Consiglio dei Distretti Notarili Riuniti di Udine e Tolmezzo
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Università degli Studi di Udine
Memorie su le antiche case di Udine di Giovanni Battista della Porta: un archivio aperto per la conoscenza della città storica
progetto di ricerca a cura di Anna Frangipane dall’edizione a stampa curata da Vittoria Masutti, 1984-1987
TESTO INTEGRALE
Memorie su le antiche case di Udine: parte I (da 601 a 800)
601
1758, giu. 27*«Il — co. Carlo Arcoloniani1 — ha — cesso — in enfiteusi a — Giuseppe — e Maria iugali Dossi — una casa — posta nell’androna detta di Rivis —». L’atto è accompagnato dalla stima del pubblico perito Pietro Zai, dove si precisa che «sito e fondi di detta casetta cori corticella verso mezzodν — confina a lev. — fraterna di S. Giacomo di Pasian di Prato, mezzo dν strada pubblica oltre le mura della città, pon. ser Andrea Castellano ed a tram. l’androna detta di Rivis» (A.S.U., N., Francesco Tracanelli, 8500, CXI instr., f. 75v — 77v).
1801 Eredi di Domenico Dossi (Nomenclatura, f. 23v).
1809*È del domestico Angelo Dossi (Registro delli aloggi, f. 17v).
1852*Appartiene a Rosa Perisini (Competenze, I, f. 17v).
   
NOTE1Per la famiglia Arcoloniani vedasi n. 37.
602
1801 Eredi del co. Carlo Savorgnan (Nomenclatura, f. 23v).
 *Affittuale Maria di S. Daniele (ibid.).
1805, lugl. 27 «Il — co. Giacomo q. co. Ettore Savorgnan — ha venduto al sig. Giacomo q. G.B. Del Bon, mercante in questa città, — una casa con fondi annesso, posta —nell’androna detta di Ribis — segnata in coscrizione al n. 602, qual casa fu acquistata —colli istr. — 11 ag. e 14 sett. 1773» in atti di Antonio Martinelli, dal co. Tomaso Mattioli, da Antonio Colonna e Antonio Fracassi, ai quali era stata assegnata nella subordinazione del q. Andrea Castellano nel 1772. Prezzo L 3250 (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10578, IV instr., 310, f. 362v — 363r).
1809*È del negoziante Giacomo Del Bon, affittuale è l’impiegato Francesco Minzuli (Registro delli aloggi, f. 17v).
1823, ag. 1*Dalla stima di Vincenzo Moro e Osvaldo Colomba: «Fabbrica con cortivo —tenuta ad affitto dal sig. Vendramin Collini» (A.S.U., N., Francesco Nussi, Asse della facoltà del fu Giacomo Del Bon, n. 46, p. 83-86).
1835, mar. 4*Rosa Tomba Perissini chiede il permesso di restaurare la sua casa di abitazione al n. 602 (A.S.U., C.A. I, 236/1835/XVI, 1011 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Rosa Perisini (Competenze, I, f. 17v).
1865, genn. 28*Giovanni Menis, proprietario della casa n. 602, chiede l’autorizzazione di riformare il «muro di cinta del cortivo della sua casa posta in calle del Rivis — nonché alzarla e alzare la casa vicina —». Il permesso è accordato (A.S.U., C.A. I, 780/1865/IV, 709 Orn. IX, con dis.).
1876*Vi ha laboratorio l’incisore di pietre e marmi Giuseppe Menis (COSMI-AVOGADRO, 96).
1883*Vi abita il capo muratore Giovanni Menis (AVOGADRO, 140).
603
1801 Fraterna delle Anime del Purgatorio (Nomenclatura, f. 23v).
 *Affittata ad Anna Del Tor (ibid.).
1809*È della chiesa di S. Giacomo e del macellaio Pietro della Rossa; affittuale è l’industriante Anna del Torre (Registro delli aloggi, f. 17v).
1813, febbr. 13*«Pietro Della Rossa — domiciliato nella contrada del Ribis, borgo Eugenio al c. n. 603» chiede di praticare alcuni cambiamenti nella facciata della casa (A.S.U., C.N., 180).
1826, febbr. 8 La chiesa di S. Giacomo vende a Pietro di Leonardo Della Rossa detto Mistruzzi la casa n. 603. «Confina a lev. calle di Rivis, mezz. — Rosa Tomba — Perissini —, pon. strada — dietro le mura, tram. —Della Rossa —. Il prezzo di questa vendita è di austr. L 2100 —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10551, 2585).
1826°È di Pietro Della Rossa (A.S.U., C.A. I, 100/1826. Orn. II. Case e Fabbricati, 786).
 *Il Della Rossa «pervenuto in proprietà —della — casa — n. 603» è «intenzionato di operare delle riforme che vadano ad abelire» l’edificio. Ne ottiene il permesso (ibid.).
1833, genn. 18*Pietro Della Rossa, detto Mestruzzi, «ha divisato — di eriggere un’aggiunta di locale presso la propria casa». Il permesso è accordato (A.S.U., C.A. I, 206/I, 271 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Pietro della Rossa (Competenze, I, f. 17v).
1909 Suor Teresa Fior fonda l’Incunabolo Pasquale Fior e la chiesa della B. V. della Medaglia Miracolosa delle Figlie della Carità di san Vincenzo di Paoli.
604
1801 N. Canciani di Pordenone (Nomenclatura, f. 23v).
 *Affittata a Menega Piccini (ibid.).
1809*È del negoziante Giacomo del Bon; affittuali sono la guardia di finanza Giacomo Plaino e lo «stramazzaro» Giovanni Picini (Registro delli aloggi, f. 17v).
1809, mar. 22 Pietro q. Giuseppe Piccino vende a Pietro q. Leonardo Della Rossa la casa n. 604 per L 1658 (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4810, 10).
1809, apr. 2*Pietro di Leonardo della Rossa chiede ed ottiene di «trasportare il portone d’ingresso, otturando in parte e parte demolindo, onde ridurlo a piacere per transitare nella di lui casa nuova» (A.S.U., C.N., 178/XIX, Strade e fabbricati).
1834, nov. 17 È di Pietro della Rossa. Viene ricostruita (A.S.U., C.A. I, 219/1834/I, 5633 Orn. II C, con dis.).
1845, ag. 29°Domenica Molinis Piccini vende a Domenico Ferrante la casa n. 604, per L 766 (not. G.B. Valentinis).
1848, sett. 21°G.B. q. Giacomo Piccini vende a Pietro della Rossa detto Mistruzzi il dominio utile della casa n. 604, per L 685 (not. Giacomo Someda).
1850*Domenico Ferrante vi gestisce una filanda di seta con due fornelli (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 67).
1852*Appartiene a Pietro della Rossa (Competenze, I, f. 17v).
1855, mar. 28*«Domenico Ferrante possiede — una — casetta — al c. n. 604. L’ingresso — evvi sulla — contrada mediante portoncino in confine colla proprietà degli eredi fu — Pietro Della Rossa detto Mistruzzi al lato di mezzodν e colla proprietà del sig. Antonio Stella al lato di tramontana. Desiderando l’esponente di erigere sopra quel portoncino una — fabrichetta, facendo uso di quel inutile vano fra una casa e l’altra, ha fatto praticare il dissegno del lavoro che intende costruire —». Il progetto ottiene l’approvazione, cui si aggiunge l’ordine di trasportare le macerie in porta Poscolle «a restrizione della fossa a destra» (A.S.U., C.A. II, 66, 1941 Orn. II C, con dis.).
1876*Vi abita Luigi Bontempo, professore di strumenti d’ottone (COSMI-AVOGADRO, 103).
605
1801 Antonio Olivutti (Nomenclatura, f. 23v).
1809 È di Giacomo Del Bon, negoziante (Registro delli aloggi, f. 17v).
 *Vi abita il capoborgo Lorenzo Giacomini (ibid.).
1815, lugl. 6 Bernardino q. Antonio Olivutto vende ad Antonio q. Giuseppe Cella la casa n. 605 per L 1375, confinante lev. calle, mezz. Giovanni Stramoni, pon. Cella acquirente, tram. G.B. Frizzo (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10582, Rep. IV, f. 9v, 1669).
1824°È di Giuseppe Cella (A.M., 1824, 89).
1831, ott. 19*Giuseppe Cella chiede ed ottiene di «alzare le finestre del pian terreno» (A.S.U., C.A. I, 182/V, 4617 Orn. II C, con dis.).
1838, magg. 7 È di Giuseppe Cella (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 2309 Orn. II C).
1848, sett. 16°Maddalena Corradazzi ved. Cella vende la casa n. 605 a Vincenzo della Torre per L 3900 (not. Giacomo Someda).
1852*Appartiene a Carolina Marcotti Fontanini (Competenze, I, f. 17v).
606
1801 G.B. Fabris (Nomenclatura, f. 25v).
1809*È dell’industriante G.B. Friz (Registro delli aloggi, f. 17v).
1836, magg. 25*Il capo del terzo quartiere Leonardo Missio segnala che nella casa 606, di proprietà di Orsola Vianello, «sta per cascare la linda» (A.S.U., C.A. I, 254/X, 2685 Orn. II C).
1838, magg. 7 Orsola Pasini Vianelli chiede di alzare e riformare la casa (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 2309 Orn. II C).
 *Con il permesso, si trasmette l’ordine di trasportare le macerie «lungo la strada dei Gorghi presso il ponte» (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 2309 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Orsola Vianelli (Competenze, I, f. 17v).
1876*Recapito della levatrice Francesca Trevisi (COSMI-AVOGADRO, 98).
607
1801 Giovanni Maria Masino (Nomenclatura, f. 23v).
1809*È dell’industriante Giovanni Maria Masin (Registro delli aloggi, f. 17v).
1813, ag. 6 G.B. Maria q. Andrea Masini «un tempo smerciante di vino» vende ad Antonio q. Giuseppe Cella la casa n. 607, «composta da una stanza terranea e solaro sopra, copperta di coppi; confina a lev. la calle — di Rivis, a mezz. con casa — di G.B. Friz, a pon. ed a tram. con il — Cella —», già acquistata da don G.B. Messari li 16 ag. 1799, atti Leonardo Di Maria (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10299, 462).
1838, magg. 7 È di Valentino Settimini (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 2309 Orn. II C).
1852*Appartiene a Valentino Settimino (Competenze, I, f. 17v).
1876 Osteria “Al buon tempo” (COSMI-AVOGADRO, 106).
608
1643 mar. 4*«Orsola massara figliuola della q. Dina Ardemia hoste sul canton dell’androna di Rivis verso la porta». Vedasi n. 609.
1801 Co. Nicolò Gabrieli (Nomenclatura, f. 23v); poi co. Francesco di Brazzà (Registro anagrafico, f. 14v).
1809*Nicolò e nipoti Gabrieli; affittuale l’oste G.B. Colavitti (Registro delli aloggi, f. 17v).
1812 Osteria “All’istrice” (Esercenti).
1828, nov. 13*Denuncia del capo del terzo quartiere Leonardo Missio nei confronti del proprietario della casa 608 per lo stato pericolante della gronda (A.S.U., C.A. I, 148/X, 4737 Orn. II C).
1844, lugl. 17*«— Li — coo. Ascanio e Marianna fratelli e figli del fu co. Francesco di Brazzà — vendono — all’ill.mo — dott. Giuseppe q. Francesco Missettini medico, qui domiciliato, una casa costrutta di muri, coperta di coppi, posta in — borgo di Poscolle con fondi unito, sita al c. n. 608 — con tutti li locali di cui ora è — composta, con fabbricato alto verso il borgo Poscolle e basso verso mezz., la quale tutta unita confina a 1ev. la calle — Ribis, a mezz. e pon. il compratore ed a tram. il borgo Poscolle —. Il prezzo —viene — stabilito in austr. lire quattromille —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4834, 5636).
1852*Appartiene al dott. Giuseppe Misettini (Competenze, I, f. 17v).
1856*Il dott. Giuseppe Missitini chiede ed ottiene di «far eseguire alcune piccole riforme ai vani respicienti la calle Rivis della casetta di sua proprietà marcata col n. 608 in borgo Poscolle» (A.S.U., C.A. II, 66, 6569 Orn. II C, con dis.).
1876*La casa ospita la fucina del fabbro ferraio Andrea Cremese (COSMI-AVOGADRO, 92).
1883*Nicolò Variolo nella parte censita 608 B vi tiene negozio di cereali (AVOGADRO, 142).
1931 I numeri 608, 609, 610 formano una casa unica di Variolo, poi di Carella.
609
1643, mar. 4*Sulla casa grava un livello a favore della fabbrica del duomo: «Alla partida di mess. Pietro Fabro, come possessor di una casa, fu di mess. Hiervasio, in loco di mess. — Andrea spadario, detto il Moro Zaccaro, herede di mess. Galvano suo avo, in loco di Novello di Variano, qual era in loco di mess. Hiervas comataro, et di mess. Zuanne fabro; già Sebastiano Paviotto possessor della casa, hora Giacomo Mitrio possessori dissero che la casa — è di presente possessa et habitata per Giacomo Mitrio sudetto, posta nel borgo; confina a sol levado con una casa della q. Dina Ardemia hoste sul canton dell’androna da Rivis verso la porta, a mezodν con una cortazza aperta, a sol a monte con Domeneco Rutarsio hoste, detto Stiva], ai monti col borgo, paga olio Ib 2» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 9-10).
1743, magg. 18 La casa è ancora soggetta a un livello a favore della fabbrica del duomo: «Ser Zuanne Riutizio possessor dell’infrascritta casa, Sebastian Damasco alla partita di ser Pietro Fabro, in loco di ser Gervasio già di ser Andrea spadaro q. ser Bartolomio Piloso detto il Moro, erede di ser Zuliano suo avo, in loco di Novello di Varian, già di Gervasio comataro e di Zuanne Falzaro, paga di livello sopra una casa nel cattastico 1643, pagava ultimamente ser Giacomo Zamparo, detto Bisiutto beccaro, olio lb 2. Li 2 febbr. 1690 pagò ser Angelo Rivis. Dissero i confinatori che la casa soprascritta è di presente di ragione di ***, abitata da ser G.B. q. Niccolò Vida — che confina a sol levado una casa di ragione ***, posta sul canton dell’androna di Rivis, a mezz. con corte fu di ragion Rivis, a sol a monte casa fu di ragione del Rivis, al presente di ragione del sig. G.B. Mangilli, abitata da ser Bortolo Mannau oste, et alle monti la strada — del borgo» (B.C.U., ms. F. XXI, f. 69v).
1801 Antonio Cella (Nomenclatura, f. 23v).
 *Vi abita come affittuale il pittore Vicenzo Chilone1 (ibid.).
1809*Appartiene ad Antonio Cella, vi abita il pittore Vincenzo Chilone (Registro delli aloggi, f. 17v).
1826, mar. 22*Giuseppe Cella, proprietario dell’edificio, chiede ed ottiene il permesso di riformare la facciata (A.S.U., C.A. I, 100/1826 Ornati, Case e fabbricati, 1017 Orn. II C).
1852*Appartiene al dott. Giuseppe Missettini (Competenze, I, f. 17v).
   
NOTE1Per Vincenzo Chilone: BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 76, 226, 297; M. C[IONINI] V[ISAN1], Chilone Vincenzo, Le Muse, III, 257-258; LUCIANI, Dizionario, 132; F. MUTINELLI, Annali, 692-694; R. PALLUCCHINI, La pittura veneziana del Settecento, 175; PEROCCO, La pittura veneta dell’Ottocento, 91; RIZZI, Venetische Malerei, 64; Venezia nell’età di Canova, 167; Venezia Vienna, 207, 214.
610
1643*«Domenico Rutarsio hoste, detto Stival». Vedasi n. 609.
1691, febbr. 9*«In Udine, nel borgo di Poscolle, nella casa di — Angelo Rivis» (A.S.U., N., Giovanni Domenico Vinacese, 7887, XI instr., f. 8v).
1743, magg. 18*«Casa fu di ragione del Rivis al presente di ragione del sig. G.B. Mangilli, abitata dal sig. Bortolo Mannau oste». Vedasi n. 609.
1801 Antonio Cella (Nomenclatura, f. 23v).
1809*Appartiene ad Antonio Cella; affittuale è l’oste Pietro Picini (Registro delli aloggi, f. 17v).
1812 Osteria “Al leone”, gestita da G.B. Colautti (Esercenti).
1817, sett. 19*Il cursore municipale consegna una diffida a G.B. Pistrello, abitante al 610, perché si munisca di una licenza di polizia. Il motivo non è precisato (A.S.U., C.A. I, 10).
1834°Giuseppe q. Antonio Cella loco Rivis Margherita, paga ven. L 13,4 (A.O.U., Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834).
1839, mar. 2 Giuseppe q. Antonio Cella esibisce i titoli di proprietà dei fondi da occupare con la casa che intende riformare:
  a) 1792, magg. 5: primo contratto;
  b) 1792, magg. 11: pianta e perizia della casa e fondi relativi;
  c) 1792, ag. 6: istrumento d’acquisto della casa e dei fondi (A.S.U., C.A. I, 390/VI, 920 Orn. II C).
1839, mar. 27*Presentazione del progetto (ibid., con dis. firmato dal muratore Valentino Driussi).
1839, magg. 15 Lettera accompagnatoria con l’assenso della confinante Teresa Cella (ibid.).
1841, giu. 13 «Nel 1840 — Cella Luigi —vendette la casa al sig. Pietro Antivari con contratto 14 marzo, per cui ne segui il regolare trasporto di proprietà —. Finalmente —Pietro Antivari con privato contratto 1 apr. 1841 — ha cesso la detta casa al sottoscritto, il quale, divisando in presente di dar corso alla progettata rifabbrica — implora — che a senso dell’art. II di essa nota 26 magg. 1839 venghi autorizzata la deputazione d’ornato». La richiesta è firmata da Giuseppe Missitini (A.S.U., C.A. I, 390/VI, 3816 Orn. II C).
  La deputazione d’ornato suggerisce «che la nuova linea della casa fronteggiante il borgo Poscolle sia nella direzione che unisce i due punti estremi della casa Missitini e co. Brazzà, ritenuto che non debbano dar norma la sporgenza dei barbacani, ma i vertici degli angoli delle case» (ibid.).
1844, lugl. 9*Francesco Missitini chiede «di ridurre il — piano di livello» della strada in corrispondenza della casa n. 610 in costruzione. Allega il disegno. L’ing. municipale Lavagnolo trova ammissibile la domanda (A.S.U., C.A. I, 390/VI, 4329 Strade IV).
1844, nov. 15 In seguito ai rilievi della commissione d’ornato, Giuseppe del fu Francesco Missitini presenta un nuovo progetto, che viene ammesso, anche se non del tutto convincente (ibid.).
1852*Appartiene al dott. Giuseppe Misettini (Competenze, I, f. 17v).
1876 Osteria “Al frittolino”; Caffè “All’alba” (COSMI-AVOGADRO, 105, 87).
1883*Vi tiene bottega il calzolaio Luigi Moreale (AVOGADRO, 140).
1931 Unita ai n. 608-609, forma una casa unica; fu dei Variolo, ora [1936] degli eredi Variolo. Sig. Carella.
   
BIBLIOGRAFIA VATRI, I caffè di Udine, 108.
Porta Poscolle esterna
1511, febbr. 2*«Actum Utini, sub Porta extrinseca Postcollis —. Ibique nob. d. Petrus q. — d. Iacobi de Curbellis de Utino — testamentum — facere procuravit —» (B.C.U., ms. C 19, n. 39, Città - Corbello, f. lr — 6r).
1838, genn. 23 Il consiglio comunale approva la proposta di abbattere la torre di Poscolle (IV recinto) e di costruire una nuova porta alla quale sia dato il nome di Ferdinandea in ricordo della visita di S.M. l’imperatore Ferdinando d’Austria che fra breve avrà luogo in occasione del suo ritorno a Milano (Arch. del Comune di Udine, Prot. verb. cons. com. 1831-1838).
1838-1842*Carteggio con progetti di G.B. Bassi. Le relazioni sono corredate di calcoli. Sono conservate anche le notizie relative all’appalto e all’asta (A.S.U., C.A. I, 342/IX).
1857 È demolita.
   
STUDI INEDITI di MONTEGNACCO, Note storiche, f. 16r.
   
BIBLIOGRAFIA BRAGATO, Guida, 66; BROILI, Le corse, 312; di CAPORIACCO, Udine. Appunti, 120; di CAPORIACCO, Udine e il suo territorio, 25, 59, 103; CICONI, Udine, 149, 225; DE PIERO-GUALANDRA, Compendio, 27; MIOTTI, Cenno sulle antiche opere difensive, 26; PILOSIO, Itinerari udinesi, 112-113; della PORTA, Toponomastica, 172; RIZZI, Udine, 59, 61, 161, 163, 186, 192; Udine cento anni, 29.
   
ICONOGRAFIA [F. BERTELLI], Città d’Udine; [P. BERTELLI]; Città d’Udine; LASOR A VAREA, Udine; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, BB; RASICOTTI, L’antica e nobilissima città; SCOLARI, L’antica e nobilissima città; SCOTO, Udine; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta.
611
1544, apr. 26 Raffaele Gasparo Falzaro vende ad Alberto del fu Zannetto Locatelli una casa in Udine nel borgo Poscolle presso la porta, la prima a sinistra entrando in città, confinante a lev. e sett. con le case del venditore già vendute ad Aloisio di Lovaria pellipario, a mezz. strada pubblica del borgo, ad occ. la via attorno le mura (A.S.U., N., Mario Albino, 5949, Istr. 1543-1544, f. 33r — 33v).
1548, ott. 30 Raffaele Falzaro q. Gaspare vende a Pidrinello q. Petri del Baas di Vall de Magna la casa ora abitata da Alberto Locatelli sull’angolo tra la via Poscolle e la circonvallazione (A.S.U., N., Mario Albino, 5949, Istr. 1548, f. 33r — 34r).
1551, giu. 1*«— Mag. Albertus stringarius — liberavit — d. Antoniam uxorem ser Pedrinelli del Bas de Val de Magna hospitis — Utini in burgo Puscolli — de livello debito super domo angulari sita in burgo Puscolli prope menia civitatis et portam extrinsecam Utini a dextris exeundo dictam civitatem —» (A.S.U., N., Mario Albino, 5949, Istr. 1551, f. 27r).
1801 Giovanni De Nipoti (Nomenclatura, f. 23v).
1809*È del vetturino Giovanni De Nepoti (Registro delli aloggi, f. 17v).
1846, mar. 4*Giovanni del fu Giovanni De Nipoti vende ad Amadio fu Giacomo Bertolini la casa n. 611 per L 4000 (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4839, 6537).
1849, magg. 29 Amadio Bertolissi la vende a Biagio Pecile per L 4000 (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/IV, 1582).
1852*Appartiene a Biagio Pecile (Competenze, I, f. 17v).
1852, ag. 28*Viene inoltrata la domanda di riforma del pian terreno. Il progetto, firmato da Giacomo Brida, è respinto perché i rinnovamenti ideati «peggiorano la facciata» (A.S.U., C.A. II, 66, 6217 Orn. II C, con dis.).
1856, apr. 13*Appartiene a Biagio Pecile (A.S.U., C.A. II, 66, 2543 Orn. II C).
1876*Vi abita il tintore Valentino Lunassi (COSMI-AVOGADRO, 115).
1883*Vi abitano i fratelli Goi, tintori1 (AVOGADRO, 157).
   
NOTE1Sui Goi tintori: PICCO, Le tintorie, 337-338.
612
1643, mar. 4*Proprietà dell’ospedale maggiore e prima ancora di Sebastiano Falzaro. Vedasi n. 613.
1743, magg. 18*Proprietà di Carlo Minone, abitazione di Claudio Zearo, orologiaio. Vedasi n. 613.
1801 Teresa Maieroni (Nomenclatura, f. 23v).
1809*È di Teresa Maierona (Registro delli aloggi, f. 17v).
1852*Appartiene a Giovanni Maieroni (Competenze, I, f. 17v).
1856, apr. 13*Giovanni Norsa chiede ed ottiene di riformare «la — casa di sua proprietà — nel borgo di Poscole al c. 612». Il progetto è firmato da Eusebio Brida (A.S.U., C.A. II, 66, 2543 Orn. II C, con dis.).
613
1643, mar. 4*La casa è gravata di un livello a favore della fabbrica del duomo, come si deduce dalle confinazioni condotte in tale data: «Alla partida di mess. Gasparo della Nave hosto, in luogo di mess. Valentino q. mess. Bernardino Blasiz calligaro e di Francesco Canciano di Blessano, sopra una casa, che confina con mess. Sebastiano Falzaro et appresso un’androna consortiva, come appar di mess. Francesco Porcio 1515, qual casa detto mess. Gasparo sotto li 23 di febraro 1576 comprò da Zuanne Pidrinello1, come appar per mano di mess. Tomaso Fabricio, habitata ultimamente per un peltraro, hora possessa et habitata per mess. G.B. Gambarello pistor e barbiero; i soprascritti confinatori dissero che la casa —è posta nel borgo di Poscolle, possessa et habitata per lo detto Gambarello, confina a sol levado con un’androna consortiva, ultima appresso la porta della città, a mezzodν la strada del borgo, a sol a monte una casa del pio ospitai maggiore, fu già di Sebastian Falzaro, hora tenuta per Zuanne Cozzo, et ai monti colla corticella di ragione del pio hospitale nella casa predetta, paga olio lb 2» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 4-5).
1743, magg. 18*«Ser G.B. Gambarello barbiero o pittor paga di livello ogn’anno sopra la casa a lui livellata per mano di ser Francesco Susana nodaro da d. Anna Marinona, confinata nel cattastico 1643 alla partita del q. Gaspare Blasiz e di Francesco Canciano di Blessano, in virtϊ d’istromento 1518, di mano di mess. Francesco Canciano di Blessano, qual casa detto Gaspare acquistò da Zanina Patrinello sotto li 22 febbr. 1576, per mano di ser Tommaso Fabrizio not., paga olio lb 2. Ora pagano d. Anna e sorella Gambarella. Ora paga il rev.mo capitolo di questa città, pagava prima d. Catterina Minutta Dissero i confinatori che la — casa è di presente — del — capitolo di Udine, abitata da ser Valentino Zognato, confina a lev. la stradella consortiva, a mezz. la strada del borgo, a sol a monte casa di ser Carlo Minone, abitata da ser Claudio Zearo orologiaio, et alle monti corte d’altra casa dello stesso Menon (B.C.U., ms. F. XXI, f. 67r — 67v).
1801 Ecc. Pietro Cargneli (Nomenclatura, f. 23v).
1809 È di Giuseppe Danielis “calzetta” (Registro delli aloggi, f. 17v).
1813, giu. 22 Giuseppe q. Angelo Danielis vende a Giovanni fu Giovanni Gasparini la casa n. 613; confina a lev. calle promiscua con i sigg. Trigatti di Galleriano e sigg. Papafava, mezz. borgo Eugenio, pon. Teresa Maieroni, tram. transito promiscuo (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10323, Rep. III, 1044, f. 36v).
1840, sett. 26 Giovanni Gasparini vende la casa a Gasparo fu Giacomo Sbuelz per austr. L 4914 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10497, 13349).
1841, apr. 29 È di Gasparo Sbuelz (A.S.U., C.A. I, 328/1841/VIII, 2868 Orn. II C, con dis., firmato dal perito G.B. Cotterli).
 *Il proprietario deve sospendere e modificare lavori in corso iniziati «nella calle morta della sua casa» senza la preventiva autorizzazione (ibid.).
1841, giu. 9*Gasparo Sbuelz chiede ed ottiene il permesso di aprire nuove porte e spostare in asse le finestre. Il lavoro sarà attuato gradualmente (A.S.U., C.A. I, 422, 3725 Orn. II C, con dis.).
1847, genn. 13*Sopralluogo del funzionario comunale all’edificio, in quanto privo dei prescritti tubi e grondaia. I lavori si eseguiranno entro il 26 febbr. (ibid.).
1852*Appartiene a Gaspare Sbuelz (Competenze, I, f. 17v).
1856, apr. 13*Appartiene ad Antonia Grubler (A.S.U., C.A. II, 66, 2543 Orn. II C).
   
NOTE1Un Petronello da Caravaggio «osto “A la volpe” in Posquell» ebbe affari con Giovanni da Udine, nel 1540 come affittuale e ancora il 17 febbr. 1542 per la francazione di una braida fuori porta Poscolle (B.C.U., ms. 1197/7, f. 85r, 136r).
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Ancora qualche cosa, 257; BATTISTELLA, I Lombardi, 71; BATTISTELLA, Udine nel sec. XVI, 80.
614
1801*La casa appartiene a Pietro Cargneli. Affittuale Pio Quainetto (Nomenclatura, f. 23v).
1809 È di Giuseppe Danielis «calzetta» (Registro delli aloggi, f. 17v).
 *Affittuale è il «linariolo» Pio Ambrosio (ibid.).
1819, lugl. 1 Giuseppe Danielis vende ad Antonio Causcigh per L 945 la «casa eretta di muri, coperta di coppi, consistente in due affittanze, — con fondi, corte, marcata — n. 614, confinante a lev. sigg. Papafava ed androna senza uscita, a mezz. — Giovanni Foscarini e Giovanni de’ Nipoti, a pon. strada pubblica ed a tram. detti — Papafava —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4815, 700).
1852*Appartiene a Biagio Pecile (Competenze, I, f. 17v).
615
1801 Co. Arpalice Papafava (Nomenclatura, f. 23v).
 *Affittuale Florido Melchior (ibid.).
1809*È dei Pappafava di Padova, affittuale è l’industriante Pasqua Florida (Registro delli aloggi, f. 17v).
1852*Appartiene ai fratelli coo. Papafava (Competenze, I, f. 17v).
616
1801 Drigati1 di Galleriano (Nomenclatura, f. 23v).
1809*È di G.B. e fratelli Trigati; affittuale è il fabbro Pietro Biasutti (Registro delli aloggi, f. 17v).
1821 Daniele Drigatti e fratelli (A.S.U., C.A. I, 53/III, 3135 Orn. II C).
 *G. Bertoni, assistente dell’ingegnere municipale, esprime il parere sugli scoli delle acque nelle case n. 616, 617, 618, 619 (ibid.).
1852*Appartiene ai figli del fu G.B. Drigatti (Competenze, I, f. 17v).
   
NOTE1Privo del nome anche nel ms. originale.
617
1801 Drigatti (Nomenclatura, f. 23v).
1809*È di G.B. e fratelli Trigati (Registro delli aloggi, f. 17v).
1821 Daniele Drigatti. Vedasi n. 616.
1852*Appartiene ai fratelli Drigatti del fu G.B. (Competenze, I, f. 17v).
1930 Con i n. 618-619 formava una casa che aveva le finestre romaniche. Viene abbattuta e rifatta.
618
1801 Drigati (Nomenclatura, f. 23v).
 *Affittuale Vicenzo Buiatti (ibid.).
1809*È di G.B. e fratelli Trigati; vi abita il domestico Francesco Campanuti (Registro delli aloggi, f. 17v).
1821 Drigatti Daniele. Vedansi n. 616 e 617.
1852*Appartiene a Drigatti (Competenze, I, f. 17v).
1883 Vi erano un’osteria, “Alla figlia del gobbo”, ed uno stallo (“stalo dai mus”) (AVOGADRO, 156).
619
1801 Drigati (Nomenclatura, f. 23v).
 *Affittuale Caterina Sbrizzi (ibid.).
1809*È di G.B. e fratelli Trigati; affittuali il portiere Girolamo Tomas e l’oste Michele Bitesnigh (Registro delli aloggi, f. 17v).
1812 Osteria “Alla Porta Eugenia” (Esercenti).
 *Gestita da Michiele Bitesnig (ibid.).
1821 Daniele Drigatti. Vedansi n. 616 e 617.
1852*Appartiene ai figli di G.B. Drigatti (Competenze, I, f. 17v).
620
1800, dic. 13 Giovanni ed Angela coniugi Moratti, eredi di Angela Radovich, fu moglie di Stefano Bianchi, vendono ad Antonio Cella una casa con fabbriche interne, «cortivo ed orto» in Poscolle per L 25702 (A.S.U., N., Liberale Girardi, 10345, II instrom., 161, f. 165v — 167r).
1801 Antonio Cella (Nomenclatura, f. 23v).
1809*È di Antonio Cella (Registro delli aloggi, f. 17v).
1824, ag. 9*Giuseppe Cella, «essendosi spezzati due pilastri delle finestre nel primo piano della casa in borgo Poscolle al c. n. 620 —, supplica — ‹di› poter riparare sull’istante». Il permesso viene accordato (A.S.U., C.A. I, 89/X, 3266 Orn. II C, con dis.).
1852, mar. 6*Francesco del q. Girolamo Cella «ha divisato di far aprire un vano di porta e di finestre in una casa di sua ragione sita in borgo di Viola al n. 620». La deputazione d’ornato approva, «siccome i vani da aprirsi sono determinati in base alla futura sistemazione di quel corpo del fabbricato» (A.S.U., C.A. II, 66, 1684 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Giuseppe e Francesco Cella (Competenze, I, f. 17v).
1876 Osteria “Al cavallino” (COSMI-AVOGADRO, 107).
 *Proprietario è Marianno Simonetti (ibid.). Luigi Mini gestisce uno stallaggio (ibid., 114).
1883 Vi è uno stallaggio (AVOGADRO, 156).
1931 Casa rifatta. Negozio Filipponi.
 *Lo gestisce Luigi fu Pietro Zorzi, che è anche pubblico vetturale (ibid., 159).
621
1783, sett. 18*Casa Riolo. Vedasi disegno in pianta della casa n. 622.
1801 Co. Sigismondo della Torre (Nomenclatura, f. 23v).
 *Affittata ad Antonio e Francesco Marchi (ibid.).
1805, ag. 23 I figli del q. co. Lucio della Torre vendono al sig. Antonio Cella casa in borgo Poscolle «tenuta in affitto semplice dal sig. Giacomo Fedricis, che confina a lev. il sig. Giuseppe Urbano, mezz. strada del borgo, pon. e tram. — compratore —. E ciò — fanno — perché all’incontro il — Cela — s’assume di pagare annualmente alla — chiesa di S. Maria di Castello perpetuo infisso sopra dette case, in luogo di detti — coo. cedenti, L 9 s 6 ed oltre — ha esborsate L 3100 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10578, IV instr. 316, f. 368v — 369v).
1809 È di Antonio Cella (Registro delli aloggi, f. 17v).
 *Affittuale è l’impiegato Pietro Duodo (ibid.).
1852*Appartiene a Giuseppe Francesco Cella (Competenze, I, f. 17v).
622
1687, sett. 5 «Il nob. — Marc’Antonio Tarondi del già — Daniele — a livello concede a — Martino Valusso calligaro — la casa — nel borgo di Poscolle in cantone della contrada che conduce nel borgo della Viola con una pergola nella faciata —, confina a sol levado detta contrada, a mezodν col borgo, a sol a monte casa Turiana, et alli monti casa — dell’heredità Savorgnana et Turiana» (A.S.U., N., Benedetto Bergamino, 7673, XVIII instr., f. 98r — 99r).
1770, ag. 2 G.B. Buri vende a Giuseppe Urbani «di Gemona, da piϊ anni abitante in questa città — una — casa sittuata nel borgo di Poscolle — fra li suoi confini che quivi s’abbino per espressi, in presente condotta ad affitto semplice da — Antonio Chiurolo, stata acquistata dalla q. — Anna, madre dello stesso Buri con instr. 3 febr. 1734 in note del q. — Luca Aborta — not. —. E ciò — fa lo stesso Buri per il prezzo — di d 309 s 9 —» (A.S.U., N., Marino Sporeno, 9607, Min. istr. 1770).
1782 Si concede a Giuseppe Urbani un pezzetto di fondo in via Viola, onde possa ingrandire la sua casa (A.S.U., C.A., 20/11).
1801*È di Giuseppe Urbanis (Nomenclatura, f. 23v).
1805, dic. 24 Giuseppe Urbani vende a Domenico q. Valentino De Marco la casa in borgo Poscolle «— che confina a lev. — borgo di Viola, a mezz. il borgo di Poscolle, a pon. — coo. Lucio, Rizzardo e fratelli della Torre, ed a tram. — de Marco — acquirente» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLVIII instr., 3673, f. 4771v — 4773r).
1809 È di Domenico de Marco possidente (Registro delli aloggi, f. 17v).
 *Affittuale è l’oste Giuseppe Tomasone (ibid.).
1820, lugl. 14*«Lanti Angelo, abitante al c. n. 622 — si è permesso in un angolo di detta casa all’ingresso della calle che mette in borgo Viola, di far erigere sopra la strada pubblica un casotto di tavole a preteso motivo di nascondere il sito nel quale dalle finestre superiori egli va versando le immondizie, per cui prima d’ora venne dalla deputazione di sanità precettato alla costruzione di una fogna con coperto di pietra, onde impedire le fetide esalazioni a danno del vicinato e transitanti —. Si scorge pure — il fatto di aver egli arbitrariamente occupata una porzione di fondo pubblico senza la necessaria permissione, e colla doppia vista forse di far erigere un muro di chiusura ed ingrandimento di sua casa senza titolo di sorte e con grave mal esempio al resto de’ cittadini che potrebbero qua e là imitarlo —» (A.S.U., C.A. I, 35/V, 43).
1827, sett. 7 È di Angelo Lanti (A.S.U., C.A. I, 68, 3584 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario presenta un progetto per la modifica del prospetto dell’edificio e ne ottiene l’approvazione (ibid.).
1852*Appartiene ad Anna Lanti (Competenze, I, f. 17v).
1860, genn. 13*Relazione dell’ing. G.B. Locatelli alla congregazione municipale: «Nell’esecuzione del lavoro di riforma della casa — n. 622 di proprietà del sig. Pietro Rossi, diretto dal capomastro sig. Andrea Zinio, si è deviato dal tipo approvato colla concessione municipale 2 ag., n. 4438. La deviazione consiste nell’avervi aggiunti ornati e fascie che non sono seguenti nel tipo che disarmonizzano col carattere della fabbrica e che non sono pregiudicati da alcun principio d’arte» (A.S.U., C.A. II, 76, 277 del 1859).
623
1670, febbr. 26 Stima della casa che il sig. Ropretto Colombatti intende vendere a Francesco Danielis: «— Casa di muro, coperta di coppi, posta nel borgo di Poscole sul canto per andar in borgo di Viola sive Sacon, confina 1ev. il nob. sig. Tomaso Fabricii, a mezz. il borgo, a sol a monte il Sacon1 per andare in borgo Viola e alle monti il detto sig. — Fabricii —» (A.S.U., N., Bertrando Brunalleschi, 7806, filza).
1783, sett. 18*«Casa di Domenico Comuzzi, fu Palladini». Vedasi disegno in pianta della casa n. 622 (A.S.U., C.A., 20/III, 11).
1801 Domenico Comuzzo (Nomenclatura, f. 24v).
1809*È di Domenico Comuzzi, affittuale è l’impiegato G.B. Fara (Registro delli aloggi, f. 17v).
1822, mar. 20 È di Domenico Franzolini2. Bottega di armaiuolo (A.S.U., C.A. I, 68/X, 1155 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario chiede di riformare la casa proprio in vista della sua attività (ibid.).
1828, magg. 16*Domenico Franzolini chiede ed ottiene, previa qualche modifica, di riformare la casa (A.S.U., C.A. I, 148/X, 1936 Orn. II C, con dis.).
1852*La casa appare divisa in 3 parti, 623 A, 623 B, 623 C, tutte di proprietà di Pietro Simonetti (Competenze, I, f. 17v).
1945, febbr. 20 La parte della casa su via Poscolle fu distrutta da una bomba.
   
NOTE1Per il nome di questa contrada: della PORTA, Toponomastica, 203.
 2Per gli armaioli Franzolini: Elenco ufficiale, 17; PICCO, Ricordi, 116.
624
1801 Lorenzo Zuliani (Nomenclatura, f. 24v).
 *Affittata ad Agostino Tavagnutti (ibid.).
1809*È di Lorenzo Zuliani, affittuale è l’industriante Giacomo Sabbatini (Registro delli aloggi, f. 17v).
1812 Osteria “Al Sole” (Esercenti).
 *È gestita da Francesco Pagnutti (ibid.).
1821, mar. 14 Lorenzo Zuliani chiede ed ottiene di ingrandire la porta d’ingresso (A.S.U., C.A. I, 53/III, 1141 Orn. II C).
1821, apr. 19*«Angelo del fu Giuseppe Bertuzzi —, negoziante di vino —, domiciliato in Mercatovecchio al c. n. 1640 —, subaffitta alli — G.B. ed Orsola — coniugi Pistrello — la casa posta in — borgo Poscolle — n. 624 —, ch’è di ragion — delli — Lorenzo padre e Valentino figlio Zuliani di Paderno —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10545, 1245).
1821, nov. 24 Lorenzo fu Paolo e Angelo del fu Angelo cugini Zuliani vendono per L 4340 a Domenico q. Giacomo Franzolini la casa n. 624 «con inerente fondi, corticella ed adiacenze —, tutto confina a lev. colla — chiesa di S. Nicolò — e Giacomo Lestani, a mezz. — borgo di Poscolle, a pon. — Antonia Cavalli ved. — Marchi e — borgo di Viola, ed alle monti con calletta senza uscita» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10632, 3253).
1835*Vi abita il chirurgo Gerolamo Cecotti (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1840, dic. 2 È di Domenico Franzolini. Con atto privato 15 marzo la vende a G.B. Pellegrini (A.S.U., C.A. I, 351/VI, 7525 Orn. II C).
 *Il Franzolini ne dà notizia elencando all’autorità competente i lavori compiuti e chiedendo il permesso di traslocarvi. Il permesso, redatto in calce, è del 2 genn. 1841 (ibid.).
1844, sett. 28*Disegno parziale della parte confinante con la casa n. 625, vedasi.
1852*Appartiene a G.B. Pelegrini (Competenze, I, f. 17v).
1976*In questo edificio Luigia Trevis gestisce una privativa (COSMI-AVOGADRO, 111).
625
1801 Monte di pietà (Nomenclatura, f. 24v).
 *Affittata a Vincenzo Lanzoni (ibid.).
1809*È del monte di pietà. Vi abita l’industriante Vincenzo Lanzoni (Registro delli aloggi, f. 17v).
1843, ag. 22*«— Domenico Franzolini —vende a questo — monte di pietà — una porzione di fabbrica situata — nel borgo di Poscolle, forma parte del 625 —, quale consiste in una stanza terranea e camera sopra, ambi sottoposte ed in continuazione di una fabbrica di — esso pio istituto, che confina a lev. e mezz. il — monte acquirente a metà muro, pon. il venditore — Franzolini con contigua fabbrica a metà muro ed a tram. callesella promiscua con il sig. Fabretti —. Questa — vendita viene — fatta — per il prezzo — di austr. L 1920» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/I, 250).
1844, sett. 28 È del monte di pietà. È formata di due case diverse. Viene riformata (A.S.U., C.A. I, 390/1845/VI, 6421 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da « LIngegnere Civile Ballini».
1852*Appartiene al monte di pietà (Competenze, I, f. 17v).
1883*Vi abitano il rappresentante Alessandro Moro e il traduttore dal tedesco Domenico Del Bianco (AVOGADRO, 143, 157).
626
1795, ag. 14 L’ecc. Giovanni Maria Benvenuti cede in permuta al nob. Nicolò Alpruni1 «la casa di abitazione e case annesse ad uso di affittanza — situate nel borgo di Poscolle — tutte confinano a lev. — Medarda Rossi, moglie del sig. Niccolò Riolo, a mezz. borgo —, a pon. parte monte di pietà parte Tommaso Fabricio e parte contrada, — ed a tram. parte — Antonio Stefanutto detto Pittore e parte — coo. Gorgo —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9978, XXX instr., 2211, f. 3010v - 3014r).
1801 Nob. Nicolò e fratello Alpruni (Nomenclatura, f. 24v). Poi di Giacomo Lestani, quindi Giuseppe Fabretti (Registro anagrafico, f. 15r).
1803, febbr. 2 Nicolò q. Francesco Alpruni vende la casa al nob. Vincenzo q. Leonardo Stainero, «con tre casette annesse, condotta — in semplice affittanza una dalli iug. Antonio e Maria — Pognici, la seconda da Zuanne e Giacoma iug. Venzil e la terza da Giacomo Fantoni, — e confina a lev. — Medearda Rossi, moglie del sig. Niccolò Riolo, a mezz. il borgo di Poscolle, a pon. parte monte di pietà, parte — Tommaso Fabrizii e parte androna conduce al borgo di Violla ed a tram. —Antonio Steffanutti detto il Pittore, anche come rappresentante Alpruni, e parte — coo. Gorgo. E questa — vendita — fa — pel —prezzo — di d 8300 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10578, II instr., 139, f. 173r -174v).
1809*È di Vincenzo Stainero (Registro delli aloggi, f. 17v).
1810, ott. 3 Il nob. Vincenzo Stainero vende a Pietro q. Valentino Rubini la casa n. 626 per L 19034,46. Confina 1ev. Medarda Rioli, mezz. borgo, pon. monte di pietà, e casette rimaste al venditore e parte androna, tram. parte Stainero e parte Camillo Gorgo.(A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10622, Rep. II, 366, f. 10).
1812 Osteria “Al Genio” (Esercenti).
 *È gestita da Francesco Pituello (ibid.).
1817, nov. 19*Per motivi non precisati, il cursore municipale presenta a Francesco Pituello, abitante in questa casa, la diffida a munirsi di licenza della polizia (A.S.U., C.A. I, 10).
1819, giu. 3 Pietro del fu Valentino Rubini vende la casa a Giacomo fu Valentino Le-stani (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10544, 1022).
1823, sett. 25 Giacomo Lestani vende la casa n. 626 a Giuseppe Fabretti. «— Confina a 1ev. — Antonio Scrosoppi, in loco della sign. Medarda Rossi ved. Riolo, mezz. il — borgo — , pon. — monte di pietà, — particolari diversi e — contrada tende al borgo di Viola, tram. — Gorgo. La — vendita — si fa pel prezzo — di it. L — 15000 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10604, 3120).
1844, sett. 28*Disegno parziale della parte confinante con la casa n. 625, vedasi.
1852*Appartiene a Pietro Fabretti (Competenze, I, f. 17v).
1865, mar. 3*La casa, di proprietà di Pietro Bearzi, ex Fabbretti, è indicata come possibile alloggio al primo piano per un colonnello o per un maggiore (A.S.U., C.A. I, 755, Pezza A. Prospetto ufficialità 1864).
1876*Tintoria di Pasquale Fior2 (COSMI-AVOGADRO, 115).
1930 È del dott. Giuseppe Pitotti.
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 08 sett. 2000 ai sensi del D.Lgs. 490/1999.
   
NOTE1Per la famiglia Alpruni: B.C.U., ms. 74 fondo Joppi, p. 32.
 2Per Pasquale Fior: FALCIONI, Industrie, 308, 321, 336, 340.
627
1801 Niccoletto Rioli (Nomenclatura, f. 24v).
1809*È dell’industriante Medarda Riula; affittuale è l’impiegato Giovanni Santini (Registro delli aloggi, f. 17v).
1822, magg. 4 È di Antonio Scrosoppi (A.S.U., C.A. I, 68/X, 1895 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario presenta progetto di riforma della facciata e ne ottiene il nulla osta (ibid.).
1852*Appartiene a Pietro Scrosoppi (Competenze, I, f. 17v). Vedasi anche n. 628.
628
1801 Antonio Vida (Nomenclatura, f. 24v).
 *Affittuale il locandiere del “Cavallino” (ibid.).
1809*È del negoziante Andrea Vida; affittuale è il locandiere Vincenzo Francesconi (Registro delli aloggi, f. 17v).
1809, nov. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 12 nov. 1809, per un debito di L 573,37 da parte di Vincenzo Stainero, viene messa all’asta, per altro senza esito, la casa (A.S.U., C.N., 80, Asta).
1812 Esercizio al “Cavallino” (Esercenti).
 *Gestione dei fratelli Francesconi (ibid.).
1819, nov. 19*Il cursore municipale recapita a Vincenzo Francesconi la diffida a munirsi di licenza di polizia (A.S.U., C.A. I, 10).
1824, ott. 25 È di Vincenzo Francesconi. Vi è una cisterna (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al locandiere Giuseppe Bertuzzi l’avviso n. 1050 concernente «la remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1834, ag. 12 È di Domenico Simonetti acquistata dai sigg. Andrea e Filippo Vida. Consta di due case di tre piani di due finestre (A.S.U., C.A. I, 219/I, 3893 Orn. II C, con dis.).
 *I proprietari chiedono il permesso di ridurla in due abitazioni, con boteghe nei piani a terra, perciò gli occorrerebbe di riformare il prospetto nella pubblica strada» (A.S.U., C.A. I, 219/I, 3893 Orn. II C, con dis.).
 *Il progetto è approvato con modifiche (ibid.).
1834, ag. 27 Andrea e Filippo fratelli Vida vendono a Domenico q. Pietro Simonetti la casa n. 628, «confina a lev. parte con androna consortiva ed oltre r. Finanza loco Clabassi, e parte coo. — di Maniago, mezz. col borgo di Poscolle, pon. — Antonio Scrosoppi ed a tram. parte — Francesco Brunelleschi e parte casa delli — fratelli Vida — n. 434». Prezzo austr. L 2428,57 (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10611, 4661).
1852*La casa appare divisa in tre parti, 628, 628 A, 628 B, tutte appartenenti a Pietro Simonetti (Competenze, I, f. 17v).
1852, magg. 18*Domenico Simonetti ha fatto convocare il confinante Antonio del q. Paolo Scrosoppi per ottenere il permesso di alzare il muro divisorio del cortile al momento in rovina. Lo Scrosoppi accetta di concorrere alla spesa (A.S.U., C.A. I, 527/VIII, 3520 Pol. Giud. IX D, con dis.).
1876*Recapito della levatrice Maria Bonfini Simonetti (COSMI-AVOGADRO, 98).
1883*Bottega del tappezziere e sellaio Antonio Cassetti (AVOGADRO, 156).
629
1801 Vincenzo Micheli (Nomenclatura, f. 24v); poi demanio (Registro anagrafico, f. 15r).
1808, mar. 24 Marianna Segati, moglie di Vincenzo Michieli di Campolongo, vende per L 12400 la casa n. 629, «di ragione ereditaria» a Gaetano di Francesco Clabassi di Gradisca di Sedegliano (A.S.U., N., Domenico Cosattini, 10563, 21).
1809*È di Gaetano Clabassi; affittuale è l’industriante G.B. Rizzi (Registro delli aloggi, f. 17v).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al “bolzer” Antonio Bergamasco l’avviso n. 1050, «per la remuzione degli effetti ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1846, mar. 28 «Il — delegato provinciale —per conto dell’ i.r. commissione d’allienazione dei beni e realità dello Stato delle Provincie Venete — vende al — sig. Giuseppe Iurizza — la — casa eretta da muri, coperta di coppi, con fondi e corticella, sita in — borgo Poscolle — n. 629 —; confina a lev. con Pagani dott. Agostino, mezz. col borgo di Poscole, a pon. e tram. con Simonetti Domenico per il prezzo di austr. L 3401 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4839, 6576).
1847°È di Ferdinando di Valvason. Viene alzata (A.M., Ornato 1843-1851).
1850*Filanda di seta con quattro fornelli, di proprietà di Domenico Simonetti1 (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 68).
1852*Appartiene al co. Valvasoni (Competenze, I, f. 17v).
   
NOTE1Sui Simonetti filandieri: PICCO, Ricordi, 135.
630
1801 Sig. Nicoletto e fratelli Montegano (Nomenclatura, f. 24v); poi del sig. Cella, indi del dott. Paiani (Registro anagrafico, f. 15r).
1807, giu. 10 Giovanni fu G.B. Montegani vende la casa n. 630 a Gaetano fu Francesco Clabassi per d 2500. Confina lev. Fabio e fratello di Maniago, mezz. strada, pon. Vincenzo Michieli e tram. di Maniago (A.S.U., N., Marco Cancianini, 10413, 41).
1809*È di Gaetano Clabassi; affittuale è l’impiegato Marco Ragoza (Registro delli aloggi, f. 17v).
1812, apr. 9 Gaetano Clabassi la vende a Francesco di Ignazio Brunelleschi per it. L 8248,26 (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10625, 806).
1815, genn. 26 Francesco Brunelleschi la vende a Francesco fu Andrea Arseni per L 7931 (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10328, 1441).
1815, sett. 27 Francesco Arseni la vende a Girolamo q. Antonio Cella (A.S.U., N., Domenico Micheloni, 10324, 1630).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa alla venditrice di frutta Rosa Nigris l’avviso n. 1050, concernente la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1838, apr. 2 Girolamo Cella la vende ad Agostino Pagani. «— Confina a lev. — Fabio e fratelli di Maniago, mezz. — Poscolle, pon. r. demanio, tram. li — coo. Maniago. Questa vendita — si fa pel prezzo — di austr. —L 7500 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10614, 5190).
1852*Appartiene al dott. Agostino Pagani (Competenze, I, f. 17v).
1876*Nell’edificio abita il professore di clarino Antonio Pollanzani, citato anche come compositore oltre che come maestro di strumenti a fiato. Vi ha inoltre bottega Luigi Morocutti, tappezziere e sellaio (COSMI-AVOGADRO, 103, 115).
631
  Vi sono delle pitture di Giulio Quaglia. Sec. XVII.
1744 «Maniaco. Abitano a mezzo il borgo quasi di rimpetto all’androna Brenari» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 177).
1792*Il convento di S. Francesco di dentro esige un livello di L 7 dagli eredi del q. co. Pietro di Maniago «sopra la casa di loro abitazione nel borgo di Poscolle» (A.S.U., C.R.S., 696, Cattastico... 1792, p. 122-123).
1809*È di Nicolò e fratelli di Maniago. Vi abita il custode G.B. Michelutti (Registro delli aloggi, f. 18v).
1838, sett. 19*Udine. Beretta, podestà di Udine, ai coo. Fabio e Nicolò Giacomo di Maniago: «Onorata questa r. città nel venturo mese di ottobre, della presenza di S.M.I.R.A. Ferdinando I, sta nel dovere di questa pubblica rappresentanza di predisporre e prommuovere tuttocché tende dimostrare la comune esultanza di questi cittadini pel segnalato sovrano favore. Non ultimo voto del municipio si è pur quello che le case sullo stradale onorato del passaggio dell’augusto monarca presentino un aspetto ridente, quale si conviene alla circostanza, ed a questo fine si è desso indotto a procurare che tutte le case, aventi un reale bisogno, vengano, in precedenza all’arrivo di S.M., imbiancate a cura dei rispettivi proprietari, compatibilmente alle circostanze loro, ben persuasa che la spontaneità di tutti saprà concorrere a tanto scopo. Essendo nel numero di queste case anche quella nel borgo Poscolle al c. n. 631, in proprietà delle SS.LL.II., mi permetto di richiamare il ben noto loro civismo ad un’esigenza di tanto momento, nella fondata lusinga di veder per loro parte secondato questo vivisimo desiderio della civica rappresentanza» (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 5623 Orn., II C).
1838, sett. 26 Maniago. Risposta di Fabio e Nicolò Giacomo di Maniago: «Se a festeggiare il prossimo arrivo di S.M. creduto avessimo che l’imbianco della nostra casa contribuito vi avesse, senza aspettare l’ecitamento n. 30, 19 corr., a cui ella c’invita, lo avressimo eseguito. Ma la nostra casa per la linda, la forma delle finestre ed altro, mostra il carattere del tempo in cui fu fatta e l’imbiancarla, lasciandola nel resto come è, sarebbe una sconcia barbarie. Quindi abbandoniamo il pensiero imitando l’esempio di Lei, sig. Podestà, se è lecito di paragonare l’infime cose colle grandi, che il palazzo comunale lo lascia senza dar di bianco, nella sua veneranda vecchiezza» (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 5623 Orn. II C).
1883 Caffè Roma (AVOGADRO, 139).
 *Gestione di Luigia Casarsa (ibid.).
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 03 sett. 1955 ai sensi della L. 1089/1939.
   
BIBLIOGRAFIA BALLERIO, Architettura minore, 2; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 135-137; BRAGATO, Guida, 66; ERMACORA, Guida, 165; FURLAN, L’opera critica, 387-397; Incendio nel palazzo dei d’Attimis Maniago; di MANIAGO, Guida, 65; di MANIAGO, Storia, 140, 261; MARCHETTI, Il Friuli, 571-576; MARINI, Giulio Quaglio, 160-162; PICCO, Ricordi popolari, 29-30; RIZZI, Pluralità, 345, 384; RIZZI, Storia... Il Seicento, 77; ROTA, Cenni, 29; de RUBEIS, Catalogo, 6 (1938), 13; TRINKO, Notizie, 12; VALENTINIS, Udine antica, 23.
632
1748, sett. 15 Antonio e Valentino Susini q. Giacomo vendono a Giuseppe Lavagna «la casa — situata nel borgo di Poscole, che confina a 1ev. con le case del n.h. Sagredo — e parte colli eredi — q. — Mattio Colletti, a mezz. parte con la stessa casa e parte con la strada del borgo, a ponente con — Tommaso Abramo et tram. — con case di questa raggione tenute a livello da Zuanne Ghezzo e parte esse case Sagredo». Il Lavagna vende contemporaneamente la casa al co. Ottaviano Romano (A.S.U., Arch. Romano, 2, not. G.B. Pavona).
1749, lugl. 29 Ottavio Romano la vende ai sigg. Giovanni Maria, Antonio e Felice Venieri, zii e nipote, di Gradisca di Sedegliano (A.S.U., Arch. Romano, 2, not. Gerardo Muzzenini).
1799, febbr. 20*«Maddalena n. Canciano, moglie del sig. Valentino — Travaino e Catterina n. Cicutti, moglie del q. — Giovanni Canciano —, hanno — venduto — al sig. Giovanni q G B Gobessi — una di loro casa —situata — nel borgo di Poscole, confinante a lev. — Lorenzo Pletti, a mezz. strada di detto borgo, a pon. contrada del co. Gorgo ed alli monti case — del co. Gorgo —. Et ciò —per il capitale di d 280 —» (A.S.U., N., Camillo Merluzzi, 9693, Instr. 1799-1801, 1184, f. 805v — 806r).
1800, ag. 5°Zuanne q. G.B. Gobessi la vende ad Antonio Venier per d 6001.
1801 Antonio Venier (Nomenclatura, f. 24v).
1809*È del parrucchiere Antonio Venier; affittuale è il sarto Antonio Feruzzi (Registro delli aloggi, f. 18v).
1812 Osteria “Alla felicità” (Esercenti).
 *La gestisce Anna Venier (ibid.).
1813, mar. 13*Antonio Venier al podestà di Udine, presentando il progetto per la ricostruzione di questa sua casa, afferma che la medesima si presenta «malconcia e quasi pericolante» e che è «costretto a por mano nella medesima onde evitare qualunque pericolo che nascer potesse» (A.S.U., C.N., 180/1813/I, 1128 Orn. XIX, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da «Giuseppe Prisani Architetto Civile».
1824, mar. 11 Antonio q. Leonardo Venier vende a Girolamo ed Antonio Venerio la casa «comprensiva anche il retroposto c. n. 665, che confina a 1ev. con li consorti Pletti, mezz. — Poscolle, pon. con la contrada Gorgo, tram. con Geretti G.B. loco Gorgo —. Questa vendita — si fa pel prezzo — di austr. —L 5550 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10604, 3206).
1824 È di Girolamo e Antonio Venerio (A.S.U., C.A. I, 89/X, 2802 Orn. II C).
 *I proprietari chiedono di chiudere una finestra «a pieppiano». Il permesso viene accordato, purché la finestra stessa sia collocata in asse con quella superiore (ibid.).
1825, genn. 31*Antonio e fratello Venerio presentano un progetto di riforma «dei due ribatti della casa fu Venier» (A.S.U., C.A. I, 100, 455 Orn. II C).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa alla venditrice di frutta Maria Covis l’avviso n. 1050 concernente la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene ai fratelli Venerio (Competenze, I, f. 17v).
   
NOTE1Senza indicazione di fonte nel ms della Porta.
633
1748*Appartiene ai Sagredo. Vedasi n. 632.
1801*Appartiene a Lorenzo Pletti, che l’ha ceduta in affitto a Domenico Bortolissi (Nomenclatura, f. 24v).
1809*È dell’oste G.B. Pletti; affittuale è l’armaiolo Fortunato Cancian (Registro delli aloggi, f. 18v).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al falegname Giovanni Conti l’avviso n. 1050 sulla «remuzione degli effetti ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1834°Domenico Pletti q. G.B., loco Pletti, loco Lucio Rinaldis, loco Benedetto Bergamino, loco Michiel Bevilacqua, loco Giacoma e sorelle q. Leonardo q. Zuane Lorenz fabbro, paga ven. L 2 in dipendenza di strumento 12 dic. 1452, atti Simon Lovaria, sopra una casa in Poscolle, che anticamente confinava con le case del fu Nicolò Antonio Zuane, da un’altra con il fabbro, dietro con certo Floreano di Colloredo (A.O.U., Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834).
1845, lugl. 15 Casa ad un solo piano, di due finestre, viene alzata. È degli eredi Pletti (A.S.U., C.A. I, 390/VI, 4120 Pol. Giud. IX, con dis.).
 *Il disegno è firmato dal capomuratore Lucio Comuzzi.
1876*Vi abita il sarto Carlo Vicario (COSMI-AVOGADRO, 122).
634
1801 Lorenzo Pletti (Nomenclatura, f. 24v).
1809*È del linaiolo Francesco Pletti; affittuale è il libraio G.B. Turchetti (Registro delli aloggi, f. 18v).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al falegname Giuseppe Maniglia l’avviso n. 1050, concernente la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1845°È di Domenico Del Mestre1.
1852*Appartiene a G.B. Floreano (Competenze, I, f. 17v).
   
NOTE1Senza indicazione di fonte nel ms della Porta.
635
1726, febbr. 13*«Mess. Lorenzo q. Olderico Zaccher carinthiano, habitante in questa città —, cesse — agli eredi q. — Domenico Vicario — la casa con area e corte situate — nel borgo di Viola, acquistate per esso Zaccher dal — nob. — Francesco Arrigoni con instr. di man mia, 5 lugl. 1711 —. E ciò per — il — prezzo — di d 199 L 2 s 4 —» (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunallesco, 8302, XX instr., f. 19v — 20v).
1801 Felicita Vicario (Nomenclatura, f. 24v).
 *Vi abita come affittuale Elisabetta Miana (ibid.).
1808, magg. 15 Giuseppe q. Michele Fabris vende la casa n. 635 a Domenico q. Giacomo Visentini per L 2537. «Confina a lev. — Santo e fratelli Tosetti, mezz. — Poscolle, pon. e tram. Lorenzo Pletti» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10583, 47).
1809 È di Elisabetta Visintini (Registro delli aloggi, f. 18v).
1852*Appartiene a Pietro Maniglia (Competenze, I, f. 18v).
1854, magg. 5*Appartiene a Domenico Del Mestre. Vedasi progetto per la casa n. 636 (A.S.U., C.A. II, 66, 3127 Orn. II C).
1876*Vi abita il calzolaio Antonio Micchia (COSMI-AVOGADRO, 88).
1883*Vi ha bottega il doratore e verniciatore Giovanni Bertoli (AVOGADRO, 143).
1936, febbr. Viene riformata.
636
1801 Santo Tosetti (Nomenclatura, f. 24v).
1809*È di Santo Tosetti (Registro delli aloggi, f. 18v).
1852*Appartiene alla chiesa di S. Nicolò (Competenze, I, f. 18v).
1854, magg. 5 È di Antonio Tuzzi. Viene riformata (A.S.U., C.A. II, 66/1854, 3127 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da «F. Nardini».
1883*Bottega dell’intagliatore in legno Giovanni Bertoli (AVOGADRO, 146).
637
1801 Antonio Cella (Nomenclatura, f. 24v).
 *Vi abita come affittuale il sac. Lorenzo Torrelazzi (ibid.).
1809 È di Giovanni Colaone (Registro delli aloggi, f. 18v).
 *Affittuale è l’orefice Luigi Torrelazzi1 (ibid.).
1852*Appartiene a Valentino Colaoni (Competenze, I, f. 18v).
1854*Proprietà di Giacomo Colaoni. Vedasi progetto per la casa n. 636 (A.S.U., C.A. II, 66, 3127 Orn. II C).
1876*Negozio di salumeria e privativa di Grappin e Peressini (COSMI-AVOGADRO, 110, 111).
1883 Vi ha bottega il tappezziere e sellaio Antonio Collavig (AVOGADRO, 156).
   
NOTE1Per l’orefice Torrelazzi vedansi i n. 746 e 747.
638
1801 Giacomo e Maurizio Moretti (Nomenclatura, f. 24v).
 *Vi abita come affittuale Giovanni Marangoni (ibid.).
1803, ag. 5°Giacomo e Maurizio q. G.B. Moretti cedono in permuta al Marc’Antonio Savorgnan una casa in Poscolle per d 4264 (Not. Antonio Lorio).
1809 È di Vincenzo e fratelli Planis (Registro delli aloggi, f. 18v).
1834°Planis sig. Vincenzo e fratelli q. G.B. loco eredi di Alessandro Oselinil, loco Antonio Brazzoni, loco figli del q. nob. Pietro Fontanini, loco Zuan Pirisin calligaro, loco Zuan Maria de Lorenzi, loco Bartolomeo di Fagagna, loco mess. Nicolò q. Vittor fabbro, pagano L 8 in dipendenza d’Istrumento 1453 maggio 8, atti Giovanni Lovaria, sopra una casa in Poscolle confinava da una parte Pietro pellizzaro, dall’altra Giovanni di Basagliapenta, dalla parte posteriore borgo Viola e davanti strada (A.O.U., Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834, p. 360).
1841, apr. 30 È del canonico Pietro Planis. Ha la facciata di cinque finestre; quella di mezzo ha un poggiolo con balaustra in ferro (A.S.U., C.A. I, 328/1841/VIII, 2909 Orn. II C, con dis.).
 *Il Planis chiede ed ottiene di aprirvi una porta a sinistra del portoncino d’ingresso, per una bottega (ibid.).
1847, apr. 8°Divisioni della facoltà lasciata da mons. Pietro q. G.B. Planis fra gli eredi Giacomo, Caterina, Marianna ed Elena Verzegnassi, fu Prospero (not. Giacomo Someda).
1852*Appartiene ad Anna Planis (Competenze, I, f. 18v).
1874*La casa è censita insieme con quella n. 639 (Prospetti di confronto, 56).
1876*G.B. Bonani2 e figlio vi hanno bottega come intagliatori e doratori (COSMI-AVOGADRO, 92, 97).
1883*Botteghe del doratore Marco Bardusco3 e del calzolaio Giuseppe Santi (AVOGADRO, 143, 140).
   
NOTE1Un documento del 17 sett. 1695 registra un importante passaggio di proprietà di beni mobili fra Alessandro Osellini e il cognato Giuseppe Codicino: «Essendo creditore il sig. Alessandro Osellini dal sig. Gioseffo Codicino suo cognato di ducati ducento e cinquanta, cioè — cento prestatili nell’occasione di dotar — Isabella Codicina sua cugina, maritata nel sig. Gioseffo Pichissino e — cento e cinquanta parimenti prestatili ultimamente per recuperar dal sacro monte sie pezze di tella ch’esso — Gioseffo haveva ivi in pegno ed bora vengono da lui trasmesse al sig. Lorenzo Bortoletti in Venetia a conto del debito che suo tiene; e contentandosi esso — Osellini, per compiacer al cognato, di ricever la satisfattione del medesimo suo credito in tanti mobili; quindi è che detto — Gioseffo Codicino ha dato — allo stesso — Osellini — li mobili qui a piedi descritti concordemente di capo in capo appreciati —. E perché questo dissegna per fornimento di sua casa far provisione d’altri mobili di minor spesa e particolarmente di quadri, acciò intanto la casa non resti sfornita, il sig. Osellini è concorso a satisfar l’istanze del — Codicino con lasciarli per hora a imprestito tutti li detti mobili —, cosi che possa ogni volta che gli parerà — farli levare e trasportar in casa sua. Ed acciò sempre siano conosciuti distintamente dagli altri di ragion Codicina, sono stati d’uno in uno dal sig. Osellini segnati parte col proprio nome descritto in policini e parte col proprio sigillo in cera Spagna —. Seguono li mobili: — due quadri di mano del q. sig. Antonio Carneo con soazoni d’intaglio dorati, appreciati di comun consenso ducati 20 l’uno, val ducati 40, due altri quadri di mano del medesimo con soaze d’intaglio, color di bosso, appreciati come sopra, ducati X l’uno, val ducati 20 —» (A.S.U., N., Nicolò Aloi, 8108 IV instr., f. 118v — 120v).
 2Questo cognome è sempre citato dal Picco come Bonanni (L’arte della scultura in legno in Friuli; Un distinto artista pittore decoratore; Ricordi, 122).
 3Per Marco Bardusco: Elenco ufficiale, 11, 15; PICCO, Ricordi, 122.
639
1791, lugl. 14 «— Giuseppe ed Antonio —q. Valentino Levani — hanno — venduto al sig. G.B. Vincenzo Planis — una casa — in — Poscolle, che confina a lev. casa — Planis, a mezz. strada —, a pon. e tram. sigg. Venier di Gradisca di Sedegliano —. Questa — vendita — hanno fatta — pel prezzo di d 800» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9975, XVIII instr., 1377, f. 1756r — 1756v).
1801 G.B. Planis (Nomenclatura, f. 24v).
 *Vi abita come affittuale Giacomo Bertuzzi (ibid.).
1809*È di Vincenzo e fratelli Planis (Registro delli aloggi, f. 18v).
1834°Vincenzo e fratelli Planis q. G.B., loco eredi Alessandro Oselini, loco Antonio Brazzoni, loco figli q. nob. Pietro Fontanini, loco Zuane Pirisin calligaro, loco Zuan Maria de Lorenzi, loco Bartolomeo di Fagagna loco mess. Nicolò q. Vittor Fabro pagano L 8 in dipendenza di istr. 1453, maggio 8, atti Giovanni Lovaria, sopra una casa in Poscolle; confinava da una parte Pietro pellizzaro, dall’altra Giovanni di Basagliapenta, dalla parte posteriore borgo Viola, avanti strada pubblica (A.O.U., Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834).
1852*Appartiene ad Anna Planis (Competenze, I, f. 18v).
1874*Censita come corpo unico con la casa n. 638 (Prospetti di confronto, 56).
640
1801 G.B. Planis (Nomenclatura, f. 24v).
1809*È di Vincenzo e fratelli Planis; affittuale è Michele Coceancigh (Registro delli aloggi, f. 18v).
1839, mar. 22*Proprietà di Vincenzo e fratello Planis. Vedasi n. 641.
1852*Appartiene ad Anna Planis (Competenze, I, f. 18v).
1876 Scuola elementare privata femminile di Marzia Selva Brusadola (COSMI-AVOGADRO, 65).
1883 Osteria “Al magazzeno”.
 *Proprietario ne è Francesco Anderloni. Nell’edificio ha studio l’avv. Giuseppe Forni (AVOGADRO, 138, 150).
1930 Osteria “Al lepre”.
   
BIBLIOGRAFIA ERMACORA, Vino, 82.
641
1753 L’Ospedale possiede una casa che fu del q. Nicolò Fornasier legata all’Ospedale con atti di Nicolò di Ceresetto (1425-1441). Paga L 8. Ora paga Giuseppe Bombello1 alla partita di Girolamo Pavona (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1753, f. 294v).
1776, ag. 23°Gorizia. Alessandro Giorgio vende la casa a Sebastiano Bombel per d 600 (A.O.U., Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834).
1794, apr. 16*«— Sebastiano q. Giuseppe Bombello — assegna a titolo di patrimonio ecclesiastico al rev. — Giuseppe di lui figlio — la casa — posta nel borgo Poscolle —, come risulta dalla stima fatta dalli sigg. Carlo la-cotti e Vicenzo Moro pubbl. per. —» (A.S.U., N., Ignazio Brunelleschi, 10601, I instr., 141, f. 171v — 177v). Vi è allegata la stima citata, redatta il 15 marzo dalla quale si ricava che si tratta di «casa di muro copperta di coppi, fondi e cortivo, confina a lev. il rev. — Domenico e fratelli Pagioli — e — Francesco Danielis, mezz. il borgo di Poscolle, pon. — G.B. Planis ed a tram. il borgo di Violla —» (ibid.).
1801*Sebastiano Bombelli, falegname (Nomenclatura, f. 24v).
1809*È del falegname Sebastiano Bombelli (Registro delli aloggi, f. 18v).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al falegname Domenico Bombelli l’avviso 1050 concernente la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1834°Bombelli Domenico, loco Comuzzini loco Valentino Pavona loco eredi di Domenico Tosin loco un Filippo di Zuan Rangua pelizzaro di Basagliapenta paga (A.O.U., Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834, p. 378).
1839, mar. 22*«Domenico del fu Sebastiano Bombelli — dichiara venduta al — sig. Odorico del fu co. Vincenzo della Porta la casa di muro coperta di coppi coi relativi fondi e adiacenze, — composta di due fabbricati, uno a mezz. sopra il borgo di Poscolle e l’altro a tram., con corte in mezzo di essi fabbricati, con portone anche sulla calle mette al borgo di Viola — n. 641; — tutta confina a lev. casa del sig. Giuseppe Fabrizio, a pon. casa delli sigg. Vincenzo e fratello Planis, a tram. calle mette al borgo di Violla parte e parte casa — del — Fabrizio ed a mezz. il borgo di Poscolle —. Qual casa in esso venditore è pervenuta in forza di disposizione testamentaria del def. — genitore Sebbastiano q. Giuseppe Bombelli rogiti — D. Micheloni 20 dic. 1821 —. Questa — vendita — fatta venne per — austr. — L 15000 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10492, 11980).
 °Negli anni successivi la casa per eredità passa alla vedova Tranquilla Zanutta della Porta.
1841, febbr. 22*«Domenico Bombelli del fu Sebbastiano — confessa di aver — ricevuto — L 4000 austr. — a saldo — della — somma — di austr. L 6000 rimaste — del contratto — del prezzo della casa venduta» (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/I, 95)
1852*Appartiene a Odorico della Porta (Competenze, I, f. 18v).
1876*Deposito di scagliola di Romano e De Alti (COSMI-AVOGADRO, 112).
1883*Bottega dell’armaiuolo Sante Pontisso (AVOGADRO, 138).
1890°Per eredità passa al pronipote G.B. della Porta.
1894°G.B. della Porta la vende a Giacomo Giordani.
   
NOTE1I Bombelli abitano in Poscolle, anche se non in questa casa, almeno dal 1594, come riferisce il Catastico 1594 della confr. dei Calzolai (A.S.U., Confraternita dei Calzolai, 458, f. 131v) che cita un Piero Bombello.
   
BIBLIOGRAFIA BIASUTTI, Note d’archivio, 18-19.
642
1801 Domenico Pascoli (Nomenclatura, f. 24v).
1809*È dell’agente Francesco Pascoli (Registro delli aloggi, f. 18v).
1811, giu. 1 Francesco fu Antonio Pascoli vende a Domenico fu Mattia Brisighello casa n. 642 con casetta interna per L 7421,02. «Confina verso lev. parte con andronetta con-sortiva con — Pietro Piani e parte con casa e cortivo di — Piani, a mezz. il — borgo di Poscolle — a pon. — Sebastiano Bombello, ed a tram. con casette rimaste al — Pascoli» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10296, 166).
1812, ag. 20 Domenico Brisighelli vende a Giuseppe di Antonio Fabrizio la «casa con forno e corte ed altra casetta interna, sita —nel borgo Eugenio, detto un tempo di Poscolle, al c.n. 642 e ciò pel prezzo di it. L 7421,2 —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10323, Rep. III, 808, f. 12v).
1839, mar. 22*Appartiene a Giuseppe Fabrizio. Vedasi n. 641.
1845, ag. 19 Domenico fu Giuseppe Fabrizio vende a Valentino Passero «la casa posta nel borgo di Poscolle con altre casette attigue riferiscono nella contrada detta di Viola e corticella tra esse, il tutto distinto coi c.n. 642, 651 A, 651 B, 652 D —, cui unito vi confina a lev. eredi del fu Pietro Venuti e callisella mette al borgo di Viola, mezz. borgo Poscolle, pon. co. Ulderico della Porta ed altra callisella mette al borgo Viola, tram. ***. Le prescritte case furono dal def. — Giuseppe Fabrizio acquistate con pubblici istrumenti 20 ag. 1812, atti Michelone, e 31 ag. 1812, atti Colomba, e da esso passarono nei di lui eredi —. La vendita — viene — fatta — per — austr. L 8852,34 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4837, 6246).
1852*Appartiene a Valentino Passero (Competenze, I, f. 18v).
643
1801 Francesco Danielis (Nomenclatura, f. 24v).
1809 È di Pietro Piani negoziante (Registro delli aloggi, f. 18v).
 *Affittuale è il locandiere Paolo Prosdocimo (ibid.).
1810, febbr. 24°Locanda “Ai tre mori”, già “Pomodoro” (A.M., Commissario di polizia di Udine, 1810).
1812 Albergo all’ “Aquila d’oro” (Esercenti).
 *Gestione di Pietro Burelli (ibid.).
1815, ott. 2*A Pietro Piani è necessario «accrescere nella sua casa in Poscolle coscritta al n. 643 un ribatto a pian terreno sopra la strada». Il permesso è accordato (A.S.U., C.N., 180, 8199 Orn.).
1817, sett. 19*Il cursore municipale consegna in questa casa un invito per Maria Monticoli a munirsi di licenza di polizia. Non ne è precisato il motivo (A.S.U., C.A. I, 10).
1852*Appartiene a Margherita Venutti (Competenze, I, f. 18v).
1874*L’edificio è censito come parte di un complesso comprendente i n. 643, 644 e 645 (Prospetti di confronto, 56).
1876*Vi abita il medico chirurgo Giovanni Rinaldi. Luigia Angelis gestisce un negozio di privative. Nella casa inoltre lavora il cesellatore e argentiere Domenico Bertaccini1, pure indicato come ottonaio e lattonaio (COSMI-AVOGADRO, 101, 111, 90 e 108).
1883*Vi è ancora segnalata la bottega di Domenico Bertaccini (AVOGADRO, 153).
1931 La casa ha un poggiolo di pietra.
   
NOTE1Per Domenico Bertaccini: Elenco ufficiale, 17.
644
1801 Francesco Rossi (Nomenclatura, f. 24v).
1809*È di Francesco Rossi; affittuale è l’agente G.B. Zanolli (Registro delli aloggi, f. 18v).
1828, febbr. 21*Giovanni Morelli de Rossi, quale proprietario della casa, chiede il permesso di applicare una cornice «sopra la bottega della casa medesima». Il permesso è concesso, purché ci si attenga al modello adottato per le botteghe del palazzo comunale (A.S.U., C.A. I, 148/X, 702 Orn. II C).
1852*Appartiene a Morelli de Rossi (Competenze, I, f. 18v).
1874*Vedasi n. 643.
645
1726*Appartiene alla chiesa di Pasian di Prato. Vedasi n. 646.
1801 Comune di Pasian di Prato (Nomenclatura, f. 24v).
 *Affittuale Anna Cassutti (ibid.).
1809*È della chiesa di Pasian di Prato; affittuale è l’oste Giacomo Pittana (Registro delli aloggi, f. 18v).
1812 Osteria “Alla colombina” (Esercenti).
 *Gestione di Giacomo Pittana (ibid.).
1841, genn. 26*Angela De Luisa chiede di ampliare la porta e la finestra del pian terreno, spostando la seconda in asse con quelle superiori. Il progetto è firmato dal muratore Giuseppe Salvador. La deputazione d’ornato, esprimendo parere favorevole, suggerisce di «prescrivere anche la sistemazione di quelle» superiori (A.S.U., C.A. I, 328/VIII, 809 Orn. II C, con dis.)
1852*Appartiene alla chiesa di Pasian di Prato (Competenze, I, f. 18v).
1868, genn. 8 Il demanio pone all’asta la casa n. 645 (“Giornale di Udine”, 2, CCCIV, 21 dic. 1867, 4).
1874*Vedasi n. 643.
1876*Giuseppe Ersetich vi gestisce un magazzino di vino all’ingrosso (COSMI-AVOGADRO, 116).
1883*Bottega dell’argentiere e cesellatore Domenico Bertaccini1, che vende anche chincaglieria e bigiotteria (AVOGADRO, 142).
   
NOTE1Vedasi n. 643.
646
1726, genn. 28 Gli eredi di G.B. Modesti vendono a Bortolo Maffini, mercante, la «casa in — borgo di Poscolle, che confina a lev. con casa possessa da — Francesco Cernante, mezzog. strada — pon. casa della chiesa di Pascano o sia Colloredo di Prado et alli monti col — co. Scipione Gaspardis. E ciò per — d 389 e s 4, come fu acquistata per l’antedetto G.B. coll’istrom. 21 genaro 1682 per mano del q. — Girolamo Dell’Hoste not. —» (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi , 8302, XX instr., f. 17v — 19v).
1774, sett. 30 Confinazione operata dal pubblico perito Nicolò Codutti su istanza del p. Giusto Fontanini, sindaco del convento di S. Pietro Martire: «— Casa posta — nel borgo di Poscolle, possessa dalli sigg. Francesco e fratelli Casi, pervenuta a detti — Casi per eredità della sign. Anna n. Mafini moglie del — sig. Francesco, uno di detti fratelli; nella faciata di detta casa, al di fuori verso il borgo, erra anticamente pitturata l’efige della B. Vergine Maria e di altri diversi Santi, ora presente non esiste. — Confina — a levante con — Orsola Servante, — ora abitante in Ontegnano, mediante una casa tenuta ad affitto da — Francesco Cattaruzzo, mezzodν — borgo di Poscolle, ponente casa della — chiesa di S. Giacomo di Pasian di Prato tenuta ad affitto da — Giacomo q. Simon Chiandetto e a tramontana casa del — co. Vicenzo di Pers, fu Gaspardis —» (A.S.U., C.R.S., 783/31, n. XI).
1801 Raffaello de Raffaello (Nomenclatura, f. 24v).
1809*È del maniscalco Raffaello Raffaeli (Registro delli aloggi, f. 18v).
1810, dic. 29 Raffaello q. Francesco Raffaelli vende a Gasparo q. Giacomo Buelz di Treviso la casa n. 646, confina a lev. Minighini, mezz. borgo, pon. comune di Pasian di Prato, tram. eredi di Vincenzo di Pers, per it. L 2530 (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10323, Rep. II, 447, f. 18v).
1813, apr. 12*Gaspero Sbuels ottiene il permesso di tinteggiare di bianco la facciata (A.S.U., C.N., 180).
1816, giu. 14°°Pratica edilizia di riforma della facciata (A.S.U., C.N., 180/XIX, 849 Orn. 19, con dis.). Il disegno è firmato da «Francesco Bernardinis Ing. Civ.e».
1852*Appartiene a Gaspero Sbolz (Competenze, I, f. 18v).
1876*Magazzino di vino all’ingrosso di Antonio Cricchiutti (COSMI-AVOGADRO, 116).
647
1726*Appartiene a Francesco Cervante. Vedasi n. 646.
1774*Appartiene a Orsola Servante. Vedasi n. 646.
1801 Elisabetta Meneghini d’Ontagnano (Nomenclatura, f. 24v).
 *Affittuale Maria Moratti (ibid.).
1809*È di Carlo Meneghini; affittuale è l’impiegato Vincenzo Ruggieri (Registro delli aloggi, f. 18v).
1811, mar. 9*In seguito ad atto oppignorativo del 1 febbraio, viene messa all’asta una stanza al pian terreno. Debitore è Meneghini di Ontagnano (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta).
1812, febbr. 5*Carlo e Antonio q. Domenico Menighini vende per L 1842 a Giuseppe del q. Giovanni Bidossi la casa n. 647; confina a lev. piazza, pon. eredi q. Vincenzo Pers (A.S.U, N., Luigi Bertoldi, 10355, Rep. II, 867, f. 42r).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa alla rigattiera Elisabetta Venuti l’avviso n. 1050 concernente la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1847, ott. 8*«— Luigia Pellizzari Brusani, a mezzo del nob. Leonardo Mantica —, vende — al — sig. Giacomo Flumiani — la casa situata — in borgo Poscolle al c.n. 647 — coi confini a lev. Pecile Leonardo, mezz. borgo Poscolle, pon. Sbuelz Gaspare e tram. Jesse. Quella casa si vende — pel prezzo — di L 6400 — e coll’obbligo di pagare ogni anno in perpetuo lb — 2 d’oglio alla — chiesa di S. Nicolò in Udine —» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/III, 1255).
1852*Appartiene al dott. Giacomo Flumiani (Competenze, I, f. 18v).
1876*La casa ospita, oltre il coltellinaio Mattia Meazzo, il negozio di coloniali e la drogheria di G.B. Pellegrini, nonché il magazzino di vino all’ingrosso di Domenico Ceconi (COSMI-AVOGADRO, 91, 116).
1883*Vi esercita l’attività di coltellinaio e fabbricatore di strumenti chirurgici Giacomo Menegon1. Vi lavora anche il fabbro ferraio Leonardo Pecile (AVOGADRO, 144).
   
NOTE1Per Giacomo Menegon: Elenco ufficiale, 6; Esposizione, 13.
648
1801 Carlo Paroni (Nomenclatura, f. 24v).
 *Affittuale Montanari (ibid.).
1802, sett. 1*«Cornelia del q. Angelo Paroni, moglie relitta del q. — Francesco Michieli —, ha venduto — al sig. Mattio figlio separato del sig. Antonio Caratti di Tolmezzo —la mettà della quale è di appartenenza del q. — Filippo fu figlio delli q. — Giacomo ed Elisabetta Paroni Montanari, che unita confina a lev. eredi del q. — co. Vincenzo di Pers fu Gaspardis, a mezz. il borgo — di Poscolle, a pon. — Meneghini di Ontegnano ed a tram. — eredi Pers —; qual casa — fu ad essa —lasciata in legato dal — q. Filippo — zio con testam. 6 sett. 1753 in note del q. — Alessandro Aborta —. E questa — vendita ha fatto — pel — prezzo — di d 450 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLV instr., 3301, f. 4432v — 4433r).
1809 È di Paolina Montanari (Registro delli aloggi, f. 18v).
 *Affittuale è l’industriante G.B. Danelucci (ibid.).
1811, giu. 25 L’amministratore dei beni retrodati del circondario di Udine vende, per L 400, al sig. Carlo fu Giuseppe Giudice la casa n. 648 già di Paolina Montanari oppignorata e retrodata per debito prediale. Confina lev. e tram. eredi di Vincenzo Pers, mezz. strada (A.S.U., N., Domenico Micheloni, 10326, 558).
1823, ott. 21 Carlo q. Filippo Montanari ed Eugenia in Guitard, figli del q. Filippo Montanari e della q. Paolina Piva, il primo per cinque ottavi e la seconda per tre ottavi, vendono a Leonardo Pecile fabbro, che acquista, per persona da dichiarare, la casa n. 648 per L 3100. «Confina a lev. e tram. cogli eredi Pers, a mezz. il — borgo di Poscolle ed a pon. Giuseppe Bidossi» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10633, 372).
1832*Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casaal fabbro Leonardo Pecile l’avviso municipale n. 1050 per la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1833, magg. 30 È di Leonardo Pecile. Casa di due finestre al primo piano, ad arco (A.S.U., C.A. I, 206/I, 2398 Orn. II C, con dis., firmato dal capomastro G.B. Degan).
 *Il proprietario presenta un progetto di riforma che viene approvato (ibid.).
1876*Bottega del fabbro ferraio Gabriele De Sabbata1 (COSMI-AVOGADRO, 92).
1921 Casa del Leone. Già ufficio veneto del saggio dell’oro2 (VALENTINIS, Udine antica, 9).
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 18 apr. 1955 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Sull’attività dei De Sabbata: Esposizione, 14, 64.
 2Non si sono finora trovati documenti che comprovino l’affermazione del Valentinis.
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 138; BERRIS, Monografia, 7; BRAGATO, Guida, 65; GIOSEFFI, Udine, 84.
649
1744 Scipione Gaspardis «abita la casa che fu dei Brugnis, poi dei Sassi, prossima a S. Nicolò da lui ristorata e ridotta nella bella forma che si vede. Questa casa appartenne anche agli Ottacini» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 176).
1801 Eredi q. co. Vincenzo di Pers (Nomenclatura, f. 24v). Passò poi in eredità al barone Orazio Belgrado e poi acquistata dal sig. Giuseppe Jesse (Registro anagrafico, f. 15v).
1809*È di Paolina di Pers (Registro delli aloggi, f. 18v).
1809, genn. 14*Paulina della Forza di Pers chiede al podestà di Udine la restituzione dell’appartamento che tale sig. Ranvez, il quale in precedenza l’occupava, ha ceduto ad un medico maggiore di reggimento (A.S.U., C.N., 116, 285 XXXII R.S.).
1815, genn. 4*Al podestà «la — co. Paolina della Forza di Pers — fa presente — d’essersi prestata — alla riparazione di cui avea estrema necessità il marciapiedi anesso alla di lei casa d’abitazione — al c. n. 649 e nell’atto stesso non può a meno di non rimarcargli che l’abuso da lungo tempo introdotto dalli venditori di legna di qualunque specie, che in giorno delli soliti cosν detti mercati settimanali, dispongono sul salizzo della casa antedetta appoggiandoli alle pareti, ben presto riddurrà nel primiero sistema ed in conseguenza inutile ogni cura e spesa incontrata dalla — co. di Pers—». Il podestà riconosce giusti i motivi addotti e promette l’adozione di provvedimenti opportuni (A.S.U., C.N., 186, 122 Pol. 20).
1825, dic. 14*«— Il — co. Marzio del fu co. Giulio Strassoldo —, mediante — Gregorio Comelli di lui agente —, vende al — sig. Giuseppe Tomaso Jesse — la casa — n. 649 — 650, faciente cantone ai borghi di Poscolle e S. Maria, — confina a lev. strada del borgo di S. Maria, conducente a quella di Poscolle, mezz. parte strada publica del borgo di Poscolle e parte casa di Leonardo di Antonio Pessille fabro, casa del sig. Giuseppe Bidossi calzolaio e casa — della — chiesa di Pasian di Prato, pon. parte casa del sig. Giovanni Morelli de Rossi e parte casa del sig. Pietro Piani e piazzetta —. Tale vendita viene fatta — per il prezzo — convenuto in austr. — L 22857,15 —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10551, 2565).
1825, dic. 15*Tomaso del fu Simone Jesse deposita negli atti del not. Francesco Nussi i documenti d’acquisto della casa ai n. 649 e 650 (ibid.).
1826, apr. 10 Casa ai n. 649-650, già Vincenzo di Pers, acquistata da Jesse con istr. 14 dic. 1825, atti Nussi. Si domanda di inalzarla a tre piani (A.S.U., C.A. I, 100/1826/II, 1159 Orn. II C, con dis.).
1838, magg. 23 Giuseppe Iesse «in continuazione dei lavori di alzamento fatti eseguire» nelle case in Poscolle ai n. 649-650 negli anni 1826-1827, chiede di alzare anche la parte verso via Viola (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 2609 Orn. II C, con dis.).
 *Il progetto è approvato (ibid.).
1838, lugl. 18*Giuseppe Iesse comunica che nel «corso dei lavori di riforma alla casa n. 649, 650 — trova conveniente di ommettere l’alzamento del terzo piano per la circostanza che li muri vecchi non presentano bastante solidità». La decisione è approvata dalla deputazione d’ornato (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 3864 Orn. II C).
1883 Osteria “Al ritorno degli Italiani” (AVOGADRO, 150).
 *Gestione di Francesco Bortoluzzi (ibid.).
1924 «Casa ex Muratti. Stile rinascimento su disegno dell’Architetto Valentino Presani (sec. XIX)» (G. VALENTINIS, Udine antica, p. 10). Da Iesse passò per acquisto in Giusto Muratti; dopo la guerra fu della Camera del Lavoro, indi di Alessandro del Torso e finalmente delle Assicurazioni Generali.
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 03 magg. 1997 ai sensi della L. 1089/1939.
   
STUDI INEDITI BUCCO, Il neoclassicismo, I, 61.
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 138-139; BRAGATO, Guida, 65; CHIURLO, Epigrafi, 48, 50, 61; PAGNINI, Giusto Muratti, 58-70; ROTA, Cenni, 30; VALENTINIS, Udine antica, 10; VALENTINIS, Cinquanta epigrafi, 17, 19, 30.
650
1801*L’edificio, di proprietà degli eredi del co. Vicenzo di Pers, ospita l’affittuale Gioseffa Grandis (Nomenclatura, f. 24v).
1809 È di Gioseffa Grandis (Registro delli aloggi, f. 18v).
1825, dic. 14*Vedasi n. 649.
1826, apr. 10*Vedasi n. 649.
1852*Appartiene a Francesco ed Ermacora lesse (Competenze, I, f. 18v).
651
1801 Antonio e Bernardino Pasini (Nomenclatura, f. 24v).
 *Affittata ad Angelo Vianelli (ibid.).
1804, giu. 15 Antonio Pasini vende a pre’ Domenico Pascoli cinque casette nel borgo di Viola per d 1718 (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, V instr., 467, f. 425v — 426r).
1809 È di Pietro Piani negoziante (Registro delli aloggi, f. 18v).
 *La casa ospita gli affittuali Antonio Blasone vetturino, Giacomo Durisini facchino e Giuseppe Caligaris domestico (ibid.).
1815, ag. 31°Domenico fu Giuseppe Fabrizio vende a Valentino Passero le case 642, 651, confinanti a pon. con il co. Ulderico della Porta, per L 8852 (not. Giovanni Giuseppe Clochiatti).
1842, mar. 12 Il vescovo Emanuele Lodi, erede di Maria Visentini, ved. di Pietro Piani, vende ad Anna Pontoni Tiburzio la casa n. 651 «che confina a lev. Moro Margherita —, mezz. parte — eredi di Fabrizio Giuseppe e parte Venuti Pietro, pon. callesella di transito, ed a tram. il — borgo Viola per L 2400» (A.S.U., N. , Riccardo del fu Antonio Paderni, 10503, 14823).
1851°La casa 651 A dell’ospedale (A.O.U., Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834).
1852*La casa appare divisa in tre parti, censite ai numeri 651 A, B, C, appartenenti agli eredi Piani e a Valentino Passero (Competenze, I, f. 18v).
1867, nov. 5*Avviso d’asta, fissata per il 25 nov., per la casa che risulta inserita nel Terzo elenco dei lotti di beni provenienti dal patrimonio ecclesiastico (“Giornale di Udine”, 2, CCLXIV, 5 nov. 1867, 4, n. 4168-7 P. Culto).
1883*Nella parte censita 651 E è segnalata la fucina del fabbro Giusto Di Lenna (AVOGADRO, 143).
652
1801 Sigg Antonio e Bernardino Pasini (Nomenclatura, f. 25v).
 *L’edificio ospita cinque affittuali (ibid.).
1804, febbr. 29 Antonio del q. Bernardino vende a Valentino Della Maestra «— una casa — in borgo — Viola composta da due stanze terranee e sollaro sopra, confina a lev. con l’androna chiamata di Pieris, mezz. e tram. con case del — venditore, ed a pon. androna consortiva —, acquistata — con scrittura privata del 16 ott. 1800 dalle mani di — Giuseppe — Moreale di Remanzaco e questo per lo prezzo — di d 400 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, V instr., 455, f. 417r — 417v).
1809 È di Pietro Antonio Tomasone, dell’industriante Valentino Della Maestra, di Lucia Moro, di Francesco Pascoli comproprietari (Registro delli aloggi, f. 18v).
 *Affittuali sono gli industrianti Teresa Nidi, Valentino Moro, Giuseppe Filiputti e il «bolzer» Giovanni Sel (ibid.).
1812, ag. 31 Francesco q. Antonio Pascoli vende a Giuseppe di Antonio Fabrizio due casette in borgo Viola del corpo n. 652 «una segnata con la lett. D — composta da una stanza terranea e sollaro sopra, copperta di coppi, confina a lev. con fondi ad uso di lettamaio — del sig. Pietro Piani, a mezz. — parte l’acquistante ed parte — Sebastiano Bon-bello, a pon. con l’androna senza uscita ed a tram. con casa — del sig. Giuseppe Tomasoni; e l’altra casetta pocho distante — senza il civico numero, confina a lev. androna senza uscita, a mezz. con lettamaio di Pietro Piani, a pon. — Giuseppe Tomasoni ed a tram. con casa — del p. ospedale maggiore di Udine» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10298, 312).
1816, lugl. 9*Pietr’Antonio Tomasone vende a Leonardo Manzano «una — stanza terranea nel corpo della casa sita in — borgo —di Violla, coscritta al c. n. 652 —, che confina a lev., mezz. e pon. — Vincenzo e fratelli Planis ed a tram. strada di detto borgo —, pel prezzo — d’it. — L 300 —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10330).
1833, febbr. 24 G.B. e Giuseppe di Valentino Della Magistra vendono a Pietro fu Giovanni Bros casa n. 652, «composta di piϊ abitati», per austr. L 2537,13 (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 638, 3504).
1833, mar. 12 Giuseppe q. G.B. Tomasoni vende a Floreano q. Antonio Tosolini casa n. 652 C per austr. L 1062,86. Le «fa coerenza a lev. casa dell’ospitale di Udine, a mezz. Giuseppe Fabrizio, a pon. calle di transito. — Il venditore — era proprietario in forza d’acquisto ratificatore con istr. 25 genn. 1808 per atti del not. Bertoldi» (A.S.U. , N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10480, 8659).
1834°Pietro Bonas, loco G.B. Del Mestre, loco Paolo Moreale, paga venete L 40 sopra una casa in via Viola, già dell’ospedale, concessa in enfiteusi a Paolo Moreale e Gioseffa sua moglie con istrumento 22 luglio 1760 (A.O.U., Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834).
1852*Il numero 652 è contrassegnato dalle lettere A, B, C, D e i proprietari della casa risultano Manzani, Bonassi, Tosolini e Passero (Competenze, I, f. 18v).
1876*Vi abita il professore di fagotto Giacomo Adami (COSMI-AVOGADRO, 103).
653
1801 Sigg. Antonio e Bernardino Pasini (Nomenclatura, f. 25v).
 *Affittata ad Antonio Nigris (ibid.).
1809 È di Antonio Nigris e della chiesa di S. Nicolò (Registro delli aloggi, f. 18v).
 *Affittuale è l’industriante Mattia Rieppi (ibid.)
1827*Bernardino del fu Antonio Pasini presenta progetto di riforma della casa (A.S.U., C.A. I, 135/1827/XV, 4816 Orn. II C, con dis.).
1831, dic. 26 Bernardino Pasini vende la casa 653 a Leonardo Pecile per austr. L 1285,72 (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 637, 3069).
1850*Filanda di seta con un fornello, di proprietà di Leonardo Pecile (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 69).
1852*Appartiene a Leonardo Pecile (Competenze, I, f. 18v).
1883*Recapito del vetturale pubblico Pasquale Padovani (AVOGADRO, 150).
654
1694, lugl. 20*Notizia indiretta sull’ubicazione della sala del consiglio della fraterna di S. Nicolò: «Il nob. — Carlo Daneluzzi udinese — vende — al sig. Andrea Spaetti — una sua casa posta nel borgo di Viola con tutte le sue comodità —; confina a lev. rimessa della casa de’ Sagredi, habitata da me nodaro, a mezodν parte il compratore, parte li — fratelli Gallai e parte — Francesco Pletto, a pon. parte detti eredi e parte gli eredi q. nob. Camillo Gorgo ed a tram. casa della — confraternità di S. Nicolò di detto borgo, ove si fa il consiglio. — E ciò per il prezzo — di d 350 —. Al rogito, redatto in via Aquileia nelle case dei venditori, sono presenti il falegname Nicolò del fu Giovanni Domenico Bertolisso da Venzone e Giovanni del fu Francesco Alchino da Cividale di Belluno vetriaro, hora habitante in questa città» (A.S.U., N., Girolamo Dell’Oste, 7906, VI instr., f. 98v).
1801 Sala del consiglio della fraterna di S. Nicolò (Nomenclatura, f. 25v).
1809*È della chiesa di S. Nicolò; affittuale è il falegname Antonio Moro (Registro delli aloggi, f. 18v).
1809, nov. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 12 nov., viene messa all’asta, senza esito, la casetta n. 654. Come debitrici, per L 160,27, sono indicate le fraterne del Ss.mo Sacramento e S. Nicolò (A.S.U., C.N., 80, Asta).
1852*Appartiene alla chiesa di S. Nicolò (Competenze, I, f. 18v).
1867, nov. 5 Nel terzo elenco dei libri di beni provenienti dal patrimonio ecclesiastico, al n. 4168-7, vengono indicate per l’asta da tenersi il 25 nov. le case indicate 654 A e 654 B (“Giornale di Udine”, 2, CCLXIV, 5 nov. 1867, 4).
655
1801 Domenico De Marco (Nomenclatura, f. 25v).
 *Affittuale Antonio Cremese (ibid.).
1809*È di Domenico De Marco; affittuale è il fabbro Giovanni Pievano, che vi ha bottega e magazzino (Registro delli aloggi, f. 18v — 19r).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al fabbro Giovanni Pievono l’avviso n. 1050 concernente la «rimuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene a Leonardo Pecile (Competenze, I, f. 18v).
1876*Bottega del mastellaio e bottaio Giuseppe Comuzzi (COSMI-AVOGADRO, 101).
656
1801 Rr. mm. di S. Chiara (Nomenclatura, f. 25v).
 *Affittata a Caterina Verderame (ibid.).
1802, ag. 4 Le monache del convento di S. Lucia vendono «la casa che serviva un tempo per — abitazione del — confessore» in borgo Viola a Michele e Giuseppe q. Zuane Gervasutti; «quale confina a lev. parte con casa -della — fraterna di S. Nicolò e parte — Antonia Aloisio, mezz. parte — fraterna e parte coo. Gorgo, pon. — coo. Gorgo ed a tram. strada —» per d 1800 (A.S.U., N., Ignazio Brunelleschi, 10162, III instr., 474, f. 641v — 643v).
1809 È di Michele Gervasoni negoziante (Registro delli aloggi, f. 18v).
 *Affittuale è l’oste Antonio Miani (ibid.).
1812 Osteria “Alle viole” (Esercenti).
 *Gestione di Antonio Querinis (ibid.).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al falegname G.B. Del Bianco l’avviso 1050, concernente la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene a Giuseppe Gervasoni (Competenze, I, f. 18v).
1876*Bottega del falegname Giuseppe Moretti (COSMI-AVOGADRO, 93).
657
1801 Co. Camillo Gorgo. «Case interne con vari affittuali» (Nomenclatura, f. 25v).
1809*È di Camillo Gorgo. Affittuali sono gli industrianti Giacinta Bontempo e Giuseppe Biasutti, il domestico G.B. Tempo, il calzolaio Giorgio Zamaro (Registro delli aloggi, f. 18v).
1811, nov. 2 Gioseffa nata Lamberg, moglie di Camillo q. Francesco Gorgo, cessionaria del medesimo, vende ad Angelo di Giuseppe Bertuzzi «le case — in — borgo Violla insieme unite formanti un corpo di fabbricato — alli c. n. 657, 658, 659 —; confinano al lato di lev. con diversi particolari, e al lato di pon. colla strada del borgo. Questa — vendita — viene — fatta per — L 11675,77» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10360, 757).
1852*Appartiene a Ferdinando Bertuzzi (Competenze, I, f. 18v).
658
1801 Co. Camillo Gorgo (Nomenclatura, f. 25v).
 *Affittuale Giuseppe Tommason (ibid.).
1809 È in una parte in corso di fabbrica (Registro delli aloggi, f. 18v — 19r).
 *Appartiene a Camillo Gorgo. Affittuale è l’industriante Caterina Beana (ibid.).
1811*Vedasi n. 657.
1852*Appartiene a Ferdinando Bertuzzi, con i n. 658 A, B, C, D (Competenze, I, f. 18v).
1876*Vi si trova la falegnameria di Giovanni Gomiero (COSMI-AVOGADRO, 89), ancora segnalata nel 1883 (AVOGADRO, 141).
659
1801 Co. Camillo Gorgo (Nomenclatura, f. 25v).
 *Affittuale Gioseffa Quargnala (ibid.).
1809*È di Camillo Gorgo; affittuale è il negoziante Giuseppe Quargnale (Registro delli aloggi, f. 18v).
1811 Vedasi n. 657.
1852*Appartiene a Ferdinando Bertuzzi (Competenze, I, f. 18v).
1876*Vi lavora il fabbro ferraio Giuseppe Feruglio (COSMI-AVOGADRO, 92), la cui presenza è nuovamente segnalata nel 1883 (AVOGADRO, 92).
660
1801 Co. Giovanni Gorgo (Nomenclatura, f. 25v).
 *Affittuale G.B. Padoano (ibid.).
1809*È di Camillo Gorgo; affittuale è il muratore G.B. Tondolo (Registro delli aloggi, f. 18v).
1810, magg. 15 Giovanni fu Francesco Gorgo vende a Giovanni q. Antonio Candussio «una casa — posta — nel borgo di Viola — n. 660, composta di cucina, camera e solaro —; a mezz. casa — della chiesa di Lavariano, a sol a monte strada —, a tram. Camillo Gorgo. Questa vendita viene fatta — per — L 951,72» (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10569, 186).
1825, febbr. 4 È di G.B. Candussio (A.S.U., C.A. I, 100/1825/II, 494 Orn. II C, con dis.). Il proprietario chiede ed ottiene di sistemare le facciate, mettendo in asse le finestre, e di apporre la grondaia (ibid.).
1832, nov. 12 Giovanni q. Antonio Candussio la vende a Giovanni di Francesco Brunelleschi, per L 2742,85 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10480, 8511).
1852*Appartiene a Cirello Brunelleschi (Competenze, I, f. 18v).
661
1801 Comune di Variano (Nomenclatura, f. 25v). Affittuale G.B. Gozzi (ibid.).
1809*È della chiesa di Galleriano. Affittuale è il sarto G.B. Gozzi (Registro delli aloggi, f. 18v).
1852*Appartiene al comune di Variano (Competenze, I, f. 18v).
1867, ott. 23*Avviso d’asta. Vi è compresa la casetta, che è inserita nei Lotti di beni provenienti dal patrimonio ecclesiastico (“Giornale di Udine”, 2, CCLIII, 23 ott. 1867, 4).
1867, nov. 2 Il demanio pone all’asta per il 18 nov. la casa n. 661 nell’avviso recante il n. 4083. Viene definita «casetta per artieri» (“Giornale di Udine”, 2, CCLXII, 2 nov. 1867, 4).
662
1801 Co. Giovanni Gorgo (Nomenclatura, f. 25v).
 *Affittata a Bernardino Zuppelli (ibid.).
1809*È di Giovanni Gorgo; affittuale è l’industriante Antonio Bevilacqua (Registro delli aloggi, f. 18v).
1811, giu. 30 G.B. q. Valentino Geretto vende a Antonio di Giuseppe Coviz «— nativo di Gorizia, muratore» e Maria Fanna coniugi la casa n. 662 «composta di una stanza a pian terreno, di altra stanza in primo piano e di grannaro superiore —; confina a lev. cortivo di — Pleti, a mezz. Giacomo Sciussi mediante casa, a pon. strada pubblica, a tram. casa — della chiesa di Lavariano —. Questa vendita viene fatta — per — L — 511,68 —» (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10570, 329).
1821, giu. 16 Antonio Coviz la vende per L 500 a Pietro fu Angelo Micoli (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10545, 1290).
 *È «formata da tre stanze, una in pieppiano, altra in sollaro e la terza superiore ad uso di grannaio —» (ibid.).
1844, febbr. 6 G.B. fu Valentino Geretti e Giuseppe Coviz vendono a Giovanni fu Osvaldo Fabris la casa n. 662 per austr. L 800 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10508, 16301). La casa era stata di Antonio Coviz, passata ai figli. Le figlie Anna e Francesca avevano venduta la loro parte a G.B. Geretti (ibid.).
1849, febbr. 5*«— Gaetano Fabris — retrovende al — sig. Giuseppe Covigh — la casa costruita di muro, coperta di coppi, situata —nella contrada che mette dal borgo di Poscole a quello di Viola, coscritta col c.n. 662 —, che confina a lev, con li consorti Pletti, mezz. G.B. Cesare, pon. la contrada suddetta ed a tram. la — chiesa di Campoformido —. Questa retrocessione — si accetta — pel — prezzo — di austr. — L 800 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10516, 18901).
1852*Appartiene a Giuseppe Coviz (Competenze, I, f. 18v).
663
1801 Co. Giovanni Gorgo (Nomenclatura, f. 25v).
 *Affittata a Maria Cecutti (ibid.).
1809*È di Giovanni Gorgo. Affittuale è il linaiolo Antonio Tremori (Registro delli aloggi, f. 18v).
1810, mar. 21 Giovanni fu Francesco Gorgo vende a Giacomo fu Mattia Ciussi la casa n. 663 «consistente in tre stanze, una sopra l’altra, poste — in contrada — Poscolle, marcata col c.n. 663, confina a lev. — G.B. e fratelli Plet, mezz. — Giovanni Gorgo —, pon. detta contrada, ed a tram. detto — Gorgo —. E questa vendita — fa — per il prezzo di L — 888,27 —» (A.S.U., N., Domenico Cosattini, 10563, 74).
1840, apr. 10 È di Giuseppe di G.B. Cesare. A due piani, viene alzata a tre (A.S.U., C.A. I, 315/VI, 2124 Orn. II C, con dis. firmato del muratore G.B. Gerarduzzi).
1852*Appartiene a G.B. Cesare (Competenze, I, f. 18v).
1876*Fucina del fabbro ferraio Giuseppe Pianta1 (COSMI-AVOGADRO, 92), segnalata anche nel 1883 (AVOGADRO, 144).
   
NOTE1Per Giuseppe Pianta: PICCO, Ricordi, 110.
664
1801 Co. Giovanni Gorgo (Nomenclatura, f. 25v).
 *Affittuale Giovanni Spicogna (ibid.).
1809*Appartiene a Giovanni Gorgo; affittuale è il vetturino Innocente Piva (Registro delli aloggi, f. 19v).
1831, sett. 23*G.B. Geretti, proprietario della casa, presenta un progetto per alzare l’edificio (A.S.U., C.A. I, 182/V, 4178 Orn. II C, con dis., firmato dall’impresario Giuseppe Presani).
1852*Appartiene a G.B. Geretti (Competenze, I, f. 18v).
665
1801 Co. Giovanni Gorgo (Nomenclatura, f. 25v).
 *Affittuale Francesca Cattarossa (ibid.).
1809, febbr. 21 Giovanni Gorgo vende ad Antonio Venier la casa n. 665 per L 1046,895 (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9973, Rep., 102, f. 6r).
1809*È di Antonio Venier; affittuale è l’industriante Francesca Cattarossi (Registro delli aloggi, f. 19v).
1824, mar. 11*Vedasi n. 632.
1852*Appartiene ai fratelli coo. Maniago (n. 665 e 665 A) (Competenze, I, f. 18v).
666
1801 Co. Camillo Gorgo (Nomenclatura, f. 25v).
 *Affittuale G.B. Padoano (ibid.).
1809 È di Nicolò Maniago (Registro delli aloggi, f. 19v).
 *Affittuali sono il muratore Antonio Fanna e il calzolaio Giuseppe Simeoni (ibid.).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al falegname Francesco Gozzi l’avviso n. 1050 concernente la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti, le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*La casa appare divisa in due parti: 666 e 666A, appartenenti ai fratelli coo. Maniago (Competenze, I, f. 18v).
1876*Bottega del calzolaio Domenico Tondolo (COSMI-AVOGADRO, 89).
667
1801 Co. Camillo Gorgo (Nomenclatura, f. 25v). Affittuale Giovanni Pignattaro (ibid.).
1809 È di Nicolò Maniago (Registro delli aloggi, f. 19v).
 *Affittuale è l’industriante Battistina Vidoli (ibid.).
1820, lugl. 22*Leonardo lesse, che ultimamente è divenuto affittuale di una stanza della casa, chiede ed ottiene il permesso di riparare la porta (A.S.U., C.A. I, 35/V, 2797 Orn. II C, con dis.).
1824, giu. 23*Tommaso Chiandolin, a nome del co. Fabio di Maniago, chiede di riformare il rovinoso «tempiaro a tramontana» che costituisce la facciata della casa. Si tratta di restauri di una certa entità (A.S.U., C.A. I, 89/1824/X, 2409 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene ai fratelli coo. Maniago (Competenze, I, f. 18v).
1876*Bottega del verniciatore e pittore di carrozze Giuseppe Zanetti1 (COSMI-AVOGADRO, 116).
   
NOTE1Per Giuseppe Zanetti: PICCO, Ricordi, 123.
668
1801 Co. Camillo Gorgo (Nomenclatura, f. 25v).
 *Affittuale Odorico Zuliano ed «altri interni» (ibid.).
1809 È di Nicolò Maniago (Registro delli aloggi, f. 19v).
 *Vi abita il domestico Pietro Grassi (ibid.).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al falegname Francesco Fior l’avviso n. 1050 concernente la «rimuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*La casa è censita con i n. 668 e 668 A. Appartiene ai fratelli coo. Maniago (Competenze, I, f. 18v).
1876*Bottega del carpentiere Giacomo Braida (COSMI-AVOGADRO, 89) che nella guida del 1883 viene definito mastellaio e bottaio (AVOGADRO, 148).
669
1801 Francesco Brunelleschi1 (Nomenclatura, f. 25v).
 *Affittuale Giuseppe Castellano (ibid.).
1809*È di Francesco Brunelleschi (Registro delli aloggi, f. 19v).
1814, genn. 11*Nell’ «elenco dei pistori, quali tengono depositi di farina presso di loro» è inserito Francesco Brunelleschi, abitante in questa casa (A.S.U., C.N., 185, 72 Pol.).
1824, mar. 25*Nel disegno del prospetto per la casa n. 670 confinante è tracciata la parte destra della facciata della n. 669.
1852*Appartiene a Giuseppe Brunelleschi (Competenze, I, f. 18v).
   
NOTE1I Brunelleschi possedevano una casa in Poscolle almeno dal 1675, come attestano i documenti redatti dai notai Brunalleschi e prima ancora i registri dell’ospedale maggiore (A.S.U., C.R.S., 596, Rot. 390. Istr. e test., f. 76r, con la data 22 giugno 1675).
670
1801 Francesco Brunelleschi (Nomenclatura, f. 25v).
 *Affittuale Leonardo Del Frate (ibid.).
1809*È di Francesco Brunelleschi e di Andrea Vida; affittuali sono il falegname Leonardo Del Frate e gli industrianti Leonardo Francesconi e Pietro Del Frate (Registro delli aloggi, f. 19v).
1824, mar. 25 Francesco q. Urbano Brunelleschi presenta progetto per riformare la propria casa, che viene alzata a due piani (A.S.U., C.A. I, 89/1824/X, 1113 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Giuseppe Brunelleschi (Competenze, I, f. 18v).
671
1801 Francesco Brunelleschi (Nomenclatura, f. 25v).
 *Affittata a Biagio Plossi (ibid.).
1804, mar. 2 I Brunelleschi cedono in permuta le fabbriche al n. 671, «situate in — borgo di Violla, tenute da diversi affittuali» ai coo. Alvise e Giacomo q. Tomaso Ottelio (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10578, III instrom., 207, f. 242r — 243v).
1804, magg. 14 I coo. Ottelio vendono per d 744 s 11 ad Andrea e rev. Filippo q. Antonio Vida le fabbriche «segnate nella coscrizione militare n. 671, tutte unite confinano a lev. nob. — Francesco Brunelleschi, mezz. li — fratelli Vida, eredi Lanteris e parte — Nicolò Riolo, pon. — Pietro Flumiani ed a tram. parte — borgo di Violla e parte detto — Brunelleschi —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10578, III instrom., 216, f. 252v — 254r).
1809*È del negoziante Andrea Vida; affittuale è l’industriante Lucrezia Plossi (Registro delli aloggi, f. 19v).
1824, mar. 25 È di Andrea Vida. Vedasi n. 670.
1852*Appartiene a Filippo Vida (Competenze, I, f. 18v).
672
1801 Pietro Flumiani (Nomenclatura, f. 26v).
 *Affittuale G.B. Gorione (ibid.).
1809*È di Pietro Flumiani; affittuale è l’industriante G.B. Garzon (Registro delli aloggi, f. 19v).
1826, magg. 22 È di Giuseppe Rigo detto Burgante (A.S.U., C.A. I, 100/Ornati case e fabbricati, 1652, con diss.).
1850*Giovanni Rigo vi ha una filanda di seta con due fornelli (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta attive nel comune di Udine, n. 70).
1852*Appartiene a Giovanni Rigo (Competenze, I, f. 18v).
1858*Francesco Verzegnassi vi gestisce una filanda per seta con quattro fornelli (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 11).
673
1801 Pietro Flumiani (Nomenclatura, f. 25v).
1809 È di Nicolò Archiapati, ispettore al castello (Registro delli aloggi, f. 19v).
1828, dic. 10 Pietro q. Giuseppe Fada di Conegliano, erede di Pietro Flumiani vende a Giuseppe Rigo detto Burgant metà della casa n. 673 «tuttora indivisa con — Maria Fada, sorella del venditore». Confina 1ev. e mezz. acquirente, pon. Caterina Tomas, tram. borgo (A.S.U., N., Antonio Nicolettis, 10622, Rep. IX).
1845, giu. 25*«— Antonio Rigo detto Burgante — vende al — sig. Giuseppe Marsanini — la metà della casa di muro coperta di coppi, sita — nel borgo — di Viola —, marcata col c. n. 673 —, che nel suo intiero confina a lev. e mezz. il venditore Rigo —, a pon. — Catterina ved. Tomas ed a tram. il borgo di Viola; la quale metà di casa dichiara il venditore essere pervenuta in sua proprietà per acquisto fatto con il pubbl. istr. 10 dic. 1828, a rogiti del fu — Francesco Nicolettis di Udine —, dalle mani del sig. Pietro Fava di Conegliano —. La — vendita — viene fatta —per il prezzo — di austr. L 900 —» (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/II, 913).
1852*Appartiene a Gioseffa Millini (Competenze, I, f. 18v).
674
1801 Co. Camillo Gorgo (Nomenclatura, f. 25v).
 *Affittata al conestabile Lorenzo Chiappati (ibid.).
1809*È di Camillo Gorgo. Vi abita il portiere Girolamo Tomas (Registro delli aloggi, f. 19v).
1811, ag. 11 «— Gioseffa n. de Lambergh, moglie del sig. Camillo q. — Francesco Gorgo —, come procuratrice — di detto — Camino», vende a Vincenzo e fratelli Planis «una casa di muro, coperta di coppi, con fabrichette interne, cortivo ed orto, posta — nel borgo di Viola al c.n. 674 —» per L 41000. Confina a lev. Pietro Flumiani, mezz. Pietro Rubini loco Stainero, loco Benvenuti e parte eredi di Antonio Stefanutti, pon. eredi Stefanutti, tram. Francesco e sorelle Gobitti e il borgo Viola (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10587, 472).
1820, ag. 10*Comunicazione della deputazione comunale alla congregazione municipale: «Il progetto di aprire nella casa posta in borgo Viola avente il n. 674, una porta —, benché non sia privo di qualche irregolarità, pure si potrebbe ritenerlo ammissibile —» (A.S.U., C.A. I, 35/V, 50).
1830, mar. 4 Gli eredi di Caterina Delfin vedova Tomas vendono a Pietro Micoli la casa n. 674 per austr. L 4057; «— confina a lev. Giuseppe Rigo, mezz. — Giuseppe Fabretti, pon. Domenico Polato e tram. — borgo di Viola, —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10556, 3403).
1835, giu. 3 Elisabetta Pitaro Micoli vende a G.B. e Angela Toso la casa n. 674, per L 4571 (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4820, 1637).
1852*Appartiene ad Anna Tosa (Competenze, I, f. 18v).
675
1801 «Cepelotti di Prachiuso1» (Nomenclatura, f. 26v).
 *Affittuale Giuseppe Casalotti (ibid.).
1809 È di Francesco Gobetti industriante (Registro delli aloggi, f. 19v).
1826, ott. 12 È di Angela fu Francesco Gobetti, moglie di Domenico Potato, che domanda di riformare la facciata (A.S.U., C.A. I, 100/1826/II, 3624 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da «Antonio Nadini m.re».
 *Il permesso le viene concesso alle solite condizioni (ibid.).
1852*Appartiene a Domenico Pollato (Competenze, I, f. 19v).
1876 Vi è l’osteria “Alla Ferrata” (COSMI-AVOGADRO, 107).
   
NOTE1Anche il ms. Registro anagrafico riporta la voce nello stesso modo.
676
1801 Giacomo e Maurizio Moretti (Nomenclatura, f. 25v).
 *Affittuale Giovanni Ronconini (ibid.).
1809*È di Giacomo Moretti; affittuale è il pistore Francesco Mondini (Registro delli aloggi, f. 19v).
1815, mar. 9 Antonio di Cristoforo Moro vende a Girolamo Zuliani la casa n. 676 già del co. Antonio Savorgnan. È «composta in piano da una stanza terranea e da due solari sopra, copperta di coppi —. Confina verso tram. la contrada — di Violla, a lev. — Francesco Gobessi, a mezz. — Planis, ed a pon. Antonio Clocchiatti» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10302, 730).
1816, mar. 15*«Girolamo Giuliano, domiciliato — in via di Viola al c. n. 676, desidera — di ottenere il permesso di rinovare quatro fenestre vechie che ora esistono di muro, di farle da nuovo di pietra e cosν pure una porta che ora esiste di muro di farla da nuova di pietra —». Il disegno è firmato dall’ing. Francesco Bernardinis (A.S.U., C.N., 180/1816/IV, 747 Orn. 19, con dis.).
1835, giu. 19*«— Antonio Girardis —col pubbl. instr. del — 5 giugno 1821 — acquistò dalle mani di — Girolamo del fu Zuanne Zuliani — una casa situata — nel borgo — di Viola — n. 676 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10315, 2995).
1852*Appartiene ad Andrea Zara (Competenze, I, f. 19v).
677
1763, genn. 18*«Il — co. Nicolò q. — Bernardo Andreuzzis — vende — al sig. Urbano Clochiato — una casa — posta — nel borgo di Violla — d’una stanza terranea con sonalo sopra, copperta di coppi, che confina a lev. case — di — march. Antonio e fratelli Savorgnani, mezodν — co. Francesco Gorgo mediante case tenute per — Urbano Clochiato —, pon. ser Liberale Noale, enfiteuta de’ — coo. Caiselli, ed a tram. la strada del borgo di Violla —. La qual casa ad esso — co. venditore toccò — nelle divisioni seguite tra esso — ed il — co. Martio di lui fratello, come si rileva nell’asse del dν 30 apr. 1737 e susseguenti divisioni 30 nov. di detto anno — in atti del sp. — Girardo Muzzenini —. E ciò — fa —perché — confessò — aver riceputo dal — sig. Clochiato — L 514 s 10 —» (A.S.U., N., Francesco Cantone, 9415, 177 instr., f. 18r — 18v).
1801 Virginia Clocchiatti (Nomenclatura, f. 25v).
 *Affittuale Santa Cepellotta (ibid.).
1809*È di Virginia Rota. Affittuale è l’industriante Santa Zupellota (Registro delli aloggi, f. 19v).
1825, febbr. 7 Vedasi n. 678. Valentino Sabbadini compare come vicino, abitante al n. 677, consenziente alla riforma della casa Pasini.
1852*Appartiene ad Angela Clocchiatti (Competenze, I, f. 19v).
678
1663, genn. 1*«Con la presente scrittura di locatione si dichiara qualmente il — co. Leonardo Caisello ha — concesso a ragion di semplice affitto per anni 5 — una sua casa posta il borgo di Violla a man manca andando in Poscole, con corte e stanze coperte di copi, a Ioseffo del Tor et a Maria sua moglie, con obligo di pagar ogn’anno — ducati dodesi —» (Arch. Caiselli, Istrumenti di locazione per Udine e pertinenze).
1680, lugl. 8*«Per la presente scrittura di locatione si dichiara come li — coo. G.B. et fratello Caiselli hanno dato ad affitto semplice una loro casa posta nel borgo di Violla — per anni cinque — tenuta per avanti da Lonardo Zaninotto et ciò con obligo di pagare ogn’anno d’affitto ducati dodici — a ser G.B. Zaccharia di Nimis —» (Arch. Caiselli, Istrumenti di locazione per Udine e pertinenze).
1801 Coo. Carlo e Girolamo Caiselli (Nomenclatura, f. 25v). Affittata a Giuseppe Urbanis (ibid.).
1808, dic. 28 Girolamo e fratelli Caiselli vendono a Bernardino Pasini la casa n. 678 per it. L 1790,88 (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9973, Repertorio, 92, f. 5v).
1809*È del negoziante Antonio Pasini (Registro dalli aloggi, f. 19v).
1809, giu. 12 Bernardino Pasini domanda una piccola parte di terreno volendo riformare la casa al n. 678 (A.S.U., C.A. I, 178/Ornato XIX).
1815, mar. 6*Inventario del magmino ad uso di legname, esistente in via Viola e senza numero, appartenente alla facoltà del defunto Bernardino Pasini (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10365, 1660, n. 13, f. 40r).
1825, febbr. 7*Bernardino Pasini chiede ed ottiene di riformare la casa secondo il disegno allegato alla domanda (A.S.U., C.A. I, 100/1825/II, 556 Orn. II C, con dis.).
1836, sett. 20*Nicolò Lazzarini inoltra domanda per «innalzare la casa di sua ragione, posta nel borgo Viola — al — n. 678». Il progetto è approvato con alcune modifiche suggerite dalla deputazione d’ornato per rendere piϊ regolare la facciata (A.S.U., C.A. I, 254/X, 5315 Orn. II C, con dis.).
1838, sett. 13 Nicolò Lazzarini chiede di costruire il nuovo portone di pietra (A.S.U., C.A. I, 285, 5194 Orn. II C).
1844, nov. 21*Nicolò Lazzarini chiede il permesso di fare «il marciapiedi in pietra con le relative colonnette, il tutto costeggiante la di lui casa — n. 678». Il permesso è accordato con la condizione che dal progetto siano escluse le colonnine (A.S.U., C.A. I, 390/VI, 7033 Orn. II C, con dis. firmato da Francesco Nardini).
1852*Appartiene a Lucia Lazzarini (Competenze, I, f. 19v).
679
1783, sett. 20 È del nob. Fabrici e Benvenuti1 (A.S.U., C.A., 20/III, 11).
1801 Antonio Stefanutto (Nomenclatura, f. 25v).
1809*È di Francesco e sorelle Steffanuti (Registro dalli aloggi, f. 19v).
1825, febbr. 7 È di Leonardo De Colle. Vedasi n. 678.
1829, magg. 4 Marzia Stefanutti Zampieri vende ad Antonio Prucher una porzione della casa n. 679 «composta in piano da stanza e spazza cocina, in primo appartamento da camera e camerino ed in secondo appartamento da camera e camerino, nonché granaro sopra camera del sig. Lonardo De Colle, corridore e scalla, il tuttocoperto di coppi, porzione di corticella, porzione di sottoportico e por-ton d’ingresso. Confina a lev. e mezz. — Fabretti, a pon. — acquirente, tram. eredi del q. Girolamo Tomas. La vendita viene — fatta per — austr. L 1771» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10312, 2422).
1829, magg. 22*«Francesco Pognici — vende — a corpo — al sig. Bortolo Prucher —una stanza situata a pian terreno — in capo il borgo di Viola dal corpo della casa — n. 679 —; confina a lev. Marzia n. Steffanuti, moglie del sig. Bortolo Zampieri, a mezz. — Giuseppe Fabretti, a pon. l’acquistante — Prucher ed a tram. corte con gli altri consorti e promiscuo col sottoportico e portone d’ingresso —. La — vendita viene — fatta — per la somma — di it. — L 578,44 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10312, 2400).
1848, febbr. 3*«— Santa Colombo Scuttari — vende alla ditta G.B. Pellegrini e C. —la camera e corridore coll’uso della finestra a tram. sopra la corte in primo piano nel corpo della casa — marcata col c.n. 679 —, con caratto del sottoportico d’ingresso e promiscuità del primo e del secondo ramo della scalla maestra di pietra, con portoncino, muri letterali e caratto di corte, promiscuità di cortile nonché col diritto dello stillicidio a mezzodν, coll’uso di quella porta e del diritto di passaggio ed altro inerente alla casa; il tutto pervenuto nella venditrice in virtϊ del legato a di lei favore disposto dall’ora defunto Paderni — Antonio con la nuncupativa disposizione — 23 dic. 1846 —. Il corrispettivo viene determinato nella somma di austr. L — 660 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10515, 18587).
1852*La casa appare divisa in due parti, 679 e 679 A, appartenente la prima a Bortolo Pruker e la seconda a G.B. Pellegrini (Competenze, I, f. 19v).
   
NOTE1In realtà si tratta di una dichiarazione del solo Benvenuto Benvenuti riguardo al progetto di costruzione su un fondo vicino.
680
1801 «Fabrizio nob. sig. Tomaso» (Nomenclatura, f. 25v).
 *Affittata a Giovanni Alviano (ibid.).
1809*È di Tommaso Fabricio; affittuale è il «tamisaro» Mattia Sostero (Registro delli aloggi, f. 19v).
1850, genn. 29 Caterina Clain, erede del marito Tomaso Chiandolinì, vende a Domenico fu Urbano D’Este la «casetta» n. 680 «la quale confina a lev. — Fabretti, a mezz. con strada consortiva, a pon. col borgo di Viola ed a tram. collo stesso — Fabretti. Tale vendita — viene fatta — pel prezzo — di austr. L 2000 —». Era stata acquistata dal Chiandolini dal nob. Carlo Fabrizio il 31 genn. 1845 con atto privato autenticato dal not. Giuseppe Clocchiatti (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/IV, 1710).
1852*Appartiene a Caterina Chiandolini (Competenze, I, f. 19v).
681
1801 «Alpruni nob. sig. Nicolò» (Nomenclatura, f. 25v).
 *Affittuale Antonio Pollici (ibid.).
1803 Vedasi n. 626.
1809 È di Vincenzo Stainero e di Lorenzo Zuliani (Registro delli aloggi, f. 19v).
 *Affittuali sono il caffettiere Simone Crain, i calzolai Francesco Noneschi e Giacomo Missoni, il maniscalco Valentino Deganuto, il macellaio Giacomo Fantoni (ibid.).
1817, lugl. 5 Il nob. Alessandro Stainero vende al co. Giuseppe Amigoni «una casa con corticella — in — Poscolle — n. 681; confina a lev. — Pietro Rubini, a mezz. callesella, a pon. questa ragione ed a tram. Francesco Stefanutti: item un’altra casetta — n. 681; confina a lev. questa ragione, mezz. detta callesella e — Tommaso Fabrizio, pon. — Fabrizio e calle tende al borgo di Viola, ed a tram. Francesco Steffanuti —, per il prezzo — di it. L 2153,50 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10449, 1292).
1824, giu. 26 Alessandro fu nob. Vincenzo Stainero vende a Giuseppe q. Domenico Fabretti «una casetta coperta di coppi, di una stanza terranea, camera e grannaio sopra con corticella, posta — nel borgo di Viola, compresa nel 681 —; confina a lev. con casa e fondi furono del sig. — Pietro Rubini, ora — Fabretti mezz. con callesella, pon. con altra casetta — Stainero sotto il n. 681, tram. — Francesco Stefanutti —. Quale casetta, assieme con le due contermini della parte di pon., è toccata in parte al detto — Alessandro ed al sig. Leonardo Stainero suo fratello —. Questa — vendita — si fa pel prezzo — di it. — L 700 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10604, 3285).
1852*Appartiene alle sorelle Amigoni (Competenze, I, f. 19v).
682
1801 Domenico de Marco (Nomenclatura, f. 26v).
 *Affittuale Giovanni Meneghini (ibid.).
1809*È di Domenico de Marco; affittuale il barbiere Giacomo Candeo (Registro delli aloggi, f. 19v).
1812 Osteria “Alla pernice” (Esercenti).
 *Gestione di G.B. Pistrello (ibid.).
1852*Appartiene ai fratelli Cella (Competenze, I, f. 19v).
683
1801 Domenico de Marco (Nomenclatura, f. 26v).
 *Affittuale Antonio Piccoli (ibid.).
1809*È di Domenico De Marco; affittuali sono lo stampatore Noè Perisini e il cameriere Andrea Valis (Registro delli aloggi, f. 19v).
1852*Appartiene ai fratelli Cella (Competenze, I, f. 19v).
1876*Nella parte censita 683 A sono segnalate le botteghe del calzolaio Giuseppe Fiscal e dell’incisore di pietre e marmi Pietro Bardusco (COSMI-AVOGADRO, 96).
1883*Laboratorio del tornitore in legno Luigi Badini (AVOGADRO, 144, 157).
1938 Demolita.
684
1801 Francesco Cometti1 (Nomenclatura, f. 26v).
1805, sett. 29 I figli del q. co. Francesco Beretta vendono ad Antonio q. Giuseppe Cella la casa in via Viola n. 684; confina lev. via Viola, mezz. Cella, pon. strada attorno le mura, tram. strada e Stefano Rubini per d 971 L 4 s 14 (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10578, IV instr. 332, f. 387r — 387v).
1809 È di Antonio Cella (Registro delli aloggi, f. 19v).
 *Affittuale è l’industriante Orsola Testa (ibid.).
1852*Appartiene ai fratelli Cella (Competenze, I, f. 19v).
1854*Rosa Romano ved. Cella, proprietaria della casa n. 684 in via Viola, chiede ed ottiene l’autorizzazione per aprire una finestra in detto edificio (A.S.U., C.A. II, 66, 8153 Orn. II C).
1854, sett. 30*Innalzamento di un piano e riforma completa della casa di Rosa Romano ved. Cella (A.S.U., C.A. II, 66, 7218 Orn. II C, con dis.).
   
NOTE1Padre del pittore Giuseppe Antonio, che il 1 agosto 1806 il parroco di S. Nicolò segnalava nato il 26 maggio 1784, ammogliato fuori parrocchia «non si sa quando» e con domicilio ignoto (A.S.U., C.A., 305, Quadro degli individui... dai 20 ai 25 anni, n. 38).
685
1801 Stefano Rubini (Nomenclatura, f. 26v).
1809*È del farmacista Stefano Rubini. «Casa inabitata e senza località» (Registro delli aloggi, f. 19v — 20r).
1812, nov. 4*Relazione del capoquartiere Lorenzo Giacomini: «La casa esistente in borgo di Violla al c.n. 685, di ragione del sig. Steffano Rubini, specialle in Mercavecchio, è in pericolo grandissimo di crolare, essendo li muri di levante e tramontana in cattivissimo stato, e sfasatti e la linda del coperto verso levante imminente a cadere» (A.S.U., C.N., 179/XIX).
1836, giu. 22*Giuseppe Cella «possiede — il fondo posto sull’angolo fra la strada del borgo Viola e la strada della mura in vicinanza della porta Poscolle sul quale osservasi i rimasugli d’una crollata casa. Bramando trare profitto sarebbe per costruirvi una nuova fabbrica se codesta autorità fusse per accordargli un pezzetto di fondo contiguo». La risposta positiva, da parte dell’arciduca vicerè giunge in data 19 nov. 1837 (A.S.U., C.A. I, 282, Rubr. X, Vendite di proprietà, prot. Amm. Com., con dis.).
1852*La casa appare divisa in due parti, 685 e 685A, di cui la prima appartiene ai fratelli Cella e la seconda a Pietro Clemente (Competenze, I, f. 19v).
686
1792, ott. 7 «Giacomo Narduzzi — procuratore — delli Giovanni e G.B. — Pagnutti — ha — venduto al sig. — G.B. q. — Antonio Zamparutti — due casette di detti — Pagnutti poste — in capo al borgo — di Violla —; unitamente confinano da lev., mezz. e tram. con casette ad uso di magazzino, condotti in affitto dalli — fratelli Molteno, od ad altro uso con corrivo — delli nobb. — coo. Camillo e Giovanni — Gorgo, ed a pon. strada pubblica che gira attorno le — mure della città —; quali casette sono copperte di coppi, tavellado, con due stanze terranee in quella, cioè verso tram. vi sono due sollarini sopra ed in quella di mezz. solamente un solaro; il tutto per — d 275 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, III instr., 212, f. 354v — 355v).
1801 G.B. Zamparutti (Nomenclatura, f. 26v).
 *Affittata a Francesco detto Snacai (ibid.).
1801, lugl. 23 «G.B. Zamparutti q. — Antonio — ha — venduto — al sig. Antonio q. Tomaso Steffanutti una casa composta da due stanze terranee con sollari sopra, copperta di coppi, posta in — capo al borgo — di Viola; confina a lev., mezz. e tram. con case e brollo — del — co. Camillo Gorgo ed a pon. strada che conduce attorno le — mura — per d 450» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, IV instr., 361, f. 458r).
1809 È di Francesco Steffanuti (Registro delli aloggi, f. 19v).
 *Affittuali sono il sensale Bortolo Rosignolo e il facchino Nicolò Dolsin (ibid.).
1810, nov. 17*Perizia di Giuseppe Prisani, commesso municipale d’ornato: «In contrada del borgo di Viola alla casa al c.n. 686 del sig. Francesco pittore, ànno disfatto la linda della casa lavorando per rifabricarla da nuovo — privi di autorizzazione». Ne consegue una contravvenzione, in data 29 nov. (A.S.U., C.N., 178/Ornati).
1816, magg. 13 Rosa, ved. di Antonio Steffanutti, e Francesco Stefanutti, madre e figlio, vendono per it. L 1102,57 a Giovanni q. Francesco Pei la casa n. 686, confinante «a lev. e mezz. — Antonio Pasini, a pon. strada e tram. — Gorgo» (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10574 1003).
1833, nov. 29*Giovanni Pei inoltra domanda per riformare la propria casa «in borgo di Viola di fronte alle mura urbane — n. 686». Ottiene l’approvazione, con la raccomandazione che «sieno collocate le finestre sovrapposte al portone in asse del portone medesimo» (A.S.U., C.A. I, 206/1833/I, 5412 Orn. II C, con dis.).
1845, ott. 11 Marianna Ternoldi e figlia Maria vendono la casa n. 686 a Tomaso Chiandolini per L 1714,28 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10512, 17545).
1845, ott. 23 Tommaso fu Spiridione Chiandolini la vende ad Amadio, Francesco ed Antonio fratelli Della Rossa per L 1714,28 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10512, 17564).
1852*Appartiene ad Amadio della Rossa (Competenze, I, f. 19v).
687
1801 «Treo co. Elena rel. q. sig. Alessandro» (Nomenclatura, f. 26v).
 *Affittuale Pietro Pascuttini (ibid.).
1809 È di Elena Belgrado e di Camillo Gorgo (Registro delli aloggi, f. 19v — 20r).
 *Affittuali il calzolaio Pietro Pascuttino e i negozianti Domenico e fratelli Molteno. Vi è ospitato un magazzino dilegname (ibid.).
1815, febbr. 24 Il co. Orazio fu Bernardino Belgrado vende a G.B. q. Giuseppe Pinzani «una casetta — composta da stanza in piano e solaro sopra, copperta di coppi — n. 687. Confina a lev. ed a tram. con case furono Gorgo, ora Antonio Pasini, a mezz. borgo di Viola, a pon. la strada che conduce attorno le mura per L 900 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10302, 722).
1838, sett. 13 È di Amadio Mistruzzi Della Rossa (A.S.U., C.A. I, 285/1838/VII, 5197 Orn. II C, con dis.).
 *Si tratta della parte dell’edificio indicata come 687 A, che il proprietario vuole alzare. Il 27 settembre, su richiesta del podestà, viene presentato anche il consenso dei vicini (ibid.).
 °°Il disegno è firmato da «F. Nardini M.».
1852*La casa appare divisa in due parti, censite con i numeri 687 e 687A, appartenenti la prima a Maria Pinzani e la seconda ad Amadio della Rossa (Competenze, I, f. 19v).
1883 Vi è uno stallo (AVOGADRO, 156).
1945, febbr. 20 È distrutta da una bomba.
688
1801 Chiesa di Campoformido (Nomenclatura, f. 26v).
 *Affittuale Antonio Quargnale (ibid.).
1809*Chiesa di Campoformido. Affittuale è l’industriante Antonio Quargnale (Registro delli aloggi, f. 19v).
1843, nov. 25 La chiesa di S. Maria di Campoformido vende la casa n. 688 a Giovanni Celotti per L 930 (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/I, 297).
1844, dic. 2 Giovanni q. Giuseppe Celotti e Giovanni q Michele Venuti vendono a Luigi Stocco «— una casetta situata — nel borgo di Viola — n. 688 —, cui confina a lev. e mezz. borgo Viola, pon. e tram. — Bernardino Pasini —. Questa — vendita si fa — per il prezzo — di austr. — L 930 —» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/I, 568).
1852*Appartiene a Luigi Stocco (Competenze, I, f. 19v).
1883*La casa ospita lo stallaggio di Maria Costantini. Nell’edificio abita anche il negoziante di cavalli Pietro Valentinuzzi (AVOGADRO, 156, 141).
689
1801 Co. Camillo Gorgo (Nomenclatura, f. 26v).
1809*È di Camillo Gorgo. Affittuali sono i negozianti Francesco Rossi, Antonio Pasini e Michele Gervasoni e l’oste Nicolò Marcotti (Registro delli aloggi, f. 19v).
1811, sett. 26 «Gioseffa, figlia del q. — Francesco Adamo da Lambergh, moglie procuratrice del sig. Camillo Gorgo — vende — al-l’ — Antonio Pasini — le fabbriche e fondi — servienti ad uso di stalla e magazzino, dal corpo del c.n. 689, — confina a lev. con case e piazzetta — Gorgo, a mezz. la strada del borgo di Violla e casetta — della — chiesa di Campoformio e casa — Treo, — a pon. parte — eredi Treo, parte strada che tende attorno le mura — parte Zamparutti ed a tram. cortivo e fabriche rimaste all’antidetto — Camillo Gorgo —, importante — L 3039,40 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10296, 191).
1812 Osteria “Alla fiuba” (Esercenti).
 *Gestione di Antonio Miani (ibid.).
1850*Emilia Scrosoppi vi gestisce una filanda di seta con due fornelli (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 71).
1852*Appartiene alle sorelle Gorgo (Competenze, I, f. 19v).
1876*Rosa Costantino vi gestisce un noleggio di cavalli (COSMI-AVOGADRO, 104).
690
1647, ag. 29*«Il nob. — Giacomo Francesco Arrigoni gentilluomo di Udine, nell’ingresso — che deve seguire della sign. Nichia sua figliuola per monacarsi nel monastero di San Nicolò di questa città —, à esborsato —scudi trecento — per la dote constituita alla medesima gentildonna sua figliuola; item scudi cinquanta — per le spese dell’anno dell’approvatione —. Il nob. — Camillo Gorgo gentiluomo — di questa città è constituito — principal pagador et manutentor —, obligando a ciò — in specie la sua casa dominicale, posta nel borgo di Viola con horto et adherenze, confina a sol levado il sig. Girolamo Aborta, a mezodν la strada publica, a sol a monte i muri della città et ai monti il — co. Lodovico Manini —» (A.S.U., C.R.S., 768, 872/I b, f. 10v — 12r).
1769, giu. 18*Richiesta della co. Felicita Gorgo, ved. di Francesco Gorgo, di occupare un appezzamento di fondo pubblico per il muro «nella costruzione della faciata della sua fabrica». Il disegno in pianta è preparato dal pubbl. per. Francesco Leonarduzzi (A.S.U., C.A., 14/55 e B.C.U, ms. FFFF. XLVIII, f. 69).
1744 «Gorgo. Abitano a mezzo il borgo quasi di rimpetto all’androna dei Brenari» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 177).
1801 Co. Camillo Gorgo; (Nomenclatura, f. 26v).
1809*È di Camillo Gorgo; sua abitazione (Registro delli aloggi, f. 19v — 20r).
1824, ott. 25*Il capoquartiere segnala la presenza, nell’area del palazzo, di un pozzo coperto e di uno scoperto (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
1843, mar. 27*La co. Aurora Gorgo chiede il permesso di aprire «una porticella in angolo del suo palazzo al c.n. 690 verso ponente» (A.S.U., C.A. I, 359/IX, 2425 Orn. II C, con dis.).
1855, ott. 8*«— Li — fratelli coo. Maniago q. cav. Pietro, Enrico —, Carlo e — Giovanni — hanno — stabilito col co. — Francesco Gorgo q. co. Camillo — di acquistare da lui la metà delle case ed adiacenze che costituiscono in questa città la casa Gorgo, coscritta colli c. n. 689, 690, della cui mettà esso co. Francesco è proprietario in virtϊ de’ suoi titoli» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/X, 3476).
1876*Recapito del medico chirurgo Andrea Perusini (COSMI-AVOGADRO, 101).
1883 Vi è uno stallo (AVOGADRO, 156).
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939.
   
STUDI INEDITI VISENTINI, Architettura civile, 110-115; ZOZZOLI, La cultura artistica, 44.
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI, Vino, 114-115; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 140-144; BIASUTTI, Casa tipica; BRAGATO, Guida, 65; CAPELLANI, Guida; C[ICERI], Il museo del costume, 56-59; Commissione, 203; ERMACORA, Guida, 165-167; MILOCCO, L’Accademia; Il museo delle tradizioni; OCCIONI BONAFFONS, Accademia di Udine, 226; PERUSINI, Problemi, 42-47; PICCO, Il grandioso fabbricato; di PRAMPERO, Napoleone, 62; RIZZI, Un museo vivo; RIZZI, Il palazzo Maniago, 287-303; RIZZI, Pluralità, 446; RIZZI, Storia... Il Seicento, 19; RIZZI, Storia... Il Settecento, 20, 56; RIZZI, Un tempio, 29-33; C. SOMEDA de MARCO, Laboriosa storia, 25-31; C. SOMEDA de MARCO, Il Museo friulano, 16-19; VALENTINIS, Udine antica, 11.
691
1407 «D. Lenarda uxor Nicolai Pertoldi et ipse Nicolaus, habitans in secunda androna post Sanctum Nicolaum — solvunt annuatim — pro anima — d. Rebechæ super medietate quarundam domorum, canipæ, curiæ et orti siti in dicto burgo, iuxta hæredes olim Rodulphi hospitis de Utino, iuxta hæredes olim Jacobi Deanuti, qui fuit de Paseglano Prati, iuxta Sandrum Raynerii et viam qua itur ad ipsam domum libram unam —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 133v).
1420 «Augustinus sartor qui laborat in Foro veteri —» (ibid.).
1466 «Nicolò caligar de Jubilana appresso quelli de Baldana — (B.C.U., ms. F. XXV, f. 139r).
1511 «Nicolò di Lorenzo speziaro in Mercà novo —» (ibid.).
1511 «Eredi dello stesso ser Nicolò di Lorenzo» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 139v).
1519 «Ser Jacomo di Cordovado o di ser Pomide — sopra una casa — in l’androna che va all’orto di ser Corbello de’ Corbelli appresso una caxa di ser Sebastiano del Porcaro e appresso uno orto di ser Sebastian ditto, lo qual fo di ser Polidoro della Frattina» (ibid.).
1534 «Eredi del q. ser Giacomo de Cordovado — overo — Beltramina sua madre, fiola ed erede del q. ser Rainaldo Volpe, speciaro di Udine» (ibid.).
1545 «Ser Andrea Sasso in logo delli eredi del q. — Jacomo di Cordovado over Beltramina lor madre —» (ibid.).
1575 «Nicolò del q. — Andrea Sasso — paga — sopra una casa posta — in l’androna qual va all’orto del q. sig. Corbello ed ora di mess. Nicolò de Honestis, appresso la casa delle eredi del q. — ser Sebastian Porcaro» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 140r).
1597 Nicolò q. Andrea Sasso (ibid.).
1625 Andrea e Claudio Sasso (ibid.).
1643 «Alla partida di mistro Andrea e Claudio Sassi in luogo di mistro Giacomo q. mistro Hippomede di Cordovado, ora il nob. sig. Nicolò Sasso —, sopra una casa posta — nell’androna che va all’orto di mistro Nicolò Honestis appresso le case ed orto degl’eredi di mistro Battista Porcaro» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 138r).
1643 «— Casa — nell’androna che va all’orto dei Maurini, cioè in quella dietro il monasterio — di S. Nicolò, possessa per il nob. sig. Sasso, abitata per ser Domenico suo uomo di casa, confina a lev. con la — androna, a mezo dν col sig. Nicolò mediante la casa tenuta dalli sigg. Girolamo e fratelli Aborta, a sol a monte coi — sigg. Camillo e fratelli Gorghi ed ai monti col sig. Leonardo Caisello mediante la casa fu già di mons. Ravasino, ora abitata per li sigg. fratelli Lugara» (ibid.).
1684 La casa fu abitata dal sig. Lugara ora paga il co. Coriolano Valentinis, erede Sasso (ibid.).
1728, magg. 11*«— Tomaso Mattiusso priore e — Antonio Picco camerario, governatori attuali della — confraternità di S. Nicolò del borgo di Poscolle —, hanno locato — ad affitto perpetuo — alle sign. Maria et Andriana sorelle Gonano da Venezia, habitanti in questa città —, una — casa di muro, coperta di coppi, posta nel borgo di Viola, annessa alla salla di riduttione dei consessi della medesima, attualmente condotta a semplice affitto da mess. G.B. Mariutto, che confina a 1ev. con la strada consortiva dell’androna, mezog. la salla di detta reduttione, pon. — coo. Gorgo et ai monti casa della — chiesa di Campoformio —. E questo perché le medesime sorelle, havendo — esborsato — ducati cinquanta —, si obbligarono di corrispondere ogni anno perpetuamente — L 24 s 10 —» (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8302, XII instr., f. 28r — 28v).
1766, mar. 25 Le monache di S. Domenico chiedono «di poter a loro spese chiudere la via senza uscita che dalla contermine pubblica strada del borgo di Viola conduce a quel sacro chiostro, a condizione che il chiudimento segua sui confini e limiti di quest’ultima strada e fra gli angoli che fanno da una parte le fabbriche furono Aborta e il muro del recinto del monastero di S. Nicolò —» (Acta, LXXXVI, f. 121v — 122r).
1809 È del demanio (Registro delli aloggi, f. 19v).
 *Affittuali sono Ottelio Rimini e l’industriante Sabbata Rocca (ibid.).
1834, giu. 30 Il demanio vende a G.B. Marchioli per L 5582 la casa n. 691 «consistente in corte, stanze sopra il borgo in angolo di mezzodν, in altre stanze seguenti, cantine a pon. e tram., terrazza in primo piano, cucina ed altre stanze a pon. e mezz. —; qual casa confina a lev. calle che mette al locale delle scuole elementari, mezz. il borgo Viola, pon. li — coo. Gorgo mediante una caletta promiscua ed a tram. con fondi ad uso della chiesa di S. Domenico —, per il prezzo di L 5582,40 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4819, 1535).
1837, lugl. 21 «In seguito alla mancanza a vivi del rev. — Amadio Leonarduzzi, avvenuta nel sett. 1836 successo nella qualità di vicario al fu rev.mo parroco di S. Nicolò pre’ Domenico Toscani, — nessun religioso — comparve — ai concorsi; rittenendosi perciò dal predarissimo prelato mons. Lodi che un tale allontamento di concorrenti alla carica — da altro non derivi se non che — la chiesa e parrocchia — ritrovasi mancante di canonica venne proposto che l’acquisto — dovesse farsi dai parrocchiani col tratto di offerte spontanee da esibirsi da ciascheduno di essi —». Raccolta la cifra, si procede all’acquisto: G.B. fu Domenico Marchioli vende la casa n. 691 alla parrocchia di S. Nicolò per uso di canonica. Prezzo L 5841,86 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10488, 10901; alleg. l’elenco dei parrocchiani contribuenti all’acquisto).
1860, lugl. 29*L’ingegnere municipale G.B. Locatelli trasmette alla congregazione municipale la descrizione e pianta annessa della «casa in borgo Viola al c. n. 691 destinata ad uso di canonica al parroco di S. Nicolò» (A.S.U., C.A. II, 76, 139).
1930, dic. Viene abbattuta per l’apertura della via Magrini. La loggia esistente nel cortile fu trasportata sul fianco della casa 690.
   
STUDI INEDITI del TORSO, Genealogia Sasso: disegno della loggia.
692
  Caterina di Muzio Cavalcanti fu la prima pinzacchera di S. Domenico. Nel 1644, in alcune case che furono dei Gorgo, dei Caiselli ed altri, fondò il collegio di Pinzocchere laiche di S. Domenico. La chiesa, dedicata a S. Caterina, fu fondata nel 1671 e fu soppressa nel 1867. Nel 1879 l’altar maggiore fu consacrato a S. Nicolò (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 200r).
1662, apr. 24 Il co. Leonardo Caiselli vende per d 1000 a Caterina Cavalcanti di S. Domenico «un pezzo di cortivo et sito, havuto per detto sig. conte dal fisco maurino con le case sopra —, fatte fabbricare dal medesimo co. Lonardo, posto — in borgo di Viola —» (A.S.U., Gaspare Agricola, 7730, IV instr., f. 18r — 19v).
1801*Convento di S. Domenico (Nomenclatura, f. 26v).
1806, lugl. 28 Soppressione del convento di S. Domenico e riunione a S. Maria della Cella di Cividale (Bollettino delle leggi del Regno d’Italia, parte II, dal I maggio al 31 agosto 1806, n. 160, 817).
1808, ag. 28 I locali del soppresso monastero di S. Domenico vengono concessi al seminario in compenso del locale di via Treppo, già seminario, ridotto ad ospedale militare (dall’atto del 12 giugno 1811; vedasi infra).
1809 È del demanio (Registro delli aloggi, f. 19v — 20r).
 *«Ora seminario arcivescovile» (ibid.).
1810 Decreto di soppressione delle congregazioni religiose (Bollettino delle leggi del Regno d’Italia, parte prima dal primo gennaio al 30 giugno 1810, n. 77, 264-267).
1811, mar. 17°°Disegno visuale del locale del Monastero di S. Domenico di Udine ora serviente ad uso di Seminario (A.S.U., N., Antonio Lorio, b. 10426, n. 476).
 °°Il disegno è firmato da «Gio: Maria Billia Mag:o Agg:o presso la Direz:e del Demanio di D. U. del Passariano».
1811, giu. 12 Il demanio vende a Fortunato del fu Marino Badoer, r. procuratore generale della corte di giustizia del Dipartimento di Passariano, che compera per il ministero della giustizia, per uso dell’archivio generale del Dipartimento, «il locale con chiesa, altari e fondi annessi» del monastero di S. Domenico per L 14872,44, «meno le fabrichette della legnara col suo fondo attiguo». Il demanio l’aveva avuto in permuta dal seminario di Udine con contratto 1 marzo 1811. Confini desunti dalla perizia demaniale: «— Vi fa coerenza a lev. parte il sig. Gaetano Clabassi, loco — Caimo, parte — Ottaviano e fratelli Tartagna a muro di cinta divisorio promiscuo, parte — Detalmo e fratelli di Brazzà a muro di ediffizio compreso e parte a muro di cinta pure compreso, parte per salto le — Citelle a muro di edifizio lasciato parte per salto pure con l’orto delle — Citelle a muro di cinta divisorio lasciato e parte con — G.B. e fratelli Pulitti a muro di cinta lasciato, a mezz. parte con l’orto delle — Citelle a muro di cinta divisorio compreso parte per salto con la calle o muro d’ingresso che mette nel borgo di Viola, parte per salto con la casa demaniale fu — delle Domenicane a muro di ediffizio con diritto di stilicidio e parte per salto con l’orto del sig. Camillo Gorgo a muro di cinta divisorio promiscuo; a pon. — Gorgo, parte a muro di edifizio compreso a due fenestre in servitù attiva, parte a muro di cinta promiscuo e parte a muro di cinta compreso e parte per salto con la strada gira intorno le pubbliche mura ed a tram. con li — fratelli della Torre a muro di cinta compreso e parte per salto con li — di Brazzà a muro di cinta compreso —» (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10423, 438, alleg. descrizione e stima di Giuseppe Clocchiati e Vincenzo Mantoani).
1811, giu. 26 L’arcivescovo cede in permuta al demanio il locale di S. Domenico con orto e chiesa, ricevendo in cambio il locale di S. Bernardino con orto, braida e chiesa (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10423, 440; alleg. descrizione e stima di Giuseppe Clocchiati e Vincenzo Mantoani).
1811, ott. 16*«Essendo disponibile dalla cassa di ammortizzazione, per la legge di finanza 11 — marzo 1810 — la fabrichetta denominata “La legnera”, con suo fondo attiguo, esistente nel recinto del locale di S. Domenico in Udine, era ad uso di seminario arcivescovile, sita in Udine, di provenienza del soppresso monastero di S. Domenico —, Francesco del fu Antonio di Brazzà — nel giorno 12 — marzo 1811 — ha convenuto di effettuare il ridetto acquisto, coll’obbligo di pagare il — prezzo — aumentato all’otto — per cento —. Osvaldo — Perosa, direttor demaniale del Passariano — in nome del monte —, vende — al sig. Francesco — di Brazzà — il sudetto locale, ossia legnera — descritto nella — stima — 20 ott. —, unita nel suo originale all’istr. di permuta 26 — giugno 1811 —, del locale, chiesa e fondi annessi del — monastero di S. Domenico, con il locale del monastero di S. Bernardino rogato da me notaro —. Confina, a termini della stima —, a lev. parte Gaetano Clabassi loco sigg. Caimo, parte sigg. Ottaviano e fratelli Tartagna a muro di cinta divisorio promiscuo, parte sigg. Detalmo e fratelli di Brazzacco a muro di cinta pure compreso, parte per salto le — Citelle a muro di edifizio lasciato, parte — per salto — con l’orto delle — Citelle a muro di cinta divisorio lasciato e parte con li sigg. G.B. e fratelli Puliti a muro di cinta lasciato, a mezz. l’orto delle Citelle a muro di cinta divisorio compreso, parte per salto con la calle d’ingresso che mette in muro di cinta compreso e parte per salto con la strada gira intorno le pubbliche mura ed a tram. con li — fratelli della Torre a muro di cinta compreso e parte per salto con li sigg. — di Brazzà a muro di cinta compreso —. Tale vendita — fa — per il prezzo d’it. L — 610,394 —» (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10424, 476, con dis.).
1852*Appartiene al demanio. Ospita scuole elementari (Competenze, I, f. 19v).
1930, dic. I locali dell’ex convento vengono abbattuti.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese , f. 200r — 201r.
   
BIBLIOGRAFIA CAVALCASELLE, La pittura, 252; FERRANDO, Le marionette Galmi, 175-184; L. PALLADIO degli OLIVI - CAIMO DRAGONI, Memorie, 13; POJANI, Il seminario, 12, 14-15; Parti prese... 1878, 290; Parti prese... 1913, 28, 77; de RUBEIS, Catalogo, 4 (1937), 4.
   
ICONOGRAFIA GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 34; MAIERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 32; MURERO, Udine metropoli, n. 22; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 26.
693
 *Già monastero di S. Nicolò; vedasi n. 701.
1801 G.B. e fratello q. Giacomo Politi (Nomenclatura, f. 26v).
 *Affittuale *** del Cedro (ibid.).
1809*È di G.B. e fratelli Politi. Affittuale è l’industriante Antonia Facci (Registro delli aloggi, f. 19v).
1852*Appartiene ai fratelli Politi (Competenze, I, f. 19v).
1876 Vi ha studio l’ing. Giovanni Politi (COSMI-AVOGADRO, 97).
694
1801 G.B. Politi (Nomenclatura, f. 26v).
 *Affittuale Domenico Vienna (ibid.).
1809*È di G.B. e fratelli Politi; affittuali sono il domestico Giacomo De Sabbata e il vetturino Antonio Vienna (Registro delli aloggi, f. 19v).
1852*Appartiene ai fratelli Politi (Competenze, I, f. 19v).
1876*Recapito del pittore decoratore Giorgio Mauro (COSMI-AVOGADRO, 110).
695
1801 G.B. Politi (Nomenclatura, f. 26v).
 *Affittuale Pietro Cicuti (ibid.).
1809*È di G.B. e fratelli Politi; affittuale è il vetturino Pietro Cicutta (Registro delli aloggi, f. 19v).
1852*Appartiene ai fratelli Politi (Competenze, I, f. 19v).
696
1801 G.B. Politi (Nomenclatura, f. 26v).
 *Affittuale Maria Pers (ibid.).
1809*È di G.B. e fratelli Politi. Affittuale è l’industriante Anna Pers (Registro delli aloggi, f. 19v).
1852*Appartiene ai fratelli Politi (Competenze, I, f. 19v).
1876*Stallaggio gestito da Maria Costantini (COSMI-AVOGADRO, 114).
697
1801 G.B. Politi (Nomenclatura, f. 26v).
 *Affittuale Andrea Sbrizzi (ibid.).
1809*È di G.B. e fratelli Politi; affittuale è l’industriante Angela Tranconi (Registro delli aloggi, f. 19v).
1852*Appartiene ai fratelli Politi (Competenze, I, f. 19v).
1855, mar. 20 Odorico del fu Antonio Politi, «divisato avendo — di riformare la casa di propria ragione situata in — borgo di Viola — n. 697», presenta il disegno della facciata. La deputazione d’ornato solleva un’eccezione per la cornice «troppo vicina alla soglia superiore delle finestre», mentre giudica lodevole il resto (A.S.U., C.A. II, 66/1855, 1740 Orn. II C, con dis., firmato dal capomastro Giuseppe Barbetti).
1883*Recapito del medico chirurgo Giacomo Politi (AVOGADRO, 148).
698
1801 G.B. Politi (Nomenclatura, f. 26v).
 *Affittuale Dorotea Fontanini (ibid.).
1809*È di G.B. e fratelli Politi; affittuale è Dorotea Fontanini (Registro delli aloggi, f. 19v).
1852 Appartiene ai fratelli Politi (Competenze, I, f. 19v).
1855, mar. 20*Odorico del fu Antonio Politi presenta un progetto di riforma della casa, che dovrebbe essere alzata di un piano. È prevista anche una radicale trasformazione della facciata (A.S.U., C.A. II, 66, 1760 Orn. II C, dis.).
   
BIBLIOGRAFIA “L’alchimista friulano”, 4, XVII, 24 apr. 1853, 136.
699
1801 G.B. Politi (Nomenclatura, f. 26v).
 *Affittuale Francesco Gobessi (ibid.).
1809*È di G.B. e fratelli Politi; affittuale è il negoziante Angelo Vianelli (Registro delli aloggi, f. 19v).
1852*Appartiene ai fratelli Politi (Competenze, I, f. 19v).
700
1801 G.B. Politi (Nomenclatura, f. 26v).
 *Affittata ad Alvise Gonzaga (ibid.).
1809*È di G.B. e fratelli Politi; affittuale è l’industriante Domenica Fanzago (Registro delli aloggi, f. 19v).
1852 Appartiene ai fratelli Politi (Competenze, I, f. 19v).
Chiesa di San Nicolς e 701
  Esisteva qui una chiesa ancor prima del 1328 ed accanto ad essa, nel 1341, fu fondato un monastero di Penitenti Agostiniane poi Benedettine e nel 1642 Francescane. La chiesa fu ampliata nel 1873, venduta nel 1933 al sig. Camavitto ed abbattuta.
1341 Il patriarca Bertrando «eresse quivi una chiesa dedicata a S. Nicolò ed ivi contiguo un monastero nel quale rinchiuse venti monache dell’ordine di S. Domenico» (G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, I, 338).
1341, nov. 6°Fondazione e dotazione del monastero di S. Nicolò sotto la regola di S. Agostino (Arch. Frangipane, Cod. dipl. ed aneddoti del Friuli, 1338-1351, VII).
1466, dic. 19 Il monastero viene chiuso per essere riformato (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 148r - 148v).
1773, ag. 21 Giovanni Antonio e Giacomo Politi acquistano il monastero di S. Nicolò per d 8000. I Politi potevano passare attraverso una porta nel coro superiore della chiesa sopra la porta. Mal soffrendo ciò i parrocchiani, essi, di notte, disfecero quel coro e murarono la porta. Da ciò nacque una lite. Come dalla stampa pubblicata, nel 1790 la lite non era ancora decisa (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 148r - 148v).
1775, magg. 31 Le monache di S. Nicolò passano nel monastero di S. Lucia, d’onde nel 1806, sett. 25 passarono nel monastero di S. Chiara (ibid.).
1801 G.B. Politi (Nomenclatura, f. 26v).
1809*È di G.B. e fratelli Politi. Loro abitazione (Registro delli aloggi, f. 20v — 21r).
1826, apr. 30*«Abbisogna di riattare la facciata di questa v. chiesa di S. Nicolò sempre nello stato in cui trovasi senza cambiamenti» (A.S.U., C.A. I, 100/1826, 1363 Orn. II C).
1835*Recapito del chirurgo Giacomo Politi (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
  La casa passò poi in Colloredo, poi in Luzzatto e finalmente in Camavitto. La chiesa fu abbattuta nel 1933 ed al suo posto fabbricata l’attuale casa stile ’900.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 18 nov. 1954 ai sensi della L. 1089/1939.
   
STUDI INEDITI A. Della FORZA, Memorie, f. 28r; MICOLI, La sala in casa delli sigg. fratelli Politi; RAIMONDI, Gioia preziosa, p. 23-25.
   
BIBLIOGRAFIA Aggregazione dell’adorazione perpetua del SS. Sacramento; AMASEI, Diarii, 13; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 145-148; BIANCHI, Indice, n. 3027, 99-100, n. 3234, 106; BIASUTTI, Note d’archivio, 11; BRAIDOTTI, L’ospitale dei lebbrosi; CICONI, Udine, 467; COMELLI, Odorico Politi, 45; CORONALI, La chiesa di S. Nicolò, 294; L. DAMIANI, Il Novecento... Il Liberty, 214; DEL PUPPO, Di Odorico Politi; FABRICIO, Notizie storiche sul monastero di S. Nicolò; JOPPI, Udine prima del 1425, XII, 13; di MANIAGO, Guida, 45; MARCHETTI, Il Friuli, 583-592; MENIS, Le origini della parrocchia; PAOLINO, Ad illustrissimum Bellenium; PASSONE, Noterelle; P[ICCO], Sulla riunione dei pittori-decoratori; P[ICCO], Una Madonna del Politi; Politi contro la fraterna di S. Nicolò; d[ella] P[ORTA], Udine scomparsa, 172-174; de RENALDIS, Della pittura, 65, 93; RIZZI, Pluralità, 503; RIZZOLATI, Orazione funebre; ROTA, Cenni, 27-28; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 10; 4 (1937), 5; S[ACCOMANI], Il ristauro, 40; SILVESTRO-DELL’OSTE-COLLE, Il monastero di S. Nicolò; Udine cento anni, 25; Triduo in onore di S. Luigi; VALENTINIS, Udine antica, 11, 16.
   
ICONOGRAFIA GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, 20; GIRONCOLI de BAURAIN, Stemma della città, 33; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, 31; MURERO, Udine metropoli, 20; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, 25.
Chiesa delle Zitelle
e 702
1574, dic. 30*Vedasi n. 703.
  Costruita circa il 1609 con il titolo di chiesa della Presentazione di Maria Vergine.
1589, ott. 4°«Sulpizia q. Odorico Frangipane ved. del kav. Paolo di Strassoldo testò nel suo giardino in borgo di S. Maria, dove aveva un oratorio col titolo di B. Vergine di Montebello e ne costituisce un legato per l’ufficiatura (Federico Buiatti not.)1. La suddetta casa passò a Bernardino Strassoldo. Questi — la vendette nel 1592 ai signori Mazzoleni che la rivendettero nel 1596 alle Sig.re Fondatrici delle Zitelle» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 177).
1592, genn. 10 Il nob. Bernardino Strassoldo vende la sua casa in via S. Maria a Sebastiano Mazzoleni e Ottavio suo nipote per d 1500, «his quoque additis pactis, quod dicti — venditores quam primum obturari faciant fenestram per d. Albinum nuper constructam, respicientemque super dictam domum, curiam et hortum; item quod d. Ioannes Paulus possit — ad suum libitum — describi facere statum dictæ domus — in quo de presenti dicta domus cum adiacentiis reperitur esse —» (A.S.U., N., Vittorio Mattioli, 6743, VI instr., f. 5r — 6r).
1596, apr. 26 I Mazzoleni di Codroipo vendono la casa già Strassoldo alle sign. Anna Candido ved. di G.B. di Mels e Flavia q. G.B. Frangipane che intendono fondare un monastero «domum unam de muro, tegulis coopertam ac soleratam, sita — extra Purtellum Poscollis cum curia et horto —, confinantem a solis ortu cum via — publica, a meridie cum monasterio S. Nicolai, ab occasu viuncula serviente quibusdam domibus adiacentibus et a montibus domos alias illorum de Leonis —. Et hoc — precio — ducatorum mille quingentorum —» (A.S.U., N., Matteo Paulitti, 6861, II instr. f. 101r — 102v).
1609 Si erige la chiesa della Presentazione di Maria Vergine e l’abitazone per le giovani Citelle. Al quale scopo Anna di Mels lasciò considerevoli rendite2.
1801 Monastero delle Zitelle (Nomenclatura, f. 26v).
1809*Convento delle suore Citelle (Registro delli aloggi, f. 20v).
1850*Vi è censita una filanda di seta con un fornello (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 73).
1852*Convento delle Zitelle (Competenze, I, f. 19v).
1936 Monastero e collegio delle Zitelle.
   
NOTE1Un atto del genere non si è trovato né tra i testamenti né tra i contratti di questo notaio.
 2Senza citazione di fonte nel ms. della Porta.
   
STUDI INEDITI RAIMONDI, Gioia preziosa, p. 20.
   
BIBLIOGRAFIA Guglielmo BIASUTTI, I Libri de’ scossi, 23; BRAGATO, Guida, 63; Collegio, casa e chiesa delle Zitelle in Udine; Il collegio - convitto delle Zitelle in Udine; FABRICIO, Della reintegrazione del monastero di S. Nicolò, 13-16; GIOSEFFI, Udine, 163; di MANIAGO, Guida, 51-52; MUNER, La Casa secolare delle Zitelle, 329-343; PARONI BARBINA, Arte organaria, 151; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 10, 21; 4 (1937), 4; SCALON, La biblioteca, 290; SILVESTRO-DELL’OSTE-COLLE, Il monastero di S. Nicolò; VALENTINIS, Udine antica, 14.
   
ICONOGRAFIA GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, 32; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, 30; MURERO, Udine metropoli, 24; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, 24.
703
1574, dic. 30 «Franciscus et Baldus fratres filii q. mag. Petri a Leone agricolæ Utini tam suis — nominibus quam vice — Hieronymæ eorum matris — pro ducatis septuaginta uno — permutarunt — ser Beachino Albino q. ser Joannis civi Utini, in burgo Foeni habitanti —portionem domorum habitationis suæ — cum curia stabulis ac area contiguis —, sitam Utini in contrata Rugiæ et Portelli sive ecclesiæ S. Nicolai de vico Poscollio, eisdem — permutantibus in divisione cum ser Jacobo eorum patruo sub die 24 novembris 1568 manu mea notarii — obventam et æstimatam in libris bis mille ducentis septuaginta sex, solidis duodecim per ser Ioannem Iacobum Cominum et per mag. Danielem de S. Vito, murarium Utini —, confinantem ab ortu solis cum rugia mediante tamen via publica ab ipso S. Nicolai tempio ad portam divæ Mariæ et in vicum S. Luciæ ducente et tendente, a meridie, prope domum et hortum nob. d. — Bernardini Strasoldii, per elapsum a ser Laurentio Semeda tentam, ab occasu est androna seu angiportus cognomento del Zotto, ad burgum Violæ transiliens et a montibus apud portionem curiæ et domorum obventam ser Iacobo a Leone ex preallegatis divisionibus (A.S.U., N., Federico Buiatti, VII contr. f. 185v — 190r).
1578, mar. 4 Giacomo di Tebaldo dal Leone vende metà di una casa a Bianchino che possedeva l’altra metà, «quę tota domus confinat ab oriente iuxta viam publicam, a meridie iuxta domos nob. Bernardini Strasoldi, ab occasu iuxta curias — ser Iacobi q. Tebaldi et ser Bianchini et a montibus iuxta domum hęredum q. ser Laurentii Lincei —» (A.S.U., N., Giovanni Francesco Lucio, 6214, XII instr., f. 16r — 17v).
1578, mar. 4*«— Ser Bianchinus antescriptus iure simplicis affictus — locavit — ser Jacobo Leoni antescripto viam per quam ipse ser Jacobus transitum liberum habeat veniendi ex coquina sua ad viam publicam versus rugiam transeundo per domum sive domus portionem per ipsum Jacobum eidem ser Bianchino venditam —. Et hoc quia — ser Jacobus conductor — se obbligavit — annuatim solvere de affictu simplici ducatos duos —» (A.S.U., N., Giovanni Francesco Lucio, 6214, XII instr., f. 17v).
1744 «Colloredo. Il ramo di Fabio e Claudia — abita tra i Tartagna e la chiesa delle Zitelle» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 176).
1783 I Brazzà acquistano dal march. Colloredo e fratelli la casa presso le Zitelle, ed i Colloredo [cedono in cambio] la casa Valvason Maniago in borgo Aquileia (A. della FORZA, Memorie, B.C.U., ms. 638 Joppi, f. 28v).
1801 Co. Francesco e fratelli di Brazzà (Nomenclatura, f. 26v).
1809*È di Francesco e fratelli di Brazzacco (Registro delli aloggi, f. 20v).
1826, sett. 30*Francesco di Brazzà «essendo in disposizione — di erigere al contato di ponente della propria casa di abitazione, sita in borgo di S. Maria al c.n. 703, un alzamento sopra l’attuai — coperto —, presenta domanda —» (A.S.U., C.A. I, 100/1826, 3447 Orn. II C).
1835*Recapito del medico fisico G.B. Zanutta (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1883 Osteria “Alla frasca” (AVOGADRO, 151).
 *Gestione di Giovanni Marcuzzi (ibid.).
1936 È di Ida di Brazzà.
 *Vedasi pianta di Antonio Bernardinis, senza data (A.S.U., Arch. Venerio, 4).
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 18 nov. 1954 ai sensi della L. 1089/1939.
   
BIBLIOGRAFIA Gli affreschi nelle ville venete, 223; BALDISSERA, Pietro Savorgnan di Brazzà; BATTISTELLA, I sindaci inquisitori, 186; de BENVENUTI, Eugenio Linussa, 321-339; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 148-151; BRAGATO, Guida, 62; Elenco degli alloggi; ERMACORA, Guida, 160; GROSSATO, Andrea Urbani, 255; MARCHETTI, Il Friuli, 697-707; Per la fedelissima città d’Udine, 55; di PRAMPERO, Napoleone in Friuli, 62; RIZZI, Cento disegni, 62; URBANI, Andrea Urbani, 18; VALENTINIS, Udine antica, 25.
704
1505, mar. 25°«Actum Utini, in domo propriæ habitationis nob. d. Elisabettæ relictæ q. spect. artium doctoris d. Nicolai de Soldoneriis1 in contrata Purtelli» (Not. Sebastiano Decio).
1506, ag. 5 «Actum Utini in domo habitationis olim d. Nicolai Soldonerii — sita là del Portello» (A.S.U., N., Antonio Belloni, Istr. 1505-1506, f. 98v).
1507, genn. 9 «Actum Utini in contrata Puscollis versus portam S. Marię in domibus habitationis olim spect. artium et medicinę doctoris d. Nicolai de Soldoneriis» (B.C.U., ms. 1236, I, Perg. Soldonieri, not. Francesco Porzio).
1521, nov. 30 Antonio Arrigoni2 compera la casa del nob. Giovanni Soldonieri per d 1200 (A.S.U., Arch. Lovaria, 25, Promemoria dell’incartamento del processo Tartagna-Arrigoni per la casa di borgo S. Maria).
1522, sett. 3 «— Actum Utini in contrata Purtelli in camino nob. ser Antonii q. ser Orlandi de Aragonibus —» (not. ignoto, framm B.C.U., ms. 1232, Perg. VI).
1534 Concordio con il quale metà della casa passa in Nicolò Girolamo Arrigoni indi nei figli e finalmente in Ardemia moglie del co. Bel-trame (A.S.U. , Arch. Lovaria, Promemoria nell’incartamento del processo Tartagna-Arrigoni per la casa di borgo S. Maria).
1625, mar. 7*«Stima fatta per mess. Antonio Millanese muraro et per me Agostino de Nepoti pubblico agrimensore in questà città — dell’infrascritta casa posta — in contrada detta Frezzaria — delli nobb. — Primo et fratelli Beltrami di S. Daniel, qual casa intendono vendere alli sigg. Zuan Maria et fratello Tartagna —: Una casa di muro coperta di coppi, con corte, orto; confina a lev. il sig. Antonio Arigoni, a mezo dν l’orto di mess. Giorgio Maurino, a monte parte la muraglia castellana et parte l’orto del sig. Sbruglio et case et alle montagne la strada pubblica —» (A.S.U., Arch. Lovaria, 25).
1666, nov. 8*«Stima e divisione della casa — dei — sigg. Cintio et Ottavio fratelli Beltrami di San Daniel, fatta da me Mattia Cittareo agrimensore elletto e ricercato d’hincinde le parti —: casa posta nella contrada di S. Nicolò; confina a levante la contrata, a mezo dν li — fratelli Arrigoni, a pon. il monastero delle rr.mm. di San Domenego, ai monti li nob. — Redolfo et Giovanni Joseffo fratelli Sbrugli —» (A.S.U., Arch. Lovaria, 25).
1677, ag. 17 Il nob. Cinzio Beltrame q. Pietro di S. Daniele vende al nob. Carlo Tartagna3 «una casa posta — in contrada di S. Nicolò et fuori del Portello con il suo cortivo et horto et che confina a lev. strada publica, mezz. li — fratelli Arrigoni, sol a monte l’ecc.mo — procurator Manino et alle monti il nob. — Giovanni Gioseffo Sbruglio —» (A.S.U., Arch. Lovaria, 25, not. Giorgio Braida).
1677, ag.*«Notta di tutto quello che spendo nella casa comprata dalli sigg. Beltrami di Sant Daniele» (A.S.U., Arch. Lovaria, 25, fasc. anonimo).
1679, apr. 15*Carlo Tartagna riceve dal vicino Giovanni Giuseppe Sbruglio il permesso di coprire una terrazza contigua al muro divisorio con la casa dello stesso (A.S.U., Arch. Lovaria, 25).
1684, magg. 18*«Notta come quando hanno fatto alzare li muri della casa li nobb. sigg. Arigoni, cioè dalla parte di dietro, perché il tempiaro alli monti, che confina con me, siamo convenuti di farlo mezo per uno, poiché non volevo lasciarlo fare da loro soli; onde fu da me Carlo Tartagna fatto fare — da m. Antonio Chiandulino muratore et io ho datto tanto li sassi, calzine et ligadure di pietra, per fare la mità giusta. Il tutto serva d’avviso, acciò un giorno non pretendessero havere fatto loro soli. Et fu fatto l’anno et giorno sopra-detto» (A.S.U., Arch. Lovaria, 25).
1696, ott. 22*«Notta come il nob. — Giovanni Francesco Sbruglio m’ha pregato a volerli far gratia di far otturare una fenestra sopra il mio granaro, che confina con la sua casa et che dominava et che guardava nell’suo granaro, scale e terrazetta; io Carlo Tartagna per farli cosa grata son concorso volentieri a satisfarlo per la buona corrispondenza che passa fra noi; havendola io fatto otturare il giorno sopradetto da m. Giorgio Pascolo muradore et per segno del mio dominio del muro, ho fatto fare un fenestrino serrato dove era la fenestra, la quale era d’altezza ai piedi tre e mezo in circa et altro tanto di largeza, con ferrada, cancari, bertoele et scuro di legno per aprire, serva l’aviso» (A.S.U., Arch. Lovaria, 25).
1714, sett. 22*«Havendo desiderato il nob. — Pompeo, figlio del nob. — Francesco Arrigoni — fissar il suo domicilio doppo varie mutationi, ha ricercato con tal oggetto al nob. — Ottaviano Tartagna la casa in borgo di S. Maria di questa città, fu di ragione Roncali, ora in lui pervenuta, quale è condisceso a cedergliela nel modo e con le conditioni infrascritte —: detto sig. Tartagna — in permuta concede al — sig. Arrigoni — la casa suddetta con corte, horto — descritta fra li confini dalla stima di quella fatta dal sig. Filippo Capodaglio pubbl. per. sino li 25 sett. 1713 —con l’aggravio perpetuo della corisponsione di ducati X alla — abbatia di Rosazzo —; et questo perché all’incontro detto — Arrigoni —cede — col medesimo titolo di permuta al —Tartagna — la rescossione annua di formento st 22 pes 3 —». Dalla stima Capodaglio: «casa con cortisella et horticello situato in borgo S. Maria; confina a lev. nob. — Sebastiano Florio, a mezo dν casa della — abatia di Rosazzo, a pon. strada pubblica del borgo et a tram. casa de nob. sigg. Calisi —». La casa è valutata L 7685 s 5 (A.S.U., Arch. Lovaria, not. Bernardino Zerafino).
1723, ag. 22*«Con la presente scrittura resta fermato come il nob. — Giacomo Arrigoni et li nob. — Pompeio et Bortolomio Arrigoni — s’obbligano vendere — al nob. — Ottaviano Tartagna la casa posta in questa città nel borgo di S. Maria coerente e confinante col detto — Tartagna —. Il prezzo della — casa haverà d’essere quello che risulterà dalla stima del sig. Raimondo Picho pubbl. per. —eletto —. Resta patuito che il laudemio habbia d’esser pagato dal sig. Tartagna compratore —» (A.S.U., Arch. Lovaria, 25).
1723, sett. 17 Giacomo e fratelli q. Francesco Arrigoni vendono ad Ottaviano Tartagna la casa in via Zanon «di ragion feudale, libera d’ogni aggravio e censo, per esser questo stato già francato, — con la sua corte, et horticello, sive corte posteriore, confinante a lev. con la strada pubblica, a mezz. con li — coo. di Colloredo e alli monti — col medesimo sig. Ottaviano Tartagna, per lo prezzo di — d 2535 L 1 s 14 1/2 —» (A.S.U., Arch. Lovaria, 29/ C, f. 170-189, not. Bernardino Zeraffini).
1723, nov. 10*Dall’inventario della casa, compilato dal pubbl. per. Raimondo Picco: «Una casa di muro, copperta di coppi, in due appartamenti, confina a lev. strada pubblica, mezz. — coo. Colloredi, pon. parimente et a tram. il nob. — Ottaviano Tartagna —». Nell’inventario dei mobili, nella «salla», sono ricordati «n. 15 ritratti Arrigoni», valutati dal perito L 30 cadauno. Tutto il mobilio assomma a L 1292 (A.S.U., N., Francesco Tracanelli, 8529, Allibramento ...Arrigoni, f. 1r - 21v , 54v — 58r).
1744 «Arrigoni. La loro casa formava la metà di quella che poi fu intieramente posseduta dai Tartagna (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 176).
1801 Co. Ottaviano e fratelli Tartagna (Nomenclatura, f. 26v).
1809*È di Ottaviano e fratelli Tartagna. Affittuale è Giovanni Lorio (Registro delli aloggi, f. 20v).
s.d. (sec. XIX)*Descrizione del palazzo che nell’intestazione viene definito «fabbrica di muro; coperta a coppi con fondo, due cortivi ed orto, situata — nel borgo di S. Maria, di proprietà del deffunto nob. sig. Ottaviano q. Allessandro Tartagna, marcata col c.n. 704, — composta di fabbricato maestro sul borgo, altri due fabbricati a tram. e mezz. del cortivo nobili, fabbricato a pon. del cortivo stesso e finalmente fabbrica ad uso di scuderia e rimessa a pon. del secondo cortivo; tutto unito fa coerenza lev. borgo di S. Maria, mezz. eredi q. co. Antonio di Brazzacco, pon. e tram. r. demanio» (A.S.U., Arch. Lovaria, 25).
1829, giu. 18 Verdelaura Tartagna Lovaria, Isabella Tartagna Zignoni e Vittoria Tartagna, figlie ed eredi di Ottaviano Tartagna, vendono al nob. Giuseppe Lovaria la casa n. 704, «la quale confina a lev. borgo di S. Maria, a mezz. eredi q. Antonio di Brazzà, pon. e tram. — demanio, soggetta a feudo improprio ed alla tassa laudemio —. Questa vendita viene fatta — pel prezzo di austr. L 40640,62 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10474, 6900).
1852*Appartiene al cav. Giuseppe Lovaria (Competenze, I, f. 19v).
1853, apr. 14 Stato e grado della casa che Giuseppe Lovaria affittò in borgo S. Maria al n. 704 al comune di Udine «per alloggio dell’i.r. tenente maresciallo comandante civile e militare della città e provincia; nonché inventario di alcuni mobili di ragione del locatore nob. Lovaria — lasciati a disposizione del comune» (A.S.U., Arch. Lovaria, 27).
1876*Studio dell’avv. Luigi De Nardo e negozio di cereali di Giorgio Candotti (COSMI-AVOGADRO, 85, 90).
1883*Sede del Consorzio roiale (AVOGADRO, 127).
1936 È del co. Antonio Lovaria. Nel cortile vi è una cisterna con gli stemmi Arrigoni.
1940 I co. Lovaria vendono la casa al cav. Giuseppe Mizzau.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Per la famiglia Soldanieri: BATTISTELLA, I Toscani, 254; CERGNEU, Cronache, 44; MONTICOLI, Cronaca, 24; PASCHINI, Storia, II, 366, 367.
 2Per la famiglia Arrigoni: MONTICOLI, Cronaca, 70-71. Vedasi anche n. 485.
   
BIBLIOGRAFIA BALLERIO, Architettura minore, 6; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 152-157; COMELLI, Passeggiate, 126; ERMACORA, Guida, 160; Nozze Beretta-Orgnani, 9-29; Per li nobb. sign. Conti Fratelli Tartagna; della PORTA, Toponomastica, 260; SACCAVINO, La fraterna di S. Lino, 24; S[ACCOMANI], Il ristauro, 35; VALENTINIS, Udine antica, 25.
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1487, sett. 15°«Strenuus vir ser Dominicus de Servia civis Utinensis exposuit se habere quandam domum in contrata porte S. Marie de Utino, que, cum horto suo et braida confinat cum quadam calicella tendente versus murum castellanum iuxta murum proprium claudentem hortum et braidam S. Marie Battutorum1». Chiede di poter sopprimere la stradella. Gli viene concesso (A.O.U., Misc. 136, 52).
1500, genn. 30 «Ser Ioannes q. ser. Guberti Strazaroli — locavit — ser Ioanni draperio q. ser Antonii de Locatellis — unam domum cum tinctoria, magazeno, horto et curia — et cum omnibus et singulis instrumentis seu ordegnis de presenti existentibus in dicta domo spectantibus et pertinentibus ad tinctoriam atque cum furno ad coquendum cinerem et cum lavatorio: quę quidem domus et tinctoria cum prędictis magazeno, horto, curia, furno et lavatorio, sita est Utini in contrata portę Sanctę Marię inter eximium artium et medicinę doctorem — Nicolaum de Soldoneriis a duabus partibus et inter murum castellanum mediante via publica; pro quibus domo, tinctoria, magazeno, horto, curia furno et lavatorio et — caldariis et — instrumentis et ordegnis spectantibus — ad ipsam tinctoriam — ser Ioannes conductor — promisit — solvere singulis annis de affictu — ducatos viginti octo usque ad decennium proximum — incipiendum die primo februarii —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, Istr. 1499 - 1500, f. 36r).
1568, giu. 25 I conservatori del monte affittano a Pietro Arrigoni «domum tintorie ipsius montis cum curia et horto coherente domui habitationis predicti conductoris, Utini intra Portonum S. Marie —» (Acta, XXI, f. 126v).
1588, ag. 12 Francesco Maseri per eliminare l’inconveniente della tintoria propone al Monte di permutare questa casa con altra presso S. Pietro Martire (Annales, LXIII, f. 49r).
1591, ag. 21 «Stima fatta per — Camillo Caimo — et per me Ioseffo Manttoano stimador, deputatti per il — consiglio di Udene de una et per — Francesco Masaro del altra parte —, a stimar li — dui case, zoè una del sacro monte di pietà, detta la tentoria, posta — in porta di S. Maria, confina a sol levado con la strada pubblica, a mezzo dν et sol a monte con il — sig. Fulvio Arigone, alle montagne con una stradella che va a torno li muri, et l’altra del — sig. Francesco Masaro, posta — per mezo il cimitero over sagrà de S. Pietro Martire, conffina con misser Zuan Baptista Arlatto et con la strada pubblica» (B.C.U., ms. M. XIII, f. 149r — 151v).
 *Stima della casa del magn. sig. Francesco Masaro posta «in Udene per mezo il cimiterio over sagrato di S. Pietro Martire la qual dà in permutta al sacro monte de piettà in contracambio delle case della tentoria oltra schritta stimatta per noi stimadori —» (ibid.).
1602 I Maseri assegnano una casa in borgo S. Maria, in conto di dote, a Lavinia Maseri moglie del nob. Girolamo Sbruglio (Joppi, Notariorum, XV, f. 172r).
1630, sett. 2 «— Avendo li giorni p.p. il —co. Lodovico Manin fatto aquisto del palazzo che era delli — heredi Maseri, situato nella — contratta di Porta di S. Maria, ed essendo nel cortine del detto pallazzo situate le stalle spettanti cosν al detto palazzo del detto —conte, come anche le stalle appartenenti al paiano del sig. Sbruglio; e desiderando il — conte d’impadronirsi anco delle stalle di raggion del detto — Sbruglio per maggior sua commodità e per levar ogni servitϊ al detto suo palazzo, come anco il detto sig. Sbruglio di maggiormente ingrandire di stanze l’istesso suo palazzo e di rimovere insieme quelle servitù, che li ponno essere inferte dal palazzo — del — conte; quindi è che gl’antedetti —co. Lodovico Manin e Sbruglio — sono convenuti insieme per reciproca commodità — come qui sotto —: il — sig. Sbruglio — cede —al — co. Lodovico — le stalle — spettanti al palazzo della sua — abitazione —; all’incontro il — co. Lodovico — concede — al detto sig. Sbruglio — di poter quandocumque — fabricare in altezza — sopra le stalle — del —conte — come anco sopra le stalle del sig. Sbruglio — cesse e che inoltre possa continuar la fabrica sopra dette stalle cosν per quanto capiscono esse stalle, come anco per quel vacuo, che è fraposto dalle dette stalle fin al muro che riguarda la strada inclusive, sopra qual muro, cioè verso la strada publica che riguarda verso la roia, esso — Sbruglio possa far quelle finestre e quante li pareranno — che possa il medesimo — fabricar da fondamenti su per quanto si estende la largezza di dette stalle, quelle stanze che meglio ad esso parerà, fin dove dirimpetto s’estendono l’altre case e camere fabricate nell’altra alla del suo palazo e quelle innalzare quanto li parerà da un capo all’altro; dovendo però il sito terraneo fin al primo solaro di tutte esse fabriche, che sono fatte — esser proprie del — conte, sν che possa di esse valersi e disporre; e dal primo solaro in su inclusive sia — patron il sig. Sbruglio, cosν del coperto, come d’ogni altra cosa; e d’essa fare e disporre a suo piacere con questa condizione però che tutte le spese, che anderanno a fabricare sopra le dette stalle per commodità del sig. Sbruglio, cosν per allungare il vacuo verso la strada publica, come anco per erigere in capo delle dette stalle verso la corte e brolo nuova fabrica corrispondente ala già fabricata, il detto — Sbruglio le abbi da fare col suo proprio dannaro —; aggiungendo appresso che il medesimo sig. Sbruglio possa fabricar li primi solari all’altezza corrispondente del primo solaro del suo pallazzo. E con patto espresso fra le parti convenuto che il — sig. Sbruglio col fabricar sopra le dette stalle sopra il detto vacuo e col eriger di nuovo qualche fabrica in capo le stalle — non possa in modo alcuno inferir servitϊ di sorte alcuna, né con finestre né con balestrieri né con fori che riguardin sopra il cortile del — conte né in faccia né per fianco, eccettuato però lo stilicidio dei coppi che in ogni evento dovrà esser rimesso dal — sig. Sbruglio in quello stato e forma che ora si ritrova, perché quello abbia da cadere sopra il cortile di esso — conte, il quale debba permeter che il sig.Sbruglio posa otturare tutte le finestre e fori che fossero verso il suo palazzo e cortile e che per l’avenire non possa il — conte dare alcuna servitϊ di questa sorte; dovendo però serbar le pietre, le porte di legno e la feramenta ad esso sig. Sbruglio —» (A.S.U., Arch. Caimo, 10, not. Gaspare Albino).
1744 Sbruglio (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 176).
1762, sett. 8 G. Enrico Sbruglio vende la casa ai Caimo (A.S.U., N., Francesco del fu Alessandro Brunalleschi, 9196, XI instr., f. 26r — 32r, con copia di preliminari di vendita redatti il 27 magg. 1762).
  «Caimo. Questi abitavano al principio del secolo XVII in una casetta in Grazzano presso il palazzo Antonini e nel 1705, per 5000 ducati comperarono parte del palazzo Antonini, detti d’Olanda, — che nel 1762 fu da essi restituito — ed acquistarono il palazzo Sbruglio — in borgo S. Maria» (B.C.U., ms. fondo Joppi 74, f. 31r).
1764, apr. 11*Obbligo assunto dal co. Giacomo q. Eusebio Caymo: «Richiesti da me Giacomo Caymo li nn. hh. coo. Alvise e figliuoli Manini col mezo del nob. — Nicolò Gabrielli q. — Carlo —, per ottenere il grazioso permesso di aprire, sopra la corte del palazzo di essi — conti, situato in borgo di S. Maria — ed in confine con la casa di mia abitazione, — numero tre ovadi, due de’ quali averanno a corrispondere alla scuderia di mia ragione, et uno alla rimessa delle carrozze; et ottenuto dalli medesimi — l’assenso, resta in oggi e per sempre da dichiarito ed espresso in valida solenne forma che tutti cotesti ovadi sarano da me apperti a pura e mera condizione che qualunque volta ciò non fusse di piena loro sodisfazzione per qualunque riguardo, quali doveranno essere da me a miei danni, e spese ad ogni minimo cenno otturati, rimettendo le cose tutte in pristinum tali, quali lo sono in presente; e perché cotesta mia dichiaratione e cotesto mio obligo abbia sempre a riportare il suo pieno effetto, risolvo di consegnarlo a mani del sig. Francesco Lorio q. Giovanni not. —» (A.S.U., Arch. Caimo, 10, not. Francesco Lorio).
1801 Co. Giacomo e figli Caimo. Loro abitazione (Nomenclatura, f. 26v).
1809*Appartiene a Giacomo Caimo. Affittuale è Tommaso Obizzi (Registro delli aloggi, f. 20v).
1809, dic. 12 I Caimo vendono il palazzo a Gaetano Clabassi, per L 50758 ricevendo a conto prezzo altra casa del Clabassi in via S. Cristoforo al c.n. 1262 (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10295, 63).
1852*R. demanio. Ufficio ipoteche (Competenze, I, f. 19v).
1936 Ufficio delle ipoteche.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 18 lugl. 1959 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1N. 947.
   
BIBLIOGRAFIA BALLERIO, Architettura minore, 6; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 152-157; CASADIO-MAIDA, Palazzo Maseri, 113, 115; COMELLI, Passeggiate, 126; ERMACORA, Guida, 160; Nozze Beretta-Orgnani, 9-29; Per li nobb. sign. conti Fratelli Tartagna; della PORTA, Toponomastica, 260; SACCAVINO, La fraterna di S. Lino, 24; S[ACCOMANI], Il ristauro, 35; VALENTINIS, Udine antica, 25.
706
1801 Signore Zitelle, abitazione dell’ortolano (Nomenclatura, f. 26v).
1809*«Le signore Citelle». Affittuale è l’industriante Caterina Filipisgh (Registro delli aloggi, f. 20v).
707
1801 Signore Zitelle. Abitazione del confessore (Nomenclatura, f. 26v).
1805, febbr. 24*«Le — rappresentanti la — casa delle — Zitelle di questa città — alienano — alla fraterna di S. Giacomo e Ss.mo Sacramento di Marcà Novo — una porzione di fondo con fabbrica sopra, da separarsi di concerto tra le parti — per la quantità di ps 24 circa dal corpo della casa con cortivo di ragione delle — Zitelle, situata dietro il presbiterio della — chiesa di S. Giacomo —. E questa — vendita — fanno — pel prezzo di L 4400, oltre L 1240 per le spese che potessero incontrare nel riattamento del coperto della restante loro fabrica, in tutto L 5640 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10578, IV instr., 284, f. 332r — 333r).
1809*È delle signore Citelle. Vi abita il confessore sac. Giuseppe Guerra (Registro delli aloggi, f. 20v).
1852*Case delle Convertite delle Zitelle1 (Competenze, I, f. 19v).
   
NOTE1Il convento possedeva una casa sulla roggia, adibita a magazzino del grano, rimasta poi inutilizzata in seguito all’abolizione dei monti frumentari (Considerazioni... a piazza del Fisco, 12).
708
  Vedasi n. 869.
1801 Coo. Luigi e Giacomo Ottelio. «Loro osteria» (Nomenclatura, f. 27r).
1809*È di Alvise e fratello Ottelio; affittuale è l’oste Matteo Simeoni (Registro delli aloggi, f. 20v).
1812 Osteria “Al portello” (Esercenti).
 *Gestione di Tomaso Andervolt (ibid.).
1814, magg. 23*Alvise e Giacomo Ottelio «proprietari della fabbrica, che forma parte di loro casa di abitazione posta sopra la roia verso il borgo di S. Maria, rimpetto alla chiesa parrocchiale di S. Nicolò — hanno divisato di praticare alcune modificazioni nella parte che guarda l’acqua ed il borgo suddetto, non che di gettarvi un ponte d’ingresso alla fabbrica stessa». In seguito alla perizia di Bernardinis, in data 19 giugno, viene suggerita una modifica (A.S.U., C.N., 180, 3489 Orn. 19, con dis.).
1838, mar. 14*Comunicazione della deputazione d’ornato alla congregazione municipale sulla pericolosità del «gradino di pietra che forma limite al selciato della casa Ottelio — presso l’imboccatura della calle detta del portello verso Mercatonuovo». La deputazione suggerisce ed ottiene di farlo sostituire con un piano inclinato (A.S.U., C.A. II, 255/VII, 1299 Pol. II).
1852*Appartiene al co. Alvise Ottelio (Competenze, I, f. 19v).
1883 Osteria “Al portello” (AVOGADRO, 151).
 *Gestione di Giobbe d’Agostini (ibid.).
708 A
1842, magg. 3*Alvise Ottelio «divisato avendo — di rialzare e riformare la casa di propria ragione, situata sulla sinistra sponda della roia, nel borgo di Poscolle — n. 708 A» presenta progetto, che viene approvato (A.S.U., C.A. I, 342/1842/IV, 2949 Orn. II C, con dis., firmato da G. Zandigiacomo).
1843, genn. 2*Relazione sui lavori compiuti, con la dichiarazione del capomastro Amadio Zandigiacomo, per ottenere l’attestazione di abitabilità (A.S.U., C.A. I, 359/IX, 39 Orn. II C). Segue in data 15 genn. l’ispezione dell’ing. Lavagnolo, il quale ritiene che l’edificio non possa essere abitato fino al I maggio e in tal senso dispone il podestà (A.S.U., C.A. I, 342/IV, 454 Orn. II C).
1843, febbr. 15*Alvise Ottelio «obbligato dalla nuova destinazione di uso di un locale addetto alla casa, situata al di là della roia formante prospetto sul borgo di S. Maria e marcata col c. n. 708, di aprire tre finestre nel prospetto medesimo» inoltra domanda con il disegno del progetto, firmato da G. Zandigiacomo. L’approvazione è concessa con qualche perplessità (A.S.U., C.A. I, 359/1843/IX, 1338 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene al co. Alvise Ottelio (Competenze, I, f. 19v).
   
BIBLIOGRAFIA MIOTTI, Cenno sulle... opere difensive, 24; Parti prese... 1908, 88.
709
1771, sett. 22 Si concede agli appaltatori del sale «di far gettare due archi sopra la roggia nel borgo di S. Maria, uno per parte, al ponte dell’abitazione dell’egr. — G.B. Rizzi, onde far ergere sopra de’ medesimi due botteghe latterali al ponte stesso, che inservir dovranno alla vendita al minuto ed all’ingrosso del sale a comodo di questi abitanti —» (Acta, LXXXVII, f. 180r — 180v).
1771, dic. 17 Si concede una piccola parte di terreno al sig. G.B. Rizzi, contigua alla sponda della roia, dirimpetto alla chiesa di S. Nicolò necessario alla erezione della sua fabbrica che sta per inalzare sopra la roggia (Acta, LXXXVII, f. 198v; dis. di Alessandro Rota in B.C.U.; ms. B.C.U., B. LXVII, f. 4).
1801 «Rizzi sig. ***1. Appalto del sale» (Nomenclatura, f. 27v).
1809 È di Vincenzo Paoloni (Registro delli aloggi, f. 20v).
 *Affittuali sono l’orefice Giuseppe Scrosoppi, l’industriante Sebastiano Bertoli (ibid.).
1852*Appartiene a Leonardo Paoloni (Competenze, I, f. 19v).
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 29 apr. 1957 ai sensi della L. 1089/1939. L’edificio non è indicato nella mappa del Lavagnolo, la corrispondenza è stata dedotta dai documenti.
   
NOTE1Neppure il Registro anagrafico riporta il nome.
710
1801 Domenico de Marco (Nomenclatura, f. 27v).
 *Osteria “Al battello”, gestita da Francesco Stella (ibid.).
1809*È di Domenico de Marco. Affittuale è l’oste Francesco Stela (Registro delli aloggi, f. 20v).
1812 Osteria “Al battello” (Esercenti).
 *Gestione di Francesco Stella (ibid.).
1846°Progetto delle due facciate (A.M., Ornato 1843-1851).
1852*Appartiene a Vincenzo Martina (Competenze, I, f. 19v).
1876 Osteria “Alla stella” (AVOGADRO, 105).
711
1631, magg. 28 «— Bernardinus Amutius — nomine suo et — Tranquillæ eius uxoris — vendidit — rev.mo — Leonardo Tritonio episcopo Parentino1 — pro se, et — eius fratribus, eorumque hæredibus, ementi — unam — domum de muro, cuppis coopertam cum curia, sitam Utini in vico Poscollis confinantem a solis ortu cum ser Dominico Susanna, a meridie cum via publica, ab occasu cum petiuncula terræ incultæ prope rugiam et a montibus cum dicto ser Dominico Susana — et hoc pretio quatuorcentum sexaginta novem — L 1 s 13 —» (A.S.U., N., Antonio Mattioli, 7149, VIII, f. 55v — 56r).
 *Nel fascicolo Acquisto della locanda del Leon bianco (A.S.U., Arch. Lovaria, 23) è inserito un fascicoletto senza data intitolato Informazione. Per il sig. Lonardo Tritonio con le seguenti notizie relative alla casa: «Il q. mess. Girolamo Constantini haveva una casa nella città di Udine — fuori del porton di Poscolle. A questa casa era et è coherente verso l’alveo della roia un pezzo di — terra inculta, ove ne’ tempi antichi era fossa, stata poi otturata; qual sito forma un cortivetto di — passa quindeci in circa per longhezza verso il ponte et passa undici per larghezza verso la roia; qual cortivo serve per andar a pigliar l’aqua dalla roia et per gl’altri bisogni di casa. Vicino alla casa del Constantini ad latus era una casa del q. mess. Domenico Susana, dietro la quale pure verso detto alveo — corrispondeva una particella di — terra —. Esso Susana — capitò a prendere investitura l’anno 1610, 14 dec. dall’ecc.mo — luogotenente di tutto il sito — compreso anco quello — coherente alla casa del Constantini — in forma di corte. — L’anno seguente 1611 del mese di luglio mess. Girolamo Constantini fece un intimatione a — mess. Domenico Susanna — a levar dal loco — coherente alla sua casa li sassi per esso — posti, e parimenti a porre all’ordine la sua parte di legname, acciò si potesse dalla roia sino al muro per esso Constantini principiato far una chiusura e divider la particula di stradetta del Susanna dal — sito di esso Constantini —; ma perché il Susanna opponeva l’investitura pigliata l’anno 1610, perciò il Constantini nella sua scrittura 5 giugno 1612 s’essibν anch’esso pronto a ricever l’investitura di detto pezzo di sito —. In questa controversia l’ecc.mo — vicario delegato —confermò l’investitura di mess. Girolamo Constantini —». Seguono notizie sull’opposizione sollevata dal Susanna con conclusione a favore del medesimo (13 apr. 1613). «La casa poi del — Constantini passò nei sigg. Amutii e dagli Amutii per via di compra nei nob. — Tritonii l’anno 1631, 28 maggio — et da molto tempo in cita gl’inquilini d’essa casa hanno goduto detto sito transitando per lo stesso —. L’anno poi 1650, 18 giugno mess. Zuanne Susanna figlio di Domenico rilasciò il mandato — contro Margarita Donatis inquilina —. Oppostasi — detta Margarita —restò dichiarato — che detto — Susanna dovesse presentar le ragioni —. Il Susanna —non prosegui Hora — il sig. Carlo Tacello, subintrato per via di compra nella casa Susanna, pretende sopra detto sito fabricar una stalla —». Al documento è allegato un disegno del fabbricato con le case confinanti ad opera del pubbl. per. Giuseppe Mattiussi (A.S.U., Archivio Lovaria, b.23, f. 8 / Acquisto della Locanda del Leon Bianco).
1776, apr. 6 Si concede al co. Mattio Folli di demolire il muretto di ragion pubblica lungo pd 33 dirimpetto all’abitazione dei coo. Tritonio per dare l’ingresso alla stalla da esso costruita «a comodo della posta austriaca in vicinanza del Portone detto del Sale per cui essa deve passare». Il permesso viene concesso a «condizione che tutte le pietre esistenti tanto al disopra che ai latti del muretto — abbiano di rimanere a disposizione di questa magn. città —» (Acta, LXXXIX, f. 16r — 16v).
1801 Co. Francesco Tritonio (Nomenclatura, f. 27v).
 *Affittuale Giuseppe Tommasoni, gestore della locanda del “Leon bianco” (ibid.).
1806, giu. 30°Testamento del co. Francesco Tritonio; eredi la sorella Giovanna Palladio e Bartolomeo Moroldi, figlio dell’altra sorella Caterina (Not. Riccardo Paderni2).
1809*È di Maddalena Trittonio. Affittuale è il macellaio Stefano Devidè (Registro delli aloggi, f. 20v).
1810, lugl. 18*Antonio Querinis, «essendosi traslocato dall’osteria che aveva in borgo Gemona al c. n. 1418 all’insegna dell’Angelo d’oro, per portarsi in borgo di Poscolle al c. n. 711 all’insegna del Lion Bianco, ed avendo egli ottenuta la — licenza onde esercitare la mezza notte —» chiede il rinnovo del numero della licenza stessa (A.S.U., C.N., 182, 2782 Pol. 20).
1812 Albergo al Leon Bianco (Esercenti).
 *Gestione di Giuseppe Tomasoni (ibid.).
1817, sett. 19*Il cursore municipale riferisce di aver consegnato in questa casa alla consorte di Giovanni Francesconi la diffida a munirsi di licenza municipale (A.S.U., C.A. I, 10).
1825, giu. 10 Le nob. sorelle Lucrezia, Augusta e Dorotea q. Enrico Palladio vendono ai nob. Fabio e Tomaso Moroldi la metà della casa con essi comune, ad uso di locanda, presso il Porton di Poscolle al n. 711 «con l’insegna del Leon bianco: confina a 1ev. — Rosa Lazzarini Pecile, a mezz. borgo di Poscuole fra il Porton e la roia, a pon. parte — borgo e parte callesella serve d’ingresso alle case delli figli del fu — Antonio Geatto e detta sign. Lazzarini, ed a tram. detta callesella e cortivo della — Lazzarini» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10310, 2006).
1837, nov. 25*«Coi lavori di allargamento della strada al porton di Poscolle venne ritagliata la casa al c.n. 711 di ragione delli sigg. Fabio e Tommaso Moroldi e conseguentemente venne dall’amministrazione pubblica il rimarginamento di detta casa rimettendo il coperto a tre pioventi, quando prima lo era di due soli e dirigendo cosν sulla calle a ponente, di ragione per tre quarti della dita Rosa Lazzarini Pecile e per un quarto della dita Francesco Geatti uno di questi, quando prima era un tempiaro. La protesta di turbativa di possesso fatta dalla dita R. Lazzarini Peci-le, i ricorsi avanzati dalla dita Geatti all’autorità superiore rendono ora soggetto a contesto questo piovente». Segue la composizione fra le parti (A.S.U., Arch. Lovaria, 23/Acquisto della locanda del Leon bianco).
1852 Appartiene al co. Fabio Moroldi (Competenze, I, f. 19v).
1876 Osteria “Al lago di Garda” (COSMI-AVOGADRO, 107).
 *Gestione di Pietro Tommasoni (ibid.).
1900 È dei Lovaria.
1936 Negozio Broili.
   
NOTE1Per il vescovo Leonardo Tritonio: EUBEL, Hierarchia, IV; G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, II, 244.
 2Il testamento non è stato rinvenuto né negli atti di Riccardo del fu Andrea Paderni né in quelli di Riccardo del fu Antonio Paderni.
   
BIBLIOGRAFIA PICCO, Udine vecchia. Via Cavour.
712
1776*Vedasi n. 711.
1801 «Sul porton di Poscolle abita il rev. don Domenico Magrini» (Nomenclatura, f. 27v).
1809*È della comune di Udine; vi abita il rev. don Domenico Magrini, pubblico maestro. «Portone di Poscolle». (Registro delli aloggi, f. 20v — 21r).
1852*Insieme con il 713 A appartiene ai fratelli Marchiolli (Competenze, I, f. 19v).
1876 Osteria “Al Toscano” (COSMI-AVOGADRO, 107).
 *Vi tiene stallaggio Angelo Monai (COSMI-AVOGADRO, 114, 156).
1883*Lo stallaggio è gestito da Angelo Cita. Nell’edificio ha recapito il sensale di granaglie Angelo Battistoni (AVOGADRO, 142, 156). Vedasi n. 856.
   
BIBLIOGRAFIA della PORTA, Toponomastica, 171; SOMEDA de MARCO, Via del Gelso, 133.
713
1801 Antonio Antiveri (Nomenclatura, f. 27v).
 *Affittata a Domenico Dordolo (ibid.).
1809*È di Antonio Antiveri. Affittuale è il linaiolo Antonio Iuri (Registro delli aloggi, f. 20v).
1812 Osteria “All’onestà” (Esercenti).
 *Gestione di G.B. Del Monte (ibid.).
1814, apr. 12*In seguito ad atto oppignorativo del 28 febbr., viene pubblicato un avviso d’asta per mora di pagamento della quarta rata dell’imposta prediale per il 1813: si tratta di una stanza a pian terreno adibita a bottega d’ottonaio. Debitore risulta Antonio Antivari per L 1,72 (A.S.U., C.N., 81, Avviso d’asta per mora pagamento imposta prediale IV rata 1813).
1815, genn. 9*Giacomo Brunetta chiede il permesso di aprire una porta e un ribatto nella casa n. 713 in contrada Strazzamantello. La deputazione d’ornato non è favorevole (A.S.U., C.N., 180, 155, 0/19).
1816, mar. 2*Giacomo Brunetta «conduce ad affitto la casa del sig. Antonio Antivari — avente ingresso verso Poscolle n. 713. Essa — ha due botteghe una delle quali guarda il mezzo giorno verso Poscolle —». Il Brunetta, tolta una gronda pericolante, chiede ed otiene di sostituirla con una piϊ piccola (A.S.U., C.N., 180, 558 Orn.).
1830, ag. 4 È di G.B. Marchiolli; domanda di poter fare un’altana sopra la casa (A.S.U., C.A. I, 168/1830/XIV, 3309 Orn. II C, con dis.).
1832, sett. 1 È di G.B. Terenzani (A.S.U., C.A. I, 193, 3773 Orn. II C).
 *Si tratta di progetto di riforma non approvato (ibid.).
1833 Vedasi pianta delle case (A.S.U., C.A. I, 206/XIX, Strada del borgo Poscolle).
1835, lugl. 14 Casa con i davanzali delle finestre in ferro battuto. Era di Luigi Marchiolli. Convenzione col municipio per la demolizione e ricostruzione (A.S.U., C.A. I, 285/X, 3229, con dis.).
1852*Appartiene ai fratelli Terenzani. Vedasi anche n. 712 (Competenze, f. 20v).
1874*Si distinguono i n. 713 e 713 A con 855 (Prospetti di confronto, 105).
1876*Negozio di legname e materiali edilizi (COSMI-AVOGADRO, 97). Nella parte censita 713 A e 855 sono segnalati il caffè “Al ponte Poscolle” gestito da Pietro Carminati e il negozio di tele gregge e colorate, lino, canape e cordami di Giacomo Vargendo (ibid., 87, 115).
1929 Fu demolita insieme col n. 855 per la costruzione dell’attuale casa stile ’900.
   
BIBLIOGRAFIA MILANESE BORTOLOTTI, L’architettura liberty, 195.
714
1801 G.B. Zambelli (Nomenclatura, f. 27v). Affittuale Innocente Sinich (ibid.).
1802, ag. 24*Ricevuta del pagamento del prezzo corrispondente al costo della metà del muro da alzarsi al confine con le pubbliche beccherie da G.B. Zambelli (A.S.U., C.A., 14/1, 101).
1803, febbr. 19*«Determinatisi — Giovanni e G.B. zio e nipote Zambelli — di passare alla vendita della casa e bottega situata in questa città — dirimpetto alla propria abitazione, — che coll’istrumento 19 agosto 1801 per — Giuseppe Clochiato — fu cessa al sig. Zuanne q. Domenico Cortellazzis — e concorrendo — Nicola q. — Andrea Gattei oriundo di Padova — alla comprada —, G.B. Zambelli — ha — alienato — all’antedetto — Gattei la casa — pel prezzo — di d 1200 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10433, III instrom., 255, f. 242v — 243v).
1804, genn. 1 Innocente q. G.B. Sindico riceve in enfiteusi da G.B. Zambelli una casa annessa alla casa di abitazione dello Zambelli ed alle beccarie (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10433, III instrom., 270, f. 286r — 286v).
1805, febbr. 16*«— G.B. q. Giacomo Zambelli — tanto in nome proprio che come procuratore del rev. — don Giovanni Zambelli di lui zio paterno —, vende — a Innocente q. G.B. Sindico — una stanza terranea — situata nella contrada — di S. Tomaso. Confina a lev. colle pubbliche beccarie, mezz. colla casa di abitazione di esso Sindico sive colla stanza ad uso di cucina del medesimo, pon. e tram. colla casa d’abitazione — Zambelli; item vende allo stesso Sindico l’altra stanza sopraposta in secondo piano col tetto sopra-posto per li confini sopra indicati —. E ciò fa — per — il prezzo — di — d 200 —» (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10566, 123).
1809*È del domestico Innocente Sindaco (Registro delli aloggi, f. 20v).
1816, magg. 16 «— Giuseppe ed Antonio fratelli q. Innocente Sinico — vendono — al sig. Pietr’Antonio del fu Valentino Lirussi — di professione pharmacista —, una stanza terranea interna, serve ad uso di cantina, nella casa delli — venditori posta — al c.n. 714 nel borgo — di S. Tommaso, quale stanza confina a lev. colla fabbrica delle pubbliche beccarie, a mezz. con casa restante delli — Sinico, a pon. e tram. con casa del — Lirussi acquirente fu Zambelli —. Questa — vendita —si fa pel prezzo — di it. — L 425 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10597, 1890).
1852*Appartiene a Maddalena Sindaco (Competenze, I, f. 20v).
1931 È unita al n. 854 di Ida Pasquotti Fabris.
   
BIBLIOGRAFIA DAMIANI, Arte del Novecento, I, 46; MIOTTI, Cenno sulle antiche opere, 24; PICCO, Udine vecchia, Via Cavour, 3.
715
  Col n. 796 costituiva l’antico fontico.
1519, ag. 30*«Actum Utini, in burgo Foeni, prope macellum» (A.S.U., C.R.S., 631 f. 26r).
1795, genn. 9*Parte del granaio viene affittata con contratto annuale fino all’8 genn. 1809. Altre parti a pian terreno sono affittate a macellai (A.S.U., C.A. I, 1/Attività e passività, n. 11).
1797*Magazzini militari (ibid.).
1801*«Beccarie pubbliche» (Nomenclatura, f. 27v).
1809*È del comune di Udine. Pubblica beccheria con magazzini (Registro delli aloggi, f. 20v — 21r).
1809*«Fabbricato in contrada di S. Tommaso e Rialto ad ttso di beccaria, valutato L 28397,83. Affittuale di un granaio il sig. Cisternino Cisternini, ora per esso Vincenzo Schiavi per L 15,86. Affittuale di due granai il sig. Giuseppe Antivari per L 158,72. Le parti terrene sono concesse in posti a macellai per la vendita delle carni per L 1326,73» (A.S.U., C.A. I, 1/Attività e passività 1808, n. 11).
1829, lugl. 29 Il comune vende a Pietro Piani fu Giovanni il locale delle beccherie n. 715 e 796 per L 13460. Confina lev. Maria e sorelle Peressutti, locale fu macello, mezz. contrada S. Tomaso, pon. Camilla Sindaco fu Tomaso ed eredi Lirussi, tram. calle Barberia (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10555, 3283).
1831, giu. 9*Denuncia della deputazione d’ornato sullo stato di pericolo delle case n. 715 e 716. Si chiede un controllo (A.S.U., C.A. I, 182/V, 2333 Orn. II C).
1838*Nelle passività comunali la voce 135 si riferisce al macello: «Riparazione pillastri, machine, ricostruzione carrucole con bocoli di ferro n. 40 e n. 6 taglie» per L 135,80 (A.S.U., C.A. I, 282, Passività... 1838).
1848, sett. 21 «— Angela Maria al sec. Angela Piani — vende — alla sign. Angela Fabbruzzi Caffo — le vecchie beccherie e macello n. 715, 796 — cui — confina a lev. parte — Buttazzoni e — Tomaso Andervolt colla corticella addetta un tempo a questo corpo di caseggiato —, mezz. contrada di S. Tomaso — e — Andervolt —, pon. Schiavi —, Sinico, Liruzzi, Nigris — e — Fabbruzzi, a tram. — la calle di Rialto e rispetto al macello detto — Buttazzoni —. Il prezzo è convenuto — in austr. — L 28000 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10516, 18795).
1852*Appartiene a Pietro Fabretti (Competenze, I, f. 20v).
1892 Su progetto di Giovanni Falcioni, si costruisce la casa Volpe sul luogo del vecchio fontico (PICCO, Via Cavour, “Patria del Friuli”, 8, 14 marzo 1895).
1936 Farmacia “All’aquila nera”.
   
STUDI INEDITI JOPPI, Chiese, 39v — 41r.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Udine... Istruzione, 52; BRAIDOTTI, Udine antica, 5, 14, 28 — 41; Considerazioni... a piazza del Fisco, 11; V. J[OPPI], La fine del fondaco; MIOTTI, Cenno sulle antiche opere, 24; PICCO Udine vecchia. Via Cavour; della PORTA, Toponomastica, 190.
   
ICONOGRAFIA GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, n. 38; MURERO, Udine metropoli, n. 38; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 50.
716
1801 Antonio Pascoli, fornaio (Nomenclatura, f. 27v).
1805, mar. 22 Antonio q. G.B. Pascoli vende a Francesco q. G.B. Giupponi, per L 7818, due casette poste nella contrada di S. Tornaso (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10320, IV instr., 255, f. 371r — 372r).
1809*È del pistore Antonio Pascoli. Affittuale è l’oste Pietro Monticoli (Registro delli aloggi, f. 20v).
1810, ag. 10*L’architetto civile Giuseppe Prisani, in una denuncia al commissario di polizia, rileva lo stato di rovina di un «pezzo del coperto della casa n. 716 — abitata dall’oste Pietro Monticoli e di proprietà del sig. Antonio Pascoli» (A.S.U., C.N., 178/XIX Orn.).
1812 Osteria “Ai tre marinai” (Esercenti).
 *Gestione di Mario Monticoli (ibid.).
1817, sett. 19*Il cursore municipale presenta in questa casa a Serafino Moroni la diffida a munirsi di licenza di polizia. Non ne è precisato il motivo (A.S.U., C.A. I, 10).
1822, mar. 13*Giacomo Catterinuzzi chiede ed ottiene il permesso di riformare i ribatti della sua bottega (A.S.U., C.A. I, 68, 1025 Orn., II C).
1825, ag. 19*«La viva brama di vedere in ogni sua parte abbellita questa r. città fa sν che la scrivente deputazione d’ornato ponga sott’occhio a questa congregazione municipale la necessità di ristauro del muro contiguo alle pubbliche beccarie ed alla casa n. 716 —. Il detto muro presenta un’indecente mostruosità, oltre ad essere pericoloso per la sua antichità, da cui sono cadute varie pietre» (A.S.U., C.A. I, 100, 172 Orn.).
1829, lugl. 29 Il comune vende a Pietro Piani «il locale aderente al vecchio macello — tra i confini — a lev. — Giacomo e Sabbata Cattarinuzzi, mezz. calle di S. Tomaso, pon. le beccarie e tram. Lessani — Domenico e Peressutti — Maria e sorelle» per L 5240 (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10555, 3883 con descrizione).
1831, dic. 4*Francesco Andervolt, proprietario della casa, presenta un nuovo progetto per il rinnovamento della facciata. Il permesso è accordato (A.S.U., C.A. I, 182/V, 5264 Orn. II C).
1842, ag. 20*Tomaso Andervolt chiede ed ottiene il permesso di ricostruire la facciata. Il progetto è firmato da Valentino Driussi (A.S.U., C.A. I, 406/11, 5376 Orn. II C, con dis.).
1842, sett. 28*«Coll’atto 23 lugl. 1842 —nei rogiti di — Riccardo Paderni — Anna Maria, al sec. Angela q. Giovanni Piani, vendette — ed — il sig. Tommaso q. Giacomo Andervolt acquistò una corticella formante parte del locale detto delle beccherie —, la quale va ad essere contigua alla casa dell’acquirente — Andervolt. Diventato esso proprietario di quella corticella, spiegò il desiderio di erigere verso la strada a mezz. una fabbrichetta di un piano, la quale congiungesse la sua casa col fabbricato delle beccherie della sign. Piani. Ma per eseguire una tal opera conveniva appoggiare la travamenta al muro — delle beccherie appartenenti alla — Piani. Accordatosi l’Andervolt in tal fatto, ne chiese la concessione alla — Piani». Segue accordo fra le parti (A.S.U., C.A. I, 406/II).
1852*Appartiene a Tommaso Andervolt (Competenze, I, f. 20v).
1883*L’edificio, oltre allo studio dell’avv. Pietro Linussa, ospita la bottega del calzolaio Giuseppe Bigotti (AVOGADRO, 138, 140).
1931 Casa a due piani di due finestre. Negozio Alessi.
717
1801 Giovanni Marangoni (Nomenclatura, f. 27v).
 *Affittata a Luigi Zancano (ibid.).
1808, febbr. 26 «Giacomo e G.B. q. Arcangelo Marangoni — vendono — a Giacomo q. Lorenzo Catterinuzzi — di Tramonti di Sotto e Sabata n. Zanini — di Tarcento, di lui moglie, — una casa di muro con fabriche coperte di coppi e corticella — situata nella contrada — di Rialto al c. n. 717; confina a lev. fabrica di questo — monastero di S. Bernardino, serve ad uso di locanda — della “Nave”, a mezz. il borgo — di S. Tommaso, a pon. parte — beccaria e parte — Vincenzo Parioni, fu Gastaldello, ed a tram. — Rialto Questa — vendita hanno fatta — li — Marangoni per L 15350,37 it. —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10583, 31).
1809*È di Giacomo Catarinuzzi; affittuali sono Antonia Manias e il caffettiere G.B. Tommasi (Registro delli aloggi, f. 20v).
1820, giu. 12 È di Giacomo Cattarinuzzi (A.S.U., C.A. I, 35/V, 34).
 *Giuseppe Presani, commesso d’ornato, esprime parere favorevole sul progetto d’ingrandire una finestra al n. 717 per uso di bottega (ibid.).
 *Segue il permesso concesso dalla deputazione d’ornato (A.S.U., C.A. I, 35/V, 2100 Orn. II C).
1831, mar. 5 È di Francesco Filaferro (A.S.U., C.A. I, 182/V, 866 Orn. II C, con dis.).
 *Il nuovo proprietario presenta un progetto di riforma, che comprende anche la casa n. 718 (ibid.).
1831, apr. 18*Francesco Fillaferro chiede di convocare il vicino Tommaso Andervolt per innalzare la casa. Il 13 maggio segue il processo verbale nel quale le parti in causa non addivengono ad alcun accordo (A.S.U., C.A. I, 182/1831/V, 1515 Pol. Giud. IX D, con dis.).
1852*Appartiene a Francesco Filaferro (Competenze, I, f. 20v).
1854, apr. 20*Giacomo Catarinuzzi per «introdurre direttamente le botte dalla strada nella osteria situata nella calle Rialto sotto il c. n. 717 A —, desidera di — allargare la porta ora troppo ristretta, proponendo di applicare alla medesima ed alle due finestre che la fiancheggieranno dei nuovi riquadri di pietra piacentina». Il permesso è accordato dalla deputazione d’ornato «in via eccezionale, trattandosi di una casa vecchia ed informe», come precisa A. Scala (A.S.U., C.A. II, 66, 2278 Orn. II C, con dis. firmato dal capomuratore Angelo Del Torre).
1855, apr. 15*Deposito di cemento idraulico e asfalto di G.B. Doriguzzi (“L’alchimista”, 6, XVI, 15 apr. 1855, 128).
1876*Francesco Scubli vi ha bottega per la vendita di cuoio (COSMI-AVOGADRO, 84).
1883*Negozio di cuoio di Pietro Contarini (AVOGADRO, 137).
1931 Negozio Travani e bottiglieria (due case).
718
1558, magg. 2*Divisione dei beni di Gerolamo Caimo1 tra i figli Giacomo, Camillo, G.B. e Claudio: «Beni paterni stabiliti qual sono per la portion de mi Iacomo. Prima la casa in borgo del Fen, stimada d 950, pretio et incargo de pagar de livello alla comun de S. Marcho L 5 s 13; all’hospedal delli Battudi L 3 et non altro —» (A.S.U., Arch. Caimo, 9, Memoria di Giacomo).
1568, dic. 12*«Utini in contrata S. Thomæ domi infrascripti excellentis legum doctoris d. Iacobi Caimi. Ibi mag. Bartholomęus q. Ioannis de S. Daniele olitor Utini in burgo Viola — testamentum — facere procuravit —» (A.S.U., C.R.S., 631/1, f. 57r — 57v, not. Pietro Antonio Brunelleschi, copia del not. Marino Sporeno).
1591, sett. 22*«Si dichiara per il presente scritto come il nob. — Giacomo Caimo — affitta — a la nob. Cisternina, relitta q. — Henrico Politiano hoste, una sua casa posta — in borgo del Feno appresso l’hosteria grande, a raggion di semplice affitto per anni tre per —d 20 —» (A.S.U., Arch. Caimo, 9, Contratto aff. Giacomo Caimo - Cisternina).
1599, dic. 12*«— Eusebius Caymus — filius — d. Iacobi exposuit — eius patrem ex hac vita migrasse — et recognoscebat a serenissimo Dominio bona infrascripta: — una domus sita in vico S. Thomæ Utini, cupis coperta, qua confinat a parte anteriori cum strata publica, a latere inferiori cum curia hospitii S. Georgii, a solis occasu cum supradicto hospitio et similiter a montibus —» (A.S.U., Arch. Caimo, 9, Investiture sopra beni feudali soggetti a laudemio).
[1608?] «Mess. Eusebio Caymo et fratelli, in logo de mess. Iacomo q. mess. Ieronimo Caimo, in logo di Cola marangon, in logo de Odorigo Ferazo in logo di mess. Hieronimo Lionellis dottor, pagano de livello — L 3 s 8 — sopra una casa — in borgo del Fen che al presente confina con l’hostaria grande di San Zorzi, la qual casa fu confiscada per la comunità contro Iachin e Lonardo fratelli de Cassinis come ribelli. Debetur virtute legati Blasii de Lisono 1413, 23 iunii manu Ioannis de Claugliano —» (A.C.U., A.A.O., Thesaurum pecuniarum, f. 109r).
1634, giu. 7°Stima di una casa di mess. Eusebio Caimo che intende vendere a mess. Vigo [Vari], posta in borgo del Fien; confina a lev. la casa del dott. Pelizzaris, a mezzog. strada pubblica a pon. et alli monti osteria di “S. Giorgio” (Arch. Caimo, Proc. B).
1634, ag. 13 I fratelli Caimo vendono la loro casa di borgo del Fieno presso l’osteria di “S. Giorgio” a Lodovico Vari barbiere (A.S.U., N., Giacinto Causilico, 7265, Istr. 1633-1637, f. 51r — 52v).
1801 Pia casa della Carità (Nomenclatura, f. 27v).
 *Affittata a Giovanni Gobbessi (ibid.).
1801, magg. 21*«Passata essendo in questa p. Casa della Carità per forma della disposizione testamentaria della q. — Catterina q. Francesco Vattolo 3 magg. 1793 in note dello sp. — Riccardo Paderni — una casa posta —nell’androna detta di S. Tommaso, ed essendo l’ufficio de’ — soprantendenti ad pias causar, esecutivamente alle leggi, passato alla vendita della casa stessa al pubblico incanto, nel quale — essa casa è stata deliberata al sig. Giuseppe q. Francesco Storti oriundo di Chions, abitante in questa città —, li — soprantendenti — con il presente — instrumento, per conto — della — Casa della carità —, hanno — cesso — al — sig. Giuseppe Storti — la casa predetta fu Vattolo, situata nell’androna — di S. Tommaso —, confina a lev. — Francesco Piccoli, mezz. strada — pon. corte della locanda detta della “Nave” —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10578, I instr., 26, f. 31r — 32r).
1809*Appartiene a Giacomo Vidoni (Registro delli aloggi, f. 20v).
1825, lugl. 20 «Francesco q. Erasmo Spersoli locandiere — vende — alla sign. Elisabetta Pelosi Fillaferro — una casa — portante il n. 718 —, confina lev. eredi del fu — Francesco Piccoli, mezz. il — borgo, pon. corte della locanda — della Nave — delli — coniughi Spersoli ed a tram. fabriche e fondi servienti ad uso della locanda —. Qual casa che fu oppignorata per conto di questa — Casa di Carità in pregiudizio della sign. Marianna, figlia ed erede del fu — Giuseppe Storti, indi acquistata all pubblico incanto dal sig. Luigi Pers, come consta dal protocollo tenutosi nel giorno 2 dic. 1824 — con dinaro passato dal predetto —Francesco Spersoli ad esso — Pers, finalmente da questo cessa al sig. Spersoli con atto di cessione del dν 18 febbr. p.p. —, viene ora dalli — iug. Spersoli cessa — alla — sign. Elisabetta Pelosi Filaferro —. Questa vendita —si fa pel prezzo — di austr. L — 8100 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10605, IV instr., 3456).
1825, ag. 8 È di Elisabetta Pelosi Filaferro. Domanda di alzarla di un piano e riformare finestre che erano due per piano (A.S.U., C.A. I, 100/1825/II, 3040 Orn. II C, con dis.).
1827, magg. 21*Francesco Fillaferro, proprietario della casa 718, denuncia «le fenditure riflesibili, le lesioni e lo sfiancamento che visualmente riscontransi in varie situazione del muro della casa di — Giacomo Catarinuzzi situata in contrada di S. Tomaso —». Seguono sopralluoghi, in seguito ai quali l’edificio viene demolito (A.S.U., C.A. I, 182/V, 1931 Orn. II C).
1831 È di Francesco Filaferro (A.S.U., C.A. I, 182/V, 866 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario chiede ed ottiene il permesso di riformare unificando le facciate delle case 717 e 718, apportando modifiche sostanziali a quella di sinistra per adeguarla all’altra e alzandole il secondo piano, aggiungendo a quella di destra un secondo piano analogo (ibid.).
1834 Francesco Filaferro loco Giacomo Vidoni, loco eredi Giuseppe Storti, loco Francesco Vattolo, loco Giuseppe Prodolone, loco Eusebio Caimo, loco Cola marangon, loco Odorico Ferrazzo, loco Girolamo Lionellis, loco fratelli Cassinis, paga sopra una casa in via del Fieno L 3 s 8, pervenuto nell’ospedale per legato di Biagio di Lison 1413 giugno 27 (A.O.U., Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834).
1852*Appartiene a Francesco Filaferro (Competenze, I, f. 20v).
1931 Casa a tre piani di tre finestre. Sulla facciata, una lapide ad Antonio Fanzutti, proprietario dell’albergo Croce di Malta, che lasciò erede la Casa di ricovero.
   
NOTE1Per i Caimo vedasi n. 383.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Udine... sec. XVI, 66; della PORTA, Toponomastica, 192, 193.
719
1801 Francesco Piccoli (Nomenclatura, f. 27v).
1809*È del patrocinatore Francesco Picoli (Registro delli aloggi, f. 20v).
1831, giu. 25 Il dott. Odorico q. Francesco Piccoli, pretore in Maniago, vende la casa n. 719 per L 5300 a Stefano q. G.B. Cisotti Businelli (Atto privato, A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10294, Rep. V, 2624, f. 25r).
1841, dic. 2 È di Stefano Businelli (A.S.U., C.A. I, 328/VIII, 7535 Orn. II C, con dis.).
1851°È di Antonio Filaferro (A.M., Ornato 1843-1851).
1852*Appartiene a Francesco Filaferro (Competenze, I, f. 20v).
1931 Casa a due piani di tre finestre, poggioli in ferro.
 *Vedasi n. 720.
720
[1637] «G. B. Pascolo armarolo, in luogo di Lonardo Mian, alla partita del Netta, paga di livello — L 30 s 8 sopra la casa che detto G.B. ha acquistata — da ser Giovanni Pietro Basso di Codroipo et questa casa è quella che nella prospettiva ha quelle parole: Memini»1 (A.C.U., A.A.O., Libro memorie per li livelli, n. 347, p. 197).
1655, sett. 23°Giovanni Pietro Basso di Codroipo q. Giacomo e Natale fratello vendono a G.B. di Pascolo, armarolo, una casa in borgo del Fien, confina a levante sigg. Paladini, mezzodν strada, ponente G.B. Pascolo, ai monti osteria alla “Nave” (not. Ferrante Orgnani).
1710, sett. 17 Precetto intimato a Pietro Cisotti, acquirente della casa del Memini, di rimettere la lapide ch’egli aveva fatto levare «quod illico debeat reponere eamdem inscriptionem sicuti per antea erat ad hoc ut ad perpetuam existat memoriam et hoc in pena ducatorum 100» (B.C.U., ms. E. I, f. 129r).
1743, ag. 13 «— Contai d’ordine degli ill.mi sigg. — deputati a ser Pietro Lavariano lire sei soldi dieci per aver dorata l’iscrizione del Memini Adν 30 detto. Contai come sopra a Simon Pariotto tagliapietra per la pietra negra datta e lavorata con l’intaglio delle lettere indicanti il sudetto Memini lire cinquanta —. Tomaso Gallici cancelliere di Comun» (A.S.U., C.A., 93/21).
1743, ag. 14 Dopo pranzo fu incastrata «quella lapide negra con parole dorate» in muro nella contrada chiamata del Fien nella sudeta casa dicevano esservi stato getto d’ebrei e che dal sudeto si fosse generata la peste (CIPOLLA, Memorie, f. 57r — 57v).
1743, ag. 20*Polizza di Simon Periotto per fattura del Memini (A.S.U., C.A., 93/21).
1801 Giovanni Maria Simonetti (Nomenclatura, f. 27v).
1809*È del negoziante Nicolò Simonetti; vi abita il farmacista Pietro Lirussi (Registro delli aloggi, f. 20v).
1813, ott. 22*Il «capo murero» Leonardo del fu Valentino Prisani chiede il permesso di eseguire alcuni lavori nella casa n. 720: «Al pian terreno farvi il marciapié con lastre di pietra, alla porta d’ingresso farvi un portoncino. In primo piano poi a livelo un pian di finestra e porvi li polici alle tre finestre. In secondo pian riquadrar due finestre, essendo precedentemente in volto, e livelar li piani col farvi tre finestre sotto la linda del coperto serviente per la soffita» (A.S.U., C.N., 180, 5195 Orn.).
1825, sett. 20*«G.B. Bernardis — vende col patto di riscatto entro cinque anni — al — sig. Giuseppe Cernazai — casa in esso pervenuta per eredità da piϊ di un secolo nella di lui famiglia da Zuanne Netta per testamento Simon Cadene d’Udine, sita — nel borgo detto di S. Tommaso — n. 720, marcata con la lapida portante l’iscrizione Memini per il convenuto prezzo di austr. L 6860,93 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10464, 4577).
1827, sett. 18*Antonio del fu Pietro Pilosio «— dovendo demolire per essere in cattivo stato la linda sottoposta alla bottega ad uso di barbiere in contrada S. Tommaso — al n. 720, di ragione dell’interdetto — G.B. Simonetti, da lui amministrato, fa istanza che gli sia permesso di modificarla, sostituendo una cornice sul modello di una di quelle che gli stanno dirimpetto di recente costruzione nella contrada medesima —». Ne ottiene approvazione, purché la cornice sia «debitamente colorita ad oglio», analoga a quelle «costruite dalla congregazione municipale sopra le botteghe sottoposte al palazzo comunale» (A.S.U., C.A. I, 135/XI, 3761 Orn. II C).
1852*Appartiene ai fratelli Cernazai (Competenze, I, f. 20v).
1876*Vi hanno laboratorio i sarti Camerino e Vidoni (COSMI-AVOGADRO, 112).
   
NOTE1Il Candido, narrando il famoso episodio dello scoppio della peste in questo edificio nel 1511 e spiegando l’origine del Memini, fa presente che ai suoi tempi la casa è “vecchissima” e che è abitata dal bergamasco Simon Cadena.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 42v; DE GIUSTI, Trattato dela peste, f. 24r.
   
BIBLIOGRAFIA CANDIDO, Cronaca, 19; CORGNALI, Sù e jù par Udin. Memini, 2; IOLY ZORATTINI, Gli Ebrei, 50; OCCIONI BONAFFONS, Religioni diverse, 102; STRASSOLDO, Cronaca, 29.
721
1801 Antonio Dupplessis (Nomenclatura, f. 27v).
1809*È del negoziante Antonio Duplessis. Le due stanze al secondo piano servono ad uso di magazzino (Registro delli aloggi, f. 20v — 21r).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al pizzicagnolo G.B. Orgnani l’avviso n. 1050 relativo alla «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1835*Uno dei quattro venditori di veleni1 citati nell’Elenco del personale sanitario esistente in questa città del 1835, è Antonio Duplesis (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1852*Appartiene ad Antonio Duplesis (Competenze, I, f. 20v).
1876*Vi abita Edoardo Arnhold, compositore e maestro di strumenti a fiato (COSMI-AVOGADRO, 103).
1892 La casa Duplessis fu riformata nel 1892 (PICCO, Via Cavour).
  Nel sec. XX [prima del 1931] fu riformata ed alzata.
   
NOTE1II negozio vendeva colori. Secondo la testimonianza del Picco, esso risaliva al Settecento e rimase a lungo l’unico. Al tempo del Picco, vi si trovavano ancora i colori minerali per pitture a fresco, di ottima qualità.
 2II ms. riporta anche Nicolò come secondo nome aggiunto.
722
1570, mar. Era dei Brunelleschi1 (A.S.U., Arch. Caimo, 61/11, Nicolò Dragoni, Libro di memorie 1561 usque 1583, f. 135r).
1801 Giovanni Maria Simonetti (Nomenclatura, f. 27v).
1809*È del negoziante Nicolò Simonetti. Affittuale è il farmacista Pietro Lirussi (Registro delli aloggi, f. 20v).
1852*Appartiene a Zupelli Simonati (Competenze, I, f. 20v).
1876*L’edificio ospita il negozio di conciapelli, cuoi e corami di Mattia Bianchi, quello dei profumieri fratelli Marcotti, nonché il recapito dello spedizioniere Giuseppe Schiavi (COSMI-AVOGADRO, 84, 111 e 91).
   
NOTE1Il documento non è abbastanza preciso per autorizzare il della Porta ad attribuire decisamente la proprietà ai Brunelleschi. Il Dragon dice: «Morse mad. Antonia, madre di mia consorte, in casa mia il borgo del Fen verso il Brunalesco —». Ad ogni modo nel corso del sec. XVI in borgo del Fieno gestisce una spezieria Bortolo Brunelleschi detto Triaca (BATTISTELLA, Udine... sec. XVI, 175). Per i Brunelleschi ancora: BATTISTELLA, I Toscani, 247; MONTICOLI, Cronaca, 34.
723
1329, giu. 29 «Picardus q. d. Albertini panaterii de Pergamo — legavit super domo sua quam habet in Utino cui domui coheret a duabus partibus, a mane et a septemtrione via publica et a sera domus filiorum q. Raynerotti de Venzono, unam marcham — canonicis ecclesiae S. Marie» (A.C.U., Melioranza q Carello, Liber privilegiorum Capituli Utinensis).
1497*«Ser Antonio Fior di ser Zuanfrancescho Gallo de Cividal, habita in Udene, paga de fitto simplice per la nostra spiceria d 32 al ano, con li pati e condition come apar per man de ser Nicolò dela Fornase, nodaro in 1491 a dν ***, comenza lo termene lo dν de s. Zuan de zugno Toca per la nostra parte ogni anno L 69 s 11 —» (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi de Honestis, f. 57r).
[1498-1508]*«Nota che ditta affitation è spirata per la morte del ditto ser Antonio, lo qual mori circa 6 o 8 zorni de oct. e ne fo dare la chiave dela botega adν 23 ditto 1498. La qual botega ha sta’ serada fin adν 20 otubrio 1500, che sono anni do. Et adν de dito — 20 otubri 1500 nostra madre la ha allivelata insieme con li altri consorti a ser Daniel che fo de ser Francesco spiciaro, chiamato Baldana, per d 21 al anno, da esser pagadi in la festa de Ogni Sancto, come piϊ difusamente apar in lo libro deli memoriali — per man de ser Bernardin de Lovaria nodaro. Et tocca per la rata nostra L 45 s 11 p 1 a l’anno —» (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi de Honestis, f. 57r).
[1498-1505]*Proprietaria di parte dell’edificio è la famiglia Onesti, che affitta i locali: «Mess. Bortholomio de Brugnis1 de Giemona doctor nostro cusin paga de fitto simplice per la casa del canton, per avanti tegnuda per Alovise de Alberto cramaro a rason de anno soldi L 40 —, comenza lo termene adν 20 nov. 1496 -. Nota che a dν 4 zen. 1498 lo ditto mess. Bortholomio me ha renunciado la botega che vin suso lo canton sotto ditta casa. A dν ditto io ho affitado la ditta botega a mess. — Antonio Pichin pagando ogni anno de fitto simplice ducati d’oro cinque in tre paga —». Si registrano pagamenti d’affitto dal 1498 al 1505 (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi de Honestis, f. 58r).
[1498-1508]*«Mess. Bortholomio de Brugnis doctor nostro cusin paga de fitto simplice per la casa del canton za tegnuda per Alvise de Alberto sopra la botega, la qual reservemo in noi —» (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi de Honestis, f. 74r).
1503*«Mess. pre’ Alovise et ser Francesco fratelli de Strasoldo nostri cusini pagano hogni anno de livello sopra una sua casa posta in Udene in logo ditto Udin, apresso la hosteria de S. Zorze et apresso la casa nostra, al presente habitada per Bergamin, formento stara quattro; lo qual livello ditti fratelli pagavano per avanti a Tristano e Nicolò fradelli al presente hosti ala insegna dela Spada in Udene, come apar la compra de staro uno per li ditti, fatta in 1495 adν 14 ag., per man de ser Antonio Del Degan nodaro in Udene; item de stara 3 in 1497 adν 13 septembrio per man de ser Simon de Lovaria —» (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi de Honestis, f. 83r).
1505*«M. Luca Schiavon calligaro paga de fitto per la bottega del canton, tegnuda per avanti per m. Francesco del Zamoro, come apar in questo a c. 58, d 5 al anno comenzando lo termene al principio de setembrio 1505 —» (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi de Honestis, f. 92r — 92v).
[1506-1507]*«M. Luca preditto paga de fitto simplice per ditta botega, apresso quella tegnuda per avanti per Bergamin Bergamasco, hogni anno d 14 —» (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi de Honestis, f. 92r — 92v).
1507, dic. 14*«Nota che adν 14 decembrio 1507 ditto ser Francesco ha vendudo a noi fradelli la proprietà de detta casa, sopra la qual lui pagava ditto livello, per man de ser Hieronymo de Hieronymis nodaro. Ideo de cetero noi non scoderemo piϊ ditto livello» (ibid.).
1509*«Mess. Bortholomio de Brugnis1 doctor nostro cusin paga de fitto simplice per una casa posta sul canton a l’incontro dela specieria de Baldana senza la botega sottoposta, come apar per location a lui fatta adν 18 mazo 1501 per man de ser Paulo dela Lugera nodaro, ducati tre» (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi de Honestis, f. 76r).
1509*«Mistro Zuan del Tribul sartor in Udene paga de fitto simplice per una casa posta apresso una altra nostra affitada a mistro Luca calligaro e presso la hosteria de S. Zorze, a noi venduda per mess. Francesco de Strasoldo nostro parente adν 14 decembrio 1507 per man de ser Hieronymo de Hieronymis, lo qual ser Francesco per avanti haveva affitada ditta casa a m. Zuane adν 4 mazo 1504 per man de ser Cesaro Muzanin nodaro, ducati octo». La registrazione dei pagamenti copre l’arco fra gli anni 1509-1512. Per il 1512-1513 è annotato: «M. Philippo bergamascho lanaro paga de fitto simplice per la ditta casa, a lui affitada per m. Zuan Tribul predetto a nome nostro, lo fitto consueto —» (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi de Honestis, f. 115r).
1509*«M. Bartholomio, fiolo de m. Fulchini Bressoni sartor in Udine, paga de fitto simplice per la botega posta sotto la casa de la mia habitation a lui affitada del mese de decembrio 1510 —» (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi de Honestis, f. 11r).
1511, nov. 19*«Nota che ditto q. m. Bortholomio moritte de peste adν *** agosto 1511 et d. Lena sua moglier et herede renuntiò la ditta botega adν 19 novembre 1511 —. Mistro Antonio de Bressa cimidor in Udine paga de fitto simplice per ditta botega a lui affitada per pre’ Zuan Bortholomio nostro fradello adν 19 nov. 1511» (ibid.).
1513-1515*Registrazioni di affitti pagati da «Benedetto cremasco frutarol — per la oltrascritta casa apresso la hosteria de S. Zorze —» (ibid.).
1515-1517*Ancora agli Onesti pagano affitto «Leonardo Thodescho fo fameglio di ser Nicolò de Monticulo e m. Pulz marzaro etiam thodescho» (ibid.).
1518-1519*In questo periodo paga «Zannetto de Flumignan hosto —» (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi de Honestis, f. 116v).
1519, magg. 2*«Ser Beltrame q. ser Pagan — de Susana2 de’ pagar de livello per tre case infrascritte a lui alivellade: videlicet una posta apresso la hosteria di S. Zorze, al presente abitata per Zanetto de Flumignan hosto —; la seconda è posta apresso la ditta, al presente habitata per m. Johanne calligaro —; la terza è posta apresso la ditta seconda, sul verso la spiciaria de Baldana, à una corte apresso e al presente è habitada per m. Zamoro barbiero» (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi de Honestis, f. 127r).
1520, giu. 2°Bertrando Susanna2 aromatario volendo ridurre decorosamente le case poste in Via Udine che furono del q. Giovanni Donna Onesta domanda di poter occupare un piccolo spazio onde tirare il muro dritto (Annales).
1521*Affittuale risulta Francesco del fu Francesco della Porta da Belgrado (ibid.).
1522, febbr. 14 «Dum ser Bertrandus aromatarius de Susanna, lachrymis et molto merore narrasset casum et ruinam partis domorum suarum, quas construxit apud hospicium S. Georgii et pariter muri domus dicti hospicii dividentem domos predictas a dicto hospicio certarumque camerarum existentium a parte posteriori dicti hospicii lapsum cum gravissima eius iactura et damno quodam modo et ultima ruina, quippe quia idem ser Bertrandus non est par ad reficiendum dicta edificia diruta, dixissetque ruinam ipsam processisse ob debilitatem et antiquitatem dicti muri dividentis dictas domos et, nisi celerime reparetur, periculum manifestum est ne in eandem ruinam cadant tam dicta ser Bertrandi nova edifitia restantia quam pars dicti hospicii». I deputati decidono di puntellare le fabbriche e di rifare a spese pubbliche il muro divisorio (Annales, XLIV, f. 63r — 63v).
1554*Interessi della famiglia Vanni degli Onesti nella casa: «La mittà dela terza parte della casa posta in Rialto, che fu di ser Beltrame q. ser Pagan de Susana spiciaro, posseduta pro indivisa fra noi tutti consorti de Honestis; qual casa fu venduta a l’incanto —e ne fu deliberate per ducatti mille e settecento — a bon conto del nostro credito et cavedale adν 20 settembre 1549, per man di ser Alvyse Fiacco —. Ser Zuanne Romanetto padoan berettaro paga di fitto semplice ogn’anno per la bottega de soprascritta casa sul canton ducatti quaranta —, uno marzapan di peso de Ib 2, qual è di mio fratello et li ducati quaranta si dividono fra tutti noi consorti. M. Serafin stringaro paga di fitto semplice ogn’anno, per la bottega di mezzo, ducatti 18 —. M. Beltrame Morandin barbiero paga di fitto semplice ogn’anno per la terza bottega ducatti vinti —. La soprascritta casa non è posseduta piϊ per noi, per haverne mess. Josefo q. ser Beltrame Susana pagati li nostri livelli —» (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi de Honestis, f. 6r).
1632, mar. 29 I fratelli Paladini acquistarono dai nob. Zen il loro palazzo in via Rialto e lo abitavano ancora nel 1656 (Not. Bernardino Orgnani, Arch. Frangipane, ms. 1510, Schede per case, R).
1661, febbr. 6*«Messer Carlo d’Antonio Maria d’Ancona hosto alla “Nave” (A.S.U., N., Orazio Agricola, 7735, II instr., f. 50v).
1671°Marc’Antonio Caratti comprò la casa Cividini del valore di d 5000 e la cedette ai Paladini ricevendo in cambio la casa Paladini del valore di d 10000 (Arch. Mun.).
1736, ag. 13*«Il nob. ser. Francesco Soardi, uno de’ sindici procuratori del — monastero di S. Bernardino —, ha locato — a ser Giacomo Battaia da Bever ne’ Grisoni —, per dieci anni da principiarsi il dν 1 ott. prossimo, la casa tutta e l’osteria annessa detta S. Giorgio —. Il — Battaia — s’è obbligato pagar ogn’anno d’affitto semplice al — monastero in contanti d 85 di L 6 s 4 — item due vitelli —. Sia ben tenuto a ben trattar i forastieri dando loro buon pane macinato a toffo e fior, e llesso, e rosto secondo i tempi moderatamente, contentandosi del pagamento a ragion di pasto, che porta il comun uso e costume e che richiederà la condition de’ tempi di carestia o di abondanza —» (ms. B.C.U. 1329, copia).
1744 «Caratti. Abitarono la casa Palladina in borgo del Fieno, poi la casa Asquini» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 192).
1766, magg. 30*«— Giacoma q. Nicola Bertuzzi, moglie del sig. Lucio Miduni —, ha —venduto — al sig. Giovanni q. — Francesco Simonetti — una porzione di casa — in essa pervenuta per la mancanza ab intestato della q. Valentina di lei madre, — situata nella contrada di Rialto, annesso alle pubbliche becca-rie —. E ciò fa — pel prezzo — di d 50 —» (A.S.U., N., Eugenio Sporeno, 9314, XII contr., f. 39v — 40v).
1801 Giuseppe e fratelli Simonetti. «Abitazione e negozio» (Nomenclatura, f. 27v). Dai Simonetti passò per eredità nei Pilosio di Tricesimo, che la vendettero al dott. Rubazzer.
1832*Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa ai caffettieri fratelli Todero l’avviso municipale n. 1050 per la remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene a Caterina Pilosio e a Cornelio Fabris (Competenze, I, f. 20v).
1876*Al n. 723 A, bottega dell’incisore in metallo Carlo Santi3.
1883 Caffè “Alla nave” (AVOGADRO, 139). Gestione di G. Ronner
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Per Bartolomeo Brugni: AMASEI, Diarii udinesi, 277, 346, 347, 350, 355, 498; SAMBIN, Gregorio Amaseo, 31-32.
 2Sulla famiglia Susanna vedasi al n. 142.
 3Per Carlo Santi: MASUTTI, Medaglistica, 1838-1839; OSTERMANN, Numismatica, 132; PICCO, Il veterano Carlo Santi; S[ACCOMANI], Il ristauro, 53; SAVIO, Antologia, 132-133, 141.
   
STUDI INEDITI ZURICO, Della pittura friulana, 18.
   
BIBLIOGRAFIA Antico caffè che scompare; A Udine brucia un locale; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 160-161; BRAGATO, Guida, 44-45; della PORTA, Toponomastica, 191, 192, 193; ERMACORA, Guida, 89; ERMACORA, Vino all’ombra, 76-78; GIOSEFFI, Udine, 35-36; de JESO, Com’era, 68; MANZANO, Non ha senso credere; PERUSINI-ANTONINI, Un secolo, 16-17; PICCO, Caffè alla Nave; PICCO, Riattazione delle vie; de RUBEIS, Catalogo, 6 (1938), 14; VALENTINIS, Udine antica, 10.
724
1801 Osvaldo Cortelezzis (Nomenclatura, f. 27v).
 *Affittata a Giuseppe Cossatti (ibid.).
1809*È di Giovanni e fratelli Cortolezzi. Affittuale è l’orologiaio Giuseppe Cosatti (Registro delli aloggi, f. 20v).
1812*Bettola gestita da Giacinta Cosatti (Esercenti).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al sarto Angelo Donato l’avviso n. 724 circa l’avviso n. 1050 relativo alla «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene a Teresa Cortelazis (Competenze, I, f. 20v).
1876*Profumeria di Andrea Mulinaris1 (COSMI-AVOGADRO, 111) e macelleria di Giuseppe Diana (ibid., 100).
1877, apr. 10°Il comune compera la casa dai Cortelazzis (Not. Aristide Fanton).
1910 Fu abbattuta.
   
NOTE1Per Andrea Mulinaris: Esposizione, 18, 96.
   
BIBLIOGRAFIA Vedasi n. 729.
725
1644, ag. 30 Viene accolta l’istanza del calzolaio G.B. Martinis chiedente il permesso di «piantare quattro o cinque colonelle, sotto lo stillicidio, che servino a sostegno» della sua casa «nel borgo del Fieno su l’angolo a mano destra per mezzo la contrada Savorgnana», in quanto «minaccia qualche rovina nell’aspetto verso la medesima contrada, per esser stata fabbricata su barbacani all’antica la facciata da quella parte» (Annales, LXXVII, f. 128r — 128v).
1778, sett. 12*Nota di perito anonimo: «Ad instanza del sig. Osvaldo Cortoleccis, che fa per nome del sig. G.B. di lui fratello, io sottoscritto perito ho presa in grado sopra luoco I’infrascritta casa di ragione delli prefati sigg. Cortoleccis, attualmente condotta in affittanza semplice per locazione — dal sig. Michele Airango turrinese abitante in questa città —» (B.C.U., pubblico perito anon., vacch. 79, f. 43v — 49v, con descriz. e stima dei singoli ambienti).
1801 Osvaldo Cortelezzis (Nomenclatura, f. 27v).
 *Dai documenti seguenti si capisce che l’edificio comprende diverse parti contrassegnate dalle seguenti lettere dell’alfabeto: A, B, C, D.
1809*È di Giovanni e fratelli Cortolezzi. Affittuali sono Daniele Gabrieli e il locandiere Luigi Zancano. «Piϊ non esiste la locanda dell’inquillino Zancano» (Registro delli aloggi, f. 20v — 21r).
1810, genn. 27*I fratelli Giovanni e Osvaldo Cortelezis chiedono «di far aprire una porta contigua all’altra della casa in contrada di S. Tommaso, coscritta al c.n. 725 B di loro proprietà (A.S.U., C.N., 178/Ornati, XIX).
1813, genn. 7*Al podestà di Udine Giovanni e fratelli del fu Osvaldo Cortolezis «domandano il permesso di aprire una porta sulla pubblica strada lateralmente al porton d’ingresso della loro casa d’abitazione coscritta al c.n. 725 A». Il nulla osta è rilasciato due giorni dopo (A.S.U., C.N., 180/XIX).
1826, apr. 20*Giovanni del fu Osvaldo Cortolezis, facendo presente che «sotto la casa di abitazione — in contrada S. Tommaso esiste un mezzado avente una porta ed una sola finestra sulla pubblica strada, desidera — ingrandire la finestra — in riquadri di pietra da chiudersi con rabatto» (A.S.U., C.A. I, 100/1826, 1283 Orn. II C).
1831, genn. 30*Giovanni q Osvaldo Cortolezis, proprietario delle due case «situate in — contrada di S. Tommaso — n. 725 B e 725 C, domanda il permesso di aprire una porta e rabatto a pie’ piano della casa 725 B nel sito delle due finestre attuali verso mezz. e di aprire altra porta e rabatto unito a pie’ piano nella unita casa 725 C verso pon. —» (A.S.U., C.A. I, 182/V, 378 Orn. II C, con dis.).
1831, magg. 13*Luigi Berletti chiede il permesso «di colocare al di fuori del proprio negozio di libraio1, al c.n. 725 una piccola tenda onde difendersi da’ cocenti raggi del sole». L’autorizzazione non è concessa perché «l’angustia della strada tanto frequentata prossima ad un quadrivio non lascia luogo ad annettere la proposizione di collocamento» (A.S.U., C.A. I, 182/V, 1950 Orn. II C, con diss.).
1846, nov. 14*Raimondo Cortelazis, «avendo divisato di riformare la facciata della bottega — che fa parte della casa — n. 725 D», presenta progetto, firmato dal muratore Valentino Driussi. La domanda è sottoscritta dal «libraio affittuale» Luigi Berletti. La deputazione d’ornato giudica «tollerabile» il progetto (A.S.U., C.A. I, 406/II, 7556 Orn. II C, con dis.).
1847, apr. 11*Teresa Venerio Cortelazis, proprietaria della casa 725, «desidera cambiare li due stipiti della parte numerata A, per essere in pessimo stato li attuali». Allega un dis. della porta e della finestra, firmato dal muratore Francesco Agosto. Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 422/IV, 2263 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene, insieme con i numeri 725 A, 725 B, 725 C, 725 D, 725 E, a Teresa Cortelasis (Competenze, I, f. 20v).
1852 Vi aveva sede la libreria Berletti (“L’alchimista friulano”, 3, XXXI, 1 ag. 1852, 253).
1855, genn. 19*Teresa Venerio Cortelazzis chiede ed ottiene di aprire una porta nella casa segnata col n. 725 B (A.S.U., C.A. II, 66, 421 Orn. II C).
1855, febbr. 14*Mario Bardusco2 presenta due schizzi di lavori da eseguire per la casa Cortelazzis (A.S.U., C.A. II, 66, 904 Orn. II C).
1876*L’edificio ospita nelle varie parti, oltre all’ottonaio e lattonaio Giovanni Perini, nella parte censita 725 A, il sarto Giuseppe Tubelli e le modiste Billich e Tavagnutti; nella parte censita C ha l’ufficio l’ing. G.B. Zuccaro e vi è ospitata la libreria di Luigi Berletti; nella parte 725 D vi hanno recapito i sensali Natale e Odoardo Merluzzi (COSMI-AVOGADRO, 108, 112, 102, 97, 98, 113).
1877, apr. 10°Il comune acquista ‹la casa› da Cortelazzis (Not. Aristide Fanton).
1878*Vedasi n. 724.
1883*Al n. 725 C è ancora segnalato lo studio dell’ing. G.B. Zuccaro; al 725 D è ospitata la bottega del fornaio Carlo Menini (AVOGADRO, 145, 146).
1910 Viene abbattuta. Vedasi n. 728.
   
NOTE1Della molteplice attività svolta dalla libreria è saggio la notizia stampata su “L’Alchimista friulano”, 3, XXXII, 8 ag. 1852, 260, con la quale si pubblicizza la vendita della medaglia di Antonio Fabris per la restituzione della dignità arcivescovile alla sede di Udine. L’attività piϊ famosa è rimasta legata alla calcografia musicale da parte della tipografia annessa, come si legge su “Giornale di Udine”, del 27 luglio 1868, CLXXVII, 1-2, con un articolo di P. Da Carina, che annuncia la prossima pubblicazione dei cinquanta salmi di Benedetto Marcello. Nell’esposizione artistico-industriale di Udine nell’agosto 1868 il Berletti vi presenta le sue opere (“Giornale di Udine”, 3, CCXV, 9 sett. 1868, 2). A ciò si aggiunga l’attività della libreria circolante organizzata dal Berletti (“L’alchimista”, 7, 22 marzo 1856, XII, 47-48), quella di “esposizione permanente” praticata nel negozio per gli artisti friulani del momento e quella della diffusione di novità nell’ambiente udinese, quali lo stereoscopio (Notizie urbane, “L’annotatore friulano”, 1, LXXV, 1 ott. 1853, 312).
 2Ancora “L’Alchimista” (6, XV, 8 apr. 1855, 120) pubblica la réclame per questo negozio: «Mario Bardusco rende noto che il suo laboratorio di dipinti, intagli, pressioni, dorature, ecc., venne trasportato in contrada San Tommaso al c.n. 725. Udine, aprile 1855».
   
BIBLIOGRAFIA “L’annotatore friulano”, 1, LXXV, 1 ott. 1853, 312; BONINI, La biblioteca circolante, 1; COMELLI, L’arte della stampa, 244-245; Esposizione artistico industriale, 20, 48, 106, 107, 117; MIOTTI, Cenno sulle antiche opere, 24; Parti prese... 1898, 72; P[ICCO], Arte e industria; P[ICCO], Una artistica insegna, 2; PICCO, Ricordi, 120; PICCO, Udine vecchia. Via Cavour; PILOSIO, Editori friulani, 14; PILOSIO, Nella Treccani il nome, 10; S[ACCOMANI], Il ristauro, 19, 511; SBUELZ, Notizie storiche relative alla Loggia, 37, 39; Vedasi inoltre bibliografia per il n. 728.
726
1801 Comune di Udine (Nomenclatura, f. 27v).
 *Affittata ad Antonio Venier (ibid.).
1809*È del comune di Udine. Affittuale è il parrucchiere Antonio Venier (Registro delli aloggi, f. 20v).
1809*Nella relazione di Francesco Moretti al podestà sulla casa n. 726 di proprietà comunale non è precisato se sia affittata o no (A.S.U., C.A. I, 1).
1812*Vendita di liquori gestita da Antonio Venier (Esercenti).
1838*Il comune vi effettua lavori per «toglimento filtrazioni» (A.S.U., C.A. I, 282 Passività... 1838).
1848*Una parte è affittata a Carlo Rizzani e la bottega a Luigi Gozzi (A.S.U., C.A. I, 442, Attività... 1848, Fitti di case, fondi e spazi).
1852*Locale di proprietà del comune di Udine (Competenze, I, f. 20v).
1852, ag. 1*La casa è considerata ormai insieme con quella n. 727. Vi ha sede la filiale udinese dell’i.r. privilegiata Azienda Assicuratrice Udinese, retta da G.B. Andreazza. Nello stesso stabile l’Andreazza gestisce un «fondaco manifatture di ferro fuso e battuto ed oggetti meccanici» (“L’alchimista friulano”, 3, XXXI, 1 ag. 1852, XXX, 254).
1876*Recapito dell’imprenditore Carlo Del Prà (COSMI-AVOGADRO, 96).
 *Vedasi n. 729.
727
1656*Case Cortona. Vedasi n. 728.
1666, febbr. 5*Vi abita il sig. «Aloio» (Vedasi n. 728), che, insieme col genero cartaio Giovanni Piccoli, in un documento del 13 giugno 1660 è ricordato come libraio. La sua attività risale almeno al 4 marzo 1654 (A.S.U., N., Orazio Agricola, 7736, filza).
1801 Comune di Udine (Nomenclatura, f. 27v).
 *Affittata ad Antonia Bassi (ibid.).
1809*È del comune di Udine. Affittuale è l’impiegato Antonio Bacina (Registro delli aloggi, f. 20v).
1809*Dalla relazione di Francesco Moretti al podestà si sa che la casa è affittata a Giovanni Bacina (A.S.U., C.A. I, 1).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questo edificio alla rigattiera Luigia Bellumasco l’avviso n. 1050 concernente «la remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1842*In seguito ad autorizzazione del 10 ag. la bottega della casa è affittata a Francesco Sbrojavacca (A.S.U., C.A. I, 442, Attività... 1848, Fitti di case, fondi e spazi, n. 17).
1852*Locale di proprietà del comune di Udine (Competenze, I, f. 20v).
1852, ag. 1 Vedasi n. 726.
   
BIBLIOGRAFIA della PORTA, Toponomastica, 192, 193; SBUELZ, Notizie storiche, 23, 34, 36; Vedasi anche n. 729.
728
1523, genn. 6 Si delibera «quod — ematur a ven. d. p. Iacobo Vuaraio — domus que fuit mag. Simonis Cividini —» (Annales, XLIV, f. 119v).
1523, magg. 21 Pre Giacomo Vuarai vende al comune di Udine una casa che fu di Simone Cividino in borgo del Fieno sul cantone respiciente verso il palazzo, dalla parte anteriore verso strade pubbliche, posteriormente verso le case del comune, dall’altra parte verso le case di Antonio Comuzio calzolaio di Udine (Annales, XLIV, f. 150v — 151r).
1524, lugl. 31 Si decreta la costruzione di pubbliche panatarie «post pallatium comunis — sub domibus magn. comunitatis nostrę quę olim fuerunt mag. Simonis Cividini cerdonis» (Annales, XLIV, f. 10v).
1525, genn. 26*«Per pistores Utini pro pannattariis commode fabricatis per — communitatem nostram apud logiam comunis sub domibus que fuerunt mag. Symonis Cividini cerdonis Locatio pannattariarum facta pistoribus Utini» (Annales, XLV, f. 37v).
1549, genn. 21*«Actum Utini in auditorio supra panatarias publicas. Ibique nob. d. Josephus de Abbadibus doctor et Augustinus de Valantinis et ser Nicolaus Carabellus de Utino, curatores dati a — d. Petro Mauroceno — locumtenente — Ioanni Jacobo et Ioanni Andreæ fratribus filiis q. mag. Andreę Comutii de Utino ad infrascriptum actum alienationis dumtaxat, — considerantes in se statum et esse dictorum fratrum minorum annis vigintiquinque maiorum t(ame)n viginti, et cognoscentes in conscientia sua utilius fore dictis minoribus quod alienetur domus eorum propriæ habitationis et in qua quidem eorum pater habitare solebat, quam eam adservare, quippe quia onusta est pluribus livellis frumentariis, pro quibus solvendis quotannis errogantur affictus pene totus, pro quo locatur dicta domus certo sutori calceolario et quid minimum superest ipsis minoribus, et considerantes quod ex conditione fienda alicui propinquo et cohærenti dictis ædibus — pro commoditate sua egenti trahetur tanta pecunia ultra eam quæ erogabitur in livellis francandis, cum qua comparabuntur et ementur tot reditus cum quibus satis commode dicti minores alentur, et victum habebunt, quoque ut predictum est, ipsis erit longe commodius et utilius, ipsisque minoribus hoc persuaso, qui sunt iam eius ætatis quæ doli capax esse potest, ut prędictum est, et annuentibus ipsis, — proindeque — antedicti — curatores — vendiderunt — domos antedictas, sitas Utini in contrata dicta del Fen, iuxta ædes magn. comunitatis Utini a latere et a parte postica ab antica iuxta viam publicam dicti burgi et ab altero latere iuxta ædes ser Nicolai Carabelli et — alios — nob. — ser. Danieli de Andreotis et Joanni de Quadrivio et ser Ludovico Thealdo — habentibus — commissionem a magn. consilio civitatis Utini — et id pretio convento ducatorum trecentorum quinquaginta —» (Annales, LII, f. 134r - 135r).
1558, apr. 2*«— Audita relatione præfectorum fabricæ palatii publici, decretum fuit suffragiis omnibus præter duo, — quod ser Johannes Maria de Uccellis exburset iuxta oblationem per eum factam ducatos octoginta et quod teneat iure simplicis affictus domum ligneam adhærentem palatio publico pro affictu annuo ducatorum quattuor, annuatim detrahendorum ex summa antescriptorum ducatorum —» (Annales, LIV, f. 175r).
1656, dic. 17 Il co. Leonardo Caiselli vende alla comunità di Udine «una casa posta — nella contrada — del Fieno, confina a lev. col palaggio pubblico, a rhezodν colla detta contrada, a sol a monte et ai monti colla casa Cortona —» per d 645. Questa casa, già Macheropio, era stata acquistata dai co. Caiselli con istr. 1644, nov. 29, atti Rocco Carminati e Andrea Brunalleschi (A.S.U., N., Nicolò Bergamino, 7351, Istr. 1656, 100).
1666, febbr. 5 «In giorno di venerdν se cominciò a disfare il muro verso il sig. Aloio abitador delle case Cortone per fabricar la nuova cancelleria di comun et nel medesimo giorno fu cominciata la detta nova fabricha» (B.C.U., A.C.A., ms. C.16).
1690 Le panatterie erano sull’angolo tra borgo del Fieno e la piazzetta del Vino (A.S.U., C.A., 3/2, f. 3r, Copia tratta dal libro del q. nob. sig. Antonio Valentinis cameraro cons. dell’anno 1690-1691, f. 12, ad opera del cancelliere Orgnani).
1690 «Ser Lionardo Tarlato panatier pubblico paga d’affitto semplice ogn’anno per la casa posta sul angolo del borgo del Fieno, e dalla piazzetta del Vino, sotto la sala dell’ill.ma convocazione e sopra le botteghe della pubblica panataria, la qual casa si lascia al medesimo a semplice affitto, in virtϊ della parte presa nel magn. consiglio il 8 dν 21 marzo 1686, ducati quatrodeci val L 86 s 16. Ed è l’affitto stesso che pagava il nob. sig. co. Prospero Antonini conduttor precessore. Continuarà esso panatiero a pagar la medesima summa fino ad altra locazione» (ibid.).
1706, mar. 26*«Gl’ill.mi — deputati della città — hanno rilocato — a ser Francesco Marchiano — per anni cinque — la casa di ragion pubblica sotto le stanze del pubblico palazzo, da Ìui presentemente abitata e tenuta a semplice affitto —, con — espressa condizione che resti totalmente proibito ad esso conductor l’uso di far foco nella casa stessa, come pure il riponervi materie atte e facili a concepir il foco, in conformità della parte presa nel magn. consiglio il dν 21 marzo 1680 —» (Acta, LXXI, f. 241r).
[s.d.]°°Vedi n. 790.
1740-41*Il cancelliere Orgnani indica in Giacomo Bragolino il pubblico “panatier” che paga l’affitto della casa (A.S.U., C.A., 3/2, f. 5v).
1798, mar. 23*Autorizzazione per l’esecuzione di lavori nelle stanze previste per la farina (A.S.U., C.A., 93/28).
1801 Palazzo pubblico e panetteria (Nomenclatura, f. 27v).
1804, sett. 3*Supplica degli affittuali delle botteghe sottostanti al palazzo per il rinnovo delle grondaie (A.S.U., C.A., 93/23).
1808*«Alcune stanze terrene ad uso di panateria ed altre in primo piano ad uso di abitazione incorporate nel palazzo comunale formano l’affittanza 25 aprile 1805 a Antonio Piccoli pistore il suo principio nel giorno 1 ag. 1805 e progredire al 31 luglio 1811, sempreché — per sovrane disposizioni e sopra li due regi dazi pestrino a macina e sopra le pistorie non dovesse abbreviarsene la durata. Infatti, cessati li due dazi pestrino e macina, e surrogati li dazi consumo alle porte d’ingresso, nacque il caso preveduto e ne avvenne la caducità del contratto 25 apr. 1805 fin dall’epoca 1° maggio 1806 in cui fu firmato il locatario all’esecuzione del suo contratto ed invitato a rinnovarlo —» (A.S.U., C.A. I, 1/Attività e passività 1808, Relazione sulle attività..., Case e fabbricati, n. 7).
1809*È del comune di Udine. Affittuale è il pistore Antonio Piccoli (Registro delli aloggi, f. 20v).
1809*Relazione di Francesco Moretti al podestà di Udine: «Il palazzo comunale è situato nel centro della comune, di faciata alla piazza, e fabbricato serviente all’uso parte di camera notarile e parte della gran guardia. Li locali che lo formano sono la fabbrica della loggia, che consiste in un salone sotto il copperto con due camere, una a 1ev. e l’altra a pon.; qual poi è subdiviso in altre camere con tramezzere di cantinella, il tutto serviente all’uso della corte di giustizia civile e criminale. Un salone sotoposto al citato, o sia loggia o publico beneficio isolato, od apperto alli tre venti di levante, ponente e tramontana, sostenuto da collone e fraposti balaustri e tre scalinate alli descritti tre venti, servono d’ingresso alla stessa loggia. La fabbrica delle scale, ascendono al descrito salone, fraposte fra lo stesso salone e loggia, e la seguente fabbrica detta il palazzo verso mezzodν. La fabbrica, detta il palazzo, che consiste in un salone che abbracia tutta l’altezza del fabbricato, serviva un tempo per l’addunanza de’ consigliori della città, ora ad uso d’aula, tribunale della corte di giustizia ed il restante per l’uditorio. Una sala a levante di esso. Salone pur di tutta l’altezza serviva un tempo per il consiglio, cosν denominato convocazione della città, ora ad uso di addunanza della corte di giustizia per l’estesa delle sentenze. Mezzanelli sotto li descritti salone e sala. Una camera serve d’archivio o deposito dei scritti de’ trapassati notai. Tre camerini tenuti ad affitto dal sig. Antonio Piccoli. In piano. Una piciola botega, tenuta ad affitto dal sig. Canetti calzolaio. Altra piccola botega seguente tenuta ad affitto dal sig. Damiani peruchiere. Altre due botteghe pur seguenti tenute ad affitto dal — Piccoli. Piccola stanza oscura ad uso di cocina, tenuta ad affitto dalo stesso — Piccoli. Due stanze, servivano un tempo ad uso di camera de’ pegni. Altra stanza pur seguente ad uso del strenuo conestabile, chiamata guardiola. Altra stanza pur seguente ad uso di magazino in servizio della comune ed una cantina sotteranea tenuta ad affitto dal sig. G.B. Steffani. Altra porzione di fabrica a mezzodν della citata sala e salone, che consiste in due soffitte occupate una da carte notarili antiche e l’altra da carte della municipalità. Altra soffitta occupata da carte volumi antichi della città. In primo appartamento sotto dette soffitte. Una camera ad uso di ragionateria, serviva un tempo di anticamera alli — deputati della città. Altra camera ad uso di podestaria, o sia municipalità, un tempo di riduzione de’ — deputati della città. Altra camera ad uso di cancelleria di comunità. Mezzanelli sotto le descritte tre camere. Tre camere con ingresso, servono di archivio, o sia di deposito de’ scritti di notai trapassati. In piano. Una botega tenuta ad affitto dal sig. Fabrizio bolzer. Due stanze ed una cantina sotteranea, il tutto tenuto ad affito dal sig. Stefani. Il valor capitale in comune comercio di tutti li fabricati — è di L 212427,763» (A.S.U., C.A. I, 1, Relazione di Francesco Moretti al podestà, f. 3r — 4r).
1811, nov. 15*Il podestà Giulio Mattioli affitta a Francesco Novelli per nove anni «li locali — situati sulla piazza Contarena e contrada di S. Tomaso — posti in — palazzo comunale — faciente angolo con detta contrada, consistenti — in due stanze a pian terreno, una serve attualmente alla vendita di pane e l’altra alla vendita — di liquori ed acquavite, altra pure a pian terreno dietro alle stesse ad uso di cucina, ed una camera con due piccoli camerini nel primo piano superiore —» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10360, 773, Stato e grado annessi).
1838*Preventivo per restauri: «Gorne palazzo sopra gli uffizi. Rifacitura pavimento tavole nel locale custode machine. Applicazione bussola alla porta d’ingresso uffici municipali» (A.S.U., C.A. I, 282, Passività, preventivo 1838).
1838*Il comune affitta «casa e botteghe al n. 728 ad uso paneteria» a Pietro Carli, con scadenza al 31 magg. 1841. Vi sono compresi magazzini e altre botteghe (A.S.U., C.A. I, 282, Attività... 1838, n. 23 e 24).
1848*Una parte della casa e botteghe è affittata a Carlo Beghini e l’altra parte a Teresa Travani (A.S.U., C.A. I, 442, Attività... 1848).
1852*Locale di proprietà del comune di Udine (Competenze, I, f. 20v).
1876*Bottega dell’incisore in metalli e orefice Valentino Brisighelli1 (COSMI-AVOGADRO, 97, 104, calzoleria di Leonardo Comino (ibid., 88) e recapito dello spedizioniere Carlo Del Prà (ibid., 91).
1883*Libreria di Prucher Costalunga (AVOGADRO, 147).
1910, genn. 10 Si inizia la demolizione del vecchio municipio.
   
NOTE1Per Valentino Brisighelli: Esposizione, 12, 13, 35, 54, 55, 116; PICCO, L’artista incisore.
   
BIBLIOGRAFIA Vedasi n. 729.
729
  Loggia municipale (Nomenclatura, f. 27v). La costruzione, proposta nel 1441, fu finita nel 1456 su disegno di Nicolò Lionello. Incendiata il 19 febbr. 1876.
 *Pazienti e diligenti ricerche hanno indagato sull’origine e lo sviluppo del palazzo, come risulta dalla bibliografia allegata. Si può soltanto segnalare l’esistenza di documenti particolari, ad integrazione degli studi editi.
1495, magg. 22*«— Sp. legum doctor d. Antonius Savorgnanus dixit presens consilium convocationis specialiter congregatum esse pro providendo circa fabricam fiendam in palatio —: et post multa dicta et allegata in ipsa convocatione posuit partem quod secundum formam modelli facti per mag. Petrum Lombardum ingeniarium, Venetiis habitantem, fiant camini in domibus scolarum et quod ipsorum fabrica ponatur ad publicum incantum —» (Annales, XXXIX, f. 37r).
1495, dic. 28*«— Comparuit — Troianus Savorgnanus exponens intellexisse quod — domini perquirebant, nomine magn. comunitatis nostrę, quattuor magnas trabes sive bodonalię de lariso pro ędificio perficiendo post palatium et quum ipse — Troianus habeat dicta ligna pulcherrima in villa Furni inferioris, obtulit ipsis dominis velle dare dicta ligna conducta ad villam de Buye precio quo ipsa ligna ęstimabuntur per mag. Philippum de Malazumpicha salariatum magn. comunitatis et mag. Bartholomeum de Caprileis marangonum; qui — domini, — audito mag. Daniele marangono, asserente se vidisse dicta ligna et esse pulchra et sufficientia pro dicto ędificio, acceptaverunt oblacionem — d. Troiani —» (Acta, II, f. 14v).
1551, febbr. 26*«— Ali — deputati sia data authorità, di far tuor, mediante li tre prefetti a l’opera, il piombo per il coperto del palazzo pubblico a quel istesso modo e mercato che è sta’ tolto l’altro —» (Annales, LII, f. 225r).
1690, sett. 8*Riparazioni al coperto di piombo da parte di Mario Marzecon (A.S.U., C.A., 93/11).
1692, sett. 28*Polizza di spese di Pietro Lucchini per il coperto di piombo del palazzo (A.S.U., C.A., 93/12).
1719, ag. 15*Polizza di lavori eseguiti da G.B. Presani (A.S.U., C.A., 93/14).
1719, ag. 22*Polizza per lavori eseguiti da Domenico Gurisatto per colonnette della loggia (A.S.U., C.A., 93/15).
1731, giu. 7*Peso del piombo per il coperto (A.S.U., C.A., 93/16).
1736, mar. 7*Polizza di spese per la fattura di una finestra da parte di Antonio Di Lenna (A.S.U., C.A., 93/18).
1736, dic. 23*Polizza di spese per la fattura, da parte di G.B. Bonitto, delle colonnette della loggia (A.S.U., C.A., 93/22).
1752, mar. 6*Polizza di spese di Giuseppe Angeli per restauri al coperto del palazzo (A.S.U., C.A., 93/24).
1759, magg. 27*Proclama con la proibizione di appoggiare legname alle colonnine della pubblica loggia (A.S.U., C.A., 221/17).
1809*È del comune di Udine. «Loggia e locale di seduta della municipalità» (Registro delli aloggi, f. 20v — 21r).
1810, giu. 6*Il podestà Antonini al commissario di polizia: «La prevengo — di aver abilitato Gabriele Bellumasio e Girolamo Piccolo a fare la festa da ballo di consuetudine sotto la loggia del paiano comunale per il —6 — giugno corrente» (A.S.U., C.N., 182, 2183 Pol. 20).
1838*Vari lavori di restauro al pavimento della loggia (A.S.U., C.A. I, 982, Passività, preventivo 1838, n. 114-117).
1852*Locale di proprietà del comune di Udine (Competenze, I, f. 20v).
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 22r — 23v.
   
BIBLIOGRAFIA Arturo Malignani, 32; L’Aiace di Vincenzo Luccardi, 317-318; Atti del Congresso internazionale di studi su “Raimondo D’Aronco e il suo tempo” ; AVOGADRO, Guida, 50-57; BARILLARI, Raimondo D’Aronco, 4-20; BATTISTELLA, Brevi note, 60-64; BATTISTELLA, I vecchi teatri, 81, 83, 107; BATTISTELLA, Le vicende, 23-40; de BENVENUTI, Iconografia, 30-31; BERGAMINI, La vite, 60; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 162-168; Giuseppe BIASUTTI, I maestri comacini, 40-42; C., La Loggia, 68-71; CAVALCASELLE, La pittura friulana, 66, 210-211; CICERI, La piazze dal vin, 25-29; CICONI, Udine, 49, 457; COLA, Cento anni, 76-77, 108; CORGNALI, La cidule; [CORGNALIJ, Inzir... La Madone dal Palaz; CORGNALI, Il monumento, 3-10; L. DAMIANI, Arte ... Il Liberty, 59, 64, 77, 144-146, 269; L. DAMIANI, Arte... Il Novecento, 340; D’ARONCO, Lettere, 267, 268, 269, 291; D’ARONCO, Progetto; D’Aronco architetto; DEL PUPPO, La nostra bella piazza, 1-21; Doni, 240; FORATTI, La loggia, 291-303, 304; FORATTI, Una piazza monumentale, 398-402; FORMENTIN, L’artigianato, 31; F(RANCO), I quadri della sala Aiace, 5-6; GIOSEFFI, Udine, 34-35, 97, 237-238, 239-240, 244; JOPPI, Contributo quarto, 13, 14, 119; JOPPI, Udine prima del 1425, X, XVIII, XLIII, XLVII; JOPPI-OCCIONI BONAFFONS, Cenni storici; di MANIAGO, Guida, 23-25; di MANIAGO, Storia, 45, 106, 150, 161, 168, 180, 197, 282, 295; MAGRINI, Memorie, 62; MARCHETTI, Il Friuli, 808-821; MARI, Divagazioni, 2; MIOTTI, Cenno sulle opere difensive, 24; MISTRUZZI, La campana; Nuovo palazzo degli uffici municipali; Oggetti provenienti dalla demolizione del Palazzo degli Uffici; Parti prese... 1876, 238-239, 249; Parti prese... 1877, 262, 279; Parti prese... 1878, 285, 289, 292, 301; Parti prese... 1880, 70, 123; Parti prese... 1888, 27, 38; Parti prese... 1890, 84; Parti prese... 1893, 38; Parti prese... 1908, 69, 75; Parti prese... 1913, 26, 69, 75, 84, 154, 200, 216, 248, 263, 299, 359, 360, 379, 384, 389, 394; PEPE, Teatri, 23-24; PICCO, Pulitura, riparazione, 5; PICCO, I quadri della sala, 5-6; PICCO, Ricordi popolari, 80-81, 182-183; PICCO, La sala Aiace; PICCO, Udine vecchia. Via Cavour; della PORTA, Udine scomparsa, 15-22; Relazione sul progetto del nuovo palazzo; de RENALDIS, Della pittura, 36; Restaurato il busto di Sella; RIZZI, Due sculture, 6-8; RIZZI, Pluralità, 230-232, 244, 250, 252, 484, 517; RIZZI, Profilo... Il Quattrocento, 14-16, 32, 35-36, 109, 120, 135, 142; ROTA, Cenni, 17-19; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 13-14; 5 (1938), 10; S[ACCAVINO], Le grida dei torturati, 62-64; S[ACCOMANI], Il ristauro; SBUELZ, Alcune note; SBUELZ, Il guardiafuoco, 13, 15; SCALA, Il palazzo del Comune; SIMONITTI, Il palazzo comunale, 212-215; C. SOMEDA de MARCO, La loggia di Udine, 31-36; C. SOMEDA de MARCO, Architetti e lapicidi, 311, 336-337, 339, 342; TENTORI, Architettura e architetti, 316, 352; TOLLER, Il primo municipio, 5; V., Storia di una loggia, 8-9; VALENTE, Un barbiere, 14-15; VALENTINIS, Il monumento veneto, 11-18; VALENTINIS, Udine antica, 6, 19, 21; VARNIER, D’Aronco, 30-33; WOLTERS, La scultura veneziana, 286-287.
   
ICONOGRAFIA CARLEVARIS, Trittico, K; GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, 2, 3; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, 5; LEONARDUZZI-ZUCCHI, La loggia pubblica e Palagio della città; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, 34; MORO-DEL PEDRO, Veduta del pubblico palagio; MURERO, Udine metropoli, 2, 3; [REMONDINI], Veduta del pubblico palagio; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, 3.
730
1619, apr. 29 «— Hortensius et — Decianus — fratres1 et filii — Iohannis Francisci Deciani — vendiderunt — Leonardo et Petro fratribus Caisellis2 olim — Bernardi Bergomensis mercatoribus Utini — unam eorum domum sitam Utini in Foro Veteri, alias conductam per ser Hieronimum Ossi et Ieronimum Coronellam, cum curia confinantem a parte anteriori cum strata publica Fori Veteris, a meridie cum domibus Francisci Sacchie, ab occasu cum domibus — Damiani a Bonitate et a montibus partim cum domo alias — Galeatii Affinii et modo — Hieronimi Ossi et partim cum androna dicta Marzeria —, precio — ducatorum trium mille —» (A.S.U., N., Pietro Fistulario, 6932, III E, f. 108r — 109r).
1623, genn. 1*«Fatto — in Merchà vecchio, nelle case delli sigg. fratelli Caiselli, nel camin di dietro la bottega —» (A.S.U., N., Rocco Carminati, 7114, V instr., f. 1r).
1623, genn. 8*«In Foro veteri, in domibus d. Caiselli infrascripti» (A.S.U., N., Rocco Carminati, 7114, V instr., f. 7v).
1644, mar. 8°Stima della casa Caiselli in Mercatovecchio. Facciata larga ps 5 (m 8,51) (Archivio Caiselli).
1648, giu. 30 «Con la presente scrittura di locatione si dichiara qualmente li — coo. Leonardo e Pietro fratelli Caiselli ano data — a ragion de semplice affito per anni tre — una casa — posta in Mercà Vechio, qual fino li mesi pasati è stata da loro medesimi abitata, qual da una parte confina il nob. — Lorenzo Sachia, da l’altra — Martino Amigoni, con tutte le sue abenze — et in particolare con sofitadi, scancie, banchi tanto nella botega quanto nel fontico di dietro et soi armari — et questo per dover pagar d’affitto in ragion di ducati cento vinti al ano —. Et questa locatione si è fatta al — sig. Tiberio Mosconi et al sig. G.B. suo figlio, mercanti bergamaschi —» (A.S.U., Arch. Caiselli, Istr. di locazione per Udine e pertinenze).
1658, magg. 1*«Ritrovandosi il — co. Lonardo Caisello haver la sua casa in Mercà Vecchio appresso alli — heredi q. Sacchia —, qual fu affittata alli q. — Antonio e Pietro Airoldi e quelli mancanti di vita ancor che non sia finita la locatione né habitata di presente da alcuno, per proveder — alla sua indennità, l’ha condotta ad affitto al — sig. G.B. Mosconi per il corso de anni cinque —, col obligo a detto Mosconi di corrispondere ogn’anno — ducati novantadui all’anno —» (A.S.U., Arch. Caiselli, Istr. di locazione per Udine e pertinenze).
1659, sett. 19 «— Il co. Lonardo Caisello — in raggion di permuta concede alli sigg. Benedetto e Girolamo fratelli Mangilli bergamaschi hora mercanti in questa città — una casa — posta nella contrada di Mercavecchio, confina a lev. borgo di Mercavecchio, a mezo dν casa del heredità Sachia, a sol a monte casa delli — heredi Rigla et alle monti parte casa di questa raggione e parte casa del sig. Lucio Amigoni —. E ciò perché — li — fratelli Mangili — consegnano al —- co. Lonardo — una loro casa posta nella detta contrada di Mercavecchio sul cantone di Marzeria, confina a lev. contrada di Mercavecchio, a mezo dν — Lucio Amigoni, a sol a monte — Amigoni et alle monti contrada di Marzeria —» (A.S.U., N., Paolo Fistulario, 7706, I instr., f. 97v — 98v).
1659, nov. 1*«— Il — co. Leonardo Caisello ha dato — a ragion di semplice affitto d’anno in anno una casa sul canton di Marcà Vecchio, andando in Marzaria, havuta detto conte dalli fratelli Mangili, a — Andrea Sigallino bergamascho habitante in questa città, pel prezzo che comandò — Giovanni Maria Beretta di d 45 — all’anno —» (A.S.U., Arch. Caiselli, Istr. di locazione per Udine e pertinenze).
1675, giu. 11*«Fatto in Udine in Mercà Vecchio in casa del sig. Benedetto Mangilli» (A.S.U., C.R.S., 546, Rot. 390, Istrumenti e testamenti, f. 76r).
1758, lugl. 3*«— In esecuzione della sentenza seguita li 22 genn. 1754 con — Lugrezia rel. q. — G.B. Damiani3 — ed il q. — Giovanni Bevilacqua —, convengono la detta — Lugrezia e — G.B. e Giovanni Antonio fratelli q. — Giovanni — che detta — Lugrezia ceda, come cede —, a — suoi nipoti — il — negozio di libreria e carteria —» (A.S.U., N., Francesco Tracanelli, 8500, CXI instr., f. 78r — 78v).
1761, giu. 16 Morte di G.B. Mangilli mercante in Mercà Vecchio, di rimpetto alla casa delli coo. Tealdi, ora occupata da Liberal Vendrame4 libraio, detta del Damiani (L. PALLADIO degli OLIVI-CAIMO DRAGONI, Memorie, 43 — 44).
1782, genn. 10*«— Quintilia n. Lorio, moglie rel. del q. — Tommaso Del Calice —, come tutrice e curatrice del nob. — Girolamo di lei figlio minore —, e — Antonio, altro figlio in età maggiore —, hanno — venduto — al sig. Liberale q. Andrea Vendrame, oriundo di Castelfranco, in presente negoziante in questa città —, la casa con tutte le sue adiacenze posta in — Mercà Vecchio, passata in proprietà — delli predetti — fratelli, come eredi del q. Tommaso, in forza del pubblico instr. 17 ott. p.p. in note del — not. G.B. Peruzzi, cosν gli utensili di bottega descritti nella stima — annessa —, fra i confini espressi nella misura e stima — formata dai pubbl. per. —Aurelio Manetti e Francesco Leonarduzzi E questa — vendita han fatta — per il — prezzo — di d 6935 L 4 s 7 —» (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9791, XVIII instr., 2271, f. 3211v — 3212v).
1801 Liberale Vendrame, libraio (Nomenclatura, f. 27v).
1806*Andrea G.B. Vendrame, libraro e cartaio, nato il 26 giugno 1792 (A.S.U., C.A., 305, Quadro degli individui nati o domiciliati di diritto nella comune di Udine, parrocchia di S. Giacomo).
1809*È del negoziante Domenico e fratelli Vendrame (Registro delli aloggi, f. 20v).
1810, ott. 16*Liberale Vendrame chiede il permesso di esporre «due casselloni» nel portico davanti alla propria bottega, nel contempo esigendo lo sgombro dell’altro portico, «occupato da una banca di frutti» (A.S.U., C.N., 188, 4410 Pol. 20).
1832, mar. 26*G. Pilosio, capo del quarto quartiere, riferisce di aver recapitato l’avviso 1050 C, art. 12 e 13 al libraio Liberale Vendrame (A.S.U., C.A. I, 193).
1845, mar. 3*«— Eugenio Vendrame vende al — di lui zio Domenico Vendrame — il caratto, da lui determinato in un decimo, di tutti i suoi diritti sopra —: la casa in Mercavecchio coscritta al c.n. 730 —, la tipografia ed il negoziato di carte, stampe, libri ed altro —» (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/II, 834).
1845, mar. 22*«— Antonio Vendrame vende al — di lui zio — Domenico Vendrame — tutti i suoi diritti — posseduti — cogli altri —, il cui caratto venne determinato in 1/10 della seguente sostanza: — la casa — in — Mercavecchio — al c.n. 730 —; la tipografia e il negoziato di carte, stampe, libri ed altro con tutti gli attrezzi, utensili e crediti — relativi —» (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/II, 849).
1845, mar. 25*«— Liberale q. Andrea Vendrame vende al — di lui zio — Domenico Vendrame — tutti i suoi diritti sopra — la casa sita in — Mercavecchio coscritta al c.n. 730 —, la tipografia ed il negoziato di carte, stampe, libri ed altro con tutti li attrezzi, utensili e crediti relativi —» (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/II, 850).
1846, genn. 1 Giovanni fu Andrea Vendrame vende a G.B. fu Giovanni Seitzs di Gorizia la sua quota di comproprietà su la sostanza comune con la madre, lo zio Domenico e con lo stesso Seitz ossia su casa in Mercatovecchio n. 730, tipografia e negozio di carte, stampe, libri ecc. (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/III, 1054).
1852*Appartiene a Liberale Vendrame (Competenze, I, f. 20v).
1853, apr. 21*Liberale Vendrame «avendo deciso di rinnovare in pietra la facciata della bottega in Mercato vecchio al n. 730, presenta» il progetto, che viene approvato per la deputazione d’ornato da G.B. Bassi (A.S.U., C.A. II, 66, 2747 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Valentino Dreussi).
1853, ag. 16*G.B. Seitz, proprietario della casa «avendo divisato — di ridurre con magazzeno della casa stessa guartante la cale detta merceria», presenta progetto, che viene approvato (A.S.U., C.A. II, 66, 5779 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Valentino Dreussi).
1876*Tipografia e libreria di Giuseppe Seitz (COSMI-AVOGADRO, 98).
1883*Oltre alla tipografia Seitz, l’edificio ospita la libreria di A. Francescatto, il “Caffè nuovo” di Gaspare Parpan, il negozio di stoffe e mercerie di Perulli e Gaspardis e di Pietro Barbaro, che vende anche abiti confezionati, nonché la bottega del cappellaio Giovanni Zagulin (AVOGADRO, 157, 147, 139, 149, 141).
   
NOTE1Per i Deciani: LIRUTI, Notizie, III, 376-413. Vedasi n. 382.
 2Per i Caiselli: G. F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, II, 323. Vedasi n. 912.
 3Di un G.B. Damiani libraio in Mercerie si fa cenno in un atto notarile del 24 luglio 1711: «G.B. Nigris q. Giovanni Antonio — procuratore destinato dal nob. — Carlo Perabò hora commorante in Venezia — ha venduto — al sig. G.B. Damiani libraro in questa città — una casa di muro, coperta di coppi, situata — nella contrada di Marzaria, assegnata con altri beni in parte al predetto sig. Carlo nelle divisioni seguite con li nobb. Giovanni, Francesco, Giuseppe et Pietro di lui fratelli — pubblicate in atti di me not. fin sotto li 20 apr. 1706 entro li confini — a 1ev. — Francesco Alpruni, mezo dν contrada di Marzaria, pon. — Francesco Rossi e calisella consortiva et ai monti detto — Alpruni —» (A.S.U., N., Francesco Brunelleschi, 8300, Prot. VI, f. 47v — 51r, con stima del pubblico perito Andrea Corradino, f. 49r — 51r). E ugualmente il 27 genn. 1727 un atto di donazione di Giacomo Linussio era redatto «in Udine, in Mercatovecchio, in casa dell’infrascritto sig. G.B. Damiani» (A.S.U., C.R.S., 516, Rot. 390, f. 192v).
 4Per i Vendrame: COMELLI, L’arte della stampa, 214, 244, 245, 250, 256, 262; MEDEOSSI, L’arte tipografica, 931.
 5Per la tip. Seitz: COMELLI, L’arte della stampa, 250, 262; OCCIONI-BONAFFONS, Libri, 277; FALCIONI, Industrie udinesi, 335.
   
STUDI INEDITI A. della FORZA, Memorie, B.C.U., ms. 638, f. 27r.
   
BIBLIOGRAFIA L. DAMIANI, Arte del Novecento, I, 46; OCCIONI-BONAFFONS, Illustrazione, 335; RIZZI, Storia... Il Quattrocento, 111, ill. 334.
731
1659, sett. 19 I Mangilli vendono la casa ai Caiselli. Vedasi n. 730.
1801 Giacomo Del Bon (Nomenclatura, f. 27v)
1809 È di Pietro Cargneli possidente (Registro delli aloggi, f. 20v).
 *Affittuale è il negoziante Giacomo del Bon (ibid.).
1815, magg. 6 È di Pietro q. Daniele Cargnelli (A.S.U., C.N., 180, 3397 Orn. 19).
 *Il proprietario chiede di demolire e rifare la gronda (ibid.).
1815, lugl. 26*G.B. Bartolini ed E. Antonini, membri della deputazione d’ornato, al podestà: «Sopra ricorso del sig. Cernazai loco Cargnelli, con il quale ricercava l’abilitazione di poter riparare la linda della casa — n. 731, perché minacciava rovina, fu opinato da questa deputazione che dovesse eseguire non solo la riparazione, ma anche la costruzione della cornice invece della linda stessa, nonché l’imbiancamento della casa coll’apposizione d’un grondaio conducente le acque piovane fuori dei stilicidi. Non fu menomamente eseguito —» (A.S.U., C.N., 180, 5295 Orn. II C).
1819, genn. 20*In questa data viene presentato un progetto di riforma della casa di Giuseppe Cernazai, rappresentato da Lucietta Cargnelli (A.S.U., C.A. I, 24/1819/XI, 248 Orn. II C, con dis.).
1819, genn. 23*Viene inoltrato un progetto di riforma della casa contigua di Vicenzo Tirindelli. Vedasi n. 732.
1819, apr. 6 Della ved. Cargnelli. Fu rifatta perché pericolante (A.S.U., C.A. I, 24/XI, 25 S, con dis.).
 *La deputazione d’ornato esprime parere favorevole per la riforma delle due case contigue Cernazai e Tirindelli (ibid.).
1832, mar. 26*G. Pilosio, capo del quarto quartiere, riferisce di aver recapitato in questa casa al fruttivendolo Giacomo Plaino l’avviso n. 1050 (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene ai fratelli Cernazzai (Competenze, I, f. 20v).
1867*Al primo piano, verso via Mercatovecchio, ha sede la redazione del “Giornale di Udine”. Nel corso dell’anno essa traslocherà in via Manzoni (“Giornale di Udine”, 2, 2 genn. 1867, 1).
1876*Studio degli avv. Antonio lurizza e Giuseppe Lazzarini. Giacomo Verza vi esercita la professione di maestro di strumenti ad arco. L’edificio ospita il negozio di crusca e farina di Morandini e Ragazza, che sono pure spedizionieri (COSMI-AVOGADRO, 85, 91, 92, 103).
1883*Oltre a quello dell’avv. Iurizza, vi si segnala lo studio del notaio Alessandro Rubazzer1 (AVOGADRO, 138, 150).
   
NOTE1della Porta segnala il Rubazzer come proprietario, ma non precisa l’anno, né la fonte dell’informazione. Nel 1865 nell’edificio è ospitata la bottiglieria di Italico Piva, con soffitto decorato da Lodovico Rigido (PICCO, Una novità decorativa, 2).
   
BIBLIOGRAFIA L. PALLADIO degli OLIVI-CAIMO DRAGONI, Memorie, 43-44.
732
1619 Era del not. Galeazzo Affinio (Vedasi n. 730).
1659 Era degli Amigoni (Vedasi n. 730).
1801 Co. G.B. e fratello Amigoni (Nomenclatura, f. 27v).
 *Affittata al caffettiere Vincenzo Tirindelli (ibid.).
1808, apr. 11 Giuseppe Amigoni vende a Vincenzo Tirindelli la casa al n. 732 per L 29760 (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9973, Rep., 25, f. 2r).
1809 È di Vincenzo Tirindelli negoziante (Registro delli aloggi, f. 20v).
1815 «In contrada Merceria nell’esterno della casa Derindelli esisté fino al 1815 un grande affresco con numerose figure rappresentanti la tragica fine di Romilda, duchessa del Friuli» (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 44r).
1819, genn. 23°°Progetto di riforma della casa (A.S.U., C.A. I, 24/1819/XI, 293 Orn. II C, con dis.).
1832, ag. 6 Antonio Tirindelli fu Vincenzo vende a Pietro Pelosi fu Giuseppe la casa n. 732 «con botteghe, — e corticella —», confinante parte Mercatovecchio e parte Mercerie, a lev. Orsola Cargnelli Cernazai e Marcatovecchio, mezz. Domenico e nipoti Vendrame, pon. idem, tram. Merceria e Cargnelli Cernazai. Prezzo: it. L 17640,86 (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10558, 3846).
1852*Appartiene a Luigi Pelosi (Competenze, I, f. 20v).
1852, ag. 31*Luigi Pelosi presenta un progetto per «riformare le finestre della facciata della sua casa». Da parte della deputazione d’ornato «trovansi lodevoli le proposte riforme» (A.S.U., C.A. II, 66/1852, 6292 Orn. II C, con dis.).
1876*Nella casa tiene studio il notaio Alessandro Rubazzer. Vi ha pure sede il laboratorio di Giuseppe Codutti per la fabbricazione di scatole e astucci (COSMI-AVOGADRO, 103, 112).
1883*Offelleria di Bernardo Tortora e negozio di stracci, spazzole e gabbie di Anna Faggini (AVOGADRO, 150, 156). Incendiata durante l’invasione, fu rifatta nel 1920.
733
1801 «Trigati sig. Antonio, affittuale Iosafat Lazzarini, scalettaria e caffè» (Nomenclatura, f. 28v).
1809*È di Daniele e fratelli Trigati. Affittuale è il caffettiere Giosafat Lazzaro (Registro delli aloggi, f. 20v).
1812 Caffetteria e ostelleria al “Leon d’Oro” (Esercenti).
 *Gestita dagli eredi Lazzarini (ibid.).
1814, ag. 7*«— Teresa rel. del fu Gioseffato Lazzarini ed — Angelo, di lei figlio, hanno — sublocato — dal corpo della casa n. 733, — che essi riconoscono con titolo di semplice affitto dalli — Trigatti di Galleriano, alli — Francesco e Giuseppe del fu Osvaldo Todaro — la bottega al pian terreno ad uso di caffettaria, stanza del fornello attigua, due piccoli siti annessi, reso del sottoportico ora serviente per ingresso — della casa — nonché la stanza al di sopra in primo piano ad uso di magazino —. La — sublocazione sarà duratura per anni tre —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4812, 279).
1817, sett. 19*Il cursore municipale presenta a Lodovico Rieppi, agente di Angelo Lusarini, la diffida a munirsi di licenza di polizia. Il motivo non è precisato (A.S.U., C.A. I, 10).
1852*Appartiene ad Antonio Trigatti (Competenze, I, f. 20v).
   
BIBLIOGRAFIA CORGNALI, I nostri vecchi caffè, 108-113.
734
1770, lugl. 5 L’altra casa, contermine alla prima, «tenuta in semplice affitto da m. G.B. Bianchi» dalla parte di levante, ed ora unita alla casa Molteno, era stata concessa in enfiteusi dal sig. Ettore Bartolini alla nunc q. sign. Francesca Mazzolenis, vedova di Carlo Molteno (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9787, IV instrom., 289, f. 604v — 608v, alleg. grado del pubbl. per. Giacomo Ferro).
1801 Angela Monaci (Nomenclatura, f. 28v).
 *Affittata a Domenico Gondolo (ibid.); poi fratelli Molteno (Registro anagrafico, f. 17r).
1809 È di Domenico Gondolo (Registro delli aloggi, f. 20v).
 *Affittuali sono l’industriante Maddalena Manias e il negoziante G.B. Caparini (ibid.).
1812, apr. 7 Antonio Gregorio e G.B. Bartolini vendono a Francesco q. Antonio Rossi il diretto dominio sopra due case in Merceria tenute ad affitto enfiteotico, una dagli eredi di Antonio Monaci l’altra dagli eredi di Francesca Molteno. La casa n. 734 era stata concessa in enfiteusi dal q. Gregorio Bartolini al q. Antonio q. G.B. Monaci con istr. 18 genn. 1724 in atti del not. Francesco q. Andrea Brunalleschi (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10588, 630).
1844, apr. 3 È di Maddalena Moro Marangoni Ragozza. Viene alzata e sistemata al piano terreno (A.S.U., C.A. I, 375/1844/III, 2234, 2510 e 8197 Orn. II C, con dis., firmato da G. Zandigiacomo).
1852*Appartiene a Maddalena Marangoni (Competenze, I, f. 20v).
1872°Di Degani. Si riformano i fori al piano terreno (A.M., Ornato, 1865-1873).
   
BIBLIOGRAFIA VATRI, I caffè di Udine, 108.
735
  Nella pianta Lavagnolo questa casa porta, per errore, il n. 781.
1506, ott. 26 Pietro Rigolini compera da Nicolò de Monte una casa in Chialiarezzis. «Confina da oriente con la casa di m. Andrea Sturzio, la qual adesso è nostra, da occidente con la nostra casa del canton, dalla parte de drio, cioè dai monti con la casa di ser Zuan Locatello per causa di un’andronetta et a meggio dν con la strada di Chialiarezzis» (A.S.U., Arch. Florio, 108/5, Memorie di acquisti Rigolino, da una copia del not. Antonio Mirion sull’originale di Bartolomeo Mastino, f. 11v).
1538 Fu rifatta dalle fondamenta perché in rovina (ibid.).
 *In quel periodo il proprietario ne era Paolo Rigolino (ibid.).
1549, genn. 10*La casa è tenuta in affitto da Bortolomeo Visentin (A.S.U., Arch. Florio, 108/5, Memorie d’acquisti Rigolino, 129.
1780, ag. 14*Coo. Florio. Vedasi n. 736. 1801. Coo. Filippo Florio e nipoti (Nomenclatura, f. 28v).
 *Affittata a Domenico e Gabriele Pecile (ibid.).
1809*È del negoziante Antonio Xotti, affittuale è il negoziante G.B. Caparini (Registro delli aloggi, f. 20v).
1822, febbr. 15 Coo. Francesco e Daniele Florio (A.S.U., C.A. I, 68, 738 Orn. II C, con dis.).
 *Presentano un progetto di riforma della casa. La concessione è subordinata alla condizione che «sia levato il pergolato esistente sopra la strada di Merceria, riscontrato in totale disordine e sommamente disdicente: — levata quella cassa sopraposta allo stesso pergolato sostenuta da due modiglioni di legno» la quale, secondo la deputazione d’ornato «oltre alla massima sua indecenza — lascia gravemente temere iminente pericolo ai transitanti» (ibid.).
1834, sett. 12 Francesco e Daniele fu Sebastiano Florio vendono ad Antonio q. Sebastiano Trevisini la casa in Mercatonuovo n. 735: «confina a lev. — Maddalena Marangoni Gondolo, mezz. contrada Merceria, pon. piazza S. Giacomo — e tram. Giovanni e Maria Cosattini coniugi Zilotti, compresa la bottega in peppiano sottoposta alla casa —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10560, 4278).
1841, mar. 17 È di Sebastiano Trevisini. Unita al 736, viene riformata (A.S.U., C.A. I, 328/1841/VIII, 1844 Orn. II C, con dis.).
 °°Disegno firmato da: «L’Ingegnere Civile Ballini».
 *Il Trevisini chiede «di riformare a piϊ riprese le due botteghe sottoposte alle case n. 735 e 736 — nella contrada Merceria — e ridurre a forma regolare tutta la facciata di detta casa respiciente la — contrada». La concessione è subordinata alla sistemazione della cornice in armonia con quella della casa contigua d’angolo (ibid.).
  In data 9 ag. 1842, previa esibizione del certificato del capomastro, il proprietario chiede ed ottiene il certificato di abitabilità (A.S.U., C.A. I, 342/IV, 4938 Orn. II C).
1852*Appartiene a Sebastiano Trevisini (Competenze, I, f. 20v).
1876*Oltre allo studio dell’avvocato Mattia Missio, l’edificio ospita la bottega del pizzicagnolo Santo Giuliani (COSMI-AVOGADRO, 85, 110).
1883*Studio dell’avvocato Carlo Lupieri (AVOGADRO, 138).
736
1514, dic. 14*Vi abita l’orefice Giovanni da S. Daniele. Vedasi n. 735.
1594*La casa è gravata da un censo per la confraternita dei Calzolai. «Heredi q. mess. Hettore Pitiano orevese, overo delli heredi de mess. Zuan Antonio de S. Daniel, in luogo de mess. Odorigo Francesco pagano ogni anno de livello — s 18 p 6. Paga hora ser Pasin marzaro — sopra una casa, che fo di — Lena Pulchardo, posta nella contrada de Chialiarezzis — appresso la casa della habitation de Niculus de ditto borgo, apresso la casa de Zuanin calligaro mediante l’androna et apresso la via publica». I fondamenti giuridici (iura) risalgono al 15 sett. 1342 col «testamento de m. Domenego Longo —». Segue, con il 4 marzo 1494, la «confession de ser Zuan Antonio orevese, che esso paga detto livello per dette case» (A.S.U., Arch. confr. Calzolai, 458, f. 126r).
1780, ag. 14 I figli del q. Carlo Molteno vendono a Domenico di Giuseppe Gondolo casa in Merceria, confinante a lev. casa di Bernardino Corrado, mezz. contrada, pon. coo. Florio, tram. fratelli Tomada eredi Sticcotti, per d 2050 (A.S.U., N., Antonio Marchi, I instr., 83, f. 131r — 133r).
1801 Domenico Gondolo (Nomenclatura, f. 28v).
1809*È di Domenico Gondolo (Registro delli aloggi, f. 20v).
1815, giu. 8*Domenico Gondolo chiede il permesso di «cambiare li antilli ossia riquadri di pietra del terzo appartamento della sua casa senza alterare la di loro attuale dimensione» (A.S.U., C.N., 180, 4230 Orn.).
1817, sett. 19*Il cursore municipale presenta in questa casa a Domenico Gondolo una diffida a munirsi di licenza municipale. Non ne è precisato il motivo (A.S.U., C.A. I, 10).
1841, mar. 17*Vedasi n. 735.
1841, apr. 10 È di Sebastiano Trevisini l’affittuale Antonio Bonani «maestro di piccioli fanciulli» domanda visita alla casa perché pericolante. Unita al 735, viene riformata. (A.S.U., C.A. I, 328/VIII).
 *Dal verbale della commissione per il sopralluogo che non rileva pericoli immediati, si viene a sapere che il Bonani sgombererà entro il 15 aprile (ibid.).
1852*Appartiene a Sebastiano Trevisini (Competenze, I, f. 20v).
1876*Nella casa ha sede il negozio di coloniali e drogheria di G.B. Degani (COSMI-AVOGADRO, 91).
737
1780*Bernardino Corrado. Vedasi n. 736. 1801. Eredi del Bernardino Corrado (Nomenclatura, f. 28v).
1809 È di Sebastiano Trevisini e G.B. Zamparutti (Registro delli aloggi, f. 20v).
1852*Appartiene a Sebastiano Trevisini (Competenze, I, f. 20v).
1876 Osteria “Al selvatico” (COSMI-AVOGADRO, 106).
738
1801 Eredi Gandini (Nomenclatura, f. 28v).
 *Affittata ad Antonia ved. di Pietro Sinico.
1809 È di Stefano Rigo (Registro delli aloggi, f. 20v).
 *Affittuale è il negoziante Valentino Pagnaco (ibid.).
1826, sett. 29 Oreficeria di Nicoletto Gallei (A.S.U., C.A. I, 100 Ornati, 3460 Orn. II C, con dis.).
 *Inoltra domanda per applicare una cornice sopra la porta della bottega (ibid.).
1852 Appartiene a *** Rigo (Competenze, I, f. 20v).
739
1782, ott. 18*Giorgio Antonio Menz di Bolzano vende «la casa di muro coperta di coppi, posta in contrada detta la Marceria» a Giuseppe Cecconi di S. Daniele per d 1450 (A.S.U., N., Camillo Merluzzi, 9692, III instrom., 309, f. 236v — 237r).
1786, ott. 2 L’ecc. Giuseppe Cecconi vende la casa a Elisabetta di Domenico Sivilotti, moglie di Domenico Cecconi, fratello di Giuseppe, per d 1450 (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9974, IX instr., 668, f. 814v — 815v).
1801 Domenico Cecconi (Nomenclatura, f. 28v).
1809*Appartiene a Domenico Cecconi. Affittuale è il negoziante Giovanni Ploner (Registro delli aloggi, f. 20v).
1817, sett. 19*Il cursore municipale presenta in questa casa a Giuseppe Zamparo una diffida a munirsi di licenza di polizia, per motivi non precisati (A.S.U., C.A. I, 10).
1835*Vi abita il “medico fisico” Giovanni Domenico Ceconi (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1852*Appartiene al dott. Giuseppe Ceconi (Competenze, I, f. 20v).
1876*L’edificio ospita il negozio di mastelli, stacci e spazzole di Anna Faggioni, la bottega dell’orologiaio Giuseppe Galiussi, i laboratori dell’incisore di metalli e dentista Luigi Toso e del sarto Luigi Polesel (COSMI-AVOGADRO, 92, 97, 101, 112 e 150).
740
1392 «— Fraternitas Batutorum de Utino solvit — de livello unius domus que olim fuit Chumucii de Caligarecis, site in dictis Caligarecis iuxta *** heredes q. Pizoni cerdonis de Utino et iuxta Nicolussium cerdonem de Morucio, habitantem in Caligarecis, et iuxta domos que fuerunt olim Nicoletti chambiatoris qui fuit de Veneciis et iuxta viam de Caligarecis, denarios octuaginta» (A.S.U., Arch. Confr. Calzolai, Libro Rosso, 425, II, f. 12r).
1406 «— Ser Leonardus q. ser Stephani Sbrugli solvit de livello — super sua parva domo que fuit olim Nicolussii cerdonis et sue filie, empta a fraternitate Batutorum per d. Ursinam eius matrem, sitaa in Caliarezis iuxta suam magnam domum fratris iuxta domum heredum q. Christofori Pizoni, iuxta domum ser Nicolai de Spegninbergo et per ante est via publica, empta a fraternitate batutorum Utini ut de ipsa emptione constat manu Quarini notarii M° CCCC° XXIIIJ° indictione prima die XIIIJ° decembris den. octuaginta —. De legato constat in M°CCC°VIIJ° indictione sexta die tercia septembris. Nunc heredes q. Ianoli cramarii dela Man» (A.S.U., Arch. Confr. Calzolai, Libro Rosso, II, f. 31r).
  a ms. sitam.
1441 «Li heredi de Ianzil cramar della Man paga per anno de livello al Nadal sora la sua casa pizola che fo de Nichulus caligar e sue fiole comprada della fradagla delli Batudi per d. Hursula madre de ser Lenart de ser Stiefin Sbrulg mituda in Caligareze appresso la sua granda casa del tore, appresso la casa delli heredi che fo de Cristoful Pizo(n), appresso la casa de ser Nichulau de Spiglimbergo e per dennanzi è la via publica, den. LXXX, segondo che apar per man de ser Quarin nodar in millesimo IIIJc XXIIJ ind. prima adν XIIIJor de decembre et secondo che apar dello legato in uno pubblico instrumento scrito per man *** in millesimo IIIJc VIIJ ind. VJa adν IIJ de setembre1» (A.S.U., Arch. Confr. Calzolai, Libro rosso, 425, I, f. 27r).
1472, giu. 6 «Actum Utini in Foro veteri sub porticu domus ser Rizardi Sbrugli» (B.C.U., ms. not. Giovanni Del Pittore, Istr. 1472, f. 59v).
1483, dic. 11*«Actum Utini in Foro veteri sub porticu domus solitę habitacionis heredum q. nob. ser Rizardi Sbrugli de Utino» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Quaternus 1480, f. 7v).
1504, febbr. 9 «In contrata dicta Chialiareziis in domo infrascripti emptoris —», ossia di Antonio q. nob. ser Rizzardo Sbruglio (A.S.U., N., Girolamo Fabris, 5381, Istr. 1504, f. 21v).
1511, lugl. 29*«Testamentum nob. — ser Antonii Sbrugli de Utino —. Pro anima sua ligavit ven. fraternitati S. Mariæ de Castello unum starium frumenti de livello perpetuali solvendum per Thomam filium naturalem ipsius testatoris et heredes ipsius Thomæ — super domo habitationis eiusdem testatoris sita Utini in contrata vocata de Chialiarecis iuxta — domum — ser Francisci Sbrugli fratris dicti testatoris, iuxta m. Baptistinum batilanama, iuxta sp. doctores d. Gregorium et Hieronymum fratres filios q. ser Ioannis de Masiis2 et iuxta viam publicam —. Nota3 quod — ser Antonius Sbruglius aliud condidit testamentum manu ser Antonii Beloni, quia et ipse et Thomas eius filius de peste defuncti sunt non multos dies post —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. VI, f. 12v — 13r).
  a ms. batilana
1709, giu. 11*«— Antonio Orca mercante — nel instr. 5 apr. 1706 di mano del sp. — Thomaso Patrielli, col quale fece l’aquisto della casa di sua habitatione, posta in Mercà Vechio, dalli nob. — Giovanni Maria e fratelli Billia, assunse obligo di pagare —» (A.S.U., N., Giuseppe Bertoldi, 8442, I instr., f. 45r — 46r).
1753*«— Tomaso e fratelli Orca pagano di livello perpetuo a Nadal — L 40 sopra una casa posta sul canton di Mercavecchio sopra l’androna di Marzaria, livellata dalla fratterna a Iusto cimador 1485, 20 gennaro come nel Libro instrumenti, c. 14, nodaro Lorenzo Papiriis» (A.C.U., A.A.O., Cattastico ... 1753, f. 307v).
1779, giu. 30*«Pezzo di fondo con muri scoperti situato nella contrada detta di Merceria di questa città, sopra il quale prima dell’incendio accaduto l’anno passato era eretta la casa, che si vede descritta nell’allibramento Comuzzi al n. 1, il quale in presente confina a 1ev. li sigg. Poch e Menz di Bolzano successi alle sign. Regina ed Elena sorelle Orca, a mezz. la contrada detta la Marceria, a pon. le sign. Gandine, ed a tram. parte il sig. Fe-ruglio e parte li antedetti Poch e Menz —; casa che prima del seguito incendio era eretta sopra il fondi sudetto colle assegnazioni che furono verificate dal sig. Comuzzi nel suo alibramento sopra la casa antidetta». Eredi risultano Giuseppe, Regina ed Elena Orca. Domenico Ceconi è l’erede di Giuseppe Orca (B.C.U., vacch. 71, Stima dei beni dopo l’incendio beni Orca del defunto rev. don Giuseppe Orca, trasmessi ai nipoti, in contrada di Marceria, f. 1v — 4r).
1793, magg. 19*«Nella determinazione in cui sono — Antonio e Luiggi fratelli q. — Gaspare Gobi di sciogliere il negozio di botegha di caffè, droghe e scaletaria, corso un tempo in dita del detto sig. Antonio e del sig. Gaspare q. Vicenzo Naschinetti per la di lui porzione al predetto — Luiggi et in presente perciò corrente in dita di detti — fratelli Gobbi, e di dividere nell’atto stesso ciò che per le paterne rappresentanze e per la loro specialità esser vi può tra loro di comune, si rende indispensabile la divisione anche tra detti fratelli ed il predetto Naschinetti —. Comuni essendo li mobili et utencilli del negozio predetto, che esistevano fin dall’epoca 7 apr. 1791, tanto a detti fratelli che al sig. Gaspare Naschinetti —, saranno gl’uni e gl’altri — divisi. Li mobbili, utensili e crediti di detto negozio formatti posteriormente all’epoca 7 apr. 1791 saranno egualmente divisi —. Invece di dividere la casa e bottega in Mercà Vecchio, fu di ragione Orca, acquistata dalli sigg. — Giuseppe e Catterina n. Orca iug. Tomada a livello francabile, col nome di detto — Naschinetti —, il predetto — Luigi cede la quarta parte allo stesso spettante in detta casa al sig. Antonio e di lui fratelli —» (A.S.U., N., Liberale Girardi, 10345, II instr., 157, f. 160v — 162r, atto del 6 lugl. 1800).
1801 «Orca sign. sorelle; affittuale sig. Luigi Gobbi caffettiere» (Nomenclatura, f. 28v).
1809 È di Gasparo Naschinetti (Registro delli aloggi, f. 20v).
 *Vi abitano i caffettieri Antonio e Luigi Gobbi (ibid.).
1811, genn. 26*«— Gaspare del fu Vincenzo Naschinetti e — Antonio del fu Gaspare Gobbi — danno, a pagamento delle — it. L — 2630,03 — la bottega di caffè a pepiano, coll’appartamento superiore sino ed incluso il coperto, col suo relativo fondi — dal corpo della — casa che confina a lev. strada pubblica, mezz. contrada detta Merceria, pon. —Domenico Ceconi e sett. — Giovanni Simonetti —, guardante in Mercatovecchio e marcata col c.n. 740 —» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10623, 424, f. 20v).
1812 “Caffè militare” (Esercenti).
 *Gestione di Luigi Gobbi (ibid.).
1812, genn. 2 Gasparo q. Vincenzo Naschinetti ed Antonio q. Gaspare Gobbi vendono a Domenico q. Angelo Faccendi l’azione di recuperare dalle mani della sig. Francesca q. Giuseppe Tomada la bottega ad uso di caffè nella fabbrica n. 740; piϊ vendono la cantina sotteranea, il sito di dietro la bottega da caffè, un camerone al primo piano (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10360, 823).
  Questa porzione di casa era stata venduta ai venditori dai defunti Giuseppe Tomada e moglie Caterina Duca a livello francabile con atto 15 luglio 1786, atti Marino Sporeno. Questa porzione di casa confina 1ev. Mercatovecchio, mezz. bottega del sig. Faccendi e con casa sopra della sign. Elena Duca, pon. casa Ce-coni, a tram. restante casa suddetta, fu Duca (ibid.).
1817, nov. 19*Il cursore municipale recapita in questa casa a Valentino Mario, agente di Luigi Gobbi, la diffida a munirsi di licenza di polizia, per motivi non precisati (A.S.U., C.A. I, 10).
1820, magg. 30 È di G.B. Centa (A.S.U., C.A. I, 35/V).
 *Costui chiede il permesso per costruire un’altana. Sentito il parere del commesso d’ornato Giuseppe Presani, gli viene accordato il nulla osta a condizione che alla gronda sia sostituita una cornice (ibid.).
1820, ott. 5 Gaspare fu Vincenzo Naschinetti e Antonio q. Gaspare Gobbi vendono a G.B. del fu Paolo Centa il secondo piano della casa n. 740, già acquistato dai venditori dalle mani dei sigg. Giuseppe e Caterina Orca iugali Tomada con atto 15 lugl. 1786 del not. Marino Sporeno (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10455, 2324).
1830, lugl. 2*Luigi Pers presenta progetto per la riforma del «padiglione della bottega da caffè» da lui condotta. Segue l’approvazione (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 2788 Orn. II C, con dis.).
1832, mar. 26*Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al caffettiere Luigi Pers l’avviso n. 1050 (A.S.U., C.A. I, 193).
1833, mar. 26 Pietro Pelosi presenta progetto per la «riforma della propria bottega al n. 740 —» (A.S.U., C.A. I, 206/1, 1190 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Giuseppe Taboga).
1843, genn. 30 Maria Centa Filaferro e Teresa Centa Bosma sorelle vendono a Luigi q. Pietro Pelosi casa e fondi n. 740 per L 13200 (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/I, 410).
1843, mar. 25*Luigi Pelosi chiede di «riformare la facciata della casa». Il progetto, firmato da Giuseppe Salvador, viene approvato (A.S.U., C.A. I, 406/II, 2201 Orn. II C).
1843, mar. 29*Registrazione di contratto privato, redatto il 25 marzo «con cui — Luigi Pelosi alienò al sig. Pietro Masciadri la casa con bottega sottoposta e fondi relativo, sita in — contrada del Mercavecchio al c. n. 740 —». Nel contratto si precisano gli ambienti: «la bottega con stanza superiore, stanza a latere della medesima alla parte di pon., cantina sotterranea — acquistata dal sig. Domenico q. Angelo Facendi —, 12 genn. 1812» (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/I, 459).
1846°È di Luigi Pelosi, che riforma facciata su Mercatovecchio (A.M., 1846, b. 406).
1846, genn.*Il Pelosi viene multato per non aver eseguito il prolungamento delle grondaie fino a terra. Seguono lavori di sistemazione, che il 25 apr. l’ing. Lavagnolo dichiara compiuti (A.S.U., C.A. I, 406/II, 2201 Orn. II C).
1852*I numeri 740 e 740 I appartengono a Pietro Masciadri (Competenze, I, f. 20v).
1936 Caffè “Al Commercio”.
   
NOTE1L’annotazione è tagliata con tratto di penna obliqua. Altra mano vi aveva aggiunto in alto: «Mo paga li heredi di maistro Lorenç chaligar» (A.S.U., Confr. Calz., Libro rosso, 425, I, f. 27r).
 2Per gli Amasei, vedansi n. 383 e 742.
 3Annotazione del notaio in calce. Circa questi testamenti, dettati dalla finestra, lasciò un’annotazione anche il not. Belloni.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Udine ... XVI, 131.
741
1485, genn. 20 «Propositum fuit qualiter hoc anno proximo preterito multe expense fuerunt pecunie in reparanda domo quam tenet mag. Iustus cimator ad affictum simplicem et nondum sufficienter est reaptata, ymo opus est adhuc expendere ducatos plus 40 in anno; ideo — unanimiter deliberatum fuit quod livelletur —» (A.C.U., A.A.O., Liber terminationum... per ... Laurentium de Papiris de S. Daniele, f. 18r).
 *Nel rotolo dei livelli 1480-1489 infatti si legge che in Mercatovecchio «Giusto zimidor paga de livello de fito sinplice sopra la caxa dela sua abitazion L 40». L’annotazione è cassata (A.C.U., A.A.O., Rottolo de’ danari de livello in Udene, f. 186r).
1500, ag. 29*«Actum Utini, in Foro veteri, sub porticu domus habitationis mag. Iusti cimatoris» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. 1496-1533/I, f. 181r).
[1640 c.] «Ser Francesco Colombina in luogo di ser Piero Garzarol, in luogo de ser Bernardo Bonecco, in luogo de ser Vincenzo q. ser Francesco Iustis, in luogo di Iusto Cimador, paga de livello — L 40 — sopra una casa posta in Udene in Mercavecchio sul canton di sopra l’androna di Marceria, che anticamente si chiamava delli Orevesi o Chialiarecis, confina et nella detta androna et in Mercavecchio con la casa di ser Ottavio Martinoni et fu livellata per la fratterna nostra a mess. Iusto cimador — l’anno 1485, 20 genaro, come consta nel Libro de instrumenti dell’Ospedal a c. 14 per man de ser Lorenzo Papiriis cancelliero d’esso pio luogo —» (A.C.U., A.A.O., Thesaurum pecuniarum, f. 242r).
1701, lugl. 16*«Fatto in Udine, in casa Alpruni, in Mercà Vecchio —» (A.S.U., N., Girolamo Dell’Oste, 7907, VIII instr., f. 162v — 163v).
1801 Sorelle Orca (Nomenclatura, f. 28v).
1805, magg. 1*«— G.B. e Teresa n. Orca iug. Zambelli — hanno — allienato — alli sigg. G.B., Gioachino, rev. — Girolamo ed Antonio fratelli Casari — una porzione di camerino in terzo piano dal corpo della casa possessa dalla sign. Elena nata Orca ora Merluzzi, — situata nella contrada di Merceria, che forma canton —, separata per conto di detti Zambelli con operazione 26 marzo p.p. —. E questo per il prezzo — di d 200 L 1 s 6 —». In una precisazione in calce all’atto è aggiunto: «Per un incendio, seguito ne’ tempi addietro, erano state abbatute in parte anche dette fabbriche sulle quali erano state saziate queste doti —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4806, VI instrom, 352, f. 517v — 522r, con l’inventario e la stima della casa stesi dai pubblici periti Vincenzo Moro per Orca Merluzzi, e Giuseppe Clocchiati per Orca Zambelli).
1809*È di Elena Orca e del tintore Gioachino Casari (Registro delli aloggi, f. 21v).
1811, febbr. 3*«Domenico Facendi chincagliere, in esecuzione dell’art. 55 del r. decr. 25 dic. —, esercente da molti anni in questa comune la mercatura di chincagliere e con pochissima quantità di bisuteria d’oro e d’argento, orologi e gioie nella bottega annessa alla casa n. 741, dichiara che intende continuare nella stessa negoziazione» (A.S.U., C.N., 183, 868 Pol. 20).
1814, ott. 18*Elena Orca Merluzzi Grifoni vende a Gioachino del fu Giuseppe Casari «— una porzione di cantina sotteranea, sita — in Mercato vechio nel corpo della casa — n. 741, parte di — essi contraenti, e la bottega sopra di — Domenico Facendi —. Il prezzo — resta — convenuto nella summa di it. — L 590 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4812, 295).
1814, ott. 18*«— Ellena n. Orca Merluzzi Grifoni — cede ad — il sig. Gioachino del fu — Giuseppe Casari — porzione di casa — sita sul Mercato vechio, consistente in due piani, — con caratto d’ingresso — sotto il n. 741 —,; quali — confinano a lev. col pubblico Mercato vechio, a mezz. la calle detta del Leon d’oro, a pon. e tram. li — fratelli Gobbi; sotto esso primo piano evvi la bottega del sig. Domenico Facendi e sopra il secondo piano evvi restante casa di esso — Casari, fu di questa ragione —. Il valore capitale — resta — convenuto — nella summa di — L 2476,40 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4812, 296).
1814, nov. 4 Gioacchino fu Giuseppe Casari vende a Santa fu G.B. Foghini, moglie di Pietro fu Giuseppe Pilosi e ad Orsola Foghini vedova di Giovanni Maria Stella «una — casa — situata — nella contrada detta Mercatovechio —, compresa la cantina sotterranea e non compresa la bottega in angolo — che appartiene a Domenico Facendi, avendo la — casa il suo ingresso — nella — cale Merceria e la quale confina a 1ev. colla — Merceria, mezz. parte — Domenico Cecconi e parte — Antonio Gobbi, pon. parte — Domenico Faccendi e parte con — Gobbi, ed a tram. Mercato-vecchio mediante la — bottega — Faccendi —. Questa — vendita viene fatta — per L 7148,16» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10365, 1611).
1822, mar. 4 È di Domenico Faccendi (A.S.U., C.A. I, 68, 874 Orn. II C).
 *Il Faccendi chiede il permesso di modificare le imposte per la bottega (ibid.).
1822, lugl. 1*«— Giuseppina Schestack nob. de Mόnzenwerth del fu Giovanni, originaria di Praga in Boemia, ed ora domiciliata in Udine al c.n. 741, presso il sig. Michiele Csβszαr, intendente militare di provianda» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10546, 1634).
1834°Foghini sorelle, loco Alpruni fratelli, loco Lucio Arrigoni e comp., loco sorelle Orca, loco Vincenzo Colombina, loco Pietro Garzarol, loco Bernardo Bonecco, loco Vincenzo q. Francesco Iustis, loco Giusto Cimador, pagano ven. L 40 sopra una casa anticamente dell’ospedale, dipendente da istrumento 20 genn. 1485 (A.O.U., Ospitale C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834).
1852*Appartiene a Luigi Pelosi (Competenze, I, f. 20v).
1936 Oreficeria Ronzoni.
742
  Consta di due case riunite, originariamente una sola.
1471, genn. 28 «Il dott. Marco e ser Giovanni q. ser Domenico de Masiis1 dividono le loro case in Mercatovecchio confinanti da un lato colla casa di — Rizzardo Sbruglio e con una casa — in Cramariis —» (JOPPI, Notariorum, VI, f. 182v, dal not. Francesco del fu Antonio Fabris).
1517°Casa bianca in Mercato vecchio che al presente noi Amasei2 habitemo la qual casa è appresso la casa del canton de quelli del Conte de Tricesimo et ha drio de si la chorte per la qual chorte se va per una intrada per drio la *** (Arch. Toppo, Colto 1 Carte Diverse Divisioni Amaseo)3.
1517°Casa rossa posta in Mercato vecchio nella quale al presente habitemo noi Amasei la qual confina da una banda con la prenotata nostra casa bianca e dall’altra banda confina con le case delli heredi del q. Francesco Sbruglio et drio detta casa rossa li metto la chorte che va per fin al muro che divide detta corte delle case di Sbrugli e delle case di ser Francesco Leale; qual corte se estenderà per-fin alla casa qual stanzia e tien affitto da noi mess. Zuan de Pinzan calligaro (ibid.).
1522 «Tutte le case de Merchà vecchio et de Cramaris, qual case de Merchà vecchio confinano da la parte davanti sopra Merchà vecchio, da la parte de sora con la casa de donna Anzola, moier de ser Nicolò del conte de Tricesimo, et dietro de la parte de sotto con la casa de quelli de Sbruglio, da la parte de drio con le scale over caniva de ser Francesco Leale mediante la nostra corte, item pur da la parte di sopra confina detta nostra corte con le nostre case de Cramaris et ha una intrada da la nostra corte che va in l’androna de Cramaris» (JOPPI, Notariorum, I, f. 56v, dal not. Antonio Barbato).
1798, sett. 16*«— Antonio De Zorzi q. Giuseppe — dà — al sig. Giovanni Gaspare q. Vincenzo Naschinetti — la bottega e mezado in pertinenze del Mercà vechio di questa città, che con instrom. 26 sett. 1786 per atti dello sp. — Carlo Lorio not. —, fu dal sig. Carlo di lui fratello per conto di fraterna acquistato dalle mani del sig. Giovanni Simonetti di questa città; qual mezado e botega nelle fraterne divisioni 6 magg. 1796 — tornò in partaggio al detto — Antonio, il quale transferisce in detto — Naschinetti — l’attuai dominio e corporal possesso —. E questa — vendita viene — fata per il prezzo — di L 5050 s 4 —» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, 263, f. 331v — 332v).
1800, ag. 31*«— Giuseppe q. Francesco Antivari — a livello francabile concede al sig. Giovanni q. Francesco Simonetti — la porzione di casa — stata — cessa in pagamento al detto — Antivari dal sig. Pietro Venuti col — instr. 11 giugno p.p.». La casa, ceduta per L 21569 s 11 è «posta in — Mercà Vecchio, fu di ragione Orca ed al medesimo — Antivari cessa in pagamento dal sig. Pietro q. Giacomo Venuti coll’instr. 11 giugno 1800» dello stesso notaio (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10073, IV instrom., 206, f. 335v — 338r).
1801 Giovanni q Francesco Simonetti (Nomenclatura, f. 28v).
1809*È di Giovanni Simonetti (Registro delli aloggi, f. 21v).
1811, ott. 9*Vi è domiciliato Giovanni del q. Mattia Peruzzaro, maestro di calligrafia, che da due anni abita nel comune di Udine (A.S.U., C.N., 183, 6503).
1812*Rivendita di liquori di Antonio Gobbi (Esercenti).
1820, genn. 6 «— Gaspare Naschinetti — e Antonio Gobbi — vendono — al sig. Facendi — la bottega con magazzino annesso, situata sopra il portico riferente a Mercatovecchio — incorporata nella casa — n. 742 —. Confina a lev. il Mercato vecchio, mezz. il sottoportico d’ingresso, pon. — Bernardino Pettoelli, tram. — Pettoelli e — fratelli Zorzi. Il sig. Facendi nel mentre accetta la — cessione con obbligo di non poter affittar né vender detta bottega e magazzino ad orefici fino a tanto che — Francesco ed Antonio fratelli De Zorzi terranno questo loro negozio d’orefici nella contigua lor attuai bottega, fa quietanza deffinitiva alli — Gobbi e Naschinetti —per — it. L 3847,27 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10454, 2159).
1820, ott. 15*«— Gaspare del fu Vincenzo Naschinetti e Antonio q. Gaspare Gobbi —vendono — al sig. G.B. del fu Paolo Centa — il secondo appartamento della porzione di casa pervenuta col — 15 luglio 1786, presentemente composto da una camera grande sul Mercato vecchio, due camerini intermedi ed altra camera grande che mette sopra la scala descritta nell’operazione 2 ag. 1788, formata dalli — Francesco Leonarduzzi — e Giovanni Carlo Iacotti —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10455, 2324).
1822, mar. 4 È di Domenico Faccendi. Il portone vicino dà ingresso al Casino di Società (A.S.U., C.A. I, 68, 874 Orn. II C).
 *Il proprietario chiede di «ridurre li rebbati tanto della bottega sita — al — n. 741 come per l’altra al — n. 742 —». Il permesso è concesso ad alcune condizioni (ibid.).
1825, lugl. 14*G.B. Centa trasmette «i dissegni — per la riforma della botega situata in Mercatovecchio, appresso a quella del caffettiere — Romoaldo Laghi —». Si precisa anche che «deve servire per altro uso» (A.S.U., C.A. I, 100/1825/II, 2629 Orn. II C, con dis.).
1832, mar. 26*Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al sarto Pietro Cocolo l’avviso n. 1050 (A.S.U., C.A. I, 193).
1842, mar. 10 È di Giuseppe Fabris ed altri. «Minaccia crollo» (A.S.U., C.A. I, 359/IX, 1421 Orn. II C).
 *Ne è coinvolta anche la casa n. 743. Il podestà ordina una perizia, fa convocare i proprietari per farli accordare sui restauri necessari. Le pratiche si svolgono nell’arco di tempo fra il 10 marzo 1842 e il 29 nov. 1843 (ibid.).
1843, lugl. 15*Giorgio Aghina chiede di «riformare la facciata della di lui bottega posta — al c. n. 742». Il disegno è firmato dall’ing. Fantoni. Il progetto è ammesso con alcune riforme (A.S.U., C.A. I, 359/1843/IX, 4909 Orn. II C, con dis.).
1843, ag. 10*Giuseppe del q. Dionisio Fabris presenta progetto di riforma della casa, firmato dall’ing. G.B. Locatelli. Il lavoro viene accettato con alcune modifiche (A.S.U., C.A. I, 406/1846/II, 5756 Orn. II C, con dis.).
1846°È di Giuseppe Fabris (A.M., 1846, b. 406).
1852, lugl. 9*Antonio Picco «ha divisato di abbassare la soglia del ribatto della bottega in Mercatovecchio, marcata col c.n. 742 —». Il progetto è giudicato «tollerabile» dall’ing. municipale G.B. Locatelli (A.S.U., C.A. II, 66, 4779 Orn. II C).
1852*Lo stabile appartiene a Giuseppe Fabris. La bottega sottostante è di Centa e Filaferro (Competenze, I, f. 20v).
1853 Scuola elementare privata di Osvaldo Trevisani (“L’annotatore friulano” 1, LXXIII, 17 sett. 1853, 304; “L’alchimista friulano”, 4, XXXIX, 25 sett. 1853, 312).
1854, genn. 23°«La notte5 decorsa fu commesso un furto al negozio d’oreficeria del sig. Antonio Picco» (“L’alchimista”, 23 genn. 1854, 37).
1876*Nell’edificio sono ospitate diverse botteghe: quelle del cappellaio Giovanni Zagulin6, della sarta Anna Schmit, dei negozianti di panni e stoffe diverse Francesco D’Este, e di Perulli e Gaspardis, dell’orefice Antonio Picco7, dell’ombrellaio Giorgio Aghina (COSMI-AVOGADRO, 89, 104, 109, 112).
1883*Vi si trovano ancora le botteghe dell’orefice Antonio Picco, e dell’ombrellaio Giorgio Aghina, ai quali si aggiunge quella di stoffe e mercerie di Antonio D’Este (AVOGADRO, 149, 150),
1890 Oreficeria Picco8.
1936 Oreficeria.
   
NOTE1Per gli Amasei vedasi n. 383.
 2Probabilmente nella parte della casa poi divisa e riportante il n. 743, verso Cramariis, nel 1509 Girolamo Amaseo teneva scuola (BATTISTELLA, Udine... XVI, 211).
 3La fonte citata dal della Porta non è stata rintracciata nell’Archivio Toppo, che pure dispone di un indice onomastico preciso. Colpisce inoltre il fatto che un casato tanto famoso possa essere sfuggito al compilatore dell’indice stesso.
 4N. 744.
 5La notizia, inserita dal della Porta nel n. 743, è stata spostata al n. 742 nel corso dell’edizione. La fonte indicata in ogni modo non riporta l’informazione citata.
 6Per Giovanni Zagulin: FALCIONI, Industrie, 330.
 7Per Antonio Picco: GANZER, Orafi, 360, 362; P[ICCO], Gli orefici. Vedasi anche n. 751.
 8La notizia del 1890 è trasferita, come quella del 1854, dal n. 743 al n. 742.
743
1522 È di Angela moglie di Nicolò del Conte di Tricesimo. Vedasi n. 742.
1765, apr. 18 I curatori dei figli del sig. Pietro Grisolli vendono al sig. Mattia q. Giuseppe Pettoello una casa in Mercato vecchio fu del sig. Valentino Zanetti (A.S.U., N., Francesco Brunalleschi, 9196, XII instr., f. 89v — 92r).
1801 Domenico e Pietro Pettoelli (Nomenclatura, f. 28v).
  Poi march. Mangilli (Registro anagrafico, f. 17v).
1809*È di Domenico Petoello (Registro delli aloggi, f. 21v).
1822, apr. 6 È di Bernardino Pettoello (A.S.U., C.A. I, 68, 1451 Orn. II C).
 *Il proprietario chiede il permesso di riformare «ribatti e porta» della bottega (ibid.).
1825, lugl. 14 È di Francesco e Antonio Zorzi (A.S.U., C.A. I, 100, 2629 Orn. II C).
1825, ag. 6 Il march. Gerardo Mangilli vende ai coniugi Giulio q. Stefano e Teresa Zoratti la «casa posta — nella calle del Monte — coscritta al c. n. 743 — per L 8300 — che confina a lev. — Mercatovecchio, mezz. —Augusta e Felicita sorelle Scagnetti, pon. li rappresentanti il fu — Antonio Gatti con fabbriche furono Palladini, ed alle monti la calle predetta» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10333, 2749).
1834, lugl. 16*Giacomo Cressa presenta «disegno di riforma della bottega sottoposta alla casa — n. 743 ed avente una facciata sul Mercatovecchio la altra nella contrada Scunaris, detta del Monte, e ciò a fine di costruirla quella di angolo uguale a quella che sta nella suddetta contrada appresso il portello di detta casa». Il progetto viene approvato il 25 luglio 1834 con alcune riforme (A.S.U., C.A. I, 219/I, 3410 e 3575 Orn. II C, con dis., firmato dal mistro Francesco Quaini).
1842, mar. 10 - 1843, dic. 18 In seguito alla segnalazione del capo del quarto quartiere, viene eseguita una perizia da parte della commissione d’ornato. Giulio Zoratti, dopo aver ricevuto sollecitazioni a riparare la casa in concomitanza con quella n. 742, dà avvio ai lavori, che vengono avviati e procedono tra molte difficoltà e con varie obiezioni da parte della congregazione municipale (A.S.U., C.A. I, 359/1843/IX, 1421, 8901, 9002 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Valentino Driussi).
1844, giu. 12*Si costruiscono le due finestre del secondo piano corniciate come quelle del primo che erano senza contorno (A.S.U., C.A. I, 375/III, 3625 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Giulio Zoratti (Competenze, I, f. 20v).
1852, apr. 16*Giulio Zoratti, proprietario della casa n. 743 in calle Scunaris «— ha divisato di cambiare li due stipiti della porta della bottega sottoposta alla — casa, essendosi resi gli attuali malfermi —» (A.S.U., C.A. II, 66, 2694 Orn. II C).
1883*Nel lato verso via del Monte, oreficeria di Leonardo Pitacco (AVOGADRO, 150).
1936 Oreficeria.
   
NOTE1La fonte indicata non riporta la notizia.
744
1801 Vincenzo Marcon, orefice (Nomenclatura, f. 28v).
1809 È di Antonio Paladini negoziante (Registro delli aloggi, f. 21v).
1822, mar. 24*La commissione d’ornato circa la domanda, inoltrata dai minori Palladini tramite il tutore Antonio Geatto, per l’ammodernamento del negozio che si trova nella casa, esprime parere favorevole, raccomandando «di uniformarsi in linea di corrispondenza ai lavori che si eseguiscono nella bottega vicina del sig. Treo» (A.S.U., C.A. I, 68, 1254 Orn. II C).
1824, mar. 17 È di Valentino Mini (A.S.U., C.A. I, 89/X, 1030 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario chiede ed ottiene di riformare la facciata (ibid.).
1852*Appartiene ad Antonio Filipuzzi (Competenze, I, f. 20v).
745
1801 Andrea Pizio, caffettiere (Nomenclatura, f. 28v).
  Poi Andrea Scrosoppi (Registro anagrafico, f. 17v).
1809 È di Giovanni Maria Periotti1 (Registro delli aloggi, f. 21v).
 *Affittuale è il negoziante Gaetano Danieli (ibid.).
1818, sett. 21 La sign. Innocente, figlia ed erede di Francesco Cattarossi moglie di Giovanni Maria Periotti, vende a Pietro Andrea fu G.B. Treo casa in Scunariis formante parte del n. 745, «— composta di una bottega con siti delle scale in pian terreno e di quattro -piani in solaro, compreso il granaio sotto i coppi e confina a lev. con altra casa fu di questa ragione e prima — Pisenti possessa dagli eredi — Palladini, a mezz. e pon. col sig. Giacomo Fachettino ed a tram. contrada Scunariis. Questa casa, unitamente all’altra contermine — Palladini, furono vendute dalli — Antonio e Giulio fratelli Pisenti al q. Francesco Valughino con privato scritto — 30 maggio 1754 —, indi con — scrittura — 15 giugno 1754 — nel fu — Francesco q. Valentino Feruglio e da questo nel Cattarossi padre della venditrice» il 12 marzo 1775, atti Giovanni Socrate. Prezzo L 3410 (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10630, 2456).
1822, genn. 14 È di Pietro Andrea Treo orefice (A.S.U., C.A. I, 68, 253 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario inoltra domanda per riformare «il prospetto esterno della propria officina». Il parere della deputazione d’ornato si esprime anche sui caratteri dell’insegna, che si desiderano a «lettere piϊ regolari e proporzionate, in ottone od argent plaqué» (A.S.U., C.A. I, 68, 253 Orn. II C).
1826, apr. 12 È di Pietro Antonio Treo. Consta di due case, di due finestre l’una (A.S.U., C.A. I, 100/Ornati. Case e fabbricati, 1214 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene ad Andrea Treo (Competenze, I, f. 20v).
   
NOTE1Figlio del capomastro Giovanni Battista: vedasi n. 1562.
746
1801 Giacomo Facchettini (Nomenclatura, f. 28v).
1809*È del «casolino» Giacomo Fachettini (Registro delli aloggi, f. 21v).
1822, ag. 24*«— Giacomo del fu Marco Facchettini — cede — verso — Francesco — di lui figlio — casa costrutta di muri, coperta di coppi, con fabbriche interne e fondi di vorticella, il tutto — in — contrada detta Scunaria — al c. n. 746; confina a lev. — Andrea Treo ed eredi Simonetti, mezz. — Francesco e Rosa — Vicchi e — eredi Gandini, pon. Vicchi e — Valentino Ferrari e sett. la contrada Scunaria —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10546, 1680).
1831, genn. 10 È di Luigi Torrelazzi1 (A.S.U., C.A. I, 182/1831/V, 118 Pol. Giud. IX D, con dis.).
 *Chiede di convocare la vicina Lucietta Del Negro Ferrari per ottenere il permesso di innalzare il proprio fabbricato secondo il progetto. Il giorno 25 genn. avviene il processo verbale, durante il quale tuttavia le parti non addivengono a compromesso (A.S.U., C.A. I, 182/V, 118 Pol. Giud., con dis.).
1832*Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa l’avviso n. 1050 al pizzicagnolo G.B. Cantarutti (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene a eredi del fu Luigi Torelazzi (Competenze, I, f. 21v).
1883*Negozio di mercerie e stoffe di M. Nesman Antonini (AVOGADRO, 149).
   
NOTE1Per il Torrelazzi: vedasi n. 748.
   
BIBLIOGRAFIA PICCO, I funerali di Marco Antonini dei Mille, in Scritti vari, 303.
747
1763, mar. 9 «— Giulio Pisenti — ha dato a livello francabile — al sig. — Daniele Cescutti — casa posta nella calle di Scunariis —. E ciò fa — per — d 1420 —» (A.S.U., N., Francesco Prodolone, 8989, VII instr., 22, f. 43r — 44v).
1789, ott. 9 Daniele fu Mattia Cescutti «di Clauzetto, mercante in questa città» vende a Valentino di Bortolo Ferrari di Venzone «casa con bottega — in — Scunariis, che confina a lev. — Giacomo Facchettini, a mezz. corte degli eredi del q. Francesco Feruglio, a pon. eredi del q. sig. Antonio Vello ed a tram. la contrada —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, XV instr., 1156, f. 1425v — 1427r).
1801 Valentino Ferrari (Nomenclatura, f. 28v).
1809*È di Valentino Ferrari (Registro delli aloggi, f. 21v).
1852*Appartiene ai Del Negro, eredi del q. Lucio Ferrario (Competenze, I, f. 21v).
1876*Macelleria dei fratelli Martinis (COSMI-AVOGADRO, 100).
1883*Oreficeria e gioielleria di Mesaglio e Zucchiatti (AVOGADRO, 150).
748
1801 Sorelle Oleis (Nomenclatura, f. 28v).
1801, genn. 14*«— Lugrezia, Margerita e Teresa — figlie e coeredi della q. — Marta n. Valnegri, fu moglie del q. — Antonio Wello di loro padre — hanno — venduto — al sig. Carlo q. Giuseppe Zorzi la di loro porzione di caneva sottoposta alla di loro casa d’abbitazione, posta — nella contrada Scunaris, dirimpetto a questo — monte di pietà: qual porzione corrisponde alla fusina sovraposta di esso — Zorzi, unita alla bottega da lui occupata e possessa qual affittuale e inquilino del sig. Lorenzo q. Giuseppe Corra, suo zio materno —. E questa — allienazione — fanno — le — sorelle Wello per il prezzo — di d 130 —» (A.S.U., N., Graziano Cantoni, 10216, XII instr., 1495, f. 2358r — 2359r).
1802, apr. 5 Lucrezia, Margherita e Teresa q. Antonio Vuello eredi della madre Marta Valnegri vendono a Carlo De Zorzi la casa «di loro abitazione posta nell’androna — Scunariis dirimpetto questo — monte di pietà, per forma anche della cessione ad esse fatta dalla sign. Elisabetta, Laura, Catterina e Felicità, altre loro sorelle con privata scrittura 15 giugno 1790 della porzione di detta casa alle medesime assegnata colle divisioni 30 genn. 1790 dal pubbl. per. — G.B. Massarini, seguite tra le suddette Vuello e prodotte li 7 apr. susseguente in atti del fu — Pietro del Torso not. —, hanno colli due instrom. 17 marzo 1795 e 14 genn. 1801, rogati dallo sp. — Graziano Cantoni not. —, venduto al sig. Carlo q. —Giuseppe De Zorzi — una stanza terranea e porzione di cantina, la prima contigua e la seconda sottoposta alla bottega del sig. Lorenzo Corra, condotta in affitto dal — sig. De Zorzi —. Qual casa confina a lev. — Valentino Ferrari loco Pisenti, mezz. parte eredi Feruglio e parte — fratelli Scarpa, pon. eredi del q. — G.B. Cortese parte e parte il sig. De Zorzi rappresentante Mazzoni, ed a tram. Androna —. Questa — vendita fanno — pel prezzo — di d 1000 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10578, I instr., 72, f. 83v — 86r).
1809*È di Carlo Zorzi orefice; vi abita l’industriante G.B. Basso (Registro delli aloggi, f. 21v).
1846, febbr. 28 Col n. 749 è di Filippo Xotti e Carlo Tellini. Nel 1847 sono unite e portate alla stessa altezza (A.S.U., C.A. I, 422, 6629 Orn. II C, con dis. firmato dall’ing. G.B. Locatelli).
1852*Appartiene a Filippo Xotti (Competenze, I, f. 21v).
1876*Oreficeria e gioielleria di Luigi Torrelazzi1 (COSMI-AVOGADRO, 104).
1883*Oreficeria e gioielleria di Luigi Torrelazzi e di Lucia Tressa Treo (AVOGADRO, 150).
   
NOTE1Su Luigi Torrelazzi: BERGAMINI-GOI, Il duomo di Maniago, 132; COTTERLI, Gemme incise, 2-8; GANZER, Orafi, 362; NAPOLITANO, Gemme, 25-42; PICCO, L’arte del cesello, 75; P[ICCO], Negozi di oreficerie antichi; P[ICCO], Gli orefici della città.
749
1801 Carlo Zorzi1 orefice (Nomenclatura, f. 28v).
1809*Appartiene all’orefice Carlo Zorzi (Registro delli aloggi, f. 21v).
1846, febbr. 28 Vedasi n. 748.
1852*Appartiene a Filippo Xotti (Competenze, I, f. 21v).
1876 Già unita alla n. 748. Vi aveva sede l’istituto convitto con scuola elementare di Odorico Nascimbeni2.
[1938] Fra due finestre del primo piano, una Madonna.
   
NOTE1Per i fratelli Zorzi vedasi n. 419.
 2La Guida di COSMI-AVOGADRO indica l’indirizzo di questa scuola privata al n. 12 di via del Monte. Nei Prospetti di confronto il n. 12 corrisponde alla casa n. 750.
750
1801 Francesco Cortese, orefice (Nomenclatura, f. 28v).
1809*Appartiene all’orefice Francesco Cortese (Registro delli aloggi, f. 21v).
1814, nov. 7 Francesco q. G.B. Cortese vende a Domenico e Giuseppe q. Giuseppe Scrosoppi «la bottega con le terranee sue adiacenze e fondo sino alli stillicidi — sottoposta alla casa di esso — Cortese, sita in angolo di — Mercatonuovo verso il sacro monte — al n. 750; — confina a lev. — Carlo del fu —Giuseppe de Zorzi, mezz. — Lorenzo Scarpa, pon. — Mercatonuovo ed a tram. — Scunariis. — La — alienazione — fatta viene — per — it. L 7750 —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10328, 1384).
1816, dic. 24 Francesco fu G.B. Cortese orefice vende a Gabriele fu Domenico Pecile, con patto di riscatto, il primo appartamento della casa n. 750 con ingresso nella contrada Scunariis; «confina a lev. — Carlo de Zorzi, mezz. Filippo Xotti in loco Scarpa, pon. strada — della piazza — Mercatonuovo, ed a tram. Scunariis —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10350, 1855).
1817, nov. 19*Il cursore municipale presenta diffida a Francesco Cortese perché si munisca di licenza di polizia. Non ne è precisato il motivo (A.S.U., C.A. I, 10).
1821, dic. 24*«— Catterina Del Fabro, ved. Pecile tuttrice e Agostino Parisi contutore —per nome delli — pupilli Pecile hanno — retrocesso al — G.B. Cortese — l’appartamento intero, consistente nella cucina, una camera, saletta e camerino nel corpo della casa di esso — Cortese — avente l’ingresso nella contrada detta Scunaris, coscritta col c. n. 750, che — fu Francesco Cortese padre di — G.B. ha alienato al — def. Gabriele Pecile — per — it. L 600 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10457, 2802).
1822, mar. 17 È di Giovanni Nigris (A.S.U., C.A. I, 68, 1272 Orn. II C).
 *Il Nigris presenta progetto di riforma per le imposte del negozio. L’approvazione è subordinata all’adeguamento della cornice a quella dei soci Cressa e Treo (ibid.).
1822, mar. 20 È di Domenico Scrosoppi1 (A.S.U., C.A. I, 68, 1148, Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario chiede ed ottiene di riformare i rebatti della bottega. Dalle raccomandazioni fattegli dall’autorità competente nell’occasione si deduce che la casa è dotata di un sottoportico (ibid.).
1824, genn. 24 Domenico fu Giuseppe Scrosoppi vende al sig. Giulio fu Stefano Zoratti tre quarti di bottega «sita in angolo di — Mercatonuovo — verso il — monte, coscritta al c. n. 750 —» per it. L 8260; l’altro quarto è di Giuseppe fratello di Domenico (A.S.U., Daniele Micheloni, 10333, 2637).
1824, sett. 9 Giuseppe e Pasqua iug. Scrosoppi vendono a Giulio Zoratti «la bottega stata separata col relativo fondi sino alli stillicidii nelle divisioni — Sdrosoppi — sottoposta alla casa — del sig. G.B. — Cortese, qual bottega confina a lev. il predetto — Cortese mediante andito o sottoportico d’ingresso alla di lui casa, mezz. e pon. l’acquistante — Zoratti ed a tram. la — contrada Scunariis —. La — vendita — fatta viene pel prezzo — di it. — L 3660 —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10333, 2684).
1827, ott. 19 G.B. fu Francesco Cortese e Paolina Mattiussi coniugi vendono ad Agostino Parisio la casa n. 750 «tra i confini —a lev. e mezz. — Filippo Xotti, pon. piazza — mediante le — botteghe e fondi ora Zoratti e sett. contrada Scunariis. Il prezzo — si conviene — stabilito in it. — L 5550 —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10553, 2940).
1829, apr. 25 Giulio Zoratti vende a G.B. fu Giovanni Cantarutti «la bottega in piano terreno — sotto li portici in Mercà nuovo incorporata nella casa del fu — G.B. Cortese al c. n. 750; confina a lev. la casa del suddetto —Cortese, a tram. — Giulio Zoratti, a mezz. —Filippo Xotti ed a pon. la piazza. — Questa vendita — viene fatta — per il prezzo — di austr. L 10285,72 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10473, 6817).
1832, mar. 26*Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa l’avviso n. 1050 al venditore d’olio Giulio Zoratti (A.S.U., C.A. I, 193).
1833, febbr. 23 È di Agostino Parisio (A.S.U.,C.A. I, 206/I, 715 Orn. II C, con dis.).
 *Il Parisio «— desiderando accrescere la luce della finestra soprastante alla porta d’ingresso della casa — troverebbe conveniente di togliere la soglia superiore, che attualmente è di pietra, e sostituirvi un tramezzo di ferro, siccome si vede in molti luoghi praticato». Il permesso è concesso (ibid.).
1833, febbr. 27*Agostino Parisio presenta progetto di riforma delle facciate verso Scunaris e verso S. Giacomo. L’autorizzazione è subordinata alla modifica con la sistemazione delle finestre in asse. Al proprietario viene inoltre suggerita l’intonacatura di colore verde chiaro (A.S.U., C.A. I, 206/I, 770 Orn. II C, con dis.).
1837, ag. 2 Girolamo Andreoli di Venezia vende a G.B. q. Santo di Lenna bottega e magazzino in Mercatovecchio al piano terreno della casa n. 750 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10488, 1937).
1842, dic. 22*«— Agostino q. Andrea Parisio — vende — alla sign. Marietta n. Fila-ferro, ved. del fu — Filippo Xotti —, la — casa — con fondi, posta — al c. n. 750 —, consistente in locale d’ingresso e sottoportico, sotterranea cantina, scale, stanze e camere in primo e secondo appartamento con granaio superiore, camerini e terrazzetta —, che viene a essere l’intiero stabile meno le botteghe e i loro fondi in possesso attuale degli eredi fu Giulio Zoratti. Confina detta casa a lev. e mezz. eredi del sig. Filippo Xotti, pon. —piazza Mercatonuovo, mediante le — botteghe e fondi di — Zoratti, ed a sett. contrada di Scunariis. La casa con fondi di proprietà del Parisio viene — venduta — pel prezzo —di austr. L 13000 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4830, 4607).
1852*Appartiene a Francesco Filaferro (Competenze, I, f. 21v).
1876*Vedasi n. 749.
   
NOTE1Per Domenico Scrosoppi: P[ICCO], Gli orefici; PICCO, Ricordi, 117.
   
BIBLIOGRAFIA Guglielmo BIASUTTI, Padre Luigi, 56.
751
  Palazzo del monte di pietà eretto su l’area di parecchie case nel 1640.
 *Degli edifici che sorgevano anteriormente all’attuale, i riferimenti piϊ antichi sono stati finora trovati nei rotoli delle entrate del duomo di Udine, le cui notizie piϊ antiche risalgono alla fine del Trecento: 1394. «Joannes not. de Aquilegia solvit annuatim prædictæ fabricæ super una domo, quæ fuit Benvenuti de Aquilegia, sita — super angulo de Pellipariis et Cramis1 in qua habitat Nicolussius aurifex, iuxta domum habitationis Bartholomei pelliparii q. Jacobi Curtoni, iuxta domum olim Melchioris et duplicem viam publicam, denarios aquilegienses viginti septem» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 368v).
1399-1400*«Hæredes Ioannis de Aquilegia solvunt annuatim fabricæ super una domo, quæ fuit Benvenuti de Aquilegia, sita super angulo de Pellipariis et Cramis, in qua habitat Nicolussius aurifex Bocasanta, iuxta Bartholomeum Cortonum et domum olim Melchioris, denarios viginti septem» (ibid.).
1403*«Thobias qui dicitur de Glemona solvit super una domo, sita in angulo de Pellipariis et Cramis Utini, iuxta Bartholomeum pelliparium Curtoni, iuxta hæredes Melchioris, quæ fuit olim Ioannis notarii de Aquilegia, in qua habitat Nicolussius aurifex den. XXVII» (ibid.).
1407, 1418 «Hæredes olim Andreæ speciarii q. m. Petri phisici de angulo de Cramaris Utini solvere tenentur pro una domo, quæ fuit olim ser Ioannis de Aquilegia iuxta confines in rotulo veteri continetur, den. XXVIJ» (ibid.).
1429*«Christophorus filius olim Andreæ speciarii q. m. Petri phisici tenetur solvere super una domo sita angulo Fori novi, quæ fuit olim Ioannis de Aquilegia, — denarios viginti septem» (ibid.).
1466*«Cristoful spiciar paga sopra una casa che è suso lo canton in Mercà novo, in la qual è la bottega della speciaria mettuda appresso Zuan Antonio de Curton, e appresso lui Cristoforo2, le qual forino di Zuan nod. de Aquileia —» (ibid.).
1488, febbr. 27*«Actum Utini, in Foro veteri, in appotheca mag. Maphei Strazaroli q. Donati de Bergamo» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. 1496-1533, I, f. 5r).
1499, nov. 15*«— In Foro veteri, in appoteca ser Vincentii dela Porta3 draperii —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. 1499-1500, f. 5r).
1511*«Dorotea de Dobra paga de livello a Natale sopra le soe case, che la abita, den. 27» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 368v — 369r).
1513, 1514, 1515 «Dorotea de Dobra in logo del q. ser Andrea suo marido paga de livello a Nadale per le case della sua abitazion sul cantone di Mercà novo den. 27» (ibid.).
1519*«Li septem magn. deputati della Terra d’Udene et li octo conservatori del s. monte di pietà, che pro tempore erunt, pagano de livello sopra le caxe della speciaria, forno del q. ser Cristoforo de Dobra, posta in Mercà novo sul canton de Pellizzarie et questo per vigor del legato fatto per la q. d. Dorotea rel. del — ser Cristoforo adν *** 1520 per man di ser Jeronimo de Hieronymis nod. a nadal denari vintisepte» (ibid.).
 *A proposito del lascito Dobra, i fabbricieri del duomo precisano: «Il — monte di pietà di questa città paga per un legato della q. —Dorotea Dobra, sopra le case nove di esso monte di canton di Pellizzeria, per testamento 1520 di mano di mess. Jeronimo de Hieronymis not. —, fanno L 1 s 11 p 6. Origine di questa partita non si può avere, atteso che anche casa Dobra era soggetta a questa corresponsione; solo si può introdurre le partite in cui si principia a piantar questa partita» (ibid.).
1520, giu. 9 «Ser Maffeus q. ser Donato della Porta3 da Bergamo vende un livello super eius domo proprie habitationis sita in Foro veteri, confinat a duabus partibus cum via publica videlicet a septemtrione et ab oriente a parte posteriori cum Nicodemo de Cramariis et Pasqualino spatario et ab alia parte cum ser Ioanne Donato nepote —» (A.S.U., N., Antonio Barbato, 5375, Istr. 1519-1523, f. 136v — 138r, cassato).
  Queste case furono incorporate nel palazzo del monte.
1601*«Giacomo Marinoni, nato 1601 a Bergamo, speziale sotto il monte di pietà in Udine —, alla insegna della “Fortuna”, era figlio di Marcantonio e Bortolomea sua moglie» (B.C.U., ms. fondo Joppi 74, p. 65).
1621, ag. 18 Su proposta dei conservatori del monte si delibera l’acquisto della «casa del magn. sig. Faustino Rizzardis contigua ala fabbrica d’esso sacro Monte e che termina con la contrada di Mercato vecchio, commodissima per dui saloni che si faranno levandosi certe trapartite e saran capaci di moltissimi pegni —» (Annales, LXXII, f. 45v -49r).
1623, ag. 3*«Udine, in Mercà vecchio, nelle case Pavarelle» (A.S.U., N., Rocco Carminati, 7114, V instr., f. 55r).
1643, apr. 28*Dalle memorie redatte dal Boreatto per la fabbrica del duomo: «Alla partita di mess. Gioseffo Rizzotto pellizzaro in luogo di mess. Rocco Patruello, sopra una casa possessa già per gli heredi q. Giacomo di Luc pellizzaro, habitava già la detta casa —Emilia Pianina; dissero i confinatori — che la casa — è posta nella contrada di Pellezzarie, possessa per il sacro monte di pietà, tenuta per ser Zuanne Orto, fante di cancelleria pretorio; confina a sol levado, a mezodν et ai monti col sacro monte, et a sol a monte la strada publica» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 88).
1645, ag. 23 Si autorizza il sacro monte all’acquisto della casa degli eredi Pavarelli sull’angolo di Via Scunaris da essi comperata dai nob. Rizzardis nel 22 maggio 1619 (Annales, LXXVII, f. 191v — 195v).
1659, mar. 12*«Al sig. Valentino Rizzo per la stima della casa Pavarella L 62» (B.C.U., ms. M. XIII, f. 95v).
1660, giu. 29*«Per l’acquisto di una casa toccata al monte, di raggione delli Pavarelli, L 15225 s 13» (B.C.U., ms. M. XIII, f. 91v).
1661, genn. 16*«Per altra casa acquistata dal sig. Nicolò Valentinis, unita al monte: L 3920 s 9» (ibid.).
1661, febbr. 20*«Al sig. Girardo Muzzanino per la stima della casa Fabricia comprata da questo sacro monte L 37 s 4» (B.C.U., ms. M. XIII, f. 96v).
1661, apr. 26*«Al sig. Matthia Moffis per credito di legnami L 1860» (B.C.U., ms. M. XIII, f. 92v).
1661, magg. 5*«Al sig. Girardo Muzzanino per la stima della casa Pavarella comprata da questo sacro monte L 62» (B.C.U., ms. M. XIII, f. 96v).
1661, giu. 13*«Alli Prodolini tagliapietre L 930. Al Spilimbergo fabro L 93» (B.C.U., ms. M. XIII, f. 92v).
1663, febbr. 11*«Al sig. Ciberti per una casa L 4340» (B.C.U., ms. M. XIII, f. 91v).
1667, lugl. 7*«Al Sebastiano Spelimbergo per opere L 210 s 14» (B.C.U., ms. M. XIII, f. 93v).
1667, ag. 28*«Al Sebastiano Mottis per matteriali L 99 s 18» (ibid.).
1667, ag. 28*«A Giacomo murador L 45» (ibid.).
1667, sett. 8*«A mess. Giovanni Domenico Prodolone tagliapietra per opere L 120» (ibid.).
1667, sett. 8*«Al sig. G.B. Daneluzzi per piombo L 11 s 3» (ibid.).
1667, sett. 30*«A Agnolo Rovore murador L 43 s 2» (ibid.).
1668, febbr. 26*«Fatto in Udine, nella bottega di spetiaria del sig. Giacomo Del Ben, sotto il monte di pietà» (A.S.U., C.R.S., 546, Cattastico... della... congregatione delle anime del Purgatorio, f. 15v — 15r).
1668, giu. 17*«A Agnolo Rovore murador L 46» (B.C.U., ms. M. XIII, f. 99v).
1668, ag. 12*«A detto Rovore murador L 240» (ibid.).
1668, ag. 12*«A Giacomo Duino per canoni L 18 s 12» (ibid.).
1668, sett. 2*«Al Rovore L 35 s 5» (ibid.).
1668, sett. 9*«Al Rovore L 48» (ibid.).
1669, apr. 26*«Al Rovore muraro L 69 s 6» (ibid.).
1669, sett. 30*«Al Rovore L 30 e L 36» (B.C.U., ms. M. XIII, f. 101v).
1669, sett. 30*«A mess. G.B. Cosattino per pitture4 L 12» (ibid.).
1672, apr. 12*«Alli periti che hanno stimato la casa Chiave acquistata dal monte L 248» (ibid.).
1674*«Heredi q. Angelo Rovore muraro, per fatture L 123 s 9» (B.C.U., ms. M. XIII, f. 99v).
1674, ag. 10*«Per tanti impiegati nell’acquisto della casa Chiave, acquistata da questo sacro monte, L 1104 s 7» (B.C.U., ms. M. XIII, f. 103v).
1694, magg. 23 Accordo con Giovanni Co-mini scultore di Venezia per l’altare di marmo della chiesa della pietà del monte per d 1700 (B.C.U., ms. M. XIII, f. 187r — 188v).
1752, sett. 23*«— Angelo Perini q. Steffano da Venezia, ora negoziante in questa città, — avendo — un picciolo negozio di vetri, maioliche, altri vasi ed altro — nelle botteghe del — monte di pietà e magazzeno sotto detto — monte, e volendo — per urgenti motivi vendere al — Callegari5, convengono dette parti che, essendo già stati apprezati gl’effetti componenti il — negozio col mezzo di persona amica pratica nel valore di d 150 —, debba per l’acquisto di detto negozio il — Callegari esborsare al — Perini li — d 150 —; che debba pure prontamente venir fatta la stima col mezzo — delli prestamenti e utensili inservienti a detto negozio, come sono le stadiere, billanzie, scanzie ed ogni altra cosa, e l’importar di quelli sia parimenti esborsato nel terzo di mesi sei p. v. dal Callegari —; — le tre botteghe ed il magazeno, per parte del — monte affittati al Perini con locazione che deve anco durar per il corso d’anni tre —, doveranno stare a benefficio del Callegari —» (A.S.U., N., Giuseppe Marchi, 9270, I instr., f. 48v — 49r).
1756, mar. 27*I conservatori del monte chiedono di derivare un filo d’acqua nel recinto del monte stesso dalla fontana di Mercatonuovo (A.S.U., C.A., 1/II, 94).
1801*«Santo monte di pietà» (Nomenclatura, f. 28v).
1809*«Il santo monte di pietà» (Registro delli aloggi, f. 21v — 22r).
1816, lugl. 22*L’ing. Francesco Bernardinis informa la congregazione municipale sul deperimento «della linda di tavole esistente in circondario al — monte di pietà — specialmente nella calle — Scunaris —» (A.S.U., C.N., 180, 1623 Orn.).
1816, ott. 14*Giovanni Biliani e Giovanni Vidissone «venditori di bottiro cotto e fresco, nonché formaggio, appostati sotto li archi e porticato di questo — monte di pietà, furono chiamati all’ufficio della deputazione d’ornato e — fu annunziato esser stata — contraria ai riguardi d’ornato l’occupazione di quella località per dette vendite —». Alle proteste dei negozianti, i quali sostengono che ne deriverebbe loro sicura rovina e che il sito si presta perché «fuori della battuta del sole e delle intemperie», la deputazione d’ornato s’impietosisce e con alcune raccomandazioni concede loro il permesso di continuare a stazionare sotto i portici (A.S.U., C.N., 180, 3315 Orn.).
1818, apr. 2*Nonostante l’avviso municipale n. 679, a Vincenzo Facchini, «venditore di lino e canape al minuto in una bottega sita nell’angolo di tram. sotto il — monte di pietà, nella contrada Pelizzerie, si rende indispensabile di esporre qualche cesta, con stoppe e canape, relativo all’esercizio sudetto». Il permesso tuttavia non gli viene accordato (A.S.U., C.A. I, 18/II, 1035 Orn. II C).
1822, mar. 5*«— Giuseppe q. Valentino Molinari vende — al — sig. Giuseppe Piccolil’intiero suo negozio di argentiere, ossia orefice, corrente nella bottega sottoposta al fabricato di questo — monte di pietà, in angolo di lev. e tram. —. Inoltre vende — il sig. Molinari al sig. Picco — li capi ed attrezzi esistenti nella detta bottega —. Questa vendita — si fa pel prezzo attribuito dall’orefice e gioieliere — Giuseppe di Michiele Sbroiavacca7 — di it. L 10096,13 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10603, 2905, con inventario firmato dallo Sbroiavacca).
1825, magg. 16*La deputazione d’ornato decide di accogliere domanda inoltrata dal venditore di vetri Santo di Giovanni Gaggio8 «per concessione di portarsi sotto la seconda arcata del — monte di pietà, verso lev. allegando concessione ottenuta dalla direzione —del — monte —». Il venditore dovrà munirsi inoltre «di un permesso del fittuario del magazzino dirimpetto al quale ha fissato di collocarsi». La deputazione in data 1 apr. aveva negato tale permesso, come per analoghe richieste, tendenti all’occupazione di «strade e siti piϊ frequenti e di passaggio» (A.S.U., C.A. I, 100, Provv. Gen.).
1825, ag. 21*La ditta di Gabriele q. Giovanni Domenico Pecile, rappresentata da Agostino Parisio, affittuale della bottega sotto il monte marcata n. 1, all’angolo della piazza di Marcanuovo, causa dei «calori che li vengono tramandati dalla diretta ripetizione de’ raggi solari, attesa la — posizione al lato di mezzodν —» chiede ed ottiene il permesso di rinnovare la tenda (A.S.U., C.A. I, 100, 2756 Orn. II C).
1832, mar. 26*Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato l’avviso n. 1050 nel complesso n. 751 ai seguenti esercenti: a G.B. Picotti, venditore di carne di vitello, a Maria Soberli, venditrice di mastelli, a Carlo Annone, commerciante di chincaglierie, e al salsamentario Giovanni Vidisioni (A.S.U., C.A. I, 193).
1835 Su la via del monte vi è la farmacia di Antonio Filipuzzi (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1842, apr. 30-1842, ag. 23*Fascicoletto di pratiche relative ai lavori di sistemazione delle grondaie nel palazzo del monte pignoratizio (A.S.U., C.A. I, 342/IV).
1852*Appartiene al monte di pietà (Competenze, I, f. 21v).
1869, apr. 13*A Marco Bardusco, che ha «trasportato il suo negozio in una bottega terrena del locale — monte di pietà, respiciente il porticale di Mercatovecchio, pegli usi a cui serve detta bottega, abbisognano delle esterne vetrine mobili da esporsi durante il giorno —» (A.S.U., C.A. I, 915/IX, 3409 Orn. I).
1876*Verso via del Carbone è ospitata la macelleria di Antonio Florida e di Leonardo Sartori; verso via del Monte c’è la bottega del fabbricatore di oli medicinali Giovanni Pontotti; nello stesso lato Valentino Morassi vende chincaglieria e bigiotteria; sempre in questa facciata ha sede la rappresentanza della Banca di Udine, con cambio-valute, gestita da Giuseppe Conti (COSMI-AVOGADRO, 89, 90, 100, 104).
1883*Farmacia “al Centauro” di A. Filippuzzi (AVOGADRO, 144).
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 23 lugl. 2009 ai sensi del D.Lgs. 42/2004.
   
NOTE1Il ms. F. XXV si rifà a documenti precedenti, dai quali il redattore può aver copiato “Cramis” per “Cramariis”.
 2Padre del dottore in arti Girolamo Dobra: SAMBIN, Gregorio Amaseo, 25-26. Sulla famiglia Dobra: MONTICOLI, Cronaca, 58.
 3Sulla famiglia della Porta: BATTISTELLA, I Lombardi, 175.
 4La voce generica potrebbe tuttavia riferirsi a una commissione precisa, tipo la decorazione di un libro contabile, come per esempio si precisa il 10 febbr. 1658 (B.C.U., ms. M. XIII, f. 94v). Per G.B. Cosattino: RIZZI, Storia... Il Seicento, 59; RIZZI, Udine. Piante, 43.
 5Francesco del q. Alessandro Callegari.
 6Per gli orafi Molinari e Picco: GANZER, Orafi, 360, 362.
 7Per l’orafo Sbroiavacca: GANZER, Orafi, 361.
 8Potrebbe trattarsi di quel Santo Gajo del quale parla il Picco (Fabbricazione degli zolfanelli).
   
STUDI INEDITI CIPOLLA, Memorie, f. 70v; FACCIOLI-JOPPI, Chiese, I, f. 41v — 42r; RAIMONDI, Gioia preziosa; VISENTINI, Architettura civile, 81-89; ZURICO, Della pittura friulana, 14.
   
BIBLIOGRAFIA Allegazione delli nob. deputati della Patria del Friuli; BALDISSERA, Istituzioni religiose, 91; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 49, 119, 297-299; BERGAMINI, Vino, 128; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 169-177; BRAIDA, Istituti di credito, 373-376; BRESSANI, La chiesetta di Santa Maria, 28-30; BRAGATO, Guida, 38-39; E. CANDIDO, Cronaca, 25; Capitoli degli obblighi ed incombenze delli nob. signori massari; Capitoli delli obblighi ed autorità; Capitoli delli obblighi ed incombenze del nob. sig. cassiere; CAPODAGLI, Udine illustrata, 28; La Cassa di risparmio; CAVALCASELLE, La pittura friulana, 116, 152-154, 258-259; CICONI, Udine, 464; L. DAMIANI, Arte... Il Liberty, 47; L. DAMIANI, Arte... Il Novecento, 351; Deliberazione della commissione, 1, 7, 13, 39; D.M., Difendeva il povero, 6-7; E[RMACORA], Il restauro di un antico palazzo; E[RMACORA], Udine. Il palazzo e la chiesa del Monte, 5-10; ERMACORA-PILOTTI, Un palazzo vivo; GIOSEFFI, Udine, 153-154, 158, 163, 166; JOPPI, Contributo IV, 34; di MANIAGO, Storia, 140; di MANIAGO, Guida, 46-47; MARI, Le Madonnine del Monte, 15; MARINI, Giulio Quaglio, 162-164; Obblighi ed autorità de’ magnifici conservatori e sindici; Ordini e capitoli del s. Monte di pietà di Udine; Parti prese... 1880, 228; Parti prese... 1898, 15; PICCO, Al monte di pietà. La scala; PICCO, Lavori artistici; P[ICCO], Il grandioso fabbricato; PICCO, Il grandioso scalone; della PORTA, Toponomastica, 138-139; Progetto di statuto per la Cassa di Risparmio di Udine; Regolativa degli ordini; Regole estese dalla magnifica città d’Udine; Regolamento interno provvisorio, 1877; Modificazioni allo statuto, 1881; Riforma degli ordini; de RENALDIS, Della pittura friulana, 108-109; RIZZI, Pluralità, 312, 342, 343, 348, 352, 384; RIZZI, Storia... Il Seicento, 16-18, 25, 36-38, 77; ROTA, Cenni, 11; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 12, 14; 5 (1938), 10; S[ACCOMANI], Il ristauro, 18; Salvati gli affreschi di S. Maria del Monte; SEMENZATO, La scultura veneta, 28, 38, 91-92; C. SOMEDA de MARCO, Il Monte di Pietà, 23-31; Sommario degli obblighi dei signori conservatori, sindici, cassieri e massai del Monte; Sommario degli obblighi de’ signori conservatori, sindici, cassieri et massari del sacro Monte; Statuto del Monte di pietà; Statuto per la Cassa, ... 1875; Statuto per la Cassa, ... 1876; Statuto per la cassa, ... 1877; TAGLIAFERRI, Struttura e politica sociale, 129-239; TRINKO, Notizie, 13-14; VALENTINIS, Udine antica, 7, 22.
   
ICONOGRAFIA GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, 6; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, 60; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, 26; MURERO, Udine metropoli, 6; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, 49.
752
1801 Fratelli Scala (Nomenclatura, f. 28v).
1809*Appartiene a G.B. Scala. Affittuale è il «casolino» Francesco Arseni (Registro delli aloggi, f. 21v).
1844*«— Anna Morelli ved. Scala — cede — al — sig. G.B. q. G.B. Scala — casa in Udine, contrada di Pellizzerie, eretta da muri, coperta di coppi — e precisamente la porzione formante angolo tra la contrada Pellizzerie e la calle del Monte, sotto il — c. n. 752; confina a lev. casa fu di questo compendio, ora della sign. Anna Scala, a mezz. calle frapposta alle case Scala e al fabbricato del monte di pietà, a pon. contrada Pellizzerie ed a tram. eredi q. Antonio Scala con cortile» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10510, 16897).
1852*Appartiene a G. B. Scalla (Competenze, I, f. 21v).
1876*Sartoria di Fortunato Sutto (COSMI-AVOGADRO, 112).
1883 Osteria “Alla libertà” (AVOGADRO, 152).
753
1801 Fratelli Scala (Nomenclatura, f. 28v).
1809*Appartiene ad Antonio Scala (Registro delli aloggi, f. 21v).
1852*Appartiene al co. Antonio Caimo (Competenze, I, f. 21v).
1852, ag. 14*Alberto Trento «proprietario della casa — n. 753, sita in calle del Carbone ora dei Vitteli —, desiderando di riformare detta casa, presenta progetto». Si tratta della costruzione di un’altana (A.S.U., C.A. II, 66, 5662 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Giacomo Brida).
1876*Macelleria di G.B. Gismano (COSMI-AVOGADRO, 100).
754
1801 Fratelli Scala (Nomenclatura, f. 28v).
1809*Appartiene ad Antonio Scala. Affittuale è l’avvocato Giuseppe Cosattini (Registro delli aloggi, f. 21v).
1852*Appartiene al dott. Giacomo Marchi (Competenze, I, f. 21v).
1876*Nella casa, oltre alla macelleria di Osvaldo Gismani e Cristoforo Bellina, trova posto lo studio dell’avv. Giacomo Marchi ed abita il maestro-compositore Virginio Marchi1 (COSMI-AVOGADRO, 100, 85 e 103).
   
NOTE1Per Virginio Marchi, compositore di musica: PICCO, Ricordi, 51.
755
1230 «Federico di Colmalisio compera una casa in “Foro Utini”» (JOPPI, Notariorum, VIII, f. 2r, cassato da doc. coll. Concina, vol. III).
1405 In Mercatovecchio, in casa Uccellis (JOPPI, Notariorum, XI, f. 142r, da perg. di Antonio Portis della B.C.U.).
1507, genn. 16*«— Ucellus de Ucellis de Utino — affictavit ser Mapheo et ser Martino fratribus draperiis et mercatoribus q. ser Donati de Bergamo, Utini in Foro veteri habitantibus, — unum magazenum situm sub domo habitationis dicti ser Ucelli in Foro veteri per eosdem fratres hucusque tentum, ad terminum quinque annorum — pro affictu quattuor ducatorum in anno —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, III istr., f. 18v).
1508, apr. 13*«— Quum mag. Thomas marangonus q. mag. Bartholomei de Caprileis marangoni de Utino esset debitor — ser Panthaleonis de Ucellis de Savorgnano civis Utinensis de affictibus non solutis pro domo eius habitationis sita Utini in Foro veteri —, ducta ad affictum a dicto — Panthaleone — et pro parte affictuum non solutorum eidem ser Panthaleoni, idem ser Panthaleon habuisset in pignus unam vestituram panni morelli uxoris dicti mag. Thomę, sibi traditam per dictam uxorem —, modo — mag. Thomas tradidit prędictam vestituram antedicto Panthaleoni eam acceptanti — iuxta extimationem factam — per quendam sartorem de Foro novo Utini —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, IV istr., f. 26v).
1597, sett. 9 Guido Savorgnan aveva casa in Mercatovecchio (JOPPI, Notariorum, XIV, f. 21r, dall’Arch. Attimis Maniago).
  La casa che fa angolo con la contrada del Carbone apparteneva agli Uccellis della quale famiglia furono eredi i Savorgnan. Avrebbe dovuto passare al patrimonio della commissaria Uccellis, ma si addivenne ad una transazione, perché i Savorgnan l’avevano restaurata (Arch. Frangipane, Schede per case).
1798, magg. 31 1798, magg. 31. Avendo il comune deliberato di erigere tre archi coperti per uso dei Cargnelli venditori di vitelli nella contrada detta volgarmente del Carbone, di fianco alla casa dei fratelli Scala negozianti, questi assumono la spesa degli archi ed ottengono di poter fabbricare sopra per proprio uso. «Li — fratelli Scala si obbligano non solo di far erigere a tutte loro spese dalle fondamenta sino al colmo sopra collone di buona pietra ben lavorata li archi —, ma anco di far lastricare con quadrelli di pietra il piano dei sottoportici, oltre li scalini pure di pietra dell’altezza di oncie quattro sotto l’imposte delle collone, nonché di far chiudere li archi medesimi con forti ed alti rastelli di legno, dipinti con colore a oglio e muniti di forti catenazzi e sarature, per consegnarne le chiavi nella cancelleria della città —. Si obbligano ancora di far mettere attraverso di ogni arco ferri di sufficiente grossezza, tanto per maggior consistenza della fabbrica, quanto per comodo della vendita dei vitelli —. S’impegnano di sollecitare in modo le opere che la fabbrica al di sotto abbia ad essere perfettamente completta entro il mese di luglio — e quella di sopra entro il susseguente agosto —» (A.S.U., C.A., 20/17).
1801*«Beccaria pe’ vitteli della Cargna» (Nomenclatura, f. 28v).
1809*È di Antonio Scala. «Serve ad uso di beccaria di vitelli» (Registro delli aloggi, f. 26v — 27r).
1810, ag. 7 Si delibera di vendere al sig. Antonio Scala il «fondo e fabbrica in calle nuova del Monte che finora fu disposta alla vendita a quarti ed interi de’ vitelli della provincia della Carna in forza di privileggi da’ quali è caduta ed in cui li Cargnelli non possono né per diritto né per fatto esser conservati» (Annales, CXXVII, n. 20, prot. 3171).
1822, mar. 20 Vi era una farmacia diretta da Giuseppe Braida (A.S.U., C.A. I, 68/X, 1143 Orn. II C, con dis.).
 *L’amministratore presenta progetto di riforma delle vetrine e ne ottiene l’approvazione (ibid.).
1838, apr. 30 Giovanni Scala presenta progetto per modifiche, una parte delle quali da attuarsi con urgenza (A.S.U., C.A. I, 285/1838/VII, 2145 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Giovanni Scala (Competenze, I, f. 21v).
1852, sett. 9*Giovanni del fu Antonio Scala «ha deciso di erigere in pietra la facciata della di lui bottega — faciente parte del c. n. 755». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. II, 66/1852, 6503 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Valentino Dreussi).
1886 Bottiglieria di Celestino Ceria.
1936 È di Gori. Viene riformata la facciata su via del Carbone.
   
BIBLIOGRAFIA BRAIDOTTI, Udine antica scomparsa, 101.
756
1442, ag. 26 Giovanni Francesco nob. di Fagagna espone di aver in Udine una casa minacciante rovina in Mercato vecchio, confinante da una parte con gli eredi del q. ser Uccello dall’altra «cogli eredi del q. Manfero, da altra con Giovanni Antonio barbiere e dall’altra colla casa di Gerarda moglie del q. Antonio del Mus abitante in Cividale e davanti e di dietro con vie pubbliche. Detta casa era allivellata in perpetuo ai nob. di Cergneu» (JOPPI, Notariorum, XV, f. 64r — 64v).
1780, ott. 6*«— Giovanni Zamboni, figlio del — sig. Francesco e di lui procuratore —, vende — al sig. Luca Andrioli’ — la — porzione di bottega separata per conto degli — prò decorsi —. La — vendita — fa — per il prezzo — di d 213 L 4 s 4» (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10073, I instrom., 11, f. 19r — 21r).
1781, sett. 5*«Avendo — Luca Andrioli fatto acquisto della — parte d’una casa e bottega, posta nel Mercà vecchio di questa città, fu — degli eredi Angeli, alla qual bottega trovasi annessa ed incorporata una piccola porzione di fondi — di detti eredi — che sono li figli — del sig. Domenico Tedeschi —, e stante che l’accennata — porzione — non serve alli medesimi d’alcun vantaggio —, Domenico Tedeschi per nome delli — figli ed eredi Angeli —, cede a livello francabile — al sig. Luca Andrioli — l’ennunciata porzione di fondi — che vedesi descritta nell’operazione 7 luglio p.p. del sig. Aurelio Manetti —. E ciò — fa per capitale di L 364 s 16 —». Dalla stima risulta che gli ambienti sono un «piccolo scrittorio e porzion di fondi di magazeno annesso al scrittorio stesso» (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10073, I instrom., 18, f. 28r — 29r).
1792, sett. 18 Nel 1780 era stata separata una parte della casa dei fratelli Tedeschi q. Domenico a cauzione della dote di Elisabetta q. Giuseppe Angeli loro madre. Successivamente in atti Domenico Prodolone, i sigg. Tedeschi avevano venduta la metà della bottega a Luca Andrioli. Ora i fratelli Tedeschi vendono la casa meno la mezza bottega ai sigg. Pietro, rev. G.B. ed Antonio q. Simone Bearzi di Oltris (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9976, XXI instr., 1582, f. 2071r — 2074r).
1792, sett. 18 Luca Andrioli vende ai sigg. Bearzi la sua porzione di casa (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9976, XXI instr., 1584, f. 2075r — 2077r).
1801 Pietro Bearzi (Nomenclatura, f. 28v).
1809*È di Pietro e fratello Bearzi (Registro delli aloggi, f. 21v).
1815, ag. 17*Pietro Bearzi chiede «di allargare il portone della casa di sua abitazione al n. 756, onde possano piϊ liberamente entrare e sortire li carri» (A.S.U., C.N., 180/XIX, Orn. XIX, 5916).
1826, ott. 13 Pietro Bearzi «deve — riformare il prospetto della sua bottega — al c. n. 756 — in dipendenza di alcune modificazioni eseguite nell’interno della sua casa» (A.S.U., C.A. I, 100/Ornati. Case e fabbricati, 3626 Orn. II C, con dis.).
1832, mar. 26*Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa l’avviso n. 1050 al chincagliere Stefano Masciadri (A.S.U., C.A. I, 193).
1837, lugl. 1 «Giorgio Aghina, proprietario della bottega situata in Mercatovecchio, forma parte del n. 756» presenta progetto per la riforma «della facciata» (A.S.U., C.A. I, 269/III, Orn. II C 3780, con dis.).
  La deputazione d’ornato, che scrive al podestà in data 4 luglio, decide che «ritrovandosi già eseguito il progetto, cessa — il motivo di esternare la propria opinione nel proposito» (ibid.).
1837, ag. 4*G.B. di Lenna vende a Giorgio Aghina la «bottega con annesso magazzino» al n. 756 per austr. L 7428,57 (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 10488, 10938).
1852*Appartiene ai fratelli Bearzi (Competenze, I, f. 21v).
1867, magg. 15*Pietro e Tommaso Bearzi reclamizzano la bottega al n. 756, dove vendono «lo zolfo in pani e macinato che lavorano nel molino loro fuori porta Aquileia» (“Giornale di Udine”, 3, CXV, 15 maggio 1867, 4).
1876*In via Pelliccerie al n. 7, macelleria di Giuseppe Del Negro (COSMI-AVOGADRO, 100).
1923 Fu rifatta.
   
NOTE1Per la famiglia degli Andreoli vedasi anche n. 233.
757
1515, nov. 15*«— Ser Iacobus del Gorgo — ratificavit — francationem m. Ioanni Ferrugl carpentario Utini in Foro veteri q. mag. Leonardi pelliparii —» (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5450, 1515, f. 20r — 21r).
1554, febbr. 6 Ricorso di Anna vedova di mess. Zuan Girolamo di S. Daniele contro Zuan Feruglio che intende «fabbricar la sua casa et ornarla di pietre concie et non volendo far una cossa disforme alla faza di essa, come ricerca l’arte et la beleza della città, li è necessario che li sia concesso — ritirar la fazada fora saltem corrispondente al pilastro del portico qual li è al incontro dela casa di mad. Anna» (B.C.U., ms. C. XXXVIII, f. 181r — 182v).
 *La lettura delle testimonianze fornisce ulteriori dati.
1554, febbr. 22*«Nob. ser Ludovicus Simeonius testis productus per d. Annam citatus et examinatus iuramento suo deposuit ut infra —: “L’è vero che se m. Zuane Feruglio tirasse in fuora la sua fabrica, secondo che lui vuole, el si venirà a render piϊ scura la casa di mad. Anna et massimamente la camera dela quale in capitulo et la cusina et altre stantie che sono sopra l’androna che va a S. Pietro Martire”.
  Interrogatus dixit: “Io so questo perché io son sta’ menato sopra il loco et lo ho visto con gli occhi miei, ch’è sν oscura come ho detto di sopra, ma non vi so dir mo’ in specie che si lievi in tutto il sole ala cosina”.
  Interrogatus dixit: “Io non vi so dir se per tal ritirar dela fabrica resteria piϊ larga la androna et per conseguente resteria maggior luce, perché non ho avertito, ma credo bene che, sia come si voglia, la casa sudetta di mad. Anna resteria piϊ scura”.
  Interrogatus dixit: “Io vi ho detto quel che mi pare et che so in questa materia, quanto a quello che m’interrogate se la comunità, volendo m. Zuane fabricar com’era prima, dovesse far sν che ’l fabricassi com’è cominciato, vi dico che credo ben che la comunità haverebbe meglio, ma la casa sudetta haverebbe molto peggio perché li tiol la luce come di sopra”.
  Interrogatus dixit: “L’è ben vero che quella madonna ha balconi sopra Mercà vecchio, ma ha molta commodità di quelle finestre che sono sopra l’androna per la qual si vede fin al palazzo stando le donne dentro la casa senza altrimenti esser vedute, che volendo veder per le altre bisogna che si gitti in fuora et esser viste da chi fusse dela via”.
  Interrogatus super aliis interrogatoriis dixit: “Io non vi so dir altro se non quello c’ho detto”.
  Super 2° capitolo dixit: “Io non so dir se sia bisogno d’impizzar lume etiam di giorno per la scurità, ma vi so ben dir che ditte stantie sono scure”. Interrogatus dixit: “Io vi dico che la camera —ha due fenestre, una che è sopra Mercà vecchio et l’altra sopra l’androna et per mio indicio io penso certo che detta camera consegui — più luce et più bella vista dal balcon che è sopra l’androna, che da quell’altro et questo perché ho visto”.
  Interrogatus super aliis debitis interrogatoriis, respondit: “Io credo che la fenestra sopra Mercà vecchio non saria sufficiente a darli assai luce”.
  Super primo capitulo dixit: “La camera dela quale è il capitolo è invero la piϊ bella stantia di quella casa et stando dentro nel andito et in la camera si vede zo per Mercà vecchio fin tutto sotto il palazzo senza venir ala fenestra”. Super 3° capitulo dixit: “El poria ben esser che la detta madonna venendo sula fenestra sopra Mercà vecchio vedesse quel istesso senza esser veduta come su l’altra de l’androna nel resto del interrogatorio non son chiaro, ma so questo che tal ritirar non può esser se non in danno dela madonna”.
  Super 4° dixit: “L’è vero che, ritirando la fazzada come vorria m. Zuane, le saria tolto la veduta del balcon sopra l’androna zo per Mercà vecchio fin al palazzo, senza esser visto et stando dentro è ben vero che porian veder quel medemo o poco manco sul balcon d’avanti, ma non senza esser veduto”.
  Interrogatus dixit: “— L’andito del quale nel capitulo ha fenestra sopra Mercà vecchio et non sopra l’androna et è tra la casa di mess. Bernardin Savorgnano et la camera, ma è vero che stando nel andito si vede per la porta dela camera et per il balcon che è sopra l’androna fin al palazzo”.
  Super 5° et 6°: “Vi dico che se la casa fosse mia, potendo se io non vorria per 200 scudi di oro in oro, che fusse fatta questa fabrica in quel modo, perché la casa è da sé malanconica et alle tre fenestre de l’androna che riguardano zo per Mercà — la fanno piϊ allegra et piϊ lucida che le altre”. Interrogatus dixit: “Io son stato a veder in dν de pioza, ma io credo ch’el saria danno como vi ho detto”.
  Super generalibus dixit: “Io son sta’ condutto a veder il loco et ho detto la verità in ceteris —”. Nob. ser Iohannes Tubia testis ut supra productus, citatus, examinatus et interrogatus — deposuit ut infra —: super primo capitulo dixit: “L’è vero che ritirandosi m. Zuane come nel capitulo, la camera resteria oscurata et perderia quella veduta che ha fino nel palazzo et la cusina etiam et le altre stantie che son da sé oscure patiriano molto”.
  Interrogatus dixit: “Io so questo perché son stato et a tempo di pioza et di solo insieme con mess. Zuanne de Ottacinis mio compagno, et benché la fenestra dela cusina sia indentro nell’androna, la ha però luce, stando la casa del Feruglio in dentro, ché quando la si menasse in fuora saria piϊ scura”» (A.S.U., C.A., 20/1).
1661, apr. 13 I nob. Giovanni e Vincenzo della Porta vendono a Giovanni Domenico Spilimbergo fabbro una loro «casa posta in Mercà Vecchio — qual fu eonsignata in dote per il q. nob. sig. Goffredo Sabbadini alla nob. — Martia sua figlia madre di detti sigg. Porta, confina a levante con la strada publica di Mercà vecchio, mezo di ser Gioseffo Lovaria, a ponente con ser Gasparo Rinaldino et alli monti ser Gasparo e fratelli Cesconi mediante un’androna che va a S. Pietro Martire —» (A.S.U., N., Simone Paderni, 7500, Instr. XVII, f. 91r — 94v).
1801 Marco Grisoli (Nomenclatura, f. 28v).
 *Affittata ad Andrea Schiattoni (ibid.). Poi Valentino Perobini (Registro anagrafico, f. 17v).
1809*È di Marco Grisoli. Vi abitano gli industrianti G.B. Colledani ed Elena Sanzonio (Registro delli aloggi, f. 21v).
1832, mar. 26*Il capoquartiere riferisce di aver recapitato a questo numero al mastellaio Francesco Pittaro e al venditore di tele Giacomo Federicis l’avviso n. 1050/c (A.S.U., C.A. I, 193).
1851 Vi era il negozio di cristalli del sig. Emanuele Hoche (“Il Friuli”, 3, CXCIV, 30 ag. 1851, 4).
1852*Appartiene agli eredi del q. Lorenzo Perubini (Competenze, I, f. 21v).
  Il Grassi dipinse su la «casa fu Sabbadini poi Grisoli, poi Parubini, ora — De Girolami, alcune deità —» (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 44r).
  «Il prospetto poi della casa già Sabbadini ora del Simonetti, mercante di grande reputazione, è dipinto a fresco dal Grasso»1 (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 41r).
1886 Albergo “Alla Torre di Londra” (Illustrazione del comune di Udine, 446).
1952, apr. 21*Vincolata dal M.P.I. con D.M. n. 128.
   
NOTE1Nel ms. della Porta a questo punto è riportato il passo della Storia del Maniago, che nel contesto oggi appare inutile.
   
BIBLIOGRAFIA AVOGADRO, Guida, XXIII, LI; BERGAMINI, Il pittore G.B. Grassi, 99-116; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 178-179; BRAGATO, Guida, 40, 174; CAPODAGLI, Udine, 26-27; CAVALCASELLE, La pittura friulana, 104, 246; CICONI, Udine, 465; COMELLI, Passeggiate, 20; [CORGNALI], Quistions di storie e lenghe. Sù e jù par Marciatvieri; ERMACORA, Guida, 144-145; FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191; GRASSI, Monografia per le nozze, 16; di MANIAGO, Guida, 63; di MANIAGO, Storia, 237; Parti prese... 1880, 234; P.P. PERUSINI, Le corse di cavalli, 172; PICCO, Una artistica insegna; della PORTA, Toponomastica, 184-185; de RENALDIS, Della pittura, 76; RIDOLFI, Le maraviglie, I, 134; RIZZI, Storia... Il Quattrocento, 110; ROTA, Cenni, 29; S[ACCOMANI], Il ristauro, 40; SARTORELLI, Dove si mangiava, 36-38; C. SOMEDA de MARCO, Il duomo, 216; VALE, Il poeta “Refrigerato”, 139-145; VALENTINIS, Udine antica, 9.
758
1442 Era di Girarda moglie del q. Antonio di Mels.
  Vedasi n. 756.
1801 Valentino e Domenico Stella (Nomenclatura, f. 29v).
1809*Appartiene al negoziante Domenico Stella (Registro delli aloggi, f. 21v).
1816, febbr 8*Stima della casa d’abitazione di Domenico Stella «con fabbriche sopra il Mercavecchio e sopra la contrada de’ Pulesi e magazzino —, compreso il magazzino acquistato dal sig. Giacomo Michieli con scrittura privata 26 sett. 1801 —». L’operazione è condotta dal pubbl. per. Carlo Iacotti (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10330, 1785).
1822 Valentino Stella (A.S.U., C.A. I, 68, 1466 Orn. II C, con dis.).
 *Presenta progetto di riforma «della propria bottega posta — al n. 758 —». Ne ottiene l’approvazione (ibid.).
1841, febbr. 9 Anna Fior vende a Stefano Stefani la casa n. 758 «con corticella — avente ingresso anche nella calle dei Pulesi —. In questa vendita — si ritengono pure compresi gli utensili di negozio, meno il scrittoio e cassa di ferro e utensili di cucina. Questa — vendita — viene fatta per — austr. L 28500» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10498, 13714).
1852*Appartiene a Stefano de Stefani (Competenze, I, f. 21v).
1948 Farmacia “Alla salute”.
759
1774, sett. 19*Il pubblico perito Nicolò Antonio Codutti compie la confmazione della casa per conto del p. Giusto Fontanini del convento di S. Pietro Martire: «un magazeno terraneo censivo verso il — convento, sittuato — nell’androna detta dei Pulzi, possesso presentemente dal sig. Giovanni q. Francesco Simonetti e paga annualmente — L 12 — in loco di Valentin Broili e per avanti pagava — G.B. Nattoli; qual magazeno confina a lev. col sig. Antonio Taffoni e parte — Salvador Stella, pon. casa del sig. Martin Gubana e a tram. la — androna dei Pulzi e sopra — camere —del — sig. Simonetti —» (A.S.U., C.R.S., 783/14).
1801 Co. Daniele Antonini (Nomenclatura, f. 29v).
 *Affittata a G.B. Simeone (ibid.).
1801, ag. 27 Il co. Daniele Antonini vende a Francesco Segatti una casa nella contrada di S. Pietro Martire «che comprende anche il fabbricato sopra le stalle e magazini di ragione del sig. Giacomo Alichiali sulla contrada detta dei Pulesi, che unita confina a lev. —Domenico e fratello Stella1, a mezz. Francesco Taffoni2, a pon. — contrada di S. Pietro M., ed a tram. la — contrada dei Pulesi» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLIII instr., 3200, f. 4256r — 4257v).
1809*Appartiene a Francesco Segati (Registro delli aloggi, f. 21v).
1822, magg. 13 Francesco fu Virgilio Segati cede a don Luigi suo figlio per patrimonio ecclesiastico porzione della casa n. 759 «consistente in una bottega e scrittorio a pian terreno, da due camere in primo solaro sopra detta bottega e scrittorio, e stanza del filatoio con porzion di passalizio a pian terreno, porzion di scala e carato di copperto, il tutto — descritto nell’opperazione giurata 23 marzo 1822 eseguita dalli pubbl. periti — Gaetano Pariotti e Giovanni Picco —. Confina essa porzione di casa verso lev. a pian terreno con la restante stanza ad uso del filatoio e nel primo solaro col sito delle scale; a mezz. ingresso promiscuo colla restante casa di questa ragione in piano ed in primo solaro colli eredi Taffoni, a pon. con la piazzetta presso la — chiesa di S. Pietro M. ed a tram. con la contrada detta de’ Pulesi —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10308, 1658).
1826, nov. 6 È di Francesco Segatti (A.S.U., C.A. I, 100/Ornati Case e fabbricati, 3893 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario chiede ed ottiene di riformare la facciata della casa «al c. n. 759 sopra la piazzetta di S. Pietro Martire, cioè la faciata guardante sopra la calle dei Pulesi» (ibid.).
1836*Il sac. Luigi Segatti «à divisato di far eseguire nei locali esterni sottoposti alla casa di sua proprietà — le riforme rappresentate nel disegno —». Il progetto non riscuote l’approvazione della deputazione d’ornato (A.S.U., C.A. I, 269/III, 6071 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene al dott. Luigi Segatti (Competenze, I, f. 21v).
   
NOTE1N. 758.
 2N. 760.
760
  Questo numero si estende da Mercatovecchio a via Sarpi e comprende piϊ casette già esistenti.
1304, apr. 2 Sibla1 moglie di Zinilusso «legavit — unum medri olei — persolvendum — cum illa marcha quam dicta Sibla habet super domum Ewargendi nepotis sui — positam infra domum olim Heberardi et domum Petri Stranetæ» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 360r).
1347, lugl. 31 «— D. Miniussa relicta q. Nicolai cerdonis de Talmasonis — legavit fraternitati S. Marie Cerdonum de Utino — livellum — triginta quatuor denariorum Aquilegiensium quos tenetur solvere annuatim d. Palmina uxor Agustini borsarii de Utino super quadam sua domo sita Utini in Foro veteri in quadam androna prope Sanctum Petrum Martirem, cuius hii sunt confines: ab una parte possidet dicta testatrix, ab alia nob. vir. d. Hector miles de Savorgnano, a tercia Syardus hospes et quarta est via publica —» (A.S.U., Arch. confr. Calzolai, 417, Per dentro al città, perg., not. Stefano del fu Francesco pellicciaio da Udine).
1407 «Ioannes q. ser Federici Ottacini de Utino — solvit — super una sua domo murata, solerata, tegulisque cohoperta, sita in androna posita infra forum antiquum et ecclesiam S. Petri Martiris, quæ antiquitus fuit Wargendi nepotis d. Siblæ relictæ olim Zinilussii de foro veteri, iuxta domum hæredum q. ser Tintini de Arthenea a duabus partibus et ab uno latere est quædam domus ser Nicolai Candidi quæ fuit olim Petri Granettæ et per ante est via publica, libras olei vigintiquinque quas legavit — d. Sibla — ut — constat — instrumento — manu Lunardi not. de Utino in millesimo tricentesimo quarto —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 359v — 360r).
1419 «Franciscus et Lodovicus — q. ser Ioannis Ottacini» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 360r).
1428 «Lodovicus de Brugnis — super una domo — iuxta ser Iohannem q. ser Tintini de Arthenea, iuxta ser Odoricum et Girardinum fratres —» (ibid.).
1452, nov. 8 Ettore di Brazzà compera «una androna e la facoltà di lavorare sopra il muro vicino alla casa di abitazione in Udine, da Leonardo q. Odorico di Fagagna» (JOPPI, Notariorum, IV, f. 52r).
1460 «D. Chiara de Michilutto2, in logo de ser Alovisio de Brugnis pagano insembre cun ser Zuan Denel de Brugnis sopra una lor casa — appresso ser Viccardo de Castello e lu fradello — e appresso ser Odorigo de Girardin —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 360v).
1466 «D. Chiara de Tamburlin —» (ibid.).
1506, ag. 25 «Rev. sacrę theologię professor mag. Iacobus Lipoldus ordinis Prędicatorum q. ser Mathei de Lipoldis de Utino —, vendidit — ser Iohanono de Savorgnano — unam — domum muratam, soleratam cuppisque cohopertam, sitam Utini in androna S. Petri Martyris iuxta ipsum ser Iohannonem, iuxta ser Hieronymum Tulutium et iuxta viam publicam —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, III instr., f. 4r — 4v).
1511 «Eredi di ser Zuanno di Savorgnan per la casa fo del q. ser Zuan Antonio della Michilutta —» (ibid.).
1519 «Bernardin q. ser Zanon Savorgnan —sopra una casa fo delli eredi de ser Zuan Tonio Lipoldo overo Michilutta not. posta in l’androna del Legno del Palio, appresso una altra casa del detto — Bernardin fo delli Girardini ed appresso eredi — Toluzo —» (ibid.).
1562, mar. 24 «In Mercatovecchio, nella contrada che va verso S. Pietro Martire, in casa Savorgnano della Bandiera» (JOPPI, Notariorum, II, f. 54v, not. Pietro Geronimiano detto Graziano)
1568 Era degli eredi del fu Bernardino Savorgnan della Bandiera. Vedasi n. 761.
1573°«Una casa della sign. Esioda Brazzacca posta in Udine, l’androna del Feruglio, in Mercà Vecchio» (Not. Alessandro Benellio, Atti civili).
1593 «Ora paga la mettade — Sigismondo Cergno, et — mettade Esioda di Brazzà —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 360v).
1596 «Era pagata dal sig. Cergneu mettà e l’altra mettà dalla sign. Teresa Brazzacca» (B.C.U., ms. D. 42/D, Libro del nob. sig. G.B. Pavona cameraro della v. fabrica del duomo, 1734-1735, f. 52v).
1624 «Eredi q. ser Bernardino Savorgnano della Bandiera pagano sopra una casa — presso quella del conte di Tricesimo Ora paga Francesco Brazzacco ed il sig. Vittorio Mattioli — anzi, di presente, pagano — Ermano d’Attimis —, eredi — q. — Girolamo d’Attimis —, Giovanni Daniele ed Antonino — Antonini —, Signori di Cergneu» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 360v — 361r).
1637 «Antonino Antonino di Giovanni; item — Gofredo Sabbadin» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 361r).
1643 Dalle confinazioni Boreatto per la fabbriceria del duomo: «Alla partida degli heredi del q. mess. Bernardino Savorgnano della Bandiera sopra la casa, che fu degli heredi del q. ser Zuan Leopoldo —. Ora pagano —mess. Gioseffo Codaio inquilino della casa in parte, oglio lb 12 1/2, il sig. Antonio Antonini fu del sig. Giovanni oglio lb 6 o 3, et il sig. Francesco Cergneu oglio lb 3 —. Dissero i confinatori — che la casa — è posta nelle pertinenze di Mercatovecchio, nell’androna del Legno del Palio, giunge anco sopra la — contrada di Mercatovecchio, habitata di presente parte per m. Gioseffo Capodaglio legnarol, parte per m. Marchiol Rinaldino pur lignarolo, et parte per l’hon. ser Giovanni Antonio Ciberto speciale; confina a sol ’evado dalla parte dell’androna con le — monache di S. Bernardino, a mezodν l’androna, a sol a monte il sig. Gabriel Conte et ai monti — Ciberto speciale» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 84).
1703 «Bortolomio q. Francesco Bruni — in loco delli eredi q. ser Bernardino della Bandiera —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 361r).
1717*Paga il quarto spettante al Cergneu, Girolamo Bissone possessore della casa (ibid.).
1728, apr. 10*«Il nob. Arcangelo f. del nob. — Girolamo Bissoni convenne, come procuratore di — suo padre —, di cedere — iure liberi al sig. Bortolomio Bruni q. Francesco — la casa — in Mercà vecchio, con la quale confinano le sudette del — Bruni dalla parte di sotto —. Hora il predetto — Arcangelo —, salvo il debito d’investirsi, per esser fondi di raggion feudale —, ha — venduto — all’antedetto — Bruni — la casa — situata — nella contrada di Mercà vecchio, che confina a lev. con la strada publica —, mezogiorno — Vincenzo Planis, parte — Vincenzo Moreale e parte androna tendente alla chiesa di S. Pietro Martire, pon. e tram. il — Bruni compratore —. E ciò per il prezzo — di d 1275 —» (A.S.U., N., Francesco del q. Andrea Brunalleschi, 8302, XXII instr., f. 17v — 19r).
1735 Paga il quarto Cergneu Bortolomio Bruni (B.C.U., ms. F. XXV, f. 361v).
1743, giu. 28 Eredi q. ser Bernardino Savorgnan della Bandiera pagano di livello sopra la casa fu delli eredi q. ser Antonio Lipoldo nod., posta nell’androna del segno del Pallio appresso quella del sig. Gabriel Conti, era del sig. Bortolomio Brun mercante di ferro e di legname, olio lb 25 (B.C.U., ms. F. XXI, f. 74r).
1744 Bissoni. «Abitavano passata l’androna di Pulici e contigui al Bruni mercante, il quale comperò la loro casa» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191).
1751 Pagan Bruni tre quarti, Trento un quarto (B.C.U., ms. F. XXV, f. 361v).
1770, apr. 6*Giuseppe Bruni vende per d 1000 ai coniugi Francesco e Paola Tarondo la casa «situata — nella contrada Feruglia detta de’ Pulesi, che confina a lev. detto — Bruni, mezz. contrada sudetta, pon. contrada — Pellizzarie ed a tram. — Bruni —» (A.S.U., N., Eugenio Sporeno, 9314, XV istrom., f. 224v — 225r).
1779, ag. 2*Planimetria della zona relativa alle case n. 760 e 772 (B.C.U., Vacchette 9, LXXI, 1779 f. 34r).
1797, sett. 20 «Vincenzo Michieli di Campolongo —, a nome della sign. Marianna Segatti di lui moglie —, ha — venduto al sig. G.B. q. — Vincenzo Planis — una casa situata —nell’androna Feruglia, che confina a lev. —Planis, a mezz. — androna —, a pon. e tram. — Francesco — Taffoni —. Questa vendita ha fatta — per d 900 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9979, XXXVI instr., 2597, f. 3530r — 3531r).
1801 Maria ved. q. Antonio Taffoni (Nomenclatura, f. 29v). Poi Giorgio Capelari (Registro anagrafico, f. 17v).
1802, ott. 12 G.B. q. Santo Di Lena vende per d 2114 a G.B. di Ascanio Stampetta «casa — nella contrada — de’ Pullesi ora serviente per uso di osteria; era tenuta in affitto dal q. — Giuseppe Visintini; confina a lev. e tram. — Capelaris loco Taffon, a mezz. contrada — ed a pon. — piazzetta di S. Pietro M. —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4806, V instrom., 272, f. 404v — 405r).
1809*È del negoziante Antonio Cossetti; vi abita l’orefice Luigi Macorigh (Registro delli aloggi, f. 21v).
1883 Caffè “Al Colosseo” (AVOGADRO, 139).
 *Gestione di Luigi Toso (ibid.).
1900 Dott. Luigi Fabris. Farmacia.
   
NOTE1La casa è soggetta a un livello a favore della fabbrica del duomo. Le notizie dal 1304 al 1624 del ms. F. XXV sono tratte dal libro delle confinazioni del sec. XVIII, che cita documenti ai quali si rifanno i diritti della fabbriceria.
 2Lipoldo.
   
BIBLIOGRAFIA [CORGNALI], Firui Pilizzar.
761
1568, mar. 11°La nob. Anna ved. del nob. Giovanni Girolamo dei nobili consorti di S. Daniele possedeva ed abitava la casa in Mercatovecchio confinante da due bande con le case degli eredi del fu Barnardin Savorgnan della Bandiera, dalla parte d’avanti con Mercatovecchio, a mezzodν con l’androna va da Mercà vecchio a S. Pietro Martire (Arch. Congr. 9/5, Monastero di S. Bernardino). La casa passò poi al monastero di S. Bernardino.
1615, febbr. 13*«— Doct. d. Pompeus Prampergus ac — d. Odoricus de Susannis et — Franciscus Bartholinus — tanquam scindici — monasteri S. Bernardini — iure affictus simplicis ad triennium — locaverunt mag. Ioanni Baptistę Cescono incisori archibusario Utini — domum unam ipsius monasterii in Foro veteri super angulo callis cognominatę del Feruio, iuxta a mane via publica Fori veteris, a meridie calle supra nominata, a sero et montibus domos — d. Francisci de Brazzachi — . Et hoc pro affictu — ducatorum triginta duorum in anno —» (A.S.U., C.R.S., 571/1, Mercà Vecchio).
1623, giu. 22*Rinnovo del contratto d’affitto a m. G.B. Cescone “maestro d’archibugii da Udine” (ibid.).
1674, febbr. 8*Notizie indirette sul lascito provengono da una memoria, secondo la quale il convento «possede con titolo di legato una casa in Mercà vecchio, tenuta di presente a semplice affitto da ser Daniele e nepoti Cecconi. Questo — monasterio per solevarsi dall’obbligo di tenir in conzo la ditta casa, volentieri aderisce all’intentione di detti affittuali di prenderla ad enfiteusi con le forme et obligi che sono propri et ordinari in conformità delle leggi. Ma per di presente s’è scoperto esser la detta casa di ragion censuale pagando s 14 in affitto di corte —. Perciò comparse l’antedetto ser Daniele — avanti l’ill.mo —luogotenente e fece — istanza di poter celebrar il detto instromento — offerendosi non solo di pagar il laudemio, ma di prender di essa casa la debita investitura —. La qual in-stanza — intesa — ha Sua Eccellenza — concessa la venia per il tempo trascorso et la licenza —» (A.S.U., C.R.S., 571/3, 2).
1693, dic. 18*La casa è affittata a Giuseppe Franzolino (A.S.U., C.R.S., 571/1, Mercà Vecchio).
1701*«— Suor Angiela — Danelluzi, abbatessa nel — monasterio — ha — concesso —a semplice affitto al sig. Valantino Petrelo q. — Pietro — una casa — sin hora da detto —Valantino tenuta a semplice affitto in Mercà vechio, con bottega d’abaso, cantina et di sopra una salletta con sua camera et cocina in mezo et di sopra due camere con un pergolo di pietra con li suoi feri a torno, col suo granaro disopra; qual casa confina a sol levado il borgo —, a mezodν calle che conduce a S. Pietro Martire, a sol a monte casa di questa ragione, tenuta ad affito dal sig. Vicenzo Mo-reale fillatoio, et alle monti li — Brunaleschi, hora — Giarolamo Bissone, et questo per anni cinque —» (A.S.U., C.R.S., 571/3, 2).
1705, sett. 16*Rinnovo del contratto con Valentino Petrello (ibid.).
1801 G.B. Planis (Nomenclatura, f. 29v).
 *Affittata a Santo Lena (ibid.).
1809*È di Francesco e fratelli Planis. Affittuale è il negoziante Pietro Runcaldier (Registro delli aloggi, f. 21v).
1835 Farmacia di Antonio Mazzaroli (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1839, ag. 31 Si riforma la facciata verso via Pulesi. Al secondo piano eravi una finestra ad arco, al terzo quattro finestre gotiche (A.S.U., C.A. I, 299/1839/XX, 4843 Orn. II C, con dis.).
1847, apr. 8°I fratelli Verzegnassi q. Prospero, quali eredi di mons. rev. Pietro q. G.B. Planis, possedevano la casa in Mercatovecchio n. 761 (Not. Giacomo Someda).
1852*Col n. 761 A, appartiene a mons. Pietro Planis (Competenze, I, f. 21v).
   
BIBLIOGRAFIA [CORGNALI], Quistions... Sù e jù par Marciatvieri.
762
1801 G.B. Carli calderaio (Nomenclatura, f. 29v).
1809*Appartiene al battirame G.B. Carli (Registro delli aloggi, f. 21v).
1835, ott. 1*Denuncia, da parte di Pietro Antonio Damiani, circa lo stato pericolante della facciata della casa, proprietà del farmacista Antonio Mazzaroli (A.S.U., C.A. I, 236/XVI, 5001 Orn. II C).
1841, magg. 6 È di Antonio Mazzaroli. Casa a tre piani di due finestre (A.S.U., C.A. I, 328/VIII, 3076 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Giuseppe Salvador).
 *Il proprietario desidera apporre un cornicione e ne ottiene il permesso (ibid.).
1852*Fa parte del n. 771 ed appartiene ad Antonio Mazzaroli (Competenze, I, f. 21v).
763
1788, lugl. 26*La casa è gravata di un livello a favore del convento di S. Pietro Martire: «Casa in Mercà vecchio, paga d’annuo livello lire *** ora posseduta dal sig. Pietro Natolo, n. XXIII». Il documento ne spiega il fondamento: «— Il sig. Pietro Genari causidico di questa città — a nome — delli — padri del convento di S. Pietro Martire di questa città —, espose esserli pervenuta, coll’allibramento seguito sopra la facoltà Miclaro li 19 nov. 1782 in atti Martinelli, l’infrascritta portione di casa dal corpo della casa feudale e censuale posta in questa città nella contrada di Mercà Vecchio, obligata in affitto di corte alla partita di Lodovica Travana per livelli di cui fu investito il q. detto Antonio Miclaro l’anno 1753, 18 febr., relativa a precedente del q. Benedetto — Leonardo Nimis, 1712, 6 dic., assegnata al sig. Serafino Serafini di Baldasseria e da esso renonciata alli predetti — padri, e volendo di quella riconoscere il ser.mo Dominio con la debita investitura in conformità delle leggi, fece perciò riverente instanza d’esser di quella portione — investito in ragione di feudo comunale —» (A.S.U., C.R.S., 783/19).
1801 Pietro Natolo (Nomenclatura, f. 29v).
1808*Vedasi n. 764.
1809*Appartiene al calderaro Rosario Anechini, al forense Pietro Natolo, a Francesco Trangoni.
  Affittuale è l’usciere Giacomo Giacomini (Registro delli aloggi, f. 21v).
1814, apr. 2*In seguito ad atto oppignorativo del 2 genn. 1814, avviso d’asta per mora di pagamento della quarta rata dell’imposta prediale 1813: si tratta di una stanza al terzo piano, ad uso di camera. Debitrice risulta Perina q. Giuseppe Michlero (A.S.U., C.N., 81).
1824, febbr. 20-30 genn. 1825 È di G.B. Bassi, Pietro Antonio Damiani, Pietro Natolo e Antonietta Belumaschi Cocolo. Casa di quattro finestre. Si ordina di rifare un arco crollante (A.S.U., C.A. I, 100/Ornati. Case e fabbricati, 5214 Orn. II C).
 *Dopo reiterate rimostranze della deputazione d’ornato per il sussistere del disagio procurato ai cittadini dall’esistenza delle impalcature ingombranti il pubblico passaggio, si succedono ispezioni e collaudi (A.S.U., C.A. I, 89/X, 48 e 382).
1826, lugl. 7*Giuseppe Carli, per austr. L 40062,37, vende ai fratelli Giovanni, Leonardo e Pietro Manin «la di lui casa d’abbitazione, sita — in contrada Mercavecchio al c.n. 762 e nell’altra contrada di S. Pietro Martere — n. 771, composta al pian terreno di bottega, magazzini, cantina, cortivo —; confina a lev. la contrada di Mercavecchio, pon. la contr. di S. Pietro Martire, mezz. casa del sig. Giorgio Cappellari ed a tram. — Pietro Damiani e consorti —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10466, 5139).
1828, ott. 1*A G.B. Bossi, «per dare un altro ingresso alla bottega appartenente alla casa — n. 763 in Mercatovecchio, rendesi necessario — d’aprire una porta ove attualmente esiste un ribatto». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 148/X, 4133 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene agli eredi del q. Pietro Damiani (Competenze, f. 21v).
1852, dic. 4*Giacomo Gressani, comproprietario delle case n. 763 e 764, dovendo provvedere alle grondaie, giusta l’avviso municipale n. 4633, vorrebbe costruire un cornicione «che abbracci tutte e due le case». La deputazione d’ornato suggerisce alcune modifiche (A.S.U., C.A. II, 66, 8579 Orn. II C, con dis.).
1876*Nelle due case, ormai unite, trovano posto il negozio di abiti confezionati di Anna Pers e quello di ombrelli di Maria Fornara (COSMI-AVOGADRO, 84, 104).
1883*Il negozio di confezione è di P. A. Mocenigo. È ancora censita la bottega di ombrelli di Maria Fornara (AVOGADRO, 137, 150).
1900 Dott. Luigi Fabris.
764
1801, lugl. 5*«— Maddalena n. Nimis Francesco, Giacinta e Beltramina figli Gennari — hanno — venduto al — sig. Michele Venturini — la porzione di casa posta in — Mercà vecchio appresa da detta — Maddalena per il credito di sua dote di d 309 L 1 s 12 nella subordinazione della facoltà del q. — Giuseppe Miclaro, come nell’allibramento 1782 del pubblico perito G.B. Borghi —; item altra porzione della casa medesima, stata prima assegnata — al sig. Domenico Zanetti di Pocenia qual creditore —, indi da detto — Zanetti venduta — a — fratelli Antivari e da questi passata nella suddetta — Maddalena —. E questa — vendita hanno fatta — pel prezzo — di d 926 L 3 s 9 p 8 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLIII instr., 3170 f. 4222v — 4225r).
1801 Michele Venturini (Nomenclatura, f. 29v).
1805, mar. 1 «Giovanni Maria Olivo marangone — vende al sig. Daniele di lui figlio — la casa di propria abitazione — in Mercà vecchio, che esso venditore ha acquistata dalle mani del sig. Valentino q. Lodovico Venturini, come consta da — instr. 14 sett. 1786, per atti dell’ora q. Carlo Lorio not.». Prezzo d 1420 (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, 515, f. 343v - 344v).
1808, giu. 3 Michele fu Lodovico Venturini vende a Rosario Annichini di Catanzaro la casa n. 764 ed il primo appartamento della casa 763, per it. L 24800 (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10324, 75).
1809 È di Rosario Anechini calderaio (Registro delli aloggi, f. 21v).
1812, magg. 30*In seguito ad atto oppignorativo del 20 febbr., processo verbale d’asta con effetto nei confronti della debitrice Caterina Annichini per L 23,60: «Stanza appepiano ad uso di bottega dal corpo della casa posta — al n. 764, con ingresso de’ sottoportici sulla strada» (A.S.U., C.N., 81, Asta).
1819, magg. 3*Il commesso d’ornato Giuseppe Presani denuncia alla deputazione d’ornato lo stato di pericolo, anche se non imminente, per una colonna «fuori di piombo». I proprietari dello stabile interessati risultano Francesco del fu Antonio Pascoli, Pietro Natolo, Perina Molaro, G.B. Rossi. In data 10 magg. la deputazione d’ornato inoltra ufficialmente la denuncia al podestà (A.S.U., C.A. I, 24/XI).
1822, apr. 3*Pietro Antonio Damiano non ha prodotto il disegno per un lavoro del quale ha richiesto l’approvazione. La deputazione d’ornato respinge la pratica (A.S.U., C.A. I, 68, 1403 Orn. II C).
1824, ag. 26*Protesta della deputazione d’ornato contro le puntellature erette dal Damiani, definito persona «dal cavilloso carattere» in quanto il lavoro viene effettuato «in trionfo d’un suo privato puntiglio in cui non deve punto entrarvi l’ornato, il comodo e la sicurezza pubblica» (A.S.U., C.A. I, 89/X, 320 Case II).
1852*Appartiene agli eredi del q. Pietro Damiani (Competenze, I, f. 21v).
1930 Ombrellaio Fornara1.
   
NOTE1Vedansi notizie relative al n. 764 a partire dal 1876.
   
BIBLIOGRAFIA [CORGNALI], Sù e jù par Marciatvieri. Tre cjasis e une vetrine.
765
1801 G.B. Carli e consorti (Nomenclatura, f. 29v).
1809, mar. 15°G.B. Carli vende a Domenico Menegazzi la casa 765 per L 6344 (Not. Riccardo del fu Andrea Paderni).
1809*Appartiene a Domenico Menegazzi (Registro delli aloggi, f. 21v).
1825, giu. 18 «— Giuseppe del fu Antonio Fabrizio — vende — al sig. Amadio Zandigiacomo — la casa — alli c. n. 765 e 766 con suo fondo —; confina esso corpo stabile a lev. — Mercatovecchio, mezz. — Pietro Damiani, — pon. casa fu del sig. Alessandro Diana, e sett. — G.B. Giorgio Cella in luogo Piussi Mattia fu Peratoner, che sono la intiera casa e fondi pervenuti in proprietà del sig. Fabrizio maggior offerente all’asta — nella vendita giudiziale 22 apr. 1824, n. 3190 — a pregiudizio di Sebastiano, Maddalena, Giuseppe, Vicenzo, Lucia e Santo — figli del fu Domenico Menegazzi Il prezzo di questa vendita resta convenuto — in austr. — L 6285 —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10551, 2465).
1825, lugl. 1 È di Amadio Zandigiacomo. Casa di tre piani di due finestre (A.S.U., C.A. I, 100/Ornati. Case e fabbricati, 2431 Orn. II C, con dis.).
 *Il progetto coinvolge anche la casa n. 766. Il proprietario intende riformare la bottega e cambiare alcune travi. L’autorizzazione subordina il permesso alle solite condizioni, alle quali si aggiungono la sistemazione del sottoportico e del marciapiedi antistante (ibid.).
1826, apr. 3*Amadio Zandigiacomo chiede ed ottiene di ornare la grondaia con una cornice di legno, della quale allega disegno (A.S.U., C.A. I, 100/Ornati. Case e fabbricati, 42 Case II, con dis.).
1832, mar. 26*Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa l’avviso n. 1050 al «venditore di rame» Antonio Damiani (A.S.U., C.A. I, 193).
1834, sett. 18*Amadio Zandigiacomo vuole «alzare la propria casa — n. 765, 766» e ne presenta il progetto, che viene approvato (A.S.U., C.A. I, 254/X, 4633 Orn. II C).
1852*Appartiene a eredi del fu Amadio Zandigiacomo (Competenze, I, f. 21v).
1876*Il complesso ospita i negozi di confezioni e stoffe di Giuseppe Fadelli, quello di ombrelli di Cesare Paracchini, nonché quello di pelli e articoli di cuoio di Agostino Cella e C. (COSMI-AVOGADRO, 84, 104, 109).
766
1801 G.B. Pitti (Nomenclatura, f. 29v).
1809*Appartiene a Domenico Menegazzi (Registro delli aloggi, f. 21v).
1825 È di Amadio Zandigiacomo. Vedasi n. 765.
1832, sett. 13*Ai fratelli G.B. e Giorgio Cella, che sin dal 28 marzo hanno inoltrato richiesta di occupare il fondo per scavarvi una vasca per la fogna «per uso della nuova casa posta all’estremità superiore del Mercato vecchio», viene accordato il permesso richiesto (A.S.U., C.N., 191, 1291 e 2117 Orn. II C).
1834, apr. 13*Vedasi n. 765.
1852*Appartiene agli eredi del fu Amadio Zandigiacomo (Competenze, I, f. 21v).
767
1795, giu. 23 «— Giuseppe q. — Camillo Favetti, Francesco q. — Giuseppe — Favetti, zio e nipote respettive, necnon Orsola, moglie — del — q. Giuseppe —, tutrice — del sig. Camillo di lei figlio minore, suscetto col sudetto q. — Giuseppe —, vendono — alla signora Cristina Peratoner — una casa — posta — nella contrada di Mercatovecchio; confina a 1ev. strada —, mezz. casa — eredi Pitis, sol a monte casa del nob. — Agostino Diana ed alle monti casa delli eredi q. — Leonardo Antonini, e questa per il prezzo di — d 2000 —» (A.S.U., N., Ignazio Brunelleschi, 10601, II instr., 207, f. 264r — 266r).
1801 Cristina Peratoner tirolese (Nomenclatura, f. 29v).
1809*Appartiene al negoziante Melchior Peratoner (Registro delli aloggi, f. 21v).
1832, mar. 28 È di G.B. e Giorgio Cella (A.S.U., C.N., 193/Orn. II C, 1291, con diss.).
1852*Appartiene ai fratelli Cella (Competenze, I, f. 21v).
1853, dic. 23*G.B. e Giorgio Cella chiedono di «aprire una porta nella facciata di tramontana della casa — nella contrada di S. Pietro Martire — n. 767 —». Desiderano inoltre di chiudere con una sbarra un angolo che per «inveterato costume» viene lordato. Essi si preoccupano «principalmente per lo scandalo che ne viene apportato ai loro fanciulli dalla finestra che ha luce superiormente al detto angolo». Ma l’ingegnere municipale G.B. Lavagnolo esprime parere favorevole solo sul primo punto (A.S.U., C.A. II, 66, 9405 con dis.).
1936 È unita al n. 768.
768
 *Dalle confinazioni effettuate nel 1774 dal convento di S. Pietro Martire, risultano le seguenti notizie:
1597 «Conventus S. Petri Martiris de Utino habet in angulo Fori veteri quandam domum muratam, soleratam tectisque chopertam, quam donavit conventui d. Iacoba, relicta q. Caroli de Cavalcantibus iuxta m. Iacoboa de Freschis, iuxta domum m. Thome de Freschis et iuxta vias publicas a duobus partibus, quam domum ipsa domina affictavit Ioanni Tamburino —. Instrumentum donationis stipulavit m. Antonius q. Pauli Deccani de Utino anno 1482, 29 febrarii ad presens tenent heredes q. Ioannis de Floreanis et debent solvere — L 41 s 2 —» (A.S.U., C.R.S., 783/17).
  a ms Iacobo.
1780, mar. 15*«Relativamente alla privata scrittura di convenzione 15 dec. p.p. seguita tra — Teresa nata Zanussi rel. del fu — Lunardo Antonini da una e — Leonardo e rev. — Carlo — figli del sig. Antonio Antonini, è stato fin li 8 febr. — mediante — Giuseppe Broili riconosciuto in distinto inventario lo stato del negozio specierie — del Lunardo Teresa — Zanussi — Antonini — renunzia al sig. Lunardo — ogni uttile del negozio specieria sopradetto, compresi gli uttensili — e l’usufrutto delle case in Mercavecchio ove è situato il negozio predetto, escluso il primo apartamento — il quale restar doveva di libra disposizione di detta — Teresa —» (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, I instr., 79, f. 127r — 127v).
1801 Giuseppe Antonini, speziale (Nomenclatura, f. 29v).
1809 È di Giacomo Somma, negoziante (Registro delli aloggi, f. 21v).
1813, nov. 15*«— Fatto — in una botega a pian terreno della casa — del sig. Antonio e fratello Tonutti — n. 768, avente la porta ed una finestra nel lato di 1ev. verso Mercà vechio —» (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 631, 10).
1815, mar. 6 Giuseppe e Giovanni Antonio q. Leonardo Antonini di Tolmezzo vendono a Giuseppe Braida fu G.B. la casa n. 768, «che confina a lev. strada di Mercavecchio, mezz. — Melchior Peratoner, pon. piazzetta delli sigg. Pisenti, e tram. contrada — del Giglio» per it. L 15862,04 (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10329, 1474).
1828, magg. 12 È di Gabriele q. Paolo Pecile (A.S.U., C.A. I, 148/X, 1881 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario chiede ed ottiene di riformare la casa secondo il progetto presentato (ibid.). Il 10 luglio l’ing. municipale G.B. Cotterli ispeziona i lavori in corso e trasmette relazione sullo stato di pericolo del muro di tramontana (ibid.).
1829, apr. 23 La congregazione municipale presenta il progetto di demolire parte della casa Antonini detti Toniutti, al n. 768, per allargare la via (Arch. del Comune di Udine, Consiglio dal 1826 al 1830, Prot. verb. cons. comun. della r. città d’Udine, n. 2072).
1831, apr. 28*I fratelli Giorgio e G.B. Cella, dopo il contratto d’acquisto della casa, da demolirsi in parte per l’allargamento della strada, chiedono ed ottengono di apportare modifiche al progetto iniziale (A.S.U., C.A. I, 182/V, 1670 Orn. II C).
1837, febbr. 20°°Ampliamento della parte recintata (A.S.U., C.A. I, 269/III, 904 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene ai fratelli Cella (Competenze, I, f. 21v).
769
  Questa casa fu dei Freschi. Sugli stipiti delle finestre del primo piano si vede il loro stemma.
  Le case dei Freschi di Cucanea dovettero comprendere i n. da 762 a 774. Oggi è impossibile stabilire a quale di questi numeri si riferiscano molti documenti seguenti.
1353 «Il nob. Gerardo di Cucagna compera da — Gabriele di Indrigino di Cremona alcune case in Mercà vecchio» (JOPPI, Notariorum, XVI, f. 10r).
1403, giu. 30 «Nob. vir ser Friscus q. nob. et potentis viri ser Schinelle de Chuchanea emit a mag. Bricio fabro q. mag. Iohannis de Nimis quasdam domos muratas tegulisque copertas sitas Utini in pertinentiis ecclesie S. Petris Martiris — ut continet quadam nota scripta manu Iohannis notarii de Liulla —» (B.C.U., ms. Joppi 184, Liber familiaris Freschi de Cucanea, f. 12r).
1404, lugl. 21 «Emptio nob. viri d. Frischi de Cuchanea facta a Nicolao Raynoldi de Utino de quadam domo sita in Foro veteri iuxta Dominicum aurifabrum Brunacii, iuxta d. Gnisinam uxorem Nicolai pothecarii et viam publicam —. Carta manu Francisci notarii ser Matheii de Walvesono —. Permutatio predicti ser Frischi facta cum Saraphina relicta olim Pauli ser Vicelmi de Utino de domo solite habitationis ipsius d. Saraphine. Carta manu predicti Francisci —» (B.C.U., ms. Joppi 184, Liber familiaris Freschi de Cucanea, f. 12v).
1405, mar. 14 «Emptio nob. viri d. Freschi de Chucanea facta a Philipo q. ser Nicolai not. Manini unius livelli duarum marcharum solidorum quod eidem solvere tenebatur super domibus per ipsum ser Frescum emptis ab Alvisio ser Pauli et d. Saraphina eius matre et presbitero Thibaldo, sitis Utini in Foro veteri iuxta ipsum ser Freschum, iuxta d. Gnisinam que de presenti possidet domum que fuit heredum q. Philipini et viam publicam et hoc precio quadraginta sex marcharum soldorum. Carta manu Nicolaii not. filii Francisci Philitini» (B.C.U., ms. Joppi 184, Liber familiaris Freschi de Cucanea, f. 13r).
1406, nov. 4 «Emptio predicti d. Frischi de quadam domo sita Utini in contrata Sancti Petri recta olim per Dominicum dictum Scrazatum pelliparium facta ab ordine et conventu S. Petri Martiris de Utino. Carta manu predicti Francisci1» (B.C.U., ms. Joppi 184, Liber familiaris Freschi de Cucanea, f. 13v).
1407, genn. 8 «Emptio — d. Frischi de quadam domo sita Utini in contrata S. Petri Martiris —, empta ab Henrico de Treppo —. Carta manu Francisci notarii ser Matheii de Valvesono» (B.C.U., ms. Joppi 184, Liber familiaris Freschi de Cucanea, f. 14r).
1408, giu. 21°Actum Utini, in contrata S. Petri Martiris, in canipa domus nove ser Frischi de Cucanea (Giovanni Missulini).
1508, sett. 4 «Domini deputati, audita instancia — nob. ser Petri de Freschi, supplicantis sibi dari et concedi certam partem soli comunis in contrata S. Petri Martyris in via publica, ubi intendit ęquare faciem domus suę habitationis et illam reducere ad certam rectitudinem et claudere certas callisellas pro ornatu et pulchritudine ipsarum domorum et huius civitatis —, concesserunt — eidem — facultatem fabricandi faciem dicte eius domus recta linea super solo publico, incipiendo ab angulo domus ven. d. Hieronymi de Tullutiis canonici Civitatensis, veniendo ad angulum domus dicti ser Petri, ubi est certa calissella inter domos ipsius ser Petri» (Acta, V, f. 66v).
1801 Nob. Alessandro Diana (Nomenclatura, f. 29v).
1809*È di Alessandro Diana (Registro delli aloggi, f. 21v).
1813, genn. 9*Tita Stefano chiede ed ottiene di aprire una vetrina in luogo di una finestra (A.S.U., C.N., 180/XIX).
1826, febbr. 2*Vi abita Domenico Lodolo, proprietario di una locanda nella calle del Masetti (A.S.U., C.A. I, 100/1826, 410 Orn. II C).
1826, ag. 10 Il barone G.B. Stefanio vende a G.B. e Giorgio di Giovanni Maria Cella per fiorini 2630 «la casa — al c. n. 769 con suo fondi —, compresa la corticella, consistente essa casa in varie stanze peppiano, altre varie in primo appartamento ed altre in secondo con granaio e tutto ciò ch’esiste di stabile appartenenza tra i confini a pon. e sett. contrada —, a lev. — Amadio Zandigiacomo in luogo di — Menegazzi — e mezz. Freschi Attimis — Caterina —». La casa era stata di Alessandro Diana (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10552, 2712)
1833, sett. 17*I fratelli G.B. e Giorgio Cella, proprietari della casa n. 769 sulla contrada del Giglio, chiedono ed ottengono il permesso di trasformare una finestra in una porta (A.S.U., C.A. I, 206/I, 4331 Orn. II C, con dis).
1844, mar. 8°°Vedasi n. 770.
1852*Insieme con le case vicine, dal n. 767 al n. 770, anche questa appartiene ai fratelli Cella (Competenze, I, f. 21v).
1876 Locanda al Milanopulo (COSMI-AVOGADRO, 100).
 *Gestione di Giovanni Milanopulo (ibid.).
1949 Trattoria “Al vecchio montenegrino”.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Di ser Matteo da Valvasone.
770
1691°[Casa Corona] in contrada di San Pietro Martire; conf. lev. Antonio Moretti, mezz. eredi di Francesco Bruni, pon. contrada di S. Pietro Martire, ai monti sig. Antonio Franceschinis di Gemona. Facciata lunga ps 4 pd 2 1/2 (m 7,65) (Not. Francesco Carminati, Allibramento Corona).
1744 «Freschi. Stanno non lungi dalla chiesa» di S. Pietro Martire (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 192).
1801 Eredi q. co. Gerardo Freschi (Nomenclatura, f. 29v).
 *Affittata a Pietro Orlando (ibid.).
1809 È di Maria Orlando (Registro delli aloggi, f. 21v).
 *Vi abita il pistore Domenico Passero (ibid.).
1814, genn. 11*Nell’Elenco dei pistori, quali tengono depositi di farine presso di loro, al n. 770 viene segnalato Domenico Passero (A.S.U., C.N., 182, 72 Pol.).
1843, genn. 9 Carlo e Gerardo q. Antonio Freschi vendono a G.B. e Giorgio Cella casa n. 770, «che confina a lev. e tram. cogli stessi acquirenti, a mezz. col sig. Antonio Mazzarola, ed a pon. colla contrada —. Questa —vendita si fa — per il prezzo di austr. — L 6000» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10505, 15505).
1844, mar. 8 È di G.B. Cella. Domanda di innalzarla come il 769 (A.S.U., C.A. I, 375/1844/III, 1590 Orn. II C, con dis., del pubbl. per. Benedetto Kiussi).
1852*Appartiene ai fratelli Cella (Competenze, I, f. 21v).
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939.
771
1801 Francesca Michieli (Nomenclatura, f. 29v).
1809*Appartiene a Carlo Michieli. Affittuale è il falegname Leonardo Pitini (Registro delli aloggi, f. 21v).
1812, ott. 3 Pietro del fu Nicolò Michieli di Venezia vende a G.B. del fu Giuseppe Carli porzione di magazzino al pianterreno e al primo piano della casa n. 771 (A.S.U., N., Domenico Micheloni, 10323, Rep. III, 843, f. 16v).
1852*Fa parte del n. 762 e appartiene ad Antonio Mazzaroli (Competenze, I, f. 21v).
1876*Vi ha negozio di cereali Giulio Montagnacco. Nell’edificio hanno recapito le levatrici Anna Candotti ed Elisa Pillinini-Broili (COSMI-AVOGADRO, 90, 98).
1883*Vi abita Caterina Candotti, indicata come affittaletti (AVOGADRO, 137).
772
  Questo numero ha una facciata su Mercatovecchio e una su via Paolo Sarpi, fra i n. 760-762.
1696, ag. 18*«Fatto in Udene in casa Bruna, in un mezado verso la contrada di S. Pietro Martire» (A.S.U., N., Girolamo Dell’Oste, 7906, VI instr., f. 348r — 352v).
1733, sett. 26 Bartolomeo q. Francesco Bruni notifica d’aver acquistata una «porzione di casa — in contrada S. Pietro Martire su l’angolo dell’androna — dei Pulesi, confina da due parti col detto — Bruni, a mezz. con la detta androna et a pon. con la — contrada di S. Pietro Martire, chiamata anco — delle Ceneri, assegnata a detti — Antonini per d 344 L 3 s 3 in pagamento di un loro credito di medicinali nella subordinazione sive allibramento della facoltà del q. nob. — Gabriele — del nob. — Cristofolo Conti, pubblicata nel mese di giugno 1731 negli atti dello sp. — Carminati notaro; item la porzione assegnata come sopra al — capitolo d’Aquileia per d 30 L 4 s 1 in pagamento di censi decorsi dovuti al rev. Giuseppe Vittorio, suo canonico e da questo cessa a detti Antonini per d 22, come appar da sua riceputa del 24 apr. 1732 —» (A.S.U., N., Alessandro Brunalleschi, 8195, IX istr., f. 6r — 7v).
1774 Il sig. Giuseppe Bruni loco Conti «per cessione fatta dal sig. Giovanni Maria de Usubellis con instr. 9 apr. 1560» paga L 6 s 6 sopra una casa in Mercatovecchio che «confina dalla parte anteriore e posteriore con strade publiche ed alli fianchi con la casa di ser Appolonio de Cestariis e con la casa degli eredi q. Zenone di Savorgnan In presente la parte posteriore della casa è abitata dal sig. Bruni e la — anteriore verso Mercatovecchio da Antonio Taffoni successo per acquisto al —Bruni»1 (A.C.U., A.A.O., Catastico ... 1775, f. 5r).
1779, ag. 2*Stato e grado della casa, compilato da pubblici periti anonimi per «dare esecutione alla scrittura 31 luglio passato di compra e vendita seguita tra il sig. Antonio Taffon compratore da una e il sig. Giuseppe Bruni dall’altra, per fabbriche sopra Mercato Vecchio, ed altre fabbriche e fondi verso la contrada di S. Pietro Martire». Nell’inventario è citato un tinello sopra la bottega Taffoni, «annesso a ponente» con «soffitto con cornice in circondario, alzamento a mezza vetta e suo quadro soazato nel mezzo con pittura, e fiorami; si valuta, compresi li comparti e stucchi di esso tinello, L 200». Il portone d’ingresso, a ponente, è «a bugne —, con paracarri lavorati e feraglia sopra, pian di pietra a tocchi e scuro doppio —. Cornice sopra il porton di cotto, stabilita dall’una e dall’altra parte». L’edificio è dotato di stalla: «confina a lev. parte fabbrica del sig. Taffon e parte calisella intermedia tra la fabrica Taffon e questa stalla, mezz. androna detta del Pulise, pon. d. Paula Cecutta con casa fu di questa ragione e a tram. la loggia dell’antedetta fabrica». Dalla piantina allegata si deduce che il fabbricato d’angolo tra via Pulesi e la contrada di S. Pietro Martire alloga l’osteria di d. Paola Cecutta. Vedasi n. 760.
1801 Maria Taffoni ved. del fu Antonio (Nomenclatura, f. 29r e Registro anagrafico, f. 20r).
1801, lugl. 18 Francesco q. Antonio Taffoni vende la casa a Giorgio e al rev. Osvaldo q. Serafino Cappellani. «Siccome però non è abbracciato dalla — vendita l’edifficio da seta esistente in varie — stanze della — casa, convengono le parti di far seguire la stima dell’edifficio stesso col mezzo del sig. Francesco Scrosoppi professore in arte, a norma della qual stima esso — Taffoni cede — ai — fratelli Capellari — l’edifficio stesso —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLIII instr., 3178, f. 4232v — 4233v).
1807, nov. 28 «Giorgio q. Seraffino Cappellani, oriundo di Forni di Sopra, — vende — al sig. Francesco q. Giacomo De Vit — la casa — n. 772; confina a lev. strada pubblica detta Mercatovecchio, a mezz. — eredi —Mattia Cossetti mediante porzione di casa —ad esso — Mattia venduta dalli — Cappellani, a pon. strada — di S. Pietro M. ed a tram. — G.B. Carli —. Questa — vendita ha fatto — pel — prezzo — di d 14500 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10583, 6).
1809*È di Michele e fratelli De Vit. Affittuale è lo “scrittore” Antonio Rossi (Registro delli aloggi, f. 21v).
1810*Giuseppe Moier chiede ed ottiene di esporre sul “rebatto” di Mattia Cossetti i pochi berrettoni “di propria manifattura” (A.S.U., C.N., 182, 5063 Pol. 20).
1820, giu. 25 I figli di Giacomo De Vit retrovendono la casa a Giorgio Cappellani (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10455, 2264).
1822, mar. 7-11 È di Giorgio Cappellani che vi aveva bottega di orefice (A.S.U., C.A. II, 68; 924 e 1014 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario ha chiesto di spostare la porta del negozio. Il progetto viene modificato dalla commissione d’ornato (ibid.).
1827, sett. 17*M. De Vit chiede di spostare la porta che si apre al centro della «calle senza sortita» (A.S.U., C.A. I, 81/X, 7754 Orn. II C).
1834°Giorgio q. Serafino Cappellaris, loco Antonio Scala loco Taffoni e Pierina Scala e consorti, loco Giuseppe Bruni, loco Carati, loco Antonio q. Pietro Tollucis paga ven. L 6 sopra una casa che confinava nel 1512 con Apollonio Cestaris ed eredi Zenone Savorgnan (A.O.U., Ospitale C1. Quaderno Livelli, decime, conti. Principia 1834).
1852*Insieme col n. 772 A appartiene a G.B. Nadalini (Competenze, I, f. 21v).
1876*Nella parte marcata 772 B vi ha lo studio il geom. G.B. De Nardo (COSMI-AVOGADRO, 96).
1883 Farmacia Angelo Fabris (AVOGADRO, 144).
   
NOTE1Il legato era destinato alla fraterna di S. Nicolò di via Rauscedo.
   
BIBLIOGRAFIA VALENTINIS, Udine antica, 9.
773
1801 Santo Lena (Nomenclatura, f. 29v).
 *Affittata all’oste Giuseppe Vicentino (ibid.).
1802, ott. 12*«G.B. q. Santo Lena — ha — dato — al sig. G.B. — del sig. Ascanio Stampetta nativo di Faelis, ora abitante in Predemano —, una casa — situata — nella contrada detta de’ Pullesi, ora serviente ad uso di osteria, era tenuta ad affitto dal q. — Giuseppe Visintini; confina a lev. e tram. sigg. Capelaris loco Taffon, a mezz. contrada de Pullesi, ed a pon. la — piazzetta di S. Pietro Martire —. Questa allienazione — ha fatto — pel prezzo di d 2114 L 1 s 15 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4806, V instrom., 272, f. 404v — 405r).
1812 Osteria al “Lionfante nella grota” (Esercenti).
 *Gestione di Giuseppe Zamparo (ibid.).
1816, magg. 22 G.B. fu Santo Di Lenna vende ad Antonio fu Mattia Cossetti una casa nell’androna dei Pulesi n. 773, serve ad uso di osteria, per L 5000. «G.B. — Di Lenna — ed il sig. Antonio — Cossetti esposero che sin dal — 29 — nov. — 1809 rimase fra essi — con-chiuso un contratto di compra e vendita della casa — che alla detta epoca — trovavasi occupata dall’affittuale G.B. Todeschi, il quale doveva sloggiarla a tutto il 17 sett. 1814 —» (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10574, 1010).
1817, sett. 19*Il cursore municipale riferisce di aver recapitato in questa casa a Bortolo Salzi una diffida a munirsi di licenza di polizia. Non ne è specificato il motivo (A.S.U., C.A. I, 10).
1842, mar. 3 È di Vincenzo Rainis. Casa di un piano a quattro finestre, tre ad arco acuto (A.S.U., C.A. I, 342/1842/IV, 1206 Orn. II C, con dis.).
 °°Disegno firmato.
1851 Era di Segati (“Il Friuli”, 3, CLXXVIII, 11 ag. 1851, 4).
1852*Appartiene a Maddalena Rainis (Competenze, I, f. 21v).
1855, sett. 4*Elisabetta Ceconi «divenuta proprietaria — della casa sita in angolo tra la contrada di S. Pietro M. e la calle detta dei Pulesi, contrassegnata col c. n. 773, e divisato avendo di rialzarla di un piano, si fa dovere di rassegnare — il — disegno relativo —». Il progetto viene approvato (A.S.U., C.A. II, 66/1855, 7168 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da « Menis Giovani ».
1876 Caffè “Alla Società Operaia” (COSMI-AVOGADRO, 87).
1883 Caffè “Al progresso” (AVOGADRO, 139).
1949-1950 Distrutta da un incendio, fu rifatta.
774
1801 Maria Taffoni rel. q. Antonio (Nomenclatura, f. 29v e Registro anagrafico, f. 20r).
1809*Appartiene a Maria Taffoni (Registro delli aloggi, f. 21v).
1827, magg. 21 Margherita di Francesco Taffoni ved. Brazzà, moglie del n.h. Zaccaria Morosini vende a Leonardo q. G.B. Tavosanis la casa n. 774 «con cortivetto e pozzo promisqui col sig. Francesco Segatti — il tutto confina a lev. Francesco Segatti e — eredi Stella, mezz. — Pietro q. Simon Bearzi, pon. con contrada di S. Pietro Martire tram. — Francesco Segati —». Questa casa era pervenuta nella venditrice quale erede della nonna Anna Maria Taffoni, moglie di Michele Gervasoni (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10606, 3557).
1852*Appartiene alla fabbriceria di S. Giacomo (Competenze, I, f. 21v).
775
1801 Angela Dossi (Nomenclatura, f. 29v).
1806, apr. 21*Stima del fabbricato ad opera del pubbl. per. Giovanni Picco: «— Una casa di muri, copperta di coppi, situata in questa città, in capo la calle chiamata Pellizzarie, segnata — 775. Confina a lev. con la restante casa — Bearzi, mezz. — G.B. e Antonio fratelli Scalla, pon. la calle suddetta ed a tram. restante casa — Bearzi —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, V instr., 524, f. 481r — 482v).
1806, apr. 22*Costituzione di patrimonio ecclesiastico per il chierico G.B. Bearzi, figlio di Pietro. Al n. 1 dell’inventario è indicata la casa stimata dal Picco il giorno precedente (ibid.).
1809 È di Pietro e fratelli Bearzi (Registro delli aloggi, f. 21v).
 *Affittuali sono l’orefice Giacomo Simeoni e il linaiolo Antonio Manazzoni (ibid.).
1821, febbr. 25 È di Pietro Bearzi (A.S.U., C.A. I, 53/III, 900 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario in tale data presenta il progetto di riforma. La deputazione comunale d’ornato concede il permesso «coll’obbligo sempre di levare la linda di legno» (ibid.).
1852*Insieme col n. 775 A appartiene ai fratelli Bearzi (Competenze, I, f. 21v).
1862°È di Pietro e Tomaso Bearzi (A.M., Ornato 1857-1864).
776
1801 Fratelli Scala (Nomenclatura, f. 29v).
1809*Appartiene a G.B. ed Antonio Scala (Registro delli aloggi, f. 21v).
1852*Insieme col n. 776 A, appartiene a G.B. Scala (Competenze, I, f. 21v).
1883 Osteria “Al Fornaretto” (AVOGADRO, 151).
   
BIBLIOGRAFIA ERMACORA, Vino, 88-89.
777
1585, apr. 10 «— Ser Archangelus Perabò aromatharius Utini in Foro novo — vendidit — livellum super domo eius — habitationis — in Foro novo — super angulo ex opposito domus sacri montis pietatis quae confinat a duabus partibus iuxta vias publicas, ab uno latere — versus platheam cum domo d. Belloni Belloni tenta per ser Bortholomeum bavellarium; et ab alio latere — in androna dicta Scunariis cum alia domo dicti d. Belloni, tenta per ser Laurentium Coroninum —» (B.C.U., ms. 1232, Perg. XV, Giovanni Francesco Lucio).
1644, genn. 22°Stima delle case del sig. Lucio Luminato mercante cesse alli sigg. Sala e Nicolò Venerio suoi piezzi che essi intendono vendere al sig. Giacomo Salla mercante. Casa confina a levante parte sig. Fornace, parte sig. Torosso, a mezzodν il sig. Fornace, a sol a monte la piazza di Mercatonuovo a tramontana parte il Donadone e parte Scunarie. La facciata verso Marcatonuovo è larga m 4,08; ha quattro piani di due finestre; altra casa verso il monte di pietà la cui facciata è larga m 6,811 (Arch. Caiselli).
1801 Custode del monte di pietà (Nomenclatura, f. 29v).
1809*È del monte di pietà. Vi abita il custode Pietro Micoli (Registro delli aloggi, f. 21v).
1825, sett. 6*Giulio Zoratti desidera «riformare il prospetto della bottega di sua ragione, situata — in angolo di tram., e pon. sopra la pia77a di Mercà nuovo vicina al — monte di pietà —». La deputazione d’ornato in data 9 sett. esprime parere favorevole (A.S.U., C.A. I, 100, 3473 Orn. II C, con diss.).
1852*Appartiene al monte di pietà (Competenze, I, f. 21v).
 *La facciata dell’edificio è vincolata dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958.
   
NOTE1Nel ms. della Porta a questa notizia si aggiunge tra parentesi il richiamo: 748-749.
778
1801 Giuseppe Scarpa (Nomenclatura, f. 29v).
1809*Appartiene ai negozianti Pietro e fratelli Scarpa (Registro delli aloggi, f. 21v).
1816, lugl. 19*Filippo Xotti al podestà: «Varie pietre delle fenestre della facciata della mia casa situata in Mercà nuovo al n. 778 sono rotte e rese fuori di linea orizontale, e desiderando cambiarle per non lasciar vedere un oggetto che non piace all’occhio, cosν a senso dei veglianti regolamenti, partecipa questa congregazione municipale l’oppera di eseguire —». Segue il parere della deputazione d’ornato, che indica la necessità della sostituzione della gronda con un cornicione e dell’intonacatura dell’intera casa (A.S.U., C.N., 180, 1785 Orn.). In data 29 luglio, dietro richiesta, lo Xotti presenta disegno (A.S.U., C.N., 180, 831 Orn.).
1816, sett. 3*Filippo Xotti sostiene di non poter aderire all’invito della deputazione d’ornato circa il cornicione: «l’angusto spazio della mia casa altererebbe la conformità dell’altra; questa poi mi porrebbe in conflitto col comproprietario confinante dell’altra contigua casa n. 779; la linda di questi è tutta unita colla mia; dovrei spezzarla». La deputazione accetta la spiegazione (A.S.U., C.N., 180, 2600 Orn.).
1816, ott. 23 Filippo Xotti chiede licenza di costruire la terrazza sopra la casa n. 778 (A.S.U., C.N., 180/1816/V, 3283 Orn. XIX, con dis.).
1822, apr. 2 È di Filippo Xotti (A.S.U., C.A. I, 68, 1384 Orn. II C).
 *Il proprietario chiede di riformare le imposte delle botteghe, che coinvolgono i n. 778, 779, 781 (ibid.).
1852*Appartiene a Filippo Xotti (Competenze, I, f. 21v).
1856, nov. 15*La ditta Filippo Xotti, rappresentata dal curatore amministratore Giuseppe Savio, per l’interdizione di Filippo Xotti, chiede ed ottiene il permesso di riformare «l’antichissima bottega — al c.n. 778 e quindi anche il suo prospetto» (A.S.U., C.A II, 66, 8064 Orn. II C, con dis. firmato da Brida Eusebio).
 *La facciata è vincolata dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958.
779
1801 Francesco Vici (Nomenclatura, f. 29v).
 *Affittata allo speziale Pietro Mazzoni (ibid.).
1809*Appartiene all’orefice Francesco Vichi1 (Registro delli aloggi, f. 21v).
1822, mar. 29*Si rinnova la facciata della bottega dell’orefice Giacomo Michieli (A.S.U., C.A. I, 68, 1305 Orn. II C, con dis.).
1822, apr. 2 È di Filippo Xotti. Vedasi n. 778.
1844, genn. 16*«— Rosa Feruglio Vicchi, Maria Vicchi e Gaspare Turco — concedono a titolo di semplice affitto al sig. Filippo Xotti del fu Filippo — la porzione della casa — nonché la bottega e magazzino addietro — che formano parte del fabbricato — n. 779 —. Viene — convenuto — l’annuo affitto — in austr. — L 2050 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clocchiatti, 4833, 5298).
1850, mar. 12 Maria q. Francesco Vichi, moglie di Gasparo Turchi, vende al sig. Filippo Xotti «(A) casa — al c.n. 779, composta al pianterreno da bottega spaziosa, stanza aderente per magazzino e scrittorietto laterale al magazzino; al primo piano, a cui si ascende mediante scala di pietra, nel cortile attiguo alla casa, — tinello, camarinetto oscuro e stanza di passalizio; al secondo piano due camere da letto ed intermedio sito delle scale; al terzo piano due camere da letto con stanza intermedia di passalizio e superiore granaio, che si estende per tutta l’area della casa; a cui fa coerenza a lev. Torelazzi eredi q. Luigi —, mezz. parte la seguente casa —, parte andito d’ingresso — e parte Michieli Antonio q. Giacomo —, pon. il Mercatonuovo —, comprendendovi anco — il portico soggetto alla servitù pubblica di passaggio, ed a tram. casa — dell’acquirente Filippo Xotti —, parte Torelazzi —e parte Del Negro Girolamo e fratelli q. Michele e Bearzi Lucia e sorelle di Simone (B) Casa interna con cortile allo stesso c. n. 779, costituita al pianterreno da stanza per liscivera, al primo piano da due stanze per cucina ed inoltre andito chiuso e coperto sopra al cortile che dà comunicazione fra questa casa e la descritta B; secondo piano: andito, stanzino oscuro e camerino e camera da letto ed andito e superiormente soffitta —. Andito promiscuo col sig. Sebbastiano Trevisini, per il quale dalla calle Merceria si ha accesso nella casa B e nel cortile aderente —. Il prezzo cumulativo di vendita resta convenuto in austr. — L 15000» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, IV istr., 1773).
1852*Appartiene a Filippo Xotti (Competenze, I, f. 21v).
1867°È di Filippo Xotti. Casa di due archi, tre piani di due finestre. Il proprietario domanda di poter fare davanzali in ferro al primo piano (A.M., 1865-1873 Ornato).
 *La facciata della casa è soggetta a vincolo dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958.
   
NOTE1Per l’orefice Vicchi: GANZER, Orafi, 360.
780
1710, apr. 24 Gottardo Canciani acquista dalla ven. fraterna del Ss.mo Rosario una casa in Mercatonuovo (A.S.U., N., Giovanni Lorio, 7901, IV instr., f. 11v — 13v).
1717, giu. 20 «— Volendo — Biagio q. Giorgio Masotto di questa città effettuare il contratto verbale di cessione — prima — stabilito col sig. Gottardo q. Lonardo Canciani, pure di questa città —, salva la condition feudale censuale —, vende — al predetto — Gottardo — una di lui casa — situata sopra la piazza di Mercà Novo per lui acquistata dalli sigg. Deffendo e Camillo fratelli Ronchi con instrom. 30 genn. 1693 di mano del q. — Girolamo dell’Hoste nod. coll. —, fu di ragione del q. — Bonaventura Fornace, condotta — a semplice affitto dal sig. Bortolo Masini per ducati novantacinque —, confinante a lev. dalla parte posteriore col sig. Antonio Orcha, a mezo dν con casa — di detto sig. Gottardo, a pon. dalla parte anteriore con la piazza et alle monti con sig. Francesco Ruberti mediante casa fu di ragion Bellona — per lo stesso prezzo — di ducati due mille e cento —» (A.S.U., N., Bernardino Zeraffino, 8217, XXI instr., f. 46v — 47r).
1738, apr. 28°Leonardo q. Gottardo Canciani vende a Zuane Scarpa la casa con negozio (Notificazioni, II, p. 89).
1740, mar. 18 Giovanni q. Mansueto Scarpa compera da Leonardo q. Gottardo Canciani una casa «in Mercà novo di ragion feudale» per d 3087 L 6s I e capital di negozio (A.S.U., N., Giacomo Cavassi, 8699, III instr., f. 162v — 164v).
1801 «Canciani rev.mo p. maestro delle Grazie» (Nomenclatura, f. 29v).
 *Affittata a Giacomo Michieli (ibid.).
1809 È di Giacomo Michieli negoziante (Registro delli aloggi, f. 21v).
1822, mar. 26*Giacomo Michelli chiede ed ottiene il permesso per riformare la facciata della sua bottega d’orefice al n. 780 (A.S.U., C.A. I, 68, 1243 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene ad Antonio Michieli (Competenze, I, f. 21v).
 *La facciata della casa è assoggettata a vincolo dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958.
781
1514, dic. 14*Vedasi n. 735.
1531, apr. 12 «Press. ven. d. presb. Bernardino mansionario collegiatę ecclesię maioris S. Marię de Utino f. q. mag. Girardi de Flandria bibliopolę et cantoris et ser Lodovico q. ser Laurencii de Simeonibus de Utino et ser Bartholomeo speciario q. mag. Francisci de Vigevene, Utini in burgo S. Christophori habitante, testibus adhibitis. Ibique eximius artium et medicinæ doctor et mag. Paulus Rigulinus sallariatus magn. comunitatis Utini, filius q. hon. ser Petri Rigulini de Utino — locavit — ser Hieronymo speciario q. mag. Lucę aurifabri de Utino ibidem presenti — ad tempus — decem — annorum — duas domos contiguas — quarum una est sita in Foro novo Utini super angulo, altera vero est posita in androna contigua et coherente prędictę domui, vocata la contrada dei Orevesi, iuxta suos confines et hoc pro affictu ducatorum triginta septem cum dimidio in anno singulo —. Die, loco et testibus quibus proxime suprascriptis. D. Paulus Rigulinus — locavit — ser Christophoro Bavarolo de Vincentia fructarolo — unam domum sitam Utini in androna Fori novi vocata deli Orevesi iuxta aliam domum — d. locatoris et iuxta domum heredum ser Ioannis Antonii aurificis de S. Daniele pro ducatis octo in ratione anni —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, XIV istr., f. 30r).
1546, febbr. 26 Era dei Rigolino. «Acquisto di una casa posta in Udine in Mercà nuovo sul canton, confina con la casa di Locatelli, overo Simonini, con la strada pubblica verso Mercà novo et conia strada publica che va in Mercà vecchio et con una casa, la qual al presente è di m. Paulo Rigolin et fu già di quelli di Monte prima havuta a livello da m. Iacomo Manin1 del 1462 adν 24 de settembre, estratto per man de ser Benvenuto del q. m. Zuane de Fabriano medico physico dalle note di ser Odorico medico di poi riconosciuta ad affitto simplice per m. Piero Rigolin da m. Corbello del q. m. Nicolò de Corbelli del 1510 adν 8 di aprile per man di ser Iacomo del q. ser Bernardino Merlo —» (A.S.U., Arch. Florio, 108/5 Memorie ... Regolina, f. 11r).
1578, lugl. 1°Paolo Rigolino, avendo affittato da molti anni due case nella calle delli Orefici, incominciando dal canton ove si vendono li herbari, al q. messer Bortholomio Visentin e del 1578 a m. Orsetto figlio di Bortholomio, acconsente che m. Orsetto ceda l’affittanza a m. Antonio Rigla, linarol al “Iesus” (Arch. Florio, Locazioni e gradi 1472-1609).
1578°Doi miei case poste in la calle di Oresi, altre volte dita et di Fabri et hora Marzaria (ibid.).
1625, giu. 3°D. Paulus Octavius Florius, per septemnium relocavit d. Hiervasio d. Petri Maioli Bergomensis domum sitam Utini in Foro Novo in angulo mercati herbarum iuxta, a parte superiori domum domini Antonii Roncallis mercatoris, a parte inferiori aliam domum d. Florii modo tentam per ser Petrum a Furno sutorino (A.S.U., Arch. Florio, Locazioni e Gradi, II).
1638, ag. 17 I sigg. Alvise ed Alberto Zambelli q. Giacomo, mercanti di Venezia, vendono al sig. Antonio Rigla le loro case qui in Udine nella contrada di Mercanovo e Merceria (A.S.U., Arch. Florio, Processi Florio-Bartolini, Elenco allegazioni f. 1r).
1655, apr. 27°I sigg. Filippo e Sebastiano Florio affittano a Francesco Roncali una casa in Mercatonovo confina a sol levado una casa degli eredi Modotti, a mezzodν calle Marzaria, a sol a monte la piazza, alli monti la casa fu del sig. Antonio Roncali, mercante di Venezia (Arch. Florio, Locazioni e Gradi, II).
1669, mar. 2*«Filippo Florio e Filippo Bartolini —, come rappresentanti l’eredità del q. — Antonio Rigla loro socero, hanno venduto alli — sigg. Pezzoli e Manenti — le case e bottega poste sul cantone in Mercanuovo dentro li loro confini —» (A.S.U., Arch. Florio, 125, Processo Florio-Bartolini, f. 112r).
1669, apr. 7°Francesco Pezzuoli ed Antonio Manenti subaffittano a Valentino Sticotti una casa dei coo. Florio, confinante lev. casa del sig. Pietro Cavalieri, a mezzodν calle Marzaria, a pon. piazza, alli monti casa fu del sig. Roncali (ibid.).
1678, magg. 23*«Fatto in Udine in Mercà novo, nella speciaria del sig. Valentino Sticotti» (A.S.U., C.R.S., 546, Rot. 350, f. 85r).
1798, sett. 20*«— Colla presente privata scrittura di semplice locazione — si dichiara che li — coo. Sebastiano K. e fratelli Florio affittan — per anni tre quali principieranno li 10 ottobre p.v. al sig. Antonio Xotti2 —casa e bottega posta — in — Mercà novo sul cantone di Merceria, vien tenuta ad affitto semplice dal sig. Pietro q. — Antonio Pilosio in virtϊ di privata locazione 25 maggio 1771, rinnovata li 15 apr. 1781; qual casa e bottega detto — Pilosio avrà evacuata — li 10 ott. p.v. —. Il — sig. Xotti — promette di pagare puntualmente d’annuo affitto semplice L 1240 da principiar l’anno p.v. 1799 li 10 ott. — sino l’anno 1801» (A.S.U., Arch. Florio, 108/8, Carte ... Uccelli).
1798, sett. 22 Stato e grado della casa dei coo. Sebastiano e frat. Florio ad opera del pubbl. per. Vincenzo Moro: casa in Mercatonuovo sul canton della contrada della Merceria, detta de’ Uccelli, confina lev. sig. Domenico Gondolo, mezz. Merceria, pon. pia77a a tram. fratelli Tomada. Comprende granaro tre appartamenti e bottega, pergolo con bastoni 19 (ibid.).
1799, febbr. 23*Polizza per lavori effettuati nella casa dal fabbro Pietro Manin da Collalto, che rilascia una seconda ricevuta il 19 luglio (ibid.).
1799, ag. 22*Polizza di Luca Andreoli, indirizzata ad Antonio Zotti, per lavori compiuti nella casa sul Canton degli Uccelli (ibid.).
1799, sett. 10*Polizza del vetraio Severino Bonitti per opere nella casa «di ragione del nob. chonte Filippo Florio» (ibid.).
1800, genn. 13*Polizza del falegname Antonio Scrosoppi per lavori effettuati nella casa (ibid.).
1800, genn. 27*Polizza del tagliapietra Vergilio Crovatti e Francesco Scrosoppo per lavori nella casa di Antonio Zotti (ibid.).
1800, febbr. 24*Polizza di Francesco Scrosoppi per lavori commissionati da Antonio Zotti per pavimenti e altri lavori, tra cui «scuro di fenestra doppio alla tedesca et inferatto» (ibid.).
1800, mar. 8*Polizza del fabbro Pietro Perissotti, indirizzata ad Antonio Soti, per finestre (ibid.).
1800, mar. 23*Polizza del pittore Giuseppe Morelli3 per opere eseguite su ordine di Antonio Zotti: «Per aver stucato a olio n. 5 scuri di finestra grandi e dati due mani di color a olio fati a verde scuro, piϊ la portiera del pergolo dentro e fuori» (ibid.).
1800, lugl. 31*Stato e grado della casa, compilato dal pubblico perito Vincenzo Moro per i fratelli Francesco e Filippo Florio nipoti ed eredi di Sebastiano Florio: «Casa di muro, coperta di coppi, composta di una bottega, sottoportico, e cantina a pie’ piano, camere e granaro sovra posto — sul canton detto delli Ucelli; confina a lev. — Domenico Gondolo — mezz. contrada detta Merceria, pon. Mercatonuovo et a tram. sigg. fratelli Tomada». Vi è ricordato tra l’altro un «pergolo al di fuori con lastra di pietra bianca soazata, balaustro di bastoni di ferro n. 19 con lama di ferro, altri ferretti, a scherzo, riquadro di porta di pietra a volto con due dadi, lama a traverso, vetriata di vetri tondi alla mezza luna —» (ibid.).
1801 Valentino Tomada (Nomenclatura, f. 29v).
1808, apr. 23 Tomaso q. Giuseppe Tomada vende a Paolo suo fratello una porzione di bottega sotto la casa in Mercatonuovo n. 781 per L 2909,72 (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10355, Rep. I, 71, f. 7v).
1808, apr. 24 Paolo Tomada vende la stessa a Giacomo q. Mattia Armellini per it. L 6344,82, confinante 1ev. parte casa eredi Feruglio, parte casa eredi di Bernardino Corrado, mezz. parte casa del sig. Florio, a pon. piazza Mercatonuovo, tram. a casa del sig. Giacomo Del Zan (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10355, 72).
1808, magg. 7 Giacomo Armellini vende la stessa bottega a Filippo q. Giuseppe Xotti per L 6447,16 (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10355, 78).
1808, ag. 26*Nella stima, redatta dal pubblico perito per Valentino q. Biagio Tomada, l’edificio è definito «casa dominicale che serve di — abitazione al sig. Valentino , situata — al c.n. 781, consistente in sottoportico promiscuo con li di lui nipoti et altri particolari; primo appartamento sopra le botteghe de suoi nipoti consistente in camera, salla e cucina, in secondo apartamento due camere e salotto, granaro sotto i coppi, una stanza terranea internamente ad uso di magazino, cantina sotteranea, con caratto di fondi, caratti di coperti, carati dei passalizi promiscui, tutto val it. L 9416,69» (B.C.U., ms. pubbl. per. Giuseppe Clocchiati, vacch. 227, f. 23v).
1809*Proprietà di Giuseppe Tomada (Registro delli aloggi, f. 21v).
1814, dic. 8*Francesca q. Giuseppe Torna-da vende allo zio Valentino del fu Biagio Tomada «il mezzado ossia magazino ed uno stanzino ossia sottoscala in pian terreno — incorporato nella casa in — Mercà novo al c. n. 781, ora per massima parte spettante alla specialità del detto — Valentino Tomada Confina a 1ev. parte eredi Feruglio e parte Corado, mezz. — coo. Florio e Gondolo, pon. il detto Mercà nuovo e tram. il sig. Del Bon» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10365, 1627).
1822 È di Filippo Xotti (A.S.U., C.A. I, 68, 1384 Orn. II C).
1823, giu. 24 Biagio fu Giuseppe Torna-da e Teresa Fabris coniugi vendono a Filippo Xotti per L 3565 la bottega al piano terreno della casa in Mercatonuovo n. 781 (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10548, 1928).
1825, mar. 17 È di Maria Cosattini Zilotti. Domanda di fare il cornicione ed un casotto sul tetto. Ha una bifora in ciascuno dei tre piani, al secondo poggiolo in ferro. ‹Il prospetto› comprende tre archi ed uno più stretto (ex androna?) (A.S.U., C.A. I, 100/1825/II, 1034 Orn. II C, con dis.).
1825, apr. 27*Filippo Xotti chiede ed ottiene il permesso di riformare la facciata del pian terreno (A.S.U., C.A. I, 100/II Case e fabbricati, 1412 Orn. II C).
1832, mar. 26*Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa l’avviso n. 1050 al salsamentario Innocente Fabretti (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene a Giovanni Zilotti (Competenze, I, f. 21v).
1852, giu. 7*Giovanni Zilotti informa di aver ricevuto, in data 24 aprile, un avviso dell’ingegnere municipale, il quale avvertiva che una delle colonne del portico verso la piazza si è spezzata nella parte superiore aderente al capitello. La denuncia è basata su una segnalazione dell’amministrazione della Casa di ricovero di Udine, in data 19 marzo 1852, in quanto la commissaria Xotti è proprietaria dello stabile, affittato al momento a Vincenzo Moretto. AI piano superiore abita Giovanni Zilotti, il quale si rifiuta di provvedere alla riparazione che a suo parere spetta alla Casa di ricovero. Il 21 giugno è emessa ingiunzione allo Zilotti per provvedere ai restauri necessari (A.S.U., C.A. II, 66, 4019 Orn. II C).
1924 È del sig. Romano d’Agostini, viene riformato.
 *La facciata è assoggettata a vincolo dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958.
   
NOTE1Il 31 ott. 1435 il consiglio comunale di Udine concede a Giacomo Manin di sostituire al legno la pietra nelle colonne della sua casa in Mercato nuovo (Annales, XXVI, f. 158r).
 2Antonio Xotti o Zotti è uno dei due salumieri censiti dal parroco Antonio Moro per la parrocchia di S. Giacomo nella Notta distinta delle famiglie (A.S.U., C.A., 305/1).
 3Per Giuseppe Morelli, pittore quadraturista: BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 76, 114, 201, 235, 376, 381; BERGAMINI-TAVANO, Storia, 463, 464, 466, 473; BRAGATO, Guida, 57, 71; C. SOMEDA de MARCO, Il duomo, 176, 354, 355, 378. Vedasi anche n. 381.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, I, coperta.
782
1620, ag. 20°I sigg. Nicolò ed Alvise q. Giacomo Zambelli mercanti di Venezia vendono, con patto di recupera, ad Antonio Rigla una casa posta in capo la calle detta di Merceria sopra il cantone, confina a lev. con altre case degli stessi Zambelli tenute per d. Bartolomeo Egregis “al Iesus”, a mezzog. li nob. sigg. Bontadi, a sera la strada pubblica, alli monti l’androna. Gli Zambelli l’avevano acquistata dagli eredi Marchesi. Prezzo d 2000 (Not. Francesco Brunalleschi).
1669, genn. 12°I nob. Filippo Florio e Filippo Bartolini generi del q. Antonio Rigla vendono alli sigg. Francesco Pezzoli ed Antonio Manenti la casa con bottega dell’eredità Rigla sul cantone di Mercatonuovo, confina a levante con le case del “Iesus”, a mezz. fratelli Rizzi, pon. strada a piazza delle Erbe, ai monti strada detta Marzaria. Il Rigla aveva comperate queste case dai fratelli Zambelli nel 1638, apr. 17 (Atti Orgnani Bernardino). Gli Zambelli le avevano avute dal sig. Giovanni Martino Marchesi nel 1608, atti Paulitti Mattia (Not. Valentino Orgnani).
1801 Francesco Rossi1 (Nomenclatura, f. 29v).
 *Affittata ad Antonio Zotti (ibid.).
1809*È di Francesco Rossi. Vi abita il negoziante Antonio Zotti (Registro delli aloggi, f. 22v).
1811, mar. 23*«Giuseppe — fu — Nicolò Amigoni — vende — al sig. Francesco del deffonto — Antonio Rossi — il dominio diretto — sopra la casa posta — nella piaza detta Mercà Novo n. ***; confina a 1ev. casa di ragione Lorettana de’ — fratelli q. Ettore Bartolini — , mezz. partecipanti del sig. Fabio Tavelio fu Amigoni e parte eredi Pontotti, pon. strada pubblica, tende alla contrada detta di Rialto, ed a tram. la contrada detta Merceria —. Questa — vendita ha fatta — pel prezzo — di it. L 3500» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10586, 394).
1822, mar. 22 È di Caterina Margherita Borgnis (A.S.U., C.A. I, 1179 Orn. II C).
1846, giu. 30 È di Giovanni Morelli de Rossi (A.S.U., C.A. I, 422/1847/IV, 4407 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario chiede ed ottiene il permesso di sostituire la cornice e la grondaia (ibid.).
1852*Appartiene a Giovanni Morelli de Rossi (Competenze, I, f. 21v).
1867°È di G. Degani (A.M., Ornato, 1865-73).
 *La facciata della casa viene assoggettata a vincolo dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958.
   
NOTE1Francesco Rossi è uno dei ventidue marzeri citati nell’elenco compilato il 23 dic. 1794 dal parroco Antonio Moro nella Nota distinta delle famiglie della parrocchia di S. Giacomo (A.S.U., C.A., 305/1).
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Udine... XIV, 166; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 208; Considerazioni pratiche, 16.
783
1801 Co. G.B. e fratello Amigoni (Nomenclatura, f. 29v).
 *Affittata all’orefice Fabio Tavellio1 (ibid.).
1809 Fabio Tavellio orefice (Registro delli aloggi, f. 22v).
1852*Appartiene a Giuseppe Tavellio (Competenze, I, f. 21v).
1876*Oreficeria di Giuseppe Tavellio (COSMI-AVOGADRO, 104).
1883*Oreficeria di Giuseppe Tavellio (AVOGADRO, 150).
   
NOTE1Fabio Tavellio è uno dei quattro orefici della parrocchia di S. Giacomo elencati dal parroco Antonio Moro nella Distinta delle famiglie dal medesimo compilata il 23 dic. 1794 (A.S.U., C.A., 305/1). Per i Tavellio: GANZER, Orafi, 360, 362. Vedansi anche n. 441 e 784.
   
BIBLIOGRAFIA Considerazioni... a piazza del Fisco, 16; [CORGNALI], Sbisξant... Carlo Goldoni; P[ICCO], Negozi di oreficeria, 3.
784
1769, lugl. 7 Il co. Nicolò Amigoni vende a Lorenzo Giro una casa nella calle che dalla piazza di Mercatonuovo conduce a quella di Rialto, confina a sol a monte con la strada stessa (A.S.U., N., Francesco Brunalleschi, 9197, XV istr., f. 189r — 189v).
1801 «Pontotti, eredi Flumiani» (Nomenclatura, f. 30v).
1809*È di Francesca e sorelle Flumiani (Registro delli aloggi, f. 22v).
1846, mar. 28 I fratelli q. Nicolò Flumiani vendono per L 9500 a Domenico q. Sebastiano Simeoni la casa n. 784 che confina 1ev. eredi Molteno, mezz. strada, pon. Tavellio, tram. Maddalena Marangoni (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/III, 1108).
1846, giu. 2 È di Domenico Simeoni, che domanda di alzare il terzo piano. La casa è di due finestre. Al primo piano vi è una finestra ad arco fra due rettangolari (A.S.U., C.A. I, 406/II, 3758 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Eusebio Brida).
1852*Appartiene ad Antonio Picco (Competenze, I, f. 21v).
1876*Nell’edificio ha negozio di oreficeria Eugenio Tavellio1. Vi ha studio il professore di oboe Napoleone Grassi (COSMI-AVOGADRO, 103, 104).
   
NOTE1Per il Tavellio, vedansi n. 441 e 783.
   
BIBLIOGRAFIA GRASSI, Monografia per le nozze, 23.
785
1801 Domenico Molteno1 «Abitazione e spezieria» (Nomenclatura, f. 30v).
1809*È dei negozianti Domenico e fratelli Molteno (Registro delli aloggi, f. 21v).
1810 Antonio Falomo direttore della farmacia Carlo Molteno in calle Rialto al n. 785 (A.S.U., C.N., 194, 2996, Sanità 37).
1818, apr. 2*Antonio del fu Carlo Molteno e Gaetano Montemezzo farmacista «presentano d’accordo la privata carta preliminare distinta in n. 17 articoli da essi segnata sotto li 10 maggio p.p. debitamente registrata». Vi sono allegati stato e grado della bottega, del cortile, del magazzino al piano terreno della casa al n. 785. Allo stesso documento sono allegati «inventario e stima de’ capitali ed utensili mobili esistenti nel locale della spezieria del sig. Molteno, fatto per ordine delli sigg. Molteno e Montemezzo da — Giacinto Franzoia ed Antonio Ioppo il dν 1 ag. 1817 —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10331, 2040; vedasi Appendice).
1852*Appartiene a Molteno (Competenze, I, f. 21v).
1876*Vi hanno studio l’avv. Pietro Linussa e recapito lo spedizioniere F. Bellavitis2 (C0SMI-AVOGADRO, 85, 91).
1948 Albergo “Alla nave”.
   
NOTE1I fratelli Molteno sono indicati come specieri dal sac. Antonio Moro nella Nota distinta delle famiglie della parrocchia di S. Giacomo in data 23 dic. 1794 (A.S.U., C.A., 305/1). A ciò si aggiunga la notizia trasmessa di un atto del 17 giugno 1758, col quale «Paolo e Francesco — Tomadi — hanno venduto al sig. Carlo Molteno — casa in cui presentemente v’è la bottega di spezieria di detti Paolo e Francesco —» (A.S.U., N., Francesco Tracanelli, 8500, CXI instr., f. 70r - 71v).
 2II della Porta segnala che nel 1883 in questa casa è ospitata l’osteria “Al cappello bianco”. In realtà la fonte da cui egli desume la notizia, ossia la Guida di Avogadro, ne indica la sede in via Mercerie 8, corrispondente al n. 733.
786
1557*«Antonio spiciaro alla insegna della “Campana” in Udene appresso lo Pallazzo, paga’ ogni anno de affitto simplice per la caneva de sotto la caxa dove sta ser Benetto di Vechii nostro fattor, apresso mess. Polidoro di Castello, hover suoi heredi, — L 9 —» (A.S.U., Arch. Savorgnan, 13/75, f. 12v).
1594 «Heredi q. ser Antonio Quadra, speciaro alla “Campana”, in logo del q. mess. Zuan Nicolò Madrisio2, pagano sopra della loro habitation nella contrada delle Speciarie, comprade dal q. ser Iosepho Calamita. — formento st 2, — val L 8 s 14, — sopra una casa del predetto ser Zuan Nicolò, poste in Merchà novo, overo nella androna lν appresso la via publica, apresso le case del detto ser Zuan Nicolò, apresso le case di ser Hieronymo Gratian habitade per ser Bortholomio Parthil alhemano et de drio con le case de ser Lorenzo Sachia» (A.S.U., Arch. Confraternita Calzolai, 458, f. 136r).
1801 Antonio Pilosio. «Abitazione, spezieria e ferramenta» (Nomenclatura, f. 30v).
1809*È di Antonio Pilosio (Registro delli aloggi, f. 22v).
1810, ag. 10 Francesco Boldi, direttore dell’antica spezieria Pilosio, situata nella contrada Barberia all’insegna dello “Struzzo d’Oro” (A.S.U., C.N., 194, 2996 Sanità, 37).
1828, apr. 15*«Essendo in corso per tacita rinnovazione la locazione 31 marzo 1819, con cui — Antonio del fu Pietro Pilosio concesse in affitto all’ora def. — Francesco Boldi per anni otto, cominciando col — 4 di detto mese ed anno, il locale inserviente ad uso di specieria col camerino annesso e magazzino per l’annuo affitto di it. L 1000 —, desiderando di presente — Catterina figlia ed erede del predetto q. — Francesco Boldi di rinnovare espressamente la locazione —, Antonio Pilosio — riconosce alla detta — Catterina Boldi, rappresentante la sua dita Francesco Boldi, i locali descritti nella — locazione coi relativi mobili ed utensili e nello stato e grado 12 marzo 1819 del fu perito Moro al n. 6 —» (A.S.U., Arch. Pilosio, XVIII, f. 43r — 43v).
1835 Vi era farmacia della ditta Francesco Boldi, poi Marco Alessi (A.S.U., C.A. I, 237/XII, Elenco del personale sanitario esistente in questa regia città di Udine 1835).
1843, giu. 9*Autenticazione e registrazione di scrittura privata del 7 giugno, colla quale Caterina Boldi cede al marito Marco Messi «il — negozio di farmacia, drogheria, cereria con tutti i generi ad essi — attinenti —». La farmacia le è pervenuta per eredità del padre. I generi sono valutati austr. L 60500 e gli utensili austr. L 5900 (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/I, 503).
1852*Appartiene ad Antonio Pilosio (Competenze, I, f. 21v).
1855, ott. 7*Marco Messi farmacista «è disposto di rinnovare la sporgente cornice che sovrasta alli ribatti della sua farmacia sotto alla casa Pilosio». Il nulla osta gli viene rilasciato (A.S.U., C.A. II, 66, 8134 Orn. II C, con dis. firmato da Lorenzo Bertoni).
1855, nov. 19*Il perito Ferdinando Cossio «nella qualità di amministratore della massa dei creditori dell’oberato nob. Antonio de Pilosio è in trattative di dare in affitto la casa situatta — nella contrada Barberia al c. n. 786, serviva di abitazione del sudetto oberato. Fra li locali addetti ad essa casa havvene uno al piano terra, il quale viene destinato per uno studio. Tale stanza non puossi addattarla a tale uso se vi si aumenta la luce, essendo al presente troppo oscura. Per tale aumento di luce si presterebbe sufficientemente la finestrella nell’unito tipo — abbassando cioè la luce della medesima per m 0,35, onde portarla al livello delle — contermini (A.S.U., C.A. II, 66, 9151 con dis.).
1865°La casa è di Antonio Pilosio (Archivio Pilosio).
1876 Osteria “Al vecchio magazzino” (COSMI-AVOGADRO, 105).
 *Gestione di Achille Anderloni (ibid.).
1883 Farmacia Alessi “Allo Struzzo” (AVOGADRO, 144).
1936 La casa è della march. Camilla Billia Concina.
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 14 giu. 1982 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Ai Savorgnan.
 2Case di questo Madrisio sono citate indirettamente in un documento del 15 dic. 1539 nel rotolo Belgrado: «Comprai per ducati 200 e ducati 2 ala Camera dela nostra ill ma signoria, da mess. Francesco Gratiano doctor de Udene, habita in contrada de S. Christophoro, una responsion livellaria de ducati 10 supra dui sue case contigue poste in Udene in Mercà novo, apresso le case de ser Zuan Nicolò de Madrisio speciaro da una banda et de drio et apresso le case habitate per ser Hieronimo Caimo vel Gallitia speciario et apresso la via publica dela parte davanti —, le qual case sono al presente habitate per ser Bartholomio Todesco et l’altra per m. Zuanne stringaro vel guantaro —» (Rotolo Belgrado, B.C.U., ms. 1017, f. 158r).
   
BIBLIOGRAFIA BARTOLAMASI, Un valore architettonico, 121; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 181.
787
1594 «Mess. Daniel Fabricio nod. per li heredi q. mess. Michel calligaro de S. Daniel in logo de mess. Zuan q. Bortolo della Venetiana paga — d 1 val L 6 s 4 — sopra una casa — nella contrada detta Udin — con una corte piccola appresso, dalla parte d’avanti è la via pubblica, da drio le case de ser Lorenzo Sachia, di sopra è l’istesso ser Lorenzo et di sotto le case di ser Cola fiorentin calligaro» (A.S.U., Arch. Confr. Calzolai, 458, f. 128v).
1801 Pietro Della Schiava (Nomenclatura, f. 30v).
1809*Appartiene al negoziante Pietro Della Schiava (Registro delli aloggi, f. 22v).
1852*Appartiene a Filaferro e Bosma (Competenze, I, f. 22v).
1876*Studio dell’ing. Giacomo Pupatti e recapito del sensale Odorico Collavizza (COSMI-AVOGADRO, 97, 113).
788
1523, mar. 24 «Utini1 in Foro veteri, in domibus ser Laurentii Sachia apud palatium» (B.C.U., ms. 1017, f. 78v — 79r).
1537 «In Foro veteri in domo proprię habitationis dell’egr. ser Lorenzo Sacchię (Racc. Frangipane, ms. 1510, Schede per case, M).
1545, dic. 2*«In Foro veteri, in appothecha ser Antonii Quadra aromatarii, posita super angulo in regione palatii —» (A.S.U., N., Mario Albino, 5949, Istr. 1545, f. 41v).
1549, ott. 18*«In Foro veteri, in appotheca ser Laurentii Sacchia — posita super angulo in regione palatii comunis, tenta per ser Antonium Quadra aromatharium —» (A.S.U., N., Mario Albino, 5949, Istr. 1549, f. 33v).
1550, mar. 3*«— In Foro veteri, in appotheca d. Laurentii Sacchia —, tenta per ser Antonium Quadra aromatharium —» (A.S.U., N., Mario Albino, 5949, Istr. 1550, f. 6v — 7v).
1559, febbr. 28*«— Nos Antonius Persius, civis Utinensis, et Andreas Busulottus Tarvisianus, Utini incola, — amicabiles compositores — inter — d. Iacobum Sacchia civem Utinensem ex una et ser Antonium Quadra aromatharium Utini ex altera in — differentiis vertentibus — inter dictas partes, — occasione contractus per — d. Iacobum dati —ser Antonio de domo et eius appotheca — decidimus — ut infra —: ch’esso ser Antonio possa — continuare in la location a lui fatta dela casa et botega di esso — Iacomo sino per tutto il mese di zugno prossimo futuro et ancho per giorni vinti di piϊ over di meno, per qual tempo esso — Antonio habia a pagare — il tuto solito sν di essa casa, como dela botega pro rata dicti temporis et, finito ditto tempo, che lo predetto ser Antonio si obbligato — relassare al predetto lacomo la ditta casa et botega senza alcuna altra ecetion over impedimento; item che il predetto mess. Iacomo per anni cinque di poi — non possa —affittar essa bottega ad alcuno speciaro né ad alcuno altro che facesse — far l’arte del speciaro, neanche far far in quella l’arte dela speciaria per conto suo —» (A.S.U., N., Mario Albino, 5950, 1559 istr., f. 22v — 23r).
1561 In Mercato vecchio nelle case del d. Giacomo q. Francesco Sacchia (Racc. Frangipane, ms. 1510, Schede per case, M).
1588, giu. 21*«— Ser Marcus Garzonius q. — Iosephi Ligulaii Utini, incola Romæ cessit — d. Francisco Privasio civi et causidico Utini —, iura livelli quæ habet — super domibus q. ser Ioannis Baptistę et Hypoliti Sachiæ sive de Maniaco civis Utini in capite Fori veteris, iuxta suos confines —» (A.S.U., Arch. Caimo, 51, not. Giacomo Saraceno).
1593, febbr. 24 «Actum in scriptorio meo sub domibus Sacchiis e regione palatii» (A.S.U., N., Leonardo Mistruzzi, 6610, Instr. VIII, f. 2r).
1623*«Udene, in capo Mercavechio, in casa del magn. et ecc.mo sig. M. Antonio Stainero dottor —» (A.S.U., N., Rocco Carminati, 7114, V instr., f. 98r).
1667, lugl. 2*«In capo Mercà vecchio» in casa di Giovanni Francesco Boreatto (A.S.U., N., Giulio Bonecco, 7861, I instr., f. 8v - 9r).
1669, giu. 19 Gli eredi di Lorenzo Sacchia ossia il nipote Cesare Rinaldi, Ulisse di Colloredo, G.B. Elti e Giulio Marostica affittano una casa in Mercatovecchio, presso il palazzo, al sig. Marcantonio Sforza (Stampa al laudo Renaldis-Sforza, 3).
1674 I Marostica di S. Vito vendono al nob. Marcantonio Sforza la loro quota di comproprietà (un quarto) della casa in Mercatovecchio (Stampa al laudo Renaldis-Sforza, 4).
1737 La casa appartiene agli Sforza, Rinaldi e Mattioli (Stampa al laudo Renaldis-Sforza, 8-9).
1740, magg. 18 Il co. Lorenzo Rinaldi2 compera da Fioretta q. Nicolosa Manzoni, vedova del nob. Fabrizio de Beatiano, «il caratto o sieno caratti di casa» pervenuti, in seguito a transazione col nob. Giovanni Maria Marostica suo cugino e quale erede della q. Bionda Sacchia Colloredo (Stampa al laudo Renaldis-Sforza, 16-17).
1741, dic. 13 Lo stesso acquista da Matilde da Mosto Egregis l’altra porzione (Stampa al laudo Renaldis-Sforza, 17-18).
1744 «Sforza. La loro abitazione è in capo Mercavecchio vicino alla pubblica loggia dalla parte del borgo del Fieno; fu già dei Rabatta poi delli Sacchia» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191).
1752, apr. 14 La casa è posseduta dagli Sforza e Renaldis (Stampa al laudo Renaldis-Sforza, 28).
1772, magg. 16*«Abbisognando di pronto ristauro il coperto grande della casa fu Sacchia, ora — del — co. Cesare Renaldis et heredi e rappresentanti il q. — Giovanni Domenico Sforza, resta convenuto tra lo stesso — co. Renaldis — e — Catterina Boreatti nonché — Antonio Lombardini, — G.B. Dottori e — co. Antonio Valentinis, tutti rappresentanti — il — sig. Sforza e compossessori — della casa —, che abbia immediatamente ad effettuarsi il necessario ristauro — mediante — Luca Andrioli capomistro muraro in questa città, colla sopraintendenza del — sig. Antonio Lombardini, che all’importar del ristauro medesimo, che rissulterà dalle — polizze — di — Andrioli, abbia ad esse suplito dal —co. Renaldis per caratti — cinque e dalli —compossessori — sudetti par caratti — sette —» (A.S.U., Arch. Liruti, Casa Boreatti-Renaldis).
1772, magg. 18*«Noi Cattarina Boreati, moglie rel. del q. Giovanni Domenico Sforza, co. Antonio Valentinis, Giovanni Antonio Lombardini, G.B. Dottori — lochiamo —alli sigg. Biaggio e Vittoria iugali Boneschi di questa città, per mesi sei e cosi di sei in sei —, la casa posta — in Mercavecchio fu del — sig. Sforza, a noi pervenuta nell’allibramento della facoltà subordinata del medesimo —. Detti —Boneschi promettono — pagare — L 210 s 10 per affitto di — sei mesi —» (A.S.U., Arch. Liruti, Casa Boreatti-Rinaldi).
1773, ott. 15*«— Antonio q. Francesco Lombardini, facendo a nome della nob. —Anna di lui figlia, erede e rappresentante la q. nobile — Aurelia n. Sforza di lui madre, fu moglie del detto — nob. Antonio — e facendo pure per nome — del — co. Antonio q. — co. Coriolano Valentinis —, e il nob. — G.B. Dottore, come procuratore della nob. Elisabetta di lui moglie, figlia della q. — Claudia n. Sforza —, hanno — venduto alla nob. — Catterina n. Boreatta, moglie del nob. —Giuseppe Antonio Lirutti —, la porzione di casa fu — Sforza, posta — fra le contrade di Mercà vecchio e di Barberia, stata assegnata alli — eredi e rappresentanti le — nobb. —Aurelia Maria e Claudia sorelle —, nate Sforza —. E questa vendita — fanno pel prezzo — di d 2372 L 5» (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9788, IX istr., 686, f. 1341v — 1343v).
1774, apr. 23*«Nota distinta di quanto io Giuseppe Antonio Liruti ho speso nel restauro della casa in Mercavecchio fu del q. nob. — Giovanni Domenico Sforza —». Vi sono elencate voci relative al tetto, alle botteghe e alla scala; per il «restauro della salla, due camere sopra, granaro — necnon delli pergoli et scalla di legno» viene saldato un Presano non meglio definito; le opere di fabbro sono pagate ad Andrea Pascolo. Il tutto assomma a L 1242 s 16 1/2 (A.S.U., Arch. Liruti, Casa Boreatti-Rinaldi).
1774, giu. 14*«Con la presente privata scrittura — la nob. — Catterina n. Boreatti, relitta del q. nob. — Giovanni Domenico Sforza ed ora moglie in secondo voto del nob. — Giuseppe Antonio Lirutti, — accorda la vendita de’ suoi caratti dello stabile d’Udine in Mercavecchio, fu Sforza, tanto queli che consegui come donazione ressiduaria, quanto li posteriormente acquistati con istr. 1773, 15 ott., atti del — sig. Giovanni Socrate nod. —, dalli — coo. Antonio Valentinis, Antonio Lombardini e G.B. Dottori —» (A.S.U., Arch. Liruti, Casa Boreatti-Rinaldi).
1775, febbr. 4*Perizia del pubbl. perito Francesco Leonarduzzi: «Sulle ricerche del — co. Cesare de Rinaldis, incontrata da me sottoscritto la misura del fondo della casa Sforza, fu Sacchia, posta sul canton di Mercavecchio verso la pubblica loggia di questa città, che con instr. 21 luglio 1774 fu da lui acquistata dalle mani della nob. — Catterina nata Boreati, moglie rel. q. — Giovanni Domenico Sforza, ed ora in secondi voti del nob. —Giuseppe Lirutti, trovo che il fondo stesso corrisponde giustamente alla quantità da me ritrovata all’occasione della misura della casa stessa contenuta nell’allibramento Sforza 30 apr. 1772, di ps 114 —». Il documento riporta la descrizione dello stabile nel quale sono compresi stalla e corticella. A proposito della bottega si precisa: «fondo della cantina con botega sopra, stato separato per detto — conte coll’escorporazione 12 marzo 1753 dalli periti Faventini e Vicenzuti —» (A.S.U., Arch. Liruti, Perizia per la casa Sacchia dopo la vendita al co. Cesare Renaldis).
1797, nov. 9*«Con la presente privata scrittura — la — co. Paolina Rinaldis, moglie del — co. Paolo Rotta — vende al — co. Ascanio Antonini — le tre botteghe nel Mercà vecchio — e l’altra bottega nella contrada dirimpetto alla bottega di caffè, detta del Meneghetto, con li magazini e cantina, il tutto in ora condotto in semplice affitto dal sig. Steffano Rubini. E questa vendita fa — essa — contessa — per il prezzo — di d 5148 L 2 s 8 —». La registrazione dell’atto avviene il primo febbr. 1798 (A.S.U., N., Antonio Cavassi, 9880, XV istr., 929, f. 1441v — 1443r).
1801 Coo. Francesco e fratelli Rota (Nomenclatura, f. 30v). «Affittuali diversi» (ibid.).
1809*Appartiene a Paolo e fratelli Rota. Affittuali il caffettiere Giacomo Micheloni e il negoziante G.B. Centa (Registro delli aloggi, f. 22v).
1810, magg. 8*Il commissario di polizia segnala pericolo di crollo presso la bottega di proprietà Centa all’angolo della calle detta Barberia (A.S.U., C.A., 178/XIX).
1812 Osteria “Al commercio” (Esercenti).
1826°Vi era il Caffè del Commercio condotto da Francesco Arrivabene; comprendeva il terzo e quarto arco (A.M., 1825, 100).
1847-1853 È dei fratelli coo. Rota. Propongonsi modificazioni alla facciata (A.S.U., C.A. II, 66, 4164 Orn. II C, con diss. firmati dal muratore Valentino Dreussi e dal capomastro).
 *Il 17 giugno Giuseppe Rota «nell’accingersi ad eseguire la riduzione della casa in Mercatovecchio al c. n. 788 —, ha trovata la convenienza di fare alcune modificazioni» per le quali presenta il progetto. La deputazione d’ornato, che tra i membri vanta anche A. Scala, rileva che «la posizione centrale in cui è collocata la casa —, la sua prossimità a fabbriche di molto merito e il suo stile pronunciato, obbligano la scrivente a rimettere i tipi, essendo suo voto che venissero proposte delle riforme corrispondenti alle suaccennate osservazioni». Il 25 giugno vengono ritenute opportune le riforme disegnate in azzurro (ibid.).
1847, sett. 3*Lodovico Rota presenta progetto per la riforma della propria casa al n. 788. I componenti della deputazione d’ornato rilevano che «la sussistenza di quel pergolato forma all’occhio un cattivo aspetto, tanto piϊ sensibile, stante le proposte modificazioni da farsi e il prolungo del pergolato stesso dalla parte del Mercatovecchio». Il Rota però non vuole accettare le critiche (A.S.U., C.A. II, 66, 5939 Orn. II C).
1852*Appartiene ai fratelli Rota del q. Paolo (Competenze, I, f. 22v).
1852, ott. 24*«Al negozio manifatture della ditta Teresa fu G.B. Centa sito in Udine in Mercatovecchio al c. n. 788, assortito di generi per tutte le stagioni sν da uomo che da donna, va per stralcio» (“L’alchimista friulano”, 3, XLIII, 24 ott. 1852, 348).
1853, giu. 17°°Pratica edilizia di modifica della facciata (A.S.U., C.A. II, 66/1853, 4164 Orn. II C, con diss.).
1855, mar. 1°°Pratica edilizia di modifica della facciata (A.S.U., C.A. II, 66/1855, 1265 Orn. II C, con dis.).
1855, ag. 26 I fratelli Parpan, restaurando il vecchio caffè del Commercio, aprirono il Caffè Nuovo, architettato da Andrea Scala (VATRI, Il Caffè Nuovo).
 °La casa del Caffè Nuovo porta lo stemma Rabatta3 sul capitello della colonna della casa Sacchia, poi Sforza (Archivio Florio, Storia. Bibliografia del Friuli).
1876*Orologeria di Giovanni Nascimbeni. Benedetto Borsan vi gestisce il caffè “Alla nave” (COSMI-AVOGADRO, 87, 105).
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 06 ott. 1955 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Nel ms. della Porta è attribuita a questo fondo la notizia riportata dal Raimondi (Gioia preziosa, p. 73-74), il quale sostiene che nelle case degli Staineri «in capo Mercavecchio» aveva avuto sede per un certo periodo il monte di pietà nel secolo XVI. Non esistono però documenti che comprovino una proprietà Stainero su questa casa. Si è pertanto spostata la notizia al n. 882, che meglio accoglie questo dato.
 2Una nota priva di data riporta la notizia: «Dovrà il — co. Cesare de Renaldis, volendo acquistare la porzione della casa fu Sforza in Mercato vecchio: primo pagare li recenti restauri apparenti dalle polizze —, L 12444 s 16 1/2; secondo esborsare pel valore della medesima, che è d 4215 L 5 s 9, alla stipulazione d 2000 in s. monte al — co. Cesare Renaldis della Terra di S. Vito, padrone delli restanti caratti d’esso stabile —» (A.S.U., Arch. Liruti, Casa Boreatto-Renaldis).
 3Sui Rabatta a Udine: BIANCHI, Indice, n. 5689, 181; SENECA, Un diplomatico goriziano.
   
STUDI INEDITI CIPOLLA, Cronaca, f. 44v.
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 182-183; BRAGATO, Guida, 38; Caffè Nuovo di Udine, 279; CORGNALI, I nostri vecchi caffè, 111; ERMACORA, Guida, 189; Esperimenti con l’acetilene; PICCO, Negozi che abbelliscono; PICCO, Udine vecchia. I principali caffè; PICCO, Via Mercato Vecchio; PILOSIO, Aspetti dionisiaci, 322; RIZZI, Profilo ... Il Quattrocento, 111; Stampa al laudo nob. Renaldis contro nob. Sforza per la casa Sacchia in Mercà vecchio; VALENTINIS, Udine antica, 24; VATRI, I caffè di Udine, 21.
789
1801 È del monte di pietà (Nomenclatura, f. 30v).
 *Affittata a Teresa Chevalière (ibid.).
1808*Una parte del fabbricato è adibita ad uffici municipali; «la parte affittata è disposta a piϊ usi: per abitazione, per magazzini e per botteghe» (A.S.U., C.A. I, Attività e passività 1808, n. 5).
1809*Monte di pietà. Affittuale è il parrucchiere Michele Peresini. «Sospesa la destinazione per essere una levatrice» (Registro delli aloggi, f. 22v — 23r).
1822*Il monte di pietà presenta progetto per la riforma del piano inferiore (A.S.U., C.A. I, 68, 2033 Orn. II C).
1835*Recapito della levatrice Gerolama Peressini (A.S.U., C.A. I, 237/XII, Elenco del personale sanitario).
1852*È del monte di pietà (Competenze, I, f. 22v).
1860, lugl. 31*Relazione dell’ingegnere municipale G.B. Locatelli alla congregazione municipale sulle condizioni delle due botteghe esistenti nell’edificio e sul prezzo al quale possono essere affittate le medesime (A.S.U., C.A. II, 76, 250).
   
BIBLIOGRAFIA Vedasi n. 728.
790
1489, mar. 31°Actum Utini in contrata nominata “Post furnos” in domibus habitationis sp. legum doctoris Nicolai de Casalibus Cortone1 (Perg. B.C.U.).
1495, genn. 26 «Udine, in contrada Udin, in casa di Giovanni del Stainer calzolaio, abitata dal nob. Nicolò Giovanni de’ Casali di Cortona» (JOPPI, Notariorum, XIV, f. 20r, da Arch. Attimis - Maniago).
1520, giu. 9 «Magn. dd. deputati — posuerunt partem quod — d. Francisco de Casalibus Cortone concedatur locus comunis ubi modo sunt necessaria pubblica usque ad rimam positam prope murum domus ser Ioannis Guberti» (Annales, XLIII, f. 84v).
1666, febbr. 5°°Vedasi n. 728.
1671, 1672, 1674 Il comune acquista le case già Cortona dai sigg. di Pers e consorti per d 2800 (B.C.U., ms. C. Città 16, 1667A... Perso... Cortona, copia dell’atto di vendita dal not. Andrea Brunalleschi, 9 apr. 1671, f. 41r - 42v).
1674, mar. 23*«Il nob. — Ciro q. — Carlo de’ — giurisdicenti di Pers, — per se stesso et come procuratore — del — fra’ Gulielmo suo fratello kavalier gierosolomitano — ha venduto — alla congregatione2 — un’annua responsione livellaria di L 93 s 7, specialmente sopra la portione di casa detta la Cortona, aspettante ad essi venditori, annessa al pubblico palazzo di questa città fra i confini ben noti —» (A.S.U., C.R.S., 546, Rot. 390, Istr. e test., f. 71v — 72r).
1728, magg. 5 Si delibera di ricuperare la casa già Cortona, che l’anno 1698 era stata data a godere a Gasparo Spiera, per trasportarvi uffici e l’ufficio della posta finora esistente nella casa fu Zanolli (Annales, CV, f. 158v — 159v).
 *Ci è pervenuta la pianta delle case Cortona e Pers, probabilmente redatte in questo periodo (B.C.U., A.C.A., ms. C.16).
1728, ag. 19 Si stabilisce di trasportarvi alcuni uffici municipali e la posta (Annales, CV, f. 178v).
1751, sett. 10 Si affittano locali a Domenico Stefani caffettiere (Caffè Meneghetto) (Acta, LXXXIII, f. 200v — 201r).
1758, nov. 27 Si affitta allo Stefani anche le stanze ove era la posta (Acta, LXXXIV, f. 193r — 193v).
1786, febbr. 15*«In Udine, in un camerino della caffetteria “Il Meneghetto”» (A.S.U., N., Camillo Merluzzi, 9692, III instr., 452, f. 341v).
1801 È del comune (Nomenclatura, f. 30v).
 *Affittata al caffettiere G.B. Stefani (ibid.).
1809*Stato e grado della casa: relazione di Francesco Moretti al podestà (A.S.U., C.A. I, 1).
1809*Affittato al caffettiere G.B. Steffani (Registro delli aloggi, f. 22v).
1812 Vendita liquori e caffetteria, ostelleria “Meneghetto” (Esercenti).
1817, sett. 19*Il cursore municipale riferisce di aver recapitato in questa casa ad Andrea Sporeno diffida a munirsi di licenza di polizia (A.S.U., C.A. I, 10).
1838*Riparazioni varie (A.S.U., C.A. I, 282, Passività 1838, n. 119).
1843, sett. 28*«La congregazione municipale presenta al consiglio il progetto di riduzione della facciata della casa comunale n. 790, dichiarando come per migliorare la condizione della bottega del caffè sia stato d’uopo di ridurre alcuni anni orsono il pian terreno della casa medesima e come di tale riduzione sia avvenuta la necessità di alterare la prima forma gotica delle finestre della facciata medesima, secondando le ricerche della r. commissione delegatizia dirette a sopprimere le mezze lune sovrapposte alle finestre onde, colla riquadratura di esse, procurare una luce maggiore alle stanze di quell’ufficio di per sé oscure pella angustia della contrada. Trattandosi però che quella facciata non presenta altri caratteri gotici che quello delle sole finestre, la congregazione municipale, visto come la riquadratura migliora anziché deturpare l’ornato esterno e contribuisce, rispetto alla luce, alla migliore condizione di quelle stanze, avendo fatto eseguire dal proprio ingegnere il relativo progetto, propone che sia adottato col conseguente dispendio già calcolato nel preventivo che verrà assoggetato alla migliore discussione, di L 1576,11. Preso ad esame dei singoli consiglieri il progetto, ed essendo insorte varie discussioni sulla qualità del lavoro, il presidente in risultato delle medesime propone che sul progetto dell’ingegnere sia sentita la c. deputazione d’ornato, che non consta interpellata —» (Arch. del comune di Udine, Consiglio dal 1839 al 1845, Protocollo verbale del consiglio comunale, n. 732, VIII).
1843, dic. 29*Sul progetto di riduzione della casa n. 790, di proprietà comunale, la deputazione d’ornato esprime l’approvazione con le modifiche «introdotte a linee azzurre sul tipo» (Arch. del comune di Udine, Consiglio dal 1839 al 1845, Protocollo verbale consiglio comunale della r. città di Udine, n. 9311, VI).
1848*Al primo piano, locali ad uso di ufficio: commissariato distrettuale e r. erario (A.S.U., C.A. I, 442/Attualità. Preventivo 1848, n. 11).
1848*Bottega e magazzino al pian terreno (A.S.U., C.A. I, 442/Attività... 1848, n. 12).
1848*La parte abitativa con bottega e magazzino è affittata a Vincenzo Plasogna (A.S.U., C.A. I, 442/Attività... 1848, n. 13).
1852*Appartiene al comune di Udine (Competenze, I, f. 22v).
1856, sett. 13*«Sanatoria pel piϊ speso nel ristauro del caffè “Meneghetto”» (Arch. del comune di Udine, Consiglio 1854-1862; Protocollo verbale consiglio comunale della r. città di Udine, n. 6592, V).
1876*Nell’edificio, oltre al caffè “Meneghetto” gestito da Adele Montanari, sono ospitati il deposito di macchine da cucire di Francesco Darmiz, il banco del lotto n. 64, gestito da A. Marpillero, e bottega del calzolaio Giuseppe Flaibani. Vi ha recapito inoltre il giardiniere comunale Francesco Oriani (COSMI-AVOGADRO, 86, 87, 88, 96, 100).
1883 Birreria Cecchini (AVOGADRO, 139).
 *Nell’edificio è ospitata anche l’oreficeria di Italico Ronzoni (ibid., 150).
1910 Viene abbattuta per la costruzione del nuovo palazzo municipale.
   
NOTE1Vedasi n. 727.
 2Confraternita delle Anime Purganti.
   
BIBLIOGRAFIA Oltre a quella sul complesso citata al n. 728: “L’alchimista friulano”, 5, IX, 26 febbr. 1854, 72; CORGNALI, I nostri vecchi caffè, 112; G[IUSSANI], Un a fresco, 391-392; GIUSSANI, Una corda al caffè; GIUSSANI, Il caffè Meneghetto; GIUSSANI, I pallori illuminati; Parti prese... 1880, 13; PICCO, La torre e l’orologio; PILOSIO, Aspetti dionisiaci, 322; S[ACCOMANI], Il ristauro, 19.
   
ICONOGRAFIA CARLEVARIIS, Tre disegni, K.
791
  Era la casa detta casa veneziana, che aveva una fronte su via Rialto ed altra su via Cavour, constava della riunione di piϊ case riunite in un’unica proprietà.
1407 «Laurencius q. Pirucii solvere debet super suis domibus habitationis libras olei tres quæ fuerunt olim Laurentii q. mag. Radii muratoris, iuxta domum habitationis ser Hectoris notarii Miulittæ de Utino, iuxta domum ser Nicolussii Thomasini de Utino, quæ fuit olim mag. Radii aurificis et viam» (B.C.U., ms. F. XX, f. 377r).
1413 «Zuanni di Piero di Ianis et Francesco di Lap Radii di Laurinz detto Mucingero Piriuce si pagano sora le case che forano del detto Laurinz leuris d’olio III» (ibid.).
1415-1416 «Iohannes Petri Ianisi et Franciscus Lappi hæredes olim Laurencii Prencii solvere tenentur — libras olei III» (ibid.).
1428 «Hæredes olim ser Ioannis donnæ Bettæ et hæredes Francisci Lappi tenentur solvere super domo olim Laurencii Pidiutte — sita iuxta hæredes olim ser Hectoris Miulittæ, iuxta domum olim — Nicolussi Thomasini, quæ domus fuit olim mag. Radii aurificis —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 377v).
1429 «Rigo speciarius — ut hæres ser Francisci Lappi» (ibid.).
1441 «Nicolaus speciarius nepos q. ser Rigi»1 (ibid.).
1460 «Ser Antonio de Latisana in luogo de ser Nicolò spiciar» (ibid.).
1463 «Ser Nicolò del Stainer» (ibid.).
1474, giu. 4 Ser Cumino q. ser Giovanni di donna Leonarda di Fagagna, in cambio d’altro livello franca il nob. Giovanni Francesco q. Luigi di Montegnacco dall’obbligo di pagare un livello di marche 6 di soldi «super quibusdam domibus alias per ipsum ser Iohannem Franciscum emptis ab olim mag. Nicolao Staynero cerdone de burgo Aquileye Utini, sitis Utini in loco vocato Udene, iuxta ipsum ser Iohannem Franciscum, iuxta *** heredes olim ser Odorici ser Hectoris de Utino, et iuxta quandam domum parvam *** heredum prefati olim mag. Nicolai Staineri et viam publicam —; que domus — fuerunt olim prefati ser Iohannis d. Leonarde patris — ser Chumini, tanquam heredis olim ser Francisci q. ser Iacobi de Glemona Utini habitantis —» (B.C.U., perg. fondo Joppi, not. Benvenuto del fu dott. Giovanni da Fabriano).
1511 «Zuan del Stainer di borgo d’Aquileia paga de livello — sopra le case appresso —Nicolò Zanni oio lb 3» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 377v).
1513 «Nicolò Zanni in logo di mess. Zuan del Stainer paga — sopra le case fo de ser Francesco Lapi —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 377v — 378r).
1519 «Sebastian di Montegnacco — in logo di ser Francesco q. mess. Nicolò Zanne de Casalibus —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 378r).
1525, mar. 22 Actum «Utini in contrata vocata Udin in ędibus — d. Sebastiani de Montegnacco» (B.C.U., ms. 1232, Perg. VI, Francesco del fu Bartolomeo Porzio di Poscolle).
1529, febbr. 24 «Ser Sebastian de Montegnaco die dar per livello lui paga in loco de ser Francesco q. mess. Nicolò Zuanne de Casalibus doctor sopra una casa fu alias de un ser Francesco Lapi e dapoi de mess. Zuan Stayner callegaro, posta in la contrada dele Spiciarie fra le case de ditti ser Sebastian et ser Francesco, oio lire tre, apar instrumento de la compra de ditta casa, fatta per ditto ser Sebastian de ser Francesco ditto cum tal incargo, per man de ser Antonio Bellon nodaro in Udine del anno 1519 —» (B.C.U., ms. C. XLVII, f. 46r).
1544 Girolamo di Montegnacco (B.C.U., ms. F. XXV, f. 378r).
1580 Massimiliano di Montegnacco (ibid.).
1626, nov. 28°Atto privato con il quale Massimiliano di Montegnacco vende la casa al co. Lodovico Manin con patto di recupera (Archivio della Porta).
1627*Coo. Lodovico e fratelli Manin (B.C.U., ms. F. XXV, f. 378r).
1635, genn. 25°Lodovico Manin affitta la casa al co. Giovanni Francesco di Prampero.
1642*Massimiliano di Montegnacco e fratelli (B.C.U., ms. F. XXV, f. 378r).
1643 Co. Lodovico Manin (B.C.U., ms. F. XXV, f. 378v). Qui vi erano cinque case:
  Casa di Ascanio Porcari2 comprata da Ludovico e fratelli Manin per d 286 nel 1635, apr. 21, atti Antonio Mattioli (A.S.U., N., Antonio Mattioli, 7150, XXXIII instr., f. 9r — 10r).
  Casa di Zuane Pulid comperata dai Montegnacco per d 315 nel 1520, maggio 25 (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5450, Istr. 1519-1520, f. 113r — 114r).
  Casa «cum curiola postposita» acquistata da Sebastiano Montegnacco da Nicolò Cortona che prima era stata di Giovanni Stainero3 per d 140 l’anno 1519, marzo 29, atti Antonio Bel-Ioni (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5451, Istr. 1518-1519, f. 142v — 143v).
 °Casa di Zuane Toler tedesco, comprata nel 1519, sett. 27 e 1520, magg. 25.
 °Casa di Lucia q. Giacomo di Vivaro e Maddalena sua sorella, acquistata 1519-1520, maggio 25 (Arch. della Porta, Stampa ad lites).
1643, apr. 28 «Alla partita dell’ecc.mo —Massimiliano Montegnaco et fratelli, in luogo di mess. Francesco di Nicolò Zani de Casalibus, sopra una casa nella contrada di Rialto aderente alle sue proprie —. La casa — è posta nella contrada di Rialto, possessa per li — coo. Lodovico e fratelli Manin, incorporata di presente in quella tenuta per il sig. Giovanni Francesco Prampero fu già di ragion Montegnaca, confina a sol levado la casa Cortona, a mezodν il borgo del Fieno, a sol a monte l’hon. — Marcantonio Caratto speciale et ai monti la contrada di Rialto» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 90).
1654, febbr. 17°Il co. Lodovico Manin vende al nob. Eugenio Stainero canonico e Marcantonio suo nipote una casa posta nella contrada di Rialto, ora habitata da Giovanni Francesco e fratelli Prampero, già Montegnacco (Arch. della Porta).
1658, lugl. 26*«Confesso io Eugenio Stainero essere stato sodisfatto dalli nob. — Giovanni Francesco et fratello di Prampero dell’affitto a me spetante della casa fu già Montegnacha per il tempo che detti sigg. l’hanno habbitata —» (Arch. Prampero, Collocaz. provvis., Documenti Prampero 1665-1669, Ricevute per soddisfazione d’affitto di casa).
1707, febbr. 19°Pietro di Montegnacco tenta di rivendicare la casa in forza del testamento del q. Francesco di Montegnacco 19 maggio 1483 e del q. Giacomo suo figlio 5 marzo 1504 (Archivio della Porta).
1735 È degli Stainero: «ora è possessa da Antonio Stainero» (B.C.U., ms. D. 42, f. 57v).
1743, giu. 28*«La casa — è al presente di ragione del — co. Alvise q. — Lodovico Manin et nob. ser Niccolò di Montegnaco, che confina a lev. la casa Cortona, ora di questa città, a mezzodν il borgo del Fieno, a sol a monte case furono di ragion Caratta, ora possesse» dagli eredi del fu Giovanni Cortellazis, «et alle monti la contrada di Rialto» (B.C.U., ms. F. XXI, f. 78v — 79r).
1744 Montegnacco. «Abitano la casa che i loro maggiori comperarono da Varmo» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 174).
1793, genn. 31*«— Francesco Mazeri causidico — per conto delli — coo. Benedetto, Andrea e rev. — p. Ermanno fratelli di Montegnaco — hanno — venduto — alli — Giuseppe, Giovanni Maria, e Nicolò fratelli q. — Odorico Simonetti mercanti — la bottega di — detti — coo. — di Montegnacco, situata — nella contrada di Barberia, che confina a lev. e mezz. casa restante delli — coo. di Montegnaco, a pon. — Osvaldo e fratello Corto-lezzi ed a tram. la contrada suddetta —. E questa — vendita — ha fatta — pel prezzo —di d 238 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9976, XXIII instr., 1641, f. 2167v — 2169r).
1801 Coo. Andrea e Benedetto di Montegnacco (Nomenclatura, f. 30v).
 *Affittuale Melchior Contini (ibid.).
1802, giu. 14*«Li — coo. Benedetto ed Andrea fratelli di Montegnaco q. — co. Niccolò, unitamente alle — coo. Giulia e Cattarina, figlie del — co. Benedetto e nipoti del — co. Andrea —, vendono — al — sig. Antonio q. Bernardino Pasini — la casa — situata — nella cale di Barberia, olim detta di Udine, abbracciata dall’ — operazione Colomba —. E questa vendita — fanno — per la summa — di d 7451 —. A conto di tale importo il — Pasini cede — alli — coo. — di Montegnaco — una di lui casa situata — nel borgo di Grizzano nella cale Taschiutti, contrassegnata al n. 261, acquistata dal detto —Pasini con instrom. 12 sett. 1800 in note di me notaio —, tenuta in affitto semplice da detti — coo. Benedetto e figlie di Montegnaco —» (A.S.U., N., Graziano Cantoni, 10216, XII instrum., 1569, f. 2496v - 2529v con inventario).
1804, giu. 14 Andrea e Benedetto di Montegnacco vendono la casa ad Antonio q. Bernardino Pasini (A.S.U., N., Graziano Cantoni, 10216, XII instrom., 1569, f. 2496v — 2529v; alleg. descrizione e stima dell’edificio dei pubbl. per. Giovanni Carlo Iacotti, Osvaldo Colomba e Antonio Colaone, f. 2502v — 2529v).
1805, dic. 17 Antonio Pasini vende a Giovanni Cortellazzis per d 8036 «la casa segnata n. 791 — colle due annesse botteghe, l’una tenuta ad affitto ad uso di paruchiere e l’altra di orologiaio —» e una «terza ad uso di varutter —» (A.S.U., N., Graziano Cantoni, 10216, XIII instrom., 1703, f. 2677r — 2679v).
1809*È di Giovanni e fratelli Cortolezzis; vi abita l’industriante Elisabetta Bortoli Fabrizio (Registro delli aloggi, f. 22v).
1822, magg. 6*Giovanni Cortelazis scrive alla congregazione municipale che deve «riformare anche le botteghe sottoposte alla di lui casa in contrada Barberia al — n. 791, in relazione alli due avvisi municipali I sett. 1821 n. 3941/3299 e 3 febbr. 1822 n. 68» (A.S.U., C.A. I, 68, 1921 Orn. II C, con dis.).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al sarto Bortolo Malignani l’avviso n. 1050 concernente «la remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, pia77e, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Eredi Cortelazzis (Competenze, I, f. 22v).
1876, ott. 2°Il comune acquista la casa veneziana da pre’ Osvaldo Cortellazzis e dai creditori di Francesco suo fratello (Not. Aristide Fanton).
1876*Recapito dello spedizioniere Giuseppe Della Mora (COSMI-AVOGADRO, 91).
1883*Filiale della società di assicurazione «La Fondiaria», rappresentata da Giuseppe della Mora, che vi tiene un negozio di cascami. Nell’edificio è ospitato anche il calzolaio Luigi Bertuzzo (AVOGADRO, 120, 140, 141).
1910 La casa è demolita.
1929 Le pietre della demolita casa veneziana sono utilizzate nella ricostruzione della casa n. 408 in piazza XX settembre.
   
NOTE1Nello stesso 1441 la confraternita dei Calzolai indica l’esazione di un livello: «Li heredi de Rigo spiciar paga per anno de livello al nadal sora le sue case della sua habitacion murade, solerade e de copi coverte, mitude in le pertinentie della plaza apresso la stezon del dito Rigo spiciar, la qual è di ser Piero de Vignut Cataldin de Udene, apresso donna Francescha, muglir che fo de Martin spadar e la via publica, den. XXXIJ compradi per la fradagla —» (A.S.U., Arch. confrat. Calzolai, Libro Rosso, 1, f. 29v).
 2La casa era stata «li 6 apr. 1634 per lui acquistata dal — sig. Gregorio Bertolino, come da instrom. di mano del — sig. Brunalesco Brunalesco nod.» come spiega l’istrumento del Mattioli.
 3Il doc. del Belloni: «Idem d. Franciscus asseruit patrem suum suprascriptam alias habuisse a mag. Ioanne del Stayner de burgo Aquile(gię) Utini in permutatione — certi terreni siti in Puzolio —».
   
BIBLIOGRAFIA Vedasi n. 729 e in particolare: BARILLARI, Raimondo d’Aronco, 4-20; BATTISTELLA, Udine... Istruzione, 31, 46; BATTISTELLA, Udine... XVI, 228; ERMACORA, Guida, 183; JOPPI, Contributo IV, 122; Parti prese... 1913, 26; della PORTA, Toponomastica, 192; Restauri a Udine, 201; SCALA, Il palazzo del comune; VALENTINIS, Udine antica, 10.
792
1376-1377 «Dulphinus scarparius super domo in qua habitat quos legavit Henricus sellarius den. XVIIJ» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 387r).
1394 «Hęredes q. Dulphini scarparii solvere tenentura — super domo suę solitæ habitationis sitæ in Porta Rotta iuxta yppothecham illorum de Baldana, iuxta domum hæredum q. — Gabrielis scholarum rectoris —» (ibid.).
  a ms tenetur
1406-1418*«Augustinus selarius solvit de livello suæ domus quæ fuit olim Dulphini — libras olei duas» (ibid.).
1413 «Dona Catarus e li erez che forin di Dolfin caligar de Puarte Rote si pagan soura una casa din. XIIJ» (ibid.).
1415-1416 «Augustinus selarius pro domo quam emit a d. Catarussa hærede q. Dulphini cerdonis de Porta Rotta in qua nunc moratur mag. Zanninus Grecus zuparius, iuxta domum appotechariæ hæredum Nicolai Baldanæ iuxta domum habitationis hæredum q. Lodovici Salarii et iuxta viam publicam, den. XVIIJ» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 387r — 387v).
1428 «D. Miniussa uxor ser Nicolai Burelli de S. Daniele hæres m. Augustini sellarii tenetur solvere — den. XVIIJ» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 387v).
1434 «D. Miniussa — ut hæres m. Augustini sellarii sui olim mariti tenetur solvere — den. decem octo» (ibid.).
1439 «Hæredes d. Miniussæ relictæ olim ser Nicolai Burelli, tenetur solvere super domibus suæ habitationis — iuxta stationem illorum de Baldana, iuxta ser Matheum not. Clapiz — denarios decem octo» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 388r).
1441 «Fraternitas Battutorum tenetur solvere super una domo, in qua ad præsens habitat mag. Nicolaus cerdo det Unviari, quæ fuit olim d. Miniussæ —» (ibid.).
1452 «Henricus barberius tenetur solvere super una domo sita in burgo Feni — quæ fuit m. Augustini» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 388r — 388v).
1460 «Nicolò caligar de Lubiglana, in logo de m. Barbiere, paga sopra una casa mittuda in lo borgo del Fen appresso quelli de Baldana e appresso ser Mattio del Clapiz not. —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 388v).
1511 «Daniel di Baldana e fratelli, in logo di m. Nicolò Badascula, pagano di livello — sopra le case forino del ditto — Nicolò —» (ibid.).
1527, ag. 21°Actum Utini in contrata nominata Udin, in apotheca aromatarię angularis ser Danielis Baldanę (Not. Francesco Leale).
1544 «Daniel Baldana q. Francesco spiciaro paga de livello sopra una casa appresso la spiciaria fo della eredità del Baldana ed appresso una casa degli heredi del q. Andrea di Madrisio spiciaro, et de drio appresso la casa fo de ser Zuan Domenego de Susanna del q. ser Pagan, al presente di ser Bastian di Montegnià, in logo di m. Nicolò Briscola caligaro —, L 1 s 1» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 388v).
1549, magg. 21°«D. Hieronimus de Montegnacco vendidit d. Pagano, Francisco et Iohanni Baptistæ fratribus Susanna domum in vico noncupato Udin iuxta ab uno latere ipsum d. Hieronimum et ab altero angularem d. Aloisii Baldanę et a parte anteriori via publica et a parte posteriori quoque domum ipsius d. Hieronimi quę fuit ser Iohannis Dominici de Susanna patris et a d. Sebastiano de Montegnaco patre eiusdem d. Hieronimi emptam ad incantum» (Not. Francesco Ottelio, B.C.U., Perg. Susanna, Vol. II, n. 206).
1550-1551*«Ser Alovisio Baldana spiciaro sopra la casa della sua — abitazione, in logo di m. Nicolò Briscola caligaro, paga — L 1 s 1» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 388v — 389r).
1560°Heredi del q. ser Alvise Baldane, in logo de ser Daniel suo avo, die dar sopra le case depente appresso quelle del canton della sua habitation in via che vien de borgo del Fien al canton del Baldana (Arch. Osp., Rotolo 1560).
1625 «— Paga — Giorgio Bellone» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 389r).
1629, lugl. 8 Ser Francesco e m. Antonio Caratto supplicano «che dal magn. consiglio fosse loro concesso un piede o piϊ di terreno publico nella contrada detta di Rialto, dove essi intendono di fare una nova fabrica». Nella supplica precisano che si tratta del sito ad essi «concesso dal pio hospitale della Misericordia — sopra l’angolo della contrada detta di Rialto, che restò distrutto per l’incendio miserabile dell’anno passato». Domandano di poter «fondare la facciata della casa sopra colonne, che si porranno senza occupare la strada pubblica, nel confine medesimo del portico — che prima restava coperto dalla facciata della casa che fu abbrucciata che era sostenuta da travi invece di colonne» (Annales, LXXIII, f. 204v).
1629, lugl. 29 Il consiglio concede ai Caratti quanto domandarono in data 8 luglio (Annales, LXXIII, f. 206).
1632, febbr. 16°Francesco e Marcantonio fratelli Caratti farmacisti comperarono una casa in via Rialto da Flaminio Ravasino (Not. Giacinto Causilico).
1637 Bellon Belloni paga (B.C.U., ms. F. XXV, f. 389r).
1642 «Alvise Baldana paga de livello sopra una casa appresso la speciaria che fu dell’eredità Baldana, appresso una casa delli eredi q. — Andrea di Madris speciaro e appresso la casa fu de mess. G. Domenego de Susanna q. — Pagano, al presente de — Bastian de Montegnacco pagano — L 1 s 1 Possede la su-detta casa di speciaria il sig. Caratto; qual casa è in faccia la porta grande della casa Paladino; di sopra vi è l’arma Baldana —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 389r — 389v).
1643 «La casa — confina a sol levado con le case furono già di ser Pagano Susanna, ora del — co. Lodovico Manino nella casa Montegnacco abitata per — Giovanni Francesco Prampero, a mezo dν il sig. Pietro Ricca not. mediante una casa abitata per — Barufaldo calegaro, a sol a monte la strada pubblica, ed ai monti la speciaria Caratta su l’angolo fu già del Ravasino e prima del Baldana —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 389v).
1643 «Alla partita di mess. Alvise Baldana sopra una casa appresso la specieria che fu dell’heredità Baldana, appresso una casa che fu degli heredi — q. m. Andrea di Madris speciaro, et appresso la casa fu di mess. Giovanni Domenico de Susanna q. ser Pagano, al presente di mess. Sebastian de Montegnaco, pagava il sig. Giorgio Bellone hora il sig. Bellon Bellone —. La casa — è posta nella contrada di Rialto in faccia della porta grande della casa fu già degli ill.mi sigg. Zeni —, ora del sig. Tadio Palladino, sopra di cui v’è dipinta l’arma Baldana, possessa et habitata di presente per il sig. Marc’Antonio Caratto speciale; confina a sol levado con le case furono già di ser Pagano Susanna, hora del co. Lodovico Manino nella casa Montegnaca, habitata per il sig. Giovanni Francesco Prampero, a mezo dν il sig. Pietro Ricca not. mediante una casa abitata per — Burufaldo calegaro, a sol a monte la strada publica et ai monti la speciaria Caratta su l’angolo fu già del Ravasino e prima del Baldana» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 91-92).
1743, giu. 28 «Il sig. Bellon q. sig. Zorzi in luoco di ser — Alvise Baldana paga di livello sopra una casa ora possessa dal sig. Carratto, appresso la speciaria al canton, fu dell’eredità Baldana, paga già il sig. Sebastiano Montegnacco, confinata l’anno 1643 — L I s 1. Dissero i confinatori che l’antedetta casa è al presente di ragione dell’on. ser Zuanne Cortellazzis, dirimpetto al porton del pallazzo Palladini, incorporata nella sua abitazione, che confina a lev. le case Manini e Montegnacco —, a mezz. porzione di casa dell’antedetto Cortellazis, a sol a monte la strada —, et alle monti la casa di canton, ora di ragione del on. ser Niccolò Scalla, nella quale ne’ tempi andati fu la speziaria della “Corona” di ragione Carrati» (B.C.U., ms. F. XXI, f. 79v — 80r).
1801 È di Osvaldo e G.B. Cortellezzis (Nomenclatura, f. 30v).
 *Affittata a Francesco Maseri (ibid.).
1809*È di G.B. e fratelli Cortolezzi. Vi abita il patrocinatore Francesco Maseri (Registro delli aloggi, f. 22v).
1811, giu. 13*Giovanni e fratelli Cortolezis «chiedono la licenza di — aprire un rabatto in una bottega di loro proprietà sottoposta alla casa — n. 792 in luogo di una finestra attualmente esistente». La concessione è del 20 giugno (A.S.U., C.N., 179/XIX).
1852*Appartiene agli eredi del fu Cortelazzis (Competenze, I, f. 22v).
1877, apr. 10°Viene acquistata dal comune (Not. Aristide Fantoni).
1883 Osteria “Al commissario” (AVOGADRO, 152).
 *Gestione di Margherita Pizzoni Zamparo (ibid.).
1910 Viene abbattuta per la costruzione del nuovo palazzo del Municipio.
   
BIBLIOGRAFIA Vedasi n. 729 e in particolare: BATTISTELLA, Udine... commercio, 234; Parti prese... 1903, 7; Il palazzo del comune; della PORTA, Toponomastica, 190, 193-194; della PORTA, Udine scomparsa,Avanti cul brun”, 17, (1949); Relazioni sul progetto.
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1292, febbr. 29°Andreas qui fuit de Flambro vendidit Dominico nepoti suo qui fuit de Flambro filio olim Vidalis unam domum sitam Utini infra muros veteres cuius hii sunt confines: ab uno latere possidet Henricus de Orgniano, ab alio Iacobus de Coloreto, ab alio est murus castellanus et ab alio currit via publica (Perg. del not. Amato da Udine, Istrumenti del monastero di S. Bernardino, tomo X, C.R.S).
1307, nov. 30°Benvenutus cramarius vendidit Raynerio de Venzono — unam domum sitam in Utino prope forum novum —, ab uno latere est domus d. Raynerii, ab alio est domus Alexandri beccarii, a tertio post est murus terre Utini a quarto est via (Perg. del not. Martino di S. Odorico, Istrumenti del monastero di S. Bernardino, tomo X, C.R.S.).
1484, giu. 2*«Actum Utini in hospicio S. Georgii, in salla magna» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. 1480-1485, f. 22r — 23v).
1492, dic. 6 «Actum Utini in contrata Furnorum super salla hospicii S. Georgii» (A.S.U., N., Simone Lovaria, 5256, XXI instr., f. 55r).
1503, ott. 1*«Havé Raynerotto contadi da Goberli, hosto in la hosteria di S. Zorze, d 15» (A.S.U., C.R.S., 586/1, Nota allegata alla racc. n. 30).
1525, sett. 13 «Actum Utini in hospicio S. Georgii nominato del Cavaletto» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. 1487-1533, f. 31v — 33v)1.
1536, ott. 16*«Ser Iacomo q. Christiano hosto olim ala hostaria de S. Zorzi de Udene» (B.C.U., ms. 1017, Rotolo Belgrado, f. 138v).
1541, nov. 4°Actum Utini in contrata dicta Udene sive delle Speciarie in barbaria mag. Baptiste q. mag. Antonii Venerutti tonsoris, sita sub hospitio S. Georgii (Not. Leonardo Pontano, Perg. B.C.U.).
1548, nov. 14 I deputati della città di Udine, procuratori delle monache di S. Bernardino, affittano la casa dell’osteria di "S. Zorzi", posta in Udine nella contrada delle Beccherie «con la bottega dela barberia incorporata —, a ser Roccho de’ Boi hosto in Udene — per anni cinque continui —, pagando — ser Roccho conduttore ogni anno de affitto — ducatti — 69 —» (Annales, LII, f. 123v — 124v).
1548, dic. 16*«Li — deputati della città, li — procuratori delle — monache di S. Bernardin affittano la casa dell’osteria di S. Zorzi, posta nella contrada delle beccarie, con la bottega della barberia incorporata in essa casa» (B.C.U., ms. 1329, f. 48r).
1549, genn. 22*«— M. Lunardo del q. m. Bastian Del Basso de Coloreto de Prado fornaro in Udene appresso la hostaria de S. Zorzi» (B.C.U., ms. 1017, f. 200v).
1559, mar. 31*«Die ultimo mensis marcii quidam sacerdos Germanus ideoque canonicus assertus, apulit in civitatem nostram Utini fugiens, ut serebatur, Germanicam heresim a Luthero excitatam — aportavitque secum nonnullas reliquias sanctorum, inter quas et spinam sanctam unam ex corona spinea, qua Dominus noster Ihesus Christus tempore divinissimæ passionis suæ coronatus fuit et quidem veram —. Qui, dum dictus sacerdos adversatus fuisset ad publicum hospitium in ipsa civitate — die veneris sancti 24 ipsius mensis marcii — sacerdos — disolvit involucra qua spina sancta ab reverentia involuta erat et adhibitis facibus — ipsa — stillavit sanguinem —. Quam spinam reverenter condonatam civitati nostrę ab ipso sacerdote, — deputati in civitatem Utini colocatam in capsa tribus clavibus observata in sacrario templi maioris Utini cum summa reverentia adservari curarunt —» (Acta, XVIII, f. 79r).
1661, sett. 6*«Fatto in Udine, nelle case dell’hosteria della Nave, in una camera verso la contrada di Rialto, dove — Francesco q. —Giovanni Gioseffo Mazzolenis di questa città, habitante in Casteons di Strada, particolare erede — del q. Antonio Mazzolenis suo zio —, franca mess. Carlo ed Antonio Maria di Ancona, hoste al presente in questa hostaria, di un livello — di capitale di d 118, che, in ragion di ducati cinque per cento all’anno, pagava sopra una casa posta in questa città nella contrada — di Rialto rimpetto a questa hostaria, fu di ragione del detto ecc. — Antonio et per esso cessa all’ecc.mo Giovanni Giorgio Tonato di questa città sotto li 6 ag. 1659, — qual casa poi fu cessa et renunziata al predetto mess. Carlo di Antonio Maria» (A.S.U., N., Gaspare Agricola, 7730, III instr., f. 93v).
1690, apr. 13*Locazione della casa della città ad uso di osteria detta della “Nave”, a Gaspare Guerra e Giacomo Susino (A.S.U., C.A., 3/1).
1719, mar. 24*«Compenso all’esattore del dazio vino per il dazio a spina dovuto dall’osteria della Nave che era esente» (A.S.U., C.A., 70, 17).
1752, mar. 23 Odorico e fratelli Simonetti, conduttori dell’osteria alla “Nave” o “S. Giorgio”, desiderando ridurre l’osteria a decente locanda, domandano di essere esonerati dall’obbligo di dar alloggio ai soldati di passaggio. Viene loro accordato (Annales, CXIII, f. 192v).
1774, ag. 2*L’osteria viene affittata a G.B. Fadini, dopo di Giacomo Battaia, che, contro i regolamenti, l’aveva subaffittata (A.S.U., C.A., 3/35).
1801 Vi era la locanda “Alla nave” (Nomenclatura, f. 30v).
1809*Appartiene al convento di S. Bernardino. Affittuale è il locandiere Francesco Sperzoli (Registro delli aloggi, f. 22v).
1810, ott. 17 Il demanio vende per it. L 11693,195 a G.B. q. Stefano Bertuzzi, che acquista per persona da dichiarare, la casa già del monastero di S. Bernardino, n. 793, detta “Locanda della Nave” (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10422, 335). I veri acquirenti erano Francesco e Virginia Spersoli.
1811, giu. 1 «— Francesco del fu Erasmo e Virginia n. Boffi coniugi Spersoli — locandieri, — cedono — alli — sigg. Niccolò Simonetti ed Elena Patrizio Simonetti — la porzione di fabbrica composta da due camere in primo piano, cucina e spazzacucina in secondo piano e grannari sopra, faciente in ora parte della casa — di detti — Simonetti al c. n. 723, il tutto descritto nell’ — operazione del — perito Moro del — 7 dec. 1810 —. Questa cessione fanno — pel — prezzo di it. — L 2050 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10587, 434, alleg. perizia Moro).
1812 Locanda “Alla Nave” (Esercenti).
 *Gestione di Francesco Spersoli (ibid.).
1825, dic. 20 I coniugi Spersoli vendono a Domenico q. Pietro Rubini la casa uso locanda “Alla Nave” n. 793 (Notizia desunta dall’atto 1826 luglio 21, vedasi infra).
1826, lugl. 17 Domenico Rubini retrovende la casa (ibid.).
1826, lugl. 21 «— Francesco q. Erasmo e Virginia nata Boffi coniugi Spersoli vendono ad Elisabetta q. Pietro Pelosi, moglie di Francesco Filaferro, parte del locale ad uso di locanda detta della "Nave" al n. 793 ossia «la corticella dalla parte di mezzodν — sulla contrada — di S. Tommaso, con annesso fabricato al lato di pon. — ad uso di stalla con sopraposto fenile, scala di pietra e picciola terazza sopra il volto dal lato di tram, il tutto confina a lev. colla casa della — sign. Elisabetta — n. 718 —, a mezz. colla strada — di S. Tommaso, a pon. con casa delli iug. Catterinuzzi, a tram. colli Catterinuzzi e — colla casa restante alli — coniughi Spersoli. La — vendita — si fa — pel prezzo — di locali —L 8000, eguali — ad austr. L 4571,42 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10606, 3582).
1828, febbr. 22*La deputazione comunale d’ornato chiede alla congregazione municipale una sede «nella casa — n. 793 senza verun aggravio nell’amministrazione, sopra il quale sarà esposta la iscrizione con lo stemma della città». In data 25 febbr. il podestà accorda il permesso. Il 2 marzo la deputazione avanza una richiesta di mobilio (A.S.U., C.A. I, 148/X).
1828, magg. 14 «Francesco Spersoli — vende — al proprio figlio — Mario Spersoli —la mettà della casa posta — al c. n. 793 — tra i confini a 1ev. rappresentanti la dita — Odorico e fratelli Simonetti, mezz. Elisabetta Pelosi Filaferro e — Odorico Piccoli, pon. —Giacomo e Sabbata Cattarinuzzi e sett. contrada di Rialto —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10554, 3052).
1848°È di Nicolò e Francesco Braida. Locanda alla “Nave”. Vedasi prospetto su via Rialto (A.M., Ornato, 1843-1851).
1852*Appartiene ai fratelli Braida figli del fu Francesco (Competenze, I, f. 22v).
1873°È di Teresa Fanzutti. Le quattro finestre a destra al primo e secondo piano sono ad arco. A destra del primo e secondo, due bifore; quella del primo ha un poggiolo in legno sporgente sulla strada (A.M., Atti Ornato, 1865-1873).
1876*Albergo “Alla croce di Malta” di T. Fanzutti (COSMI-AVOGADRO, 85).
1883*Albergo “Alla croce di Malta” di Antonio Fanzutti (AVOGADRO, 137).
 °Vedasi storia dell’albergo Croce di Malta in Arch. mun. 32, IX, 180.
 *Vedasi n. 723.
   
BIBLIOGRAFIA Vedasi n. 723 e in particolare: BATTISTELLA, I sindaci inquisitori, 194; BATTISTELLA, Udine... XIV, 65, 80, 116; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 160-161; BRAGATO, Guida, 45, 174; PALLADIO degli OLIVI-CAIMO DRAGONI, Memorie, 35; PIERI, Napoleone, 329; della PORTA, Toponomastica, 191-192.
794
 *A partire dal 1437 la casa risulta gravata da un livello a favore del convento di S. Francesco di dentro, come attestano i rotoli settecenteschi che ne citano i fondamenti.
1437, genn. 26*«Jole q. Pietro — Pignano cede al convento la rendita di una marca di denari aquileiesi pagabile — sopra una casa in Udine, in contrada detta dei Forni, appresso le beccarie —». Nell’edificio abita Venuto da Basagliapenta (A.S.U., C.R.S., 696, Cattastico... 1792, p. 2).
1483*Appartiene al fornaio Giovanni, poi al fornaio Giorgio (ibid., p. 3).
1564*Appartiene a m. Antonio Chiante (ibid., p. 4).
1662*Paga Giuseppe Lazzarini in luogo di Andrea Zanin (ibid.).
1667*Appartiene all’orefice Giuseppe Ugoni (ibid.).
1715-1725*Appartiene alla fornaia Valentina Ugoni (ibid.).
1748*Appartiene a Elisabetta Ugoni (ibid.).
1754*L’ospedale di S. Maria dei Battuti riscuote un livello sulla casa: «Il rev. — Domenico Casellotto paga di livello — al nome di Gioseffo Feruio per il legato di d. Serena, sopra una casa appresso quella che confina con la beccaria, in contadi L 4 s 7» (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1753, f. 331v).
1774, sett. 30*Confinazioni del pubbl. per. Nicolò Antonio Codutti su istanza del convento di S. Pietro Martire: «Casa sittuata — nel borgo del Fieno, appresso le beccarie, possessa dal q. — G.B. Gastaldello, per acquisto da esso fatto dalle mani della sign. Elisabetta lugone, censiva al — convento. — Dissero —confinar a 1ev. casa del — Gastaldello, mezodν col mazzello delle pubbliche beccarie, pon. casa fu Galiussi, ora di — Biasio Perissutto ed altri particolari, et a tram. strada publica del borgo — del Fieno —» (A.S.U., C.R.S., 783/23, n. XVII).
1792*Appartiene a G.B. Gastaldello (A.S.U., C.R.S., 696, Cattastico... 1792, p. 2).
1801 È di Vicenzo Periotti (Nomenclatura, f. 30v).
1809*Appartiene al pistore Vincenzo Periotti (Registro delli aloggi, f. 22v).
1815, apr. 23 «Vincenzo — e Pasqua — iugali Periotti — vendono — al — sig. Domenico Giuliani detto Lessano — una casa —composta in piano da stanza rippartita ad uso di cocina, forno e stuffa con — botteghino e solari sopra, picola corticella a mezzodν e suo copperto per uso di legnara, — segnata con il c. n. 794. Confina a lev. con casa e fondi di — Giacomo Cattarinuzzi in loco Marangoni, a mezz. — Antonio Pascoli, a pon. gli eredi del q. Carlo Perisutti ed a tram. la contrada detta delle Beccarie —. La — vendita viene — fatta — per — it. — L 5060,85 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10302, 756, con stima del pubblico perito Giuseppe Venuti, 12 apr. 1815).
1815, giu. 17*Domenico Giuliani chiede di «riformare la sua casa —». La deputazione d’ornato, suggerendo alcune modifiche, raccomanda per la pittura della facciata di usare solo il bianco (A.S.U., C.N., 180/XIX, 4344 Orn. XIX, con dis.).
1822 È di Domenico Giuliani. Accordo con i confinanti Giacomo e Sabata Cattarinuzzi proprietari del n. 117 in S. Tomaso (A.S.U., C.A. I, 68, 552 Orn. II C, con dis.).
 *Viene chiamato in causa anche Valentino Presani, il quale afferma che il lavoro progettato «è del tutto innocuo ai fondi di ragion comunale posti in quelle vicinanze» (ibid.).
1834°Domenico Giuliani, detto Lessani, loco Ugoni Maddalena, loco pre’ Domenico Casellotto, loco Giuseppe Feruio, loco eredi Marcantonio Bonecco, paga ven. L 4 s 7 sopra casa in via delle beccarie, confina con le Beccarie (A.O.U., Ospitale C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834).
1845, sett. 20 Il rev. Carlo Filaferro, per la casa delle Derelitte, vende a G.B. Roselli «la casa con corticella n. 794» già acquistata il 20 luglio 1845, per atto privato dagli eredi del fu Domenico Giuliani Lessani (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/II, 778).
1852*Appartiene a G.B. Roselli (Competenze, I, f. 22v).
1876*Oltre alla bottega del calzolaio Pietro Missio, la casa ospita il negozio di chincaglieria e bigiotteria di G.B. Roselli (COSMI-AVOGADRO, 88, 90).
   
BIBLIOGRAFIA CASANOVA, Il liberty, ill. 32, 33, 34, 35.
795
1801 Carlo Perissutti (Nomenclatura, f. 30v).
1809*Appartiene a Carlo Peressutti (Registro delli aloggi, f. 22v).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al calzolaio Enoch Ellia Savorgnan l’avviso n. 1050 circa «la remuzione degli effetti ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene a Maria Perisutti (Competenze, I, f. 22v).
1857°È di Francesco Ciriani. Vedasi progetto di riforma. Risulta casa a tre piani di due finestre con attico (A.M., Atti Ornato, 1857-1864).
1876*Trattoria “Alla bella Venezia” di Francesco Ciriani (COSMI-AVOGADRO, 85).
1883 Trattoria “Alla bella Venezia” (AVOGADRO, 157).
796
 *Vedasi n. 715.
1465, magg. 14 Si delibera la costituzione del fondaco delle biade1. In principio non aveva sede propria. Nel 1505 fu portato nel fabbricato delle pubbliche beccarie a Rialto. Nel 1550 fu fatto verso via Cavour nelle case ora2 Volpe. L’istituzione cadde con la Repubblica (V. J[OPPI], La fine del fondaco “Patria del Friuli”, 15, CXXIX, 1 giugno 1891, 2).
1487, ott. 5 Su proposta del luogotenente si delibera «qualiter fieri debent macella comunis super rosta» (Annales, XXXVII, f. 44r).
1775, genn. 9 I pubblici granai si trovavano sopra le beccherie con le quali confinava Cisternino Cisternini (A.S.U., C.A., 14/61).
1792, febbr. 4 «Statto e grado delle pubbliche beccherie preso per ordine ingiunto a me — dalli ill.mi sigg. deputati di questa — città, in unione del pubbl. per. — G.B. Mangano, che ha assistito per parte e nome delli sigg. G.B. Carli e Santo di Lena attuali conduttori delle baccarie medesime». Avevano una «porta d’ingresso dirimpetto a S. Tomaso di tre traversi in due parti» e due su via Rialto (A.S.U., C.A., 9/3 Grado delle pubbliche beccarie 1787-1795 di G.B. Antivari ragionato di comun).
1801 «Beccarie pubbliche» (Nomenclatura, f. 30v).
1809*È della municipalità di Udine. Pubbliche beccarie con magazzini (Registro delli aloggi, f. 22v — 23r).
1828, ag. 2*Nicolò Semenzati, padrone della casa «in calle Barberia al c. n. 796, propone di sostituire all’attuale linda informe una cornice giusta le regole». La deputazione d’ornato subordina l’approvazione all’esame del disegno, che non è stato presentato (A.S.U., C.A. I, 148/X, 3261 Orn. II C, con dis.).
1829, lugl. 29 Vedasi n. 715.
1848, sett. 21*Vedasi n. 715.
1852*Appartiene a Pietro Fabretti (Competenze, I, f. 22v).
1869, dic. 30 e 1870, febbr. 1 Il consiglio comunale accorda al sig. Antonio Volpe un compenso per la cessione di parte del suo fabbricato per l’allargamento della via Rialto e di Pescheria Vecchia (Parti prese... 1880, 83, 88).
1876*Deposito di macchine da cucire di Antonio Volpe (COSMI-AVOGADRO, 100).
1937 È di Antonio Volpe.
 °°L’edificio, con i c.n. 851 e 852, è vincolato con D.M. del 22 ag. 1994 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Annales, XXXIII, f. 46v — 47r.
 2Vedasi l’ultima notizia infra.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 42r.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Udine... XVI, 86, 112; BRAIDOTTI, Udine antica, 97-101; Considerazioni... a piazza del Fisco , 11; J[OPPI], La fine del fondaco, I, 40; PICCO, Udine vecchia. Via Cavour; della PORTA, Toponomastica, 190.
797
1773, mar. 27 Si concede ai sigg. Nicolò Montegano e Domenico Semenzati soci il fondo pubblico, circondato da bassi muretti, in contrada delle Pescarie che, anziché servire per la vendita del pesce «vedesi tutto giorno dalla feccia del volgo rivolto in certi usi, che per la sua situazione nel centro della città continuamente frequentata riescono molto disdicevoli, scandalosi ed incompatibili colla polizzia publica —» (Annales, CXXI, f. 61v — 62v).
1783°Sito e fondi serviva per uso dell’antica Pescheria confina a levante casa fu del sig. Girolamo Bassi ora Semenzati, mezz. e pon. contrade, a tram. casa Fontanini. Pervenuta nei Fontanini per investitura del luogotenente (Not. Daniele Marquardi, Divisioni Fontanini).
1797, dic. 9*«— Ettore q. — Giovanni Domenico Fontanini — in permuta concede al —nob. — Giusto Fontanini suo frattello — la porzione di case tutte sittuate in Udine, tocateli in parte nelle divisioni seguite tra esso e li di lui fratelli; sittuate in Pescaria, Beccaria e Cortacis, come pure la porcione di case sittuate in contrada delli Brenari. E questo —fa detto nob. — Ettore, perché — detto sig. Giusto — in permuta concede — due pezzi di terra — in pertinenza di Farla, loco detto Salt —» (A.S.U., N., Daniele Marquardo, 4248, Istr. 1756-1799, 444, f. 287v — 288r).
1797, dic. 15*«— Francesco Cesare q. —Domenico Fontanini — in permuta concede al nob. — Giusto di lui fratello la sua porcione di casa in contrada delle Pescarie, Beccarie e Cortacis, ora tenute a semplice affitto parte dalla ditta Semenzatti e parte d’altri particolari, descritte nelle divisioni seguite tra detti — permutanti e li altri loro fratelli, pubblicate in atti del sottoscritto nodaro —. E questo — fa detto sig. Cesare, perché all’incontro detto sig. Giusto — in permuta concede una braida in villa di Farla, detta del Baret o Albaret —» (A.S.U., N., Daniele Marquardo, 4248, Istr. 1756-1799, 443, f. 287r — 287v).
1801 Nicolò Semenzati (Nomenclatura, f. 30v).
 *Affittata a Menega Quaina (ibid.).
1809*È di Nicolò Semenzati. Affittuale è l’ostessa Anna Quaina (Registro delli aloggi, f. 22v).
1812 Osteria al Ponte di Rialto (Esercenti).
 *Gestione di Anna Quaina (ibid.).
1822, mar. 22 È del sig. Domenico Semenzati. Vi aveva bottega Paolo Volpe1 (A.S.U., C.A. I, 68, 1220 Orn. II C).
 *Il proprietario chiede ed ottiene il permesso di sostituire la cornice sopra le imposte della bottega (ibid.).
1825, febbr. 25*Nicolò Semensati chiede ed ottiene di rialzare le facciate di m 2,15 (A.S.U., C.A. I, 100, 752 Orn. II C).
1839, dic. 27 È di Giovanni Volpe. Domanda di ridurre ad uso bottega il fondo chiuso da muri di cinta in angolo tra le vie Pescarie e Rialto (A.S.U., C.A. I, 315/VI, 7102 Orn. II C, con dis.).
1850, giu. 14°°Nuova costruzione dell’edificio, domanda di Antonio Volpe (A.S.U., C.A. I, 487/VI, 3326 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene ad Antonio Volpe (Competenze, I, f. 22v).
1852, lugl. 28*Antonio Volpe chiede di costruire un’altana. Il permesso è concesso a patto «che i pilastri che sostengono la terrazza si facessero della larghezza di m 0,60 per lo meno» (A.S.U., C.A. II, 66, 5266 Orn. II C, con dis., firmato da Giacomo Brida).
   
NOTE1Sulle attività dei Volpe: FALCIONI, Industrie udinesi, 307, 308, 316, 317-318, 321-322, 323, 345; PICCO, Ricordi, 141.
798
1783°Altro corpo di fabbrica detto “del Macello”, situata verso mezzodν dell’antescritta corticella, confina a lev. parte con casetta del nob. sig. Daneluzzi, parte colla corticella fu Madrisio ora Fontanini, mezz. Rialto, pon. fabbr. n. 1 mediante callisella, tram. corticella del n. 2 (Not. Daniele Marquardi, Divisioni Fontanini). Vedansi n. 811 e 850.
1801 Casa e bottega di Nicoletto Semenzati (Nomenclatura, f. 30v).
1801, giu. 27 Il co. Antonio di Alessandro Daneluzzi vende per L 1220 s 2 alla sign. Giulia Vatolo, ved. di G.B. Dolfin, moglie di Leonardo Contier, «una casa — nella contrada delle Beccarie» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, 363, f. 425r — 425v).
1809 G.B. Delfin (Registro delli aloggi, f. 22v).
1809, genn. 4 Domenico q. Vito Olivati compera all’asta la casetta dell’ospedale n. 798 per L 922 (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10324, 143; alleg. descrizione e stima di Giuseppe Clocchiati).
1812*Bigliardo gestito da Giovanni Pignoratario Latassis (Esercenti).
1814, magg. 10 G.B. q. G.B. Dolfin vende a G.B. q. Antonio Tadio detto Principutti una casetta al n. 798; «confina a lev. Zuanne Vuatolo, a mezz. contrada — Beccarie, e — pon. e tram. con — Domenico Olivati». Era stata di Leonardo q. Antonio Contir (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10300, 559).
1814, ag. 16 G.B. Tadio la vende a Giuseppe q. Antonio Lanfretti (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10301, 604).
1824, ott. 4*È di Giuseppe Lanfritti (A.S.U., C.A. I, 89/1824/X, 4097 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario chiede ed ottiene di trasformare una finestra in una porta (ibid.).
1842°«Riconosciuta di Maria Poslepi1 Boltrino, ne segui il trasporto già il 4 dic. 1842» (A.O.U., Minutario di confronto).
1852*Appartiene a Bolzicco (Competenze, I, f. 22v).
1937 È del co. Ugo Bellavitis.
[1938] Era una casa a tre piani di due finestre, attualmente è unita al n. 799. Vedasi n. 850.
   
NOTE1Il della Porta avverte che la lettura del nome è incerta e colloca due punti di domanda alla fine dell’annotazione che sembra priva di senso.
799
1801 Nicoletto Semenzati (Nomenclatura, f. 30v). Affittata a «Vatolo, gua» (ibid.).
1809*Appartiene a Giovanni Vatolo e al negoziante Domenico Olivati (Registro delli aloggi, f. 22v).
1819, ott. 25 Giovanni q. Antonio Vuatolo e Teresa Trevisan coniugi vendono a Domenico q. Vito Olivati negoziante «una casa — di una stanza a piano terreno ed una in solaro — sita — nella contrada del Fieno sive di Rialto dirimpetto alle — beccarie — n. 799 —. Confina lev. con casa delli — coo. mons. Giuseppe canonico Fabio e Luigi del fu Tommaso Gallici, mezz. la — contrada, pon. e tram. — Olivati compratore con tutti li diritti annessi alla casa —, la quale pervenne nel — Vuatolo — in forza dell’instr. d’acquisto 31 ott. 1772 per atti del fu — Antonio Pontelli not. in Meretto di Palma, fatto dal — co. Carlo q. Antonio Daneluzzi. Il prezzo di questa casa è — stabilito in — it. L 1240 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10454, 2094).
1852*Compresa sotto il n. 850 (Competenze, I, f. 22v).
1857, lugl. 18*Relazione dell’ingegnere municipale G.B. Locatelli alla congregazione municipale: «Vista la domanda del sig. Giovanni Pasini Vianelli per l’erezione di un nuovo fabbricato in contrada Rialto nella sede delle deformi casipole alli c.n. 850, 799, portandolo in rettifilo coll’angolo di casa Volpe —, lo scrivente opina che convenga di accordare» (A.S.U., C.A. II, 76, 139).
1883 Osteria “Alla callotta” (AVOGADRO, 152).
 *Gestione di Francesco Provvisionato (ibid.).
1937 È del co. Ugo Bellavitis. Unita al n. 798. Vedasi n. 850.
800
1643 Era dell’ecc. d. G.B. Venuti, erede di donna Agata scarpettara (B.C.U., ms. F. XXV, f. 385r).
1801 Co. Tomaso Gallici (Nomenclatura, f. 31v).
 *Affittuale G.B. Peteani (ibid.).
1809*È di Tommaso Gallici. Affittuale è l’oste G.B. Peteana (Registro delli aloggi, f. 22v).
1812 Osteria “Alla Provvidenza” (Esercenti).
 *Gestione di Giacomo Molinis (ibid.).
1852*Appartiene al co. Tommaso Gallici (Competenze, I, f. 22v).
1865°La casa n. 800 è di Giovanni Croatto; la casa 801 è di Carlo Rubini; in mezzo vi è una calle morta, che non si vede nella mappa del 1838. Croatto presenta progetto di riforma con occupazione della calle; ne risulta una casa a tre piani e soffitta di tre finestre (A.M., Atti Ornato, 1865-1873).
1883-1948°Trattoria “Al cappello”1.
   
NOTE1Il della Porta cita come fonte, ovviamente per il solo anno 1883, l’Avogadro, che però non ricorda questa trattoria.