Consiglio dei Distretti Notarili Riuniti di Udine e Tolmezzo
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Università degli Studi di Udine
Memorie su le antiche case di Udine di Giovanni Battista della Porta: un archivio aperto per la conoscenza della città storica
progetto di ricerca a cura di Anna Frangipane dall’edizione a stampa curata da Vittoria Masutti, 1984-1987
TESTO INTEGRALE
Memorie su le antiche case di Udine: parte I (da 801 a 1000)
801
 *La casa appare gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo fin dal 1361.
1361, dic. 15 Odorlico sarto q. Gabrino di Udine lascia alla chiesa di S. Maria Maggiore un livello annuo di due libbre d’olio «super quadam eius domo sita Utini super platea comunis —; ab una parte iuxta heredes q. Girardi ippotecarii —, ab alia parte iuxta Marcum sellarium de Utino» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 385r).
1407-1418 Paga il livello Francesca, vedova di Martino spadaio (ibid.).
1420 Rigo speziale (B.C.U., ms. F. XXV, f. 385v).
1434 Eredi di ser Rigo (ibid.).
1441 Nicolò speziale, nipote di ser Rigo (ibid.).
1460 Antonio da Latisana (ibid.).
1511 «Eredi del q. ser Beltrame del Tamburlin, in logo di ser Antonio de Latisana, paga - sopra le case fo di Durigo di Quarin not.» (ibid.).
1519 «Nicolò de Toluzo detto Cantavidula in logo degli eredi di Beltrame Tamburlin overo di ser Zuanne Fontana nodaro, sopra una casa fo de ser Odorigo de Quarin nodaro, overo de ser Antonio de Latisana, la qual casa Nicolò ha comprata l’anno 1518 circa li fin dell’anno con questo incargo per man de ser Antonio di Nimis not.» (ibid.).
1525 Paga Benedetto morsaro, avendo comperata la casa con atto 4 sett. 1520 del not. Francesco Stainero (B.C.U., ms. F. XXV, f. 385v — 386r).
1544 Paga Dionisio sellaio (B.C.U., ms. F. XXV, f. 386r).
1580 Ser Leonardo q. Dionisio sellaio (ibid.).
1593 Zuanne Cariola (ibid.).
1602 Donna Betta sua vedova (ibid.).
1605*«Ora paga Zuan Battista Boldino inquilino» (ibid.).
1607 Francesco Bloz (ibid.).
1624 Eredi q. Paolo Fontana (ibid.).
1630-1648 Anna Gritti fornara (B.C.U., ms. F. XXV, f. 386r — 386v).
1643 «Casa — posta nella contrada delle Beccarie verso le Pescarie; — confina a sol levado con una casa del pio ospitale maggiore —, a mezz. la strada publica e la rosta delle Beccarie, a sol a monte l’ecc.mo — G.B. Venuti — et ai monti coi magazzini di Cortazzis» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 93-94).
1669-1684 Giuseppe Ugoni (B.C.U., ms. F. XXV, f. 386v).
1688 Eredi di Giuseppe Ugoni (ibid.).
1696 Giuseppe Prodolone (ibid.).
1751 Suoi eredi (ibid.).
1801 Dott. Giuseppe Prodolone (Nomenclatura, f. 31v).
 *Affittuale Francesco Cometti, oste (ibid.).
1809*È di Francesco e fratello Prodoloni. Affittuale è l’ostessa Giovanna Cometti (Registro delli aloggi, f. 22v).
1812 Osteria “Alla nuova Stella” (Esercenti).
 *Gestione di Anna Cometti (ibid.).
1817, sett. 19*Il cursore municipale riferisce di aver recapitato in questa casa ad Anna Cometto la diffida a munirsi di licenza di polizia (A.S.U., C.A. I, 10).
1843, febbr. 22*Andrea di Giuseppe Tomadini, anche come procuratore del padre e degli zii, «canonico mons. Francesco ed Antonio del fu Giovanni Tomadini —, nonché — Giovanni, figlio — del — sig. Giuseppe Tomadini per il suo interesse e nella qualità di procuratore dell’altro di lui fratello — Angelo Tomadini —, vendono — al — sig. Domenico Rubini — una casa — situata — nella calle di Rialto, affittata per uso di osteria, coscritta col c. n. 801 —; confina a lev. parte la casa delli eredi del fu Francesco Ruberti e parte calle di Rialto, a pon. nob. — Fabio e fratelli Gallici e tram. nob. Galici e Pasini Vianello, la qual casa — viene venduta — come veniva possessa dalli — venditori — in forza del — contratto di vendita — fattogli dalli — Prodolone li 28 marzo 1825 —. Questa — vendita — fatta viene per il prezzo — di austr. L 5500 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10505, 15601).
1852*Appartiene agli eredi Rubini (Competenze, I, f. 22v).
1865°È di Carlo Rubini. Vedasi n. 800.
[1920-1930] Viene completamente riformata.
802
1643 È dell’ospedale maggiore (B.C.U., ms. F. XXV, f. 385r).
1782, mar. 22°Tomaso Gallici vende la casa ad Antonio Merluzzi (Not. Carlo Lorio).
1783, febbr. 23°Antonio Merluzzi la vende a Carlo Trasi (ibid.).
1792, ott. 16 Carlo Trasi la vende a Gabriele Pecile (A.S.U., N., Pietro Del Torso, 10151, Plico minute).
1793, sett. 19 Gabriele q. Giovanni Domenico Pecile vende a Francesco q. Roberto Ruberti di Bassano «da molti anni orefice lavorante in oro in questa città, una casa posta -in contrada di Rialto, che confina a lev.» G.B. Zerbini, mezz. contrada, pon. Prodoloni, ai monti Tomaso Gallici. Prezzo d 1400 (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10073, II instrom., 86, f. 124r — 125v).
1801 È del convento di S. Domenico (Nomenclatura, f. 31v).
 *Affittuale Francesco Ruperti (ibid.).
1809*È di Angela Ruberti (Registro delli aloggi, f. 22v).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al sarto Antonio Piccoli l’avviso n. 1050 «per la remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene a Elisabetta Valenti (Competenze, I, f. 22v).
1876*Nella casa sono ospitate le botteghe del sarto Francesco Clochiatti e del tornitore Luigi Ribassi (COSMI-AVOGADRO, 112, 116).
1883*Vi ha bottega il tornitore in legno Carlo Buoncompagno (AVOGADRO, 157).
803
1482, genn. 8 «De ser Antonio de Arcoloniano1 io Battista da Rovulo ho comprado zerto tereno vacuo de zerta casa rotta posta qui dredo caxa mia2 in l’androna nominada “Le schyave” sula strada pubblicha davante e de dredo, confina una caxa de m. Martin zenturer et cun una caxa de Santa Maria deli Batudi — et apresso uno altro teren de caxe rotte del ditto ser Antonio, lu qual tereno si è comprado per mi Batista da Ruovolo de lo dito terren vacuvo per presio de merchà fatto ducati otanta» (da atti del not. Nicolò della Fornace, A.S.U., Arch. Portis, 44, Rot. n. 2297, f. 39r).
1499, mar. 2 «De ser Antonio de Arcoloniano, hovero de suoi heredi, io Batista da Rovulo3 ho tolto in pagamento l’altro pezo de teren vacuvuo — apreso una caxa dela fraterna de S. Maria deli Battudi rezuda alo presente per Danel et sula strada pubblicha davante e di dredo in ditto logo si è nominado l’androna “des schavuis” —» (A.S.U. , Racc. Del Torso, Arch. Portis, 44, n. 2297, f. 39v). Al f. 115 della stessa fonte si legge: «Case over corte per mezzo l’ostaria di S. Zorzi al presente comenzate a fabricar» (A.S.U., Racc. Del Torso, Arch. Portis, 44, f. 115r).
1549, genn. 3 Il nob. Rovere Della Rovere affitta a Guglielmo Bonecco le case in Rialto «regione — hospitii S. Georgii, confinantes a parte anteriori cum via publica, a superiori cum domo in qua ser Stephanus Biretarius — habitat, ab inferiori — cum apoteca mag. Candidi Gamboni cerdonis et cum domo ser Beltrandi et ser Bernardi Bonecco et a posteriori cum altera parte domorum eiusdem d. Roboris —» (A.S.U., N., Giovanni Domenico Bitunio, 6071, Istr. 1547-1550, f. 192v).
1801 Domenico Zerbini4 (Nomenclatura, f. 31v).
 *Affittuale Orsola Romana (ibid.).
1809*È dell’orefice Domenico Zerbini. Vi abitano il meccanico Michele Tavagnutti e l’orefice Giuseppe Sbroevacca5 (Registro delli aloggi, f. 22v).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al sarto Antonio Borghese l’avviso n. 1050 «per la remuzione degli effetti ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1835*Vi ha recapito la levatrice Giuditta Morelli Quargnali (A.S.U., C.A. I, 237/XII, Elenco del personale sanitario).
1848, ott. 23*G.B. Zerbini, «avendo affittata la bottegha della casa al c. n. 803 ad un tappezziere e sellaio» comunica che ha dovuto concedere a costui «di ridurre il cosν detto ribatto in portone, onde potesse introdurvi i legni per fornirli. Con questo lavoro nulla si altera il disegno della casa -» (A.S.U., C.A. I, 448/IX, 7754 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a G.B. Zerbini (Competenze, I, f. 22v).
1883*Laboratori del “fabbro meccanico”5 Francesco Ceschiutti6 e dell’ottonaio e lattonaio Giuseppe Livotti (AVOGADRO, 144, 153).
   
NOTE1I documenti piϊ antichi potrebbero riferirsi, come prudentemente annota il della Porta, anche ai n. 804, 805 e 806. Sulla famiglia Arcoloniani vedasi al n. 37.
 2Era di G.B. della Rovere, al n. 817.
 3Per i della Rovere: MONTICOLI, Cronaca, 65.
 4Per l’orefice Zerbini: GANZER, Orafi, 360. Vedasi anche n. 804.
 5Per l’orefice Giuseppe Sbroiavacca vedasi al n. 751.
 6Si tratta di un orologiaio specialista in pendoli: FALCIONI, Industrie udinesi, 308-309.
804
1661, febbr. 6*Vedasi n. 702.
1801*Domenico Zerbini1. Affittuale Felice Missana (Nomenclatura, f. 31v).
1809*Appartiene all’orefice Domenico Zerbini. Affittuale è la rigattiera Antonia Nascente (Registro delli aloggi, f. 22v).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al sarto G.B. De Comuni l’avviso 1050 «per la remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene a G.B. Zerbini (Competenze, I, f. 22v).
1876*Recapito del sensale Luigi Salvador (COSMI-AVOGADRO, 113).
   
NOTE1Per l’orefice Zerbini: GANZER, Orafi, 360. Vedasi anche n. 803.
805
  Vedasi n. 803.
1801 Domenico Zerbini; abitazione e negozio (Nomenclatura, f. 31v).
1809*È di Domenico Zerbini1 (Registro delli aloggi, f. 22v).
1839*G.B. Zerbini «desiderando di ridurre ad uso di bottega un mezzado con due finestre a pian terreno nella casa di sua proprietà al c. n. 805», presenta il progetto, che viene approvato (A.S.U., C.A. I, 299/XX, 4484 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a G.B. Zerbini (Competenze, I, f. 22v).
1861°G.B. Zerbini (A.M., Atti Ornato, 1857-1864).
1876*L’edificio ospita il laboratorio degli orefici Leonardo Pitacco2 e Serafino Serafini3, nonché la sartoria di Luigi Kiussi (COSMI-AVOGADRO, 104, 112).
1883*Oltre l’oreficeria Serafini, vi trova posto la macelleria di carni suine di Antonia Galliussi (AVOGADRO, 141).
   
NOTE1Per l’orefice Zerbini: GANZER, Orafi, 360. Vedansi n. 803 e 804.
 2Per l’orefice Pitacco: P[ICCO], Negozi di oreficeria.
 3Per l’orefice Serafini: P[ICCO], Negozi di oreficeria; P[ICCO], Gli orefici.
806
1500°Io Batista da Rovulo pago de livello sopra un pezzo de terren vacuo posto sotto li portigi deli sciavi1 (A.S.U., Arch. Portis, 44, Rotolo della Rovere).
1528, giu. 21 Supplica di Francesco De Stefani, veneto, berrettaro, da nove anni abitante in Udine: «— Veni cun tutta la famiglia mia ad habitar questa magnifica città ed da l’hora in qua ho fatto di continuo li miei traffigi et mercantie con utilità et anche qualche honor in questa — città —, perché — il tenir bottega di barrette in Udine piϊ presto è cosa nova che antiga et per tali traffigi li paesani — vengono ad essa — terra per comprar barette, dove prima o andavano a Venetia o vero expettavano le fiere ordinarie. Et in questo tempo della detta habitation mia, tale ciera et compagnia ho ricevuto da tutti, che io ho — deliberato continuar la habitation mia con tutti miei fioli in essa — città per tutto lo tempo di mia vita et — ho comperata la casa dela mia habitation posta in le pertinentie di Mercà novo, qual prima fu del q. mistro Martino Cinneraro, per mezzo le case dela banda de drero di quelli de Rovore, con intention di tutta dale fundamenta ruinarla et poi in bella et honorata forma rifabricarla cun le fazate in pietra viva biancha, spendendo in esse pietre — ducati cento ottanta et piϊ —. Et perché — lo portego verso le case deli —del Rovere, dalla parte posteriore sono di continuo — buttade spurcitie e immunditie et le persone sotto quello si riducono ad urinare con scandalo, dispiacere et fetor di tutti li vicini, impetro io Francesco — per lo schiffar dele prenarrate immunditie — si degnino concieder che io possa ridur in fabrica ditto portego vacuo extendendo per quello la mia bottega —» (Annales, XLVI, f. 130r — 130v).
1738, dic. 17°G.B. q. Leone Zucchi vende la casa a Giuseppe Todeschini per d 3100 (Not. Francesco Brunalleschi).
1801 Todeschini di Palma (Nomenclatura, f. 31v).
 *Affittuale Pasquale Benarduzzi (ibid.).
1809*È di Domenico Tedeschini (Registro delli aloggi, f. 22v).
1813, ag. 28*Giuseppe e fratelli Tomadini, sono «possessori di un magazzino — nella cale — Cortacis, al n. 806, — essendo questo magazino situato in modo che lascia un vano tra la casa Zerbini e Galici, per cui serve questo al deposito arbitrario di matterie nocive alli speciosi oggetti di sanità e contro alli dovuti riguardi di pubblico ornato, servendo innoltre di notte tempo a ricetacolo di malintenzionati o di persone licenziose. Mossi — da sν fatti disordini e desiderando di porvi un opportuno rimedio —, implorano di poter far eseguire una chiusura a questo vano con una restelutta da farsi a proprie spese —» (A.S.U., C.N., 180, 3975 Orn. XIX).
1830, nov. 11*Vedasi n. 817.
1841, ott. 11*Francesco Filaferro, «proprietario — del magazzino — al n. 806 nella calle Cortazzis, ha da trasportarne l’entrata da destra a sinistra e di cangiar in muro l’attuai chiusura a rastellata —». L’autorizzazione viene concessa, purché il muro «abbia per finimento una banchina di pietra» e che il cancello si apra dalla parte interna (A.S.U., C.A. I, 328/VIII, 6593 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a G.B. Zerbini (Competenze, I, f. 22v).
1937 Sulla facciata si vede ancora uno scudo con le iniziali F.S. (Vedasi n. 803).
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 18 nov. 1954 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Nel ms. citato dal della Porta non si è trovato un riscontro puntuale. Di terreno «vacuvo» i Rovere acquistano due appezzamenti: uno «de zerta casa rotta posta qui dredo caxa mia in l’androna nominado la Schyva sula strada publicha davanti e de dredo confina una casa de m. Martin zenturer e cun una caxa de S. Maria deli Batudi —» (f. 39r); l’altro, sempre dietro la casa Rovere, si trova «apresso l’anteditto, apresso una caxa della fraterna di S. Maria deli Batudi»; per quest’ultimo si citano gli estremi di pagamento di un livello a favore degli Arcoloniani (f. 39v).
807
  Vedasi n. 803.
1801 È di Pio Tomadini (Nomenclatura, f. 31v).
 *Magazzino affittato ad Antonio Zotti (ibid.).
1809*È del negoziante Giovanni Tomadini. Affittuale è il negoziante Antonio Zotti. Serve ad uso di magazzino (Registro delli aloggi, f. 22v).
1852*Appartiene ai fratelli Tomadini (Competenze, I, f. 22v).
1876*Magazzino di legna e carbone di Santo Artico (COSMI-AVOGADRO, 89).
1932, magg. Viene demolita.
808
1801 È del co. Tomaso Gallici (Nomenclatura, f. 31v).
 *Affittuale Daniele Sostero (ibid.).
1809*Appartiene a Tommaso Gallici. Affittuali sono gli industrianti Giorgio Sirola e Domenico Lessani (Registro delli aloggi, f. 22v).
1852*Appartiene al co. Tommaso Gallici (Competenze, I, f. 22v).
1876 Caffè “Alla borsa” (COSMI-AVOGADRO, 87).
 *Gestione di Santo Artico (ibid.).
   
BIBLIOGRAFIA VATRI-JOPPI, I caffè di Udine, 108, 114.
809
1753 L’ospitale possiede una casa, tenuta in affitto perpetuo dal sig. Francesco Zambelletti ed ora da G.B. Pianta, che paga L 86 s 16, proveniente dall’eredità del q. Domenego Tamburlin come da testamento 1430, febbr. 11 (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1753, n. 267, f. 257v).
1801 Sorelle Zambelletti (Nomenclatura, f. 31v).
 *Affittuale Rosa Vianelli (ibid.).
1801, lugl. 22 «Paolina, Catterina e Lucia —figlie — del q. — Giuseppe Zambeletti — hanno venduto — alla sign. Rosa Vianello — rei. del q. Giacomo Pasini —, una casa nella calle Cortazzis consistente in un magazino e sito di scalla appepiano, cucina, camera e sito di scalla in primo appartamento e granaro al di sopra; confina a lev. casa del — co. Tommaso Gallici, a mezz. parte casa ad uso di osteria del rev. — Giuseppe Prodoloni e parte altra casa ad uso di osteria di detto — co. Gallici, a pon. casa dell’ecc. — Niccolò Semenzatti fu Restori ed a tram. calle di Cortazzis —. Questa vendita hanno fatta — pel — prezzo — di d 2000 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLII istr., 3180, f. 4234v — 4235v).
1809*È del negoziante Luigi Pasini. Affittuale è l’impiegato Ilario Kircher (Registro delli aloggi, f. 22v).
1834°Su questa casa l’ospitale percepiva un censo di ven. L 36 s 16 in dipendenza dell’istrumento di locazione 19 giugno 1559, sopra una casa in Cortazzis, pervenuta al pio ospitale per testamento 1430, 11 febbr. di Domenico Tamburlini, atti not. Giovanni di Giacomo (A.O.U., Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834).
1835*Recapito della levatrice Teresa Miolli Mecchia (A.S.U., C.A. I, 237/XII, Elenco del personale sanitario).
1852*Appartiene a G.B. Vianello e fratelli (Competenze, I, f. 22v).
1876*Luigi Pisterna vi ha negozio di liquori e commestibili diversi (COSMI-AVOGADRO, 99).
1883 Caffè “Alla borsa” (AVOGADRO, 139).
1932 Viene demolita; vi era l’osteria “All’antico gambero”.
   
BIBLIOGRAFIA Considerazioni pratiche, 11; VATRI-JOPPI, I caffè di Udine, 108, 114.
810
1801 Nicoletto Semenzati (Nomenclatura, f. 31v).
1808, sett. 3 Nicolò Semenzati vende a Domenico Olivati la casa n. 810 e metà del n. 811 (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9973, Rep., 70, f. 4r).
1809*È del negoziante Domenico Olivati. Affittuale è l’industriante Maria Semenzati (Registro degli aloggi, f. 22v).
1818, mar. 26 Vi abita Giacoma Miccoli «venditrice di lesca, folpare ed altre bisettarie in questa piaza nel luogo ove esiste la vendita di rane». Colpita dall’avviso n. 679 del 14 marzo 1818, chiede un posto che non le viene però concesso, in quanto ella occupa il marciapiedi (A.S.U., C.A. I, 18/II, 890 Orn. II C).
1834°Domenico Olivati q. Vito loco G.B. Romano, loco ven. fraterna del Santissimo, loco eredi Francesco Astori, loco Giuseppe e Adriana Crisatti, loco Paola Limana, loco della Vatola, loco Bernardino Monaci, loco Zuane Bonecco, loco Bonecco, paga ven. L 22 s 14 sopra una casa in calle Pescaria, Cortazzis e Rialto. Questo livello fu dalla fraterna di S. Antonio Abate alla quale fu lasciato con testamento 1476, sett. 1, di Cristoforo Dobra, atti Antonio q. Paolo Decano. Il livello grava sulla casa di Pescheria, Cortazzis, Rialto ai n. 810, 849, 853 (A.O.U., Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834).
1850*Santa De Faccio vi gestisce una filanda di seta con due fornelli (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 57).
1852*Appartiene a G.B. e fratelli Vianello (Competenze, I, f. 22v)1.
1932, ott. Fu demolita.
   
NOTE1Nel ms. della Porta è segnalata in questa casa nel 1883 l’osteria “Cucina economica”; Avogadro precisa invece che l’esercizio si trova in via Portanuova (AVOGADRO, 163).
811
1753 L’ospedale possiede una casa venuta con l’eredità di Nicolusso Pitta per testamento
1394, 6 febbr. not. Querino. Pagasi L 74 s 16 (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1753, f. 45r).
1773, mar. 27*Richiesta di fondo pubblico da parte della ditta Montegano e Semenzato. Concessione in data 30 marzo 1773 (A.S.U., C.A., 14/1, 58v).
1783°Corpo di fabbrica situata internamente al sudetto corpo N. 1 con corticella verso mezzodν, confina lev. case e fondi furono del nob. Madrisio acquistate da Fontanini li 11 apr. 1704, mezz. seguente fabbrica N. 3, pon. antescritta fabbrica N. I mediante calisella di questa ragione a tram. Cortazzis. In questa casa vi era una vera da pozzo di pietra rossa di Verona la mità ottangolata con stemma (Not. Daniele Marquardi, Divisioni Fontanini).
1801 Nicoletto Semenzati (Nomenclatura, f. 31v).
 *Abitazione del parroco di S. Giacomo (ibid.).
1801, genn. 31*«In relazione alla privata scrittura 20 giugno p.p. — fra — Niccolò —Semenzatti venditore — e Domenico Olivatti compratore —, seguito essendo il billancio del negozio grassa nonché la stima degli utensili, mobili ed altro — Niccolò Semenzatti — ha — venduto al — suddetto Olivatti — li effetti di negozio, soldo in cassa, utensili mobili, crediti di negozio — formante l’intero negozio grassa d’esso — Niccolò — un tempo in compagnia di — nunc — q. Domenico1 di lui padre e dell’ora q. — Niccolò Montegano q. Raimondo e divenuto poi di sola proprietà dello stesso — Domenico Semenzatti padre — per acquisto fatto dalle mani del — Montegano della mettà — con contratto privato 23 giugno 1770 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLII instr., 3115, f. 4158v — 4161v).
1808*Metà casa e la bottega erano dell’ospitale (A.O.U., I, Ospitale).
1808*Nicolò Semenzati, subentrato alla ditta Montegano e Semenzato, continua a pagare al comune l’annuo canone perpetuo di L 3,07, corrispondente a un paio di pernici, per la concessione del fondo comunale (A.S.U., C.A. I, 1/Attività e passività, 20).
1809*È del pio ospitai civico e del negoziante Domenico Olivati. Affittuale è il parroco di S. Giacomo (Registro delli aloggi, f. 22v).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa alla “venditrice di pomi” Mariana Roiatti l’avviso 1050 «per la remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1834°Domenico Olivati q. Vito, loco Montegani e Semenzati, loco G.B. Romano, loco ven. frat. del Santissimo, loco Anna di Zuan Antonio tacconaio, loco eredi Pietro Giacinto paga ven. L 378 in dipendenza di locazione 19 marzo 1550, atti Francesco Maramano, sopra una casa in Udine in Spellavillan sul cantone dei portici ora detta Cortazzis. Metà di questa casa pervenne in proprietà dell’Ospitale in forza del testamento 25 giugno 1781 atti Antonio Cavassi e codicillo 20 maggio 1792, atti Riccardo Paderni della q. Cristina ved. Nicolò Montegani; l’altra metà è dell’Olivati (A.O.U., Ospitale C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834).
1846, apr. 9 Fu venduta dall’ospitale a Edvige Pasini Vianello n. Olivati, già comproprietaria (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4839, 6602).
1852*Appartiene a G.B. e fratelli Vianello (Competenze, I, f. 22v).
1856, genn. 28*A Edvige Olivati Pasini, che desidera «di ampliare la bottega la quale fa parte della casa di propria ragione sita in calle Cortazzis al c. n. 811» è necessario «demolire sul prospetto un vano di porta ed aprire uno simile vano di porta, non che uno di finestra, ed abbassare uno nel primo piano». L’ingegnere municipale Scala, optando per la concessione, aggiunge che «crede indispensabile di obbligare i proprietari — a stabilire e imbiancare tutta la facciata» (A.S.U., C.A. II, 66/1856, 687 Orn. II C, con diss.).
 °°Il disegno è firmato da «Giuseppe Agosto Murero».
1856, ott. 6*Edvige Olivati Pasini, tramite l’incaricato Antonio Calligaris, avverte che «colle riforme interne che si stanno eseguendo nella casa — n. 811 — viene ad essere modificata anche la facciata principale». Ottiene il nulla osta per i lavori (A.S.U., C.A. II, 66, 7118 Orn. II C)
   
NOTE1Domenico Semenzati è segnalato come «casolino» anche nell’elenco compilato dal parroco di S. Giacomo il 23 dic. 1794 (A.S.U., C.A., 305/1).
812
1801 Rosa Vianelli (Nomenclatura, f. 31v).
1809*Appartiene al negoziante Luigi Pasini (Registro delli aloggi, f. 22v).
1814, apr. 26*Luigi Pasini chiede ed ottiene «di rifformare le due finestre del quarto appartamento della sua casa al n. 812» (A.S.U., C.N., 180, 2275 Orn. 19).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa a Maria Toffoletti fruttivendola e al negoziante di formaggio Giovanni Filipigh l’avviso n. 1060 «per la remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene a G.B. e fratelli Vianello (Competenze, I, f. 22v).
1937 Casa di due finestre, due archi. Panificio.
 *L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958.
   
BIBLIOGRAFIA Considerazioni pratiche, 11.
813
1744, sett. 26*«Per1 i casi occorsi al sig. Bortolomio q. — Giuseppe Garzarolli, è stata costretta la sign. Catterina n. Zochi, di lui consorte, ad assicurar la sua dote nella facoltà — del — marito; al qual fine ha dovuto far gl’atti opportuni —. Presa la licenza di s.e. — luogotenente —, ha — venduto — allo stesso — Giacomo Midun — la casa — da lui abitata, posta in Mercà nuovo — ed è la stessa che gl’autori di detto — Bortolomio acquistarono con instrom. 22 giugno 1704, di mano del q. — Girolamo Dell’Oste not. —. E questa per lo capitale di d 1820 —» (A.S.U., N., Francesco Tracanelli, 8496, LXXIII instr., 1937, f. 5r — 7r).
1801 Rev. Nicola Meduni (Nomenclatura, f. 31v).
1809*È di Giacomo Meduni (Registro delli aloggi, f. 22v).
1822 È di Orsola Pasini (A.S.U., C.A. I, 68, 996, Orn. II C).
 *La proprietaria chiede ed ottiene di riformare la bottega (ibid.).
1836, magg. 19*Bernardino q. Francesco Beretta, «possessore — della casa al c. n. 813 avente ingresso nella contrada detta Cortazzis», chiede il permesso di rinnovare ed allineare il marciapiedi di pietra antistante all’edificio. Nella domanda viene citato l’inquilino Lauro Artico, al quale la congregazione municipale potrà rivolgersi per le ispezioni di rito (A.S.U., C.A. I, 254/X, 2572 Orn. II C).
1836, dic. 31*«— Il co. Bernardino Beretta vende — alli sigg. Orsola n. Fabris ved. del fu Luigi Pasini Vianelli, che agisce tanto per sé quanto come mandataria dei figli Giacomo e G.B. e Giovanni Pasinila porzione di casa di proprietà di esso — co. Beretta, posta fra la calle Cortazzis ed il Mercato nuovo, coscritto col c. n. 813 —, a cui fa coerenza a 1ev. Tomadini Antonio e fratelli, a mezz. calle Cortazzis, pon. gli acquirenti ed a tram. parte gli acquirenti colla bottega di loro ragione, parte il Mercato nuovo —. La — vendita —viene fatta — per il prezzo — di austr. lire sei mille ottocento novanta —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10578, 10532).
1852*Appartiene a G.B. e fratelli Vianello (Competenze, I, f. 22v).
1854, sett. 9*Giovanni M. Battistella «proprietario della casa al c. n. 813, posta in Mercatonuovo, ha divisato di riformare il prospetto della bottega sottoposta alla suddetta casa». Presenta il progetto e ne ottiene il nulla osta (A.S.U., C.A. II, 66/1854, 6647 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da «Lorenzo Bertone Asuntore».
1876*Sartoria di Giovanni Pavan (COSMI-AVOGADRO, 112).
1937 Casa di due finestre per piano. È unita al n. 814. Al secondo piano, un poggiolo in ferro sopra una lapide con la scritta “Fraternitas Corporis Dei” e sopra uno scudo con un calice. Al pian terreno, bottega di merceria.
 *L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958.
   
NOTE1In Mercato nuovo esisteva una casa sulla quale la fraterna del Corpo di Cristo dal 1653 riscuoteva un livello: «— G.B. Pozzo cittadino et mercante casarolo in questa città — vende — alla fraterna del SS.mo Crocifisso di questa città — un annuo livello — di d 14 per il capitale di d 200, in ragion di sette per cento —, specialmente sopra la casa di sua habitatione coperta di coppi, posta —nella contrada di Mercà novo fra li suoi confini, acquistata per esso dalli nob. — Vincenzo e figlioli Montegnaci per d 1700, come appar istrom. di mano di me nod. del dν 21 settembrio 1652 —» (A.S.U., C.R.S., 631/1, f. 149v — 150r); ma le lacune intermedie non permettono una identificazione con la casa citata nel documento del 1744.
   
BIBLIOGRAFIA Considerazioni pratiche, 11.
814
1691, nov. 18*Antonio Someda ha «investita — tanta — summa nell’acquisto d’una casa in contrada di Mercà novo, già — della — fraternità del SS.mo Sagramento, eretta in S. Giacomo di detta contrata —». Il documento d’acquisto è citato come rogito di Francesco Candido in data 23 luglio 1688 (A.S.U., N., Antonio Orgnani, 7846, XIX instr., f. 203r — 205r)1.
1737, apr. 4 «— Gioseffa, Rosa e Laura figliuole delli q. — Antonio e Margherita iug. Someda — vendono — al sig. Leonardo q. Biagio Dorato, casarolo in questa città —, una di esse — casa, posta nella piazza di Mercà novo — descritta nella stima seguita col mezzo delli sigg. Pietro Antonio Verzegnasso e Giacomo Zanino pubbl. per —. E questo per lo prezzo — di d 1278 L 5 s 8 1/2 —» (A.S.U., N., Francesco Tracanelli, 8494, XXXXIIII instr., f. 4v — 6r).
1796, magg. 6 Maddalena q. Leonardo Do-ratti vende al rev. Giuseppe Tomadini e al fratello di costui, Giovanni, una casa in Mercatonuovo, «che confina a lev. — Giuseppe Venturini, a mezz. — Cortazzis, a pon. rev. — Nicola e nipoti Meduni ed a tram. Piazza —». Prezzo d 1929 s 4 (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9978, XXXIII instr., 2390, f. 3261v — 3262v).
1801 Giovanni Tommadini2 (Nomenclatura, f. 31v).
 *Affittuale Anna Ceccotti (ibid.).
1809*È del negoziante Giovanni Tomadini. Affittuale è Anna Marcona industriante (Registro delli aloggi, f. 22v).
1819, genn. 19*I fratelli Tomadini chiedono di rinnovare il marciapiedi selciato e collocare quattro colonnette davanti alle loro case n. 814 e 818. Il permesso è concesso per entrambe le richieste; il marciapiedi sia di mattoni (A.S.U., C.A. I, 24/XI, 149 Orn. II C).
1852*Appartiene ad Andrea Tomadini (Competenze, I, f. 22v).
1937 Casa di due finestre per piano; è unita al n. 813. Al pian terreno, spaccio di pesce. Vedasi n. 813.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958.
   
NOTE1Un documento del 4 febbr. 1700 sembrerebbe riferirsi a un edificio situato fra i n. 813 e 814: «— Bortolamio Moretti q. Carlo — vende — al — sig. Giovanni Francesco Gallici q. Marc’Antonio — una di lui casa situata —in contrada di Mercà novo, confinante a lev. — Antonio Someda, mezo dν contrada — Cortazzis, a pon. heredi q. Bortolamio Garzariol ed a tram. la piaza di Mercà novo —, acquistata per detto — Bortolamio dal q. — Ciro da Rio, mediante cessione fattagli nella reconsegna del di lui negotio —. La qual casa di ragione feudale censuale acquistò detto q. Ciro sotto nome del q. — Daniele Sarmeda al pubblico incanto per d 1743 L 3 1/2 coll’obbligo di pagar alla — confraternità del Ss.mo di Mercà novo — annuo livello di d 50 in ragion di 5 per cento, per il capitale di ducati mille dal corpo del prezzo —. E ciò —per il prezzo — di d 1800 —» (A.S.U., N., Girolamo Dell’Oste, 7907, VIII instr., f. 23v — 25v).
 2Un omonimo è inserito nell’elenco dei marzeri della parrocchia di S. Giacomo, compilato dal parroco il 23 dic. 1794 (A.S.U., C.A. 305/1).
   
BIBLIOGRAFIA PORISIENSI-ZARDI, Il Tomadini, 12; II Tomadini e la sua opera, 4.
815
1407, ott. 8 I della Rovere comperano la mezza casa della Rosta (notaio Giovanni q Giusto de Missulinis, A.S.U., Racc. del Torso, 2297, Arch. de Portis, 44, Rot. della Rovere, f. 115r).
1407 dic. 15 Comperano l’altra metà. Not. Nicolò q. Ermacora di Mortegliano (ibid.). I della Rovere comperarono in due volte due mezze case e rifabbricarono una sola casa dipinta (A.S.U., Racc. del Torso, 2297, Arch. de Portis, 44, Rot. della Rovere, f. 4v — 5v).
1500 «Nota como alo presente la ditta meza casa si è posta et fatta cum altra meza casa et posta cum doii volti et si è alo presente tutta dipenta et cum la mia arma a mezo la ditta cassa zoè l’arma cum lo rovulo dipenta e l’acqua della strada coreva per sotto la detta cassa per avante che si fazesse salizare lo Merchà novo alo presente si è stropado —» (A.S.U., Racc. Del Torso, 2297, Arch. de Portis, 44, Rot. della Rovere, f. 5v).
1500 Queste case (815-816) erano dette “la casa dela rosta” (A.S.U., Racc. del Torso, 2297, Arch. de Portis, 44, Rot. della Rovere, f. 92v).
1527, giu. 22 «Nota como io Rovulo vendei la casa dela rosta a Guelmo Bonechia et frateli» (A.S.U., Racc. del Torso, Arch. de Portis, 44, Rot. della Rovere, f. 114v).
[1753]*All’ospedale maggiore della città «mess. Giovanni Paolo Bonecco paga ogn’anno d 50 infrancabili — specialmente sopra la casa posta sul canton di Mercanovo et de Cortazzis, per mezo dove si vendono gli erbami et il mollin e follo et lughi annessi, posti fuori dela porta di Gemona —. E detti d 500 paga in virtϊ d’un accordo seguito tra esso mess. Giovanni Paolo et l’hospital l’anno 1606, 7 luio, et notado nel “Libro deg’instromenti dell’ospedal”, c. 75, per mess. Ippolito Fabricio cancelliero di detto pio luogo —, restando obbligato ogn’anno dui donzelle, conforme alla cedola testamentaria del q. mess. Lucca Bonecco — l’anno 1584 —» (A.C.U., A.A.O., Libro memorie per livelli, n. 347, p. 213).
1801 Giuseppe Venturini (Nomenclatura, f. 31v).
 *Affittuale Lucia Aviana (ibid.).
1809*È di Antonio e fratelli Venturini; vi abita il parrucchiere Angelo Aviano (Registro delli aloggi, f. 22v).
1811, sett. 20 Clemente, Giuseppe e Pietro fratelli q. Giuseppe Venturini vendono a Giuseppe Fabretti casa in Mercatonuovo n. 815 per L 9517,23. Confina a lev. Antonio Xotti fu Scarpa, mezz. Cortazzis, pon. Giovanni Tomadini loco Doratti a tram. Mercatonuovo (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10587, 495).
1822, mar. 16 È di Giuseppe Fabretti (A.S.U., C.A. I, 68, 1072 Orn. II C. con dis.).
 *Il proprietario «domiciliato al — n. 851 dovendo — riformare li rebatti della casa — in calle Rialto e Strazzamantello ed altra ricostruzione della casa coscritta col c. n. 815 in piazza Mercà novo —» riceve dalla deputazione d’ornato parere favorevole (ibid.).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa alla fruttivendola Anna Farra l’avviso 1050 «per la remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1833, mar. 25 È di Giuseppe q. Domenico Fabretti (A.S.U., C.A. I, 206/I, 1175 Orn. II C, con dis).
 *Il proprietario chiede ed ottiene di allargare una porta (ibid.).
1852*Appartiene a Pietro Fabretti (Competenze, I, f. 22v).
1876 Osteria “Al gobbo” (COSMI-AVOGADRO, 106).
1937 Al piano terreno vi è la macelleria di Alfonso Pravisani detto Magnàs.
 *L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958.
   
BIBLIOGRAFIA PILOSIO, Aspetti dionisiaci, 262.
816
  Vedansi n. 815 e 817.
1801 Antonio Zotti (Nomenclatura, f. 31v).
1809*Appartiene al negoziante Antonio Zotti. Affittuale è il negoziante Antonio Filaferro (Registro delli aloggi, f. 22v).
1811*Antonio Xotti. Vedasi n. 815. 1812. Osteria “Alla beata Vergine degli Angeli” (Esercenti).
 *Gestione di Pietro Noceletti (ibid.).
1819, nov. 30*Eredi Xotti. Vedasi n. 817.
1822, mar. 18*Giovanni Del Bon da Valvasone, «proprietario della bottega sottoposta alla casa sita — al c. n. 816», presenta progetto di riforma, che viene approvato (A.S.U., C.A. I, 68, 1100 Orn. II C, con dis.).
1832*Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa alla fruttivendola Angela Bertone l’avviso municipale n. 1050 «per la remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene ad Angelo Perisini (Competenze, I, f. 22v).
1876*Sartoria di G.B. Chiandetti (COSMI-AVOGADRO, 112).
1937 Al piano terreno parte della drogheria Scaini. Sul pilastro comune con il n. 817 vi è uno stemma Savorgnan della Bandiera.
 *L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958.
817
1393, apr. 18 Nicolò de Soldonieri da Firenze acquista la casa che fu Leonarda figlia del q. Girolamo notaio da Udine. Nello stesso giorno la rivende ad Antonio della Rovere1 (atti Girolamo q. Domenico orefice Brunazzi). La casa era in Mercatonuovo, in angolo confinava da tre parti con le strade dall’altra con la casa di Colus speziar q. Valentino da Udine (A.S.U., Racc. Del Torso, 2297, Arch. de Portis, 44, Rot. Della Rovere, f. 3v).
1488, genn. 11*«Ser Baptista de Rovulo straçarolo paga del livello allo tempo della natività dello Nostro Signore — sopra le case della sua habitatione, poste in lo — loco de Merchà novo, suso lo canton, marche de den. ij —» (A.C.U., A.A.O., Misc. XLVII, f. 161r).
1501 «— Ser Iacomo de Galizia spiziar paga de fitto simplize — sopra la butega dela mia cassa — posta in Udene sul canton de Merchà novo in logo dovue se vende le frute —» (A.S.U., Racc. del Torso, Arch. de Portis, 44, 2297, Rot. della Rovere, f. 84v).
1552, genn. 26 I della Rovere vendono la casa a Guglielmo Bonecho (A.S.U., Racc. del Torso, Arch. Portis, 44, 2297, Rot. della Rovere, f. 4v).
1629, febbr. 24 Il nob. Guglielmo q. Giovanni Paolo Bonecco vende a Maffio Zucchi mercante una casa di cinque piani in Mercatonuovo «sul canton dove si vende l’herbe, di presente habitata et tenuta ad affitto per esso — Maffio» per d 2675 (A.S.U., N., Marzio Marini, 6730, XXV instr., f. 36v — 37v).
1670, sett. 28*Divisioni dei beni del fu Maffio Zucchi. Tra i mobili della casa in Mercatonuovo, nell’inventario compilato dal pubbl. per. Valentino Zucchi (A.S.U., N., Cristoforo Orgnano, 7877, Filza prodotte, Divisioni Zucchi), si citano:
  «Quadri con sue suaze con undici Sibille in tella di pittura del Brugnulo L 22» (f. 3r); «quadro della Madonna; questo vien detto che il sig. Leon l’habbi guadagnato al lotto et pertanto si lascia al medesmo come cosa sua» (f. 3r);
  nella «camera dove dormono li giovani di bottega»: «tre figure del Brugnulo, significano tre degli elementi, in tella con suaze di pitture del Brugnulo, vagliono L 3» (f. 4r);
  nel «camerino di mezzo ove dorme il sig. G.B.»: «quadro di figura di donna che rapresenta uno degli elementi, cioè quello della Terra, di pittura, del Brugnulo, con sua suaza val L 3» (f. 7r);
  nella sala: «quadro ivi sopra — credenza del q. sig. Maffio il vecchio con il figliuolo q. sig. Antonio con sua suaza dorata che stima valer L 72; la pittura del sudetto quadro di mercante vecchio col vestito di quel tempo» (f. 10v);
  «altro quadro con figura del q. sig. Antonio padre delli suddetti tre fratelli Zucchi, fatto d’età d’anni 22 con il vestir di quel tempo, grande sino di sotto il zenocchio con li suoi ornamenti intorno la figura, cioè di paese, tavolino, tapedo, collonato, trabacca et altro, di mano, come vien detto, del sig. Griffone, che con sua suaza nera intorno la stima vale 124» (f. 11r);
  «altro quadro grande di paese grezo sopra le porte della cucina et scala, di mano del Fubiari L 18» (f. 11r); «altro quadro grande del q. sig. G.B. Zucchi morto l’anno 1664, di mano del sig. canonico Cosatini nuovo con Christo, libro, tapedo, tavolino et altri adornamenti intorno la figura con sua suaza intorno bella nuova di peraro, qual stimo valer L 186» (f. 11r);
  «altro quadro della nob. sign. Giacinta Pontissia Zucchi loro madre fatta in età d’anni 18 col vestir di quei tempi, di mano del sig. Griffoni, con li suoi adornamenti intorno delle figure, cioè di paese, vaso con rose, officio, tapedo, tavolino et altro con sua suaza negra di peraro intorno che al presente la stimo valer L 124» (f. 11r);
  «l’insegna del calice di legno dorato con suo manego di ferro L 3» (f. 16v).
  L’attrezzatura della stalla di via Cortazzis, annessa alla casa, vale L 17.
  La stima completa dei mobili assomma a L 7995 s 13.
1673, lugl. 31*Il mercante Antonio Zucchi detta testamento nella casa in «Mercà nuovo —, in una camera al secondo sollaro —» (A.S.U., C.R.S., 546, Rot. 390. Istr. e test., f. 230v).
1705, febbr. 12°G.B. Zucchi, per d 3000 vende la casa a Francesco Zambelletti; confina a sol a monte coi nob. Madrisio (Not. Leonardo Cantoni).
1727, ott. 3 Francesco Zambelletti la retro-vende (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8302, XXI instr., f. 62r — 63r).
1728, dic. 6 G.B. fu Leone fu Antonio Zucchi vende a Giuseppe q. Carlo Todeschini mercante, per d 3100 «la sua casa posta — sul cantone in Mercà nuovo, già d’habitatione dei — sigg. Zuchi, indi possessa dal sig. Francesco Zambelletti ed ultimamente ritornato in detto sig. G.B. —, di presente condotta in parte d’essa ad affitto semplice per il detto — Todeschini —; confina a sol a monte con altra casa fu di questa raggione et hora di — Guglielmo Scarpa e dall’altre tre parti con le strade pubbliche —» (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8302, XXIII instr., f. 4r — 5v).
1753*«— Giuseppe Todeschini, successo al nunc q. — Francesco Zambelletti —, a nome di ser Giovanni Paolo Bonecco, paga di livello a nadal L 310, specialmente sopra una casa posta sul canton di Mercanovo, lasciata al pio luoco dal kav. Luca Bonecco con la cedola testamentaria 1584, ultimo zugno, nod. ser Daniel Fabrizio» (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1753, f. 379v).
1774, sett. 18 «— Francesco Valoghino negoziante — coll’oggetto di contribuire — a togliere ogni discrepanza che era per nascere fra — G.B. Todeschini — ed il sig. Francesco Borghi negoziante — per occasione dell’acquisto fatto da esso Valoghino dalle mani del —Todeschini d’una casa possessa a titolo d’affinanza da esso — Borghi e posta nel Mercato nuovo di questa città, come da instrom. 8 sett. con in note del — G.B. not. —; ha il medesimo Valoghino renonciato all’acquisto —. Restituito cosν nel dominio il prefato —» Carlo Todeschini la vende a Francesco Borghi (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9784, X instrom., 833, f. 1525v — 1527r).
1785, febbr. 21*«— Francesco Borghi, negoziante —, relativamente alla privata scrittura 14 febbr. corrente —, vende al sig. Giulio q. Giuseppe Urbanis, negoziante —, la casa, serve in parte d’abitazione d’esso — Borghi, situata in Mercato novo —, che confina a lev. colla — strada che tende alla piazza di Mercato novo —, a mezz. colla contrada detta Cortazzis, a pon. cogli eredi del sig. Gulielmo Scarpa ed a tram. colla strada, che da un lato circonda la piazza —; qual casa è stata acquistata dallo stesso — Borghi dalle mani dell’ecc. — G.B. q. Carlo Todeschini a livello francabile —, come da instr. 18 sett. 1774, in note del q. — Giovanni Socrate —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9973, VI instr., 413, f. 502v — 504v).
1801 Benaduzzo Benaduzzi (Nomenclatura, f. 31v).
1809 È di Domenico Todeschini (Registro delli aloggi, f. 22v).
 *Vi abita il negoziante Pasquale Benaduzzi (ibid.).
1813, genn. 17*Pasquale Benaduzzi, abitante al n. 817 «domanda — di far riattare n. 2 ferrate a pian terreno corrispondenti al magazzeno di detta casa» (A.S.U., C.N., 180/XIX).
1819, nov. 30 Domenico q. G.B. Todeschini la vende a Rodolfo Tollazzi. Confina a pon. con eredi Xotti (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10544, 1048).
1830, nov. 11*Rodolfo Tolazzi affitta al negoziante di pannina Daniele Bonani «la casa con bottega — al c. n. 817 —, esclusa e riservata, per — uso del locatore — del di lui cognato — Giovanni Candussio e degl’individui appartenenti alle loro famiglie, la camera in secondo appartamento sopraposta alla cucina, colla comunanza di transito e delle scale relative alla camera stessa. Unitamente a detta casa viene data — la stanza ad uso di magazzino sottoposta alla casa in contrada Cortazzis al c. n. 806 in pian terreno —». La bottega è al momento occupata dal “casolino” Giovanni Pittoni «che si è obbligato di rimetterla coll’intiera casa per il — 15 corr. —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10557, 3513).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al pizzicagnolo Osvaldo Battiluzzi l’avviso n. 1050 «per la remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1832, febbr. 3*Rodolfo Tolazzi da Moggio chiede ed ottiene di riformare la «bottega situata nel corpo della sua casa n. 817» (A.S.U., C.A. I, 193, 579 Orn. II C, con dis.).
1834°Giovanni Candussio q. Ilario, loco Pasquale Benaduzzi, loco eredi q. Giuseppe Todeschini, loco Francesco Zambelletti, loco eredi Antonio Zucchi, loco Paolo Bonecco, paga ven. L 310 sopra una casa sull’angolo di Mercato nuovo e Cortazzis, livello pervenuto nell’ospedale per testamento di Luca Bonecco, 12 marzo 1577. Dal 1840 in poi paga la ditta Antivari, quale acquirente dei beni obnoxii, in seguito a contratto privato 14 giugno 1839. Not. Riccardo Paderni (A.O.U., Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834).
1835*Francesco Filaferro, che ha bottega al n. 817, è uno dei quattro “venditori di veleni” della città (A.S.U., C.A. I, 237/XII, Elenco del personale sanitario).
1841, mar. 22 È di Francesco Filaferro (A.S.U., C.A. I, 328/VIII, 1937 Orn. II C).
 *Il proprietario chiede ed ottiene di riunire le due botteghe affacciantisi al porticato (ibid.).
1842, sett. 22 È di Orsola Vianelli (A.S.U., C.A. I, 342/1842/IV, 6104 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Francesco Agosto).
 *La proprietaria chiede ed ottiene il permesso di riformare le finestre degli ultimi due piani (ibid.).
1852 Appartiene ad Antonio Filaferro (Competenze, I, f. 22v).
1937 È di Scaini. Al secondo piano, si vede uno stemma in pietra con la civetta della famiglia bergamasca Bonecco. Sul capitello d’un pilastro, uno stemma Savorgnan della Bandiera.
 *L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958.
   
NOTE1Un “Antonius Rovuli” il 17 marzo 1402 chiede al consiglio della città «quod provideatur ut non habeat dampnum de expensis per ipsum factis in pistrino Mercati novi» (Annales, XIV, f. 308r).
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI, Motivi d’arte, 13; DAMIANI, Arte... Il Novecento, 226; FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 12, 192; VALENTINIS, Udine antica, 10.
818
1773, genn. 15*«— Li sigg. rev. d. Giuseppe ed Antonio — figli del q. — Bernardo Colombo e della q. — Rosana n. Piamonte volendo incontrare la soddisfatione de’ sigg. Giuseppe e fratelli Tomadini q. — Antonio, che pel corso di 46 anni — hanno — tenute — in affittanza le infrascritte case, nelle quali, oltre il necessario mantenimento, hanno anche speso molto in altra qualità di restauri senza andar in diffetto della pontual corrisponsione degli affitti, hanno essi — Colombo —venduto — alli premessi — fratelli Tomadini — le tre case di ragione della eredità Piamonte pervenute in eredità in detti — fratelli, poste — in Mercato novo, una presso l’altra, che confinano a levante eredi Vianello, a mezz. contrada detta di Cortazzis. a pon. coo. fratelli Sarmeda ed ai monti strada pubblica di Mercà novo —. E questa vendita — han fatta — pel — prezzo — di d 6000 —» (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9788, VII instr., 579, f. 1191r — 1192r).
1801 Giovanni Tommadini (Nomenclatura, f. 31v).
 *Casa e bottega (ibid.).
1809*Appartiene al negoziante Giovanni Tomadini (Registro delli aloggi, f. 22v).
1819, genn. 19*Vedasi n. 814.
1819, magg. 10 È del co. Bernardino e fratelli Beretta (A.S.U., C.A. I, 24/XI, 1674 Orn. II C).
 *Denuncia della deputazione d’ornato alla congregazione municipale: «Avvi nella piazza di Mercatonuovo al di fuori dell’arcata della casa delli — coo. Bernardino e fratelli Beretta — n. 818, una ferrata che dà lume a sotterranea cantina, talmente mal costrutta, e con buchi di una troppo estesa larghezza, per cui bene spesso corre a pericolo il transitante —» (A.S.U., C.A. I, 24/XI, 1674 Orn. II C).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa alla fruttivendola Marianna Cudissini l’avviso n. 1050 «per la remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1846, mar. 12*«— Giuseppe Tomadini per sé e per la sua dita Antonio Tomadini — vende al di lui figlio — Andrea — il negozio di merceria che tiene aperto in piazza, ossia in questo Mercato nuovo al c. n. 818 sotto la dita Antonio Tomadini, con tutti li generi di merceria ed utensili esistenti — che vengono in apposito inventario descritti, portante la firma del — sig. Giuseppe Tomadini —. Il —prezzo — viene — stabilito in austr. —L 20064 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4839, 6549; alleg. A e B inventari anche dei mobili della casa).
1852*Appartiene ad Andrea Tomadini (Competenze, I, f. 22v).
1876*Nell’edificio sono ospitati il negozio di stoffe di Andrea Tomadini e la bottega dei pizzicagnoli Carlo Lunazzi e Giovanni Vidizzoni. Vi hanno inoltre recapito gli spedizionieri Peressini e Massaroli, nonché il medico-chirurgo Virgilio Scaini (COSMI-AVOGADRO, 87, 91, 101, 109, 110).
1937 Casa di cinque archi e cinque finestre per piano. Al terreno, negozio dell’“Industria della seta”.
 *L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958.
   
BIBLIOGRAFIA PORISIENSI-ZARDI, Il Tomadini, 12; Il Tomadini e la sua opera, 4.
819
1680, lugl. 12*«Fatto in Udene, in Mercà novo, in casa degl’infrascritti sigg. Sarmida, cioè nel magazzino dietro la bottega —» (A.S.U., N., Bertrando Brunalleschi, 7803, V instr., f. 78r).
1780, mar. 10 Il co. Daniele q. Francesco Sarmede1 vende al sig. Giuseppe q. Liberale Biasutti «una casa di ragion feudale posta —in Mercà novo, tenuta a semplice affitto dal detto Biasutti e confinante a lev. col. rev. —Giuseppe e fratelli Tomadini, a mezz. — Cortazzis, a pon. — Anna Mazzolenis, moglie dell’ecc. — Pietro Michelone, ed ai monti la strada e piazza di Mercà novo — pervenuta in detto — co. Daniele — in dipendenza all’eredità — dalla q. nob. — Antonia figlia del q. —Antonio Curzio e moglie del q. nob. — Giovanni Domenico Sarmeda di lui avo paterno. Not. Giovanni Socrate —» (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9790, XVI instrom., 1809, f. 2709v - 2711r).
1801 Giovanni Biasutti (Nomenclatura, f. 31v).
1808, genn. 4 Giovanni e Lorenzo del deffonto Giuseppe Biasutti «— vendono al sig. Antonio Nattolo del deffonto G.B., per il nome che dichiarerà — la casa — al n. 819 —, la qual confina a lev. casa del sig. Giovanni Tomadini, a mezz. — Cortazzis, a pon. — Pietro Piani, ed a sett. Mercatonuovo —. Il prezzo è — d’it. L 19349,74» (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10568, 4, con stima del pubblico perito Giovanni Carlo Sticotti).
1809 È di Pietro Piani negoziante (Registro delli aloggi, f. 22v).
 *Affittuale è Giuseppe Fabrizio «bolzaro» (ibid.).
1832, giu. 2*«— Francesco ed Antonio fratelli Tomba — vendono — al — sig. Antonio Tami — la casa posta — nel Mercà novo, portante il c. n. 819 —, ora di abitazione di essi — Tomba venditori —; confina a 1ev. colla contrada detta Pellizerie, mezz. strada — del Mercanovo, pon. Giuseppe e fratelli Gervasoni, tram. — Pietro Sabucco, loco Piccoli —. Questa vendita — si fa pel prezzo —di austr. — L 13000 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10610, 4368).
1842, ott. 17 Il vescovo Emanuele Lodi, erede di Maria Visentini, vedova di Pietro Piani, vende a Osvaldo e Mattia fratelli Morocutti e Simone Mussinano, negozianti, la casa n. 819 «con sottoposta bottega e magazzini, con aperto esercizio ad uso di vendita di vino — a cui confina, a lev. — Tomadini, mezz. — Cortazzis, pon. il rev. — Giovanni D’Osvaldo, fu di questa ragione, ed a tram. — piazza —. La vendita — viene fatta — pel prezzo — di austr. L 20000 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10504, 15344).
1846, febbr. 28 Osvaldo e Mattia Morocutti e Simone Mussinano soci vendono a Tommaso q. Orazio Turchetti la casa n. 819 per L 20000 (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4839, 6529).
1852*Appartiene al dott. Tommaso Turchetti (Competenze, I, f. 22v).
1855, mar. 15*Andrea Tomadini chiede ed ottiene di alzare la casa e riformarne la facciata (A.S.U., C.A. II, 66, 1643 Orn. II C, con dis.).
1858, febbr. 5*Danneggiata dall’incendio della casa n. 820 (A.S.U., C.A. I, 649/X, 7229).
1937 Casa di due archi e due finestre per piano.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958.
   
NOTE1Un documento del 24 magg. 1657 attesta in Cortazzis una casa del cameraro G.B. Sarmida che ha un mezzado verso Mercatonuovo (A.S.U., Arch. Ospedale S. Maria Battuti, 5, f. 75v). Sulla famiglia Sarmede: BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 126.
820
1801 Pietro Piani. Appalto dell’acquavite (Nomenclatura, f. 31v).
1809*Appartiene al negoziante Pietro Piani, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 22v — 23r).
1817, sett. 19*Il cursore municipale presenta diffida a munirsi di licenza di polizia a Pietro Piani. La consegna avviene all’agente di costui, Nicolò Veritti (A.S.U., C.A. I, 10).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al venditore di liquori Pietro Piani e al ciabattino Domenico Tarond l’avviso n. 1050 «per la remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1840, febbr. 25*Giovanni D’Osualdo, proprietario della casa 820, chiede ed ottiene il permesso di ampliare una finestrella che verso la strada Cortazzis dà luce a una cantina sotterranea (A.S.U., C.A. I, 315/VI, 1003 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene al dott. Tommaso Turchetti (Competenze, I, f. 22v).
1858, febbr. 5*Relazione dell’ing. Glorietta sull’incendio della notte precedente alla casa 820 rimasta interamente distrutta. Proprietario dell’edificio risulta Luigi Stampetta (A.S.U., C.A. I, 649/X, 7229).
1883 Osteria “Al ritornello” (AVOGADRO, 152).
 *Gestione di Paola Querincigh Rigatti (ibid.).
1937 Casa di un arco e due finestre per piano.
 *L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958.
821
  Su la pianta del Lavagnolo questa casa è senza numero ed il n. 821 è segnato verso via Sarpi, per errore, su la casa 848.
1511, magg. 16°Nobiles viri Petrus, Iohannes et Leonardus filii olim Sebastiani de Brazacho francano G.B. q. Marco di Cremona da un livello che pagava in et super domibus quibusdam sitis Utini in Foro novo in angulo versus contratam de Spelavilan, a tribus partibus iuxta vias publicas et a quarta iuxta domum olim ser Antonii Petri Pauli stacionari alias in emphiteusim conductis a dictis fratribus (Not. Matteo della Scala).
1693, magg. 19*Un atto notarile viene rogato nella casa di Tomaso Tessarino in Mercatonuovo (A.S.U., N., Giovanni Domenico Vinacese, 7887, XII istr., f. 7v).
1703, magg. 11 «L’ecc. — Tomaso Tessarini — vende — al sig. Giacomo Socrate —una — casa in Mercà novo, fa canton entro i confini infrascritti, statagli cessa dal detto Andrea Spaietti con contratto di permuta de dν 22 apr. prossimo passato di man mia, fu già di ragione Sarmeda, confinante a lev. casa Candida, mezo dν contrada — Cortazzis, a pon. strada pubblica et a tram. la strada della piazza di Mercà novo —, e ciò per lo prezzo — di d 2100 — (A.S.U., N., Girolamo Dell’Oste, 7908, VIII instr., f. 324v — 325v).
1705, genn. 1*«Riddotti a conviver insieme — Bortolo di d. Zuanne Socrate Bressano e — Giovanni Pietro Andreussi q. Francesco di Resiutta, hanno prescielto un posto privilegiato in questa città in una casa — del sig. Giacomo Socrate, situata in Mercà Novo sopra il canton che porta alla Pescaria, fu già di ragion Sarmeda, et ultimamente dell’ecc. Tomaso Tessarini, di cui fece l’acquisto esso sig. Giacomo —; et havendo detti — Bortolo e Giovanni Pietro stabilito di erigere un negotio di pelli, corami, salumi et altro a titolo di società —, fecero — riccorso al — sig. Giacomo Socrate acciò le somministrasse il capitale in contanti per far la compra e provvigione di dette merci, quali anco anuendo — sendo massime l’uno nipote ex patre e l’altro già giovane del di lui — negotio le sborsò —sotto li 22 ott. passato et altri tempi susseguenti la somma di L 8359 s 8 in tanti cechini —e di presente anco — altre L 4040 s 12 in tanti scudi d’argento, con li quali devono suplire al sortimento di detto negotio, che in tutto rileva il capitale di ducati duemille — per lo quale — Bortolo e Giovanni Pietro — constituiscono — un’annua pensione livellaria di ducati cento in ragion di cinque per cento — e per la casa, cioè portion d’essa già separatta — dall’altra portione habitata dal sig. Francesco Fiorentino, altro inquilino, promettono — di pagarle d’affitto annuo — d 50 —» (A.S.U., N., Girolamo Dell’Oste, 7907, IX instr., f. 114r — 115v).
1738, febbr. 15*«In una camera cubiculare» della casa, detta testamento Giovanni Socrate, «oriundo della Bressana, mercante di corami in questa città» (A.S.U., N., Francesco Lorio, 8710, Instr. 1738, f. 21r).
1787, genn. 24*«Ricercato io sottoscritto pubblico perito dal sig. Giovanni de Senibus1 — col nunc q. — Valentino Broili a liquidare in conto d’avviso li affitti derivanti dalla casa situata in Mercà nuovo sul canton della Pescaria di questa città, che è parte dell’eredità del q. — Valentino Broili, per quanto era affittata e cosi di quelli affitti che potevano derivare dal rimanente di essa casa veniva abitata dalla sign. Rosa relitta ed erede del q. Valentino Broili cioè dal dν della morte dello stesso seguita li 31 maggio 1784 sino a 10 dic. 1786 passato, che per parte della predetta — Rosa fu lasciata a — disposizione del — De Seni-bus la mettà di — casa aspettante alli — di lui figli —; per il che — liquido la mettà delli affitti antedetti —. Affitti derivati. Dalla portione di casa era affittata; — Innocente Sinico pagava d’ — affitto per il granaro L 50; — G.B. Tomasi pagava d’affitto per il terzo appartamento sottoposto al granaro sudetto d 35; — Domenico Comuzzi pagava e paga d’affitto per la bottega — L 496 — (B.C.U., vacch. pubblici periti).
1801 Pietro Sailaro (Nomenclatura, f. 31v).
 *Affittuale Antonio Mazzarola (ibid.).
1809 Giovanni e fratelli de Senibus, negozianti; Giuseppe Sailer (Registro delli aloggi, f. 22v).
 *Affittuale è l’agente Paolo Lodolo (ibid.).
1822, mar. 12 Giuseppe de Senibus aveva bottega al n. 821 (A.S.U., C.A. I, 68, 1000 Orn. II C, con dis.).
 *Il documento cui si fa riferimento è una richiesta di riforma del negozio e di pittura della porzione di sottoportico corrispondente.
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa all’arrotino Lorenzo Zandigiacomo e al pizzicagnolo Antonio Este l’avviso n. 1050 «per la remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*I proprietari sono de Senibus ed Este (Competenze, I, f. 22v).
1858, febbr. 5*Danneggiata dall’incendio della casa n. 820 (A.S.U., C.A. I, 649/X, 7229).
1876*Nell’edificio sono ospitati i negozi del droghiere G.B. Pellegrini e del pizzicagnolo Angelo Raddi (COSMI-AVOGADRO, 110).
1932 Verso la via Cortazzis, in alto, vi sono ancora due finestre ad arco, romaniche.
 *L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958.
   
NOTE1Un omonimo è inserito tra i marzeri nell’elenco compilato il 23 dic. 1794 dal parroco di S. Giacomo (A.S.U., C.A., 305/1).
822
1685, genn. 20*«Fatto in Udine, in Mercanovo, in casa del sig. Vicenzo Corona» (A.S.U., N., Domenico Cancianini, Istr. 1685-1686, f. 14r).
1691°Casa Corona. Casa in Mercato nuovo. Confina a levante con Pietro Cavalieri, a mezz. piazza a pon. e tram. casa del sig. Giovanni Domenico Costa. La casa posa su tre colonne, quella di mezo ottagona, le altre due tonde per metà con i confinanti (not. Francesco Carminati, Allibramento Corona).
1801 Angela Morocutti1 (Nomenclatura, f. 31v).
1809*È di G.B. Morocutti (Registro delli aloggi, f. 22v).
1832, mar. 26*Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa a un caffettiere l’avviso n. 1050 C (A.S.U., C.A. I, 193).
1847°È di Angela Morocutti Vendrame. unita al n. 823. Casa di due archi; quattro piani di tre finestre (A.M., Ornato, 1849-1851).
1852*Appartiene ad Angela Morocutti insieme con la n. 823 (Competenze, I, f. 22v).
1876*Nell’edificio sono ospitati il cambiavalute G.B. Franchi, il negozio di cristalli, terraglie, porcellane di Maria Bonani e la pizzicheria di Francesco Cremese (COSMI-AVOGADRO, 89, 92, 110).
1883 Caffè “Allo Svizzero” (AVOGADRO, 139).
 *Gestione di Romano Nicolai (ibid.). Vi ha ancora sede il negozio di cristalli, terraglie e porcellane di Angelo Bonani (AVOGADRO, 143).
1937 A piano terreno negozio di manifatture di Casarsa.
 *L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958.
   
NOTE1Angiola Morocutti è inserita nell’elenco dei marzeri compilato per la parrocchia di S. Giacomo dal parroco Antonio Moro il 23 dic. 1794 (A.S.U., C.A., 305/1).
823
1641*Fistulario e Comineto. Vedasi n. 824. 1801. Giovanni De Senibus1 (Nomenclatura, f. 31v).
1809*Appartiene a Giovanni e fratello de Senibus negozianti: «non c’è che la bottega in pieppiano» (Registro delli aloggi, f. 22v — 23r).
1832, mar. 26*Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa l’avviso municipale n. 1050 al venditore di lana Valentino Varzola (A.S.U., C.A. I, 193).
1845, dic. 23*La «bottega con piccolo magazzino» è citata nelle divisioni De Senibus (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10512, 17678).
1847*Vedasi casa n. 823, alla quale è unita. 1937. È unita con il n. 822.
 *L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958.
   
NOTE1Vedasi n. 821.
824
1641, ag. 8*«Andriana e Cattherina —, figlie del q. — Alberto Corradino, merchante in questa città, cosν in nome proprio come della sign. Helena loro nezza, figlia del q. — Prosdocimo Rombadi e della già sign. Olinda sorella di dette — Andriana e Cattherina —, salvo — il carico di L 2 s 5 p 8 a l’anno d’affitto di corte solito pagarsi sopra l’infrascritta casa, in riguardo del quale s’è hoggi ottenuta la licenza d’effettuare la presente vendita previo ’l pagamento del laudemio han — venduto — a — Pietro Cavalieri mercante — una casa — posta — sopra la piaza di Mercà novo, descritta coi suoi confini nella stima del sig. Agostin Mantuano perito agrimensore — et ciò per prezo di ducati millesettecento e ottantaotto s 21 p 9 —». Segue stima Mantuano (f. 4r-7r), in cui si precisano i confini dell’edificio: «Casa posta in Merchà novo, di ragione delle sign. Andriana Corradina, Catherina Rasmonia et delli suoi heredi q. — Olinda Rambaldi; confina a sol levado casa del sig. G.B. Fornace, a mezodν strada, a pon. con la casa del sp. sig. Martino — Fistulario, et con il sig. Comineto, a tram. con casa abitata per l’ecc.mo Gasparo Albini doctore —» (Arch. Morelli de Rossi, 88, f. 1v - 2v, not. Ferrando Orniani).
1707, ott. 4*«Li sigg. molto rev. d. Pietro, Gioseffo e Bonaventura Cavaglieri q. — G.B. — hanno — venduto — alli — coo. Antonio e fratelli q. co. Prospero Antonini — una loro casa, posta — in Mercà novo — entro li — confini descritti nella stima di quella a me notaio esibita —, per il prezzo — di d 1588 L 3 s 17 —». Stima di Andrea Cantiani in data 19 nov. 1708; «Casa — delli — d. Pietro e fratelli Cavaglieri, con quattro sollari et un bastardello, posta — nella piaza di Mercà novo, qual intendono allienar alli — coo. Antonio e fratelli Antonini —: confina a lev. gli eredi q. — Zuanne Barbaro, mezodν la piaza, pon. — Osvaldo Cerchiari et a detta parte gli eredi q. — Domenico Costa e parte il nob. — Francesco e fratelli Perabò —» (Arch. Morelli de Rossi, 88, not. Francesco Scala, copia).
1709*«— Con la presente convalida — è stabilito che l’ill.mo — co. Antonio1 — promette et s’obliga — conceder a semplice affitto — una sua casa posta in Mercà novo da esso acquistata — dagli eredi Cavalieri — al sig. Francesco Rossi di Gasparo, per l’affitto — di duc. nonanta —» (Arch. Morelli de Rossi, 88, not. Gioseffo Giusto).
1709, apr. 17*Instrumento di enfiteusi allo stesso Francesco Rossi (Arch. Morelli de Rossi, 88, not. Francesco Martinelli).
1711, apr. 20*Investitura di Francesco Rossi mercante per feudo censuale relativo alla casa (Arch. Morelli de Rossi, 88). Durante tutto il secolo si susseguono i rinnovi d’investitura: nel 1715 per l’erede figlio Antonio, pupillo, e quindi la reinvestitura a nome di costui fino al 2 marzo 1774, anno nel quale compare la sua vedova; il 12 ag. 1787 viene investito Francesco Rossi2 (Arch. Morelli de Rossi, 88).
1801 Francesco Rossi (Nomenclatura, f. 31v).
1805, magg. 6*La casa, ancora soggetta all’annuo censo in affitto di corte di S. Marco, è abitata da Francesco e dal sac. Giuseppe Rossi (Arch. Morelli de Rossi, 88).
1809*È di Francesco Rossi (Registro delli aloggi, f. 22v).
1824 Rossi (A.S.U., C.A. I, 89/X, 327 Case).
 *La deputazione comunale d’ornato riferisce alla congregazione municipale sui lavori condotti abusivamente e non completati nella casa di Giovanni Morelli de Rossi, che si è impegnato alla riforma dell’intero prospetto. La deputazione sollecita la congregazione perché il proprietario «sia obbligato all’assunto impegno» (ibid.).
1848 È di Giovanni Morelli de Rossi. Casa a due archi, tre piani e soffitta di quattro finestre. Le finestre del terzo sono romaniche (A.S.U., C.A. I, 448/IX, 4627 Orn. II C, con dis. firmato da Giuseppe Salvador).
 *Il proprietario desidera «di dar termine al prospetto della cornice e grondaia fino a terra» (ibid.).
1852*Appartiene a Giovanni Rossi Morelli (Competenze, I, f. 22v).
1853, ag. 25*Giovanni Morelli de Rossi «trovando — necessarie alcune riforme nella sua bottega sita — al c.n. 824» presenta disegno, che viene approvato (A.S.U., C.A. II, 66, 6089 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Valentino Dreussi).
1876*Nell’edificio sono ospitati il negozio di chincaglieria e bigiotteria di G.B. Visentini, quello di liquori e commestibili diversi di Santo Dell’Oste e Vincenzo Moretto e la pizzicheria di Domenico Rojatti (COSMI-AVOGADRO, 90, 99 e 110).
 *L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958.
   
NOTE1Antonini.
 2Vedasi n. 782.
825
1641, ag. 8*G.B. Fornace. Vedasi n. 824.
1708, ott. 4*Eredi del fu Giovanni Barbaro. Vedasi n. 824.
1778, nov. 24 G.B. Planis vende a Leone q. Michele Gervasoni «una casa posta in — Mercà novo, attualmente abitata dal — sig. Gervasoni —, non soggetta a feudalità, che confina a lev. il sig. G.B. Alessi, a mezz. la piazza di Mercà novo, a pon. eredi Rossi ed a tram. eredi Perabò —. E questa alienazione — fa — pel prezzo — di d 2200 —» (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9790, XIV instrom., 1483, f. 2328r — 2328v).
1801*Giovanni Gervasoni (Nomenclatura, f. 31v).
1809*Michele e fratello Gervasoni negozianti (Registro delli aloggi, f. 22v).
1821, dic. 5*I fratelli Giuseppe Andrea e Giovanni Gervasoni del fu Michele «finora —ebbero sempre l’ingresso della loro casa in Mercatonuovo al n. 825, transitando per la sottoposta bottega; volendo in ora togliere questo inconveniente e combinando colla sicurezza il maggior comodo loro separare l’ingresso della casa da quello della bottega —, fanno — istanza — presentando — il dissegno». I deputati, dopo l’ispezione compiuta con l’ing. Valentino Presani, propongono una seconda soluzione, con l’invito a sistemare anche il soffitto del portico (A.S.U., C.A. I, 53/III, 5399 Orn. II C).
1832, mar. 26*Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa all’arrotino Gaspare Salvador l’avviso n. 1050 concernente la rimozione delle merci ingombranti le strade (A.S.U., C.A. I, 193).
1847, nov. 25°Giuseppe Andrea fu Michele Gervasoni vende la casa n. 825 a Gaspare Salvadori per L 18000 (not. Giacomo Someda).
1852*Appartiene a Gasparo Salvadori (Competenze, I, f. 22v).
1876*Nell’edificio ha recapito il medico chirurgo Antonio Capparini e vi gestisce una pizzicheria Francesco Biasoni (COSMI-AVOGADRO, Guida, 101, 110).
 *L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958.
826
1782, sett. 17 G.B. q. Alvise Fracassi vende a Ilario q. Cristiano Chircher1 casa, bottega e merci (A.S.U., N., Andrea del fu Francesco Brunalleschi, 9966, 104, f. 136v — 140r, con inventario delle merci comprese nella vendita).
1801 È di Ilario Chircher (Nomenclatura, f. 31v).
1809*È di Ilario Kircher. Affittuale è il negoziante Filippo Zotti (Registro delli aloggi, f. 22v).
1852*Appartiene a Vincenzo Zoratti (Competenze, I, f. 22v).
1876*Oltre al cambiavalute Pietro D’Orlandi, che vi è segnalato ancora nel 1883 (AVOGADRO, 140), la casa ospita il negozio di chincaglieria e bigiotteria di G.M. Battistella e quello di stoffe di Candido e Nicolò Angeli (COSMI-AVOGADRO, 88, 90, 109). Rifatta nel principio del sec. XX.
 *L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958.
   
NOTE1Ilario Chircher è inserito nell’elenco dei marzeri compilato dal parroco di S. Giacomo il 23 dic. 1794 (A.S.U., C.A., 305/1).
827
1753*Sulla casa grava un livello a favore dell’ospedale maggiore della città: «— Giacoma Andreazza paga — a nome di Francesco Albino, di livello perpetuale a nadal L 20 sopra la casa posta in Mercà novo, sopra cui è fissato il livello, che fu legato alla fratterna per il q. Lazaro Pienan di S. Odorico, scritto in suo codicillo di man di pre’ Nicolò q. Giacomo di Ceresetto, capellano della fratterna —» (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1753, f. 310v).
1801*Giacomo Andreazzi (Nomenclatura, f. 31v).
1809*È di Giacomo Andreazza (Registro delli aloggi, f. 23v).
1834°Andreazzi Girolamo, loco Benaglio, loco Andreazza, loco Nigris, loco Francesco Albino, loco eredi di Bartolomeo Bertis, loco mons. Simon Biassarol, loco Antonio Zucco, loco Pietro Tamesaro, loco Giorgio q. Giovanni pellipario paga un livello di L 20 sopra una casa in Mercato nuovo, pervenuto nell’Ospitale per legato lasciato dal q. pre’ Lazzaro piovano di Aiello con codicillo 8 maggio 1446 (A.O.U., Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834).
1852*Appartiene a Giacomo Andreazzi (Competenze, I, f. 22v).
1853, sett. 20 È di Giacomo Andreazza. Casa a tre piani di due finestre. Progetto di inalzarla a quattro piani con finestre semicircolari (A.S.U., C.A. II, 66/1853, 7017 Orn. II C, con dis., firmato da F. Nardini).
 *All’ing. Scala le riforme paiono «plausibili» e il progetto è approvato (ibid.).
1883 Caffè “Al Friuli” (AVOGADRO, 139).
 *Gestione di Giacomo Andreazza (ibid.).
1937 Sulla facciata si vede una Madonna con bambino in terracotta, moderna.
 *L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958.
828
1601*Appartiene a Pietro Gargasino. Vedasi n. 827.
1801 Fratelli Gervasoni1 (Nomenclatura, f. 31v).
1809*Appartiene ai negozianti Michele e fratello Gervasoni (Registro delli aloggi, f. 23v).
1818, magg. 26 Sul tetto vi era una piramide in mattoni. Si domanda di abbatterla. Viene concesso purché rimanga la base che serve di camino (A.S.U., C.A. I, 18, 1764 Orn. II C).
1832*Disegno, senza la pratica relativa, riguardante la riforma della bottega di Giuseppe Gervasoni (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene a Pietro Bassi (Competenze, I, f. 22v).
1883 Caffè “Al commercio” (AVOGADRO, 139).
 *Gestione di Antonio Zanon (ibid.).
 *L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958.
   
NOTE1Nell’elenco compilato dal parroco di S. Giacomo il 23 dic. 1794 esiste un Michiele Gervasoni merciaio e un Giuseppe Gervasoni linarolo (A.S.U., C.A., 305/1).
829
1527, apr. 4 La casa d’angolo tra Mercato nuovo e Pelliccerie era, in parte, di Francesco Stainero ed in parte di Elisabetta sua sorella ed era stata di loro madre, Dorotea De Masis1 e poi fu comperata da Zanino de Girardis (A.S.U., Arch. della Porta, 5).
 *Il documento precisa che il «loco dove è sita — è il piϊ bello di questa città et essa casa — è constructa a pauco tempore citra». Si tratta di una nota dell’arbitro Bartolomeo Marmossio, eletto nella divisione tra Francesco Stainero e i figli di “Zanin de Girardis” (ibid.).
1601, genn. 11*«— Iacobus filius — Ioannis Baptistæ Ghirardei, nepos et hæres q. — Ioannis patrui civis Utinensis, et — Fabius a Robore et Lucas Pontonus —, curatores — Danielis pupilli fratris — Iacobi —, vendiderunt d. Ioanni q. ser Iusti filatorii Utini — unam — dictorum — fratrum domum sitam Utini in Foro novo in angulo e converso sacri montis pietatis, ad pręsens habitatam per ser Paulum Aiardi fructarolum et ser Ioannem Moscatellum inquilinos, iuxta a duobus partibus stratam publicam Fori novi et contratæ Pellipariorum, ab uno latere versus platheam iuxta domum ser Petri Gargasini, et ab alio latere in contrata Pellipariorum iuxta domum ser Bazanai pelliparii —, et hoc precio — ducatorum mille et centum» (A.S.U., C.R.S., 631/1, f. 80r, not. Matteo Paulitti, copia del not. Marino Sporeno).
1644, nov. 6*«Fu infinita molestia i mesi andati agli eredi del q. Giovanni Antonio Pascoli per nome della — sign. Elena, moglie del — sig. *** Paolucci, secretario dell’ ecc.mo collegio, fu figliola del — clar.mo — Lorenzo Tiepolo, cittadino veneto, e della q. — Proserpina Gozadina, moglie in primi voti del q. — *** Girardeo, cittadino di questa città, sopra la casa posta — in Mercà novo, sul cantone al rimpetto del — monte di pietà, per esso — Giovanni Antonio comprata sotto li 18 ag. 1628, per mano del q. — Pietro Fistulario not. dall’ecc.mo — Filippo Giusti, bora fisico stipendiato in Gorizia, mediante la dimanda proposta contro detti heredi dall’interveniente d’essa sign. Elena di pretesi livelli per un capitai di ducati seicenti e dai medesimi heredi fu data subito certezza di tal molestia ad esso — Giusti, il quale, col mezzo del nob. — Benedetto Milliana, dottor di leggi, suo procuratore, prese il giuditio per detti heredi —. Di qui è che — G.B. Pascolo, uno dei detti heredi —, per nome suo e come — procuratore — degli altri coheredi —, ha — cassato — l’instrumento d’acquisto — fatto per il q. — Giovanni Antonio suo fratello della predetta casa, cosν che il detto ecc.mo Giusti sia — di nuovo d’essa fatto padrone —» (A.S.U., N., Bernardino Orgnani, 7321, X instr., f. 124r — 125v).
1801 Francesco Tomba (Nomenclatura, f. 31v).
1809*È del negoziante Giacomo Tomba (Registro delli aloggi, f. 23v).
1816, magg. 14*Su richiesta del commerciante Giacomo del fu Francesco Tomba, descrizione e stima della casa ad opera del pubbl. per. Gaetano Periotti (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10330, 1889).
1832, mar. 26*Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al salsamentario Pietro Rossi l’avviso municipale n. 1050 (A.S.U., C.A. I, 193).
1832, giu. 2 Francesco ed Antonio fratelli Tomba vendono la casa ad Antonio fu G.B. Tami (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10610, 4368).
1833, nov. 13 Antonio Tami retrovende ai fratelli Tomba la casa n. 829; «confina a lev. — Pellizzerie, mezz. — Mercatonuovo, pon. Giuseppe e Giovanni fratelli Gervasoni, tram. — Pietro Sabucco, loco Piccoli —. Questa retrocessione — si fa pel prezzo — di austr. L 13000» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10611, 4551).
1846, sett. 17 «Ferdinando e Francesco Tomba — vendono — al sig. Bernardo Bortolotti — casa con relativo fondi situata in Mercato nuovo al n. 829 —, composta a pian terreno da portico di pubblico passaggio —, sottopor-fico —, bottega, magazzino e cantina sotterranea, nel primo piano da cucina e due camere, nel secondo piano da tre camere, nel terzo pure di tre camere e nel quarto piano di granaio di tutta dimensione della casa —. Confina a lev. — Pelliccerie —, mezz. la piazza —, pon. Gervasoni Catterina n. Totamasi, ora fratelli Bassi, tram. Sabucco Pietro loco Piccoli —. La vendita segue pel prezzo di austr. L 27000 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4840, 6850).
1846, ott. 2 È di Bernardo Bortolotti (A.S.U., C.A. I, 422/IV, 6712 e 7861 Orn. II C, con dis. firmato dall’ing. Fantoni).
 *Il proprietario chiede di aprire una finestra a levante. Il progetto gli viene modificato. Ciò nonostante il 3 dic. 1847 l’ingegnere municipale G.B. Locatelli denuncia la diversa costruzione della cornice, «sconcia» (ibid.).
1852*Appartiene a Bernardo Bortolotti (Competenze, I, f. 23v).
1876*Macelleria di Giacomo Zilli (COSMI-AVOGADRO, 100).
1928 È di Giuseppe,Del Negro macellaio. Fu restaurata nel 1926. Tra le finestre del primo piano doveva esserci una pittura.
 *L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958.
   
NOTE1Un documento del 25 marzo 1491 indica la presenza di una casa degli Amasei in Mercatonuovo: «Actum Utini, in Foro novo, sub porticu domus ser Leonardi et fratrum de Masiis» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. 1496-1533/1, f. 67r — 68r).
830
1601*Casa del pellicciaio Bazanai. Vedasi n. 829.
1798, giu. 18*Giacomo del fu Francesco Tomba vende a Giuseppe del fu Simone Piccoli «la casa e botega sinora tenuta ad affitto semplice» dal Piccoli stesso (A.S.U., N., Camillo Merluzzi, 9693, Instr. 1796-1798, 1158, f. 791r — 791v).
1801 Giuseppe Piccoli (Nomenclatura, f. 31v).
1809*Appartiene al negoziante Giuseppe Piccoli (Registro delli aloggi, f. 23v).
1818, apr. 1*Giuseppe Piccoli, in seguito alla pubblicazione dell’avviso n. 679 chiede, senza per altro ottenerla, l’esenzione dall’applicazione. Asserisce di essere venditore di lino e canapa al n. 830 e sostiene che gli «si rende indispensabile di esporre qualche cesta con stoffe e canape» (A.S.U., C.A. I, 18/II, 1012 Orn. II C).
1840, sett. 21 È di Pietro Sabucco. Casa di tre finestre per piano (A.S.U., C.A. I, 315/VI, 5984 Orn. II C, con diss.).
 *Col consenso del proprietario, l’affittuale Andrea D’Odorico vuole riformare la bottega (ibid.).
1852*Appartiene a Pietro Sambucco (Competenze, I, f. 23v).
1876*Studio di Pietro Croatto, professore di strumenti d’ottone. La bottega è occupata dalla macelleria di Domenica Cremese (COSMI-AVOGADRO, 100, 103).
1883 Osteria “Alla fratellanza” (AVOGADRO, 154).
1937 Osteria “All’antica Maddalena”.
1948 Trattoria “Alla vecchia Maddalena”.
831
1801 Andrea Vida (Nomenclatura, f. 31v).
1809*Appartiene ai negozianti Andrea e fratello Vida (Registro delli aloggi, f. 23v).
1818, mar. 30*Andrea Vida vendendo «lino, canape e cordaggi1 in Pellizzerie al n. 831, dovendo continuare per l’esercizio del suo comercio tenere esposte al di fuori della sua bottega delle ceste contenenti articoli del suo negoziato», chiede, senza esito, di essere esentato dai provvedimenti dell’avviso n. 679 (A.S.U., C.A. I, 18/II, 942 Orn. II C).
1852*Appartiene a Filippo Vida (Competenze, I, f. 23v).
1876*Nella casa sono ospitati il negozio di mastelli, stacci, spazzole di Giacomo Zilli e la macelleria di G.B. Manganotti (COSMI-AVOGADRO, 100, 101).
   
NOTE1Nell’elenco dei linarioli compilato dal parroco di S. Giacomo il 23 dic. 1794 è citato un Antonio Vida (A.S.U., C.A., 305/1).
832
1801 Co. Antonino Antonini (Nomenclatura, f. 31v).
 *Affittuale Francesco Brun (ibid.).
1804, sett. 3 Il co. Alessandro q. Prospero Antonini vende per ven. L 12400 ad Andrea e rev. Filippo q. Antonio Vida una casa «nell’androna — Pellizzarie — n. 832, tenuta presentemente in — affitto da — Francesco Bruni —»; confina a lev. con la contrada, a mezz. Vida eredi Monfredo (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10578, III instrom., 245, f. 287v — 289r).
1809*È del negoziante Andrea e fratello Vida. Affittuale è il negoziante Giulio Zoratti (Registro delli aloggi, f. 23v).
1832, mar. 26*Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al venditore di mastelli Giacomo Toffoletti l’avviso municipale n. 1050 (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene a G.B. Traghetti (Competenze, I, f. 23v).
1876*L’edificio ingloba i n. 832 e 833. Oltre alla parte occupata dall’affittaletti Luigi Passudetti, la casa ospita la macelleria di Teresa Vida (COSMI-AVOGADRO, 85, 100).
[1937] Casa unita al n. 833. Ha tre finestre per piano.
833
1778, apr. 20*Ex proprietà di Prospero Antonini, ceduta in enfiteusi ad Antonio Monfredi. Vedasi n. 834.
1801 Andrea Vida (Nomenclatura, f. 31v). Unita al n. 832.
1809*Appartiene ai negozianti Andrea e fratello Vida (Registro delli aloggi, f. 23v).
1825, dic. 1 La nob. Elisabetta Antonini vedova Fullini vende ad Anna, ved. di G.B. Di Lucca, la casa n. 833, «confina a lev. contrada — Pelliccerie, mezz. — fratelli Vida, pon. la — sign Anna — erede del fu — G.B. Di Luca e a tram. — Domenico Trombetta, di proprietà della nob. Antonini — in forza della cessione fattale dalli — Andrea e Filippo fratelli Vida col priv. contr. 6 giugno 1823 —. Prezzo definitivo di questa vendita si ritiene la somma di it. — L 7050 fanno austr. L 8103,45 —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10551, 2559).
1852*Appartiene a G.B. Traghetti (Competenze, I, f. 23v).
1876*La casa appare unita col n. 832. Vedasi n. 832.
834
1778, apr. 20*Dall’«Asse della facoltà comune tra il nunc q. Pietro e G.B. fratelli Rieppi: n. 1. Una casa costrutta di muri, coperta di coppi, situata in questa città nella contrada detta di Pellizariis; confina a lev. strada pubblica, a mezz. casa fu di ragione del — co. Prospero Antonini, passata poi in enfiteusi nel sig. Antonio Monfredi, a pon. casa della b. Vergine degl’Angeli ed a tramontana con altra casa — della — fraterna di S. Giacomo —». Al secondo piano è indicata una «porta in pietra tarcentina corrisponde al puzziollo sopra la contrada di Pellizzariis con pilastro cornisato». Vi è segnalata pure una «bottega interna in pian terreno e cantina sotterranea». L’inventario comprende anche i mobili (B.C.U., vacch. pubbl. per n. 76, f. lv — 16r).
1801 Teresa Rieppi (Nomenclatura, f. 31v).
1809*È della negoziante Teresa Rieppi (Registro delli aloggi, f. 23v).
1811, nov. 17 Le figlie del q. G.B. Rieppi vendono al sig. Domenico Trombetta, marito d’altra sorella Maddalena, la casa n. 834, «confina al lev. con strada — al mezz. colli — fratelli Vida» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10360, 772).
1832, mar. 26*Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al rigattiere Francesco Pilosio l’avviso municipale n. 1050 (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene al dott. Luigi Segatti (Competenze, I, f. 23v).
1876*Macelleria di Teresa Cremese (COSMI-AVOGADRO, 100).
835
1778*Appartiene alla fraterna di S. Giacomo. Vedasi n. 834.
1801 Fraterna della Anime del Purgatorio1 (Nomenclatura, f. 31v).
 *Affittuale Giacomo Battaia (ibid.).
1809*Appartiene alla chiesa di S. Giacomo. Affittuale è la negoziante Anna Battaglia (Registro delli aloggi, f. 23v).
1820, giu. 27*In seguito ad asta pubblica, la fraterna di S. Giacomo affitta la casa a G.B. Pilosio (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10602, 2795).
1852*Appartiene alla chiesa di S. Giacomo (Competenze, I, f. 23v).
1867, nov. 2*Avviso d’asta per il 18 novembre: al n. 1 «casa di civile abitazione — n. 835» (“Giornale di Udine”, 2, CCLXII, 2 nov. 1867).
1876*Macelleria di Luigia Manganotti Padovani (COSMI-AVOGADRO, 100).
1937 È unita ai n. 836-837.
   
NOTE1Col testamento del 30 nov. 1671 l’udinese Gerolamo del fu Leonardo Marino nomina erede universale la fraterna delle Anime del Purgatorio. L’atto è steso in una casa del testatore, in contrada Pellizzariis (A.S.U., C.R.S., 546, Rot. 390, f. 222r — 223r).
836
1782 Una casa del fu co. Pietro Valvason Maniago in Pellizzaria, «confinante a lev. strada —, mezz. casa — delle Anime del Purgatorio (835), a sera diversi, et alli monti casa del sig. Giuseppe Strada, tenuta in affitto semplice da Galvano Ferrari per locazione 18 magg. 1774 —». La facciata è lunga piedi 19 1/4 (m 6,54) (Arch. Florio, Asse della facoltà lasciata... dal q. co. Pietro di Valvason Corbello di Maniago, a cura del pubbl. per. Alvise Francesco Duodo, f. 255v; descrizione e stima f. 256v — 257v).
1801 Co. Giacomo Riccati1 di Treviso (Nomenclatura, f. 31v).
 *Affittuale Valentino Ferrari (ibid.).
1809 È del co. Orazio Belgrado (Registro delli aloggi, f. 23v).
 *Vi abita il negoziante Franco Ferrari (ibid.).
1811, genn. 26 Margherita Antonini Belgrado ed Augusta Antonini Avogadro, eredi di Giacomo Riccati, vendono a Francesco q. Valentino Ferrari casa in Pelliccerie n. 836 per L 4349,272 confinante lev. contrada, mezz. e pon. fraterna del SS.mo Sacramento, tram. Angelo Ribotti (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10323, Rep. II, 467, f. 21v).
1822, mar. 9*Francesco Ferrari chiede ed ottiene il permesso di cambiare le imposte della bottega (A.S.U., C.A. I, 68, 954 Orn. II C).
1832, giu. 5 Insieme al n. 837 è di Francesco Ferrari. La 836 ha le tre finestre del primo e secondo piano ad arco; la 837 due sole finestre in primo e secondo piano. Entrambe sono portate a quattro piani (A.S.U., C.A. I, 193, 2373 Orn. II C, con dis.).
 *Per la 836 il Ferrari vuole cambiare la linea delle finestre da arco in rettangolo, alzare di un piano e riunire i due edifici in una facciata unica. Il progetto è approvato dalla deputazione d’ornato con alcune modifiche (ibid.).
1850, ott. 12°Francesco q. Valentino Ferrari vende al figlio Valentino2 le case 836, 837, 842. Confinano a levante Pelliccerie, mezz. casa della chiesa di S. Giacomo, pon. parte chiesa, parte contrada di S. Pietro, tram. Candotti, Bertoni ed Edvige Olivati Vianello (not. Giacomo Someda).
1852*Appartiene a Valentino Ferrari (Competenze, I, f. 23v).
1883*Negozio di pellami di Francesco Ferrari (AVOGADRO, 137).
   
NOTE1Per i Riccati in Friuli: BERGAMINI-TAVANO, Storia dell’arte, 400, 489, 490; BUCCO, La cultura “riccatiana”.
 2Per Valentino Ferrari: Elenco ufficiale, 8; FALCIONI, Industrie udinesi, 350, 352; PICCO, Ricordi, 142.
837
1801 Angelo Zilotti (Nomenclatura, f. 31v).
 *Affittuale Carlo Vitali, dentista (ibid.).
1809*Appartiene al negoziante Angelo Celotti. Affittuale è il dentista Carlo Vitali (Registro delli aloggi, f. 23v).
1812, apr. 14 I fratelli Zillotti vendono a Francesco Ferrari «— tre quarte porzioni di casa — pel prezzo — di L — 1428,94 —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10323, Rep. III, 731, f. 4r).
1832, giu. 5*Unita con la casa n. 836. Vedasi n. 836.
1852*Appartiene a Valentino Ferrari (Competenze, I, f. 23v).
838
1798, febbr. 18*Proprietà di Leonardo Pittino. Vedasi n. 839.
1801 Gaetano Cattaruzzi (Nomenclatura, f. 32v). Unita al n. 839, fu riformata nel terzo decennio di questo secolo; sulla facciata si vede il monogramma di G.C. di S. Bernardino.
1809*Appartiene a Graziano e fratello Cantoni. Affittuali sono l’orefice Giuseppe e fratelli Cattarussi (Registro delli aloggi, f. 23v).
1809, nov. 9 Elisabetta q. Leonardo Pittini, erede del padre e vedova Cattaruzzi, vende per L 1586 a Lorenzo di Simone Candotti «di professione capo de’ sarti» la “casetta” n. 838, che, «composta da una piccola stanza in piano e da tre solari sopra, copperta di coppi, confina verso lev. con la calle — a mezz. con casa di — Angelo Cilotti, a pon. con casa di — Antonio Manias ed a tram. con casa del sig. acquistante» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10295, 55).
1852*Appartiene a Sabbata Candotti (Competenze, I, f. 23v).
1876*Macelleria delle sorelle Padovani (COSMI-AVOGADRO, 100), segnalata anche nel 1883 (AVOGADRO, 148).
839
1798, febbr. 18 Antonio q. Domenico Libero vende a Lorenzo Candotto una casetta in Pellizzarie; «confina da lev. la calle —, mezz. Leonardo Pittino, pon. — Antonio Maniassi, ed a tram. — esso Libero —. E ciò per —d 595» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, IV instr., 272, f. 406v — 407r).
1801 Lorenzo Candotti (Nomenclatura, f. 32v). Vedasi n. 838.
1809*Appartiene al sarto Lorenzo Candotto (Registro delli aloggi, f. 23v).
1832, mar. 26*Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa alla rigattiera Sabbata Candotti l’avviso municipale n. 1050 (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene a Sabbata Candotti (Competenze, I, f. 23v).
840
1798, febbr. 18*Proprietà di Antonio Libero. Vedasi n. 839.
1799, mar. 10*«Antonio q. — Domenico Libero — ha — venduto — a — Lorenzo —di Simon Candotto — una stanza terranea esistente sotto li sollari della casa di propria abitazione — in capo la calla chiamata Pellizariis —; confina da levante la calla —, mezz. casa del Candotti acquistante, pon. casa di — Maniais ed a tram. il sottoportico consortivo con detto — Libero —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, IV instr., 301, f. 425v — 426r).
1801 Antonio Libero (Nomenclatura, f. 32v).
1809*È di Caterina Liberi (Registro delli aloggi, f. 23v).
1812, mar. 12 Caterina Nussi, vedova e donataria di Antonio Libero, per L 2910 vende a Domenico fu Giacomo Trombetta, una casa al n. 840; confina a lev. Pellizzerie, mezz. eredi q. Lorenzo Candotto, pon. Antonio q. Domenico Manias, alli monti piazzetta di S. Pietro (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10355, Rep. I, 899, f. 45r).
1832, mar. 26*Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al falegname Antonio Asti l’avviso municipale n. 1050 (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene ad Antonio Fabruzzi (Competenze, I, f. 23v).
1853, lugl. 25*Antonio Fabruzzi, proprietario della casa n. 840, chiede ed ottiene di alzare e riformare la casa (A.S.U., C.A. II, 66/1853, 5140 Orn. II C, con dis.).
841
1801 Antonio Maniassi (Nomenclatura, f. 32v).
1809*Appartiene ad Antonio Manias. Affittuali sono Camillo Favetti e l’impiegato Giovanni Torre (Registro delli aloggi, f. 23v).
1832, lugl. 26*Teresa Manias, proprietaria della casa, vorrebbe cambiare la linea dei portoncini rendendo rettangolare il vano di sinistra. La deputazione d’ornato fa alzare la linea di entrambe le porte al filo delle finestre interposte (A.S.U., C.A. I, 193, 3195 Orn. II C, con dis.).
1840, dic. 30 È di Giuseppe Antivari, che domanda di ingrandire le quattro finestre terrene che sono quadrate (A.S.U., C.A. I, 328/VIII, 8209 Orn. II C, con diss.).
 *La deputazione d’ornato denuncia che il lavoro, del quale si chiede il permesso, è già in esecuzione. Viene pertanto convocato nell’ufficio della sezione di polizia il procuratore per ordinargli l’interruzione dei lavori (ibid.).
1852*Appartiene a G.B. Vianelli Pasini (Competenze, I, f. 23v).
1876 “Caffè del Popolo” (COSMI-AVOGADRO, 87).
 *Gestione di Sebastiano Ponte (ibid.).
842
1772, lugl. 23*«— Orsola, figlia del sig. G.B. Fracassi —, ha cesso a livello francabile — alli — Giovanni Domenico, revv. don Giuseppe e don. Ignazio fratelli q. — Antonio Manias — una casetta di sua ragione dotale posta a dirimpetto della — chiesa — di S. Pietro Martire —; confina a lev. — co. Pietro cav. di Valvasone, mezz. la — fraterna di S. Giacomo di Mercà novo, sol a monte contrada di S. Pietro — ed a tram. la casa dominicale di detto — Giovanni Domenico Manias —; — prezzo — d 600 —» (Arch. Morelli de Rossi, 89, not. Francesco Prodolone).
1801 Antonio Maniassi (Nomenclatura, f. 32v).
 *Affittuale Orsola Prodolutti (ibid.).
1809*È di Antonio Manias. Vi abita l’industriante Orsola Prodorutti (Registro delli aloggi, f. 23v).
1811, sett. 23 Antonio Maniassi q. Domenico vende a Francesco q. Antonio Rossi «una casetta di muro, coperta di coppi con cantina sotterranea, posta — nella contrada — di S. Pietro Martire, portante il c. n. 842 —» per L 2537,93; confina lev. i rappresentanti del q. Pietro di Valvason, mezz. casa della chiesa o fraterna di S. Giacomo, pon. contrada, tram. casa domenicale Maniassi (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10587, 496).
1832, dic. 11 «Giovanni Morelli de Rossi —vende al — sig. Francesco Ferari — una casa posta — nella contrada di S. Pietro Martire, coscritta col c. n. 842 ed in mappa censuaria porzione del n. 1540 —, tra li confini a lev. — Teresa Maniassi di Antonio, ved. Mugoni, e parte l’acquistante — Ferari, mezz. la —chiesa parrocchiale di S. Giacomo, pon. la contrada di S. Pietro Martire ed alli monti —Teresa Maniassi Mugoni —. La — vendita viene fatta — a corpo e non a misura — per la somma di — austr. L 2000 —» (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 637, 3448).
1852*Appartiene a Valentino Ferrari (Competenze, I, f. 23v).
1856, genn. 31*Valentino Ferrari «ha divisato di riformare la facciata della sua casa sita in contrada S. Pietro Martire — n. 842 conforme al — tipo». La deputazione d’ornato è favorevole al progetto (A.S.U., C.A. II, 66, 780 Orn. II C, con dis.).
1937 Casa di due piani da due finestre.
843
 °La fraterna dei Pellizzari fondò l’ospizio dei Pellegrini nelle case 843-844, lasciatele da maestro Sandro Pellizzaro q. Stefano da Udine con testamento 16 giugno 1382 (Atti del not. Tomasino Messa).
1801 Confraternita delle Anime del Purgatorio (Nomenclatura, f. 32v).
 *Affittuale Mattia Cossetti (ibid.).
1809*Proprietaria è la fraterna di S. Giacomo. Affittuali sono il negoziante Tommaso Tomada e il «nonzolo» Giovanni Zorzetti (Registro delli aloggi, f. 23v).
1852*Appartengono alla chiesa di S. Giacomo (Competenze, I, f. 23v).
1862°Le due case 843 e 844 vengono rifatte e fuse in una; risulta una casa a tre piani di quattro finestre e terrazza coperta; ai lati due ali piϊ basse, di una finestra sola (A.M., Atti Ornato, 1857-1864). Questa casa aveva forme gotiche; nel 1862 fu rifabbricata. Devoluta al demanio nel 1867, fu venduta all’asta nel 1869 per L 20172,80 (MADRASSI, La pia opera del Suffragio).
1876 Osteria “Al fantino” (COSMI-AVOGADRO, 106).
 *Gestione di Antonio Fantini (ibid.).
   
BIBLIOGRAFIA BIASUTTI, La parrocchia, 20-22; JOPPI, Udine prima del 1425, 12.
   
ICONOGRAFIA GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 29.
844
1801 Confraternita delle Anime del Purgatorio (Nomenclatura, f. 32v).
 *Affittuale Giovanni Zorzetti (ibid.).
1809*Fraterna di S. Giacomo. Vi abita il «nonzolo» Giovanni Zorzetti (Registro delli aloggi, f. 23v).
1862*Unita alla casa n. 843.
845
1544, giu. 12 «Actum Utini in contrata Sancti Petri Martyris super aula domus venerande fraternitatis Sanctæ Mariæ Angelorum» (Instrumenta, testamenta ac iura fraternitatis Sanctæ Mariæ Angelorum Utini. 1658, da istr. di Francesco del fu Giacomo Belgrado, f. 88r — 89r).
1801 Fraterna della B. Vergine degli Angeli (Nomenclatura, f. 32v).
 *Affittuale Pietro Pichissini (ibid.).
1807, ott. 24*«È pervenuta in — dominio — del — demanio la casa situata nella calle di S. Pietro Martire — n. 845 di provenienza dell’avocata fraterna della b. Vergine degli Angeli eretta nella chiesa di S. Pietro Martire, — consistente — in un luogo grande terraneo, camera grande superiore, altra superiore divisa da paradana di muro, un granaio sopra, finestre che guardano sopra la — calle e nella corticella del sig. Andrea q. Antonio Vida; viene detta casa abitata da G.B. Pichissini — senza corresponsione di fitto —. Andrea Vida — si obbliga di acquistare la — casa per — L 673,73 it. —» (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10431, 9).
1808, apr. 30°Il demanio vende ad Andrea Vida la casa 845 già della fraterna della Beata Vergine degli Angeli, nella chiesa di S. Pietro Martire, per L 697 (not. Antonio Lorio).
1809*Appartiene al negoziante Andrea Vi-da; affittuale è il negoziante G.B. Pichissini (Registro delli aloggi, f. 23v).
1815, sett. 27*Il deputato d’ornato L. Pasini protesta presso il podestà perché G.B. De Luca ha demolito la gronda senza permesso (A.S.U., C.N., 180, 6696 Orn. II C).
1815, ott. 23 Andrea e Filippo Vida fu Antonio vendono a G.B. q. Agostino ed Anna n. Tarletto iug. Di Luca «osti in Udine» la casa n. 845 per L 6344,82; confina a lev. corti-cella e casa dei sigg. Vida, mezz. Di Luca, pon. contrada di S. Pietro, a tram. casa della fraterna di S. Giacomo (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10582, Rep. IV, 1761, f. 20r).
1816, ott. 12 G.B. ed Anna De Lucca chiedono la facoltà di riformare le due case 845-846 (A.S.U., C.N., 180/1816/V, 3147 Orn. XIX, con diss., dei quali uno firmato da Francesco Bernardinis).
 *Il progetto viene ampiamente criticato dalla deputazione (ibid.).
1821, genn. 27*Secondo le norme vigenti, è fatto obbligo al proprietario di riformare l’imposta della bottega (A.S.U., C.A. I, 100, stampato).
1825, mar. 18 È di Anna De Luca detta Traghetta (A.S.U., C.A. I, 100/Provvidenze generali).
 *La deputazione d’ornato decide d’invitare la proprietaria per informarsi sulle sue intenzioni circa il compimento delle opere nell’edificio (ibid.).
1825, mar. 24*Anna De Lucca chiede ed ottiene di aprire una porta (A.S.U., C.A. I, 100, 1094 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a G.B. Traghetti (Competenze, I, f. 23v).
1876*Sartoria di Luigia De Faccio (COSMI-AVOGADRO, 112).
1937 È una casa di tre piani di tre finestre. Al primo piano una finestra ha un arco di pietra sopra l’architrave. Al secondo piano, sopra una finestra, è dipinta una Madonna con la scritta: ***1; al terreno, osteria “Al vitello bianco”.
   
NOTE1Oggi l’immagine e la scritta sono scomparse.
   
BIBLIOGRAFIA de RUBEIS, Catalogo, 4 (1937), 4.
846
1495, ag. 15 «Cum alias — mag Iacobus pelliparius q. Nicolai Sbragnian de Celo Utini — accepisset ad livellum — a m. Martino del Tulmetio, tunc pellipario et nunc pictore, habitatore Utini1, unam domum muratam, soleratam et cuppis cohopertam, sitam Utini in contrata S. Petri Martiris, iuxta heredes ser Nicolai Arlatti sive a Sale, iuxta domum — fraternitatis S. Iacobi et iuxta viam publicam —, nunc — prefatus mag. Iacobus — cessit — mag. Iacobo pellipario q. Luce pelliparii de Utino — omne ius — quod idem Iacobus de Celo habet — super — domo» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. I, f. 113v — 114r).
1591, ag. 21*G.B. Arlatto. Vedasi n. 847. 1798, magg. 20. Domenico q. G.B. Prodolone cede in enfiteusi a G.B. q. Agostino De Luca una casa nella contrada di S. Pietro Martire, «— che confina a lev. eredi q. Martino Gubana, mezz. casa fu Perabò ora Fabiani, pon. strada — ed alli monti casa della — fraterna del Rosario —» per d 2200 (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10073, III instrom, 138, f. 218r — 219r).
1801 Giovanni De Lucca (Nomenclatura, f. 32v).
1809*Appartiene a Domenico Prodoloni; affittuale è il negoziante G.B. de Lucca (Registro delli aloggi, f. 23v).
1812 Osteria “Alla polenta” (Esercenti).
 *Gestione di G.B. De Lucca (ibid.).
1816, ott. 12*L’edificio è unito con quello contiguo. Vedasi n. 845.
1876*Negozio di cereali di Domenico Toppani (COSMI-AVOGADRO, 90).
1937 È una casetta di tre piani di due finestre.
   
NOTE1Sui rapporti di Martino da Tolmezzo con la parrocchia di S. Giacomo, cfr. BIASUTTI, La parrocchia, 34. Sulla biografia del pittore-intagliatore, vedasi MARCHETTI-NICOLETTI, La scultura lignea, 69-70, 129.
847
1495, ag. 15 Era degli eredi di Nicolò Arlatti. Vedasi n. 846.
1553, nov. 26°Actum Utini in contrata S. Petri Martyris in studio domus proprie habitationis sp. doctoris domini Hieronimi de Maseris q. Nicolai (B.C.U., perg. ms. 1340, 96, not. Francesco Legale).
1583, apr. 25*«Actum Utini, in contrata Divi Petri Martiris domi — Francisci Masari super sala» (A.S.U., N., Aurelio Boezio, 6677, Istr. 1582, f. 11v — 12v).
1591, ag. 21 «Stima della casa del magn. sig. Francesco Masaro posta in Udine per mezo il cimiterio over sagratto di S. Pietro Martire, la qual dà in permuta al sacro monte de piettà in contracambio delle case della tentoria oltra schritta stimata per noi stimadori oltra schritti, confina detta casa — con misser Zuan Battista Arlatto et con la strada pubblica» (B.C.U., ms. M. XIII, f. 152r - 155r con la perizia di Camillo Caimo e Giuseppe Mantoano).
 *Vedasi n. 705.
1744 «I Perabò abitano in una casa posta di rincontro all’atrio della chiesa di S. Pietro Martire» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 192).
1801 Antonio Caparini (Nomenclatura, f. 32v).
1804, genn. 26 Il nob. Oliviero q. Vincenzo Fabiani di Fanna, erede di Gasparo Fabiani suo zio, vende a Paolo q. Domenico Pecile «una casa — dirimpetto a S. Pietro Martire, fu di ragione Perabò —, che confina a lev. —Andrea e fratello Vida, mezz. nob. — Cominetti, pon. strada — ed a tram. enfiteusi Prodolone —. La — vendita fa — per — d 7000 —» (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10074, VI istr., 316, f. 538v — 540r).
1809*Gabriele Pecile e fratelli stampatori (Registro delli aloggi, f. 23v).
1812°La tipografia Pecile1 era nel locale n. 847 (Arch. Mun. “Miscellanea 1812”).
1812 Osteria “Al leon bianco” (Esercenti).
 *Gestione di Gregorio Vetturini (ibid.).
1816, magg. 13*Dichiarazione del cancelliere del censo in Udine, il quale «certifica che la ditta Pecile sig. Domenico e Gabriele fratelli del vivente Paolo trovasi presentemente intestata in questi registri censuari come possidente nel circondario murato di questa r. città di Udine — c.n. 847» (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10574, 1008).
1852*Appartiene a Gabriele Pecile (Competenze, I, f. 23v).
1876*Sartoria De Franceschi (COSMI-AVOGADRO, 112).
1883*Negozio di cappelli di paglia di Giuseppe Muserle (AVOGADRO, 141).
1900 Sede della Banca Cooperativa Udinese.
   
NOTE1Per i Pecile: COMELLI, L’arte, 180; Saggio dei caratteri.
848
  Sulla pianta Lavagnolo questa casa porta, per errore, il n. 821.
1801 Francesco Cancelliere1 (Nomenclatura, f. 32v).
1809 È di Carlo Cominetti (Registro delli aloggi, f. 23v).
 *Vi abitano il «casolino» Francesco D’Este e Andrea Danelone (ibid.).
1816 Carlo Cominetti domanda di inalzare parte della casa 848 in contrada di S. Pietro Martire; confina a tramontana con casa dei fratelli Pecile, a mezzodν con la piazza (A.S.U., C.A. I, 53/III, 779 Orn. II C, con dis.).
 *Giuseppe Presani, inviato per l’ispezione dalla commissione d’ornato, approvando nelle linee generali il progetto, suggerisce che il Cominetti elimini «l’asporto del muro che osservasi in fuori in detta casa e che rende angusta quella contrada». I confinanti Pecile e Morelli de Rossi si oppongono al progetto per l’«oscurità che andrebbe ad inferire nei loro fabbricati» e la «mancanza di ventilazione» nonché la «maggior servitϊ» che ne deriverebbero. Mancato l’accordo (24 nov. 1816), le persone coinvolte decidono di adire a vie legali (ibid.).
1821, sett. 17*Il podestà sollecita Carlo Cominetti a «produrre regolare disegno delle opere che intende verificare avendo particolarmente in vista la disciplinale 1 settembre». I lavori saranno sospesi «fino a tanto non siano praticate le verificazioni d’istituto» (A.S.U., C.A. I, 53/III, 4230 Orn. II C).
1852*Appartiene ad Antonio Cuminetti (Competenze, I, f. 23v).
1876 “Caffè allo Svizzero” (COSMI-AVOGADRO, 87).
1937 Caffè Manzoni e macelleria Esente.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958.
   
NOTE1Il ms. della Porta attribuisce a questa casa un documento per altro irreperibile attualmente, che non sembra apportare elementi pertinenti alla storia dell’edificio: ° 1552, ag. 28. «Actum Utini in contrata Sancti Petri Martirys in domo testatoris. Ibi prudens vir ser Alovisius Arlattus civis Utini, q. ser Nicolai Arlatti» (Perg. B.C.U., Francesco Legale).
   
BIBLIOGRAFIA BIASUTTI, Una casa di via Paolo Canciani, 9-13.
849
1801 Nob. Giusto Fontanini (Nomenclatura, f. 32v).
 *Affittuale Giacomo Craffitto (ibid.).
1809 È di Domenico Olivati negoziante (Registro delli aloggi, f. 23v).
 *Affittuale è il barbiere Giacomo Grafitti (ibid.).
1852*Appartiene ai de Nardo Olivati (Competenze, I, f. 23v).
1883*Macelleria di Leonardo Ferigo (AVOGADRO, 148).
   
BIBLIOGRAFIA BIASUTTI, Una casa di via Paolo Canciani, 9-13.
850
[1608] «— Domenego Cocitto cordarol, in logo de m. Stefano tacconaio, in logo de — Francesco Berthola, paga di livello — L 10 —sopra una casa posta in Udine in Spellavillan a man destra andando in Mercà novo, che al presente, dala banda verso la Pescaria, confina con la casa habitata per il sudetto ser Domenego Cocitto e dall’altra banda la casa della fraterna nostra, posta sul canton delli portici Rabioli o Cortazis, che al presente habita donna Anna de Zuan Antonio tacconaio. Sopra questa casa la fraterna nostra scodeva una marcha, fu dopo donata per mess. Zuan Melso del 1466, di man di mess. Marco Radio et dopo fu livellata a m. Christoforo marangon pagando al hospedal L 10 —» (A.C.U., A.A.O., Thesaurum pecuniarum, f. 113v, cassato).
1654, dic. 14*«Il sig. Carlo Tacelli si francò del sopracitato livello, come apar nel mio Libro d’instr., c. 25 —» (ibid.).
1694, genn. 19*«— Li — coo. Giovanni Francesco, Giovanni ed Antonio fratelli Tacelli —, salvo il censo feudale di soldi due, picoli quattro —, hanno — a livello francabile concesso al sig. Gerolamo Fontanino da S. Daniele, habitante hora in questa città —, li quattro corpi di casa di loro ragione, situati nelle contrade delle Pescarie, delle Beccarie e di Cortacis —, descritti nella stima fatta dalli sigg. Lorenzo Prodoloni e Giovanni Tacelli pubbl. per. —. E ciò per — ducati — duemille seicento e quatro, lire tre, soldi dodeci, pi-coli tre —» (A.S.U., N., Nicolò Aloi, 8108, IV instr., f. 33r — 37r).
1704, apr. 11*«I fratelli nob. Marzio e Nicolò Madrisio vendono a Girolamo Fontanini una casa in contrada delle Beccherie; confina a 1ev. con casa fu Peressone di Belgrado, ora — di Jseppo Cressatto, salumier di piazza, a mezzog. con la strada — delle Beccarie e Pescarie, mediante l’ingresso che ha detta casa Madrisia con altre casette sula strada stessa, a sol a monte con case del compratore et alli monti con la strada — di Cortazzis —, per prezzo — di ducati trecento ottanta —» (A.S.U., N., Nicolò Aloi, 8108, V instr., f. 157v — 158v).
1783°Casa Fontanini (Vedansi n. 797, 798, 811). Casa nella contrada di Taconariis, Cortazzis e Rialto in faccia le Beccarie, furono dei sigg. coo. Tacelli, acquistate da Fontanini 19 genn. 1694, atti del not. Nicolò Aloi; casa confinante 1ev. le seguenti case ai n. 2 e 3 mediante callisella di questa ragione che si frappone, da mezzodν parte la casa fu di ragione del sig. Girolamo Basso ora di Domenico Semenzati e parte con li fondi dell’antica Pescaria, pon. contrada Pescaria, a tram. casa fu della ven. fraterna di S. Giacomo, ora di Domenico Semenzati1 (Not. Daniele Marquardi Divisioni Fontanini).
1801 Nob. Giusto Fontanini (Nomenclatura, f. 32v).
 *Affittuale Domenico Semenzati, detto Menazzi (ibid.).
1809 È di Domenico Olivati (Registro delli aloggi, f. 23v).
1852*Appartiene a de Nardo Olivati (Competenze, I, f. 23v).
1857, lugl. 18 Questa casa, unitamente ai n. 798-799, è di Giovanni Pasini Vianelli, che costruisce nuova casa di due piani di cinque finestre su via Rialto (A.S.U., C.A. II, 76, 139).
1874 Farmacia “Alla Sirena” di Giovanni Pontotti in via Strazzamantello, aperta 1874 genn. 24 alle ore 5 pom. (“Giornale di Udine”, 9, XXI).
1876*Fabbrica di pettini di Domenico Parussatti (COSMI-AVOGADRO, 109).
1883 Farmacia Biasioli “Alla Sirena”, su via Paolo Canciani; osteria “AI Pomo”, su via Cortazzis2 (AVOGADRO, 144, 152).
1937 È del rag. Augusto Domini.
   
NOTE1Vedasi n. 797.
 2Avogadro però colloca questa osteria al n. 10 di via Cortazzis, corrispondente al n. 811.
   
BIBLIOGRAFIA BIASUTTI, Una casa in via Paolo Canciani, 9-13.
851
1384, nov. 15 «Çicuttus q. ser Andree de Florentia Utini habitans — precio — triginta sex marcharum denariorum Aquilegensis monete, quod totum precium fuit contentus — se habuisse — a — ser Iohanne q. — ser Conradi olim ser Uçelli de Uçellis —, vendidit — eidem ser Iohanni — quandam responsionem — livelli — annuatim persolvendam in festo nativitatis Domini — per dictum Çicuttum — super domibus solite habitationis — venditoris, muratis, cuppis copertis et soleratis tribus solariis — in contrata que vocatur Udin super cantone eundo in Postcollem, que domus fuerunt olim Luche de Utino q. Leonardi Çitadini1 de Florentia —» (B.C.U., perg. Joppi, VI, Autographa Vincentiana, not. Leonardo del fu Giacomo da Udine).
1690, dic. 14*«Fatto in Udine in Mercà novo in casa dell’infrascritto sig. Bonfino —» (A.S.U., N., Giovanni Domenico Vinacese, 7887, X istr., f. 86v).
1737, magg. 16 Giacomo Cisternini compera da Antonio ed Alessandro Bonfini per d 1600 «— la casa feudale — della quale doverà esso Cisternino prender l’investitura e pagar il laudemio L’antenominata casa, posta sul cantone delle Piscarie —, confina a lev. il pubblico fontico, sive le beccarie, mezo dν — Simon Socrate, pon. et alli monti strada —» (A.S.U., N., Francesco Lorio, 8710, VIII istr., f. 35r — 36v).
1801 Caterina Cisternini (Nomenclatura, f. 32v).
1807, mar. 31 Nicolò e Lucia Cisternini coniugi Cassacco vendono a Vincenzo fu Giulio Schiavi le case n. 851-852 (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, XLVIIII instr., 3753).
1809 È di Vincenzo Schiavi, negoziante (Registro delli aloggi, f. 23v).
 *Vi abita il droghiere Giuseppe Fabretti (ibid.)
1811, sett. 28 Vincenzo Schiavi vende a Giuseppe Domenico Fabretti la casa n. 851 «acquistata dal — sig. Schiavi dalle mani delli sigg. Nicolò e Lucia — Cisternini iug. Cassacco, unitamente ad altra casa contermine portante il c.n. 852 —; confina a lev. colle beccarie, mezz. col — sig. Schiavi, mediante la — casa n. 852, pon. con la — contrada Strazzamantello ed a tram. strada — di Rialto Questa — vendita — fa — pel prezzo — di it. L 13620,72 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10587, 501).
1822, mar. 16 Drogheria di Giuseppe Fabretti (A.S.U., C.A. I, 68, 1072 Orn. II C).
 *Il proprietario chiede ed ottiene di riformare le imposte della bottega (ibid.).
1824, magg. 5 Valentino Mini (A.S.U., C.A. I, 89/X, con dis.).
 *Richiesta di modifica delle imposte della bottega. Il progetto è approvato (ibid.).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al droghiere Valentino Mini Tomada l’avviso municipale n. 1050 (A.S.U., C.A. I, 193).
1838, magg. 7 Pietro fu Giuseppe Fabretti vende ad Agostino Fabruzzi la casa n. 851 in angolo con la contrada Rialto. Confina lev. parte Vincenzo Schiavi, parte Pietro Piani, mezz. Schiavi, pon. Strazzamantello, tram. via Rialto, per L 18857,15 (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10614, 5210).
1852*Appartiene a Pietro Fabretti (Competenze, I, f. 23v).
1937 Unita al n. 852, è di Antonio Volpe. Vedasi n. 796.
   
NOTE1Sulla famiglia Cittadini: BATTISTELLA, I Toscani, 260-261.
852
1801 Bortolomio Cassacco (Nomenclatura, f. 32v).
1803, ott. 3 Gottardo q. Simon Venerio vende a Nicolò di Bartolomeo Cassacco una casa con corte promiscua in contrada Strazzamantello, «che confina a lev. parte le — beccarie e parte del sig. Antonio Ceccottini loco Della Torre mediante corte promiscua di questa casa e di quella — del Cecottini, a mezzodν lo stesso —, a pon. la contrada —, ed a tram. — Lucia q. Cisternino Cisternini moglie d’esso — Cassacco —. E questa vendita ha fatto — pel — prezzo di d 2600» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLVI instr., 3491, f. 4573v — 4574r).
1807, mar. 31 Vedasi n. 851.
1809*Appartiene al negoziante Vincenzo Schiavi. Affittuale è l’agente Bartolomeo Cassacco (Registro delli aloggi, f. 23v).
1827, sett. 20 È di Vincenzo Schiavi. Domanda «di riformare la sua casa — esistente —sopra la contrada di Rialto, avente ora gli stipiti di mottone»: li vorrebbe di pietra (A.S.U., C.A. I, 135/XV).
1831, ag. 28*«— Vincenzo del fu Giulio Schiavi — assegna — in ecclesiastico patrimonio al — chierico accolito — Antonio Giuseppe Schiavi, proprio figlio — casa — al c. n. 852 —» con bottega (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10557, 3644).
1852*Appartiene a Vincenzo Schiavi (Competenze, I, f. 23v).
1874*La casa è censita insieme con quella n. 796 (Prospetti di confronto, 108).
1876*Chincaglieria e bigiotteria di Luigi Bortolotti e sartoria di Giuseppe Trevisi (COSMI-AVOGADRO, 90, 112).
1937 È di Antonio Volpe. Vedasi n. 796.
853
1795, magg. 7 Girolamo q. G.B. Della Torre riceve la casa in enfiteusi da Antonio Ciccuttini1.
1801 G.B. Della Torre (Nomenclatura, f. 32v).
1809*Appartiene al negoziante Vincenzo Schiavi (Registro delli aloggi, f. 23v).
1810, magg. 16 Girolamo Della Torre vende a Vincenzo q. Giulio Schiavi il dominio diretto della casa in Strazzamantello n. 853, confinante lev. beccarie, mezz. e tram. Schiavi, pon. contrada (Notizia tratta dall’atto del 5 lugl. 1844, vedasi infra).
1818, mar. 31*A Osvaldo Mazzolini, «come venditore — di lino, canape — al n. 853, si rende indispensabile esporre qualche cesta con stoppe e canape relative» al suo esercizio. La richiesta, conseguente al provvedimento municipale n. 679, che proibisce l’esposizione delle merci, non è accolta (A.S.U., C.A. I, 18/II, 992 Orn. II C).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa a Osvaldo Mazzolini l’avviso n. 1050 concernente la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1844, lugl. 5 Vincenzo Schiavi vende per L 15000 a Pietro di Giovanni Nigris la casetta n. 853. «La detta casa confina a lev. col locale ad uso delle pubbliche beccarie comunali, a mezz. cogli eredi Lirussi, a pon. colla contrada Strazzamantello ed a tram. parte con altra casa coscritta col c.n. 852 — del venditore Schiavi e parte colle — beccarie. Il cortivetto annesso confina a 1ev. parte colla casa soggetto del presente contratto e parte colle beccarie —, a mezzog. con questa casa, a pon. parte con questa — casa, parte col c. n. 852 di ragione Schiavi e parte con Agostino Fabruzzi, loco Fabretti, ed a tram. colla contrada Rialto. Questo stesso cortivetto ha ingresso anche da questa contrada sotto la casa del detto Fabruzzi e quindi il suolo e fino al primo piano per tutto il tratto confinante con esso Fabruzzi dal lato di pon. e colle beccarie dal lato di lev. sta — annesso alla casa col c. n. 853, che colla presente compravendita diventa tutta di ragione del compratore Nigris —. Quella casa con cortivetto il venditore dichiara di possedere pacificamente da oltre trent’anni —» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, I, 463).
1852*Appartiene a Pietro Nigris (Competenze, I, f. 23v).
1876*Negozio di articoli in cuoio di Pietro Nigris (COSMI-AVOGADRO, 84), ancora segnalato nel 1883 (AVOGADRO, 137).
1937 Casa di tre piani di due finestre. La facciata insiste su un solo grande arco.
   
NOTE1Senza indicazione di fonte nel manoscritto.
854
  Nella pianta Lavagnolo porta, per errore, il n. 859. Nella pianta stessa il n. 854 è assegnato a tre case contigue perché probabilmente dello stesso proprietario nel 1801.
1643, nov. 14 Francesca Basenzio Flamia vende a G.B. Capodaglio speziale «la casa posta in Udine nel borgo del Fieno» per d 127 (A.S.U., C.R.S., 649/4, Processo Schiratti-Flamio, f. 26r — 27r, dal not. Benedetto Bergamino).
 °«La casa Basenzio venduta nel 1643 al Capodagli speziale è nel borgo del Fien, confina a levante Smeralda hosta, a mezzodν strada pubblica a ponente sigg. Bassetti, alli monti sigg. Amutio» (C.R.S., Processi Schiratti).
1657°Stima della casa di Carlo Barzeto, habitata dal sig. Nicolò Schiratti stampador1: «Casa con due botteghe dabasso confinante a 1ev. casa del sig. Capodaglio spiciaro, a mezz. strada di S. Tomaso, sol a monte strada che tende in piazza, alli monti casa e hostaria delli nob. sigg. Bontà. Poziol con tre modeoni e due porte in pietra con parapetto di bastoni 35 di ferro con lame sopra» (Not. Pietro Richa, Atti civili).
1669, apr. 3 Stima della casa che G.B. Capodaglio vende agli Schiratti: «Casa posta —nella contrada di S. Tomaso, detto borgo del Fien, presso le beccarie pubbliche, a levante casa del nob. Lucrezio Bontà che attacca le beccarie medesime, a mezz. la contrada, a pon. casa di detti compratori et ai monti casa del — capitano Stefano *** habitata da donna Caterina Gargacina —». Facciata sopra la strada ps 3 pd 1 (m 5,56); «tempiaro a ponente per metà con detti — Schirati longo ps 6 pd 2» (m 11,11) (A.S.U., C.R.S., 649/4, Processo Schiratti-Flamio, f. 18r — 21r, stima di Mattia Cittareo).
1669, apr. 12 «Il sign. G.B. Capodaglio — vende — al — mons. Giovanni et al sig. Carlo fratelli Schirati una casa — posta nel borgo del Fien, contigua alla casa di habitatione delli — compradori — et questo per prezzo di d 245 —» (A.S.U., C.R.S., 649/4, Processo Schiratti-Flamio, f. 16r — 17r).
1671, ag. 28*«Fatto in Udine, in casa dei sigg. Schiratti infrascritti, dove — Antonio Venier, facendo tanto a nome suo, quanto —come procuratore del rev. — G.B. suo fratello, — cede — al rev. — Giovanni Schiratti accettante in nome suo proprio, come dei figlioli del q. — Carlo Schiratti suo fratello —, la sua stamparia, che haveva in Valvasone et da lui condotta in questa città in casa d’esso Schiratti — et ciò per il prezzo — di ducati 270 —» (A.S.U., C.R.S., 647, istr. di Simone Paderni). Esiste anche un «inventario di tutte le robbe di stamparia del Venier comprate», privo di data (ibid.).
1679, mar. 8*«Io Giacomo Vigatio, rinonciandoli alli sigg. Schiratti la mia stamparia, torchio, forme di santi e tutte quelle cose che mi ritrovo haver in questa materia, per il puro costo, come appare dalla scritura et con mio giuramento, di ducati duecento e cinquanta, voglio che mi siino datti effetivamente in contanti al lievo di quella. Poi per la pretessa che io tengo di ducati cento di donativo in riguardo a molte spese da me fatte per tal occasione a persuasione e richiesta del sig. Rinaldo Rinaldi, mi contento solo di ducati cinquanta et questi da essermi datti di subito in tanta carta da scrivere di buona ragione alli prezzi mercantilmente praticati e perché mi ritrovo havere balle circa sette carta da stampa, siino obligati detti signori pigliarla per il prezzo che a me costa, come le farò vedere dalli miei libri, per darmi in pagamento di quella tanta robba stampata, una parte di presente et l’altra nella forma mi ocorerà alli prezzi. Pesarò li carateri nelli suoi scartocci pesatti con il bilanzon del sig. Magris lire millecinquecento e tredici e once tre, del qual peso si deve detraere lire dieci in ogni peso per la catena di detto bilanzon havendo io fatto pesi quindeci sν che restano lire milletresento e sesantatre e tanto mi obligo mantenirlo —» (A.S.U., C.R.S., 647).
1679, mar. 9*«Confesso io Rinaldo Rinaldi, uno dei curatori delli sigg. Schiratti, come hoggi il sig. Giovanni Schiratti, uno de’ fratelli, ha ricevuto et fatto esportar alla propria casa la stamparia nell’antescritto nominata» (ibid.).
1679, mar. 11*«Parimenti ha ricevuto carta corsiva da stampa balle n. 8 q 15, val L 259 s 4» (ibid.).
1694, giu. 22 Il nob. Vincenzo q. Marcantonio Stainero vende a Carlo d’Ancona una casa in contrada Strazzamantello, confinante 1ev. le pubbliche beccarie, sol a monte strada, mezzodν casa delli eredi Guelini, ai monti casa degli heredi Budua. La descrizione cita «due volti sopra due colonne quadre di mattoni et una colonna di pietra a mezzo tonda». Elemento caratterizzante appare «nel primo piano, verso il borgo, pozol con lastre tre di pietra, parapetto di bastoni quattro di ferro, finestre a volto». Nel terzo piano tre finestre si affacciano sul borgo (A.S.U., N., Nicolò Aloi, 8108, IV instr., f. 65r — 67v).
1713°Il negozio e la casa degli Schiratti estinti fu acquistata dal sig. Marco Guerra (C.R.S., Processi Schiratti).
1741°Casa Guerra. Casa forma cantone e fazzada alle due contrade, una detta di S. Tomaso al mezz., l’altra chiamata Spellavillàn al pon., confina lev. casa di Antonio Magrino, et al settentrione altra casa di questa ragione. Casa nella contrada Spellavillan contigua alla sopradetta verso ostro, confina con la contrada Spellavillan verso occidente, corte delle Beccarie verso oriente, casa di G.B. d’Ancona verso settentrione (Not. Francesco Tracanelli, Allibramento Guerra).
1743, febbr. 18 Elisabetta, ved. di Carlo Primi, vende al rev. G.B. Schirati «della terra di Fagagna, ora dimorante in questa città —, una casa — posta — nella contrada di Rialto, che confina a lev. — Cesare Manetti, a mezz. —strada —, a sol a monte et ai monti con —Valentino Pilosio spezier — per il prezzo —di d 355 —» (A.S.U., N., Francesco Brunalleschi, 9194, II instrom., f. 59r — 60r).
1800*Giovanni del fu G.B. e G.B. di Giacomo, zio e nipote Zambelli, manifestano la loro preoccupazione circa il pericolo di crollo della casa Antivari «unita lateralmente» alla loro (Copia dagli atti del processo per la casa Antivari, A.S.U., C.A., 20/14).
1801 G.B. Zambelli. Abitazione (Nomenclatura, f. 32v).
1809*È di G.B. Zambelli (Registro delli aloggi, f. 23v).
1809, mar. 7*«Determinatosi — rev. don Giovanni q. — G.B. e G.B. q. — Giacomo zio e nipote Zambelli — di disseccare il loro negozio di spezieria e drogheria e di affittare la bottega e luoghi annessi, sottoposti alla loro casa di abitazione, ed applicando — Pietr’Antonio q. Valentino Lirussi, oriundo —di Modotto, presentemente domiciliato in questa — comune di Udine, ad accettare l’affittanze e ad acquistare li effetti mobili ed utensili del negozio sudetto —, li detti — Zambelli — locano — al — sig. Lirussi tutto il pianterreno della casa — al c. n. 854, compreso l’uso della corte ed esclusa la stanza ad uso di bottega, presentemente affittata alli — eredi Cicuttini; qual pianterreno serve in presente e servir dovrà in avvenire ad uso di negozio di speciaria e drogheria e viene al sig. Lirussi consegnato nello stato e grado in cui s’attrova, comprese le scanzie, banchi ed armari esistenti nel locale ad uso di bottega, ed in quello annesso ad uso di scritorio, esclusi li effetti di negozio, mobili et utensili —. La presente locazione durar dovrà anni quindici, che incominciaranno col — 10 marzo corr. —. Il — sig. Pietr’Antonio Lirussi si obbliga — di corrispondere — alli — Zambelli l’annuo — affitto d’it. — L 850 —. Tutti li effetti di negozio, mobili ed utensili — esistenti in — pianterreno — vengono acquistati dall’anzidetto — Lirussi —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10584, 113).
1810, magg. 12*Asta, senza esito, per la casa n. 854 contro G.B. Zambelli debitore per L 62,85 (A.S.U., C.A. I, 80).
1810, ag. 10 Lorenzo Morelli di Bertiolo, direttore della spezieria di Pier Antonio Lirussi in Strazzamantello al n. 854, dove era la farmacia Zambelli (A.S.U., C.N., 194/Sanità XXXVII, 1810, Elenco di tutti gli esercenti attualmente la medicina, la chirurgia, la farmacia nel circondario di Udine coll’indicazione delle variazioni successe nel giorno 16 marzo 1808 fin oggi 10 agosto 1810, 2996 Sanità 37).
1811, dic. 9*«Con locazione — del — 7 marzo — 1809, rogata da — Nicolò Cassacco — notaro li — ora deffonto — Giovanni e G.B. zio e nipote Zambelli hanno concesso in affitto semplice al sig. Pietr’Antonio Lirussi, per uso di negozio di specieria e drogheria, per il corso di anni quindici —, tutto il pian terreno della loro casa — portante il c. n. 854 —. Determinatosi ora — G.B. Zambelli, in cui sono devolute le rappresentanze del — decesso — Giovanni di lui zio, di alienare la — casa, compresa la bottega —, formante parte dello stabile possesso dal sig. Gabriele q. Giovanni Domenico Pecile, rappresentante il sig. — Antonelli, che aveva titolo dal sig. — Antonio Lovaria e che — detto — Zambelli ha diritto di recuperare per forma della carta convenzionale del 21 sett. — decorso, seguito fra esso e il — sig. Antonelli G.B. del fu Giacomo Zambelli, — vende — alli — sigg. Pietr’Antonio e Diamante iug. Lirussi la casa —posta — nella contrada Strazzamantello al —n. 854, compresa la bottega con fondi dietro, escorporata dal sig. — Antonio Lovaria, venduta dallo stesso al sig. Giacomo Antonelli e da questo rinunciata al — sig. Gabriele Pecile, soggetta alla recupera convenzionale da esso — Pecile accordata al — sig. Zambelli —; quale intero stabile — confina a lev. parte colle beccarie, parte con casa fu di questa ragione, ora possessa da Innocente Sinico, a mezz. strada — di S. Tommaso, a pon. — strada di Strazzamantello ed a sett. Vincenzo Schiavi, loco Cicuttini —, nello stato in cui presentemente s’attrova, compresi li banchi e scrittoio esistenti nella bottega, e mezzado pieno iure, per il — prezzo — di — L 31083,66 —. All’incontro — li — Lirussi — a titolo di permuta cedono — al — sig. Zambelli la casa di detta — Diamante n. Fabris, posta — nel borgo di Grazzano al — n. 164 con edifizi di filatorio ed incanatorio, utensili e mobili per il mezzado, il tutto descritto nell’unita specifica —; qual casa confina a 1ev. — don Andrea e dott. Giuseppe fratelli Cricco, mezz. —Francesco Mattiussi ed eredi del q. — Vincenzo della Porta, pon. — Bernardino del fu Francesco Desia ed a sett. il borgo di Grazzano —, cedendo — la casa — con ogni abenza e pertinenza — esclusa la caldiera grande ad uso di liscia —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10588, 528).
1822, genn. 28 È degli eredi di Pietro Antonio Lirussi, dove avevano abitazione e bottega ad uso di spezieria. Viene inoltrata domanda di riforma delle imposte per la bottega (A.S.U., C.A. I, 68, 402 Orn. II C).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al rigattiere Mattia Chenda l’avviso n. 1050 concernente la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1835 Farmacia eredi Lirussi, poi Francesco Comelli e C. (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
 *Vi abita il medico fisico Giuseppe Missittini (ibid.).
1850, nov. 11 Teresa Fabris, ved. Arrigo, erede Lirussi, domiciliata in Venezia, vende al farmacista Francesco Comelli per L 40000 la casa n. 854 «con canevino e diritto di transito per la contigua casa al c. n. 714» tra i confini a lev. e mezzogiorno strada S. Tommaso, mezz. e pon. Strazzamantello, pon. e tram. Schiavi, ora G. Nigris (n. 853) tram., lev. beccarie, ora del sig. Giuseppe Caffo di Palma-nova, e parte verso il borgo S. Tommaso con la casa n. 714 degli eredi del fu Innocente Sinico (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/V, 2146).
1852*Appartiene a Francesco Comelli (Competenze, I, f. 23v).
1876*Negozio di tele gregge e colorate, lino canape e cordami di Maddalena Chenda (COSMI-AVOGADRO, 115).
1883 Farmacia Ciriaco Comelli “All’aquila nera” (AVOGADRO, 144).
1928 Tutte queste case furono acquistate dalla sign. Ida Pasquotti Fabris, sarta, che le riformò nel 1929.
   
NOTE1Circa l’inizio dell’attività udinese di Nicolò Schiratti «proto nella stamperia ducale del sig. Antonio Pinelli» in Venezia, vedasi contratto del 28 febbr. 1630 con le notizie sullo stato disastroso della stamperia degli eredi Lorio e sulla necessità di un rinnovo completo delle attrezzature tramite il nunzio di Venezia a Udine, dott. Bartoluccio Bartolucci (not. Giovanni Martino dalla Corte, copia in Processo Schiratti-Bartolucci, A.S.U., C.R.S., 648, f. 8r — 9v). Nell’incartamento del processo Schiratti-Bartolucci è allegato uno «stato della stamparia, in cui si trovava all’hora quando si viene alla stipulazione dell’instrumento con il sig. Vicenzo» Bartolucci, quindi verso 1’8 marzo 1656 (f. 17r — 17v). Per la tipografia Schiratti: COMELLI, L’arte della stampa, 129-156; MEDEOSSI, L’arte tipografica, 928.
 2Una mano diversa ha aggiunto nel ms. della Porta: «1491. Rehenaldo speciar fiolo fo de M° Cuan piçolo, stantie in la contrada de Sancto Thomaso verso lo canton andando in Poscollo (Osped. Misc. 47, c. 215)».
   
BIBLIOGRAFIA COMELLI, Passeggiate udinesi, 143-144; CRISTALLI, Udine che si rinnova, 117-119; PICCO, Via Cavour, 3.
855
1801 Antonio Antivari (Nomenclatura, f. 32v).
1809*È di Antonio Antiveri. Affittuali sono il linaiolo Francesco e fratello Braidotti (Registro delli aloggi, f. 23v).
1834, ott. 15*G.B. Antivari chiede di «levare una tromba esterna di camino nella faciata della casa — n. 855 — essendo inservibile». Ciò contribuirà inoltre a «migliorare la visuale della facciata». La comunicazione benché giunta a lavoro ultimato, riscuote l’approvazione della deputazione d’ornato (A.S.U., C.A. I, 219/1, 5059 Orn. II C).
1835, giu. 30°Casa del sig. Pietro fu G.B. Antivari al n. 855, confina a 1ev. contrada di Pescaria, mezz. G.B. Terenzani, pon. G.B. Marchioli, tram. Rosa q. G.B. Lazzarini. La casa aveva cortile (A.M., 1838, b. 285).
1835, lugl. 12 Era di G.B. Terenzani. Vi era negozio di ferramenta; non aveva portici. Concordio con il municipio per la demolizione e ricostruzione. La casa confina, a 1ev. Pescaria, mezz. strada postale, pon. Marchiolli, tram. Antivari (A.S.U., C.A. I, 285/VIII, 3276 Str. IV).
1838, giu. 24 G.B. Terenzani domanda gli sia concesso poco spazio per allargare la cantina della casa in costruzione al n. 855, già Antivari (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 2824 Orn. II C).
1852*Appartiene a G.B. Terenzani (Competenze, I, f. 23v).
1853, ott. 31 È di Pietro e Domenico Terenzani. Si chiede di poter costruire terrazza sul tetto. Si vede il prospetto della casa quale fu sino al 1929 (A.S.U., C.A. II, 66/1853, 8016 Orn. II C, con dis.).
1876 “Caffè al Ponte Poscolle” (COSMI-AVOGADRO, 87).
 *Gestione di Pietro Carminati (ibid.).
1929, mar. Fu abbattuta.
   
BIBLIOGRAFIA DAMIANI, Arte del Novecento, II, 242-243.
856
  Questa casa comunicava con il n. 712 ed aveva un’uscita in via Poscolle. Nel cortile di questa casa si vedono i resti dell’antica Porta Poscolle della seconda cinta, detta poi Porta Rotta.
1795, ott. 30*«L’ecc. — Giuseppe Bertossi1, pubblico professore nell’Università di Padova, necnon Margarita, moglie rel. del q. — Biasio Bertossi, e Giuseppe, di lei figlio —, hanno concesso alla sign. Angela, moglie rel. del q. G.B. Lazarini —, l’intiera casa con bottega, magazzini, corte ed altro di ragione mettà di detto — prof. Giuseppe e l’altra mettà delli suddetti — Margarita e figlio, giusto le divisioni 16 ag. 1793 delli pubbl. per. — Giovanni Carlo lacotti e Giuseppe Clochiatti, posta nella contrada detta della Pesca-ria —. L’annuo affitto della casa — viene —stabilito — nella considerabile somma di d 210 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9978, XXXI instr., 2247, f. 3062v — 3063v).
1801 Giuseppe Bertossi (Nomenclatura, f. 32v).
 *Affittuale Giuseppe Storti (ibid.).
1809*Appartiene a Rosa Lazzarini. Affittuali sono il pittore Giuseppe Cometti2 e Maddalena Di Bernardo (Registro delli aloggi, f. 23v).
1812, ag. 6*Rosa Lazzarini chiede d’innalzare la casa «confinante con la torre del portone interno di Poscolle, — osservata la fabbrica del magazzino della stessa — Lazzarini, che vi è appoggiata al muro promiscuo della scala, che sale agli appartamenti della —torre, cosν pure osservata l’occupazione del muro proprio di questa comune —». La concessione, dopo varie trattative, giunge il 5 ottobre (A.S.U., C.A., 179/XIX).
1817, mar. 10 Rosa Lazzarini chiede di riformare l’ingresso della casa al n. 856 verso via Poscolle (n. 712) vicino alla torre (A.S.U., C.A. I, 10/XIII, 1013 Orn. II C, con dis.).
 *La proprietaria «trovandosi in bisogno di riparazione —, à creduto di ridurre l’attuale informità di questo ingresso indicato col dissegno a terga n. 1 a un piϊ decente e solido prospetto e conforme al dis. sotto il n. 2 —. Suo desiderio sarebbe di sporgere in fuori due piedi questo fabbricato, dall’angolo cioè della torre di detto borgo e come si dimostra dalla pianta del pilastro A colla linea rossa —». La Lazzarini si dichiara pronta a sborsare il valore del fondo comunale che vorrebbe occupare; ma questo non le viene concesso: si allinei con le altre case (A.S.U., C.A. I, 10/XIII, 1013 Orn. II C, con dis.).
1821, magg. 18*Rosa Lazzarini Pecile presenta nuovo progetto di riforma, che viene accolto a patto che venga abolita la rientranza, in modo che il nuovo muro risulti parallelo ai pilastri del porticato (A.S.U., C.A. I, 53/III, 2178 Orn. II C, con dis. firmato da Simone Periotti).
1837, sett. 6*Rosa Lazzarini Pecile presenta progetto per alzare di un piano la casa 856 «ritagliata verso la strada d’Italia» (A.S.U., C.A. I, 269/III, 5329 Orn. II C).
1837, sett. 12*Composizione Pecile-Moroldi per i problemi relativi alla costruzione in progetto (A.S.U., Arch. Lovaria, 23/Acquisto della locanda del Leon Bianco).
1852*Appartiene a Gabriele Pecile (Competenze, I, f. 23v).
   
NOTE1Per Giuseppe Bertossi vedasi n. 463.
 2Per Giuseppe Cometti: BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 325; PICCO, Un distinto pittore; PICCO, Caffè della Nave.
857
1801 Lazzarina Simonetti (Nomenclatura, f. 32v).
 *Poi Pecile (Registro anagrafico, f. 22r).
1809*Appartiene a Rosa Lazzarini. Vi abita l’impiegato G.B. Burazzoni (Registro delli aloggi, f. 23v).
1818, mar. 31*Andrea Danelone, a seguito della pubblicazione dell’avviso 679, chiede invano esenzione dagli obblighi imposti. Si definisce «esercente la vendita di lini, canapa e cordaggi — al c. n. 857 —». A suo dire, dovrebbe «continuare, per l’esercizio del suo comerzio, tenere esposte alla pubblica vista delle ceste con delli articoli attinenti al suo negoziato nelo spazio fra le colone del porticato rimpeto alla sua bottegha —» (A.S.U., C.A. I, 18/II, 991 Orn. II C).
1819, febbr. 26 e giu. 23 È di Rosa Lazzarini Pecile. Consta di due case di un arco ciascuna, quella verso mezzogiorno è pili bassa. Si chiede di alzarla come l’altra. Risulta una casa di due archi, quattro piani di quattro finestre l’uno; gli archi sono bugnati (A.S.U., C.A. I, 24/1819/XI, 709 Orn. II C, con dis.).
 *In giugno i lavori non hanno ancora preso avvio. La deputazione d’ornato fa presente che, dato lo stato rovinoso, è indispensabile «puntellare le due contigue case per garantirsi dal pericolo» di un crollo (ibid.).
1819, ott. 14*In una comunicazione all’autorità competente, Rosa Lazzarini Pecile dice che, accintasi alla riparazione e alla riforma della casa secondo il progetto presentato, «ebbe lo sconforto di ritrovare lo stato rovinoso della medesima molto al di sopra di quanto dapprima avealo calcolato. Da ciò le derivò la necessità di operare dei cangiamenti nella facciata in confronto del disegno dimesso, all’intento di garantire alla propria abitazione quella solidità permanente che si richiede. Quello che ha maggiormente determinato il cambiamento, che è nella necessità di fare, si è lo stato rovinoso delle contigue due case Geatti ed eredi Folli, quella parte cioè in cui fassi la vendita del sale; queste due case tardar non devono ad aver bisogno di una seria riparazione —. Se la casa Lazzarini si trovasse sostenuta da due volti, come si era fissato col disegno prodotto in cambio di due architravi che or voglionsi sostituire, sarebbe di bel nuovo esposta la facciata della sua casa della certezza di un crollo —». In seguito a questa comunicazione, viene affidato l’incarico d’ispezione al commesso d’ornato Giuseppe Presani. Dopo la relazione particolareggiata della deputazione d’ornato alla congregazione municipale sull’argomento, i cambiamenti vengono approvati (A.S.U., C.A. I, 24/XI, 3927 Orn. II C).
1852*Appartiene a Gabriele Pecile (Competenze, I, f. 23v).
1876*Negozio di tele, lino, canape e cordami di Francesco Turco (COSMI-AVOGADRO, 115).
1883*Deposito di calce idraulica e cementi di Pietro Barnaba (AVOGADRO, 140).
1937 Negozi D’Orlando e Bonutti.
858
1801 Antonio Geatti (Nomenclatura, f. 32v).
1809*Appartiene al negoziante Antonio Geatti. Affittuali sono gli impiegati Zaccheo Muzza e Domenico Graffi (Registro delli aloggi, f. 23v).
1816, mar. 4*Relazione del commissario di polizia al podestà sull’incendio scoppiato il giorno precedente, a causa di una lucerna rovesciata nella bottega del linaiuolo Leonardo Bonano nella calle detta di Pescheria al n. 858 (A.S.U., C.N., 187, 565 Pol. 20).
1819, ott. 14*Vedasi n. 857.
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al venditore di legumi Francesco Sechi l’avviso municipale n. 1050 «per la remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1855, giu. 28*I coniugi Gabriele e Rosa Pecile chiedono alla congregazione municipale misure di emergenza circa l’immediato pericolo di rovina della casa 858 (A.S.U., C.A. I, 588/XVIII, 1573-6190 IX).
1852*Appartiene a Francesco Geatti (Competenze, I, f. 23v).
859
1467, lugl. 14 La confraternita dei Calzolai compera un livello da Piero e Giacomino barbieri (A.S.U., Arch. Confr. Calz., 458, f. 92v).
1594 «Il sig. Nicolò Sasso et nipoti q. mess. Zuan Sasso, in logo delli heredi di d. Veronica, detta Schiavetta, pagano sopra la casa della loro habitation che furono di Piero et Cumin barbieri ogni anno ducatti numero quattro —: sopra la casa — posta — nella contrada de Spellavillan per mezo le Pescarie hora possessa per li Sassi, confina appresso la casa habitata per m. Piero e Cumin, appresso la casa *** da drio apresso le case et forno che fu d’Agostin fornador, davanti è la via publica» (ibid.).
1640, ag. 30*«— In Udine, in la contrada chiamata Strazzamantello, in casa de’ — fratelli Sassi, nel loro camino da baso —» (A.S.U., N., Giacomo Causilico, Instr. XI, f. 27r).
1654, dic. 14*Notizia della francazione di un livello gravante a favore dell’ospedale di S. Maria dei Battuti: «Era tenuto — Carlo Tacelli fu — Giovanni, cittadino udinese, pagar annualmente al — luogo pio due livelli, uno cioè di L 10 —, francabile in ragione di sette per cento, sopra le sue case di habitatione presso le Pescàrie, e l’altro di d 21 e questo veramente infrancabile sopra le sue case dirimpetto alle beccherie, che fu già al — q. —Giovanni suo padre dal — pio luogo livellati, come per pubblico documento di mano del già — Mathio Paulitti not. — sotto li 17 di luglio 1628 —» (A.S.U., Arch. S. Maria dei Battuti, V, f. 25v — 26r).
1671, magg. 11 I deputati della città concedono a Carlo Tacelli «compratore, come disse, delle case Sasse, che si estendono col cortile dietro via fin alla roia verso la contrada di S. Nicolò», appresso le pescarie, di gettar un ponte sulla roggia (Acta, LVII, f. 102r — 102v).
1744 Tacelli. «La loro casa aveva una porta sulla pubblica pescheria ed un’altra che guarda tutto Poscolle. Da Carlo Tacelli passò, per eredità, a G.B. Folli» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 177).
1753 Desideranti i coo. Mattia e fratelli Folli Tacelli di aprire una porta nel muro di chiusura del loro cortivo «corrispondente alla stradella che tende alla roia», chiedono di poter atterrare due passi del «muretto di pogio che chiude la stradella, aciò vi sii libero l’ingresso per la porta sudetta» (A.S.U., C.A., 20/4).
1776, apr. 6*Mattia Folli chiede di demolire un muretto di proprietà pubblica, per allargare l’ingresso alla sua stalla (A.S.U., C.A., 14/1, 62).
1801 Martina di Venzone (Nomenclatura, f. 32v).
 *Affittuale Cociancich (ibid.).
1809 È di Giuseppe Martina e di Caterina Cigolotti. Inquilino è Giuseppe Arcangelo «direttore tabachi» (Registro delli aloggi, f. 23v).
1818, mar. 31*In seguito ai provvedimenti pubblicati nell’avviso municipale n. 679, «Domenico Zuliani, detto Lessani, commerciante di lino, caneva, stoppe e cordaggi al c. n. 859», chiede, senza per altro ottenerlo, «il permesso di — esporre le cesta delle stoppe ed altri articoli attinenti al suo negozio, siccome ha sempre fatto per il passato, al luogo solito che esiste fra le colone del porticato dirimpetto alla sua bottega, che riconosce a pigione dal sig. Ignazio de Marco —» (A.S.U., C.A. I, 18/II, 978 Orn. II C).
1819, ott. 14*Magazzino del sale1. Vedasi n. 857.
1820, apr. 12 È di Giuseppe Mucchiutti (A.S.U., C.A. I, 35/V, 1218 Orn. II C).
 *La deputazione comunale d’ornato esprime l’opinione «che il riattamento del coperto della casa n. 859, richiesto dal sig. Giuseppe Mochiutti, può essere permesso, sempre che in luogo della linda attuale sia costrutta una cornice confacente alla località del fabbricato —, poiché si riconobbe fracida e cadente la linda —. Nel caso però della concessione del lavoro, è da avvertirsi che il maschio della casa 859 abbia la cornice con il suo volto testa al lato di mezzogiorno, onde andar possa ad unirsi con la cornice pure occorrente sopra le stanze servono ora alla dispensa del sale —» (A.S.U., C.A. I, 35/V, 1218 Orn. II C).
1820, giu. 22*Giuseppe Mocchiutti chiede il permesso «di far apporre due banchine a sostegno del pavimento de’ sottoportici della casa in Pescaria al n. 859» (A.S.U., C.A. I, 35/V, 2239 Orn. II C). «Mucchiutti aveva la casa, ora Orgnani Martina, che la vendette a Martina per acquistare dai Deciani quella in borgo Aquileia, che fu poi dei Lavagnolo ed ora Braida» (Arch. Frangipane, ms. 1510, Schede per case).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa alla venditrice di lesca Rosa Fabris, al venditore di lino Domenico Giuliani, al ciabattino Pietro Scaravetto e al macellaio Giovanni Luslich l’avviso municipale n. 1050 «per la remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene a Vincenzo Martina (Competenze, I, f. 23v).
1883*Negozio di chincaglieria e bigiotteria di Luigi Nigris (AVOGADRO, 142).
1937 Appartiene ai fratelli nob. Orgnani Martina. Verso la roggia ha delle belle cancellate in ferro. Nella chiave dell’arco del portone bugnato, verso la roggia, stemma Tacelli.
1947 Fu costruita la galleria a vetri.
 *La facciata è vincolata con D.M. n. 177 del M.P.I. in data 31 agosto 1967.
   
NOTE1Per i magazzini del sale, vedansi i n. 404 e 490.
   
STUDI INEDITI L. PALLADIO degli OLIVI, Cronaca, p. 185.
   
BIBLIOGRAFIA DAMIANI, L’arte del Novecento, II, 251; ERMACORA, Guida, 164; MIOTTI, Cenno sulle antiche opere difensive, 24; VALENTE, Pelavano il villano, 11.
860
1707, apr. 17*«Udine, in contrada delle Pescarie, nel mezado delle case» di Pietro Masotti (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8300, III instr., f. 13v).
1731, lugl. 13 La casa era di Giorgio Masotti. Confinava a «sol levado con strada —, mezogiorno eredi del q. — co. Antonio Tacelli, pon. la — roia di Poscolle et ai monti — Gioseffo Cudicino —» (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8302, XXV instr., f. 48r — 49r).
1787, nov. 5 Giuseppe Masotti dona la casa a Martino Crasti «di lui agente, che da venti e piϊ anni accudisce ai di lui interessi con indefessa applicazione e distinta fedeltà —» (A.S.U., N., Graziano Cantoni, I instrom., 115, f. 142v — 143v).
1801 Martino Crasti1 (Registro anagrafico, f. 22r).
1809*È di Martino Crasti (Registro delli aloggi, f. 23v).
1829, ag. 22 Anna Rota ved. di Martino Crasti vende a Luigi fu Antonio Ioppo la casa «con fondi, piccola corticella —» in contrada Pescarie n. 860; confina a lev. contrada Pescarie, mezz. sigg. Martina e Zigolotti eredi Folli, pon. e tram. Francesco Cressa. Prezzo L 13200 (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4816, 1197).
1835 Farmacia di Luigi Iop (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1850, ag. 5 È di Luigi Ioppi farmacista (A.S.U., C.A. I, 487/VI, 4577 Orn. II C).
1852*Appartiene a E. Iob (Competenze, I, f. 23v).
1876*Recapito del medico chirurgo Vincenzo Joppi2 (COSMI-AVOGADRO, 101); oreficeria e gioielleria di Pietro Colutta (ibid., 104); negozio di panni, pannina e mercerie di Pittana e Springolo (ibid., 109) ancora segnalato nel 1883 (AVOGADRO, 149); negozio di tele, lino, canape e cordami di Candido e Nicolò Angeli (COSMI-AVOGADRO, 115).
1937 Casa di un arco a tre piani di due finestre. Fu la casa del dott. Vincenzo Joppi.
   
NOTE1II ms. Nomenclatura (f. 32v) riporta il cognome “Craschi”; nel ms. Registro anagrafico il cognome “Crasti” è corretto su “Craschi”.
 2Per Vincenzo Joppi: BATTISTELLA, Vincenzo Joppi; LEICHT, L’opera di Vincenzo Joppi; MARCHETTI, Il Friuli, 723-731.
861
1801 È del sig. Francesco Cressa (Nomenclatura, f. 32v). Poi Treo (Registro anagrafico, f. 22r).
1809*Appartiene a Francesco Cressa (Registro delli aloggi, f. 23v).
1810, ott. 17*Bernardino Vicovio linaiolo chiede il permesso di esporre «sulla pubblica strada delle sete entro delle stoppe finanzi al proprio negozio» al n. 861 (A.S.U., C.N., 182, 5401 Pol. 20).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al fruttivendolo Giuseppe De Faccio e alla venditrice di lesca Anna Fabri l’avviso municipale n. 1050 «per la remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene a Lucia Treo (Competenze, I, f. 23v).
1876*Negozio di chincaglieria e bigiotteria di Davide Cimolini (AVOGADRO, 142).
1937 Casa di un arco a tre piani di due finestre.
862
1801 È del sig. Francesco Favetti1 (Nomenclatura, f. 32v). Poi fu Boldi, poi Alessio, indi Orgnani (Registro anagrafico, f. 22r).
1809*Appartiene al farmacista Francesco Boldi (Registro delli aloggi, f. 23v).
1818, mar. 28*Tomaso Zorzi «esercente la vendita di lino, canape e cordaggi, in Mercatonuovo al c.n. 862, dovendo continuare per l’esercizio del suo comercio tenere esposte alla pubblica vista delle ceste — fra le colone del porticato rimpeto alla sua bottega» chiede, senza successo, di essere esentato dall’obbligo di rimozione degli articoli, secondo l’avviso municipale n. 679 (A.S.U., C.A. I, 18/II, 918 Orn. II C).
1852*Appartiene ad Alessio Boldi (Competenze, I, f. 23v).
1876*Negozio di panni, pannine e stoffe diverse di G.B. Fabris (COSMI-AVOGADRO, 109).
1937 Casa di un arco a due piani di due finestre. Oreficeria Scrosoppi.
   
NOTE1Un omonimo era fonditore di campane a Udine nella metà del Settecento e il 2 marzo del 1769 firmò un contratto con la fabbriceria del duomo per fondere una campana di lb 628 (B.C.U., ms. EEEE, XLVII, f. 48r).
863
1783, giu. 3 Catterina n. Cortese ved. Rizzi e la figlia Orsola vendono a Giuseppe q. Pontone Pontoni «una casa — posta — nella contrada della Pescaria, che confina a lev. la contrada —, a mezz. Francesco q. Bortolomio Favetti, a pon. la corte delle fabbriche nuove —di esse — venditrici giusto il cordone di pietra ed a tram. — Canciani —. E questa — vendita ha fatta — pel prezzo — di d 5000 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9973, IV instr., 267, f. 331r — 333r).
1801 È di Giovanni Pontoni (Nomenclatura, f. 32v). Poi Tuzzi, indi Giacomelli e Tellini (Registro anagrafico, f. 22r).
1804, mar. 27 Giovanni e Filippo fratelli q. Giuseppe Pontoni vendono a Domenico q. Vincenzo Tuzzi per L 53500 «la casa — dennominata Tacconariis, con due botteghe —», (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, 492, f. 528r — 529r).
1809*È del «casolino» Domenico Tuzzi. Affittuali sono l’impiegato Francesco Tilati e il negoziante Luigi Possa (Registro delli aloggi, f. 23v).
1822 È di Domenico Tuzzi «esercente di casolino» (A.S.U., C.A. I, 68, 939 Orn. II C).
 *Alla sua richiesta di rinnovare le imposte della casa, la deputazione d’ornato raccomanda di applicare una fascia lungo i riquadri della bottega, nella quale inoltre dovrà fare il soffitto che manca (ibid.).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa ai venditori di lesca Battistina Fabris e G.B. Rosselli l’avviso municipale n. 1050 per la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1840, dic. 4*«Luigi q. Domenico Tuzzi —vende al fratello Antonio — la metà delle realità facienti parte della casa con aderente cortile posta — nella contrada della vecchia pescaria — n. 863 —; lo stesso — Luigi — vende al fratello Antonio — la metà del magazzino a pianterreno nel fabbricato delle scale — lett. B —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10497, 13527).
1841, apr. 30*Antonio Tuzzi chiede ed ottiene il permesso di «levare un volto nel sottoportico e riquadrarlo» (A.S.U., C.A. I, 328/VIII, 2888 Orn. II C).
1846, nov. 5*Marietta Tuzzi Trevisan vende a Giacomo del fu Pietro Pividor «— la sua porzione di casa — posta — in contrada della Pescheria Vecchia al c. n. 863 —, composta di un appartamento in secondo piano e di uno al terzo, questo per uso di granai coi relativi diritti ed aggravi di servitϊ di transito e promiscuità d’ingressi, come ed a termini dell’assegno fatto alla alienante nelle fraterne divisioni 28 giugno 1837 compite li 31 luglio seguente; la qual porzione di casa — confinava a lev. dell’intiera casa strada pubblica della Pescheria Vecchia, mezz. eredi Boldi, pon. altro fabbricato di — Vincenzo ed Anna Tuzzi ed a tram. Pasini ora Ventura e Vicario —. La vendita segue pel prezzo — di austr. L 6600 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10514, 18156).
1852*Appartiene a Giacomo Pevidori e Antonio Tuzzi (Competenze, I, f. 23v).
1876*Oltre al berrettaio Angelo Zaninotti, nella casa è segnalato il negozio di panni, pannine e stoffe diverse di Vidoni e Scrosoppi (COSMI-AVOGADRO, 86, 109).
1883*G. Della Vedova vi ha negozio di chincaglieria e bigiotteria; Vidoni e Scrosoppi vendono mercerie e stoffe (AVOGADRO, 142, 149).
1937 Casa di tre archi (forse due case unite) di tre piani di cinque finestre. Negozio di manifatture del sig. Del Mestre.
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 23 ag. 2000 ai sensi del D.Lgs. 490/1999.
864
1801 È del «sig. Antonio e Bernardino fratelli Passini» (Registro anagrafico, f. 22r).
 *Poi Tellini (ibid.).
1809*Appartiene a Bernardo e fratello Pasini (Registro delli aloggi, f. 23v).
1815, febbr. 22*Inventario della bottega di panni del fu Bernardino Pasini, a cura dello stimatore Angelo fu Domenico Peressini, negoziante di panni (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10365, 1660, Inventario della facoltà Pasini, I, n. 3, f. 4r).
1815, mar. 9*Inventario degli oggetti appartenenti alla professione di bolzer della facoltà del fu Bernardino Pasini (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10365, 1660, Inventario della facoltà Pasini, I, n. 14, f. 45r — 45v).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa alla venditrice di lesca Giacoma Micoli l’avviso municipale n. 1050 per la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1834, genn. 29*«— Vende — Bernardino Pasini del fu Antonio — alla propria zia — Lugrezia del fu Bernardino Pasini — le case e fondi poste in Udine e cosν le case, fabbricati, fondi e terre — comprese nella periziale operazione 17 — corr. delli sigg. Zancani e Periotti pubblici periti —; parimenti vende — gli effetti mobili, utensili, vasi vinari ed ogni oggetto di rame, ferro, legname descritto — nello stato — e stima 22 — corr. genn. dello stesso per. sig. Periotti —». Dalla stima allegata: «casa domenicale ed abitazione situata nella r. città di Udine, sopra la contrada — di Pescheria al c.n. 864 —, composta da tre fabbricati e due corti con ingresso a lev. sopra la calle nel porticale ed ingresso a pon. con carri sopra il borgo di S. Maria; il primo fabbricato in quattro piani con bottega, mezza-do ed andito d’ingresso, sopra la contrada suddetta in pianterreno; in primo piano cocina, tinello e sito di scalla con andito; in secondo piano tre camere ed un camerino e sito simile di scalla; in terzo piano simile —; granaio con altro granaio bastardo sopra il coperto. Corte seguente a pon. e fabricato oltre la corte di quattro piani, cioè cantina sotteranea, con altra cantina sopra, scalla mette al primo piano, ed una camera a uso di mezzado in detto primo piano; una camera in secondo piano con scalla simile e sopra una terrazza coperta e camerino unito. In seguito, pur verso pon., basso fabricato a tram. in due piani con cantina, due camere sotto il coperto ed in seguito stalla con feniera sopra; ed in seguito simile lobeale ad uso di rimessa con solareto sopra sotto il coperto, e corte a mezz. del detto basso fabbricato, con ingresso di portone sopra la roia in borgo di S. Maria mediante il ponte e porta simile sulla roia, con lavadore al lato di mezz. del ingresso —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10560, 4153; alleg. stima dei mobili ad opera di Simone Periotti).
1842, nov. 3*«Col contratto 11 giugno 1841, deposto negli atti di questo notaio — Ricardo Paderni, li sigg. Lorenzo Leone e Giacomo fratelli q. Giuseppe Ventura hanno acquistato — dal sig. Bernardo q. Antonio Pasini la casa in Udine, situata sulla contrada della Pesceria vechia, coscritta col c. n. 864 —, tra i confini a lev. strada pubblica, mezz. fratelli Tuzzi, pon. la roggia e tram. fratelli Braida —. Desiderando ora — Antonio q. Bernardino Vicario di acquistarla —, Lorenzo Leone e Giacomo q. Giuseppe Ventura vendono —al sig. Antonio — Vicario la casa sopra descritta — pel prezzo — di austr. — L 33000 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4830, 4528).
1850, dic. 4°Lorenzo Leone Ventura vende a Carlo Tellini la casa n. 864, confinante a lev. strada, a mezz. Tuzzi, a pon. roggia, a tram. fratelli Sedi. Prezzo L 27500 (Not. Giacomo Someda).
1852*Appartiene ai fratelli Tillini (Competenze, I, f. 23v).
1876*Cambio e negozio di stoffe dei fratelli Tellini (COSMI-AVOGADRO, 89, 109), ancora segnalato nel 1883 (AVOGADRO, 149).
1937 Casa di quattro piani di quattro finestre riformata nel 1912 circa. La facciata poggia su colonne di ferro. Negozio di manifattura di Arnaldo Degani.
865
  «La casa in via Paolo Canciani che era stata dei Canciani passò per eredità nei Galvani, poi in Braida, poi in altre mani; oggi [1899] è di Ida di Maria Cimolini Nigris» (JOPPI, Genealogia Canciani, B.C.U., ms.).
1801 È di G.B. Braida, poi di Maria Cimolini Nigris, detta la Cargnella (Registro anagrafico, f. 22r).
1809 «Attualmente in fabbrica» (Registro delli aloggi, f. 23v — 24r).
 *Appartiene ai negozianti Francesco e fratello Braida (ibid.).
1832*Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al venditore di lesca Osvaldo De Filippi l’avviso municipale n. 1050 per la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1841, lugl. 26 Francesco e Nicolò fu G.B. Braida vendono a Francesco e Giuseppe del fu Tomaso Sedi la casa N. 865 per austr. L 33000. «Confina a lev. la contrada di Pescaria mezz. — Pasini ora Ventura, pon. roggia e contrada di S. Nicolò e tram. — Astori» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10500, 14208).
1852*Appartiene ai fratelli Sedi (Competenze, I, f. 23v).
1876*Rivendita di liquori e commestibili diversi di Giuseppe Cantoni (AVOGADRO, 147).
1937 Casa di un arco di tre piani di due finestre. Negozio di manifatture Carlini - Zamboni.
866
1774, sett. 30*Sulla casa grava un livello a favore del convento dei Domenicani, come si deduce dalle confinazioni condotte dal pubblico perito Nicolò Antonio Codutti su istanza del sindaco del convento stesso, p. Giusto Fontanini: «Casa situata — in Mercanovo, nella contrada di Pescharia, censiva al — convento, possessa dal sig. Bortolomio q. — Carlo Astori di questa città e da esso abitata, qual confina a lev. strada pubblica detta contrada di Pescharia, mezodν casa del sig. Nicolò q. G.B. Riù, pon. et a tram. altre case — del —sig. Astori —; sopra la qual casa il — sig. Astori paga al convento di S. Pietro Martire annualmente di censo perpetuo in contadi —L 1 s 3 1/2» (A.S.U., C.R.S., 783/28, n. VI).
1801 È di Giovanni Astori, poi Tellini (Registro anagrafico, f. 22r).
1805, dic. 15 Giovanni Astori vende ad Angelo e Francesco Deliadonna due terzi della casa (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, 540, f. 561r — 562r).
1809*Appartiene al patrocinatore Giovanni Astori (Registro delli aloggi, f. 23v).
1852*Appartiene a Giovanni Astori (Competenze, I, f. 23v).
1876*Negozio di coloniali dei fratelli Andreoli; vi ha pure studio l’avvocato G.B. Andreoli (COSMI-AVOGADRO, 85, 91), segnalato ancora qui nel 1883 (AVOGADRO, 138).
1937 Casa di un arco, a due piani, di due finestre. Pasticceria Barbaro.
867
1494, dic. 18 «— Ser Iacobus Clapici notarius q. — mag. Francesci Clapici sertoris, precio decem ducatorum —, quod — precium — confessus — fuit — se — recepisse — a ser Vincentio commestabile ad Portam Glemonę Utini et ser Mapheo fratribus draperiis q. ser Donati de Bergamo — habitatoribus terrę Utini —, vendidit — unum livellum — unius starii frumenti — annuatim persolvendum — specialiter — super domo habitationis prędicti ser Jacobi — murata, solerata et cuppis cohoperta, sita in contrata appellata Spellavilan, ab uno latere iuxta — ser Petrum de Corbellis, ab alio latere iuxta — doctorem Iacominum de Lancellis, a parte anteriori iuxta viam publicam et a posteriori iuxta murum castellanum —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Instr. 1481-1503, f. 99v — 100v).
1801 È di Giuseppe Scrosoppi (Nomenclatura, f. 22r; Registro anagrafico, f. 22r).
1809*È di Paolo Scrosoppi (Registro delli aloggi, f. 23v).
1812, magg. 26*In seguito ad atto oppignorativo del 10 marzo, asta di una stanza contro il debitore Paolo Scrosoppi: «una stanza a pianterreno al n. 867, a lev. sig. Giuseppe Astori, a pon. sig. Angelo Deliadonna» (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 9).
1812, ag. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 14 maggio, nei confronti del debitore Paolo Scrosoppi, asta di «una stanza a pian terreno ad uso di bottega» (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 179).
1814, apr. 2*In seguito ad atto oppignorativo del 9 giugno 1813 nei confronti di Paolo Scrosoppi, asta di «una stanza a pian terreno dal corpo della casa — al n. 867, serviente ad uso di bottega». Dopo un secondo atto oppignorativo del 14 genn. 1814, a pregiudizio dello stesso Scrosoppi, viene messa all’asta al primo piano della stessa casa una stanza «ad uso di camera» (A.S.U., C.N., 81, Avviso d’asta per mora pagamento imposta prediale, IV rata 1813).
1818, mar. 27*Bernardino Vicario, esercente di lino, canapa e cordami al n. 867, chiede, senza peraltro ottenerlo, il permesso di continuare a esporre le merci in ceste «nel portico dirimpeto fra le due colone col lasciare il libero transito — e di apendere alle travi del portico delle cordicelle della altezza attuale innocua al pubblico incomodo» (A.S.U., C.A. I, 18/II, 909 Orn. II C).
1822, genn. 21 È di Bernardino e fratelli Pasini (A.S.U., C.A. I, 68, 337 Orn. II C).
 *I proprietari presentano progetto per riformare le imposte della bottega (ibid.).
1826, ag. 21 La casa è di Angelo Deliadonna; viene acquistata all’asta da Pietro Dainese (notizia tratta dall’atto del 5 febbr. 1828 del Paderni. Vedasi infra).
1827, ott. 21 È di Pietro Dainese. Casa di tre piani, di tre finestre l’uno, ad arco; facciata su due archi disuguali. Il proprietario chiede di riformare la facciata (A.S.U., C.A. I, 135/1827/XV, 4206 Orn. II C, con dis.).
1828, febbr. 5 Pietro Dainese la vende a Francesco e Nicolò Braida (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10471, 6111).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa alla fruttivendola Angela Piani e al venditore di lino Bernardo Vicario l’avviso municipale n. 1050 «per la remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1834, apr. 7 Francesco e Nicolò q. G.B. Braida vendono la casa 867 a Carlo di Angelo Giacomelli; confina a lev. calle Pescheria, pon. Giovanni Astori e Ottelio, mezz. Astori, tram. Giacomelli (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10560, 4191).
1835, magg. 6*Carlo Giacomelli «trovandosi — nella necessità di riformare le sue case n. 867 e 868 in — piazza S. Giacomo, presenta i disegni». La deputazione esprime parere favorevole in merito (A.S.U., C.A. I, 254/X, 2321 Orn. II C, con dis.; A.S.U., C.A. I, 254/X, 2321 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Carlo Giacomelli (Competenze, I, f. 23v).
1876 Oltre alla drogheria e negozio di coloniali di Carlo Giacomelli, la casa ospita la pizzicheria di Domenico Cantoni (COSMI-AVOGADRO, 91, 110).
868
1343 Giorgio Arcoloniani, detto Marchetto, stava nella sua casa «in foro Utini» (JOPPI, Notariorum, VIII, f. 107r).
1497, lugl. 6 Daniele Cremonese, maestro di scuola, chiede per le scuole un locale piϊ ampio di quello che sia il presente. Il comune prende in affitto una sala ed una stufa in casa Arcoloniani1 in Mercato nuovo (Acta, II, f. 131r — 131v).
1501, febbr. 9 Leonardo Arcoloniani, avendo un terreno vuoto presso la casa in Foro nuovo e presso altro terreno vuoto della città, dove una volta era il macello, propone di acquistare questo terreno a qualunque prezzo. Si delibera di dividere il terreno pubblico da quello dell’Arcoloniani e di decidere in seguito (Annales, XL, f. 50r).
1501, apr. 21 Si concede all’Arcoloniani il terreno pubblico «sito Utini, in Foro novo, iuxta ecclesiam S. Iacobi et iuxta terrenum vacuum ipsius ser Leonardi, quod quidem terrenum emptum fuit per comunitatem nostram a ser Alovisio et Francisco Michisoti de Avenzono et in quo terreno alias fuit macellum comunis Utini» (Annales, XL, f. 66r — 66v).
1502, dic. 27 «Ser Ioseph ac ser Petrus fratres q. ser Danielis Tonini pretio — ducatorum viginti octo — vendiderunt — ser Danerio de Merlana eorum fratri — unum annuum censum — unius marchę soldorum, quod — annuatim exigunt ab heredibus q. ser Blasii Savorgnani de Foro novo super angulo versus puteum S. Iacobi, iuxta domos nob. d. Iacobi et fratrum de Corbellis, a parte ante iuxta viam publicam et plateam Fori novi —» (B.C.U., ms. 1232, Perg. IV, not. Nicolò Madrisio).
1509*Dal rotolo di Gerolamo Onesti: «Ser Biasio de Forgiaria, fo fator del magn. mess. Antonio Savorgnan, paga de livello sopra le case della sua habitation poste in Mercà novo sul canton della cisterna, le qual case foreno de m. Lonardo Castellan pellizaro, come apar instrumento adν 28 zugno 1482 per man del q. ser Antonio Del Degan» (A.S.U., Arch. Florio, 288, f. 68r).
1582, febbr. 1 Tomaso della Porta e la moglie Vincenza q. Biagio Sauroniano vendono due terzi della casa loro pervenuta dall’eredità di Biagio Sauroniano «in contrata Fori novi super angulo de Taconariis» (A.S.U., N., Domenico Fabrizio, VII instr., f. 22r — 24v).
1801 Angelo Deliadonna (Nomenclatura, f. 33v).
1808, genn. 5 Angelo e Francesco q. Carlo Deliadonna vendono ad Andrea q. Antonio Vida la casa al n. 868 e due terzi della casa Astori al n. 867 per L 24155, confinante a lev. e tram. Mercatonuovo, mezz. casa Astori, pon. Ottelio (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10583, 11, registraz. dell’atto privato del 1 ott. 1807).
1809*È di Angelo e fratello Deliadona; affittuale è G.B. Arigoni (Registro delli aloggi, f. 23v).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al fruttivendolo Bortolo Cirich e al venditore di mastelli G.B. Vincenzutti l’avviso municipale n. 1050 «per la remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1832, giu. 6 «Carlo Metildo Pez per sé e come procuratore delli sigg. Francesco del fu Giovanni Carlo Deliadona, Teresa Luigia Deliadona ex monaca, Pietro Antonio e Giovanna n. Deliadona coniugi Pez, Francesco, Luigi, Giovanni, Teresa ed Enrico fratelli e figli di esso Pietro Antonio Pez, tutti domiciliati in Porpeto, ad eccezione di Francesco domiciliato in Gorizia —, vende — al sig. Carlo Giacomelli — la casa — in angolo della piazza San Giacomo, detto anco Mercatonuovo, al c. n. 868; confina a lev. piazza —, pon. Ottelio, mezz. — Braida Francesco in luogo Scrosoppo e tram. piazzetta del pozzo S. Giacomo —. Il prezzo — resta — convenuto —in austr. L 25250 —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10558, 3804).
1835*Vi ha negozio Carlo Giacomelli, uno dei quattro venditori di veleni della città (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1835, magg. 6 È di Carlo Giacomelli, che domanda di poter riformare la facciata delle due case 867-868 di due archi l’una. Ne risulta una unica casa sostenuta da colonne doriche. Vedasi n. 867.
1852*Con l’868 A, appartiene a Carlo Giacomelli (Competenze, I, f. 23v).
1936 È ridotta stile Novecento.
   
NOTE1Per gli Arcoloniani vedasi n. 37.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Udine XVI, 211; BRAIDOTTI, Udine, 6-7.
869
1383, mar. 18°Cristophorus porcarius q. Cignotti de Utino vendidit Iacobo q. Petri Curbelli1 de Tarcento quasdam domos et quandam curiam in Foro novo ad murum castellanum iuxta plateam Piscarie de Utino, iuxta macellatorium comunis Utini (B.C.U., ms. 944/II).
1392 «Christoforus porcarius Cignotti solvit pro anima olim Francisci a Bragis de livello cuiusdam domus site in pertinenciis Mercati novi, post becarias, iuxta Vidonum de Beglano et iuxta ‹murum› castellanum terre Utini et iuxta presb. Danielem de Coloreto Prati et viam, denarios quadraginta» (A.S.U., Confr. Calzolai, Libro rosso, II, f. 12r).
1395, ott. 31 Francesco Candido2 compera da Gregorio Arcoloniani per marche 60 di denari la grande casa in Mercato nuovo presso le case Ottacini (B.C.U., ms. Joppi 215; A.S.U., Arch. Lovaria, 38, Inventario scritture Candidi).
1406 «Çanitellus notarius q. Cordivadi de Porta Chusignaci Utini solvit de livello unius domus olim Francisci a Bracis murata et tegolis coperta, sita in Foro novo post ecclesiam — S. Iacobi iuxta terrenum ser Nicolai Candidi de Utino a duabus partibus et per ante est terrenum becharie Stephani becarii —, denarios XL quos legavit dictus q. Franciscus —» (A.S.U., Arch. Confr. Calzolai, 425, Libro rosso, III, f. 30v).
1410, mar. 30*«In Foro novo, in curia domorum — ser Curbelli —» (A.S.U., N., Giovanni Missulini, 5150, Prot. istr. 1410, f. 10v).
1485, magg. 7 «Deputati — concesserunt — ser Petro de Curbellis quod ipse possit fieri facere unum portellum parvum in domo sua quam emit, que fuit q. ser Antonii de Latisana civis Utinensis; ex quo portello possit exiri in collem et viridarium dicti ser Petri versus Postcollem. Et concesserunt sibi faciendi omnibus modis et conditionibus, sicut habent alii cives terre Utini portellas in muro castellano interiore terre Utini —» (Annales, XXXVI, f. 244r).
1497, sett. 5*«Utini, in Foro novo, in domibus solitæ habitationis — Andreę de Curbellis super salla —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. 1496-1533, f. 156r).
1619, mar. 9*«— Joannes Joseph Zanerius et Petrus Patriellus, — curatores filiorum q. d. Ioannis Josephi Albini —, vendiderunt — Jervasio Maioli, fνlio — Petri Bergomensis, civi et mercatori Utini —, unam — domum sitam Utini in Foro novo, cum curia et colle postposito, iuxta confines descriptos in æstimatione — et hoc — precio ducatorum trium mille quingentis septuaginta octo —» (A.S.U., N., Pietro Fistulario, III E, f. 95v — 97r).
1634, magg. 24 Supplica di Gervasio Maioli per poter costruire un ponte sulla roggia che unisca alla via pubblica la fabbrica nelle sue case da alcuni mesi principiata in Mercatonuovo. Viene esaudito, con l’imposizione dell’annuo censo di tre paia di pernici (Annales, LXXV, f. 17r — 17v).
1656, ag. 26°In Mercato nuovo, nelle case del nob. sig. co. Pierino Maioli (Arch. Prampero, Processo Prampero-Maioli, p. 10).
1669, mar. 23 Si esonera Giacomo Marchi, successo ai Maioli, dal pagamento del censo di pernici tre, in compenso d’aver ceduto gratuitamente per tre mesi la casa per abitazione dell’ecc. Girolamo Renier procuratore sopra i beni comunali (Annales, LXXXVI, f. 16r — 17r).
1685, ag. 11*«Fatto in Udine in Mercato-nuovo, in casa del sig. Giacomo Marchi —» (A.S.U., C.R.S., 546, Rot. 390, Istr. e test., f. 94r — 96v).
1744 «Marchi. La loro abitazione fu già dei Maioli presso la chiesa di S. Giacomo tra la piazza e il Borgo di S. Maria» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 192).
1767, sett. 25 Si concede al co. Tomaso e fratello Ottelio di demolire la poca quantità di muro rimasto dell’antico recinto che isolata sussiste sopra l’arco dell’apertura fatta nel passato secolo per una facile comunicazione della contrada di S. Maria con la pubblica piazza fra la chiesa di S. Giacomo e la casa Ottelio a condizione di conservar l’arco (Acta, LXXXVI, f. 201v — 202r).
 *Il documento precisa che il muro «ora toglie e impedisce un libero apperto lume ad una delle stanze della — abitazione —» (ibid.).
1788, magg. 24 Si concede ad Aurelia Marchi e nipoti Ottelio di poter gettare un arco fra la loro casa e la chiesa di S. Giacomo (A.S.U., C.A., 20/III, f. 13 , con dis.).
1801 Coo. Luigi e Giacomo Ottelio (Nomenclatura, f. 33v).
1802, lugl. 17*Dal verbale della fraterna di S. Giacomo e Ss.mo Sacramento di Mercatonuovo: «— Riconosciuto nella tenuta conferenza che la permissione implorata col memoriale delli — coo. Alvise e Giacomo fratelli Otttelio — di potersi valere del piccolo sito posto sopra il volto che appoggia alla casa Ottelio e corrisponde all’organo di questa chiesa —, ad oggetto di costruire una fenestrella per poter ascoltare la s. messa verso l’oblazione di fare un esborso a questa — fraterna d 800, ovvero di annualmente contribuire la somma di d 400, non pregiudica in minima parte li diritti e proprietà della fraterna stessa, resta proposta parte che sia — accordata la richiesta concessione con semplice titolo precario, verso l’annua prestazione di d 40, cosicché sia sempre in piena libertà la fraterna in qualunque tempo di poter riavere il sito medesimo, nel qual caso cessarà la presente contribuzione di d 40, e col debito in tal caso alli coo. Ottelio o loro eredi di ripristinare a tutte loro spese il sito predetto nel modo in cui presentemente si attrova —» (A.S.U., C.A. I, 329/VI).
1809*È di Alvise e fratello Ottelio (Registro delli aloggi, f. 23v).
1812, dic. 22*Per i fratelli Alvise e Giacomo Ottelio, il loro agente Leonardo Fantini chiede alle autorità competenti il permesso di «dare l’ingresso ad un mezzado terraneo della loro — abitazione, coscritto al n. 869 —, ove presentemente esiste una finestra nella facciata — sopra il Mercanovo». Il permesso è accordato (A.S.U., C.N., 180/XIX).
1821, giu. 3*Tommaso Ottelio chiede ed ottiene il permesso di aprire una finestra sopra la calle del Portello. La deputazione d’ornato sostiene la concessione, con la motivazione secondo la quale la modifica «va ad eseguirsi in una situazione quasi del tutto nascosta ed in fabbricato che per sua costruzione non può esigere né permettere regolarità di sorte» (A.S.U., C.A. I, 53/III, 2470 Orn. II C, con dis.).
1830, apr. 24*Alvise Ottelio, «desiderando — di munire il suo ponte sopra la roia, che dalla di lui casa mette alla contrada di S. Nicolò, di laterali in legno», presenta progetto. La commissione d’ornato esprime parere favorevole in merito (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 1595 Acque IV, con dis.).
1837, magg. 4 È di Alvise Ottelio, che domanda di abbassare il muro verso la roggia, demolire il portone di pietra e costruire un cancello in ferro (A.S.U., C.A. I, 269/III, 2401 Orn. II C, con dis.).
1837, ag. 3 - 1841, mar. 22 Carte relative ad un passaggio progettato dalla casa Ottelio alla chiesa di S. Giacomo (A.S.U., C.A. I, 329/VI, 4581 Orn. II C, con dis. firmato da Giuseppe Presani).
 *L’Ottelio sostiene di aver già ottenuto la necessaria licenza dall’autorità ecclesiastica. La deputazione d’ornato ritiene “ammissibile” il progetto ad alcune condizioni che precisa nei particolari (ibid.): Il podestà chiede alla fraterna di S. Giacomo e del Ss.mo Sacramento copia della concessione fatta e la invita a spiegare i motivi per i quali la famiglia Ottelio non abbia fatto uso di quella concessale il 17 luglio 1802; vuole inoltre sapere se quell’atto sia stato confermato o no all’autorità di allora. Inoltre ricorda che la concessione non si potrebbe rilasciare «senza un congruo corrispettivo in proporzione dell’utile che la famiglia Ottelio conseguirebbe dalla proposta aggiunta di fabbrica —» (ibid.).
1852*Proprietà del co. Alvise Ottelio (Competenze, I, f. 23v).
1875 La «casa al pozzo di S. Giacomo fu Corbelli sino al 1589, quindi Valvason-Corbelli, che nel 1632 la vendettero per d 3050 a Gervasio Maioli, quindi venduta ai nob. Marchi, da cui, per donna erede, in Ottelio; ultimamente comperata dal sig. Carlo Giacomelli (1875). Fino nel 1612 la detta casa aveva di dietro un colle, che apparteneva al munimento dell’antico recinto della città» (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 177v).
1876*Nel complesso sono ospitati lo studio dell’avv. Giuseppe Tell, il negozio di cristalli, terraglie e porcellane di Elisa Gobitti, la pizzicheria di Maria Celotti Vallis, nonché la drogheria di Angelo Scaini che svolge anche l’attività di cambiavalute. Vi ha inoltre recapito il sensale di cavalli Domenico Pepe (COSMI-AVOGADRO, 85, 89, 91, 110, 113).
1883*Oltre allo studio dell’avv. Tell, vi sono attivi tre negozi: di caloriferi e cucine economiche, di Elisa Gobitti; di seta, di G.B. Mazzaroli; di liquori e commestibili diversi, di G.B. Pellegrini (AVOGADRO, 138, 139, 142, 147, 156).
   
NOTE1Sulla famiglia Corbelli: MONTICOLI, Cronaca, 44.
 2Per la famiglia Candidi vedasi n. 427.
 3Per gli Ottelio vedasi BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 186-187, 298-300 e infra al n. 1683.
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 185-187; CORGNALI, Quistions di atualitβt. Parcè che in plazze dal Gran si ciate; ERMACORA, Guida, 156; FORLATI, Restauri, 56; Parti prese... 1880, 53; VENTURINI, San Giacomo, 31-32.
Chiesa di S. Giacomo
  Fu costruita nel 1370 dalla confraternita dei Pellicciai. La facciata è del Grassi del principio del sec. XVI. L’annessa chiesa della Concezione della Vergine fu eretta al principio del sec. XVIII. 1392. «Timporinusa et frater filii q. Agontani becarii de Utino solvunt in nativitate Domini pro anima olim Fanti, post mortem Mathye relicte dicti q. Fanti, de livello unius domus site in Mercato novo Utini, iuxta Stephanum becarium et iuxta Tisendam de Utino et iuxta viam Pescharie et iuxta Mercatum novum, denarios octuagintaa» (A.S.U., Arch. Confr. Calzolai, 425, Libro rosso, III, f. 12r).
  a aggiunta nella parte superiore della pagina: «modo solvit camerarius fraternitatis S. Iacobi».
1406 «Camerarius fraternitatis S. Iacobi pellipariorum de Utino — solvit annuatim eidem fraternitati in festo nativitatis Domini denarios octuaginta pro domo, que fuit Timporini et sui fratris filiorum q. Agontani de Utino, ruyna in ecclesia Divi Iacobi ubi est ianua et introytus ipsius ecclesie, iuxta quandam domum que fuit Sephani becarii, iuxta domum olim d. Thisende ruynatam in dicta ecclesia et a duabus partibus videlicet antea et a latere est et erat dictum Forum novum, quos ipsa fraternitas emit a Dominico filio dicti q. Agontani, prout de ipsa empcione constat publico instrumento manu Beltrandi q. ser Chozanelli de S. Vito Ambrosii notarii q. ser Alberti de Cuchanea in M°CCC°LXXXXVIJ°-XXIIJ° iunii1» (A.S.U., Arch. Confr. Calzolai, 425, Libro rosso, III, f. 30v).
[XIX secolo]°°Pianta della piazza antistante la chiesa con dei posteggi per i venditori di biade (B.C.U., A.C.A.).
   
NOTE1La notizia è riportata in volgare anche nella parte I del Libro rosso, f. 26r in data 24 giugno 1797.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, 175v - 178r; RAIMONDI, Gioia preziosa, p. 65-66.
   
BIBLIOGRAFIA BALDISSERA, Chiesa, 89; BATTISTELLA, La dolorosa e commovente istoria, 23; BERGAMINI, Architetti e lapicidi, 17, 40-41; BERGAMINI, Motivi, 7-16; BERGAMINI-TAVANO, Storia dell’arte, 273, 399, 414, 419, 443, 468; BIASUTTI, La chiesa di S. Giacomo; BRAGATO, Guida, 41-42; BRUSSICH, Contributo, 31-33; CAVALCASELLE, La pittura, 246-248; Del diritto di nomina; DE PIERO, Antiche parrocchie, 105-106; ERMACORA, Guida, 150-154; GEIGER, Antonio Carneo, 69; GIOSEFFI, Udine, 88, 90, 156-157, 168, 248; GOI, Problemi di scultura, 48, 53; Illustrazione, 209-210; JOPPI, Contributo IV, 126; di MANIAGO, Guida, 48; PARONI-BARBINA, Arte organaria, 33, 232-233; Parti prese... 1893, 48; PILO, Michelangelo Grigoletti, 193; Poesie per l’ingresso di Antonio Moro; de RENALDIS, Della pittura, 54, 78, 83, 91, 92; RIZZI, Mostra della pittura veneta del 700, 68-69; RIZZI, Pluralità, 232, 243, 302, 303, 309, 378, 404; RIZZI, Profilo... Il Quattrocento, 102, 103, 112; RIZZI, Storia... Il Seicento, 25, 29, 42, 71; RIZZI, Storia... Il Settecento, 20, 29; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 10-11, 21; 4 (1937), 4; C. SOMEDA de MARCO, Architetti e lapicidi, 316, 321; TENTORI, Udine, 295-296; VALE, Contributo, 29, 62; VALENTINIS, Udine antica, 13-14; VENTURINI, San Giacomo.
   
ICONOGRAFIA GIRONCOLI-DE BAURAIN, Stemma della città, n. 31; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 28; MURERO, Udine metropoli, n. 25; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 23.
870
1737, febbr. 12 Antonio q. Giovanni Domenico Vicario1 vende alla congregazione delle Anime del Purgatorio una casa in piazza Mercatonuovo, confinante a «1ev. con detta piazza, a mezz. con — Bernardina Vicaria e parte con la sacrestia della chiesa di S. Giacomo, a pon. con la roia, et a tram. con casa di habitazione degl’altri fratelli Vicarii» (A.S.U., N., Antonio Martinelli, 8264, filza).
1773, magg. 16 Natale Brovedan, avendo acquistata la casa in Mercato nuovo presso la chiesa di S. Giacomo, al lato sinistro della stessa, nel di cui cortivo che forma l’angolo d’essa sua abitazione formò, alla meglio, la bottega, desiderando estendere e continuare la casa sino all’angolo erigendo un arco simile a quello dei portici, chiede di poter piantare una colonna sul fondo pubblico (A.S.U., C.A., 14/1, 59).
1801 Natale Brovedani (Nomenclatura, f. 33v).
1809*È del negoziante Natale Brovedani e di Giuseppe Vicario; affittuali sono il libraio G.B. Micoli, il domestico Nicolò Ondervolt, l’industriante Nicolò Borco, Valentina Boccaletti, il «latonajo» Andrea Zuzzi, il domestico Giuseppe Gastaldis, il calzolaio Francesco Bidini, il libraio Pietro Giorda, il pistore Giuseppe Galiussi, gl’industrianti Antonio Treppo e Mattia Ondervolt, il negoziante Giovanni Picottini, il cameriere Santo Bettoni, l’arrotino Giuseppe Trasi (Registro delli aloggi, f. 24v).
1812, magg. 14*«— Giacomo q. Zuanne Orlando — cede — alla di lui futura sposa Lucia Maiolla — una porzione di casa — d’esso Orlando situata — in — Udine dal corpo delle case furono Brovedani, interna alla corte e dal corpo della casa n. — 870; confina —verso lev. con calisella consortiva —, a mezz. transito consortivo — a pon. ed a tram. Antonio q. Pietro Pilosio —, ed importa essa porzion di casa — L 1240 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10297, 265).
1812, nov. 17*«— Natale Antonio del fu Natale Brovedano negoziante —, domiciliato —al n. 870 —, loca al — dott. Pompeo del fu Daniele Billia — un apartamento — di sua ragione in secondo piano, consistente in cinque camere, cucina, tinello, salletta e locale per riporre le legna e pollame —» (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10426, 679).
1814, genn. 11*Nell’Elenco dei pistori, quali tengono depositi di farine presso di loro, è segnalato al n. 870 Giacomo Orlando (A.S.U., C.N., 185, 72 Pol.).
1821, dic. 17*Natale Antonio Brovedano «ai termini delli due avvisi 1 sett. e 7 dic. corr., riguardanti le riforme delle imposte e stipiti delle botteghe e case di questa città —, avendo stabilito di riformare li ribatti della sua bottega sottoposta alla sua casa d’abitazione in questo Mercanuovo al c.n. 870, — presenta — modello —» (A.S.U., C.A. I, 53/III, 5597 Orn. II C, con dis.).
1827, mar. 20 Natale Antonio fu Natale Brovedano ed Angela Cancellier coniugi vendono per L 33000 a Francesco fu Giovanni Micoli Toscano «la casa in — in Mercanuovo al c. n. 870, consistente in due botteghe in peppiano, magazzino retroposto, sei stanze rustiche pure ad uso di magazzino in peppiano, parte delle quali sono affittate, in primo piano sei camere civili ed una rustica per cucina, altre sette stanze simili, per grannaio una ed una per cucina, in secondo piano sette stanze rustiche e camere, in terzo camere ordinarie, una rustica e tre grannai ed in quarto piano grannai ed in quarto piano grannaio —». Confina a lev. Mercatonuovo, mezzodν piazzetta, pon. Micoli Toscano, Giacomo Orlandi e Domenico Petri, a tram. Antonio Pilosio, loco Zanon (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10553, 2840).
1831, sett. 27°Orsola q. Francesco Gozzi, vedova Bruni, moglie di Angelo Locarni, erede di Giuseppe Vicario, vende a Francesco e Giovanni fratelli Micoli Toscano porzione di fabbricato immedesimate nelle case al n. 870, furono Brovedan, per L 5600 (Not. Nicolò Cassacco).
1832, mar. 26*Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al salsamentario Pietro Sabucco l’avviso municipale n. 1050 con l’ordine di rimozione delle merci esposte dalla spazio pubblico (A.S.U., C.A. I, 193).
1835*In questa casa vende veleni Giuseppe Benuzzi, uno dei quattro negozianti del genere segnalati in città (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1836, ott. 11*Carlo Facci chiede ed ottiene il permesso di aprire una porta al posto di una finestra al pian terreno. L’ambiente è di sua proprietà (A.S.U., C.A. I, 254/X, 5676 Orn. II C).
1838, sett. 24 Era di Francesco Micoli Toscano (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 5336 Orn. II C, con dis.).
 *«— Determinatosi — di far riparare internamente le due botteghe poste a piano terreno della sua casa al c. n. 870, guardanti la piazza di Mercatonuovo, poté riconoscere che la faciata delli ribatti, anziché essere, come credeva, di pietra, invece ella è di legname fracido e malsicuro. Per togliere un tale inconveniente stabili di costruirla di pietra viva nella foggia che figura dal prospetto —». Ne ottiene l’approvazione (ibid.).
1842, magg. 16*Francesco Micoli Toscano presenta progetto per riformare la propria casa n. 870, «che guarda il canale della roggia —; domanda — di poter alzare ed ingrossare il muro attualmente sussistente a fiancheggio dell’alveo roiale occupando fondo proprio». Si prospettano varie difficoltà, anche perché il disegno, sebbene, a detta del proprietario, sia dell’ing. Ballini, non è firmato da un professionista, come invece richiederebbe il decreto 3 nov. 1805. Una composizione amichevole con le suore delle Zitelle confinanti avviene il 20 luglio (A.S.U., C.A. I, 359/IX, 2994 Orn. II C, con dis.).
1843, genn. 21*Vedasi rilievo planimetrico trasmesso dalla congregazione municipale alla deputazione comunale d’ornato per la sistemazione della proprietà Pecile (A.S.U., C.A. I, 359/IX).
1845, sett. 22 Lucia Majola D’Orlando vende a Carlo Giacomelli porzione della casa in Mercatonovo n. 870, confinante lev. callesella consortiva, mezz. transito consortivo, pon. e tram. Giacomelli, per L 1330. «La — porzion di casa viene costituita da una stanza con porzione di stanza annessa ad uso di cuccina dal suolo al coperto dalla metà della callesella promiscua e colla promiscuità del destro e delle scale cogli eredi Petri q. Sebastiano e dalla metà del transito consortivo per le corticelle a mezzodν —» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/II, 744).
1852*Le parti dall’870 A all’870 N sono di proprietà di Francesco Toscani (Competenze, I, f. 23v).
1854, apr. 15*L’Orlandi vuole rialzare la casa, che si trova a ponente di quella n. 870. Vorrebbe inoltre sostituire «al coperto attuale di copi, quello d’asfalto». Ne ottiene l’autorizzazione, purché ometta di aprire le finestre che gli vengono indicate (A.S.U., C.A. II, 66/1854, 2656 Orn. II C, con dis.).
 *L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958.
   
NOTE1Di una casa dello stesso personaggio in Mercatonuovo è data notizia in un atto rogato il 7 marzo 1710: «Fatto in Udine, in Mercà novo in casa del sig. Giovanni Domenico Vicario» (A.S.U., C.R.S., 546, Rot. 390, f. 140r).
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI, Motivi d’arte rinascimentale, 13-15; L. PALLADIO degli OLIVI-CAIMO DRAGONI, Memorie, 16; della PORTA, Toponomastica, 34.
871
1705, magg. 15 «Il — co. G.B. di Prampero — con li rev.mi co. Francesco decano e co. Enrico di lui figli —, imborsando il capitale di d 165 — di rata — di mesi cinque — dal sig. Giovanni q nob. — Antonio della casa situata in Mercà novo, nella contrada che porta a S. Pietro Martire, tra le case Zeneria e Mettis, — francano — detto Vicario dal capitale livellario di summa consimile che fu venduto dal q. — Griffoni al q. — co. Celso di Prampero, fu vicario generale patriarcale d’Aquileia, con instrumento 1692, 18 giugno, pure di man mia —» (A.S.U., N., Girolamo Dell’Oste, 7907, VIII instr., f. 168v — 169r).
1744 «Grifoni Antonio1, antiquario e numismatico, aveva la sua casa vicino alla chiesetta della Madonna del Rosario, casa venduta poi dal suo erede alli Zanoni mercanti di seta2» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 192).
1760, giu. 2 Si concede al sig. Antonio Zanon di fare nell’alveo della roia le opere necessarie per «la eretione dell’edificio alla bolognese» per la filatura della seta (Acta, 85, f. 121r).
[1761]*Antonio Zanon domanda il permesso di applicare un riparo alla ruota che deve collocare nella roggia per la sua filanda (A.S.U., C.A., 1/II, n. 121).
1780, ag. 14 «In relazione alla privata scrittura 11 aprile 1780 segnata dalli sigg. Giuseppe e fratelli Zanon per una parte e dal sig. Domenico Bidinosto per l’altra parte, — sono fin dal — 26 giugno cad. seguente le — stime della casa dominicale ed adiacenti fabbriche con sedifizio — di detti — Zanon e d’altre loro fabbriche ad uso di fornelli, il tutto posto in questa città, mediante i — pubbl. per. — Francesco Leonarduzzi e Niccolò Comuzzi coll’intervento anche del — per. — Antonio Bernardinis —, e sono pure seguite mediante altri periti in arte le stime degli edifizi e mobili inservienti al prefato sedifizio e cose degli edifizi e mobili pe’ predetti fornelli —; dovendosi —per esecuzione della premessa privata scrittura passare alla — stipulazione della compra e vendita —, li sigg. Tommaso e Francesco fratelli q. — Antonio Zanon, abitanti in Venezia, — per nome anco del sig. Giuseppe loro fratello — e — del sig. G.B. altro fratello —, hanno — venduto — al — sig. Domenico, figlio — del sig. Vincenzo Bidinosto — l’antonominata casa dominicale posta — nella contrada di S. Pietro Martire, vicina al Mercato novo, con fabbriche per uso dell’ediffizio di seta e con altre fabbriche e fondi aderenti, confinante il tutto unito a lev. colla —contrada di S. Pietro Martire, a mezz. case del sig. Natale Brovedano, a pon. la — roia e di là il borgo di S. Maria ed a tram. parte il —convento di S. Pietro Martire e parte gli eredi Scrigni ed eredi Di Cecco —; item tutti gli edifizi esistenti in dette fabbriche coi mobili inservienti al sedifizio —; item le fabbriche ad uso di fornelli, poste — nel borgo — di Poscolle con cortivi, le quali fabbriche con fondi annessi confinano a lev. con callesella promiscua, che mette capo nel detto borgo con — Vincenzo e fratello Sguazzi e con casa che resta in proprietà dei suddetti — Zanon, a mezz. con li — march. Mangili, a pon. con altra casa — d’essi — Zanon, con — Antonio Lanzutto e col sig. Domenico Moro ed a tram. con gli eredi Smiola e col nob. — Maffio Albini —; item gli edifizi di fornelli per filar seta in esse fabbriche coi mobili tutti aderenti egualmente descritti ed apprezziati in unione alle dette fabbriche e fondi nelle preccitate stime —; di piϊ essi Tommaso e Francesco — hanno ceduto — ad esso — Bidinosto — il ius che loro compete di valersi —, per l’antedetto sedifizio, dell’acqua della roia, che vi scorre annessa —. E queste vendite — fanno detti — fratelli — pel — prezzo — di d 22292 s 8 —» (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9790, XVI instrom., 1911, f. 2811v — 2814v).
1794, nov. 21 «Con la privata scrittura segnata li 25 apr. p.p. in Venezia dall’ill.mi sigg. Francesco, col — Giuseppe, Tommaso e Francesco fratelli Zanon q. Antonio e dall’altro fratello — G.B. li 15 magg. — in Bologna, si obbligarono li medesimi di vendere per il dν primo ottobre decorso al sig. Pietro q. —Antonio Pilosio di questa città —, la casa di loro abitazione situata in questa città, con tutti gli edifici annessi — nonché le fabbriche dominicali e coloniche con loro adiacenze situate nella villa di Risano, territorio di Cividale del Friuli, fabbriche, beni, molino, livelli —dipendenti dalle partite esistenti — nelli rottoli 1788 e successivi —, esclusevi unicamente le fabbriche in Udine vendute in addietro al sig. Giacomo Del Bon —. Li — sigg. — Zanon — hanno — venduto — tutte le suddette case, edifici, beni, capitali — raccolti nell’inventario 26 ott. p.p. — formato dal pubbl. per. — Antonio Bernardinis — per il convenuto prezzo di d 52500 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9977, XXIX instr., 2060, f. 2801r — 2805r).
1800, sett. 15*Lettera a Pietro Pilosio circa l’occupazione della sua casa ex Zanon da parte dei militari (A.S.U., C.A., 152/120).
1801 Pietro Pilosio. «Edifizio di seta e casa fu — Zanoni» (Nomenclatura, f. 33v).
1809*È di Pietro Pilosio. Affittuali sono il rigattiere G.B. Savia, il locandiere Melchiorre Contini, l’industriante Giuseppe Urbani, il facchino Giuseppe Passero (Registro delli aloggi, f. 24v).
1816°La casa già Zanon era di Antonio q. Pietro Pilosio (Arch. Pilosio, XV, p. 60).
1843, genn. 21*Vedasi rilievo planimetrico, trasmesso dalla congregazione municipale alla deputazione d’ornato per la sistemazione della zona di proprietà Pecile (A.S.U., C.A. I, 359/IX).
1845, apr. 3°Pietro Pilosio cede la casa alla moglie (Not. Antonio Cosattini).
1845, ag. 7 La nob. Caterina fu Giuseppe Simonetti, moglie di Pilosio, vende a Carlo Giacomelli, per austr. L 57000, le case in contrada di S. Pietro Martire n. 871; confinanti lev. Antonio Broili e Morelli de Rossi ed altri, mezz. Micoli Toscano ed altri, pon. roggia, tram. Gabriele Pecile ed Antonio Broili (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/II, 741).
1852*Appartiene, con 1’871 A e B, a Carlo Giacomelli (Competenze, I, f. 23v).
1861°È di Carlo Giacomelli (A.M., Atti Ornato, 1857-1861).
1867, febbr. 8 «Si accorda sanatoria per il lavoro di allineamento del portico nel nuovo rettifilo della contrada di S. Pietro Martire sulla fronte delle case Giacomelli e Toscano ai n. 871-870» (Parti prese ...1880, 13).
1876 Osteria “Al Romagnolo” (COSMI-AVOGADRO, 107).
 *Gestione di Paolo Scala (ibid.).
1883 Trattoria “Alla Terrazza” (AVOGADRO, 157).
 *Gestione di Antonio Segatti (ibid.).
1903, ott. 21*«È autorizzato il sindaco a concorrere all’asta per farsi acquirente per conto del comune della casa al n. 1078 dalla mappa di Udine città, se la giunta con apposita deliberazione ciò crederà conveniente e dentro i limiti di quella somma che la giunta stessa trovasse di stabilire» (Parti prese ...1903, 206).
   
NOTE1Di una casa Griffona in cui si trova una delle piϊ fornite librerie di Udine, parla Virginio Della Forza nella sua cronaca, ms. B.C.U., 608.
 2Nell’abbondante letteratura relativa alla figura e alla personalità di Antonio Zanon, l’attività dei suoi opifici udinesi è considerata in particolare nelle opere: BIASUTTI, La malalingua, e A. ZANON, Lettere a Fabio Asquini (1762-1769) a c. di L. CARGNELUTTI con introduzione di G.P. GRI, dove trovansi anche le indicazioni bibliografiche relative alla tecnologia e all’organizzazione dei mulini di seta del tempo.
   
BIBLIOGRAFIA BARTOLINI, Filande, 72, 73; BIASUTTI, Un problema biografico, 54; CICONI, Udine, 387-389; FALCIONI, Industrie, 340; KECHLER, Monografia, 11, 26; MARCHETTI, Uomini e tempi, 430; MIOTTI, Cenno sulle antiche opere, 24; Parti prese... 1880, 150; P. SOMEDA de MARCO, Via del Gelso, 131-137; ZANON, Lettere a Fabio Asquini, a c. di L. CARGNELUTTI, 19.
   
ICONOGRAFIA MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 29.
872
1690, giu. 15*«Udine, nella contrada di S. Pietro Martire, in casa d’habitatione del sig. Carlo Rimini» (A.S.U., C.R.S., 546, 390, f. 106r).
1692, apr. 11*«Fatto in Udene, in Mercà novo, nelle case del sig. Carlo Rimini» (ibid., f. 109r).
1744 «Rimini. Stavano nella casa contigua alli Zanoni verso la chiesa di S. Pietro Martire» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 192).
1801 Bernardino Foschiana (Nomenclatura, f. 33v). «Con molti affittuali» (ibid.).
1807, genn. 19*Stima e inventario della casa ad opera dei pubbl. per. Valentino Mestroni e Osvaldo Colomba. «Porzione di fabbrica a tram.: granaio, appartamento sotto il granaro —; primo apartamento sotto l’antescritto —; fabrica a mezzodν dell’antescritto —; granaro —; appartamento sotto il detto granaro —; appartamento in primo piano sopra la stanza terranea ad uso di osteria —; — pian terreno nella stanza ad uso osteria —; — stanza terranea a mezz. del cortivo —; — stanza ad angolo di lev., a tram. del cortivo —; promiscuità d’ingresso —, scalla di gradini di pietra n. 15 che dal piano tende all’appartamento superiore —» (Arch. Morelli de Rossi, 1, Divisioni Bisega).
1807, magg. 2 «Colla — operazione 19 genn. p.p. delli pubbl. per. Osvaldo Colomba e Valentino Mestrone segui la divisione fra li eredi della q. Dorotea Lossi, fu moglie del sig. Giovanni M Bisega, delle case con cortivo situate — nella contr. di S. Pietro Martire segnate in pubbl. numerazione 872, furono di detta — q. — Dorotea e tenute presentemente in semplice affitto dal sig. Giuseppe Broili. Estrate a sorte le tre parti indicate in detta operazione —, toccò la terza parte al sig. Giuseppe q. Angelo Padovani della Fortezza di Palma, anche come rappresentante il q. Angelo di lui fratello, ed alla sig. Maria di lui sorella, quali coeredi di detta — Dorotea Losi e per forma dell’altra carta odierna segnata da essi fratello e sorella Padovani, toccò alla specialità del — sig. Giuseppe del corpo dell’indicata terza parte, l’appartamento della parte di tram. sotto il granaro — e la stanza terranea pure a tram. — col diritto di promisquità di scalle, ingressi e corte, e per il valore in tutto di — ven. L 5380 —. Desiderando ora esso — Giuseppe Padovani dispore alla vendita della porzione dello stabile —, ha — alienato al — sig. Francesco Rossi l’appartamento e la stanza terranea descritti alli n. 2 e 9 delle — divisioni — per — lire — 5383 —» (Arch. Morelli de Rossi, 1, n. 1, not. Nicolò Cassacco).
1809 È di Giuseppe Broili (Registro delli aloggi, f. 24v).
 *Affittuali sono l’oste Giuseppe Crisman e il negoziante Girolamo Tosolini (ibid.).
1812, febbr. 8*Il commesso agli ornati Giuseppe Presani riferisce al podestà di Udine: «Sopra la suplica di Nicolò Bettini, presentata li 24 p.p. —, conferitomi sopra loco della casa n. 872 — ad esaminare il magazzino cui il medemo con ricorso dei 24 genn. fece conoscere essere intenzionato di ridurre ad uso di detto locale —, trovo che il progetto del ricorrente non abbia nulla di poter oporsi —». Dalla relazione risulta che il Bettini intende usare quattro o cinque fornelli per la cucina (A.S.U. , C.N., 184 Pol.).
1812 Osteria “Alla luna” (Esercenti).
 *Gestione di Girolamo Tosolino (ibid.).
1814, apr. 2 In seguito ad atto oppignorativo del 28 febbr., avviso d’asta per mora di pagamento della quarta rata dell’imposta prediale 1813: «una stanza a pian terreno che serviva ad uso di cucina dal corpo della casa coscritta al c.n. 872». Debitore risulta Andrea Gobbi per L 3,65 (A.S.U., C.N., 81).
1822 È di Giuseppe Broili (A.S.U., C.A. I, 68, 1404 Orn. II C).
 *Broili è proprietario della bottega, che vorrebbe riformare; ne presenta progetto, circa il quale la deputazione d’ornato suggerisce di trasformare l’arco della porta in un rettangolo (ibid.).
1825, genn. 27*Stampato (prot. n. 448) per la censura ai sensi della disciplinale 1 sett. 1821, n. 3941 e 3299, richiamata da quella del 14 marzo 1822, n. 1042 art. 5 e 6 con firma del podestà Mattioli: «Riforma del ribatto dell’osteria» (A.S.U., C.A. I, 100).
1841, dic. 19 «Mancato a’ vivi ab intestato li 5 marzo 1814 — Francesco Rossi, la — facoltà pervenne alli sigg. rev. p. Giuseppe e Battistina ved. Morelli fratello e sorella del defunto. In seguito — alle — divisioni 4 giugno 1816, formate dal pubblico perito — Gaetano Periotti —, questa porzione di casa fu assegnata in proprietà al — rev. — p. Giuseppe Rossi. Cessò di vivere li 16 nov. 1834 anche — p. Giuseppe Rossi e con suo testam. 21 marzo 1815 fu istituito erede il di lui nipote — Giovanni Morelli de Rossi —. Seguirono tra di lui e — Antonio Broili le trattative di vendita, in seguito alle quali Giovanni Morelli de Rossi — vende — al sudetto — Antonio Broili — la porzione di casa sita — in — contrada di S. Pietro Martire al c. n. 872 — tra li confini a lev. l’acquirente, pon. — Pilosio, mezz. cortile di questa ragione, tram. Nicola Chiappolino». Prezzo L 4200 (Arch. Morelli de Rossi, 20, e A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/I, 235).
1842, febbr. 12*«— Elena Morelli de Rossi Venerio — vende al — sig. Antonio Broili del fu Giuseppe — l’utile dominio del magazzino — posto in — contrada di S. Pietro Martire, consistente in un’ampia stanza terranea faciente parte della casa al c. n. 872, —; confina a lev. contrada — di S. Pietro Martire, mezz. portico della casa superiore ed oltre l’acquirente — Broili, pon. lo stesso — Broili ed a tram. Nicola Chiapolino —. Il prezzo della — vendita resta — convenuto in — austr. L 2550 —; assume esso Broili a tutto proprio carico — pagare l’annuo canone enfiteotico di austr. L 127,63 — dovuto al direttario —Enrico del fu nob. Giuseppe di Zucco —; siccome — detto magazzino si ritiene di ragione feudale censuale, — esso — Broili — assume a proprio carico quegli obblighi — che per tale marca di feudalità fossero per derivare dal presente — contratto —» (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/I, 235).
1843, genn. 21*Vedasi rilievo planimetrico, trasmesso dalla congregazione municipale alla deputazione d’ornato, per la sistemazione della zona di proprietà Pecile (A.S.U., C.A. I, 359/IX).
1852*Appartiene con l’872 A ad Antonio Broili (Competenze, I, f. 23v).
1853, nov. 4*Antonio Broili, dopo aver riparato la gronda della casa, come gli è stato imposto, inoltra domanda per «— fare la cornice ed applicarvi la relativa gronda —» (A.S.U., C.A. II, 66, 8160 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Odoardo Bon).
1854, mar. 28*Carlo Giacomelli «desidera — di ridurre il pianoterra della sua casa in contrada S. Pietro Martire al n. 872 —». Il permesso gli viene accordato (A.S.U., C.A. II, 2221 Orn. II C, con dis.).
1864*Anna Garbi Orlandi vi dirige una scuola privata (A.S.U., C.A. I, 876/IV, Istituti privati nel comune di Udine).
1948 Trattoria “S. Marino”.
873
1771, ott. 17*Giacomo Flumiani, agente dei fratelli Zanon, vende ad Anna Scrigna, moglie di G.B. Piva «un granaro — posto — presso la casa de’ medemi in contrada S. Pietro Martire e sovraposto alla casa abitata dalla predetta d. Anna, come erede Scrigno» per d 209 L 5 s 5 (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9788, VI instrom., 427, f. 912r — 916r, alleg. stima dei pubbl. per. Francesco Leonarduzzi per gli Zanon e Aurelio Manetti per Anna Scrigna).
1772, ag. 11*«— Tommaso e Francesco fratelli q. — Antonio Zanon —, tanto per la loro specialità, quanto per parte — delli sigg. Giuseppe e G.B. loro fratelli —, instarono annotarsi che, sebbene nella vendita fatta per conto — di tutti essi — Zanon a — Anna n. Scrigna, moglie di G.B. Piva —, con pubblico instromento 17 ott. — in mie note, d’un granaro di — detti — fratelli posto in questa città fra i confini espressi nella stima —, apparisce — stabilito il — prezzo — in d 209 L 5 s 5 —, contentano che — s’intenda regolato esso valore in soli d 130 s 3 —». Nella stima allegata si precisa che si tratta del granaio «— che fu venduto dal sig. Pietro Tramonti a mess. Nadal De Zorzi e poscia passato al — sig. Antonio Zanon —» (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9788, VII instrom., 533, f. 1137v — 1140r).
1801 G.B. Piva (Nomenclatura, f. 33v).
1809*È del muratore G.B. Piva e di Natale Noale. Affittuali sono il pistore Giacomo Orlando, il mastellaio Antonio Vicario, l’orefice Antonio Tavellio1 (Registro delli aloggi, f. 24v).
1810, ag. 21*I «capi mureri» Giovanni M. Pariotti e Andrea Zinio hanno presentato progetto di riforma della casa, che è stato respinto dalla deputazione d’ornato. Secondo il proprietario G.B. Piva, la casa è in rovina (A.S.U., C.N., 178/XIX).
1810, sett. 1*Vi abita l’orefice Antonio Tavellio (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10421, 321, Chiesa di S. Tommaso).
1812, lugl. 4*«Vendita fatta dalla sign. Maria n. Zanussi, moglie del sig. Andrea del fu Domenico Del Ponte —, al sig. Giuseppe del fu — Vincenzo Broili — delle stanze in primo appartamento consistenti in n. 3 camere ed in camerino aldisopra d’una delle medesime nel corpo della casa sita in questa contrada, detta di S. Pietro Martire, coscritta al c.n. 873, pel prezzo — di it. — L 921 —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10323, Rep. III, 785, f. 10r).
1814, ag. 22 Anna Scrigno, ved. G.B. Piva, e figlio Francesco Piva vendono a Domenico q. G.B. Piva casa n. 873, confinante lev. contrada di S. Pietro M., mezz. Noale e Broili, pon. e tram. Pecile (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10301, 607, con stima).
1826, sett. 27 Domenico q. G.B. Piva vende a Nicolò q. Antonio Chiapolini la casa n. 873, confinante «a lev. con strada —, a mezz. —Giuseppe Broili, a pon. — Gabriele Pecile —, ed a tram. parte — Pecile — particella con —strada —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10311, 2185).
1836, ott. 22 «Angela — fu Natale Noale —vende — al sig. Gabriele Pecile — porzione della casa — portante il n. 873 — formata da camera, ossia camerone nella fabrica verso pon. sotto il volto di mattoni, altro camerone in primo piano —, cucina e peppiano sotto questo camerone —, metà di passalizi, scale e fondo e metà — della corticella comune —. Questa vendita si fa — pel prezzo — di austr. L 2697,69 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10613, 4955).
1852*Appartiene, col n. 873 A fino alla Z, a Nicolò Chiappolini (Competenze, I, f. 24v).
1876*Vi hanno negozio Celso di Prampero, che vende liquori e commestibili diversi, nonché Andrea Galvani2 che vende terraglie di produzione propria, oltre che porcellane e cristalli (COSMI-AVOGADRO, 92, 99, 114).
1883*La casa ospita tre negozi: quello del cappellaio Giusto Livotti, un secondo dei fornai fratelli Molinaris, un terzo di liquori e commestibili diversi di M. E. di Prampero (AVOGADRO, 141, 145, 147).
   
NOTE1Per i Tavellio vedasi n. 441.
 2Per Andrea Galvassi: Esposizione, 16; PICCO, Ricordi, 146.
Chiesa del Rosario
1578 Si fonda la Congregazione del Rosario1.
1608 I nob. sigg. Maseri donano alla congregazione del Rosario una casa che viene ridotta a cappella2.
1809, mar. 5*«È pervenuto in assoluto possesso del r. demanio il locale era ad uso di nutario, situato nella contrada di S. Pietro Martire — di provenienza della — fraterna del Rosario di Udine —. Li sigg. Domenico e Gabriele Angelo Pecile del sig. Paolo — chiesero di acquistare per trattativa il locale anzidetto col favore del r. decr. — 12 gennaio, regolamento — 13 marzo ed altro r. decr. — 28 sett. —, avendo depositata nel — 30 ott. —1808 la somma di it. L — 50 a titolo del preventivo valor del decimo —. Oggi — il direttore — li eccitò ad offrire un accrescimento di entità — oltre l’uno per cento di legge. Li sigg. Pecile — osservarono che detto locale è angusto ed in cativo stato, che per ridurlo abitabile vi occorono delle spese maggiori dell’importar dell’acquisto, che ciò atteso, non si dovrebbe portare di alcun aumento; ma che nondimeno — accordavano l’aumento di un uno — per cento. Il — direttore rimarcò di trattarsi di un locale in città, che la stima era in proporzione dell’attuale stato, che il miglioramento darebbe un aumento di fitto —. Replicarono li sigg. Pecile che, quando non si atterrasse totalmente, il fabbricato non è suscetibile d’inalzamento, che il fondo è angusto e che non si ricaverebbe un fitto corrispondente al dispendio e dichiararono che accordano definitivamente un altro un — per cento —. Il — direttore richiamò li — optanti ad assumere — gli obblighi —; al che — s’impegnarono di acquistare il locale suddetto per il prezzo — di it. — L 1800,394 oltre l’uno per cento di legge e l’aumento come sopra del due — per cento —» (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10431).
1809, lugl. 16 Il demanio vende a Domenico e Gabriele Pecile i locali ad uso di nutario nella contrada di S. Pietro Martire già della fraterna del Rosario, per L 1784 (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10420, 206).
1815, mar. 14*Nomina di una commissione per lo studio del progetto Pecile (Annales, CXXVIII, seduta 48, prot. 1813).
1815, ott. 6*Il progetto è accolto (Annales, CXXVIII, seduta 55, prot. 7161).
1824, apr. 12*«Relazione e stima dei lavori da eseguirsi per la demolizione dell’atrio addossato alla facciata della chiesa di S. Pietro Martire e del repristino della medesima nel primitivo suo stato verificato in esecuzione del municipale decreto 6 corr. n. 1257» (A.S.U., C.A. I, 89, 106 Provv. Gen. I).
1836, febbr. 10*Pianta delle contrade del Rosario e di S. Pietro Martire in Udine (A.S.U., C.A. I, 252/X).
1853, ott. 13*Gabriele del fu Paolo Pecile «allorché — era proprietario del locale sito al n. 874, era ad uso dei confratelli del Rosario pel deposito delle loro assise processionali, credette opportuno di provvisoriamente chiudere una delle due porte di esso locale e precisamente quella al nord colla mira di pervenire a togliere quelle schifose lordure che venero introdotte dopo atterrato quel muro di cinta, che ragiungeva i due oposti angoli, quello cioè della predetta scuola e quello della scuola di S. Pietro Martire, per dar luogo agli esercizi della guardia nazionale, alla quale con improvido consiglio fu destinata a quella turba distrutrice, sfacendata, mal diretta e sorvegliata in que’ tempi di politici sconvolgimenti. Ad altre misure si rivolse il sottoscritto onde togliere sν fatte turpitudine nel piϊ bel centro della nostra città non mai perdendo di vista il progetto pel mercato coperto dei cereali dal lato della piazza S. Giacomo e della vendita del pesce fresco al lato della roia. Progetto che, se mai ve ne era uno di pubblica utilità, era certamente questo, che tosto non mancherà del suo effetto, tal è la opinione del progettante sottoscritto manifestata fino dal 1812. Ma lasciando questo argomento, che l’amore del pubblico bene è stimolo in lui di questo cenno, e tornando alla chiusura della sumenzionata porta, il sottoscritto si onora di partecipare a codesta spett. congregazione municipale che egli è nella disposizione di riaprire quella porta —». L’ing. Scala approva la decisione (A.S.U., C.A. II, 66/1853, 7583 Orn. II C, con dis.).
   
NOTE1Senza citazione di fonte nel ms. della Porta.
 2Senza citazione di fonte nel ms. della Porta.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, 184r, 190r.
   
BIBLIOGRAFIA DAMIANI, Arte... Il Liberty, 89; DE PIERO, Antiche parrocchie, 108; della PORTA, Toponomastica, 245; de RUBEIS, Catalogo, 4 (1937), 4.
   
ICONOGRAFIA GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, n. 30; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 25; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 22.
874 Convento di S. Pietro Martire
  Tutti i fabbricati già convento di S. Pietro Martire, nella pianta Lavagnolo, portano, per errore, il n. 814. Questo numero comprende l’ex convento dei Domenicani prima dell’apertura della via Valvason, quindi i fabbricati posti da l’una e dall’altra parte della via.
1679, nov. 2[3]*Scrittura di locazione da parte del convento di S. Pietro Martire: «— Giovanni Francesco Gardani sottopriore et —Raimondo Del Bianco, deputati del consiglio — affittano — per anni tre — a m. Leonardo Regio del q. Bernardin di Spilimbergo — una casa posta in contrada di S. Maria contigua al horto del ortolano di detto convento —» (A.S.U., C.R.S., 783/16, Casa in borgo di S. Maria, n. XXIV).
1801 Chiesa dei Domenicani e convento (Nomenclatura, f. 33v).
1806, lugl. 28 Decreto di soppressione del convento di S. Pietro Martire riunito a S. Nicolò di Treviso (Bollettino delle leggi del Regno d’Italia, parte II, dal 1 maggio al 31 agosto 1806, 813).
1809 Sede della guardia nazionale (Registro delli aloggi, f. 24v — 25r).
 *Chiesa e convento di S. Pietro Martire (ibid.).
1811, dic. 17 Il demanio vende ai fratelli Pecile fu Paolo il convento di S. Pietro (A.S.U., C.A. I, 718/1, not. Antonio Lorio, n. 904, con stima del pubbl. per. Giuseppe Clochiatti).
 *L’atto riporta alcune notizie ufficiali: «Rimasto in assoluto possesso del r. demanio il locale de’ padri Domenicani di S. Pietro Martire —, pervenuto allo Stato in coerenza alla soppressione seguita a termini dei r. decreti 8 — giugno 1805 — e 28 — luglio 1806 — e successiva concentrazione di questi religiosi individui nel convento di Treviso, e reso il medesimo disponibile, stante il successivo — sgombramento della guardia nazionale dalla quale fu per molto tempo occupato si è per parte della direzion demaniale del Passariano rappresentato alla direzion generale del demanio, boschi e diritti uniti la convenienza di procedere alla vendita relativa del detto locale nel riflesso non tanto dello stato rovinoso nella quale si trovava, come parte di un fabbricato rimasto illeso dallo incendio sofferto nell’anno 1805 —, per cui erasi abbandonata ogni idea di riparo per le grandiose spese che potevano occorrere, quanto perché non era questa parte servibile a verun pubblico uso. Riconosciutosi diffatti dalla sulodata superiorità essere conveniente l’alienazione del predetto locale, come dal dispaccio — 9 febbraio 1810 — n. 2827, a patto che il compratore dovesse acquistare a stima separata ed a tutto danaro anche li materiali ammuchiati provenienti dai crolli seguiti ne’ vari tempi, si è dal sig. Pietro del fu Nadalin Rodati di Udine presentata, al n. 493/7 del protocollo delle opzioni nel giorno 14 — febbraio, una dimanda per l’acquisto del —locale e chiesa per persona da dichiarare a termini del disposto dalli r. decreti 29 — marzo e 27 — maggio 1809 — in comprova del pagamento di L — 1037,337 —. De-venendo quindi le — parti alla stipulazione del relativo formale istrumento —, Osvaldo — Perosa, direttore demaniale del Passariano vende — alli sigg. Gabriele e Domenico fratelli, figli del sig. Paolo Pecile commerciante —, a favore — de’ quali l’optante — Pietro Rodati — dichiara l’acquisto del detto locale —, l’assoluto dominio e possesso di detta proprietà —. Tale vendita — fa — il — direttor — per il prezzo d’it. — L 16405,684 —» (ibid.).
 °°Pianta del Convento (B.C.U., F. p., ms. 1310/29).
1822, lugl. 5 Convenzione fra i Pecile ed i sigg. Cantoni per l’erezione della casa Pecile (A.S.U., C.A. I, 68, Pol. Giud. IX D).
1823, dic. 6 Progetto della via Valvason e dei fabbricati da costruirsi (A.S.U., C.A. I, 81/XIII, 4692 Orn. II C, con dis.).
1825°Memoria sull’apertura della via Valvason (A.M., 1825, b. 100).
1830, ott. 23*La congregazione municipale alla deputazione d’ornato: «Nessun risultato venne finora offerto da codesta deputazione nell’argomento della casa Pecile da demolirsi per l’ampliazione della contrada del Giglio a S. Pietro Martire. D’altronde, importando che siano prese tutte le misure assicuranti l’esecuzione del progetto durante il corrente esercizio 1830, la congregazione municipale rinnova a codesta deputazione l’incombenza demandatagli col n. 3848 del 30 sett. passato e la impegna al corrispondente esaurimento entro il periodo di 8 giorni —» (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 4559).
1834, sett. 14*Dal verbale del consiglio comunale a proposito del «fondo occupato dai fratelli Pecile rimpetto la chiesa S. Pietro martire per sgombro sassi, sterquilineo e ripristino diritto comunale nell’uso di esso fondo —». La congregazione municipale viene incaricata «di agire nella sfera delle sue attribuzioni con la dipendenza, approvazione ed appoggio dell’i.r. delegazione. Ed in quanto a riconoscere il punto di diritto e di chi e quale, quello del comune sul fondo di cui si tratta, sia demandato l’esame e il referato ad una commissione di due cittadini nominabili dal consiglio per schede —» (A.S.U., C.A. I, 235/III).
1835, lugl. 16*Relazione di G. Billiani alla congregazione municipale sull’occupazione della piazza di S. Pietro Martire da parte dei Pecile: «— La pianta Spinelli del 1704 e la pianta 1811 dell’ing. Perusini accordansi nell’indicare, salvo alcune piccole differenze, come un piazzale e quindi come cosa spettante alla ragione del comune, e non già alla ragione privata, quel fondo esterno dirimpetto la chiesa di S. Pietro Martire, che trovavasi circoscritto tra i confini a lev. della contrada, a mezz. del soppresso oratorio e privati, a pon. del locale un tempo del soppresso convento di S. Pietro Martire ed a sett. del detto locale e chiesa. Anche il disegno dello stesso locale di esso convento, che servi di base e norma alla vendita, che del medesimo ebbe a fare il r. demanio alli fratelli Pecile del fu brolo col contratto 17 dic. 1811, nel quale appunto trovasi inferto, indica lo stesso fondo come piazzale rimasto e non compreso nella vendita, e diviso anzi dal convento venduto al vento di levante di esso locale da un muro di cinta che chiudea una corticella, a cui metteano due aperture d’uscio, una nuda e l’altra munita di serramento a due ante, come raccogliesi dalla stima e descrizione pur inserto nel detto contratto 1811. Nella mappa pure censuaria quel fondo apparisce come piazzale non censito, né marcato da alcuna lettera o numero, come lo è il locale del convento con la lettera Z e come lo sono le altre contermini proprietà coi rispettivi numeri» (A.S.U., C.A. I, 235/III).
1836 Atti relativi alle case Pecile (A.S.U., C.A. I, 252/X, con pianta delle contrade del Rosario e di S. Pietro Martire).
1853, ott. 30 Avviso: «Luigi Caselotti maestro privato elementare e calligrafo approvato, previene i concittadini che nel p.v. mese di novembre riaprirà la sua scuola privata elementare delle classi I, II e III in contrada del Rosario al n. 874 —» (“L’alchimista friulano”, 4, XLV, 30 ott. 1853, 552). L’avviso è ripetuto sulla rivista il 21 nov., 3, XLVII, 380).
1876 Vi erano le osterie “Al cane bianco”, “All’olmo”, “Al tamburino nazionale” su via Valvason (COSMI-AVOGADRO, 106, 107).
 *Nel complesso abitano due pittori decoratori: nella parte P, Giuseppe Comuzzi1 e nella parte Q-R, Ferdinando Simoni2 (COSMI-AVOGADRO, 110). La parte G-H è occupata dal negoziante di cereali Antonio D’Este (ibid., 90).
1883 Osteria “Alla Ledra”, via Valvason 10 (AVOGADRO, 152).
 *Gestione di Armelina Nardoni (ibid.).
1883-1937 Osteria “Al Vitello d’oro”, via Valvason 2 (AVOGADRO, 151).
 *Nell’83 era gestita da Giacomo Comino (ibid.).
1883 Osteria “Al Selvatico”, via Sarpi 6 (AVOGADRO, 151).
 *Gestione di Antonio Fulvio (ibid.).
1927, lugl. Vengono abbattuti i fabbricati già Pecile e la pescheria, acquistati dalla Cassa di risparmio per l’erezione del fabbricato dell’esattoria3.
   
NOTE1Per il pittore Giuseppe Comuzzi: BIASUTTI, La parrocchia di S. Giacomo, 43.
 2Per il pittore Ferdinando Simoni: P[ICCO], Clotilde Si-mani; S[ACCOMANI], Il ristauro, 41.
 3Per la bibliografia sul convento, vedasi la chiesa di S. Pietro Martire.
Chiesa di S. Pietro Martire
1285 Furono fondati il convento e la chiesa che fu ricostruita ed ampliata nel 14381.
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 04 febbr. 2004 ai sensi del D.Lgs. 42/2004.
   
NOTE1Sulle vicende ottocentesche del complesso, oltre alle opere citate nella bibliografia, vedansi il fascicolo atti riguardanti la riduzione e la sistemazione della chiesa, 1826 giugno e la relazione della deputazione d’ornato circa la demolizione delle cappelle e la sistemazione della facciata (A.S.U., C.A. I, 123/IX).
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 178r; RAIMONDI, Gioia preziosa, p. 68-71.
   
BIBLIOGRAFIA BALDISSERA, Chiesa cattolica, 91-92; BERGAMINI PONTA, Giovanni Martini, 26-30, 37; BRAGATO, Guida, 42-43; BRAIDOTTI, Udine, 23; CAPODAGLI, Udine illustrata, 253; CAVALCASELLE, La pittura, 20, 35-37, 72, 77, 117, 132, 146, 244, 246, 248-250, 288, 293; Considerazioni, 11-12; DELL’OSTE, Il convento e la chiesa di S. Pietro Martire in Udine; DEL PUPPO, Monumenti cittadini, 210; DE PIERO, Antiche parrocchie, 107-108; Elogio del p. Gian Vincenzo Maria Marzari; ERMACORA, Guida, 154-156; ERMACORA, Vini, 90; GIOSEFFI, Udine, 27; GRASSI, Monografia, 18; Indulgenze concesse alla ven. congregazione delle cappe; JOPPI, Udine prima del 1425, XI, XIII; di MANIAGO, Guida, 49-50; MIOTTI, Cenno sulle antiche opere, 23, 26; Nei funerali del giorno settimo; Parti prese... 1893, 90-91; G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, I, 200-201; L. PALLADIO degli OLIVI-G. CAIMO DRAGONI, Memorie, 18; PARONI-BARBINA, Arte organaria, 24, 234-235; della PORTA, Toponomastica, 245; de RENALDIS, Della pittura, 11-12, 14, 24, 34, 70; RIZZI, Storia... Il Seicento, 38, 40, 85; RIZZI, Lineamenti... Il Quattrocento, 89, 103, 115; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 11, 17; 3 (1937), 12-13; 4 (1937), 3-4; TEMPESTINI, Martino da Udine, 156; TENTORI, Architettura e architetti, 357; VALE, Contributo, 17, 49, 51, 63, 75-76; VALENTE, Via Paolo Sarpi, 11-13; VALENTINIS, Udine antica, 7, 14; Vita di S. Vincenzo Ferreri con le divozioni che si praticano nella chiesa di S. Pietro Martire in Udine.
   
ICONOGRAFIA CARLEVARIIS, [Trittico], P; GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine, 11; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, 27; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, 32; SPINELLI, Novissima pianta, 21.
875
1801 «Rr. pp. Domenicani» (Nomenclatura, f. 33v).
 *Affittuale Bortolo Sassi (ibid.).
1807, nov. 19*«Sono pervenute in — dominio del r. demanio due casette de vicini situate — nella contrada di S. Pietro Martire — n. 875 e 876, non inservienti ad alcun pubblico uso, di provenienza del soppresso convento di S. Pietro Martire —. Giuseppe Fabrizio, domiciliato al n. 940 —, s’impegna di acquistare le due casette — per — it. —L 1974,20 —» (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10431, 14).
1808, febbr. 19 Il r. demanio vende a Giuseppe di Antonio Fabrizio, che compera per il nob. Enrico di Zucco, le due casette n. 875-876 che erano state del convento di S. Domenico (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10418, filza istr. 1807-1808, n. 46 e 47).
1809*Appartiene a Enrico di Zucco. Affittuale è il «carrer» Bortolo Salice (Registro delli aloggi, f. 24v).
1852*Appartiene a Nicolò Chiappolini (Competenze, I, f. 24v).
876
 *Nei documenti del convento di S. Pietro Martire, alla quale appartiene fino al 1806, è chiamata casa dietro il coro.
1618, sett. 30*«— Hippolitus M. Taleapetra bacalareus prior —. Sixtus Sandolinus Utinensis sacrae theologiae magister et — Lodovicus Porcarius subprior —, Rugerius Plettus —, Benedictus — Mardis, — Albertus Candani de Monte Silice, — Bonifacius Perabonus lector, Ioannes Sixtus Nimis, — Thomas Tassello de Padova, — Sixtus Pasqualis de Tarvisio omnes de familia dicti conventus — constituerunt d. Christophoro Rigla, filio d. Antonii Cini et mercatori Utini et paterno nomine stipulanti — annuam responsionem livellariam librarum septuaginta quatuor soldorum 8 —, persolvendam in singula die ultima septembris — super una dicti — conventus canipa cum adherenti stabulo, posita in contrata S. Petri Martiris, iuxta ab ortu solis viam publicam —, a meridie et occasu hortacium — conventus et a montibus aedes — Gabrielis de Zucco —» (A.S.U., C.R.S., 783/18, Casa dietro il coro, 287-288).
1685, magg. 9*«Il — p. fra’ Benedetto Polame, lettor priore, e fra Giovanni Porta, predicator generale, — locano — a m. Gioseffo Vidone q. ser Biasio d’Artegna, habitante in questa città —, la casetta di muro coperta di coppi posta in questa città —; confina a sol lev. strada publica, a mezo dν et a sol a monte col stesso — convento et alli monti con li nob. — Ferdinando e fratelli di Zucco —». Nell’inventario allegato, si precisa che la casa consta di «tre stanze a piepiano, cioè camera, stalla verso il nostro coro et altra sotto il volto contigua alla casa — di Zucco —» (A.S.U., C.R.S., 783/18, Casa dietro il coro, n. XXV). Seguono locazioni del 24 magg. 1694, a Giuseppe q. Biagio Vidone da Artegna; del 19 ag. 1698 a Francesco di Zirraco Padovano, del 15 nov. 1702 a Francesco del q. Giuseppe Masotto, con il magazzino sito sotto il coro della chiesa con la stalletta annessa. Vi è infine una confinazione del pubblico perito Nicolò Codutti in data 5 sett. 1774: «Una casa con picola corticella —, che confina a lev. strada publica del borgo, mezodν altra casa di ragione del convento medesimo e parte coo. Zuchi ed a tram. detti — coo. Zuchi —» (A.S.U., C.R.S., 783/18, Casa dietro il coro, f. 354r). Nel 1775 si aggiunge: «Nella corticella vi è ora un porcile il quale fu fatto da Santo Zamparo —» (ibid.). Nel 1787 è ancora affittuale detto Zamparo (ibid.).
1801 «Rr. pp. Domenicani» (Nomenclatura, f. 33v).
 *Affittuale Susanna Zampari (ibid.).
1807, nov. 19*Vedasi n. 875.
1809*È di Enrico di Zucco. Affittuale è l’agente Taddeo Tadeo (Registro delli aloggi, f. 24v).
1852*Appartiene ad Enrico Zucco (Competenze, I, f. 24v).
1858°È del co. Enrico di Zucco q. Giuseppe. Viene riformata. Risulta casa a due piani di cinque finestre al primo, tre al secondo, ai lati due terrazzette (A.M., Ornato, 1857-1864).
1883*La casa ospita lo studio del dentista dott. Odoardo Toso e la fabrica di parafulmini di G.B. De Faccio1 (AVOGADRO, 143, 153).
   
NOTE1Per G.B. De Faccio: FALCIONI, Industrie udinesi, 315.
   
BIBLIOGRAFIA MIOTTI, Cenno sulle antiche opere, 23.
877
1407, genn. 18 «Frescus de Cuchanea emit a Zuanuto Boni partem orti positi in Puscolo penes fratres Sancti Petri Martiris et penes Curbellum, Carta manu ser Ieronimi de Brunaciis» (B.C.U., ms. Joppi 74, f. 14r).
1407, giu. 20 «Fratres S. Petri Martiris permutaverunt partem orti positi penes Tomasium Nicoleti et penes mag. Iacobum cerdonem cum Frescho de Cuchanea et idem — dedit fratribus — terrenum quod ipse emit a ser Zuanuto Boni, quod terrenum est penes ipsos fratres et penes Curbellum. Carta manu ser Ieronimi de Brunaciis» (ibid.).
1744 «Zucco. Il ramo di Arnoldo q. Francesco aveva casa presso la chiesa. Prima del 1744, i Frangipane del ramo di Cesare Augusto abitarono la casa dei Zucco presso S. Pietro Martire» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 192).
1801 Eredi q. co. Giovanni Enrico di Zucco, «loro abitazione» (Nomenclatura, f. 33v).
1809*Fabio e fratelli Torriani (Registro delli aloggi, f. 24v).
1839, magg. 14 È di Enrico di Zucco. Trasforma in parte le quattro finestre quadrate sotto il portico (A.S.U., C.A. I, 299/1839/XX, 2472 Orn. II C, con dis.).
1839, magg. 31*Enrico di Zucco chiede di rettificare la linea del muro del prospetto, secondo il disegno allegato (A.S.U., C.A. I, 299/XX, 2783 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Enrico Zucco (Competenze, I, f. 24v). Alla morte del co. Enrico di Zucco la casa passò al fratellastro co. Lucio della Torre, quindi alla figlia Teresa Felissent, che la vendette a Frizzi, negoziante di seta (Arch. Frangipane, ms. 1510, Schede per case).
1876*Manifattura di tessuti di Biagio Moro (COSMI-AVOGADRO, 100), ancora segnalata nel 1883 (AVOGADRO, 148).
1950 È di Caracci1.
   
NOTE1Una diversa mano annota: «Nella chiave dell’arco del portone, stemma Zucco».
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 115; MIOTTI, Cenno sulle antiche opere, 23.
878
  Questo numero comprende due case: una a due archi, cinque piani di due finestre, l’altra di un arco, tre piani di due finestre.
1801 Candido Del Negro (Nomenclatura, f. 33v).
1809*Appartiene a Candido e fratello del Negro (Registro delli aloggi, f. 24v).
1824, febbr. 20*La deputazione d’ornato esprime parere favorevole alla congregazione municipale circa il permesso da accordarsi a Vincenzo Rainis per esporre le merci in canestri dal diametro non maggiore di 70 cm, sotto le arcate delle case n. 878 e 880 (A.S.U., C.A. I, 89/X, 38).
1833, dic. 16*Carlo q. G.B. Facci «divenuto — per forma delli due contratti del dν 9 e 10 ott. decorso proprietario della casa —n. 878 fu ragione della sign. Giovanna Visentini Del Negro, ha divisato di migliorare il prospetto attuale del pian terreno esistente nel portico di essa, conciliando con la configurazione e distribuzione interna le viste dell’ornato pubblico —». Il permesso è accordato con la raccomandazione di ripavimentare il portico (A.S.U., C.A. I, 206/I, 5680 Orn. II C, con dis.).
1833, dic. 23*Convocazione di Carlo Facci presso la deputazione d’ornato «— perché si assuma l’obbligo del restauro del marciapiedi nel sottoportico della di lui casa n. 878 —» (A.S.U., C.A. I, 206/I, 5781 Orn. II C).
1838 Era dei Facci. Vedasi n. 879 (A.S.U., C.A. I, 285/VIII, 3062 Orn. II C).
1850*Carlo Facci vi gestisce una filanda di seta con 24 fornelli (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 74).
1852*Appartiene a Carlo Facci (Competenze, I, f. 24v).
1858*Valentino Rubini vi gestisce una filanda per seta con 38 fornelli (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 12).
1876*Nell’edificio, oltre allo studio del compositore e professore di strumenti ad arco Luigi Casioli, è ospitato il “negozio di seta” di Valentino Rubini (COSMI-AVOGADRO, 103, 114).
1883 Filanda dei fratelli Rubini (AVOGADRO, 145).
879
1550, mar. 3*«— Ser Andreas q. ser Dominici de Brignano cordarolus Utini, patruus q. ser Dominici — ex q. ser Antonio eius fratre, et Leonardus Stellonus q. ser Iacobi tonsoris de burgo S. Luciæ Utini, socer dicti ser Dominici, ambo Utini habitantes, uti — gubernatores filiorum et heredum q. ser Dominici cum presentia — ser Ludovici a Valle causidici Utini eorum procuratoris —, allivellaverunt — nob. d. Odorico q. d. Ioannis de Freschis de Cucanea ex generosis castellanis — civi Utinati —, unam domum de muro solleratam tribus soliis, cuppis copertam, sitam Utini in capite Fori veteris, tendendo versus ecclesiam Divi Petri Martiris, iuxta a solis ortu domos nob. d. Prosdocimi de Sbroyavaccha, civis Utini, a meridie stratam publicam, ab occasu et a septentrione curiam et hortum — emphiteotorum — solvendo annuatim dicto emphitheota in quolibet festo nativitatis Domini nostri Iesu Christi dictis — heredibus — de livello in ratione ducatorum quinque pro centenario iuxta valorem dictæ domus per praedictos aestimandæ in termino quindecim dierum —» (A.S.U., N., Mario Albino, Istr. 1550, f. 6v — 7v).
1755, mar. 22*«Essendo angusta la casa di abitazione di me sotoscritto —, situata in contrada di S. Pietro Martire fra la casa Pisenti e quella fu Scalla, sono in necessità di erigere una camera sopra il portone d’ingresso de carri con trasporto con il mez[zo di] una collona nella maniera in cui sussiste la casa stessa. Come però io non posso accingermi all’opera senza il beneplacito di V.S. Ill.ma, così mi presento a supplicare la benigna permissione del trasporto suddetto — Domenico Pecile» (A.S.U., C.A., 20/6; A.S.U., Archivio della Porta, b. 12, firmato da G.B. Peruzzi).
1801 Gabriele q. Domenico Pecile (Nomenclatura, f. 33v).
1809*Appartiene al negoziante Gabriele Pecile (Registro delli aloggi, f. 24v).
1838, giu. 13 È di Sebastiano Pecile q. Gabriele. Viene alzata (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 3062 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Carlo Facci (Competenze, I, f. 24v).
1876*Falegnameria di Giuseppe Morascutti (COSMI-AVOGADRO, 93).
1883 Macelleria di Pietro Rumignani (AVOGADRO, 148).
1890 È di G.B. Clama. Casa di due archi; tre piani di quattro finestre.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939.
880
1512, febbr. 4 «Actum Utini, in capite Mercati veteris, in domo habitationis filiorum et heredum q. nob. ser Prodocimi de Sbrogliavacca1 —» (A.S.U., N., Antonio Medano, 5544, Quat. IV, f. 10v).
1549, magg. 14*Appartiene a Prosdocimo Sbroiavacca. Vedasi n. 881.
1575 Appartiene agli eredi di Pietro Antonio Sbroiavacca. Vedasi n. 881.
1621 Il nob. Pietro Antonio q. Marc’Antonio Sbroiavacca paga L 86 s 16. Livello acquistato 1562, dic. 11, in atti Andrea Diana, «sopra la casa della propria habitatione posta in la contrada di S. Pietro Martire verso lo capo di Mercavecchio, confinante da una banda appresso la casa dell’ecc. fisico mess. Paolo Regolino, dall’altra banda appresso la casa delli heredi del nob. mess. Odorico Fresco di Cucagna, et dalla parte davanti appresso la strada — et di dietro appresso la roia mediante la loro corte. — La sudetta nota di acquisto si trova nel libro segnato con la spada, nostra insegna, a carta 21 tergo» (A.S.U., Arch. Florio, 149, Rot. F 1621, f. 12v).
1644, mar. 1*Francazione di detto livello (ibid.).
1752, ag. 26*Vi abitano i Pisenti. Vedasi n. 881.
1801 Nob. G.B. Pisenti (Nomenclatura, f. 33v).
1809*Appartiene a Pisenti e Manin2 (Registro delli aloggi, f. 24v).
1809, ag. 22 «— Casa3 nel borgo di S. Pietro Martire con cortivo ed orto, confina lev. G.B. q. Santo di Lenna e parte contrada tende al borgo di S. Cristoforo, mezzodν strada, pon. Gabriele Pecile, tram. roggia» (Allegato all’atto seguente).
1810, dic. 17 Giulio q. G.B. Pesenti vende a Gabriele q. Domenico Pecile la terza parte, dal fondo al colmo, con cortivo ed orto della casa ai n. 880-881 toccatagli nelle divisioni con i fratelli 22 ag. 18094 (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10355, Rep. II, 518, f. 2v).
1812, dic. 7 Istanza di Gabriele e G. Domenico Pecile per poter eseguire alcune riparazioni alla loro casa n. 880-881, in borgo S. Pietro Martire (A.S.U., C.N., 179/XIX).
1828°È di Manino Pesenti; arriva sino alla roggia. Il proprietario domanda di aprire una porta su la calle che conduce alla roggia (A.M., 1828, b. 148).
1837, apr. 18 È di Antonio Calmo Dragoni (A.S.U., C.A. I, 269/III, 1924 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario, «costretto a dover allargare la porta d’ingresso del magazzino di sua proprietà, tenutto ad uso di osteria, posto in contrada S. Pietro Martire al n. 880, perché troppo ristretta, onde introdurre botti di grande tenuta, divisò — di migliorare quel porticato coll’aprire due porte ponendole in mezzaria degl’archi —» (ibid.).
1837°È di Coceani (A.M., 1838, b. 285).
1852, sett. 25*G.B. Pesenti, «divisato avendo — d’innalzare ad un terzo appartamento porzione della casa situata in questa città al — n. 880 —», presenta un progetto che la deputazione d’ornato approva (A.S.U., C.A. II, 66/1852, 6926 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Giuseppe Moro).
1883 Osteria “Al Buon Pastore” (AVOGADRO, 151).
 *Gestione di Adelaide Maiocchi (ibid.). Nell’edificio ha recapito il vetturale pubblico Artidoro Brusini (AVOGADRO, 159).
1911, nov. 29 Il consiglio comunale accetta l’offerta dei Friulani dell’Argentina di una lapide a fra Paolo Sarpi.
1937 È del dott. Oscar Luzzatto5.
   
NOTE1Per gli Sbroiavacca: BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 182, 383; MONTICOLI, Cronaca, 53.
 2Vedasi per altro la notizia del 1828.
 3Pisenti.
 4L’atto non è piϊ reperibile. Gli estremi riferiti dal Repertorio risultano alquanto sommari, tanto che il numero della casa non viene neppure citato.
 5Nel ms. il dott. Luzzatto il 18 febbr. 1953 inseriva un foglietto con la seguente annotazione: «A richiamo del ms. Porta “Case di Udine”. Il busto di Paolo Sarpi è stato apposto con la sottostante epigrafe alla facciata della casa in Via Paolo Sarpi 18 il 20 settembre 1912. La casa era stata acquistata alla fine del 1911 dai fratelli Fanny e dr. Oscar Luzzatto, venditore l’avv. Pietro Coceani. Alla morte della sorella Fanny, a rinuncia della sua quota da parte del fratello Fabio (coerede di Fanny insieme al dott. Oscar) nel 1934, ne diviene unico proprietario il dott. Oscar Luzzatto fu Graziadio. Il busto, rimosso durante l’invasione del 1943-44 e allogato in un sotterraneo della Prefettura, è stato ricollocato al suo posto nel 1946 (sindaco di Udine l’avv. Giovanni Cosattini) a richiesta del dott. O. Luzzatto».
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 187; Epigrafi murarie, 28-29; VALENTINIS, Udine antica, 9.
881
1512, ott. 20*«Actum Utini in capite Foro veteri in domo habitationis nob. ser Antonii de Rainoldis1 —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. VII, f. 10r).
1549, magg. 14 Zuan Francesco Rinoldi vende a Paolo Rigolino2 «una casa posta in capo di Mercà vecchio, per d 900, la qual confina a oriente con la casa di ser Zuan Maria spiciaro, la qual al presente è del Torsi, a meggiodν con la strada —, da occidente con la casa del nob. — Prosdocimo Sbroiavacca et suo fratello, dai monti con una strada consortiva, la qual va al molin —» (A.S.U., Arch. Florio, 108/5, Memorie... Regolina, f. 11r).
1575 «Casa della propria habitation comprata da mess. Francesco Rinoldo in capo Mercà vecchio andando verso S. Pietro Martire, confina da l’oriente con un’altra casa fu di essi Rinoldi in fazza di Mercà vecchio, da l’occidente con li heredi del q. mess. Pietro Antonio Sbroiavacca, dalla parte davanti verso mezodν con la strada publica che va a S. Pietro Martire, dalla parte de drio, verso septentrion, mediante una altana et una cortesella, confina con un poco di stradella comune et con le parte de drio delle predette case di Sbroiavacca et Rinoldi et altre vicine insino a piedi del ponte che tende alla contrada di S. Christophoro. Et a questa casa alla parte de drio, mediante la stradella predetta, si aggionge una stalla cangiata con un’altra che risponde alla preditta delli Rinoldi. Et una et l’altra di queste dui terminano da l’altro canto con la roia che gli corre appresso». Acquistata il 14 marzo 1549 (A.S.U., Arch. Florio, 240, Rotolo Regolino, f. 10v).
1752, giu. 26 Giuseppe q. G.B. e Lucrezia Natola coniugi Picini per d 1704 L 6 vendono ai nob. fratelli Antonio e Giulio Pisenti la «casa di abitazione — posta in capo a Mercavecchio nella contrada che tende a S. Pietro Martire, la qual confina a lev. col sig. Camillo Favetti, a mezz. con strada — di detta contrada, a pon. con detti — compratori, ed ai monti parte colli medesimi e parte con stradella che conduce alla — roia —» (A.S.U., N., Giuseppe Andrea Pilosio de Zeraffinis, XX instr., 8873, 1194, f. 45v — 47r).
1752, ag. 26*Ai deputati della città: «Acquistata da noi Antonio e Giulio fratelli Pi-senti — la casa del sig. Giuseppe Picini, contermine a quella di nostra abitatione, al dissegno della neccessaria fabrica per cui unir amendue li cortivi, ci riesce indispensabile di trasportare il nostro portone d’ingresso a carri a pie’ della picciola riva, che dalla parte posteriore in contrada di S. Christoforo serve di consortiva alle due case predette, e chiudere con muro la riva medesima in modo però che resti nello stato attuale la publica stradda, che dà la comunicatione al ponte sopra la publica roia. Riccoriamo pertanto ad V.S.V.S. ill.me affin degnino decretare e permettere l’opera da noi divisata —» (A.S.U., C.A., 20/3).
1801 Nob. G.B. Pisenti (Nomenclatura, f. 33v).
 *Affittuale Caterina Franceschinis (ibid.).
1809*Appartiene a Pisenti e Manin (Registro delli aloggi, f. 24v).
1831, ott. 22 È di Leonardo Tavosanis (A.S.U., C.A. I, 182/V, 4673 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario fa presente alla deputazione d’ornato che «nella facciata sono le quattro finestre del primo piano con contorno di pietra e le altre superiori a queste sono di pietre cotte o sia mattoni». Chiede il permesso di cambiare queste ultime in pietra viva. Presenta il disegno, dove Giuseppe Presani figura come «assuntore della proposta». La deputazione d’ornato ritiene positiva la riforma e aggiunge che sarebbe anche auspicabile sostituire con pietra la colonna che non è di tale materiale. Sarebbe opportuno inoltre «che alle finestre in terzo piano vi fosse un contorno almeno in calce a finta pietra, il quale per la sua distanza potrebbe illudere e tollerarsi —» (ibid.).
1832, mar. 26*Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato a questo numero l’avviso municipale n. 1050 al pizzicagnolo G.B. Morelli (A.S.U., C.A. I, 193, Ellenco... esercenti).
1833, febbr. 14*Leonardo Tavosanis chiede ed ottiene il permesso di sostituire un gradino di pietra piacentina «alla sommità della rampa che mette alla casa 881 —» dove «esiste un logoro profilo ritenente il marciapiedi del porticato quanto pericoloso altrettanto sconcio» (A.S.U., C.A. I, 206/I, 579 Orn. II C).
1834, dic. 29*Leonardo Tavosanis inoltra domanda per «riformare la facciata della bottega sottoposta alla sua casa situata in fondi Mercatovecchio, vicina a quella del sig. Santo Di Lenna, portante il c.n. 881 —». Il permesso è accordato (A.S.U., C.A. I, 236/XVI, 6264 Orn. II C, con dis.).
1853, genn. 1*Vi si trasferisce l’ufficio della ricevitoria provinciale e cassa delegatizia (“L’alchimista friulano”, 4, IV, 9 genn. 1953, 16).
1867, ott. 16 «È da vendere una casa sita in Mercatovecchio al c.n. 881 ora denominata Trattoria e Birreria alli “Tre Amici”, avente due ingressi uno dal lato suddetto e l’altro dal lato del borgo S. Cristoforo. Questa è composta come segue: Piano terra cinque stanze con cucina, corte ridotta ad uso Giardinetto con due cantine, oltre a ciò havvi tre piani contenenti 15 stanze con tutte le relative mobiglie ed addobbi necessari a quell’esercizio. Chi desiderasse approfittare dell’acquisto si rivolga al domicilio del sottoscritto Giuseppe Snoy» (“Giornale di Udine”, 2, CCXLVI, 16 ott. 1867, 4).
1876*Trattoria e ristorante “Alla Fenice” di G. Martinis e laboratorio del falegname Luigi Collavitti (COSMI-AVOGADRO, 86, 93, 116).
1883 Birreria “Alla Fenice” (AVOGADRO, 139).
 *Gestione di M. Venier (ibid.).
1937 È del dott. Oscar Luzzatto.
   
NOTE1Per i Rinoldi: MONTICOLI, Cronaca, 35.
 2Per Paolo Regolino: P. SOMEDA de MARCO, Medici, 59-60.
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 187; BROILI, Le corse, 316; MIOTTI, Cenno sulle antiche opere, 23; VALENTINIS, Udine antica, 9.
882
1536, lugl. 8 «Nob. d. Ioannes Franciscus q. nob. Antonii de Raynoldis1 — in emphiteosim concessit egr. ser Iohanni Marię q. ser L... speciario — unam eius domum muratam, soleratam cuppisque cohopertam cum curia postposita sitam Utini in capite Fori veteris, iuxta a solis ortu domos illorum de Varaiis, a meridie iuxta Forum vetus et a solis occasu iuxta domum d. Raynoldi eius fratris, a parte posteriori iuxta stratam consortivam vocatam del Molin; item unum stabulum equorum situm in dicta strata del Molin, soleratum cuppisque cohopertum, iuxta stabulum mollendini hospitalis S. Marię Batutorum et iuxta stabulum d. Raynoldi fratris prędicti d. Ioannis — et iuxta rugiam et dictam stratam del Molin —» (B.C.U., ms. 1232, Perg. VIII, not. Giovanni del fu Francesco Pontano).
1578 «Bartolomeo e Giulio del Torso avevano una casa in capo Mercavecchio in loco detto Ruga del Giglio, confinante a Sud colla strada, a Nord coll’androna del Molino, ad Ovest colla casa del fisico Paolo Regolino, a est colla casa del pittore Cantinella (Valentino Blaceo not.)» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191).
1664, mar. 26°Il sig. Carlo Drezzavilla aveva concesso a godere la casa a Francesco Paderni, avendola ricevuta allo stesso titolo dai nob. Marcantonio ed Eugenio Stainero2. Il Paderni la cede ai Conti per d 500 (Not. Leonardo Pontoni).
1685, genn. 12*«— Fatto in Udine in capo Mercavecchio, nelle case delli nob. — fratelli Conti —» (A.S.U., N., Domenico Cancianini, 7642, Prot. 1685-1686, f. XIr).
1731, giu. 26 Casa d’abitazione dei sigg. Conti «— situata — in capo — Mercatovecchio ; confina a lev. parte nobb. — Girardis e parte sig. Bortolomio Menardinis, a mezz. la predetta contrada, a pon. sig. Gioseffo Picino et a tram. l’androna del molino del sig. Benedetto Buzzi —. Qual casa — fu di ragione delli qq. nob. — Marc’Antonio et Eugenio Staineri, date a godere al q. — Carlo Drezzavilla et poi sucesso nelle sue ragioni il q. —Francesco Paderno perito —» (A.S.U., N., Rocco Carminati, 7984, Allibramento Conti, f. 1v).
1738, magg. 17 «Passata nell’anno 1597 in potere degl’autori del nob. — Giovanni Lonardo Stainero la casa — situata in capo Mercà Vechio, per vendita fattali da — Tomaso e fratello Brateoli, per prezzo di d 2500 —, doppo piϊ anni cessa dalli qq. — Eugenio e Marc’Antonio zio e nipote Staineri — con titolo a godere agl’eredi del q. — Carlo Drezzavilla con instrom. 7 dic. 1657 et posteriormente da questi con simile titolo transferita nel q. — Francesco Paderno et indi pervenuta nelli — Gabriele e Christoforo fratelli Conti, poi nelli — coo. Bernardino e Francesco fratelli Beretta nell’occasion di subordinatione della facoltà Conti, et è quella medesima che presentemente viene goduta dalli sigg. Camillo e figli Favetti3 pur con titolo a godere, e desiderando questi d’acquistare la proprietà di detta casa —, hanno accordato che, esborsando li sudetti — Favetti lire due mille di moneta corrente, possino continuare — nel godimento e possesso della — casa e s’intenda pienamente transferita la proprietà della medesima —» (A.S.U., N., G.B. Fabrizio, 8138, f. 24r — 25v).
1795°«Casa in capo Mercatovecchio, confinante lev. Giuseppe Martinelli e parte Giacomo Comelli, mezzodν Mercatovecchio, e parte contrada di S. Pietro Martire, pon. nob. sig. G.B. Pisenti, a tram. contradella». Facciata: ps 5 corrispondente a m 8,50 (Not. Marco Grisolli, Divisioni Favetti).
1801 Francesco Favetti, calderaio (Nomenclatura, f. 33v).
1809 È di G.B. Di Lenna negoziante (Registro delli aloggi, f. 24v).
1819, giu. 18 È di G.B. Di Lenna. Il proprietario chiede di costruire il terzo piano, la loggia sul tetto e di ridurre a poggiolo la bifora del primo piano (A.S.U., C.A. I, 24/1819/XI, 2156 Orn. II C, con dis.).
1883*Drogheria di Francesco Minisini (AVOGADRO, 143).
1890 È di Francesco Minisini.
1944, genn. 31 Viene distrutta da una bomba aerea.
   
NOTE1I Rainoldi hanno casa in Mercatovecchio da oltre un secolo, come si deduce da un doc. del 1435, il quale registra un livello che grava sulla casa: «Heredes q. Nicolai Raynoldi solvunt annuatim in festo nativitatis Domini —de livello domus empte per — olim ser Nicolaum a m. Bartholomeo pellipario Curtoni, site in sumitate Fori veteris, cuius a duobus partibus possident dicti heredes, iuxta Martinum Chioli de Ronchis et per ante est via publica — den. LXXXta» (B.C.U., ms. E collez. ex osp., f. 44r).
 2La notizia autorizza a collocare sotto questo numero un dato che il della Porta attribuisce alla casa n. 788: «Sec. XVI. Vi fu un monte di pietà “in capo Marca vecchio nelle case de’ sigg. Staineri, fabricate tutte due ad un modo coi pozoli di ferro sopra la corte”» (RAIMONDI, Gioia preziosa, p. 73-74).
 3Nel ms. della Porta i Favetti sono definiti “calderai”; dall’atto citato però non si desume un dato del genere.
   
BIBLIOGRAFIA PICCO, Una artistica insegna di negozio.
883
1801 Angelo Castellani (Nomenclatura, f. 33v).
1809*Appartiene ad Angelo Castellani. Affittuale è l’agente Mattia Piuzzi (Registro delli aloggi, f. 24v).
1822, nov. 15 G.B. Bianchi e Maddalena Martinelli coniugi vendono ad Agostino fu Andrea Parisio di Brescia la casa n. 883; «confina a lev. — de Canal, mezz. contrada del Giglio, pon. — G.B. Di Lena e sett. Luigi Comelli. Questa — vendita viene fatta — per —L 13000 —». La Martinelli aveva ereditata la casa dal fratello don Francesco fu G.B. Martinelli (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10547, 1734).
1824, febbr. 25 È di Agostino Parisio (A.S.U., C.A. I, 89/X).
 *Il proprietario chiede ed ottiene di riformare il prospetto nel sottoportico dove si apre una bottega (ibid.).
1832*Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al libraio G.B. Bianchi l’avviso n. 1050 relativo alla rimozione delle merci ingombranti lo spazio pubblico (A.S.U., C.A. I, 193).
1834, ott. 15*Agostino Parisio chiede ed ottiene di riformare la facciata delle botteghe (A.S.U., C.A. I, 219/I, 5410 Orn. II C, con dis.).
1840, febbr. 8*Agostino Parisio vuole sistemare la facciata della casa che «corrisponde sulla piazzetta Sconta, mette alla roia sotto il borgo S. Cristoforo». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 315/VI, 707 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Luigi Cescutti).
1852*Appartiene ad Agostino Parisio (Competenze, I, f. 24v).
1876*Nella casa, oltre all’ambulatorio del medico chirurgo Carlo Marzuttini e allo studio dello scultore Antonio Marignani1, sono ospitati la fabbrica di pettini di Daniele Picotti, il negozio di confezioni di Enrico Strazzolo e la macelleria di Teresa Tonzh (COSMI-AVOGADRO, 84, 100, 101, 109, 112).
1883*Vi è ancora segnalato lo studio del medico Carlo Marzuttini (AVOGADRO, 148).
   
NOTE1Per lo scultore Antonio Marignani: BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 265; Esposizione, 22; PICCO, Caffè della Nave; P[ICCO], I funerali di Pietro Zorutti; S[ACCOMANI], Il ristauro, 44.
   
BIBLIOGRAFIA PICCO, Il suicidio di ieri, 208.
884
1643 Valentino Sottile. Vedasi n. 885.
1801 Francesco Cernazai. Negozio (Nomenclatura, f. 33v). «Fu Cernazai, poi Parisio Agostino, ora Marzuttini» (Registro anagrafico, f. 22v). Vedasi n. 885.
1801, ag. 17 «Francesco q. — Giuseppe Cernazai ha — venduto — al Giuseppe q. — Antonio de Canal — una casa situata nella contrada del Giglio, che confina a lev. — de Canal, a mezz. strada —, a pon. — Angelo Castellani loco Menardinis ed a tram. — sorelle q. Giuseppe Zambelletti — pel — prezzo di d 3500» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLIII instr., 3195, f. 4251v — 4252r).
1809 Giuseppe de Canal (Registro delli aloggi, f. 24v — 25r).
 *«Non v’è che una bottega e magazzini inaffittati» (ibid.).
1830, genn. 5 È di Antonio Ernesto e Francesco de Cannal (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 78 Orn. II C).
 *I proprietari chiedono ed ottengono «di ridurre il — mezzado di fronte alla contrada ad uso di bottega» (ibid.).
1852*Appartiene a Giuseppe Canal (Competenze, I, f. 24v).
1856*Già con la numerazione rossa, la casa appare unita con la n. 885 (Prospetti, 109).
1876*Macelleria di A. B. Cremese e sartoria di Enrico Scrazzolo (COSMI-AVOGADRO, 100, 112). La prima è censita anche nel 1883 (AVOGADRO, 148).
885
 *Sulla casa grava un livello per la fabbrica del duomo ancora dal secolo XIV, come indicano i rotoli che ne citano i fondamenti. 1376. «Iacobus Miculi Thausulini super domo in capite Marcati veteris iuxta domum Zoiæ den. XVJ» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 357v).
1394 «D. Lucia Chosendaria rel. olim Gervasutti cortelarii solvit — super domo suę habitationis sita iuxta domum ser Nicolai Manini quæ habitatur per mag. Ioannem fabrum Cavazut, iuxta domum anguli olim Zoiæ et iuxta viam publicam den. — XVJ —» (ibid.).
1407 «D. Lucia Chosendaria — super domo suæ habitationis sita eundo in burgo Glemonæ iuxta domum hæredum q. Ioannis fabri Chiavazut et viam publicam —» (ibid.).
1407 «Melchior q. Cavazutti fabri de summitate Fori veteris eundo in burgo Glemonæ solvit — de livello unius suæ domus quæ fuit olim d. Luciæ Chosendariæ — iuxta aliam magnam domum dicti Melchioris et iuxta domum anguli, a parte possident hæredes de Machagnatis, iuxta viam publicam —» (ibid.).
1444 «D. Catharina rel. olim — Melchioris Cavazutti tenetur solvere super domibus suæ habitationis — iuxta mag. Andream barberium et iuxta dictam Caterinam et iuxta viam publicam —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 358r).
1447 «Lucha, nominatus Cochul, tenetur solvere super domibus suæ habitationis quæ fuerunt mag. Melchioris fabri Cavazuti — et iuxta Climentum fabrum et m. Andream barberium —» (ibid.).
1511 «Eredi del q. Martio spiciar — paga sopra le case forino de Chocul Brico, la qual è quella arente il forno —» (ibid.).
1513-1515 «Andrea calderaro sta in Mercà vecchio in logo di — Mattio spiciale paga — sopra le case forno de Cocul Bricho e per avanti de — Merchio fabro —» (ibid.).
1519 «Andrea spiciaro q. — Nicolò Furlan de Cordovado paga — sopra la caxa — se solea habitar per Ieronimo calderaro e per avanti fo de Mattio spiciaro et de Cocul Bricco. Confina — con — altra caxa del ditto Andrea, che è sul canton verso quelli de Bertolin et con la caxa de — Nicolò Forniz pistor e de drio con la caxa de ser Ieronimo Raimondo —» (ibid.).
1564 «Eredi di — Andrea spiciaro —» (ibid.).
1598 «Vincenzo pittor in logo di — Ieronimo della Crose1 —» (ibid.).
1639 «Eredi di ser Andrea speciaro q. — Nicolò Furlan ed ora gli eredi q. — Vincenzo Leposa2 —. Et di presente paga — Marc’Antonio Locatello inquilino della casa» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 358v).
1642 Valentino Ianzil (ibid.).
1643 «Alla partida delli eredi q. — Andrea spiciaro — ed ora heredi q. — Vicenzo Lipora3 sopra una casa in capo di Mercà vecchio, che confina con un’altra casa posta sul cantone per mezo li Bartolini et con la casa de m. Nicolò Forniz fornaro et di dietro con la casa degl’eredi q. m. Ieronimo Raimondi —. La casa — è posta in capo di Mercà vecchio, possessa per ser Girolamo et fratello Lugara4 pittori, abitata per — Valentino Ianzil caligaro; confina a sol levado coi sigg. fratelli Milliana, a mezodν con la strada pubblica, a sol a monte con — Valentino Sottile ed ai monti coi sigg. Milliana» (ibid.).
1658 «Valentino Ianzil caligaro» (ibid.).
1690 Cristoforo Ait (ibid.).
1703 Eredi di Cristoforo Ait (ibid.).
1714 Candido Moro erede Ait, poi G.B. Moro (B.C.U., ms. F. XXV, f. 359r).
1736, sett. 20 «Una casa posta nel borgo del Giglio in cappo Meréavecchio, serve d’abitazione del sig. G.B. Moro e per avanti erano due case ambi soggette al censo feudale —» (A.S.U., N., Francesco Tracanelli, 8529, Allibramento Moro, p. 13-16).
1741 Giuseppe Canal (B.C.U., ms. F. XXV, f. 359r).
1743, giu. 28*«Dissero i confinatori che la — casa è al presente di ragione delli — fratelli Canal mediante acquisto fatto dal sig. G.B. Moro, che confina a lev. casa sul cantone per andare in borgo di S. Cristofforo di rimpetto all’abitazione Bartolini ove sta un libraro, qual casa fu di ragione Pirona, a mezzo dν strada pubblica, a sol a monte casa delli sigg. Giuseppe e fratelli Cernazai mercante di panina at ai monti casa abitata dall’egr. — Francesco Trevisano — degli eredi q. ecc. — Riccolò Riu q. ecc. — Bernardino —» (B.C.U., ms. F. XXI, f. 73v — 74r).
1751 Giuseppe Canal (B.C.U., ms. F. XXV, f. 359r).
1801 Giuseppe Canal (Nomenclatura, f. 33v).
1809*Appartiene a Giuseppe de Canal (Registro delli aloggi, f. 24v).
1826, sett. 17 I fratelli Francesco ed Amadio Bertolissi vi avevano negozio di ferramenta (A.S.U., C.A. I, 100/III, 2117-3693).
 *Chiedono di esporre l’insegna sopra la porta. Sostengono che le merci provengono dall’ i. r. fabbrica di Mariazeller (ibid.).
[1831] Nell’Elenco degli alloggi per l’immediato seguito di S.M.I.R. in Udine, è previsto che in casa Canal alloggi il sig. Latour «praticante dell’imperial controlleria» (B.C.U., Misc. D.T. 392).
1834, apr. 17 Giuseppe Zuccaro «negoziante di offelleria» chiede ed ottiene il permesso di applicare una tenda davanti alla propria bottega in contrada del Giglio al n. 885 (A.S.U., C.A. I, 219/I, 1686 Orn. II C).
1852 Appartiene a Giuseppe Canal (Competenze, I, f. 24v).
[1937] Fu anche dei Volpe, ora del dott. Carlo Marzuttini.
   
NOTE1Verso la metà del secolo è ricordato in borgo S. Cristoforo un ser Gerolamo da Salò speziale all’insegna della Croce (BATTISTELLA, I Lombardi, 72).
 2Il della Porta trascrive correggendo Lugara, come si legge nella seconda citazione del 1643 (nota 3). In realtà il ms. riporta chiaramente Leposa, probabilmente per errore di lettura del copista settecentesco.
 3Il ms. riporta Lipora, che il della Porta questa volta trascrive, riportando tra parentesi Lugara.
 4Il nome questa volta è chiaramente Lugara. Per i pittori Lugara: BERGAMINI-TAVANO, Storia, 361, 362; JOPPI, Contributo IV, 40. Per Vincenzo in particolare: CAVALCASELLE, La pittura, 154, 173, 235, 236, 254, 255, 268.
886
1519*Andrea speziale del fu Nicolò Furlan da Cordovado. Vedasi n. 885.
1643*Milliana. Vedasi n. 885.
1732, lugl. 17*Tra i beni del lascito di Rizzardo Pirona, è citata «una casa di muro coperta di coppi, posta nel borgo di S. Cristoforo; confina a lev., mezz. stradda pubblica, pon. — G.B. Moro et a tram. l’ecc.mo — Nicolò da Riù» (A.S.U., C.R.S., 783/12, copia dagli atti di Francesco Lorio).
1801 Domenico Contardo, libraio (Nomenclatura, f. 33v).
1809 Domenico Visentini, libraio (Registro delli aloggi, f. 24v).
1828, lugl. 1*Il libraio Paolo Contardo, per ripararsi «dalli cocenti raggi del sole che sensibilmente fino nell’interno della bottega si penetrano, ha pensato — di erigere una tenda a mezzodν della bottega —». Il permesso è concesso (A.S.U., C.A. I, 148/X, 2762 Orn. II C).
1847, febbr. 8*Francesco Ferrari presenta progetto per riformare la casa. Ne ottiene approvazione, previo controllo dell’ingegnere municipale (A.S.U., C.A. I, 422, 6094 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Valentino Dreussi).
1852*Appartiene a Pietro Rossi (Competenze, I, f. 24v).
1873, dic. 22 Il consiglio comunale delibera di acquistare la casa sull’angolo fra le vie Bartolini e Giglio al n. 2, di cedere al sig. Antonio Volpe porzione della casa suddetta per m 18,88 che, dopo allargata la via Bartolini, resta disponibile (Parti prese... 1880, 174, 184-185).
887
1801 Sorelle Zambelletti. Loro abitazione (Nomenclatura, f. 33v).
1809*Appartiene a Caterina e sorelle Zambeletti (Registro delli aloggi, f. 24v).
1852*Appartiene a Giovanni Massisso (Competenze, I, f. 24v).
1873, lugl. 5 Si delibera che «il ritiro della facciata della casa Marzuttini al n. 4 di via Bartolini abbia luogo sulla linea segnata nel tipo 26 marzo 1855» (Parti prese... 1880, 177-178).
1937 Casa a tre piani di tre finestre ad arco; al terreno, bazar Marchetti.
888
1744 Girardis. «Stavano nella casa di rincontro ai Bartolini ora tenuta dal dr. Gabrielli» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 175).
1782, lugl. 24*«Per non soggiacere il — co. Girolamo q. — co. Sebbastiano di Montegnaco, in vista del fabbisogno del capomistro murero sig. Francesco Piva, ad un dispendioso pronto ristauro della di lui porzione di casa in borgo di S. Cristoforo, fu Emiliana, riconosciuta un tempo a semplice affitto dagli eredi del q. — Pietro Girardis, per locazione 14 giugno 1654, in note del sig. Carlo Clario not. e poscia dal nob. — Bortolo Locatelli, come subentrato nelle ragioni degli eredi medesimi e per stabilire innappresso sopra essa porzion di casa una certa perenne rendita nella difficoltà che incontra di riaffittarla, attesa massime la segregazione dovuta farsi nel complesso di detta casa a favore del — mons. co. Antonio q. — Andrea di Prodolone, in relazione al solenne accordo 17 marzo 1786, prodotto li 3 apr. susseguente al magistrato — sopra fondi, come risulta dall’operazione del pubblico perito — Francesco Lonarduzzi 27 marzo p.p. e dal correlativo odierno costituto di accettazione in atti miei, si è determinato il —co. di Montegnaco di passare alla vendita di detta porzione di casa al sig. G.B. q. Domenico Comelli, negoziante di questa città —. E però, ottenuto dal predetto — Comelli in riguardo alla feudalità della casa medesima il pubblico permesso —, il co. di Montegnaco — ha — venduto — allo stesso — G.B. Comelli — l’antedetta di lui casa — compresa nella seconda parte della operazione Leonarduzzi —. E questa alienazione — fa — pel prezzo — di d 1694 s 12 —» (A.S.U., N., Graziano Cantoni, 10212, I instrom., 105, f. 132v — 133v; vedansi planimetria e descrizione di Francesco Leonarduzzi nella vacch. B.C.U., CLXXXV).
1801 Luigi Comelli (Nomenclatura, f. 33v).
1809*È di Luigi Comelli negoziante (Registro delli aloggi, f. 24v).
1822, apr. 2 È di G.B. di Lenna (A.S.U., C.A. I, 68, 1378 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario presenta modello per riformare le imposte della sua bottega (ibid.).
1824, giu. 15 È di Luigi Comelli (A.S.U., C.A. I, 89/X, con dis.).
 *Il proprietario chiede ed ottiene di applicare una cornice sopra le porte e le finestre del pian terreno (ibid.).
1832, mar. 26*Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al venditore di ferro Luigi Comelli l’avviso n. 1050 circa la rimozione degli articoli dal suolo pubblico (A.S.U., C.A. I, 193).
1840, magg. 5 I figli del q. Luigi Comelli vendono per L 4300 ad Agostino fu Andrea Parisio casa che fa parte del n. 888 (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, Rep. III, 2871, f. 122v).
1852*Appartiene a Giacomo d’Orlandi (Competenze, I, f. 24v).
1854, mar. 18*G. Orlandi chiede ed ottiene di cambiare la grondaia e di apporre una cornice, abbassando l’altezza delle finestre dell’ultimo piano (A.S.U., C.A. II, 66/1854, 2012 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato Gortani.
1854, dic. 24*Réclame di un negozio di porcellane al n. 888 in borgo S. Cristoforo (“L’alchimista friulano”, 5, LII, 24 dic. 1854, 412).
1856, apr. 13*Réclame: «Grandioso assortimento. Ombrellini per le signore. Vendita per commissioni a prezzi di fabbrica. Deposito di G. Orlandi. Borgo S. Cristoforo» (“L’alchimista”, 7, XV, 13 apr. 1856, 60).
1876*Marco Schφnfeld vi ha negozio di bottiglieria, studio fotografico e ufficio di cambiavalute; vi hanno pure bottega i fratelli Alessio, tappezzieri e sellai (COSMI-AVOGADRO, 87, 89, 96, 115).
1883*Vi sono ancora censite la bottiglieria di Marco Schφnfeld e la bottega dei fratelli Alessio (AVOGADRO, 139, 156).
1937 Casa con trifora al primo piano, è dell’ing. Fachini.
   
BIBLIOGRAFIA VALENTINIS, Udine antica, 9.
889
1801 G.B. Bertoli (Nomenclatura, f. 34v).
1809*Appartiene a G.B. e fratelli Bertoli (Registro delli aloggi, f. 24v).
1812, lugl. 15*G.B. e Pietro Bertoli, proprietari della casa n. 889, chiedono ed ottengono «d’atterrare l’esporto delle pietre delle finestre» (A.S.U., C.N., 179/XIX).
1817, genn. 16 Filippo Mander compera all’asta la casa Bertoli (Dall’atto di Francesco Nussi del 15 febbr. 1823. Vedasi infra).
1817, dic. 3 Filippo Mander cede la casa a G.B. Di Lenna (ibid.).
1823, febbr. 15 G.B. fu Santo Di Lenna, per L 10000 vende la casa n. 889 a G.B. di Valentino Tomada. «Confina a lev. strada del borgo —, mezz. — Luigi Comelli, pon. piazzetta consortiva con piϊ particolari e tram. Guglielmo Roselli, ora Capriles, tenuta presentemente in affittanza semplice duratura sia tutto giugno 1825 —, dal nob. — co. Giorgio di Caporiacco, e la bottega di peppiano che pur si comprende in questa renuncia, presentemente occupata a titolo di pigione dal sig. Antonio Miutti parucchiere —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10547, 1814).
1824 È di Giovanni Tomada (A.S.U., C.A. I, 89/X, 643 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario inoltra domanda per «chiudere il porticale unito alla casa di sua ragione alla parte di ponente». La deputazione rileva però che «il fondo che si vorrebbe chiudere od è pubblico od effetto di pubblica inveterata servitϊ». Inoltre l’opera peggiorerebbe «una situazione che per se stessa è già quasi indecente» (ibid.).
1828, apr. 15*«Giovanni q Valentino Tomada, esercente il casolino in borgo S. Cristoforo al c. n. 889 —, abita sotto il numero stesso, avente la sua casa il regresso verso una stradella che conduce alla — roggia» (A.S.U., C.A. I, 148/X, 1386 Orn. II C).
1832*Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al salsamentario Giovanni Tomada l’avviso n. 1050 relativo allo sgombramento degli articoli dal suolo pubblico (A.S.U., C.A. I, 193).
1844, genn. 19*Giuseppe Pilosio, capo del quarto quartiere, informa la congregazione municipale che «sotto il n. 889 esi‹s›tono n. 12 caldieri di rame esposti in vendita in alto asigurati, di ragione del sig. Pietro Taboga». Vi allega il foglietto della multa allo steso Taboga, calderaio (A.S.U., C.A. I, 375/III, 4912 Orn. II C).
1849, genn. 3 Rocco fu Rocco Sartoretti vende a Sebastiano Molin Pradel la casa n. 889 per L 16000, confinante lev. borgo di S. Cristoforo, mezz. eredi Comelli, pon. calle di Lenna, tram. Guglielmo Reselli (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/IV).
1852*Appartiene a Sebastiano Predelli Molino (Competenze, I, f. 24v).
1876*Offelleria di Sebastiano Molin Pradel (COSMI-AVOGADRO, 104), segnalata anche nel 1883 (AVOGADRO, 150).
890
1484°La confraternita di S. Maria della Misericordia «iure livelli dedit mag. Ambrosio dicto Basio unam domum que olim fuit Bartuli Coltellari, sitam Utini in burgo Glemone interiori confinat ab una parte cum domo prefate fraternitatis possessa per ser Pa... Lipoldo notario, ab alia confinat cum domo mag. Canciani Cortellarii de Utino et a duobus partibus cum via publica» (Arch. Osp., Misc. 5).
1531°Eredi di Boso petinaro per la casa fo di Bertul Cortelar (ibid.).
1541°Zuan tessaro in logo degli eredi di Boso (ibid.).
1588°Domenico Stringaro in logo di m. Andolfo Dosso (ibid.).
1604°Ser German di Tonero (ibid.).
1642°Ser German Tonari hora D. Giovanni Domenico Mauro speciaro inquilino paga (ibid.).
1645°Ser German Toneri paga de livello sopra la casa del canton per andar in Portanova dove stava il Mauro speciaro (ibid.).
1648°Ser German Toneri, hora ser Zenon Cerafino, inquilino della casa (ibid.).
1649, magg. 7°«Il nob. Lonardo Pontone — vende — a mess. Zannone Zeraffino, mercante di grassa —, una casa posta in borgo di S. Christophoro —» per d 600, confina1 a levante la strada, a mezzodν il nob. Horazio Susanna sol a monte et alli monti androna del molino del pio Ospitale (A.S.U., N., Giovanni Lughera, 7237, VI instr., f. 76v — 78r).
1650°Ser Zanon Cerafino in loco del sig. Toneri (ibid.).
1653, lugl. 14 Zenon Serafin testò giacendo «in una camera sul canton» (A.S.U., N., Gaspare Albini, 7085, III instr., f. 133v — 134r).
1653, sett. 6°Nelle case che furono del q. ser Zenon Serafin appresso il ponte, Lucrezia madre di Zenone consegna ad Amadio Pichissino casarollo il sortimento tutto della sua bottega di grassa, item la casa e bottega con utensili et mobili e magazen dell’altra casa in dirimpetto posti nel borgo di S. Cristoforo vicini al ponte (Arch. Osp., Misc. 5).
1673°Allibramento della facoltà del sig. Zenone Zerafino: Casa posta nel borgo di S. Cristoforo, confina a levante strada pubblica del borgo, a mezz. nob. sig. Stefano Madrisio, a pon. e tram. strada pubblica o androna presso il molino del ponte; fazzada a levante sopra il borgo lunga ps 3 pd 3 (m 5,31), l’altra a ponente nell’androna longa ps 2 (m 3,47); tempiaro a mezzodν comune col sig. Madrisio largo ps 9 (m 15,64) l’altra a tramontana sopra l’ androna ps 8 pd 2,5 (m 14,76) (Arch. Osp., Misc. 11).
1801 Guglielmo Reselli, tintore (Nomenclatura, f. 34v).
1809*Appartiene al tintore Guglielmo Reselli (Registro delli aloggi, f. 24v).
1810, ag. 31*Perizia di Giuseppe Prisani sulla casa del tintore Guglielmo Reselli, il quale non ha preso le precauzioni necessarie per i lavori in corso e ha avviato gli stessi senza la debita autorizzazione. Ne seguirà una multa (A.S.U., C.N., 178/XIX).
1822-1824 Guglielmo Reselli (A.S.U., C.A. I, 68, 1537 Orn. II C).
 *Il proprietario chiede ed ottiene di riformare le imposte della bottega al pian terreno della sua casa. Dalla domanda risulta che egli non vi abita, in quanto il suo domicilio è in Chiavris (ibid.).
1831, lugl. 14*«— Guglielmo Reselli — ìn semplice affitto concede al sig. Giacomo Cripoldi — una porzione di casa dal corpo della casa posta in questa — città — col c. n. 890 in borgho S. Cristoforo, cioè in pian terreno la botega che corrisponde col — borgo —» (A.S.U., N. Giovanni Zancani, 637, 2936).
1832, mar. 26*Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al macellaio Valentino Fantini l’avviso n. 1050 relativo allo sgombro delle merci dal suolo pubblico (A.S.U., C.A. I, 193).
1834, ott. 30 Angelica Reselli, moglie di Antonio Stella, vende a Guglielmo fu Guglielmo Reselli, suo fratello, «una porzione di casa dal corpo della casa posta — nel borgo di S. Cristoforo, segnata col c. n. 890 —, composta del primo e secondo piano, con piϊ abitati, mentre il pian terreno ed il restante della casa stessa è di proprietà dell’acquistante medesimo e fraposta tra li confini a lev. il — borgo, mezz. eredi Tomada, pon. ed alli monti contrada con fondi comunali —. La — vendita viene fatta — a corpo e per il — prezzo di austr. L 2500 —» (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 638, 3897).
1852*Appartiene a eredi di Gugliemo Reselli (Competenze, I, f. 24v).
1869, magg. 4*Relazione dell’ingegnere municipale G.B. Locatelli: «— È conveniente di togliere quell’angolo rientrante nella calletta cieca in borgo S. Cristoforo dietro il setificio prossimo al ponte, formato dalle case ai c. n. 889 e 890 —. È almeno dubbio che il fondo sia del petente proprietario della casa al c. n. 890 sig. Giuseppe Rieppi, poiché nella mappa esso figura come fondo stradale; ed il fatto che su esso fondo esiste la vasca della scafa di essa casa, può costituire un diritto di serviti, non già un titolo di proprietà —» (A.S.U., C.A. II, 76/Consegne, riconsegne, stime, 471/VIII).
1937 Salumeria Gurisatti.
   
NOTE1Nel documento però non sono riportati i dati relativi ai confini; anzi si precisa: «giusto li confini nominati nella stima fatta da — Mathia Cittareo, perito di questa città».
891
1801 G.B. Bertoli. «Casa in fabrica» (Nomenclatura, f. 34v).
1809*Appartiene a G.B. e fratelli Bertoli. Affittuale è l’impiegato Enea Nicoletti. In una parte «non v’è che la scuderia, fenile e granaio» (Registro delli aloggi, f. 24v — 25r).
1852 Appartiene a G.B. di Lenna (Competenze, I, f. 24v).
892
1445, sett. 20°Ugolino di Antonio Ugolini affitta a Giacomino q. ser Giacomo di Cergneu una casetta situata «ultra pontem —; ab una parte possidet Antonius de Belgrado, a secunda est molendinum fraternitatis Verberatorum, a tertia, videlicet a posteriori, defluit rivus, a quarta est via per quam habetur accessus ad ipsam domunculam pretensam infra dictum molendinum et quasdam domos pudicissime mulieris d. Benvenute, uxoris relicte olim ser Nicolai de Coloreto» (B.C.U., not. Nicolò di S. Lucia).
1662, mar. 3*Valentino Mattiono del fu Battista, molitore «in molandino vici Divi Christophori» (A.S.U., N., Orazio Agricola, 7735, II instr., f. 75r).
1758, ott. 7*Giacomo e Angela Capeler, per il restauro della loro casa, chiedono una porzione di suolo pubblico «per l’evidente pericolo che il tempiaro che riguarda verso il mulino Brizzi» presenta (A.S.U., C.A., 14/41, con perizia di Alessandro Rota).
1763, febbr. 27*Richiesta autografa dello Zanon1 alla comunità udinese: «Per ridurre a miglior simetria la fabrica del molino che possedo io Antonio Zanon — presso il ponte di S. Cristoforo e per unire allo stesso una piciola ruota che serva unicamente a girare una molla da arrotare e congiungervi una ristretta officina per lavori minuti e gentili da fabro, io devo invocare — la concessione di un poco di fondo publico che rimane disoccupato finanzi all’ingresso del molino medesimo in quella quantità che non pregiudichi il libero transito per la laterale vicina strada. La grazia ch’io imploro — non apporterà in alcun tempo pregiudizio o disturbo ai vicini, poiché io non alzerò la fabrica da terra sino alla sommità piϊ di ventitré piedi, né ergerò alcun battiferro —» (A.S.U., C.A., 14/46).
1801 «Sbroiavacca. Edifizio» (Nomenclatura, f. 34v). «Poi Ongaro» (Registro anagrafico, f. 22v).
1807*Dalla relazione di Giovanni Rioli in esecuzione dell’avviso del 12 giugno 1807: «Al n. 892, in borgo di S. Cristoforo, filatoio con un corente» che appartiene a Giuseppe Fabris (A.S.U., C.A., 1/2, 283).
1808, mar. 21 «Domenico q. Giacomo Visentini negoziante — vende — al sig. Giuseppe q. Michiele Fabris edificante di sette, — la fabrica situata — al di sotto del ponte di S. Cristoforo, segnata col c. n. 892, un tempo ad uso di molino, ora di settifizio; confina a lev. il borgo di S. Cristoforo, mezz. contrada conduce alla roia, pon. G.B. e fratello Bertoli ed a tram. — roia; qual fabrica fu di — Benedetto q. Giuseppe Brizzi, che con istr.—30 lugl. 1759, rogato dal not. — q. Francesco Tracanelli, la vendette al — q. Antonio Zanon, li di cui figli — la cessero poi — al sig. Francesco q. Lorenzo Sbroiavacca col contratto — 2 ag. 1779 in note del fu G.B. Peruzzi e finalmente è passata nel — Visintini — in virtϊ de’ di lui titoli riportati dallo — Sbroiavacca —. E questa — vendita ha fatta — Domenico Visentini — pel prezzo — di L 14702 ven. —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10583, 41).
1809 Giuseppe Fabris filatoiaio (Registro delli aloggi, f. 24v).
1813, mar. 29*Giuseppe Fabris chiede il permesso di restaurare la latrina contigua all’edificio (A.S.U., C.N., 180).
1831 La casa, ex mulino, fu rifatta2.
1841, febbr. 7 Leonardo q. Gregorio Mazzolini e Caterina Celotti sua moglie vendono a Giuseppe q. Manasse Luzzatto di Gorizia casa con filatoio al n. 892 per L 21000 (Atto privato citato nell’atto del 14 febbr. successivo).
1841, febbr. 14 Leonardo del fu Gregorio Mazzolini vende a Caterina Celotti sua moglie la casa n. 892 «che serve per abitazione e per uso di setifizio con due filatoi da seta in attività, condotti ad acqua, con l’uso dell’acqua stessa, nonché tutti gli edifizi entro esistenti, attrezzi e mobili servienti ad uso di quelli edifizi e per uso del ricevimento e consegna delle sete». Confina lev. via, mezz. calle, pon. G.B. di Lenna, tram. roggia (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/1, 89).
1842°Facciata sul borgo di tre porte di due finestre, sopra la porta esiste una Madonna dipinta (A.M., 1842, b. 342).
1852*Appartiene a G.B. Mes (Competenze, I, f. 24v).
1853, ott. 25*Francesco Ongaro, «dovendo — applicare alla ruota idraulica esterna —del proprio setificio in borgo S. Cristoforo altra ruota dentata — per la trasmissione interna —, trovasi obbligato ad erigere un piccolo muro — a ridosso dell’attuale, affine di riparare questa ruota dai guasti» (A.S.U., C.A. II, 66/1853, 7960 Orn. II C, con dis., inoltrato il 2 nov., A.S.U., C.A. II, 66, 8100 Acque II C). Fu riformata tutta nel quarto decennio di questo secolo.
 °°Il disegno è firmato da «Brida Eusebio».
   
NOTE1Per l’attività di A. Zanon nella città, vedansi n. 870-871.
 2Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte.
   
BIBLIOGRAFIA BARTOLINI, Filande, 72-73; ERMACORA, Vini, 85; MIOTTI, Cenno sulle antiche opere, 23.
893
1753*Sulla casa grava un livello a favore dell’ospedale maggiore della città, come si deduce dal catasto nel settore del borgo di S. Cristoforo: «Li sigg. Giuseppe e fratelli Cernazzai pagano a partita corrente — a nome di Tomaso Collogna di livello a nadal L 18 s 13 p 4 sopra la casa vicina la roia, in canton, ove di presente è una speziaria, lasciato da Paolo Teutonico, 1397, Ambrosio de Cuccagna nod.» (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1753, f. 312v).
1778, lugl. 23*Francesco Cernazai del fu Giuseppe domanda permesso di alzare con fabbricato sui muretti della roggia presso il ponte di S. Cristoforo «che servono di sponda alla roia ed al ponte del borgo di S. Cristoforo presso una casa di sua ragione» (A.S.U., C.A. I, 1/11, n. 171).
1801 Francesco Cernazai (Nomenclatura, f. 34v).
1809*È di Francesco Cernazai (Registro delli aloggi, f. 24v).
1852*Appartiene ai figli di Giuseppe Cernazai (Competenze, I, f. 24v).
1853, mar. 22*Vedasi n. 895.
1876*Nell’edificio sono ospitati un negozio di chincaglieria e bigiotteria di Maddalena Coccolo, e una rivendita di liquori di Tomaso Peressini; Caterina Corte vi affitta letti (COSMI-AVOGADRO, 85, 90, 99).
   
BIBLIOGRAFIA MIOTTI, Cenno sulle antiche opere, 23.
894
1801 Francesco Comelli1 e fratello, organari (Nomenclatura, f. 34v).
1809*È del «mecanico» Francesco Comelli (Registro delli aloggi, f. 24v).
1810, ag. 10 Giacomo Mazzoni, proprietario della speziaria in borgo S. Cristoforo al n. 894 (A.S.U., C.N., 194, 2996, Elenco di tutti gl’esercenti attualmente la medicina, la chirurgia, la farmacia nel circondario di Udine coll’indicazione delle variazioni successe nel giorno 16 marzo 1808 fin oggi 10 agosto 1810).
1831, giu. 23*Giuseppe Cernazai «proprietario della porzione di casa in borgo S. Cristoforo, coscritta al c. n. 894» vorrebbe far eseguire nella stessa alcuni lavori per i quali chiede l’autorizzazione (A.S.U., C.A. I, 182/1831/V, 2629 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Francesco Comelli (Competenze, I, f. 24v).
1853, mar. 22*Vedasi n. 895.
1876 Nella parte verso vicolo Sillio vi era l’istituto convitto dell’abate Francesco Tosolini (COSMI-AVOGADRO, 65).
   
NOTE1Per Francesco Comelli: FALCIONI, Industrie udinesi, 312; PICCO, Ricordi, 111.
895
1801 Stefano Nicoletti (Nomenclatura, f. 34v).
1809*È del calzolaio Giacomo Nicoletti (Registro delli aloggi, f. 24v).
1821 È di Giacomo Nicoletti (A.S.U., C.A. I, 53/III, 3896 Orn. II C).
 *Il proprietario chiede ed ottiene di sostituire «due soiari di pietra sotto due finestre della camera al primo apartamento, dove sono di presentemente li piani e la casa di — abitazione —» (A.S.U., C.A. I, 53/III, 3896 Orn. II C).
1828, apr. 9 È di Giacomo Nicoletti. Verso la calle la facciata è sostenuta da modiglioni; minaccia rovina (A.S.U., C.A. I, 148/X, 1338 Orn. II C).
 *Ne segue un carteggio con rilievi dell’ingegnere municipale. Il 9 luglio il Nicoletti è precettato alla demolizione della casa (ibid.).
1852*Appartiene a Stefano Nicoletti (Competenze, I, f. 24v).
1853, mar. 22 Giuseppe Braidotti, su progetto dell’arch. Andrea Scala, erige l’attuale fabbricato sull’area dei n. 893, 894, 895. Vedasi prospetto delle vecchie case (A.S.U., C.A. II, 66/1853, 2073 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Valentino Dreussi).
896
1431, febbr. 13 «Pagano li fioli et heredi del q. ser Nicolò de Raymondo per un legato de una dona Pidrussa, moyer che fo de m. Andrea barbiere, sopra una casa posta in la androna de San Cristoforo de sotto, apresso la caxa dela fraternitade del dito S. Cristoforo, apresso dona Benvignuda moier de ser Nicolò de Coloredo, apresso la roya et apresso la via publica oyo lira una —» (Entrate della fraterna del Ss.mo Corpo di Cristo, B.C.U., ms. 1342, f. 1r).
1801 Canonica di S. Cristoforo (Nomenclatura, f. 34v).
1809*È della chiesa di S. Cristoforo. Vi abita il vicario di S. Cristoforo (Registro delli aloggi, f. 24v).
1819*Vedasi planimetria della zona al n. 900.
1852*Canonica del parroco di S. Cristoforo (Competenze, I, f. 24v).
1866-1868*Il parroco per fronteggiare le spese di restauro della canonica chiede l’intervento del comune. Questo rifiuta perché i lavori sono stati condotti senza la preventiva autorizzazione (A.S.U., C.A. I, 877/II).
1937 Canonica di S. Cristoforo.
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 188; Parti prese... 1880, 203; PUIATTI, La chiesa parrocchiale di S. Cristoforo, 41-42.
897
1801 Tomaso Stella (Nomenclatura, f. 34v).
1809*È di G.B. Stella (Registro delli aloggi, f. 24v).
1810, genn. 13*Dall’asse della facoltà attiva e passiva di G.B. del fu Tommaso Stella: «Udine, in borgo S. Cristoforo. Casa dominicale —, confina a 1ev. piazza di S. Cristoforo, a parte casa del — d. Andrea Stella, mezz. la — roia, e parte restante d’esso — Andrea, a pon. li sig. Silio ed a tram. l’androna di S. Christofolo —» (Giuseppe Clocchiati, B.C.U., vacch. 240, f. 15r — 26v).
1810, dic. 20°La casa è di G.B. q. Tomaso Stella. Viene venduta all’asta dal fisco ed acquistata da Francesco Taffoni per conto di Pietro Flumiani (not. Antonio Lorio).
1811, febbr. 22°G.B. fu Stefano Bertuzzi vende a Pietro fu Domenico Flumiani la casa n. 897. Confina a lev. casa della parrocchia di S. Cristoforo, mezz. Giovanni Follini, pon. e sett. strada pubblica. Prezzo L 4250 (Not. Antonio Lorio).
1818, ott. 31 Pietro Flumiani la vende a Anna Maria Manenti vedova di Tomaso Stella per L 4475. «Serve ora la casa — di — abitazione alla sign. Stella» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10630, 2508).
1819*Vedasi planimetria della zona al n. 900.
1824, mar. 10 Anna Manenti vedova Stella la vende a Caterina Stella ved. Deganis per L 2611,94 (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10633, 3769).
1837, sett. 27*Elisabetta, moglie di Massimiliano Dobelli, chiede ed ottiene di «— costruire un forno nella stanza in primo piano, ora ad uso di cucina, faciente parte della casa — 897 A —, onde servirsene per l’uso occorrente di famiglia quanto per un piccolo smercio di pane —» (A.S.U., C.A. I, 269/III, 5759 Pol. II, con dis.).
1852*Una parte dello stabile (897 A) appartiene a Catterina Deganis, un’altra parte a G.B. Pers (Competenze, I, f. 24v).
1876 Caffè “Alla Vittoria” (COSMI-AVOGADRO, 87).
1937 Osteria “Al Vapore”.
898
1800°Una casa del co. Federico di Brazzà a S. Cristoforo era affittata al sig. Paolo Sillio1 il quale possedeva la casa n. 898 (A.M., b. 20, n. 19).
1801 Giovanni Sillio (Nomenclatura, f. 34v).
1809*Appartiene a Giovanni Follini e al sac. Paolo Silio (Registro delli aloggi, f. 25v).
1819, lugl. 12*Tipo della calle cieca di S. Cristoforo per la vendita di una porzione all’estremità della stessa (A.S.U., C.A. I, 24/XI, 2668 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Giovanni Maria Periotti).
1831, ag. 23*Paolo Follini, per il padre Giovanni, «volendo rendere affittabile la casa —nella calle detta del Silio in borgo S. Cristoforo al c. n. 898, rendesi necessaria l’apertura d’una porta nella facciata sopra la calle stessa». Presenta pertanto disegno del prospetto (A.S.U., C.A. I, 182/V, 3650 Orn. II C, con dis.).
1835*Vi abita il medico chirurgo Antonio Pari (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1850*Filanda di seta, gestita da Antonio Bianchi (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 75).
1852*I numeri 898 e 898 A appartengono a Paolo Follini (Competenze, I, f. 24v).
1855, nov. 18*Avviso: «Esiste una raccolta in Udine di dipinti antichi e moderni per chiese e sale, nonché figure in plastica, intagli, cornici ed altro al domicilio del sig. Antonio Broili in borgo S. Cristoforo dietro la chiesa in ultimo piano al c. n. 898: ciò basti agli amatori che bramassero visitarlo» (“L’alchimista”, XLVII, 6, 18 nov. 1855, 376).
   
NOTE1Una famiglia con questo cognome è segnalata nel 1753 in una casa dell’ospedale tenuta ad affitto perpetuo (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1753, n. 267, f. 262v).
899
1801 Nob. Giovanni Missettini (Nomenclatura, f. 34v).
1809*È di Giuseppe e fratelli Missettini e di Guglielmo Reselli, che vi ha la tintoria; affittuale è il negoziante Pietro Bovolini (Registro delli aloggi, f. 25v — 26r).
1819, giu. 21 Moisè q. Benetto Capriles vende a Mattia q. Giovanni Coccolo e Maddalena q. Nicolò Foschiano coniugi per L 2717,27 la casa n. 899, «che unita confina a 1ev. colli nob. — Giuseppe e fratelli Missittini, a mezz. la roia —, a pon. col sig. Luigi Comelli ed a tram. la contrada —» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10630, 2673).
1819, lugl. 12*Tipo della calle cieca di S. Cristoforo per la vendita di una porzione all’estremità della stessa (A.S.U., C.A. I, 24/XI, Orn. II C, dis).
1821, magg. 17*Richiesta di riformare il muro della casa 899 lungo la roggia (A.S.U., C.A. I, 53/III, 2152 Orn. II C).
1821, magg. 26*Rilascio dell’autorizzazione a Mattia Coccolo in base alla perizia espletata dall’ingegnere d’ufficio (ibid.).
1822, sett. 6 È di Mattia e Maddalena iug. Coccolo1 (A.S.U., C.A. I, 68/X, 4002 Orn. II C, con dis.)
 *Eccezioni sollevate dai vicini Missitini per la costruzione della casa interna. Alla fine si addiviene a un accordo (ibid.).
1841, febbr. 28 Angelo fu G.B. Canciani acquista la casa da G.B. Missettini (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, Rep. IV, 3387, f. 162r).
1841, nov. 25*Nel contratto di comunione di beni, redatto da Giuseppe del fu G.B. Braidotti con la moglie Angela del fu Mattia Coccolo, è citato al primo punto il «negozio di chincaglierie con merci di seta e altro, nonché la fabbrica di cordelle di seta ed altri oggetti, posti — nella contrada di S. Cristoforo, tuttora sussistente, furono sempre come sono anche in oggi diretti sotto la ragione Maddalena Coculo —» (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/I, 202).
1842, mar. 15*I coniugi Giuseppe Braidotti ed Angela Coccolo, proprietari delle case n. 899 e 900 «avendo deliberato — di unire in un solo corpo quelle case, hanno fatto eseguire il progetto relativo». Questo è approvato (A.S.U., C.A. I, 342/IV, 1525 Orn. II C, con dis. firmato dal perito Perissini).
1844, lugl. 25 Angelo Canciani la vende per L 8624,16 ad Antonio q. Valentino Bianchi; conf. lev. Follini, mezz. roggia, pon. Angela Coccolo Braidotti ed a tram. strada (A.S.U., N., G.B. Valentinis, I, 474).
1852*Il n. 899 appartiene ad Antonio Bianchi2 e 1’899 A ad Angela Coccolo (Competenze, I, f. 24v).
1858*Antonio Bianchi vi gestisce una filanda per seta con 16 fornelli (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine).
1876 Locanda “Al cappello” (COSMI-AVOGADRO, 100).
 *Negozio di seta di Antonio Bianchi (COSMI-AVOGADRO, 114).
1883*Filatoio di Antonio Bianchi (AVOGADRO, 145).
   
NOTE1Per l’attività di Maddalena Coccolo: CHIAP-FRANZOLINI, Igiene, 137; FALCIONI, Industrie, 344-345.
 2Per Antonio Bianchi: KECKLER, Industria, 299; PICCO, Ricordi, 132; S[ACCOMANI], Il ristauro, 22.
900
1774, sett. 30*Sulla casa grava un livello a favore della chiesa di S. Pietro Martire: «Casa dietro la chiesa di S. Cristoforo — nell’androna detta di S. Christoforo, possessa dalle — coo. Anna e Felicita di Zucco di questa città, ora detta casa è dimiduata in due affittanze, quale è censiva al — convento —; dissero — confinar a lev. corte ed orto di raggione del nob. — Enrico Palladio, mezz. col sig. Candido Del Negro, pon. orto delle — coo. di Zucco ed a tram. con la — androna detta di S. Christofforo, corrispondente nel borgo di S. Christoforo —» (A.S.U., C.R.S., 783/22).
1781, mar. 12*«Il co. Giovanni Enrico q. — Carl’Antonio — di Zucco e Cucagna — ha — venduto — al sig. G.B. q. Domenico Cornello, mercante in questa città —, una casetta con adiacente cortivo, — posta — nella contrada detta di S. Cristoforo; confina a lev. — Cornelio, a mezz. la — roia, a pon. — co. di Zucco ed ai monti la contrada —; la quale casa viene in presente tenuta a semplice affitto da — Domenico Graffi e resta — alienata — insieme coi muri di chiusura, li quali però, per quanto s’estende il confine del — conte —, s’intenderanno per metà — del conte —, non dovendosi intendere nella vendita presente se non che la metà de’ muri stessi, cosicché tanto l’una che l’altra delle parti contraenti —avranno la facoltà di poter — far uso ed appoggiare ai muri —, obbligandosi — lo stesso Cornelio d’innalzare una porzione di —muro a proprie spese, onde possa il — conte dal lato che riguarda i suoi — fondi erigere una cedrera o altra fabrica senza alcun carico per detto innalzamento —. E questa — vendita ha fatta — lo stesso — conte pel prezzo — di d 350 —» (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9791, XVII instrom., f. 3004v — 3005v).
1801 Luigi Comelli (Nomenclatura, f. 34v).
 *Affittuale Antonio Belgrado (ibid.).
1809*È del negoziante Luigi Comelli (Registro delli aloggi, f. 25v).
1819, lugl. 21*L’ingegnere municipale F. Bernardinis invia alla congregazione municipale il Tipo della calle cieca di S. Cristoforo per la vendita di una porzione all’estremità della stessa redatto evasivamente ad ordinanza primo luglio 1819 n. 2213: vi è tracciata parte dei confini verso settentrione (A.S.U., C.A. I, 24/XI, 2668 Orn. II C).
1824, ott. 28*Nell’elenco dei pozzi compilato dal capo del quarto quartiere per la zona di sua competenza è segnalato quello senza coperto della casa n. 900, appartenente a Luigi Comelli (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
1837, mar. 18 G.B. Comelli vende a Biagio Pecile la casa n. 900 che gli era toccata nelle divisioni dei figli di Luigi Comelli ed Angela Iesse coniugi (atto privato autenticato dal not. Riccardo Paderni, A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10488, 10667).
1841 È di Biagio Pecile, che costruisce casa di due piani di cinque finestre (A.M., 1841, b. 328).
1841, ag. 23 Angela Comelli Bearzi vende a Valentino fu Pietro Mini Tomada «una casa — situata — vicino alla chiesa di S. Cristofforo, coscritta sotto il c. n. 900 — fra li confini a lev. magazzini furono di questa ragione assegnati in parte al sigg. Biaggio Pecile rappresentante G.B. Comelli —, mezz. corte dello stesso, pon. nob. Enrico di Zucco ed a tram. contrada di S. Cristofforo —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4827, 3831).
1841, sett. 7*«Biagio q. Giuseppe Pecile, negoziante di legnami — possiede — i fabbricati in borgo S. Cristoforo, calle del Silio, — n. 900. Determinatosi di usar quel latifondo coll’erezione di casette d’affitto ne ha fatto redigere apposito progetto». Questo viene approvato (A.S.U., C.A. I, 328/1841/VIII, 5845 Orn. II C, con dis., con visto del perito Perissini).
1841, nov. 9 Biagio q. Giuseppe Pecile vende a Giuseppe ed Angela Cocolo coniugi Braidotti per L 4000 «un corpo di fabbricato per magazzini con cortile — nel borgo S. Cristoforo, calle del Sillio, contrassegnati col c. n. 900 —», confinante a lev. casa Braidotti, mezz. roggia, pon. parte Enrico di Zucco, parte Angela Comelli Bearzi, ed a tram. calle Sillio (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/I, 199).
1842, giu. 21 Angela Comelli Bearzi vende per L 2700 a Giuseppe q. G.B. Braidotti e moglie Angela Coccolo la casa n. 900 a lei pervenuta dall’eredità dei suoi genitori Luigi ed Angela Comelli (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4829, 4329).
1852*Appartiene ad Angela Coccolo (Competenze, I, f. 24v).
901
1525, giu. 17 Dal rotolo di Alvise di Luchino Belgrado: «— Hieronymo Drezavilla, fiolo de m. Francesco et de Menega, fiola del q. Domenego calderaro de contrada de S. Christophoro de Udene, mi dete a livello cum pacto permutandi — la casa dita delle campane, tien a fitto m. Defent bochalaro milanese, posta in l’androna sotto la giesia di S. Christoforo de Udene appresso lo muro castellan, apresso lo mio zardino, appresso l’aria di quelli di ser Chorado1» (B.C.U., ms. 1017, f. 89v).
1801 Stalla di Francesco Cernazai (Nomenclatura, f. 34v).
1809*È di Francesco Cernazai. «Non v’è che la sola scuderia e fenile» (Registro delli aloggi, f. 25v — 26r).
1816, ag. 16 Giuseppe q. Francesco Cernazai chiede di occupare una piccola parte di fondo contiguo alla sua scuderia al n. 901 «appoggiando la chiusura con portone in mezzo sul muro di ragione della r. città dalla parte di mezzodν e di rimpetto a quello di propria ragione —» (A.S.U., C.N., 180/1816, 2121 Orn. XIX).
1819, lugl. 21*Relazione dell’ingegnere d’ufficio, con pianta relativa, circa il progetto di vendita di una porzione della «calle cieca di S. Cristoforo» (A.S.U., C.A. I, 24/XI, 2668 Orn. II C).
1852*Appartiene a Giuseppe Cernazzai (Competenze, I, f. 24v).
   
NOTE1di Brazzà.
902
1801*Co. Federico di Brazzà (Nomenclatura, f. 34v); poi Luigi Comelli (Registro anagrafico, f. 23r).
1809*Appartiene a Federico e fratelli di Brazzà. Affittuale è il pistore Giuseppe Corsini (Registro delli aloggi, f. 25v).
1852*Appartiene a Biagio Pecile (Competenze, I, f. 24v).
903
1801 Magazzino dei coo. Federico e fratelli di Brazzà (Nomenclatura, f. 34v).
 *Affittato ai Comelli (ibid.).
1809*È di Federico e fratelli di Brazzà. Inquilino è il negoziante Luigi Comelli. Locale ad uso di magazzino di legname (Registro delli aloggi, f. 25r — 26r).
1852*Appartiene a Biagio Pecile (Competenze, I, f. 24v).
1907 È dei sigg. Orter. È la parte posteriore del n. 908. Si vede traccia di un poggiolo in pietra.
904
1801 Fraterna di S. Cristoforo (Nomenclatura, f. 34v).
 *Affittuale Mattia Coccolo (ibid.).
1809*È della chiesa di S. Cristoforo. Affittuale è il negoziante Mattia Coccolo (Registro delli aloggi, f. 25v).
1852*Appartiene alla chiesa di S. Cristoforo (Competenze, f. 24v).
1868, ag. 3 Il demanio pone all’asta la casa n. 904 della fraterna di S. Cristoforo (“Giornale di Udine”, 3, CLXXXIII, 3 ag. 1868, 5).
Chiesa di S. Cristoforo
  Fu costruita nel 1358 da Leonardo Arcoloniani.
[XVII secolo]°°Vedasi n. 907.
1834, ott. 10°°Domanda per la riforma della facciata (A.S.U., C.A. I, 219/I, 4954 Orn. II C, con dis.).
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 174r — 175r; L. PALLADIO degli OLIVI, Cronaca, p. 272-273; RAIMONDI, Gioia preziosa, p. 48-50.
   
BIBLIOGRAFIA BALDISSERA, Chiesa, 89; BATTISTELLA, La dolorosa e commovente istoria, 28; BATTISTELLA, Udine..., 61; BERGAMINI-TAVANO, Storia dell’arte, 290, 407, 468; BIASUTTI, Note d’archivio, 10, 19; BRAGATO, Guida, 57-58; CAVALCASELLE, La pittura, 37, 104, 106, 239-241, 290, 294; COMELLI, Odorico Politi, 37; DE PIERO, Antiche parrocchie, 101-102; Epigrafi murarie, 3, 15; ERMACORA, Guida, 141-142; GIOSEFFI, Udine, 93; GOI-METZ, Alla riscoperta, 129-131; Illustrazione, 210; JOPPI, Udine prima del 1425, XII; di MANIAGO, Guida, 48; MENINI, Lettera; L. PALLADIO degli OLIVI-CAIMO DRAGONI, Memorie, 39, 47; Parti prese... 1887, 139; PARONI-BARBINA, Arte organaria, 25-96; POLITTI, La chiesa parrocchiale di S. Cristoforo M.; de RENALDIS, Della pittura, 35, 54, 91-92; RIZZI, Pluralità, 249, 250, 252, 258, 379, 380, 495; RIZZI, Profilo... Il Quattrocento, 36, 38, 43; RIZZI, Storia... Il Seicento, 24, 59, 68, 70, 84; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937) 20; 3 (1937) 15-16; C. SOMEDA de MARCO, Architetti e lapicidi, 337; TENTORI, Udine, 292; I tesori della Civica Biblioteca, 35; TOLLER, Brevissima storia; VALE, Contributo, 38, 87-88; VALENTINIS, Udine antica, 7, 15.
   
ICONOGRAFIA GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, n. 27; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 22; MURERO, Udine metropoli, n. 27; RASICOTTI, L’antica e nobilissima città; SCOLARI, L’antica e nobilissima città; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 20.
905
1388, dic. 21 «— Blanchus q. Federici — de Martignacho precio — quatuordecim marcharum denariorum et denariorum centum aquilegensis monete, quod totum precium ipse fuit — confessus — se — recepisse a d. Culussa f. q. Henrici — ,vendidit eidem d. Culusse — unam domum muratam soleratam tegulisque copertam sitam Utini in burgo superiori, in androna inferiori ecclesie S. Christofori cuius hii sunt confines, ab una parte iuxta Franciscum — de Alnicho, ab alia iuxta d. Iacuminam rel. olim Petri furnatoris —, a tertia iuxta sacrastiam ecclesie S. Christofori —, a quarta autem parte adest via publica» (Not. Francesco q. Matteo da Valvasone, B.C.U., ms. 1231, Pergamene friulane, III).
[XVII secolo]°°Vedasi n. 907.
1801 Stalla del co. Carlo Caiselli (Nomenclatura, f. 34v).
1809*Appartiene a Carlo e fratello Caiselli. «Non v’è che la scuderia e fenile» (Registro delli aloggi, f. 25v — 26r).
1852*Scuderia dei coo. Caiselli (Competenze, I, f. 24v).
906
[XVII secolo]°°Vedasi n. 907.
1801 Co. Giovanna Palladio (Nomenclatura, f. 34v).
 *Affittuali Giovanni Flaibano e Niccolò Aviano (ibid.).
1802, apr. 29*«— Federico Farra, procuratore — delle — coo. Giovanna Palladia madre, Lugrezia Palladio Zignoni, Dorotea Palladio, Augusta Palladio Asquini e M. Giovanna Palladio figlie —, ha — renunziato — a titolo di livello affrancabile a — Giuseppe di Mattia di Magredis, ora abitante in questa città —, una di loro casa — situata nelle pertinenze del borgo di S. Cristofforo — al n. 906 tra li suoi confini, attualmente condotta in affitto semplice dal — Cudicino per la massima parte e da Nicolò Aviano per la rimanente —. E questo fa — per il — prezzo — di d 700 —» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, 395, f. 453v — 454v).
1809*È di Dorotea Palladio. Vi abita il portiere Giuseppe Cudicini (Registro delli aloggi, f. 25v).
1812, ag. 8 Lucrezia, Dorotea e Maria Giovanna q Enrico Palladio vendono definitivamente a Francesco q. Lorenzo Bonaccioli casa in borgo S. Cristoforo, nella contrada Caiselli, n. 906; conf. lev. e mezz. Caiselli, pon. Angelo e Fortunato Capaci, tram. contrada (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10323, 797, f. 11v).
1830, mar. 29 Francesco Bonaccioli q. Lorenzo la vende a Giuseppe q. Antonio Caneva per L 3428,58 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10475, 7211).
1833, genn. 16 È di Giuseppe Caneva (A.S.U., C.A. I, 206/I, 242 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario chiede di riformare il pianterreno (ibid.).
1852*Appartiene a Giuseppe Caneva (Competenze, I, f. 24v).
1937 Vi è un maniscalco.
907
[XVIII secolo]*Vedasi disegno della calle riportato nel Registro anagrafico (B.C.U., F. Joppi, ms. 85 (in: Mappe cass. E.4)).
1794, ag. 18 Pre Giacomo q. Valentino Cossettini da Vergnacco e il fratello Pietro vendono ad Angelo e Fortunato q. Matteo Capaci una casa con corticella nella contrada detta Caiselli; «confina a lev. casa — Palladio, a mezz. parte casa — di questa — fraterna di , S. Cristoforo e parte cortivo — Brazzà in loco Belgrado, fu Palladio, a pon. — Brazzà ed a tram. la contrada» (A.S.U., N., Antonio del fu Andrea Paderni, 9977, XXVIII instr., 2022, f. 2743r — 2744r).
1801 Sac. Giacomo Cossettini da Vergnacco (Nomenclatura, f. 34v).
 *Affittuale Angelo Capace (ibid.).
1809 Angelo Capace domestico (Registro delli aloggi, f. 25v).
 *Vi abitano il falegname Nicolò Aviano e l’industriante Pietro Poliselli (ibid.).
1812, magg. 26*In seguito ad atto oppignorativo del 10 marzo, contro Giuseppe Cudicini, debitore insolvente per L 7,89, viene messa all’asta «una stanza a pianterreno a uso di camera al n. 907, a lev. la scuderia delli — Caiselli, a pon. Angelo Casseri» (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 18).
1812, magg. 31*In seguito ad atto oppignorativo del 18 febbr. viene messa all’asta la «cucina a pian terreno con ingresso da piccolo andito verso la strada dal corpo della casa — al n. 906. Debitore è Giuseppe Cudicini per L 41,67» (A.S.U., C.N., 81/Processo verbale d’asta con effetto, 11).
1825, nov. 7 «Francesco Zocco del fu Antonio, agente al negozio libraio Vendrame nella — figura di tutore — del minore Pietro del fu Giuseppe Varol —, vende a corpo —» a Nicolò Fantini «la — casa con — corticella e fondi di essa casa, il tutto situato — nel recinto del borgo di S. Cristofolo, nella calle detta dei Caiselli —; confina a lev. Domenico Bonazioli in loco Cudicini, a mezz. parte casa — della — chiesa di S. Cristofolo e parte — Luigi Comelli in loco coo. di Brazzà, a pon. — Comelli in loco coo. di Brazzà — ed a tram. la calle — Caiselli —; la qual casa e fondi pervenν nel — minore Pietro Varol nella di lui rappresentanza di unico erede della defunta Maria n. Capaci, fu di lui madre. La — vendita viene fatta — per la — somma di austr. — L 1965,61 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10310, 2055; alleg. descrizione e stima della casa ad opera dello stesso Osvaldo Colomba quale pubblico perito).
1826, giu. 14*Nicolò Fantini presenta il progetto di riforma della casa, nella quale intende aprire «quattro forri a pian terren, due detti al primo pian, due detti al secondo, sia sotto il coperto». In sostanza spariscono le porte ad arco, si aprono due porte laterali rettangolari, si pongono in asse le finestre. La commissione d’ornato approva (A.S.U., C.A. I, 100/1826, 1956 Orn. II C, con dis.).
1830, mar. 29*«Francesco Bonaccioli —ha — venduto al — sig. Giuseppe Caneva —una casa —, sita — nel borgo di S. Cristofolo nella contrada Caiselli, coscritta col n. 906, che confina a lev. e mezz. — coo. Caiselli, a pon. Angelo e Fortunato Capaci ed a tram. contrada —, per — it. L 3000 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10475, 7211).
1833, genn. 16*Giuseppe Caneva chiede ed ottiene di riformare la facciata della casa (A.S.U., C.A. I, 206/1, 242 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Nicolò Fantini (Competenze, I, f. 24v).
908
[XVIII secolo]°°Vedasi n. 907.
1794, lugl. 21 «Il co. Giuseppe Belgrado —tanto per sé, quanto per conto — del — co. Vincenzo — di lui fratello ed anche come tuttore — del — co. Orazio de Belgrado di lui nipote in ettà minore — vende — alli — coo. Girolamo q. — co. Antonio padre, Pietro Antonio, Federico — Giulio e Massimo figli di Brazzà — le case tutte, casette, cortivi, orto ed adiacenze — poste nella contrada di S. Cristoforo —, che confinano a lev. strada pubblica ed in piccola parte il sig. Francesco Cernazai, a mezz. orto delli — coo. Florio, a pon. detti — coo. Florio ed a tram. parte — co. Francesco Caiselli parte la — contrada — parte le nob. — sorelle Palladio e parte la — fraterna di S. Cristoforo —. E questa — vendita — fa — pel prezzo — di d 6415 L 1 s 1 —» (A.S.U., N., Antonio del fu Andrea Paderni, 9977, XXVIII d’instr., 2003, f. 2711r — 2712v).
1801 Coo. Federico e fratelli di Brazzà (Nomenclatura, f. 34v).
 *Affittuale Lucietta Bonitti (ibid.).
1809*Appartiene a Federico e fratelli di Brazzà. Affittuale è l’industriante Lucia Boniti (Registro delli aloggi, f. 25v).
1852*Appartiene a Biagio Pecile (Competenze, I, f. 25v).
1937 Sulla facciata vi è un poggiolo in pietra sostenuto da quattro modiglioni.
   
BIBLIOGRAFIA QUARGNOLO, Vecchi cinema, 7-10.
909
1457, dic. 17 Testamento del dott. Antonio Belgrado1, fatto in casa sua, nell’androna di ser Zane (JOPPI, Notariorum, VI, f. 188v, dal not. Antonio Fabris).
1502, genn. 23 I Belgrado possedevano case fra le vie Sillio e Caiselli; confinavano con il muro castellano (B.C.U., ms. 1017, f. 1v).
 *Alvise Belgrado riferisce sulle divisioni fra il padre e lo zio Daniele: «— Ne à tochado parte dela caxa nova salvaroba de — mio barba, tuto lo corpo dela caneveta, dela aria et dele stale, parte dela corte grande, parte del orto, segondo el disegno fato cun chavichie del ferro nel muro dela schala de piera et in el muro castellan recta linea, dele quale questi sono li confini: in contrada de S. Christoforo apreso la caxa de San Nicolò et ser Antonio de q. ser Chorado de Brazà, apreso la caxa del salvaroba tochada a ser Daniel mio barba — apreso la caxa dela stua, apreso la cortisella dela chusina, apreso la parte dela corte grande et de l’orto etiam tochade a mio barba, apreso el muro castellan, et apreso l’androna sopra la zexia de S. Christopholo —» (ibid.).
1502, magg. 28*Tra li beni divisi, Alvise Belgrado cita «et etiam collone do de piera lavorade quadre, longe pie 10, che sono in la mia corte apreso la porta sopra l’androna de la gexia de S. Christopholo. Nota che cum suprascritte colone foreno fati do antili per la porta nova fata in dita androna adν 28 mazo 1502» (B.C.U., ms. 1017, f. 2r).
1502*Alvise Belgrado dà notizia di una serie di affrancazioni di case nella zona da parte dei consorti Belgrado: «Io Alvise — insieme cum m. Andrea mio chusino — havemo franchado de mess. Lonardo Blanchulino sartor, habita in Udene in contrada de S. Christophoro, s 26 de livello pagavemo al dito sopra una caxa fo del q. Piero Tuxulino ac Zuanne suo nepote de Feletano, posta in Udene in l’androna de S. Christopholo, zoè de soto, come apar per man de ser Hieronymo de Hieronymis —» (B.C.U., ms. 1017, f. 3v).
1506, genn. 14*«Io Alvise — franchai st 4 de formento, li quali se pagavano de livello cum pacto franchandi, come apar per man de ser Nicolao dela Fornace die 29 aug. 1487, sopra la casa posta in l’androna sopra le case de nostra habitatione —, apresso le case de ser Nicolò et ser Antonio q. ser Chorado pro presio de d 39 —» (B.C.U., ms. 1017, f. 24r).
 *Negli stessi anni si registrano alcuni acquisti da parte di Alvise:
1507, nov. 27 «Ego Alovisius, nomine patris mei, emi duas domus a mag. Francisco — q. mag. Jacobi Rizii carpentarii, cum consensu — d. Helenæ eorum aviæ maternæ et Venutæ eorum matris — domus Utini in andronis contrate S. Christophori, videlicet altera cum curia contigua ad presens habitata per mag. Nardinum cerdonem, iuxta andronam ser Christophori a parte anteriori et posteriori et ab uno latere iuxta domum habitationis nostræ et ab alio iuxta quandam domum hereditatis q. mag. Bartholomei carpentarii de Caprileis, altera — ad pręsens habitata per d. Margaritam amitam ipsorum venditorum, iuxta curiam domorum nostrarum et iuxta quasdam domunculas etiam nostras ac iuxta andronam S Christophori —. Constat manu ser Hieronymi de Hyeronimis not. — Habeo instrumentum —» (B.C.U., ms. 1017, f. 26r).
1659°I Palladio avevano la casa del fu Luigi Belgrado (Raccolta Frangipane, III, 49).
1744 «Palladii. La loro abitazione è in capo l’androna frapposta alla chiesa di S. Cristoforo ed al palazzo Caiselli» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 175).
[XVIII secolo]°°Vedasi n. 907.
1801 Abitazione dei coo. Federico e fratelli di Brazzà (Nomenclatura, f. 34v).
1809*È di Federico e fratelli di Brazzà. Loro abitazione (Registro delli aloggi, f. 25v — 26r).
1852*Appartiene a Biagio Pecile (Competenze, I, f. 25v).
1857, ott. 22*L’ingegnere municipale G.B. Locatelli redige lo «stato e grado dei locali facenti parte della casa al c. n. 909 in calle Caiselli, affittati al comune di Udine e da esso ridotti ad uso delle scuole elementari femminili» (A.S.U., C.A. II, 76, 380, allegato alla pratica del 4 ott.).
   
NOTE1Per i Belgrado: MONTICOLI, Cronaca, 51. Per Antonio Belgrado: CAPODAGLI, Udine, 93-94; V. MASUTTI, Ricerche, 152-159. Per i Palladio degli Olivi: P. SOMEDA de MARCO, Medici, 85-86. Per i Brazzà: MONTICOLI, Cronaca, 46; G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, II, 180.
910
1499, genn. 17*«Actum Utini in contrata S. Christofori in domibus habitationis infrascriptorum emptorum, videlicet in stupa —. Ibique m. Dominicus faber q. Ioannis Marquardi de Liunaco et Laurentius eius nepos f. q. Muti f. predicti q. Ioannis Marquardi, — vendiderunt — ser Nicolao et ser Antonio fratribus q. — ser Coradi de Brazacho civibus Utiniensibus —, unam domum muratam, soleratam et cuppis cohopertam sitam Utini in androna S. Cristophori ab uno latere, iuxta unam domum ipsorum fratrum emptorum, habitatam per Ulianam et Bettam eius filiam obstetrices, ab alio latere iuxta domum Nicolai Pissulo de Alnico et iuxta viam publicam et a parte vero posteriori iuxta aliam domum prędictorum venditorum et Danielis q. Leonardi fabri de Alnico — et hæc precio et foro ducatorum vigintiquinque —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. I, f. 164v — 165v).
1499, genn. 17*«— Dominicus faber q. Ioannis Marquardi de Liunacho pro se et pro una tercia parte et Laurentius eius nepos f. q. Marci f. — q. Ioannis Marquardi, pro una alia parte, et Daniel nepos eiusdem mag. Dominici ex alio fratre nominato *** —, vendiderunt — ser Nicolao et ser Antonio fratribus q. — ser Coradi de Brazacho civibus Utinensibus — unam domum muratam, soleratam et cuppis cohopertam, sitam Utini, in androna S. Cristophori, ab uno latere iuxta — domum Mauri de Reana, ab alio latere iuxta unam domum ser Justi q. ser Thobiæ aurifabri de Utino et iuxta viam publicam — et hoc precio et foro — sexdecim ducatorum —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, I, f. 166r - 167r).
1544, mar. 11*«Actum Utini, in contrata S. Christophori, in camino domus — proprię habitationis — Vincentii et fratrum e Brazacho —» (A.S.U., N., Francesco Belgrado, 5737, I istr., f. 185r).
1801 Co. Federico Brazzà (Nomenclatura, f. 34v).
 *Affittuale Gioseffa Nassis (ibid.).
1809*Appartiene a Federico e fratelli di Brazzà. Vi abita l’industriante Giuseppe Nacis (Registro delli aloggi, f. 25v).
1852*Appartiene a Biagio Pecile (Competenze, I, f. 25v).
1883 Albergo “Al telegrafo” di Carlotta Vicario Scala (AVOGADRO, 138).
   
BIBLIOGRAFIA BRAGATO, Guida, 174; QUARGNOLO, Vecchi cinema, 41.
911
1499, genn. 17*Vedasi n. 910.
1801 Coo. Federico e fratelli di Brazzà (Nomenclatura, f. 34v).
 *Affittuale Giuseppe Zotti detto Martinelli (ibid.).
1809*Appartiene a Federico e fratelli di Brazzà. Affittuale è il «casolino» Giuseppe Del Zotto (Registro delli aloggi, f. 25v).
1852*Appartiene a Biagio Pecile (Competenze, I, f. 25v).
912
1650 Giacomo Simeonio intende vendere ai coo. Leonardo e fratelli Caiselli una casa in borgo di S. Cristoforo; confina a mattina borgo, a mezzodν androna di S. Cristoforo, ponente e monti co. Caiselli. La facciata su via Palladio era lunga m 9,53, su vicolo Caiselli 14,98. La facciata su via Palladio era sostenuta da modiglioni (Archivio Caiselli)1.
1655, apr. 9 Dalla «stima della casa di borgo di S. Christofolo di ragione del nob. — Giacomo Strasordo, che vende alli — coo. Leonardo et Pietro fratelli Caiselli» si ricavano dati utili per la ricostruzione del fondo dei venditori, che si estende con alcune costruzioni, cortili e orto da via S. Cristoforo alla calle dei Florio: «— Una casa posta — nel borgo di S. Cristoforo, a lev. il nob. — G.B. Mantica, a mezodν, pon. et ai monti strada —». Il documento ne fornisce le misure: «fazada de muro sopra la strada longa ps 10 pd 4, alta con fonda ps 7 pd 1, fa ps 77 pd 3». Abbastanza chiaramente viene descritto il primo piano., Nel «camerino presso la salla» dotato di una «nappetta in piera alla francese» si apre una «fenestra in piera, lavorata col suo volto sopra la strada, con doi palle, telai, rame di veri et scuro». La sala, col pavimento «battudo», lunga ps 7 pd 2 per ps 3 pd 3, si apre su un «poggiolo di piera lavorato sopra la strada, longo pie 17, alto pie 2 1/4, con parapetto trasforato e 4 puttini —, palle tonde, due antili alti pie 14 1/2, dui colonne tonde con base e capitelli, tre volti, cornise, fassa o friso, per il zagado di lastre con modeoni sotto, telaro di piera sopra la salla longo pie 10 —»; all’incontro troviamo una «balconada sopra la corte pur in pietra con telari, rame di veri delle 3 balconate o fenestre». Le scale sono di legno, tranne la «scalletta di piera compatta che va nel mezado» come quella di sette gradini che scende in cantina. Il sottoportico d’ingresso, di ps 7 pd 4 per ps 3 pd 3 ha una «fenestra in piera con fenestra sopra la strada» ed è «salizado de modoni in cortei». Al pian terreno e nei granai le stanze hanno il «solaro pianellado». Tutti gli stipiti interni ed esterni di porte e finestre sono di pietra. Piϊ grande ’t la «casa sopra l’androna» con la «fazzada di muro sopra l’androna di S. Christofforo longa ps 20, alta con fonda ps 6 pd 3 1/2, fa ps 136 pd 2, fazzada di drio larga ps 17 pd 3 1/2, ps 114». È dotata di una «stanza del forno». La «porta dell’ingresso in piera a volto con paracarri, ferrada sopra col suo baston di ferro et scuro in doi parti con ferramenta» apre sul «portigo salizado di cogoli». Una stanza «sopra la corte» è indicata come «studiol», un’altra è quella della «stua» con «banche attorno da sentar fodrate de tole, fornello rotto». Anche in questa casa esiste, benché piϊ modesto nella pretesa, un «poggiolo sopra l’androna», costituito da «lastra di pietra con modeoni sotto, telaro di ferro con parapetto di liste, porta in piera con ferrada sopra e rame di veri». Indirettamente è citata anche una «camera de’ libri», alla quale si accede tramite una «scalla di tole». La casa è fornita di stalla, con «fazzada di muro sopra la corte longa ps 5 alta ps 4 pd 2 1/2» e finestre con stipiti di pietra. La sostengono all’interno «dui colonne di pietra tonde con base et capitelli», ma il «mangiadore de’ cavalli» è «triste». L’edificio confina con una proprietà Florio, con la quale divide un muro di passa quadrate 17 ed ha una «porta sopra l’androna delli sigg. Fiorii in piera». Nel complesso sono compresi un «gallinaro», una «lisiara», una cucina con ambienti annessi e varie stanze che danno sull’androna dei Florio. La modesta «casa del fornaro», lunga ps 5 pd 3 e alta ps 5, è caratterizzata dalla presenza di un «forno stabilido» e da un «pozzo coni suo vaso di pietra, profondo ps 3 1/2». Seguono «dui casette nell’androna di S. Christoforo» e un orto di ps 101 (A.S.U., N., Gaspare Agricola, 7730, filza).
1656°I coo. Strassoldo vendono ai Caiselli le case in borgo S. Cristoforo con altre casette contigue (Archivio Caiselli).
1656, ott. 11 «Intendendo già il nob. — Lugretio co. di Strasoldo, facendo tanto per nome suo quanto del nob. — Giacomo suo padre et delli — fratelli —, di — vendere alli nob. — coo. Leonardo et Pietro fratelli Caiselli le loro case poste in borgo di S. Christoforo appresso la chiesa con altre casette contigue — le parti — divenero ad acordo per tutto il contenuto nella — stima in prezzo di —d 5300 —. Per pagamento — del quale — li — coo. Caiselli — dano in permuta al — co. Strasoldo tanti beni in diversi luoghi —» (A.S.U., N., Gaspare Agricola, 7730, filza).
1657, apr. 25*«Il — co. Lugretio di Strassoldo, facendo a nome suo e come procuratore delli — coo. Giacomo e Giorgio suoi padre et fratello —, ha venduto — alli — coo. Lonardo et Pietro fratelli Caiselli — le case poste in Udene nel borgo di S. Cristoforo tanto la portione per li sigg. Strassoldi posseduta, quanto quella possessa dalli nob. — fratelli Palladii, casa del fornaro sul canton dell’androna Floria, casette drio la chiesa di S. Cristoforo, cioè tutto quello si contiene nella stima Nepoti et Contrina di 9 apr. 1655 data presso me nodaro, del tenore e con tutte le sue habenze, pertinenze, ingressi e regressi per il prezzo tra le parti convenuto di d 5300 —, come nel manuscritto di 11 dic. p.p. — et detratto il carico di formento st 1 — vino conzi 2 1/2, solito pagarsi annualmente sopra le dette case alla — chiesa et — curato di S. Cristofforo resta in d 5190 L 3 — et in contracambio il — co. Lonardo Caisello — depositò sopra il sacro monte di pietà di Udine d 2000 — sotto li 7 genn. p.p., quali forono dalli — Palladii levati li 21 di detto mese —» (A.S.U., N., Gaspare Agricola, Instr. I, f. 25v — 27v).
1658, apr. 10*«Giacomo Simeonio, Candiano et Gierolamo suoi figliuoli — hanno venduto — pro tempore al — co. Lonardo Caiselli — la loro casa posta in Udene, in borgo di S. Cristofforo, appresso la — chiesa di detto Santo, attaccata a quelle del co. comprante, con tutte le sue habenze, pertinenze, ingressi e regressi fino alle strade publiche, per —ducati 750 —» (A.S.U., N., Gaspare Agricola, Instr. I, f. 36v — 38v). La casa Caiselli era Brazzà (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 174v, nota di V. Joppi).
1665, mar. 5*«Si dichiara con la presente scritura di locacione come il — co. Lonardo Caisello à — conceso a ragione di semplice affitto una sua casa posta nel borgo di San Cristofolo drio la chiesa, apreso il suo orto, a —G.B. Bitino, pitore in questa città, per anni cinque, con obligo di pagare ogni anno — lire setantasei —» (Arch. Caiselli, Istrumenti di locazione per Udine e pertinenze, con autografo del pittore).
1665, ag. 27*Scrittura di locazione redatta per i Caiselli: «Si dichiara per la presente scrittura di locatione come il — co. Lonardo Caisello ha concesso a ragion di semplice affitto una sua casa, posta drio alla chiesa di S. Christofforo, ataccata al stanzione d’esso — conte, a donna Pasqua q. Pietro Salvadore et a Luisa sua figlia per anno uno, con obligo di pagare d’affitto ogn’anno — ducati cinque ogni sei mesi —» (A.S.U., Arch. Caiselli, Istrumenti di locazione per Udine e pertinenze).
1668, lugl. 25*Scrittura di locazione redatta per i Caiselli: «Si dichiara con la presente scrittura di locatione qualmente il — co. G.B. Caisello, facendo anco a nome del — co. Lonardo suo fratello, ha dato — a ragion di semplice affitto — per anni due a ser Zuane Della Mora sarto la bottega sotto la sua casa dominicale, che per avanti teniva il Tissano Vedran, con obligo di corrispondere ogn’anno ducati cinque» (A.S.U., Arch. Caiselli, Istrumenti di locazione per Udine e pertinenze).
1672, giu. 6*«— Il — co. Bernardino Caisello dà — a ragion di semplice affitto la sua casa per mezzo la sua della sua propria abitacione a mess. — Iosefo Bernardinis et a mess. G.B. Bitino pitore insieme — incominciando l’anno e il giorno sudetto con l’obligo di pagare di affitto in contadi ducati disdotto —» (Arch. Caiselli, Istrumenti di locazione per Udine e pertinenze, con autografo del pittore).
1672, ott. 5*«Il — co. Bernardino Caiselo a conceso a ragion di semplice affitto la sua casa dietro la chiesa di S. Cristofolo atacata al suo orto, che per avanti teneva affittato il rev. pre Iosefo Tuli, al rev. — pre’ Biasio Agosto et al rev. pre’ Lonardo Zenarola — con obligo di pagare ogni anno di affitto ducati dodici —» (Arch. Caiselli, Istrumenti di locazione per Udine e pertinenze).
1688, nov. 25*«Con la presente scrittura di locatione si dichiara come — li coo. G.B. et Leonardo fratelli Caiselli hanno — locato per anno uno, una loro casa posta nell’androna drio la chiesa che per avanti la teniva ad affitto mess. Andrea Dordolino, a mezz. Andrea Fulchera con obligo di corrispondere ogn’anno — L 49 s 12 —» (Arch. Caiselli, Istrumenti di locazione per Udine e pertinenze).
1689, genn. 10*«Udine, in casa degl’infrascritti — coo. Caiselli in contrada di S. Christofforo» (A.S.U., N., Antonio Orgnani, 7846, XIX instr., f. 1r).
1741, magg. 6 Si concede ai coo. Caiselli permissione di poter «nella pubblica androna che si dilunga sin all’ingresso delle case Mantica, occupar un pezzo di sito pubblico attaccato alla loro abitazione in lunghezza —di piedi cinque onze dieci, larghezza — di piedi quattro onze tre» (Acta, LXXX, f. 141r — 141v; dis. in A.S.U., C.A. I, 14/1, n. 14).
1744 «Caiselli. Il palazzo loro è tra la chiesa di S. Cristoforo e quello dei Florio. Qui abitavano molte famiglie, Brazzacco, Strassoldo dai quali comperarono le loro fabbriche essi Caiselli; alle medesime aggiunsero due altre case, una abitata dal D.r. Cornacchino ch’era posta sul cantone verso la chiesa sotto cui vi era una barbieria, dall’altro canto verso i Florio vedevasi altra casetta chiusa e disabitata» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 175).
1798 Casa Caiselli nel borgo di S. Cristoforo: «camera tutta dipinta dalla prima maniera di G.B. Tiepoletto» (de RUBEIS, Catalogo, 6 (1938), 13).
1801 Coo. Carlo2 e Girolamo Caiselli «Loro abitazione» (Nomenclatura, f. 34v).
  La facciata fu costruita al tempo del Regno italico su disegni d’un ingegnere militare francese3 (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 174v).
1802, sett. 22*«Li — coo. Carlo e Girolamo fratelli Caiselli, sin da quando hanno divisato di rifformare ed ampliare il palazzo di loro abitazione, situato in questo borgo di S. Cristoforo —, hanno — ricercato il — co. Filippo Florio di ceder loro l’infrascritte fabbriche e fondo confinanti con detto loro palazzo ed avendo il — co. Florio aderito alle brame delli — coo. Caiselli —, ha venduto — alli suddetti — le fabbriche di muro, coperte di coppi con corticella annessa — situate — nell’androna detta dei coo. Florio, che confina a lev. e mezz. detti — Caiselli, a pon. casa e corticella restante alli — Florio e — coo. di Brazzà ed a tram. la — androna —. E questa — vendita ha fatto — pel prezzo di d 3500 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, Prot. XLV, 3367, f. 4441r — 4442v).
1809*Proprietà di Carlo e fratello Caiselli, che vi abitano con la famiglia e undici domestici. Nell’edificio sono ospitati Filippo e nipoti Florio, nonché il domestico Antonio Caneva e gli industrianti Rosa Cantona e Domenico De Marco (Registro delli aloggi, f. 25v).
1824, ott. 28*Il capoquartiere segnala l’esistenza di un pozzo coperto al n. 912 (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
1852, apr. 20 Progetto di fabbrica su la calle Florio al n. 912 (A.S.U., C.A. II, 66/1852, 2803 Orn. II C, con dis., firmato da A. Scala).
 *Francesco e Gerolamo Caiselli «hanno divisato di erigere una fabbrica sopra un loro fondo annesso al palazzo sotto il c. n. 912 in borgo S. Cristoforo, per cui ne presentano il tipo — della facciata —». Il progetto viene approvato. Nella nota in calce del podestà A. Caimo Dragoni si legge che l’edificio avrà «il prospetto sulla calle detta Florio» (ibid.).
1876*Studio del geometra Osvaldo Kiussi (COSMI-AVOGADRO, 96).
1900 Osteria “All’ortolano”.
1937 È del co. Bernardino Caiselli.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 03 sett. 1955 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1L’archivio Caiselli, depositato attualmente presso l’A.S.U., è in via di riordino dopo gli sconvolgimenti avvenuti nel corso del secolo XX. Le antiche segnature pertanto non aiutano nel reperimento, né del resto la citazione del della Porta è corredata da sufficienti dati per permettere di rintracciare il documento originale. I documenti di questo fondo utilizzati nel corso del lavoro sono stati segnalati dalla dott. Liliana Cargnelutti.
 2Per Carlo Caiselli: PIERI, Napoleone, 277.
 3Che il francese fosse un ingegnere militare è aggiunto dal della Porta, il quale non cita la sua fonte d’informazione, anche se il dato da lui riportato è esatto. Vedasi infatti il disegno nel M.C.U..
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese di Udine, f. 174v; VISENTINI, Architettura civile, 69-74, 147-165, 184-185; ZURICO, Della pittura friulana, 18, 22.
   
BIBLIOGRAFIA Gli affreschi nelle ville venete, 156; BERGAMINI, Vino, 120; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 188-193; BRAGATO, Guida, 59; ERMACORA, Guida, 142; von FRIMMEL, Aus dem Palazzo Caiselli, 25-35; GEIGER, Antonio Carneo; GROSSATO, Antonio Urbani, 18; LANZI, Storia pittorica, 181; di MANIAGO, Guida, 64; MARCHETTI, Il Friuli, 409-418; MARI, Quel curioso mistero; MIOTTI, Le nature morte di Paolo Paoletti; I nostri tesori d’arte, 95-96; Il palazzo azzoppato; G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, 323; A. PALLUCCHINI, L’opera completa di Giambattista Tiepolo, n. 38 e 145; R. PALLUCCHINI, La pittura veneziana del Settecento, 235; PICCO, L’arte ornamentale, 20; PICCO, Ricordi popolari. L’antico piazzale di S. Cristoforo; PLANISCIG, Lessico, 156; della PORTA, Toponomastica, 37, 86, 87; di PRAMPERO, Napoleone in Friuli, 62; de RENALDIS, Della pittura friulana, 123; RIZZI, Antonio Carneo, 13-15; RIZZI, Mostra della pittura veneta del Seicento, 26, 34, 36, 120-122; RIZZI, Mostra della pittura veneta del Settecento, 168-169, 190-193; RIZZI, Pluralità, 482; RIZZI, Storia... Il Seicento, 67-70; RIZZI, Storia... Il Settecento, 43; RIZZI, Tiepolo a Udine, 102-105; ROTA, Cenni, 26; de RUBEIS, Catalogo, 6 (1938); 13, 16; S[ACCOMANI], Il ristauro, 15, 40, 48; TESSITORI, Giambattista Tiepolo in tribunale; VALENTINIS, Udine antica, 22.
913
1643 «— Horto — posto dietro alla casa dei sigg. Coronella, fu già dei sigg. Belgrado, nell’androna Torsa, già detta Porta di S. Maria, possesso di presente per li — sigg. Coronella; confina a sol levado colla loro corte, a mezo dν coll’ecc.mo — Ascanio Arrigoni, a sol a monte colla muraglia castellana e ai monti coi sigg. Torsi» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 76).
1657, lugl. 5 Giuseppe e G.B. Coronella «zio et nipote, — hanno — venduto — al nob. G.B. Mantica — una — casa — posta — nella contrada Floria con corte et horto, — acquistata dalli nob. — Brandimarte et Francesco Belgradi l’anno 1632 per instrumento di mano del — q. — Antonio Mattioli; confina dalla parte davanti con la — contrada, da un lato stalla — Florio, dall’altro — con horto del nob. — Giulio Torso et — di dietro con casa del nob. — Horatio Belgrado —» (A.S.U., N., Valentino Orgnani, 7562, VII instr., f. 46r — 47v).
1774, ag. 22 Stima della casa dei coo. Francesco e fratelli q. Francesco Mantica: «Casa con rimessa, cortivo ed orto, situata in capo l’androna detta del Florio, nel borgo S. Cristoforo — di ragione de’ — coo. Francesco e fratelli q. Francesco Mantica —, che tutto confina a lev. — coo. Florio, mezz. — Enrico e fratelli Palladio, pon. orto di detti — coo. Florio ed ai monti parte li medesimi e parte l’androna —». Il pubbl. per. Nicolò Comuzzi firma il documento (A.S.U., Arch. Mantica, 27, f. 832r — 846v).
1782, sett. 25 Francesco q. Francesco Mantica e Nicolò fratelli vendono a mons. Francesco e Daniele q. Sebastiano Florio la casa nella contrada Florio; «la qual — confina a lev. parte detta contrada, parte i — coo. Florio — e parte il nob. — Francesco Palladio, a mezzodν Palladio, a pon. — Florio ed ai monti parte — Florio e parte — la suddetta contrada —» (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9791, XIX instrom., 2485, f. 3421v — 3423v).
1782 «I coo. Mantica vendono per d 5500 la loro casa in S. Cristoforo ai coo. Florio e passano nella casa Monaco da loro comperata dietro al duomo per d 10 mille» (A. della FORZA, Memorie, B.C.U., ms. 638 Joppi, f. 28v).
1801 Coo. Filippo e nipoti Florio (Nomenclatura, f. 34v).
 *Affittuale Niccolò de Marco (ibid.).
1809*Filippo e nipoti Florio; vi abita il «bolzaro» Giovanni Ferirlo (Registro delli aloggi, f. 25v).
1852*Appartiene al co. Daniele Florio (Competenze, I, f. 25v).
1937 È del co. Francesco Florio.
1940 Osteria “Al Montenegrino”.
Porta S. Lucia del III recinto
1506, mar. 18°Si delibera di riaprire la Porta di S. Lucia che minaccia rovina (Annales, XLI).
1509, nov. 29*«In — convocatione comparens Mathias cabalarius Utini, habitans, exposuit quod fuit semper bonus et fidelis huic — comunitati et quod in hac sua etate decrepita expellitur de domo in qua per plures annos habitavit et nescit quo possit ire cum eius uxore ad habitandum. Ideo reverenter supplicavit eisdem — dominis velint sibi de gracia concedere usum et habitationem turris porte S. Lucie burgi interioris amore Dei; super qua suplicatione aliquibus dictis, tandem ei remissa fuit — dominis deputatis qui, habito colloquio cum decanis ipsius burgi, de ea disponant prout eis videbitur —» (Annales, XLI, f. 145r — 145v).
1548, nov. 5*«— Perlecta fuit cessio facta nob. Elisabethæ relictæ olim — doct. Octavii Florii —: 1548, adν 28 mazo. Ricevei io m. Isepo marangon, fiolo del q. m. Zulian marangon de Udene, de mad. Lisabetha Floria del q. mess. Ottavio, ducatti quattro — et io spontaneamente gli do et cedo ogni rason ch’io ho et mi aspettasse nella torre in borgo de S. Lucia apresso la ditta mad. Betta, et tiogo termine un anno a darge la chiave et metterla in mio logo in possesso de ditta torre —. Subinde, ad — instantiam agentium nomine — d. Elisabethę —, deputati posuerunt partem quod — prestetur is assensus —. Super qua parte inita fuerunt suffragia et narratis respectibus quidem honestissimis moventibus dictam dominam ad habendum dictam turrim, ne sibi onustæ familia et filiabus nubilibus inferatur aliqua dura servitus ex dicta turri per alienos ipsam forsan tenentes, capta fuit ipsa pars —» (Annales, LII, f. 116v).
1550, mar. 12*«— In — consilio — deputati omnes posuerunt infrascriptam partem: Se mette parte che, attenti li meriti dν del — dott. — Iacomo Florio, come del fiolo mess. Ottavio, quali ambidui indefessamente sempre furono pronti in far apiaceri et utile a questa città, et novamente mad. Isabetta Floria, ricercata dai — deputati, prestò cortesemente per subvention del fontico publico di questa città una bona summa de dinari da ducati 200 et piϊ in gratitudine di tali cortesi apiaceri, sii per authorità di questo — consiglio concessa quella porta del borgo di S. Lucia a detta mad. Isabetta, maxime che per cortesia sua è contenta lassar quel povero inquilino infin che vive et qual non ha ragion, né investitura alcuna, in la parte de sotto, cioè nel primo solaro de ditta porta et tal concessione sii a buon piacer di questo — consiglio, pagando ancho essa madonna le pernici1, quale se sogliono pagar per simil porte. Super qua — parte inita fuerunt suffragia et capta fuit ipsa pars —» (Annales, LII, f. 180r).
1589, apr. 8*«— Recitata — fuit permissu — deputatorum supplicatio — ser Sebastiani Florii tenoris infrascripti, super qua nihil fuit propositum, quod — contradictores eius rei tractationem in aliam convocationem suspenderunt —: Havendo sino l’anno 1550 casa mia ottenuto — l’uso del portone che divide il borgo di S. Cristoforo da quello di S. Lucia, et hora desiderando io Sebastiano Florio, a publico ornamento della città abbellirlo e di fabricarlo, essendo tutto ruinoso, con la qual occasione si levaranno tutte quelle brutture et sporcitie c’hora ivi nela publica strada continuamente si veggono, quanto quella scala da basso che fa brutta vista, et che può dar materia a molti di porsi in insidie per offender altrui, supplico — le Magnificenze vostre a darmi licentia di poter — abbellire et fabricare il detto portone, cosa che pur anco a molti altri, c’hanno l’uso di simili porte, è stato concesso, con dechiaratione che, qual hora paresse per l’avenire a cotesta — comunità di levarmelo, essendo la concessione a beneplacito suo, ella sia in quel caso tenuta pagarmi i meglioramenti c’havrò fatti, come porta il giusto e l’honesto —» (Annales, LXIII, f. 104v).
1597, febbr. 22*«— Recitata fuit, permissu — deputatorum, supplicatio nob. — Sebastiani Florii tenoris infrascripti et posita pars quod — ei concedatur quantum in ipsa supplicatione continetur, cum hoc quod materia omnis per eum conservetur exponenda postea in usus publicos ad nutum — deputatorum —: Havendo io l’anno p.p. speso nella restoratione d’esso torrone, il qual minacciava rovina, la summa di ducati 150, et havendolo abbellito sν per ornamento della città, come per commodità delli miei di casa, vogliano concedermi facoltà di levare i due parapetti, che guardano verso il borgo di S. Lucia, dietro i quali persone indiscrete si fanno il giorno ordinariamente lecito di orinare et la notte servono solamente per loco di insidie agli huomini di malaffare, perché oltre il levare li sudetti doi inconvenienti, segurà anco una reciproca et bellissima prospettiva fra i borghi di S. Lucia e di S. Cristoforo —» (Annales, LXV, f. 179r).
1790, febbr. 21 Il co. Filippo Florio partecipa la sua intenzione di far demolire la torre del borgo di S. Lucia che dal comune era stata concessa alla famiglia Florio con parte 1550, marzo 12 (A.S.U., C.A., 27/6).
1809*Il censo «— pagasi annualmente dalli viventi — Francesco e Filippo fratelli Florio q. Daniele e dalli loro nipoti — Francesco Daniele e G.B. fratelli Florio q. Stefano —» (A.S.U., C.A. I, Attività e passività 1808, n. 1).
   
NOTE1Un paio, come si preciserà nel 1608 (B.C.U., ms. P. I, f. 71r).
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 195; CORGNALI, Un mur dal 1291; MIOTTI, Cenno sulle antiche opere, 25; della PORTA, Toponomastica, 210.
   
ICONOGRAFIA MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, N.
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  «Sino alla metà del 1300 i del Torso1 possedevano case con cortile, stalle, ed orto presso la porta di S. Lucia. Le case Pavona confinanti con le del Torso furono — vendute nel 1401 a — Franceschino di Firenze (Girolamo Candido —). Nel 1524 Giovanni q. Tomaso del Torso vendette al dott. Giacomo Florio la sua porzione presso la casa del compratore e la stalla di Daniele Belgrado, dietro, presso la casa Brazzacco (not. Valerio Pittorio, Not. A.V.U.). Nel 1671, essendo passata l’eredità del Torso negli Attimis e Mantica», che cedono le case confinanti ai Florio, «i Florio demoliscono in parte queste case» e costruiscono l’attuale palazzo (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 175).
1361, dic. 19 «Zannus q. Martini Claudi2 et Nicolaus eius frater, tamquam tutores — heredum q. Cumussii eorum fratris, — precio — trium marcharum soldorum, quod totum precium fuerunt contenti — recepisse a —Bennato q. Petri Baldini tamquam camerario — comunis Utini —, vendiderunt — eidem Bennato — stipulanti — nomine comunis —, medietatem cuiusdam arie site in burgo Superiori iuxta fossatum intrinsecum, ab una parte, et allios confines, — que fuit necesaria ad dictum fodiendum fossatum» (Annales, III, f. 109v).
1515, sett. 20 «Emptio unius domus cum curiis, stabulis — site in Spellavillano — a ser Francisco de Luvisinis precio ducatorum 800» (A.S.U., Arch. Florio, 291/1, not. Antonio Belloni, f. 52v).
1515, sett. 20 «Permutatio per me facta cum — ser Paulo Tursio de una domo per me hodie empta — a nob. ser Francisco de Luvisinis3 pro qua ab eo recepi domos sue habitationis, sitas in contrata S. Christophori — cum canipa, curia, et stabulis, sitis ab alia parte vie e regione dictarum domorum magnarum —» (A.S.U., Arch. Florio, 291/1, Libro di note di Giacomo Florio4, f. 52v).
 *Un’annotazione seriore illustra i termini della transazione e aggiunge la notizia secondo la quale la casa acquistata dal Florio per il del Torso «erat maioris precii quam domus sua mihi tradita» (A.S.U., Arch. Florio, 291/1, Libro di note di Giacomo Florio, f. 53v).
1570, giu. 10*«— Nota come è sta’ fatto un accordo fra noi Florii et lo nob. — Bortolomio Torso nostro vesin, nel qual nui siamo contentati che lui possi far una linda sopra lo muro de confin fra esso et nui nella nostra cortisela, con questo però che per ditta linda non possi cascar l’aqua piovente in la ditta nostra corte, anche sia tenuto far et mantenir una gorna et che l’aque vagano altrove et non ne diano danno né servitϊ alcuna etc. che non possi mai per alcun tempo né far finestre né cosa alcuna che ne diano danno et servitϊ in ditta corte né altrove et che se a qualche tempo ne dessero danno et servitϊ, che de authorità propria possiamo destruzer et buttar a terra ditta linda senza alcun suo impedimento né pagamento de suo speso in essa —; ad ogni piacer nostro possiamo alzar et fabricar sopra lo ditto muro senza pagarli cosa alcuna verso ditta corte» (A.S.U., Arch. Florio, 291/1, Libro di note di Giacomo Florio, f. 41r).
1643 «Casa — posta nell’androna Torsa, nel borgo di S. Christoforo, possessa et habitata per li sigg. Torsi, confina a sol levado coi sigg. Fiorii, a mezz. coll’androna predetta, a sol a monte col muro castellano et ai monti col sig. Goffredo Sabbadino e col sig. Pietro Oliva» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 81).
1744 «Florio. La loro abitazione è attaccata in modo al portone di S. Lucia che parte di essa si estende nel borgo medesimo» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 175).
1763 Notizie della costruzione del palazzo Florio (B.C.U. MS. PALLADIO, Cronaca, f. 193).
[s.d.]°°Pianta dell’edificio ad opera del Massari. Progetto non eseguito (A.S.U., Arch. Florio, b. 144). Pianta dell’edificio ad opera degli architetti Pariotti e Andreoli. Progetto non eseguito (A.S.U., Arch. Florio, b. 144). Due progetti per la facciata dell’edificio, il primo redatto da perito anonimo (A.S.U., Arch. Florio, b. 144). il secondo dall’architetto Calegari (A.S.U., Arch. Florio, b. 144). Progetto per la facciata dell’edificio redatto dall’architetto Boschetti (A.S.U., Arch. Florio, b. 144) e una pianta dell’architetto Amico in cui è visibile la disposizione del giardino del palazzo (A.S.U., Arch. Florio, b. 144).
1777°°Disegno ad opera di Francesco Leonarduzzi. Progetto non eseguito (A.S.U., Arch. Florio, b. 144).
1801 Co. Filippo Florios (Nomenclatura, f. 34v).
1809*È di Filippo e nipoti Florio. Loro abitazione (Registro delli aloggi, f. 25v — 26r).
1824, ott. 28*Il capoquartiere vi segnala l’esistenza di un pozzo coperto (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
1852*Gli immobili censiti dal n. 913 al 916 appartengono al co. Daniele Florio (Competenze, f. 25v).
1876 Nell’edificio sono ospitati il negozio di mobili di Leonardo Marani e, nella parte marcata 914 A, la bottega del lattonaio e ottonaio Domenico Brisighelli6 (COSMI-AVOGADRO, 102, 108).
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Per la famiglia del Torso: A. JOPPI, Albero genealogico della famiglia del Torso; MONTICOLI, Cronaca, 34-35.
 2del Torso.
 3Per la famiglia Lovisini: MONTICOLI, Cronaca, 63.
 4Per Giacomo Florio: di MANZANO, Cenni biografici, 88-89; MONTICOLI, Cronaca, 67; PALLADIO degli OLIVI, Historie, II, 75.
 5Cenni sulla attività di Filippo Florio in: A. ZANON, Lettere a Fabio Asquini (1762-1769) a c. di L. CARGNELUTTI, Udine 1982, 246, 287.
 6Per Domenico Brisighelli: Esposizione artistico industriale, 18, 21; PICCO, Ricordi, 119. Domenico Brisighelli è padre del pittore Giovanni (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10557, 3519).
   
STUDI INEDITI FACCIOLI JOPPI, Chiese, f. 176r; VISENTINI, Architettura civile, 121-139, 171-181.
   
BIBLIOGRAFIA AVOGADRO, Guida, 37; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 194-197; BRAGATO, Guida, 59; CICONI, Udine, 249; [CORGNALI], Un mur dal 1291; Elenco delli alloggi; ERMACORA, Vino all’ombra, 143-148; FLORIO, Elogio del conte Daniele Florio, XXIX; GANZER, Mobili chiesastici, 53; di MANIAGO, Guida, 64; NOGARO, Francesco Florio; PAVANELLO, La decorazione neoclassica, 300; PICCO, Sulla riunione dei pittori decoratori; PIERI, Napoleone, 268-269, 275; I Piombi, 29-31; ROTA, Cenni, 26; de RUBEIS, Catalogo, 6 (1938), 15; S[ACCOMANI], Il ristauro, 23, 40, 48; P. SOMEDA de MARCO, Gian Domenico Bertoli, 48-50; TENTORI, Architettura e architetti, 317; VALENTE, Casto baccanale, 28; VALENTINIS, Udine antica, 22; ZANUTTO, Del Torso, 29-48.
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1801 Abitazione del co. Filippo Florio (Nomenclatura, f. 34v). Vedasi n. 916.
1809*Appartiene a Filippo e nipoti Florio. Affittuale è il «casolino» Valentino Tomada (Registro delli aloggi, f. 25v).
1852 Appartiene al co. Daniele Florio (Competenze, I, f. 25v).
916
  Consta di due case.
1755, sett. 9*I fratelli Colussi e Pietro Someda chiedono di derivare acqua, ad uso delle rispettive famiglie, dal canale che alimenta la cisterna del borgo di S. Lucia (A.S.U., C.A., 1/II, 89).
1772, sett. 27 Pietro q. G.B. Someda cede in permuta ai sigg. mons. Francesco e Daniele fratelli Florio «le case di — abitazione di esso — Someda pienamente restaurate, comode e piacevoli alla sua famiglia —, poste —nel borgo — di S. Lucia con le loro adiacenze tutte, che confinano unitamente a lev. colla strada del borgo —, a mezz. detti — coo. Florio, a pon. — fratelli Pontoni’ ed a tram. —Antonio Mansuti2 —», ricevendo in cambio le case tutte già dei fratelli Girardis, acquistate il 13 ag. p.p.3 (A.S.U., N., not. Giovanni Socrate, 9788, VII instrom., 549, f. 1156r -1157r).
1801 Coo. Filippo e nipoti Florio (Nomenclatura, f. 34v).
 *Affittuale Francesco de Carli (ibid.).
1809*È di Filippo e nipoti Florio. Inquilini sono l’agente Pietro Moro e il cuoco Pietro Colaviti (Registro delli aloggi, f. 25v).
1850, sett. 9*Il co. Daniele Florio presenta un progetto di riforma di lieve entità nella sua casa al n. 916. Il disegno è firmato da Giovanni Fioretti (A.S.U., C.A. I, 487/VI, 5567 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene al co. Daniele Florio (Competenze, I, f. 25v).
1871°È del co. Florio. Vedasi aspetto delle due case (A.M., Atti Ornato, 1865 - 1873).
   
NOTE1N. 919.
 2N. 918.
 3N. 1832.
917
1796, magg. 3 «— Antonio Fortunato — vende al sig. Antonio q. G.B. Del Bianco di Lestans — una casa — posta — nel borgo di S. Lucia, che confina a 1ev. strada —, mezz. e pon. — Florio, ed a tram. casa abitata dagl’ eredi q. — Antonio Mansutti fu Martinis. — Questo fa il — venditore per il prezzo — di d 850 —» (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10073, II istrom., f. 195r — 195v).
1801 Antonio Bianchi (Nomenclatura, f. 35v).
1805, giu. 26 Antonio Del Bianco vende a Filippo Florio la casa «di presentanea abitazione d’esso — Del Bianco, posta nel borgo di S. Lucia —, segnata n. 917, che confina a lev. strada — del borgo, a mezz. e pon. — coo. Florio ed a tram. — Cecilia n. Paderni, moglie rel. ed erede del q. — Antonio Mansutti —. Questa — vendita — ha fatta — pel — prezzo di d 2400 — fano L 14880 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLIII instr., 3641, f. 4735v — 4736v).
1809*Appartiene a Filippo e nipoti Florio; è affittata a Girolamo Bertoldi (Registro delli aloggi, f. 25v).
1852*Appartiene a Giovanni Maseri (Competenze, I, f. 25v).
918
1801 Cecilia Mansutti (Nomenclatura, f. 35v).
1809*È di Cecilia Mansutti. Affittuale è l’industriante Dorotea Galiussi (Registro delli aloggi, f. 25v).
1840 È di Valentino q. Francesco Burani: ha tre finestre al primo piano (A.S.U., C.A. I, 315/VI, 2468 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario chiede «di alzare alquanto in riquadro de’ pietra, la porta della stanza a pian terreno ad uso di bottega sulla strada —; e cosν pure la vicina finestra della bottega stessa, onde rendere tanto la prima che la seconda di altezza perfettamente eguale al portoncino d’ingresso esistente verso gl’eredi del fu — Leonardo Pontoni» (ibid.).
1852*Appartiene a Valentino Burani (Competenze, I, f. 25v).
1853 Vi ha sede la scuola elementare privata di Carlo Fabrizi (“L’annotatore friulano”, 1, XC, 23 nov. 1853, 4).
1876*Bottega del calzolaio Eugenio Venturi (COSMI-AVOGADRO, 88).
919
1743*Leonardo e fratello Pontone. Vedasi n. 920.
1744 Pontoni. «Abitano in una casa che s’incontra a sinistra prima di giungere ai Mattioli» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 175).
1753, sett. 18*Domanda di Leonardo e fratelli Pontoni ai deputati della città: «Essendo noi sottoscritti — in prossima dispositione di far colocare sopra la strada del borgo di S. Lucia un portone alla nostra abitazione, con qualche piccolo trasporto verso la strada, per altro sopra fondo di nostra ragione, e perché il trasporto — non è solo indispensabile per l’erezione, ma anco per sostegno della faciata e che si richiede almeno di piede uno e mezzo, il dover nostro non può dispensarsi dal debito di ricorrere a questo ill.mo magistrato onde — degni decretare la permissione richiesta» (A.S.U., C.A., 20/5, con dis. di Alessandro Rota).
1801 Nob. Leonardo Pontoni. Sua abitazione (Nomenclatura, f. 35v).
1809*Appartiene a Leonardo Pontoni (Registro delli aloggi, f. 25v).
1852*Appartiene agli eredi q. Leonardo Pontoni (Competenze, I, f. 25v).
920
1743*La casa è gravata di un livello a favore della fabbrica del duomo, per il quale paga Francesco Giupponi «mercante di grassa». Le confinazioni, operate il 6 maggio, riportano i seguenti estremi: «Dissero i confinatori che l’oltrescritta casa è di ragione dell’on. Francesco Giupponi, che confina a lev. la strada — del borgo di S. Lucia, a mezodν li nob. — Leonardo e fratello Pontone, a sol a monte corte della casa fu Torso ed alle monti li nob. Vittorio e fratelli Mattioli mediante casa fu di ragione Cisternina, incorporata nella loro abitazione» (B.C.U., ms. F. XXI, f. 34v — 35r).
1801 Angelo Giupponi (Nomenclatura, f. 35v).
1809*Appartiene ad Angelo e fratello Giupponi (Registro delli aloggi, f. 25v).
1813, dic. 22*«— Francesco e Girolamo fratelli Giupponi — rinunziano al — sig. Francesco Di Giorgio — il — negozio di pizzicagnolo piantato nella bottega sottoposta alla loro casa, sita in — borgo di S. Lucia, coscritta al c.n. 920. Il negozio —, formato di generi, uttensili di bottega, soldo in cassa e crediti a quello relativi, viene cesso — per la — somma di — L 12885,71 —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10327, 1152).
1852*Appartiene al co. Antonio Caimo (Competenze, I, f. 25v).
1865-1873°Vedasi prospetto antico in Archivio Municipale, Atti Ornato, 1865-1873.
1876*Bottega del pizzicagnolo e salsamentario Antonio Bianchini (COSMI-AVOGADRO, 110).
1937 È una casa di due piani di cinque finestre, ad arco al primo piano.
   
BIBLIOGRAFIA BIASUTTI, Padre Luigi, 23-24.
921
1631, magg. 31*«Actum Utini, in vico Divæ Lutiæ domi mei notarii» (A.S.U., N., Antonio Mattioli, 7149, VIII instr., f. 56r — 57v).
1744 «Mattioli Pietro Andrea e fratelli q. Antonio hanno ristabilito la loro abitazione in molto nobil forma» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 175).
1774, mar. 24*Pianta di Alessandro Rota in relazione alla richiesta di un appezzamento di suolo pubblico da parte di Tommaso e fratelli Mattioli (B.C.U., A.C.A., ms. B.LXVII, c.6r).
[XVIII secolo]°°Disegno per la richiesta di un piccolo appezzamento di suolo pubblico in corte del Pozzo, piazzuola esistente in fondo a un vicolo cieco fra gli edifici n. 921, 925 e 927 (B.C.U., A.C.A., ms. D.LXIX, c. 226r).
1801 Co. Tomaso Mattioli (Nomenclatura, f. 35v).
1809*Appartiene a Tomaso Mattioli. Affittuale è l’industriante Dorotea Piva (Registro delli aloggi, f. 25v).
1852*Insieme coi n. 920 e 922, appartiene al co. Antonio Caimo (Competenze, I, f. 25v).
1876 Osteria “Al Manziniello” (COSMI-AVOGADRO, 107).
 *Gestione di Marzio Percotto (ibid.).
1937 È del comm. Luigi Frova. Nell’architrave delle finestre del primo piano si legge: DEXTERA / DOMINI / FECIT / VIRTUTEM / DEXTERA / DOMINI / EXALTAVIT ME1.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Ps. 117, 16.
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 198-201; COMELLI, Odorico Politi, 64; [CORGNALI], Un mur dal 1291; Elenco degli alloggi; MANZANO, Mostra delle opere del pittore Odorico Politi; VALENTINIS, Udine antica, 22.
922
1765, mar. 22 «— Ricercati li — coo. Giovanni Domenico e consorti Valentinis1 dal nob. — Tommaso Mattioli — a cederli in permuta una loro casa posta nel borgo di S. Lucia — contigua al palazzo dominicale — Mattioli, confinante a lev. col palazzo stesso, mezz. la cale che conduce ad altre case — di Mattioli, ponente altra casa — del — Mattioli fu Colloredo ed alle monti strada — del borgo di S. Lucia, verso la cessione in permuta d’altra casa et orto — del — Mattioli — situata nel borgo di Mezzo —», si addiviene alla stesura del contratto (A.S.U., N., Francesco del fu Alessandro Brunalleschi, 9196, XII instrom., f. 65r — 66v).
1801 Co. Tomaso Mattioli (Nomenclatura, f. 35v).
 *Affittuale Francesco Piva (ibid.).
1809*È di Tommaso Mattioli (Registro delli aloggi, f. 25v).
1820, nov. 9*Francesco De Giorgio chiede d’ingrandire una finestra «ad uso di ribatto per bottega». La deputazione approva «sempre che l’ampliazione da farsi venghi eseguita a giusta medietà della finestra sovraposta» (A.S.U., C.A. I, 53/III, 5045 Orn. II C, con diss.).
1832, mar. 26*Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al falegname Paolo Gri l’avviso municipale n. 1050 relativo alla esposizione degli articoli sul suolo pubblico (A.S.U., C.A. I, 193).
1833, magg. 18 È del co. Mattioli. Si riforma la facciata e la si innalza (A.S.U., C.A. I, 206/I, 2321 Orn. II C).
 *Vittoria Mattioli, a nome del marito assente inoltra la domanda. La deputazione d’ornato approva il progetto a patto «che l’unica finestra che non si armonizza col tutto, sia posta in linea colle altre e ridotta ad ugual grandezza» (ibid.). Tuttavia il 9 dic. 1833 la deputazione stessa deve constatare che questa clausola non è stata rispettata. Segue intimazione garbata da parte del podestà (A.S.U., C.A. I, 206/1833/I, 2321 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Francesco Quaino).
1852*Appartiene al co. Antonio Caimo (Competenze, I, f. 25v).
   
NOTE1I Valentinis esigevano livelli su case in borgo S. Lucia almeno dal 1457, avendoli ereditati dai Gubertini, come risulta dalla parte toccata a Daniele (B.C.U., ms. 2277, f. 214r).
923
1643, apr. 17*La casa è gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo, come attestano le confinazioni del Boreatto per il borgo di S. Lucia: «Alla partita dell’ecc. sig. Tomaso et fratelli Colloreti q. mess. Zuanne, in luogo di quelli di Paolo di Pagnaco sopra una casa, fu dela q. — Lena di Lazaro, posta all’incontro della speceria della Rosa; fu già habitata da Giacomo capellaro, poi da un fabro, detto Clemente, poi da mess. G.B. Augustinis pittore1, hora per mess. Gregorio caligaro; pagavano già a questa partita i sigg. Cesare e Camillo fratelli Colloreti; hora solamente il sig. Camillo, a cui è toccata nelle divisioni; dissero i confinatori — che la casa —è posta nel borgo di S. Lucia, possessa per il — Colloredo sudetto, confina a sol levado colla strada publica, a mezodν un lobeale, o portico che va alla casa del sig. Bernardo Brignano, sol a monte li Masolini della villa di S. Marco et ai monti con — Giacomo Pozzatto marzaro» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 67).
1764, giu. 5 «— Giacomo e — rev. don Pietro fratelli q. — Marcantonio Cirio — vendono — al nob. — Tomaso q. — Antonio Mattioli — una — casa — situata in questo borgo2 presentemente tenuta ad affitto da —Pietro Sulci, pervenuta in essi — fratelli mediante permuta fatta con il — co. Filippo di Colloredo q. — co. Giulio Cesare, appar instromento di mano di — Giacomo Farra not. — in Colloredo, e ciò per il prezzo — di d 262 L 2 s 2 —» (A.S.U., N., Francesco del fu Alessandro Brunalleschi, 9196, XII instrom., f. 1r — 2v).
1801 Giuseppe Dondo (Nomenclatura, f. 35v).
1809*È dell’impiegato Giuseppe Dondo (Registro delli aloggi, f. 25v).
1828, nov. 28 Anna Paciani ved. Dondo vende a Valentino fu G.B. Perubini «— la casa posta in — borgo S. Lucia —; confina a lev. Giulio e Pietro Andrea fratelli Mattioli, mezz. parimenti, pon. — Perubini — e tram. strada —. Prezzo —: austr. L 2751 —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10554, 3151).
1833, ag. 17 È di Valentino Perubini (A.S.U., C.A. I, 206/I, 3803 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario chiede ed ottiene di «alargare il portone d’ingresso per entrare una piccola vettura» (ibid.).
1852*Appartiene a Valentino Perubini (Competenze, I, f. 25v).
   
NOTE1Per G.B. Agostini: CAVALCASELLE, La pittura, 155, 288.
 2di S. Lucia.
924
1643, apr. 17*Sulla casa grava un livello a favore della fabbrica del duomo, come risulta dalle confinazioni Boreatto: «Alla partita di mess. Alvise Brugno possessor della casa, fu di Gottardo boccalaro, posta appresso la corte della cisterna nel borgo di S. Lucia; possedeva già la detta casa ser Giovanni Domenico Pistoia sarto, poi ser Giovanni Domenico Canciano pistore; et hora possede et paga d. Miutta Zacca fornara; dissero i confinatori — che la casa — è — possessa per — Giovanni Francesco Honestis, tenuta per d. Miutta Zacca fornara; confina a sol levado con strada pubblica, a mezz. con la corte della cisterna, a sol a monte et ai monti col borgo» (A.S.U., C.A. I, 87/3, p. 65).
1676, dic. 26°Stima di casa che gli nob. sigg. Giovanni e fratelli Vanni degli Onesti vendono a livello francabile a ser Antonio Politto, muradore di Fagagna, casa sopra il borgo1; confina lev. Marco Pizzato, mezz. la corte della cisterna comune, pon. strada serve a detta cisterna, ai monti la strada pubblica o piazzetta di S. Lucia. Facciata sopra la strada longa ps 4 (m 6,80) (B.C.U., Carte Onesti).
1713 Casa Ronchi e Rosa. «Una casa, detta magazeno, posta nell’androna dirimpetto alla casa dominicale2, confina a lev. casa del — co. Cesare di Colloredo, mezz. — androna, a pon. — Antonio Aloy, detto Leporio, et a tram. corte del sig. G.B. Pizzatti —» (A.S.U., N., Rocco Carminati, 7984, Stima e distribuzione delle due facoltà Rosa e Ronchi, f. 26r).
1801 Sac. Girolamo Barnaba (Nomenclatura, f. 35v).
 *Affittuale Caterina Sbrizzi (ibid.).
1801, magg. 19 Il rev. don Girolamo Barnaba q. ecc. Pietro Andrea concede in permuta a Pietro Andrea e Girolamo q. Nicolò Barnaba suoi nipoti una casa confinante a lev. Anna ved. Dondo, erede Paciani, mezz. e pon. pubblica cisterna, ai monti strada pubblica, in cambio di casa che confina a lev. don Girolamo, mezz. strada, pon. chiesa di S. Lucia, tram. cortivo della suddetta casa (A.S.U., N., Domenico Cosattini, 10561, I instrom., 14, f. 19r — 19v).
1809*È di Pietr’Andrea Barnaba; affittuale è l’industriante Elisabetta Valussi (Registro delli aloggi, f. 25v).
1813, giu. 10 Pietro Andrea e Girolamo q. Nicolò Barnaba vendono a Pietro del fu Domenico Flumiani una casa in borgo S. Lucia c.n. 924, per L 3000, acquistata dai Barnaba 1764 magg. 31, atti Eugenio Sporeno, da Maddalena Bertossi ved. Orlando; confina lev. eredi di Leonardo Paciani, mezz. calle della Cisterna, pon. calle va alla cisterna, tram. contrada ossia piazzetta di S. Lucia. Prezzo L 3000 (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10622, Rep. III, 1204, f. 45r).
1852*Appartiene a Valentino Perubini (Competenze, I, f. 25v).
   
NOTE1Di S. Lucia.
 2N. 1253.
925
[XVIII secolo]°°Vedasi n. 921.
1801 Co. Tomaso Mattioli (Nomenclatura, f. 35v).
 *Affittuale il suo cocchiere (ibid.).
1809*Appartiene a Tomaso Mattioli. Vi abita il domestico Giuseppe Strozza (Registro delli aloggi, f. 25v).
1852 Appartiene al co. Antonio Caimo (Competenze, I, f. 25v).
926
1801 Sac. Felice Levani (Nomenclatura, f. 35v).
 *Affittuale Antonio Fabrizio, muratore (ibid.).
1809*Appartiene al sac. Felice Levani. Vi abita il domestico Valentino Vicci (Registro delli aloggi, f. 25v).
1815, mar. 21 Orlando di G.B. Cicogna e Leonardo fu Luca Pontoni, eredi di don Felice Levani, vendono a Pietro Andrea q. G.B. Treo «casetta — appresso la cisterna, — n. 926 — composta da una stanza terranea e solaro sopra; confina a lev. la piazzetta — della cisterna, a mezz. e pon. con fondi di cortivo della casa n. 929 — ed a tram. — Cattarina Pusigh» ved. Pilosio (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10302, 743).
1852*Appartiene a Lucietta Treo (Competenze, I, f. 25v).
927
 *Sulla casa grava un livello a favore della fabbrica del duomo, come risulta dai registri dei sec. XVII e XVIII.
1376-1377*«— Dominicus filius Brusi de Meleretto et Dreaza filius Raffaelæ de eadem villa, quos solvebat Tonsius de Passons pro anima patris Driucii super una domo sita in porta de Cascanano, den. XIIJ» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 52v).
1394, magg. «Iacobus pelliparius q. Odorici Thomasini de burgo S. Luciæ solvit — super sua domo sibi legata per Leonardum Stolphum muratorem, iuxta Iacobum cerdonem de Vendoyo, iuxta domum Odorici de Collalto et viam publicam» (ibid.).
1403 «— Hæredes Iacobi pelliparii» (ibid.).
1407 «— D. Francisca rel. olim Iacobi pelliparii -» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 52v — 53r).
1433 «— D. Francisca — tenetur solvere super domibus suæ habitationis — sitis super angulo eundo ad cisternam communis —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 53r).
1460 «— Eredi della ditta d. Francesca —» (ibid.).
1466 «La fraterna di S. Iacomo in loco delli eredi di d. Francesca —» (ibid.).
1511 «— Bastian di Moruz detto della Gosa in loco de m. Piero Fauro —» (ibid.).
1519 «— D. Iacoma fo fiola de m. Antonio barbiero di borgo di Giemona e moglie di m. Alvise calligaro bergamasco detto Bisson, in logo del q. m. Bastian della Gosa calligaro fo de Moruzo e d’un m. Piero fauro —» (ibid.).
1540 «Ser Ieronimo Torso in logo de d. Iacoma —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 53v).
1550 «M. Zuandomenego q. m. Paulo sartor in logo de ser Ieronimo del Torso —» (ibid.).
1555 «Lo ecc. mess. Panfilo Focheo dottor, in luogo — delli eredi del q. Paulo sartor —» (ibid.).
1565 «Ser Vicenzo q. ser Bortolussio di Vacile — sopra una casa posta in la contrada del Pozzo qual è a faccia della chiesa di S. Lucia» (ibid.).
1574 «Giulio Reggio notar in Udine» (ibid.).
1580-1592 «Zuanmaria Spagnolo fornaro in logo di quel di Vacile e del q. mess. Panfilo Tocheo dottor e del q. Ieronimo del Torso, paga de livello sopra una casa posta in la contrada della Cisterna sul cantone appresso una casa di ser Zuan Melsio abitata per Niccolò Missone danari n. tredici —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 53v — 54r).
1603 «D. Ioseffo Reggio nodaro e fratello in luogo di ser Zuan Maria Spagnuolo —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 54r).
1631, apr. 30 «— Ioannes Franciscus Mantuanus uxorio nomine agens — locavit — nob. — Helisabettæ rel. q. nob. — Rodulphi Candidi ac — Odorico eius filio — domum — de muro, cuppis coopertam et soleratam, sitam Utini in vico S. Lutiæ, alias habitationis q. d. Iulii Sabbatini fratris d. Adrianæ uxoris eiusdem — Ioannis Francini, iuxta suos confines —, pacto inter partes convento, quod — conductores valeant aptari facere domum ipsam de omnibus necessariis —» (A.S.U., N., Antonio Mattioli, 7149, XXVIII instr., 46r — 46v).
1643 «La casa — è posta nel borgo di S. Lucia, possessa per lo — sig. Reggio, habitata per — Helisabetta Candida; confina a sol levado con la cisterna, a mezodν con ser G.B. Micolo, detto Silvella, a sol a monte con d. Lucia Brugnola, maestra di scuola, ed ai monti con la strada publica» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 64-65).
1656*«La casa è abitata dalla sign. Elisabetta Candida» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 54r).
1685 «È possessa dalla sign. Elisabetta Porcia» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 54v).
1690 «Il sig. Giulio q. Gioseffo Reggio — paga — sopra la casa — al canton di sopra della cisterna — dinari 15» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 54r).
1691*«Ser Zorzi Veril oste inquilino» (ibid.).
1695 «Il rev. Biasio Montanuzzi governatore di Rosazzo ed al presente è abitata dal sig. Marco Cominetto» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 54v).
1700 «Il sig. Giulio Reggio» (ibid.).
1743, magg. 6*«La — casa è possessa dalla sign. Elisabetta Bovia di *** et abitata da Alberto Rugerin, poi dal rev. — Biasio Montanuti governator di Rosazzis et al presente è abitata dal sign. Marco Comineto. Dissero i confinatoci che la — casa è abitata da d. Mariana Missa, — che confina a lev. la strada che conduce alla cisterna publica, a mezz. parte la corte della cisterna di ser Domenico Mo-sul di Ceresetto, abitata da d. Lucia rei. q. Francesco Pullitto, a sol a monte casa del sig. Pollidoro Bianchi mercante da Venezia, et alle monti la sign. Madalena rel. q. — Bartolomio Pavona mediante casa del sig. Pollidoro Bianchi — et alle monti la strada publica —» (B.C.U., ms. F. XXI, f. 34r).
[XVIII secolo]°°Vedasi n. 921.
1809*È di Pietro Pucigh (Registro delli aloggi, f. 25v).
1852*Appartiene agli eredi del fu Antonio Visentini (Competenze, I, f. 24v).
928
1735, mar. 24*«— Giovanni Francesco q. — Arcangelo Perabò — per conto — del sig. Pollidoro q. — Domenico Bianchi, muschier nell’inclita città di Venezia in Marzeria, all’insegna della Fede —, ha — venduto al sig. Gioseffo Fiorentini — una casa — posta — nel borgo di S. Lucia —, giusta li — confini —a 1ev. con casa del nob. — Marco Comineti, a mezz. con corte di questa ragione corrispondente alla — cisterna, a pon. con casa — di piϊ particolari et alle monti la strada publica —. E questo per il prezzo — di ducati cinquecento —» (A.S.U., N., Alessandro Brunalleschi, 8195, IX istr., f. 69r — 70r).
1772, dic. 12 Mons. G.B. Fiorentini vende a Fabio q. Francesco Roldo «una casa posta in borgo di S. Lucia — a esso — don G.B. spettante per le ragioni sue dotali — del stato — che sarà — rilevato col mezzo di — Valentino Cischiuti pubbl. per. — e confina a lev. con casa degli eredi q. — Bernardino Ongaro, e parte colla pubblica cisterna, a mezz. e pon. colla sign. Francesca Levani rel. q. Pietro ed ai monti colla strada pubbl. del borgo —. E questo per il prezzo — di d 780 —» (A.S.U., N., Giuseppe Andrea Pilosio de Zeraffini, 8877, XLIII instr., 198, f. 357r — 358v).
1781, dic. 21 Fabio Roldo vende a Francesco q. G.B. Tami casa in borgo S. Lucia, «che confina a lev. casa degli eredi — del q. Bernardino Ongaro — e parte pubbl. cisterna, a mezz. e pon. Francesca rel. del q. Pietro Levani ed a tram. — strada —. E ciò — fa — per lo — prezzo di d 780 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9973, II instr., 163, f. 198r — 199v).
1801 Antonio Tami (Nomenclatura, f. 35v).
1805, genn. 7 Antonio Tami vende al sac. don Felice Levani, con patto di recupera, la casa al n. 928. per ven. L 7750; «confina a lev. Pietro Pussig, a mezz. e pon. — Levani, ed alle monti strada —» (A.S.U., N., Domenico Micheloni, 10320, IV instr., 252, f. 366r — 368r).
1809 Don Felice Levani (Registro delli aloggi, f. 25v).
 *Affittuale è l’impiegato G.B. Moratti (ibid.).
1815, mar. 21 Orlando Cicogna e Leonardo Pontoni, eredi di don Felice Levani, vendono a Pietro Andrea q. G.B. Treo la casa n. 928 «composta de tre stanze terranee e da corridore in piano con due solari sopra copperti di coppi e picola corticella —; confina a lev. con casa di — Cattarina n. Pusigh, ved. di Giacomo Pilosio, a mezz. parte la detta — ed parte con cortivo di questa ragione sotto alla casa n. 929, a pon. detta casa1 — ed a tram. il borgo —» (A.S.U., Osvaldo Colomba, 10302, 743).
1852*Appartiene a Lucietta Treo (Competenze, I, f. 25v).
1876 Osteria “Alle Alpi” (COSMI-AVOGADRO, 106).
 *Gestione di Caterina Girardi Occhialini (ibid.).
 *Stallaggio, rivendita di liquori e pizzicheria di Antonio Giacomini (COSMI-AVOGADRO, 99, 110, 114).
   
NOTE1N. 929.
929
1801 Felice Levani (Nomenclatura, f. 35v).
1809*È del sac. Felice Levani; sua abitazione (Registro delli aloggi, f. 25v — 26r).
1812*Osteria di Felice Levane (Esercenti).
1815, dic. 12 Orlando q. G.B. Cicogna erede del q. rev. Felice q. Pietro Levani vende al nob. Leonardo fu Luca Pontoni la casa n. 929; confina a 1ev. corte comune detta del Pozzo, mezz. Valentino Perubini, pon. strada pubblica, tram. casa n. 928 (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10582, Rep. IV, 1790, f. 23v).
1816°La casa è del nob. Leonardo Pontoni (Arch. Pontoni, 6).
1825, genn. 27*Ai sensi delle discipline 1 sett. 1821 n. 3941 e 3299, nonché del 14 marzo 1822 art. 5 e 6, censura al proprietario dello stabile per «lievo del gradino sporgente sul piano del marciapiedi presso la porta dell’osteria» (A.S.U., C.A. I, 100).
1852*Appartiene alla nob. Felicita Pontoni (Competenze, I, f. 25v).
930
  Questo numero consta di due case: a levante casa di due piani di tre finestre, a ponente casa di due piani di due finestre con cornice.
1778, sett. 24*Si accorda ad Alessandro Rota1 il permesso di derivare l’acqua dalla vicina pubblica cisterna, per introdurla nel suo orto. Lo scolo è previsto nel pozzo dei Fistulario (A.S.U., C.A., 1/II, 172).
1780, giu. 19 «La casa in borgo S. Lucia fu di — Agostino Narduzzi alienata con contratto 1750, 26 giugno al q. Giuseppe Chiocchi ed ora posseduta da Alessandro Rota» (Arch. Frangipane, ms. 1510, Schede per case, L).
1801 Francesco Rota (Nomenclatura, f. 35v).
1809 È di Valentino Perubini, farmacista (Registro delli aloggi, f. 25v).
 *Affittuale è Antonio Tami (ibid.).
1825, genn. 27*Censura ai sensi della disciplina 1 nov. 1821 n. 2341 e 3299 richiamata dalla n. 1042 del 14 marzo 1822: siano tolti i gradini sporgenti sul piano del marciapiedi presso il cortile d’ingresso alle case n. 930 e 931. Si proceda inoltre alla demolizione della gronda sistemata sopra il portone della casa 930 «dacché l’attuale è pericolosa ed indecente» (A.S.U., C.A. I, 100).
1831, mar. 18 È di Valentino Perubini. Gli si ordina togliere il gradino dalla porta d’ingresso (A.S.U., C.A. I, 182/V, 1078 Orn. II C).
1852*Appartiene a Valentino Perubini (Competenze, I, f. 25v).
1876*Nell’edificio sono ospitati il negozio di cereali di Giovanni Grillo e l’osteria “Alla cisterna” con stallo e noleggio di cavalli, sotto la gestione di Ferdinando Floritto (COSMI-AVOGADRO, 90, 104, 159).
1883 Osteria “Alla cisterna” (AVOGADRO, 151).
 *Gestione di Federico Floritto, che noleggia cavalli (AVOGADRO, 141, 151).
   
NOTE1Nella B.C.U., è conservata una pianta della zona relativa alla proprietà Rota. Il disegno non è datato (B.C.U., vacch. pubbl. per. anonimo).
931
1801 Francesco Rota (Nomenclatura, f. 35v).
 *Affittuale Anna Tommada (ibid.).
1809 È di Valentino Perubini, farmacista (Registro delli aloggi, f. 25v).
 *Affittuale è l’oste Giacomo Colugnati (ibid.).
1852*Appartiene a Valentino Perubini (Competenze, I, f. 25v).
1883*Falegnameria di Antonio Scorsolini (AVOGADRO, 144).
1937 È una casa unita al n. 932. La facciata su via Marinoni è sostenuta su modiglioni.
932
1801 Francesco Rota (Nomenclatura, f. 35v).
 *Affittuale Giovanna Conti (ibid.).
1809 È di Valentino Perubini, farmacista (Registro delli aloggi, f. 25v).
1852*Appartiene a Valentino Perubini (Competenze, I, f. 25v).
933
1801 Francesco Rota (Nomenclatura, f. 35v).
 *Affittuale Giuseppe Bortolotti (ibid.).
1809 È di Valentino Perubini, farmacista (Registro delli aloggi, f. 25v).
 *Affittuale è il cuoco Giovanni Pizzuti (ibid.).
1852*Appartiene a Valentino Perubini (Competenze, I, f. 25v).
1876*Fucina del fabbro ferraio Antonio Rumiani (COSMI-AVOGADRO, 92).
934
1735, sett. 16*«Il nob. — Nicolò Venerio q. — G.B. — ha venduto — all’ecc. — Giuseppe Minciotti — una casa posta nel borgo di S. Lucia —; confina a lev. — Fistularii, mezo dν strada —, sol a monte — Brunaleschi et alle monti — Giovanni Domenico Volpe —. E questo — fa per il prezzo — di d 650 —» (A.S.U., N., Giacomo Cavassi, 8694, III istr., f. 41v).
1801 Sac. Giacomo Minciotti (Nomenclatura, f. 35v).
1809*È del sac. Giacomo Minciotti (Registro delli aloggi, f. 25v).
1830, lugl. 23*Appartiene a Leonardo Fantini. Vedasi n. 935.
1831, mar. 2 È di Leonardo Fantini (A.S.U., C.A. I, 182/V, 825 Orn. II C).
 *La deputazione d’ornato avvisa la congregazione municipale che il proprietario della casa, nonostante la disciplinare del 1° sett. 1821 relativa ai corpi sporgenti sulle pubbliche strade, non ha provveduto a togliere il gradino esterno alla casa n. 934 (ibid.).
1852*Appartiene a Leonardo Fantini (Competenze, I, f. 25v).
1876*Falegnameria di Ippolito Fratta (COSMI-AVOGADRO, 93).
935
1801 G.B. Gennaro (Nomenclatura, f. 35v).
1809*Appartiene a G.B. e sorelle Genari. Affittuale è il negoziante Benetto Luzzati (Registro delli aloggi, f. 25v).
1810, dic. 21 Vi abita il sarto Domenico Flumiani (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10569, 258).
1830, lugl. 23 È di Pietro e Teresa Zoratti e di Maria ed Elena Gennari (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 3099 Pol. Giud. IX D, con dis.).
1841, febbr. 12°Pietro Zoratti vende al co. Antonio Caimo Dragoni casa n. 935 per L 14000 (not. Antonio Cosattini).
1852*Appartiene a Pietro Zoratti (Competenze, I, f. 25v).
1853, magg. 4*Paolo Meyer chiede ed ottiene il permesso di «— riformare la facciata della casa coscritta al c. n. 935 —» (A.S.U., C.A. II, 66/1853, 3066 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Giacomo Brida).
936
1801 Co. Livio Colossis1 e fratello (Nomenclatura, f. 35v).
 *Affittuale Niccolò Corte (ibid.).
1809*È del canonico Agostino Colossis; vi abita il domestico Nicolò Corte (Registro delli aloggi, f. 25v).
1832, nov. 8 Il co. Pietro di Maniago vende a Vincenzo Schiavi «la casa dominicale con cortile, orto, stalla e fenile posta — nel borgo — di S. Maria al c.n. 937»; confina a lev. Mattioli con orto e muro di cinta, a mezz. parte Florio parte Braida, pon. contrada, a tram. casetta, Pietro Zoratti, loco G.B. Gennari e Valentino Perubini; «casetta contigua in angolo di pon. e tramontana al c.n. 936,» confinante a lev. e tram. Pietro Zoratti, loco G.B. Gennari, mezz. casa predetta pon. strada. Prezzo L 11000 (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10610, 4413).
1848, sett. 5*«— Vincenzo Schiavi — vende al — sig. Giovanni Franchi —: a) le case situate — in borgo S. Maria alli c.n. — 936, 937 — con aderente fabrica e filanda di seta, cortivo ed orto — fra i confini a lev. — co. Antonio Caimo Dragoni e co. Giulia di lui moglie n. Mattioli, loco fratelli Mattioli, con orto e muro di cinta per metà, mezz. parte —fratelli Florio con orto — e muro per metà e parte — fratelli Braida con muro divisorio parte e parte edificio, pon. contrada — di S. Maria, tram. la casetta di questa ragione compresa nella presente vendita, — Pietro Zoratti, loco G.B. Gennari, e — Valentino Perubini coi muri divisori. La casetta poi — confina a lev. e tram. — Pietro Zoratti, loco Gennari, mezz. la — casa dominicale, pon. la —contrada di S. Maria; b) li seguenti mobili ed effetti attinenti al filattoio e filanda di seta ed agli ammezzadi, cioè: nel primo ammezzado: un bilancione grande con li pesi di lb 500 —levata, un bilancione piccolo con li pesi della levata di lb 26 —; una stadiera con la cassa per pesare la galetta della levata di lb 151 —, uno scrittorio piccolo vicino al bilancione; un altro detto piccolo con scrigno; un tavolone di noce per scegliere la seta; tre casselle di noce per immazzare la seta; nel secondo ammezzato: una stadiera piccola con fondo di rame ad uso caldaia, della levata di lb 44 —, con scrigno grande di tavolone; due tavolini di noce coloriti a nero, un altro tavolino di noce con due cassettini; sotto il portico: una moli-nella per piegare la seta della filanda; nella filanda di casa di n. 24 — fornelli: 24 — caldai di rame, — 24 deschi con tutti li suoi attrezzi nello stato attuale; nella stanza del filatoio: un filatoio di — 4 valeghi con naspi — 96; fusi n. 576, forniti di 576 rochelli vuoti e naspi di rimessa, un banco con molinella e cavicchia per piegare le trame, una cassella per formare ai mazzi la trama piegata; nel magazzino, ossia camerone della seta: 6 — tavoloni di noce a nero, 4 grandi e due piccoli, un tavolone di noce grande da allungare per mensa di 12 persone, un tavolone lungo d’albeo con 3 cavalletti per pelare e sciegliere le galette, tre casse per riporre le trame, un cavaletto di noce numerato da 1 a 24 per riporre la seta che si scioglie dai naspi delle filande —. La compravendita viene conchiusa pel prezzo — di austr. — L 32500 —» (A.S.U., G.B. Valentinis, 7/III, 1412).
1852*Appartiene a Giovanni Franchi (Competenze, I, f. 25v).
1852, apr. 2*Giovanni Franchi «à divisato di riformare la facciata della casa in Udine, borgo S. Maria — n. 936». In un primo momento, il progetto viene respinto, perché egli non ha prodotto l’assenso del vicino Pietro Zoratti. A una nuova istanza del 13 aprile ottiene l’approvazione (A.S.U., C.A. II, 66/1852, 2634 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Valentino Dreussi).
1853, ag. 26*Giovanni Franchi chiede di «costruire nell’angolo della sua casa fra li c. n. 936 e 937 — un muretto con banchina sopra di pietra piacentina alto m 0,50 con sopraposto cancello di bastoni di ferro alto m 1,50 dal muretto stesso». Segue sopralluogo dell’ingegnere municipale G.B. Locatelli che traccia la linea di chiusura «dell’angolo rientrante in borgo S. Maria» (A.S.U., C.A. II, 66, 6673 Orn. II C, con dis.).
   
NOTE1La proprietà Colossis è visibile nella planimetria del pubblico perito anonimo relativa alla facoltà Rota (vedasi n. 930).
937
  Il n. 937 comprende le due case Pordenone e Franchi.
1645, sett. 21 L’abate di Rosazzo Vittor Grimani concede in enfiteusi al magn. sig. Girolamo Messenio di Venzone «la casa, corte et horto — della — abbazia posti — nella contrada — di S. Maria, al presente in parte ruinata, — confina a lev. con l’horto del nob. — Giulio Torso, a mezodν con altre case della — abbazia di Rosazzo, a sol a monte con la strada — et alli monti con le case delli nobili sigg. Giovanni Andrea et fratello Bitussi —» (A.S.U., N., Nicolò Bergamino, 7348, Istr. 1645, f. 158r — 158v).
1659, febbr. 9°Il sig. Giacomo Massenio affitta a G.B. Roncali una casa in borgo S. Maria con corte ed orto (Raccolta Frangipane, VII, 354).
1689, giu. 11 «— Vettore Massenico —aliena — alli nob. — Giovanni Francesco et Giacomo fratelli Roncali — la casa situata in borgo di S. Maria — sin hora tenuta ad affitto et habitata dalli medesimi — Roncali —, confinante a sol levado con horto delli nob. sigg. Attimis, mezodν con casa di — rev.ma abbacia, sol a monte con strada pubblica et alli monti con case dei nob. sigg. Bettussi —» (A.S.U., N., Cristoforo Orgnani, 7877, Instr. II, f. 15r — 17r).
1714, sett. 22 Il nob. Pompeo di Francesco Arrigoni riceve in permuta da Ottavio Tartagna «la casa in borgo di S. Maria - fu di ragione Roncali». Dall’allegata stima del pubbl. per. Filippo Capodaglio: «confina a levante — kav. Sebastiano Florio mezodν casa dell’ — abbatia di Rosazzo, a ponente strada pubblica, et a tramontana casa de’ nob. sigg. Calisi». La facciata è lunga m 12,51, alta m 11,12: il muro a tramontana m 9,37 ed alto m 3,47, piϊ alto della casa Coliti; il muro di mezodν è m 0,69 piϊ alto della casa dell’abbazia; una finestra nel granaio verso Calisi con «ferrada - di bastoni 7» (Not. Bernardo Zerafini, B.C.U., Allibramento Arrigoni, ms. 1511).
1723, sett. 10*Dall’allibramento Arrigoni, compilato del pubbl. per. Raimondo Picco: «— Casa — posta nel borgo di S. Maria, qual confina a lev. il nob. Sebastiano Florio, mezodν casa della — abacia di Rosazzo, pon. strada pubblica del borgo, et a tram. li nob.Coliti —». La casa risulta ancora gravata d’annuo censo all’abbazia di Rosazzo (A.S.U., N., Francesco Tracanelli, 8529, Allibramento Arrigoni, f. 158r — 171r).
1744 «Suardi. Bonaldo di Scipione aveva casa di rincontro ai Piccoli verso borgo Santa Maria, abitata — da Giulio Colossis» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 176).
1801 Abitazione del co. Livio e fratello Colossis (Nomenclatura, f. 35v).
1809*È del canonico Agostino Colossis (Registro delli aloggi, f. 25v).
1833, apr. 1 È di Vincenzo Schiavi. Confina a mezzogiorno con i nob. fratelli Braida. Domanda di poter costruire una casa (A.S.U., C.A. I, 206/1833/I, 1276 Orn. II C, con dis.).
 *Il progetto è approvato (ibid.).
1833, apr. 27*«— Vincenzo Schiavi — vende — alli — sigg. Bortolo e fratelli Braida — la fabrica ossia stanza coperta di coppi con suo fondo, sinora ad uso di stalla con sovraposto fenile, dal corpo al lato di mezz. alla casa con adiacenze sotto il c. n. 937, acquistata da esso — Schiavi al motivato instrom. 8 nov. 1832, qual fabrica confina a lev., mezz. e pon. con casa dominicale delli — Braida ed a tram. con fondi della casa — Schiavi —. Questa vendita — si fa pel prezzo — di austr. — L 3500 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10610, 4478).
1836, apr. 20 Si costruisce il portone bugnato. È di Vincenzo Schiavi (A.S.U., C.A. I, 254/X, 2014 Orn. II C, con dis.).
1848, sett. 5*Vedasi n. 936.
1852*Appartiene a Giovanni Franchi (Competenze, I, f. 25v).
 °La casa Colossis passò al co. Maniago ora è dei Pordenone (Raccolta Frangipane, IV, 330).
1853, ag. 26°°Vedi n. 936.
1938 Casa Pordenone.
938
1701°In borgo di S. Maria, casa dell’abbazia di Rosazzo abitata dai Pace; questa casa era contigua a quella posseduta dai Roncali (Raccolta Frangipane, III, 38).
1714 Era dell’abbazia di Rosazzo (Vedasi n. 937).
1801 Nob. Bortolo Braida (Nomenclatura, f. 35v).
  Casa Braida. Prospetto e piante (B.C.U., ms. 2091).
 *Si tratta di 19 tavv. di progetti senza data e di alcune polizze per lavori eseguiti.
1809*È di Bortolo e fratelli Braida (Registro delli aloggi, f. 25v).
1852*Appartiene ad Antonio Braida (Competenze, I, f. 25v).
1876°È della co. Elisabetta Braida. Casa a due piani e soffitta di cinque finestre (A.M., Atti Ornato 1865-1873).
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 202; di MANIAGO, Storia, 278; de RUBEIS, Catalogo, 6 (1938), 13-14.
939
  Questo numero comprende due case: a nord casa a due piani di cinque finestre, a sud casa a due piani di quattro finestre ad arco; tra due finestre del secondo piano si vedono due buchi praticati per scopo ignoto.
1645, sett. 22*Casa dell’abbazia di Rosazzo che la possiede ancora nel 1714. Vedasi n. 937.
1795, giu. 19*Caterina Picenini, ved. di Fabio Montona, ed il figlio Tommaso vendono per L 73 ai coo. Sebastiano, Francesco e Filippo Florio «la mettà del muro — che chiude l’orto delli — Montona verso mezz. in confine del cortivo della casa dell’ortolano delli — coo. Florio —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9978, XXX instr., 2178, f. 2956v — 2957r).
1801 Tomaso Montona (Nomenclatura, f. 35v).
1809*È di Dorotea Montona. Vi abita il domestico Leonardo Zuccolo (Registro delli aloggi, f. 26v).
1814, genn. 7*Il commissario di polizia informa il podestà che «nella casa n. 939 — di proprietà di — Dorotea detta Moltona, fu da questa affittata una stanza terrena a — Maddalena Nigris. Mancando detta stanza di focolare e di camino, nell’attuale freda staggione ascende il fuoco la Nigris nella medesima ed oltre l’incomodo del fumo, riempie di spavento gli abbitanti circonvicini per il timore di qualche incendio» (A.S.U., C.N., 185. 38).
1816, ag. 14*Dorotea Montona chiede ed ottiene la licenza di costruire un piccolo forno per uso domestico in una stanza interna (A.S.U., C.N., 187, 1970 Pol. 20).
1818, mar. 12 Tommaso e Dorotea q. Fabio Montona vendono a Gabriele Pecile di Paolo per L 7600 due case n. 939, 940 «con uniti cortivo ed orto» in borgo S. Maria confinano a lev. coo. Florio, mezz. Florio e androna, pon. borgo, tram. nob. Braida (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10630, 2262).
1852*Appartiene alla nob. Antonia Braida (Competenze, I, f. 25v).
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 11 mar. 1955 ai sensi della L. 1089/1939.
940
1801 Tomaso Montona (Nomenclatura, f. 35v).
1809*Appartiene a Tomaso Montona. Affittuale è il falegname Amadio Soster (Registro delli aloggi, f. 26v).
1818, mar. 12*Vedasi n. 939.
1852*Appartiene alla nob. Antonia Braida (Competenze, I, f. 25v).
941
1801 Convento di S. Bernardino (Nomenclatura, f. 35v).
 *Affittuale Gioseffa Gregoris (ibid.).
1809*Appartiene al monastero di S. Bernardino. Affittuale è l’industriante Gioseffa Gregoris (Registro delli aloggi, f. 26v).
1819, dic. 17 «Il — co. Francesco del fu co. Sebbastiano — Florio — per sé e per — Daniele — suo fratello — vende — al nob. — Bortolo q. — Tommaso Braida — una fabrica composta da una stanza terranea con camera sovraposta, sita — nel borgo di S. Maria nell’androna detta del Florio — n. 941 —; confina — a lev., pon. e tram. li — fratelli Braida, a mezz. l’androna promiscua tra li stessi Braida e li coo. Florio —. Questa — vendita — si fa pel prezzo — di it. — L 372 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10601, 2589).
1852*Appartiene alla nob. Antonia Braida (Competenze, I, f. 25v).
942
1801 Co. Filippo e nipoti Florio (Nomenclatura, f. 35v).
 *Affittuale Antonio Colugnatti (ibid.).
1809*Appartiene a Filippo e nipoti Florio. Affittuale è l’ortolano Antonio Colugnati (Registro delli aloggi, f. 26v).
1852*Appartiene al co. Daniele Florio (Competenze, I, f. 25v).
943
1688, sett. 14 «— Il nob. — Steffano Madrisio — l’anno 1673, 3 sett. — concesse ad affitto enfiteotico al q. ser Zuanne et a ser Leonardo fratelli Baldissari un suo horto nel borgo di S. Maria per l’affitto di L 68 s 4 —, et un paro di anere; et desiderando — Giovanni Domenico Vinacese di aver lui il suddetto horto per esser attaccato alla casa di sua habitatione, — condescendendo il — sig. Madrisio, con — assenso di detto — Lonardo Baldissar —, ha — in perpetuo ad affitto enfiteotico concesso al — sig. Vinacese — l’horto ante-nominato, confinante a sol levado con li heredi del q. nob. — Giulio Torso, a mezo dν — con li nob. — Bonecchi di Viscon hora condotta dal — sig. Attilio Calderini, a sol a monte la contrada di S. Maria et a tram. — sig. Vinacese —» (A.S.U., N., Luca Pontone, 7779, IX istr., f. 307r — 308r).
1744, sett. 28 «— Il — co. Giovanni Antonio Madrisio q. — Marzio — vende al sig. Gioseffo Todeschini mercante — un orto murato posto — nella contrada di S. Maria, qual confina a lev. con casa del — co. Sebastiano Florio, fu — Attimis, a mezz. con orto e corte del nob. Giuseppe Paparotti, a pon. con la strada — di S. Maria, et alle monti con — Pietro q. — Domenico Vinacese parte e parte con — Florio — e per il prezzo di — d 262 L 4 —» (A.S.U., Arch. Florio, 25/2, not. Luigi Cavani).
1753*L’ospedale maggiore presso la porta di S. Maria «possede due — casette concesse in enfitteusi al sig. Giuseppe Todeschini per l’annuo censo di L 74 s 8; quali casette sono di ragione degli Esposti, pervenute in questo pio luoco coll’instrum. — 1584, 8 magg. —» (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1793, f. 267v).
1790°Eredi q. Giuseppe Todeschini pagano per due case poste nel borgo di S. Maria; fondato il sudetto enfiteusi in specie sopra una casa ossia fabbrica nuova, fu Madrisio, che serviva per la trattura delle sete, situata in borgo di S. Maria e con la quale confinano a mezzodν le sopracitate case livellate, ed a levante confinano con la contradella che conduce nell’orto dei sigg. Florio (Osp., Rotolo 1790-1791).
1801 Andrea Fattori (Nomenclatura, f. 35v).
1809*È di Odorico e fratelli della Porta. Affittuale è il «filatoiaro» Pietro Bianchi (Registro delli aloggi, f. 26v).
1830, magg. 12 La casa viene prolungata dal lato della contradella (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 1896 Orn. II C, con dis.).
1850*Filanda di seta con 28 fornelli, degli eredi di Domenico Rubini (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 76).
1852*Appartiene agli eredi del fu Domenico Rubini (Competenze, I, f. 25v).
1890 È di Carlo Rubini.
944
1614, magg. 16°Gli eredi dei q. sigg. Giovanni Antonio ed Orazio Volpi vendono la casa ai Masari (Not. Flaminio Calderini).
1614, magg. 19°I Masari la vendono al sig. Beltrame Bonecco (Not. Fabrizio Ippolito, Arch. Florio, 25).
1693, ott. 16 Il nob. Orazio Salimbeni e fratelli Francesco e Anna vendono ad Ottavio Paparotti una casa «di muro, coperta di coppi, con corte, salle, horto» in borgo S. Maria confinante a lev. eredi q. nob. Giulio Torso, mezz. orto dei padri di S. Pietro, pon. strada, tram. Domenico Vinacese (A.S.U., N., Antonio Orgnani, 7846, Istr. 1692-1696, f. 87v — 90v).
1744 «Marini. Questa famiglia si estinse nel 1730 stava di rimpetto all’orto del N.U. Manin ove nel 1744 abitavano i Paparotti» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 176).
1796, genn. 12 Il nob. Giuseppe q. Carlo Paparotti vende, per d 3900, al co. Nicolò e fratelli Romano «la casa dominicale — posta nel borgo di S. Maria che confina a lev. — Giuseppe Venturini, a mezz. orto del convento —di S. Pietro Martire, a pon. strada — ed a tram. casa dell’ecc. — G.B. Todeschini, ora abitata dal sig. Antonio Fattori; — qual casa è stata acquistata dalli — Papparotti dalle mani delli — Salimbeni con instrom. 16 ott. 1693» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9978 XXXII instr., 2278, f. 3122v — 3125r).
1801 Abitazione del conte Nicolò e fratelli Romano (Nomenclatura, f. 35v).
1809*È di Francesco e nipote Romano (Registro delli aloggi, f. 26v).
1852*Appartiene al nob. Antonio Romano (Competenze, I, f. 25v).
1876*Ambulatorio del medico chirurgo Nicolò Romano (COSMI-AVOGADRO, 101).
1937 È di Eleonora Romano Chiodi.
945
1605, magg. 24 «— Francesco Togna —, desideroso — di puor fine a la fabbrica sua riguardante il palaggio del magn. ser Gierolamo Masero et circondarla per drita linea di muraglia senza deturpare in parte alcuna cosi bella et spaciosa via facendola dimostrare del detto palaggio in essa parte dipendente», chiede ed ottiene di occupare un piccolo spazio di suolo pubblico (Annales, LXVII, f. 139r).
1718, mar. 6*«— Francesco Alpruni1 —ha — venduto al nob. Giacomo Ianisi — figlio del nob. Valentino — una casa di muro coperta di coppi con cortivo ed orto annessi, situata — sul canton del borgo di S. Maria, confina a lev. case et orto del — convento di S. Pietro Martire, mezog. e pon. strada publica et ai monti con orto — di detto — convento —. Qual casa fu acquistata per i predetti — Alpruni dagli eredi del q. — Gioseffo Pasotti con instrom. 23 lugl. 1716 per mano dello sp. — Antonio Martinelli not. —, e ciò per il prezzo — di d 1500 —» (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8301, XII instr., f. 38r — 39r).
1724, giu. 11*«— Il nob. — Giacomo Ianisi — ha — venduto — al nob. — Giovanni Girolamo Fabris, — figlio del nob. — Vincenzo — di Spilimbergo —, la casa — di propria habitatione — nel borgo di S. Maria sul cantone dirimpetto al palazzo Manini, che confina a lev. et ai monti con case et orti del — convento di S. Pietro Martire e dall’altre due parti strade publiche, con tutti li meglioramenti fatti — per esso doppo l’acquisto che fece della medesima dal sig. Francesco e figli Alpruni con instrom. di man mia de dν 6 marzo 1718 e compresi anco li due armari, uno nella camera verso il — palazzo e l’altro nel mezado verso la casa Paparotti —. E questo per il prezzo — di ducati milleseicentocinquantasie L 4 s 2 —» (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8301, XVIII instr., f. 31r — 33r).
1801 Giuseppe Venturini (Nomenclatura, f. 35v).
1809, genn. 29*Inventario dei mobili esistenti nella casa dopo la morte di Giuseppe del fu Clemente Venturini (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10356, 192).
1809*Proprietà di Antonio e fratelli Venturini. Affittuale il negoziante Pietro Nicoletti (Registro delli aloggi, f. 26v).
1814, sett. 18 I nob. Roberto e Mario q. Francesco Voraio di Venzone vendono per it. L 13641,36 a Giuseppe q. Zuanne Celotti «una casa — con due cortili ed orticello e con stalla — situata in — borgo — di S. Maria segnata con il c.n. 945; il tutto confina a lev. ed a tram. la casa ed orto — di Tomaso e nipoti Cantoni, a mezz. e pon. con la — strada —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10301, 625).
1827, magg. 18 - 1835, magg. 21 È di Giuseppe Celotti (A.S.U., C.A. I, 236/1835/XVI, 1914 Strade IV A, con diss.; A.S.U., C.A. I, 236/1835/XVI, 1914 Strade IV A, con diss., firmato da Simone Periotti),
 *Si tratta di una lunga pratica relativa al marciapiedi di fronte alle case Romano e Celotti (ibid.).
1850*Abramo Luzzatto vi gestisce una filanda di seta con 16 fornelli (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 77).
1852*Appartiene agli eredi del fu Giovanni Celotti insieme con il n. 945 A (Competenze, I, f. 25v).
1858*Francesco Sbroiavacca vi gestisce una filanda per seta con 21 fornelli (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 16).
1860, apr. 26*Nicolò Braida coi nipoti, «proprietario della casa — n. 945 — rassegna il tipo — dimostrando i lavori che intende eseguire —». Il 14 luglio chiede «un pezzetto di fondo pubblico» che l’ingegnere municipale G.B. Locatelli valuta in m2 19,80. Ne ottiene concessione il 20 dello stesso mese (A.S.U., C.A. I, 780/IV, 3820 Orn. II C, con dis.).
1865, magg. 2*Giovanni Brisighelli è incaricato di eseguire un sopralluogo alla casa, in quanto ne esce un canaletto con liquido immondo. Dipende dall’angolo da sistemare. Si pregano pertanto i Braida di eseguire i lavori progettati cinque anni prima per eliminare l’angolo (ibid.).
1876 Osteria “Alla Villa di Merlana” (COSMI-AVOGADRO, 105).
 *Gestione di Francesco Citta (ibid.).
1948 Trattoria “Al tempietto”.
   
NOTE1Per la famiglia Alpruni vedasi n. 435.
946
1801 Convento di S. Domenico (Nomenclatura, f. 36v).
1807, dic. 11 Il canonico Alfonso Franceschini q. Mario acquista all’asta per L 4440 la «casa rustica con orto e corte nel borgo di S. Maria al c. n. 946», già del convento di S. Pietro Martire (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10431, proc. verb. 15).
1808, apr. 3°Contratto definitivo (Not. Antonio Lorio).
1809 È di Tomaso Cantone, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 26v).
1830, giu. 21 È dei fratelli Cantoni (A.S.U., C.A. I, 182/V, 2574 Pol. Giud. IX D, con diss.).
 *I proprietari chiedono di completare l’edificio «in contermine al tempiaro del fabbricato delli sigg. Gabrielli e fratelli Pecile verso levante». Seguono gli accordi coi vicini (ibid.).
1852*Appartiene ai fratelli Cantoni (Competenze, I, f. 25v).
1948 Trattoria “Al leon d’oro”.
947
1397, febbr. 28 «Deliberatum fuit quod dominus camerarius subitto facere debeat duas portas defficientes, unam videlicet ad turim sive portam S. Marie post ecclesiam S. Petri Martiris et aliam ad turim sive portam sitam post ecclesiam Sancti Francisci» (Annales, VI, f. 191r).
1534, ott. 25 «D. deputati —, ad evitandam aeris contagionem qua inficiuntur habentes domos vicinas macello magno Utini et decus civitatis Utini, posuerunt partem quod removeatur scortigatorium a macello magno1 Utini et construatur apud portam burgi S. Marie prope aquam que post ipsam partem labitur —» (Annales, XLVIII, f. 74r).
1550, giu. 25 «— Il — luogotenente — et li — deputati mettono parte che sia levato il scorticatoio degli animali che si occidono in le becharie dal loco ove hora è et sia fabricato lν nell’angulo pubblico, accosto al horto del hospitale grande in la contrada dela porta de S. Maria et acosto ala via pubblica che va per appresso gli muri di questa terra et che fabricatto che sia tal novo scorticatoio, per levar ogni fraude e sospetto di fraude che nasce potesse per lontananza del loco, nissun macellaro o becharo possa occider alcuno qual prima non sii visto da uno — dei zuradi del comun —» (Annales, XXI, f. 192v).
1564, apr. 9 Fantuccio di Strassoldo, allo scopo di abbellire la via S. Maria, propone di cedere terreno al comune, a condizione che questo rifaccia il muro di cinta del suo orto del canton superiore delle sue case sino alla casa del sellaio (Annales, LVI, f. 45r — 45v).
 *«Qua scriptura perlecta — dd. deputati posuerunt partem quod — oblatio facta per — ser Fantutium de Strasoldo — admittatur —» (ibid.).
1577, sett. 2 Era dipinta una Madonna su una casa dell’ospedale2 sita in S. Maria (Annales, LXIX, f. 246v — 247r).
 *«Scriptura incolarum contratę S. Marię. Essendo nela contrata di Porta — di S. Maria di questa — città una cantonata posta per mezo le case di mess. Paolo Strasoldo cavaliero, in quale con non poco danno de’ passazieri, incommodità degli habitanti in essa et travaglio dei carri, che incontrandosi in questo loco non si possono dare strada l’un l’altro, non viene frequentata a quel modo che si converrebbe; et desiderando noi tutti habitatori d’essa contrata, che la sudetta — s’accomodi cosa a beneficio nostro — com’anco dei viandanti stranieri et per publico honore et utile di tutta la città, siamo mossi a supplicare Vv.Mm. che siano contente abbracciare parte in questo — consiglio che detta cantonata sia levata et concia talmente, che rimosso il muro, che al presente si ritrova, incominciando dala casa del Savonaro, habitata per l’ecc. Orsetto, ne sia tirato un altro muro per diritta linea ala volta de l’imagine dela Madonna, che è appoggiata al loco de l’hospedale; perché a questo modo la strada venirà ad esser larga et commoda —, essendo — che ser Blozo, possessor d’una parte del terreno — che si ha a torre in questa fattura, si contenta di donarlo al publico, purché il muro li sia rifatto. Similmente contentano anco li rr. frati di S. Pietro Martire, possessori del restante d’esso terreno, ogni volta che anco a loro sia restaurato nel loco che sarà designato quel muro, che per tal causa sarà buttato a terra —» (ibid.).
1580, nov. 7°L’ospedale vende ai nob. Maseri3 i suoi beni fuori la porta di S. Maria (Not. Daniele Fabrizio, Arch. dell’Ospedale, Libro memorie per livelli, n. 3477).
1581, mar. 31 «Havendo io Francesco Masero — deliberato di fare una fabrica bella et honorevole, quanto capiranno le forze mie, in questa città, tolsi li mesi passati dal pio hospedal grande un loco assai capace situato nella contrada di S. Maria; et perché la torre publica contigua a detto loco sarebbe molto opportuna ala fabrica et a me di non picciola commodità, mi son persuaso che le Mm. Vv. non saranno meno cortesi meco in concedermi detta torre ad habitare et usufruttuare di quello che furono già con m. Michiel Bussetto battilana, che per un tempo la possedette. Però havendo io pagati già ducati 122 et L 4 s 2 agli heredi del q. egr. m. Francesco Mara-mano, altre volte di lei possessore, et a ser Zuanetto presente habitatore per miglioramenti sopra essa fatti, et stimati da periti, come appar per mano di mess. Zuane Moroldo — nodaro, supplico le Mm. Vv. che — vogliano concedere la torre predetta a me et ali miei heredi —, offrendomi di pagare ogni anno la consueta recognitione di un paro di pernici —». La torre viene concessa verso l’annuo canone di due pernici (Annales, LX, f. 242r — 242v).
[1608 c.]*«Porta de S. Maria. Mess. Hieronimo Masaro q. Francesco Masaro e nipoti pagano de livello emphitheotico a primo novembrio L 124, specialmente sopra il suo palazo et broylo in porta di S. Maria in virtù della livellation fatta al detto q. mess. Francesco l’anno 1580, 7 novembrio, per mano de mess. Daniel Fabritio mio padre» (A.C.U., A.A.O., Libro general de’ livelli, f. 39r).
1630, sett. 2°Avendo li giorni passati il sig. co. Lodovico Manin4 fatto acquisto del palazzo che era delli heredi Maseri confinante colla casa Sbruglio5, Sbruglio Sbruglio vende ai Manin la stalla in compenso di altre concessioni (Raccolta Frangipane).
1630, sett. 12 «— La — sign. Vanda, relitta q. — Adriano Masero, come madre, legitima tutrice et governatrice delli — figliuoli suscetti con detto q. sig. Adriano —, salvo gl’ infrascritti patto et carico che si paga al pio hospitale grande di questa città, ha — venduto —al — co. Ludovico Manino, — comprante per nome suo et delli — coo. suoi fratelli —, il palazzo hora habitatione di detta sign. Vanda et figliuoli Maseri, posto — nella contrada del borgo di S. Maria, giusto li suoi confini, con corte, horto, brolo, torre verso la roia, stalle et altre sue haderentie — et questo —per pretio — di ducati dodecimille —» (A.S.U., N., Antonio Mattioli, 7149, XXVII instr., f. 60r — 63v).
1631, apr. 17*«Lo — co. Ludovico Manin — in ragion di semplice affitto ad anni cinque — ha — locato — a Iacomo, figliuolo di ser Michel Forte, hortolano in Udine, l’horto et brolo — spettanti al palazzo della sua habitation, con le stanze da basso in detto palazzo sopra esso brolo, tenute per l’hortolano passato — con questi patti —, che detto conte sii tenuto — in termine di mesi sei —far serrar detto horto di muraglia dove hora è cascata et nell’istesso tempo anco far ridur a cultura la parte oltre la roia verso la muraglia et d’indi in poi — Iacomo debba mantenerla —. Nel qual horto et brolo — si ritrovano — le viti et rovari acconciati bachette di rovera dalla parte di sopra nove n. 217; dalla parte di sotto bachette nove n. 370 —» (A.S.U., N., Antonio Mattioli, 7149, Instr. VIII, f. 41v — 42v).
1631, magg. 19 Supplica del co. Lodovico Manin, che nei mesi passati aveva comperato il palazzo dei sigg. Maseri con i loro diritti su la torre, per ottenere la cessione di piccola porzione di terreno pubblico tanto da poter includere la torre nella sua proprietà impegnandosi di restaurarla (Annales, LXXIV, f. 86v — 87r).
 *La concessione è subordinata all’obbligo di «atterrare et chiuder l’apertura della roia, fatta nel condurre i cavalli all’acqua et rimetter poi quella commodità nel luogo proposto» nella sua supplica, ossia sotto il muro degli orti di S. Pietro Martire (ibid.).
1646, giu. 27*«Il nob. sig. Quintilio Masero, gentilhuomo di Udine —, per sé e per — suo fratello et — heredi — et per la sign. Vanda loro madre, hora moglie del nob. —Lorenzo Sacchia —, a cagione di dar dote alla — sign. Masera sua sorella —, monaca nel monastero di S. Nicolò di questa città —, ha dato — ducati ventinove annui del corpo del livello di d 250 che è tenuto a pagare alli —sigg. Maseri il — co. Lodovico Manino a 12 di settembre in ciascun anno sopra il palagio di sua habitatione in questa contrada, consegnato per parte di restitutione di dotte alla sign. Vanda — sua madre —» (A.S.U., C.R.S., 768, 872/1b, f. 12r — 14v).
1649, genn. 9*«In Udine, nella contrada di S. Nicolò, o vero Porta di S. Maria, nel palazzo del — co. Lodovico Manino, nel mezado primo da baso verso l’horto —» (A.S.U., N., Giacomo Causilico, 72677, Instr. XIX, f. 68r).
[s.d.]°°Disegno del portale (Venezia, Museo Correr, M. 13786).
1733 «Si diede anche principio alla chiesa Manin in borgo S. Maria» (CIPOLLA, Memorie, B.C.U., ms. 133, f. 12r).
1768, ag. 30 Il Palazzo Manin passò ai Torriani6 per scrittura privata (A.S.U., C.A., 27/11, f. 2r).
1772°°Planimetria dell’area (M.C.U., presso Associazione Industriali Udine).
1780, ag. 11 «In adempimento di quanto restò stabilito nella scrittura convenzionale firmata li 23 maggio p.p. dal — co. Niccolò Romano per conto — delli nob. — Bernardino e nipoti Masero — da una e dal — co. Giacomo Caymo per conto — del — co. Lucio Sigismondo della Torre dell’altra —, il nob. — Bernardino q. — Niccolò Masero, facendo per nome suo, delli nob. — Ettore, Adriano e Francesco fratelli q. — Quintilio — suoi nepoti —, renunzia al — co. Lucio Sigismondo q. — Lucio della Torre Valsassina — tutte quelle azioni, ragioni e titoli che ad essi — zio e nipoti Masero competivano di risolvere il contratto 12 sett. 1630 di mano del q. — Antonio Mattioli — not. — e di riavere il palazzo con tutte le sue adiacenze indicate nel contratto — 12 sett. 1630, col quale dagli autori di essi — Masero è stato ceduto al fu — co. Lodovico Manin, indi con priv. scritt. 30 ag. 1768 passato in dominio del — co. Lucio Sigismondo della Torre —. E ciò — fa detto nob. — Bernardino Masero — perché il — co. della Torre — ha esborsato — la summa di d 2500 —» (A.S.U., N., Andrea del fu Francesco Brunalleschi, 9966, 74, f. 82r — 85r).
1801 Co. Sigismondo della Torre (Nomenclatura, f. 36v).
1809*Appartiene a Raimondo e fratelli Torriani (Registro delli aloggi, f. 26v).
1829, dic. 14*Il co. Raimondo della Torre Valsassina «nella cinta di muro che dà ingresso alla casa coscritta col c.n. 947 — che si riferisce sulla pubblica strada borgo S. Maria, si propone di aprire e custruire la porta indicata a rosso dal disegno che — rassegna, il quale dimostra anco lo statto attuale della cinta —». La deputazione d’ornato però propone dei cambiamenti, per cui si rende necessario presentare un nuovo progetto (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 5219 Orn. II C).
1830-1831*Fascicoletto di carte relative alla Torre di proprietà del co. Raimondo della Torre. Il 4 ottobre 1830 la deputazione d’ornato denuncia alla congregazione municipale la necessità di urgenti restauri allo stabile. Il 23 ottobre segue la relazione del capomastro Antonio Battigelli sul sopralluogo da lui fatto alla torre. A suo avviso non esistono gli estremi per cui allarmarsi. Il documento è allegato alla risposta redatta dal co. della Torre che contesta la comunicazione municipale, secondo la quale «il secondo cane dopo l’angolo superiore esterno» minaccerebbe crollo. L’8 novembre il podestà manda in sopralluogo l’ingegnere capo del comune Francesconi. I128 gennaio 1831 l’ingegnere municipale invia la relazione d’ufficio indicando i restauri da operare (A.S.U., C.A. I, 182/V, con dis.).
1842, giu. 24°Atto di finale liberazione del censo su la torre (A.M.).
1849, ag. 19 Riformasi il fabbricato tra il palazzo e la cappella Manin (A.S.U., C.A. I, 469, 500 Orn. II C, con dis. firmato da Eusebio Brida). La domanda è inoltrata da Lucio Sigismondo della Torre. Il progetto ottiene l’approvazione della deputazione d’ornato (ibid.).
1852*Appartiene al co. Lucio Sigismondo della Torre (Competenze, I, f. 25v). Morto il co. Lucio della Torre, nel 1890 il palazzo passò alla figlia co. Fleury Felissent e da questa alla figlia Teresa Felissent Catemario di Quadri.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Per il macello vedasi n. 715.
 2Per la confraternita e l’ospedale dei Battuti di Udine, vedasi n. 93.
 3Sulla famiglia Maseri: AMASEI, piani udinesi, 76; MONTICOLI, Cronaca, 66-67; SAMBIN, Gregorio Amaseo, 25; P. SOMEDA de MARCO, Medici, 38.
 4Sulla famiglia Manin: BATTISTELLA, I Toscani, 252; della GIUSTA, Il conte Lodovico; della GIUSTA, La famiglia Manin; della LASTE, Il sig. co. Lodovico Manin; LOSCHI, Documenti storici; SPRETI, Enciclopedia nobiliare, 313-314; TOMASINI, Illustre serie; di VARMO, Di Lodovico Manin.
 5Vedasi n. 705.
 6Per i della Torre: DE VITT, La signoria; MONTICOLI, Cronaca, 40.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, 56v.
   
BIBLIOGRAFIA AVOGADRO, Guida, 36; BASSI, Architettura, 211; BATTISTELLA, Udine nel sec. XV, 14; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 202-206; BERGAMINI-TAVANO, Storia, 394, 413; BERRIS, Monografia, 12; BRAGATO, Guida, 35, 91-92; CICONI, Udine, 468; COMELLI, Passeggiate, 160-163; COMELLI, La storia, 6-7; CORONA, Nell’antica torre, 32; DEL PUPPO, La cappella Manin, 33-37; ERMACORA, Guida, 156-158; FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 176; FORATTI, La cappella Manin, 1117-1122; di MANIAGO, Guida, 52-53; Il museo della città nella torre Torriani; Museo Torriani; G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, I, 272; L. PALLADIO degli OLIVI-CAIMO DRAGONI, Memorie, 15; Parti prese ... 1913, 35; PILOSIO, La monumentale cappella Manin; della PORTA, Toponomastica, 210, 245; RIZZI, Pluralità, 388, 402; RIZZI, Storia... Il Settecento, 14, 27; RIZZI, Udine, 122, 123; SEMENZATO, Giuseppe Torretto, 131; SEMENZATO, La scultura veneta, 39, 107; C. SOMEDA de MARCO, Il museo civico, 85-86; La torre di Via Zanon; VALENTINIS, Udine antica, 7, 8, 24, 27.
948
1364, nov. 4 Enrico q. Tricano di Castellerio lascia al convento di S. Francesco un maso in Porta di Cascanan (A.S.U., C.R.S., 696, Cattastico... MDCCLXXXXII, p. 98-103, copia del 1798 dal not. Giacomo Gello).
1524 Il chirurgo Nicolò de Bonaldi1 acquista dal convento metà del maso e nel 1543 le rivende a Giovanni di Colloredo2. Successivamente il Colloredo acquistò l’altra metà (ibid.).
1543, ag. 17 «Actum Utini in vico Porte S. Marie, in camera superiori — venditoris», ossia di Giovanni figlio del dott. Tomaso di Colloredo (A.S.U., N., Germano Belloni, 5708, Istr. 1543-1554, f. 75r — 75v).
1594, febbr. 4 Il nob. Ascanio di Colloredo affitta al dott. Giovanni Tomaso Minadoleo medico la sua casa posta in contrada del palazzo Maseri in Porta di S. Maria per d 50 annui, «exceptuatis tamen duobus mezatis ad mediam scalam — inferius existentibus una cum canipa subterranea sub mezatu versus curiam reservata et reservatis pro speciali usu dicti d. locatoris cum recta medietate stabuli. Ita tamen quod d. Ascanius solus teneatur in concio tenere suis sumptibus propriis omnia cupporum cooperta et obturari facere tam portas quam fenestras quascumque a latere dicti — conductoris, ita quod ipse nullam habeat pati servitutem et ei aptari facere scalas —» (A.S.U., N., Federico Buiatti, 6774, XX contr., f. 152r — 153r).
1744 «Colloredo (ramo di Ascanio e Giovanni Tommaso q. Cesare). La loro casa è contigua all’orto Manin. La famiglia Treo ne possedeva una parte, oggidν tutta unita di proprietà di Filippo di Colloredo» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 176).
1801 Co. Cesare e fratello di Colloredo (Nomenclatura, f. 36v).
1809*È di Filippo e fratello Colloredo; affittuale è l’agente Antonio Basina (Registro delli aloggi, f. 26v).
1813, mar. 24*Antonio Basina chiede ed ottiene il permesso di erigere una liscivaia «nell’interno, tra la casa Colloredo e la rimessa» (A.S.U., C.N., 180).
1822, giu. 7*Vi abitano i coo. Marzio e figli Flaminio, Alessandro, Luigi e Giuseppe di Prampero (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10546, 1615).
1824, lugl. 23*Il co. Giovanni del fu Cesare di Colloredo chiede il permesso di aprire tre finestre «nel fabbricato ad uso di granaio, annesso al suo dominicale, situato — al c.n. 948 —». La concessione è subordinata alle condizioni di prammatica: applicare la cornice, intonacare, tinteggiare, cui si aggiunge l’obbligo di proseguire la costruzione del «marciapiedi lungo la linea del fabbricato e l’altra in confine con la casa Zorzi» (A.S.U., C.A. I, 89/X, 3004 Orn. II C, con dis.).
1830, dic. 13 Il co. Giovanni di Colloredo vende la casa n. 948 al nob. G.B. Orgnani per austr. L 34482. Confina a lev. strada di S. Maria, mezz. Torriani, pon. strada di circonvallazione, sett. eredi Vicario ed altri (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10622, Rep. IX, 5226, f. 36v).
1830, dic. 13*G.B. Orgnani acquista dai Dominissini una porzione d’orto ex Colloredo che il 31 ag. 1815 era stata venduta a costoro dagli stessi Colloredo (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10313, 2619).
1852*Proprietà di Massimiliano Orgnani (Competenze, I, f. 25v).
1862°È del nob. Massimiliano Orgnani. Si costruisce la parte nuova verso sud (A.M., Atti Ornato 1857-1864).
1874, giu. 9 Incendio del fabbricato intero ad uso di stalla e fienile (“Giornale di Udine”, 9, CXXXVI, 9 giugno 1874, 2).
1937 È dei figli del fu nob. Antonio Orgnani.
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 04 dic. 1999 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Per Nicolò Bonaldi; P. SOMEDA de MARCO, Medici, 79.
 2Per la famiglia Colloredo: MONTICOLI, Cronaca, 48.
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 207-209; ROTA, Cenni, 30; VALENTINIS, Udine antica, 25.
949
1550, sett. 9 Vincenzo Girardis q. Pompeo di Portogruaro «habitante hora in Udine» con la consorte Adriana paga formento st 15 «sopra una loro casa della propria habitatione di muro et sollerata et coperta di coppi, con corte et horto —, nella contrada di Porta di S. Maria, confina a sol levado la strada, a mezo dν la casa del nob. Zuanne di Colloretto, a sol a monte lo broilo del ditto mess. Zuanne et alli monti la casa di ser Damiano Bontado et fratello» (A.S.U., Arch. Florio, 149, Rotolo 1621, f. 13v, da atto del not. Calderini).
1621 «Henrico e fratello q. nob. — Ferrante d’Attimis in logo di — Giacomo e fratelli Girardis pagano — L 43 s 8» (ibid.).
1801 Giuseppe Vicario (Nomenclatura, f. 36v).
1809*È di Giuseppe Vicario (Registro delli aloggi, f. 26v).
1812*Bettola gestita da Ferdinando Forni (Esercenti).
1822, apr. 17*Valentino Paiani, parroco del Redentore, certifica che Giuseppe Vicario abita in borgo S. Maria al n. 949 (A.S.U., C.A. I, 68, 1633 Orn. II C).
1849, magg. 22*Antonio Vicario, «ottenuta dalla presidenza del consorzio roiale la licenza di poter costruire il ponte sulla roggia di Udine, che dalla casa del sottoscritto mette sulla strada del borgo S. Maria», presenta il progetto che viene giudicato «tollerabile» (A.S.U., C.A. I, 469, 3014 Orn. II C).
1852*Appartiene a Francesco Forni (Competenze, I, f. 25v).
1870°È di Odorico De Marchi. Al secondo piano vi sono sei finestre ad arco. Viene alzata (A.M., Atti Ornato, 1865-1873).
1876*Studio di Lorenzo Bianchini1, pittore di figura e paesaggio (COSMI-AVOGADRO, 109).
   
NOTE1Per Lorenzo Bianchini: BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 233; BERGAMINI-TAVANO, Storia, 532, 534; CESCHIA, Pittori minori, 77-83; Esposizione, 21; PICCO, Ricordi, 45, 68, 76; TADDIO-GENNARO, Bianchini Lorenzo.
950
  Questo numero comprende due case: a sud il palazzotto di due piani di sette finestre, a nord casa di due piani di cinque finestre.
 *La parte meridionale sin dal 1394 risulta gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo, come attestano i rotoli della fabbriceria che ne elencano i fondamenti e riportano gli estremi di alcune operazioni catastali.
1394*«D. Uliana olim Cantini præconis Utini et Candidus ac Petrus fratres sui ac dicti Cantini filii solvunt annuatim fabricæ — de livello perpetuali super una eorum domo murata, paleis cohoperta, cum bayartio postposito, sita Utini in contrata Portæ S. Mariæ, quorum domus et bayartii ii dicuntur confines; ab una parte possidet Laurentius Rorarius dictus Vuncinus de Martignacio, Utini habitans, ab alia d. Catarina uxor Francisci cerdonis, quæ dicitur de Tavagnacco, a tertia Bortholottus q. Iacobi Ballas et viam publicam et iuxta Leonardum Pidrusinum a latere posteriori —, starium unum frumenti» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 114v — 115v).
1429*«Laurentius de Martignacho in Porta S. Mariæ habitans» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 115r).
1452*«Ser Antonius de Latisana —» (ibid.).
1466*«Maistro Francesco della Burgulina —» (ibid.).
1517*«Ser Andrea Leon not.» (ibid.).
1519*«Eredi q. Andrea Leonico» (ibid.).
1534*«— Madona Lonora q. Niccolò Bontà —» (ibid.).
1540*«Eredi del q. Nicolò Bontà —» (ibid.).
1555, dic. 5 «— Prudentes iuvenes ser Damyanus et Hieronymus fratres filii q. d. Nicolai Bonitatis — locaverunt — doctori d. Hieronymo Blanchono q. d. Antonii civis Venzoni — unam eorum domum muratam, soleratam, tegulis copertam, cum corte, horto er stabulis adiacentibus, sitam Utini in contrata Portæ S. Mariæ, iuxta a parte anteriori stratam publicam, a parte posteriori hortum viri Solome, aurigæ Utini, et ab uno latere domum d. Ioannis Marcelli, olim canonici, et ab alio domum nob. d. Vincentii de Girardis de Portugruario —, debente ipso d. conductore solvere singulis annis de affictu simplici — ducatos viginti septem —» (A.S.U., N., Mario Albino, 5949, Istr. 1555, f. 79v).
1564*«Ieronimo Bontade» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 115v).
1601*«Damiano Bontà» (ibid.).
1643*«Il sig. Lugrecio Bontà q. Damiano pagano in luogo di ser Andrea Lion sopra il baiarzo overo orto dietro la loro casa ogn’anno a S. Giacomo di luglio, formento st 1, ridotto a livello di L 6 s 6 —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 114v).
1678, apr. 18*«Testamento di me co. Giustina Magioni. In Udine, in borgo di S. Maria, nelle case del nob. — Lucretio Bontà, cioè in una camera disopra verso la strada —» (A.S.U., C.R.S., 546, Rot. 390, Istr. e test., f. 235r).
1710, apr. 25*«— Giovanni Francesco dell’Oglio — e — Anna sua consorte — hanno — ad affitto semplice concesso al rev.mo sig. Leonardo Vezzi, canonico d’Aquileia —, la casa — delli sigg. dell’Oglio, situata nel borgo suddetto fra le case detti — coo. Marzio e fratelli Piccoli e del nob. — Antonio Bontà, con corte et horto —, per annuo affitto di ducati quaranta —» (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8300, V instr., f. 93r — 93v).
1744 «Bontà. Coll’estinzione di questa famiglia la loro casa passò ai Fistulari. Suardi. Girolamo figlio di Orazio e di Anna Tunisi, la loro abitazione è posta tra i Piccoli ed i Fistrulari, ove prima stavano i Dell’Oglio, famiglia estinta» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 176).
1760 «Casa dominicale — del q.— Girolamo Soardi, sittuata — nel borgo di S. Maria, copperta di coppi, con due sollari, con altra fabrica verso l’orto, con cortivo et istesso orto; che tutto confina a lev. strada — del borgo, mezodν — Francesco e fratelli Fistularii con casa, cortivo ed orto, pon. — co. Ascanio Picoli, mediante orto tenuto ad affitto da — Angelo Moro detto Baldassaro, et a tram. parte coo. Balzari et parte orto e casa di detto —co. Piccoli» (A.S.U., N., Eugenio Sporeno, Allibramento Soardi, f. 1r; descrizione e stima di Francesco Roldo, f. 1r — 7r; inventario e stima dei mobili a cura di Carlo Calabrese, f. 28r — 29v e f. 30r).
1766, lugl. 23 I nob. Francesco e Paolo fratelli Fistulario1 vendono ai nob. Tomaso q. Antonio e Tomaso q. Vittorio Mattioli un livello «sopra la casa fu di ragione del q. nob. — Girolamo Soardi — situata nel borgo di S. Maria di confine ai monti con la casa di loro abitazione» (A.S.U., N., Francesco del fu Alessandro Brunalleschi, 9197, XIII instrom., f. 120v — 122v).
1800, apr. 18*Si concede il permesso ai Fistulario di rettificare il muro della loro casa in borgo S. Maria (A.S.U., C.A., 14/1, n. 96).
1800, magg. 6*I Fistulario chiedono ed ottengono il permesso di prolungare la facciata del loro edificio sopra il contiguo fondo pubblico (A.S.U., C.A., 14/1, n. 97, con dis.).
1801 Co. Paolo e fratello Fistulario. Abitazione (Nomenclatura, f. 36v).
1809*È di Paolo Fistulario (Registro delli aloggi, f. 26v).
1824, mar. 22*«Il nob. Francesco Fistulario, per facilitare l’accesso ai concorrenti all’acquisto del proprio vino, di cui si è determinato allo smercio al minuto nella propria casa in borgo S. Maria al c.n. 950, e per non avere servitù continua per il sottoportico della medesima, amerebbe riaprire la porta che altra volta esisteva fra le due finestre del vecchio fabbricato, la qual porta non deve essere che provvisoria». Il permesso gli viene concesso perché trattasi di ripiego provvisorio e perché la porta si aprirebbe «in una parte del fabbricato vecchio della casa n. 950, staccata affatto dal corpo del fabbricato principale, il quale2 d’altronde non presenta alcuna regolarità nei suoi piani —» (A.S.U., C.A. I, 89/X, 1081 Orn. II C).
1824, ott. 28 È di Francesco Fistulario (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
 *Il capoquartiere vi segnala l’esistenza di un pozzo scoperto (ibid.).
1852*Appartiene al co. Girolamo Fistulario (Competenze, I, f. 26v).
1876*Al n. 950 A, negozio di seta di Vincenzo Morelli (AVOGADRO, 156).
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 21 febbr. 1961 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Per Paolo Fistulario: FISTULARIO, Elogio di Paolo Fistulario; di MANZANO, Cenni biografici, 85-86; LIRUTI, Notizie, IV, 392.
 2Evidentemente riferito a «fabbricato vecchio».
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 211-213; BIANCHETTI, Passava per Udine, 12-13; di CAPORIACCO, Udine e il suo territorio, 56; GROSSATO, Marino Urbani, 9, 18; MARTINI, “Storie bibliche” inedite, 38-44; MONTICOLI, Cronaca, 71; R. PALLUCCHINI, La pittura veneziana del Settecento, 122; PICCO, L’arte di pittura ornamentale, 67; PICCO, L’arte ornamentale a ferro battuto in Friuli, 20; FIERI, Napoleone e il dominio napoleonico, 153, 183, 265; TOFFOLETTI, Silvio Maria Buiatti, 5; VALENTINIS, Udine antica, 30.
951
1640, genn. 4*«Fatto in Udine, in la contrada di S. Maria, in casa del — sig. Picoli, in la camera verso la cucina —» (A.S.U., N., Giacinto Causilico, Instr. XI, 78r — 79r).
1684, sett. 10*«Fatto in Udine, nel borgo di Castellano, in casa del nob. sig. Giovanni Domenico Piccoli —» (A.S.U., C.R.S., 546, Rot. 390, Istr. e test., f. 93r — 94r).
1744 «Piccoli. Abitano una casa di piϊ facciate, una guarda sul borgo Castellano, le altre nel borgo di S. Maria» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 176).
1794, genn. 30 Il co. Francesco di Brazzà ed Alvise Ottelio, commissari testamentari del q. co. Ascanio Piccoli, vendono al co. Francesco Beretta1 di Antonio «le fabbriche con cortivi ed orto — dell’eredità — Piccoli, situate — nelli borghi di S. Maria e di S. Lucia —. Questa — vendita — fanno — pel — prezzo — di d 4550 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9977, XXVI instr., 1879, f. 2527r — 2529r).
1801 Eredi q. co. Francesco Beretta (Nomenclatura, f. 36v).
1809*È di Amalia Beretta; affittuale è Carlo di Zucco (Registro delli aloggi, f. 26v).
1813, ag. 16*L’agente dei pupilli Beretta chiede il permesso di cambiare la grondaia della casa n. 951, verso il borgo S. Maria (A.S.U., C.N., 180).
1814, magg. 7-14*Stima dei mobili esistenti nella casa, ad opera del rigattiere Bortolo Coletti (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10594, 1248).
1830 È del co. Gerardo Beretta (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 941 Orn. II C, con dis.).
 *Si tratta di una rettifica della facciata e dell’aggiunta di una cornice (ibid.).
1890 È del co. Antonio Trento.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 18 nov. 1954 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Per i Beretta vedasi n. 70-71.
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 214; Le case Valle Preindl; VALENTINIS, Udine antica, 30.
952
1801 Ecc. Giacinto Pasini (Nomenclatura, f. 36v).
1809*Appartiene all’avvocato Giacinto Pasini (Registro delli aloggi, f. 26v).
1812, lugl. 13*«— Li sigg. rev. — Carlo e Vincenzo — q. Virghinio Fedricis —, domicilianti nella cornute di Gemona per una parte e per l’altra — Valentino q. G.B. Perubini — stipulano come segue. Li — fratelli Fedricis — vendono — al — Perubini — una — casa formata d’un piano terreno, di due appartamenti supperiori e di un piccolo grannaro sopraposto, sita — nel borgo di Villalta, portante il c. n. 952, di presente condotta a semplice affitto dalli sigg. Francesco e Antonia iug. Sporeno —, colli aderenti fondi, cortivi e fabriche annesse di stalla e fenile —. E questa — allienazione — fanno — per il prezzo — di L 1903, 446 —» (A.S.U., N., Graziano Cantoni, 10233, 257).
1824, genn. 31 Antonio e Gerardo q. Francesco Beretta vendono a don Giuseppe q. Pietro Ronchi casa in Borgo Villalta n. 952, «con fondo, cortivo ed orto, confina lev. e mezz. li detti — Beretta pon. orto delli stessi, a tram. il — borgo di Villalta —, con condizione — che né lo stesso Ronchi né li di lui — successori potranno in alcun tempo — erigere alcuna fabrica nel cortivo della — casa in confine della stalla di essi — Beretta —. La — vendita — si fa pel prezzo — di it. — L 2480 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10604, 3172).
1852*Appartiene a eredi del q. Giuseppe Ronchi (Competenze, I, f. 26v).
1876*Vi ha negozio di seta Vincenzo Morelli (COSMI-AVOGADRO, 114). Nel 1883 la bottega è di nuovo segnalata (AVOGADRO, 156).
953
1801 Co. Francesco e fratelli di Brazzà (Nomenclatura, f. 36v).
 *Affittuale G.B. Copiz (ibid.).
1809*Appartiene a Francesco di Brazzà. Affittuale è l’oste Pietro Pletti (Registro delli aloggi, f. 26v).
1812 Osteria “Santa Lucia” (Esercenti).
 *Gestione Valussi (ibid.).
1812, apr. 9*Francesco Brazzà domanda permesso di «trasportare una porta d’ingresso due piedi, ove esiste una finestra» (A.S.U., C.N., 180).
1824, apr. 12 La nob. Margherita Taffoni vedova del co. Antonio di Brazzà e moglie di Federico Leonardo Morosini, vende a Pietro q. Gregorio Valussi, oste, casa in borgo Villalta n. 953-954, «confina a lev. Pasini — Giacinto, ora — Antonio e Gerardo — Beretta, mezz. — Beretta, pon. Secanti Santo, tram. strada; porzione condotta in affitto dal detto Valussi — ad uso di osteria e porzione affittata a Vincenzo Chiurulo ad uso di sua abitazione. Qual casa è pervenuta in detta — Margherita come erede testamentaria del — co. Antonio di Brazzà suo primo marito —. La — vendita — si fa pel prezzo — di it. — L 2000 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10604, 3223).
1852*Appartiene ad Antonio Maroè (Competenze, I, f. 26v).
1876 Osteria “Alla vittoria” (COSMI-AVOGADRO, 106).
 *Gestione di Angelo Dominutti (ibid.). Nello stesso edificio Caterina Gerardis vende liquori e commestibili diversi (COSMI-AVOGADRO, 99).
1883*La casa ospita la bottega del fornaio Giacomo Bassi (AVOGADRO, 145).
954
1801 Co. Francesco e fratelli di Brazzà (Nomenclatura, f. 36v).
 *Affittuale Barbara Marcona (ibid.).
1809*Appartiene a Francesco di Brazzà. Affittuale è il lattonaio Antonio Marcone (Registro delli aloggi, f. 26v).
1824, apr. 12 Vedasi n. 953.
1839, magg. 11 È di Antonio Maroè (A.S.U., C.A. I, 299/XX, 2414 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario chiede ed ottiene di riformare la parte inferiore della casa (ibid.).
1852*Appartiene ad Antonio Maroè (Competenze, I, f. 26v).
955
1793, apr. 23*«Francesco q. G.B. Zamparo — vende al rev. — d. Mattia Zamparo di lui fratello — la porzione di casa situata in vicinanza al borgo di Villalta di questa città, — stata ad esso — Francesco venditore assegnata dal defonto di lui padre con l’operazione 30 ag. 1733 —, per il prezzo di d 100 —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10320, II instr., 77, f. 117r - 117v).
1801 Sac. Mattia Zamparo (Nomenclatura, f. 36v).
1809*Appartiene al sac. Mattia Zamparo e a Sebastiano Cignulini. Affittuale è il fabbro Domenico Roiato (Registro delli aloggi, f. 26v).
1852*Appartiene ad Angelo Occhialini (Competenze, I, f. 26v).
1883 Caffè “Alle Alpi” (AVOGADRO, 139).
 *Gestione di Caterina Girardis (ibid.).
956
1774, sett. 19*Sulla casa grava un livello a favore del convento di S. Pietro M.; se ne ha notizia durante le confinazioni operate sotto il sindaco del convento, p. Giusto Fontanini. La casa è «posta — nel borgo di Castellano, stata possessa dal rev. G.B. Nattolino in loco di Antonio Mini, poi passata in G.B. Del Negro, poi in G.B. Cignolino di Codroipo et ora — da — G.B. Zamparo di questo borgo per acquisto da esso fatto dalle mani di detto Cignolino. Quindi — dissero confinar a lev. casa di detto Zamparo, mezodν corte parimente di detto Zamparo, pon. casa del sig. G.B. Fedricis di Rivis d’Arcano et a tram. strada publica del borgo di Castellano —» (A.S.U., C.R.S., 783/13).
1801 Sigg. Cignolini di Codroipo (Nomenclatura, f. 36v).
1809*Appartiene al sac. Mattia Zamparo e a Sebastiano Cignulini. Affittuale è l’oste Santo Cicarelli (Registro delli aloggi, f. 26v).
1812 Osteria alle “Quattro stelle” (Esercenti).
 *Gestione di Santo Cicarelli (ibid.).
1831, lugl. 19 È di Girolamo Borcobello, che domanda di poter riformare la facciata (A.S.U., C.A. I, 182/1831/V, 3148 Orn. II C, con dis.).
1831, ag. 4 G.B. q. Sebastiano Cignolini vende a Girolamo q. Antonio Barcobello per austr. L 2400 «casa con fondi di cortivo, situata — al c. n. 956 — che confina a lev. Pietro Valusso, mezz. orto delli nob. — Antonio e Gerardo fratelli q. Francesco Beretta, poi Perubini Valentino e tram. — borgo Villalta —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10477, 7875).
1833, ag. 27*«— Girolamo Barcobello — vende a corpo — al — sig. d. Vincenzo Dominissini — una casa — situata — nel borgo — di Villalta — n. 956 —; confina a lev. Pietro Valussi, a mezz. nob. Gerardo q. — co. Francesco Beretta, a pon. — Valentino Perubini ed a tram. il — borgo di Villalta —. La — vendita viene — fatta — per — ven. L 900, pari a — austr. L 5142,85 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10314, 2814).
1845, apr. 10°Vincenzo Dominissini vende a Pietro Girardis la casa n. 956 per L 6800 (not. Giacomo Someda).
1852*Appartiene ad Anna Girardis (Competenze, I, f. 26v).
1856, febbr. 22*Pietro Giraldis, proprietario della casa, chiede ed ottiene di «riformare una porta al pianterreno della sua abitazione» (A.S.U., C.A. II, 66, 1309 Orn. II C, con dis. firmato da Valentino Dreussi).
1858*Filanda per seta con quattro fornelli, gestita da Anna Girardis (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nell’anno 1858, n. 16).
957
1801 Virginio Federicis da Rive d’Arcano (Nomenclatura, f. 36v).
1809*Appartiene a Virginio Fedricis. Affittuali sono il chirurgo Francesco Sporeno e Giusto Fontanini (Registro delli aloggi, f. 26v).
1812, lugl. 13 Il rev. don Carlo e Vincenzo q. Virginio Fedricis vendono, per L 1903,446, a Valentino q. G.B. Perubini «— una — casa formata di un pianterreno, di due appartamenti supperiori e di un piccolo grannaro sopraposto — nel borgo di Villalta —, di presente condotta a semplice affitto dalli sigg. Francesco ed Antonia iug. Sporeno — colli aderenti fondi cortivi e fabbriche annesse di stalla e fenile —» (A.S.U., N., Graziano Cantoni, 10233, 257).
1850*Filanda di seta di Pietro Giraldi, con quattro fornelli (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 78).
1852*Appartiene a Valentino Perubini (Competenze, I, f. 26v).
1876*Bottega di manifatture di rame di Antonio Del Toso (COSMI-AVOGADRO, 111).
1930 È di Albino Molinari, rigattiere e mercante di mobili vecchi.
958
1706, mar. 1 «— Udene, nella contrada Castellana, nella casa Balzara al presente possessa» dal nob. Giorgio del fu Pompeo Caporiacco (A.S.U., N., Bertrando Brunalleschi, 7805, XXII instr., f. 36v).
1801 Mons. co. Orazio di Caporiacco, canonico di Cividale (Nomenclatura, f. 36v).
1809*È di Eleonora di Caporiacco (Registro delli aloggi, f. 26v).
1814, ag. 27 «La minorenne Laura q. Federico di Caporiacco possedeva una casa dominicale in borgo Villalta, casa con cortivo ed orto. Confini: a levante, parte — Perubini loco Federicis1, parte eredi q. Francesco Beretta e parte Fistulario, mezzodν Fistulario, ponente Giuseppe q. Antonio de Canal, a monte strada pubblica —» (Arch. Frangipane, ms. 1510, Schede per case, V).
1828, sett. 17*«La nob. — Laura, figlia ed erede del — co. Federico di Caporiacco vende — al — comparente Lorenzo Morelli, che acquista tanto per conto proprio, quanto di — Valentina n. Mantoani di lui moglie —, una casa coi rispettivi suoi fondi, cortivo ed orto, il tutto unito situato — nel recinto del borgo — di Villalta, coscritta — al c. n. 958 —; confina a lev. parte — Valentino Perubini e parte orto de’ nob. — Antonio e Girardo fratelli q. — co. Francesco Beretta, a mezz. — famiglia Fistulario, a pon. — Giuseppe de Canal ed a tram. il — borgo di Villalta —. La — vendita viene — fatta — per la somma d’it. — L 5393,08 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10312, 2373).
1843, giu. 29*«— La — nob. — Laura di Caporiacco — dichiara di rinunziare — a favore del sig. Lorenzo Morelli — il diritto che le compete, in virtϊ del — contratto 17 sett. 1828 —, di redimere la casa sita in b. Villalta al c. n. 958 —» (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/I, 517).
1850*Filanda di seta, con sei fornelli, appartenente a Lorenzo Morelli (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 79).
1852*Appartiene a Lorenzo Morelli (Competenze, I, f. 26v).
1858*Filanda per seta con 28 fornelli, gestita da Vincenzo Morelli (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 17).
1930 È di Plateo.
   
NOTE1N. 957.
959
1736, sett. 20*Stima del pubblico perito Pier Antonio Verzegnassi: «Il magazzeno di legname, sito — nel borgo Castellano, con lobia, corticella, ed altro magazzeno addietro, il tutto coperto di coppi, qual magazzeno è addirimpetto al sitto detto la Piazzetta. Confina a lev. casa delli nob. — Balzari di Spilimbergo, mezodν nob. — Soardi e parte eredi q. — co. Martio Picoli, pon. il — convento di S. Agostino, tram. il borgo, avertendo che nelli detti confini vi sono comprese due casette con orticello — d’uno di Nimis —» (A.S.U., N., Francesco Tracanelli, 8529, Allibramento Moro, p. 68-74).
1801 Magazzino di Giuseppe Canal (Nomenclatura, f. 36v).
1809*Magazzini ad uso di legname di Giuseppe de Canal (Registro delli aloggi, f. 26v — 27r).
1845, magg. 19*«Prospetto della casa in contrada Castellana al c. n. 959 di proprietà del sig. Antonio Ernesto de Canal» firmato dal perito Benedetto Kiussi (A.S.U., C.A. I, 390/VI).
1852*Appartiene ad Antonio Ernesto Canal (Competenze, I, f. 26v).
1876*Nell’edificio sono segnalati il laboratorio del decoratore Antonio Meneghini e la stalla del noleggiatore di cavalli Giovanni Pesante (COSMI-AVOGADRO, 104, 110); quest’ultimo vi è ancora censito nel 1883 (AVOGADRO, 141).
960
1801 Giuseppe Canal (Nomenclatura, f. 36v).
 *Affittuale Angelo Degano (ibid.).
1809*Appartiene a Giuseppe di Canal. Affittuale è l’agricoltore Angelo Degano (Registro delli aloggi, f. 26v).
1852*Appartiene ad Antonio Ernesto Canal (Competenze, I, f. 26v).
961
1801 Margherita Desia (Nomenclatura, f. 36v).
 *Affittuale Anna Medini (ibid.).
1805, genn. 28*«Margarita n. Colautti, ved. in primi voti del q. — G.B. Desio, oriundo della villa d’Arra, ma che da molti anni vive in questa città, ed ora moglie in secondi voti di — Domenico Santo Sacarelli di Samocologna, stato Tridentino, ora abitante in questa città, possede una casa — nel borgo — Castellano, che detti iug. Desio acquistarono da d. Nicolò q. Giacomo Flumiano con istr. 24 nov. 1786 in note del sig. — Amando Seraffini not. in Ziracco, ma dopo lungo litigio, essendo stato giudicato non esser la casa disponibile da — Niccolò Flumiano, perch’era — di — Cattarina rel. — del q. Giacomo Flumiano, — fecero li — iug. Desio nuovamente l’aquisto da — Cattarina, come appar dall’instr. di convenzione e transazione stipulato li 1l magg. 1789 in note del — q. — Carlo Lorio notaio —. Margarita rel. Desio —, stante la reciproca donazione causa mortis tra loro iug. Sacarelli, stipulata li 26 apr. 1803 in note dello sp. Riccardo Paderni iuniore —, ha venduto al — sig. de Canal — la — casa per il prezzo — di d 400 —» (A.S.U., N., Antonio Cavassi, 9880, XX istr., 1245, f. 1993r — 1995r).
1809 Giuseppe de Canal (Registro delli aloggi, f. 26v).
 *Affittuale è l’industriante Lucia Cernoia (ibid.).
1838, lugl. 7*G.B. Cella chiede, a nome di Antonio Ernesto de Canal, «— di riformare la casa posta in borgo Castellano —». Il progetto è giudicato «tollerabile» (A.S.U., C.A. I, 406/1846/II, 3588 Orn. II C, con dis.).
1846, genn. 20*In seguito alla mancata applicazione della grondaia secondo i regolamenti municipali, il proprietario viene multato. L’11 marzo i lavori appaiono compiuti (A.S.U., C.A. I, 406/II).
1850*Filanda di seta con quattro fornelli, gestita da Marianna Cattone (A.S.U., C.A. I, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 80).
1852*Appartiene ad Antonio Ernesto Canal (Competenze, I, f. 26v).
962
1801 Convento delle Zitelle (Nomenclatura, f. 36v).
 *Affittuale Francesco Colugnati (ibid.).
1809*«Secolar casa delle Zitelle». Affittuale è l’agricoltore Francesco Colugnati (Registro delli aloggi, f. 26v).
1852*Appartiene alla Casa delle Zitelle (Competenze, I, f. 26v).
963
1801 Zorzi Zubaro (Nomenclatura, f. 36v).
1809*È dell’industriante Giorgio Zubero (Registro delli aloggi, f. 26v).
1818, genn. 25 Giorgio e Maddalena Zuber vendono al figlio Giovanni la casa n. 963 «con cortivetto ed orticello», confina lev. Zitelle, mezz. Brazzà, pon. eredi di Pietro Benedetti, tram. borgo (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10306, 1143).
1830, febbr. 25 Giovanni Zuber ed Anna Degani coniugi vendono la casa n. 963 «composta di tre piani, con corte e orto», per ven. L 5580 a Domenico q. Bernardino e a Marianna coniugi Catton (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 636, 2597).
1841*Coniugi Cattone. Vedasi n. 964.
1852*Appartiene a Domenico Cattone (Competenze, I, f. 26v).
964
1801 March. Lorenzo Mangilli (Nomenclatura, f. 36v).
 *Affittuale «paron Balio Bianchi» (ibid.).
1808, dic. 15 Basilio q. Pietro Del Bianco e Caterina Moro coniugi «ridotti all’ettà di anni ottanta circa — ed incapaci con le proprie forze da se stessi a potersi guadagnare il necessario vito —, assistiti anco dalli — figli — Pietro e Valentino — di proffesione lavoratori di setta col filatoio —, hanno dato — a — Pietro, figlio — di Leonardo q. Pietro Benedetti, nativo della comune di Oltris —, di professione smerciante vitelli al minuto al sito destinato per li Cargneli in questa Comune —, una casa copperta di coppi, composta da una stanza terranea e sottoportico, con solaro sopra ed altra picola fabrichetta interna, pur copperta di coppi con corticella ed orto, il tutto — situato in questa comune — al c. n. 964 —, che confina a lev. con casa e fondi di — Giorgio Zuber, a mezz. e pon. con orto e case — delli sigg. Francesco e fratelli di Brazzaco, eredi del q. — Ascanio Picoli ed a tram. la contrada detta Castellana e questo per lo prezzo tra le parti convenutto, compresi anco gli impianti d’arbori, viti e legni secchi che sostentano le viti sudette —, di it. — L 1793,87 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10295, 18).
1809*Appartiene al negoziante Leonardo Benedetti (Registro delli aloggi, f. 26v).
1823, sett. 19 Dionisio del fu G.B. Doratti vende a G.B. di Domenico Picotti la casa n. 964 «con cortivo e orticello —; confina a lev. con — Giovanni Zuber, a pon. eredi coo. Piccoli di Brazzà, ed a tram. il — borgo —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10309, 1802).
1832, ag. 19 «G.B. Picotti — vende — al comparente Antonio Citta — una casa — portante il c. n. 964 —; confina — verso lev. li rappresentanti — Zubar q. Giorgio, a mezz. e pon. con fondi — delli coo. Francesco e figli di Brazzà ed a tram. il — borgo» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10314, 2727).
1841, magg. 21 Il rev. don Giovanni Del Guerzo vende ad Antonio e Grazia iugali Citta la casa 964 «che confina a lev. con li — iugali Cattone, mezz. Moro Giuseppe e fratello, pon. parte di Brazzà co. Francesco e parte Citta Giacomo, ed a tram. il — borgo Castellano —. La — vendita viene fatta — pel prezzo di austr. — L 2600 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10499, 14019).
1841, magg. 21 I Citta la vendono a Pietro fu Marco Danielis per L 2571 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10499, 14020).
1852*Appartiene a Pasqua Danielis (Competenze, I, f. 26v).
1876*Bottega dell’intagliatore Francesco Cattoni1 (COSMI-AVOGADRO, 97).
   
NOTE1Da identificarsi probabilmente nell’intagliatore Francesco Catone ricordato dal Picco: Un distinto giovane artista; Ricordi, 100-101.
965
1801 Co. Francesco e fratelli di Brazzà (Nomenclatura, f. 36v).
 *Affittuale G.B. Fabris (ibid.).
1809*Appartiene a Francesco di Brazzà. Affittuale è l’industriante Giovanni Maria Fabris (Registro delli aloggi, f. 26v).
1852*Appartiene al nob. Francesco Brazzacco (Competenze, I, f. 26v).
966
1801 Co. Francesco e fratelli di Brazzà (Nomenclatura, f. 36v).
 *Affittuale Giovanni Malisano (ibid.).
1809*Appartiene a Francesco di Brazzà. Affittuali sono l’industriante Rosa Moro, il macellaio Antonio Cosatto, il tessitore Giuseppe Berino (Registro delli aloggi, f. 26v).
1812, magg. 30*Su atto oppignorativo del 20 febbr. 1812, asta di una «stanza ad uso di camera appepiano dal corpo della casa — n. 966 — entrada a mano sin. con ingresso d’un sottoportico verso la corte». Debitore, per L 18,09, è Antonio Cosatto (A.S.U., C.N., 81, Processo verbale d’asta).
1825, dic. 21*«— Rosa — q. Paolo Moro detto Baldassar —, contadina —, dichiara che — possedeva una porzione della casa — nel borgo — Castellano — n. 966 —, che in forza della diffida — 2 magg. — 1814, fattali pervenire da Vincenzo — e Giuseppe — Moro Baldassar —, fu necessitata — di dimettere ad essi instanti Moro — ed in conseguenza — essa Rosa dà facoltà — al — commissario distrettuale — di cancellare la sua dita e di trasportare ciò alla partita delli — Giuseppe — ed Andrea — cugini Moro detti Baldassar —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10310, 2070).
1852*Il n. 966 (A, B, C) appartiene a Margherita Morosini (Competenze, I, f. 26v).
967
1801 Co. Francesco e fratelli di Brazzà (Nomenclatura, f. 36v).
1809*Appartiene a Francesco di Brazzà. Affittuali sono gli agricoltori Vincenzo e Giuseppe Moro (Registro delli aloggi, f. 26v).
1826, febbr. 1 È di Andrea e Giuseppe cugini Moro, detti Baldasar (A.S.U., C.A. I, 100, 395 Orn. II C, con dis.).
 *I proprietari chiedono di aprire una porta sul borgo (ibid.).
1850, febbr. 18°Antonio q. Valentino Cita vende ad Anna Passalenti ved. Snidero la casa in borgo Castellano n. 967, per L 1650 (not. Antonio Cosattini).
1852*Compreso il 967 A, proprietà di Antonio Citta. I n. 967 B, 967 C e 967 D appartengono a Margherita Morosini (Competenze, I, f. 26v).
1876 Falegnameria di Pietro Brandolini (COSMI-AVOGADRO, 93).
968
1801 Co. Ruggero Ruggeri e zio, di Remanzacco (Nomenclatura, f. 36v).
 *Affittuale Valentino Bulfone (ibid.).
1809 È di Prospero Petracco, negoziante (Registro delli aloggi, f. 26v).
 *Affittuale è l’industriante Giuseppe Civis (ibid.).
1817, sett. 19*Il cursore municipale presenta in questa casa a Prospero Petracco diffida a munirsi di licenza municipale, per motivi non precisati (A.S.U., C.A. I, 10).
1818, febbr. 14*«— Prospero q. Giuseppe Petracco — in permuta — rinuncia al — sig. G.B. Delfin — la casa posta in — borgo Castellano al c. n. 968; — all’incontro G.B. Delfin — cede — la casa sita in contrada detta di Portanova al c. n. 1571 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10599, 2235).
1826 G.B. Vatolo (A.S.U., C.A. I, 100, 395 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Giuseppe De Faccio (Competenze, I, f. 26v).
1874*La casa è censita insieme con la n. 969 (Prospetto di confronto, 17).
1876*Vi ha laboratorio l’incisore in pietre e marmi Francesco Serravalle. Qui pure svolge l’attività di affittaletti Luigi Pesante (COSMI-AVOGADRO, 16, 96).
969
 *Vedasi n. 971.
1801 Co. Ruggero Ruggeri e zio, di Remanzacco (Nomenclatura, f. 36v).
 *Affittuale Andrea Zanutto (ibid.).
1809*È di Ruggero Ruggeri. Affittuale è l’industriante Andrea Zanutti (Registro delli aloggi, f. 26v).
1816, febbr. 9 Il co. Ruggero fu Bernardino Ruggeri vende a Giuseppe di Pietro Ronco «una — casetta — situata al c. n. 969; confina a lev. — colli — coo. di Brazzacco, mezz. con questa ragione, pon. con stradella ed alle monti col sig. Prospero Petracco —. Questa — vendita viene — fatta — per — it. — L 312,12 —» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10364, 1834).
1824, apr. 25 «Angelo Di Maria, detto Mariutti, — ha — venduto — al — nob. Francesco di Toppo — una casa coperta di coppi con cortivo ed orto —, sittuata in — borgo Castellano, coscritta colli c. n. 970 e 971 —, fra li confini a lev. — Francesco e fratello di Brazzà, mezz. — Giovanni di Coloredo, pon. Pietro Zorzo ed a tram. il — borgo —. Questa — vendita viene fatta — per il prezzo — di austr. — L 2019,96 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10461, 3855).
1852*Appartiene a Pietro Della Rossa (Competenze, I, f. 26v).
970
1801 Michieli di Campolongo (Nomenclatura, f. 36v).
 *Affittuale Leonardo Bruscon (ibid.).
1809 È di Leonardo Bruscone (Registro delli aloggi, f. 26v).
1823, nov. 29*«— Giuseppe Ronco — ha — vendutto — al sig. Angelo Mariutti — una casa coperta di coppi con cortivo ed orto — coscritta colli c. n. 970 e 971; confina a lev. — Francesco e fratello di Brazzà, mezz. —Giovanni Colloredo, pon. Pietro Zorzo ed a tram. il pubblico borgo —, per — d 700 —fanno austr. L 2491,25 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10460, 3696).
1824, apr. 25*«— Angelo Di Maria, detto Mariutti —, ha venduto — al — nob. — Francesco di Toppo — una casa coperta di coppi, con cortivo ed orto —, coscritta colli c. n. 970 e 971 —, fra li confini di lev. — Francesco e — fratello di Brazzà, mezz. nob. — Giovanni di Coloredo, pon. Pietro Zorzo ed a tram. il — borgo —. Questa — vendita — viene fatta — per — L 2019,96 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10461, 3855).
1852*Appartiene a Pietro Della Rossa (Competenze, I, f. 26v). Sopra il portone1, Madonna con Bambino e S. Antonio.
   
NOTE1L’aggiunta è di altra mano. Nel 1983 l’immagine appare pressoché illeggibile.
971
1801 Fasan di Paderno (Nomenclatura, f. 36v).
 *Affittuale Giacomo Braida (ibid.).
1809 È di Leonardo Brusconi (Registro delli aloggi, f. 26v).
 *Affittuale è il caffettiere Angelo Rubini (ibid.).
1823, nov. 29 Vedasi n. 970.
1824, apr. 25 Vedasi n. 970.
1852*Appartiene a Pietro Della Rossa (Competenze, I, f. 26v).
972
1801 Co. Francesco e nipoti Trittonio (Nomenclatura, f. 36v).
 *Affittuale Antonio De Colle (ibid.).
1809*Appartiene a Maddalena Trittonio. Affittuale è l’industriante Rosa Fara (Registro delli aloggi, f. 26v).
1815, sett. 20 Rosa ved. De Colle e figlio Zuanne vendono alle figlie del q. Lucrezio Palladio casetta in borgo Castellano n. 972, «composta di due stanze terranee e solaro sopra, situata — nel borgo di Castellano —; confina a lev. strada consortiva, a mezz. e pon. Leonardo Bruscone, ed a tram. — fratelli Venerio — e questo per lo prezzo — di it. — L 729,65 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10303, 837).
1818, apr. 17 Don Pietro q. Giacomo Paoloni, procuratore di Lucrezia vedova Zignoni, Augusta ved. Asquini e Dorotea sorelle q. Enrico Palladio, vende a Girolamo ed Antonio Venerio «una casa posta in — borgo Castellano portante il n. 972 —; confina a 1ev. strada consortiva, mezz. e pon. Leonardo Bruscone, ed a tram. — detti Venerio —. Questa — vendita — fa per il prezzo — di it. — L 350 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10599, 2270).
1840, lugl. 15 Girolamo ed Antonio Venerio vendono a Giacomo e Francesco Citta i n. 972, 973, 974 per L 1700 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10496, 13147).
1848, febbr. 20 Giacomo e Francesco Citta vendono a Caterina Poputti la casa n. 972, confinante lev. calle Della Rosa, pon. casa Della Rossa, tram. venditori, per L 710 (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/IV, 1586).
1852*Appartiene a Domenico Turco (Competenze, I, f. 26v).
1850, mar. 11 Vedasi n. 470.
1852*Appartiene a Mario Luzzati (Competenze, I, f. 13v).
973
1801 Gottardo e nipoti Venerio (Nomenclatura, f. 36v).
 *Affittuale Maddalena Fabris (ibid.).
1809*Appartiene a Girolamo Venerio. Inquilina l’industriante Giovanna Gennari (Registro delli aloggi, f. 26v).
1811, febbr. 22*«— Francesco del fu Antonio Taffoni —, domiciliato nella comune di Udine, ha acquistato al pubblico incanto per — nome da dichiarare — dal sig. G.B. del fu Steffano Bertuzzi, esatore forzoso presso la r. intendenza del Passariano —, la casa posta in borgo di S. Cristoforo — n. 973 —, confina a 1ev. casa d’abitazione del — paroco di S. Cristoforo Pietro Flumiani, mezz. Della Rossa Pietro, a pon. parte Della Rossa e parte Rosa e nipoti Brusconi, enfiteuti Fasano di Paderno, ed a tram. la strada — del borgo Castellano —. Questa — vendita viene fatta — pel prezzo — di austr. L 1700 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10496, 13147).
1852*Appartiene a Domenico Turco (Competenze, I, f. 26v).
1865, mar. 22*Antonio q. Nicolò Fulvio «ha divisato di riformare la casa di sua proprietà sita — al c. n. 973»; chiede quindi ed ottiene il permesso di effettuare i lavori (A.S.U., C.A. I, 780/1865/IV, 2087 Orn. IX, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da «Serafino Pianina moradore». Visto dell’ing. C.B. Locatelli.
974
1801 Gottardo e nipoti Venerio (Nomenclatura, f. 37v).
 *Affittuale Paolina Contieri (ibid.).
1809*Appartiene a Girolamo Venerio. Affittuale è il falegname Antonio Cocolo (Registro delli aloggi, f. 26v).
1852*Appartiene a Domenico Turco (Competenze, I, f. 26v).
975
1801 Leonardo Brusconi (Nomenclatura, f. 37v).
 *Affittuale Andriana Novella (ibid.).
1809*Appartiene a Lucia Francescutti (Registro delli aloggi, f. 26v).
1852*Appartiene a Lena Rosa ved. Rosconi (Competenze, I, f. 26v).
976
1801 Sac. Carlo Toniutti (Nomenclatura, f. 37v).
 *Affittuale Pietro Zorzi (ibid.).
1809*Appartiene all’agricoltore Pietro Zorzi (Registro delli aloggi, f. 26v).
1810, sett. 20*Una perizia di Giuseppe Prisani, commesso municipale d’ornato, denuncia la situazione della casa dove il proprietario «à demolito una porzione di muro vechio e — rifabrica presentemente da nuovo con traslato il portone senza il dovuto permesso» (A.S.U., C.N., 178/XIX).
1832, apr. 12*È di Pietro Zorzi. Chiede di fabbricare una casa a tre piani di tre finestre (A.S.U., C.N., 193, 1551 Orn. II C).
 *La deputazione d’ornato giudica «irregolare il portone d’ingresso, ma siccome trattasi che il portone medesimo è già costruito da vari anni, che la destinazione della fabbrica è per uso di contadini, che la situazione è remota» concede il nulla osta (ibid.).
1843, febbr. 9*Nella permuta seguente le divisioni del 7 dic. 1842, la casa viene assegnata a Federico del fu Valentino Zorzi (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10505, 15580).
1852*Appartiene a Pietro e Federico Zorzi (Competenze, I, f. 26v).
977
1730, mar. 11 Pompeo Rovere vende la casa a *** Crovattino (Not. Raimondo Picco, notizia desunta dall’atto dell’8 magg. 1810).
1801 Co. Antonio Beretta (Nomenclatura, f. 37v).
 *Affittuale Zilia Guerra (ibid.).
1809*Appartiene a Giovanni Maria Beretta. Affittuale è l’industriante Nicola Crovatino (Registro delli aloggi, f. 27v).
1809, nov. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 6 agosto, viene messa all’asta, senza esito, la casa n. 977. Debitore risulta Nicolò Croattino per L 9,86 (A.S.U., C.N., 80, Asta).
1810, magg. 8 Nicolò q. Giacomo Crovattino vende la casa per L 1134,80 a Pietro e Federico q. Valentino Zorzi, confinante lev. Zorzi, mezz. Colloredo e Dominissini, pon. stradella consortiva, tram. borgo Castellano (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10295, 89).
1845, magg. 13*Pietro del fu Valentino Zorzi, «agricoltore e vetturale —, possiede una casa al c. n. 977 in fondo al borgo Castellano costrutta, come adduce, alle arti che esercita. Per le divisioni seguite ultimamente con Federico or decesso suo fratello, la casa comune che tutti avea quei comodi rurali, che abbisognano, rimanendo divisa per metà, egli restò privo dell’aia e di un fenile —. Pertanto — ha divisato di mettere a profitto una parte del — cortile —, quella che presenta un muro di cinta sulla fronte della — strada — in linea colla sua casa d’abitazione. Questa parte era riservata per ampliare la propria abitazione, comeché la sua famiglia numerosa ne avrebbe avuto bisogno —. Dichiara — che si limita al solo portone d’ingresso ed alla finestra in asse del medesimo, onde introdurre i foraggi per i suoi animali, che alimentano la sua famiglia». Segue l’approvazione ad alcune condizioni, che tuttavia nell’opera non sono accolte. La questione ha uno strascico fino al 1846 (A.S.U., C.A. I, 406/II, 2903 Orn. II C).
1852*Appartiene a Pietro e Federico Zorzi (Competenze, I, f. 26v).
978
1801 Anna Toso (Nomenclatura, f. 37v).
1809*Appartiene all’industriante Anna Tosa (Registro delli aloggi, f. 27v).
1809, nov. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 5 sett., viene messa all’asta, senza esito, la casa n. 978. Debitrice, per L 6,97, è Anna Toso (A.S.U., C.N., 80, Asta).
1810, magg. 24 Ruggero q. Bernardino Ruggeri vende a Giuliana q Valentino Bulfoni e Prospero q. Giuseppe Petracco coniugi, per L 1300, la casa n. 978, confinante lev. Francesco Moro detto Baldassar, mezz. venditore, pon. strada consortiva senza uscita, tram. borgo Castellano (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10622, Rep. II, 299, f. 48v).
1847, magg. 11°Carlo Rinaldis vende a Marco Dominutti la casa n. 978 per L 900 (Not. Antonio Cosattini).
1852*Appartiene a Pietro Rinaldis (Competenze, I, f. 26v).
979
1801 Convento di S. Chiara (Nomenclatura, f. 37v).
 *Affittuale Serafino Dominissini (ibid.).
1809 Co Filippo e fratello di Colloredo (Registro delli aloggi, f. 27v).
 *Affittuale è l’agricoltore Sebastiano Dominissini (ibid.).
1852*Appartiene, con 979 A e B, a eredi del fu G.B. Dominissini (Competenze, I, f. 26v).
980
1801 Antonio e Bernardino Pasini (Nomenclatura, f. 37v).
 *Affittuale Lodovico Missio (ibid.).
1809 Giuseppe Francesco e G.B. Missio, agricoltori (Registro delli aloggi, f. 27v).
 *Affittuale è il linaiolo Giacomo Petoello (ibid.).
1830, magg. 8*I fratelli Sebastiano e Carlo q. Giacomo Missio e il cugino Giuseppe del fu Alvise Missio chiedono ed ottengono di alzare una porzione di fabbricato della casa, che potrebbe attaccarsi a quella di Teresa, Rosa e Carlotta del fu Francesco Missio (A.S.U., C.A. I, 168/1830/XIV, 1822 Orn. II C, con dis.).
1835, apr. 14*Giuseppe Missio trasmette al figlio Luigi, a titolo di patrimonio ecclesiastico, le case al c. n. 980 «— composte in piano da una stanza ad uso di cucina con camera e solaro sopra, coperte di coppi, area annessa con fenile, coperta di paglia, e corticella a mezzodν; il tutto unito confina a lev. Rosa q. Francesco Missio ed ingresso consortivo, a mezz. con corte promiscua e Maria q. G.B. Missio, a pon. con strada che conduce attorno le mure della città ed a tram. il — borgo — Castellano; piϊ il pezzo d’orto in vicinanza della descritta fabbrica —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10315, 2977).
1852*Il complesso appartiene a diversi proprietari: Giuseppe Mis, G.B. Faccio, Alessandro Boessio e Francesco Lodolo (Competenze, I, f. 26v).
981
1801 Co. Francesco e fratelli di Brazzà (Nomenclatura, f. 37v).
 *Affittuale Giuseppe Dominutto (ibid.).
1801. febbr. 2 «Eseguendo io nodaro le commissioni fatemi dal — co. Alessandro q. co. Antonio di Brazà —, concedo a titolo d’affitto enfiteotico perpetuo a — Zuanne q. Sebastiano Dominutti — le case tutte con cortivo ed orto — d’esso — co. di Brazzà — situate — nel borgo — Castellano, che da lev. il tutto confina con — Pietro Rubini ed altri particolari, mezz. il borgo di Castellano, pon. la strada che conduce attorno le - mura della città ed a tram. i figli ed eredi del q. — Luca Andrioli — e questo per l’annuo affitto —di L 470 s 16 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, IV instr., 363, f. 458v — 459r).
1809 Giovanni Dominutti, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 27v).
1852*Appartiene a Pietro e fratello Zorzi (Competenze, I, f. 26v).
982
1801 Tomaso Stella (Nomenclatura, f. 37v).
 *Affittuale Paolo Cite (ibid.).
1809 Paolo Cita, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 27v).
1809, giu. 30*Nell’elenco delle rendite costituenti la dote di Anna Maria Manenti, è ricordato l’affitto che si esige su questa casa: «Paolo Citta di questa comune paga annualmente d’affitto enfiteotico sopra la sua casa posta in borgo Castellano — per forma d’instr. 21 apr. 1759 e da esso — Stella acquistata dal sig. Giacomo q. Francesco Tullio, e paga annue L 38,07 —» (B.C.U., vacch. Giuseppe Clocchiati, 221, f. 15r).
1850*Filanda di seta con due fornelli, gestita da Giuseppe Segatti (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 81).
1852*Appartiene agli eredi del q. Pietro Citta (Competenze, I, f. 26v).
1858*Filanda per seta con due fornelli, gestita da Rosa Cita (A.S.U., C.A. I, 648/IV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 18).
1876*Noleggio di cavalli gestito da Francesco Benvenuti (COSMI-AVOGADRO, 104).
983
1801 Nob. Andrea Bianconi (Nomenclatura, f. 37v).
 *Affittuale Giacomo Cite (ibid.).
1809 Paolo Cita, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 27v).
1852*Appartiene agli eredi del fu Pietro Citta (Competenze, I, f. 26v).
984
1610*Dalle annotazioni della fraterna del Crocefisso: «Foglio di tutte le spese che sono sta’ fatte per me Domenego Susana, cameraro, nell’accomodare la casa del borgo Castellano cessa alla fraterna per d. Francesca, moglie del q. Lunardo Baldassariis, li 20 apr. 1610, per la quale la nostra fraterna ha un livello de L 17 1/2 per legato di d. Narcisa, figliuola del q. ser Mattia Cosean» (B.C.U., ms. 1333/2, f. 38r — 40v).
1634, lugl. 14 «Per la presente scrittura si dichiara come che — G.B. Bortholoni cameraro della — confraternita del Ss.mo Crocefisso —, loca — una casa posta nel borgo Castellano a d. Anna, moglie nel q. ser Ioseffo fornasaro —» (B.C.U., ms. 1333/2, f. 87r).
1672, dic. 23 «Odorico q. Sebastiano d’Odorico, cancelliere di questa città, confessando esser inquilino della — confraternità del Ss.mo Crocefisso d’una casa posta in borgo Castellano, di ragione di detta fraterna, per il corso d’anni 22 e volendo continuar nella collonia di detta casa —» ottiene il rinnovo del contratto dal cameraro della fraterna Domenico Sarmeda «per l’annuo affitto di L 24» (A.S.U., C.R.S., 631/1, 168r).
1801 Fraterna del S. Crocefisso (Nomenclatura, f. 37v).
 *Affittuale Nicola Pupino (ibid.).
1803, apr. 24*Il cameraro della fraterna del Crocifisso riaffitta la casa a Valentino e Nicolò Pupin (A.S.U., C.R.S., 631/3).
1807, nov. 21*Asta senza esito della casa n. 984 di provenienza della fraterna del Crocefisso (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10431, n. XVIII).
1809 È del demanio (Registro delli aloggi, f. 27v).
 *Affittuale lo «stagnaro» Nicolò Pupino (ibid.).
1812, ag. 14 Il demanio vende a Nicolò fu Zuanne Pupin «di condizione artista», casa in borgo Castellano n. 984, già della fraterna del Crocefisso (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10425, 631).
1836, nov. 28 I fratelli Puppin vendono a Francesco Catone1 «una casetta di muro coperta di coppi — portante il n. 984 —. Confina a lev. ed a tram. con — Antonio Pilosio col n. 490, a mezz. il — borgo Castellano ed a pon. — Giacomo e fratelli Cita — e ciò per lo prezzo — di — austr. L 485,71 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10316, 3106).
1852*Appartiene a Caterina Citta (Competenze, I, f. 26v).
1937 Casa di un piano di due finestre tra le quali vedesi dipinto un crocefisso2.
   
NOTE1Per Francesco Catone, vedasi n. 964.
 21983. Scomparso.
985
1801 Pietro q. Antonio Pilosio (Nomenclatura, f. 37v).
 *Affittuale Valentin Cite ed Elena Fruante (ibid.).
1809*Appartiene ad Antonio Pilosio. Affittuale è la tessitrice Caterina Bidina (Registro delli aloggi, f. 27v).
1849, lugl. 11*Caterina de Pilosio vende al marito la casa n. 895 insieme con quelle n. 195, 294, 986 (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/IV, 1816).
1852 Insieme con il 985 II, appartiene ad Antonio Pilosio (Competenze, I, f. 26v).
1865°Era di Antonio Pilosio (Arch. Pilosio).
986
1801 Bonfini e Grazia (Nomenclatura, f. 37v).
 *Affittuali diversi (ibid.).
1809*Appartiene a Giuseppe Merluzzi, Ginepra Grazia e Antonio Feruglio. Affittuali sono il fabbro Pietro Damini e l’industriante Angelo Lavarone (Registro delli aloggi, f. 27v).
1810, dic. 29*In seguito ad atto oppignorativo del 31 ott., vengono messe all’asta, senza esito, due stanze a pian terreno, «ritenuto l’ingresso nell’oppignorazione». Debitore risulta Giuseppe Francesco del fu Antonio Feruglio, per L 34,16 (A.S.U., C.N., 80, Asta).
1823, genn. 7 G.B. Verderame e la moglie Caterina Merluzzi vendono la casa ad Antonio Cantoni (A.S.U., C.N., Giovanni Zancani, 633, 918).
1825, mar. 5 Antonio Cantoni detto Cribolo retrovende la casa (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10605, 3404).
1825, mar. 5 La sign. Caterina Grazia Verderame la vende ad Antonio Pilosio (ibid.).
1828, sett. 13*«— Antonio del fu Pietro Pilosio con — privata scrittura di semplice locazione dà a pigione al sig. Giuseppe Bortolussi — due stanze in secondo piano della casa — situata in contrada Castellana alli c. n. 986, 987, cioè una ad uso di cucina, l’altra dormitorio al lato di pon., con pergolo a tram. ed un granaro sopra esse due stanze, nonché altro granaretto annesso verso lev. —, con la promiscuità del sottoportico d’ingresso e scalle per portarsi in detti locali —» (A.S.U., Arch. Pilosio, XVIII, f. 56r — 56v).
1836, nov. 5*Antonio del fu Pietro Pilosio, «proprietario della casa — n. 986, nel divisamento di riformare li fori di fenestra e quello di porta, nonché di erigere una fabbrica sopra il muro di cinta della corte di detta casa —» presenta progetto, che è approvato (A.S.U., C.A. I, 269/1837/III, 6146 Orn. II C, con dis.).
1849, lugl. 11*Caterina de Pilosio vende al marito la «casa con corticella ed orto, in contrada Castellana al c. n. 986» (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/IV, 1816).
1852*È proprietà di Antonio Pilosio, insieme con i numeri 986 A, B, C (Competenze, I, f. 26v).
1856°Nob. Antonio Pilosio (Arch. Pilosio).
1874*La casa è censita insieme con la n. 987 sotto l’unico rosso 1225 (Prospetti di confronto, 111).
987
1801 Pietro Pilosio (Nomenclatura, f. 37v).
 *Affittuale Pietro Boiano (ibid.).
1809*Appartiene ad Antonio Pilosio. Affittuale è il calzolaio Pietro Buiani (Registro delli aloggi, f. 27v).
1828, dic. 31*«Con — privata scrittura —Antonio del fu — Pietro Pilosio dà a pigione a Teresa ed Elisabetta madre e figlia Gusula — due stanze a pianterreno dal corpo della casa — n. 987 —, fin qui tenute in affitto dal fu Pietro e Giustina iug. Buiani —» (A.S.U., Arch. Pilosio, XVIII, f. 109r).
1852*Appartiene ad Antonio Pilosio (Competenze, I, f. 26v).
1865°Nob. Antonio Pilosio (Arch. Pilosio).
1874*Vedasi n. 987.
988
1801 Pietro Pilosio (Nomenclatura, f. 37v).
 *Affittuale Pietro Capellutto (ibid.).
1809*Appartiene ad Antonio Pilosio. Affittuale è l’industriante Giuseppe Feruglio (Registro delli aloggi, f. 27v).
1847, ag. 27 La nob. Caterina Simonetti Pilosio vende a Giacomo Pesante la casa n. *** ed in mappa n. 495, confinante lev. Pesante, mezz. Borgo, pon. tram. Pilosio per L 1500 (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/III, 1491).
1852*I numeri 988, 988 A e 988 B sono proprietà di Giacomo Pesante (Competenze, I, f. 26v).
1937 Nel muretto che chiude il cortile su via Castellana si vedono infissi due scudi eguali senza stemma.
989
1801 Pietro Pilosio q. Antonio (Nomenclatura, f. 37v).
 *Affittuale Vincenzo Ruggero (ibid.).
1809*Appartiene ad Antonio Pilosio. Affittuali sono l’agricoltore Antonio Pesante e il «bavelino» Pietro Feruglio (Registro delli aloggi, f. 27v).
1824, ott. 28*Il capo del quarto quartiere vi segnala l’esistenza di un pozzo (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
1833, magg. 17*Progetto di riforma e innalzamento della casa (A.S.U., C.A. I, 254/X, 2116 Orn. II C, con dis.).
1845, giu. 2 Caterina Simonetti Pilosio vende a Giacomo Pesante la casa n. 989, confinante lev. borgo Villalta, mezz. borgo Castellano, pon. Pilosio, tram. Barbetti ed altri (A.S.U., N., Antonio Cosattino, 8/II, 901).
1852*Proprietà di Giacomo Pesante (Competenze, I, f. 26v).
1854, dic. 18*«Allo scopo di aprire una finestra nel muro angolare di cinta del cortile che si dirige verso il borgo Villalata, conducente alla porta — del sig. Andrea Missio, di cui ora — acquistò un piccolo angolo —, Giacomo Pesante, per dar luce all’insistente focolaio della propria casa di abitazione annessa —, rassegna — il tipo —». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. II, 66, 9206 Orn. II C).
1876*Vi ha recapito il noleggiatore di cavalli Antonio Pesante (COSMI-AVOGADRO, 104).
1883 Osteria “Ai malintesi” (AVOGADRO, 150).
 *Gestione di Vincenza Baldassi (ibid.).
990
1777 Giuseppe Colloricchio vende la casa ad Antonio q. Girolamo Zilli (atto privato, vedasi atto del 14 lugl. 1788).
1788, lugl. 14 «— Antonio q. Girolamo Zilli — vende a — Andrea q. Giaccomo Rigo, osto in borgo d’Isola —, una casa posta nel borgo di Villalta, fu di ragione di ser Gioseffo Collorichio, quale detto Zilli acquistò con private carte l’anno 1777 da piϊ compossessori che l’avevano escorporata, come appar da operazioni del pubbl. per. — G.B. Borghi 22 luglio, 24 detto, 28 detto, 7 ag., 9 sett. —, prodotte in atti del q. — Marco Tracanelli not. —. E questa vendita ha fatto il detto Zilli per il prezzo — di L 1868 s 6 —» (A.S.U., N., Antonio Cavassi, 9879, IX instr., 557, f. 847v — 849r).
1801 Andrea Rigo (Nomenclatura, f. 37v).
1809*Appartiene all’oste Andrea Rigo (Registro delli aloggi, f. 27v).
1811, ott. 28 Andrea Rigo, oste in borgo d’Isola, vende per L 1237,24 ad Angelo Tonutti la casa n. 990 con due corticelle (atto privato legalizzato il 19 dic. 1811, A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10297, 219).
1812 Osteria “Al capone” (Esercenti).
 *Gestione di G.B. Danelutti (ibid.).
1813, dic. 28 Paolo fu G.B. Filipponi la vende a Zuane fu Biagio Fonc per L 1307 (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4812, 222).
1852*Appartiene ad Andrea Missio (Competenze, I, f. 27v).
1876*Nella casa ha recapito la levatrice Elisa Varagnolo e tiene bottega il calzolaio Ferdinando Missio (COSMI-AVOGADRO, 88, 98).
1883 Osteria “Alla Gioventϊ” (AVOGADRO, 152).
 *Gestione di Rosa Stella Simonetti (ibid.).
991
1801 Giovanni Zuriani (Nomenclatura, f. 37v).
 *Affittuale Antonio Zilli (ibid.).
1809*Appartiene a Francesco Zuiani. Affittuale è il facchino Sebastiano Sclibino (Registro delli aloggi, f. 27v).
1812, mar. 17 Teresa Pasini Facci vende a Giuseppe di Pietro Canciani casetta n. 991 per L 872,41 (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10323, Rep. III, 717, f. 2v).
1852*Appartiene a Giuseppe Clocchiatti (Competenze, I, f. 27v).
1876*Bottega del calzolaio Antonio Cittaro (COSMI-AVOGADRO, 88).
992
1801 È dell’ospitale (Nomenclatura, f. 37v).
 *Affittuale Nicola Barbetti (ibid.).
1809 È dell’ospitale e di Antonio e fratelli Bartolini (Registro delli aloggi, f. 27v).
 *Affittuale è il pistore Nicola Barbetto (ibid.).
1813, dic. 19 I coo. Bartolini vendono a Nicolò q. Giuseppe Barbetti porzione di casa al n. 992 per L 593,35, confinante a lev. Giuseppe Canciani ed Antonio Pilosio, mezz. Pilosio, pon. Pilosio, tram. fraterna di S. Maria di Castello (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10593, 1155).
1825, apr. 20*Nicolò Barbetti (A.S.U., C.A. I, 1690 dis.).
1846, ag. 9°L’ospitale la vende a Nicolò Barbetti (A.O.C.U., Minutario di confronto).
1852*Proprietà dell’ospedale e di Gino Barbetti (Competenze, I, f. 27v).
1883*Vi abita il noleggiatore di cavalli Antonio Bardusco (AVOGADRO, 141).
1937 Casa di due piani di due finestre.
993
1801 Giuseppe Ferrant (Nomenclatura, f. 37v).
1809*Appartiene al linaiolo Giuseppe Ferrante (Registro delli aloggi, f. 27v).
1825, magg. 14 È di Antonio Ferrante (A.S.U., C.A. I, 100/Case e fabbricati, 1690 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario domanda di «compire la fabbrica della casa di sua ragione — al c. n. 993, da molti anni giacente imperfetta» (ibid.).
1830, mar. 3°°È di Antonio Ferrante; vedasi n. 994.
1852*Con i numeri 993 A e 993 B, è di proprietà degli eredi del q. Antonio Ferrante (Competenze, I, f. 27v).
1876*Vi abitano il vetturale pubblico noleggiatore di cavalli Antonio Bardusco e il sensale di granaglie, vino e coloniali Valentino Cantoni (COSMI-AVOGADRO, 104, 113).
994
1801 Maria Alessio (Nomenclatura, f. 37v).
1809*Appartiene all’industriante Maria Alessio (Registro delli aloggi, f. 27v).
1823, febbr. 26 Aloisia Chiasalotto, ved. di Carlo Alessio, vende per it. L 900 a Pietro di Antonio Girardis, «di condizione linariolo — una casetta — in essa pervenuta dall’eredità paterna, composta da una stanza terranea e da solaro sopra, copperta di coppi, tollado e sua corticella a mezz., situata — in borgo di Villalta, portante il c. n. 994. — Confina a lev. Antonio Ferrante, a mezz. Antonio Pilosio, a pon. Antonio Cantone detto Cribulo, a tram. il — borgo —» (A.S.U., N., Osvaldo 1825, apr. 20. Pietro Rainis (A.S.U., C.A. I, 100/Case e fabbricati, 1690 Orn. II C, dis.). Colomba, 10309, 1743).
1830, mar. 3*Pietro Girardis chiede ed ottiene di riformare la facciata della sua casa n. 994 (A.S.U., C.A. I, 168/1830/XIV, 954 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Pietro Girardis (Competenze, I, f. 27v).
995
1785, genn. 21 «— Domenico e Bortolo — q. Giuseppe Fedricis di Rive d’Arcano — hanno venduto — a — Pietro q. Valentino Rubbino una casa posta nel borgo di Castellano —, che confina a lev. — G.B. Zamparo, mezz. — nobili Amigoni, pon. li nobili Balzari ed alli monti stradda — per d 847 —» (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10073, I instrom., 41, f. 56v — 57r).
1801 Pietro Rubini (Nomenclatura, f. 37v).
1809*Appartiene al negoziante Pietro Rubini (Registro delli aloggi, f. 27v).
1820, apr. 13 È di Antonio Cantone (A.S.U., C.A. I, 35/V, 1231 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario, «determinato avendo — di inalzare una casa — sotto il c. n. 995», presenta progetto, che la deputazione d’ornato in data 26 apr. respinge, «poiché vedesi nel pian terreno un portone, due porticelle e due finestre che non conservano la minima relazione fra di loro né col tutto —». Gli elementi «mancano della medietà secondaria e di una necessaria relazione di parti nel pian terreno». Il progetto del Cantone è sostenuto dall’arch. Simone Periotti. Quest’ultimo viene convocato insieme col proprietario della deputazione per discutere; alla fine essi convengono sulle modifiche suggerite (ibid.).
1830, mar. 3°°È di Antonio Cantoni; vedasi n. 994.
1846, ag. 24 Antonio q. Paolo Visentini vende a Domenico Cantoni e Teresa Grinovero, coniugi, casa in borgo Villalta n. 995, per L 5050: confina lev. Antonio Cantoni e Giacomo Cita, pon. Cantoni, tram. Barbetti (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/III, 1232).
1848, nov. 14*«— Vincenzo di Antonio Cantoni — vende al — fratello Luigi — una settima parte della — casa sita — nel borgo di Villalta, faciente parte del c. n. 995, con cortile —, cui fa coerenza a lev. eredi della fu Maria Alessio, mezz. Giacomo Pesante loco Pilosio, pon. Domenico Cantoni q. Pietro e parte Antonio Cantoni, padre delli contraenti, e tram. il — borgo di Villalta. La quale quota di casa è pervenuta in proprietà del venditore — per successione dell’eredità della — madre Angeli —. Il prezzo — viene stabilito — in austr. L 400 —» (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/IV, 1665).
1852*Con i numeri 995 A, 995 B, appartiene ad Antonio Cantoni. I numeri 995 D e 995 E sono proprietà degli eredi Molinis (Competenze, I, f. 27v).
1858*Filanda per seta con due fornelli, gestita da Anna Cantoni Tomada (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 19).
1868, magg. 7*Su istanza di Giuseppe Toso, viene messa all’asta una settima parte pro indivisa della casa in Udine — al c. n. 995 nero —, cioè la porzione ora detenuta da Antonio Cantoni (“Giornale di Udine”, 3, CVIII, 7 maggio 1868, 4).
1876*Oltre al noleggiatore di cavalli Angelo Cantone Tomada, nella parte segnata 995 A lavora il materassaio Giovanni Simioni e in quella 995 C ha recapito il sensale di granaglie Pietro Boga (COSMI-AVOGADRO, 101, 104, 113).
1883*Nella parte corrispondente al 995 E esercita l’attività di affittaletti Lucia Bon (AVOGADRO, 137).
996
1801 Francesco Taffoni (Nomenclatura, f. 37v).
 *Affittuale Domenico Piani (ibid.).
1809*Appartiene a Francesco Taffoni. Affittuale è l’industriante Maria Malamocca (Registro delli aloggi, f. 27v).
1852*Appartiene a Carlo Cressa (Competenze, I, f. 27v).
997
1801 Convento di S. Domenico (Nomenclatura, f. 37v).
 *Affittuale Anna Pitacco (ibid.).
1809 È di G.B. Pitacco (Registro delli aloggi, f. 27v).
1838, dic. 21*«Benedetto Mangilli e Nicolò Cancianini —, direttore il primo e amministratore il secondo della — pia Casa della carità, — vendono — al — sig. Osvald’Antonio de Toni — il fabbricato — al n. 997. Questa vendita — viene fatta per — austr. L 11805 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10491, 11809).
1937 Casa di due piani di due finestre.
998
1801 Coo. Carlo e Girolamo Caiselli (Nomenclatura, f. 37v).
 *Affittuale Maria Zuliana (ibid.).
1809 È di Francesco Giuliani domestico (Registro delli aloggi, f. 27v).
1852*Appartiene agli eredi fu Francesco Zugliani (Competenze, I, f. 27v).
1937 Casa di due piani di due finestre.
999
1801 Coo. Carlo e Girolamo Caiselli (Nomenclatura, f. 37v).
 *Affittuale Maria Pesante (ibid.).
1809 È di Leonardo Barbetti, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 27v).
1837, sett. 25*Luigi Barbetti coi fratelli Giacomo, Maria e Margherita del fu Leonardo, essendosi divisi dallo zio Andrea, hanno ricevuto la casa n. 999. In seguito a ciò chiedono ed ottengono di aprire una porta (A.S.U., C.A. I, 269/III, 5692 Orn. II C).
1852*Appartiene a Luigi Barbetti (Competenze, I, f. 27v).
1876*Noleggio di cavalli di Luigi Barbetti (COSMI-AVOGADRO, 104).
1937 Casa che fu rimodernata. Sulla facciata vi sono tracce di una Madonna.
1000
1801 Co. Carlo Caiselli1 (Nomenclatura, f. 37v).
 *Affittuale Mattia Pesante (ibid.).
1805, magg. 9 «Il — co. Girolamo Caisello tanto per sé quanto per conto — del — co. Carlo — di lui fratello, ha — venduto — a Bernardo — ed Andrea — q. Giacomo Barbetti — una casa con corte ed orto — in borgo di Villalta, che confina a lev. strada del borgo —, mezz. parte sorelle Moro, parte Fatori e parte Rubini, a pon. — co. Giulia Piccoli di Brazzà ed a tram. Giovanni Follini Questa — vendita — fa pel — prezzo — di L 9746 s 3 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLVIII instr., 3680, f. 4721v — 4722v).
1809 È di Leonardo Barbetti, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 27v).
1815, febbr. 18*Leonardo Barbetto chiede di «continuare la fabbrica già da molti anni incominciata, situata in borgo Villalta al c. n. 1000» (A.S.U., C.N., 180/XIX, 1132 Orn. XIX).
1852*Appartiene ad Andrea Barbetti (Competenze, I, f. 27v).
1937 Casa di tre piani di quattro finestre e largo portone.
   
NOTE1I Caiselli esigevano livelli in questa zona almeno dal 6 giugno 1636 (Arch. Caiselli, Istrumenti di locazione per Udine e pertinenze, copia dal not. Alvise Ricca). Di possesso vero e proprio si parla in una scrittura di locazione del 7 sett. 1671 (ibid.).