663 Orn. II C, con dis.).
1837, nov. 30*«Giuseppe Cernazai, desiderando nella casa di sua ragione — al n. 1275 — di far costruire da novo un forno da pane nella stanza terranea che fa angolo verso della strada regia con l’androna promiscua con li — coo. Mattioli, presenta il disegno —». Il commissario agli incendi approva il progetto, raccomandando di controllare lo stato del camino, che è vecchio (A.S.U., C.A. I, 269/III, 6838 Pol. II a, con dis.).
1852*È di Giuseppe Cernazzai (Competenze, I, f. 34v).
1883 Vi era uno stallo (AVOGADRO, 156).
 *Gestione di Elisa Blasoni.
1937 Verso la via Prospero Antonini si vede uno stemma Antonini in pietra.
1276
1801 Co. Adriano Antonini (Nomenclatura, f. 48v).
 *Affittuale Antonio Fantini (ibid.).
1806*Appartiene alla possidente Teresa Antonini. Vi abita il fabbro Antonio Fantini (Registro delli aloggi, f. 35v).
1837, febbr. 7°°Vedasi n. 1275.
1852*È di Giuseppe Cernazzai (Competenze, I, f. 34v).
   
BIBLIOGRAFIA PICCO, Udine al primo gennaio, 284.
1277
1679°Fabio q. Bernardino Antonini edificò il palazzo che poi passò ai Cernazai (Raccolta Frangipane).
1744 «Antonini (ramo di Antonino e Virginia Florio) abitavano la metà del palazzo, essendo l’altra metà conceduta a godere a Eusebio di Pompeo Caimo. La metà abitata dagli Antonini venne abitata poi dal ramo Antonini di Bernardino e Caterina Boldu. Questo palazzo si incontra subito passato il portone di S. Lucia» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 175).
1762, lugl.*I fratelli Marcantonio, Odorico, Vicenzo e Pompeo Caimo, «abitavano in Grizano apreso il palazzo fu del co. Daniele Antonini in piciola casa. L’anno 1705 circa, con l’esborso di 5 mila ducati, presero a goder la mità dell pallazo fabricato dall q. Fabio Antonino in borgo di Gemona, cessoli dal co. Antonino e Francesco fratelli Antonini, vulgarmente detti Antonini di Cereseto et avanti Antonini di Olanda. Vissero in esso pallazzo li quattro fratelli Caimi per il corso di cinquanta anni circa et, doppo lori, il co. Eusebio, figlio dell co. Pompeo, qual hebbe dalla di lui moglie, nata Gorgo, per nome Betta, un figlio per nome Giacomo. Questo, amogliatosi, prese — Doralice, figlia dell nob. — Carlo Gabrieli, da cui hebbe molti figli maschi. Quel anno 1762, parendoli il palazzo Antonini poco comodo, se bene nobile in vista, rosolse di rinunciarlo et, fatte le debite formalità della giustizia, lo rinuntiò» (L. PALLADIO degli OLIVI, Cronaca, B.C.U. ms. 642, p. 166).
1765, nov. 25*«— Il co. Francesco Antonini, della famiglia abita in Cereseto, detti Antonini d’Olanda, possessori della mittà dell pallazzo posto in borgo di Gemona, mori li 25 nov. —» (L. PALLADIO degli OLIVI, Cronaca, B.C.U, ms. 642, p. 301).
1801 Adriano Antonini. «Sua abitazione» (Nomenclatura, f. 48v).
1809*Appartiene a Teresa Antonini, che vi abita. Nell’edificio è ospitata anche la famiglia dell’ortolano Simone Padoano (Registro delli aloggi, f. 35v).
1820, apr. 21*I fratelli Ridolfo e Germanico Antonini inoltrano progetto per costruire una parte interna dell’edificio. Il 29 maggio Daniele Cossio, rappresentante di Anna Cargnelli, e Giuseppe Venuti, rappresentante degli Antonini, s’incontratisi nell’ufficio competente del comune per discutere sulla vertenza circa la «fabbrica incoata dagli Antonini sopra muri e fondi di proprietà contenziosa Cargnelli», non addivengono ad un compromesso (A.S.U., C.A. I, 35/V, 1559 Orn. II C, con dis. firmato dal pubbl. per. Gaetano Pariotti).
1824, ott. 28 Giuseppe Cernazai (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
 *Il capoquartiere vi segnala l’esistenza di un pozzo coperto (ibid.).
1830, magg. 10*«Li nobb. — fratelli Ridolfo e Germanico Antonini, coll’intervento ancora della — co. Teresa di Colloredo, ved. del — co. Antonino di loro padre —, vendono —sig. Cernazai1— il di loro palazzo e case con cortili due ed orto o brolo situa— nel borgo di Gemona al c.n. 1277, sinora condotto in parte ad affitto semplice da deto — Cernazai, in virtϊ del privato contratto mutuo e locazione del dν 11 febbraro 1820, legalizzato — dal — not. — Giovanni Bertoldi —, e la casetta attigua condotta a semplice verbale affitto dal calzolaio Giacomo Flumiani, verso il borgo di S. Lucia, al c.n. 1261 —, nonché la casetta ad uso di ortolano annessa al detto orto o brolo del numero di 670, — sinora stata intestata erroneamente al sig. Bortolomio Prane Francesco ed ora per emmenta trasportata in ditta de’ detti nobb. — fratelli Antonini. Il tutto confina: da lev. all’angolo verso mezz. parte palazzo casse annesse, in mappa del n. 583, possesper indiviso di sigg. Bisanti Burovich Girolama, relita q. Vincenzo, e Nicolò suo figlio e da sigg. Gabibert Teresa e Giuseppe q. Francesco e Francesco q. Andrea mediante muri promiscui divisori, parte con corte in n. 585 e parte con orto del n. 584, ambidue fondi possessi dai soli sopradetti — Burovich, tutto con muri di intera ragione del stabile e parte finalmente con orto del . 583, possesso — dai — Bisanti Burovich e — Gabert pure con muri di esclusiva pertinenza del presente stabile; ai monti parte androna consortiva, olim detta delle Becarie e con orto aderente all’ex monastero di S. Lucia, avocato a quello r. ispettorato demaniale, nel quale ora risiede l’intendenza della r. finanza, tutto con mura di sola proprietà del stabile in discorso; a pon. parte lo stesso orto della — r. finanza con mura di intera ragione del stabile medesimo e parte con orto, corte e case del detto — Bortolomio Prane q. Francesco furono di questa ragione, tutto con promiscui divisori, eccetto quello della casetta ad uso d’ortolano faciente parte del stabile stesso, già per errore intestata al censo allo stesso — Prane, i quali muri sono di esclusiva pertinenza della stessa, parte con fabbrichetta ad uso di stalla — della sign. Ann. Micoli, rel. ed erede del fu — G.B. q. Daniele Cargnelli, ora moglie del nob. — Daniele Cossio con muri promiscui divisori, parte con corte della stessa con mura d’intera ragione del presente stabile, e parte finalmente case ad uso di abitazione della stessa mediante muri promiscui divisori; mezz. con strada o piazzetta Antonini; in un coi diritti d’acqua derivanti dalla vasca apperta nell’orto annesso ora alla residenza della r. finanza, dipendenti dalla convenzione 19 ag. 1774 seguita tra i di loro avo e prozio paterni coo. Adriano e Germanico Antonini da una ed il monastero di S. Nicolò del convento di S. Lucia dall’altra parte, che viene al sig. Cernazai consegnata — e con la proprietà per tutta l’estensione del presente stabile a mezz. delli sedimenti esistenti e che si radunano nel condotto sotterraneo che traversa la — piazzetta Antonini —. Lo prezzo di detta compra — vendita è — stabilito — in austr. — L 52881,27 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10425, 7274).
1830, lugl. 17*Giuseppe del fu Francesco Cernazai inoltra domanda all’autorità municipale: «Ha — determinato di erigere una fabbrica nel cortile della sua casa in — borgo di Gemona al c. n. 1277. E siccome la fabbrica — dovrebbe appoggiare da un lato sul muro divisorio le proprietà della nob. — Annetta Cargnelli — Cossio e del sottoscritto, — a senso dell’art. 68 del regolamento civile, — presenta — il disegno — che dimostra colla pianta, col prospetto e collo spaccato trasversale le opere da costruirsi —» (A.S.U., C.A. I, 168/1830/XIV, 3022 Pol. Giud. IX D, con dis.).
1852*Gli edifici dal n. 1275 al 1279 appartengono a Giuseppe Cernazai.
1937 Collegio arcivescovile.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 05 giu. 1961 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Giuseppe del fu Francesco, come è specificato nella prima parte dell’atto.
   
STUDI INEDITI VISENTINI, Architettura civile, 42-48.
   
BIBLIOGRAFIA ANTONIUTTI, Una lettera del Manzoni, 18-19; BERGAMINI, Carlo Someda de Marco, 6-13; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 222-225; G. BIASUTTI, Padre Luigi Scrosoppi, 423; BRAGATO, Guida, 60; Catalogo delle collezioni del conte Cernazai; II Collegio Arcivescovile ai convittori; Collegio Arcivescovile “G. Bertoni”(nel XXV anniversario della fondazione) ; Collegio arcivescovile Bertoni, Udine; Consorzio per la costituzione e lo sviluppo degli insegnamenti universitari in Udine: un intervento nel centro storico; CORGNALI, Palazzo Antonini-Cernazai; L. DAMIANI, Arte... Il liberty, 51; ERMACORA, Guida, 138; Un intervento nel centro storico; L.M., Il collegio arcivescovile; di MANIAGO, Guida, 64; di MANZANO, Cenni, 156; MIOTTI, Storia ed evoluzione dell’arte delle fortificazioni in Friuli, 319; MONTICOLI, Cronaca, 71; Per il nob.sig.co. Adriano Antonini; PERUSINI ANTONINI, Un secolo nella memoria, 17; PICCO, Alcuni cenni biografici del cav. e prof. G.B. Bassi; POJANI, Il seminario di Udine, 24; RIZZI, Il palazzo dell’Università, 158; RIZZI, Profilo... Il Quattrocento, 108; RIZZI, Storia... Il Settecento, 49; ROTA, Cenni, 26; de RUBEIS, Catalogo 6 (1938), 15; SBUELZ, L’antica ed illustre famiglia, 10-11; II seminario di Udine, 392-397; C. SOMEDA de MARCO, Le figure simboliche, 289-305; TOLLER, Pietro Cernazai; VALENTINIS, Udine antica, 22.
1278
  Unito al 1277.
1526, genn. 26 «Actum Utini in burgo Glemonę in ędibus infrascripti emptoris — ser Gaspar q. ser — Dominici Nigri de Venetiis Utini habitans — vendidit — nob. ser Andreę q. ser Floriani Tonini de Venzono civi Utini — duas domunculas invicem contiguas, quę primo offeruntur ad manum sinistram exeuntibus per portam interiorem burgi Glemone Utini — esterius super angulo et sunt a latere superiori et parte posteriori iuxta domos dicti emptoris, ab alio latere iuxta domunculam Laurentii de Faganea et Iohannis eius nepotis ab aliis partibus iuxta viam burgi Glemonę et viam ripæ fossati —» (B.C.U., ms. 1232, Perg. VI, not. Francesco Porzio, copia di Giacomo Porzio).
  Vedasi notizia di una casa incorporata nel palazzo Antonini1 (A.S.U., C.A., 89/20, part. 20).
1801 Co. Nicolò Bisanti2 (Nomenclatura, f. 48v).
 *Affittuali Angelo e fratello Grotto (ibid.).
1809*Appartiene a Niccolò Bisanti, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 35v).
1937 Collegio arcivescovile.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 05 giu. 1961 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1In verità il cenno è confuso: «Dal Rotolo 1595 apparisce che la detta casa fosse entro il pallazzo novo delli sigg. Antonini e non di fuori, come vuole la confinazione».
 2Sulla famiglia Bisanti: A. della FORZA, Diario, 48, 242.
1279
 *A partire dal 1519 la casa risulta gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo, come attestano le carte della seconda metà del Settecento, che ne citano i fondamenti.
1519*La casa si trova presso quella del not. Alvise Cerei e a quella degli eredi di Nicolò Guberto. Vi abita Giovanni Dordolo (A.S.U., C.A., 89/20, partita 36).
1522*Appartiene agli eredi di Giovanni Dordolo (ibid.).
1543*Vi abita Giovanni Pontana. La casa vicina degli eredi di Nicolò Guberto è passata agli eredi di Andrea Tunin (ibid.).
1598*Abitazione del notaio Lonardo Pontana (ibid.).
1643, apr. 16*«Alla partita dei sigg. Leandro et fratelli Antonini in luogo del q. — Lonardo Pontana nodaro —, comprata per li detti signori; pagava già il q. Bernardino Antonino, hora li sigg. Carlo et fratelli suoi figliuoli possessori della casa; dissero i confinatori che la casa — è di presente possessa per li sigg. Carlo et fratelli Antonini, posta nel borgo di Gemona, confina a sol levado la strada publica, a mezodν il palagio Antonino, col qual è congiunta, a sol a monte col detto mediante l’horto, et ai monti col sig. Giacomo Antonino —. Paga s 9 p 4» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 55).
1662*Proprietà di Ascanio Antonini. Secondo l’estensore del documento, gli Antonini hanno acquistato l’edificio dai Pontana. «Questa casa è appresso il palazzo di detti signori» (A.S.U., C.A., 89/20, partita 36).
1743, magg. 6*«La casa è presentemente possessa dal nob. Antonino Antonini, quale confina a levante strada — del borgo, a mezz. il palazzo Antonini, al quale è congiunta, a sol a monte parimente mediante l’orto, et alle monti casa, abitata al presente da un marescalco, di ragione di detto sig. Antonini» (ibid.).
1794, genn. 3 «Le — coo. Teresa, moglie del — co. Giovanni Maria Beretta, e Marianna, moglie del — co. Francesco di Sbruglio, ambi figlie del q. — co. Fabio Antonini, eredi del q. — co. Girolamo Antonini -, vendono — la casa, cortivo ed orto, situata in — borgo di Gemona, nello stato e grado e stima compresa nell’asse di facoltà formato dal pubbl. per. — Antonio Bernardinis 21 sett. passato, da c. 49 in c. 77, importante d 41000 s 18 1/2 e per le relative divisioni senza precisa assegnazione in data suddetta aspettante alla co. Teresa Beretta per d 1187 L 3 s 15 p 9 ed alla co. Marianna di Sbruglio per d 2912 L 3 s 6 p 9, al nob. — co. Niccolò Bisanti —per il — prezzo di d 2100 —. E comeché li granari nello detto stabile sono affittati al nunc q. Giacomo Cicogna, con locazione 18 genn. 1758 per annue L 66 —, e l’orto è affittato a — Zuanne q. Osvaldo Padoano con locazione 18 marzo 1793 per annue L 45 cosν rissultando esse — sorelle creditrici dal — Cicogna per affitto scaduto 31 dic. p.p. di L 66 e per rata di tempo sin oggi di s 11 e dal Padoano di rata di tempo sin oggi di L 35 s 12 1/2, che tutto fanno L 102 s 3 1/2, queste vengono dal co. Bisanti — esborsate alla co. Beretta per L 28 s 6 ed alla co. di Sbruglio per L 73 s 17 1/2 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9977, XXV instr., 1861, f. 2499r - 2500r).
1795, magg. 25 Il co. Pietro Antonio e fratelli il canonico mons. Giulio e Federico di Girolamo di Brazzà vendono per d 2300 al co. Trifone Bisanti «porzione del palazzo con cortivo e corticella, posto in borgo di Gemona, stata assegnata alla — q. — co. Isabella Antonini, fu moglie di Pietro Antonio di Brazzà —. Siccome poi nella suddetta porzione di palazzo che viene tenuta presentemente in affitto dal — co. Carlo Trittonio, esistono alcune paradane di tavole, state fatte dalli — coo. di Brazzà, resta convenuto che quando avrà detto — co. Trittonio a sloggiare da colà, abbiano le paradane suddette ad essere consegnate alli medesimi — coo. di Brazzà —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9978, XXX instr., 2167, f. 2938v - 2940v).
1801 Co. Trifone Bisanti (Nomenclatura, f. 48v).
1809*Appartiene a Trifone Bisanti, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 35v).
1824, ott. 28*Nel rilievo del capoquartiere si segnala in questa casa l’esistenza di una cisterna per l’acqua (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
1830, magg. 10*Vedasi n. 1277.
1831, ott. 22 È degli eredi Bisanti. Vedasi n. 1280.
1835, ott. 16*Vedasi n. 1278.
1837, lugl. 8*Vedasi n. 1278.
1849°È di Francesco Cernazai (A.M.U., Ornato, 1843-1851).
1876*Studio dell’ing. G.B. Locatelli e laboratorio del falegname Giovanni Sello (COSMI-AVOGADRO, 93, 97).
1883*Laboratorio di Mattia Measso, coltellinaio e fabbricatore di strumenti chirurgici (AVOGADRO, 142).
1937 Casa a tre piani di quattro finestre. Al primo, bifora ad archi.
   
BIBLIOGRAFIA “L’alchimista friulano”, a. II, 27 (6 lugl. 1851), 216; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 226; BERTOLLA, La Biblioteca del Seminario; A. della FORZA, Diario, 48, 242; JOPPI, Della nobiltà della famiglia Burovich; Per il Nob. Sig. co. Adriano Antonini.
1280
 *La casa appare fin dal sec. XV gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo.
1408*Nicolò fu Agostino «de Bayartio» è censito come il primo proprietario. La casa di muro, con soffitti e tetto di tegole, è dotata di cortile e orto, «iuxta heredes Ioanneni fabri et modo iuxta domum Zannitici de Savorgnano, iuxta d. presb. *** de Valvosono, in qua habitat Nicolaus Wayta, iuxta ariam Venuti de Caprileis» (A.S.U., C.A., 89/20, n. 41).
1544*«— Gregor fabbro possessor della — casa, qual è per mezzo mess. Tion di Marcon et confina con ser Zuan Pontana nodaro e ser Paulo Signorin misseta, mediante una stradella fra essi —» (ibid.).
1555*«— La — casa è pervenuta in man di Pietro di Fanna, altre volte fatta dal q. mess. Andrea Antonino —» (ibid.).
1556*«— Possede al presente — ser Pietro Pit e nota che sono state comprate all’incanto da messer Francesco inferador con incargo di pagar solamente oglio lb 3 —» (ibid.).
1643*«La casa — è posta nel borgo di Gemona, possessa per — Giacomo Antonino, abitata di presente per — Lunardo Brunalesco, confina a sol levado con la strada publica, a mezz. la casa piϊ avanti descritta, a sol a monte con gli orti Antonini et ai monti l’androna che va alla corte Antonina —» (ibid.).
1743*«La casa è — del sig. Bernardo Cancianino, al presente abitata da — Antonio Torre, marescalco; confina a lev. la strada publica del borgo di Gemona, a mezz. la casa Antonini, — contigua al palazzo, a sol a monte con gli orti Antonini —» (ibid.).
1801 Giovanni Cantoni, fabbro (Nomenclatura, f. 48v).
 *«Zio, nipoti e cugini fabbri» (ibid.).
1809*Appartiene al fabbro Giovanni Cantoni (Registro delli aloggi, f. 35v).
1812*Biliardo di Francesco Pilosio (Esercenti).
1821, ag. 6 G.B. q. Girolamo Strolino vende per L 2840 ad Antonio fu Antonio Carlino la «casa — al c.n. 1280 — descritta — co’ suoi confini nell’ — operazione del pubbl. per. G.B. Massarini 25 luglio decorso —». Confina lev. borgo, mezz. e pon. eredi del co. Trifone Bisanti, tram. bottega di Giacomo Cantoni (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10602, 2830).
1830, nov. 27°Giovanni q. Antonio Cantoni vende la casa n. 1280 per L 4650 a Luigi e rev. Arcadio q. Antonio Pascottini. Confina lev. borgo, pon. casa Bisanti Burovigh, tram. callesella (Not. Nicolò Cassacco).
1831, febbr. 24 - ott. 22 È di Francesco Cosattini e Pietro Cattarossi (A.S.U., C.A. I, 182/1831/V, 4669 Orn. II C, con dis.).
 *Si tratta di richieste di riforma della casa (ibid.).
1836, genn. 3*«— Francesco q. Angelo Croattini —, calzolaio, — vende — alli — sigg. Luigi ed Amadio fratelli Pascottini — una casa — situata nel borgo di Gemona, portante il c.n. 1280 —, confina a lev. col detto borgo di Gemona, mezz. con altra casa segnata nel mapale n. 583, pon. con casa Bisanti Burovigh, tram. con calesella —; qual casa, che è stata acquistata da esso Croattini col contratto 27 nov. 1830 —, venne da lui accresciuta nel fabricato, viene ora — rinunziata alli — Pascottini con tutte le inerenti ragioni —. Questa — vendita — si fa del prezzo —di austr. — L 4650 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10612, 4842).
1838, febbr. 7*Pietro fu Francesco Cattarossi vende ai coniugi Francesco e Anna Cattarossi «— il secondo, terzo e quarto appartamento, consistenti in due camere ed una soffitta sotto il coperto della sua casa — n. 1280 — per L 240 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10489, 11217).
1852*È dei fratelli Cattarozzi (Competenze, I, f. 34v).
1874*Il complesso, ormai diviso in due parti con due numeri diversi nella via (n. 22 e 24), viene censito coi n. 1280 e 1280 A (Prospetti di confronto, 116).
1876*Al n. 1280, oltre alla bottega del coltellinaio Giacomo Menegoni1, sono ospitati lo stallaggio di Ilario Pittini e il magazzino di vini all’ingrosso di Vittorio Passamonti (COSMI-AVOGADRO, 114 e 116); nel 1280 A ha bottega l’orefice cesellatore, argentiere e gioielliere Pietro De Savi2 (COSMI-AVOGADRO, 90, 104).
1883*Nella parte 1280 A, bottega dell’intagliatore in legno Giulio Zamparo (AVOGADRO, 146).
   
NOTE1Espositore nella mostra udinese del 1868 (Esposizione, 13).
 2Sugli argentieri Savi: BERGAMINI-GOI, Il Duomo di Maniago, 132; GANZER, Orafi, 363. Vedasi anche infra n. 1576.
1281
1760, ag. 31*I coo. Fabio, Girolamo e Giulio del fu Pamfilo Antonini vendono «al sig. Francesco, figlio del sig. Lorenzo Sbroiavacca —, una casa — posta — in borgo di Gemona, di due stanze terranee e sotto portico d’ingresso verso mezodν, il tutto con tre sol-lari sopra, corticella ivi annessa verso pon., con altra stanzietta in tappo d’essa corticella parimenti verso pon., pur di muro e copperta di coppi, che tutta in un corpo confina a lev. la strada — del borgo di Gemona, a mezodν case furono Antonini, ora della — co. Zanetta n. Franceschinis e moglie del — co. Allesandro Monaco, una delle eredi della q. — co. Laura di Prampero Antonini; a pon. orto — de’ — coo. venditori Antonini ed a tram. case furono parimenti Antonini, poi del — monasterio di S. Chiara d’Aquileia, ora delli sigg. Antonio e fratelli Cavalli. E ciò — fa — per il prezzo — di d 900 —». Nella procura si precisa che la casa è al momento abitata da un tintore, del quale non è precisato il nome (A.S.U., N., Francesco Cantone, 9415, III instr., f. 13v — 15r).
1785, febbr. 21*«Fatto in Udine, in borgo di S. Cristoforo nell’edifizio dell’infrascritto sig. Sbroiavacca» (A.S.U., N., Camillo Merluzzi, 9692, III istr., 404, f. 296r - 296v).
1801 Angela Sbroiavacca (Nomenclatura, f. 48v).
1807, nov. 14 Francesco del fu Lorenzo Sbroiavacca «— vende — al sig. Girolamo q. — Francesco Pasalenti — una di lui casa —, situata nel borgo di Gemona —, marcata col n. 1281, con cortivo, il tutto confina a lev. col — borgo, mezz. con cale che conduce alla casa fu Antonini ed ora di — Nicolò e Triffone fratelli Bisanti, eredi Antonini, pon. colli stessi — Bisanti ed a tram. parte colli medesimi —fratelli e parte col sig. Giuseppe Canal —. E questa — vendita — fa — esso — Sbroiavacca — per prezzo — di ven. — L 29000, che fanno d’Italia L 14838,69 —, compresi n. — 19 fornelli colle sue caldaie di rame, che si trovano erretti in detta casa —» (A.S.U., Luigi Bertoldi, 10356, 2).
1809, lugl. 22 Girolamo q. Francesco Passalenti, «mercante di grassina», vende a Giuseppe q. G.B. Feruglio una «porzione di — casa nella parte di mezzo, per esser questa piϊ bassa e senza cortivo», dal corpo del n. 1281, «a mezz. della casa alta, rimane al — venditore, con la mittà del muro appieno divisorio colla casa rimasta a tram., composta in piano di una stanza ad uso di bottega, verso il borgo ed altre tre stanze in seguito verso pon. con solari sopra; confina a lev. il — borgo, a mezz. la calisella promiscua con li sigg. Triffone e Nicolò fratelli Bisanti, eredi Antonini, pon. ed a tram. con cortivo e casa rimasta al venditore —. La — vendita viene fatta — per la — summa di it. — L 4605,12 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10295, 32).
1809*Appartiene al «casolino» Girolamo Passalenti (Registro delli aloggi, f. 35v).
1811, giu. 23*In seguito ad atto oppignorativo del 26 febbr., processo d’asta di una stanza a pian terreno «quale serve ad uso di bottega di calderaro». Debitore per L 124,69 risulta Girolamo Passalenti. Nel verbale si precisa che costui si presenta all’asta ed offre il prezzo piϊ alto, riprendendosi la bottega. «A titolo di caparra rilasciò un orologio d’oro basso con quattro piccioli sigilli del medesimo oro —» (A.S.U., C.A., 81, Asta).
1811, lugl. 17 Il fisco vende a Giuseppe fu Leonardo Marcuzzi, per persona da dichiarare, la casa n. 1281, già di Girolamo Passalenti e Francesca Sbroiavacca per L 2000 (A.S.U., N., Domenico Micheloni, 10326, 577).
1812*Asta di una stanza a pianterreno, quale serve ad uso di bottega di calderaro, verso la strada dal corpo della casa al n. 1281. Debitore risulta Gerolamo Passalenti per L 124,09 sull’imposta prediale del 1811 (A.S.U., C.N., 81, Asta).
1836, mar. 29*«— Girolamo fu Francesco Passalenti — vende — al — sig. Angelo Bertuzzi — una casa con corte e fornelli da setta — coscritta col c.n. 1281 —; confina a lev. col — borgo di Gemona, a mezz. callisella, ed altre eredi Bisanti, a pon. detti eredi Bisanti ed a tram. Mini, erede Tomada sig. Valentino; qual casa pervenne in — proprietà del — Passalenti in forza dell’istr. 25 nov. 1811 a rogiti di questo not. — Graziano Cantoni —. La casa — con corte e adiacenze — viene venduta — per il prezzo di ven. L 24000 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10486, 10166).
1836, magg. 19 È di Antonio Bertuzzi. Era di tre piani di cinque finestre al primo piano finestre ad arco, a destra una bifora1 (A.S.U., C.A. I, 254/X, 2571 Orn. II C).
 *Il proprietario chiede di «— costruire due rebatti — in luogo delle attuali due irregolari finestre a lato di un porton d’ingresso ad una porta della casa stessa —». L’edificio corrisponde a quella parte che viene censita col n. 1281 A (ibid.).
1852*È di Elena Bertuzzi (Competenze, I, f. 34v).
1876 “Caffè Romano” (COSMI-AVOGADRO, 87).
 *Gestione di Gaetano Marinato (ibid.).
 *La casa ospita anche il laboratorio di Beniamino Guizzetti, fabbricatore di pesi e misure (COSMI-AVOGADRO, 109).
1883 Caffè “All’albino” (AVOGADRO, 139).
 *Gestione di Pietro Rodaro (ibid.). Nello stesso edificio, bottega del calzolaio Giovanni Bigotti (AVOGADRO, 140).
   
NOTE1Il disegno, cui della Porta fa evidentemente riferimento, non è reperibile oggi.
   
BIBLIOGRAFIA CORGNALI, I nostri vecchi caffè, 114.
1282
1801 Giuseppe Canal. Magazzino (Nomenclatura, f. 48v).
1809*La casa appartiene a Giuseppe Canal. «Le stanze sono in disordine e servono ad uso di magazzino» (Registro delli aloggi, f. 35v).
1821, genn. 27 «— Giuseppe, figlio di altro — Giuseppe de Canal —, negoziante —, per sé e qual procuratore del sig. Antonio Ernesto di lui fratello —, vende — la di loro casa o fabbricato, posto in borgo di Gemona — al c.n. 1282 —, della estensione superficiale di millesimi — 341, compresi i locali di stalla e lisciara, con annessi diritti di acqua roiale che spettano in ora consorzialmente ai venditori —, tra i confini a lev. strada pubblica, mezz. Girolamo Passalent in loco del — fu Francesco Sbroiavacca, pon. orto delli — Antonini e settentrione il compratore — Valentino Mini —, verso cui vende il sig. de Canal la casa e locali predetti —. La presente vendita — viene fatta — per il — prezzo d’it. — L 6000 —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10545, 1193).
1824, ott. 28 Giuseppe Canal (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
 *Il capoquartiere vi segnala l’esistenza di un pozzo coperto (ibid.).
1854, apr. 4*Valentino Mini Tomada, «allo scopo di utilizzare i due magazzini della sua casa in borgo Gemona al c. n. 1282, trasformandoli in botteghe —, è intenzionato di riformare in parte la ampiezza delle attuali aperture cavandone due balconate». Il permesso è accordato (A.S.U., C.A. II, 66/1854, 2389 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Giovanni Menis).
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 28 giu. 1986 ai sensi della L. 1089/1939.
1283
1801 Francesco De Vit (Nomenclatura, f. 48v).
1808, giu. 29 Francesco q. Giacomo De Vit vende a Luigi di G.B. Colussi la casa 1283, per L 12689,64; «confina il tutto a lev. strada —, a mezz. Giuseppe de Canal, a pon. corte di esso — de Canal, in loco delle monache d’Aquileia, e parte casa — de’ sigg. Antonini, ed a tram. — Sebastiano Goz, loco Obizi —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10583, 55).
1809*Appartiene all’orefice Luigi Colussi (Registro delli aloggi, f. 35v).
1816, ag. 19 Luigi Colussi vende a Valentino fu Pietro Minis Tomada la casa 1283 «che comprende altre fabbriche interne con cortivo e cortivetto a mezzodν; il che tutto confina a lev. strada — del borgo, mezz. e pon. —Giuseppe de Canal ed a tram. — Giacomo Calice —» (A.S.U., N., Girolamo Cosattini, 10394, 170).
1826, giu. 23 È di Valentino Mini (A.S.U., C.A. I, 100/1826, 2050 Orn. II C).
 *Il proprietario chiedendo all’autorità competente il permesso per i lavori, sostiene che «indispensabilissima si rende — l’allargamento della picciola porta sul prospetto della sua casa — esistente nella cale attigua che conduce all’altra cale detta Cicogna, onde, mercé l’allargamento stesso, poter introdurre per essa i carri di mercanzie e prodotti de propri terreni, che di quando in quando sta ricevendo —» (ibid.).
1852*Insieme con la casa n. 1282, appartiene a Valentino Tomada (Competenze, f. 34v).
1890 È di Zeffiro del Fabbro. Unita alla precedente. Due piani di cinque finestre. Il piano terreno è bugnato.
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 28 giu. 1986 ai sensi della L. 1089/1939.
   
STUDI INEDITI BUCCO, Il Neoclassicismo, I, 82.
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 227-230; GIOSEFFI, Udine, 234; PICCO, Alcuni cenni biografici del cav. e prof. Gio. Batt. Bassi ed altri contemporanei; PICCO, Cosa era Via Gemona; PICCO, Ricordi, 73; SCHILEO, Giambattista Bassi, 76-77; VALENTINIS, Udine antica, 11.
1284
1797, mar. 2 Il march. Agostino Obizzi1 vende a Sebastiano Gozzo una casa «condotta in affitto dal sig. Francesco Graffi e subcondotta dallo stesso Gozzo —», confinante «a lev. con il borgo di Gemona, a mezz. con — Francesco De Vit, a pon. lo stesso parte e parte coo. Antonini ed a tram. parte androna e parte — Domenico Zorzino —. E ciò pel prezzo — di d 1572 L 3 s 12 —» (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, III instrom., 439, f. 429r - 430r).
1801 Sebastiano Goz (Nomenclatura, f. 48v).
1809*Appartiene al fabbro Sebastiano Gozzi (Registro delli aloggi, f. 35v).
1812, febbr. 4 Il demanio vende ad Antonio fu Michele Basina la casa n. 1284 (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10425, 570).
 *Nell’allegata stima di Giuseppe Clocchiati si precisa che la casa è «appresa a Sebastiano q. Francesco Gozzi —, debitore alla cassa d’ammortizzazione» (ibid.).
1812, giu. 30 Antonio fu Michele Basina vende la casa 1284, per L 5710, a Giacomo fu Giovanni Calice. Confina lev. parte borgo, parte eredi di Domenico Giorgini, mezz. e pon. G.B. e Luigi Colussi, tram. parte eredi Giorgini, parte calle detta dei Cappuccini o Cicogna. Questa casa, il venditore l’aveva acquistata dal demanio. Era stata di Sebastiano Gozzi, debitore del demanio (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10625, 878).
1813, magg. 13 Giuseppe Presani domanda di poter riformare la facciata della casa al n. 1284 (A.S.U., C.N., 180/1813/I, 2056 Orn. XIX, con dis.).
1821, dic. 30*Ricostruzione del muro della facciata nella porzione di proprietà di Giacomo Calice (A.S.U., C.A. I, 88/XIII, Prospetto compensi ai proprietari dei locali da abbattersi e da tagliarsi ed all’imprenditore pei lavori di riduzione in casi occorrenti, n. 6).
1822, mar. 13 È di Giacomo Calice (A.S.U., C.A. I, 68, 1036 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario, «per obbedire alla prescrizione — dell’avviso munic. 1 sett. 1821 n. 3941/3299 deve levare gli scuri alle due fenestre laterali alla porta d’ingresso verso il borgo, quali li aprono esternamente e portarli all’interno —» (A.S.U., C.A. I, 68, 1036 Orn. II C).
1839, apr. 10 Geltrude fu Giacomo Calice, moglie di Giovanni Volpe, Lucrezia sua sorella, moglie di Valentino Ciani, per austr. L 9207,70, vendono a Domenico Pecile «la casa — marcata colli c.n. 1284 e 1285 —, quale confina verso lev. borgo —, mezz. Mini Tomada Valentino, pon. — Mini, tram. calle Cicogna; qual casa pervenne nelle venditrici colla divisione dell’eredità dei def. — genitori Calice Giacomo e Paghini Anna — in data 1 nov. 1837» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10492, 12018).
1847, apr. 20 Domenico fu Gabriele Pecile vende a Caterina Pividori Croattini e Caterina Zanuttini Cattarossi la casa al c.n. 1284 per L 9207, «la qual casa è composta dalli locali — abbracciati dalla locazione in data 6 apr. 1846 con cui fu conceduta in affitto al sig. Giuseppe del fu Antonio Bravo di Udine e confina a lev. Pividori Catterina, Vittoria Orgnani e — borgo, mezz. e pon. — Valentino Mini Tomada, tram. — Caneva», già Pecile (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/V, 1378, con dis. in pianta di Osvaldo Del Bianco).
1849, ott. 13 Caterina Pividori Croattini cede in permuta al dott. Giuseppe Missettini la casa n. 1284 «con annessa corticella e andito — a cui tutto fa coerenza a lev. Pividori Caterina e casa fu Orgnani, con questa mediante muro promiscuo e — borgo, a mezz. e pon. Valentino Mini Tomada e tram. Caneva —Luigi» (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/V, 1893).
1852*Appartiene al dott. Giuseppe Missettini (Competenze, I, f. 34v).
1876*Ambulatorio del dott. Giuseppe Missettini; rivendita di liquori e commestibili diversi di Giuseppe Cappelletti; recapito del sensale di seta e bozzoli Luigi Berghinz; laboratorio del pittore di figura e paesaggio G.B. Sello2 (COSMI-AVOGADRO, 99, 110, 113, 145).
   
NOTE1Per gli Obizzi vedasi n. 1425.
 2Sul pittore G.B. Sello: BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 239, 259, 372; CESCHIA, Storia di Lovaria e di Pradamano, 61; Esposizione, 23, 117; PICCO, Il pittore G.B. Sello morto il 2 del mese corrente, 330-331; PORISIENSI-ZARDI, Tomadini, 60; S[ACCOMANI], Il ristauro, 14, 32-33.
1285
1801 Domenico Zorzini (Nomenclatura, f. 48v).
1809*Appartiene a Domenico Zorzini (Registro delli aloggi, f. 35v).
1812, lugl. 29*Elena Zorzini, dovendo «por mano al coperto» della casa che «minaccia rovina», chiede ed ottiene il permesso di restaurare e nel contempo alzare di un piano l’edificio (A.S.U., C.N., 179/XIX).
1818, ott. 27*Parte della casa, pervenuta in eredità ai fratelli Bidinosto, è venduta a Giacomo Calice (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10452, 1765).
1821, dic. 30*Compenso ad Elena Stampetti ved. Zorzini per la ricostruzione del muro della facciata nella porzione della casa d’affitto al n. 1285 (A.S.U., C.A. I, 88/XIII, Prospetto compensi ai proprietari dei locali da abbattersi e da tagliarsi ed all’imprenditore pei lavori di riduzione in casi occorrenti).
1836, ott. 11*Proprietà di Elena Zorzini (A.S.U., C.A. I, 254/X, 5685 Orn. II C, dis.).
1839, apr. 10 Vedasi n. 1284.
1847, apr. 20 Domenico fu Gabriele Pecile vende a Luigi fu Antonio Caneva la casa 1285 A per L 4092. Confina 1ev. sorelle Paiissenti, pon. Valentino Mini Tomada, tram. calle Cicogna (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/III, 1377).
1852*La casa censita 1285 è di Luigi Fabruzzi; la parte 1285 A appartiene al dott. Giuseppe Missettini (Competenze, I, f. 34v - 35v).
1876*Bottega del tappezziere e sellaio Giuseppe Moro (COSMI-AVOGADRO, 115).
1937 Casa di tre piani di quattro finestre. Fra il primo ed il secondo piano si vede una nicchia dove probabilmente vi era un’immagine.
1286
1801 È di Domenico Zorzini (Nomenclatura, f. 48v).
1809*Appartiene a Domenico Zorzini. Vi abita l’impiegato Giuseppe Misigh (Registro delli aloggi, f. 35v).
1821, dic. 30*È previsto l’abbattimento del locale nella parte anteriore, con la ricostruzione della facciata (A.S.U., C.A. I, 88/XIII, Prospetto compensi di proprietari dei locali da abbattersi e da tagliarsi ed all’imprenditore pei lavori di riduzione in casi occorrenti).
1836, ott. 11*Francesco Croattini chiede ed ottiene il permesso di riformare la facciata del pian terreno, ove tiene bottega. La deputazione d’ornato suggerisce di sostituire i mattoni degli stipiti con la pietra (A.S.U., C.A. I, 254/X, 5685 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Francesco Croattini (Competenze, I, f. 35v).
1876*Bottega del calzolaio Giuseppe Croattini (COSMI-AVOGADRO, 88).
1883*Rivendita di liquori e commestibili diversi di Rosa Pagnutti (AVOGADRO, 147).
1937 Casa di tre piani di due finestre.
1287
1801 Maria Cerna (Nomenclatura, f. 48v).
1809, apr. 27 Anna Maria Cestaris, vedova ed erede di Giuseppe Cerne, vende a Girolamo q. Antonio Borgobello la casa n. 1287 «composta in piano da una stanza ad uso di bottega, altra ad uso di cocina e salvarobba con tre solari sopra, copperta di coppi; confina essa casa verso lev. con il pubblico borgo, a mezz. — Domenico Giorgini, a pon. — Giuseppe Perissutti ed a tram. la contrada — Cicogna —. La presente vendita viene fatta — per lo prezzo — di it. — L 4124,13 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10295, 25).
1809*Appartiene al pizzicagnolo Girolamo Barcobello. Vi abita il domestico Valentino Travisano (Registro delli aloggi, f. 35v).
1816, genn. 18 Girolamo Barcobello vende a Giacomo del fu Giovanni Calice la casa 1287 per L 3837 (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10622, Rep. V, 1837, f. 1v).
1821, dic. 30*È prevista la demolizione della parte anteriore e la ricostruzione della facciata della casa per la sistemazione della strada. «Nella nuova facciata saranno riaperte la porta e tutte le finestre come nell’attuale e vi saranno rimessi gli stipiti e le soglie di pietra, così gli scuri e li telari ed invetriata attuale saranno pure adattati i pavimenti ed il coperto al nuovo muro —» (A.S.U., C.A. I, 88/XIII, Prospetto compensi ai proprietari dei locali da abbattersi e da tagliarsi ed all’imprenditore per lavori di riduzione in casi occorrenti).
1836, ott. 11*Proprietà degli «eredi di Giacomo Callici» (A.S.U., C.A. I, 254/X, 5685 Orn. II C, dis.).
1841, lugl. 9 Caterina fu Giacomo Calice, moglie di Giovanni Fadini, vende la casa 1287 per L 4500 a Fortunato Facci (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4827, 3717).
1841, sett. 6*Caterina Calice Fadini «rinunzia al diritto della ricupera della casa» (A.S.U., N., Andrea Bassi, 10638, 125).
1841, ott. 9 Fortunato fu Domenico Facci vende a Luigi fu Antonio Caneva la casa 1287 per L 5400. «Confina a lev. borgo, mezz. Croattini Francesco, pon. Berghinz Cucaro, tram. calle Cicogna; la qual casa consiste in cucina, bottega e sottoscala al piano terra, due andito nel primo e secondo piano e granaio superiore» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10501, 14444).
1844, giu. 16 È di Luigi Caneva. La facciata su via Gemona ha tre finestre per piano (A.S.U., C.A. I, 375/III, 3699 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario inoltra la richiesta per la riforma del pian terreno. Il progetto è firmato da F. Nardini (ibid.).
1852*Appartiene a Luigi Caneva (Competenze, I, f. 35v).
1876*Pizzicheria di Antonio Bulliani (COSMI-AVOGADRO, 110).
1288
1791, ag. 14 G.B. Cicogna vende a Pietro Venuti sei case in borgo Gemona «cioè una tenuta in affitto semplice da Giovanni Straolino, altra da — G.B. Gonellino, altra da — Andrea e Rosa iug. Bianchi, altra dal medesimo — acquistante Venuti, altra — da Filippo e Barbara iug. Struzzo ed altra da — G.B. Spezie —, pel — prezzo — di d 2600 —» (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, II instr., 304, f. 333r - 334r).
1801 Pietro Venuti (Nomenclatura, f. 48v).
 *Affittuale Giovanni Nimis (ibid.).
1801, ott. 1 Pietro Venuti concede a godere a Paolo q. Ilario Candussio due case (1288-1289) «in — borgo Gemona presentemente tenute in affitto semplice da Zuanne Nimis e — da Leonardo Carnelutti —» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, 370, f. 433r - 433v).
1802, ag. 23 Paolo Candussio vende queste due case a Francesca nata Lippi, vedova di Girolamo Pavona (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10578, II instr., 126, f. 158r - 158v).
1809 È di Francesco Bruni (Registro delli aloggi, f. 35v).
1814, magg. 4*Giacomo Scattono, abitante nella casa, chiede di aprire una finestrella «di quatro quarte circa» (A.S.U., C.N., 180/Orn. 19, 2390).
1834, febbr. 22 - apr. 18*Conclusione della questione sul rinnovamento delle case n. 1288 e 1289 di proprietà di Antonio Brusadola, che, inoltrata domanda il 22 febbr. per sistemare l’edificio, ha presentato un progetto soggetto a varie critiche da parte della deputazione d’ornato, soprattutto in relazione alla porta. La deputazione sottolinea «la straordinaria caparbietà» del proprietario, che non vuole cedere. Il permesso di rinnovo è rilasciato in data 18 aprile (A.S.U., C.A. I, 219/I, 774, 1505 e 1725 Orn. II C, con dis.).
1852*È di Antonio Brusadola (Competenze, I, f. 35v).
1289
1801 Pietro Venuti (Nomenclatura, f. 48v).
 *Affittuale Leonardo Cargnelutti (ibid.).
1809 È di Francesco Bruni (Registro delli aloggi, f. 35v).
 *Vi abita Giacomo Calice (ibid.).
1812 Osteria alle “Tre Colombe” (Esercenti).
 *Gestione di Giacomo Calice (ibid.).
1852*È di Antonio Brusadola (Competenze, I, f. 35v).
1290
XVIII secolo*Vedasi pianta del vicolo tracciata da perito anonimo (B.C.U., Vacchette 9, LXXIV, 1779).
1795, genn. 25 Pietro q. Giacomo Venuti vende ad Antonio di Domenico Vanni una casa in borgo Gemona, confinante a lev. borgo, mezz. Venuti, pon. Antonino Antonini, tram. androna sive fratelli Spezia fu Venuti. Prezzo d 700 (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, II instr., 379, f. 384r — 385r).
1801 Antonio Vanni (Nomenclatura, f. 48v).
1825, febbr. 24 Domenico q. Antonio Vanni di Venezia vende a G.B. Tadio per L 2700 la casa n. 1290 «nello statto — in cui essa — di presente s’attrova, essendo sopontatto il primo solaro, perché frezediti parte dei travi e tolle» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10310, 1954).
1852*Appartiene agli eredi Principutti (Competenze, I, f. 35v).
1291
  Sotto questa casa si apre il portico che dà adito al vicolo del Portico. Sotto il portico vi è un capitello con Madonna.
1760, sett. 14*«Le — coo. Anna Giulia, moglie del — co. Giovanni Enrico di Zucco, et Felice nubile, — figliole del q. — co. Giovanni Michele di Zucco —, vendono — al sig. Giacomo Cigogna q. Pasqualin — una casa — situata nel borgo di Gemona, tenuta presentemente ad affitto semplice da — G.B. Urbani, qual confina a lev. strada publicha del borgo, mezz. eredi q. — Antonio Cittadino, sol a monte detto — compratore et alli monti — sigg. della Chiave —; et questo — fanno —per il prezzo — di d 400 —» (A.S.U., N., G.B. Stella, 9142, I istr., 224, f. 189v - 190r).
1801 G.B. e fratello Spezie, «marangoni» (Nomenclatura, f. 48v).
1809*Appartiene al falegname G.B. Specie (Registro delli aloggi, f. 35v).
1814*Nell’Elenco dei pistori, quali tengono farine presso di loro, a questo numero è segnalato Angelo Schiavi (A.S.U., C.N., 185, 72 Pol.).
1816, ag. 5*«— Francesco del fu Giuseppe Specie, falegname —, vende — al — sig. Leonardo Zorzutti — la mettà della casa sita in — borgo di Gemona, coscritta al c.n. 1291 —, assegnata al nome d’esso venditore nell’incontro della divisione seguita col di lui nipote ex fratte, sac. — d. Antonio, come dall’operazione 17 lugl. 1815 del publico perito — G.B. Muzzanini —, che tutta — confina a lev. la strada publica del borgo di Gemona, a mezz. la calesella, mediante portico publico, pon. e tram. — Angelo Schiavi con casa fu di Christophoro Berghinz —. La — vendita — fatta viene pel prezzo — di ital. L 1975 —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10330, 1788).
1822, mar. 28 Appartiene per metà a don Antonio Specie, cappellano di Sammardenchia, e per metà a Leonardo q. Antonio Zorzutti (A.S.U., C.A. I, 68/X, 1280 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da « Francesco Pascoli P:co Perito Agrim.e, e Ingeg.e».
 *Nella domanda che inoltrano alla deputazione d’ornato, i proprietari sostengono che «questa casa fu tra loro divisa in modo che la parte a — destra — è toccata al sig. Leonardo Zorzutti l’altra a — sin. appartiene al sig. — don Antonio Specie. Per forma di tal divisione è stata pure divisa la bottega posta a pian terreno, la quale ha una sola porta d’ingresso —: in quella a — sin. vi è una bottega di parrucchiere — ed in quella a — destra una bottega di calzolaio —. Convenendo ad ambi — proprietari di aprire alle rispettive — botteghe una seconda porta d’ingresso, senza di che troverebbero difficilmente affittuali ed anzi quelli chi vi sono attualmente minacciano di allontanarsene, hanno essi perciò divisato di allargare alquanto l’attuale porta d’ingresso ed ivi di formarne due corrispondenti alle rispettive — botteghe —». La deputazione d’ornato, attraverso l’ing. Presani, modifica il disegno del progetto e aggiunge una cornice sopra finestre e porte del pian terreno (A.S.U., C.A. I, 68, 1383 Orn. II C, con dis.).
1826, febbr. 8 «— Don Antonio del fu G.B. Specie, parocho di Marano —, per sé —, nonché come procuratore — della sign. Beatrice, f. del q. Pietro Falleschini, ved. del fu — G.B. Specie, di lui madre —, vende al — sig. Antonio Frezza — una casa coi respetivi suoi fondi, situata — nel borgo di Gemona — al c.n. 1291, — statta ad essi madre e figlio Specie assegnata colle divisioni 17 luglio 1815 —. Confina essa casa verso sol levado col pubblico borgo di Gemona, a mezz. calesella consortiva, a pon. parte androna o calesella sudetta e li rappresentanti il q. Cristoforo Berghinz, ed a tram. il sig. Leonardo Giorgiuti, in loco del fu — Francesco Spezie —. La — vendita viene — convenuta di austr. — L —1900 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10310, 2080).
1852*Il n. 1291 I appartiene a Leonardo Zorzutti; il n. 1291 II ad eredi Frezza (Competenze, I, f. 35v).
1292
1768, sett. 15 I nob. Francesco e don Giuseppe q. Bernardino della Chiave vendono una casa in borgo Gemona a Pietro del fu Paolo Cantarutti, «atteso massime che essendo essa casa rovinosa e bisognosa a l’estremo di restauro» (A.S.U., N., Marc’Antonio Tracanelli, 9519, Plico istr. e test.).
1788, sett. 22 Giovanni q. Pietro Cantarutti vende, per d 1300, a Cristoforo q. Antonio Berghentz di Caporetto ed Orsola sua moglie, fornai, la stessa casa «acquistata dal — q. —Pietro di lui padre — la quale in allora era rovinosa e bisognosa all’estremo di ristauro a segno di non potersi rittraere frutto dalla medesima senza grave dispendio, come apparisce dall’instr. rogato dallo sp. — M.A. Tracanelli, ma posteriormente ristorata, accresciuta e migliorata, nello stato presentaneo confina a lev. — borgo —, mezz. parte — Cicogna, e parte strada —, pon. — Fabrizio di Fagagna ed a tram. — Cernazai — loco Lirutti —» (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, II instr., 216, f. 260r - 261v).
1783, lugl. 14 La ditta q. Odorico Simonetti, mercante di Udine, vende a Pietro q. Giacomo Venuti, tessitore di Udine, una casa situata nella contrada che tende al convento dei Cappuccini, riferisce al borgo di Gemona, casa con orto e corticella, divisa in quattro appartamenti, «uno verso pon., serve di filatoio, altro tram. oltre la corticella, altro appresso verso mezodν, ove sono fornelli, ed altro verso lev. contiguo al porton che dà l’ingresso alla casa stessa; tutta unita confina da lev. parte la contrada medesima, riferisce al — borgo di Gemona e parte casetta e corticella del sig. G.B. Cicogna —, mezodν e pon. verso la contrada sudetta ed alli monti parte altra contradella e parte casa e corticella fu di Odorico Simonetti, situata — vicina al borgo di Gemona, nella contrada che tende al — convento de’ — Capucini, tenuta ad affitto semplice parti dalli sigg. Pietro ed Orsola iug. Venuti, e parte da — G.B. Collauti» (A.S.U., N., G.B. Peruzzi , 8922, VI istr., 146, f. 171r - 180r).
1801 Cristoforo Berghinz (Nomenclatura, f. 48v).
1802, ag. 20 Pietro Venuti, in seguito alla scrittura privata del 10 luglio, vende queste case a Cristoforo ed Orsola Berghinz ed a loro figlio G.B. marito di Pasqua di Pietro Venuti. Confina a lev. corte della detta casa e parte casa ad uso abitazione, mezz. contrada che tende in borgo Gemona, pon. contrada che tende in via Cappuccini, tram. androna consortiva. Questi locali comprendono anche un filatoio di seta, un incannatoio ed un negozio di seta (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, Istr., 431, f. 483v - 485v).
1808, ott. 5 Cristoforo q. Antonio Berghinz, mercante di grassina, cede alla figlia Anna, moglie di Angelo Schiavi, mercante di grassina, una casa ad uso di bottega del corpo del n. 1292, fu Cantarutti «con magazzino a pon., il sottoportico — al di fuori a pon. con piccolo tinello estratto dal sottoportico stesso, la stanza terranea pur a pon. con il forno in essa esistente, picola porzione di fondi della corte, cioè sino ai stilicidii che calano nella corte stessa a pon., la mittà della scala di pietra per ascender agli appartamenti superiori e la mittà del porton d’ingresso colla mittà del sottoportico in seguito e li appartamenti di camere, grannaro e pergoli sopra, da fondi al colmo; il tutto confina da lev. — con il borgo di Gemona, a mezz. con — G.B. Specie, a pon. con la restante corte e casa rimasta al —Berghinz —, ed a tram. con — G.B. q. — Giuseppe Lirutti. E questa per il prezzo — d’it. — L 3806,89 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10295,16).
1809 Angelo Schiavi, pizzicagnolo (Registro delli aloggi, f. 35v).
1814, genn. 11*Nell’Elenco dei pistori, quali tengono depositi di farine presso di loro è citato Angelo Schiavi, domiciliato in questa casa (A.S.U., C.N., 185, 72 Pol.).
1821, mar. 13*«— Angelo Schiavi — vende — al — sig. G.B. Moser —: porzione di fabrica dal corpo del — c. n. 1292, situata in borgo di Gemona — di cui il sig. Schiavi — riportò il titolo di proprietà dal fu sig. Christofolo q. Antonio Berghinz con contratto 5 ott. 1808, a rogiti del — not. — Osvaldo Colomba —, composta con casa in prospettiva del — borgo, in piano d’una botega, magazino a pon., sottoportico al di fuori con tinello estratto pure dal sottoportico di pon., stanza terranea con forno anco a pon., fondi della corte sino alli stilicidii, la metà della stalla di pietra per ascender agli appartamenti superiori e la mettà pure del porton d’ingresso col sottoportico in seguito — a cui confina a lev. il — borgo di Gemona, mezz. — G.B. Specie, pon. restante corte e casa di questa ragione ed alli monti il sig. Lirutti di Villa Freda —; una porzione di fabrica composta di due stanze terranee al vento di pon. della sopradetta fabrica — di cui — il sig. Schiavi — riportò titolo di proprietà, dal — sig. Giulio Fabrizio con contratto 20 marzo 1815 a rogiti del —not. — Colomba — ed il restante dalla sign. Maria n. Simonetti, ved. d’esso — Fabrizio, con altro contratto 17 sett. 1817 a rogiti dello stesso not. —, sottoposta alla casa dominicale —» (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 633, 129).
1827, ott. 31*«— Anna Candoni Berghinz — vende al — sig. G.B. Moser — l’azione di rivendicazione sulla — porzione di casa — parte del c. n. ***, tra li confini di lev. l’acquistante —, mezz. androna — di Cicogna —, ed alli monti l’acquistante —» (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 635, 1898).
1827, nov. 10 È di G.B. Moser. Consta di piano terreno, primo piano e granaio. Il proprietario domanda di alzarla a tre piani (A.S.U., C.A. I, 135/1827/XV, 4458 Orn. II C, con dis., firmato da G.B. Bassi).
 *G.B. Moseri alla congregazione municipale; «la riduzione a miglior uso del pian terreno della casa al c. n. 1292 in borgo Gemona — porta di riformare anche il prospetto corrispondente esterno» (ibid.).
1832, apr. 19*La deputazione d’ornato denuncia alla congregazione municipale che G.B. Moseri ha omesso di sistemare i tubi della grondaia secondo le prescrizioni municipali (A.S.U., C.A. I, 193, 59).
1852*È di G.B. Mosero (Competenze, I, f. 35v).
1876*Magazzino di vini all’ingrosso di Napoleone Anderloni (COSMI-AVOGADRO, 116).
1883 Osteria alla “Corona d’Italia” (AVOGADRO, 152).
 *Gestione di Giovanni Marzilli (ibid.).
 *Forno di Cargnelutti - Cainero e negozio di frutta e verdura di Rosa Pagnutti (AVOGADRO, 145, 146).
1293
1801 Nob. G.B. Liruti (Nomenclatura, f. 48v).
1809*Appartiene a G.B. Liruti. Vi abita l’orologiaio Valentino Capellari (Registro delli aloggi, f. 35v).
1835, lugl. 30*G.B. Lirutti chiede il permesso di riformare le finestre del pianterreno nella casa di sua proprietà al n. 1293. Il permesso non gli viene accordato, perché il progetto è giudicato «sproporzionato» (A.S.U., C.A. I, 236/1835/XVI, 3624 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore G.B. Agosto).
1852*Appartiene a Bernardo Levis (Competenze, I, f. 35v).
   
NOTE1Di proprietà Liruti — vedansi pure i n. 1294, 1295 e 1296 —, esistono notizie fin dal 1650, anche se non è possibile precisare a quale di queste il doc. si riferisca: 1659, genn. 11. «Fin sotto l’anno 1650 a 4 marzo fu formato manuscritto fra lo nob. — co. Leonardo Caisello da una e il sig. Nicolò Lirutto di Villa Freda — il quale sig. Nicolò s’obligò comprar una casa — posta in questa città nel borgo di Gemona per d 531 L 1 s 4 —». Segue l’atto di vendita, col quale il co. Caiselli cede «alli — Nicolò e fratelli Lirutti e G. Giuseppe Lirutto loro cugino di Villa Fredda — una casa posta — in borgo di Gemona et confina a lev. la strada del borgo, mezo di — Gioseffo Cillio, sol a monte un’androna et alli monti Pietro di Bortolo —» (A.S.U., N., Gasparo Agricola, Liber instr. II, f. 90r — 90v). Vedasi CARGNELUTTI, Note sulla famiglia Liruti, 137.
1294
1801 Nob. G.B. Liruti (Nomenclatura, f. 48v).
 *Affittuale Francesca Toffolutti (ibid.).
1809*Appartiene a G.B. Liruti. Vi abita il sensale Francesco Sanferle (Registro delli aloggi, f. 35v).
1852*Appartiene a Bernardo Levis1 (Competenze, I, f. 35v).
   
NOTE1Proprietario di un setificio: PICCO, Ricordi, 132. Della famiglia dei Levis parla un rogito del 31 genn. 1784: «— Maria q. Giovanni M. Molin della parrocchia di S. Tiziano di Soima, territorio bellunese, ma abitante da quindici anni circa in questa città, in casa del sig. Andrea q. Bernardo Levis, oriondo dello stesso territorio bellunese, ma piantato in questa città da moltissimi anni con negozio di tintoria —, esponendo di aver molti debiti ed obbligazioni al — Levis —, per averla ricoverata in casa sua per lungo periodo di quindici anni continui —, cede —al sig. Andrea Levis — ogni avere, stabile — consistente ne’ — terreni indeciduati nell’ — operazione 18 sett. 1783 formata da — G.B. q. Girolamo Prà, perito nel capitaniato di Zoldo —» (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, I instr., 108, f. 150v — 151v).
1295
1734, apr. 1*«Fatto in Udine, nel borgo di Gemona, in casa dell’infrascritto nob. Lirutti». Si tratta di Giorgio del fu Giacomo1 (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8302, XXVIII instr., f. 17r — 18r).
1801 Nob. G.B. Liruti (Nomenclatura, f. 48v).
 *Affittuale Giacomo Lessani (ibid.).
1809*Appartiene a G.B. Lirutti. Vi abita l’impiegato Giacomo Perubini. Di due stanze allo stesso numero risulta proprietario Giacomo Lirutti, che dimora in campagna e se ne serve per comodità (Registro delli aloggi, f. 36v).
1810, nov. 17*In seguito ad atto oppignorativo del 20 ag., asta senza esito di una stanza a pian terreno al n. 1295, contro Giacomo Lirutti, debitore per L 2,20 (A.S.U., C.N., 80, Asta).
1852*È di Bernardo Levis2 (Competenze, I, f. 35v).
1853, ott. 13*Progetto di riforma del pianterreno ad opera del muratore Giuseppe Cosa (A.S.U., C.A. II, 66, 7585 Orn. II C).
1874*La casa risulta già dalla numerazione rossa unita con la n. 1296 (Prospetti di confronto, 117).
1883 Osteria “Ai due Lombardi” (AVOGADRO, 150).
 *Gestione di Napoleone Anderloni (ibid.).
1883*L’edificio ospita un filatoio e un negozio di seta di Giacomo Antonini (AVOGADRO, 156).
   
NOTE1Il documento potrebbe tuttavia essere attribuito, allo stadio attuale delle ricerche, anche ad altre case Liruti confinanti. Per la famiglia Liruti vedasi n. 1428.
 2Vedasi n. 1294.
1296
1797, lugl. 13*«— Il nob. Giacomo Antonio q. Giuseppe Lirutti di Villa Fredda — ha — in emfiteusi concesso al sig. Pietro f. del sig. Francesco Caligaris — una stanza ad uso di botega e camera verso pon. in piepiano, posto il tutto — nel borgo di Gemona, tenuta ad affitto presentemente da — Simon Clemenzigh, confina a lev. il — borgo di Gemona, mezz. il nob. — G.B. Lirutti, pon. parimente ed a tram. — Vicenzo del Negro —» (A.S.U., N., Camillo Merluzzi, 9693, Istr. 1796-1798, 1083, f. 753v — 754r).
1801 Nob. G.B. Liruti (Nomenclatura, f. 48v).
 *Affittuale Teresa Clemente (ibid.).
1809*Appartiene a G.B. Lirutti. Vi abita il «farinaio» Simone Clemencigh (Registro delli aloggi, f. 36v).
1837, mar. 17°°Vedasi n. 1297.
1852*È di Bernardo Levis1 (Competenze, I, f. 35v).
1937 Casa di tre piani di due finestre.
   
NOTE1Vedasi n. 1294.
1297
1801 Vincenzo Mitri (Nomenclatura, f. 48v).
1809 Elisabetta Del Negro (Registro delli aloggi, f. 36v).
1814, mar. 8*Giacomo Del Negro cede alla cognata Elisabetta del fu Biagio Carcarovigh, vedova di Vincenzo Del Negro, «tutte le azzioni e ragioni — sopra la — casa posta nel borgo di Giemona — n. 1297 con li rispetivi fondi e corticella, il tutto confinante a lev. con il — borgo ed a tram. il sig. Nicolò Montegani —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10300, 536).
1834, giu. 1l Per testamento di Elisabetta Carsernig ved. Del Negro, la casa passa a Bernardino q. Giuseppe Levis1.
1837, mar. 17 È di Bernardo Levis, che «divenuto proprietario - di una parte della casa sotto il n. 1297», domanda di riformare la facciata e di alzarla a tre piani (A.S.U., C.A. I, 269/1837/III, 1353 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Giovanni Colautti).
 *Il disegno mostra una casa che appare la metà, in altezza, rispetto a quella del progetto presentato dal Frisacchi nel giugno successivo.
1837, giu. 12 È di Giuseppe Frisacchi. Casa ad un piano di due finestre ed una bifora (A.S.U., C.A. I, 269/1837/III, 3244 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario «dovendo eseguire dei lavori nella — casa — deve — modificare la facciata». Il muratore responsabile è Giuseppe Colautti di Paderno (ibid.).
1841, lugl. 20 Bernardino Levis vende al rev. Giuseppe Frisacchi q. Carlo la casa n. 1297, confinante a lev. borgo, mezz. Liruti, pon. e tram. Frisacchi «quale casa serve ad uso di abitazione civile ed ha — al pian terreno un filatoio di seta in attività2 —. Questa casa è pervenuta in proprietà di esso venditore — Levis in forza del testamento 11 giugno 1834 della defunta - Elisabetta Carsevig, vedova Del Negro» (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/I, 155).
1852*Appartiene a Bernardo Levis. Il n. 1297 A è di Giuseppe Frizacco (Competenze, I, f. 35v).
   
NOTE1Nel ms. della Porta senza indicazione di fonte. Probabilmente si tratta di citazione indiretta dall’istrumento del not. Antonio Cosattini del 20 luglio 1841.
 2Sul setificio di Bernardo Levis: PICCO, Ricordi, 132.
1298
 *La casa è gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo.
1407 «Luciutta quę fuit de Tricesimo — habitans ante Cellam solvit — olei libras duas» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 49v).
1413 «Niccolusso caligaro di Tricesimo nevodo — di d. Luciutta —» (ibid.).
1429 «— Nunc — solvitur per Dossium beccarium quia emit dictam domum cum isto onere» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 50r).
1447 «Eredes Dossii beccarii» (ibid.).
1452 «Hæredes videlicet Paganus et fratres filii olim Dossii beccarii» (ibid.).
1511 «Antonio barbiero» (ibid.).
1519 «Zuanne q. — Antonio barbiero» (ibid.).
1540 «Li eredi del q. — Zuan q. — Antonio barbiero» (ibid.).
1550 «Fantin q. m. Pollon Porcaro orevese et lo Zotto de veludo sartor, in logo di ser Zuan q.m. Antonio barbiero» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 50v).
1565 «Eredi del q. m. Zuanne Barbato in loco de Fantino de Polon Porcaro —» (ibid.).
1574-1581 M. fra’ Tiberio Barbaro, frate di S. Lucia, erede di Zuane Barbato (ibid.).
1643 «Alla partida degli heredi del q. fra’ Tiberio Barbatto di S. Lucia, come heredi del q. mess. Zuanne Barbatto, in luogo di Fantino porcaro, sopra una casa et cortivo, fu del Calamo cirurgico di Tricesimo, pagò già mess. Zuanne caligaro, hora mess. Valentino Piccio, anco caligaro. Dissero i confinatori che la casa — è posta nel borgo di Gemona per mezzo il ponte di S. Chiara, possessa per il rev. monasterio di S. Lucia tenuta per Valentino Sitio calegaro; confina a sol levado con la strada publica, a mezodν coll’ill.mo et ecc. sig. Francesco Molino, procuratore di S. Marco, mediante una casa tenuta per ser Alvise Gallo, a sol a monte con gli eredi del q. Zuanne podenaro et ai monti col sig. Giulio Soardo» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 59-60).
1656-1691 «Eredi Barbati» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 50v).
1743, magg. 6*«La casa è presentemente — del — convento dei rr. pp. di S. Lucia, abitata dalli sigg. Pietro e sorelle Montegani; confina a lev. strada pubblica del borgo di Gemona, a mezz. con casa di ragione Montegano, abitata da d. Anzola Forte oste, a sol a monte orto di ragione Montegano, che corrisponde alla contrada che tende al borgo di S. Giustina, et alli monti il nob. ser Francesco Soardi —» (A.S.U., C.A., 89/20, n. 43).
1801 Nicoletto Montegani (Nomenclatura, f. 48v).
1809*Appartiene a Niccolò Montegani (Registro delli aloggi, f. 36v).
1825, lugl. 11 Eredi Montegani (A.S.U., C.A. I, 100, 3138 Orn. II C, con dis.).
1850, lugl. 8*Osvaldo Colomba «— custode della sostanza — della defunta Mantegani Colomba» chiede ed ottiene il permesso di riattare il coperto della casa al n. 1298 (A.S.U., C.A. I, 487/VI, 3905 Orn. II C).
1852*Appartiene ad Osvaldo Colomba (Competenze, I, f. 35v).
1853, giu. 2 È di Antonio q. Francesco Calligaris. Era una casa di due piani a cinque finestre; al primo, quella di mezzo era bifora. Viene riformata1 (A.S.U., C.A. II, 66/1853, 3819 Orn. II C, con dis., firmato da Valentino Dreussi).
 *La richiesta del permesso è alquanto circostanziata, anche in relazione alla servitù di passaggio nel portone che dà accesso pure alla casa n. 1299 (ibid.).
1876*Ambulatorio del medico chirurgo Giuseppe Chiap (COSMI-AVOGADRO, 101).
   
NOTE1Ultima annotazione, priva di data, nel ms. della Porta dopo la notizia del 1853: «Acquistata dal sig. Urbanis».
1299
1643*Proprietà di Giulio Soardo (A.S.U., C.A., 87/3, p. 60).
1743*Proprietà di Francesco Soardi (A.S.U., C.A., 89/20, n. 43).
1744 Soardi. «La loro abitazione è contigua alla chiesa di S. Quirino» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 175).
1801 Nob. Francesco Soardi (Nomenclatura, f. 48r).
1809*Appartiene a Francesco Soardi (Registro delli aloggi, f. 36v).
1818°°Pianta dei fondi della casa, cortivo ed orto di ragione del sig. Francesco Soardi (B.C.U., Vacchette 44, GG, 1818).
1825, ag. 15 E di Antonio Marpillero (A.S.U., C.A. I, 100, 3138 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario chiede ed ottiene il permesso di aprire una porta ed ampliare una finestra del pianterreno (ibid.).
1852*È di Elisabetta Soardi (Competenze, I, f. 35v).
1858*Filanda per seta con diciassette fornelli gestita da Giovanni Brunich (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 32).
1937 Portone bugnato. Sulla facciata, una lapide al luogotenente Pietro Canal.
   
BIBLIOGRAFIA Epigrafi murarie, 20, n. 30; PICCO, Cosa era via Gemona, 27.
Chiesa di S. Quirino
  Già nel 1242 esisteva un monastero di monache Benedettine, soppresso nel 1392. La chiesa cadde in rovina e nello stesso luogo, nel 1415, i vicini edificarono una nuova chiesa eretta in parrocchia nel 1599.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 138v, 139r — 140r.
   
BIBLIOGRAFIA BALDISSERA, Chiesa cattolica, 87, 90, 94; B[LASICH], Ss. Redentore e S. Quirino; BRAGATO, Guida, 88-89; CASSETTI, La divina parola; CAVALCASELLE, La pittura, 238-239; CICONI, Udine, 468; DE PIERO, Antiche parrocchie, 131-133; ERMACORA, Guida, 132; PARONI-BARBINA, Arte organaria, 93; Oreficeria sacra in Friuli, 94; La parrocchia di S. Quirino; un quadro del Quaglia; RIZZI, Storia.... Il Settecento, 53; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 18; 3 (1937), 13-14; SFERRAGATTA TOMÈ-GANZER-ZILLI, Mostra fotografica Borc Glemone, 30-44; TENTORI, Udine, 285; VALENTINIS, Udine antica, 15.
1300
1801 Fraterna di S. Quirino (Nomenclatura, f. 49v).
 *«Abita il nonzolo» (ibid.).
1809*Appartiene al sarto Giovanni Bianchi (Registro delli aloggi, f. 36v).
1842*Casa parrocchiale di S. Quirino (A.S.U., C.A. I, 342/IV, 7107 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene alla fraterna di S. Quirino (Competenze, I, f. 35v).
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese... 1913, 376-377.