Consiglio dei Distretti Notarili Riuniti di Udine e Tolmezzo
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Università degli Studi di Udine
Memorie su le antiche case di Udine di Giovanni Battista della Porta: un archivio aperto per la conoscenza della città storica
progetto di ricerca a cura di Anna Frangipane dall’edizione a stampa curata da Vittoria Masutti, 1984-1987
TESTO INTEGRALE
Memorie su le antiche case di Udine: parte I (da 1 a 200)
1
1801 È di «Carlini d. Domenico e Zuane cugini, con vari affittuali e casetta interna» (Nomenclatura, f. 1v).
1809 È dei cugini Giuseppe e Giovanni Carlini (Registro delli aloggi, f. 2v).
 *È affittata all’oste Domenico Disnan (ibid.).
1811, nov. 6*Giuseppe Carlino inoltra domanda al podestà di Udine di «aprire una porticella, pur avendo l’ingresso e regresso di porzione di casa di divisione ad esso appartenente —, la qual porticella viene a corrispondere al dietro le mura». Il podestà chiede il parere all’informatissimo intendente di finanza, il quale sa perfino che il Carlino ha affittato parte del locale e, nell’esprimere parere sfavorevole sulla concessione, il 17 dicembre risponde all’autorità cittadina che lascia «alla sua saviezza la libera argomentazione se gli accessi immediati colle mura urbane possono essere di profitto al reale e comunale interesse, o piuttosto una mira di speculazione degli utenti agli accessi stessi» (A.S.U., C.N., 179).
1812 Osteria “All’agnello” (Esercenti).
 *Bettola classificata di seconda categoria, gestita in quell’anno da Francesco Simeone, residente nello stesso locale (ibid.).
1852*Appartiene a Domenico Rizzi e G.B. Bassi (Competenze, I, f. 1v).
1855, lugl. 13*Francesco Rizzi, «proprietario della piccola casa», presenta il progetto di riforma debitamente firmato da «Giovani Battista Fioretti Murattore» (A.S.U., C.A. II, 66/1855, 4763 Orn. II C, con dis.).
1876*Vi ha bottega il calzolaio Paolo Casarsa (COSMI-AVOGADRO, 88), ancora ricordato nel 1883 (AVOGADRO, 140).
1927 Demolita e ricostruita.
2
1801 È di G.B. Pitassi (Nomenclatura, f. 1v).
 *Affittuale Luca Pero (ibid.).
  Il proprietario è di Cerneglons (A.S.U., C.A., 305/15, f. 64r).
1808, sett. 4 Valentino q. Bernardino Floreanino vende a Simone di Antonio Vittorio la casa in borgo Aquileia n. 2, per it. L 1100,34 (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10324, 108).
1809 È di Sebastiano Gaspareto (Registro delli aloggi, f. 2v).
 *Affittata al vetturino Mario Stampetta (ibid.).
1828, mar. 20 Domenica Cantarutto ved. Gasparutto vende a G.B. fu Michele Tonero «la casa di muro, coperta di coppi, composta da una stanza a pian terreno ad uso di osteria, camera sopra e grannaro con altra stanza sotto i coppi, sopraposta ad altra intermedia ch’è — del rev. Giuseppe Carlini —, situata essa casa — nel borgo Acquileia al c.n. 2. Il prezzo — resta — in ven. — L 3600, corrispondenti ad austr. L 2069,33 —». La casa era stata donata dal marito alla venditrice (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10554, 3022).
1852*Appartiene a G.B. Tonero (Competenze, I, f. 1v).
1927 Demolita e ricostruita.
3
1801 È del co. Tomaso Mattioli (Nomenclatura, f. 1v).
 *Affittuale G.B. Micini (ibid.).
1809 È del co. Tomaso Mattioli (Registro delli aloggi, f. 2v).
 *Affittata al pittore G.B. Missini.
1824, ott. 18*L’oste Luigi Bassi, proprietario delle case n. 3 e n. 4, chiede ed ottiene di allargare la porta d’ingresso in questo edificio da cm 119 a cm 136 «onde poter introdurre nel suo esercizio le botti» (A.S.U., C.A. I, 89/X, 4303 Orn. II C, con dis.).
1845, ag. 30°Pierina Liberale Bassi, comproprietaria con il figlio Luigi fu Luigi Bassi delle case n. 3 e 4, conviene che la casa n. 4 resti tutta al figlio riservando per sé la n. 31.
1852*Appartiene a certo Gaspero (Competenze, I, f. lv).
1862°È di Antonio Rieppi (A.M., Orn. 1837-44).
1876*Bottega del calzolaio Antonio Rossi (COSMI-AVOGADRO, 88).
1883*Vi ha sede la società di assicurazione “Unione umbra degli agricoltori” (AVOGADRO, 129). Vi ha recapito anche lo spedizioniere G.B. Fantuzzi (ibid., 142).
1905, ott. 16*Il consiglio comunale delibera di accettare l’offerta della casa da parte di Girolamo e Teresa Rieppi (Parti prese... 1906, 130).
1915 È di Ferdinando e Maria Rieppi. Il comune delibera di acquistare la metà della casa per demolirla (Parti prese... 1915, 34, 47, 53-54).
   
NOTE1Priva di citazione nel ms. della Porta.
4
1801 È di Francesco Pasqualino (Nomenclatura, f. 1v).
1809 È di Francesco Pasqualino (Registro delli aloggi, f. 2v).
1824, ott. 18*Proprietario ne risulta l’oste della casa accanto (A.S.U., C.A.I, 89/X, 4304 Orn. II C, con dis.).
1845, ag. 30 Vedasi n. 3.
1845, sett. 23 Luigi fu Luigi Bassi vende a Gasparo q. Giacomo Sbuelz, per L 2286, la «— casa al c.n. 4 —; confina a lev. borgo d’Acquileia, mezz. Pierina Bassi nata Liberale col c.n. 3, pon. strada dietro le mura e tram. G.B. e Catterina iug. Minini —» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, II, 776).
1852*Appartiene a un certo Gaspero (Competenze, I, f. lv)1.
1876*Antonio Borghese gestisce un magazzino di vino all’ingrosso (COSMI-AVOGADRO, 116).
1945 Incendiata durante un’incursione aerea.
   
NOTE1Potrebbe trattarsi di una omissione di cognome, data la notizia del 23 sett. 1845.
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1792, giu. 15 Giorgio q. Antonio Giorgiutti vende per d 270 a G.B. Marini casetta in borgo Aquileia; confina a lev. borgo, mezz. Francesco Pasqualino, pon. strada attorno le mura, tram. Giovanni Francescotti (A.S.U., N., Antonio Cavassi, 9879, XI istrum., f. 1087r - 1087v).
1801 È di Caterina Miani (Nomenclatura, f. 1v).
1809*Appartiene al barbiere G.B. Miani (Registro delli aloggi, f. 2v).
1812, apr. Postribolo condotto da Caterina Miani (A.S.U., C.N., 211/I, 80, p. 4).
1812, apr.*Altro postribolo condotto da Anna Calzutta al n. 5/B (A.S.U., C.N., 211/I, 80, p. 6).
1824, sett. 17*G.B. Seraffini trasforma una finestra del pian terreno in un rebatto, evidentemente per una bottega (A.S.U., C.A. I, 89/X, 3858 Orn. II C).
1840, ag. 11°Girolamo Tosolini vende per L 2057 alla sign. Santa Bertuzzi Tosolini casa n. 5; confina a lev. borgo Aquileia, mezz. Luigi Bassi, pon. strada delle mura, tram. parte venditore, parte Giacomo Tomasini (Not. Giacomo Someda).
1849, mar. 10°Santa fu Giacomo Bertuzzi vende a Giacomo Tomasini la casa n. 5 per L 3100 (Not. Giacomo Someda).
1850*Giacomo Tommasini vi gestisce una filanda di seta con quattro fornelli (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 46). Costui già dal 1815, quando è definito “casolino”, ha acquistato la casa n. 6, immediatamente a settentrione (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10628, 1811, instrum. del 23 dic. 1815).
1852*Appartiene a Giacomo Tommasini (Competenze, I, f. 1v).
1876*Magazzino di vino all’ingrosso di G.B. Arrigoni (COSMI-AVOGADRO, 116).
1883*L’edificio ospita due negozi: quello di Luigi Tilati, di liquori e commestibili diversi e quello di Francesco Bisattini, di cristalli, terraglie e porcellane (AVOGADRO, 143, 147).
1945 Incendiata durante un’incursione aerea.
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1643, mar. 9*«Alla partita di m. Maffio libraro1 in luogo di m. Domenico Melon et di ser Michele Bizaria, sopra una casa che fu di mess. Driusso et habitata per longo tempo per li Bizaria, posta in — borgo di sotto i Carmini; pagava la sign. Gentile del q. Domenico Bevilacqua inquilino, poi Vincenzo Zearo; hora mess. Agostino Zorino calderaro, che possede et habita detta casa; dissero i confinatori che — confina a sol levado col borgo d’Aquileia, a mezodν con detto Zorino, a sol a monte coi muri della città e ai monti con una casa distrutta fu dei Bizzaria» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 37-38).
1743, febbr. 4*«Ser Francesco Zurin, successo al q. ser Francesco Zurin calderaro, et ser Mattia libraro, ch’era in loco di Domenico Millon e di Michiel Bizaria, paga di livello sopra una casa fu di ser Driusso, posta sotto li Carmini —, L 2 s 10. Presentemente paga il sig. Giulio Pizzoni, inquilino di detta casa. Dissero i confinatori che — è di v. chiesa di S. Pietro; quale confina a lev. la strada pubblica del borgo, a mezz. con casa delle sign. Zurine abitata da mess. Damiano Pullitto, a sol a monte le mura della città et alli monti casetta derupatta» (B.C.U., ms. F. XXI, f. 5r).
1801 È di Giovanni Francescotti.
 *Affittata a Elisabetta monaca (Nomenclatura, f. 1v).
1809*Appartiene a Carlo Francescotti. Affittata al carrozziere Antonio Gondolino (Registro delli aloggi, f. 2v).
1815, dic. 23 Carlo q. Francescotti Giovanni vende a Giacomo Tomasini per L 1268 casa n. 6, che era stata di Tadea Zurina, che la vendette 11 sett. 1752, atti Cavassi Luigi, a Francesco fu Liberale Girardi, poi passata nella Casa delle Convertite, che con privata scrittura 20 apr. 1774, la vendette a Giovanni Francescotti, padre di Carlo. «Qual immobile confina a lev. colla strada del — borgo, a mezz. Catterina Farra, moglie del sig. G.B. Damiani, ed a pon. e tram. venditore ed è attualmente affittato — a — Giuseppe Pianta, dichiarandosi compresa nella — vendita anche l’annessa corticella —». Prezzo d 400 o it. L 1268,964 (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10628, 1811).
1816, lugl. 3*Giacomo Tomasini nuovo proprietario chiede l’autorizzazione ad alzare e restaurare la casetta, che dovrebbe ospitare al pian terreno una bottega col suo «rebatto» (A.S.U., C.N., 180/1816/V, 1184 Orn. XIX, con dis.).
1818, lugl. 30*Notizie sommarie di una cessione della casa per un pagamento si trovano in un repertorio del notaio Antonio Colaone (A.S.U., N., 524, Rep. III, 1243).
1846, magg. 6 Il nob. Candido fu Carlo di Zucco promette di vendere a G.B. fu G.B. Pagavini la casa n. 6 per L 1000 (A.S.U., N., G.B. Valentinis, II, 910).
1852*Appartiene a Giacomo Tomasini (Competenze, I, f. 1v).
1945 Incendiata durante un’incursione aerea.
   
NOTE1Per il libraio Maffio: BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 221; COMELLI, L’arte della stampa, 63-66.
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1801 È di Giovanni Francescotti (Nomenclatura, f. 1v).
1808, giu. 27*«— Giuseppe Borghese — vende a corpo — alli — sigg. Girolamo e Margherita iug. Candido — una casa coi rispettivi — fondi, corticella ed orticello, il tutto unito situato — nel borgo — d’Acquileia al c.n. 7 —, in — lui pervenuta in forza d’acquisto da — lui fatto dalle mani del sig. Girolamo Tosolino col contratto privato 16 sett. 1735. E ciò per la somma — di austr. L 7500 —. Confina essa casa — verso sol levado col — borgo — d’Acquileia, a mezz. Giovanni Tomassini e parte G.B. della Torre, a pon. strada che conduce attorno le — mure della città ed a tram. con casa e fondi della fam. Compassi —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10316, 3211).
1809*Appartiene a Carlo Francescotti. Inquilino è Luigi Cesarotti «giudice della corte» (Registro delli aloggi, f. 2v).
1840, genn. 29 Girolamo q. Giacomo Candido vende a Vincenzo q. Paolo della Torre casa n. 7 (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4825, 2725).
1840, nov. 9*Eredi del fu Carlo Zucchi. Vedasi n. 8.
1841, febbr. 27 Vincenzo q. Paolo della Torre vende a Candido q. Carlo di Zucco la casa n. 7 per L 8300; confina a lev. borgo, mezz. Giovanni Tommasini e parte G.B. della Torre, pon. strada di circonvallazione, tram. Atanasio Teia (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4826, 3386).
1846, lugl. 16 « — Il — nob. — Candido di Zucco — vende al — sig. — G.B. Pagavini — la casa con fondi di cortivo ed orto posta — nel borgo Aquileia al c.n. 7—; confina a lev. il borgo d’Aquileia, a mezz. Tommasini Giacomo e parte della Torre G.B., a pon. strada che gira attorno le — mura ed a tram. casa e fondi di Attanasio Teia. Dichiara il venditore di essere proprietario della — casa in forza d’istrum. d’acquisto 27 febbr. 1841, — atti — G.G. Clocchiatti — con l’antecedente proprietario — Vincenzo q. Paolo della Torre, l’avea acquistata dalle mani de’ iug. Girolamo e Margherita Candido per — contratto 29 genn. 1840 —. Dichiara che — li — iug. Candido aveano quella casa acquistata dal sig. Giuseppe q. G.B. Borghese col — contratto 27 giugno 1830 negli atti del — not. — Osvaldo fu Floreano Colomba e che il — Borghese l’avea comperata dal sig. Girolamo Tosolino col privato contratto 16 sett. 1835 —. Dichiara che — il Tosolino possedeva la casa — per acquisto all’asta giudiz. — 11 genn. 1831 n. 251 —. Il prezzo — viene — stabilito di austr. — L 7700 —» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/II, 966).
1852*Appartiene a G.B. Pagavin (Competenze, I, f. 1v).
1861°È di Ciriaco Tonutti. Aveva un portone bugnato. Viene alzata a due piani e soffitta. Quattro finestre per piano (A.M. Ornato, 1857-1864).
1883*Vi ha recapito il rappresentante Francesco Agosti (AVOGADRO, 143).
1945 Incendiata durante un’incursione aerea.
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1801 È di G.B. Seraffino (Nomenclatura, f. 1v).
1810, apr. 27*Avviso d’asta al debitore G.B. Seraffini per L 231,07, in seguito ad atto oppignorativo del 5 febbr. 1810: «stanze n. 4 in primo ordine, ritenuto anche l’ingresso per il sottoportico per dette stanze. Non comparve alcun offerente; perciò le aste furono chiuse» (A.S.U., C.N., 80).
1812, magg. 30*In seguito ad atto oppignorativo del 20 febbr. 1812, processo verbale d’asta con effetto a G.B. Serafini, debitore per L 51,09: «stanza dal corpo della casa al n. 8 a pian terreno ad uso di cucina con ingresso di sottoportico a mano destra entrando in detta casa» (A.S.U., C.N., 81).
1827, ott. 25 G.B. fu Seraffino Seraffini vende a Giacomo fu Giovanni Pietro Compassi la casa n. 8 per L 5100 (A.S.U., N., Giovanni Zancan, 635, 1891).
1840, nov. 6 «— Giacomo q. G.B. Compassi, Santo q. Antonio ed Antonia n. Cottola iug. Iacolutti — vendono al sig. Attanasio Teia — la casa co’ suoi fondi di cortile ed orto, posta — in borgo Acquileia, contrassegnata col c.n. 8 —, cui confina a lev. il — borgo, mezz. sig. Zucco loco Carlo Francescotti, pon. — mura della città ed alle monti — Giacomo Tommasini —. Il prezzo della — vendita resta stabilito — nella somma di austr. L 4224 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4826, 3178).
1840, nov. 9 È di Attanasio Teia (A.S.U., C.A. I, 315/VI, 7079 Orn. II C, con dis.).
 *Il nuovo proprietario inoltra domanda, per riformarla ad uso di osteria e vendita di vino (ibid.).
1850 Filanda di seta con due fornelli, al nome dello stesso Teia (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 47).
1852*La casa appartiene ad Attanasio Teia (Competenze, I, f. 1v).
1858*Filanda di seta con quattro fornelli, gestita da G.B. Bolzicco (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 1).
9
1801 È del co. comm. Carlo de Pace (Nomenclatura, f. 1v).
  Affittuale Domenico Zamparo (ibid.).
1809 È di Tomaso Pretner domestico. Inquilino è il domestico Giulio Egregis (Registro delli aloggi, f. 2v).
1813, apr. 15°Si concede a Tomaso Pretner «di far riatare la porta d’ingresso» (A.S.U., C.N., 180).
1840 È di Tomaso Pretiner (vedasi richiesta di A. Teia per la casa n. 8, A.S.U., C.A. I, 315/VI, 7079 Orn. II C).
1850*Vi funziona una filanda di seta con quattro fornelli (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 48).
1852*Appartiene agli eredi di Carlo Moretti (Competenze, I, f. 1v).
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1801 È di Pietro fu Antonio Pilosio (Nomenclatura, f. 1v).
1809*Appartiene a Pietro Pilosio. Affittata all’industriante Anna Costantini (Registro delli aloggi, f. 2v).
1812, ott. 10*Al podestà di Udine: «Mattia di Valentino Centa, nativo di Villa Vicentina, ora domiciliato in questo comune di Udine in borgo d’Aquileia al n. 10, addimanda che li venghi rilasciato il certificato di sua ruolare, e di buona condotta, e d’aver addempiuto alla legge coscrizionale» (A.S.U., C.N., 184).
1852*Appartiene ad Antonio Pilosio (Competenze, I, f. 1v).
1883 Caffè “Alla ferrovia” (AVOGADRO, 139).
 *Gestione di Gioachino Bertoli (ibid.).
11
1801 È del co. Antonio Beretta e del co. Lovaria (Nomenclatura, f. 1v).
 *Affittuale Menega Susina (ibid.).
1809 È di Antonio Susino pistore (Registro delli aloggi, f. 2v).
1814, genn. 11*Domenica Susini, domiciliata al n. 11 in via Aquileia, è inserita nell’Elenco dei pistori quali tengono depositi di farina presso di loro (A.S.U., C.N., 185, 72 Pol.).
1818, lugl. 30. Antonio Susini vende la casa al bar. Girolamo del fu Giuseppe Bresciani (A.S.U., N., Antonio Colaone, 524, Rep.).
1822, giu. 14 Il bar. Girolamo Bresciani vende la casa a Giacomo di Domenico Molinis. Confina lev. borgo, mezz. Valentino Centa, pon. e sett. convento del Carmine (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10546, 1622).
1822, ott. 18 È di Angelo Molinis. Viene alzata a tre piani; due finestre per piano (A.S.U., C.A. I, 68/X, 4580 Orn. II C, con diss.; A.S.U., C.A. I, 68/X, 4580 Orn. II C, con diss.).
1852*Appartiene a G.B. Molinis (Competenze, I, f. 1v).
1876*Recapito dell’imprenditore e fornitore Ettore Mestroni (COSMI-AVOGADRO, 96).
1883*Bottega del fornaio G. Del Bianco (AVOGADRO, 145).
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1725°Casa1 del nob. Giulio Reggio. Confina a lev. borgo, a mezz. Giuseppe Schiratti mediante stanza terrena del nob. sig. Antonio Gallici, a pon. strada sive mura della città mediante orto, ai monti convento del Carmine mediante l’ingresso a casa del rev. capitolo di Udine (Not. Francesco Carminati, Allibramenti).
1771, febbr. 22*I monsignori coo. Giulio e Mario Freschi canonici del capitolo metropolitano, Francesco Favetti procuratore dei nob. Giulio del q. Valentino e Bernardino e Anna del q. Giulio Manfredini da Regio, Francesco Brunelleschi per Felice e fratello Brunelleschi, Nicoletto di Toppo per il padre, Domenico del q. Pietro Medici procuratore di Domenico del q. Valentino Tedeschi da Pradamano, Giuseppe e Mattia del q. Nicolò Gremese e Antonio Dolce del q. Giovanni «hanno — trasferito nel pio ospitale maggiore di questa città — tutte le rispettive porzioni loro della casa fu di ragion Regio, posta in questa città nel borgo d’Acquileia, detta il Pallazzatto, contigua al sopresso convento del Carmine e così delli fondi della stessa, cortivo, orto e fabriche annesse respettivamente —; e ciò hanno fatto — li —canonici — rispetto a ciò che appartiene al loro — capitolo — per il capitale di d 412 L 4 s 18 — di livelli e censi dovuti dal q. — Giulio Regio erede intestato della — q. — Anna Regio e per altri d 9 L 3 s 8 per conto di spese ed altro; il Favetti — per il capitale di d 177 —; Francesco Brunelleschi — per il capitale di d 45; — Nicoletto di Toppo — per il capitale di d 25 —; Domenico Medici — per il capitale di d 447 L 3 s 16; — Domenico Tedeschi —per il capitale di d 150; — Giuseppe e Mattia — Gremesi — per il capitale di d 200 —; Antonio Dolce — pel capitale di d 60, prezzo convenuto dell’ orticello di sua ragione racchiuso nello stabile predetto.» Dal documento si ricava che il capitolo metropolitano ha ottenuto l’escorporazione della porzione propria fino dal 26 maggio 1716. Nell’atto viene anche riportata la stima della porzione Medici, consistente in due stanze a pian terreno, per il valore complessivo di d 447 L 3 s 10 (A.S.U., Osp. S. Maria dei Battuti, XIV, f. 2r - 11r).
1801 Già dei pp. di S. Francesco, ora caserma (Nomenclatura, f. 1v).
1809 Era caserma per i coscritti (Registro delli aloggi, f. 2v).
1810, apr. 27*Avviso d’asta alla caserma dei coscritti, per debito di L 13,18 (atto oppignorativo 25 sett. 1809): «una stanza a pian terreno verso la strada». Senza esito (A.S.U., C.N., 80).
1811, mar. 9*Avviso d’asta alla caserma dei coscritti per debito di L 13,19 (atto oppignorativo 18 genn. 1811): due stanze al secondo piano. Senza esito (A.S.U., C.N., 81).
1824 Nell’interno esiste un pozzo (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
1831, apr. 29*Denuncia del capo del secondo quartiere, G.B. Del Zan, secondo il quale al n. 12 «ristaurano una linda, è di ragione del genio militare; il capo mistro, serto G.B. Deganutto» (A.S.U., C.A. I, 182/V, 1686 Orn. II C).
1838 Deposito ii.rr. stalloni (Udine, pianta anon. in Piante delle città capiluoghi, tav. XIX, n. 31).
1852*Stalloni erariali (Competenze, I, f. 1v).
   
NOTE1Questa notizia era stata inserita dal della Porta tra quelle relative alla casa n. 11; ma i documenti del contesto hanno suggerito di attribuire invece questo dato alla casa n. 12.
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese... 1880, 35; [POJANI], Memorie storiche della parrocchiale di via Aquileia, 11.
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1522, ag. 31 «Frater Stefanus ordinis Carmelitarum — exposuit quod — civitas hec — annuit ut monasterium eorum S. Marie ab Angelis, ex loco S. Petri de Tabella, intra civitatem et in burgum Aquilegię introduceretur, promittendo in auxilium tam pis operis ducatos ducentos dandos lapsis annis tribus. Hortatus est — ut — decretum illud mitti exequtioni dum tempus adventaverit sine aliquo impedimento. Nam — illę pecunię dandę erunt mag. Melchlori Stayner venditori domorum et horti in quibus — fabricabitur monasterium» (Annales, LIV, f. 92v).
1522 Si cominciò «a fabbricare la chiesa e monastero di S. Maria degli Angeli, introducendovi ad officiare — i padri Carmelitani» (G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, II, 144).
1525, mar. 8*«— Comparuit — sacrarum litterarum professor d. frater Augustinus Tridentinus — prior in novo monasterio S. Marię ab Angelis dicens quod — auspiciis et auxilio huius — comunitatis Utini, cęptum est fabricari monasterium — S. Marię ab Angelis et — statuii die sabbati proxima futura, qua erit festivitas Annunciationis beatissime Virginis, traducere quandam — b. Virginis imaginem ab ecclesia eorum, sita apud ecclesiam S. Petri de Tabella, ad ipsam novam ecclesiam S. Marię ab Angelis —» (Annales, XLV, f. 47r).
1770 Il convento dei Carmelitani è soppresso; il fabbricato è acquistato dall’ospedale civile, che lo cede ai frati di S. Francesco di dentro, i quali avevano venduto il loro convento per la costruzione del nuovo ospedale (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 116v -118r).
1801 È dei pp. di S. Francesco (Nomenclatura, f. 1v).
1809 Era caserma per i coscritti (Registro delli aloggi, f. 2v).
1809, ott. 23*G. Clocchiati, riferendosi alla perizia sullo stabile, da lui compiuta con Iognoli il 22 marzo 1809, trascrive la stima dei locali, che ormai chiama «Caserma dei Carmini». Elenca e descrive 24 stanze, aggiungendo che alle finestre mancano i vetri e che i pavimenti «tavelladi» necessitano di restauro (B.C.U., ms. vacch. 235, Giuseppe Clocchiati, f. 20v - 23r).
1811, mar. 9*In seguito ad atto oppignorativo del 18 genn. 1811, asta senza esito di tre stanze del pian terreno del locale. Debitore per L 64,61 risulta il convento del Carmine (A.S.U., C.N., 81).
1829, giu. 2 Il demanio vende a Cristoforo Masetti l’orto ad uso di erbaggi ortalizi di censuarie pertiche 2,495, annesso alla caserma militare del Carmine, per L 396, ossia L 0,134 al metro (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10608, 3943).
1829, ag. 8*Il Masetti, che ha acquistato l’orto «col dinaro passatoli dal sac. d. Michele Piani», cede l’orto stesso al parroco pro tempore (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10608, 3959).
1845 I.r. caserma di trasporto (LAVAGNOLO-GARLATO, Pianta).
1915 Caserma Valvason.
Chiesa del Carmine
  Chiesa della B. Vergine del Carmine e di S. Maria degli Angeli, costruita dai Carmelitani insieme al convento nel 1525; fu poi ceduta ai Francescani che avevano venduto il loro convento allospedale civile. Soppresso il convento nel 1810, vi fu trasportata la sede della parrocchia di S. Pietro, fondata nel 1446.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 116v - 118r; A. della FORZA, Memorie, f. 27v; M.A. di MONTEGNACCO, Note storiche, f. 23v - 24r; RAIMONDI, Gioia preziosa, p. 21-23.
   
BIBLIOGRAFIA Affreschi del Friuli, 218; BALDISSERA, Istituzioni religiose, 90; BIASUTTI, Gli affreschi, 22-28; BRAGATO, Guida, 72-73; CAVALCASELLE, La pittura, 229-230; di COLLOREDO TOPPANI-FABIANI, Chiesa della beata Vergine del Carmine, 109-111; DAMIANI, Il gotico toscano, 55-90; DE PIERO, Antiche parrocchie, 60-62, 147; ERMACORA, Guida, 201-202; Illustrazione, 212; Memorie francescane, 359, 360; G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, II, 144; Per ricordare; PLANISCIG, L’arca, 261-271; [POJANI], Memorie storiche della parrocchiale di via Aquileia; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 9, 18-19; 3 (1937), 8; SACCAVINO, Il Beato Odorico, 101-107; C. SOMEDA de MARCO, L’arte dei de Sanctis; 25° di sacerdozio; WOLTERS, La scultura veneziana, 157-159.
   
ICONOGRAFIA CORONELLI, Udine; GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, n. 16; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 58; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città di Udine, n. 63; MURERO, Udine metropoli, n. 16; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 42.
14
1658, ag. 21 M. Eugenio e Marcantonio Stainero vendono a Francesco Sabbatini, con patto di recupera, una casa in borgo Aquileia. Confina: est strada, sud e ovest adiacenze della chiesa del Carmine, nord Francesco Fratina e mons. Tracanelli (COLLINI, La nobile famiglia Sabbatini, 26).
1744 «I Rinoldi hanno la casa che fu dei Rossi presso la chiesa del Carmine fra li Bujati ed i Sabbadini» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 190).
1750 Albano Rinoldi comperò dal canonico G.B. Sabbadini e fratelli le loro case contigue alle sue (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 190).
1801 È la casa di abitazione del nob. Giovanni Rinoldi (Nomenclatura, f. 1v).
1809*Appartiene a Giovanni Rinoldi (Registro delli aloggi, f. 2v).
1825, dic. 15*Giuseppe Presani, commesso d’ornato, denuncia che «una porzione di linda del coperto, che confina fra la casa n. 14 delli — Rinoldi e la casa n. 15 delli — Picco in borgo d’Aquileia, minacia crolare» (A.S.U., C.A. I, 100/II Case e fabbricati).
1827, magg. 18*Verbale di seduta della deputazione comunale d’ornato: «Per ultimo il deputato sig. G.B. Bassi espone le censure, critiche e clamori da quali trova investita la deputazione per un lavoro recentemente eseguito dal nob. sig. Albano Rinoldi con la chiusura d’un portone nella sua casa al civ. n. *** in borgo d’Aquileia. Osserva la ragionevolezza delle censure e delle critiche contro un lavoro che, non essendo accordabile nella sittuazione più remota della città, lo diventa tanto meno tollerabile nel borgo più decoroso e in una delle posizioni più onorifiche della città. Fa conoscere come questo lavoro risulti arbitrario dacché non esperite le pratiche volute dal decreto 9 gennaio 1807 e 26 maggio 1808, non essendo stata dimostrata dalla deputazione e quindi da essa esaminata ed ammessa la riforma eseguita» (A.S.U., C.A. I, 135/XV).
1840, ag. 5*Albano Rinoldi, essendogli «offerta — l’opportunità di affittare ad uso di bottega da barbiere il magazzino sottoposto alla sua casa — al n. 14, domanda la concessione di poter ridurre ad uso di ribatto la finestra laterale alla porta d’ingresso del magazzino guardante la pubblica strada» (A.S.U., C.A. I, 315/VI, 4633 Orn. II C, con dis.).
1842, genn. 8*Albano Rinoldi presenta domanda per riformare l’esterno della sua casa al piano inferiore. Il progetto, del quale è pervenuto il disegno firmato da F. Comuzzi, è approvato, pur sostenendo la deputazione comunale d’ornato la necessità di una riforma anche dei piani superiori (A.S.U., C.A. I, 342/IV, 209 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Guglielmo Rinoldi (Competenze, I, f. 1v).
1852, magg. 19*Guglielmo Rinoldi chiede il permesso «di far eseguire alcuni lavori di riforma ai locali a piano terra della propria casa sitta in borgo di Aquileia al c. n. 14»: si tratta dell’apertura di quattro porte al posto di altrettante finestre, e dell’allungamento verso il basso delle finestre rimanenti (A.S.U., C.A. II, 66, 3548 Orn. II C, con dis.).
1864, magg. 9*Dichiarazione di Giuseppe Zandigiacomo, redattore del progetto e «preposto alla direzione dei lavori della nuova fabbrica di ragione del sig. Carlo Giacomelli, posta in Udine nel borgo d’Aquileia al c. n. 14». Egli asserisce che i lavori erano cominciati nel mese di luglio del 1863. Allega la dichiarazione sul tipo dei materiali usati. Il giorno successivo viene richiesto il permesso di abitabilità. La relazione, col parere favorevole da parte dell’ing. municipale G.B. Locatelli, autore dell’ispezione, è del 19 maggio (A.S.U., C.A. I, 754/VIII).
1897 Proprietà della co. Angelina de Puppi Giacomelli (POJANI, Memorie storiche della parrocchiale di via Aquileia, 47).
Sec. XX, inizio È della contessina Elisa de Puppi1.
   
NOTE1Data non completata nel ms. della Porta.
15
1658, ag. 21*La casa risulta di Francesco Frattina e mons. Tracanelli. Vedasi n. 14.
1801*È di Domenico Fabris. Affittuale il nob. Ignazio Mangilli (Nomenclatura, f. 1r).
1809, mar. 7 Domenico Fabris vende ad Antonio Picco la casa n. 15 per it. L 7455 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 9973, Rep., 106, f. 6r).
1809*Appartiene ad Antonio Picco (Registro delli aloggi, f. 2r).
1810, mar. 29 Istanza di Antonio Picco, che intende inalzare una fabbrica nel fondo annesso alla sua casa al n. 15 (A.S.U., C.N., 178, con dis.).
1825, dic. 15*Ancora di Picco, come risulta dalla denuncia Presani, di cui alla casa n. 14.
1833, lugl. 19*«— Colle divisioni 30 sett. 1832 del pubbl. per. — Gaetano Perioti, seguite tra li figli del sig. Francesco Tomba della — facoltà lasciata dalla fu — Felicita Picco loro madre —, è stata assegnata in parte — al sig. Ferdinando, uno — dei — figli —, e al sig. Francesco Tomba comun padre, qual erede usufruttuario —, la casa posta — nel borgo d’Aquileia, portante il c.n. 15. Siccome la detta casa trovasi sin dalli 3 febbr. 1828 abitata dalla sign. Luigia Tomba, sorella del — sig. Ferdinando —, desiderando essa sign. Luigia di avere in proprietà la casa medesima —, il sig. Ferdinando Tomba — cede — in permuta — alla sign. — Luigia Tomba Valentinis sua sorella — la casa con cortivo ed orto posta — nel borgo d’Aquileia — n. 15 —; confina a lev. col — borgo d’Acquileia, mezz. con casa e fondi dei nobb. — Rinoldi, pon. nobb. — eredi Buiatti, tram. parte li stessi e parte — Girolamo Tosolini detto Duodo —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10611, 4520).
1868, lugl. 18*Maria Rais ved. Comelli «proprietaria della casa al n. 15 nero, desidera aprire una porta e abbassare una finestra». Il disegno è firmato dal capomastro Luigi Pischiutti. La commissione d’ornato esprime parere negativo sul progetto, che non tiene conto della nuova linea stabilita e sulla quale si vuole far ritirare «la fronte delle case comprese fra la chiesa del Carmine e la casa Mestroni» (A.S.U., C.A. I, 754/VIII, 5358 Orn. IX, con dis.).
16
1797, febbr. 23 Il nob. Andrea fu Virgilio Bianconi vende per d 1600 a Valentino fu Bernardino Floreanino casa in borgo Aquileia; confina a lev. borgo, mezz. nob. Mangilli con la casa fu del q. Bartolomio Cassacco, pon. Buiatti, tram. convento di S. Francesco e Prodolone loco Serafini (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9978, 2544, f. 3457v - 3459r).
1801 È Valentino Floreanini «osto» (Nomenclatura, f. lv).
1809*Appartiene a Valentino Floreanino (Registro delli aloggi, f. 2v).
1814, genn. 11*Valentino Floreanini è inserito nell’Elenco dei pistori quali tengono depositi di farine presso di loro (A.S.U., C.N., 185, 72 Pol.).
1822, genn. 12*«Egidio Pagnutti, filarmonico di professione, dopo aver preso in affittanza una sala della casa in borgo d’Aquileia al civ. n. 16», protesta per non aver ottenuto la licenza per aprire una festa da ballo per il carnevale. Gli viene accordato il permesso per i giorni di domenica e giovedì (A.S.U., C.A. I, 68/V).
1822, mar. 20 È di Girolamo Tosolini (A.S.U., C.A. I, 68, 1153 Orn. II C, con diss.).
 *Il proprietario presenta progetto di riforma della facciata e ne riceve l’approvazione (ibid.).
1824, febbr. 13*Verbale di convocazione di Girolamo Tosolini per la mancata esecuzione del cornicione progettato nel disegno di riforma della sua casa. Il Tosolini si scusa asserendo di non aver compiuto tale lavoro perché i piani delle finestre «si trovano fuori di proporzione» (A.S.U., C.A. I, 89/X, 40).
1828, nov. 27 È di Girolamo Tosolini. Ha un portone bugnato, due finestre a sinistra, una a destra, tre piani di quattro finestre l’uno; accanto vi è la casa n. 17 a due piani e due finestre per piano. Il proprietario chiede di poter riformare le due case e riunirle in una sola a cinque finestre per piano (A.S.U., C.A. I, 148/X, 4917 Orn. II C, con dis.).
1841, ag. 26 Girolamo fu Agostino Tosolini dimorante in Pocenia vende a Valentino q. Giacomo Mestroni «casa dominicale — posta — in borgo Acquileia — marcata colli c.n. 16 e 17 — con ogni — diritto, compreso li fornelli per filanda di seta con le relative caldaie, naspi ed attrezzi, stuffa e fornello pel bugato, colla annessa caldaia —; qual casa — confina verso lev. il — borgo d’Aquileia, verso mezz. casa e fondi furono del nob. — G.B. Valentinis ora ved. Comelli, verso pon. fondi furono delli — Buiatti, ora — Schiavi e verso tram. — G.B. e fratelli Iuri —. Ritengono le parti il prezzo già stabilito in austr. L 20000 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4827, 3847).
1845, apr. 20 È di Valentino Mestroni. Ha un portone bugnato. Piani tre di sei finestre (A.S.U., C.A. I, 390/VI, 2303 Orn. II C, con dis.).
 *Il progetto riguarda un edificio che comprende i numeri 16 e 17. È conservato il disegno, firmato da G.B. Riva (ibid.).
1852*Appartiene, insieme col n. 17, a Ettore Mestroni (Competenze, I, f. 1v).
1876*L’edificio ospita il negozio di seta di Giovanni Mestroni (COSMI-AVOGADRO, 114), ancora segnalato nel 1883 (AVOGADRO, 156).
17
1801 È di Domenico Prodolone (Nomenclatura, f. 1v).
 *Affittuale Giovanna Meneghini (ibid.).
1809*Appartiene a Domenico Prodoloni ed è affittata a G.B. Cattarossi industriante (Registro delli aloggi, f. 2v).
1828, giu. 3 Caterina Prodoloni Flumiani e sorelle Rosana e Orsola vendono per L 3000 a Girolamo Tosolini casa n. 17; confina a lev. borgo, mezz. e pon. Tosolino loco Floreanino, tram. G.B. q. Pietro luri, per L 3000 (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10634, 4432).
 *La casa era stata assegnata al defunto Domenico Prodoloni «colle divisioni 25 apr. 1798, seguite colli di lui fratelli pur defunti, — Giuseppe e Francesco, col mezzo del q. pubbl. per. — G.B. Borghi» (ibid.).
1828, nov. 27*Vedasi casa n. 16, con la quale risulta unita: Girolamo Tosolini, ottenuto il consenso dei vicini Francesco e Biagio Iuri di Caminetto di Buttrio, proprietari della casa n. 18, inoltra domanda per riformare e innalzare insieme gli edifici n. 16 e n. 17 (A.S.U., C.A. I, 148/X, 4917 Orn. II C).
1841, ag. 26 Vedasi n. 16.
1854, apr. 20°°Vedasi n. 16.
1852*Vedasi n. 16.
1945 La parte settentrionale del n. 17 è distrutta da una bomba aerea.
18
1801 È di G.B. Iuri (Nomenclatura, f. 1v).
 *Affittata alla co. Maddalena Madrisio (ibid.).
1809*Appartiene a G.B. Iuri ed è affittata a Maria Madrisio (Registro delli aloggi, f. 2v).
1812, dic. Osteria “Al gallo” (Esercenti).
 *Esercizio di Giacomo Colugnali, detto Magro, ivi residente (ibid.).
1817, sett. 19*Per motivi non specificati nel documento, il cursore municipale presenta ad Adamo Manganotto una diffida: costui dovrà munirsi di una licenza di polizia (A.S.U., C.A. I, 10).
1828, nov. 17 È di Francesco e Biaggio fu G.B. Iuri (A.S.U., C.A. I, 148/IX, 4917 Orn. II C).
1850, giu. 30 Biagio fu G.B. Iuri vende al dott. Pietro e rev. Francesco Fantoni la casa n. 18 per L 3000; confina lev. borgo, mezz. Mestroni, pon. Schiavi, tram. diversi (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/V, 2093).
1851°È di Girolamo Fantoni. Ha due piani di tre finestre, mezzelune nella soffitta. Chiede di poter riformare la facciata (A.M., Ornato 1843-1851).
1852*Appartiene a Pietro Fantoni (Competenze, I, f. 1v).
1945 Distrutta da una bomba e rifatta.
19
1801 È di mons. Nicolò e nipoti Buiatti (Nomenclatura, f. 1v).
 *Vi abita come affittuale Antonio Biasotti (ibid.).
1809 È di Pietro Biasutti fabbro (Registro delli aloggi, f. 2v).
 *Affittuale il fabbro Valentino Toffolo (ibid.).
1811, apr. 10*Vincenzo Franz «di professione scaletiere, abitante — al c. n. 19 — implora — gli venghi concessa la licenza di — espore una tavola per poter smerziare gieneri ad uso di scaletiere sotto il sottoportico delli fratelli Vendrame, avendo ottenuto la licenza anche di essi» (A.S.U., C.N., 183, 2370 Pol. 20).
1824, genn. 10*«Pietro Biasutti — vende, salvo — patto di recupera —, al — sig. Antonio Gabai — porzione di casa del corpo della casa situata nel borgo di Aquileia — n. 19 —, composta d’una cucina e camera sopra il borgo —, per austr. L — 344,82» (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 634, 1214).
1829, ag. 27 Pietro fu Filippo Biasutti vende con patto di recupera a Francesco fu Giuseppe Girardi la casa n. 19. Confina a lev. borgo Aquileia, mezz. Maria Toffolo, pon. eredi nob. Buiatti, tram. Vincenzo Franz «scallettiere». Prezzo austr. L 957,68 (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10555, 3299).
 *Dalla vendita rimangono escluse «la cusina e camera posta in primo appartamento, la di cui proprietà fu prima d’ora acquistata dal sig. Girardi medesimo». Nell’atto si precisa che il venditore è proprietario di detta casa «da epoca rimota — da oltre anni trenta essendo al suo nome intestata nei libri censuari» (ibid.).
1835*Vi abita la levatrice Regina Goldner (A.S.U., C.A. I, 237/XII, Elenco del personale sanitario).
1852*Appartiene a Martino Sarst (Competenze, I, f. 1v).
1854, ag. 2*Carlo Cluparo, «proprietario della casetta n. 19 A —, ha divisato di riformare il prospetto di questa». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. II, 66/1854, 5310 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Valentino Dreussi).
 *Da questo anno la casa appare divisa in due parti, molto diverse, ognuna delle quali si sviluppa in forma autonoma.
1854, sett. 23*Martino Sarst, proprietario della casa n. 19, chiede il permesso di «riformare i fori in piano terra». Gli viene concesso il nulla osta (A.S.U., C.A. II, 66, 7101 Orn. II C, con dis.).
1876 Osteria “Al nuovo magazzino” (COSMI-AVOGADRO, 106).
 *Volpe e Buzzi nell’edificio vendono legnami e materiali da fabbrica (ibid., 97). Qui inoltre abita la levatrice Luigia Merlino Nigh (ibid., 98).
1883*Maria Patocchi vi gestisce un caffè (AVOGADRO, 139). Pietro Liso vi tiene bottega di calzolaio (AVOGADRO, 140).
20
1801 È di mons. Nicolò Buiatti (Nomenclatura, f. 1v).
 *Affittuale G.B. Suzzi (ibid.).
1809, genn. 15 Il rev. mons. Nicolò q. Pietro Buiatti vende a Vincenzo Franz scalettiere casa n. 20 per L 2149,6; confina lev. borgo, mezz. Valentino Toffolo, pon. e tram. Buiatti (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10622, Rep., I, 12, n. 81).
1809 È di Vincenzo Franz «scalettiere» (Registro delli aloggi, f. 2v).
1817, sett. 19*Il cursore municipale presenta diffida a Vincenzo Franz, perché si munisca di licenza di polizia (A.S.U., C.A. I, 10).
1845, magg. 5 È di G.B. q. Carlo Bulzicco. Casa a tre piani di due finestre (A.S.U., C.A. I, 390/VI, 2644 Orn. II C, con dis., firmato da F. Nardini).
1850*Filanda di seta di G.B. Bolzich, a due fornelli (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 49).
1852*Appartiene a G.B. Bolzicco (Competenze, I, f. 1v).
1876*Negozio di vini all’ingrosso di Leskovic’ e Bandiani, commissionari e spedizionieri (COSMI-AVOGADRO, 91).
1883*Trattoria “Al Friuli” di Antonio Belli (AVOGADRO, 157).
21
1744 «I Buiatti abitano di qua della chiesa del Carmine, il più bel principio, ora proseguiscono i fratelli Pietro e Flaminio; essa casa fu prima della famiglia Tracanelli» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 190).
1795, lugl. 1 Giacomo q. Vincenzo e nipote Tavoni vendono per d 300, con patto di recupera, al rev. mons. Buiatti «un mezzado — con unito sottoportico e porzione di casa ora possessa dal nob. e rev. don Giuseppe della Porta posto in — borgo d’Aquileia», confina lev. Buiatti, mezz. e pon. Tavoni, tram. della Porta (A.S.U., N., Marco Cancianini, 10414, 6 filza).
1801 Mons. Nicolò Buiatti; sua abitazione (Registro anagrafico, f. 1v).
1809*Appartiene a Nicolò Buiatti (Registro delli aloggi, f. 2v).
1836, sett. 22 Ortensia Beltrame ved. del nob. Pietro q. Federico Buiatti vende a Giovanni Morelli de Rossi fu Andrea una casetta in borgo Aquileia, parte del n. 21, con orto; confina a lev. borgo e parte Francesco Franz, mezz. Rinoldi, pon. strada, tram. parte Margherita Beltrame, parte Francesco di Brazzà (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10613, 4938).
1838, magg. 22 Giovanni Morelli de Rossi domanda di poter completare la casa (A.S.U., C.A. I, 285/1838/VII, 2567 Orn. II C, con dis.).
 *Il permesso è concesso (ibid.).
1839, ott. 8 È di Giovanni di Vincenzo Schiavi (A.S.U., C.A. I, 299/1839/XX, 5677 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario chiede di riformare la facciata. La deputazione d’ornato solleva alcune obiezioni (ibid.).
1849, giu. 26 È di Buiatti. Porta bugnata con timpano; chiave della piattabanda in tre pezzi (A.S.U., C.A. I, 469, 3753 Orn. II C, con dis.).
 *Si tratta di una richiesta per aprire «una porta d’ingresso sul borgo». Il podestà Caimo Dragoni fa annotare: «Avendo il proprietario proposto invece al nuovo tipo 6 luglio al n. 3990, passi agli atti» (ibid.).
1850, mar. 12°Giovanni Schiavi vende per L 23625 a Carlo Giacomelli casa n. 21 che aveva acquistata da Giovanni de Rossi nel 1839, sett. 7 con atto autenticato dal not. Paderni (Not. Giacomo Someda).
1852*Appartiene a Ortenzia Buiatti (Competenze, I, f. 1v).
1876*Nella parte marcata 21 B tiene lo studio l’ing. Angelo Morelli de Rossi (COSMI-AVOGADRO, 97).
1883*La parte marcata 21 A ospita un negozio di seta di Carlo Tiscotti (AVOGADRO, 156).
Sec. XIX La casa Varmo era dei Buiatti, poi degli Arcano (POJANI, Memorie storiche della parrocchiale di via Aquileia, 47).
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 74-76; BRAGATO, Guida, 200; COMELLI, Passeggiate, 25; ERMACORA, Guida, 200; M[ARI], Un grazie a Giove Pluvio? ; NOVELLI, Memorie di sua vita, 52, 55, 56; PERUSINI ANTONINI, Un secolo nella memoria, 42; PICCO, Scritti vari, 38, 39; de RENALDIS, Della pittura friulana, 134; S[ACCOMANI], Il ristauro, 21; C. SOMEDA de MARCO, Il duomo, 358; VALENTINIS, Udine antica, 23.
22
1801 È di mons. Giuseppe della Porta, canonico di Cividale (Nomenclatura, f. 1v).
1809 È di Pietro e fratelli Carussi (Registro delli aloggi, f. 2v).
 *È affittata al canonico mons. della Porta (ibid.).
1815, ott. 19 Il rev. Giovanni q. Giacomo Caruzzi vende a Giuseppe q. Angelo Padovani una casa in borgo Aquileia al n. 22 per it. L 4912,118. Confina lev. strada, mezz. Buiatti, tram. eredi Beltrame fu Tavoni (A.S.U., N., Graziano Cantoni, 10234, 626).
1852 Appartiene al co. Francesco di Brazzà (Competenze, I, f. 1v).
1883 Nella casa hanno recapito gli spedizionieri fratelli Nodari (AVOGADRO, 142). Vi è anche una bottega di falegname di Vincenzo Visentini1 (ibid., 144).
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 04 dic. 1999 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Per il mobiliere Visentini: PICCO, Ricordi, 100.
23
1801 È di Giacomo Tavoni, poi di G.B. Beltrame (Nomenclatura, f. 1v).
1809 È di Giovanni Beltrame (Registro delli aloggi, f. 2v).
 *È affittata all’oste Paolo Paoli (ibid.).
1810, apr. 23*Avviso d’asta per una stalla con ingresso al n. 23, in conseguenza di atto oppignorativo del 24 febbr. 1810 contro G.B. Bertussutti da Buttrio. L’asta sarà senza esito, così pure sarà disertata quella del 28 dello stesso mese (A.S.U., C.N., 80).
1812 Osteria “Alla vedova” (Esercenti).
 *Gestione di G.B. Arigoni, ivi residente (ibid.).
1814, apr. 28*Avviso d’asta per una camera a pian terreno, in conseguenza di atto oppignorativo del 23 giugno 1813, contro G.B. fu G.B. Beltrame (A.S.U., C.N., 81).
1852*Appartiene a Margherita Bertuzzuti (Competenze, I, f. 1v).
1866, mar. 3*Giacomo Beltrame da Buttrio, proprietario della casa, presenta progetto per una riforma, con la quale vorrebbe «ampliare l’unica finestra che esiste in quella casa a pian terreno guardante sul — borgo» (A.S.U., C.A. I, 780, 2054 Orn. IX, con dis.).
1876*Magazzino di vino all’ingrosso di Benuzzi e Modesti, sensali anche di merci e granaglie (COSMI-AVOGADRO, 113 e 116).
1883*Catone Benuzzi, spedizioniere (AVOGADRO, 142).
24/25
1690, magg. 15 Istanza1 del nob. Carlo Daneluzzi «Applicando a stabilire una commoda habitatione per me e mia famiglia nelle case, che possedo in borgo d’Aquileia, ho fatto acquisto d’alcune altre casette ivi contigue per ridurle tutte in un corpo —. Incontrerà il mio dissegno ostacolo d’un sottoportico pubblico, per cui si passa nella stradella, che guida al rivolo, che scorre dietro le case del lato destro del borgo —». Domanda di poter spostare verso nord l’ingresso della contrada nella quale si accedeva attraverso un sottoportico (Acta, LXVI, f. 284r - 284v).
1744 Daneluzzi «La bella casa che godono fu edificata da Carlo padre di G.B. Danelucci» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 190).
1768*Alessandro Daneluzzi chiede di acquistare un tratto di suolo pubblico per rettificare la linea del suo giardino (A.S.U., C.A, 307/41).
1779, mar. 19*«Intendendo li — co. Alessandro q. — co. Antonio Daneluzzi — e il nob. — Deciano q. nob. — Giovanni Francesco Deciani — ridurre in pubblico documento quanto è stato convenuto con privata scrittura il giorno di ieri —, detto — co. Alessandro — vende — al — nob. — Deciani — il palazzo di abitazione di esso — co. Daneluzzi con fabriche annesse, corti e giardino, posto nel borgo d’Aquileia, il tutto descritto con li suoi confini nella stima 20 genn. p.p. del sig. Francesco Leonarduzzi pubbl. per. —. E questo ha fatto detto — co. Alessandro per il prezzo — di — d 17323 L 4 s 4 —» (A.S.U., N., Antonio Cavassi, 9878, IV instr., 223, f. 326r - 327r).
1779, apr. 11*«Comparvero presso me nodaro li — co. Alessandro Daneluzzi — e Deciano Deciani — ed esibirono in atti miei la stima dei mobili che detto nob. — Deciani compra da esso — co. Daneluzzi, esistenti nel pallazzo di detto — conte, venduto allo stesso Deciani con instr. 19 marzo —» (A.S.U., N., Antonio Cavassi, 9878, IV instr., 223, f. 326v, nota a margine con rimando alla filza in data 17 magg. 1779).
1798 «Nella casa fu Daneluzzi ora Daziana in borgo Aquileia la sala e le figure nel sottoportico in forma gigantesca sono di Giulio Quagli comasco» (de RUBEIS, Catalogo, 6 (1938), 13).
1801 N. 24. È del co. Francesco Deciani (Nomenclatura, f. 1v).
1801 N. 25. È della co. Arpalice Papafava (Nomenclatura, f. lv).
 *Affittuale Giovanni Marzola (ibid.).
1803, mar. 24 N. 24. Francesco Deciani vende la casa al march. Lanfranco Cortesi Masdoni ciambellano del duca di Modena (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10566, Istr. 1800-1804, f. 54v - 56r ).
1808, mar. 8*Lanfranco Cortese Masdoni retrovende a Francesco Deciani la casa n. 24 per L 60275,39 (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10583, 36).
1809 Il n. 24 appartiene a Francesco Deciani. Vi abitano come inquilini Osvaldo e fratello Perosa e l’ispettore alle rassegne Antonio Cavassi. Il n. 25 è di Giovanni Marzola (Registro delli aloggi, f. 2v).
1825, lugl. 16*Papafava. Vedasi n. 26.
1836, magg. 31*Luigi Zamparo, proprietario della casa, allegandone il disegno, presenta domanda di riforma «per mettere in armonia quest’ultimo prospetto colla parte regolarmente eseguita dell’altra sua casa contigua» (A.S.U., C.A. I, 254/X, 2807 Orn. II C, con dis.).
1842, dic. 17 Il nob. Luigi Ermacora q. Francesco Deciani vende a Paolo di Cristoforo Centa casa composta di più fabbricati in borgo Aquileia n. 24 per L 40000. Confina lev. borgo, mezz. Beltrame fu Tavoni, pon. e tram. stradella (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/I, 146).
1843, febbr. 2 Paolo Centa vende a Giuseppe Mucchiutti la casa n. 24 per austr. L 43000 (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/I, 171).
1850, ag. 27 È del co. Lucio Sigismondo della Torre che domanda di rifare la ghiacciaia in fondo alla braida sulla contrada della rosta (A.S.U., C.A. I, 487/1850/VI, 5265 Orn. II C, con dis.).
 *Segue il nulla osta dell’ingegnere municipale in data 3 settembre (ibid.).
1852*N. 24. Appartiene ad Antonio Lavagnolo2 (ibid.).
1852*N. 25. La casa appartiene a Luigi Zamparo (ibid.).
1852 Antonio Lavagnolo presenta progetto di modifica alla casa sulla calle Deciani. Il progetto è presentato in due tempi: il primo aprile e il 27 agosto (A.S.U., C.A. II, 66, 2339 Orn. II C, con dis.).
1856*Sede di un’agenzia delle Assicurazioni Generali di Udine, come segnalato nell’ “Alchimista”, 7, XV, 13 aprile 1856, 60.
1863-1865*«Restituzione delle mobiglie ch’erano in casa Lavagnolo». Inventario dei mobili «stati asportati dalla casa Lavagnollo in casa co. Margherita Belgrado fin dal 1863 e che al momento della consegna dei mobili, fatta dal comune nel decembre 1864 all’ impresa Iuri, vennero a questo consegnati coll’obbligo di riconsegnarli al sig. Carlo Rizzani, procuratore Lavagnollo, nel genn. successivo 1865 e che fino ad oggi non fu dal Iuri fatta consegna di sorte» (A.S.U., C.A. I, 755/12).
Sec. XIX È di Ida Damiani Rinaldini, poi della figlia Lucia Rinaldini Caratti.
1900 N. 25. È del cav. Gregorio Braida.
1936 Proprietà Occhialini.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1La distinzione fra i nn. 24 e 25 è chiaramente possibile soltanto nel periodo napoleonico, quando con la vendita da parte dei Daneluzzi a Deciani la casa viene divisa. In realtà si tratta sempre dello stesso complesso, che nei documenti del sec. XIX spesso viene indicato sotto il n. 24.
 2Della famiglia Lavagnolo lascia un ritratto il pittore Pagliarini, operante a Udine verso la metà del secolo. Vedasi n. 1507 B (DEL PUPPO, Pittori, scultori, 101).
   
BIBLIOGRAFIA ANTONINI, Di Tiberio Deciani; BALLINI, Udine, 127; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 77-79; BRAGATO, Guida, 71; COMELLI, Passeggiate, 25; DEL PUPPO, Vecchie case, 48; ERMACORA, Guida, 200; GIOSEFFI, Udine, 154-166; GROSSATO, Andrea Urbani, 255; di MANIAGO, Guida, 65; MARINI, Giulio Quaglio, 164; [POJANI], Memorie storiche della parrocchiale di via Aquileia, 47; PICCO, Di un nostro amico artista ora decesso, 250; RIZZI, Pluralità, 384, 385; RIZZI, Storia... Il Seicento, 19, 77; ROTA, Cenni, 22; de RUBEIS, Catalogo 6 (1938), 13, 15; TRINKO, Notizie, 14; VALENTINIS, Udine antica, 23.
26
1758, magg. 1 Il nob. G.B. Mangilli q. Lorenzo vende ai nobb. sigg. Valentino e Nicolò q. G.B. Pavona «la porzione di casa che fu del sig. Francesco Roiati, — in borgo Aquileia, ad esso Mangilli stata assegnata in pagamento d’un capitale di d 200» (A.S.U., N., Francesco del fu Alessandro Brunelleschi, 9195, VIII instrom., f. 190r -191v).
1801 È di Nicolò Pavona (Nomenclatura, f. 1v).
 *Affittuale Giusto Fontanini (ibid.).
1807, nov. 9 Nicolò q. G.B. Pavona vende la sua casa di abitazione in borgo Aquileia n. 26 a Michele fu Lodovico Venturini, per d 3800. «Confina a lev. — borgo, a mezz. — Papafava — e parte stradella sive androna detta via del Roiuzzo, a pon. orto — Strassoldi, ed alle monti — Antonio del def. — G. Domenico Storelli» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10324, 1).
1809*Appartiene a Michele Venturini (Registro delli aloggi, f. 2v).
1812, magg. 31*In seguito ad atto oppignorativo del 6 dic. 1811, contro Michele Venturini per L 16,36, viene messa all’asta «dal corpo della casa posta in borgo Acquileia, al n. 26, una stanza a pian terreno ad uso di cantina alla dritta entrando in detta casa con ingresso dal sottoportico verso la strada (A.S.U., C.N., 81, Processo verb. d’asta con effetto, 33).
1815, giu. 14 Era di Michele Venturini (A.S.U., C.N., 180/1815/III, 4282 Orn. XIX, con dis.; A.S.U., C.N., 180/1815/III, 4282 Orn. XIX, con dis.).
 *Il Venturini chiede di trasformare una stanza a pian terreno sulla facciata per applicare un «ribatto». La deputazione d’ornato respinge la richiesta, suggerendo alcune modifiche (ibid.).
1816, lugl. 6 Michele Venturini vende la sua casa n. 26 a Giovanni M. fu G.B. Periotti; confina lev. borgo, mezz. Papafava e parte stradella del Roiuzzo, pon. orto fu Strassoldo ora Giuseppe Fabris, tram. Antonio fu Domenico Storelli (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10330, 1767).
1817, sett. 19*A questo numero il cursore municipale presenta ad Antonio Morassi la diffida a munirsi di licenza di polizia (A.S.U., C.A. I, 10).
1819°È di Luigi Zamparo (A.M., Ornato, 1813-1816).
1824, lugl. 28*«Luigi Zamparo delibera d’innalzare il muro che cinge al mezzogiorno il cortile della casa in borgo di Aquileia al n. 26, in confine coll’androna del detto borgo, fra le case 24 e 25, tende al roiuzzo, e di ridurvi una stanza coperta di coppi co’ pioventi nel cortile e sull’androna, tre finestre, un piano sopra l’ androna». La deputazione comunale d’ornato discute con il proprietario e gli fa modificare il progetto (A.S.U., C.A. I, 89/X, 3096, Orn. II C, con dis.).
1825, lugl. 16*Luigi Zamparo ha intenzione «di alzare una parte della fabbrica — cioè quella che guarda sopra la calle trasversale, parte dal borgo di Aquileia, fra le case n. 24, 25 e tende alle mura della città —. Essendo poi per conto delli — Papafavi, proprietari della casa n. 25, confinante con quella da riformarsi, stato prestato il relativo assenso —, viene supplicata la congregazione municipale di emettere il relativo assenso —» (A.S.U., C.A. I, 100/1825/II, 2667 Orn. II C, con dis.).
1825, sett. 14*Ulteriore richiesta con disegno allegato (A.S.U., C.A. I, 100/1825/II, 3573 Orn. II C, con dis.).
1833°È di Luigi Zamparo. Chiede di poter riformare la facciata verso il borgo e verso la calle (A.M., 1836, b. 254).
1852*Insieme col n. 25, appartiene a Luigi Zamparo (Competenze, I, f. 1v).
1876*Nell’edificio, trova posto un magazzino di vino all’ingrosso con deposito di birra, intestato a Giovanni N. Orel (COSMI-AVOGADRO, 87, 91, 116).
   
BIBLIOGRAFIA DEL PUPPO, Vecchie case di Udine, 48; MUNER, Una nobile tradizione, 179-195; MUNER, La società di s. Vincenzo de Paoli, 320; VALENTINIS, Udine antica, 23.
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1801 È di Antonio Storelli (Nomenclatura, f. 1v).
1809*Appartiene al «patrocinatore» Antonio Storelli (Registro delli aloggi, f. 2v).
1817, genn. 5 Antonio Storelli vende al co. Rodolfo di Colloredo e fratelli le due case al n. 27 e 28 (A.S.U., N., Antonio Colaone, 524, Rep. III, 941).
1820, magg. 28 Il co. Rodolfo di Colloredo e fratelli vendono a Giuseppe di Giovanni Mussionico di Como le due case 27-28; confinano a lev. borgo Aquileia, mezz. eredi q. Michele Venturini, pon. Giuseppe q. Dionisio Fabris, tram. parte Fabris parte borgo; prezzo: L 4913 il n. 27 e L 1800 il 28 (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10601, 2648).
1827, ag. 29 Giuseppe Mussionico vende per it. L 6713 al bar. G.B. di Giampietro Iacotti due case con fondi ed orticello acquistate dai co. di Colloredo; confinano a lev. borgo, a mezz. Zamparo, a pon. Girolamo q. Fabio Asquini loco Giuseppe Fabris, a tram. nob. Asquini e parte borgo (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10311, 2275).
1852*Appartiene a Giovanni Mussionico (Competenze, I, f. 1v).
28
1801 È di Antonio Storelli (Nomenclatura, f. 1v).
1809*Appartiene ad Antonio Storelli (Registro delli aloggi, f. 2v).
1820, magg. 28*Vedasi n. 27.
1827, ag. 29*Vedasi n. 27.
1835, lugl. 14 Il bar. G.B. Iacotti vende ad Anna Piccotini, ved. di Giuseppe Mussionico, la casa n. 28; confina lev. borgo Aquileia, mezz. casa rimasta al venditore (n. 27), pon. Antonio de Senibus, tram. parte de Senibus, parte borgo (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10315, 2999).
1852*Appartiene ad Anna Mussionico (Competenze, I, f. 1v).
1876*In questa casa il pirotecnico Lorenzo Mucciuoli vende polveri e materie esplosive (COSMI-AVOGADRO, 109, 111).
1945 In parte abbattuta da una bomba aerea.
1947 Viene rifatta. La facciata viene arretrata a filo del n. 29.
29
1461, genn. 19 «Nob. ser Guielmus de Topalico, pretio decem marcharum solidorum vendidit nob. ser Georgio de Prampergo unam eius partem unius domus sitam Utini in burgo Aquilegiae exteriori, cuius hii sunt confines: iuxta dictum ser Georgium emptorem, iuxta Nicolaum Fortuna caballarium, iuxta Paulum filum magistri Raynoldi et iuxta certam viunculam per quam itur ad rostam cerdonum» (A.S.U., N., Candido del fu Girolamo, 5155, LXIII instr., f. 12r).
1529, mar. 13*«Comprai per precio de L 12 da ser Bernardino de Pramper de Udine, habita in borgo de Aquileia, galline n. 2, de livello perpetuae — sopra le case et zardino de sua habitatione poste in — borgo de Aquileia, apresso la casa de m. Paulo Terpetino et ante et post apresso le strate publice—» (B.C.U., ms. 1017, Rotolo di Alvise Belgrado, f. 105r).
1544, lugl. 12 I nob. Federico e Soldoniero q. Federico di Strassoldo comperano la casa del q. Bernardino di Prampero in borgo Aquileia esterno, per d 500 (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5458, Istr. 1544, f. 88v -89v).
1744 Gli Strassoldo, «ramo di Chiarmazzis avevano casa poco sopra gli Egregis» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 190).
1801 È del nob. co. Bartolomeo di Strassoldo (Nomenclatura, f. 2v ).
 *Affittata (ibid.).
1809*Appartiene a Bortolo Strassoldo. Vi abitano come inquilini il sac. G.B. Lenarduzzi, l’industriante Lucietta Susina e il fornaio Francesco Zilli (Registro delli aloggi, f. 2v).
1815, magg. 23 Bortolo e Flaminio zio e nipote coo. Strassoldo vendono a Giuseppe fu Dionisio Fabris casa in borgo Aquileia ai n. 29 e 30 per L 12689,64 (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4813, 368).
 *A partire dal 1815 questo edificio viene considerato insieme col contiguo n. 30.
1820, nov. 3 Giuseppe Fabris vende al co. Girolamo q. Fabio Asquini e co. Teresa Galla di Parma coniugi la casa al n. 29-30, cortivo ed orto; confina lev. borgo, mezz. Giuseppe Mussionico, loco Colloredo, loco Storelli, pon. androna conduce alle mura, tram. Stefano Sabbadini, per L 18000 (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10601, 2687).
1821, ott. 7 Il nob. Girolamo Asquini vende la casa n. 29-30 ad Antonio fu Andrea de Senibus di Visco, per L 18400 (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10545, 1403).
1852*Appartiene ad Andrea de Senibus (Competenze, I, f. 1v).
1883*Vi ha recapito il vetturale pubblico Giovanni Vaccari (AVOGADRO, 159).
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1801 È del co. Bartolomeo Strassoldo (Nomenclatura, f. 2v).
 *Affittuale Pietro Allegri (ibid.).
1809*Appartiene a Bortolo Strassoldo ed è affittata al farmacista Pietro Alegri (Registro delli aloggi, f. 2v).
1814, apr. 2*Avviso d’asta per moratoria d’impegno prediale, ai danni di Daniele del q. G.B. Scrosoppi (atto oppignorativo 28 febbraio 1814) per L 7,42. Viene messa all’asta una stanza «serviente per uso di cucina». Non è chiaro se lo Scrosoppi possieda tutta la casa (A.S.U., C.N., 81).
1821, ott. 7*Vedasi n. 29.
1852*Appartiene ad Andrea de Senibus (Competenze, I, f. 1v).
1876 Osteria “Al foriere di cavalleria” (COSMI-AVOGADRO, 107).
 *Gestita da Anna Zenaro (ibid., 107).
1883*Osteria “Agli operai” (AVOGADRO, 150).
31
1801 È del co. Stefano Sabbatini (Nomenclatura, f. 2v).
 *Vi abita con lo zio canonico. Una parte della casa è affittata a Michele Galvani (ibid.).
1809*Appartiene a Stefano Sabbatini. È affittata al cursore Giuseppe Piccoli (Registro delli aloggi, f. 2v).
1826, ag. 14*In seguito a una richiesta di restauro in casa propria, il Sabbadini riceve non solo il permesso, ma anche il plauso per l’iniziativa (A.S.U. C.A. I, 100, Case e fabbricati 1826, 113).
1852*Appartiene alla co. Cecilia Sabbattini (Competenze, I, f. 1v).
1883*Nella casa ha recapito Giuseppe Zimello, rappresentante della società d’assicurazione contro gli incendi “La benefica” (AVOGADRO, 129). Alessandro Zanoni vi ha negozio per macchine da cucire (ibid.).
32
 *La casa sin dal 1333 risulta gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo, come attestano i rotoli che ne citano i fondamenti.
  Nel 1333 era di Pietro fabbro (B.C.U., ms. F. XXV, f. 280r).
1342 Di «Toni marascalch» (ibid.).
1407 Di Nicolò q. Domenico di Cerneglons e Domenica detta Biancuzza (B.C.U., ms. F. XXV, f. 280r).
1511 Di Benedetto fabbro di Buri (B.C.U., ms. F. XXV, f. 280v).
  Nel 1515, atti Antonio Belloni, è venduta a Francesco Partistagno (ibid.).
1519 Eredi del sig. Dionisio di Toppo (ibid.).
1642 «Passa nei sigg. Egregis et vedesi essere questa. È dalli medesimi rimodernata con facciata e balconatte di pietra coll’arma Egregis sopra il fenestron della calla» (A.S.U., C.A., 89/20, partita 3).
1643 «La casa — è di presente possessa per gli on. Guglielmo e fratelli Egregiis mercanti in questa città, habitata per il sig. Paolo Merlo; confina a sol levado con la strada del borgo, a mezzodν i sigg. Flaminio e fratelli Strassoldi, a sol a monte la strada consortiva delle Roste ed ai monti il sig. Antonio Maria Toppo» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 33-34).
1730, magg. 23 Descrizione della casa degli eredi del q. nob. Antonio Egregis; confina a lev. borgo, mezz. co. Nicolò di Strassoldo, pon. androna, tram. nob. e rev. Baldissera di Toppo (A.S.U., N., Francesco Tracanelli, 8541, Allibramento della facoltà del q. sig. Antonio de Egregis).
1743 «Li sigg. Francesco e fratello Partistagni1 q. sig. Gioseffo successi alli qq. sigg. Lodovico e Francesco suo fratello, in loco del sig. Gioseffo Partistagno e già del sig. Dionisio di Toppo e di Benedetto fabro di Buri pagano di livello, sopra la casa ora possessa dalli sigg. Egregis e dalli stessi incorporata alla sua, oglio lb 2. Dissero i confinatori che l’oltrescritta casa è presentemente di ragione e abitata dalli nobb. ser Giulio e fratelli de’ Egregis, che confina a levante con il borgo d’Aquileia, a mezzodν il nob. ser co. Federico di Strassoldo, a sol a monte con la contrada detta delle Roste, et alli monti con li nobb. sigg. Cristofforo et Augusto padre e figliuolo Conti che hanno acquistato la casa fu delli sigg. di Toppo» (B.C.U., ms. F. XXI, f. 1v -2r).
1744*«Egregis. Questi hanno la casa che s’incontra subito passati i Conti» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 190).
1750 È di Giulio e fratelli Egregis (A.S.U., C.A., 89/20, partita 3).
1765, dic. 3 «Col presente privato scritto — si — concreta — la vendita et acquisto respective della casa grande — situata nel borgo d’Aquileia — de’ nobb. — rev.mo mons. Carlo canonico e Bartolomio zio e nipote degl’Eggreggis venditori da una e li nobb. — Catterina, nata Paderni, rel. q. nob. — Steffano Sabbadini e sigg. Giuseppe, Giambattista e fratelli Sabbatini2 di lei figlioli compratori dall’ altra nell’infrascritto modo, cioè: I che la sud(det)ta casa grande, composta di cortivo, stalla, appartamento familiare a tram. in confin colli nobb. — Conti, compreso l’orto a mezo dν e sue addiacenze, abbia da esser misurata e stimata col mezo di due periti publici da elegersi uno per parte con la detrazione del quarto solamente rispetto alle fabriche; II che l’annessa cocina a mezo dν d’essa casa grande, con stanza di sopra e solaretto pur di raggione di detti sigg. degli Eggregii non abbia ad esser inclusa nella stima, ma risservata ai medesimi — venditori per loro comodo, unitamente ad altra casetta più bassa anco di loro raggione —» (A.S.U., N., Francesco Cantone, 9760, II instr., f. 29r — 30v).
1766, febbr. 18*Supplica degli Egregis al luogotenente: «Tra l’altre case e fondi furono Partistagno acquistati l’anno 1633 con instr. 15 sett. di detto anno e successivo 17 genn. di mano del fu — Francesco Brunaleschi nodaro, per li auttori di noi can. Carlo e Bortolomio zio e nipoti degli Egreggii —, dalle mani delli qq. — coo. Giulio, Antonio, Ottaviano e Ludovico fratelli Manini situate nel borgo di Aquileia di questa città, tutte all’ora atterrate e ridotte in una fabrica signorile, rittrovandosi essere due casette feudali, una obbligata alla partita di Domenico Baretto con l’annuo censo in affitto di corte di L 3 s 3 confinante da tre parti con altre casette di questa raggione e dall’ altra parte strada publica —, confinante a lev. con la strada pub(lica), a mezzo dν con il — co. Soldonerio Strassoldo e dall’altre due parti con l’altra casa di sopra descritta, con il censo annuo di contadi L 1 s 1, qual censo restò anco affrancato in vigor del publico indulto da nostri auttori l’anno 1664, 13 magg., come raccogliesi tale feudalità dall’investitura Partistagno 1587, 6 ag., registrata nel catastico Falcidio per borgo d’Aquileia; ora desiderando noi di far la vendita dell’intiera — fabrica con tutte le sue addiacenze alli nobb. sigg. Giuseppe e fratelli Sabbatini, supplichiamo — l’E. V. per la permissione e licenza dovuta, come prescrive la parte dell’ecc.mo senato 1635, 14 agosto in rapporto alle suddette piccole casette feudali di valor di d 700 circa —» (A.S.U., N., Francesco Cantone, 9760, II instr., f. 30v - 31v).
1766, febbr. 28*«Con scrittura privata 3 dec. 1765 restò stabilito e concluso il contratto di vendita della casa grande familiare a tramontana, situata nel borgo d’Aquileia di questa città, di raggione de’ nobb. sigg. mons. Carlo canonico e Bortolomio zio e nipote degl’Egreggii con la nob. — Catterina n. Paderni rel. del q. nob. — Stefano e nobb. Giuseppe e fratelli Sabbatini di loro figlioli, e tra l’altre condizioni — espresse fu convenuto che volendo detti — degl’Egreggii privarsi anco del familiare e casetta bassa verso mezo giorno, avessero in ogni tempo ad esser prefferiti a giusto prezzo li sigg. Sabbatini medesimi —. Costituiti presso me nodaro — li —nobb. Carlo canonico e Bortolomio — degli Egreggii — in relazione al decreto ultimamente ottenuto dall’ill. mo et ecc.mo — luogotenente di permissione e licenza della presente vendita in raporto a porzione del fondi su cui erano anticamente due piccole casette di raggion feudale —, vendono — alli nobb. Sabbatini — le già dette case con sue addiacenze —. E questo — fano per il prezzo — di d 698 L 4 s 12 —» (A.S.U., N., Francesco Cantone, 9760, II instr., f. 25v - 29r).
1766, giu. 28°Il nob. Giuseppe q. Stefano Sabbadini e fr. vendono un livello sopra la casa da essi acquistata dalli nob. Carlo e Bartolomeo zio e nipote Egregis con istrumento 18 febbr. 1766, atti Francesco Cantoni.
1801 È del co. Stefano Sabbadini (Nomenclatura, f. 2v).
1809*Appartiene a Stefano Sabbatini (Registro delli aloggi, f. 2v).
1811, mar. 9*Asta di stanza a pianterreno per cucina. Debitore Giacomo Antonelli per L 61,94 (A.S.U., C.N., 81).
1852*Appartiene alla co. Cecilia Sabbadini (Competenze, I, f. 1v).
1920*Nota di del Torso sul ms. della Porta: «Dove abito io colla mia famiglia».
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Per la famiglia Partistagno: MONTICOLI, Cronaca, 31, 78.
 2Per la famiglia Sabbadini: COLLINI, La nobile famiglia Sabbadini; Pia Opera dell’Istituto Sabbadini; G.B. MASUTTI, Storia, 112-114; ZOTTI, Pozzuolo.
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 80-81; Elenco degli alloggi; ERMACORA, Guida, 200; [POJANI], Memorie storiche della parrocchiale di via Aquileia, 46; G. di PRAMPERO, Napoleone in Friuli, 61; de RUBEIS, Catalogo, 6 (1938), 14.
33
1641, sett. 2*«Don — Nicolò Venerio, cittadino di Udine — vendete — al — mons. Girolamo di Toppo, decano del — capitolo d’Aquileia — comprante — per sé, per —Antonio M. suo fratello et — heredi, una casa di doi solari, posta — nel — borgo contigua alle case — dei — compratori con l’ara coperta di coppi et corte fraposta, confinante a sol levado con la via publica, a mezzo dν con dette case Toppo et horto, a sol a monte con l’androna che porta per andar a torno gli muri della città et alli monti con una casa del sig. Girolamo Martinone, habitata per ser Brunetto boccalaro —. E questo per il prezzo — di ducati tresento ottantasette e mezzo —» (A.S.U., Arch. Toppo, 1/7, Acquisti... 1524-1742, copia di Andrea Brunelleschi da rogito autentico del padre).
1641, sett. 13*«Girolamo Martinone — ha — venduto — al — mons. Girolamo di Toppo decano d’Aquileia — una casa murata, solerata et coperta di coppi con corte et un pezzo d’ara anco coperta di coppi, posta — nel borgo d’Aquileia, che confina a lev. — con la strada pubblica del borgo, a mezodν con la casa già del sig. Nicolò Venerio e di presente del — decano, a sol a monte con la stradetta che conduce attorno le muraglie della città et la braida delli — Arcoloniani, et alli monti col nob. — Daniele Antonino1 —. Et questo per il prezzo — di ducati trecento e sessanta sette e mezzo —» (A.S.U., Arch. Toppo, 1/7, Acquisti... 1524-1742, not. Nicolò Bergamino).
1740 La famiglia Conti compera la casa Toppo in borgo d’Aquileia, presso i sigg. Egregis (A. della FORZA, Memorie, B.C.U., ms. 638 Joppi, f. 27r).
  I Conti «abitarono prima in Mercatovecchio quindi nella casa che fu tenuta dai Toppo tra i Trento e gli Egregis». (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 190).
1796, lugl. 18 Francesco e Liberale Girardi vendono per d 1300 al nob. Gabriele q. Angelo Conti «la casetta che unitamente alla casa di abitazione di essi — Girardi — acquistarono dalle mani del q. — co. Andrea Trento con contratto di permuta 16 genn. 1795», atti Antonio Cavassi, «che è contermine alla casa — del — Conti acquistante» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9978, 2437, f. 3320v — 3321r).
1801 È del nob. Gabriele Conti (Nomenclatura, f. 2v).
1809*Appartiene a Gabriele Conti. Una parte è abitata dal canonico mons. Giovanni di Colloredo (Registro delli aloggi, f. 2v)
1837, genn. 28 È di Alfonso Conti. Viene inalzata. Si ingrandiscono le otto finestre del secondo piano e le otto del terreno; al primo piano vi sono otto finestre. Manca il portone (A.S.U., C.A. I, 269/1837/III, 715 Orn. II C, con dis.).
 °°Disegno firmato dal muratore Nardini.
 *Il proprietario il 17 luglio presenta un nuovo progetto con cambiamento rispetto al progetto iniziale, relativo al piano terra. Non rimane traccia di disegno. Il lavoro è in ogni modo approvato (A.S.U., C.A. I, 269/III, 4158).
 *In occasione della visita dell’imperatore, i Conti ricevono l’incarico di ospitare il generale d’artiglieria bar. Duca (Elenco per il seguito).
1838, mar. 21°°Pratica edilizia per riforma di facciata con modifica finestra (A.S.U., C.A. I, 285/1838/VII, 1343 Orn. II C, con dis.).
 °°Disegno firmato dal muratore Nardini.
1852*Appartiene ad Alfonso Conti (Competenze, I, f. 1v).
 °°Ledificio è vincolato con D.M. del 10 giu. 1997 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Esiste un documento del 23 lugl. 1658 col quale il co. Antonino del fu Giovanni Antonini vende agli stessi una casa in via Aquileia, ma non ne sono precisati i confini (A.S.U., Arch. Toppo, 1/7, Acquisti 1524-1742, f. 11r — 14v).
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  Pietro e Giuseppe Trento1 acquistano dagli Antonini la casa in faccia S. Ermacora (B.C.U., ms. F. XXV, f. 361r).
1744 I Trento, «ramo di Jacopo padre del canonico Francesco, avevano la seconda casa a destra di rimpetto S. Ermacora» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 190).
1795, genn. 16*Francesco e Liberale Girardi acquistano la casa da Andrea Trento (A.S.U., N., Antonio Cavassi, 9878, 800).
1801 È del nob. Francesco Girardis (Nomenclatura, f. 2v).
1809*Appartiene a Francesco Girardis (Registro delli aloggi, f. 2v).
1811, lugl. 15*Francesco del fu Giuseppe Girardi concede in affitto al bar. Teodoro Somenzari2 «dal corpo della sua casa dominicale, situato — al c.n. 34, due stanze ed — un piccolo stanzino posti a pian terreno ed una — sala a tre — gran camere nel primo piano ben fornito —. Tale affittanza s’intenderà ch’abbia avuto il suo principio col — 20 di — dec. 1810, giorno in cui ebbe possesso la — r. procura, sarà duratura per anni tre —. Il — prefetto promette — di corrispondere al — Girardi — l’annua somma di — it. L 665,18 —» (A.S.U., N., Luigi Delfino, 10619, 109).
1837, apr. 15*A Sebastiano del fu Francesco Girardi «per nuovi usi interni dell’ala inferiore della casa n. 34 nel borgo d’Aquileia occorre — di aprire una porta sul prospetto verso il borgo stesso». Viene concesso il nulla osta. Il disegno del progetto è pervenuto (A.S.U., C.A. I, 269/1837/III, 1825 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Sebastiano Girardis (Competenze, I, f. 1v ).
1883 “Fiaschetteria toscana” (AVOGADRO, 152).
 *Gestione di Luigi Marzinotto (ibid.).
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 02 febbr. 1955 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1L’annotazione del ms. F. XXV è tratta da un rotolo di amministrazione del periodo 1658-1659. Pertanto l’acquisto dovrebbe risalire a un periodo precedente.
 2Prefetto del dipartimento di Passariano dal 19 luglio 1806 (Bollettino delle leggi del Regno d’Italia, II, dal I maggio al 31 agosto 1806, n. 134, 778).
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 82; BRATTI, Notizie; PICCO, Il pittore decoratore Eugenio Savio; [POJANI], Memorie storiche della parrocchiale di via Aquileia, 46; de RUBEIS, Catalogo, 6 (1938), 14.
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1643*Vi abita Evandro Trento. Vedasi n. 34.
1683, apr. 23 Transazione in lite tra Flaminio q. Arcoloniano Arcoloniani ed il nob. Giovanni Giuseppe Onesti per l’eredità della q. sign. Ersilia di Strassoldo vedova in secondi voti del q. Leonardo Brunelleschi, la quale il 30 agosto 1576 aveva fatto una donazione a favore del cognato Arcoloniano, poi ritrattata con testamento del 23 ott. 1677, nominando erede universale Giovanni Giuseppe Onesti. Si decide di dividere l’eredità a metà (A.S.U., N., Marcantonio Tarondi, 7623, Istr. 1673-1683, f. 501r).
1685, febbr. 23 Stima delle case in borgo Aquileia: «case di muro sollerate, coperte di coppi con pezzo di horto, confinano a lev. — borgo, a mezodì nobb. Pietro e nipote Trenti, a pon. androna che conduce alle mura —et tram. strada pubblica corrisponde a torno i Gorghi» (A.S.U., Arch. Onestis, 10/Per la casa di via Aquileia, copia da perizia di Lorenzo Prodolone).
 *La casa ospita anche una bottega (ibid.).
1685, mar. 14 Divisioni fra Flaminio Arcoloniani e Giovanni Giuseppe Onesti. Le case di Udine toccano a Giovanni Giuseppe Onesti (A.S.U., Arch. Onestis, 10/Per la casa di borgo Aquileia, carte redatte da Baldissar d’Arcano).
1689, sett. 10 Preliminare con il quale Giovanni Giuseppe Onesti si obbliga di vendere le case di via Aquileia al sig. Giovanni Porta (A.S.U., Arch. Onestis, 10/Per la casa di borgo Aquileia, copia da Lorenzo Prodolone).
1690, mar. 15*«Misura e figura del infrascritto sitto, che il sig. Giovanni Porta fa istanza gli sia concesso dall’ill.mi sigg. deputati per rinserarlo nella sua fabrica, come nella suplica da lui presentata». Pianta allegata (A.S.U., C.A., 14, 6).
1690, mar. 29 Istanza di Giovanni Porta causidico ai deputati della città: «Avendo li giorni passati fatto acquisto di diverse casette nel borgo d’Aquileia, nelle quali ho destinato di stabilir la mia habitatione, e desiderando per maggior commodo delle medesime et ornamento della città continuar il muro di dette case, che più s’estendono nella contrada a retta linea verso tramontana et a ponente, così che vada a congiungersi con i portici che s’attrovano sotto parte di dette case, riserando il sito, e li portici stessi, hora aperti, e se bene le vestigie e segni antichi denotano li medesimi apartenenti alle case predette —, supplico — permettermi ch’io possa continuar — il muro sudetto che termini di maggior commodo alle stesse case e d’ abellimento alla contrada». I deputati, «osservato sopra loco — il sito —, cioè alle prime case nel lato destro del borgo d’Aquileia, — fattolo metter in pianta dallo sp. ragionato di commun, — hanno — dechiarato — poter esso — ser Giovanni Porta rinserarli ambidue nella nuova fabrica che ivi dissegna —» (Acta, LXVI, 253r -254v).
1722, magg. 22 La casa di Patrizio Porta era di faccia al palazzo Valvason; si prende in affitto per uso degli inquisitori di terraferma. «L’ha egli rassegnata con li mobili che si ritrova avere descritti nell’inventario —». Per trenta ducati al mese saranno a disposizione «un mezado a pié piano —, la sala e tre stanze in primo solaro con l’uso del sottoportico d’ingresso —» (Acta, LXXV, f. 236r -236v).
  Antonio di Montegnacco l’ebbe in dono dal Comune (B.C.U., ms. Joppi, Genealogia Montegnaco).
  Nel 1785 passò ai Rubeis.
1801 È degli eredi del sig. Tomaso de Rubeis (Nomenclatura, f. 2v).
1809*Appartiene a Carlo e nipote de Rubeis. Una parte è abitata dall’inquilino Girolamo Spinelli (Registro delli aloggi, f. 2v).
1813, sett. 7*Al comandante della piazza di Udine: «Virginia e Flaminio de Rubeis, domiciliati al n. 35 in borgo di Aquileia di Udine, stati onorati sin dal 1797 dall’avere per ospite nove mesi il generale Friant, — indi dal generale Baragneis d’Hilliers —, per tacer di tanti altri rispettabili ufficiali francesi, che tuttavia carteggiano col cognato e zio rispettivamente sig. Carlo de Rubeis giudice di pace, riponendo in lui fiducia ed avendolo lasciato depositario di gelosi affari e di danaro, sono per la prima volta costretti a non lodare il loro ospite attuale, sig. medico Piccars, ed anzi ad invocare la giustizia del — comandante di piazza, a presidio della loro tranquillità domestica e del giudice gravemente ammalato da vari giorni. Il — medico, dopo alcuni mesi di buona corrispondenza, si è permesso d’insultare il predetto sig. Flaminio, alzando l’ombrella per colpirlo sulla faccia, col pretesto che suo zio non doveva toccar due razioni di fieno per il di lui cavallo, lasciate esposte alla pioggia nel cortile, mentre il zio con le sue mani le aveva ricoverate sotto il portico della casa e col pretesto che non sapeva chi fosse il padrone di casa. Si è permesso inoltre, con viglietto per poche notti li 21 luglio scorso ottenuto dalla commissione agli alloggi, di obbligare il giudice coll’opera incomoda di una stalletta provvisoria a ritirare dalla propria stalla il suo cavallo, dopo aversela fatta preparare a suo uso con cortine alle finestre, lasciate delicatamente a comodo del — medico; si è permesso pure di gettar dalla porta e dalla finestra di una stanza due letti preparati, onde alloggiar il triplicato numero di benemeriti soldati nell’occasione dell’ultimo passaggio dell’armata, pur convertita in fenile di suo arbitrio, senza riguardo né al sopraccarico della famiglia, né ai buoni soldati francesi —. Infine si è permesso di sfogare la propria bile contro un misero agricoltore, Antonio Pegoraro, perché nella stalla del suo cavallo ieri mattina sei corr. settembre aveva salvati dalla pioggia li suoi animali bovini, come il carro, con la piena fiducia della carità de’ suoi padroni, essendo destinati al servigio militare col tradurre sino a Codroipo dei bravi soldati feriti francesi, imputandogli l’usurpo di un pugno di paglia, e vedendo che, incaricato dalla — sign. Virginia, accorsa al tumulto, egli recava senza proferir parola in compenso un braccio d’altra paglia, à osato lanciargli un colpo con la forca di ferro alla spalla, mettendo il colmo all’orrore di tanto abuso dell’ospitalità —. E quel che di peggio si è che — è passato il — medico a provocar il predetto Flaminio dalla finestra sulla pubblica strada, discendendo a sfidarlo alla spada o alla pistola —» (A.S.U., C.A. I, O, Atti di protocollo 1808-1814).
1852*La casa appartiene ad Amalia Rubeis (Competenze, I, f. lv).
1868, lugl. 26*Luigi Centazzo, affittuale di Amalia de Rubeis, «onde aprirsi un esercizio di caffé», chiede il permesso per una porta verso la strada dei Gorghi (A.S.U., C.A. I, 878/IV; 7787 Orn. II C).
1876 Caffè “Garibaldi” (COSMI-AVOGADRO, 87).
 *Gestione di Luigi Centazzo (ibid.).
 *Laboratorio del carpentiere Luigi Teia (COSMI-AVOGADRO, 89).
1883*Nell’edificio è ospitata l’osteria “Al pavone” di Giovanni Angeli (AVOGADRO, 150).
Sec. XIX È di Perusini.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 11 mar. 1955 ai sensi della L. 1089/1939.
   
BIBLIOGRAFIA BALLINI, Udine, 51; BATTISTELLA, I sindaci inquisitori, 200; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 83-84; BRAGATO, Guida, 71; COMELLI, Passeggiate, 35; ERMACORA, Guida, 200; PERUSINI ANTONINI, Un secolo nella memoria; [POJANI], Memorie storiche della parrocchiale di via Aquileia, 46; QUARGNOLO, Vecchi cinema udinesi, 19-22; S[ACCOMANI], Il ristauro, 41; Sospesa l’abusiva demolizione; Udine cento anni, 30, 31; VALENTE, Udine: gli affluenti; 5-7.
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1801 È del co. Carlo Antonio Arcoloniani (Nomenclatura, f. 2v).
 *Affittuale Francesca Zambani (ibid.).
1809*Appartiene ad Antonio Arcoloniani. Vi abita l’usciere Ottavio Fabrizio (Registro delli aloggi, f. 2v).
1852*Appartiene alla co. Lucietta Codroipo (Competenze, I, f. lv).
1876 Osteria “Al Gran Turco” (COSMI-AVOGADRO, 106).
 *Gestione di Giuseppe Martinuzzi, che insieme con Anna Prezioso Martinutti noleggia cavalli (ibid., 104).
1883 Osteria e stallo “Al nuovo Turco” (AVOGADRO, 152).
 *Gestione di Giuseppe Martinuzzi (ibid.).
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1303 lugl. 3°Investitura «braide illorum de Arcoloneano1 de Utino site Utini iuxta gurgum» (Not. Francesco di Nasutto).
1679, apr. 16 Arcoloniano Arcoloniani offre le sue case con la chiesa di S. Leonardo, casa dell’ortolano ecc. per d 4000, e l’orto secondo stima da farsi, per uso delle scuole pubbliche. Il comune respinge la proposta (Annales, LXXXIX, f. 94v - 95r).
 *1689, marzo 23. «Fatto in Udine, nelle case Arcoloniane nel borgo d’Aquilea, presso la roia» (A.S.U., N., Giovanni Domenico Vinacese, 7887, X, f. 1r).
1744 «Arcoloniani. La loro abitazione è contigua alla chiesa di S. Leonardo fuori della porta di Aquileia» (porta interna) (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 190).
[s.d.] Arcoloniani. Un ramo di questa famiglia abitava fuori del Porton d’Aquileia e l’altro nella casa ora Beretta (Relazione di diverse famiglie nobili estinte della città di Udine, B.C.U., ms. 1305/9, f. 5v).
1801 È del co. Carlo Antonio Arcoloniani (Nomenclatura, f. 2v).
1809, genn. 21*La commissione delegatizia alle visite domiciliari comunica al podestà che in data 15 genn. si è portata alla casa Arcoloniani n. 37, dove «ha rilevato in pian terreno ossia in primo piano, una cucina e sei camere senza camino; nel secondo piano una camera con camino e undici senza; nel terzo piano — una camera sola; e finalmente una scuderia per sei cavalli. — La famiglia Arcoloniani a supplimento dello scarso alloggio — ha accordato a disposizione delli alloggi anche un’altra scuderia situata in una casa contigua al n. 36. La commissione pertanto, doppo aver rilevato lo stato del locale, non ha esitato a stabilire che la competenza di quella famiglia nelle forme di giustizia sia quella di generale di brigata». La commissione indica altresì la possibilità di isolare un ulteriore «decente alloggio per un collonello —, ritenendo tre camere nel secondo piano con un gabinetto, il tutto situato a ponente del tinello, quale appartamento è presentemente occupato dall’agente e dal prete di casa. Con di più un’ altra camera per il domestico, ritenendo ancora per supplimento dell’attribuzione di generale la scuderia per n. 10 cavalli circa, che in passato di buona volontà lasciava la famiglia Arcoloniani a disposizione delli alloggi —» (A.S.U., C.N., 116, 379).
1824, ott. 16 È del co. Girolamo Codroipo erede degli Arcoloniani (A.S.U., C.A. I, 88/IX, Elenco dei pozzi).
 *Il capoquartiere segnala in questo fondo l’esistenza di un pozzo (ibid.).
 *1835, ott. 30. Lucietta Arcoloniani Codroipo chiede l’autorizzazione di «aprire una finestra in pian terreno sul prospetto esterno della sua casa guardante sulla strada detta dei Gorghi». Il permesso è concesso (A.S.U., C.A. I, 236/XVI, 5578 Orn. II C).
1852*La casa appartiene alla co. Lucietta Codroipo (Competenze, I, f. 2v).
1939, genn. 6 È distrutta da un incendio.
   
NOTE1Per la famiglia Arcoloniani: JOPPI, Il castello di Moruzzo; MONTICOLI, Cronaca, 33-34; G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, I, 366; PASCHINI, Storia, 11, 291.
Chiesa di San Leonardo Confessore
1363, ott. 3°Fu fondata da Leonardo Arcoloniani attigua alle sue case (Not. Pietro q. Zanone di Locha da Reggio).
1714 La chiesetta fu ingrandita (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 115).
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 07 lugl. 1966 ai sensi della L. 1089/1939.
   
STUDI INEDITI L. PALLADIO, Cronaca, p. 262-263; L. PALLADIO, Famiglie nobili udinesi estinte nel sec. XVIII, p. 13; RAIMONDI, Gioia preziosa, p. 52
   
BIBLIOGRAFIA BALDISSERA, Istituzioni religiose, 90; CORGNALI, Antigais udinesis. Sant’Ane; DE PIERO, Antiche parrocchie, 68; PICCO, Un distinto pittore, 2; della PORTA, Toponomastica, 7; Razzia di bronzetti; RENALDIS, Della pittura, 92; ROTA, Cenni, 22; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 19; 3 (1937), 9; S[ACCOMANI], Il ristauro, 41; VALENTINIS, Udine, 8.
   
ICONOGRAFIA GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma, 53; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, 46; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, 44.
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1801 È del co. Carlo Antonio Arcoloniani. Vi abita il suo ortolano (Nomenclatura, f. 2v).
1809*Appartiene ad Antonio Arcoloniani. Vi abita il gastaldo Antonio Pecoraro (Registro delli aloggi, f. 2v).
1837, magg. 30*La co. Lucietta Arcoloniani Codroipo, volendo ricostruire «il cadente tetto della casa che serve di abbitazione del proprio ortolano alla casa n. 38, posta all’estremità verso ponente della casa domenicale, ha divisato di alzarla al livello di quest’ultima e di riformare in pari tempo il prospetto sulla pubblica strada». Il disegno del progetto è pervenuto. La deputazione comunale d’ornato fa modificare la linea del portone (A.S.U., C.A. I, 406/1846/II, 2960 Orn. II C, con dis.).
1842, sett. 5*La proprietaria è richiamata dalla congregazione municipale per inadempienza della costruzione di cornice con grondaia e tubi (ibid.).
1845 È di Lucia Arcoloniani Codroipo. Serve per abitazione dell’ortolano. Vi è un portone ad arco acuto (ibid.).
1846, genn. 20*Viene inflitta una multa per le inadempienze segnalate coll’avviso del 1842 (ibid.).
1846, sett. 19*Relazione dell’ingegnere municipale Locatelli: le opere sono state eseguite (ibid.).
1852*Appartiene alla co. Lucietta Codroipo (Competenze, I, f. 1v).
39
1801 È del co. Carlo Antonio Arcoloniani (Nomenclatura, f. 2v).
 *Affittata al battirame G.B. Carli (ibid.).
1808, febbr. 9*Dalla relazione dell’usciere Bortolo Picoli, siamo informati che l’opificio di G.B. Carli aveva due ruote (A.S.U., C.A., 1/2, 283).
1809*Appartiene ad Antonio Arcoloniani ed è abitata dal battirame G.B. Toffoli (Registro delli aloggi, f. 2v).
1823, febbr. 26 Lucia Arcoloniani Codroipo e Francesco Codroipo vendono a Giuseppe fu Antonio Carli, per L 15200, il mulino in via Gorghi n. 39-40 (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10547, 1825).
 *Dall’atto risulta che vi sono compresi «l’edifizio del mulino con pistelli, case alli civici n. 39 e 40, cortivo, orto e campo annesso» che gli Arcoloniani affittavano al Carli e a suo fratello, Antonio dal 24 dic. 1795 (ibid.).
1823, sett. 13*Giuseppe Carli desidera «di far eseguire dei lavori nel muro che chiude a tramontana la fabbrica ad uso di battirame sita attorno li Gorghi». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 89/1824/X, 4458 Orn. II C, con diss.).
1852*Insieme con il numero 40, con le rispettive adiacenze, appartiene a Pietro Carli (Competenze, I, f. 1v).
1883*La bottega di battirame appartiene a Maria Carli De Poli (AVOGADRO, 138).
1935 Demolita.
40
1801 È del co. Carlo Antonio Arcoloniani (Nomenclatura, f. 2v).
 *Affittuale G.B. Carli (ibid.).
1809*Appartiene ad Antonio Arcoloniani ed è abitata dai battirame Pietro Basso e Valentino Tapora e dal domestico Andrea Zamparutti (Registro delli aloggi, f. 2v -3v).
1821, genn. 28*Domenico Del Zan, capo del secondo quartiere, riferisce alla congregazione municipale che «la muraglia dell’orto di casa Arcolloniani rimpeto alla rogia di Gorghi» minaccia rovina con pericolo. La deputazione comunale d’ornato, interpellata, in data 13 febbraio ribadisce che «da una parte di questo1, vicino al ponte del battirame Carli, è sconeso e pende verso la strada con pericolo di crollo»; suggerisce di precettare il proprietario. Segue pertanto l’avviso della congregazione municipale a Lucietta Arcoloniani Codroipo (A.S.U., C.A. I, 53/III, 475 e 747 Orn. II C).
1823, febbr. 26*Venduta al Carli insieme col n. 39 (vedasi n. 39).
  Da questo momento la casa condivide le sorti della contigua n. 39.
1823, sett. 13°°Vedasi n. 39.
1838, lugl. 16*Giuseppe Carli presenta progetto di riforma della casa. Il progetto è pervenuto. La deputazione comunale d’ornato accetta, imponendogli alcune modifiche nella sistemazione delle finestre (A.S.U., C.A. I, 422/IV, 3775 Orn. II C, con dis.).
1845, genn. 20*L’ispezione comunale accerta la mancanza di grondaie e tubi (ibid.).
1845, febbr. 26*I lavori appaiono eseguiti (ibid.).
1852*Vedasi n. 39.
1945 Fu, in parte, distrutta da un incendio per incursione aerea.
   
NOTE1muro.
41
1666, mar. 27 Il comune concede alle monache di S. Spirito la strada posta tra il loro monastero ed il portone della città (Porta Gorghi) che tende alla porta di Cussignacco, che divide il monastero dal luogo donato ad esso dalla sign. Zannetta de Steffani e precisamente una parte di essa strada larga passa 26, ricevendo in cambio passa 90 al di là dal fondo Stefani, poco lungi dal molino Arcoloniani (Annales, LXXXIV, f. 163v - 164v).
1801 È del convento di S. Spirito (Nomenclatura, f. 2v).
 *Affittata a Giuseppe Zuliano (ibid.).
1809*Appartiene al convento di S. Spirito. Vi abita l’ortolano G.B. Canciani (Registro delli aloggi, f. 3v).
1810, dic. 21 Il demanio vende a G.B. fu Giacomo Canciani il n. 41, già del collegio di S. Spirito (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10422, 390).
1814, dic. 24*Lo scritturale Vacaroni «si obliga di porre in libertà la casa di lui condotta in semplice — affittanza di ragione del sig. Canciani, incorporata nel locale del convento di S. Spirito, per il — 30 — di decembre —» (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 631, 99).
1818, giu. 16*G.B. Canciani chiede il «permesso di — inalzare una casa situata nella contrada de’ Gorghi, dirimpetto al ospitale di S. Francesco, marcata col c. n. 41» (A.S.U., C.A. I, 18/II, 2005 Orn. II C, con dis.).
1832, ag., 27.*G.B. Canciani presenta progetto per la riforma della facciata. Esprime l’opinione che «non potendosi collocare la porta nel mezzo della facciata per la interna distribuzione della casa, vorrebbesi almeno che la linea verticale dei vani di mezzo fosse egualmente distante dai laterali» (A.S.U., C.A. I, 193, 3692 Orn. II C, con dis.).
42
1801 È del convento di S. Spirito (Nomenclatura, f. 2v).
 *Affittuale Pietro Peressotti (ibid.).
1809*Appartiene al convento di S. Spirito. Vi abita il fabbro Pietro Peresotti (Registro delli aloggi, f. 3v).
1810, dic. 21 Il demanio vende a Pietro Peressotti la casa n. 42 già del collegio di S. Spirito (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10422, 390).
 *Vi è allegata la stima con la descrizione particolareggiata dell’edificio, in data 6 ott. 1810, n. 18, ad opera del pubbl. perito Giuseppe Clochiati.
1811, genn. 13*Da una successiva operazione finanziaria si viene a conoscere che Pietro q. Antonio Peressotti ha ottenuto la somma necessaria accendendo una pensione livellaria sul capitale di L 1100,34 presso Giovanni M. del fu Antonio Beretta (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10586, 359).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver consegnato l’avviso 1050 al fabbro Nicolò Peressotti al n. 42 (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene a Giacomo Canciani (Competenze, I, f. 1v).
1876*Luigi Croattini vi ha officina di fabbro ferraio (COSMI-AVOGADRO, 92).
Chiesa di S. Spirito
  La chiesa di S. Elisabetta e di S. Spirito fu eretta nel 1738. Dopo il 1797 fu ridotta a macello. Nel 1829 fu adibita a cappella del ginnasio liceo e quindi chiusa. Fu restaurata e riaperta al culto nel 1829 (Nella mappa del 18381 è segnata “San Pietro”).
1811, nov. 29°°Convento di S. Spirito (A.S.U., N., Antonio Lorio, b. 10424, n. 510).
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 13 febbr. 1981 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Udine XVII, in Piante delle città capiluoghi delle provincie del regno lombardo veneto, che mostrano la situazione dei principali stabilimenti civili e militari in essa esistenti, Milano MDCCCXXXVIII.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 124v - 125v; RAIMONDI, Gioia preziosa, p. 41-42.
   
BIBLIOGRAFIA BALDISSERA, Istituzioni religiose, 91, 94; BIANCHETTI, Su un’iscrizione; BRAGATO, Guida, 69-70; CANCIANI, Rime; CRISTANI, Orazione; CAVALCASELLE, La pittura, 244; DE PIERO, Antiche parrocchie, 119-120; di MANIAGO, Guida, 58; MASSARI, Giorgio Massari, 83-84; MISANI, Istituti religiosi, 263-264; Riaprendosi al divin culto; RIZZI, Storia... Il Settecento, 16, 41; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 18; 4 (1937), 6.
   
ICONOGRAFIA GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, n. 21; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma, n. 39; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 57; MURERO, Udine metropoli, n. 21; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, 29.
Porta Gorghi
 °°«Aprivasi nel muro del IV recinto in via Crispi fra la Chiesa nuova di s. Spirito e l’edificio delle Scuole» (della PORTA, Toponomastica, 101-103).
   
BIBLIOGRAFIA di CAPORIACCO, Udine. Appunti, 49; MIOTTI, Cenno sulle antiche opere difensive, 26; della PORTA, Toponomastica, 101-103.
   
ICONOGRAFIA°°MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 81; GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli.
43
1436 Federico Savorgnan1 ed Elena della Torre fondano il convento delle Terziarie Francescane di S. Spirito (Memorie Francescane della nostra città, “Madonna delle Grazie. Foglietto religioso settimanale”, 5, XLV, 4 ott. 1873, 359).
1665, genn. 13 «Il nob. sig. Rugero Salamonio compratore della v. chiesa di S. Spirito in riguardo alla riedificatione et restauratione d’essa fatta dal q. nob. et rev.mo mons. Rugero suo zio, come appare dall’inscrittioni interiore ed esteriore — per titolo di donatione —, dona al — monastero2 — ogni — sua ragione e patronia che ha in detta v. chiesa» (A.S.U., N., Luigi Rica, 7732, IV Instr., f. 25r - 26v).
1801*Convento di S. Spirito (Nomenclatura, I, f. 2v).
1809*Convento di S. Spirito (Registro delli aloggi, f. 3v).
1810, apr. 25 Decreto di soppressione del convento di S. Spirito (Bollettino delle leggi del Regno d’Italia, decreto n. 77, p. 264- 267).
1811, ott. 13 Istanza di Antonio Basina di poter ridurre a casa di abitazione l’antica chiesetta di S. Croce sull’angolo di via Cussignacco3 e Gorghi (A.S.U., C.N., 179/ XIX, 6577 Orn. 19, con dis. firmato dall’arch. Gaidani).
1811, nov. 29 Il demanio vende a Vincenzo fu Giacomo Canciani locali, chiesa, orto e fondi del convento di S. Spirito per L 20648 (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10422, 390); pianta e descrizione di stima ad opera del perito ingegnere Giuseppe Clochiati (A.S.U., N., Antonio Lorio, b. 10424, n. 510).
1819, giu. 9*Vincenzo q. Giacomo Canciani chiede ed ottiene il permesso di «ridurre una porzione di casa — n. 43 lett. A per uso di proprio domicilio —, la quale fa parte del suo stabilimento denominato S. Spirito» (A.S.U., C.A. I, 24/XI, 2036 Orn. II C, con dis.).
1824, ott. 25 È di Vincenzo Canciani (A.S.U., C.A. I, 88/IX, Elenco dei pozzi).
 *Il capoquartiere segnala la presenza di un pozzo scoperto (ibid.).
1828, genn. 12*Vincenzo q. Giacomo Canciani presenta progetto per trasformare una finestra in una porta di sua casa «nella contrada detta Gorghi di borgo Aquileia, formante parte del suo locale così detto “ex stabilimento di S. Spirito”». Segue l’approvazione (A.S.U., C.A. I, 148/X, 268 Orn. II C, con dis.).
[1832]*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver presentato in questo locale l’avviso municipale n. 1050 al tintore Vincenzo Canciani (A.S.U., C.A. I, 193).
1835*Recapito del chirurgo Giuseppe Fantoni (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1837, apr. 17*Vincenzo del fu Giacomo Canciani inoltra richiesta per la chiusura di una porta al n. 43 B (A.S.U., C.A. I, 269/III, 1825 Orn. II C, con dis.).
1840, febbr. 24*Vincenzo Canciani chiede ed ottiene il permesso di «ridurre regolare l’estrema porzione del suo fabbricato sito in borgo Cussignacco al — n. 43». Precisa che la direzione dei lavori è affidata all’ing. civile Antonio Ballini (A.S.U., C.A. I, 315/VI, 985 Orn. II C, con dis.).
1842, apr. 20*Il delegato provinciale per la i. r. commissione di alienazione dei beni e realità dello stato delle province venete vende ad Antonio del fu Leonardo Nardini la «casa — al c.n. 43, — posta sulla piazzetta dei Barnabiti verso il borgo di Cussignacco —, che tutto unito confina a lev. e mezz. col sig. Vincenzo Canciani, a pon. e tram. colla piazza de’ Barnabiti —». Descrizione dello stabile nella perizia: «Casa al c. n. 43 lett. C., fu Basina, posta — sulla piazzetta dei Barnabiti verso il borgo Cussignacco —, costrutta di muri e coperta di coppi, consistente in portina d’ingresso, atrio e ingresso, tinello al pian terreno, cantinetta, portichetto interno e corte, scalla che mette ai piani superiori con andito delle scalle, tinello ossia camera da ricevere, tinello, cucina sporca; nel secondo piano una camera e cameretta attigua, camera in angolo di levante e tramontana, altra camera del pergoletto; in terzo piano camera da letto, camera in seguito al mezzodì, altra camera in angolo di lev. e tram., camerino del pergolo, caminetto a lev. e granaio —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4828, 4240).
1842, ott. 8*«— Antonio del fu Leonardo Nardini, possidente ed imprenditore —, vende — al — sig. Giuseppe Kraus e consorte — la casa posta — sulla piazzetta dei Barnabiti verso il borgo di Cussignacco, marcata dal c.n. 43 ed in mappa caseggiato lett. C —; confina a lev. e mezz. col sig. Vincenzo Canciani, a pon. e tram. colla piazzetta dei Barnabiti, pervenuta essa casa in proprietà dell’alienante — Nardini in forza del processo verbale di asta e conseguente delibera seguita a di lui favore li 14 apr. 1841 —. La vendita della — casa viene fatta — per il prezzo — di austr. — L 10000 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4829, 4488).
1849, dic. 27°Giuseppe q. Antonio Kraus vende a Nicolò e Candido fratelli Angeli q. G.B. casa sulla piazzetta dei Barnabiti n. 43 per L 9000 (Not. Antonio Cosattini, autenticazione di atto privato).
1852*Appartiene a Giacomo Girardis (Competenze, I, f. 1v).
1853 Progetto di un grande fabbricato da erigersi sull’area del n. 43 (A.S.U., C.A. II, 66/1853, 247 Orn. II C, con dis., firmato da Giuseppe Zandigiacomo).
 *Si tratta di una «liscivaia e tintoria secondo il nuovo metodo a vapore». La deputazione d’ornato approva «la spontanea cessione di un buon tratto di fondo onde raggiungere — rettificazione. Ed è anche plausibile che venga occupato con unità di concetto uno spazio tanto esteso, distruggendo all’uopo informi casipole e disadorne muraglie». Con la firma di G. B. Bassi suggerisce alcuni particolareggiati consigli (ibid.).
1876*Nell’edificio al 43 B Francesco Angeli tiene un negozio di tele gregge e cordami. Vi abitano ben due levatrici, Rosa Marignani al 43 K e Pierina del Negro al 43 M. Anna Merlini al 43 N gestisce l’osteria “Alla libertà” (COSMI-AVOGADRO, 98, 107, 115).
1883*Collegio convitto maschile Giovanni da Udine, diretto dal sac. Giovanni del Negro. Nella casa, al 43 M, ha recapito la levatrice R. Grassi Malignani4. Inoltre vi ha sede la tipografia del Patronato. Vi ha laboratorio il cesellatore e argentiere Daniele De Giorgio e abita il traduttore dallo slavo Giuseppe Manzini. Al 43 I ha negozio di cereali Pietro Trigatti e analogo negozio al 43 E gestisce Teresa Piani Lanzi. Emilio Pittorito vende “materiali da fabbrica” (AVOGADRO, 132, 142, 146, 148, 157).
   
NOTE1In realtà il testamento con il lascito è di Agnese Maiulo vedova di Odorico q. Ottobono Savorgnan e risale al 1395, giugno 9 (copia in B.C.U., ms. Joppi 2/II).
 2di S. Spirito.
 3della Porta nel ms. traccia uno schizzo dello stabile.
 4Probabilmente è la stessa Marignani segnalata nel 1876.
   
STUDI INEDITI CARATTI, Udine. Monastero di S. Spirito; FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 124v - 127v.
   
BIBLIOGRAFIA BIANCHI, Indice, n. 5814, 185; BRAGATO, Guida, 69-70; CAVALCASELLE, La pittura, 244; COMELLI, L’arte della stampa, 13, 220, 262, 264, 266, 270; DE PIERO, Antiche parrocchie, 119-120; JOPPI, Udine prima del 1425, XII; di MANIAGO, Guida, 58; MASSARI, Giorgio Massari, 83-84; MISANI, Istituti scolastici, 264; L. PALLADIO degli OLIVI-G. CAIMO DRAGONI, Memorie, 16, 17; PICCO, Industrie friulane. Le tintorie; RIZZI, Storia... Il Settecento, 16, 41; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 18; 4 (1937), 6; S[ACCOMANI], Il ristauro della loggia, 32, 38; ZANINI, Cenni storici.
   
ICONOGRAFIA [CORONELLI], Udine; GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, n. 21; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 39; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città di Udine, n. 57; MURERO, Udine metropoli, n. 21; D. RASICOTTI, L’antica e nobilissima città; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 29.
Chiesa di Santa Croce
  Sorgeva1 all’angolo fra la via Gorghi e via Cussignacco. Servì al monastero di S. Spirito sino alla costruzione della nuova chiesa di S. Spirito. Era sede di una confraternita.
1811, ott. 13*Vedasi n. 43.
1812, febbr. 4 Il demanio vende ad Antonio fu Michele Basina l’oratorio di S. Croce già della fraternita di S. Spirito per L 1170,822; confina a lev. monastero, mezz. id., pon. e tram. strada (A.S.U., N., Antonio Lorio,10425, 568).
   
NOTE1Nel ms. della Porta la chiesa è indicata col titolo di S. Croce e di S. Spirito.
   
BIBLIOGRAFIA BIANCHI, Indice, n. 5814, 185; DE PIERO, Antiche parrocchie, 118-119; de RENALDIS, Della pittura, 92; de RUBEIS, Catalogo, 4 (1937), 18; 4 (1937), 6.
   
ICONOGRAFIA MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 57.
44
1801 Abitazione e tintoria del sig. Gioacchino Casari (Nomenclatura, f. 2v).
  Dopo dei casari fu dell’eredità Scrosoppi (Registro anagrafico, f. 2v). Vedasi n. 54.
1809*Appartiene al tintore Gioacchino Casari (Registro delli alloggi, f. 3v).
1817, lugl. 19*«— Il sac. Antonio del fu Giuseppe Casari — cede — a titolo di donazione — alli — sigg. Giuseppe del vivente Gioachino e Domenica iug. Casari, di lui nipoti —, tutta la sua — parte di faccoltà immobile ad esso — assegnata dalli — fratelli — Gioachino ed ora def. — G. B. e — Girolamo Casari, ed abbracciata dalle paterne divisioni seguite col mezzo del pubbl. per. — Giuseppe Clocchiati nell’anno 1809 e consistente in una mettà della casa dominicale di propria abitazione e serviente anche ad uso di tintoria con suoi fondi, compreso il cortivo e portone promiscuo d’ingresso —, sita — al n. 44, composta — a pian terreno di stanze quattro con la scalla d’ingresso, in primo piano con tre camere, a secondo piano con tre camerini e porzione di grannaro sopraposto —; a cui tutto unito confina a lev. la sign. Giustina Paratini, mezz. la — roia, pon., la restante casa e fondi di questa ragione ed alli monti — Santo Casari e il co. Giovanni M. Beretta —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10598, 2129).
1837, magg. 7*G.B. Ballico «è intenzionato — di eseguire alzamento della fabrichetta posta sulla linea del alveo roiale nella casa — 44, come pure di ampliarla in larghezza». Allega disegno del progetto, che è approvato (A.S.U., C.A. I, 269/1837/III, 2570 Orn. II C, con dis.).
1850*Filanda di seta con dieci fornelli, appartenente a G.B. Ballico (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 50).
1852*L’edificio appartiene a Silvia Casara Ballico e a Giuseppe Ballico (Competenze, I, f. 2v).
1858*Filanda di seta con 24 fornelli gestita da G.B. Ballico (Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine).
1935 Abbattuta.
   
BIBLIOGRAFIA PICCO, Industrie friulane. Le tintorie, 337; Parti prese... 1878, 294; TENTORI, Architettura e architetti, 350.
45
[1640 circa] «Il — vescovo Manin, in luogo delli sigg. Savorgnani del Monte, in luogo de ser Niccolò de Zampis, in luogo delli eredi di m. Antonio inferador, paga de livello — L 1756 —, sopra una casa in Rauscedo per legato di Iulian sartor ut a tergo instrumenti 1383, 29 augusti, manu — Francesci q. Niccolussii —» (A.C.U., A.A.O., Libro memorie per livelli, n. 347, f. 253r).
1753*«— Girolamo del fu Francesco Berettini a partita corrente in Rottolo generai de’ livelli di mons. vescovo Manin, c. 150 t., paga di livello a nadal L 17 1/2, sopra una casa in Rausedo per legato di Giulian sartor —» (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1753, f. 372v).
1801 È di Francesco Berettini, ora stalla (Nomenclatura, f. 2v).
1809*Appartiene al sac. Paolo Berettini (Registro delli aloggi, f. 3v).
1834°Domenico Scrosoppi, loco Faustina Berettini, loco vescovo Manin, loco Savorgnan, loco Nicolò di Zampis, loco eredi Antonio inferador, paga L 17,6 in dipendenza d’istrumento 20 dic. 1359 (Arch. Ospedale, C2. Quaderno livelli, decime, censi. Principia 1834, p. 371).
1834 È di Domenico Scrosoppi; la facciata, come quella del n. 46, fu sistemata in occasione della demolizione della torre di Porta Aquileia nel 1834 (A.S.U., C.A. I, 219/VIII).
 *La perizia e i lavori vennero fatti dall’ ing. G.B. Cotterli (ibid.).
1840, magg. 26*G.B. Piva «desidera di fare nella casa di propria abitazione al — n. 45, al di fuori della porta sopra la roggia, un piccolo pergolo sporgente al di sopra del livello dell’acqua» (A.S.U., C.A. I, 315/VI, 3572 Orn. II C, con dis.).
  La deputazione non approva l’aggetto; «ciò non toglie però che nol si possa accordar nella luce della porta, offrendo anche in questo modo un riparo al temuto pericolo della caduta, serbando comodità nell’attinger l’acqua» (ibid.). In data 25 giugno viene presentato un secondo progetto che viene accettato (A.S.U., C.A. I, 315/VI, 3572 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene al sac. Luigi Scrosoppi e fratello (Competenze, I, f. 2v).
1935, mar. Viene abbattuta. Vedansi anche i n. 46 e 47.
46
1368, magg. 5 Testamento di Federico q. Guarnero di Savorgnan: lascia al notaio Nicolò Manin arie con orto poste tra la porta di Aquileia e la città di Udine (B.C.U., ms. 690 Joppi, f. 32, copia).
1801 È di Francesco Barettini (Nomenclatura, f. 2v).
 *Affittata a Michiel della Fornera (ibid.).
1809*Appartiene al sac. Paolo Berettini ed è affittata al ‘casolino’ Marco Fachettini (Registro delli aloggi, f. 3v).
1813, lugl. 29 Faustina Berrettini chiede il permesso di restaurare il coperto della sua casa al n. 46 (A.S.U., C.N., 180, 3387 Orn.).
1852*Appartiene al sac. Luigi Scrosoppi e fratello (Competenze, I, f. 2v).
1935, mar. Fu abbattuta. Vedansi n. 45 e 47.
47
1801 È di Francesco Barettini (Nomenclatura, f. 2v).
1809*Appartiene al sac. Paolo Berettini (Registro delli aloggi, f. 3v).
1852*Appartiene al sac. Luigi Scrosoppi e al fratello (Competenze, I, f. 2v).
1935, mar. È abbattuta. Vedansi n. 45 e 46.
   
BIBLIOGRAFIA BIASUTTI, Padre Luigi, 26, 55, 56.
48
1798, ag. 8 «Tomaso q. Antonio Rossi, oriundo della fortezza di Palma, ora comorante nella città d’Udine — ha retrodato — a livello francabile — una — casetta situata nella contrada di Rausetto aquistata dal nob. — Tomaso q. — Fabio de Montona con istr. 17 febbr. 1796 per gli atti — Micheloni — al sig. Antonio q. Simon Piccoli —. E questo — fa — per il prezzo — di d 1080 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4806, III instr., 162, f. 258r - 259v).
1798, ag. 19*«— Dorotea q. Fabio de’ Montona — ha — venduto — al sig. Antonio q. Simon Picoli — per d — 990 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4806, III instr., 163, f. 259r - 262r).
1801 È di Antonio Piccoli (Nomenclatura, f. 2v).
 *Affittuale Tomaso Rossi (ibid.).
1806, apr. 30 Antonio Piccoli vende la casa alla sign. Caterina moglie di Antonio Boffi; «confina a lev. sigg. Baretini, mezz. — Baretini enfiteuta Savorgnani, a pon. coo. Otelio e — venditore, ed a tram. — venditore e — la contrada di Rausedo —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4806, VI instr., 371, f. 552r - 553r).
1809 È di Antonio Boffi ed è affittata all’oste Tommaso Rossi (Registro delli aloggi, f. 3v).
1812 È di Caterina Boffi (Registro anagrafico, f. 3r).
1819, febbr. 20 Caterina q. G.B. Damiani, moglie di Antonio Boffi, vende a Tomaso q. Antonio Prucher pistore la casa in Rauscedo n. 48; conf. lev. e mezz. Berettini, pon. n. 49, tram. Rauscedo (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10307, 1332).
1819, ag. 19 Tomaso Pruccher (A.S.U., C.A. I, 24/XI, 3176 Orn. II C, con dis.).
 *Presenta progetto di riforma per alzarla in linea con la casa n. 47.
1852*Appartiene al sac. Luigi Scrosoppi e fratelli (Competenze, I, f. 2v).
1935, mar. È abbattuta.
49
1795, febbr. 7 Il nob. Tomaso fu Fabio Montona vende la casa a Bernardino q. Antonio Bidischini (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10320, 96, f. 134v - 135v).
1799, ag. 16 Bernardino Bidischini vende la casa ad Antonio q. Simone Piccoli. «Confina a lev. e mezz. con casa e corte — dell’ — acquirente, a pon. col — co. Ottelio, ed a tram. con la — contrada». Prezzo d 300 (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4806, III instr., 178, f. 279v - 280r).
1801 È di Antonio Piccoli (Nomenclatura, f. 2v).
 *Affittuale Maddalena Bolzica (ibid.).
1809 È di Giovanni Pievano ed è affittata all’industriante Nadalia Bulzica (Registro delli aloggi, f. 3v).
1826, apr. 18 Giovanni q. Antonio Pievano vende la casa n. 49 a Domenico q. Giuseppe Scrosoppi per austr. L 1425 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10466, 5000).
1827, nov. 12 È di Domenico Scrosoppi. Casa di un piano. Domanda di inalzarla a tre piani (A.S.U., C.A. I, 135/1827/XV, 4477 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a don Luigi Scrosoppi e fratelli (Competenze, I, f. 2v).
1856, sett. 4*Il sacerdote Luigi Scrosoppi dovendo «collocare i contorni regolari di pietra viva alla porta e finestra del primo piano e finestra del piano a terra, alla casa 49 posta nella contrada di Rauscedo», presenta il relativo progetto, che ottiene il nulla osta (A.S.U., C.A. II, 66, 6371, Orn. II C, con dis.).
50
1801 È dei conti Alvise e Giacomo Ottelio (Nomenclatura, f. 2v).
 *Affittuale Giuseppe Piccoli (ibid.).
1809*Appartiene al Alvise Ottelio ed è affittata al sarto Valentino Franzolino (Registro delli aloggi, f. 3v).
1852*Appartiene al co. Alvise Ottelio (Competenze, I, f. 2v).
1854, febbr. 8*Progetto di ricostruzione del complesso n. 50-51 (A.S.U., C.A. II, 66, 1038 Orn. II C, dis. firmato da Eusebio Brida).
1935, mar. Abbattuta.
51
1801 È dei coo. Alvise e Giacomo Ottelio (Nomenclatura, f. 2v).
  Affittuale Leonardo Fantini, loro agente (ibid.).
1809*Appartiene al Alvise Ottelio ed è ancora affittata a Leonardo Fantini (Registro delli aloggi, f. 3v).
1852*Appartiene al co. Alvise Ottelio (Competenze, I, f. 2v).
1854, febbr. 8*Vedasi n. 50.
1935, mar. Abbattuta.
52
1784*Barettini (vedasi casa n. 53).
1801 È di Francesco Barettini (Nomenclatura, f. 2v).
 *Affittuale Giacomo Covis (ibid.).
1809*Appartiene al sac. Paolo Berettini ed è affittata al pistore Giovanni Coviz (Registro delli aloggi, f. 3v).
1852*Appartiene a Marianna Prucher (Competenze, I, f. 2v).
1876*Pietro Prucher vi ha bottega di calzolaio (COSMI-AVOGADRO, 88).
1883*La casa ospita la bottega del carpentiere Luigi Teja (AVOGADRO, 141).
1935 È abbattuta.
53
1778, dic. 24*Un pubblico perito anonimo traccia la pianta della casa con l’indicazione: «Fondi della — casa fu della fraterna di S. Nicolò di Rausetto, ora unita al pio ospital maggiore di questa città, condotta in affitto da — Giuseppe Casari» (B.C.U., vacch. 75, f. 11v).
1784, mar. 5*Stato e grado della casa del co. Antonio Beretta. L’edificio «confina a levante casa delli sigg. Barettini, a mezzodì fondi possesso del sig. Giuseppe Casari di ragion direttaria delli nobb. sigg. coo. Savorgnan, a pon. casa possessa dal detto Casari emfiteuta del pio ospital maggiore di questa città ed a tram. la contrada di S. Nicolò di Rausseto» (B.C.U., vacch. pubbl. per. anonimo, 84, f. 8v - 11v, con pianta).
1801 È del co. Antonio Beretta (Nomenclatura, f. 2v).
 *È affittata al chirurgo Giacomo Medici (ibid.).
1809*Appartiene a Giovanni Maria Beretta. Vi abita il domestico Antonio Crainz (Registro delli aloggi, f. 3v).
1814, ag. 29°Il co. Giovanni Maria q. Antonio Beretta vende ad Antonio q. Antonio Crainz una casa in Rauscedo n. 53 per L 2537; conf. lev. Faustina Berettini, mezz. e pon. fratelli Casara, tram. contrada (Not. Nicolò Cassacco1).
1852 Appartiene a Tommaso Krainz (Competenze, I, f. 2v).
   
NOTE1Non v’è alcun atto di Nicolò Cassacco in tale data.
54
17731°La confraternita di S. Nicolò in Rauscedo si chiamava in origine fraterna dei Fabbri e già esisteva nel sec. XIII.
 °Nel 1382, ag. 1, il nob. Odorico q. Ottobono di Savorgnan2 lasciò alla fraterna «quamdam suam domum sitam Utini in Rausetto — iuxta Leonardum de S. Daniele, Bonum de Merlana, murum castellanum et viam publicam». Nel 1407, ott. 18 donna Uliana figlia del q. Zuane de Merlana vende alla fraterna la sua casetta confinante con la prima. Qui fu posta la sede della fraterna.
1773 La casa conserva dipinta nella facciata l’immagine di S. Nicolò (A.O.U., memoria manoscritta di Andrea Nardazzi, priore della fraterna, 1773).
1775, magg. 15*Ducale di conferma per la soppressione delle fraterne di S. Antonio Abate, di S. Girolamo e di S. Nicolò (B.C.U., ms. G. LXXII, f. 36r - 38r).
1775*Dall’elenco delle rendite della confraternita ormai soppressa: «La — fraterna di S. Francesco nel duomo di Udine paga ogni anno cera o 1 per la licenza di raddunare il suo conseglio nella stanza della fraterna come appar nella parte del maggior consiglio d’essa fraterna L 1660 ultimo febraro, relativa a suplica in libro 7 Parti, c. 93» (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1775, f. 35r).
1775*Inventario dei «mobbili di ragione della v. fraterna di S. Nicolò di Rauseto — desunti dall’inventario 3 lugl. 1775 esistente nella cancelleria pretoria di questa ecc.ma camera» (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1775, f. 59r - 60r).
1778, dic. 24*«Fondi della — casa fu della fratterna di S. Nicolò di Rausetto, ora unita al pio ospitale maggiore di questa città, condotta in affitto dal sig. Giuseppe Casari, formati da me sottoscritto ad istanza del medesimo» (B.C.U., pubbl. per. anonimo, vacch. 75, f. 11v).
1781, apr. 9*«— Antonio Conti e — Ognibene Vattolo, camerari — di questo pio ospital maggiore, hanno in enfiteusi — concesso al sig. Giuseppe Casari — la casa — situata in contrada di Rausedo, la quale esso Casari conduceva in affitto semplice con la locazione 19 dec. 1775 —. E questo fanno — per l’annuo affitto — di d 25 —» (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, I instr. I, 89, f. 136v - 137r).
1781, dic. 1 Si concede a Pietro Casari di costruire un ponte in pietra per accedere alla tintoria da poco fabbricata, non lungi dalla porta di Aquileia, appiedi del colle (A.S.U., C.A., 307/73).
1801 È di Santo Casari (Nomenclatura, f. 2v).
 *Abitazione e mangano (ibid.).
1809*Appartiene al «manghinatore» Santo Casari (Registro delli aloggi, f. 3v).
1834°Gioacchino Casari loco Giuseppe Casari paga ven. L 155 sopra una casa in Rauscedo concessagli in enfiteusi con istr. 9 apr. 1781, atti Antonio Marchi. La casa era della soppressa fraterna di S. Nicolò3 (A.O.U., Ospitale. C1. Quaderno livelli, decime, censi. Principia 1834, p. 63).
1852*La casa appartiene a Maria Casara Basaldella (Competenze, I, f. 2v).
   
NOTE1Senza indicazione di fonte nel della Porta, che evidentemente ricava tale notizia da un documento redatto in questa data.
 2A questo lascito accennano altri documenti, tra i quali il Cattastico... 1775, in cui si precisa che «porzione fu lasciata alla fraterna del nob. — Odorico q. Ottobon Savorgnan con test. 1382, primo agosto, in atti di Lorenzo, f. di Marzutto di Cussignacco, nod. in Udine —» (A.S.U., Cattastico... 1775, f. 39r - 39v).
 3Nel 1923 si vedeva ancora la nicchia al centro della facciata.
   
STUDI INEDITI CILLO, Le confraternite, 25-27, 62, 90.
   
BIBLIOGRAFIA BIANCHI, Indice, n. 3399, 111; CORGNALI, La confraternita di S. Gerolamo, 112-120; DE BIASIO, Le confraternite, 3, 4; FORMENTINI, Cenni, 35-36; JOPPI, Contributo IV, 8; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 22; 5 (1938), 8.
55
 *A partire dal 1407 la casa risulta gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo, come attestano i rotoli dei secoli XVII e XVIII che ne citano i fondamenti.
1407-1418 «D. Benvenuta uxor Gugelmi de Foro veteri solvit annuatim fabricæ — super domibus cum fumo quę dudum fuerunt olim Francisci de Nimis in capite de Rausetto veniendo ad Portam Aquilegiæ, iuxta Martinum pelliparium, iuxta murum castellanum et viam publicam, libras olei quatuor —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 412v).
1414 «D. Benvenuta uxor Guielmi scarparii sive tabernarii de Foro Veteri —» (ibid.).
1418 «Modo solvit Leonardus a Portis» (ibid.).
1419 «Hæredes d. Benvenutæ —» (ibid.).
1429 «Mag. Iacobus sartor della Viella sive uxor sua — tamquam hæres d. Benvenutæ —super domo anguli — iuxta domum Pauli Decani» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 413r).
1434 «Mag. Nicolaus marangonus, qui fuit de Glemona — super domibus quę fuerunt — mag. Iacobi sartoris della Vielle —» (ibid.).
1466 «M. Nicolò marangon» (ibid.).
1511 «Eredi del q. Iacomo marangon» (ibid.).
1513-1515 «Nicolò marangon in logo del q. Iacomo marangon» (ibid.).
1540 Eredi di Nicolò marangon (ibid.).
1550 Francesco q. Nicolò marangon e suoi eredi (ibid.).
1565 Paga ser Bernardino Palestino notaio, come erede (ibid.).
1580 Eredi q. ser Bernardino Palestino (ibid.).
1602 «Ora paga il rev. mons. Ieronimo Vico, canonico d’Udine, come possessor della casa» (ibid.).
1624 «Di presente paga mess. Alessandro Margaritta q. mess. Osalco» (ibid.).
1643 «Alla partita degli heredi del q. mess. Bernardino Palestino in luogo di mistro Francesco marangone sopra la sua casa in Rauseto; pagava già mons. Vico possessore della casa, poi mess. Alessandro Margarita, hora il rev. padre Margarita dell’ordine dei Servi; — la casa è posta nella contrada di Rauseto, possessa per gli eredi Margarita, habitata per d. Zuannina Ugolina; confina a sol levado con gli heredi di m. Galeazzo Sandri1, a mezzodν i muri castellani, a sol a monte la casa del già ser Tomaso Morteano — et ai monti la contrada —» (A.S.U., C.A. 87/3, p. 99-100).
1652 Eredi q. Alessandro Margarita (B.C.U., ms. F. XXV, f. 413v).
1660 «Tomaso Montona abita la casa» (ibid.).
1690 «Gerolamo e fratello Montona rappresentanti l’eredi q. Alessandro Margheritta» (ibid.).
1751 Fabio q. Tomaso Montona (ibid.).
1765, genn. 25 Il nob. Eugenio di Adriano Sporeni possedeva casa domenicale in contrada di Rauseto avuta in permuta dal nob. Fabio Montona (A.S.U., N., Francesco Brunalleschi, 9196, XII instr., f. 42v - 44r).
1795, febbr. 7 Il nob. Tomaso q. Fabio Montona vende a Bernardino e Caterina Bidischini una casetta in Rauscedo che «confina a lev. con la casa grande — Montona, a mezodν con la corte di detta casa, a pon. — coo. — Ottelio ed alle monti con la strada», per d 300 (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10320, II instr., 96, f. 134v -135v).
1796, febbr. 27 Tomaso di Fabio Montona vende a Tomaso Rossi di Palma una casa in Rausceto, «che confina a lev. con li — fratelli Barettini, mezodν — Savorgnani, a pon. parte li nobb. — Ottelio e parte — Bernardino Bidischino con la casa fu di ragione d’ esso — Montona, ed alle monti strada» per d 900 (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10320, II instr., 116, f. 163v - 164r).
1801 Coo. Luigi e Giacomo Ottelio (Nomenclatura, f. 3v).
 *Affittata a Felicita Vicario (ibid.).
1801, sett. 5 Alvise e Giacomo q. Tomaso Ottelio vendono per ven. L 6200 a Santo q. Giuseppe Casari «due case — nell’androna — di Rauscedo2; confinano a lev. — Santo Casari, mezz. Gioacchino e fratelli Casari, pon. casa — della chiesa di Pavia ed a tram. strada —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10580, Minutario, 37).
1809 È di Santo Casari «manghinatore» (Registro delli aloggi, f. 3v).
 *Vi abita il domestico Giorgio Noarino (ibid.).
1825, nov. 30*La casa è abitata da Giacomo Del Zan, che chiede di «ingrandire una porta — per poter introdurre delle vetture a comodo della professione di fabbro che esercita in attiguo» (A.S.U., C.A. I, 100 Orn. II C, con dis.).
1852 La casa appartiene a Maria Casara Basaldella (Competenze, I, f. 2v).
   
NOTE1N. 54.
 2N. 55 e 56?
56
1394 «D. presbiter Joannes qui dicitur de Agello solvit pro domo quæ fuit olim Petri Zachariae de Camino in cortivo Michalis Panutx —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 411r).
1403 «Paschuluttus de Merlana — super — domo sita in quadam androna de Rausetto quæ fuit olim Petri Zaccariæ quam emit a d. presb. Ioanne qui dicebatur de Agello —» (ibid.).
1407 «— Ser Simon q. nob. ser Vingelmini de Toppolico solvit de livello unius domus quæ fuit olim d. presb. Ioannis de Agello et antea Petri Zachariæ de Camino et demum erat in tenuta ser Nicolai d. Tristani —» (ibid.).
1420 «Mazechus de Merdariulo solvit pro domo — quæ est sua —» (ibid.).
1428 «D. Ursula relicta olim m. Dominici fabri tenetur solvere pro affictu simplici — pro una domo in qua ipsa habitat quæ fuit olim Marci et Odorici q. lacobi de Merdariulo —» (ibid.).
1430 «Turchus tenetur solvere —» (ibid.).
1433 «Marcus lanarius Turcus tenetur solvere de affictu simplici super una domo sita in Rausetto — in qua ipse habitat» (ibid.).
1440 «Caterina relicta olim Marci Turchi —» (ibid.).
1444 «Nicolaus de Savorgnano tenetur solvere super una domo sita in Rausetto, in qua habitabat Ianzilus Theotonicus —» (ibid.).
1447*«Sopra della partita si fa memoria: Nota che ser Niculau ha renunciada su a chesta casa» (ibid.).
1466 «Vittor Garzot in loco di ser Nicolò di Savorgnan» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 411v).
1511 Francesco di Maniago (ibid.).
1513-1515 «Li eredi del q. G.B. di Maniago spiciaro» (ibid.).
1522 «Bartolomio di Maniago doctor e ser Zuan frattelli e ser Battista» (ibid.).
1523, mar. Ottaviano Manin compera la casa: «Nota che messer Bortolomio et ser Zuan venderino la soprascritta casa a ser Ottaviano de Manino — come appar per man di ser Andrea de Adamo nodaro» (ibid.).
1643, apr. 28 «Alla partita del rev.mo mons. Francesco Manino abbate et fratelli, in luogo del sig. Antonio Manino, sopra una casa che fu del q. Zuanne d’Agello, d’affitto semplice, come appar per mano di mess. Lorenzo di Lovaria notaro adν 20 di dicembre 1444 hora pagano gli heredi del sudetto mons. Manino, cioè il sig. co. Lodovico et gli heredi del q. detto co. Francesco Manini —. La casa — è posta nella contrada di Rauseto, possessa per il sig. co. Filippo Manino fu del sig. co. Francesco non habitata al presente da alcuno; — confina a sol levado con una casa fu già del q. ser Tomaso Morteano, hora habitata per d. Giustina nipote di d. Bella, a mezodν il colle, overo muri castellani, a sol a monte — Giovanni Partistagno et ai monti la contrada di Rauseto» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 99).
1751 Co. Lodovico e fratelli Manin (B.C.U., ms. F. XXV, f. 411r - 412r).
1801 È dei coo. Luigi e Giacomo Ottelio (Nomenclatura, f. 3v).
 *Affittata a Francesco Melchiori (ibid.).
1809 È di Santo Casari (Registro delli aloggi, f. 3v).
 *Vi abita il domestico Mattia Assutta (ibid.).
1852*Appartiene a Maria Casara Basaldella (Competenze, I, f. 2v).
1876*Nella casa abita il verniciatore e pittore di carrozze Pietro Mayer (COSMI-AVOGADRO, 116).
1935 È abbattuta.
57
1376 «Andreas q. Valentini de Pavia, super domo sua sita in Rausetto iuxta Zanorium de Glauglano, den. VIII» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 414r).
1428 «Camerarii — ecclesię de Pavia — tenentur solvere super una domo quæ fuit Andrete Valentini de Pavia — den. VIII» (ibid.).
1643 Casa nella contrada di Rausceto, possessa per la ven. chiesa di Pavia «confina a sol levado con una casa del — co. Filippo Manino —, a mezodν i muri castellani, a sol a monte casa della ven. chiesa di S. Maria la Longa —, ai monti contrada» (A.S.U., C.N., 87/3, p. 100).
1751 La ven. chiesa di Pavia: s 9 p 4 (B.C.U., ms. F. XXV, f. 414v).
1801 Chiesa di Pavia (Nomenclatura, f. 3v).
 *Affittata a Marietta Miccona (ibid.).
1809*Appartiene alla chiesa di Pavia ed è abitata dal falegname Valentino Moretti (Registro delli aloggi, f. 3v).
1812, ag. 28*La casa appartiene alla chiesa di Mereto di Capitolo. L’11 maggio 1812 le viene spiccato atto oppignorativo per L 4,64 (A.S.U., C.N., 81, Asta 1812, VIII, 28).
1847, mar. 7 Giovanni Talacchini «proprietario essendo in forza del pubblico istrumento 20 genn. 1840, n. 5482, stipulato a rogiti del not. — Nicolò Cassacco —» vende a Giacomo q. G.B. Del Zan la casa n. 57 per austr. L 1950 (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4841, 7096).
1847, giu. 21*Giacomo Del Zan presenta domanda «per intraprender la riforma nella faciatta del locale al c.n. 57 della contrada Rauscedo, cioè d’aplicarsi li contorni di pietra lavorata fino che ora sono di muro». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 422/IV, 3870 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Giacomo Del Zan (Competenze, I, f. 2v).
1935, mar. È abbattuta.
58
1376 «Simon q. Zanossii de Claugano» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 415r).
1394 «D. Menia de S. Maria La Longa» (ibid.).
1407 - 1428 «Blasuttus q. Simonis Cavazutti de S. Maria La Longa — sopra la sua casa appresso Drea di Pavia (ibid.).
1430 «Zenanius possidet et ipse solvit» (ibid.).
1435 «Heredes Blasutti q. Simonis Cavazutti» (ibid.).
1439 «Leonardus Zas aurifex» (ibid.).
1444 «Antonius fornator» (ibid., f. 415v).
1452 «Leonardus Zassii» (ibid.).
1460 «Li camerari di S. Maria La Longa in luogo di ser Leonardo del Zas» (ibid.).
1484, giu. 21*«Actum in burgo Aquilegie intrinseco — sub porticu domorum olim mag. Antonii furnatoris. — Nicolaus hospitalis S. Marię Batutorum q. Stephani de Prisinico, preco — comunis Utini — ad ponendum — *** camerarium fraternitatis S. Marie cerdonum in tenutam et corporalem possessionem domorum — mag. Antonii furnatoris vigore sustitutionis testamenti prefati m. Antonii posuit — mag. Nicolaum cerdonem q. Heleri tanquam — camerarium —fraternitatis S. Marię cerdonum de Utino, in tenutam — duarum domorum contiguarum sitarum in dicto burgo Aquilegię intrinseco iuxta suos confines; quę olim fuerunt — dicti q. m. Antonii et modo — perventarum dictę fraternitati —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. 1480-1485, f. 27v — 28r).
1643 La casa «confina a sol levado la casa qui avanti descritta, a mezodν i muri castellani, a sol a monte un horto del sig. Tomaso Montona et ai monti la contrada» (A.S.U., C.A., 87/3, Libro... 1643, p. 100-101).
 *«A sol a monte, casetta annessa alla Racchetta di ragione Cicogna» (B.C.U., F. XXI, f. 85r).
1751 Chiesa di S. Maria La Longa (B.C.U., ms. F. XXI, f. 85r e A.S.U., C.A., 87/3, p. 414).
1801 Chiesa di S. Maria La Longa (Nomenclatura, f. 3v).
 *Affittuali Gioachino e fratelli Casari (ibid.).
1809 È di Gioacchino Casari tintore (Registro delli aloggi, f. 3v).
 *Affittata al sarto Pietro Travisan (ibid.).
1812, magg. 26*Della casa appartenente alla chiesa di Mereto di Capitolo, che risulta debitore insolvente al demanio per L 10.55, in seguito all’atto oppignorativo del 4 marzo 1812, viene messa all’asta «una stanza a pian terreno al n. 58, a levante casa della chiesa di Pavia, a ponente sigg. Casari» (A.S.U., C.N., 81, Bollettino Asta 26 maggio 1812, n. 19).
1814, apr. 2*Avviso d’asta ai danni della chiesa di S. Maria La Longa, per mora di pagamento di L 6,10 dovute per la quarta rata dell’imposta prediale: «una stanza al primo piano del corpo della casa in contrada Rauscedo al n. 58, serve ad uso di camera». L’atto oppignorativo reca la data 18 giugno 1813 (A.S.U., C.N., 81, Avviso d’asta).
1856, febbr. 4*Pietro Iuri «proprietario della casa al c. n. 58 in contrada di Rauscedo» chiede ed ottiene di «riformare la inferiorità della suddetta casa» (A.S.U., C.A. II, 66/1856, 843 Orn. II C, con dis.).
 °°Disegno firmato «Brida Eusebio Muratore».
1935 Finita di abbattere.
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1756 «Nel 1756 Giacomo Cicogna, nel fondo di sua ragione (ora case Casara e Ballico in Rauscedo) dove esisteva il gioco della Racchetta1, eresse un teatro con due ordini di palchetti, capace di 300 persone. In questo teatro, detto della Racchetta, si recitò sino alla fine del secolo XVIII» (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 485r).
1788, lugl. 18 G.B. q. Giacomo Cicogna vende al rev. don Girolamo di Giuseppe Casani pievano di S. Stefano per d 2700 «l’intero — stabile denominato della Rachetta in contrada Rauscedo — cioè la Rachetta2, con fabbrica annessa a levante, di antica ragione del venditore, la fabbrica nuova — sulla riva a mezzo dν della sudetta, li fondi acquistati dal — co. Ettore Savorgnano, figlio del — co. Giacomo, in parte permutati col. sig. Giuseppe Casari, ed altri — acquistati dalli consorti Balis, emphiteotecari di detto —conte, non che la fabbrichetta al vento di levante nelli scorsi giorni erretta sopra fondi e fabbriche — della — chiesa di S. Maria la Longa. E comeché — G.B. Cicogna risentiva un grave danno nella fabbrica annessa alla Racchetta al vento di levante dell’umidità cagionata dalla caduta dell’acque, ed atteso un condotto che esisteva nell’annessa muraglia di ragione della casa della ven. chiesa di S. Maria La Longa per cui fu in necessità di eccitare al conveniente riparo li dirrettori e rappresentanti la chiesa stessa con l’atto legale del — 27 febbraio p.p., rilasciato da me notaro, e che in seguito a reciproca soddisfazione dalle parti seguν la transazione del — 6 marzo 1788 — per mano di — Giuseppe Narduzzi nodaro così — esso — Cicogna ha intrapreso la fabbrichetta che attualmente si sta facendo dal sig. Luca Andreoli capomastro, piantata sopra li fondi e fabbriche di S. Maria medesima. E però esso rev.mo Casari si assume l’impegno — di pagare — Luca Andreoli dell’ intiero valore di quanto va creditore fino al giorno d’oggi per sunnominato oggetto, compresa anche l’interna scala e paradana fatta dallo stesso Andreoli per oggetti di comunicazione —» (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, Istr. II, 211, f. 255r - 257r).
1801 Gioacchino e fratelli Casara (Nomenclatura, f. 3v).
 *Affittuale Giovanni Domenico Sutti (ibid.).
1809*Appartiene a Gioacchino Casari ed è abitata dall’agente Domenico Zuzzi (Registro delli aloggi, f. 3v).
1852*La casa appartiene a Teresa Casara (Competenze, I, f. 2v).
   
NOTE1Il nome è presente in una proprietà Savorgnan dei paraggi: vedasi n. 63.
 2N. 59 e 64.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 485; L. PALLADIO degli OLIVI, Cronaca, p. 93-94, 247-249.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, I vecchi teatri, 112-113; di MANIAGO, Guida, 61; L. PALLADIO degli OLIVI-CAIMO DRAGONI, Memorie, 36-37; della PORTA, Toponomastica, 206; SCOVACRICCHI, Piccola tormentata storia, 37; C. SOMEDA de MARCO, Udine che scompare e i filatoi, 265-269.
   
ICONOGRAFIA GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 49.
60
1801 Gioacchino e fratelli Casara (Nomenclatura, f. 3v).
 *Affittata a Teresa Venerio (ibid.).
1809*Appartiene a Gioacchino Casari ed è affittata all’industriante Maria Orlanda (Registro delli aloggi, f. 3v).
1852*Appartiene a Teresa Casara (Competenze, I, f. 2v).
61
1801 Gioacchino e fratelli Casara (Nomenclatura, f. 3v).
 *Affittata ad Antonio Ieronitti (ibid.).
1809*Appartiene a Gioacchino Casarsa ed è abitata dal domestico Andrea Mingotti (Registro delli aloggi, f. 3v).
1852*Appartiene a G.B. Ballico (Competenze, I, f. 2v).
62
1801 Gioacchino e fratelli Casarsa (Nomenclatura, f. 3v).
 *Affittuali i conti Antonini del q. Prospero (ibid.).
1809*Appartiene a Gioacchino Casari ed è al momento sfitta (Registro delli aloggi, f. 3v - 4r).
1835*Vi abitano le levatrici Rosa Regina Orlandi ed Orsola Venier (A.S.U., C.A. I, 237/XII, Elenco del personale sanitario).
1837, mar. 28*«Innocente del fu Giovanni Liva, — innerentemente al diritto di recupera accordato alla — sign. Rosa Casari Orlando —, retrovende alla ricordata — Rosa Casari Orlando — la casa coi rispettivi suoi fondi, situata — nella contrada così detta di Rauscedo, coscritta col c.n. 63 —, a cui confina a lev. restante casa al c.n. 62 della redimente, mezz. orto del sig. Giachino Casari, pon. la famiglia Balico ed a tram. strada pubblica — di Rauscedo —. La presente retrocessione viene fatta — per — L 2400» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10488, 10678).
1852*Appartiene a Rosa Orlandi Casara (Competenze, I, f. 2v).
63
1801 Gioacchino e fratelli Casara (Nomenclatura, f. 3v).
 *Affittuale Innocente Liva (ibid.).
1804, lugl. 2 Santo q. Giuseppe Casari vende al rev. Girolamo q. Antonio e G.B. e Gioacchino fratello q. Giuseppe Casari «una porzione di casa detta della Racchetta1, peranco indivisa tra esso — venditore e li — acquirenti —, descritta nell’asse di facoltà Casani 17 sett. 1801 fatta da me — come perito e dal sig. Giuseppe Caligaris pubblico perito descritta al n. 6, c. 47 —. E questo — fa — per il prezzo — di d 357 L 6 s 3 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4806, V instr., 334, f. 497v - 498v).
1807 - 1808*Mulino di sei ruote del r. demanio (A.S.U., C.A., 1/2, 283).
1808, febbr. 9*Dalla relazione di Mattia Rigotti: «N. 63. Querino Querin molinaro afituale fu del ven. convento di S. Chiara, ora afituale del demanio con corenti n. 6, una che servea per li maggi» (A.S.U., C.A., 1/2).
  a ms. sserve.
1809*Appartiene al tintore Gioacchino Casari. Vi abita il domestico Innocente Liva (Registro delli aloggi, f. 3v).
1825, dic. 15*«— Rosa, figlia del sig. Giachino del fu Giuseppe Casari, unitamente al medesimo — Casari — genitore, — vende col diritto di recupera — d’anni sei — una casa coi respetivi suoi fondi copperti di coppi, situata — nella contrada — di Rausedo al c. n. 63 —. Confina a lev. con la restante casa al c.n. 62, rimasta a detta sign. Rosa, a mezz. con orto del comparente — Gioachino Casari, a pon. fam. Balico ed a tram. la contrada di Rausedo —. La — vendita viene — fatta per la somma di ven. — L 3200 eguali — a valuta di piazza L 1828,58 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10310, 2066).
1831, nov. 9*«Antonio del fu Giovanni Frezza — retrovende alla — sign. Rosa n. Casari, moglie del sig. Lorenzo Orlandi l’atterrata casa e fondi che — la citatta — Rosa Casari Orlando aveva venduto al — sign. Antonio Frezza col citatto instr. di man mia 15 dic. 1825, situata — nella contrada — di Rausedo al c.n. 63 — del valor — di austr. — L 1828,58 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10313, 2662).
1835*Vi abita la levatrice Lucia Agosto, poi traslocata al n. 82 (A.S.U., C.A. I, 237/XII, Elenco del personale sanitario).
1852*Appartiene a Rosa Orlandi Casara (Competenze, I, f. 2v).
   
NOTE1I Savorgnan, che possedevano i loro beni in quella zona, il 24 nov. 1677 annotavano: «Giuliano Giuliani paga di affitto semplice per la nostra osteria della Rachetta, in Udene, come per locatione del Petturiti — L 155» (A.S.U., Arch. Savorgnan, 13/75, Rotolo 1677, f. 2v).
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1801 Zuane Ballis (Nomenclatura, f. 3v).
1809*Appartiene all’agricoltore Giovanni Ballis (Registro delli aloggi, f. 3v).
1852*Appartiene a Giovanni Ballico (Competenze, I, f. 2v).
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1764, mar. 2*Carlo ed Ettore del fu Giacomo Savorgnan1 concedono alla città di Udine di tagliare il loro orto per l’apertura della contrada Savorgnana e di gettare un ponte su la roggia «— a condizione — che sopra — ponte e porta — sia intalgiata l’arma Savorgnan a perpetua memoria e che detta città paghi alla nostra casa un paio pernici in ogni anno» (B.C.U., ms. SSS. XXXVIII, f. 12v).
1801 G.B. Ballis (Nomenclatura, f. 3v).
1809*Appartiene al vetturino G.B. Ballis (Registro delli aloggi, f. 3v).
1820, magg. 4*G.B. Ballico «illeteratto» confessando di aver ricevuto, in data 6 dic. 1819, il permesso di aprire un portone al n. 65, propone alcune modifiche secondo il disegno allegato. Per la deputazione d’ornato in data 11 maggio risponde l’ing. Presani, il quale rileva che le caratteristiche sono molto grossolane, ma che «il carattere è sufficientemente conservato». In sostanza la deputazione auspica alcune modifiche all’impostazione della facciata e in particolare, per rimediare alla soverchia larghezza del portone, raccomanda di «rinvestire i piedritti ed il riquadro superiore con un bugnato rustico che convenga ad un carattere di tozzo». Siccome nel disegno non è indicata la parte corrispondente alla strada, viene chiamato il capomastro perché fornisca ulteriori ragguagli. Segue il decreto di approvazione (A.S.U., C.A. I, 35/V, 1529 Orn. II C, con dis.).
1825, mar. 7*Verbale della deputazione d’ornato, che esamina «il ricorso e il tipo dimesso dalla congregazione municipale —, di G.B. Ballico per abilitazione ai lavori di aggiunta fabbrica alla sua casa n. 65 sul prospetto riferente alla piazza della Ghiacciera; sulla quale trova di proporne l’ammissione, attese le circostanze d’aver già eretto per due terzi di fabbricato» (A.S.U., C.A. I, 100, 49 Orn. II C).
1828, apr. 3*Istrumento di cessione di investitura per la posta dei cavalli di Udine e Palma. La prima è assegnata a Geremia Anzil (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10471, 6232).
1840, febbr. 26*Giuseppe Ballico «per aver maggior comodità per uso di stalla per li cavalli di posta e supperiormente per collocare maggior quantità di forraggio» chiede il permesso di alzare una parte dell’edificio che «corrisponde con il suo prospetto verso la roggia e che vien a essere verso il fabbricato delli sigg. conti Codroipo». Il permesso è accordato, a patto che il rimaneggiamento comprenda il tutto, anche il portone, come viene puntualmente indicato nel disegno (A.S.U., C.A. I, 315/1840/VI, 1033 Orn. II C, con dis.).
1843, ag. 4*Giuseppe Ballico inoltra nuova richiesta per aprire un portone nel muro contiguo alla casa che gli serve da stalla e fienile. Presenta il progetto, che viene definito tollerabile (A.S.U., C.A. I, 359/1843/IX, 5406 Orn. II C, con dis., firmato da Giuseppe Presani).
1845 R. posta cavalli.
1846, magg. 27*Il consorzio roiale di Udine alla congregazione municipale: «Sa codesta congregazione municipale quanti e quali dispiacenze siano insorte colla ditta Ballico per aver permesso l’edificazione di una casa alla sponda destra della roggia di Udine lungo la strada dei Gorghi senza che ai tipi si fosse unita la pianta —» (A.S.U., C.A. I, 402/II).
1847, apr. 7*«Marianna Ballico Antonini — vende al — fratello Giuseppe q. G.B. Ballico — l’ intiera quota — ereditaria del — genitore — sopra la casa — con corte ed orto fra le contrade di Rauscedo e della Ghiazzera e presso la roia attorno i Gorghi — n. 65 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4841, 7148).
1852*La casa appartiene a Giuseppe Ballico (Competenze, I, f. 2v).
1867°È di Giuseppe Ballico. Vedasi prospetto su le vie Rauscedo, Savorgnan, Gorghi in A.M. Ornato 1865-1873.
1883*T. Ballico vi noleggia cavalli e Antonio Rizzi vende materiali per l’edilizia (AVOGADRO, 141, 148).
   
NOTE1Per i Savorgnan: CARO, Istoria de’ signori Savorgnani; SOLARIS, Una famiglia di militari; VOLLO, I Savorgnani; ZACCHIGNA, I Savorgnano d’Udine.
   
BIBLIOGRAFIA BROILI-PERUSINI, Le corse in giardino, 311-314; CORGNALI, I nostri vecchi caffè, 112.
66
1801 È della nob. Lucrezia Gazoldi (Nomenclatura, f. 3v).
1809 È del nob. Carlo Antonini (Registro delli aloggi, f. 3v).
 *Una parte appartiene a G.B. Bertone e a Tommaso Masetti ed è abitata anche dall’inquilino Mario Benvenuto dispensiere al seminario (ibid.).
1810, nov. 6 «Dovendo il sig. Carlo Antonini, abitante al n. 66, far internamente costruire una stuffa ed abbisognando di fare una rottura nel muro verso la strada a ponente, onde fare la tromba della sudetta, implora — le venghi concessa licenza —». L’autorizzazione viene rilasciata (A.S.U., C.N., 178/XIX).
1820, nov. 8*«Carlo q. Prospero Antonini, domiciliato in contrada Rauscedo al n. 66, trovasi nella circostanza di dover riattare una sua terrazza scoperta contigua alla di lui casa di abitazione, la quale andrebbe a crollare, quando non vi si ponga un pronto riparo». Chiede pertanto di poterla coprire. Il permesso è concesso (A.S.U., C.A. I, 35/1820/V, 5028 Orn. II C, con dis.).
1842, apr. 28*Prospero Antonini, proprietario dell’edificio, chiede l’autorizzazione per «chiudere la loggia sovrastante al portone d’ingresso, lasciandovi i quattro spiragli o fori circolari». Il progetto viene approvato dopo alcune modifiche (A.S.U., C.A. I, 342/1842/IV, 2564 Orn. II C, con dis.).
1845, ag. 30*«Michele del fu Tommaso Masetti — vende alla sign. Rosa Capello ved. Bertoni — una porzione di casa nel corpo della casa di ragione Bertoni — situata — nella contrada — di Rauscedo — n. 66 A —, consistente in una terza parte del corpo di detta casa —, che si vende fra li confini dell’intera casa a lev. e mezz. nob. Antonini Prospero del fu Carlo, pon. contrada di Rauscedo ed a tram. corte consortiva —. Questa vendita — viene fatta — per austr. — L 800 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4837, 6260).
1853, magg. 11*Prospero Antonini vorrebbe «modificare la facciata attuale di quella parte della propria casa al c. n. 66, che è più bassa dell’altro corpo principale e le cui finestre sono respicienti la contrada Marina, oggi chiamata contrada Prampero. Le relative modificazioni appariscono tracciate nel disegno — e costituirebbero un alzamento del secondo piano, sostituendo alle finestre della soffitta dei finestroni muniti di parapetto di ferro, nella costruzione della cornice e grondaia e nell’apertura finalmente di una porta d’ingresso a pianterreno in sostituzione delle finestre —». La deputazione d’ornato approva il progetto, con la raccomandazione che «le finestre dell’ultimo piano non eccedano in altezza quelle del primo» (A.S.U., C.A. II, 66, 3236 Orn. II C, con dis. firmato da Silvestro Bosa).
1863°Vedasi A.M. Ornato 1857-1864.
1876*Nel complesso, che comprende anche parti verso la contrada di Prampero, sono ospitati il laboratorio dei fabbri Marco Mauro1 e Antonio Castronini (COSMI-AVOGADRO, 92), il secondo dei quali è ancora segnalato allo stesso domicilio nel 1883 (AVOGADRO, 143), nonché la sartoria di Carlotta Doretti (COSMI-AVOGADRO, 112) e lo studio fotografico di G. Nascimbeni (COSMI-AVOGADRO, 96).
1878 Vi era l’istituto dell’abate Ganzini2.
1883*Studio fotografico di Sorgato e C. (AVOGADRO, 145).
Sec. XIX Passò al co. Agostino Deciani erede di Antonini3.
   
NOTE1Per Marco Mauro: Esposizione, 19, 52.
 2L’esistenza del collegio è segnalata almeno dieci anni prima dal “Giornale di Udine”, 3, CCXXVII, (23 sett. 1868), 3: il Ganzini, che è subentrato all’abate Paolo Della Giusta, pubblica avvisi pubblicitari per il collegio maschile sul quotidiano locale.
 3In realtà il passaggio avviene attraverso Marianna Antonini Deciani, moglie del sen. Prospero, la quale lascia la proprietà al fratello Luigi Ermacora e quindi tale proprietà perviene nel figlio di costui Agostino (BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 85).
   
BIBLIOGRAFIA AVOGADRO, Guida, 132; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 85; Breve storia dell’asilo infantile, 17-18; COLA, Cento anni, 56; COMELLI, Il soggiorno del Petrarca; CORGNALI, Udine in tuba, 18-19; D’AGOSTINI, Ricordi militari, III, 11; F., Famiglie friulane, 73-90; FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 190; di MANZANO, Annali, V, 252; MARCHETTI, Il Friuli, 155; MICHELUTTI, L’istruzione pubblica, 96; G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, I, 382; SBUELZ, L’antica illustre famiglia, 11; ZANUTTO, Carlo IV, 48-54.
67
1801 È del nob. Girolamo Caratti (Nomenclatura, f. 3v).
 *Affittuale Leonardo Livotti (ibid.).
1809*Appartiene a Girolamo Caratti ed è affittata all’oste Giuseppe Furlani (Registro delli aloggi, f. 3v).
1812 Osteria “Al teatro vecchio” (Esercenti).
 *Proprietà di Caterina Furlani, ivi residente (ibid.).
1823, apr. 7°Il nob. Andrea fu Girolamo Caratti vende ad Antonio fu Santo Del Fabbro la casa ad uso di osteria n. 67 per L 4000 (Not. Giovanni Zancani).
1828, giu. 30 Antonio Del Fabbro vende per L 6000 a Giacomo di G.B. Plaino, detto Bergamino, la casa n. 67 che confina lev. Alfonso q. Giuseppe Asquini e Giuseppe Amigoni, mezz. Marco Ragoza e parte Asquini, pon. calle del teatro e Capitolo, tram. Amigoni e Capitolo (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10634).
1830, apr.*Giacomo di G.B. Plaino chiede di aprire tre finestre nel muro della casa confinante con Alfonso Asquini (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 2391 Pol. Giud. IX D).
1830, magg. 8*Composizione amichevole fra Plaino e Asquini per accordi sulle modifiche da apportare alle rispettive case confinanti n. 67 e 74 (ibid.).
1832, mar. 24 È di Giacomo Plaino Bergamini. Chiede di innalzare la fabbrica (A.S.U., C.A. I, 193, 1380 Orn. II C, con dis.).
1852*La casa appartiene al dott. G.B. Bassi (Competenze, I, f. 2v).
1856, apr. 19*Vi si addossa un nuovo fabbricato del capitolo metropolitano (A.S.U., C.A. II, 66, 2704 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Silvestro Bosa).
1951, apr. Abbattuta insieme con la casa n. 68.
   
BIBLIOGRAFIA All’aquila imperiale, 96; della PORTA, Toponomastica, 206; SOFFICI, Le ali d’oro, 41-48.
68
1801*È di Giacomo e Maurizio Moretti (Nomenclatura, f. 3v).
  Affittuale Francesco Lessan (ibid.); poi march. Maddalena Ragozza (Registro anagrafico, f. 3r).
1809*Appartiene a Giacomo Moretti. «Non vi è che una stanza ad uso di magazzino» (Registro delli aloggi, f. 3v -4r).
1834, apr. 1°Angelina Luigia e Paolino q. Marco Ragoza vendono a Giuseppe Marcotti la casa n. 68 e 73 per L 26000 (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti).
1842, sett. 24 È di Giuseppe Marcotti. Fabbrica nuova (A.S.U., C.A. I, 342/1842/IV, 6151 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Giuseppe Salvador).
1852*Appartiene a Giuseppe Marcotti (Competenze, I, f. 2v).
1876*Vi tiene bottega il tappezziere Luigi Del Torre (COSMI-AVOGADRO, 115).
  Vedasi casa n. 67.
   
BIBLIOGRAFIA SOFFICI, Le ali d’oro, 41-48.
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1347, mar. 1 «— Franciscus de Utino canonicus — ecclesie civitatis Aquilegensis diocesis — legavit — ecclesie maiori Utiniensi medietatem domorum suarum magnarum sitarum in Utino in quibus moratur dominus episcopus Concordiensis —» (A.C.U., Acta Capituli, Liber privilegiorum, testamentorum et aliorum instrumentorum. A primo, A secondo, f. 39r - 39v, not. Pietro da Cividale).
 *La casa risulta gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo, come attestano i rotoli che ne citano i fondamenti.
1519 «Rev. mo mons. episcopo de Concordia paga de livello — in partite tre den. X, sopra una caxa fo de un Vida — X sopra una caxa fo di Tomat di Sotselva oio lire do et sopra una caxa fo del mutto di Predaman —, le qual tutte caxe sono in la contrada de Rausete, mess. Filippo Missittin doctor abita —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 408v).
1564 «Ecc. mess. Zuan Antonio Falcidio —» (ibid.).
1593 Massimiliano Montegnacco (ibid.).
1602 Agostino Partistagno (ibid.).
1643 «— La casa — è posta nella contrada di Rausetto, possessa — per la sign. Arcoloniana rel. del q. Agostino Partistagno, confina a sol levado la contrada del Duomo, a mezodν la contrada Rausetto e a sol a monte l’androna detta già di Boros, ora della Rachetta, ed a monti il sig. Teseo Arcoloniano» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 409r).
1643, apr. 28*La confinazione Boreatto precisa che «paga il sig. Lodovico Partistagno per donatione fattagli dal sig. Giovanni Partistagno» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 98-99).
1655 Ora è possessa dalli sigg. Percotti (B.C.U., ms. F. XXV, f. 409r).
1660 «Ora è possessa dal sig. Daniel Frattina» (ibid.).
1703 «La camera della contadinanza» (ibid.).
1751 Camera della contadinanza (B.C.U., ms. F. XXV, f. 407r).
1801 Camera della contadinanza e tribunal d’appello (Nomenclatura, f. 3v).
1809 Al secondo piano due stanze erano adibite ad ufficio delle ipoteche (Registro delli aloggi, f. 3v - 4r).
 *Appartiene al r. demanio. Vi abita come inquilino il “bolzer” Antonio Boffi (ibid.).
1810, nov. 28 Era stato l’ufficio di coscrizione nel locale della già contadinanza (A.S.U., C.N., 79/XXV, 5116, Demanio 25).
1822, febbr. 1*L’imprenditore Giuseppe Prisani alla congregazione municipale: «Per la partecipazione fatta dalla direzione del demanio a questa congregazione municipale di fare qualche cambiamento nel locale detto della contadinanza, destinato per li uffici della posta, ed eccitato di questa congregazione municipale, il sottoscritto come appaltatore delli lavori a produrre il disegno relativo di ciò ch’è preparato a fare, accompagno presentemente in duplo li qui uniti due disegni simili con la proposizione di abbassare il salizo di pietra il più che sia possibile quello sotto il portico, cominciando per m 2 su quello delli coo. Berretta e fino alla contrada Rauscedo, e questo a causa che la strada è troppo basa e la rampata alli portoni è troppo ardita per l’ingresso delli vetture —. Alli pilastri che sostengono la fabbrica per quanto si abbassa il salizo si formerà un semplice contorno di pietra con piccolo rilievo rappresentante un dado —. Altra opera nella contrada di dietro, ch’è denominata del Teatro Vecchio, si à d’ingrandire due finestre al pian terren, simili alle alte ed al medesimo livello, come è dimostrato nelli disegni C.D —». La deputazione d’ornato, approvando il progetto, raccomanda in particolare la costruzione del cornicione e l’applicazione della grondaia fino a terra: «il — lavoro, oltre che è prescritto per tutti li fabbricati della città, si rende indispensabile per il comodo anco delle vetture e di chi concorrere dovrà all’offizio postale, che in una strada piuttosto angusta resterebbe esposto all’acqua cadente della linda —» (A.S.U., C.A. I, 68, 460, Orn. II C, con dis.).
1824, ott. 18*La direzione provinciale delle i.r. poste «all’oggetto di poter introdurre nel locale di propria residenza le carrozze delle diligenze erariali prossime ad attivarsi, e per adattare una stanza ad uso d’ ufficio presso il porticale esterno, deve ampliare in lunghezza i due portoni d’ ingresso — ed aprire tre finestre —. Innoltre deve collocare internamente nel portico principale una cassetta per uso d’impostazione di lettere che avrà l’orificio esterno in stipiti di pietra. Quindi ha fatto essa delineare l’esterna facciata del pian terreno —» (A.S.U., C.A. I, 89/X, 4296 Orn. II C, con dis.).
1928 Ufficio postale e telegrafico. Viene abbattuto (G.d.P., La casa della contadinanza e un soggiorno udinese del Petrarca, “Patria del Friuli” del 4 maggio 1928).
   
BIBLIOGRAFIA d’ADDA, Armi antiche, 16-17; Atti della commissione, 307-308; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 86; ELLERO, Storia dei Friulani, 87-88; Restauri a Udine, 200; RIZZI, La villa dell’ultimo doge, 37; C. SOMEDA de MARCO, L’armeria del Castello, 203-206; C. SOMEDA de MARCO, Il museo civico, 32-49; C. SOMEDA de MARCO, Udine scomparsa, 96-97; STEFANUTTI, Udine e la contadinanza, 111-117; Uno storico fabbricato che scompare; VALENTE, Due case, 8-9.
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1703 Camillo Arcoloniani vende la casa ai Gallici (JOPPI, Il castello di Moruzzo, geneal. Arcoloniani, tav. II).
1703, ag. 20*«Li nobb. — Camillo Arcoloniano e Francesco fratelli Arcoloniani q. Francesco — con le nobb. — Maddalena e Giulia — Arcoloniani, l’una suocera e l’altra moglie di esso — Camillo — salvo il censo di ducati sette annui al — vescovato di Concordia, vendono — al — sig. Giuseppe Gallici q. Marc’Antonio — la loro casa arcoloniana in contrada et di rimpeto la — chiesa di S. Maria Maddalena con orto da dietro della detta contradella, — il tutto descritto coi suoi confini nella stima del sig. Andrea Corradino pubbl. per. in questa città —. La qual casa pervenne nelle — nobb. — Maddalena e Giulia per disposizione testamentaria del — nob. Nicolò Arcoloniano 21 marzo 1687 di mano del sp. Antonio Orgnano nod. E ciò per lo prezzo hora convenuto — di d 3834 —; ingiontovi patto assunto voluntariamente dai — venditori di dover, in caso di vendita — della — casetta annessa, habitata dal sig. Marco Pittei —, preferir a chi si sia detto sig. Gallici e successori in concorrenza di prezzo—» (A.S.U., N., Girolamo Dell’Oste, 7907, VIII instr., f. 349v - 357r).
1744 «Arcoloniani. La loro casa è di rimpetto alla porta della chiesa di S. Maria Maddalena, casa che fu comperata da Giuseppe Gallici cancelliere della Patria, poi in gran parte caduta all’ improvviso, e da lui in miglior forma rialzata, al fine cambiata dal medesimo con i Beretta» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 190).
1801 È del co. Antonio Beretta (Nomenclatura, f. 3v).
1809*Appartiene a Giovanni Maria Beretta (Registro delli aloggi, f. 3v).
1845, apr. 9*«— Il — co. Antonio q. Giovanni M. Beretta — accondiscende per la sussistenza del coperto di recente costruito nel fabbricato erariale ad uso delle i. r. poste — sopra una scala conducente alle stanze degli impiegati, coll’ appoggio dei travi di sostegno del coperto medesimo sul muro della casa — di esso co. Beretta, coscritta col n. 70 —, il qual muro confina col — fabbricato erariale dal lato di mezzog. —» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, 7/II, 650, con dis. firmato dall’ing. Corradini).
1852*Insieme col n. 71 appartiene agli eredi del co. Antonio Beretta (Competenze, I, f. 2v).
1876*Negozio di seta di Graziadio Luzzatto (COSMI-AVOGADRO, 114), segnalato anche nel 1883 (AVOGADRO, 156).
1936 È degli eredi figli del co. Guido Beretta.
  Sede del Circolo Udinese.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939.
   
STUDI INEDITI L. PALLADIO degli OLIVI, Memorie, f. 13r.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 117; BERETTA, Cenno storico; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 87-90; BIASUTTI, Note d’archivio, 11-12; BIASUTTI, Nuovi documenti, 5-6; BRAGATO, Guida, 52; C.V., Carnevali udinesi, 14-15; COMELLI, Passeggiate, 46; ERMACORA, Guida, 105; GIOSEFFI, Udine, 176; A. JOPPI-A. BATTISTELLA, Nobile famiglia Beretta; MIANI, Pittura e scultura in Friuli, 126; PAGAVINO, I gusci vuoti di Udine; PASCHINI, Arcadia, 67; PERUSINI ANTONINI, Un secolo nella memoria, 42; Restauro... conservativo?; RIZZI, Storia... Il Seicento, 91; C. SOMEDA de MARCO, Il museo civico, 42, 47; Stampa Beretta contro Taffon; VALENTINIS, Udine antica, 25; Udine che si abbellisce. Un nuovo palazzo in via Vittorio Veneto; ZANUTTO, Vita del letterato Francesco dei conti Beretta.
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1801 È del co. Antonio Beretta (Nomenclatura, f. 3v).
 *Affittuale il sac. Paolo Paolini (ibid.).
1809*Appartiene a Giovanni Maria Beretta. Vi abita il sac. Paolo Paolini (Registro delli aloggi, f. 3v).
1852*Vedasi n. 70.
1920 È del co. Guido Beretta.
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1705, febbr. 12*«Udine, nella contrada del duomo, nelle case dell’infrascritta sign. Saghiggi1 » (A.S.U., N., Francesco Brunelleschi, 8300, II instr., f. 36r).
1783, dic. 16*Descrizione e pianta della casa, compilata da un pubblico perito anonimo per le sorelle Saghizzi della Lugara, eredi del fratello Pier Antonio, delle facoltà soggette a fidecommisso (B.C.U., vacch. n. 82, f. 1r -38v).
1801 È del nob. Giacomo del Torso (Nomenclatura, f. 3v) poi di Monfrà, marito della Simonati (Registro anagrafico, f. 3v).
1809 È delle sorelle Sachiggi (Registro delli aloggi, f. 3v).
 *Vi abita Giacomo Torsi (ibid.).
1852*Appartiene a eredi del fu Antonio Nigh e a Giovanni Brusadini (Competenze, I, f. 2v).
1876*La casa ospita la bottega del falegname G.B. Greatti (COSMI-AVOGADRO, 93).
1948 Trattoria “Alla cantina Marcotti”.
   
NOTE1Calliope, come si desume dall’atto.
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1744 Appartiene ai Vittorii ed era stata Carleschi (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191).
1786, magg. 13*Descrizione e perizia delle case di Giuseppe e fratelli figli di Francesco Forni, case «che con locazione 24 gennaio passato furono da detto — Giuseppe — affittate per anni dieci alli nobb. sigg. coo. Antonio e Girolamo q. co. Pier Vergendo d’ Attimis» —. I confini si delineano: «a lev. la contrada1 —, a mezz. — sorelle Saghizzi della Lugara parte e parte il — co. Antonio Beretta, a pon. strada pubblica ed a tram. nobili sigg. co. Pietro e Giuseppe fratelli q. co. Alfonso Asquini». La descrizione particolareggiata comprende anche un maschio sopra la strada a levante (B.C.U., vacch. pubbl. per. n. 83, f. 23r).
1791, magg. 13 I nobb.2 sigg. Giuseppe Antonio e Vincenzo fratelli Forni anche come tutori di Giuseppe ed Antonio del nob. Ferdinando Forni loro fratello vendono a G.B. q. Francesco Moretti la casa con cortile ed adiacenze ereditata dai q. nob. Ariceforo e rev. Giuseppe Forni loro zii, «situata in borgo S. Maria Madalena, che confina a lev. il borgo stesso, a mezzodν parte — Paolo Tomasini e parte — Antonio Beretta, a pon. androna detta del Teatro ed a tram. — Pietro e fratelli Asquini» per d 5888 (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9975, XVIII instr. 1363, f. 1728r - 1734r).
1801 È di Giacomo e Fabrizio Moretti (Nomenclatura, f. 3v).
1809*Appartiene a Giacomo Moretti (Registro delli aloggi, f. 3v).
1812, apr. 22 Giacomo fu G.B. Moretti vende a Domenico fu Angelo Facendi la sua casa dominicale in via S. Maria Maddalena al n. 73; confina a lev. eredi Saghizio e parte Beretta, mezz. calle detta del Teatro, pon. sigg. Asquini e Caratti, tram. contrada di S.M. Maddalena (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, Rep. II, 949, f. 48v).
1812, magg. 3 Domenico Facendi vende la casa n. 73 a Marco3 di Nicolò Ragosa per L 25000 (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, Rep. III, 970, f. 1r).
1812, lugl. 16 Istanza di Marco Ragoza per poter riformare la facciata della casa al n. 73. Dal disegno allegato si vede che intendeva ridurre rettangolari le finestre ad arco (A.S.U., C.N., 179/1812/II, 3986 Orn. XIX, con dis.).
1814, giu. 3 Marco Ragoza chiede di «aprire una porta in sostituzione ad una delle due attuali finestre». Viene dato l’assenso (A.S.U., C.N., 180, 3236 Orn.).
1834, apr. 1 Vedasi n. 68.
1834, lugl. 11*Giuseppe Marcotti chiede il permesso di alzare di m 1,40 la stalla al n. 73, «un fianco della — fabbrica giacendo sulla pubblica strada della calle del teatro vecchio —». Vuole anche spostare una finestra. La deputazione d’ornato esprime parere favorevole in merito, solo perché il fabbricato è situato in una strada secondaria (A.S.U., C.A. I, 219/I, 3332 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Giuseppe Marcotti (Competenze, I, f. 2v).
1876 Osteria “Al castello di Villalta” (COSMI-AVOGADRO, 107).
 *Gestione di Luigi Pletti (ibid.).
[1938] Sulle finestre della facciata si vede lo stemma Brazzà.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 26 sett. 1950 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Di S. Maria Maddalena.
 2Nella edizione si omette una nota del 1788, tratta dal della Porta dalla Cronaca della Forza, in quanto non coerente con i documenti del 1786 e 1791: «Gli Attimis comperano la casa Carleschi poi Vittorio e ultimamente Forni».
 3Il repertorio però attesta Odorico.
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  Era dei Meriani; la cedettero ai Cossio in cambio della loro (n. 76).
1640, dic. 28*Supplica di Antonio Meriano al consiglio della città: «Ill.mi sigg. deputati sigg. col.mi, sono quattr’anni ch’io feci fabricare in questa città la Rachetta, che con sodisfattione di molti gentil’huomini at altri degni sogetti ha servito et serve loro per honorato essercitio et trattenimento, et acciò questa non mancasse di quelle commodità c’hanno nelle città grandi per ristorar la stanchezza causata a giocatori dall’agitatione e dal moto, procurai che ’l rachettiero havesse pronti pretiosi liquori cioè malvasie della Canea, moscati del Pellacchi et altri et l’anno presente li ho fatto havere vino pregiatissimo di Prossecco» (B.C.U., ms. R. XVI, f. 349r — 349v).
1668, mar. 23*«Fatto in Udine, nelle case del nob. — Carlo Mantica, cioè nella Rachetta, apresso il domo di questa città» (A.S.U., N., Giulio Bonecco, 7861, II instr., f. 3r).
1742, giu. 9 Il co. Nicolò Cossio vende al co. Giuseppe Asquini per d 1500 «una loro casa mal all’ordine e rovinosa, situata — in contrada S. Maria Maddalena ed un sito di casa contiguo con muri dirocati e scoperti, sopra del qual — nella parte interiore fu fatto un pezzo di coperto da possessori d’allora —. Trovandosi la casa — presentemente in cattiva constituzione — attesoché sono cadute le stalle, dirocato in parte il muro della corte, aperto un tempiaro, pontellate le stanze, ruinosi li pavimenti per lo marcimento de’ travi che hanno cominciato a piegare, e quasi tutta senza vetri; onde detti — Cossii fecero — istanza al — vicario di portarsi sopra luoco e rilevare lo stato della casa stessa e decretare l’alienazione — per d 1500 —, non potendo detti — conti far seguire lo ristauro —. Il — vicario, portatosi sopra luoco, veduta la casa — parte alta parte bassa di diversa archittettura — concesse l’ attorità — d’alienare la casa —» (A.S.U., N., Vittore Orgnani, 8951, Notificazioni II, 291).
1744 «Giuseppe Asquini comperò nel 1742 dai Cossio la casa entro il portone d’Aquileia situata tra li Amigoni e quella che fu dei Carleschi poi dei Vittori di faccia alli Bianconi, ed incominciò a restaurarla e ridurla in miglior forma» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191).
1770, magg. 26*Dalle vendite dell’ospedale di S. Maria della Misericordia: «— Co. Alfonso Asquini in loco del — co. Tomaso Cossio giurisdicente di Codroipo, sive di lui nome donna Antonia Beltrame e l’inquilini pro tempore della casa di sua ragione». Le registrazioni dei pagamenti sono segnalate fino al 20 apr. 1790 (A.C.U., A.A.O., Rottolo livelli 1769, p. 161).
1801 È dei coo. Pietro e Giuseppe Asquini (Nomenclatura, f. 3v).
1809*Appartiene a Pietro e fratelli Asquini (Registro delli aloggi, f. 3v).
1821, magg. 16*Il co. Pietro Asquini chiede il permesso di trasformare due finestre di una stanza del pian terreno, adibita a bottega (A.S.U., C.A. I, 53/III, 2181 Orn. II C, con dis.).
1828, magg. 31*Vertenza fra Giuseppe Asquini e il vicino Antonio Fabro, proprietario della casa n. 67, a causa di una riforma progettata dall’Asquini e respinta dal Fabro (A.S.U., C.A. I, 148/X, 2253 Orn. II C).
1828, lugl. 1*Giuseppe Asquini presenta progetto di riforma della parte interna, chiedendo l’assenso del vicino Giacomo Plaino, detto Bergamino (A.S.U., C.A. I, 148/X, Pol. Giud. IX D, con dis.).
1828, ag. 5*Il Plaino nega il permesso (ibid.).
1830, magg. 15*Alfonso Asquini chiede di alzare il fabbricato della stalla e di aprire una finestra (A.S.U., C.A. I, 148/X, 2253 Pol. Giud. IX D, con dis.).
1832 È di Alfonso Asquini (A.S.U., C.A. I, 193, 8/162/4320 e seguenti Orn. XIX, con diss.).
 *La pratica si svolge laboriosamente da marzo a ottobre fra varie difficoltà (ibid.).
1840, giu. 1 Alfonso Asquini vende al march. Francesco Mangilli la casa «che confina a lev. strada, mezzodì Marcotti, pon. eredi fu Giacomo Plaino, ed a tram. erede Amigoni» per austr. L 37000 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10496, 13031).
  Gli Asquini vendettero la casa al march. Francesco Mangilli marito di Gabriela di Varmo che, sua erede, lasciò la casa ai nipoti G.B. di Varmo e Vincenzo Canciani al quale rimase.
1901 Nel 1901 fu comperata dal dott. Urbano Capsoni.
  Dietro questa casa ed ad essa unita, sulla via di Francesco d’Assisi esisteva l’ osteria detta di «Bergamin» poi «Al pellegrino» dove si raccoglievano i patriotti nel 1848 (C. K[ECKLER], “Pagine friulane”, 3, VI, 13 lugl. 1890, 90).
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 26 sett. 1950 ai sensi della L. 1089/1939.
   
BIBLIOGRAFIA GIOSEFFI, Udine, 247; RIZZI, Pluralità, 476.
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  Vedasi n. 74 e 76.
  Fu Cossio; fu ceduta in permuta ai Meriani1.
1801 Co. G.B. Amigoni e fratello (Nomenclatura, f. 3v).
 *Affittuale il co. Giulio Savorgnan (ibid.).
1809*Appartiene a Giuseppe Amigoni ed è in una parte abitata da Francesco Belgrado e Domenico Urbanis (Registro degli aloggi, f. 3v).
1831, dic. 29*Giuseppe Amigoni chiede ed ottiene il permesso di riformare parte della facciata al piano terra, sotto i portici (A.S.U., C.A. I, 182/V, 5638 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Maria Teresa Amigoni (Competenze, I, f. 2v).
1876 Osteria “Alla corona d’Italia” (COSMI-AVOGADRO, 107).
 *Gestione di Anna Zenaro (ibid.).
   
NOTE1Vedasi il n. 76.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, I vecchi teatri, 104, 105, 110.
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 °Casa Amigoni in piazza del Duomo. Nel sec. XVI era degli Strassoldo. Su la facciata vi era la seguente iscrizione: «Chi non se mesura non dura» (B.C.U., ms. 403)1.
1638, mar. 13*«Col presente scritto da esser poi ridotto di mano di publico notaro in forma d’instromento —, l’ill.mo — cav. Girolamo Strasoldo iure liberi — vende all’ill.mo — Francesco Mantica una casa in Udine, posta presso il duomo —, al presente habitata dal suddetto — Mantica, per prezzo — di — d 3500 —. Il — sig. Mantica — cede — al suddetto — Strasoldo una casa — nel borgo di Prachiuso — habitata dal sig. Mathia Brattiolo per prezzo — di d 1000 —» (A.S.U., N., Antonio Mattioli, 7150).
  All’istr. è allegata una polizza di spese del 30 ag. 1635, redatta da Agostino de Nepoti pubblico agrimensore per importanti restauri dovuti a m. Sebastiano De Riu, per la parte di muratura, e a Bortolomeo Picco per la sua opera di tagliapietra, nonché per materiali da costruzione di vario tipo nelle botteghe della città (ibid.).
  Era di Cossio, fu ceduta in permuta ai Meriani (vedansi n. 74, 75). Divisa fra i fratelli Antonio, Gerolamo ed Ottavio Meriani, i due primi vendettero la loro parte a G.B. Agostinis con atto 15 sett. 1672. Ottavio permutò la sua parte con la sign. Mantica Frangipane con istr. 17 aprile 1673. Essa signora la vendette poi a Carlo Mantica (A.S.U., Arch. della Porta, 3, Carte Cossio/Casa Cossio in Udine).
  Comprendeva anche l’area della chiesa.
 *Le notizie sono desunte in modo indiretto da una carta del processo Meriano - Cossio, nella quale il dottore di leggi Bernardino di Rio esamina i fatti ed esprime il suo parere in merito. Tra l’altro egli scrive: «— Considero pur in fatto che l’anno 1651, primo febbr. seguν contratto di permuta tra li — coo. Andrea e Daniele da una e li nobb. — Nicolò e Mario fratelli Meriani dall’altra. Quelli diedero a questi la loro casa in Udine in contrada di S. Maria Maddalena per stima del perito Contrino, di duc. 1767 oltre la detratione del terzo e dell’ottavo del prezzo — et questi a quelli diedero un terreno nella villa di Sacudello —. Doppo detta permuta sono successi piϊ fatti, cioè che tra fratelli Meriani sian seguite divisioni, che la casa havuta in permuta sia stata divisa, coll’esser parte toccata alli sigg. Gerolamo e Antonio, quali essendo a Venetia, la vendetero al sig. G.B. Agostinis nell’ instr. 15 sett. 1672 — et parte — al sig. Ottavio, che esso lui cesse la sua portione in permuta alla sign. Mantica Frangipana con instr. di 17 apr. 1673 —. E parimente che, essendo creditor il — co. Daniel Cosso da’ Meriani per molestia patita sopra i beni di Sacudello alla summa di L 438 s 17, s’era convertito contro li Meriani per la relevatione et haveva fatto seguir incanti sopra parte di detta casa, datali in permuta, cioè sopra la parte assegnata al sign. Ottavio, et permuttata con la sign. Mantica et da lei poi data al sig. Carlo Mantica; ond’è convenuto al sig. Carlo — pagar al — co. Daniele le — L 438 s 17 —. Succede anco in fatto che, seben la casa era toccata la maggior parte alli sigg. Gerolamo et Antonio et da essi venduta all’Agostinis, ad ogni modo li sigg. Marc’Antonio et Aquilio altri fratelli l’havevan venduta l’anno 1671 al sig. Francesco Paderni, il quale, molestato dall’Agostinis comprator dei veri patroni, fu sforzato relassargliela, come resulta dall’instr. 24 lugl. 1614 —. Doppo havendo l’Agostinis penetrato che la casa cessali da Meriani era sogetta a fideicomissi de’ sigg. Cossi, sicome infatti fu sottoposta da Zuane Cosso nel — testamento di 22 febr. 1531, nel quale la chiamò per sua propria, mentre in essa anco fece — suo testamento —, ha preteso contro — Marc’ Antonio Meriano, herede de’ fratelli venditori, di discioglier il contratto di compra et il sig. Meriano ha preteso esso lui contro li heredi — Cossi la dissolutione della permuta 1651, con la scrittura 2 magg. 1676 —. Han poi li figli del — co. Daniele gettato la scrittura di 22 giugno 1679 — con la quale per loro parte assentono alla dissolutione della permuta, purché le cose passino al pari e ritornino nel primitivo stato; ma al sig. Meriano non è stato l’animo di ritornar la casa — a riguardo della vendita di par te della stessa che da medesimo fu fatta alla sign. Frangipana, che hora è tenuta dal sig. Carlo Mantica, ove ha fatto fabricar parte del teatro —» (ibid.).
1687, giu. 23 Stima della casa che i Mantica vendono ai sigg. Antonio e Bernardino Amigoni: «— a levante — borgo di S. Maria Maddalena, a mezzodì case Meriane, a pon. corticella restante al sig. Mantica verso li sigg. Meriani e teatro et ai monti piazza del Duomo —».
  «Fazzada» a lev. sopra il borgo ps 16 pd 3 1/4 (m 29).
  «Fazzada» ai monti ps 22 pd 4 3/4 (m 39). (A.S.U., Arch. Mantica, XXVII, f. 516r - 536r).
 *La perizia, firmata da Simon Rizzo, è corredata anche da uno schizzo della pianta. Il complesso si articola in: una «casa grande sopra il borgo», la cui sala ha una «balconata sopra il borgo in quattro parti, con colone 5 di pietra di Medun, con balle e capitelli sfogiati, lavorate tre d’esse parti e l’altre due, da due bande —, modeoni 5 sotto lavorati a cartella»; un «appartamento della scala maestra verso la piazza»; un «appartamento del tinello»; un «appartamento della cucina»; una «corte sporca del letame, orticello fra muri cascati — col portico sopra il borgo e muro sopra il borgo dei portici con due volti ps 2 pd 3 1/2»; una «corte grande» con «pozzo o cisterna profondo ps 2 pd 1/2 con vera sopra tonda di pietra buona canellada; tellaro o anello di pietra rotta e due pozzetti, con coppe di pietra; una «corticella del polame arente il teatro verso la piaza del duomo»; e una «stalla dei porci». Nel cortile intorno al pozzo e nei portici è segnalato un «modonato in cortello» e in alcuni punti il «cogolado» (ibid.).
1709, apr. 9*«Inventario delli mobbilli utensili che restano fuori di quello levati nel camerino, consegnati detti mobbili che restano fuori al sig. Pietro Albergheti di Venetia, quello vi sottoscriverà alla presente, havendo al medesimo dato anco chiavi in un mazzo numero vinti due, et la chiave d’ ingresso di detto teatro —» (B.C.U., ms. 2456).
  Vi sono elencati anche i posti a sedere: «scagni nel piano del teatro n. 88, tra li quali sono 27 senza pozzo e parte col pozzo rotto» (ibid., f. 1r).
1733, apr. 20 Il co. Pier Francesco Amigoni affitta alla compagnia dei 44 gentiluomini, «— ad uso di loro divertimento, per anni 6 —, l’ appartamento delle case di sua abitazione posto verso la contrada S. Maria Maddalena, cioè la sala con le quattro camere annesse, li due mezzadi e sottoscalle e con li mobili esistenti e con l’uso che sarà commune della scalla di pietra e cosi delli due portoni sula strada — com’anco dei sottoportici e dell’acqua del pozzo —, e ciò per l’annuo affitto — di d 130 —» (A.S.U., N., Francesco fu Andrea Brunalleschi, 8302, XXVII instr., f. 30v - 31v).
1744 La casa Amigoni è «a sinistra degli Asquini, fa angolo colla piazza del Duomo ed è contigua al teatro; questa casa era prima dei Mantica» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191).
1754, apr. 3°Carlo e Federico Mantica vendono il teatro confinante con la casa Amigoni al card. Daniele Delfino (Not. Carlo Bonisoli).
1755, mar. 26*Dall’inventario, redatto dal pubblico perito G.B. Glereani, del teatro e delle case acquistati dal card. Delfino: «Il teatro in questa città confinante da lev. con la casa delli nobb. — Amigoni — e — corte della casa dell’ osteria del nob. — di Prampero, da pon. e da tram. strade —. Muri grezzi in quattro lati —; coperto di coppi tavellato con legname d’albero e cordoni inestati, che minaccia rovina massime in la parte a pavion, essendo marziti li bordonali —; portoncino d’ingresso a volto in pietra a bugne e scuro —; il fondi del teatro — di ps 161 —». Complessivamente la perizia valuta il complesso per d 1240 L 5 s 14 (B.C.U., ms. 1328/Il testamento... e teatro).
1801 Co. G.B. e fratelli Amigoni (Nomenclatura, f. 3v).
1852*La casa appartiene a M. Teresa Amigoni (Competenze, I, f. 2v).
1876*Locanda “Al Milanopulo” gestita da Giovanni Milanopulo (COSMI-AVOGADRO, 100).
1881 «Ultima posseditrice fu una monaca Amigoni delle Dimesse, i cui eredi vendettero la stessa casa alla Banca Popolare di Udine (Nota di V. Joppi in copia della Cronaca di L. PALLADIO degli OLIVI, B.C.U., ms. 74 Joppi, p. 32).
1883 Osteria “Al Milanopulo” (AVOGADRO, 152).
1925 Vi aveva sede la Banca di Sconto.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 26 sett. 1950 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1Il ms. oggi corrispondente a questo numero non contiene tale notizia.
   
STUDI INEDITI CIPOLLA, Memorie, f. 13r; FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 62r - 63r; L. PALLADIO degli OLIVI, Cronaca, p. 246-247.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, I Lombardi, 77; BATTISTELLA, Udine nel secolo XV, 135; BATTISTELLA, I vecchi teatri, 104-105, 110; L. PALLADIO degli OLIVI-CAIMO DRAGONI, Memorie, 27, 36; della PORTA, Toponomastica, 206; SCOVACRICCHI, Piccola tormentata, 37; SCOVACRICCHI, Il teatro a Udine, 34; VALENTINIS, Udine antica, 11.
   
ICONOGRAFIA GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 46; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 39; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 36.
Chiesa di S. Daniele e della B.V. della Puritΰ
1754 Il patriarca Daniele Delfino sul fondo del teatro Mantica da lui acquistato edificò la chiesa.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, 62r — 63r.
   
BIBLIOGRAFIA BRAGATO, Guida, 50-51; DEL PIERO, Monumenti cittadini, 209; DE PIERO, Antiche parrocchie, 52; ERMACORA, Guida, 102; GIOSEFFI, Udine, 156, 175-176; di MANIAGO, Guida, 34-35; RIZZI, Tiepolo a Udine, 77-93; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 15; 5 (1938), 7; C. SOMEDA de MARCO, La chiesa della Purità; VALE-MASOTTI, La chiesa della Purità; VALENTINIS, Udine antica, 18.
77
1479, nov. 19°«Coram patriarche vicario comparentes mag. Iacobus de Lock cerdo, camerarius, et mag. Ioannes etiam cerdo de Laybaco, sindicus et procurator collegii et fraternitatis Sancti Hieronimi vulgariter nuncupate Sclavorum, exponentes quod cum predicte fraternitatis collegium decrevit pro comoditate pauperum dicte fraternitatis construere et edificare unum hospitale in loco aliquo honesto et ecclesie Utinensi propinquo et pro ipso edificando pluries interpellavit nobiles viros et consortes de Prampergo heredes q. nobilis ser lacobi Iusti de Prampergo et presertim ser Barnabam, filium ser Francisci lo Magro et ser Bernardinum filium ser Georgii de eodem loco eius coheredem, quatenus dignarentur prefato collegio cedere tres domunculas sitas et positas in terra Utini et prope cimiterium prefate ecclesie Utinensis in contrata Rausceti et e regione hospitalis S. Marie Cerdonum, de quibus habetur mentio in testamento dicti ser Iacobi Iusti, qui dictas domunculas pro habitatione pauperum legavit et illis derutis et destructis, posset in dicto loco hospitale predictum fundare et erigi, prefatus vicarius dedit et concessit prefatis nobilibus et consortibus de Prampergo liberam facultatem dandi, donandi et in perpetuum concedendi dictas tres domus fraternitati S. Hieronimi pro construendo hospitali predicto» (Perg. osp., not. Paolo Santonini). Questo numero in passato doveva essere diviso in due case1.
  Vi era l’oratorio di S. Girolamo. «Su di una porta sotto di un S. Girolamo, leggesi: MCCCCLXXXXIIII factum fuit. Ego Franciscus de Gallis pictor» (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 63r - 63v).
  Nella casa della confraternita di S. Gerolamo contigua al duomo, ora locanda, S. Gerolamo dipinto a fresco sopra la porta esternamente, opera di Francesco Alesiis dell’anno 1494 (de RUBEIS, Catalogo, 5 (1938), 7).
1494 «Sopra la porta della soppressa confraternita di S. Girolamo in faccia al duomo, S. Girolamo seduto sopra un trono di gottica architettura, et a’ suoi piedi alcuni congregati colla data 1494 e il nome Francesco de Alessiis. Con danno dell’arte è stata ultimamente imbiancata» (di MANIAGO, Storia, 172).
1706, lugl. 20*Elisabetta Franceschinis affitta a Domenico Cont l’osteria presso il teatro Mantica «nella qual habita il predetto Domenego Cont et agita come ostero». Costui dovrà corrisponderle «per ogni conzo di vino che spazza L 1 siasi di qualsiasi sorte vino, con patto però sempre di spazzare» il vino della contraente «dovendo questo esser preferito ad ogn’altro» (Arch. di Prampero, Carte Franceschinis, Istr. 1352-1710).
1708, ott. 1*«Elisabetta Franceschinis affitta a Gioseffo l’osteria appresso il teatro Mantica» (Arch. di Prampero, carte Franceschinis, Istr. 1352-1710, Invent. doc. Franceschinis 1601-1710, f. 10r).
1738, lugl. 4*Inventario dell’immobile ad opera di pubblico perito, su richiesta della co. Tranquilla di Prampero (Arch. di Prampero, sistemaz. provvis.).
1748, nov. 10*Scrittura privata di locazione per due anni, con la quale la co. Francesca di Prampero e la sorella Zenobia Franceschinis affittano «la casa sive osteria attaccata al teatro Mantica — a mess. Andrea Pilosio artiero» (Arch. di Prampero, sistemaz. provvis.).
1775*Dal catasto delle rendite della soppressa fraterna di S. Gerolamo: «E come restava inaffittata la sala di detta casa, che serviva alla ridduzione de’ consegli e si cedeva per tale uso anche ad altre confraternità, cosν si risquottevano dalle confraternità stesse annualmente le seguenti corrisponsioni: fraterna del Ss.mo del duomo cera o 1, fraterna di S. Giuseppe o 2; fraterna di S. Sebastiano o 1; fraterna di S. Omobon o 1; fraterna del B. Bertrando o 2; fraterna di S. G. Battista o 1; fraterna dello Spirito Santo o 1; fraterna del Sovegno del duomo o 1; fraterna di S. Gotardo o 1; fraterna del Ss.mo nome di Maria o 1; fraterna di S. Antonio Abbate o 2 —» ( A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1775, f. 236v).
  Nello stesso catasto, tra le rendite elencate, vengono citati gli affitti pagati dal gastaldo Canciano Angelini «per una stanza a pieppiano e una dissopra incorporata nella casa della fraterna —, principia la partita 1761» e da Lunardo D’Agosto «per una stanza incorporata in detta casa —, comincia la partita il 1771». Il compilatore nota che tracce di affitti, pagati dal gastaldo si ritrovano a partire dall’11 ott. 1707 (ibid., f. 235r). Nel catasto è redatto anche l’inventario dei mobili dalla fraterna (ibid., f. 255v).
1801 È del pio ospital maggiore (Nomenclatura, f. 3v).
 *È affittata a G.B. Roncali (ibid.).
1808, lugl. 3 L’ospedale di Udine vende a Santo e Giulia q. G.B. Roncali una casa «in angolo della contrada detta de’ Calzolai — al n. 77» che serviva di osteria ed albergo. La casa era stata della fraterna di S. Girolamo. Confina a levante androna va in Rauscedo, mezzodν orto dei co. Filippo e fratelli di Prampero ponente parte fabrichetta di questa ragione, parte casa fu Paderno, a tramontana strada pubblica (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10324, 85).
 *Agli atti è allegata una perizia di G. Leonarduzzi del 5 giugno 1800.
1809 È di Sante Roncali oste (Registro delli aloggi, f. 3v).
1812, dic Vi era un esercizio “All’imperatore” (A.S.U., C.N., 184, Esercenti).
 *Esercente Leonardo Nimis, ivi abitante. Poi trattoria condotta da Antonio Pancino, da certo Zaccheo, e da tanti altri; nel 1840 da Giovanni Greatti, «oste e affittaletti alla vecchia insegna della “Corona Imperiale”» (A.S.U., C.A. I, 551/VIII, 7825 Pol. II).
1846, magg. 1 Giulia Roncali q. G.B., vedova di Onorio Brunetta, vende per L 2400 a Francesco Micoli Toscano casa in contrada del Duomo n. 77. Confina lev. calle del Teatro Vecchio, pon. e mezz. Prampero, tram. piazza del Duomo (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/III, 1140).
1852*Appartiene agli eredi del fu Francesco Toscani (Competenze, I, f. 2v).
1937 Demolita per l’apertura ed allargamento della via San Francesco d’Assisi.
   
NOTE1Il complesso degli edifici n. 77-78 deve essere considerato insieme, in quanto le parti non appaiono ben delimitate nei documenti. Per la bibliografia della confraternita di S. Gerolamo, vedasi n. 79.
   
BIBLIOGRAFIA della PORTA, Toponomastica, 206.
78
 *Vedansi anche n. 77 e 79.
1691, lugl. 14 Alfonso Antonini acquista per conto della co. Maria Margherita ved. di Marc’Antonio di Prampero, per d 2650, una casa dei fratelli Alfonso e Giovanni Carlo Asquini (A.S.U., N., Antonio Orgnani, 7846, XIX instr., f. 180r - 183r, f. 199r - 199v).
 *L’ atto precisa che si tratta di piϊ costruzioni «di presente, habitatione di detti — Asquini —, acquistate sotto dν 4 apr. 1657 per — Giovanni Daniele loro fratello dal q. — Francesco Paderni con l’instrom. del q. — sp. — Federico Buiatto nodaro tra li confini descritti in detto instrom., item l’ horto e casetta posteriormente all’acquisto Paderni furono per detto Giovanni Daniele comprate dal — co. Filippo Manini con l’altro instrom. 25 nov. 1658 nelle note del q. — Simon Paderno not., giusta li confini nominati in detto contratto —» (ibid.).
1691, ag. 19*«— Giacomo Ugoni priore, — Francesco Cudicio cameraro, governatori attuali della — fraterna di S. Girolamo —, in ragion di semplice affitto —, affittano al sp. Antonio Paderni q. Simone — una casetta di — detta fraterna, di due stanze, una a piè piano e l’altra di sopra, situata nel loco di detta fraterna appresso il duomo, annessa alla casa d’habitatione di detto — Paderni, et insieme il granaro sopra la stalla del conseglio della medesima fraterna, pure attaccato all’habitatione — Paderni, con autorità al sig. Paderni di — far levar la scalla che conduce sopra il granaro —, come pure di poter alongar le stanze — sino al muro del conseglio, per maggior suo comodo, et otturar le fenestre e porte che non li servissero, con farne dell’altre che li fossero piϊ comode, il tutto a proprie spese —» (Arch. di Prampero, sistemaz. provvis. fasc. Affitti fraterna S. Gerolamo, not. A. Paderni, f. 1r - 1v).
  Nel «grado» allegato, si cita tra l’altro «una stanza a piè piano, hora habitata da d. Maria Decana —» (ibid.).
1744 I Prampero «abitano una casa ristorata et accresciuta da loro, posta in faccia la confraternita dei Caligari, comperata da Francesco di Prampero dai fratelli Alfonso e Giovanni Carlo Asquini» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191).
1752°Casa domenicale Paderni sulla contrada di S. Stefano di tre solari con altra casa contigua di uno solaro con cortivi n. due ed orto, posta nella contrada di S. Stefano, tutto unito confina, a levante parte casa e cortivo della v. fraterna di S. Gerolamo e parte contrada detta del Teatro, mezzodν orto delli nob. sigg. coo. Beretta e parte casa del nob. sig. Gazoldi, ponente casa cortivo ed orto del nob. sig. co. Pietro di Prampero, ed a tramontana la contrada di S. Stefano (B.C.U., Arch. Conti).
1768, apr. 1 Le nob. sorelle Paderni, Caterina ved. del nob. Stefano Sabbadini, Cassandra moglie del co. Leonardo Mantica ed Anna vedova del q. Augusto Conti, vendono le case della defunta sorella Elisabetta Paderni al co. Pietro Enrico di Prampero (Arch. di Prampero, sistemaz. provvis., fasc. Atti vendita stima, not. Francesco Prodolone, f. 3r - 3v).
 *Vi è allegata la perizia di stima, redatta dai pubbl. per. Antonio Bernardinis e Alessandro Rota. Il complesso viene complessivamente indicato come «fabbriche con due cortivi ed orto, situate in questa città presso il duomo; confinano a lev. parte con casa e corte della — fraterna di S. Girolamo di questa città e parte con androna pubblica detta del teatro, mezzodν parte col — co. Antonio Beretta e parte col nob. — Carlo Gazoldi, pon. col — co. Pietro di Prampero ed a tram. con stradda pubblica» (ibid., f. 3v).
  La descrizione del complesso indica: una «fabbrica sopra la strada a tramontana» con una facciata lunga all’interno ps 8 pd 3 1/4, alta ps 7 pd 4 1/2 (f. 4r - 11r); una «fabbrica — a lev. del cortille e a mezz. del — grannaro —»; una fabbrica a mezzodν del cortile, «porzione — al presente abitata da Giacomo Baiet gastaldo» (f. 14v); una «corte in faccia a fabbriche in primo logo descritto» (f. 15v); «corte a mezz. della — fraterna — e corte antedescritta» (f. 16r); orto. Il tutto per un totale di L 17960 s 6 1/2.
1775, ag. 10*Copia del decreto di soppressione «delli tre ospitali» di S. Antonio, S. Nicolò di Rauscedo e S. Girolamo (Arch. di Prampero, sistemaz. provvis., fasc. Affitti fraterna S. Gerolamo, not. A. Paderni).
1775*Nell’elenco delle vendite della soppressa fraterna di S. Gerolamo si precisa che «gli eredi del q. Simon Paderno ed in presente il — co. Pietro di Prampero, per un grannaio e stanza per instr. 19 ag. 1691, atti dello sp. — Paulo Fistulario, pagano ogn’anno — L 62. Il detto grannaio e stanza sono incorporati nella fabrica — di questa fraterna, sittuata a mezzo dν del duomo, oltre la strada, confina a lev. strada pubblica tendente in Rauscedo ed oltre chiesa, una volta teatro, mezodν e pon. — coo. di Prampero, successi per acquisto agl’eredi Paderno ed a tram. strada pubblica sive piazza del Duomo —. Deve essere di ragione antica della fraterna, perché nel Rottolo 1600, c. 11t si rilleva che la sign. Anna di Mels conduceva in affitto la camera e ser Simone Cividino conduceva in affitto il grannaro» (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1775, f. 233r).
1798*Il convento di S. Francesco di dentro esige dagli eredi del q. co. Celso di Prampero sopra due case incorporate nella loro casa dominicale. Paga il co. Marzio di Prampero. I pagamenti sono registrati fino al 15 maggio 1806 (A.S.U., C.R.S., 696, Rottolo... 1798, partita 26).
1800, giu. 2*«Convenzione — fra li —coo. mons. Giacomo, kav. Antonio, Filippo, Francesco e Alfonso fratelli q. — Pietro Enrico di Prampero — et i — governatori del pio ospital maggiore —. Si dichiara che li — coo. fratelli di Prampero lasciano a disposizione del pio luogo il granaro sottoposto alla casa posseduta in presente da esso pio luogo ed abbrazzato nella locazione 1691, 19 ag.» (Arch. di Prampero, sistemaz. provvis., fasc. Affitti fraterna S. Girolamo, not. A. Paderni).
1801*Vi abita il co. Antonio coi fratelli di Prampero (Nomenclatura, f. 3v).
1809*Appartiene a Filippo e fratelli di Prampero (Registro delli aloggi, f. 3v).
1811, nov. 22*In seguito alle proteste di Girolamo Caratti circa gli allagamenti che si producono nella casa 67, il podestà di Udine, fatta compiere l’ispezione nella zona di via Rauscedo, comunica a Filippo e fratelli di Prampero che la causa degli inconvenienti lamentati dal vicino deriva da un difetto nel sistema d’incanalamento delle acque nel loro orto. I Prampero sono pertanto obbligati a provvedervi entro otto giorni (Arch. di Prampero, sistemaz. provvis.).
1811, nov. 26*I fratelli di Prampero comunicano al podestà che «hanno fatto fare un sopraloco e ritrovano che l’aggolfamento delle acque nella strada di Rauscedo al lato della ex chiesa della Purità e siti inferiori — è originato dalla mancanza di livellazione nella strada stessa, quale livellandosi facilmente con introduzione di alquanta terra e selciato sopra, farebbe facilmente passare le acque alla piazza del duomo, indi alla contrada de’ Caligari ed in seguito per la contrada Savorgnana alla pubblica roia alla località del ponte nuovo, e che la vasca in angolo di lev. e mezz. entro l’orto Prampero, mai da essi alterata nei tempi di possesso, non potrebbe assorbire tutte quelle acque per qualunque escavazione che si facesse —» (Arch. di Prampero, sistemaz. provvis.).
1815, apr. 19*Il podestà di Udine ai coo. di Prampero: « Vista la loro istanza — per la chiusura del vano di portone — in cale del Teatro, retificando la muraglia di cinta delli fondi dominicali al n. 78, sentite le avvertenze della deputazione d’ornato, ritenuto che in tal modo vassi ad impedire il deposito d’immondizie ed il ricovero a male intenzionati, ritenuto che la chiusura del detto vano abbia ad essere in rettifilo con la loro muraglia senza il menomo asporto e che il portone d’ingresso abbia ad aprirsi internamente, si abilita all’esecuzione dell’opera —» (Arch. di Prampero, sistemaz. provvis.).
1831 Il co. Giacomo di Prampero chiede di poter riformare la facciata (A.S.U., C.A. I, 182/V, 5075 Orn. II C, con dis.).
 *Desidera di «aprire una porta in sostituzione d’una delle due finestre attuali ed ingrandire l’altra finestra» (ibid.).
1834, mar. 8*Nuova domanda dei fratelli di Prampero per la riforma della casa (A.S.U., C.A. I, 219/1834/I, 970 Orn. II C, con dis.).
1837, magg. 2*Petizione di Pietro, Giovanni ed Angelo figli del fu Giuseppe Ballico, proprietari della casa n. 65, contro i Prampero che nel loro orto vanno elevando una costruzione attaccata ad una loro stalla con fienile «con sommo pregiudizio della servitù di luce ed aria». Pertanto i Ballico incolpano i vicini di «turbativa di possesso». La vertenza si compone in pretura il 30 maggio con una proposta dei Ballico, che accettano il fatto compiuto purché i di Prampero aprano «una finestra nel loro muro elevato, onde da questa riceva aria e luce la vicina finestra —» (Arch. di Prampero, sistemaz. provvis.).
1945, mar. 7 Fu colpita da un razzo incendiario nella parte orientale e distrutta la parte sud, su vicolo Prampero, da una bomba.
  Fu inalzata di un piano negli anni 1952-1953.
  La trifora fu costruita nel 1953.
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 08 magg. 1990 ai sensi della L. 1089/1939.
   
STUDI INEDITI CILLO, Le confraternite, 74, 76-77; FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 63r - 63v.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 127-128; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 91-92; BIANCHI, Indice, n. 5641, 180; CAVALCASELLE, La pittura, 32, 131; CORGNALI, La confraternita, 112-120; DE BIASIO, Le confraternita, 3; Elenco degli alloggi; FABRIS, Statuti di antiche confraternite, 48-56; LANZI, Storia patria, 11, 22; di MANIAGO, Guida, 35-36; di MANIAGO, Storia, 172; della PORTA, Toponomastica, 216; della PORTA, Udine scomparsa. Casa della confraternita, 145-148; de RENALDIS, Della pittura, 13; S[ACCOMANI], Il ristauro, 15; P. SOMEDA de MARCO, La confraternita di S. Girolamo, 20-24; VALENTINIS, Udine antica, 5.
   
ICONOGRAFIA GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, n. 8; GIRONCOLI de BAURAIN, Stemma della città, n. 48; MAJERONI-LEONARDUZZI, Udine metropoli, n. 8; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 46.
79
 *Vedansi anche i n. 77 e 78.
1425, giu. 8°La confraternita dei Calzolai domanda un compenso perché «ipsa fraternitas concessit certum terrenum situm prope cimiterium ecclesiae maioris Utini a parte inferiori ipsius cimiteri causa dilactandi ipsum cimiterium» (Annales, f. 90).
1434, apr. 29 La confraternita dei Calzolai chiede una porzione di terreno per fare, presso il suo ospedale, la cisterna, come era stato chiesto dalla comunità di Udine (Annales, XXVI, f. 6v).
1455 «Expense domus que levatur iuxta zimiterium et facte in millesimo quadrigentesimo quinquagesimo quinto» (A.S.U., Confrat. Calzolai, vacch. 35, f. 30r).
 *Le spese di costruzione sono registrate nell’arco di tempo fra il 22 febbr. e il 16 dic. Il cameraro Nicolò da Lavariano elenca spese per mattoni, calce, malta, sabbia, undici modiglioni, assi, pietre, due «ione». I soli elementi architettonici citati che possono dare un’idea della tappa dei lavori sono i «balconi» (ibid., f. 30r - 32r).
1455, sett. 4 «— Expendit pro lastra empta pro arma cerdonum et pro laborari faciendo eam libras solidorum quatuor et dimidiam» (ibid.).
  «Pietro d’Arcano. — Sulla facciata della fu confraternita dei Calzolaii. Il Padre eterno circondato da serafini, il quale ha nelle mani il bambino Gesù preceduto dallo Spirito santo che è in atto di volare verso la Vergine; e figura in piedi, la quale ha in mano una cartella. Contorna questa pittura un ornato di foglie e frutti toccati con grazia. Sotto vi è l’iscrizione “ op... Petri de Tricano 1475”. È rovinata molto dal tempo» (di MANIAGO, Storia, 173).
  Giacomo Secante in compagnia di Sebastiano suo figlio condusse a fresco storie della crocefissione nella fu confraternita dei calzolai (ibid., 233).
1748, ag. 31 Supplica della confraternita dei Calzolai per ottenere porzione di fondo da chiudersi con un muro con portone ornato di pilastri (Annales, CXII, f. 104r - 104v).
1775, ag. 10 Decreto di soppressione della fraterna. Vedasi n. 78.
1801*Confraternita dei Calzolai (Nomenclatura, f. 3v).
1806, apr. 25 La confraternita dei Calzolai è soppressa. La casa è venduta.
1809*Appartiene al r. demanio. Al momento è occupata da un ufficio demaniale (Registro delli aloggi, f. 3v - 4r).
1811 Divisione dipartimentale del demanio (PERUSINI, Pianta).
1821, febbr. 14 È di Francesco Cosattini; chiede di riformare la facciata (A.S.U., C.A. I, 53/1821/III, 722 Orn. II C, con diss.).
1824, ott. 21*Nell’interno esiste un pozzo lasciato scoperto (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
1828, genn. 10 Il consiglio comunale ratifica il contratto di locazione stipulato il 9 ott. 1827 dalla congregazione municipale con i sigg. G.B. e Francesco Cosattini per «il locale detto dei Calligari» per uso della scuola elementare maggiore femminile (Arch. del Comune di Udine, Consiglio dal 1826 al 1830, Prot. verbale, n. 188, part. XI).
1834, ag. 9*«Possede il sig. G.B. q. Francesco Cosattini il fabbricato sotto il c. n. 79, in mappa alla lett. L, — tra li confini a mezzodν cale detta dei Calzolai, pon. e fondo fu ragione Attimis, tram. parte Attimis e piazzale del Duomo e pon., lev. piazza del Duomo, e del quale presentemente il comune di Udine detiene una parte a conduzione d’affitto — apprestando — il locale alle scuole elementari maggiori femminili e servendo il rimanente agli usi del proprietario, utilizzandolo per granai, stalla, rimessa, abitazione ed annesse commodità. In seguito a manifestato pubblico desiderio — la congregazione municipale è divenuta a trattative per ottenere dal sig. Cosattini la cessione di tale sua realità —. Il sig. — Cosattini si obbliga di cedere al comune di Udine la indicata sua realità — per — L 21000, fatta eccezione però al legname di tram. in angolo dei piazzali del Duomo, fu ultimamente costrutta dal direttore delle scuole femminili —» (A.S.U., C.A. I, 219/II, 3858 Amm. Com/VIC).
1838, giu. 9*G.B. del fu Francesco Cosattini vende a Francesco del fu Giovanni Micoli Toscano «— la — casa posta — vicino al duomo, coscritta col c. n. 79 — fra li confini a levante piazza del Duomo, a mezz. contrada Prampero, a pon. eredi del fu Girolamo Attimis ed a tram. parte — eredi Attimis e parte piazza del Duomo —, casa questa pervenuta nel — Cosattini — per eredità del di lui padre — Francesco, il quale ebbela ad acquistare dall’ispettorato del demanio, faciente per la cassa dell’amministrazione coll’ istr. 3 genn. 1821 a roggiti dell’ allora notaio d’ ufficio — Francesco Aita —. Questa vendita viene — fatta — per il prezzo — di austr. L — 20000 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4822, 2174).
1838, sett. 19 Francesco Micoli Toscano presenta progetti di riforma della casa (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 5184 Orn. II C, con dis.).
 *Accolto con modifiche (ibid.).
1840*Ulteriori modifiche presentate con nuovo progetto da Francesco Micoli Toscano (A.S.U., C.A. I, 351/VI, 2037 Orn. II C, con dis.).
1852*La parte censita 79A appartiene ai coo. di Prampero; la parte segnalata come 79 appartiene agli eredi di Francesco Toscani (Competenze, I, f. 2v).
1924 Venduta alla Società Elettrica che la riformò.
1937, nov. - dic. Demolita.
   
STUDI INEDITI CILLO, Le confraternite, 74, 76-77; FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 63r - 63v; PIRONIO, La confraternita di S. Gerolamo degli Schiavoni.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 127-128; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 91-92; CAVALCASELLE, La pittura, 32, 131; CORGNALI, La confraternita, 112-120; CREMONESI, La confraternita, 7-15; DE BIASIO, Le confraternite, 3-4; DE BIASIO, Slavi e tedeschi, 384-390; DEL BASSO, Manoscritti illustrati, 79-80; Deliberazioni della commissione, 7-8; DE PIERO, Antiche parrocchie, 50-51; ERMACORA, Giovanni Micoli Toscano, 17; FABRIS, Statuti di antiche confraternite, 48-56; FORMENTINI, Cenni, 17; LANZI, Storia pittorica, 11, 20; di MANIAGO, Guida, 35-36; La nuova sede della S.F.E., 404-407; della PORTA, Toponomastica, 216; della PORTA, Udine Scomparsa. Casa della confraternita, 145-148; de RENALDIS, Della pittura friulana, 13; S[ACCOMANI], Il ristauro, 15; P. SOMEDA de MARCO, La confraternita di S. Girolamo, 20-24; Statuto organico della confraternita dei Calzolai; VALENTINIS, Udine antica, 5.
   
ICONOGRAFIA GAZOLDI—COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, n. 8; GIRONCOLI de BAURAIN, Stemma della città, n. 48; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 47; MURERO, Udine metropoli, n. 8; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 46.
Duomo
  Anteriormente al 1235 esisteva una chiesa dedicata a S. Girolamo che, ampliata dal Patriarca Bertoldo di Andechs, divenne la chiesa di S. Ulderico, creata parrocchia nel 1245. Ampliata dal Patriarca Bertrando, fu consacrata alla Vergine Annunciata nel 1335. Dopo il 1706 l’interno fu riformato completamente. Il campanile fu inalzato nel 1441 sopra l’antico battistero.
XVIII sec.°°Progetto non realizzato per unire il campanile alla cappella Masolina (B.C.U., A.C.A., ms. X.LXXXVI, c.116v).
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 22 ag. 1966 ai sensi della L. 1089/1939.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 47v - 61v; RAIMONDI, Gioia preziosa, p. 2-10.
   
BIBLIOGRAFIA AMASEI, Diarii, 252; Le antiche vicende; BARNABA, La divina parola; De beato Bertrando; Benefici degli ascritti; BERGAMINI-PONTA, Giovanni Martini, 17-19; BIANCHI, Indice, n. 3861, 124; BRAGATO, Guida; CARRARA, Attestato d’allegrezza; CAVALCASELLE, La pittura, 217-228; Concerto di lodi; Componimenti poetici; Constitutiones primae synodi dioecesanae; DE VITT, La pieve di Udine; Dichiarazione e ritrattazione del metropolitano capitoli; Difesa del capitolo; ERMACORA, Guida, 89-102; Esponendosi in Udine; FABIANI, Duomo, 104-107; D. FLORIO, Le prediche quaresimali; F. FLORIO, Canzone sacra; GIOSEFFI, Problemi, 7-14; GIOSEFFI, Udine, 30-34, 36-39, 42, 43, 44, 45, 46, 95, 98, 104, 106, 155-156, 157, 158, 160, 164, 168, 169-170, 174, 230, 232; GNUDI, Vitale, 41-47; GOLDONI, Il quaresimale in epilogo; di MANIAGO, Guida, 26-34; di MANZANO, Annali, III, 254; MEASSO, L’ultimo restauro; G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, II, 327; L. PALLADIO degli OLIVI-CAIMO DRAGONI, Memorie, 9, 12, 13, 15-16, 19, 21, 47; Oreficeria sacra in Friuli, 65, 76, 90, 100, 102, 106, 117, 120; PARONI-BARBINA, Arte organaria, 10, 22, 23, 26, 29, 48-50, 90-93, 226-228; Poesie in argomento del pubblico applauso; Preghiere ed orazioni; Raccolta di componimenti poetici; de RENALDIS, Della pittura, 8-9, 12-13, 14, 18-19, 34, 48, 53, 80; Ricordi dei rr. pp. Gesuiti; Rime in lode di Sua Riverenza; Ristretto dei privilegi; RIZZI, Profilo... Dalla Preistoria, 48, 54, 56, 62-63, 69-70, 76; RIZZI, Profilo... Il Quattrocento, 16, 68, 127, 132, 137, 140, 142; RIZZI, Storia... Il Seicento, 24, 27, 40, 59; RIZZI, Storia... Il Settecento, 14, 16, 26-30, 39-41, 47, 55; RIZZI, Tiepolo Udine, 61-75; RIZZI, Udine, 49-50; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 8, 15; 3 (1937), 8; 4 (1937), 9; 5 (1938), 6-7; C. SOMEDA de MARCO, Le campane; C. SOMEDA de MARCO, Il campanile; C. SOMEDA de MARCO, I dossali; C. SOMEDA de MARCO, Il duomo di Udine; C. SOMEDA de MARCO, La tomba; Stampa dei conti Valentinis; Stampa del capitolo metropolitano; Stampa della fedelissima e magnifica città; Stampa per causa della città; Stampa per li nobili signori; TEMPESTINI, Martino da Udine, 24-28; VALE, La cappella musicale; VALE, Contributo, 7-8, 14-16, 24-29, 34-37, 40-41, 45, 47-48, 49, 53-54, 55-57, 63, 65-66, 75-76, 79-83, 85-87, 88-94, 97-98; VALENTINIS, Udine antica, 19; VANNOI, La tromba evangelica; Versi dell’abate professor Francesco Talamino; WOLTERS, La scultura veneziana, 185-186; ZULIANI, Lineamenti, 20, 23-27, 31.
   
ICONOGRAFIA BARATTI, Praedica verbum; GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, n. 4; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 6; LEONARDUZZI-ZUCCHI, Serie... Chiesa arcivescovile; MAJERONI, Ex cupro veteri... MDCCLX; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 38; MURERO, Udine metropoli, n. 4; PORRO, Sanct.mi d. n. d. Clementis... concilium; RASICOTTI, L’antica e nobilissima città d’Udine; SCOLARI, L’antica e nobilissima città d’Udine; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 5; VALERIANO-ZUCCHI, Nella catedrale di Udine. A. Altare; VALERIANO-ZUCCH1, Nella catedrale d’Udine... Prospetto anteriore; VALERIANO-ZUCCHI, Nella catedrale d’Udine... Prospetto deretano.
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1401, dic. 28°«Actum Utini in domo nob. viri ser Doymi de Castro Porpeti que stat apud puteum S. Johannis» (Not. Giov. Candido).
1411, ag. 20 Benvenuta figlia del q. Giovanni di Cergneu e vedova di Federico di Moruzzo vende una casa in contrada del Pozzo di S. Giovanni, presso la casa Toppo, i Savorgnan ed i Calzolai, a Nicolussa vedova di Nicolussio di Castello (Joppi, Notariorum, XIII, f. 93, da perg. dell’arch. Frangipane).
 *La pergamena, alla quale attinge Joppi, precisa: «— D. Benvenuta n. — olim ser Iohannis de Cergneo et uxor relicta olim ser Federici de Murutio — pretio — dugentorum ducatorum auri —, quod — d. Benvenuta — fuit confessa — se habuisse — a nob. — Nicholussa relicta q. nob. d. Nicholussii de Castello, Utini habitante —, vendidit — d. Nicholusse uxori — quasdam domos muratas, soleratas cuppisque coopertas in quibus — olim ser Federicus de Murutio habitare solitus fuit, cum curia, orto et areis muratis cuppisque coopertis postpositis ipsis domibus venditis ac — cum quadam domuncula murata cuppisque cooperta contigua a parte anteriori domibus — sitis — in contrata S. Iohannis de Utino, iuxta cimiterium ecclesie maioris — iuxta ser Nicholaum et ser Brisinum de Toppo, iuxta nob. virum ser Franciscum de Savorgnano, iuxta fraternitatem S. Marie cerdonum de Utino, iuxta heredes olim Petri Nani — iuxta vias publicas —» (Arch. Frangipane, Perg. vol. II, not. Nicolò del fu Enrico da Mortegliano).
1499, giu. 4 Il comune di Udine concede ai sigg. di Castello di poter ampliare la loro casa in Udine presso il cimitero della chiesa maggiore «ubi prius erant stabula suorum equorum —» (Acta, II, f. 234r - 234v).
1503, mar. 10 Il comune concede ai sigg. di Castello di poter fabbricare sopra porzione del cimitero del duomo «recta linea, veniendo ad craticulas ferreas ipsius cimiterii, accipiendo quid modicum ex dicto cimiterio —, habita tamen confirmatione — per — capitulum Utinensem quia propter hanc concessionem non intendunt incurrere in aliquas ecclesiasticas censuras —» (Acta, III, f. 136r).
1565, nov. 27*«— Nob. d. Joseph f. nob. d. Aloysii de Frangipanibus de Castello — locavit — d. Amphrosinæ uxori relictae in secundis votis q. nob. Thomæ de Castello — portionem domus suæ muratæ, soleratæ, cuppis copertæ, sitæ Utini in contrata ecclesiæ maioris —, quam hactenus tenuit ser Thomas Schiavettus causidicus Utini et mag. Daniel sutor vestiarius Utini, cum curia et canapa posteriori et cum ingressu et egressu salæ magnæ et portæ anteriori, reliquum vero idem locator sibi reservavit —, debente ipsa domina conductrice solvere singulis annis de affictu simplici — ducatos decem octo —» (A.S.U., N., Mario Albino, 5950, Istr. 1565, f. 68v - 69r).
1640, genn. 12*«In Udine, in la contrada del domo, in casa del — sig. Gregorio Frandiepane» (A.S.U., N., Giacinto Causilico, 7726, Instr. XI, f. 80r - 80v).
1692, mar. 1 Nicolò Frangipane e fratelli concedono a godere al sig. Giacomo e fratelli Coronella la casa «posta — presso la chiesa maggiore» (A.S.U., N., Bertrando Brunelleschi, 7804, X instr., f. 1r - 2v).
1740, dic. 26 Il nob. sig. Giuseppe Coronella e fratelli acquistano la casa in faccia la chiesa del duomo dai coo. Antonio e Gregorio Frangipane per d 2736 (A.S.U., N., Francesco Tracanelli, 8495, LIX instr., f. 1r - 4v).
 *La premessa all’atto spiega il motivo della vendita: «Il — co. Antonio Frangipane de’ signori di Porpetto, per nome proprio e — del — co. Gregorio di lui fratello —, dovendo — trasferirsi in Ongaria al militar servizio di S.M. regina d’Ongaria e Boemia, ha deliberato, prima d’intrapprender il viaggio, passare alla — vendita della loro casa posta in questa città dirimpetto alla facciata del duomo». Nell’istrumento viene inoltre precisato che la casa «è stata goduta in ordine alla scrittura 15 dic. 1691» dagli stessi Giandomenico e Giuseppe Coronella (ibid.).
1744 «Coronella. La loro casa fu dei Frangipani venduta — ai nobili fratelli Giacomo, Giandomenico, Giuseppe Coronella, di poi ingrandita e in miglior forma ridotta, con un fianco che si volge nella piazzetta che si estende avanti la porta maggiore del duomo» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191).
1801 È dei coo. Antonio e Girolamo Attimis (Nomenclatura, f. 4v).
1809, genn. 12*A. Antonini indica come alloggio per il comandante della piazza la casa del sig. Girolamo Attimis. Non dice che numero abbia, né dove si trovi. Aggiunge che non è stata ancora visitata. Invita la commissione delegata a farlo (A.S.U., C.N., 116, 263).
1809, genn. 13*Relazione della commissione per gli alloggi militari: «Nel pian terreno, ossia primo piano, vi sono quattro mezzadi, due de’ quali dalla parte che corrisponde al duomo, sono occupati dal sig. Gerolamo —; li altri due, uno cioè dalla parte medesima nel cantone di detta casa, e l’altro, ch’è al fianco destro del sottoportico d’ ingresso, sono vacui; innoltre all’istesso piano nel fondo del cortivo vi è la camera per li domestici del proprietario e una scuderia per cinque piazze. Al secondo piano, ossia al piano nobile, vi sono quattro camere. Due di queste, cioè una con camerino e l’altra senza, sono state destinate dal proprietario medesimo per l’alloggio militare: le altre due poi sono ad uso della padrona della casa: in questo piano vi è inoltre il tinello e una cucina. Finalmente al terzo ed ultimo piano vi sono altre cinque camere, una con camerino e le altre senza. Di queste una è abitata dalla sorella del padrone di casa e le altre quattro sono per uso delle donne di servizio. Questa si è tutta la casa —. Sia giustamente quella di colonello». Seguono suggerimenti per l’utilizzazione dello spazio (A.S.U., C.N., 116, 279-XXXII R.S.).
1835*Recapito del medico provinciale dott. Luigi Vanutti (A.S.U., C.A. I, 238/XII).
1840, apr. 13 Il nob. Vincenzo fu Giulio Agricola e consorti vendono ai nob. Giovanni fu Giulio Cesare e Giuseppe di Filippo di Colloredo la casa n. 80 per L 40000 che essi avevano ereditata dal co. Girolamo d’Attimis, per testamento 8 maggio 1825. «Siccome poi di detta casa, in forza dell’accennato testamento — del fu — Girolamo d’Attimis — spetta l’usufrutto alla — nob. Elena n. Antonini, ved. del — co. Antonio d’Attimis —, per conseguenza il possesso — di fatto — non potranno avere detti acquirenti — di Colloredo che dopo la morte d’essa nob. — Elena —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4825, 2842). Il co. d’Attimis, l’aveva comperata dai figli del fu Giuseppe Coronella li 13 agosto 17901.
1845, febbr. 24*Giuseppe di Colloredo, anche a nome dello zio Giovanni, dopo una convocazione presso la deputazione comunale d’ornato in data 22 febbraio, si è accordato coi confinanti sui lavori da compiere nella casa. Il progetto è firmato dall’ing. Ballini. La deputazione lo giudica «tollerabile» (A.S.U., C.A. I, 390/1845/VI, 1162 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene al co. Giovanni di Colloredo (Competenze, I, f. 2v).
 °Da Giuseppe di Colloredo, morto nel 1882, passò ai figli Giovanni, Antonio, Ugo. Morto Ugo nel 1897, il suo terzo toccò alla madre Dorotea Cossio di Colloredo ed alla morte di questa, avvenuta il 2 apr. 1907, fu assegnata tutta a Giovanni. Il figlio di questi, Giuseppe, la vendette nel *** al sig. Adelardo Bearzi2.
 °I Colloredo vendono la casa a Virginia Bearzi Bertrandi con atto 1914, ott. 6 (Not. Zanolli).
1923, lugl. 2°Giuseppe Bertrandi la vende alle Assicurazioni Generali (Atti Conti).
1931, magg. 27°È acquistata dalla Cassa di Risparmio (Atti Cavalieri).
  Abbattuta nel 1938.
   
NOTE1L’annotazione, aggiunta dal della Porta in un secondo momento, ha indotto a sopprimere nell’edizione una annotazione precedente che, essendo oltre a tutto priva di citazione di fonte, risulta contraddittoria rispetto a quella del 1840 riportata.
 2L’affermazione, non appoggiata ad alcun dato, è peraltro modificata dall’aggiunta seriore.
   
BIBLIOGRAFIA di CAPORIACCO, Udine e il suo territorio, 58-59; Elenco degli alloggi; “L’Alchimista”, 7, XIII, 30 marzo 1836, 42; della PORTA, Udine scomparsa. Casa Colloredo; SACCOMANI, Il ristauro, p. 31; VALENTINIS, Udine antica, 24.
81
1461, giu. 3 «Nob. — ser Bertrandus q. nob. viri ser Danielis de Toppo Utini habitans, precio — duodecim marcharum soldorum, quod totum precium — fuit contentus — recepisse ab — Antonia q. Thomasii Pithine de Faganea terci ordinis S. Francisci, Utini habitantis vendidit — unum livellum — duorum stariorum boni et nitidi frumenti ad mensuram comunis Utini — super domibus suis sitis Utini in contrata Putei, iuxta domos heredum q. ser Nicolai de Montegnaco, iuxta domos nob. ser Jacobi de Castello, a parte posteriori iuxta domos d. Urbani de Savorgnano et per antea iuxta viam publicam —» (A.S.U., Arch. confraternita Calzolai, colto pergamene diverse, II, n. 63, not. Simone del fu Giovanni Lovaria).
1792, febbr. 27°Casa1 nella contrada del Duomo tenuta in affitto dal sig. Antonio Pilosio; confina a levante nob. sig. co. Antonio e Girolamo d’Attimis loco Coronella, a mezz. luoco domenicale tenuto dal nob. sig. Caratti, pon. casa delli nn.hh. marchesi Savorgnan, serve per il cancelliere, tram. la contrada (B.C.U., Arch. Savorgnan, Catast. 1798, 31).
1801 È del co. Giacomo Savorgnan (Nomenclatura, f. 4v).
 *Vi abitano i fratelli Lorio (ibid.).
1803, nov. 20 Il co. Antonio Savorgnan vende a Antonio e Giacomo fratelli q. Carlo Lorio la casa «già abitata da essi sigg. Lorio. Confina a lev. co. Girolamo Attimis, mezz. parte — co. Attimis e la maggior parte col nob. — Girolamo Caratti, pon. — Caratti ed a tram. strada di contrada Savorgnana» per d 2009 L 3 s 2 (A.S.U., N., Marco Cancianini, 10413, II instrom., f. 120r — 120v).
1809 È di Antonio Lorio (Registro delli alloggi, f. 3v).
1828 È di Antonio Lorio che domanda di poter riformare le finestre (A.S.U., C.A. I, 148/X, 3290 Orn. II C).
1835*Vi abita la levatrice Anna Romanelli (A.S.U., C.A. I, 237/XII, Elenco del personale sanitario).
1837, magg. 28 Antonio Lorio, domanda di apportarvi modificazioni (A.S.U., C.A. I, 269/III, 2950 Orn. II C, con dis.).
1841, sett. 18*«— Antonio del fu Carlo Lorio — cede — alla — sign. Verghinia di lui — moglie — la casa di propria abbitazione — situata nella contrata del Duomo —, sotto il c.n. 81 —, consistente in tre piedi di fabbricato, cioè una porzione sulla contrada, altra a lev. e terza a mezz. in più località appiepiano, in secondo piano e terzo piano, con corte in mezzo fra li confini a lev. co. Giovanni di Colloredo loco Attimis, mezz. detto Colloredo e nob. Andrea Caratti, a pon. detto Caratti ed a tram. la contrada —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4871, 3905).
1852 Appartiene a Vergilia Lorio (Competenze, I, f. 1v).
1890 È del dott. Jacob.
1919 È della sign. Silvia Jacob Chiussi.
1938 Demolita2.
   
NOTE1Dei Savorgnan. Per questa famiglia vedasi n. 88.
 2Aggiunta a matita nel ms. della Porta.
82
  Questo fabbricato eretto dalla famiglia Caratti sorse sull’area di più case.
1336 Il nob. Pertoldo e Legranza, figli del q. Dietemaro di Montegnacco, abitavano in Udine nella contrada del Pozzo nuovo nella casa paterna (JOPPI, Notariorum, V, f. 75v).
1411, febbr. 18 Odorico e Matteo q. Giusto di Lavariano vendono a Nicolò q. ser Giovanni di Montegnacco «quandam domum muratam, cuppisque copertam cum curia parva a parte anteriori, sitam — in contrata putei S. Iohannis — iuxta fraternitatem Batutorum — a duabus partibus, iuxta viam publicam». (A.S.U., Arch. Savorgnan, 72, 74, not. Alvise del fu Giacomo orefice di Montegnacco).
1428, magg. 6°«Honorabiles iuvenes ser Johannes Franciscus et Leonardus fratres et filii prudentis viri ser Alovisii notarii de Montegnacco, pretio 200 ducatorum auri, vendiderunt prudenti viro ser Iohanni notario, nato hon. viri ser Nicolai de Montegnacco quamdam eorum proprie habitationis domum, sitam Utini in contrata Puthei S. Iohannis ex opposito dicti putei ed super angulo unius domus ab una parte, videlicet a latere possidet suprascriptus ser Nicolaus de Montegnacco, pater dicti emptoris, a parte vero posteriori possidet nob. Franciscus de Savorgnano, a parte anteriori et a latere sunt viae publicae» (Arch. Savorgnan, Pergamene, not. Antonio del fu Bartolomeo da Udine).
1503, dic. 21 «Nicolaus et Antonius de Montegnacco — titulo permutationis — dederunt dd. Antonio et Iohanni fratribus Savorgnanis — infrascriptas tres ipsorum fratrum de Montegnacco domos muratas, soleratas et cuppis cohopertas, sitas Utini in contrata putei S. Iohannis: et primo domos aliquantum depressas iuxta domos predictorum fratrum Savorgnanorum a latere inferiori, a parte superiori iuxta domum altiorem ipsorum fratrum de Montegnaco et iuxta viam publicam a parte anteriori; item ipsas domos anguli versus ipsum puteum altiores, cum curia eisdem postposita, — iuxta predictas domos — depressas a latere inferiori, iuxta vias publicas a partibus anterioribus et, a parte posteriori, iuxta domos habitationis ipsorum fratrum de Montegnaco et curiam ad ipsas domos eorum habitationis spectantem —; item aliam domunculam sitam ex opposito domorum habitationis fratrum de Montegnaco, iuxta campum seu platheolam Putei, iuxta viam publicam tendentem ad ecclesiam maiorem de Utino, iuxta hortum nob. ser Nicolai de Candidis — et iuxta domum nunc habitatam per mag. Johannem Antonium lapicidam» (A.S.U., Arch. Savorgnan, 72,125, not. Nicolò della Fornace, copia di Antonio della Fornace).
1677*«Habbiamo nella città di Udene in contrada Savorgnana il pallazzo nostro dominicale che servν per ordinaria habitatione della sign. marchesa nostra zia e per gli alloggi nostri. Abbiamo anco le stalle ivi contigue et alcune case per are nella contrada di Rauseto —. Nel palazzo nostro di Udene si tiene il tribunale della nostra giurisditione di Pradamano in prima e seconda istanza e di quella di Buia in seconda istanza, la cancelleria e le priggioni, in conformità dei nostri antichi privileggi» (A.S.U., Arch. Savorgnan, 13/75, Rot. 1677, f. 8v).
1725, apr. 19*«Fatto in Udine nella contrada del Duomo, in casa dell’infrascritto — Caratto». Si tratta di G.B. Caratti, come si ricava dal testo dell’atto (A.S.U., C.R.S., 516, Rot. 390, f. 191v).
1744 I Caratti abitarono nel 1744 il palazzo Savorgnan nell’androna Savorgnana, preso a godere dal marchese Savorgnan (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 192).
  «Il palazzo del marchese Savorgnan è di faccia alla casa di Prampero1 ha una fronte anch’esso sulla sovradetta piazzetta, l’altra nell’androna Savorgnana —. Sul pozzo si vede l’arma Savorgnana»2 (ibid.).
1801 È del nob. Girolamo Caratti (Nomenclatura, f. 4v).
1809*Appartiene a Girolamo Caratti (Registro delli aloggi, f. 4v).
1832, apr. 26 È del nob. Andrea Caratti (A.S.U., C.A., 193, 1744 Orn. II C, con dis. firmato da Francesco Periotti).
 *Chiede il permesso di riformare la casa. La concessione viene data con alcune riserve (ibid.).
1832, magg. 22*Nuova domanda del Caratti (A.S.U., C.A. I, 193/I, 2181 Orn. II C, con dis.).
 °°Disegno firmato da Francesco Periotti.
1865°Era dei fratelli Tellini (Arch. Mun. Atti Ornato 1865-1873).
1876 Vi aveva sede una scuola elementare3 privata di Carlo Fabrizi (COSMI-AVOGADRO, 65).
 *Tipografia Doretti (ibid., 115), ancora segnalata nel 1883 (AVOGADRO, 157).
1883*Recapito della maestra di musica Angelina Rovere.
  Vi gestisce una rivendita di liquori G. Della Rovere (AVOGADRO, 147, 149).
1900 È di Tellini.
1938 Fu demolita.
   
NOTE1N. 427.
 2Nel 1936, secondo l’annotazione del della Porta, nella casa n. 2062.
 3Maschile.
   
BIBLIOGRAFIA Le antiche vicende della chiesa di S. Stefano, 3; BATTISTELLA, I sindaci inquisitori, 203; BIANCHI, Indice, 129; BRAGATO, Guida, 56, 157; Elenco degli alloggi; “Giornale di Udine”, 169 (17 lugl. 1868), 4; 2, CCXXXII (30 sett. 1867), 1; della PORTA, Udine scomparsa. Casa Caratti, “Avanti cul brun!”, 19 (1952), 148-149; de RUBEIS, Catalogo, VI (1938), 14; SALARIS, Una famiglia; VOLLO, I Savorgnani.
83
  Il patriarca Ottobono (1302-1315) diede licenza a Filippo Savorgnan, preposito di S. Stefano d’Aquileia, di erigere questa cappella o chiesa di fronte alla sua casa (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 113v).
  La chiesa sorgeva all’angolo fra le vie Savorgnan e Calzolai.
1353, nov. 8°«Otussius q. d. Vuicardi et Vuicardus q. Zanutti nepos ipsius Utussii — pretio sexaginta marcharum den. Aq. monete vendiderunt nob. viro d. Francisco q. nob. militis d. Federici de Savorgnano — unam eorum domum sitam Utini in contrata S. Francisci cuius hii sunt confines: ab una parte possidet Utussius predictus, a secunda ecclesia S. Stephani a tertia et quarta sunt vie publice» (B.C.U., Perg., not. Uricio q. Nicolò).
1488, magg. 9*«Actum Utini in contrata S. Stephani apud domos habitationis sp. d. Tristani et fratrum de Savorgnano» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Istr. 1487-1533, I, f. 19v).
1548, lugl. 28*«In contrata magn. — Savorgnanorum in domo ecclesiæ S. Stephani de Utino, habitata per infrascriptum testatorem, adherente ecclesiæ prædictæ in camino terraneo ubi iacebat languens infrascriptus testator —. Ibique — ser Dominicus Diana q. ser Georgii aurifex Utini — testamentum — fecit —» (A.S.U., N., Mario Albino, 5950, Testamenti).
1677*«Habbiamo anco vicino al nostro pallazzo la chiesa di S. Stefano, iuspatronato della famiglia nostra —, in cui si costituiscono quattro cappellani et l’entrate assegnatili dai nostri maggiori, nella elezione dei quali noi habbiamo la mità dei voti di tutta la famiglia —» (A.S.U., Arch. Savorgnan 13/75, Rot. 1677, f. 8v).
1704, giu. 30*Disegno di Giacomo Spinelli con la Rovina e le proprietà contigue dei Savorgnan (A.S.U., C.A. I, 235/I , con dis.).
1719, dic. 5 A. CANTIANI, pubbl. per., Pianta della ven. chiesa di San Steffano con sue adiacenze del capellano sig. don Valentino Romanello come pure il sfitto della Rovina Savorgnana. Disegno (A.S.U., C.A. I, 235/I , con dis.).
1801 Chiesa di S. Stefano (Nomenclatura, f. 4v).
  Nella casa annessa abita Marcantonio Lorio (ibid.).
1809*Appartiene alla mansioneria di S. Stefano. Nella casa annessa abita il sac. Carl’Antonio Lorio (Registro delli aloggi, f. 4v).
1810, genn. 19 Antonio di Cristoforo Moro vende a Prospero q. Giacomo Verzegnassi «la chiesa, un tempo detta di S. Steffano, sagrestia, casa del nonzolo, corticella del sito delle campane e piccolo fondo ed orto, abitate dal sig. — Marc’ Antonio Lorio e cosν pure il magazino verso la contrada detta di Rauscedo, tenuta in affitto semplice dalli sigg. Domenico e fratelli q. Carlo Molteno — tutto compreso confina a lev. androna detta di Rauscedo, a mezz. parte la detta porzione di magazino venduti alli — Venerio, parte orto e case — dal detto Moro alienate alli stessi —Venerio —, a pon. strada pubblica detta contrada Savorgnana ed oltre piazza detta Rovina Savorgnana, ora di — Moro, ed a tram. androna di S. Steffano —. Questa vendita — viene fatta pel prezzo — di ital. — L 7455,16 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10584, 194).
1814, ag. 31 La casa del sig. Prospero Verzegnassi era chiesa di S. Stefano (A.S.U., C.A. I, 235/I, disegno di Bernardo Vicario).
1835, dic. 12 La nob. Elena Verzegnassi e Bernardino della Chiave coniugi vendono ad Angela nata Scala moglie di Luigi Duodo ingegnere una casa «situata sulla piazza della Ghiaccera — con stalla aderente, che comprende andito, cucina, tre stanze e stalla a pian terreno, andito e due camere al piano superiore; altro fabbricato sulla contrada Rauscedo — che comprende cantina e officina da fabbro con aderente fondo a tram. della cantina; orto intermedio alle — fabbriche con corticella, muro di chiusura a tramontana —. Li suddetti fabbricati e fondi — hanno per confine a lev. contrada di Rauscedo, a mezz. sigg. Gerolamo ed Antonio fratelli Venerio, estendendosi l’immobile contrattato fino al muro di confine cogli stessi — Venerio; a pon. parte piazza della Ghiaccera e parte corticella — della sign. Catterina Verzegnassi, estendendosi l’immobile fino al muro che chiude a lev. detta corticella; ed a tram. all’estremità di lev., verso la contrada Rauscedo, sottoportico — del sig. Giacomo Verzegnassi, estendendosi l’immobile — fino al muro che chiude a mezz. il sottoportico stesso, indi sul lato med. di tram. progredendo verso pon. cortile — del — Verzegnassi diviso dall’orto che è compresso dalla compra vendita, mediante un muro a sassi e calce con banchina di vivo —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10485, 10014).
1836, giu. 6*Angela Scala Duodo chiede ed ottiene di «riformare la bassa fabbrica col poco di muro di cinta che possiede verso la contrada Rauscedo —, intesa coi — confinanti Venerio a mezz., Verzegnassi a tram. —» (A.S.U., C.A. I, 254/X, 2941 Orn. II C, con dis.).
1837, genn. 5*Caterina Verzegnassi «ha divisato di riaprire una porta nel punto A — del — muro K — nel sito ove — scorgonsi le vestigia d’una porta antica fra le due case X e Z» (A.S.U., C.A. I, 269/III, 96 Orn. II C, con dis.).
1837, genn. 21 Il n. 83 B era di Angela Scala Duodo. Si fabbrica la casa (A.S.U., C.A. I, 269/1837/III, 422 Pol. Giud. IX D, con diss.).
1843, nov. 26*Angela Scala Duodo, in ottemperanza al regolamento 2 genn. 1837, chiede all’autorità municipale il collaudo per i lavori «di muratura, coperto, solai ed altro nella fabbrica — sulla piazza della Ghiaccera, ora mercato della Legna, al c. n. 83» e vi allega una dichiarazione del capomastro F. Nardini sulle opere effettuate (A.S.U., C.A. I, 375/III, 8793 Orn. II C).
1853, lugl. 9*Angela Scala Duodo «desiderando — di rialzare e riformare la casa di propria ragione situata — in angolo della piazza della Ghiacciera o della Legna, con la contrada dei Calzolai, sotto il c.n. 83 —, rassegna — il — tipo —» (A.S.U., C.A. II, 66, 4765 Orn. II C, con dis.).
Sec. XIX Fu sede della Banca d’Italia.
1900 È di G.B. Duodo.
1945, mar. 7 Fu distrutta da un incendio durante un’incursione aerea.
   
STUDI INEDITI RAIMONDI, Gioia preziosa, p. 13r — 15r.
   
BIBLIOGRAFIA Le antiche vicende della chiesa di S. Stefano, 3; BIANCHI, Indice, 129; BIASUTTI, La parrocchiale di S. Giacomo, 25; CICONI, Udine, 201-202; CORGNALI, L’ospedale civile; Elenco degli alloggi; JOPPI, Udine prima del 1425, XII; di MANZANO, Annali, IV, 6-7, 366; G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, I, 429; della PORTA, La cappella di Santo Stefano, 13; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 21; 5 (1938), 8; SALARIS, Una famiglia, 26; VOLLO, I Savorgnani.
   
ICONOGRAFIA GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 45; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 48; RASICOTTI, L’antica e nobilissima città; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 35.
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1801 È del co. Giacomo Savorgnan1 (Nomenclatura, f. 4v).
1809 Era della mansioneria di S. Stefano (Registro delli aloggi, f. 3v).
 *È affittata al chirurgo Giacomo Medici (ibid.).
1810, genn. 19 «Col trattato del — 20 lugl. 1809 — prodotto li 10 — ag. — negl’atti del not. — Francesco M. Calvi del fu Giovanni M. —, Antonio del fu — Zuan Carlo Savorgnan cesse — al sig. Antonio, figlio — del sig. Cristoforo Moro, tutto il di lui stato attivo presente, si comprendevano anche le azioni, ragioni e diritti sopra il terreno, ossia piazzetta intitolata volgarmente la Rovina — non che la proprietà sopra la chiesa detta di San Steffano e fondo della medesima e sopra la casa ed orto annesso, goduta dal sig. — Marc’Antonio Lorio, come pure altra casa ivi annessa con sue adiacenze, tenuta ad affitto semplice dal sig. Medici, e magazino tenuto in affitto dalli sigg. Domenico e fratelli q. Carlo Molteno, che in parte compettivano al sig. Giacomo q. Ettore Savorgnano e che per forma della privata convenzione del 20 —genn. 1808 —, seguita fra li stessi sigg. Savorgnan, sono passate — per intiero in detto — Antonio q. Zuan Carlo. Disposto — Antonio Moro di passare all’alienazione — delle fabriche e fondi antedetti e concorrendo li sigg. Coriolano ed Antonio fratelli Venerio a farne l’acquisto di parte —, il sig. Moro — vende — alli — Venerio — le fabriche con uniti fondi, condotti — in affitto semplice dal sig. Giacomo q. Domenico Medici, non che porzione del magazino a dette fabriche contiguo verso la contrada detta di Rauscedo, tenuto pure ad affitto semplice dalli — Molteno, cioè quella parte che è più bassa dell’altro restante magazino dalla parte di tramontana, il tutto situato — nella contrada Savorgnana al c. n. 84; e confina a lev. contrada — di Rauscedo, mezz. — Venerio, pon. strada pubblica, ossia la — contrada Savorgnana ed altra parte fondo fu Savorgnan, ora del sig. Daniele Moro, e parte pure fondo fu Savorgnan, detto la Rovina, ed a tram. parte fondo fu Savorgnan, ora del sig. Antonio Moro venditore, goduto dal sig. — Marc’Antonio Lorio e parte magazino — dello stesso sig. Antonio venditore, fu pure Savorgnan, tenuto ad affitto dalli — Molteno —. La — vendita viene fatta — pel prezzo — di it. L 3331,03 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10584, 193).
1852*Appartiene ad Antonio Venerio (Competenze, I, f. 3v).
   
NOTE1Per i Savorgnan vedasi n. 88.
85
1767, febbr. 18°°Disegno firmato da Alessandro Rota (B.C.U., A.C.A., ms. QQQ.XXXVI, c.119r).
1801 È dei coo. Girolamo e Carlo q. Prospero Antonini (Nomenclatura, f. 4v).
1809°È di Girolamo Venerio (Registro delli aloggi, f. 4v).
1852*La casa appartiene ad Antonio Venerio (Competenze, I, f. 3v).
[1912] È di Masotti.
1945, mar. 7 Distrutta da un incendio per incursione aerea.
   
BIBLIOGRAFIA BRAGATO, Guida, 56; Elenco degli alloggi; d[ella] P[ORTA], Udine scomparsa,Avanti cul brun”, 23 (1926), 135-138.
86
1509°Giovanni di Prampero capitano, morto a Remanzacco, abitava in casa Manin1 in contrada di S. Stefano (Arch. Prampero). Su questa casa, sopra la porta, dalla parte interna, c’è la scritta: Sum melior nutrix quam sit Florentia mater, allusione all’origine fiorentina dei Manin.
1623, mar. 7*«Actum Utini in contrata Savorgnana in domibus — d. Manini». Si tratta di Manino del fu Asdrubale (A.S.U., N., Rocco Carminati, 7114, V instr., f. 14r).
1640, mar. 2*«In contrada di S. Steffano, in casa d’infrascritti signori fratelli Manini» (A.S.U., N., Giacinto Causilico, 7726, Instr. XI, f. 85v - 86v).
1744 Asdrubale Manin aveva casa poco discosta da quella comperata dai Gallici (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 192).
1801 È di mons. co. Girolamo e fratelli Rinaldis (Sulla facciata vi è lo stemma incompleto) (Nomenclatura, f. 4v).
1809 E di Giuseppe Gropplero (Registro delli aloggi, f. 4v).
 *Inquilino risulta l’ avv. G. B. Flamia (ibid.).
Sec. XIX Passò per eredità nei Voraio, quindi fu venduta ai co. Gropplero di Gemona e finalmente al dott. Antonini, non della famiglia nobile (Registro anagrafico, f. 3v).
1852*Appartiene ad Andrea Gropplero (Competenze, I, f. 3v).
1945, mar. 7 Distrutta da un incendio per incursione aerea.
   
NOTE1Per la famiglia Manin, vedansi n. 947, 1666-1667.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, I Toscani, 27; BERGAMINI-TAVANO, Storia, 256-257; BRAGATO, Guida, 56; COZZI, Pittura murale, 50-54; PIAZZO, Sulla pittura del ‘300, 29-32; PIAZZO, Il ristauro dell’antica chiesa di S. Francesco, 26; PALLUCCHINI, La pittura veneziana, 101; d[ella] P[ORTA], Udine scomparsa, “Avanti cul brun”, 23 (1926), 135-138; RIZZI, Pluralità, 224-227; de RUBEIS, 6 (1938), 15; S[ACCOMANI], II ristauro, 31, 41; TOMMASINI, Illustre serie; VALENTINIS, Udine antica, 11; ZULIANI, Gli affreschi Perusini, 144-148.
87
1631, genn. 2*«—Essendo che fu sotto li 20 giugno 1627 fusse seguita permuta tra i —coo. Ludovico et fratelli — Manini da una et lo — co. Francesco Manino dall’altra, delli beni — contenuti nella stima fatta da mess. Alessandro Margaritta publico estimador il — co. Ludovico — confessò — haver — al co. Francesco consignato in permuta — le case poste in Udine, sopra il canton in Rauseto, stimate con le contigue d 1825 L 5 s 18 —» (A.S.U., N., Antonio Mattioli, 7149, XXVIII instr., f. 1v - 3r).
1716, genn. 20 Il co. Romanello Manin q. Filippo vende al co. Giovanni Pietro e Vuorlico fratelli Asquini q. Giulio Cesare «le case tutte in Rausetto — tra i confini espressi nella stima de’ — sigg. Giacomo Spinelli e Filippo Capodagli pubblici periti — e per lo prezzo — di — d 2311 L 5 s 16 1/2 —» (A.S.U., N., Antonio Martinelli, 8254, XI instr., f. 7r — 9v).
1717, sett. 20 Gli Asquini vendono le case al nob. Tomaso Tessarini. Porzione di queste case fu venduta ai Gallici (Stampa conte Fabio Asquini contro coo. Manine Sorelle al laudo, 12-13).
1718, sett. 2*«Fatto in Udine nella contrada — di S. Nicolò di Rausetto in casa — Tessarini» (A.S.U., C.R.S., 546, Rot. 390, f. 182v).
1744 I Gallici «comperarono la casa di Marcello Manin la quale era posta in capo l’androna appresso le mura del primo recinto della città (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 192).
1801 È del co. Tomaso Gallici (Nomenclatura, f. 4v).
1809*Appartiene a Tomaso Gallici (Registro delli aloggi, f. 4v).
1936 È della co. Imelde Gallici Strassoldo.
1945, febbr. 20 Fu colpita da una bomba, crollò tutta la parte a sud.
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 15 febbr. 1997 ai sensi della L. 1089/1939.
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI- SERENI, Tra case e palazzi, 87; CICONI, Udine, 465; Elenco degli alloggi; di MANZANO, Cenni, 35; PADOAN URBAN, Catalogo, 86, 119; PICCO, I principali caffè; RIZZI, Mostra della pittura veneta del Settecento, 20-21; RIZZI, Storia... Il Settecento, 47; RIZZI, Pluralità, 446; ROTA, Cenni, 30; C. SOMEDA de MARCO, Il museo civico, 238; Stampa Bianconi; VALENTINIS, Udine antica, 25.
88
1557*«Mistro Iacomo, sartore, bombardier, in logo de mess. Francesco Bollani —, paga ogni anno de affitto simplice per la nostra caxa apresso lo sermiterio de S. Francesco dentro in Udine, come appar per man de mess. Mario Albino nodaro in Udine, adν 5 zugno 1553, L 50. Nota che per dita caxa si paga al capitolo de Udene ogni anno L 20» (A.S.U., Arch. Savorgnan, 13/75, f. 8v).
1704, giu. 30*Disegno in pianta di G.G. Spinelli. «n. 61. Sito della Rovina di ragione del n.h. sig. march. Antonio Savorgnan fu del q. Carlo» (A.S.U., C.A. I, 235/I).
1739, genn. 13*«Pianta e misura fatta da me sottoscritto pubbl. per. della piazzetta chiamata la Rovina —, sittuata dietro la sacra chiesa di S. Francesco di raggione di s. e. il sig. march. Francesco Savorgnano, quale la trovo in quantità di pd n. 5 l’uno n. 804. Scalla di passa n. 20. Simon Vincenzutti» (B.C.U., ms. 85 Joppi).
1789, dic. 13 I coo. Carlo e Giacomo Savorgnan vendono al nob. Giacomo Caratti q. Bernardino «tutti li fondi della Ghiazzera—. Confinano a levante con la strada pubblica tende al ponte nuovo, a mezzodν con la pubblica roia —, ponente con — ospedal maggiore ed a tramontana con fondo vacuo, intitolato la Rovina» (Not. Francesco Bertoldi, B.C.U., F, p. ms.1556/fasc.10, 1789, 13 dic., Permuta dello stabile).
1790, genn. 12 Vedansi stato e grado e pianta di Domenico Colledan (B.C.U., F. p. , ms. 1556 fasc.10 1789, 13 dic.).
1792*«Sopra li fondi di questo convento, nel luogo in ora detto della Giazzera, confinante con li fondi fu di questo convento, ora del p. ospital maggiore, con la strada detta contrada Savorgnana e con la pubblica roia detta dei Gorchi, riscuote esso convento — annualmente — formento st 3» (A.S.U., C.R.S., Cattastico... del convento di S. Francesco... 1792, p. 22-25).
1798*Da un rotolo con l’elenco dei livelli a favore del convento dei frati minori di S. Francesco, si ricava una data di possesso del fondo della Ghiacciaia da parte dei Savorgnan, risalente al 3 marzo 1515: «Gli eredi, sive rappresentanti il n.u. co. Giovanni q. co. Girolamo Savorgnan pagano d’annuo livello sopra il fondi detto della Giacera, in virtϊ d’istr. del dν 3 marzo 1515, di mano dello sp. sig. Nicolò Pace notaio —, L 1166 s 17». Le registrazioni del pagamento di questo livello si arrestano al 1805 (A.S.U., C.R.S., 696, G.B. Mangano, Rottolo catastico generale dell’entrata del venerando convento de’ rr. pp. Minori Conventuali di S. Francesco d’Udine, ora detti del Carmine essendo esattore fra Vincenzo Iernico. Nell’anno MDCCXCVIII).
1801 Daniele Moro. «Posta di Germania alla Ghiacciera» (Nomenclatura, f. 4v).
1809, lugl. 20 Antonio di Cristoforo Moro acquista dal co. Antonio Savorgnan tutti i suoi beni (A.S.U., C.A. I, 235/I, not. Francesco Maria Calvi).
1809 Vi ha sede l’ufficio della direzione delle poste (Registro delli aloggi, f. 4v - 5r).
  Il complesso degli edifici appartiene al direttore delle poste Daniele Moro (ibid.).
1810, mar. 10*«— Antonio fu — del sig. Cristoforo Moro di Venezia — ha creato — procuratore il sig. Antonio q. — Ferdinand’Antonio Bernardinis — perito ingegnere — di Udine —, per potere — a nome di esso — Moro — far eseguire tutte quelle operazioni e lavori che lo stesso — Bernardinis crederà opportuni nel terreno ossia piazzetta chiamata volgarmente la Rovina —, divenuta proprietà del medesimo sig. Moro in virtϊ del contratto — 20 lugl. — 1809 — negl’atti del not. — Francesco Calos del fu Giovanni M. residente in Venezia — seguito fra il sig. Antonio del fu — Z. Carlo Savorgnan, anche come avente titolo dal sig. Giacomo q. Ettore pure Savorgnan da uno ed il medesimo Moro dall’altra —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10585, 220).
1814, ag. 31*Pianta della zona ad opera del pubbl. per. Bernardo Vicario: «Pianta della piazza della Rovina, rilevata da me sottoscritto secondo la pianta Canciani, 5 dicembre 1719, con la presentanea figura delle circostanti calli ed alquanti fondi di case —. La piazza della Rovina — è divisa in tre parti ed è tutta della quantità di — quarti due e tavole cento e ventiquattro —: fig. A, porzione maggiore di fondo di detta piazza, che rimane libera dagli acquisti delli sig. Venerio e Verzegnassi, della quantità di tv 511; fig. B, porzione di fondo d’essa piazza, dicesi acquistata da detti sigg. Venerio e Verzegnassi di tv 24 pd 4; fig. C, altra porzione di fondo ridotta in strada, coperta di selciato, tv 8 pd 2» (A.S.U., C.A. I, 235/I , con dis.).
1837, febbr. 24 È di Francesco Moro. Si costruisce la facciata verso i Gorghi (A.S.U., C.A. I, 269/1837/III, 963 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Francesco Moro (Competenze, I, f. 3v).
1876*L’edificio ospita il medico condotto G.B. Vatri e l’avvocato Daniele Vatri. Vi hanno pure recapito i sensali Giacomo Durante per granaglie e Giuseppe Copitz per seta e bozzoli. Vi gestisce inoltre una rivendita di liquori Paolo Casarsa (COSMI-AVOGADRO, 43, 85, 99, 113).
1883*Vi hanno recapito l’avv. Daniele Fabris e il medico chirurgo G.B. Vatri. Nella parte censita 88 B la casa ospita un negozio di mobili di Giovanni Iuri1 che è anche tappezziere (AVOGADRO, 149, 156).
1936*È del cav. Daniele Moro di Codroipo.
1945 Distrutta da una bomba la parte meridionale ed incendiata la parte su piazza Venerio durante l’incursione aerea del 20 febbraio 1945.
   
NOTE1Per Giovanni Iuri: PICCO, Ricordi, 127.
   
STUDI INEDITI BELLONI, De Turrianis nuper obrutis 1511 inscriptiones tres, B.C.U., ms. 66 Joppi; PIEDIMONTE, I Savorgnan.
   
BIBLIOGRAFIA CARO, Una famiglia; L. PALLADIO degli OLIVI-CAIMO DRAGONI, Memorie, 48-49; della PORTA, Toponomastica, 100; SALARIS, I Savorgnani; VOLLO, I Savorgnani; ZACCHIGNA, I Savorgnano di Udine, 50.
   
ICONOGRAFIA MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 82; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 60.
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1801 «È di Missio sign. sorelle. Casa in fabbrica» (Nomenclatura, f. 4v).
1809*Appartiene a Maddalena e sorelle Missio. Vi abita Odorico Frangipane (Registro delli aloggi, f. 4v).
1814, ag. 31*Il disegno in pianta di G.B. Vicario indica un lotto su tre lati fra contrada Savorgnana e contrada dell’Ospitale e fornisce la didascalia «case delle signore Missie con corticella ed orto»; vedasi n. 88.
1834, lugl. 31*Le sorelle Maddalena ed Elena Missio, tramite il loro procuratore Giuseppe Savio, chiedono di «cambiare tre piccoli legni di sostegno della linda per la longhezza di due metri» (A.S.U., C.A. I, 219/I).
1849, genn. 11*Giuseppe Savio, proprietario della casa n. 89 in contrada Savorgnana, «ha divisato d’ingrandire le quattro finestre del piano terra rendendole proporzionate alle superiori». Gli viene accordato il permesso (A.S.U., C.A. I, 469, 178 Orn. II C, con dis. firmato dal capomastro Pietro Salvador).
1849, apr. 30*Il Savio chiede il permesso di mantenere davanti alla sua casa, nonostante le prescrizioni, le colonnette che servono «al riparo dei carri della legna per la speciale posizione del marciapiedi — fra le due strade». Il podestà rifiuta (A.S.U., C.A. I, 469, 2469 Orn. II C) .
1852*Appartiene a Giuseppe Savio (Competenze, I, f. 3v).
1852, genn. 18*Un’inserzione a pagamento sull’ “Alchimista” indica questo recapito per la scuola elementare privata del maestro Giovanni Rizzardi (“L’alchimista friulano”, 3, III, 18 genn. 1852, 25). L’annuncio è ripetuto nel 1855 (“L’alchimista”, 4, XLV, 4 nov. 1855, 360 e 6, XLVI, 11 nov. 1855, 368).
1876*Tipografia Iacob e Colmegna (COSMI-AVOGADRO, 115).
  Recapito del geometra Ermenegildo Novelli (ibid., 96).
1883*Ancora la tipografia sopra ricordata e recapito dello stesso geometra (AVOGADRO, 146, 157).
1943 Questi fabbricati furono abbattuti per la costruzione del palazzo dei telefoni.
   
BIBLIOGRAFIA COMELLI, L’arte della stampa, 220, 250, 262; FALCIONI, Industrie udinesi, 332; SCHIAVI, Udine intellettuale. Giornali, 277.
90
  Questo numero constava di due casette adiacenti.
1792, febbr. 27 Stima di casa del co. Girolamo Savorgnan1 tenuta in affitto da Leonardo Venier, confina a levante la contrada detta Savorgnana a mezzodν stalla annessa al palazzo dominicale tenuto dal nob. sig. Caratti, ponente casa seguente tramontana via detta dell’Ospitale.
  Casa del co. Girolamo Savorgnan tenuta in affitto dagli eredi del q. sig. Giuseppe Missio, confina a levante casa di questa ragione tenuta in affitto da Leonardo Venier e parte stalla annessa al palazzo domenicale, mezzodì piazzetta Savorgnana, ponente sig. Antonio Cavassi, tramontana contrada del Pio Ospitale (Arch. Savorgnan, Catastico 1792, b. 31).
1801 Missio. Loro abitazione (Nomenclatura, f. 4v).
1809*Proprietà delle sorelle Missio, che vi abitano (Registro delli aloggi, f. 4v).
1814, ag. 31 È delle sign. Missio. Giunge sino a piazza Venerio (Pianta di B. Vicario, A.S.U., C.A. I, 235/I).
1816, mar. 16*I fratelli Girolamo ed Antonio Venerio, determinati a demolire il magazzino «contiguo alla cedrera della loro casa di abitazione, il quale ha il suo ingresso nella contrada, che serve di comunicazione tra quelle di Calzolai e l’altra detta di Rauscedo», presentano un progetto di riforma firmato da Leonardo Piva. Il permesso viene loro concesso. Il disegno è conservato (A.S.U., C.N., 180, 881 Orn. II C).
1837, mar. 15 È del sig. Gaspare Turchi (A.S.U., C.A. I, 269/III, 1313, Orn. II C, con dis.).
 *Il Turchi presenta un progetto per allargare il portone d’ingresso. La deputazione d’ornato lo ritiene “mostruoso”.
1837, apr. 29 Gaspare Turchi presenta progetto, che viene approvato, per alzare la casa (A.S.U., C.A. I, 328/VIII, 2084 Orn. II C, con dis.).
1841, giu. 15 È di Gaspare Turchi. La casa ha cinque finestre verso via Stringher. La parte verso via Savorgnana di tre finestre è piϊ bassa mancando il terzo piano. Domanda di poterla portare allo stesso livello. I sigg. Caratti, basandosi su un contratto di permuta con le sorelle Missio, si oppongono alla apertura di tre finestre su la via Savorgnana (A.S.U., C.A. I, 328/VIII, 3724 Orn. II C).
 *Nella vertenza si afferma il parere dei Caratti. La deputazione comunale d’ornato tenta di conciliare le parti con una convocazione del 22 giugno 1841. Non si conoscono i termini del seguito (ibid.).
1852 La casa appartiene a Gaspare Turco (Competenze, I, f. 3v).
1927, lugl. La casa, già dell’avv. Gino Schiavi, acquistata dal sig. De Luca, viene abbattuta e rifabbricata.
   
NOTE1Per i Savorgnan, vedasi n. 88.
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1717, nov. 22*«— Per la forma del pagamento assegnato ai — coo. Giacomo, Zorzi e Marcello fratelli Gaspardis coll’allibramento Canciani 1707, 12 maggio, seguito sopra la facoltà del q. — Antonio Cavassi, pubblicato negli atti dello sp. — Antonio Martinello —, fecero detti — coo. Gaspardis fin sotto li 26 genn. 1711, mediante il — perito Capodaglio, seguir l’escorporazione di tanta casa — dei figli di q. — Antonio Cavassi, situata — nell’androna del p. hospitale —. Hanno susseguentemente li — coo. affittata la portione di casa — escorporata —; dal qual tempo in poi è stata et è inaffittata per essersi resa bisognosa di restauro e quasi del tutto inhabitabile —. L’ antedetto — co. Bernardino Gaspardis — in nome proprio come — del — co. Scipione di lui fratello — vende alli sigg. Carlo e Giacomo fratelli Cavassi — la predetta portione di casa escorporata — e ciò per il — prezzo di d 350 —» (A.S.U., N., Francesco del fu Andrea Brunelleschi, 8301, XII instr., f. 1r - 2v).
1801 È di Giacomo e fratello Cavassi (Nomenclatura, f. 4v).
 *Affittuale ne è il bar. Giuseppe Bresciani (ibid.).
1809 È di Antonio Bresciani (Registro delli aloggi, f. 4v).
1814 E del co. Bresciani (disegno di B. Vicario, A.S.U., C.A. I, 235/I).
1850*Nella casa sono censite due filande di seta: una intestata a Elena Fabris, con tre fornelli (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande, n. 51); l’altra a Francesco Bresciani, con due fornelli (ibid., n. 52).
1852*Appartiene a eredi di Girolamo Bresciani (Competenze, I, f. 3v).
1853 Vi teneva scuola convitto il maestro Giovanni Mauro (Inserzione pubblicitaria, “L’Annotatore Friulano” 1, LXXVI, 5 ott. 1853, 316).
1855, sett. 12 Il sig. Andreazza costruisce il Teatro Minerva.
 *Il progetto è firmato da Giuseppe Zandigiacomo (A.S.U., C.A. I, 588/1855/XVIII, 7378 Pol. II, con dis.).
1856, magg. 11*Un cronista anonimo riporta la notizia che Rocco Pittacco va dipingendo il teatro con complesse allegorie distinguibili in quattordici gruppi, delle quali viene fornita una descrizione particolareggiata (“L’alchimista”, 7, XIX, 11 maggio 1856, 75).
1856, sett. 14*G.B. Andreazza chiede «di praticare alcune riforme alla parte inferiore del prospetto della sua casa, posta in questa contrada del vecchio ospedale, marcata col civ. n. 91». Anche questo progetto è firmato Giuseppe Zandigiacomo (A.S.U., C.A. II, 66/1856, 6601 Orn. II C, con dis.).
1868, lugl. 14*L’intonaco del prospetto posteriore del teatro verso la piazza della Legna sta crollando. Il comune sollecita G.B. Andreazza, rappresentante dei proprietari, ad adottare gli opportuni provvedimenti (A.S.U., C.A. I, 878/IV, 7252, Orn. I).
1868, nov. 12*Nuova sollecitazione in seguito alla relazione dell’ingegnere municipale G.B. Locatelli circa le condizioni di detto intonaco. Segue da parte del sindaco la convocazione del responsabile, che promette di intraprendere i lavori nella primavera successiva (ibid.).
[1917] Il teatro è distrutto da un incendio durante l’invasione. Il portone in pietra è trasportato nel museo in castello.
   
BIBLIOGRAFIA BERGAMINI-TAVANO, Storia, 494; BRAGATO, Guida, 56; DE JESO, Com’era, 68; Elenco degli alloggi; PEZZE, I quindici anni, 22; QUARGNOLO, Vecchi cinema, 23-27; S[ACCOMANI], Il ristauro della loggia, 49, 50; SCOVACRICCHI, Il teatro a Udine, 34; TENTORI, Architettura e architetti, 334; VALENTINIS, Udine che si rinnova, 177-180; Teatro Minerva, “L’alchimista”, 7, III (20 genn. 1856), 1-2; 7, XIX (1l maggio 1856), 75.
92
1801 È dell’ospitale (Nomenclatura, f. 4v).
 *Affittata a Micheloni (ibid.).
1809*Appartiene all’ospedale. Vi abita il notaio Daniele Micheloni (Registro delli aloggi, f. 4v).
1810, apr. 28*Ne viene messa all’ asta una porzione, in seguito ad atto oppignorativo del 3 genn.. Non compare alcun offerente (A.S.U., C.N., 80, Avviso d’asta).
1842 È dell’ospedale. Casa a due piani di quattro finestre. Le due finestre di sinistra del secondo piano sono romaniche (A.S.U., C.A. I, 342/IV, 171 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene all’ospedale (Competenze, I, f. 3v).
1857°Con istrumenti 10 sett. e 8 ott. è venduta al sig. G.R. Aicholze ed al comune di Udine (A.O.U., Censimento stabile).
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 *Vedasi n. 107.
  È la sede dell’antico ospedale.
1394, dic. 20°«In contrata S. Francisci in domo solite congregationis fraternitatis Battutorum de Utino» (Not. Ambrogio del fu Alberto).
1405, magg. 14 «Actur Utini in burgo S. Francisci, in nova domo congregationis infrascripte fraternitatis Dominicus Tamburlinus speciarius q. Odorici — de Colloreto Montis Abani prior et Dominicus a Fornace q. Cordivadi de Porta Chusignaci — camerarius hospitalis — S. Marie de la Misericordia et fraternitatis Batutorum de Utino —, considerantes — urgentem necessitatem pecuniarum et quam plura debita quibus dieta fraternitas multis modis est onerata in satisfaciendo — certa lignamina, calcem, lateres, tegulas et allia quam plura laboreria habita circha constructionem et edifficationem dicte nove et magne domus modo fatte et noviter fabbricate in qua confratres convocari et denudari debent secundum eorum laudabilem consuetudinem, hodie — precio — triginta quinque marcharum soldorum, quod totum precium — fuerunt — confessi — se recepisse — ab honesto — presbitero Thoma q. Odorici qui fuit de Castilutto officiante in villa de Chiopris vendiderunt eidem — presb. Thome — quendam censum — sex stariorum frumenti ad mensuram mercati comunis terre Utini — solvendum per priorem et camerarium dicte fraternitatis qui pro tempore fuerint in festo nativitatis Domini —» (A.C.U., A.A.O., Misc. CXII, perg. n. 6, not. Quarino del fu Odorico).
1410, dic. 15°«In nova domo hospitalis de la Misericordia et fraternitatis Battutorum» (Not. Antonio q. Filippo Fabris).
1558, lugl. 3 L’ospedale ottiene un sussidio di d 50 per la costruzione di una cisterna in quella parte dell’ospitale che intende ridurre ad uso degli esposti ed orfani (La vera della cisterna oggi trovasi in piazza XX Settembre) (Annales, LIV, f. 186v - 187v).
1562, mar. 12°Actum Utini super sacro Monte pietatis sito in ospitali S. Mariae a Misericordia (Not. Giovanni Antonio Attio).
1617, nov. 15*«In Udine, nel pio hospital grande, cioè nel loco chiamato Le Coltrine» (A.S.U., Arch. S. Maria dei Battuti, Liber instrumentorum... 1653, f. 73r).
1745, giu. 30*«Compita la nostra fabrica dell’infermeria degl’uomini di questo pio ospitale, s’andrebbe approssimando il tempo di rimettere li poveri infermi nella fabrica stessa, se non se le opponesse grave ostacolo alla sanità di tale infermaria, l’infelice positura del cimiterio dirimpetto alla medesima, quale inalzato a dismisura dalli fracidumi de’ sepolti cadaveri, tramanda fettenti esalazioni, che producono pessimi effetti nell’aria, pregiudicar devono alla salute di tutto il vicinato. Sono ben molti anni che li rr. pp. Conventuali van facendo di tratto in tratto ricorsi e pressanti preghiere a chi governa questo pio loco, come noi siamo di presente al caso, onde essere sollevati da tale pur troppo evidente pericolo col trasporto di simili matterie, da cui trovansi oppressi e notabilmente danneggiati non meno nella salute che nelle fondamenta della loro chiesa. Per quanto s’abbia da noi sinceramente pensato al rimedio non meno che da predecessori nostri, non ci è per anco riuscito il rinvenirlo per mancanza del sitto addattato, ove riponere simili matterie. In tale stato di cose per indennità nostra e dovuti riguardi di salute, non sappiamo a chi altro riccorrer, che alla auttorità di VV.SS. ill.me, onde loro degnino con la loro provida maturità e vigilanza riparare il male che sovrasta ed a quei maggiori pericoli, che da qualunque dilazione derivar potrebbero, e provedere altresν il pio luoco di tal necessario sito, onde potere a sue spese esimersi da sν gelosa emergenza —. Li governatori del pio ospitale maggiore. Tratta dai registri della cancelleria dell’offizio della Sanità d’Udine li 30 giugno 1745 —» (A.S.U., C.R.S., 778, Rotolo Udine. Pio ospitale maggiore. Colto XXXII, f. 16r - 16v).
[1745]*È già un tempo che i religiosi minori conventuali di S. Francesco d’Udine, non potendo piϊ reggere al gravissimo incommodo, che reca loro il cemeterio, ove si seppelliscono i poveri del vicino spedale, avanzarono i loro rispettosi ricorsi al — priore del medesimo, acciò che venisse all’opportuno provedimento. Rappresentarono non potersi oramai piϊ soffrire il cattivo odore, che tramanda specialmente nei mesi d’estate e alloracché domina il vento scilocco. Sono scorsi pila di dugent’anni che non si è fatto lo spurgo. Il numero dei morti ogn’anno va crescendo e in oggi supera per due terzi del numero di quei che ivi si seppellivano nei secoli passati. Talvolta i cadaveri sono cosν puzzolenti, che il sacerdote è costretto far loro l’esequie dopo che sono sotterrati e il popolo, il quale è in chiesa per ascoltar l’orazione, per il fetore se ne parte. Al dominare di alcuni venti si è qualche volta dal cimiterio sollevata certa nebbia cattiva, la quale per la porta ha penetrato in chiesa, per cui non si è potuto continuare l’ufiziatura. Con una semplice occhiata si osserva il danno che ne risente il muro del coro, ove le sedie ogni dν di piϊ rimangono sepolte all’alzarsi la terra del cimitero. Ai quali verissimi inconvenienti riflettendo, il ven spedale incominciò a dimostrar di voler trovare il compenso. Fu trattato e discorso che avrebbe comprato dal convento l’orto contiguo al cimiterio, detto della sagristia, ove sarebbe stata scavata una gran buca, per sotterrare le ossa e spurgare il medesimo cimitero. Non ebbe effetto il discorso, perché l’ecc. protomedico di quel tempo pose in vista il pericolo d’infezione movendo l’ossa puzzolenti di un cimitero situato in mezzo alla città. I padri medesimi furono illuminati dal padre inquisitore, che per essere attaccato col suo orto all’orto sudetto, è condannato a sentire il puzzo continuo, mentre questo accrescimento di cimitero unito al vecchio tende solo a liberare lo spedale dalla spesa che occorrerebbe per comprare altro sito, ma non già a togliere i gravosissimi e publici incommodi i quali esser dovevano la sola mira e intenzione dell’ opportuno provvedimento. Si sarebbe provato lo stesso cattivo odore nei mesi d’estate e quando domina lo scilocco; incommodo che più d’ogn’altro chiama i riflessi trattandosi d’un cimitero situato in mezzo alla città; assai angusto al numero dei cadaveri, che si sotterrano; cadaveri per lo più stomachevoli e mezzo fracidi appena morti; né si può stare sicuri che il pizzicamorto faccia sempre la buca profonda e con la terra gli ricuopra a dovere. E finalmente la chiesa di S. Francesco non resta sollevata dal puzzo, dall’incommodo e dal vedere il popolo andarsene, quando si portano i morti. Attese le languide istanze dei padri e la premura dei priori di scansare la spesa durante il priorato non è stata fatta finora alcuna deliberazione. Ma perché cresce il bisogno, è ormai tempo, che dai signori alla Sanità si faccia un decreto, per cui sia inibito il seppellire in svenire nel vecchio sudetto cimitero, dal quale decreto sarà dato impulso a chi s’aspetta di trovare altro luogo e scansare i riferiti gravosissimi incommodi» (A.S.U., C.R.S., 778, Udine. Pio Ospital Maggiore. Colto XXXII, f. 1r - 2r).
1745, giu. 30 - 1748, ag. 31*«Avendo da piϊ secoli questo v. convento di S. Francesco de minori conventuali concesso a codesto pio ospedale un sito ben vasto nel proprio recinto, a uso di cemeterio, in cui è stata e viene tuttora datta sepoltura ecclesiastica a quei fedeli i quali, accolti in codesto pio logo a titolo di carità, sono in esso logo passati ad altra vita, altro compenso ed emolumento non ebbe il convento per detta concessione e per l’accompagnamento alla sepoltura. Lo che si è fatto e si fa da uno di quei padri se non in ragione di s 6 per ciaschedun cadavere a cui si è data sepoltura» (A.S.U., C.R.S., 778, Rot. Udine. Pio Ospitai Maggiore. Colto XXXII, f. 17r - 17v).
1748, ag. 31*«Gli infrascritti — governatori del pio ospitale maggiore di questa città, desiderosi di levare alla chiesa del — convento di S. Francesco di Dentro il pregiudicio, che alle mura del coro proviene dal cimiterio ad uso d’esso pio loco eccessivamente ricolmo e per rendere piϊ salutare l’aria per gli infermi che giacciono nella nova infermeria, ed altresì più agevole la tumulazione de’ cadaveri proposta a — pp. del v. convento di S. Francesco la soggionta maniera di rendere appagate le vicendevoli è stata con pienezza di voti accolta con positiva deliberazione del convento medesimo e al beneplacito del — padre provinciale — resta con la presente scrittura convenuto:
  I: per abbassare il pieno del cimitero all’antico sito, rendendosi necessario il trasporto della terra, possano li — governatori, previa la licenza di chi s’aspetta, nell’orto annesso alla sagristia in conveniente distanza da muri che lo circondano fare un gran fosso, in cui far gettare, con voltura del muro d’esso cimiterio, la terra tutta, che le occupa più del dovere, risservate però le ossa nel detto cimitero per essere sepelite in altro fosso, che ivi sarà fatto a tal fine, non intendendosi essi magn. sigg. governatori che il pio loco acquisti sopra il sito dell’ orto stesso ius o diriti alcuno;
  II: la terra che dall’escavazione sarà tratta per una porta da aprirsi provisionalmente nel muro confinante con la Rovina Savorgnana, sarà trasportata ove sarà di piacere de’ — padri, salvo quella che doverà risservarsi per coprire la superficie del sito.
  III: A preservazione del muro del coro, et acciò mai in alcun tempo abbiano a sepelirsi cadaveri sotto il muro stesso, li — governatori faranno eriger un picciol muro coperto di coppi in congrua distanza dalle mura suddette indicante non doversi oltrepassare nelle tumulazioni;
  IV: Tutte le spese — sino al ripristino del sito — saranno fatte dal pio ospitale.
  V: In dimostrazione di gratitudine delle condiscendenze del convento — li — governatori esborseranno al convento — lire quatrocento in contanti entro il ventuno settembre» (A.S.U., C.R.S., 778, Rot. Udine. Pio Ospitai Maggiore, Colto XXXIII, f. 18r - 19r).
1809*Una parte ospita come inquilino l’industriante Antonio Mer (Registro delli aloggi, f. 4v).
  Vi ebbe sede l’ospedale fino al 1833.
1835, ag. 10*Giuseppe Antivari chiede il permesso d’ampliare tre finestre «nel locale del vecchio ospitale verso la contrada di tal nome» (A.S.U., C.A. I, 236/XVI, 3821, con dis. firmato dal muratore Agostino Trentino).
1835, sett. 12*Per Giuseppe Antivari, il procuratore Francesco Cassutti chiede di «adattare agli usi occorrenti il fabbricato dell’ospitale condotto in affitto». Si tratta di «ventilare e dar maggior luce al magazzino in pian terreno, sulla strada del Cristo, rimpetto la chiesa dell’ospitale —». La deputazione respinge il progetto, che prevede l’apertura di quattro nuove finestre, adducendo il motivo dalla «ineguaglianza conseguente per il primo piano» (A.S.U., C.A. I, 236/XVI, 4542 Orn. II C).
1835, ott. 10 L’ospedale affitta per dodici anni alla ditta Antivari il fabbricato che servν ad uso ospitale degli infermi e degli esposti sino a tutto l’estate 1834 (B.C.U., ms. 852, Affittanza, not. Riccardo Paderni, istr. 9932; alleg. stato e grado di G.B. De Nardo).
1851, magg. 21°L’ospedale vende il fabbricato al comune.
1852*Appartiene all’ospedale (Competenze, I, f. 3v).
1856, nov. 15 Caserma dell’ospital vecchio (Archivio del comune di Udine, Consiglio dal 1854 al 1862, Protocollo verb. consiglio comun. della r. città di Udine, n. 8101, particola IV p. 95).
 *L’ospedale ha posto in vendita la «casa che serviva di abitazione al direttore e che trovasi annessa alla caserma comunale dell’ospedale vecchio». La proposta è accolta dal comune (ibid.).
1868, genn. 20*Relazione dell’ing. municip. G.B. Locatelli al municipio: «Il magazzino che serviva di deposito ai venditori di pesce nel fabbricato ospitale vecchio sulla contrada dello stesso nome è stato riconsegnato al comune e la chiave trovasi presso questo ufficio tecnico» (A.S.U., C.A. II, 76, Consegne, riconsegne, stime, 42/VIII).
1869, mar. 22*L’ing. municipale G.B. Locatelli esprime parere sfavorevole per una nuova «affittanza del magazzino dell’ospitale vecchio, altra volta occupato dai pescivendoli ed ora richiesto da Bugno Nicolò» (A.S.U., C.A. II, 76, Consegne, riconsegne, stime, 42/ VIII).
Sec. XIX Vi ebbero sede le scuole elementari maschili, la corte d’assise, la caserma dei pompieri (Parti prese... 1898, 267).
1904, genn. 15 È approvata la proprietà di spesa per i lavori di riduzione del fabbricato in via dell’ospitale, ora ad uso scuole femminili elementari, per uso della r. scuola normale (Parti prese... 1906, 41).
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 17 nov. 2005 ai sensi del D.Lgs. 42/2004.
   
STUDI INEDITI CILLO, Le confraternite dei laici, 44-53, 151-163; FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 98r - 100v; A. della FORZA, Memorie, f. 27r, 28r; RAIMONDI, Gioia preziosa, p. 71-76.
   
BIBLIOGRAFIA BENEDETTI, Stato della scuola infantile, 8, 40; BRAGATO, Guida, 166; Capitoli riguardanti l’infermeria; CARACCI, Antichi ospedali, 86-90; CAVALCASELLE, La pittura, 256-258; CICONI, Udine, 464-465; La cooperativa combattenti di Udine, 147-149; CORGNALI, Cenni storici riguardanti l’ospedale; [CORGNALI], Questions di lenghe e di storie. Il poz di piazze de Blave; CORGNALI, Testi friulani, 145-152; Deliberazione della commissione, 7, 8, 16-17, 26-27, 39, 43, 46, 61, 62; FABRIS, Ancora sui manoscritti; FABRIS, Statuti, 48-50; GIUSSANI, Degli istituti, 14-222; JOPPI, La confraternita di S. Spirito dei Battuti; JOPPI, Contributo IV, 83-84; JOPPI, Testi inediti; JOPPI, Udine prima del 1425, XXVII; LAMMA, I Flagellanti in Friuli, 65-68; G. F. PALLADIO, Historie, 1, 245; Parti prese... 1880, 243, 267; Parti prese... 1913, 113-114, 157; Piano che rende al necessario provvedimento; Preci che in tutti li mercordν; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 16; 4 (1937), 8; Raccolta di regole e discipline; Recupero in via Odorico; de RENALDIS, Della pittura, 76-77, 80; Restauro di affreschi; Stampa fratelli Gabrieli; Sull’operato nelle sale chirurgiche.
   
ICONOGRAFIA GAZOLDI-COSATINO, Prospetto, n. 7; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 44; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 52; MURERO, Udine metropoli, n. 7; RASICOTTI, Veduta prospettica; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 34.
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1753*Proprietà dell’ospedale maggiore, è definita «casa di diversi appartamenti, tenuta in semplice affitto da Domenico Zurico per locazion 8 ag. 1749 per all’anno contadi L 198 s 8. Qual casa fu di Giacomo Zani di Portogruaro, livellata per la fratterna —1449, 14 gennaro per man de Zuan de Lovaria nodaro e l’anno — 1530, primo aprile fu riassunta dall’ospitale —» (A.C.U., A.A.O., Cattastico ... 1753, 267, f. 246v).
1801 È dell’ospitale affittata ad Antonio Zurico1 (Nomenclatura, f. 4v).
1809*Vi abita il «carer» Antonio Zurico (Registro delli aloggi, f. 4v).
1809, ag. 11*Atto oppignorativo per quattro case rispettivamente ai n. 94, 95, 96 e 97. L’Ospedale di Udine è debitore di L 7426,32. Senza esito (A.S.U., C.A., 80, Avviso d’asta).
1812, sett. 16°In questa casa, abitata da Antonio Zurigo detto Fossetti, lavoratore di carrozze, fu ucciso un soldato francese, certo Decompte, tamburo della 4a comp. dei Granatieri del 13° Regg. francese accidentalmente tirando di scherma con la sciabola, da certo Vescie, tamburo dei cannonieri del 13° (C.A., Commissario di Polizia 1812-1813).
1835*Vi abita la levatrice Giulia Mainardis (A.S.U., C.A. I, 237/XII, Elenco del personale sanitario).
1851°È dell’ospitale (Censimento stabile).
1852*Appartiene all’ospedale (Competenze, I, f. 3v).
1864, apr. 18*Alessandro Alessandri e Paolo Della Giusta vi gestiscono una scuola privata (A.S.U., C.A., 876/IV, Istituti privati nel comune di Udine).
1879, magg. 1°È venduta, in parte, a Maria Baschiera ved. Zanelli (Atti Baldissera).
1879, ag. 8°L’altra parte è venduta a Pietro nob. Mantica (not. Giacomo Someda).
1883 Osteria “Alla pescheria” (1883-1948) e osteria “Alla luna” (AVOGADRO, 150, 152).
1945, febbr. 20 Il fabbricato su piazza XX Settembre fu distrutto da una bomba.
   
NOTE1Si tratta del maestro elementare che ci ha lasciato il ms. Discorso preliminare sulla pittura friulana, B.C.U., ms. Joppi 870/2. Vedasi a tal proposito BERGAMINI, La letteratura artistica, 34-36.
   
BIBLIOGRAFIA ERMACORA, Vino, 91; MISANI, Istituti scolastici, 256; VALENTE, La vergogna, 12.
95
1801 È del co. Sigismondo della Torre (Nomenclatura, f. 4v).
 *È affittata a Domenico Gerussi (ibid.).
 *Un’aggiunta alla stessa notizia riportata dal ms 85 Joppi, senza data, precisa: «orra Antivari con la fu chiesa Toriana» (Registro anagrafico, f. 4r).
1805, sett. 14 I figli del q. co. Lucio Sigismondo della Torre Valsassina vendono all’ospitale civile una casa «intermedia ad altre fabbriche in proprietà del — pio ospitale — nella contrada del Fisco, che confina a lev., mezz. e pon. con case e corte aspettanti al — pio ospitale, ed alle monti contrada», per d 1400 (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10320, Quarto degl’istrumenti, 264, f. 398r - 400r).
1809*Vi abita l’inquilino Domenico Gerussi, chirurgo (Registro delli aloggi, f. 4v).
1809, ag. 11 Vedasi n. 94.
1851°È dell’ospitale (A.O.U., Censimento stabile).
1852 Appartiene all’ospedale (Competenze, I, f. 3v).
1879 ag. 8°È venduta al nob. Pietro Mantica (Not. Giacomo Someda).
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1801 È dell’ospitale (Nomenclatura, f. 4v).
 *Affittata a Francesco Giupponi (ibid.).
1809*Proprietà dell’ospedale. Vi abita il sensale Antonio Candetti (Registro delli aloggi, f. 4v).
1809, ag. 11*Vedasi n. 94.
1840, febbr. 15*Progetto di riforma di una finestra a pian terreno (A.S.U., C.A. I, 315/VI, 832 Orn. II C, con dis.).
1851°È dell’ospitale (A.O.U., Censimento stabile).
1852*Appartiene all’ospedale (Competenze, I, f. 3v).
1879, ag. 8°Venduta a Pietro nob. Mantica (Not. Giacomo Someda).
97
1801 È dell’ospitale (Nomenclatura, f. 4v).
 *Affittata a Francesco Pontelli (ibid.).
1809*Vi abita ancora come inquilino il domestico Francesco Pontelli (Registro delli aloggi, f. 4v).
1809, ag. 11 Vedasi n. 94.
1828, lugl. 25 Essendo rovinosa, come il 98, si delibera di abbatterla e rifabbricarla (A.S.U., C.A. I, 148/X, 3138 Orn. II C, con dis.).
1851°È dell’ospedale (A.O.U., Censimento stabile).
98
1801 È dell’ospitale (Nomenclatura, f. 4v).
 *Affittata a Francesco Pontelli (ibid.).
1809*Ancora affittata al domestico Francesco Pontelli (Registro delli aloggi, f. 4v).
1828, lugl. 25 Vedasi n. 97.
1851°È dell’ospitale.
1852*Appartiene all’ospedale (Competenze, I, f. 3v).
99
1801 È della confraternita del Crocefisso (Nomenclatura, f. 4v).
 *Affittuale G.B. Ghedini (ibid.).
1807, ott. 22*G.B. Ceschiutto s’ impegna ad acquistare dal demanio le casette n. 99 e 100 (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10431, 8).
1808, febbr. 3 Il demanio vende a G.B. di Daniele Ceschiutti le due case n. 99 e 100, che erano state della fraterna del Crocefisso, per L 1545 (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10418, Filza istr. 1807-1808, 33).
 *Nella stessa data il Ceschiutti dichiara, con atto notarile, di aver effettuato l’acquisto per conto di Pietro Antonio Colautti (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10418, Filza istr. 1807-1808, 34).
1809*Proprietà dell’agente Giuseppe Colauti (Registro delli aloggi, f. 4v).
1832, apr. 8 Giuseppe fu Pietro Antonio Colautti vende la casa a G.B. di Domenico Piccotti per ven. L 7200 (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 637, 3144).
1836, apr. 20 I figli del fu G.B. Picotti vendono la casa a Giovanni fu Natale Cecconi per austr. L 5142 (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 639, 4142/I).
1852*La casa appartiene a Marietta Cecconi (Competenze, I, f. 3v).
100
1801 È della confraternita del Crocefisso (Nomenclatura, f. 4v).
 *Affittata a Maddalena Orecchia (ibid.).
1808, febbr. 3*Vedasi n. 99.
1808, mar. 1 Giuseppe Colautti vende a Gioacchino q. Francesco Cainero la casa in contrada del Cristo n. 100 per L 1347. Confina lev. e mezz. ospedale, pon. contrada, tram. casa della fraterna del Ss.mo Crocefisso ora del Colautti (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10583, 34).
1809 È di Gioacchino Cainero, calzolaio (Registro delli aloggi, f. 4v).
 *Vi abita il calzolaio G.B. Gidini (ibid.).
1816, magg. 8 Gioacchino Cainero vende la casa al co. Alvise fu Tomaso Ottelio (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10597, 1882).
1844, ag. 19 Il co. Alvise Ottelio vende la casa a Paolo Savordello per L 1050 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10509, 16715).
101
1801 È dell’ospitale (Nomenclatura, f. 4v).
 *Affittata ad Antonio Job (ibid.).
1809*Appartiene all’ospedale. Vi abita il farmacista Antonio Joppo (Registro delli aloggi, f. 4v).
1836, apr. 2*Progetto di riforma della facciata (A.S.U., C.A. I, 254/X, 1745 Orn. II C, con dis.).
1842, apr. 26*Vedasi n. 102, dis..
1851°È dell’ospitale (Censimento stabile).
   
BIBLIOGRAFIA Parti prese... 1870, 146.
102
1801 È di Emilia Belligi (Nomenclatura, f. 4v).
1809 È di Emilia Manzano (Registro delli aloggi, f. 4v).
1842, febbr. 25*«Luigi q. Vincenzo Comessatti, Orsola d’Antonio Vinci ed Antonio q. Francesco Vinci — vendono — al sig. Luigi di Lorenzo Andervalt — una casa eretta da muri e coperta a coppi, situata — nella calle del Cristo, distinta col c.n. 102 —, cui confina a lev. cortile del civico ospitale d’Udine, mezz. casa del sig. Lorenzo Andervalt, pon. — calle del Cristo, tram. casa dell’ospitale —. La vendita — viene fatta — per il — prezzo — d’austr. L 1971,43 —» (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/I, 248).
1842, apr. 26 È di Luigi di Lorenzo Andervolt. Era a un piano, viene alzata a tre piani; ha due finestre per piano (A.S.U., C.A. I, 342/1842/IV, 2535 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Luigi Andervol (Competenze, I, f. 3v).
1876 Caffè “Magenta” (COSMI-AVOGADRO, 87).
 *Gestione di Lucia Venier (ibid.).
103
1770, ott. 25*«Aspettando al sig. G.B. q. Marco Guera, per forma delle divisioni seguite — tra gli eredi del q. — Marco Guera — e gl’eredi del q. — Mattia — Guera prodotte sotto il — 29 febbr. p.p. negli atti dello sp. — G.B. Capodaglio, notario duodenario —, una porzione per l’importare di d 26 L 5 s 10 sopra una casetta — situata nella contrada di S. Francesco di dentro, sive del Ss.mo Crocefisso —, volendo esso — G.B. passare alla vendita della suddetta — porzione —, ha — venduto — al — sig. Gaspare di lui fratello — la sunominata porzione — pel prezzo di d 26 L 5 s 10 —». Nella stima allegata di Aurelio Manetti si precisa: «Una casa di muro coperta di coppi, quale confina a lev. e mezz. col pio ospitale maggiore —, a pon. con strada pubblica, a tram. con — Giuseppe Mangano —» (A.S.U., N., Eugenio Sporeno, 9314, XV istrom., f. 248r - 250r).
1801 È del sac. Giuseppe Guerra (Nomenclatura, f. 4v).
 *Vi abita come affittuale Carlo Vicario (ibid.).
1809*Appartiene al sac. Giuseppe Guerra. Vi abita il ragioniere Bonaventura Fabris (Registro delli aloggi, f. 4v).
1816, ott. 19 Don Giuseppe Guerra, arciprete di Palma, vende per L 1600 a Lorenzo fu Giacomo Onderbolt, negoziante, la casa n. 103 nella contrada del Crocefisso. Confina lev. e mezz. con l’ospitale, pon. la contrada, tram. Orsola Manzano (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10304, 976).
1843, ag. 14*Lorenzo Andervolt presenta progetto per riformare la casa, posta tra quella di suo fratello Luigi e quella dell’ospedale di Udine. Il disegno della facciata viene approvato con alcune modifiche (A.S.U., C.A. I, 359/1843/IX, 5861 Orn. II C, con dis.).
 °°Disegno firmato dal pubblico perito Odorico Bearzi.
1852*Appartiene a Luigi Andervol (Competenze, I, f. 3v).
104
1801 È dell’ospitale (Nomenclatura, f. 4v).
 *Affittata a Pietro Muzzana (ibid.).
1809*Appartiene all’ospedale. Vi abita il tappezziere Carlo Vicario (Registro delli aloggi, f. 4v).
1834, ag. 21*Girolamo Bura, col consenso della amministrazione dell’ospedale, chiede di aprire una porta e una finestra nella casa da lui condotta in affitto. Il progetto è accettato (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 4689 Orn. II C).
1851°È dell’ospitale (A.O.U., Censimento stabile).
1852*Appartiene all’ospedale (Competenze, I, f. 3v).
105
1801 È dell’ospitale (Nomenclatura, f. 4v).
 *Affitata al sac. Vincenzo Tosoratti, vicario del duomo (ibid.).
1809*Appartiene all’ospedale. Vi abita il pistore Antonio Pascoli (Registro delli aloggi, f. 4v).
1851°È dell’ospitale (A.O.U., Censimento stabile).
1852*Appartiene all’ospedale (Competenze, I, f. 3v).
1883-1936 Osteria “Alla ghiacciaia” (AVOGADRO, 152).
106
1801 È dell’ospitale (Nomenclatura, f. 4v).
 *Affittata a G.B. Merletti1 (ibid.).
1808, lugl. 11 e sett. 30*«Francesco di Bortolo Prospero — si obbliga — di acquistare la — casa per il valore — di it. — lire —1122,603» (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10431).
1809, mar. 22 Il demanio vende a Francesco di Bortolo Prospero, falegname, la casa n. 106, già del convento di S. Francesco per L 1126 (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10419, 171).
1812, dic. Osteria “Ai tre giovani” (Esercenti).
 *Gestione di Lorenzo Andervolt (ibid.).
1839, sett. 23*«Stato e grado del locale di ragione del civico ospedale di Udine occupato dalle scuole infantili di carità della città». Si tratta della casetta detta “del nonzolo”, marcata 106 A (A.S.U., C.A. I, 329/IX).
1847, apr. 27*«Attualmente che si sta costruendo una latrina ad uso dell’asilo infantile al c.n. 106, che fa parte dell’ala portante la facciata della chiesa dell’ospitale, si vorrebbe anche: l° otturare due vani di finestre A, B, che danno scarsissima luce alla cucina; 2° aprire invece l’altra segnata C di maggiori dimensioni e meglio addattata; 3° demolire la fabbrichetta D, posta all’angolo rientrante di due corpi di fabbrica in cui havvi una scarsissima latrina esposta a pubblica vista». Il progetto è approvato con la postilla: «Sarebbe — desiderabile che la finestra C in asse della sovrastante, fosse un po’ minor in larghezza» (A.S.U., C.A. I, 422/1847/IV, 2588 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Valentino Driussi).
1852*Appartiene a eredi di Giovanni Prospero (Competenze, I, f. 3v).
1917 È della levatrice Elisa Broili Pillinini.
1918 È di Norina Zugolo.
1945 Incendiata in seguito ad incursione aerea.
   
NOTE1Il Registro delli aloggi ne precisa il tipo di attività: barbiere (f. 4v).
   
BIBLIOGRAFIA BENEDETTI, Stato della scuola infantile; Breve storia dell’asilo infantile di carità.
107
  Era il convento dei padri minori conventuali di S. Francesco, eretto sotto il patriarca Gregorio di Montelongo (1251-1259).
1259, magg. 6 Gemona. Testamento di Elisa q. ser Girolamo da Venezia; lascia quattro marche “aedificio et loco fratrum minorum de Utino” (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 89r).
1260 Filippo di Savorgnan fondò il convento e chiesa di S. Francesco per i frati minori detti poi Conventuali1.
[1753]*«Memoria. Già anni fa — il pio ospedale fece il forno in casa — propria, contigua alla nostra, qual è annessa all’ospedale, ma sicome eravi pregiudicio del convento, cosν li padri s’opposero et al rifferire d’alcuni si dice aver loro anche terminato esso forno, quantunque padri contradicessero; come poi abbino nuovamente demollito esso forno memoria non trovai» (A.S.U., C.R.S., 778, Udine. Pio ospital maggiore, colto XXXII, f. 24v).
 °°Disegno del convento (A.S.U., C.R.S., b. 778 Udine. Pio ospital maggiore. Colto XXXII), firmato da «Simon Vincenzutti P.to»
1753, giu. 6 «Priore essendo co. Francesco Baretta, cameraro il sig. Giuseppe Sνllio, cancelliere il sig. Giuseppe Marchi, spenditore il sig. Giovanni Del Neri, — nel fine del loro governo novamente determinarono di fare il sudeto forno nell’istesso sito ove l’altra volta; ciò intrapreso, li padri per ovviare li danni potevano causare alla nostra casa contigua, rapresentando all’avvocato loro pro tempore era Girolamo Fabris, ed esso per maggior notizia di tal fatto commise a Simon Vicenzutti perito del convento, qualmente prima di impedire la loro opera già principiata andasse sopraluogo et, fatta l’ osservatione, riportasse la rellatione all’avvocato et cosν successo fece l’intimatione, una alli muratori et altra alli sopranominati governatori de non proseguendo opus che fu tenoris ut sequitur: Locumtenens: “Ci viene reverentemente esposto pro parte et nome delli rr. padri di S. Francesco di dentro di questa città che li — governatori del p. ospitale magiore — abbi oggi fatto dar principio a fabrica di forno in una casa di ragione d’esso p. luoco attaco al muro promiscuo tra detta casa ed altra contigua di detti rr. pp., il che non intendendo essi soffrire per ogni pregiudicial effetto e pericolo, ad istanza de’ medemi — commetono a detti — governatori il far alla vista del presente desister dalla principiata erezione et l’operato demolir in penna di d 100 ed altre magiori ad arbitrio —”. Ciò essi ricevuto, cessarono di proseguire, ma determinarono un proto, qual fu — ser Zuane Battista Riva, ed il convento sig. Pietro Andrioli vechio; cotesti videro tal forno non sarà di pregiudicio alla nostra casa, ma bensν doversi alzare il camino del novo forno, et ponendo essi un arpa fu essa tolto di utile al convento» (A.S.U., C.R.S., 778, Udine. Pio ospital maggiore, colto XXXII, f. 24v - 25r).
1771, magg. 21 I frati di S. Francesco cedono il loro convento all’ospitale, ricevendo in cambio il convento dei Carmelitani di via Aquileia (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, I istr., 17, f. 40v - 43r).
1782, lugl. 1 Posa della prima pietra del nuovo ospedale (B.C.U., ms. D. XCII, f. 214r).
 *Il ms. riporta anche il testo dell’atto notarile e la notizia ufficiale epigrafica (ibid., f. 213r - 214v).
1793, lugl. 27*Terminazione del comune, approvata dal senato, in seguito alla quale viene istituita un’imposta straordinaria sul vino per la fabbrica del nuovo ospedale. Ci è pervenuto a tal proposito un rotolo intitolato Imposta del soldo per boccale sul vino per la nuova fabbrica del civico ospitale e fontane (A.S.U., C.A. I, 913/Sanità XI. In questo ms. sono conservate alcune annotazioni relative a pagamenti nel corso dei lavori).
1795, apr. 29*«Per pagare una polizza di mattoni venduti alla fabbrica dell’ospitale dal — co. Daniello Asquino — L 1636 s 2» (A.S.U., C.A. I, 913/Sanità XI, Imposta, f. 7r).
1795, sett. 7*Pagamento di «cantoni di pietra» per L 1394 (A.S.U., C.A. I, 913/Sanità XI, Imposta, f. 9r).
1795, sett. 22*«Per pagare al negozio dell’on. sig. Giuseppe de Canal un conto di ferramenta ed altri materiali somministrati alla fabbrica — dalli 9 marzo p.p. al primo sett. corrente —, L 2695» (A.S.U., C.A. I, 913/Sanità XI, Imposta, f. 11r).
1796, mar. 22*«— Al sig. Daniele Del Prato di parte del prezzo convenuto sopra il legname fatto da esso condurre alla fabbrica — L 2000» (A.S.U., C.A. I, 913/Sanità XI, Imposta, f. 13r).
1796, magg. 19*«Al sig. Paolo Morocutti di Villaco per due barilli ferramenta L 1632» (A.S.U., C.A. I, 913/Sanità XI, Imposta, f. 14r).
  «Al sig. Valentino Venturini per borre ps 133 a L 18 il passo, condotte alla fabbrica L 2394» (ibid.).
  «A — Diodato Periotti per otto porte di pietra fatte venire dall’Istria L 1550» (A.S.U., C.A. I, 913/Sanità XI, Imposta, f. 13r).
1796, giu. 9*«Al sig. Daniele Del Prato per resto di legnami somministrati alla fabbrica L 2557 s 12» (A.S.U., C.A. I, 913/Sanità XI, Imposta, f. 15r).
1796, ag. 21*«A Daniele Del Prato di Chialina, per legname — L 4155 s 8. A — Osvaldo q. Domenico Cozzi di Arta per altro legname L 2047 s 17» (A.S.U., C.A. I, 913/Sanità XI, Imposta, f. 16r).
1801 «Ospital nuovo, ora casarma». (Nomenclatura, f. 5v).
1809*«Ospital maggiore di Udine, in luogo delli minori conventuali di S. Francesco. Li pp. minori conventuali di S. Francesco, per concessione 21 sett. 1720 delli deputati della città, furono investiti di un poco di terreno incorporato nella nuova fabbrica dell’ ospitale, ora ospitale militare n. 2. L’investitura passò nel pio ospitale civile verso il perpetuo canone di L 2,05 in luogo delle lb 2 cera bianca portata dalla primitiva costituzione. L’ospitale cessò di corrisponderlo poiché non può servirsi del fabbricato e del fondo occupato dall’ospitale militare non ostante la decretata costituzione» (A.S.U., C.A. I, 1/Attività e passività 1808. Relazione sulle attività, livelli, canoni, n. 6).
1812 Era ospitale militare (PERUSINI, Pianta della città, n. 10).
1826, febbr. 27*Comunicazione alla congregazione municipale di Udine: «Nel giorno 1 marzo p.v. alle ore dieci della mattina, si riunirà nel locale di S. Francesco, ad uso attuale di Ospital militare, la mista commissione incaricata con istruzioni degli aulici supremi competenti dicasteri, di trattare dell’assoluta vendita dell’autorità militare di quel fabbricato, di cui è proprietario l’ospedale civile. La congregazione municipale delegherà uno dei propri assessori ad intervenire alla detta commissione. Il r. segretario» (A.S.U., C.A. I, 123/XIX).
1835*Recapito del medico dott. Antonio Savorgnan (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1835*Progetto dell’ing. G.B. Cotterli per la sistemazione del magazzino, detto di S. Francesco, ad uso di ospitale filiale per gli ammalati di colera (A.S.U., C.A. I, 329/IX, con dis.).
1835, lugl. 21*L’ingegnere d’ufficio G.B. Cotterli trasmette alla congregazione municipale il rilievo della piazza del nuovo ospedale (A.S.U., C.A. I, 235/II, 3437 Strade IV).
1844, magg. 24*Il consiglio comunale rimanda l’esame del progetto dell’ing. Ballini per opere destinate a «determinare e chiudere la proprietà dell’ospedale e della comune sul piazzale e strada che dalla chiesa del Cristo mette alla strada dei Gorghi» in quanto l’ingegnere incaricato «sta occupandosi del radicale progetto di costruzione del locale di pubblica istruzione per la quale potrebbe alterarsi il convegno 1836» (Arch. del comune di Udine, Consiglio dal 1839 al 1845, Protoc. verb. cons. com. della r. città di Udine, n. 234, XIII).
1844, lugl. 13*Progetto di apertura di un portone verso la piazza della Legna (A.S.U., C.A. I, 395/III, 4449 Orn. II C, con dis. firmato dall’ing. Ballini).
1847°Vedasi facciata della chiesa (A.M. 1847, b. 422).
1865-1873°Vedasi facciata della chiesa (A.M., Ornato, 1865-1875).
1945, mar. 7 È distrutta da un incendio per incursione aerea.
  L’ospedale civile durante la seconda guerra mondiale fu adibito ad ospedale militare.
1947 Si iniziano i lavori di ricostruzione della chiesa di S. Francesco.
1947, ag. 7 Il comune compera i locali dell’ospedale civile.
1947, sett. 15 Si inizia la demolizione dei fabbricati addossati alla chiesa lungo via Odorico da Pordenone.
 °°L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 10 dic. 1959 ai sensi della L. 1089/1939.
   
NOTE1L’asserzione, non appoggiata ad alcuna citazione di fonte, appare peraltro poco attendibile, in quanto finora risulta che Filippo Savorgnan, figlio di Federico di Colmalisio e unico membro della famiglia in quel periodo a portare quel nome, è attivo in Udine verso la fine del secolo, dal 1290 in poi. La stessa fondazione di S. Stefano — vedasi n. 83 — risale al 1313 (Notizia confermata da comunicazione verbale della dott. Liliana Cargnelutti).
   
STUDI INEDITI BUCCO, Neoclassicismo, 34, 38, 77-79; FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 89v - 91v; A. della FORZA, Memorie, f. 27r - 28r; RAIMONDI, Gioia preziosa, p. 29-32.
   
BIBLIOGRAFIA Affreschi del Friuli, 72; BALDISSERA, Chiesa cattolica, 92; BATTISTELLA, I Francescani, 334-341; BARILLARI, Brevi note, 5-7; BARILLARI, L’Ospedale vecchio, 17-29; BASCAPÈ, Il progresso, 73; BASSI, Giannantonio Selva, 132; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 127; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 95-96; BERGAMINI-TAVANO, Storia, 216, 244, 490-492; BRAGATO, Guida, 52-54; BUCCO, La cultura “riccatiana”, 108; CARACCI, Antichi ospedali, 86-90; CAVALCASELLE, La pittura, 117, 133, 256-258; CECCONELLI, Musei di storia naturale; CICERI, La medaglia ricordo, 64-65; CICONI, Udine, 44, 232, 464- 465; COLA, 100 anni, 29, 57-58; Deliberazioni della commissione, 13, 16-17, 39; DE PIERO, Antiche parrocchie, 43-44; ERMACORA, Guida, 192-198; FOSTER, Per il disegno; I. FURLAN, Motivi, 258-263; GIOSEFFI, Udine, 227; Istruzioni sulle incumbenze; L., Origine e sviluppo dell’ospedale civile di Udine; La lavanderia a vapore, 161; LOVISATTI ELLERO, La chiesa di S. Francesco; di MANIAGO, Guida, 60-61; MARANZANA, Il concorso per la progettazione, 23-40; MUTINELLI, Il Gotico, 243-244; L’ospedale civile di Udine (1850); L’ospedale civile di Udine (1935) ; Parti prese... 1880, 53; Parti prese... 1893, 122; Parti prese... 1898, 142; Parti prese... 1913, 157, 182; Per la fedelissima città, 70-71; PIAZZO, Sulla pittura, 29-33; Promptuarium medicaminum; PICCO, Ricordi popolari, 37-38, 74-75; POJANI, L’Ospitale; Regolamento disciplinare-economico; de RENALDIS, Della pittura, 76, 77, 80; Restauri a Udine, 201; RIZZI, Lineamenti.. Dalla Preistoria, 46, 60-62, 75-76; RIZZI, Storia... Il Seicento, 56, 57; RIZZI, Storia... Il Settecento, 20-21, 24; ROTA, Cenni, 11; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 9-10, 16-17; 3 (1937), 13-14; 4 (1937), 7-8; S[ACCOMANI], Il ristauro, 19; Sull’operato nelle sale chirurgiche; TENTORI, Architettura e architetti, 316; S. Francesco di Udine; Il Tomadini, 23; VALENTINIS, Udine antica, 15, 26; VENNI, Elogio.
   
ICONOGRAFIA GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, n. 12; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 43; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 53; MURERO, Udine metropoli, n. 12; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 33.
107A
 °Era una casetta, dietro la chiesa del Crocefisso, demolita nel 1846. Il fondo fu venduto al comune nel 1870, ott. 26 (Si vede nella mappa del 1838; non è più nella pianta Lavagnolo). Era dell’ospedale (A.O.U., Censimento stabile).
* Ghiacciaia
1856, sett. 13*In seguito all’asta per la costruzione della ghiacciaia comunale, la congregazione municipale firma il contratto con l’impresa di Antonio Nardini e G.B. Rizzani (A.S.U., C.A. I, 913/1858/I Sanità XI A, con dis., firmato dall’ing. G. Puppati).
1858, lugl. 7*Collaudo del lavoro, «lodevolmente eseguito», secondo il collaudatore G. Puppati, l’ingegnere municipale G.B. Locatelli e l’assessore Pagani (ibid.).
1858*Liquidazione dell’importo dovuto all’impresa (ibid.).
1870, ott. 26*«— L’ospedale civile di Udine, denominato di S. Maria della Misericordia —, vende al comune di Udine — il fondo situato — rimpetto la facciata principale del fabbricato del civico ospitale, fra i confini a lev. strada pubblica, mezz. strada pubblica, detta dei Gorghi, pon. e tram. fondo di ragione comunale costituente parte delle adiacenze del r. istituto tecnico e ginnasio liceale —» (A.O.C.U., Vecchia sede ospedaliera, Cessione all’A. Militare, Vendita al comune di Udine, not. Giacomo Someda).
   
BIBLIOGRAFIA Nuovi desideri di una ghiacciaia, 518-519; Parti prese... 1880, 53.
108 e Chiesa del Cristo
1548, giu. 14 I frati1 di S. Francesco vendono alla fraterna del Crocefisso «locum, seu vestibulum vacuum, quod est prope et versus cimiterium dicti conventus inter duas ianuas eundo ad cisternam ipsius conventus; super quo — dicta fraternitas sive confratres — possint — construi facere unum lucum idoneum ad servitia et usum dictae fraternitatis fabricando unum voltum sive solium in ipso loco et fenestras versus dictum cimiterium, item scalas pro ascendendo dictum solium in ecclesia, sive extra ecclesiam, vel alibi —; item unum caminum ab igne et alia quaecumque necessaria et opportuna —» (B.C.U., ms. 1333/1, f. 95r - 96r, not. Giuseppe Blaceo, copia di Bartolomeo Blaceo).
1593, sett. 22 Giovanni Carlo e Giovanni Francesco di Savorgnan concedono a livello alla confraternita del Crocefisso una casa con corte e stalle posposte, sita in Udine in contrada di S. Francesco interno, confinante avanti con la strada pubblica, dietro col convento di S. Francesco, ossia case Gubertini, da una parte case del nob. Ottavio Belgradino di Gradiscutta e dall’ altra il cimitero della chiesa di S. Francesco mediante la strada del convento, perché la confraternita possa costruire l’oratorio suo (B.C.U., ms. 1333/1, f. 236r - 238v, not. Francesco Stainero, copia del not. Tibaldo Tibaldi).
1597, apr. 17*«Coppi comprati dal Asquino al porton di Poscol n. 525, L 45 il miero» (B.C.U., ms. 1333/2, f. 1r).
  «Per contadi a m. Francesco Floreanis per haver fatto il modello e stato sopra il loco: L 14» (B.C.U., ms. 1333/2, f. 1r).
1598, febbr. 20*«M. Ioseffo del Ongaro muradore de’ dare per contadi a lui a bon conto dela fabrica de l’oratorio, come nel istrumento appare per man del sig. Pietro Fistulario nostro cancelliere — L 60» (B.C.U., ms 1333/2, f. 26r).
1598, mar. 16*«M. Francesco taiapietra al Porton di S. Lucia de’ dare per contadi da lui a bon conto dele pietre lavorade per la fabrica, cioè la porta et finestre; contadi a lui cechini sei: L 63 s 12» (B.C.U., ms. 1333/2, f. 24r).
1598, lugl. 22*«Per haver contadi a ser Vittor dipentor, per haver dipinto la banca e la cassetta della elemosina della fabrica L 1» (B.C.U., ms. 1333/2, f. 5r - 5v).
  «Per haver fatto una crose et dipenta, posta nel nichio L 2» (B.C.U., ms. 1333/2, f. 5v).
1601, febbr. 19*«Per contadi a m. Ioseffo Citereo pittore per gaver dorado le littere sopra la porta a 1’oratorio — L 16» (B.C.U., ms. 1333/2, f. 6v).
1601, sett. 28*«Per contadi a m. Bastian Piruzzo et suo fratello Zan Battista, per haver imbocado et incartato dentro et di fura l’oratorio, furno pasa 434 dopii» (B.C.U., ms. 1333/2, f. 7v).
1602, magg. 14*«Per contadi a ser Nicolò Honesti, intaiadore di Pordenone, per esser venuto a posta a Udine e fatto dui modeli del soffitado del secreto L 8» (B.C.U., ms. 1333/2, f. 8r).
1602, magg. 23*«M. Francesco Pagliari taiapiera: porte e finestre» (ibid.).
1602, magg. 23*«Lugaro Vincenzo pitore, per la pitura di ornamento alle finestre, porta grande et alla croce sopra la strada» (ibid.).
1605, apr. 1*«Per contadi a M. Pietro Tilino intaiadore per fatura et materia di legnami, ferramenti et ogni altra cosa a tutte sue spese, iusta acordo fatto per li sigg. fabricari per il soffitado grande del oratorio per intero pagamento fatto in piϊ volte, come per polizza di receputta distinta di sua mano in filza, ducatti dusento otantacinque —» (B.C.U., ms. 1333/2, f. 9v).
1605, apr. 15*Il luogotenente e i deputati della città, sollecitati da Gaspare Albino e compagni, concedono loro di «recitare la Taide, rapresentatione spirituale, nel nuovo oratorio del Ss.mo Crocifisso —» (Annales, LXVIII, f. 132r).
1605, magg. 1*«Per contadi a m. Vidona in borgo di S. Cristoforo, per haver fatto una rede sopra un telaro con il suo fillo di ferro, fu pie 24 a s 14 il pie, L 16 —» (B.C.U., ms. 1333/2, f. 10r).
1605, magg. 22*«Per contadi a m. Augustino dipentore per haver bianchigiatto l’oratorio, L 10 —» (ibid.).
1605, giu. 3*«Contadi a m. Augustino dipentore per aver fatto negre tutte le ferade» (ibid.).
1605, giu. 3*«Per contadi a m. Battista tornidore in Mercà vechio, per havere fatto 200 rosoni per meter fra li modioni grandi nel soffitto a s 2 l’uno» (ibid.).
1605, lugl. 2*«Contadi al rev. p. Torso, priore di S. Pietro Martire, per una pietra grande da altare per metere sopra l’altare del oratorio, L 18 - et per contadi a m. Fabritio taiapiera condurlla nel oratorio a sui spese et risigho — L 22» (ibid.).
1606, febbr. 4*«Per uno crucifisso di legno compratto a Venetia a olio, per metere nella palla nel oratorio senza colorire, costò d 6 L 37 s 7 —; per la croce fatta fare in Udine et suo certo groppo azonto alla falda per ornamento, fatto da m. Piero Tellino intaiadora» (B.C.U., ms. 1333/2, f. 9v).
  a cassato.
1606, febbr. 4*«Contadi al Almonio pittore a S. Maria di Gratia per havere dorado la falda et collorito il crocifisso sudetto; ongari dui a tutte sue spese» (B.C.U., ms. 1333/2, f. 11v).
1606, apr. 21*«Contadi a ser Augusto vedrearo in Mercà vechio per haver fatto le fenestre con li nostri vedri, il nostro piombo et il nostro stagno, furno fenestre n. 13. Li contai di accordo fatto con li signori Iacomo del Merllo, G.B. Pontone, Andrea Pace et io Alfonso Ravasini fabricarii, lire setanta dui» (ibid.).
1606, magg. 30*«Contadi a ser Piero Tifino intaiadore a bon conto sulle banche che fa atorno l’oratorio, come apare apresso il canceliero della fraterna per l’acordo fatto in contadi, ducatti 50» (ibid.).
1607, genn. 10*«Per contadi a m. Piero intaiador sodetto a bon conto della fatura delle dette banche d 50» (B.C.U., ms. 1333/2, f. 12r).
1607, nov. 19*«Ser Michael Thomadonus de Cerneglono, Utini incola, — legavit — fraternitati Christi domos suas omnes sitas in burgo [in vico Ronchi de medio]» (B.C.U., ms. 1333/2, f. 31r - 32v).
1607, dic. 17*«Per contadi a m. Costantino muradore in Grazzan, per havere aconzado il coperto sopra l’oratorio, L 3» (B.C.U., ms. 1333/2, f. 12r).
1608, febbr. 12*«Per tanti fatti pagare a Venetia a m. Francesco Rosetti scultore in legno, et il pagamento del crocifisso grande posto nella pala nel oratorio, finitto di tutto ponto a tutte sue spese, d 40» (ibid.).
1608, apr. 27*«Per contadi al Cin murador, per haver fato et disfato l’armatura per drizare la palla nel oratorio, L 10» (B.C.U., ms. 1333/2, f. 12v).
1608, magg. 5*«Per contadi a mess. Vicenzo Lugaro pitore, per havere depinto et fento di pietra negra la pala et la pitura a paesi et figure dietro la croce a tutte sue spese, per acordo fatto con il sig. Iacomo del Merllo, G.B. Pontone, Andrea Pace et io Alfonso Ravasini, fabricarii del oratorio, lire dosentocinquanta» (ibid.).
1669*«Conto della spesa fatta nella fabricha della salla per il consiglio della v. confraternita del Ss.mo Crosefisso di questa città sotto il priorato del nob. — G.B. Cominetto et cameraria del hon. ser Antonio Manenti, come per parte presa nel consiglio secretto di 30 giugno 1669» (B.C.U., ms. 1333/2, f. 1r - 12v).
 *Nell’elenco dei pagamenti si ricordano, tra gli altri, quelli ad alcune persone per motivi diversi: a G.B. Gianuzio per pietra «di Faielis» per finestre e un portoncino (f. 1, 3); a ser Giovanni Bertiolo di Cividale per mattoni (f. 4r); a Giorgio Lirut da Villafredda per pianelle; a Giovanni Antonio Pozzo da Cividale per mattoni (f. 3r); al tagliapietra Andrea Picco (f. 3r); a Bartolomeo Picco (f. 3, 4); a Cristoforo Toffoletto per pietra da Tarcento (f. 6r); a Carlo Picco tagliapietra (f. 7r); a G.B. Nolla perché ha «salizado la corte» (f. 7); a Giovanni Domenico Prodolone tagliapietra (f. 9r); a Giovanni Prontner per ferro (f. 10); a Giacomo Cantiano falegname (f. 10).
1697, lugl. 15*La confraternita del Crocifisso ospita anche una scuola di mestiere: documenti dell’archivio comunale antico attestano la presenza dei «professori patroni di bottega dell’arte di linarollo in questa città nella sala del Ss.mo Crocefisso, dopo haver riceputo la gratiosa permissione della publica comunità di errigervi la loro fraterna di quest’arte, come in ducali 13 ott. 1696» (B.C.U., ms. CC. III, f. 37r - 37v).
1701, apr. 3*«Polizza dell’orefice Andrea Piton per il crocefisso alla confraternita del Crocefisso di Udine» (B.C.U., ms. 1333/3, f. 37r).
1705, genn. 6*«Fatto in Udine, sopra la salla del consiglio dell’infrascritta — confraternità» del Crocifisso (A.S.U., C.R.S., 631/1, f. 195r).
1705, sett. 1*«Il — co. Antonio Antonini q. — G. Daniele priore e — Antonio Ovra cameraro — della confraternità del Ss.mo Crocefisso — hanno — locato — a m. Antonio del Fabro et d. Meneghina sua consorte — le stantie sotto la salla del consiglio della casa d’essa — confraternità soleva godere ser Girolamo Ermacora come gastaldo —» (B.C.U., ms. 1333/3, f. 39r - 40v).
1710, ag. 4*«— Gioseffo Turchesi, cameraro attuale della — fraterna del Ss.mo Crucifisso, — ha — relocato — in ragion di semplice affittanza per anni cinque — a ser Antonio Del Fabro et d. Meneghina sua consorte — la stantia sotto la salla del conseglio della casa di ragione di detta — fraterna —» (A.S.U., C.R.S., 631/3, f. 21v, not. Giovanni Lorio).
1724*Alla fraterna del Crocifisso «ser Giorgio Pusic paga ogn’anno d’affitto di casa sittuata — sotto il conseglio di detta chiessa, come per locatione 28 ott. 1725, L 68 s 4» (A.S.U., C.R.S., 631/4, f. 16r - 16v).
1801*Nel complesso degli edifici appartenenti alla fraterna del Crocifisso è censita una casetta dove abita il «nonzolo» (Nomenclatura, f. 5v).
1807, ott. 20*«È pervenuta in — dominio di questo demanio la casa — n. 108 di provenienza della fraterna del Ss. Crocifisso — in forza dell’avocazione delle sostanze di detta fraterna. Porzione di detta casa è abitata col titolo di semplice affitto ad annum da Antonio Rossi, per locazione 30 aprile 1806, fatta dai cessati rappresentanti della fraterna. Il sig. Giuseppe q. Pietro Campiutti — dichiarò che si — impegnava di acquistare la casa — per L 3946,32» (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10431, 6).
1808, apr. 16*«È pervenuta in assoluto possesso del r. demanio una casa situata nella comun di Udine in contrada — Strazzamantello, marcata col c.n. 108, di provenienza della fraterna del Ss.mo Crocifisso. Porzione di detta casa è abitata con titolo di semplice affitto ad annum da Antonio Rossi per locazione 30 aprile — 1806 —. Giuseppe q. Pietro Campiutti, domiciliato in Udine al c.n. 438 —, ha proposto con sua petizione — 13 ott. p.p. —, di fare l’acquisto — della casa e — ha depositato in questa cassa demaniale — L 244,62 a titolo del presunto valor del decimo —. Dalla stima 25 ag. — 1807 del sig. ing. delegato Paolo Bianchi — risulta il valor capitale di detta casa in — L 2246,33 d’Italia. Deducesi pure dalla — stima che le due aperture di portine sul primo repiano dello scalone di vivo, con repiani di cotto nella corticella di detta casa, che comunicano presentemente l’una colla sacrestia e l’altra colla chiesa del Ss. mo Crocifisso, si dovranno chiudere a muro pieno a spese dell’acquistante —. Si osserva inoltre che li banchi con suo schenale di tavole ed altri utensili esistenti nella camera in foggia di salone, serviva di luogo di adunanza alli confratelli della — fraterna, si ritengono esclusi dalla presente vendita —. Il — direttore — ha invitato il — Campiutti ad intervenire in quest’uffizio per convenire gl’appuntamenti di regola. — In pendenza di questa, — Domenico Sabbadini presentò un’offerta di aumento dell’8% sopra la stima —. Richiamato — il — Sabbadini dal — direttore ad assumersi gli altri obblighi —, s’impegna di acquistare la casa — al n. 108 — per il capitale di — L 2246,32 coll’aumento dell’8% oltre li 2% di legge —» (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10431).
1808, lugl. 27°Il demanio vende a Domenico di Pietro Sabbadini la casa n. 108, già della fraterna del Crocefisso (not. Antonio Lorio. Vedasi supra doc. del 16 giugno 1808).
1809 È di Giuseppe Antiveri (Registro delli aloggi, f. 4v).
 *Affittata all’infermiere Antonio Rossi (ibid.).
1811, nov. 9*«— Giuseppe del def. — Francesco Antivari — si costituisce fideiussore — pel sig. Leonardo del fu — Giacomo Rossiti — di Flaibano —. Per effetto di tale sicurità il suddetto — Antivari assoggetta — a speciale ipoteca convenzionale il seguente stabile di sua — proprietà da esso acquistato — con instr. 27 lugl. 1808, stipulato in atti — Antonio Lorio —, una casa di muro, coperta di coppi, situata — nella contrada — Strazzamantello ed anche del Cristo, attigua alla chiesa intitolata del Crocifisso, marcata col c.n. 108, di provenienza della fraterna del Ss.mo Crocifisso di Udine; confina a lev. colla suddetta chiesa e sagrestia, a mezz. parte la sagrestia e muro d’edificio con stilicidio, pon. parte casa delli sigg. Patrizio, Comes e Murero ed a tram. la contrada del Cristo —» (A.S.U., N., Luigi Delfino, 10619, 135).
1841, giu. 2*«—Pietro q. Giuseppe Antivari — vende — alla sign. Anna n. Kircher di lui moglie, tutti i beni immobili specificati nell’annesso stato A —. La — compravendita viene fatta — a corpo —: — casa — in calle dei Barnabiti al c.n. 108 —, L 436 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4827, 3649).
1841, ag. 26*Registrazione della privata scrittura del 25 agosto: «— Anna n. Kircher, moglie del sig. Pietro Antivari —, costituisce in ipoteca con facoltà dell’inscrizione a favore del sig. Mucchiutti — li beni stabili di special sua ragione descritti nello stato che si unisce sub B —: — casa in calle dei pp. Barnabiti al c.n. 108—» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4871, 3846).
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 16 magg. 2011 ai sensi del D.Lgs. 42/2004.
   
NOTE1Nel ms. della Porta il complesso degli edifici è indicato soltanto col nome di chiesa.
   
STUDI INEDITI CILLO, Le confraternite di laici, p. 108-109, 119-120, 240-244; FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 107r - 109v; RAIMONDI, Gioia preziosa, p. 32-34; ZURICO, Della pittura, p. 24.
   
BIBLIOGRAFIA BRAGATO, Guida, 54; CAVALCASELLE, La pittura friulana, 254, 255, 256; FORMENTINI, Cenni storici; Ill. et eccell. d.d. Francisco Benzono; di MANIAGO, Guida, 61; PORISIENSI-ZARDI, Il Tomadini, 16, 31; de RENALDIS, Della pittura, 77; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 9, 22; 3 (1937), 13; 4 (1937), 7; C. SOMEDA de MARCO, Il duomo 410, 411, 419, 420, 421; VALENTINIS, Udine antica, 16; ZANINI, Cenni storici, 5-6.
   
ICONOGRAFIA GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 42; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 54; MORO-DEL PEDRO, Santissimo Crocifisso; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 32.
109
1801 Francesco Murero (Nomenclatura, f. 5v).
1809*Appartiene al legatore di libri Francesco Murero (Registro delli aloggi, f. 4v).
1852*Appartiene ad Antonio Cosattini (Competenze, I, f. 3v).
110
1801 Patrizio Patrizio (Nomenclatura, f. 5v).
 *Affittuale Francesco Malpillaro (ibid.).
1809*Appartiene al negoziante Patrizio Patrizio. Vi abita il professore di violino Antonio Niccoli (Registro delli aloggi, f. 4v).
1847, ott. 21*« — Elena Patrizio Simonetti — vende ai — Pietro ed Anna coniugi Bertoia — la casetta situata — nella calle dei pp. Bernabiti al c.n. 110 —; confina a 1ev. con corte addetta alla casa del c.n. 108 ed oltre l’oratorio del Ss.mo Crocefisso, a pon. la detta calle, a mezz. la casa n. 111 di proprietà del detto oratorio ed a tram. la casa al c.n. 109 del pubblico notaio Antonio Cosattini. Il prezzo di questa — vendita è stabilito — in austr. — L 1200 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10515, 18480).
1852*Appartiene a Pietro Bertoia (Competenze, I, f. 3v).
111
1801 Caterina Comes (Nomenclatura, f. 5v).
 *Francesco Taglioni ne risulta affittuale (ibid.).
1809*Appartiene all’industriante Caterina Comes (Registro delli aloggi, f. 4v).
1813, apr. 6 Marianna Comes Carlutti vende a Giuseppe Asquini casa n. 111. Confina lev. oratorio del Ss.mo Crocefisso, mezzodν ex collegio dei Barnabiti, pon. contrada dei Barnabiti, tram. Patrizio Patrizio, per L 951,713 (A.S.U., N., Daniele Micheloni, Rep. III, 970, f. 29r).
1852*Appartiene all’oratorio del Cristo (Competenze, I, f. 4v).
112 e Chiesa di S. Lorenzo Giustiniani e collegio dei Barnabiti
  Questo numero comprende tutti i fabbricati dell’antico convento dei Barnabiti, poi ginnasio liceo, che era stato costruito su l’area di parecchie case. Si noti che la via Pischiutta continuava sino alle mura del terzo recinto.
1522, dic. 15 «Il nob. Brancaleone Pieri de’ Mazzinghi di Firenze abitante in Udine in Grazzano vende al nob. Bernardino Codroipo, a nome di suo genero ser Battistino Corso, una sua mezza casa in Udine, in Grazzano, fuori della — porta interna» che aveva comperata da Giovanni Soldonieri. L’altra metà era di G.B. q. Gabriele Soldonieri. «Confina la casa venduta colla strada, colle mura del borgo, colla carbonaria della città e col gorgo e con casa del dott. Giovanni Soldonieri» (JOPPI, Notariorum, IX, 102v).
1526, apr. 5 «Udine, in contrada del Culo Cornato in lo studio del d.r Guberto Gubertini» (Not. Francesco Leale, della PORTA, Toponomastica, 163)1.
1541, mar. 30 Il cav. Giovanni de Soldonieri, Nicolò Raimondi vendono al dott. Francesco Graziano «unum — viridarium cum una domo super eo ac quibusdam domunculis in ruyna existentibus et area cum stabulis, colle et curiis, sitis Utini in Grazano interiori, iuxta a solis ortu domos heredum q. — Guberti de Gubertis, a meridie viridarium et montem seu collem q. — phisici d. Leonardi de Gubertis, ab occasu iuxta gurgitem Grazani et a montibus domos d. Baptistini Cursii et ser Bonfilii» (A.S.U., N., Benvenuto Moretti, 5640, Istr. 1538-1541, f. 602v - 603v).
1637, nov. 29 Il nob. Fulvio Griffoni vende a Bernardo q. Francesco Marni una casa: «— Nob. d. Fulvius Griphonus — vendidit d. Bernardo q. — Francisci Marno de Venetiis unam — domum cuppis coopertam, sitam — Utini in contrata S. Francisci interioris, cum curia, horto ac turri confinantem ab una parte cum via publica et curia nunc conducta per d. Valentinum Longum, ab alia parte partim cum muraleis horti adhærentis curiæ predictæ, tentæ per pręfatum d. Longum, partimque cum aqua vocata li Gorghi et a solis occasu cum magn. dd. Freschis —, precio — ducatorum sexcentorum duodecim —» (A.S.U., N., Ottaviano Contrino, 6833, Instr. 1636-1638, f. 68r - 69r).
1643, ag. 21 «Bernardo q. Francesco Marno di Venezia manganaro — vende — al sig. Nicolò Moro q. Girolamo — di S. Daniele habitante in questa città — le case, corte et horto nella contrada di S. Francesco — acquistate per — d 612 dal sig. Fulvio Griffoni nell’instrom. di 29 nov. 1635 — di mano di Ottaviano Contrini nod. —, l’horto vendutoli, come appar dalle note del medesimo, nelli 3 genn. 1639 et 8 febbr. 1642 dal nob. — Giovanni Daniel Fresco et dalla nob. — Laura sua sorella — et finalmente l’edificio del mangano per il sig. Bernardo introdotto in dette case —» (B.C.U., ms. S. XIII, f. 42r - 44r, not. Bernardino Orgnani).
 *«Il q. nob. sig. Francesco Gratiano mio padre vendete una casa posta nel Borgo di S. Francesco di dentro — agli authori del nob. — sig. Antonio Griffone, tutto che fosse soggetta a strettissimo fidecomisso ordinato l’anno 1569, 14 apr., dal q. nob. — sig. Francesco Gratiano mio bissavo et detto sig. Antonio l’ha venduta ad uno di Venetia che invece di questo li sigg. Mori sono hora possessori —. Lugretia Gratiana Cantona2» (B.C.U., ms. S. XIII, f. 15r - 15v).
1679, apr. 16 Carlo Rimini3 offre per uso delle scuole pubbliche le sue case «a capo della contrada dietro alla chiesa del pio Croceffisso — ove già soleva habitare il q. — Valentin Longo, famoso precettore di grammatica, spazioso sito che col cortivo e colle adiacenze si estende fino alle acque del gorgo verso Grazzano e si uniscono alle case del mangano mediante la strada consortiva di ponente; a levante coll’horto del convento di S. Francesco e alli monti con una casetta d’altra ragione, ma si congiungono anco, mediante una cortesella del corpo delle stesse mie ragioni, per la quale dalle medesime si passa alla suddetta chiesa del Ss.mo Crocefisso. Io le acquistai dalle signore Laura e Felicita Costantine di Venezia e vi ho poscia fatti diversi miglioramenti, tuttavia piϊ al servitio publico che ai miei propri vantaggi —» (Annales, LXXXIX, f. 95r - 95v).
1679, magg. 14*All’offerta Rimini si aggiunge quella di Moro «per il ricovero de’ rr. pp. Barnabiti eletti all’assistenza delle pubbliche scuole —». Nel complesso degli edifici si comprende anche il mangano, acquistato da «Bernardo Marno di Gorizia» per d 1000. I proprietari sostengono di avervi apportato miglioramenti non inclusi nella somma d’acquisto (Annales, LXXXIX, f. 102r - 104r).
1679, magg. 24 La città acquista dal sig. Carlo Rimini, per uso delle scuole dei Barnabiti, le case di cui sopra «— dietro alla chiesa del pio Cruccifisso et queste col sito e cortivo e colle adiacenze, che si estendono a mezzogiorno fino all’acque pubbliche del gorgo verso Grazzano, che si uniscono alle case del mangano, mediante la strada consortiva di pon. e lev. col orto del — convento di S. Francesco dentro et alli monti con una casetta d’altra ragione, ma si congiungono pur anco da questa parte verso i monti con la — chiesa del pio Crucifisso mediante una corticella di ragione — Rimini, per le quali si passa alla — chiesa, acquistate dalle sign. — Costantine di Venetia — il tutto per il prezzo — di ducati milleduecento —» (Annales, LXXXIX, f. 104r -106v).
1679, magg. 26 Antonio, Bartolomeo e Carlo fratelli q. Nicolò Moro vendono alla città la casa di loro abitazione «con la corte, cortivo et orto contigui e coi miglioramenti specificati nella stima dell’egr. Faventini —, eccettuati — i miglioramenti — per l’edificio del mangano riservato coi miglioramenti alli sudetti fratelli, posta essa casa in capo alla contrada del — Crocefisso, dirimpetto alle case Rimini. — La casa confina a lev. con le case già Rimini hora publiche —, mediante la strada consortiva, a mezo dν col cortivo grande di questa ragione, pon. l’orto infrascritto et alli monti colla portione della corte spettante alla medesima casa» (Annales, LXXXIX, f. 107r - 109v).
1683, giu. 9 Accordo tra il comune e Gasparo Tomasovich tagliapietra per la costruzione del portone di pietra, che deve chiudere le scuole dei Barnabiti in calle del Ss.mo Crocefisso, «della forma che apparisce nel dissegno fatto da m. Francesco Maiarone» (Acta, LXV, f. 101v —102v).
1683, giu. 9*Disegno di Nicolò Maierone con la legenda: «Disegno del portone che deve costruirsi alle scuole publiche nella contrada del Ss.mo Crocefisso, sopra di cui s’è stabilito dagli ill.mi sigg. deputati il contratto con Gasparo Tomasovich tagliapietra il 9 giugno 1683» (B.C.U., ms. D. XXIV).
1699, ag. 31 Essendo state aperte l’anno 1679 le pubbliche scuole, affidate ai Barnabiti, e mancando una chiesa dove gli scolari possano attendere alle loro devozioni, il consiglio propone di chiedere il permesso di erigere una chiesa a S. Lorenzo Giustiniani presso le pubbliche scuole (Annales, XCVI, f. 46v - 47v).
1700, genn. 9 Ducale che accorda il permesso.
 *Silvestro Valier concede di fabbricare la chiesa «vicina alle — scuole, da dedicarsi al — gran Santo, quando però la città — sarrà in stato di contribuire la necessaria spesa come resta dichiarato nella parte presa dal loro conseglio de 31 ag. passato implorando per tal effetto il sito nel borgo detto Grizzano, contiguo alle scuole stesse —» (Annales, XCVI, f. 80v - 81r).
1710, mar. 15 Il consiglio nomina tre persone per le trattative con i pp. Barnabiti per la fondazione di un collegio (Annales, IC, f. 169r - 171r).
1721, sett. 17*Rilievo del pubbl. per. Filippo Capodagli. La legenda fornisce i dati essenziali. «Disegno del sito acordato e prescritto sopra loco dagl’ill.mi sigg. deputati della città li giorni passati ai molto rr. pp. maestri Barnabiti interiore ed esteriore al loco delle publiche scolle di questa città coll’autorità impartita al loro ill.mo magistrato dal magn. maggior consiglio con suo decreto 3 corr., fatto da me sottoscritto perito e ragionato publico della città d’Udine —» (B.C.U., ms. D. XXIV).
1731-1733*Nel 1731 sono indicate varie donazioni, tra le quali le piϊ consistenti quelle di pre’ Pizzoni, di Giacomo Linussi da Tolmezzo e di Paolo Cignani, nonché del mercante Crachetta, per un totale di L 2704. Segue l’elenco dei donatori del periodo 1732-1733, sotto il rettorato di Gianguglielmo de Egregis, per la somma complessiva di L 2328 s 11 (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 1v - 2v)4.
1731, apr. 29*Il collegio dei Barnabiti paga L 79 a m. Francesco Toffoletto per «cantoni» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 4r).
1731, magg. 10*Per il collegio dei Barnabiti si pagano «a m. Giuseppe Ziracco fornasaro di Villafredda per carra 10 calzina, a L 19 il carro, L 190» (ibid.).
1731, magg. 28*Il collegio dei Barnabiti paga L 20 a Francesco Torretti, che «soggiorna in Gorizia» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 14v, parte II).
  Il contabile annota quindi: «per regali, fatti, in piϊ volte, di rosoglio e polastri al sig. G.B. Faventini per lavoro attorno i dissegni del collegio, L 16 s 10» (ibid.).
1732, ag. 4 - 1735, magg. 25*L’amministratore elenca somme di «denaro con cui si cominciò la fabbrica del collegio a mezzo dν con otto archi».
 *Viene liquidato Giuseppe Ziracco per pianelle di pietra Bernadia; i «bandoni» sono pagati ad Antonio Zanoni; il materiale di cotto al fornaciaio Antonio Sandrino (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 3r).
1732, ag. 4*«Dinari della fabrica del collegio, spesi da Gianguglielmo de Egregis rettore, per far li fossi delle fondamenta larghe dieci passi in facciata e longhe ps 45, compresi un angolo della chiesa —: L 38 s 7» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 5r).
* 1732, ag. [dopo il 21] «Per sei giornate delle sei cappelle della settimana seguente del viglietto in filza fatto da m. Luca Andreoli L 72.
  Per l’assistenza del sig. capo Luca Andreoli L 132» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 13r - 13v).
1732, ott. 30*«Per condotti a L 37 il miaro — dalla fornace — di Rubignas L 400» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 14v).
1732, ott. 30*«Per finestre n. 15 del primo piano, di pietra piacentina d’Attimis, Faellis e Tarcento, in ragione di L 2 s 5 il piede, val ciascuna L 45: L 675;
  per altre dette n. 11 dell’istessa manifattura, di pietra piacentina di Cividale, pure del primo piano, a L 2 s 10 il piede, per ciascuna L 50: L 550;
  per li due finestroni della scala L 265; per due portoncini di pietra piacentina d’Attimis, una in fine al corridoro e l’ altra verso il cortile quadrato: L 136;
  per otto porte di pietra Bernadia, a L 2 s 12 il piede, per ciascuna L 38 s 9: L 307 s 4;
  per quatro antili di pietra Bernadia per finestre: L 26;
  per due soiari di pietra piacentina contati a Vicenzo Toffoletto, — L 25» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 15r).
1732, ott. 30 - 1733, nov. 9*In questo periodo vengono registrati parecchi pagamenti senza indicazioni precise di data. «Per cavare le fondamenta di cinque pilastri, che servire dovevano per case del teatro — sopra la piazza Antonini, avanti la chiesa — L 42» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 16v).
1732, ott. 30 - 1733, nov.*«Al Bergagna scalpellino» (A.S.U., C. R. S. , 567/1, f. 17v).
1732, ott. 30 - 1733 nov.*«Per due para di presciuti donati al sig. architeto Massari il quale fece il disegno della facciata: L 64 s 17» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 18r).
1732*«Dal — capomastro Luca Andreoli furono stimati li fondamenti di un pilastro della nuova chiesa da esso lui gettati, L 60 —; resta da stimare il muro alzato dalli fondamenti che servir deve metà per il collegio e metà per la chiesa» (ibid.).
1734, febbr.*«Per saldo di tre finestre di pietra piacentina di Cividale da Nardo Toffoluto: L 220; — marmorino, per caparra a Giacomo Simonuto di Faelis: L 5» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 19r).
1734, mar.*«Al m. Francesco Andreoli per la bucca de’ commodi: L 35» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 19v).
1734, apr.*«Al legnamaro per sue fature: L 1 s 4; — al capomastro Bressano che riconobbe li legni al Tagliamento: L 3 s 10» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 20r).
1734, apr.*Serie di pagamenti al «capomistro sig. Francesco Andreoli: alli 4 apr., L 56 per il disegno del muro di recinto —; 11 apr. allo stesso L 63; 28 apr. allo stesso L 70 —. In questo giorno si terminarono tutti li muri sino alla prima travatura, L 211» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 20r).
1734*«Ambrosia Brunaleschi lasciò, per la fabrica della chiesa, ducati duecento, con obligo che intanto si dassero a pro’ e poi in detta fabrica s’impiegasse il capitale con i frutti —» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 21r).
1734, magg.*«Pietra al Blumasco, come al giornale di conto, del portoncino del cantone superiore: L 10» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 20v).
1734, magg.*«Mattoni. — Al Sicco fornasaro per saldo di mattoni doppi n. 2650: L 132 s 10; per altri 1800, a conto: L 10» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 21r).
1734, magg.*«A m. Nardo Toffoleto per 6 finestre, avendo avuto a conto L 11, come in aprile: L 285.
  Al Blumasco, per saldo del portoncino in fine del candone superiore: L 63» (ibid.).
1734, magg. 10*«Polizza per opere fatte da m. G.B. Minotto fabro, abitante in Grazano, nella fabbrica del braccio del collegio a mezo giorno» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 24v).
1734, ag.*Allo scalpellino m. Antonio Blumasco «nel mettersi in opera la scalla e parecchie altre fatture di impiombar cardini ed altro — L 25» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 32v).
1736, apr. 24*«Stima fata da me Francesco Andreoli capomastro di detta fabbrica di un pezzo di muro, che divide il corridore e la chiesa, che metà deve servire per il collegio e metà per la chiesa delli pp. — Barnabiti —» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 21r).
1739 «Per pagati al sig. Giuseppe Angeli per legnami, tavole, ferro e chiodi — L 434» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 34r).
1739 «Per tavole 300 da far i solari di oncie undeci, dodici e tredici, avute dal sig. Giuseppe Federicis di Rive d’Arcano a s 18 1/2, cosi d’accordo L 277 s 10» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 34r).
1740, giu. 18*«— Porta di pietra Bernadia — coi suoi dadi, da porsi in opera nel corridorio terrazzo in faccia della salla L 40» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 35r).
1740, giu. 18*«Per opere nel far rinnovare la tromba del pozzo: L 48» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 34v).
  «Per forme cinque, che devono servire per fare i mattoni da comporre il cornicione della fabbrica, conforme al disegno, da me procurato in Bologna: L 8» (ibid.).
1739-1740, febbr. 13*«Per pagati al capomastro sig. Francesco Andreoli dai due maggio 1739 sino li 13 febbr. — L 1254» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 34r).
1740, giu. 18*«Finestre tre di pietra piacentina da m. Giacopo q. G.B. Toffoletto di Tarcento, a L 45 cadauna: L 135 —» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 35r).
1741, ott. 3*«Si cominciò a gittar le fondamenta del muro dietro alla chiesa, che servir dee per il corridore che dovrà dar braccio all’altro capo di fabbrica per le scuole e frattanto, fatto che sia il corridore stesso, servirà per andare — in chiesa» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 37r).
1741, ott. 8*«Contati a m. Giuseppe Borassuto per ordine del sig. Francesco Andreoli L 48» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 37r).
1743, febbr. 19*«Si ripigliò l’opera per il proseguimento della fabbrica verso la piazza a 19 febbr. 1743 e in primo luogo si fece il muro divisorio tra la camera a fianco della scalla e la saletta» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 38v).
1743, apr.*«Coppi n. 9200 dal sig. Giangiacopo de Sicco a ragione di L 55 per ciascun miaro, comprese le condotte, sendo cresciuti di prezzo i materiali per la scarsezza delle legne: L 506» (ibid.).
1743, apr.*«Altri mattoni doppii avuti dal rev. don Giovanni Bernardis di Iplis n. 700, in ragione di L 55 — compresa la condotta, L 38 s 10» (ibid.).
1743, apr.*«Marmorino lb 200 a ragione di L 32 s 10 — alla bottega Foramiti» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 39r).
1743, dopo il 10 ott.*«Portoncino d’ingresso alla porteria verso la piazza fatto da m. Francesco Cocalino, detto Manzelli, veneziano: L 600» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 39v).
1743, ott. 7*«Si ripigliò l’opara nella fabbrica ai 7 di ottobre e in primo luogo si cominciò a riempire le fondamenta scavate verso la piazza nello stesso anno 1743» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 40v).
1744, mar. 4*«Pollizza pagata il dν 4 marzo 1744 alla moglie di m. Battista Minotto, morto in detto giorno, mediante m. Antonio Alessio, disse per fare i funerali al medesimo: L 72 s 17» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 40v).
1748, giu. 6*«Per un cariaggio di pietre marmi neri de Tarcento per il pavimento del coridore: L 3 s 10» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 49v).
1748, giu. 6*«A Nicolò degl’Antonini per tolle di noce, a conto: L 3 s 10» (ibid.).
1748, sett.*«Al m. Giuseppe Camoro per la fattura delle porte delle camere n. 6 di noce, a conto di L 274: L 106» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 50r).
1749, giu. 2 Copia. «Conto d’avviso sopra le fatture fatte dal capom. Andreoli nella fabbrica del collegio de’ — Barnabiti —». L’elenco è firmato da G.B. Faventini pubblico ingegnere a Udine (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 51v).
1749, giu. 6*«A Nicolò degli Antonini per saldo contadi per nogara L 12» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 51r).
1750*«Al m. Pietro Scio murer per piϊ fatture: L40» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 58r).
1755, nov. 4*«Pagate per lastra di vetro alla bottega che fu del Morelli: L 40» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 64v).
1765*«Stabilita da pp. Barnabiti con la città d’Udine la massima di mettere due collegi di convittori, uno di nobili e l’ altro di cittadini, e passata nel consiglio la parte di essa erezione, fu d’uopo pensare al luogo dove avessero ad abitare i secondi e loro fu da’ padri medesimi ceduta ad tempus la metà della loro abitazione a pian terreno; a fine poi di liberarsene al più presto che fosse possibile di sν fatta soggezione, i padri vennero in deliberazione di proseguire la loro fabrica, onde in essa porre a suo tempo i collegi, e siccome non v’era denaro in cassa di sorta alcuna, così sulle dovute licenze si presero mille ducati a livello francabile dalla commissione Uccellis al tre per cento, con patto di francatione cento per anno —» (A.S.U., C.R.S., 567/1, parte IV, f. 65v).
1765*Pagamenti al tagliapietra Giuseppe Toffoletto «per sue fatture nella soffitta della congregazione de’ nobili, dove hanno ad abitare i collegiali» (A.S.U., C.R.S., 567/1, parte IV, f. 66r).
1768, lugl. 7*«Pagate al vetraio per segare le palancole L 5» (A.S.U., C.R.S., 567/1, parte IV, f. 84r).
1769, febbr. 9*«Per tante al marangone Scrosob: L 69» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 91r).
1769, ag. 16*«Pagate per lastre, piombo e stagno, che ha servito per il collegio, al negozio del sig. Lorenzo Rosetti: L 190» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 93r).
1772, nov. 20*«Pagate a Santo Presano tagliapietra per varie sue opere ridotte dal sig. Luca a L 5» (A.S.U., C.R.S., 567/1, f. 103r).
[1731-1772]*Tra la coperta e i fogli cuciti del ms. 567/1 esiste una polizza di «spese fatte per il portone e rastello» senza data. Vi sono registrati tra l’altro i seguenti pagamenti: «ad Antonio Coccolo falegname L 174; a Pietro Peressoni fabro L 70; al sig. Luca Andreoli capomastro L 66; a Giuseppe Toffoletto per il portone di pietra L 105; per cantoni squarzati L 12 s 13; —; a Francesco Cobessi vetraio L 27 —; al sig. Giovanni Mattiuzzi tagliapietra L 6 s 15 —».
  Stranamente vi si trova anche segnalata la spesa di L 10 s 17 «per dazio e porto di piccolito a Milano» e altre L 48 «per la compera dello stesso piccolito».
  Ancora a «Giovanni Mattiussi» per altri lavori anche «per la camerata dei grandi L 30».
1801 «Collegio de’ nobili de’ pp. Barnabiti» (Nomenclatura, f. 5v).
1808*«Locale de’ Barnabiti calcolato per L 49743,98. Serve al colleggio de’ Barnabiti e scuole, inaffittato». Fondamenti: «con convenzione 20 aprile 1730 stabiliti li rr. Barnabiti in questa comune in qualità di religione non però mendicante ed appoggiata ad essi la direzione delle scuole pubbliche, istituite fin nel 1679 e dirrette susseguentemente dai pp. Barnabiti chiamati dalla comune, vennero loro consegnate le scuole, case, chiesa, siti murali e siti tutti adiacenti alle medesime, in allora in uso de’ pp. maestri. Nel caso solo in cui li rr. pp. Barnabiti mancassero nell’esecuzione di qualche parte della convenzione, li locali suddetti dovrebbero essere restituiti alla città con tutte le fabbriche che venissero errette sopra quel fondo senza verun rimborso della congregazione, che sarebbe pure obbligata a rilasciare alla città tutti i capitali a censo che fossero stati acquistati colla metà delle stabilite contribuzioni scolastiche. La qualità della convenzione osservata commendabilmente dai Barnabiti, l’oggetto troppo interessante della pubblica istruzione tanto a cuore dell’augusto nostro sovrano non possano a meno di ricercare le cure di questa municipalità per la preservazione di un istituto sì utile di questi fondi, ritenuto il caso della loro alienabilità nel solo frangente in cui non dovessero sussistere le scuole, che anzi a maggior vantaggio della comune e dei dipartimenti dovrebbero essere aumentate, incoraggiando in esse li attuali benemeriti direttori» (A.S.U., C., 1/Attività e passività 1808. Relazione sulle attività, n. 18).
1809*Convento e collegio dei Barnabiti (Registro delli aloggi, f. 4v).
1809*Relazione di Francesco Moretti al podestà: «Alla decima domanda che riguarda il locale de’ Barnabiti, si risponde che li locali ceduti ai pp. Barnabiti pel uso delle scuole, parte per essere disgiunti uno dall’altro e parte per l’ineguaglianza de’ fabbricati e differenti altezze di copperti, sono divisi in sette fabbricati; che un altro fabbricato fu ellevato dalli stessi Barnabiti che complementa un maggior fabbricato serviente unito alli sigg. colleggiati convitori; che tutti questi fabbricati sono sittuati nel recinto cosν detto de’ pp. Barnabiti in capo alla contrada detta del Ss.mo Crocifisso ed uniti sono segnati al c.n. 112 —» (A.S.U., C.A. I, 1, f. 5v - 7r; vedasi Appendice).
1810, apr. 25 Decreto di soppressione del convento dei Barnabiti (Bollettino delle leggi del Regno d’Italia, decr. n. 77, p. 264-267).
1810, lugl. 17*Il r. commissario di polizia P. Dolfin al podestà di Udine: «In esecuzione alle superiori Sue prescrizioni, col giorno di domani 18 corr. il mio ufficio sarà trasportato dal locale situato nel pubblico giardino al locale contiguo al colleggio degl’ ex pp. Barnabiti —» (A.S.U., C.N., 182, 1117).
1810, ott. 5*Il prefetto ingiunge al podestà che si ordini al commissario di polizia di sgombrare dal locale degli ex Barnabiti che «è stato dal governo destinato ad uso di liceo»5 (A.S.U., C.N., 182, 21389).
1811, magg. 13*«Con processo verbale — questa direzione dipartimentale del demanio deliberò al sig. G.B. del fu Lorenzo Marini, domiciliato in Udine, i libri e scaffali di provenienza delle corporazione soppresse —. Avendo il — Marini effettuato il pagamento in cassa del demanio finanza di ital. L — 333,86, — il — direttor del demanio — ingiunse di devenire alla stipulazione del finale contratto —. Il — direttore — vende al sig. Marini — i libri di provenienza delle biblioteche de’ Serviti di Gradisca, de’ Dominicani di Cormons, di Aiello, di Cividale, nonché de’ Cappuccini, Filippini, Bernabiti e Missionari in Udine rimasti disponibili in questa direzione, dopo la scelta già fatta per la r. biblioteca di Brera e per i relativi licei apparenti dai relativi cattaloghi, nonché i scaffali addetti attualmente ad esse biblioteche, meno però per quello de’ Filippini; e tale vendita ha fatta — il — direttore — per — it. — L 2103,15 —» (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10423, 425).
 °°Pianta del soppresso collegio dei Barnabiti (B.C.U., F. p., ms. 1310/34).
1811, dic. 4*Si chiede all’autorità municipale il permesso di demolire gli «otto archi che si trovano eretti sopra una parte della muraglia che divide l’orto botanico dalla strada verso il fu monastero di S. Spirito». La concessione è rilasciata in data 17 apr. 1812 (A.S.U., C.N., 179/XIX).
1826, febbr. 10*«Il podestà fa conoscere al consiglio, con il verbale 9 dic. 1825, n. 4477, essere stato costretto a prendere un partito per la preservazione dei altari esistenti nella profanata chiesa dei Barnabiti, come essi siano dati in deposito a mons. vescovo, il quale offre al comune di acquistarli per il peritale prezzo di L 600 e di commutarli con la costruzione di un altare addattato all’uso ed alla chiesa del cimitero comunale» (Arch. del comune di Udine, Verbale della seduta del consiglio comunale della r. città di Udine, prot. n. 686, seduta n. 200, p. 264-265).
1827, lugl. 28*Gabriele Pecile alla deputazione d’ornato: «Sta in cognizione della deputazione comunale d’ornato che sia stato ordinato ed eseguito dall’ing. sig. Presani un progetto di riforma e compimento locale de’ Barnabiti anche per l’unione del liceo, ma non consta ad essa in quale stato si attrovi il progetto medesimo. Qualora fosse ancora pendente e non fosse abortito, renderebbesi ad esso necessaria la conoscenza del progetto medesimo, onde conoscere la conciliabilità o meno del progetto maggiore Savoia, che, nel caso di non attendibilità del primo, sarebbe desiderabile che fosse accolto, risultando evidente il vantaggio che deriverebbe all’ornato pubblico» (A.S.U., C.A. I, 359/IX, 3033 Orn. II C). Seguono, in data 29 lugl. e 3 ag., le pratiche relative con i commenti della deputazione d’ornato (ibid.).
1828, magg. 1*«La congregazione municipale fa conoscere al consiglio il decreto governativo 9.sett. 1827 n. 33373/3993 I riguardante il fitto per li locali servienti ad uso del r. liceo e ginnasio comunale e refusione delle spese per loro manutenzione fatte dal r. tesoro e colla dimissione della perizia di fitto e di valore della fabbrica a tali usi servienti —. Il presidente osserva che il comune ha in sé la proprietà del locale ove sono stabiliti e liceo e ginnasio, che costantemente il consiglio si diresse alla conservazione e rivendicazione di tale proprietà in confronto della incompetente avvocazione alla cassa d’ammortizzazione, in forza de’ titoli stati insinuati all’autorità amministrativa e propone che il consiglio ritenga et per principio di ogni deliberazione nell’argomento portato dal decreto governativo 9 sett. 1827, essere il comune il proprietario del fabbricato serviente al r. liceo ed al ginnasio comunale — venne ammessa la proposizione con voti 25 in favore e contrari nessuno» (Arch. del comune di Udine, Consiglio dal 1826 al 1830, prot. verb. consiglio comunale della r. città di Udine, n. 1674, part. I).
1838 È adibito al r. liceo (Pianta di Udine in Piante della città, n. 28).
1842, ag. 12*P. Pietro Benedetti, ispettore dell’asilo infantile, alla congregazione municipale: «Accordato per uso dell’asilo infantile di carità quel fondo contiguo alla chiesa di s. Francesco in sostituzione dell’altro già rilasciato nell’interno del civico ospitale, trovasi —» l’ispettore stesso « — nella necessità di aprire due porte nella contrada dell’ospitale: una di accesso alla cucina, l’altra al fondo accordato —» (A.S.U., C.A. I, 342/1V, 5105 Orn. II C, con dis.).
1845 È adibito al r. liceo (LAVAGNOLO-GARLATO, Pianta).
1852*Appartiene al comune di Udine (Competenze, I, f. 3v).
1858, mar. 3*Relazione dell’ingegnere municipale alla congregazione municipale con la «descrizione dello stato e grado dei locali formanti parte del ginnasio di Udine, cessi dal comune in affitto al rev. d. Pietro Benedetti per l’istituto infantile» (A.S.U., C.A. II, 76, 139).
1879, ott. 30*L’ingegnere d’ufficio L. Bernardinis presenta un preventivo di spesa per manutenzione e rinnovamento dei locali del r. liceo (A.S.U., C.A. I, 24/ II). Queste case furono demolite nel 1902 e la lapide già esistente sul piano della casa verso Via Pischiutta fu trasportata nell’atrio del nuovo ginnasio -liceo in Piazza Umberto.6
   
NOTE1In realtà negli atti oggi esistenti in A.S.U., non se ne è trovato alcuno di Francesco Leale che in tale data riporti questa notizia.
 2Alla fine il documento precisa che nel complesso esiste anche una torre (B.C.U., ms., S. XIII, f. 43r).
 3Da un’annotazione del 24 ag. 1747 si viene a sapere che il Rimini aveva acquistato la casa il 20 giugno 1674 dalle sorelle Laura e Felicita Costantini di Venezia con rogito del nob. Ascanio Scarella (B.C.U., ms. D. XLII, f. 203r).
 4Poiché si tratta di fascicoli e carte scritti in tempi diversi e riuniti evidentemente in un secondo momento, la numerazione esistente non rispetta la successione reale dei fogli. Nel corso del presente lavoro viene citata per praticità la numerazione ricostruita secondo la attuale condizione del ms..
 5Vedasi n. 1439.
 6Oggi I maggio.
   
STUDI INEDITI CIPOLLA, Memorie, f. 12v; FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 202r - 202v, 214r - 214v; LOVARIA, Informazione onde intendere; L. PALLADIO degli OLIVI, Memorie, p. 18-20; 257-259; 263-265.
   
BIBLIOGRAFIA Ambasceria della Grecia letterata; AVOGADRO, Guida, 34; BALDISSERA, Chiesa cattolica, 93; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 228; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 97-98; BUCCO, La cultura “riccatiana”, 104-105; Campidoglio; Capitoli dei deputati della città; di CAPORIACCO, Storia dei periti pubblici, 140-141; CICONI, Illustrazione, 46; COLA, Cento anni, 28, 46-47, 115; La congregazione dei chierici regolari di S. Paolo, 253; COSTANTINI, Scuole udinesi, 46-50; DE PIERO, Antiche parrocchie, 120; FORTE, Le scuole pubbliche, 33-46; FRANCESCHINIS, Proposizioni; di MANZANO, Cenni biografici, 168-169; MARCHETTI, Le chiese della parrocchia, 29; MARCHETTI, Il Friuli, 593-599; MICHELUTTI, L’istruzione pubblica; MICHELUTTI, Scuole e precettori, 419; MISANI, Brevi cenni, 24-25; PALLADIO degli OLIVI-CAIMO DRAGONI, Memorie, 16, 33; Parti prese... 1880, 204, 206, 220, 286; PASSONE, La biblioteca; PASSONE, Note storiche; d[ella] P[ORTA], Udine scomparsa, 171-172; PICCO, Un nostro amico che non è più, 214; PICCO, Il palazzo degli studi e l’architetto Valentino Presani, 221-222; PICCO, Ricordi popolari, 71; della PORTA, Toponomastica, 162-163; Preci quotidiane; PRESANI, La necropoli udinese; Proposizioni e problemi; de RENALDIS, Della pittura, 82, 93; RIZZI, Pluralità, 484; de RUBEIS, Catalogo, 4 (1937), 5; S[ACCOMANI], Il ristauro, 22; SCALON, La biblioteca, 267, 268, 278; Le scuole dei Barnabiti nel IV centenario, 125-128; TENTORI, Architettura, 317; Vedute che più non si vedono, 30.
   
ICONOGRAFIA CECCHINI, Piazza dei Barnabiti; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 40; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 55; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 31.
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1801 Caterina Comes (Nomenclatura, f. 7v).
1808, nov. 23 I figli del q. Vincenzo Comes insieme con la madre «vendono a Mattio fu Mattio Ragozzino una casa in contrada dei Barnabiti n. 113 confinante a lev. contrada, mezz. parte collegio dei Barnabiti, parte rev. Andrea Geris, pon. Patrizio, tram. parte Bussi parte Stella; la qual casa era pervenuta nei venditori, quali eredi di Anna nata Cantoni ved. Capodaglio per testamento 14 giugno 1795, atti Bertoldi Luigi». Prezzo L 7163,506 (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10324, 128).
1809*Appartiene all’industriante Caterina Comes. Vi abita l’industriante Veneranda Giorgiuti (Registro delli aloggi, f. 4v).
1812, genn. 7*«Burati Antonio, domiciliato in questa contrada al c.n. 113 —, implora la licenza di poter fare festa pubblica di ballo per il presente carnevale —». Il permesso non è accordato (A.S.U., C.A. I, 184, Pol.).
1812, sett. 10 Francesco fu Pietro Simoni vende per L 5840 a Tomaso fu Giovanni Rinoldi e Francesco q. G.B. Giupponi «una casa con cortivo» al n. 113, in contrada dei Barnabiti. «Confina a lev. la contrada mezz. parte con fabricato e cortivo fu dei Barnabiti e parte con casa — Levis, pon. con casa delli — fratelli Patrizio, ed a tram. parte con casa delle — sorelle Bucci e parte con casa del sig. Domenico Stella». Questa casa era stata di Mattia Ragusin e passata al Simoni per sentenza aggiudicatoria (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10590, 782).
1835, apr. 20 Giovanni e Albano Rinoldi vendono ad Angelo Giupponi e Giuseppe Del Negro la casa n. 113 per L 6171 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10484, 9688).
1838, magg. 26*Disegno del progetto di riforma della casa 113 A di proprietà di Giuseppe Del Negro, di Anna Del Negro Corradina e Lucia Del Negro Pozzecco (A.S.U., C.A. I, 285/1838/VII Orn. II C, con dis.).
1847, ag. 2*«— Anna q. Giacomo Del Negro, moglie di Vincenzo Coradina —, Lucia q. Giacomo Del Negro moglie di Marco Pozzecco — hanno — convenuto il — contratto divisionale —. Vengono assegnati in — proprietà alla sign. Lucia Del Negro Pozzecco — tutti i locali del corpo della casa — costituenti l’assegno alla parte prima —». Vi è allegata l’operazione divisionale dei pubbl. per. G.B. De Nardo e Antonio Moro. La casa viene sommariamente descritta come: «costrutta di muri, coperta di coppi con relativo fondo e cortile promiscuo a lev. delle fabbriche con Giuseppe Del Negro, posta — in contrada dei Barnabiti, formante parte del c. n. 113 —, a cui confina a lev. contrada dei Barnabiti e strada interna del ginnasio comunale, pon. parte detto ginnasio e parte Giuseppe Del Negro ed a tram. parte Gerardini e parte Commessatti Luigi —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4841, 7307).
1850*A questo numero Giuseppe Del Negro risulta titolare di una filanda di seta con due fornelli (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine).
1852*Appartiene in parte a Giovanni Nigris e in parte alle sorelle Coradini (Competenze, I, f. 4v).
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1801 Sabata Buzzi e figlie (Nomenclatura, f. 5v).
1809*Appartiene a Vittoria Buzzi (Registro delli aloggi, f. 4v).
1852*Appartiene a Luigi Camuzzato (Competenze, I, f. 4v).
1858*Filanda per seta, gestita da Vincenzo Cannipati, con due fornelli (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 3).
1876*In questo periodo la casa appare unita con la n. 115. Vi tiene negozio di cereali Osvaldo Uelis (COSMI-AVOGADRO, 90).
115
1801 Giuseppe Leonarduzzi e fratelli (Nomenclatura, f. 5v).
1809*Appartiene a Caterina Leonarduzzi. Affittata all’ostessa Maria Comuzzati (Registro delli aloggi, f. 4v).
1809, dic. 7*Elenco dei beni venduti da Caterina Morandini ved. Leonarduzzi dell’eredità dei figli minori. Vi è compresa anche la «casa con fondi e due cortivetti situata — nella contrada del Cristo — al n. 115; confina a lev. la detta contrada, mezz. le sign. Vittoria e Antonia sorelle Bussi, pon. e tram. — Domenico Stella; stimata L 348,34» (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10568, 116; vi sono allegati anche due numeri delle “Notizie del mondo”, 49, 19 marzo 1810, 4 e 33, 19 febbr. 1810, 4, coll’avviso d’asta del lotto).
1811, mar. 9*Bollettino d’asta: una stanza a pian terreno ad uso di osteria al n. 115, in seguito ad atto oppignorativo del 23 gennaio 1811. Debitore risulta E. Leonarduzzi. L’esito è negativo (A.S.U., C.N., 81).
1812 Osteria “All’angelo coronato” (Esercenti).
 *Gestione di Maria Comussati.
1843, ag. 10 Antonio Trombetta q. Domenico vende a Luigi q. Vincenzo Comussati, oste casa in contrada dei Barnabiti n. 115; confina lev. calle, mezz. Comussati, pon. Antonio Gerardini, tram. idem., per L 6000 (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/I, 543).
1852*Appartiene a Luigi Camuzzato (Competenze, I, f. 4v).
1876 Vedasi n. 114.
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1801 Sign. monaca *** Pilosio de Serafini (Nomenclatura, f. 5v).
 *Affittata ad Anna Rinoldi (ibid.).
1801, sett. 28 Carlo fu Natale Bonanni, procuratore di suor Maria Crocefissa Pilosio de Zeraffini, vende a Domenico e Valentino q. Salvatore Stella casa dominicale e due casette unite sulla piazza del Fisco (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10320, Terzo degl’istrumenti, 192, f. 271r - 271v).
1809 È di Domenico Stella, negoziante (Registro delli aloggi, f. 4v).
 *Affittata al calzolaio Francesco Lessano e al domestico Lorenzo Ondervolt (ibid.).
1816, febbr. 8*Stima delle case n. 116, 117 e 118 ad opera del pubbl. per. Carlo Iacotti: «Fabbriche con fondi sopra la piazzetta detta del Fisco alli c.n. 116, 117 e 118, tenuta ad affitto parte dal sig. Giovanni Signori, parte dal sig. Giovanni Domenico Colle e parte da Luigi Ondervolt; tutto confina a lev. la contrada detta dei Barnabiti ed il sig. Domenico Trombetta fu Leonarduzzi e le sign. — Buzzi, mezz. parte detto Trombetta e parte eredi q. — Francesco Giupponi fu Comes, pon. — Patrizio ed a tram. strada pubblica del borgo di Grazzano e la detta piazzetta del Fisco». Dal documento si rileva che la fabbrica a tram. è abitata dal Signori, quella a lev. dal Colle e il n. 116 dall’Ondervolt. Inoltre si precisa che esiste «nel cortivo sopra la contrada de’ Barnabiti fabbrichetta a mezz. ad uso di rimessa» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10330, 1785).
1822, mar. 7*Giovanni Antonio Girardini presenta progetto per modifiche alla porta nella «propria casetta in calle del Cristo al c.n. 116» (A.S.U., C.A. I, 68, 930 Orn. II C).
  La deputazione non accetta e il Girardini inoltra nuova richiesta, che viene approvata ad alcune condizioni (A.S.U., C.A. I, 68, 1142 Orn. II C, con dis.).
1851°È di G.B. Castellani. Viene alzato a due piani, due finestre per piano (A.M., Ornato 1843-1851).
1852*Appartiene a G.B. Castellani (Competenze, I, f. 4v).
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1703, sett. 26 G.B. Farra q. Nicolò vende a Domenico Mitri una casa «sul cantone della contrada del Ss. Crocefisso la qual confina a sol levado co’ la strada della — contrada, a mezo dν baiarzo o corte deli sigg. Zeraffini, sol a monte la casa d’habitatione di detti sigg. Zeraffini, et a tramontana la strada di Strazzamantello» (A.S.U., N., 8300, Francesco del fu Andrea Brunalleschi, I Instrom., f. 43r - 44v).
1801 «Pilosio de Serafini, monaca servita» (Nomenclatura, f. 5v).
 *Affittuale «Michele Lopen sive Lessano» (ibid.).
1809 È di Domenico Stella negoziante (Registro delli aloggi, f. 4v).
 *Affittata al calzolaio Michele Lessani (ibid.).
1809, ott. 30 Domenico Stella domanda di poter rifare il numero della sua casa al n. 117 sulla via del Cristo in angolo con la piazza del Fisco (con dis. del pubbl. per. Pietro Borghi, A.S.U., C.N., 178/Orn.).
1815, genn. 16*Domenico Stella chiede di poter riedificare un muro nella casa di sua proprietà «posta in angolo della contrada — del Cristo al n. 117» (A.S.U., C.N., 329, 0/19).
1816, febbr. 8*Vedasi n. 116.
1822, mar. 7 È dei coniugi Cattarinuzzi. Vedasi n. 116.
1832*Relazione del capo del terzo quartiere con l’avviso n. 1050, per la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati»: la notizia è trasmessa al «salsamentaro Giovanni Ceconi e ai venditori di ferramenta Giuseppe Franzolini, Angelo Mestrani e G.B. Tosolini, al n. 117 in piazza del Fisco» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene ad Antonio Girardini (Competenze, I, f. 4v).
1856, apr. 8*Il dott. Anton Giuseppe Pari presenta progetto di riforma della facciata e ne riscuote l’approvazione dalla deputazione d’ornato (A.S.U., C.A. II, 66/1856, 2409 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Valentino Dreussi).
1876*L’edificio ospita la rivendita di liquori di Anna Carlina e il negozio del pizzicagnolo Antonio Lazzaroni (COSMI-AVOGADRO, 99, 110).
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1702, nov. 19 Giuseppe Vezzi, «avendo — ultimamente acquistata la casa, ch’era degli hon. Pontini appresso il Porton di Grazzano», domanda gli sia concessa «la stanzietta di ragion publica situata fra la detta casa d’esso — Vezzi e — il Porton, goduta finora da ser Gioseffo e fratello q. Santo Forni in virtϊ di decreto degl’ill.mi sigg. deputati 6 marzo 1679 e da essi ieri rinunziata —» (Acta, LXX, f. 265r - 265v).
1801 È della monaca Pilosio de Serafini (Nomenclatura, f. 5v).
 *Affittuale G.B. Malpillaro (ibid.).
1809 È di Domenico Stella e Patrizio Patrizio (Registro delli aloggi, f. 4v).
 *È affittata al negoziante Giovanni de Signori e al sensale G.B. Tedeschi. Vi abita l’«ingegnere in capo» Malvolti (Registro delli aloggi, f. 4v - 5r).
1816, febbr. 8*Vedasi n. 116.
1822, apr. 11*Giovanni Antonio Girardini assicura la deputazione d’ornato che «quanto prima — si presterà a far rimovere il giardino esterno al vento di tramontana —, come le viene precettato; su di che il ricorrente fa riflettere che, stante l’altezza interna del pepiano, le bisognerà alzare il marciapiedi esterno cinque centimetri» (A.S.U., C.A. I, 68, 1510 Orn. II C).
1823, dic. 16 È di G. Antonio Girardini che domanda di riformare la facciata (A.S.U., C.A. I, 89/X, 4809 Orn. II C, con dis.).
1833, lugl. 7 È di G. Antonio Girardini (A.S.U., C.A. I, 206/I, 3117 Orn. II C, con dis.).
 *Il progetto prevede l’alzamento delle porte, che secondo la deputazione d’ornato implica l’abbassamento del livello della strada (ibid.).
1834, giu. 10*G. Antonio Girardini è autorizzato ad applicare un ulteriore canale di grondaia alla propria casa (A.S.U., C.A. I, 219/I, 2519 Orn. II C).
1852*Appartiene ad Antonio Girardini (Competenze, I, f. 4v).
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1732, giu. 4*Gli eredi di Francesco Patrizio e Francesco Andreoli chiedono di appoggiare «alle mura laterali della torre al porton interiore del borgo di Grazzano» la loro casa che stanno rifabbricando «nel medesimo sito». Sostengono che «le mura della torre saranno maggiormente fortificate» e che per loro «si stabilirà qualche comodo per — il negozio» (B.C.U., ms. F.V, f. 120r).
1801 È di Patrizio Patrizio «Fabbrica per li filatoi» (Nomenclatura, f. 5v).
  Fu poi della vedova Simonati, come i n. 120-121 (Registro anagrafico, f. 4v).
1809*Appartiene a Patrizio Patrizio. «Filatoi del proprietario» (Registro delli aloggi, f. 4v - 5r).
1832*Relazione del capo del terzo quartiere circa l’avviso 1050: «Al n. 119, alla rigattiera Francesca Dalluchi» (A.S.U., C.A. I, 193).
1852 Le tre parti nelle quali la casa è censita appartengono ad Elena Simonatti (Competenze, I, f. 4v).
1876 Osteria “Al Valvasone” (COSMI-AVOGADRO, 106).
 *Gestione di Domenico Deotti (ibid.).
1883 Osteria “Al portone” (AVOGADRO, 151).
 *Gestione di Gioachino Guatti (ibid.).
1925 È del medico Ersettig. Viene rifatta.
1944, dic. 31 Durante un combattimento aereo, un aeroplano italiano colpito cadde su la casa incendiandola.
Porta Grazzano interna
  Apparteneva alla terza cinta.
1402, nov. 6*«— Super propositis, per Nicolaum de Montegnacho, tanquam procuratorem comunitatis nostre, exponentem quod omnimodo reperiantur pecunie ad faciendum certas repparaciones opportunas et necessarias, videlicet de coperiendo domum comunis de turri de Grezano intrinsecho, de turri porte Aquilegie, de turri porte Glemone intrinsecho et de turri porte Cividatis extrinsecho, de quibus turribus est opportunum ut fiat — provisio, deliberatum fuit quod ser Ieronimus de Brunaciis cancellarius comunis debeat in scriptis reducere omnes debitores debentes comunitati et tunc *** camerarius debeat ipsam scripturam debitorum recipere et in conscilio presentare et tunc ulterius providebitur —» (Annales, XIV, f. 404v).
1483, mar. 18*«— Ser Daniel de Savorgnano — exposuit quod, quia habitat in domo contigua porte interioris Grezani et — turris dicte porte sibi cederet in aliqualem commoditatem, si hec magna comunitas vellet sibi concedere dictam turrim, in qua dictus ser Daniel, si ipsa turris sibi concederetur, obligat ex nunc facere fieri omnibus suis propriis expensis unum solarium et eam tenere aptatam» (Annales, XXXVI, f. 96r).
1484, genn. 21*«— Ser Daniel de Savorgnano petiit sibi per comunitatem investiri pro se portam burgi Grezani interiorem, offerens se velle tenere ipsam portam copertam et construere unum solium et semper tenere ipsam portam in contio et in ordine» (Annales, XXXVI, f. 166r).
1484, apr. 26*La torre è richiesta anche dalla fraterna dei Battuti. Tuttavia «deliberatum fuit quod nullo modo concedantur porte interiores alicui persone terrigene neque forensi —, quia communitas — possit expeditas habere ad ponendum in eis de munitionibus —» (Annales, XXXVI, f. 169r).
1577, febbr. 6*«— Ser Eustachius Collettus — exposuit se, virtute concessionis per magnificam convocationem usque sub anno 1516 nob. q. ser Hieronymo patri suo factę, possidere turrim sive portonum interius burgi Gratiani in quo habet plura melioramenta; et quoniam id amplius , ut dicebat, nulli usui sibi suisque esse potest, decrevisse illud huic — communitati, ut nunc facit, renuntiare, salvis semper melioramentis suis, presente — ser Federico de Valvasono cive Utini supplicante concedi sibi — turrim supra dictam, asserenteque solvere antescripto Colletto illius melioramenta. Quibus auditis —, deputati proposuerunt admittendum esse — renuntiationem dictę turris — factam — et de illa investendum prędictum Federicum Valvasonum—» (Annales, LIX, f. 172r — 172v).
1659, mar. 17*«Fu — posta parte che sia — riedificato il coperto dell’antica torre interiore del borgo di Grazzano a quei segni medesimi ai quali sarà ridotta quella del borgo di Poscolle di cui è seguita la — deliberazione in questo consiglio. — Ballottata, restò presa havendo havuto voti favorevoli 151 e contrari 40» (Annales, LXXXII, f. 69r).
1659, mar. 17*«Mess. Mantovano pose parte che la suddetta antica torre1 sia discoperta, come si ritrovano altre ancora e particolarmente quella del borgo Grazzano, per evitar le spese alla città nostra—» (ibid.).
1679, mar. 6*«Gl’ill.mi — deputati —, udita la — istanza di ser Gioseffo Forni calegaro, figliuolo di Santo Forni Folgetta — intesa la concessione fatta l’anno 1667, li 22 luglio, al m. Carlo Missio et figliuoli Zavatini del commodo della stancietta di ragione publica aderente al portone interiore del borgo di Grazzano, — hanno concessa la medesima al predetto Forni conducente la stessa — per il medesimo annuo censo di pernici para uno—» (Acta, LXI, f. 18v — 19r).
1832, genn. 27*Fascicolo di documenti con domande e disegni relativi per la modifica della porta di Grazzano. La deputazione d’ornato respinge il progetto inoltrato da Pietro Antivari (A.S.U., C.A. I, 193, 434 Orn. II C, con dis.).
1869, mar. 15 Si delibera di abbattere la parte superiore della Porta Grazzano (Parti prese... 1880, 62).
1883 Viene demolito l’arco ancora esistente (“Giornale di Udine”, 17, CXLIII, 16 giu. 1883).
   
NOTE1di Poscolle.
   
BIBLIOGRAFIA AMASEI, Diarii, 252; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 115, 166; di CAPORIACCO, Udine e il suo territorio, 59; CICONI, Udine, 184; DE PIERO, Compendio, 24; JOPPI, Udine prima del 1425, XI; PASCHINI, Storia, II, 54; PILOSIO, Itinerari udinesi, 118; RIZZI, Il borgo di Grazzano, 8; RIZZI, Udine, 59, 161, 186, 192; Vedute che più non si vedono, 30; VALENTINIS, Udine antica, 27.
   
ICONOGRAFIA MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, T.
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1602, febbr. 24*«Cum annis proximis preteritis — q. — Ioannes Paulus a Secha et — Camillus Caimus pro — creditis et expensis — incantari fecissent contra — Federicum de Valvasono — domos positas in vico Grazzani penes portonum civitatis —, ideo — Gigans Helthus, maritus — d. Marchesiæ, et — Ioannes Floravantes, maritus d. Hieronymæ, filiarum et heredum — q. — Ioannis Pauli — dederunt — Camillo Caimo — omne ius — quod — ipsae dominæ earum uxores habent — super domibus —» (A.S.U., Arch. Susanna, 62, vol. A, f. 52-53v, not. Matteo Paulitto).
1609, lugl. 1 «Claudio Caimo — vende a — Pietro Feltrino una — casa posta — immediate fuori del Porton del borgo di Grazzano: confina col detto Porton, con la strada publica, col praticello in capo il gorgo — et questo con l’horticello di dietro, con la corte et stalla» (A.S.U., Arch. Susanna, 62, vol. A, not. Giuseppe Contrino, copia del not. F. Susanna).
1624, sett. 5 Alessandro q. Pietro Feltrino vende una casa in Grazzano «confinante con il Porton di esso borgo, con le nobili Gratiani, con l’acqua, detta il Gorgo, e con la strada publica, ai nob. Giulio, Orazio e Fabio Susanna» (A.S.U., Arch. Susanna, 62, vol. A, not. G.B. Paulitti copia).
1649, genn. 1°Il nob. Paolo Coletti per conto degli eredi del nob. Daniele Sforza vende ai nob. Orazio e Fabio q. Giulio Susanna «le case nel borgo di Grazzano confinanti col Portone d’esso borgo, con li nob. Graziani, col muro castellano, con l’acqua del Gorgo e la strada pubblica» (not. Giacinto Causilico).
1649, ag. 30 Mons. Fabio Susanna chiede «di poter alzare un pezzo di muro nell’antico recinto della città appresso il portone interiore del borgo di Grazzano, sopra le rovine del medesimo a fine d’assicurare la sua casa, posta immediatamente fuori del detto portone a mano sinistra —. Gl’ill.mi — deputati — hanno concesso al predetto mons. — Susanna quanto egli ha domandato» (Acta, 47, f. 225v).
1697, mar. 8 «Una casa alta e bassa, di muro, coperta di coppi, stala di muro pur coperta di coppi con una corticella anessa, orto in pianura dalla parte di ponente e un altro orto in riva verso mezodì; il tutto confina, a levante androneta hora serata che serviva di transito alle case Fresche, a mezodì muraglia castellana, a ponente la riva et piano della piazetta ove per avanti era il Gorgo, che di presente è atterrato, et ai monti strada pubblica del borgo». (A.S.U., Arch. Susanna, 62, vol. A, G. Tacelli e P. Briante).
1698, sett. 3 Grado e stima della casa del fu Giulio Susanna: «Il nob. Antonio Susana, procuratore del nob. Sebastiano suo fratello, — ha venduto — all’ ecc. Francesco et sig. Sebastiano fratelli della Chiave — la casa fu del — q. Giulio, posta in questa città fuori del Portone di Grazzano e descritta nella stima Tacelli e Briante 8 marzo 1697 —, per prezzo — di — d 1300, che, detratto l’aggravio di pernici para due, solite pagarsi a questa magn. città —, viene ad essere di neto d 1271 L 2 s 12 —» (A.S.U., Arch. Susanna, 62, vol. A, f. 1r - 2v del fascicolo relativo alla vendita, not. Girolamo dell’Hoste).
1744 «Susanna. Giulio Susana stava nella casa che si incontra a man sinistra immediatamente passato il Portone di detto borgo1, ora posseduta dei mercanti Patrizii» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 177).
1801 È di Patrizio Patrizio (Nomenclatura, f. 5v).
 *Affittuali Bergamasco e Iuri (ibid.).
1809*Appartiene a Patrizio Patrizio ed è affittata al falegname Giuseppe Peverino (Registro delli aloggi, f. 4v).
1809 La casa era di Pietro Feltrini, poi degli eredi di Giulio Susanna, quindi del medico Francesco della Chiave. Passò il 13 marzo 1725 a Sebastiano Susanna, che, con contratto 11 aprile 1725, atti Sebastiano Colombina, la vendette agli eredi del q. Antonio Patrizio cioè al sig. Francesco Andrioli (A.S.U., C.A. I/1, Attività e passività 1808, n. 10).
1843, febbr. 20*Elena Patrizio Simonetti chiede «di riformare le due esistenti finestre e di aprire una frammezzo in pian terreno, non che di riformare le due in primo piano nel tratto della facciata a sinistra dell’ingresso della prima casa posta in borgo Grazzano e marcata col c.n. 120» (A.S.U., C.A. I, 359/IX, 1428 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Eusebio Brida).
1852*Appartiene ad Elena Simonatti (Competenze, I, f. 4v).
1876 Farmacia “Alla Speranza” (COSMI-AVOGADRO, 94).
1883 Vi era la farmacia “Al Redentore” di Domenico De Candido e l’osteria “Al Duilio” (AVOGADRO, 144 e 152).
1948 Su la facciata vi è uno stemma Bellavitis. Trattoria “Al cane bianco”.
  Vedasi n. 119, 121, 122.
   
NOTE1Grazzano.
121
1801 È di Patrizio Patrizio (Nomenclatura, f. 5v).
 *Affittuale il sac. Angelo Micoli (ibid.).
1809*Appartiene a Patrizio Patrizio. Vi abita il sac. Angelo Micoli (Registro delli aloggi, f. 4v).
1845, magg. 27*Elena Simonatti chiede ed ottiene di ampliare le due finestre della propria casa n. 121 (A.S.U., C.A. I, 390/VI, 3114 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Valentino Dreussi).
1852*Appartiene a Elena Simonatti (Competenze, I, f. 4v).
1876*Vi abita il mugnaio Domenico Cainero (COSMI-AVOGADRO, 102). La casa ospita il negozio di Luigi Somma, che vende legname e materiali da costruzione (ibid., 97).
1883*Nell’edificio abita il fornaio Pietro Costantini (AVOGADRO, 145).
122
 *Fra le entrate che il comune di Udine registra nel 1809 per il bilancio dell’anno precedente, ne viene ricordata una derivante da una concessione di suolo pubblico risalente ad oltre un secolo prima.
1702, ag. 17 Il comune concede «a Girolamo e fratelli Moroldi ps 4 di terreno tra il muro dell’orto della casa, allora abitata dal medico Marzio Chiave e le fondamenta del già principiato teatro nel borgo di Grazzano, — a poca distanza dalla torre interiore del borgo medesimo ed in lunghezza dall’angolo di detto orto sino al muro dell’antico recinto della città onde si erigessero un fabbricato a comodo della loro casa» (A.S.U., C.A. I, 1/Attività e passività 1808, Elenco per le iscrizioni, n. 5).
1784, febbr. 6 I Moroldi vendettero il fabbricato al sig. Andrea Levis con atto del not. Riccardo del fu Andrea Paderni (A.S.U., N., 9973, V instr. 370, f. 451v — 453r).
1801 «Fratelli Levis tintori; ora stalla» (Nomenclatura, f. 5v).
1809*Appartiene al tintore Luigi Levis, che l’ha affittata al pistore G.B. Fior (Registro delli aloggi, f. 5v).
1814, genn. 11*Elenco dei pistori quali tengono farine presso di loro: Giuseppe Macorig, al n. 122, in via Grazzano (A.S.U., C.N., 185, 72 Pol.).
1814, dic. 11 Luigi q. Bernardino Levis vende la casa a Pietro Savoia (A.S.U., N., Riccardo fu Antonio Paderni, 10443, 342).
 *Monsieur Pietro Savoia è un «panatiere francese» (Registro anagrafico, f. 4v).
1827, apr. 23 Pietro Savoia chiede ed ottiene, con qualche modifica, porzione di fondo su la piazza per costruire la sua casa (A.S.U., C.A. I, 359/IX, 2695 Orn. II C, con dis.).
1828, apr. 24 Pietro Savoia presenta nuovo progetto, che viene approvato (A.S.U., C.A. I, 359/IX, 1531 Orn. II C).
1842, ott. 6 Antonio Savoia q. Pietro vende la casa a Clementina q. Luigi Gherardenghi Cassacco per L 145000 (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4829, 4480).
1843, magg. 11*G.B. Cassacco informa la deputazione d’ornato che a giorni darà inizio alla prosecuzione della fabbrica accordata al defunto Pietro Savoia. Segue il nulla osta (A.S.U., C.A. I, 359/IX, 3356 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene al r. liceo (Competenze, I, f. 4v).
1876*L’edificio ospita il negozio di liquori di Pietro Riva: vi sono segnalati come inquilini anche i fratelli Schiavi1, fabbricatori di pesi e misure, e lo stalleggiatore Antonio Pauluzza (COSMI-AVOGADRO, 99, 109, 114).
1883*Nella parte marcata 122 E ha recapito il pubblico vetturale Francesco Iseppi (AVOGADRO, 159).
1948 Farmacia Colutta.
   
NOTE1Per gli Schiavi fabbricatori di strumenti di precisione: PICCO, Ricordi, 112.
* Teatro Contarini
1672, mar. 20*Decisione del maggior consiglio della città: «Andarà parte che proponemo — che — dai fondamenti sia fabricato in quel sito che parerà piϊ aggiustato e luntano da ogni pericolo il corpo et il teatro con tutto quello che occorre per recitarvi e comedie e opere musicali e trattenimenti e recreatione d’ogni ordine e creation di soggetti massime nel tempo di carnevale et che habbia il nome di teatro Contarini — et unire al —teatro un luogo adeguato sotto coperto per l’essercitio tanto riguardevole della cavallerizza, che tutto risultarà a maggior lustro — della — città —» (Annales, LXXXVII, f. 11r - 11v).
1672, mar. 30*Elezione di tre «presidenti alla fabrica del nuovo teatro Contarini» nelle persone del co. Daniele Asquini, di Marc’Antonio Sforza e Giacomo Marchi (Annales, LXXXVII. f. 26v).
1672, lugl. 29*«Noi sette deputati della città di Udine comunichiamo alli decani dei borghi di questa città che debbano cadaun di loro commandar un carro con la barella e due huomini col badile per dimani a dar principio all’asportatione della terra nel sito di Grazzano, ov’è destinata la fabrica del nuovo teatro Contarini, continuando i giorni seguenti la detta opera fino che sarà terminata essa asportatione necessaria —» (Acta, LVII, f. 355v).
1674, febbr. 5*«La notte del primo corrente nel teatro Contarini, sula sala superiore del palaggio nostro publico da mano empia — fu preparato il loco a tempo con michia accesa e polvere sulfurea per ardere nelle ore che i popoli fussero in riposo —. Andarà dunque parte che — col autorità di questo — maggior consiglio sia immediatamente disfatto il teatro erretto nella sala superiore —. Et perché di presente non si ritrova denaro del credito che tiene la nostra città per la duodecima parte, ch’è tenuto contribuire il — clero nelle gravezze de mandato Dominii, applicato la nuova fabrica del teatro Contarini, con parte di questo conseglio di 20 marzo 1672 sia — deliberato che alla cassa siano per puro e semplice imprestito dati ducati doi mille dei dinari publici della città, cioè cinquecento di presente e gli altri nei tre anni seguenti —, accioché possa continuarsi la fabrica — e sia fatta pure nel sito stesso, ma la construttione del solo teatro schietto a piè piano con semplici muraglie et a modo di Venetia, e continuata col estratto che doverà sollecitarsi con ogni applicatione del sudetto credito delle gravezze de mandato Dominii — e — che tutti li palchi che saranno fabricati siano — dell’istessa città —» (Annales, LXXXVII, f. 132v - 134v).
1702, ag. 17*Vedasi n. 122.
   
STUDI INEDITI CASANOVA, Il Liberty, 1; ill. 70, 92, 93.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, I vecchi teatri, 101, 104; MISANI, Brevi cenni, 1-38.
123
1801 Nob. sig. Francesco e figli Cirio; loro abitazione (Nomenclatura, f. 5v).
1809*Appartiene a Francesco Cirio (Registro delli aloggi, f. 5v).
1812, genn. 17*Francesco q. Girolamo Cirio vende a Francesca Mosolo ved. Mellini casa n. 123, per L 3172, in Cussignacco. «Confina a lev. e sett. — Vincenzo Canciani in loco del r. demanio, rappresentante l’avvocato monastero di S. Spirito, mezz. Madalena Vannini Masero, pon. strada —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10588, 563).
1832 È di Francesca Mellini; domanda di ridurre rettangolari le finestre ad arco del primo piano (A.S.U., C.A. I, 193, 2556 Orn. II C).
1839, sett. 16 Francesca Mosolo ved. Mellini vende a Giuseppe Prospero casa n. 123 per austr. L 7714, 28. Confina lev. e tram. Canciani, mezz. eredi Adriano Masari, pon. borgo (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10493, 12381).
1839, ott. 8*Giuseppe Prospero vuole «riformare la medesima col formare due finestre ad uso di rebati ove esistono le due piccole a formare la porta fra le medesime nonché rimetere li stipiti di pietra nelle quatro finestre al primo piano in luogo di mattoni». Dalla risposta della deputazione d’ornato, che concede il permesso alle solite condizioni, si deduce che la porta dovrebbe aprirsi su una falegnameria (A.S.U., C.A. I, 299/XX, 5679, Orn. II C).
1843, apr. 10*Il falegname Giuseppe Prospero «dopo la riforma da lui anni or sono eseguita della facciata guardante il borgo — ha ora divisato d’innalzarla» (A.S.U., C.A. I, 406/II, 2601 Pol. Giud. IX D, con dis.).
1843, magg. 10*Presentazione del progetto (A.S.U., C.A. I, 406/II, 3146 Orn. II C).
1846, genn. 9 È di Giuseppe Prospero; viene alzata (A.S.U., C.A. I, 406/II).
 *L’ispezione municipale accerta la mancata esecuzione degli obblighi di legge relativi alle tubature delle grondaie. Segue un impegno formale di eseguire il lavoro entro 30 giorni. L’ing. Lavagnolo il 25 apr. riferisce che l’opera è stata compiuta (ibid.).
124
1744 «Venzoni. Essendo mancato Girolamo Venzoni senza lasciar figli maschi, la sua casa passò ai Vannini, avendo Girolamo Vannini sposata Maddalena, una delle sette figlie del detto Venzoni» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 190).
1801 Nob. Elisabetta Vannini (Nomenclatura, f. 5v).
 *Affittata all’ortolano della medesima (ibid.).
1809 È di Adriano Maseri (Registro delli aloggi, f. 5v).
 *Vi abita l’ortolano G.B. Sostero (ibid.).
1826, sett. 16 Adriano Maseri ed Elisa Del Mestri coniugi vendono, con patto di recupera, «le due casette — in borgo — Cussignacco, annesse al luogo dominicale Masero fu Vanini — n. 124, 125 — tra i confini di pon. borgo di Cussignacco ossia contrada della Vigna e parte il cortivo affittato di — Masero, mezz. parte luogo dominicale e parte Dottori, tram. ed a lev. porzioni di fabbriche e fondi — del soppresso convento di S. Spirito —» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10552, 2740).
1826, nov. 16*Angelo Sostero «proprietario delle dui casette poste in — borgo di Cussignacco ai c. n. 124, 125» presenta un progetto di riforma che viene approvato (A.S.U., C.A. I, 100/1826/II, 3999 Orn. II C, con dis.).
1847, mar. 3*Giuseppe Zandigiacomo, «divenuto proprietario — della casa, situata in — borgo Cussignacco — n. 124, 125, — desiderando rialzarla onde formare il granaio in luogo dell’impraticabile soffitta», presenta progetto, che viene approvato (A.S.U., C.A. I, 422/1847/IV, 1552 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Giuseppe Zandigiacomo insieme con la casa n. 125 (Competenze, I, f. 4v).
125
1801 Nob. Elisabetta Vannini (Nomenclatura, f. 5v).
 *Affittuale Meneghina Zamparutti (ibid.).
1809 È di Adriano Maseri (Registro delli aloggi, f. 5v).
 *Al momento sfitta (ibid.).
1826, sett. 16 Vedasi n. 124.
1826, nov. 16 Vedasi n. 124.
1847, mar. 3°°Vedasi n. 124.
1852*Appartiene a Giuseppe Zandigiacomo (Competenze, I, f. 4v).
1876*Vi abita il professore di contrabbasso Luigi De Campo (COSMI-AVOGADRO, 103).
126
1801 Nob. Elisabetta Vannini; sua abitazione (Nomenclatura, f. 5v).
1809 È di Adriano Maseri (Registro delli aloggi, f. 5v).
1822, lugl. 27*Vi hanno domicilio Adriano del fu Quintilio Maseri e la moglie Elisa del Mestri (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10546, 1658).
1828, febbr. 28 Elisa del Mestri ved. Maseri vende per austr. L 4200 a Marco fu Giuseppe Cigaina la casa in borgo Cussignacco n. 126; «confina a lev. orto fu Maseri, poi del prof. Angelo Sostero, mezzodν Dottori, pon. borgo, tram. fondi e casa fu Maseri ora Sostero». La casa era stata dei Vannini, quindi di Adriano q. Quintilio Maseri (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10554, 3124).
1828, giu. 26*«L’abbate — Angelo del fu Pietro Sostero, professore di rettorica vende al prof. Iacopo Pirona1 del fu G.B. — professore di belle lettere —, la porzione dell’orto — dietro la casa marcata dal c.n. 126 ed aldilà del frapposto cortile degli eredi del fu — Adriano — Masero, cioè dalla estrema parte di detto orto, avendo a mezzodν in confine il — Dottori progredindo per tutta l’area tra le linee di levante in confine con porzioni di fabbriche e fondi furono di ragione del soppresso convento di S. Spirito e di ponente in confine col — cortile Masero sino al punto di tramontana a linea retta del muro scoperto ch’esiste, dividente il cortile stesso Masero e l’altro di proprietà del prof. Sostero, che riserva in se stesso la restante porzione dell’orto a tramontana della porzione di cui si contratta, sino il fermo punto rettilineo del muro divisorio delli due cortivi suddetti —. Cede pure — il diritto di transitare per il portone, portico e cortivo nel corpo della casa Masero suddetta al c.n. 126 e interno cortivo — tra i confini a pon. borgo di Cussignacco o contrada della Vigna, tram. erano casette Masero, ora nuovo casino Sostero e fondi annesso, a lev. l’operazione contrattata di orto —». Prezzo austr. L 900 (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10554, 3075).
1836, nov. 24*A Domenico Sabbadini «possessore d’una porzione di casa — n. 156 fu Maseri, per ridurla affittabile — si rende necessario un ingresso — erigendo — anche un ponte sul roiello che scorre lungo il borgo davanti la casa». Il permesso viene concesso, previe alcune precauzioni circa i lavori sul ruscello (A.S.U., C.A. I, 254/X, 6494 Orn. II C, con dis.).
1852 È di Candido e Nicolò Angeli (A.S.U., C.A. I, 527/VIII, 3135 Pol. Giud. IX D, con dis.).
 *Gli Angeli presentano nuovo progetto per la costruzione parziale della casa e chiedono la convocazione del vicino Giacomo Canciani. Al processo verbale del 24 maggio costui non si presenta e pertanto la pratica passa agli atti (ibid.).
1853, ag. 24*Nicolò e Candido Angeli «proprietari di tutta la casa sita in borgo Cussignacco al c.n. 126» chiedono ed ottengono di riformare la stessa (A.S.U., C.A. II, 66, 5972 Orn. II C, con dis.).
   
NOTE1Per Jacopo Pirona: MARCHETTI, Il Friuli, 600-611.
127
1801 Nob. dott. Antonio Dottori (Nomenclatura, f. 5v).
1809*Appartiene al dott. Antonio Dottori. Vi abita il sagrestano G.B. Zulian (Registro delli aloggi, f. 5v).
1828*Vedasi n. 128.
1852*Appartiene a Felice Cagli (Competenze, I, f. 4v).
1876*Felice Cagli1 e figlio, conciapelli; Luigi Croatto tintore (COSMI-AVOGADRO, 84, 115).
1945 Fu distrutta da una bomba aerea.
   
NOTE1Per l’attività dei Cagli, fabbricanti anche di candele di sego: MASON, Udine economica. Commercio, 350, 352; PICCO, Ricordi, 142-143.
128
1786, ag. 30 Il rev. Antonio q. G.B. Dottori cede in enfiteusi a Teresa q. Valentino Beccaris casa «in borgo Cussignacco, che confina a lev., mezz. e tram. con gli stessi sigg. fratelli Dottori, ed a pon. strada — del borgo» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9974, VIII/ instr., 655, f. 797r - 798v).
1801 Nob. dott. Antonio Dottori (Nomenclatura, f. 5v).
 *Affittuale Teresa Beccaris (ibid.).
1809*Appartiene al dott. Antonio Dottori ed è affittata all’industriante Teresa Beccaris (Registro delli aloggi, f. 5v).
1852*Felice Cagli1 (Competenze, I, f. 4v).
1876*Vedasi n. 127.
   
NOTE1Per Felice Cagli, vedasi n. 127.
129
1801 Nob. Antonio Dottori (Nomenclatura, f. 6v).
 *Affittuale Caterina Mesaglio (ibid.).
1809*Appartiene al dott. Antonio Dottori ed è affittata al pistore Marin Chiaprin (Registro delli aloggi, f. 5v).
1852*Appartiene a Felice Cagli1(Competenze, I, f. 4v).
1876*Vedasi n. 127.
   
NOTE1Per Felice Cagli vedasi n. 127.
130
1801 Giuseppe Casi (Nomenclatura, f. 6v).
 *Affittuale Anna Genussio (ibid.).
1809*Appartiene a Giuseppe Casi. Vi abita l’industriante Anna Genuzia (Registro delli aloggi, f. 5v).
1818, lugl. 7 Francesco q. Giuseppe De Zorzi, erede di Girolamo Cora vende a Girolamo ed Antonio Venerio q. Francesco la casa in borgo Cussignacco n. 130 «che confina a lev. con fondi delli — Venerio loco Di Lena, mezz. con casa della — fratterna della — Concezione, ora del r. demanio, pon. col borgo, — tram. — fratelli Dottori» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10600, 2312).
1826, lugl. 2*Gerolamo e Antonio Venerio vendono a Giovanni Nigris otto case, distribuite tra i n.c. 130, 131, 132, 133, 134, 135 e una non coscritta nella numerazione ufficiale, «quali case, con cortivo ed orto, tutte unite confinano a lev. sig. Vicenzo Canciani loco r. demanio, fu monastero di S. Spirito, a mezz. parte pubblico macello e parte Giuseppe pon. parte Domenico Biasutti loco demanio, fu della fraterna della Concezione e parte borgo Cussignacco ed a tram. — Teresa Decanis — Dottori —» (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 634, 1611).
1852*Appartiene a Giovanni Nigris (Competenze, I, f. 4v).
1876*Vi ha negozio il conciapelli Pietro Nigris1 (COSMI-AVOGADRO, 84).
   
NOTE1Per l’attività di Pietro Nigris: FALCIONI, Industrie udinesi, 350, 351.
131
1801 Giacomo Antonelli (Nomenclatura, f. 6v).
 *Affittuale Agostino Marchi (ibid.).
1809*Appartiene a Giacomo Antonelli ed è affittata al rivendugliolo Giovanni Travano (Registro delli aloggi, f. 5v).
1811, giu. 29 Giacomo q. G. Domenico Antonelli vende a Gabriele q. Domenico Pecile le case n. 131, 132, 133, 134 e 135 confinanti a lev. ex collegio di S. Spirito, a mezz. Storellis e macello, a pon. ex fraterna della Ss. Concezione, a tram. sigg. Dottori di Monfalcone (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10326, 562).
1815, febbr. 23°Gabriele Pecile vende a G.B. fu Santo Di Lenna le case da n. 131 a 135 in borgo Cussignacco, confinanti lev. orto dell’ex collegio di S. Spirito mezzodν macello e Giuseppe Gottardo, pon. fraterna della Concezione, ora Domenico Biasutti e la casa dei sigg. Dottori, ora di Teresa Berctiaris, le quali case hanno ingresso mediante un sottoportico posto sotto la camera dell’ex fraterna della Concezione. Prezzo L 8072 (Not. Giovanni Bertoldi).
1826, lugl. 2 Gerolamo ed Antonio Venerio vendono a Giovanni di Fleoreano Nigris «casa con orto contigua sotto lo stesso numero condotta da d. Lucia, moglie relitta del q. Giovanni Travano ed ora moglie in secondi voti di Giuseppe Palozzi, figlio del vivente Pietro» (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 634, 1611).
1852*Appartiene a Giovanni Nigris1(Competenze, I, f. 3v).
1883*Recapito dell’avv. Giacomo Onofrio (AVOGADRO, 138).
   
NOTE1Vedasi n. 130.
132
1801 Giacomo Antonelli (Nomenclatura, f. 6v).
 *Affittuale G.B. Dornis (ibid.).
1809*Appartiene a Giacomo Antonelli ed è affittata al calzolaio G.B. Dordi (Registro delli aloggi, f. 5v).
1811, giu. 29*Vedasi n. 131.
1826, lugl. 2*Venduta insieme con altre case, ai nn. 130, 131, 133, 134 e 135 dai fratelli Venerio, che secondo la testimonianza del notaio l’avevano acquistata da G.B. Lenna con istrumento del not. Cassacco in data 26 lugl. 1815, a Giovanni Nigris (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 634, 1611).
133
1801 Giacomo Antonelli (Nomenclatura, f. 6v).
 *Affittuale Marco Noal (ibid.).
1809*Appartiene a Giacomo Antonelli ed è affittata all’industriante Giovanni Policardi (Registro delli aloggi, f. 5v).
1811, giu. 29*Vedasi n. 131.
1826, lugl. 2*Vedasi n. 130.
1852, mar. 11*Progetto di riforma della facciata (A.S.U., C.A. II, 66, 1851 Orn. II C, con dis.).
134
1801 Giacomo Antonelli (Nomenclatura, f. 6v).
 *Affittuale G.B. Foi (ibid.).
1809*Appartiene a Giacomo Antonelli ed è affittata al falegname Pietro Palazzi (Registro delli aloggi, f. 5v).
1811, giu. 29*Vedasi n. 131.
1812 Osteria “Al carradore” di G.B. Oruzio, ivi residente (A.S.U., C.N., 184, Esercenti).
1826, lugl. 2*Vedasi n. 130.
1828, ott. 9*Antonio Sbainaro «in seguito all’autorizzazione n. 134, 25 agosto decorso — di aprire alcune finestre nella facciata della casa —», obbligato alla demolizione di un «antico» poggiolo, chiede il permesso di costruire una terrazza sul tetto. La deputazione d’ornato è favorevole; quindi il permesso è concesso (A.S.U., C.A. I, 148/X, 4271 Orn. II C, con dis.).
1839, sett. 16*«— Francesca Mosolo Melini — vende — al — sig. Giuseppe Prospero — casa costrutta di muri, coperta di coppi, con fondi di cortivo ed orto e fabbricato interno, pure costrutto di muri e coperto a coppi, situata in — borgo di Cussignacco, marcata col c.n. 134 —, a cui confina a lev. e tram. il sig. Vincenzo Canciani, loco demanio, mezz. li eredi del fu Adriano Masero ed a pon. il — borgo —. Questa vendita viene fatta — per il prezzo — di ex d 2250 — pari ad austr. L 7714, 28 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10493, 12381).
135
1801 Giacomo Antonelli (Nomenclatura, f. 6v).
 *Affittuale G.B. Pascoletti (ibid.).
1809*Appartiene a Giacomo Antonelli ed è affittata al «beccamorti» G.B. Pascoletti (Registro delli aloggi, f. 5v).
1811, giu. 29*Vedasi n. 131.
1826, lugl. 2*Vedasi n. 132.
136
1801 Casa del consiglio della fraterna della Concezione (Nomenclatura, f. 6v).
1809 È del r. demanio (Registro delli aloggi, f. 5v - 6r).
 *Vi abita il calzolaio Giuseppe Canciani. «La stanza in secondo piano era una volta ad uso della riduzione del consiglio della scuola detta B. Vergine della Concessione» (ibid.).
1811, giu. 23 Il demanio vende la casa a Domenico Biasutti e consorte (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10423, 439).
1811, nov. 8 Domenico Biasutti e moglie vendono, con patto di recupera, a Francesco di G.B. Braida la casa al n. 136 per L 951,72. «Confina a lev. con — Gabriele Pecile in loco Antonelli, a mezz. Giuseppe Canciani — loco Antonelli, a pon. il roiuzzo ed il borgo ed a tram. passalizio consortivo — e parte — Giuseppe Casi e — detto — Pecile». La casa era stata della B.V. di Concezione della Vigna (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10297, 205).
137
1365, giu. 28 Testamento di Francesco muratore q. Rumboldo. Lascia al duomo un legato di annui den. 44 sopra le sue case «in villa porte Cussignaci» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 270r).
1394*Mathia e Domenico Fusari coniugi. «Ab una parte possident heredes olim Stephani de Porta Cussignaci, a secunda Peregrinus qui fuit de Lavariano, a tertia parte est quadam androna per quam itur ad certos hortos et per ante est via publica» (ibid.).
1511*«Quelli del Pellis in loco di Iacum vassellar pagan de livello — lb 11» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 271v).
1643, mar. 5 Gli eredi q. sig. Lorenzo Franceschinis et d. Betta Pellis in luoco di Biacio Pellis e di Bernardin Aulivo pagano di livello sopra una parte di casa, fu del Strazoso, danari 22. «La casa — è di presente possessa ed abitata per d. Elisabetta Pellis, posta nel borgo di Cussignacco, nella corte dei guantari, sotto il volto; confina a sol levado coi muri delle roste, a mezodν con Pietro pivador detto Cittaro di Fraelacco, mediante la casa da lui abitata di raggione di ser Pietro Riccio, a sol a monte col rivolo del borgo, ed ai monti coll’orto della ven. Concezione» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 269v).
1719, magg. 2 «Il nob. — Antonio q. — Michiele Pelatis di Cividale per nome suo, della nob. — Barbara sua madre e del nob. — Francesco suo fratello, vende a — Pietro q. Zuanne Fattor, nativo di Faedis ora abitante in Udine — una casa — nel borgo Cussignacco; — confina a lev. Antonio Serli, a mezz. — Sebastian Francescone, a pon. strada — alle monti la — fraterna della — Concezione —. E ciò per prezzo — di ducato cento e ottanta —» (A.S.U., N., Nicolò Aloi, 8109, X instr., f. 7r - 8r).
1743*La casa è abitata in parte da Francesco Franceschinis e parte dalla sorella dello stesso «maritata in — Bortolo Beltramini che scrive in cancelaria» (A.S.U., C.A., 89/20, partita 33).
1750*«G.B. Michieli possessore della prima delle due case —; Pasqua Crema sopra altra casa» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 273v).
1801 Giacomo Antonelli (Nomenclatura, f. 6v).
 *Affittuale Giuseppe Travisano (ibid.).
1809*Appartiene a Giacomo Antonelli. Vi abita l’industriante Maddalena Travaina (Registro delli aloggi, f. 5v).
1810, sett. 14*«Desiderano Bernardo e Giuseppe Canciani, figli di Francesco, di ridurre la — casa sita — al n. 137 — accrescendo due finestre pel solaro sott’i coppi, nonché di restaurare il porton d’ingresso ch’è imminente a cadere». Davanti scorre un «roggiello» (A.S.U., C.N., 178).
1815, ag. 23 Giuseppe di Francesco Canciani vende a Giuseppe Di Gottardo casa n. 137. Conf. lev. acquirente, mezz. macello, pon. roiello e tram. demanio (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10303, 816).
1852*Appartiene a Giovanni Nigris (Competenze, I, f. 4v).
   
BIBLIOGRAFIA G.B. C[ORGNALI], Stalin a Udine, 169.
138
1801 Antonio Storelli (Nomenclatura, f. 6v).
 *Affittata ad Anzola Veronese (ibid.).
1809*Appartiene al «patrocinante» Antonio Storelli. «Casa inabitata che serve ad uso di scorzeria» (Registro delli aloggi, f. 5v - 6r).
1812 Osteria “Al commercio” di Mattia Iuri, ivi residente (Esercenti).
1817, nov. 19*Il cursore municipale presenta a Pietro Micoli, al n. 138, una diffida a munirsi di licenza di polizia (A.S.U., C.A. I, 10).
139
1801 Giacomo Tomba (Nomenclatura, f. 6v).
 *Affittata a Cattarina Comuzzi (ibid.).
1805 Acquistata dal comune per il nuovo macello costruito nel 1805 (A.S.U., C.A., 93/37).
 *Vedasi n. 140 e 141.
 *Nel progetto dei lavori di sistemazione e consolidamento, a cura dei capimastri Francesco Periotti e Leonardo Presani, vengono citati due tagliapietre, Toffoletto d’Attimis per una finestra del primo piano (24 ag. 1805) e Pietro Alessio per il portone e varie finestre (21 giugno 1805). Come fornitore di mattoni è citato il fornaciaio Stefano Faidutti (27 agosto 1805) e come, pittore dello stabile, Carlo Percoto (9 sett. 1805) (A.S.U., C.A., 93/37).
1808 «Fabbricato in borgo di Cussignacco ad uso di macello, valutato L 14567,28; in causa di affitto esigesi un testatico delle bestie macellate, e questo si calcola in anno L 1734,59. La situazione infelice, in cui è posto il locale, potrebbe rendere difficile la sua alienazione senza speranza di prezzo maggiore al valutato» (A.S.U., C.A. I, 1/Attività e passività, 13).
1809 Macello comunale (Registro delli aloggi, f. 5v - 6r).
1852*Appartiene al comune di Udine. Macello (Competenze, I, f. 4v).
140
1801 Antonio Policardi (Nomenclatura, f. 6v).
 *Affittuale Teresa Rieppi (ibid.).
1805, mar. 13 Il comune acquista casette presso la porta di Cussignacco, per la costruzione del macello, da Giulia Osmiani1 Policardi per d 1500 (A.S.U., C.A., 93/73 e A.S.U., N., Ignazio Brunelleschi, 10162, IV instr., 532, f. 731v - 733r).
1809*Appartiene a G.B. Braida. Vi abita il tessitore Pietro Danelutti (Registro delli aloggi, f. 5v).
1852*Appartiene al comune di Udine. Macello (Competenze, I, f. 4v).
   
NOTE1Un docum. del 23 febbr. 1745, con il quale Giacomo Spaetti vende al pellicciaio Marco Osmiani una casetta «in capo il borgo di Cussignacco», da lui acquistata all’asta il 5 marzo 1740, confinante «a lev. e a mezz. con la strada attorno le mura di questa città parte e parte col detto borgo di Cussignaco, a sol a monte con casetta di ragione de’sigg. Cavalli parte e, parte di ragione Pellis, ed alle monti con orto del monastero di S. Spirito» (A.S.U., C.A. I, 10/IV, not. L. Cavassi) indurrebbe a pensare che la casa sia pervenuta a Giulia Osmiani per eredità paterna o per dote. Potrebbe però trattarsi anche della casa n. 141.
141
1801 Posleppi e Policardi (Nomenclatura, f. 6v).
 *Affittata a Caterina Castellani (ibid.).
1805 È di Anna Osmiani Posleppi. Viene acquistata dal comune per il nuovo macello (A.S.U., C.A., 93/37 e A.S.U., N., Ignazio Brunelleschi, 10162, IV instr., 532, f. 731v - 733r).
1809 È di Giuseppe Fabrizio tappezziere (Registro delli aloggi, f. 5v).
 *Vi abita il muratore Antonio Fabrizio (ibid.).
1852 Appartiene al comune di Udine. Macello (Competenze, I, f. 4v).
1877, apr. 26 Il consiglio comunale approva il progetto dell’ing. Locatelli per la costruzione del nuovo macello al posto dell’attuale ampliato col fondo della fossa (Parti prese... 1877, 266).
   
BIBLIOGRAFIA di CAPORIACCO, Udine. Appunti, 134; Parti prese... 1879, 326; Parti prese... 1880, 351; Parti prese... 1898, 74; della PORTA, Toponomastica, 117-118; PUPPATI, Incrementi, 41; TENTORI, Architettura, 378; Udine. 100 anni, 38.
Porta Cussignacco
  Apparteneva al quarto recinto. Nel 1878 fu abbattuta la torre e sostituita con una barriera in ferro che fu soppressa in questo secolo.
1549, mar. 14*Provvedimenti per il restauro della torre (Annales, LII, f. 151r).
XVIII sec., seconda metà°°Mappa dell’area limitrofa dal lato di via Cisis (B.C.U., A.C.A., ms. X.LXXXVI, cc.114v-115v).
1809*Vi abita il parrucchiere Antonio Ugoni (Registro delli aloggi, f. 5v).
1838*Il Comune affitta la torre a Elisabetta Chiurlo Ugoni, per il canone annuo di L 81, con scadenza al 21 nov. 1845 (A.S.U., C.A. I, 282, Attività... 1838/35).
1848*La torre è affittata a Biagio Pecile (A.S.U., C.A. I, 422/Attività... 1848. Fitti di casa e spazi, n. 30).
1855*Il proto mastro ferraio Antonio Fasser, sotto la sorveglianza di Giuseppe Zandigiacomo e direzione dell’ing. Faustino Torni, ha preparato il cancello di ferro per la porta. Il collaudo è effettuato il 16 nov. (A.S.U., C.A. I, 843/XV, 2605 e 2306).
1870, genn. 5*La sezione tecnica del comune alla giunta municipale: «Lo stato della torre a Porta Cussignacco, riconsegnata dal sig. Mioni Luigi è assai in disordine. Il malvezzo di spaccar le legna sul pavimento ha fatto sν che all’intorno del focolaio, per una superficie di m2 2, le tavelle di cui è composta, sono ridotte in frantumi ed in parte scomparse del tutto. L’invetriata della finestra nell’andito d’ingresso è scomparsa, come pure quella che chiudeva l’abbaino che dà luce alla scala che mette al secondo piano. Lo scuro di porta della stanza in secondo piano respiciente il borgo, dopo averlo fatto servire di serramento al porcile, ch’esso avea struito sotto la scala esterna, se lo portò con sé quando sgombrò i locali, come lo testifica la sign. Drusini Maria, fruttivendola vicino alla porta Cussignacco —» (A.S.U., C.A. II, 65, Sez. tecn. n. 9/VIII).
1872-1873*Lavori di manutenzone e di adattamento, contemporaneamente alle altre torri urbane (A.S.U., C.A. II, 65/116).
  La demolizione e la ricostruzione della scala esterna con relativo coperto di legname, sono affidati al falegname Luigi Peschiutti, con deliberaz. municipale 19 apr. 1873, n. 3916 (A.S.U., C.A. I, 843/XV, 2605 e 2306).
   
STUDI INEDITI L. PALLADIO, Cronaca, 335-336.
   
BIBLIOGRAFIA BIANCHI, Indice, n. 4178, 133; BRAGATO, Guida, 69; DE PIERO-GUALANDRA, Compendio, 27; JOPPI, Udine prima del 1425, XI; Parti prese... 1880, 109; PILOSIO, Itinerari udinesi, 119; RIZZI, Udine, 61, 161, 186, 192.
   
ICONOGRAFIA [F. BERTELLI], Città d’Udine; [P. BERTELLI], Città d’Udine; CADORIN, Udine città; [CORONELLI], Udine; GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli; LASOR A VAREA, Udine metropoli; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine; RASICOTTI, L’antica et nobilissima città d’Udine; SCOLARI, L’antica et nobilissima città d’Udine; [SCOTO], Udine metropoli del Friuli; SPINELLI—DALLA VIA, Novissima pianta.
142
1676°Casa Susanna1: confina a levante lo stesso sig. Susanna (Odorico) e parte l’eredità del q. Giovanni Leonardo Carlevariis che hanno il loro ingresso nella contrada di Cussignacco, a mezzodì strada che gira attorno le mura della città, a ponente l’androna della Vigna et ai monti l’andronella della Vigna (B.C.U., Carte Susanna, 61).
1793, genn. 6*«— Mattia, figlio del sig. Andrea Zara —, desiderando — d’aver un sussidio dal — padre — con la consegna della legitima inter vivos, massimamente in effetti e machine inservienti ad uso di fillatorii, nel qual mestiere si è con compiacenza del padre sempre occupato, e condiscendendo il sig. Andrea a compiacerlo, — Andrea q. — Andrea Zara — cede — li tre fillatori con tutti li attrecci d’incanatori ed altro bisognevole per la loro corsa, che sono posti — nella casa oggi Dorta — al sig. Mattia Zara di lui figlio — e ciò pel prezzo di d 300 —» (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, II instr., 339, f. 355v - 356r).
1801 Mattia Zarra (Nomenclatura, f. 6v).
1801, apr. 4*«Andrea Zarra — ha — venduto — al sig. Velerio q. Giacomo D’Isep del Canale di Soldo, teritorio belunese, abitante in detta città — una casa composta in piano ad uso di fornelli e sopravia con due sollari, esistente nel recinto del borgo di Cussignaco, confina a lev. con la restante casa rimasta al sig. Zarra, mezz. la strada che va attorno le — mura, pon. — G.B. Cosatto ed a tram. — cortivo, ad uso d’orto rimasto al venditore —, importante d 692 L 1 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, III instr., 347, f. 448r - 448v).
1804, lugl. 19*«Valerio q. Giacomo D’Isep — di Soldo, territorio belunese, acquistò dalle mani del sig. Mattia Zara q. Andrea — una casa — situata nel borgo di Cusignaco appresso le pubbliche mura, confinante a lev. e tram. con case e cortivi rimaste al sig. Zarra, mezz. la strada che va attorno le mura ed a pon. orto del sig. G.B. Cosatti, ora del sig. Pietro Andrioli, col patto però di preferenza in caso di vendita ad esso Zarra —; avendo — fatto l’offerta al sig. Mattia Zarra — ed avendo egli — risposto di non essere al caso di fare tale acquisto —, esso sig. Valerio — ha — venduto — al — nob. Francesco figlio del nob. — G.B. de Braida la — casa abbracciata dall’antidetto instr. di man mia, 4 apr. 1801 —, per — d 550 —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, V instr., 468, f. 426r - 426v).
1809*Appartiene all’industriante Mattia Zara e al tappezziere Giuseppe Fabrizio. Nella parte di proprietà del Fabrizio abita lo «scorsaro» Stefano Gorgolessi (Registro delli aloggi, f. 5v).
1809, nov. 28*In seguito ad atto oppignorativo del 17 agosto 1809, viene messa all’asta la casa contro Mattia del q. Andrea Zara. L’asta rimane senza esito (A.S.U., C.N., 80, Asta).
1812, magg. 26*In seguito ad atto oppignorativo del 27 febbraio 1812, viene messa all’asta una stanza ad uso di camera al primo piano, per un debito di L 6,48 dello Zara (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 4).
1814, febbr. 7*«— Giuseppe Fabbrizio —a semplice affitto concede alli — sig. Giuseppe e Meneghina iug. Morgagna —, una — casa — sita — nel borgo di Cussignacco — n. 142 —. La — affittanza sarà duratura anno uno —. L’annuale affitto — viene — stabilito in — L 158,62 —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10327, 1176).
1825 È di Giuseppe Fabrizio (A.S.U., C.A. I, 100, 659 Orn. II C).
 *Il proprietario «prese divisamento di rimodernare la faciata» (ibid.).
1843, apr. 19*«— Domenico del fu Giuseppe Fabrizio — vende al sig. Francesco del q. Valentino Ferrari — un corpo di fabbricato con cortile ed orticello — posti — nel borgo di Cussignacco, segnati coi c. n. 142 e 142 B, F, G —, cui unito vi confina a lev. il borgo di Cussignacco, e parte — Andrea Zarra, mezz. parte il detto Zarra e parte l’interna strada delle mura della città, pon. il sig. Francesco Braida, parte De Cecco Fiorendo e parte Elisabetta Rubini, tram. l’acquirente —. Le preindicate realità — pervennero in proprietà del def. — Giuseppe Fabrizio — per virtù degli acquisti 11 marzo e 3 apr. 1806 — dalle mani dei sigg. Pietro Cirio, — fratello Giacomo e figli —. La vendita — viene fatta — per lo prezzo — di austr. L 4500 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10506, 15726).
1852*Appartiene ad Andrea Zara (Competenze, I, f. 4v).
1876*Nella parte marcata 142 E ha negozio di liquori Antonio Venturini; in quella indicata 142 G abita il tessitore Osvaldo Dorigo (COSMI-AVOGADRO, 147, 115).
1876 Osteria “Alla colomba” (COSMI-AVOGADRO, 108).
   
NOTElPer la famiglia Susanna: MONTICOLI, Cronaca, 30.
143
1801 Giacomo Fabris (Nomenclatura, f. 6v).
 *Si tratta di un tintore, che vi abita col fratello. Nella casa risulta anche abitante come affittuale Gabriele Pellarini (ibid.).
1808, febbr. 19 Pietr’Antonio q. Valentino Lirussi e la moglie Diamante vendono a Francesco q. Antonio Luci, detto Polacco, la casa n. 143 «con corticella e fabrica interna» per L 6344. «Confina a lev. strada —, mezzodν — Mattia q. Andrea Zara ed altri —, pon. parte — Zara e parte — Francesco Cosatto, tram. Valentino q. Bortolo Ferrari detto Cosatto» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10583, 29).
1809 È di Antonio Polacco, macellaio (Registro delli aloggi, f. 5v).
 *Vi abita l’ostessa Santa Pelarina (ibid.).
1809, giu. 13 Francesco q. Antonio Luci detto Polacco, vende la casa per L 3000 a Stefano fu Mattia Davide (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10357, 251).
1810, febbr. 5*Inventario dei beni mobili del fu Francesco Luci, detto Polacco. Vi risulta anche un magazzino — scorzeria «nel borgo di Cussignacco rimpetto al macello, al n. 143». Il capo è Giorgio Cicoi del q. Gregorio. Stimatori si firmano Coletti e Marini (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10358, 363).
1811, apr. 29*Lucia Mussutto ved. Moreale risulta proprietaria della casa, che dà in affitto per quattro anni a G.B. Piccini (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10623, 485).
1812 Osteria “Al viscolo”1 (Esercenti).
1816, febbr. 23 Stefano Devide, «di condizione macellaio», vende a Francesco fu Valentino Ferrari2 «commerciante patentato —, casa con corticella e fabbrica interna coscritta al n. 143, che confina a lev. — borgo, mezz. — Giuseppe Fabrizio, pon. G.B. Cosatto ed a tram. — l’acquirente Ferrario in loco Cosatto —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10330, 1700).
1852*Appartiene a Francesco Ferrari, insieme con i n. 144, 145, 146 e 147 (Competenze, I, f. 4v).
1883*Vi hanno recapito il geometra Francesco di Caporiacco3 e il calligrafo Artidoro Baldissera (AVOGADRO, 139, 146).
   
NOTE1Il della Porta segnala anche l’osteria “Al cervo”, che tuttavia il ms. da lui citato segnala sotto il n. 2089. La parola “viscolo” significa “altalena” (ms. della Porta).
 2Per la conceria di Francesco Ferrari: FALCIONI, Industrie, 351; PICCO, Ricordi, 142.
 3Per Francesco di Caporiacco: di CAPORIACCO, Storia dei periti, IX.
144
1801 G.B. Cossatti (Nomenclatura, f. 6v).
  Vi abita come affittuale Daniel Marsona (ibid.).
  Vedasi n. 145.
1809°È di Francesco Ferrari1, industriante (Registro delli aloggi, f. 5v - 6r).
 *«Inabitata, serve ad uso di scorsaria» (ibid.).
1828, nov. 22*Francesco Ferrari inoltra domanda per «riformare i fabbricati di sua ragione ai n. 144 e 145». L’approvazione viene concessa alle solite condizioni (A.S.U., C.A. I, 148/X, 4861 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Francesco Ferrari (Competenze, I, f. 4v).
   
NOTE1Vedasi n. 143.
145
1794, giu. 30*«Il — co. Dionisio Ruggeri — ha dato — a titolo d’enphiteotico a — Antonio Ferrante una casa di — suo fratello situata nel borgo — di Cussignacco — fra li suoi confini che qui s’intendono per espressi, verso l’annuo canone perpetuo ed infrancabile di L 124, caponi para uno buoni —» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, II instr., 79,f. 127v - 128v).
1801 Co. Ruggero Ruggeri (Nomenclatura, f. 6v).
 *Proprietario vi appare anche lo «zio di Remanzacco».
  La casa ospita, come affittuale, Antonio Ferrante (ibid.).
1809*Appartiene a Ruggero Ruggeri ed è affittata al fabbro Antonio Ferrante (Registro delli aloggi, f. 5v).
1828 I nn. 144 e 145 sono di Francesco Ferrari1. Finestre ad arco acuto. Vedasi n. 144.
1852*Appartiene a Francesco Ferrari (Competenze, I, f. 4v).
   
NOTE1Vedasi n. 143.
146
1801 Co. Ruggero Ruggeri1 (Nomenclatura, f. 6v).
 *Affittuale Sebastiano Moreale (ibid.).
1809 È di Sebastiano Travaino, fabbro (Registro delli aloggi, f. 5v).
 *Vi abita l’oste Pietro Gercovigh (ibid.).
1812 Osteria di 3a categoria “Alla croce rossa” di Pietro Pizzini, ivi residente (Esercenti).
1838 È di Giovanni De Maria. Presenta progetto per riformare la facciata della casa (A.S.U., C.A. I, 285/VII, 6331 Orn. II C).
1852*Appartiene a Francesco Ferrari (Competenze, I, f. 4v).
1876*Recapito del pittore di figura e paesaggio Giacomo Bergagna2 (COSMI-AVOGADRO, 109).
1883 Osteria “Al canarino” (AVOGADRO, 151).
   
NOTE1Una casa dei Ruggeri con osteria è segnalata in un documento del 1770, febbr. 24. «Il — co. Dionisio Rugieri — ha locato — a titolo d’enfiteusi — a — Mattia q. Antonio Fratico pellizaro — una — casa — contigua all’osteria d’esso — conte, posta in — borgo della porta di Cussignaco, colla corticella a quella aderente; confina a lev. strada del borgo, mezz. casa fu — Cavalli, ora possessa dalli fratelli Marigliani, pon. Cavalli ed alli monti detto co. locatore. E ciò ha fatto — per l’anuo — canon di L 72 e galine par uno —» (A.S.U., N., Eugenio Sporeno, 9314, XV istrom., f. 217r-217v).
 2Per Giacomo Bergagna: BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 98, 161; Esposizione artistico-industriale, 20, 117; PICCO, Caffè della nave.
147
1801 G.B. Cossatti (Nomenclatura, f. 6v).
 *Affittuale Giovanni Miano (ibid.).
1809 È del Rev. Vincenzo Tosorati vicario e di Francesco Ferrari (Registro delli aloggi, f. 5v).
 *La parte del Tosorati è abitata dall’industriante Angelo De Faci e quella del Ferrari dal tessitore Daniele Mansana (ibid.).
1852*Appartiene a Francesco Ferrari (Competenze, I, f. 4v).
1853, giu. 11*Il podestà all’intendente di magazzini militari delle proviande: «Urgendo alla ditta Valentino Ferrari continuare il lavoro del fornello depuratorio del sego in borgo Cussignacco al n. 147, s’interessa codesta i.r. intendenza a riscontrare la municipale nota 27 apr. passato — per dare le rispettive ulteriori disposizioni e proposte» (A.S.U., C.A. I, 551/IX, 2814).
1853, ag. 14*Risposta affermativa della i.r. delegazione del Friuli alla congregazione municipale sulla richiesta circa «il permesso di erigere in una stanza a piano terra a pon. un fornello per la depurazione del sego risultante dalle proprie beccherie» (A.S.U., C.A. I, 551/IX, 19712/6337).
148
1731, ott. 26 Caterina, vedova ed erede di Giovanni Pontotti, vende a Zuane Angelini di Bergamo le due case di pertiche 620 in borgo Cussignacco, «una — con due soffitti e l’altra ivi contigua — con cortivo et orto annesso — et con piante di diverse sorti —, qual orto è intieramente murato da ogni parte»; confinano a levante Spaetti, mezz. strada dietro le mura, pon. androna consortiva, ai monti androna della Vigna (A.S.U., N., Francesco del q. Andrea Brunelleschi, 8302, XXV instr., f. 81v - 82v).
1801 G.B. Cossatti (Nomenclatura, f. 6v).
1809*Appartiene all’orologiaio G.B. Cosatti (Registro delli aloggi, f. 5v).
1837, ag. 2 Girolamo Andreoli vende la casa n. 148 a G.B. di Lenna (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10488, 10937).
1841, nov. 17 G.B. fu Santo di Lenna vende ad Antonio e Maria Carlin per L 3200 «— la casa con corte ed orto ed ingresso promiscuo, posta — nel borgo di Cussignacco, marcata col c.n. 148 — cui confina a lev. — Francesco e Steffano Rubini, mezz. parte la stessa Rubini e parte strada delle mura della città, pon. strada che conduce al borgo di Grazzano ed a tram. Domenico Costantini —» (A.S:U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10502, 14529).
1844, ag. 30*«— Daniele q. Fiorendo de Cecco — vende alla sign. Elisabetta q. Antonio Ioppo — la terza parte a lui competente della casa indivisa con la compratrice, sita — nel borgo di Cussignacco, coscritta col c.n. 148 —, la qual casa — confina a lev. parte Ferrari parte — Francesco e Nicolò fratelli Braida, mezz. — strada che gira atorno le mura, pon. li — iug. Carlini, fu di — Cosatti, e tram. li suddetti Carlini e parte con cale chiusa detta della Vigna —. La — compravendita viene fatta pel — prezzo di austr. L 1400 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4834, 5105).
1852*Appartiene agli eredi Olivo (Competenze, I, f. 4v).
1858*Filanda per seta con due fornelli gestita da Antonio Carlini (A.S.U., C.A. 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 4).
149 e Chiesa di S. Francesco di fuori
1427, giu. 30 Bolla di papa Martino V a Giovanni e Nicolò Bontà di Udine, frati minori, con la quale li autorizza ad erigere una casa con chiesa, cimitero, campanile, per accogliere essi ed altri frati a vivere insieme: «Martinus episcopus servus servorum Dei dilecto filio*** decano ecclesie Beate Marie Utinensis Aquilegensis diocesis salutem et apostolicam benedictionem. Sincere devotionis affectus, quem dilecti filii Iohannes et Nicolaus de Bontadis de Utino ordinis fratrum minorum professores ad nos et Romanam gerunt ecclesiam, promeretur ut votis eorum — favorabiliter annuamus. Exhibita siquidem nobis super pro parte Iohannis et Nicolai — petitio continebat quod ipsi, pro huiusmodi cultus augmento ac eorum et nonnullorum — fratrum dicti ordinis usu et habitatione, in loco ad hoc congruo et honesto, si illum pia largitione fidelium aut alias iusto titulo in provintia Aquilegensi poterunt adipisci, domum cum ecclesia seu capella, cimiterio, campanili, campana, ortis, ortaliciis et aliis necessariis officinis — edificari — desiderant, si eis ad hoc sedis apostolice licentia suffragetur. — Nos igitur, qui cultum et propagationem huiusmodi nostris temporibus adaugeri summis desideriis affectamus, de premissis tamen certam noticiam non habentes, huiusmodi supplicationibus inclinati, discretioni tue per apostolica scripta mandamus quatinus — Iohanni et Nicolao — licentiam largiaris.» (B.C.U., ms. Joppi 697 B, Autographa Vincentiana, II).
1428, dic. 21 Si eleggono cittadini a raccogliere denaro per erigere il monastero di S. Francesco dell’Osservanza nella braida presso la porta di Cussignacco, a questo scopo donata da Tristano di Savorgnan1 (Annales, XXIV, f. 375v).
1429 - 1430*Il notaio Antonio q. Mattiusso roga alcuni atti per l’acquisto di terreni per l’erigendo convento della Vigna (B.C.U., ms. Joppi, 697 B, Autographa Vincentiana, II).
1495, ag. 12*«Pro fabrica campanilis S. Francisci a Vinea» (Annales, XXXIX, f. 44r).
1801*Convento di S. Francesco della Vigna (Nomenclatura, f. 6v).
1806, lugl. 28 Decreto di soppressione. Il convento di S. Francesco della Vigna, o “di fuori”, passa allo stato (Bollettino delle leggi del Regno d’Italia, parte II, n. 160, tab. D, p. 819).
1809*«Ora ad uso militare» (Registro delli aloggi, f. 5v - 6r).
1809, dic. 23*Udine. Perizia con stato e grado del complesso architettonico, ad opera del pubblico perito G. Clocchiati (B.C.U., vacch. 235, f. 14v - 22v).
1810, mar. 11*Protesta di Vincenzo Brascuglia al podestà di Udine: «Onde dar evasione a tutti gli oggetti che vanno a compiere l’estimo de’beni di seconda stazione di questa città che ora si sta facendo, mi è necessario, o signore, di visitare singolarmente tutti i luoghi pubblici, onde eseguire la descrizione de’medesimi —; ma mi fu impedito l’ingresso nella caserma della Vigna —» (A.S.U., C.A. I, O/XI).
1810, nov. 17*In seguito ad atto oppignorativo del 17 ottobre 1810, viene messa all’asta senza esito «una stanza a pie’piano — serviente ad uso di scuderia; confina a lev. e pon. — casa della stessa ragione» (A.S.U., C.N., 80, Asta).
1812, sett. 21 Il demanio vende a Giacomo-Filippo Gitereau l’orto del soppresso convento di S. Francesco della Vigna (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10426, 646).
 *All’atto sono allegate la pianta e la stima di G. Clocchiati, con data 25 luglio 1812 (ibid.).
1812 Caserma della Vigna (G. PERUSINI, Pianta della città di Udine).
1821, giu. 3*Leonardo Missio, capo del terzo quartiere, inoltra al commissario di polizia una denuncia, secondo la quale «sotto li portici del piazzale della sopresa chiesa della Vigna, atrovasi spacata nella metà la coperta di pietra dell’arca sepolcrale di ragione Savorgnani, non che è crolatto un pezzo di volto d’altra arca colla circonvicina la che rendesi di sommo pericolo alli passaggieri» (A.S.U., C.A. I, 53/III, 2529 Orn. II C).
 *Segue, in data 4 giugno, la denuncia del commissario di polizia alla congregazione municipale (ibid.).
1821, ag. 14*Lettera del r. comando militare per la provincia del Friuli alla congregazione municipale: «Il preventivo per il ristauro del porticato della fabrica della Vigna fu spedito all’approvazione dell’eccellentissimo comando generale a Padova che si attende a momenti, ed allora senza ritardo si comincia il ristauro; ma occore sopra tutto che la strada ed il canale contiguo venghi prima riparato, altrimenti i carri, che troppo da vicino passerebbero, potrebbero cagionare nuovi danni al sudetto porticato» (A.S.U., C.A. 53/III, 3701 Orn. II C).
1824, ott. 25*Il capo-quartiere L. Missio nell’elenco dei pozzi del quartiere segnala la presenza di un pozzo scoperto nel «locale cosν detto della Vigna» (A.S.U., C.A. I, 88/IX).
1828, sett. 27 Margherita Catterina Gitereau vedova Vial e Anna sua sorella vendono a Domenico q. G.B. Costantini gli orti della Vigna: «confinano a lev. borgo Cussignacco e conventi e chiesa della Vigna, mezzodì convento stesso e callesella tende in Cisis, pon. contradella pubblica e tram. Quargnali, Clocchiatti in luogo Gabrieli, eredi della Porta e G. De Colle fu Venerio» di campi due, q 1 tv 169 per it. L 4000 (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10554, 3077).
1829, apr. 23*Al consiglio comunale si discute sul campanile o torre della chiesa: «Osserva la congregazione che è logorata questa dal fulmine e mozzata la piramide —». In ogni modo si conclude che le spese di demolizione non spettano al comune, ma alla cassa d’ammortizzazione che ne è proprietaria (Arch. del Com. di Udine, Consiglio dal 1826 al 1830, Prot. verb. cons. com. della r. città di,Udine, n. 2072).
1838 Forni militari (Mappa censuaria della città di Udine).
1845 R. magazzini delle proviande militari (LAVAGNOLO-GARLATO, Pianta).
1852*Comando militare. Magazzino delle proviande (Competenze, I, f. 4v).
1878, apr. 25*«Si delibera la revoca delle deliberazioni state prese negli anni 1872 e 1877 per eseguire a carico del comune l’allineamento in ritiro del muro di cinta del locale del panificio e provianda militare» (Parti prese... 1878, 320).
1945, dic. 28 e 29 Distrutta da una bomba aerea.
1962, nov. 12*Il soprintendente ai monumenti e alle gallerie del Friuli esprime parere negativo circa il progetto di trasformazione della parte superiore dell’antica abside del convento di S. Francesco della Vigna (M.P.I., Soprintendenza ai monumenti e alle gallerie del Friuli-Venezia Giulia, Prot. 1973/4/110).
   
NOTE1Per Tristano Savorgnan: PASCHINI, Storia, II, 254-256, 272-274, 305-312. Vedasi inoltre il n. 82.
   
STUDI INEDITI FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 121r - 123r; RAIMONDI, Gioia preziosa, p. 36-39.
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, I sindaci inquisitori, 200, 201; BIANCHI, Indice, n. 3141, 103; CAVALCASELLE, La pittura, 117-118, 292, 294, 296, 297; Il chiostro di S. Francesco della Vigna; DALL’AVA-TONUTTI, Chiesa e convento, 31-39; ERMACORA, Guida, 180; di MANIAGO, Guida, 53; MARCHETTI, Le chiese della parrocchia, 21-22; G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, 11,15; Per la fedelissima città, 56; della PORTA, La pena di morte a Udine; della PORTA, Toponomastica, 251; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 9, 17-18; 4 (1937), 6; SCALON, La biblioteca, 49-53; VALENTINIS, Udine antica, 16-17; VOLLO, I Savorgnani, 76.
   
ICONOGRAFIA GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, n. 13; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 38; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città di Udine, n. 60; MURERO, Udine metropoli, n. 13; RASICOTTI, L’antica et nobilissima città; SCOLARI, L’antica et nobilissima città; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 28.
150
1801 È delle madri di S. Spirito (Nomenclatura, f. 6v).
 *Affittata a Girolamo Gaboardi (ibid.).
1809*Appartiene al convento di S. Spirito. Vi abita l’industriante Girolamo Godoardo (Registro delli aloggi, f. 5v).
1812 Osteria “Al Ponte di Cividale” (Esercenti).
 *Gestione di Lucia e Giovanni Picco (ibid.).
1812, sett. 4 Antonia fu G.B. Masotti vende a Pietro di Valentino Anziutti, «staffiere — due case contigue», n. 150-151, in borgo Cussignacco, per L 1483,869. «Confinano a lev. strada pubblica del borgo, mezz. pon. e tram. — r. demanio successo alle avvocate corporazioni di S. Francesco della Vigna e del collegio di S. Spirito» (A.S.U., N., Graziano Cantoni, 10234, 269).
1852*Appartiene a Pietro Anziutti (Competenze, I, f. 4v).
151
1801 È delle madri di S. Spirito (Nomenclatura, f. 6v).
 *Affittuale Antonio Tosolino (ibid.).
1809*Appartiene al convento di S. Spirito. Vi abita il linaiolo Antonio Tosolino (Registro delli aloggi, f. 5v).
1825, lugl. 22 È di Pietro Anciutti (A.S.U., C.A. I, 100/1825/II, 2765 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Pietro Anziutti (Competenze, I, f. 4v).
1876*Privativa di Giovanni Disnan (COSMI-AVOGADRO, 111).
152
1801 È delle madri di S. Spirito (Nomenclatura, f. 6v).
 *Affittuale Domenico Potente (ibid.).
1809*Appartiene al convento di S. Spirito. Vi abita il calzolaio G.B. Cremese (Registro delli aloggi, f. 5v).
1813, genn. 8 Il demanio vende ad Antonio di Osvaldo Battigello la casa n. 152 già del collegio di S. Spirito per L 478,242 (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10427, 711).
1813, genn. 30*Antonio Battigelli chiede ed ottiene dal podestà di riformare la casa (A.S.U., C.N., 180/XIX).
1815, ag. 30*Giovanni del fu Cristoforo Ploner compera da Antonio Battigelli la casa n. 152 per L 2097,884. Confina lev. borgo, mezzodì Toppo, pon. e tram. Agostino Croattino (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10430, 1065).
1852*Appartiene agli eredi Olivo (Competenze, I, f. 4v).
1876*La casa ospita il libraio Giuseppe Triva (COSMI-AVOGADRO, 98).
1883*È ancora segnalata la presenza del libraio Triva (AVOGADRO, 147).
153
1801 È di Agostino Croattino (Nomenclatura, f. 6v).
1809*Appartiene allo «stramazzaro» Agostino Croattino (Registro delli aloggi, f. 5v).
1818, magg. 16*Mattia di Agostino Crovatini, «essendosi determinato di formare un rebatto ad una porta fuori di due balconi ad uso di bottegha», chiede ed ottiene il permesso (A.S.U., C.A. I, 18, 1661, Orn. II C).
1841, genn. 31 Mattia e Marzia Zillotti iug. Crovattini vendono a Giovanni Gasparini la casa n. 153 e 153A che Agostino Crovattini aveva comperata il 22 luglio 1770. Prezzo L 3500 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10498, 13677).
1847, febbr. 16 Giovanni Gasparini vende a G.B. Amarli per L 4100 «— la — casa — che confina a lev. strada pubblica del borgo, pon. nob. — Puppi, mezz. Domenico Olivo ed a tram. — Francesco Dordolo loco — Pietro Antivari —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10514, 18285).
154
1801 Caterina Maieroni (Nomenclatura, f. 6v).
1809 È di Domenico Dordolo impiegato (Registro delli aloggi, f. 5v).
1823, apr. 13*Francesco q. Odorico Dordolo, inoltrando al podestà la domanda per sostituire la grondaia, fa presente che «la casa stessa dev’essere alzata d’un appartamento fra un anno e mezzo circa, così s’impegna ora per allora di fare in luogo della linda — la cornice» (A.S.U., C.A. I, 81/X, 1292 Orn. II C).
1827, apr. 5*Marta nata Maieroni col figlio Domenico Dordolo, vende a Pietro Antivari «una casa di muro, coperta di coppi, con fondi e cortivo situata e posta in questa città — coscritta al c.n. 154 —; confina a lev. col borgo pubblico di Cussignacco, mezzodì casa del sig. Agostino Croattino, pon. sig. Giovanni de Colle ed a tramontana conti Venerio — per il prezzo — di austr. — L 822,86» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10468, 5494).
1852*Appartiene a Francesco Dordolo (Competenze, I, f. 5v).
155
1421, dic. 15 Testamento di Caterussa figlia di Dionisio di Cussignacco, vedova di Tomaso di Orzano; lascia al duomo un livello annuo di 1 libbra d’olio «super — domo suæ habitationis murata et cuppis cohoperta —, sita Utini in — burgo Portae Cussignaci iuxta Ulianam relictam — Candidi Poscutti, iuxta Blasuttam relictam — Dominici Foian de Cussignacco, iuxta Culussium textorem —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 254v).
1425 Paga Giorgio mugnaio di Pietro Tores di Basandella «super certa domo — sita in curia olim Civuitti de Cussignacco» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 255r).
1466 «Antonio fiol di Zorzi molinaro che fu di Pietro Tores» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 255v).
1511 «Machor di Bernardo di Toni Zorz di Basaldella» (ibid.).
1519 «Bertos molinaro fo de Basaldella paga — sopra una casa posta in una corte che fo di Colusso molinaro di Cussignà all’incontro della giesia di S. Spirito, la qual casa è sta’unida con la casa dell’abitazion de m. Bertos ditto» (ibid.).
1540 «Li eredi del q. — Bertosso molinaro — paga —» (ibid.).
1550 «Pietro del q. Bertosso molinaro — paga —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 255v - 256r).
1565 «M. Filippo de Casarsa callegaro, in loco de Piero di Bertosso, paga — sopra una casa comprata da ser Zuan Iacomo Franco —» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 256r).
1595 «Ora paga mess. Francesco Desio caligar presso le Pizocare come possessore —» (ibid.).
1601 «Francesco Desio caligaro — in loco di Filippo Casarsa paga — sopra una casa comprata da ser Zuan Iacomo Franco, posta all’incontro della chiesa di S. Spirito nella corte che fu di Culusso monaro di Cussignacco» (ibid.).
1625 «Mess. Antonio Desio —. Ora paga Ieronima del q. ser Francesco Casarsa» (ibid.).
1630 «Ora — Zuanne suo figliolo» (ibid.).
1637 Zuane Desio detto Casarsa (ibid.).
1642 «D. Ieronima q. ser Francesco Casarsa, overo ser Zuanne suo figliolo contestabile della Porta di Ronco» (ibid.).
1643 «— La casa — confina a sol levado con la strada pubblica, a mezo dν colle — Pizochare mediante una casa tenuta per Daniele Francescon, a sol a monte con alcune corti ed ai monti il genero di Lonardo Peone del borgo d’Aquilea, mediante una casa di raggion dotale di sua moglie, che fu già dei Talpari» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 254v). Fu poi comprata la casa dal sig. Nicolò Meriano (ibid.).
1648 «Il sig. Nicolò Meriano ora m. Nicolò Maiarone muraro, genero del vecchio suo inquilino —» (ibid.).
1697 «Ora paga — Gasparo Guerra» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 256v).
1704 Gasparo Guerra (ibid.).
1723 «Paga lo sp. Nicolò Aloi» (ibid.).
1726, mar. 29*«Nella città di Udine, in casa di me nodaro, in borgo di Cussignaco» (A.S.U., N., Nicolò Aloi, 8109, X instr., f. 55r).
1735 «Ora paga il sig. Nicolò Venerio» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 256v).
1748°Casetta e corticella in fondo contrada Desia. Confina lev. orto dei pp. Zoccolanti, mezz. contradella, pon. parte casa e corte sigg. Porta, parte Nicolò Venerio, tram. casa e corte del monastero di S. Spirito1 (Not. Francesco Tracanelli, Allibramento Desia).
1783, febbr. 17 Il comune concede al nob. G.B. Venerio di occupare porzione della androna senza uscita chiamata anticamente Repetella ora del Desia conterminante con il borgo di Grazzano (A.S.U., C.A., 14/1, 68).
1801*Abitazione degli eredi del fu G.B. Venerio (Nomenclatura, f. 6v).
1809*Appartiene a Lugrezia Venerio (Registro delli aloggi, f. 5v).
1826, nov. 23 Laura fu Francesco Prodolone moglie di Domenico fu Federico Farra, Caterina fu Domenico Prodolone, moglie di Giacomo Flumiani, ed Orsola sua sorella vendono a Giovanni fu G.B. de Colle «la casa con fabbriche di muro, coperta di coppi al c.n. 155, — posta in — borgo di Cussignacco —; confina — a lev. borgo di Cussignacco, Agostino Croattino ed eredi del fu Domenico Dordolo, mezz. eredi Gittereau loco demanio fu convento della Vigna e delli eredi Dordolo, pon. — Bernardino Desia e Valentino Sabadino in luogo Gabriele, e tram. — dott. Agostino Pagani in luogo della Porta». Questa casa era stata di Domenico fu Nicolò Venerio (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10553, 2762).
1838, dic. 1 Il co. Guglielmo de Puppi, avendo acquistata la casa 155, domanda la cittadinanza udinese (A.S.U., C.A. I, 285/I, 6843 Stato Civ. III B).
1852*Appartiene al co. Raimondo de Puppi. «Stabile di cavalleria» (Competenze, I, f. 5v).
1867*Istituto privato “Giuseppe De Paola” (“Giornale di Udine”, 2, CCXXXV, 3 ott. 1867, 4).
1868, lugl. 17*Avviso economico; «Casa d’affittare. Casa signorile con annessa scuderia, rimessa, corte ed orticello e granai in borgo Cussignacco sotto il c. n. 213 rosso —» (“Giornale di Udine”, 3, CLXIX, 17 lugl. 1868, 4).
   
NOTE1Nota nel ms della Porta; «La casa non esiste più. Era nel cortile n. 155».
   
BIBLIOGRAFIA BATTISTELLA, La famiglia Venerio; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 99; della PORTA, Toponomastica, 189; VALENTINIS, Udine antica, 11.
156
1801 Nob. Vincenzo della Porta (Nomenclatura, f. 7v).
 *Affittuale Francesco Scrosoppi (ibid.).
1809*Appartiene a Vincenzo della Porta. Vi abita il falegname Francesco Prosperi (Registro delli aloggi, f. 5v).
1810, giu. 8 Il nob. Vincenzo q. Ulderico della Porta vende a Giovanni q. Bernardino Picco per L 1535,04 a titolo di anticresi la casa n. 156; «confina a lev. colla — strada, mezzodν colli sigg. Venerio, pon. e tram. lo stesso sig. della Porta» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10358, 433).
1833, febbr. 1 È di Agostino Pagani. È a due piani di tre finestre ad arco acuto (A.S.U., C.A. I, 206/1833/I, 446 Orn. II C, con dis.).
 °°Disegno con indicazione: «Battigelli Francesco disegnò».
  Si progetta una riforma radicale dell’edificio (ibid).
1835*Vi abita il chirurgo provinciale Vincenzo Fappani (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1852*Appartiene al dott. Sebastiano Pagani (Competenze, I, f. 5v).
157
1507, apr. 21 «Nob. ser Ioannes Franciscus del Torso q. ser Pauli — vendidit — nobili ser Baptistæ de Birtulinis de Utino q. ser Philippi de Birtulinis — unam — domum soleratam et cuppis cohopertam sitam Utini in burgo Grezani sive in porta Cusignaci ex opposito ecclesię sancti Spiritus, ab uno latere iuxta ser Cesarem Muzaninum notarium ab alio latere iuxta Michaelem de Greis et a parte posteriori iuxta eundem Michaelem et a parte anteriori iuxta via publicam —, quę — domus fuit q. nob. ser Antonii patris — ser Ioannis Francisci et ser Baptistae et patrui dicti ser Pauli et per ipsum q. ser Antonium habitata». Lo stesso giorno il nob. G.B. de Birtulinis cede la casa al nob. Camillo di Colloredo q. nob. Giovanni Padovano (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, III istr., f. 26v - 27r).
1744 Della Porta. «Abitano di faccia alla chiesa di S. Spirito. Questa chiesa era posta su l’angolo dei Gorghi con borgo Cussignacco, la casa loro fu dai loro maggiori ristaurata, ora è tenuta dai della Porta nipoti di Giovanni q. Ruggero Salomonio morto senza successione» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 190).
1801 Nob. Vicenzo della Porta (Nomenclatura, f. 7v).
1809*Appartiene a Vincenzo della Porta. Vi abitano Giulio di Zoppola e G.B. Camucio (Registro delli aloggi, f. 5v).
1814, giu. 13-15*«Inventario dei mobili della casa della fu sign. Giulia figlia ed erede di Vincenzo della Porta vedova di Daniele Asquini» (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10429, 919).
1814, ag. 18*«Inventario di effetti mobili e carte del defunto rev. Francesco della Porta ex-barnabita, abitante in borgo Cussignacco al n. 157» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni 10443, 245).
1835*Vi abita il medico fisico Agostino Pagani “renunziato e pensionato” (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1852*Appartiene al dott. Sebastiano Pagani (Competenze, I, f. 5v).
158
1801 «Rota ecc. sig. Francesco» (Nomenclatura, f. 7v).
  Affittuale Natal Zilli (ibid.).
  Poi del dott. Peteani (Registro anagrafico, f. 5r).
1807°Era della fu Angela Casi Rota, confina lev. nob. Vincenzo della Porta, mezz. idem, pon. Pietro e fratelli Macorig detti Spezzotti, tram. piazza dei Barnabiti (Not. Luigi Bertoldi, Inventario Rota).
1809 È di Giacomo Pertoldi possidente (Registro delli aloggi, f. 5v).
 *Vi abitano l’impiegato Francesco Risigari e il domestico Domenico Citaro (ibid.).
1820, giu. 30*Il commissario di polizia comunale denuncia alla congregazione municipale «il pericolo di crollo che minaccia la linda della casa n. 158 situata nella piazza de’ Barnabiti verso il borgo detto di Cussignacco» (A.S.U., C.A. I, 35/V, 2502 Orn. II C.).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver avvertito a questo numero il falegname Giuseppe Prospero circa l’avviso n. 1050 (A.S.U., C.A. I, 193).
1833, nov. 28 G.B. Zanuttini, tutore delle figlie eredi della madre Antonia Pertoldi, vende al dott. Agostino Pagani la casa n. 158. «Confina a lev. colla piazza — dei Barnabiti ora della Legna, mezz. e pon. con case e fondi del — Pagani compratore, tram. con casa del sig. Pietro Santi, loco Spezzotti —. Questa — vendita si fa pel prezzo — di it. — L 6857 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10611, 4557).
1834, apr. 22 È di Agostino Pagani. Chiede di riformare la facciata (A.S.U., C.A. I, 219/1834/I, 1780 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene al dott. Sebastiano Pagani (Competenze, I, f. 5v).
159
1801 Nob. Vincenzo della Porta (Nomenclatura, f. 7v).
 *Affittuale Pietro Macorich (ibid.).
1809 È di Lucio Zilli (Registro delli aloggi, f. 5v).
1816, apr. 3*Vedasi n. 160.
1852*Appartiene a G.B. Antivari (Competenze, I, f. 5v).
160
1801 Giuseppe Mattiussi1(Nomenclatura, f. 7v).
1809*Appartiene a Francesco Mattiussi. È affittata all’oste Leonardo Di Maria (Registro delli aloggi, f. 5v).
1812 Osteria “Al buon pastore” (Esercenti).
1816, apr. 3 Orazio Turchetti chiede di alzare di due piani la casa (A.S.U., C.N., 180/1816/IV, 1108 Orn. XIX, con diss.).
 *«A levante riguarda sulla — piazza, a mezzodì è congiunta con case della sign. Lucia Spezzotti Maurovigh, a pon. riguarda sopra la corticella di esso Turchetti, ed a tram. è congiunta alle case delli rev. d. Andrea e Giuseppe fratelli q. Antonio Crico» (ibid.).
1840, nov. 18 Andrea e il sac. Tommaso, fu Orazio Turchetti, Maria, Francesco ed Andrea q. Giovanni Maria Teresa, Caterina e il rev. Giuseppe q. Andrea Turchetti vendono a Sante di Michele Peressini casa n. 160 per L 8200. I Turchetti avevano acquistata la casa da Francesco Mattiussi li 14 marzo 1813 in atti Cossutti Ciali (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10497, 13483).
1841 È di Sante Perissini (A.S.U., C.A. I, 328/ VIII, 5844 Orn. II C).
1841, lugl. 25 Rosa fu Orazio Turchetti vende a Sante di Michele Peressini la casa n. 160 per L 8200.
  Si annulla il contratto 18 nov. 1840 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10500, 14204).
1841, sett. 7*Sante Peressini chiede ed ottiene il permesso di «ampliare e ridurre» le finestre del pian terreno della casa (A.S.U., C.A. I, 328/ VIII, 5844 Orn. II C, con dis.).
1876*Vi abita il fabbro ferraio Francesco Tambozzo (COSMI-AVOGADRO, 92).
1945, febbr. 20 Distrutta da una bomba aerea.
   
NOTE1Un Lorenzo Mattiusso, nelle confinazioni della fabbrica del duomo del 5 marzo 1643, risulta possedere in quella zona una casa che «confina a levante la strada publica, a mezodν mons. Calligaris canonico d’Aquileia, ed a sol a monte et ai monti il predetto ser Lorenzo» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 21).
161
1801 Nob. Andrea Bianconi (Nomenclatura, f. 7v).
 *Affittuale Antonio Cricco (ibid.).
1809 È di Cricco rev. Andrea (Registro delli aloggi, f. 5v).
 *Vi abita Andrea Bianconi (ibid.).
1810, ag. 30 G.B. Giorgini di Trieste, farmacista in Grazzano al n. 161 (A.S.U., C.N., 194, 2996 Sanità).
1810, sett. 15 G.B. fu Bernardo Giorgini aveva farmacia al n. 161 nella casa dei fratelli q. Antonio Cricco. Cede la farmacia a Valentino Antonio q. G.B. Sabbadini (A.S.U., N., Daniele Micheloni, Rep. II, 408, f. 12v).
1852*La casa appartiene a Biagio de Gleria (Competenze, I, f. 5v).
162
1548, giu. 14*La casa appartiene ad Antonio Tridentino ed è affittata a Francesco detto Franco (vedasi n. 163).
1565, genn. 14 «— Ho istimato al presente io Francesco Polidoro, mercante et habitante in Grazzano, desiderando fabbricare una mia casa et per me habitata posta nel detto borgo in sul cantone per mezo la statova per gire ala chiesa di San Spirito di supplicare alla benignità de la vostra magnificentia — ch’ io possa (non essendo danno di alcun vicino) estendermi da la parte dinanzi con il muro per un sol piede in sul publico, tirandolo dritto al muro dela casa vicina del q. mess. Giambattista Rapano e similmente dala parte verso S. Spirito mezo piede in sul cantone e girmi però stringendo verso la chiesa di S. Spirito e congiunger dirittamente il mio muro a quello de la casa vicina di mess. Alessandro Brunalesco et fratello. Contento io a l’incontro di gettar giuso il portico esteso in fuori sopra alcuni pilastri —, sopra li quali ancora è fabricata la facciata dinanzi dela mia casa verso il borgo di Grazzano et in tal modo fabricando da nuovo ristringermi ne le habitationi da quella parte et ritirarmi in entro, perdendo tre piedi buoni del mio et hora per me possesso —. Item d. deputati posuerunt partem quod eidem ser Francisco Polydoro — concedatur quicquid ab eo — petitum est —» (Annales, LVI, f. 118r).
1801 Antonio Antivari (Nomenclatura, f. 7v)
 *Affittata a Paolo di Vincenzo (ibid.).
1809 È del rev. Andrea Cricco (Registro delli aloggi, f. 5v).
1852*È di Biaggio de Gleria (Competenze, I, f. 5v).
[1937] Fra le finestre del primo piano si vede una Madonna.
163
1548, giu. 14*«Ser Victor ‹q. alterius ser Victoris del Conte de Utino› — dedit —ser Bernardo ‹Boneco mercatori Utinensi in Foro veteri› — precio librarum quadraginta septem soldorum — livellum annuum soldorum quadraginta septem conficientium denarios quadraginta sibi debitum solvi per egr. Ioannem Baptistam Rapanum civem et notarium Utini super domibus suae propriae habitationis sitis Utini in vico Gratiano, iuxta a parte anteriori viam publicam, ab uno latere iuxta domum nob. ser Antonii Tridentini civis Utinensis, tentam per Franciscum dictum Francum super angulo ex opposito statuae dicti vici, ab alio latere domum Mariae de S. Daniele et a parte posteriori domum ser Bartholomaei Brunaleschi aromatarii Utinatis» (B.C.U., ms. 1334/2, perg. not. Alvise Fiacco de Battaleis).
1551, dic. 9*«In vico Grazzani, in scriptorio domus — habitationis mei. — Mag. Ioseph f. q. mag. Valentini cerdonis olim mag. Valentini cerdonis olim mag. Bernardi tonsoris de vico prędicto, inaurator Venetiis, habitans in contrata S. Lii cum — consensu — d. Marię eius matris — vendidit — egr. Ioanni Baptistę Rapano civi et notarlo Utinensi f. q. ser Ioannis Petri Rapani chyrurgi Utini — domunculam muratam a parte ante tantummodo usque ad primam contiguationem et tegulis coopertam vetustam et male in ordine, sitam in vico prędicto ab ortu solis iuxta domum eiusdem ser Ioannis Baptistę emptoris, a meridie iuxta domos illorum de Brunalescis, ab occasu iuxta domum — m. Ioannis patrui ipsius venditoris et ab aquilone iuxta viam publicam —, cum onere solvendi annuatim v. fraternitati S. Marię a Misericordia de Utino — in qualibet nativitate Domini — libras quattuor soldorum parvorum» (B.C.U., ms. 1334/2, perg. not. Giacomo Moroldo del fu Simone).
1797, dic. 8 Il nob. Francesco Desia per d 550 vende ai fratelli Giacomo e Antonio Fabris una casa in borgo Grazzano, «confina a lev. parte casa di — Pietro Bizzio, fu Beretta e parte casa del sig. Giuseppe Mattiussi, a mezz. — Mattiussi, a pon. — Desia, ed a tram. — strada — del borgo» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni 9979, XXXVI istr., 2627, f. 3566r - 3567v).
1801 Giacomo Fabris (Nomenclatura, f. 7v).
 *Vi è censito anche l’affittuale Friz (ibid.).
1809*Appartiene ad Antonio Fabris (Registro delli aloggi, f. 6v).
1837, nov. 21*La casa appartiene a Giacomo Zambelli, proprietario anche della casa adiacente (n. 164).
1842, sett. 5*«G.B. q. Giuseppe Zambelli — aliena in assoluta proprietà del di lui figlio, dott. Giacomo Zambelli —, la casa — situata — nel borgo di Grazzano al c.n. 163, 164 —, fra li confini a lev. sac. Cricco don Giuseppe, mezz. Turchetti ora Peressini e parte Poiani, pon. Antonio Romanello, loco Desia, ed a tram. il borgo di Grazzano —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4829, 4454).
1876*Recapito del medico chirurgo dott. Giacomo Zambelli e del veterinario dott. Tacito Zambelli (COSMI-AVOGADRO, 101, 102).
  Antonio Seiller vi fabbrica candele di sego e Rosa Fontanini vende liquori e commestibili diversi (COSMI-AVOGADRO, 89, 99).
1883*Fabbrica di tessuti di G.B. Poiani (AVOGADRO, 148).
164
1748°Casa Desia. Casa con cortivo di rimpetto, posta nel borgo di Grazzano, di facciata del loco dominicale del nob. Gabrieli; confina lev. fondi di corticella promiscua, mezz. casa di Valentino Desia, pon. strada del borgo, a tram. parte casa e cortivo di Pietro Friz fabbro, fu co. Beretta, parte casa di Francesco Mattiussi (Not. Francesco Tracanelli, Allibramento Desia).
1801 Giacomo Fabris (Nomenclatura, f. 7v).
 *Oltre a un’ affittuale, tale Anna Pellarina (ibid.), vi abita anche Antonio Fabris (Registro anagrafico, f. 5r).
1809*Appartiene ad Antonio Fabris (Registro delli aloggi, f. 6v).
1811, dic. 9°Diamante Fabris, moglie di Pietro Antonio Lirussi, vende a G.B. q. Giacomo Zambelli «a titolo di permuta —, la casa — n. 164 — con edifizi di filatorio ed incanatorio utensili e mobili per il mezado —; qual casa confina a lev. — don Andrea e — don Giuseppe fratelli Cricco, mezz. — Francesco Mattiussi ed eredi del q. — Vincenzo della Porta, pon. — Bernardino — Desia, ed a sett. il borgo di Grazzano —». Vedasi n. 854 (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10588, 528, con inventario dei mobili).
1835*Vi abita il chirurgo dott. Giacomo Zambelli (A.S.U., C.A. I, 237/XII).
1837, nov. 21*G.B. del fu Giacomo Zambelli, proprietario delle case n. 163 e 164, chiede il permesso di aprire una porta in luogo di una finestra, al pian terreno (A.S.U., C.A. I, 269/III, 5591 Orn. II C, con dis.).
1842, sett. 15*Vedasi n. 163.
1876*Vedasi n. 163.
165
1801 Francesco Desia (Nomenclatura, f. 7v).
 *Affittuale Giovanna Palladio (ibid.).
1809*Appartiene a Francesco Desia ed è abitata dal «manghinatore» Pietro Marcovigh (Registro delli aloggi, f. 6v).
1842, genn. 22 Marietta fu Bernardini Desia, moglie del dott. Canciano Ferro, vende ad Antonio Romanelli per austr. L 3750 «una — casa costrutta di muri, coperta di coppi con suoi fondi e cortivetto, situata in — borgo Grazzano, coscritta col c. n. 165 —, cui vi fa coerenza a lev. Zambelli dott. Giacomo, mezz. Pagani dott. Agostino, pon. parte Brunetta e parte casa — della venditrice, ed a tram. il — borgo di Grazzano —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10502, 14709).
1842, giu. 3*Antonio Romanelli «divisato avendo di praticare alcune riforme nella facciata della casa di sua proprietà» ne presenta il progetto, che viene approvato in quanto limitato alla riforma del solo pian terreno (A.S.U., C.A. I, 342/1V, 3361 Orn. II C, con dis.).
1876*Giuditta Bidissina vende liquori e commestibili diversi; G.B. Orgnani ha bottega di pizzicheria (COSMI-AVOGADRO, 99, 111).
1883*Fornaio Valentino Contardo (AVOGADRO, 145).
166
1801 Co. Nicolò e nipoti Gabrieli (Nomenclatura, f. 7v).
 *Affittuale Giacomo Sedeucis (ibid.).
1809*Appartiene a Nicolò e nipoti Gabrieli. Vi abita il falegname Giacomo Sedeucis (Registro delli aloggi, f. 6v).
[1832]*Leonardo Missio, capo del terzo quartiere, nell’elenco degli esercenti avvertiti circa l’avviso n. 1050, cita il calzolaio Antonio Pattoch, abitante al n. 166 (A.S.U., C.A. I, 193/Nota degli esercenti).
1852*Appartiene a Ferdinando Villa (Competenze, I, f. 5v).
1876*Bottega del pizzicagnolo Giacomo Olivo (COSMI-AVOGADRO, 110).
1883*Francesco Olivo ha negozio di cereali (AVOGADRO, 142).
  Nella casa abita il fornaio Giuseppe Cremese (ibid., 145).
167
1748°Casa nella contrada Desia. Confina a lev. casa della chiesa di Sammardenchia, mezz. contrada, pon. casa Gabrielli, tram. casa Valentino Desia (Not. Francesco Tracanelli, Allibramento Desia).
1801 Francesco Desia (Nomenclatura, f. 7v).
 *Affittata a Teresa Passalenti (ibid.).
1809*Appartiene a Francesco Desia ed è abitata dal falegname Carlo Bortolotti (Registro delli aloggi, f. 6v).
1852*Appartiene a Ferdinando Villa detto Ferro (Competenze, I, f. 5v).
1854, genn. 28*Giovanna Grisaldi presenta «il disegno di riforma della sua casa segnata col c. n. 167 e situata nella calle Desia in Grazzano, il quale le venne restituito come irregolare colla — ordinanza 25 corr. n. 492. La riforma progettata si limita a sostituire nel piano a terra la porta e la finestra segnate a linee rosse». Il permesso viene accordato (A.S.U., C.A. II, 66/1854, 757 Orn. II C, con dis.).
 °°Il disegno è firmato dal muratore Silvestro Bosa.
   
BIBLIOGRAFIA della PORTA, Toponomastica, 79, 189.
168
 *Vedasi casa n. 167.
1801 È della chiesa di Sammardenchia (Nomenclatura, f. 7v).
 *Affittata ad Anna Moretti (ibid.).
1809*Appartiene alla chiesa di Sammardenchia ed è affittata all’industriante Felicita Chiona (Registro delli aloggi, f. 6v).
1831, mar. 4 È di Giacomo Tomasone (A.S.U., C.A. I, 182/V, 843 Orn. II C).
 *Il proprietario chiede ed ottiene di riformare la casa. Il disegno è conservato (ibid.).
 *1832. L. Missio, capo del terzo quartiere, riferisce di aver recapitato l’avviso n. 1050 al falegname Domenico Floch al n. 168 (A.S.U., C.A. I, 193, Nota degli esercenti).
1852*Appartiene alla chiesa di Sammardenchia (Competenze, I, f. 5v).
1868, ag. 22 Il demanio pone all’asta le case n. 240, 168, 252, 253 (“Giornale di Udine”, 3, CC, 22 ag. 1868, 4).
1868, sett. 19*Avviso di asta indetta per il 5 ottobre per la casa 168 (“Giornale di Udine”, 3, CCXXIV, 19 sett. 1868, 4).
169
1567, ott. 22*«Mag. Iacobus loannes Repetellus de Bagnarola, sartor Utini in vico Gratiano, habitans in androna nominata de lacobo de Brugnera» (A.S.U., Arch. Caimo, 9, Causa langoriarum).
1735 «La ven. chiesa di Lumignacco — paga di livello sopra la casa, posta nell’androna appresso li Muzzanini —, era già tenuta dagli fratelli Repetelli, ora paga come inquilino ser Simon Birsutto Oglio lb 1» (B.C.U., ms. D. 42, D. Città di Udine, f. 33v).
1753 «Grazzano. La ven. chiesa di Lumignaco paga di livello a nadal —, in luogo de Ponton murador, contadi L 1 s 17 p 4, specialmente sopra una casa livellata dall’ ospedal al Ponton sudetto nell’anno 1369, 2 dic., nod. ser Ambrosio de Cuccagna» (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1753, f. 366v).
1801 Chiesa di Lumignacco (Nomenclatura, f. 7v).
 *Affittata a Teresa Armellini (ibid.).
1809*Appartiene alla chiesa di Lumignacco ed è affittata all’industriante Michele Degano (Registro delli aloggi, f. 6v).
1834°Questa casa paga all’ospitale un livello di venete L 1 s 17.
  Questa casa fu concessa a livello dall’ospedale con contratto 2 dic. 1369, atti Ambrogio di Cucagna (A.O.U., Ospitale, C1. Quaderni livelli, decime, censi. Principia 1834, p. 45).
1852*Appartiene alla chiesa di Rivignano (Competenze, I, f. 5v).
   
BIBLIOGRAFIA della PORTA, Toponomastica, 189.
170
1801 Antonio Petriz (Nomenclatura, f. 7v).
1809*Appartiene al garzatore Antonio Pitrizzo (Registro delli aloggi, f. 6v).
1839, ag. 6 Santo di Luigi Pellegrini e Maria Patrizio coniugi vendono ad Agostino Pagani «casa — n. 170 — consistente a pian terreno in una cucina con camera sopra e grannaro superiore; confina a lev. e mezz. — Pagani acquirente, pon. l’ androna — Repetella o del Desia, tram. casa della — chiesa di Lumignaco —. Questa vendita — si fa pel prezzo — di austr. L 1200 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10613, 5416).
1843, giu. 20*Agostino Pagani, «desiderando di rimodernare una casetta di sua proprietà situata — nella casa Desia al c.n. 170 resa inabitabile», presenta progetto di restauro (A.S.U., C.A. I, 390/VI, 3625 Orn. II C, con dis.). Dopo l’approvazione seguono i lavori e infine il collaudo dell’ing. Lavagnolo (ibid.).
1852*Appartiene al dott. Agostino Pagani, insieme con il n. 171 (Competenze, I, f. 5v).
171
1801 Nob. Cristoforo della Porta (Nomenclatura, f. 7v).
 *Affittuale Maria Medici (ibid.).
1809*Appartiene a Cristoforo della Porta ed è affittata al fabbro Domenico Medici (Registro delli aloggi, f. 6v).
1828, sett. 30 Natale Antonio ed Angela Cancelliere iug. Brovedan vendono ad Agostino Pagani casa n. 171. «Confina a lev. e tram. con Pagani, loco della Porta, a mezz. — Pagani, ed a pon. la contrada — detta Repetina». La casa era stata di Orsola Cancelliere (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10312, 2382).
1852*Appartiene al dott. Agostino Pagani, insieme con il n. 170 (Competenze, I, f. 5v).
172
1758°Casa in borgo Grazzano, confinante lev. stradella, mezzodν orto Elti pon. parte Elti parte Pascolo Fornero, loco Venzoni, tram. borgo (Not. Francesco Tracanelli, Allibramento Desia).
1783, febbr. 26°°Disegno firmato da Alessandro Rota (B.C.U., A.C.A., ms. X.LXXXVI, c.108v).
1801 Francesco Desia (Nomenclatura, f. 7v).
1809*Appartiene a Francesco Desia (Registro delli aloggi, f. 6v).
1837, sett. 23*Marietta, Marzia e Lucrezia del fu Bernardino Desia, proprietarie dello stabile, intendendo affittarne una parte, rendere questa indipendente e chiudere la comunicazione fra le due parti nelle quali l’edificio viene diviso, presentano progetto per la riforma dei locali. Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 269/III, 5658 Orn. II C).
1844, sett. 29 Lucrezia fu Bernardino Desia, moglie di Domenico Simeoni, vende ad Antonio fu Pietro Di Biaggio la casa n. 172 «colli suoi fondi, cortivo, orto ed adiacenze, il tutto avente per confine a lev. la calle Repetella e — co. Puppi, a mezz. orto del sig. Antonio Clocchiatti, pon. parte Clocchiatti, parte Gabrieli ed altri ed a tram. il borgo di Grazzano. Il prezzo — resta — in austr. L 38000 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4834, 5740).
1846, magg. 28*«— Il — sac. G.B. de Biaggio — e la sign. Pasqua di lui madre — sonosi determinati di surogare in luogo de’ beni constituiti dal decesso dott. Flamia — la casa di abbitazione — situata in questa — città di Udine, ora di assoluta proprietà del sig. Antonio padre, acquistata con contratto 22 sett. 1844 per atti dello stesso not. Clocchiatti, per la somma di austr. L 38000 dala nob. Lugrezia Desia Simeoni —». Segue la stima: «consiste in tre piedi di fabbricato, cioè la parte nobile è sul borgo a tram., il familiare a lev. sopra la calle detta Repetella ed altro fabbricato con altro ingresso, stala, fenile e stanze —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4839, 6277).
1846, giu. 4 È di Antonio fu Pietro Di Biaggio. Il proprietario domanda di riformare ed innalzare una sua casa in borgo di Grazzano sulla calle Repetella (A.S.U., C.A. I, 406/1846/II, 3817 Orn. II C, con dis.).
 *La deputazione d’ ornato esprime qualche perplessità e subordina l’ approvazione al cambiamento secondo il quale gli architravi delle finestre dell’ultimo piano non siano compenetrati nel cornicione (ibid.).
1852*Proprietà del dott. Eugenio Biaggi (Competenze, I, f. 5v).
  La casa porta lo stemma Desia.
 °«Pare che la casa Desia di Via Grazzano sia stata costruita al principio del ‘700. L’ immobile passò in proprietà degli attuali proprietari verso il 1860. Notevole un salottino decorato a stucchi nel 1730 da Giovanni Maria Andreoli» (Racc. Frangipane VII, 447)1.
 °°L’edificio è vincolato con D.M. del 22 lugl. 1985 ai sensi della L. 1089/1939
   
NOTE1Gli estremi citati dal della Porta per l’Archivio Frangipane non aiutano il ricercatore odierno a reperire la busta o il volume indicati. Nella scheda esistente nello schedario con lo spoglio condotto da Luigi Frangipane sul Notariorum di V. Joppi (Arch. Frangipane, ms. 1510, Schede per case, FG) si legge senza citazione di fonti: «La casa in borgo Grazzano appartenente nel 1927 alli sigg. Tomasoni, venne da loro acquistata nel 1860. Appartenne alla famiglia Desia».
   
BIBLIOGRAFIA BALLERIO, Architettura minore, 2; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 100-102; PICCO, L’arte di pittura ornamentale, 67; della PORTA, Toponomastica, 190; RIZZI, Il borgo di Grazzano, 16; S[ACCOMANI], Il ristauro, 37.
173
1696°La casa Venzoni in Grazzano era quella subito dopo la casa Desia (Not. B. Bergamino, Atti civili).
1744 I Venzoni «abitano a sinistra di rincontro ai Codroipo» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 177).
1801 Co. Nicoletto Gabrieli (Nomenclatura, f. 7v).
 *È affittata a Girolamo Berton (ibid.).
1809*Appartiene a Nicolò Gabrieli. Vi abita tra gli altri il fabbro Girolamo Berton (Registro delli aloggi, f. 6v).
1824, ag. 25*Andrea da Ponte denuncia l’irregolarità di «ribatti e banchine» di alcune botteghe del borgo Grazzano, tra cui quella del fabbro del n. 173 (A.S.U., C.A. I, 89/X, 3474 Orn. II C).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato l’avviso 1050 al fabbro Nicolò Bertone del n. 173 (A.S.U., C.A. I, 193).
1844, febbr. 9 Francesco q. Tomaso Gabrielli vende ad Antonio Caimo Dragoni casa domenicale con adiacenze ai n. 381, 382, 539, 173, 174 per L 48000 (A.S.U., N., G.B. Valentinis, Rep. I, f. 33v, 364).
1845, magg. 24*«— Il — nob. — Antonio Caimo Dragoni — vende — al sig. Giuseppe del fu Francesco Cernazai — una casa di muro con calce, coperta di coppi —, posta —nel borgo di Grazzano, avente cinque piani compreso il tereno —, marcata coi c. n. 173 e 180; confina a lev. Desia Simeoni Lugrezia q. Bernardino, mezz. parte la stessa e parte corte di questa ragione, promisqua con Tomasini Giacomo q. Bartolomio, Masetti Cristoforo e Michele q. Tomaso e Clociatti Antonio q. Nicolò, pon. detto Tomasini e tram. strada pubblica —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 10511, 17225).
1852*Appartiene ai fratelli Sarnazai insieme col n. 174 (Competenze, I, f. 5v).
1928 È dei Marcotti.
174
1801 Co. Nicoletto Gabrieli (Nomenclatura, f. 7v).
 *Affittuale Andrea Globaro (ibid.).
1809*Appartiene a Nicolò Gabrieli. Vi abita il domestico Andrea Clonfer (Registro delli aloggi, f. 6v).
1844, febbr. 9*Vedasi n. 175.
1852*Appartiene ai fratelli Sarnazzai (Competenze, I, f. 5v).
175
1657, dic. 8 Nicolò Bergamino vende la casa ai Venzoni (Not. Andrea Brunalleschi, cit. da F. Brunelleschi, sull’ istrum. dell’apr. 1712).
1712, apr. 11 I nob. Venzoni vendono al nob. Giovanni Francesco Perabò una casa in borgo Grazzano annessa a quella di loro abitazione «coli’ horto contiguo e con - androna dal portone inclusive su la strada fino al detto horto» confina a lev. parte sig. Pietro Desia, orto e androna Repetella, mezz. orto dei nob. sigg. Elti, pon. Elti e parte venditori, tram. strada pubblica (A.S.U., N., Francesco Brunalleschi, 8300, VII instr., f. 46r — 47v).
1801 Co. Nicoletto Gabrieli (Nomenclatura, f. 7v).
 *Affittuali gli eredi di Antonio Placereani (ibid.).
1809*Appartiene a Nicolò Gabrieli. Vi abita il pittore Luigi Minciotti (Registro delli aloggi, f. 6v).
1814, genn. 11*A questo numero, nell’Elenco dei pistori quali tengono farine presso di loro, figura Lodovico Angeli (A.S.U., C.N., 182, 72 Pol.).
1852*Le tre parti censite della casa appartengono a Pietro Sabbadini (Competenze, I, f. 5v).
176
1801 Co. Nicoletto Gabrieli (Nomenclatura, f. 7v).
 *Affittuale Antonio Ursich (ibid.).
1809*Appartiene a Nicolò Gabrieli. Vi abita il vetturino Antonio Ursigh (Registro delli aloggi, f. 6v).
1816, giu. 18*«Li — coo. Nicolò e Carlo fratelli Gabrieli — cedono — alli — iug. Masetti Tommaso e Lucina — tre casette site — in borgo — di Grazzano nell’ interno di altri fabricati e fondi —, coscritte colli c. n. 176, 177, 178 con promisquità di corte; confinano tutte unite a lev. con corte promisqua, mezz. con case di essi — Gabrieli al n. 175, tenute dal sig. Luigi Minciotti, pon. col sig. Marco Grisoli ed a tram. con altre case di — Gabrieli condotte da Corincigh e Simeoni sotto li n. 179, 180 —. Questa cessione — si fa pel prezzo — di it. — L 3806,89 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10597, 1914).
1852*Appartiene a Tommaso Zambelli (Competenze, I, f. 5v)
177
1801 Co. Nicoletto Gabrieli (Nomenclatura, f. 7v).
 *Affittuale G.B. Obiz (ibid.).
1809*Appartiene a Nicolò Gabrieli (Registro delli aloggi, f. 6v).
1816, giu. 18*Vedasi n. 176.
1846, ott. 20°Bortolo q. Tomaso Masetti e consorti vendono ad Antonio Pavan case n. 177-178 per L 1850 (Not. G.B. Valentinis).
1852*Appartiene ai fratelli Tomasoni (Competenze, I, f. 5v).
178
1801 Co. Nicoletto Gabrieli (Nomenclatura, f. 7v).
 *Affittuale Angelo Guerini (ibid.).
1809*Appartiene a Nicolò Gabrieli. Vi abita l’ortolano Angelo Guerino (Registro delli aloggi, f. 6v).
1816, giu. 18*Vedasi n. 176.
1846, ott. 20 Vedasi n. 177.
1852*Appartiene ai fratelli Tomasoni (Competenze, I, f. 5v).
179
1801 Co. Nicoletto Gabrieli (Nomenclatura, f. 7v).
 *Affittuale Taddeo Marani (ibid.).
1809*Appartiene a Nicolò Gabrieli. Vi abita il pistore Gregorio Corincigh (Registro delli aloggi, f. 6v).
1820 È di Giacomo Tomasono (A.S.U., C.A. I, 35/V, 5298 Orn. II C, con dis.).
 *Chiede ed ottiene il permesso di riformare la casa (ibid.).
1850*Maria Tommasoni1 vi gestisce una filanda di seta con 10 fornelli (A.S.U., C.A. I, 488/Prospetto delle filande, n. 54).
1852*Appartiene ai fratelli Tomasoni (Competenze, I, f. 5v).
   
NOTE1Sull’attività dei Tomasoni come proprietari di setificio: PICCO, Ricordi, 133. Vedasi anche n. 181.
180
1801 Co. Nicoletto Gabrieli (Nomenclatura, f. 7v).
 *Affittuale Francesco Gabini (ibid.).
1809*Appartiene a Nicolò Gabrieli. Vi abita il « filatoiaro» Francesco Gabino (Registro delli aloggi, f. 6v).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver informato dell’avviso n. 1050 il falegname Giacomo Tomasone (A.S.U., C.A. I, 193, Esercenti).
1852*Appartiene ai fratelli Tomasoni (Competenze, I, f. 5v).
181
1744*«Elti. Avevano casa a sinistra di rincontro a quella di Giulio Mansuti» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 177).
1788, febbr. 26°Il rev. Bernardo Cortis vende allo spett. Marco Grisoli q. Pietro una casa in Grazzano, confina lev. parte nob. Pietro Diana, parte convento della Vigna, mezz. eredi di Domenico Corgnale parte eredi di Marco Iuri, parte Francesco Bergamasco, pon. strada ai monti stradella, per d 2400 (Not. Liberale Girardi).
1801 Spett. sig. Marco Grisoli (Nomenclatura, f. 7v).
1809*Appartiene a Marco Grisoli (Registro delli aloggi, f. 6v).
1809, dic. 27*Ricevuta di pagamento di tassa di L 30 da parte di Alessandro Sasso, per la casa n. 181, da lui acquistata all’asta a pregiudizio di Glauco Grisoli, per il prezzo di L 1500. A carico di Grisoli risulta un debito di L 875,93 (A.S.U., C.N., 80, Asta).
1814, ag. 14*«Valentino del defunto Leonardo Guato detto Zuliano, e Francesco, Giacomo, Pietro e Leonardo suoi figliuoli —, debitori essendo verso — ‹i› fratelli Gabrielli della somma di it L 1324,26 —, hanno offerto alli stessi — Gabrielli in pagamento un di loro sedime con fabriche coperte di copi, con cortivo ed orto, — a risserva di due stanze a piè piano a lev. di dette case cortivo ed orto; il tutto confina a lev. Vincenzo Seron, mezz. — Antonio Mantoani, pon. parimenti ed a tram. strada pubblica —, coscritta al c.n. 181» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, N., 10442, 239).
1820, ag. 29 Giovanni q. Giuseppe Torre compera all’asta la casa Grisoli (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 633, 758).
1821, ag. 7 Giovanni Torre la vende a Giovanni Prati per L 3200 (ibid.).
1821, sett. 5 «Giovanni — Prati e Rosa Maieron — vendono a — Davide Cararia la casa — n. 181 —, qual confina a lev. fabriche e fondi furono di — Gabrieli, a’ mezz. parte detti e parte — Pietro Antonio Quargnale, a pon. con vari — e a tram. parte con casa di Giacomo luri e parte con la strada maestra del borgo» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10456, 2720).
1821, sett. 6*Giuseppe Cararia chiede ed ottiene licenza di costruire una cornice senza toccare null’altro (A.S.U., C.A. I, 53/III, 4057 Orn. II C).
1821, ott. 14*Davide Cararia1, falegname — al n. 181 chiede ed ottiene di «ridure una stanza ad uso di bottega di falegname. È di conseguenza necessario che la medesima sia resa lucida all’oggetto in cui deve servire e per ottenere tale lucidità» vuole «ampliare le tre finestre esistenti sulla facciata verso il borgo — e l’altra da aprirsi di nuovo verso una — contradella che non è chiamata per alcun nome, e finalmente di ritornare a riaprire una porticella verso la contrada detta dello Schiopettino phe da un tempo fu chiusa dal proprietario che era prima» (A.S.U., C.A. I, 53/III, 4706 Orn. II C, con dis.).
1824, mar. 6 È di Davide Cararia (A.S.U., C.A. I, 89/1824/X, 891 Orn. II C, con dis.).
 *Il proprietario presenta progetto di modifica della casa. Il permesso è concesso (ibid.).
1825, magg. 5 «In borgo di Grazzano nella callesella senza sortita esistevi la facciata di fianco della casa al c.n. 181 di proprietà dell’umile sottoscritto2, il quale implora codesta congregazione municipale di ottenere il permesso di riaprire in rottura di muro una porta identicamente come pel passato la medesima esisteva sotto l’attuale fenestra al punto a marcato nell’unito disegno». La deputazione d’ornato esprime parere favorevole (A.S.U., C.A. I, 100, 1565, Orn. II C).
1825, dic. 31 È di Davide Carraria. Chiede d’innalzarla a due piani sistemandone la facciata (A.S.U., C.A. I, 100/1826/II, 4748 Orn. II C, con dis.).
1832*Il capo del terzo quartiere recapita l’ avviso n. 1050 al falegname Davide Carraria al n. 181 (A.S.U., C.A. I, 193, Nota degli esercenti).
1850*Vi è censita una filanda di seta, gestita da Domenico Passalenti, con 44 fornelli (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 55).
1852*Appartiene a Davide Carraria (Competenze, I, f. 5v).
1858*I fratelli Tommasoni3 vi gestiscono una filanda con 34 fornelli (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 5).
   
NOTE1Per questo falegname: PICCO, Ricordi, 94.
 2Davide Carraria.
 3Per i fratelli Tomasoni proprietari di setificio: PICCO, Ricordi, 133. Vedasi anche n. 179.
182
1801 Antonio Cecuttini (Nomenclatura, f. 7v).
 *Affittuale Andrea Di Bernardo (ibid.).
1802, sett. 26 Giacomo Iuri vende al sig. Antonio Chiapolino una casa in borgo Grazzano dirimpetto alla chiesa. «Confina a lev. con — Marco Grisoli, mezz. particolare non noto, pon. l’androna ed a tram. il borgo» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, 406, f. 487r — 487v).
1809 È di Giovanni Mansutti (Registro delli aloggi, f. 6v).
1821, lugl.°Francesco q. Giovanni Mansutti vende la casa a Lorenzo Paladini fu Giuseppe (Not. Francesco Nicolettis).
1821, sett. 29 Lorenzo Paladini vende a Nicolò q. Gerolamo Bertoni la casa n. 182 «pervenuta in esso — Paladini per cessione fattagli dal sig. Francesco q. Giovanni Mansutti col pubblico istrumento 2 luglio decorso a rogito — Nicolettis —; confina a lev. eredi Marco Iuri, mezz. idem, pon. borgo Grazzano, tram. Marco Grisoli» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10602, 2856).
1852*Appartiene a Nicolò Bertoni (Competenze, I, f. 5v).
1876 Osteria. “AI pettinatore” (COSMI-AVOGADRO, 107).
 *Proprietario ne è Luigi Sticotti (ibid.).
183
1801 Angela Rossi, guardiana delle prigioni (Nomenclatura, f. 8v).
1809 È di N. Iuri di Cividale (Registro delli aloggi, f. 6v).
1809*Vi abita il pittore Vincenzo Bevilaqua (ibid.).
1812 Osteria “Alla venuta” (Esercenti).
1824, ag. 25*Andrea da Ponte denuncia l’irregolarità di “ribatti e banchine” di alcune botteghe del borgo Grazzano, tra cui quella del n. 173 (A.S.U., C.A. I, 89/X, 3474 Orn. II C).
1833, genn. 22*Giacomo G.B. Iuri vende a Domenico Mini per persona da dichiarare casa n. 183, confinante lev. Nicolò Berton, mezz. Davide Carraria, pon. contrada consortiva, tram. borgo per ven. L 3600 (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10314, 2764).
1852*Appartiene alla fabbriceria della chiesa di S. Giorgio (Competenze, I, f. 5v).
184
1757, dic. 30 Asse della facoltà del co. Marzio Andreuzzi, con stima del pubblico perito Eugenio Tillati, n. 4: «Una casa di muro copperta di coppi, d’una stanza terranea con sollaro sopra, sittuata in questa città nell’ androna del Basso senza uscita, distretto del borgo di Grazzano, tenuta ad affitto semplice per il sig. Francesco Antivari in virtù di locatione *** 1755 —. Confina orto del nob. — Giacomo Cirio, a mezo dν il — monasterio di S. Chiara —, a pon. l’androna — del Basso ed a tram. il — sig. Cirio —» (A.S.U., N., Gerardo Muzzenini, 9382, Divisioni Andreuzzi, f. 22r, con stima dell’ edificio, f. 22r - 24r).
1801 Coo. Artico e Bernardo Andreuzzi (Nomenclatura, f. 8v).
 *Affittuale Domenico Capris (ibid.).
1809*Appartiene ad Artico Andreuzzi ed è affittata all’ industriante Maddalena Gabrici (Registro delli aloggi, f. 6v).
1852*Appartiene a Marco Petrizzo (Competenze, I, f. 5v).
185
1801 Giacomo e fratelli Del Dose (Nomenclatura, f. 8v).
 *Affittuale Nicolò Bevilacqua (ibid.).
1809*Appartiene a Giacomo Del Dose ed è affittata all’industriante Polonia Bevilacqua (Registro delli aloggi, f. 6v).
1852*Appartiene alle Convertite (Competenze, f. 5v).
186
1801 «Grisoli spett. sig. Marco» (Nomenclatura, f. 8v).
 *Affittuale Giovani Fagini (ibid.).
1809*Appartiene a Marco Grisoli. È affittata al vetturino Giacomo Venturini (Registro delli alloggi, f. 6v).
1822*Appartiene ad Angelo Perisini (Competenze, I, f. 7v)
187
1757, dic. 30*Asse della facoltà del co. Marzio Andreuzzi, con stima del pubblico perito Eugenio Tillati: «N. 3 Una casa di muro copperta di coppi, d’una stanza terranea, con due sollari sopra, sittuata in questa città nell’androna del Basso senza usitta, distretto del borgo di Grazzano, tenuta ad affitto semplice da — Domenico Picino in virtù di locatione 23 sett. 1753 —. Confina a lev. orto del nob. — Giacomo Cirio, a mezo dν casa — delli — coo. Caiselli, a pon. I’ androna — del Basso ed a tram. casa — del — convento del Carmini di questa città —» (A.S.U., N., Gerardo Muzzenini, 9382, Divisioni Andriuzzis, f. 20v, con stima dell’edificio, f. 20v — 21v).
1801 Coo. Artico e Bernardo Andreuzzi (Nomenclatura, f. 8v).
 *Affittuale Domenico Ferrant (ibid.).
1809 È di Giacomo Tomasone falegname (Registro delli aloggi, f. 6v)
1811, genn. 11 Artico q. Nicolò Andreuzzi vende a Giacomo di Bartolomeo Tomasone casa nell’androna del Basso «senza uscita» al n. 187, confina lev. orto Grisoli, mezz. Quargnale, fu Caiselli, pon. androna del Basso, ai monti diversi loco Convento del Carmine, per L 1364 (A.S.U., N., Daniele Micheloni, Rep. II, 452, f. 19r).
1820, febbr. 7*Richiesta da parte di Giacomo Tomasone, abitante in calle dello Schioppettino: chiede e ottiene l’autorizzazione di aprire una finestrella nella propria casa al n. 187 (A.S.U., C.N., 178/XIX).
1852*Appartiene ai fratelli Tomasoni (Competenze, I, f. 5v).
188
1801 Gioseffa Salvadora (Nomenclatura, f. 8v).
 *Affittuale Pietro Pupino(ibid.).
  Poi Vincenzo Schiavi (Registro anagrafico, f. 5v).
1809*Appartiene al negoziante Giuseppe Salvadore. Vi abita il linaiolo Giacomo Valentini (Registro delli aloggi, f. 6v).
1838, mar. 3 Giuseppe Salvador vende a Lunardo q. Vincenzo Gasperutti casa n. 188. «Confina a lev. Davit Chiararia, a mezz. - Pier’Antonio Quargnale, a pon. contrada -, tram. - Giacomo Tomasoni» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10316, 3192).
1852*Appartiene a Luigi Colautti (Competenze, I, f. 5v).
189
1801 Domenico Quargnale (Nomenclatura, f. 8v).
1809*Magazzini «ad uso di legname». Appartengono alla negoziante Maria Quargnali (Registro delli aloggi, f. 6v — 7r).
1833, giu. 17*G.B. di Michele Perissini presenta progetto di riforma «nella casa di sua ragione situata in borgo Grazzano al c.n. 189» (A.S.U., C.A. I, 206/I, 2632 Orn. II C, con dis.).
1852*Appartiene a Pietro Quargnali (Competenze, I, f. 5v).
190
1759, apr. 28*«— Bortolomio q. — Ottelio Rimini — ha dato in permuta — a ser Daniele q. Pietro Quargnale — una casa — posta nel borgo di Grazzano — nell’ androna chiamata in faciata di Capello, cioè una stanza terranea serve di sottoportico e d’ ingresso a due mezzadi di orto de’ rr. pp. della Vigna, pon. parte case e cortivi del Tomasone e parte androna consortiva ed alli monti case e cortivo di ser Gioseffo Manini — e ciò — fa esso — Rimini perché — il — Quargnale gli cede — un’altra di lui casetta posta nel borgo di Viola — da esso Quargnale acquistata con istr. 19 lugl. 1754 in note del sig. G.B. Peruzzi not. — dalle mani del nob. — Stefano q. Nicolò Zapetti di Sedegliano —» (A.S.U., N., Francesco Prodolone, V instr., 17, f. 30r - 31r).
1780, sett. 24 Maria ved. di Vincenzo Cainero e Antonia Cainero cognate vendono a Daniele Quargnale la «casetta — con piccola corticella situata in una contrada del borgo di Grizzano —. Confina a lev. nob. — Pietro Diana, a mezz. — chiesa di Terenzano, a sol a monte strada — ed ai monti — Daniel Quargnale» (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, 84, f. 133r - 133v).
1801 Domenico Quargnale (Nomenclatura, f. 8v).
1809*Appartiene alla negoziante Maria Quargnali. Ospita un magazzino per legname (Registro delli aloggi, f. 6v - 7r).
1852*Appartiene a Pietro Quargnali (Competenze, I, f. 5v).
191
1801 Ven. chiesa di Terenzano (Nomenclatura, f. 8v).
 *Affittuale Valentino Cochianis (ibid.).
1809*Appartiene alla chiesa di Terenzano. Vi abita il «sacomatore» Valentino Cocianis (Registro delli aloggi, f. 6v).
1852*Appartiene alla chiesa di S. Martino di Terenzano (Competenze, I, f. 5v).
1868, lugl. 18 Il demanio pone all’asta casa n. 191 (“Giornale di Udine”, 3, CLXX, 18 luglio 1868, 3-4).
1868, ag. 17*Ulteriore offerta della casa per l’asta del 24 agosto, insieme con i beni rimasti invenduti nei precedenti esperimenti (“ Giornale di Udine”, 3, CLXXXXV, 17 agosto 1868, 3).
192
1801 Maria Quargnale (Nomenclatura, f. 8v).
1809*Appartiene alla negoziante Maria Quargnali che vi abita (Registro delli aloggi, f. 6v).
1834 Il comune accorda m2 68,85 di terreno in vicolo del Paradiso al sig. Pier Antonio Quargnale (Arch. del com. di Ud., Consiglio 1831-1835, Prot. verb. cons. com. della r. città di Udine, 4370, parte V, p. 149).
1852*Appartiene a Pietro Quargnali (Competenze, I, f. 6v).
1883*Recapito del medico chirurgo Pietro Quargnali (AVOGADRO, 148).
193
1801, lugl. 10*«— Teresa n. Larise, moglie rel. del q. G.B. Mangano, tutrice e curatrice — di Rosana di lui figlia —, ha — venduto a — Maria n. Martinich, moglie rel. del q. Daniele Quargnale, tutrice e curatrice del — figlio minore Pietr’ Antonio —, la casetta con cortivo ed orticello, posta in androna di Grazzano detta del Paradiso, il tutto annesso alla casa dominicale di detta Maria, stimata — d 407 L 1 s 11 —» (A.S.U., N., Camillo Merluzzi, 9693, Instr. 1801, 1366, f. 906r - 906v).
1801 Maria Quargnale (Nomenclatura, f. 8v).
1809*Appartiene alla negoziante Maria Quargnale (Registro delli aloggi, f. 6v).
1852*Appartiene a Pietro Quargnali (Competenze, I, f. 6v).
194
1801 Valentino Gobbesso (Nomenclatura, f. 8v).
 *Affittuale Giovanni Gobbesso (ibid.).
1809*Appartiene all’industriante Giovanni Gobessi (Registro delli aloggi, f. 6v).
1811, giu. 2 Giuseppe q. Paolo Gobesso vende al dott. Bernardo q. Nicolò Jacob la casa n. 194 (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10359, 626).
1852*Appartiene agli eredi del q. Bernardo Iacop (Competenze, I, f. v).
195
1798, febbr. 18*«— G.B. q. Zuanne Cortellazzis — ha — in affitto enfiteotico concesso a — Zuanne e Giuseppe padre e figlio Comini, oriundi — di Godia, ora fuori la Porta di Cossignaco —, una casa posta — nel borgo di Grazzano, coperta di coppi, con corticella fra li confini e dello stato e grado che consterà dalla operazione che — sarà formata dal sig. G.B. Massarini pubbl. per. —. E questa locazione — ha fatta — perché detti Comini s’obbligano contribuire d’annuo canone L 95 —» (A.S.U., Liberale Girardi, 10345, II instrom., 120, f. 125v — 126r).
1801 G.B. e fratello Cortelezzis (Nomenclatura, f. 8v).
 *Affittuale Giovanni Comino (ibid.).
1809*Appartiene a Giovanni Cortolezis. Vi abita l’industriante Giovanni Comino (Registro delli aloggi, f. 6v).
1849, lugl. 11*«— La nob. — Catterina de Pilosio — vende — al — marito — casa — in borgo di Grazzano, calle dello Schiopettino, al c.n. 195 —» (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/IV, 1816).
1852*Appartiene ad Antonio Pilosio (Competenze, I, f. 6v).
1865°Era del nob. Antonio de Pilosio. Passò ai fratelli Tomasoni (A.S.U., Arch. Pilosio).
   
BIBLIOGRAFIA BENEDETTI, Stato della scuola, 43.
196
1801 «Ven. chiesa di Nogaredo di Prato» (Nomenclatura, f. 8v).
 *Affittuale Teresa Capellotti (ibid.).
1809*Appartiene alla chiesa di Lumignacco. Vi abita il linaiolo G.B. Zorzani (Registro delli aloggi, f. 6v).
1852*Appartiene alla chiesa di Colloredo di Prato (Competenze, I, f. 6v).
197
1801 Bernardino Della Chiave, medico (Nomenclatura, f. 8v).
 *Affittuale Antonio Filippino (ibid.).
1809 È di Michele Peresini e Carlo Della Chiave (Registro delli aloggi, f. 6v).
 *Nella parte del Peresini abitano gli industrianti Maria Contarina e Domenico Bortolotto; in quella del Della Chiave il domestico Giuseppe Cristoforo (ibid.).
1825, mar. 8 Il nob. e rev. Bernardino e Carlo fu Francesco Della Chiave di Torreano vendono a Giacomo di Bortolomio Tomasoni la casa n. 197 «nella calle — del Schiopettino, senza uscita —; confina a lev. — Michiele Peressini, mezz. — calle, pon. la — chiesa parrochiale di Colloredo di Prato ed a tram. la — chiesa di S. Giorgio Maggiore —. La vendita — viene fatta — per — austr. L 700 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10463, 4255).
198
1801 Co. Carlo, fratello e nipoti Lovaria (Nomenclatura, f. 8v).
1809 È di Giovanni Maria Beretta (Registro delli aloggi, f. 6v).
 *Vi abita il cursore Santo Perisini (ibid.).
1813, dic. 31 Giovanni Maria fu Antonio Beretta vende a Teresa Peressini ved. Plaino la casetta n. 198 per L 475; «confina a lev. colli — fratelli Della Chiave, a mezz. con — Santo Perissini, a pon. colla — chiesa di Risano, ed a tram. colla — calle del Schioppettino. Qual casa disse il venditore essere nella di lui famiglia pervenuta per acquisto fatto dall’ ora def. — Gian M. Beretta di lui avo dalle mani delli Claudio e figli Della Torre col pubblico instr. il 20 maggio 1721 — a roghi del sig. Antonio Martinelli —» (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10627, 1280).
1852*Appartiene agli eredi del q. G.B. Peressini (Competenze, I, f. 6v).
199
1801 «Ven. chiesa di Risano» (Nomenclatura, f. 8v).
 *Affittuale G.B. Orgnano (ibid.).
1809*Appartiene alla chiesa di Risano. Vi abita il calzolaio G.B. Organi (Registro delli aloggi, f. 6v).
1832*Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato l’avviso n. 1050 in questa casa al falegname Giuseppe Franzolini (A.S.U., C.A. I, 193).
1852*Appartiene alla chiesa di Risano (Competenze, I, f. 6v).
1883*Recapito di Luigi Salvadori, negoziante e sensale di granaglie (AVOGADRO, 142, 143).
200
1801 Orlando Orlandini e figli, di Trieste (Nomenclatura, f. 8v).
1809 È di Giacomo Antonelli (Registro delli aloggi, f. 6v).
1811, giu. 29 Giacomo q. Domenico Antonelli vende a Gabriele q. Domenico Pecile le case n. 200, 201, 202, 203, confinanti «a lev. — chiesa di Risano e parte contrada — Schioppettino, a mezz. parte questa ragione e parte— Santo Peressini, a pon. parte Anna Scrigna, ora Piva, parte — Catterina Vergillio e parte — Osvaldo Romano ed a tram. il borgo di Grazzano —» (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10326, 562).
1852*Appartiene a Teresa Pecile Mander (Competenze, I, f. 6v).