601 | ||
1758, giu. 27 span> | * | «Il co. Carlo Arcoloniani1 ha cesso in enfiteusi a Giuseppe e Maria iugali Dossi una casa posta nell’androna detta di Rivis ». L’atto è accompagnato dalla stima del pubblico perito Pietro Zai, dove si precisa che «sito e fondi di detta casetta cori corticella verso mezzodν confina a lev. fraterna di S. Giacomo di Pasian di Prato, mezzo dν strada pubblica oltre le mura della città, pon. ser Andrea Castellano ed a tram. l’androna detta di Rivis» (A.S.U., N., Francesco Tracanelli, 8500, CXI instr., f. 75v — 77v). |
1801 span> | Eredi di Domenico Dossi (Nomenclatura, f. 23v). | |
1809 span> | * | È del domestico Angelo Dossi (Registro delli aloggi, f. 17v). |
1852 span> | * | Appartiene a Rosa Perisini (Competenze, I, f. 17v). |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Per la famiglia Arcoloniani vedasi n. 37. |
602 | ||
1801 span> | Eredi del co. Carlo Savorgnan (Nomenclatura, f. 23v). | |
span> | * | Affittuale Maria di S. Daniele (ibid.). |
1805, lugl. 27 span> | «Il co. Giacomo q. co. Ettore Savorgnan ha venduto al sig. Giacomo q. G.B. Del Bon, mercante in questa città, una casa con fondi annesso, posta nell’androna detta di Ribis segnata in coscrizione al n. 602, qual casa fu acquistata colli istr. 11 ag. e 14 sett. 1773» in atti di Antonio Martinelli, dal co. Tomaso Mattioli, da Antonio Colonna e Antonio Fracassi, ai quali era stata assegnata nella subordinazione del q. Andrea Castellano nel 1772. Prezzo L 3250 (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10578, IV instr., 310, f. 362v — 363r). | |
1809 span> | * | È del negoziante Giacomo Del Bon, affittuale è l’impiegato Francesco Minzuli (Registro delli aloggi, f. 17v). |
1823, ag. 1 span> | * | Dalla stima di Vincenzo Moro e Osvaldo Colomba: «Fabbrica con cortivo tenuta ad affitto dal sig. Vendramin Collini» (A.S.U., N., Francesco Nussi, Asse della facoltà del fu Giacomo Del Bon, n. 46, p. 83-86). |
1835, mar. 4 span> | * | Rosa Tomba Perissini chiede il permesso di restaurare la sua casa di abitazione al n. 602 (A.S.U., C.A. I, 236/1835/XVI, 1011 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | Appartiene a Rosa Perisini (Competenze, I, f. 17v). |
1865, genn. 28 span> | * | Giovanni Menis, proprietario della casa n. 602, chiede l’autorizzazione di riformare il «muro di cinta del cortivo della sua casa posta in calle del Rivis nonché alzarla e alzare la casa vicina ». Il permesso è accordato (A.S.U., C.A. I, 780/1865/IV, 709 Orn. IX, con dis.). |
1876 span> | * | Vi ha laboratorio l’incisore di pietre e marmi Giuseppe Menis (COSMI-AVOGADRO, 96). |
1883 span> | * | Vi abita il capo muratore Giovanni Menis (AVOGADRO, 140). |
603 | ||
1801 span> | Fraterna delle Anime del Purgatorio (Nomenclatura, f. 23v). | |
span> | * | Affittata ad Anna Del Tor (ibid.). |
1809 span> | * | È della chiesa di S. Giacomo e del macellaio Pietro della Rossa; affittuale è l’industriante Anna del Torre (Registro delli aloggi, f. 17v). |
1813, febbr. 13 span> | * | «Pietro Della Rossa domiciliato nella contrada del Ribis, borgo Eugenio al c. n. 603» chiede di praticare alcuni cambiamenti nella facciata della casa (A.S.U., C.N., 180). |
1826, febbr. 8 span> | La chiesa di S. Giacomo vende a Pietro di Leonardo Della Rossa detto Mistruzzi la casa n. 603. «Confina a lev. calle di Rivis, mezz. Rosa Tomba Perissini , pon. strada dietro le mura, tram. Della Rossa . Il prezzo di questa vendita è di austr. L 2100 » (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10551, 2585). | |
1826 span> | ° | È di Pietro Della Rossa (A.S.U., C.A. I, 100/1826. Orn. II. Case e Fabbricati, 786). |
span> | * | Il Della Rossa «pervenuto in proprietà della casa n. 603» è «intenzionato di operare delle riforme che vadano ad abelire» l’edificio. Ne ottiene il permesso (ibid.). |
1833, genn. 18 span> | * | Pietro Della Rossa, detto Mestruzzi, «ha divisato di eriggere un’aggiunta di locale presso la propria casa». Il permesso è accordato (A.S.U., C.A. I, 206/I, 271 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | Appartiene a Pietro della Rossa (Competenze, I, f. 17v). |
1909 span> | Suor Teresa Fior fonda l’Incunabolo Pasquale Fior e la chiesa della B. V. della Medaglia Miracolosa delle Figlie della Carità di san Vincenzo di Paoli. | |
604 | ||
1801 span> | N. Canciani di Pordenone (Nomenclatura, f. 23v). | |
span> | * | Affittata a Menega Piccini (ibid.). |
1809 span> | * | È del negoziante Giacomo del Bon; affittuali sono la guardia di finanza Giacomo Plaino e lo «stramazzaro» Giovanni Picini (Registro delli aloggi, f. 17v). |
1809, mar. 22 span> | Pietro q. Giuseppe Piccino vende a Pietro q. Leonardo Della Rossa la casa n. 604 per L 1658 (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4810, 10). | |
1809, apr. 2 span> | * | Pietro di Leonardo della Rossa chiede ed ottiene di «trasportare il portone d’ingresso, otturando in parte e parte demolindo, onde ridurlo a piacere per transitare nella di lui casa nuova» (A.S.U., C.N., 178/XIX, Strade e fabbricati). |
1834, nov. 17 span> | È di Pietro della Rossa. Viene ricostruita (A.S.U., C.A. I, 219/1834/I, 5633 Orn. II C, con dis.). | |
1845, ag. 29 span> | ° | Domenica Molinis Piccini vende a Domenico Ferrante la casa n. 604, per L 766 (not. G.B. Valentinis). |
1848, sett. 21 span> | ° | G.B. q. Giacomo Piccini vende a Pietro della Rossa detto Mistruzzi il dominio utile della casa n. 604, per L 685 (not. Giacomo Someda). |
1850 span> | * | Domenico Ferrante vi gestisce una filanda di seta con due fornelli (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 67). |
1852 span> | * | Appartiene a Pietro della Rossa (Competenze, I, f. 17v). |
1855, mar. 28 span> | * | «Domenico Ferrante possiede una casetta al c. n. 604. L’ingresso evvi sulla contrada mediante portoncino in confine colla proprietà degli eredi fu Pietro Della Rossa detto Mistruzzi al lato di mezzodν e colla proprietà del sig. Antonio Stella al lato di tramontana. Desiderando l’esponente di erigere sopra quel portoncino una fabrichetta, facendo uso di quel inutile vano fra una casa e l’altra, ha fatto praticare il dissegno del lavoro che intende costruire ». Il progetto ottiene l’approvazione, cui si aggiunge l’ordine di trasportare le macerie in porta Poscolle «a restrizione della fossa a destra» (A.S.U., C.A. II, 66, 1941 Orn. II C, con dis.). |
1876 span> | * | Vi abita Luigi Bontempo, professore di strumenti d’ottone (COSMI-AVOGADRO, 103). |
605 | ||
1801 span> | Antonio Olivutti (Nomenclatura, f. 23v). | |
1809 span> | È di Giacomo Del Bon, negoziante (Registro delli aloggi, f. 17v). | |
span> | * | Vi abita il capoborgo Lorenzo Giacomini (ibid.). |
1815, lugl. 6 span> | Bernardino q. Antonio Olivutto vende ad Antonio q. Giuseppe Cella la casa n. 605 per L 1375, confinante lev. calle, mezz. Giovanni Stramoni, pon. Cella acquirente, tram. G.B. Frizzo (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10582, Rep. IV, f. 9v, 1669). | |
1824 span> | ° | È di Giuseppe Cella (A.M., 1824, 89). |
1831, ott. 19 span> | * | Giuseppe Cella chiede ed ottiene di «alzare le finestre del pian terreno» (A.S.U., C.A. I, 182/V, 4617 Orn. II C, con dis.). |
1838, magg. 7 span> | È di Giuseppe Cella (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 2309 Orn. II C). | |
1848, sett. 16 span> | ° | Maddalena Corradazzi ved. Cella vende la casa n. 605 a Vincenzo della Torre per L 3900 (not. Giacomo Someda). |
1852 span> | * | Appartiene a Carolina Marcotti Fontanini (Competenze, I, f. 17v). |
606 | ||
1801 span> | G.B. Fabris (Nomenclatura, f. 25v). | |
1809 span> | * | È dell’industriante G.B. Friz (Registro delli aloggi, f. 17v). |
1836, magg. 25 span> | * | Il capo del terzo quartiere Leonardo Missio segnala che nella casa 606, di proprietà di Orsola Vianello, «sta per cascare la linda» (A.S.U., C.A. I, 254/X, 2685 Orn. II C). |
1838, magg. 7 span> | Orsola Pasini Vianelli chiede di alzare e riformare la casa (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 2309 Orn. II C). | |
span> | * | Con il permesso, si trasmette l’ordine di trasportare le macerie «lungo la strada dei Gorghi presso il ponte» (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 2309 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | Appartiene a Orsola Vianelli (Competenze, I, f. 17v). |
1876 span> | * | Recapito della levatrice Francesca Trevisi (COSMI-AVOGADRO, 98). |
607 | ||
1801 span> | Giovanni Maria Masino (Nomenclatura, f. 23v). | |
1809 span> | * | È dell’industriante Giovanni Maria Masin (Registro delli aloggi, f. 17v). |
1813, ag. 6 span> | G.B. Maria q. Andrea Masini «un tempo smerciante di vino» vende ad Antonio q. Giuseppe Cella la casa n. 607, «composta da una stanza terranea e solaro sopra, copperta di coppi; confina a lev. la calle di Rivis, a mezz. con casa di G.B. Friz, a pon. ed a tram. con il Cella », già acquistata da don G.B. Messari li 16 ag. 1799, atti Leonardo Di Maria (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10299, 462). | |
1838, magg. 7 span> | È di Valentino Settimini (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 2309 Orn. II C). | |
1852 span> | * | Appartiene a Valentino Settimino (Competenze, I, f. 17v). |
1876 span> | Osteria “Al buon tempo” (COSMI-AVOGADRO, 106). | |
608 | ||
1643 mar. 4 span> | * | «Orsola massara figliuola della q. Dina Ardemia hoste sul canton dell’androna di Rivis verso la porta». Vedasi n. 609. |
1801 span> | Co. Nicolò Gabrieli (Nomenclatura, f. 23v); poi co. Francesco di Brazzà (Registro anagrafico, f. 14v). | |
1809 span> | * | Nicolò e nipoti Gabrieli; affittuale l’oste G.B. Colavitti (Registro delli aloggi, f. 17v). |
1812 span> | Osteria “All’istrice” (Esercenti). | |
1828, nov. 13 span> | * | Denuncia del capo del terzo quartiere Leonardo Missio nei confronti del proprietario della casa 608 per lo stato pericolante della gronda (A.S.U., C.A. I, 148/X, 4737 Orn. II C). |
1844, lugl. 17 span> | * | « Li coo. Ascanio e Marianna fratelli e figli del fu co. Francesco di Brazzà vendono all’ill.mo dott. Giuseppe q. Francesco Missettini medico, qui domiciliato, una casa costrutta di muri, coperta di coppi, posta in borgo di Poscolle con fondi unito, sita al c. n. 608 con tutti li locali di cui ora è composta, con fabbricato alto verso il borgo Poscolle e basso verso mezz., la quale tutta unita confina a 1ev. la calle Ribis, a mezz. e pon. il compratore ed a tram. il borgo Poscolle . Il prezzo viene stabilito in austr. lire quattromille » (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4834, 5636). |
1852 span> | * | Appartiene al dott. Giuseppe Misettini (Competenze, I, f. 17v). |
1856 span> | * | Il dott. Giuseppe Missitini chiede ed ottiene di «far eseguire alcune piccole riforme ai vani respicienti la calle Rivis della casetta di sua proprietà marcata col n. 608 in borgo Poscolle» (A.S.U., C.A. II, 66, 6569 Orn. II C, con dis.). |
1876 span> | * | La casa ospita la fucina del fabbro ferraio Andrea Cremese (COSMI-AVOGADRO, 92). |
1883 span> | * | Nicolò Variolo nella parte censita 608 B vi tiene negozio di cereali (AVOGADRO, 142). |
1931 span> | I numeri 608, 609, 610 formano una casa unica di Variolo, poi di Carella. | |
609 | ||
1643, mar. 4 span> | * | Sulla casa grava un livello a favore della fabbrica del duomo: «Alla partida di mess. Pietro Fabro, come possessor di una casa, fu di mess. Hiervasio, in loco di mess. — Andrea spadario, detto il Moro Zaccaro, herede di mess. Galvano suo avo, in loco di Novello di Variano, qual era in loco di mess. Hiervas comataro, et di mess. Zuanne fabro; già Sebastiano Paviotto possessor della casa, hora Giacomo Mitrio possessori dissero che la casa è di presente possessa et habitata per Giacomo Mitrio sudetto, posta nel borgo; confina a sol levado con una casa della q. Dina Ardemia hoste sul canton dell’androna da Rivis verso la porta, a mezodν con una cortazza aperta, a sol a monte con Domeneco Rutarsio hoste, detto Stiva], ai monti col borgo, paga olio Ib 2» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 9-10). |
1743, magg. 18 span> | La casa è ancora soggetta a un livello a favore della fabbrica del duomo: «Ser Zuanne Riutizio possessor dell’infrascritta casa, Sebastian Damasco alla partita di ser Pietro Fabro, in loco di ser Gervasio già di ser Andrea spadaro q. ser Bartolomio Piloso detto il Moro, erede di ser Zuliano suo avo, in loco di Novello di Varian, già di Gervasio comataro e di Zuanne Falzaro, paga di livello sopra una casa nel cattastico 1643, pagava ultimamente ser Giacomo Zamparo, detto Bisiutto beccaro, olio lb 2. Li 2 febbr. 1690 pagò ser Angelo Rivis. Dissero i confinatori che la casa soprascritta è di presente di ragione di ***, abitata da ser G.B. q. Niccolò Vida che confina a sol levado una casa di ragione ***, posta sul canton dell’androna di Rivis, a mezz. con corte fu di ragion Rivis, a sol a monte casa fu di ragione del Rivis, al presente di ragione del sig. G.B. Mangilli, abitata da ser Bortolo Mannau oste, et alle monti la strada del borgo» (B.C.U., ms. F. XXI, f. 69v). | |
1801 span> | Antonio Cella (Nomenclatura, f. 23v). | |
span> | * | Vi abita come affittuale il pittore Vicenzo Chilone1 (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene ad Antonio Cella, vi abita il pittore Vincenzo Chilone (Registro delli aloggi, f. 17v). |
1826, mar. 22 span> | * | Giuseppe Cella, proprietario dell’edificio, chiede ed ottiene il permesso di riformare la facciata (A.S.U., C.A. I, 100/1826 Ornati, Case e fabbricati, 1017 Orn. II C). |
1852 span> | * | Appartiene al dott. Giuseppe Missettini (Competenze, I, f. 17v). |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Per Vincenzo Chilone: BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 76, 226, 297; M. C[IONINI] V[ISAN1], Chilone Vincenzo, Le Muse, III, 257-258; LUCIANI, Dizionario, 132; F. MUTINELLI, Annali, 692-694; R. PALLUCCHINI, La pittura veneziana del Settecento, 175; PEROCCO, La pittura veneta dell’Ottocento, 91; RIZZI, Venetische Malerei, 64; Venezia nell’età di Canova, 167; Venezia Vienna, 207, 214. |
610 | ||
1643 span> | * | «Domenico Rutarsio hoste, detto Stival». Vedasi n. 609. |
1691, febbr. 9 span> | * | «In Udine, nel borgo di Poscolle, nella casa di Angelo Rivis» (A.S.U., N., Giovanni Domenico Vinacese, 7887, XI instr., f. 8v). |
1743, magg. 18 span> | * | «Casa fu di ragione del Rivis al presente di ragione del sig. G.B. Mangilli, abitata dal sig. Bortolo Mannau oste». Vedasi n. 609. |
1801 span> | Antonio Cella (Nomenclatura, f. 23v). | |
1809 span> | * | Appartiene ad Antonio Cella; affittuale è l’oste Pietro Picini (Registro delli aloggi, f. 17v). |
1812 span> | Osteria “Al leone”, gestita da G.B. Colautti (Esercenti). | |
1817, sett. 19 span> | * | Il cursore municipale consegna una diffida a G.B. Pistrello, abitante al 610, perché si munisca di una licenza di polizia. Il motivo non è precisato (A.S.U., C.A. I, 10). |
1834 span> | ° | Giuseppe q. Antonio Cella loco Rivis Margherita, paga ven. L 13,4 (A.O.U., Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834). |
1839, mar. 2 span> | Giuseppe q. Antonio Cella esibisce i titoli di proprietà dei fondi da occupare con la casa che intende riformare: | |
span> | a) 1792, magg. 5: primo contratto; | |
span> | b) 1792, magg. 11: pianta e perizia della casa e fondi relativi; | |
span> | c) 1792, ag. 6: istrumento d’acquisto della casa e dei fondi (A.S.U., C.A. I, 390/VI, 920 Orn. II C). | |
1839, mar. 27 span> | * | Presentazione del progetto (ibid., con dis. firmato dal muratore Valentino Driussi). |
1839, magg. 15 span> | Lettera accompagnatoria con l’assenso della confinante Teresa Cella (ibid.). | |
1841, giu. 13 span> | «Nel 1840 Cella Luigi vendette la casa al sig. Pietro Antivari con contratto 14 marzo, per cui ne segui il regolare trasporto di proprietà . Finalmente Pietro Antivari con privato contratto 1 apr. 1841 ha cesso la detta casa al sottoscritto, il quale, divisando in presente di dar corso alla progettata rifabbrica implora che a senso dell’art. II di essa nota 26 magg. 1839 venghi autorizzata la deputazione d’ornato». La richiesta è firmata da Giuseppe Missitini (A.S.U., C.A. I, 390/VI, 3816 Orn. II C). | |
span> | La deputazione d’ornato suggerisce «che la nuova linea della casa fronteggiante il borgo Poscolle sia nella direzione che unisce i due punti estremi della casa Missitini e co. Brazzà, ritenuto che non debbano dar norma la sporgenza dei barbacani, ma i vertici degli angoli delle case» (ibid.). | |
1844, lugl. 9 span> | * | Francesco Missitini chiede «di ridurre il piano di livello» della strada in corrispondenza della casa n. 610 in costruzione. Allega il disegno. L’ing. municipale Lavagnolo trova ammissibile la domanda (A.S.U., C.A. I, 390/VI, 4329 Strade IV). |
1844, nov. 15 span> | In seguito ai rilievi della commissione d’ornato, Giuseppe del fu Francesco Missitini presenta un nuovo progetto, che viene ammesso, anche se non del tutto convincente (ibid.). | |
1852 span> | * | Appartiene al dott. Giuseppe Misettini (Competenze, I, f. 17v). |
1876 span> | Osteria “Al frittolino”; Caffè “All’alba” (COSMI-AVOGADRO, 105, 87). | |
1883 span> | * | Vi tiene bottega il calzolaio Luigi Moreale (AVOGADRO, 140). |
1931 span> | Unita ai n. 608-609, forma una casa unica; fu dei Variolo, ora [1936] degli eredi Variolo. Sig. Carella. | |
span> | ||
BIBLIOGRAFIA span> | VATRI, I caffè di Udine, 108. | |
Porta Poscolle esterna | ||
1511, febbr. 2 span> | * | «Actum Utini, sub Porta extrinseca Postcollis . Ibique nob. d. Petrus q. d. Iacobi de Curbellis de Utino testamentum facere procuravit » (B.C.U., ms. C 19, n. 39, Città - Corbello, f. lr — 6r). |
1838, genn. 23 span> | Il consiglio comunale approva la proposta di abbattere la torre di Poscolle (IV recinto) e di costruire una nuova porta alla quale sia dato il nome di Ferdinandea in ricordo della visita di S.M. l’imperatore Ferdinando d’Austria che fra breve avrà luogo in occasione del suo ritorno a Milano (Arch. del Comune di Udine, Prot. verb. cons. com. 1831-1838). | |
1838-1842 span> | * | Carteggio con progetti di G.B. Bassi. Le relazioni sono corredate di calcoli. Sono conservate anche le notizie relative all’appalto e all’asta (A.S.U., C.A. I, 342/IX). |
1857 span> | È demolita. | |
span> | ||
STUDI INEDITI span> | di MONTEGNACCO, Note storiche, f. 16r. | |
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BIBLIOGRAFIA span> | BRAGATO, Guida, 66; BROILI, Le corse, 312; di CAPORIACCO, Udine. Appunti, 120; di CAPORIACCO, Udine e il suo territorio, 25, 59, 103; CICONI, Udine, 149, 225; DE PIERO-GUALANDRA, Compendio, 27; MIOTTI, Cenno sulle antiche opere difensive, 26; PILOSIO, Itinerari udinesi, 112-113; della PORTA, Toponomastica, 172; RIZZI, Udine, 59, 61, 161, 163, 186, 192; Udine cento anni, 29. | |
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ICONOGRAFIA span> | [F. BERTELLI], Città d’Udine; [P. BERTELLI]; Città d’Udine; LASOR A VAREA, Udine; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, BB; RASICOTTI, L’antica e nobilissima città; SCOLARI, L’antica e nobilissima città; SCOTO, Udine; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta. | |
611 | ||
1544, apr. 26 span> | Raffaele Gasparo Falzaro vende ad Alberto del fu Zannetto Locatelli una casa in Udine nel borgo Poscolle presso la porta, la prima a sinistra entrando in città, confinante a lev. e sett. con le case del venditore già vendute ad Aloisio di Lovaria pellipario, a mezz. strada pubblica del borgo, ad occ. la via attorno le mura (A.S.U., N., Mario Albino, 5949, Istr. 1543-1544, f. 33r — 33v). | |
1548, ott. 30 span> | Raffaele Falzaro q. Gaspare vende a Pidrinello q. Petri del Baas di Vall de Magna la casa ora abitata da Alberto Locatelli sull’angolo tra la via Poscolle e la circonvallazione (A.S.U., N., Mario Albino, 5949, Istr. 1548, f. 33r — 34r). | |
1551, giu. 1 span> | * | « Mag. Albertus stringarius liberavit d. Antoniam uxorem ser Pedrinelli del Bas de Val de Magna hospitis Utini in burgo Puscolli de livello debito super domo angulari sita in burgo Puscolli prope menia civitatis et portam extrinsecam Utini a dextris exeundo dictam civitatem » (A.S.U., N., Mario Albino, 5949, Istr. 1551, f. 27r). |
1801 span> | Giovanni De Nipoti (Nomenclatura, f. 23v). | |
1809 span> | * | È del vetturino Giovanni De Nepoti (Registro delli aloggi, f. 17v). |
1846, mar. 4 span> | * | Giovanni del fu Giovanni De Nipoti vende ad Amadio fu Giacomo Bertolini la casa n. 611 per L 4000 (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4839, 6537). |
1849, magg. 29 span> | Amadio Bertolissi la vende a Biagio Pecile per L 4000 (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/IV, 1582). | |
1852 span> | * | Appartiene a Biagio Pecile (Competenze, I, f. 17v). |
1852, ag. 28 span> | * | Viene inoltrata la domanda di riforma del pian terreno. Il progetto, firmato da Giacomo Brida, è respinto perché i rinnovamenti ideati «peggiorano la facciata» (A.S.U., C.A. II, 66, 6217 Orn. II C, con dis.). |
1856, apr. 13 span> | * | Appartiene a Biagio Pecile (A.S.U., C.A. II, 66, 2543 Orn. II C). |
1876 span> | * | Vi abita il tintore Valentino Lunassi (COSMI-AVOGADRO, 115). |
1883 span> | * | Vi abitano i fratelli Goi, tintori1 (AVOGADRO, 157). |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Sui Goi tintori: PICCO, Le tintorie, 337-338. |
612 | ||
1643, mar. 4 span> | * | Proprietà dell’ospedale maggiore e prima ancora di Sebastiano Falzaro. Vedasi n. 613. |
1743, magg. 18 span> | * | Proprietà di Carlo Minone, abitazione di Claudio Zearo, orologiaio. Vedasi n. 613. |
1801 span> | Teresa Maieroni (Nomenclatura, f. 23v). | |
1809 span> | * | È di Teresa Maierona (Registro delli aloggi, f. 17v). |
1852 span> | * | Appartiene a Giovanni Maieroni (Competenze, I, f. 17v). |
1856, apr. 13 span> | * | Giovanni Norsa chiede ed ottiene di riformare «la casa di sua proprietà nel borgo di Poscole al c. 612». Il progetto è firmato da Eusebio Brida (A.S.U., C.A. II, 66, 2543 Orn. II C, con dis.). |
613 | ||
1643, mar. 4 span> | * | La casa è gravata di un livello a favore della fabbrica del duomo, come si deduce dalle confinazioni condotte in tale data: «Alla partida di mess. Gasparo della Nave hosto, in luogo di mess. Valentino q. mess. Bernardino Blasiz calligaro e di Francesco Canciano di Blessano, sopra una casa, che confina con mess. Sebastiano Falzaro et appresso un’androna consortiva, come appar di mess. Francesco Porcio 1515, qual casa detto mess. Gasparo sotto li 23 di febraro 1576 comprò da Zuanne Pidrinello1, come appar per mano di mess. Tomaso Fabricio, habitata ultimamente per un peltraro, hora possessa et habitata per mess. G.B. Gambarello pistor e barbiero; i soprascritti confinatori dissero che la casa è posta nel borgo di Poscolle, possessa et habitata per lo detto Gambarello, confina a sol levado con un’androna consortiva, ultima appresso la porta della città, a mezzodν la strada del borgo, a sol a monte una casa del pio ospitai maggiore, fu già di Sebastian Falzaro, hora tenuta per Zuanne Cozzo, et ai monti colla corticella di ragione del pio hospitale nella casa predetta, paga olio lb 2» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 4-5). |
1743, magg. 18 span> | * | «Ser G.B. Gambarello barbiero o pittor paga di livello ogn’anno sopra la casa a lui livellata per mano di ser Francesco Susana nodaro da d. Anna Marinona, confinata nel cattastico 1643 alla partita del q. Gaspare Blasiz e di Francesco Canciano di Blessano, in virtϊ d’istromento 1518, di mano di mess. Francesco Canciano di Blessano, qual casa detto Gaspare acquistò da Zanina Patrinello sotto li 22 febbr. 1576, per mano di ser Tommaso Fabrizio not., paga olio lb 2. Ora pagano d. Anna e sorella Gambarella. Ora paga il rev.mo capitolo di questa città, pagava prima d. Catterina Minutta Dissero i confinatori che la casa è di presente del capitolo di Udine, abitata da ser Valentino Zognato, confina a lev. la stradella consortiva, a mezz. la strada del borgo, a sol a monte casa di ser Carlo Minone, abitata da ser Claudio Zearo orologiaio, et alle monti corte d’altra casa dello stesso Menon (B.C.U., ms. F. XXI, f. 67r — 67v). |
1801 span> | Ecc. Pietro Cargneli (Nomenclatura, f. 23v). | |
1809 span> | È di Giuseppe Danielis “calzetta” (Registro delli aloggi, f. 17v). | |
1813, giu. 22 span> | Giuseppe q. Angelo Danielis vende a Giovanni fu Giovanni Gasparini la casa n. 613; confina a lev. calle promiscua con i sigg. Trigatti di Galleriano e sigg. Papafava, mezz. borgo Eugenio, pon. Teresa Maieroni, tram. transito promiscuo (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10323, Rep. III, 1044, f. 36v). | |
1840, sett. 26 span> | Giovanni Gasparini vende la casa a Gasparo fu Giacomo Sbuelz per austr. L 4914 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10497, 13349). | |
1841, apr. 29 span> | È di Gasparo Sbuelz (A.S.U., C.A. I, 328/1841/VIII, 2868 Orn. II C, con dis., firmato dal perito G.B. Cotterli). | |
span> | * | Il proprietario deve sospendere e modificare lavori in corso iniziati «nella calle morta della sua casa» senza la preventiva autorizzazione (ibid.). |
1841, giu. 9 span> | * | Gasparo Sbuelz chiede ed ottiene il permesso di aprire nuove porte e spostare in asse le finestre. Il lavoro sarà attuato gradualmente (A.S.U., C.A. I, 422, 3725 Orn. II C, con dis.). |
1847, genn. 13 span> | * | Sopralluogo del funzionario comunale all’edificio, in quanto privo dei prescritti tubi e grondaia. I lavori si eseguiranno entro il 26 febbr. (ibid.). |
1852 span> | * | Appartiene a Gaspare Sbuelz (Competenze, I, f. 17v). |
1856, apr. 13 span> | * | Appartiene ad Antonia Grubler (A.S.U., C.A. II, 66, 2543 Orn. II C). |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Un Petronello da Caravaggio «osto “A la volpe” in Posquell» ebbe affari con Giovanni da Udine, nel 1540 come affittuale e ancora il 17 febbr. 1542 per la francazione di una braida fuori porta Poscolle (B.C.U., ms. 1197/7, f. 85r, 136r). |
span> | ||
BIBLIOGRAFIA span> | BATTISTELLA, Ancora qualche cosa, 257; BATTISTELLA, I Lombardi, 71; BATTISTELLA, Udine nel sec. XVI, 80. | |
614 | ||
1801 span> | * | La casa appartiene a Pietro Cargneli. Affittuale Pio Quainetto (Nomenclatura, f. 23v). |
1809 span> | È di Giuseppe Danielis «calzetta» (Registro delli aloggi, f. 17v). | |
span> | * | Affittuale è il «linariolo» Pio Ambrosio (ibid.). |
1819, lugl. 1 span> | Giuseppe Danielis vende ad Antonio Causcigh per L 945 la «casa eretta di muri, coperta di coppi, consistente in due affittanze, con fondi, corte, marcata n. 614, confinante a lev. sigg. Papafava ed androna senza uscita, a mezz. Giovanni Foscarini e Giovanni de’ Nipoti, a pon. strada pubblica ed a tram. detti Papafava » (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4815, 700). | |
1852 span> | * | Appartiene a Biagio Pecile (Competenze, I, f. 17v). |
615 | ||
1801 span> | Co. Arpalice Papafava (Nomenclatura, f. 23v). | |
span> | * | Affittuale Florido Melchior (ibid.). |
1809 span> | * | È dei Pappafava di Padova, affittuale è l’industriante Pasqua Florida (Registro delli aloggi, f. 17v). |
1852 span> | * | Appartiene ai fratelli coo. Papafava (Competenze, I, f. 17v). |
616 | ||
1801 span> | Drigati1 di Galleriano (Nomenclatura, f. 23v). | |
1809 span> | * | È di G.B. e fratelli Trigati; affittuale è il fabbro Pietro Biasutti (Registro delli aloggi, f. 17v). |
1821 span> | Daniele Drigatti e fratelli (A.S.U., C.A. I, 53/III, 3135 Orn. II C). | |
span> | * | G. Bertoni, assistente dell’ingegnere municipale, esprime il parere sugli scoli delle acque nelle case n. 616, 617, 618, 619 (ibid.). |
1852 span> | * | Appartiene ai figli del fu G.B. Drigatti (Competenze, I, f. 17v). |
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NOTE span> | 1 | Privo del nome anche nel ms. originale. |
617 | ||
1801 span> | Drigatti (Nomenclatura, f. 23v). | |
1809 span> | * | È di G.B. e fratelli Trigati (Registro delli aloggi, f. 17v). |
1821 span> | Daniele Drigatti. Vedasi n. 616. | |
1852 span> | * | Appartiene ai fratelli Drigatti del fu G.B. (Competenze, I, f. 17v). |
1930 span> | Con i n. 618-619 formava una casa che aveva le finestre romaniche. Viene abbattuta e rifatta. | |
618 | ||
1801 span> | Drigati (Nomenclatura, f. 23v). | |
span> | * | Affittuale Vicenzo Buiatti (ibid.). |
1809 span> | * | È di G.B. e fratelli Trigati; vi abita il domestico Francesco Campanuti (Registro delli aloggi, f. 17v). |
1821 span> | Drigatti Daniele. Vedansi n. 616 e 617. | |
1852 span> | * | Appartiene a Drigatti (Competenze, I, f. 17v). |
1883 span> | Vi erano un’osteria, “Alla figlia del gobbo”, ed uno stallo (“stalo dai mus”) (AVOGADRO, 156). | |
619 | ||
1801 span> | Drigati (Nomenclatura, f. 23v). | |
span> | * | Affittuale Caterina Sbrizzi (ibid.). |
1809 span> | * | È di G.B. e fratelli Trigati; affittuali il portiere Girolamo Tomas e l’oste Michele Bitesnigh (Registro delli aloggi, f. 17v). |
1812 span> | Osteria “Alla Porta Eugenia” (Esercenti). | |
span> | * | Gestita da Michiele Bitesnig (ibid.). |
1821 span> | Daniele Drigatti. Vedansi n. 616 e 617. | |
1852 span> | * | Appartiene ai figli di G.B. Drigatti (Competenze, I, f. 17v). |
620 | ||
1800, dic. 13 span> | Giovanni ed Angela coniugi Moratti, eredi di Angela Radovich, fu moglie di Stefano Bianchi, vendono ad Antonio Cella una casa con fabbriche interne, «cortivo ed orto» in Poscolle per L 25702 (A.S.U., N., Liberale Girardi, 10345, II instrom., 161, f. 165v — 167r). | |
1801 span> | Antonio Cella (Nomenclatura, f. 23v). | |
1809 span> | * | È di Antonio Cella (Registro delli aloggi, f. 17v). |
1824, ag. 9 span> | * | Giuseppe Cella, «essendosi spezzati due pilastri delle finestre nel primo piano della casa in borgo Poscolle al c. n. 620 , supplica di poter riparare sull’istante». Il permesso viene accordato (A.S.U., C.A. I, 89/X, 3266 Orn. II C, con dis.). |
1852, mar. 6 span> | * | Francesco del q. Girolamo Cella «ha divisato di far aprire un vano di porta e di finestre in una casa di sua ragione sita in borgo di Viola al n. 620». La deputazione d’ornato approva, «siccome i vani da aprirsi sono determinati in base alla futura sistemazione di quel corpo del fabbricato» (A.S.U., C.A. II, 66, 1684 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | Appartiene a Giuseppe e Francesco Cella (Competenze, I, f. 17v). |
1876 span> | Osteria “Al cavallino” (COSMI-AVOGADRO, 107). | |
span> | * | Proprietario è Marianno Simonetti (ibid.). Luigi Mini gestisce uno stallaggio (ibid., 114). |
1883 span> | Vi è uno stallaggio (AVOGADRO, 156). | |
1931 span> | Casa rifatta. Negozio Filipponi. | |
span> | * | Lo gestisce Luigi fu Pietro Zorzi, che è anche pubblico vetturale (ibid., 159). |
621 | ||
1783, sett. 18 span> | * | Casa Riolo. Vedasi disegno in pianta della casa n. 622. |
1801 span> | Co. Sigismondo della Torre (Nomenclatura, f. 23v). | |
span> | * | Affittata ad Antonio e Francesco Marchi (ibid.). |
1805, ag. 23 span> | I figli del q. co. Lucio della Torre vendono al sig. Antonio Cella casa in borgo Poscolle «tenuta in affitto semplice dal sig. Giacomo Fedricis, che confina a lev. il sig. Giuseppe Urbano, mezz. strada del borgo, pon. e tram. compratore . E ciò fanno perché all’incontro il Cela s’assume di pagare annualmente alla chiesa di S. Maria di Castello perpetuo infisso sopra dette case, in luogo di detti coo. cedenti, L 9 s 6 ed oltre ha esborsate L 3100 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10578, IV instr. 316, f. 368v — 369v). | |
1809 span> | È di Antonio Cella (Registro delli aloggi, f. 17v). | |
span> | * | Affittuale è l’impiegato Pietro Duodo (ibid.). |
1852 span> | * | Appartiene a Giuseppe Francesco Cella (Competenze, I, f. 17v). |
622 | ||
1687, sett. 5 span> | «Il nob. Marc’Antonio Tarondi del già Daniele a livello concede a Martino Valusso calligaro la casa nel borgo di Poscolle in cantone della contrada che conduce nel borgo della Viola con una pergola nella faciata , confina a sol levado detta contrada, a mezodν col borgo, a sol a monte casa Turiana, et alli monti casa dell’heredità Savorgnana et Turiana» (A.S.U., N., Benedetto Bergamino, 7673, XVIII instr., f. 98r — 99r). | |
1770, ag. 2 span> | G.B. Buri vende a Giuseppe Urbani «di Gemona, da piϊ anni abitante in questa città una casa sittuata nel borgo di Poscolle fra li suoi confini che quivi s’abbino per espressi, in presente condotta ad affitto semplice da Antonio Chiurolo, stata acquistata dalla q. Anna, madre dello stesso Buri con instr. 3 febr. 1734 in note del q. Luca Aborta not. . E ciò fa lo stesso Buri per il prezzo di d 309 s 9 » (A.S.U., N., Marino Sporeno, 9607, Min. istr. 1770). | |
1782 span> | Si concede a Giuseppe Urbani un pezzetto di fondo in via Viola, onde possa ingrandire la sua casa (A.S.U., C.A., 20/11). | |
1801 span> | * | È di Giuseppe Urbanis (Nomenclatura, f. 23v). |
1805, dic. 24 span> | Giuseppe Urbani vende a Domenico q. Valentino De Marco la casa in borgo Poscolle « che confina a lev. borgo di Viola, a mezz. il borgo di Poscolle, a pon. coo. Lucio, Rizzardo e fratelli della Torre, ed a tram. de Marco acquirente» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLVIII instr., 3673, f. 4771v — 4773r). | |
1809 span> | È di Domenico de Marco possidente (Registro delli aloggi, f. 17v). | |
span> | * | Affittuale è l’oste Giuseppe Tomasone (ibid.). |
1820, lugl. 14 span> | * | «Lanti Angelo, abitante al c. n. 622 si è permesso in un angolo di detta casa all’ingresso della calle che mette in borgo Viola, di far erigere sopra la strada pubblica un casotto di tavole a preteso motivo di nascondere il sito nel quale dalle finestre superiori egli va versando le immondizie, per cui prima d’ora venne dalla deputazione di sanità precettato alla costruzione di una fogna con coperto di pietra, onde impedire le fetide esalazioni a danno del vicinato e transitanti . Si scorge pure il fatto di aver egli arbitrariamente occupata una porzione di fondo pubblico senza la necessaria permissione, e colla doppia vista forse di far erigere un muro di chiusura ed ingrandimento di sua casa senza titolo di sorte e con grave mal esempio al resto de’ cittadini che potrebbero qua e là imitarlo » (A.S.U., C.A. I, 35/V, 43). |
1827, sett. 7 span> | È di Angelo Lanti (A.S.U., C.A. I, 68, 3584 Orn. II C, con dis.). | |
span> | * | Il proprietario presenta un progetto per la modifica del prospetto dell’edificio e ne ottiene l’approvazione (ibid.). |
1852 span> | * | Appartiene ad Anna Lanti (Competenze, I, f. 17v). |
1860, genn. 13 span> | * | Relazione dell’ing. G.B. Locatelli alla congregazione municipale: «Nell’esecuzione del lavoro di riforma della casa n. 622 di proprietà del sig. Pietro Rossi, diretto dal capomastro sig. Andrea Zinio, si è deviato dal tipo approvato colla concessione municipale 2 ag., n. 4438. La deviazione consiste nell’avervi aggiunti ornati e fascie che non sono seguenti nel tipo che disarmonizzano col carattere della fabbrica e che non sono pregiudicati da alcun principio d’arte» (A.S.U., C.A. II, 76, 277 del 1859). |
623 | ||
1670, febbr. 26 span> | Stima della casa che il sig. Ropretto Colombatti intende vendere a Francesco Danielis: « Casa di muro, coperta di coppi, posta nel borgo di Poscole sul canto per andar in borgo di Viola sive Sacon, confina 1ev. il nob. sig. Tomaso Fabricii, a mezz. il borgo, a sol a monte il Sacon1 per andare in borgo Viola e alle monti il detto sig. Fabricii » (A.S.U., N., Bertrando Brunalleschi, 7806, filza). | |
1783, sett. 18 span> | * | «Casa di Domenico Comuzzi, fu Palladini». Vedasi disegno in pianta della casa n. 622 (A.S.U., C.A., 20/III, 11). |
1801 span> | Domenico Comuzzo (Nomenclatura, f. 24v). | |
1809 span> | * | È di Domenico Comuzzi, affittuale è l’impiegato G.B. Fara (Registro delli aloggi, f. 17v). |
1822, mar. 20 span> | È di Domenico Franzolini2. Bottega di armaiuolo (A.S.U., C.A. I, 68/X, 1155 Orn. II C, con dis.). | |
span> | * | Il proprietario chiede di riformare la casa proprio in vista della sua attività (ibid.). |
1828, magg. 16 span> | * | Domenico Franzolini chiede ed ottiene, previa qualche modifica, di riformare la casa (A.S.U., C.A. I, 148/X, 1936 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | La casa appare divisa in 3 parti, 623 A, 623 B, 623 C, tutte di proprietà di Pietro Simonetti (Competenze, I, f. 17v). |
1945, febbr. 20 span> | La parte della casa su via Poscolle fu distrutta da una bomba. | |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Per il nome di questa contrada: della PORTA, Toponomastica, 203. |
span> | 2 | Per gli armaioli Franzolini: Elenco ufficiale, 17; PICCO, Ricordi, 116. |
624 | ||
1801 span> | Lorenzo Zuliani (Nomenclatura, f. 24v). | |
span> | * | Affittata ad Agostino Tavagnutti (ibid.). |
1809 span> | * | È di Lorenzo Zuliani, affittuale è l’industriante Giacomo Sabbatini (Registro delli aloggi, f. 17v). |
1812 span> | Osteria “Al Sole” (Esercenti). | |
span> | * | È gestita da Francesco Pagnutti (ibid.). |
1821, mar. 14 span> | Lorenzo Zuliani chiede ed ottiene di ingrandire la porta d’ingresso (A.S.U., C.A. I, 53/III, 1141 Orn. II C). | |
1821, apr. 19 span> | * | «Angelo del fu Giuseppe Bertuzzi , negoziante di vino , domiciliato in Mercatovecchio al c. n. 1640 , subaffitta alli G.B. ed Orsola coniugi Pistrello la casa posta in borgo Poscolle n. 624 , ch’è di ragion delli Lorenzo padre e Valentino figlio Zuliani di Paderno » (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10545, 1245). |
1821, nov. 24 span> | Lorenzo fu Paolo e Angelo del fu Angelo cugini Zuliani vendono per L 4340 a Domenico q. Giacomo Franzolini la casa n. 624 «con inerente fondi, corticella ed adiacenze , tutto confina a lev. colla chiesa di S. Nicolò e Giacomo Lestani, a mezz. borgo di Poscolle, a pon. Antonia Cavalli ved. Marchi e borgo di Viola, ed alle monti con calletta senza uscita» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10632, 3253). | |
1835 span> | * | Vi abita il chirurgo Gerolamo Cecotti (A.S.U., C.A. I, 237/XII). |
1840, dic. 2 span> | È di Domenico Franzolini. Con atto privato 15 marzo la vende a G.B. Pellegrini (A.S.U., C.A. I, 351/VI, 7525 Orn. II C). | |
span> | * | Il Franzolini ne dà notizia elencando all’autorità competente i lavori compiuti e chiedendo il permesso di traslocarvi. Il permesso, redatto in calce, è del 2 genn. 1841 (ibid.). |
1844, sett. 28 span> | * | Disegno parziale della parte confinante con la casa n. 625, vedasi. |
1852 span> | * | Appartiene a G.B. Pelegrini (Competenze, I, f. 17v). |
1976 span> | * | In questo edificio Luigia Trevis gestisce una privativa (COSMI-AVOGADRO, 111). |
625 | ||
1801 span> | Monte di pietà (Nomenclatura, f. 24v). | |
span> | * | Affittata a Vincenzo Lanzoni (ibid.). |
1809 span> | * | È del monte di pietà. Vi abita l’industriante Vincenzo Lanzoni (Registro delli aloggi, f. 17v). |
1843, ag. 22 span> | * | « Domenico Franzolini vende a questo monte di pietà una porzione di fabbrica situata nel borgo di Poscolle, forma parte del 625 , quale consiste in una stanza terranea e camera sopra, ambi sottoposte ed in continuazione di una fabbrica di esso pio istituto, che confina a lev. e mezz. il monte acquirente a metà muro, pon. il venditore Franzolini con contigua fabbrica a metà muro ed a tram. callesella promiscua con il sig. Fabretti . Questa vendita viene fatta per il prezzo di austr. L 1920» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/I, 250). |
1844, sett. 28 span> | È del monte di pietà. È formata di due case diverse. Viene riformata (A.S.U., C.A. I, 390/1845/VI, 6421 Orn. II C, con dis.). | |
span> | °° | Il disegno è firmato da « LIngegnere Civile Ballini». |
1852 span> | * | Appartiene al monte di pietà (Competenze, I, f. 17v). |
1883 span> | * | Vi abitano il rappresentante Alessandro Moro e il traduttore dal tedesco Domenico Del Bianco (AVOGADRO, 143, 157). |
626 | ||
1795, ag. 14 span> | L’ecc. Giovanni Maria Benvenuti cede in permuta al nob. Nicolò Alpruni1 «la casa di abitazione e case annesse ad uso di affittanza situate nel borgo di Poscolle tutte confinano a lev. Medarda Rossi, moglie del sig. Niccolò Riolo, a mezz. borgo , a pon. parte monte di pietà parte Tommaso Fabricio e parte contrada, ed a tram. parte Antonio Stefanutto detto Pittore e parte coo. Gorgo » (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9978, XXX instr., 2211, f. 3010v - 3014r). | |
1801 span> | Nob. Nicolò e fratello Alpruni (Nomenclatura, f. 24v). Poi di Giacomo Lestani, quindi Giuseppe Fabretti (Registro anagrafico, f. 15r). | |
1803, febbr. 2 span> | Nicolò q. Francesco Alpruni vende la casa al nob. Vincenzo q. Leonardo Stainero, «con tre casette annesse, condotta in semplice affittanza una dalli iug. Antonio e Maria Pognici, la seconda da Zuanne e Giacoma iug. Venzil e la terza da Giacomo Fantoni, e confina a lev. Medearda Rossi, moglie del sig. Niccolò Riolo, a mezz. il borgo di Poscolle, a pon. parte monte di pietà, parte Tommaso Fabrizii e parte androna conduce al borgo di Violla ed a tram. Antonio Steffanutti detto il Pittore, anche come rappresentante Alpruni, e parte coo. Gorgo. E questa vendita fa pel prezzo di d 8300 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10578, II instr., 139, f. 173r -174v). | |
1809 span> | * | È di Vincenzo Stainero (Registro delli aloggi, f. 17v). |
1810, ott. 3 span> | Il nob. Vincenzo Stainero vende a Pietro q. Valentino Rubini la casa n. 626 per L 19034,46. Confina 1ev. Medarda Rioli, mezz. borgo, pon. monte di pietà, e casette rimaste al venditore e parte androna, tram. parte Stainero e parte Camillo Gorgo.(A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10622, Rep. II, 366, f. 10). | |
1812 span> | Osteria “Al Genio” (Esercenti). | |
span> | * | È gestita da Francesco Pituello (ibid.). |
1817, nov. 19 span> | * | Per motivi non precisati, il cursore municipale presenta a Francesco Pituello, abitante in questa casa, la diffida a munirsi di licenza della polizia (A.S.U., C.A. I, 10). |
1819, giu. 3 span> | Pietro del fu Valentino Rubini vende la casa a Giacomo fu Valentino Le-stani (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10544, 1022). | |
1823, sett. 25 span> | Giacomo Lestani vende la casa n. 626 a Giuseppe Fabretti. « Confina a 1ev. Antonio Scrosoppi, in loco della sign. Medarda Rossi ved. Riolo, mezz. il borgo , pon. monte di pietà, particolari diversi e contrada tende al borgo di Viola, tram. Gorgo. La vendita si fa pel prezzo di it. L 15000 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10604, 3120). | |
1844, sett. 28 span> | * | Disegno parziale della parte confinante con la casa n. 625, vedasi. |
1852 span> | * | Appartiene a Pietro Fabretti (Competenze, I, f. 17v). |
1865, mar. 3 span> | * | La casa, di proprietà di Pietro Bearzi, ex Fabbretti, è indicata come possibile alloggio al primo piano per un colonnello o per un maggiore (A.S.U., C.A. I, 755, Pezza A. Prospetto ufficialità 1864). |
1876 span> | * | Tintoria di Pasquale Fior2 (COSMI-AVOGADRO, 115). |
1930 span> | È del dott. Giuseppe Pitotti. | |
span> | °° | L’edificio è vincolato con D.M. del 08 sett. 2000 ai sensi del D.Lgs. 490/1999. |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Per la famiglia Alpruni: B.C.U., ms. 74 fondo Joppi, p. 32. |
span> | 2 | Per Pasquale Fior: FALCIONI, Industrie, 308, 321, 336, 340. |
627 | ||
1801 span> | Niccoletto Rioli (Nomenclatura, f. 24v). | |
1809 span> | * | È dell’industriante Medarda Riula; affittuale è l’impiegato Giovanni Santini (Registro delli aloggi, f. 17v). |
1822, magg. 4 span> | È di Antonio Scrosoppi (A.S.U., C.A. I, 68/X, 1895 Orn. II C, con dis.). | |
span> | * | Il proprietario presenta progetto di riforma della facciata e ne ottiene il nulla osta (ibid.). |
1852 span> | * | Appartiene a Pietro Scrosoppi (Competenze, I, f. 17v). Vedasi anche n. 628. |
628 | ||
1801 span> | Antonio Vida (Nomenclatura, f. 24v). | |
span> | * | Affittuale il locandiere del “Cavallino” (ibid.). |
1809 span> | * | È del negoziante Andrea Vida; affittuale è il locandiere Vincenzo Francesconi (Registro delli aloggi, f. 17v). |
1809, nov. 28 span> | * | In seguito ad atto oppignorativo del 12 nov. 1809, per un debito di L 573,37 da parte di Vincenzo Stainero, viene messa all’asta, per altro senza esito, la casa (A.S.U., C.N., 80, Asta). |
1812 span> | Esercizio al “Cavallino” (Esercenti). | |
span> | * | Gestione dei fratelli Francesconi (ibid.). |
1819, nov. 19 span> | * | Il cursore municipale recapita a Vincenzo Francesconi la diffida a munirsi di licenza di polizia (A.S.U., C.A. I, 10). |
1824, ott. 25 span> | È di Vincenzo Francesconi. Vi è una cisterna (A.S.U., C.A. I, 88/IX). | |
1832 span> | * | Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al locandiere Giuseppe Bertuzzi l’avviso n. 1050 concernente «la remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193). |
1834, ag. 12 span> | È di Domenico Simonetti acquistata dai sigg. Andrea e Filippo Vida. Consta di due case di tre piani di due finestre (A.S.U., C.A. I, 219/I, 3893 Orn. II C, con dis.). | |
span> | * | I proprietari chiedono il permesso di ridurla in due abitazioni, con boteghe nei piani a terra, perciò gli occorrerebbe di riformare il prospetto nella pubblica strada» (A.S.U., C.A. I, 219/I, 3893 Orn. II C, con dis.). |
span> | * | Il progetto è approvato con modifiche (ibid.). |
1834, ag. 27 span> | Andrea e Filippo fratelli Vida vendono a Domenico q. Pietro Simonetti la casa n. 628, «confina a lev. parte con androna consortiva ed oltre r. Finanza loco Clabassi, e parte coo. di Maniago, mezz. col borgo di Poscolle, pon. Antonio Scrosoppi ed a tram. parte Francesco Brunelleschi e parte casa delli fratelli Vida n. 434». Prezzo austr. L 2428,57 (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10611, 4661). | |
1852 span> | * | La casa appare divisa in tre parti, 628, 628 A, 628 B, tutte appartenenti a Pietro Simonetti (Competenze, I, f. 17v). |
1852, magg. 18 span> | * | Domenico Simonetti ha fatto convocare il confinante Antonio del q. Paolo Scrosoppi per ottenere il permesso di alzare il muro divisorio del cortile al momento in rovina. Lo Scrosoppi accetta di concorrere alla spesa (A.S.U., C.A. I, 527/VIII, 3520 Pol. Giud. IX D, con dis.). |
1876 span> | * | Recapito della levatrice Maria Bonfini Simonetti (COSMI-AVOGADRO, 98). |
1883 span> | * | Bottega del tappezziere e sellaio Antonio Cassetti (AVOGADRO, 156). |
629 | ||
1801 span> | Vincenzo Micheli (Nomenclatura, f. 24v); poi demanio (Registro anagrafico, f. 15r). | |
1808, mar. 24 span> | Marianna Segati, moglie di Vincenzo Michieli di Campolongo, vende per L 12400 la casa n. 629, «di ragione ereditaria» a Gaetano di Francesco Clabassi di Gradisca di Sedegliano (A.S.U., N., Domenico Cosattini, 10563, 21). | |
1809 span> | * | È di Gaetano Clabassi; affittuale è l’industriante G.B. Rizzi (Registro delli aloggi, f. 17v). |
1832 span> | * | Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al “bolzer” Antonio Bergamasco l’avviso n. 1050, «per la remuzione degli effetti ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193). |
1846, mar. 28 span> | «Il delegato provinciale per conto dell’ i.r. commissione d’allienazione dei beni e realità dello Stato delle Provincie Venete vende al sig. Giuseppe Iurizza la casa eretta da muri, coperta di coppi, con fondi e corticella, sita in borgo Poscolle n. 629 ; confina a lev. con Pagani dott. Agostino, mezz. col borgo di Poscole, a pon. e tram. con Simonetti Domenico per il prezzo di austr. L 3401 » (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4839, 6576). | |
1847 span> | ° | È di Ferdinando di Valvason. Viene alzata (A.M., Ornato 1843-1851). |
1850 span> | * | Filanda di seta con quattro fornelli, di proprietà di Domenico Simonetti1 (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 68). |
1852 span> | * | Appartiene al co. Valvasoni (Competenze, I, f. 17v). |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Sui Simonetti filandieri: PICCO, Ricordi, 135. |
630 | ||
1801 span> | Sig. Nicoletto e fratelli Montegano (Nomenclatura, f. 24v); poi del sig. Cella, indi del dott. Paiani (Registro anagrafico, f. 15r). | |
1807, giu. 10 span> | Giovanni fu G.B. Montegani vende la casa n. 630 a Gaetano fu Francesco Clabassi per d 2500. Confina lev. Fabio e fratello di Maniago, mezz. strada, pon. Vincenzo Michieli e tram. di Maniago (A.S.U., N., Marco Cancianini, 10413, 41). | |
1809 span> | * | È di Gaetano Clabassi; affittuale è l’impiegato Marco Ragoza (Registro delli aloggi, f. 17v). |
1812, apr. 9 span> | Gaetano Clabassi la vende a Francesco di Ignazio Brunelleschi per it. L 8248,26 (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10625, 806). | |
1815, genn. 26 span> | Francesco Brunelleschi la vende a Francesco fu Andrea Arseni per L 7931 (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10328, 1441). | |
1815, sett. 27 span> | Francesco Arseni la vende a Girolamo q. Antonio Cella (A.S.U., N., Domenico Micheloni, 10324, 1630). | |
1832 span> | * | Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa alla venditrice di frutta Rosa Nigris l’avviso n. 1050, concernente la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193). |
1838, apr. 2 span> | Girolamo Cella la vende ad Agostino Pagani. « Confina a lev. Fabio e fratelli di Maniago, mezz. Poscolle, pon. r. demanio, tram. li coo. Maniago. Questa vendita si fa pel prezzo di austr. L 7500 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10614, 5190). | |
1852 span> | * | Appartiene al dott. Agostino Pagani (Competenze, I, f. 17v). |
1876 span> | * | Nell’edificio abita il professore di clarino Antonio Pollanzani, citato anche come compositore oltre che come maestro di strumenti a fiato. Vi ha inoltre bottega Luigi Morocutti, tappezziere e sellaio (COSMI-AVOGADRO, 103, 115). |
631 | ||
span> | Vi sono delle pitture di Giulio Quaglia. Sec. XVII. | |
1744 span> | «Maniaco. Abitano a mezzo il borgo quasi di rimpetto all’androna Brenari» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 177). | |
1792 span> | * | Il convento di S. Francesco di dentro esige un livello di L 7 dagli eredi del q. co. Pietro di Maniago «sopra la casa di loro abitazione nel borgo di Poscolle» (A.S.U., C.R.S., 696, Cattastico... 1792, p. 122-123). |
1809 span> | * | È di Nicolò e fratelli di Maniago. Vi abita il custode G.B. Michelutti (Registro delli aloggi, f. 18v). |
1838, sett. 19 span> | * | Udine. Beretta, podestà di Udine, ai coo. Fabio e Nicolò Giacomo di Maniago: «Onorata questa r. città nel venturo mese di ottobre, della presenza di S.M.I.R.A. Ferdinando I, sta nel dovere di questa pubblica rappresentanza di predisporre e prommuovere tuttocché tende dimostrare la comune esultanza di questi cittadini pel segnalato sovrano favore. Non ultimo voto del municipio si è pur quello che le case sullo stradale onorato del passaggio dell’augusto monarca presentino un aspetto ridente, quale si conviene alla circostanza, ed a questo fine si è desso indotto a procurare che tutte le case, aventi un reale bisogno, vengano, in precedenza all’arrivo di S.M., imbiancate a cura dei rispettivi proprietari, compatibilmente alle circostanze loro, ben persuasa che la spontaneità di tutti saprà concorrere a tanto scopo. Essendo nel numero di queste case anche quella nel borgo Poscolle al c. n. 631, in proprietà delle SS.LL.II., mi permetto di richiamare il ben noto loro civismo ad un’esigenza di tanto momento, nella fondata lusinga di veder per loro parte secondato questo vivisimo desiderio della civica rappresentanza» (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 5623 Orn., II C). |
1838, sett. 26 span> | Maniago. Risposta di Fabio e Nicolò Giacomo di Maniago: «Se a festeggiare il prossimo arrivo di S.M. creduto avessimo che l’imbianco della nostra casa contribuito vi avesse, senza aspettare l’ecitamento n. 30, 19 corr., a cui ella c’invita, lo avressimo eseguito. Ma la nostra casa per la linda, la forma delle finestre ed altro, mostra il carattere del tempo in cui fu fatta e l’imbiancarla, lasciandola nel resto come è, sarebbe una sconcia barbarie. Quindi abbandoniamo il pensiero imitando l’esempio di Lei, sig. Podestà, se è lecito di paragonare l’infime cose colle grandi, che il palazzo comunale lo lascia senza dar di bianco, nella sua veneranda vecchiezza» (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 5623 Orn. II C). | |
1883 span> | Caffè Roma (AVOGADRO, 139). | |
span> | * | Gestione di Luigia Casarsa (ibid.). |
span> | °° | L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 03 sett. 1955 ai sensi della L. 1089/1939. |
span> | ||
BIBLIOGRAFIA span> | BALLERIO, Architettura minore, 2; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 135-137; BRAGATO, Guida, 66; ERMACORA, Guida, 165; FURLAN, L’opera critica, 387-397; Incendio nel palazzo dei d’Attimis Maniago; di MANIAGO, Guida, 65; di MANIAGO, Storia, 140, 261; MARCHETTI, Il Friuli, 571-576; MARINI, Giulio Quaglio, 160-162; PICCO, Ricordi popolari, 29-30; RIZZI, Pluralità, 345, 384; RIZZI, Storia... Il Seicento, 77; ROTA, Cenni, 29; de RUBEIS, Catalogo, 6 (1938), 13; TRINKO, Notizie, 12; VALENTINIS, Udine antica, 23. | |
632 | ||
1748, sett. 15 span> | Antonio e Valentino Susini q. Giacomo vendono a Giuseppe Lavagna «la casa situata nel borgo di Poscole, che confina a 1ev. con le case del n.h. Sagredo e parte colli eredi q. Mattio Colletti, a mezz. parte con la stessa casa e parte con la strada del borgo, a ponente con Tommaso Abramo et tram. con case di questa raggione tenute a livello da Zuanne Ghezzo e parte esse case Sagredo». Il Lavagna vende contemporaneamente la casa al co. Ottaviano Romano (A.S.U., Arch. Romano, 2, not. G.B. Pavona). | |
1749, lugl. 29 span> | Ottavio Romano la vende ai sigg. Giovanni Maria, Antonio e Felice Venieri, zii e nipote, di Gradisca di Sedegliano (A.S.U., Arch. Romano, 2, not. Gerardo Muzzenini). | |
1799, febbr. 20 span> | * | «Maddalena n. Canciano, moglie del sig. Valentino Travaino e Catterina n. Cicutti, moglie del q. Giovanni Canciano , hanno venduto al sig. Giovanni q G B Gobessi una di loro casa situata nel borgo di Poscole, confinante a lev. Lorenzo Pletti, a mezz. strada di detto borgo, a pon. contrada del co. Gorgo ed alli monti case del co. Gorgo . Et ciò per il capitale di d 280 » (A.S.U., N., Camillo Merluzzi, 9693, Instr. 1799-1801, 1184, f. 805v 806r). |
1800, ag. 5 span> | ° | Zuanne q. G.B. Gobessi la vende ad Antonio Venier per d 6001. |
1801 span> | Antonio Venier (Nomenclatura, f. 24v). | |
1809 span> | * | È del parrucchiere Antonio Venier; affittuale è il sarto Antonio Feruzzi (Registro delli aloggi, f. 18v). |
1812 span> | Osteria “Alla felicità” (Esercenti). | |
span> | * | La gestisce Anna Venier (ibid.). |
1813, mar. 13 span> | * | Antonio Venier al podestà di Udine, presentando il progetto per la ricostruzione di questa sua casa, afferma che la medesima si presenta «malconcia e quasi pericolante» e che è «costretto a por mano nella medesima onde evitare qualunque pericolo che nascer potesse» (A.S.U., C.N., 180/1813/I, 1128 Orn. XIX, con dis.). |
span> | °° | Il disegno è firmato da «Giuseppe Prisani Architetto Civile». |
1824, mar. 11 span> | Antonio q. Leonardo Venier vende a Girolamo ed Antonio Venerio la casa «comprensiva anche il retroposto c. n. 665, che confina a 1ev. con li consorti Pletti, mezz. Poscolle, pon. con la contrada Gorgo, tram. con Geretti G.B. loco Gorgo . Questa vendita si fa pel prezzo di austr. L 5550 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10604, 3206). | |
1824 span> | È di Girolamo e Antonio Venerio (A.S.U., C.A. I, 89/X, 2802 Orn. II C). | |
span> | * | I proprietari chiedono di chiudere una finestra «a pieppiano». Il permesso viene accordato, purché la finestra stessa sia collocata in asse con quella superiore (ibid.). |
1825, genn. 31 span> | * | Antonio e fratello Venerio presentano un progetto di riforma «dei due ribatti della casa fu Venier» (A.S.U., C.A. I, 100, 455 Orn. II C). |
1832 span> | * | Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa alla venditrice di frutta Maria Covis l’avviso n. 1050 concernente la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193). |
1852 span> | * | Appartiene ai fratelli Venerio (Competenze, I, f. 17v). |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Senza indicazione di fonte nel ms della Porta. |
633 | ||
1748 span> | * | Appartiene ai Sagredo. Vedasi n. 632. |
1801 span> | * | Appartiene a Lorenzo Pletti, che l’ha ceduta in affitto a Domenico Bortolissi (Nomenclatura, f. 24v). |
1809 span> | * | È dell’oste G.B. Pletti; affittuale è l’armaiolo Fortunato Cancian (Registro delli aloggi, f. 18v). |
1832 span> | * | Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al falegname Giovanni Conti l’avviso n. 1050 sulla «remuzione degli effetti ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193). |
1834 span> | ° | Domenico Pletti q. G.B., loco Pletti, loco Lucio Rinaldis, loco Benedetto Bergamino, loco Michiel Bevilacqua, loco Giacoma e sorelle q. Leonardo q. Zuane Lorenz fabbro, paga ven. L 2 in dipendenza di strumento 12 dic. 1452, atti Simon Lovaria, sopra una casa in Poscolle, che anticamente confinava con le case del fu Nicolò Antonio Zuane, da un’altra con il fabbro, dietro con certo Floreano di Colloredo (A.O.U., Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834). |
1845, lugl. 15 span> | Casa ad un solo piano, di due finestre, viene alzata. È degli eredi Pletti (A.S.U., C.A. I, 390/VI, 4120 Pol. Giud. IX, con dis.). | |
span> | * | Il disegno è firmato dal capomuratore Lucio Comuzzi. |
1876 span> | * | Vi abita il sarto Carlo Vicario (COSMI-AVOGADRO, 122). |
634 | ||
1801 span> | Lorenzo Pletti (Nomenclatura, f. 24v). | |
1809 span> | * | È del linaiolo Francesco Pletti; affittuale è il libraio G.B. Turchetti (Registro delli aloggi, f. 18v). |
1832 span> | * | Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al falegname Giuseppe Maniglia l’avviso n. 1050, concernente la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193). |
1845 span> | ° | È di Domenico Del Mestre1. |
1852 span> | * | Appartiene a G.B. Floreano (Competenze, I, f. 17v). |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Senza indicazione di fonte nel ms della Porta. |
635 | ||
1726, febbr. 13 span> | * | «Mess. Lorenzo q. Olderico Zaccher carinthiano, habitante in questa città , cesse agli eredi q. Domenico Vicario la casa con area e corte situate nel borgo di Viola, acquistate per esso Zaccher dal nob. Francesco Arrigoni con instr. di man mia, 5 lugl. 1711 . E ciò per il prezzo di d 199 L 2 s 4 » (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunallesco, 8302, XX instr., f. 19v — 20v). |
1801 span> | Felicita Vicario (Nomenclatura, f. 24v). | |
span> | * | Vi abita come affittuale Elisabetta Miana (ibid.). |
1808, magg. 15 span> | Giuseppe q. Michele Fabris vende la casa n. 635 a Domenico q. Giacomo Visentini per L 2537. «Confina a lev. Santo e fratelli Tosetti, mezz. Poscolle, pon. e tram. Lorenzo Pletti» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10583, 47). | |
1809 span> | È di Elisabetta Visintini (Registro delli aloggi, f. 18v). | |
1852 span> | * | Appartiene a Pietro Maniglia (Competenze, I, f. 18v). |
1854, magg. 5 span> | * | Appartiene a Domenico Del Mestre. Vedasi progetto per la casa n. 636 (A.S.U., C.A. II, 66, 3127 Orn. II C). |
1876 span> | * | Vi abita il calzolaio Antonio Micchia (COSMI-AVOGADRO, 88). |
1883 span> | * | Vi ha bottega il doratore e verniciatore Giovanni Bertoli (AVOGADRO, 143). |
1936, febbr. span> | Viene riformata. | |
636 | ||
1801 span> | Santo Tosetti (Nomenclatura, f. 24v). | |
1809 span> | * | È di Santo Tosetti (Registro delli aloggi, f. 18v). |
1852 span> | * | Appartiene alla chiesa di S. Nicolò (Competenze, I, f. 18v). |
1854, magg. 5 span> | È di Antonio Tuzzi. Viene riformata (A.S.U., C.A. II, 66/1854, 3127 Orn. II C, con dis.). | |
span> | °° | Il disegno è firmato da «F. Nardini». |
1883 span> | * | Bottega dell’intagliatore in legno Giovanni Bertoli (AVOGADRO, 146). |
637 | ||
1801 span> | Antonio Cella (Nomenclatura, f. 24v). | |
span> | * | Vi abita come affittuale il sac. Lorenzo Torrelazzi (ibid.). |
1809 span> | È di Giovanni Colaone (Registro delli aloggi, f. 18v). | |
span> | * | Affittuale è l’orefice Luigi Torrelazzi1 (ibid.). |
1852 span> | * | Appartiene a Valentino Colaoni (Competenze, I, f. 18v). |
1854 span> | * | Proprietà di Giacomo Colaoni. Vedasi progetto per la casa n. 636 (A.S.U., C.A. II, 66, 3127 Orn. II C). |
1876 span> | * | Negozio di salumeria e privativa di Grappin e Peressini (COSMI-AVOGADRO, 110, 111). |
1883 span> | Vi ha bottega il tappezziere e sellaio Antonio Collavig (AVOGADRO, 156). | |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Per l’orefice Torrelazzi vedansi i n. 746 e 747. |
638 | ||
1801 span> | Giacomo e Maurizio Moretti (Nomenclatura, f. 24v). | |
span> | * | Vi abita come affittuale Giovanni Marangoni (ibid.). |
1803, ag. 5 span> | ° | Giacomo e Maurizio q. G.B. Moretti cedono in permuta al Marc’Antonio Savorgnan una casa in Poscolle per d 4264 (Not. Antonio Lorio). |
1809 span> | È di Vincenzo e fratelli Planis (Registro delli aloggi, f. 18v). | |
1834 span> | ° | Planis sig. Vincenzo e fratelli q. G.B. loco eredi di Alessandro Oselinil, loco Antonio Brazzoni, loco figli del q. nob. Pietro Fontanini, loco Zuan Pirisin calligaro, loco Zuan Maria de Lorenzi, loco Bartolomeo di Fagagna, loco mess. Nicolò q. Vittor fabbro, pagano L 8 in dipendenza d’Istrumento 1453 maggio 8, atti Giovanni Lovaria, sopra una casa in Poscolle confinava da una parte Pietro pellizzaro, dall’altra Giovanni di Basagliapenta, dalla parte posteriore borgo Viola e davanti strada (A.O.U., Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834, p. 360). |
1841, apr. 30 span> | È del canonico Pietro Planis. Ha la facciata di cinque finestre; quella di mezzo ha un poggiolo con balaustra in ferro (A.S.U., C.A. I, 328/1841/VIII, 2909 Orn. II C, con dis.). | |
span> | * | Il Planis chiede ed ottiene di aprirvi una porta a sinistra del portoncino d’ingresso, per una bottega (ibid.). |
1847, apr. 8 span> | ° | Divisioni della facoltà lasciata da mons. Pietro q. G.B. Planis fra gli eredi Giacomo, Caterina, Marianna ed Elena Verzegnassi, fu Prospero (not. Giacomo Someda). |
1852 span> | * | Appartiene ad Anna Planis (Competenze, I, f. 18v). |
1874 span> | * | La casa è censita insieme con quella n. 639 (Prospetti di confronto, 56). |
1876 span> | * | G.B. Bonani2 e figlio vi hanno bottega come intagliatori e doratori (COSMI-AVOGADRO, 92, 97). |
1883 span> | * | Botteghe del doratore Marco Bardusco3 e del calzolaio Giuseppe Santi (AVOGADRO, 143, 140). |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Un documento del 17 sett. 1695 registra un importante passaggio di proprietà di beni mobili fra Alessandro Osellini e il cognato Giuseppe Codicino: «Essendo creditore il sig. Alessandro Osellini dal sig. Gioseffo Codicino suo cognato di ducati ducento e cinquanta, cioè cento prestatili nell’occasione di dotar Isabella Codicina sua cugina, maritata nel sig. Gioseffo Pichissino e cento e cinquanta parimenti prestatili ultimamente per recuperar dal sacro monte sie pezze di tella ch’esso Gioseffo haveva ivi in pegno ed bora vengono da lui trasmesse al sig. Lorenzo Bortoletti in Venetia a conto del debito che suo tiene; e contentandosi esso Osellini, per compiacer al cognato, di ricever la satisfattione del medesimo suo credito in tanti mobili; quindi è che detto Gioseffo Codicino ha dato allo stesso Osellini li mobili qui a piedi descritti concordemente di capo in capo appreciati . E perché questo dissegna per fornimento di sua casa far provisione d’altri mobili di minor spesa e particolarmente di quadri, acciò intanto la casa non resti sfornita, il sig. Osellini è concorso a satisfar l’istanze del Codicino con lasciarli per hora a imprestito tutti li detti mobili , cosi che possa ogni volta che gli parerà farli levare e trasportar in casa sua. Ed acciò sempre siano conosciuti distintamente dagli altri di ragion Codicina, sono stati d’uno in uno dal sig. Osellini segnati parte col proprio nome descritto in policini e parte col proprio sigillo in cera Spagna . Seguono li mobili: due quadri di mano del q. sig. Antonio Carneo con soazoni d’intaglio dorati, appreciati di comun consenso ducati 20 l’uno, val ducati 40, due altri quadri di mano del medesimo con soaze d’intaglio, color di bosso, appreciati come sopra, ducati X l’uno, val ducati 20 » (A.S.U., N., Nicolò Aloi, 8108 IV instr., f. 118v — 120v). |
span> | 2 | Questo cognome è sempre citato dal Picco come Bonanni (L’arte della scultura in legno in Friuli; Un distinto artista pittore decoratore; Ricordi, 122). |
span> | 3 | Per Marco Bardusco: Elenco ufficiale, 11, 15; PICCO, Ricordi, 122. |
639 | ||
1791, lugl. 14 span> | « Giuseppe ed Antonio q. Valentino Levani hanno venduto al sig. G.B. Vincenzo Planis una casa in Poscolle, che confina a lev. casa Planis, a mezz. strada , a pon. e tram. sigg. Venier di Gradisca di Sedegliano . Questa vendita hanno fatta pel prezzo di d 800» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9975, XVIII instr., 1377, f. 1756r — 1756v). | |
1801 span> | G.B. Planis (Nomenclatura, f. 24v). | |
span> | * | Vi abita come affittuale Giacomo Bertuzzi (ibid.). |
1809 span> | * | È di Vincenzo e fratelli Planis (Registro delli aloggi, f. 18v). |
1834 span> | ° | Vincenzo e fratelli Planis q. G.B., loco eredi Alessandro Oselini, loco Antonio Brazzoni, loco figli q. nob. Pietro Fontanini, loco Zuane Pirisin calligaro, loco Zuan Maria de Lorenzi, loco Bartolomeo di Fagagna loco mess. Nicolò q. Vittor Fabro pagano L 8 in dipendenza di istr. 1453, maggio 8, atti Giovanni Lovaria, sopra una casa in Poscolle; confinava da una parte Pietro pellizzaro, dall’altra Giovanni di Basagliapenta, dalla parte posteriore borgo Viola, avanti strada pubblica (A.O.U., Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834). |
1852 span> | * | Appartiene ad Anna Planis (Competenze, I, f. 18v). |
1874 span> | * | Censita come corpo unico con la casa n. 638 (Prospetti di confronto, 56). |
640 | ||
1801 span> | G.B. Planis (Nomenclatura, f. 24v). | |
1809 span> | * | È di Vincenzo e fratelli Planis; affittuale è Michele Coceancigh (Registro delli aloggi, f. 18v). |
1839, mar. 22 span> | * | Proprietà di Vincenzo e fratello Planis. Vedasi n. 641. |
1852 span> | * | Appartiene ad Anna Planis (Competenze, I, f. 18v). |
1876 span> | Scuola elementare privata femminile di Marzia Selva Brusadola (COSMI-AVOGADRO, 65). | |
1883 span> | Osteria “Al magazzeno”. | |
span> | * | Proprietario ne è Francesco Anderloni. Nell’edificio ha studio l’avv. Giuseppe Forni (AVOGADRO, 138, 150). |
1930 span> | Osteria “Al lepre”. | |
span> | ||
BIBLIOGRAFIA span> | ERMACORA, Vino, 82. | |
641 | ||
1753 span> | L’Ospedale possiede una casa che fu del q. Nicolò Fornasier legata all’Ospedale con atti di Nicolò di Ceresetto (1425-1441). Paga L 8. Ora paga Giuseppe Bombello1 alla partita di Girolamo Pavona (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1753, f. 294v). | |
1776, ag. 23 span> | ° | Gorizia. Alessandro Giorgio vende la casa a Sebastiano Bombel per d 600 (A.O.U., Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834). |
1794, apr. 16 span> | * | « Sebastiano q. Giuseppe Bombello assegna a titolo di patrimonio ecclesiastico al rev. Giuseppe di lui figlio la casa posta nel borgo Poscolle , come risulta dalla stima fatta dalli sigg. Carlo la-cotti e Vicenzo Moro pubbl. per. » (A.S.U., N., Ignazio Brunelleschi, 10601, I instr., 141, f. 171v — 177v). Vi è allegata la stima citata, redatta il 15 marzo dalla quale si ricava che si tratta di «casa di muro copperta di coppi, fondi e cortivo, confina a lev. il rev. Domenico e fratelli Pagioli e Francesco Danielis, mezz. il borgo di Poscolle, pon. G.B. Planis ed a tram. il borgo di Violla » (ibid.). |
1801 span> | * | Sebastiano Bombelli, falegname (Nomenclatura, f. 24v). |
1809 span> | * | È del falegname Sebastiano Bombelli (Registro delli aloggi, f. 18v). |
1832 span> | * | Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al falegname Domenico Bombelli l’avviso 1050 concernente la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193). |
1834 span> | ° | Bombelli Domenico, loco Comuzzini loco Valentino Pavona loco eredi di Domenico Tosin loco un Filippo di Zuan Rangua pelizzaro di Basagliapenta paga (A.O.U., Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834, p. 378). |
1839, mar. 22 span> | * | «Domenico del fu Sebastiano Bombelli dichiara venduta al sig. Odorico del fu co. Vincenzo della Porta la casa di muro coperta di coppi coi relativi fondi e adiacenze, composta di due fabbricati, uno a mezz. sopra il borgo di Poscolle e l’altro a tram., con corte in mezzo di essi fabbricati, con portone anche sulla calle mette al borgo di Viola n. 641; tutta confina a lev. casa del sig. Giuseppe Fabrizio, a pon. casa delli sigg. Vincenzo e fratello Planis, a tram. calle mette al borgo di Violla parte e parte casa del Fabrizio ed a mezz. il borgo di Poscolle . Qual casa in esso venditore è pervenuta in forza di disposizione testamentaria del def. genitore Sebbastiano q. Giuseppe Bombelli rogiti D. Micheloni 20 dic. 1821 . Questa vendita fatta venne per austr. L 15000 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10492, 11980). |
span> | ° | Negli anni successivi la casa per eredità passa alla vedova Tranquilla Zanutta della Porta. |
1841, febbr. 22 span> | * | «Domenico Bombelli del fu Sebbastiano confessa di aver ricevuto L 4000 austr. a saldo della somma di austr. L 6000 rimaste del contratto del prezzo della casa venduta» (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/I, 95) |
1852 span> | * | Appartiene a Odorico della Porta (Competenze, I, f. 18v). |
1876 span> | * | Deposito di scagliola di Romano e De Alti (COSMI-AVOGADRO, 112). |
1883 span> | * | Bottega dell’armaiuolo Sante Pontisso (AVOGADRO, 138). |
1890 span> | ° | Per eredità passa al pronipote G.B. della Porta. |
1894 span> | ° | G.B. della Porta la vende a Giacomo Giordani. |
span> | ||
NOTE span> | 1 | I Bombelli abitano in Poscolle, anche se non in questa casa, almeno dal 1594, come riferisce il Catastico 1594 della confr. dei Calzolai (A.S.U., Confraternita dei Calzolai, 458, f. 131v) che cita un Piero Bombello. |
span> | ||
BIBLIOGRAFIA span> | BIASUTTI, Note d’archivio, 18-19. | |
642 | ||
1801 span> | Domenico Pascoli (Nomenclatura, f. 24v). | |
1809 span> | * | È dell’agente Francesco Pascoli (Registro delli aloggi, f. 18v). |
1811, giu. 1 span> | Francesco fu Antonio Pascoli vende a Domenico fu Mattia Brisighello casa n. 642 con casetta interna per L 7421,02. «Confina verso lev. parte con andronetta con-sortiva con Pietro Piani e parte con casa e cortivo di Piani, a mezz. il borgo di Poscolle a pon. Sebastiano Bombello, ed a tram. con casette rimaste al Pascoli» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10296, 166). | |
1812, ag. 20 span> | Domenico Brisighelli vende a Giuseppe di Antonio Fabrizio la «casa con forno e corte ed altra casetta interna, sita nel borgo Eugenio, detto un tempo di Poscolle, al c.n. 642 e ciò pel prezzo di it. L 7421,2 » (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10323, Rep. III, 808, f. 12v). | |
1839, mar. 22 span> | * | Appartiene a Giuseppe Fabrizio. Vedasi n. 641. |
1845, ag. 19 span> | Domenico fu Giuseppe Fabrizio vende a Valentino Passero «la casa posta nel borgo di Poscolle con altre casette attigue riferiscono nella contrada detta di Viola e corticella tra esse, il tutto distinto coi c.n. 642, 651 A, 651 B, 652 D , cui unito vi confina a lev. eredi del fu Pietro Venuti e callisella mette al borgo di Viola, mezz. borgo Poscolle, pon. co. Ulderico della Porta ed altra callisella mette al borgo Viola, tram. ***. Le prescritte case furono dal def. Giuseppe Fabrizio acquistate con pubblici istrumenti 20 ag. 1812, atti Michelone, e 31 ag. 1812, atti Colomba, e da esso passarono nei di lui eredi . La vendita viene fatta per austr. L 8852,34 » (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4837, 6246). | |
1852 span> | * | Appartiene a Valentino Passero (Competenze, I, f. 18v). |
643 | ||
1801 span> | Francesco Danielis (Nomenclatura, f. 24v). | |
1809 span> | È di Pietro Piani negoziante (Registro delli aloggi, f. 18v). | |
span> | * | Affittuale è il locandiere Paolo Prosdocimo (ibid.). |
1810, febbr. 24 span> | ° | Locanda “Ai tre mori”, già “Pomodoro” (A.M., Commissario di polizia di Udine, 1810). |
1812 span> | Albergo all’ “Aquila d’oro” (Esercenti). | |
span> | * | Gestione di Pietro Burelli (ibid.). |
1815, ott. 2 span> | * | A Pietro Piani è necessario «accrescere nella sua casa in Poscolle coscritta al n. 643 un ribatto a pian terreno sopra la strada». Il permesso è accordato (A.S.U., C.N., 180, 8199 Orn.). |
1817, sett. 19 span> | * | Il cursore municipale consegna in questa casa un invito per Maria Monticoli a munirsi di licenza di polizia. Non ne è precisato il motivo (A.S.U., C.A. I, 10). |
1852 span> | * | Appartiene a Margherita Venutti (Competenze, I, f. 18v). |
1874 span> | * | L’edificio è censito come parte di un complesso comprendente i n. 643, 644 e 645 (Prospetti di confronto, 56). |
1876 span> | * | Vi abita il medico chirurgo Giovanni Rinaldi. Luigia Angelis gestisce un negozio di privative. Nella casa inoltre lavora il cesellatore e argentiere Domenico Bertaccini1, pure indicato come ottonaio e lattonaio (COSMI-AVOGADRO, 101, 111, 90 e 108). |
1883 span> | * | Vi è ancora segnalata la bottega di Domenico Bertaccini (AVOGADRO, 153). |
1931 span> | La casa ha un poggiolo di pietra. | |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Per Domenico Bertaccini: Elenco ufficiale, 17. |
644 | ||
1801 span> | Francesco Rossi (Nomenclatura, f. 24v). | |
1809 span> | * | È di Francesco Rossi; affittuale è l’agente G.B. Zanolli (Registro delli aloggi, f. 18v). |
1828, febbr. 21 span> | * | Giovanni Morelli de Rossi, quale proprietario della casa, chiede il permesso di applicare una cornice «sopra la bottega della casa medesima». Il permesso è concesso, purché ci si attenga al modello adottato per le botteghe del palazzo comunale (A.S.U., C.A. I, 148/X, 702 Orn. II C). |
1852 span> | * | Appartiene a Morelli de Rossi (Competenze, I, f. 18v). |
1874 span> | * | Vedasi n. 643. |
645 | ||
1726 span> | * | Appartiene alla chiesa di Pasian di Prato. Vedasi n. 646. |
1801 span> | Comune di Pasian di Prato (Nomenclatura, f. 24v). | |
span> | * | Affittuale Anna Cassutti (ibid.). |
1809 span> | * | È della chiesa di Pasian di Prato; affittuale è l’oste Giacomo Pittana (Registro delli aloggi, f. 18v). |
1812 span> | Osteria “Alla colombina” (Esercenti). | |
span> | * | Gestione di Giacomo Pittana (ibid.). |
1841, genn. 26 span> | * | Angela De Luisa chiede di ampliare la porta e la finestra del pian terreno, spostando la seconda in asse con quelle superiori. Il progetto è firmato dal muratore Giuseppe Salvador. La deputazione d’ornato, esprimendo parere favorevole, suggerisce di «prescrivere anche la sistemazione di quelle» superiori (A.S.U., C.A. I, 328/VIII, 809 Orn. II C, con dis.) |
1852 span> | * | Appartiene alla chiesa di Pasian di Prato (Competenze, I, f. 18v). |
1868, genn. 8 span> | Il demanio pone all’asta la casa n. 645 (“Giornale di Udine”, 2, CCCIV, 21 dic. 1867, 4). | |
1874 span> | * | Vedasi n. 643. |
1876 span> | * | Giuseppe Ersetich vi gestisce un magazzino di vino all’ingrosso (COSMI-AVOGADRO, 116). |
1883 span> | * | Bottega dell’argentiere e cesellatore Domenico Bertaccini1, che vende anche chincaglieria e bigiotteria (AVOGADRO, 142). |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Vedasi n. 643. |
646 | ||
1726, genn. 28 span> | Gli eredi di G.B. Modesti vendono a Bortolo Maffini, mercante, la «casa in borgo di Poscolle, che confina a lev. con casa possessa da Francesco Cernante, mezzog. strada pon. casa della chiesa di Pascano o sia Colloredo di Prado et alli monti col co. Scipione Gaspardis. E ciò per d 389 e s 4, come fu acquistata per l’antedetto G.B. coll’istrom. 21 genaro 1682 per mano del q. Girolamo Dell’Hoste not. » (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi , 8302, XX instr., f. 17v — 19v). | |
1774, sett. 30 span> | Confinazione operata dal pubblico perito Nicolò Codutti su istanza del p. Giusto Fontanini, sindaco del convento di S. Pietro Martire: « Casa posta nel borgo di Poscolle, possessa dalli sigg. Francesco e fratelli Casi, pervenuta a detti Casi per eredità della sign. Anna n. Mafini moglie del sig. Francesco, uno di detti fratelli; nella faciata di detta casa, al di fuori verso il borgo, erra anticamente pitturata l’efige della B. Vergine Maria e di altri diversi Santi, ora presente non esiste. Confina a levante con Orsola Servante, ora abitante in Ontegnano, mediante una casa tenuta ad affitto da Francesco Cattaruzzo, mezzodν borgo di Poscolle, ponente casa della chiesa di S. Giacomo di Pasian di Prato tenuta ad affitto da Giacomo q. Simon Chiandetto e a tramontana casa del co. Vicenzo di Pers, fu Gaspardis » (A.S.U., C.R.S., 783/31, n. XI). | |
1801 span> | Raffaello de Raffaello (Nomenclatura, f. 24v). | |
1809 span> | * | È del maniscalco Raffaello Raffaeli (Registro delli aloggi, f. 18v). |
1810, dic. 29 span> | Raffaello q. Francesco Raffaelli vende a Gasparo q. Giacomo Buelz di Treviso la casa n. 646, confina a lev. Minighini, mezz. borgo, pon. comune di Pasian di Prato, tram. eredi di Vincenzo di Pers, per it. L 2530 (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10323, Rep. II, 447, f. 18v). | |
1813, apr. 12 span> | * | Gaspero Sbuels ottiene il permesso di tinteggiare di bianco la facciata (A.S.U., C.N., 180). |
1816, giu. 14 span> | °° | Pratica edilizia di riforma della facciata (A.S.U., C.N., 180/XIX, 849 Orn. 19, con dis.). Il disegno è firmato da «Francesco Bernardinis Ing. Civ.e». |
1852 span> | * | Appartiene a Gaspero Sbolz (Competenze, I, f. 18v). |
1876 span> | * | Magazzino di vino all’ingrosso di Antonio Cricchiutti (COSMI-AVOGADRO, 116). |
647 | ||
1726 span> | * | Appartiene a Francesco Cervante. Vedasi n. 646. |
1774 span> | * | Appartiene a Orsola Servante. Vedasi n. 646. |
1801 span> | Elisabetta Meneghini d’Ontagnano (Nomenclatura, f. 24v). | |
span> | * | Affittuale Maria Moratti (ibid.). |
1809 span> | * | È di Carlo Meneghini; affittuale è l’impiegato Vincenzo Ruggieri (Registro delli aloggi, f. 18v). |
1811, mar. 9 span> | * | In seguito ad atto oppignorativo del 1 febbraio, viene messa all’asta una stanza al pian terreno. Debitore è Meneghini di Ontagnano (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta). |
1812, febbr. 5 span> | * | Carlo e Antonio q. Domenico Menighini vende per L 1842 a Giuseppe del q. Giovanni Bidossi la casa n. 647; confina a lev. piazza, pon. eredi q. Vincenzo Pers (A.S.U, N., Luigi Bertoldi, 10355, Rep. II, 867, f. 42r). |
1832 span> | * | Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa alla rigattiera Elisabetta Venuti l’avviso n. 1050 concernente la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193). |
1847, ott. 8 span> | * | « Luigia Pellizzari Brusani, a mezzo del nob. Leonardo Mantica , vende al sig. Giacomo Flumiani la casa situata in borgo Poscolle al c.n. 647 coi confini a lev. Pecile Leonardo, mezz. borgo Poscolle, pon. Sbuelz Gaspare e tram. Jesse. Quella casa si vende pel prezzo di L 6400 e coll’obbligo di pagare ogni anno in perpetuo lb 2 d’oglio alla chiesa di S. Nicolò in Udine » (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/III, 1255). |
1852 span> | * | Appartiene al dott. Giacomo Flumiani (Competenze, I, f. 18v). |
1876 span> | * | La casa ospita, oltre il coltellinaio Mattia Meazzo, il negozio di coloniali e la drogheria di G.B. Pellegrini, nonché il magazzino di vino all’ingrosso di Domenico Ceconi (COSMI-AVOGADRO, 91, 116). |
1883 span> | * | Vi esercita l’attività di coltellinaio e fabbricatore di strumenti chirurgici Giacomo Menegon1. Vi lavora anche il fabbro ferraio Leonardo Pecile (AVOGADRO, 144). |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Per Giacomo Menegon: Elenco ufficiale, 6; Esposizione, 13. |
648 | ||
1801 span> | Carlo Paroni (Nomenclatura, f. 24v). | |
span> | * | Affittuale Montanari (ibid.). |
1802, sett. 1 span> | * | «Cornelia del q. Angelo Paroni, moglie relitta del q. Francesco Michieli , ha venduto al sig. Mattio figlio separato del sig. Antonio Caratti di Tolmezzo la mettà della quale è di appartenenza del q. Filippo fu figlio delli q. Giacomo ed Elisabetta Paroni Montanari, che unita confina a lev. eredi del q. co. Vincenzo di Pers fu Gaspardis, a mezz. il borgo di Poscolle, a pon. Meneghini di Ontegnano ed a tram. eredi Pers ; qual casa fu ad essa lasciata in legato dal q. Filippo zio con testam. 6 sett. 1753 in note del q. Alessandro Aborta . E questa vendita ha fatto pel prezzo di d 450 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLV instr., 3301, f. 4432v — 4433r). |
1809 span> | È di Paolina Montanari (Registro delli aloggi, f. 18v). | |
span> | * | Affittuale è l’industriante G.B. Danelucci (ibid.). |
1811, giu. 25 span> | L’amministratore dei beni retrodati del circondario di Udine vende, per L 400, al sig. Carlo fu Giuseppe Giudice la casa n. 648 già di Paolina Montanari oppignorata e retrodata per debito prediale. Confina lev. e tram. eredi di Vincenzo Pers, mezz. strada (A.S.U., N., Domenico Micheloni, 10326, 558). | |
1823, ott. 21 span> | Carlo q. Filippo Montanari ed Eugenia in Guitard, figli del q. Filippo Montanari e della q. Paolina Piva, il primo per cinque ottavi e la seconda per tre ottavi, vendono a Leonardo Pecile fabbro, che acquista, per persona da dichiarare, la casa n. 648 per L 3100. «Confina a lev. e tram. cogli eredi Pers, a mezz. il borgo di Poscolle ed a pon. Giuseppe Bidossi» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10633, 372). | |
1832 span> | * | Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casaal fabbro Leonardo Pecile l’avviso municipale n. 1050 per la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193). |
1833, magg. 30 span> | È di Leonardo Pecile. Casa di due finestre al primo piano, ad arco (A.S.U., C.A. I, 206/I, 2398 Orn. II C, con dis., firmato dal capomastro G.B. Degan). | |
span> | * | Il proprietario presenta un progetto di riforma che viene approvato (ibid.). |
1876 span> | * | Bottega del fabbro ferraio Gabriele De Sabbata1 (COSMI-AVOGADRO, 92). |
1921 span> | Casa del Leone. Già ufficio veneto del saggio dell’oro2 (VALENTINIS, Udine antica, 9). | |
span> | °° | L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 18 apr. 1955 ai sensi della L. 1089/1939. |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Sull’attività dei De Sabbata: Esposizione, 14, 64. |
span> | 2 | Non si sono finora trovati documenti che comprovino l’affermazione del Valentinis. |
span> | ||
BIBLIOGRAFIA span> | BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 138; BERRIS, Monografia, 7; BRAGATO, Guida, 65; GIOSEFFI, Udine, 84. | |
649 | ||
1744 span> | Scipione Gaspardis «abita la casa che fu dei Brugnis, poi dei Sassi, prossima a S. Nicolò da lui ristorata e ridotta nella bella forma che si vede. Questa casa appartenne anche agli Ottacini» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 176). | |
1801 span> | Eredi q. co. Vincenzo di Pers (Nomenclatura, f. 24v). Passò poi in eredità al barone Orazio Belgrado e poi acquistata dal sig. Giuseppe Jesse (Registro anagrafico, f. 15v). | |
1809 span> | * | È di Paolina di Pers (Registro delli aloggi, f. 18v). |
1809, genn. 14 span> | * | Paulina della Forza di Pers chiede al podestà di Udine la restituzione dell’appartamento che tale sig. Ranvez, il quale in precedenza l’occupava, ha ceduto ad un medico maggiore di reggimento (A.S.U., C.N., 116, 285 XXXII R.S.). |
1815, genn. 4 span> | * | Al podestà «la co. Paolina della Forza di Pers fa presente d’essersi prestata alla riparazione di cui avea estrema necessità il marciapiedi anesso alla di lei casa d’abitazione al c. n. 649 e nell’atto stesso non può a meno di non rimarcargli che l’abuso da lungo tempo introdotto dalli venditori di legna di qualunque specie, che in giorno delli soliti cosν detti mercati settimanali, dispongono sul salizzo della casa antedetta appoggiandoli alle pareti, ben presto riddurrà nel primiero sistema ed in conseguenza inutile ogni cura e spesa incontrata dalla co. di Pers». Il podestà riconosce giusti i motivi addotti e promette l’adozione di provvedimenti opportuni (A.S.U., C.N., 186, 122 Pol. 20). |
1825, dic. 14 span> | * | « Il co. Marzio del fu co. Giulio Strassoldo , mediante Gregorio Comelli di lui agente , vende al sig. Giuseppe Tomaso Jesse la casa n. 649 650, faciente cantone ai borghi di Poscolle e S. Maria, confina a lev. strada del borgo di S. Maria, conducente a quella di Poscolle, mezz. parte strada publica del borgo di Poscolle e parte casa di Leonardo di Antonio Pessille fabro, casa del sig. Giuseppe Bidossi calzolaio e casa della chiesa di Pasian di Prato, pon. parte casa del sig. Giovanni Morelli de Rossi e parte casa del sig. Pietro Piani e piazzetta . Tale vendita viene fatta per il prezzo convenuto in austr. L 22857,15 » (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10551, 2565). |
1825, dic. 15 span> | * | Tomaso del fu Simone Jesse deposita negli atti del not. Francesco Nussi i documenti d’acquisto della casa ai n. 649 e 650 (ibid.). |
1826, apr. 10 span> | Casa ai n. 649-650, già Vincenzo di Pers, acquistata da Jesse con istr. 14 dic. 1825, atti Nussi. Si domanda di inalzarla a tre piani (A.S.U., C.A. I, 100/1826/II, 1159 Orn. II C, con dis.). | |
1838, magg. 23 span> | Giuseppe Iesse «in continuazione dei lavori di alzamento fatti eseguire» nelle case in Poscolle ai n. 649-650 negli anni 1826-1827, chiede di alzare anche la parte verso via Viola (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 2609 Orn. II C, con dis.). | |
span> | * | Il progetto è approvato (ibid.). |
1838, lugl. 18 span> | * | Giuseppe Iesse comunica che nel «corso dei lavori di riforma alla casa n. 649, 650 trova conveniente di ommettere l’alzamento del terzo piano per la circostanza che li muri vecchi non presentano bastante solidità». La decisione è approvata dalla deputazione d’ornato (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 3864 Orn. II C). |
1883 span> | Osteria “Al ritorno degli Italiani” (AVOGADRO, 150). | |
span> | * | Gestione di Francesco Bortoluzzi (ibid.). |
1924 span> | «Casa ex Muratti. Stile rinascimento su disegno dell’Architetto Valentino Presani (sec. XIX)» (G. VALENTINIS, Udine antica, p. 10). Da Iesse passò per acquisto in Giusto Muratti; dopo la guerra fu della Camera del Lavoro, indi di Alessandro del Torso e finalmente delle Assicurazioni Generali. | |
span> | °° | L’edificio è vincolato con D.M. del 03 magg. 1997 ai sensi della L. 1089/1939. |
span> | ||
STUDI INEDITI span> | BUCCO, Il neoclassicismo, I, 61. | |
span> | ||
BIBLIOGRAFIA span> | BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 138-139; BRAGATO, Guida, 65; CHIURLO, Epigrafi, 48, 50, 61; PAGNINI, Giusto Muratti, 58-70; ROTA, Cenni, 30; VALENTINIS, Udine antica, 10; VALENTINIS, Cinquanta epigrafi, 17, 19, 30. | |
650 | ||
1801 span> | * | L’edificio, di proprietà degli eredi del co. Vicenzo di Pers, ospita l’affittuale Gioseffa Grandis (Nomenclatura, f. 24v). |
1809 span> | È di Gioseffa Grandis (Registro delli aloggi, f. 18v). | |
1825, dic. 14 span> | * | Vedasi n. 649. |
1826, apr. 10 span> | * | Vedasi n. 649. |
1852 span> | * | Appartiene a Francesco ed Ermacora lesse (Competenze, I, f. 18v). |
651 | ||
1801 span> | Antonio e Bernardino Pasini (Nomenclatura, f. 24v). | |
span> | * | Affittata ad Angelo Vianelli (ibid.). |
1804, giu. 15 span> | Antonio Pasini vende a pre’ Domenico Pascoli cinque casette nel borgo di Viola per d 1718 (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, V instr., 467, f. 425v — 426r). | |
1809 span> | È di Pietro Piani negoziante (Registro delli aloggi, f. 18v). | |
span> | * | La casa ospita gli affittuali Antonio Blasone vetturino, Giacomo Durisini facchino e Giuseppe Caligaris domestico (ibid.). |
1815, ag. 31 span> | ° | Domenico fu Giuseppe Fabrizio vende a Valentino Passero le case 642, 651, confinanti a pon. con il co. Ulderico della Porta, per L 8852 (not. Giovanni Giuseppe Clochiatti). |
1842, mar. 12 span> | Il vescovo Emanuele Lodi, erede di Maria Visentini, ved. di Pietro Piani, vende ad Anna Pontoni Tiburzio la casa n. 651 «che confina a lev. Moro Margherita , mezz. parte eredi di Fabrizio Giuseppe e parte Venuti Pietro, pon. callesella di transito, ed a tram. il borgo Viola per L 2400» (A.S.U., N. , Riccardo del fu Antonio Paderni, 10503, 14823). | |
1851 span> | ° | La casa 651 A dell’ospedale (A.O.U., Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834). |
1852 span> | * | La casa appare divisa in tre parti, censite ai numeri 651 A, B, C, appartenenti agli eredi Piani e a Valentino Passero (Competenze, I, f. 18v). |
1867, nov. 5 span> | * | Avviso d’asta, fissata per il 25 nov., per la casa che risulta inserita nel Terzo elenco dei lotti di beni provenienti dal patrimonio ecclesiastico (“Giornale di Udine”, 2, CCLXIV, 5 nov. 1867, 4, n. 4168-7 P. Culto). |
1883 span> | * | Nella parte censita 651 E è segnalata la fucina del fabbro Giusto Di Lenna (AVOGADRO, 143). |
652 | ||
1801 span> | Sigg Antonio e Bernardino Pasini (Nomenclatura, f. 25v). | |
span> | * | L’edificio ospita cinque affittuali (ibid.). |
1804, febbr. 29 span> | Antonio del q. Bernardino vende a Valentino Della Maestra « una casa in borgo Viola composta da due stanze terranee e sollaro sopra, confina a lev. con l’androna chiamata di Pieris, mezz. e tram. con case del venditore, ed a pon. androna consortiva , acquistata con scrittura privata del 16 ott. 1800 dalle mani di Giuseppe Moreale di Remanzaco e questo per lo prezzo di d 400 » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, V instr., 455, f. 417r — 417v). | |
1809 span> | È di Pietro Antonio Tomasone, dell’industriante Valentino Della Maestra, di Lucia Moro, di Francesco Pascoli comproprietari (Registro delli aloggi, f. 18v). | |
span> | * | Affittuali sono gli industrianti Teresa Nidi, Valentino Moro, Giuseppe Filiputti e il «bolzer» Giovanni Sel (ibid.). |
1812, ag. 31 span> | Francesco q. Antonio Pascoli vende a Giuseppe di Antonio Fabrizio due casette in borgo Viola del corpo n. 652 «una segnata con la lett. D composta da una stanza terranea e sollaro sopra, copperta di coppi, confina a lev. con fondi ad uso di lettamaio del sig. Pietro Piani, a mezz. parte l’acquistante ed parte Sebastiano Bon-bello, a pon. con l’androna senza uscita ed a tram. con casa del sig. Giuseppe Tomasoni; e l’altra casetta pocho distante senza il civico numero, confina a lev. androna senza uscita, a mezz. con lettamaio di Pietro Piani, a pon. Giuseppe Tomasoni ed a tram. con casa del p. ospedale maggiore di Udine» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10298, 312). | |
1816, lugl. 9 span> | * | Pietr’Antonio Tomasone vende a Leonardo Manzano «una stanza terranea nel corpo della casa sita in borgo di Violla, coscritta al c. n. 652 , che confina a lev., mezz. e pon. Vincenzo e fratelli Planis ed a tram. strada di detto borgo , pel prezzo d’it. L 300 » (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10330). |
1833, febbr. 24 span> | G.B. e Giuseppe di Valentino Della Magistra vendono a Pietro fu Giovanni Bros casa n. 652, «composta di piϊ abitati», per austr. L 2537,13 (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 638, 3504). | |
1833, mar. 12 span> | Giuseppe q. G.B. Tomasoni vende a Floreano q. Antonio Tosolini casa n. 652 C per austr. L 1062,86. Le «fa coerenza a lev. casa dell’ospitale di Udine, a mezz. Giuseppe Fabrizio, a pon. calle di transito. Il venditore era proprietario in forza d’acquisto ratificatore con istr. 25 genn. 1808 per atti del not. Bertoldi» (A.S.U. , N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10480, 8659). | |
1834 span> | ° | Pietro Bonas, loco G.B. Del Mestre, loco Paolo Moreale, paga venete L 40 sopra una casa in via Viola, già dell’ospedale, concessa in enfiteusi a Paolo Moreale e Gioseffa sua moglie con istrumento 22 luglio 1760 (A.O.U., Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834). |
1852 span> | * | Il numero 652 è contrassegnato dalle lettere A, B, C, D e i proprietari della casa risultano Manzani, Bonassi, Tosolini e Passero (Competenze, I, f. 18v). |
1876 span> | * | Vi abita il professore di fagotto Giacomo Adami (COSMI-AVOGADRO, 103). |
653 | ||
1801 span> | Sigg. Antonio e Bernardino Pasini (Nomenclatura, f. 25v). | |
span> | * | Affittata ad Antonio Nigris (ibid.). |
1809 span> | È di Antonio Nigris e della chiesa di S. Nicolò (Registro delli aloggi, f. 18v). | |
span> | * | Affittuale è l’industriante Mattia Rieppi (ibid.) |
1827 span> | * | Bernardino del fu Antonio Pasini presenta progetto di riforma della casa (A.S.U., C.A. I, 135/1827/XV, 4816 Orn. II C, con dis.). |
1831, dic. 26 span> | Bernardino Pasini vende la casa 653 a Leonardo Pecile per austr. L 1285,72 (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 637, 3069). | |
1850 span> | * | Filanda di seta con un fornello, di proprietà di Leonardo Pecile (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 69). |
1852 span> | * | Appartiene a Leonardo Pecile (Competenze, I, f. 18v). |
1883 span> | * | Recapito del vetturale pubblico Pasquale Padovani (AVOGADRO, 150). |
654 | ||
1694, lugl. 20 span> | * | Notizia indiretta sull’ubicazione della sala del consiglio della fraterna di S. Nicolò: «Il nob. Carlo Daneluzzi udinese vende al sig. Andrea Spaetti una sua casa posta nel borgo di Viola con tutte le sue comodità ; confina a lev. rimessa della casa de’ Sagredi, habitata da me nodaro, a mezodν parte il compratore, parte li fratelli Gallai e parte Francesco Pletto, a pon. parte detti eredi e parte gli eredi q. nob. Camillo Gorgo ed a tram. casa della confraternità di S. Nicolò di detto borgo, ove si fa il consiglio. E ciò per il prezzo di d 350 . Al rogito, redatto in via Aquileia nelle case dei venditori, sono presenti il falegname Nicolò del fu Giovanni Domenico Bertolisso da Venzone e Giovanni del fu Francesco Alchino da Cividale di Belluno vetriaro, hora habitante in questa città» (A.S.U., N., Girolamo Dell’Oste, 7906, VI instr., f. 98v). |
1801 span> | Sala del consiglio della fraterna di S. Nicolò (Nomenclatura, f. 25v). | |
1809 span> | * | È della chiesa di S. Nicolò; affittuale è il falegname Antonio Moro (Registro delli aloggi, f. 18v). |
1809, nov. 28 span> | * | In seguito ad atto oppignorativo del 12 nov., viene messa all’asta, senza esito, la casetta n. 654. Come debitrici, per L 160,27, sono indicate le fraterne del Ss.mo Sacramento e S. Nicolò (A.S.U., C.N., 80, Asta). |
1852 span> | * | Appartiene alla chiesa di S. Nicolò (Competenze, I, f. 18v). |
1867, nov. 5 span> | Nel terzo elenco dei libri di beni provenienti dal patrimonio ecclesiastico, al n. 4168-7, vengono indicate per l’asta da tenersi il 25 nov. le case indicate 654 A e 654 B (“Giornale di Udine”, 2, CCLXIV, 5 nov. 1867, 4). | |
655 | ||
1801 span> | Domenico De Marco (Nomenclatura, f. 25v). | |
span> | * | Affittuale Antonio Cremese (ibid.). |
1809 span> | * | È di Domenico De Marco; affittuale è il fabbro Giovanni Pievano, che vi ha bottega e magazzino (Registro delli aloggi, f. 18v — 19r). |
1832 span> | * | Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al fabbro Giovanni Pievono l’avviso n. 1050 concernente la «rimuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193). |
1852 span> | * | Appartiene a Leonardo Pecile (Competenze, I, f. 18v). |
1876 span> | * | Bottega del mastellaio e bottaio Giuseppe Comuzzi (COSMI-AVOGADRO, 101). |
656 | ||
1801 span> | Rr. mm. di S. Chiara (Nomenclatura, f. 25v). | |
span> | * | Affittata a Caterina Verderame (ibid.). |
1802, ag. 4 span> | Le monache del convento di S. Lucia vendono «la casa che serviva un tempo per abitazione del confessore» in borgo Viola a Michele e Giuseppe q. Zuane Gervasutti; «quale confina a lev. parte con casa -della fraterna di S. Nicolò e parte Antonia Aloisio, mezz. parte fraterna e parte coo. Gorgo, pon. coo. Gorgo ed a tram. strada » per d 1800 (A.S.U., N., Ignazio Brunelleschi, 10162, III instr., 474, f. 641v — 643v). | |
1809 span> | È di Michele Gervasoni negoziante (Registro delli aloggi, f. 18v). | |
span> | * | Affittuale è l’oste Antonio Miani (ibid.). |
1812 span> | Osteria “Alle viole” (Esercenti). | |
span> | * | Gestione di Antonio Querinis (ibid.). |
1832 span> | * | Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al falegname G.B. Del Bianco l’avviso 1050, concernente la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193). |
1852 span> | * | Appartiene a Giuseppe Gervasoni (Competenze, I, f. 18v). |
1876 span> | * | Bottega del falegname Giuseppe Moretti (COSMI-AVOGADRO, 93). |
657 | ||
1801 span> | Co. Camillo Gorgo. «Case interne con vari affittuali» (Nomenclatura, f. 25v). | |
1809 span> | * | È di Camillo Gorgo. Affittuali sono gli industrianti Giacinta Bontempo e Giuseppe Biasutti, il domestico G.B. Tempo, il calzolaio Giorgio Zamaro (Registro delli aloggi, f. 18v). |
1811, nov. 2 span> | Gioseffa nata Lamberg, moglie di Camillo q. Francesco Gorgo, cessionaria del medesimo, vende ad Angelo di Giuseppe Bertuzzi «le case in borgo Violla insieme unite formanti un corpo di fabbricato alli c. n. 657, 658, 659 ; confinano al lato di lev. con diversi particolari, e al lato di pon. colla strada del borgo. Questa vendita viene fatta per L 11675,77» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10360, 757). | |
1852 span> | * | Appartiene a Ferdinando Bertuzzi (Competenze, I, f. 18v). |
658 | ||
1801 span> | Co. Camillo Gorgo (Nomenclatura, f. 25v). | |
span> | * | Affittuale Giuseppe Tommason (ibid.). |
1809 span> | È in una parte in corso di fabbrica (Registro delli aloggi, f. 18v — 19r). | |
span> | * | Appartiene a Camillo Gorgo. Affittuale è l’industriante Caterina Beana (ibid.). |
1811 span> | * | Vedasi n. 657. |
1852 span> | * | Appartiene a Ferdinando Bertuzzi, con i n. 658 A, B, C, D (Competenze, I, f. 18v). |
1876 span> | * | Vi si trova la falegnameria di Giovanni Gomiero (COSMI-AVOGADRO, 89), ancora segnalata nel 1883 (AVOGADRO, 141). |
659 | ||
1801 span> | Co. Camillo Gorgo (Nomenclatura, f. 25v). | |
span> | * | Affittuale Gioseffa Quargnala (ibid.). |
1809 span> | * | È di Camillo Gorgo; affittuale è il negoziante Giuseppe Quargnale (Registro delli aloggi, f. 18v). |
1811 span> | Vedasi n. 657. | |
1852 span> | * | Appartiene a Ferdinando Bertuzzi (Competenze, I, f. 18v). |
1876 span> | * | Vi lavora il fabbro ferraio Giuseppe Feruglio (COSMI-AVOGADRO, 92), la cui presenza è nuovamente segnalata nel 1883 (AVOGADRO, 92). |
660 | ||
1801 span> | Co. Giovanni Gorgo (Nomenclatura, f. 25v). | |
span> | * | Affittuale G.B. Padoano (ibid.). |
1809 span> | * | È di Camillo Gorgo; affittuale è il muratore G.B. Tondolo (Registro delli aloggi, f. 18v). |
1810, magg. 15 span> | Giovanni fu Francesco Gorgo vende a Giovanni q. Antonio Candussio «una casa posta nel borgo di Viola n. 660, composta di cucina, camera e solaro ; a mezz. casa della chiesa di Lavariano, a sol a monte strada , a tram. Camillo Gorgo. Questa vendita viene fatta per L 951,72» (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10569, 186). | |
1825, febbr. 4 span> | È di G.B. Candussio (A.S.U., C.A. I, 100/1825/II, 494 Orn. II C, con dis.). Il proprietario chiede ed ottiene di sistemare le facciate, mettendo in asse le finestre, e di apporre la grondaia (ibid.). | |
1832, nov. 12 span> | Giovanni q. Antonio Candussio la vende a Giovanni di Francesco Brunelleschi, per L 2742,85 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10480, 8511). | |
1852 span> | * | Appartiene a Cirello Brunelleschi (Competenze, I, f. 18v). |
661 | ||
1801 span> | Comune di Variano (Nomenclatura, f. 25v). Affittuale G.B. Gozzi (ibid.). | |
1809 span> | * | È della chiesa di Galleriano. Affittuale è il sarto G.B. Gozzi (Registro delli aloggi, f. 18v). |
1852 span> | * | Appartiene al comune di Variano (Competenze, I, f. 18v). |
1867, ott. 23 span> | * | Avviso d’asta. Vi è compresa la casetta, che è inserita nei Lotti di beni provenienti dal patrimonio ecclesiastico (“Giornale di Udine”, 2, CCLIII, 23 ott. 1867, 4). |
1867, nov. 2 span> | Il demanio pone all’asta per il 18 nov. la casa n. 661 nell’avviso recante il n. 4083. Viene definita «casetta per artieri» (“Giornale di Udine”, 2, CCLXII, 2 nov. 1867, 4). | |
662 | ||
1801 span> | Co. Giovanni Gorgo (Nomenclatura, f. 25v). | |
span> | * | Affittata a Bernardino Zuppelli (ibid.). |
1809 span> | * | È di Giovanni Gorgo; affittuale è l’industriante Antonio Bevilacqua (Registro delli aloggi, f. 18v). |
1811, giu. 30 span> | G.B. q. Valentino Geretto vende a Antonio di Giuseppe Coviz « nativo di Gorizia, muratore» e Maria Fanna coniugi la casa n. 662 «composta di una stanza a pian terreno, di altra stanza in primo piano e di grannaro superiore ; confina a lev. cortivo di Pleti, a mezz. Giacomo Sciussi mediante casa, a pon. strada pubblica, a tram. casa della chiesa di Lavariano . Questa vendita viene fatta per L 511,68 » (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10570, 329). | |
1821, giu. 16 span> | Antonio Coviz la vende per L 500 a Pietro fu Angelo Micoli (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10545, 1290). | |
span> | * | È «formata da tre stanze, una in pieppiano, altra in sollaro e la terza superiore ad uso di grannaio » (ibid.). |
1844, febbr. 6 span> | G.B. fu Valentino Geretti e Giuseppe Coviz vendono a Giovanni fu Osvaldo Fabris la casa n. 662 per austr. L 800 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10508, 16301). La casa era stata di Antonio Coviz, passata ai figli. Le figlie Anna e Francesca avevano venduta la loro parte a G.B. Geretti (ibid.). | |
1849, febbr. 5 span> | * | « Gaetano Fabris retrovende al sig. Giuseppe Covigh la casa costruita di muro, coperta di coppi, situata nella contrada che mette dal borgo di Poscole a quello di Viola, coscritta col c.n. 662 , che confina a lev, con li consorti Pletti, mezz. G.B. Cesare, pon. la contrada suddetta ed a tram. la chiesa di Campoformido . Questa retrocessione si accetta pel prezzo di austr. L 800 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10516, 18901). |
1852 span> | * | Appartiene a Giuseppe Coviz (Competenze, I, f. 18v). |
663 | ||
1801 span> | Co. Giovanni Gorgo (Nomenclatura, f. 25v). | |
span> | * | Affittata a Maria Cecutti (ibid.). |
1809 span> | * | È di Giovanni Gorgo. Affittuale è il linaiolo Antonio Tremori (Registro delli aloggi, f. 18v). |
1810, mar. 21 span> | Giovanni fu Francesco Gorgo vende a Giacomo fu Mattia Ciussi la casa n. 663 «consistente in tre stanze, una sopra l’altra, poste in contrada Poscolle, marcata col c.n. 663, confina a lev. G.B. e fratelli Plet, mezz. Giovanni Gorgo , pon. detta contrada, ed a tram. detto Gorgo . E questa vendita fa per il prezzo di L 888,27 » (A.S.U., N., Domenico Cosattini, 10563, 74). | |
1840, apr. 10 span> | È di Giuseppe di G.B. Cesare. A due piani, viene alzata a tre (A.S.U., C.A. I, 315/VI, 2124 Orn. II C, con dis. firmato del muratore G.B. Gerarduzzi). | |
1852 span> | * | Appartiene a G.B. Cesare (Competenze, I, f. 18v). |
1876 span> | * | Fucina del fabbro ferraio Giuseppe Pianta1 (COSMI-AVOGADRO, 92), segnalata anche nel 1883 (AVOGADRO, 144). |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Per Giuseppe Pianta: PICCO, Ricordi, 110. |
664 | ||
1801 span> | Co. Giovanni Gorgo (Nomenclatura, f. 25v). | |
span> | * | Affittuale Giovanni Spicogna (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene a Giovanni Gorgo; affittuale è il vetturino Innocente Piva (Registro delli aloggi, f. 19v). |
1831, sett. 23 span> | * | G.B. Geretti, proprietario della casa, presenta un progetto per alzare l’edificio (A.S.U., C.A. I, 182/V, 4178 Orn. II C, con dis., firmato dall’impresario Giuseppe Presani). |
1852 span> | * | Appartiene a G.B. Geretti (Competenze, I, f. 18v). |
665 | ||
1801 span> | Co. Giovanni Gorgo (Nomenclatura, f. 25v). | |
span> | * | Affittuale Francesca Cattarossa (ibid.). |
1809, febbr. 21 span> | Giovanni Gorgo vende ad Antonio Venier la casa n. 665 per L 1046,895 (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9973, Rep., 102, f. 6r). | |
1809 span> | * | È di Antonio Venier; affittuale è l’industriante Francesca Cattarossi (Registro delli aloggi, f. 19v). |
1824, mar. 11 span> | * | Vedasi n. 632. |
1852 span> | * | Appartiene ai fratelli coo. Maniago (n. 665 e 665 A) (Competenze, I, f. 18v). |
666 | ||
1801 span> | Co. Camillo Gorgo (Nomenclatura, f. 25v). | |
span> | * | Affittuale G.B. Padoano (ibid.). |
1809 span> | È di Nicolò Maniago (Registro delli aloggi, f. 19v). | |
span> | * | Affittuali sono il muratore Antonio Fanna e il calzolaio Giuseppe Simeoni (ibid.). |
1832 span> | * | Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al falegname Francesco Gozzi l’avviso n. 1050 concernente la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti, le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193). |
1852 span> | * | La casa appare divisa in due parti: 666 e 666A, appartenenti ai fratelli coo. Maniago (Competenze, I, f. 18v). |
1876 span> | * | Bottega del calzolaio Domenico Tondolo (COSMI-AVOGADRO, 89). |
667 | ||
1801 span> | Co. Camillo Gorgo (Nomenclatura, f. 25v). Affittuale Giovanni Pignattaro (ibid.). | |
1809 span> | È di Nicolò Maniago (Registro delli aloggi, f. 19v). | |
span> | * | Affittuale è l’industriante Battistina Vidoli (ibid.). |
1820, lugl. 22 span> | * | Leonardo lesse, che ultimamente è divenuto affittuale di una stanza della casa, chiede ed ottiene il permesso di riparare la porta (A.S.U., C.A. I, 35/V, 2797 Orn. II C, con dis.). |
1824, giu. 23 span> | * | Tommaso Chiandolin, a nome del co. Fabio di Maniago, chiede di riformare il rovinoso «tempiaro a tramontana» che costituisce la facciata della casa. Si tratta di restauri di una certa entità (A.S.U., C.A. I, 89/1824/X, 2409 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | Appartiene ai fratelli coo. Maniago (Competenze, I, f. 18v). |
1876 span> | * | Bottega del verniciatore e pittore di carrozze Giuseppe Zanetti1 (COSMI-AVOGADRO, 116). |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Per Giuseppe Zanetti: PICCO, Ricordi, 123. |
668 | ||
1801 span> | Co. Camillo Gorgo (Nomenclatura, f. 25v). | |
span> | * | Affittuale Odorico Zuliano ed «altri interni» (ibid.). |
1809 span> | È di Nicolò Maniago (Registro delli aloggi, f. 19v). | |
span> | * | Vi abita il domestico Pietro Grassi (ibid.). |
1832 span> | * | Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al falegname Francesco Fior l’avviso n. 1050 concernente la «rimuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193). |
1852 span> | * | La casa è censita con i n. 668 e 668 A. Appartiene ai fratelli coo. Maniago (Competenze, I, f. 18v). |
1876 span> | * | Bottega del carpentiere Giacomo Braida (COSMI-AVOGADRO, 89) che nella guida del 1883 viene definito mastellaio e bottaio (AVOGADRO, 148). |
669 | ||
1801 span> | Francesco Brunelleschi1 (Nomenclatura, f. 25v). | |
span> | * | Affittuale Giuseppe Castellano (ibid.). |
1809 span> | * | È di Francesco Brunelleschi (Registro delli aloggi, f. 19v). |
1814, genn. 11 span> | * | Nell’ «elenco dei pistori, quali tengono depositi di farina presso di loro» è inserito Francesco Brunelleschi, abitante in questa casa (A.S.U., C.N., 185, 72 Pol.). |
1824, mar. 25 span> | * | Nel disegno del prospetto per la casa n. 670 confinante è tracciata la parte destra della facciata della n. 669. |
1852 span> | * | Appartiene a Giuseppe Brunelleschi (Competenze, I, f. 18v). |
span> | ||
NOTE span> | 1 | I Brunelleschi possedevano una casa in Poscolle almeno dal 1675, come attestano i documenti redatti dai notai Brunalleschi e prima ancora i registri dell’ospedale maggiore (A.S.U., C.R.S., 596, Rot. 390. Istr. e test., f. 76r, con la data 22 giugno 1675). |
670 | ||
1801 span> | Francesco Brunelleschi (Nomenclatura, f. 25v). | |
span> | * | Affittuale Leonardo Del Frate (ibid.). |
1809 span> | * | È di Francesco Brunelleschi e di Andrea Vida; affittuali sono il falegname Leonardo Del Frate e gli industrianti Leonardo Francesconi e Pietro Del Frate (Registro delli aloggi, f. 19v). |
1824, mar. 25 span> | Francesco q. Urbano Brunelleschi presenta progetto per riformare la propria casa, che viene alzata a due piani (A.S.U., C.A. I, 89/1824/X, 1113 Orn. II C, con dis.). | |
1852 span> | * | Appartiene a Giuseppe Brunelleschi (Competenze, I, f. 18v). |
671 | ||
1801 span> | Francesco Brunelleschi (Nomenclatura, f. 25v). | |
span> | * | Affittata a Biagio Plossi (ibid.). |
1804, mar. 2 span> | I Brunelleschi cedono in permuta le fabbriche al n. 671, «situate in borgo di Violla, tenute da diversi affittuali» ai coo. Alvise e Giacomo q. Tomaso Ottelio (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10578, III instrom., 207, f. 242r — 243v). | |
1804, magg. 14 span> | I coo. Ottelio vendono per d 744 s 11 ad Andrea e rev. Filippo q. Antonio Vida le fabbriche «segnate nella coscrizione militare n. 671, tutte unite confinano a lev. nob. Francesco Brunelleschi, mezz. li fratelli Vida, eredi Lanteris e parte Nicolò Riolo, pon. Pietro Flumiani ed a tram. parte borgo di Violla e parte detto Brunelleschi » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10578, III instrom., 216, f. 252v — 254r). | |
1809 span> | * | È del negoziante Andrea Vida; affittuale è l’industriante Lucrezia Plossi (Registro delli aloggi, f. 19v). |
1824, mar. 25 span> | È di Andrea Vida. Vedasi n. 670. | |
1852 span> | * | Appartiene a Filippo Vida (Competenze, I, f. 18v). |
672 | ||
1801 span> | Pietro Flumiani (Nomenclatura, f. 26v). | |
span> | * | Affittuale G.B. Gorione (ibid.). |
1809 span> | * | È di Pietro Flumiani; affittuale è l’industriante G.B. Garzon (Registro delli aloggi, f. 19v). |
1826, magg. 22 span> | È di Giuseppe Rigo detto Burgante (A.S.U., C.A. I, 100/Ornati case e fabbricati, 1652, con diss.). | |
1850 span> | * | Giovanni Rigo vi ha una filanda di seta con due fornelli (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta attive nel comune di Udine, n. 70). |
1852 span> | * | Appartiene a Giovanni Rigo (Competenze, I, f. 18v). |
1858 span> | * | Francesco Verzegnassi vi gestisce una filanda per seta con quattro fornelli (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 11). |
673 | ||
1801 span> | Pietro Flumiani (Nomenclatura, f. 25v). | |
1809 span> | È di Nicolò Archiapati, ispettore al castello (Registro delli aloggi, f. 19v). | |
1828, dic. 10 span> | Pietro q. Giuseppe Fada di Conegliano, erede di Pietro Flumiani vende a Giuseppe Rigo detto Burgant metà della casa n. 673 «tuttora indivisa con Maria Fada, sorella del venditore». Confina 1ev. e mezz. acquirente, pon. Caterina Tomas, tram. borgo (A.S.U., N., Antonio Nicolettis, 10622, Rep. IX). | |
1845, giu. 25 span> | * | « Antonio Rigo detto Burgante vende al sig. Giuseppe Marsanini la metà della casa di muro coperta di coppi, sita nel borgo di Viola , marcata col c. n. 673 , che nel suo intiero confina a lev. e mezz. il venditore Rigo , a pon. Catterina ved. Tomas ed a tram. il borgo di Viola; la quale metà di casa dichiara il venditore essere pervenuta in sua proprietà per acquisto fatto con il pubbl. istr. 10 dic. 1828, a rogiti del fu Francesco Nicolettis di Udine , dalle mani del sig. Pietro Fava di Conegliano . La vendita viene fatta per il prezzo di austr. L 900 » (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/II, 913). |
1852 span> | * | Appartiene a Gioseffa Millini (Competenze, I, f. 18v). |
674 | ||
1801 span> | Co. Camillo Gorgo (Nomenclatura, f. 25v). | |
span> | * | Affittata al conestabile Lorenzo Chiappati (ibid.). |
1809 span> | * | È di Camillo Gorgo. Vi abita il portiere Girolamo Tomas (Registro delli aloggi, f. 19v). |
1811, ag. 11 span> | « Gioseffa n. de Lambergh, moglie del sig. Camillo q. Francesco Gorgo , come procuratrice di detto Camino», vende a Vincenzo e fratelli Planis «una casa di muro, coperta di coppi, con fabrichette interne, cortivo ed orto, posta nel borgo di Viola al c.n. 674 » per L 41000. Confina a lev. Pietro Flumiani, mezz. Pietro Rubini loco Stainero, loco Benvenuti e parte eredi di Antonio Stefanutti, pon. eredi Stefanutti, tram. Francesco e sorelle Gobitti e il borgo Viola (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10587, 472). | |
1820, ag. 10 span> | * | Comunicazione della deputazione comunale alla congregazione municipale: «Il progetto di aprire nella casa posta in borgo Viola avente il n. 674, una porta , benché non sia privo di qualche irregolarità, pure si potrebbe ritenerlo ammissibile » (A.S.U., C.A. I, 35/V, 50). |
1830, mar. 4 span> | Gli eredi di Caterina Delfin vedova Tomas vendono a Pietro Micoli la casa n. 674 per austr. L 4057; « confina a lev. Giuseppe Rigo, mezz. Giuseppe Fabretti, pon. Domenico Polato e tram. borgo di Viola, » (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10556, 3403). | |
1835, giu. 3 span> | Elisabetta Pitaro Micoli vende a G.B. e Angela Toso la casa n. 674, per L 4571 (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4820, 1637). | |
1852 span> | * | Appartiene ad Anna Tosa (Competenze, I, f. 18v). |
675 | ||
1801 span> | «Cepelotti di Prachiuso1» (Nomenclatura, f. 26v). | |
span> | * | Affittuale Giuseppe Casalotti (ibid.). |
1809 span> | È di Francesco Gobetti industriante (Registro delli aloggi, f. 19v). | |
1826, ott. 12 span> | È di Angela fu Francesco Gobetti, moglie di Domenico Potato, che domanda di riformare la facciata (A.S.U., C.A. I, 100/1826/II, 3624 Orn. II C, con dis.). | |
span> | °° | Il disegno è firmato da «Antonio Nadini m.re». |
span> | * | Il permesso le viene concesso alle solite condizioni (ibid.). |
1852 span> | * | Appartiene a Domenico Pollato (Competenze, I, f. 19v). |
1876 span> | Vi è l’osteria “Alla Ferrata” (COSMI-AVOGADRO, 107). | |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Anche il ms. Registro anagrafico riporta la voce nello stesso modo. |
676 | ||
1801 span> | Giacomo e Maurizio Moretti (Nomenclatura, f. 25v). | |
span> | * | Affittuale Giovanni Ronconini (ibid.). |
1809 span> | * | È di Giacomo Moretti; affittuale è il pistore Francesco Mondini (Registro delli aloggi, f. 19v). |
1815, mar. 9 span> | Antonio di Cristoforo Moro vende a Girolamo Zuliani la casa n. 676 già del co. Antonio Savorgnan. È «composta in piano da una stanza terranea e da due solari sopra, copperta di coppi . Confina verso tram. la contrada di Violla, a lev. Francesco Gobessi, a mezz. Planis, ed a pon. Antonio Clocchiatti» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10302, 730). | |
1816, mar. 15 span> | * | «Girolamo Giuliano, domiciliato in via di Viola al c. n. 676, desidera di ottenere il permesso di rinovare quatro fenestre vechie che ora esistono di muro, di farle da nuovo di pietra e cosν pure una porta che ora esiste di muro di farla da nuova di pietra ». Il disegno è firmato dall’ing. Francesco Bernardinis (A.S.U., C.N., 180/1816/IV, 747 Orn. 19, con dis.). |
1835, giu. 19 span> | * | « Antonio Girardis col pubbl. instr. del 5 giugno 1821 acquistò dalle mani di Girolamo del fu Zuanne Zuliani una casa situata nel borgo di Viola n. 676 » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10315, 2995). |
1852 span> | * | Appartiene ad Andrea Zara (Competenze, I, f. 19v). |
677 | ||
1763, genn. 18 span> | * | «Il co. Nicolò q. Bernardo Andreuzzis vende al sig. Urbano Clochiato una casa posta nel borgo di Violla d’una stanza terranea con sonalo sopra, copperta di coppi, che confina a lev. case di march. Antonio e fratelli Savorgnani, mezodν co. Francesco Gorgo mediante case tenute per Urbano Clochiato , pon. ser Liberale Noale, enfiteuta de’ coo. Caiselli, ed a tram. la strada del borgo di Violla . La qual casa ad esso co. venditore toccò nelle divisioni seguite tra esso ed il co. Martio di lui fratello, come si rileva nell’asse del dν 30 apr. 1737 e susseguenti divisioni 30 nov. di detto anno in atti del sp. Girardo Muzzenini . E ciò fa perché confessò aver riceputo dal sig. Clochiato L 514 s 10 » (A.S.U., N., Francesco Cantone, 9415, 177 instr., f. 18r — 18v). |
1801 span> | Virginia Clocchiatti (Nomenclatura, f. 25v). | |
span> | * | Affittuale Santa Cepellotta (ibid.). |
1809 span> | * | È di Virginia Rota. Affittuale è l’industriante Santa Zupellota (Registro delli aloggi, f. 19v). |
1825, febbr. 7 span> | Vedasi n. 678. Valentino Sabbadini compare come vicino, abitante al n. 677, consenziente alla riforma della casa Pasini. | |
1852 span> | * | Appartiene ad Angela Clocchiatti (Competenze, I, f. 19v). |
678 | ||
1663, genn. 1 span> | * | «Con la presente scrittura di locatione si dichiara qualmente il co. Leonardo Caisello ha concesso a ragion di semplice affitto per anni 5 una sua casa posta il borgo di Violla a man manca andando in Poscole, con corte e stanze coperte di copi, a Ioseffo del Tor et a Maria sua moglie, con obligo di pagar ogn’anno ducati dodesi » (Arch. Caiselli, Istrumenti di locazione per Udine e pertinenze). |
1680, lugl. 8 span> | * | «Per la presente scrittura di locatione si dichiara come li coo. G.B. et fratello Caiselli hanno dato ad affitto semplice una loro casa posta nel borgo di Violla per anni cinque tenuta per avanti da Lonardo Zaninotto et ciò con obligo di pagare ogn’anno d’affitto ducati dodici a ser G.B. Zaccharia di Nimis » (Arch. Caiselli, Istrumenti di locazione per Udine e pertinenze). |
1801 span> | Coo. Carlo e Girolamo Caiselli (Nomenclatura, f. 25v). Affittata a Giuseppe Urbanis (ibid.). | |
1808, dic. 28 span> | Girolamo e fratelli Caiselli vendono a Bernardino Pasini la casa n. 678 per it. L 1790,88 (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9973, Repertorio, 92, f. 5v). | |
1809 span> | * | È del negoziante Antonio Pasini (Registro dalli aloggi, f. 19v). |
1809, giu. 12 span> | Bernardino Pasini domanda una piccola parte di terreno volendo riformare la casa al n. 678 (A.S.U., C.A. I, 178/Ornato XIX). | |
1815, mar. 6 span> | * | Inventario del magmino ad uso di legname, esistente in via Viola e senza numero, appartenente alla facoltà del defunto Bernardino Pasini (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10365, 1660, n. 13, f. 40r). |
1825, febbr. 7 span> | * | Bernardino Pasini chiede ed ottiene di riformare la casa secondo il disegno allegato alla domanda (A.S.U., C.A. I, 100/1825/II, 556 Orn. II C, con dis.). |
1836, sett. 20 span> | * | Nicolò Lazzarini inoltra domanda per «innalzare la casa di sua ragione, posta nel borgo Viola al n. 678». Il progetto è approvato con alcune modifiche suggerite dalla deputazione d’ornato per rendere piϊ regolare la facciata (A.S.U., C.A. I, 254/X, 5315 Orn. II C, con dis.). |
1838, sett. 13 span> | Nicolò Lazzarini chiede di costruire il nuovo portone di pietra (A.S.U., C.A. I, 285, 5194 Orn. II C). | |
1844, nov. 21 span> | * | Nicolò Lazzarini chiede il permesso di fare «il marciapiedi in pietra con le relative colonnette, il tutto costeggiante la di lui casa n. 678». Il permesso è accordato con la condizione che dal progetto siano escluse le colonnine (A.S.U., C.A. I, 390/VI, 7033 Orn. II C, con dis. firmato da Francesco Nardini). |
1852 span> | * | Appartiene a Lucia Lazzarini (Competenze, I, f. 19v). |
679 | ||
1783, sett. 20 span> | È del nob. Fabrici e Benvenuti1 (A.S.U., C.A., 20/III, 11). | |
1801 span> | Antonio Stefanutto (Nomenclatura, f. 25v). | |
1809 span> | * | È di Francesco e sorelle Steffanuti (Registro dalli aloggi, f. 19v). |
1825, febbr. 7 span> | È di Leonardo De Colle. Vedasi n. 678. | |
1829, magg. 4 span> | Marzia Stefanutti Zampieri vende ad Antonio Prucher una porzione della casa n. 679 «composta in piano da stanza e spazza cocina, in primo appartamento da camera e camerino ed in secondo appartamento da camera e camerino, nonché granaro sopra camera del sig. Lonardo De Colle, corridore e scalla, il tuttocoperto di coppi, porzione di corticella, porzione di sottoportico e por-ton d’ingresso. Confina a lev. e mezz. Fabretti, a pon. acquirente, tram. eredi del q. Girolamo Tomas. La vendita viene fatta per austr. L 1771» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10312, 2422). | |
1829, magg. 22 span> | * | «Francesco Pognici vende a corpo al sig. Bortolo Prucher una stanza situata a pian terreno in capo il borgo di Viola dal corpo della casa n. 679 ; confina a lev. Marzia n. Steffanuti, moglie del sig. Bortolo Zampieri, a mezz. Giuseppe Fabretti, a pon. l’acquistante Prucher ed a tram. corte con gli altri consorti e promiscuo col sottoportico e portone d’ingresso . La vendita viene fatta per la somma di it. L 578,44 » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10312, 2400). |
1848, febbr. 3 span> | * | « Santa Colombo Scuttari vende alla ditta G.B. Pellegrini e C. la camera e corridore coll’uso della finestra a tram. sopra la corte in primo piano nel corpo della casa marcata col c.n. 679 , con caratto del sottoportico d’ingresso e promiscuità del primo e del secondo ramo della scalla maestra di pietra, con portoncino, muri letterali e caratto di corte, promiscuità di cortile nonché col diritto dello stillicidio a mezzodν, coll’uso di quella porta e del diritto di passaggio ed altro inerente alla casa; il tutto pervenuto nella venditrice in virtϊ del legato a di lei favore disposto dall’ora defunto Paderni Antonio con la nuncupativa disposizione 23 dic. 1846 . Il corrispettivo viene determinato nella somma di austr. L 660 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10515, 18587). |
1852 span> | * | La casa appare divisa in due parti, 679 e 679 A, appartenente la prima a Bortolo Pruker e la seconda a G.B. Pellegrini (Competenze, I, f. 19v). |
span> | ||
NOTE span> | 1 | In realtà si tratta di una dichiarazione del solo Benvenuto Benvenuti riguardo al progetto di costruzione su un fondo vicino. |
680 | ||
1801 span> | «Fabrizio nob. sig. Tomaso» (Nomenclatura, f. 25v). | |
span> | * | Affittata a Giovanni Alviano (ibid.). |
1809 span> | * | È di Tommaso Fabricio; affittuale è il «tamisaro» Mattia Sostero (Registro delli aloggi, f. 19v). |
1850, genn. 29 span> | Caterina Clain, erede del marito Tomaso Chiandolinì, vende a Domenico fu Urbano D’Este la «casetta» n. 680 «la quale confina a lev. Fabretti, a mezz. con strada consortiva, a pon. col borgo di Viola ed a tram. collo stesso Fabretti. Tale vendita viene fatta pel prezzo di austr. L 2000 ». Era stata acquistata dal Chiandolini dal nob. Carlo Fabrizio il 31 genn. 1845 con atto privato autenticato dal not. Giuseppe Clocchiatti (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/IV, 1710). | |
1852 span> | * | Appartiene a Caterina Chiandolini (Competenze, I, f. 19v). |
681 | ||
1801 span> | «Alpruni nob. sig. Nicolò» (Nomenclatura, f. 25v). | |
span> | * | Affittuale Antonio Pollici (ibid.). |
1803 span> | Vedasi n. 626. | |
1809 span> | È di Vincenzo Stainero e di Lorenzo Zuliani (Registro delli aloggi, f. 19v). | |
span> | * | Affittuali sono il caffettiere Simone Crain, i calzolai Francesco Noneschi e Giacomo Missoni, il maniscalco Valentino Deganuto, il macellaio Giacomo Fantoni (ibid.). |
1817, lugl. 5 span> | Il nob. Alessandro Stainero vende al co. Giuseppe Amigoni «una casa con corticella in Poscolle n. 681; confina a lev. Pietro Rubini, a mezz. callesella, a pon. questa ragione ed a tram. Francesco Stefanutti: item un’altra casetta n. 681; confina a lev. questa ragione, mezz. detta callesella e Tommaso Fabrizio, pon. Fabrizio e calle tende al borgo di Viola, ed a tram. Francesco Steffanuti , per il prezzo di it. L 2153,50 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10449, 1292). | |
1824, giu. 26 span> | Alessandro fu nob. Vincenzo Stainero vende a Giuseppe q. Domenico Fabretti «una casetta coperta di coppi, di una stanza terranea, camera e grannaio sopra con corticella, posta nel borgo di Viola, compresa nel 681 ; confina a lev. con casa e fondi furono del sig. Pietro Rubini, ora Fabretti mezz. con callesella, pon. con altra casetta Stainero sotto il n. 681, tram. Francesco Stefanutti . Quale casetta, assieme con le due contermini della parte di pon., è toccata in parte al detto Alessandro ed al sig. Leonardo Stainero suo fratello . Questa vendita si fa pel prezzo di it. L 700 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10604, 3285). | |
1852 span> | * | Appartiene alle sorelle Amigoni (Competenze, I, f. 19v). |
682 | ||
1801 span> | Domenico de Marco (Nomenclatura, f. 26v). | |
span> | * | Affittuale Giovanni Meneghini (ibid.). |
1809 span> | * | È di Domenico de Marco; affittuale il barbiere Giacomo Candeo (Registro delli aloggi, f. 19v). |
1812 span> | Osteria “Alla pernice” (Esercenti). | |
span> | * | Gestione di G.B. Pistrello (ibid.). |
1852 span> | * | Appartiene ai fratelli Cella (Competenze, I, f. 19v). |
683 | ||
1801 span> | Domenico de Marco (Nomenclatura, f. 26v). | |
span> | * | Affittuale Antonio Piccoli (ibid.). |
1809 span> | * | È di Domenico De Marco; affittuali sono lo stampatore Noè Perisini e il cameriere Andrea Valis (Registro delli aloggi, f. 19v). |
1852 span> | * | Appartiene ai fratelli Cella (Competenze, I, f. 19v). |
1876 span> | * | Nella parte censita 683 A sono segnalate le botteghe del calzolaio Giuseppe Fiscal e dell’incisore di pietre e marmi Pietro Bardusco (COSMI-AVOGADRO, 96). |
1883 span> | * | Laboratorio del tornitore in legno Luigi Badini (AVOGADRO, 144, 157). |
1938 span> | Demolita. | |
684 | ||
1801 span> | Francesco Cometti1 (Nomenclatura, f. 26v). | |
1805, sett. 29 span> | I figli del q. co. Francesco Beretta vendono ad Antonio q. Giuseppe Cella la casa in via Viola n. 684; confina lev. via Viola, mezz. Cella, pon. strada attorno le mura, tram. strada e Stefano Rubini per d 971 L 4 s 14 (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10578, IV instr. 332, f. 387r — 387v). | |
1809 span> | È di Antonio Cella (Registro delli aloggi, f. 19v). | |
span> | * | Affittuale è l’industriante Orsola Testa (ibid.). |
1852 span> | * | Appartiene ai fratelli Cella (Competenze, I, f. 19v). |
1854 span> | * | Rosa Romano ved. Cella, proprietaria della casa n. 684 in via Viola, chiede ed ottiene l’autorizzazione per aprire una finestra in detto edificio (A.S.U., C.A. II, 66, 8153 Orn. II C). |
1854, sett. 30 span> | * | Innalzamento di un piano e riforma completa della casa di Rosa Romano ved. Cella (A.S.U., C.A. II, 66, 7218 Orn. II C, con dis.). |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Padre del pittore Giuseppe Antonio, che il 1 agosto 1806 il parroco di S. Nicolò segnalava nato il 26 maggio 1784, ammogliato fuori parrocchia «non si sa quando» e con domicilio ignoto (A.S.U., C.A., 305, Quadro degli individui... dai 20 ai 25 anni, n. 38). |
685 | ||
1801 span> | Stefano Rubini (Nomenclatura, f. 26v). | |
1809 span> | * | È del farmacista Stefano Rubini. «Casa inabitata e senza località» (Registro delli aloggi, f. 19v — 20r). |
1812, nov. 4 span> | * | Relazione del capoquartiere Lorenzo Giacomini: «La casa esistente in borgo di Violla al c.n. 685, di ragione del sig. Steffano Rubini, specialle in Mercavecchio, è in pericolo grandissimo di crolare, essendo li muri di levante e tramontana in cattivissimo stato, e sfasatti e la linda del coperto verso levante imminente a cadere» (A.S.U., C.N., 179/XIX). |
1836, giu. 22 span> | * | Giuseppe Cella «possiede il fondo posto sull’angolo fra la strada del borgo Viola e la strada della mura in vicinanza della porta Poscolle sul quale osservasi i rimasugli d’una crollata casa. Bramando trare profitto sarebbe per costruirvi una nuova fabbrica se codesta autorità fusse per accordargli un pezzetto di fondo contiguo». La risposta positiva, da parte dell’arciduca vicerè giunge in data 19 nov. 1837 (A.S.U., C.A. I, 282, Rubr. X, Vendite di proprietà, prot. Amm. Com., con dis.). |
1852 span> | * | La casa appare divisa in due parti, 685 e 685A, di cui la prima appartiene ai fratelli Cella e la seconda a Pietro Clemente (Competenze, I, f. 19v). |
686 | ||
1792, ott. 7 span> | «Giacomo Narduzzi procuratore delli Giovanni e G.B. Pagnutti ha venduto al sig. G.B. q. Antonio Zamparutti due casette di detti Pagnutti poste in capo al borgo di Violla ; unitamente confinano da lev., mezz. e tram. con casette ad uso di magazzino, condotti in affitto dalli fratelli Molteno, od ad altro uso con corrivo delli nobb. coo. Camillo e Giovanni Gorgo, ed a pon. strada pubblica che gira attorno le mure della città ; quali casette sono copperte di coppi, tavellado, con due stanze terranee in quella, cioè verso tram. vi sono due sollarini sopra ed in quella di mezz. solamente un solaro; il tutto per d 275 » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, III instr., 212, f. 354v — 355v). | |
1801 span> | G.B. Zamparutti (Nomenclatura, f. 26v). | |
span> | * | Affittata a Francesco detto Snacai (ibid.). |
1801, lugl. 23 span> | «G.B. Zamparutti q. Antonio ha venduto al sig. Antonio q. Tomaso Steffanutti una casa composta da due stanze terranee con sollari sopra, copperta di coppi, posta in capo al borgo di Viola; confina a lev., mezz. e tram. con case e brollo del co. Camillo Gorgo ed a pon. strada che conduce attorno le mura per d 450» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, IV instr., 361, f. 458r). | |
1809 span> | È di Francesco Steffanuti (Registro delli aloggi, f. 19v). | |
span> | * | Affittuali sono il sensale Bortolo Rosignolo e il facchino Nicolò Dolsin (ibid.). |
1810, nov. 17 span> | * | Perizia di Giuseppe Prisani, commesso municipale d’ornato: «In contrada del borgo di Viola alla casa al c.n. 686 del sig. Francesco pittore, ànno disfatto la linda della casa lavorando per rifabricarla da nuovo privi di autorizzazione». Ne consegue una contravvenzione, in data 29 nov. (A.S.U., C.N., 178/Ornati). |
1816, magg. 13 span> | Rosa, ved. di Antonio Steffanutti, e Francesco Stefanutti, madre e figlio, vendono per it. L 1102,57 a Giovanni q. Francesco Pei la casa n. 686, confinante «a lev. e mezz. Antonio Pasini, a pon. strada e tram. Gorgo» (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10574 1003). | |
1833, nov. 29 span> | * | Giovanni Pei inoltra domanda per riformare la propria casa «in borgo di Viola di fronte alle mura urbane n. 686». Ottiene l’approvazione, con la raccomandazione che «sieno collocate le finestre sovrapposte al portone in asse del portone medesimo» (A.S.U., C.A. I, 206/1833/I, 5412 Orn. II C, con dis.). |
1845, ott. 11 span> | Marianna Ternoldi e figlia Maria vendono la casa n. 686 a Tomaso Chiandolini per L 1714,28 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10512, 17545). | |
1845, ott. 23 span> | Tommaso fu Spiridione Chiandolini la vende ad Amadio, Francesco ed Antonio fratelli Della Rossa per L 1714,28 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10512, 17564). | |
1852 span> | * | Appartiene ad Amadio della Rossa (Competenze, I, f. 19v). |
687 | ||
1801 span> | «Treo co. Elena rel. q. sig. Alessandro» (Nomenclatura, f. 26v). | |
span> | * | Affittuale Pietro Pascuttini (ibid.). |
1809 span> | È di Elena Belgrado e di Camillo Gorgo (Registro delli aloggi, f. 19v — 20r). | |
span> | * | Affittuali il calzolaio Pietro Pascuttino e i negozianti Domenico e fratelli Molteno. Vi è ospitato un magazzino dilegname (ibid.). |
1815, febbr. 24 span> | Il co. Orazio fu Bernardino Belgrado vende a G.B. q. Giuseppe Pinzani «una casetta composta da stanza in piano e solaro sopra, copperta di coppi n. 687. Confina a lev. ed a tram. con case furono Gorgo, ora Antonio Pasini, a mezz. borgo di Viola, a pon. la strada che conduce attorno le mura per L 900 » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10302, 722). | |
1838, sett. 13 span> | È di Amadio Mistruzzi Della Rossa (A.S.U., C.A. I, 285/1838/VII, 5197 Orn. II C, con dis.). | |
span> | * | Si tratta della parte dell’edificio indicata come 687 A, che il proprietario vuole alzare. Il 27 settembre, su richiesta del podestà, viene presentato anche il consenso dei vicini (ibid.). |
span> | °° | Il disegno è firmato da «F. Nardini M.». |
1852 span> | * | La casa appare divisa in due parti, censite con i numeri 687 e 687A, appartenenti la prima a Maria Pinzani e la seconda ad Amadio della Rossa (Competenze, I, f. 19v). |
1883 span> | Vi è uno stallo (AVOGADRO, 156). | |
1945, febbr. 20 span> | È distrutta da una bomba. | |
688 | ||
1801 span> | Chiesa di Campoformido (Nomenclatura, f. 26v). | |
span> | * | Affittuale Antonio Quargnale (ibid.). |
1809 span> | * | Chiesa di Campoformido. Affittuale è l’industriante Antonio Quargnale (Registro delli aloggi, f. 19v). |
1843, nov. 25 span> | La chiesa di S. Maria di Campoformido vende la casa n. 688 a Giovanni Celotti per L 930 (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/I, 297). | |
1844, dic. 2 span> | Giovanni q. Giuseppe Celotti e Giovanni q Michele Venuti vendono a Luigi Stocco « una casetta situata nel borgo di Viola n. 688 , cui confina a lev. e mezz. borgo Viola, pon. e tram. Bernardino Pasini . Questa vendita si fa per il prezzo di austr. L 930 » (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/I, 568). | |
1852 span> | * | Appartiene a Luigi Stocco (Competenze, I, f. 19v). |
1883 span> | * | La casa ospita lo stallaggio di Maria Costantini. Nell’edificio abita anche il negoziante di cavalli Pietro Valentinuzzi (AVOGADRO, 156, 141). |
689 | ||
1801 span> | Co. Camillo Gorgo (Nomenclatura, f. 26v). | |
1809 span> | * | È di Camillo Gorgo. Affittuali sono i negozianti Francesco Rossi, Antonio Pasini e Michele Gervasoni e l’oste Nicolò Marcotti (Registro delli aloggi, f. 19v). |
1811, sett. 26 span> | «Gioseffa, figlia del q. Francesco Adamo da Lambergh, moglie procuratrice del sig. Camillo Gorgo vende al-l’ Antonio Pasini le fabbriche e fondi servienti ad uso di stalla e magazzino, dal corpo del c.n. 689, confina a lev. con case e piazzetta Gorgo, a mezz. la strada del borgo di Violla e casetta della chiesa di Campoformio e casa Treo, a pon. parte eredi Treo, parte strada che tende attorno le mura parte Zamparutti ed a tram. cortivo e fabriche rimaste all’antidetto Camillo Gorgo , importante L 3039,40 » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10296, 191). | |
1812 span> | Osteria “Alla fiuba” (Esercenti). | |
span> | * | Gestione di Antonio Miani (ibid.). |
1850 span> | * | Emilia Scrosoppi vi gestisce una filanda di seta con due fornelli (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 71). |
1852 span> | * | Appartiene alle sorelle Gorgo (Competenze, I, f. 19v). |
1876 span> | * | Rosa Costantino vi gestisce un noleggio di cavalli (COSMI-AVOGADRO, 104). |
690 | ||
1647, ag. 29 span> | * | «Il nob. Giacomo Francesco Arrigoni gentilluomo di Udine, nell’ingresso che deve seguire della sign. Nichia sua figliuola per monacarsi nel monastero di San Nicolò di questa città , à esborsato scudi trecento per la dote constituita alla medesima gentildonna sua figliuola; item scudi cinquanta per le spese dell’anno dell’approvatione . Il nob. Camillo Gorgo gentiluomo di questa città è constituito principal pagador et manutentor , obligando a ciò in specie la sua casa dominicale, posta nel borgo di Viola con horto et adherenze, confina a sol levado il sig. Girolamo Aborta, a mezodν la strada publica, a sol a monte i muri della città et ai monti il co. Lodovico Manini » (A.S.U., C.R.S., 768, 872/I b, f. 10v — 12r). |
1769, giu. 18 span> | * | Richiesta della co. Felicita Gorgo, ved. di Francesco Gorgo, di occupare un appezzamento di fondo pubblico per il muro «nella costruzione della faciata della sua fabrica». Il disegno in pianta è preparato dal pubbl. per. Francesco Leonarduzzi (A.S.U., C.A., 14/55 e B.C.U, ms. FFFF. XLVIII, f. 69). |
1744 span> | «Gorgo. Abitano a mezzo il borgo quasi di rimpetto all’androna dei Brenari» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 177). | |
1801 span> | Co. Camillo Gorgo; (Nomenclatura, f. 26v). | |
1809 span> | * | È di Camillo Gorgo; sua abitazione (Registro delli aloggi, f. 19v — 20r). |
1824, ott. 25 span> | * | Il capoquartiere segnala la presenza, nell’area del palazzo, di un pozzo coperto e di uno scoperto (A.S.U., C.A. I, 88/IX). |
1843, mar. 27 span> | * | La co. Aurora Gorgo chiede il permesso di aprire «una porticella in angolo del suo palazzo al c.n. 690 verso ponente» (A.S.U., C.A. I, 359/IX, 2425 Orn. II C, con dis.). |
1855, ott. 8 span> | * | « Li fratelli coo. Maniago q. cav. Pietro, Enrico , Carlo e Giovanni hanno stabilito col co. Francesco Gorgo q. co. Camillo di acquistare da lui la metà delle case ed adiacenze che costituiscono in questa città la casa Gorgo, coscritta colli c. n. 689, 690, della cui mettà esso co. Francesco è proprietario in virtϊ de’ suoi titoli» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/X, 3476). |
1876 span> | * | Recapito del medico chirurgo Andrea Perusini (COSMI-AVOGADRO, 101). |
1883 span> | Vi è uno stallo (AVOGADRO, 156). | |
span> | °° | L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939. |
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STUDI INEDITI span> | VISENTINI, Architettura civile, 110-115; ZOZZOLI, La cultura artistica, 44. | |
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BIBLIOGRAFIA span> | BERGAMINI, Vino, 114-115; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 140-144; BIASUTTI, Casa tipica; BRAGATO, Guida, 65; CAPELLANI, Guida; C[ICERI], Il museo del costume, 56-59; Commissione, 203; ERMACORA, Guida, 165-167; MILOCCO, L’Accademia; Il museo delle tradizioni; OCCIONI BONAFFONS, Accademia di Udine, 226; PERUSINI, Problemi, 42-47; PICCO, Il grandioso fabbricato; di PRAMPERO, Napoleone, 62; RIZZI, Un museo vivo; RIZZI, Il palazzo Maniago, 287-303; RIZZI, Pluralità, 446; RIZZI, Storia... Il Seicento, 19; RIZZI, Storia... Il Settecento, 20, 56; RIZZI, Un tempio, 29-33; C. SOMEDA de MARCO, Laboriosa storia, 25-31; C. SOMEDA de MARCO, Il Museo friulano, 16-19; VALENTINIS, Udine antica, 11. | |
691 | ||
1407 span> | «D. Lenarda uxor Nicolai Pertoldi et ipse Nicolaus, habitans in secunda androna post Sanctum Nicolaum solvunt annuatim pro anima d. Rebechæ super medietate quarundam domorum, canipæ, curiæ et orti siti in dicto burgo, iuxta hæredes olim Rodulphi hospitis de Utino, iuxta hæredes olim Jacobi Deanuti, qui fuit de Paseglano Prati, iuxta Sandrum Raynerii et viam qua itur ad ipsam domum libram unam » (B.C.U., ms. F. XXV, f. 133v). | |
1420 span> | «Augustinus sartor qui laborat in Foro veteri » (ibid.). | |
1466 span> | «Nicolò caligar de Jubilana appresso quelli de Baldana (B.C.U., ms. F. XXV, f. 139r). | |
1511 span> | «Nicolò di Lorenzo speziaro in Mercà novo » (ibid.). | |
1511 span> | «Eredi dello stesso ser Nicolò di Lorenzo» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 139v). | |
1519 span> | «Ser Jacomo di Cordovado o di ser Pomide sopra una casa in l’androna che va all’orto di ser Corbello de’ Corbelli appresso una caxa di ser Sebastiano del Porcaro e appresso uno orto di ser Sebastian ditto, lo qual fo di ser Polidoro della Frattina» (ibid.). | |
1534 span> | «Eredi del q. ser Giacomo de Cordovado overo Beltramina sua madre, fiola ed erede del q. ser Rainaldo Volpe, speciaro di Udine» (ibid.). | |
1545 span> | «Ser Andrea Sasso in logo delli eredi del q. Jacomo di Cordovado over Beltramina lor madre » (ibid.). | |
1575 span> | «Nicolò del q. Andrea Sasso paga sopra una casa posta in l’androna qual va all’orto del q. sig. Corbello ed ora di mess. Nicolò de Honestis, appresso la casa delle eredi del q. ser Sebastian Porcaro» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 140r). | |
1597 span> | Nicolò q. Andrea Sasso (ibid.). | |
1625 span> | Andrea e Claudio Sasso (ibid.). | |
1643 span> | «Alla partida di mistro Andrea e Claudio Sassi in luogo di mistro Giacomo q. mistro Hippomede di Cordovado, ora il nob. sig. Nicolò Sasso , sopra una casa posta nell’androna che va all’orto di mistro Nicolò Honestis appresso le case ed orto degl’eredi di mistro Battista Porcaro» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 138r). | |
1643 span> | « Casa nell’androna che va all’orto dei Maurini, cioè in quella dietro il monasterio di S. Nicolò, possessa per il nob. sig. Sasso, abitata per ser Domenico suo uomo di casa, confina a lev. con la androna, a mezo dν col sig. Nicolò mediante la casa tenuta dalli sigg. Girolamo e fratelli Aborta, a sol a monte coi sigg. Camillo e fratelli Gorghi ed ai monti col sig. Leonardo Caisello mediante la casa fu già di mons. Ravasino, ora abitata per li sigg. fratelli Lugara» (ibid.). | |
1684 span> | La casa fu abitata dal sig. Lugara ora paga il co. Coriolano Valentinis, erede Sasso (ibid.). | |
1728, magg. 11 span> | * | « Tomaso Mattiusso priore e Antonio Picco camerario, governatori attuali della confraternità di S. Nicolò del borgo di Poscolle , hanno locato ad affitto perpetuo alle sign. Maria et Andriana sorelle Gonano da Venezia, habitanti in questa città , una casa di muro, coperta di coppi, posta nel borgo di Viola, annessa alla salla di riduttione dei consessi della medesima, attualmente condotta a semplice affitto da mess. G.B. Mariutto, che confina a 1ev. con la strada consortiva dell’androna, mezog. la salla di detta reduttione, pon. coo. Gorgo et ai monti casa della chiesa di Campoformio . E questo perché le medesime sorelle, havendo esborsato ducati cinquanta , si obbligarono di corrispondere ogni anno perpetuamente L 24 s 10 » (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8302, XII instr., f. 28r — 28v). |
1766, mar. 25 span> | Le monache di S. Domenico chiedono «di poter a loro spese chiudere la via senza uscita che dalla contermine pubblica strada del borgo di Viola conduce a quel sacro chiostro, a condizione che il chiudimento segua sui confini e limiti di quest’ultima strada e fra gli angoli che fanno da una parte le fabbriche furono Aborta e il muro del recinto del monastero di S. Nicolò » (Acta, LXXXVI, f. 121v — 122r). | |
1809 span> | È del demanio (Registro delli aloggi, f. 19v). | |
span> | * | Affittuali sono Ottelio Rimini e l’industriante Sabbata Rocca (ibid.). |
1834, giu. 30 span> | Il demanio vende a G.B. Marchioli per L 5582 la casa n. 691 «consistente in corte, stanze sopra il borgo in angolo di mezzodν, in altre stanze seguenti, cantine a pon. e tram., terrazza in primo piano, cucina ed altre stanze a pon. e mezz. ; qual casa confina a lev. calle che mette al locale delle scuole elementari, mezz. il borgo Viola, pon. li coo. Gorgo mediante una caletta promiscua ed a tram. con fondi ad uso della chiesa di S. Domenico , per il prezzo di L 5582,40 » (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4819, 1535). | |
1837, lugl. 21 span> | «In seguito alla mancanza a vivi del rev. Amadio Leonarduzzi, avvenuta nel sett. 1836 successo nella qualità di vicario al fu rev.mo parroco di S. Nicolò pre’ Domenico Toscani, nessun religioso comparve ai concorsi; rittenendosi perciò dal predarissimo prelato mons. Lodi che un tale allontamento di concorrenti alla carica da altro non derivi se non che la chiesa e parrocchia ritrovasi mancante di canonica venne proposto che l’acquisto dovesse farsi dai parrocchiani col tratto di offerte spontanee da esibirsi da ciascheduno di essi ». Raccolta la cifra, si procede all’acquisto: G.B. fu Domenico Marchioli vende la casa n. 691 alla parrocchia di S. Nicolò per uso di canonica. Prezzo L 5841,86 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10488, 10901; alleg. l’elenco dei parrocchiani contribuenti all’acquisto). | |
1860, lugl. 29 span> | * | L’ingegnere municipale G.B. Locatelli trasmette alla congregazione municipale la descrizione e pianta annessa della «casa in borgo Viola al c. n. 691 destinata ad uso di canonica al parroco di S. Nicolò» (A.S.U., C.A. II, 76, 139). |
1930, dic. span> | Viene abbattuta per l’apertura della via Magrini. La loggia esistente nel cortile fu trasportata sul fianco della casa 690. | |
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STUDI INEDITI span> | del TORSO, Genealogia Sasso: disegno della loggia. | |
692 | ||
span> | Caterina di Muzio Cavalcanti fu la prima pinzacchera di S. Domenico. Nel 1644, in alcune case che furono dei Gorgo, dei Caiselli ed altri, fondò il collegio di Pinzocchere laiche di S. Domenico. La chiesa, dedicata a S. Caterina, fu fondata nel 1671 e fu soppressa nel 1867. Nel 1879 l’altar maggiore fu consacrato a S. Nicolò (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 200r). | |
1662, apr. 24 span> | Il co. Leonardo Caiselli vende per d 1000 a Caterina Cavalcanti di S. Domenico «un pezzo di cortivo et sito, havuto per detto sig. conte dal fisco maurino con le case sopra , fatte fabbricare dal medesimo co. Lonardo, posto in borgo di Viola » (A.S.U., Gaspare Agricola, 7730, IV instr., f. 18r — 19v). | |
1801 span> | * | Convento di S. Domenico (Nomenclatura, f. 26v). |
1806, lugl. 28 span> | Soppressione del convento di S. Domenico e riunione a S. Maria della Cella di Cividale (Bollettino delle leggi del Regno d’Italia, parte II, dal I maggio al 31 agosto 1806, n. 160, 817). | |
1808, ag. 28 span> | I locali del soppresso monastero di S. Domenico vengono concessi al seminario in compenso del locale di via Treppo, già seminario, ridotto ad ospedale militare (dall’atto del 12 giugno 1811; vedasi infra). | |
1809 span> | È del demanio (Registro delli aloggi, f. 19v — 20r). | |
span> | * | «Ora seminario arcivescovile» (ibid.). |
1810 span> | Decreto di soppressione delle congregazioni religiose (Bollettino delle leggi del Regno d’Italia, parte prima dal primo gennaio al 30 giugno 1810, n. 77, 264-267). | |
1811, mar. 17 span> | °° | Disegno visuale del locale del Monastero di S. Domenico di Udine ora serviente ad uso di Seminario (A.S.U., N., Antonio Lorio, b. 10426, n. 476). |
span> | °° | Il disegno è firmato da «Gio: Maria Billia Mag:o Agg:o presso la Direz:e del Demanio di D. U. del Passariano». |
1811, giu. 12 span> | Il demanio vende a Fortunato del fu Marino Badoer, r. procuratore generale della corte di giustizia del Dipartimento di Passariano, che compera per il ministero della giustizia, per uso dell’archivio generale del Dipartimento, «il locale con chiesa, altari e fondi annessi» del monastero di S. Domenico per L 14872,44, «meno le fabrichette della legnara col suo fondo attiguo». Il demanio l’aveva avuto in permuta dal seminario di Udine con contratto 1 marzo 1811. Confini desunti dalla perizia demaniale: «— Vi fa coerenza a lev. parte il sig. Gaetano Clabassi, loco — Caimo, parte — Ottaviano e fratelli Tartagna a muro di cinta divisorio promiscuo, parte — Detalmo e fratelli di Brazzà a muro di ediffizio compreso e parte a muro di cinta pure compreso, parte per salto le — Citelle a muro di edifizio lasciato parte per salto pure con l’orto delle — Citelle a muro di cinta divisorio lasciato e parte con — G.B. e fratelli Pulitti a muro di cinta lasciato, a mezz. parte con l’orto delle — Citelle a muro di cinta divisorio compreso parte per salto con la calle o muro d’ingresso che mette nel borgo di Viola, parte per salto con la casa demaniale fu — delle Domenicane a muro di ediffizio con diritto di stilicidio e parte per salto con l’orto del sig. Camillo Gorgo a muro di cinta divisorio promiscuo; a pon. — Gorgo, parte a muro di edifizio compreso a due fenestre in servitù attiva, parte a muro di cinta promiscuo e parte a muro di cinta compreso e parte per salto con la strada gira intorno le pubbliche mura ed a tram. con li — fratelli della Torre a muro di cinta compreso e parte per salto con li — di Brazzà a muro di cinta compreso —» (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10423, 438, alleg. descrizione e stima di Giuseppe Clocchiati e Vincenzo Mantoani). | |
1811, giu. 26 span> | L’arcivescovo cede in permuta al demanio il locale di S. Domenico con orto e chiesa, ricevendo in cambio il locale di S. Bernardino con orto, braida e chiesa (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10423, 440; alleg. descrizione e stima di Giuseppe Clocchiati e Vincenzo Mantoani). | |
1811, ott. 16 span> | * | «Essendo disponibile dalla cassa di ammortizzazione, per la legge di finanza 11 — marzo 1810 — la fabrichetta denominata “La legnera”, con suo fondo attiguo, esistente nel recinto del locale di S. Domenico in Udine, era ad uso di seminario arcivescovile, sita in Udine, di provenienza del soppresso monastero di S. Domenico —, Francesco del fu Antonio di Brazzà — nel giorno 12 — marzo 1811 — ha convenuto di effettuare il ridetto acquisto, coll’obbligo di pagare il — prezzo — aumentato all’otto — per cento —. Osvaldo — Perosa, direttor demaniale del Passariano — in nome del monte —, vende — al sig. Francesco — di Brazzà — il sudetto locale, ossia legnera — descritto nella — stima — 20 ott. —, unita nel suo originale all’istr. di permuta 26 — giugno 1811 —, del locale, chiesa e fondi annessi del — monastero di S. Domenico, con il locale del monastero di S. Bernardino rogato da me notaro —. Confina, a termini della stima —, a lev. parte Gaetano Clabassi loco sigg. Caimo, parte sigg. Ottaviano e fratelli Tartagna a muro di cinta divisorio promiscuo, parte sigg. Detalmo e fratelli di Brazzacco a muro di cinta pure compreso, parte per salto le — Citelle a muro di edifizio lasciato, parte — per salto — con l’orto delle — Citelle a muro di cinta divisorio lasciato e parte con li sigg. G.B. e fratelli Puliti a muro di cinta lasciato, a mezz. l’orto delle Citelle a muro di cinta divisorio compreso, parte per salto con la calle d’ingresso che mette in muro di cinta compreso e parte per salto con la strada gira intorno le pubbliche mura ed a tram. con li — fratelli della Torre a muro di cinta compreso e parte per salto con li sigg. — di Brazzà a muro di cinta compreso —. Tale vendita — fa — per il prezzo d’it. L — 610,394 —» (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10424, 476, con dis.). |
1852 span> | * | Appartiene al demanio. Ospita scuole elementari (Competenze, I, f. 19v). |
1930, dic. span> | I locali dell’ex convento vengono abbattuti. | |
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STUDI INEDITI span> | FACCIOLI-JOPPI, Chiese , f. 200r — 201r. | |
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BIBLIOGRAFIA span> | CAVALCASELLE, La pittura, 252; FERRANDO, Le marionette Galmi, 175-184; L. PALLADIO degli OLIVI - CAIMO DRAGONI, Memorie, 13; POJANI, Il seminario, 12, 14-15; Parti prese... 1878, 290; Parti prese... 1913, 28, 77; de RUBEIS, Catalogo, 4 (1937), 4. | |
span> | ||
ICONOGRAFIA span> | GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 34; MAIERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 32; MURERO, Udine metropoli, n. 22; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 26. | |
693 | ||
span> | * | Già monastero di S. Nicolò; vedasi n. 701. |
1801 span> | G.B. e fratello q. Giacomo Politi (Nomenclatura, f. 26v). | |
span> | * | Affittuale *** del Cedro (ibid.). |
1809 span> | * | È di G.B. e fratelli Politi. Affittuale è l’industriante Antonia Facci (Registro delli aloggi, f. 19v). |
1852 span> | * | Appartiene ai fratelli Politi (Competenze, I, f. 19v). |
1876 span> | Vi ha studio l’ing. Giovanni Politi (COSMI-AVOGADRO, 97). | |
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1801 span> | G.B. Politi (Nomenclatura, f. 26v). | |
span> | * | Affittuale Domenico Vienna (ibid.). |
1809 span> | * | È di G.B. e fratelli Politi; affittuali sono il domestico Giacomo De Sabbata e il vetturino Antonio Vienna (Registro delli aloggi, f. 19v). |
1852 span> | * | Appartiene ai fratelli Politi (Competenze, I, f. 19v). |
1876 span> | * | Recapito del pittore decoratore Giorgio Mauro (COSMI-AVOGADRO, 110). |
695 | ||
1801 span> | G.B. Politi (Nomenclatura, f. 26v). | |
span> | * | Affittuale Pietro Cicuti (ibid.). |
1809 span> | * | È di G.B. e fratelli Politi; affittuale è il vetturino Pietro Cicutta (Registro delli aloggi, f. 19v). |
1852 span> | * | Appartiene ai fratelli Politi (Competenze, I, f. 19v). |
696 | ||
1801 span> | G.B. Politi (Nomenclatura, f. 26v). | |
span> | * | Affittuale Maria Pers (ibid.). |
1809 span> | * | È di G.B. e fratelli Politi. Affittuale è l’industriante Anna Pers (Registro delli aloggi, f. 19v). |
1852 span> | * | Appartiene ai fratelli Politi (Competenze, I, f. 19v). |
1876 span> | * | Stallaggio gestito da Maria Costantini (COSMI-AVOGADRO, 114). |
697 | ||
1801 span> | G.B. Politi (Nomenclatura, f. 26v). | |
span> | * | Affittuale Andrea Sbrizzi (ibid.). |
1809 span> | * | È di G.B. e fratelli Politi; affittuale è l’industriante Angela Tranconi (Registro delli aloggi, f. 19v). |
1852 span> | * | Appartiene ai fratelli Politi (Competenze, I, f. 19v). |
1855, mar. 20 span> | Odorico del fu Antonio Politi, «divisato avendo di riformare la casa di propria ragione situata in borgo di Viola n. 697», presenta il disegno della facciata. La deputazione d’ornato solleva un’eccezione per la cornice «troppo vicina alla soglia superiore delle finestre», mentre giudica lodevole il resto (A.S.U., C.A. II, 66/1855, 1740 Orn. II C, con dis., firmato dal capomastro Giuseppe Barbetti). | |
1883 span> | * | Recapito del medico chirurgo Giacomo Politi (AVOGADRO, 148). |
698 | ||
1801 span> | G.B. Politi (Nomenclatura, f. 26v). | |
span> | * | Affittuale Dorotea Fontanini (ibid.). |
1809 span> | * | È di G.B. e fratelli Politi; affittuale è Dorotea Fontanini (Registro delli aloggi, f. 19v). |
1852 span> | Appartiene ai fratelli Politi (Competenze, I, f. 19v). | |
1855, mar. 20 span> | * | Odorico del fu Antonio Politi presenta un progetto di riforma della casa, che dovrebbe essere alzata di un piano. È prevista anche una radicale trasformazione della facciata (A.S.U., C.A. II, 66, 1760 Orn. II C, dis.). |
span> | ||
BIBLIOGRAFIA span> | “L’alchimista friulano”, 4, XVII, 24 apr. 1853, 136. | |
699 | ||
1801 span> | G.B. Politi (Nomenclatura, f. 26v). | |
span> | * | Affittuale Francesco Gobessi (ibid.). |
1809 span> | * | È di G.B. e fratelli Politi; affittuale è il negoziante Angelo Vianelli (Registro delli aloggi, f. 19v). |
1852 span> | * | Appartiene ai fratelli Politi (Competenze, I, f. 19v). |
700 | ||
1801 span> | G.B. Politi (Nomenclatura, f. 26v). | |
span> | * | Affittata ad Alvise Gonzaga (ibid.). |
1809 span> | * | È di G.B. e fratelli Politi; affittuale è l’industriante Domenica Fanzago (Registro delli aloggi, f. 19v). |
1852 span> | Appartiene ai fratelli Politi (Competenze, I, f. 19v). | |
Chiesa di San Nicolς e 701 | ||
span> | Esisteva qui una chiesa ancor prima del 1328 ed accanto ad essa, nel 1341, fu fondato un monastero di Penitenti Agostiniane poi Benedettine e nel 1642 Francescane. La chiesa fu ampliata nel 1873, venduta nel 1933 al sig. Camavitto ed abbattuta. | |
1341 span> | Il patriarca Bertrando «eresse quivi una chiesa dedicata a S. Nicolò ed ivi contiguo un monastero nel quale rinchiuse venti monache dell’ordine di S. Domenico» (G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, I, 338). | |
1341, nov. 6 span> | ° | Fondazione e dotazione del monastero di S. Nicolò sotto la regola di S. Agostino (Arch. Frangipane, Cod. dipl. ed aneddoti del Friuli, 1338-1351, VII). |
1466, dic. 19 span> | Il monastero viene chiuso per essere riformato (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 148r - 148v). | |
1773, ag. 21 span> | Giovanni Antonio e Giacomo Politi acquistano il monastero di S. Nicolò per d 8000. I Politi potevano passare attraverso una porta nel coro superiore della chiesa sopra la porta. Mal soffrendo ciò i parrocchiani, essi, di notte, disfecero quel coro e murarono la porta. Da ciò nacque una lite. Come dalla stampa pubblicata, nel 1790 la lite non era ancora decisa (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 148r - 148v). | |
1775, magg. 31 span> | Le monache di S. Nicolò passano nel monastero di S. Lucia, d’onde nel 1806, sett. 25 passarono nel monastero di S. Chiara (ibid.). | |
1801 span> | G.B. Politi (Nomenclatura, f. 26v). | |
1809 span> | * | È di G.B. e fratelli Politi. Loro abitazione (Registro delli aloggi, f. 20v — 21r). |
1826, apr. 30 span> | * | «Abbisogna di riattare la facciata di questa v. chiesa di S. Nicolò sempre nello stato in cui trovasi senza cambiamenti» (A.S.U., C.A. I, 100/1826, 1363 Orn. II C). |
1835 span> | * | Recapito del chirurgo Giacomo Politi (A.S.U., C.A. I, 237/XII). |
span> | La casa passò poi in Colloredo, poi in Luzzatto e finalmente in Camavitto. La chiesa fu abbattuta nel 1933 ed al suo posto fabbricata l’attuale casa stile ’900. | |
span> | °° | L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 18 nov. 1954 ai sensi della L. 1089/1939. |
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STUDI INEDITI span> | A. Della FORZA, Memorie, f. 28r; MICOLI, La sala in casa delli sigg. fratelli Politi; RAIMONDI, Gioia preziosa, p. 23-25. | |
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BIBLIOGRAFIA span> | Aggregazione dell’adorazione perpetua del SS. Sacramento; AMASEI, Diarii, 13; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 145-148; BIANCHI, Indice, n. 3027, 99-100, n. 3234, 106; BIASUTTI, Note d’archivio, 11; BRAIDOTTI, L’ospitale dei lebbrosi; CICONI, Udine, 467; COMELLI, Odorico Politi, 45; CORONALI, La chiesa di S. Nicolò, 294; L. DAMIANI, Il Novecento... Il Liberty, 214; DEL PUPPO, Di Odorico Politi; FABRICIO, Notizie storiche sul monastero di S. Nicolò; JOPPI, Udine prima del 1425, XII, 13; di MANIAGO, Guida, 45; MARCHETTI, Il Friuli, 583-592; MENIS, Le origini della parrocchia; PAOLINO, Ad illustrissimum Bellenium; PASSONE, Noterelle; P[ICCO], Sulla riunione dei pittori-decoratori; P[ICCO], Una Madonna del Politi; Politi contro la fraterna di S. Nicolò; d[ella] P[ORTA], Udine scomparsa, 172-174; de RENALDIS, Della pittura, 65, 93; RIZZI, Pluralità, 503; RIZZOLATI, Orazione funebre; ROTA, Cenni, 27-28; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 10; 4 (1937), 5; S[ACCOMANI], Il ristauro, 40; SILVESTRO-DELL’OSTE-COLLE, Il monastero di S. Nicolò; Udine cento anni, 25; Triduo in onore di S. Luigi; VALENTINIS, Udine antica, 11, 16. | |
span> | ||
ICONOGRAFIA span> | GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, 20; GIRONCOLI de BAURAIN, Stemma della città, 33; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, 31; MURERO, Udine metropoli, 20; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, 25. | |
Chiesa delle Zitelle
e 702 | ||
1574, dic. 30 span> | * | Vedasi n. 703. |
span> | Costruita circa il 1609 con il titolo di chiesa della Presentazione di Maria Vergine. | |
1589, ott. 4 span> | ° | «Sulpizia q. Odorico Frangipane ved. del kav. Paolo di Strassoldo testò nel suo giardino in borgo di S. Maria, dove aveva un oratorio col titolo di B. Vergine di Montebello e ne costituisce un legato per l’ufficiatura (Federico Buiatti not.)1. La suddetta casa passò a Bernardino Strassoldo. Questi la vendette nel 1592 ai signori Mazzoleni che la rivendettero nel 1596 alle Sig.re Fondatrici delle Zitelle» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 177). |
1592, genn. 10 span> | Il nob. Bernardino Strassoldo vende la sua casa in via S. Maria a Sebastiano Mazzoleni e Ottavio suo nipote per d 1500, «his quoque additis pactis, quod dicti venditores quam primum obturari faciant fenestram per d. Albinum nuper constructam, respicientemque super dictam domum, curiam et hortum; item quod d. Ioannes Paulus possit ad suum libitum describi facere statum dictæ domus in quo de presenti dicta domus cum adiacentiis reperitur esse » (A.S.U., N., Vittorio Mattioli, 6743, VI instr., f. 5r — 6r). | |
1596, apr. 26 span> | I Mazzoleni di Codroipo vendono la casa già Strassoldo alle sign. Anna Candido ved. di G.B. di Mels e Flavia q. G.B. Frangipane che intendono fondare un monastero «domum unam de muro, tegulis coopertam ac soleratam, sita extra Purtellum Poscollis cum curia et horto , confinantem a solis ortu cum via publica, a meridie cum monasterio S. Nicolai, ab occasu viuncula serviente quibusdam domibus adiacentibus et a montibus domos alias illorum de Leonis . Et hoc precio ducatorum mille quingentorum » (A.S.U., N., Matteo Paulitti, 6861, II instr. f. 101r — 102v). | |
1609 span> | Si erige la chiesa della Presentazione di Maria Vergine e l’abitazone per le giovani Citelle. Al quale scopo Anna di Mels lasciò considerevoli rendite2. | |
1801 span> | Monastero delle Zitelle (Nomenclatura, f. 26v). | |
1809 span> | * | Convento delle suore Citelle (Registro delli aloggi, f. 20v). |
1850 span> | * | Vi è censita una filanda di seta con un fornello (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 73). |
1852 span> | * | Convento delle Zitelle (Competenze, I, f. 19v). |
1936 span> | Monastero e collegio delle Zitelle. | |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Un atto del genere non si è trovato né tra i testamenti né tra i contratti di questo notaio. |
span> | 2 | Senza citazione di fonte nel ms. della Porta. |
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STUDI INEDITI span> | RAIMONDI, Gioia preziosa, p. 20. | |
span> | ||
BIBLIOGRAFIA span> | Guglielmo BIASUTTI, I Libri de’ scossi, 23; BRAGATO, Guida, 63; Collegio, casa e chiesa delle Zitelle in Udine; Il collegio - convitto delle Zitelle in Udine; FABRICIO, Della reintegrazione del monastero di S. Nicolò, 13-16; GIOSEFFI, Udine, 163; di MANIAGO, Guida, 51-52; MUNER, La Casa secolare delle Zitelle, 329-343; PARONI BARBINA, Arte organaria, 151; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 10, 21; 4 (1937), 4; SCALON, La biblioteca, 290; SILVESTRO-DELL’OSTE-COLLE, Il monastero di S. Nicolò; VALENTINIS, Udine antica, 14. | |
span> | ||
ICONOGRAFIA span> | GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, 32; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, 30; MURERO, Udine metropoli, 24; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, 24. | |
703 | ||
1574, dic. 30 span> | «Franciscus et Baldus fratres filii q. mag. Petri a Leone agricolæ Utini tam suis nominibus quam vice Hieronymæ eorum matris pro ducatis septuaginta uno permutarunt ser Beachino Albino q. ser Joannis civi Utini, in burgo Foeni habitanti portionem domorum habitationis suæ cum curia stabulis ac area contiguis , sitam Utini in contrata Rugiæ et Portelli sive ecclesiæ S. Nicolai de vico Poscollio, eisdem permutantibus in divisione cum ser Jacobo eorum patruo sub die 24 novembris 1568 manu mea notarii obventam et æstimatam in libris bis mille ducentis septuaginta sex, solidis duodecim per ser Ioannem Iacobum Cominum et per mag. Danielem de S. Vito, murarium Utini , confinantem ab ortu solis cum rugia mediante tamen via publica ab ipso S. Nicolai tempio ad portam divæ Mariæ et in vicum S. Luciæ ducente et tendente, a meridie, prope domum et hortum nob. d. Bernardini Strasoldii, per elapsum a ser Laurentio Semeda tentam, ab occasu est androna seu angiportus cognomento del Zotto, ad burgum Violæ transiliens et a montibus apud portionem curiæ et domorum obventam ser Iacobo a Leone ex preallegatis divisionibus (A.S.U., N., Federico Buiatti, VII contr. f. 185v — 190r). | |
1578, mar. 4 span> | Giacomo di Tebaldo dal Leone vende metà di una casa a Bianchino che possedeva l’altra metà, «quę tota domus confinat ab oriente iuxta viam publicam, a meridie iuxta domos nob. Bernardini Strasoldi, ab occasu iuxta curias ser Iacobi q. Tebaldi et ser Bianchini et a montibus iuxta domum hęredum q. ser Laurentii Lincei » (A.S.U., N., Giovanni Francesco Lucio, 6214, XII instr., f. 16r — 17v). | |
1578, mar. 4 span> | * | « Ser Bianchinus antescriptus iure simplicis affictus locavit ser Jacobo Leoni antescripto viam per quam ipse ser Jacobus transitum liberum habeat veniendi ex coquina sua ad viam publicam versus rugiam transeundo per domum sive domus portionem per ipsum Jacobum eidem ser Bianchino venditam . Et hoc quia ser Jacobus conductor se obbligavit annuatim solvere de affictu simplici ducatos duos » (A.S.U., N., Giovanni Francesco Lucio, 6214, XII instr., f. 17v). |
1744 span> | «Colloredo. Il ramo di Fabio e Claudia abita tra i Tartagna e la chiesa delle Zitelle» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 176). | |
1783 span> | I Brazzà acquistano dal march. Colloredo e fratelli la casa presso le Zitelle, ed i Colloredo [cedono in cambio] la casa Valvason Maniago in borgo Aquileia (A. della FORZA, Memorie, B.C.U., ms. 638 Joppi, f. 28v). | |
1801 span> | Co. Francesco e fratelli di Brazzà (Nomenclatura, f. 26v). | |
1809 span> | * | È di Francesco e fratelli di Brazzacco (Registro delli aloggi, f. 20v). |
1826, sett. 30 span> | * | Francesco di Brazzà «essendo in disposizione di erigere al contato di ponente della propria casa di abitazione, sita in borgo di S. Maria al c.n. 703, un alzamento sopra l’attuai coperto , presenta domanda » (A.S.U., C.A. I, 100/1826, 3447 Orn. II C). |
1835 span> | * | Recapito del medico fisico G.B. Zanutta (A.S.U., C.A. I, 237/XII). |
1883 span> | Osteria “Alla frasca” (AVOGADRO, 151). | |
span> | * | Gestione di Giovanni Marcuzzi (ibid.). |
1936 span> | È di Ida di Brazzà. | |
span> | * | Vedasi pianta di Antonio Bernardinis, senza data (A.S.U., Arch. Venerio, 4). |
span> | °° | L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 18 nov. 1954 ai sensi della L. 1089/1939. |
span> | ||
BIBLIOGRAFIA span> | Gli affreschi nelle ville venete, 223; BALDISSERA, Pietro Savorgnan di Brazzà; BATTISTELLA, I sindaci inquisitori, 186; de BENVENUTI, Eugenio Linussa, 321-339; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 148-151; BRAGATO, Guida, 62; Elenco degli alloggi; ERMACORA, Guida, 160; GROSSATO, Andrea Urbani, 255; MARCHETTI, Il Friuli, 697-707; Per la fedelissima città d’Udine, 55; di PRAMPERO, Napoleone in Friuli, 62; RIZZI, Cento disegni, 62; URBANI, Andrea Urbani, 18; VALENTINIS, Udine antica, 25. | |
704 | ||
1505, mar. 25 span> | ° | «Actum Utini, in domo propriæ habitationis nob. d. Elisabettæ relictæ q. spect. artium doctoris d. Nicolai de Soldoneriis1 in contrata Purtelli» (Not. Sebastiano Decio). |
1506, ag. 5 span> | «Actum Utini in domo habitationis olim d. Nicolai Soldonerii sita là del Portello» (A.S.U., N., Antonio Belloni, Istr. 1505-1506, f. 98v). | |
1507, genn. 9 span> | «Actum Utini in contrata Puscollis versus portam S. Marię in domibus habitationis olim spect. artium et medicinę doctoris d. Nicolai de Soldoneriis» (B.C.U., ms. 1236, I, Perg. Soldonieri, not. Francesco Porzio). | |
1521, nov. 30 span> | Antonio Arrigoni2 compera la casa del nob. Giovanni Soldonieri per d 1200 (A.S.U., Arch. Lovaria, 25, Promemoria dell’incartamento del processo Tartagna-Arrigoni per la casa di borgo S. Maria). | |
1522, sett. 3 span> | « Actum Utini in contrata Purtelli in camino nob. ser Antonii q. ser Orlandi de Aragonibus » (not. ignoto, framm B.C.U., ms. 1232, Perg. VI). | |
1534 span> | Concordio con il quale metà della casa passa in Nicolò Girolamo Arrigoni indi nei figli e finalmente in Ardemia moglie del co. Bel-trame (A.S.U. , Arch. Lovaria, Promemoria nell’incartamento del processo Tartagna-Arrigoni per la casa di borgo S. Maria). | |
1625, mar. 7 span> | * | «Stima fatta per mess. Antonio Millanese muraro et per me Agostino de Nepoti pubblico agrimensore in questà città dell’infrascritta casa posta in contrada detta Frezzaria delli nobb. Primo et fratelli Beltrami di S. Daniel, qual casa intendono vendere alli sigg. Zuan Maria et fratello Tartagna : Una casa di muro coperta di coppi, con corte, orto; confina a lev. il sig. Antonio Arigoni, a mezo dν l’orto di mess. Giorgio Maurino, a monte parte la muraglia castellana et parte l’orto del sig. Sbruglio et case et alle montagne la strada pubblica » (A.S.U., Arch. Lovaria, 25). |
1666, nov. 8 span> | * | «Stima e divisione della casa dei sigg. Cintio et Ottavio fratelli Beltrami di San Daniel, fatta da me Mattia Cittareo agrimensore elletto e ricercato d’hincinde le parti : casa posta nella contrada di S. Nicolò; confina a levante la contrata, a mezo dν li fratelli Arrigoni, a pon. il monastero delle rr.mm. di San Domenego, ai monti li nob. Redolfo et Giovanni Joseffo fratelli Sbrugli » (A.S.U., Arch. Lovaria, 25). |
1677, ag. 17 span> | Il nob. Cinzio Beltrame q. Pietro di S. Daniele vende al nob. Carlo Tartagna3 «una casa posta in contrada di S. Nicolò et fuori del Portello con il suo cortivo et horto et che confina a lev. strada publica, mezz. li fratelli Arrigoni, sol a monte l’ecc.mo procurator Manino et alle monti il nob. Giovanni Gioseffo Sbruglio » (A.S.U., Arch. Lovaria, 25, not. Giorgio Braida). | |
1677, ag. span> | * | «Notta di tutto quello che spendo nella casa comprata dalli sigg. Beltrami di Sant Daniele» (A.S.U., Arch. Lovaria, 25, fasc. anonimo). |
1679, apr. 15 span> | * | Carlo Tartagna riceve dal vicino Giovanni Giuseppe Sbruglio il permesso di coprire una terrazza contigua al muro divisorio con la casa dello stesso (A.S.U., Arch. Lovaria, 25). |
1684, magg. 18 span> | * | «Notta come quando hanno fatto alzare li muri della casa li nobb. sigg. Arigoni, cioè dalla parte di dietro, perché il tempiaro alli monti, che confina con me, siamo convenuti di farlo mezo per uno, poiché non volevo lasciarlo fare da loro soli; onde fu da me Carlo Tartagna fatto fare da m. Antonio Chiandulino muratore et io ho datto tanto li sassi, calzine et ligadure di pietra, per fare la mità giusta. Il tutto serva d’avviso, acciò un giorno non pretendessero havere fatto loro soli. Et fu fatto l’anno et giorno sopra-detto» (A.S.U., Arch. Lovaria, 25). |
1696, ott. 22 span> | * | «Notta come il nob. Giovanni Francesco Sbruglio m’ha pregato a volerli far gratia di far otturare una fenestra sopra il mio granaro, che confina con la sua casa et che dominava et che guardava nell’suo granaro, scale e terrazetta; io Carlo Tartagna per farli cosa grata son concorso volentieri a satisfarlo per la buona corrispondenza che passa fra noi; havendola io fatto otturare il giorno sopradetto da m. Giorgio Pascolo muradore et per segno del mio dominio del muro, ho fatto fare un fenestrino serrato dove era la fenestra, la quale era d’altezza ai piedi tre e mezo in circa et altro tanto di largeza, con ferrada, cancari, bertoele et scuro di legno per aprire, serva l’aviso» (A.S.U., Arch. Lovaria, 25). |
1714, sett. 22 span> | * | «Havendo desiderato il nob. Pompeo, figlio del nob. Francesco Arrigoni fissar il suo domicilio doppo varie mutationi, ha ricercato con tal oggetto al nob. Ottaviano Tartagna la casa in borgo di S. Maria di questa città, fu di ragione Roncali, ora in lui pervenuta, quale è condisceso a cedergliela nel modo e con le conditioni infrascritte : detto sig. Tartagna in permuta concede al sig. Arrigoni la casa suddetta con corte, horto descritta fra li confini dalla stima di quella fatta dal sig. Filippo Capodaglio pubbl. per. sino li 25 sett. 1713 con l’aggravio perpetuo della corisponsione di ducati X alla abbatia di Rosazzo ; et questo perché all’incontro detto Arrigoni cede col medesimo titolo di permuta al Tartagna la rescossione annua di formento st 22 pes 3 ». Dalla stima Capodaglio: «casa con cortisella et horticello situato in borgo S. Maria; confina a lev. nob. Sebastiano Florio, a mezo dν casa della abatia di Rosazzo, a pon. strada pubblica del borgo et a tram. casa de nob. sigg. Calisi ». La casa è valutata L 7685 s 5 (A.S.U., Arch. Lovaria, not. Bernardino Zerafino). |
1723, ag. 22 span> | * | «Con la presente scrittura resta fermato come il nob. Giacomo Arrigoni et li nob. Pompeio et Bortolomio Arrigoni s’obbligano vendere al nob. Ottaviano Tartagna la casa posta in questa città nel borgo di S. Maria coerente e confinante col detto Tartagna . Il prezzo della casa haverà d’essere quello che risulterà dalla stima del sig. Raimondo Picho pubbl. per. eletto . Resta patuito che il laudemio habbia d’esser pagato dal sig. Tartagna compratore » (A.S.U., Arch. Lovaria, 25). |
1723, sett. 17 span> | Giacomo e fratelli q. Francesco Arrigoni vendono ad Ottaviano Tartagna la casa in via Zanon «di ragion feudale, libera d’ogni aggravio e censo, per esser questo stato già francato, con la sua corte, et horticello, sive corte posteriore, confinante a lev. con la strada pubblica, a mezz. con li coo. di Colloredo e alli monti col medesimo sig. Ottaviano Tartagna, per lo prezzo di d 2535 L 1 s 14 1/2 » (A.S.U., Arch. Lovaria, 29/ C, f. 170-189, not. Bernardino Zeraffini). | |
1723, nov. 10 span> | * | Dall’inventario della casa, compilato dal pubbl. per. Raimondo Picco: «Una casa di muro, copperta di coppi, in due appartamenti, confina a lev. strada pubblica, mezz. coo. Colloredi, pon. parimente et a tram. il nob. Ottaviano Tartagna ». Nell’inventario dei mobili, nella «salla», sono ricordati «n. 15 ritratti Arrigoni», valutati dal perito L 30 cadauno. Tutto il mobilio assomma a L 1292 (A.S.U., N., Francesco Tracanelli, 8529, Allibramento ...Arrigoni, f. 1r - 21v , 54v — 58r). |
1744 span> | «Arrigoni. La loro casa formava la metà di quella che poi fu intieramente posseduta dai Tartagna (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 176). | |
1801 span> | Co. Ottaviano e fratelli Tartagna (Nomenclatura, f. 26v). | |
1809 span> | * | È di Ottaviano e fratelli Tartagna. Affittuale è Giovanni Lorio (Registro delli aloggi, f. 20v). |
s.d. (sec. XIX) span> | * | Descrizione del palazzo che nell’intestazione viene definito «fabbrica di muro; coperta a coppi con fondo, due cortivi ed orto, situata nel borgo di S. Maria, di proprietà del deffunto nob. sig. Ottaviano q. Allessandro Tartagna, marcata col c.n. 704, composta di fabbricato maestro sul borgo, altri due fabbricati a tram. e mezz. del cortivo nobili, fabbricato a pon. del cortivo stesso e finalmente fabbrica ad uso di scuderia e rimessa a pon. del secondo cortivo; tutto unito fa coerenza lev. borgo di S. Maria, mezz. eredi q. co. Antonio di Brazzacco, pon. e tram. r. demanio» (A.S.U., Arch. Lovaria, 25). |
1829, giu. 18 span> | Verdelaura Tartagna Lovaria, Isabella Tartagna Zignoni e Vittoria Tartagna, figlie ed eredi di Ottaviano Tartagna, vendono al nob. Giuseppe Lovaria la casa n. 704, «la quale confina a lev. borgo di S. Maria, a mezz. eredi q. Antonio di Brazzà, pon. e tram. demanio, soggetta a feudo improprio ed alla tassa laudemio . Questa vendita viene fatta pel prezzo di austr. L 40640,62 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10474, 6900). | |
1852 span> | * | Appartiene al cav. Giuseppe Lovaria (Competenze, I, f. 19v). |
1853, apr. 14 span> | Stato e grado della casa che Giuseppe Lovaria affittò in borgo S. Maria al n. 704 al comune di Udine «per alloggio dell’i.r. tenente maresciallo comandante civile e militare della città e provincia; nonché inventario di alcuni mobili di ragione del locatore nob. Lovaria lasciati a disposizione del comune» (A.S.U., Arch. Lovaria, 27). | |
1876 span> | * | Studio dell’avv. Luigi De Nardo e negozio di cereali di Giorgio Candotti (COSMI-AVOGADRO, 85, 90). |
1883 span> | * | Sede del Consorzio roiale (AVOGADRO, 127). |
1936 span> | È del co. Antonio Lovaria. Nel cortile vi è una cisterna con gli stemmi Arrigoni. | |
1940 span> | I co. Lovaria vendono la casa al cav. Giuseppe Mizzau. | |
span> | °° | L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939. |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Per la famiglia Soldanieri: BATTISTELLA, I Toscani, 254; CERGNEU, Cronache, 44; MONTICOLI, Cronaca, 24; PASCHINI, Storia, II, 366, 367. |
span> | 2 | Per la famiglia Arrigoni: MONTICOLI, Cronaca, 70-71. Vedasi anche n. 485. |
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BIBLIOGRAFIA span> | BALLERIO, Architettura minore, 6; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 152-157; COMELLI, Passeggiate, 126; ERMACORA, Guida, 160; Nozze Beretta-Orgnani, 9-29; Per li nobb. sign. Conti Fratelli Tartagna; della PORTA, Toponomastica, 260; SACCAVINO, La fraterna di S. Lino, 24; S[ACCOMANI], Il ristauro, 35; VALENTINIS, Udine antica, 25. | |
705 | ||
1487, sett. 15 span> | ° | «Strenuus vir ser Dominicus de Servia civis Utinensis exposuit se habere quandam domum in contrata porte S. Marie de Utino, que, cum horto suo et braida confinat cum quadam calicella tendente versus murum castellanum iuxta murum proprium claudentem hortum et braidam S. Marie Battutorum1». Chiede di poter sopprimere la stradella. Gli viene concesso (A.O.U., Misc. 136, 52). |
1500, genn. 30 span> | «Ser Ioannes q. ser. Guberti Strazaroli locavit ser Ioanni draperio q. ser Antonii de Locatellis unam domum cum tinctoria, magazeno, horto et curia et cum omnibus et singulis instrumentis seu ordegnis de presenti existentibus in dicta domo spectantibus et pertinentibus ad tinctoriam atque cum furno ad coquendum cinerem et cum lavatorio: quę quidem domus et tinctoria cum prędictis magazeno, horto, curia, furno et lavatorio, sita est Utini in contrata portę Sanctę Marię inter eximium artium et medicinę doctorem Nicolaum de Soldoneriis a duabus partibus et inter murum castellanum mediante via publica; pro quibus domo, tinctoria, magazeno, horto, curia furno et lavatorio et caldariis et instrumentis et ordegnis spectantibus ad ipsam tinctoriam ser Ioannes conductor promisit solvere singulis annis de affictu ducatos viginti octo usque ad decennium proximum incipiendum die primo februarii » (A.S.U., N., Roberto da Latisana, Istr. 1499 - 1500, f. 36r). | |
1568, giu. 25 span> | I conservatori del monte affittano a Pietro Arrigoni «domum tintorie ipsius montis cum curia et horto coherente domui habitationis predicti conductoris, Utini intra Portonum S. Marie » (Acta, XXI, f. 126v). | |
1588, ag. 12 span> | Francesco Maseri per eliminare l’inconveniente della tintoria propone al Monte di permutare questa casa con altra presso S. Pietro Martire (Annales, LXIII, f. 49r). | |
1591, ag. 21 span> | «Stima fatta per Camillo Caimo et per me Ioseffo Manttoano stimador, deputatti per il consiglio di Udene de una et per Francesco Masaro del altra parte , a stimar li dui case, zoè una del sacro monte di pietà, detta la tentoria, posta in porta di S. Maria, confina a sol levado con la strada pubblica, a mezzo dν et sol a monte con il sig. Fulvio Arigone, alle montagne con una stradella che va a torno li muri, et l’altra del sig. Francesco Masaro, posta per mezo il cimitero over sagrà de S. Pietro Martire, conffina con misser Zuan Baptista Arlatto et con la strada pubblica» (B.C.U., ms. M. XIII, f. 149r — 151v). | |
span> | * | Stima della casa del magn. sig. Francesco Masaro posta «in Udene per mezo il cimiterio over sagrato di S. Pietro Martire la qual dà in permutta al sacro monte de piettà in contracambio delle case della tentoria oltra schritta stimatta per noi stimadori » (ibid.). |
1602 span> | I Maseri assegnano una casa in borgo S. Maria, in conto di dote, a Lavinia Maseri moglie del nob. Girolamo Sbruglio (Joppi, Notariorum, XV, f. 172r). | |
1630, sett. 2 span> | « Avendo li giorni p.p. il co. Lodovico Manin fatto aquisto del palazzo che era delli heredi Maseri, situato nella contratta di Porta di S. Maria, ed essendo nel cortine del detto pallazzo situate le stalle spettanti cosν al detto palazzo del detto conte, come anche le stalle appartenenti al paiano del sig. Sbruglio; e desiderando il conte d’impadronirsi anco delle stalle di raggion del detto Sbruglio per maggior sua commodità e per levar ogni servitϊ al detto suo palazzo, come anco il detto sig. Sbruglio di maggiormente ingrandire di stanze l’istesso suo palazzo e di rimovere insieme quelle servitù, che li ponno essere inferte dal palazzo del conte; quindi è che gl’antedetti co. Lodovico Manin e Sbruglio sono convenuti insieme per reciproca commodità come qui sotto : il sig. Sbruglio cede al co. Lodovico le stalle spettanti al palazzo della sua abitazione ; all’incontro il co. Lodovico concede al detto sig. Sbruglio di poter quandocumque fabricare in altezza sopra le stalle del conte come anco sopra le stalle del sig. Sbruglio cesse e che inoltre possa continuar la fabrica sopra dette stalle cosν per quanto capiscono esse stalle, come anco per quel vacuo, che è fraposto dalle dette stalle fin al muro che riguarda la strada inclusive, sopra qual muro, cioè verso la strada publica che riguarda verso la roia, esso Sbruglio possa far quelle finestre e quante li pareranno che possa il medesimo fabricar da fondamenti su per quanto si estende la largezza di dette stalle, quelle stanze che meglio ad esso parerà, fin dove dirimpetto s’estendono l’altre case e camere fabricate nell’altra alla del suo palazo e quelle innalzare quanto li parerà da un capo all’altro; dovendo però il sito terraneo fin al primo solaro di tutte esse fabriche, che sono fatte esser proprie del conte, sν che possa di esse valersi e disporre; e dal primo solaro in su inclusive sia patron il sig. Sbruglio, cosν del coperto, come d’ogni altra cosa; e d’essa fare e disporre a suo piacere con questa condizione però che tutte le spese, che anderanno a fabricare sopra le dette stalle per commodità del sig. Sbruglio, cosν per allungare il vacuo verso la strada publica, come anco per erigere in capo delle dette stalle verso la corte e brolo nuova fabrica corrispondente ala già fabricata, il detto Sbruglio le abbi da fare col suo proprio dannaro ; aggiungendo appresso che il medesimo sig. Sbruglio possa fabricar li primi solari all’altezza corrispondente del primo solaro del suo pallazzo. E con patto espresso fra le parti convenuto che il sig. Sbruglio col fabricar sopra le dette stalle sopra il detto vacuo e col eriger di nuovo qualche fabrica in capo le stalle non possa in modo alcuno inferir servitϊ di sorte alcuna, né con finestre né con balestrieri né con fori che riguardin sopra il cortile del conte né in faccia né per fianco, eccettuato però lo stilicidio dei coppi che in ogni evento dovrà esser rimesso dal sig. Sbruglio in quello stato e forma che ora si ritrova, perché quello abbia da cadere sopra il cortile di esso conte, il quale debba permeter che il sig.Sbruglio posa otturare tutte le finestre e fori che fossero verso il suo palazzo e cortile e che per l’avenire non possa il conte dare alcuna servitϊ di questa sorte; dovendo però serbar le pietre, le porte di legno e la feramenta ad esso sig. Sbruglio » (A.S.U., Arch. Caimo, 10, not. Gaspare Albino). | |
1744 span> | Sbruglio (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 176). | |
1762, sett. 8 span> | G. Enrico Sbruglio vende la casa ai Caimo (A.S.U., N., Francesco del fu Alessandro Brunalleschi, 9196, XI instr., f. 26r — 32r, con copia di preliminari di vendita redatti il 27 magg. 1762). | |
span> | «Caimo. Questi abitavano al principio del secolo XVII in una casetta in Grazzano presso il palazzo Antonini e nel 1705, per 5000 ducati comperarono parte del palazzo Antonini, detti d’Olanda, che nel 1762 fu da essi restituito ed acquistarono il palazzo Sbruglio in borgo S. Maria» (B.C.U., ms. fondo Joppi 74, f. 31r). | |
1764, apr. 11 span> | * | Obbligo assunto dal co. Giacomo q. Eusebio Caymo: «Richiesti da me Giacomo Caymo li nn. hh. coo. Alvise e figliuoli Manini col mezo del nob. Nicolò Gabrielli q. Carlo , per ottenere il grazioso permesso di aprire, sopra la corte del palazzo di essi conti, situato in borgo di S. Maria ed in confine con la casa di mia abitazione, numero tre ovadi, due de’ quali averanno a corrispondere alla scuderia di mia ragione, et uno alla rimessa delle carrozze; et ottenuto dalli medesimi l’assenso, resta in oggi e per sempre da dichiarito ed espresso in valida solenne forma che tutti cotesti ovadi sarano da me apperti a pura e mera condizione che qualunque volta ciò non fusse di piena loro sodisfazzione per qualunque riguardo, quali doveranno essere da me a miei danni, e spese ad ogni minimo cenno otturati, rimettendo le cose tutte in pristinum tali, quali lo sono in presente; e perché cotesta mia dichiaratione e cotesto mio obligo abbia sempre a riportare il suo pieno effetto, risolvo di consegnarlo a mani del sig. Francesco Lorio q. Giovanni not. » (A.S.U., Arch. Caimo, 10, not. Francesco Lorio). |
1801 span> | Co. Giacomo e figli Caimo. Loro abitazione (Nomenclatura, f. 26v). | |
1809 span> | * | Appartiene a Giacomo Caimo. Affittuale è Tommaso Obizzi (Registro delli aloggi, f. 20v). |
1809, dic. 12 span> | I Caimo vendono il palazzo a Gaetano Clabassi, per L 50758 ricevendo a conto prezzo altra casa del Clabassi in via S. Cristoforo al c.n. 1262 (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10295, 63). | |
1852 span> | * | R. demanio. Ufficio ipoteche (Competenze, I, f. 19v). |
1936 span> | Ufficio delle ipoteche. | |
span> | °° | L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 18 lugl. 1959 ai sensi della L. 1089/1939. |
span> | ||
NOTE span> | 1 | N. 947. |
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BIBLIOGRAFIA span> | BALLERIO, Architettura minore, 6; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 152-157; CASADIO-MAIDA, Palazzo Maseri, 113, 115; COMELLI, Passeggiate, 126; ERMACORA, Guida, 160; Nozze Beretta-Orgnani, 9-29; Per li nobb. sign. conti Fratelli Tartagna; della PORTA, Toponomastica, 260; SACCAVINO, La fraterna di S. Lino, 24; S[ACCOMANI], Il ristauro, 35; VALENTINIS, Udine antica, 25. | |
706 | ||
1801 span> | Signore Zitelle, abitazione dell’ortolano (Nomenclatura, f. 26v). | |
1809 span> | * | «Le signore Citelle». Affittuale è l’industriante Caterina Filipisgh (Registro delli aloggi, f. 20v). |
707 | ||
1801 span> | Signore Zitelle. Abitazione del confessore (Nomenclatura, f. 26v). | |
1805, febbr. 24 span> | * | «Le rappresentanti la casa delle Zitelle di questa città alienano alla fraterna di S. Giacomo e Ss.mo Sacramento di Marcà Novo una porzione di fondo con fabbrica sopra, da separarsi di concerto tra le parti per la quantità di ps 24 circa dal corpo della casa con cortivo di ragione delle Zitelle, situata dietro il presbiterio della chiesa di S. Giacomo . E questa vendita fanno pel prezzo di L 4400, oltre L 1240 per le spese che potessero incontrare nel riattamento del coperto della restante loro fabrica, in tutto L 5640 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10578, IV instr., 284, f. 332r — 333r). |
1809 span> | * | È delle signore Citelle. Vi abita il confessore sac. Giuseppe Guerra (Registro delli aloggi, f. 20v). |
1852 span> | * | Case delle Convertite delle Zitelle1 (Competenze, I, f. 19v). |
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NOTE span> | 1 | Il convento possedeva una casa sulla roggia, adibita a magazzino del grano, rimasta poi inutilizzata in seguito all’abolizione dei monti frumentari (Considerazioni... a piazza del Fisco, 12). |
708 | ||
span> | Vedasi n. 869. | |
1801 span> | Coo. Luigi e Giacomo Ottelio. «Loro osteria» (Nomenclatura, f. 27r). | |
1809 span> | * | È di Alvise e fratello Ottelio; affittuale è l’oste Matteo Simeoni (Registro delli aloggi, f. 20v). |
1812 span> | Osteria “Al portello” (Esercenti). | |
span> | * | Gestione di Tomaso Andervolt (ibid.). |
1814, magg. 23 span> | * | Alvise e Giacomo Ottelio «proprietari della fabbrica, che forma parte di loro casa di abitazione posta sopra la roia verso il borgo di S. Maria, rimpetto alla chiesa parrocchiale di S. Nicolò hanno divisato di praticare alcune modificazioni nella parte che guarda l’acqua ed il borgo suddetto, non che di gettarvi un ponte d’ingresso alla fabbrica stessa». In seguito alla perizia di Bernardinis, in data 19 giugno, viene suggerita una modifica (A.S.U., C.N., 180, 3489 Orn. 19, con dis.). |
1838, mar. 14 span> | * | Comunicazione della deputazione d’ornato alla congregazione municipale sulla pericolosità del «gradino di pietra che forma limite al selciato della casa Ottelio presso l’imboccatura della calle detta del portello verso Mercatonuovo». La deputazione suggerisce ed ottiene di farlo sostituire con un piano inclinato (A.S.U., C.A. II, 255/VII, 1299 Pol. II). |
1852 span> | * | Appartiene al co. Alvise Ottelio (Competenze, I, f. 19v). |
1883 span> | Osteria “Al portello” (AVOGADRO, 151). | |
span> | * | Gestione di Giobbe d’Agostini (ibid.). |
708 A | ||
1842, magg. 3 span> | * | Alvise Ottelio «divisato avendo di rialzare e riformare la casa di propria ragione, situata sulla sinistra sponda della roia, nel borgo di Poscolle n. 708 A» presenta progetto, che viene approvato (A.S.U., C.A. I, 342/1842/IV, 2949 Orn. II C, con dis., firmato da G. Zandigiacomo). |
1843, genn. 2 span> | * | Relazione sui lavori compiuti, con la dichiarazione del capomastro Amadio Zandigiacomo, per ottenere l’attestazione di abitabilità (A.S.U., C.A. I, 359/IX, 39 Orn. II C). Segue in data 15 genn. l’ispezione dell’ing. Lavagnolo, il quale ritiene che l’edificio non possa essere abitato fino al I maggio e in tal senso dispone il podestà (A.S.U., C.A. I, 342/IV, 454 Orn. II C). |
1843, febbr. 15 span> | * | Alvise Ottelio «obbligato dalla nuova destinazione di uso di un locale addetto alla casa, situata al di là della roia formante prospetto sul borgo di S. Maria e marcata col c. n. 708, di aprire tre finestre nel prospetto medesimo» inoltra domanda con il disegno del progetto, firmato da G. Zandigiacomo. L’approvazione è concessa con qualche perplessità (A.S.U., C.A. I, 359/1843/IX, 1338 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | Appartiene al co. Alvise Ottelio (Competenze, I, f. 19v). |
span> | ||
BIBLIOGRAFIA span> | MIOTTI, Cenno sulle... opere difensive, 24; Parti prese... 1908, 88. | |
709 | ||
1771, sett. 22 span> | Si concede agli appaltatori del sale «di far gettare due archi sopra la roggia nel borgo di S. Maria, uno per parte, al ponte dell’abitazione dell’egr. G.B. Rizzi, onde far ergere sopra de’ medesimi due botteghe latterali al ponte stesso, che inservir dovranno alla vendita al minuto ed all’ingrosso del sale a comodo di questi abitanti » (Acta, LXXXVII, f. 180r — 180v). | |
1771, dic. 17 span> | Si concede una piccola parte di terreno al sig. G.B. Rizzi, contigua alla sponda della roia, dirimpetto alla chiesa di S. Nicolò necessario alla erezione della sua fabbrica che sta per inalzare sopra la roggia (Acta, LXXXVII, f. 198v; dis. di Alessandro Rota in B.C.U.; ms. B.C.U., B. LXVII, f. 4). | |
1801 span> | «Rizzi sig. ***1. Appalto del sale» (Nomenclatura, f. 27v). | |
1809 span> | È di Vincenzo Paoloni (Registro delli aloggi, f. 20v). | |
span> | * | Affittuali sono l’orefice Giuseppe Scrosoppi, l’industriante Sebastiano Bertoli (ibid.). |
1852 span> | * | Appartiene a Leonardo Paoloni (Competenze, I, f. 19v). |
span> | °° | L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 29 apr. 1957 ai sensi della L. 1089/1939. L’edificio non è indicato nella mappa del Lavagnolo, la corrispondenza è stata dedotta dai documenti. |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Neppure il Registro anagrafico riporta il nome. |
710 | ||
1801 span> | Domenico de Marco (Nomenclatura, f. 27v). | |
span> | * | Osteria “Al battello”, gestita da Francesco Stella (ibid.). |
1809 span> | * | È di Domenico de Marco. Affittuale è l’oste Francesco Stela (Registro delli aloggi, f. 20v). |
1812 span> | Osteria “Al battello” (Esercenti). | |
span> | * | Gestione di Francesco Stella (ibid.). |
1846 span> | ° | Progetto delle due facciate (A.M., Ornato 1843-1851). |
1852 span> | * | Appartiene a Vincenzo Martina (Competenze, I, f. 19v). |
1876 span> | Osteria “Alla stella” (AVOGADRO, 105). | |
711 | ||
1631, magg. 28 span> | « Bernardinus Amutius nomine suo et Tranquillæ eius uxoris vendidit rev.mo Leonardo Tritonio episcopo Parentino1 pro se, et eius fratribus, eorumque hæredibus, ementi unam domum de muro, cuppis coopertam cum curia, sitam Utini in vico Poscollis confinantem a solis ortu cum ser Dominico Susanna, a meridie cum via publica, ab occasu cum petiuncula terræ incultæ prope rugiam et a montibus cum dicto ser Dominico Susana et hoc pretio quatuorcentum sexaginta novem L 1 s 13 » (A.S.U., N., Antonio Mattioli, 7149, VIII, f. 55v — 56r). | |
span> | * | Nel fascicolo Acquisto della locanda del Leon bianco (A.S.U., Arch. Lovaria, 23) è inserito un fascicoletto senza data intitolato Informazione. Per il sig. Lonardo Tritonio con le seguenti notizie relative alla casa: «Il q. mess. Girolamo Constantini haveva una casa nella città di Udine fuori del porton di Poscolle. A questa casa era et è coherente verso l’alveo della roia un pezzo di terra inculta, ove ne’ tempi antichi era fossa, stata poi otturata; qual sito forma un cortivetto di passa quindeci in circa per longhezza verso il ponte et passa undici per larghezza verso la roia; qual cortivo serve per andar a pigliar l’aqua dalla roia et per gl’altri bisogni di casa. Vicino alla casa del Constantini ad latus era una casa del q. mess. Domenico Susana, dietro la quale pure verso detto alveo corrispondeva una particella di terra . Esso Susana capitò a prendere investitura l’anno 1610, 14 dec. dall’ecc.mo luogotenente di tutto il sito compreso anco quello coherente alla casa del Constantini in forma di corte. L’anno seguente 1611 del mese di luglio mess. Girolamo Constantini fece un intimatione a mess. Domenico Susanna a levar dal loco coherente alla sua casa li sassi per esso posti, e parimenti a porre all’ordine la sua parte di legname, acciò si potesse dalla roia sino al muro per esso Constantini principiato far una chiusura e divider la particula di stradetta del Susanna dal sito di esso Constantini ; ma perché il Susanna opponeva l’investitura pigliata l’anno 1610, perciò il Constantini nella sua scrittura 5 giugno 1612 s’essibν anch’esso pronto a ricever l’investitura di detto pezzo di sito . In questa controversia l’ecc.mo vicario delegato confermò l’investitura di mess. Girolamo Constantini ». Seguono notizie sull’opposizione sollevata dal Susanna con conclusione a favore del medesimo (13 apr. 1613). «La casa poi del Constantini passò nei sigg. Amutii e dagli Amutii per via di compra nei nob. Tritonii l’anno 1631, 28 maggio et da molto tempo in cita gl’inquilini d’essa casa hanno goduto detto sito transitando per lo stesso . L’anno poi 1650, 18 giugno mess. Zuanne Susanna figlio di Domenico rilasciò il mandato contro Margarita Donatis inquilina . Oppostasi detta Margarita restò dichiarato che detto Susanna dovesse presentar le ragioni . Il Susanna non prosegui Hora il sig. Carlo Tacello, subintrato per via di compra nella casa Susanna, pretende sopra detto sito fabricar una stalla ». Al documento è allegato un disegno del fabbricato con le case confinanti ad opera del pubbl. per. Giuseppe Mattiussi (A.S.U., Archivio Lovaria, b.23, f. 8 / Acquisto della Locanda del Leon Bianco). |
1776, apr. 6 span> | Si concede al co. Mattio Folli di demolire il muretto di ragion pubblica lungo pd 33 dirimpetto all’abitazione dei coo. Tritonio per dare l’ingresso alla stalla da esso costruita «a comodo della posta austriaca in vicinanza del Portone detto del Sale per cui essa deve passare». Il permesso viene concesso a «condizione che tutte le pietre esistenti tanto al disopra che ai latti del muretto abbiano di rimanere a disposizione di questa magn. città » (Acta, LXXXIX, f. 16r — 16v). | |
1801 span> | Co. Francesco Tritonio (Nomenclatura, f. 27v). | |
span> | * | Affittuale Giuseppe Tommasoni, gestore della locanda del “Leon bianco” (ibid.). |
1806, giu. 30 span> | ° | Testamento del co. Francesco Tritonio; eredi la sorella Giovanna Palladio e Bartolomeo Moroldi, figlio dell’altra sorella Caterina (Not. Riccardo Paderni2). |
1809 span> | * | È di Maddalena Trittonio. Affittuale è il macellaio Stefano Devidè (Registro delli aloggi, f. 20v). |
1810, lugl. 18 span> | * | Antonio Querinis, «essendosi traslocato dall’osteria che aveva in borgo Gemona al c. n. 1418 all’insegna dell’Angelo d’oro, per portarsi in borgo di Poscolle al c. n. 711 all’insegna del Lion Bianco, ed avendo egli ottenuta la licenza onde esercitare la mezza notte » chiede il rinnovo del numero della licenza stessa (A.S.U., C.N., 182, 2782 Pol. 20). |
1812 span> | Albergo al Leon Bianco (Esercenti). | |
span> | * | Gestione di Giuseppe Tomasoni (ibid.). |
1817, sett. 19 span> | * | Il cursore municipale riferisce di aver consegnato in questa casa alla consorte di Giovanni Francesconi la diffida a munirsi di licenza municipale (A.S.U., C.A. I, 10). |
1825, giu. 10 span> | Le nob. sorelle Lucrezia, Augusta e Dorotea q. Enrico Palladio vendono ai nob. Fabio e Tomaso Moroldi la metà della casa con essi comune, ad uso di locanda, presso il Porton di Poscolle al n. 711 «con l’insegna del Leon bianco: confina a 1ev. Rosa Lazzarini Pecile, a mezz. borgo di Poscuole fra il Porton e la roia, a pon. parte borgo e parte callesella serve d’ingresso alle case delli figli del fu Antonio Geatto e detta sign. Lazzarini, ed a tram. detta callesella e cortivo della Lazzarini» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10310, 2006). | |
1837, nov. 25 span> | * | «Coi lavori di allargamento della strada al porton di Poscolle venne ritagliata la casa al c.n. 711 di ragione delli sigg. Fabio e Tommaso Moroldi e conseguentemente venne dall’amministrazione pubblica il rimarginamento di detta casa rimettendo il coperto a tre pioventi, quando prima lo era di due soli e dirigendo cosν sulla calle a ponente, di ragione per tre quarti della dita Rosa Lazzarini Pecile e per un quarto della dita Francesco Geatti uno di questi, quando prima era un tempiaro. La protesta di turbativa di possesso fatta dalla dita R. Lazzarini Peci-le, i ricorsi avanzati dalla dita Geatti all’autorità superiore rendono ora soggetto a contesto questo piovente». Segue la composizione fra le parti (A.S.U., Arch. Lovaria, 23/Acquisto della locanda del Leon bianco). |
1852 span> | Appartiene al co. Fabio Moroldi (Competenze, I, f. 19v). | |
1876 span> | Osteria “Al lago di Garda” (COSMI-AVOGADRO, 107). | |
span> | * | Gestione di Pietro Tommasoni (ibid.). |
1900 span> | È dei Lovaria. | |
1936 span> | Negozio Broili. | |
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NOTE span> | 1 | Per il vescovo Leonardo Tritonio: EUBEL, Hierarchia, IV; G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, II, 244. |
span> | 2 | Il testamento non è stato rinvenuto né negli atti di Riccardo del fu Andrea Paderni né in quelli di Riccardo del fu Antonio Paderni. |
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BIBLIOGRAFIA span> | PICCO, Udine vecchia. Via Cavour. | |
712 | ||
1776 span> | * | Vedasi n. 711. |
1801 span> | «Sul porton di Poscolle abita il rev. don Domenico Magrini» (Nomenclatura, f. 27v). | |
1809 span> | * | È della comune di Udine; vi abita il rev. don Domenico Magrini, pubblico maestro. «Portone di Poscolle». (Registro delli aloggi, f. 20v — 21r). |
1852 span> | * | Insieme con il 713 A appartiene ai fratelli Marchiolli (Competenze, I, f. 19v). |
1876 span> | Osteria “Al Toscano” (COSMI-AVOGADRO, 107). | |
span> | * | Vi tiene stallaggio Angelo Monai (COSMI-AVOGADRO, 114, 156). |
1883 span> | * | Lo stallaggio è gestito da Angelo Cita. Nell’edificio ha recapito il sensale di granaglie Angelo Battistoni (AVOGADRO, 142, 156). Vedasi n. 856. |
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BIBLIOGRAFIA span> | della PORTA, Toponomastica, 171; SOMEDA de MARCO, Via del Gelso, 133. | |
713 | ||
1801 span> | Antonio Antiveri (Nomenclatura, f. 27v). | |
span> | * | Affittata a Domenico Dordolo (ibid.). |
1809 span> | * | È di Antonio Antiveri. Affittuale è il linaiolo Antonio Iuri (Registro delli aloggi, f. 20v). |
1812 span> | Osteria “All’onestà” (Esercenti). | |
span> | * | Gestione di G.B. Del Monte (ibid.). |
1814, apr. 12 span> | * | In seguito ad atto oppignorativo del 28 febbr., viene pubblicato un avviso d’asta per mora di pagamento della quarta rata dell’imposta prediale per il 1813: si tratta di una stanza a pian terreno adibita a bottega d’ottonaio. Debitore risulta Antonio Antivari per L 1,72 (A.S.U., C.N., 81, Avviso d’asta per mora pagamento imposta prediale IV rata 1813). |
1815, genn. 9 span> | * | Giacomo Brunetta chiede il permesso di aprire una porta e un ribatto nella casa n. 713 in contrada Strazzamantello. La deputazione d’ornato non è favorevole (A.S.U., C.N., 180, 155, 0/19). |
1816, mar. 2 span> | * | Giacomo Brunetta «conduce ad affitto la casa del sig. Antonio Antivari avente ingresso verso Poscolle n. 713. Essa ha due botteghe una delle quali guarda il mezzo giorno verso Poscolle ». Il Brunetta, tolta una gronda pericolante, chiede ed otiene di sostituirla con una piϊ piccola (A.S.U., C.N., 180, 558 Orn.). |
1830, ag. 4 span> | È di G.B. Marchiolli; domanda di poter fare un’altana sopra la casa (A.S.U., C.A. I, 168/1830/XIV, 3309 Orn. II C, con dis.). | |
1832, sett. 1 span> | È di G.B. Terenzani (A.S.U., C.A. I, 193, 3773 Orn. II C). | |
span> | * | Si tratta di progetto di riforma non approvato (ibid.). |
1833 span> | Vedasi pianta delle case (A.S.U., C.A. I, 206/XIX, Strada del borgo Poscolle). | |
1835, lugl. 14 span> | Casa con i davanzali delle finestre in ferro battuto. Era di Luigi Marchiolli. Convenzione col municipio per la demolizione e ricostruzione (A.S.U., C.A. I, 285/X, 3229, con dis.). | |
1852 span> | * | Appartiene ai fratelli Terenzani. Vedasi anche n. 712 (Competenze, f. 20v). |
1874 span> | * | Si distinguono i n. 713 e 713 A con 855 (Prospetti di confronto, 105). |
1876 span> | * | Negozio di legname e materiali edilizi (COSMI-AVOGADRO, 97). Nella parte censita 713 A e 855 sono segnalati il caffè “Al ponte Poscolle” gestito da Pietro Carminati e il negozio di tele gregge e colorate, lino, canape e cordami di Giacomo Vargendo (ibid., 87, 115). |
1929 span> | Fu demolita insieme col n. 855 per la costruzione dell’attuale casa stile ’900. | |
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BIBLIOGRAFIA span> | MILANESE BORTOLOTTI, L’architettura liberty, 195. | |
714 | ||
1801 span> | G.B. Zambelli (Nomenclatura, f. 27v). Affittuale Innocente Sinich (ibid.). | |
1802, ag. 24 span> | * | Ricevuta del pagamento del prezzo corrispondente al costo della metà del muro da alzarsi al confine con le pubbliche beccherie da G.B. Zambelli (A.S.U., C.A., 14/1, 101). |
1803, febbr. 19 span> | * | «Determinatisi Giovanni e G.B. zio e nipote Zambelli di passare alla vendita della casa e bottega situata in questa città dirimpetto alla propria abitazione, che coll’istrumento 19 agosto 1801 per Giuseppe Clochiato fu cessa al sig. Zuanne q. Domenico Cortellazzis e concorrendo Nicola q. Andrea Gattei oriundo di Padova alla comprada , G.B. Zambelli ha alienato all’antedetto Gattei la casa pel prezzo di d 1200 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10433, III instrom., 255, f. 242v — 243v). |
1804, genn. 1 span> | Innocente q. G.B. Sindico riceve in enfiteusi da G.B. Zambelli una casa annessa alla casa di abitazione dello Zambelli ed alle beccarie (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10433, III instrom., 270, f. 286r — 286v). | |
1805, febbr. 16 span> | * | « G.B. q. Giacomo Zambelli tanto in nome proprio che come procuratore del rev. don Giovanni Zambelli di lui zio paterno , vende a Innocente q. G.B. Sindico una stanza terranea situata nella contrada di S. Tomaso. Confina a lev. colle pubbliche beccarie, mezz. colla casa di abitazione di esso Sindico sive colla stanza ad uso di cucina del medesimo, pon. e tram. colla casa d’abitazione Zambelli; item vende allo stesso Sindico l’altra stanza sopraposta in secondo piano col tetto sopra-posto per li confini sopra indicati . E ciò fa per il prezzo di d 200 » (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10566, 123). |
1809 span> | * | È del domestico Innocente Sindaco (Registro delli aloggi, f. 20v). |
1816, magg. 16 span> | « Giuseppe ed Antonio fratelli q. Innocente Sinico vendono al sig. Pietr’Antonio del fu Valentino Lirussi di professione pharmacista , una stanza terranea interna, serve ad uso di cantina, nella casa delli venditori posta al c.n. 714 nel borgo di S. Tommaso, quale stanza confina a lev. colla fabbrica delle pubbliche beccarie, a mezz. con casa restante delli Sinico, a pon. e tram. con casa del Lirussi acquirente fu Zambelli . Questa vendita si fa pel prezzo di it. L 425 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10597, 1890). | |
1852 span> | * | Appartiene a Maddalena Sindaco (Competenze, I, f. 20v). |
1931 span> | È unita al n. 854 di Ida Pasquotti Fabris. | |
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BIBLIOGRAFIA span> | DAMIANI, Arte del Novecento, I, 46; MIOTTI, Cenno sulle antiche opere, 24; PICCO, Udine vecchia, Via Cavour, 3. | |
715 | ||
span> | Col n. 796 costituiva l’antico fontico. | |
1519, ag. 30 span> | * | «Actum Utini, in burgo Foeni, prope macellum» (A.S.U., C.R.S., 631 f. 26r). |
1795, genn. 9 span> | * | Parte del granaio viene affittata con contratto annuale fino all’8 genn. 1809. Altre parti a pian terreno sono affittate a macellai (A.S.U., C.A. I, 1/Attività e passività, n. 11). |
1797 span> | * | Magazzini militari (ibid.). |
1801 span> | * | «Beccarie pubbliche» (Nomenclatura, f. 27v). |
1809 span> | * | È del comune di Udine. Pubblica beccheria con magazzini (Registro delli aloggi, f. 20v — 21r). |
1809 span> | * | «Fabbricato in contrada di S. Tommaso e Rialto ad ttso di beccaria, valutato L 28397,83. Affittuale di un granaio il sig. Cisternino Cisternini, ora per esso Vincenzo Schiavi per L 15,86. Affittuale di due granai il sig. Giuseppe Antivari per L 158,72. Le parti terrene sono concesse in posti a macellai per la vendita delle carni per L 1326,73» (A.S.U., C.A. I, 1/Attività e passività 1808, n. 11). |
1829, lugl. 29 span> | Il comune vende a Pietro Piani fu Giovanni il locale delle beccherie n. 715 e 796 per L 13460. Confina lev. Maria e sorelle Peressutti, locale fu macello, mezz. contrada S. Tomaso, pon. Camilla Sindaco fu Tomaso ed eredi Lirussi, tram. calle Barberia (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10555, 3283). | |
1831, giu. 9 span> | * | Denuncia della deputazione d’ornato sullo stato di pericolo delle case n. 715 e 716. Si chiede un controllo (A.S.U., C.A. I, 182/V, 2333 Orn. II C). |
1838 span> | * | Nelle passività comunali la voce 135 si riferisce al macello: «Riparazione pillastri, machine, ricostruzione carrucole con bocoli di ferro n. 40 e n. 6 taglie» per L 135,80 (A.S.U., C.A. I, 282, Passività... 1838). |
1848, sett. 21 span> | « Angela Maria al sec. Angela Piani vende alla sign. Angela Fabbruzzi Caffo le vecchie beccherie e macello n. 715, 796 cui confina a lev. parte Buttazzoni e Tomaso Andervolt colla corticella addetta un tempo a questo corpo di caseggiato , mezz. contrada di S. Tomaso e Andervolt , pon. Schiavi , Sinico, Liruzzi, Nigris e Fabbruzzi, a tram. la calle di Rialto e rispetto al macello detto Buttazzoni . Il prezzo è convenuto in austr. L 28000 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10516, 18795). | |
1852 span> | * | Appartiene a Pietro Fabretti (Competenze, I, f. 20v). |
1892 span> | Su progetto di Giovanni Falcioni, si costruisce la casa Volpe sul luogo del vecchio fontico (PICCO, Via Cavour, “Patria del Friuli”, 8, 14 marzo 1895). | |
1936 span> | Farmacia “All’aquila nera”. | |
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STUDI INEDITI span> | JOPPI, Chiese, 39v — 41r. | |
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BIBLIOGRAFIA span> | BATTISTELLA, Udine... Istruzione, 52; BRAIDOTTI, Udine antica, 5, 14, 28 — 41; Considerazioni... a piazza del Fisco, 11; V. J[OPPI], La fine del fondaco; MIOTTI, Cenno sulle antiche opere, 24; PICCO Udine vecchia. Via Cavour; della PORTA, Toponomastica, 190. | |
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ICONOGRAFIA span> | GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, n. 38; MURERO, Udine metropoli, n. 38; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 50. | |
716 | ||
1801 span> | Antonio Pascoli, fornaio (Nomenclatura, f. 27v). | |
1805, mar. 22 span> | Antonio q. G.B. Pascoli vende a Francesco q. G.B. Giupponi, per L 7818, due casette poste nella contrada di S. Tornaso (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10320, IV instr., 255, f. 371r — 372r). | |
1809 span> | * | È del pistore Antonio Pascoli. Affittuale è l’oste Pietro Monticoli (Registro delli aloggi, f. 20v). |
1810, ag. 10 span> | * | L’architetto civile Giuseppe Prisani, in una denuncia al commissario di polizia, rileva lo stato di rovina di un «pezzo del coperto della casa n. 716 abitata dall’oste Pietro Monticoli e di proprietà del sig. Antonio Pascoli» (A.S.U., C.N., 178/XIX Orn.). |
1812 span> | Osteria “Ai tre marinai” (Esercenti). | |
span> | * | Gestione di Mario Monticoli (ibid.). |
1817, sett. 19 span> | * | Il cursore municipale presenta in questa casa a Serafino Moroni la diffida a munirsi di licenza di polizia. Non ne è precisato il motivo (A.S.U., C.A. I, 10). |
1822, mar. 13 span> | * | Giacomo Catterinuzzi chiede ed ottiene il permesso di riformare i ribatti della sua bottega (A.S.U., C.A. I, 68, 1025 Orn., II C). |
1825, ag. 19 span> | * | «La viva brama di vedere in ogni sua parte abbellita questa r. città fa sν che la scrivente deputazione d’ornato ponga sott’occhio a questa congregazione municipale la necessità di ristauro del muro contiguo alle pubbliche beccarie ed alla casa n. 716 . Il detto muro presenta un’indecente mostruosità, oltre ad essere pericoloso per la sua antichità, da cui sono cadute varie pietre» (A.S.U., C.A. I, 100, 172 Orn.). |
1829, lugl. 29 span> | Il comune vende a Pietro Piani «il locale aderente al vecchio macello tra i confini a lev. Giacomo e Sabbata Cattarinuzzi, mezz. calle di S. Tomaso, pon. le beccarie e tram. Lessani Domenico e Peressutti Maria e sorelle» per L 5240 (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10555, 3883 con descrizione). | |
1831, dic. 4 span> | * | Francesco Andervolt, proprietario della casa, presenta un nuovo progetto per il rinnovamento della facciata. Il permesso è accordato (A.S.U., C.A. I, 182/V, 5264 Orn. II C). |
1842, ag. 20 span> | * | Tomaso Andervolt chiede ed ottiene il permesso di ricostruire la facciata. Il progetto è firmato da Valentino Driussi (A.S.U., C.A. I, 406/11, 5376 Orn. II C, con dis.). |
1842, sett. 28 span> | * | «Coll’atto 23 lugl. 1842 nei rogiti di Riccardo Paderni Anna Maria, al sec. Angela q. Giovanni Piani, vendette ed il sig. Tommaso q. Giacomo Andervolt acquistò una corticella formante parte del locale detto delle beccherie , la quale va ad essere contigua alla casa dell’acquirente Andervolt. Diventato esso proprietario di quella corticella, spiegò il desiderio di erigere verso la strada a mezz. una fabbrichetta di un piano, la quale congiungesse la sua casa col fabbricato delle beccherie della sign. Piani. Ma per eseguire una tal opera conveniva appoggiare la travamenta al muro delle beccherie appartenenti alla Piani. Accordatosi l’Andervolt in tal fatto, ne chiese la concessione alla Piani». Segue accordo fra le parti (A.S.U., C.A. I, 406/II). |
1852 span> | * | Appartiene a Tommaso Andervolt (Competenze, I, f. 20v). |
1883 span> | * | L’edificio, oltre allo studio dell’avv. Pietro Linussa, ospita la bottega del calzolaio Giuseppe Bigotti (AVOGADRO, 138, 140). |
1931 span> | Casa a due piani di due finestre. Negozio Alessi. | |
717 | ||
1801 span> | Giovanni Marangoni (Nomenclatura, f. 27v). | |
span> | * | Affittata a Luigi Zancano (ibid.). |
1808, febbr. 26 span> | «Giacomo e G.B. q. Arcangelo Marangoni vendono a Giacomo q. Lorenzo Catterinuzzi di Tramonti di Sotto e Sabata n. Zanini di Tarcento, di lui moglie, una casa di muro con fabriche coperte di coppi e corticella situata nella contrada di Rialto al c. n. 717; confina a lev. fabrica di questo monastero di S. Bernardino, serve ad uso di locanda della “Nave”, a mezz. il borgo di S. Tommaso, a pon. parte beccaria e parte Vincenzo Parioni, fu Gastaldello, ed a tram. Rialto Questa vendita hanno fatta li Marangoni per L 15350,37 it. » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10583, 31). | |
1809 span> | * | È di Giacomo Catarinuzzi; affittuali sono Antonia Manias e il caffettiere G.B. Tommasi (Registro delli aloggi, f. 20v). |
1820, giu. 12 span> | È di Giacomo Cattarinuzzi (A.S.U., C.A. I, 35/V, 34). | |
span> | * | Giuseppe Presani, commesso d’ornato, esprime parere favorevole sul progetto d’ingrandire una finestra al n. 717 per uso di bottega (ibid.). |
span> | * | Segue il permesso concesso dalla deputazione d’ornato (A.S.U., C.A. I, 35/V, 2100 Orn. II C). |
1831, mar. 5 span> | È di Francesco Filaferro (A.S.U., C.A. I, 182/V, 866 Orn. II C, con dis.). | |
span> | * | Il nuovo proprietario presenta un progetto di riforma, che comprende anche la casa n. 718 (ibid.). |
1831, apr. 18 span> | * | Francesco Fillaferro chiede di convocare il vicino Tommaso Andervolt per innalzare la casa. Il 13 maggio segue il processo verbale nel quale le parti in causa non addivengono ad alcun accordo (A.S.U., C.A. I, 182/1831/V, 1515 Pol. Giud. IX D, con dis.). |
1852 span> | * | Appartiene a Francesco Filaferro (Competenze, I, f. 20v). |
1854, apr. 20 span> | * | Giacomo Catarinuzzi per «introdurre direttamente le botte dalla strada nella osteria situata nella calle Rialto sotto il c. n. 717 A , desidera di allargare la porta ora troppo ristretta, proponendo di applicare alla medesima ed alle due finestre che la fiancheggieranno dei nuovi riquadri di pietra piacentina». Il permesso è accordato dalla deputazione d’ornato «in via eccezionale, trattandosi di una casa vecchia ed informe», come precisa A. Scala (A.S.U., C.A. II, 66, 2278 Orn. II C, con dis. firmato dal capomuratore Angelo Del Torre). |
1855, apr. 15 span> | * | Deposito di cemento idraulico e asfalto di G.B. Doriguzzi (“L’alchimista”, 6, XVI, 15 apr. 1855, 128). |
1876 span> | * | Francesco Scubli vi ha bottega per la vendita di cuoio (COSMI-AVOGADRO, 84). |
1883 span> | * | Negozio di cuoio di Pietro Contarini (AVOGADRO, 137). |
1931 span> | Negozio Travani e bottiglieria (due case). | |
718 | ||
1558, magg. 2 span> | * | Divisione dei beni di Gerolamo Caimo1 tra i figli Giacomo, Camillo, G.B. e Claudio: «Beni paterni stabiliti qual sono per la portion de mi Iacomo. Prima la casa in borgo del Fen, stimada d 950, pretio et incargo de pagar de livello alla comun de S. Marcho L 5 s 13; all’hospedal delli Battudi L 3 et non altro » (A.S.U., Arch. Caimo, 9, Memoria di Giacomo). |
1568, dic. 12 span> | * | «Utini in contrata S. Thomæ domi infrascripti excellentis legum doctoris d. Iacobi Caimi. Ibi mag. Bartholomęus q. Ioannis de S. Daniele olitor Utini in burgo Viola testamentum facere procuravit » (A.S.U., C.R.S., 631/1, f. 57r — 57v, not. Pietro Antonio Brunelleschi, copia del not. Marino Sporeno). |
1591, sett. 22 span> | * | «Si dichiara per il presente scritto come il nob. Giacomo Caimo affitta a la nob. Cisternina, relitta q. Henrico Politiano hoste, una sua casa posta in borgo del Feno appresso l’hosteria grande, a raggion di semplice affitto per anni tre per d 20 » (A.S.U., Arch. Caimo, 9, Contratto aff. Giacomo Caimo - Cisternina). |
1599, dic. 12 span> | * | « Eusebius Caymus filius d. Iacobi exposuit eius patrem ex hac vita migrasse et recognoscebat a serenissimo Dominio bona infrascripta: una domus sita in vico S. Thomæ Utini, cupis coperta, qua confinat a parte anteriori cum strata publica, a latere inferiori cum curia hospitii S. Georgii, a solis occasu cum supradicto hospitio et similiter a montibus » (A.S.U., Arch. Caimo, 9, Investiture sopra beni feudali soggetti a laudemio). |
[1608?] span> | «Mess. Eusebio Caymo et fratelli, in logo de mess. Iacomo q. mess. Ieronimo Caimo, in logo di Cola marangon, in logo de Odorigo Ferazo in logo di mess. Hieronimo Lionellis dottor, pagano de livello L 3 s 8 sopra una casa in borgo del Fen che al presente confina con l’hostaria grande di San Zorzi, la qual casa fu confiscada per la comunità contro Iachin e Lonardo fratelli de Cassinis come ribelli. Debetur virtute legati Blasii de Lisono 1413, 23 iunii manu Ioannis de Claugliano » (A.C.U., A.A.O., Thesaurum pecuniarum, f. 109r). | |
1634, giu. 7 span> | ° | Stima di una casa di mess. Eusebio Caimo che intende vendere a mess. Vigo [Vari], posta in borgo del Fien; confina a lev. la casa del dott. Pelizzaris, a mezzog. strada pubblica a pon. et alli monti osteria di “S. Giorgio” (Arch. Caimo, Proc. B). |
1634, ag. 13 span> | I fratelli Caimo vendono la loro casa di borgo del Fieno presso l’osteria di “S. Giorgio” a Lodovico Vari barbiere (A.S.U., N., Giacinto Causilico, 7265, Istr. 1633-1637, f. 51r — 52v). | |
1801 span> | Pia casa della Carità (Nomenclatura, f. 27v). | |
span> | * | Affittata a Giovanni Gobbessi (ibid.). |
1801, magg. 21 span> | * | «Passata essendo in questa p. Casa della Carità per forma della disposizione testamentaria della q. Catterina q. Francesco Vattolo 3 magg. 1793 in note dello sp. Riccardo Paderni una casa posta nell’androna detta di S. Tommaso, ed essendo l’ufficio de’ soprantendenti ad pias causar, esecutivamente alle leggi, passato alla vendita della casa stessa al pubblico incanto, nel quale essa casa è stata deliberata al sig. Giuseppe q. Francesco Storti oriundo di Chions, abitante in questa città , li soprantendenti con il presente instrumento, per conto della Casa della carità , hanno cesso al sig. Giuseppe Storti la casa predetta fu Vattolo, situata nell’androna di S. Tommaso , confina a lev. Francesco Piccoli, mezz. strada pon. corte della locanda detta della “Nave” » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10578, I instr., 26, f. 31r — 32r). |
1809 span> | * | Appartiene a Giacomo Vidoni (Registro delli aloggi, f. 20v). |
1825, lugl. 20 span> | «Francesco q. Erasmo Spersoli locandiere vende alla sign. Elisabetta Pelosi Fillaferro una casa portante il n. 718 , confina lev. eredi del fu Francesco Piccoli, mezz. il borgo, pon. corte della locanda della Nave delli coniughi Spersoli ed a tram. fabriche e fondi servienti ad uso della locanda . Qual casa che fu oppignorata per conto di questa Casa di Carità in pregiudizio della sign. Marianna, figlia ed erede del fu Giuseppe Storti, indi acquistata all pubblico incanto dal sig. Luigi Pers, come consta dal protocollo tenutosi nel giorno 2 dic. 1824 con dinaro passato dal predetto Francesco Spersoli ad esso Pers, finalmente da questo cessa al sig. Spersoli con atto di cessione del dν 18 febbr. p.p. , viene ora dalli iug. Spersoli cessa alla sign. Elisabetta Pelosi Filaferro . Questa vendita si fa pel prezzo di austr. L 8100 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10605, IV instr., 3456). | |
1825, ag. 8 span> | È di Elisabetta Pelosi Filaferro. Domanda di alzarla di un piano e riformare finestre che erano due per piano (A.S.U., C.A. I, 100/1825/II, 3040 Orn. II C, con dis.). | |
1827, magg. 21 span> | * | Francesco Fillaferro, proprietario della casa 718, denuncia «le fenditure riflesibili, le lesioni e lo sfiancamento che visualmente riscontransi in varie situazione del muro della casa di Giacomo Catarinuzzi situata in contrada di S. Tomaso ». Seguono sopralluoghi, in seguito ai quali l’edificio viene demolito (A.S.U., C.A. I, 182/V, 1931 Orn. II C). |
1831 span> | È di Francesco Filaferro (A.S.U., C.A. I, 182/V, 866 Orn. II C, con dis.). | |
span> | * | Il proprietario chiede ed ottiene il permesso di riformare unificando le facciate delle case 717 e 718, apportando modifiche sostanziali a quella di sinistra per adeguarla all’altra e alzandole il secondo piano, aggiungendo a quella di destra un secondo piano analogo (ibid.). |
1834 span> | Francesco Filaferro loco Giacomo Vidoni, loco eredi Giuseppe Storti, loco Francesco Vattolo, loco Giuseppe Prodolone, loco Eusebio Caimo, loco Cola marangon, loco Odorico Ferrazzo, loco Girolamo Lionellis, loco fratelli Cassinis, paga sopra una casa in via del Fieno L 3 s 8, pervenuto nell’ospedale per legato di Biagio di Lison 1413 giugno 27 (A.O.U., Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834). | |
1852 span> | * | Appartiene a Francesco Filaferro (Competenze, I, f. 20v). |
1931 span> | Casa a tre piani di tre finestre. Sulla facciata, una lapide ad Antonio Fanzutti, proprietario dell’albergo Croce di Malta, che lasciò erede la Casa di ricovero. | |
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NOTE span> | 1 | Per i Caimo vedasi n. 383. |
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BIBLIOGRAFIA span> | BATTISTELLA, Udine... sec. XVI, 66; della PORTA, Toponomastica, 192, 193. | |
719 | ||
1801 span> | Francesco Piccoli (Nomenclatura, f. 27v). | |
1809 span> | * | È del patrocinatore Francesco Picoli (Registro delli aloggi, f. 20v). |
1831, giu. 25 span> | Il dott. Odorico q. Francesco Piccoli, pretore in Maniago, vende la casa n. 719 per L 5300 a Stefano q. G.B. Cisotti Businelli (Atto privato, A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10294, Rep. V, 2624, f. 25r). | |
1841, dic. 2 span> | È di Stefano Businelli (A.S.U., C.A. I, 328/VIII, 7535 Orn. II C, con dis.). | |
1851 span> | ° | È di Antonio Filaferro (A.M., Ornato 1843-1851). |
1852 span> | * | Appartiene a Francesco Filaferro (Competenze, I, f. 20v). |
1931 span> | Casa a due piani di tre finestre, poggioli in ferro. | |
span> | * | Vedasi n. 720. |
720 | ||
[1637] span> | «G. B. Pascolo armarolo, in luogo di Lonardo Mian, alla partita del Netta, paga di livello L 30 s 8 sopra la casa che detto G.B. ha acquistata da ser Giovanni Pietro Basso di Codroipo et questa casa è quella che nella prospettiva ha quelle parole: Memini»1 (A.C.U., A.A.O., Libro memorie per li livelli, n. 347, p. 197). | |
1655, sett. 23 span> | ° | Giovanni Pietro Basso di Codroipo q. Giacomo e Natale fratello vendono a G.B. di Pascolo, armarolo, una casa in borgo del Fien, confina a levante sigg. Paladini, mezzodν strada, ponente G.B. Pascolo, ai monti osteria alla “Nave” (not. Ferrante Orgnani). |
1710, sett. 17 span> | Precetto intimato a Pietro Cisotti, acquirente della casa del Memini, di rimettere la lapide ch’egli aveva fatto levare «quod illico debeat reponere eamdem inscriptionem sicuti per antea erat ad hoc ut ad perpetuam existat memoriam et hoc in pena ducatorum 100» (B.C.U., ms. E. I, f. 129r). | |
1743, ag. 13 span> | « Contai d’ordine degli ill.mi sigg. deputati a ser Pietro Lavariano lire sei soldi dieci per aver dorata l’iscrizione del Memini Adν 30 detto. Contai come sopra a Simon Pariotto tagliapietra per la pietra negra datta e lavorata con l’intaglio delle lettere indicanti il sudetto Memini lire cinquanta . Tomaso Gallici cancelliere di Comun» (A.S.U., C.A., 93/21). | |
1743, ag. 14 span> | Dopo pranzo fu incastrata «quella lapide negra con parole dorate» in muro nella contrada chiamata del Fien nella sudeta casa dicevano esservi stato getto d’ebrei e che dal sudeto si fosse generata la peste (CIPOLLA, Memorie, f. 57r — 57v). | |
1743, ag. 20 span> | * | Polizza di Simon Periotto per fattura del Memini (A.S.U., C.A., 93/21). |
1801 span> | Giovanni Maria Simonetti (Nomenclatura, f. 27v). | |
1809 span> | * | È del negoziante Nicolò Simonetti; vi abita il farmacista Pietro Lirussi (Registro delli aloggi, f. 20v). |
1813, ott. 22 span> | * | Il «capo murero» Leonardo del fu Valentino Prisani chiede il permesso di eseguire alcuni lavori nella casa n. 720: «Al pian terreno farvi il marciapié con lastre di pietra, alla porta d’ingresso farvi un portoncino. In primo piano poi a livelo un pian di finestra e porvi li polici alle tre finestre. In secondo pian riquadrar due finestre, essendo precedentemente in volto, e livelar li piani col farvi tre finestre sotto la linda del coperto serviente per la soffita» (A.S.U., C.N., 180, 5195 Orn.). |
1825, sett. 20 span> | * | «G.B. Bernardis vende col patto di riscatto entro cinque anni al sig. Giuseppe Cernazai casa in esso pervenuta per eredità da piϊ di un secolo nella di lui famiglia da Zuanne Netta per testamento Simon Cadene d’Udine, sita nel borgo detto di S. Tommaso n. 720, marcata con la lapida portante l’iscrizione Memini per il convenuto prezzo di austr. L 6860,93 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10464, 4577). |
1827, sett. 18 span> | * | Antonio del fu Pietro Pilosio « dovendo demolire per essere in cattivo stato la linda sottoposta alla bottega ad uso di barbiere in contrada S. Tommaso al n. 720, di ragione dell’interdetto G.B. Simonetti, da lui amministrato, fa istanza che gli sia permesso di modificarla, sostituendo una cornice sul modello di una di quelle che gli stanno dirimpetto di recente costruzione nella contrada medesima ». Ne ottiene approvazione, purché la cornice sia «debitamente colorita ad oglio», analoga a quelle «costruite dalla congregazione municipale sopra le botteghe sottoposte al palazzo comunale» (A.S.U., C.A. I, 135/XI, 3761 Orn. II C). |
1852 span> | * | Appartiene ai fratelli Cernazai (Competenze, I, f. 20v). |
1876 span> | * | Vi hanno laboratorio i sarti Camerino e Vidoni (COSMI-AVOGADRO, 112). |
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NOTE span> | 1 | Il Candido, narrando il famoso episodio dello scoppio della peste in questo edificio nel 1511 e spiegando l’origine del Memini, fa presente che ai suoi tempi la casa è “vecchissima” e che è abitata dal bergamasco Simon Cadena. |
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STUDI INEDITI span> | FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 42v; DE GIUSTI, Trattato dela peste, f. 24r. | |
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BIBLIOGRAFIA span> | CANDIDO, Cronaca, 19; CORGNALI, Sù e jù par Udin. Memini, 2; IOLY ZORATTINI, Gli Ebrei, 50; OCCIONI BONAFFONS, Religioni diverse, 102; STRASSOLDO, Cronaca, 29. | |
721 | ||
1801 span> | Antonio Dupplessis (Nomenclatura, f. 27v). | |
1809 span> | * | È del negoziante Antonio Duplessis. Le due stanze al secondo piano servono ad uso di magazzino (Registro delli aloggi, f. 20v — 21r). |
1832 span> | * | Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al pizzicagnolo G.B. Orgnani l’avviso n. 1050 relativo alla «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193). |
1835 span> | * | Uno dei quattro venditori di veleni1 citati nell’Elenco del personale sanitario esistente in questa città del 1835, è Antonio Duplesis (A.S.U., C.A. I, 237/XII). |
1852 span> | * | Appartiene ad Antonio Duplesis (Competenze, I, f. 20v). |
1876 span> | * | Vi abita Edoardo Arnhold, compositore e maestro di strumenti a fiato (COSMI-AVOGADRO, 103). |
1892 span> | La casa Duplessis fu riformata nel 1892 (PICCO, Via Cavour). | |
span> | Nel sec. XX [prima del 1931] fu riformata ed alzata. | |
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NOTE span> | 1 | II negozio vendeva colori. Secondo la testimonianza del Picco, esso risaliva al Settecento e rimase a lungo l’unico. Al tempo del Picco, vi si trovavano ancora i colori minerali per pitture a fresco, di ottima qualità. |
span> | 2 | II ms. riporta anche Nicolò come secondo nome aggiunto. |
722 | ||
1570, mar. span> | Era dei Brunelleschi1 (A.S.U., Arch. Caimo, 61/11, Nicolò Dragoni, Libro di memorie 1561 usque 1583, f. 135r). | |
1801 span> | Giovanni Maria Simonetti (Nomenclatura, f. 27v). | |
1809 span> | * | È del negoziante Nicolò Simonetti. Affittuale è il farmacista Pietro Lirussi (Registro delli aloggi, f. 20v). |
1852 span> | * | Appartiene a Zupelli Simonati (Competenze, I, f. 20v). |
1876 span> | * | L’edificio ospita il negozio di conciapelli, cuoi e corami di Mattia Bianchi, quello dei profumieri fratelli Marcotti, nonché il recapito dello spedizioniere Giuseppe Schiavi (COSMI-AVOGADRO, 84, 111 e 91). |
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NOTE span> | 1 | Il documento non è abbastanza preciso per autorizzare il della Porta ad attribuire decisamente la proprietà ai Brunelleschi. Il Dragon dice: «Morse mad. Antonia, madre di mia consorte, in casa mia il borgo del Fen verso il Brunalesco ». Ad ogni modo nel corso del sec. XVI in borgo del Fieno gestisce una spezieria Bortolo Brunelleschi detto Triaca (BATTISTELLA, Udine... sec. XVI, 175). Per i Brunelleschi ancora: BATTISTELLA, I Toscani, 247; MONTICOLI, Cronaca, 34. |
723 | ||
1329, giu. 29 span> | «Picardus q. d. Albertini panaterii de Pergamo legavit super domo sua quam habet in Utino cui domui coheret a duabus partibus, a mane et a septemtrione via publica et a sera domus filiorum q. Raynerotti de Venzono, unam marcham canonicis ecclesiae S. Marie» (A.C.U., Melioranza q Carello, Liber privilegiorum Capituli Utinensis). | |
1497 span> | * | «Ser Antonio Fior di ser Zuanfrancescho Gallo de Cividal, habita in Udene, paga de fitto simplice per la nostra spiceria d 32 al ano, con li pati e condition come apar per man de ser Nicolò dela Fornase, nodaro in 1491 a dν ***, comenza lo termene lo dν de s. Zuan de zugno Toca per la nostra parte ogni anno L 69 s 11 » (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi de Honestis, f. 57r). |
[1498-1508] span> | * | «Nota che ditta affitation è spirata per la morte del ditto ser Antonio, lo qual mori circa 6 o 8 zorni de oct. e ne fo dare la chiave dela botega adν 23 ditto 1498. La qual botega ha sta’ serada fin adν 20 otubrio 1500, che sono anni do. Et adν de dito 20 otubri 1500 nostra madre la ha allivelata insieme con li altri consorti a ser Daniel che fo de ser Francesco spiciaro, chiamato Baldana, per d 21 al anno, da esser pagadi in la festa de Ogni Sancto, come piϊ difusamente apar in lo libro deli memoriali per man de ser Bernardin de Lovaria nodaro. Et tocca per la rata nostra L 45 s 11 p 1 a l’anno » (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi de Honestis, f. 57r). |
[1498-1505] span> | * | Proprietaria di parte dell’edificio è la famiglia Onesti, che affitta i locali: «Mess. Bortholomio de Brugnis1 de Giemona doctor nostro cusin paga de fitto simplice per la casa del canton, per avanti tegnuda per Alovise de Alberto cramaro a rason de anno soldi L 40 , comenza lo termene adν 20 nov. 1496 -. Nota che a dν 4 zen. 1498 lo ditto mess. Bortholomio me ha renunciado la botega che vin suso lo canton sotto ditta casa. A dν ditto io ho affitado la ditta botega a mess. Antonio Pichin pagando ogni anno de fitto simplice ducati d’oro cinque in tre paga ». Si registrano pagamenti d’affitto dal 1498 al 1505 (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi de Honestis, f. 58r). |
[1498-1508] span> | * | «Mess. Bortholomio de Brugnis doctor nostro cusin paga de fitto simplice per la casa del canton za tegnuda per Alvise de Alberto sopra la botega, la qual reservemo in noi » (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi de Honestis, f. 74r). |
1503 span> | * | «Mess. pre’ Alovise et ser Francesco fratelli de Strasoldo nostri cusini pagano hogni anno de livello sopra una sua casa posta in Udene in logo ditto Udin, apresso la hosteria de S. Zorze et apresso la casa nostra, al presente habitada per Bergamin, formento stara quattro; lo qual livello ditti fratelli pagavano per avanti a Tristano e Nicolò fradelli al presente hosti ala insegna dela Spada in Udene, come apar la compra de staro uno per li ditti, fatta in 1495 adν 14 ag., per man de ser Antonio Del Degan nodaro in Udene; item de stara 3 in 1497 adν 13 septembrio per man de ser Simon de Lovaria » (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi de Honestis, f. 83r). |
1505 span> | * | «M. Luca Schiavon calligaro paga de fitto per la bottega del canton, tegnuda per avanti per m. Francesco del Zamoro, come apar in questo a c. 58, d 5 al anno comenzando lo termene al principio de setembrio 1505 » (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi de Honestis, f. 92r — 92v). |
[1506-1507] span> | * | «M. Luca preditto paga de fitto simplice per ditta botega, apresso quella tegnuda per avanti per Bergamin Bergamasco, hogni anno d 14 » (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi de Honestis, f. 92r — 92v). |
1507, dic. 14 span> | * | «Nota che adν 14 decembrio 1507 ditto ser Francesco ha vendudo a noi fradelli la proprietà de detta casa, sopra la qual lui pagava ditto livello, per man de ser Hieronymo de Hieronymis nodaro. Ideo de cetero noi non scoderemo piϊ ditto livello» (ibid.). |
1509 span> | * | «Mess. Bortholomio de Brugnis1 doctor nostro cusin paga de fitto simplice per una casa posta sul canton a l’incontro dela specieria de Baldana senza la botega sottoposta, come apar per location a lui fatta adν 18 mazo 1501 per man de ser Paulo dela Lugera nodaro, ducati tre» (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi de Honestis, f. 76r). |
1509 span> | * | «Mistro Zuan del Tribul sartor in Udene paga de fitto simplice per una casa posta apresso una altra nostra affitada a mistro Luca calligaro e presso la hosteria de S. Zorze, a noi venduda per mess. Francesco de Strasoldo nostro parente adν 14 decembrio 1507 per man de ser Hieronymo de Hieronymis, lo qual ser Francesco per avanti haveva affitada ditta casa a m. Zuane adν 4 mazo 1504 per man de ser Cesaro Muzanin nodaro, ducati octo». La registrazione dei pagamenti copre l’arco fra gli anni 1509-1512. Per il 1512-1513 è annotato: «M. Philippo bergamascho lanaro paga de fitto simplice per la ditta casa, a lui affitada per m. Zuan Tribul predetto a nome nostro, lo fitto consueto » (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi de Honestis, f. 115r). |
1509 span> | * | «M. Bartholomio, fiolo de m. Fulchini Bressoni sartor in Udine, paga de fitto simplice per la botega posta sotto la casa de la mia habitation a lui affitada del mese de decembrio 1510 » (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi de Honestis, f. 11r). |
1511, nov. 19 span> | * | «Nota che ditto q. m. Bortholomio moritte de peste adν *** agosto 1511 et d. Lena sua moglier et herede renuntiò la ditta botega adν 19 novembre 1511 . Mistro Antonio de Bressa cimidor in Udine paga de fitto simplice per ditta botega a lui affitada per pre’ Zuan Bortholomio nostro fradello adν 19 nov. 1511» (ibid.). |
1513-1515 span> | * | Registrazioni di affitti pagati da «Benedetto cremasco frutarol per la oltrascritta casa apresso la hosteria de S. Zorze » (ibid.). |
1515-1517 span> | * | Ancora agli Onesti pagano affitto «Leonardo Thodescho fo fameglio di ser Nicolò de Monticulo e m. Pulz marzaro etiam thodescho» (ibid.). |
1518-1519 span> | * | In questo periodo paga «Zannetto de Flumignan hosto » (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi de Honestis, f. 116v). |
1519, magg. 2 span> | * | «Ser Beltrame q. ser Pagan de Susana2 de’ pagar de livello per tre case infrascritte a lui alivellade: videlicet una posta apresso la hosteria di S. Zorze, al presente abitata per Zanetto de Flumignan hosto ; la seconda è posta apresso la ditta, al presente habitata per m. Johanne calligaro ; la terza è posta apresso la ditta seconda, sul verso la spiciaria de Baldana, à una corte apresso e al presente è habitada per m. Zamoro barbiero» (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi de Honestis, f. 127r). |
1520, giu. 2 span> | ° | Bertrando Susanna2 aromatario volendo ridurre decorosamente le case poste in Via Udine che furono del q. Giovanni Donna Onesta domanda di poter occupare un piccolo spazio onde tirare il muro dritto (Annales). |
1521 span> | * | Affittuale risulta Francesco del fu Francesco della Porta da Belgrado (ibid.). |
1522, febbr. 14 span> | «Dum ser Bertrandus aromatarius de Susanna, lachrymis et molto merore narrasset casum et ruinam partis domorum suarum, quas construxit apud hospicium S. Georgii et pariter muri domus dicti hospicii dividentem domos predictas a dicto hospicio certarumque camerarum existentium a parte posteriori dicti hospicii lapsum cum gravissima eius iactura et damno quodam modo et ultima ruina, quippe quia idem ser Bertrandus non est par ad reficiendum dicta edificia diruta, dixissetque ruinam ipsam processisse ob debilitatem et antiquitatem dicti muri dividentis dictas domos et, nisi celerime reparetur, periculum manifestum est ne in eandem ruinam cadant tam dicta ser Bertrandi nova edifitia restantia quam pars dicti hospicii». I deputati decidono di puntellare le fabbriche e di rifare a spese pubbliche il muro divisorio (Annales, XLIV, f. 63r — 63v). | |
1554 span> | * | Interessi della famiglia Vanni degli Onesti nella casa: «La mittà dela terza parte della casa posta in Rialto, che fu di ser Beltrame q. ser Pagan de Susana spiciaro, posseduta pro indivisa fra noi tutti consorti de Honestis; qual casa fu venduta a l’incanto e ne fu deliberate per ducatti mille e settecento a bon conto del nostro credito et cavedale adν 20 settembre 1549, per man di ser Alvyse Fiacco . Ser Zuanne Romanetto padoan berettaro paga di fitto semplice ogn’anno per la bottega de soprascritta casa sul canton ducatti quaranta , uno marzapan di peso de Ib 2, qual è di mio fratello et li ducati quaranta si dividono fra tutti noi consorti. M. Serafin stringaro paga di fitto semplice ogn’anno, per la bottega di mezzo, ducatti 18 . M. Beltrame Morandin barbiero paga di fitto semplice ogn’anno per la terza bottega ducatti vinti . La soprascritta casa non è posseduta piϊ per noi, per haverne mess. Josefo q. ser Beltrame Susana pagati li nostri livelli » (A.S.U., Arch. Florio, 288, Rotulus... Hieronymi de Honestis, f. 6r). |
1632, mar. 29 span> | I fratelli Paladini acquistarono dai nob. Zen il loro palazzo in via Rialto e lo abitavano ancora nel 1656 (Not. Bernardino Orgnani, Arch. Frangipane, ms. 1510, Schede per case, R). | |
1661, febbr. 6 span> | * | «Messer Carlo d’Antonio Maria d’Ancona hosto alla “Nave” (A.S.U., N., Orazio Agricola, 7735, II instr., f. 50v). |
1671 span> | ° | Marc’Antonio Caratti comprò la casa Cividini del valore di d 5000 e la cedette ai Paladini ricevendo in cambio la casa Paladini del valore di d 10000 (Arch. Mun.). |
1736, ag. 13 span> | * | «Il nob. ser. Francesco Soardi, uno de’ sindici procuratori del monastero di S. Bernardino , ha locato a ser Giacomo Battaia da Bever ne’ Grisoni , per dieci anni da principiarsi il dν 1 ott. prossimo, la casa tutta e l’osteria annessa detta S. Giorgio . Il Battaia s’è obbligato pagar ogn’anno d’affitto semplice al monastero in contanti d 85 di L 6 s 4 item due vitelli . Sia ben tenuto a ben trattar i forastieri dando loro buon pane macinato a toffo e fior, e llesso, e rosto secondo i tempi moderatamente, contentandosi del pagamento a ragion di pasto, che porta il comun uso e costume e che richiederà la condition de’ tempi di carestia o di abondanza » (ms. B.C.U. 1329, copia). |
1744 span> | «Caratti. Abitarono la casa Palladina in borgo del Fieno, poi la casa Asquini» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 192). | |
1766, magg. 30 span> | * | « Giacoma q. Nicola Bertuzzi, moglie del sig. Lucio Miduni , ha venduto al sig. Giovanni q. Francesco Simonetti una porzione di casa in essa pervenuta per la mancanza ab intestato della q. Valentina di lei madre, situata nella contrada di Rialto, annesso alle pubbliche becca-rie . E ciò fa pel prezzo di d 50 » (A.S.U., N., Eugenio Sporeno, 9314, XII contr., f. 39v — 40v). |
1801 span> | Giuseppe e fratelli Simonetti. «Abitazione e negozio» (Nomenclatura, f. 27v). Dai Simonetti passò per eredità nei Pilosio di Tricesimo, che la vendettero al dott. Rubazzer. | |
1832 span> | * | Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa ai caffettieri fratelli Todero l’avviso municipale n. 1050 per la remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati (A.S.U., C.A. I, 193). |
1852 span> | * | Appartiene a Caterina Pilosio e a Cornelio Fabris (Competenze, I, f. 20v). |
1876 span> | * | Al n. 723 A, bottega dell’incisore in metallo Carlo Santi3. |
1883 span> | Caffè “Alla nave” (AVOGADRO, 139). Gestione di G. Ronner | |
span> | °° | L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939. |
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NOTE span> | 1 | Per Bartolomeo Brugni: AMASEI, Diarii udinesi, 277, 346, 347, 350, 355, 498; SAMBIN, Gregorio Amaseo, 31-32. |
span> | 2 | Sulla famiglia Susanna vedasi al n. 142. |
span> | 3 | Per Carlo Santi: MASUTTI, Medaglistica, 1838-1839; OSTERMANN, Numismatica, 132; PICCO, Il veterano Carlo Santi; S[ACCOMANI], Il ristauro, 53; SAVIO, Antologia, 132-133, 141. |
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STUDI INEDITI span> | ZURICO, Della pittura friulana, 18. | |
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BIBLIOGRAFIA span> | Antico caffè che scompare; A Udine brucia un locale; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 160-161; BRAGATO, Guida, 44-45; della PORTA, Toponomastica, 191, 192, 193; ERMACORA, Guida, 89; ERMACORA, Vino all’ombra, 76-78; GIOSEFFI, Udine, 35-36; de JESO, Com’era, 68; MANZANO, Non ha senso credere; PERUSINI-ANTONINI, Un secolo, 16-17; PICCO, Caffè alla Nave; PICCO, Riattazione delle vie; de RUBEIS, Catalogo, 6 (1938), 14; VALENTINIS, Udine antica, 10. | |
724 | ||
1801 span> | Osvaldo Cortelezzis (Nomenclatura, f. 27v). | |
span> | * | Affittata a Giuseppe Cossatti (ibid.). |
1809 span> | * | È di Giovanni e fratelli Cortolezzi. Affittuale è l’orologiaio Giuseppe Cosatti (Registro delli aloggi, f. 20v). |
1812 span> | * | Bettola gestita da Giacinta Cosatti (Esercenti). |
1832 span> | * | Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al sarto Angelo Donato l’avviso n. 724 circa l’avviso n. 1050 relativo alla «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193). |
1852 span> | * | Appartiene a Teresa Cortelazis (Competenze, I, f. 20v). |
1876 span> | * | Profumeria di Andrea Mulinaris1 (COSMI-AVOGADRO, 111) e macelleria di Giuseppe Diana (ibid., 100). |
1877, apr. 10 span> | ° | Il comune compera la casa dai Cortelazzis (Not. Aristide Fanton). |
1910 span> | Fu abbattuta. | |
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NOTE span> | 1 | Per Andrea Mulinaris: Esposizione, 18, 96. |
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BIBLIOGRAFIA span> | Vedasi n. 729. | |
725 | ||
1644, ag. 30 span> | Viene accolta l’istanza del calzolaio G.B. Martinis chiedente il permesso di «piantare quattro o cinque colonelle, sotto lo stillicidio, che servino a sostegno» della sua casa «nel borgo del Fieno su l’angolo a mano destra per mezzo la contrada Savorgnana», in quanto «minaccia qualche rovina nell’aspetto verso la medesima contrada, per esser stata fabbricata su barbacani all’antica la facciata da quella parte» (Annales, LXXVII, f. 128r — 128v). | |
1778, sett. 12 span> | * | Nota di perito anonimo: «Ad instanza del sig. Osvaldo Cortoleccis, che fa per nome del sig. G.B. di lui fratello, io sottoscritto perito ho presa in grado sopra luoco I’infrascritta casa di ragione delli prefati sigg. Cortoleccis, attualmente condotta in affittanza semplice per locazione dal sig. Michele Airango turrinese abitante in questa città » (B.C.U., pubblico perito anon., vacch. 79, f. 43v — 49v, con descriz. e stima dei singoli ambienti). |
1801 span> | Osvaldo Cortelezzis (Nomenclatura, f. 27v). | |
span> | * | Dai documenti seguenti si capisce che l’edificio comprende diverse parti contrassegnate dalle seguenti lettere dell’alfabeto: A, B, C, D. |
1809 span> | * | È di Giovanni e fratelli Cortolezzi. Affittuali sono Daniele Gabrieli e il locandiere Luigi Zancano. «Piϊ non esiste la locanda dell’inquillino Zancano» (Registro delli aloggi, f. 20v — 21r). |
1810, genn. 27 span> | * | I fratelli Giovanni e Osvaldo Cortelezis chiedono «di far aprire una porta contigua all’altra della casa in contrada di S. Tommaso, coscritta al c.n. 725 B di loro proprietà (A.S.U., C.N., 178/Ornati, XIX). |
1813, genn. 7 span> | * | Al podestà di Udine Giovanni e fratelli del fu Osvaldo Cortolezis «domandano il permesso di aprire una porta sulla pubblica strada lateralmente al porton d’ingresso della loro casa d’abitazione coscritta al c.n. 725 A». Il nulla osta è rilasciato due giorni dopo (A.S.U., C.N., 180/XIX). |
1826, apr. 20 span> | * | Giovanni del fu Osvaldo Cortolezis, facendo presente che «sotto la casa di abitazione in contrada S. Tommaso esiste un mezzado avente una porta ed una sola finestra sulla pubblica strada, desidera ingrandire la finestra in riquadri di pietra da chiudersi con rabatto» (A.S.U., C.A. I, 100/1826, 1283 Orn. II C). |
1831, genn. 30 span> | * | Giovanni q Osvaldo Cortolezis, proprietario delle due case «situate in contrada di S. Tommaso n. 725 B e 725 C, domanda il permesso di aprire una porta e rabatto a pie’ piano della casa 725 B nel sito delle due finestre attuali verso mezz. e di aprire altra porta e rabatto unito a pie’ piano nella unita casa 725 C verso pon. » (A.S.U., C.A. I, 182/V, 378 Orn. II C, con dis.). |
1831, magg. 13 span> | * | Luigi Berletti chiede il permesso «di colocare al di fuori del proprio negozio di libraio1, al c.n. 725 una piccola tenda onde difendersi da’ cocenti raggi del sole». L’autorizzazione non è concessa perché «l’angustia della strada tanto frequentata prossima ad un quadrivio non lascia luogo ad annettere la proposizione di collocamento» (A.S.U., C.A. I, 182/V, 1950 Orn. II C, con diss.). |
1846, nov. 14 span> | * | Raimondo Cortelazis, «avendo divisato di riformare la facciata della bottega che fa parte della casa n. 725 D», presenta progetto, firmato dal muratore Valentino Driussi. La domanda è sottoscritta dal «libraio affittuale» Luigi Berletti. La deputazione d’ornato giudica «tollerabile» il progetto (A.S.U., C.A. I, 406/II, 7556 Orn. II C, con dis.). |
1847, apr. 11 span> | * | Teresa Venerio Cortelazis, proprietaria della casa 725, «desidera cambiare li due stipiti della parte numerata A, per essere in pessimo stato li attuali». Allega un dis. della porta e della finestra, firmato dal muratore Francesco Agosto. Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 422/IV, 2263 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | Appartiene, insieme con i numeri 725 A, 725 B, 725 C, 725 D, 725 E, a Teresa Cortelasis (Competenze, I, f. 20v). |
1852 span> | Vi aveva sede la libreria Berletti (“L’alchimista friulano”, 3, XXXI, 1 ag. 1852, 253). | |
1855, genn. 19 span> | * | Teresa Venerio Cortelazzis chiede ed ottiene di aprire una porta nella casa segnata col n. 725 B (A.S.U., C.A. II, 66, 421 Orn. II C). |
1855, febbr. 14 span> | * | Mario Bardusco2 presenta due schizzi di lavori da eseguire per la casa Cortelazzis (A.S.U., C.A. II, 66, 904 Orn. II C). |
1876 span> | * | L’edificio ospita nelle varie parti, oltre all’ottonaio e lattonaio Giovanni Perini, nella parte censita 725 A, il sarto Giuseppe Tubelli e le modiste Billich e Tavagnutti; nella parte censita C ha l’ufficio l’ing. G.B. Zuccaro e vi è ospitata la libreria di Luigi Berletti; nella parte 725 D vi hanno recapito i sensali Natale e Odoardo Merluzzi (COSMI-AVOGADRO, 108, 112, 102, 97, 98, 113). |
1877, apr. 10 span> | ° | Il comune acquista la casa da Cortelazzis (Not. Aristide Fanton). |
1878 span> | * | Vedasi n. 724. |
1883 span> | * | Al n. 725 C è ancora segnalato lo studio dell’ing. G.B. Zuccaro; al 725 D è ospitata la bottega del fornaio Carlo Menini (AVOGADRO, 145, 146). |
1910 span> | Viene abbattuta. Vedasi n. 728. | |
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NOTE span> | 1 | Della molteplice attività svolta dalla libreria è saggio la notizia stampata su “L’Alchimista friulano”, 3, XXXII, 8 ag. 1852, 260, con la quale si pubblicizza la vendita della medaglia di Antonio Fabris per la restituzione della dignità arcivescovile alla sede di Udine. L’attività piϊ famosa è rimasta legata alla calcografia musicale da parte della tipografia annessa, come si legge su “Giornale di Udine”, del 27 luglio 1868, CLXXVII, 1-2, con un articolo di P. Da Carina, che annuncia la prossima pubblicazione dei cinquanta salmi di Benedetto Marcello. Nell’esposizione artistico-industriale di Udine nell’agosto 1868 il Berletti vi presenta le sue opere (“Giornale di Udine”, 3, CCXV, 9 sett. 1868, 2). A ciò si aggiunga l’attività della libreria circolante organizzata dal Berletti (“L’alchimista”, 7, 22 marzo 1856, XII, 47-48), quella di “esposizione permanente” praticata nel negozio per gli artisti friulani del momento e quella della diffusione di novità nell’ambiente udinese, quali lo stereoscopio (Notizie urbane, “L’annotatore friulano”, 1, LXXV, 1 ott. 1853, 312). |
span> | 2 | Ancora “L’Alchimista” (6, XV, 8 apr. 1855, 120) pubblica la réclame per questo negozio: «Mario Bardusco rende noto che il suo laboratorio di dipinti, intagli, pressioni, dorature, ecc., venne trasportato in contrada San Tommaso al c.n. 725. Udine, aprile 1855». |
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BIBLIOGRAFIA span> | “L’annotatore friulano”, 1, LXXV, 1 ott. 1853, 312; BONINI, La biblioteca circolante, 1; COMELLI, L’arte della stampa, 244-245; Esposizione artistico industriale, 20, 48, 106, 107, 117; MIOTTI, Cenno sulle antiche opere, 24; Parti prese... 1898, 72; P[ICCO], Arte e industria; P[ICCO], Una artistica insegna, 2; PICCO, Ricordi, 120; PICCO, Udine vecchia. Via Cavour; PILOSIO, Editori friulani, 14; PILOSIO, Nella Treccani il nome, 10; S[ACCOMANI], Il ristauro, 19, 511; SBUELZ, Notizie storiche relative alla Loggia, 37, 39; Vedasi inoltre bibliografia per il n. 728. | |
726 | ||
1801 span> | Comune di Udine (Nomenclatura, f. 27v). | |
span> | * | Affittata ad Antonio Venier (ibid.). |
1809 span> | * | È del comune di Udine. Affittuale è il parrucchiere Antonio Venier (Registro delli aloggi, f. 20v). |
1809 span> | * | Nella relazione di Francesco Moretti al podestà sulla casa n. 726 di proprietà comunale non è precisato se sia affittata o no (A.S.U., C.A. I, 1). |
1812 span> | * | Vendita di liquori gestita da Antonio Venier (Esercenti). |
1838 span> | * | Il comune vi effettua lavori per «toglimento filtrazioni» (A.S.U., C.A. I, 282 Passività... 1838). |
1848 span> | * | Una parte è affittata a Carlo Rizzani e la bottega a Luigi Gozzi (A.S.U., C.A. I, 442, Attività... 1848, Fitti di case, fondi e spazi). |
1852 span> | * | Locale di proprietà del comune di Udine (Competenze, I, f. 20v). |
1852, ag. 1 span> | * | La casa è considerata ormai insieme con quella n. 727. Vi ha sede la filiale udinese dell’i.r. privilegiata Azienda Assicuratrice Udinese, retta da G.B. Andreazza. Nello stesso stabile l’Andreazza gestisce un «fondaco manifatture di ferro fuso e battuto ed oggetti meccanici» (“L’alchimista friulano”, 3, XXXI, 1 ag. 1852, XXX, 254). |
1876 span> | * | Recapito dell’imprenditore Carlo Del Prà (COSMI-AVOGADRO, 96). |
span> | * | Vedasi n. 729. |
727 | ||
1656 span> | * | Case Cortona. Vedasi n. 728. |
1666, febbr. 5 span> | * | Vi abita il sig. «Aloio» (Vedasi n. 728), che, insieme col genero cartaio Giovanni Piccoli, in un documento del 13 giugno 1660 è ricordato come libraio. La sua attività risale almeno al 4 marzo 1654 (A.S.U., N., Orazio Agricola, 7736, filza). |
1801 span> | Comune di Udine (Nomenclatura, f. 27v). | |
span> | * | Affittata ad Antonia Bassi (ibid.). |
1809 span> | * | È del comune di Udine. Affittuale è l’impiegato Antonio Bacina (Registro delli aloggi, f. 20v). |
1809 span> | * | Dalla relazione di Francesco Moretti al podestà si sa che la casa è affittata a Giovanni Bacina (A.S.U., C.A. I, 1). |
1832 span> | * | Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questo edificio alla rigattiera Luigia Bellumasco l’avviso n. 1050 concernente «la remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193). |
1842 span> | * | In seguito ad autorizzazione del 10 ag. la bottega della casa è affittata a Francesco Sbrojavacca (A.S.U., C.A. I, 442, Attività... 1848, Fitti di case, fondi e spazi, n. 17). |
1852 span> | * | Locale di proprietà del comune di Udine (Competenze, I, f. 20v). |
1852, ag. 1 span> | Vedasi n. 726. | |
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BIBLIOGRAFIA span> | della PORTA, Toponomastica, 192, 193; SBUELZ, Notizie storiche, 23, 34, 36; Vedasi anche n. 729. | |
728 | ||
1523, genn. 6 span> | Si delibera «quod ematur a ven. d. p. Iacobo Vuaraio domus que fuit mag. Simonis Cividini » (Annales, XLIV, f. 119v). | |
1523, magg. 21 span> | Pre Giacomo Vuarai vende al comune di Udine una casa che fu di Simone Cividino in borgo del Fieno sul cantone respiciente verso il palazzo, dalla parte anteriore verso strade pubbliche, posteriormente verso le case del comune, dall’altra parte verso le case di Antonio Comuzio calzolaio di Udine (Annales, XLIV, f. 150v — 151r). | |
1524, lugl. 31 span> | Si decreta la costruzione di pubbliche panatarie «post pallatium comunis sub domibus magn. comunitatis nostrę quę olim fuerunt mag. Simonis Cividini cerdonis» (Annales, XLIV, f. 10v). | |
1525, genn. 26 span> | * | «Per pistores Utini pro pannattariis commode fabricatis per communitatem nostram apud logiam comunis sub domibus que fuerunt mag. Symonis Cividini cerdonis Locatio pannattariarum facta pistoribus Utini» (Annales, XLV, f. 37v). |
1549, genn. 21 span> | * | «Actum Utini in auditorio supra panatarias publicas. Ibique nob. d. Josephus de Abbadibus doctor et Augustinus de Valantinis et ser Nicolaus Carabellus de Utino, curatores dati a d. Petro Mauroceno locumtenente Ioanni Jacobo et Ioanni Andreæ fratribus filiis q. mag. Andreę Comutii de Utino ad infrascriptum actum alienationis dumtaxat, considerantes in se statum et esse dictorum fratrum minorum annis vigintiquinque maiorum t(ame)n viginti, et cognoscentes in conscientia sua utilius fore dictis minoribus quod alienetur domus eorum propriæ habitationis et in qua quidem eorum pater habitare solebat, quam eam adservare, quippe quia onusta est pluribus livellis frumentariis, pro quibus solvendis quotannis errogantur affictus pene totus, pro quo locatur dicta domus certo sutori calceolario et quid minimum superest ipsis minoribus, et considerantes quod ex conditione fienda alicui propinquo et cohærenti dictis ædibus pro commoditate sua egenti trahetur tanta pecunia ultra eam quæ erogabitur in livellis francandis, cum qua comparabuntur et ementur tot reditus cum quibus satis commode dicti minores alentur, et victum habebunt, quoque ut predictum est, ipsis erit longe commodius et utilius, ipsisque minoribus hoc persuaso, qui sunt iam eius ætatis quæ doli capax esse potest, ut prędictum est, et annuentibus ipsis, proindeque antedicti curatores vendiderunt domos antedictas, sitas Utini in contrata dicta del Fen, iuxta ædes magn. comunitatis Utini a latere et a parte postica ab antica iuxta viam publicam dicti burgi et ab altero latere iuxta ædes ser Nicolai Carabelli et alios nob. ser. Danieli de Andreotis et Joanni de Quadrivio et ser Ludovico Thealdo habentibus commissionem a magn. consilio civitatis Utini et id pretio convento ducatorum trecentorum quinquaginta » (Annales, LII, f. 134r - 135r). |
1558, apr. 2 span> | * | « Audita relatione præfectorum fabricæ palatii publici, decretum fuit suffragiis omnibus præter duo, quod ser Johannes Maria de Uccellis exburset iuxta oblationem per eum factam ducatos octoginta et quod teneat iure simplicis affictus domum ligneam adhærentem palatio publico pro affictu annuo ducatorum quattuor, annuatim detrahendorum ex summa antescriptorum ducatorum » (Annales, LIV, f. 175r). |
1656, dic. 17 span> | Il co. Leonardo Caiselli vende alla comunità di Udine «una casa posta nella contrada del Fieno, confina a lev. col palaggio pubblico, a rhezodν colla detta contrada, a sol a monte et ai monti colla casa Cortona » per d 645. Questa casa, già Macheropio, era stata acquistata dai co. Caiselli con istr. 1644, nov. 29, atti Rocco Carminati e Andrea Brunalleschi (A.S.U., N., Nicolò Bergamino, 7351, Istr. 1656, 100). | |
1666, febbr. 5 span> | «In giorno di venerdν se cominciò a disfare il muro verso il sig. Aloio abitador delle case Cortone per fabricar la nuova cancelleria di comun et nel medesimo giorno fu cominciata la detta nova fabricha» (B.C.U., A.C.A., ms. C.16). | |
1690 span> | Le panatterie erano sull’angolo tra borgo del Fieno e la piazzetta del Vino (A.S.U., C.A., 3/2, f. 3r, Copia tratta dal libro del q. nob. sig. Antonio Valentinis cameraro cons. dell’anno 1690-1691, f. 12, ad opera del cancelliere Orgnani). | |
1690 span> | «Ser Lionardo Tarlato panatier pubblico paga d’affitto semplice ogn’anno per la casa posta sul angolo del borgo del Fieno, e dalla piazzetta del Vino, sotto la sala dell’ill.ma convocazione e sopra le botteghe della pubblica panataria, la qual casa si lascia al medesimo a semplice affitto, in virtϊ della parte presa nel magn. consiglio il 8 dν 21 marzo 1686, ducati quatrodeci val L 86 s 16. Ed è l’affitto stesso che pagava il nob. sig. co. Prospero Antonini conduttor precessore. Continuarà esso panatiero a pagar la medesima summa fino ad altra locazione» (ibid.). | |
1706, mar. 26 span> | * | «Gl’ill.mi deputati della città hanno rilocato a ser Francesco Marchiano per anni cinque la casa di ragion pubblica sotto le stanze del pubblico palazzo, da Ìui presentemente abitata e tenuta a semplice affitto , con espressa condizione che resti totalmente proibito ad esso conductor l’uso di far foco nella casa stessa, come pure il riponervi materie atte e facili a concepir il foco, in conformità della parte presa nel magn. consiglio il dν 21 marzo 1680 » (Acta, LXXI, f. 241r). |
[s.d.] span> | °° | Vedi n. 790. |
1740-41 span> | * | Il cancelliere Orgnani indica in Giacomo Bragolino il pubblico “panatier” che paga l’affitto della casa (A.S.U., C.A., 3/2, f. 5v). |
1798, mar. 23 span> | * | Autorizzazione per l’esecuzione di lavori nelle stanze previste per la farina (A.S.U., C.A., 93/28). |
1801 span> | Palazzo pubblico e panetteria (Nomenclatura, f. 27v). | |
1804, sett. 3 span> | * | Supplica degli affittuali delle botteghe sottostanti al palazzo per il rinnovo delle grondaie (A.S.U., C.A., 93/23). |
1808 span> | * | «Alcune stanze terrene ad uso di panateria ed altre in primo piano ad uso di abitazione incorporate nel palazzo comunale formano l’affittanza 25 aprile 1805 a Antonio Piccoli pistore il suo principio nel giorno 1 ag. 1805 e progredire al 31 luglio 1811, sempreché per sovrane disposizioni e sopra li due regi dazi pestrino a macina e sopra le pistorie non dovesse abbreviarsene la durata. Infatti, cessati li due dazi pestrino e macina, e surrogati li dazi consumo alle porte d’ingresso, nacque il caso preveduto e ne avvenne la caducità del contratto 25 apr. 1805 fin dall’epoca 1° maggio 1806 in cui fu firmato il locatario all’esecuzione del suo contratto ed invitato a rinnovarlo » (A.S.U., C.A. I, 1/Attività e passività 1808, Relazione sulle attività..., Case e fabbricati, n. 7). |
1809 span> | * | È del comune di Udine. Affittuale è il pistore Antonio Piccoli (Registro delli aloggi, f. 20v). |
1809 span> | * | Relazione di Francesco Moretti al podestà di Udine: «Il palazzo comunale è situato nel centro della comune, di faciata alla piazza, e fabbricato serviente all’uso parte di camera notarile e parte della gran guardia. Li locali che lo formano sono la fabbrica della loggia, che consiste in un salone sotto il copperto con due camere, una a 1ev. e l’altra a pon.; qual poi è subdiviso in altre camere con tramezzere di cantinella, il tutto serviente all’uso della corte di giustizia civile e criminale. Un salone sotoposto al citato, o sia loggia o publico beneficio isolato, od apperto alli tre venti di levante, ponente e tramontana, sostenuto da collone e fraposti balaustri e tre scalinate alli descritti tre venti, servono d’ingresso alla stessa loggia. La fabbrica delle scale, ascendono al descrito salone, fraposte fra lo stesso salone e loggia, e la seguente fabbrica detta il palazzo verso mezzodν. La fabbrica, detta il palazzo, che consiste in un salone che abbracia tutta l’altezza del fabbricato, serviva un tempo per l’addunanza de’ consigliori della città, ora ad uso d’aula, tribunale della corte di giustizia ed il restante per l’uditorio. Una sala a levante di esso. Salone pur di tutta l’altezza serviva un tempo per il consiglio, cosν denominato convocazione della città, ora ad uso di addunanza della corte di giustizia per l’estesa delle sentenze. Mezzanelli sotto li descritti salone e sala. Una camera serve d’archivio o deposito dei scritti de’ trapassati notai. Tre camerini tenuti ad affitto dal sig. Antonio Piccoli. In piano. Una piciola botega, tenuta ad affitto dal sig. Canetti calzolaio. Altra piccola botega seguente tenuta ad affitto dal sig. Damiani peruchiere. Altre due botteghe pur seguenti tenute ad affitto dal Piccoli. Piccola stanza oscura ad uso di cocina, tenuta ad affitto dalo stesso Piccoli. Due stanze, servivano un tempo ad uso di camera de’ pegni. Altra stanza pur seguente ad uso del strenuo conestabile, chiamata guardiola. Altra stanza pur seguente ad uso di magazino in servizio della comune ed una cantina sotteranea tenuta ad affitto dal sig. G.B. Steffani. Altra porzione di fabrica a mezzodν della citata sala e salone, che consiste in due soffitte occupate una da carte notarili antiche e l’altra da carte della municipalità. Altra soffitta occupata da carte volumi antichi della città. In primo appartamento sotto dette soffitte. Una camera ad uso di ragionateria, serviva un tempo di anticamera alli deputati della città. Altra camera ad uso di podestaria, o sia municipalità, un tempo di riduzione de’ deputati della città. Altra camera ad uso di cancelleria di comunità. Mezzanelli sotto le descritte tre camere. Tre camere con ingresso, servono di archivio, o sia di deposito de’ scritti di notai trapassati. In piano. Una botega tenuta ad affitto dal sig. Fabrizio bolzer. Due stanze ed una cantina sotteranea, il tutto tenuto ad affito dal sig. Stefani. Il valor capitale in comune comercio di tutti li fabricati è di L 212427,763» (A.S.U., C.A. I, 1, Relazione di Francesco Moretti al podestà, f. 3r — 4r). |
1811, nov. 15 span> | * | Il podestà Giulio Mattioli affitta a Francesco Novelli per nove anni «li locali situati sulla piazza Contarena e contrada di S. Tomaso posti in palazzo comunale faciente angolo con detta contrada, consistenti in due stanze a pian terreno, una serve attualmente alla vendita di pane e l’altra alla vendita di liquori ed acquavite, altra pure a pian terreno dietro alle stesse ad uso di cucina, ed una camera con due piccoli camerini nel primo piano superiore » (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10360, 773, Stato e grado annessi). |
1838 span> | * | Preventivo per restauri: «Gorne palazzo sopra gli uffizi. Rifacitura pavimento tavole nel locale custode machine. Applicazione bussola alla porta d’ingresso uffici municipali» (A.S.U., C.A. I, 282, Passività, preventivo 1838). |
1838 span> | * | Il comune affitta «casa e botteghe al n. 728 ad uso paneteria» a Pietro Carli, con scadenza al 31 magg. 1841. Vi sono compresi magazzini e altre botteghe (A.S.U., C.A. I, 282, Attività... 1838, n. 23 e 24). |
1848 span> | * | Una parte della casa e botteghe è affittata a Carlo Beghini e l’altra parte a Teresa Travani (A.S.U., C.A. I, 442, Attività... 1848). |
1852 span> | * | Locale di proprietà del comune di Udine (Competenze, I, f. 20v). |
1876 span> | * | Bottega dell’incisore in metalli e orefice Valentino Brisighelli1 (COSMI-AVOGADRO, 97, 104, calzoleria di Leonardo Comino (ibid., 88) e recapito dello spedizioniere Carlo Del Prà (ibid., 91). |
1883 span> | * | Libreria di Prucher Costalunga (AVOGADRO, 147). |
1910, genn. 10 span> | Si inizia la demolizione del vecchio municipio. | |
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NOTE span> | 1 | Per Valentino Brisighelli: Esposizione, 12, 13, 35, 54, 55, 116; PICCO, L’artista incisore. |
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BIBLIOGRAFIA span> | Vedasi n. 729. | |
729 | ||
span> | Loggia municipale (Nomenclatura, f. 27v). La costruzione, proposta nel 1441, fu finita nel 1456 su disegno di Nicolò Lionello. Incendiata il 19 febbr. 1876. | |
span> | * | Pazienti e diligenti ricerche hanno indagato sull’origine e lo sviluppo del palazzo, come risulta dalla bibliografia allegata. Si può soltanto segnalare l’esistenza di documenti particolari, ad integrazione degli studi editi. |
1495, magg. 22 span> | * | « Sp. legum doctor d. Antonius Savorgnanus dixit presens consilium convocationis specialiter congregatum esse pro providendo circa fabricam fiendam in palatio : et post multa dicta et allegata in ipsa convocatione posuit partem quod secundum formam modelli facti per mag. Petrum Lombardum ingeniarium, Venetiis habitantem, fiant camini in domibus scolarum et quod ipsorum fabrica ponatur ad publicum incantum » (Annales, XXXIX, f. 37r). |
1495, dic. 28 span> | * | « Comparuit Troianus Savorgnanus exponens intellexisse quod domini perquirebant, nomine magn. comunitatis nostrę, quattuor magnas trabes sive bodonalię de lariso pro ędificio perficiendo post palatium et quum ipse Troianus habeat dicta ligna pulcherrima in villa Furni inferioris, obtulit ipsis dominis velle dare dicta ligna conducta ad villam de Buye precio quo ipsa ligna ęstimabuntur per mag. Philippum de Malazumpicha salariatum magn. comunitatis et mag. Bartholomeum de Caprileis marangonum; qui domini, audito mag. Daniele marangono, asserente se vidisse dicta ligna et esse pulchra et sufficientia pro dicto ędificio, acceptaverunt oblacionem d. Troiani » (Acta, II, f. 14v). |
1551, febbr. 26 span> | * | « Ali deputati sia data authorità, di far tuor, mediante li tre prefetti a l’opera, il piombo per il coperto del palazzo pubblico a quel istesso modo e mercato che è sta’ tolto l’altro » (Annales, LII, f. 225r). |
1690, sett. 8 span> | * | Riparazioni al coperto di piombo da parte di Mario Marzecon (A.S.U., C.A., 93/11). |
1692, sett. 28 span> | * | Polizza di spese di Pietro Lucchini per il coperto di piombo del palazzo (A.S.U., C.A., 93/12). |
1719, ag. 15 span> | * | Polizza di lavori eseguiti da G.B. Presani (A.S.U., C.A., 93/14). |
1719, ag. 22 span> | * | Polizza per lavori eseguiti da Domenico Gurisatto per colonnette della loggia (A.S.U., C.A., 93/15). |
1731, giu. 7 span> | * | Peso del piombo per il coperto (A.S.U., C.A., 93/16). |
1736, mar. 7 span> | * | Polizza di spese per la fattura di una finestra da parte di Antonio Di Lenna (A.S.U., C.A., 93/18). |
1736, dic. 23 span> | * | Polizza di spese per la fattura, da parte di G.B. Bonitto, delle colonnette della loggia (A.S.U., C.A., 93/22). |
1752, mar. 6 span> | * | Polizza di spese di Giuseppe Angeli per restauri al coperto del palazzo (A.S.U., C.A., 93/24). |
1759, magg. 27 span> | * | Proclama con la proibizione di appoggiare legname alle colonnine della pubblica loggia (A.S.U., C.A., 221/17). |
1809 span> | * | È del comune di Udine. «Loggia e locale di seduta della municipalità» (Registro delli aloggi, f. 20v — 21r). |
1810, giu. 6 span> | * | Il podestà Antonini al commissario di polizia: «La prevengo di aver abilitato Gabriele Bellumasio e Girolamo Piccolo a fare la festa da ballo di consuetudine sotto la loggia del paiano comunale per il 6 giugno corrente» (A.S.U., C.N., 182, 2183 Pol. 20). |
1838 span> | * | Vari lavori di restauro al pavimento della loggia (A.S.U., C.A. I, 982, Passività, preventivo 1838, n. 114-117). |
1852 span> | * | Locale di proprietà del comune di Udine (Competenze, I, f. 20v). |
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STUDI INEDITI span> | FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 22r — 23v. | |
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BIBLIOGRAFIA span> | Arturo Malignani, 32; L’Aiace di Vincenzo Luccardi, 317-318; Atti del Congresso internazionale di studi su “Raimondo D’Aronco e il suo tempo” ; AVOGADRO, Guida, 50-57; BARILLARI, Raimondo D’Aronco, 4-20; BATTISTELLA, Brevi note, 60-64; BATTISTELLA, I vecchi teatri, 81, 83, 107; BATTISTELLA, Le vicende, 23-40; de BENVENUTI, Iconografia, 30-31; BERGAMINI, La vite, 60; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 162-168; Giuseppe BIASUTTI, I maestri comacini, 40-42; C., La Loggia, 68-71; CAVALCASELLE, La pittura friulana, 66, 210-211; CICERI, La piazze dal vin, 25-29; CICONI, Udine, 49, 457; COLA, Cento anni, 76-77, 108; CORGNALI, La cidule; [CORGNALIJ, Inzir... La Madone dal Palaz; CORGNALI, Il monumento, 3-10; L. DAMIANI, Arte ... Il Liberty, 59, 64, 77, 144-146, 269; L. DAMIANI, Arte... Il Novecento, 340; D’ARONCO, Lettere, 267, 268, 269, 291; D’ARONCO, Progetto; D’Aronco architetto; DEL PUPPO, La nostra bella piazza, 1-21; Doni, 240; FORATTI, La loggia, 291-303, 304; FORATTI, Una piazza monumentale, 398-402; FORMENTIN, L’artigianato, 31; F(RANCO), I quadri della sala Aiace, 5-6; GIOSEFFI, Udine, 34-35, 97, 237-238, 239-240, 244; JOPPI, Contributo quarto, 13, 14, 119; JOPPI, Udine prima del 1425, X, XVIII, XLIII, XLVII; JOPPI-OCCIONI BONAFFONS, Cenni storici; di MANIAGO, Guida, 23-25; di MANIAGO, Storia, 45, 106, 150, 161, 168, 180, 197, 282, 295; MAGRINI, Memorie, 62; MARCHETTI, Il Friuli, 808-821; MARI, Divagazioni, 2; MIOTTI, Cenno sulle opere difensive, 24; MISTRUZZI, La campana; Nuovo palazzo degli uffici municipali; Oggetti provenienti dalla demolizione del Palazzo degli Uffici; Parti prese... 1876, 238-239, 249; Parti prese... 1877, 262, 279; Parti prese... 1878, 285, 289, 292, 301; Parti prese... 1880, 70, 123; Parti prese... 1888, 27, 38; Parti prese... 1890, 84; Parti prese... 1893, 38; Parti prese... 1908, 69, 75; Parti prese... 1913, 26, 69, 75, 84, 154, 200, 216, 248, 263, 299, 359, 360, 379, 384, 389, 394; PEPE, Teatri, 23-24; PICCO, Pulitura, riparazione, 5; PICCO, I quadri della sala, 5-6; PICCO, Ricordi popolari, 80-81, 182-183; PICCO, La sala Aiace; PICCO, Udine vecchia. Via Cavour; della PORTA, Udine scomparsa, 15-22; Relazione sul progetto del nuovo palazzo; de RENALDIS, Della pittura, 36; Restaurato il busto di Sella; RIZZI, Due sculture, 6-8; RIZZI, Pluralità, 230-232, 244, 250, 252, 484, 517; RIZZI, Profilo... Il Quattrocento, 14-16, 32, 35-36, 109, 120, 135, 142; ROTA, Cenni, 17-19; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 13-14; 5 (1938), 10; S[ACCAVINO], Le grida dei torturati, 62-64; S[ACCOMANI], Il ristauro; SBUELZ, Alcune note; SBUELZ, Il guardiafuoco, 13, 15; SCALA, Il palazzo del Comune; SIMONITTI, Il palazzo comunale, 212-215; C. SOMEDA de MARCO, La loggia di Udine, 31-36; C. SOMEDA de MARCO, Architetti e lapicidi, 311, 336-337, 339, 342; TENTORI, Architettura e architetti, 316, 352; TOLLER, Il primo municipio, 5; V., Storia di una loggia, 8-9; VALENTE, Un barbiere, 14-15; VALENTINIS, Il monumento veneto, 11-18; VALENTINIS, Udine antica, 6, 19, 21; VARNIER, D’Aronco, 30-33; WOLTERS, La scultura veneziana, 286-287. | |
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ICONOGRAFIA span> | CARLEVARIS, Trittico, K; GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, 2, 3; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, 5; LEONARDUZZI-ZUCCHI, La loggia pubblica e Palagio della città; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, 34; MORO-DEL PEDRO, Veduta del pubblico palagio; MURERO, Udine metropoli, 2, 3; [REMONDINI], Veduta del pubblico palagio; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, 3. | |
730 | ||
1619, apr. 29 span> | « Hortensius et Decianus fratres1 et filii Iohannis Francisci Deciani vendiderunt Leonardo et Petro fratribus Caisellis2 olim Bernardi Bergomensis mercatoribus Utini unam eorum domum sitam Utini in Foro Veteri, alias conductam per ser Hieronimum Ossi et Ieronimum Coronellam, cum curia confinantem a parte anteriori cum strata publica Fori Veteris, a meridie cum domibus Francisci Sacchie, ab occasu cum domibus Damiani a Bonitate et a montibus partim cum domo alias Galeatii Affinii et modo Hieronimi Ossi et partim cum androna dicta Marzeria , precio ducatorum trium mille » (A.S.U., N., Pietro Fistulario, 6932, III E, f. 108r — 109r). | |
1623, genn. 1 span> | * | «Fatto in Merchà vecchio, nelle case delli sigg. fratelli Caiselli, nel camin di dietro la bottega » (A.S.U., N., Rocco Carminati, 7114, V instr., f. 1r). |
1623, genn. 8 span> | * | «In Foro veteri, in domibus d. Caiselli infrascripti» (A.S.U., N., Rocco Carminati, 7114, V instr., f. 7v). |
1644, mar. 8 span> | ° | Stima della casa Caiselli in Mercatovecchio. Facciata larga ps 5 (m 8,51) (Archivio Caiselli). |
1648, giu. 30 span> | «Con la presente scrittura di locatione si dichiara qualmente li coo. Leonardo e Pietro fratelli Caiselli ano data a ragion de semplice affito per anni tre una casa posta in Mercà Vechio, qual fino li mesi pasati è stata da loro medesimi abitata, qual da una parte confina il nob. Lorenzo Sachia, da l’altra Martino Amigoni, con tutte le sue abenze et in particolare con sofitadi, scancie, banchi tanto nella botega quanto nel fontico di dietro et soi armari et questo per dover pagar d’affitto in ragion di ducati cento vinti al ano . Et questa locatione si è fatta al sig. Tiberio Mosconi et al sig. G.B. suo figlio, mercanti bergamaschi » (A.S.U., Arch. Caiselli, Istr. di locazione per Udine e pertinenze). | |
1658, magg. 1 span> | * | «Ritrovandosi il co. Lonardo Caisello haver la sua casa in Mercà Vecchio appresso alli heredi q. Sacchia , qual fu affittata alli q. Antonio e Pietro Airoldi e quelli mancanti di vita ancor che non sia finita la locatione né habitata di presente da alcuno, per proveder alla sua indennità, l’ha condotta ad affitto al sig. G.B. Mosconi per il corso de anni cinque , col obligo a detto Mosconi di corrispondere ogn’anno ducati novantadui all’anno » (A.S.U., Arch. Caiselli, Istr. di locazione per Udine e pertinenze). |
1659, sett. 19 span> | « Il co. Lonardo Caisello in raggion di permuta concede alli sigg. Benedetto e Girolamo fratelli Mangilli bergamaschi hora mercanti in questa città una casa posta nella contrada di Mercavecchio, confina a lev. borgo di Mercavecchio, a mezo dν casa del heredità Sachia, a sol a monte casa delli heredi Rigla et alle monti parte casa di questa raggione e parte casa del sig. Lucio Amigoni . E ciò perché li fratelli Mangili consegnano al - co. Lonardo una loro casa posta nella detta contrada di Mercavecchio sul cantone di Marzeria, confina a lev. contrada di Mercavecchio, a mezo dν Lucio Amigoni, a sol a monte Amigoni et alle monti contrada di Marzeria » (A.S.U., N., Paolo Fistulario, 7706, I instr., f. 97v — 98v). | |
1659, nov. 1 span> | * | « Il co. Leonardo Caisello ha dato a ragion di semplice affitto d’anno in anno una casa sul canton di Marcà Vecchio, andando in Marzaria, havuta detto conte dalli fratelli Mangili, a Andrea Sigallino bergamascho habitante in questa città, pel prezzo che comandò Giovanni Maria Beretta di d 45 all’anno » (A.S.U., Arch. Caiselli, Istr. di locazione per Udine e pertinenze). |
1675, giu. 11 span> | * | «Fatto in Udine in Mercà Vecchio in casa del sig. Benedetto Mangilli» (A.S.U., C.R.S., 546, Rot. 390, Istrumenti e testamenti, f. 76r). |
1758, lugl. 3 span> | * | « In esecuzione della sentenza seguita li 22 genn. 1754 con Lugrezia rel. q. G.B. Damiani3 ed il q. Giovanni Bevilacqua , convengono la detta Lugrezia e G.B. e Giovanni Antonio fratelli q. Giovanni che detta Lugrezia ceda, come cede , a suoi nipoti il negozio di libreria e carteria » (A.S.U., N., Francesco Tracanelli, 8500, CXI instr., f. 78r — 78v). |
1761, giu. 16 span> | Morte di G.B. Mangilli mercante in Mercà Vecchio, di rimpetto alla casa delli coo. Tealdi, ora occupata da Liberal Vendrame4 libraio, detta del Damiani (L. PALLADIO degli OLIVI-CAIMO DRAGONI, Memorie, 43 — 44). | |
1782, genn. 10 span> | * | « Quintilia n. Lorio, moglie rel. del q. Tommaso Del Calice , come tutrice e curatrice del nob. Girolamo di lei figlio minore , e Antonio, altro figlio in età maggiore , hanno venduto al sig. Liberale q. Andrea Vendrame, oriundo di Castelfranco, in presente negoziante in questa città , la casa con tutte le sue adiacenze posta in Mercà Vecchio, passata in proprietà delli predetti fratelli, come eredi del q. Tommaso, in forza del pubblico instr. 17 ott. p.p. in note del not. G.B. Peruzzi, cosν gli utensili di bottega descritti nella stima annessa , fra i confini espressi nella misura e stima formata dai pubbl. per. Aurelio Manetti e Francesco Leonarduzzi E questa vendita han fatta per il prezzo di d 6935 L 4 s 7 » (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9791, XVIII instr., 2271, f. 3211v — 3212v). |
1801 span> | Liberale Vendrame, libraio (Nomenclatura, f. 27v). | |
1806 span> | * | Andrea G.B. Vendrame, libraro e cartaio, nato il 26 giugno 1792 (A.S.U., C.A., 305, Quadro degli individui nati o domiciliati di diritto nella comune di Udine, parrocchia di S. Giacomo). |
1809 span> | * | È del negoziante Domenico e fratelli Vendrame (Registro delli aloggi, f. 20v). |
1810, ott. 16 span> | * | Liberale Vendrame chiede il permesso di esporre «due casselloni» nel portico davanti alla propria bottega, nel contempo esigendo lo sgombro dell’altro portico, «occupato da una banca di frutti» (A.S.U., C.N., 188, 4410 Pol. 20). |
1832, mar. 26 span> | * | G. Pilosio, capo del quarto quartiere, riferisce di aver recapitato l’avviso 1050 C, art. 12 e 13 al libraio Liberale Vendrame (A.S.U., C.A. I, 193). |
1845, mar. 3 span> | * | « Eugenio Vendrame vende al di lui zio Domenico Vendrame il caratto, da lui determinato in un decimo, di tutti i suoi diritti sopra : la casa in Mercavecchio coscritta al c.n. 730 , la tipografia ed il negoziato di carte, stampe, libri ed altro » (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/II, 834). |
1845, mar. 22 span> | * | « Antonio Vendrame vende al di lui zio Domenico Vendrame tutti i suoi diritti posseduti cogli altri , il cui caratto venne determinato in 1/10 della seguente sostanza: la casa in Mercavecchio al c.n. 730 ; la tipografia e il negoziato di carte, stampe, libri ed altro con tutti gli attrezzi, utensili e crediti relativi » (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/II, 849). |
1845, mar. 25 span> | * | « Liberale q. Andrea Vendrame vende al di lui zio Domenico Vendrame tutti i suoi diritti sopra la casa sita in Mercavecchio coscritta al c.n. 730 , la tipografia ed il negoziato di carte, stampe, libri ed altro con tutti li attrezzi, utensili e crediti relativi » (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/II, 850). |
1846, genn. 1 span> | Giovanni fu Andrea Vendrame vende a G.B. fu Giovanni Seitzs di Gorizia la sua quota di comproprietà su la sostanza comune con la madre, lo zio Domenico e con lo stesso Seitz ossia su casa in Mercatovecchio n. 730, tipografia e negozio di carte, stampe, libri ecc. (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/III, 1054). | |
1852 span> | * | Appartiene a Liberale Vendrame (Competenze, I, f. 20v). |
1853, apr. 21 span> | * | Liberale Vendrame «avendo deciso di rinnovare in pietra la facciata della bottega in Mercato vecchio al n. 730, presenta» il progetto, che viene approvato per la deputazione d’ornato da G.B. Bassi (A.S.U., C.A. II, 66, 2747 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Valentino Dreussi). |
1853, ag. 16 span> | * | G.B. Seitz, proprietario della casa «avendo divisato di ridurre con magazzeno della casa stessa guartante la cale detta merceria», presenta progetto, che viene approvato (A.S.U., C.A. II, 66, 5779 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Valentino Dreussi). |
1876 span> | * | Tipografia e libreria di Giuseppe Seitz (COSMI-AVOGADRO, 98). |
1883 span> | * | Oltre alla tipografia Seitz, l’edificio ospita la libreria di A. Francescatto, il “Caffè nuovo” di Gaspare Parpan, il negozio di stoffe e mercerie di Perulli e Gaspardis e di Pietro Barbaro, che vende anche abiti confezionati, nonché la bottega del cappellaio Giovanni Zagulin (AVOGADRO, 157, 147, 139, 149, 141). |
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NOTE span> | 1 | Per i Deciani: LIRUTI, Notizie, III, 376-413. Vedasi n. 382. |
span> | 2 | Per i Caiselli: G. F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, II, 323. Vedasi n. 912. |
span> | 3 | Di un G.B. Damiani libraio in Mercerie si fa cenno in un atto notarile del 24 luglio 1711: «G.B. Nigris q. Giovanni Antonio procuratore destinato dal nob. Carlo Perabò hora commorante in Venezia ha venduto al sig. G.B. Damiani libraro in questa città una casa di muro, coperta di coppi, situata nella contrada di Marzaria, assegnata con altri beni in parte al predetto sig. Carlo nelle divisioni seguite con li nobb. Giovanni, Francesco, Giuseppe et Pietro di lui fratelli pubblicate in atti di me not. fin sotto li 20 apr. 1706 entro li confini a 1ev. Francesco Alpruni, mezo dν contrada di Marzaria, pon. Francesco Rossi e calisella consortiva et ai monti detto Alpruni » (A.S.U., N., Francesco Brunelleschi, 8300, Prot. VI, f. 47v — 51r, con stima del pubblico perito Andrea Corradino, f. 49r — 51r). E ugualmente il 27 genn. 1727 un atto di donazione di Giacomo Linussio era redatto «in Udine, in Mercatovecchio, in casa dell’infrascritto sig. G.B. Damiani» (A.S.U., C.R.S., 516, Rot. 390, f. 192v). |
span> | 4 | Per i Vendrame: COMELLI, L’arte della stampa, 214, 244, 245, 250, 256, 262; MEDEOSSI, L’arte tipografica, 931. |
span> | 5 | Per la tip. Seitz: COMELLI, L’arte della stampa, 250, 262; OCCIONI-BONAFFONS, Libri, 277; FALCIONI, Industrie udinesi, 335. |
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STUDI INEDITI span> | A. della FORZA, Memorie, B.C.U., ms. 638, f. 27r. | |
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BIBLIOGRAFIA span> | L. DAMIANI, Arte del Novecento, I, 46; OCCIONI-BONAFFONS, Illustrazione, 335; RIZZI, Storia... Il Quattrocento, 111, ill. 334. | |
731 | ||
1659, sett. 19 span> | I Mangilli vendono la casa ai Caiselli. Vedasi n. 730. | |
1801 span> | Giacomo Del Bon (Nomenclatura, f. 27v) | |
1809 span> | È di Pietro Cargneli possidente (Registro delli aloggi, f. 20v). | |
span> | * | Affittuale è il negoziante Giacomo del Bon (ibid.). |
1815, magg. 6 span> | È di Pietro q. Daniele Cargnelli (A.S.U., C.N., 180, 3397 Orn. 19). | |
span> | * | Il proprietario chiede di demolire e rifare la gronda (ibid.). |
1815, lugl. 26 span> | * | G.B. Bartolini ed E. Antonini, membri della deputazione d’ornato, al podestà: «Sopra ricorso del sig. Cernazai loco Cargnelli, con il quale ricercava l’abilitazione di poter riparare la linda della casa n. 731, perché minacciava rovina, fu opinato da questa deputazione che dovesse eseguire non solo la riparazione, ma anche la costruzione della cornice invece della linda stessa, nonché l’imbiancamento della casa coll’apposizione d’un grondaio conducente le acque piovane fuori dei stilicidi. Non fu menomamente eseguito » (A.S.U., C.N., 180, 5295 Orn. II C). |
1819, genn. 20 span> | * | In questa data viene presentato un progetto di riforma della casa di Giuseppe Cernazai, rappresentato da Lucietta Cargnelli (A.S.U., C.A. I, 24/1819/XI, 248 Orn. II C, con dis.). |
1819, genn. 23 span> | * | Viene inoltrato un progetto di riforma della casa contigua di Vicenzo Tirindelli. Vedasi n. 732. |
1819, apr. 6 span> | Della ved. Cargnelli. Fu rifatta perché pericolante (A.S.U., C.A. I, 24/XI, 25 S, con dis.). | |
span> | * | La deputazione d’ornato esprime parere favorevole per la riforma delle due case contigue Cernazai e Tirindelli (ibid.). |
1832, mar. 26 span> | * | G. Pilosio, capo del quarto quartiere, riferisce di aver recapitato in questa casa al fruttivendolo Giacomo Plaino l’avviso n. 1050 (A.S.U., C.A. I, 193). |
1852 span> | * | Appartiene ai fratelli Cernazzai (Competenze, I, f. 20v). |
1867 span> | * | Al primo piano, verso via Mercatovecchio, ha sede la redazione del “Giornale di Udine”. Nel corso dell’anno essa traslocherà in via Manzoni (“Giornale di Udine”, 2, 2 genn. 1867, 1). |
1876 span> | * | Studio degli avv. Antonio lurizza e Giuseppe Lazzarini. Giacomo Verza vi esercita la professione di maestro di strumenti ad arco. L’edificio ospita il negozio di crusca e farina di Morandini e Ragazza, che sono pure spedizionieri (COSMI-AVOGADRO, 85, 91, 92, 103). |
1883 span> | * | Oltre a quello dell’avv. Iurizza, vi si segnala lo studio del notaio Alessandro Rubazzer1 (AVOGADRO, 138, 150). |
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NOTE span> | 1 | della Porta segnala il Rubazzer come proprietario, ma non precisa l’anno, né la fonte dell’informazione. Nel 1865 nell’edificio è ospitata la bottiglieria di Italico Piva, con soffitto decorato da Lodovico Rigido (PICCO, Una novità decorativa, 2). |
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BIBLIOGRAFIA span> | L. PALLADIO degli OLIVI-CAIMO DRAGONI, Memorie, 43-44. | |
732 | ||
1619 span> | Era del not. Galeazzo Affinio (Vedasi n. 730). | |
1659 span> | Era degli Amigoni (Vedasi n. 730). | |
1801 span> | Co. G.B. e fratello Amigoni (Nomenclatura, f. 27v). | |
span> | * | Affittata al caffettiere Vincenzo Tirindelli (ibid.). |
1808, apr. 11 span> | Giuseppe Amigoni vende a Vincenzo Tirindelli la casa al n. 732 per L 29760 (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9973, Rep., 25, f. 2r). | |
1809 span> | È di Vincenzo Tirindelli negoziante (Registro delli aloggi, f. 20v). | |
1815 span> | «In contrada Merceria nell’esterno della casa Derindelli esisté fino al 1815 un grande affresco con numerose figure rappresentanti la tragica fine di Romilda, duchessa del Friuli» (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 44r). | |
1819, genn. 23 span> | °° | Progetto di riforma della casa (A.S.U., C.A. I, 24/1819/XI, 293 Orn. II C, con dis.). |
1832, ag. 6 span> | Antonio Tirindelli fu Vincenzo vende a Pietro Pelosi fu Giuseppe la casa n. 732 «con botteghe, e corticella », confinante parte Mercatovecchio e parte Mercerie, a lev. Orsola Cargnelli Cernazai e Marcatovecchio, mezz. Domenico e nipoti Vendrame, pon. idem, tram. Merceria e Cargnelli Cernazai. Prezzo: it. L 17640,86 (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10558, 3846). | |
1852 span> | * | Appartiene a Luigi Pelosi (Competenze, I, f. 20v). |
1852, ag. 31 span> | * | Luigi Pelosi presenta un progetto per «riformare le finestre della facciata della sua casa». Da parte della deputazione d’ornato «trovansi lodevoli le proposte riforme» (A.S.U., C.A. II, 66/1852, 6292 Orn. II C, con dis.). |
1876 span> | * | Nella casa tiene studio il notaio Alessandro Rubazzer. Vi ha pure sede il laboratorio di Giuseppe Codutti per la fabbricazione di scatole e astucci (COSMI-AVOGADRO, 103, 112). |
1883 span> | * | Offelleria di Bernardo Tortora e negozio di stracci, spazzole e gabbie di Anna Faggini (AVOGADRO, 150, 156). Incendiata durante l’invasione, fu rifatta nel 1920. |
733 | ||
1801 span> | «Trigati sig. Antonio, affittuale Iosafat Lazzarini, scalettaria e caffè» (Nomenclatura, f. 28v). | |
1809 span> | * | È di Daniele e fratelli Trigati. Affittuale è il caffettiere Giosafat Lazzaro (Registro delli aloggi, f. 20v). |
1812 span> | Caffetteria e ostelleria al “Leon d’Oro” (Esercenti). | |
span> | * | Gestita dagli eredi Lazzarini (ibid.). |
1814, ag. 7 span> | * | « Teresa rel. del fu Gioseffato Lazzarini ed Angelo, di lei figlio, hanno sublocato dal corpo della casa n. 733, che essi riconoscono con titolo di semplice affitto dalli Trigatti di Galleriano, alli Francesco e Giuseppe del fu Osvaldo Todaro la bottega al pian terreno ad uso di caffettaria, stanza del fornello attigua, due piccoli siti annessi, reso del sottoportico ora serviente per ingresso della casa nonché la stanza al di sopra in primo piano ad uso di magazino . La sublocazione sarà duratura per anni tre » (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4812, 279). |
1817, sett. 19 span> | * | Il cursore municipale presenta a Lodovico Rieppi, agente di Angelo Lusarini, la diffida a munirsi di licenza di polizia. Il motivo non è precisato (A.S.U., C.A. I, 10). |
1852 span> | * | Appartiene ad Antonio Trigatti (Competenze, I, f. 20v). |
span> | ||
BIBLIOGRAFIA span> | CORGNALI, I nostri vecchi caffè, 108-113. | |
734 | ||
1770, lugl. 5 span> | L’altra casa, contermine alla prima, «tenuta in semplice affitto da m. G.B. Bianchi» dalla parte di levante, ed ora unita alla casa Molteno, era stata concessa in enfiteusi dal sig. Ettore Bartolini alla nunc q. sign. Francesca Mazzolenis, vedova di Carlo Molteno (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9787, IV instrom., 289, f. 604v — 608v, alleg. grado del pubbl. per. Giacomo Ferro). | |
1801 span> | Angela Monaci (Nomenclatura, f. 28v). | |
span> | * | Affittata a Domenico Gondolo (ibid.); poi fratelli Molteno (Registro anagrafico, f. 17r). |
1809 span> | È di Domenico Gondolo (Registro delli aloggi, f. 20v). | |
span> | * | Affittuali sono l’industriante Maddalena Manias e il negoziante G.B. Caparini (ibid.). |
1812, apr. 7 span> | Antonio Gregorio e G.B. Bartolini vendono a Francesco q. Antonio Rossi il diretto dominio sopra due case in Merceria tenute ad affitto enfiteotico, una dagli eredi di Antonio Monaci l’altra dagli eredi di Francesca Molteno. La casa n. 734 era stata concessa in enfiteusi dal q. Gregorio Bartolini al q. Antonio q. G.B. Monaci con istr. 18 genn. 1724 in atti del not. Francesco q. Andrea Brunalleschi (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10588, 630). | |
1844, apr. 3 span> | È di Maddalena Moro Marangoni Ragozza. Viene alzata e sistemata al piano terreno (A.S.U., C.A. I, 375/1844/III, 2234, 2510 e 8197 Orn. II C, con dis., firmato da G. Zandigiacomo). | |
1852 span> | * | Appartiene a Maddalena Marangoni (Competenze, I, f. 20v). |
1872 span> | ° | Di Degani. Si riformano i fori al piano terreno (A.M., Ornato, 1865-1873). |
span> | ||
BIBLIOGRAFIA span> | VATRI, I caffè di Udine, 108. | |
735 | ||
span> | Nella pianta Lavagnolo questa casa porta, per errore, il n. 781. | |
1506, ott. 26 span> | Pietro Rigolini compera da Nicolò de Monte una casa in Chialiarezzis. «Confina da oriente con la casa di m. Andrea Sturzio, la qual adesso è nostra, da occidente con la nostra casa del canton, dalla parte de drio, cioè dai monti con la casa di ser Zuan Locatello per causa di un’andronetta et a meggio dν con la strada di Chialiarezzis» (A.S.U., Arch. Florio, 108/5, Memorie di acquisti Rigolino, da una copia del not. Antonio Mirion sull’originale di Bartolomeo Mastino, f. 11v). | |
1538 span> | Fu rifatta dalle fondamenta perché in rovina (ibid.). | |
span> | * | In quel periodo il proprietario ne era Paolo Rigolino (ibid.). |
1549, genn. 10 span> | * | La casa è tenuta in affitto da Bortolomeo Visentin (A.S.U., Arch. Florio, 108/5, Memorie d’acquisti Rigolino, 129. |
1780, ag. 14 span> | * | Coo. Florio. Vedasi n. 736. 1801. Coo. Filippo Florio e nipoti (Nomenclatura, f. 28v). |
span> | * | Affittata a Domenico e Gabriele Pecile (ibid.). |
1809 span> | * | È del negoziante Antonio Xotti, affittuale è il negoziante G.B. Caparini (Registro delli aloggi, f. 20v). |
1822, febbr. 15 span> | Coo. Francesco e Daniele Florio (A.S.U., C.A. I, 68, 738 Orn. II C, con dis.). | |
span> | * | Presentano un progetto di riforma della casa. La concessione è subordinata alla condizione che «sia levato il pergolato esistente sopra la strada di Merceria, riscontrato in totale disordine e sommamente disdicente: levata quella cassa sopraposta allo stesso pergolato sostenuta da due modiglioni di legno» la quale, secondo la deputazione d’ornato «oltre alla massima sua indecenza lascia gravemente temere iminente pericolo ai transitanti» (ibid.). |
1834, sett. 12 span> | Francesco e Daniele fu Sebastiano Florio vendono ad Antonio q. Sebastiano Trevisini la casa in Mercatonuovo n. 735: «confina a lev. Maddalena Marangoni Gondolo, mezz. contrada Merceria, pon. piazza S. Giacomo e tram. Giovanni e Maria Cosattini coniugi Zilotti, compresa la bottega in peppiano sottoposta alla casa » (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10560, 4278). | |
1841, mar. 17 span> | È di Sebastiano Trevisini. Unita al 736, viene riformata (A.S.U., C.A. I, 328/1841/VIII, 1844 Orn. II C, con dis.). | |
span> | °° | Disegno firmato da: «L’Ingegnere Civile Ballini». |
span> | * | Il Trevisini chiede «di riformare a piϊ riprese le due botteghe sottoposte alle case n. 735 e 736 nella contrada Merceria e ridurre a forma regolare tutta la facciata di detta casa respiciente la contrada». La concessione è subordinata alla sistemazione della cornice in armonia con quella della casa contigua d’angolo (ibid.). |
span> | In data 9 ag. 1842, previa esibizione del certificato del capomastro, il proprietario chiede ed ottiene il certificato di abitabilità (A.S.U., C.A. I, 342/IV, 4938 Orn. II C). | |
1852 span> | * | Appartiene a Sebastiano Trevisini (Competenze, I, f. 20v). |
1876 span> | * | Oltre allo studio dell’avvocato Mattia Missio, l’edificio ospita la bottega del pizzicagnolo Santo Giuliani (COSMI-AVOGADRO, 85, 110). |
1883 span> | * | Studio dell’avvocato Carlo Lupieri (AVOGADRO, 138). |
736 | ||
1514, dic. 14 span> | * | Vi abita l’orefice Giovanni da S. Daniele. Vedasi n. 735. |
1594 span> | * | La casa è gravata da un censo per la confraternita dei Calzolai. «Heredi q. mess. Hettore Pitiano orevese, overo delli heredi de mess. Zuan Antonio de S. Daniel, in luogo de mess. Odorigo Francesco pagano ogni anno de livello — s 18 p 6. Paga hora ser Pasin marzaro — sopra una casa, che fo di — Lena Pulchardo, posta nella contrada de Chialiarezzis — appresso la casa della habitation de Niculus de ditto borgo, apresso la casa de Zuanin calligaro mediante l’androna et apresso la via publica». I fondamenti giuridici (iura) risalgono al 15 sett. 1342 col «testamento de m. Domenego Longo —». Segue, con il 4 marzo 1494, la «confession de ser Zuan Antonio orevese, che esso paga detto livello per dette case» (A.S.U., Arch. confr. Calzolai, 458, f. 126r). |
1780, ag. 14 span> | I figli del q. Carlo Molteno vendono a Domenico di Giuseppe Gondolo casa in Merceria, confinante a lev. casa di Bernardino Corrado, mezz. contrada, pon. coo. Florio, tram. fratelli Tomada eredi Sticcotti, per d 2050 (A.S.U., N., Antonio Marchi, I instr., 83, f. 131r — 133r). | |
1801 span> | Domenico Gondolo (Nomenclatura, f. 28v). | |
1809 span> | * | È di Domenico Gondolo (Registro delli aloggi, f. 20v). |
1815, giu. 8 span> | * | Domenico Gondolo chiede il permesso di «cambiare li antilli ossia riquadri di pietra del terzo appartamento della sua casa senza alterare la di loro attuale dimensione» (A.S.U., C.N., 180, 4230 Orn.). |
1817, sett. 19 span> | * | Il cursore municipale presenta in questa casa a Domenico Gondolo una diffida a munirsi di licenza municipale. Non ne è precisato il motivo (A.S.U., C.A. I, 10). |
1841, mar. 17 span> | * | Vedasi n. 735. |
1841, apr. 10 span> | È di Sebastiano Trevisini l’affittuale Antonio Bonani «maestro di piccioli fanciulli» domanda visita alla casa perché pericolante. Unita al 735, viene riformata. (A.S.U., C.A. I, 328/VIII). | |
span> | * | Dal verbale della commissione per il sopralluogo che non rileva pericoli immediati, si viene a sapere che il Bonani sgombererà entro il 15 aprile (ibid.). |
1852 span> | * | Appartiene a Sebastiano Trevisini (Competenze, I, f. 20v). |
1876 span> | * | Nella casa ha sede il negozio di coloniali e drogheria di G.B. Degani (COSMI-AVOGADRO, 91). |
737 | ||
1780 span> | * | Bernardino Corrado. Vedasi n. 736. 1801. Eredi del Bernardino Corrado (Nomenclatura, f. 28v). |
1809 span> | È di Sebastiano Trevisini e G.B. Zamparutti (Registro delli aloggi, f. 20v). | |
1852 span> | * | Appartiene a Sebastiano Trevisini (Competenze, I, f. 20v). |
1876 span> | Osteria “Al selvatico” (COSMI-AVOGADRO, 106). | |
738 | ||
1801 span> | Eredi Gandini (Nomenclatura, f. 28v). | |
span> | * | Affittata ad Antonia ved. di Pietro Sinico. |
1809 span> | È di Stefano Rigo (Registro delli aloggi, f. 20v). | |
span> | * | Affittuale è il negoziante Valentino Pagnaco (ibid.). |
1826, sett. 29 span> | Oreficeria di Nicoletto Gallei (A.S.U., C.A. I, 100 Ornati, 3460 Orn. II C, con dis.). | |
span> | * | Inoltra domanda per applicare una cornice sopra la porta della bottega (ibid.). |
1852 span> | Appartiene a *** Rigo (Competenze, I, f. 20v). | |
739 | ||
1782, ott. 18 span> | * | Giorgio Antonio Menz di Bolzano vende «la casa di muro coperta di coppi, posta in contrada detta la Marceria» a Giuseppe Cecconi di S. Daniele per d 1450 (A.S.U., N., Camillo Merluzzi, 9692, III instrom., 309, f. 236v — 237r). |
1786, ott. 2 span> | L’ecc. Giuseppe Cecconi vende la casa a Elisabetta di Domenico Sivilotti, moglie di Domenico Cecconi, fratello di Giuseppe, per d 1450 (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9974, IX instr., 668, f. 814v — 815v). | |
1801 span> | Domenico Cecconi (Nomenclatura, f. 28v). | |
1809 span> | * | Appartiene a Domenico Cecconi. Affittuale è il negoziante Giovanni Ploner (Registro delli aloggi, f. 20v). |
1817, sett. 19 span> | * | Il cursore municipale presenta in questa casa a Giuseppe Zamparo una diffida a munirsi di licenza di polizia, per motivi non precisati (A.S.U., C.A. I, 10). |
1835 span> | * | Vi abita il “medico fisico” Giovanni Domenico Ceconi (A.S.U., C.A. I, 237/XII). |
1852 span> | * | Appartiene al dott. Giuseppe Ceconi (Competenze, I, f. 20v). |
1876 span> | * | L’edificio ospita il negozio di mastelli, stacci e spazzole di Anna Faggioni, la bottega dell’orologiaio Giuseppe Galiussi, i laboratori dell’incisore di metalli e dentista Luigi Toso e del sarto Luigi Polesel (COSMI-AVOGADRO, 92, 97, 101, 112 e 150). |
740 | ||
1392 span> | « Fraternitas Batutorum de Utino solvit de livello unius domus que olim fuit Chumucii de Caligarecis, site in dictis Caligarecis iuxta *** heredes q. Pizoni cerdonis de Utino et iuxta Nicolussium cerdonem de Morucio, habitantem in Caligarecis, et iuxta domos que fuerunt olim Nicoletti chambiatoris qui fuit de Veneciis et iuxta viam de Caligarecis, denarios octuaginta» (A.S.U., Arch. Confr. Calzolai, Libro Rosso, 425, II, f. 12r). | |
1406 span> | « Ser Leonardus q. ser Stephani Sbrugli solvit de livello super sua parva domo que fuit olim Nicolussii cerdonis et sue filie, empta a fraternitate Batutorum per d. Ursinam eius matrem, sitaa in Caliarezis iuxta suam magnam domum fratris iuxta domum heredum q. Christofori Pizoni, iuxta domum ser Nicolai de Spegninbergo et per ante est via publica, empta a fraternitate batutorum Utini ut de ipsa emptione constat manu Quarini notarii M° CCCC° XXIIIJ° indictione prima die XIIIJ° decembris den. octuaginta . De legato constat in M°CCC°VIIJ° indictione sexta die tercia septembris. Nunc heredes q. Ianoli cramarii dela Man» (A.S.U., Arch. Confr. Calzolai, Libro Rosso, II, f. 31r). | |
span> | a ms. sitam. | |
1441 span> | «Li heredi de Ianzil cramar della Man paga per anno de livello al Nadal sora la sua casa pizola che fo de Nichulus caligar e sue fiole comprada della fradagla delli Batudi per d. Hursula madre de ser Lenart de ser Stiefin Sbrulg mituda in Caligareze appresso la sua granda casa del tore, appresso la casa delli heredi che fo de Cristoful Pizo(n), appresso la casa de ser Nichulau de Spiglimbergo e per dennanzi è la via publica, den. LXXX, segondo che apar per man de ser Quarin nodar in millesimo IIIJc XXIIJ ind. prima adν XIIIJor de decembre et secondo che apar dello legato in uno pubblico instrumento scrito per man *** in millesimo IIIJc VIIJ ind. VJa adν IIJ de setembre1» (A.S.U., Arch. Confr. Calzolai, Libro rosso, 425, I, f. 27r). | |
1472, giu. 6 span> | «Actum Utini in Foro veteri sub porticu domus ser Rizardi Sbrugli» (B.C.U., ms. not. Giovanni Del Pittore, Istr. 1472, f. 59v). | |
1483, dic. 11 span> | * | «Actum Utini in Foro veteri sub porticu domus solitę habitacionis heredum q. nob. ser Rizardi Sbrugli de Utino» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Quaternus 1480, f. 7v). |
1504, febbr. 9 span> | «In contrata dicta Chialiareziis in domo infrascripti emptoris », ossia di Antonio q. nob. ser Rizzardo Sbruglio (A.S.U., N., Girolamo Fabris, 5381, Istr. 1504, f. 21v). | |
1511, lugl. 29 span> | * | «Testamentum nob. ser Antonii Sbrugli de Utino . Pro anima sua ligavit ven. fraternitati S. Mariæ de Castello unum starium frumenti de livello perpetuali solvendum per Thomam filium naturalem ipsius testatoris et heredes ipsius Thomæ super domo habitationis eiusdem testatoris sita Utini in contrata vocata de Chialiarecis iuxta domum ser Francisci Sbrugli fratris dicti testatoris, iuxta m. Baptistinum batilanama, iuxta sp. doctores d. Gregorium et Hieronymum fratres filios q. ser Ioannis de Masiis2 et iuxta viam publicam . Nota3 quod ser Antonius Sbruglius aliud condidit testamentum manu ser Antonii Beloni, quia et ipse et Thomas eius filius de peste defuncti sunt non multos dies post » (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. VI, f. 12v — 13r). |
span> | a ms. batilana | |
1709, giu. 11 span> | * | « Antonio Orca mercante nel instr. 5 apr. 1706 di mano del sp. Thomaso Patrielli, col quale fece l’aquisto della casa di sua habitatione, posta in Mercà Vechio, dalli nob. Giovanni Maria e fratelli Billia, assunse obligo di pagare » (A.S.U., N., Giuseppe Bertoldi, 8442, I instr., f. 45r — 46r). |
1753 span> | * | « Tomaso e fratelli Orca pagano di livello perpetuo a Nadal L 40 sopra una casa posta sul canton di Mercavecchio sopra l’androna di Marzaria, livellata dalla fratterna a Iusto cimador 1485, 20 gennaro come nel Libro instrumenti, c. 14, nodaro Lorenzo Papiriis» (A.C.U., A.A.O., Cattastico ... 1753, f. 307v). |
1779, giu. 30 span> | * | «Pezzo di fondo con muri scoperti situato nella contrada detta di Merceria di questa città, sopra il quale prima dell’incendio accaduto l’anno passato era eretta la casa, che si vede descritta nell’allibramento Comuzzi al n. 1, il quale in presente confina a 1ev. li sigg. Poch e Menz di Bolzano successi alle sign. Regina ed Elena sorelle Orca, a mezz. la contrada detta la Marceria, a pon. le sign. Gandine, ed a tram. parte il sig. Fe-ruglio e parte li antedetti Poch e Menz ; casa che prima del seguito incendio era eretta sopra il fondi sudetto colle assegnazioni che furono verificate dal sig. Comuzzi nel suo alibramento sopra la casa antidetta». Eredi risultano Giuseppe, Regina ed Elena Orca. Domenico Ceconi è l’erede di Giuseppe Orca (B.C.U., vacch. 71, Stima dei beni dopo l’incendio beni Orca del defunto rev. don Giuseppe Orca, trasmessi ai nipoti, in contrada di Marceria, f. 1v — 4r). |
1793, magg. 19 span> | * | «Nella determinazione in cui sono Antonio e Luiggi fratelli q. Gaspare Gobi di sciogliere il negozio di botegha di caffè, droghe e scaletaria, corso un tempo in dita del detto sig. Antonio e del sig. Gaspare q. Vicenzo Naschinetti per la di lui porzione al predetto Luiggi et in presente perciò corrente in dita di detti fratelli Gobbi, e di dividere nell’atto stesso ciò che per le paterne rappresentanze e per la loro specialità esser vi può tra loro di comune, si rende indispensabile la divisione anche tra detti fratelli ed il predetto Naschinetti . Comuni essendo li mobili et utencilli del negozio predetto, che esistevano fin dall’epoca 7 apr. 1791, tanto a detti fratelli che al sig. Gaspare Naschinetti , saranno gl’uni e gl’altri divisi. Li mobbili, utensili e crediti di detto negozio formatti posteriormente all’epoca 7 apr. 1791 saranno egualmente divisi . Invece di dividere la casa e bottega in Mercà Vecchio, fu di ragione Orca, acquistata dalli sigg. Giuseppe e Catterina n. Orca iug. Tomada a livello francabile, col nome di detto Naschinetti , il predetto Luigi cede la quarta parte allo stesso spettante in detta casa al sig. Antonio e di lui fratelli » (A.S.U., N., Liberale Girardi, 10345, II instr., 157, f. 160v — 162r, atto del 6 lugl. 1800). |
1801 span> | «Orca sign. sorelle; affittuale sig. Luigi Gobbi caffettiere» (Nomenclatura, f. 28v). | |
1809 span> | È di Gasparo Naschinetti (Registro delli aloggi, f. 20v). | |
span> | * | Vi abitano i caffettieri Antonio e Luigi Gobbi (ibid.). |
1811, genn. 26 span> | * | « Gaspare del fu Vincenzo Naschinetti e Antonio del fu Gaspare Gobbi danno, a pagamento delle it. L 2630,03 la bottega di caffè a pepiano, coll’appartamento superiore sino ed incluso il coperto, col suo relativo fondi dal corpo della casa che confina a lev. strada pubblica, mezz. contrada detta Merceria, pon. Domenico Ceconi e sett. Giovanni Simonetti , guardante in Mercatovecchio e marcata col c.n. 740 » (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10623, 424, f. 20v). |
1812 span> | “Caffè militare” (Esercenti). | |
span> | * | Gestione di Luigi Gobbi (ibid.). |
1812, genn. 2 span> | Gasparo q. Vincenzo Naschinetti ed Antonio q. Gaspare Gobbi vendono a Domenico q. Angelo Faccendi l’azione di recuperare dalle mani della sig. Francesca q. Giuseppe Tomada la bottega ad uso di caffè nella fabbrica n. 740; piϊ vendono la cantina sotteranea, il sito di dietro la bottega da caffè, un camerone al primo piano (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10360, 823). | |
span> | Questa porzione di casa era stata venduta ai venditori dai defunti Giuseppe Tomada e moglie Caterina Duca a livello francabile con atto 15 luglio 1786, atti Marino Sporeno. Questa porzione di casa confina 1ev. Mercatovecchio, mezz. bottega del sig. Faccendi e con casa sopra della sign. Elena Duca, pon. casa Ce-coni, a tram. restante casa suddetta, fu Duca (ibid.). | |
1817, nov. 19 span> | * | Il cursore municipale recapita in questa casa a Valentino Mario, agente di Luigi Gobbi, la diffida a munirsi di licenza di polizia, per motivi non precisati (A.S.U., C.A. I, 10). |
1820, magg. 30 span> | È di G.B. Centa (A.S.U., C.A. I, 35/V). | |
span> | * | Costui chiede il permesso per costruire un’altana. Sentito il parere del commesso d’ornato Giuseppe Presani, gli viene accordato il nulla osta a condizione che alla gronda sia sostituita una cornice (ibid.). |
1820, ott. 5 span> | Gaspare fu Vincenzo Naschinetti e Antonio q. Gaspare Gobbi vendono a G.B. del fu Paolo Centa il secondo piano della casa n. 740, già acquistato dai venditori dalle mani dei sigg. Giuseppe e Caterina Orca iugali Tomada con atto 15 lugl. 1786 del not. Marino Sporeno (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10455, 2324). | |
1830, lugl. 2 span> | * | Luigi Pers presenta progetto per la riforma del «padiglione della bottega da caffè» da lui condotta. Segue l’approvazione (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 2788 Orn. II C, con dis.). |
1832, mar. 26 span> | * | Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al caffettiere Luigi Pers l’avviso n. 1050 (A.S.U., C.A. I, 193). |
1833, mar. 26 span> | Pietro Pelosi presenta progetto per la «riforma della propria bottega al n. 740 » (A.S.U., C.A. I, 206/1, 1190 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Giuseppe Taboga). | |
1843, genn. 30 span> | Maria Centa Filaferro e Teresa Centa Bosma sorelle vendono a Luigi q. Pietro Pelosi casa e fondi n. 740 per L 13200 (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/I, 410). | |
1843, mar. 25 span> | * | Luigi Pelosi chiede di «riformare la facciata della casa». Il progetto, firmato da Giuseppe Salvador, viene approvato (A.S.U., C.A. I, 406/II, 2201 Orn. II C). |
1843, mar. 29 span> | * | Registrazione di contratto privato, redatto il 25 marzo «con cui Luigi Pelosi alienò al sig. Pietro Masciadri la casa con bottega sottoposta e fondi relativo, sita in contrada del Mercavecchio al c. n. 740 ». Nel contratto si precisano gli ambienti: «la bottega con stanza superiore, stanza a latere della medesima alla parte di pon., cantina sotterranea acquistata dal sig. Domenico q. Angelo Facendi , 12 genn. 1812» (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/I, 459). |
1846 span> | ° | È di Luigi Pelosi, che riforma facciata su Mercatovecchio (A.M., 1846, b. 406). |
1846, genn. span> | * | Il Pelosi viene multato per non aver eseguito il prolungamento delle grondaie fino a terra. Seguono lavori di sistemazione, che il 25 apr. l’ing. Lavagnolo dichiara compiuti (A.S.U., C.A. I, 406/II, 2201 Orn. II C). |
1852 span> | * | I numeri 740 e 740 I appartengono a Pietro Masciadri (Competenze, I, f. 20v). |
1936 span> | Caffè “Al Commercio”. | |
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NOTE span> | 1 | L’annotazione è tagliata con tratto di penna obliqua. Altra mano vi aveva aggiunto in alto: «Mo paga li heredi di maistro Lorenç chaligar» (A.S.U., Confr. Calz., Libro rosso, 425, I, f. 27r). |
span> | 2 | Per gli Amasei, vedansi n. 383 e 742. |
span> | 3 | Annotazione del notaio in calce. Circa questi testamenti, dettati dalla finestra, lasciò un’annotazione anche il not. Belloni. |
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BIBLIOGRAFIA span> | BATTISTELLA, Udine ... XVI, 131. | |
741 | ||
1485, genn. 20 span> | «Propositum fuit qualiter hoc anno proximo preterito multe expense fuerunt pecunie in reparanda domo quam tenet mag. Iustus cimator ad affictum simplicem et nondum sufficienter est reaptata, ymo opus est adhuc expendere ducatos plus 40 in anno; ideo unanimiter deliberatum fuit quod livelletur » (A.C.U., A.A.O., Liber terminationum... per ... Laurentium de Papiris de S. Daniele, f. 18r). | |
span> | * | Nel rotolo dei livelli 1480-1489 infatti si legge che in Mercatovecchio «Giusto zimidor paga de livello de fito sinplice sopra la caxa dela sua abitazion L 40». L’annotazione è cassata (A.C.U., A.A.O., Rottolo de’ danari de livello in Udene, f. 186r). |
1500, ag. 29 span> | * | «Actum Utini, in Foro veteri, sub porticu domus habitationis mag. Iusti cimatoris» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. 1496-1533/I, f. 181r). |
[1640 c.] span> | «Ser Francesco Colombina in luogo di ser Piero Garzarol, in luogo de ser Bernardo Bonecco, in luogo de ser Vincenzo q. ser Francesco Iustis, in luogo di Iusto Cimador, paga de livello L 40 sopra una casa posta in Udene in Mercavecchio sul canton di sopra l’androna di Marceria, che anticamente si chiamava delli Orevesi o Chialiarecis, confina et nella detta androna et in Mercavecchio con la casa di ser Ottavio Martinoni et fu livellata per la fratterna nostra a mess. Iusto cimador l’anno 1485, 20 genaro, come consta nel Libro de instrumenti dell’Ospedal a c. 14 per man de ser Lorenzo Papiriis cancelliero d’esso pio luogo » (A.C.U., A.A.O., Thesaurum pecuniarum, f. 242r). | |
1701, lugl. 16 span> | * | «Fatto in Udine, in casa Alpruni, in Mercà Vecchio » (A.S.U., N., Girolamo Dell’Oste, 7907, VIII instr., f. 162v — 163v). |
1801 span> | Sorelle Orca (Nomenclatura, f. 28v). | |
1805, magg. 1 span> | * | « G.B. e Teresa n. Orca iug. Zambelli hanno allienato alli sigg. G.B., Gioachino, rev. Girolamo ed Antonio fratelli Casari una porzione di camerino in terzo piano dal corpo della casa possessa dalla sign. Elena nata Orca ora Merluzzi, situata nella contrada di Merceria, che forma canton , separata per conto di detti Zambelli con operazione 26 marzo p.p. . E questo per il prezzo di d 200 L 1 s 6 ». In una precisazione in calce all’atto è aggiunto: «Per un incendio, seguito ne’ tempi addietro, erano state abbatute in parte anche dette fabbriche sulle quali erano state saziate queste doti » (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4806, VI instrom, 352, f. 517v — 522r, con l’inventario e la stima della casa stesi dai pubblici periti Vincenzo Moro per Orca Merluzzi, e Giuseppe Clocchiati per Orca Zambelli). |
1809 span> | * | È di Elena Orca e del tintore Gioachino Casari (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1811, febbr. 3 span> | * | «Domenico Facendi chincagliere, in esecuzione dell’art. 55 del r. decr. 25 dic. , esercente da molti anni in questa comune la mercatura di chincagliere e con pochissima quantità di bisuteria d’oro e d’argento, orologi e gioie nella bottega annessa alla casa n. 741, dichiara che intende continuare nella stessa negoziazione» (A.S.U., C.N., 183, 868 Pol. 20). |
1814, ott. 18 span> | * | Elena Orca Merluzzi Grifoni vende a Gioachino del fu Giuseppe Casari « una porzione di cantina sotteranea, sita in Mercato vechio nel corpo della casa n. 741, parte di essi contraenti, e la bottega sopra di Domenico Facendi . Il prezzo resta convenuto nella summa di it. L 590 » (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4812, 295). |
1814, ott. 18 span> | * | « Ellena n. Orca Merluzzi Grifoni cede ad il sig. Gioachino del fu Giuseppe Casari porzione di casa sita sul Mercato vechio, consistente in due piani, con caratto d’ingresso sotto il n. 741 ,; quali confinano a lev. col pubblico Mercato vechio, a mezz. la calle detta del Leon d’oro, a pon. e tram. li fratelli Gobbi; sotto esso primo piano evvi la bottega del sig. Domenico Facendi e sopra il secondo piano evvi restante casa di esso Casari, fu di questa ragione . Il valore capitale resta convenuto nella summa di L 2476,40 » (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4812, 296). |
1814, nov. 4 span> | Gioacchino fu Giuseppe Casari vende a Santa fu G.B. Foghini, moglie di Pietro fu Giuseppe Pilosi e ad Orsola Foghini vedova di Giovanni Maria Stella «una casa situata nella contrada detta Mercatovechio , compresa la cantina sotterranea e non compresa la bottega in angolo che appartiene a Domenico Facendi, avendo la casa il suo ingresso nella cale Merceria e la quale confina a 1ev. colla Merceria, mezz. parte Domenico Cecconi e parte Antonio Gobbi, pon. parte Domenico Faccendi e parte con Gobbi, ed a tram. Mercato-vecchio mediante la bottega Faccendi . Questa vendita viene fatta per L 7148,16» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10365, 1611). | |
1822, mar. 4 span> | È di Domenico Faccendi (A.S.U., C.A. I, 68, 874 Orn. II C). | |
span> | * | Il Faccendi chiede il permesso di modificare le imposte per la bottega (ibid.). |
1822, lugl. 1 span> | * | « Giuseppina Schestack nob. de Mόnzenwerth del fu Giovanni, originaria di Praga in Boemia, ed ora domiciliata in Udine al c.n. 741, presso il sig. Michiele Csβszαr, intendente militare di provianda» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10546, 1634). |
1834 span> | ° | Foghini sorelle, loco Alpruni fratelli, loco Lucio Arrigoni e comp., loco sorelle Orca, loco Vincenzo Colombina, loco Pietro Garzarol, loco Bernardo Bonecco, loco Vincenzo q. Francesco Iustis, loco Giusto Cimador, pagano ven. L 40 sopra una casa anticamente dell’ospedale, dipendente da istrumento 20 genn. 1485 (A.O.U., Ospitale C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834). |
1852 span> | * | Appartiene a Luigi Pelosi (Competenze, I, f. 20v). |
1936 span> | Oreficeria Ronzoni. | |
742 | ||
span> | Consta di due case riunite, originariamente una sola. | |
1471, genn. 28 span> | «Il dott. Marco e ser Giovanni q. ser Domenico de Masiis1 dividono le loro case in Mercatovecchio confinanti da un lato colla casa di Rizzardo Sbruglio e con una casa in Cramariis » (JOPPI, Notariorum, VI, f. 182v, dal not. Francesco del fu Antonio Fabris). | |
1517 span> | ° | Casa bianca in Mercato vecchio che al presente noi Amasei2 habitemo la qual casa è appresso la casa del canton de quelli del Conte de Tricesimo et ha drio de si la chorte per la qual chorte se va per una intrada per drio la *** (Arch. Toppo, Colto 1 Carte Diverse Divisioni Amaseo)3. |
1517 span> | ° | Casa rossa posta in Mercato vecchio nella quale al presente habitemo noi Amasei la qual confina da una banda con la prenotata nostra casa bianca e dall’altra banda confina con le case delli heredi del q. Francesco Sbruglio et drio detta casa rossa li metto la chorte che va per fin al muro che divide detta corte delle case di Sbrugli e delle case di ser Francesco Leale; qual corte se estenderà per-fin alla casa qual stanzia e tien affitto da noi mess. Zuan de Pinzan calligaro (ibid.). |
1522 span> | «Tutte le case de Merchà vecchio et de Cramaris, qual case de Merchà vecchio confinano da la parte davanti sopra Merchà vecchio, da la parte de sora con la casa de donna Anzola, moier de ser Nicolò del conte de Tricesimo, et dietro de la parte de sotto con la casa de quelli de Sbruglio, da la parte de drio con le scale over caniva de ser Francesco Leale mediante la nostra corte, item pur da la parte di sopra confina detta nostra corte con le nostre case de Cramaris et ha una intrada da la nostra corte che va in l’androna de Cramaris» (JOPPI, Notariorum, I, f. 56v, dal not. Antonio Barbato). | |
1798, sett. 16 span> | * | « Antonio De Zorzi q. Giuseppe dà al sig. Giovanni Gaspare q. Vincenzo Naschinetti la bottega e mezado in pertinenze del Mercà vechio di questa città, che con instrom. 26 sett. 1786 per atti dello sp. Carlo Lorio not. , fu dal sig. Carlo di lui fratello per conto di fraterna acquistato dalle mani del sig. Giovanni Simonetti di questa città; qual mezado e botega nelle fraterne divisioni 6 magg. 1796 tornò in partaggio al detto Antonio, il quale transferisce in detto Naschinetti l’attuai dominio e corporal possesso . E questa vendita viene fata per il prezzo di L 5050 s 4 » (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, 263, f. 331v — 332v). |
1800, ag. 31 span> | * | « Giuseppe q. Francesco Antivari a livello francabile concede al sig. Giovanni q. Francesco Simonetti la porzione di casa stata cessa in pagamento al detto Antivari dal sig. Pietro Venuti col instr. 11 giugno p.p.». La casa, ceduta per L 21569 s 11 è «posta in Mercà Vecchio, fu di ragione Orca ed al medesimo Antivari cessa in pagamento dal sig. Pietro q. Giacomo Venuti coll’instr. 11 giugno 1800» dello stesso notaio (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10073, IV instrom., 206, f. 335v — 338r). |
1801 span> | Giovanni q Francesco Simonetti (Nomenclatura, f. 28v). | |
1809 span> | * | È di Giovanni Simonetti (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1811, ott. 9 span> | * | Vi è domiciliato Giovanni del q. Mattia Peruzzaro, maestro di calligrafia, che da due anni abita nel comune di Udine (A.S.U., C.N., 183, 6503). |
1812 span> | * | Rivendita di liquori di Antonio Gobbi (Esercenti). |
1820, genn. 6 span> | « Gaspare Naschinetti e Antonio Gobbi vendono al sig. Facendi la bottega con magazzino annesso, situata sopra il portico riferente a Mercatovecchio incorporata nella casa n. 742 . Confina a lev. il Mercato vecchio, mezz. il sottoportico d’ingresso, pon. Bernardino Pettoelli, tram. Pettoelli e fratelli Zorzi. Il sig. Facendi nel mentre accetta la cessione con obbligo di non poter affittar né vender detta bottega e magazzino ad orefici fino a tanto che Francesco ed Antonio fratelli De Zorzi terranno questo loro negozio d’orefici nella contigua lor attuai bottega, fa quietanza deffinitiva alli Gobbi e Naschinetti per it. L 3847,27 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10454, 2159). | |
1820, ott. 15 span> | * | « Gaspare del fu Vincenzo Naschinetti e Antonio q. Gaspare Gobbi vendono al sig. G.B. del fu Paolo Centa il secondo appartamento della porzione di casa pervenuta col 15 luglio 1786, presentemente composto da una camera grande sul Mercato vecchio, due camerini intermedi ed altra camera grande che mette sopra la scala descritta nell’operazione 2 ag. 1788, formata dalli Francesco Leonarduzzi e Giovanni Carlo Iacotti » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10455, 2324). |
1822, mar. 4 span> | È di Domenico Faccendi. Il portone vicino dà ingresso al Casino di Società (A.S.U., C.A. I, 68, 874 Orn. II C). | |
span> | * | Il proprietario chiede di «ridurre li rebbati tanto della bottega sita al n. 741 come per l’altra al n. 742 ». Il permesso è concesso ad alcune condizioni (ibid.). |
1825, lugl. 14 span> | * | G.B. Centa trasmette «i dissegni per la riforma della botega situata in Mercatovecchio, appresso a quella del caffettiere Romoaldo Laghi ». Si precisa anche che «deve servire per altro uso» (A.S.U., C.A. I, 100/1825/II, 2629 Orn. II C, con dis.). |
1832, mar. 26 span> | * | Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al sarto Pietro Cocolo l’avviso n. 1050 (A.S.U., C.A. I, 193). |
1842, mar. 10 span> | È di Giuseppe Fabris ed altri. «Minaccia crollo» (A.S.U., C.A. I, 359/IX, 1421 Orn. II C). | |
span> | * | Ne è coinvolta anche la casa n. 743. Il podestà ordina una perizia, fa convocare i proprietari per farli accordare sui restauri necessari. Le pratiche si svolgono nell’arco di tempo fra il 10 marzo 1842 e il 29 nov. 1843 (ibid.). |
1843, lugl. 15 span> | * | Giorgio Aghina chiede di «riformare la facciata della di lui bottega posta al c. n. 742». Il disegno è firmato dall’ing. Fantoni. Il progetto è ammesso con alcune riforme (A.S.U., C.A. I, 359/1843/IX, 4909 Orn. II C, con dis.). |
1843, ag. 10 span> | * | Giuseppe del q. Dionisio Fabris presenta progetto di riforma della casa, firmato dall’ing. G.B. Locatelli. Il lavoro viene accettato con alcune modifiche (A.S.U., C.A. I, 406/1846/II, 5756 Orn. II C, con dis.). |
1846 span> | ° | È di Giuseppe Fabris (A.M., 1846, b. 406). |
1852, lugl. 9 span> | * | Antonio Picco «ha divisato di abbassare la soglia del ribatto della bottega in Mercatovecchio, marcata col c.n. 742 ». Il progetto è giudicato «tollerabile» dall’ing. municipale G.B. Locatelli (A.S.U., C.A. II, 66, 4779 Orn. II C). |
1852 span> | * | Lo stabile appartiene a Giuseppe Fabris. La bottega sottostante è di Centa e Filaferro (Competenze, I, f. 20v). |
1853 span> | Scuola elementare privata di Osvaldo Trevisani (“L’annotatore friulano” 1, LXXIII, 17 sett. 1853, 304; “L’alchimista friulano”, 4, XXXIX, 25 sett. 1853, 312). | |
1854, genn. 23 span> | ° | «La notte5 decorsa fu commesso un furto al negozio d’oreficeria del sig. Antonio Picco» (“L’alchimista”, 23 genn. 1854, 37). |
1876 span> | * | Nell’edificio sono ospitate diverse botteghe: quelle del cappellaio Giovanni Zagulin6, della sarta Anna Schmit, dei negozianti di panni e stoffe diverse Francesco D’Este, e di Perulli e Gaspardis, dell’orefice Antonio Picco7, dell’ombrellaio Giorgio Aghina (COSMI-AVOGADRO, 89, 104, 109, 112). |
1883 span> | * | Vi si trovano ancora le botteghe dell’orefice Antonio Picco, e dell’ombrellaio Giorgio Aghina, ai quali si aggiunge quella di stoffe e mercerie di Antonio D’Este (AVOGADRO, 149, 150), |
1890 span> | Oreficeria Picco8. | |
1936 span> | Oreficeria. | |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Per gli Amasei vedasi n. 383. |
span> | 2 | Probabilmente nella parte della casa poi divisa e riportante il n. 743, verso Cramariis, nel 1509 Girolamo Amaseo teneva scuola (BATTISTELLA, Udine... XVI, 211). |
span> | 3 | La fonte citata dal della Porta non è stata rintracciata nell’Archivio Toppo, che pure dispone di un indice onomastico preciso. Colpisce inoltre il fatto che un casato tanto famoso possa essere sfuggito al compilatore dell’indice stesso. |
span> | 4 | N. 744. |
span> | 5 | La notizia, inserita dal della Porta nel n. 743, è stata spostata al n. 742 nel corso dell’edizione. La fonte indicata in ogni modo non riporta l’informazione citata. |
span> | 6 | Per Giovanni Zagulin: FALCIONI, Industrie, 330. |
span> | 7 | Per Antonio Picco: GANZER, Orafi, 360, 362; P[ICCO], Gli orefici. Vedasi anche n. 751. |
span> | 8 | La notizia del 1890 è trasferita, come quella del 1854, dal n. 743 al n. 742. |
743 | ||
1522 span> | È di Angela moglie di Nicolò del Conte di Tricesimo. Vedasi n. 742. | |
1765, apr. 18 span> | I curatori dei figli del sig. Pietro Grisolli vendono al sig. Mattia q. Giuseppe Pettoello una casa in Mercato vecchio fu del sig. Valentino Zanetti (A.S.U., N., Francesco Brunalleschi, 9196, XII instr., f. 89v — 92r). | |
1801 span> | Domenico e Pietro Pettoelli (Nomenclatura, f. 28v). | |
span> | Poi march. Mangilli (Registro anagrafico, f. 17v). | |
1809 span> | * | È di Domenico Petoello (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1822, apr. 6 span> | È di Bernardino Pettoello (A.S.U., C.A. I, 68, 1451 Orn. II C). | |
span> | * | Il proprietario chiede il permesso di riformare «ribatti e porta» della bottega (ibid.). |
1825, lugl. 14 span> | È di Francesco e Antonio Zorzi (A.S.U., C.A. I, 100, 2629 Orn. II C). | |
1825, ag. 6 span> | Il march. Gerardo Mangilli vende ai coniugi Giulio q. Stefano e Teresa Zoratti la «casa posta nella calle del Monte coscritta al c. n. 743 per L 8300 che confina a lev. Mercatovecchio, mezz. Augusta e Felicita sorelle Scagnetti, pon. li rappresentanti il fu Antonio Gatti con fabbriche furono Palladini, ed alle monti la calle predetta» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10333, 2749). | |
1834, lugl. 16 span> | * | Giacomo Cressa presenta «disegno di riforma della bottega sottoposta alla casa n. 743 ed avente una facciata sul Mercatovecchio la altra nella contrada Scunaris, detta del Monte, e ciò a fine di costruirla quella di angolo uguale a quella che sta nella suddetta contrada appresso il portello di detta casa». Il progetto viene approvato il 25 luglio 1834 con alcune riforme (A.S.U., C.A. I, 219/I, 3410 e 3575 Orn. II C, con dis., firmato dal mistro Francesco Quaini). |
1842, mar. 10 - 1843, dic. 18 span> | In seguito alla segnalazione del capo del quarto quartiere, viene eseguita una perizia da parte della commissione d’ornato. Giulio Zoratti, dopo aver ricevuto sollecitazioni a riparare la casa in concomitanza con quella n. 742, dà avvio ai lavori, che vengono avviati e procedono tra molte difficoltà e con varie obiezioni da parte della congregazione municipale (A.S.U., C.A. I, 359/1843/IX, 1421, 8901, 9002 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Valentino Driussi). | |
1844, giu. 12 span> | * | Si costruiscono le due finestre del secondo piano corniciate come quelle del primo che erano senza contorno (A.S.U., C.A. I, 375/III, 3625 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | Appartiene a Giulio Zoratti (Competenze, I, f. 20v). |
1852, apr. 16 span> | * | Giulio Zoratti, proprietario della casa n. 743 in calle Scunaris « ha divisato di cambiare li due stipiti della porta della bottega sottoposta alla casa, essendosi resi gli attuali malfermi » (A.S.U., C.A. II, 66, 2694 Orn. II C). |
1883 span> | * | Nel lato verso via del Monte, oreficeria di Leonardo Pitacco (AVOGADRO, 150). |
1936 span> | Oreficeria. | |
span> | ||
NOTE span> | 1 | La fonte indicata non riporta la notizia. |
744 | ||
1801 span> | Vincenzo Marcon, orefice (Nomenclatura, f. 28v). | |
1809 span> | È di Antonio Paladini negoziante (Registro delli aloggi, f. 21v). | |
1822, mar. 24 span> | * | La commissione d’ornato circa la domanda, inoltrata dai minori Palladini tramite il tutore Antonio Geatto, per l’ammodernamento del negozio che si trova nella casa, esprime parere favorevole, raccomandando «di uniformarsi in linea di corrispondenza ai lavori che si eseguiscono nella bottega vicina del sig. Treo» (A.S.U., C.A. I, 68, 1254 Orn. II C). |
1824, mar. 17 span> | È di Valentino Mini (A.S.U., C.A. I, 89/X, 1030 Orn. II C, con dis.). | |
span> | * | Il proprietario chiede ed ottiene di riformare la facciata (ibid.). |
1852 span> | * | Appartiene ad Antonio Filipuzzi (Competenze, I, f. 20v). |
745 | ||
1801 span> | Andrea Pizio, caffettiere (Nomenclatura, f. 28v). | |
span> | Poi Andrea Scrosoppi (Registro anagrafico, f. 17v). | |
1809 span> | È di Giovanni Maria Periotti1 (Registro delli aloggi, f. 21v). | |
span> | * | Affittuale è il negoziante Gaetano Danieli (ibid.). |
1818, sett. 21 span> | La sign. Innocente, figlia ed erede di Francesco Cattarossi moglie di Giovanni Maria Periotti, vende a Pietro Andrea fu G.B. Treo casa in Scunariis formante parte del n. 745, « composta di una bottega con siti delle scale in pian terreno e di quattro -piani in solaro, compreso il granaio sotto i coppi e confina a lev. con altra casa fu di questa ragione e prima Pisenti possessa dagli eredi Palladini, a mezz. e pon. col sig. Giacomo Fachettino ed a tram. contrada Scunariis. Questa casa, unitamente all’altra contermine Palladini, furono vendute dalli Antonio e Giulio fratelli Pisenti al q. Francesco Valughino con privato scritto 30 maggio 1754 , indi con scrittura 15 giugno 1754 nel fu Francesco q. Valentino Feruglio e da questo nel Cattarossi padre della venditrice» il 12 marzo 1775, atti Giovanni Socrate. Prezzo L 3410 (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10630, 2456). | |
1822, genn. 14 span> | È di Pietro Andrea Treo orefice (A.S.U., C.A. I, 68, 253 Orn. II C, con dis.). | |
span> | * | Il proprietario inoltra domanda per riformare «il prospetto esterno della propria officina». Il parere della deputazione d’ornato si esprime anche sui caratteri dell’insegna, che si desiderano a «lettere piϊ regolari e proporzionate, in ottone od argent plaqué» (A.S.U., C.A. I, 68, 253 Orn. II C). |
1826, apr. 12 span> | È di Pietro Antonio Treo. Consta di due case, di due finestre l’una (A.S.U., C.A. I, 100/Ornati. Case e fabbricati, 1214 Orn. II C, con dis.). | |
1852 span> | * | Appartiene ad Andrea Treo (Competenze, I, f. 20v). |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Figlio del capomastro Giovanni Battista: vedasi n. 1562. |
746 | ||
1801 span> | Giacomo Facchettini (Nomenclatura, f. 28v). | |
1809 span> | * | È del «casolino» Giacomo Fachettini (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1822, ag. 24 span> | * | « Giacomo del fu Marco Facchettini cede verso Francesco di lui figlio casa costrutta di muri, coperta di coppi, con fabbriche interne e fondi di vorticella, il tutto in contrada detta Scunaria al c. n. 746; confina a lev. Andrea Treo ed eredi Simonetti, mezz. Francesco e Rosa Vicchi e eredi Gandini, pon. Vicchi e Valentino Ferrari e sett. la contrada Scunaria » (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10546, 1680). |
1831, genn. 10 span> | È di Luigi Torrelazzi1 (A.S.U., C.A. I, 182/1831/V, 118 Pol. Giud. IX D, con dis.). | |
span> | * | Chiede di convocare la vicina Lucietta Del Negro Ferrari per ottenere il permesso di innalzare il proprio fabbricato secondo il progetto. Il giorno 25 genn. avviene il processo verbale, durante il quale tuttavia le parti non addivengono a compromesso (A.S.U., C.A. I, 182/V, 118 Pol. Giud., con dis.). |
1832 span> | * | Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa l’avviso n. 1050 al pizzicagnolo G.B. Cantarutti (A.S.U., C.A. I, 193). |
1852 span> | * | Appartiene a eredi del fu Luigi Torelazzi (Competenze, I, f. 21v). |
1883 span> | * | Negozio di mercerie e stoffe di M. Nesman Antonini (AVOGADRO, 149). |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Per il Torrelazzi: vedasi n. 748. |
span> | ||
BIBLIOGRAFIA span> | PICCO, I funerali di Marco Antonini dei Mille, in Scritti vari, 303. | |
747 | ||
1763, mar. 9 span> | « Giulio Pisenti ha dato a livello francabile al sig. Daniele Cescutti casa posta nella calle di Scunariis . E ciò fa per d 1420 » (A.S.U., N., Francesco Prodolone, 8989, VII instr., 22, f. 43r — 44v). | |
1789, ott. 9 span> | Daniele fu Mattia Cescutti «di Clauzetto, mercante in questa città» vende a Valentino di Bortolo Ferrari di Venzone «casa con bottega in Scunariis, che confina a lev. Giacomo Facchettini, a mezz. corte degli eredi del q. Francesco Feruglio, a pon. eredi del q. sig. Antonio Vello ed a tram. la contrada » (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, XV instr., 1156, f. 1425v — 1427r). | |
1801 span> | Valentino Ferrari (Nomenclatura, f. 28v). | |
1809 span> | * | È di Valentino Ferrari (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1852 span> | * | Appartiene ai Del Negro, eredi del q. Lucio Ferrario (Competenze, I, f. 21v). |
1876 span> | * | Macelleria dei fratelli Martinis (COSMI-AVOGADRO, 100). |
1883 span> | * | Oreficeria e gioielleria di Mesaglio e Zucchiatti (AVOGADRO, 150). |
748 | ||
1801 span> | Sorelle Oleis (Nomenclatura, f. 28v). | |
1801, genn. 14 span> | * | « Lugrezia, Margerita e Teresa figlie e coeredi della q. Marta n. Valnegri, fu moglie del q. Antonio Wello di loro padre hanno venduto al sig. Carlo q. Giuseppe Zorzi la di loro porzione di caneva sottoposta alla di loro casa d’abbitazione, posta nella contrada Scunaris, dirimpetto a questo monte di pietà: qual porzione corrisponde alla fusina sovraposta di esso Zorzi, unita alla bottega da lui occupata e possessa qual affittuale e inquilino del sig. Lorenzo q. Giuseppe Corra, suo zio materno . E questa allienazione fanno le sorelle Wello per il prezzo di d 130 » (A.S.U., N., Graziano Cantoni, 10216, XII instr., 1495, f. 2358r — 2359r). |
1802, apr. 5 span> | Lucrezia, Margherita e Teresa q. Antonio Vuello eredi della madre Marta Valnegri vendono a Carlo De Zorzi la casa «di loro abitazione posta nell’androna Scunariis dirimpetto questo monte di pietà, per forma anche della cessione ad esse fatta dalla sign. Elisabetta, Laura, Catterina e Felicità, altre loro sorelle con privata scrittura 15 giugno 1790 della porzione di detta casa alle medesime assegnata colle divisioni 30 genn. 1790 dal pubbl. per. G.B. Massarini, seguite tra le suddette Vuello e prodotte li 7 apr. susseguente in atti del fu Pietro del Torso not. , hanno colli due instrom. 17 marzo 1795 e 14 genn. 1801, rogati dallo sp. Graziano Cantoni not. , venduto al sig. Carlo q. Giuseppe De Zorzi una stanza terranea e porzione di cantina, la prima contigua e la seconda sottoposta alla bottega del sig. Lorenzo Corra, condotta in affitto dal sig. De Zorzi . Qual casa confina a lev. Valentino Ferrari loco Pisenti, mezz. parte eredi Feruglio e parte fratelli Scarpa, pon. eredi del q. G.B. Cortese parte e parte il sig. De Zorzi rappresentante Mazzoni, ed a tram. Androna . Questa vendita fanno pel prezzo di d 1000 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10578, I instr., 72, f. 83v — 86r). | |
1809 span> | * | È di Carlo Zorzi orefice; vi abita l’industriante G.B. Basso (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1846, febbr. 28 span> | Col n. 749 è di Filippo Xotti e Carlo Tellini. Nel 1847 sono unite e portate alla stessa altezza (A.S.U., C.A. I, 422, 6629 Orn. II C, con dis. firmato dall’ing. G.B. Locatelli). | |
1852 span> | * | Appartiene a Filippo Xotti (Competenze, I, f. 21v). |
1876 span> | * | Oreficeria e gioielleria di Luigi Torrelazzi1 (COSMI-AVOGADRO, 104). |
1883 span> | * | Oreficeria e gioielleria di Luigi Torrelazzi e di Lucia Tressa Treo (AVOGADRO, 150). |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Su Luigi Torrelazzi: BERGAMINI-GOI, Il duomo di Maniago, 132; COTTERLI, Gemme incise, 2-8; GANZER, Orafi, 362; NAPOLITANO, Gemme, 25-42; PICCO, L’arte del cesello, 75; P[ICCO], Negozi di oreficerie antichi; P[ICCO], Gli orefici della città. |
749 | ||
1801 span> | Carlo Zorzi1 orefice (Nomenclatura, f. 28v). | |
1809 span> | * | Appartiene all’orefice Carlo Zorzi (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1846, febbr. 28 span> | Vedasi n. 748. | |
1852 span> | * | Appartiene a Filippo Xotti (Competenze, I, f. 21v). |
1876 span> | Già unita alla n. 748. Vi aveva sede l’istituto convitto con scuola elementare di Odorico Nascimbeni2. | |
[1938] span> | Fra due finestre del primo piano, una Madonna. | |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Per i fratelli Zorzi vedasi n. 419. |
span> | 2 | La Guida di COSMI-AVOGADRO indica l’indirizzo di questa scuola privata al n. 12 di via del Monte. Nei Prospetti di confronto il n. 12 corrisponde alla casa n. 750. |
750 | ||
1801 span> | Francesco Cortese, orefice (Nomenclatura, f. 28v). | |
1809 span> | * | Appartiene all’orefice Francesco Cortese (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1814, nov. 7 span> | Francesco q. G.B. Cortese vende a Domenico e Giuseppe q. Giuseppe Scrosoppi «la bottega con le terranee sue adiacenze e fondo sino alli stillicidi sottoposta alla casa di esso Cortese, sita in angolo di Mercatonuovo verso il sacro monte al n. 750; confina a lev. Carlo del fu Giuseppe de Zorzi, mezz. Lorenzo Scarpa, pon. Mercatonuovo ed a tram. Scunariis. La alienazione fatta viene per it. L 7750 » (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10328, 1384). | |
1816, dic. 24 span> | Francesco fu G.B. Cortese orefice vende a Gabriele fu Domenico Pecile, con patto di riscatto, il primo appartamento della casa n. 750 con ingresso nella contrada Scunariis; «confina a lev. Carlo de Zorzi, mezz. Filippo Xotti in loco Scarpa, pon. strada della piazza Mercatonuovo, ed a tram. Scunariis » (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10350, 1855). | |
1817, nov. 19 span> | * | Il cursore municipale presenta diffida a Francesco Cortese perché si munisca di licenza di polizia. Non ne è precisato il motivo (A.S.U., C.A. I, 10). |
1821, dic. 24 span> | * | « Catterina Del Fabro, ved. Pecile tuttrice e Agostino Parisi contutore per nome delli pupilli Pecile hanno retrocesso al G.B. Cortese l’appartamento intero, consistente nella cucina, una camera, saletta e camerino nel corpo della casa di esso Cortese avente l’ingresso nella contrada detta Scunaris, coscritta col c. n. 750, che fu Francesco Cortese padre di G.B. ha alienato al def. Gabriele Pecile per it. L 600 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10457, 2802). |
1822, mar. 17 span> | È di Giovanni Nigris (A.S.U., C.A. I, 68, 1272 Orn. II C). | |
span> | * | Il Nigris presenta progetto di riforma per le imposte del negozio. L’approvazione è subordinata all’adeguamento della cornice a quella dei soci Cressa e Treo (ibid.). |
1822, mar. 20 span> | È di Domenico Scrosoppi1 (A.S.U., C.A. I, 68, 1148, Orn. II C, con dis.). | |
span> | * | Il proprietario chiede ed ottiene di riformare i rebatti della bottega. Dalle raccomandazioni fattegli dall’autorità competente nell’occasione si deduce che la casa è dotata di un sottoportico (ibid.). |
1824, genn. 24 span> | Domenico fu Giuseppe Scrosoppi vende al sig. Giulio fu Stefano Zoratti tre quarti di bottega «sita in angolo di Mercatonuovo verso il monte, coscritta al c. n. 750 » per it. L 8260; l’altro quarto è di Giuseppe fratello di Domenico (A.S.U., Daniele Micheloni, 10333, 2637). | |
1824, sett. 9 span> | Giuseppe e Pasqua iug. Scrosoppi vendono a Giulio Zoratti «la bottega stata separata col relativo fondi sino alli stillicidii nelle divisioni Sdrosoppi sottoposta alla casa del sig. G.B. Cortese, qual bottega confina a lev. il predetto Cortese mediante andito o sottoportico d’ingresso alla di lui casa, mezz. e pon. l’acquistante Zoratti ed a tram. la contrada Scunariis . La vendita fatta viene pel prezzo di it. L 3660 » (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10333, 2684). | |
1827, ott. 19 span> | G.B. fu Francesco Cortese e Paolina Mattiussi coniugi vendono ad Agostino Parisio la casa n. 750 «tra i confini a lev. e mezz. Filippo Xotti, pon. piazza mediante le botteghe e fondi ora Zoratti e sett. contrada Scunariis. Il prezzo si conviene stabilito in it. L 5550 » (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10553, 2940). | |
1829, apr. 25 span> | Giulio Zoratti vende a G.B. fu Giovanni Cantarutti «la bottega in piano terreno sotto li portici in Mercà nuovo incorporata nella casa del fu G.B. Cortese al c. n. 750; confina a lev. la casa del suddetto Cortese, a tram. Giulio Zoratti, a mezz. Filippo Xotti ed a pon. la piazza. Questa vendita viene fatta per il prezzo di austr. L 10285,72 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10473, 6817). | |
1832, mar. 26 span> | * | Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa l’avviso n. 1050 al venditore d’olio Giulio Zoratti (A.S.U., C.A. I, 193). |
1833, febbr. 23 span> | È di Agostino Parisio (A.S.U.,C.A. I, 206/I, 715 Orn. II C, con dis.). | |
span> | * | Il Parisio « desiderando accrescere la luce della finestra soprastante alla porta d’ingresso della casa troverebbe conveniente di togliere la soglia superiore, che attualmente è di pietra, e sostituirvi un tramezzo di ferro, siccome si vede in molti luoghi praticato». Il permesso è concesso (ibid.). |
1833, febbr. 27 span> | * | Agostino Parisio presenta progetto di riforma delle facciate verso Scunaris e verso S. Giacomo. L’autorizzazione è subordinata alla modifica con la sistemazione delle finestre in asse. Al proprietario viene inoltre suggerita l’intonacatura di colore verde chiaro (A.S.U., C.A. I, 206/I, 770 Orn. II C, con dis.). |
1837, ag. 2 span> | Girolamo Andreoli di Venezia vende a G.B. q. Santo di Lenna bottega e magazzino in Mercatovecchio al piano terreno della casa n. 750 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10488, 1937). | |
1842, dic. 22 span> | * | « Agostino q. Andrea Parisio vende alla sign. Marietta n. Fila-ferro, ved. del fu Filippo Xotti , la casa con fondi, posta al c. n. 750 , consistente in locale d’ingresso e sottoportico, sotterranea cantina, scale, stanze e camere in primo e secondo appartamento con granaio superiore, camerini e terrazzetta , che viene a essere l’intiero stabile meno le botteghe e i loro fondi in possesso attuale degli eredi fu Giulio Zoratti. Confina detta casa a lev. e mezz. eredi del sig. Filippo Xotti, pon. piazza Mercatonuovo, mediante le botteghe e fondi di Zoratti, ed a sett. contrada di Scunariis. La casa con fondi di proprietà del Parisio viene venduta pel prezzo di austr. L 13000 » (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4830, 4607). |
1852 span> | * | Appartiene a Francesco Filaferro (Competenze, I, f. 21v). |
1876 span> | * | Vedasi n. 749. |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Per Domenico Scrosoppi: P[ICCO], Gli orefici; PICCO, Ricordi, 117. |
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BIBLIOGRAFIA span> | Guglielmo BIASUTTI, Padre Luigi, 56. | |
751 | ||
span> | Palazzo del monte di pietà eretto su l’area di parecchie case nel 1640. | |
span> | * | Degli edifici che sorgevano anteriormente all’attuale, i riferimenti piϊ antichi sono stati finora trovati nei rotoli delle entrate del duomo di Udine, le cui notizie piϊ antiche risalgono alla fine del Trecento: 1394. «Joannes not. de Aquilegia solvit annuatim prædictæ fabricæ super una domo, quæ fuit Benvenuti de Aquilegia, sita super angulo de Pellipariis et Cramis1 in qua habitat Nicolussius aurifex, iuxta domum habitationis Bartholomei pelliparii q. Jacobi Curtoni, iuxta domum olim Melchioris et duplicem viam publicam, denarios aquilegienses viginti septem» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 368v). |
1399-1400 span> | * | «Hæredes Ioannis de Aquilegia solvunt annuatim fabricæ super una domo, quæ fuit Benvenuti de Aquilegia, sita super angulo de Pellipariis et Cramis, in qua habitat Nicolussius aurifex Bocasanta, iuxta Bartholomeum Cortonum et domum olim Melchioris, denarios viginti septem» (ibid.). |
1403 span> | * | «Thobias qui dicitur de Glemona solvit super una domo, sita in angulo de Pellipariis et Cramis Utini, iuxta Bartholomeum pelliparium Curtoni, iuxta hæredes Melchioris, quæ fuit olim Ioannis notarii de Aquilegia, in qua habitat Nicolussius aurifex den. XXVII» (ibid.). |
1407, 1418 span> | «Hæredes olim Andreæ speciarii q. m. Petri phisici de angulo de Cramaris Utini solvere tenentur pro una domo, quæ fuit olim ser Ioannis de Aquilegia iuxta confines in rotulo veteri continetur, den. XXVIJ» (ibid.). | |
1429 span> | * | «Christophorus filius olim Andreæ speciarii q. m. Petri phisici tenetur solvere super una domo sita angulo Fori novi, quæ fuit olim Ioannis de Aquilegia, denarios viginti septem» (ibid.). |
1466 span> | * | «Cristoful spiciar paga sopra una casa che è suso lo canton in Mercà novo, in la qual è la bottega della speciaria mettuda appresso Zuan Antonio de Curton, e appresso lui Cristoforo2, le qual forino di Zuan nod. de Aquileia » (ibid.). |
1488, febbr. 27 span> | * | «Actum Utini, in Foro veteri, in appotheca mag. Maphei Strazaroli q. Donati de Bergamo» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. 1496-1533, I, f. 5r). |
1499, nov. 15 span> | * | « In Foro veteri, in appoteca ser Vincentii dela Porta3 draperii » (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. 1499-1500, f. 5r). |
1511 span> | * | «Dorotea de Dobra paga de livello a Natale sopra le soe case, che la abita, den. 27» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 368v — 369r). |
1513, 1514, 1515 span> | «Dorotea de Dobra in logo del q. ser Andrea suo marido paga de livello a Nadale per le case della sua abitazion sul cantone di Mercà novo den. 27» (ibid.). | |
1519 span> | * | «Li septem magn. deputati della Terra d’Udene et li octo conservatori del s. monte di pietà, che pro tempore erunt, pagano de livello sopra le caxe della speciaria, forno del q. ser Cristoforo de Dobra, posta in Mercà novo sul canton de Pellizzarie et questo per vigor del legato fatto per la q. d. Dorotea rel. del ser Cristoforo adν *** 1520 per man di ser Jeronimo de Hieronymis nod. a nadal denari vintisepte» (ibid.). |
span> | * | A proposito del lascito Dobra, i fabbricieri del duomo precisano: «Il monte di pietà di questa città paga per un legato della q. Dorotea Dobra, sopra le case nove di esso monte di canton di Pellizzeria, per testamento 1520 di mano di mess. Jeronimo de Hieronymis not. , fanno L 1 s 11 p 6. Origine di questa partita non si può avere, atteso che anche casa Dobra era soggetta a questa corresponsione; solo si può introdurre le partite in cui si principia a piantar questa partita» (ibid.). |
1520, giu. 9 span> | «Ser Maffeus q. ser Donato della Porta3 da Bergamo vende un livello super eius domo proprie habitationis sita in Foro veteri, confinat a duabus partibus cum via publica videlicet a septemtrione et ab oriente a parte posteriori cum Nicodemo de Cramariis et Pasqualino spatario et ab alia parte cum ser Ioanne Donato nepote » (A.S.U., N., Antonio Barbato, 5375, Istr. 1519-1523, f. 136v — 138r, cassato). | |
span> | Queste case furono incorporate nel palazzo del monte. | |
1601 span> | * | «Giacomo Marinoni, nato 1601 a Bergamo, speziale sotto il monte di pietà in Udine , alla insegna della “Fortuna”, era figlio di Marcantonio e Bortolomea sua moglie» (B.C.U., ms. fondo Joppi 74, p. 65). |
1621, ag. 18 span> | Su proposta dei conservatori del monte si delibera l’acquisto della «casa del magn. sig. Faustino Rizzardis contigua ala fabbrica d’esso sacro Monte e che termina con la contrada di Mercato vecchio, commodissima per dui saloni che si faranno levandosi certe trapartite e saran capaci di moltissimi pegni » (Annales, LXXII, f. 45v -49r). | |
1623, ag. 3 span> | * | «Udine, in Mercà vecchio, nelle case Pavarelle» (A.S.U., N., Rocco Carminati, 7114, V instr., f. 55r). |
1643, apr. 28 span> | * | Dalle memorie redatte dal Boreatto per la fabbrica del duomo: «Alla partita di mess. Gioseffo Rizzotto pellizzaro in luogo di mess. Rocco Patruello, sopra una casa possessa già per gli heredi q. Giacomo di Luc pellizzaro, habitava già la detta casa Emilia Pianina; dissero i confinatori che la casa è posta nella contrada di Pellezzarie, possessa per il sacro monte di pietà, tenuta per ser Zuanne Orto, fante di cancelleria pretorio; confina a sol levado, a mezodν et ai monti col sacro monte, et a sol a monte la strada publica» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 88). |
1645, ag. 23 span> | Si autorizza il sacro monte all’acquisto della casa degli eredi Pavarelli sull’angolo di Via Scunaris da essi comperata dai nob. Rizzardis nel 22 maggio 1619 (Annales, LXXVII, f. 191v — 195v). | |
1659, mar. 12 span> | * | «Al sig. Valentino Rizzo per la stima della casa Pavarella L 62» (B.C.U., ms. M. XIII, f. 95v). |
1660, giu. 29 span> | * | «Per l’acquisto di una casa toccata al monte, di raggione delli Pavarelli, L 15225 s 13» (B.C.U., ms. M. XIII, f. 91v). |
1661, genn. 16 span> | * | «Per altra casa acquistata dal sig. Nicolò Valentinis, unita al monte: L 3920 s 9» (ibid.). |
1661, febbr. 20 span> | * | «Al sig. Girardo Muzzanino per la stima della casa Fabricia comprata da questo sacro monte L 37 s 4» (B.C.U., ms. M. XIII, f. 96v). |
1661, apr. 26 span> | * | «Al sig. Matthia Moffis per credito di legnami L 1860» (B.C.U., ms. M. XIII, f. 92v). |
1661, magg. 5 span> | * | «Al sig. Girardo Muzzanino per la stima della casa Pavarella comprata da questo sacro monte L 62» (B.C.U., ms. M. XIII, f. 96v). |
1661, giu. 13 span> | * | «Alli Prodolini tagliapietre L 930. Al Spilimbergo fabro L 93» (B.C.U., ms. M. XIII, f. 92v). |
1663, febbr. 11 span> | * | «Al sig. Ciberti per una casa L 4340» (B.C.U., ms. M. XIII, f. 91v). |
1667, lugl. 7 span> | * | «Al Sebastiano Spelimbergo per opere L 210 s 14» (B.C.U., ms. M. XIII, f. 93v). |
1667, ag. 28 span> | * | «Al Sebastiano Mottis per matteriali L 99 s 18» (ibid.). |
1667, ag. 28 span> | * | «A Giacomo murador L 45» (ibid.). |
1667, sett. 8 span> | * | «A mess. Giovanni Domenico Prodolone tagliapietra per opere L 120» (ibid.). |
1667, sett. 8 span> | * | «Al sig. G.B. Daneluzzi per piombo L 11 s 3» (ibid.). |
1667, sett. 30 span> | * | «A Agnolo Rovore murador L 43 s 2» (ibid.). |
1668, febbr. 26 span> | * | «Fatto in Udine, nella bottega di spetiaria del sig. Giacomo Del Ben, sotto il monte di pietà» (A.S.U., C.R.S., 546, Cattastico... della... congregatione delle anime del Purgatorio, f. 15v — 15r). |
1668, giu. 17 span> | * | «A Agnolo Rovore murador L 46» (B.C.U., ms. M. XIII, f. 99v). |
1668, ag. 12 span> | * | «A detto Rovore murador L 240» (ibid.). |
1668, ag. 12 span> | * | «A Giacomo Duino per canoni L 18 s 12» (ibid.). |
1668, sett. 2 span> | * | «Al Rovore L 35 s 5» (ibid.). |
1668, sett. 9 span> | * | «Al Rovore L 48» (ibid.). |
1669, apr. 26 span> | * | «Al Rovore muraro L 69 s 6» (ibid.). |
1669, sett. 30 span> | * | «Al Rovore L 30 e L 36» (B.C.U., ms. M. XIII, f. 101v). |
1669, sett. 30 span> | * | «A mess. G.B. Cosattino per pitture4 L 12» (ibid.). |
1672, apr. 12 span> | * | «Alli periti che hanno stimato la casa Chiave acquistata dal monte L 248» (ibid.). |
1674 span> | * | «Heredi q. Angelo Rovore muraro, per fatture L 123 s 9» (B.C.U., ms. M. XIII, f. 99v). |
1674, ag. 10 span> | * | «Per tanti impiegati nell’acquisto della casa Chiave, acquistata da questo sacro monte, L 1104 s 7» (B.C.U., ms. M. XIII, f. 103v). |
1694, magg. 23 span> | Accordo con Giovanni Co-mini scultore di Venezia per l’altare di marmo della chiesa della pietà del monte per d 1700 (B.C.U., ms. M. XIII, f. 187r — 188v). | |
1752, sett. 23 span> | * | « Angelo Perini q. Steffano da Venezia, ora negoziante in questa città, avendo un picciolo negozio di vetri, maioliche, altri vasi ed altro nelle botteghe del monte di pietà e magazzeno sotto detto monte, e volendo per urgenti motivi vendere al Callegari5, convengono dette parti che, essendo già stati apprezati gl’effetti componenti il negozio col mezzo di persona amica pratica nel valore di d 150 , debba per l’acquisto di detto negozio il Callegari esborsare al Perini li d 150 ; che debba pure prontamente venir fatta la stima col mezzo delli prestamenti e utensili inservienti a detto negozio, come sono le stadiere, billanzie, scanzie ed ogni altra cosa, e l’importar di quelli sia parimenti esborsato nel terzo di mesi sei p. v. dal Callegari ; le tre botteghe ed il magazeno, per parte del monte affittati al Perini con locazione che deve anco durar per il corso d’anni tre , doveranno stare a benefficio del Callegari » (A.S.U., N., Giuseppe Marchi, 9270, I instr., f. 48v — 49r). |
1756, mar. 27 span> | * | I conservatori del monte chiedono di derivare un filo d’acqua nel recinto del monte stesso dalla fontana di Mercatonuovo (A.S.U., C.A., 1/II, 94). |
1801 span> | * | «Santo monte di pietà» (Nomenclatura, f. 28v). |
1809 span> | * | «Il santo monte di pietà» (Registro delli aloggi, f. 21v — 22r). |
1816, lugl. 22 span> | * | L’ing. Francesco Bernardinis informa la congregazione municipale sul deperimento «della linda di tavole esistente in circondario al monte di pietà specialmente nella calle Scunaris » (A.S.U., C.N., 180, 1623 Orn.). |
1816, ott. 14 span> | * | Giovanni Biliani e Giovanni Vidissone «venditori di bottiro cotto e fresco, nonché formaggio, appostati sotto li archi e porticato di questo monte di pietà, furono chiamati all’ufficio della deputazione d’ornato e fu annunziato esser stata contraria ai riguardi d’ornato l’occupazione di quella località per dette vendite ». Alle proteste dei negozianti, i quali sostengono che ne deriverebbe loro sicura rovina e che il sito si presta perché «fuori della battuta del sole e delle intemperie», la deputazione d’ornato s’impietosisce e con alcune raccomandazioni concede loro il permesso di continuare a stazionare sotto i portici (A.S.U., C.N., 180, 3315 Orn.). |
1818, apr. 2 span> | * | Nonostante l’avviso municipale n. 679, a Vincenzo Facchini, «venditore di lino e canape al minuto in una bottega sita nell’angolo di tram. sotto il monte di pietà, nella contrada Pelizzerie, si rende indispensabile di esporre qualche cesta, con stoppe e canape, relativo all’esercizio sudetto». Il permesso tuttavia non gli viene accordato (A.S.U., C.A. I, 18/II, 1035 Orn. II C). |
1822, mar. 5 span> | * | « Giuseppe q. Valentino Molinari vende al sig. Giuseppe Piccolil’intiero suo negozio di argentiere, ossia orefice, corrente nella bottega sottoposta al fabricato di questo monte di pietà, in angolo di lev. e tram. . Inoltre vende il sig. Molinari al sig. Picco li capi ed attrezzi esistenti nella detta bottega . Questa vendita si fa pel prezzo attribuito dall’orefice e gioieliere Giuseppe di Michiele Sbroiavacca7 di it. L 10096,13 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10603, 2905, con inventario firmato dallo Sbroiavacca). |
1825, magg. 16 span> | * | La deputazione d’ornato decide di accogliere domanda inoltrata dal venditore di vetri Santo di Giovanni Gaggio8 «per concessione di portarsi sotto la seconda arcata del monte di pietà, verso lev. allegando concessione ottenuta dalla direzione del monte ». Il venditore dovrà munirsi inoltre «di un permesso del fittuario del magazzino dirimpetto al quale ha fissato di collocarsi». La deputazione in data 1 apr. aveva negato tale permesso, come per analoghe richieste, tendenti all’occupazione di «strade e siti piϊ frequenti e di passaggio» (A.S.U., C.A. I, 100, Provv. Gen.). |
1825, ag. 21 span> | * | La ditta di Gabriele q. Giovanni Domenico Pecile, rappresentata da Agostino Parisio, affittuale della bottega sotto il monte marcata n. 1, all’angolo della piazza di Marcanuovo, causa dei «calori che li vengono tramandati dalla diretta ripetizione de’ raggi solari, attesa la posizione al lato di mezzodν » chiede ed ottiene il permesso di rinnovare la tenda (A.S.U., C.A. I, 100, 2756 Orn. II C). |
1832, mar. 26 span> | * | Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato l’avviso n. 1050 nel complesso n. 751 ai seguenti esercenti: a G.B. Picotti, venditore di carne di vitello, a Maria Soberli, venditrice di mastelli, a Carlo Annone, commerciante di chincaglierie, e al salsamentario Giovanni Vidisioni (A.S.U., C.A. I, 193). |
1835 span> | Su la via del monte vi è la farmacia di Antonio Filipuzzi (A.S.U., C.A. I, 237/XII). | |
1842, apr. 30-1842, ag. 23 span> | * | Fascicoletto di pratiche relative ai lavori di sistemazione delle grondaie nel palazzo del monte pignoratizio (A.S.U., C.A. I, 342/IV). |
1852 span> | * | Appartiene al monte di pietà (Competenze, I, f. 21v). |
1869, apr. 13 span> | * | A Marco Bardusco, che ha «trasportato il suo negozio in una bottega terrena del locale monte di pietà, respiciente il porticale di Mercatovecchio, pegli usi a cui serve detta bottega, abbisognano delle esterne vetrine mobili da esporsi durante il giorno » (A.S.U., C.A. I, 915/IX, 3409 Orn. I). |
1876 span> | * | Verso via del Carbone è ospitata la macelleria di Antonio Florida e di Leonardo Sartori; verso via del Monte c’è la bottega del fabbricatore di oli medicinali Giovanni Pontotti; nello stesso lato Valentino Morassi vende chincaglieria e bigiotteria; sempre in questa facciata ha sede la rappresentanza della Banca di Udine, con cambio-valute, gestita da Giuseppe Conti (COSMI-AVOGADRO, 89, 90, 100, 104). |
1883 span> | * | Farmacia “al Centauro” di A. Filippuzzi (AVOGADRO, 144). |
span> | °° | L’edificio è vincolato con D.M. del 23 lugl. 2009 ai sensi del D.Lgs. 42/2004. |
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NOTE span> | 1 | Il ms. F. XXV si rifà a documenti precedenti, dai quali il redattore può aver copiato “Cramis” per “Cramariis”. |
span> | 2 | Padre del dottore in arti Girolamo Dobra: SAMBIN, Gregorio Amaseo, 25-26. Sulla famiglia Dobra: MONTICOLI, Cronaca, 58. |
span> | 3 | Sulla famiglia della Porta: BATTISTELLA, I Lombardi, 175. |
span> | 4 | La voce generica potrebbe tuttavia riferirsi a una commissione precisa, tipo la decorazione di un libro contabile, come per esempio si precisa il 10 febbr. 1658 (B.C.U., ms. M. XIII, f. 94v). Per G.B. Cosattino: RIZZI, Storia... Il Seicento, 59; RIZZI, Udine. Piante, 43. |
span> | 5 | Francesco del q. Alessandro Callegari. |
span> | 6 | Per gli orafi Molinari e Picco: GANZER, Orafi, 360, 362. |
span> | 7 | Per l’orafo Sbroiavacca: GANZER, Orafi, 361. |
span> | 8 | Potrebbe trattarsi di quel Santo Gajo del quale parla il Picco (Fabbricazione degli zolfanelli). |
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STUDI INEDITI span> | CIPOLLA, Memorie, f. 70v; FACCIOLI-JOPPI, Chiese, I, f. 41v — 42r; RAIMONDI, Gioia preziosa; VISENTINI, Architettura civile, 81-89; ZURICO, Della pittura friulana, 14. | |
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BIBLIOGRAFIA span> | Allegazione delli nob. deputati della Patria del Friuli; BALDISSERA, Istituzioni religiose, 91; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 49, 119, 297-299; BERGAMINI, Vino, 128; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 169-177; BRAIDA, Istituti di credito, 373-376; BRESSANI, La chiesetta di Santa Maria, 28-30; BRAGATO, Guida, 38-39; E. CANDIDO, Cronaca, 25; Capitoli degli obblighi ed incombenze delli nob. signori massari; Capitoli delli obblighi ed autorità; Capitoli delli obblighi ed incombenze del nob. sig. cassiere; CAPODAGLI, Udine illustrata, 28; La Cassa di risparmio; CAVALCASELLE, La pittura friulana, 116, 152-154, 258-259; CICONI, Udine, 464; L. DAMIANI, Arte... Il Liberty, 47; L. DAMIANI, Arte... Il Novecento, 351; Deliberazione della commissione, 1, 7, 13, 39; D.M., Difendeva il povero, 6-7; E[RMACORA], Il restauro di un antico palazzo; E[RMACORA], Udine. Il palazzo e la chiesa del Monte, 5-10; ERMACORA-PILOTTI, Un palazzo vivo; GIOSEFFI, Udine, 153-154, 158, 163, 166; JOPPI, Contributo IV, 34; di MANIAGO, Storia, 140; di MANIAGO, Guida, 46-47; MARI, Le Madonnine del Monte, 15; MARINI, Giulio Quaglio, 162-164; Obblighi ed autorità de’ magnifici conservatori e sindici; Ordini e capitoli del s. Monte di pietà di Udine; Parti prese... 1880, 228; Parti prese... 1898, 15; PICCO, Al monte di pietà. La scala; PICCO, Lavori artistici; P[ICCO], Il grandioso fabbricato; PICCO, Il grandioso scalone; della PORTA, Toponomastica, 138-139; Progetto di statuto per la Cassa di Risparmio di Udine; Regolativa degli ordini; Regole estese dalla magnifica città d’Udine; Regolamento interno provvisorio, 1877; Modificazioni allo statuto, 1881; Riforma degli ordini; de RENALDIS, Della pittura friulana, 108-109; RIZZI, Pluralità, 312, 342, 343, 348, 352, 384; RIZZI, Storia... Il Seicento, 16-18, 25, 36-38, 77; ROTA, Cenni, 11; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 12, 14; 5 (1938), 10; S[ACCOMANI], Il ristauro, 18; Salvati gli affreschi di S. Maria del Monte; SEMENZATO, La scultura veneta, 28, 38, 91-92; C. SOMEDA de MARCO, Il Monte di Pietà, 23-31; Sommario degli obblighi dei signori conservatori, sindici, cassieri e massai del Monte; Sommario degli obblighi de’ signori conservatori, sindici, cassieri et massari del sacro Monte; Statuto del Monte di pietà; Statuto per la Cassa, ... 1875; Statuto per la Cassa, ... 1876; Statuto per la cassa, ... 1877; TAGLIAFERRI, Struttura e politica sociale, 129-239; TRINKO, Notizie, 13-14; VALENTINIS, Udine antica, 7, 22. | |
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ICONOGRAFIA span> | GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, 6; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, 60; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, 26; MURERO, Udine metropoli, 6; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, 49. | |
752 | ||
1801 span> | Fratelli Scala (Nomenclatura, f. 28v). | |
1809 span> | * | Appartiene a G.B. Scala. Affittuale è il «casolino» Francesco Arseni (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1844 span> | * | « Anna Morelli ved. Scala cede al sig. G.B. q. G.B. Scala casa in Udine, contrada di Pellizzerie, eretta da muri, coperta di coppi e precisamente la porzione formante angolo tra la contrada Pellizzerie e la calle del Monte, sotto il c. n. 752; confina a lev. casa fu di questo compendio, ora della sign. Anna Scala, a mezz. calle frapposta alle case Scala e al fabbricato del monte di pietà, a pon. contrada Pellizzerie ed a tram. eredi q. Antonio Scala con cortile» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10510, 16897). |
1852 span> | * | Appartiene a G. B. Scalla (Competenze, I, f. 21v). |
1876 span> | * | Sartoria di Fortunato Sutto (COSMI-AVOGADRO, 112). |
1883 span> | Osteria “Alla libertà” (AVOGADRO, 152). | |
753 | ||
1801 span> | Fratelli Scala (Nomenclatura, f. 28v). | |
1809 span> | * | Appartiene ad Antonio Scala (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1852 span> | * | Appartiene al co. Antonio Caimo (Competenze, I, f. 21v). |
1852, ag. 14 span> | * | Alberto Trento «proprietario della casa n. 753, sita in calle del Carbone ora dei Vitteli , desiderando di riformare detta casa, presenta progetto». Si tratta della costruzione di un’altana (A.S.U., C.A. II, 66, 5662 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Giacomo Brida). |
1876 span> | * | Macelleria di G.B. Gismano (COSMI-AVOGADRO, 100). |
754 | ||
1801 span> | Fratelli Scala (Nomenclatura, f. 28v). | |
1809 span> | * | Appartiene ad Antonio Scala. Affittuale è l’avvocato Giuseppe Cosattini (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1852 span> | * | Appartiene al dott. Giacomo Marchi (Competenze, I, f. 21v). |
1876 span> | * | Nella casa, oltre alla macelleria di Osvaldo Gismani e Cristoforo Bellina, trova posto lo studio dell’avv. Giacomo Marchi ed abita il maestro-compositore Virginio Marchi1 (COSMI-AVOGADRO, 100, 85 e 103). |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Per Virginio Marchi, compositore di musica: PICCO, Ricordi, 51. |
755 | ||
1230 span> | «Federico di Colmalisio compera una casa in “Foro Utini”» (JOPPI, Notariorum, VIII, f. 2r, cassato da doc. coll. Concina, vol. III). | |
1405 span> | In Mercatovecchio, in casa Uccellis (JOPPI, Notariorum, XI, f. 142r, da perg. di Antonio Portis della B.C.U.). | |
1507, genn. 16 span> | * | « Ucellus de Ucellis de Utino affictavit ser Mapheo et ser Martino fratribus draperiis et mercatoribus q. ser Donati de Bergamo, Utini in Foro veteri habitantibus, unum magazenum situm sub domo habitationis dicti ser Ucelli in Foro veteri per eosdem fratres hucusque tentum, ad terminum quinque annorum pro affictu quattuor ducatorum in anno » (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, III istr., f. 18v). |
1508, apr. 13 span> | * | « Quum mag. Thomas marangonus q. mag. Bartholomei de Caprileis marangoni de Utino esset debitor ser Panthaleonis de Ucellis de Savorgnano civis Utinensis de affictibus non solutis pro domo eius habitationis sita Utini in Foro veteri , ducta ad affictum a dicto Panthaleone et pro parte affictuum non solutorum eidem ser Panthaleoni, idem ser Panthaleon habuisset in pignus unam vestituram panni morelli uxoris dicti mag. Thomę, sibi traditam per dictam uxorem , modo mag. Thomas tradidit prędictam vestituram antedicto Panthaleoni eam acceptanti iuxta extimationem factam per quendam sartorem de Foro novo Utini » (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, IV istr., f. 26v). |
1597, sett. 9 span> | Guido Savorgnan aveva casa in Mercatovecchio (JOPPI, Notariorum, XIV, f. 21r, dall’Arch. Attimis Maniago). | |
span> | La casa che fa angolo con la contrada del Carbone apparteneva agli Uccellis della quale famiglia furono eredi i Savorgnan. Avrebbe dovuto passare al patrimonio della commissaria Uccellis, ma si addivenne ad una transazione, perché i Savorgnan l’avevano restaurata (Arch. Frangipane, Schede per case). | |
1798, magg. 31 span> | 1798, magg. 31. Avendo il comune deliberato di erigere tre archi coperti per uso dei Cargnelli venditori di vitelli nella contrada detta volgarmente del Carbone, di fianco alla casa dei fratelli Scala negozianti, questi assumono la spesa degli archi ed ottengono di poter fabbricare sopra per proprio uso. «Li fratelli Scala si obbligano non solo di far erigere a tutte loro spese dalle fondamenta sino al colmo sopra collone di buona pietra ben lavorata li archi , ma anco di far lastricare con quadrelli di pietra il piano dei sottoportici, oltre li scalini pure di pietra dell’altezza di oncie quattro sotto l’imposte delle collone, nonché di far chiudere li archi medesimi con forti ed alti rastelli di legno, dipinti con colore a oglio e muniti di forti catenazzi e sarature, per consegnarne le chiavi nella cancelleria della città . Si obbligano ancora di far mettere attraverso di ogni arco ferri di sufficiente grossezza, tanto per maggior consistenza della fabbrica, quanto per comodo della vendita dei vitelli . S’impegnano di sollecitare in modo le opere che la fabbrica al di sotto abbia ad essere perfettamente completta entro il mese di luglio e quella di sopra entro il susseguente agosto » (A.S.U., C.A., 20/17). | |
1801 span> | * | «Beccaria pe’ vitteli della Cargna» (Nomenclatura, f. 28v). |
1809 span> | * | È di Antonio Scala. «Serve ad uso di beccaria di vitelli» (Registro delli aloggi, f. 26v — 27r). |
1810, ag. 7 span> | Si delibera di vendere al sig. Antonio Scala il «fondo e fabbrica in calle nuova del Monte che finora fu disposta alla vendita a quarti ed interi de’ vitelli della provincia della Carna in forza di privileggi da’ quali è caduta ed in cui li Cargnelli non possono né per diritto né per fatto esser conservati» (Annales, CXXVII, n. 20, prot. 3171). | |
1822, mar. 20 span> | Vi era una farmacia diretta da Giuseppe Braida (A.S.U., C.A. I, 68/X, 1143 Orn. II C, con dis.). | |
span> | * | L’amministratore presenta progetto di riforma delle vetrine e ne ottiene l’approvazione (ibid.). |
1838, apr. 30 span> | Giovanni Scala presenta progetto per modifiche, una parte delle quali da attuarsi con urgenza (A.S.U., C.A. I, 285/1838/VII, 2145 Orn. II C, con dis.). | |
1852 span> | * | Appartiene a Giovanni Scala (Competenze, I, f. 21v). |
1852, sett. 9 span> | * | Giovanni del fu Antonio Scala «ha deciso di erigere in pietra la facciata della di lui bottega faciente parte del c. n. 755». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. II, 66/1852, 6503 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Valentino Dreussi). |
1886 span> | Bottiglieria di Celestino Ceria. | |
1936 span> | È di Gori. Viene riformata la facciata su via del Carbone. | |
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BIBLIOGRAFIA span> | BRAIDOTTI, Udine antica scomparsa, 101. | |
756 | ||
1442, ag. 26 span> | Giovanni Francesco nob. di Fagagna espone di aver in Udine una casa minacciante rovina in Mercato vecchio, confinante da una parte con gli eredi del q. ser Uccello dall’altra «cogli eredi del q. Manfero, da altra con Giovanni Antonio barbiere e dall’altra colla casa di Gerarda moglie del q. Antonio del Mus abitante in Cividale e davanti e di dietro con vie pubbliche. Detta casa era allivellata in perpetuo ai nob. di Cergneu» (JOPPI, Notariorum, XV, f. 64r — 64v). | |
1780, ott. 6 span> | * | « Giovanni Zamboni, figlio del sig. Francesco e di lui procuratore , vende al sig. Luca Andrioli’ la porzione di bottega separata per conto degli prò decorsi . La vendita fa per il prezzo di d 213 L 4 s 4» (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10073, I instrom., 11, f. 19r — 21r). |
1781, sett. 5 span> | * | «Avendo Luca Andrioli fatto acquisto della parte d’una casa e bottega, posta nel Mercà vecchio di questa città, fu degli eredi Angeli, alla qual bottega trovasi annessa ed incorporata una piccola porzione di fondi di detti eredi che sono li figli del sig. Domenico Tedeschi , e stante che l’accennata porzione non serve alli medesimi d’alcun vantaggio , Domenico Tedeschi per nome delli figli ed eredi Angeli , cede a livello francabile al sig. Luca Andrioli l’ennunciata porzione di fondi che vedesi descritta nell’operazione 7 luglio p.p. del sig. Aurelio Manetti . E ciò fa per capitale di L 364 s 16 ». Dalla stima risulta che gli ambienti sono un «piccolo scrittorio e porzion di fondi di magazeno annesso al scrittorio stesso» (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10073, I instrom., 18, f. 28r — 29r). |
1792, sett. 18 span> | Nel 1780 era stata separata una parte della casa dei fratelli Tedeschi q. Domenico a cauzione della dote di Elisabetta q. Giuseppe Angeli loro madre. Successivamente in atti Domenico Prodolone, i sigg. Tedeschi avevano venduta la metà della bottega a Luca Andrioli. Ora i fratelli Tedeschi vendono la casa meno la mezza bottega ai sigg. Pietro, rev. G.B. ed Antonio q. Simone Bearzi di Oltris (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9976, XXI instr., 1582, f. 2071r — 2074r). | |
1792, sett. 18 span> | Luca Andrioli vende ai sigg. Bearzi la sua porzione di casa (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9976, XXI instr., 1584, f. 2075r — 2077r). | |
1801 span> | Pietro Bearzi (Nomenclatura, f. 28v). | |
1809 span> | * | È di Pietro e fratello Bearzi (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1815, ag. 17 span> | * | Pietro Bearzi chiede «di allargare il portone della casa di sua abitazione al n. 756, onde possano piϊ liberamente entrare e sortire li carri» (A.S.U., C.N., 180/XIX, Orn. XIX, 5916). |
1826, ott. 13 span> | Pietro Bearzi «deve riformare il prospetto della sua bottega al c. n. 756 in dipendenza di alcune modificazioni eseguite nell’interno della sua casa» (A.S.U., C.A. I, 100/Ornati. Case e fabbricati, 3626 Orn. II C, con dis.). | |
1832, mar. 26 span> | * | Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa l’avviso n. 1050 al chincagliere Stefano Masciadri (A.S.U., C.A. I, 193). |
1837, lugl. 1 span> | «Giorgio Aghina, proprietario della bottega situata in Mercatovecchio, forma parte del n. 756» presenta progetto per la riforma «della facciata» (A.S.U., C.A. I, 269/III, Orn. II C 3780, con dis.). | |
span> | La deputazione d’ornato, che scrive al podestà in data 4 luglio, decide che «ritrovandosi già eseguito il progetto, cessa il motivo di esternare la propria opinione nel proposito» (ibid.). | |
1837, ag. 4 span> | * | G.B. di Lenna vende a Giorgio Aghina la «bottega con annesso magazzino» al n. 756 per austr. L 7428,57 (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 10488, 10938). |
1852 span> | * | Appartiene ai fratelli Bearzi (Competenze, I, f. 21v). |
1867, magg. 15 span> | * | Pietro e Tommaso Bearzi reclamizzano la bottega al n. 756, dove vendono «lo zolfo in pani e macinato che lavorano nel molino loro fuori porta Aquileia» (“Giornale di Udine”, 3, CXV, 15 maggio 1867, 4). |
1876 span> | * | In via Pelliccerie al n. 7, macelleria di Giuseppe Del Negro (COSMI-AVOGADRO, 100). |
1923 span> | Fu rifatta. | |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Per la famiglia degli Andreoli vedasi anche n. 233. |
757 | ||
1515, nov. 15 span> | * | « Ser Iacobus del Gorgo ratificavit francationem m. Ioanni Ferrugl carpentario Utini in Foro veteri q. mag. Leonardi pelliparii » (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5450, 1515, f. 20r — 21r). |
1554, febbr. 6 span> | Ricorso di Anna vedova di mess. Zuan Girolamo di S. Daniele contro Zuan Feruglio che intende «fabbricar la sua casa et ornarla di pietre concie et non volendo far una cossa disforme alla faza di essa, come ricerca l’arte et la beleza della città, li è necessario che li sia concesso ritirar la fazada fora saltem corrispondente al pilastro del portico qual li è al incontro dela casa di mad. Anna» (B.C.U., ms. C. XXXVIII, f. 181r — 182v). | |
span> | * | La lettura delle testimonianze fornisce ulteriori dati. |
1554, febbr. 22 span> | * | «Nob. ser Ludovicus Simeonius testis productus per d. Annam citatus et examinatus iuramento suo deposuit ut infra : “L’è vero che se m. Zuane Feruglio tirasse in fuora la sua fabrica, secondo che lui vuole, el si venirà a render piϊ scura la casa di mad. Anna et massimamente la camera dela quale in capitulo et la cusina et altre stantie che sono sopra l’androna che va a S. Pietro Martire”. |
span> | Interrogatus dixit: “Io so questo perché io son sta’ menato sopra il loco et lo ho visto con gli occhi miei, ch’è sν oscura come ho detto di sopra, ma non vi so dir mo’ in specie che si lievi in tutto il sole ala cosina”. | |
span> | Interrogatus dixit: “Io non vi so dir se per tal ritirar dela fabrica resteria piϊ larga la androna et per conseguente resteria maggior luce, perché non ho avertito, ma credo bene che, sia come si voglia, la casa sudetta di mad. Anna resteria piϊ scura”. | |
span> | Interrogatus dixit: “Io vi ho detto quel che mi pare et che so in questa materia, quanto a quello che m’interrogate se la comunità, volendo m. Zuane fabricar com’era prima, dovesse far sν che ’l fabricassi com’è cominciato, vi dico che credo ben che la comunità haverebbe meglio, ma la casa sudetta haverebbe molto peggio perché li tiol la luce come di sopra”. | |
span> | Interrogatus dixit: “L’è ben vero che quella madonna ha balconi sopra Mercà vecchio, ma ha molta commodità di quelle finestre che sono sopra l’androna per la qual si vede fin al palazzo stando le donne dentro la casa senza altrimenti esser vedute, che volendo veder per le altre bisogna che si gitti in fuora et esser viste da chi fusse dela via”. | |
span> | Interrogatus super aliis interrogatoriis dixit: “Io non vi so dir altro se non quello c’ho detto”. | |
span> | Super 2° capitolo dixit: “Io non so dir se sia bisogno d’impizzar lume etiam di giorno per la scurità, ma vi so ben dir che ditte stantie sono scure”. Interrogatus dixit: “Io vi dico che la camera ha due fenestre, una che è sopra Mercà vecchio et l’altra sopra l’androna et per mio indicio io penso certo che detta camera consegui più luce et più bella vista dal balcon che è sopra l’androna, che da quell’altro et questo perché ho visto”. | |
span> | Interrogatus super aliis debitis interrogatoriis, respondit: “Io credo che la fenestra sopra Mercà vecchio non saria sufficiente a darli assai luce”. | |
span> | Super primo capitulo dixit: “La camera dela quale è il capitolo è invero la piϊ bella stantia di quella casa et stando dentro nel andito et in la camera si vede zo per Mercà vecchio fin tutto sotto il palazzo senza venir ala fenestra”. Super 3° capitulo dixit: “El poria ben esser che la detta madonna venendo sula fenestra sopra Mercà vecchio vedesse quel istesso senza esser veduta come su l’altra de l’androna nel resto del interrogatorio non son chiaro, ma so questo che tal ritirar non può esser se non in danno dela madonna”. | |
span> | Super 4° dixit: “L’è vero che, ritirando la fazzada come vorria m. Zuane, le saria tolto la veduta del balcon sopra l’androna zo per Mercà vecchio fin al palazzo, senza esser visto et stando dentro è ben vero che porian veder quel medemo o poco manco sul balcon d’avanti, ma non senza esser veduto”. | |
span> | Interrogatus dixit: “ L’andito del quale nel capitulo ha fenestra sopra Mercà vecchio et non sopra l’androna et è tra la casa di mess. Bernardin Savorgnano et la camera, ma è vero che stando nel andito si vede per la porta dela camera et per il balcon che è sopra l’androna fin al palazzo”. | |
span> | Super 5° et 6°: “Vi dico che se la casa fosse mia, potendo se io non vorria per 200 scudi di oro in oro, che fusse fatta questa fabrica in quel modo, perché la casa è da sé malanconica et alle tre fenestre de l’androna che riguardano zo per Mercà la fanno piϊ allegra et piϊ lucida che le altre”. Interrogatus dixit: “Io son stato a veder in dν de pioza, ma io credo ch’el saria danno como vi ho detto”. | |
span> | Super generalibus dixit: “Io son sta’ condutto a veder il loco et ho detto la verità in ceteris ”. Nob. ser Iohannes Tubia testis ut supra productus, citatus, examinatus et interrogatus deposuit ut infra : super primo capitulo dixit: “L’è vero che ritirandosi m. Zuane come nel capitulo, la camera resteria oscurata et perderia quella veduta che ha fino nel palazzo et la cusina etiam et le altre stantie che son da sé oscure patiriano molto”. | |
span> | Interrogatus dixit: “Io so questo perché son stato et a tempo di pioza et di solo insieme con mess. Zuanne de Ottacinis mio compagno, et benché la fenestra dela cusina sia indentro nell’androna, la ha però luce, stando la casa del Feruglio in dentro, ché quando la si menasse in fuora saria piϊ scura”» (A.S.U., C.A., 20/1). | |
1661, apr. 13 span> | I nob. Giovanni e Vincenzo della Porta vendono a Giovanni Domenico Spilimbergo fabbro una loro «casa posta in Mercà Vecchio qual fu eonsignata in dote per il q. nob. sig. Goffredo Sabbadini alla nob. Martia sua figlia madre di detti sigg. Porta, confina a levante con la strada publica di Mercà vecchio, mezo di ser Gioseffo Lovaria, a ponente con ser Gasparo Rinaldino et alli monti ser Gasparo e fratelli Cesconi mediante un’androna che va a S. Pietro Martire » (A.S.U., N., Simone Paderni, 7500, Instr. XVII, f. 91r — 94v). | |
1801 span> | Marco Grisoli (Nomenclatura, f. 28v). | |
span> | * | Affittata ad Andrea Schiattoni (ibid.). Poi Valentino Perobini (Registro anagrafico, f. 17v). |
1809 span> | * | È di Marco Grisoli. Vi abitano gli industrianti G.B. Colledani ed Elena Sanzonio (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1832, mar. 26 span> | * | Il capoquartiere riferisce di aver recapitato a questo numero al mastellaio Francesco Pittaro e al venditore di tele Giacomo Federicis l’avviso n. 1050/c (A.S.U., C.A. I, 193). |
1851 span> | Vi era il negozio di cristalli del sig. Emanuele Hoche (“Il Friuli”, 3, CXCIV, 30 ag. 1851, 4). | |
1852 span> | * | Appartiene agli eredi del q. Lorenzo Perubini (Competenze, I, f. 21v). |
span> | Il Grassi dipinse su la «casa fu Sabbadini poi Grisoli, poi Parubini, ora De Girolami, alcune deità » (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 44r). | |
span> | «Il prospetto poi della casa già Sabbadini ora del Simonetti, mercante di grande reputazione, è dipinto a fresco dal Grasso»1 (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 41r). | |
1886 span> | Albergo “Alla Torre di Londra” (Illustrazione del comune di Udine, 446). | |
1952, apr. 21 span> | * | Vincolata dal M.P.I. con D.M. n. 128. |
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NOTE span> | 1 | Nel ms. della Porta a questo punto è riportato il passo della Storia del Maniago, che nel contesto oggi appare inutile. |
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BIBLIOGRAFIA span> | AVOGADRO, Guida, XXIII, LI; BERGAMINI, Il pittore G.B. Grassi, 99-116; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 178-179; BRAGATO, Guida, 40, 174; CAPODAGLI, Udine, 26-27; CAVALCASELLE, La pittura friulana, 104, 246; CICONI, Udine, 465; COMELLI, Passeggiate, 20; [CORGNALI], Quistions di storie e lenghe. Sù e jù par Marciatvieri; ERMACORA, Guida, 144-145; FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191; GRASSI, Monografia per le nozze, 16; di MANIAGO, Guida, 63; di MANIAGO, Storia, 237; Parti prese... 1880, 234; P.P. PERUSINI, Le corse di cavalli, 172; PICCO, Una artistica insegna; della PORTA, Toponomastica, 184-185; de RENALDIS, Della pittura, 76; RIDOLFI, Le maraviglie, I, 134; RIZZI, Storia... Il Quattrocento, 110; ROTA, Cenni, 29; S[ACCOMANI], Il ristauro, 40; SARTORELLI, Dove si mangiava, 36-38; C. SOMEDA de MARCO, Il duomo, 216; VALE, Il poeta “Refrigerato”, 139-145; VALENTINIS, Udine antica, 9. | |
758 | ||
1442 span> | Era di Girarda moglie del q. Antonio di Mels. | |
span> | Vedasi n. 756. | |
1801 span> | Valentino e Domenico Stella (Nomenclatura, f. 29v). | |
1809 span> | * | Appartiene al negoziante Domenico Stella (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1816, febbr 8 span> | * | Stima della casa d’abitazione di Domenico Stella «con fabbriche sopra il Mercavecchio e sopra la contrada de’ Pulesi e magazzino , compreso il magazzino acquistato dal sig. Giacomo Michieli con scrittura privata 26 sett. 1801 ». L’operazione è condotta dal pubbl. per. Carlo Iacotti (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10330, 1785). |
1822 span> | Valentino Stella (A.S.U., C.A. I, 68, 1466 Orn. II C, con dis.). | |
span> | * | Presenta progetto di riforma «della propria bottega posta al n. 758 ». Ne ottiene l’approvazione (ibid.). |
1841, febbr. 9 span> | Anna Fior vende a Stefano Stefani la casa n. 758 «con corticella avente ingresso anche nella calle dei Pulesi . In questa vendita si ritengono pure compresi gli utensili di negozio, meno il scrittoio e cassa di ferro e utensili di cucina. Questa vendita viene fatta per austr. L 28500» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10498, 13714). | |
1852 span> | * | Appartiene a Stefano de Stefani (Competenze, I, f. 21v). |
1948 span> | Farmacia “Alla salute”. | |
759 | ||
1774, sett. 19 span> | * | Il pubblico perito Nicolò Antonio Codutti compie la confmazione della casa per conto del p. Giusto Fontanini del convento di S. Pietro Martire: «un magazeno terraneo censivo verso il convento, sittuato nell’androna detta dei Pulzi, possesso presentemente dal sig. Giovanni q. Francesco Simonetti e paga annualmente L 12 in loco di Valentin Broili e per avanti pagava G.B. Nattoli; qual magazeno confina a lev. col sig. Antonio Taffoni e parte Salvador Stella, pon. casa del sig. Martin Gubana e a tram. la androna dei Pulzi e sopra camere del sig. Simonetti » (A.S.U., C.R.S., 783/14). |
1801 span> | Co. Daniele Antonini (Nomenclatura, f. 29v). | |
span> | * | Affittata a G.B. Simeone (ibid.). |
1801, ag. 27 span> | Il co. Daniele Antonini vende a Francesco Segatti una casa nella contrada di S. Pietro Martire «che comprende anche il fabbricato sopra le stalle e magazini di ragione del sig. Giacomo Alichiali sulla contrada detta dei Pulesi, che unita confina a lev. Domenico e fratello Stella1, a mezz. Francesco Taffoni2, a pon. contrada di S. Pietro M., ed a tram. la contrada dei Pulesi» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLIII instr., 3200, f. 4256r — 4257v). | |
1809 span> | * | Appartiene a Francesco Segati (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1822, magg. 13 span> | Francesco fu Virgilio Segati cede a don Luigi suo figlio per patrimonio ecclesiastico porzione della casa n. 759 «consistente in una bottega e scrittorio a pian terreno, da due camere in primo solaro sopra detta bottega e scrittorio, e stanza del filatoio con porzion di passalizio a pian terreno, porzion di scala e carato di copperto, il tutto descritto nell’opperazione giurata 23 marzo 1822 eseguita dalli pubbl. periti Gaetano Pariotti e Giovanni Picco . Confina essa porzione di casa verso lev. a pian terreno con la restante stanza ad uso del filatoio e nel primo solaro col sito delle scale; a mezz. ingresso promiscuo colla restante casa di questa ragione in piano ed in primo solaro colli eredi Taffoni, a pon. con la piazzetta presso la chiesa di S. Pietro M. ed a tram. con la contrada detta de’ Pulesi » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10308, 1658). | |
1826, nov. 6 span> | È di Francesco Segatti (A.S.U., C.A. I, 100/Ornati Case e fabbricati, 3893 Orn. II C, con dis.). | |
span> | * | Il proprietario chiede ed ottiene di riformare la facciata della casa «al c. n. 759 sopra la piazzetta di S. Pietro Martire, cioè la faciata guardante sopra la calle dei Pulesi» (ibid.). |
1836 span> | * | Il sac. Luigi Segatti «à divisato di far eseguire nei locali esterni sottoposti alla casa di sua proprietà le riforme rappresentate nel disegno ». Il progetto non riscuote l’approvazione della deputazione d’ornato (A.S.U., C.A. I, 269/III, 6071 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | Appartiene al dott. Luigi Segatti (Competenze, I, f. 21v). |
span> | ||
NOTE span> | 1 | N. 758. |
span> | 2 | N. 760. |
760 | ||
span> | Questo numero si estende da Mercatovecchio a via Sarpi e comprende piϊ casette già esistenti. | |
1304, apr. 2 span> | Sibla1 moglie di Zinilusso «legavit unum medri olei persolvendum cum illa marcha quam dicta Sibla habet super domum Ewargendi nepotis sui positam infra domum olim Heberardi et domum Petri Stranetæ» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 360r). | |
1347, lugl. 31 span> | « D. Miniussa relicta q. Nicolai cerdonis de Talmasonis legavit fraternitati S. Marie Cerdonum de Utino livellum triginta quatuor denariorum Aquilegiensium quos tenetur solvere annuatim d. Palmina uxor Agustini borsarii de Utino super quadam sua domo sita Utini in Foro veteri in quadam androna prope Sanctum Petrum Martirem, cuius hii sunt confines: ab una parte possidet dicta testatrix, ab alia nob. vir. d. Hector miles de Savorgnano, a tercia Syardus hospes et quarta est via publica » (A.S.U., Arch. confr. Calzolai, 417, Per dentro al città, perg., not. Stefano del fu Francesco pellicciaio da Udine). | |
1407 span> | «Ioannes q. ser Federici Ottacini de Utino solvit super una sua domo murata, solerata, tegulisque cohoperta, sita in androna posita infra forum antiquum et ecclesiam S. Petri Martiris, quæ antiquitus fuit Wargendi nepotis d. Siblæ relictæ olim Zinilussii de foro veteri, iuxta domum hæredum q. ser Tintini de Arthenea a duabus partibus et ab uno latere est quædam domus ser Nicolai Candidi quæ fuit olim Petri Granettæ et per ante est via publica, libras olei vigintiquinque quas legavit d. Sibla ut constat instrumento manu Lunardi not. de Utino in millesimo tricentesimo quarto » (B.C.U., ms. F. XXV, f. 359v — 360r). | |
1419 span> | «Franciscus et Lodovicus q. ser Ioannis Ottacini» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 360r). | |
1428 span> | «Lodovicus de Brugnis super una domo iuxta ser Iohannem q. ser Tintini de Arthenea, iuxta ser Odoricum et Girardinum fratres » (ibid.). | |
1452, nov. 8 span> | Ettore di Brazzà compera «una androna e la facoltà di lavorare sopra il muro vicino alla casa di abitazione in Udine, da Leonardo q. Odorico di Fagagna» (JOPPI, Notariorum, IV, f. 52r). | |
1460 span> | «D. Chiara de Michilutto2, in logo de ser Alovisio de Brugnis pagano insembre cun ser Zuan Denel de Brugnis sopra una lor casa appresso ser Viccardo de Castello e lu fradello e appresso ser Odorigo de Girardin » (B.C.U., ms. F. XXV, f. 360v). | |
1466 span> | «D. Chiara de Tamburlin » (ibid.). | |
1506, ag. 25 span> | «Rev. sacrę theologię professor mag. Iacobus Lipoldus ordinis Prędicatorum q. ser Mathei de Lipoldis de Utino , vendidit ser Iohanono de Savorgnano unam domum muratam, soleratam cuppisque cohopertam, sitam Utini in androna S. Petri Martyris iuxta ipsum ser Iohannonem, iuxta ser Hieronymum Tulutium et iuxta viam publicam » (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, III instr., f. 4r — 4v). | |
1511 span> | «Eredi di ser Zuanno di Savorgnan per la casa fo del q. ser Zuan Antonio della Michilutta » (ibid.). | |
1519 span> | «Bernardin q. ser Zanon Savorgnan sopra una casa fo delli eredi de ser Zuan Tonio Lipoldo overo Michilutta not. posta in l’androna del Legno del Palio, appresso una altra casa del detto Bernardin fo delli Girardini ed appresso eredi Toluzo » (ibid.). | |
1562, mar. 24 span> | «In Mercatovecchio, nella contrada che va verso S. Pietro Martire, in casa Savorgnano della Bandiera» (JOPPI, Notariorum, II, f. 54v, not. Pietro Geronimiano detto Graziano) | |
1568 span> | Era degli eredi del fu Bernardino Savorgnan della Bandiera. Vedasi n. 761. | |
1573 span> | ° | «Una casa della sign. Esioda Brazzacca posta in Udine, l’androna del Feruglio, in Mercà Vecchio» (Not. Alessandro Benellio, Atti civili). |
1593 span> | «Ora paga la mettade Sigismondo Cergno, et mettade Esioda di Brazzà » (B.C.U., ms. F. XXV, f. 360v). | |
1596 span> | «Era pagata dal sig. Cergneu mettà e l’altra mettà dalla sign. Teresa Brazzacca» (B.C.U., ms. D. 42/D, Libro del nob. sig. G.B. Pavona cameraro della v. fabrica del duomo, 1734-1735, f. 52v). | |
1624 span> | «Eredi q. ser Bernardino Savorgnano della Bandiera pagano sopra una casa presso quella del conte di Tricesimo Ora paga Francesco Brazzacco ed il sig. Vittorio Mattioli anzi, di presente, pagano Ermano d’Attimis , eredi q. Girolamo d’Attimis , Giovanni Daniele ed Antonino Antonini , Signori di Cergneu» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 360v — 361r). | |
1637 span> | «Antonino Antonino di Giovanni; item Gofredo Sabbadin» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 361r). | |
1643 span> | Dalle confinazioni Boreatto per la fabbriceria del duomo: «Alla partida degli heredi del q. mess. Bernardino Savorgnano della Bandiera sopra la casa, che fu degli heredi del q. ser Zuan Leopoldo . Ora pagano mess. Gioseffo Codaio inquilino della casa in parte, oglio lb 12 1/2, il sig. Antonio Antonini fu del sig. Giovanni oglio lb 6 o 3, et il sig. Francesco Cergneu oglio lb 3 . Dissero i confinatori che la casa è posta nelle pertinenze di Mercatovecchio, nell’androna del Legno del Palio, giunge anco sopra la contrada di Mercatovecchio, habitata di presente parte per m. Gioseffo Capodaglio legnarol, parte per m. Marchiol Rinaldino pur lignarolo, et parte per l’hon. ser Giovanni Antonio Ciberto speciale; confina a sol ’evado dalla parte dell’androna con le monache di S. Bernardino, a mezodν l’androna, a sol a monte il sig. Gabriel Conte et ai monti Ciberto speciale» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 84). | |
1703 span> | «Bortolomio q. Francesco Bruni in loco delli eredi q. ser Bernardino della Bandiera » (B.C.U., ms. F. XXV, f. 361r). | |
1717 span> | * | Paga il quarto spettante al Cergneu, Girolamo Bissone possessore della casa (ibid.). |
1728, apr. 10 span> | * | «Il nob. Arcangelo f. del nob. Girolamo Bissoni convenne, come procuratore di suo padre , di cedere iure liberi al sig. Bortolomio Bruni q. Francesco la casa in Mercà vecchio, con la quale confinano le sudette del Bruni dalla parte di sotto . Hora il predetto Arcangelo , salvo il debito d’investirsi, per esser fondi di raggion feudale , ha venduto all’antedetto Bruni la casa situata nella contrada di Mercà vecchio, che confina a lev. con la strada publica , mezogiorno Vincenzo Planis, parte Vincenzo Moreale e parte androna tendente alla chiesa di S. Pietro Martire, pon. e tram. il Bruni compratore . E ciò per il prezzo di d 1275 » (A.S.U., N., Francesco del q. Andrea Brunalleschi, 8302, XXII instr., f. 17v — 19r). |
1735 span> | Paga il quarto Cergneu Bortolomio Bruni (B.C.U., ms. F. XXV, f. 361v). | |
1743, giu. 28 span> | Eredi q. ser Bernardino Savorgnan della Bandiera pagano di livello sopra la casa fu delli eredi q. ser Antonio Lipoldo nod., posta nell’androna del segno del Pallio appresso quella del sig. Gabriel Conti, era del sig. Bortolomio Brun mercante di ferro e di legname, olio lb 25 (B.C.U., ms. F. XXI, f. 74r). | |
1744 span> | Bissoni. «Abitavano passata l’androna di Pulici e contigui al Bruni mercante, il quale comperò la loro casa» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191). | |
1751 span> | Pagan Bruni tre quarti, Trento un quarto (B.C.U., ms. F. XXV, f. 361v). | |
1770, apr. 6 span> | * | Giuseppe Bruni vende per d 1000 ai coniugi Francesco e Paola Tarondo la casa «situata nella contrada Feruglia detta de’ Pulesi, che confina a lev. detto Bruni, mezz. contrada sudetta, pon. contrada Pellizzarie ed a tram. Bruni » (A.S.U., N., Eugenio Sporeno, 9314, XV istrom., f. 224v — 225r). |
1779, ag. 2 span> | * | Planimetria della zona relativa alle case n. 760 e 772 (B.C.U., Vacchette 9, LXXI, 1779 f. 34r). |
1797, sett. 20 span> | «Vincenzo Michieli di Campolongo , a nome della sign. Marianna Segatti di lui moglie , ha venduto al sig. G.B. q. Vincenzo Planis una casa situata nell’androna Feruglia, che confina a lev. Planis, a mezz. androna , a pon. e tram. Francesco Taffoni . Questa vendita ha fatta per d 900 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9979, XXXVI instr., 2597, f. 3530r — 3531r). | |
1801 span> | Maria ved. q. Antonio Taffoni (Nomenclatura, f. 29v). Poi Giorgio Capelari (Registro anagrafico, f. 17v). | |
1802, ott. 12 span> | G.B. q. Santo Di Lena vende per d 2114 a G.B. di Ascanio Stampetta «casa nella contrada de’ Pullesi ora serviente per uso di osteria; era tenuta in affitto dal q. Giuseppe Visintini; confina a lev. e tram. Capelaris loco Taffon, a mezz. contrada ed a pon. piazzetta di S. Pietro M. » (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4806, V instrom., 272, f. 404v — 405r). | |
1809 span> | * | È del negoziante Antonio Cossetti; vi abita l’orefice Luigi Macorigh (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1883 span> | Caffè “Al Colosseo” (AVOGADRO, 139). | |
span> | * | Gestione di Luigi Toso (ibid.). |
1900 span> | Dott. Luigi Fabris. Farmacia. | |
span> | ||
NOTE span> | 1 | La casa è soggetta a un livello a favore della fabbrica del duomo. Le notizie dal 1304 al 1624 del ms. F. XXV sono tratte dal libro delle confinazioni del sec. XVIII, che cita documenti ai quali si rifanno i diritti della fabbriceria. |
span> | 2 | Lipoldo. |
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BIBLIOGRAFIA span> | [CORGNALI], Firui Pilizzar. | |
761 | ||
1568, mar. 11 span> | ° | La nob. Anna ved. del nob. Giovanni Girolamo dei nobili consorti di S. Daniele possedeva ed abitava la casa in Mercatovecchio confinante da due bande con le case degli eredi del fu Barnardin Savorgnan della Bandiera, dalla parte d’avanti con Mercatovecchio, a mezzodν con l’androna va da Mercà vecchio a S. Pietro Martire (Arch. Congr. 9/5, Monastero di S. Bernardino). La casa passò poi al monastero di S. Bernardino. |
1615, febbr. 13 span> | * | « Doct. d. Pompeus Prampergus ac d. Odoricus de Susannis et Franciscus Bartholinus tanquam scindici monasteri S. Bernardini iure affictus simplicis ad triennium locaverunt mag. Ioanni Baptistę Cescono incisori archibusario Utini domum unam ipsius monasterii in Foro veteri super angulo callis cognominatę del Feruio, iuxta a mane via publica Fori veteris, a meridie calle supra nominata, a sero et montibus domos d. Francisci de Brazzachi . Et hoc pro affictu ducatorum triginta duorum in anno » (A.S.U., C.R.S., 571/1, Mercà Vecchio). |
1623, giu. 22 span> | * | Rinnovo del contratto d’affitto a m. G.B. Cescone “maestro d’archibugii da Udine” (ibid.). |
1674, febbr. 8 span> | * | Notizie indirette sul lascito provengono da una memoria, secondo la quale il convento «possede con titolo di legato una casa in Mercà vecchio, tenuta di presente a semplice affitto da ser Daniele e nepoti Cecconi. Questo monasterio per solevarsi dall’obbligo di tenir in conzo la ditta casa, volentieri aderisce all’intentione di detti affittuali di prenderla ad enfiteusi con le forme et obligi che sono propri et ordinari in conformità delle leggi. Ma per di presente s’è scoperto esser la detta casa di ragion censuale pagando s 14 in affitto di corte . Perciò comparse l’antedetto ser Daniele avanti l’ill.mo luogotenente e fece istanza di poter celebrar il detto instromento offerendosi non solo di pagar il laudemio, ma di prender di essa casa la debita investitura . La qual in-stanza intesa ha Sua Eccellenza concessa la venia per il tempo trascorso et la licenza » (A.S.U., C.R.S., 571/3, 2). |
1693, dic. 18 span> | * | La casa è affittata a Giuseppe Franzolino (A.S.U., C.R.S., 571/1, Mercà Vecchio). |
1701 span> | * | « Suor Angiela Danelluzi, abbatessa nel monasterio ha concesso a semplice affitto al sig. Valantino Petrelo q. Pietro una casa sin hora da detto Valantino tenuta a semplice affitto in Mercà vechio, con bottega d’abaso, cantina et di sopra una salletta con sua camera et cocina in mezo et di sopra due camere con un pergolo di pietra con li suoi feri a torno, col suo granaro disopra; qual casa confina a sol levado il borgo , a mezodν calle che conduce a S. Pietro Martire, a sol a monte casa di questa ragione, tenuta ad affito dal sig. Vicenzo Mo-reale fillatoio, et alle monti li Brunaleschi, hora Giarolamo Bissone, et questo per anni cinque » (A.S.U., C.R.S., 571/3, 2). |
1705, sett. 16 span> | * | Rinnovo del contratto con Valentino Petrello (ibid.). |
1801 span> | G.B. Planis (Nomenclatura, f. 29v). | |
span> | * | Affittata a Santo Lena (ibid.). |
1809 span> | * | È di Francesco e fratelli Planis. Affittuale è il negoziante Pietro Runcaldier (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1835 span> | Farmacia di Antonio Mazzaroli (A.S.U., C.A. I, 237/XII). | |
1839, ag. 31 span> | Si riforma la facciata verso via Pulesi. Al secondo piano eravi una finestra ad arco, al terzo quattro finestre gotiche (A.S.U., C.A. I, 299/1839/XX, 4843 Orn. II C, con dis.). | |
1847, apr. 8 span> | ° | I fratelli Verzegnassi q. Prospero, quali eredi di mons. rev. Pietro q. G.B. Planis, possedevano la casa in Mercatovecchio n. 761 (Not. Giacomo Someda). |
1852 span> | * | Col n. 761 A, appartiene a mons. Pietro Planis (Competenze, I, f. 21v). |
span> | ||
BIBLIOGRAFIA span> | [CORGNALI], Quistions... Sù e jù par Marciatvieri. | |
762 | ||
1801 span> | G.B. Carli calderaio (Nomenclatura, f. 29v). | |
1809 span> | * | Appartiene al battirame G.B. Carli (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1835, ott. 1 span> | * | Denuncia, da parte di Pietro Antonio Damiani, circa lo stato pericolante della facciata della casa, proprietà del farmacista Antonio Mazzaroli (A.S.U., C.A. I, 236/XVI, 5001 Orn. II C). |
1841, magg. 6 span> | È di Antonio Mazzaroli. Casa a tre piani di due finestre (A.S.U., C.A. I, 328/VIII, 3076 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Giuseppe Salvador). | |
span> | * | Il proprietario desidera apporre un cornicione e ne ottiene il permesso (ibid.). |
1852 span> | * | Fa parte del n. 771 ed appartiene ad Antonio Mazzaroli (Competenze, I, f. 21v). |
763 | ||
1788, lugl. 26 span> | * | La casa è gravata di un livello a favore del convento di S. Pietro Martire: «Casa in Mercà vecchio, paga d’annuo livello lire *** ora posseduta dal sig. Pietro Natolo, n. XXIII». Il documento ne spiega il fondamento: « Il sig. Pietro Genari causidico di questa città a nome delli padri del convento di S. Pietro Martire di questa città , espose esserli pervenuta, coll’allibramento seguito sopra la facoltà Miclaro li 19 nov. 1782 in atti Martinelli, l’infrascritta portione di casa dal corpo della casa feudale e censuale posta in questa città nella contrada di Mercà Vecchio, obligata in affitto di corte alla partita di Lodovica Travana per livelli di cui fu investito il q. detto Antonio Miclaro l’anno 1753, 18 febr., relativa a precedente del q. Benedetto Leonardo Nimis, 1712, 6 dic., assegnata al sig. Serafino Serafini di Baldasseria e da esso renonciata alli predetti padri, e volendo di quella riconoscere il ser.mo Dominio con la debita investitura in conformità delle leggi, fece perciò riverente instanza d’esser di quella portione investito in ragione di feudo comunale » (A.S.U., C.R.S., 783/19). |
1801 span> | Pietro Natolo (Nomenclatura, f. 29v). | |
1808 span> | * | Vedasi n. 764. |
1809 span> | * | Appartiene al calderaro Rosario Anechini, al forense Pietro Natolo, a Francesco Trangoni. |
span> | Affittuale è l’usciere Giacomo Giacomini (Registro delli aloggi, f. 21v). | |
1814, apr. 2 span> | * | In seguito ad atto oppignorativo del 2 genn. 1814, avviso d’asta per mora di pagamento della quarta rata dell’imposta prediale 1813: si tratta di una stanza al terzo piano, ad uso di camera. Debitrice risulta Perina q. Giuseppe Michlero (A.S.U., C.N., 81). |
1824, febbr. 20-30 genn. 1825 span> | È di G.B. Bassi, Pietro Antonio Damiani, Pietro Natolo e Antonietta Belumaschi Cocolo. Casa di quattro finestre. Si ordina di rifare un arco crollante (A.S.U., C.A. I, 100/Ornati. Case e fabbricati, 5214 Orn. II C). | |
span> | * | Dopo reiterate rimostranze della deputazione d’ornato per il sussistere del disagio procurato ai cittadini dall’esistenza delle impalcature ingombranti il pubblico passaggio, si succedono ispezioni e collaudi (A.S.U., C.A. I, 89/X, 48 e 382). |
1826, lugl. 7 span> | * | Giuseppe Carli, per austr. L 40062,37, vende ai fratelli Giovanni, Leonardo e Pietro Manin «la di lui casa d’abbitazione, sita in contrada Mercavecchio al c.n. 762 e nell’altra contrada di S. Pietro Martere n. 771, composta al pian terreno di bottega, magazzini, cantina, cortivo ; confina a lev. la contrada di Mercavecchio, pon. la contr. di S. Pietro Martire, mezz. casa del sig. Giorgio Cappellari ed a tram. Pietro Damiani e consorti » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10466, 5139). |
1828, ott. 1 span> | * | A G.B. Bossi, «per dare un altro ingresso alla bottega appartenente alla casa n. 763 in Mercatovecchio, rendesi necessario d’aprire una porta ove attualmente esiste un ribatto». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 148/X, 4133 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | Appartiene agli eredi del q. Pietro Damiani (Competenze, f. 21v). |
1852, dic. 4 span> | * | Giacomo Gressani, comproprietario delle case n. 763 e 764, dovendo provvedere alle grondaie, giusta l’avviso municipale n. 4633, vorrebbe costruire un cornicione «che abbracci tutte e due le case». La deputazione d’ornato suggerisce alcune modifiche (A.S.U., C.A. II, 66, 8579 Orn. II C, con dis.). |
1876 span> | * | Nelle due case, ormai unite, trovano posto il negozio di abiti confezionati di Anna Pers e quello di ombrelli di Maria Fornara (COSMI-AVOGADRO, 84, 104). |
1883 span> | * | Il negozio di confezione è di P. A. Mocenigo. È ancora censita la bottega di ombrelli di Maria Fornara (AVOGADRO, 137, 150). |
1900 span> | Dott. Luigi Fabris. | |
764 | ||
1801, lugl. 5 span> | * | « Maddalena n. Nimis Francesco, Giacinta e Beltramina figli Gennari hanno venduto al sig. Michele Venturini la porzione di casa posta in Mercà vecchio appresa da detta Maddalena per il credito di sua dote di d 309 L 1 s 12 nella subordinazione della facoltà del q. Giuseppe Miclaro, come nell’allibramento 1782 del pubblico perito G.B. Borghi ; item altra porzione della casa medesima, stata prima assegnata al sig. Domenico Zanetti di Pocenia qual creditore , indi da detto Zanetti venduta a fratelli Antivari e da questi passata nella suddetta Maddalena . E questa vendita hanno fatta pel prezzo di d 926 L 3 s 9 p 8 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLIII instr., 3170 f. 4222v — 4225r). |
1801 span> | Michele Venturini (Nomenclatura, f. 29v). | |
1805, mar. 1 span> | «Giovanni Maria Olivo marangone vende al sig. Daniele di lui figlio la casa di propria abitazione in Mercà vecchio, che esso venditore ha acquistata dalle mani del sig. Valentino q. Lodovico Venturini, come consta da instr. 14 sett. 1786, per atti dell’ora q. Carlo Lorio not.». Prezzo d 1420 (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, 515, f. 343v - 344v). | |
1808, giu. 3 span> | Michele fu Lodovico Venturini vende a Rosario Annichini di Catanzaro la casa n. 764 ed il primo appartamento della casa 763, per it. L 24800 (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10324, 75). | |
1809 span> | È di Rosario Anechini calderaio (Registro delli aloggi, f. 21v). | |
1812, magg. 30 span> | * | In seguito ad atto oppignorativo del 20 febbr., processo verbale d’asta con effetto nei confronti della debitrice Caterina Annichini per L 23,60: «Stanza appepiano ad uso di bottega dal corpo della casa posta al n. 764, con ingresso de’ sottoportici sulla strada» (A.S.U., C.N., 81, Asta). |
1819, magg. 3 span> | * | Il commesso d’ornato Giuseppe Presani denuncia alla deputazione d’ornato lo stato di pericolo, anche se non imminente, per una colonna «fuori di piombo». I proprietari dello stabile interessati risultano Francesco del fu Antonio Pascoli, Pietro Natolo, Perina Molaro, G.B. Rossi. In data 10 magg. la deputazione d’ornato inoltra ufficialmente la denuncia al podestà (A.S.U., C.A. I, 24/XI). |
1822, apr. 3 span> | * | Pietro Antonio Damiano non ha prodotto il disegno per un lavoro del quale ha richiesto l’approvazione. La deputazione d’ornato respinge la pratica (A.S.U., C.A. I, 68, 1403 Orn. II C). |
1824, ag. 26 span> | * | Protesta della deputazione d’ornato contro le puntellature erette dal Damiani, definito persona «dal cavilloso carattere» in quanto il lavoro viene effettuato «in trionfo d’un suo privato puntiglio in cui non deve punto entrarvi l’ornato, il comodo e la sicurezza pubblica» (A.S.U., C.A. I, 89/X, 320 Case II). |
1852 span> | * | Appartiene agli eredi del q. Pietro Damiani (Competenze, I, f. 21v). |
1930 span> | Ombrellaio Fornara1. | |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Vedansi notizie relative al n. 764 a partire dal 1876. |
span> | ||
BIBLIOGRAFIA span> | [CORGNALI], Sù e jù par Marciatvieri. Tre cjasis e une vetrine. | |
765 | ||
1801 span> | G.B. Carli e consorti (Nomenclatura, f. 29v). | |
1809, mar. 15 span> | ° | G.B. Carli vende a Domenico Menegazzi la casa 765 per L 6344 (Not. Riccardo del fu Andrea Paderni). |
1809 span> | * | Appartiene a Domenico Menegazzi (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1825, giu. 18 span> | « Giuseppe del fu Antonio Fabrizio vende al sig. Amadio Zandigiacomo la casa alli c. n. 765 e 766 con suo fondo ; confina esso corpo stabile a lev. Mercatovecchio, mezz. Pietro Damiani, pon. casa fu del sig. Alessandro Diana, e sett. G.B. Giorgio Cella in luogo Piussi Mattia fu Peratoner, che sono la intiera casa e fondi pervenuti in proprietà del sig. Fabrizio maggior offerente all’asta nella vendita giudiziale 22 apr. 1824, n. 3190 a pregiudizio di Sebastiano, Maddalena, Giuseppe, Vicenzo, Lucia e Santo figli del fu Domenico Menegazzi Il prezzo di questa vendita resta convenuto in austr. L 6285 » (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10551, 2465). | |
1825, lugl. 1 span> | È di Amadio Zandigiacomo. Casa di tre piani di due finestre (A.S.U., C.A. I, 100/Ornati. Case e fabbricati, 2431 Orn. II C, con dis.). | |
span> | * | Il progetto coinvolge anche la casa n. 766. Il proprietario intende riformare la bottega e cambiare alcune travi. L’autorizzazione subordina il permesso alle solite condizioni, alle quali si aggiungono la sistemazione del sottoportico e del marciapiedi antistante (ibid.). |
1826, apr. 3 span> | * | Amadio Zandigiacomo chiede ed ottiene di ornare la grondaia con una cornice di legno, della quale allega disegno (A.S.U., C.A. I, 100/Ornati. Case e fabbricati, 42 Case II, con dis.). |
1832, mar. 26 span> | * | Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa l’avviso n. 1050 al «venditore di rame» Antonio Damiani (A.S.U., C.A. I, 193). |
1834, sett. 18 span> | * | Amadio Zandigiacomo vuole «alzare la propria casa n. 765, 766» e ne presenta il progetto, che viene approvato (A.S.U., C.A. I, 254/X, 4633 Orn. II C). |
1852 span> | * | Appartiene a eredi del fu Amadio Zandigiacomo (Competenze, I, f. 21v). |
1876 span> | * | Il complesso ospita i negozi di confezioni e stoffe di Giuseppe Fadelli, quello di ombrelli di Cesare Paracchini, nonché quello di pelli e articoli di cuoio di Agostino Cella e C. (COSMI-AVOGADRO, 84, 104, 109). |
766 | ||
1801 span> | G.B. Pitti (Nomenclatura, f. 29v). | |
1809 span> | * | Appartiene a Domenico Menegazzi (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1825 span> | È di Amadio Zandigiacomo. Vedasi n. 765. | |
1832, sett. 13 span> | * | Ai fratelli G.B. e Giorgio Cella, che sin dal 28 marzo hanno inoltrato richiesta di occupare il fondo per scavarvi una vasca per la fogna «per uso della nuova casa posta all’estremità superiore del Mercato vecchio», viene accordato il permesso richiesto (A.S.U., C.N., 191, 1291 e 2117 Orn. II C). |
1834, apr. 13 span> | * | Vedasi n. 765. |
1852 span> | * | Appartiene agli eredi del fu Amadio Zandigiacomo (Competenze, I, f. 21v). |
767 | ||
1795, giu. 23 span> | « Giuseppe q. Camillo Favetti, Francesco q. Giuseppe Favetti, zio e nipote respettive, necnon Orsola, moglie del q. Giuseppe , tutrice del sig. Camillo di lei figlio minore, suscetto col sudetto q. Giuseppe , vendono alla signora Cristina Peratoner una casa posta nella contrada di Mercatovecchio; confina a 1ev. strada , mezz. casa eredi Pitis, sol a monte casa del nob. Agostino Diana ed alle monti casa delli eredi q. Leonardo Antonini, e questa per il prezzo di d 2000 » (A.S.U., N., Ignazio Brunelleschi, 10601, II instr., 207, f. 264r — 266r). | |
1801 span> | Cristina Peratoner tirolese (Nomenclatura, f. 29v). | |
1809 span> | * | Appartiene al negoziante Melchior Peratoner (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1832, mar. 28 span> | È di G.B. e Giorgio Cella (A.S.U., C.N., 193/Orn. II C, 1291, con diss.). | |
1852 span> | * | Appartiene ai fratelli Cella (Competenze, I, f. 21v). |
1853, dic. 23 span> | * | G.B. e Giorgio Cella chiedono di «aprire una porta nella facciata di tramontana della casa nella contrada di S. Pietro Martire n. 767 ». Desiderano inoltre di chiudere con una sbarra un angolo che per «inveterato costume» viene lordato. Essi si preoccupano «principalmente per lo scandalo che ne viene apportato ai loro fanciulli dalla finestra che ha luce superiormente al detto angolo». Ma l’ingegnere municipale G.B. Lavagnolo esprime parere favorevole solo sul primo punto (A.S.U., C.A. II, 66, 9405 con dis.). |
1936 span> | È unita al n. 768. | |
768 | ||
span> | * | Dalle confinazioni effettuate nel 1774 dal convento di S. Pietro Martire, risultano le seguenti notizie: |
1597 span> | «Conventus S. Petri Martiris de Utino habet in angulo Fori veteri quandam domum muratam, soleratam tectisque chopertam, quam donavit conventui d. Iacoba, relicta q. Caroli de Cavalcantibus iuxta m. Iacoboa de Freschis, iuxta domum m. Thome de Freschis et iuxta vias publicas a duobus partibus, quam domum ipsa domina affictavit Ioanni Tamburino . Instrumentum donationis stipulavit m. Antonius q. Pauli Deccani de Utino anno 1482, 29 febrarii ad presens tenent heredes q. Ioannis de Floreanis et debent solvere L 41 s 2 » (A.S.U., C.R.S., 783/17). | |
span> | a ms Iacobo. | |
1780, mar. 15 span> | * | «Relativamente alla privata scrittura di convenzione 15 dec. p.p. seguita tra Teresa nata Zanussi rel. del fu Lunardo Antonini da una e Leonardo e rev. Carlo figli del sig. Antonio Antonini, è stato fin li 8 febr. mediante Giuseppe Broili riconosciuto in distinto inventario lo stato del negozio specierie del Lunardo Teresa Zanussi Antonini renunzia al sig. Lunardo ogni uttile del negozio specieria sopradetto, compresi gli uttensili e l’usufrutto delle case in Mercavecchio ove è situato il negozio predetto, escluso il primo apartamento il quale restar doveva di libra disposizione di detta Teresa » (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, I instr., 79, f. 127r — 127v). |
1801 span> | Giuseppe Antonini, speziale (Nomenclatura, f. 29v). | |
1809 span> | È di Giacomo Somma, negoziante (Registro delli aloggi, f. 21v). | |
1813, nov. 15 span> | * | « Fatto in una botega a pian terreno della casa del sig. Antonio e fratello Tonutti n. 768, avente la porta ed una finestra nel lato di 1ev. verso Mercà vechio » (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 631, 10). |
1815, mar. 6 span> | Giuseppe e Giovanni Antonio q. Leonardo Antonini di Tolmezzo vendono a Giuseppe Braida fu G.B. la casa n. 768, «che confina a lev. strada di Mercavecchio, mezz. Melchior Peratoner, pon. piazzetta delli sigg. Pisenti, e tram. contrada del Giglio» per it. L 15862,04 (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10329, 1474). | |
1828, magg. 12 span> | È di Gabriele q. Paolo Pecile (A.S.U., C.A. I, 148/X, 1881 Orn. II C, con dis.). | |
span> | * | Il proprietario chiede ed ottiene di riformare la casa secondo il progetto presentato (ibid.). Il 10 luglio l’ing. municipale G.B. Cotterli ispeziona i lavori in corso e trasmette relazione sullo stato di pericolo del muro di tramontana (ibid.). |
1829, apr. 23 span> | La congregazione municipale presenta il progetto di demolire parte della casa Antonini detti Toniutti, al n. 768, per allargare la via (Arch. del Comune di Udine, Consiglio dal 1826 al 1830, Prot. verb. cons. comun. della r. città d’Udine, n. 2072). | |
1831, apr. 28 span> | * | I fratelli Giorgio e G.B. Cella, dopo il contratto d’acquisto della casa, da demolirsi in parte per l’allargamento della strada, chiedono ed ottengono di apportare modifiche al progetto iniziale (A.S.U., C.A. I, 182/V, 1670 Orn. II C). |
1837, febbr. 20 span> | °° | Ampliamento della parte recintata (A.S.U., C.A. I, 269/III, 904 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | Appartiene ai fratelli Cella (Competenze, I, f. 21v). |
769 | ||
span> | Questa casa fu dei Freschi. Sugli stipiti delle finestre del primo piano si vede il loro stemma. | |
span> | Le case dei Freschi di Cucanea dovettero comprendere i n. da 762 a 774. Oggi è impossibile stabilire a quale di questi numeri si riferiscano molti documenti seguenti. | |
1353 span> | «Il nob. Gerardo di Cucagna compera da Gabriele di Indrigino di Cremona alcune case in Mercà vecchio» (JOPPI, Notariorum, XVI, f. 10r). | |
1403, giu. 30 span> | «Nob. vir ser Friscus q. nob. et potentis viri ser Schinelle de Chuchanea emit a mag. Bricio fabro q. mag. Iohannis de Nimis quasdam domos muratas tegulisque copertas sitas Utini in pertinentiis ecclesie S. Petris Martiris ut continet quadam nota scripta manu Iohannis notarii de Liulla » (B.C.U., ms. Joppi 184, Liber familiaris Freschi de Cucanea, f. 12r). | |
1404, lugl. 21 span> | «Emptio nob. viri d. Frischi de Cuchanea facta a Nicolao Raynoldi de Utino de quadam domo sita in Foro veteri iuxta Dominicum aurifabrum Brunacii, iuxta d. Gnisinam uxorem Nicolai pothecarii et viam publicam . Carta manu Francisci notarii ser Matheii de Walvesono . Permutatio predicti ser Frischi facta cum Saraphina relicta olim Pauli ser Vicelmi de Utino de domo solite habitationis ipsius d. Saraphine. Carta manu predicti Francisci » (B.C.U., ms. Joppi 184, Liber familiaris Freschi de Cucanea, f. 12v). | |
1405, mar. 14 span> | «Emptio nob. viri d. Freschi de Chucanea facta a Philipo q. ser Nicolai not. Manini unius livelli duarum marcharum solidorum quod eidem solvere tenebatur super domibus per ipsum ser Frescum emptis ab Alvisio ser Pauli et d. Saraphina eius matre et presbitero Thibaldo, sitis Utini in Foro veteri iuxta ipsum ser Freschum, iuxta d. Gnisinam que de presenti possidet domum que fuit heredum q. Philipini et viam publicam et hoc precio quadraginta sex marcharum soldorum. Carta manu Nicolaii not. filii Francisci Philitini» (B.C.U., ms. Joppi 184, Liber familiaris Freschi de Cucanea, f. 13r). | |
1406, nov. 4 span> | «Emptio predicti d. Frischi de quadam domo sita Utini in contrata Sancti Petri recta olim per Dominicum dictum Scrazatum pelliparium facta ab ordine et conventu S. Petri Martiris de Utino. Carta manu predicti Francisci1» (B.C.U., ms. Joppi 184, Liber familiaris Freschi de Cucanea, f. 13v). | |
1407, genn. 8 span> | «Emptio d. Frischi de quadam domo sita Utini in contrata S. Petri Martiris , empta ab Henrico de Treppo . Carta manu Francisci notarii ser Matheii de Valvesono» (B.C.U., ms. Joppi 184, Liber familiaris Freschi de Cucanea, f. 14r). | |
1408, giu. 21 span> | ° | Actum Utini, in contrata S. Petri Martiris, in canipa domus nove ser Frischi de Cucanea (Giovanni Missulini). |
1508, sett. 4 span> | «Domini deputati, audita instancia nob. ser Petri de Freschi, supplicantis sibi dari et concedi certam partem soli comunis in contrata S. Petri Martyris in via publica, ubi intendit ęquare faciem domus suę habitationis et illam reducere ad certam rectitudinem et claudere certas callisellas pro ornatu et pulchritudine ipsarum domorum et huius civitatis , concesserunt eidem facultatem fabricandi faciem dicte eius domus recta linea super solo publico, incipiendo ab angulo domus ven. d. Hieronymi de Tullutiis canonici Civitatensis, veniendo ad angulum domus dicti ser Petri, ubi est certa calissella inter domos ipsius ser Petri» (Acta, V, f. 66v). | |
1801 span> | Nob. Alessandro Diana (Nomenclatura, f. 29v). | |
1809 span> | * | È di Alessandro Diana (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1813, genn. 9 span> | * | Tita Stefano chiede ed ottiene di aprire una vetrina in luogo di una finestra (A.S.U., C.N., 180/XIX). |
1826, febbr. 2 span> | * | Vi abita Domenico Lodolo, proprietario di una locanda nella calle del Masetti (A.S.U., C.A. I, 100/1826, 410 Orn. II C). |
1826, ag. 10 span> | Il barone G.B. Stefanio vende a G.B. e Giorgio di Giovanni Maria Cella per fiorini 2630 «la casa al c. n. 769 con suo fondi , compresa la corticella, consistente essa casa in varie stanze peppiano, altre varie in primo appartamento ed altre in secondo con granaio e tutto ciò ch’esiste di stabile appartenenza tra i confini a pon. e sett. contrada , a lev. Amadio Zandigiacomo in luogo di Menegazzi e mezz. Freschi Attimis Caterina ». La casa era stata di Alessandro Diana (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10552, 2712) | |
1833, sett. 17 span> | * | I fratelli G.B. e Giorgio Cella, proprietari della casa n. 769 sulla contrada del Giglio, chiedono ed ottengono il permesso di trasformare una finestra in una porta (A.S.U., C.A. I, 206/I, 4331 Orn. II C, con dis). |
1844, mar. 8 span> | °° | Vedasi n. 770. |
1852 span> | * | Insieme con le case vicine, dal n. 767 al n. 770, anche questa appartiene ai fratelli Cella (Competenze, I, f. 21v). |
1876 span> | Locanda al Milanopulo (COSMI-AVOGADRO, 100). | |
span> | * | Gestione di Giovanni Milanopulo (ibid.). |
1949 span> | Trattoria “Al vecchio montenegrino”. | |
span> | °° | L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939. |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Di ser Matteo da Valvasone. |
770 | ||
1691 span> | ° | [Casa Corona] in contrada di San Pietro Martire; conf. lev. Antonio Moretti, mezz. eredi di Francesco Bruni, pon. contrada di S. Pietro Martire, ai monti sig. Antonio Franceschinis di Gemona. Facciata lunga ps 4 pd 2 1/2 (m 7,65) (Not. Francesco Carminati, Allibramento Corona). |
1744 span> | «Freschi. Stanno non lungi dalla chiesa» di S. Pietro Martire (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 192). | |
1801 span> | Eredi q. co. Gerardo Freschi (Nomenclatura, f. 29v). | |
span> | * | Affittata a Pietro Orlando (ibid.). |
1809 span> | È di Maria Orlando (Registro delli aloggi, f. 21v). | |
span> | * | Vi abita il pistore Domenico Passero (ibid.). |
1814, genn. 11 span> | * | Nell’Elenco dei pistori, quali tengono depositi di farine presso di loro, al n. 770 viene segnalato Domenico Passero (A.S.U., C.N., 182, 72 Pol.). |
1843, genn. 9 span> | Carlo e Gerardo q. Antonio Freschi vendono a G.B. e Giorgio Cella casa n. 770, «che confina a lev. e tram. cogli stessi acquirenti, a mezz. col sig. Antonio Mazzarola, ed a pon. colla contrada . Questa vendita si fa per il prezzo di austr. L 6000» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10505, 15505). | |
1844, mar. 8 span> | È di G.B. Cella. Domanda di innalzarla come il 769 (A.S.U., C.A. I, 375/1844/III, 1590 Orn. II C, con dis., del pubbl. per. Benedetto Kiussi). | |
1852 span> | * | Appartiene ai fratelli Cella (Competenze, I, f. 21v). |
span> | °° | L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939. |
771 | ||
1801 span> | Francesca Michieli (Nomenclatura, f. 29v). | |
1809 span> | * | Appartiene a Carlo Michieli. Affittuale è il falegname Leonardo Pitini (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1812, ott. 3 span> | Pietro del fu Nicolò Michieli di Venezia vende a G.B. del fu Giuseppe Carli porzione di magazzino al pianterreno e al primo piano della casa n. 771 (A.S.U., N., Domenico Micheloni, 10323, Rep. III, 843, f. 16v). | |
1852 span> | * | Fa parte del n. 762 e appartiene ad Antonio Mazzaroli (Competenze, I, f. 21v). |
1876 span> | * | Vi ha negozio di cereali Giulio Montagnacco. Nell’edificio hanno recapito le levatrici Anna Candotti ed Elisa Pillinini-Broili (COSMI-AVOGADRO, 90, 98). |
1883 span> | * | Vi abita Caterina Candotti, indicata come affittaletti (AVOGADRO, 137). |
772 | ||
span> | Questo numero ha una facciata su Mercatovecchio e una su via Paolo Sarpi, fra i n. 760-762. | |
1696, ag. 18 span> | * | «Fatto in Udene in casa Bruna, in un mezado verso la contrada di S. Pietro Martire» (A.S.U., N., Girolamo Dell’Oste, 7906, VI instr., f. 348r — 352v). |
1733, sett. 26 span> | Bartolomeo q. Francesco Bruni notifica d’aver acquistata una «porzione di casa in contrada S. Pietro Martire su l’angolo dell’androna dei Pulesi, confina da due parti col detto Bruni, a mezz. con la detta androna et a pon. con la contrada di S. Pietro Martire, chiamata anco delle Ceneri, assegnata a detti Antonini per d 344 L 3 s 3 in pagamento di un loro credito di medicinali nella subordinazione sive allibramento della facoltà del q. nob. Gabriele del nob. Cristofolo Conti, pubblicata nel mese di giugno 1731 negli atti dello sp. Carminati notaro; item la porzione assegnata come sopra al capitolo d’Aquileia per d 30 L 4 s 1 in pagamento di censi decorsi dovuti al rev. Giuseppe Vittorio, suo canonico e da questo cessa a detti Antonini per d 22, come appar da sua riceputa del 24 apr. 1732 » (A.S.U., N., Alessandro Brunalleschi, 8195, IX istr., f. 6r — 7v). | |
1774 span> | Il sig. Giuseppe Bruni loco Conti «per cessione fatta dal sig. Giovanni Maria de Usubellis con instr. 9 apr. 1560» paga L 6 s 6 sopra una casa in Mercatovecchio che «confina dalla parte anteriore e posteriore con strade publiche ed alli fianchi con la casa di ser Appolonio de Cestariis e con la casa degli eredi q. Zenone di Savorgnan In presente la parte posteriore della casa è abitata dal sig. Bruni e la anteriore verso Mercatovecchio da Antonio Taffoni successo per acquisto al Bruni»1 (A.C.U., A.A.O., Catastico ... 1775, f. 5r). | |
1779, ag. 2 span> | * | Stato e grado della casa, compilato da pubblici periti anonimi per «dare esecutione alla scrittura 31 luglio passato di compra e vendita seguita tra il sig. Antonio Taffon compratore da una e il sig. Giuseppe Bruni dall’altra, per fabbriche sopra Mercato Vecchio, ed altre fabbriche e fondi verso la contrada di S. Pietro Martire». Nell’inventario è citato un tinello sopra la bottega Taffoni, «annesso a ponente» con «soffitto con cornice in circondario, alzamento a mezza vetta e suo quadro soazato nel mezzo con pittura, e fiorami; si valuta, compresi li comparti e stucchi di esso tinello, L 200». Il portone d’ingresso, a ponente, è «a bugne , con paracarri lavorati e feraglia sopra, pian di pietra a tocchi e scuro doppio . Cornice sopra il porton di cotto, stabilita dall’una e dall’altra parte». L’edificio è dotato di stalla: «confina a lev. parte fabbrica del sig. Taffon e parte calisella intermedia tra la fabrica Taffon e questa stalla, mezz. androna detta del Pulise, pon. d. Paula Cecutta con casa fu di questa ragione e a tram. la loggia dell’antedetta fabrica». Dalla piantina allegata si deduce che il fabbricato d’angolo tra via Pulesi e la contrada di S. Pietro Martire alloga l’osteria di d. Paola Cecutta. Vedasi n. 760. |
1801 span> | Maria Taffoni ved. del fu Antonio (Nomenclatura, f. 29r e Registro anagrafico, f. 20r). | |
1801, lugl. 18 span> | Francesco q. Antonio Taffoni vende la casa a Giorgio e al rev. Osvaldo q. Serafino Cappellani. «Siccome però non è abbracciato dalla vendita l’edifficio da seta esistente in varie stanze della casa, convengono le parti di far seguire la stima dell’edifficio stesso col mezzo del sig. Francesco Scrosoppi professore in arte, a norma della qual stima esso Taffoni cede ai fratelli Capellari l’edifficio stesso » (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLIII instr., 3178, f. 4232v — 4233v). | |
1807, nov. 28 span> | «Giorgio q. Seraffino Cappellani, oriundo di Forni di Sopra, vende al sig. Francesco q. Giacomo De Vit la casa n. 772; confina a lev. strada pubblica detta Mercatovecchio, a mezz. eredi Mattia Cossetti mediante porzione di casa ad esso Mattia venduta dalli Cappellani, a pon. strada di S. Pietro M. ed a tram. G.B. Carli . Questa vendita ha fatto pel prezzo di d 14500 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10583, 6). | |
1809 span> | * | È di Michele e fratelli De Vit. Affittuale è lo “scrittore” Antonio Rossi (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1810 span> | * | Giuseppe Moier chiede ed ottiene di esporre sul “rebatto” di Mattia Cossetti i pochi berrettoni “di propria manifattura” (A.S.U., C.N., 182, 5063 Pol. 20). |
1820, giu. 25 span> | I figli di Giacomo De Vit retrovendono la casa a Giorgio Cappellani (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10455, 2264). | |
1822, mar. 7-11 span> | È di Giorgio Cappellani che vi aveva bottega di orefice (A.S.U., C.A. II, 68; 924 e 1014 Orn. II C, con dis.). | |
span> | * | Il proprietario ha chiesto di spostare la porta del negozio. Il progetto viene modificato dalla commissione d’ornato (ibid.). |
1827, sett. 17 span> | * | M. De Vit chiede di spostare la porta che si apre al centro della «calle senza sortita» (A.S.U., C.A. I, 81/X, 7754 Orn. II C). |
1834 span> | ° | Giorgio q. Serafino Cappellaris, loco Antonio Scala loco Taffoni e Pierina Scala e consorti, loco Giuseppe Bruni, loco Carati, loco Antonio q. Pietro Tollucis paga ven. L 6 sopra una casa che confinava nel 1512 con Apollonio Cestaris ed eredi Zenone Savorgnan (A.O.U., Ospitale C1. Quaderno Livelli, decime, conti. Principia 1834). |
1852 span> | * | Insieme col n. 772 A appartiene a G.B. Nadalini (Competenze, I, f. 21v). |
1876 span> | * | Nella parte marcata 772 B vi ha lo studio il geom. G.B. De Nardo (COSMI-AVOGADRO, 96). |
1883 span> | Farmacia Angelo Fabris (AVOGADRO, 144). | |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Il legato era destinato alla fraterna di S. Nicolò di via Rauscedo. |
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BIBLIOGRAFIA span> | VALENTINIS, Udine antica, 9. | |
773 | ||
1801 span> | Santo Lena (Nomenclatura, f. 29v). | |
span> | * | Affittata all’oste Giuseppe Vicentino (ibid.). |
1802, ott. 12 span> | * | «G.B. q. Santo Lena ha dato al sig. G.B. del sig. Ascanio Stampetta nativo di Faelis, ora abitante in Predemano , una casa situata nella contrada detta de’ Pullesi, ora serviente ad uso di osteria, era tenuta ad affitto dal q. Giuseppe Visintini; confina a lev. e tram. sigg. Capelaris loco Taffon, a mezz. contrada de Pullesi, ed a pon. la piazzetta di S. Pietro Martire . Questa allienazione ha fatto pel prezzo di d 2114 L 1 s 15 » (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4806, V instrom., 272, f. 404v — 405r). |
1812 span> | Osteria al “Lionfante nella grota” (Esercenti). | |
span> | * | Gestione di Giuseppe Zamparo (ibid.). |
1816, magg. 22 span> | G.B. fu Santo Di Lenna vende ad Antonio fu Mattia Cossetti una casa nell’androna dei Pulesi n. 773, serve ad uso di osteria, per L 5000. «G.B. Di Lenna ed il sig. Antonio Cossetti esposero che sin dal 29 nov. 1809 rimase fra essi con-chiuso un contratto di compra e vendita della casa che alla detta epoca trovavasi occupata dall’affittuale G.B. Todeschi, il quale doveva sloggiarla a tutto il 17 sett. 1814 » (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10574, 1010). | |
1817, sett. 19 span> | * | Il cursore municipale riferisce di aver recapitato in questa casa a Bortolo Salzi una diffida a munirsi di licenza di polizia. Non ne è specificato il motivo (A.S.U., C.A. I, 10). |
1842, mar. 3 span> | È di Vincenzo Rainis. Casa di un piano a quattro finestre, tre ad arco acuto (A.S.U., C.A. I, 342/1842/IV, 1206 Orn. II C, con dis.). | |
span> | °° | Disegno firmato. |
1851 span> | Era di Segati (“Il Friuli”, 3, CLXXVIII, 11 ag. 1851, 4). | |
1852 span> | * | Appartiene a Maddalena Rainis (Competenze, I, f. 21v). |
1855, sett. 4 span> | * | Elisabetta Ceconi «divenuta proprietaria della casa sita in angolo tra la contrada di S. Pietro M. e la calle detta dei Pulesi, contrassegnata col c. n. 773, e divisato avendo di rialzarla di un piano, si fa dovere di rassegnare il disegno relativo ». Il progetto viene approvato (A.S.U., C.A. II, 66/1855, 7168 Orn. II C, con dis.). |
span> | °° | Il disegno è firmato da « Menis Giovani ». |
1876 span> | Caffè “Alla Società Operaia” (COSMI-AVOGADRO, 87). | |
1883 span> | Caffè “Al progresso” (AVOGADRO, 139). | |
1949-1950 span> | Distrutta da un incendio, fu rifatta. | |
774 | ||
1801 span> | Maria Taffoni rel. q. Antonio (Nomenclatura, f. 29v e Registro anagrafico, f. 20r). | |
1809 span> | * | Appartiene a Maria Taffoni (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1827, magg. 21 span> | Margherita di Francesco Taffoni ved. Brazzà, moglie del n.h. Zaccaria Morosini vende a Leonardo q. G.B. Tavosanis la casa n. 774 «con cortivetto e pozzo promisqui col sig. Francesco Segatti il tutto confina a lev. Francesco Segatti e eredi Stella, mezz. Pietro q. Simon Bearzi, pon. con contrada di S. Pietro Martire tram. Francesco Segati ». Questa casa era pervenuta nella venditrice quale erede della nonna Anna Maria Taffoni, moglie di Michele Gervasoni (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10606, 3557). | |
1852 span> | * | Appartiene alla fabbriceria di S. Giacomo (Competenze, I, f. 21v). |
775 | ||
1801 span> | Angela Dossi (Nomenclatura, f. 29v). | |
1806, apr. 21 span> | * | Stima del fabbricato ad opera del pubbl. per. Giovanni Picco: « Una casa di muri, copperta di coppi, situata in questa città, in capo la calle chiamata Pellizzarie, segnata 775. Confina a lev. con la restante casa Bearzi, mezz. G.B. e Antonio fratelli Scalla, pon. la calle suddetta ed a tram. restante casa Bearzi » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, V instr., 524, f. 481r — 482v). |
1806, apr. 22 span> | * | Costituzione di patrimonio ecclesiastico per il chierico G.B. Bearzi, figlio di Pietro. Al n. 1 dell’inventario è indicata la casa stimata dal Picco il giorno precedente (ibid.). |
1809 span> | È di Pietro e fratelli Bearzi (Registro delli aloggi, f. 21v). | |
span> | * | Affittuali sono l’orefice Giacomo Simeoni e il linaiolo Antonio Manazzoni (ibid.). |
1821, febbr. 25 span> | È di Pietro Bearzi (A.S.U., C.A. I, 53/III, 900 Orn. II C, con dis.). | |
span> | * | Il proprietario in tale data presenta il progetto di riforma. La deputazione comunale d’ornato concede il permesso «coll’obbligo sempre di levare la linda di legno» (ibid.). |
1852 span> | * | Insieme col n. 775 A appartiene ai fratelli Bearzi (Competenze, I, f. 21v). |
1862 span> | ° | È di Pietro e Tomaso Bearzi (A.M., Ornato 1857-1864). |
776 | ||
1801 span> | Fratelli Scala (Nomenclatura, f. 29v). | |
1809 span> | * | Appartiene a G.B. ed Antonio Scala (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1852 span> | * | Insieme col n. 776 A, appartiene a G.B. Scala (Competenze, I, f. 21v). |
1883 span> | Osteria “Al Fornaretto” (AVOGADRO, 151). | |
span> | ||
BIBLIOGRAFIA span> | ERMACORA, Vino, 88-89. | |
777 | ||
1585, apr. 10 span> | « Ser Archangelus Perabò aromatharius Utini in Foro novo vendidit livellum super domo eius habitationis in Foro novo super angulo ex opposito domus sacri montis pietatis quae confinat a duabus partibus iuxta vias publicas, ab uno latere versus platheam cum domo d. Belloni Belloni tenta per ser Bortholomeum bavellarium; et ab alio latere in androna dicta Scunariis cum alia domo dicti d. Belloni, tenta per ser Laurentium Coroninum » (B.C.U., ms. 1232, Perg. XV, Giovanni Francesco Lucio). | |
1644, genn. 22 span> | ° | Stima delle case del sig. Lucio Luminato mercante cesse alli sigg. Sala e Nicolò Venerio suoi piezzi che essi intendono vendere al sig. Giacomo Salla mercante. Casa confina a levante parte sig. Fornace, parte sig. Torosso, a mezzodν il sig. Fornace, a sol a monte la piazza di Mercatonuovo a tramontana parte il Donadone e parte Scunarie. La facciata verso Marcatonuovo è larga m 4,08; ha quattro piani di due finestre; altra casa verso il monte di pietà la cui facciata è larga m 6,811 (Arch. Caiselli). |
1801 span> | Custode del monte di pietà (Nomenclatura, f. 29v). | |
1809 span> | * | È del monte di pietà. Vi abita il custode Pietro Micoli (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1825, sett. 6 span> | * | Giulio Zoratti desidera «riformare il prospetto della bottega di sua ragione, situata in angolo di tram., e pon. sopra la pia77a di Mercà nuovo vicina al monte di pietà ». La deputazione d’ornato in data 9 sett. esprime parere favorevole (A.S.U., C.A. I, 100, 3473 Orn. II C, con diss.). |
1852 span> | * | Appartiene al monte di pietà (Competenze, I, f. 21v). |
span> | * | La facciata dell’edificio è vincolata dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958. |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Nel ms. della Porta a questa notizia si aggiunge tra parentesi il richiamo: 748-749. |
778 | ||
1801 span> | Giuseppe Scarpa (Nomenclatura, f. 29v). | |
1809 span> | * | Appartiene ai negozianti Pietro e fratelli Scarpa (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1816, lugl. 19 span> | * | Filippo Xotti al podestà: «Varie pietre delle fenestre della facciata della mia casa situata in Mercà nuovo al n. 778 sono rotte e rese fuori di linea orizontale, e desiderando cambiarle per non lasciar vedere un oggetto che non piace all’occhio, cosν a senso dei veglianti regolamenti, partecipa questa congregazione municipale l’oppera di eseguire ». Segue il parere della deputazione d’ornato, che indica la necessità della sostituzione della gronda con un cornicione e dell’intonacatura dell’intera casa (A.S.U., C.N., 180, 1785 Orn.). In data 29 luglio, dietro richiesta, lo Xotti presenta disegno (A.S.U., C.N., 180, 831 Orn.). |
1816, sett. 3 span> | * | Filippo Xotti sostiene di non poter aderire all’invito della deputazione d’ornato circa il cornicione: «l’angusto spazio della mia casa altererebbe la conformità dell’altra; questa poi mi porrebbe in conflitto col comproprietario confinante dell’altra contigua casa n. 779; la linda di questi è tutta unita colla mia; dovrei spezzarla». La deputazione accetta la spiegazione (A.S.U., C.N., 180, 2600 Orn.). |
1816, ott. 23 span> | Filippo Xotti chiede licenza di costruire la terrazza sopra la casa n. 778 (A.S.U., C.N., 180/1816/V, 3283 Orn. XIX, con dis.). | |
1822, apr. 2 span> | È di Filippo Xotti (A.S.U., C.A. I, 68, 1384 Orn. II C). | |
span> | * | Il proprietario chiede di riformare le imposte delle botteghe, che coinvolgono i n. 778, 779, 781 (ibid.). |
1852 span> | * | Appartiene a Filippo Xotti (Competenze, I, f. 21v). |
1856, nov. 15 span> | * | La ditta Filippo Xotti, rappresentata dal curatore amministratore Giuseppe Savio, per l’interdizione di Filippo Xotti, chiede ed ottiene il permesso di riformare «l’antichissima bottega al c.n. 778 e quindi anche il suo prospetto» (A.S.U., C.A II, 66, 8064 Orn. II C, con dis. firmato da Brida Eusebio). |
span> | * | La facciata è vincolata dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958. |
779 | ||
1801 span> | Francesco Vici (Nomenclatura, f. 29v). | |
span> | * | Affittata allo speziale Pietro Mazzoni (ibid.). |
1809 span> | * | Appartiene all’orefice Francesco Vichi1 (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1822, mar. 29 span> | * | Si rinnova la facciata della bottega dell’orefice Giacomo Michieli (A.S.U., C.A. I, 68, 1305 Orn. II C, con dis.). |
1822, apr. 2 span> | È di Filippo Xotti. Vedasi n. 778. | |
1844, genn. 16 span> | * | « Rosa Feruglio Vicchi, Maria Vicchi e Gaspare Turco concedono a titolo di semplice affitto al sig. Filippo Xotti del fu Filippo la porzione della casa nonché la bottega e magazzino addietro che formano parte del fabbricato n. 779 . Viene convenuto l’annuo affitto in austr. L 2050 » (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clocchiatti, 4833, 5298). |
1850, mar. 12 span> | Maria q. Francesco Vichi, moglie di Gasparo Turchi, vende al sig. Filippo Xotti «(A) casa al c.n. 779, composta al pianterreno da bottega spaziosa, stanza aderente per magazzino e scrittorietto laterale al magazzino; al primo piano, a cui si ascende mediante scala di pietra, nel cortile attiguo alla casa, tinello, camarinetto oscuro e stanza di passalizio; al secondo piano due camere da letto ed intermedio sito delle scale; al terzo piano due camere da letto con stanza intermedia di passalizio e superiore granaio, che si estende per tutta l’area della casa; a cui fa coerenza a lev. Torelazzi eredi q. Luigi , mezz. parte la seguente casa , parte andito d’ingresso e parte Michieli Antonio q. Giacomo , pon. il Mercatonuovo , comprendendovi anco il portico soggetto alla servitù pubblica di passaggio, ed a tram. casa dell’acquirente Filippo Xotti , parte Torelazzi e parte Del Negro Girolamo e fratelli q. Michele e Bearzi Lucia e sorelle di Simone (B) Casa interna con cortile allo stesso c. n. 779, costituita al pianterreno da stanza per liscivera, al primo piano da due stanze per cucina ed inoltre andito chiuso e coperto sopra al cortile che dà comunicazione fra questa casa e la descritta B; secondo piano: andito, stanzino oscuro e camerino e camera da letto ed andito e superiormente soffitta . Andito promiscuo col sig. Sebbastiano Trevisini, per il quale dalla calle Merceria si ha accesso nella casa B e nel cortile aderente . Il prezzo cumulativo di vendita resta convenuto in austr. L 15000» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, IV istr., 1773). | |
1852 span> | * | Appartiene a Filippo Xotti (Competenze, I, f. 21v). |
1867 span> | ° | È di Filippo Xotti. Casa di due archi, tre piani di due finestre. Il proprietario domanda di poter fare davanzali in ferro al primo piano (A.M., 1865-1873 Ornato). |
span> | * | La facciata della casa è soggetta a vincolo dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958. |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Per l’orefice Vicchi: GANZER, Orafi, 360. |
780 | ||
1710, apr. 24 span> | Gottardo Canciani acquista dalla ven. fraterna del Ss.mo Rosario una casa in Mercatonuovo (A.S.U., N., Giovanni Lorio, 7901, IV instr., f. 11v — 13v). | |
1717, giu. 20 span> | « Volendo Biagio q. Giorgio Masotto di questa città effettuare il contratto verbale di cessione prima stabilito col sig. Gottardo q. Lonardo Canciani, pure di questa città , salva la condition feudale censuale , vende al predetto Gottardo una di lui casa situata sopra la piazza di Mercà Novo per lui acquistata dalli sigg. Deffendo e Camillo fratelli Ronchi con instrom. 30 genn. 1693 di mano del q. Girolamo dell’Hoste nod. coll. , fu di ragione del q. Bonaventura Fornace, condotta a semplice affitto dal sig. Bortolo Masini per ducati novantacinque , confinante a lev. dalla parte posteriore col sig. Antonio Orcha, a mezo dν con casa di detto sig. Gottardo, a pon. dalla parte anteriore con la piazza et alle monti con sig. Francesco Ruberti mediante casa fu di ragion Bellona per lo stesso prezzo di ducati due mille e cento » (A.S.U., N., Bernardino Zeraffino, 8217, XXI instr., f. 46v — 47r). | |
1738, apr. 28 span> | ° | Leonardo q. Gottardo Canciani vende a Zuane Scarpa la casa con negozio (Notificazioni, II, p. 89). |
1740, mar. 18 span> | Giovanni q. Mansueto Scarpa compera da Leonardo q. Gottardo Canciani una casa «in Mercà novo di ragion feudale» per d 3087 L 6s I e capital di negozio (A.S.U., N., Giacomo Cavassi, 8699, III instr., f. 162v — 164v). | |
1801 span> | «Canciani rev.mo p. maestro delle Grazie» (Nomenclatura, f. 29v). | |
span> | * | Affittata a Giacomo Michieli (ibid.). |
1809 span> | È di Giacomo Michieli negoziante (Registro delli aloggi, f. 21v). | |
1822, mar. 26 span> | * | Giacomo Michelli chiede ed ottiene il permesso per riformare la facciata della sua bottega d’orefice al n. 780 (A.S.U., C.A. I, 68, 1243 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | Appartiene ad Antonio Michieli (Competenze, I, f. 21v). |
span> | * | La facciata della casa è assoggettata a vincolo dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958. |
781 | ||
1514, dic. 14 span> | * | Vedasi n. 735. |
1531, apr. 12 span> | «Press. ven. d. presb. Bernardino mansionario collegiatę ecclesię maioris S. Marię de Utino f. q. mag. Girardi de Flandria bibliopolę et cantoris et ser Lodovico q. ser Laurencii de Simeonibus de Utino et ser Bartholomeo speciario q. mag. Francisci de Vigevene, Utini in burgo S. Christophori habitante, testibus adhibitis. Ibique eximius artium et medicinæ doctor et mag. Paulus Rigulinus sallariatus magn. comunitatis Utini, filius q. hon. ser Petri Rigulini de Utino locavit ser Hieronymo speciario q. mag. Lucę aurifabri de Utino ibidem presenti ad tempus decem annorum duas domos contiguas quarum una est sita in Foro novo Utini super angulo, altera vero est posita in androna contigua et coherente prędictę domui, vocata la contrada dei Orevesi, iuxta suos confines et hoc pro affictu ducatorum triginta septem cum dimidio in anno singulo . Die, loco et testibus quibus proxime suprascriptis. D. Paulus Rigulinus locavit ser Christophoro Bavarolo de Vincentia fructarolo unam domum sitam Utini in androna Fori novi vocata deli Orevesi iuxta aliam domum d. locatoris et iuxta domum heredum ser Ioannis Antonii aurificis de S. Daniele pro ducatis octo in ratione anni » (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, XIV istr., f. 30r). | |
1546, febbr. 26 span> | Era dei Rigolino. «Acquisto di una casa posta in Udine in Mercà nuovo sul canton, confina con la casa di Locatelli, overo Simonini, con la strada pubblica verso Mercà novo et conia strada publica che va in Mercà vecchio et con una casa, la qual al presente è di m. Paulo Rigolin et fu già di quelli di Monte prima havuta a livello da m. Iacomo Manin1 del 1462 adν 24 de settembre, estratto per man de ser Benvenuto del q. m. Zuane de Fabriano medico physico dalle note di ser Odorico medico di poi riconosciuta ad affitto simplice per m. Piero Rigolin da m. Corbello del q. m. Nicolò de Corbelli del 1510 adν 8 di aprile per man di ser Iacomo del q. ser Bernardino Merlo » (A.S.U., Arch. Florio, 108/5 Memorie ... Regolina, f. 11r). | |
1578, lugl. 1 span> | ° | Paolo Rigolino, avendo affittato da molti anni due case nella calle delli Orefici, incominciando dal canton ove si vendono li herbari, al q. messer Bortholomio Visentin e del 1578 a m. Orsetto figlio di Bortholomio, acconsente che m. Orsetto ceda l’affittanza a m. Antonio Rigla, linarol al “Iesus” (Arch. Florio, Locazioni e gradi 1472-1609). |
1578 span> | ° | Doi miei case poste in la calle di Oresi, altre volte dita et di Fabri et hora Marzaria (ibid.). |
1625, giu. 3 span> | ° | D. Paulus Octavius Florius, per septemnium relocavit d. Hiervasio d. Petri Maioli Bergomensis domum sitam Utini in Foro Novo in angulo mercati herbarum iuxta, a parte superiori domum domini Antonii Roncallis mercatoris, a parte inferiori aliam domum d. Florii modo tentam per ser Petrum a Furno sutorino (A.S.U., Arch. Florio, Locazioni e Gradi, II). |
1638, ag. 17 span> | I sigg. Alvise ed Alberto Zambelli q. Giacomo, mercanti di Venezia, vendono al sig. Antonio Rigla le loro case qui in Udine nella contrada di Mercanovo e Merceria (A.S.U., Arch. Florio, Processi Florio-Bartolini, Elenco allegazioni f. 1r). | |
1655, apr. 27 span> | ° | I sigg. Filippo e Sebastiano Florio affittano a Francesco Roncali una casa in Mercatonovo confina a sol levado una casa degli eredi Modotti, a mezzodν calle Marzaria, a sol a monte la piazza, alli monti la casa fu del sig. Antonio Roncali, mercante di Venezia (Arch. Florio, Locazioni e Gradi, II). |
1669, mar. 2 span> | * | «Filippo Florio e Filippo Bartolini , come rappresentanti l’eredità del q. Antonio Rigla loro socero, hanno venduto alli sigg. Pezzoli e Manenti le case e bottega poste sul cantone in Mercanuovo dentro li loro confini » (A.S.U., Arch. Florio, 125, Processo Florio-Bartolini, f. 112r). |
1669, apr. 7 span> | ° | Francesco Pezzuoli ed Antonio Manenti subaffittano a Valentino Sticotti una casa dei coo. Florio, confinante lev. casa del sig. Pietro Cavalieri, a mezzodν calle Marzaria, a pon. piazza, alli monti casa fu del sig. Roncali (ibid.). |
1678, magg. 23 span> | * | «Fatto in Udine in Mercà novo, nella speciaria del sig. Valentino Sticotti» (A.S.U., C.R.S., 546, Rot. 350, f. 85r). |
1798, sett. 20 span> | * | « Colla presente privata scrittura di semplice locazione si dichiara che li coo. Sebastiano K. e fratelli Florio affittan per anni tre quali principieranno li 10 ottobre p.v. al sig. Antonio Xotti2 casa e bottega posta in Mercà novo sul cantone di Merceria, vien tenuta ad affitto semplice dal sig. Pietro q. Antonio Pilosio in virtϊ di privata locazione 25 maggio 1771, rinnovata li 15 apr. 1781; qual casa e bottega detto Pilosio avrà evacuata li 10 ott. p.v. . Il sig. Xotti promette di pagare puntualmente d’annuo affitto semplice L 1240 da principiar l’anno p.v. 1799 li 10 ott. sino l’anno 1801» (A.S.U., Arch. Florio, 108/8, Carte ... Uccelli). |
1798, sett. 22 span> | Stato e grado della casa dei coo. Sebastiano e frat. Florio ad opera del pubbl. per. Vincenzo Moro: casa in Mercatonuovo sul canton della contrada della Merceria, detta de’ Uccelli, confina lev. sig. Domenico Gondolo, mezz. Merceria, pon. pia77a a tram. fratelli Tomada. Comprende granaro tre appartamenti e bottega, pergolo con bastoni 19 (ibid.). | |
1799, febbr. 23 span> | * | Polizza per lavori effettuati nella casa dal fabbro Pietro Manin da Collalto, che rilascia una seconda ricevuta il 19 luglio (ibid.). |
1799, ag. 22 span> | * | Polizza di Luca Andreoli, indirizzata ad Antonio Zotti, per lavori compiuti nella casa sul Canton degli Uccelli (ibid.). |
1799, sett. 10 span> | * | Polizza del vetraio Severino Bonitti per opere nella casa «di ragione del nob. chonte Filippo Florio» (ibid.). |
1800, genn. 13 span> | * | Polizza del falegname Antonio Scrosoppi per lavori effettuati nella casa (ibid.). |
1800, genn. 27 span> | * | Polizza del tagliapietra Vergilio Crovatti e Francesco Scrosoppo per lavori nella casa di Antonio Zotti (ibid.). |
1800, febbr. 24 span> | * | Polizza di Francesco Scrosoppi per lavori commissionati da Antonio Zotti per pavimenti e altri lavori, tra cui «scuro di fenestra doppio alla tedesca et inferatto» (ibid.). |
1800, mar. 8 span> | * | Polizza del fabbro Pietro Perissotti, indirizzata ad Antonio Soti, per finestre (ibid.). |
1800, mar. 23 span> | * | Polizza del pittore Giuseppe Morelli3 per opere eseguite su ordine di Antonio Zotti: «Per aver stucato a olio n. 5 scuri di finestra grandi e dati due mani di color a olio fati a verde scuro, piϊ la portiera del pergolo dentro e fuori» (ibid.). |
1800, lugl. 31 span> | * | Stato e grado della casa, compilato dal pubblico perito Vincenzo Moro per i fratelli Francesco e Filippo Florio nipoti ed eredi di Sebastiano Florio: «Casa di muro, coperta di coppi, composta di una bottega, sottoportico, e cantina a pie’ piano, camere e granaro sovra posto sul canton detto delli Ucelli; confina a lev. Domenico Gondolo mezz. contrada detta Merceria, pon. Mercatonuovo et a tram. sigg. fratelli Tomada». Vi è ricordato tra l’altro un «pergolo al di fuori con lastra di pietra bianca soazata, balaustro di bastoni di ferro n. 19 con lama di ferro, altri ferretti, a scherzo, riquadro di porta di pietra a volto con due dadi, lama a traverso, vetriata di vetri tondi alla mezza luna » (ibid.). |
1801 span> | Valentino Tomada (Nomenclatura, f. 29v). | |
1808, apr. 23 span> | Tomaso q. Giuseppe Tomada vende a Paolo suo fratello una porzione di bottega sotto la casa in Mercatonuovo n. 781 per L 2909,72 (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10355, Rep. I, 71, f. 7v). | |
1808, apr. 24 span> | Paolo Tomada vende la stessa a Giacomo q. Mattia Armellini per it. L 6344,82, confinante 1ev. parte casa eredi Feruglio, parte casa eredi di Bernardino Corrado, mezz. parte casa del sig. Florio, a pon. piazza Mercatonuovo, tram. a casa del sig. Giacomo Del Zan (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10355, 72). | |
1808, magg. 7 span> | Giacomo Armellini vende la stessa bottega a Filippo q. Giuseppe Xotti per L 6447,16 (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10355, 78). | |
1808, ag. 26 span> | * | Nella stima, redatta dal pubblico perito per Valentino q. Biagio Tomada, l’edificio è definito «casa dominicale che serve di abitazione al sig. Valentino |
1809 span> | * | Proprietà di Giuseppe Tomada (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1814, dic. 8 span> | * | Francesca q. Giuseppe Torna-da vende allo zio Valentino del fu Biagio Tomada «il mezzado ossia magazino ed uno stanzino ossia sottoscala in pian terreno incorporato nella casa in Mercà novo al c. n. 781, ora per massima parte spettante alla specialità del detto Valentino Tomada Confina a 1ev. parte eredi Feruglio e parte Corado, mezz. coo. Florio e Gondolo, pon. il detto Mercà nuovo e tram. il sig. Del Bon» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10365, 1627). |
1822 span> | È di Filippo Xotti (A.S.U., C.A. I, 68, 1384 Orn. II C). | |
1823, giu. 24 span> | Biagio fu Giuseppe Torna-da e Teresa Fabris coniugi vendono a Filippo Xotti per L 3565 la bottega al piano terreno della casa in Mercatonuovo n. 781 (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10548, 1928). | |
1825, mar. 17 span> | È di Maria Cosattini Zilotti. Domanda di fare il cornicione ed un casotto sul tetto. Ha una bifora in ciascuno dei tre piani, al secondo poggiolo in ferro. Il prospetto comprende tre archi ed uno più stretto (ex androna?) (A.S.U., C.A. I, 100/1825/II, 1034 Orn. II C, con dis.). | |
1825, apr. 27 span> | * | Filippo Xotti chiede ed ottiene il permesso di riformare la facciata del pian terreno (A.S.U., C.A. I, 100/II Case e fabbricati, 1412 Orn. II C). |
1832, mar. 26 span> | * | Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa l’avviso n. 1050 al salsamentario Innocente Fabretti (A.S.U., C.A. I, 193). |
1852 span> | * | Appartiene a Giovanni Zilotti (Competenze, I, f. 21v). |
1852, giu. 7 span> | * | Giovanni Zilotti informa di aver ricevuto, in data 24 aprile, un avviso dell’ingegnere municipale, il quale avvertiva che una delle colonne del portico verso la piazza si è spezzata nella parte superiore aderente al capitello. La denuncia è basata su una segnalazione dell’amministrazione della Casa di ricovero di Udine, in data 19 marzo 1852, in quanto la commissaria Xotti è proprietaria dello stabile, affittato al momento a Vincenzo Moretto. AI piano superiore abita Giovanni Zilotti, il quale si rifiuta di provvedere alla riparazione che a suo parere spetta alla Casa di ricovero. Il 21 giugno è emessa ingiunzione allo Zilotti per provvedere ai restauri necessari (A.S.U., C.A. II, 66, 4019 Orn. II C). |
1924 span> | È del sig. Romano d’Agostini, viene riformato. | |
span> | * | La facciata è assoggettata a vincolo dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958. |
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NOTE span> | 1 | Il 31 ott. 1435 il consiglio comunale di Udine concede a Giacomo Manin di sostituire al legno la pietra nelle colonne della sua casa in Mercato nuovo (Annales, XXVI, f. 158r). |
span> | 2 | Antonio Xotti o Zotti è uno dei due salumieri censiti dal parroco Antonio Moro per la parrocchia di S. Giacomo nella Notta distinta delle famiglie (A.S.U., C.A., 305/1). |
span> | 3 | Per Giuseppe Morelli, pittore quadraturista: BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 76, 114, 201, 235, 376, 381; BERGAMINI-TAVANO, Storia, 463, 464, 466, 473; BRAGATO, Guida, 57, 71; C. SOMEDA de MARCO, Il duomo, 176, 354, 355, 378. Vedasi anche n. 381. |
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STUDI INEDITI span> | FACCIOLI-JOPPI, Chiese, I, coperta. | |
782 | ||
1620, ag. 20 span> | ° | I sigg. Nicolò ed Alvise q. Giacomo Zambelli mercanti di Venezia vendono, con patto di recupera, ad Antonio Rigla una casa posta in capo la calle detta di Merceria sopra il cantone, confina a lev. con altre case degli stessi Zambelli tenute per d. Bartolomeo Egregis “al Iesus”, a mezzog. li nob. sigg. Bontadi, a sera la strada pubblica, alli monti l’androna. Gli Zambelli l’avevano acquistata dagli eredi Marchesi. Prezzo d 2000 (Not. Francesco Brunalleschi). |
1669, genn. 12 span> | ° | I nob. Filippo Florio e Filippo Bartolini generi del q. Antonio Rigla vendono alli sigg. Francesco Pezzoli ed Antonio Manenti la casa con bottega dell’eredità Rigla sul cantone di Mercatonuovo, confina a levante con le case del “Iesus”, a mezz. fratelli Rizzi, pon. strada a piazza delle Erbe, ai monti strada detta Marzaria. Il Rigla aveva comperate queste case dai fratelli Zambelli nel 1638, apr. 17 (Atti Orgnani Bernardino). Gli Zambelli le avevano avute dal sig. Giovanni Martino Marchesi nel 1608, atti Paulitti Mattia (Not. Valentino Orgnani). |
1801 span> | Francesco Rossi1 (Nomenclatura, f. 29v). | |
span> | * | Affittata ad Antonio Zotti (ibid.). |
1809 span> | * | È di Francesco Rossi. Vi abita il negoziante Antonio Zotti (Registro delli aloggi, f. 22v). |
1811, mar. 23 span> | * | «Giuseppe — fu — Nicolò Amigoni — vende — al sig. Francesco del deffonto — Antonio Rossi — il dominio diretto — sopra la casa posta — nella piaza detta Mercà Novo n. ***; confina a 1ev. casa di ragione Lorettana de’ — fratelli q. Ettore Bartolini — , mezz. partecipanti del sig. Fabio Tavelio fu Amigoni e parte eredi Pontotti, pon. strada pubblica, tende alla contrada detta di Rialto, ed a tram. la contrada detta Merceria —. Questa — vendita ha fatta — pel prezzo — di it. L 3500» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10586, 394). |
1822, mar. 22 span> | È di Caterina Margherita Borgnis (A.S.U., C.A. I, 1179 Orn. II C). | |
1846, giu. 30 span> | È di Giovanni Morelli de Rossi (A.S.U., C.A. I, 422/1847/IV, 4407 Orn. II C, con dis.). | |
span> | * | Il proprietario chiede ed ottiene il permesso di sostituire la cornice e la grondaia (ibid.). |
1852 span> | * | Appartiene a Giovanni Morelli de Rossi (Competenze, I, f. 21v). |
1867 span> | ° | È di G. Degani (A.M., Ornato, 1865-73). |
span> | * | La facciata della casa viene assoggettata a vincolo dal M.P.I. con D.M. del 27 ag. 1958. |
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NOTE span> | 1 | Francesco Rossi è uno dei ventidue marzeri citati nell’elenco compilato il 23 dic. 1794 dal parroco Antonio Moro nella Nota distinta delle famiglie della parrocchia di S. Giacomo (A.S.U., C.A., 305/1). |
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BIBLIOGRAFIA span> | BATTISTELLA, Udine... XIV, 166; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 208; Considerazioni pratiche, 16. | |
783 | ||
1801 span> | Co. G.B. e fratello Amigoni (Nomenclatura, f. 29v). | |
span> | * | Affittata all’orefice Fabio Tavellio1 (ibid.). |
1809 span> | Fabio Tavellio orefice (Registro delli aloggi, f. 22v). | |
1852 span> | * | Appartiene a Giuseppe Tavellio (Competenze, I, f. 21v). |
1876 span> | * | Oreficeria di Giuseppe Tavellio (COSMI-AVOGADRO, 104). |
1883 span> | * | Oreficeria di Giuseppe Tavellio (AVOGADRO, 150). |
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NOTE span> | 1 | Fabio Tavellio è uno dei quattro orefici della parrocchia di S. Giacomo elencati dal parroco Antonio Moro nella Distinta delle famiglie dal medesimo compilata il 23 dic. 1794 (A.S.U., C.A., 305/1). Per i Tavellio: GANZER, Orafi, 360, 362. Vedansi anche n. 441 e 784. |
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BIBLIOGRAFIA span> | Considerazioni... a piazza del Fisco, 16; [CORGNALI], Sbisξant... Carlo Goldoni; P[ICCO], Negozi di oreficeria, 3. | |
784 | ||
1769, lugl. 7 span> | Il co. Nicolò Amigoni vende a Lorenzo Giro una casa nella calle che dalla piazza di Mercatonuovo conduce a quella di Rialto, confina a sol a monte con la strada stessa (A.S.U., N., Francesco Brunalleschi, 9197, XV istr., f. 189r — 189v). | |
1801 span> | «Pontotti, eredi Flumiani» (Nomenclatura, f. 30v). | |
1809 span> | * | È di Francesca e sorelle Flumiani (Registro delli aloggi, f. 22v). |
1846, mar. 28 span> | I fratelli q. Nicolò Flumiani vendono per L 9500 a Domenico q. Sebastiano Simeoni la casa n. 784 che confina 1ev. eredi Molteno, mezz. strada, pon. Tavellio, tram. Maddalena Marangoni (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/III, 1108). | |
1846, giu. 2 span> | È di Domenico Simeoni, che domanda di alzare il terzo piano. La casa è di due finestre. Al primo piano vi è una finestra ad arco fra due rettangolari (A.S.U., C.A. I, 406/II, 3758 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Eusebio Brida). | |
1852 span> | * | Appartiene ad Antonio Picco (Competenze, I, f. 21v). |
1876 span> | * | Nell’edificio ha negozio di oreficeria Eugenio Tavellio1. Vi ha studio il professore di oboe Napoleone Grassi (COSMI-AVOGADRO, 103, 104). |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Per il Tavellio, vedansi n. 441 e 783. |
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BIBLIOGRAFIA span> | GRASSI, Monografia per le nozze, 23. | |
785 | ||
1801 span> | Domenico Molteno1 «Abitazione e spezieria» (Nomenclatura, f. 30v). | |
1809 span> | * | È dei negozianti Domenico e fratelli Molteno (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1810 span> | Antonio Falomo direttore della farmacia Carlo Molteno in calle Rialto al n. 785 (A.S.U., C.N., 194, 2996, Sanità 37). | |
1818, apr. 2 span> | * | Antonio del fu Carlo Molteno e Gaetano Montemezzo farmacista «presentano d’accordo la privata carta preliminare distinta in n. 17 articoli da essi segnata sotto li 10 maggio p.p. debitamente registrata». Vi sono allegati stato e grado della bottega, del cortile, del magazzino al piano terreno della casa al n. 785. Allo stesso documento sono allegati «inventario e stima de’ capitali ed utensili mobili esistenti nel locale della spezieria del sig. Molteno, fatto per ordine delli sigg. Molteno e Montemezzo da Giacinto Franzoia ed Antonio Ioppo il dν 1 ag. 1817 » (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10331, 2040; vedasi Appendice). |
1852 span> | * | Appartiene a Molteno (Competenze, I, f. 21v). |
1876 span> | * | Vi hanno studio l’avv. Pietro Linussa e recapito lo spedizioniere F. Bellavitis2 (C0SMI-AVOGADRO, 85, 91). |
1948 span> | Albergo “Alla nave”. | |
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NOTE span> | 1 | I fratelli Molteno sono indicati come specieri dal sac. Antonio Moro nella Nota distinta delle famiglie della parrocchia di S. Giacomo in data 23 dic. 1794 (A.S.U., C.A., 305/1). A ciò si aggiunga la notizia trasmessa di un atto del 17 giugno 1758, col quale «Paolo e Francesco Tomadi hanno venduto al sig. Carlo Molteno casa in cui presentemente v’è la bottega di spezieria di detti Paolo e Francesco » (A.S.U., N., Francesco Tracanelli, 8500, CXI instr., f. 70r - 71v). |
span> | 2 | II della Porta segnala che nel 1883 in questa casa è ospitata l’osteria “Al cappello bianco”. In realtà la fonte da cui egli desume la notizia, ossia la Guida di Avogadro, ne indica la sede in via Mercerie 8, corrispondente al n. 733. |
786 | ||
1557 span> | * | «Antonio spiciaro alla insegna della “Campana” in Udene appresso lo Pallazzo, paga’ ogni anno de affitto simplice per la caneva de sotto la caxa dove sta ser Benetto di Vechii nostro fattor, apresso mess. Polidoro di Castello, hover suoi heredi, — L 9 —» (A.S.U., Arch. Savorgnan, 13/75, f. 12v). |
1594 span> | «Heredi q. ser Antonio Quadra, speciaro alla “Campana”, in logo del q. mess. Zuan Nicolò Madrisio2, pagano sopra della loro habitation nella contrada delle Speciarie, comprade dal q. ser Iosepho Calamita. — formento st 2, — val L 8 s 14, — sopra una casa del predetto ser Zuan Nicolò, poste in Merchà novo, overo nella androna lν appresso la via publica, apresso le case del detto ser Zuan Nicolò, apresso le case di ser Hieronymo Gratian habitade per ser Bortholomio Parthil alhemano et de drio con le case de ser Lorenzo Sachia» (A.S.U., Arch. Confraternita Calzolai, 458, f. 136r). | |
1801 span> | Antonio Pilosio. «Abitazione, spezieria e ferramenta» (Nomenclatura, f. 30v). | |
1809 span> | * | È di Antonio Pilosio (Registro delli aloggi, f. 22v). |
1810, ag. 10 span> | Francesco Boldi, direttore dell’antica spezieria Pilosio, situata nella contrada Barberia all’insegna dello “Struzzo d’Oro” (A.S.U., C.N., 194, 2996 Sanità, 37). | |
1828, apr. 15 span> | * | «Essendo in corso per tacita rinnovazione la locazione 31 marzo 1819, con cui Antonio del fu Pietro Pilosio concesse in affitto all’ora def. Francesco Boldi per anni otto, cominciando col 4 di detto mese ed anno, il locale inserviente ad uso di specieria col camerino annesso e magazzino per l’annuo affitto di it. L 1000 , desiderando di presente Catterina figlia ed erede del predetto q. Francesco Boldi di rinnovare espressamente la locazione , Antonio Pilosio riconosce alla detta Catterina Boldi, rappresentante la sua dita Francesco Boldi, i locali descritti nella locazione coi relativi mobili ed utensili e nello stato e grado 12 marzo 1819 del fu perito Moro al n. 6 » (A.S.U., Arch. Pilosio, XVIII, f. 43r — 43v). |
1835 span> | Vi era farmacia della ditta Francesco Boldi, poi Marco Alessi (A.S.U., C.A. I, 237/XII, Elenco del personale sanitario esistente in questa regia città di Udine 1835). | |
1843, giu. 9 span> | * | Autenticazione e registrazione di scrittura privata del 7 giugno, colla quale Caterina Boldi cede al marito Marco Messi «il negozio di farmacia, drogheria, cereria con tutti i generi ad essi attinenti ». La farmacia le è pervenuta per eredità del padre. I generi sono valutati austr. L 60500 e gli utensili austr. L 5900 (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/I, 503). |
1852 span> | * | Appartiene ad Antonio Pilosio (Competenze, I, f. 21v). |
1855, ott. 7 span> | * | Marco Messi farmacista «è disposto di rinnovare la sporgente cornice che sovrasta alli ribatti della sua farmacia sotto alla casa Pilosio». Il nulla osta gli viene rilasciato (A.S.U., C.A. II, 66, 8134 Orn. II C, con dis. firmato da Lorenzo Bertoni). |
1855, nov. 19 span> | * | Il perito Ferdinando Cossio «nella qualità di amministratore della massa dei creditori dell’oberato nob. Antonio de Pilosio è in trattative di dare in affitto la casa situatta nella contrada Barberia al c. n. 786, serviva di abitazione del sudetto oberato. Fra li locali addetti ad essa casa havvene uno al piano terra, il quale viene destinato per uno studio. Tale stanza non puossi addattarla a tale uso se vi si aumenta la luce, essendo al presente troppo oscura. Per tale aumento di luce si presterebbe sufficientemente la finestrella nell’unito tipo abbassando cioè la luce della medesima per m 0,35, onde portarla al livello delle contermini (A.S.U., C.A. II, 66, 9151 con dis.). |
1865 span> | ° | La casa è di Antonio Pilosio (Archivio Pilosio). |
1876 span> | Osteria “Al vecchio magazzino” (COSMI-AVOGADRO, 105). | |
span> | * | Gestione di Achille Anderloni (ibid.). |
1883 span> | Farmacia Alessi “Allo Struzzo” (AVOGADRO, 144). | |
1936 span> | La casa è della march. Camilla Billia Concina. | |
span> | °° | L’edificio è vincolato con D.M. del 14 giu. 1982 ai sensi della L. 1089/1939. |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Ai Savorgnan. |
span> | 2 | Case di questo Madrisio sono citate indirettamente in un documento del 15 dic. 1539 nel rotolo Belgrado: «Comprai per ducati 200 e ducati 2 ala Camera dela nostra ill ma signoria, da mess. Francesco Gratiano doctor de Udene, habita in contrada de S. Christophoro, una responsion livellaria de ducati 10 supra dui sue case contigue poste in Udene in Mercà novo, apresso le case de ser Zuan Nicolò de Madrisio speciaro da una banda et de drio et apresso le case habitate per ser Hieronimo Caimo vel Gallitia speciario et apresso la via publica dela parte davanti , le qual case sono al presente habitate per ser Bartholomio Todesco et l’altra per m. Zuanne stringaro vel guantaro » (Rotolo Belgrado, B.C.U., ms. 1017, f. 158r). |
span> | ||
BIBLIOGRAFIA span> | BARTOLAMASI, Un valore architettonico, 121; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 181. | |
787 | ||
1594 span> | «Mess. Daniel Fabricio nod. per li heredi q. mess. Michel calligaro de S. Daniel in logo de mess. Zuan q. Bortolo della Venetiana paga d 1 val L 6 s 4 sopra una casa nella contrada detta Udin con una corte piccola appresso, dalla parte d’avanti è la via pubblica, da drio le case de ser Lorenzo Sachia, di sopra è l’istesso ser Lorenzo et di sotto le case di ser Cola fiorentin calligaro» (A.S.U., Arch. Confr. Calzolai, 458, f. 128v). | |
1801 span> | Pietro Della Schiava (Nomenclatura, f. 30v). | |
1809 span> | * | Appartiene al negoziante Pietro Della Schiava (Registro delli aloggi, f. 22v). |
1852 span> | * | Appartiene a Filaferro e Bosma (Competenze, I, f. 22v). |
1876 span> | * | Studio dell’ing. Giacomo Pupatti e recapito del sensale Odorico Collavizza (COSMI-AVOGADRO, 97, 113). |
788 | ||
1523, mar. 24 span> | «Utini1 in Foro veteri, in domibus ser Laurentii Sachia apud palatium» (B.C.U., ms. 1017, f. 78v — 79r). | |
1537 span> | «In Foro veteri in domo proprię habitationis dell’egr. ser Lorenzo Sacchię (Racc. Frangipane, ms. 1510, Schede per case, M). | |
1545, dic. 2 span> | * | «In Foro veteri, in appothecha ser Antonii Quadra aromatarii, posita super angulo in regione palatii » (A.S.U., N., Mario Albino, 5949, Istr. 1545, f. 41v). |
1549, ott. 18 span> | * | «In Foro veteri, in appotheca ser Laurentii Sacchia posita super angulo in regione palatii comunis, tenta per ser Antonium Quadra aromatharium » (A.S.U., N., Mario Albino, 5949, Istr. 1549, f. 33v). |
1550, mar. 3 span> | * | « In Foro veteri, in appotheca d. Laurentii Sacchia , tenta per ser Antonium Quadra aromatharium » (A.S.U., N., Mario Albino, 5949, Istr. 1550, f. 6v — 7v). |
1559, febbr. 28 span> | * | « Nos Antonius Persius, civis Utinensis, et Andreas Busulottus Tarvisianus, Utini incola, amicabiles compositores inter d. Iacobum Sacchia civem Utinensem ex una et ser Antonium Quadra aromatharium Utini ex altera in differentiis vertentibus inter dictas partes, occasione contractus per d. Iacobum dati ser Antonio de domo et eius appotheca decidimus ut infra : ch’esso ser Antonio possa continuare in la location a lui fatta dela casa et botega di esso Iacomo sino per tutto il mese di zugno prossimo futuro et ancho per giorni vinti di piϊ over di meno, per qual tempo esso Antonio habia a pagare il tuto solito sν di essa casa, como dela botega pro rata dicti temporis et, finito ditto tempo, che lo predetto ser Antonio si obbligato relassare al predetto lacomo la ditta casa et botega senza alcuna altra ecetion over impedimento; item che il predetto mess. Iacomo per anni cinque di poi non possa affittar essa bottega ad alcuno speciaro né ad alcuno altro che facesse far l’arte del speciaro, neanche far far in quella l’arte dela speciaria per conto suo » (A.S.U., N., Mario Albino, 5950, 1559 istr., f. 22v — 23r). |
1561 span> | In Mercato vecchio nelle case del d. Giacomo q. Francesco Sacchia (Racc. Frangipane, ms. 1510, Schede per case, M). | |
1588, giu. 21 span> | * | « Ser Marcus Garzonius q. Iosephi Ligulaii Utini, incola Romæ cessit d. Francisco Privasio civi et causidico Utini , iura livelli quæ habet super domibus q. ser Ioannis Baptistę et Hypoliti Sachiæ sive de Maniaco civis Utini in capite Fori veteris, iuxta suos confines » (A.S.U., Arch. Caimo, 51, not. Giacomo Saraceno). |
1593, febbr. 24 span> | «Actum in scriptorio meo sub domibus Sacchiis e regione palatii» (A.S.U., N., Leonardo Mistruzzi, 6610, Instr. VIII, f. 2r). | |
1623 span> | * | «Udene, in capo Mercavechio, in casa del magn. et ecc.mo sig. M. Antonio Stainero dottor » (A.S.U., N., Rocco Carminati, 7114, V instr., f. 98r). |
1667, lugl. 2 span> | * | «In capo Mercà vecchio» in casa di Giovanni Francesco Boreatto (A.S.U., N., Giulio Bonecco, 7861, I instr., f. 8v - 9r). |
1669, giu. 19 span> | Gli eredi di Lorenzo Sacchia ossia il nipote Cesare Rinaldi, Ulisse di Colloredo, G.B. Elti e Giulio Marostica affittano una casa in Mercatovecchio, presso il palazzo, al sig. Marcantonio Sforza (Stampa al laudo Renaldis-Sforza, 3). | |
1674 span> | I Marostica di S. Vito vendono al nob. Marcantonio Sforza la loro quota di comproprietà (un quarto) della casa in Mercatovecchio (Stampa al laudo Renaldis-Sforza, 4). | |
1737 span> | La casa appartiene agli Sforza, Rinaldi e Mattioli (Stampa al laudo Renaldis-Sforza, 8-9). | |
1740, magg. 18 span> | Il co. Lorenzo Rinaldi2 compera da Fioretta q. Nicolosa Manzoni, vedova del nob. Fabrizio de Beatiano, «il caratto o sieno caratti di casa» pervenuti, in seguito a transazione col nob. Giovanni Maria Marostica suo cugino e quale erede della q. Bionda Sacchia Colloredo (Stampa al laudo Renaldis-Sforza, 16-17). | |
1741, dic. 13 span> | Lo stesso acquista da Matilde da Mosto Egregis l’altra porzione (Stampa al laudo Renaldis-Sforza, 17-18). | |
1744 span> | «Sforza. La loro abitazione è in capo Mercavecchio vicino alla pubblica loggia dalla parte del borgo del Fieno; fu già dei Rabatta poi delli Sacchia» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191). | |
1752, apr. 14 span> | La casa è posseduta dagli Sforza e Renaldis (Stampa al laudo Renaldis-Sforza, 28). | |
1772, magg. 16 span> | * | «Abbisognando di pronto ristauro il coperto grande della casa fu Sacchia, ora del co. Cesare Renaldis et heredi e rappresentanti il q. Giovanni Domenico Sforza, resta convenuto tra lo stesso co. Renaldis e Catterina Boreatti nonché Antonio Lombardini, G.B. Dottori e co. Antonio Valentinis, tutti rappresentanti il sig. Sforza e compossessori della casa , che abbia immediatamente ad effettuarsi il necessario ristauro mediante Luca Andrioli capomistro muraro in questa città, colla sopraintendenza del sig. Antonio Lombardini, che all’importar del ristauro medesimo, che rissulterà dalle polizze di Andrioli, abbia ad esse suplito dal co. Renaldis per caratti cinque e dalli compossessori sudetti par caratti sette » (A.S.U., Arch. Liruti, Casa Boreatti-Renaldis). |
1772, magg. 18 span> | * | «Noi Cattarina Boreati, moglie rel. del q. Giovanni Domenico Sforza, co. Antonio Valentinis, Giovanni Antonio Lombardini, G.B. Dottori lochiamo alli sigg. Biaggio e Vittoria iugali Boneschi di questa città, per mesi sei e cosi di sei in sei , la casa posta in Mercavecchio fu del sig. Sforza, a noi pervenuta nell’allibramento della facoltà subordinata del medesimo . Detti Boneschi promettono pagare L 210 s 10 per affitto di sei mesi » (A.S.U., Arch. Liruti, Casa Boreatti-Rinaldi). |
1773, ott. 15 span> | * | « Antonio q. Francesco Lombardini, facendo a nome della nob. Anna di lui figlia, erede e rappresentante la q. nobile Aurelia n. Sforza di lui madre, fu moglie del detto nob. Antonio e facendo pure per nome del co. Antonio q. co. Coriolano Valentinis , e il nob. G.B. Dottore, come procuratore della nob. Elisabetta di lui moglie, figlia della q. Claudia n. Sforza , hanno venduto alla nob. Catterina n. Boreatta, moglie del nob. Giuseppe Antonio Lirutti , la porzione di casa fu Sforza, posta fra le contrade di Mercà vecchio e di Barberia, stata assegnata alli eredi e rappresentanti le nobb. Aurelia Maria e Claudia sorelle , nate Sforza . E questa vendita fanno pel prezzo di d 2372 L 5» (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9788, IX istr., 686, f. 1341v — 1343v). |
1774, apr. 23 span> | * | «Nota distinta di quanto io Giuseppe Antonio Liruti ho speso nel restauro della casa in Mercavecchio fu del q. nob. Giovanni Domenico Sforza ». Vi sono elencate voci relative al tetto, alle botteghe e alla scala; per il «restauro della salla, due camere sopra, granaro necnon delli pergoli et scalla di legno» viene saldato un Presano non meglio definito; le opere di fabbro sono pagate ad Andrea Pascolo. Il tutto assomma a L 1242 s 16 1/2 (A.S.U., Arch. Liruti, Casa Boreatti-Rinaldi). |
1774, giu. 14 span> | * | «Con la presente privata scrittura la nob. Catterina n. Boreatti, relitta del q. nob. Giovanni Domenico Sforza ed ora moglie in secondo voto del nob. Giuseppe Antonio Lirutti, accorda la vendita de’ suoi caratti dello stabile d’Udine in Mercavecchio, fu Sforza, tanto queli che consegui come donazione ressiduaria, quanto li posteriormente acquistati con istr. 1773, 15 ott., atti del sig. Giovanni Socrate nod. , dalli coo. Antonio Valentinis, Antonio Lombardini e G.B. Dottori » (A.S.U., Arch. Liruti, Casa Boreatti-Rinaldi). |
1775, febbr. 4 span> | * | Perizia del pubbl. perito Francesco Leonarduzzi: «Sulle ricerche del co. Cesare de Rinaldis, incontrata da me sottoscritto la misura del fondo della casa Sforza, fu Sacchia, posta sul canton di Mercavecchio verso la pubblica loggia di questa città, che con instr. 21 luglio 1774 fu da lui acquistata dalle mani della nob. Catterina nata Boreati, moglie rel. q. Giovanni Domenico Sforza, ed ora in secondi voti del nob. Giuseppe Lirutti, trovo che il fondo stesso corrisponde giustamente alla quantità da me ritrovata all’occasione della misura della casa stessa contenuta nell’allibramento Sforza 30 apr. 1772, di ps 114 ». Il documento riporta la descrizione dello stabile nel quale sono compresi stalla e corticella. A proposito della bottega si precisa: «fondo della cantina con botega sopra, stato separato per detto conte coll’escorporazione 12 marzo 1753 dalli periti Faventini e Vicenzuti » (A.S.U., Arch. Liruti, Perizia per la casa Sacchia dopo la vendita al co. Cesare Renaldis). |
1797, nov. 9 span> | * | «Con la presente privata scrittura la co. Paolina Rinaldis, moglie del co. Paolo Rotta vende al co. Ascanio Antonini le tre botteghe nel Mercà vecchio e l’altra bottega nella contrada dirimpetto alla bottega di caffè, detta del Meneghetto, con li magazini e cantina, il tutto in ora condotto in semplice affitto dal sig. Steffano Rubini. E questa vendita fa essa contessa per il prezzo di d 5148 L 2 s 8 ». La registrazione dell’atto avviene il primo febbr. 1798 (A.S.U., N., Antonio Cavassi, 9880, XV istr., 929, f. 1441v — 1443r). |
1801 span> | Coo. Francesco e fratelli Rota (Nomenclatura, f. 30v). «Affittuali diversi» (ibid.). | |
1809 span> | * | Appartiene a Paolo e fratelli Rota. Affittuali il caffettiere Giacomo Micheloni e il negoziante G.B. Centa (Registro delli aloggi, f. 22v). |
1810, magg. 8 span> | * | Il commissario di polizia segnala pericolo di crollo presso la bottega di proprietà Centa all’angolo della calle detta Barberia (A.S.U., C.A., 178/XIX). |
1812 span> | Osteria “Al commercio” (Esercenti). | |
1826 span> | ° | Vi era il Caffè del Commercio condotto da Francesco Arrivabene; comprendeva il terzo e quarto arco (A.M., 1825, 100). |
1847-1853 span> | È dei fratelli coo. Rota. Propongonsi modificazioni alla facciata (A.S.U., C.A. II, 66, 4164 Orn. II C, con diss. firmati dal muratore Valentino Dreussi e dal capomastro). | |
span> | * | Il 17 giugno Giuseppe Rota «nell’accingersi ad eseguire la riduzione della casa in Mercatovecchio al c. n. 788 , ha trovata la convenienza di fare alcune modificazioni» per le quali presenta il progetto. La deputazione d’ornato, che tra i membri vanta anche A. Scala, rileva che «la posizione centrale in cui è collocata la casa , la sua prossimità a fabbriche di molto merito e il suo stile pronunciato, obbligano la scrivente a rimettere i tipi, essendo suo voto che venissero proposte delle riforme corrispondenti alle suaccennate osservazioni». Il 25 giugno vengono ritenute opportune le riforme disegnate in azzurro (ibid.). |
1847, sett. 3 span> | * | Lodovico Rota presenta progetto per la riforma della propria casa al n. 788. I componenti della deputazione d’ornato rilevano che «la sussistenza di quel pergolato forma all’occhio un cattivo aspetto, tanto piϊ sensibile, stante le proposte modificazioni da farsi e il prolungo del pergolato stesso dalla parte del Mercatovecchio». Il Rota però non vuole accettare le critiche (A.S.U., C.A. II, 66, 5939 Orn. II C). |
1852 span> | * | Appartiene ai fratelli Rota del q. Paolo (Competenze, I, f. 22v). |
1852, ott. 24 span> | * | «Al negozio manifatture della ditta Teresa fu G.B. Centa sito in Udine in Mercatovecchio al c. n. 788, assortito di generi per tutte le stagioni sν da uomo che da donna, va per stralcio» (“L’alchimista friulano”, 3, XLIII, 24 ott. 1852, 348). |
1853, giu. 17 span> | °° | Pratica edilizia di modifica della facciata (A.S.U., C.A. II, 66/1853, 4164 Orn. II C, con diss.). |
1855, mar. 1 span> | °° | Pratica edilizia di modifica della facciata (A.S.U., C.A. II, 66/1855, 1265 Orn. II C, con dis.). |
1855, ag. 26 span> | I fratelli Parpan, restaurando il vecchio caffè del Commercio, aprirono il Caffè Nuovo, architettato da Andrea Scala (VATRI, Il Caffè Nuovo). | |
span> | ° | La casa del Caffè Nuovo porta lo stemma Rabatta3 sul capitello della colonna della casa Sacchia, poi Sforza (Archivio Florio, Storia. Bibliografia del Friuli). |
1876 span> | * | Orologeria di Giovanni Nascimbeni. Benedetto Borsan vi gestisce il caffè “Alla nave” (COSMI-AVOGADRO, 87, 105). |
span> | °° | L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 06 ott. 1955 ai sensi della L. 1089/1939. |
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NOTE span> | 1 | Nel ms. della Porta è attribuita a questo fondo la notizia riportata dal Raimondi (Gioia preziosa, p. 73-74), il quale sostiene che nelle case degli Staineri «in capo Mercavecchio» aveva avuto sede per un certo periodo il monte di pietà nel secolo XVI. Non esistono però documenti che comprovino una proprietà Stainero su questa casa. Si è pertanto spostata la notizia al n. 882, che meglio accoglie questo dato. |
span> | 2 | Una nota priva di data riporta la notizia: «Dovrà il co. Cesare de Renaldis, volendo acquistare la porzione della casa fu Sforza in Mercato vecchio: primo pagare li recenti restauri apparenti dalle polizze , L 12444 s 16 1/2; secondo esborsare pel valore della medesima, che è d 4215 L 5 s 9, alla stipulazione d 2000 in s. monte al co. Cesare Renaldis della Terra di S. Vito, padrone delli restanti caratti d’esso stabile » (A.S.U., Arch. Liruti, Casa Boreatto-Renaldis). |
span> | 3 | Sui Rabatta a Udine: BIANCHI, Indice, n. 5689, 181; SENECA, Un diplomatico goriziano. |
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STUDI INEDITI span> | CIPOLLA, Cronaca, f. 44v. | |
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BIBLIOGRAFIA span> | BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 182-183; BRAGATO, Guida, 38; Caffè Nuovo di Udine, 279; CORGNALI, I nostri vecchi caffè, 111; ERMACORA, Guida, 189; Esperimenti con l’acetilene; PICCO, Negozi che abbelliscono; PICCO, Udine vecchia. I principali caffè; PICCO, Via Mercato Vecchio; PILOSIO, Aspetti dionisiaci, 322; RIZZI, Profilo ... Il Quattrocento, 111; Stampa al laudo nob. Renaldis contro nob. Sforza per la casa Sacchia in Mercà vecchio; VALENTINIS, Udine antica, 24; VATRI, I caffè di Udine, 21. | |
789 | ||
1801 span> | È del monte di pietà (Nomenclatura, f. 30v). | |
span> | * | Affittata a Teresa Chevalière (ibid.). |
1808 span> | * | Una parte del fabbricato è adibita ad uffici municipali; «la parte affittata è disposta a piϊ usi: per abitazione, per magazzini e per botteghe» (A.S.U., C.A. I, Attività e passività 1808, n. 5). |
1809 span> | * | Monte di pietà. Affittuale è il parrucchiere Michele Peresini. «Sospesa la destinazione per essere una levatrice» (Registro delli aloggi, f. 22v — 23r). |
1822 span> | * | Il monte di pietà presenta progetto per la riforma del piano inferiore (A.S.U., C.A. I, 68, 2033 Orn. II C). |
1835 span> | * | Recapito della levatrice Gerolama Peressini (A.S.U., C.A. I, 237/XII, Elenco del personale sanitario). |
1852 span> | * | È del monte di pietà (Competenze, I, f. 22v). |
1860, lugl. 31 span> | * | Relazione dell’ingegnere municipale G.B. Locatelli alla congregazione municipale sulle condizioni delle due botteghe esistenti nell’edificio e sul prezzo al quale possono essere affittate le medesime (A.S.U., C.A. II, 76, 250). |
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BIBLIOGRAFIA span> | Vedasi n. 728. | |
790 | ||
1489, mar. 31 span> | ° | Actum Utini in contrata nominata “Post furnos” in domibus habitationis sp. legum doctoris Nicolai de Casalibus Cortone1 (Perg. B.C.U.). |
1495, genn. 26 span> | «Udine, in contrada Udin, in casa di Giovanni del Stainer calzolaio, abitata dal nob. Nicolò Giovanni de’ Casali di Cortona» (JOPPI, Notariorum, XIV, f. 20r, da Arch. Attimis - Maniago). | |
1520, giu. 9 span> | «Magn. dd. deputati posuerunt partem quod d. Francisco de Casalibus Cortone concedatur locus comunis ubi modo sunt necessaria pubblica usque ad rimam positam prope murum domus ser Ioannis Guberti» (Annales, XLIII, f. 84v). | |
1666, febbr. 5 span> | °° | Vedasi n. 728. |
1671, 1672, 1674 span> | Il comune acquista le case già Cortona dai sigg. di Pers e consorti per d 2800 (B.C.U., ms. C. Città 16, 1667A... Perso... Cortona, copia dell’atto di vendita dal not. Andrea Brunalleschi, 9 apr. 1671, f. 41r - 42v). | |
1674, mar. 23 span> | * | «Il nob. Ciro q. Carlo de’ giurisdicenti di Pers, per se stesso et come procuratore del fra’ Gulielmo suo fratello kavalier gierosolomitano ha venduto alla congregatione2 un’annua responsione livellaria di L 93 s 7, specialmente sopra la portione di casa detta la Cortona, aspettante ad essi venditori, annessa al pubblico palazzo di questa città fra i confini ben noti » (A.S.U., C.R.S., 546, Rot. 390, Istr. e test., f. 71v — 72r). |
1728, magg. 5 span> | Si delibera di ricuperare la casa già Cortona, che l’anno 1698 era stata data a godere a Gasparo Spiera, per trasportarvi uffici e l’ufficio della posta finora esistente nella casa fu Zanolli (Annales, CV, f. 158v — 159v). | |
span> | * | Ci è pervenuta la pianta delle case Cortona e Pers, probabilmente redatte in questo periodo (B.C.U., A.C.A., ms. C.16). |
1728, ag. 19 span> | Si stabilisce di trasportarvi alcuni uffici municipali e la posta (Annales, CV, f. 178v). | |
1751, sett. 10 span> | Si affittano locali a Domenico Stefani caffettiere (Caffè Meneghetto) (Acta, LXXXIII, f. 200v — 201r). | |
1758, nov. 27 span> | Si affitta allo Stefani anche le stanze ove era la posta (Acta, LXXXIV, f. 193r — 193v). | |
1786, febbr. 15 span> | * | «In Udine, in un camerino della caffetteria “Il Meneghetto”» (A.S.U., N., Camillo Merluzzi, 9692, III instr., 452, f. 341v). |
1801 span> | È del comune (Nomenclatura, f. 30v). | |
span> | * | Affittata al caffettiere G.B. Stefani (ibid.). |
1809 span> | * | Stato e grado della casa: relazione di Francesco Moretti al podestà (A.S.U., C.A. I, 1). |
1809 span> | * | Affittato al caffettiere G.B. Steffani (Registro delli aloggi, f. 22v). |
1812 span> | Vendita liquori e caffetteria, ostelleria “Meneghetto” (Esercenti). | |
1817, sett. 19 span> | * | Il cursore municipale riferisce di aver recapitato in questa casa ad Andrea Sporeno diffida a munirsi di licenza di polizia (A.S.U., C.A. I, 10). |
1838 span> | * | Riparazioni varie (A.S.U., C.A. I, 282, Passività 1838, n. 119). |
1843, sett. 28 span> | * | «La congregazione municipale presenta al consiglio il progetto di riduzione della facciata della casa comunale n. 790, dichiarando come per migliorare la condizione della bottega del caffè sia stato d’uopo di ridurre alcuni anni orsono il pian terreno della casa medesima e come di tale riduzione sia avvenuta la necessità di alterare la prima forma gotica delle finestre della facciata medesima, secondando le ricerche della r. commissione delegatizia dirette a sopprimere le mezze lune sovrapposte alle finestre onde, colla riquadratura di esse, procurare una luce maggiore alle stanze di quell’ufficio di per sé oscure pella angustia della contrada. Trattandosi però che quella facciata non presenta altri caratteri gotici che quello delle sole finestre, la congregazione municipale, visto come la riquadratura migliora anziché deturpare l’ornato esterno e contribuisce, rispetto alla luce, alla migliore condizione di quelle stanze, avendo fatto eseguire dal proprio ingegnere il relativo progetto, propone che sia adottato col conseguente dispendio già calcolato nel preventivo che verrà assoggetato alla migliore discussione, di L 1576,11. Preso ad esame dei singoli consiglieri il progetto, ed essendo insorte varie discussioni sulla qualità del lavoro, il presidente in risultato delle medesime propone che sul progetto dell’ingegnere sia sentita la c. deputazione d’ornato, che non consta interpellata » (Arch. del comune di Udine, Consiglio dal 1839 al 1845, Protocollo verbale del consiglio comunale, n. 732, VIII). |
1843, dic. 29 span> | * | Sul progetto di riduzione della casa n. 790, di proprietà comunale, la deputazione d’ornato esprime l’approvazione con le modifiche «introdotte a linee azzurre sul tipo» (Arch. del comune di Udine, Consiglio dal 1839 al 1845, Protocollo verbale consiglio comunale della r. città di Udine, n. 9311, VI). |
1848 span> | * | Al primo piano, locali ad uso di ufficio: commissariato distrettuale e r. erario (A.S.U., C.A. I, 442/Attualità. Preventivo 1848, n. 11). |
1848 span> | * | Bottega e magazzino al pian terreno (A.S.U., C.A. I, 442/Attività... 1848, n. 12). |
1848 span> | * | La parte abitativa con bottega e magazzino è affittata a Vincenzo Plasogna (A.S.U., C.A. I, 442/Attività... 1848, n. 13). |
1852 span> | * | Appartiene al comune di Udine (Competenze, I, f. 22v). |
1856, sett. 13 span> | * | «Sanatoria pel piϊ speso nel ristauro del caffè “Meneghetto”» (Arch. del comune di Udine, Consiglio 1854-1862; Protocollo verbale consiglio comunale della r. città di Udine, n. 6592, V). |
1876 span> | * | Nell’edificio, oltre al caffè “Meneghetto” gestito da Adele Montanari, sono ospitati il deposito di macchine da cucire di Francesco Darmiz, il banco del lotto n. 64, gestito da A. Marpillero, e bottega del calzolaio Giuseppe Flaibani. Vi ha recapito inoltre il giardiniere comunale Francesco Oriani (COSMI-AVOGADRO, 86, 87, 88, 96, 100). |
1883 span> | Birreria Cecchini (AVOGADRO, 139). | |
span> | * | Nell’edificio è ospitata anche l’oreficeria di Italico Ronzoni (ibid., 150). |
1910 span> | Viene abbattuta per la costruzione del nuovo palazzo municipale. | |
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NOTE span> | 1 | Vedasi n. 727. |
span> | 2 | Confraternita delle Anime Purganti. |
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BIBLIOGRAFIA span> | Oltre a quella sul complesso citata al n. 728: “L’alchimista friulano”, 5, IX, 26 febbr. 1854, 72; CORGNALI, I nostri vecchi caffè, 112; G[IUSSANI], Un a fresco, 391-392; GIUSSANI, Una corda al caffè; GIUSSANI, Il caffè Meneghetto; GIUSSANI, I pallori illuminati; Parti prese... 1880, 13; PICCO, La torre e l’orologio; PILOSIO, Aspetti dionisiaci, 322; S[ACCOMANI], Il ristauro, 19. | |
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ICONOGRAFIA span> | CARLEVARIIS, Tre disegni, K. | |
791 | ||
span> | Era la casa detta casa veneziana, che aveva una fronte su via Rialto ed altra su via Cavour, constava della riunione di piϊ case riunite in un’unica proprietà. | |
1407 span> | «Laurencius q. Pirucii solvere debet super suis domibus habitationis libras olei tres quæ fuerunt olim Laurentii q. mag. Radii muratoris, iuxta domum habitationis ser Hectoris notarii Miulittæ de Utino, iuxta domum ser Nicolussii Thomasini de Utino, quæ fuit olim mag. Radii aurificis et viam» (B.C.U., ms. F. XX, f. 377r). | |
1413 span> | «Zuanni di Piero di Ianis et Francesco di Lap Radii di Laurinz detto Mucingero Piriuce si pagano sora le case che forano del detto Laurinz leuris d’olio III» (ibid.). | |
1415-1416 span> | «Iohannes Petri Ianisi et Franciscus Lappi hæredes olim Laurencii Prencii solvere tenentur libras olei III» (ibid.). | |
1428 span> | «Hæredes olim ser Ioannis donnæ Bettæ et hæredes Francisci Lappi tenentur solvere super domo olim Laurencii Pidiutte sita iuxta hæredes olim ser Hectoris Miulittæ, iuxta domum olim Nicolussi Thomasini, quæ domus fuit olim mag. Radii aurificis » (B.C.U., ms. F. XXV, f. 377v). | |
1429 span> | «Rigo speciarius ut hæres ser Francisci Lappi» (ibid.). | |
1441 span> | «Nicolaus speciarius nepos q. ser Rigi»1 (ibid.). | |
1460 span> | «Ser Antonio de Latisana in luogo de ser Nicolò spiciar» (ibid.). | |
1463 span> | «Ser Nicolò del Stainer» (ibid.). | |
1474, giu. 4 span> | Ser Cumino q. ser Giovanni di donna Leonarda di Fagagna, in cambio d’altro livello franca il nob. Giovanni Francesco q. Luigi di Montegnacco dall’obbligo di pagare un livello di marche 6 di soldi «super quibusdam domibus alias per ipsum ser Iohannem Franciscum emptis ab olim mag. Nicolao Staynero cerdone de burgo Aquileye Utini, sitis Utini in loco vocato Udene, iuxta ipsum ser Iohannem Franciscum, iuxta *** heredes olim ser Odorici ser Hectoris de Utino, et iuxta quandam domum parvam *** heredum prefati olim mag. Nicolai Staineri et viam publicam ; que domus fuerunt olim prefati ser Iohannis d. Leonarde patris ser Chumini, tanquam heredis olim ser Francisci q. ser Iacobi de Glemona Utini habitantis » (B.C.U., perg. fondo Joppi, not. Benvenuto del fu dott. Giovanni da Fabriano). | |
1511 span> | «Zuan del Stainer di borgo d’Aquileia paga de livello sopra le case appresso Nicolò Zanni oio lb 3» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 377v). | |
1513 span> | «Nicolò Zanni in logo di mess. Zuan del Stainer paga sopra le case fo de ser Francesco Lapi » (B.C.U., ms. F. XXV, f. 377v — 378r). | |
1519 span> | «Sebastian di Montegnacco in logo di ser Francesco q. mess. Nicolò Zanne de Casalibus » (B.C.U., ms. F. XXV, f. 378r). | |
1525, mar. 22 span> | Actum «Utini in contrata vocata Udin in ędibus d. Sebastiani de Montegnacco» (B.C.U., ms. 1232, Perg. VI, Francesco del fu Bartolomeo Porzio di Poscolle). | |
1529, febbr. 24 span> | «Ser Sebastian de Montegnaco die dar per livello lui paga in loco de ser Francesco q. mess. Nicolò Zuanne de Casalibus doctor sopra una casa fu alias de un ser Francesco Lapi e dapoi de mess. Zuan Stayner callegaro, posta in la contrada dele Spiciarie fra le case de ditti ser Sebastian et ser Francesco, oio lire tre, apar instrumento de la compra de ditta casa, fatta per ditto ser Sebastian de ser Francesco ditto cum tal incargo, per man de ser Antonio Bellon nodaro in Udine del anno 1519 » (B.C.U., ms. C. XLVII, f. 46r). | |
1544 span> | Girolamo di Montegnacco (B.C.U., ms. F. XXV, f. 378r). | |
1580 span> | Massimiliano di Montegnacco (ibid.). | |
1626, nov. 28 span> | ° | Atto privato con il quale Massimiliano di Montegnacco vende la casa al co. Lodovico Manin con patto di recupera (Archivio della Porta). |
1627 span> | * | Coo. Lodovico e fratelli Manin (B.C.U., ms. F. XXV, f. 378r). |
1635, genn. 25 span> | ° | Lodovico Manin affitta la casa al co. Giovanni Francesco di Prampero. |
1642 span> | * | Massimiliano di Montegnacco e fratelli (B.C.U., ms. F. XXV, f. 378r). |
1643 span> | Co. Lodovico Manin (B.C.U., ms. F. XXV, f. 378v). Qui vi erano cinque case: | |
span> | Casa di Ascanio Porcari2 comprata da Ludovico e fratelli Manin per d 286 nel 1635, apr. 21, atti Antonio Mattioli (A.S.U., N., Antonio Mattioli, 7150, XXXIII instr., f. 9r — 10r). | |
span> | Casa di Zuane Pulid comperata dai Montegnacco per d 315 nel 1520, maggio 25 (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5450, Istr. 1519-1520, f. 113r — 114r). | |
span> | Casa «cum curiola postposita» acquistata da Sebastiano Montegnacco da Nicolò Cortona che prima era stata di Giovanni Stainero3 per d 140 l’anno 1519, marzo 29, atti Antonio Bel-Ioni (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5451, Istr. 1518-1519, f. 142v — 143v). | |
span> | ° | Casa di Zuane Toler tedesco, comprata nel 1519, sett. 27 e 1520, magg. 25. |
span> | ° | Casa di Lucia q. Giacomo di Vivaro e Maddalena sua sorella, acquistata 1519-1520, maggio 25 (Arch. della Porta, Stampa ad lites). |
1643, apr. 28 span> | «Alla partita dell’ecc.mo Massimiliano Montegnaco et fratelli, in luogo di mess. Francesco di Nicolò Zani de Casalibus, sopra una casa nella contrada di Rialto aderente alle sue proprie . La casa è posta nella contrada di Rialto, possessa per li coo. Lodovico e fratelli Manin, incorporata di presente in quella tenuta per il sig. Giovanni Francesco Prampero fu già di ragion Montegnaca, confina a sol levado la casa Cortona, a mezodν il borgo del Fieno, a sol a monte l’hon. Marcantonio Caratto speciale et ai monti la contrada di Rialto» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 90). | |
1654, febbr. 17 span> | ° | Il co. Lodovico Manin vende al nob. Eugenio Stainero canonico e Marcantonio suo nipote una casa posta nella contrada di Rialto, ora habitata da Giovanni Francesco e fratelli Prampero, già Montegnacco (Arch. della Porta). |
1658, lugl. 26 span> | * | «Confesso io Eugenio Stainero essere stato sodisfatto dalli nob. Giovanni Francesco et fratello di Prampero dell’affitto a me spetante della casa fu già Montegnacha per il tempo che detti sigg. l’hanno habbitata » (Arch. Prampero, Collocaz. provvis., Documenti Prampero 1665-1669, Ricevute per soddisfazione d’affitto di casa). |
1707, febbr. 19 span> | ° | Pietro di Montegnacco tenta di rivendicare la casa in forza del testamento del q. Francesco di Montegnacco 19 maggio 1483 e del q. Giacomo suo figlio 5 marzo 1504 (Archivio della Porta). |
1735 span> | È degli Stainero: «ora è possessa da Antonio Stainero» (B.C.U., ms. D. 42, f. 57v). | |
1743, giu. 28 span> | * | «La casa è al presente di ragione del co. Alvise q. Lodovico Manin et nob. ser Niccolò di Montegnaco, che confina a lev. la casa Cortona, ora di questa città, a mezzodν il borgo del Fieno, a sol a monte case furono di ragion Caratta, ora possesse» dagli eredi del fu Giovanni Cortellazis, «et alle monti la contrada di Rialto» (B.C.U., ms. F. XXI, f. 78v — 79r). |
1744 span> | Montegnacco. «Abitano la casa che i loro maggiori comperarono da Varmo» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 174). | |
1793, genn. 31 span> | * | « Francesco Mazeri causidico per conto delli coo. Benedetto, Andrea e rev. p. Ermanno fratelli di Montegnaco hanno venduto alli Giuseppe, Giovanni Maria, e Nicolò fratelli q. Odorico Simonetti mercanti la bottega di detti coo. di Montegnacco, situata nella contrada di Barberia, che confina a lev. e mezz. casa restante delli coo. di Montegnaco, a pon. Osvaldo e fratello Corto-lezzi ed a tram. la contrada suddetta . E questa vendita ha fatta pel prezzo di d 238 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9976, XXIII instr., 1641, f. 2167v — 2169r). |
1801 span> | Coo. Andrea e Benedetto di Montegnacco (Nomenclatura, f. 30v). | |
span> | * | Affittuale Melchior Contini (ibid.). |
1802, giu. 14 span> | * | «Li coo. Benedetto ed Andrea fratelli di Montegnaco q. co. Niccolò, unitamente alle coo. Giulia e Cattarina, figlie del co. Benedetto e nipoti del co. Andrea , vendono al sig. Antonio q. Bernardino Pasini la casa situata nella cale di Barberia, olim detta di Udine, abbracciata dall’ operazione Colomba . E questa vendita fanno per la summa di d 7451 . A conto di tale importo il Pasini cede alli coo. di Montegnaco una di lui casa situata nel borgo di Grizzano nella cale Taschiutti, contrassegnata al n. 261, acquistata dal detto Pasini con instrom. 12 sett. 1800 in note di me notaio , tenuta in affitto semplice da detti coo. Benedetto e figlie di Montegnaco » (A.S.U., N., Graziano Cantoni, 10216, XII instrum., 1569, f. 2496v - 2529v con inventario). |
1804, giu. 14 span> | Andrea e Benedetto di Montegnacco vendono la casa ad Antonio q. Bernardino Pasini (A.S.U., N., Graziano Cantoni, 10216, XII instrom., 1569, f. 2496v — 2529v; alleg. descrizione e stima dell’edificio dei pubbl. per. Giovanni Carlo Iacotti, Osvaldo Colomba e Antonio Colaone, f. 2502v — 2529v). | |
1805, dic. 17 span> | Antonio Pasini vende a Giovanni Cortellazzis per d 8036 «la casa segnata n. 791 colle due annesse botteghe, l’una tenuta ad affitto ad uso di paruchiere e l’altra di orologiaio » e una «terza ad uso di varutter » (A.S.U., N., Graziano Cantoni, 10216, XIII instrom., 1703, f. 2677r — 2679v). | |
1809 span> | * | È di Giovanni e fratelli Cortolezzis; vi abita l’industriante Elisabetta Bortoli Fabrizio (Registro delli aloggi, f. 22v). |
1822, magg. 6 span> | * | Giovanni Cortelazis scrive alla congregazione municipale che deve «riformare anche le botteghe sottoposte alla di lui casa in contrada Barberia al n. 791, in relazione alli due avvisi municipali I sett. 1821 n. 3941/3299 e 3 febbr. 1822 n. 68» (A.S.U., C.A. I, 68, 1921 Orn. II C, con dis.). |
1832 span> | * | Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al sarto Bortolo Malignani l’avviso n. 1050 concernente «la remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, pia77e, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193). |
1852 span> | * | Eredi Cortelazzis (Competenze, I, f. 22v). |
1876, ott. 2 span> | ° | Il comune acquista la casa veneziana da pre’ Osvaldo Cortellazzis e dai creditori di Francesco suo fratello (Not. Aristide Fanton). |
1876 span> | * | Recapito dello spedizioniere Giuseppe Della Mora (COSMI-AVOGADRO, 91). |
1883 span> | * | Filiale della società di assicurazione «La Fondiaria», rappresentata da Giuseppe della Mora, che vi tiene un negozio di cascami. Nell’edificio è ospitato anche il calzolaio Luigi Bertuzzo (AVOGADRO, 120, 140, 141). |
1910 span> | La casa è demolita. | |
1929 span> | Le pietre della demolita casa veneziana sono utilizzate nella ricostruzione della casa n. 408 in piazza XX settembre. | |
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NOTE span> | 1 | Nello stesso 1441 la confraternita dei Calzolai indica l’esazione di un livello: «Li heredi de Rigo spiciar paga per anno de livello al nadal sora le sue case della sua habitacion murade, solerade e de copi coverte, mitude in le pertinentie della plaza apresso la stezon del dito Rigo spiciar, la qual è di ser Piero de Vignut Cataldin de Udene, apresso donna Francescha, muglir che fo de Martin spadar e la via publica, den. XXXIJ compradi per la fradagla » (A.S.U., Arch. confrat. Calzolai, Libro Rosso, 1, f. 29v). |
span> | 2 | La casa era stata «li 6 apr. 1634 per lui acquistata dal sig. Gregorio Bertolino, come da instrom. di mano del sig. Brunalesco Brunalesco nod.» come spiega l’istrumento del Mattioli. |
span> | 3 | Il doc. del Belloni: «Idem d. Franciscus asseruit patrem suum suprascriptam alias habuisse a mag. Ioanne del Stayner de burgo Aquile(gię) Utini in permutatione certi terreni siti in Puzolio ». |
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BIBLIOGRAFIA span> | Vedasi n. 729 e in particolare: BARILLARI, Raimondo d’Aronco, 4-20; BATTISTELLA, Udine... Istruzione, 31, 46; BATTISTELLA, Udine... XVI, 228; ERMACORA, Guida, 183; JOPPI, Contributo IV, 122; Parti prese... 1913, 26; della PORTA, Toponomastica, 192; Restauri a Udine, 201; SCALA, Il palazzo del comune; VALENTINIS, Udine antica, 10. | |
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1376-1377 span> | «Dulphinus scarparius super domo in qua habitat quos legavit Henricus sellarius den. XVIIJ» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 387r). | |
1394 span> | «Hęredes q. Dulphini scarparii solvere tenentura super domo suę solitæ habitationis sitæ in Porta Rotta iuxta yppothecham illorum de Baldana, iuxta domum hæredum q. Gabrielis scholarum rectoris » (ibid.). | |
span> | a ms tenetur | |
1406-1418 span> | * | «Augustinus selarius solvit de livello suæ domus quæ fuit olim Dulphini libras olei duas» (ibid.). |
1413 span> | «Dona Catarus e li erez che forin di Dolfin caligar de Puarte Rote si pagan soura una casa din. XIIJ» (ibid.). | |
1415-1416 span> | «Augustinus selarius pro domo quam emit a d. Catarussa hærede q. Dulphini cerdonis de Porta Rotta in qua nunc moratur mag. Zanninus Grecus zuparius, iuxta domum appotechariæ hæredum Nicolai Baldanæ iuxta domum habitationis hæredum q. Lodovici Salarii et iuxta viam publicam, den. XVIIJ» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 387r — 387v). | |
1428 span> | «D. Miniussa uxor ser Nicolai Burelli de S. Daniele hæres m. Augustini sellarii tenetur solvere den. XVIIJ» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 387v). | |
1434 span> | «D. Miniussa ut hæres m. Augustini sellarii sui olim mariti tenetur solvere den. decem octo» (ibid.). | |
1439 span> | «Hæredes d. Miniussæ relictæ olim ser Nicolai Burelli, tenetur solvere super domibus suæ habitationis iuxta stationem illorum de Baldana, iuxta ser Matheum not. Clapiz denarios decem octo» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 388r). | |
1441 span> | «Fraternitas Battutorum tenetur solvere super una domo, in qua ad præsens habitat mag. Nicolaus cerdo det Unviari, quæ fuit olim d. Miniussæ » (ibid.). | |
1452 span> | «Henricus barberius tenetur solvere super una domo sita in burgo Feni quæ fuit m. Augustini» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 388r — 388v). | |
1460 span> | «Nicolò caligar de Lubiglana, in logo de m. Barbiere, paga sopra una casa mittuda in lo borgo del Fen appresso quelli de Baldana e appresso ser Mattio del Clapiz not. » (B.C.U., ms. F. XXV, f. 388v). | |
1511 span> | «Daniel di Baldana e fratelli, in logo di m. Nicolò Badascula, pagano di livello sopra le case forino del ditto Nicolò » (ibid.). | |
1527, ag. 21 span> | ° | Actum Utini in contrata nominata Udin, in apotheca aromatarię angularis ser Danielis Baldanę (Not. Francesco Leale). |
1544 span> | «Daniel Baldana q. Francesco spiciaro paga de livello sopra una casa appresso la spiciaria fo della eredità del Baldana ed appresso una casa degli heredi del q. Andrea di Madrisio spiciaro, et de drio appresso la casa fo de ser Zuan Domenego de Susanna del q. ser Pagan, al presente di ser Bastian di Montegnià, in logo di m. Nicolò Briscola caligaro , L 1 s 1» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 388v). | |
1549, magg. 21 span> | ° | «D. Hieronimus de Montegnacco vendidit d. Pagano, Francisco et Iohanni Baptistæ fratribus Susanna domum in vico noncupato Udin iuxta ab uno latere ipsum d. Hieronimum et ab altero angularem d. Aloisii Baldanę et a parte anteriori via publica et a parte posteriori quoque domum ipsius d. Hieronimi quę fuit ser Iohannis Dominici de Susanna patris et a d. Sebastiano de Montegnaco patre eiusdem d. Hieronimi emptam ad incantum» (Not. Francesco Ottelio, B.C.U., Perg. Susanna, Vol. II, n. 206). |
1550-1551 span> | * | «Ser Alovisio Baldana spiciaro sopra la casa della sua abitazione, in logo di m. Nicolò Briscola caligaro, paga L 1 s 1» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 388v — 389r). |
1560 span> | ° | Heredi del q. ser Alvise Baldane, in logo de ser Daniel suo avo, die dar sopra le case depente appresso quelle del canton della sua habitation in via che vien de borgo del Fien al canton del Baldana (Arch. Osp., Rotolo 1560). |
1625 span> | « Paga Giorgio Bellone» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 389r). | |
1629, lugl. 8 span> | Ser Francesco e m. Antonio Caratto supplicano «che dal magn. consiglio fosse loro concesso un piede o piϊ di terreno publico nella contrada detta di Rialto, dove essi intendono di fare una nova fabrica». Nella supplica precisano che si tratta del sito ad essi «concesso dal pio hospitale della Misericordia sopra l’angolo della contrada detta di Rialto, che restò distrutto per l’incendio miserabile dell’anno passato». Domandano di poter «fondare la facciata della casa sopra colonne, che si porranno senza occupare la strada pubblica, nel confine medesimo del portico che prima restava coperto dalla facciata della casa che fu abbrucciata che era sostenuta da travi invece di colonne» (Annales, LXXIII, f. 204v). | |
1629, lugl. 29 span> | Il consiglio concede ai Caratti quanto domandarono in data 8 luglio (Annales, LXXIII, f. 206). | |
1632, febbr. 16 span> | ° | Francesco e Marcantonio fratelli Caratti farmacisti comperarono una casa in via Rialto da Flaminio Ravasino (Not. Giacinto Causilico). |
1637 span> | Bellon Belloni paga (B.C.U., ms. F. XXV, f. 389r). | |
1642 span> | «Alvise Baldana paga de livello sopra una casa appresso la speciaria che fu dell’eredità Baldana, appresso una casa delli eredi q. Andrea di Madris speciaro e appresso la casa fu de mess. G. Domenego de Susanna q. Pagano, al presente de Bastian de Montegnacco pagano L 1 s 1 Possede la su-detta casa di speciaria il sig. Caratto; qual casa è in faccia la porta grande della casa Paladino; di sopra vi è l’arma Baldana » (B.C.U., ms. F. XXV, f. 389r — 389v). | |
1643 span> | «La casa confina a sol levado con le case furono già di ser Pagano Susanna, ora del co. Lodovico Manino nella casa Montegnacco abitata per Giovanni Francesco Prampero, a mezo dν il sig. Pietro Ricca not. mediante una casa abitata per Barufaldo calegaro, a sol a monte la strada pubblica, ed ai monti la speciaria Caratta su l’angolo fu già del Ravasino e prima del Baldana » (B.C.U., ms. F. XXV, f. 389v). | |
1643 span> | «Alla partita di mess. Alvise Baldana sopra una casa appresso la specieria che fu dell’heredità Baldana, appresso una casa che fu degli heredi q. m. Andrea di Madris speciaro, et appresso la casa fu di mess. Giovanni Domenico de Susanna q. ser Pagano, al presente di mess. Sebastian de Montegnaco, pagava il sig. Giorgio Bellone hora il sig. Bellon Bellone . La casa è posta nella contrada di Rialto in faccia della porta grande della casa fu già degli ill.mi sigg. Zeni , ora del sig. Tadio Palladino, sopra di cui v’è dipinta l’arma Baldana, possessa et habitata di presente per il sig. Marc’Antonio Caratto speciale; confina a sol levado con le case furono già di ser Pagano Susanna, hora del co. Lodovico Manino nella casa Montegnaca, habitata per il sig. Giovanni Francesco Prampero, a mezo dν il sig. Pietro Ricca not. mediante una casa abitata per Burufaldo calegaro, a sol a monte la strada publica et ai monti la speciaria Caratta su l’angolo fu già del Ravasino e prima del Baldana» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 91-92). | |
1743, giu. 28 span> | «Il sig. Bellon q. sig. Zorzi in luoco di ser Alvise Baldana paga di livello sopra una casa ora possessa dal sig. Carratto, appresso la speciaria al canton, fu dell’eredità Baldana, paga già il sig. Sebastiano Montegnacco, confinata l’anno 1643 L I s 1. Dissero i confinatori che l’antedetta casa è al presente di ragione dell’on. ser Zuanne Cortellazzis, dirimpetto al porton del pallazzo Palladini, incorporata nella sua abitazione, che confina a lev. le case Manini e Montegnacco , a mezz. porzione di casa dell’antedetto Cortellazis, a sol a monte la strada , et alle monti la casa di canton, ora di ragione del on. ser Niccolò Scalla, nella quale ne’ tempi andati fu la speziaria della “Corona” di ragione Carrati» (B.C.U., ms. F. XXI, f. 79v — 80r). | |
1801 span> | È di Osvaldo e G.B. Cortellezzis (Nomenclatura, f. 30v). | |
span> | * | Affittata a Francesco Maseri (ibid.). |
1809 span> | * | È di G.B. e fratelli Cortolezzi. Vi abita il patrocinatore Francesco Maseri (Registro delli aloggi, f. 22v). |
1811, giu. 13 span> | * | Giovanni e fratelli Cortolezis «chiedono la licenza di aprire un rabatto in una bottega di loro proprietà sottoposta alla casa n. 792 in luogo di una finestra attualmente esistente». La concessione è del 20 giugno (A.S.U., C.N., 179/XIX). |
1852 span> | * | Appartiene agli eredi del fu Cortelazzis (Competenze, I, f. 22v). |
1877, apr. 10 span> | ° | Viene acquistata dal comune (Not. Aristide Fantoni). |
1883 span> | Osteria “Al commissario” (AVOGADRO, 152). | |
span> | * | Gestione di Margherita Pizzoni Zamparo (ibid.). |
1910 span> | Viene abbattuta per la costruzione del nuovo palazzo del Municipio. | |
span> | ||
BIBLIOGRAFIA span> | Vedasi n. 729 e in particolare: BATTISTELLA, Udine... commercio, 234; Parti prese... 1903, 7; Il palazzo del comune; della PORTA, Toponomastica, 190, 193-194; della PORTA, Udine scomparsa, “Avanti cul brun”, 17, (1949); Relazioni sul progetto. | |
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1292, febbr. 29 span> | ° | Andreas qui fuit de Flambro vendidit Dominico nepoti suo qui fuit de Flambro filio olim Vidalis unam domum sitam Utini infra muros veteres cuius hii sunt confines: ab uno latere possidet Henricus de Orgniano, ab alio Iacobus de Coloreto, ab alio est murus castellanus et ab alio currit via publica (Perg. del not. Amato da Udine, Istrumenti del monastero di S. Bernardino, tomo X, C.R.S). |
1307, nov. 30 span> | ° | Benvenutus cramarius vendidit Raynerio de Venzono unam domum sitam in Utino prope forum novum , ab uno latere est domus d. Raynerii, ab alio est domus Alexandri beccarii, a tertio post est murus terre Utini a quarto est via (Perg. del not. Martino di S. Odorico, Istrumenti del monastero di S. Bernardino, tomo X, C.R.S.). |
1484, giu. 2 span> | * | «Actum Utini in hospicio S. Georgii, in salla magna» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. 1480-1485, f. 22r — 23v). |
1492, dic. 6 span> | «Actum Utini in contrata Furnorum super salla hospicii S. Georgii» (A.S.U., N., Simone Lovaria, 5256, XXI instr., f. 55r). | |
1503, ott. 1 span> | * | «Havé Raynerotto contadi da Goberli, hosto in la hosteria di S. Zorze, d 15» (A.S.U., C.R.S., 586/1, Nota allegata alla racc. n. 30). |
1525, sett. 13 span> | «Actum Utini in hospicio S. Georgii nominato del Cavaletto» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. 1487-1533, f. 31v — 33v)1. | |
1536, ott. 16 span> | * | «Ser Iacomo q. Christiano hosto olim ala hostaria de S. Zorzi de Udene» (B.C.U., ms. 1017, Rotolo Belgrado, f. 138v). |
1541, nov. 4 span> | ° | Actum Utini in contrata dicta Udene sive delle Speciarie in barbaria mag. Baptiste q. mag. Antonii Venerutti tonsoris, sita sub hospitio S. Georgii (Not. Leonardo Pontano, Perg. B.C.U.). |
1548, nov. 14 span> | I deputati della città di Udine, procuratori delle monache di S. Bernardino, affittano la casa dell’osteria di "S. Zorzi", posta in Udine nella contrada delle Beccherie «con la bottega dela barberia incorporata , a ser Roccho de’ Boi hosto in Udene per anni cinque continui , pagando ser Roccho conduttore ogni anno de affitto ducatti 69 » (Annales, LII, f. 123v — 124v). | |
1548, dic. 16 span> | * | «Li deputati della città, li procuratori delle monache di S. Bernardin affittano la casa dell’osteria di S. Zorzi, posta nella contrada delle beccarie, con la bottega della barberia incorporata in essa casa» (B.C.U., ms. 1329, f. 48r). |
1549, genn. 22 span> | * | « M. Lunardo del q. m. Bastian Del Basso de Coloreto de Prado fornaro in Udene appresso la hostaria de S. Zorzi» (B.C.U., ms. 1017, f. 200v). |
1559, mar. 31 span> | * | «Die ultimo mensis marcii quidam sacerdos Germanus ideoque canonicus assertus, apulit in civitatem nostram Utini fugiens, ut serebatur, Germanicam heresim a Luthero excitatam aportavitque secum nonnullas reliquias sanctorum, inter quas et spinam sanctam unam ex corona spinea, qua Dominus noster Ihesus Christus tempore divinissimæ passionis suæ coronatus fuit et quidem veram . Qui, dum dictus sacerdos adversatus fuisset ad publicum hospitium in ipsa civitate die veneris sancti 24 ipsius mensis marcii sacerdos disolvit involucra qua spina sancta ab reverentia involuta erat et adhibitis facibus ipsa stillavit sanguinem . Quam spinam reverenter condonatam civitati nostrę ab ipso sacerdote, deputati in civitatem Utini colocatam in capsa tribus clavibus observata in sacrario templi maioris Utini cum summa reverentia adservari curarunt » (Acta, XVIII, f. 79r). |
1661, sett. 6 span> | * | «Fatto in Udine, nelle case dell’hosteria della Nave, in una camera verso la contrada di Rialto, dove Francesco q. Giovanni Gioseffo Mazzolenis di questa città, habitante in Casteons di Strada, particolare erede del q. Antonio Mazzolenis suo zio , franca mess. Carlo ed Antonio Maria di Ancona, hoste al presente in questa hostaria, di un livello di capitale di d 118, che, in ragion di ducati cinque per cento all’anno, pagava sopra una casa posta in questa città nella contrada di Rialto rimpetto a questa hostaria, fu di ragione del detto ecc. Antonio et per esso cessa all’ecc.mo Giovanni Giorgio Tonato di questa città sotto li 6 ag. 1659, qual casa poi fu cessa et renunziata al predetto mess. Carlo di Antonio Maria» (A.S.U., N., Gaspare Agricola, 7730, III instr., f. 93v). |
1690, apr. 13 span> | * | Locazione della casa della città ad uso di osteria detta della “Nave”, a Gaspare Guerra e Giacomo Susino (A.S.U., C.A., 3/1). |
1719, mar. 24 span> | * | «Compenso all’esattore del dazio vino per il dazio a spina dovuto dall’osteria della Nave che era esente» (A.S.U., C.A., 70, 17). |
1752, mar. 23 span> | Odorico e fratelli Simonetti, conduttori dell’osteria alla “Nave” o “S. Giorgio”, desiderando ridurre l’osteria a decente locanda, domandano di essere esonerati dall’obbligo di dar alloggio ai soldati di passaggio. Viene loro accordato (Annales, CXIII, f. 192v). | |
1774, ag. 2 span> | * | L’osteria viene affittata a G.B. Fadini, dopo di Giacomo Battaia, che, contro i regolamenti, l’aveva subaffittata (A.S.U., C.A., 3/35). |
1801 span> | Vi era la locanda “Alla nave” (Nomenclatura, f. 30v). | |
1809 span> | * | Appartiene al convento di S. Bernardino. Affittuale è il locandiere Francesco Sperzoli (Registro delli aloggi, f. 22v). |
1810, ott. 17 span> | Il demanio vende per it. L 11693,195 a G.B. q. Stefano Bertuzzi, che acquista per persona da dichiarare, la casa già del monastero di S. Bernardino, n. 793, detta “Locanda della Nave” (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10422, 335). I veri acquirenti erano Francesco e Virginia Spersoli. | |
1811, giu. 1 span> | « Francesco del fu Erasmo e Virginia n. Boffi coniugi Spersoli locandieri, cedono alli sigg. Niccolò Simonetti ed Elena Patrizio Simonetti la porzione di fabbrica composta da due camere in primo piano, cucina e spazzacucina in secondo piano e grannari sopra, faciente in ora parte della casa di detti Simonetti al c. n. 723, il tutto descritto nell’ operazione del perito Moro del 7 dec. 1810 . Questa cessione fanno pel prezzo di it. L 2050 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10587, 434, alleg. perizia Moro). | |
1812 span> | Locanda “Alla Nave” (Esercenti). | |
span> | * | Gestione di Francesco Spersoli (ibid.). |
1825, dic. 20 span> | I coniugi Spersoli vendono a Domenico q. Pietro Rubini la casa uso locanda “Alla Nave” n. 793 (Notizia desunta dall’atto 1826 luglio 21, vedasi infra). | |
1826, lugl. 17 span> | Domenico Rubini retrovende la casa (ibid.). | |
1826, lugl. 21 span> | « Francesco q. Erasmo e Virginia nata Boffi coniugi Spersoli vendono ad Elisabetta q. Pietro Pelosi, moglie di Francesco Filaferro, parte del locale ad uso di locanda detta della "Nave" al n. 793 ossia «la corticella dalla parte di mezzodν sulla contrada di S. Tommaso, con annesso fabricato al lato di pon. ad uso di stalla con sopraposto fenile, scala di pietra e picciola terazza sopra il volto dal lato di tram, il tutto confina a lev. colla casa della sign. Elisabetta n. 718 , a mezz. colla strada di S. Tommaso, a pon. con casa delli iug. Catterinuzzi, a tram. colli Catterinuzzi e colla casa restante alli coniughi Spersoli. La vendita si fa pel prezzo di locali L 8000, eguali ad austr. L 4571,42 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10606, 3582). | |
1828, febbr. 22 span> | * | La deputazione comunale d’ornato chiede alla congregazione municipale una sede «nella casa n. 793 senza verun aggravio nell’amministrazione, sopra il quale sarà esposta la iscrizione con lo stemma della città». In data 25 febbr. il podestà accorda il permesso. Il 2 marzo la deputazione avanza una richiesta di mobilio (A.S.U., C.A. I, 148/X). |
1828, magg. 14 span> | «Francesco Spersoli vende al proprio figlio Mario Spersoli la mettà della casa posta al c. n. 793 tra i confini a 1ev. rappresentanti la dita Odorico e fratelli Simonetti, mezz. Elisabetta Pelosi Filaferro e Odorico Piccoli, pon. Giacomo e Sabbata Cattarinuzzi e sett. contrada di Rialto » (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10554, 3052). | |
1848 span> | ° | È di Nicolò e Francesco Braida. Locanda alla “Nave”. Vedasi prospetto su via Rialto (A.M., Ornato, 1843-1851). |
1852 span> | * | Appartiene ai fratelli Braida figli del fu Francesco (Competenze, I, f. 22v). |
1873 span> | ° | È di Teresa Fanzutti. Le quattro finestre a destra al primo e secondo piano sono ad arco. A destra del primo e secondo, due bifore; quella del primo ha un poggiolo in legno sporgente sulla strada (A.M., Atti Ornato, 1865-1873). |
1876 span> | * | Albergo “Alla croce di Malta” di T. Fanzutti (COSMI-AVOGADRO, 85). |
1883 span> | * | Albergo “Alla croce di Malta” di Antonio Fanzutti (AVOGADRO, 137). |
span> | ° | Vedasi storia dell’albergo Croce di Malta in Arch. mun. 32, IX, 180. |
span> | * | Vedasi n. 723. |
span> | ||
BIBLIOGRAFIA span> | Vedasi n. 723 e in particolare: BATTISTELLA, I sindaci inquisitori, 194; BATTISTELLA, Udine... XIV, 65, 80, 116; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 160-161; BRAGATO, Guida, 45, 174; PALLADIO degli OLIVI-CAIMO DRAGONI, Memorie, 35; PIERI, Napoleone, 329; della PORTA, Toponomastica, 191-192. | |
794 | ||
span> | * | A partire dal 1437 la casa risulta gravata da un livello a favore del convento di S. Francesco di dentro, come attestano i rotoli settecenteschi che ne citano i fondamenti. |
1437, genn. 26 span> | * | «Jole q. Pietro Pignano cede al convento la rendita di una marca di denari aquileiesi pagabile sopra una casa in Udine, in contrada detta dei Forni, appresso le beccarie ». Nell’edificio abita Venuto da Basagliapenta (A.S.U., C.R.S., 696, Cattastico... 1792, p. 2). |
1483 span> | * | Appartiene al fornaio Giovanni, poi al fornaio Giorgio (ibid., p. 3). |
1564 span> | * | Appartiene a m. Antonio Chiante (ibid., p. 4). |
1662 span> | * | Paga Giuseppe Lazzarini in luogo di Andrea Zanin (ibid.). |
1667 span> | * | Appartiene all’orefice Giuseppe Ugoni (ibid.). |
1715-1725 span> | * | Appartiene alla fornaia Valentina Ugoni (ibid.). |
1748 span> | * | Appartiene a Elisabetta Ugoni (ibid.). |
1754 span> | * | L’ospedale di S. Maria dei Battuti riscuote un livello sulla casa: «Il rev. Domenico Casellotto paga di livello al nome di Gioseffo Feruio per il legato di d. Serena, sopra una casa appresso quella che confina con la beccaria, in contadi L 4 s 7» (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1753, f. 331v). |
1774, sett. 30 span> | * | Confinazioni del pubbl. per. Nicolò Antonio Codutti su istanza del convento di S. Pietro Martire: «Casa sittuata nel borgo del Fieno, appresso le beccarie, possessa dal q. G.B. Gastaldello, per acquisto da esso fatto dalle mani della sign. Elisabetta lugone, censiva al convento. Dissero confinar a 1ev. casa del Gastaldello, mezodν col mazzello delle pubbliche beccarie, pon. casa fu Galiussi, ora di Biasio Perissutto ed altri particolari, et a tram. strada publica del borgo del Fieno » (A.S.U., C.R.S., 783/23, n. XVII). |
1792 span> | * | Appartiene a G.B. Gastaldello (A.S.U., C.R.S., 696, Cattastico... 1792, p. 2). |
1801 span> | È di Vicenzo Periotti (Nomenclatura, f. 30v). | |
1809 span> | * | Appartiene al pistore Vincenzo Periotti (Registro delli aloggi, f. 22v). |
1815, apr. 23 span> | «Vincenzo e Pasqua iugali Periotti vendono al sig. Domenico Giuliani detto Lessano una casa composta in piano da stanza rippartita ad uso di cocina, forno e stuffa con botteghino e solari sopra, picola corticella a mezzodν e suo copperto per uso di legnara, segnata con il c. n. 794. Confina a lev. con casa e fondi di Giacomo Cattarinuzzi in loco Marangoni, a mezz. Antonio Pascoli, a pon. gli eredi del q. Carlo Perisutti ed a tram. la contrada detta delle Beccarie . La vendita viene fatta per it. L 5060,85 » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10302, 756, con stima del pubblico perito Giuseppe Venuti, 12 apr. 1815). | |
1815, giu. 17 span> | * | Domenico Giuliani chiede di «riformare la sua casa ». La deputazione d’ornato, suggerendo alcune modifiche, raccomanda per la pittura della facciata di usare solo il bianco (A.S.U., C.N., 180/XIX, 4344 Orn. XIX, con dis.). |
1822 span> | È di Domenico Giuliani. Accordo con i confinanti Giacomo e Sabata Cattarinuzzi proprietari del n. 117 in S. Tomaso (A.S.U., C.A. I, 68, 552 Orn. II C, con dis.). | |
span> | * | Viene chiamato in causa anche Valentino Presani, il quale afferma che il lavoro progettato «è del tutto innocuo ai fondi di ragion comunale posti in quelle vicinanze» (ibid.). |
1834 span> | ° | Domenico Giuliani, detto Lessani, loco Ugoni Maddalena, loco pre’ Domenico Casellotto, loco Giuseppe Feruio, loco eredi Marcantonio Bonecco, paga ven. L 4 s 7 sopra casa in via delle beccarie, confina con le Beccarie (A.O.U., Ospitale C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834). |
1845, sett. 20 span> | Il rev. Carlo Filaferro, per la casa delle Derelitte, vende a G.B. Roselli «la casa con corticella n. 794» già acquistata il 20 luglio 1845, per atto privato dagli eredi del fu Domenico Giuliani Lessani (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/II, 778). | |
1852 span> | * | Appartiene a G.B. Roselli (Competenze, I, f. 22v). |
1876 span> | * | Oltre alla bottega del calzolaio Pietro Missio, la casa ospita il negozio di chincaglieria e bigiotteria di G.B. Roselli (COSMI-AVOGADRO, 88, 90). |
span> | ||
BIBLIOGRAFIA span> | CASANOVA, Il liberty, ill. 32, 33, 34, 35. | |
795 | ||
1801 span> | Carlo Perissutti (Nomenclatura, f. 30v). | |
1809 span> | * | Appartiene a Carlo Peressutti (Registro delli aloggi, f. 22v). |
1832 span> | * | Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al calzolaio Enoch Ellia Savorgnan l’avviso n. 1050 circa «la remuzione degli effetti ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193). |
1852 span> | * | Appartiene a Maria Perisutti (Competenze, I, f. 22v). |
1857 span> | ° | È di Francesco Ciriani. Vedasi progetto di riforma. Risulta casa a tre piani di due finestre con attico (A.M., Atti Ornato, 1857-1864). |
1876 span> | * | Trattoria “Alla bella Venezia” di Francesco Ciriani (COSMI-AVOGADRO, 85). |
1883 span> | Trattoria “Alla bella Venezia” (AVOGADRO, 157). | |
796 | ||
span> | * | Vedasi n. 715. |
1465, magg. 14 span> | Si delibera la costituzione del fondaco delle biade1. In principio non aveva sede propria. Nel 1505 fu portato nel fabbricato delle pubbliche beccarie a Rialto. Nel 1550 fu fatto verso via Cavour nelle case ora2 Volpe. L’istituzione cadde con la Repubblica (V. J[OPPI], La fine del fondaco “Patria del Friuli”, 15, CXXIX, 1 giugno 1891, 2). | |
1487, ott. 5 span> | Su proposta del luogotenente si delibera «qualiter fieri debent macella comunis super rosta» (Annales, XXXVII, f. 44r). | |
1775, genn. 9 span> | I pubblici granai si trovavano sopra le beccherie con le quali confinava Cisternino Cisternini (A.S.U., C.A., 14/61). | |
1792, febbr. 4 span> | «Statto e grado delle pubbliche beccherie preso per ordine ingiunto a me dalli ill.mi sigg. deputati di questa città, in unione del pubbl. per. G.B. Mangano, che ha assistito per parte e nome delli sigg. G.B. Carli e Santo di Lena attuali conduttori delle baccarie medesime». Avevano una «porta d’ingresso dirimpetto a S. Tomaso di tre traversi in due parti» e due su via Rialto (A.S.U., C.A., 9/3 Grado delle pubbliche beccarie 1787-1795 di G.B. Antivari ragionato di comun). | |
1801 span> | «Beccarie pubbliche» (Nomenclatura, f. 30v). | |
1809 span> | * | È della municipalità di Udine. Pubbliche beccarie con magazzini (Registro delli aloggi, f. 22v — 23r). |
1828, ag. 2 span> | * | Nicolò Semenzati, padrone della casa «in calle Barberia al c. n. 796, propone di sostituire all’attuale linda informe una cornice giusta le regole». La deputazione d’ornato subordina l’approvazione all’esame del disegno, che non è stato presentato (A.S.U., C.A. I, 148/X, 3261 Orn. II C, con dis.). |
1829, lugl. 29 span> | Vedasi n. 715. | |
1848, sett. 21 span> | * | Vedasi n. 715. |
1852 span> | * | Appartiene a Pietro Fabretti (Competenze, I, f. 22v). |
1869, dic. 30 e 1870, febbr. 1 span> | Il consiglio comunale accorda al sig. Antonio Volpe un compenso per la cessione di parte del suo fabbricato per l’allargamento della via Rialto e di Pescheria Vecchia (Parti prese... 1880, 83, 88). | |
1876 span> | * | Deposito di macchine da cucire di Antonio Volpe (COSMI-AVOGADRO, 100). |
1937 span> | È di Antonio Volpe. | |
span> | °° | L’edificio, con i c.n. 851 e 852, è vincolato con D.M. del 22 ag. 1994 ai sensi della L. 1089/1939. |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Annales, XXXIII, f. 46v — 47r. |
span> | 2 | Vedasi l’ultima notizia infra. |
span> | ||
STUDI INEDITI span> | FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 42r. | |
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BIBLIOGRAFIA span> | BATTISTELLA, Udine... XVI, 86, 112; BRAIDOTTI, Udine antica, 97-101; Considerazioni... a piazza del Fisco , 11; J[OPPI], La fine del fondaco, I, 40; PICCO, Udine vecchia. Via Cavour; della PORTA, Toponomastica, 190. | |
797 | ||
1773, mar. 27 span> | Si concede ai sigg. Nicolò Montegano e Domenico Semenzati soci il fondo pubblico, circondato da bassi muretti, in contrada delle Pescarie che, anziché servire per la vendita del pesce «vedesi tutto giorno dalla feccia del volgo rivolto in certi usi, che per la sua situazione nel centro della città continuamente frequentata riescono molto disdicevoli, scandalosi ed incompatibili colla polizzia publica » (Annales, CXXI, f. 61v — 62v). | |
1783 span> | ° | Sito e fondi serviva per uso dell’antica Pescheria confina a levante casa fu del sig. Girolamo Bassi ora Semenzati, mezz. e pon. contrade, a tram. casa Fontanini. Pervenuta nei Fontanini per investitura del luogotenente (Not. Daniele Marquardi, Divisioni Fontanini). |
1797, dic. 9 span> | * | « Ettore q. Giovanni Domenico Fontanini in permuta concede al nob. Giusto Fontanini suo frattello la porzione di case tutte sittuate in Udine, tocateli in parte nelle divisioni seguite tra esso e li di lui fratelli; sittuate in Pescaria, Beccaria e Cortacis, come pure la porcione di case sittuate in contrada delli Brenari. E questo fa detto nob. Ettore, perché detto sig. Giusto in permuta concede due pezzi di terra in pertinenza di Farla, loco detto Salt » (A.S.U., N., Daniele Marquardo, 4248, Istr. 1756-1799, 444, f. 287v — 288r). |
1797, dic. 15 span> | * | « Francesco Cesare q. Domenico Fontanini in permuta concede al nob. Giusto di lui fratello la sua porcione di casa in contrada delle Pescarie, Beccarie e Cortacis, ora tenute a semplice affitto parte dalla ditta Semenzatti e parte d’altri particolari, descritte nelle divisioni seguite tra detti permutanti e li altri loro fratelli, pubblicate in atti del sottoscritto nodaro . E questo fa detto sig. Cesare, perché all’incontro detto sig. Giusto in permuta concede una braida in villa di Farla, detta del Baret o Albaret » (A.S.U., N., Daniele Marquardo, 4248, Istr. 1756-1799, 443, f. 287r — 287v). |
1801 span> | Nicolò Semenzati (Nomenclatura, f. 30v). | |
span> | * | Affittata a Menega Quaina (ibid.). |
1809 span> | * | È di Nicolò Semenzati. Affittuale è l’ostessa Anna Quaina (Registro delli aloggi, f. 22v). |
1812 span> | Osteria al Ponte di Rialto (Esercenti). | |
span> | * | Gestione di Anna Quaina (ibid.). |
1822, mar. 22 span> | È del sig. Domenico Semenzati. Vi aveva bottega Paolo Volpe1 (A.S.U., C.A. I, 68, 1220 Orn. II C). | |
span> | * | Il proprietario chiede ed ottiene il permesso di sostituire la cornice sopra le imposte della bottega (ibid.). |
1825, febbr. 25 span> | * | Nicolò Semensati chiede ed ottiene di rialzare le facciate di m 2,15 (A.S.U., C.A. I, 100, 752 Orn. II C). |
1839, dic. 27 span> | È di Giovanni Volpe. Domanda di ridurre ad uso bottega il fondo chiuso da muri di cinta in angolo tra le vie Pescarie e Rialto (A.S.U., C.A. I, 315/VI, 7102 Orn. II C, con dis.). | |
1850, giu. 14 span> | °° | Nuova costruzione dell’edificio, domanda di Antonio Volpe (A.S.U., C.A. I, 487/VI, 3326 Orn. II C, con dis.). |
1852 span> | * | Appartiene ad Antonio Volpe (Competenze, I, f. 22v). |
1852, lugl. 28 span> | * | Antonio Volpe chiede di costruire un’altana. Il permesso è concesso a patto «che i pilastri che sostengono la terrazza si facessero della larghezza di m 0,60 per lo meno» (A.S.U., C.A. II, 66, 5266 Orn. II C, con dis., firmato da Giacomo Brida). |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Sulle attività dei Volpe: FALCIONI, Industrie udinesi, 307, 308, 316, 317-318, 321-322, 323, 345; PICCO, Ricordi, 141. |
798 | ||
1783 span> | ° | Altro corpo di fabbrica detto “del Macello”, situata verso mezzodν dell’antescritta corticella, confina a lev. parte con casetta del nob. sig. Daneluzzi, parte colla corticella fu Madrisio ora Fontanini, mezz. Rialto, pon. fabbr. n. 1 mediante callisella, tram. corticella del n. 2 (Not. Daniele Marquardi, Divisioni Fontanini). Vedansi n. 811 e 850. |
1801 span> | Casa e bottega di Nicoletto Semenzati (Nomenclatura, f. 30v). | |
1801, giu. 27 span> | Il co. Antonio di Alessandro Daneluzzi vende per L 1220 s 2 alla sign. Giulia Vatolo, ved. di G.B. Dolfin, moglie di Leonardo Contier, «una casa nella contrada delle Beccarie» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, 363, f. 425r — 425v). | |
1809 span> | G.B. Delfin (Registro delli aloggi, f. 22v). | |
1809, genn. 4 span> | Domenico q. Vito Olivati compera all’asta la casetta dell’ospedale n. 798 per L 922 (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10324, 143; alleg. descrizione e stima di Giuseppe Clocchiati). | |
1812 span> | * | Bigliardo gestito da Giovanni Pignoratario Latassis (Esercenti). |
1814, magg. 10 span> | G.B. q. G.B. Dolfin vende a G.B. q. Antonio Tadio detto Principutti una casetta al n. 798; «confina a lev. Zuanne Vuatolo, a mezz. contrada Beccarie, e pon. e tram. con Domenico Olivati». Era stata di Leonardo q. Antonio Contir (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10300, 559). | |
1814, ag. 16 span> | G.B. Tadio la vende a Giuseppe q. Antonio Lanfretti (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10301, 604). | |
1824, ott. 4 span> | * | È di Giuseppe Lanfritti (A.S.U., C.A. I, 89/1824/X, 4097 Orn. II C, con dis.). |
span> | * | Il proprietario chiede ed ottiene di trasformare una finestra in una porta (ibid.). |
1842 span> | ° | «Riconosciuta di Maria Poslepi1 Boltrino, ne segui il trasporto già il 4 dic. 1842» (A.O.U., Minutario di confronto). |
1852 span> | * | Appartiene a Bolzicco (Competenze, I, f. 22v). |
1937 span> | È del co. Ugo Bellavitis. | |
[1938] span> | Era una casa a tre piani di due finestre, attualmente è unita al n. 799. Vedasi n. 850. | |
span> | ||
NOTE span> | 1 | Il della Porta avverte che la lettura del nome è incerta e colloca due punti di domanda alla fine dell’annotazione che sembra priva di senso. |
799 | ||
1801 span> | Nicoletto Semenzati (Nomenclatura, f. 30v). Affittata a «Vatolo, gua» (ibid.). | |
1809 span> | * | Appartiene a Giovanni Vatolo e al negoziante Domenico Olivati (Registro delli aloggi, f. 22v). |
1819, ott. 25 span> | Giovanni q. Antonio Vuatolo e Teresa Trevisan coniugi vendono a Domenico q. Vito Olivati negoziante «una casa di una stanza a piano terreno ed una in solaro sita nella contrada del Fieno sive di Rialto dirimpetto alle beccarie n. 799 . Confina lev. con casa delli coo. mons. Giuseppe canonico Fabio e Luigi del fu Tommaso Gallici, mezz. la contrada, pon. e tram. Olivati compratore con tutti li diritti annessi alla casa , la quale pervenne nel Vuatolo in forza dell’instr. d’acquisto 31 ott. 1772 per atti del fu Antonio Pontelli not. in Meretto di Palma, fatto dal co. Carlo q. Antonio Daneluzzi. Il prezzo di questa casa è stabilito in it. L 1240 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10454, 2094). | |
1852 span> | * | Compresa sotto il n. 850 (Competenze, I, f. 22v). |
1857, lugl. 18 span> | * | Relazione dell’ingegnere municipale G.B. Locatelli alla congregazione municipale: «Vista la domanda del sig. Giovanni Pasini Vianelli per l’erezione di un nuovo fabbricato in contrada Rialto nella sede delle deformi casipole alli c.n. 850, 799, portandolo in rettifilo coll’angolo di casa Volpe , lo scrivente opina che convenga di accordare» (A.S.U., C.A. II, 76, 139). |
1883 span> | Osteria “Alla callotta” (AVOGADRO, 152). | |
span> | * | Gestione di Francesco Provvisionato (ibid.). |
1937 span> | È del co. Ugo Bellavitis. Unita al n. 798. Vedasi n. 850. | |
800 | ||
1643 span> | Era dell’ecc. d. G.B. Venuti, erede di donna Agata scarpettara (B.C.U., ms. F. XXV, f. 385r). | |
1801 span> | Co. Tomaso Gallici (Nomenclatura, f. 31v). | |
span> | * | Affittuale G.B. Peteani (ibid.). |
1809 span> | * | È di Tommaso Gallici. Affittuale è l’oste G.B. Peteana (Registro delli aloggi, f. 22v). |
1812 span> | Osteria “Alla Provvidenza” (Esercenti). | |
span> | * | Gestione di Giacomo Molinis (ibid.). |
1852 span> | * | Appartiene al co. Tommaso Gallici (Competenze, I, f. 22v). |
1865 span> | ° | La casa n. 800 è di Giovanni Croatto; la casa 801 è di Carlo Rubini; in mezzo vi è una calle morta, che non si vede nella mappa del 1838. Croatto presenta progetto di riforma con occupazione della calle; ne risulta una casa a tre piani e soffitta di tre finestre (A.M., Atti Ornato, 1865-1873). |
1883-1948 span> | ° | Trattoria “Al cappello”1. |
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NOTE span> | 1 | Il della Porta cita come fonte, ovviamente per il solo anno 1883, l’Avogadro, che però non ricorda questa trattoria. |