Consiglio dei Distretti Notarili Riuniti di Udine e Tolmezzo
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Università degli Studi di Udine
Memorie su le antiche case di Udine di Giovanni Battista della Porta: un archivio aperto per la conoscenza della città storica
progetto di ricerca a cura di Anna Frangipane dall’edizione a stampa curata da Vittoria Masutti, 1984-1987
TESTO INTEGRALE
Memorie su le antiche case di Udine: parte I (da 401 a 600)
401
1723, sett. 26 Bortolo Betani, proprietario della casa in angolo fra via Strazzamantello e via del Fieno, domanda di poter mettere tre colonne a sostegno del muro verso la contrada del Fieno ora poggiato sopra antichissimi modiglioni in legno sporgenti (Acta, LXXVI, f. 71v - 72r).
 *I lavori sono affidati al capomastro Presan, che ne ha tracciato il disegno (ibid.).
1800, mar. 2*I deputati della città all’i.r. governo generale: «Nel centro di questa città esiste una casa di ragione del sig. Antonio Antivari cittadino udinese, che forma angolo sopra quattro strade anguste, e delle più frequentate, per una delle quali passar deve direttamente anche la posta di Vienna. Era già tempo che, considerata universalmente la casa medesima mal sicura, e bisognosa di riparazione, avevano li deputati della città fatto insinuare con urbani uffizi al proprietario tale urgenza, quando nell’anno 1791 si combinò il passaggio di S.M. imperiale, del granduca e granduchessa di Toscana e di SS.MM. Siciliane, partecipato dall’ex veneto senato al n.h. luogotenente Francesco Rota nei termini significanti, che risultano dalle lettere ducali 26 febbraio 1791 —. Tenendo la strada postale, doveva il passaggio stesso seguire sotto la detta casa: conobbero perciò li deputati di quel tempo che convenisse darsi il piϊ serio pensiero a tanto oggetto; sicché, avuta dal loro protomuraro Francesco Piva la relazione 4 marzo 1791 — che manifestava un spaventoso pericolo prossimo, lo rassegnarono ai riflessi del — luogotenente, mentre l’Antivari stava in un villaggio fuori della giurisdizione della città. Non avendo voluto riportarsi all’opinione del proto, parve alla sua prudenza di destinare il — ten. col. Antonio Ferro a riconoscere con visione locale lo stato vero di essa casa, tanto piϊ che il senato con altre lettere ducali 10 marzo suddetto — gli aveva raccomandato efficacemente di dare le opportune disposizioni al comodo e sicuro passaggio dei Sovrani». Seguono le notizie relative all’ordine di demolizione, all’esecuzione parziale della stessa, alla causa mossa successivamente dall’Antivari per l’operazione alla quale è stato costretto e che egli ritiene inutile. Il fascicolo contiene copie degli atti relativi. Tra queste esiste anche la copia della stima del «capomuraro della città» Francesco Piva in data 4 marzo 1791 e copia della relazione in data 20 marzo 1791, del “capomuraro” Luca Andreoli sui lavori fatti nella casa (A.S.U., C.A., 20/14).
1801 Antonio Antivari. «Casa atterrata» (Nomenclatura, f. 15v).
1809 È del mercante Giacomo Brunetta (Re­gistro delli aloggi, f. 12v).
1825, giu. 8*Relazione dell’ing. Duodo al delegato provinciale Stratico: «Visitati i lavori che si stan facendo pel negoziante di filoni sig. Brunetta nella casa di sua ragione formante colle proprie facciate di tramontana e levante l’angolo della strada che dal portone detto di Poscolle guida alla piazza detta del Fisco, vidi nel muro di tramontana con la limitrofa casa di battirame, una fenditura. Prescindendo dalla sua tenuità, e dal niuno strapiombo di quei muri, molti altri sono gli indizi che la mostrano avvenuta prima dei visitati lavori; bensν all’adattamento da non molto praticato alla casa del battirame fu intonacata per la parte compresa tra gli archi del portico esterno e le finestre del primo piano, ma sotto l’intonaco si rileva che esistessero». La relazione prosegue in forma particolareggiata. Ne risulta che il capomastro Antonio Battigelli e il proprietario hanno accettato i consigli tecnici (A.S.U., C.A. I, 100, 2091 Orn. II C).
  Segue, due giorni dopo, lettera del delegato alla congregazione municipale con la trasmissione dei consigli del Duodo (ibid.).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al salsamentario P. Mazzoli l’avviso 1050 «per la remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*La casa appartiene a Giuseppe Ferra­ri (Competenze, I, f. 12v).
1917 Distrutta da un incendio.
   
BIBLIOGRAFIA VALENTINIS, Udine che si rinnova, 118.
402
1801 Francesco Zuliani (Nomenclatura, f. 15v).
1809*Appartiene all’impiegato Francesco Zuliani (Registro delli aloggi, f. 12v).
1822, lugl. 13*Anna Zuliani Natolini vende al sac. Giacomo del fu Giovanni Ronco un terzo della casa n. 402. «Confina a lev. — Toppo, a mezz. piϊ possessori della casa fu Maranzana, a pon. la — strada, ed a tram. — Francesco Girardis e — Giacomo Brunetta» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10308, 1676).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al venditore di lino Antonio Braidotti e al rigattiere Simone Mocenigo l’avviso n. 1050 «per la remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193, Relazione del capo del III quartiere).
1839, magg. 28*Paolino Zuliani, proprietario della casa, inoltra domanda per «costruire un forno in una stanza interna della casa — ad uso d’offelleria —». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 299/1839/XX, 2760 Pol. II A, con diss.).
1839, magg. 29*A Paolino Zuliani è necessario «effettuare vari lavori all’interno — per uso di sua professione di offelliere —», tra i quali «— taglio del portoncino ad archivolti, conservando li soli stipiti segnati con la lettera A e riformarlo in figura rettangolare, ferrata superiore — ed al di sopra della medesima farvi continuare a percorrere le stesse membrature dalla parte della figura attigua». Il progetto è giudicato “tollerabile” (A.S.U., C.A. I, 299/XX, 2759 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Paolino Zuliani (Competenze, I, f. 12v).
1876*Negozi del cappellaio Giusto Livotti (COSMI-AVOGADRO, 89) e dell’orologiaio Giovanni Danelutti (ibid., 105).
1883*Orologiaio Giovanni Danelutti (AVOGADRO, 150).
1917 Fu distrutta da un incendio durante l’invasione.
403
1557, magg. 28°«Eques d. Iacobus de Arrigonibus1 q. d. Bartholomei dedit ser Iohanni q. mag. Iacobi de Zuch de loco Scampli in valle Engedine mercatori Utini unam domum Utini sitam in contrata Spellavillan, sive potius Squarzamantello, quæ ab oriente terminat cum domo heredum q. d. Thomæ Pacis et cum angiportu in quo respicit quædam porta magna huic domui livillatae spectans et exiens in ipsam andronam nominatam de San Thoma, ab aquilone cum domo eiusdem equitis, a sole exeunte cum strata publica et a septentrione adheret domui cuiusdam mulieris cognomine La Zampina, a parte anteriori et a posteriori aliis domibus eiusdem equitis» (Not. Biagio Sauroniano).
1739, mar. 31*«— Francesco Tracanelli — reloca — a — Odorico Tal e Zuanne Salice compagno tutte le stanze e siti terranei ed in primo solaro del corpo della casa di sua propria abitatione in questa città —, cioè la bottega con stampa, sive mezzado a dietro, cantina a questo annessa, l’uso del portico dentro e fuori del portone, e del portone stesso, e la corte nel primo ingresso salvo l’uso del passalitio al — locatore e suoi domestici: necnon il camerone sopra la strada in primo appartamento con la sala annessa, cucina nella parte posteriore con le due camere e terrazza contigue, riservato ad uso del medesimo — Traccanelli il nicchio sotto la scala che scende al secondo appartamento: Dà inoltre — a detti Tal e Salice compagno l’altra botteghetta picciola sopra la strada, con facoltà ai medesimi di poter far nelli muri della stessa tutti quei fori che si rendessero necessari all’uso di quella. Et ciò per anni vinti da principiarsi al giorno di domani —» (A.S.U., N., Francesco Tracanelli, 8530, Locazioni, ricevuta redatta da Giacomo Pilosio).
1744 «La casa già posseduta dai Candidi passò da Pontone Brugni, morto senza successione, al cognato Francesco Tracanelli» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 177).
1759, mar. 20*Domenico Tal, erede del fu Odorico, ottiene il rinnovo del contratto. Il locatore risulta ancora Francesco Tracanelli (A.S.U., N., Francesco Tracanelli, 8530, Locazioni).
1766, ag. 25*«Stato presente della restata casa o sia appartamento — di raggione del nob. sig. Marco del q. sig. Francesco Tracanelli» (ibid.).
1773, mar. 26*«Francesco Tracanelli — ha — venduto — al sig. Antonio Bernardinis, abitante in questa città —, una stanza a piè piano incorporata nella casa — posta — in contrada di Strazzamantello; qual stanza confina a lev. e mezz. detto Tracanelli, vendendo egualmente la metà del muro di lev. annesso a detta stanza, perché possa — detto — Bernardinis alzarlo quanto occorre per appoggiare una fabbrica contigua che è per erigere —. Questa vendita fa — pel prezzo — di L 230 —» (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9788, VIII istr., 609, f. 1234r -1234v).
1778, mar. 14 Il comune affitta «la facoltà di raccogliere il lezzo nella contrada del pio ospitale e in quella di Strazzamantello, che dalle case furono Tracanelli, ove esiste la bottega di caffè detta del Moro, s’estende sino all’oratorio del Ss.mo Crocefisso» (A.S.U., C.A., 3/69).
1801 G.B. Maranzana. «Caffè del Moro» (Nomenclatura, I, f. 15v).
1809 È di G.B. Cipriani caffettiere (Registro delli aloggi, f. 12v).
1810, lugl. 28 Vi fu un incendio nella casa del caffè del Moro, casa Cipriani (A.S.U., C.N., 182, 1197 Pol.).
 *«Nel giorno d’ieri, alle ore tre circa antimeridiane, si è manifestato un gravissimo incendio nella caffetteria di G.B. Cipriani, nativo di Cormons —, situata in — Strazzamantello, contrassegnata del n. 403, portante l’insegna al “Caffè al Moro” —» (ibid.).
1812 Caffè del Moro (Esercenti).
 *Locale di terza categoria di proprietà di G.B. Cipriani, il quale ha aperto anche una ostelleria di seconda categoria (ibid.).
1814, mar. 26 «G.B. Cipriani — concede con titolo di semplice affittanza al — sig. Michiele Fedele — li seguenti locali sottoposti alla casa di detto Cipriani sita in — Strazzamantello, al c. n. 403, cioè la bottega per uso di caffetteria unitamente al biliardo piantato nella stessa, non che il mezzado aldidietro della medesima, due camerini in corte, una fetta di scalla e picciola stanza per carbonera. La — affittanza sarà duratura anni tre —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10327, 1207).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa alla venditrice di pane D. Pellarini l’avviso n. 1050, concernente «la remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1844, mar. 19 Lucia q. Giuseppe Casi, erede della zia Caterina Casi, ved. di Leonardo Maranzana, vende a Michele q. Gaspare Fedele caffettiere porzione della casa n. 403 per L 28500. La casa era proprietà Maranzana dal 1774 (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4833, 5416).
1852*Appartiene a Michele Fedele (Competenze, f. 13v).
1876*Vi ha recapito l’ingegnere Antonio Regini (COSMI-AVOGADRO, 97). La casa ospita l’offelleria Panciera, la macelleria di Leonardo Ferigo e il laboratorio della modista Regina Contieri (COSMI-AVOGADRO, 104, 100, 102).
1883 Caffè “Al corso d’Italia” (AVOGADRO, 139).
 *Accanto al caffè, che è gestito da Angelo Cei, esiste l’offelleria di Valentino Panciera (AVOGADRO, 150).
1917, ott. Caffè al Moro. È distrutta da un incendio. Sulla facciata di questa casa esisteva uno stemma Arrigoni, oggi trasportato in museo.
   
NOTE1Per la famiglia Arrigoni: MONTICOLI, Cronaca, 70-71; L. PALLADIO degli OLIVI, Cronaca, B.C.U. ms. 642, p. 172-173.
   
BIBLIOGRAFIA CORGNALI, I nostri vecchi caffè, 113; DELLA PORTA, Toponomastica, 40; VATRI, I caffè, 108.
404
1715, mar. 22 Il nob. Caimo q. Protasio Percoto vende al sig. Giuseppe q. Zuanne Vezzi «una casa — situata in — Strazzamantello parte alta e parte bassa, con suoi magazini sotto, cortivo annesso — qual confina a lev. eredi — co. Girolamo Savorgnan, mezo giorno — coo. della Torre e parte mess. Pietro Pensiero, pon. strada — et i monti case — dell’eredità Candida habitate dagli eredi q. — Marco Brugni —. E ciò per il prezzo di ducati mille e trecento —» (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8300, Prot. IX, f. 27v — 29r).
1781, genn. 1°Antonio q. Fernandantonio Bernardinis vende la casa ai sigg. Venerio (Atto privato).
1790, nov. 27 Gottardo q. Girolamo Venerio vende a Pietrantonio q. Antonio Pertoldi di Lestizza una casa di Strazzamantello «confina a lev., a mezz. — Venerio, cessionari dell’ecc. sig. Antonio Pilosio, a pon. strada — ed a tram. parte fabbriche delli sigg. Leonardo e G.B. Maranzani, cessionari del — q. Marco — e — Francesco Tracanelli e parte —G.B. Pascoli». Prezzo d 3500 (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 1289, XVII, f. 1610v — 1612v).
1801 Giacomo Pertoldi di Lestizza (Nomenclatura, f. 16v).
1809*Appartiene all’avv. Giacomo Pertoldi (Registro delli aloggi, f. 12v).
1821, dic. 29*«Fatto — nella casa del — sig. Pertoldi, contrada Strazzamantello, al c. n. 404, nella camera attigua alla cucina avente luce da una finestra sopra interno» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10546, testamento di Giacomo del fu Pietro Antonio Pertoldi).
1832, ott. 5 Egidia q. dott. Giacomo Pertoldi vende a Candido e Nicolò fratelli Angeli1 la casa n. 404, per austr. L 15128 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10480, 8466).
1833 È di Candido e Nicolò fratelli Angeli (A.S.U., C.A. I, 206/I, 1003 Orn. II C, con dis.).
 *I proprietari «implorano il permesso di riformare la facciata sotto li portici vicino al caffè del Moro» (ibid.).
1842, apr. 27*«Candido Angeli e fratello, domiciliati in — borgo Strazzamantello, — domanda che li venghi conseso di straportarsi li due pilastri come sono marcati di rosso — al c. n. 404» (A.S.U., C.A. I, 342/IV, 2544 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene ai fratelli Angeli (Competenze, I, f. 13v).
1917, ott. È distrutta da un incendio.
   
NOTE1Per Candido e Nicolò Angeli vedasi n. 399.
   
STUDI INEDITI CIPOLLA, Memorie, f. 57r.
   
BIBLIOGRAFIA PICCO, La antica piazza del Fisco.
405
1776, genn. 19 Raimondo q. Giuseppe Bassi vende a *** Pilosio i locali poi n. 405, 406, 4071.
1801 Pietro Pilosio (Nomenclatura, f. 16v).
1809*Appartiene a Pietro Pilosio. Vi abitano i negozianti Giacomo Brunetta e Onorio e fratelli Brunetta (Registro delli aloggi, f. 12v).
1815, sett. 11*Pietro Pilosio «desidera di far aprir una finestra in una sua casa — ad uso di locanda, coscritta al c. n. 405. Questa finestra ha divisato egli di aprirla nel tempiaro guardante la cosν detta piazza del Fisco» (A.S.U., C.N., 180, 8464 Orn.).
1828, sett. 10 Antonio fu Pietro Pilosio affitta a Maria nata Piva vedova di Girolamo Brunetta moglie in secondi voti del sig. Candido Angeli parte della casa «fu Bassi» già tenuta in affitto dal defunto suo marito (A.S.U., Arch. Pilosio, XVIII, f. 51).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al venditore di lino Candido Angeli e alla fruttivendola Pierina Sinigaglia l’avviso n. 1050 concernente la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1833, mar. 14*«Candido e Nicolò fratelli Angeli possidenti, negocianti, — domiciliati al c. n. 405» (A.S.U., C.A. I, 206/I, 1003, Orn. II C).
  Vedasi n. 404.
1843, dic. 19°Il nob. Antonio de Pilosio vende a Candido e Nicolò fratelli Angeli di G.B. parte della casa in contrada Strazzamantello n. 405, 406, 407, confina a lev. Mazeri, mezz. stalla Pilosio, pon. cortile Angeli, tram. parte Angeli parte Mazeri, per L 5000 (not. Antonio Cosattini).
1852*Lo stabile, di proprietà di Antonio Pilosio, comprende i n. 405, 406, 407 (Competenze, I, f. 13v).
1864, lugl. 20*Nell’ufficio dell’ingegnere municipale si informano i fratelli Candido e Nicolò Angeli che il progetto di riforma della casa da loro presentato, firmato da Giuseppe Zandigiacomo, non è ammissibile «per la irregolarità e pel troppo stringimento che sarebbe mantenuto su quella strada». Un nuovo progetto viene concordato il 27 agosto (A.S.U., C.A. I, 754/VIII).
1917, ott. È distrutta da un incendio.
   
NOTE1Nel ms. della Porta, senza indicazione di fonte; probabilmente trattasi di citazione nell’atto del not. Cosattini.
   
STUDI INEDITI CIPOLLA, Memorie, f. 58r — 58v; FRATINI, Sviluppo urbanistico, 247.
   
BIBLIOGRAFIA PICCO, La antica piazza del Fisco; S[ACCOMANI], Il ristauro della loggia, 22; TENTORI, Architettura, 405; VALENTINIS, Udine che si rinnova, 118.
406
1448°Era di Francesco Pellizzaro (Arch. Pilosio).
1542-1604°Della Scalettera ed eredi (ibid.).
1607-1629°Di Antonio Marchesi (ibid.).
1630-1742°Del co. della Torre. Fu di Variente Percoto, poi di G.B. D’Ancona, indi di Bortolo Farlati. Nel 1717 la possedeva il sig. Pietro Pensier (Arch. Pilosio).
1726, lugl. 29*Testamento di Pietro del fu Francesco Pensier: «Per ragion di legato lascia a — Valentina sua attual consorte che possa vita sua natural durante — goder la casa di propria abitazione di lui testatore con l’orticelo assieme colli annui prò —. Per ragion di legato, doppo mancata — Valentina —, lascia la casa — al — capellano pro tempore della — chiesa della Pietà —» (A.S.U., C.R.S., 778/1, Pietà, f. 29v — 30v).
1731, ag. 29 «Il sig. G.B. q. Carlo D’Anco­na — ha venduto al sig. Bortolo q. Bernardino Farlati di S. Daniele — una — casetta — nella contrada — Strazzamantello, dirimpetto a quella che gli è stata venduta dal q. —Raimondo Basso, quale confina dalla parte di lev. con casa fu di ragione Vezzi, ora Masotti, a mezz. la piazza del Fisco Torriano, sol a monte la strada della contrada ed ai monti — casa Masotti» (A.S.U., N., Francesco Tracanelli, 8493, XXIII instr., f. 21v — 22v).
1755 La casa è di don Pietro Antonio e fratelli q. Bortolo Farlatti (dall’atto del 1783, vedasi infra).
1756, apr. 2°«— La casa confina a lev. sig. Giuseppe Bassi, tram. Bassi». La facciata su Strazzamantello era lunga m 3,90, verso la piazza m 17 (Arch. Pilosio).
1758, febbr. 27 Il sig. Giuseppe Gallici q. Antonio vende al sig. Nicolò Tassis q. Benedetto «una casa posta nel borgo — di Strazzamantello, fra quella dell’ecc. — Antonio Pilosio e l’altra dei sigg. fratelli Tomada e — la bottega posta nel giardino — sotto le case Gailatteo» (A.S.U., N., Giuseppe Marchi, 9270, Istr. 1757-1763, f. 19r — 19v).
1758, febbr. 28°Il Tassis cede la casa a Pilosio: casa in contrada Strazzamantello, confina a lev. Antonio Pilosio, mezz. parimenti, pon. Strazzamantello, ai monti Francesco Tomadi. La facciata è lunga m 8,51. Ha tre finestre per piano (Arch. Pilosio).
1783 Per giudizio di graduazione passa a Nicolò Comuzzi. Ritorna poi ai Farlatti in seguito a sentenza d’appello. Quindi passa ad Andrea Pilosio creditore dei Farlatti (A.S.U., N., Giovanni Lorio, 10117, I instr., 58, f. 91r - 93r).
1785, magg. 4 «— Andrea q. Mattia Pilosio — vende alli nob. Giuseppe e mons. Arrigo Sabbatini — la — casa — posta nella piazzeta del Fisco e contrada di Strazzamantello — che confina a lev. con casa dell’ecc. — Antonio Pilosio fu Bassi, a — tramontana con casa di detto — Pilosio fu pur Bassi —». Questa casa era stata dei Farlatti, passò ai creditori, quindi in Nicolò Comuzzi. Fu restituita ai Farlati che nel 1783 la cedettero ad Andrea Pilosio (ibid.).
1801 Co. Stefano Sabbatini (Nomenclatura, f. 16v).
1806, apr. 28 «— Con locazione 15 aprile 1805 li — coo. mons. Antonio canonico e Steffano, zio e nipote Sabbatini, concessero in semplice affitto una loro casa al n. 406, situata nella piazza — del Fisco —, al sig. G.B. Tedeschi, che la tiene ad uso di osteria —. Determinatisi li — coo. Sabbatini di alienare la casa, — non hanno mancato — di far precorrere al nominato affittuale Tedeschi — l’estragiudiziale —. Non avendo il — Tedeschi data alli — coo. — una — risposta —, essi coo. mons. Antonio — e Steffano — Sabbatini hanno venduto — al — sig. Antonio Pilosio — la casa — n. 406 —. Questa — vendita — hanno fatto — pel prezzo — di d 3300 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XL VIII istr., 3706, f. 4801r — 4802v).
1809 È di G.B. Tedeschi negoziante (Registro delli aloggi, f. 12v).
 *Vi abita l’oste Domenico Deotti (ibid.).
1809, magg. 15 È di Antonio q. Pietro Pilosio (Arch. Pilosio, VII, p. 85).
1811, apr. 26*Marianna Piccoli chiede ed ottiene la licenza per l’esercizio di osteria al n. 406 «ove un tempo conducevasi l’osteria di Antonio Cerni» (A.S.U., C.A. I, 183, 2694 Pol. 20).
1812, dic. Osteria “Al deserto” (Esercenti).
 *Condotta da Francesco Cipelli, ivi domici­liato, viene considerata di prima categoria (ibid.).
1827, sett.*Lettera a Giuseppe Antivari: «Vi son d’avviso che — Antonio Pilosio aderisce di buon grado di concedervi a pigione per due anni li suoi due granai nella casa fu Bassi, posta in contrada Strazzamantello — verso la mercede annua di lire centosessanta austriache —. Giacomo Taddeo agente» (A.S.U., Arch. Pilosio, XVIII, f. 8r).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa alle venditrici di sottogola Anna Gossi, Caterina Venuti e Rosa Toffoli l’avviso 1050 circa la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1837, mar. 20 È di Antonio q. Pietro Pilosio. Domanda di poter riformare la facciata (A.S.U., C.A. I, 269/III, 1408 Orn. II C).
1837, lugl. 10*Il Pilosio chiede l’autorizzazione per cambiare il progetto; al pianterreno, al posto di cinque pilastri, ne vorrebbe solo quattro, naturalmente riducendo anche a quattro le finestre in asse nei piani superiori. Il permesso è accordato «malgrado la sconvenienza di un numero pari di vani», nella speranza che «il proprietario riformi l’altra sua fabbrica adiacente uniformandovi il disegno della presente e — che presto o tardi si possa anche alla destra protrarre l’edifico colla medesima uniformità» (A.S.U., C.A. I, 269/1837/III, 1408 Orn. II C, con dis.).
1838, apr. 28*Antonio Pilosio presenta progetto di riforma della facciata verso la piazza del Fisco. L’approvazione è concessa con l’augurio che sia continuata l’architrave anche in questa parte verso la piazza, come fu eseguito nell’altra verso la contrada (A.S.U., C.A. I, 285/1838/VII, 2109 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da «valentino driussi murero».
1843, dic. 19 Vedasi n. 405.
1849 «Nel negozio di Candido e Nicolò fratelli Angeli, situato nella contrada Strazzamantello di facciata al caffè della Costanza, oltre un ricco deposito di tele e telette della sua fabbrica in Udine, vi ha un assortimento di panni della rinomata fabbrica di Schio, a prezzi convenienti» (“Il Friuli”, 16 nov. 1849, 4).
1852*Vedasi n. 405.
1917, ott. È di Angeli. Viene distrutta da un incendio.
   
BIBLIOGRAFIA CORGNALI, I nostri vecchi caffè, 113; della PORTA, Udine scomparsa, 41-42; ERMACORA, Provino Valle, 308; Un grande istituto, 369-372; MAGRINI, Memorie, 62; PICCO, La antica piazza del Fisco; VALENTE, La vergogna, 12; VALENTINIS, Udine che si rinnova, 177-180; VATRI, I vecchi caffè di Udine, 108.
* Palazzo della Torre
[ante1717] Il fascicolo1 relativo al palazzo della Torre nell’archivio della Porta contiene i seguenti documenti:
  1) disegni anonimi e senza data del palazzo della Torre nelle varie facciate, con spiegazioni annesse (A.S.U., Archivio della Porta, b. 12, fasc. 7, 1r; A.S.U., Archivio della Porta, b. 12, fasc. 7, 6r; A.S.U., Archivio della Porta, b. 12, fasc. 7, 5r; A.S.U., Archivio della Porta, b. 12, fasc.7, 4r; A.S.U., Archivio della Porta, b. 12, fasc. 7, 3r; A.S.U., Archivio della Porta, b. 12, fasc. 7, 2r; A.S.U., Archivio della Porta, b. 12, fasc. 7, 5v; A.S.U., Archivio della Porta, b. 12, fasc. 7, 6v; A.S.U., Archivio della Porta, b. 12, fasc. 7, 4r; A.S.U., Archivio della Porta, b. 12, fasc. 7, 4v; A.S.U., Archivio della Porta, b. 12, fasc. 7, 4v).
  2) due piante anonime e senza data del palazzo, della stessa mano del disegno, a mano libera, con le misure, la seconda rimaneggiata (A.S.U., Archivio della Porta, b. 12, fasc.7, 3v; A.S.U., Archivio della Porta, b. 12, fasc. 7);
  3) pianta anonima e senza data del palazzo in scala di passi cinquanta, di tipo geometrico (A.S.U., Archivio della Porta, b. 12, fasc. 7);
  4) annotazione manoscritta anonima sul trasporto, in data 27 ag. 1717, delle due statue dei giganti dalla corte del palazzo alla piazza Contarena. Nello stesso foglio è riportata la notizia dell’erezione della colonna, il 16 novembre dello stesso anno, al posto del portone del palazzo;
  5) disegno con spiegazione dell’arma Marchesi, esistente sul palazzo demolito.
  Joppi, nell’articolo del 1890 sull’argomento, riferisce di aver veduto nell’archivio Gropplero il diario di Lucrezio Palladio contenente alcuni disegni a penna dell’autore coi rilievi del palazzo. Non si sa chi sia l’autore degli schizzi dell’archivio della Porta; potrebbe trattarsi di una copia di quelli del Palladio.
   
NOTE1Il complesso non è considerato dal della Porta; ma dato l’interesse dell’argomento, si è deciso di dare notizia dei documenti sopra elencati.
 2J[OPPI], Descrizione del palazzo Marchesi in Udine e sua demolizione nel 1717, “Pagine friulane”, 3 (1890), 124-126.
407
1714, magg. 29 Angela Candido, ved. di Marco Brugno, vende per d 200 ai nob. Pietro e fr. Marchettani con patto di recupera «una — casetta — confinante a lev. et tramontana con li — compratori, con li quatro volti del pergoleto et l’uso del pozzo —» (A.S.U., N., Rocco Carminati, 8074, VII instr., f. 20r — 22r).
1717, dic. 22 Antonia Brugno cede la casa ad gaudendum al nob. Giuseppe Vezzi (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunelleschi, 8301, XII instr., f. 12v - 14r).
1718, mar. 24 Antonia Candido Brugni ricupera la casetta (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunalleschi, 8301, XII instr., f. 50v - 51r).
1731, lugl. 28 Passa a Biagio q. Giorgio Masotti (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunelleschi, 8302, XXV instr., f. 56v — 58r).
 *II rogito ricapitola alcuni passaggi di proprietà, ricordando che il locale è stato acquistato «parte dalli nn. hh. Caimo e fratello Percotti, parte dalla casa Turriana e parte dalla sign. Antonia n. Candida sotto li 22 marzo 1715, 19 maggio inseguente e 22 dic. 1717, assieme con i fornelli, utensili e mobili tutti descritti nell’inventario —. L’antedetto — Vezzi — vende — all’antedetto — Biagio Masotti e al sig. Giorgio di lui figlio — le case antedette — con i fornelli, utensili e mobili —» (ibid.).
1738, apr. 30 Passa in Leonardo q. Gottardo Canciani (Atto priv., vedasi infra).
1744, ott. 7 «— Leonardo — Canciani, eseguendo la scrittura privata 13 ott. 1743, seguita tra lui — ed il sig. Giuseppe q. — Raimondo Basso — ha — venduto — allo stesso — Basso — la casa che a detto — Canciani fu cessa dal nunc q. — Biagio e — Giorgio padre e figlio Masotti con scrittura 30 apr. 1738 e precedentemente a questi dal — nob. — Giuseppe Vezzi con instr. 28 lugl. 1731 di mano del q. — Francesco Brunalleschi not. —, posta — nella contrada — Strazzamantello fra i confini nel medesimo instr. espressi —. E questo per lo capitale di d 3000 —» (A.S.U., N., Francesco Tracanelli, 8496, LXXIII instr., 1949, f. 7r — 8v).
1773, febbr. 1 Olimpia figlia di Antonia Brugno cede a Raimondo Bassi il patto di recupera (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, I istr., 34, f. 84v — 85r).
1801 Pietro Pilosio. Magazzino (Nomenclatura, f. 16v).
1809*Appartiene ad Antonio Pilosio. È costituita da diversi magazzini (Registro delli aloggi, f. 12v - 13r).
1852*Vedasi n. 405.
  La casa fu costruita da Candido e Nicolò Angeli nel 1864 e distrutta nell’incendio dell’ott. 1917 (Vedasi n. 405).
   
STUDI INEDITI CIPOLLA, Memorie, f. 57r, 58r - 58v.
Chiesa di S. Barbara
  Il luogo dove sorgeva la chiesa di S. Barbara, e tutta la attuale piazza XX Settembre, erano occupati da case dei signori della Torre.
1511, febbr. 27 La plebe udinese, aizzata da Antonio di Savorgnan assalν, saccheggiò ed incendiò le case dei signori della Torre accusati d’essere fautori dei Tedeschi accampati presso la città.
1540 Girolamo della Torre ricostruisce il palazzo.
1580 circa I della Torre vendono il palazzo ad Antonio di Martino Marchesi, mercante di origine tedesca che aveva negozio di ferramenta in Mercatovecchio all’insegna del “Gesϊ”.
  I Marchesi ridussero il palazzo in bella forma ed innalzarono la chiesetta dedicata a S. Martino.
1612 Morto il figlio di Antonio, senza figli maschi, il palazzo toccò a Caterina, unica figlia, moglie di Giulio della Torre.
1717 Lucio della Torre è condannato a morte con sentenza 19 luglio, il palazzo confiscato ed abbattuto, meno la chiesa.
1717, ag. 27 La statua d’Ercole, che ornava il cortile del palazzo, è trasportata in Piazza Contarena (Florean).
1717, sett. 2 È trasportata la statua di Caco (Venturin).
  Gli orti e il giardino furono venduti ai Savorgnan della Bandiera poi ereditati dai Toppo, l’area del palazzo ridotta a piazza detta del Fisco, dove il 16 nov. fu eretta la colonna d’infamia con la scritta: «Lucio della Torre / bandito dall’Eccelso / Conseglio de’ X / per gravissime colpe / di lesa Maestà».
  La chiesa, già spogliata dei quadri e delle campane venduti dal co. Lucio, fu concessa al corpo dei bombardieri, che la dedicarono a S. Barbara.
1797 Sciolto il corpo dei bombardieri, la chiesa fu spogliata della facciata in pietra e ridotta a privata abitazione.
1799, apr. 18 L’intendenza di finanza di Venezia riconosce la proprietà nel co. Lucio Sigismondo della Torre del fondo detto piazza del Fisco e della chiesa di Santa Barbara, come da sentenza 26 genn. 1799 a favore del co. della Torre contro la fraterna di S. Barbara1.
1799, lugl. 28 Il municipio fa demolire la colonna d’infamia e la piazza è adibita a mercato di polli, pesci e carni.
1812, magg. 13 Rizzardo, mons. Enrico canonico, Antonio e Raimondo fratelli della Torre figli del defunto Lucio vendono, per it. L 12000, a Giuseppe q. Francesco Antiveri «l’intiero fondo fu palazzo — della Torre con fabbrica sopra dalla parte di mezzodì — composta da un locale fu chiesa — di S. Barbara con due fabbricati laterali —. Confina — a lev. con gli eredi di Toppo, mezz. con la contrada — dell’Ospitale, pon. con la contrada Strazzamantello, ed a sett. con — Antonio del fu — Pietro Pilosio» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10589, 662).
1815, ag. 4 Istanza di Giuseppe Antiveri per poter ridurre ad abitazione la chiesa di S. Barbara2 (A.S.U., C.N., 180, Orn., 4376; il disegno, citato dal documento, non è allegato).
1835, ott. 2°°Richiesta per l’apertura di una porta di Pietro A. qm Giuseppe (A.S.U., C.A. I, 236/1835/XVI, 5004 Orn. II C, con dis.). Il disegno è firmato da «floretti giovani muratore».
1864 Gli Antiveri vendono la piazza ai fratelli Angeli.
1868 I fratelli Angeli vendono il fondo al Municipio, che lo adibisce a mercato dei grani.
   
NOTE1Il ms. della Porta cita come fonte un vol. 95/111 degli Acta, inesistente.
 2Anche nell’Arch. della Porta, 12, Palazzo Torrioni, esiste un preventivo, redatto da Luca Andreoli, per la trasformazione della chiesa in un’abitazione privata.
   
STUDI INEDITI CILLO, Le confraternite, 60; FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 37, 43; RAIMONDI, Gioia preziosa, p. 1.
   
BIBLIOGRAFIA GANZER, Orafi, 357-358; JOPPI, Descrizione del palazzo Marchesi, 124-126; di MANIAGO, Guida, 59; Parti prese ... 1880, 50; PICCO, La antica piazza del Fisco; PICCO, Gli orefici; RIZZI, Storia... Il Seicento, 36, 83; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 10, 16; 3 (1937), 13; 4 (1937), 8.
   
ICONOGRAFIA MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 51.
408
[ante 1717]°°Vedasi Palazzo della Torre, tra la casa n. 406 e la casa n. 407.
  Il fondo su cui fu eretta questa casa faceva parte del terreno del palazzo Torriani e fu comperato dai Savorgnani, proprietari della casa 417, dopo la demolizione del palazzo Torriani (A.S.U., Arch. Toppo, XXVI, 369/306).
1796, dic. 16*Dalle divisioni Toppo: «Casa ad uso di osteria con fabbrica, fondi e cortivo, tenuta ad affitto da — Zuanne Cainero, posta — sulla piazzetta del fisco, sul canton in faccia la chiesetta di S. Barbara» (A.S.U., Arch. Toppo, Divisioni... 1796, n. 7, p. 75).
1801 Co. Nicolò di Toppo (Nomenclatura, f. 16v).
 *Affittata all’oste Vincenzo Camusati (ibid.).
1809*Appartiene a Silvia di Toppo. Vi abita l’oste Giacomo Bertucci (Registro delli aloggi, f. 12v).
1812 Osteria “Al pellegrino” (Esercenti).
 *Gestione di Mattia Ondervolt (ibid.).
1852*Appartiene a Francesco di Toppo (Competenze, I, f. 12v).
1862°Il co. Francesco di Toppo riduce la casa come era sino al 1829 (A.M., Orn. 1857-64).
1876 Caffè e birreria “Al Friuli” (COSMI-AVOGADRO, 86, 87).
  Fu donata al comune dalla co. Vittoria Ciconi Florio.
1929 Viene ridotta a casa veneziana utilizzando materiali provenienti dalla demolita casa n. 791 di via Rialto.
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 30 mar. 2007 ai sensi del D.Lgs. 42/2004.
   
BIBLIOGRAFIA BARILLARI, Raimondo D’Aronco, 7-9; COSMI-AVOGADRO, Guida, 86, 87; PICCO, La antica piazza del Fisco, p. 332-336; RIZZI, Profilo ... II Quattrocento, 24, ill. 40; VALENTE, La vergogna, 2.
409
[ante 1717] Era della confraternita dei Calzolai. Vedasi Palazzo della Torre, tra la casa n. 406 e la casa n. 407.
1801 V. fraterna della Ss.ma Trinità (Nomenclatura, f. 16v).
1809 È del sac. Giovanni Fabris (Registro delli aloggi, f. 12v).
 *Vi abita il sarto Natale Paladini (ibid.).
1810, ag. 4*Giovanni Fabris chiede ed ottiene di aggiustare la gronda della sua casa (A.S.U., C.N., 178/XIX Orn.).
1852*Appartiene alla cappellania di S. Foca del duomo di Udine (Competenze, I, f. 13v).
410
[ante 1717] Apparteneva all’ospedale. Vedasi Palazzo della Torre, tra la casa n. 406 e la casa n. 407.
1801 V. fraterna della S.S. Trinità (Nomenclatura, f. 16v).
1809 È del sac. Giovanni Fabris (Registro delli aloggi, f. 12v).
 *Vi abita l’industriante Biagio Tomada (ibid.).
1852*Appartiene al dott. Giovanni de Nardo (Competenze, I, f. 12v).
411
[ante 1717]°°Vedasi Palazzo della Torre, tra la casa n. 406 e la casa n. 407.
1801 Giuseppe De Nardo (Nomenclatura, f. 16v).
1809*Appartiene a Giuseppe De Nardo (Registro delli aloggi, f. 12v).
1834°Giuseppe De Nardo, loco Giovanni Del Negro, loco sigg. Torossi, loco eredi di Nicolò Lucio, loco eredi Giovanni di S. Foca pagano ven. L 37 s 4 sopra una aia situata verso l’ospitale come da locazione 7 nov. 1563, atti Sebastiano Bertrando. Vedasi n. 412. (A.O.U., Ospitale. C1 Quaderni livelli, decime, conti. Principia 1834).
1852*Appartiene al dott. Giovanni de Nardo (Competenze, I, f. 12v).
1948 Trattoria “Al buon bicchiere”.
412
[ante 1717]°°Vedasi Palazzo della Torre, tra la casa n. 406 e la casa n. 407.
1753 L’ospedale «possede una casa per mezzo l’ospedale, serviva una volta ad uso del — capellano curato, in cui ora stanzia gratis — Zuanne Del Negro dispensiere del pio luoco, donata dalla q. sign. Gisla q. ser Rodulfo Sinutto di Vendoio, moglie di Sagramorio di Flagogna, 1374, 13 dic., Ambrosio de Cuccagna nodaro». Fu livellata dall’ospitale nel 1449, genn. 14, a Giacomo Zani di Portogruaro, atti Giovanni Lovaria; ritornò all’ospitale nel 1530 (A.C.U., A.A.O., Cattastico ... 1753, n. 267, f. 276v).
1801*Affittuale dell’ospedale è Antonio del Negro (Nomenclatura, f. 16v).
1809*Appartiene all’ospedale. Vi abita l’impiegato Antonio Del Negro (Registro delli aloggi, f. 12v).
1844, giu. 8°L’ospedale vende la casa al dott. Giuseppe e a Giovanni De Nardo (A.O.U., Minutario di confronto).
1847, apr. 26 Giovanni De Nardo domanda di poter alzare la “casetta” unendola all’altra, n. 411, pure sua. Confina a lev. con gli eredi Bernardinis - Zamparo e Michieli (A.S.U., C.A. I, 422/1847/IV, 2548 Pol. Giud. IX D, con dis.).
 °°Il disegno è firmato «Ballini Ing. Civile».
1852*Proprietario risulta ancora il dott. Giovanni de Nardo (Competenze, I, f. 12v).
413
[ante 1717]°°Vedasi Palazzo della Torre, tra la casa n. 406 e la casa n. 407.
1753*L’ospedale «possede una casa in detta contrada1 tenuta a semplice affitto da Osvaldo della Signora ad uso di osteria per locazione 20 ottobre 1752 per, all’anno, L 120. Questa casa fu affittata a m. Zorzi Medun nell’anno 1598, 27 giugno, come appar nel Libro degl’instrumenti dell’ospitale, c. 25, Ippolito Fabrizio cancelliere» (A.C.U., A.A.O., Cattastico ... 1753, f. 275v).
1801 Antonio Bernardinis (Nomenclatura, f. 16v).
 *Affittuale Valentino Della Signora (ibid.).
1809*Appartiene ad Antonio Bernardinis. Vi abita il parrucchiere Valentino Della Signora (Registro delli aloggi, f. 12v).
1842, lugl. 28*Luigi Zamparo «per l’uso a cui divisa di destinare la stanza terranea nella casa n. 413, — abbisogna della riforma esterna dimostrata a rosso dal tipo». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A.I., 342/IV, 4687 Orn. II C, con dis.).
1852*La casa appartiene a Luigi Zamparo (Competenze, I, f. 12v).
   
NOTE1di S. Francesco.
414
[ante 1717] Era di Cavassi. Vedasi Palazzo della Torre, tra la casa n. 406 e la casa n. 407.
1801 Antonio Bernardinis (Nomenclatura, f. 16v).
1809*Appartiene ad Antonio Bernardinis (Registro delli aloggi, f. 12v).
1814 Antonio Bernardinis (A.S.U., C.A. I, 235).
1827*Asse Bernardinis. Case dominicali in città, n. 414: «Ad uso padronale. Dal corpo della casa dominicale in Udine, coscritta al c. n. 414, cortivi, orto, casino in angolo di levante e tramontana, rimessa e stalla con sopraposto fenile e corticella attigua a ponente, il tutto stimato dal fu Giuseppe Colimprain nella operazione divisionale 1808, 4 marzo. L 18000» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10647, 3856, Asse Bernardinis).
1828, ag. 27*Divisioni Bernardinis, n 365 (A.S.U., N., Nicolò Cassacco; 10607, 3856, Asse della facoltà in divisione tra li signori Francesco, Maria, Rosa e Laura q. Antonio Bernardinis, p. 180).
1852*La casa appartiene a G.B. Michielli (Competenze, I, f. 12v).
1900-1936 Michieli.
415
[ante 1717] Era orto del palazzo Torriani. Vedasi Palazzo della Torre, tra la casa n. 406 e la casa n. 407.
1760 Una società di diciannove gentiluomini decise l’erezione di un teatro, fu comprato il fondo da un privato, Giacomo Cavassi. Nel 1765 Tiberio Maieroni fu incaricato del progetto. Fu aperto nel 1774. Nel 1795 fu rifatto ed aperto il 4 ag. 1795 con l’opera “Alessandro nelle Indie” (A. della FORZA, Diario, 41, 187). Nel 1852 fu rifatto dall’arch. Andrea Scala.
1760*Perizia del fondo Cavassi acquistato per il teatro, inclusovi «il fondo della callisella che resterà fra la casa e il teatro di quantità di ps 25 pd 2 1/2 —» (B.C.U., ms. QQ. XIV, f. 23r).
1760, mar. 11*Copia della ducale di Francesco Loredan con il permesso per l’erezione del teatro, «in luogo che non possa recare disturbo alcuno a chiese, né venire altra molestia ad alcuno» (B.C.U., ms. QQ. XIV, f. 22r).
1760, mar. 21*Ascanio Piccoli chiede «il fondi su cui errigere la fabbrica e quegl’agiuti che si rendono necessarii sino alla somma e non piϊ di d 2000» (B.C.U., ms. QQ. XIV, f. 20r - 20v).
1760, mar. 22*Il luogotenente, accogliendo le suppliche, invita a «concertare quant’altro della di loro prudenza fusse reputato opportuno a cauzione del pubblico —» (B.C.U., ms. QQ. XIV, f. 19r - 19v).
1795, magg. 8*«Desiderando il corpo nobile delli — proprietari e iuspadronanti del teatro di questa città di avere un pezzetto di fondo — del sig. Antonio Bernardinis, quale confina a lev. con lo scenario del teatro sino alla finestra esclusive piϊ prossima alli palchi pieppiano, a mezz. restante fondo del — Bernardinis, pon. restante fondo del Bernardinis giusto la retta linea della facciata di lui liscivaia, ed a tram. — co. Giacomo q. co. Ettore Savorgnan con muro promiscuo col Bernardinis stesso —; ma per oggetto che il pieppiano sino all’altezza del piano di essa finestra inclusive resti ad uso, comodo e proprietà — del Bernardinis — senza la soggiezzione delli spiragli sotto lo scenario, che anzi saranno chiusi e sempre libero di soggezzione di finestre e respiri comunicanti col teatro ed il sito poi superiore cominciando dalla travamenta sopra detto piano di finestra fino all’altezza che essi nobili — reputeranno confluente, serva a benefizio, uso, proprietà — delli — nobili proprietari e iuspatronanti, ma senza fineste dalla parte di pon., dove potrà sempre appoggiare il sig. Bernardinis, con fabbriche che volesse eriggere —; quindi — Antonio Bernardinis — concede iure enphiteusim perpetui il ius di eriggere la fabbrica detagliata — alli — coo. Gregorio Bertolini, Marzio di Toppo, Francesco di Brazzà e Girolamo Caratti — facienti per conto proprio — e — della nobil compagnia — e questo — fa il — Bernardinis perché all’incontro li nobili sigg. coo. Bertolini, di Toppo, di Brazzà e Caratti — si obbligano di pagare — annue L 124 —» (A.S.U., Antonio Marchi, 9866, II istr., 387, f. 389r - 389v).
1795*«Teatro di Udine rifformato. Palchi nel teatro d’Udine rifformato la cui appertura accaderà li 25 corr.1» (B.C.U., ms. 3579).
 *Allegato vi è l’elenco dei proprietari.
1801*Teatro (Nomenclatura, f. 16v).
1809*Teatro (Registro delli aloggi, f. 12v - 13r).
1838 Teatro nobile (Mappa censuaria).
  Vedasi BATTISTELLA, Retroscena, “Panarie” 6 (1924), 330.
1852, sett. 7 Prospetti (A.S.U., C.A. I, 527/VIII, 6480 Orn. II C, con diss.; A.S.U., C.A. I, 527/VIII, 6480 Orn. II C, con diss.).
 *Carlo Giacomelli, a nome della Società del teatro, presenta il progetto del restauro dell’ing. A. Scala. La commissione approva “con lode” (ibid.).
   
NOTE1Probabilmente luglio.
   
STUDI INEDITI L. PALLADIO degli OLIVI, Cronaca, p. 289-290, 355.
   
BIBLIOGRAFIA “L’alchimista”, 6, XXVIII, (8 luglio 1855), 224; “L’alchimista friulano”, 4, XXIX, (17 luglio 1853), 232; BATTISTELLA, Retroscena, 329-333; BATTISTELLA, I vecchi teatri, 116; BRAGATO, Guida, 56; Considerazioni anfiteatrali, 519; FIOR SARTORELLI, Aspetti... Una memorabile stagione, 3-6; FIOR SARTORELLI, Il teatro Sociale, 125-140; di MANIAGO, Guida, 61-62; PEZZE, I quindici anni, 22; PICCO, L’arte di pittura ornamentale, 65-69; RONCHI, Vita sociale, 181-190; Teatro, “L’alchimista”, 6, V, (28 genn. 1855), 41; S[ACCOMANI], Il ristauro, 24, 39, 40, 41, 49; SCOVACRICCHI, Piccola tormentata storia, 36-37; SCOVACRICCHI, Il teatro a Udine; TENTORI, Architettura, 317, 334, 360-367; VALSECCHI, Il teatro a Udine, 227.
416
[ante 1717] Casa relativamente moderna. Il fondo non era fabbricato; sembra vi esistesse una chiesetta privata. Nelle vedute Spinelli e Gironcoli si vede il fondo libero. Vedasi Palazzo della Torre, tra la casa n. 406 e la casa n. 407.
1744 «Mauri. Abitavano nel 1744 la casa già fu di Federico Savorgnan della Bandiera» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 192).
1801 Co. Giacomo Savorgnan (Nomenclatura, f. 16v).
1804, lugl. 27 Il co. Giacomo Savorgnan cede in permuta a G.B. Sabbadini la casa n. 416 (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10566, Prot. istr. 1800-1804, f. 95r - 96v).
 *Il documento premette la causa della cessione: «Deterioratasi nelle passate vicende la casa dominicale in Udine di ragione del — co. Giacomo Savorgnan, a colpa dei continui alloggi ed eretta dopo le medesime dal — G.B. Sabbadini una di lui casa in questa città nella contrada del duomo, fu tra lor stabilito un contratto di permuta sino li 26 maggio dec. — con cui il — co. Savorgnan, per togliersi dal necessario riattamento, ha ceduta — in permuta allo stesso — Sabbadini la propria casa, ricevendo quella del medesimo recentemente fabbricata — giusta alle stime commesse col — contratto 26 maggio decorso alli pubblici periti — Pietro Antonio Burco di Palma e Giovanni Carlo Iacotti di Udine —» (ibid.).
1804, lugl. 23*Inventario e stima de’ mobili esistenti «nel luoco in l’androna Savorgniana di ragione di — Giacomo — Savorgniano» firmati da G.B. Macchi «perito in arte» e Bortolo Colosetti «strasarol e stimador di Venezia, ora abitante costi in borgo d’Aquileia» (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10566, 125).
1805, magg. 11 G.B. q. Daniele Sabbadini vende la casa al co. Nicolò Frangipane (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10566, 125; allegata la stima di Giovanni Carlo Iacotti).
1809*Appartiene a Nicolò Frangipane (Registro delli aloggi, f. 12v).
1839*Vi è ospitato Adassek, praticante del dipartimento del grande scudiere al seguito dell’imperatore (Elenco delli alloggi).
1852*Appartiene al co. Antigono Frangipane (Competenze, I, f. 12v).
417
  Questo numero consta di due case riunite, una già Lissoni, l’altra già Spilimbergo. Sull’architrave del portone si vede lo stemma Savorgnan della Bandiera.
1384, febbr. 20 «Actum Utini in contrata putei S. Ioannis in lobiali introytus domus providi viri ser Blasii de Lissono»1 (A.S.U., N., Ambrogio del fu Alberto, 5123, vacch. istr. 1384, f. 18r).
1408, mar. 3 «Actum Utini — in contrata putei S. Iohannis in stupa domus solite habitationis infrascripti testatoris». Testamento del nob. Biagio q. Giovannolo da Lissone: eredi Fulcherio, Giovannolo e Antonio q. ser Odorico di Savorgnan ed Antonia sorella del testatore (A.S.U., Arch. Toppo, Perg. , III, n. 35, not. Nicolò del fu Enrico da Mortegliano).
1622, magg. 23*«Il nob. — Fantino di Spilimbergo2, tanto per nome proprio, quanto del nob. — Augusto suo fratello, necnon come procuratore della nob. — Fontana di loro madre, vendono — al nob. — Aquilio Savorgnano una di loro casa situatta — nella contrada delli — Savorgnani, giusto li suoi confini descritti nella stima di 15 maggio, fatta — per — Fabrizio Stainero pubbl. per. — e questo per lo prezzo di d 1550 —» (A.S.U., Arch. Toppo, Cat. Savorgnan, f. 134v)3.
1643, apr. 28*Nell’elenco delle esazioni della fabbrica del duomo: «Per la contrada Zoiosa, hora Savorgnana —. Alla partita del sig. Fantin Spilimbergo, in luogo del sig. Paolo Spilimbergo, in luogo del sig. Fantino Sbroiavacca, sopra la casa in detta contrada, hora paga il sig. Girolamo Savorgnano. Dissero i confinatori — che la casa — è — possessa et habitata per il sig. Girolamo Savorgnano. Confina a sol levado la strada publica, a mezodν il sig. Virginio Savorgnano fu del sig. Fulvio, a sol a monte ser Francesco Prodolone, et ai monti il sig. G.B. Colombatto (A.S.U., C.A., 87/3, 94).
1744 «Lisoni. Contigua alla suddetta casa4 era quella dei Lìsoni, dei quali i Savorgnan della Bandiera furono gli eredi, ora abitata da Carlo di Toppo genero ed erede del q.m Girolamo Savorgnan» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 192).
1801*Vi abita il co. Nicoletto di Toppo (Nomenclatura, f. 16v).
1809*Appartiene a Silvia di Toppo. Una parte è abitata da Antonio Sbroiavacca (Registro delli aloggi, f. 12v).
1834°I sigg. di Toppo pagano un livello all’ospedale in luogo Savorgnan, loco Spilimbergo, loco Sbroiavacca, loco Giovanni scarparo q. Francesco pellipario, sopra la casa in via Savorgnana già dell’ospedale, concessa a livello con contratto 25 giugno 1385, atti Ambrogio di Cucagna (A.O.U., Ospitale C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834, p. 44).
1839*È una delle case idonee ad ospitare personalità del seguito dell’imperatore in visita alla città (Elenco delli alloggi).
1852*Appartiene al co. Francesco di Toppo (Competenze, I, f. 12v).
1870°Vedasi progetto di cancellata in ferro verso piazza XX sett. (A.M., Ornato, 1865-1873).
1876 Osteria “Alla Scala d’oro” (COSMI-AVOGADRO, 107).
 *Gestione di Giovanni Rovere (ibid.).
 *Vi hanno recapito gli avvocati Adolfo Centa e Leonardo Dell’Angelo (COSMI-AVOGADRO, 85), nonché il geometra G.B. Lotti (COSMI-AVOGADRO, 96).
1883 Birreria “Al Friuli”, dalla parte di dietro, verso piazza XX sett. (AVOGADRO, 139).
 *Nell’edificio hanno recapito gli avvocati Adolfo Centa e Leonardo dell’Angelo (AVOGADRO, 138).
  Passò poi per eredità nella co. Vittoria Ciconi Beltrame-Florio nipote della co. Margherita Ciconi di Toppo, vedova di Francesco di Toppo.
[1937] Albergo Toppo Milano (su via Cavour).
   
NOTE1Per la famiglia Lissone: MONTICOLI, Cronaca, 28-29.
 2Per gli Spilimbergo: CARRERI, Dell’origine dei signori di Spilimbergo; CARRERI, La famiglia di Spilimbergo; MONTICOLI, Cronaca, 63, 78; G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, I, 383.
 3Il della Porta cita il fasc. 165 della b. XIV, fascicolo che oggi non si trova. Al posto di questo è stata riportata la notizia desunta da un altro ms. dello stesso fondo.
 4N. 416.
   
BIBLIOGRAFIA BRAGATO, Guida, 174; Elenco dalli alloggi; S[ACCOMANI], Il ristauro, 31, 39.
418
1544 «Francesco Colombatti testò nella sua casa in borgo Zoioso confinante da una parte con quella del nob. Fantino Sbroiavacca [e Zuan Simonnin Locatelli] ed era di fronte a quella di Bernardo e Francesco di Colloredo» (Arch. Frangipane, ms. 1510, Schede per case, M).
1562, genn. 12*I Colombatti possedevano anche una casa in borgo del Fieno. «— Legum doctor d. Marcus Antonius Columbattus civis Utinensis, uti procurator — Nicolai eius patrui — locavit — ser Ioanni Baptistæ q. ser. Ioannis Contesini de Portugruario chirurgico Utino — unam eorum domum muratam solleratam cuppis copertam sitam Utini in burgo Foeni hactenus tentam per ser Laurentium Sanzonicum birettarium Utini, excepta appotheca quam idem locator sibi reserbavit —, debente ipso conductori solvere annuatim — de affictu simplici ducatis quattuordecim cum dimidio —» (A.S.U., N., Mario Albino, 7730, IV instr., f. 2v — 3r).
1562, genn. 14*«— D. Diana uxor — mag. Nicolai Columbatti civis Utinensis — locavit prov. ser Ioanni Baptistæ q. ser Ioannis Contesini de Portugruario chirurgico Utini —unam domum muratam cuppis copertam cum appotheca inferiori, sitam Utini in dicta contrata, hactenus tentam per Laurentium Sanzonicum birettarium Utini —, debente ipso conductore solvere de affictu simplici singulis annuis — ducatos viginti duos cum dimidio —» (A.S.U., N., Mario Albino, 7730, IV instr., f. 6v - 7r).
Sec. XVIII «Cargnelli. Questa famiglia — abitava in borgo S. Tomaso nella casa già dei Colombatti i quali andarono ad abitare in contrada Savorgnana nella casa ove stanno i sigg. Romano e prima i Treo, ma anticamente avea appartenuto ai Colombatti medesimi» (B.C.U., ms. Joppi 74, p. 33).
1729 «Il sign. Francesco Treo abitava in androna Savorgnana nella casa Romano e poi Colombatti e ivi morν nel 1729 —» (B.C.U., ms. Joppi 74, p. 24).
1744 «Colombatti. L’antica loro casa fu poi di Francesco Treo e nel 1744 dei Romano» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 192).
1801 Nob. Francesco e fratelli Colombatti (Nomenclatura, f. 16v).
1809*Appartiene a Francesco Colombatti (Registro delli aloggi, f. 12v).
1813, apr. 30*Marco Colombatti chiede il permesso per restaurare il coperto della casa e la gronda (A.S.U., C.N., 180).
1818, febbr. 18 Francesco Colombatti1 affitta la sua casa n. 418, in via Savorgnana per uso della pretura urbana (A.S.U., C.A. I, 25/IV).
1883 Vi abita il falegname Nicolò Zamparutti (AVOGADRO, 144).
  La casa aveva le finestre ad arco ed un bel portone, che fu trasportato a Castellerio quando nel 1937 la casa fu riformata.
 °°L’edificio, con larredo fisso di E. Midena del salotto-libreria decorato da Afro e C. Cagli, è vincolato con D.M. del 04 mar. 1991 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Nel fascicolo non esiste il contratto d’affitto, ma si trovano alcune pratiche relative alle laboriose trattative intercorse tra la delegazione provinciale e la congregazione municipale per il reperimento del locale e la fornitura dei mobili. La bolletta della registrazione del contratto reca la data 27 ott. 1818 (A.S.U., C.A. I, 25/IV, bolletta n. 3783 dell’ufficio del registro in Udine).
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI, Vino, 128; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 121-124; BIASUTTI, Le scuole Cavazzini, 29-30; CAVAZZINI, Novant’anni, 84, 89, 136-137; COLOMBATTI, Scherzi poetici, 102-103; L. DAMIANI, Gli affreschi di Afro, 23-29; L. DAMIANI, Arte... Il Novecento, 272, 273-274, 275, 340, 341; GIOSEFFI, Udine, 254; QUARGNAL, Afro, 8; RIZZI, Afro, 11.
419
1587, mar. 5 «Præsbiter Ioannes Baptista q. ser Francisci Simonini de Utino — vendidit — ser Fortunasio Venerio q. ser Ioannis — mercatori Utineo — iura omnia quæ habet, vigore cuiusdam legati sibi — facti per q. ser Ioannem Simoninum — super una domo murata solerata et cuppis cooperta sita Utini in contrata — d. Savorgnanorum antiquitus vocata Belveder, confinante a latere superiori cum domo ven. confraternitatis Ss.mæ Trinitatis de Utino, modo habitata per mag. Leonardum cerdonem Utini et domo — d. Iohannis Francisci Lucii — notarii Utini, ab inferiori cum domibus — d. de Columbattis, ab anteriori cum via publica et a posteriori cum domo et curia eiusdem Fortunasii, empta a — d. Hieronymo Simonino — et hoc pretio ducatorum 200 —» (A.S.U., N., Aurelio Boezio, 6677 Istr. 1586-1587, f. 27r - 28r).
1801*Appartiene a Lorenzo Cora. È affittata a Sporeno (Nomenclatura, f. 16v).
1809 È di Carlo Zorzi, orefice1 (Registro delli aloggi, f. 12v).
 *Vi abita l’industriante Maddalena Sporeno (ibid.).
1823 È di Francesco ed Antonio Zorzi eredi del sig. Lorenzo Cora (A.S.U., C.A. I, 81/X, 591 Pol. giud. IX D).
1841, giu. 22 È di Leonardo Bianchi. Domanda poter riformare «il prospetto tanto per oggietto di solidità che di ornato» (A.S.U., C.A. I, 342/1842/IV, 3981 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Leonardo Bianchi (Competenze, I, f. 12v).
1876*Nell’edificio hanno recapito l’avvocato Francesco Leitemburg (COSMI-AVOGADRO, 85) e il sensale di vino e coloniali Valentino Venuti (COSMI-AVOGADRO, 113).
1883*Ancora segnalata la presenza del Leitemburg (AVOGADRO, 138) e del sensale di vino e spiriti Antonio Venuti (AVOGADRO, 156).
   
NOTE1Sull’attività degli orefici Zorzi: GANZER, Orafi, 357, 360. Sugli Zorzi orologiai: PICCO, Ricordi, 116.
420
1753*La casa appare gravata da un livello a favore dell’ospedale maggiore della città: «Borgo del Fien. Il rev. p. Daniel Schiratti paga di livello a S. Maria d’agosto — a partita di Zuan Pietro calligaro contadi L 77 s 9, per la casa in cui detto reverendo abita, sul can-ton della contrada Savorgnana, in virtù di parte presa da magn. conseglio secreto sotto l’anno 1575, 10 luglio —» (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1753, f. 361v).
1801 Giuseppe Vicario (Nomenclatura, f. l6v).
 *Affittata a Bruni (ibid.).
1809*Appartiene a Giuseppe Vicario. Vi abita il «casolino» Simone Buttazoni (Registro delli aloggi, f. 12v).
1813, sett. 4*Valentino Fantini cede ad Antonio del fu Francesco Della Donna «la casa e bottega ad uso d’abbitazione e di beccaria, situata — in capo la contrada detta Savorgnana — n. 420, che esso — Fantini riconosce a titolo di semplice affitto di ragione del sig. Giuseppe — Viccario —. Il — Fantini — s’obbliga di prestargli — assistenza — tanto nel vigilare per il bon andamento del negoziato che intende fare di beccaro —, come di provvedere agli animali da mazzellare per conto del medesimo ed occorrendo di prestare la man d’opera per il smerzio della carne —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10299, 474).
1822, apr. 18 È di Giuseppe Vicario. La facciata è sostenuta da modiglioni (A.S.U., C.A. I, 68, 1633 Orn. II C).
 *Gli è stato ordinato di procedere al «rettifilo della facciata — col toglimento dello sporto esistente sopra modiglioni guardanti la strada —». Asserisce di non essere in grado di affrontare tale spesa (ibid.).
1822, nov. 6*Orsola Gozzi ved. Bruni acquista dai fratelli Zorzi, eredi del q. Lorenzo, il fondo della «callisella tra le due case, metà del muro tempiaro a tramontana della casa Zorzi». Con questo la Bruni può erigere la nuova casa attaccata a quella degli Zorzi «e nell’angolo di ponente trasportarlo verso lev. pd 3, formando un piccolo quadro longo, onde le finestre a pon. della casa — Zorzi ritrar possano luce». Gli Zorzi a loro volta ottengono il permesso di alzare eventualmente la loro (copia di atto notarile di B. Brunelleschi, A.S.U., C.A. I, 81/X).
1823, febbr. 17*Processo verbale ad videndum per gli accordi coi vicini Zorzi della casa n. 419 e G.B. Bini della casa n. 423 (A.S.U., C.A. I, 81/X, 591 Pol. giud. IX D).
1823, dic. 24*Nella relazione dell’ing. Valentino Presani della deputazione comunale d’ornato alla congregazione municipale, in merito al sopralluogo alla casa 420, si suggerisce una ricostruzione in allineamento con case Bini e Venerio (A.S.U., C.A. I, 89/X, 40 Orn. II C).
1824*Il commesso d’ornato Giuseppe Presani riferisce alla congregazione municipale di aver persuaso, secondo l’ingiunzione del podestà, a demolire e ad arretrare la facciata di 25 cm (ibid.).
1834°Gozzi Bruni Locarni Orsola, loco Vicario, loco Schiratti, loco eredi Ricchetti, loco Zuan Pietro q. Leonardo calzolaio, a Zuan Maria morsario paga ven. L 77 s 9, per locazione alli stessi ultimi due fatta 10 luglio 1575, sopra una casa sul canton di borgo del Fieno e via Savorgnana (A.O.U., Ospitale. C1 Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834).
1850°È di Biagio Iuri. Ha tre piani e terrazza (A.M., 1850, b. 487).
1852*Appartiene a Giovanni Iuri (Competenze, I, f. 12v).
  Viene innalzata negli anni successivi alla prima guerra mondiale1.
   
NOTE1Una mano diversa aggiunge nel ms. della Porta: «Già oreficeria Brisighelli». Se si deve credere alla guida Cosmi-Avogadro (1876) l’orefice avrebbe dovuto esercitare la sua arte al n. 1 di via Cavour, quindi al c. n. 728; se si badasse alla guida Avogadro (1883), il Brisighelli avrebbe avuto bottega al n. 10 di via Cavour, quindi al c. n. 463.
   
BIBLIOGRAFIA “L’alchimista friulano”, 4, XXI (22 maggio 1853), 163.
421
1500*«Udine, in borgo chiamato Belveder. Nelle case dell’abazia di Moggio. Testamento di Giovanna vedova del nob. Guglielmo di Colloredo» (JOPPI, Notariorum, VI, f. 151v, dal not. Pietro Varis).
1512, ott. 15°L’abbazia di Moggio affitta «domum positam in burgo Feni in angulo sinistro vie d. Savorgnarorum, iuxta curiam Abbatie Mocii, iuxta domum mag. Johannis q. Martinetti et vias publicas» (Arch. Moggio, 4, Atti 1512).
1596*All’abbazia di Moggio «li heredi del q. Zuan Batista Melsio pagano sopra la cassa L 8» (A.S.U., C.R.S., 286/1, f. 5v).
1596*All’abbazia di Moggio «Mess. Zuan Pavollo Martinetto paga sopra la cassa ogni anno di fitto L 1» (ibid.).
1596*All’abbazia di Moggio «li heredi de mess. Burtol inferador pagano sopra la cassa ogni ano di fitto L 19 s 11» (ibid.).
1596*All’abbazia di Moggio «li eredi di m. Domenico suo fiollo pagano sopra la casa ogni ano L 16» (A.S.U., C.R.S., 286/1, f. 6v).
1690 «Gli eredi di mess. Domenico inferrador sin l’anno 1596 pagavano e poi mess. Orlando Martinis pagha d’affitto sopra la casa che fa canton nell’androna Savorgnana, bora mess. Carlo et Antonio figliuoli di detto Orlando; confina, a levante messer Rizzardo Pirona, a mezo dν detti Martinis, a sera et ai monti strada publica; pagha L 16 s 9» (A.S.U., C.R.S., 286/2, f. 1v).
1707, ott. 4*«Udine, in contrada del Fieno, nel mezado delle case dello sp. Antonio Martinelli —» (A.S.U., Francesco del fu Alessandro Brunalleschi, 8300, III instr., f. 44r).
1738, mar. 26°La fraterna di S. Cristoforo vende al sig. Pietro q. Santo Miel la casa in borgo del Fieno lasciata alla fraterna dal q. Rizzardo Pirona con il suo testamento 1732; conf. lev. eredi q. G.B. Colloredo e parte Vincenzo Malisani, mezz. Diana, pon. eredi Visentini, tram. strada (Not. Francesco Lorio1).
1739*All’abbazia di Moggio: «Ortensia Visintina loco ser Domenico inferador, sopra la casa, che fa canton nell’androna Savorgnana, giusto li suoi confini descritti in rottolo 1718, c. 2, paga in contadi L 16 s 19» (A.S.U., C.R.S., 286/4, f. 1v).
1747, ag. 21*«— Antonio q. Zuanne Martinis — vende al sig. Francesco Bertosso — una sua casa posta — in questa città in — contrada Savorgnana, toccata a detto Antonio nelle divisioni seguite tra esso e detto Francesco suo fratello — in atti di me nod. li 19 corr., qual confina a lev. il sig. Pietro Miel, mezo dν li nobb. — Pietro e fratello Diana, a sol a monte la contrada — ed alle monti casa della sign. Ortensia Visintina, tenuta ad affitto dal — sig. Miel —, e ciò per il prezzo — di d 316 —» (A.S.U., N., Pietro Lorio, 8838, II instr., f. 87v — 88r).
1748, mar. 31 Ortensia q. Nicolò Vicentino vende a Pietro q. Santo Miel una casa «in capo della contrada detta Savorgnana abitata dal sig. Pietro — Miel, attaccata ad altra propria del medesimo». Confina2 a lev. casa del S. Miel, mezz. eredi del fu Zuane Martinis, pon. e tram. strada pubblica. La facciata a pon. è di ps 37 a tram. 17 1/2 (A.S.U., N., Francesco Lorio, 8712, XXII istr., f. 28v -30v).
1757*All’abbazia di Moggio: «Pietro Miel capelaro per acquisto fatto dagli eredi q. — Rizzardo Pirona per la casa posta in borgo del Fieno, giusto li suoi confini descritti nel rottolo 1718; paga — L 1» (A.S.U., C.R.S., 286/5, f. 1v).
1776 «n. 4. Pietro Miel cappellaro — paga — per le case di sua abitazione e bottega che forma canton all’androna Savorgnana, confinante a sera con la detta androna et alli monti la strada, in contadi L 36 s 10. Notando che la detta casa Miel — è composta di tre case e formatana una sola, la prima era quella che forma cantone all’androna Savorgnana, che fu di Carlo ed Antonio q. Orlando Martinis, e prima degli eredi del q. Domenico inferador; — la seconda è la casetta ivi contigua verso levante3, fu del q. Rizzardo Pirona figlio di Giacomo caligaro, erede della q. Andriana Paluda, successa questa al q. Orlando Martinis e questo a Zan Paolo Martinello; — la terza è la casetta alla prima verso tramontana4 sopra l’androna Savorgnana, confinante a mezzodν con la seguente casa, a levante e tramontana coll’altre due sopradette ed a ponente l’androna Savorgnana, la quale fu pure di Carlo ed Antonio fratelli Martinis, e prima degli eredi del q. Bertolo inferador» (A.S.U., C.R.S., 288/4, Abbazia di S. Gallo di Moggio, f. 47v -48r).
1801*Appartiene a Gottardo e nipoti Venerio. Affittata al cappellaio Daniele Brusadini (Nomenclatura, f. 16v).
1809*Appartiene a Girolamo e fratello Venerio. Vi abita il cappellaio Daniele Brusadini (Registro delli aloggi, f. 12v).
1816, sett. 20 e 22*La cantina del cappellaio Giacomo Simeoni si affaccia alla strada con una pericolosa inferriata non piϊ fissata a sufficienza. La deputazione d’ornato, invitando il proprietario a prendere le misure necessarie, ricorda gl’inconvenienti derivati al passante speziale Pietr’Antonio Lirussi «il quale ebbe a risentire del male» (A.S.U., C.N., 180/1816 Orn. 19 X).
1852*Appartiene ad Antonio Venerio (Competenze, I, f. 12v).
1863 La casa del cappellaio Simeoni, proprietà Venerio, ora della Casa di ricovero, che aveva un pergolato in legno su via Savorgnana. Fu rifatta nel 1863 su disegno del tecnico Luigi Borghi con il negozio di Antonio Fanna (PICCO, Via Cavour, 343).
1931 Cappelleria di Antonio Fanna5.
   
NOTE1L’atto non è stato rintracciato tra quelli di F. Lorio.
 2Le notizie riportate dal della Porta non si trovano nell’atto citato, il quale fa riferimento solo a una stima del pubblico perito G.B. Piruzzi del 27 marzo, senza per altro indicarne gli estremi.
 3N. 462.
 4N. 422.
 5Per il cappellaio Antonio Fanna: FALCIONI, Industrie, 328-329; PICCO, Ricordi, 126.
422
1596*All’abbazia di Moggio: «Li eredi di Bartol inferador pagano — di fitto L 19 s 11» (A.S.U., C.R.S., 286/1, f. 5v).
1690 «Gli eredi di mess. Bortolo inferrador sopra la casa — in androna Savorgnana pagano — sin l’anno 1596 lire disnove soldi undeci; ora mess. Carlo ed Antonio frattelli Martinis. Qual confina a sol levado mess Rizzardo Pirona a mezo dν sigg. Diana, a sera strada publica et ai monti — detti Martinis con la casa che fa canton -» (A.S.U., C.R.S., 286/2, f. 2v).
1801 G.B. Cortelezzis (Nomenclatura, f. 16v).
 *Affittuale Francesco Rota (ibid.).
1808, febbr. 3 Giovanni q Osvaldo Cortolezzis vende a Francesco Rota q. Alessandro casa n. 422 per L 11780. Confina lev. Coriolano Galateo, mezz. calle Savorgnana, pon. Girolamo e fratello Venerio, tram. Giacomo Galante (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10355, I rep., 32, f. 4r)1.
1809 È di Francesco Rota, impiegato (Registro delli aloggi, f. 12v).
1812, lugl. 6 Per aggiudicazione del Tribunale la casa passa a Giovanni q. Osvaldo Cortolezzis e fratello (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10591, 885).
1813, febbr. 3 Giovanni, G.B. e Raimondo fratelli Cortolezzis vendono la casa n. 422 a Francesco di G.B. Marcolini per L 5000. «Confina a lev. con corticella del q. Giacomo Galante, a mezz. con casa del sig. Coriolano Galateo, a pon. con la detta contrada — Savorgnana, ed a tram. con casa — delli sigg. Girolamo ed Antonio - Venerio» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10591, 885).
1813, magg. 5*Francesco Marcolini chiede «licenza di fare un lastricato dinanzi la medema di soli due piedi oltre il profilo, piϊ di ingrandire orizontalmente il balcone che rende lucida la sua cantina». (A.S.U., C.N., 180).
1823, lugl. 17 È del dott. Francesco Marcolini medico. Confina a mezzodν con la casa dei sigg. Coriolano ed Elena Galateo (A.S.U., C.A. I, 81/1823/X, 2776 Pol. Giud. IX D, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da «V. Presani Ing.»
1835*Vi abita il medico fisico Francesco Marcolini (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1839, febbr. 15 Erminio Marcolini q. G.B., erede del fratello dott. Francesco medico, vende la casa n. 422 a Margherita Taffoni Brazzà — Morosini per L 6600. Confina «a lev. con corticella delli eredi del fu Girolamo Galante, a mezz. Rosmini, loco Antiveri, loco Galateo, pon. calle Savorgnana ed a tram. — Girolamo ed Antonio fratelli Venerio —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4824, 2393).
1842, ag. 23 È di Margherita di Brazzà Morosini (A.S.U., C.A. I, 342/IV, 5464 Orn. II C, con dis.).
 *«Desidera d’ingrandire le due finestre nel piano terra ed in senso della loro altezza». Il progetto è approvato (ibid.).
1848, apr. 15°Margherita Brazzà Morosini n. Taffoni vende la casa a Leonardo Bianchi. Confina lev. Vincenti Maria loco Galante, mezz. G.B. Plateo loco Rosmini, pon. calle Savorgnan, tram. Antonio Venerio, per L 7596 (Not. Giacomo Someda).
1852 La casa appartiene a Leonardo Bianchi (Competenze, I, f. 12v).
   
NOTE1Il riscontro è stato operato sul Repertorio, in quanto sono scomparsi gli atti del Bertoldi dal n. 12 al n. 110 compresi.
423
1596 «— Nicollò Janis in logo del Nasinben che fu in logo del sior Zuan Batista Colloredo1 paga di fitto ogni anno sopra la casa L 49 s 12».
1690 «Il sig. Nicolò Janis, in loco dell’ecc. Nascimben, che è successo in loco del sig. G.B. Colloredo, pagava sin l’anno 1596 per la casa in androna Savorgnana d’affitto lire quarantanove soldi dodeci — e sotto il 1631 si vede dal rottolo possessor di detta casa il sig. Agostin Diana dottor, continuato sin il dν presente dai suoi eredi ora parimenti possessori, che sono li sigg. Nicolò e fratello q. Carlo Diana. Confina di presente a sol levado Valantin Coloredo, a mezo dν il sig. Tomasini, a sera strada publica et ai monti li Martinis» (A.S.U., C.R.S., 288/2, f. 3v).
1739*Introito dell’abbazia di Moggio: «Eredi del q. — Francesco Diana sopra la casa posta in androna Savorgnana giusto li suoi confini descritti in rotolo 1718 a c. 4, pagano in contadi L 49 s 12» (A.S.U., C.R.S., 286/4, f. 1v).
1773, nov. 26 «Avendo — Francesco Laurenti di Bertiolo — acquistata dalli nob. — Pietro ed Agostino fratelli Diana con privata scrittura 28 nov. 1772, la loro casa dominicale con adiacenti fabbriche e cortile, posta —nella contrada Savorgnana per il prezzo, detratto lo aggravio di ducati otto annui dovuti alla — abbazia di Moggio, d 3050, — ha preso colla privata scrittura p.p. — l’impegno di alienare la casa predetta al nob. — Francesco q. — Alessandro Galateo di questa città per — il prezzo di d 2940 senza comprendere il capitale dell’aggravio de’ suddetti annui ducati otto —. Lorenzo Laurenti — facendo per parte — del padre — vende — al nob. — Francesco Galateo — la — casa fu Diana con cortile e colle adiacenze tutte — che confina a lev. con casa fu Tomasini, ora del nob. — Lodovico Orgnano, a mezz. coll’antedetta contrada, a pon. corte di casa Miel ed altri particolari ed ai monti colle case de’ — Merluzzi e Paoloni —. E questa vendita — fa —perché lo stesso — Galateo si è assunto — l’obbligo di contribuire annualmente dal giorno d’oggi in poi alla — abbazia di Moggio i ducati otto annui che formano l’antedetto aggravio infisso sopra la casa — il di cui capitale è calcolato — in d 160 e perché lo stesso — Galateo — per gli altri d 2940 — ha impartito — facoltà — a me notario di rilasciare — un mandato di libero lievo di questo monte di pietà —» (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9788, IX instr., 699, f. 1351v — 1353v).
1776 «Il sig. Pietro Diana in luoco del q. sig. Niccolò lanis, in luoco questo dell’ecc. Nascimben, successo al sig. G.B. Colloredo sopra la casa nell’androna Savorgnana, vicina alla oltre descritta tenuta di Pietro Miel2, confina a lev. la descritta casa al n. 33 a mezz. casa fu delli sigg. Tomasini, a sera l’androna Savorgnana ed alli monti l’oltre descritta casa Miel al n. 4 —» (A.S.U., C.R.S., 288/4, Abbazia di S. Gallo di Moggio, f. 49r).
1801 Nob. sig. Coriolano Galateo4 (Nomenclatura, f. 16v).
 *Affittata a diversi (ibid.).
1809*Appartiene a Coriolano Galateo. Vi abita l’impiegato G.B. Bertuzzi (Registro delli aloggi, f. 12v).
1809, nov. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 9 ag. 1809, viene messa all’asta la casa, per il debito di L 415,84 di Coriolano Galateo. La casa è acquistata da Alessandro Sasso per L 1000 (A.S.U., C.N., 80, Asta).
1823*Relazione del capo del terzo quartiere circa l’avviso 1050, che recapita a questo indirizzo «per la remuzione degli effetti ingombranti le strade, piazze, selziati» al locandiere Giuseppe Francesconi (A.S.U., C.A. I, 193).
1824, giu. 14 Il nob. Coriolano del fu Francesco Galateo vende a Bernardino Pasini la casa n. 423 «ad uso di locanda esercitata dall’affittuale — Andrea del fu Giovanni della Porta; confina a lev. nob. — G.B. Orgnani, mezz. contrada Savorgnana pon. eredi — Marcolini e — Nicolò Cassacco, sett. — Bearzi —. Viene data per — L 25172» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10549, 2199).
1832, apr. 8 Bernardino Pasini vende per L 16700 ad Abramo fu Manasse Luzzatto la casa n. 423 «con suoi fondi e cortivi, il tutto ad uso di locanda, presentemente esercitata dal sig. Giuseppe Francesconi semplice affittuale». Confina a mezz. Orgnani, oggi dott. Francesco Corti, lev. eredi Bearzi, pon. contrada, tram. Marcolini (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10558, 3764).
1838, genn. 5 La casa è di Angelo de Rosmini. Fu aperta la porta tra le due finestre del pianterreno; furono ridotte rettangolari le finestre ad arco del secondo piano (A.S.U., C.A. I, 285/1838/VII, 65 Orn. II C, con dis.).
 *Si aggiunse anche la cornice sotto il tetto (ibid.).
1850, sett. «Il grande albergo All’Europa in Udine verrà aperto, co’ primi del venturo settembre sotto alla ditta del sottoscritto Giuseppe Beltramelli ne’ locali della Stella d’Oro». Avviso pubblicitario firmato da Giuseppe Beltramelli, proprietario dell’albergo (“Il Friuli”, 2, CLXXXIV, 19 ag. 1850).
1852*La casa appartiene al dott. G.B. Plateo (Competenze, I, f. 12v).
1876*Nella parte censita 423/A abita il notaio Antonio Nussi (COSMI-AVOGADRO, 103).
1883*Vi abita ancora il notaio Antonio Nussi (AVOGADRO, 150); vi ha recapito il rappresentante di granaglie e negoziante di formaggi Ferdinando de Polo (AVOGADRO, 145).
   
NOTE1I Colloredo risultano pagare un livello all’abbazia di Moggio da tempi molto piϊ antichi, come indica con rogito notarile del 19 marzo 1496: «— Cum sit quod de anno predicto inter nobiles ser Dionysium et Beltrandum et ser Petrum heredes q. — ser Ugelini de Coloreto fuissent divisę eorum domus sitae Utini in pertinentiis burgi Ferii iuxta suos confines et eidem ser Petro obvenisset in partem hortus dictae domus et curia stabuli cum ipsis stabulis cum quodam fumo atque reliqua pars — domorum nondum sit divisa inter alios fratres — atque — conventum fuisset quod — livellum librarum quinque et soldorum trium debitum abbatiae Mosacensi super dicta portione transferetur in reliquam partem dictae domus, — hinc est quod dicti fratres — confessi fuerunt talem divisionem praefatarum domorum cum — divisionibus —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. 1496 1533/1, f. 131v — 132r).
 2N. 421.
 3N. 456.
 4II della Porta cita di seguito il Registro anagrafico (f. 10v): «Ora Pasini e poi Luzzatto ebreo, poi Plateo ed oggi, 1876, di Nussi di Cividale». La nota è stata soppressa nel testo perché superata dalle aggiunte.
424
1776 È dei sigg. Tomasini. Anticamente era stata dei Colloredo e degli Ianis, come i n. 423, 425 (vedasi n. 423).
1801 Ecc. sig. G.B. Orgnani (Nomenclatura, f. 16v).
1809*Appartiene a G.B. Orgnani. «Si avverte che è giudice della r. corte» (Registro dalli aloggi, f. 12v — 13r).
1812 Osteria “Al fornaro” (Esercenti).
 *Gestione di Pascolo Marini, ivi domiciliato (ibid.).
1832, febbr. 8 Il nob. G.B. Orgnani vende all’avv. Francesco Corti una casa in Via Savorgnana n. 424 «confina a lev. — Domenico q. G.B. Moro, mezz. con la contrada — pon. con casa fu del q. — Coriolano Galateo ed attualmente del sig. Bernardino Pasini, tenuta ad uso locanda da Giuseppe Francesconi all’insegna della “Stella d’Oro”, ed a tram. — Domenico Fara e Giuseppe Federicis pur locandiere —» per ven. L 20560 (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10610, 4310).
1832, giu. 1 È di Francesco q. Michele Cortis. Riforma la facciata (A.S.U., C.A. I, 193, 2294 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Chiara Del Bon (Competenze, I, f. 12v).
425
  Nota che, dal confronto dei documenti, sembra che, in antico, sieno stati di un solo proprietario i n. 423, 424, 425, 426.
1387, giu. 13 «Actum Utini in contrata putei S. Iohannis in domo habitacionis olim Leonardi de Topis de Utino» (A.S.U., N., Nicolò del fu Giovanni, 5130, Vacch. istr. 1386, f. 35r).
1452, apr. 2 «Bartolomeo chirurgo e medico q. Francesco ciroico Spilimbergo abitante a Udine, vende al nob. Giovanni q — Mattiusso di Colloredo per d 50, — casa di muro coperta di coppi in Udine con corte», confinante «da una parte colle case che furono dell’abbazia di Moggio1 cioè verso borgo del Fieno», dall’altra con Alvise Strassoldo, di Erasmo di Udine, di Gaspare figlio naturale di Nicolò Strassoldo e «internamente con le case già di ser Costantino de Iseppis di Verona2 al presente di Zuanne di Mels, avanti la strada pubblica» (JOPPI, Notariorum, IX, f. 184r — 184v).
1500, febbr. 23 «— Ser Dionysius q. ser Bertrandi ex consortibus Toppi — vendidit — sp. d. Francisco3 — domum sitam Utini prope ecclesiam maiorem iuxta viam publicam, iuxta hortum nob. ser Nicolai de Candidis —, iuxta domum ven. capituli Utinensis et iuxta hortum sp. d. Prosdocimi et fratrum comitum Purliliarum4 —». (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. 1496-1533, f. 173v - 175r).
1505, ag. 8 «Il dott. Francesco da Janis di Tolmezzo conviene con m. Giacomo q. Lorenzo di Carona, lapicida abitante in Udine» circa la costruzione della «porta anteriore della sua casa» e della «balconata o finestra grande sopra detta porta e la porta posteriore della sala — con pietre d’Istria. Il lavoro sarà stimato dal nob. Luigi della Torre e da m. Giovanni lapicida de Faedis. Per caparra gli dà d 12» (JOPPI, Notariorum, VII, f. 56v, not. Francesco Porzio).
1536, genn. 14 «Utini in contrata Dominorum in edibus habitationis infrascripti emptoris». L’acquirente è Antonio del fu ser. Bernardino Tonini (A.S.U., N., Francesco Porzio, 5446, Istr. 1535-1538, f. 11r - 11v).
1537, lugl. 17 «Utini in contrata Dominorum sive de Artificibus in domo olim preclari doctoris Francisci de Tulmetio» (JOPPI, Notariorum, XII, f. 52r).
1542, magg. 16 «Actum Utini in vico Zoioso in camera inferiori aedium» dei fratelli Bernardo e Battista del fu Gerolamo di Colloredo (A.S.U., N., Germano Belloni, Istr. 1538-1542, f. 169r).
1693 Le sorelle Ianis, Laura in Nicolò de Brandis e Maria in Egregis vendono a Bernardino Beretta «una casa di ragione ereditaria d’esse — sorelle, situata nella contrada Savorgnana —; confina a lev. con li nobb. — Bernardino e fratelli Caratti; a mezo dν col nob. — Antonio Borali, a pon. con la strada — di detta contrada et alle monti con il sig. G.B. Tomasini —» (A.S.U., N., Nicolò Aloi, 8108, IV instr., f. 17v - 20r).
1720, febbr. 21*«Fatto in Udine, in casa del — co. Beretta, nella contrada Savorgnana» (A.S.U., N., Nicolò Aloi, 8109, X instr., f. 15v).
1744 «Beretta Francesco, scrittore5, cedette la sua casa al cugino Bernardino Beretta, quale casa era posta di rincontro ai Toppo» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 192).
1780, dic. 30 Antonio Beretta vende «casa e mobili a Pietro fu Daniele Cargnelli (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9791, XVII instrom., 1999, f. 2919r - 2920r).
1801 Ecc. sig. Pietro e fratelli Cargneli (Nomenclatura, f. 16v).
1809 Appartiene a Pietro Cargneli (Registro delli aloggi, f. 12v).
1809, lugl. 10 Pietro Cargnelli vende la casa n. 425 a G.B. q. Domenico Moro per L 22206,07. «Confina a lev. — Lodovico Valvason, fu De Marco loco Fanzago e parte — il sig. avv. Gian Maria Benvenuti fu Romano, mezz. — detto sig. di Valvason fu Sarmede, pon. — contrada Savorgnana ed a tram. G.B. Orgnani —» (A.S.U., N., Domenico Cosattini, 10563, 45).
  Ora Moro, poi Bearzi (Registro anagrafico, f. 10v).
1815, giu. 20*La deputazione d’ornato al podestà di Udine: «Alla casa — n. 425 in contrada Savorgnana c’era in addietro un fanale, il quale veniva acceso ogni qualvolta s’accendevano gli altri —» (A.S.U., C.A. I, 1826, 4471 Pol. II).
1826, giu. 17 È di Domenico Moro. Domanda di poter riformare la facciata (A.S.U., C.A. I, 100/1826/II, 2092 Orn. II C, con dis.).
 *«Il totale prospetto della casa sarà stabilito e biancheggiato o ricoperto d’una tinta aurora — Alli scuri delle porte, e finestre sarà applicata una tinta ad oglio di colore verde imperiale» (ibid.).
1852*Appartiene a Domenico Moro (Competenze, I, f. 12v).
   
NOTE1n. 462, 421, 422, 423.
 2Un rogito del 10 genn. 1421, del not. Giovanni del fu Tommaso, è redatto «prope plateam ante stationem ser Constantini speciarii» (A.S.U., N., Giovanni del fu Tommaso, 5150, vacch. istr. 1420, f. 99. Per la figura di questo speziale: LIRUTI, Notizie, IV, 357.
 3Per il dott. Francesco Janis: LIRUTI, Notizie, IV, 399-400.
 4Il della Porta commenta tra parentesi in calce: «Questa notizia forse non appartiene a questo numero, ma al 428».
 5Per Francesco Beretta: LIRUTI, Notizie, IV, 337-339.
   
STUDI INEDITI PALLADIO degli OLIVI, Cronaca, p. 56.
426
  Questa casa, nello stato attuale sorge su l’area di piϊ case.
1455, genn. 11°Aloisio1 q. Nicolò Strassoldo compera dal dott. Erasmo de Erasmi2 la quarta parte «domus que sita est Utini in contrata in qua alias habitabat nob. vir d. Carolus de la Turre miles, iuxta domos nob. ser Thome de Candidis, iuxta domos que fuerunt olim d. Gerardi de Utino, iuxta domos q. ser Constantini speciari de Verona, iuxta ortum nob. viri ser Gibilini de Savorgnano3 et iuxta viam publicam» (Arch. Mantica, II Istr.).
1509 «Camillo di Colloredo abitava in contrada de’ Signori —. Una vera di pozzo coll’arma Colloredo vedesi ancora [1896] nel cortile della casa Morpurgo —» (JOPPI, Notariorum, I, f. 26v).
1542, magg. 16 «Actum Utini in vico Zoioso in camera inferiori ædium nobb. dd. emptorum» Bernardo e Battista fratelli del q. Gerolamo di Colloredo (B.C.U., ms. 1232, Perg. IX, not. Germano Belloni).
1588 Casa del q. Emilio Candido in contrada dei sigg. Savorgnan, confina con Cristoforo Susanna e con Nicolò Ianis (Arch. Susanna, 26, f. 100).
1589 Questa casa toccò in sorte a Giustina Candido, moglie di Odorico Susanna (ibid.).
1589, lugl. 12 Odorico Susanna affitta a Gian Tomaso Minadoi da Rovigo, medico fisico, la casa della moglie (A.S.U., Arch. Susanna, 28, 1712. Instromento della dotte di Pozzo, f. 1r).
1618, sett. 3 Gli eredi del q. Odorico Susanna vendono al nob. et ecc. Giovanni Antonio Burali medico fisico la casa in via Savorgnana, abitata da Girolamo Coronella. Confina a lev. eredi di Coriolano della Frattina, mezzodν Marquardo Susanna, ponente strada e tramontana sig. Francesco Ianis (A.S.U., Arch. Susanna, 28, not. Matteo Paulitti, copia del figlio Paolo).
1705, febbr. 19 Giovanni Domenico Sarmede acquista la casa Burali (A.S.U., Arch. Susanna, 60, notizia indiretta nel processo).
1744 Burali. «La loro casa fu comperata, riabellita ed ancora in parte riedificata dal canonico e fratelli Sarmeda; è sita tra i Prampero e i Beretta» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 192).
1789 Burali abitava in androna Savorgnana «ove ora li sigg. Sarmeda mercanti hanno fabbricato una casa di buon gusto» (B.C.U., ms. 1305/9, f. 7r).
1801 Eredi q. co. Francesco Sarmeda, poi Gottardo e nipoti Venerio, al momento Valvason (Nomenclatura, f. 16v).
1802, magg. 8°Il co. Lodovico Valvason permuta con i Sarmede la sua casa in Poscolle ricevendo quella dei Sarmede in via Savorgnana (B.C.U., Notificazioni, XXII, p. 1, atto privato).
1809*È di Lodovico di Valvason (Registro delli aloggi, f. 12v).
1842, lugl. 13*Lucia Asquini di Valvasone chiede ed ottiene il permesso di aprire un vano di porta «in luogo d’una fenestra alla facciata della sua casa — in cale Savorgnana al c. n. 426 di sua proprietà» (A.S.U., C.A. I, 342/IV, 4331 Orn. II C, con dis.).
1843, ott. 26*«Volendo la nob. — Lucia di Valvason ved. — Asquini dimostrare l’indubbio affetto materno verso i propri figli — Giuseppe, Erasmo e Pietro del fu Alfonso Asquini —, cede — a loro favore — ogni diritto di proprietà a lei competente sopra la casa —, posta — nella contrada Savorgnana — n. 426, — nonché sopra il palchetto in questo teatro della nob. Società marcato colla lettera C, l’una e l’altro — dal defunto di lei marito, nob. Alfonso Asquini, acquistati anche per di lei conto —, in seguito al privato contratto 13 luglio 1839 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4832, 5127).
1852*Proprietà Asquini (Competenze, I, f. 12v).
1875 È di Abramo Morpurgo (Registro anagrafico, f. 10v).
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1II documento è citato dal della Porta anche per la casa n. 427.
 2Per Erasmo Erasmi: CAPODAGLI, Udine, 194; V. MASUTTI, Ricerche, 123-127; de RENALDIS, Memorie, 178. Vedasi inoltre n. 385.
 3N. 435.
   
BIBLIOGRAFIA ANTONINI, I baroni di Waldsee, 85, 88; BATTISTELLA, La famiglia Venerio; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 125-128; BRAGATO, Guida, 56; BUCCO, Alcune note, 42; CERGNEU, Cronaca, 44; COLETTI, Sulla mostra, 255; COMELLI, Passeggiate, 175; CREMONESI, Udine, 131; di CROLLALANZA, Memorie; Elenco degli alloggi; ERMACORA, Guida, 190; GIOSEFFI, Udine, 246; LIRUTI, Notizie, I, 297-300; IV, 174-177; MONTICOLI, Cronaca, 27-28, 35, 48; PADOAN URBAN, Catalogo, 82-86; PAVANELLO, L’Ottocento, 114; PICCO, Cose d’arte, 39; PICCO, L’arte di pittura ornamentale, 67; RIZZI, Capolavori d’arte, 16-17; C. SOMEDA de MARCO, Il Museo civico, 88; VALENTINIS, Udine antica, 24; ZULIANI, Lineamenti, 28.
427
1402°La confraternita di S. Maria dei Battuti, l’ospedale di S. Maria Maddalena e il convento di S. Francesco di dentro affittano al nob. Biagio da Lissone la casa d’angolo.
  L’attuale casa sorse al posto di due case diverse; la parte verso il duomo nel 1515 era dei Susanna (A.C.R., Catastico delle rendite del convento di S. Francesco di dentro. 1792).
1420, febbr. 12 «— Ser Ambrettus q. spectabilis et egregii militis d. Ambretti de Hemerberch, Utini habitans, precio — centum viginti sex ducatorum boni auri et iusti ponderis ac solidorum vigintisex, quod totum precium ibidem — confessus fuit se habuisse — ab honorabili — ser Thoma q. ser Francisci Candidi de Utino —, vendidit eidem ser Thome — quasdam eius domos muratas, soleratas et tegulis copertas cum curia et orto postpositis, sitas Utini in contrata putei S. Iohannis, iuxta domos dominorum *** de Strasoldo, iuxta domum, que fuit olim d. Gregorii canonici Utinensis, iuxta *** heredes olim ser Odorici q. ser Antonii de Gabrielis de Utino et iuxta viam publicam —» (A.S.U., Arch. Susanna, 77, perg., not. Antonio del fu Mattiussio da Udine).
1424, febbr. 11*«Cum honorabilis vir ser Thomas q. ser Francisci Candidi de Utino teneretur solvere annuatim nob. — ser Ambretto de Hemerberch marchas solidorum undecim de perpetuali livello super quibusdam ipsius ser Thome domibus solite habitationis, sitis Utini in contrata putei S. Iohannis, iuxta nobiles de Strasoldo ab una parte, iuxta domos olim d. Gregorii canonici Utini ab alia, iuxta heredes ser Odorici q. ser Antonii de Gabrielis de Utino a tercia et a quarta iuxta viam publicam —, ser Urbanus filius spectabilis et strenui militis d. Tristani de Savorgnano ac ser Ioachinus q. ser Ambrosii de Cassinis, procuratores — ser Ambretti precio — viginti marcharum solidorum — vendiderunt — eidem Thome — quandam responsionem perpetualis livelli unius marche solidorum ex suprascripto livello — ipsi ser Ambretto debito super domibus supradictis curia et orto —» (ibid.).
1425, ag. 24°«Super domibus solite habitationis Thomasii Candidi sitis Utini in contrata putei S. Iohannis iuxta domos heredum q. ser Ancelotti et ser Fantussii de Strassoldo, iuxta domos que fuerunt olim mag. Gregori rectoris scolarum, iuxta viam publicam et heredes ser Nicolai de Gubertis de Utino» (B.C.U., ms. 944).
1428, nov. 25 «Nobilis vir ser Federicus q. Worlici de Castello precio — viginti marcharum solidorum — vendidit — ser Florino vice — d. Thome Candidi — omne ius — quod — haberet — in livello unius marche solidorum — ipsi — Federico debito super domibus ipsius — Thome solite habitationis cum curia et orto contiguis, sitis Utini in contrata Putei S. Iohannis iuxta domos dominorum de Strasoldo, iuxta domum que fuit olim Gregori canonici Utini, iuxta heredes olim ser Odorici q. ser Antonii de Gabrielis de Utino et iuxta viam publicam —» (A.S.U., Arch. Susanna, 77, perg. n. 128, not. Antonio del fu Mattiussio).
1431, giu. 22 «— Nob. ser Federicus q. Worlici de Castello precio — viginti marcharum solidorum, quod — contentus — fuit — se — habuisse — ab hon. — Thoma q. ser Francisci Candidi de Utino —, vendidit — eidem ser Thome quandam responsionem perpetualis livelli unius marche solidorum ex certo livello plurium marcharum solidorum ipsi ser Federico — debito super domibus ipsius ser Thome ser Candidi sue solite habitationis, sitis Utini in contrata putei S Iohannis, iuxta domos capelle S. Gregorii, fundate in collegiata ecclesie Beate Marie de Utino ab una parte, iuxta domos nob. de Strasoldo ab alia, iuxta d. Iacobam uxorem nob. ser Gibilini de Savorgnano a tercia et iuxta viam publicam a quarta —» (A.S.U., Arch. Susanna, 77, perg., not. Antonio del fu Mattiussio da Udine).
1435°«Ser Iohannes Sempreben, qui fuit de Venetiis, solvit de affictu — pro domo que fuit olim Pagani Franzini, dudum locata ser Blasio de Lisono, sita super angulo in qua est figura S. Johannis a latere foris versus dictum putheum, iuxta domum olim d. presbiteri Gregori canonici Utinensis, a parte posteriore possident heredes Gabrielis de Toppo et duplicem viam publicam, marchas sold. duas» (Arch. Osp., Rotolo 1435, p. 100).
1455, genn. 11°Aloisio q. Nicolò di Strassoldo1 compera dal dott. Erasmo de Erasmi2 la quarta parte «unius domus que sita est Utini in contrata in qua alias habitabat nob. vir d. Carolus de la Turre miles, iuxta domos nob. ser Thome Candidi, iuxta domos que fuerunt olim d. Gerardi de Utino, iuxta domos q. ser Constantini speciarii de Verona3, iuxta ortum uxoris nob. viri ser Gibillini de Savorgnano et iuxta viam publicam» (Not. Antonio a Fabris, Arch. Mantica, Colto II Istr.).
1468, genn. 27 «— Egregius in iure canonico licentiatus d. Daniel de Strasoldo, decanus collegiate ecclesie S. Marie Maioris de Utino ac ser Bucinus — olim nob. ser Christofori de Strasoldo et ser Geromias frater dicti ser Bucini — precio — quinquaginta stariorum frumenti ad mensuram comunis Utini, quod totum precium ipsi fuerunt — confessi — habuisse — a — ser Nicolao olim — ser Tome de Candidis de Utino — vendiderunt — eidem — Nicolao quandam domum muratam, soleratam et tegulis coopertam sitam Utini in contrata Putei S. Iohannis, iuxta nob. — ser Albertinum de Spilimbergo, iuxta dictum Nicolaum emptorem et fratres a parte posteriori et per ante et a latere iuxta viam publicam —» (A.S.U., Arch. Susanna, 77, perg. not. Matteo del fu Giacomo pellicciaio da Udine).
1468, febbr. 1 «— Cum hoc sit quod — egr. in iure canonico licentiatus d. Daniel de Strasoldo decanus collegiate ecclesie S. Marie Maioris de Utino ac nob. viri ser Bucinus et Hyeremias fratres — filii olim nob. — ser Christofori de Strasoldo — vendidissent nob. ser Nicolao olim — Tome de Candidis — quandam domum — sitam Utini in contrata Putei S. Ioannis iuxta nob. — ser Albertinum de Spelimbergo, iuxta dictum ser Nicolaum emptorem et fratres a parte posteriori et per ante ac a latere inferiori iuxta viam publicam —, nunc — ser Bucinus precio — viginti ducatorum —, quod totum — ibidem fuit contentus — habuisse — a — Nicolao olim — ser Thome de Candidis — vendidit — eidem ser Nicolao — livellum unius ducati quod tenebatur solvere annuatim eidem d. Antonio, ser Bucino et ser Hyeremie ac Nicolao fratribus — super suprascripta domo —» (ibid.).
1479, lugl. 17 Divisioni fra Giovanni, Nicolò e Candido q. Tomaso Candidi: rimane indivisa la casa «super angulo putei S. Ioannis» (Not. Franceschino da Gemona, A.S.U., Arch. Lovaria, 38, r. 49r).
1496, giu. 27 Nicolò e Candido donano la loro parte di casa al fratello Giovanni (not. Bartolomeo Mastino). Questa casa era stata comperata dai fratelli Candidi da Bucino di Strassoldo, 1468, genn. 27 (A.S.U., Arch. Lovaria, 38, not. Bartolomeo Mastino, f. 49r).
1509, genn. 29 «— Ser Natalis de Stephanis scriba camerę fiscalis, uti procurator — Antonii de Candidis sui generi — locavit — decretorum doctori d. Nicolao Savorgnano canonico Aquileiensi — unam — domum sitam Utini in contrata puthei S. Ioannis super angulo ex opposito putei ad tempus — trium annorum —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Instr. V, f. 9v — 10r).
1530, mar. 10 «Deputati posuerunt partem quod, expensis reipublicę nostrę, acceptis lapidibus a ruralibus patrię, salizetur plateola quę est circum puteum S. Iohannis in medio domorum d. Marquardi et nobilium de Susanna et nobilium de Savorgnano —» (Annales, XLVI, f. 227v).
1657°Celso di Prampero acquista la casa di Cristoforo Susanna (Not. G.B. Cologna).
1735*«Li sigg. Zuanne e Christoforo fratelli q. — Marquardo Susana in loco delli sigg. Sebastiano e fratelli pagava di livello sopra la casa dirimpetto alla chiesa di S. Bortolomio, qual casa have riauta il sig. Sebastiano in cambio d’un’altra posta sul canton della contrada Savorgnana, sopra la piazetta, dirimpetto l’antichissimo pozzo di S. Zuane, ora coperto, formento st 1» (B.C.U., ms. D. 42.D. Città d’Udine, f. 24v).
1744 I Prampero «del ramo di Flaminio q. Enrico abitano la casa che ha la principal facciata su di una piazzetta non lungi dal duomo ed una laterale sull’androna Savorgnana; essa casa fu già dei Susana» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 192).
1786, dic. 29 I sigg. deputati subaffittano per d 260 al sig. Ignazio di Domenico Picinini la casa di G.B. e Marzio di Prampero per uso di albergo (B.C.U., ms. E. XCIII, f. 127r — 128v ; allegati «Stato e grado presentaneo del luoco dominicale con sue adiacenze» del pubbl. per. Francesco Leonarduzzi, f. 129r — 140r).
 *Vengono ricordate, tra gli altri ambienti, la «loggia sulla corte», la «cappella con tre finestre» al primo piano e la rimessa. L’ingresso avviene attraverso il «porton di pietra a bugne, sulla piazza, con teston di pietra» (ibid.).
1792 Catastico delle rendite del convento di S. Francesco di Dentro: «sopra la casa delli eredi q. — co. Celso Prampero, dirimpetto al teatro di detta contrada Savorgnana, riscuote — per censi antichi infissi sopra la stessa — L 25 s 15».
  Nel 1402 la confr. di S. Maria dei Battuti, l’ospedale di S. Maria Maddalena ed il convento di S. Francesco affittano al nob. Biagio da Lissone la casa d’angolo. L’attuale casa sorse al posto di due case. La parte verso il duomo nel 1515 era dei Susanna (A.S.U., C.R.S., 627, Catastico... 1892, p. 138-139).
1801 Co. Marzio di Prampero. Sua abitazione (Nomenclatura, f. 16v).
1809*È di Marzio di Prampero. Affittuale è il locandiere Francesco Cipelli (Registro delli aloggi, f. 13v).
1810, febbr. 24*Direzione dipartimentale delle Poste (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10420, 268).
1812*Trattoria di Luigi Zanuttini (Esercenti).
1813, sett 8 Istanza di Marzio di Prampero q. Flaminio, che chiede «di riformare la faciata della sua casa che guarda l’androna Savorgnana al civico n. 427; getare tutto quel muro, che spoge in fuori, che negli anni decorsi serviva per uso di capella, dichiarando di non cangiare l’aspetto alla casa stessa» (A.S.U., C.N., 180, 4207 Orn. 19).
1817, sett. 19*Il cursore municipale presenta in questa casa all’esercente Pietro Pizzini diffida a munirsi di licenza di polizia (A.S.U., C.A. I, 10).
1821, febbr. 27 Il co. Marzio fu Flaminio di Prampero vende a Giovanni fu G.B. Signori per L 17000 «la casa di antica ragione e proprietà di Prampero, posta in — contrada Savorgnana al c. n. 427, consistente in mezzadi e stanze, portico e piccolo cortivo in peppiano con quanto superiormente si alza, sino e compreso il coperto, coll’annessa casetta ad uso di osteria, esercitata da — Domenico Zuliani, e col fondi su cui è piantata la detta casa ed incorporata casetta, non solo, ma pur compresa la piazzetta esterna —. Confina a lev. — barone Pietro Iacotti, mezz. strada — tendente al duomo, pon. contrada Savorgana e sett. — Valvason» ( A.S.U., N., Francesco Nussi, 10545, 1219 ).
1821, giu. 20 È di Giovanni Signori (A.S.U., C.A. I, 53/III, 2930 Orn. II C, con dis.).
 *La proposta rivoluziona l’assetto della facciata, con lo spostamento delle finestre del secondo piano a intervalli regolari e l’apertura di finestre corrispondenti in asse nei piani inferiori. La deputazione d’ornato commenta il progetto, ne respinge alcune parti, suggerisce modifiche, alcune delle quali non vengono attuate, come l’applicazione di una fascia marcapiano che unisca «la cornice delle finestre della sala col piano del pergolo posto sull’angolo» (A.S.U., C.A. I, 53/1821/III, 2959 Orn. II C, con dis.).
1844, nov. 1*«— È — comparso — G. Giuseppe del fu Giovanni Signori —, procuratore generale de’ — fratelli — e — particolarmente interessato per la vendita di una loro casa e casetta, situata — sulla piazza del Teatro al c. n. 427, con due filatoi ed incannatoi per la lavorantia di seta; ha detto che, in conformità ai capitolati d’asta volontaria a mezzo di cui si deve procedere a quella vendita, gli capitolati da esso scritti — furono — a me — consegnati per farli ostensibili a chiunque aspirante all’asta suddetta —. Essendo le ore due pomeridiane e non essendo comparso alcuno —, determinò il procuratore — di fare una seconda seduta — nel giorno — 11 corrente alle ore 12 —».
  Descrizione della casa nei capitolati: «Questa casa è situata — sulla piazza del teatro al c. n. 427 —, consistente in mezzadi e stanze ad uso di filatoio di seta, portico, cortivo grande e piccolo, con stalla, cantina profonda e liscivara, con cisterna, più sottoportici per uso rimessa e legnaia con quanto superiormente si alza fino al coperto, con quattro granai, ed al secondo piano un locale ad uso di incannatorio ed imbinatoio di seta; con annessa casetta al n. 427 A, contenente un filatoio; il tutto servibile anco per uso di lavoranzia di seta, con due filatoi aventi tutti gli attrezzi inerenti e relativi ed un incanatoio ed imbinatoio con gli attrezzi non posti in ordine. La detta casa è fornita di vetri e serramenti ed è ostensibile a chiunque bramasse d’aspirarne all’acquisto —» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/I, 542).
1851, dic. 15*Giovanni Ballini, amministratore dell’eredità di Giovanni Signori chiede di far eseguire alcune modifiche alle facciate. Nel progetto che viene presentato si chiede di sostituire una finestra protetta al momento da un’inferriata, con una porta. Segue l’approvazione da parte delle autorità competenti (A.S.U., C.A. II, 66, 8255 Orn. II C, con dis.).
1852*Il complesso 427 e 427 A appartiene ai fratelli Signori (Competenze, I, f. 12v).
1853, sett. 13*Enrico Signori «desiderando — aprire una finestra nella sua casa sita in contrada del Teatro al c. n. 427 —» ne chiede ed ottiene il permesso (A.S.U., C.A. II, 66, 6861 Orn. II C, con dis. firmato da Eusebio Brida).
1854, genn. 19*Enrico Signori chiede ed ottiene il permesso «di modificare nella facciata della sua casa, situata al c. n. 427 sulla piazza del Teatro, una porta, riducendo a vano di finestra» ( A.S.U., C.A. II, 66, 750 Orn. II C, con dis. Firmato da Eusebio Brida).
1854, giu. 9*«Ennio q. Giovanni Signori — vende al sig. Valentino dott. Birri di Francesco — la porzione di casa a levante del corpo intero della casa in Udine, piazza del teatro, al c. n. 427, in mappa stabile al n. 1782 —, la quale porzione di casa comprende all’incirca un settimo dell’area del detto n. 1782, è composta dei seguenti locali: pianterreno: stanza grande, ora ad uso di caffè, da un lato della quale avvi il vano delle scale ed un camerino e dall’altra piccolo andito e quindi stanza coperta a volto con sottoposta cantina sotterranea, la qual stanza a volto serve ad uso di transito nella corte della rimanente casa del venditore Signori; primo piano: cucina, camera, camerino e corritoio; secondo piano: due camere, camerino e corritoio, con in una di dette camere armadio per vestiti infisso nel muro; su questo piano ancora, camerino che appoggia sul coperto del confinante Iacotti; quindi soffitta impraticabile. Tutti questi locali uniti confinano a lev. Iacotti, mezz. la via pubblica, pon. la piazza del Teatro ed a tram. il venditore Signori. A questa casa poi è inerente l’ingresso — a piedi, a cavallo, con carrozze, carri e bestie sciolte per la corte e portone d’ingresso dell’intera casa del venditore — limitatamente alli usuali bisogni del compratore o aventi causa. Il Signori innoltre aliena — al — Birri — ogni diritto spettantegli sulla piazza attigua alla casa, che ora vendesi, nel quantitativo di m — 6 partendo dalla faccia principale di questa casa, col diritto eziandio di alzare i muri di essa casa a suo piacere. Il prezzo — viene — determinato in austr. — L 6000—» (A.S.U., N., Giacomo Someda, in G.B. Valentinis, 7/10, 3986).
1856. genn. 1*«Col contratto 9 giugno 1854 del not. Giacomo fu Giacomo Someda, — Enrico q. Giovanni Signori — vendette al sig. Valentino dott. Birri di Francesco la porzione di casa a lev. del corpo intero della casa in Udine, piazza del Teatro, al c. n. 427, in mappa stabile al n. 1782 —. Valentino dott. Birri vende al sig. Luigi Paier — la porzione di casa faciente parte del mappal n. 1785 — come sta descritta all’art. I del suddetto contratto 9 giugno 1854 —» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/10, alleg. all’istr. n. 3986).
1856, febbr. 3*«Il sig. Gaetano di Gaetano Visconti, in virtϊ dell’istr. 9 giugno 1854, a rogiti del dott. Giacomo Someda e del privato contratto 1 genn. p.p., fu autenticato dal nob. G.B. Valentinis, stipulati ambidue per di lui conto — dalli sigg. Valentino — Birri e Luigi — Paier, divenuto proprietario della porzione di casa — al c. n. 427, vende alla sign. Anna Pasini Signori — la sopradescritta porzione di casa al c. n. 427 — A —» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/10, 3986).
1856, ott. 13 Enrico Signori vende a Graziadio Luzzatto il fabbricato (ibid.).
1858, apr. 26°Convenzione transativa fra il comune ed il sig. Graziadio Luzzatto, proprietario della casa n. 427, a proposito della piazzetta. Si conviene che abbia sempre a rimanere quale fondo stradale con libero passaggio pubblico e non si possa erigervi fabbriche né ingombrarlo stabilmente (A.M. 1858, b. 650).
1861, nov. 24°Graziadio Luzzatto vende la casa a Girolamo di Giuseppe Luzzatto (Atto priv.).
1861, dic. 2°Girolamo Luzzatto vende la casa a Maurizio Blum e Giuseppe Luzzatto (Not. G.B. Bolgeri di Milano).
1862, giu. 5°G. Luzzatto vende a *** Giacomelli (not. Giacomo Someda).
1936 La casa fu dei Giacomelli e finalmente dei Puppi.
  Su la facciata verso via Savorgnana si vedono due stemmi del sec. XIV e piϊ sotto, fra due finestre, una Madonna.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Il documento è citato anche per la casa n. 426.
 2Per Erasmo Erasmi: vedasi n. 426.
 3Per Costantino Giuseppi: LIRUTI, Notizie, IV, 357.
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 128-130; BRAIDOTTI, L’acqua potabile; CERGNEU, Cronaca, 35; ERMACORA, Guida, 190; FRANGIPANE, Genealogie e regesti della famiglia dei co. di Prampero; LIRUTI, Notizie, I, 297-300; IV, 174-177; MONTICOLI, Cronaca, 35; RIZZI, Profilo... Il Quattrocento, 111; VALENTINIS, Udine antica, 12; Volpi al taglio.
428
1556°I Prampero1 abitavano presso il duomo una casa che trovavasi fra il duomo e quella di Giovanni Savorgnan (Arch. di Prampero).
1744 «Vannini. Stavano in faccia ai Coronella2, poi in borgo Cussignacco (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 174).
1801 Fratelli Iacotti. Loro abitazione (Nomenclatura, f. 16v).
1809*È di Carlo e fratelli Iacotti. «Si avverte che il sig. Pietro Jacotti è il primo presidente della r. corte» (Registro delli aloggi, f. 13v — 14r).
1852*La casa appartiene a Giuseppe Iacotti (Competenze, I, f. 12v).
1869°La casa ex Iacotti era di Polami (A.M., Ornato, 1865-1873).
   
NOTE1Per la famiglia di Prampero: FRANGIPANE, Genealogia e regesti della famiglia dei co. di Prampero.
 2N. 80.
429
1801 Canonica del vicario del duomo Canciani (Nomenclatura, f. 17v).
1809 È del rev. capitolo (Registro delli aloggi, f. 13v).
 *Vi abitano i vicari del duomo don Vincenzo Tosorati e don Giuseppe Bassi (ibid.).
1852*Appartiene al capitolo di Udine (Competenze, I, f. 12v).
1939, apr. È demolita.
430
1344, febbr. 15 Testamento del sac. Nicolò detto Gambis di Udine.
  «— Item iussit et ordinavit quod anniversarium suum, patris sui, et matris suę fieri debeat annuatim per camerarios fraternitatis Fabrorum — cum dimidia marcha denariorum Aquilegensium quam quidem mediam marcham mater dicti q. d. presbiteri Nicolai habebat de livello et eidem solvebatur super domo in qua habitat ipse dominus Nicolaus, sita Utini iuxta ecclesiam S. Marię predictę mediante via publica et stabulum d. patriarchę Aquileiensis, quam quidem mediam marcham heres suus infrascriptus annuatim solvere teneatur super dicta domo —» (A.C.U., A.A.O., fondo confraternita di S. Nicolò, not. Lorenzo di m. Raddi muratore da Udine, f. 3v — 6v).
1601 Pagava il curato del duomo per la casa fu del Bolzano (A.C.U., A.A.O., Catastico ... 1775, f. 71r — 71v).
1632 Pagava il capitolo «sopra la casa sta il curato» (A.C.U., A.A.O., Catastico ... 1775, f. 71r — 71v).
1771 Il rev. pievano di S. Quirino paga mezza marca per testamento 1344 febbr. 15 di pre’ Nicolò detto Gambis «sopra la casa di sua abitazione appresso la chiesa di S. Maria Maggiore di Udine, mediante strada publica e stalle del patriarca di Acquileia». Nel rotolo 1532 pagava il capellano di S. Quirino sopra la casa fu Bolzano (A.C.U., A.A.O., Catastico ... 1775, f. 71r — 71v).
  Nel 1582 pagava Bortolomio Pelegrin in loco del cappellano di San Querin nel duomo (ibid.).
1801 Rev. capitolo del duomo. «Vi abita il rev. sagrestano» (Nomenclatura, f. 17v).
1809*È del capitolo metropolitano. Vi abita il «sacristano» don Giuseppe Della Maestra (Registro delli aloggi, f. 13v).
1852*Appartiene al capitolo (Competenze, I, f. 12v).
1939, apr. È demolita.
431
1801 «Del duomo rev. capitolo; abita un nonzolo» (Nomenclatura, f. 17v).
1809*È del capitolo metropolitano. Vi abita il sagrestano G.B. Feruglio (Registro delli aloggi, f. 13v).
1852*La casa appartiene al capitolo di Udine (Competenze, I, f. 12v).
1939. apr. È abbattuta.
   
BIBLIOGRAFIA DEL TORSO, Il matrimonio di Zorutti, 140-142.
432
1801 «Del duomo rev. capitolo; abita un altro nonzolo»1 (Nomenclatura, f. 17v).
1809*È del comune di Udine. Vi abita il sagrestano Giacomo Molinari (Registro delli aloggi, f. 13v).
1852*La casa appartiene al capitolo di Udine (Competenze, I, f. 12v).
1939, apr. È abbattuta.
   
NOTE1Vedasi casa n. 431.
433
1801 Canonica del duomo (Nomenclatura, f. 17v).
 *Affittuale Antonio Fossetti Carrer (ibid.).
1809*È del capitolo metropolitano. Vi abita il cameriere G.B. Caselotti (Registro delli aloggi, f. 13v).
1838, mar. 24 È del capitolo (A.S.U., C.A. I, 285/1838/VII, 1418 Orn. II C, con dis.).
 *I canonici amministratori inoltrano domanda per «riformare il prospetto della bottega posta a tram. del duomo sotto il c.n. 433» (ibid.).
1851°È del capitolo. Viene riformata ed innalzata (A.M., Ornato, 1843-1851).
1852*La casa appartiene ad Antonia Benvenuti Presani (Competenze, I, f. 13v).
1876*La casa ospita la bottega del cesellatore e argentiere Luigi Conti1 che lavora anche l’ottone (COSMI-AVOGADRO, 90, 108).
1939, apr. È demolita.
   
NOTE1Per Luigi Conti: GANZER, Orafi, 362; P[ICCO], L’arte ornamentale, 20; P[ICCO], L’arte del cesello, 75-76; P[ICCO], Lavoro artistico, 75-76; P[ICCO], Gli orefici della città; PICCO, Ricordi, 117-118.
434
1801 È di Giovanni Maria Benvenuti (Nomenclatura, f. 17v).
1809*È di Giovanni Maria Benvenuti. Vi abita il vetturino Pietro Zuccheri (Registro delli aloggi, f. 13v).
1852*La casa appartiene ad Antonia Presani (Competenze, I, f. 13v).
1876 Osteria “Al Fresco” (COSMI-AVOGADRO, 106).
  Nella casa abita il professore di contrabbasso Giacomo Carlini (COSMI-AVOGADRO, 103).
1883 Trattoria di Tranquilla Mesaglio Freschi (AVOGADRO, 157).
 *Nella casa abita Anna Moretti Conti, inserita nell’elenco dei cesellatori e argentieri (AVOGADRO, 142 ).
1928 Albergo “Ancora d’oro”.
   
BIBLIOGRAFIA QUARGNOLO, Non c’è pia il concertino.
435
  Questa casa consta dell’unione di piϊ case; la prima sull’angolo verso la piazza era lunga circa 15 metri. Durante alcuni lavori fatti nel nov. 1928 si scoprν che la sua facciata verso sud-est, divenuta interna per la costruzione di altra casa aderente, era decorata con disegni geometrici a colori e con stemmi. Un tabernacolo a fresco del ‘300 esistente in una delle stanze fu trasportato nella casa del proprietario, senatore Elio Morpurgo1.
1758, genn. 11 «Udine, nella contrada Bellona nel mezzado dell’abitazione degl’infrascritti Alpruni» (A.S.U., N., Francesco del fu Alessandro Brunalleschi, 9195, VIII instrom., f. 139v).
1795, ag. 14 Il nob. sig. Nicolò Alpruni cede in permuta ai sigg. ecc. Giovanni Maria e G.B. fratelli Benvenuti «una casa con due corti ed orto — situata — nella contrada Bellona, — che confina a lev. contrada —, a mezz. parte piazza presso il duomo e parte altra fabbrica — ad uso di osteria — dello stesso — Alpruni, e torna a levante parte detta osteria e parte — metropolitano capitolo, a mezzodν parte detto — capitolo e parte — Pietro e Carlo fratelli Iacotti, a ponente parte — co. Marzio di Prampero, e parte eredi q. co. Francesco — Sarmeda, e parte — Pietro Cargnelli — a tram. parte la ved. Fanzago, parte — strada pievano di Zugliano, parte — rev. — Valentino Ianis e parte contrada Bellona» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9978, XXXI instr., 2211, f. 3010r — 3014v).
1801 Sig. Giovanni Maria Benvenuti (Nomenclatura, f. 17v).
 *Affittata a Cavassi (ibid.).
1809*È di Giovanni Maria Benvenuti. Vi abita Girolamo di Zoppola (Registro delli aloggi, f. 13v).
1832°«La casa medesima co’ fondi annessi è soggetta a feudo semplice censuale, come raccogliesi dalle diverse investiture l’ultima delle quali è di data 6 genn. 1792, ottenuta dal nob. Nicolò Alpruni e portava il censo annuo di ven. L 10 s 8 alla partita degli eredi q. Madonna Iacoma relitta q. Gibellino Savorgnan2 fu affrancato li 8 febbr. 1647» (Arch. del co. de Pace, Asse descrittivo ed estimativo dei beni stabiliti ereditarii del fu Giovanni Maria Benvenuti).
1835*Vi abita la levatrice Elisabetta Mulloni (A.S.U., C.A. I, 237/XII, Elenco del personale sanitario).
1851 Vi era la birreria bavarese di Giuseppe Lorentz (“Il Friuli”, 8 nov. 1851, 252).
Sec. XIX Nel cortile sorgeva il Teatro Nazionale.
1852*«Compreso col n. 453» (Competenze, I, f. 13v).
1876*Vi abita la levatrice Rosa Grassi (COSMI-AVOGADRO, 98).
1883*Luigi Castellani vende liquori e commestibili diversi (AVOGADRO, 147).
   
NOTE1N. 426.
 2Nel ms. della Porta è ricostruita in calce la genealogia che comprende la famiglia Savorgnan da Federico ai figli di Tristano.
   
STUDI INEDITI B.C.U., ms. Joppi 74, p. 32; L. PALLADIO degli OLIVI, Cronaca, p. 250-251, 282-283.
   
BIBLIOGRAFIA de JESO, Com’era, 69; QUARGNOLO, Non c’è piϊ il concertino; TENTORI, Architettura, 396; RONCHI, Vita sociale, 190.
436
1801 Ecc. sig. Giovanni Cantarutti (Nomenclatura, f. 17v).
1809 È di Giacomo Versegnassi (Registro delli aloggi, f. 13v).
 *Vi abita l’impiegato Giovanni Cantarutti (ibid.).
1812, apr. 18 Giacomo del fu Domenico Verzegnassi vende a G.B. di Valentino Tellini e moglie Domenica la casa n. 436 «composta da due stanze terranee, con tre solari sopra, copperta di coppi, situata - nella contrada del duomo —; confina a lev. con — Pietro Tavellio, a mezz. con —Pietro Donatis, a pon. con strada - ed a tram. con — Giacomo Marangoni -» per L 3172,41 (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10297, 259).
1812, magg. 25*Bollettino d’asta, in seguito ad atto oppignorativo del 1 aprile 1812; «n. 1 stanza a pianterreno ad uso di camera, al n. 436; a lev. sig. Pietro Donatis, a tram. casa del sig. Giovanni Marangoni». Debitore per L 9,36, è Giacomo Verzegnassi (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 5).
1852*Appartiene al dott. G.B. Billiani (Competenze, I, f. 13v).
1876*Vi abitano le levatrici Elisabetta Pletti Brabetz e Anna Scoziero (COSMI-AVOGADRO, 98).
1948 Trattoria “Al feralut”.
   
BIBLIOGRAFIA QUARGNOLO, Non c’è piϊ il concertino.
437
1765, febbr. 28 Il rev. Carlo Gugliola1 vende a Michele q. Mattia Locainero «la porzione di casa di ragione d’esso — de Guliola coll’osteria, posta sul cantone —» della piazzetta del Duomo. «Et questo per il prezzo — di d 1455 L 1 s 12—» (A.S.U., N., Francesco Lorio, 8714, XLII istr., 66, f. 67v — 68v).
1793, dic. 16 «Michele q. Mattia Lokainer abitante in questa città» vende per d 2100 al s. G.B. q. Angelo Micoli «una casa — sul cantone sopra la piazza del Duomo — che confina a lev. — Antonio Clemente, a mezz. la piazza — a pon. l’androna detta dei coo. Romano, ed a tram. parte gli eredi Verzegnassi e parte — Pietro Tavellio» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9977, XXV instr. 1844, f. 2478r — 2479v).
1796, sett. 23 G.B. q. Angelo Micoli vende a Pietro q. Francesco Donatis «una casa — posta sul cantone, sopra la piazza del Duomo —, che confina a lev. — Antonio Clemente, a mezz. detta piazza, a pon. l’androna detta de’ coo. Romano ed a tram. parte gl’eredi Verzegnassi e parte — Pietro Tavellio —. E questo — pel — prezzo — di d 2100 —» (A.S.U., N., Liberale Girardi, 10345, I instrom., 95, f. 99v — 100v).
1801 Pietro Donatis (Nomenclatura, f. 17v).
1809*È dell’impiegato Pietro Donatis (Registro delli aloggi, f. 13v).
1816, mar. 13*«Pietro Donatis, proprietario della casa — n. 437, desiderando di riedificare l’angolo di essa che confina a lev. il q. G.B. del sig. Antonio Clemente, a mezz. la piazzetta del duomo, a pon. la contrada detta calle Bellona ed a tram. la casa sopra detta in presente abitata dal — proprietario» inoltra domanda. Segue ispezione del commesso d’ornato Giuseppe Presani, che convince ad operare alcune modifiche al progetto. Vi è allegata anche la relazione Presani (A.S.U., C.N., 180/1816/V, 393 Orn. XIX, con dis.).
1831, magg. 24*Pietro fu Francesco Donatis (A.S.U., C.A. I, 182/V, 2154 Orn. II C, con dis.).
 *Chiede di aprire una porta in mezzo alle due finestre e operare alcuni cambiamenti nella facciata (ibid.).
1831, giu. 17 Pietro fu Francesco Donatis il quale chiede il permesso «di fare una bottega — nella facciata che guarda al lato destro della cattedrale» (A.S.U., C.A. I, 182/V, 2684 Orn. II C).
1832, apr. 30*Ulteriore richiesta di riforma da parte del Donatis (A.S.U., C.A. I, 193, 1794 Orn. II C).
1852*Appartiene a Moisé Seravalle (Competenze, I, f. 13v).
   
NOTE1Una serie di documenti si riferisce al complesso delle case Gugliola, che probabilmente includevano anche il n. 438:
  * 1506, genn. 16. «— Ser Simon not. q. — ser Ioannis not. de Lovaria civis Utinensis — tradidit — ser Alovisio q. ser Ugolini de Ugolinis — unam ipsius — domum muratam, soleratam cuppisque cohopertam sitam Utini in contrata collegiatæ ecclesiæ B. Mariæ Maioris Utinensis, ad presens tentam ad simplicem affictum per — presb. Danielem a Furnatore mansionarium — collegiatæ ecclesiæ; quæ quidem domus a parte inferiori et a capite inferiori est iuxta domum habitationis sp. iuris utriusque doctoris d. Nicolai Guliole, a parte superiori iuxta domum et curiam sp. iuris utriusque doctoris d. Bernardini Bertolle, — habitatam per Iohelem Hebreum, et a parte anteriori iuxta viam publicam —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. II, f. 30r — 31v).
  * 1506, genn. 18. «— Ser Alovisius q. ser. Ugolini de Ugolinis de Utino — vendidit — iuris utriusque doctori d. Nicolao Gulioliæ — unam — domum muratam, soleratam et cuppis cohopertam, sitam Utini in contrata collegiatæ ecclesiæ maioris Utinensis ad presens tentam af affictum per — presb. Danielem Furnatoris mansionarium — collegiatæ; quę quidem domus ab uno latere est iuxta domum dicti d. Nicolai, ab alio latere iuxta domum — iuris utriusque doctoris d. Bernardini Bertollæ tentam — per Johelem iudæum et a parte posteriori iuxta easdem domus dictorum — Nicolai et Bernardini et a parte anteriori iuxta viam publicam —; et hoc precio — ducatorum centum et decem —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. II, f. 32r — 33r).
  * 1557, magg. 4. «— D. Franciscus de Guliolla civis Utinensis — locavit m. Ioanni q. m. Odorici de Talazaya pistori Utini — domum fumi per antea habitatam per m. Hieronymum Mantoanum pistorem Utini, sororium dicti conductoris; quæ quidem domus est sita Utini et est infra domum magnam habitationis dicti — locatoris versus cimiterium ecclesiæ maioris Utini —, debente ipso conductore solvere — de semestre in semestrem ducatos decem —» (A.S.U., N., Mario Albino, 5949, Prot. Atti 1557, f. 39v).
  * 1565, magg. 15. «— Franciscus Guliolla civis Utini — hinc ad annos quinque — locavit d. Catharinę uxori rel. q.m. Simonis lignarii de Utino — domum cum furno sitam Utini incorporatam domusa per ipsum locatorem habitatam hactenus tentam per ser Vicentinum de Modiana, generum dictæ conductricis, — debente ipsa conductrice solvere singulis annis de affictu simplici — ducatos duodecim —» (A.S.U., N., Mario Albino, Prot. istr. 1565, f. 45r).
  a ms. domus.
  * 1566, febbr. 6. «— Franciscus Guliolla — locavit m. Angelo Polono sutori vestiario Utini — domum muratam, soleratam, cuppis copertam, sitam Utini in pręsenti contrata, incorporatam domui habitationis dicti locatoris et hactenus tentam per ser Vicentium de Modiana pistorem Utini —, debente ipso conductore solvere de affictu simplici — singulis annis ducatis quindecim —» (A.S.U., N., Mario Albino, Prot. istr. 1566, f. 6v).
  * 1569, giu. 19. «— Franciscus Guliolla — hinc ad annos quinque — locavit m. Hieronymo Mantoano pistori Utini — domum furni sitam Utini, incorporatam domui — d. locatoris hactenus tentam per — Catherinam q. mag. Simonis lignarii Utini —, debente ipso conductore solvere singulis annis de affictu simplici ducatos duodecim —» (A.S.U., N., Mario Albino, Prot. 1568-1569, f. 44r).
  Per la famiglia Guliola: MONTICOLI, Cronaca, 65-66. Sul dott. Nicolò Guliola: P. SOMEDA de MARCO, Notariato, 62.
438
 *Vedasi n. 437.
1801 Antonio Clemente sarto (Nomenclatura, f. 17v).
1809*È del sarto Antonio Clemente (Registro delli aloggi, f. 13v).
1810, ag. 23 «Antonio Clemente sarto, abitante alla casa n. 438, contrada del duomo — contiguo al sig. Pietro Donatis — lascia giacente da tanti anni — la casa del — Clemente da tanto tempo senza appogio per causa della demolicione della vicina casa Donatis» la quale minaccia rovina (A.S.U., C.N., 178/XIX Orn.).
1827, apr. 30 G.B. Clemente vende al dott. Pietro q. Pietro Zuzzi la casa n. 438 per L 7200 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10468, 5519).
 *La casa è «coperta a coppi, con suo fondo e corticella, interna, situata col n. c. 438, compresa nella descrizione censuaria sotto il n. 1381 — alla quale fan coerenza a lev. — G.B. avv. Billiani loco Tavellio, ed a tram. parte Del Mestre Angelo loco Del Messier e parte Missana — Felice, loco Partistagno —» (ibid.).
1835*Ricapito del medico fisico Pietro Zuzzi. Nell’elenco municipale però è già apposta una croce (A.S.U., C.A. I, 237/XVII).
1852*Appartiene ad Anna Zuzzi (Competenze, I, f. 13v).
1853, sett. 10*La sign. Annetta Zuzzi Loi «proprietaria della casa al c. n. 438 — ha divisato di ridurre una stanza terranea ad uso di bottega. Per ciò fare emerge la necessità di aprire sulla facciata due vani di porta in sostituzione a due di finestre» (A.S.U., C.A. II, 66/1853, 6779 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Valentino Dreussi).
1858*La congregazione municipale accorda il permesso di demolire e ricostruire una finestra secondo il disegno presentato (A.S.U., C.A. I, 780, 5574 Orn. II C, con dis.).
1876*Vi hanno recapito l’intagliatore Luigi Sgobaro e i pittori decoratori Pinzani e Grassi (COSMI-AVOGADRO, 97, 110).
1883*Luigi Colavitti, falegname (AVOGADRO, 144).
1944 Albergo “Al commercio”.
   
BIBLIOGRAFIA QUARGNOLO, Non c’è più il concertino.
439
1704, mar. 3*«Il nob. Carlo di Guliola1 — per sé e per — Birardo e Carlo di lui nipoti, figlio del nob. — Aurelio —, cede — ad gaudendum — al sig. G.B. Zerbino q. Nicolò specier — una loro portione di casa sopra il canton in questa contrada del duomo, habitata di presente dal medesimo Zerbino come inquilino —, confina a lev. strada publica e mezo dν piazzetta del Duomo, a pon. e tram. il restante di detta casa Guliola, coll’obligo — di far rinovar in buona forma il coperto con tole o tavelle, far una luminara, mutar due piane del solaro —. E ciò per lo prezzo — di d 300 —» (A.S.U., N., Girolamo Dell’Oste, 7907, IX instr., f. 22r — 23v).
1722, lugl. 24*«In Udine, in casa dell’infrascritto — Berardo Guliola, in contrada del Duomo» (A.S.U., N., Nicolò Aloii, 8109, X instr., f. 33r — 34r).
1765, febbr. 27*«In esecutione della scrittura 24 genn. p.p. seguita tra il — rev. p. Carlo de Guliola — e — Daniel Moro bolzer, figlio di — Pietro — dall’altra — il suddetto — rev. p. Carlo — vende — al prefato — Daniel Moro — una portione della casa con la bottega situata nella contrada del Duomo — aderente alla casa dominicale del nunc q. — Marzio de Guliola fratello del — p. Carlo — compresa nella stima — di 24 cadente —. E questo — fa — per il prezzo — di d 530 —» (A.S.U., N., Francesco Lorio, 8714, XLII istr., 64, f. 65v — 66v).
1801 Daniele Moro «bolzer» (Nomenclatura, f. 17v).
1809, mar. 14*«— Elisabetta figlia ed erede del deffonto Daniele q. Pietro Moro — vende — al sig. Giovanni figlio di G.B. Del Missier, di professione sarte da vari anni —, una — casa posta — nella contrada del Duomo, coscritta al c. n. 439, di quattro appartamenti, compresa la bottega terranea, ed ha per confine a sol lev. strada pubblica, mezz. piazzetta del Duomo, pon. il sig. Antonio Clemente ed a tram. eredi del q. — Giuseppe di Partistagno —, qual casa pervenne nel — deffonto Daniele Moro — in virtù d’acquisto 27 febbr. 1765 —. E questa — vendita — fa — pel prezzo — di lire it. — 7613,78 —» (A.S.U., N., Graziano Cantoni, 10233,33).
1809*È di Giovanni del Missier; affittuale è l’orefice Antonio Tavellio2 (Registro delli aloggi, f. 13v).
1820, magg. 2 I coniugi Giovanni e Giovanna Del Missier vendono ad Angelo di Giacomo del Mestre «la — casa — n. 439 —, nello stato — ben noto allo stesso acquistante perché inquilino della medesima —. E questa — alienazione — fanno — per il prezzo — d’it. — L 5890 —» (A.S.U., N., Graziano Cantoni, 10235, 759).
1820, ag. 15*La deputazione comunale d’ornato alla congregazione municipale: «Ispezionato il disegno — del sig. Angelo Del Mestre, in base al quale si fece a chiedere la permissione di rimodernare le due facciate della sua casa n. 439 e trovato del tutto irregolare e contrario alle leggi di architettura, non ha ommesso la deputazione di associarsi anco con l’ing. sig. Valentino Presani onde — a previo sopra luogo modificarlo e renderlo tale da poter essere ammesso —» (A.S.U., C.A. I, 35/V, 52).
1837, febbr. 21 Il co. Antonio Beretta vende la casa «pervenuta in dominio del venditore in dipendenza alla convenzione giudiziaria 3 nov. 1830» al co. G.B. Nicolò Valentinis, per austr. L 4600 (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10613, 5002).
1838, magg. 3*G.B. q. Nicolò Valentinis «desiderando — di rifabbricare la casa di sua proprietà, posta — al c. n. 439 — ha fatto compillare li uniti dissegni co’ quali — si fa a dimostrare tutte le variazioni a cui andrà soggetta colla rifabbricazione —. Siccome — attualmente nell’angolo fra mezz. e lev. rientra verso la casa dell’avv. Missana, per cui non è conservato il rettifilo dal lato di levante colle case — Zuzzi e — Donatis e porta uno sconcio di architettura, cosν viene proposto e domandato, come si vede nella pianta, di sortire verso la piazza del duomo per circa 50 centesimi sull’angolo, a quali andranno decrescendo e perdendosi linearmente per incontrarsi coll’estremità della casa». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 299/1839/XX, 2240 Orn. II C, con diss.; pratiche relative all’assenso dei vicini: A.S.U., C.A. I, 299/XX, 1937 Pol. Giud. IX D; sopralluogo della deputazione comunale d’ornato, in data 8 maggio 1839: A.S.U., C.A. I, 299/XX, 4880 Orn. II C, con dis.).
1839, giu. 22 «Ebbe principio la ricostruzione della casa — sotto la direzione del capomastro Giuseppe Presani e cogli ultimi del successivo novembre vennero portati a compimento tutti i lavori». L’8 giugno 1841 si chiedeva l’ispezione «per ottenere la dichiarazione di abitabilità (A.S.U., C.A. I, 328/VIII, 3724 Orn. II C).
1852*Appartiene a G.B. Valentinis (Competenze, I, f. 13v).
1883*Studio dell’ing. Lucio Emilio Valentinis (AVOGADRO, 146).
   
NOTE1Vedasi n. 437.
 2Per i Tavellio: GANZER, Orafi, 360, 362.
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese... 1922, 39.
440
1801 Co. Giuseppe di Partistagno (Nomenclatura, f. 17v); poi Missana; poi Pordenone (Registro anagrafico, f. 11r).
1809 È di Marianna Viviani (Registro delli aloggi, f. 13v).
 *Vi abita l’agente Giovanni Pontoni (ibid.).
1817 Era di Naschinetti (vedasi n. 441).
1823, nov. 8*Felice Missana si scusa presso la congregazione municipale per aver avviato i lavori di trasformazione alla casa n. 440 senza averne chiesto autorizzazione preventiva. A suo dire, la questione non ha attinenza col pubblico ornato, dacché non si tratta di lavoro sulla strada. La «porta d’ingresso non guarda immediatamente sulla strada ed è anzi coperta da un pilastro del porticato. Tal porta non fa parte del prospetto —. Tale riforma, utile alla — casa, ha reso eziandio alquanto piϊ spaziosa e svelta all’occhio la porta che prima era angusta ed oppressa» (A.S.U., C.A. I, 81/X, 4393 Orn. II C.).
1828 È del dott. Felice Missana. Vedansi n. 441-442 (A.S.U., C.A. I, 148/X).
1852*Appartiene al dott. G.B. Missana (Competenze, I, f. 13v).
1876*La casa ospita il calzolaio Angelo Spangaro e l’ottonaio e lattonaio Sante Zamparo (COSMI-AVOGADRO, 88, 108).
1883*Oltre allo Zamparo, vi esercita lo stesso mestiere anche Olimpio Ceschiutti1 (AVOGADRO, 153).
   
NOTE1Per il Ceschiutti: PICCO, Ricordi, 106.
441
1801 Angela Clignoni (Nomenclatura, f. 17v).
1809 È di Pietro Tavelio1 (Registro delli aloggi, f. 13v).
 *Vi abitano l’avvocato Pompeo Billia e il «mecanico» Varisto Volner (ibid.).
1817°La casa ai n. 441-442 era di Pietro q. Giovanni Maria Tavellio. Posta in contrada del Duomo, confina a lev. strada pubblica, pon. G.B. Tillino a sett. Giovanni Marangoni q. Biagio, a mezzodν Naschinetti, loco Partistagno. Fu venduta all’asta nel 1822 circa (B.C.U., ms. 930).
1828, lugl.10 È di G.B. Billiani (A.S.U., C.A. I, 148/X, 2936 Pol. Giud. IX D, con dis.).
 *Il proprietario presenta progetto di riforma delle due case 441 e 442. L’accordo coi vicini, più semplice col Missana, più laborioso col Ragozza, avviene il 2 agosto (ibid.).
1830, magg. 11 È di G.B. Billiani; il n. 440 di Felice Missana; il 443 era di Marangoni, ora Ragoza (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 1878, con dis.).
 *Il dott. Billiani è «determinato — di riformare le finestre della — casa dominicale, innalzarla e ridurla nella forma giusta il disegno». Il progetto è approvato (ibid.).
1852*La casa, incorporata con la n. 442, appartiene al dott. G.B. Billiani (Competenze, I, f. 13v).
1876*Vi ha recapito il geometra Francesco di Caporiacco2 (COSMI-AVOGADRO, 96).
   
NOTE1Per i Tavellio orefici: GANZER, Orafi, 360, 362. Vedasi anche n. 442.
 2Per il geometra Francesco di Caporiacco: di CAPORIACCO, Storia dei periti pubblici, IX, 146, 147.
   
BIBLIOGRAFIA [CORGNALI], Sbisiant tra i scartafaz. Carli Goldoni a Udin.
442
1801 Pietro Tavellio1. (Nomenclatura, f. 17v).
 *Affittuale Paolo Ferro (ibid.).
  Poi Billiani (Registro anagrafico, f. 17r).
  Vedasi n. 441.
1809*È di Pietro Tavelio. Affittuali sono Virginia Folli e l’industriante Vincenzo Pilosio (Registro delli aloggi, f. 13v).
1822, mar. 22 Vi aveva bottega Bonaventura Fabris (A.S.U., C.A. I, 68, 1190 Orn. II C).
 *«Domiciliato in contrada del Cristo al n. 104», il Fabris presenta progetto di riforma. L’approvazione è subordinata all’allineamento del riquadro della finestra con quello della porta e alla soffittatura del sottoportico (ibid.).
1828, lugl. 10°°Vedasi n. 441.
1852*Vedasi n. 441.
   
NOTE1Per i Tavellio orefici: GANZER, Orafi, 360, 362. Vedasi anche n. 441.
443
1757, ag. 22 Vedasi n. 1803.
1773, sett. 20 Vittoria in Orgnani ed Antonia Caratti eredi Tomasini vendono ad Antonio del Pedro «le due terze parti della casa posta — in contrada — Bellazoia appresso il domo, state a loro favore separate con l’operazione del sig. Aurelio Manetti pubbl. per. —, pubblicata in atti miei li 12 sett. corr. —». Confina lev. corticella fu Gallici ora Del Pedro, mezz. casa eredi Verzegnassi, pon. contrada Bellazoia, tram. fabbricati dei sigg. Gallici (A.S.U., N., Antonio Cavassi, 9878, I instr., 62, f. 78v — 79r).
1775, magg. 22 Le stesse vendono l’altro terzo (A.S.U., N., Antonio Cavassi, II istr., 124, f. 166v — 167r).
1785, giu. 5*«— Antonio1 e Francesco, padre e figlio Del Pedro —, hanno — venduto — al sig. Paolo q. G.B. Ferro — le due case poste — nella contrada maestra tende a questa metropolitana chiesa, che confina a lev. la facciata d’una d’esse case ed a pon. la parte opposta dell’altra casa, finisce nella calla delli — coo. — Francesco e fratelli Romano, servono d’abitazione in ora d’essi — Del Pedro —. Et ciò — fanno per il prezzo — di d 2700 —» (A.S.U., N., Camillo Merluzzi, 9692, III instr., 422, f. 312v — 313v).
1801 Paolo Ferro e lotto pubblico (Nomenclatura, f. 17v), poi Marangoni (Registro anagrafico, f. 17r).
1802, dic. 31*«Paolo q. G.B. Ferro — ha venduto al sig. Antonio q. Francesco Tami — un’annua pensione livellaria — di L 186 — fondando detta pensione — in spezie sopra la casa di sua abitazione posta — nella contrada del Duomo; confina a lev. strada pubblica, mezz. il sig. Pietro Tavellio, pon. strada ed a tram. — Marco Gallici» (A.S.U., N., Francesco Girardi 10616, Instr. 1800 - 1806, 29, f. 38r — 38v).
1803, lugl. 1 «Paolo q. G.B. Ferro — vende al sig. Francesco Tras q. Giuseppe Antonio nob. d’Erfelt e — Tomaso q. Giuseppe Mosich di Villacco — la casa di propria abitazione posta — nella contrada del Duomo numerata n. 443; confina a lev. strada —, a mezz. — Pietro Tavellio, a pon. strada — ed a tram. Marco Gallici —. E questa vendita fa per fiorini 8000 —» (A.S.U., N., Mario Cancianini, 10413, II instrom., 104, f. 107v — 109r).
1809 È di Giovanni Marangoni negoziante (Registro delli aloggi, f. 13v).
1812*Vendita di liquori e ostelleria di Giovanni Marangon (Esercenti).
1817, sett. 19*Il cursore municipale presenta a Pietro Piani, al n. 443, la diffida a munirsi di licenza municipale (A.S.U., C.A. I, 10).
1818, apr. 8*Evaristo Wallner «dacché s’attrova da 13 anni a questa parte traslocato in Udine — ha sempre esercittato il mestiere di bandaro nel locale inserviente presentemente ad uso del casino dei nobili. Per non abbandonare una posizione conosciuta da’ suoi avventori e riputtata la piϊ opportuna all’esercizio dell’arte da lui professata, impetrò ed ottenne il permesso dal proprietario del fabricato di poter esercittarsi sotto li porticati annessi. Stante la previdenza recentemente emanata dovrebbe desistere il pettente dall’insistenza in detta posizione; perciò si presenta — impetrando il permesso di poter continuare ad esercitarsi in detta località —» (A.S.U., C.A. 18/II, 1169 Orn. II C). Nella segnalazione a tergo l’impiegato precisa «Riverente implora il permesso si poter continuare l’esercizio della di lui arte nella località del porticato della casa del sig. Giovanni Marangoni, situata al c.n. 443». Il permesso non è accordato2.
1828 È di Ragoza (vedasi n. 441).
1843, mar. 31*«— Maddalena n. Moro, quale erede testamentaria dell’ora def. — G.B. Ragoza di lei marito — assoggetta in ipoteca speciale — due case, la prima sita in contrada del duomo, coscritta col c.n. 443 —, confina a lev. la contrada del duomo, mezz. — G.B. Billiani, pon. strada che viene dalla calle Bellona, a tram. — Antonietta Benvenuti Presani —; la seconda — coscritta col c.n. 734 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4831, 4787).
1852*La casa appartiene a Maddalena Ragozza Marangoni (Competenze, I, f. 13v).
   
NOTE1In questo periodo sta concludendo a Udine la sua attività il tipografo omonimo. Potrebbe trattarsi quindi della stessa persona. Cfr. COMELLI, L’arte della stampa, 167-168.
 2La precisazione induce ad accogliere la notizia come attinente alla casa n. 443. Cfr. però quelle relative alla casa n. 444.
444
1488, ott. 25 «— D. Rizardus de Fontebono legum doctor et ser Antonio q. ser Adalgerii de Coloreto iudices confinium pro anno presenti huius magnifice communitatis — ad instantiam — ser Francisci a Maniacho notarii Utinensis et Baptiste aromatarii de Utino eius fratris, viso loco ubi nunc reparari et aptari facit unam apothecam sub porticibus loci nuncupati Cortine, Utini, — declaraverunt quod — ser Franciscus notarius et ser Baptista aromatarius fratres possint — super fundamento veteri reduci facere angulum — apothece directa linea, prout apparebat fundamentum antiquum in loco ubi ante scalas quas de presenti removeri faciunt ipsi ser Franciscus notarius et ser Baptista aromatarius — tanquam nihil ex terreno comunis occupantes et nemini aggrevationem facientes» (Annales, XXXVII, f. 142r).
1718, genn. 15*«Casa di canton sula piazza del Vino fu Maiarona —. In stamparia —. In botega —» (A.S.U., Arch. Venerio, 3, Asse della facoltà... Venerio, n. 13, f. 20v, f. 22v).
1728, magg. 18 In Udine, nella casa degli infrascritti on. Gallici1 dirimpetto alla pubblica fontana (Annales, CV, f. 161v).
1753*L’edificio appare gravato di un livello a favore dell’ospedale di S. Maria della Misericordia: «— Eugenio e fratelli Gallici q. — Francesco pagano di livello a nadal —, al nome degli eredi q Camillo Maniago, contadi L 4 s 13 p 4 specialmente sopra una casa comprata dalla fratterna nella — contrada di Cortina da Lonardo orevese l’anno 1441, 29 maggio, nod. ser Giacomo de Querin» (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1753, f. 383v).
1766, mar. 18*Alessandro Rota: pianta della zona in contrada Bellona, fatta redigere dai Gallici, che chiedono un appezzamento di suolo pubblico (B.C.U., ms. QQQ. XXXVI, f. 114).
1783, magg. 15*Alessandro Rota: pianta della casa dei fratelli Gallici che chiedono un appezzamento di suolo pubblico contiguo alla loro abitazione sul lato meridionale (B.C.U., A.C.A., ms. X.LXXXVI, c.109r).
1801 Marco Gallici, stampatore (Nomenclatura, f. 17v).
1809*È dello stampatore Marco Gallici (Registro delli aloggi, f. 13v).
1812, ott. 30*Bernardo Vicario, perito dell’ufficio municipale, denuncia al podestà lo stato di pericolo per la casa n. 444 a causa del crollo della gronda. Spiega che «il maggior proprietario è Antonio Tami» (A.S.U., C.N., 179/XIX).
1813, ott. 22*Leonardo q. Valentino Prisani “capomurero” chiede il permesso di intraprendere alcuni lavori tra i quali anche il riatto della gronda (A.S.U., C.N., 180, 51950 Orn.).
1817, genn. 20 Leonardo Presani fu Valentino chiede di poter fare alcuni lavori alla casa 444 che era stata di Marco Gallici, e poi, messa all’asta, acquistata dal marchese Mangilli; l’altra mezza era ancora dei Gallici. È constatato che la casa è in condizioni di imminente rovina (A.S.U., C.A. I, 10/XIII).
1817, febbr. 6*Leonardo Presani alla congregazione municipale: «con — lettera 2 febbr. corrente n. 474, codesta congregazione municipale ordinò la istantanea riparazione o demolizione della casa n. 444, creduta di mia ragione, perché minaccia crollo e compromette la pubblica sicurezza —. Lo scrivente — dichiara — che non le spetta altrimenti una tale riparazione o demolizione, non essendo il proprietario di quella porzione di casa che minaccia rovina, ma semplice dettentore — avvisando che la proprietà della stessa appartiene al sig. Marco q. Eugenio Gallici, domiciliato in borgo di Treppo al n. 1732 —» (A.S.U., C.A. I, 10/XIII, 560 Orn. II C).
1824, giu. 25*Progetto per l’acciottolato delle calle Bellona, con topografia della zona, ad opera di Valentino.Presani. Nella pianta è visibile l’angolo dell’isolato verso NE, che il Presani, senza accennare ai confini dei fondi per le case 443 e 444, indica genericamente col nome di casino (A.S.U., C.A. I, 148/XV, Strade)2.
1825, apr. 1*Verbale della deputazione d’ornato, che «procede — ad esaminare il progetto del sig. Leonardo Presani — per la riforma della casa al c.n. 444, cioè dell’attuale casino, sul quale si trova ad osservare che la facciata faciente angolo nella strada del duomo manca di unità di carattere per l’ — anacronismo che risulta dal basamento di forma gottica e dei sovraposti piani di forme rettangolari inusitati ai tempi gottici. Osserva però che tal difetto non potrebbe togliersi senza obbligare il proprietario a demolire la parte attualmente edificata, ed a continuare la gottica decorazione, ciò che porterebbe la conseguenza nel primo caso d’una spesa non comportabile dal proprietario e nel secondo un gravissimo incomodo in quanto di luce e ventilazione alle stanze superiori difetti proscritti dagli usi e costumi presenti —». Da notare che alla seduta partecipa, oltre a G. Mangilli e C. Antonini, anche Valentino Presani (A.S.U., C.A. I, 100, Fasc. 1825/I/Provvidenze generali).
1828 Vi aveva sede il casino (A.S.U., C.A. I, 148/XV, Strade).
1834°Leonardo Giuseppe q. Valentino Presani pagano annue L 4 s 13 p 4 all’ospedale sopra una casa sita in borgo di Aquileia interno in loco sig. Marco Gallici, loco altri Gallici, loco ser Francesco de Maniago nodaro, loco donna Giacoma moglie di messer Marco e figlia q. bercandari (A.O.U., Ospitale C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834).
1845, lugl. 22 È dei fratelli Presani q. Leonardo (A.S.U., C.A. I, 390/VI, 4286 Orn. II C, con dis. firmato dal capomastro G.B. Riva).
 *L’arch. Valentino, il dott. Giuseppe, Antonia maritata Pertoldi, Teresa «sono necessitati a far seguire la mutazione di luogo delle tre finestre a perpendicolo nella loro casa —. Questo lavoro rende più regolare la facciata dalla parte di sud — ovest —». Il disegno è firmato dal capomastro G. B. Riva. Il progetto è accettato con la variante «che il portoncino di ingresso fosse paimenti innalzato al livello delle — laterali — finestre» (A.S.U., C.A. I, 390/VI, 4286 Orn. II C, con dis.).
1852*La casa appartiene agli eredi del fu Leonardo Presani (Competenze, I, f. 13v).
1867*È dell’avv. Leonardo Presani (A.S.U., C.A. I, 843/XII, 5829 Pol. Giud. II, con diss., firmato dall’ing. Lodovico Zoratti).
1867*Fascicolo di pratiche relative alla vertenza fra l’avv. Presani e la vicina Rosa Marangoni Beltrame. La composizione avviene il 10 luglio 1867 (ibid.).
1883 Caffè Corazza (AVOGADRO, 139).
 *Gestione dei fratelli Dorta (ibid.).
   
NOTE1Nella zona aveva avuto bottega anche l’editore e libraio Lorenzo Lorio, come ricorda una testimonianza del 2 apr. 1611: «In Udene, appresso la fontana del palazzo, cioè nella bottega di ser Lorenzo Lorio libraro» (B.C.U., ms. 1339, f. 86v).
 2Vedasi n. 443.
   
BIBLIOGRAFIA COMELLI, L’arte della stampa, 166; CORGNALI, I nostri vecchi caffè, 112; D’ARONCO, Ottocento udinese, 40, 43; MEDEOSSI, L’arte tipografica, 928-929; PILOSIO, Aspetti dionisiaci; SACCOMANI, Il ristauro della loggia, 50; VALENTE, Il Corazza di Udine; VATRI, I caffè di Udine, 106.
445
1552, febbr. 23*«Actum Utini in contrata vocata Curtina, in appotheca heredum q. — ser Mathei Clapicei notarii Utini, habitata per — ser Berthulinum. Locatio ser Berthulini librarii1 facta presb. Andreæ officianti in villa Zugliani» (A.S.U., N., Mario Albino, 5949, Istr. 1552, f. 17v).
1586 Era dei Clapiceo (vedasi n. 448).
1669, mar. 19*«Fatto in Udene in casa dell’ecc. sig. Agostin Virgilio appresso la fontana —» (A.S.U., N., Giulio Bonecco, 7861, II instr., f. 2v).
1680, apr. 16*«Fatto in Udine nel studio di me nodaro, sotto la casa dell’ecc. sig. Giustin Virgilio, per mezo la fontana del publico palazzo» (A.S.U., N., Bertrando Brunalleschi, 7803, V instr., f. 57r).
1744 «Virgili. Abitano vicino alla fontana della piazza nella casa che serve di prospettiva al borgo di S. Bartolomio. Essa apparteneva ai Pontissi e nel 1744 al dr. Rossi» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 174).
1756, genn. 24*«Con la presente scrittura di locazione si dichiara — come — Leonardo, — Fabio canonico e figlioli e nipoti rispettivi Pontoni — a semplice affitto concedono a Elenna, co. di Polcenigo e Fanna, moglie rel. del q. — co. G.B. Bartolini — una di loro casa — del fu — Agostino Virgilio, in ora di loro ragione, posta — sopra la piazza del vino dirimpetto la fontana publica del palazzo di questa città — per anni sei —, verso l’annuo affitto — di d 70 —» (A.S.U., N., Francesco del fu Alessandro Brunalleschi, 9195, VII instr., f. 117v — 118v).
1765, ag. 30*«— Giuseppe e Fabio fratelli q. — Leonardo Pontoni —, volendo ridurre in pubblico documento ciò che con scrittura — del 19 lugl. p.p. — è stato stabilito con la — co. Diamante q. — Francesco Valentinis circa la vendita — d’una casa — pervenuta in essi con l’eredità Virgilio —, situata — nel luoco detto Cortina dirimpetto alla fontana in piazza Contarena, per lo che fare, essendo feudale e censuale parte della casa stessa, hanno di già ottenuta la licenza —, li fratelli Pontoni — con le sign. Elena di loro madre et Abra di loro sorella — vendono — alla — co. Diamante — una casa posta — nel luoco detto Cortina, che confina lev. strada —, sive piazza detta Cortina, a mezz. la calesella che conduce alla contrada Bellona, alle monti case delli — coo. fratelli Cassini, a sol a monte — Giuseppe e fratelli Fredi, mediante corte e case delli medesimi —. E ciò — fanno — perché — la — compratrice ha — esborsati — alli — fratelli Pontoni — d 600 —» (A.S.U., N., Francesco del fu Alessandro Brunalleschi, 9196, XII instr., f. 154r — 157r).
1784, giu. 25 Lo spett. Francesco Lorio vende a Domenico Morgante «la casa di sua abitazione situata — dirimpeto alla fontana posta sulla piazza detta Contarena, per esso — stata acquistata con instr. 12 febbr. 1773 di man mia dalla — co. Diamante — Valentinis —» (A.S.U., N., Francesco Prodolone, 8994, XX instr., f. 2185r — 2187r).
1801 Domenico Morgante (Nomenclatura, f. 17v); G.B. Martire (Registro anagrafico, f. 11r)2; «ora Pisternia» (ibid.).
1803, lugl. 4*L’ecc. Girolamo q. Domenico Morgante per d 5500 «ha — venduto — alla sign. Angela rel. q. Andrea Salvador Frezza, di lui suocera, — la casa dominicale — posta sopra la piazza Contarena — acquistata dal — q. — Domenico, di lui padre, dalle mani del nunc. q. — Giovanni Lorio —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10433, III istr., f. 264r — 265v).
1805, sett. 20*«Francesco di Domenico Pisterna e Angela rel. del q. Andrea Salvador Frezza di lui suocera — hanno — venduto — al sig. G.B. q. Antonio Amerlici — un’annua pensione livellaria di L 186 — in spezie sopra la di loro casa, posta — sopra la piazza detta Contarena, da essi — acquistata da Girolamo q. — Domenico Morgante —» (A.S.U., N., Francesco Girardi, 10616, IV instrom., f. 70v — 71r).
1809 È di Francesco Pisterna «casolino» (Registro delli aloggi, f. 13v).
1814, ag. 14*«— Francesco Pisterna — in affitto semplice concede per anno uno p.v. — una sua bottega ad uso di vendita di carni al minuto sottoposta alla casa di sua abitazione, — situata vicino alla fontana —, coscritta col c.n. 445 — con rebato a tre portelle verso la piazzetta — accettata dal sig. [Antonio] Fantin — pel prezzo — di ital. L 317,25» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10442, 240).
1815, nov. 27*«Francesco Pisterna tanto per sé che per conto della sign. Angela Frezza di lui suocera, affittano una — bottega sottoposta alla casa — 445 con un mezzado contiguo e due magazzini sotteranei esistenti nel cortivo — per anni cinque —. L’affitto — viene — stabilito in ital. L 761,46» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10446, 692).
1822 È di Francesco Pisterna (A.S.U., C.A. 68, 987 Orn. II C, con dis.).
 *Ciò che richiede, secondo la deputazione d’ornato, può essere accettato, «sempre che il ricorrente si addatti a collocare una conveniente cornice al piano del pergolato in tutta l’estensione della facciata della casa al n. 445» (ibid.).
1832, genn. 25*«Giacomo Domenico — Paolo Bianchini — vende — alla sign. Elisabetta ved. del — fu — Francesco Pisterna — una dodicesima parte sulla casa — sulla piazza Contarena, coscritta col c.n. 445 — qual confina a lev. e mezz. strada pubblica, pon. — Giacomo Franzoia ed a tram. — fratelli Romano di Villaorba — per il prezzo — di austr. — L 1543,30 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10478, 8118).
1838, sett. 8 La sign. Elisabetta Pisterna vi aveva una bottega (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 5017 Orn. II C).
1852*Appartiene a Pietro Sambucco (Competenze, I, f. 13v).
1856, febbr. 18*Valentino Ferrari, curatore della minore Anna Sabucco, chiede il permesso di ridurre la bottega «affittata al sig. Nicolò Bugno — al c.n. 445». L’autorizzazione è concessa (A.S.U., C.A. I, 66, 1180 Orn. II C, con dis.).
   
NOTE1Lo stesso notaio Albino nel testamento del notaio Antonio Mefiano, del 13 apr. 1558 (A.S.U., 5950, Testamenti), lo cita come uno dei testimoni e lo indica come figlio di Giovanni.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Udine... XVI, 221; BATTISTELLA, Udine... Istruzione, 40.
446
1576°Lancilotto Perabò pagava un canone a Zanina ved. di Pietro Antonio Bertesco “super domo angulari e regione fontane”. Questa casa era stata locata al Perabò da Luca de Luca padre di Zanina1.
1680*Zanoglio (vedasi n. 447).
1794, genn. 8 Il co. Francesco fu G.B. Cassini vende ad Antonio q. Francesco Tami «una — casa — di rimpetto alla piazza Contarena, in faccia al pubblico palazzo; confina a lev. strada pubblica, mezz. coll’ecc. — Domenico Morgante, a pon. con case furono del q. rev.mo Masolini, ed a tram. strada —», per d 2200 (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, II instr., 357, f. 367r — 367v).
1801 Antonio Tami (Nomenclatura, f. 17v).
1809 È del sac. Sebastiano Romano (Registro delli aloggi, f. 13v).
 *Affittuale è l’impiegato G.B. Marpilero (ibid.).
1812*Vendita di liquori di Valentino Telini (Esercenti).
1817, ag. 4 «— G.B. del vivente — Valentino Tellini, nativo di Palmanova, ora da vari anni domiciliato in questa r. città sul cantone dirimpetto alla fontana in piazza Contarena al c. n. 446, venditore di liquori, acquavita e rosoli —, concede in ragione di semplice affitto per il corso di anni tre — al sig. Simone Buttazzoni — la predetta bottega del — Tellini con le due unite stanzette, sito de’ fornelli a pian terreno ed un camerino in pian superiore ad uso di dormire, il tutto incorporato nella — casa del — Tellini al c. n. 446 —, nonché tutti li utensili inservienti al negozio di essa bottega —, ritenendo il — Tellini a di lui carico le spese per arte e comercio e la relativa licenza durante tutto il triennio —» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10630, 2147).
1817, sett. 19*In questa casa il cursore municipale presenta diffida a Giuseppe Telin a munirsi di licenza di polizia, per scopi imprecisati (A.S.U., C.A. I, 10).
1824, ott. 30*Giovanni Pitchen e Andrea Stupan caffettieri presentano un progetto di riforma, essendo «determinati di mandare ad effetto l’impegno assunto presso ecc. sig. commissario di polizia dietro ordine di questa congregazione municipale col far costruire sopra ambi li prospetti della bottega — la prescritta cornice —». La proposta è accettata (A.S.U., C.A. I, 89/X, 4070 Orn. II C).
1827, lugl. 20 È dei Romano (A.S.U., C.A. 135/XV, 2643 Orn. II C).
1832 È di Girolamo e fratelli Romano q. Francesco di Villaorba (A.S.U., C.A. I, 193, 1672 Orn. II C, con dis.).
 *Viene respinta una richiesta di restauro perché le finestre progettate presentano una figura rettangolare che non si accorda con quelle semicircolari sottostanti. La perizia del 20 ag. 1832 denuncia «imminente il pericolo di crollo di una parte della casa», essendo marcite le estremità dei modiglioni e dei correnti. Il 22 sett. 1832 viene imposta la sistemazione della gronda (ibid.).
1852 “Caffè dei Svizzeri” (“L’alchimista”, 3, XLVII, 1852, 380).
1852*La casa appartiene a Romano Cicogna (Competenze, I, f. 13v).
1876 Era dei fratelli Malagnini. Negozio di drogheria e coloniali (COSMI-AVOGADRO, 91, 110).
   
NOTE1Senza citazione di fonte nel ms. della Porta.
   
BIBLIOGRAFIA CORGNALI, I nostri vecchi caffè, 113; QUARGNOLO, Non c’è piϊ il concertino; VATRI, I caffè di Udine, 108.
447
1668, mar. 22*«Fatto in Udine, appresso la fontana del pallazzo, in casa del d. Giovanni Domenego Zanoi —» (A.S.U., N., Giulio Bonecco, 7861, I instr., f. 25r).
1680 Stima di casa degli eredi Carlo Paderni, che si vende «al rev. Zuanne Zanoglio pievano — di S. Stefano in Comelico — posta sulla piazza del Vino, in quattro soleri. Confina a lev. il detto — Zanoglio, a mezodν l’ecc. — dott. Virgilio, a pon. casa de’ sigg. Stefano et fratelli Sachi, et ai monti la — piazza del Vino —» (A.S.U., N., Bertrando Brunalleschi, 7806).
1794, mar. 15 «Giovanni M. q. Giuseppe Turchetti, abitante nella villa di Adorgnano —, ha — venduto — al sig. Tommaso, figlio emancipato del sig. Giacomo Masetti — la casa con bottega — fu di ragione del sig. Natale Viviani, erede Masotti, stata, coll’allibramento 12 genn. p. p. del pubbl. per. — Giuseppe Pignoni, seguito sopra la facoltà subordinata di detto — Viviani, assegnata — alli — coo. Orazio e fratelli d’Arcano, i quali poi hanno acquistato — anche la porzione al medesimo — assegnata ed indi da esso rev. Turchetti acquistata tutta la casa stessa — delli — d’Arcano con instrom. 4 febbr. p.p. in mie note —. Questa vendita fa — pel prezzo di d 1500 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9977, XXVI instr., 1911, f. 2574r — 2575r).
1801 È di Giacomo Masetti e figlio. “Caffè del Masotto” (Nomenclatura, f. 17v).
1809 Vi aveva sede il “Casino di Compagnia” (Registro delli aloggi, f. 13v — 14r).
 *Proprietario Tommaso Masetti; affittuale il caffettiere Francesco Blasogna (ibid.).
1810, ag. 10*Giuseppe Presani “architetto civile” denuncia alla congregazione municipale che «il locale ove forma cucina ad uso di tratoria il sig. Luigi Pozza sulla piazza Contarena al c.n. 447» ha fornelli con riquadri di legno, mentre «dovrebbe essere di pietre vive e volto di mattoni». In data 12 agosto segue una diffida della polizia al gestore della trattoria (A.S.U., C.N., 182, 1299).
1814, nov. 26 Tomaso Masetti q. Giacomo vende a G.B. fu Antonio Pastor, per L 8698,54, la casa n. 447. Confina a lev. Romano di Villaorba, pon. Francesco Pisterna, mezz. Giacinto Franzoia e tram. strada (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10622, Rep. IV, 1512, f. 24r).
1822, apr. 20 È di G.B. Pastor (A.S.U., C.A. I, 68/X, 1679 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario inoltra domanda per rinnovare una bottega al pian terreno. Gli si raccomanda di mantenere la cornice all’altezza di quella del vicino Pisterna (ibid.).
1827 È di Pastor (A.S.U., C.A. I, 135/XV, 2643 Orn. II C).
1852*La casa appartiene a Michele Zuliani Lessani1 (Competenze, I, f. 13v).
1876*Negozio di confezioni di G.B. Berti (COSMI-AVOGADRO, 84).
   
NOTE1Per Michele Zuliani (o Giuliani) Lessani: BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 267, 282, 283, 297, 335; SUCCO, La cultura riccatiana, 116; PICCO, Al nostro cimitero; PICCO, Un architetto udinese ignorato: Michele Zuliani; PICCO, Ricordi, 91; PICCO, Via Mercato Vecchio.
   
STUDI INEDITI L. PALLADIO degli OLIVI, Cronaca, p. 142.
448
1586, ag. 7 «— Josephus Polydorus, mercator Utini, uti procurator — Camilli Caprivæ et mercatoris Utinensis eius patruelis —, vendidit — Ioanni Dominico Gorino civi Utinensi — domum muratam, soleratam et tegulis tectam, Utini sitam super platea Vini, iuxta a parte anteriori viam publicam seu potius ipsam plateam Vini, a posteriori vero partim domos nob. d. Johannis Baptistæ et fratris a Fornace, partim domos — fratrum Clapiceorum ab uno latere domum habitationis eiusdem emptoris et ab alio domos prefati Francisci a Fornace» (B.C.U., ms. 1460, Leonardo Agricola, Prot. istr. 1584-1588, f. 74v — 75v).
1801 Crispino Freddi (Nomenclatura, f. 17v).
1809*È di Giacinto Franzoia farmacista. Vi abita il portiere Santo Gobetti (Registro delli aloggi, f. 13v).
1814, febbr. 2*Il commissario di polizia al podestà: «Nella casa — n. 448 in piazza Contarena, abitata dal sig. Roldo, nella sera di ieri alle ore 7 circa si è sviluppato un incendio —» (A.S.U., C.A. I, 185, 199).
1818, magg. 9*È di G. Franzoia. Vedasi n. 452.
1826, sett. 29*Giacinto Franzoia presenta un progetto all’autorità competente: «Il prospetto della bottega della casa — dove sono li pilastri e sogiaro di legname, desidero di cambiarlo in altra forma e porre li pilastri di pietra». L’approvazione è concessa alle solite condizioni previste dalla legge. Si consiglia di dipingere gli scuri ad olio con tinta verde imperiale (A.S.U., C.A. I, 100/1826, 3461 Orn. II C).
1827, magg. 3*Giacinto Franzoia Taglialegna chiede alla congregazione municipale il permesso di adattare una tenda davanti al pianterreno della sua casa: «Tanto la mia spezieria quanto la bottega di mia figlia coscritta col n. 448, abbisognano di un qualche riparo a difesa del già incominciato troppo calore e raggi solari —» (A.S.U., C.A. I, 135/XV, 1630 Orn. II C).
1827, lugl. 5 È di Giacinto Franzoia, il quale riforma la facciata ed innalza la casa di un piano (A.S.U., C.A. I, 135/1827/XV, 2643 Orn. II C, con dis.).
 *Con l’autorizzazione, una raccomandazione: «il totale prospetto della casa sarà stabilito ed imbiancato o ricoperto d’una tinta aurora o verde chiaro» con imposte verdi (ibid.).
1841 Dalla stampa del Moro si rileva che i n. 447 e 448 formavano una sola casa di quattro finestre per piano ad arco. Il n. 448 al secondo piano aveva un balcone in ferro (CODECASA-MORO, Album pittorico).
1852*La casa appartiene a Osvaldo Franzoia Taglialegna. È censita tutt’uno con la n. 452 (Competenze, I, f. 13v).
449
1406 Alla fraternita dei Calzolai: «D. Dorotea relicta olim Alexandri notarii de Ceneta solvit annuatim — fraternitati super domo olim d. Martusse, sitaa in platea comunis Utini muratab et tegolis coperta ubi est stacio apothecharie iuxta alliam domum dicte stacionis que fuit olim d. Gabrie, iuxta alliam domum dicte stacionis Alovisii notarii q. Nicolussi notarii de S. Maria mediante rosta que labitur in zardino d. patriarche et viam publicam den. quadraginta, empta per fraternitatem ut constat publico instrumento scripto manu ser Ambrosii notarii q. ser Alberti de Cuchanea in M°CCC°LXXXX° quarto indict. secunda die quinta mensis marcii» (A.S.U., Confr. Calzolai, Libro Rosso, III, f. 33r).
  a ms site
  b ms murate
1441 «In la plaza del Comun. Ser Zuan Gubert fiol che fo de misser Azolin delli Gumbertini de Uden paga per anno livello — sora una casa che fo de Dorotea muglir che fo de ser Alexandri nodar de Ceneda, mituda in le confin della plaza del Comun de Uden murada e de copi a lν che è la stezon della spiciaria apresso la altra casa della dita stezon che fo de dona Gabria, apresso una altra casa de Luys nodar, fiol che fo de Nichulus nodar de Sancta Maria La Longa, mediante la rosta che core in lo zardin del patriarcha alla via pubblica, den. XL, li quali comprà la dita fradagla segondo ch’apar in uno publico instrumento scritto per man de ser Ambros nodar fiol che fo de ser Albert de Chuchagna in millesimo IIIc LXXXXa IIIIor indict. secunda adν V de marzo» (A.S.U., Confr. Calzolai, Libro rosso, I, f. 29v).
1725, apr. 19*«Fatto in Udine, rimpetto al palazzo in casa dell’ — ecc. sig. Masolini» (A.S.U., C.R.S., 516, Rot. 390, f. 190r).
1744 «Fornace. L’antica loro abitazione era la casa posseduta dal canonico Masolini la quale ha l’ingresso dalla parte dell’antica canonica, ora tenuta dalla famiglia Alpruni; ha la facciata sulla piazza del Vino. Ora i Fornace abitano fuori Porta Nuova» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 192).
1801 «Venerio1 sig. Gottardo e nipoti» (Nomenclatura, f. 17v).
 *Affittata ad Agostino Tassini (ibid.).
1809*È di Girolamo Venerio. Affittuale è il calzolaio Antonio Culotti (Registro delli aloggi, f. 13v).
1814°È di Girolamo e Antonio q. Francesco Venerio (B.C.U., ms. 930).
1817, sett. 19*A questo numero il cursore municipale presenta diffida a munirsi di licenza municipale a Francesco Plasogna (A.S.U., C. A. I, 10)
1822, mar. 12*Appartiene a Girolamo e Antonio Venerio (vedasi n. 450).
1852*La casa appartiene ad Antonio Venerio2 (Competenze, I, f. 13v).
1876 Farmacia “Al Redentore” (COSMI-AVOGADRO, 94).
1883 Vi era la farmacia “Alla speranza” di De Vincenti Foscarini (AVOGADRO, 144).
   
NOTE1Per la famiglia Venerio: BATTISTELLA, La famiglia Venerio.
 2Il ms. della Porta aggiunge, senza precisare la data, il della proprietà alla Casa di ricovero.
   
BIBLIOGRAFIA CORGNALI, Udine in tuba, 24.
450
1801 «Gottardo Venerio1» (Nomenclatura, f. 17v).
 *Affittata a Caterina Peruzzi (ibid.).
1809*È di Girolamo Venerio. Affittuale è l’avvocato Giuseppe Trigati (Registro delli aloggi, f. 13v).
1822, mar. 12*Girolamo e fratelli Venerio presentano alla congregazione municipale il progetto «della riattazione che prospettano di fare alle porte e alle finestre delle loro case in piazza Contarena alli c. n. 449 e 450, chiedendo nel medesimo tempo di otturare la finestra della bottega sottoposta alla casa n. 450 verso la contrada Bellona, e di ritirare internamente la porta della bottega». La commissione d’ornato approva, suggerendo di modificare il disegno in modo «che la cornice abbia di percorere immediatamente alli riquadri delle porte e finestre onde allontanarla dalle finestre del piano superiore; che questa abbia di girare anco nella contrada con la volta testa» (A.S.U., C.A. I, 68, 1005, Orn. II C).
1852*Appartiene ad Antonio Venerio2 (Competenze, I, f. 13v).
1876*Vi ha recapito il sensale di granaglie Luigi De Gleria (COSMI-AVOGADRO, 113).
   
NOTE1Per la famiglia Venerio: BATTISTELLA, La famiglia Venerio.
 2Nel ms. della Porta è indicato, senza data, un trapasso proprietà alla Casa di ricovero.
   
BIBLIOGRAFIA MILANESE BORTOLOTTI, L’architettura liberty, 198.
451
1801 «Freddi sig. Crispino» (Nomenclatura, f. 17v).
1805, genn. 13 Crespino q. Francesco Freddi vende a Gabriele q. Antonio Andreoli di S. Vito «una casa — situata nella contrada — Bellona — che confina a lev. la casa grande assegnata agli eredi del q. — Giacomo Freddi — a mezz. e pon. strada — ed a tram. — Girolamo ed Antonio Venerio» per d 1800 (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLII instr., 3594, f. 4685v — 4687v).
1809 È di Gabriele Andreoli caffettiere (Registro delli aloggi, f. 13v).
 *Affittuale è l’industriante Lucrezia Piccoli (ibid.).
1811, giu. 18 Gabriele Andreoli vende a G.B. fu Giuseppe Peteani la casa n. 451 «— che confina a lev. — Giacinto Franzoia, mezz. e pon. strada — ed a tram. — fratelli Venerio —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10326, 555).
1812 Osteria “Al magazzino” (Esercenti).
 *Proprietario G.B. Peteani, che l’ha denunciata come di terza categoria, ma viene tassata per seconda (ibid.).
1835 Farmacia di Giacinto Franzoia (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1852*La casa appartiene ad Angela Peteani (Competenze, I, f. 13v).
1855, giu. 2*Angela Peteani Colussi, domiciliata al c. n. 451, chiede « di riformare due balconate per uso di botegha al piano terra». Ottiene il nulla osta (A.S.U., C.A. II, 66, 3553 Orn. II C).
452
1801 Crispino Freddi (Nomenclatura, f. 17v).
1809 È di Giacinto Franzoia farmacista (Registro delli aloggi, f. 13v).
1810, ag. 10 Giacinto Franzoia di Alano, farmacista in piazza Contarena al c. n. 452 (A.S.U., C.N., 194, 2996, Sanità 37).
1818, magg. 6 È di G. Franzoia. Domanda di poter ingrandire le finestre sotto il tetto alte piedi due (A.S.U., C.A. I, 18/11, 1578 Orn. II C).
 *Il permesso è accordato (ibid.).
1835*Vi abita il medico condotto Giovanni Franzoia (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1845, nov. 15 «— Giacinto del fu Giovanni Franzoia — cede — al — sig. Osvaldo Taglialegni del fu Domenico — tutta la sostanzia sia mobile che immobile di sua proprietà — compreso: — la porzione di casa d’abitazione posta in — piazza Contarena al c. n. 452 —, confinante a lev. — Broili loco Pisterna, mezz. contrada Bellona, pon. Peteani e Venerio, tram. Venerio, piazza Contarena, e questa ragione è in lui pervenuta per successione di figli premorti, per acquisto dalla propria figlia Annetta in forza a contratto — 15 lugl. 1839 - con gli eredi di Giacomo Freddi e con Crispino Ferri, 25 — magg. 1811—; la porzione dell’altra casa - al c. n. 448 — confinante a lev. G.B. Pastor, mezz. parte Broili, parte Pisterna e parte questa ragione, pon. questa ragione, tram. piazza Contarena, in — lui pervenuta per acquisto fatto unitamente alla - moglie Marzia con atto regolare da Crespino Freddi —; — tutti gli articoli del negozio di farmacia -, cioè medicinali, droghe, utensili, vasi e laboratorio chimico, attrezzi ed istrumenti di qualunque specie e natura, nonché tutti i crediti tuttora insoluti ed allibrati nei registri —; tutte le opere classiche, romantiche, scientifiche ed altro contenute dalla sua particolare libreria, meno quelle che trattano di medicina e chirurgia» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/11, 798).
1850, mar. 12*I fratelli Girolamo e Antonio Venerio, proprietari delle case n. 449 e 450, presentano alla congregazione municipale un progetto di riforma delle porte e finestre della bottega «sottoposta alla casa n. 450 verso la calle Bellona» e chiedono «di ritirare internamente la porta di detta bottega». La commissione d’ornato ritiene che «la cornice abbia di percorere immediatamente alli riquadri delle porte e finestre, onde allontanarla dalle finestre del piano superiore» (A.S.U., C.A. I, 68, 1005 Orn. II C).
1852*Vedasi il n. 448.
1854, lugl. 19*Giorgio Caliari, curatore degli eredi minori del fu Osvaldo Taglialegni, chiede di aprire nella casa in calle Bellona al c.n. 452 una porta e un balcone. Il progetto è approvato, con la firma dell’ing. Scala (A.S.U., C.A. II, 66, 4938 Orn. II C).
1854, ott. 13*Giovanni De Marco «— ha divisato di fare alcuni riatti interni nella farmacia in piazza Contarena sotto alla casa coscritta col c. n. 452. Cosν contemporaneamente desidera di abbassare la soglia inferiore della finestra di detta farmacia nonché di riformare il prospetto della medesima bottega —». La domanda è sottoscritta anche da Giorgio M. Caliari amministratore degli eredi Taglialegna. La deputazione d’ornato, rappresentata dall’ing. Scala, trova ammissibile il progetto (A.S.U., C.A. II, 66/1854, 7558 Orn. II C, con dis.).
1857°Vi era la Farmacia “Al Redentore” di Giovanni De Marco (Arch. di Prampero).
1876*Vi ha laboratorio la sarta Carolina Danzoni (COSMI-AVOGADRO, 112).
1940 Osteria “Al presepio”.
   
BIBLIOGRAFIA Cronaca dei libri. Teatro, 124; ERMACORA, Vino, 79; QUARGNOLO, Non c’è più il concertino.
453
1801 «Benvenuti Giovanni Maria, sua abitazione» (Nomenclatura, f. 17v).
1809*È di Giovanni Maria Benvenuti (Registro delli aloggi, f. 13v).
1836, lugl. 21*Battistina e Anna Cossio e Antonia Presani, eredi del dott. G.M. Benevenuti vogliono aprire una porta sulla strada nella loro casa n. 453, per una bottega. Convocato Leonardo Presani, la deputazione d’ornato addiviene ad un accordo sul progetto (A.S.U., C.A. I, 269/III, con dis.).
1852*Insieme con la n. 435, la casa appartiene a Giuseppe Lorenz (Competenze, I, f. 13v).
1876*Trattoria e ristorante di G.B. Lorentz (COSMI-AVOGADRO, 116).
1883*Birreria dei fratelli Lorentz (AVOGADRO, 139).
454
1766, giu. 15 «— Il sig. Valentino Fanzago q. Stefano muschier in questa città» vende a Benedetto e fratelli Mangilli la metà di una casa posta nella contrada Bellona «contigua ad altra casa sopra la di cui facciata è figurato S. Cristofforo». L’aveva comprata nel 1754, sett. 20, atti Luigi Cavassi, dalla sign. Elena Locatelli ved. Fiecco e figli (A.S.U., N., Francesco del fu Alessandro Brunalleschi, 9197, XIII instrom., 78r — 79v).
 *I Mangilli pagano anche i miglioramenti apportati dal Fanzago «nel restauro de’ coperti, in poziolli, scalle, terrazzi ed altro» (ibid.).
1766, ag. 20 «— Benedetto q. — G.B. Mangilli, per nome suo e de’ — fratelli —, necnon — Francesco Travisano causidico —, come procuratore del — rev. — Matteo Fiecco q. — Giuseppe e della sign. Madalena di lui sorella, consorte del sig. Giuseppe Guaschi, come — rapresentanti — Ellena Locattelli fu loro madre —, vendono — alli sigg. — ecc. G.B., rev. — Valentino, Francesco e Riosa fratelli — q. — Giacomo Ianisi —, cioè il nob. Benedetto la porzione della casa fu — Locatelli, posta — nella contrada Bellona, distintamente descritta — nella stima — fatta dalli sigg. Aurelio Manetti et q. G.B. Glereani pubbl. per. per il — 3 genn. 1755, esecutivamente — all’acquisto fatto nel dν 20 sett. 1754 del sig. Valentino Fanzago dalli — sigg. Guaschi e Fiecco per mano dello sp. — Lodovico Cavassi not. —, qual porzione — poi è passata in dominio delli — Mangilli con instrom. 15 giugno p.p. —; ed il sig. Francesco Trevisano — come procuratore degli antenominati — Guaschi e Fiecco, l’altra porzione parimenti descritta nella suaccennata stima e separazione —» (A.S.U., N., Francesco del fu Alessandro Brunalleschi, 9197, XIII instrom., f. 141v — 145r).
1801 Rev. don Valentino Ianis (Nomenclatura, f. 17v).
1801, magg. 11 Il rev. Valentino Ianesi vende la casa a Giovanni Gobessi per d 3000 (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9980, XLII instr., 3162, f. 4199r — 4200v).
1809*È di Luigi Gobessi. Vi abita il sac. Valentino Ianis (Registro delli aloggi, f. 13v).
1824, sett. 30 È di Luigi Gobessi (A.S.U., C.A. I, 89/X, 4069 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario chiede ed ottiene il permesso di aprire una porta verso la calle Bellona (ibid.).
1825, apr. 25*Luigi fu Giovanni Gobessi vende a Giuseppe Fedricis «una casa di muro, copperta di coppi, con fondo e corticella, situata — in calle Bellona, marcata col n. 454 —, con la promiscuità del porticale sottoposto alla porzione di detta casa verso tram., avente parte di esso porticale per anco — Andrea ed Osvaldo fratello e sorella Del Bon coeredi del fu — Giacomo — di loro fratello —, faciente parte del c. n. 455. La qual casa e fondi — confina a lev. con la calle Bellona, a mezz. con orto e cortivo del sig. Gianmaria Benvenuti, a pon. con casa del fu — Andrea Del Bon ed a tram. parte con il porticale promiscuo come sopra con li — Del Bon ed parte con casa del sig. Domenico Farra al c. n. 456 —. La — vendita viene — fatta — per — la somma — di it. L — 7451,04 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10310, 1980).
1828, apr. 23 Con il n. 455, è di Giuseppe Fedricis, che domanda di riformare la facciata dell’intero complesso. La casa vecchia aveva quattro finestre per piano. Le due finestre verso il n. 455 erano gotiche. Viene innalzata a tre piani di cinque finestre (A.S.U., C.A. I, 148/X, 1513 Orn. II C, con dis.).
 *La realizzazione incontra diverse difficoltà per questioni col vicino Giuseppe Farra (ibid.).
1852*Insieme con la parte della casa censita col n. 455 A, questo edificio appartiene a Giuseppe Fedricis (Competenze, I, f. 13v).
1856*Ferdinando Nave, albergatore e proprietario della casa, «per combinare di dar luce ad una cantina sotterranea —» chiede ed ottiene il permesso di dar corso ai lavori progettati (A.S.U., C.A. I, 66, 7211 Orn. II C).
1876*Locanda “Al vapore” di Ferdinando Nave. Vi ha recapito il sensale di vino e coloniali Leonardo Biaggi (COSMI-AVOGADRO, 100, 113).
1883 Albergo “Ai provinciali”. Vi ha recapito il vetturale pubblico Giacomo Zanutta (AVOGADRO, 138, 159).
455
1678, apr. 28*«Fatto in Udine, nella contrada drio la piazza del Vino, in casa delli nobb. — Varmi, hora habitata dal sp. sig. Castorio Casella —» (A.S.U., N., Giulio Bonecco, 7861, II instr., f. 37v).
1692, ag. 23 Stima della casa di Varmilio e fratelli di Varmo situata in Udine «dietro il duomo, attaccata a quella del S. Christoforo delli — sigg. Belloni, confina a lev. nob. Marcantonio Locatello, a mezz. sigg. Caratti, a pon. — fratelli Diana e sig. Tomasini et alli monti — sigg. Belloni —» (A.S.U., Arch. Varmo, 5/10, Parentele. Casa Varmo in Udine. Beni in Pradamano e Mortegliano, stima ad opera del pubbl. per. Giovanni Giacomo Spinelli).
1692, ag. 24 Il nob. Varmilio q. Giulio di Varmo vende a Giorgio Faifer, sarto di Udine, una casa posta drio il duomo attaccata ad altra casa colla figura al di fuori di S. Cristoforo di ragione delli nob. sigg. Belloni (A.S.U., N., Adriano Sporeno, 7756, LII Contractuum, f. 2v)1.
1790, mar. 21 Maddalena vedova di Giuseppe Fanzago concede in enfiteusi a G.B. q. Francesco Cudicini casarolo porzione della casa «nella contrada Bellona sive S. Cristoforo — cioè la stanza terranea annessa al proton d’ingresso sotto il camerone del primo appartamento ora condotto in affitto — da Antonio e Lucia iug. Perorari, item il camerone suddetto nel primo appartamento — veniva condotta, — dal sig. Antonio Venturini per uso di festa di balo e le due camere verso levante — e la porzione di casa contigua — confinante sopra la corte del Pozzo — dell’ecc. — Farra e l’altana con piccolo camerino —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, Instr. II, f. 285r — 286r).
1791, nov. 20*«Maddalena — Fanzago — ha — in enfiteusim concesso al — G. B. q. Francesco Cudicino casulino — il rimanente della casa —, cioè a piepiano una stala con piccola rimessa, tenuta ad affitto semplice dal sig. Pietro Della Schiava e nel terzo appartamento una cucina e due camerini tenuti in affitto semplice da — Angela ed Anna madre e figlia Cavalli —. E questo — fa — perché — esso — Cudicino s’obbliga di annualmente corrispondere d 28 —» (A.S.U., N., Girolamo Cosattini, 10391, I instr., 6, f. 12r — 13r).
1801 È di G.B. Codicini (Nomenclatura, f. 17v).
 *Affittuale Pietro Zuccaro (ibid.).
1806, apr. 30°Domenico De Marco vende la casa al co. Lodovico Valvason (not. Marco Cancianini).
1809 È del co. Lodovico Valvason (Registro delli aloggi, f. 13v).
 *Affittuali sono l’industriante Catterina Venturini e il vetturino Angelo Tolfo (ibid.).
1812 Vi era all’interno l’osteria “Alla Grotta” (Esercenti).
 *Proprietario Giacomo Betuzzi, quivi domiciliato (ibid.).
1815, lugl. 17 Il co. Lodovico q. Bartolomeo di Valvason vende a Giacomo q. G.B. Del Bon una casa in contrada Bellona n. 455, per L 12689. Confina a lev. parte eredi q. Valentino Ianesi e parte al sig. Giovanni M Benvenuti, mezz. G.B. Moro in loco Cargnelli e parte G.B. q. Lodovico Orgnani, pon. Federico Farra, tram. parte contrada Belloni, parte eredi Ianis (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10582, Rep. IV, 1680, f. 11r).
1823, ag. 1*Dalla perizia di stima redatta da Vincenzo Moro e Osvaldo Colomba: «Casa al c. n. 455, situata nella contrada Bellona, comprensiva fabbrica alta con due stanze terranee, sala andito e due camere —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, Asse della facoltà del fu Giacomo Bon, n. 47, p. 96-102).
1825, magg. 31*«— Giacomo, figlio e procuratore del — sig. Andrea Del Bon, possidente e dimorante in S. Vito al Tagliamento, vende a corpo — al — sig. Giuseppe Fedricis — l’intiera porzione di casa ad uso di osteria, situata — in calle Belona, portante parte del c. n. 455, composta in piano da una stanza, sala in primo appartamento e camere in secondo appartamento, porzion di grannaro sopra a piombo della paradana, che divide le camere a lev. dell’andito delle scale in secondo solaro, promiscuità delle scale, anditi, corticella e portico d’ingresso fino alla strada, il tutto conseguito in partaggio lo stesso — Andrea Del Bon — sulla facoltà lasciata dal deffonto — Giacomo Del Bon di lui fratello, coll’opperazione parziale e divisioni 1 luglio 1823, stata registratta li 30 ag. —; la qual porzione di — casa — confina a lev. parte la contrada Bellona ed parte con casa del sig. Fedricis acquistante, in loco del sig. Luigi Gobessi, a pon. con altra porzione di casa assegnata in parte alla sign. Osvalda — Del Bon — di S. Cassano del Mesco, a mezz. con orto del sig. Gian Maria Benvenuti ed a tram. con il sig. Domenico, figlio ed erede del def. — Federico Farra — e tutto ciò per lo prezzo —di it. — L 2650 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10310, 1999).
1828, apr. 23 È di Giuseppe Fedricis, unita con la casa contigua; vedasi n. 454.
1835, dic. 10°Giuseppe q. Girolamo Federicis vende a Giuseppe q. Antonio Iurizza casa e fondi al n. 455 per L 15653 (not. Osvaldo Colomba, atto privato).
1852*Il n. 455 comprende due parti (A, B), delle quali la prima è di proprietà di Giuseppe Fedricis e la seconda di Rosa Perisini (Competenze, I, f. 13v).
1863°È di Ferdinando Nave, che ha trattoria e stallo. Domanda di poter allargare il portone (A.M., Ornato, 1857-1864).
1948 Trattoria “Al fante”.
   
NOTE1In realtà l’atto è riassunto al minimo con la sola citazione dei nomi dei contraenti e il rinvio alla filza. Questa però non esiste piϊ nella raccolta A.S.U.. Tuttavia ne è pervenuta copia nell’archivio Varmo, come viene puntualmente riferito sopra.
   
BIBLIOGRAFIA QUARGNOLO, Non c’è piϊ il concertino.
456
1596*All’abbazia di Moggio «mess. Bellon Bellon1 paga sopra la cassa di fitto ogni ano L 5 s 3 p 4» (A.S.U., C.R.S., 286/1, f. 5v).
1690 «Il sig. Bellon Bellon sin l’anno 1596 e poi — Giorgio e fratelli Belloni, et ora li figliuoli d’altro sig. Bellon Bellon, pagano d’affitto la casa di S. Cristofforo annessa a quella dell’ hosteria del Pozzo, qual confina a lev. con strada publica, a mezz. casa de sigg. Varmi, posseduta dal fante Ruggiero, detta l’hosteria del Pozzo, a pon. sigg. Diana et ai monti casa dei sigg. Formentari, contadi L 5 s 3» (A.S.U., C.R.S., 286/2, f. 1v).
1692*Belloni (vedasi n. 455).
1739*All’abbazia di Moggio «— Bellon Belloni paga per la casa con effige di S. Christoforo annessa all’osteria del Pozzo, sotto il duomo di questa città —, in contadi L 5 s 3» (A.S.U., C.R.S., 286/4, f. 2v).
1744 Belloni. «L’abitazione loro era vicina alla fu canonica, ora tenuta dai signori Alpruni ed era quella su cui vedesi dipinto dal Pordenone un S. Cristoforo; ora se ne stanno a Dolegnano» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191).
1757*All’abbazia di Moggio «— Leonardo Paoloni — locco Belloni paga di contadi L 5 s 3» (A.S.U., C.R.S., 286/5, f. 1v).
1776 L’«ecc. sig. Antonio e fratelli Paoloni q. sig. Leonardo pagano annualmente di censo perpetuo sopra la loro casa — posta in Udine, fu Belloni, appresso la casa che anticamente si diceva l’osteria del Pozzo, in contadi L 5 s 3» (A.S.U., C.R.S./4, Abbazia di S. Gallo di Moggio, f. 47v).
  Nel prospetto della casa Paoloni è dipinto S. Cristoforo del Pomponio Amalteo (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 44r). «Bellissimo è quel maestoso colossal S. Cristoforo sulla facciata della casa Belloni, che mentre quasi ignudo è in atto di varcar l’onde, mostra pomposamente, come l’entello che ci ha descritto Virgilio Magnus membrorum artus, magna ossa lacertosque» (Maniago, Storia, 99, 224).
1801 «Ecc. Federico Farra. Sua abitazione» (Nomenclatura, f. 18v).
1809*È dell’avvocato Federico Farra (Registro delli aloggi, f. 13v).
1828, apr. 23*Proprietà Farra; vedasi n. 454.
1852*Appartiene a Domenico Farra (Competenze, I, f. 13v).
   
NOTE1Per la famiglia Belloni: ANTONINI, Del Friuli, 279-283; MONTICOLI, Cronaca, 16, 17, 68.
   
BIBLIOGRAFIA CAVALCASELLE, La pittura, 118, 152, 258; di MANIAGO, Guida, 62; de RENALDIS, Della pittura, 49; ROTA, Cenni, 19-20; de RUBEIS, 2 (1937), 16; 5 (1938), 12; VALENTINIS, Udine antica, 8; ZOTTI, Pomponio Amalteo, 251.
457
1801 Antonio Merluzzi (Nomenclatura, f. 18v).
  Poi Bearzi (Registro anagrafico, f. 11v).
1809, nov. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 4 sett., viene messa all’asta, senza esito, la casa. Debitore risulta Foscarino Marchio (A.S.U., C.A., 80, Asta).
1809 È di Girolamo Corvetta “patrocinatore” (Registro delli aloggi, f. 13v).
1815, ott. 14*Girolamo Corvetta «è proprietario della casa in — contrada Bellona al n. 457, ed è parimenti anche di una parte della casa contigua al n. 458. Iregolare com’è la detta casa 457, ha determinato il proprietario di renderla nel suo esteriore uniforme a quella 458, osservando anche il rettilineo da questa a quella del sig. Farra al n. 456 e costruendo sul pian terreno due botteghette». L’autorizzazione viene accordata (A.S.U., C.N., 180/Ornato, 7138).
1852*Insieme con il n. 458, appartiene al dott. Girolamo Corvetta (Competenze, I, f. 13v).
1876*Nell’edificio ha lo studio l’avv. Ernesto D’Agostini, vi ha recapito il sensale di granaglie Leonardo Biaggi e vi ha bottega d’intagliatore e tornitore Carlo Buoncompagno1 (COSMI-AVOGADRO, 85, 97, 113, 116).
1883*Vi ha sede la società di assicurazione “L’aquila” rappresentata da Antonio Battocchi (AVOGADRO, 129).
1910 È sede della Banca Cattolica. Trattoria “Alla Banca Cattolica”.
1917 Distrutta da un incendio.
   
NOTE1Per Carlo Buoncompagno: Esposizione, 19.
458
1519 Nell’elenco dei livelli della fabbrica del duomo: «Nota come è sta’ venduto all’incanto una casa di Francesco — [q. Nicolò del strazaro] posta — in borgo del Fen appresso una casa de ser Denel — [di Fontanabona] e appresso una casa delli eredi del q. m. Zuan Martinello ed è sta’ deliberada a ser Daniel ditta — adν 10 mazo 1518 —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 380r — 380v).
1534 «Zuan Antonio e fradel, fiol del q. ser Daniel de Fontanabona, in loco de m. Francesco q. m. Nicolò del Stayner — pagan — oglio Ib 1» (ibid., f. 380v).
1564 «Eredi del q. Daniel de Fontanabona in logo di m. Francesco pagano — oglio lb 2 —» (ibid., f. 381r).
1565 «L’ecc. mess. Gasparo Popaita di Pordenon, come erede del q. mess. Zuan Antonio fo de — Daniel de Fontanabona —, paga — oglio lb — 2» (ibid.).
1580 «Pietro Mantiga di Pordenone — in logo del Popaita — paga — oglio lb — 1» (ibid.).
1593 «Ora paga G.B. Formentaris» (ibid.).
1601. 1602 «— G.B. Frumentario, mistro da scuola, in luoco di — Pietro Mantiga — paga — oglio lb 2» (ibid.).
1643 «Alla partita di mess. G.B. Formentario in luogo di mess. Pietro Mantica et del Popaita di Pordenone, sopra la casa della sua habitatione, hora pagano i sigg. Giovanni Michele e fratelli Formentarii. Dissero i confinatori — che la casa — è posta nel borgo del Fieno — su l’angolo per mezzo il palagio publico; confina a sol levado et ai monti la strada pubblica, a mezodν il sig. Bellon Bellone et a sol a monte casa dei medesimi Formentarii —» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 92).
1751 La sig. «Adriana, nata Formentaria e figlia del q. ecc. sig. Carlo Merluzzi Grifoni —, paga — oglio Ib 2» (B.C.U., ms. XXV, f. 381v).
1801 Camillo Merluzzi (Nomenclatura, f. 18v).
1808*Camillo Merluzzi vende a Valentino Tellini «le porzioni di fabbriche — incorporate nella casa fu — Merluzzi coscritte alli n. 458, 459, situata in angolo delle due contrade Bellona e del Fieno; tutto unito confina a lev. contrada Bellona e — Girolamo Corvetta fu Merluzzi, mezz. — Federico Fara fu Paoloni, pon. — Corgnolano Galateo e parte — Anna Buttazzoni Canetti ed a tram. contrada del Fieno —» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10358, 352).
1808, nov. 30*«Col pubblico instrom. — 7 ott. — 1804 rogato da me notaio, il sig. Giuseppe q. — Camillo Merluzzi Griffoni — cesse — al sig. Vicenzo q. Giacomo Moro con titolo d’anticresi, un mezzado situato nel secondo piano della casa di esso — Merluzzi, posta — nella contrada Bellona — al c. n. 458, per capitale di ven. L 1240, sono it. L 634,48 col patto espresso che detto — Merluzzi rissolver non potesse il detto contratto a riavere il mezzado stesso, se non dopo spirati anni ventinove — successivi al contratto medesimo. Volendo ora il — Merluzzi — perpetuare il — Moro — nel pacifico possesso del mezzado stesso —, rinuncia — all’azione e diritto di rissolvere l’enunciato contratto — intendendosi assolutamente venduto allo stesso — Moro e divenuto di libera assoluta sua proprietà. E ciò fa — Giuseppe Merluzzi per la — summa di it. — L 153,50» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10583, 81).
1809*È di Pietro e fratello Bearzi (Registro delli aloggi, f. 13v).
 *Affittuali sono Giuseppe Merluzzi e l’avvocato Francesco Fortunato (ibid.).
1810, genn. 3*«Rimasto senza effetto il contratto di compravendita — 1 genn. — 1808, seguito in forma privata tra — Giuseppe q. Camillo Merluzzi — venditore — e — Valentino q. Sebastiano Tellini della r. forteza di Palma —, con cui il — Merluzzi vendette allo stesso — Tellini la cantina nominata nel detto contratto —, ora, per ridurre ad effetto quanto fu come sopra stabilito, — il sig. Merluzzi si confessa — debitore della summa di — L 1574,90 —. A pagamento — della summa medesima il — Merluzzi — vende al — Tellini le porzioni di fabbriche — incorporate nella casa fu — Merluzzi coscritta alli n. 458, 459, situata — in angolo delle due contrade Bellona e del Fieno, tutto unito confina a lev. Contrada detta Bellona e — Girolamo Corvetta fu Merluzzi, mezz. — Federico Fara fu Paoloni, pon. — Corgnolano Galateo e parte — Anna Buttazzoni — Canetti ed a tram. contrada del Fieno sive di S. Tomaso, cioè una camera al — n. 1 in secondo piano dalla parte di S. Tomaso, altra camera al — n. 2 pure in secondo piano verso mezz., altra al — n. 8 — verso mezz. ed in secondo piano ed il grannaro al — n. 4 sotto il copperto posto sopra alle camere sudette n. 1 e 2 —» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10358, 352; alleg. stima del pubbl. perito Vincenzo Moro).
1811, giu. 30*Il sig. Brusadini vende ad Antonio Bearzi «una porzione di casa dal corpo del n. 459 —, composta in piano da una stanza terranea ad uso di stalla con fenile e camera sopra, da fondi al colmo, situata all’interno delle case — n. 458 e 459, con corticella, cioè porzione di essa, porzion di pergolo, situata nella calle — del Fieno —; confina in piano verso mezz. con casa del sig. Federico q. G.B. Farra, a pon. con casa — della — sign. Geltrude Anna n. Buttazzoni, ved. del q. — Gaettano Canetti, a tram. con la calle del Fieno ed a lev. con cortivo e passalizio consortivo —, tenendo questa casetta l’ingresso per il portone sopra la calle Bellona segnata n. 458, piϊ una camera in primo appartamento ad uso di cocina ed altra camera ad uso di tinello in continuazione alla casa e camere sopra descritte, le quali hanno l’ingresso verso la calle del Fieno e sono del corpo del c. n. 459 —. Le quali case — provenirono nell’antidetto — Brusadini per acquisto — dalle mani della sign. Lucia q. Mattia Alessio ved. del q. — Domenico Del Forno — in dipendenza all’instr. — 20 febraro — 1798 —, per i rogiti del not. — Girolamo Cosattini —. La — vendita viene — fatta per la summa — di —L — 6027,57 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10296, 173).
1815, ott. 14*Unita con la casa n. 457 (vedasi n. 457).
1820 circa°Casa Donatis1.
1825 Casa Bearzi (A.S.U., C.A. I, 148/XV Strade, Tipo della strada in calle Bellona nella r. città di Udine, dis. dell’ing. V. Presani, 30 giugno 1825).
1852*Appartiene al dott. Girolamo Corvetta (Competenze, I, f. 13v).
1917 Distrutta da un incendio.
1948 Cinema Eden.
   
NOTE1Nel ms. della Porta senza indicazione di fonte.
   
BIBLIOGRAFIA DAMIANI, Arte del Novecento l, 102, 104; DE JESO, Com’era, 69; della PORTA, Udine scomparsa. Via Belloni, 42-43; QUARGNOLO, L’Eden; QUARGNOLO, Vecchi cinema, 33-36; VALENTINIS, Udine che si rinnova, 117.
459
1789, sett. 28 Angela ved. Clignone vende al nob. e rev. Camillo Merluzzi una casa in borgo del Fieno che suo marito Giacomo Clignone aveva acquistata dai sigg. Francesco e G.B. Zanolli di Selz «con instrom. 1759, 15 sett. in atti Francesco Prodolone —» (A.S.U., N., Liberale Girardi, 10345, II instr., 27, f. 28r — 29r).
1798, febbr. 20 «Pervenute essendo in proprietà — della sign. — Lucia q. Mattia Alessio, moglie — del q. Domenico Del Forno, le case — del — sig. Fulvio q. — Carlo Merluzzi Griffoni di questa città, e ciò in virtϊ di testamento 15 genn. 1793 — in atti dello sp. — Francesco Bertoldi —, per la morte in tal giorno seguita della — sign. Domenega di lui madre testatrice, quale fu erede della q. — Anna — di lei sorella fu moglie in secondi voti del — sig. Fulvio ed erede dello stesso —; e rissoluto avendo detta sign. Lucia di passare alla vendita della stala con fenile affittata presentemente al sig. Antonio Xotti, non che li due camerini sopra detta stalla e fenile e la cucina e camera annessa affittata al sig. Daniele Brusadini Girolamo Corvetta, — procuratore della — sign. Lucia Del Forno —, ha — venduto al sig. Daniele figlio di Bortolo Brussadini — la suddetta porzione di case — per il prezzo di d 1300 —» (A.S.U., N., Girolamo Cosattini, 10391 III Instr., 188, f. 254v — 256r).
1801 Camillo Merluzzi (Nomenclatura, f. 18v).
 *Affittata a Brusadini (ibid.).
1808, lugl. 20°Giuseppe q. Camillo Merluzzi vende a Pietro ed Antonio q. Simone Bearzi una bottega al n. 459 (not. Antonio Marchi).
1809*È di Giuseppe Merluzzi e Daniele Brusadini (Registro delli aloggi, f. 13v).
1810, genn. 3*Vedasi n. 458.
1811, giu. 30 Daniele q. Domenico Brusadini1 vende ad Antonio Simone Bearzi «una porzione di casa dal corpo del n. 459 — composta in piano da una stanza terranea ad uso di stalla con fenile e camera sopra — cortivo, situata nell’interno delle case — n. 458 e 459, con corticella porzion di pergolo nella calle del Fieno —, confina — verso mezz. con casa di — Federico — Farra, a pon. con casa di — Geltrude Anna Buttazzoni ved. — Canetti, a tram. con la calle del Fieno, ed a lev. con cortivo e passalizio consortivo di questa ragione —». La casa ha ingressi in via Belioni n. 458 e in via del Fieno al n. 459 (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10296, 173).
1812*Trattoria di Angela Marcari, di terza categoria (Esercenti).
1814, apr. 22 Istanza di Antonio Bearzi per riformare la facciata della casa n. 459 (A.S.U., C.N., 180/1815/III, 2176 Orn. 19, con dis.).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato a questo numero al rigattiere Antonio Mazzolini l’avviso n. 1050 circa la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene a Giacomo Bearzi (Competenze, I, f. 13v).
1876*Studio degli ingegneri Pacifico e Odorico Valussi2 e negozio del cappellaio Antonio Fanna3 (COSMI-AVOGADRO, 89, 97).
1883*Studio dell’avv. Francesco Sabbadini, negozio di cuoiami di Clemente Periotti, bottega del cappellaio Antonio Fanna e orologeria di Giovanni Nascimbeni4 (AVOGADRO, 137, 138, 141, 150).
1928 Cinema Eden (vedasi n. 458).
   
NOTE1Forse identificabile col Daniele Brusavin citato dal de RUBEIS, Catalogo, 6 (1938), 15.
 2Per Pacifico Valussi: MARCHETTI, Il Friuli, 697-707.
 3Per Antonio Fanna. Esposizione, 18, 94, 117; PICCO, Ricordi, 126.
 4Per Giovanni Nascimbeni e la tradizione di orologeria nella famiglia: PICCO, Ricordi, 116.
460
1750, giu. 27 «Stima fatta da noi — pubblici periti — ricercati dal sig. Tomaso Orca, per parte del sig. Carlo Fava, ora habitante in Venezia, da una e da — Vincenzo Malisano caligaro dall’altra, a stimar la casa situata — nel borgo del Fieno — del sig. Fava, che intende venderla al — Malisan. — Una casa di muro, coperta di coppi, con bottega a piano, cantinetta sotto, stanze sei sopra, compresi li due sitti delle scale e granaro sotto li coppi e corticella; che confina lev. il — Malisano, fu Basso, mezo dν nobb. — Diana, pon. parte — Pietro Miel e parte la casa fu del sig. Francesco Coloredo e poi del sig. Carlo Rizzi, a tram. il borgo — del Fien —». La facciata sul borgo è di pd 12 1/2 (m 4,25) (A.S.U., N., Francesco Antonio Armellini, 9298, Instr., perizia di Simon Vicenzutti e Valentino Ceschiutti).
1801 Tirapiombo, sarto (Nomenclatura, f. 18v).
1809 È di Anna Canetti, sarta (Registro delli aloggi, f. 13v).
1809, nov. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 2 sett. 1809, viene messa all’asta la casa, per il debito di L 2,33 di Anna Buttazzoni Canetti (A.S.U., .N., 80, Asta).
1815, sett. 28*Nicolò Cassacco, proprietario della parte superiore della casa, chiede il permesso di «rinnovare una linda sulla pubblica strada» (A.S.U., C.N., 180, 8166 Orn.).
1822, febbr. 13 È di Anna Canetti (A.S.U., C.A. I, 68, 653 Orn. II C).
 *La proprietaria chiede di «riattare la balconata della bottega». La concessione è subordinata ad alcune modifiche, con la seguente precisazione finale: «siccome poi il piano superiore della casa fu di recente biancheggiato, cosν la Canetti dovrà dare il biancheggio anche al rimanente della casa » (ibid.).
1839, genn. 4*«Anna n. Butazzoni ved. Canetti — vende — una — casa con relativi suoi fondi situata — nella contrada — di S. Tommaso coscritta col c. n. 460 —, che confina a lev. li sigg. Valentino e Giacomo fratelli Bearzi, mezz. e pon. — Nicolò Cassacco ed a tram. il — borgo — di San Tommaso —; casa — pervenuta — in forza parte dall’instr. 23 genn. 1784 a rogiti del fu not. — Giovanni Socrate e parte dalla scrittura privata 30 sett. 1806 —. Questa vendita — viene fatta — per — austr. — L 3226» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10491, 11843).
1852*Appartiene a Santo Canetti (Competenze, I, f. 13v).
1853, giu. 12*Giuseppe e Rosa Vello, «avendo divisato di sistemare il piano terra della casa di loro ragione posta in questa città al c. n. 460, e ciò nella facciata respiciente il borgo S. Tommaso, fannonsi dovere di rassegnare i due tipi quivi inserti». Il progetto è approvato, con firma dell’ing. Scala (A.S.U., C.A. II, 66/1853, 4055 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da «Zinio Andrea Capo murero».
1866°È di Giuseppe Velo. Viene alzata (A.M., Ornato, 1865-1873).
1883*Negozio di stoffe e mercerie di Luigi De Agostini (AVOGADRO, 149).
1918 Calzoleria Novello.
   
BIBLIOGRAFIA PICCO, Udine vecchia. Via Cavour.
461
1352, mar. 5 «Cum mag. Zulianus cerdo, filius q. Blaxii dicti Pontani de Bivario, emisset a Nicolao q. Cutavini dela Pena, qui fuit de Cremona, Utini commorante, medietatem cuiusdam domus pro indiviso cum una androncella post dictam domum, site in Utino in Porta Nova, cuius domus coherent a duabus partibus1 iura monasterii Mosacensis, ab alia parte strata comunis, sive via publica, ab alia parte d. Pelegrina cognata dicti mag. Zuliani —, vendente tutorio — nomine Tebaldi et Leonardi fratrum filiorum q. Jacobi Lernussii de Utino, precio — duodecim marcharum denariorum aquilegensis monete et centum frixachensium —, nunc — dictus Nicolaus — fuit — confessus — integre recepisse — a dicto Zuliano — dictas sex marchas et centum frixachenses —» (A.C.U., A.A.O., Mise. CLXXVII, perg. 146, not. Franceschino da Modena del q. Giovanni di Lapo da Firenze).
1515, lugl. 7 La casa della confraternita dei Tedeschi2 «in borgo del Fieno — presso la casa angolare dell’abbazia di Moggio» (JOPPI, Notariorum, XVI, f. 126v, not. Ant. Belloni).
1792, giu. 2 «— Antonio q. Fulvio Merluzzi —, innerentemente alla priv. scrittura 20 aprile p.p., seguita tra esso ed il nob. — Vincenzo q. — Girolamo Fabris —, vende — all’antedetto nob. — Vincenzo Fabris — una casa —, serve di sua abitazione, posta nella contrada di S. Tommaso —, specificata nella perizzia e stima giurata 23 apr. — del pubbl. per. — Giuseppe Clochiatti —. La vendita — viene fatta — pel prezzo di d 2006 L 1 s 18 —» (A.S.U., N., Tommaso Stella, 10128, IV instrom., 277, f. 345v — 347r).
1793, ott. 12 Vicenzo q. Girolamo Fabris la vende a Pietro q. Giacomo Venuti per d 2006 L 1 s 16 (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4806, II instrom., 76, f. 123r — 124v).
1793, dic. 21 Pietro Venuti dichiara di aver acquistata la casa per Leopoldo q. Marzio Verizio (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4806, II instrom., f. 125r).
1796, giu. 17 L’ospedale concede in enfiteusi a Leopoldo Verizio casa in borgo del Fieno, «qual confina a lev. e mezz. con casa e corte di detto Verizio, pon. con casa del sig. Giacomo Galante, ed alle monti strada — del borgo —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10320, II instr., 123, f. 168v, con misura e stima del pubbl. per. G.B. Cappello, f. 169v — 173r).
1801 Sig. Leopoldo Verizio (Nomenclatura, f. 18v); poi Cassacco (Registro anagrafico, f. 18v).
1809 È di Nicolò Cassacco impiegato (Registro delli aloggi, f. 13v).
1809, nov. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 2 sett. 1809, vien messa all’asta, senza esito, la casa, per il debito di L 1130,99 di Leopoldo Verizzo (A.S.U., C.N., 80, Asta).
1813, mar. 30*Nicolò Cassacco alla congregazione municipale: «abbisognando di riattamento la stabilitura delle finestre esterne della casa di abitazione del sottoscritto, posta in contrada S. Tommaso al c. n. 461, — chiede — il permesso di poter far eseguire il riattamento». Il progetto è approvato (A.S.U., C.N., 180).
1838, giu. 30 Nicolò Cassacco vende la casa a Teresa Brunelleschi Braidotti (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, riconosciuto dal notaio citato il 5 luglio 1839, come nell’atto del 26 giugno 1841; vedasi infra).
1841, giu. 26 «— Teresa Brunelleschi Braidotti — vende alli fratelli — don Bortolo, Giuseppe e G.B. q. Nicolò Cassacco la — casa — posta — in contrada S. Tommaso, marcata col c. n. 461 — tra confini a lev. Canetti e parte eredi del fu Bearzi, a mezz. casa e corte fu Galateo di proprietà del legato istituito dal fu sig. Giuseppe Antivari, ora possesa dal sig. Angelo de Rosmini, a pon. eredi Galateo ed a tram. la contrada S. Tommaso —. Questa vendita — viene fatta — per L 20850» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4827, 3678).
1842, mar. 15*«Li fratelli G.B., Giuseppe e don Bortolo q. Nicolò Cassacco, proprietari della casa situata — nella contrada — di S. Tommaso al c.n. 461, hanno divisato di di­sporre due mezzadi di — casa ad uso di bottega. Occorre la ridduzione dell’esterna facciata nel prospetto risultante dagli uniti tipi». Il progetto è approvato a condizione di alcune modifiche suggerite (A.S.U., C.A. I, 342/IV, 1532 Orn. II C, con dis.).
1846, sett. 1 «— Mons. Bartolomeo, Giuseppe e G.B. q. Nicolò Cassacco — vendono — al — sig. Gaspare Salvadori la casa — n. 461 —. Questa vendita — viene fatta per — austr. L 14000 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4840, 6825).
1850, sett. 10 «— Gasparo q. Giovanni Salvadori — vende al sig. Odorico q. Odorico Bearzi — la — casa d’abitazione — n. 461 —, quale confina a lev. rappresentanti — Cannetti e parte eredi del fu Antonio Bearzi, mezz. Rosmini — Angelo, pon. eredi Galante ed a tram. la calle — di S. Tomaso —. La — vendita — viene fatta — per il prezzo convenuto — in austr. L 17300 —» (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/V, 2123).
1852*Appartiene a Enrico Bearzi (Competenze, I, f. 13v).
1865°È di Paolo Gambierasi, viene riformata (A.M., Ornato, 1865-1873).
1865 «La casa Gambierasi fu costruita a nuovo nel 1864 per disegno dell’ing. G.B. Locatelli. Il bel negozio di libraio — fu aperto nel 1865» (Picco, Udine vecchia. Via Cavour, 3).
1876*Libreria di Paolo Gambierasi3 (COSMI-AVOGADRO, 98), segnalata anche nel 1883 (AVOGADRO, 147).
   
NOTE1Di una casa in una posizione analoga tratta un rogito del 19 apr. 1341: «Leonardus q. d. Gabrielis — Iohannis Cuculuçe de Utino precio — septem marcharum cum dimidia et denariorum sexaginta —, quod totum ipse fuit contentus — integre habuisse — a Candido q. — Philipussii de Utino, — vendidit — eidem Candido — unum livellum perpetuale medie marche denariorum aquilegensium de fictu, super una domo sita Utini, quam possidet dictus emptor, cuius hii sunt confines: a duabus partibus possidet d. abbas de Mocio, a tercia Jacobus de Civitate, Utini commorans, et a quarta est via publica —, solvendo annuatim in festo nativitatis Domini vel octo diebus post eidem Candido, — dictam mediam marcham cum iure spangandi —» (A.S.U., C.R.S., 586/1, perg. n. 12, not. Leonardo di Antonio da Udine). Sui Coculuzza: JOPPI, Udine prima del 1425, VI.
 2Per i rapporti fra Udine e l’Austria nel Medioevo: von ZAHN, Studi friulani. Sulla confraternita: JOPPI, Udine prima del 1425, IX.
 3Per il Gambierasi: Esposizione, 12.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 243; TAGLIAFERRI, Struttura, 163.
462
1368, magg. 14 «Domus cum sala d. — abbatis Mosacensis in burgo Foeni —» (JOPPI, Notariorum, VIII, f. 186r).
1386, nov. 6°«Actum Utini in contrata Foeni, in sala domus habitationis d. abatis Mosacensis» (Not. Nicolò fu Giovanni).
1690 All’abbazia di Moggio: «ser Zuan Paolo Martinello pagha d’affitto sin l’anno 1596 soldi vinti sopra una casa in borgo del Fieno, ora di messer Rizzardo Pirona, figliuolo del q. Giacomo Pirona calligaro, e paga come herede di donna Adriana Palluda, qual donna è sucessa in loco di mess. Orlando Martinis, confina con detta casa, a sol levado ser Valantin Coloredo sellaro, a mezo dν li sigg. Diana, a sera li Martinis e ai monti strada pubblica» (A.S.U., C.R.S., 286/2, f. 2v).
1737, nov. 27 Pietro q. Santo Miel acquista da Giacomo e Zuane Cudella per d 1060 una casa in borgo del Fieno «che dal q. — Rizzardo nel suo testamento fu legata alla — fraterna di S. Cristoforo di questa città, indi con instrom. di — Francesco Lorio — passata in — Cudella —» (A.S.U., N., Giovanni Daniele Caratti, 8675, Instr., f. 71r — 71v).
1739*All’abbazia di Moggio gli «eredi del q. sig Rizzardo Pirona, loco Paolo Martinello, per una casa in borgo del Fieno — pagano in contadi L 1» (A.S.U., C.R.S., 286/4, f. 2v).
1739, dic. 15*«Ricevute mediante — Pietro Miel capellaro, ora possessor dell’oltrescritta — casa, in contadi per saldo sino tutto il 1739 inclusive L 9» (ibid.).
1782, apr. 29*Vi abita Pietro Schiratti. Vedasi n. 463.
1801 Giacomo Galateo, sarto (Nomenclatura, f. 18v); poi Vicario (Registro anagrafico, f. 11v).
1809*È del sarto Giacinto Galante (Registro dalli aloggi, f. 13v).
1853*Giorgio M. Caliari, attuario criminale in riposo, offre i suoi servigi privati al n. 462 in contrada S. Tommaso (“L’alchimista friulano”, 4, XLVI, 13 nov. 1853, 360).
1864, mar. 16 È di Nicola Capoferri. È una casa a due piani e soffitta, due finestre per piano ad arco. Viene ridotta (A.S.U., C.A. I, 754/1864/VIII, 2614 Orn. IX C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato «Barbetti Giuseppe Capo Mastro».
1876*Orologeria di Giacomo Ferruccis1 (COSMI-AVOGADRO, 105). Segnalata anche nel 1883 (AVOGADRO, 150).
1931 Profumeria Rigatti.
   
NOTE1Per Giacomo Ferrucci orologiaio: Elenco ufficiale, 6; PICCO, Ricordi, 117; PICCO, La torre.
463
1565, ag. 15*«Actum Utini in scriptorio mei notarii —. Ser Ioannes Franciscus Lucius notarius Utinensis — locavit mag. Iacobo q. Fantini Rubei cerdoni Utini — appothecam sitam infra domum propriæ habitationis dicti locatoris, sitam Utini, in burgo Phoeni —, debente ipso conductore solvere singulis annis — ducatos octo» (A.S.U., N., Mario Albino, Istr. 1565, f. 56r).
1569, mar. 12*«— Lucio civis et notarius Utinensis — locavit m. Angelo q. m. Stephani de Turida cerdoni Utini — appothecam suam incorporatam domui eius propriæ habitationis, sitam Utini in burgo Foeni —, debente ipso conductore solvere singulis annis de affictu simplici libras soldorum — quadraginta octo —» (A.S.U., N., Mario Albino, 5950, Istr. 1568-1569, f. 33v).
1585, sett. 16 È di Giovanni Francesco Lucio. Vedasi n. 464.
1782, apr. 29*«Colla sentenza graduatoria seguita sulla facoltà subordinata del sig. Pietro Filaferro e pubblicata li 9 apr. corr. in atti dello sp. — Gaspare Martinelli not. coli., essendo stata giudicata la separazione della casa di ragione dell’ecc. — Giuseppe Bertossi q. Francesco pubblico — professore nell’università di Padova1, che con instrom. 16 gennaro 1776 in note di me not. era stata per parte d’esso ecc. — Giuseppe livellata al medesimo — Filaferro, e venendo perciò in forza di detta sentenza a rientrare — la casa — in piena disposizione del — Bertossi —, si apre il caso di effettuare il contratto fin dall’ott. dell’anno 1780 —, stabilito — dal Bertossi col sig. G.B. Bini q. Giuseppe negoziante —, come appar da lettera 14 ott. — di mano dello stesso Bertossi —, diretta al sig. Giuseppe Missio causidico —, affinché serva anche di procura per la stipulazione — dell’instrom. di vendita —. Lo stesso — Missio — per conto — del — sig. Giuseppe — ha — venduto — al — Bini l’antedetta casa — situata nella contrada — del — Fieno, confinante a lev. col . Pietro Schiratti, a mezz. e pon. col sig. Corra ed ai monti con detta contrada —, alienando la casa — con sottoposta bottega — e nello stato e grado che compete al — Bertossi —. E questa vendita ha fatto — per il — prezzo di d 1500 —» (A.S.U., N., Socrate, 9791, XVIII istr., 2354, f. 3296v — 3298r).
1792*Al convento di S. Francesco di dentro «la casa in contrada di S. Tommaso, ora abitata dal sig. G.B. Bini chioccolataro, e che è la seconda a mano sin. venendo dalla contrada Savorgnano per andare alla chiesa di S. Tommaso, cioè fra la casa del sig. Domenico Vicario, e la abitazione del sig. Lorenzo Cora, paga annualmente a questo convento cont. L 9 s 6. Per questa casa dovrebbe essere obbligato il convento ad un annuale perpetuo anniversario per mad. Lucia q. mess. Gabriele rettor di scuola, e moglie di Luvisio sellaro —. L’on. mad. Zuanna relitta Mattizolo nel suo testamento 1385 — apr. 19 — benefica il convento di una marca di denari sopra una sua casa posta in Udine, ove si vende il fieno. Dalli confini accennati nel suddetto testamento, uniformi a quelli notati nell’istrumento di compra del sig. Soldonieri dalla fabbrica del duomo, e vendita dello stesso a mess. Francesco calligaro, come da istrumento 1404, 15 febbraio di una casa in borgo del fieno, si rileva che si la stessa lasciata di sopra. Nella disposizione pure testamentaria del sig. Francesco scarparo dell’anno 1425, 16 luglio, lasciando a mad. Miniussa sua moglie una sua casa in borgo del Fieno, riccorda di pagare sopra la stessa 1 marca di denari. Come poi questa casa sia stata in proprietà della fabbrica del duomo, veniamo a rilevare dal testamento dell’anno 1397 di mad. Lucia q. m. Gabrielle rettor di scolle, e moglie di Luvisio sellaro, che essa ne possedeva due parti della detta casa, e sopra le quali lascia dennari 40 all’anno al v. convento, potendosi li suoi eredi liberare da questo aggravio coll’assegnare altra corresponsione. Ed in mancanza poi delli — erredi —, istituisce errede la — fabbrica della chiesa maggiore —. Da tutto ciò si comprende quanto si sia ingannato il p. Benoffi nel stabilire l’origine della fondazione nel convento di questa casa per donazione di d. Lenardina, che testò l’anno 1330, 27 novembre, lassando al convento una casa in Mercato vecchio».
  Corresponsioni successive:
  1425, 1428: Francesco Fornesaro, e sua moglie nel 1440;
  1455: Mess. Venir barbiero; poi — Pasquale barbiero e poi mess. Francesco Lucio;
  1564: Ser Zuan Paolo Lucio;
  1612: Mess. Appollonio Marcuzzin;
  1623: Mess. Pietro Marcuzzin;
  1640: «Era entrato nelle regioni e nel dominio di questa casa la famiglia Drezzavilla, di cui la sign. Anna, vedova del sig. capitano Camillo Faccioli, l’anno 1705 concede faccoltà al sig. Valentino Ellaro inquilino della sua casa in borgo del Fieno, di poter fare la francazione di quei livelli ai quali era soggetta la casa». La francazione avviene il 21 genn. 1746 con L 114 s 6 da parte di Francesco di Biagio Bertosso, acquirente da Margherita ved. di Valentino Ellaro.
  «Rimase l’antico livello infrancabile di una marca ridotta alle lire di quei tempi (A.S.U., C.R.S., 696, Cattastico... affitti... censiti, 162-165).
1798, magg. 26*«Essendo l’ecc. — Giuseppe q. — Biasio Bertossi chiamato col testamento del — rev. — GianGiuseppe Bertossi, fu paroco di Villalta, publicato li 30 sett. 1772 in note del q. — Eugenio Sporeno — not. a succedere nell’intiera eredità del — rev. —Bertossi, professore nella città di Padova, zio di detto — ecc. Giuseppe, già in ettà avvanzata, ed essendo in possesso d’esso — zio la casa e bottega posta nel borgo del Fieno, ora condotta ad affitto semplice da — G.B. Bini caffettiere —, che confina a lev. li nob. Colombati, mezz. — Lorenzo Cora, a pon. — detto — Cora ed a tram. il borgo —, esso ecc. nipote — ha ricercato — Giacomo Del Bon mercante — se accondiscendesse a prendersi la casa stessa con botega ad affitto enfiteotico coll’esborso di L 300 —. Onde — Giuseppe q. Biasio Bertossi — ha rinunciato al — Del Bon la casa e botega — ad affitto emfiteotico — per l’annuo affitto perpetuo di L 310 —» (A.S.U., N., Camillo Merluzzi, 9693, Instr. 1796-1798, 1154, f. 790r).
1798*Il convento di S. Francesco di dentro esige da G.B. «Bini milanese cioccolataro di qui, sopra la casa di sua abitazione in borgo del Fieno — in loco Bertossi — l’annuo livello perpetuo in vigor d’istrumento 1404, 15 febbraio di mano dello sp. — Giovanni di Missolini — L 9 s 6 p 8» (A.S.U., C.R.S., 696, S. Francesco di dentro... Rottolo... 1748, part. 22).
  Aggiunte seriori dimostrano che il Bini paga sino al 1806 compreso (ibid.).
1801 «Bini sig. G.B. Bottega da caffè» (Nomenclatura, f. 18v).
1809*È del caffettiere G.B. Bini (Registro delli aloggi, f. 13v).
1817, sett. 19*Il cursore municipale riferisce di aver presentato a G.B. Bini la diffida a munirsi di licenza di polizia, per motivi non precisati (A.S.U., C.A. I, 10).
1822, mar. 2*G.B. Bini presenta progetto di riforma della bottega (A.S.U., C.A. I, 68, 1205 Orn. II C).
1823 È di G.B. Bini. Vedasi n. 419 (A.S.U., C.A. I, 81/X, 591 Pol. giud. IX D).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato al caffettiere G.B. Bini l’avviso n. 1050 «per la remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1841, genn. 12°Pietro Antiveri vende la casa a Giuseppe Missettini (Atto privato).
1849, ott. 13 Il dott. Giuseppe Missettini concede in permuta a Caterina Pividori Croattini la casa n. 463 confinante lev. Teresa Luccarni Iuri, mezz. e pon. Leonardo Bianchi, tram. S. Tomaso (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/V, 1893).
1850, magg. 1°Caterina Pividori Croattini e Caterina Zanuttini Cattarossi vendono a Leonardo Bianchi casa n. 463 per austr. L 10000 (not. Giacomo Someda).
1850, lugl. 22°Leonardo Bianchi vende la casa ad Alessandro Urban di Pietro per L 12000 (not. Giacomo Someda).
1850, sett. 17 È di Alessandro Urban, a due piani di tre finestre; viene alzata. Il n. 420 è di Biagio Iuri, il 464 di Leonardo Bianchi (A.S.U., C.A. I, 487/1850/VI, 5743 Pol. Giud. IX D, con dis.).
1851, giu. 15 «Comunicato. Alessandro Urban trasporterà nel giorno di domani 16 giugno, in borgo S. Tommaso n. 463 la sua fabbrica di cappelli, aprendo una nuova bottega in cui si troverà pure un ricco assortimento di cappelli di Francia» (“L’alchimista friulano”, 2, XXIV, 15 giu. 1851, 192).
1852*Appartiene ad Alessandro Urban (Competenze, I, f. 13v).
1876*Vi ha recapito la ditta di spedizionieri Massaroli e C. (COSMI-AVOGADRO, 91).
   
NOTE1Per Giuseppe Bertossi: di MANZANO, Cenni, 37; VERRUA, Le terme, 131-143; ZANON, Lettere a Fabio Asquini, 280.
464
1585, sett. 16°«Nob. Hieronimus q. Simonis de Simoninis vendidit presbitero Dominico Venerio et Fortunato filiis q. ser Iohannis Venerei unam domum in contrata Foeni, pictam cum arma Simonina, que domus confinat ab una parte cum d. Iohanne Francisco Lucio not., ab aliis duabus partibus cum nobilibus Colombattis1, a quarta parte cum strata, pretio d 1100» (Not. Pietro Antonio Brunelleschi, B.C.U., Doc. Venerio). Vedasi n. 419.
1776, lugl. 16 Elena, nata di Montegnacco del Pozzo, ved. di Nicolò Colombatti, vende a Carlo Sabbadini una casa in contrada del Fieno «risservandosi detta — sign. Colombatti l’uso del pozzo esistente nella casa venduta e di piantar una corda fuori della terrazza — per estrar il bisogno dell’acqua per uso solo della di lei famiglia» (A.S.U., N., Carlo Muzzenini, 9642, Istr. 1776).
1782, apr. 29*Appartiene a Lorenzo Cora. Vedasi n. 463.
1798, giu. 25°Francesco, don Marco e Girolamo Colombatti ratificano il contratto 1776, lugl. 16, stipulato da loro madre Elena (not. Luigi Bertoldi).
1801 Sig. Lorenzo Cora (Nomenclatura, f. 18v).
1809*È di Rosa Cora (Registro delli aloggi, f. 13v).
1819, giu. 27*La deputazione comunale d’ornato denuncia alla congregazione municipale «che anco le linde delle case n. 464 di ragione Cora, n. 465 di proprietà del sig. Domenico Trombetta si manifestano bisognevoli di riparazione a toglimento di sospizioni di pericolo e danno de’ transitanti» (A.S.U., C.A. I, 24/XI, 2287 Orn. II C).
1830, mar. 26 È di Antonio De Zorzi (A.S.U., C.A. I, 168/1830/XIV, 1191 Orn. II C, con dis.).
  Costui, «proprietario della casa — n. 464 ha divisato di rimetter com’era per l’addietro ad uso di bottega la stanza terranea sottoposta alla casa stessa e di aprire una porta per l’uso della medesima, separato dall’ingresso della casa, soprimendo le tre finestre che ora attrovansi in quella facciata e sostituendo una balconata con la porta d’ingresso sopra indicata come scorgesi dall’unito disegno» (ibid.).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa alla rigattiera Maria Bianchi l’avviso n. 1050 «per la remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1835*Vi ha recapito il medico condotto Pietro Venier (A.S.U., C.A. I, 237/XII, Elenco del personale sanitario).
1852*La casa appartiene a Leonardo Bianchi (Competenze, I, f. 13v).
1931 Cartoleria Cremese.
   
NOTE1Per i Colombatti: JOPPI, Udine prima del 1425, IX; MONTICOLI, Cronaca, 36.
465
[s.d.]°°Progetto per la casa del dott. Cortis in androna S. Tomaso. Disegno firmato da Valentino Presani (M.C.U., sch. 4976).
1801 Ecc. sig. Daniele Cortis1 (Nomenclatura, f. 18v).
1809*È dell’avvocato Francesco Cortis (Registro delli aloggi, f. 13v).
1813, ag. 10 Francesco fu Daniele Cortis vende a Domenico fu Giacomo Trombetta per L 15862 la casa n. 465: «confina a lev. colli — Colombatti — e parte colli eredi dell’ora deffunto — Lorenzo Cora, mezz. colli — Colombatti, ed a pon. parte col sig. Leonardo Pitoni fu Ceschiutti, loco Prodoloni, e parte con questa famiglia delli sigg. di Toppo, ed a tram. colla — contrada» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10361, 1378).
1815, ag. 29*Domenico Trombetta chiede di «ridurre ad uso di bottega una stanza a pianterreno nella casa attuale in questo borgo di S. Tomaso al n. 465 di sua propria ragione ed abitazione la quale guarda la contrada sudetta» (A.S.U., C.N., 180, 6269 Orn. II C, con dis.).
1817, giu. 19 È di Domenico Trombetta (A.S.U., C.A. I, 10/XIII, 2962 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario chiede il permesso per ingrandire due finestre al pian terreno. Riceve l’approvazione (ibid.).
1819, giu. 27*Lo stato della gronda della casa di Domenico Trombetta è oggetto di preoccupazione per la deputazione d’ornato (vedasi n. 464).
1835*Vi ha recapito il chirurgo condotto dott. Francesco Colussi (A.S.U., C.A. I, 237/XII, Elenco del personale sanitario).
1836, mar. 18 È del dott. Francesco Colussi che domanda di modificare la disposizione delle finestre (A.S.U., C.A. I, 254/X, 1494 Orn. II C, con dis.).
 *La richiesta è accolta (ibid.).
1852*Appartiene al dott. Francesco Colussi (Competenze, I, f. 13v).
1880 circa°Gli eredi Colussi vendono la casa all’orefice Ferrucci2.
1883*Orologeria di Giacomo Ferrucci (AVOGADRO, 150).
   
NOTE1Nel museo civico di Udine è conservato un disegno di Valentino Presani col progetto per la casa del dott. Cortis in androna S. Tomaso (M.C.U., dis. n. 4976, disegno a penna su carta bianca cm 65 Χ 46).
 2II Picco segnala l’insegna del negozio, dipinta dal pittore Toso: PICCO, Negozi che abbelliscono la città. Vedasi anche n. 462.
466
1801 Daniele Ceschiutti1 (Nomenclatura, f. 13v).
1809 È di Leonardo Pittoni possidente (Registro delli aloggi, f. 13v).
1820, sett. 30 Leonardo q. Giovanni Francesco Pittoni vende a Carlo di G.B. De Marco, per L 6000 «una casa — da lui acquistata dal fu sig. Daniele Cescutti col contratto 21 magg. 1802 in note del not. — Graziano Cantoni — al c. n. 466. — Confina a lev. — Domenico Trombetta e parte — Colombatti, mezz. la famiglia di Toppo, pon. la medesima e parte — Anna Pittoni Bernardi e parte Foghini, ed a tram. il — borgo» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10631, 2979).
1834 Carlo q. G.B. de Marco, loco Leonardo Pittoni, loco Francesco Prodolone, loco Franceschinis1, loco Giuseppe Trivella, loco Asquino Sbroiavacca, paga ven. L 252 sopra una casa; il qual livello provenne all’ospedale con l’eredità Nicolò Buffa con testamento 1465 ott. 31, atti Zuan Antonio de Daniel (A.O.U., Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834).
1852*Appartiene a Carlo de Marco (Competenze, I, f. 13v).
1856, ag. 13*Carlo de Marco presenta progetto all’autorità «abbisognando — di praticare alcune riforme alla casa di sua ragione in questo borgo di S. Tomaso — n. 466». L’ing. A. Scala, esprimendo parere favorevole, scrive: «Lodevole è la proposta modificazione» (A.S.U., C.A. II, 66/1856, 5797 Orn. II C, con dis.).
 °°Disegno firmato da«Giuseppe Barbetti C.o Mastro Muratore».
1976, genn. 10*Progetto di sistemazione della casa di proprietà Marzotti ex Someda de Marco. Nulla osta del soprintendente ai monumenti e gallerie del Friuli Venezia Giulia ed antichità di Trieste, in data 9 giugno 1976, n. 591.
   
NOTE1Cfr.: doc. dell’11 marzo 1565: «— Nob. matrona d. Cornelia uxor — q. — d. Ioannis Baptistae de Sbroyavaccha civis utinensis — vendidit — nob. d. Thomae olim — d. Nicolai de Franceschinis civi Glemona Utini habitanti — unam eiusdem dominati domum muratam, soleratam, cuppis copertam cum suis appothecis ac cum curia, horto et aliis domibus postpositis — sitam Utini in burgo Foeni, modo tentam per — legum doctorem d. Iulium de Archano et alios inquilinos et confinat a parte anteriori cum strata publica, a parte posteriori cum heredibus nob. d. Santini de Sbroyavaccha, item ab uno latere cum domibus nob. d. Ropretti Colombatti et ab alio latere partim cum domo ser Bianchini fratris mei notarii infrascripti et partim cum horto filiorum et heredum q. — d. Thomae Pacis civis Utinensis — cum onere — annuatim solvendi de livello — capitulo Utinensi — libras soldorum octo; item — hospitali S. Mariae Battutorum Utini saldos quadraginta duos — et hoc precio — ducatorum mille quinquagentorum ultra onera suprascripta —» (A.S.U., N., Mario Albino, Istr. 1558, f. 7v — 8v). Nella stessa casa «in burgo Phoeni, in domibus nob. d. Corneliae de Sbroyavacca habitatis per — d. Iulium de Archano» il 14 genn. 1562 era stato redatto l’atto rogato dal notaio Albino per il contratto d’affitto tra Cornelia Colombatti e il chirurgo G.B. del fu Giovanni Contesino. Vedasi n. 418.
467
1771, ott. 3*«— Il sig. G.B. q. — Vincenzo Planis — s’impegna di vendere — al sig. G.B. Foghin q. Leonardo — la casa posta — nella contrada di S. Tomaso fra li suoi — confini, che qui s’abbino per espressi, per il prezzo di ducati millesettecentocinquanta —» (A.S.U., N., Carlo Lorio, 9437, V instr., f. 253v — 254r).
1801 «Rev. don Domenico Foghini» (Nomenclatura, f. 18v).
  Poi Pietro Pilosio, erede Faccendi (Registro anagrafico, f. 11v).
1809*È del sac. Domenico Foghi. Vi abita Elia di Polcenigo (Registro delli aloggi, f. 13v).
1822 È di Pietro Pelosi (A.S.U., C.A. I, 68, 607 Orn. II C).
 *Il proprietario «in base delle prescrizioni stabilite — presenta — il modello di riforma per li rebati e linda sopra li medesimi nella casa». La deputazione d’ornato suggerisce varie modifiche (ibid.).
1831 È di Pietro Pelosi (A.S.U., C.A. I, 182/V, 5342 Orn. II C).
 *Il proprietario chiede ed ottiene di «eseguire il basamento in pietra viva» (ibid.).
1852 La casa del negozio Mario Berletti fu riformata nel 1852 su progetto di Andrea Scala (Picco, Udine vecchia. Via Cavour, “Patria del Friuli”, 8, 14 marzo 1895).
1852*Appartiene a Luigi Pelosi (Competenze, I, f. 13v).
1876*Vi ha negozio di libraio Mario Berletti. Nella parte dell’edificio 467 A ha recapito la levatrice Anna Gervasi-Berletti e vi ha negozio di musica Luigi Barei (COSMI-AVOGADRO, 98, 102). Il Barei viene ancora segnalato nel 1883 (AVOGADRO, 147, 149).
1925 È di Delser. Viene ricostruita.
   
BIBLIOGRAFIA PICCO, Una artistica insegna di negozio.
468
1801 È di Valentino Ceschiutti (Nomenclatura, f. 18v); poi Bernardis (Registro anagrafico, f. 11v).
1809 È di Leonardo Pittoni (Registro delli aloggi, f. 13v).
 *Vi abita il patrocinatore Domenico Trombetta (ibid.).
1852*Appartiene ad Anna Bernardis (Competenze, I, f. 13v).
469
1681, apr. 5 Bianca Savorgnan affitta a Lorenzo Pisani di Praga e a Santa sua consorte la casa in borgo del Fieno per osteria, possessa prima da Agata Garba (Arch. Toppo, CV, N. 39 Catastico Brunaleschi, f. 3r — 3v).
1690, dic. 19*«La — co. Bianca rel. q. — co. Aquilio Savorgnano — concede per semplice affitto per anni cinque a — Gregorio Zamparo una casa, posta nel borgo del Fieno per mezzo le beccarie, che serve per tenir hosteria; e questo per annuo affitto di d 34 —» (A.S.U., Arch. Toppo, Catastico Savorgnan, f. 138v).
1705, giu. 11*«Il — co. Girolamo q. — co. Aquilio Savorgnano concede a semplice affitto — a — Francesco e — Anzola iug. Seracuto una casa dove si tiene hosteria, posta — nella contrada di Strazzamantello in faccia le — beccarie, obbligandosi ogni anno il — conduttore di levar della cantina d’esso — co. Gierolamo, in villa di Campolongo, botte di vino numero sedici —» (A.S.U., Arch. Toppo, Catastico Savorgnan, f. 140r — 140v).
1789, apr. 3*Il pubbl. per. G.B. Gorghi viene incaricato dai coo. di Toppo di operare un confronto fra il grado rilevato l’11 nov. 1759, al momento del precedente contratto d’affitto fra i Toppo stessi e l’oste che rileva l’esercizio, e lo stato attuale dell’ambiente stesso (A.S.U., Arch. Toppo, 50/798, 625, n. 2).
1801 Co. Nicolò di Toppo (Nomenclatura, f. 18v).
1809*È di Silvia di Toppo. Vi abitano il domestico Giacomo Ceccovi e l’industriante Antonio Crisacco (Registro delli aloggi, f. 13v).
1812*Bettola di proprietà di Silvia di Toppo Caiselli (Esercenti).
1842 Il co. Francesco di Toppo domanda di poter costruire un nuovo portale in bugne di pietra (A.S.U., C.A. I, 342/IV, 5032 Orn. II C, con dis.).
1845, ott. 21*A. Bassi, procuratore di Domenico Mazeri, alla congregazione municipale: «Domenico del fu Francesco Mazeri di questa città, ora dimorante in Palma Nuova, è proprietario della casa — n. 470 —. La porzione di detta casa, che guarda sulla calle larga, senza uscita, in fondo a cui vi è un portone che mette nel cortile — del co. Francesco di Toppo, è dal — Mazeri affittata al sig. Abramo Luzzatto fu Manasse, negoziante di sete. Li mezzadi a piano terra di quest’affittanza hanno una porta che mette sopra la detta calle larga senza uscita, che serve per l’introduzione ed estraduzione dei carichi di balle di seta ed altro ad uso di commercio; a’ piedi di quella porta e lungo quella calle — ha la casa Mazeri un lastricato di pietra — di sua ragione —. Il co. Francesco di Toppo ha affittato li suoi locali che sono entro il detto portone — ad uso di osteria a certo Giuseppe Martina. Quel oste, a pretesto che il suo padrone non vuole dargli i locali occorrenti per depositare li carri, carrette e legni, che quotidianamente giungono in gran numero a quell’osteria, si prende licenza di fare quel deposito — sopra il lastricato di pietre —. Tale deposito — ha cagionato — alla proprietà — Mazzeri gravi reiterati — danni —. Il ristauro — di quel lastricato nel mese di sett. 1843 in obbedienza agli ordini emmessi dalla commissione d’ornato — fu mal rispettato dal prepotente oste e mal si rispetta mentre con li suoi abusi ha di nuovo guastato quel lastricato, sconnesse le pietre e molte spezzate». Donde i reclami (A.S.U., C.A. I, 406/II, 6759 Orn. II C).
1846, genn. 8 Giuseppe Martina alla congregazione municipale: «Con sua sorpresa il 5 corr. vennero al sottoscritto oppignorati due secchi di rame per la somma di L 6 conseguente ad una multa per pretesa occupazione di marciapiede in una calle morta del borgo di S. Tomaso —». Le sue argomentazioni per la protesta vengono respinte dal podestà (A.S.U., C.A. I, 406/II).
1852*Appartiene al co. Francesco di Toppo (Competenze, I, f. 13v).
1876 Osteria “Alla Nave” (COSMI-AVOGADRO, 107).
 *Vi ha stallaggio Francesco Venturini (ibid.).
  Nell’edificio ha recapito il sensale di vino e coloniali Luigi Zanetti (COSMI-AVOGADRO, 113).
1883*Vi gestisce la trattoria “Alla nave”, Caterina Pacco Zanin, che tiene anche stallaggio (AVOGADRO, 153, 156).
   
BIBLIOGRAFIA CORGNALI, I nostri vecchi caffè, 112; VATRI, I caffè di Udine, 108.
470
1394 «Dominicus et Georgius fratres q. Petri Trumbuzę de Basalgapenta solvunt annuatim fabricæ prædictæ. Super quadam eorum domo sita Utini iuxta domum ser Thomasini notarii Nicolettæ de Utino mediante quadam androna qua itur ad domum ipsius Francisci in qua habitat d. Margarita bercandaria et iuxta viam publicam» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 382r).
1407 «Georgius q. Petri Trumbuzæ de Basalgapanta solvit olei libras duas super sua domo quæ fuit antiquitus ser Fanti, sita in burgo Foeni iuxta domos ser Francisci qui dicitur de Percoto, quæ fuerunt olim ser Francisci not. Buyni, qui fuit de Colloreto, iuxta domum ser Thomasini not. Nicolettæ — mediante androna et iuxta viam publicam; modo possidet — domum Ioannes q. Dominici Petri Trambuzzę de Basalgapenta —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 382r — 382v).
  «Savina et Amerliccus de Basalgapenta solvunt annuatim de livello eorum domus positæ iuxta ecclesiam S. Tomę, iuxta domos quæ fuerunt olim Francisci Buyni et viam publicam den. XX et solvunt super eadem domo libras olei duas» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 382v).
1420 «— Ser Ambrosius de Marchesinis de Utino solvit annuatim — de livello domorum quæ fuerunt de hæreditate olim Francisci Buyni cum cortivio — sitis in burgo Feni iuxta domum mag. Benedicti fabri et prædicti Amerlici, iuxta viam publicam —, marchas soldorum IIIIor» (ibid.).
1511 «Li eredi di ser Rigo Todesco1 in logo di Zuan Tomat paga — oglio lb 2; — in logo di ser Paolo di Spilimbergo — L 5 s 12» (ibid.).
1519 «Francesco e — Tomaso q. Rigo Todesco pagano — in logo del q. loro padre — oio lb 2; — Francesco della Fornace in logo delli eredi del q. ser Rigo Todesco paga de livello sopra una casa posta in l’androna di S. Tomaso fo delli eredi q. ser Paulo di Spilimbergo, da poi del q. ser Zanoo Savorgnan» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 383r).
1522 «— Zuan e — Tomaso — q. Rigo Todesco — deno dar — oio lb 2. Nota che ser Francesco calderaro detto de Rigonibus ha comprada soprascritta di — Francesco della Fornace — nel 1520» (ibid.).
1525 «Francesco e Tomaso q. ser Rigo Todesco — pagano —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 383r — 383v).
1534 «Ser Tomaso e Zuanne del q. Rigo Todesco pagano» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 383v).
1550-51 «Ser Tomaso Pase e ser Zuan de Rigo fratelli in logo del q. loro padre —» (ibid.).
1555 «Li eredi del q. Tomaso Pase et ser Zuan de Rigo frattelli —» (ibid.).
1565 «— Alessandro Pace e fratelli del q. —Tomaso —» (ibid.).
1593, apr. 13 «— Nicolaus q. — Thomę a Pace —, notarius Utinensis collegii —, pretio — ducatorum trecentorum —, quod totum precium idem — Nicolaus venditor ibidem habuit — ab — Hieronymo, — vendidit — Hieronymo q. — Ludovici Thealdi civis Utinensis, — ementi vice et nomine — rev.mi — Francisci Mantica2 — auditoris rotę in alma urbe Roma —, unum livellum — ducatorum viginti unius ad libras sex solidorum quattuor pro ducato, in ratione septem pro centenario —, solvendum — annuatim in fine anni — super domo suae propriae habitationis, sita Utini in burgo Fęni, confinante a parte anteriori cum strata publica, a parte posteriori cum orto — dd. Aquilii et fratrum Savorgnanorum a vexillo, ab uno latere cum androna et domibus — Thomae Francischini de Glemona at ab alio latere cum ecclesia S. Thomae —» (B.C.U., ms. 1232, Perg. XV, not. Michele da Latisana).
1606, ag. 17*«Ser Andreas q. ser Ioannini a Ioanninis de Ursago, modo pistor Utini in vico Foeni sub aedibus habitationis nob. d. Alexandri a Pace —» (A.S.U., C.R.S., 631/1, f. 11v - 12r, not. Rocco Carminato, copia di Marino Sporeno).
1636 Pietro Marchettano (B.C.U., ms. F. XXV, f. 384v).
1643 Tomaso Pace aveva casa presso S. Tomaso ora tenuta dai Marchettano: «Confina a sol levado strada consortiva, a mezz. — Girolamo Savorgnano a sol a monte con una casetta pur di ragione Pace habitata per ser Bello Coltellino, et ai monti la strada publica» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 92-93).
1643 «In luogo degli eredi q. — Paolo Spilimbergo sopra — case — che furono già del q. Zuanne Savorgnano — poste in capo all’androna di S. Tomaso, possesse per il sig. Pace —, confinano a sol levado colla casa qui sopra descritta, a mezodν — Antonio Sandolino mediante la casa tenuta per il sig. Francesco Frattina, cancelliere della Patria, a sol a monte — Ottavio et nipoti Del Merlo, et ai monti l’androna» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 93).
1735 «L’ecc. sig. Pietro e fratelli Marchettani q. ecc.mo sig. Antonio del già sig. Pietro Marchettano possessor della casa appresso S. Tommaso del sig. Allessandro Pace pagano di livello oglio lb 2 (B.C.U., ms. D. 42, Duomo e capitolo, D. Città di Udine, f. 58v).
1744 «Marchettani. Abitano vicino alla chiesa di S. Tomaso e poco sopra le beccarie» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 192).
1801 Nob. Pietro Marchettani (Nomenclatura, f. 18v); poi Maseri, poi Mario Luzzatto e poi Fabio Mangilli (Registro anagrafico, f. 11v).
1809*È di Pietro Marchetani (Registro delli aloggi, f. 13v).
1810, ag. 18*Denuncia della deputazione d’ornato alla congregazione municipale per il cattivo stato della gronda di Pietro Marchettani (A.S.U., C.N., 178/XIX, 1910 Orn. 19).
1812, magg. 4 Antonio fu Pietro Marchettani vende a Francesco fu Giovanni Mazeri le due case ai n. 470 - 471 per L 12689 (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10355, Repert. III, 971, f. 1r).
1812, giu. 10 Istanza di Francesco Maseri acquirente delle case 470 - 471, per poterle ridurre secondo il disegno allegato (A.S.U., C.N., 179/1812/II, 3306 Orn. XIX, con dis., firmato dall’ing. Francesco Bernardinis).
1814, genn. 23*Il commissario di polizia al podestà di Udine: «Nella calle di S. Tomaso, per occasione della fabbrica eretta dal sig. Maseri, fu impedito il passaggio sul marciapiedi, occupato in quella località dal riparo di tavole». (A.S.U., C.N., 180, 557 Orn. 19).
1815, mar. 18*Francesco Mazeri chiede il permesso di «demolire il muro vecchio della propria abitazione — il qual — è situato nella calle detta di S. Tomaso divisoria delle case del sig. Giacomo Brunetta, ove era per l’addietro la chiesa di S. Tommaso e la casa del nonzolo di quella dalle altre case del sig. Francesco Giupponi sotto li rispettivi n. 472 e 473» (A.S.U., C.N., 180/1815/III, 3005 Orn. XIX, con dis.).
1845, ott. 21*Vedasi n. 469.
1846, genn. 8 È di Francesco Maseri. Vedasi n. 469.
1850, mar. 11 Giovanni Luigi e Francesco Giuseppe Mazeri e Filippo Xotti vendono a Mario Luzzatto le case n. 470, 471, 472, 473 per L 51000 (A.S.U., N., G.B. Valentinis, IV, 1767).
1852*Appartiene a Mario Luzzato (Competenze, I, f. 13v).
1876*Negozio di seta di Mario Luzzatto (COSMI-AVOGADRO, 114).
  Libreria di Giuseppe Montico (COSMI-AVOGADRO, 98). Recapito del sensale di merci e granaglie Francesco Saccavini (COSMI-AVOGADRO, 113).
1883*Vi hanno negozio di stoffe di seta Giovanni Broili e Blum (AVOGADRO, 156).
1917 Banca cooperativa.
1931 Per l’apertura della via Nazario Sauro, fu riformata sul lato meridionale.
   
NOTE1de Pace.
 2Per il cardinale Francesco Mantica: LIRUTI, Notizie delle vite, III, 413-432; MARCHETTI, Il Friuli, 356-361; G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, 11, 234.
   
BIBLIOGRAFIA BRAGATO, Guida, 175.
471
  Vedasi n. 470.
1801 Nob. Pietro Marchettani (Nomenclatura, f. 18v).
1809*É di Pietro Marchetani. Vi abita l’industriante Teresa Gobessi (Registro delli aloggi, f. 14v).
1812, giu. 10°°Vedasi n. 470.
1815, mar. 18*Vedasi n. 470.
1852*Appartiene a Mario Luzzato (Competenze, I, f. 13v).
1876 Osteria “Ai tre gobbi” (COSMI-AVOGADRO, 106).
 *Ne è proprietaria Teresa Mercante (ibid.).
471 A Chiesa di S. Tomaso
1410, febbr. 19°«Iohannes notarius q. Tomasini notarii q. Nicolai notarii Dominici Messe de Utino legavit et ordinavit fieri debere et costrui — unam capellam in burgo Foeni ubi de presenti est domus ipsius testatoris in qua olim solebat stare et habitare olim ser Thomasius notarius suus pater — quam voluit intitulari debere sub titulo S. Thome Apostoli —» (Not. Nicolò del fu Enrico di Mortegliano).
1569, giu. 8*«— Rev. d. Angelus Prioli rector ecclesiæ S. Thomæ de Utino — locavit d. Aloysiæ q. Colai de Lonzedis Utini habitanti — domum presbiteralem annexam ecclesiæ praedictæ modo per ipsum locatorem aptatam et reparatam et hactenus per ipsum conductorem tentam —, debente ipsa conduttrice solvere singulis annis de affictu simplici d. locatori ducatos sex —» (A.S.U., N., Mario Albino, 5960, 1568-1569, f. 43v).
1645 Chiesa di S. Tomaso sulla piazzetta, di fronte alla casa Freschi (Arch. Frangipane, ms. 1510, Schede per case, FG).
1806, lugl. 28 Decreto di soppressione delle corporazioni religiose; anche la chiesa di S. Tommaso diventa proprietà del demanio (Bollettino delle leggi del Regno d’Italia, Parte II, Dal I maggio al 31 agosto 1806, 809-820).
1809*È di Pietro Marchetani. Affittuale è il falegname Sebastiano Bombelli (Registro delli aloggi, f. 14v).
1810, sett. 1 Il demanio vende ad Antonio fu Marzio Tavellio il locale ossia chiesa di proprietà della fraterna di S. Tomaso (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10421, 321).
1810*Perizia di Giuseppe Clocchiati, con i dati sommari relativi alla chiesa: «Consiste — in un luogo ad uso di oratorio —, a cui si entra per un’apertura di porta, munito del rispettivo seramento in opera con gli stipiti, ossian riquadri di vivo, due fenestre, una a lev. e l’altra a pon., guardano sopra le callette, munite di ferrate compite, rette fillo ferro e ramata interna di lastroni, altre due fenestre in corro in tutto simili alle soprascritte. Suolo di coto; soffitto a plafone in calze. Soffitto in coro di cotto di volto a lunette. Altare di legno e tavole con due gradini, stipite di vivo, ommessa la palla. Fenestra a mezzaluna sopra la porta d’ingresso, con ramate vetri compita. Torrisella di cotto sopra il tetto per le campane. Il tetto è formato di coppi a due pioventi, con sotto tavelle e corrispondente sua armatura di legno» (ibid.).
1811, genn. 15 Antonio Tavellio vende a Giacomo q. Basilio Brunetta «la fabbricha intiera componente il locale o chiesa sopressa chiamata di S. Tomaso con unita sacristia — confinante verso sol levado con fondi del sig. Pietro Marchettani, a mezz. con case del sig. Giacomo Brunetta acquistante, a pon. con andronetta consortiva ed a tram. il borgo chiamato di S. Tomaso la qual fabbricha e fondi fu da esso — Tavelio aquistata verso il — demanio — con — instrumento del — 1 sett. — 1810, stipulato per i rogiti del sig. Antonio del fu — Carlo Lorio notaio demaniale —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10296, 139).
1811, mar. 27*Il commesso agli ornati Giuseppe Prisani denuncia il cambiamento, rispetto al progetto presentato nei lavori di sistemazione (A.S.U., C.N., 179/XIX).
1811, apr. 1 Giacomo Brunetta chiede il permesso di eseguire il lavoro di ridurre a casa di abitazione la chiesa di S. Tomaso (A.S.U., C.N., 179 con dis.).
1812, giu. 10*«Francesco Maseri — acquirente delle due case ed adiacenze al n. 470 e 471, fu Marchettani, — domanda al sig. podestà, presidente della commissione degli ornati, che si compiaccia di concederli — la licenza» per un nuovo progetto (A.S.U., C.N., 179/XIX).
1812, lugl. 4*Il podestà autorizza alla demolizione della casa 471 e alla ricostruzione secondo il progetto (A.S.U., C.N., 179/XIX).
1813, apr. 2*Nuova richiesta da parte di Francesco Mazeri per lavori che si sono resi necessari nel corso della realizzazione di quelli già approvati.
  Il nulla osta gli è concesso in data 12 aprile (A.S.U., C.N., 180).
1839, ag. 30*«Col contratto — 26 sett. 1809, rogato dal sig. Antonio del fu Carlo Lorio not. demaniale — il — segretario faciente pel — direttore dipartimentale del demanio di Passariano ha — venduto al sig. Nicolò q. Domenico Variola la picciola casa inserviente di abitazione ad Andrea Marcolini, nonzolo della chiesa di S. Tommaso, con necessario e muri divisori di edifizio promiscui alli rispettivi confini di mezzogiorno e tramontana, il tutto descritto nella perizia di stima 26 ag. 1807 —».
  Col secondo contratto 7 ott. susseguente, rogato dal sig. Osvaldo — Colomba, nel 10 ott. stesso — esso — Nicolò Variola ha — venduto al sig. Giacomo figlio del def. Basilio Brunetta mercante — l’identica — casa coscritta al — n. 472 —.
  Col terzo contratto — 1 sett. 1810 a rogito dello stesso not. demaniale — Antonio Lorio —, il — direttore demaniale del Passariano ha venduto al sig. Antonio del fu Marzio Tavellio — il locale senza numero ch’era ad uso di oratorio, ossia chiesa della soppressa confraternità di S. Tommaso situata nella contrada di S. Tommaso in Udine, il tutto compreso nella perizia di stima dei due luglio 1810 —, nella quale è descritta pur senza numero la sacrestia in seguito ed interna alla casetta acquistata col — contratto 7 ott. 1809, dal sig. Brunetta confinante a mezz. con edifizio comune divisorio sino alli rispettivi appoggi.
  Col quarto contratto 15 genn. 1811, a rogito del — sig. Osvaldo Colomba —, il — Tavellio ha venduto all’antedetto — Giacomo del fu — Basilio Brunetta la fabbrica senza numero intiera componente il locale o chiesa soppressa, chiamata di S. Tommaso, con l’unita sacrestia pur senza numero —. Relativamente alla scrittura di convenzione 8 genn. 1816 e all’altra 12 febbr. susseguente, seguite tra esso Brunetta — ed il sig. Giuseppe del fu Osvaldo Cozzi, in nome suo e dei fratelli Osvaldo, Domenico e Giovanni Maria negozianti, abitanti nella comune di Piano in Cargna, fu eseguita dalli — periti Colomba, Picco e Moro la perizia 13 febbr. 1816 della fabbrica serviva di abitazione del predetto — Brunetta —, fu per addietro chiesa —, ed in seguito fu stipulato in pubblica forma il contratto 30 apr. 1816 rogato dal — not. Colomba —; con questo contratto il Brunetta — ha cessa alli — fratelli Cozzi una casa coscritta al c.n. 472, ora portante il c.n. 471, lett. A, ovvero tanta porzione della casa stessa fino alla concorrenza del pareggio del credito Cozzi, situata — nella — contrada — di S. Tommaso — tra li confini abbracciati dalla operazione medesima.
  Avvenuta la morte del detto — Brunetta il di lui figlio Pietro Nicolò — volendo far la solenne professione nella religione de’ Cappuccini, lasciò erede di tutta la facoltà la di lui madre — Antonia Ferazzi del fu Pietro, vedova del detto Giacomo —. La vedova Ferazzi Brunetta — a soddisfazione — di crediti dovuti dall’eredità Brunetta alli di lei fratelli — Lodovico e Giuseppe —, colla convenzione 30 marzo 1833, — cesse alli medesimi — la proprietà della casetta con li magazzini terranei, il tutto posto in Udine al c.n. 472 —. Fu innoltre convenuto che, alla mancanza a’ vivi della vedova, abbia a passare in piena proprietà — la casetta colli magazzini alli fratelli Ferazzi —. Si è di fatto, alla morte della vedova, consolidata negli acquirenti — Ferazzi la piena proprietà —. Col convenuto 14 lugl. 1838 — il — sig. Giuseppe Ferazzi — ha — renunziato al fratello Lodovico la proprietà di tutti i beni stabili, tra li quali — anco la su mentovata casetta e magazzini —.
  In questo stato di cose — Francesco avv. Mazeri e Lodovico Ferazzi — contrattano come in appresso —. Lodovico Ferazzi — vende — al — sig. Francesco Mazeri — le fabbriche e fondi situati nella androna senza uscita, che diverge a mezzogiorno dalla contrada di S. Tommaso, ora coscritta al c.n. 472 —, tra li confini a lev., tanto in pian terreno quanto in primo che in secondo appartamento, l’acquirente — mediante calletta di sua ragione, a mezzog. lo stesso — Mazeri mediante promiscuità di muro col venditore, a pon. la suddetta androna ed a tram. li — fratelli Cozzi mediante muro promiscuo col venditore fino all’altezza del tetto che copre la casa —. Il prezzo — fu — convenuto in austr. — L 2600 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10615, 5430).
1850*Vi è ospitata una filanda di seta con quattro fornelli, di proprietà di Francesco Mercanti (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 64).
1852*Appartiene a Giuseppe Cozzi (Competenze, I, f. 13v).
1931, lugl. Fu abbattuta per l’apertura della via Nazario Sauro.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, I, f. 45r.
   
BIBLIOGRAFIA BRAIDOTTI, Udine, 23; DE PIERO, Antiche parrocchie, 52; JOPPI, Udine prima del 1425 , XII; della PORTA, Toponomastica, 46-47; della PORTA, Udine scomparsa. Via P. Canciani, 41-42; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 16; 4 (1937), 8; TENTORI, Udine, 297.
   
ICONOGRAFIA GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma, n. 62; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 50; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 51.
472
1801 È della chiesa di S. Tomaso, vi abita il nonzolo (Nomenclatura, f. 18v).
  Poi fu Brunetta, poi Cozzi Cargnel (Registro anagrafico, f. 11v).
1807, nov. 21*Asta della «casa situata — al c.n. 472 di provenienza della fraterna di S. Tomaso, abitata gratis da Andrea Marcolino nonzolo, descritta al n. 9 della cedola». È assegnata per L 800 a Nicolò Variola (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10431). L’assegnazione definitiva è però fatta nel 1809.
1809*È del regio demanio. Vi abita l’industriante Andrea Marcolino (Registro delli aloggi, f. 14v).
1809, sett. 26 Il demanio vende a Nicolò q. Domenico Variola la casetta del “nonzolo” di S. Tomaso n. 472 (A.S.U., N., Antonio Lorio, 1420, 238, con perizia sullo stabile, operata dall’ing. Paolo Bianchi in data 26 ag. 1807).
1809, ott. 7 Nicolò q. Domenico Variola vende a Giacomo q. Basilio Brunetti la casetta n. 472 «composta in piano da una stanza ed in primo appartamento da due piccole camere, una delle quali esiste sopra la fu sacrestia per uso della chiesetta sopressa di S. Tornaso, e da un solaro in secondo appartamento» per L 562, confinante lev. e mezz. con Pietro Marchettani, pon. callisella detta di S. Tomaso, tram. la soppressa chiesa di S. Tomaso (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10295, 50).
1815, mar. 18°°Vedasi n. 470.
1816, apr. 30 Giacomo Brunetta cede a Giuseppe fu Osvaldo Cozzi di Piano «fabbrica situata nella contrada di S. Tomaso —, serve per abitazione del — Brunetta, a risserva della bottega e magazzeno con andito a pie’ piano, che sono affittati al sig. Englaro e Capellari soci; confina a lev. — con — Francesco Mazeri, mezz. fabbrica bassa — del — Brunetta, pon. calesela senza uscita ed a tram. contrada di S. Tommaso. La fabbrica stessa è composta di quattro piani, eretta da nuovo da pochi anni —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10304, 923, con perizia dei pubbl. per. Osvaldo Colomba, Francesco Picco e Vincenzo Moro).
1831, sett. 23*Giuseppe Micoli, proprietario dello stabile, presenta progetto per la sostituzione della cornice. Ne ottiene l’approvazione (A.S.U., C.A. I, 182/V, 4179 Orn. II C).
1833, mar. 30 Convenzione fra Antonia fu Pietro Ferrazzi, ved. di Giacomo Brunetta e cessionaria del figlio Pietro Brunetta cappuccino, ed i suoi fratelli Lodovico e Giuseppe Ferrazzi, con la quale cede ad essi la casa in pagamento di debiti (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10615, 5430).
1839, ag. 31 «— Lodovico Ferazzi — vende — al sig. Francesco Mazeri — le fabbriche e fondi situati nell’androna senza uscita, che diverge mezz. dalla contrada di S. Tommaso, ora coscritta al c. n. 472, colli miglioramenti sinora fatti dal — Ferrazzi, fra li confini a lev. tanto in pian terreno, quanto in primo che in secondo appartamento, l’acquirente — Mazeri, mediante calletta di sua ragione, a mezzog. lo stesso Mazeri mediante promiscuità di muro col venditore, a pon. la suddetta androna e a tram. — Giuseppe e fratelli Cozzi, mediante muro promiscuo col venditore fino all’altezza del tetto che copre la casa abbracciata dal presente contratto —. Il prezzo — fu — convenuto in austr. — L 2600 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10615, 5430).
1850, mar. 11 Vedasi n. 470.
1852*Appartiene a Mario Luzzati (Competenze, I, f. 13v).
1883 Trattoria “Alla nave” e stallo (AVOGADRO, 156, 157).
 *Gestione di Caterina Pacco Zanini (ibid.).
1931 È abbattuta.
473
1801 Zambelli e Antonelli (Nomenclatura, f. 18v).
 *Affittuale Valentina Piccari (ibid.).
1805, mar. 22*«— Antonio q. G.B. Pascoli — vende — al sig. Francesco q. G.B. Giupponi — due casette — con corte annessa, poste — in — cale della — chiesa di S. Tommaso —, tenuta presentemente in semplice affittanza dalla sign. Anna n. Simonetti e ved. — del q. — Giacomo Zambelli, — tutrice — della di lei prole —. E questo — fa esso — Pascoli — per il prezzo — di d 1261 L 1 s 16» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10320, IV instr., 255, f. 371r — 372r).
1809 È di Francesco Giupponi (Registro delli aloggi, f. 14v).
 *Vi abita il facchino Giovanni Pivaro (ibid.).
1815, mar. 18°°Vedasi n. 470.
1815, ag. 15*Il commissario di polizia al podestà di Udine: «Nella cale senza uscita — situata fra le case — n. 473 e 474 contrada S. Tomaso, — si scorge un guasto prodotto in una pietra grande di marmo che forma parte del pavimento all’ingresso della medesima e che ricopre una cantina —; per cui rendesi pericolosissimo il passaggio segnatamente in tempo di notte» (A.S.U., C.N., 180/Orn., 5875).
1850, mar. 11 Vedasi n. 470.
1852*Sotto questo numero sono comprese due parti: una appartenente a Mario Luzzatti e una, censita come 473 A, ad Angelo Giupponi, definita come «parte del n. 475» (Competenze, I, f. 13v).
1931 È abbattuta.
474
1717, sett. 16 «Casa nella contrada detta borgo del Fieno, presso la chiesa di S. Tomaso, fu Bettussi; confina lev. calle di S. Tomaso, mezz. e pon. case Taccelli fu Moroldi, tram. borgo del Fieno» (A.S.U., N., Giovanni Patrielli, 8372, Allibramento Tacelli, f. 1v — 5r).
 *La casa ha due piani: al pianterreno è ricordata «una caldiera di rame murata di tenuta di secchi sei circa, pesa lb 20 —. Il forno in detta stanza, dice la sign. Catterina essere suo et non intende sii stimato perché lo ha fatto doppo la morte del q. — sig. Giovanni di lei marito» (ibid., f. 4v).
1801 Anna Murero e figli. Stamperia (Nomenclatura, f. 18v).
1809*Appartiene alla stampatrice Anna Murero. Affittuale è il «casolino» Nicolò Costantini (Registro delli aloggi, f. 14v).
1822, sett. 24 È di Girolamo Murero tipografo “vescovile” (A.S.U., C.A. I, 100/1825/II, 4284 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario presenta progetto di riforma, che non viene accettato (ibid.).
1843, ag. 30 È di Antonio Pilosio. Nella facciata del primo e secondo piano vi sono due finestre per piano ad arco. Viene ridotta (A.S.U., C.A. I, 375/1844/III, 6257 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da « Fantoni Ing. Civ.».
1845, apr. 24 «Caterina Simonetti de Pilosio vende a Francesco di Toppo la casa di recente rifabbricata dal — nob. Antonio de Pilosio» in via S. Tomaso al n. 474; «la casa stessa pervenne nella venditrice per vendita fatta dal nob. — Antonio de Pilosio coll’instrum. 3 apr. corr., esistente nei rogiti di me notaio al n. 859 e — in esso pervenne in forza di asta giudiziale — 14 magg. 1844 —, in antecedenza apparteneva — alle sorelle Catterina, Cristina ed Elisabetta del fu Giovanni Murero, essendo la prima succeduta alle due ultime in vigore di eredità —. Il pezzo della presente — vendita viene — determinato nella somma di austr. L 17000. Confina a levante calle, mezzodν e ponente Angelo Giupponi, tramontana borgo. Antonio Pilosio aveva comperata la casa delle sorelle Murero all’asta il 14 maggio 1844 e ceduta alla moglie con atto 3 aprile 1845». (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/II, 876).
1852*Appartiene al co. Francesco di Toppo (Competenze, I, f. 13v).
1876*Vi hanno recapito i «commissionari e spedizionieri» fratelli Uccelli (COSMI-AVOGADRO, 91).
1883 Osteria “Ai due mori” (AVOGADRO, 151).
1893 Cartoleria Minozzi. Viene abbattuta.
   
BIBLIOGRAFIA COMELLI, L’arte della stampa, 141, 163, 168, 176, 178, 180, 209, 214, 244; MEDEOSSI, L’arte tipografica, 928; PICCO, Ricordi, 119-120.
475
1640*Appartiene ai Moroldi. Vedasi n. 476.
1801 È di G.B. Zambelli (Nomenclatura, f. 12r; poi Giupponi (Registro anagrafico, f. 12r).
1801, ag. 19*«— G.B. Zambeli — per sé e come procuratore — del sig. — Giovanni di lui zio paterno, — ha dato — a godere — al sig. Francesco q. G.B. Giuponi — la casa in ora da esso — Giuponi tenuta ad affitto semplice in ordine a locazione 28 ott. p.p. —, bottega sotto tenuta ad affitto dal sig. Giacomo Borghese e magazeno che in presente è tenuto per conto proprio de’ sigg. Zambelli, il tutto situatto nell’androna di S. Tomaso, dirimpetto alla casa di propria abitazione de’ sigg. Zambelli —. E questo — fa — per il valore — di d 2000 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, IV istr., 220, f. 337v — 338v).
1809 È di Francesco Giupponi (Registro delli aloggi, f. 14v).
1814, apr. 26*Ispezione del funzionario comunale per i lavori in corso, che vengono approvati (A.S.U., C.N., 180, 3030, 0/19).
1852*Appartiene ad Angelo Giupponi (Competenze, I, f. 13v).
1883*Vi hanno bottega l’armaiolo Leandro Franzolini1 e laboratorio la modista Luigia Fabris (AVOGADRO, 138, 148).
1932 È abbattuta. Era a due piani di due finestre.
   
NOTE1Per Leonardo Franzolini: Elenco ufficiale, 17; PICCO, Ricordi, 116.
476
1640, apr. 11 Quinto Giorgino q. Romolo vende a Girolamo Savorgnan una casa in borgo del Fieno abitata da Caterina Bugatta osta. Confina1 a levante col nob. Fabio Moroldi, a mezodν Ottavio del Merlo e Francesco Brugnolo, ponente G.B. Capodaglio, monti borgo del Fieno. Ha due finestre sulla strada (A.S.U., Arch. Toppo, copia dal not. Giacinto Causilico, XXXIII, 347, con stima di Giovanni Francesco Paderni).
1801 Co. Nicolò di Toppo (Nomenclatura, f. 18v).
 *Affittata al suo agente (ibid.).
1809*È di Marina di Toppo. Affittuale è Daniele Valentinis (Registro delli aloggi, f. 14v).
1821, sett. 10 La nob. Teresa di Toppo di Portis vende per it. L 6800 al nob. Carlo fu Bonaldo Zanolli «la casa — in contrada S. Tomaso al c. n. 476 —. Confina a lev. eredi del fu — Francesco Giupponi, pon. — Angela Dominissini, mezz. — G.B. Cipriani e tram. contrada S. Tomaso». È «tenuta in semplice affitto dalla sign. Vicenza ved. Tedeschi —, compresa la bottega ad uso di calzolaio —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10545, 1364).
1852*Appartiene a Francesco di Toppo (Competenze, I, f. 13v).
1924 È abbattuta.
1831, sett. 23*Giuseppe Micoli, proprietario dello stabile, presenta progetto per la sostituzione della cornice. Ne ottiene l’approvazione (A.S.U., C.A. I, 182/V, 4179 Orn. II C).
   
NOTE1Le notizie relative ai confini sono tratte dalla stima Paderni.
477
1640 Appartiene ai Capodaglio. Vedasi n. 476.
1801 È di G.B. Zambelli (Nomenclatura, f. 12r).
1834, giu. 10*«G.B. e Giuseppe fratelli Iacotti — assoggettano a speciale convenzionale ipotecca la — casa d’abbitazione con cortivo ed orticello, situata — al c.n. 478 —. Confina a lev. con case abitate da’ revv. vicari di questa — cattedrale col c.n. 429, a mezz. strada —, a pon. con case del restante c.n. 427 del sig. Giovanni Signori in loco Prampero, ed a tram. con orto degl’eredi del fu — Giovanni Maria Benvenuti» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10315, 2918).
1836, genn. 8*Relazione della deputazione comunale d’ornato: «Dipendentemente all’ord. mun. 4 del corr. mese, n. 6310, la deputazione comunale d’ornato invitò — Simone Terrenzani nel suo ufficio ed, intervenuto, gli si mostrò il desiderio di modifica con il prospetto della sua casa da ritagliarsi coll’allargamento della strada stessa al portone di Poscolle, prospetto già combinato colla convenzione 12 luglio 1835. Sentendo egli di fatto che le modifiche consistono: I) nella continuazione della casa chiudendo l’intervallo fra questa e l’altra vicina del — Marchiolli; II) nella trasformazione di una finestra in porta, riducendola tutta alla larghezza di m 1,40; dichiarò di secondare a peso proprio i desideri —» (A.S.U., C.A. I, 285/VII).
1838, giu. 18*G.B. Terenzani presenta domanda di riforma della casa. Il progetto è accettato «ove sia ridotta la finestra terranea a porta uguale alla adiacente di mezzo» (A.S.U., C.A. I, 285/1838/VII, 2390 Orn. II C, con diss.; A.S.U., C.A. I, 285/1838/VII, 3149 Orn. II C, con diss.).
1840, apr. 3 Giovanni Giuseppe q. Paolo Clocchiatti vende la casa ad Anna Maria Fortunato Comencini (Atto privato1).
1849, lugl. 4 Anna Maria Fortunato Comencini vende la casa n. 477 per L 5000 a Leone Luzzatto, acquistante per persona da dichiarare (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/IV, 1606).
1852*Appartiene a Regina Citrani (Competenze, I, f. 14v).
1876*Francesco Saccavino vi ha negozio di stoffe (COSMI-AVOGADRO, 109, 115).
1924 È abbattuta.
   
NOTE1La notizia è desunta dall’atto del 4 lugl. 1849, cui accenna la notizia seguente.
478
1801 Antonio Policardi (Nomenclatura, f. 18v).
1809*È del calderaio Antonio Policardi (Registro delli aloggi, f. 14v).
1812*Bettola di Antonio Policardo, di terza categoria (Esercenti).
1815, ag. 20*Antonio Policardi calderaro chiede il permesso di «rinovar di pietra la porta e ribatti della propria bottega al n. 478 conforme al disegno». Il progetto è approvato a condizione «che li ribatti siano dipinti d’un verde carico, onde tornino in decoro della località» (A.S.U., C.N., 180/Orn., 6632).
1822, nov. 30*Vedasi n. 400.
1852*Appartiene a Maddalena Cleani (Competenze, I, f. 14v).
1876 Osterie “All’arrivo degli Italiani” e “All’orbo” (COSMI-AVOGADRO, 105, 107).
 *Vi ha negozio di oggetti di rame Giovanni Pellarini (ibid., 111).
1883*Giovanni Grillo vi ha negozio di ferramenta (AVOGADRO, 144).
1924 È abbattuta.
479
1801 Domenico Cecoril (Nomenclatura, f. 18v).
 *Affittata a Terenati (ibid.).
1809*È di Domenico Cecconi. Vi abita l’ombrellaio Francesco Terenati (Registro delli aloggi, f. 14v).
1822, nov. 30*Vedansi n. 400.
1841, giu. 2*Vedasi n. 108.
1843, febbr. 12*Anna Kircher Antivari vende al dott. G.B. de Rosmini di Trieste alcuni immobili, tra i quali anche la casa n. 479 (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4831, 4726),
1843, ag. 26*Vedasi n. 108.
1843, ott. 30*Vedasi n. 395.
1848, ag. 30 È di Angelo Rosmini (A.S.U., C.A. I, 448/IX, 5853 Orn. II C, con dis. firmato dal capomastro Andrea Zinio).
 *Il proprietario chiede il permesso «di trasportare la finestra del secondo piano in asse colla sottoposta; — di demolire l’esistente linda, sostituendovi una semplice cornice a guscia nell’atto di applicare la prescritta gronda e tubi —» (ibid.).
1852*Appartiene ad Angelo Rosmini (Competenze, I, f. 14).
1876*Negozio di drogheria e coloniali di Luigi Moretti (COSMI-AVOGADRO, 91).
1883 Osteria “Agli amici” (AVOGADRO, 151).
1924 È abbattuta. Vedasi n. 400.
   
BIBLIOGRAFIA di CAPORIACCO, Udine. Appunti, 45.
Porta Poscolle interna
  Appartenente alla terza Cinta.
1660, ag. 31 Essendo angusta la camera dei pegni, vi si aggiunge la stanza contigua della scuola pubblica e si delibera di adattare la Torre interna di Poscolle «ad uso perpetuo della publica scuola di gramatica della città — nostra, già che notoriamente si conosce angusta et insofficiente per granari di fontico, dovendosi perciò col publico danaro ridur essa torre a quella perfettione che il bisogno ricercasse» (Annales LXXXII, f. 154r).
 *Vedansi anche i n. 394, 395 e 711.
1837, lugl. 30 Giuseppe Zandigiacomo, sorvegliante per la congregazione municipale, trasmette alla medesima le perizie sulle «case da ritagliarsi al portone interno di Poscolle», ossia quelle di G.B. Marchiolli, G.B. Terenzani, G.B. Antiveri, Luigi Delfini e la Torre di Poscolle. Il progetto dal podestà viene inviato all’i.r. aggiunto fiscale (A.S.U., C.A. I, 285/VIII, Posizione... Poscolle, 4474 Strade VII/31).
1838, ag. 21 Pietro Antivari alla congregazione municipale: «Colla convenzione 15 luglio 1835 seguita tra questa congregazione municipale ed il sig. Luigi Andrea Dolfin, — eransi stabiliti li lavori che dovean eseguirsi nella casa di quest’ultimo al sito dove che segui la demolizione della cosν detta Torrata del porton di Poscolle. Essend’io divenuto proprietario di tutta la casa fu Dolfin, — non convenendomi piϊ quei lavori —, ho — esonerato dall’esecuzione dei medesimi l’imprenditore sig. Andrea Tramontini di S. Vito —. Mi riservo poi di produrre a tempo opportuno alla commissione d’ornato il disegno dei nuovi lavori che crederò d’intraprendere» (A.S.U., C.A. I, 269/III, 4972 Strade IV).
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 42v; L. PALLADIO, Cronaca, f. 13v.
   
BIBLIOGRAFIA JOPPI, Udine prima del 1425, XI; RIZZI, Udine, 59, 160, 161.
   
ICONOGRAFIA CARLEVARIJS, Agl’ill. mi sig.ri... Gerolamo Bartholucci, 0; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, U.
480
1496, lugl. 18 «Visa supplicatione providi viri mag. Parti1 calderarii —, deputati concesserunt eidem mag. Parto — in compensum sui terreni quod relaxat d. Odorico de Merulis, tantum de terreno gurgitis per latitudinem iuxta viam, quantum capit murus collis ser Curbelli a parte anteriori, et per longum versus domum nob. ser Augustini de Partistagno tantum de terreno ipsius gurgitis versus signum positum in terreno ipsius gurgitis, quantum relaxat de suo terreno ipsi d. Odorico —» (Annales, XXXIX, f. 79r).
1520, apr. 13*«— Dum — mag. Matthias calderario nomine suo et fratrum habitantium Utini prope Portam burgi Poscolli interiorem, postulasset sibi concedi licentiam — fabricandi quandam domum sitam prope dictam Portam a latere dicte porte inferioris versus domos illorum de Merlo et ellevandi murum faciei dicte domus a fundamento recta linea versus quedam ligna sustentantia faciem veterem dicte domus —, deputati qui hesterno die viderunt locum —, posuerunt partem quod decisio dicte petitionis — remittatur ad — consilium» (Annales, XLIII, f. 75r).
1546, magg. 3 «Cum sit — quod iam annis decem vel circa Petrus q. Colussii de S. Maria Sclaunici — pretio ducatorum triginta quatuor — vendidisset q. ser Mathię de Arigonibus2 — omnia eius iura super una dimidia domo sita Utini penes Portam interiorem burgi Poscollis ideo personaliter constitutus dictus Petrus — vendidit — ser Asquino — omnia — iura — que — idem Petrus et nepotes habent — super dicta dimidia domo —» (B.C.U., ms. 1232, Perg. IX, not. Benvenuto Moretto).
1549, lugl. 6°Il notaio Pietro Tritonio acquista all’asta una casa di Andrea Arrigoni, abitata da Arsenio Suardi, posta in Poscolle presso il portone; confina, a levante corte comune, a ponente roggia, a settentrione strada, a mezzodν Tito Merula (B.C.U., Carte Tritonio).
1606, mar. 18 «Pro rev.mo Rugerio Tritonio3 abbate Pinaroli —, visis literis — rev.mi abbatis datis Romę 4 presentis, continentibus sibi impartiri licentiam obserandi porticum domus suę habitationis prope rugiam Puscollis —, licentiam — concesserunt» (Acta, XXXII, f. 27v — 28r).
1609, ag. 24 L’abate Tritonio chiede poco spazio di terreno «designando — accrescere la casa — in Poscolle fuori del Portone, dirizzando la facciata verso l’acqua della roia» (Annales, LXVIII, f. 158v — 159r).
1744 «Tritonio. Abitano a man sinistra sortendo tra il Portone e il ponte Poscolle» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 177).
1789, genn. 18 Si concede al co. Francesco Tritonio «la facoltà di getare un ponte di legno sopra la roggia nel borgo di Poscolle» in comunicazione con la barchessa recentemente da lui eretta (Acta, XCI, f. 159v).
1798 Casa Tritonio. «Sotto un pergolo vi è dipinta a fresco la Ss.ma Vergine col Bambino e due Santi laterali, opera della maniera di Bernardino Blaceo» (de RUBEIS, Catalogo, 4 (1937), 8).
1801 Co. Francesco Tritonio (Nomenclatura, f. 18v).
 *Affittuale co. Alessandro di Brazzà (ibid.).
1807, genn. 3 Per testamento di Francesco q. Ruggero Tritonio, passa nella famiglia Moroldi4: «Dopo il ponte di Poscolle, a destra per chi entra in città vi è oggidν la casa Lovaria per eredità Moroldi, per eredità del q. Francesco q. Ruggero Tritonio, morto il 3/1/1807, lasciando usufruttuaria della casa la moglie Maddalena Caiselli, morta 9/6/1828» (Arch. Frangipane, ms. 1510, Schede per case, P).
1809*È di Maddalena Trittonio. Affittuali sono G.B. Strada e il negoziante Antonio Braidotti (Registro delli aloggi, f. 14v).
1810, nov. 10*Bortolo Zampieri vuole «ingrandire una finestra della sua bottega posta in borgo Poscolle al c.n. 480». Il permesso gli viene concesso, purché le finestre risultino tutte simili e senza sporto (A.S.U., C.A. I, 35/V, 5299 Orn. II C, con dis.).
1832*Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al cappellaio Antonio Pascoli, al calzolaio Francesco Borghese, al sellaio Bortolo Zampieri e al venditore di ferramenta Domenico Biasutti l’avviso municipale n. 1050 per la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene ai fratelli Moroldi (Competenze, I, f. 14v).
1864°È di Fabio Moroldi. Domanda di chiudere lo spazio fra le due torri con cancelli in ferro (A.M.U., Ornato, 1857-1864).
1876*Botteghe del calzolaio Angelo Clochiatti, dell’ottonaio e lattonaio Domenico Rubig5 e del tornitore Domenico Rumis (COSMI-AVOGADRO, 88, 108, 116), segnalati anche nel 1883 (AVOGADRO, 140, 153, 157). Per eredità passò nei Lovaria e quindi in Gabriella Orgnani moglie del co. Antonio Beretta.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 25 lugl. 1959 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Per il personaggio Parto, vedasi anche n. 383.
 2Per la famiglia Arrigoni: MONTICOLI, Cronaca, 70-71.
 3Per Ruggero Tritonio: PALLADIO degli OLIVI, Historie, II, 297.
 4Per la famiglia Moroldi: MONTICOLI, Cronaca, 77.
 5Per Domenico Rubig: Elenco ufficiale, 5.
   
STUDI INEDITI ZOZZOLI, La cultura artistica e l’opera di Francesco Chiarottini, 44-46.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Ancora qualche cosa, 5; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 130-132; ERMACORA, Guida, 165; MUTINELLI, Francesco Chiaruttini, 184-185; PICCO, Via Cavour, “Patria del Friuli”, n. 19, 58 (8 marzo 1895), 3; RIZZI, Pluralità, 471; VALENTINIS, Udine antica, 12.
481
1801 Pietro Andrioli (Nomenclatura, f. 18v).
1809*È di Francesco Andreoli (Registro delli aloggi, f. 14v).
1852*Appartiene a Francesco Andrioli (Competenze, I, f. 14v).
1876*Giuseppe Zorzi vi noleggia cavalli e Luigi Zorzi vi gestisce stallaggio (COSMI-AVOGADRO, 104, 114).
1883*Ancora Luigi Zorzi vi ha stallaggio, e noleggia cavalli (AVOGADRO, 142, 146).
482
1801 Francesco Polacco (Nomenclatura, f. 19v).
1809*È di Nicolò e fratelli della Frattina; vi abita il macellaio Francesco Polacco (Registro delli aloggi, f. 14v).
1810, febbr. 5*Inventario dei mobili della casa del fu Francesco Luci, detto Polacco. Vi è compreso anche un negozio di pelli, il cui inventario è compilato il 9 febbraio dal direttore della ditta “G.B. e fratelli Bertoli” (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10358, 361).
1812, magg. 26*In seguito ad atto oppignorativo del 5 marzo, viene messa all’asta «una stanza a pian terreno ad uso di cucina al n. 482; a lev. sigg. Fanzago, eredi q. G.B., a pon. strada pubblica». Debitori, per L 57,36, sono Marquardo e fratelli Frattina (A.S.U., C.A., 81, Asta, n. 28).
1812, ag. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 12 maggio, viene messa all’asta «una stanza a primo piano ad uso di camera al n. 482»1. Debitori risultano Andrea, Nicolò, Marquardo e fratello q. Paolo Frattina per L 29,20 (A.S.U., C.N., 81, Asta, n. 161).
1814, apr. 2*In seguito ad atto oppignorativo del 30 genn. 1814, viene messa all’asta «una stanza al primo piano dal corpo della casa — al n. 482, serve ad uso di camera». Debitore per L 83,80 è Francesco Morelli (A.S.U., C.N., 81, Avviso d’asta pagamento imposta prediale, IV rata 1813).
1814, ott. 22*«I fratelli Bearzi — vendono — al sig. Antonio d’Este — porzione di fabbrica sopra fondi de’ sigg. Frattina, sita nel borgo — di Poscolle, dal corpo della casa n. 482, che consiste in tinello, due camerini, salotto, pergolo e camerino a mezz. sottoposto alla terrazza, tutto forma il primo piano, con promiscuità di scala ed ingresso sino alla via pubblica, non che altra stanza a pie’ piano, a mezz. della cucina, quali locali tutti pervennero in essi — Barzi a pagamento di loro credito dietro la — sentenza contumaciale — 1 lugl. in esecutiva periziale 5 ag. p.p. —. La — vendita fatta viene pel prezzo — d’it. — L 2513,54 —» (A.S.U., N. Daniele Micheloni, 10328, 1371).
1815, ott. 12*Antonio del fu Alvaro d’Este è «proprietario della casa al c. n. 482, a cui è attigua una calle, che originariamente era chiusa. Verso la calle del Sale si è aperta ed esiste una schiusa di porta in muro, senza poter garantire la solidità del muro e che lascia esposta quella situazione a gravi ed incomode sogezioni. Il petente — si propone di erigere due portoni, uno sulla calle del Sale, con il relativo concio di muro, ed altro all’angolo della casa, che si sporge attiguamente al n. 500. Questi portoni sarebbero aperti il giorno a tutte le pubbliche e private esigenze, e dovrebbero poter essere chiusi per la pubblica e privata sicurezza —». Il permesso è concesso con le riserve della legge (A.S.U., C.N., 180/Orn. 7263).
1817 «Antonio Este, fin dal 1817» (Registro anagrafico, f. 12r).
1824, mar. 13°Battistina Rossi in Morelli la dona al figlio Morelli de Rossi (not. Daniele Micheloni).
1832, dic. 11 Giovanni fu Andrea Morelli de Rossi vende a Francesco fu Valentino Ferrari la casa 482 «— tra li confini a lev. — Teresa Maniassi — ved. Mugani e parte l’acquistante, mezz — chiesa — di S. Giacomo, pon. contrada —, ai monti la suddetta — Teresa Maniassi Mugoni —. La vendita viene fatta — a corpo — per il prezzo — di austr. — L 3350 —» (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 637, 3448).
1852*Appartiene a Giuseppe d’Este (Competenze, I, f. 14v).
   
NOTE1Non numerata, esiste una casa all’interno, fra i n. 482 e 500, intestata ai fratelli del fu Giuseppe Venturini, messa all’asta il 2 apr. 1814 (A.S.U., C.N., 81, Avviso d’asta per mora pagamento imposta prediale, IV rata 1813).
483
1801 Fanzago (Nomenclatura, f. 19v).
 *Affittuale Rosa Linussa (ibid.).
1809*È di Giovanni Maria Fanzago. Affittuali sono l’industriante Rosa Linussa e il falegname Giuseppe Mesaglio (Registro delli aloggi, f. 14v).
1812, magg. 26*Asta di «una stanza al n. 483 in primo piano; a lev. questa ragione, a pon. — Marquardo Frattina». Debitori per L 12,34 sono gli eredi del q. G.B. Fanzago (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 15).
1812, magg. 31*In seguito ad atto oppignorativo del 14 febbraio, asta di una «cucina a pian terreno dal corpo della casa posta in Poscolle calle della Roggia al n. 483, con ingresso verso la roggia e strada». Debitori sono gli eredi di G.B. Fanzago per L 64, 35 (A.S.U., C.N., 81/Processo verb. d’asta con effetto, n. 15).
1814, apr. 2*In seguito ad atto oppignorativo del 16 genn., asta di «una stanza al primo piano dal corpo della casa — al n. 483, serviva ad uso di cucina». Debitori, per L 11,23, sono gli eredi di G.B. Fanzago (A.S.U., C.N., 81, Avviso d’asta per mora pagamento impresa prediale IV rata 1813).
1815, ag. 1*«— Antonio q. G.B. Rizzani e Giuseppe q. Valentino Prisani — cedono al — co. Antonio Frattina, agendo anco per conto — del — co. Fabrizio di lui fratello e come rappresentante li sigg. Giovanni q. Giovanni M. e Regina madre e figlio Fanzago —, una stanza ad uso di cucina a pian terreno del corpo della casa in borgo di Poscole, calle della Roia, al n. 483, stata dalli — Rizzani e Prisani acquistata dal sig. Giacomo Visentini — 24 aprile 1813 a rogiti di — Giovanni Bertoldi pel prezzo — diit. L 120 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10444, 483).
1815, nov. 25*«— Marco Cancianini nella — figura di procurator — delli fratelli Fanzaco — coerredi testamentari del def. sac. — don G.B. Fanzago —, cede — al — sig. Antonio d’Este — qualunque azione e diritto loro competente — nelle testamentarie rappresentanze e realizzabile pel contingente loro caratto sopra le due case site in — borgo di Poscolle nell’androna dei Sali, marcate colli n. 483 e 484 —. La — rinunzia fatta viene pel prezzo — d’it. lire duecento —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10329, 1643).
1852*Appartiene a Giuseppe d’Este (Competenze, I, f. 14v).
484
1801 Fanzago (Nomenclatura, f. 19v).
 *Affittuale Orsola Polacca (ibid.).
1809*È di Nicolò e fratelli della Frattina (Registro delli aloggi, f. 14v).
 *Affittuale è l’industriante Valentino Joppo (ibid.).
1815, apr. 6*«Francesco Cosattini — vende alli — coo. Antonio e Fabrizio fratelli Frattina — una stanza ad uso di cucina dal corpo della casa sita in — borgo di Poscole marcata col c.n. 484; confina a lev. strada pubblica, pon. e tram. li — coo. Frattina, stata subastata il — 3 — giugno 1813 — a pregiudizio della dita, eredi Fanzago —, per it. L 75 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10444, 490).
1815, nov. 25*Vedasi n. 483.
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al “fabro” Angelo Biasutti l’avviso 1050 per la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene a Carlo Giacomelli (Competenze, I, f. 14v).
1854, febbr. 4*Pietro Biasutti «— artiere in falegname, domiciliato — al — n. 484 presenta — domanda di essere autorizzato di poter edificare la presente casetta situatta in calle del Salle al c.n. 500 A —» (A.S.U., C.A. II, 66, 932 Orn. II C).
1876*Oltre al negozio di cereali di G.B. Picecco, nell’edificio trova posto la fucina del fabbro ferraio Domenico Codini (COSMI-AVOGADRO, 90, 82).
1883*Nell’edificio lavorano i fabbri ferrai De Sabbata e Rudini (AVOGADRO, 144).
485
1786, dic. 31*«Li nobb. — Alvise q. —Francesco e co. Angela n. Frattina iug. Arigoni — hanno — ad affitto enfiteotico concesso a — Giuseppe Moisis — la casa ed adiacenze — descritte nella stima oggi pubblicata in note di me not. —, fatta dalli periti — G.B. Peruzzi, Gaspare Guerra e Francesco Leonarduzzi —, con patto — che il muro di chiosura annesso con altro cortivo Arigoni sia a drita linea della fabrica dell’altezza di 12 quarte fuori della fonda e che abbia ad aver gratis solo il transito nel cortivo — Arigoni —» (A.S.U., N., Camillo Merluzzi, 9692, III instr., 485, f. 372v — 373r).
1801 Nob. sig. Alvise Arrigoni (Nomenclatura, f. 19v); poi Frattina (Registro anagrafico, f. 12r).
1809*È di G.B. Arigoni. Affittuale è il «cavallerisso» Angelo Varetoni (Registro delli aloggi, f. 14v).
1813, giu. 9 G.B. Arrigoni vende a Margherita Galvani ved. Beltrame «una casetta composta da una stanza in piano e da due solari sopra, copperta di coppi» in Poscolle n. 485 per L 1080 «col ius della piazzetta al di fuori fin alla roia, confinante a lev. con la roia mediante la — piazzetta, a mezz. con case — Fanzago, a pon. con case della famiglia — della Frattina, ed a tram. con — G.B. Degano» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10299, 432).
1814, mar. 10 Margherita q. Pietro Galvani ved. Beltrame vende a Giuseppe q. Giovanni Bidossi «una casetta composta da una stanza in piano e da due solari sopra, copperta di coppi, col ius della piazzetta al di fuori a lev. fino alla roggia —». Confina 1ev. roia, mezz. Fanzago, pon. Frattina, tram. G.B. Degano (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10300, 537).
1815, ag. 13 Giuseppe Bidossi vende a Elisabetta e Cunegonda Luci la casa n. 485 (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10303, 805).
1830, magg. 13*Elisabetta ved. Stella chiede, «— per aver lume, d’ingrandire la fenestra nella faciata della casa di sua ragione situata — sopra la strada alla destra della roia — al c. n. 485 —» (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 1916 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene ad Elisabetta Polacco (Competenze, I, f. 14v).
486
1791, lugl. 12 Il nob. Alvise q. Francesco Arrigoni ed Angela Frattina sua moglie vendono «a titolo enfiteotico» a G.B. q. Giacomo Degano «una casetta con stanza terranea serve per bottega ad uso di fabro, sollaro sopra ad uso di camera e cocina e solaro — sotto il copperto con fondi al di fuori — per quanto capisce il muro — a levante ed a retta linea sin alla pubblica roggia, il tutto — posto — nel borgo — Poscolle; confina da 1ev. la roggia mezz. — Arigoni, possesso da — Zuane Orecchio, pon. cortivo della casa dominicale — Arigoni ed a tram. casa — di — Maria Zuppella — Benuzzi» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, III instr., 180, f. 318v — 319v).
1801 Nob. Alvise Arrigoni (Nomenclatura, f. 19v).
 *Affittata a G.B. Parigini (ibid.).
1809*È di G.B. Arrigoni. Affittuale è il maniscalco G.B. Degano (Registro delli aloggi, f. 14v).
1812, febbr. 1 G.B. fu Bortolo Arrigoni vende per L 1062,76 a G.B. fu Giacomo Degano maniscalco casa n. 486, confinante lev. roia, mezz. venditore, pon. Frattina, tram. Lucia ved. di Marco Benuzzi (A.S.U., N., Domenico Cosattini, Rep., 188, f. 23v).
1817, ag. 4°È di Ignazio q. Domenico de Marco. Viene alzata (A.M., 1817, b. 10).
1852*Appartiene a Lucia Degano (Competenze, I, f. 14v).
1876*L’edificio ospita la fucina del fabbro ferraio Antonio Cossio (COSMI-AVOGADRO, 92).
1883*Vi ha recapito il vetturale pubblico Luigi di Giuseppe Zorzi (AVOGADRO, 149).
487
1801 Orefice Alvise Benuzzi (Nomenclatura, f. 19v); poi Matia Plai e cognato (Registro anagrafico, f. 12r).
1809*È di Lucia Benuzzi. Vi abita l’orefice Alvise Benuzzi (Registro delli aloggi, f. 14v).
1852*Appartiene a Paolo Zupelli (Competenze, I, f. 14v).
1876*Studio dell’avvocato Augusto Cesare (COSMI-AVOGADRO, 85), ancora segnalato nel 1883 (AVOGADRO, 138).
488
1520, sett. 28 «Ser Bartholomeus Brugnus doctor, ser Nicolaus de Toppo, ser Andrea de Brazaco ac ser Nicolaus Baldana ex ordine — deputatorum ad regimen — concesserunt nob. ser Apollidoro dela Frattina — quod possit fabricare et murum extendere incipiendo ab angulo seu pariete quarundam novarum domuncularum suarum sitarum Utini in borgo Puscolli non procul a rugia comunis et iuxta curiam magnarum domorum dicti ser Apollidori in magazenis inferioribus quarum sal venditur et veniendo recta linea usque ad angulum porte magne per ‹quam› ingreditur idem ser Pollidorus in dictam magnam domum accipiendo de terreno comunis prope dictum angulum porte magne pedes quinque et non ultra» (Annales, XLIII, f. 97v — 98r).
1751, lugl. 8*Bernardino Zupello chiede di derivare l’acqua dal pozzo di borgo Poscolle ad uso della sua bottega di tintore (A.S.U., C.A., I/4, 74).
1801 È di G.B. Zuppelli tintore (Nomenclatura, f. 19v).
1809*È del tintore G.B. Zupelli (Registro delli aloggi, f. 14v).
1825, giu. 13 È di Felicita Zuppelli (A.S.U., C.A. I, 100, 1935 Orn. II C).
 *Chiede di aprire una finestra nella propria casa (ibid.).
1838, dic. 11*«— Giacomo Federicis — con istr. 23 dic. 1831 — avea acquistato da Antonio Zupelli la quota di eredità paterna — consistente — in una settima parte della casa —Il Federicis — con contratto 12 dic. 1835 —vendette al sig. Felice — di Donato Cagli quella settima parte —. Il — Cagli — vende — alli — sigg. Zupelli e Bon — la settima parte della casa — al c.n. 488 —. Siccome — la casa — apparteneva alli coo. Frattina, dei cui diritti divenne cessionario il sig. Pascolo Zupelli col contratto 15 febbr. 1838 e — li consorti Zupelli hanno diritto ai miglioramenti —, il — Cagli rinunzia alli — Zupelli e Bon il diritto a quell’indenizzo —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4827, atto privato stilato in data 11 dic. 1838 allegato all’atto n. 3700 del notaio soprascritto del 3 luglio 1841).
1852*Appartiene a Pascolo Zupelli (Competenze, I, f. 14v).
1883*Fucina del fabbro ferraio Antonio Cossio (AVOGADRO, 143).
1917 Negozio Tremonti battirame.
489/490
1399, nov. 4 «— Lucas mercator q. Mattioni de Malazumpicha, Utini habitans, pretio — sexentum et quinquaginta ducatorum auri — traditorum — per — Nadalum filium ser Andreę Panzerę de Portugruario —, vendidit — supradicto Nadalo stipulanti — nomine — sui patris — omne ius — quod — habet — in — quibusdam domibus sitis in Poscollo — in quibus primo olim Franciscus della Burgulina deinde Iacobus de Goro ospitium Angeli tenuerunt1, cum omnibus suis curiis et quodam terreno a latere ipsarum domorum, sito ubi alias videtur fuisse edificatum, at cum nonnullis casalibus seu argis paleis coopertis unoque orto sito post ipsas domos, quarum domorum muratarum tegulisque coopertarum ac terreni argiarum et horti hii sunt confines: a parte posteriori iuxta Dominicum Tamburlin, a parte anteriori iuxta stratam — publicam, ab uno latere iuxta gurgitem, ab alio est androna quę vocatur androna Molendini — et hoc vigore cuiusdam emptionis — alias factę per predictum Lucham a q. ser Missio de Ramanzacho, qui Utini habitabat, nec non ab Hermano et Antonio ac Francisco fratribus et filiis dicti olim ser Missii — ut constat — instrumento scripto manu ser Hieronimi — de Brunaciis — in millesimo tricentesimo, octuagesimo octavo —, die septimo mensis octobris —» (A.S.U., Arch. Portis, 47, not. Nicolò di Mattiusso Breda).
1406, mar. 24*«In burgo — Poscolle, in curia habitationis d. Nicolai fratris d. — patriarche —» (A.S.U., N., Giovanni del fu Tomaso, 5150, vacch. istr. 1406-1407, f. 4r).
1508, apr. 30*«Actum Utini —, in burgo Postcollis, in domibus nob. d. Ioannis Baptistę q. d. Nicolai de Zopola, in quadam camera respiciente versus gurgitem, in qua — testator iacebat infirmus —». Colui che detta il testamento è Francesco del fu Nicolò Antonio Saraceno da Arezzo della compagnia di Pietro de Monte (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Instr. V, f. 27v).
1510, lugl. 11 G.B. q. Nicolò Panciera di Zoppola vende al nob. Polidoro della Frattina una casa in Udine in borgo Poscolle (JOPPI, Notariorum, XIII, f. 43r).
1548 «Fatto in Udine in Poscolle nelle case Frattina dette del Sale» (JOPPI, Notariorum, IX, f. 116r, da note di Antonio Belloni).
1628, ott. 10°I fratelli Giovanni Francesco e Pietro di Prampero prendono in affitto la casa in Poscolle di Giovanni Francesco Frattina q. Nicolò con corte ed orto, eccettuati i magazzini del sale e l’osteria (Arch. Prampero).
1634, giu. 9°Filippo Giusti vende a Giovanni Francesco e Pietro Prampero «domum seu hospitium positum Utini in vico Poscollis super angulo androne vocade del Sale, sub domibus Fratinis, nun habitatis per dictos dd. Pramperos». Il Giusti l’aveva acquistata con atto 1631, ott. 29 dai Frattina (Arch. Prampero, Liber Instrumentorum, I, p. 240).
1744 «Zoppola. Abitavano la casa ora abitata dai Frattina» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 174).
1784, magg. 14 Il co. Francesco Pappafava concede in enfiteusi al nob. rev. G.B. q. Giacomo Fanzago la sua casa posta in Udine nel borgo di Poscolle «sul canton dell’androna del Sale, contigua alle case furono Frattina, in parte possesse dal rev. Fanzago — qual casa di presente viene condotta a semplice affitto da — Niccolò q. Venanzio Moro per — L 150 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9973, V instr., 333, f. 407v — 408r).
1801 È del nob. Alvise Arrigoni (Nomenclatura, f. 19v), poi dei Frattina (Registro anagrafico, f. 12v).
 *Al n. 489 abitano gli Arrigoni; al n. 490 l’affittuale Antonio Dolce (Nomenclatura, f. 19v).
1805, nov. 13 Esistono in Udine tre magazzini del Sale: in Poscolle casa Frattina, al militare n. 490/2 e nella calle del Freddo al n. 542/1 e 546/2 (A.S.U., C.A., 95/III, 54).
 *Al 490/2 per il sale S. Maura bianco; al n. 546/1 per il sale di Pirano; al 546/2 per il sale di Pirano (ibid.).
1809 È di Nicolò e fratelli della Frattina. Ufficio del Sale (Registro delli aloggi, f. 14v — 15r).
 *Affittuali sono l’impiegato Antonio Dolce e l’industriante Giuseppe Missio (ibid.).
1812 Osteria “Alle quattro nazioni” (Esercenti).
 *Gestione di Antonio Calodrini (ibid.).
1814, apr. 2*Avviso d’asta per mora nel pagamento della quarta rata dell’imposta prediale per il 1813: una stanza a pian terreno dal corpo della casa situata in borgo Poscolle al n. 490, «serviente ad uso di cucina, abitata presentemente da Caludrino Antonio, oste». Debitori risultano Marquardo e fratello Frattina per L 20,03 (A.S.U., C.N., 81).
1817, nov. 19*Il cursore municipale recapita nella casa n. 490 ad Antonio Callodrini una diffida a munirsi di licenza di polizia (A.S.U., C.A. I, 10).
1819 giu. 27*La deputazione d’ornato informa la congregazione municipale che «la linda della casa n. 490 di proprietà del — co. Marquardo Fratina, abitata da parechi affittuali, trovasi in tale pessimo stallo, che abbisogna di ricostruzione sν per l’infraccidamento che si osserva di quasi tutti i legni trasversali, come di buon numero di quelli su cui appoggiano conseguentemente alle vetustà loro ed alla poca o niuna unquamai effettuata riparazione e segnatamente per ciò che riguarda la prima punta della linda stessa verso la roggia fin quasi all’estremità dell’altra verso Poscole» (A.S.U., C.A. I, 24/XI).
1820, mar. 23*L’“ingegnere d’offizio” F. Bernardinis propone alla congregazione municipale che siano diffidati i coo. Antonio e Fabrizio Frattina, dai quali «per agevolare la discesa de’ rotabili dal borgo Poscolle all’ingresso dello stallo coscritto al c. n. 489, il cui piano è piϊ basso quattro decimetri circa, venne formata, nel tratto di marciapiede occupato dal mentovato stallo, una rampa, che, avendo principio sull’estremità del marciapiede dal lato del borgo, va a morire presso gli stipi del portone stesso. Questa impensata discesa attraversante il marciapiede rendesi non poco incomoda alli transitanti e nelle circostanze di pioggie e ghiacci può farsi cagione di dispiacevoli evenienze —». Segue la denuncia ai Frattina in data 20 apr. 1820 (A.S.U., C.A. I, 35/V, 981 Orn. II C).
1820, mar. 25*«Il — nob. — F. q. Francesco Frattina —, domiciliato alla Frattina —, tanto per il suo interesse quanto per quello delli — coo. Antonio e Nicoletto di lui fratelli —, in semplice affitto concede — al — sig. Micoli — li — locali facienti parte delle di lui case site — nel borgo — di Poscolle e contrassegnate dalli c. n. 489, 490 e 491, cioè locale attualmente occupato in semplice verbal affittanza per uso di osteria dal sig. Antonio Caludrini —, composto a pianterreno d’una cucina, camerino, cantina ed altro piccolo sito per uso di legnera, con sovraposta camera e coridore; altro locale, tenuto in semplice verbal affittanza dalli sigg. G.B. e Santa iug. Rigo e composto d’un mezzado, una stanza ed andio, nonché in primo appartamento una camera sopra la strada ed altra simile verso la corte; altro locale tenuto in semplice affittanza dalli sigg. Giovanni e Prudenza iug. Venuti, con scala interna; altro locale in secondo appartamento, tenuto in semplice verbal affittanza dal sig. Giovanni Mattio Noligino, composto da due camere, una verso la strada e l’altra in canton della corte; altro locale tenuto in semplice affittanza dal sig. *** Boten, composto da un magazzino a pian terreno con luce verso la corte e contrada — del Sale; salone in secondo piano con promiscuità di servite, ingresso — con scala esterna; l’uso del portone maestro d’ingresso — cosν pure della corte interna, il tutto — tra li confini di lev. parte l’affittuale — Micoli, parte restante proprietà di questa ragione, mezz. e pon. parimenti di questa ragione e cale del Sale ed alli monti il — borgo — di Poscole —. Avrà corso la — affittanza per il periodo non interoto di anni nove —, verso l’annuo — affitto di it. L 550 —» (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 633, 657).
1821, ott. 17*Circa la richiesta di Pietro Micoli, che chiede di operare alcune modifiche nella facciata della casa al c.n. 490, i deputati d’ornato comunicano alla congregazione municipale che, «sentito l’ing. — V. Presani, non emergono eccezioni — per l’apertura delle due fenestre e chiudimento delle due nella casa —delli fratelli Fratina al — n. 490, per testimonianza del capo murero Battigelli accordarono al ricorrente — l’esecuzione dei lavori —» (A.S.U., C.A. I, 53/III, 4649 Orn. II C, con dis.).
1832*Il capoquartiere riferisce di aver recapitato nella casa n. 490 alla fruttivendola Anna Biasutti e al “lavoratore in rame” Giacomo Pittana l’avviso municipale n. 1050 relativo alla «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selciati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1834, genn. 22*A Carlo Giacomelli, «per l’uso di magazzino a cui viene destinata la stanza terranea della casa in Poscolle — n. 490, rendesi indispensabile l’allargamento della porta guardante sul borgo, di cm 50 —». Il progetto è approvato dalla deputazione d’ornato (A.S.U., C.A. I, 219/1, 308 Orn. II C, con dis.)
1840, ag. 31 È dei Frattina (A.S.U., C.A. I, 315/1840/VI, 5491 Orn. II C, con dis.).
 *Carlo Giacomelli, «autorizzato — dalli — coo. Frattina, proprietari della casa — n. 490 nel borgo Poscolle, ad eseguire alcuni lavori nella medesima —» chiede ed ottiene il permesso di aprire una nuova porta ed una finestra «nella estremità verso lev. del prospetto sul borgo —» (ibid.).
1841, giu. 12*A Carlo Giacomelli «è indispensabile — una riforma anco della estremità verso pon. del prospetto sul piazzale di S. Nicolò della casa — n. 490 — delli — Fratina —. Cosν pure gli è necessario di aprire tre rebatti ed una porta nel fabbricato fra li — n. 491 e 492 lungo la contrada del Sale della medesima ragione —. Soltanto riguardo alla porta e rebatti della casa n. 490 dichiara di non poterli eseguire finché non sloggi l’attuale inquilino». La deputazione d’ornato concorda sul progetto della casa n. 490; per la n. 491 «vorrebbe che la finestra superiormente posta alla porta, fosse portata in asse alla porta stessa ed alla finestra del terzo piano, poiché con il tutto formerebbe un complesso armonico» (A.S.U., C.A. I, 328/1841/VIII, 3789 Orn. II C, con dis.).
1852*Il complesso n. 490, 491 appartiene ai fratelli Frattina. I1490 viene indicato come «stabile di cavalleria con n. 21 cavalli» (Competenze, I, f. 14v).
1876*Oltre al negoziante di vino all’ingrosso Luigi Moretti e al venditore di liquori e commestibili diversi Ceconi Dreussi, vi gestisce un noleggio di cavalli Carlo Gragnano. Nella casa n. 490 ha recapito la levatrice Anna Visentini Boggi (COSMI-AVOGADRO, 98, 99, 104, 114, 116).
1883 Stallo di Carlo Gragnano. Caffè “Al Ponte Poscolle”. Osteria “Al Napoletano”. Sala da ballo “Al pomodoro” (AVOGADRO, 141, 156).
   
STUDI INEDITI CIPOLLA, Memorie, f. 57r.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, I sindaci inquisitori, 190; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 64-65, 139; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 133-135; BERRIS, Monografia; BRAGATO, Guida, 64, 165; CERGNEU, Cronache, 44; CHIURLO, Le epigrafi, 56; DAMIANI, Arte... Il liberty, 101; ERMACORA, Guida, 165; ERMACORA, Provino Valle, 361-362; FRANGIPANE, Genealogia e regesti della famiglia dei conti di Prampero; GIOSEFFI, Udine, 84; IL GIROVAGO, La società anonima G. Maffioli, 132; MONTICOLI, Cronaca, 43-44, 45; de RENALDIS, Della pittura friulana, 22; RIDOLFI, Le meraviglie, 132; TENTORI, Architettura, 348; Terra madre; VALENTINIS, Udine antica, 25-27; VASARI, Le vite, IV, 377.
491
1801 Della Frattina (Nomenclatura, f. 19v).
 *Affittuale Bortolo Fontana (ibid.).
1809*È di Nicolò e fratelli della Frattina. Vi abita l’industriante Bartolomeo Fontana (Registro delli aloggi, f. 14v).
1811, mar. 9*In seguito ad atto oppignorativo del 24 genn., viene messa all’asta senza esito «una stanza a pian terreno ad uso di calderaro, al n. 491». Debitori risultano Marquardo e fratelli Frattina (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta).
1830, febbr. 20*La deputazione comunale d’ornato comunica alla delegazione provinciale che sta per «crollare una parte della casa n. 491 in borgo Poscolle, di ragione delli nobb. sigg. Frattina». Oltre a questa riparazione, bisognerebbe restaurare la gronda. Fabrizio e Francesco della Frattina, opportunamente sollecitati, vi provvedono; ricevono l’approvazione il 3 marzo successivo (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 683 Orn. II C).
1852*Appartiene ai fratelli della Frattina (Competenze, I, f. 14v).
1876*Pasquale Tramonti vi ha negozio di oggetti di rame (COSMI-AVOGADRO, 111).
492
1801 Antonio Gozzi (Nomenclatura, f. 19v).
 *Affittuale Anna Luchina (ibid.).
1809 È di Nicolò e fratelli della Frattina (Registro delli aloggi, f. 14v).
 *Affittuale è l’oste Giovanni Moreale (ibid.).
1812, magg. 26*In seguito ad atto oppignorativo del 6 marzo 1812, viene messa all’asta «una stanza al primo piano ad uso di camera, in borgo Eugenio al n. 492; a lev. sig. — Marquardo Frattina e pon. Michele Coceancigh». Debitori, per L 28,10 sono Andrea e fratelli del q. Paolo Frattina (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 31).
1812, magg. 31*In seguito ad atto oppignorativo del 14 febbr., viene messa all’asta una «cucina dal corpo della casa in borgo di Po-scollo al n. 492, in contrada del Sale, con ingresso verso la strada». Debitori per L 13,63 sono i fratelli Andrea, Nicolò e Marquardo del q. Paolo Frattina di Portogruaro (A.S.U., C.N., 81, Processo verbale d’asta con effetto, n. 19).
1815, giu. 6*«— Francesco Cosattini agendo qual procuratore del sig. — Francesco q. Steffani Pari —, vende al sig. G.B. Centa — una stanza, ossia cucina a pian terreno, — situata — nel borgo di Poscole dal corpo della casa — n. 492, fu di ragione delli sigg. Andrea e fratelli q. Paolo Frattina; confina a pon. strada pubblica ed a mezz. — Cociancigh ed è stata subastata il — 26 maggio 1813 a pregiudizio delli detti — Frattina, come da processo verbale — 29 detto —, pel — prezzo di it. L 168 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10445, 545).
1852*Appartiene alle sorelle Centa (Competenze, I, f. 14v).
493
1801 Co. Alfonso ed Antonio d’Arcano (Nomenclatura, f. 19v).
 *Affittuale Giulia Riva (ibid.).
1808, mar. 25*«Instrom. di vendita. Sigg. Niccolò ed Andrea fratelli della Frattina abitanti nella comune di Portogruaro da una e sig. Michele Cociancigh di Udine dall’altra: sette casette situate in questa comune di Udine» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9973, Rep., 19, f. 1v).
1809 È di Michele Coceancigh (Registro delli aloggi, f. 14v).
 *Affittuale è l’industriante Giulia Riva (ibid.).
1852*Appartiene agli eredi di Michele Cociancis (Competenze, I, f. 14v).
494
1796, mar. 30 Angelo q. Pietro Sarti vende a Giuseppe Favorito una casa in Poscolle nell’androna detta del Sale, «ora tenuta ad affitto dal sig. Giuseppe Biazutti, confina a lev. — Bortolomeo Arrigoni, mezz. — Antonio Battistuta, pon. strada — ed a tram. — li coo. Arcani —, per il prezzo — di d 200 —» (A.S.U., N., Ignazio Brunelleschi, 10161, II instr., 247, f. 317r — 317v).
1796, magg. 13 Giuseppe q. Mattia Favorito di Monfalcone vende la casa a Francesco q. Domenico Graffi (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, III instr., 430, f. 421v — 422v).
1801 Francesco Graffi (Nomenclatura, f. 19v).
 *Affittata ad Anna Biasutti (ibid.).
1808, mar. 25*Vedasi n. 493.
1809 È di Michele Coceancigh (Registro delli aloggi, f. 14v).
 *Affittuale è il mastellaio Valentino Menotto (ibid.).
1852*Appartiene alle sorelle Centa (Competenze, I, f. 14v).
495
1801 Antonio Cerna (Nomenclatura, f. 19v). Affittuale Giulio Golporsar (ibid.).
1808, mar. 25*Vedasi n. 493.
1809 È di Michele Coceancigh (Registro delli aloggi, f. 14v).
 *Affittuale è l’industriante Pasqua Piva (ibid.).
1852*Appartiene alle sorelle Centa (Competenze, I, f. 14v).
496
1801 Domenica Battistona (Nomenclatura, f. 19v).
 *Affittuale Caterina Pittana (ibid.).
1808, mar. 25*Vedasi n. 493.
1809*È di Domenica Battistona (Registro delli aloggi, f. 14v).
1852*Appartiene a G.B. Battista (Competenze, I, f. 14v).
497
1801 Domenica Battistona (Nomenclatura, f. 19v).
1808, mar. 25*Vedasi n. 493.
1809 È di Michele Coceancigh (Registro delli aloggi, f. 14v).
 *Affittuale è l’industriante Anna Gencara (ibid.).
1852*Appartiene agli eredi di Michele Cociancis (Competenze, I, f. 14v).
498
1801 Cattarina e sorelle Zambelletti (Nomenclatura, f. 19v).
 *Affittuale Paola Ceschiutta (ibid.).
1808, mar. 25*Vedasi n. 493.
1809 È di Michele Coceancigh (Registro delli aloggi, f. 14v).
1852*Appartiene agli eredi di Michele Cociancis (Competenze, I, f. 14v).
499
1801 Caterina Zambelletti (Nomenclatura, f. 19v).
 *Affittuale Vincenzo Castellano (ibid.).
1808, mar. 25*Vedasi n. 493.
1809 È di Michele Coceancigh (Registro delli aloggi, f. 14v).
 *Vi abita il domestico Vincenzo Castellano (ibid.).
1823, nov. 27*«— Antonio Filaferro — vende — al — Giuseppe Castellani — una stanza terranea incorporata nella casa sita — nella calle del Sale coscritta col c. n. 499 —; confina essa stanza a lev. col sig. Antonio Este, pon. con la detta calle del Sale, mezz. passalizio pubblico ed a tram. col sig. Michele Cociancigh fu Frattina; quale stanza pervenne nel Filaferro — per acquisto dal medesimo verificato dalle mani del sig. Giacomo q. Francesco Pittana — a rogiti di me not. 11 — marzo 1816 —, che dal detto Pittana fu acquistata dalle mani delli sigg. Nicolò ed Andrea fratelli del fu — Paolo Frattina coll’instrom. 26 ag. 1810 a rogiti dell’ora def. not. — Luigi Bertoldi —. Il prezzo della — contrattazione viene — stabilito in it. — L 350 —» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10633, 3733).
1824, apr. 3*Denuncia della deputazione comunale d’ornato alla congregazione municipale: «Nella calle del Sale, fra le case — n. 499 e 500 esiste da vario tempo un tratto di mura di cinta che, per essere stato parte demolito e parte diroccato, trovasi attualmente isolato e mancante d’ogni ligatura, sicché minaccia pericolo». Vengono precettati i proprietari per il restauro. Vi sono implicati Antonio D’Este, Luca Andrioli, Michele Cociancich e Giuseppe Castellani (4 giugno). Ne esce una questione, in quanto costoro sostengono che la riparazione spetta al comune. In conclusione Antonio d’Este demolirà il muro pericolante (A.S.U., C.A. I, 89/X).
1844, mar. 12*«— Gino q. Sante Castellani — vende al — Daniele q. Giacomo Fantoni — una stanza a pian terreno incorporata nella casa — nella calle del Sale — al c.n. 499 —; confina essa stanza a lev, col sig, Antonio Este, pon. colla — calle del Sale, mezz. passalizio pubblico ed a tram. col sig. Michele Cociancigh fu Frattina —. Il prezzo — viene — determinato in austr. — L 300 —» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/I, 391).
1852*Il complesso comprende due parti: una (499) appartenente agli eredi di Michele Cociancis, e l’altra (499 A) a Giuseppe Castellani (Competenze, I, f. 14v).
1855, mar. 7 Pietro Biasutti vuole «riformare la casa divenuta ora di sua ragione, situata nella calle del Sale, contrassegnata col c. n. 499». Con la concessione, il podestà gli ordina che le «macerie precedenti dai lavori saranno fatte tradurre fuori porta Poscolle ad otturamento della fossa di circonvallazione» (A.S.U., C.A. II, 66/1855, 1427 Orn. II C, con dis.).
1855, mar. 21 Il capo del terzo quartiere denuncia irregolarità nei lavori in atto nella casa «sul piazzale fra la contrà del Sale e lo stallo Andrioli nel vicolo che mette in Poscolle». Segue una comunicazione di Daniele Fantoni, in data 28 marzo, il quale «nella riserva di produrre entro brevissimo termine — il tipo per la chiusa regolare del fondo annesso alla propria casa di abitazione — al c.n. 499 —, fa intanto istanza per essere autorizzato a lasciar sussistere — la provvisoria chiusa di legname» (A.S.U., C.A. I, 588/XVIII, 1943 Orn. II C).
500 e 500A
  «Arigoni nob. Alvise, con diverse case in corte» (Nomenclatura, f. 19v).
1808, mar. 25*Vedasi n. 493.
1809 È di Michele Coceancigh (Registro delli aloggi, f. 14v).
 *Affittuale è il «fendelegna» Giuseppe Gargasso (ibid.).
1816, genn. 8*Michele Cociancigh concede in semplice affitto al sig. Antonio del fu Urban d’Este «una casa situata in cale del Sal — n. 500 — che una volta teneva in affitto Mattia Novarini —. Sarà tenuto pagare il —d’Este a titolo d’annuo affitto — it. L 122,80 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10446, 737).
1852*Il complesso è diviso in due parti (500 e 500 A) di proprietà degli eredi di Michele Cociancis (Competenze, I, f. 14v).
1853, nov. 26*Pietro Biasutti «— in forza del contratto 28 giugno 1853 in atti del not. — Andrea Bassi, è divenuto proprietario — delle due casette situate in calle del Sale alli c. n. 500 e 500A, ed anco del fondo di piazzetta e strada nell’unito disegno tinteggiato a giallo, subentrando nei diritti del venditore — Pellarini Giovanni, a lui spettanti pell’acquisto fatto mediante pubblica asta, come consta dal processo verbale eretto presso questo municipio e depositato nei suoi atti sotto il n. 2843, 28 apr. 1841. Per poter ora costruire e riformare le — casette —, rendesi necessaria l’adesione dei rispettivi confinanti —. Prega — a voler fissare la giornata — e tentare la relativa convenzione —». Il progetto è firmato da Giuseppe Zandigiacomo (A.S.U., C.A. II, 66/1852, 8713 Pol. Giud. IX D, con dis.).
1853, dic. 21*Le parti convocate non addivengono a compromesso (A.S.U., C.A. II, 66, 9346 Pol. Giud. IX D).
1854, febbr. 4*Vedasi n. 484.
1876*Vi ha laboratorio il falegname Pietro Biasutti (AVOGADRO, 93).
501
1801 «Andrioli sig. Pietro; affittuale Antonio Savoia» (Nomenclatura, f. 19v).
1809 È degli eredi di Giuseppe Venturini e di Francesco Andreoli (Registro delli aloggi, f. 14v).
 *Affittuali sono il macellaio Pietro Orlando e l’industriante Susanna Arivaben (ibid.).
1852*Insieme con i n. 502 e 503 appartiene a Francesco Andrioli (Competenze, I, f. 14v).
502
1801 Francesco1 Andrioli2 (Nomenclatura, f. 19v).
 *Affittata a Pagnutti (ibid.).
1809*È di Francesco Andreoli. Affittuale è il fabbro Antonio Sbors (Registro delli aloggi, f. 14v).
1818, ag. 25*Relazione di Giuseppe Presani, commesso d’ornato, che si è recato «in contrada del Sale a riconoscere ciò che à esposto il sig. Francesco Andreoli con sua istanza». Rileva che è «cadente una piccola porcion di muro cui forma la figura di pilastro per chiusura d’una scalla esterna — il quale merita prontamente essere riattato» (A.S.U., C.A. I, 18).
1843, dic. 4*Vedasi n. 481.
1852*Vedasi n. 501.
1876*Nell’edificio ha laboratorio il falegname Antonio Baschiera (COSMI-AVOGADRO, 144).
1883°Vi è uno stallo (AVOGADRO)3.
 *L’edificio ospita il laboratorio del falegname Luigi Bragatto (AVOGADRO, 144).
   
NOTE1In apertura di scheda il della Porta scrive: «Sulla facciata di questa casa, verso via del Monte, vi è una pietra con una croce nel cui interno vi è una mano benedicente». In realtà la casa n. 502 non si trovava in via del Monte, ma in via del Sale, all’angolo colla strada della Roggia.
 2Su Francesco Andreoli capomastro: BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 98. Vedasi inoltre n. 233 e 503.
 3La Guida Avogadro non fornisce elementi sicuri per l’identificazione della casa n. 502.
503
1801 Francesco Andrioli1 (Nomenclatura, f. 19v).
 *Affittata a Marianna Rossignola (ibid.).
1809*È di Francesco Andreoli. Vi abita il domestico Giovanni Bassi (Registro delli aloggi, f. 14v).
1843, dic. 4*«— Vincenzo della Torre, — curatore della — moglie Marianna n. Andreoli —, e Lucia Rosso ved. Andreoli per sé e qual tutrice del minore Francesco Andreoli —, approvano — l’operato dei periti Kiussi e Novelli, dichiarando consistere la comune sostanza negli estremi offerti dall’asse — che la quota I indicata nella divisione progetto venghi prescritta ed accettata dal minore Francesco e che la quota indicata — II — venghi prescritta ed accettata dalla minore Marianna 1. Casa d’abitazione con altre due fabbriche ad uso di stallaggi e cortivo, sulla contrada del Sale e fra detta contrada e la contrada della Roggia, alli c.n. 481, 501, 502 e 503 —, tutto unito confina da lev. parte la pubblica roggia e parte fabbrica Antivari annessa alla locanda della “Stella”, mezz. orto del sig. G.B. Bossi, pon. contrada — del Sale, e da tram. parte contrada — della Roggia e parte contrada di comunicazione fra dette due contrade —, L 10640 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4832, 5208).
1852*Vedasi n. 501.
1872°Vedasi prospetto in A.M., Ornato, 1865-1873.
   
NOTE1Per Francesco Andreoli vedasi n. 502.
504
1744 «Cirio Girolamo abita in quest’androna ‹del Sale› contiguo alli Faventi» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 177).
1796, lugl. 22 Il nob. Raimondo q. Agostino Faventini e Domenica Cirio coniugi vendono a Luca Andreoli una «casa con corte ed orto» (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10073, II instrom., 121, f. 185r — 189r).
 *Nella scrittura privata del 3 giugno, riportata in calce all’atto (f. 188r — 189r), si precisa che la casa è «stata conceduta innadietro dalla nob. famiglia Coletti sotto titolo di pegno e godimento con scritt. priv. 8 ott. 1729 alli nobb. sigg. Cirio ed indi passata in dominio e possesso delli nunc q. nob. — Agostino e rev. d. Polidoro fratelli Faventini padre e zio del suddetto — Raimondo in relazione al solenne instr. 1782, 5 luglio, seguito tra essi — fratelli col nob. — Girolamo Coletti, per atti del nunc q. — Zuanne Socrate —».
1800, magg. 12 Girolamo, Francesco e Pietro q. Luca Andreoli vendono ad Alvise Martinuzzi di Trieste una «casa con cortivo ed orto» nell’androna del Sale per d 3200; «qual casa — fu — migliorata con de’ riflessibili restauri — fatti da detti — Andrioli —» (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10073, III instrom., 185, f. 295r — 297v).
1801 Francesco Bossi (Nomenclatura, f. 19v).
1809*È di G.B. Bossi (Registro delli alloggi, f. 14v).
1819, febbr. 3 La casa passa a Giuseppe Cernazai per convenzione giudiziale (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10634, 4314).
1827, giu. 9 Giuseppe fu Francesco Cernazai vende ad Agostino fu Sebastiano Pagani parte della casa di ragione del sig. Alvise fu Giacomo Martinuzzi n. 504, ossia orto nell’androna del Sale, confinante a lev. alveo della roggia, mezz. cortivo e fabbriche seguenti, pon. androna del Sale, tram. case furono Arrigoni — Frattina, ora Luca Andreoli1, e fabbrica confinante «a lev. — roia, a mezz. casa fu — Faventini ora del sig. Angelo Bertuzzi, pon. cortivo — Martinuzzi, ed a tram. orto» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10634, 4314).
1852*Appartiene ad Andrea Paderno; viene indicata come possibile abitazione per un maggiore (Competenze, I, f. 14v).
1855, genn. 21*Fabbrica di sapone di Santo Cian (“L’alchimista”, 6, IV, 21 genn. 1855, 34).
1857, ott. 19*Relazione dell’ingegnere municipale G.B. Locatelli alla congregazione municipale sulla visita alla casa (A.S.U., C.A. II, 76, 414).
1876*Recapito del medico chirurgo Giulio Pirona2 (COSMI-AVOGADRO, 101).
1883*Dott. Giulio Pirona (AVOGADRO, 148).
1909 Dott. Venanzio Pirona.
   
NOTE1Per gli Andreoli vedasi n. 233.
 2Per Giulio Pirona e la famiglia: MARCHETTI, Il Friuli, 600-611.
505
1683, magg. 28*«Fatto in Udene, nella contrada del Salle, in casa del sig. Polidoro Faventini» (A.S.U., N., Giulio Bonecco, 7861, VI instr., f. 24v).
1693, mar. 19*Fatto in Udine, nell’androna del Sale, in casa dell’habitatione del compratore infrascritto». Il compratore è Polidoro Faventini (A.S.U., N., Giovanni Domenico Vinacese, 7887, XII instr., f. 61v — 62r).
1744 È dei Faventi (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 177).
1801 Nob. sig. Agostino Faventini (Nomenclatura, f. 19v).
1809*È di Raimondo Faventini. Affittuale è l’orologiaio Giuseppe Ongaro1 (Registro delli aloggi, f. 14v).
1812, magg. 26*In seguito ad atto oppignorativo del 29 febbr. 1812, viene messa all’asta «una stanza al primo piano — al n. 505 a lev. il sig. Giuseppe Casi, a pon. — fratelli Gabrielli». Debitore per L 7,60 è Giuseppe Raffael. Ugualmente, su atto oppignorativo della stessa data, viene messa all’asta «una stanza ad uso di scuderia al n. 505, a lev. sig. Alvise Bassi, a pon. strada pubblica». Debitore è Raimondo Faventini per L 12,30 (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 10 e 17).
1812, magg. 31*In seguito ad atto oppignorativo del 15 febbr. 1812, asta di una «stanza ad uso di cucina in secondo piano, con ingresso da una scala con pergolo di pietra, e camerino che conduce nella cucina suddetta dal corpo della casa posta in borgo di Poscolle in calle del Sale al n. 505». Debitore è Raimondo Faventini (A.S.U., C.N., 81, Processo verb. d’asta con effetto, n. 16).
1812, ag. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 13 maggio 1812, asta di «una stanza a pian terrena — a lev. Bassi Alvise, pon. strada pubblica». Debitore per L 11,84 è Raimondo Faventini (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 160).
1814, apr. 2*Su atto oppignorativo del 23 giugno 1813, avviso d’asta per «una stanza al primo piano dal corpo della casa — n. 505 serviente ad uso di camera». Debitore è Guglielmo Monaco per L 14,55 dovute per la quarta rata dell’imposta prediale 1813 (A.S.U., C.N., 81, Avviso d’asta).
1821*Angelo Bertuzzi chiede il permesso di «aprire una porta ed una finestra nel muro interno verso la roia di parte della sua casa posta in questa città in contrada del Sale al — n. 505». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 53/III, 3601 Orn. II C).
1823, apr. 10 È di Angelo Bertuzzi (A.S.U., C.A. I, 81/1823/X, 1298 Acque IV, con dis.).
1823, apr. 10*Il proprietario chiede di «errigere un muro sulla sponda della roia per chiudere la porzione di fondo di sua proprietà esistente fra il muro della casa e la sponda» (ibid.).
1823, sett. 20*«— Il nob. Raimondo Faventini — vende — alla propria coniuge Domenica n. Cirio — li — locali — dal corpo della casa in — contrada del Sale al c. n. 505» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10548, 1987). Nello stesso giorno Domenica Faventini n. Cirio li vende ad Angelo Bertuzzi (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10548, 1988).
1824, magg. 24*Angelo Bertuzzi, ottenuto di ricostruire «la depressa fondamenta della sponda destra della roia attigua alla casa n. 505, non che d’errigere sopra detta fondamenta un muro di chiusura del fondo, lasciando in esso un foro — per l’espurgo roiale, attrovandosi ora la porta l’ingresso a detto fondo sopra la — calle del Sale di motoni in forma circolare —, desiderando di riformarla con suo requadro di pietra —, addimanda la permissione —». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 89/X, Acque IV, con dis.).
1852*La casa appare divisa in due parti (505 e 505 A), entrambe appartenenti ad Angelo Bertuzzi (Competenze, I, f. 14v).
1876*Pietro Barbetti vi ha negozio di legname e materiale edilizio (COSMI-AVOGADRO, 97).
1883*Vi ha recapito il sensale di granaglie Giuseppe Cargnelutti (AVOGADRO, 143).
   
NOTE1Per l’orologiaio Ongaro: PICCO, Ricordi, 116.
506
  Antico molino dell’ospedale abbattuto nel 1927.
1440*«Dona Fina paga per anno per la anima de d. dona Floris sora una sua casa murada e de copi coverta mituda in Udene del lado delle Becharie, zoè in mezo delle becharie e dello molino della fradagla delli Batudi de Udene, della quale a torno a torno sono le vie publice, marcha de denari una lagada per la dita dona Floris, la qual se debia pagare in la festa de s. Hermachor, segondo che apar dello legado in uno publico instrumento scrito per man de ser Iacum nodar fil che fo de Lenart de Udene in millesimo IIIJc LX - adì VIIIJor de luyo» (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, Libro rosso, I, f. 33r).
1653, magg. 30*«Grazzan. Ser Valentino Andreosso paga di semplice affitto d 18 a l’anno, sono L 111 s 12, sopra le case contigue al molino di questo pio luogo, avuto per il — Dreosso, come per locatione di 30 magg. 1653 di mi cancelliere, con obligo — di dover egli tenir in carico a sue spese le medesime case. Nota che le medesime case — furono date a goder al medesimo hospitale da — Marco Antonio Gallici per ducati duecento e cinquanta pacto recuperandi —» (A.C.U., A.A.O., Libro generai de’ livelli, n. 266, f. 10r).
1657, ag. 10*Garanzie di mad. Lavinia Tacella, m. Valentino Linerio tintore in borgo d’Isola e m. Giacomo Vasselaro muratore e Giovanni Ermano «casarolo in borgo di Gemona», per Benedetto di ser Andrea di Benedetto, e ser Antonio del fu G.B. Torreano mugnai che prendono in affitto il mulino dell’ospedale (A.S.U., Arch. S. Maria dei Battuti, V, f. 83r — 83v).
1659, genn. 15*«Furono affittate le soprascritte case insieme col collino annesso, a ser Francesco Slanz monaro —» (ibid.).
1753*«L’ospedale maggiore in borgo Grazzano possede un molino — tenuto a semplice affitto da G.B. Filippon q. Giacomo —. Quel molino, detto del Cisilino, è di ragione antichissima del pio luoco e fin dal 1376, 27 maggio per man de ser Ambrosio de Cuccana fu allivellato a Zuanne Scribli e del 1593, 7 marzo, stante che il pio luoco era in difetto d’esigere li suoi livelli, fece incantar il detto molino e dopo vari esperimenti d’incanti ai 17 febraro 1595 fu deliberato al pio luoco per stima —» (A.S.U., A.A.O., Cattastico ...1753, f. 197v).
1801*«Pio ospitai maggiore; affittuale Antonio Iacob molinaro» (Nomenclatura, f. 19v).
1808, febbr. 9*«N. 506. Giovanni ed Agostino lacoppi molinari di ragione del pio ospitale di questa città con corenti n. 4» (A.S.U., C.A., 1/2).
1809*È dell’ospedale. «Molino senz’altra abitazione» (Registro delli aloggi, f. 14v — 15r).
1852*Mulino dell’ospedale (Competenze, I, f. 14v).
1883*Mugnaio Giovanni Trevisan (AVOGADRO, 149).
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese... 1898, 42; Parti prese... 1906, 101; Parti prese... 1913, 151, 254.
507
1796, magg. 25 Anna Cappello Rioli vende al march. Francesco Mangilli una casa «in essa pervenuta in forza di testamento del q. — Giorgio Capello di lui fratello, del dν 23 sett. 1785, per atti dello sp. — Francesco Bertoldi —, posta essa casa dirimpetto al mollino del p. ospitale maggiore — in capo la contrada detta del Salle, confina a lev. casa di ragione co. Beretta fu Capello, mezz. nobb. sigg. Mangilli acquistanti colla casa fu Campiutti, pon. la roia ed alle monti strada pubblica —» (A.S.U., N., Ignazio Brunelleschi, 10161, II instrom., 260, f. 340r — 341r).
1801 March. Lorenzo Mangilli (Nomenclatura, f. 19v).
 *Affittuale Andrea Chedil (ibid.).
1809*È di Lorenzo Mangili. Affittuale è il professore di musica Andrea Chedi (Registro delli aloggi, f. 14v).
1852*Appartiene ai marchesi Mangilli (Competenze, I, f. 14v).
508
1801 March. Lorenzo Mangilli (Nomenclatura, f. 19v).
 *Affittuale Veronica Miconi (ibid.).
1809*È di Lorenzo Mangili. Inquilino è il domestico Giovanni Robisgh (Registro delli aloggi, f. 14v).
1844, mar. 11*Massimo Mangilli presenta progetto per ricostruire la casa. In data 19 aprile l’ingegnere municipale Lavagnolo comunica alla congregazione municipale che «il lavoro di riforma della casa del — march. Massimo — Mangilli non è diretto da alcun capomastro, almeno da quanto dichiarò il proprietario interpellato. E non fu nemmeno adempiuto alla condizione impostagli che il disegno di riforma venisse sottoscritto da un approvato artista. L’informe guscione è compito né — il proprietario è disposto a demolirlo». Il podestà accetta il fatto compiuto, «visto che se fossero state eseguite le incombenze — non sarebbe avvenuto il fatto —» (A.S.U., C.A. I, 375/1844/III, 1667 Orn. II C, con dis.).
1844, nov. 25*Nuovo progetto del Mangilli firmato dall’ing. Fantoni. La deputazione comunale d’ornato suggerisce sostanziali mutamenti (A.S.U., C.A. I, 390/1845/VI, 7741 Orn. II C, con dis.).
1852*Lo stabile appare composto di tre parti, censite rispettivamente 508, 508 A e 508 B, tutte appartenenti ai marchesi Mangilli (Competenze, I, f. 14v).
1876*Vi ha recapito l’ing. Giuseppe Vidoni (COSMI-AVOGADRO, 96-97).
509
1801 Giacomo Del Bon (Nomenclatura, f. 19v).
 *Affittuale mons. vescovo di Toulon (ibid.).
1809*È del negoziante Giacomo Del Bon. Affittuale è l’impiegato Marco Memo (Registro delli aloggi, f. 14v).
1852*Appartiene a Giacomo Spangaro (Competenze, I, f. 14v).
510/511
1779, nov. 23°Alle ore 6 arse la casa di G.B. Sguazzo in calle del Sale e restò incenerito il padrone (JOPPI, Notariorum II, f. 7).
1801 Bortolomio Sguazzo (Nomenclatura, f. 19v).
 *La casa n. 511, dello stesso proprietario, è affittata ad Antonio Bossi (ibid.).
1809*È di Bartolomeo Sguazzo (Registro delli aloggi, f. 14v).
1850*Filanda di seta di Vincenzo Sguazzi, con un fornello (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 72).
1852*Appartiene a Vincenzo Sguazzi (Competenze, I, f. 14v).
1876*Vi ha bottega l’orologiaio Valentino Anziutti (COSMI-AVOGADRO, 105).
 *Il medico chirurgo Bartolomeo Sguazzi vi tiene ambulatorio (ibid., 101).
512
1801 G.B. Capello (Nomenclatura, f. 20v).
1809*È di G.B. Capello (Registro delli aloggi, f. 14v).
1828, apr. 27 Giuseppe, Maria, Caterina e Rosa fu G.B. Capello vendono a Gasparo fu Giacomo Buelz di Tarvis «la casa — n. 512 con suo fondi e cortivo —; confina a lev. contrada del Sale, mezz. Vincenzo e fratello q. Bartolomio Sguazzi, pon. androna — ed oltre Antonio Tami, ed a tram. eredi del fu Girolamo Canciani, di antica proprietà e possesso della famiglia Capello e colle divisioni 1 nov. 1798 seguite privatamente — tra Pietro Antonio, Paolo, d. Valentino, Giuseppe e Lodovico fratelli del fu Giuseppe — assegnato — alla parte settima restata al sig. G.B. Il prezzo — viene stabilito in ven. L 8110 — corrispondenti ad austr. L 4634» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10554, 3037).
1850*Filanda per seta con un fornello, gestita da Orsola Battistig (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 9).
1852*Appartiene a Gasparo Sbolz (Competenze, I, f. 14v).
513
1801 Sorelle Canciani (Nomenclatura, f. 20v).
 *Affittuale Valentino Pagnacco (ibid.); poi Francesconi (Registro anagrafico, f. 12v).
1809*È di Francesca e sorelle Canciani. Affittuale è l’industriante Andrea Pellarino (Registro delli aloggi, f. 15v).
1852*Appartiene a Giuseppe Tomadoni (Competenze, I, f. 14v).
514
1801 Sorelle Canciani (Nomenclatura, f. 20v).
1809 È delle sorelle Canciani e Daniele Sarmeda (Registro delli aloggi, f. 15v).
 *Vi abitano Nicolò Canciani e il «casolino» Antonio Xotti (ibid.).
1824, febbr. 23 È degli eredi di Giovanna q. Girolamo Canciani (A.S.U., C.A. I, 89/X, 23).
 *Si tratta del verbale di convocazione di Giuseppe Tomadoni, uno degli eredi. Gli si muove l’accusa di aver fatto demolire e ricostruire la gronda prima di averne ottenuto il permesso. L’accusato ne conviene, rilevando tuttavia che la medesima minacciava rovina e che il capomastro Presani gliel’ha sistemata in poche ore. Assicura però che presto con le divisioni sarà riattata secondo le leggi vigenti (ibid.).
1841, apr. 10 [La parte censita] 514 è di Giuseppe Tomadoni. Viene alzata (A.S.U., C.A. I, 328/1841/VIII, 2480 Pol. Giud. IX D, con dis.). [La parte censita] 514 A è di Giovanni Francescani; domanda di ridurre il fabbricato a casa di abitazione (ibid.).
1844, genn. 30*«— Giovanni Da Rio del fu Francesco —, procuratore del sig. Marco q. Antonio Scalfarotto, — fece sentire alle sign. Elena q. Domenico Xotti Colussi e — Caterina Xotti Celotti — ch’esso intende esercitare il diritto di recupera — della casa — in borgo Poscolle, calle del Sale al c.n. 514 B — e ciò in base al contratto 17 genn. 1817 con cui l’originario compratore — Antonio Xotti, avo paterno delle predette signore —, accordò alli — altri minori — Giuseppe e Marco q. Antonio Scalfarotti il diritto di recuperare detta casa entro il termine dalle — leggi accordato —; da Rio fece pure sentire la sua intenzione di esercitare la ricupera — anco al sig. Giovanni Francesconi —, attuale possessore della casa —. Sono perciò comparsi — innanzi a me notaio. Il — sig. Da Rio — rinunzia al diritto di recupera — della — casa in calle del Sale al c. n. 514 B —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4833, 5322).
1852*La casa appare composta di tre parti, censite coi n. 514, 514A e 514B, delle quali la prima appartiene a Giuseppe Tomadoni e le altre due a Giovanni Tomadoni (Competenze, I, f. 14v).
515
1801 Francesco Deganis (Nomenclatura, f. 20v).
 *Affittuale Carlo Morandini (ibid.).
1809*È di Francesco Deganis. Affittuale è il «carroziere» Giulio Golpever (Registro delli aloggi, f. 15v).
1852*Appartiene agli eredi del fu Francesco Toscani (Competenze, I, f. 14v).
516
1666, apr. 16 Il co. Leonardo Caiselli vende una casa in Poscolle «sul canton dell’androna del Sale» alla sign. Rosa vedova di Girolamo Colombo. Esso l’aveva acquistata nel 1653, ag. 12, atti Brunelleschi Giuseppe (A.S.U., Arch. Caiselli, Istrumenti acquisti e vendite. Udine e pertinenze e A.S.U., N., Giacomo Citareo, 7593, Istr. 1666, f. 126r — 127v).
1676 Si concede un pezzetto di terreno a G.B. Nozzi «per occasione della fabbrica che intende fare nella casa acquistata — dagli eredi Colombi» (Acta, LIX, f. 413v — 414v, con dis.).
1801 Co. Lodovico di Valvason. Sua abitazione (Nomenclatura, f. 20v).
1809 È di Daniele Sarmeda (Registro delli aloggi, f. 15v).
1813, ott. 4*«Inventario di beni ed effetti del def. sig. Girolamo Barnaba, fatto sulle ricerche del sig. Pietro Andrea q. Nicolò Barnaba ed il sig. Antonio Mantoani» in borgo Eugenio, alla casa dei sigg. Sarmeda n. 516, secondo piano (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10441, 90).
1814, lugl. 25 Il co. Daniele fu co. Francesco Sarmede vende a Giuseppe Fabrizio, per persona da dichiarare, «una casa fu Valvason, serve di attuale sua abitazione, sita — nel borgo di Poscolle — n. 516, — che confina a lev. con la contrada — del Sale, mezz. e pon. Francesco Deganis ed a tram. il — borgo —; non che due locali per uso di stalla, una serve per esso — co. Sarmede e l’altra affittata a — Antonio Xotti, siti nella calle del Sale —, che confinano a lev. la calle suddetta, mezz. — G.B. Cappello, pon. — Carl’Antonio Bon-fin ed a tram. — Francesco Deganis —. La — vendita fatta viene pel prezzo — d’it. —L — 19034,55 —» (A.S.U., N., Domenico Micheloni, 10328, 1298).
1814, ag. 10 Antonio Scalfarotti «desiderando di compire la facciata della casa situata nel borgo di Poscole al n. 516, ne presenta — disegno — dimostrando le opere da farsi le quali sono il rialzamento della porzione di fabbricato A, B, E, F a compagnamento dell’altro fabbricato; cosν pure tagliare la linda e fare la cornice, intonacare da nuovo la facciata e biancare —» (A.S.U., C.N., 180/1814/II, 4533 Orn. XIX, con dis.).
1815, mar. 6 Antonio Scalfarotto vuole «apprire una porta e due ribatti nella casa —sita al n. c. 516 —» (A.S.U., C.N., 180, 1529 0/19).
1832 Relazione del capo del terzo quartiere, che riferisce di aver recapitato in questa casa al pizzicagnolo Giovanni Fabbruzzi l’avviso n. 1050 circa «la remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1841, sett. 4 È di Lucrezia Desia Simeoni (A.S.U., C.A. I, 328/1841/VIII, 5774 Orn. II C, con dis.).
 *La proprietaria presenta progetto per riformare la facciata, che viene approvato, «sebbene la collocazione della porta non convenga per la mancanza di vani ad essa verticali» (ibid.).
 °°Il disegno è firmato da « Giuseppe Bernardinis capo mastro».
1845, ag. 21 Lucrezia Desia Simeoni domanda di costruire portone bugnato simile ad attiguo esistente (A.S.U., C.A. I, 390/1845/VI, 5257 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da « Eusebio Brida Muratore ».
1852*Appartiene a Desia Simeoni. L’edificio viene indicato come idoneo per alloggio, in forma stabile, di un maggiore (Competenze, I, f. 14v).
1876 Osteria “Alla Nazionalità” (COSMI-AVOGADRO, 105).
 *Ne è proprietaria Santa Banelli (ibid.). Nella bottega censita 516 A svolgono la loro attività i fratelli Ridolfi pizzicagnoli e salsamentari (ibid., 110).
1883 Osteria “All’Olmo” (AVOGADRO, 151).
 *Proprietà di Giacomo Gaiotti (ibid.).
1892, febbr. 8*Inaugurazione della farmacia del dott. Antonio Manganotti1 (“Il Friuli”, 10, XXXIII, 8 febbr. 1892, 2).
1931 Proprietà Gaiotti. Farmacia Manganotti.
1948 Vi ha sede la farmacia Manganotti.
   
NOTE1Il Picco non manca di osservare che la farmacia è dotata di scaffali artistici, opera dello stipettaio Antonio Brusconi (PICCO, Lavoro artistico). Un’annotazione a matita sotto un cassetto reca l’indicazione «fratelli Zamparutti, 8 aprile 1898».
517
1643, mar. 4*La casa, che a questo punto sembra incorporare edifici contigui dello stesso proprietario o perlomeno esservi unita, è gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo, come si deduce dalle confinazioni delineate nel registro dell’anno indicato: «Alla partida di mess. Giulio Stella q. mess. Hieronimo Fattor, in luogo di mess. Andrea Comassatto, in ultimo il sig. Francesco Benusso, hora li sigg. Giovanni Andrea et fratelli suoi eredi, sopra una parte della sua casa, appresso una casa di quei di Comello, appresso un’altra del Merlo di S. Maria di Sclaunicco, appresso una casa degli heredi del q. Zuanne d’Abramo hoste, et delli heredi del q. Battista Rovore, come appar per mano di mess. Giacomo Clapiz notaro sotto li 22 di dic.. Dissero i confinatori — che la sua casa — è hora possessa et habitata per ser Giacomo Moratto nel borgo di Poscolle, confina a sol levado con una casa di ragione del q. ser. Francesco Privasio, hora tenuta dal sudetto Morasso, a mezodν col detto, a sol a monte la casa habitata per le Frezzarie et ai monti con la strada pubblica del borgo, paga s 4 p 8» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 3).
1743, magg. 18*Ancora nelle confinazioni della fabbrica del duomo: «Li sigg. Andrea e fratelli Bittussi in loco di ser Giulio Stella q. Girolamo Fattor già di ser Andrea Cumusato pagano supra una casa fu di quei di Camillo, confinata come nel cattastico 1643 dinari 4 s 4 p 8, item pagano olio lb 2. Dissero i confinatori, che la suddetta casa è al presente di ragione dell’egr. ser Giuseppe Zambelletti, pervenuta nel medesimo col mezzo della signora di lui consorte Greatta, che confina a levante l’abitazione Collombo parte, e parte casa di questa ragione, quale confina con l’androna del Sale che conduce in Grazzano, a mezzo dν casa di ragione della sign. Teresa Magris relitta q. sig. Marc’Antonio Morasso, a sol a monte la casa era abitata dalle Frizza-rie, al presente di ragione Commoretta, ora abitata dalla sign. Margherita relitta q. ser G.B. Paulini nata Tissoni, et alle monti la strada pubblica del borgo» (B.C.U., ms. F. XXI, f. 65v).
1783, apr. 24 Dalla facoltà del fu Leonardo fu Valentino Greatti: «Udine. Casa e cortivo dominicale in borgo di Poscolle con un tempiaro in mezzo che la divide in due parti. Confina a lev. parte — co. Lodovico Valvason, loco Desia, erede Colombo, parte androna del Sale e parte casa fu di — Marco Banelli, a mezz. e pon. sigg. Scrosoppi, loco della sign. Benvenuta Magris Vorasi, ed a tram. borgo di Poscole —» (A.S.U., N., Giacomo Nussi, 1582, Allibramento Greatti, p. 23, con inventario degli immobili p. 24-61; e inventario di mobili della casa dominicale p. 51-55).
1801 Francesco Deganis (Nomenclatura, f. 20v).
1809*Appartiene a Francesco Deganis (Registro delli aloggi, f. 15v).
1813, ag. 23*Francesco Deganis chiede «di aprire una porta ed una finestra, ossia ribato ad uso di botega in una stanza teranea guardante la strada nella — casa di propria abitazione al c. n. 517 —» (A.S.U., C.N., 180, 3851 Orn./19).
1852*Appartiene a Francesco Tosoni (Competenze, I, f. 15v).
1876*Vi ha bottega il calzolaio Pietro Cantoni (COSMI-AVOGADRO, 88).
1883*Ancora il calzolaio Pietro Cantoni (AVOGADRO, 140).
518
  Vedasi n. 519.
1643, mar. 4*Frezzarie. Vedasi n. 517.
1743, magg. 18*Comoretti. Vi abita Margherita Tissoni, vedova del fu G.B. Paulini. Vedasi n. 517.
1799, sett. 30 Paolo q. Antonio Scrosoppi vende all’ecc. Costantino Bonfini, per d 3200, una casa in Poscolle «con case laterali e stalla con due cortili, ingresso sul borgo di Poscolle ed ingresso e regresso anche per l’androna — del Zanon, con portone d’ingresso che va al secondo cortile a mezz. e stalletta con fienile sopra, il tutto — misurato e stimato dalli pubbl. per. — Giuseppe Leonarduzzi ed Osvaldo Colomba —, avvalorato anche da opinione — del sig. Luca Andreoli’ capo — mastro muraro, munita essa operatione con data 17 sett. — cadente —. E questa — vendita ha fatto — Paolo Scrosoppi pel — prezzo — di d 3619 — s 7 —, che sono L 22438 s 3 —» (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, III istr., 463, f. 454v — 456v).
1801 Ecc. Carlo Antonio Bonfini (Nomenclatura, f. 20v; poi Agostini Fabruzzi (Registro anagrafico, f. 12v).
1809*È di Carl’Antonio Bonfini (Registro delli aloggi, f. 15v).
1831, apr. 14*Proprietà Bonfini. Vedasi n. 520.
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al calzolaio Giorgio Carnelutti l’avviso n. 1050 per la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1837, sett. 2 Pietro Bonini vende ad Agostino Fabruzzi la casa in borgo Poscolle per L 13000, «— fra confini lev. eredi Deganutti, mezz. prete Antonio Canciano ed altri, pon. androna — Radia e parte particolari ed a tram. parte il fabro lesse, parte strada — del borgo e parte — eredi Deganis —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4821, 1989).
1846, lugl. 28*«— Angela Fabruzzi — concede al sig. Pietro Fabretti —: a) la bottega a pian terreno nella — contrada Strazzamantello al c. n. 851 con stanzino aderente sotto-scale; b) il magazzino situato in borgo Poscolle nella casa al c. n. 518 e granaio sopraposto alla casa stessa —»; vi è allegato un «inventario d’utensili ed altri mobili riscontrati esistere nelli magazzini tanto di proprietà della sign. Fabruzzi tanto di quelli da essa tenuti in arrenda» (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/III, 1211).
1852*Appartiene a Giuseppe Caffo (Competenze, I, f. 15v).
   
NOTE1Per Luca Andreoli vedansi n. 233 e 1643.
519
S. d.*Dal Colto di Brandimarte Lovaria:
  «N. 30. La casa posta nella città di Udine nel borgo di Poscolle entro li seguenti confini: cioè a lev. casa di questa ragione tenuta ad affitto per Pietro Svazinello; mezodν d. Maria Marinona; pon. l’androna Radia; ed alli monti il borgo di Poscole. — Li sopradeti confini li ho ritrovati nella stima che il q. — perito Cittareo fece l’anno ’650, 22 marzo della medesima casa all’ocasione fu aquistata dal q. Andrea Di Benedetto monaro —; ora fu acquistata dal q. ser Francesco e fratelli Di Benedetto figli del — q. Andrea monaro per —d 322 L 5 s 17 —, come consta dal doc. ’622, 25 marzo in atti di Andrea Brunalesco nod. — Affittanza fatta al q. Francesco Tisin oste della sopradetta casa — vide locacione ’662, 2 nov. in Colto di Udine, c. 58 —. Simile affittanza fatta al q. — G.B. Moro —. Locacione ’666, 1 ottobre, in Colto di Udine, c. 65. Altra simile fatta al q. Giuseppe Picotino —. Colto di Udine, c. 65. Locacione ’668, 10 luglio» (A.S.U., Arch. Lovaria, 23/Colto Brandimare Lovaria, f. 12r).
1781, apr. 8 «— Giovanni Socrate q. Simone — ha alienato al sig. Pietro q. Giorgio Tonini — una casa feudale e censuale — nel borgo — Poscolle confinante a lev. eredi Mari-noni, a mezz. parimenti, a pon. contrada detta Someda ed ai monti strada — per d 900 —» (A.S.U., N., Giovanni Lorio, 10117, 16, f. 16v — 18r).
1801 Domenico lesse, fabbro (Nomenclatura, f. 20v).
1802, apr. 7 Domenico ed Rosa iugali Iesse vendono a Giacomo di Giuseppe Bertuzzi «la loro casa d’abitazione posta nel — borgo Poscolle» per d 1175 L 2 s 8 (A.S.U., N., Domenico Cosattini, 10561, I instrom., 28, f. 37v — 39r).
1809*È del fabbro Domenico Iesse. Affittuale è il maniscalco Valentino Florida (Registro delli aloggi, f. 15v).
1816, mar. 12*Denuncia della deputazione d’ornato alla congregazione municipale: «Nella calle — chiamata contrada del Bon, senza uscita, sita nel borgo di Poscole dirimpetto al sig. Planis, per opera d’un fabro domiciliato al n. 519 dalla altezza di due appartamenti vi è una rottura di muro e questa serve per dar sfogo alle acque della scaffa —» (A.S.U., C.N., 187, 332 Pol. 20).
1828, dic. 29 «— Nella calle Zanon, detta la calle de’ Stagneri, in borgo Poscolle — il muro della casa dell’ecc. Bonfini Carlo promiscuo con Leonardo Iesse minaccia rovina —» (A.S.U., C.A. I, 89).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al fabbro Leonardo lesse l’avviso 1050 circa la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene a Santa Iesse (Competenze, I, f. 15v).
1874*Le case 518 e 519 sono registrate come un unico edificio (Prospetti di confronto).
1876*Bottega del tappezziere e sellaio Luigi Marcuzzi1 (COSMI-AVOGADRO, 115), ancora registrata nel 1883 (AVOGADRO, 115).
1883 Osteria “Al dio Bacco” (AVOGADRO, 151).
 *Proprietà di Francesco Ciani (ibid.).
1931 I n. 518-519 formano una sola casa.
   
NOTE1Per Luigi Marcuzzi: Elenco ufficiale , 8; PICCO, Ricordi, 127.
   
BIBLIOGRAFIA della PORTA, Toponomastica, 187
520
1801 Francesco Rafaelli (Nomenclatura, f. 20v).
 *Affittuale Pietro Corrente (ibid.); poi Luigi Corrente (Registro anagrafico, f. 12v).
1809 È di Pietro Quarente, pistore (Registro delli aloggi, f. 14v).
1831, apr. 14*Luigi Corrente presenta progetto di modifica della casa n. 520 di sua proprietà (A.S.U., C.A. I, 182/1831/V, 1448 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Luigi Corente (Competenze, I, f. 15v).
521
1801 G.B. Gervasoni (Nomenclatura, f. 20v).
1809*È dell’impiegato G.B. Gervasoni (Registro delli aloggi, f. 15v).
1831, apr. 14*Proprietà Gervasoni. Vedasi progetto della casa n. 520.
1852*Appartiene a Orsola Gervasoni (Competenze, I, f. 15v).
522
1801 Rosario Anechini (Nomenclatura, f. 20v).
1809*Appartiene a Rosario Anechini. Affittuale è il pistore Domenico Nicli (Registro delli aloggi, f. 15v).
1813, giu. 11 Ferdinando fu Rosario Annuchino vende a Giovanni fu Paolo Fonch, per it. L 2220, la «casetta - posta nella contrada detta dell’Albini1» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4811, 192).
1814, genn. 11*Nell’«elenco dei pistori, quali tengono depositi di farine presso di loro» è segnalato Domenico Franchi, abitante in questa casa (A.S.U., C.N., 185, 72 Pol.).
1814, mar. 9*«— Sulle istanze della sign. — Anna n. Coviz, moglie rel. del fu Zuanne — Fonch, nativo della comune di Smasti, provincie illiriche, mancato ai vivi li — 8 febraro scaduto —, mi sono conferito alla casa di — abitazione nella calle detta Del Bon senza uscita — n. 522». Il notaio afferma che è stato chiamato per redigere l’inventario dei mobili del defunto (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4812, 222).
1845, ag. 22 Il sarto «— Biaggio Fon — vende — al — nob. Antonio Caimo Dragoni — una casa con relativo fondo eretta di muri, coperta di coppi, consistente in due stanze al pian terreno e superi camere — situata — nel borgo Poscolle nella calle detta Zanon, coscritta con il c. n. 522 — fra li confini a lev. e mezz. Tomadoni Giuseppe q. Canciano, a pon. la calle sudetta ed a tram. — Domenico Gervasoni e parte — Agostino Fabruzzi —. Questa vendita viene fatta — per — austr. L 1600 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4837, 6247).
1852*Appartiene a Gaetano Fabris (Competenze, I, f. 15v).
   
NOTE1Il documento precisa che la casetta è «marcata col civ. num. cinquecento trentadue». Invece la stima allegata, redatta dal pubbl. per. Carlo Iacotti, la indica come n. 522.
523
1801 Sorelle Canciani (Nomenclatura, f. 20v).
 *Affittuale Pietro Franchi (ibid.).
1809*È di Innocente e sorelle Canciani. Affittuale è l’industriante Pietro Franz (Registro delli aloggi, f. 15v).
1852*Appartiene a Giuseppe Tomadoni (Competenze, I, f. 15v).
524
1620, giu. 3°Antonio Brignano vende a Pietro Someda una casa con corte ed orto. Confina a lev. strada dell’androna Raddi, mezz. Marcello Rubeis, pon. Nicolò Netta, tram. Rubeis (Not. Giacomo Fabrizio).
1678, apr. 28*«Fatto in Udene, in borgo di Poscolle, nell’androna detta del Filatoio, in casa di mess. Pietro Someda» (A.S.U., N., Giulio Bonecco, 7861, II instr., f. 38r).
1696, sett. 18*«Il nob. — Antonio Dragoni — ha — renonciato al rev. — Domenico Someda — la casa in borgo di Poscole, nell’androna detta di Radia, sive Pontonutta, descritta nella stima fatta dal sig. Giovanni Francesco Dell’Oglio pubbl. per. —, e ciò per prezzo — di ducati novantacinque —» (A.S.U., N., Nicolò Aloi, 8108, IV instr., f. 139r — 140r).
1788, magg. 3*«— Gottardo q. Girolamo Venerio —, come procuratore — delli sigg. Giuseppe, Tommaso, Francesco e — G.B. fratelli q. — Antonio Zanon —, ha venduto — alli sigg. Giacomo e Giovanni Del Bon —, li fondi e fabbriche — di detti — Zanon, inservienti ad uso di fornelli, assieme coi relativi mobili e attrezzi nominati nella — scrittura 1 apr. p.p. e descritti nella perizia delli sigg. Francesco Leonarduzzi e Niccolò Comuzzi pubbl. per., del — 26 giugno 1780, situata nel borgo di Poscolle di questa città; item un’altra casa — delli — Zanon, — in — borgo di Poscolle, corrispondente all’andronna — del Sale, tenuta presentemente in affitto semplice dal molinaro Antonio Jacob —. E questa — vendita ha fatta — pel prezzo — di d 2000 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9974, XII instr., 954, f. 1150r — 1153r).
1801 Giacomo Del Bon (Nomenclatura, f. 20v).
1808, nov. 10°Pietro Someda cede ad Antonio Zanon una casa in contrada Radia con orto; confina a lev. contrada, a mezz. Zanon, pon. Daniele Moro, tram. parte Antonio Smiola, parte erede Gazzoldi (Not. Francesco Tracanelli).
1809 È filanda di seta (Registro delli aloggi, f. 15v — 16r).
 *Appartiene a Giacomo Del Bon (ibid.).
1823, ag. 1*Stima di Vincenzo Moro e Osvaldo Colomba: «Fabbrica parte ad uso di abitazione, parte ad uso di filanda di seta con stanzione a pie’ piano e granai sopra un’ala di fornelli, con corticella piccola ed altra grande fra li fornelli ed altra di comunicazione alli c. n. 509 — 524, aventi l’ingresso per l’androna detta del Sale e per la calle del Radio o dell’Albini; tutto unito confina a lev. cale detta dell’Albini — o Zannon, oltre diversi particolari e sigg. Vincenzo e rev. — G.B. Sguazzi, mezz. march. Mangilli Lorenzo, pon. altro particolare e — Nicolò Flumignani ed a tram. — Domenico Pletti —, G.B. Del Frate e — Antonio Tami, loco Albini, e detti fratelli Sguazzi —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10548, 1972, Asse della facoltà del fu Giacomo Del Bon, n. 46, p. 87-95).
1852*L’edificio risulta unito ai n. 527 e 528 (Competenze, I, f. 15v).
   
BIBLIOGRAFIA della PORTA, Toponomastica, 186-187.
525
1752, sett. 16 «Il nob. — Giacomo Tessarini — vende — al nob. — Maffio q. — Bortolomio Albini — una casa — d’esso — Tessarini posta — nel borgo di Poscole —, pervenuta in esso — Tessarini mediante permuta seguita tra — Carlo Gazzoldi et esso — Giacomo et il q. — Antonio di lui fratello con instr. del 17 lugl. 1750 in note dello sp. — Giuseppe Andrea Pilosio not. — e poscia toccata interamente ad esso venditore mediante il compenso dato — al — fratello, appar instr. del —17 lugl. 1750 in note come sopra; qual casa confina a lev. con la cale che non ha uscita detta Radia, mezz. — Antonio Zannon, a pon. con altra casa fu Gazoldi parte, ora — Mazzolenis e parte — Smiula et ai monti strada pubblica del borgo —. Et questo per il — prezzo — di d 2500 —» (A.S.U., N., Francesco Lorio, 8713, Prot. 30. 1752 instr., f. 113r — 115r).
1801 Nob. Antonio Albini (Nomenclatura, f. 20v) poi Antonio Tami (Registro anagrafico, f. 13r).
1809*È di Ferdinando Albini (Registro delli aloggi, f. 15v).
1812, apr. 22 Guglielma nata Andriani, «oriunda di Ratisbona in Germania», ved. di Antonio Albini, e figli mettono all’asta la casa in borgo Eugenio n. 525 per L 13964. Confina lev. calle promiscua e Domenico lesse ed altri, mezz. Giacomo del Bon, pon. G.B. del Frate, tram. borgo. Non viene aggiudicata (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10627).
1812, magg. 31*In seguito ad atto oppignorativo del 21 febbraio, processo verbale d’asta: «un mezzado a pian terreno ed un cortivo contiguo con ingresso del sottoportico che riferisce sopra la strada, dal corpo della casa al n. 525». Debitore è Ferdinando Albino per L 193,65 (A.S.U., C.N., 81, Processo verbale d’asta con effetto, n. 1).
1814, giu. 10 La casa viene aggiudicata ad Antonio Tami per L 9238 (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10627).
1852*Appartiene a Giovanni Tami (Competenze, I, f. 15v).
1876*Studio di Antonio Picco1 «pittore di figura e paesaggio» (COSMI-AVOGADRO, 109, 110).
   
NOTE1Per il pittore A. Picco: BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 102, 156-157, 161, 239, 250, 266, 372; Esposizione, 22, 52, 117; S[ACCOMANI], Il ristauro, 37-38.
526
1801 Nob. Giovanni Del Frate (Nomenclatura, f. 20v).
1809*E di G.B. del Frate (Registro delli aloggi, f. 15v).
1812*Bettola di terza categoria di G.B. Del Frate (Esercenti).
1826°È di Domenico Pletti (A.M., 1825, b. 100).
1830, mar. 28*G.B. Del Frate «si è determinato di erigere piϊ alta una fabbrichetta interna formante parte della di lui casa di abitazione — 506, cambiando la forma attuale del tetto e — riducendolo a due pioventi —. Confina essa verso pon. con altra fabbrica, pur interna di maggiore elevatezza, di ragione dei figli ed eredi del fu G.B. Pletti in detto borgo, che sono — Domenico, Angela moglie del sig. Giovanni Francesconi, e Maria, moglie del sig. Vincenzo Sguazzi, tutti di Udine —» (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 1214 Pol. Giud. IX D).
1852*Appartiene a Giuseppe de Senibus (Competenze, I, f. 15v).
1864, sett. 7*Leonardo Ferigo chiede di restaurare la casa posta all’interno del c. n. 526 «pello stato rovinoso» (A.S.U., C.A. I, 754/1864/VIII, 6915 Orn. IX C, con dis., firmato da Giuseppe Zandigiacomo).
1865, mar. 3*Processo verbale coi confinanti, figli minori del nob. fu Nicolò Montegnacco, rappresentati da Giuseppe Camellini. Le parti non addivengono a un accordo (A.S.U., C.A. I, 754/VIII, 8606/2864 Orn. IX).
527
1801 «Passalenti sign. Girolama con case interne» (Nomenclatura, f. 20v); poi Domenico Pletti (Registro anagrafico, f. 13r).
1806, mar. 26*«— Gerolamo q. Francesco Passalent, — per sé e come — procuratore della sign. Girolama — madre —, ha dato — a titolo di pegno godere — alli — G.B. e Zonobbia iugali Plet — una stanza terranea ad uso di cantina — situata in — borgo di Poscolle interna ed incorporata nella di loro —casa d’abitazione — 527. Confina — verso lev. con il sottoportico di — essi — cedenti — mezz. ad a tram. case e cortivo — delli cedenti, ed a pon. parte casa — degli eredi Gazzaroli ossia Visintini e parte corticella — delli — acquistanti Plet» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10293, 520).
1808, mar. 24 «Girolama n. Smiola, moglie rel. del q. — Francesco — Passalent e Girolamo Passalent di lei figlio — hanno venduto al sig. G.B. q. Giovanni Del Frate — un pezzo di cortivo con vari coperti di coppi, sostenuti da pillastri, ed una fabrica con cantina sotteranea, stalla, rimessa e fenile di sopra, aventi l’ingresso in detto cortivo, rinserrato da muri divisori, il tutto presentemente possesso dalli — Passalent, — situato — al n. 527; confina a lev. eredi q. — Antonio Albini, mezz. — Giacomo Del Bon, pon. eredi Visentini ed a tram. detti Passalenti —. E questa — vendita — fanno — per il prezzo — di locali — L 9567 s 2, d’Italia — L 4895,28 —» (A.S.U., N., Domenico Cosattini, 10563, 23).
1808, apr. 22 «Girolamo q. Francesco Passalent, mercante di grassina, — ha venduto alli — G.B. — e Zenobia iugali Plet smerzianti vino al minuto al n. 528, una casa interna alla corticella del venditore — situata nel recinto del borgo — Poscolle —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10295, 7).
  Allegata vi è la stima con l’inventario dei pubblici periti G.B. Masarini e Giovanni Picco, con gli estremi: «Una casa di muri coperta di coppi, interna, composta d’una stanza terranea, sottoportico servi un tempo ad uso d’ingresso — per le case piϊ interne, posta — nel borgo di Poscolle dal corpo del c. n. 527. Confina a lev. — G.B. Del Frate e parte — Antonia Vicentini, pon. — Vicentini e parte G.B. Plet acquistante, ed a tram. corticella restante al — venditore —» (ibid.).
1808, ag. 10*«Girolamo — del deffunto —Francesco Passalenti —, mercante di grassina, — ha — venduto — alli — G.B. q. Lorenzo e Zenobia iug. Pletti — negozianti di vino al minuto — al c. n. 528, — una casa di muri copperta di coppi, con porzion di sotto-portico e solari sopra e porzion di corticella, il tutto situato — nel borgo di Poscuole — al c. n. 527 —, nel medesimo pervenuta in vigor di donazione fattali dalla sign. Girolama n. dal q. Giuseppe Smiola, ved. del q. — Francesco Passalent, madre d’esso — venditore —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10295, 13; alleg. stima del 1808 ad opera di Gaetano Perioni e Giovanni Picco).
1809*È dell’oste G.B. Pletti. Inquilini sono il «casolino» Donato Stuzzi, il pittore Pietro Pinzani, l’impiegato Andrea Crisma (Registro delli aloggi, f. 15v).
1822, apr. 2*Domenico Pletti presenta progetto di riforma della propria bottega «sottoposta alla casa n. 527 —». L’approvazione è subordinata alla condizione «che la cornice tracciata — sia eseguita in conformità a quelle che si son finora costruite nei locali di proprietà comunale e che sia ritirato ed abbassato un poco il gradino della porta ora del tutto incomodo e pericoloso» (A.S.U., C.A. I, 68, 1375 Orn. II C).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al pizzicagnolo Giovanni Francesconi l’avviso municipale n. 1050 per la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1833, sett. 25*Domenico Pletti chiede di «munire di una regolare cornice il sopra limitare della porta e delli due ribatti della bottega nella casa di sua ragione — nel borgo di Poscolle — n. 527». Ottiene il nulla osta (A.S.U., C.A. I, 206/I, 4464 Orn. II C).
1852*Insieme con il n. 528 appartiene a Domenico Pletti. Viene indicato come possibile alloggio stabile per un maggiore (Competenze, I, f. 15v).
1876*L’edificio ospita il negozio del pizzicagnolo e salsamentario G.B. Perosa (COSMI-AVOGADRO, 110); vi ha recapito il sensale di seta e bozzoli Giuseppe Bonacini (ibid., 113).
1883*Maria Del Negro è proprietaria di un negozio di liquori e commestibili diversi (AVOGADRO, 147).
528
1799, mar. 6 Gioachino q. Giuseppe Casari e fratelli vendono per d 1100 a G.B. di Lorenzo Plet porzione di casa in Poscolle, acquistata dai Casari dai nob. sigg. Patrielli con atto 1793, giugno 5 di Camillo Merluzzi (A.S.U., N., G.B. Clochiatti, 4806, III instrom., 176, f. 275v - 276v).
1801 G.B. Pletti, oste (Nomenclatura, f. 20v).
1808, apr. 22*Osteria gestita da G.B. q. Lorenzo Plet con la moglie Zanobia. Vedasi n. 527.
1809*È dell’oste G.B. Pletti (Registro delli aloggi, f. 15v).
1812 Osteria “All’agricoltura” (Esercenti).
 *Considerata di prima categoria, è proprietà degli eredi Pletti (ibid.).
1824*E di Domenico Pletti. Vi è un pozzo “scoperto” (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
1826, giu. 26*«— Domenico Pletti è nella disposizione di praticare una riforma generale ed architetonica alla facciata della sua casa situata — al c. n. 528, rappresentata dall’unito disegno che rasegna —; — gli si rende necessario di coprire in via provisoria una finestra eguale all’aperta —» (A.S.U., C.A. I, 100, 1826 Ornati II. Case e fabbricati, 691 Orn. II C, con dis.).
1852*Unita alla casa n. 527 (Competenze, I, f. 15v).
1857, lugl. 10*Il tutore dei minori Montegnacco fa presente alla congregazione municipale che, «nello stato rovinoso in cui trovasi, il muro di prospetto della casa — n. 528» necessita di ricostruzione. Presenta un progetto firmato dal capo muratore Giuseppe Barbetti. La deputazione d’ornato, tramite l’ing. A. Scala, in data 18 agosto risponde: «La facciata dell’antica osteria Pletti in borgo Poscolle è una delle poche che per purezza di carattere lombardo e regolarità meriterebbero di essere conservate. Il finestrone nel mezzo, con pochi ristauri e lievi sostituzioni di qualche pezzo rotto può venire ricollocato in lavoro e, come desidera la parte chiedente, mantenere chiuso il vano di mezzo ed anche, se lo vuole, in parte e superiormente i laterali. La porta terrena può facilmente ridursi a tre aperture, prolungando e completando la bella cornice, e conservando gli stipiti. A norma del capomastro, segniamo in azzurro la riforma —» (A.S.U., C.A. I, 629/VIII, 4873 Orn. II C, con dis.).
1857, ag. 24*Giuseppe Camilini, tutore dei Montegnacco, per l’interesse dei pupilli, ritiene opportuno di non accettare la riforma (A.S.U., C.A. I, 629/VIII, 6049 Orn. II C).
1857, sett. 5*L’ingegnere incaricato dalla deputazione provinciale di Udine esprime parere favorevole per l’opposizione di Camilini (A.S.U., C.A. I, 629/VIII, 2591).
1874*La casa appare unita in un unico edificio coi n. 529 e 530 (Prospetti di confronto, 102).
1876*Albergo “Alla croce di Savoia” (COSMI-AVOGADRO, 85). Vi ha recapito il sensale di vino e coloniali Luigi Zamparo (COSMI-AVOGADRO, 113).
1930 Albergo Roma.
   
BIBLIOGRAFIA BRAGATO, Guida, 174; D’ARONCO, Ottocento udinese, 43; DONAZZOLO-CRISTANTE, Contributo a Luigi Pletti, 213; Epigrafi murarie, n. 50, 125, n. 56 e 57, 26-27; ERMACORA, La locanda Al cavallino, 49-52; ERMACORA, Vino all’ombra, 80-82; GRASSI, Monografia per le nozze, 20-22; LAZZARINI, Tre amici poeti, 118-121; Oggetti provenienti dalla demolizione, 240; PICCO, Luigi Pletti, 2-3; PALADINI, Aspetti dionisiaci, 262-263; SABBADINI, Al sig. Domenico Pletti, 133-140; VALENTINIS, Udine antica, 11; VATRI, I caffè di Udine, 108.
529
1752, lugl. 10 Valentino Di Marco vende ai coniugi Antonio e Rosanna Visentini una casa in Poscolle. «Confina a lev. — Antonio Smiola, mezo dν Daniel Moro, pon. androna dei Brenari ed alle monti borgo di Poscolle» (A.S.U., N., Giovanni Pietro Antivari, 9427, Prot. 4 luglio 1747-17 sett. 1764, f. 11v — 12v).
1801 Giuseppe Miossi (Nomenclatura, f. 20v).
1809*È della sarta Teresa Miozzi (Registro delli aloggi, f. 15v).
1852*Appartiene a Rosa Marignani (Competenze, I, f. 15v).
1857, lugl. 10 Eredi di Montegnacco. Vedasi n. 528.
1874*Vedasi n. 528.
530
1753*«Il sig. Antonio Smiola paga di livello ogn’anno a S. Giacomo L 12 e — Giacomo Zinio paga altre L 12 s 12 alle partite di Girolamo Sticotto e Francesco Monte —, sopra una casa che fu livellata a Domenico detto Pittot di Beglian nell’anno 1474, 9 apr., ser Rodolfo cancelliere della fratterna» (A.C.U., A.A.O., Cattastico ... 1753, f. 282v).
1793, ag. 25 Daniele q. Domenico Moro vende a Nicolò q. Giacomo Flumiani una casa nell’androna Brenari confina con il Borgo Poscolle per d 2700 (A.S.U., N., Andrea del fu Francesco Brunelleschi, 9966, 254, f. 380r -381r).
 *L’atto si rifà a una operazione di stima compiuta il 6 ag. 1792 dal pubbl. per. Nicolò Camucio (ibid.).
1801 Venanzio Moro (Nomenclatura, f. 20v).
 *Affittata a G.B. Visentini (ibid.).
1808, mar. 27*«— Antonia, figlia delli q. Giuseppe e Catterina n. Visentini iugali Garzarolli, moglie rel. del q. Venanzio Moro —, anco come procuratrice del sig. G.B. — di lei fratello —, ha — venduto al sig. G.B. q. Giovanni Del Frate — il libero transito, ossia passalizio nella corte della venditrice, unita alla casa di sua — abitazione —, situata nel borgo di Poscolle al n. 530, coll’apertura del muro divisorio, che separa l’abitazione dell’acquistante con quella della venditrice, confina a lev. l’acquistante con detto muro, mezz. —Nicolò Flumiani, pon. contrada detta dei Brenari ed alle monti la casa della venditrice Questa vendita — ha fatto — la venditrice —per il prezzo — di ven. — L 1806, fanno d’Italia — L 412,47 —» (A.S.U., N., Domenico Cosattini, 10563, 25).
1809*È di Antonia Moro, che ne abita una parte, e di G.B. Pletti; affittuale è il domestico Germanico Padoano (Registro delli aloggi, f. 15v).
1810, sett. 14 Antonia nata Garzaroli, vedova del q. Venanzio Moro, vende a G.B. q. Lorenzo Pletti per L 729 una casetta in borgo Poscolle in fondo al cortivo di sua abitazione, già acquistata li 9 nov. 1801, atti G.B. Strazzolini, da Angiola Visentini, ved. q. Pietro Taschiutti (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10355, Rep. I, 474, f. 48r).
1812, magg. 31*In seguito ad atto oppignorativo del 14 febbraio, viene messa all’asta «una stanza a pian terreno ad uso di cucina dal corpo della casa — in calle dei Brenari al n. 530 con ingresso verso la corte». Debitrice per L 12,11 risulta Antonia Garzarola vedova di Venanzio Moro (A.S.U., C.N., 81, Processo verbale d’asta con effetto, n. 36).
1815, magg. 23 Antonia Garzaroli ved. Moro vende a Giacomo Bertuzzi una porzione di casa in contrada Brenari n. 530, per L 2489,34 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10445, 528; alleg. la stima del pubbl. per. Francesco Pascoli).
1834°Fabris Giuseppe, loco Giacomo Zinio, loco Zuane Tadeo, loco Antonio Smiola e Domenico Bortolotto, loco eredi Bastian, loco Nicolò e Zuane Sasso, paga sopra una casa in via Brenari ven. L 12 s 12, già dell’ospedale (A.O.U., Ospitale, C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834.).
1852*Il complesso comprende anche i n. 527 e 528 (Competenze, I, f. 15v).
1874*Vedasi n. 528.
531
1801 Gottardo e nipoti Venerio (Nomenclatura, f. 20v).
 *Affittuale Giulia Gennaro (ibid.).
1809*È di Girolamo Venerio. Vi abita il domestico Francesco Genaro (Registro delli aloggi, f. 15v).
1820 È di Girolamo e Antonio Venerio (A.S.U., C.A. I, 35/V, 2635 Orn. II C, con dis.).
 *I due fratelli chiedono ed ottengono il permesso di riattare parte del coperto ed aprire una finestra (ibid.).
1852*Appartiene ai fratelli Venerio (Competenze, I, f. 15v).
532
1801 Gottardo e nipoti Venerio (Nomenclatura, f. 20v).
 *Affittuale Francesco Zamparo (ibid.).
1809*È di Girolamo Venerio. Vi abita il calzolaio Francesco Zamparo (Registro delli aloggi, f. 15v).
1852*Appartiene ai fratelli Venerio (Competenze, I, f. 15v).
1876*La casa ospita la bottega del maniscalco Angelo Toffoletti (COSMI-AVOGADRO, 100), la cui presenza è ancora segnalata nel 1883 (AVOGADRO, 148).
533
1801 Gottardo e nipoti Venerio (Nomenclatura, f. 20v).
 *Affittuale Giovanni Piva (ibid.).
1809*È di Girolamo Venerio. Inquilino è il «capellaro» Giovanni Piva (Registro delli aloggi, f. 15v).
1839, magg. 27*I fratelli Girolamo ed Antonio Venerio chiedono di aprire una finestra nella “casetta”. Il progetto è “tollerato” (A.S.U., C.A. I, 299/XX, 2729 Orn. II C).
1852*Appartiene ai fratelli Venerio (Competenze, I, f. 15v).
1883*Vi ha bottega il verniciatore di carrozze Giuseppe Guatti (AVOGADRO, 157).
534
1801 Nicoletto Flumiani (Nomenclatura, f. 20v).
1809*È di Nicolò Flumiani (Registro delli aloggi, f. 15v).
1843, mar. 21 I figli del fu Nicolò Flumiani vendono ad Agostino fu Vincenzo Fabruzi casa n. 534 in calle Brenari, «tra li confini a lev. Domenico Pletti, mezz. — Giuseppe Cernazai, pon. — calle — ed a tram. Venerio e Pletti» per austr. 12000 (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/I, 451).
1844, febbr. 5*Agostino Fabbruzzi «proprietario della casa — al c. n. 534, à divisato di riformare portone e portoncino unito d’ingresso alla casa sudetta —». Il disegno del progetto è firmato dal capomastro Angelo Monaco. La deputazione comunale d’ornato non approva, «la sconvenienza dei lavori proposti essendo manifesta», anche per la mancanza di proporzioni e la discordanza nel disegno delle porte (A.S.U., C.A. I, 375/1844/III, 906 Orn. II C, con dis.).
1844, magg. 11*Nuovo progetto firmato da Valentino Driussi. Questa volta la deputazione lo giudica “tollerabile” (A.S.U., C.A. I, 375/III; 2965 Orn. II C, con dis.).
1846, apr. 15*Agostino Fabbruzzi presenta progetto di riforma della facciata, firmato da Valentino Driussi. Ne riceve l’approvazione (A.S.U., C.A. I, 406/II, 2205 Orn. II C, con dis.).
1846, magg. 9*Nuovo progetto, che viene approvato (A.S.U., C.A. I, 406/1846/II, 2743 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da «Valentino Driussi il muratore».
1852*Appartiene a Giuseppe Caffo (Competenze, I, f. 15v).
535
1707, giu. 10*«Fatto in Udine nella contrada de’ Brenari in una casa di ragione dell’ecc. Giovanni Domenico Olivo, abitata per il rev. pre Pietro Micollo» (A.S.U., C.R.S., 516, Rot. 390, Istrumenti e Testamenti, f. 162r).
1714, ott. 6 Giovanni Domenico Olivo q. G.B. vende a Giuseppe Zanon «una casa —posta — nella contrada — de’ Brenari —, che confina a lev. casa — Zanon fu di questa ragione, a mezodν parte casa de’ sign. Roia et parte horto del — co. Daniele Antonino, a pon. con la contrada suddetta et alle monti col sig. Francesco Cernazzai —» (A.S.U., N., Antonio Martinelli, 8254, IX instr., f. 224v — 225v).
1788, mar. 5°Maria Lavagna vende la casa per d 650 al marito Francesco q. Ermacora Tonussi (Not. Domenico Vidoni di Palma).
1796, giu. 4 «— Francesco q. Ermacora Tonuzzi — di Palma — vende — alli Francesco, G.B. e Lorenzo, zio e nipoti Mangilli, una casa con cortivo — posta — nella contrada — dei Brenari, confina a lev. e tram. Mangilli —, mezz. strada ed a pon. — Nicolò Flumiani —. E questa vendita — fa — per il prezzo di d 650 —» (A.S.U., N., Ignazio Brunelleschi, 10161, II instr., 263, f. 344r — 344v).
1801 Antonio Lanzutti (Nomenclatura, f. 20v).
1809 È di Giacomo Gottardi (Registro delli aloggi, f. 15v).
1811, mar. 9*In seguito ad atto oppignorativo del 16 gennaio, asta senza esito di «una stanza a pian terreno». Debitore per L 28,63 è Antonio Lanzutti (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta).
1814, apr. 2*Avviso d’asta per mora della quarta rata dell’imposta prediale di L 22,38: «una stanza al primo piano dal corpo della casa situata nella contrada de’ Brenari al n. 535, serviente ad uso di cucina». Debitore è Antonio Lanzutti (A.S.U., C.N., 81).
1852*Appartiene ai fratelli Cernazai (Competenze, I, f. 15v).
1876*L’edificio ospita le botteghe del fabbro Antonio Rieppi e del falegname Vincenzo Petruzzi (COSMI-AVOGADRO, 92, 93). Quest’ultimo vi è ancora segnalato nel 1883 (AVOGADRO, 144).
536
1801 Pietro Pilosio (Nomenclatura, f. 20v).
 *Affittata ad Antonio Piccini (ibid.).
1809*È di Antonio Pilosio. Affittuale è il pittore Antonio Picini (Registro delli aloggi, f. 15v).
1845, sett. 10°Caterina Simonetti Pilosio vende al march. Massimo Mangilli due case in via Brenari n. 536, 536 A, confinanti lev. Mangilli, mezzodν calle, pon. rappresentanti Lanzutti, tram. Mangilli, per L 10000 (not. Antonio Cosattini).
1852*Il complesso comprende due parti, rispettivamente censite sotto i n. 536 e 536 A, entrambe appartenenti ai fratelli Mangilli (Competenze, I, f. 15v).
537
1801 March. Lorenzo Mangilli (Nomenclatura, f. 20v).
 *Affittuale Domenico Baisaro (ibid.).
1809*È di Lorenzo Mangili. Vi abitano l’industriante Domenico Baizaro, il parrucchiere Agostino Tavagnuti, l’impiegato Vincenzo Tilati (Registro delli aloggi, f. 15v).
1852*Il complesso è censito in tre parti, rispettivamente 537, 537 A, 537 B, appartenenti ai fratelli Mangilli (Competenze, I, f. 15v).
1883*Nella parte indicata come 537 B ha recapito il vetturale pubblico Luigi Zuliani (AVOGADRO, 159).
538
1800, sett. 8*«Dando esecuzione alla scrittura privata 24 apr. 1800, seguita tra Domenico q. Francesco Modotto — e — Francesca n. Cavalli, rel. q. nob. — Bortolomio de Brugnis —, il detto Domenico — Modotto — retrocede alla — nob. — Francesca Cavalli de Brugnis — una casa con cortivo ed orto, posta in Cisis fra li suoi confini, di ragione ereditaria di essa — sign. Francesca, era stata cessa ai medesimi in emfiteusi coll’istr. 21 maggio 1799, in note dello sp. — Antonio Lorio not. —. E ciò fa detto Modotto perché — essa nob. signora esborsa a Domenico Barbina murero L 116 delle quali va creditore per opere di lui conto fatte in detta casa, con l’obbligo di rifare un pezzetto di muro caduto nella corte e ciò per arrivare alle L 310 dal — Modotto esborsate, al momento del suddetto instrumento d’onoranze — (A.S.U., N. Domenico Prodolone, 10073, IV istr., 207, f. 338v — 340r).
1801 Francesco Brugnis (Nomenclatura, f. 20v).
1809*È di Francesco Brunis (Registro delli aloggi, f. 15v).
1824 March. Lorenzo Mangilli (A.S.U., C.A. I, 89/X, 1005 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario chiede ed ottiene di aprire due finestre nel granaio e di otturarne una (ibid.).
1828°°È del «Nob.e Sig.e March:e Mangili». Vedasi n. 383.
1852*Appartiene ai fratelli Mangilli (Competenze, I, f. 15v).
1876*Vi ha la fucina il fabbro Innocente Passoni (COSMI-AVOGADRO, 92), ancora segnalato nel 1883 (AVOGADRO, 144).
539
1801 Co. Nicolò e nipoti Gabrielli (Nomenclatura, f. 21v).
 *Affittuale Candido Candotto (ibid.).
1809*Appartiene a Nicolò e nipoti Gabrielli. Vi abita il sarto Simone Candotti (Registro delli aloggi, f. 15v).
1844, febbr. 9 Vedasi n. 381.
1845, giu. 21*Vedasi n. 381.
1852*Appartiene a Leone Luzzato (Competenze, I, f. 15v).
1856, ag. 6*Vedasi n. 382.
540
1801 Co. Nicolò e nipoti Gabrielli (Nomenclatura, f. 21v).
 *Affittuale Antonio Segati (ibid.).
1809 È di Antonio Segati, negoziante (Registro delli aloggi, f. 15v).
1810, febbr. 6*Richiesta di Carlo Gabrieli di restaurare la gronda in un fabbricato della famiglia «nell’androna di Poscolle detta de’ Brenari sulla contrada al n. 540» (A.S.U., C.N., 178/Ornati).
1839, lugl. 20 «Vincenzo e Tomaso Michieli vendono alli Girolamo e Leonardo fratelli Luccardi1 — una casa — posta — in calle de’ Brenari — n. 540 e 541 — tra confini: a lev. calle de’ Brenari, mezz. e pon. co. Gabrieli, tram. — casetta —. Tale vendita — viene — fatta — per — austr. — L 16000 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10493, 12241).
1840, lugl. 10 È di Girolamo Luccardi (A.S.U., C.A. I, 315/1840/VI, 3916 Orn. II C, con dis.).
 *Si presenta progetto di riforma delle case 540 e 541 a lavori iniziati. La deputazione d’ornato inoltra le rimostranze al podestà, anche perché «poteasi forse colle interne modificazioni togliere la irregolarità del portone che non istà nel mezzo». Avanza alcune proposte. Il podestà ingiunge di trasportare le macerie nella fossa a destra di Porta Poscolle (ibid.).
1852*La casa, unita al n. 541, appartiene a Leone Luzzato2 (Competenze, I, f. 15v).
1856, ag. 12°°Pratica edilizia per modifiche di facciata (A.S.U., C.A. II, 66/1856, 5749 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da Giuseppe Zandigiacomo e «Giuseppe del Bianco Capo Mas.ro».
   
NOTE1Per i Luccardi, proprietari di setificio in via Brenari: PICCO, Ricordi, 133.
 2Vedasi n. 539.
541
1801 Co. Nicolò Gabrielli (Nomenclatura, f. 21v).
 *«Casa destinata per il Militare» (ibid.).
1809*È di Nicolò e nipoti Gabrieli. Vi abita lo «scalettiere» Andrea Sporeno (Registro delli aloggi, f. 15v).
1840, lugl. 10 È di Girolamo Luccardi. Vedasi casa n. 540, alla quale viene unita.
1856, ag. 12°°Vedasi n. 540.
542
1801 Co. Nicolò Gabrielli (Nomenclatura, f. 21v).
 *Affittuale G.B. Macor (ibid.).
1809*È di Nicolò e nipoti Gabrieli. Affittuale è Francesco Giuseppini, impiegato (Registro delli aloggi, f. 15v).
1852*Appartiene alla chiesa di S. Giorgio di Udine (Competenze, I, f. 15v).
543
1801 Carlo e fratelli Manenti (Nomenclatura, f. 21v).
 *Affittata a Leonardo Zuliani (ibid.).
1809*È di Andrea Manenti. Affittuale è l’industriante Michele Clemente (Registro delli aloggi, f. 15v).
1847, magg. 5 Il dott. Francesco Sporeni chirurgo vende a Maddalena Beacchi casa in Poscolle n. 543, confinante 1ev. calle Brenari, mezzodν pon. e tram. casa fu Gabrieli. Lo Sporeni l’aveva ereditata da Carlo e Bartolomeo Manenti con testamento 22 dic. 1824, atti Nicolò Cassacco (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/V, 1397).
1849, febbr. 10°Maddalena fu Antonio Beacchi vende a Serafina Bontempi Sporeni la casa n. 543 (not. Antonio Cosattini).
1852*Appartiene a Francesco Sporeno (Competenze, I, f. 15v).
544
1801 Co. Nicolò e nipoti Gabrielli (Nomenclatura, f. 21v).
 *Affittuale G.B. Manazzon (ibid.).
1809*È di Nicolò e nipoti Gabrielli. Inquilini sono il pittore Giuseppe Pletti, il domestico G.B. Ermacora, il «carozziere» G.B. Manazzoni, l’industriante Francesca Bossi (Registro delli aloggi, f. 15v).
1823*Vi abita Angelo Mestrone, definito “misero”. «Invitato a spiantare una sua bottega di tavole da gran tempo sita nella piazza di S. Nicolò —, siccome lo stato piϊ economico non gli permette di prendere a pigione un stabile locale per la vendita di effetti di poca entità ed amando di ivi rimanere, stante l’antico inviamento, cosν prega a voler permettergli la rimanenza verso il pagamento di una mite annua corresponsione». Data la “miserabilità”, comprovata anche da un attestato del parroco di S. Nicolò, Giuseppe Cella, sottoscritta dal capo del terzo quartiere Leone Missio, il permesso gli viene accordato (A.S.U., C.A. I, 81/X, 2592 Orn. II C).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al fabbro Antonio Sbors l’avviso n. 1050, circa la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*La casa, censita in quattro parti A, B, C, D, appartiene a G.B. Prodoloni (Competenze, I, f. 15v).
545
1781, magg. 15 Antonia ved. Bartolomeo Astori ed Antonia q. Andrea Tadio vendono la casa ad Andrea Raffaello (Notizia desunta da un rogito del 7 giugno 1781 di Nicolò Cassacco).
1801 Teresa Raffaelli (Nomenclatura, f. 21v).
1809*È di Giuseppe Raffaello e di Andrea Zinio. Affittuali sono il fabbro Domenico Mattion e il sarto G.B. Missari (Registro delli aloggi, f. 15v).
1812, magg. 31*In seguito ad atto oppignorativo del 15 febbraio, asta di una «stanza a pian terreno dal corpo della casa — n. 545, ad uso di bottega fabbrile con ingresso verso la strada». Debitore per L 40,23 è Giuseppe Raffaeli (A.S.U., C.N., 81, Processo verbale d’asta con effetto, n. 27).
1812, giu. 7 Giuseppe di Andrea Raffaello vende a Giuseppe di Dionisio Fabris la casa n. 545 per L 879; conf. lev. strada, mezzodν Fontanini, pon. case e cortivo di Francesco Zinio, tram. sigg. Cossi (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10589, 698).
1852*Appartiene a Giuseppe fu Dionisio Fabris e a Francesco De Campo detto Zinio (Competenze, I, f. 15v).
1876*Vi ha recapito il vetturale e noleggiatore di cavalli Luigi Pravisani (COSMI-AVOGADRO, 104), la cui presenza nel locale è segnalata anche nel 1883 (AVOGADRO, 159).
546
1801 Giuseppe Casi (Nomenclatura, f. 21v).
1809*È di Giuseppe Casi (Registro delli aloggi, f. 15v).
1810, genn. 18*Giuseppe Casi chiede «d’aprire una porta in un suo magazino situato nella calle del Fredo al n. 546» (A.S.U., C.N., 178/XIX).
1812, febbr. 28*«— Devenendo il — bar. Antonio — Kircher, intendente di finanza in Udine, alla stipulazione del contratto d’affitto con — Giuseppe del fu Francesco Casi —, proprietario delli quattro magazzeni situati nel recinto della casa di sua abitazione in Udine in cale del Fredo, del borgo Eugenio, — n. 546 — inservienti ad uso de’ Sali, hanno le parti — convenuto verso li patti — seguenti: — Giuseppe Casi — dà — in semplice affitto — alla r. finanza — li — quattro magazzeni inservienti ad uso de’ Sali — per un triennio —» (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10425, 577).
1824 È di Giulia Casi. Vi si trova una cisterna (A.S.U., C.A. I, 88/IX, Elenco dei pozzi del terzo quartiere).
1825, sett. 24 «— Al c. n. 546 di ragione delle signore Casi una porzione di linda si trova in cattivo stato e acciò non nasca qualche inconveniente si desidera di riattarla —» (A.S.U., C.A. I, 100, 3688 0/16).
1826, mar. 20°°Vedasi n. 560.
1843, ott. Anna e Lucia del fu Giuseppe Casi vendono la casa a Pietro fu Angelo Bonini «con il patto di riscatto» (Contratto privato autenticato dal not. Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4832, 5104).
1848, magg. 2°Pietro fu Angelo Bonini vende la casa al prof. Iacopo Pirona1 per L 20788 (not. Giacomo Someda).
1852*Appartiene a Lucia del fu Giuseppe Casi (Competenze, I, f. 15v).
1855, giu. 13*Antonio Crainz presenta progetto per riformare la sua casa n. 546. Ne ottiene l’approvazione (A.S.U., C.A. II, 66/1855, 3846 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da « Brida Eusebio muratore».
1883*Vi ha recapito il medico chirurgo Giovanni Rinaldi (AVOGADRO, 149).
   
NOTE1Per Jacopo Pirona: MARCHETTI, Il Friuli, 600-611.
547
1587, dic. 17*«Mag.1 Bartholomeus Brathiolus q. ser Francisci Bratheoli de Utino cerdo in vico Poscollis — vendidit ser Curtio Feretti mercatori Utini — livellum unum stariorum frumenti quinque — super domo dicti m. Bartholomei cuppis cooperta et sollerata cum curia, sita Utini in vico Poscollis, in androna illorum de Bernardinis frenariis, confinante cum heredibus q. d. Iohannis Baptistę Decii, cum strata publica ipsius andronę, cum area v. fraternitatis Battutorum Utini, modo tenta per mag. Cianum sutorem — et demum a parte posteriori cum domibus ser Mathię Cozetini —» (A.S.U., Arch. Caimo, 51, copia di Giuseppe Fabrizio da Nicolò Donzelli).
1608°Mr Bartholomio Decio, in logo degli eredi q. ser Berthulo Berthiol paga de livello L 13 s 1 specialmente sopra una casa posta in Poscol al presente chiamata degli Brenari, che uscisse sul borgo di Grazan (A.O.U., Libro generale de’ livelli n. 2667).
1801 Virginia Clocchiati, «con n. tre affittuali» (Nomenclatura, f. 21v).
1809*È di Virginia Clochiati. Affittuali sono l’industriante Domenico Moreale e il sarto Andrea Molinari (Registro delli aloggi, f. 15v).
sec. XIX°Il livello pagato dai sigg. Bertioli è pagato da Clocchiatti sopra la stessa casa che nell’Elenco 1801 porta il n. 547 (A.O.U., Ospedale, Rotolo 1790-’91).
1852*Le tre parti dell’edificio, censite 547 A, 547 B e 547 C, appartengono agli eredi Clocchiatti (Competenze, I, f. 15v).
   
NOTE1Il documento è parzialmente pubblicato dal della Porta nella Toponomastica, 32.
548
1801 Giuseppe Gretto (Nomenclatura, f. 21v).
1809 È di Antonio Righetta (Registro delli aloggi, f. 15v).
 *Affittuale è il falegname Giuseppe Oretici (ibid.).
1814, genn. 11*Nell’Elenco dei pistori, quali tengono depositi di farine presso di loro, nella casa n. 548 è citata Anna Oretigh (A.S.U., C.N., 185, 72 Pol.).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitatò in questa casa al “carer” Cristoforo Del Mestre l’avviso 1050 circa «la remuzione degli effetti ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene ad Antonio Clocchiatti (Competenze, I, f. 15v).
1876*Vi ha bottega il falegname Domenico Coradazzi (COSMI-AVOGADRO, 93), ancora segnalato nel 1883 (AVOGADRO, 144).
549
1801 *** Righetti di Latisana (Nomenclatura, f. 21v).
 *Affittata ad Antonio Morandino (ibid.).
1809*È di Antonio Righetta; affittuale è il domestico Antonio Morandino (Registro delli aloggi, f. 15v).
1814, genn. 11*Nell’Elenco dei pistori, quali tengono depositi di farine presso di loro, è segnalata Caterina Morandini abitante al n. 549.
1852*Appartiene a Giuseppe Mucelli (Competenze, I, f. 15v).
550
1608 «Domenego Monte e fratello q. ser. Francesco Monte pagano de livello L 24 s 6 — per la casa della sua habitation posta in Poscolle sul canton dell’androna chiamata al presente delli Brenari — allivellata al q. ser Francesco Monte l’anno 1522, 12 dic., per man de mess. Bernardin del Merlo cancegliero per L 34 s 2 —. Questa casa fu legata all’hospitale per m. Valentino q. m. Antonio Dryne calligaro l’anno 1516, adν 8 decembro per mano de mess. Francesco Portio cancegliero —» (A.C.U., A.A.O., Thesaurum pecuniarum, f. 28v).
1753*«Ser Antonio Martinis, ora li suoi figlioli a partita corr. in Rotolo generale de’ livelli, c. 28 t., al nome di Domenico Monte, pagano di livello perpetuo a nadal in contanti L 24 s 6 sopra una casa legata all’ospitale da Valentin Driine 1516, 8 ott., nod. Francesco Porzio» (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1753, f. 296v).
1801 Paolo Deganis, oste (Nomenclatura, f. 21v e Registro anagrafico, f. 13v; poi Righetti, poi Giuseppe Mucelli (Registro anagrafico, f. 13v).
1806, nov. 9 G.B. Di Luca vende per d 2200 ad Antonio Larise «oriundo di Auronso di Cadore, ora abitante in questa città» la casa n. 550 (A.S.U., N., Francesco Girardi, 10616).
1809*È del tirapiombo Antonio Larise (Registro delli aloggi, f. 16v).
1826, febbr. 27 Giovanni Federico Heingelmann, proprietario della casa già di Antonio Larise, per asta giudiziaria 23 febbr. 1825 vende a Giuseppe Mucelli la stessa casa n. 550, «la quale confina a 1ev. con la contrada — de’ Brenari, a mezz. e pon. col — Mucelli, ed a tram. col borgo di Poscolle —. Questa vendita — viene fatta per il prezzo — d’austr. — L 3000 —» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10634, 4108).
1841, mar. 10*Giuseppe Mucelli chiede ed ottiene «di ampliare tre finestre terranee nella facciata della casa di sua ragione al c. n. 550» (A.S.U., C.A. I, 328/VIII, 1679 Orn. II C).
1852*Appartiene a Giuseppe Mucelli (Competenze, I, f. 15v).
551
1753*Tra le entrate della fabbrica del duomo è citata, insieme con due contigue, anche questa casa, che paga un livello: «sopra un’altra casa — appar cessione di litte di ser Pietro Antonio Uccellino 1519, di mano di ser Bortolomio Canguerra not., paga in loco delli eredi di Biasio fabro olio lb 1 —. È di presente incorporata nell’abitazione, corte ed orto delli sigg. Panni; quale — confina a lev. con altra casa posta sul canton dell’androna, detta del Fredo per avanti Missona, di ragione delli — Panni, a mezz. cassette di piϊ particolari, a sol a monte — sig. Paroni mediante casa fu Rudella ed alli monti il borgo» (B.C.U., ms. F. XXI, f. 70r — 70v).
1801 Righetti di Latisana (Nomenclatura, f. 21v).
 *Affittuale G.B. Mucelli (ibid.).
1809*È di Antonio Righetta. Affittuale è la rigattiera Elisabetta Mucelli (Registro delli aloggi, f. 16v).
1852*Appartiene a Giuseppe Mucelli (Competenze, I, f. 15v).
   
BIBLIOGRAFIA della PORTA, Toponomastica, 92.
552
1753*«— Nicolò e fratelli Maniago pagano di livello a nadal — a nome degli eredi di Bernardino fornaro, L 7, sopra una casa la quale nell’anno 1572, 9 giugno era obbligata pagar il livello sudetto — all’ospedal, nod. ser Federico Buiatto» (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1753, f. 298v).
1801 Co. Fabio e fratello Maniago (Nomenclatura, f. 21v).
 *Affittata a Domenico Doretti (ibid.). Poi Martino1 Crasti (Registro anagrafico, f. 13v).
1809*Appartiene a Fabio e fratello Maniago. Affittuale è il chirurgo Domenico Doretti (Registro delli aloggi, f. 16v).
1809, nov. 23 Fabio di Maniago vende a Elisabetta Franzolini ved. Muccelli e Giuseppe Luigi suo figlio la «casa con corte» in borgo Eugenio n. 552 per L 5257,925. Confina lev. e mezz. Antonio della Righetta di Latisana, pon. casa di Anna Rota Crasti fu Corada tramont. Nogo (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10622, Rep. I, 198, f. 33r).
1824 È di Elisabetta Mucelli; vi è una cisterna (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
1834°Mucelli Giuseppe, loco Leonarduzzi Domenico, loco Degano Valentino, loco Vittoria Somarina, loco eredi Bernardin fornaro, loco Francesco de Bressa e Benedetto di Toni di Marco, loco Bernardino di Bressa, paga ven. L 7 sopra una casa era di Daniel fabbro di Leonardo acquistata con contratto 1444, maggio 2, atti Odorico Querino, pervenuta nell’ospedale per legato del detto Daniele fabro e ceduta a Bernardino di Bressa con istr. 1572, giugno 9, atti Federico Buiatti (A.O.U., Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834., p. 56).
1841, apr. 29 È di Giuseppe Mucelli (A.S.U., C.A. I, 328/VIII, 2875 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Giuseppe Mucelli (Competenze, I, f. 15v).
   
NOTE1Cfr. però n. 553.
553
1801 Giuseppe Rota (Nomenclatura, f. 21v). Poi Antonio Clocchiatti (Registro anagrafico, f. 13v).
1807°Casa della fu sign. Angela Casi in Rota, confina lev. Fabio, Nicolò e Giacomo Maniago e parte Antonio Clocchiatti, pon. questa ragione, tram. borgo Poscolle (Not. Francesco Bertoldi, Inventario Rota).
1809 È di Martino Crasti; affittuale è il «casolino» Vincenzo Buiatti (Registro delli aloggi, f. 16v).
1814, genn. 11*Nell’Elenco dei pistori quali tengono depositi di farine presso di loro, al n. 553 è segnalato Andrea Pellarini (A.S.U., C.N., 185, 72 Pol.).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di avere recapitato in questa casa al pizzicagnolo Vincenzo Presani l’avviso n. 1050, circa la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene a Giacinta Crasti (Competenze, I, f. 15v).
1858°È di Luigi Mora (A.M. 1857, b. 64).
1862, apr. 10*Luigi fu Angelo Moro, «divisato avendo — di costruire ed attivare una filatura di bozzoli di seta composta di n. 10 fornelli nel terzo piano verso l’interno cortivo della di lui casa situata in borgo Poscolle — n. 553», presenta il progetto, firmato da Giuseppe Zandigiacomo. Ottiene l’approvazione (A.S.U., C.A. I, 754/VIII, 2264, con dis.).
1864, magg. 11*Fernando Corradini, Giacinto Vergendo, Maria Passalenti e Rosa Morandini, domiciliati in borgo Poscolle, chiedono un’ispezione ai lavori della nuova fabbrica, diretti dal capomastro Brida, perché questa toglie aria e luce ai vicini. Si controlli pertanto se tutto sia regolare (A.S.U., C.A. I, 754/VIII, 3249 Orn. IX).
1864, magg. 18*L’ingegnere municipale G.B. Locatelli redige una relazione per la congregazione municipale in seguito all’ispezione effettuata. A suo avviso il lavoro è regolare, la costruzione solida, il materiale ottimo (A.S.U., C.A. I, 754/VIII, 3489 Orn. IX).
1876*Vi ha stallaggio A. Del Fabbro Gariboldi (COSMI-AVOGADRO, 114).
554
1801 Giuseppe Rota (Nomenclatura, f. 21v).
 *Affittuale Rosa Savia (ibid.).
1807 È di Angela Casi Rota (Vedasi n. 553).
1809 È di Virginia Clocchiatti (Registro delli aloggi, f. 16v).
1815, sett. 30*Valentino Sabbadini chiede di restaurare la gronda della casa coscritta al c. n. 554 (A.S.U., C.N., 180/Orn., 7052).
1816, sett. 10*Antonio e Angela Clocchiatti chiedono che «venga loro permesso di fare una cornice di tolle, ossia linda, al primo piano, sopra la bottega della casa d’abitazione in borgo Poscolle — n. 554» (A.S.U., C.N., 180/Orn.).
1824 È di Antonio Clocchiatti: vi è una cisterna (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
1852*Appartiene ad Angela Sabbadini (Competenze, I, f. 15v).
1876*Nell’edificio si segnalano la rivendita di liquori e commestibili diversi di Giovanni Peressini, il magazzino di vino all’ingrosso di Antonio Carretta e Odoardo Merluzzi e la bottega del fabbricatore di paste Vincenzo d’Este1 (COSMI-AVOGADRO, 99, 116, 109).
   
NOTE1Per l’attività di Vincenzo d’Este: FALCIONI, Industrie, 339.
555
1801 Eredi del sig. Francesco Clama di Artegna (Nomenclatura, f. 21v).
 *Affittata a Francesco Gondolo (ibid.).
1809, giu. 20*«Giovanni, figlio del vivente — Antonio Fabruzzi —, nativo di S. Vito del Tagliamento —, ora domiciliato in questa comune —, vende — alla sign. Zanetta, figlia del def. — Giacomo Rota, ora moglie del sig. Lodovico Fabruzzi fratello del venditore —, li generi del negozio grassa, posti — nella contrada di Poscolle al n. 555, — descritti nell’unita nota — e questa — vendita — fa — per il prezzo — di it. L 1008,11 —» (A.S.U., N., Domenico Cosattini, 10563, 37).
1809*Appartiene a Giovanna Clama. Affittuali sono il «casolino» Giovanni Fabrucci e l’ombrellaio Francesco Gondolo (Registro delli aloggi, f. 16v).
1818, apr. 27 Roi Pietro e Giacomo Clama coniugi vendono a De Lucia Francesco la casa n. 555 per L 2368 acquistata 17 luglio 1816, atti Giovanni Zamboni di Artegna, dai consorti Clama. «È composta di una fabbrica sul borgo, comprensiva di botteghe due, — magazzino e cucina a pie’ piano, di tre — camere, camerino e cucinetta in primo solaro e granai due sopra con sito in sporto per la scala, di una fabrica a lev. della corticella, con stalle e sito di scala a pian terreno, con stanze due —, granaro e due — camerini in secondo piano, di una fabrichetta a pon. della corticella con stala a piè piano, scala di pietra e due camerini, e di altra fabbrica a pon. della corti-cella, va alla contrada del Freddo, con porti-cale e porton d’ingresso a piè piano, con camerino e cucina, il tutto in detti — Roi pervenuto per — contratto — 17 lugl. — 1816, seguito in Artegna, a rogiti del sig. Giovanni Zamboni not., fra — Rosa e Giustina — figlie — del — def. — Gian Domenico Clama ed altre rappresentanti e — li — coniugi con-venditori — dall’altra —. Confina — a sol lev. — con fabbriche delli sigg. Antonio e Angela Clochiatti eredi Rota, a mezz. con transito di detti — Clochiatti e casa del sig. Antonio Pellarini ed a tram. — Pellarini e borgo — Poscolle Quest’assoluta — vendita — fatta viene per il prezzo — d’it. — L 5100 —» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10630, 2302).
1824 Francesco De Lucia. Vi è una cisterna (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
1852*Appartiene a Francesco De Lucia (Competenze, I, f. 15v).
1876*L’edificio ospita il negozio di crusca e farina di Antonio Crichiutti (COSMI-AVOGADRO, 92).
1883*Vi svolge la sua attività il fornaio Ferdinando Variolo (AVOGADRO, 145).
1930, dic. 18-20 Viene abbattuta. Nello scavare per le nuove fondazioni, fu rinvenuto, nel terreno, del mercurio liquido.
   
BIBLIOGRAFIA PICCO, La morte di un udinese valente.
556
1801 Co. Giovanni Gorgo (Nomenclatura, f. 21v).
 *Affittuale Francesco Bossi (ibid.).
1809*È di Giovanni Gorgo. Affittuale è la sarta Antonia Cavagnoni (Registro delli aloggi, f. 16v).
1809, sett. 25 Giovanni q. Francesco Gorgo vende a G.B. q. Giacomo Tabacco per it. L 1586 «una casetta di anticha ragione — Gorgo — al n. 556, composta da una stanza terranea e da due piccoli solari sopra, — confina a lev. con eredi del sig. Domenico Clama d’Artegna, a mezzodν e pon. con — Andrea Pelarin in loco — Dolze, ed a tram. il borgo —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10295, 46).
1822, magg. 15 È di G.B. Tabacco. Se ne ordina la demolizione perché crollante (A.S.U., C.A. I, 100/1826 Ornati II, Case e fabbricati, 100).
1826, giu. 27*Sollecitazione della deputazione d’ornato perché venga demolito l’edificio pericolante (ibid.).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al falegname G.B. Tabacco l’avviso n. 556 per la «remuzione degli effetti ad articoli ingombranti le strade; piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1838, mar. 15 «G.B. Giacomo Tabacco, di professione botter —, vende a — Francesco Michis — una casa — posta — nel borgo —di Poscolle portante il c. n. 556 —. Confina a lev. con casa — del sig. Francesco De Lucia in loco Clama, a mezz. e pori. con casa e fondi — degli eredi del def. — d. Luigi Moretti ed a tram. il — borgo —. La — vendita viene — fatta — per — ven. — L 1800 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10296, 3193).
1852*Appartiene a G.B. Tabacco (Competenze, I, f. 15v).
1876*Nell’edificio ha lo studio l’ing. Giovanni Finetti; Maria Barbetti vi ha macelleria (COSMI-AVOGADRO, 97, 100).
557
1801 Eugenio Missio tornitore (Nomenclatura, f. 21v), poi del dott. Luigi Moretti (Registro anagrafico, f. 13v).
1803, lugl. 3*Eugenio Missio vende la casa ad Angelo ed Antonio Dolce (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10074, VI instrom., 307, f. 524v — 526v).
1809 È di Antonio Dolce impiegato (Registro delli aloggi, f. 16v).
 *Affittuale è il «bavellino» Giuseppe Raffaelle (ibid.).
1809, mar. 17 Angelo q. Domenico Dolce e figlio Antonio vendono ad Andrea q. Pietro Pellarini due case in Poscolle n. 557-558, per L 2558. Confinano «a lev. casa — del sig. Giovanni Gorgo — n. 556, mezz. sign. Zannetta Clama mediante casa di sua ragione — n. 559, sol a monte androna — del Freddo, a tram. — Poscolle» (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10568, 67).
1813, magg. 25*«Andrea Pelarino situato nel borgo Eugenio al c. n. 557, di profisione becaro, à volontà di ristringere una balconatta, detto ribatto, quarte tre circa» (A.S.U., C.N., 180, Orn. 19).
1822, magg. 15 È di Andrea Pellarini. Se ne ordina la demolizione perché crollante (A.S.U., C.A. I, 100/1826. Ornati II. Case e fabbricati, 100).
1822, magg. 23 Andrea fu Pietro Pellarini vende a Angelo fu Giuseppe Bertuzzi casa in Poscolle n. 557-558 per L 1800. «Confina a lev. G.B. Tabacco, fu — Gorgo, che è la casa — n. 556, mezz. — Francesco De Lucia in luogo Clama, pon. androna — del Freddo e sett. borgo Poscolle» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10546, 1599).
1825, ott. 1 Andrea e Domenica Pellarini ricuperano da Angelo Bertuzzi la casa n. 557 e 558 (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10551, 2539).
1852*Appartiene ad Angelo Moretti (Competenze, I, f. 15v).
1883*Vi svolge la sua attività il fornaio Giacomo Guatti (AVOGADRO, 145).
558
1798, ag. 10 Sebastiano Bruscone vende per d 300 ad Andrea Ceschiutti una casetta nell’androna del Freddo, «confina a lev. con gli eredi — Clocchiatti e parte casetta del sig. Giuseppe Rota, mezz. — Giuseppe Casi, pon. parte — Casi e parte una casetta e corticella — d’esso venditore ed a tram. parte — Domenico Clama e parte — Rotta» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, 289, f. 419v — 420r).
1801 Antonio Dolce (Nomenclatura, f. 21v).
 *Affittuale Domenico Romano (ibid.).
1809*È dell’impiegato Antonio Dolce. Vi abita il fabbro Domenico Zanussi (Registro delli aloggi, f. 16v).
1852*Appartiene a Francesco de Lucia (Competenze, I, f. 16v).
559
1801 Co. Giovanni Gorgo (Nomenclatura, f. 21v).
 *Affittuale Anna Coredazza (ibid.).
1809 È di Andrea Cescutti ortolano e di Anna Corodassa industriante (Registro delli aloggi, f. 16v).
 *Affittuali sano l’industriante Maddalena Magrina e il domestico Osvaldo Cargnelli (ibid.).
1814, giu. 28*«Sono comparsi Manzi di me Osvaldo Colomba — not. — Antonio ed Angela —, figli delli deffonti — Nicolò e Verghinia n. Rotta iug. Clochiatti — e Andrea q. Antonio e Teresa — Bruscone iug. Ceschiutti, lavoratori di orti, possidenti —, e hanno — stipulato come segue. — Stante l’impedimento preteso farsi dalli — Ceschiutti del libero transito alle due stanze — delli — Clochiatti, una serviente ad uso di fornelli e l’altra ad uso di legnara, furono detti — Clochiatti necessitatti di far praticare alli Ceschiutti la licitazione col mezzo dell’usciere — Francesco Cisotti nell’epocha delli — 14 apr. — 1814 —; in sequella sono anco fatti novi atti innanzi la r. corte di giustizia civile e criminale del Passaziano ed avendo li iug. Ceschiutti conosciuto innopinabili le ragioni di — Clochiatti, — li stessi iugali — accordano il libero ingresso e regresso — alli Clochiatti — per la contrada — del Fredo, entrando per la porta del sotto-portico della casa segnata col c. n. 559, indi introducendosi sul corridore consortivo con il Corradazzo ed entrando nella corte delli —Ceschiutti e da quella sarà estratta una callisella lunga pd 4 3/4 a tutta longhezza della — corticella, onde da quella appresso il muro della casa delli sigg. Clama d’Artegna averne il libero ingresso — alle — due stanze e casa d’essi — Clochiatti —. Li iug. Ceschiutti s’obbligano di chiudere la restante con muro da fabbricarsi sui — fondi a tutta longhezza — fin al muro della casa — Clochiatti, non però piϊ alto di quello che presentemente esiste a pon. della citata corticella, il quale serve di separazione con Corradazzo —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10300, 581).
1829, ag. 22 Angelo q. Andrea Ceschiutti vende per ven. L 1350 a Valentino Antonio q. G.B. Sabbadini casa in Poscolle n. 559 o meglio «il fabbricato a tram. della corte che comprende una stanza ad uso di cucina in piano, una camera sopra con annesso sito di scala e scala, solaro ad uso di grannaro» Confina a lev. e parte a mezz. con gli eredi di Giuseppe Casi, mezzodν Coradazzi, pon. passalizio consortivo, tram. Clocchiatti (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10312, 2452).
1852*Lo stabile è composto di quattro parti, delle quali i n. 559 A e 559 B appartengono a Luigi Coradazzi; e i n. 559 C e 559 D a Limpio Ceschiutti (Competenze, I, f. 16v).
1876*L’edificio ospita una falegnameria di proprietà di Maria Floreani (COSMI-AVOGADRO, 93)
560
1801 «De Lucca sig. Domenico» (Nomenclatura, f. 21v).
 *Affittata a Giuseppe Zorzutti (ibid.).
1809 È di Domenico Codutti (Registro delli aloggi, f. 16v).
 *Affittuale è l’industriante G.B. Manfredo (ibid.).
1814, apr. 30 G.B. q. Agostino Di Luca vende a Giacomo q. G.B. Zuchiatti due casette in Poscolle n. 560-566 per L 1443 (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4812, 251).
1815, magg. 27 G.B. Zulliani vende a Pietro Minighini «una — casetta — con corticella dal corpo della casa n. 560 — nella calle del Fredo copperta di coppi — con muri scopperti servienti di separazione nella corticella. Confina a lev. con li — coo. Gabrieli, mezz. Giacomo Zuchiatti, a pon. la calle del Fredo, ed a tram. — Giuseppe Casi» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10302, 769).
1824, dic. 6*«— Giacomo Zucchiatti — vende — al — Valentino Padovani — una casa di muro, coperta di coppi, con inerente fondi e corticella, sita nel borgo di Poscolle —, nella — calle — del Freddo, marcata col c. n. 560 —, che confina a lev. — fratelli Manenti loco Gabrielli, a mezz. Pietro Minighini, a pon. — calle del Freddo ed a tram. detto Minighini; qual casa —, unitamente all’altra — n. 566, fu dal venditore acquistata dalle mani del sig. G.B. — Di Luca coll’istrom. 30 apr. 1814 —a rogiti del not. — G.G. Clocchiatti —. La casa viene — venduta — per il prezzo — di it. L 750 —» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10633, 3896).
1824, dic. 9 Pietro q. G.B. Minighini vende a Velentino Padovani «una — casetta — nella contrada del Freddo faciente parte del c. n. 560 — che confina a lev. — Manenti loco Gabrielli, mezz. Giacomo Zucchiatti, ora l’acquirente, pon. la — calle del Freddo ed a tram. eredi — Casi. La vendita — viene fatta — per il prezzo — d’it. L 459,77 —» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10633, 3897).
1826, mar. 20 È di Valentino Padoano. Viene riformata ed alzata (A.S.U., C.A. I, 100/1826/II, 993 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Valentino Padoani (Competenze, I, f. 16v).
561
1801 È di Pietro Meneghini (Nomenclatura, f. 21v).
1809*È di Pietro Meneghini (Registro delli aloggi, f. 16v).
1826 È di Pietro Meneghini; vedasi n. 560.
1852*Appartiene a Pietro Meneghini (Competenze, I, f. 16v).
562
1801 Grazia Del Negro (Nomenclatura, f. 21v).
1809 È di Pietro Meneghini (Registro delli aloggi, f. 16v).
1836, ag. 17 Pietro q. G.B. Meneghini vende a Sebastiano Sclibin la casa n. 562 «composta — da una stanza terranea in piano con camera sopra e bastardello superiormente coperta di coppi, piccola corticella e stalotto per i suini in essa corticella —; confina a lev. e tram. con casa e fondi rimasti al venditore —, a mezz. — Domenica — Zucchiatti ed a pon. la calle del Freddo» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10315, 3087).
1852*Appartiene a Sebastiano Sclibini (Competenze, I, f. 16v).
563
1801 Giuseppe Meneghini (Nomenclatura, f. 21v).
1809*È dell’agricoltore Giuseppe Meneghini (Registro delli aloggi, f. 16v).
1813, apr. 16 Giuseppe fu G.B. Meneghino vende a Giacomo fu G.B. Zucchiatti per L 1382 «una casa con corte, stalla, coperta di coppi, lobeale coperto di paglia e cortivo, il tutto — situato nella calle del Freddo — col c. n. — 563» (A.S.U.., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4811, 180).
1852*Appartiene a Teresa Zucchiatti (Competenze, I, f. 16v).
564
1801 Co. Nicolò e nipoti Gabrielli (Nomenclatura, f. 21v).
 *Affittuale Teresa Zucchiatti (ibid.).
1809*È di Nicolò e nipoti Gabrielli. Inquilino è l’ortolano Giacomo Zuchiati (Registro delli aloggi, f. 16v).
1852*Appartiene a Francesco Gabrielli (Competenze, I, f. 16v).
565
1801 Leonardo De Lucca (Nomenclatura, f. 21v).
1809*È di G.B. Luca, agricoltore (Registro delli aloggi, f. 16v).
1852*Appartiene a G.B. Zuliani (Competenze, f. 14v).
566
1801 «Cattaruzzi Giovanni, gua cadorino» (Nomenclatura, f. 21v).
1809*È di Giovanni Cataruzzi. Vi abita il domestico Tomaso Zecchini (Registro delli aloggi, f. 16v).
1814, febbr. 18 «Zuanne fu Valentino Cattaruzzi — vende - a — Giacomo fu G.B. Zuchiato una casa ereta da muri, coperta di coppi, marcata col n. 566, con camera in primo piano nella fabrica atigua al lato di mezzodν soto il n. 565, con fondi, cortivo e sotoportico promiscuo per l’ingresso —, il tuto — situato - nella calle deta del Fredo; qual casa confina a lev. la calle deta del Freddo, a mezz. Leonardo Zuliani, a pon. — G.B. Di Luca ed a tram. — Pietro di Leonardo Della Rossa — II prezzo — resta — convenuto nella somma di it. — L 1497,17 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4812, 222).
1814, apr. 30 Eredi di Giuseppe Casi (vedasi disegno per la casa n. 560, A.S.U., C.A. I, 100/1826. Ornati II. Case e fabbricati, 993 Orn. II C).
1818 È di Pietro Della Rossa, ad un solo piano; viene inalzata a quattro piani (A.S.U., C.A. I, 18/II, 1073 Orn. II C, con disegno firmato dal pubblico perito Giovanni Picco).
1852*Appartiene a Gabriele Zucchiatti (Competenze, I, f. 16v).
567
1801 Leonardo Mestruzzi (Nomenclatura, f. 22v).
1809 È di Agostino Croattino (Registro delli aloggi, f. 16v).
 *Vi abita l’agricoltore Leonardo Mestruzzi (ibid.).
1810, mar. 19 Agostino fu Matteo Croattino vende a Pietro di Leonardo Della Rossa per L 1842 la «casa — di muri con fondi, corte, stalla ed altro, posta — nella androna del Freddo — n. 567, che confina a 1ev. l’androna stessa, pon. ospitale civile, mediante il conduttore Modotti Giacomo, ed alli monti Leonardo e fratello Missio —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4810, 39).
1852*Appartiene a Pietro Della Rossa (Competenze, I, f. 16v).
568
1801 Gioseffa Missio (Nomenclatura, f. 22v).
1809*È di Leonardo Missio. Affittuale è l’industriante Anna Violina (Registro delli aloggi, f. 16v).
1852*Appartiene a G.B. Missio (Competenze, I, f. 16v).
569
1801 Gioseffa Missio (Nomenclatura, f. 22v).
 *Affittuale Angela Tomada (ibid.).
1809*È di Leonardo Missio. Affittuali sono il sarto Mattia Candotti e l’industriante Lucia Sivilotti (Registro delli aloggi, f. 16v).
1852*La casa, censita insieme col n. 570 e indicata come capace di contenere 8 soldati e 8 cavalli, appartiene a G.B. Missio (Competenze, I, f. 16v — 17r).
570
1801 Gioseffa Missio (Nomenclatura, f. 22v).
 *Affittuale Bortolino Sbirro (ibid.).
1809*È di Leonardo Missio. Affittuale è l’industriante Bortolo Fantelli (Registro delli aloggi, f. 16v).
1852*Vedasi n. 569.
1945, febbr. 20 È distrutta da una bomba.
571
1801 Gioseffa Missio (Nomenclatura, f. 22v).
1809*È di Leonardo Missio (Registro delli aloggi, f. 16v).
1835*Vi abita il capo del secondo quartiere (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1852*Appartiene a G.B. Missio (Competenze, I, f. 16v).
1945, febbr. 20 È distrutta da una bomba.
572
1800, apr. 24 Giacomo e Pietro Del Dose vendono a Pietro Rioli «una — casa — con cortivo annesso, situata in parrochia di S. Niccolò, nell’androna — detta del Freddo —, che confina a lev. strada pubblica, mezz. G.B. Missio ed altri particolari, sol a monte — Domenico de Marco in loco delli — coo. Percoto ed alle monti con l’ecc. — dott. Carlo Faccio ed altri particolari —, la quale è tenuta a semplice affitto dal sig. Domenico de Marco, al sig. Pietro q. — Sebbastiano Riolo —. E ciò pel — prezzo di d 1517 L 1 s 13 — risultanti dalla stima — fatta dal pubbl. per. — G.B. Capello —, 20 maggio 1799 —» (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, III instrom., 465, f. 457v — 458v).
1800, magg. 31 Pietro Rioli1 vende a Domenico Pignatelli le stesse case per d 1517 L 1 s 13 «il tutto confina da lev. l’androna mezz. eredi del q. G.B. Missio ed altri particolari2, pon. parte — Domenico de Marco parte Vincenzo Tirindelli ed a tram. — parte Carlo Paroni e parte — Pietro Montegan» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, IV instr., f. 435v — 436r).
1800, magg. 31 «Pietro q. — Sebastiano Riu — ha venduto — al — sig. Domenico Pignatelli — le case coi rispettivi fondi, ingressi e regressi alla stessa spettanti — in esso pervenute in virtϊ dell’ — acquisto 24 apr. p. p. di mano del — sig. Marchi not., situate — nel borgo di Poscole — nell’androna chiamata del Freddo, che il tutto confina da lev. l’androna suddetta, mezz. eredi del q. — G.B. Missio ed altri particolari, pon. parte — Domenico de Marco e parte — Vincenzo Tirindelli ed a tram. parte — Carlo Paroni e parte — Pietro Montegan — e ciò per lo prezzo — di d 1517 L 1 s 13 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, III instr., 321, f. 435v).
1801 Domenico Pignatelli (Nomenclatura, f. 22v), detto Dai (Registro anagrafico, f. 14v).
1809*È di Domenico Pignatelli (Registro delli aloggi, f. 16v).
1835*Vi abita la levatrice Caterina Marangoni (A.S.U., C.A. I, 237/XII, Elenco del personale sanitario).
1852*Le due parti, censite rispettivamente 572 A e 572 B, appartengono a Francesco Durν (Competenze, I, f. 16v).
   
NOTE1Nei documenti trovasi anche Riu, come avverte il della Porta.
 2N. 568-571.
573
1790, ott. 2 Leonardo q. Paolo Zai di Tarcento vende a Pietro q. Bernardino Montegano «una casa di muro, coperta di coppi, con aderente cortivo di ps 66 nella contrada — del Fredo —, pervenuta in essi — Zai come eredi del molto rev. — Giuseppe q. — Livio Forni —, qual casa ha per confine a 1ev. la contrada — del Freddo, mezz. — Del Dose, a pon. — Carlo Paroni ed a tram. parte — Paroni e parte la — fraterna di S. Niccolò. E questa — vendita — fa — per il — prezzo — di — L 4416 s 18 —» (A.S.U., N., Graziano Cantoni 10212, III instr., 371, f. 526v — 528r).
1800, apr. 24 Giacomo e Pietro Del Dose vendono a Pietro q. Sebastiano Riolo «una — casa di muro, coperta di coppi, con due solari, con cortivo annesso — situata — nell’androna — del Freddo, — che confina a lev. strada —, mezz. G.B. Missio ed altri particolari, sol a monte — Domenico de Marco, in loco delli — coo. Percoto, ed alle monti con l’ecc.mo — dott. Carlo Paroni ed altri particolari, la quale attualmente è tenuta a semplice affitto dal sig. Domenico de Marco —» (A.S.U., N., Antonio Marchi, III instr., 465, f. 457v — 458v).
1801 Pietro Montegani (Nomenclatura, f. 22v).
1809 È di Vincenzo Segati, negoziante (Registro delli aloggi, f. 16v).
1852*Appartiene a Luigi Novelli (Competenze, I, f. 16v).
1852, mar. 6*Luigi Novelli «ha divisato di ridurre la facciata della casa di sua ragione nella calle del Freddo al n. 573». La deputazione d’ornato risponde che «non si può tollerare l’omissione della cornice. Però, dichiarando il — Mazeri che sta facendo le pratiche col proprio vicino per poter innalzare di un piano la sua fabbrica, sembra doversi accordare il lavoro colla condizione di compierlo regolarmente e colla preventiva di un nuovo disegno (A.S.U., C.A. I, 66, 1683 Orn. II C).
1852, mar. 30*Nuova istanza di Luigi Novelli, che questa volta ottiene l’approvazione (A.S.U., C.A. II, 66/1852, 2291 Orn. II C, con dis.).
1876*Studio del geometra Luigi Novelli (COSMI-AVOGADRO, 96).
574
1717, genn. 19*«In essecutione della parte presa li 3 genaro corr. nel — consiglio secreto della — fraterna di S. Nicolò del borgo di Poscolle, — Filippo Lanteriio — ha — locato in emphiteusim a mess. Giovanni Maria Brinelli q. Carlo Brugner, carrozziero in casa Prampero, — una casetta di muro coperta di coppi, situata in — borgo di Viola, annessa alla sala di reduttione del consiglio di detta — fraterna, consistente in una stanza a pie’ piano con suo solaro di tolle sopra, habitata al presente ad affitto semplice da — Domenico D’Ambrosio; confina a sol levado con la strada dell’androna, mezogiorno la salla del consiglio, pon. — fratelli Gorgo et ai monti casetta della — chiesa di Campoformio —. E ciò perché — Giovanni Maria — s’ obliga — di corrisponder in perpetuo — L 38 — ai 31 di decembre —» (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunallesco, 8301, XI instr., f. 1r — 2r).
1801 Chiesa di S. Nicolò (Nomenclatura, f. 22v).
 *Affittuale Caterina “pistora” (ibid.).
1809*È della chiesa di S. Nicolò. Affittuali sono l’industriante Giovanni Mer e l’ortolano Mattia Jesse (Registro delli aloggi, f. 16v).
1852*Appartiene alla chiesa di S. Nicolò (Competenze, I, f. 15v).
1874*Bottega del maniscalco Marco Brugner e noleggio di cavalli di Antonio Cherubini (COSMI-AVOGADRO, 100, 104).
1883*Bottega del maniscalco Valentino Scrosoppi (AVOGADRO, 148).
   
BIBLIOGRAFIA “Giornale di Udine”, 2, CCLXIV, 5 nov. 1867, 4.
575
1801 Angelo Grotto (Nomenclatura, f. 22v).
 *Affittuale Giuseppe Clocchiati (ibid.).
1809*È di Angelo Grotto. Affittuale è l’oste Giuseppe Clochiati (Registro delli aloggi, f. 16v).
1852*La casa, comprendente anche il n. 576, appartiene ai fratelli Clocchiatti (Competenze, I, f. 15v).
576
1797, sett. 14 «Il nob. — rev. — G.B. Grotto, oriundo della Tisana —, abitante in questa città —, vende — a — Giuseppe — di Bernardo Clochiatto — una casa — situata nella calle — del Freddo —» (A.S.U., N., Marco Grisolli, 10376, I istr., 39, f. 62v — 63r).
1801 Angelo Grotto (Nomenclatura, f. 22v).
 *Affittata ai fratelli Grotto (ibid.).
1809*È di Angelo Grotto (Registro delli aloggi, f. 16v).
1812 Osteria “Alla fornace di Burano” (Esercenti).
 *Giuseppe Clocchiatti ne è il proprietario (ibid.).
1852*L’edificio è censito insieme con quello n. 575 (Competenze, I, f. 15v).
1876 Osteria “Ai pompieri” (COSMI-AVOGADRO, 107).
 *Stallaggio gestito da Leonardo Cecchini (ibid., 114).
 *Nell’edificio ha lo studio il “pittore di figura e paesaggio” Leonardo Rigo1 (ibid., 109).
1883 Osteria “Ai buoni amici” con stallo (AVOGADRO, 152, 156).
   
NOTE1Per Leonardo Rigo: Elenco ufficiale, 21; DAMIANI, Arte... Il Liberty, 26-27, 268; S[ACCOMANI], Il ristauro, 35.
577
1743, apr. 18*Vedasi n. 578.
1801 Carlo Paroni medico (Nomenclatura, f. 22v).
 *Affittuale Lucia Polata (ibid.). Poi dott. Vincenzo Romanelli (Registro anagrafico, f. 14r).
1809 È di Girolamo Carlini (Registro delli aloggi, f. 16v).
 *Affittuale è l’industriante Caterina Durigo (ibid.).
1821, magg. 2*Vincenzo Romanelli presenta un progetto per le case n. 577 e 578, che vuole demolire e ricostruire. La deputazione d’ornato lo respinge. Il proprietario ne fa redigere un secondo dall’ing. Valentino Presani (A.S.U., C.A. I, 53/1821/III, 1909 Orn. II C, con diss.).
1852*La casa è censita in due numeri distinti, 577 e 577 unito col 578, tutte appartenenti al dott. Vincenzo Romanelli (Competenze, I, f. 16v).
578
1743, apr. 18*Nelle confinazioni delle case soggette a livello a favore della fabbrica del duomo, si cita una casa «di presente incorporata nell’abitazione, corte ed orto delli — Panni, quale — confina a levante con altra casa posta sul canton dell’androna detta del Fredo per avanti Missona, a mezzodν casette di piϊ particolari, a sol a monte Paroni mediante casa fu Rudella et alle monti borgo» (B.C.U., ms. F. XXI, f. 70r — 70v).
1801 Dott. Carlo Paroni1 (Nomenclatura, f. 22v).
 *Affittuale Pietro Pascottini (ibid.).
1809 È di Girolamo Carlini (Registro delli aloggi, f. 16v).
 *Affittuale è il calzolaio Pietro Pascuttini (ibid.).
1821 È del sac. Vincenzo Romanelli. Viene ricostruita, comprendendo anche il n. 577 (A.S.U., C.A. I, 53/III, 1087 Orn. II C).
 *La riedificazione parte da una denuncia del commissario di polizia alla congregazione municipale per lo stato pericolante «pendente e fur di piombo» del muro maestro. Il rilievo è condotto coll’ausilio dell’ing. Giulio Bertoni. La casa al momento è abitata dalla vedova di un assistente di finanza, tale Lucia Del Bianco. Il 18 marzo il sac. Romanelli, debitamente convocato, riceve l’ordine di demolizione. Promettendo di obbedire, chiede una dilazione per sistemare gli affittuali. Gli è poi necessaria una proroga, che gli viene concessa fino al 25 aprile. Alla fine di questo mese il commissario di polizia denuncia il disordine trovato sul luogo a causa dei materiali di demolizione. Il 30 aprile il Romanelli riceve l’ingiunzione di produrre il disegno della fabbrica (A.S.U., C.A. I, 53/III, 1554 e 1844, Orn. II C).
1821, magg. 2°°Vedasi n. 577.
1821, lugl. 21*Giuseppe Presani, commissario d’ornato, riferisce che la fabbrica è «all’altezza di por le finestre del primo piano». Ne giudica irregolare l’impianto e suggerisce di fermare i lavori. Da qui parte l’ordine di arresto degli stessi (A.S.U., C.A. I, 53/1821/III, 3346 Orn. II C, con dis.).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al pizzicagnolo Tommaso Chiandolino l’avviso n. 1050 per la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Vedasi n. 577.
1874*La casa appare unita con quella n. 579 (Prospetti di confronto, 56).
1876*Nella casa ha lo studio l’avv. Giuseppe Forni e abita il professore di violino Carlo Blasig. Vi ha fucina anche il fabbro ferraio Giuseppe Biasutti (COSMI-AVOGADRO, 38, 109, 92).
1883*Bottega del fornaio Nicolò Variolo (AVOGADRO, 145).
   
NOTE1Una delle case comprese tra i n. 578 e 581, dei Paroni, è censita con fondamenti sin dal 1449. Se ne trovano gli estremi già dal 30 sett. 1774, nelle confinazioni del pubblico perito Antonio Codutti per il convento di S. Pietro Martire «(casa posta — nel borgo di Poscolle censiva al — convento, possessa ed abitata dalli — Giacomo e fratelli q. — Angelo Paroni di questa città —. Dissero — confinar a lev. altra casa seguente di ragione di detti — Paroni, mezodν orto ed orto dei medesimi, a pon. altra casa parimente di raggione delli stessi et a tramontana strada — del borgo di Poscolle. Sopra la qual casa pagano detti — Paroni al — convento d’annuo censo perpetuo — L 4» (A.S.U., C.R.S., 783/32, n. 1).
579
1801 Dott. Carlo Paroni (Nomenclatura, f. 22v).
1809 È di Rosa Carlini (Registro delli aloggi, f. 16v).
 *Affittuale è l’impiegato Girolamo Giupponi (ibid.).
1814, apr. 2*Avviso d’asta per mora di pagamento della quarta rata dell’imposta prediale del 1813, a pregiudizio degli eredi del fu Carlo Paroni. L’atto oppignorativo è del 14 febbraio 1814. Sono messe all’asta «due stanze a pie’ piano» (A.S.U., C.N., 81).
1821, ott. 23*Il dott. Luigi Rizzi chiede il permesso di «aprire una porta e rebatto ad uso di bottega e chiudere due finestrelle». Il proprietario è Maurizio Romanelli, che sottoscrive la domanda (A.S.U., C.A. I, 53/1821/III, 4817 Orn. II C, con diss.).
1852*Appartiene al dott. Vincenzo Romanelli (Competenze, I, f. 16v).
1874*Vedasi n. 578.
1931 Unita al n. 578, forma un’unica casa a tre piani di quattro finestre per piano.
580
1801 Dott. Carlo Paroni (Nomenclatura, f. 22v).
1809 È di Rosa Carlini. Osteria (Registro delli aloggi, f. 16v — 17r).
1812 Osteria “Al contadino” gestita da Giovanni Vuzzi, ivi domiciliato (Esercenti).
1823, sett. 17*«— Maurizio zio, — Vincenzo e Valentino nipoti Romanello, unitamente alla — sign. Luigia Carlini moglie del — Valentino —, hanno — venduto — alli — Biaggio e Teresa coniugi Tomada — una casa — situata — nel borgo di Poscole coscritta col c.n. 580 —; confina a lev. questa ragione, mezz. parte corte di questa ragione per quanto comprende la stanza a pie’ piano e parte con casa pure di questa ragione occupata dal — dott. Rizzi dal primo piano sino al coperto col muro divisorio per metà, pon. — Giusto Marchi ed a tram. il pubblico borgo di Poscole — acquistata dalli — Girolamo e Francesco padre e figlio Carlino — 2 dic. 1818 —. Questa vendita viene fatta — per il prezzo — di it. L 1550 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10460, 3623).
1852*Appartiene a Giuseppe Tomada (Competenze, I, f. 16v).
1876*Vi ha bottega il mastellaio e bottaio G.B. Gaspari (COSMI-AVOGADRO, 101).
1883*Nella casa è ospitata la bottega dell’ottonaio e lattonaio Luigi Toso (COSMI-AVOGADRO, 153).
581
1801 Co. Francesco e fratelli di Brazzà (Nomenclatura, f. 22v).
 *Affittata a Mario Bagarini (ibid.).
1801, dic. 18 Il co. Alessandro di Brazzà vende per d 420 a Pietro Rubini una casetta in borgo Poscolle «composta da una stanza terranea e due sollari sopra, copperta di coppi —, confina a lev. con case dell’ecc. — Carlo Paroni, mezz. — Paroni, pon. — Paroni, ed a tram. il — borgo —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, III instr., 376, f. 468v — 469r).
1809 È di Pietro Rubini, negoziante (Registro delli aloggi, f. 16v).
 *Affittuale è il cestaio Sebastiano Del Desso (ibid.).
1816, febbr. 24 Bernardino di Pietro Rubini vende per L 1150 a Giulio di Alessandro Marchi una casetta in Poscolle n. 581 «confinante a lev., mezz. e pon. con gli eredi — Carlo Paroni, ed a tram. — il borgo» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10303, 889).
1823, sett. 17 «— Giulio di Alessandro Marchi —, orefice, — vende — al sac. don Lodovico Maria del fu Pietro Berroyier nativo di Contegnis in Francia, dimorante molti anni in questa città —, la casa — n. 581 —; confina a lev., mezz. e pon. con case e fondi degl’eredi e rappresentanti il fu — Carlo Paroni, tram. con strada —. Questa — vendita — si fa pel prezzo — di it. — L 1891» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10604, 3116).
1835*Vi abita il chirurgo Luigi Rizzi, che nel 1837 si trasferisce a Sottoselva (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1851°È dell’ospitale (A.O.U., Censimento stabile catastrino).
1852*Appartiene all’ospedale (Competenze, I, f. 16v).
582
1801 Carlo Paroni (Nomenclatura, f. 22v).
 *Affittuale Maria Sgobara (ibid.).
1809, dic. 30 È di Faustina Montanari Pettoeli (Registro delli aloggi, f. 16v).
 *Affittuale è il «linarolo» Giuseppe Comuzzi (ibid.).
1811, dic. 30 Faustina Montanari ved. del fu Domenico Pettoelli vende a Valentino fu Pietro Pellarini una casa in Borgo Eugenio n. 582 per L 2149, avuta quale erede del fu Carlo Paroni. Confina «a lev. con altri coeredi — Paroni — e parte col sig. Pietro Rubini, mezz. col sig. Domenico de Marco come anche a ponente, ed a tram. colla strada del — borgo» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10360, 802).
1852*Appartiene a Gioseffa Passerini (Competenze, I, f. 16v).
1874*Recapito della levatrice Rosa Brandolini (COSMI-AVOGADRO, 98).
583
1777, mar. 29 Giovanni q. Francesco Simonetti cede la casa in pagamento al co. Antonino Antonini (A.S.U., N., G.B. Stella, 9145, Minutario. 1777, XXI, f. 22r).
1798, febbr. 3 Il co. Antonino Antonini vende per L 900 a Domenico q. Valentino di Marco «una casetta — situata in — borgo di Poscolle, che confina a lev. — Carlo Paroni, a mezz. pon. esso — di Marco, ed a tram. strada — del borgo —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9979, XXXVII instr., 2667, f. 3615r — 3615v).
1801 Domenico de Marco (Nomenclatura, f. 22v). Affittata a Giuseppe Ferruglio (ibid.).
1801, ag. 1*«— Avendo — Domenico di Marco di questa città acquistato dalla — famiglia coo. Antonini del borgo di S. Cristoforo — porzione di casa, situata nel borgo di Poscolle, vicino a quella di sua abitazione, cioè di due appartamenti posti sopra altra porzione di detta casa, possessa presentemente da — Francesca q. Domenico Cisotti, e ritrovandosi tutta essa casa in stato di — deperimento e bisognosa di rimettere il di lei copperto, non che di restaurare e riformare li appartamenti tutti della casa medesima, ad oggetto pertanto che il — de Marco possa a di lui piacere incontrare le spese occorrenti alli restauri —, Francesco Cisotti — vende — allo stesso — Domenico di Marco — la porzione della casa — per il prezzo di d 218 L 2 —». Dalla stima allegata di Francesco Moretti: «Casetta di muro, copperta di coppi, composta di una stanza in piano con picciola corticella e due stanze in primo appartamento di ragione di — Francesca Cisotti —» (A.S.U., N., Ignazio Brunelleschi, 10162, III instr., 431, f. 574r — 577r).
1809*È di Domenico de Marco. Affittuale è il pistore Lodovico Angeli (Registro delli aloggi, f. 16v).
1810, ag. 10 Vi abita il chirurgo Girolamo Cecotti (A.S.U., C.N., 194, 2997 Sanità 37).
1835 Appartiene al nob. Martina (A.S.U., C.A. I, 236/XVI, 6072 Orn. II C).
1852*Appartiene a Vincenzo Martina (Competenze, I, f. 16v).
1876*Bottega del sarto G.B. Marsili (COSMI-AVOGADRO, 112).
1883*Negozio di liquori e commestibili diversi di Maddalena Zamparo (AVOGADRO, 147).
584
1801 Domenico De Marco (Nomenclatura, f. 22v); poi Vincenzo Martina (Registro anagrafico, f. 14r).
1809*È di Domenico de Marco. Affittuale è l’industriante Lucia Travaina (Registro delli aloggi, f. 16v).
1835, sett. 25*Appartiene al nob. Martina (A.S.U., C.A. I, 236/XVI, 6072 Orn. II C).
 *Pietro Clemente falegname chiede di «riformare l’attuale faciata della casa da affitto di sua ragione — sopra il borgo Poscole al — n. 584», col consenso del proprietario Vincenzo Martina.
1852*Appartiene a Vincenzo Martina (Competenze, I, f. 16v).
1876*La casa ospita la bottega del falegname Carlo Menini (COSMI-AVOGADRO, 93).
585
1801 Domenico de Marco (Nomenclatura, f. 22v).
1809*È di Domenico de Marco (Registro delli aloggi, f. 16v).
1817, giu. 4 Ignazio fu Domenico de Marco vende a Pietro fu Pietro Hugonet, originario di Morvilliers in Francia, e Francesco Branzi per L 28000 «la casa dominicale — posta — nel borgo di Poscolle, coscritta col c. n. 585 —, con due cortili —, esclusa la fabrichetta, ove si trova la stanza che serve ad uso di lisciera, — ed esclusa pure la stanzietta ad uso di salvarobba, quali fabrichetta e salvarobba appartengono alla contigua casa al lato di pon., di ragione del — venditore. La casa — venduta — confina a lev. parte col nob. — Vicenzo Martina di Venzone e parte cogl’eredi del fu Carlo detto Paroni, a mezz. parte casa — del — medesimo — de Marco n. 592 —, parte colla sign. Augusta — Tirindelli ved. — Simonetti —, a pon. con altre case del de Marco — n. 586, al vento pon. ed alle monti colla pubblica strada — di Poscolle. Vende pure — gli attrezzi ed utensili tutti — appartenenti a n. dodici fornelli ad uso di filanda di seta —. Cede inoltre — la terrazza sopra-posta alla casa —. Quest’assoluta — vendita — fatta viene per il prezzo — di it. —L 28000» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10629, 2129).
1824 Hugonet e Branzi. Vi è una cisterna (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
1850*Hugonet e Branzi vi hanno una filanda di seta con 38 fornelli (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 65).
1852*Appartiene a Hugonet e Branzi. Viene indicata come possibile alloggio per un capitano (Competenze, I, f. 16v).
1883 In questo edificio Pasquale Fior1 ha negozio di tessuti e manifatture (AVOGADRO, 148). Lo stesso Fior è proprietario di un negozio, situato nella stessa casa, dove si vendono crusca e farina (AVOGADRO, 142).
1931 Vi ha sede un ufficio postale succursale.
   
NOTE1Per l’attività di Pasquale Fior: FALCIONI, Industrie udinesi, 336, 340; KECHLER, Industria serica, 291.
586
1801 Domenico de Marco (Nomenclatura, f. 22v).
 *Affittata a Girolamo Giupponi (ibid.).
1809*È di Domenico de Marco. Affittuale è Marianna Marchi (Registro delli aloggi, f. 16v).
1817, ag. 4 Viene fatto il portone (A.S.U., C.A. I, 10/1817/XIII, 3644 Orn. II C, con dis.).
1828, giu. 29 Ignazio de Marco vende a Gottardo e fratello q. Pietro Bearzi la casa n. 586 per L 4000. Confina «a lev. Hugonet e Branzi, mezz. stessa ragione —, pon. ragion stessa, calle Rivis e la casa n. 587 di — Driussi, e tram. borgo Poscolle». La casa ha ingresso da Poscolle e da via Rivis (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10554, 3077).
1830, ott. 31 Gottardo, Pietro, Tomaso e rev. G.B. Bearzi vendono all’oculista dott. Luigi Rizzi per L 4594 «la casa in — borgo Poscolle al c. n. 586 dalli — de Marco abitata e tenuta a titolo di pigione, con suo fondi, cortivo, stalla — tra i confini a lev. — Hugonet e Branzi, mezz. stessa ragione ch’è la casa n. 589, pon. ragion stessa sopra calle Ribis e le case al n. 587 di — Driussi e tram. borgo Poscolle, con due ingressi, uno verso borgo Poscolle e l’altro la calle Ribis — che in loro pervenne coll’instr. 29 giugno 1828 in mie note —. Questa vendita — resta fatta — pel prezzo di austr. — L 4594,71 —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10557, 3504).
1837, genn. 24 Il dott. Luigi q. Sebastiano Rizzi vende a Valentino fu G.B. Perubini la casa n. 586, confina a lev. Hugonet e Branzi, mezz. casa n. 589, pon. casa Driussi n. 587 e la calle Rivis, tram. borgo Poscolle, già acquistata dalle mani di Ignazio ed Elisabetta de Marco per scrittura privata 22 maggio 1835 (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10316, 3115).
1852*Appartiene a Pietro Bonini (Competenze, I, f. 16v).
1876*Luigi Comessatti vi tiene un negozio di tele, canapa e cordami (COSMI-AVOGADRO, 115).
1883*Studio del notaio Francesco Puppatti (AVOGADRO, 150).
587
1643, mar. 4*Appartiene all’ospedale. Vedasi n. 588.
1753*Alla partita di Agostino da S. Lorenzo, Giuseppe Zoratto figura pagare annualmente L 24 s 16 «per le case fumo de ser Zuan de Ceschin, livellate 1533, 21 luglio, a Martin de Maran —» (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1753, f. 283v).
1801 Dorotea Driussi (Nomenclatura, f. 22v).
1809*È dell’industriante Dorotea Dreussi (Registro delli aloggi, f. 16v).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al falegname Pio Clemente l’avviso 1050 sulla «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193).
1834°Dorotea Driussi loco Giuseppe Zoratto loco Giulio Mesaglio loco G.B. Putto, loco Agostin di S. Lorenzo calligaro, loco Martino tonsore e figlio chirurgo, detti Marano, paga ven. L 24 s 16 sopra una casa già dell’ospedale, cessa in enfiteusi 21 luglio 1533, atti Francesco Porzio, al detto Martin tonsore (A.O.U., Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834, p. 59).
1845, giu. 9 «— Paolo q. Beltrame Petrizzo domiciliato in Zugliano — vende — al —sig. Carlo Giacomelli — una casa con fondi, situata — in borgo Poscolle al c. n. 587 —; confina a lev. e mezz. Bonini — Pietro q. Angelo, pon. Sbolz Gaspare, tram. strada pubblica del borgo. Dichiara il venditore che la medesima gli è pervenuta in proprietà in forza di atto privato di acquisto 18 — apr. 18361 —, mentre prima apparteneva a diversi consorti Driussi —. Questa — vendita viene fatta — per — il prezzo — di austr. —L 6500 —» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/II, 697).
1847, giu. 10 Carlo di Angelo Giacomelli vende a Pietro fu Angelo Bonini la casa n. 587 già acquistata il 9 giugno 1845. «— Confina a lev. e mezz. il detto acquirente, pon. Sbuelz Gaspare a tram. borgo Poscolle —». Prezzo L 7300 (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4841, 7235).
1847°È di Pietro Bonini. Viene riformata la facciata (A.M., Ornato 1843-1851).
1852*Appartiene a Pietro Bonini (Competenze, I, f. 16v).
1876*La casa ospita la falegnameria di Giuseppe Meniello. Vi ha recapito anche il sensale di cavalli Domenico Delan (COSMI-AVOGADRO, 93, 113).
   
NOTE1Atto n. 10193 di Riccardo del fu Antonio Paderni.
588
1643, mar. 4*Tra le entrate della fabbrica del duomo, è citata una casa che sorge all’imbocco di via Rivis, a levante: «Alla partita di mess. Valentino Cisilino q. mess. Alvise di Zuane Ceschino fu di messer Giacomo, sopra una casa in Poscolle, già pagavano gli eredi del q. sig. Pietro Raimondi, poi mess. Christoforo Beltrandis, come habitatori, hora mess. Francesco Cicconico habitator anch’egli della casa, heredi del Ceschino, i confinatori — dissero che la casa è di presente habitata per mess. Francesco Cicconico, possessa o da lui stesso o dal pio hospital maggiore, posta sul borgo; confina a sol levato la casa del suddetto — hospitale, a mezz. gli eredi Iliussi, mediante Paolo Della Mora, a sol a monte l’androna del Rivis et ai monti la strada del borgo; et è sul canton della detta androna» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 8-9).
1753*L’ospedale in Poscolle «possede una casetta, tenuta in enfitteusi dal sig. Sebastian Signorelli per l’annuo censo di L 40. Qual casa è stata lasciata ad Andrea Cischino l’anno 1571, 14 lugl. —» (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1753, n. 267, f. 255v).
1753*L’edificio è ancora gravato da un livello per la fabbrica del duomo: «Ser Francesco Ciconico in loco del q. Cristoforo Beltrandis paga sopra una casa fu delli eredi q. Pietro Raimondi, era abitata da Pietro osto in luoco di ser Valentino q. ser Alvise di Zuanne q. Giacomo Ceschino, come nella confinazione 1643, olio lb 1. Doppo ser Giacomo sellaro casarollo inquilino della casa, che è quella appresso il canton dell’androna di Rivis e quasi dirimpetto all’osteria delli sigg. Gabrielli di Rivolto, fu prima delli eredi Donzelli. — Dissero i confinatori che la casa contrascritta è di presente di ragione dell’egr. sig. Giuseppe Signorelli per esso abitata, che confina a lev. casa di ser Giuseppe Zoratto mediante casa abitata da ser Zuanne da Rizzo beccaro, a mezz. area fu di ragione di Carlo Della Mora, ora abitata da ser Tommaso di Vit Nolizino, a sol a monte l’androna de Rivis, et ai monti la strada del borgo et è posta sul cantone della contrada di Rivis» (B.C.U., ms. F. XXI, f. 68r — 68v).
1770, febbr. 5*Con riconferma il 29 nov. 1779, l’ospedale esige ancora da Sebastiano Signorelli q. Giuseppe «per casa concessa in enphiteusim, con instr. 1747, 24 lugl., nod. G.P. Pavona fu cancelliere, contadi L 40 —» (A.C.U., A.A.O, Rottolo livelli 1769, p. 187).
1783, ag. 30*«— Il — chierico — Antonio, figlio — del q. — Sebastiano Signorelli — si è costituito in patrimonio ecclesiastico la casa di propria — abitazione, posta nel borgo di Poscole, con suoi fondi e cortivo — per il valor di d 1044 s 18, risultanti dalla privata stima 14 corr; formata dalli pubbl. per. — Aurelio Manetti e Niccolò Desia —» (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10073, I instr., 27, f. 38r — 38v).
1801 Rev. Antonio Signorelli (Nomenclatura, f. 22v).
1809*È del sac. Antonio Signorelli (Registro delli aloggi, f. 16v).
1817, nov. 5 Brambilla di Sebastiano Signorelli in Peratoner vende la casa 588 a Carlo di G.B. de Marco (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10631, 2980).
1819, sett. 4 È di Carlo de Marco che domanda di fare il portone a bugne (A.S.U., C.A. I, 35/1820/V, 3391 Orn. II C, con dis.).
1820, apr. 13*La deputazione d’ornato lamenta che si sarebbe dovuto provvedere a lavori piϊ importanti di struttura (A.S.U., C.A. I, 35/V, 1230 Orn. II C).
1820, sett. 30 Carlo di G.B. de Marco vende a Ignazio de Marco q. Domenico de Marco due case in Poscolle, n. 588 e 589; confinano lev. Dorotea Driussi e parte acquirente, mezz. eredi Marioni, pon. Rivis, tram. Poscolle (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10631, 2980).
1834°Ignazio q. Domenico de Marco loco don Antonio Signorelli, loco Sebastiano q. Giuseppe Signorelli, paga ven. L 40 sopra una casa in via Rivis dell’ospitale, concessa in enfiteusi coll’istr. 24 luglio 1747, atti G.B. Pavona (A.O.U., Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834).
1835, lugl. 7 Ignazio ed Elisabetta de Marco vendono al dott. Luigi fu Sebastiano Rizzi le case 588, 589 (Atto privato, A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10316, 3115).
1837, genn. 24 Il dott. Luigi Rizzi del fu Sebastiano vende a Valentino del fu G.B. Perubini le case n. 588-589 «fra li confini a lev. — Hugonet e Branzi, a mezz. casa n. 589, a pon. con casa al n. 587 di — Driussi e la calle — di Rivis ed a tram. il — borgo di Poscolle —» (ibid.).
1838, sett. 22 G.B. Perubini vende le case a Pietro fu Angelo Bonini (Atto privato, notizia desunta dal rogito del 25 ott. 1838).
1838, ott. 25 Pietro Bonini vende a Gasparo Sbuelz la casa n. 588 conf. lev. casa Bonini, mezz. e tram. casa Driussi ora Patrizio, pon. androna Rivis per austr. L 6400 (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10614, 5281).
1838, nov. 5 È di Gasparo Buelz (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 6245 Orn. II C, con dis.).
 *Chiede di aprire una finestra verso via Rivis (ibid.).
1852*Appartiene a Gaspero Sbolz (Competenze, I, f. 16v).
589
1643*Appartiene agli eredi Iliussi. Vedasi n. 588.
1801 Alessandro Mariani (Nomenclatura, f. 22v).
1808, sett. 29 Marco Noale vende a Carlo di G.B. de Marco casa n. 589, «con profondo», in esso pervenuta quale erede di Alessandro Marignani; confina lev. Domenico de Marco, mezz. Antonio Scalabrini, pon. androna, tram. rev. Antonio Signorelli (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10622, Rep. I, 58, f. 9r).
1809*È dell’impiegato Marco Noale (Registro delli aloggi, f. 16v).
1852*Appartiene a Pietro Bonini (Competenze, I, f. 16v).
590
1801 Antonio Scrosoppo (Nomenclatura, f. 22v).
1809*È di Antonio Scrosoppi (Registro delli aloggi, f. 16v).
1852*Appartiene a Luigi Pellarini e a Pietro Ribano (Competenze, I, f. 16v).
591
1788, lugl. 22 Il rev. Domenico q. Antonio Pascoli vende a Domenico q. Valentino de Marco «la casa con fondi e pezzetto di cortivo — posta — nella contrada — di Rivis, che confina a lev. e mezz. — di Marco, a pon. la — contrada ed a tram. calle d’ingresso, descritta nella stima 3 magg. p.p. delli pubbl. per. — Francesco Moretti e Giovanni Carlo Jacotti» per L 2579 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 9974, XII instr., 983, f. 1186r — 1188r).
1800, giu. 10*Domenico de Marco, abitante in borgo Poscolle, chiede di derivare un rivolo d’acqua dal vicino pozzo nel suo cortile, ad uso dei fornelli della sua filanda (A.S.U., C.A., 1/2, 249a).
1800, sett. 6 Pietro Picco vende a Domenico q. Valentino de Marco per d 550 la casa in via Ribis (A.S.U., N , Ignazio Brunelleschi, 10162, III instr., 406, f. 536v — 537v).
1801 Domenico de Marco (Nomenclatura, f. 22v).
1807, ott. 30 Ignazio de Marco si obbliga di acquistare per ven. L 3830 una casa in via Rivis già della fraterna di S. Rocco «— casa —, consistente in una stanza terianea per uso di cucina, con camera in primo piano ed altra camera in secondo piano, altro luogo terra-neo per lavanderia, come camera da letto superiore e grannaio sopra, affittata dalli rappresentanti della fraterna al sig. Domenico q. Valentino de Marco per anni 29, come da priv. scritt. 20 ag. 1790, paga annualmente lire ven. centocinque; qual locazione si ritiene nulla per il disposto delle leggi venete richiamate in esecuzione col decreto austr. 10 ag. 1803, ravivato colla decisione 24 marzo 1807, n. 6934 del — direttore — generale del demanio —» (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10431, 10).
1808, magg. 18°Il demanio vende a Ignazio di Domenico De Marco la casa n. 591, già della fraterna di S. Rocco, per L 2226 (not. Antonio Cavassi).
1809*È di Domenico de Marco. Affittuale è il calzolaio Andrea De Lorenzi (Registro delli aloggi, f. 16v).
1837, apr. 27*Hugonet e Branzi chiedono ed ottengono il permesso di ampliare porta e finestre del pian terreno (A.S.U., C.A. I, 269/III, 2138 Orn. II C, con dis.).
1852*È compresa nel n. 585 (Competenze, I, f. 16v).
1858*Filanda per seta con 48 fornelli, gestita da Luigi Locatelli (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 10).
592
1801 Domenico de Marco (Nomenclatura, f. 22v).
 *Affittata ad Andrea Suzzi (ibid.).
1809*È di Domenico de Marco e di Giovanni Simonuti. Affittuali sono il vetturino Daniele Zuliani e l’industriante Bortolo Novello (Registro delli aloggi, f. 17v).
1816, giu. 20*«Ricorso del sig. Giulio Marchi, orefice, domiciliato in questa città al n. 592, con cui addimanda il permesso di poter rimodernare una casa di sua ragione situata nel borgo Poscole al c. n. 581 e ridurla come dal unito dissegno marcato con lettere A e B ut intus» (A.S.U., C.N., 180/Orn., 1021, con dis.).
1827, ag. 6 Augusta Tirindelli ved. Simonetti vende a Enrico q. Rodolfo Barnaba avvocato la casa n. 592. «Confina a lev. parte Luigi Pignatelli q. Domenico detto Dosso e parte Leonardo Missio, mezz. Giacomo — Cecotti, pon. G.B. q. Valentino de Marco e — calle di Rivis ed a tram. — Hugonet Pietro e Branzi Francesco. Tale vendita è fatta — per it. — L 2400 (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10634, 4345).
1839, dic. 27 Enrico q. Rodolfo Barnaba vende a Pietro Hugonet e Francesco Branzi la casa «con due cortivetti annessi» n. 592; «confina a lev. — Luigi Pignatelli q. Domenico detto Dosso e — Leonardo Missio, mezz. Giovanni q Andrea Cecotti, pon. G.B. q. Valentino de Marco e — calle di Rivis ed a tram. li compratori» (A.S.U., Arch. Barnaba, 5, Riccardo del fu Antonio Paderni).
1852*La casa appare divisa in due parti, rispettivamente 592 e 592 A, delle quali la prima appartiene a Hugonet e Branzi e l’altra al dott. Enrico Barnaba (Competenze, I, f. 16v).
1865, mar. 3*La parte della casa di proprietà di Pietro Hugonet viene indicata come possibile alloggio, al piano terra, per subalterni e servi (A.S.U., C.A. I, 755, Pezza A. Prospetto ufficialità 1864).
593
1801 Domenico de Marco (Nomenclatura, f. 22v).
 *Affittuale Angelo Noale (ibid.).
1809*È di G.B. De Marco. Affittuale è l’industriante Lucia Fornasara (Registro delli aloggi, f. 17v).
1852*Appartiene ai fratelli de Marco (Competenze, I, f. 16v).
1876*La casa ospita la falegnameria di Pietro Cossatto (COSMI-AVOGADRO, 93).
594
1801 Co. Gregorio e fratelli Bartolini (Nomenclatura, f. 22v).
1809*È di Antonio e fratelli Bartolini. Affittuali sono gli agricoltori Angelo e Giacomo Cecotti e il facchino Giorgio Giorgiani (Registro delli aloggi, f. 17v).
1852*La casa appare divisa in tre parti, 594, 594 A e 594 B, delle quali la prima appartiene a Giacomo Cecotti e la seconda e la terza a Pietro Cecotti (Competenze, I, f. 16v).
1876*In questo edificio ha recapito il sensale di seta e bozzoli Nicolò Angeli (COSMI-AVOGADRO, 113).
595
1742°L’ospitale possiede un sedime con case ed orto che comperò da Bartolomeo Bertoglia e Zuan di Polcenigo li 23 dic. 1496 e 3 febbr. 1497 (A.O.U., Notificazione e catastico de’ beni stabili).
1801 Pio Ospitai Maggiore (Nomenclatura, f. 23v).
 *Affittata ad Anna Croattina (ibid.).
1809*È dell’ospedale civico. Affittuale è l’agricoltore Giacomo Modotto (Registro delli aloggi, f. 17v).
1837, mar. 6*L’amministrazione dell’ospedale civile chiede ed ottiene di «fare alcuni restauri ad una casa di questo ospedale, posta — nella cale Rivis al n. 595 e fare alcune modificazioni alla facciata, cioè ricostruire il portone de’ carri e riformare il portello che mette la cucina» (A.S.U., C.A. I, 269/1837/III, 1146 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato da Francesco Nardini.
1852*Appartiene al pio ospitale di Udine (Competenze, I, f. 16v).
1857, ag. 21°L’ospedale vende la casa a Biasone Francesco (A.O.U., Censimento stabile catastrino).
1883*Vi si trova il laboratorio del tagliapietra Antonio Vacchiani (AVOGADRO, 156).
596
1801 Lucrezia Bossi (Nomenclatura, f. 23v).
 *Affittuale Nicolò Cecutti (ibid.).
1809*È di Francesca Bossi. Vi abita il calzolaio Antonio Colugnati (Registro delli aloggi, f. 17v).
1815, ott. 9 Pietro Sborz fu Mattia vende ad Antonio Filaferro, per L 952, la casa n. 596, composta di «una camera in primo solaro la metà della scala va a pie’ piano, con andito d’ingresso e porta sulla strada» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10628).
1852*La casa appare divisa in due parti censite 596 e 596 A, che appartengono a G.B. Fillaferro (Competenze, I, f. 17v).
597
1781, ott. 8 «Essendo in disposizione mess. — Zuanne q. Nicolò Susino — di passare alla vendita d’una di lui casa posta nell’androna di Rivis, statta dal q. — Pietro q. Nicolò Susino di lui auttore avutta in titolo d’enfiteusi dal q. — Tomaso Masetti — con istrom. del dν 8 giugno 1706 in atti del q. — Girolamo Franceschinis — il sudetto — Zuanne Susino — vende al — rev. d. Domenico Bergagna — la casa — per d 377 L 3 s 3». Vi è allegata la stima del perito G.B. Borghi (f. 7v — 9v) con ulteriori dati, — «— in presente vien condotta in affitto dal sig. Mattio Bossi —; —casa coperta di coppi, con cortivo ed orto, il tutto posto — nel borgo di Grizzano cioè nell’androna de Ribis, fra il borgo di Grizzano e Poscole; confina a lev. nob. — Zignoni, mez. l’androna di Ribis, pon. — coo. Florio, sive Travain, che tiene esso fondi ad affitto enfiteotico, ed a tram. nob. — Gabrielli —» (A.S.U., N., Pietro Del Torso, 10151, Istr. 1780-1790, 6, f. 6v — 9v).
1782, giu. 4 «— Il rev. Domenico — Bergagna — di Reana — ha — venduto — al sig. Valentino — del sig. Bortolo Ferrari da Venzone — una casa posta in — borgo di Poscolle nell’androna — di Rivis, che confina a 1ev. — Gabrieli, a mezz. — Zignoni, a pon. strada — ed a tram. — Domenico Croattino enfiteuta delli — coo. Florio —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9973, III instr., 200, f. 243v — 245r).
1801 Valentino Ferrari (Nomenclatura, f. 23v).
 *Affittata a G.B. Micheloni (ibid.).
1808, magg. 5*«— Maria q. Giuseppe Lo-dolo, moglie del sig. G.B. q. Pietro Michielon di professione sensale, domiciliato — in cale detta di Zamban al n. 597, ha domandato la separazione de’ beni in confronto del detto — marito con atto di citazione del giorno tre maggio corrente —» (B.C.U., ms. 2254, Carte bollate).
1809 È di Valentino Cruffo (Registro delli aloggi, f. 17v).
 *Affittuale è il caffettiere Nicolò Bevilaqua e l’industriante Felice Gorasso (ibid.).
1834, genn. 21 Anna Ferrario Maccioli vende a Giuseppe Riva due case in Poscolle in via Rivis n. 597A e B; confinano «a lev. con fondi de’ nobb. Gabrieli, a mezz. nobb. — Zignoni, a pon. la contrada — Rivis ed a tram. la vedova — del sig. Filippo Xotti —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10314, 2844).
1834, genn. 21*Giuseppe Riva «tale aquisto dichiara — d’averlo fatto per una mittà, cioè la casa segnata A verso tram. — fino alla stangiassada di separazione esistente nel —cortivo ed orto, per conto — di esso Giuseppe Riva e l’altra casa — per conto della — donna Anna — del fu G.B. Garzoni ved. del fu Giacomo Piccino —, che è segnata sopra il muro di pon. colla lett. B —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10314, 2845).
1845, apr. 15*L’edificio viene restaurato ed alzato (A.S.U., C.A. I, 406/II, 2903 Orn. II C, con dis.).
1850, nov. 15*«— G.B. q. Giacomo Piccino — vende al — sig. Antonio q. Michele Romanello — la — casa sita — nel recinto del borgo Poscolle — nella contrada — Rivis con li rispettivi suoi fondi, corticella ed orticello, portante il c. n. 597 —, cui confina a lev. Luzzatti — Leone, loco Gabrieli, a mezz. — fam. Zignoni, pon. la contrada di Rivis ed a tram. — Giuseppe Riva —, dichiarando esso venditore che la casa — fu acquistata dalla propria madre Anna q. G.B. Garzoni in virtù — del pubblico istr. 21 genn. 1834 a rogiti del def. not. — Osvaldo Colomba —. Il valore della — vendita — viene — stabilito — in austr. L 2400 —» (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/V, 2150).
1850*Filanda di seta con due fornelli, di Paola Romanelli (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 66).
1852*La casa è divisa in due parti, 597 e 597 A, delle quali la prima appartiene a Giuseppe Riva e la seconda a G.B. Picini (Competenze, I, f. 17v).
1876*Vi ha recapito il sensale di seta e bozzoli G.B. Scubli (COSMI-AVOGADRO, 113).
598
1801 Comune di Samardenchia (Nomenclatura, f. 23v).
 *Affittuale Costantino Riva (ibid.).
1809*Chiesa di Samardenchia. Affittuale è l’industriante Costantino Riva (Registro delli aloggi, f. 17v).
1852*Appartiene alla chiesa di Sammardenchia (Competenze, I, f. 17v).
1867, ott. 3*Contratto di compra vendita fra il comune e G.B. di Gregorio D’Orlando. Si tratta di una «casa situata — al n. 598 — con la porzione di fondo aderente segnato nel tipo 12 luglio 1866, firmato da G.B. D’Orlando» (A.S.U., C.A. I, 842/XVIII, con dis.).
599
1801 G.B. Cencigh oste “Al drago” (Nomenclatura, f. 23v).
 *Affittuale Lucia Vicario (ibid.).
1809*È di Maria Martire. Affittuale è l’oste Giovanni Vicario (Registro delli aloggi, f. 17v).
1816, mar. 15*Domenico Pretto, abitante nella casa, chiede di aprire una nuova finestra. Il progetto è firmato da Francesco Bernardinis (A.S.U., C.N., 180/1816/IV, 746 Orn. 19, con dis.).
1818, sett. 2 Luigi q. Gregorio Minciotti vende per L 550 a Domenico q. Martino Puto «di condizione fabricator di panni — una casetta situata — appresso le mura della città fra Poscolle e Grazzano, portante il n. 599. Confina a lev. contrada Ribis, a mezz. con casetta — della — chiesa di Pasian di Prato» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10306, 1209).
1830, ott. 18*Giuseppe Cao «— rendendosi per urgenza necessario di demolire e ricostruire da nuovo la linda soffittata della casa di sua ragione esistente in stato di deperimento, situata — sopra la strada della calle detta de Rivis — al n. 599, costruendola soffittata come prima esisteva », chiede il permesso (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 4500 Orn. II C).
1852*Appartiene ad Antonio Bonanzioli (Competenze, I, f. 17v).
600
1801 Comune di Pasiano (Nomenclatura, f. 23v).
 *Affittuale Maria Martellis (ibid.).
1809*È della chiesa di Pasian di Prato. Affittuale è l’industriante Giovanni Martielis (Registro delli aloggi, f. 17v).
1812, magg. 26*In seguito ad atto oppignorativo del 6 marzo, viene messa all’asta «una stanza a pianterreno ad uso di cucina al n. 600; a lev. sig. Angelo Noale, a pon. sign. Lucia Benuzzi». Debitrice, per L 15,25, è la chiesa di Pasian di Prato (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 21).
1818, magg. 3*I fabbricieri della chiesa di S. Giacomo chiedono il permesso di applicare una grondaia alla casa (A.S.U., C.A. I, 18, 1489 Orn. II C).
1843, mar. 29*Rosa Tomba Perissini, «proprietaria di un piccolo fondo coerente alla casa di sua ragione n. 600, posto attorno le mura di questa città —, desidera di chiuderlo con un muro di cinta e di aprire in esso una porta». Il progetto viene giudicato “tollerabile” (A.S.U., C.A. I, 359/IX, 2441 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene alla chiesa di Pasian di Prato (Competenze, I, f. 17v).